Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

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LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 www.corriereconomia.com ANNO XVIII - N. 22 Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 Servizio Clienti 02.63.79.75.10 IL PUNTO Fisco complicato Non perseguitate chi sbaglia (poco ) DI MASSIMO FRACARO E NICOLA SALDUTTI Tasse In ritardo con le scadenze? Ecco la guida alle mini-sanzioni O ggi è l’ultimo giorno per pa- gare, senza maggiorazioni, le imposte e i contributi del modello Unico e l’acconto di Imu e Tasi (se dovuta). Molte le compli- cazioni che i contribuenti hanno dovuto affrontare, soprattutto per la Tasi. Ma chi non ha ancora fatto il suo dovere, o si accorge di aver commesso qualche errore, non de- ve preoccuparsi. C’è tutto il tempo per tornare in regola pagando un pegno ridotto. Ecco come. ALLE PAGINE 18 E 19 Piccole imprese Così la Cina apre la via della seta al made in Italy DI ISIDORO TROVATO A PAGINA 16 S. Franchino Fonte: Ritiene che la nuova Commissione europea attenuerà una politica di austerità e rigore? Non sa 27% No 38% 35% 1 Il sondaggio Industria I casi Plasmon, San Pellegrino, Bertolli Grandi marchi in vendita Quando l’Italia ci guadagna Bizzarri (Kering) « L’identità conta più delle bandiere» D al 1° luglio Marco Bizzarri la- scerà Bottega Veneta per an- dare a guidare la nuova divisione lusso del colosso francese Kering. Bilancio di cinque anni a capo del marchio a maggior tasso di svilup- po del settore. E progetti futuri. A PAGINA 3 M entre Danone taglia 100 posti in Italia, San Pellegri- no arriva sulle tavole di tutto il mondo. L’auspicio è che accada anche a Pasta Garofalo, appena acquistata dagli spagnoli, ripe- tendo l’esperienza felice del lusso. Analisi su chi vince e chi perde tra i marchi finiti nelle multina- zionali. Spesso li rivendono, per- ché troppo piccoli. Pilat (Kpmg): «Molti sono come cavalli di Troia per entrare in un Paese». Frausin (Carlsberg): «Sta cambiando la fisionomia dei grandi gruppi». ALLE PAGINE 2 E 3 Uber, dopo i taxi pensa a consegnare merci e pacchi SCLAUNICH A PAGINA 13 Dalla riforma Fornero al «Jobs Act»: come cambia il mercato del lavoro DI MARIA SILVIA SACCHI Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano IN EDICOLA CONCORRENZA Web L’ultimo scatto di Marissa Sfratto a Google e Facebook R egistrare nuovi clienti alla posta elettronica, raccogliere dati sugli utenti e utilizzarli per lanciare nuovi prodotti. Ecco la sfida di Marissa Mayer, capo di Yahoo!, che ha sganciato Flickr, la piattaforma per condividere foto, da Google e Fa- cebook. Altre app, come sport e informazione, po- trebbero chiudere ai concorrenti A PAGINA 12 Yahoo! Alla guida è Marissa Mayer Yahoo! Accessi sbarrati ai concorrenti Dopo Draghi Parlano quattro banchieri italiani «Più facile il credito alle imprese» DI GRETA SCLAUNICH O ltre trenta miliardi. È il bottino che Fisco e comuni si apprestano a incassare con le dichiarazioni dei redditi e le tasse locali. Oggi, lunedì 16 giugno, è il giorno più doloroso, quello della scadenza per i versamenti del modello Unico, dell’Imu e della neonata Tasi. Una giornata pesante dal punto di vista finanziario e psicologico, perché, soprattutto per colpa delle nuove tasse locali, il rapporto tra contribuenti e Fisco, locale o federale che sia, è diventato più complicato e più tormentato di un tempo. Ma non bisogna angosciarsi perché se si arriva in ritardo ci sono molte possibilità per mettersi in regola pagando un pegno ridotto (come spieghiamo alle pagine 18 e 19). Per fortuna il governo è intervenuto con la promessa che non saranno applicate sanzioni a chi pagherà in ritardo la Tasi o commetterà errori in buona fede. Un gesto di sensibilità e di attenzione? No, un atto dovuto viste le incertezze e le incongruenze che hanno contraddistinto i primi vagiti della tassa sui servizi indivisibili. Diciamolo francamente, quello che doveva essere il primo test di federalismo municipale, è fallito. Su oltre 8.000 comuni, solo 2.200 sono riusciti a rispettare i termini e a decidere le aliquote e detrazioni. Una bocciatura di massa. Forse meglio così perché il tempo concesso ai contribuenti per capire, calcolare e versare la tassa sarebbe stato davvero minimo. Ora l’appuntamento è rinviato all’autunno (anche se qualche comune furbetto ha introdotto scadenze tutte sue, comportamento che dovrebbe essere stroncato sul nascere). Alla scadenza del 16 ottobre mancano ancora quattro mesi. Un periodo sufficiente perché il Parlamento e il governo si impegnino a non fare ulteriori modifiche, a confermare una scadenza unica e rivedere alcune incongruenze (costringere gli inquilini a fare la fila in banca per versare 10 euro, anche meno, non è una grande invenzione). Un tempo sufficiente perché i Comuni facciano il possibile per mettere i loro cittadini — non sudditi — nelle condizioni di pagare con semplicità. I contribuenti, siamo sicuri, hanno fatto il loro dovere e hanno versato in questi giorni il dovuto. Ora tocca al Fisco fare il suo. Tassare il giusto. Senza complicazioni (inutili). © RIPRODUZIONE RISERVATA Travis Kalanick fondatore di Uber TROVATO A PAGINA 24 DI ELEONORA BORZANI, STEFANO POGGI LONGOSTREVI E GIORGIO RAZZA DI MARIA SILVIA SACCHI E ROBERTA SCAGLIARINI Noi e l’Europa Il grande progetto è stato finanziato nel 2012 con 105 milioni. Ma nulla è stato fatto e a fine 2015 andranno restituiti i fondi Pompei: ora i soldi ci sono, i lavori ancora no L i aspettavamo come una manna dal cielo, quei soldi per Pompei. Ricordate le polemiche su quell’assurdo commissaria- mento che aveva distribuito 105 mila euro perfino per cen- sire 55 cani randagi e dotare ciascuno di loro di relativa pa- gina web mentre il sito ar- cheologico andava in malora? Censirli, sia chiaro: non farli traslocare. Tanto che un mese fa sono dovuti accorrere fra i turisti gli accalappiacani. E ri- cordate il coro di indignazio- ne che si levò dalla stampa mondiale quando venne giù la famosa scuola dei gladiato- ri? Ricordate poi il lamento di esperti e soprintendenti per- ché non c’erano quattrini, do- po tutti quelli che erano già stati spesi e sprecati? Ebbene, i quattrini un gior- no finalmente arrivarono. Il 29 marzo del 2012 l’Unione europea approvò un finanzia- mento di 105 milioni per il Grande Progetto Pompei, un piano d’interventi che era sta- to messo a punto quasi un an- no prima, nel giugno del 2011 quando al ministero dei Beni culturali c’era ancora Gian- carlo Galan. Tutto scritto, fir- mato, protocollato. Mai di mi- lioni se n’erano visti tanti. Co- sì, magari per paura di fare in- digestione, per due anni nessuno li ha toccati. Fino a quando qualcuno ha dato sistema degli appalti. Sicco- me si è perso un sacco di tem- po senza fare un bel niente e adesso bisogna fare in fretta, ecco spuntare le misure stra- ordinarie. Di che tipo? In questo caso il meccanismo per accelerare i lavori è stato l’innalzamento della soglia al di sotto della quale si può ri- correre alla cosiddetta proce- dura negoziata, che assomi- glia tanto alla trattativa priva- ta. Più o meno quello che è stato fatto con il controverso commissariamento, sfociato fra l’altro in una inchiesta sui lavori di restauro del Teatro Grande, con lo scandaloso impiego di cemento e matto- ni. Inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio della titolare della ditta che ha eseguito i la- vori, Annamaria Caccavo, nonché del commissario Mar- cello Fiori, già stretto collabo- ratore di Francesco Rutelli, spedito a Pompei dall’ex mini- stro Sandro Bondi, e successi- vamente nominato coordina- tore nazionale dei club «For- za Silvio». Il limite è stato portato dal decreto «cultura», come quel provvedimento è stato battez- zato, a 3,5 milioni. Risultato: secondo una stima che hanno fatto gli esperti dell’associa- zione costruttori, il 91 per cen- to delle opere infrastrutturali, per un importo pari al 75 per cento del totale, verrà appal- tato al di fuori degli ordinari meccanismi concorrenziali. Sarà questo il caso dei la- vori di restauro della Casa di Giulia Felice (1.050.071 euro), della Casa di Sirico (1.822.990 euro), della Casa del Marina- io (1.589.912 euro) e della Ca- sa dei Dioscuri (1.769.002 eu- ro). Per non parlare della quasi totalità delle opere di messa in sicurezza. Così il copione si ripete, fra furti di affreschi (tre mesi fa nella Casa di Nettuno) e di mosaici («volevo un ricor- do», ha detto ai carabinieri il turista georgiano dopo essere stato pizzicato), cani randagi e liquami che escono dai pun- ti di ristoro (l’ha denunciato la Cisl il 12 giugno), il copione si ripete. C’è almeno da spera- re, con esiti diversi da quelli della rappresentazione prece- dente. Del resto, che cosa avrebbe potuto fare di tanto diverso l’attuale governo di Matteo Renzi per metterci una pezza? E quello prece- dente di Enrico Letta, che ci ha messo dieci mesi per pas- sargli la patata bollente? E quello ancora precedente di Mario Monti, che dopo aver incassato il via libera ai finan- ziamenti europei ha avuto ap- pena un anno di tempo per porgere i nostri ringrazia- menti a Bruxelles? © RIPRODUZIONE RISERVATA Patrimonio Decoro del- l’altare dei Lari, a Pompei un’occhiata al calendario rea- lizzando che il tempo passava velocemente. E la data entro la quale i fondi comunitari si sarebbero dovuti tassativa- mente spendere pena il defi- nanziamento del progetto, il 31 dicembre 2015, si avvicina- va a grandi falcate. Al soprin- tendente degli scavi Massimo Osanna, arrivato lo scorso mese di marzo, non è rimasto dunque che lanciare l’allar- me: «Serve una proroga dal- l’Europa. Sarà impossibile completare i lavori entro il prossimo anno». Ma invece della proroga è arrivato un decreto legge con dentro una sorpresina, sotto forma di una pioggia di dero- ghe. Un classico, per il nostro DI SERGIO RIZZO Unicredit Federico Ghizzoni Intesa Sanpaolo Carlo Messina Banco Popolare Pier Francesco Saviotti Popolare Milano Giuseppe Castagna DI STEFANO RIGHI A PAGINA 4

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LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 www.corriereconomia.comANNO XVIII - N. 22 Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente

Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 Servizio Clienti 02.63.79.75.10

IL PUNTO

Fisco complicatoNon perseguitatechi sbaglia (poco) DI MASSIMO FRACARO E NICOLA SALDUTTI

Tasse In ritardo con le scadenze?Ecco la guida alle mini-sanzioni

Oggi è l’ultimo giorno per pa-gare, senza maggiorazioni,le imposte e i contributi del

modello Unico e l’acconto di Imu eTasi (se dovuta). Molte le compli-cazioni che i contribuenti hannodovuto affrontare, soprattutto perla Tasi. Ma chi non ha ancora fattoil suo dovere, o si accorge di avercommesso qualche errore, non de-ve preoccuparsi. C’è tutto il tempoper tornare in regola pagando un pegno ridotto. Ecco come.

ALLE PAGINE 18 E 19

” Piccole imprese

Così la Cina aprela via della setaal made in ItalyDI ISIDORO TROVATO

A PAGINA 16 S. F

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Fonte:

Ritiene che la nuova

Commissione europea attenuerà

una politica di austerità e rigore?

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27%

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1 Il sondaggio Industria I casi Plasmon, San Pellegrino, Bertolli

Grandi marchi in venditaQuando l’Italia ci guadagna

” Bizzarri (Kering)

« L’identità contapiù delle bandiere»

D al 1° luglio Marco Bizzarri la-scerà Bottega Veneta per an-

dare a guidare la nuova divisionelusso del colosso francese Kering.Bilancio di cinque anni a capo delmarchio a maggior tasso di svilup-po del settore. E progetti futuri.

A PAGINA 3

M entre Danone taglia 100posti in Italia, San Pellegri-

no arriva sulle tavole di tutto ilmondo. L’auspicio è che accadaanche a Pasta Garofalo, appenaacquistata dagli spagnoli, ripe-tendo l’esperienza felice del lusso.Analisi su chi vince e chi perdetra i marchi finiti nelle multina-zionali. Spesso li rivendono, per-ché troppo piccoli. Pilat (Kpmg):«Molti sono come cavalli di Troiaper entrare in un Paese». Frausin(Carlsberg): «Sta cambiando lafisionomia dei grandi gruppi».

ALLE PAGINE 2 E 3

Uber, dopo i taxipensa a consegnaremerci e pacchi

SCLAUNICH A PAGINA 13

Dalla riforma Forneroal «Jobs Act»: come cambiail mercato del lavoro

DI MARIA SILVIA SACCHI

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IN EDICOLACONCORRENZA

Web L’ultimo scatto di MarissaSfratto a Google e Facebook

R egistrare nuovi clienti alla posta elettronica,raccogliere dati sugli utenti e utilizzarli per

lanciare nuovi prodotti. Ecco la sfida di MarissaMayer, capo di Yahoo!, che ha sganciato Flickr, lapiattaforma per condividere foto, da Google e Fa-cebook. Altre app, come sport e informazione, po-trebbero chiudere ai concorrenti

A PAGINA 12Yahoo! Alla guida è Marissa Mayer

Yahoo! Accessi sbarrati ai concorrenti Dopo Draghi Parlano quattro banchieri italiani

«Più facile il credito alle imprese»

DI GRETA SCLAUNICH

Oltre trenta miliardi. È il bottino che Fisco ecomuni si apprestano a incassare con ledichiarazioni dei redditi e le tasse locali.

Oggi, lunedì 16 giugno, è il giorno più doloroso, quello della scadenza per i versamenti del modello Unico, dell’Imu e della neonata Tasi. Una giornata pesante dal punto di vista finanziario e psicologico, perché, soprattutto per colpa delle nuove tasse locali, il rapporto tra contribuenti e Fisco, locale o federale che sia, è diventato più complicato e più tormentato di un tempo. Ma non bisogna angosciarsi perché se si arriva in ritardo ci sono molte possibilità per mettersi in regola pagando un pegno ridotto (come spieghiamo alle pagine 18 e 19). Per fortuna il governo è intervenuto con la promessa che non saranno applicate sanzioni a chi pagherà in ritardo la Tasi o commetterà errori in buona fede. Un gesto di sensibilità e di attenzione? No, un atto dovuto viste le incertezze e le incongruenze che hanno contraddistinto i primi vagiti della tassa sui servizi indivisibili. Diciamolo francamente, quello che doveva essere il primo test di federalismo municipale, è fallito. Su oltre 8.000 comuni, solo 2.200 sono riusciti a rispettare i termini e a decidere le aliquote e detrazioni. Una bocciatura di massa. Forse meglio così perché il tempo concesso ai contribuenti per capire, calcolare e versare la tassa sarebbe stato davvero minimo. Ora l’appuntamento è rinviato all’autunno (anche se qualche comune furbetto ha introdotto scadenze tutte sue, comportamento che dovrebbe essere stroncato sul nascere). Alla scadenza del 16 ottobre mancano ancora quattro mesi. Un periodo sufficiente perché il Parlamento e il governo si impegnino a non fare ulteriori modifiche, a confermare una scadenza unica e rivedere alcune incongruenze (costringere gli inquilini a fare la fila in banca per versare 10 euro,anche meno, non è una grande invenzione). Un tempo sufficiente perché i Comuni facciano il possibile per mettere i loro cittadini — non sudditi — nelle condizioni di pagare con semplicità. I contribuenti, siamo sicuri, hanno fatto il loro dovere e hanno versato in questi giorni il dovuto. Ora tocca al Fisco fare il suo. Tassare il giusto. Senza complicazioni (inutili).

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DI ELEONORA BORZANI, STEFANO POGGI LONGOSTREVI E GIORGIO RAZZA

DI MARIA SILVIA SACCHIE ROBERTA SCAGLIARINI

Noi e l’Europa Il grande progetto è stato finanziato nel 2012 con 105 milioni. Ma nulla è stato fatto e a fine 2015 andranno restituiti i fondi

Pompei: ora i soldi ci sono, i lavori ancora no

Li aspettavamo comeuna manna dal cielo,quei soldi per Pompei.

Ricordate le polemiche suquell’assurdo commissaria-mento che aveva distribuito105 mila euro perfino per cen-sire 55 cani randagi e dotareciascuno di loro di relativa pa-gina web mentre il sito ar-cheologico andava in malora?Censirli, sia chiaro: non farlitraslocare. Tanto che un mesefa sono dovuti accorrere fra ituristi gli accalappiacani. E ri-cordate il coro di indignazio-ne che si levò dalla stampamondiale quando venne giùla famosa scuola dei gladiato-ri? Ricordate poi il lamento di

esperti e soprintendenti per-ché non c’erano quattrini, do-po tutti quelli che erano giàstati spesi e sprecati?

Ebbene, i quattrini un gior-no finalmente arrivarono. Il29 marzo del 2012 l’Unioneeuropea approvò un finanzia-mento di 105 milioni per ilGrande Progetto Pompei, unpiano d’interventi che era sta-to messo a punto quasi un an-no prima, nel giugno del 2011quando al ministero dei Beniculturali c’era ancora Gian-carlo Galan. Tutto scritto, fir-mato, protocollato. Mai di mi-lioni se n’erano visti tanti. Co-sì, magari per paura di fare in-digestione, per due anninessuno li ha toccati. Fino aquando qualcuno ha dato

sistema degli appalti. Sicco-me si è perso un sacco di tem-po senza fare un bel niente eadesso bisogna fare in fretta,ecco spuntare le misure stra-ordinarie. Di che tipo? Inquesto caso il meccanismoper accelerare i lavori è statol’innalzamento della soglia aldi sotto della quale si può ri-correre alla cosiddetta proce-

dura negoziata, che assomi-glia tanto alla trattativa priva-ta. Più o meno quello che èstato fatto con il controversocommissariamento, sfociatofra l’altro in una inchiesta suilavori di restauro del TeatroGrande, con lo scandalosoimpiego di cemento e matto-ni. Inchiesta che ha portato alrinvio a giudizio della titolaredella ditta che ha eseguito i la-vori, Annamaria Caccavo,nonché del commissario Mar-cello Fiori, già stretto collabo-ratore di Francesco Rutelli,spedito a Pompei dall’ex mini-stro Sandro Bondi, e successi-vamente nominato coordina-tore nazionale dei club «For-za Silvio».

Il limite è stato portato dal

decreto «cultura», come quelprovvedimento è stato battez-zato, a 3,5 milioni. Risultato:secondo una stima che hannofatto gli esperti dell’associa-zione costruttori, il 91 per cen-to delle opere infrastrutturali,per un importo pari al 75 percento del totale, verrà appal-tato al di fuori degli ordinarimeccanismi concorrenziali.

Sarà questo il caso dei la-vori di restauro della Casa diGiulia Felice (1.050.071 euro),della Casa di Sirico (1.822.990euro), della Casa del Marina-io (1.589.912 euro) e della Ca-sa dei Dioscuri (1.769.002 eu-ro). Per non parlare dellaquasi totalità delle opere dimessa in sicurezza.

Così il copione si ripete, frafurti di affreschi (tre mesi fanella Casa di Nettuno) e dimosaici («volevo un ricor-

do», ha detto ai carabinieri ilturista georgiano dopo esserestato pizzicato), cani randagie liquami che escono dai pun-ti di ristoro (l’ha denunciatola Cisl il 12 giugno), il copionesi ripete. C’è almeno da spera-re, con esiti diversi da quellidella rappresentazione prece-dente. Del resto, che cosaavrebbe potuto fare di tantodiverso l’attuale governo diMatteo Renzi per metterciuna pezza? E quello prece-dente di Enrico Letta, che ci ha messo dieci mesi per pas-sargli la patata bollente? Equello ancora precedente diMario Monti, che dopo averincassato il via libera ai finan-ziamenti europei ha avuto ap-pena un anno di tempo perporgere i nostri ringrazia-menti a Bruxelles?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Patrimonio Decoro del-l’altare dei Lari, a Pompei

un’occhiata al calendario rea-lizzando che il tempo passavavelocemente. E la data entrola quale i fondi comunitari sisarebbero dovuti tassativa-mente spendere pena il defi-nanziamento del progetto, il31 dicembre 2015, si avvicina-va a grandi falcate. Al soprin-tendente degli scavi MassimoOsanna, arrivato lo scorsomese di marzo, non è rimastodunque che lanciare l’allar-me: «Serve una proroga dal-l’Europa. Sarà impossibilecompletare i lavori entro ilprossimo anno».

Ma invece della proroga èarrivato un decreto legge condentro una sorpresina, sottoforma di una pioggia di dero-ghe. Un classico, per il nostro

DI SERGIO RIZZO

UnicreditFedericoGhizzoni

Intesa SanpaoloCarloMessina

Banco PopolarePier FrancescoSaviotti

Popolare MilanoGiuseppeCastagna

DI STEFANO RIGHI A PAGINA 4

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2 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

IMPRESE & FINANZAUomini, storiee strategie

Acqua San Pellegrino è globale:l’85% finisce sulle tavole degli altri

N egli anni ‘70 del secolo scorso SanPellegrino era diventata la princi-

pale produttrice di bevande in Italia conun carosello di marchi in parte lanciatiex novo, come l’aranciata San Pellegri-no o il bitter San Bitter, e altri frutto diuna campagna acquisiti, come l’acqua Panna. Ma negli anni ‘90 la parabolaascendente della società (che era statafondata da Giuseppe Granelli, una cuifiglia sposò poi un Mentasti) era finita.L’allora capo-azienda Bruno Mentasti

scelse di allearsi con la Garma di RaulGardini e Giuseppe Malgara che porta-rono in dote l’acqua Levissima. Il matri-monio non durò molto: dopo due anni isoci italiani uscirono e arrivò Nestlé, chegià possedeva Perrier e Vittel. Prima inminoranza, nel ‘97 Nestlé passò al con-trollo totale, conquistando il primogruppo di acqua minerale nazionale per250 miliardi di lire.

Da quel momento il valore e la noto-rietà del marchio sono moltiplicati, il marketing è stato concentrato sui con-sumi out of home e la fascia di mercatoè stata riposizionata verso l’alto. L’acquaSan Pellegrino è diventata un brand in-ternazionale, entrando a far parte dellabranch Nestlé Waters, una controllatacon 5,6 miliardi di ricavi che rappresen-ta il 25% del fatturato marche dellamultinazionale di Vevey. Lo sviluppodelle esportazioni di San Pellegrino grazie alla potenza distributiva della casa madre è stato impetuoso: più di500 milioni di bottiglie vendute in 110Paesi del mondo. Lo scorso anno l’85%della produzione di acqua imbottigliatain val Brembana è stata consumata al difuori dell’Italia. Il gruppo Nestlé WatersItalia negli ultimi anni, come altri pro-tagonisti del largo consumo, ha iniziatoa ridurre il suo portafoglio di asset, perconcentrarsi solo su quelli globali. Sonorimasti in casa Nestlé, oltre a San Pelle-grino anche Levissima, Acqua Panna,Nestlé Vera, Recoaro, San Bernardo,Perrier mentre sono uscite dal perime-tro le fonti di rilievo regionale: AcquaClaudia e Pejo. La filiale delle acque ita-liane è diventato un centro d’eccellenzacon competenze specifiche e a guidarlosono stati lasciati manager italiani conun grado di autonomia maggiore ri-spetto ad altri settori. Dallo scorso no-vembre, il genovese Stefano Agostini,43 anni, ha assunto il ruolo di ammini-stratore delegato e presidente grazie al-l’esperienza nel settore acquisita nelmercato britannico.

R. SC.@rscaglia1

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S i potrebbe definire un bilancio coni fiocchi: 133,4 milioni di utile

netto e un rapporto sofferenze su cre-diti netti pari all’1,2% scarso. Correval’anno 2002, a pochi mesi dallascomparsa del cavalier Silvano Pon-tello che aveva nell’amministratoredelegato Giorgio Cirla il banchiere piùfidato. Erano i numeri dell’Interbancaancora sotto il cappello di Antonvene-ta, che aveva rilanciato il marchio sto-rico della banca d’affari, il braccio nel-l’investment banking del Nordest. Dai

raid borsistici con la Hopa di EmilioGnutti (scalata a Telecom) era uscitacon una lauta plusvalenza ma dallachiusura dell’avventura telefonica nel2001, Interbanca non è più rientratanel raggio delle grandi operazioni. Eha chiuso l’alleanza con Gnutti, che halasciato in dote alla banca partecipa-zioni di ben poca soddisfazione.

Da allora Interbanca esce dalla

Borsa e si avviano i rapidi passaggi dimano. Dal Santander di Emilio Botin aGe Capital, attuale azionista che nel2009 l’ha strappata ai contendentiper 900 milioni (nell’ambito di unoscambio di asset).

Sono passati cinque anni e sotto laregia di General Electric la nuova Gecapital Interbanca ha chiuso il 2013con perdite nette di 119 milioni, retti-fiche di valore nette pari a 177 milio-ni e un rapporto crediti deteriorati netti su sofferenze del 16,5%. Unbello stacco rispetto a 12 anni fa. Checosa è successo? Senza dubbio ci sonostate la bufera sui mercati e le parte-cipazioni poco redditizie da smaltire ei crediti incagliati retaggio del passa-to. Ma il nuovo piano impresso dagliUsa non ha ancora dato frutti maturi.

Prima cosa, l’azionista a Stelle estrisce ha di fatto rinunciato all’attivi-tà di investment banking che per tantianni ha garantito commissioni attor-no a 80 milioni (12,3 milioni l’annoscorso) senza compensare. E ha volu-to impiantare la sua cultura con le at-tività finanziarie storiche: leasing efactoring indirizzate alle Pmi. In effettil’anno scorso la prima ha registratovolumi per 255 milioni ma a fronte diun +35,5% per i beni strumentali c’èstato un -18,8% del leasing auto. E’avanzato il factoring, i cui volumi (1.77 milioni) sono saliti del +111%.

Ma per macinare utili (la bancachiude in rosso dal 2006) bisognafare ancora strada. La banca sta tor-nando a fare prestiti (lending): 338milioni nel 2013 (+8,3%).

DANIELA POLIZZI© RIPRODUZIONE RISERVATA

P er mezzo secolo ha accompagnato lastoria d’Italia senza essere italiana.

Il concentrato proteico per gli omoge-neizzati Plasmon inventato all’inizio del‘900 dal medico Cesare Scotti è sinoni-mo di made in Italy nell’alimentazioneper l’infanzia anche grazie alla multina-zionale che la comperò nel 1963: l’ame-ricana Heinz produttrice del ketchup.

L’azienda di Pittsburgh, 10 miliardi difatturato, ha creato attorno a Plasmon ilcentro mondiale dell’alimentazione perl’infanzia, ha acquisito una serie di mar-

chi per rafforzare la sua leadership, haspostato nella Penisola il centro ricercheinternazionale e il coordinamento del-l’intero settore. E ha lasciato che a diri-gerla fossero manager italiani. Le pro-spettive sono cambiate di colpo lo scorsoanno quando Berkshire Hathaway diWarren Buffett e il fondo 3G Capital,hanno acquisito la stessa Heinz per 28 miliardi di dollari. Dopo il passaggio di

proprietà, l’Italia e Plasmon sono diven-tate una lontana provincia di un imperoplanetario da 100 miliardi di dollari, chedeve la sua esistenza ai guadagni chegarantisce agli azionisti.

La prima mossa dei nuovi proprietari,che hanno pagato Heinz con un premiodel 20% sui corsi di Borsa, è stata pre-sentare un piano di ristrutturazione perspremere cash flow e massimizzare il ri-torno sul capitale investito. Per l’Italia hasignificato il licenziamento di 204 di-pendenti su 946 addetti nei tre siti ita-liani. Una procedura altrettanto drasticadi riduzione dei costi era stata applicatadal fondo 3G Capital quando aveva ac-quisito la catena di fast food Burger King:posti di lavoro calati a livello mondialedel 12% e redditività salita di pari misu-ra. Alla fine del 2013, dopo sei mesi dicura dimagrante, anche la redditività diHeinz è aumentata a due cifre e il profittoha superato 1 miliardo. Heinz, secondopiani dei nuovi proprietari dovrebbe es-sere la piattaforma per l’espansione neimercati emergenti, e il dubbio dei lavo-ratori italiani è che il marchio Plasmonnon sia più strategico.

I vertici hanno sempre smentito ven-dite ma una riduzione del portafoglio delle attività italiane era già iniziato pri-ma dell’ultimo passaggio di proprietà.Heinz in vent’anni aveva comperato unadecina di aziende alimentari italiane —tra cui Dieterba, Nipiol, Sperlari, Scalda-sole — ma ne aveva rivendute la metàper concentrarsi sull’infant nutrition.L’ultima cessione è del 2013 con i pro-dotti da forno Misura passati a Colussi.

R. SC.@rscaglia1

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Positivo & Negativo

Heinz, con l’arrivo di Buffetripensamenti sulla storica Plasmon

Interbanca aspetta il rilancio sotto la regia di Ge

Manager Stefano Agostini,presidente e amministrato-re delegato di San Pellegrino

Azionista Warren Buffett. Insieme al fondo 3G Capital ha comprato Heinz

Alla guida, Paolo Braghieri, amministratore delegatodi Interbanca

Analisi Pilat (Kpmg): «Molti cavalli di Troia». Frausin (Carlsberg): «Società valorizzate»

Marchi & Made in ItalyChi ha vinto e chi ha persocon il cambio di bandieraDa Bertolli a Findus, passando per Poretti, Motta e Nuovo PignoneCome Nestlé, Unilever, Kraft e Ge hanno inciso (nel bene e nel male)

1987 Chrysler

1994 Investitori indonesiani

1998 VolkswagenFerruccio Lamborghini

Automobili

Invernizzi

Locatelli

Cinzano

Negroni

Vismara

Aperol

Fattorie Scaldasole

Stock

Buitoni

Motta e Alemagna

Gruppo Bertolli

Ferrarelle

Findus

Kraft

Nestlé

Gran Metropolitan

Kraft

Nestlé

Allied Lyons

Heinz

Eckes

Nestlé

Nestlé

Unilever

Danone

Uniliver

1998

1998

1999

1999

2000

2003

2005

2007

2008

2009

2008

2009

2010

Lactalis

Lactalis

Campari

Chiari & Forti Malgara

Ferrarini

Campari

Andros

Oaktree Capital Management

Gruppo Angelo Mastrolia

Bauli

Sos Cuétara

Lgr (Pontecorvo Ricciardi)

Birds Eye Iglo Group

AlimentariPassaggio a due...

...e a tre mani

(1) Gruppo Diageo; (2) solo prodotti da forno e dolciari; (3) ora Deoleo; (4) successivamente divisa tra diversi investitori

Di mano in mano

(1)

(2)

(3)

1985

1961

1992

1990

1996

1991

1995

1995

1988

1993

2008

1987

1985

Saiwa

Galbani

Nabisco

Ifil/Bsn-Danone

1989

2002

Danone

Bc Partners

2007

2006

Kraft

Lactalis

1960

1989

glo85

8 Volkswage

(4)

Danone chiude treimpianti in Europa,uno di questi si tro-va in Italia, 100 po-

sti a rischio. Intanto PastaGarofalo è diventata spagno-la, mentre l’olio di Bertolli,Carapelli e Sasso dai socispagnoli di Deoleo (nuovonome di Sos) è passato aifondi di Cvc Capital.

Aggiornamenti dal frontedelle multinazionali. Non sem-pre il nome è una garanzia. Per-ché accade che ci sia chi, dentroun grande gruppo, trovi la suaconsacrazione definitiva. E chi,invece, inizi una vita di continuipassaggi di mano. È il caso, peresempio, del colosso svizzeroNestlé che ha fatto dell’italia-na San Pellegrino un brandglobale (articolo sotto) manon è riuscito allo stesso mo-do con due nomi storici deldolce come Motta e Alema-gna (ora «in cura» in casaBauli). Ed è la storia del-l’americana General Electric che ha reso la toscana Nuovo

Pignone un successo (oggicapofila di Ge Oil & Gas dellaGe Energy, unica del grupponon basata negli Stati Uniti)ma stenta invece sul frontebancario con Interbanca (ar-ticolo sotto).

Quote di mercatoEppure quando l’Eni cedette

Nuovo Pignone agli americani sitemeva che Ge volesse comprar-si il suo maggior concorrenteper farlo fuori. Perché questo èciò che spesso accade: usare unmarchio locale molto forte perentrare in un mercato e conqui-starlo dall’interno. «Molte diqueste acquisizioni, soprattuttonell’alimentare, si possono con-figurare come una sorta di ca-vallo di Troia — sintetizza Enri-co Pilat director di Kpmg corpo-rate finance —. Si prende unbrand che la distribuzione nonpuò fare a meno di avere suipropri banconi e in questo mo-do ci si inizia a fare una propriarete distributiva e a entrare neisupermercati. Quando, poi, lamultinazionale si è consolidata,può dismettere il brand localeche diventa costoso da gestire».

Come hanno fatto Nestlé con Vi-smara o Kraft con Negroni, tor-nati in mani italiane. «Per igrandi gruppi internazionali èfunzionale avere un numero se-lezionato di brand su cui farecampagne promozionali e di co-municazioni globali».

Se questo vale molto per l’ali-mentare e i beni di consumo co-me i detersivi, però non cosìsembra essere nella moda e nellusso, settori che sono un po’terra di conquista da parte digruppi esteri e in particolarefrancesi. «La diversità — dicePilat — sta nel fatto che nellamoda-lusso l’Italia ha marchiglobali con un riconoscimentoestremamente alto nel mondo,ma che soffrono un po’ nelle di-mensioni». L’esperienza ha fi-nora dimostrato che i grandigruppi francesi hanno conti-nuato a investire in Italia e neimarchi (intervista a pagina 3).

EspansioneC’è un’altra visuale da cui si

può prendere il problema e ri-guarda l’enorme apertura deimercati. A offrire una chiave dilettura «dal di dentro» è Alber-

to Frausin, amministratore de-legato di Carlsberg Italia. Unmanager che ha trascorso 35anni di carriera in sei multina-zionali diverse per specializza-zioni, provenienza e strutturaproprietaria: Kraft, JohnsonWax, Ferrero, Manetti & Rober-ts, Galbani. Gruppo scandinavocontrollato da una fondazione,Carlsberg è quarto player mon-diale della birra dopo inBev(Becks Corona), Sab Miller (Pe-roni) e Heineken, ma in Europaè il numero uno con 10 miliardidi fatturato di cui meno del 2%realizzati in Italia. Quotata dal2000, come tutte le multinazio-nali ha cominciato a fare acqui-sizioni: Kronenberg, Scottish,Baltika. In Italia Frausin ha ri-portato i conti in nero e rilancia-to birra Poretti, prima conosciu-ta solo a Varese.

«Nelle multinazionali — di-ce — c’è stato uno spostamentodelle funzioni di gestione dallaperiferia agli headquarter, percontrollare meglio il ritorno sulcapitale. D’altra parte, 35 anni fal’Italia per Kraft era il quinto Pa-ese, mentre oggi con la possibi-lità di ingresso in mercati come

Est Europa, Sud America o Asia,si tende a considerare l’interaEuropa come un singolo Paese,anche se le abitudini di consu-mo sono diverse in ciascuna na-zione. Tutte le multinazionali

— prosegue il manager — han-no proiettato i loro interessi suimercati in crescita: in Cina, peresempio, la classe media è com-posta da 450 milioni di persone,è un cambiamento epocale. Per

conquistare posizioni sui nuovimercati le multinazionali hannodovuto trovare cash flow, trasfe-rendolo da un Paese all’altro, equesto meccanismo ha cambia-to la fisionomia dei grandi grup-

DI MARIA SILVIA SACCHIE ROBERTA SCAGLIARINI

Page 3: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 3

IMPRESE & FINANZAIl colosso francese

Uomini, storiee strategie

Vince il lusso in una sola mano

*Famiglia reale Qatar Pparra

Acqua di Parma, Fendi

Pucci Bulgari Cova,Loro Piana

Lvmh

20012000 2011 2013

Bottega Veneta

20o1

Gucci Group, Sergio Rossi

1999

Brioni

2012

PomellatoRichard Ginori

2013

2014

Blackstone

Versace

Valentino Pal Zileri

2012 2014

Mayhoola*

20%

Font

i: Uf

ficio

stu

di K

pmg

Advi

sory

Kering

pi. Adesso il potere si è spostatoin alto: per ridurre i costi e au-mentare la velocità di imple-mentazione dei processi, le or-ganizzazioni sono state snellite eal livello locale viene dato unruolo locale».

QuotazioniIn questo compra-vendi a cui

si assiste ormai da tempo, non èestraneo il fatto della quotazio-ne in Borsa. «Le società — con-tinua Frausin — devono reperi-re capitale e dimostrare agliazionisti che sono brave ad inve-stirlo, devono crescere di quotadi mercato e ottimizzare gli in-vestimenti. Spostare un 1% diquota di mercato della birra, peresempio, richiede investimentienormi. L’input che abbiamonoi manager è la massimizza-zione del cash flow, il ritorno sulcapitale, l’ebit, che a sua voltagenera capitale da investire. C’èmolta attenzione al risultato dibreve periodo che viene gestitofuori dal singolo Paese, a livelloglobale. È una visione molto di-

versa da quella delle aziende fa-miliari dove invece l’ottica degliinvestimenti è a lungo termine.Per esempio — confronta Frau-sin — Ferrero investe molto dipiù in innovazione di una multi-nazionale: ha testato prodottianche per 5/10 anni prima dimetterli sul mercato. Le multi-nazionali, con l’eccezione delle farmaceutiche, più facilmenteinvece comprano direttamente imarchi». Non mancano, ovvia-mente, le eccezioni, «come Ne-stlé che ha reinterpretato il caffècon Nespresso e i gelati con Al-gida». A differenza delle societàfamiliari, però, le multinazionali«quando fanno veramente in-novazione hanno le risorse perlanciare i prodotti a livello glo-bale e oggi è più facile farlo inCina o in Francia che non in Ita-lia dove la grande distribuzioneè frammentata» , conclude Fra-sun. E, dunque, è difficile vederesubito se un prodotto funzionao meno.

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Intervista Parla il capo azienda di Bottega Veneta, prossimo Ceo della nuova divisione lusso di Kering

Bizzarri «Nazionalismi inutili,contano identità e produzione» «La riconoscibilità di una griffe è fondamentale, soprattutto in un grande gruppo»DI MARIA SILVIA SACCHI

Il «grande beneficio» è stato quello di essereacquistati da un gruppo «che ha sempre avu-to come valore il rispetto dell’identità di mar-ca. Una realtà in cui, una volta definiti i conte-

sti, i brand hanno sempre avuto massima autono-mia». Dalla fine del 2008 Marco Bizzarri è presi-dente e amministratore delegato di BottegaVeneta. La società vicentina era stata rilevata dalgruppo Kering (ex Ppr) nel 2001 quando versavain una situazione critica, mentre oggi è l’aziendache ha registrato il maggior tasso di sviluppo degliultimi anni del colosso francese e del settore, arri-vando a superare il miliardo di euro di ricavi nel2013, con 331 milioni di margine operativo (Ebit).

«Bottega si era buttata sul “logo”, aveva persoriconoscibilità nei confronti del suo consumatore— ricorda Bizzarri —. La chiave vincente è stataprendere Tomas Maier (nel 2001) alla direzionecreativa. Incarnava i valori della marca: il prodottounico, non urlato, il “no logo” anche se in quel mo-mento il mercato andava in una direzione diversa.La grande forza è stata credere in quella visione etener duro, sopportando anche perdite significati-ve. Essere parte di un polo multi-marchio consentedi far leva su risorse finanziarie che da soli non sipotrebbero avere e quindi fare importanti processida start up, com’è stato il riposizionamento di unbrand di quel livello».

te rispetto a quella tecnologica, le barriere si cre-ano nel tempo con la credibilità che nasce dalrapporto tra creativi e la grande forza dell’Italia,che è la parte manuale ma che non si può bana-lizzare nel made in Italy. È una serie di conoscen-ze che sono passate e passano da una generazio-ne all’altra e che rendono l’innovazione rapidissi-ma e il modo di interpretare il design funzionaleunico. D’altra parte, non è un caso che in questomomento si stia assistendo a una sorta di acqui-sizione al contrario e cioè al ritorno delle produ-zioni in Italia, chi aveva delocalizzato prima nel-l’Est Europa e poi in Cina sta tornando qui».

«Con Bottega abbiamo investito pesantemen-te in Italia. La nostra nuova sede, l’Atelier di Montebello Vicentino, è stato il nostro impegnopiù significativo, 55mila metri quadrati, una villadel 18° secolo per la quale abbiamo riutilizzato il75% dei materiali e che ha ottenuto, prima nelsettore, la certificazione Leed (Leadership inEnergy and Environmental Design) a livello Pla-tino, la più alta possibile. È stato per creare una“casa” ai nostri dipendenti, la creatività aumentain modo esponenziale quando creativi e artigianisono sostenuti: le collezioni sono più belle e piùvendute. È un ritorno sull’investimento intangi-bile».

Riordini Ritorno sull’investimento. Come si legge nel-

l’articolo a pagina 2 è uno dei motivi che stannoportando le multinazionali ad accentrare le fun-zioni nell’headquarter. Anche Kering ha annun-

ciato a fine aprile una riorganizzazione che ha vi-sto la creazione di due nuove business unit: Lu-xury – Fashion & Leather Goods affidata appun-to a Bizzarri e Luxury – Watches & Jewelry chesarà sotto la guida di Albert Bensoussan. Gucci,con l’amministratore delegato Patrizio Di Marco,è rimasta a parte. I tre capo-azienda riporteran-no direttamente a François-Henri Pinault, l’am-ministratore delegato di Kering.

A Bizzarri riporteranno gli amministratori de-legati di Bottega Veneta, Saint Laurent, Alexan-der McQueen, Balenciaga, Brioni, Christopher Kane, McQ, Stella McCartney, Tomas Maier eSergio Rossi. Il cambio partirà tra pochi giorni, ilprimo luglio.

Un passo avanti importante. Sono sempre dipiù i manager italiani ai vertici di società multi-nazionali. «È una conseguenza di quella trasmis-sione del sapere di cui parlavo prima. E anche della nostra università, sempre così bistrattata, ma che prepara meglio di tutte ad avere la flessi-bilità intellettuale fondamentale per affrontare ilmondo competitivo di oggi, dove bisogna assu-mere informazioni e prendere decisioni a gran-dissima velocità e avere una capacità reattiva im-portante».

Futuro Com’è, adesso, dover lasciare Bottega? «Stra-

no, è un’azienda stupenda, quello che siamo riu-

sciti a fare è meraviglioso, le persone sono mera-vigliose. Sono arrivato la settimana dopo la crisidi Lehman Brothers, il mondo cambiava comple-tamente ma noi siamo andati avanti ancor piùsenza compromessi. Abbiamo fatto un salto cul-turale. È un’azienda che sento estremamentemia.. Ma penso che dopo cinque-sei anni, che so-no il tempo giusto per vedere i risultati del pro-prio operato, un presidente, un amministratoredelegato o un direttore generale devono andar-sene. Diverso è il direttore creativo che ha i codi-ci stilistici in mano; ma un Ceo dà il massimo neiprimi tre anni, poi subentra un certo autocom-piacimento. È umano, ma per un’azienda è me-glio che arrivino occhi nuovi. Quindi, mi dispia-ce ma sono convinto che per Bottega sia una op-portunità. E poi non andrò lontano, non perderòil contatto. Certamente non andrò a guidare ladivisione Luxury Couture & Leather Goods percentralizzare, piuttosto per aiutare i brand a es-sere più unici e autonomi, a evitare l’omogeneità.D’altra parte, non potrei rinnegare tutti gli aspet-ti positivi che mi hanno permesso di avere suc-cesso con Bottega».

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In crescita Marco Bizzarri, amministrato-re delegato Bottega Veneta. Dal 1° luglio guiderà la nuova divisione lusso di Kering

Nei poli si può fermare un brand per mantenerne l’esclusività, perché ci sono livelli che non possono essere superati

È giusto che un presidente o amministratore delegatolasci dopo cinque-sei anni. Si fa il bene dell’azienda

DimensioniEppure sarebbe riduttivo fermarsi alle risorse

finanziarie o alle sinergie. «Che si sia multi-brand o mono-brand, per avere successo è neces-sario seguire i valori della propria marca senzacompromessi. Allora anche la dimensione di-venta meno importante. Invece, se si cerca di prendere tutti i consumatori si perde coerenza,perdendo così la chiave di successo del marchio.Ecco — prosegue Bizzarri — la bellezza dei polimulti-marchio è la possibilità di avere marchicon posizionamenti diversi e di capire quando un brand deve ridurre la sua corsa facendo unadiversa allocazione degli investimenti, si può bi-lanciare la marginalità delle diverse società invirtù dell’esclusività. Ci sono livelli che a voltenon devono essere superati altrimenti i marchi cadono, abbiamo molti esempi davanti... Se sei “stand alone”, invece, devi continuare a crescereper poter mantenere la marginalità perché i costitendono a crescere, come i costi per le materieprime, per i negozi».

L’Italia è una componente essenziale del suc-cesso. «L’elemento caratterizzante di questo set-tore è che la parte umana è ancora preponderan-

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4 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Le strategie dell’EurotowerI riflessi in Italia

Primo piano

Incentivi L’aver reso oneroso i depositi a Francoforte sta spingendo gli istituti di credito a impiegare diversamente il loro denaro

Bce Le mosse di Mario Draghi:ora più credito e niente alibi Scelta f0rzata per i banchieri Già ritirati in 7 giorni dalla Banca centrale 25 miliardi di liquiditàSi allargano i cordoni per il finanziamento dell’apparato produttivoDI STEFANO RIGHI

Segui i soldi, dicono gliamericani, follow themoney. I soldi si muo-vono, silenziosamente,

rapidamente. L’annuncio del presidente della Banca centra-le europea, Mario Draghi, digiovedì 5 giugno, con il qualeha spiegato la nuova azione della Bce a sostegno dei mer-cati, della crescita e della lottaalla deflazione, ha già prodot-to i primi effetti. Non solo si èabbassato in maniera eviden-te lo spread, ovvero il diffe-renziale di rendimento, tra ititoli di Stato italiani e tede-schi, ma le banche europee

hanno riportato a casa buonaparte della loro liquidità de-positata a Francoforte.

In poche ore dai forzieridella Banca centrale europeasono spariti 25 miliardi di eu-

ro di depositi bancari per iquali le banche avrebbero do-vuto corrispondere il paga-mento dello 0,1 per cento.Draghi conosce il mercato e isuoi colleghi: è bastato an-

nunciare che i depositi pressola Bce non sarebbero più statoremunerati (anzi, gravati diun costo) per indurre le ban-che del Vecchio continente ariportare a casa il denaro e, Francoforte Il presidente della Bce, Mario Draghi

Decisioni positiveSi agiscasulle riformee sul cambio

L a Bce ha fatto scelte positive e sostanziali. C’è difatto una vera e propria svolta nella politica mo-

netaria, e soprattutto è stato varato un robusto pac-chetto di misure per intervenire in modo deciso sullacrescita.

La misura più rilevante è sicuramente la disponi-bilità di erogare al sistema bancario europeo liquidi-tà a medio termine e a tassi competitivi agganciataad obiettivi di espansione del credito. Questa deci-sione è da intendersi come un incentivo ulteriore perle banche ad erogare credito ma, a mio modo di ve-

dere, anche come uno stimolo alle aziende per riatti-vare il ciclo degli investimenti che a partire dalla finedel 2008 si è ridotto significativamente.

La crescita infatti riprende solo se il credito puòessere indirizzato a finanziare investimenti produttivie non solo circolante. Un passaggio che resta da fare,secondo me, è un’altra manovra per incidere più po-sitivamente sul tasso di cambio euro-dollaro, chenon credo scenderà particolarmente. Un euro più de-bole sarebbe positivo per l’Europa in questa fase.

Non possiamo illuderci però che sia solo la Bce afar ripartire la crescita. Come ho sempre detto, occor-re lavorare tutti quanti. In questi ultimi anni hanno

resistito solo le aziende con modelli di business in-novativi e abbiamo visto anche un cambio di tenden-za da parte di imprenditori che di fatto hanno iniziatoa rafforzare il patrimonio delle loro aziende. Da partenostra siamo molto concentrati nel ridare impulso alla crescita, stiamo facendo molti sforzi e vediamoche finalmente, anche se in modo lieve, il credito stacominciando a risalire. Ora però i governi devono farela loro parte, fare le riforme che tutti auspichiamo, eritornare a lavorare per lo sviluppo delle nostre eco-nomie.

* Amministratore delegato gruppo Unicredit© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Le opinioni dei vertici di Unicredit, Intesa, Banco Popolare e Popolare di Milano

UnicreditFederico Ghizzoni

DI FEDERICO GHIZZONI*

Un segno nettoai mercatiper spingerela ripresa

Q uesta volta lo sforzo compiuto dalla Bce è statolodevole. È stato infatti annunciato un comples-

so di misure che nessuno si aspettava potessero es-sere presentate tutte assieme.

Alcuni interventi mostrano che la Bce si sta preoc-cupando seriamente della trasmissione della politicamonetaria all’economia reale: questo vale sicura-mente per il possibile programma di acquisto di car-tolarizzazioni e per le operazioni finalizzate di rifi-nanziamento a lungo termine. I preparativi per gli ac-quisti di Abs rappresentano un’apertura importante

verso un’assunzione diretta di rischi, per quanto limi-tata, e costituiscono un passo decisivo nella direzioneperseguita con successo da altre banche centrali neglianni scorsi.

Giudico anche molto positivamente che la Bancacentrale abbia deciso di interrompere le operazioni disterilizzazione di base monetaria legata al SecuritiesMarket Programme e che non abbia escluso nuovi epiù radicali passi in futuro, se la situazione economicalo dovesse richiedere.

Ho l’impressione che questa volta la Bce lascerà ilsegno sui mercati, anche quelli valutari. Non è affattoun caso che, dopo l’annuncio, il cambio dell’euro con

il dollaro sia sceso e i premi al rischio sul debito ita-liano siano calati così rapidamente. Una riattivazionedel mercato interbancario e delle cartolarizzazioni rappresenta una misura cruciale per migliorare l’effi-cacia della politica monetaria.

Le Tltro, inoltre, aiuteranno il sistema bancario araccogliere la liquidità necessaria per finanziare ilmondo delle imprese. Grazie alla Bce, penso quindiche si possa oggi essere più fiduciosi sulla consisten-za della ripresa in Europa e in Italia. La palla passaora ai governi nazionali.

* Consigliere delegato gruppo Intesa Sanpaolo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Intesa SanpaoloCarlo Messina

DI CARLO MESSINA*

Bene i prestitivincolatiAdesso toccaal governo

I n una situazione dove la ripresa economica non siè ancora compiutamente manifestata a livello

continentale e in maniera particolare tarda in Italia,la decisione della Banca centrale europea di stan-ziare 400 miliardi di euro a favore dell’economiareale è molto positiva perché darà al sistema ban-cario una possibilità aggiuntiva per assolvere in modo più concreto l’azione di sostegno all’impren-ditoria.

L’opportunità di accedere ai finanziamenti Bceper importi illimitati, con scadenze che arrivano fino

al 2016 per gli Ltro e fino al 2018 per i cosiddettiTargeted Lrto (Tltro) - ovvero il credito finalizzatoalle attività produttive - rappresenta un aspetto si-curamente rilevante perché agevola la nostra veramissione: aiutare e sostenere l’economia reale che,nel caso del Banco Popolare, si identifica in partico-lare con le famiglie e le piccole e medie imprese.

Le decisioni prese dal presidente della Bancacentrale europea, Mario Draghi, potrebbero ancheavere positive ripercussioni sull’eurozona a livello valutario, soprattutto nel rapporto tra la nostra mo-neta e il dollaro, che rimane la valuta di riferimentoper una ampia parte delle aziende italiane esporta-

trici. Un euro meno forte significa per le imprese ita-liane maggiori esportazioni, più ordini, più lavoro.In buona sostanza la possibilità di rimanere con piùfacilità competitivamente sul mercato internazio-nale.

Sono convinto che non appena gli interventi del-la Bce saranno affiancati da un’incisiva azione dipolitica domestica focalizzata sulle riforme struttu-rali di cui il Paese ha bisogno, non potranno che na-scere concreti presupposti per una tangibile ripresaeconomica.

* Amministratore delegato Banco Popolare© RIPRODUZIONE RISERVATA

Banco PopolarePier Francesco Saviotti

DI PIER FRANCESCO SAVIOTTI*

Più vicini alle imprese,legati da un destino comune

Popolare di MilanoGiuseppe Castagna

DI GIUSEPPE CASTAGNA*

probabilmente, a cercare unmodo più remunerativo perimpiegarlo.

Commerzbank, uno deigrandi gruppi creditizi tede-schi, ha annunciato la volontàdi giungere al ritiro di tutta laliquidità in eccesso depositatapresso la banca centrale.

Per avere una corretta di-mensione del fenomeno, siconsideri che prima del 5 giu-gno i depositi ammontavano a39 miliardi di euro. Ora sono

scesi a 13,6 miliardi, al livellodel 2011. Sedici di quei 25 mi-liardi sono peraltro ancora aFrancoforte, parcheggiati inBund tedeschi (che rendonopoco più di nulla), in attesa dicompletare i calcoli sulla Ri-serva obbligatoria, visto chegli istituti di credito andrannoa pagare esclusivamente perla parte depositata in Bce ec-cedente la riserva obbligato-ria. La manovra di Draghi (ri-duzione dei tassi – l’overnight

Eonia è passato dallo 0,4 percento allo 0,06 per cento –; nuovi finanziamenti al siste-ma bancario per 400 miliardi– Tltro – ma con vincolo didestinazione; sospensionedelle operazioni di fine tu-ning), hanno comunque tro-vato accoglienza positiva.

Dei 400 miliardi di Tltro,un centinaio potrebbero finireattraverso il sistema creditizioalle imprese italiane per nuo-

vi investimenti. Dovrebberoessere la molla per far riparti-re l’economia.

Quattro dei principali ma-nager bancari italiani (Federi-co Ghizzoni di Unicredit, Car-lo Messina di Intesa Sanpao-lo, Pier Francesco Saviotti delBanco Popolare e GiuseppeCastagna della Popolare diMilano) ne sono convinti.

@Righist© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le mosse della BceLe mosse della Bce

Riduzionedei tassi,

speciedei depositi«overnight»

ti»

Nuovi finanziamenti

al sistema bancario

(Tltro)

entitia

o

Sospensioneoperazioni di «fine tuning»

1

2

3

Saranno 400i miliardi destinatialle aziende. Cento per le italiane

L e misure adottate dalla Bce rappresentano un contributoalla ripresa economica e un’opportunità per le banche

europee che sono chiamate a fare da cinghia di trasmissionefra gli interventi di politica monetaria e l’economia reale, inparticolare le Pmi. Si tratta di una responsabilità importanteche va gestita con decisione, coraggio e lungimiranza. Dob-biamo utilizzare al meglio queste risorse affinché producanogli effetti sperati. Mi riferisco all’impegno da parte dellebanche perché ciò avvenga in modo sostenibile e efficace.Innanzitutto, dotarsi di risorse patrimoniali sufficienti a so-stenere una maggiore esposizione al credito. In questo mo-

mento la Banca Popolare di Milano, che ha recentemente concluso con successo un aumento di capitale da 500 milio-ni, e che, come noi auspichiamo, vedrà rimossi gli add-on,gli ulteriori vincoli patrimoniali imposti da Banca d’Italia, èpiù forte e in grado di utilizzare al meglio gli strumenti messia disposizione dalla Bce per sostenere investimenti e pro-getti meritevoli. Oltre ad una adeguata dotazione patrimo-niale, sono fondamentali le politiche creditizie: nessun am-montare di patrimonio di vigilanza può essere un sostitutoadeguato ad una efficace allocazione del credito e a criteri divalutazione in grado di riporre fiducia nelle imprese in gradodi crescere e innovarsi. Risulta essenziale lo sviluppo di rap-porti di collaborazione con le nostre Pmi e la consapevolezza

che un destino comune lega banche e imprese. La fiducia cheva guadagnata reciprocamente sul campo e giorno per gior-no.

Da ultimo non possiamo non sottolineare che nel nostroPaese non sono più procrastinabili le riforme strutturali dicui anche Squinzi ha recentemente fatto menzione e che l’at-tuale Governo ha più volte dichiarato di voler attuare. Sem-plificazione delle prassi amministrative, riduzione dellapressione fiscale, politiche a favore degli investimenti servi-rebbero a immettere ossigeno alla nostra economia e a au-mentare la fiducia di imprenditori, consumatori e banche.

*Amministratore delegato Bpm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 5: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 5

Cercando la crescitaIl nodo dei finanziamenti

Primo Piano

La stanza dei bottoni a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa

Manildo porta il premier dagli industrialiIl piccolo genio di Profumo saluta e va in Kbw. Padoan e le sofferenze dei banchieri

Èuno dei pochi della vec-chia guardia a cui Ales-sandro Profumo aveva

subito confermato fiducia eincarico, nonostante la delica-tezza del ruolo. Il tempo dichiudere l’aumento di capita-le e Alessandro Santoni la-scerà Rocca Salimbeni pertornare all’antico. Il banker,arrivato a Siena nel 2006 di-rettamente da Goldman Sa-chs per guidare la delicatissi-ma divisione ricerca, strate-gie e rapporti con gli investi-tori, tornerà a Londra a fare ilmestiere di analista per Kbw,

Keefe Bruyette and Woods,broker americano specializ-zato nelle istituzioni finanzia-rie. Per Siena non è una per-dita banale. Poco noto algrande pubblico, Santoni èconsiderato un piccolo geniodella finanza: tre lauree (Eco-nomia, Scienza della pubblicaamministrazione e StoriaModerna), un PhD in scienzecognitive e vari master tra cuil’Executive Mba Global Asia-Hong Kong, per il quale ha dovuto fare spola tra Siena el’Asia per due anni. In Kbw èprobabile che ricoprirà un

ruolo di responsabile -del te-am di ricerca sulle banche. Oalmeno delle Southern Euro-pean Banks.

***All’assemblea annuale di

Confindustria no, perché irapporti con Giorgio Squinzisono a corrente alternata, an-che se negli ultimi giorni daviale dell’Astronomia si se-gnalano mosse di avvicina-mento. Matteo Renzi ha peròconfermato che sarà presentesabato prossimo all’assise diUnindustria Treviso. Que-st’anno gli industriali trevi-giani hanno in programma ilcambio al vertice fra Ales-sandro Vardanega e MariaCristina Piovesana, primadonna a presiedere l’agguer-rita associazione veneta. Aconsigliare il premier a inter-venire di fronte ai consueti

tremila imprenditori schieratisarebbe stato il neo sindacoPd, Giovanni Manildo.

***Hanno cominciato big co-

me l’Unicredit di FedericoGhizzoni e Intesa Sanpaolodi Carlo Messina. Da ultimoanche il Montepaschi è entra-to annunciando la cessione diun portafoglio di crediti insofferenza a Fortress. Quellodei non performing loan, èun mercato sul quale puntanomolto i grandi operatori Usa,sondati da Pier Carlo Pado-an nella sua recente missioneamericana. Naturale che sistiano attrezzando anche pro-fessionisti di tutti i tipi. Giu-seppe Mercanti, fondatoredi Mercanti Dorio e associati,ne parla domani a Milano apalazzo Giureconsulti.

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Cambio Alessandro Vardanega e Maria Cristina Piovesana, ieri e domani di Unindustria Treviso. A sinistra Pier Carlo Padoan e Alessandro Profumo

Ansa

Ansa

Debuttanti

Gamberale cercasettecento milioni da versarenei gasdotti

Il calcio d’inizio sarà fischiato a fine giugno, quan-do partirà il road show con il ciclo di presentazio-ni a Londra, Milano Parigi e Francoforte. E se-

gnerà il debutto del gruppo 2i Rete gas sul mercatointernazionale del debito, con l’obiettivo di collocareun bond di taglia, pari a 700 milioni. In pratica al de-butto è l’ex Enel rete gas, finita a inizio anno al 100%sotto le insegne del fondo F2i e di Ardian capital chehanno rilevato il 14,8% ancora in pancia al colossoelettrico.

L’emissione riservata ad asset manager, assicura-zioni, fondi pensione arriverà entro la prima metà diluglio e si avvale del lavoro dell’amministratore dele-gato Gianclaudio Neri e di Unicredit, Intesa Sanpaoloe Bnp Paribas come banche collocatrici. Una squadra

che verrà forse ampliata adaltri istituti tra quelli che ol-tre due anni fa hanno orga-nizzato finanziamenti per2,1 miliardi (i debiti netti orasono circa 1,6 miliardi), uti-lizzati per fare incetta di in-frastrutture per la distribu-zione del gas. Da quella del-la tedesca E.on alla rete diGdf Suez che si sono ag-giunte ai gasdotti ceduti cin-que anni fa dall’Enel. Tantoda fare di F2i rete gas il se-condo campione nazionale(17,2% la quota di mercato)alle spalle di Snam-Italgas,con 3,8 milioni di utenti in

2mila comuni serviti e una rete di 57 mila chilometri.In dettaglio si pensa a un bond pubblico quotato

alla Borsa di Lussemburgo, perciò le banche hannogià attivato le agenzie per ottenere un rating del-l’emissione. La società è ritenuta sul mercato un titoloideale per chi investe sul debito delle aziende, vistol’interessante cash flow (30% degli oltre 700 milionidi ricavi dell’esercizio scorso) prodotto dalle conces-sioni pluriennali con i Comuni. Anche se è presumi-bile che il profilo di rischio si collochi in fascia highyield (titoli a più alto rischio ma maggior rendimen-to), visto che i debiti netti sono circa quattro voltel’ebitda (oltre 370 milioni). Ma l’emissione di luglionon è che una prima tappa. È l’occasione per rivederelarga parte dell’esposizione del gruppo e ridurne ladipendenza dal sistema bancario.

Altri 300 milioni di debiti saranno infatti rifinan-ziati con linee di credito a breve, di fatto un’operazio-ne ponte verso un altro bond che dovrebbe esserepiazzato entro fine anno. La manovra è stata decisaanche per rivedere i costi del finanziamento origina-rio di settembre 2011 con tassi e spread che riflettonole condizioni non certo favorevoli dell’estate più ro-vente del debito pubblico italiano. Il bond da 700 mi-lioni dovrebbe essere l’ultima operazione straordina-ria firmata da Vito Gamberale, l’amministratore dele-gato di F2i per il quale gli sponsor della sgr (Cdp, In-tesa Sanpaolo, Unicredit, fondazioni e Casse) stannocercando un sostituto.

D. POL.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Finanza Vito Gamberale,amministratore delega-to uscente del fondo F2i

DI DANIELA POLIZZI

Il bottino finale sarà ricco, desti-nato ad avvicinarsi (anche senon superare) quello raccoltonel 2013, l’anno record che si è

chiuso con 32 miliardi di volumi ra-strellati dalle aziende italiane. Tor-nando così a sfiorare il massimo toc-cato nel 2009 quando il totalizzatoredei bond raggiunse 34 miliardi allariapertura del mercato, dopo il crac diLehman Brothers e l’anno di digiunoforzato.

Fin qui sono state 24 le società cheda gennaio hanno emesso bond perrifinanziare debiti in scadenza o fareprovvista approfittando di spread etassi in calo. Per un totale di 16 miliar-di di liquidità messi in cascina attra-verso bond pubblici, high yield (altorischio e rendimento elevato) colloca-menti privati presso singoli investito-ri, in euro o dollari («private place-ment», nel gergo della City).

Ma entro luglio, secondo le stimeraccolte da CorriereEconomia, ci saràuna nuova ondata che farà uscire alloscoperto un’altra decina di emittenti.«Prevediamo che l’anno si chiuda conalmeno 40 aziende protagoniste sulmercato — dice Gabriele Vianello, ca-po del «Debt capital market» di BnpParibas — per un volume totale pocosotto i 30 miliardi, forse leggermenteinferiore allo scorso anno. Ma leaziende continueranno a diversificarele fonti di raccolta e a distaccarsi dalsistema bancario. Dipenderà dalle op-portunità».

Grandi gruppi come Enel, Eni e Te-lecom, le emittenti più frequenti, sonosbarcate già a gennaio. La prima conun bond ibrido (collocamenti a metàstrada tra debito e capitale) in due tranche da 1 miliardo di euro e 500milioni in sterline. Poi c’è stata Windcon due high yield giganti (1,75 miliar-di in euro e 2,8 in dollari) piazzati inaprile. E sono arrivati il gruppo Fiatche ha fatto una buona provvista perCnh e Lingotto (un miliardo a testa) eFga capital (due emissioni da 750 mi-lioni ciascuna), seguito a ruota da Snam con un collocamento di 1,25 mi-liardi tra bond pubblici e piazzamentiprivati.

Non è mancata la Luxottica di Leo-nardo Del Vecchio con 500 milioni eanche Finmeccanica, pur nel mezzo del delicato cambio al vertice, ha rac-colto liquidità per 250 milioni.

«Il 2014 dovrebbe confermare latendenza dell’anno precedente per ivolumi di emissione, e forse superarli— spiega Pantaleo Cucinotta, respon-sabile Debt capital market di Banca

Imi —. Due sono i fattori trainanti: ladiscesa ormai duratura dei tassi equella vertiginosa del rischio di credi-to delle aziende, motivata dalle aspet-tative di ripresa economica». Arrive-ranno in tempi brevi i bond di Terna,Telecom, Enel, i nomi ben conosciutidal mercato.

Nuovi arriviMa è verosimile che l’anno in corso

ripeta un altro trend 2013, l’anno re-cord delle matricole che si sono affac-ciate sul mercato del debito. Fino a ve-nerdì scorso erano già otto le debut-tanti al gran ballo dei bond. Ha apertole danze la Gvs, l’azienda che producefiltri per il settore medicale, auto ed elettrodomestici, che ha lanciato unprivate placement di 35 milioni negliUsa.

A ruota hanno seguito TerniEner-gia con un collocamento privato di 25milioni, Beni Stabili (un bond di 350milioni), la società dei giochi Cogete-ch del fondo Orlando Italy (50 milionidi collocamento privato) e Sea (unbond di 300 milioni), la società chegestisce gli aeroporti di Malpensa eLinate. Poi sono arrivati gli emoderi-vati di Kedrion (famiglia Marcucci eFondo strategico), Officine Maccafer-ri e Banca Farmafactoring.

«E’ possibile che quest’anno deglioltre 40 emittenti che ci aspettiamo lametà siano debuttanti», conclude Vianello di Bnp Paribas. In effetti al-meno altre due matricole hanno incanna emissioni a luglio: l’azienda di

costruzioni Cmc di Ravenna e il grup-po F2i rete gas (articolo a fianco). «Lacombinazione di tassi e spread bassifavorirà l’accesso al mercato per nuoviemittenti senza rating o high yield »,osserva Luca Falco, responsabile Debtcapital market di Unicredit. Mentre èpossibile che i grandi gruppi deceleri-no. «La loro liquidità si è riallineata aquella delle imprese europee, diminu-isce quindi la necessità di raccolta, senon per rifinanziare i titoli in scaden-za».

Costi in discesaInsomma, dopo la crisi, il compor-

tamento della aziende sta tornandoalla normalità, anche se la liquidità re-sta abbondante. Gli esperti prevedonoanche un ricorso sostenuto ad altri ti-pi di emissioni, come i piazzamentiprivati in euro, un mercato che si staaprendo con l’ingresso in campo di in-vestitori francesi, tedeschi e ora anche

italiani, disponibili ad acquistare titolidi debito di aziende. Partiranno poi iproject bond. Primo fra tutti quello dacirca 700 milioni (con garanzia Bei)che sarà allestito per finanziare il Pas-sante di Mestre (tratto dell’autostradaA4).

Infine, la spinta verso le emissioniviene dal costo della raccolta, in conti-nua discesa. «Gli high yield con ratinghanno un costo medio tra il 4 e il 5%su scadenze intermedie — spiega Fal-co di Unicredit — ma il movimentopiù importante è stato quello del costodei tradizionali finanziamenti bancariche si sono quasi tutti allineati ai livel-li del mercato del debito. Questo gra-zie alla riduzione del costo della rac-colta per le banche a seguito delle ulti-me mosse della Bce. Segno che il tantoricercato meccanismo di trasmissionedella liquidità alle imprese sembrafunzionare».

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LE 8MATRICOLEDEI BONDEMITTENTE IMPORTO1

Gvs filtri

TerniEnergia

Beni Stabili

Cogetech

Sea aeroporti

Kedrion

Officine Maccaferri

Banca Farmafactoring

35

25

350

50

300

300

200

300

(1) L'importoè in milioni di euro,eccetto Gvs filtriche ha collocatoobbligazioniin dollari;le emissioniriguardanoprivate placement,bond pubblicie high yield

I PRIMI 10 GRUPPICHE HANNO SCOMMESSOSUI BOND IN EURO EMITTENTE IMPORTO1

Wind

Snam

Enel

Eni

Cnh capital

Fiat

Telecom Italia

Fga capital

Luxottica

Sias

1.750

1.2502

1.000

1.000

1.000

1.000

1.000

1.5003

500

500

LE EMISSIONIDI BOND

NEI PRIMI 5 MESIDELL’ANNO

miliardi16

IL VALORESTIMATO

DELLE EMISSIONIA FINE ANNO

miliardi30

STEFANO NERITerniEnergia

PAOLO MARCUCCIKedrion

GIANCARLO ALIBERTIFarmafactoring

s.F.

(1) in milioni di euro; (2) di cui un bonddi 600 milioni, uno di 500 milionie un private placement di150;(3) due emissioni da 750 milioniciascuna. Fga è la joint ventureparitetica tra Fiat e Crédit Agricole

LE SOCIETÀ AL DEBUTTO NEI BOND OGNI ANNO

8

2010

5

2011

3

2012

32

2013

8

GIUGNO2014

20

2014STIMAs.F.

Debito Da gennaio già 24 gruppi italiani hanno battuto cassa. Altre dieci aziende attese a luglio

Aziende Tutti pazzi per i bondUn altro anno record: a fine 2014 le emissioni supereranno il muro dei 30 miliardiProtagonisti Enel, Eni, Snam e Telecom. E nomi nuovi come Kedrion e Maccaferri

Page 6: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

6 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

A desso che il presidente della Banca centrale europea,Mario Draghi, ha sgombrato il campo dagli alibi del

non-credito, per le banche italiane può diventare più chiaro quali sono gli errori che andrebbero evitati. E in questo percorso il libro di Stefano Caselli dal titolo significativo «Per amore o per forza» (Università Bocconi Editore, 16 euro), rappresenta un tassello che andrebbe non sottovalutato. Proviamo a vedere perché. Il rapporto tra le banche e le imprese, senza andare a scomodare la storia, ovvero senza risalire agli anni Trenta e all’esperienza dell’Iri e delle partecipazioni pubbliche, è un fatto. Gli incroci azionari rappresentano qualche volta una scelta, più spesso una necessità (si veda l’ultimo caso della conversione dei crediti vantati dagli istituti in azioni Alitalia). Eppure, lascia intendere l’analisi, sarebbe un errore immaginare che banche e imprese diventino mondi reciprocamente a sé stanti, ciascuno autonomo nelle sue scelte e nelle sua responsabilità. L’intreccio fa parte, per natura, delle relazioni tra le due componenti. Semmai il tema è come evitare errori, invasioni di campo, disattenzioni in grado di danneggiare al tempo stesso la banca e l’azienda. E qui Caselli, pro Rettore alla Bocconi per l’internazionalizzazione, traccia un percorso molto preciso. Il sistema finanziario è complementare e, nello stesso tempo, indispensabile al sistema reale per l’organizzazione delle attività economiche. Da ciò discende, e si consolida ,un rapporto di mutua dipendenza fra economia reale ed economia finanziaria. Una cosa talmente semplice da essere rivoluzionaria se ripetuta di questi tempi. Tempi nei quali gli eccessi speculativi hanno fatto immaginare che la finanza non fosse più utile alle imprese. E’ esattamente il contrario: la necessità di individuare soluzioni sofisticate per aiutare l’economia reale, le fabbriche, la creazione di posti di lavoro, il consolidamento di imprese ancora troppo piccole. Gestire delicati passaggi generazionali che interessano e interesseranno numerose imprese familiari. Tanto più in un Paese come l’Italia dove il tessuto delle Piccole e medie aziende rappresenta un unicum nel panorama europeo, con i suoi innegabili vantaggi di creatività e flessibilità e con il difetto di una struttura dimensionale troppo piccola in un mondo di giganti. Ma ecco il punto: servono soluzioni sofisticate per un mondo, solo in apparenza, molto semplice. Caselli non esista a dare suggerimenti concreti, indicazioni che provengono da una profonda conoscenza del sistema, e nel tempo dell’hi tech, degli algoritmi in grado di risolvere (apparentemente) al meglio il tema dell’allocazioni delle risorse richiama ad una soluzione antica: la filiale. Il presidio del territorio da parte di istituti (non tutti) che hanno raggiunto dimensioni europee . Partire da lì.

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Capitali cercansiIl personaggio

Finanza

Private equity Parla Glover (Amadeus), neo presidente Evca

Fondi La conversionedei private equityItalia in controtendenzaBatte Parigi e BerlinoMeno investimenti nella Ue, da noi salgono dal 3,6 al 4,3% Un peso ancora basso, ma la ripresa chiama gli investitori Volti Anne Margaret Glover, neo-presidente Evca

L’intervento

Fusioni e acquisizioni, che il ballo continuiLe aziende hanno molto fieno in cascina. E sono pronte per utilizzarlo (si spera bene)

Negli ultimi anni, lacrisi ha spinto im-prese europee e

americane a rafforzare lastruttura del proprio ca-pitale, perseguendo poli-tiche di riduzione della leva finanziaria, taglio deicosti e degli investimenti.

Come conseguenzadiretta di questa strate-gia orientata alla pru-denza, le imprese hannoaccumulato livelli recorddi liquidità. Dall’iniziodella crisi finanziaria leaziende hanno aumen-tato di circa un terzo lacassa disponibile e ridot-

to la leva in media del10%: alla fine del 2013,le società non finanziarieeuropee detenevano cir-ca 500 miliardi di euro inriserve e quelle degli StatiUniti più di 1.400 miliardidi dollari.

L’accumulo di riserve siè r ivelata la migliorestrategia per affrontarel’incertezza, ma le nuovecondizioni di mercato,unite al ritorno degli in-vestitori esteri sui mer-cati periferici dell’Euro-zona, costringono le im-prese a riconsiderare leproprie scelte. La nuova

sfida consiste non piùnella stabilizzazione dellastruttura del capitale, mapiuttosto nell’utilizzo enell’allocazione più effi-ciente delle proprie risor-se.

Ma quali e quanti sonogli elementi da conside-rare per comporre il mo-saico post-crisi, tra ne-cessità di ripagare il debi-to, effettuare nuovi inve-stimenti per la crescita eretribuire i propri azioni-sti? Il maggior attivismodegli investitori, insiemea una ripresa degli utili euna forte reticenza ad

abbandonare una politi-ca conservativa, spingo-no le imprese a restituirela liquidità ai propri azio-nisti. Le politiche di buy-back sono, infatti, prefe-rite quando la fase peg-giore della crisi è passata,ma permane una certavolatilità sui mercati. Conil miglioramento delleprospettive economichee il ritorno ad una mag-giore stabilità, le aziendesono incoraggiate versopolitiche di crescita equesto influenza in mododeterminante la stradaper l’ottimizzazione del

capitale. Le strategie diM&A sono finalizzate adaumentare il rendimentodel capitale, ma la loroefficacia è meno preve-dibile rispetto alla distri-buzione dei dividendi. Ilrisultato è che l’incertez-za disincentiva le opera-zioni di M&A più di quan-to scoraggi il riacquisto diazioni proprie, e vicever-sa. Insomma la volatilitàdei mercati favorisceoperazioni di buybackperché gli investitorihanno una visione a bre-ve termine. C’è quindiuna tendenza a ottimiz-

zare il capitale rispetto alritorno per gli azionisti.

Allo stabilizzarsi dellecondizioni di mercato au-menta la visibilità a lungotermine e l’attrattivitàdelle operazioni di M&Acome strumento più ap-propriato. Uno studio re-alizzato da Stefano Gattie Carlo Chiarella del cen-tro Carefin dell’UniversitàBocconi di Milano in col-laborazione con Gold-man Sachs sui bilanci dal2004 al 2013 di oltre 430aziende europee non fi-nanziarie quotate (ap-partenenti allo EuroStoxx600), dimostra come, alcrescere della fiduciaverso i mercati e al dimi-nuire dell’incertezza, leaziende tendano a sfrut-tare la liquidità accumu-lata per crescere organi-camente e investendo in

M&A.E’ quello che staavvenendo in questomomento. Le operazionidi merger and acquisitionnel primo trimestre del2014 hanno accelerato ilpasso.

Anche lo sviluppo distrumenti ibridi (un mer-cato che ha raggiunto i27 miliardi di euro nel2013) sta sostenendoquesta ripresa, consen-tendo di mantenere bi-lanci solidi e rating eleva-ti. Il verificarsi di condi-zioni uniche e favorevolipresentano dunque alleimprese il miglior conte-sto per investire offrendoopportunità di crescita eperformance per i propriazionisti.

*Co headGoldman Sachs Italia**Università Bocconi

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di MASSIMO DELLA RAGIONE* E STEFANO GATTI**

L’Italia è ancora picco-la nel panorama eu-ropeo degli investi-menti — l’ottava in

classifica per destinazione di ri-sorse alle imprese dai fondi diprivate equity nel 2013, diconogli ultimi dati Evca — ma puòtornare a crescere. Se accadrà,sarà anche per via del viso bo-nario di Anne Margaret Glover,nominata giovedì scorso, alSymposium 2014 a Vienna, nuo-vo presidente dell’Europeanventure capital and privateequity association, l’associazio-ne che raduna 700 fondi del set-tore.

«Ho avuto un’esperienza per-sonale molto positiva in Italia— dice —. Abbiamo conclusodue operazioni con successo inaziende tecnologiche e ho inten-zione di investirvi ancora. Espe-rienze come la nostra possonoattrarre altri capitali nel Paese,riducendo il timore di un rischioItalia». Ex presidente della Bri-tish Venture Capital Associa-tion, ex Apax e Bain a Boston epoi dirigente della CumminsEngine che fabbrica motori,Glover ha un master in direzio-ne d’impresa a Yale e un altro inmetallurgia al Clare college diCambridge. Fa parte del comita-to di Tecnologia del ministerodell’Industria inglese e sostitui-sce al vertice Evca George An-son. Viene dal venture capital,vocata all’investimento nellenuove imprese.

Con il fondo Amadeus part-ners di cui è cofondatore e am-ministratore delegato, e a fiancofra gli altri di Montezemolo Partners, Glover è entrata nel

2010 nella romana Octo Telema-tics (soluzioni telematiche per leassicurazioni auto, otto compa-gnie clienti «di dimensionemondiale», dice il sito, espansio-ne in Gran Bretagna, Germania,Canada, Sudafrica), rivenden-dola lo scorso febbraio per 405milioni alla russa Renova; e poinella Bellco, macchine per emo-dialisi, di Mirandola (100 milio-ni i ricavi 2012, 15 milioni il mar-gine operativo lordo).

Far East nei fondi«Il 62% della raccolta dei

fondi di private equity in Europasta arrivando dai Paesi d’Oltre-mare, come Cina e Australia —dice —. In parte è destinata an-che all’Italia. Le Borse del Conti-nente si stanno aprendo a nuovequotazioni: anche Borsa Italia-

na, con le attese Ipo (offertepubbliche iniziali, ndr.). Questoattrae i fondi perché garantisceuno sbocco dalle aziende nellequale hanno investito. La ten-denza si è appena invertita».

L’interesse degli investitori,secondo Glover, è su digital me-dia, tecnologie e quella che chia-ma la «regeneration economy—cioè —privatizzazioni, infra-strutture, centrali elettriche». Ilpericolo di speculazioni? «Al-lontanato», sostiene la neopre-sidentessa dei fondi europei:«Stiamo generando valore nelleimprese, c’è uno spirito nuovo».La sua idea è che il private equi-ty e il venture capital possanoaccompagnare la crescita diun’impresa anche per 20 anni,entrando da azionisti specializ-zati in ciascuna delle fasi: avvio,

consolidamento, internaziona-lizzazione. «Bisogna procedereper passi, vendendo a un fondosempre maggiore. Così il privateequity aiuta l’impresa sul lungoperiodo. Ma serve un mercatoattrattivo e trasparente».

Un aiuto alla ripresa può ve-nire dall’ultima scelta di MarioDraghi, il presidente della Bce,che il 5 giugno ha tagliato il tas-so di riferimento al minimo sto-rico dello 0,15%. Un interventoben visto dal private equity, cheultimamente è stato chiamato asostituire nell’erogazione delcredito alle imprese le banche,che chiudevano i rubinetti.«Draghi ha fatto bene, così sup-porta le aziende che devono di-ventare globali — dice Glover—. Noi rivali delle banche? No,una riduzione del costo del cre-

dito farà bene a tutti». Più com-plicata la cooperazione con glistrumenti d’investimento indu-striale di Stato: «Noi l’abbiamofatto, con Amadeus abbiamo in-vestito con la British businessbank — dice Glover —. Ma loroerano in minoranza».

Belpaese nel mirinoSecondo i dati Evca diffusi

giovedì scorso, nel 2013 gli inve-stimenti dei fondi di privateequity e venture capital inaziende europee sono scesi da36,8 a 35,7 miliardi. Ma l’Italia èin controtendenza: l’anno scorsorappresentava infatti il 4,3% deltotale investimenti, con 1,538miliardi. E’ l’ottavo posto, d’ac-cordo, in una classifica guidatada Gran Bretagna (27%), Fran-cia (18%), Germania (13,8%).Ed è anche meno della metà ri-spetto al 10% raggiunto nel2008 (5,4 miliardi: quando an-che i fondi erano diversi e la spe-culazione pesava di più). Ma èpur sempre una quota in au-mento rispetto al risicato 3,6%registrato nel 2012. Anche sullaraccolta — cioè il fundraising, ildenaro che i fondi sono riusciti aradunare da altri investitori, perinvestirlo poi nelle aziende: unindicatore quasi raddoppiatol’anno scorso in Europa, da 24,6a 53,6 miliardi in Europa —l’Italia pesa un po’ di più: lo0,9%, con 478 milioni raccolti,contro lo 0,8% del 2012. Infinite-simale, ma in crescita. «Italy isstruggling», «l’Italia sta lottan-do», ha detto dal palco di Vien-na il relatore Nenad Pacek, pre-sidente di Global success advi-sors, consulente di multinazio-nali come Nestlé, Henkel, Cisco.Forse i risultati cominciano a ve-dersi.

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1 La sorpresa

Regno Unito

Francia Germania Olanda Spagna Danimarca Norvegia ITALIA Belgio Svezia

DOVE VANNO I CAPITALI ITALIA IN CONTROTENDENZA

9,61

26,9%

6,44

18,0%

4,92

13,8%

2,37

6,6%

1,96

5,5%

1,84

5,2%

1,66

4,6%

1,54

4,3%

1,03

2,9%

0,81

2,3%

1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10°

Fonte: Evca maggio 2014

Classifica dei Paesi europei per investimenti

dei fondi di private equity nelle imprese.

Dati 2013 in miliardi di euro e quota sul totale

Totale investimenti del private equity in Europa

2013Di cuiin Italia:35,7

miliardidi euro

4,3%

2012Di cuiin Italia:36,8

miliardidi euro

3,6%

S. A

valtr

oni

1 Il libro

Credito e industria,un rapporto da ripensare

Analisi Stefano Caselli prorettore alla Bocconi e il suo libro«Per amoreo per forza»

DI NICOLA SALDUTTI

DAL NOSTRO INVIATO

A VIENNA

ALESSANDRA PUATO

Page 7: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 7

Noi & gli altriL’intervista

Primo Piano

Il Sol Levante Parla il ministro giapponese per la Rivitalizzazione economica

Tokyo «Vincere la deflazione? Si può, dovete imparare da noi»Akira Amari, discendente di samurai, uomo chiave dell’Abenomics«L’Europa ci imiti. Più liquidità e spesa pubblica o la crisi si avvita»

Deflazione, debitopubblico, crescitastagnante, invec-chiamento della

popolazione. Suona familia-re? Certamente. Ma è lastessa matassa di problemiche hanno provato a sbro-gliare in Giappone, malatocronico fin dagli anni No-vanta. La loro ricetta ha unnome: Abenomics, la politi-ca economica lanciata dalpremier liberaldemocraticoShinzo Abe all’inizio del2013, subito dopo il suo in-sediamento. Una svolta ra-dicale che ha dato la scossaalle performance del siste-ma nipponico.

Il personaggio incaricatodi tradurre in realtà il pac-chetto di riforme è AkiraAmari, 64 anni, titolare delministero per la Rivitalizza-zione economica, un dica-stero creato apposta per co-ordinare l’implementazionedella Abenomics. Discen-dente da una famiglia di sa-murai del XVI secolo, è un appassionato di cucina ita-liana, tanto che sul suo blog

recensisce regolarmente lepizzerie della sua circoscri-zione elettorale dove amaandare a mangiare.

Nel suo ufficio nel cuoredel quartiere governativo diTokyo, a fianco alla scriva-nia, si nota subito un tapisroulant rosso. «Me lo ha im-posto mia moglie – confida– ma lo avrò usato solo trevolte in due mesi…».

A tenerlo impegnato cipensa la salute dei contigiapponesi: «Per oltre undecennio abbiamo soffertodi deflazione, un mostro chemina alla base l’intero tessu-to dell’economia».

AggressivitàPer domarlo hanno scoc-

cato le prime due delle «trefrecce» – così le chiamano –della Abenomics: una politi-ca monetaria aggressiva eun ambizioso pacchetto distimolo. Innanzitutto la basemonetaria è stata raddop-piata in due anni, passandoda 138 trilioni di yen nel2012 a 270 trilioni nel 2014.«Governo e Banca centralehanno mandato un messag-gio chiaro ai mercati. Il pen-siero convenzionale sostene-

va che anche se la Bancacentrale avesse incrementa-to la fornitura di danaroquesta non sarebbe arrivataai mercati. Ma l’intervento èstato di un’ampiezza senzaprecedenti, tale da rovescia-re il pensiero convenziona-le».

La spinta in BorsaLa seconda freccia ha vi-

sto un pacchetto di spesa ad-dizionale di 10 trilioni diyen, utilizzati soprattuttoper la ricostruzione dellearee devastate dallo tsuna-mi del 2011 e per la promo-zione di investimenti privati.

I risultati si sono visti rapi-damente, in termini di ritor-no a una crescita robusta edi impennata degli indici diBorsa.

«Ora non dobbiamo per-dere tempo e scoccare la ter-za freccia, ossia una strate-gia di crescita sostenibile»,spiega Amari. Che significain prima battuta eliminaregli ostacoli agli investimentiprivati. «Per investire leaziende devono poter inno-vare, quindi introdurremoagevolazioni fiscali per la ri-cerca e lo sviluppo. Inoltrefaciliteremo fiscalmente iltaglio dei settori in perdita,

perché solo aziende compe-titive sono in grado di inve-stire».

Un occhio di riguardo vaovviamente agli investimen-ti stranieri. «Dobbiamo cre-are un ambiente migliore inGiappone, per cui abbasse-remo la corporate tax ed eli-mineremo l’eccesso di rego-lamenti». Ma si punta anche

a favorire l’arrivo e l’inseri-mento di manager dall’este-ro. «Lavoriamo a un am-biente migliore per le lorofamiglie, in termini di scuoleinternazionali, assistenza sa-nitaria e aiuto domestico».In quest’ottica rientrano inegoziati per un accordocommerciale con l’Unioneeuropea: «Stiamo facendo

gli sforzi necessari per riu-scire a concludere l’annoprossimo».

Una grande sfida per ilGiappone è rappresentatadall’invecchiamento dellapopolazione, una delle piùanziane del mondo. L’obiet-tivo del governo Abe è quel-lo di estendere l’aspettativadi vita in salute attraversoprogrammi di ricerca e inve-stimento medico, «così cheanche le persone anzianepotranno contribuire al-l’economia e ci saranno me-no vecchi in case di riposo eospedali».

Tassi rosaMa la vera rivoluzione

culturale della Abenomicsriguarda le donne e il loroingresso in massa nel mer-cato del lavoro. L’obiettivo dichiarato è innalzare il tas-so di attività femminile fra i25 e i 44 anni dal 68% nel2012 al 73% nel 2020. Una

sfida che richiede un cam-biamento sociale e di men-talità in un Paese in cui ledonne sono troppo spessorelegate in un ruolo subordi-nato.

«La questione deve esse-re affrontata da due lati,quello del governo e quellodelle aziende. I datori di la-voro devono consentire alledonne di avanzare nella lorocarriera, anche se lascianotemporaneamente il postoper maternità: al loro ritor-no devono poter riprendereil sentiero là dove si era in-terrotto. Da parte sua il go-verno chiede quote di gene-re nelle posizioni di vertice edalle aziende quotate voglia-mo i numeri sulla presenzafemminile nei consigli d’am-ministrazione».

L’altro fronte della batta-glia per le donne sono le po-litiche di conciliazione fami-liare. «Nei prossimi 5 annicreeremo 400 mila nuoviposti negli asili nido, una ci-fra che eccede quella dell’at-tuale lista d’attesa. Poi ci oc-cuperemo dei bambini delleelementari, il cui orario sco-lastico termina prima diquello di lavoro dei genitori:qui prevediamo 300 milanuovi posti nel doposcuola.Ma soprattutto ci impegne-remo a cambiare la mentali-tà della gente». Il futuro delGiappone, insomma, sem-bra tingersi di rosa. In tutti isensi.

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Gli effettiL’andamento del Pil giapponese dal 2012 a oggi

Fonte: Governo giapponese RP

0,9 0,9

1,2

1,5

0,1

0,30,1

-0,6-0,8

2012 2013 2014

dicembre 2012Inizio

amministrazioneAbe

DAL NOSTRO INVIATO

A TOKIO

LUIGI IPPOLITO

Premier Shinzo Abe

Così in Borsa

Fonte: Nikkei Shimbun RP

L’andamento dell’indice Nikkei

2007 09 11 13 15 mag2014

18.000

14.000

10.000

6.000

18.001

1144.001

10.001

6.0006

14.691

9.043

10.655

8.560

15.909Inizio

amministrazioneAbe

10.688

14.288

17.354

Rivitalizzazione economica Il ministro giapponese Akira Amari, a cui èaffidato il compito di ridare competitività e crescita all’economia del Sol Levante

Page 8: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

8 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

1 Produzioni

Volkswagenva verso Est(per risparmiare)

S ono gli effetti della crisi,Volkswagen group costrui-

rà un suv compatto del brandSeat nell’impianto di Kvasiny,della marca ceca Skoda, dove icosti del lavoro sono inferiori aquelli dello stabilimento spa-gnolo di Martorell a cui era pre-cedentemente destinato (11,5euro l’ora nella Repubblica Ce-ca, contro 26,6 della Spagna e48,4 della Germania).

«C’era capacità disponibile aKvasiny, ne abbiamo approfit-tato — ha detto Jürgen Stack-mann, presidente di Seat —,per noi è importante esserepresenti nel segmento dei suvcompatti». Una fascia di mer-cato aumentata di oltre il 40%negli ultimi 5 anni in Europa,dove potrebbe raggiungere 1milione di pezzi. Il veicolo verràrealizzato sulla piattaformaMqb di Volkswagen, che è labase anche della Seat Leon, in-sieme ad altri modelli del grup-po, come la Vw Golf, l’Audi A3 ela Skoda Octavia. Ma il design èspagnolo.

Espandere le vendite in Eu-ropa , il suo principale mercato,ma anche nel mondo, è vitaleper Seat (allo studio la possibi-lità di produrre anche in Cina)che è in perdita dal 2007. Nel2013 ha limitato il suo passivoa 152 milioni (erano 156 mi-lioni l’anno prima), con le con-segne aumentate dell’11% a355 mila vetture, grazie aibuoni risultati in Germania enel Regno Unito . Martin Win-t e r k o r n , c e o d e l g r u p p oVolkswagen, il mese scorso haribadito il sostegno a Seat, re-spingendo i dubbi sul futurodel marchio. «La Spagna e Seatrimangono capisaldi della no-stra strategia di crescita globa-le». Anche Carlos Tavares, capodi Psa (Peugeot-Citroën), è alleprese con gli stabilimenti. Hadichiarato che investirà 300milioni per rimodernare il suoimpianto di Mulhouse a cui do-vrebbero essere assegnate duenuove auto di grandi dimensio-ni e un modello compatto, forseper il suo marchio premium Ds.Una buona notizia: qui lavora-no 7.550 addetti e la produ-zione è scesa sotto 200 milaveicoli l’anno. Forse ci sarannoaltri tagli a Rennes che, dopo lachiusura di Aulnay, è l’altro sitoa rischio.

B. CAR.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Anniversari La Casa festeggia i 100 anni con una nuova strategia. Apertura alle flotte

Maserati Il Tridente punge Nel mirino le auto tedescheLusso e veicoli premium per vendere 50 mila vetture nel 2015Punti forti: Quattroporte e coupé Ghibli con motori diesel. E un suvDI BIANCA CARRETTO

LE VENDITE

Dati in migliaia

LE PREVISIONI

DI VENDITA

Dati in migliaiadi veicoli

I RICAVI

Dati in milioni

Font

e: e

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Corr

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S. A

valtr

oni

La rincorsa

2008 2009 2010 2011 2012 2013

8,6

4,9 5,7 6,2 6,2

15,4

2008 2009 2010 2011 2012 2013

825

448586 588

755

1.659

15,4

2013

75

2018

Sergio Marchionne,amministratore delegato Fiat Chrysler Automobiles

Maserati è entratanel centesimoanno della suastoria. Sono pas-

sati infatti cento anni daquando, nel dicembre del1914, Alfieri Maserati, con ifratelli Ettore ed Ernesto (acui, in seguito, si aggiunseBindo), aprirono la prima of-ficina per la riparazione diautomobili, in uno scantinatodi via de’ Pepoli, a Bologna.

Qui, prima dell’entratadell’Italia in guerra e nei me-si successivi il termine delconflitto, iniziarono a prepa-rare e a modificare vetture: iprimi passi di una aziendache sarebbe divenuta unadelle icone dell’automobili-smo italiano nel mondo, unalunga tradizione di successoche , di volta in volta, ha ride-finito il concetto di auto spor-tiva in termini di stile, presta-zioni, comfort, eleganza, in-novazione e lusso. Maseraticelebra l’evento in un periododi crescita senza precedenti.

Il costruttore, inserendo mo-torizzazioni diesel sia sullaberlina Quattroporte sia sulcoupé Ghibli, ha acceleratoun programma di conquistache pareva impossibile sola-mente un anno fa.

Il primo suvIn Europa il mercato delle

vetture di lusso vale circa300 mila pezzi all’anno, Ma-serati pare lo voglia coprire nella sua totalità, sta mor-dendo la coda alle Audi A6,alle Bmw 5, alle MercedesClasse E. Adesso, per rispon-dere ancor meglio alle attese,lancerà, il prossimo anno, ilsuo primo suv, il Levante.

La Casa di Modena hacambiato completamente lasua strategia. Se prima l’ac-quisto di un suo modello eramotivato dalla pura emozio-ne, oggi è legato ad argomen-ti più razionali. La Ghibli noncosta più di 70 mila euro,senza per questo intaccare lasua immagine. Insomma, èpiù facile produrre delle vet-ture premium quando si èabituati a costruire il lusso.Grazie a questa vettura Ma-serati sta allargandosi almercato delle flotte, quelloper intenderci a cui si rivol-gono le imprese per sceglierela vettura destinata al diret-tore generale e, per trovareancora maggiore visibilità,

sta investendo nei luoghi dipotere, mettendo a disposi-zione dei clienti degli hotelpiù famosi al mondo le sueauto.

Varie iniziative sono stateavviate: dal concorso di Villad’Este, sul lago di Como, alPebble Beach in California,dove, ogni anno, si trovano iproprietari delle più bellemacchine da collezione. Ma-serati sta lanciando anche un«summer tour» sulla CostaAzzurra in contrapposizioneal «winter tour» dove sonostati fatti provare, nelle sta-zioni invernali più chic, i nuo-vi modelli.

Sette Maserati degli anniCinquanta parteciperanno, iprimi di luglio, alla Le MansClassic, mentre dal 18 al 20settembre circa 250 collezio-nisti, provenienti da tutto ilmondo, celebreranno, traModena e Torino, il centena-rio con un grande raduno: tregiorni di esposizioni, sfilate, gare, prove, visite alle duefabbriche Maserati, per finirecon un concorso d’eleganza.

In Australia, a Melbourne,ai primi di dicembre 2013,una trentina di vetture si sonoritrovate sotto l’egida del Tri-dente — dalla Quattroportedel 1963 che creò un segmen-to che non esisteva, quellodella berlina sportiva di lusso,fino alla Ghibli, al Khamsin e

al Mistral Spyder — a cui sisono aggiunte diverse Ferrari,Lamborghini e Alfa Romeo.Un raduno che si è sviluppatolungo le strade della capitale,per estendersi poi ai territoridel Western District, la regio-ne sud-occidentale dello statodi Victoria. Manifestazioni diimmagine e di strategia di co-municazione, ognuno si ispi-ra al concetto «The AbsoluteOpposite of Ordinary», che

sintetizza il retaggio della sto-ria aziendale ed è una lineaguida per i prossimi 100 anni.

NettunoIl logo del centenario è

sempre il Tridente, simbolodella Maserati, attribuito aun altro fratello ancora, Ma-rio, ispiratosi alla fontana delNettuno, nel centro storico diBologna, che sintetizza la cul-tura e la scultura italiana,cento anni di passione perl’automobile, ma rammentaanche quello in cui Maseraticrede, fuggire da qualsiasi

standardizzazione. Arrivarea vendere 50 mila pezzi entroil 2015, quando nel 2012 siera fermi a 6.200, pareva unapura utopia, nel nostro Con-tinente. Nel primo trimestredell’anno le immatricolazionisono aumentate del 400%,con 1.330 unità ma sarannogli Usa ad assorbire quasi lametà della produzione, circa22.500 pezzi (nel 2013 erano5 mila). Per ottenere questorisultato la Casa del Tridentesta espandendo la sua rete divendita, alla fine dell’anno glishowroom passeranno dai 75

attuali a 125, coprendo anchearee sinora poco esplorate,come il sud o il midwest.

È stato lanciato, da pochimesi, anche un servizio dinoleggio di lunga durata(Maserati financial service)che incoraggia a entrare daiconcessionari, legato a unaformula che include la garan-zia di tre anni e il controllogratuito della vettura. Mase-rati sta diventando una realtàconcreta in quasi 70 Paesi, apartire dalla Cina, il secondomercato più importante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dall’Europa all’Australia:i festeggiamentidel centenario

Il mercato delle quattro ruoteI piani dei big

Industria

Font

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Nasce a Bolognala «Società Anonima Officine Alfieri Maserati»,dal nomedel fonda- tore

1914Mario Maserati disegnail logo del Tridente ispirandosi alla fontana del Nettuno in piazza Maggiorea Bologna

1920Viene prodotta la prima auto interamente Maserati:la Tipo 26 (l’annoin cui ha iniziato a correre)

1926L’azienda viene ceduta all'industria- le modenese Adolfo Orsi,e la Maserati viene trasfe- rita da Bolognaa Modena

1937Dopola guerranasceil primo modello stradale,la GT A6 disegnata da Pininfarina

1946La famiglia Orsi cedela societàal gruppo francese Citroën.La crisi economica colpisceil marchio

1970L’imprendi- tore italo- argentino AlejandroDe Tomaso, proprietario dell’omonimaCasa auto- mobilistica, acquisisce buona parte delle azioni Maserati.La crisi viene superata

1975Maserati passa sottoil controllodi Fiate viene gestitadalla Ferrari,anticarivale

1993Con Spyder e Coupé Maserati torna a essere vendutain America (diventa ilsuo primo mercato)

2001Nascela Gran Turismouno dei modellidi maggior successo

2007 2013MuoreAlfieri Maserati

1932 1954Comincia l’era della FormulaUno con Fangio e quella dei memorabili duelli conla Ferrari

Al Salonedi Torino debutta la Quattro-porte

1963Apre l’impianto Giovanni Agnelli a Grugliasco per produr- re Quattro- porte eGhibli

S. A

.

400%L’incremento delle vendite di Maserati nel primo trimestre dell’anno. I principali mercati sono gli Usa e la Cina

Diario sindacale a cura di Enrico Marro [email protected]

Bonanni sceglie Furlan per la successioneMartedì 24 sarà eletta segretario aggiunto della Cisl. Entro il 2016 il passaggio del testimone

Raffaele Bonanni sceglieil suo successore alla gui-da della Cisl. Sarà una

donna: Annamaria Furlan, 56anni, genovese, ex postale, già se-gretario della Cisl di Genova edella Liguria, in segreteria confe-derale dal 2002 con la delega suTerziario e Servizi. Furlan verràeletta segretario generale ag-giunto della Cisl nella riunionedel consiglio generale di martedì24 giugno su proposta dello stes-so Bonanni. Un passaggio neces-sario, questo, per evitare l’uscitadella stessa Furlan dalla segrete-ria confederale il prossimo no-vembre, quando scadrà per lei il

limite massimo di mandati (treper un totale di 12 anni). Con lapromozione, secondo le regoledello statuto Cisl, si riparte da ze-ro. Entro il 2016 Bonanni, che og-gi ha 65 anni, dovrà lasciare perlimiti di età. Furlan, grande alle-ata di Bonanni fin dai tempi delloscontro con l’ex leader SavinoPezzotta, non ha al momento ri-vali.

***Lunedì 23, invece, toccherà al

Direttivo della Cgil nominare inuovi membri della segreteriaconfederale: entreranno NinoBaseotto, attuale segretario ge-nerale della Lombardia e strettis-

simo collaboratore del leader Su-sanna Camusso, che avrà l’im-portante delega sull’organizza-zione, Franco Martini, orasegretario della Filcams,che vedrà premiato illavoro fatto nella cate-goria del commercio,Gianna Fracassi,numero uno dellaFlc (Scuola e cono-scenza). Uscirannol’attuale responsabiledell ’organizzazione,Vincenzo Scu-diere, Nico-la Nicolosi,passato al-

l’opposizione nel recente con-gresso di Rimini, ed Elena Lat-tuada,che tornerà a guidare laLombardia al posto di Baseotto.Un rimescolamento delle carteche rafforza Camusso, mentre è presto per parlare di successionevisto che il segretario generale èstato appena riconfermato dalcongresso per altri 4 anni.

***Sciopero di 15 giorni. Davvero

un inedito, in Italia. Lo hanno de-ciso i doppiatori e figure simili(dialoghisti, assistenti e direttoridel doppiaggio) che hanno in-crociato le braccia da venerdìscorso e fino al 2 luglio. Protesta-

no per il rinnovo del contratto,scaduto da tre anni. «In questitre anni — denunciano Slc-Cgil,Fistel-Cisl, Uilcom-Uil — è cre-sciuto nel settore sia il lavoro sot-topagato sia il lavoro nero». I sin-dacati chiedono il rinnovo delcontratto anche per arginare unacrisi che pare strutturale. La dif-fusione dei prodotti in linguaoriginale (film, fiction, ecc.) re-stringe infatti gli spazi per unsettore che pure ha dato lustro alcinema. Lo sciopero potrebbeperò rivelarsi un’arma a doppiotaglio. Se davvero, come dice Ro-berto Stocchi, presidente del-l’Anad (Associazione nazionaleattori doppiatori), «serie tv efilm saranno mandati in onda inoriginale e con i sottotitoli per-ché molte lavorazioni sono fer-me», chissà che il pubblico nonapprezzi. Un po’ come succedequando vanno in onda le partite

senza telecronaca... Tutto que-sto, ovviamente, senza voler mi-nimamente sminuire le ragionidella protesta.

***Non si ferma la battaglia di

Giancarlo Favoccia e StefanoConti, segretari di due impor-tanti categorie dell’Ugl (Igieneambientale e Telecomunicazio-ni) per ottenere trasparenza nelsindacato guidato da GiovanniCentrella, sotto inchiesta per ap-propriazione indebita aggravata.In una nuova lettera ai verticidella confederazione i due diri-genti chiedono chiarezza sui rap-porti, anche economici, tra l’Ugle la Fondazione politica (CittàNuove) dell’ex segretario RenataPolverini, ospitata negli ufficidel sindacato a via delle BottegheOscure e di visionare i bilanciconfederali, tuttora segretissimi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cisl AnnamariaFurlan, in corsaper la segreteria

Page 9: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 9

I grandi gruppiTra Stato e Mercato

Industria

1 Le parole di Mordashov

«Il futuro del settore dell’acciaiosarà nelle mani di pochi operatori»

I l futuro dell’acciaio sarà dipochi, nelle mani di tre o

quattro gruppi mondiali, non dipiù». Parola di Alexej Mor-dashov, l’oligarca padre padronedella russa Severstal, pronun-ciate all’epoca dell’entrata nelgruppo Lucchini, nel 2005. E

ancora: «L’acquisizione italiana èil primo passo di una strategiaeuropea globale».

Dichiarazioni lungimiranti,ricordate da Ugo Calzoni, il prin-cipale collaboratore di Luigi Luc-chini, intervistato da Franco Lo-catelli nel libro Imperi senza di-nastie. Peccato che l’operazioneLucchini si sia rivelata disastrosaspiazzando Mordashov e cheVladimir Putin abbia dato indi-cazioni precise sull’opportunitàdi puntare sul consolidamento inRussia piuttosto che sulla cresci-ta a livello internazionale.

F. TAM.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CLASSIFICA I principali produttori di acciaio a livellomondiale. Dati in milioni di tonnellate e percentuale sul totale

Nippon Steel& Sumitomo

HebelGroup (Cina)

BaosteelGroup (Cina)

Posco

WuhanGroup (Cina)

ShagangGroup (Cina)

ShougangGroup (Cina)

Jfe

AnsteelGroup (Cina)

GruppoRiva

ArcelorMittal 93,6 6,1%

47,9 3,1%

42,8 2,8%

42,7 2,8%

39,9 2,6%

36,4 2,4%

32,3 2,1%

31,4 2,0%

30,2 2,0%

16,0 1,0%

30,4 2,0%

Fonte: elaborazione CorrierEconomia

S. A

.

Riferimentoanno 2012con produzionemondiale paria 1.545 milionidi tonnellate.Nel 2013 è salitaa 1.617 milionidi tonnellate.I gruppi cinesirappresentanocirca il 45-50%del mercato

Il polo industriale Anche i Marcegaglia nel futuro del più grande impianto d’Europa

Ilva La corte di Arcelor Mittalper stoppare i concorrentiSul tavolo del commissario Gnudi la possibile collaborazioneDI FABIO TAMBURINI

L’incontro, stretta-mente riservato, èavvenuto a Londra,in piena era di En-

rico Bondi come commissariostraordinario dell’Ilva, all’ini-zio di maggio. Da una parte ivertici di ArcelorMittal, lamultinazionale dell’acciaio na-ta dalla fusione di attività fran-cesi e indiane. Dall’altra Anto-nio ed Emma Marcegaglia,presidente e vicepresidentedel gruppo di famiglia. L’in-contro ha rappresentato unprimo confronto per capire itermini di una eventuale cor-data per il salvataggio dell’Il-va. Una partita talmente com-

plessa da essere considerata,senza timore di smentita, laclassica missione impossibile.Il governo l’ha affidata al-l’esperienza del nuovo com-missario straordinario, PieroGnudi, che ha l’occasione perconfermare sul campo abilità ecapacità di mediazione ricono-sciute da tutti.

AccordiLa certezza è che, qualun-

que sia il punto di caduta deicontatti in corso sulla sosteni-bilità degli investimenti da 1,8miliardi previsti dal piano dirisanamento ambientale,l’operazione si presenta di por-tata tale da rendere inevitabilela partnership con una multi-nazionale dell’acciaio, che ab-bia know how e forza finanzia-ria adeguata. Al suo fianco, incordata, giocherebbero im-prenditori italiani. ArcelorMit-tal è il primo candidato, dispo-nibile a investire fino a 500 mi-lioni di euro. E i Marcegaglia

sono andati in avanscopertaper confermare il loro interes-se al ruolo di soci fiancheggia-tori e piena disponibilità.

Il gruppo mantovano è ungrande cliente dell’Ilva e puntasulla verticalizzazione delle at-tività produttive, con partico-lare riferimento agli stabili-menti del Nord Italia, mentrela multinazionale seguirebbel’altoforno di Taranto e attivitàpiù collegate. Un intervento,quello di ArcelorMittal, cherenderebbe necessario supe-rare le obiezioni dell’Antitrusteuropeo perché, a quel punto,scatterebbe la richiesta di tor-nare nei limiti previsti dalle re-gole cedendo o ridimensio-nando impianti. Obiezioniscontate, secondarie rispettoall’obiettivo vero della multi-nazionale: presidiare salda-mente il mercato europeo, sen-za lasciare spazio alla concor-renza di altri colossi interna-zionali. Il timore è che l’Ilva diTaranto, l’acciaieria più gran-de d’Europa, finisca per diven-tare il trampolino di lancioverso il continente di uno deimaggiori concorrenti interes-sati ad allargare il campod’azione.

EmergenzeIl mercato internazionale

dell’acciaio deve fronteggiaresituazioni d’emergenza. Peranni è stato caratterizzato dauna forte crescita trainata dal-la Cina, in piena espansione sia come attività produttive siacome consumi, ma oggi non èpiù così. Il risultato è che laproduzione cinese preme sul-l’Europa e accentua la sovraca-pacità produttiva seguita allagrande crisi cominciata nel2008. In totale il mercato mon-diale dell’acciaio supera 1 mi-liardo e 600 milioni di tonnel-late all’anno, di cui quasi lametà prodotte in Cina.

La conseguenza della so-vracapacità produttiva è che,come spesso accade, ha accele-rato la concentrazione tra iprincipali produttori, peraltroin corso da una quindicinad’anni, in Europa come in Ci-na. Proprio il caso di Arcelor-Mittal lo conferma, nata dallafusione tra la francese Arcelore l’indiana Mittal steel corpo-

ration, dopo che a loro voltaavevano aggregato diversi pro-duttori. Il gruppo è il più gran-de produttore di acciaio conuna quota di mercato superio-re al 6 per cento (vedere tabel-la), protagonista delle fornitu-re per l’industria automobili-stica. ArcelorMittal, in partico-lare, ha posizioni di forza sulmercato europeo che intendesalvaguardare perché resta

uno dei più interessanti nono-stante il crollo della domandagrazie alla maggior diffusionedei prodotti con margini piùelevati, superiori fino a cinque,sei volte come gli acciai specia-li e quelli inox.

L’obiettivo di ArcelorMittalè la difesa della leadership at-tuale. Il dato positivo, per Ta-ranto, è che ha la forza finan-ziaria per garantire continuità,a partire dalla ricostituzionedel capitale circolante necessa-rio al funzionamento degli im-pianti fino agli investimentiambientali. L’aspetto negativoè che non ha alcun interesseall’utilizzo della piena capacitàproduttiva e, di conseguenza, è

prevedibile che punterebbe aridurla. Potrebbe muoversi di-versamente, invece, la sudco-reana Posco, quinto produtto-re al mondo, che nel Far East èsempre più stretta nella morsadelle grandi acciaierie cinesi edella giapponese Nippon steel(rafforzata dalla fusione con il

ramo siderurgico del gruppoSumitomo, avvenuta nell’otto-bre 2012).

Per questo, da qualche tem-po, Posco sta considerandocon interesse l’Europa. Lo con-ferma una operazione minoreannunciata nell’ottobre scorsoin provincia di Verona: l’inau-

gurazione di un centro di lavo-razione dell’acciaio nato dalleceneri di Tad Metal, controlla-ta in passato dal gruppo del-l’imprenditore Luigi Agarini.E, in quella circostanza, il ver-tice di Posco ha spiegato diavere scelto come testa di pon-te in Europa l’Italia, definitadagli stessi coreani «una baseottimale per collocazione geo-grafica ed esperienza com-merciale».

La stessa valutazione spie-gherebbe l’interesse di altriprotagonisti cinesi (che vanta-no sei società nella classificadelle prime dieci al mondo),russi e ucraini. Ma l’ordine discuderia del governo cinese èdare priorità alle concentra-zioni tra produttori cinesi pri-ma di crescere all’estero, i russisi stanno leccando le ferite dioperazioni sbagliate, gli ucrai-ni devono fare i conti con l’in-stabilità del Paese. Per questo,almeno per il momento, Arce-lorMittal può stare relativa-mente tranquilla, anche se lecondizioni per qualche colpodi scena ci sono.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ma il gruppo franco-indiano nonha interesse alla piena produttività

SeverstalAlexej Mordashov

CommissarioPiero Gnudi

Page 10: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

10 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

1 Popolari/1

La frenatadell’Etruriaallontanala Vicenza

I l «no» del consiglio di ammini-strazione della Banca Popolare

dell’Etruria e del Lazio all’offertavincolante formulata dalla Popo-lare di Vicenza (1 euro per azione,premio del 25 per cento sui prezzidi Borsa, esborso complessivo di220 milioni), pone il cda dellabanca veneta, che si riunirà doma-ni, con le spalle al muro. Se nelle ultime ore non interverranno fattiradicalmente nuovi, la Vicenza faràun passo indietro. Fonti autorevolie membri del cda della banca han-no categoricamente escluso che sipossa arrivare a una nuova offer-ta, migliorativa della prima («eracongrua»), e men che meno aun’opa ostile, ipotesi esclusa apriori, già in altre occasioni, dal presidente Gianni Zonin. Il gioco alrialzo, dopo il «no» della banca diArezzo, sembra dunque non por-tare da nessuna parte. L’offerta

vincolante della Vicenza tutelava iprincipali stakeholders dell’Etruria— una banca, va ricordato, nonlontana da ipotesi di tutela — of-frendo un premio sul valore dei ti-toli, la salvaguardia dei dipendentie un’attenzione al territorio tosca-no, come ha dimostrato la recenteapertura di credito agevolato (130milioni) da parte di Cariprato, con-trollata dalla Vicenza.

La manovra espansiva per li-nee esterne di Vicenza sembradunque fermarsi. Anche a Ferrararigurgiti di localismo bloccano unapossibile integrazione, mentre aMarostica — terza possibile diret-trice di sviluppo per gli sportelli deldirettore generale Samuele Sorato— tutto è fermo fino a fine mese.Ma la moneta del localismo si po-trà spendere fino a ottobre. Poi,con il risultato degli stress testdella Bce, le chiacchiere saranno azero.

S. RIG.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolte Al via l’operazione salvataggio per la cassa genovese. Bonomi e Malacalza (per ora) alla finestra. Nuove azioni a 10 centesimi

Carige È arrivato il momento dei fondiSi apre l’aumento da 800 milioni. Il ruolo degli investitori istituzionali diviene fondamentaleDI STEFANO RIGHI

VicenzaIl presi-

dente del-la Popola-

re berica,GianniZonin

1 Popolari/2

Una proiezionedigitaledopo i 75 annidell’Icbpi

D all’idea di Luigi Luzzatti,al rischio crack a metà

degli anni Novanta per la crisidella partecipata Italfondiario.L’Istituto centrale delle BanchePopolari, dal 1995 presiedutoda Giovanni De Censi, giovedìprossimo, 19 giugno, festeg-gerà i 75 anni di attività con unconvegno a Roma che, più checelebrare il ruolo passato, cer-cherà di proiettare l’istituto inun futuro sempre più inter-connesso con la Rete.

I sistemi di pagamentoavanzato, le transazioni online— un mondo cui l’Istituto par-tecipa attraverso il controllo diCartaSi — rappresentano lapossibilità di avvicinare l’Icbpial secolo di attività. La Rete e isistemi digitali rappresentanoinfatti il futuro di un istitutoche venne fondato a Milano

sabato 17 giugno 1939, nellostudio del notaio Guasti, inpiazza Ferrari 8, con DemetrioMartini primo presidente e cheda allora ha sempre avutol’universo del credito popolare,mutualistico e cooperativo,come principale riferimento.

Ma dai tempi di Luzzattimolto è cambiato — non solonel mondo del credito — e nelcorso dell’incontro di giovedì aRoma sarà Alberto QuadrioCurzio ad evidenziarlo in unintervento dedicato alla «ne-cessaria» trasformazione dellebanche popolari. Un percorsodi cambiamento fitto di resi-stenze, ma dove taluni, comeUbi, si sono avventurati recen-temente con successo. Unatrasformazione appunto ne-cessaria, l’unica via per dareun futuro all’idea (vincente) diLuzzatti.

S. RIG.© RIPRODUZIONE RISERVATA

IcbpiIl presi-dentedell’Istitu-toGiovanni De Censi

Il più alto sconto praticatonell’ambito degli ultimiaumenti di capitale. Nonsolo. Se il Monte dei Pa-

schi di Siena aveva evitato l’of-ferta delle nuove azioni a 1 cen-tesimo solo raggruppandole amultipli di cento, Banca Carigenon è andata molto lontano: 10centesimi per un nuovo titolo, il40 per cento di sconto sul Terp(era il 35 per cento per Mps, il31,7 per cento per Banca Popo-lare di Milano e il 30,7 per centoper il Banco Popolare), un ef-fetto diluizione pari all’80 percento e soprattutto 8 miliardi dinuove azioni da affiancare ai2,177 miliardi di azioni esisten-ti.

A Genova, travolti dalla crisieconomica della banca, dal di-sastro reputazionale causato

dagli ex vertici e dalle estremedifficoltà affrontate dalle duecompagnie di assicurazioni del-la casa, non si nascondono: tut-to serve per rendere appetibilela nuova operazione.

Venerdì scorso, dopo un pa-io di sedute all’insegna dell’ar-retramento, l’operazione è stataben accolta sul mercato, con iltitolo che ha guadagnato inapertura il 2 per cento in Borsa,

prima di ritracciare. Ma il verotest sarà stamattina, quandol’operazione di aumento di ca-pitale entrerà nel vivo (dirittifino al 4 luglio, negoziazione li-mitata al 27 giugno): cosa suc-

cederà? Se viene data per scon-tata una marcata volatilità deltitolo, l’attesa riguarda altro,ovvero la risposta dei fondi edegli investitori istituzionali.

L’operazione di aumento, ga-

rantita da un consorzio che facapo a Mediobanca e a Unicre-dit, dovrà sì portare 800 milioninelle casse bucate della vecchiaCassa di risparmio di Genova,ma soprattutto dovrà fornire

all’istituto di credito una pro-spettiva di solidità, onestà e svi-luppo.

Il ruolo dei fondi e della Fon-dazione Carige nel futuro dellabanca ligure non potrà che es-sere decisivo. La Fondazione,oggi guidata da Paolo Momi-gliano, è scesa al 19 per cento del capitale e tale quota man-terrà anche al termine dell’ope-razione. Ma cosa faranno i fon-di già presenti nel capitale diCarige, come il brasiliano BtgPactual (socio anche di Mps),Glg, De Shaw, Tosca fund o gliinvestitori italiani Kairos, Me-diolanum e Anima? È questa lachiave che apre il futuro di Ca-rige. Il ruolo che da questa mat-tina reciteranno i fondi e l’inte-resse annunciato in passato daaltri due grandi potenziali inve-stitori, la famiglia Malacalza eAndrea Bonomi. Per chi credeal progetto del presidente Ca-stelbarco Albani e dell’ammini-stratore delegato Montani è ar-rivato il momento di muoversi.

@Righist© RIPRODUZIONE RISERVATA

PresidenteCesareCastelbarco Albani

AmministratoredelegatoPiero Luigi Montani

1 Dietro lo sportello

Unicredit fa cassa, va sul mercato il 30 per cento di FinecoM attinata d’altri tempi, oggi in Piazza Affari,

con 1,6 miliardi di euro da trovare per lebanche italiane. Non solo parte l’aumento di capitale di Banca Carige, per un controvalore di 800 milioni di euro, ma Unicredit mette anche sul mercato, con una ipo che nel settore non si vedeva da tempo, il 30 per cento di Fineco, la banca (quasi) virtuale del gruppo. L’operazione valorizza Fineco tra 2,12 e 2,67 miliardi di euro e potrebbe portare nelle casse di Unicredit 800 milioni di euro. L’operazione, che si apre oggi, si concluderà il 26 giugno, mentre il pagamento delle azioni è stato

fissato per il 2 luglio. La quotazione di Fineco rientra in un più ampio piano messo in atto dal ceo del gruppo, Federico Ghizzoni, per focalizzare Unicredit sul proprio business e dare valore a una realtà poco nota lontano dall’Italia. «La quotazione — ha detto Alessandro Foti, amministratore delegato di Finecobank — consentirà di valorizzare pienamenteil potenziale della società, grazie ai vantaggi di maggiore trasparenza, visibilità ed efficienza che deriveranno dall’apertura al mercato».

S. RIG.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il riassetto del creditoI protagonisti

Finanza

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 11

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12 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Sfide Da fine giugno l’attacco frontale di Marissa Mayer. Se il piano funzionerà si allargherà il principio a Fantasy Sports e a New Digest

Flickr Così Marissa mette Yahoo! contro tuttiPer accedere al sito sarà necessaria l’email della casa. Sfrattati 1,2 miliardi di utenti Facebook e i 400 milioni di Google

La rivoluzione di Yahoo! co-mincia da Flickr. Dopo annidi apertura e integrazionecon i rivali Facebook e Goo-

gle, la piattaforma di condivisione difotografie ritornerà ad essere chiu-sa. Dal 30 giugno, infatti, sarà acces-sibile solo con account Yahoo!. Nonè una mossa da poco, perché sbarra-re la strada agli altri big significa es-sere sicuri di poter contare solo sulleproprie forze: gli utenti di Flickr do-vranno infatti registrarsi su Yahoo!per accedere, quando fino a ieri ba-stava utilizzare il proprio profilo Fa-cebook o la mail Gmail. Se si consi-dera che il servizio di posta di Goo-gle conta oltre 425 milioni di utenti eil social di Zuckerberg 1 miliardo e200 milioni di iscritti, si capisce aquanti potenziali utenti la ceo Maris-sa Mayer sia pronta a rinunciare purdi provare che Yahoo! è pronta a farda sola.

SvolteLa piattaforma Flickr, acquisita

da Sunnyvale nel 2005, finora è statala cartina al tornasole di come la so-cietà si interfacciava con gli altri big.All’inizio, infatti, bisognava regi-strarsi con email Yahoo!. La societàha tenuto duro per cinque anni, poi afine 2010 ha deciso di permettereagli utenti di entrare con gli accountGmail. Pochi mesi dopo, a inizio 2011, ha bissato aprendo anche aiprofili di Facebook. All’epoca l’am-ministratore delegato era Carol Bar-tz, Mountain View stava per lanciareil suo social Google Plus (anchequello collegato agli indirizziGmail), Facebook era in piena asce-sa. E a Yahoo! avevano pensato di ca-valcare l’onda del successo dei rivali.

Poi, nel 2012, è arrivata MarissaMayer. Che ha puntato fin da subitosul restyling dei prodotti di casa(anche grazie ad uno shopping con-sistente di startup). Yahoo! Mail compresa: in Rete dal 1997 conta ol-tre 281 milioni di utenti ed è stata ri-messa a nuovo di recente grazie al-l’acquisizione della startup Xobni.Ora con la nuove norme per l’acces-so a Flickr la Mayer vuole da un latofar registrare nuovi clienti al servi-zio di posta, dall’altro iniziare a rac-cogliere dati sui propri utenti. Chefinora, invece, andavano a Google eFacebook.

La piattaforma fotografica riusci-rà ad attirare comunque nuovi uten-ti (e a tenersi quelli vecchi, oltre 87milioni)? La Mayer ha pensato an-che a questo: l’estate scorsa ha ri-messo a nuovo Flickr, aggiungendo

via via nuove funzionalità «rubate»agli altri social. Lanciato come ser-vizio fotografico (non a caso ha an-che la possibilità di attivare accountpro, con più funzionalità e zero pub-blicità, a 24,95 dollari all’anno), al-l’inizio non aveva funzioni social edinfatti era stato messo in dispartedall’arrivo di piattaforme più sem-plici e veloci, come Instagram. Ora,dopo il rilancio, Flickr ha una timeli-ne (come Facebook), la possibilità dieditare le foto con dei filtri (come In-stagram), una capacità di stoccaggioche permette di archiviare fino a 500mila foto (come un qualsiasi servi-zio di cloud).

Se l’operazione andrà bene, pre-sto Yahoo! potrebbe applicare le re-strizioni anche ad altri servizi. ComeFantasy Sports, l’app per gli sporti-vi, o News Digest, l’app di notiziepresentata a gennaio al Ces di LasVegas.

ChiusurePer Sunnyvale è una rivoluzione,

ma potrebbe anche essere l’inizio diuna guerra. Chiudere una piattafor-ma agli utenti in arrivo da servizi ri-vali non è una mossa da poco, e iprecedenti nella Silicon Valley la-sciano intuire che la mossa potrebbedare l’avvio a una lunga serie di ri-picche. Google e Facebook, in parti-colare, sono abituati a cercare falle nei reciproci sistemi pur di non ar-rendersi ai rispettivi blocchi. Nel2009, per esempio, Google ha sceltodi bloccare l’accesso di Facebook aGmail: niente più «ricerca amici»dalla rubrica di contatti registratanella email. Zuckerberg non si è ar-reso, e ha scovato un escamotageper aiutare gli utenti a compiere laricerca: ora basta «estrarre» i datidall’account di posta e caricarli suFb. Sembra difficile, ma gli utentipossono star tranquilli – Facebookmette a disposizione una guida onli-ne che spiega passo passo come fare.Zuckeberg però si è prontamentevendicato. Appena Mountain Viewha lanciato il suo social, lui ha bloc-cato l’estensione Chrome per impor-tare gli amici da Fb a Google Plus.

Ora in campo è scesa anche laMayer, attaccando entrambi. La scel-ta rappresenta anche un giro di boaper l’amministratrice delegata, che aluglio festeggerà due anni alla guidadell’azienda. Dopo un primo anno passato a rimettere a nuovo Sun-nyvale ed un secondo anno speso arendere operative le nuove strategiee consolidare i risultati, forse il terzoanno dell’«era Mayer» si apre all’in-segna della sfida con gli altri big.

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Flickr viene sviluppata dalla Ludicorp (Canada)

A marzo Yahoo!la acquista e trasferisce la sede in Usa

Si può accederecon account Google

2002

2005

Si può accederecon account kkkkkkooooooFaceboo

àààààràrrrttDal 30 giugno si potaccedere solo con account Yahoo!

2010

2011

2014

Piattaforma multilingua di condivisione fotografica e video

Che cosa è

L’identikit

La storia

Il traffico Da quali siti arrivano gli utenti di Flick?

87 milioni

8 miliardi

Utenti

Foto condivise

Gratuita dà diritto a 1 TB di spazio (dal 2013)

Iscrizione 1 TB

49,99 dollari all’anno, 36,97 euro circa (senza pubblicità)

Account pro(Ads free)

$ 49,99 36 97

“Guerra aperta”I divieti d’accesso imposti dalle tre rivali per accaparrarsi i clienti

Mark Zuckerbergceo Facebook

Marissa Mayerceo YAhoo!

Intende bloccare l’accesso con Google e Facebook anche ad altre piattaforme come Fantasy Sports

Dal 2009 non permette a Facebook di entrare nelle rubriche della caselle di posta per trovare gli amici registrati degli utenti

Dal 2011 ha bloccato l’estensione Chrome per importare gli amici su Google+

Yahoo!

11,9%8,8%

6,9%Yahoo!

Mace

Larry Pageceo Google

DI GRETA SCLAUNICH

MEDIA & TECHPersone, retie consumi

Fil di Ferrè

«Luisa Via Roma» finisce nella grande ReteIl negozio fiorentino ha chiuso il 2013 con 90 milioni di fatturato grazie a Internet

C’è voglia di Brasile inqueste settimane diCoppa del Mondo e

Firenze4ever la intercetta conuna tre giorni tutta Brazil Art& Fashion, presentando 20 de-signer emergenti, il progettospeciale Make Kids Happy conAdidas per aiutare i bambinidelle favelas, una piccola colle-zione realizzata con le stampedell’artista Eli Sudbrack of As-sume Vivid Astro Focus, graziealla collaborazione con il colle-zionista d’arte contemporaneaErnesto Esposito. Arrivato allasua nona edizione (13-15 giu-

gno), strategicamente colloca-to subito prima di Pitti Imma-gine e delle fashion week diMilano e Parigi, questo eventoospita designer, esperti di stile,giornalisti e fashion blogger, impegnatissimi a fotografare,su set esclusivi, le nuove ten-denze e a interpretare le colle-zioni di grandi brand interna-zionali per il prossimo inverno.Non a caso questa attività vie-ne chiamata Style Lab e contasull’attenzione di nomi come Balmain, Dsquared2, Lanvin,Rick Owens, Dolce&Gabbanache contribuiscono inviando in

anteprima i capi più significati-vi. Evento selezionato ma in-fluente, è uno dei motori diquella rivoluzionaria impresa della moda che si è rivelataLuisa Via Roma, storica bouti-que di Firenze, diventata unodei punti forti dell’eCommercemade in Italy e di quella multi-medialità che coinvolge inte-ressi e competenze diversi. Duedati su tutti descrivono a fondoquesto cambiamento e il suosuccesso: i dipendenti sono di-ventati 150 e, se il fatturato2012 ammontava a 65,8 milionidi euro, quello del 2013 è di 90

e le vendite dirette nello storecontribuiscono per circa il 10%.

Cifre sempre più rappresen-tative del diverso modo di fareshopping, come dimostra an-che la crescita di Yoox, il più

noto sito italiano quotato inBorsa che, cresciuto lo scorsoanno del 21,2% è arrivato a toc-care i 455,6 milioni di euro di ricavi. Andrea Panconesi, 62anni, nipote della fondatriceche nel ’30 aveva iniziato conun piccolo negozio di cappelli,quando le signore amavanocambiarli tre volte al giorno, èun uomo di intuito e di inventi-va. Basta pensare che quandogiovanissimo vola a Parigi co-me buyer, nel 1968, scopre chesi parla di uno stilista all’avan-guardia, il giapponese Kenzo, edecide di incontrarlo. Risulta-

to: è il primo negozio in Europaa presentare la collezione del-l’inverno ’68/’69, esempio diquel gusto giovane che stacambiando la società. Antici-patore, insomma, lo è semprestato, ma quando ha lanciato lapiattaforma di eCommerce nel1999 è stato un pioniere.

«Non l’ho proprio decisoperché, come tutte le cose buo-ne e giuste, si è trattato di unprocesso naturale, nato daun’esigenza concreta. Da sem-pre i nostri clienti inglesi e te-deschi passavano a trovarci tramaggio e agosto, con le vacan-ze, e per mantenere i contattiavevamo l’abitudine di inviarefax e fotografie, e di segnalarele novità. Non abbiamo fattoaltro che metterci online e apri-re le porte dello store sulweb». Ma Panconesi, che è unappassionato di arte e di comu-

nicazione, ha trasformato il si-to in una community di creati-vi, come negli Anni 80 era ac-caduto con il giornale che ave-va fondato, Westuff: il primomagazine a occuparsi di modacon la consulenza di StefanoTonchi, di arte con Maria LuisaFrisa e di musica con BrunoCasini. Oggi, convinto che iclienti siano in cerca di espe-rienze e non soltanto di pro-dotti, si è dedicato al marketingcreativo con Felice Limosani,organizzando eventi con mar-chi del calibro di Puma, Adi-das, Levi’s, Tim e Coca-Cola.Ma sta anche lavorando a unagrande iniziativa che aveva en-tusiasmato l’allora SindacoMatteo Renzi: il Blucityproject,una Permanente della ModaContemporanea.

GIUSI FERRÈ© RIPRODUZIONE RISERVATAVia Roma Andrea Panconesi

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 13

Modelli Si moltiplicano le funzioni della contestata «app». Dopo la concorrenza al trasporto pubblico nel mirino finiscono corrieri e pony express

Web La guerra ai taxi per iniziareOra Uber cerca di allargare il fronteLa società è arrivata a valere 18,2 miliardi di dollari: solo Facebook aveva fatto meglioAl via un test per la consegna di pacchi a Manhattan. Senza auto: a piedi o in biciDI GRETA SCLAUNICH

Al volante Travis Kalanick: ha fondato Uber nel marzo 2009 insieme a Garret Camp. L’app, che ha suscitato le proteste dei tassisti europei, opera in 128 città in 37 Paesi in tutto il mondo. In Italia è attiva dal 2012 a Milano e Roma

1 Crescono le startup del trasporto in auto. Il caso di Anthony Tan in Malesia. New York ordina Nissan

Dalle applicazioni alle flotte collettive: la rivoluzione gira sulle strade di tutto il mondo

Oltre Uber. Perché la mobi-lità, ripensata con l’aiutodelle nuove tecnologie,

promette di diventare uno deigrandi business del futuro: dal-l’auto elettrica (basti pensare al-lo straordinario successo in Bor-sa della startup californiana Te-sla , con i l t i to lo sal i to del115,36% nell’ultimo anno men-tre l’indice dei titoli dell’automo-tive cresceva appena del-l’11,63% nello stesso periodo)al car sharing cittadino, dall’au-tomobile che si guida da sola (ilprototipo della Google car è giàpronto) al treno superveloce cheviaggia in un tubo sottovuoto edovrebbe collegare a velocitàsupersonica San Francisco a LosAngeles.

Se Uber sta suscitando le iredei tassisti di mezzo mondo, aMilano come a Londra, a Berlinocome a Miami, dove il servizio èstato dichiarato fuori legge eperciò è partito illegalmente, ilnuovo modello di business sidiffonde rapidamente. NegliStati Uniti è nata Lyft, che comeUber è stata fondata a San Fran-cisco, ma si è già estesa a moltealtre città americane, e permettela condivisone dei passaggi inauto «peer-to-peer» attraversouna piattaforma mobile. Dall’al-tra parte del pianeta, uno stu-dente di Harvard, voltando lespalle all’impero di famiglia, hacreato GrabTaxi, la versione ma-

lese di Uber, che tra i suoi inve-stitori conta anche su un colossocome Tamasek, il fondo di Sin-gapore da 171 miliardi di dollari.D’altronde anche Uber annoveraun gigante come Google, attra-verso Google Ventures, tra i so-stenitori finanziari entrati nel-l’ultimo round che ha raccolto1,2 miliardi di dollari, valorizzan-do l’intera società 18,2 miliardi.Ma tra i nuovi soci figurano an-che Fidelity Investments, che hainvestito circa 425 milioni, Wel-lington Management, con 209milioni, e BlackRock, con 175milioni, oltre a Summit Partners,Kleiner Perkins Caufield Byers eMenlo Ventures.

IntuizioneIl bisnonno di Anthony Tan

era un taxista, il nonno è stato ilpioniere che ha lanciato l’autogiapponese in Malesia, businessproseguito dal padre che con laTang Chong motors holdings èl’unico distributore di veicoli Nis-san in Malesia. Anthony, 33 anni,mentre studiava alla BusinessSchool di Harvard, nel 2012 haavuto un’intuizione per crearenel 2012 a Kuala Lumpur Gra-bTaxi, una startup che oggi è lamaggiore piattaforma mobileper prenotare taxi del continenteasiatico. Funziona in modo similea Uber, che di recente è sbarcataanche nella capitale malese.

Davanti al mutato quadrodella mobilità collettiva che, al-

largando la platea degli attori, haconseguenze nuove e imprevistesui servizi ai consumatori, il piùveloce è stato il Colorado. Neigiorni scorsi è diventato il primoStato d’America ad aver regolatosocietà che collegano i condu-centi di automobili ai clienti at-traverso una app mobile, comeUber e Lyft.

La nuova legge impone che lesocietà siano sottoposte alla su-pervisione della Commissionestatale che vigila sui servizi pub-blici. Le società che offrono tra-gitti in condivisione sono obbli-gate inoltre a sottoporre i con-ducenti a un controllo della loroformazione, ispezioni dei veicoli,e fornire la prova di essere co-

ha scritto in un parere il giudiceDavid Saxe per i quattro giudicidi Appello a Manhattan.

L’attuale sindaco di New York,Bill De Blasio, ufficialmente sioppone ai «Taxi di domani», e inpassato si è schierato al fiancodell’industria dei tassisti, che hacontribuito generosamente allasua campagna elettorale. Madopo il nuovo capovolgimentolegale non si è pronunciato, an-che perché la città di New Yorkha già firmato un contratto de-cennale con Nissan che nel pro-getto ha investito finora 50 mi-lioni di dollari.

GIULIANA FERRAINO@16febbraio

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Giallo addio Le tradizionali auto pubbliche di New York saranno sostituite. A destra il sindaco Bill De Blasio

Gli investitori la pro-muovono, i tassisti labocciano. Su questodoppio giudizio si

gioca il futuro di Uber, l’appper il noleggio di automobilicon autista. La settimana scor-sa della startup si è parlatoper due motivi: prima perchéla sua valutazione ha raggiun-to quota 18,2 miliardi di dolla-ri, poi perché in tutta Europa itassisti sono scesi in campoper protestare contro il nuovoservizio UberPop (all’esteroUberX). A Milano ma anche aRoma, Londra, Parigi, Berlino,Madrid, Barcellona. UberPop,infatti, permette a (quasi)chiunque di utilizzare la suaauto per lavorare come auti-sta: costa meno del servizioclassico ma, secondo i sinda-cati dei tassisti, non garantiscerequisiti tecnici o assicurativiné per l’auto né per l’autista.

Mentre i governi studianocome affrontare la situazione,anche Uber si trova davanti adun rebus. Dovrebbe quotarsi entro la fine dall’anno, la suavalutazione continua ad au-

mentare ma cosa potrebbesuccedere se in futuro le leggidovessero limitare o bloccareil servizio? Così prova ad rein-ventarsi puntando su serviziche con il noleggio auto hannopoco o niente a che fare. NegliUsa, per esempio, è appenastato lanciato Rush per la con-segna dei pacchi. A piedi o inbicicletta: le automobili sonobandite.

Dietro ZuckerbergNel 2012 valeva 330 milioni

di dollari. Un anno più tardi,3,5 miliardi. Oggi Uber è arri-vata a una valutazione da 18,2miliardi. Meglio della startup,fondata nel 2009 da TravisKalanick e Garret Camp, ave-va fatto solo Facebook: nel2011, prima dello sbarco inBorsa, il social era stato valu-tato 50 miliardi di dollari. Unsuccesso, realizzato in soliquattro anni: l’app infatti èstata lanciata nel 2010 a SanFrancisco ed in breve ha con-quistato gli Usa. Ora il servizioè presente in 128 città di 37 Pa-esi in tutto il mondo. Italiacompresa: da noi è arrivatanel 2012 e per ora, tra molteproteste, è disponibile a Mila-no e Roma.

Il problema di Uber non ètanto il modello di businessche infatti, contrariamente aquello di altre startup, funzio-na e pure macina utili. Standoa quanto dichiarato dal ceoKalanick i ricavi, che arrivanoda «commissioni» sulle tarif-fe degli autisti pari al 20%,raddoppiano «almeno ognisei mesi». Per questo i ventu-re capital finora hanno punta-to sull’app, che infatti si è gua-dagnata finanziatori impor-tanti. Un anno fa Google ha

usato l’85% dei fondi a dispo-sizione per gli investimentiventure solo per Uber, met-tendo a disposizione dellastartup una somma pari a257,79 milioni di dollari.

Il modello funziona, l’apppiace, ma il vero ostacolo perla piattaforma sono le leggiche regolano il mercato deitrasporti. È un problema che iservizi di questo genere sonochiamati ad affrontare: men-

tre Uber deve vedersela con itassisti che considerano il ser-vizio concorrenza sleale ancheAirbnb, la piattaforma perl’affitto di stanze e apparta-menti, fronteggia le protestedegli albergatori di tutto ilmondo. Con l’app si possonoavere gli stessi servizi dei taxima con un’interfaccia piùsemplice ed immediata ed acosti poco più alti. I primi a fa-re muro erano stati i tassisti di

New York. Ma, una volta risol-ta la situazione negli Usa, ilproblema si è ripresentato an-che in altri paesi, Italia in te-sta. Aggravandosi poi nell’ulti-mo mese con l’arrivo del servi-zio Pop.

Possibili sviluppiCosì, in attesa della quota-

zione che secondo molti po-trebbe avvenire già entro la fi-ne dell’anno, Kalanick sta pen-sando a come ingrandire il bu-siness. Aumentando i serviziche offre l’applicazione e pun-tando su settori più semplicida affrontare. Un primo as-saggio di come intende muo-versi il ceo era arrivato nel di-cembre scorso, quando erastato inaugurato un servizioper la consegna degli alberi diNatale. Ora la startup prova afare un passo in più inaugu-rando Uber Rush.

Lanciato ad aprile, il dispo-sitivo permette di effettuare laconsegna dei pacchi in bici o apiedi. Per ora si può utilizzareil nuovo strumento solo aManhattan, dove è in fase ditest. Il costo va dai 15 ai 30 dol-lari e dipende da quanto lon-

tano va consegnato il pacco, eanche in questo caso Uber in-tasca il 20% del totale. E metteun piede in un servizio che,stando alle prime dichiarazio-ni dei manager dell’azienda,con le automobili non avrànulla a che fare. Non a caso ètestato a Manhattan, dove ladensità della popolazione èmolto alta e le persone nonhanno difficoltà a muoversi infretta senza utilizzare le auto.Se tutto va bene la startup in-tende allargare il servizio pri-ma ad altre zone di New Yorke poi portarlo anche in altrecittà. Il plusvalore di Uber Ru-sh è il fatto di poter inviare ericevere cose ma senza ordi-

narle, come invece si può farecon altri tipi di applicazioni. Ma c’è chi immagina che laprossima mossa possa esserequella di iniziare a consegnarei prodotti dei negozi ai clienti.

Non è proprio Amazon Fresh,il servizio di spesa online conconsegna in poche ore lancia-to da Bezos, ma la direzionepare essere la stessa.

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L’escalationCome è esplosa la valutazione di Uber, valori in milioni di dollari

2012 2013 2014

20%

Come guadagna:

Le novità

La quota trannetuta sulla tariffa di ogni corsa

*Quanto Hertz, fondata nel 1918, e Avis, fondata nel 1948

Dicembre 2013

Aprile 2014

Servizio di consegna alberi di Natale in alcune città Usa

Lancio Uber Rush, servizio di consegna pacchi in bicicletta in fase di test a New York

3,5

18,2*

330

calationcalationcalationè esplosa è esplosa esplostazione di Uber, rerrtazione di Ubetazione di Ubin milioni in milioni n milioni ariariari

2012 20

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333333330330330330330030330330330330330

Maramotti

Lo sbarco sul listino dovrebbe avvenire entrola fine dell’anno

L’ ostacolo per la piattaforma sono le leggi che regolano il mercato

perti da assicurazione.

BattagliaAnche i servizi più tradiziona-

li, però, si stanno aggiornando.New York ha detto basta ai suoieclettici taxi gialli e grazie a unprogramma da un miliardo didollari, denominato «Taxi of To-morrow» (i Taxi di domani), sidoterà di una nuova flotta divetture tutte uguali, per assicu-rare caratteristiche standard eidentiche dotazioni di comfort esicurezza. Il progetto è ripartitonei giorni scorsi dopo un’asprabattaglia legale. Ed è stato lan-ciato dall’ex sindaco MichaelBloomberg, che aveva scelto ilminivan Nissan Nv200 per rim-

piazzare i vecchi taxi, ha suscita-to le proteste dei tassisti. Così loscorso ottobre un giudice dellaCorte Suprema americana ha re-spinto il progetto, che sarebbedovuto entrare in vigore alla finedi quel mese, sulla base che laTaxi and limousine commissiondella città non ha l’autorità percostringere l’industria dei taxi a comprare esclusivamente il mo-dello giapponese.

Ma all’inizio di giugno il pro-gramma è stato giudicato «unarisposta legalmente appropriataagli obblighi statutari dellaCommissione di fornire taxi delXXI secolo coerenti con gli inte-ressi e le prospettive che l’agen-zia ha l’incarico di proteggere»,

MEDIA & TECHIl caso

Persone, retie consumi

Page 14: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

14 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

MEDIA & TECHWeb & Benessere

Persone, retie consumi

Provati per voi

Action cameraIl film degli abissi si gira a meno 100in alta definizione

D opo le «action camera» perrunner e biker, o quelle per

chi scia, arrampica e pratica sportestremi, adesso è la volta dellemacchine da ripresa per le pro-fondità marine. La piccola F60-Evo, prodotta e distribuita da Ni-lox, promette immersioni fino a100 metri di profondità grazie alcontenitore a tenuta stagna (in-

cluso nella con-fezione). E unavolta tornati aterra la con-nessione wi-fi

consente di col-legarsi a i socialnetwork, per condi-

videre foto e filmati. Non solo.Scaricando l’app gratuita per iOse Android, le funzioni di scatto,zoom e messa a fuoco si control-lano a distanza, con tablet e smartphone. In modalità video-camera, le riprese in alta defini-zione hanno una velocità di 60fotogrammi al secondo. Mentre larisoluzione fotografica arriva a 16

Megapixel con la possibilità digestire fino a dieci scatti conse-cutivi al secondo. La batteria pro-mette due ore di ripresa e l’obiet-tivo, con quattro posizioni discatto del grandangolo, ha co-pertura angolare di 170 gradi. Ildifetto? Il prezzo di questa «ac-tion camera degli abissi» è eleva-to.

Pro: tenuta stagnaContro: prezzo alto

U. TOR.MARCA: Nilox

PRODOTTO: F60-Evo

PREZZO: 349 euro

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C on oltre cento milioni di copieall’attivo, la saga videoludica

di Mario Kart è tra le più amate —e vendute — tra quelle prodotteda Nintendo. Coniugando guida edivertimento, senza troppe vellei-tà simulative, permette a tutti igiocatori — esperti o casuali, gio-vanissimi o adulti — di sfidarsialla pari, nel salotto di casa come

online. L’ottava versione, destina-ta a incentivare la diffusione dellaconsole Wii U, ha venduto più diun milione di copie in soli tre gior-ni dal lancio mondiale, dimo-strando di mantenere inalterate lecaratteristiche di successo, purrinnovando i contenuti. I 32 i cir-cuiti disponibili — 16 dei quali ri-

percorro-no la sto-ria di Ma-r i o K a r t ,per la pri-m a v o l t ain alta ri-soluzione— assicu-

rano una lunga durata al gioco. Sipuò gareggiare in aria o sott’ac-qua, con kart di diversa cilindratae moto guidate dai personaggiNintendo. Tra i nuovi poteri a di-sposizione dei giocatori per sabo-tare le altrui competizioni, appa-iono la temibile Pianta Piranha, ilFiore Boomerang e l’onda d’urtodel Super Clacson.

Pro: spensierato e divertenteContro: sconsigliato da soli

M. T.MARCA: Nintendo

PRODOTTO: Mario Kart 8

PREZZO: 59,90 euro

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In casaLa bilancia hi-techtraccia da solai grafici del bebè

A nche la bilancia per pe-sare i neonati è diven-

tata oggi un oggetto ad altocontenuto tecnologico grazieal collegamento con i cellularie alle applicazioni online.L’ultimo modello si chiamaSmart Kid Scale ed è prodot-to da Withings. Se la bilanciaviene collegata, attraverso

Nuovi affari L’uso di software dedicati sale del 49% in un anno. Il boom di Moves scaricata da 4 milioni di utenti

Salute Stai male? Un’Apple al giornoHealthKit controlla calorie, sonno, pressione. E avvisa i medici se qualcosa non vaMa dovrà confrontarsi con il bracciale traccia-smog di Samsung. E con FacebookDI GRETA SCLAUNICH

+49%9%%%

HealthKit* Sami Moves

Fonti: Flurry Analytics, analisi mercato mobile 2013; dati delle aziende Ppar

ra

La cura digitale

*Negli Usa il medico curante può ricevere notifiche sullo stato fisico del paziente; ** sviluppata dalla startup ProtoGeo

Piattaforma digitale

iOs 8, iPhone

Piattaforma digitale

Braccialetto Simband

App

Giugno 2014 È ancora un prototipo Aprile 2014

Smartphone

Facebook**

SamsungApple

Attività fisica, sonno, battito cardiaco, pressione, indice di massa corporea

Conta le caloriebruciate durante l’attività fisica

Che cos’è

Lancio

Supporto

Che cosaregistra

Dà informazionisulle funzioni vitali dell’utente e sull’ambientecircostante

App per la salute

scaricate

nel 2013

L’analisi [email protected]

Tra i miracoli di Google c’èla moltiplicazione dei nemici

L’intervista di Eric Schmidte il crescentecoro dei critici

E’lo stesso numero uno diGoogle Eric Schmidt, nel-l’intervista a Beppe Sever-

gnini sul Corriere di martedì scor-so, ad alimentare le paure deglieditori (come Carlo De Benedetti,presidente del gruppo L’Espresso,il quale parla di «oligarchia digita-le» che mette a rischio la democra-zia): non tanto per le cose che dice,in molti casi giuste, ma per il tonoduro e ultimativo con cui le dice,che è più quello del capo di Stato,anzi di super-Stato, di quello deltop manager di una grande azien-da.

Esempio: «Ho passato due setti-mane a parlare con molti leadereuropei, ma non c’è accordo suiproblemi. E perciò non c’è accordosulle soluzioni. Bisogna deciderequali sono i problemi. Al primoposto io metto la crescita». Comedire (nostra interpretazione nonautorizzata): io parlo con voi dapari a pari, voi prendete le vostredecisioni (sui dati personali, sulletasse, sulla privacy, su quello che vipare) e i miei lobbisti a Bruxellesfaranno di tutto, anzi già lo fanno,per modificarle nell’interesse diGoogle.

Il risultato di questo approccioprendere o lasciare, stile «vecchioWest» (anche se Schmidt è nato aWashington, dove ha tratto il gustoper le frequentazioni politiche d’al-to bordo), è stato però quello dicompattare gli editori e le istituzio-ni come forse mai prima d’ora eraaccaduto. Soprattutto in Francia,in Germania e in Italia, dove sale latensione contro lo «strapotere»dei giganti del web.

Di questa assonanza si è avutoun chiaro esempio nei giorni scor-si. Nel suo rapporto annuale, il Ga-rante per la Privacy ha detto che

occorre muoversi di più, e meglio,per la protezione dei dati: la situa-zione, secondo Antonello Soro, è«pessima»; ed è aggravata dai co-lossi di Internet che «tendono adoccupare in modo sempre piùesclusivo ogni spazio di interme-diazione tra produttori e consuma-tori, assumendo un ruolo che sitraduce in enorme potere politico.Potere sottratto a qualunque rego-la democratica».

Al Garante stanno a cuore i datipersonali: agli editori premono icontenuti e i ricavi di giornali e ti-vù. Il presidente di Confindustria

Radio Tv Rodolfo De Laurentiis di-ce: «I giganti del web capitalizzanoguadagni senza sottostare allestesse norme degli editori tradizio-nali e restituiscono pochissimo alsistema Paese in occupazione e tas-se». Perfino il presidente dell’Anti-trust Giovanni Pitruzzella, che sul-l’argomento usa i toni più cauti, di-ce che occorre «impedire le con-centrazioni», garantendo la tutela della concorrenza, ed «evitare dibloccare l’informazione» per co-gliere le opportunità del digitale.

Insomma: i problemi degli edi-tori, nel digitale e non, sono seri enoti. Ma sembra evidente che unproblema di reputazione e di co-municazione ce l’abbia anche Goo-gle, se è riuscita nel miracolo, puravendo tante ragioni, di crearsitanti nemici.

@SegantiniE© RIPRODUZIONE RISERVATA

DI EDOARDO SEGANTINI

VideogameMario sfoderail Super Clacsonsu 32 circuiti

Quanti passi facciamo,quante calorie perdia-mo, quante ore dormia-mo. Da qui parte Heal-

thKit, la nuova piattaforma digita-le focalizzata sulla salute presenta-ta da Apple la settimana scorsaalla Worldwide Developer Confe-rence (Wwdc). Ma non si limita amettere insieme le informazioniraccolte dal nostro smartphone,che riguardano attività e stato fisi-co: l’ambizione di Cupertino vamolto oltre, l’obiettivo è aiutare gliutenti a tenere monitorata la salutemettendoli, anche, in diretto con-tatto con i medici.

Anche Samsung (e Facebook)puntano su nuovi servizi nel setto-re della salute. Un ambito che hapotenzialità di sviluppo : tra il 2012e il 2013 l’utilizzo delle app legate asport, fitness e salute è cresciutodel 49% in tutto il mondo, standoalle stime della società di analisiFlurry Analytics.

Sistema apertoLa nuova piattaforma HealthKit

è una delle novità di punta inaugu-rate da Apple a inizio giugno in oc-casione della Wwdc, l’annuale con-ferenza degli sviluppatori della so-cietà. Sullo schermo dello smar-tphone apparirà come una sem-p l i ce a p p , H e a l t h , e s a rà adisposizione degli utenti dal pros-simo autunno. Il sistema dietroHealth, invece, è già aperto agli svi-luppatori: lo scopo della piattafor-ma HealthKit è radunare i dati re-

lativi allo stato di salute dell’uten-te, in arrivo dalle applicazioni edallo smartphone stesso.

L’iPhone 5S, infatti, ha un pro-cessore che registra i movimentidel corpo e questo fornisce già unabase per calcolare i passi fatti e lecalorie bruciate. Ma poi ci sono i software sviluppati da terzi — co-me l’app di fitness Nike+— chetengono traccia anche di ulterioridettagli sullo stato fisico degliutenti. Senza dimenticare gli altri dispositivi Apple, come l’iPod tou-ch (o anche, dicono i rumor, il fu-turo iWatch), che potranno fornireulteriori informazioni a HealthKit.

Così, oltre a passi e calorie, la piat-taforma potrà raccogliere anche idati relativi alle ore di sonno, al battito cardiaco, alla pressione, al-l’indice di massa corporea.

Apple ha già lanciato una speri-mentazione con diverse clinichestatunitensi per lavorare con i datiraccolti dalla nuova piattaforma: imedici riceveranno una notificasui loro smartphone, quando l’appdi uno dei pazienti rileva valorianomali. È un passo avanti rispettoa S Health, una piattaforma moltosimile lanciata da Samsung nel lu-glio 2012. Anche questa aggrega dati in arrivo dai prodotti della so-

cietà di Seul per controllare la for-ma fisica degli utenti, monitoran-do frequenza cardiaca, alimenta-zione, allenamenti e sonno.

Ma alla vigilia della presenta-zione di HealthKit, Samsung haprovato a portarsi avanti presen-tando Simband, un nuovo disposi-tivo da polso, con la relativa piatta-forma Sami. Simband è un brac-cialetto in grado non solo di regi-strare e monitorare le funzionivitali degli utilizzatori, ma anchedi raccogliere le informazioni rela-tive all’ambiente, tracciando peresempio il livello di smog dell’aria.I dati, raccolti da Simband ed ela-

borati da Sami, verranno poi archi-viati nel cloud.

La via di ZuckerbergPer il momento non c’è molto al-

tro in ballo, ma Samsung ha giàmostrato di volere puntare sulnuovo dispositivo. Non solo, infat-ti, la piattaforma è aperta alle appsviluppate da terzi, ma il colosso diSeul ha pure stanziato un fondo da50 milioni di dollari per finanziarele startup più promettenti.

Anche Facebook ha deciso dimuovere i primi passi nel settore.Non disponendo di strumenti pro-pri (a differenza di Samsung edApple, che tra smartphone e tec-nologia indossabile hanno poten-zialmente un vasto bacino di di-spositivi per tenere sotto controllola nostra salute), Mark Zuckerbergha adottato una diversa strategia:ad aprile ha acquisito la startupProtoGeo. La società finlandese èstata fondata nel 2012 e il suo pro-dotto di punta è Moves, un’app chetiene traccia dalle attività fisichequotidiane degli utenti. Moves rie-sce a capire se la persona sta cam-minando, correndo, andando in bi-cicletta o utilizzando un mezzo ditrasporto pubblico e ne determinail consumo calorico.

Semplice ed efficace, all’indo-mani dell’acquisizione — stando aidati diffusi da Facebook — in po-chi mesi Moves è stata scaricata daquattro milioni di utenti di iPhonee diversi milioni di Android. Non èchiaro, per il momento, come Zuc-kerberg intenda utilizzare il nuovoacquisto. Quel che è certo è che l’app, insieme ad altri servizi comeWhatsApp e Instagram, fa parte diun nuovo bouquet di acquisizionifatte per assicurarsi fette di nuovimercati. E quello della salute, vistii recenti investimenti di Apple eSamsung, potrebbe essere un bu-siness da non sottovalutare.

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1 L’@pp

Salvate Miss Libertydall’inquinamento

I m p a r a r escienze, mate-matica e chimicad i v e r t e n d o s i .«The Agency:Operazione Va-nishing Lady», della startup mi-lanese Spillover, è un videogiocodidattico (8-14 anni). Un diver-tente spy-game, dove si devesalvare la Statua della Libertà dainquinamento e batteri che lastanno distruggendo. Sono mes-se alla prova le conoscenze scien-tifiche, perché attraverso percorsiguidati bisogna risolvere formulee quesiti, anche con esperimentidi chimica, fisica e biologia in la-boratori virtuali. La (vera) sco-perta del «microrganismo pulito-re» è di Micro4You, spin-off del-l’Università di Milano, che hamesso a punto con Spillover ilgioco. Ma solo su Apple Store.

U. TOR.PRODOTTO: The Agency: Opera-zione Vanishing Lady

PIATTAFORMA: iOs

CASA: Spillover

PREZZO: 3,59 euro

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In diretta sul webcon la tivù fai-da-te

Ideata e svi-luppata in Italia,S t rea m a go d iTiscali è un’in-novativa appli-cazione gratuitache permette di realizzare in po-chi minuti un canale televisivopersonale, con cui trasmettereprogrammi in diretta sul web, osulla propria pagina di Facebook,utilizzando solo la telecameradello smartphone. Si possono in-vitare gli amici dei social networka seguire l’imminente diretta diun telegiornale personale, o unconcerto dal vivo, e monitorarechi sta seguendo l’evento. Per laregistrazione al servizio è possi-bile utilizzare il consueto accountdi Facebook o procedere da zero.

Utilizzabile come una sorta diblog televisivo, l’applicazionefunziona egregiamente, se ci sicollega ad una rete wi-fi o allasola rete telefonica 3G.

La qualità video è bassa, masufficiente per un uso amatoriale.A pagamento, con il servizio pre-mium, è possibile trasmettere vi-deo in alta definizione.

MASSIMO TRIULZIPRODOTTO: Streamago

PIATTAFORMA: iOs, Android

CASA: Tiscali Spa

PREZZO: Gratis

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Page 15: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 15

MEDIA & TECHI prodotti, le campagne pubblicitarie

Persone, retie consumi

bluetooth, a uno smartpho-ne, controlla la crescita delpiccolo e anche il suo stato disviluppo e di salute. Grazie aun’applicazione, scaricabilegratuitamente, è infatti pos-sibile vedere i grafici dellacrescita e confrontare il pesodel bebè con quello standarddi un bambino della stessaetà e dello stesso sesso. Inpiù, il software tiene sottocontrollo l’assunzione di lat-te, registrando biberon e al-

lattamento alseno. La bi-l a n c i a —che comun-

L’ iPhone, come la maggiorparte degli smartphone

— continuamente collegati aInternet, quindi con un forteconsumo energetico per iltraffico dati — ha un difetto:non possiede una grande au-tonomia. Boostcase HybridPower, che è stata studiataappositamente per l’iPhone 5,

è una batteria aggiuntiva ati-pica e invisibile. È nascosta,infatti all’interno di una cu-stodia e aumenta l’autonomiadel telefono anche del 150per cento. Uno dei punti diforza della batteria è il colle-gamento, semplice e imme-

diato, nella parteinferiore della cu-stodia. Una spialuminosa a ledmostra il livello dicarica sia dellabatteria principa-le sia di quellaa g g i u n t i v a . L aqualità dei mate-

riali usati, secondo la nostraprova, è all’altezza dei prodot-ti targati Apple e la custodia-batteria ha peso e dimensionicompatibili con un uso fre-quente dello smartphone. Undifetto? Piccolo: la gamma di colori della custodia è limita-ta.

Pro: leggera ed efficienteContro: colori limitati

M. GA.MARCA: L10 Trading

MODELLO: Boostcase Hybrid Power

PREZZO: 100 euro

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AutonomiaLa batteria c’èma non si vedee la carica raddoppia

que funziona anche senzaessere collegata allo smar-tphone — è stata studiataper neonati e bambini sino a25 chili di peso. L’accuratezzadell’apparecchio di Withingsè elevata, il design è ottimo.L’unico difetto, a nostro avvi-so, è il prezzo: sopra la media.

Pro: precisaContro: prezzo elevato

M. GA.MARCA: Withings

MODELLO: Smart Kid Scale

PREZZO: 180 euro

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Anteprima La ricerca «Know the Fan» di Perform Group. Numeri e statistiche disponibili per i fan

Mondiali In Rete un tifoso su 2L’Italia scopre il gol mobileApplicazioni a misura di tifosi. E pensate anche per i veri misterDI UMBERTO TORELLI

Da questa settimana entria-mo nel vivo del Mondiale dicalcio. La World Cup 2014,che si gioca in Brasile, è par-

tita il 12 giugno con una novità non dapoco. Grazie alle nuove tecnologie di-gitali e complice l’orario che costringei tifosi italiani a fare notte, un italianoadulto su due seguirà eventi, classifi-che e notizie online. E uno su tre faràuso dei social network per partecipa-re in modo attivo, postando opinionipersonali e rilanciando i commenti al-le web-tribù.

Rispetto ai Mondiali di quattro an-ni fa in Sud Africa, lo scenario tecno-logico è cambiato.

La spinta di JobsEra proprio la primavera del 2010

quando Steve Jobs fece scendere incampo un nuovo protagonista digita-le: il tablet. E con il minischermo delletavolette luminose, da consultarementre ci si sposta, è cambiato pro-fondamente anche il modo di rappor-tarsi con lo sport. Lo rivela l’indagine«Know the fan» condotta da PerformGroup, un’azienda inglese specializza-ta nello sport, in particolare nel calcio.Giunta alla quarta edizione, ha fatto ilpunto su usi e costumi in 16 Paesi delmondo, interpellando mille maggio-renni rappresentativi di ogni nazione,tra cui l’Italia (51 milioni di personeadulte). Interessanti i risultati emersi.

Ecco un’anteprima della ricerca,che in Italia verrà diffusa domani.

Stupiscono le dieci ore (9,8 perl’esattezza) trascorse ogni settimanadagli italiani a seguire gli sport prefe-riti, su tivù e Internet. Si tratta di qua-si 90 minuti al giorno, contro Paesicome Francia e Germania che non ar-rivano a 50.

In testa alla classifica del gradi-mento non potevamo trovare che ilcalcio: ha il 56% di seguaci, più di un

adulto su due. Al secondo posto c’è laFormula 1 (37%) e al terzo il Moto Gp(34%).

Quali sono i mezzi d’informazionepiù utilizzati? Il 95% degli sportivipreferisce seguire gli eventi dal vivosulla tivù. Ma i dati dell’indagine Per-form mettono in luce come le nuovetecnologie informatiche siano in rapi-da crescita. Spiega a proposito An-

drea Cerasoli, responsabile della sedeitaliana dell’agenzia: «Sono 22 milionigli italiani che già s’informano disport attraverso dispositivi mobili.Guardano soprattutto eventi dal vivooppure leggono notizie sulla squadradel cuore, sull’andamento delle cam-pagne acquisti e sul rendimento deigiocatori».

Proprio su questo fronte l’aziendalondinese gioca il jolly, grazie alla re-cente acquisizione di Opta, specializ-zata in dati e statistiche sul calcio. Co-sì ogni singola partita dei Mondialisarà monitorata in tempo reale, regi-strando assist, tiri in porta, calci d’an-golo, cartellini e comportamenti di giocatori e arbitri.

La moviola«Parliamo dei tocchi di palla, me-

diamente in una partita ne sono com-piuti da 1.600 a 2 mila e sarà così an-che in Brasile — dice Cerasoli —.Analizzandoli uno a uno riusciamo afotografare ogni secondo dell’even-to». Tutto viene poi archiviato in for-mato digitale. Lo sconfinato archiviodi Opta può fornire a ritmo continuonumeri e statistiche disponibili per glistessi allenatori. Così in ogni momen-to della partita, grazie al Secondo chesegue dalla panchina con tablet e Pcportatile, l’allenatore valuterà stato diforma e rendimento di ogni giocatore,per decidere eventuali sostituzioni.Ma buona parte di questi dati sono di-sponibili anche per i tifosi tramitel’app gratuita «Goal Live Scores» persistemi iOS e Android.

«Il fatto curioso — dice Cerasoli— è che i risultati e ogni particolaredella partita sono disponibili onlinecon qualche secondo di anticipo ri-spetto al segnale della tivù satellita-re». Invece, per i patiti di Twitter ba-sta seguire i cinguettii e le curiosità dell’account «@OptaPaolo». Obbli-gatorio commentare e twittare con glialtri fan Azzurri.

@utorelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pit Spot

Fiorello e il cane,la chiamata di Windper le vacanze

L’estate è in arrivo, e la stagionalità caratterizza an-che le campagne in onda. Chi deve preoccuparse-ne sono, in primo luogo, le compagnie telefoni-

che, big spender sempre presenti in tv, che si trovano adeclinare la loro comunicazione in modo coerente.

Quest’anno, per la prima volta, il volto di punta di unadi queste, Wind, si dedica a un vero e proprio spot perl’estate.

Si tratta, naturalmente di Fiorello, già protagonista,nel corso della stagione, di un tour fra i mille negozi Wind in Italia, in compagnia del regista e premio Oscar,Gabriele Salvatores.

La trovata di questo nuovo film della società telefonicaè piuttosto originale, e gioca sulla memoria dello spetta-tore più attento e nostalgico. Parecchi anni fa, infatti, pro-prio Fiorello era stato il testimonial della campagna dilancio di Infostrada, affiancato da un bellissimo cane cherispondeva al nome di Shonik. Ora ritorna la coppia Fio-rello & cane: Sheiton, un simpatico Border Collie, vienepresentato come «il nipote di Shonik».

La storia narrata nel soggetto di lancio è semplice: Fio-rello è alle prese con i preparativi per la partenza per le

vacanze, uno dei momenti più impegnativi dell’anno. Staorganizzando meticolosamente la sua valigia e quella deisuoi familiari, paperella della figlia compresa.

Ma la cosa più importante, per Fiorello, si sa, sono letecnologie. Sempre connesso a Internet e ai socialnetwork, ha un device per ogni esigenza: smartphone,tablet e personal computer, una connessione per ognisua necessità, dai selfie al bisogno di seguire le partitedei Mondiali e ascoltare la radio. Ormai i media sonoportatili, e Fiorello è maestro della «convergenza dei me-dia».

Accanto a lui c’è il fido Sheiton, pronto ad aiutarlo nel-la sfida delle vacanze. Una voce fuori campo, improvvi-samente, ricorda a Fiorello che «siamo in uno spot»: unospot del tutto particolare, che seguirà la «vita vera», levacanze estive dello showman…

Insomma, siamo pronti per le prossime puntate diquesto nuovo format estivo di comunicazione Wind, chestrizza l’occhio al passato, ma guarda al presente e al fu-turo: forse nessun testimonial, come Fiorello, potrebbeessere più azzeccato per raccontare le tecnologie e il lorouso in maniera diretta, semplice, popolare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

a cura di ALDO [email protected]

in collaborazione con

MASSIMO SCAGLIONI

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Fonte: ricerca «Know the fan», Perform Group, maggio 2014; campione di mille persone, rappresentativo dell’intera popolazione italiana adulta (51 milioni di persone)

a cura di MARCO GASPERETTI, UMBERTO TORELLI e MASSIMO TRIULZI

SUPPLEMENTO DELLA TESTATA

DEL 16 GIUGNO 2014ANNO XVIII - N. 22

Direttore responsabileFERRUCCIO DE BORTOLI

CondirettoreLUCIANO FONTANA

VicedirettoriANTONIO MACALUSO,

DANIELE MANCA,GIANGIACOMO SCHIAVI,BARBARA STEFANELLI

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n. 490 del 16 settembre 2003© COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A.

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A cura diMASSIMO FRACARO

Giuditta MarvelliAlessandra Puato

Stefano Righi (caposervizio)Maria Silvia Sacchi

Isidoro TrovatoArt director e progetto grafico:

GIANLUIGI COLIN

Metropolis

Per rispondere al cellularebasta scuotere il polso

U na sola scheda telefonica per acce-dere a qualunque dispositivo mo-

bile con le proprie credenziali è l’idea chesta portando avanti la giapponese NttDocomo (guidata da Kaoru Kato, nellafoto). Il progetto si chiama Portable Sim,ed è un braccialetto dotato di connes-sione Bluetooth, tecnologia Nfc e un al-loggio per la Sim, in grado di attivaresmartphone e tablet solo impugnandolie scuotendo il polso, e farli funzionareper chiamare e navigare usando un solonumero telefonico e un unico contratto: ilproprio. No si dovrà più inserire fisica-mente una scheda Sim in ciascuno deidispositivi di cui disponiamo, ed è possi-bile usare anche il telefono di un’altrapersona sempre con il proprio numero.

Inoltre Portable Sim può gestire, memo-rizzandoli, account per i siti di shoppingonline e social network, evitando di in-serire i propri dati ogni volta che vi si ac-cede, ma garantendo che questi non re-stino memorizzati altrove che non sul proprio polso. Una volta che il collega-mento Bluetooth viene interrotto, nes-sun dispositivo può continuare a funzio-nare sfruttando la nostra Sim. Al mo-

mento si tratta solo di un prototipo, an-cora non perfettamente compatibile contutti i modelli di smartphone e tabletpresenti sul mercato, e che necessita diessere ridimensionato.

a cura di CRISTINA PELLECCHIA [email protected]

Autovelox?No, il laser misura quanto hai bevuto

I n pratica è un etilometro: stabilisce illivello di alcol presente nel corpo di un

guidatore. Quello che differenzia il nuo-vo strumento realizzato dai ricercatoripolacchi della Military University of Te-chnology di Varsavia, però, è che si puòfarlo coattamente, con l’automobile an-cora in movimento, dal bordo della stra-da. Un po’ come un rilevatore di velocità,in grado di registrare anziché i chilome-tri orari, i vapori dell’alcol che si sprigio-nano all’interno di veicoli tramite il re-

spiro. Grazie a un laser, appositi specchicurvi e fasci di luce, questo alcol teststabilirebbe, stando allo studio pubbli-cato dai ricercatori, concentrazioni di al-col a partire dallo 0,1 per cento. I limiti diquesta nuova tecnologia stanno nelfatto che i risultati possono essere alte-rati dalla presenza di passeggeri ubria-chi nella stessa vettura e dall’aria con-dizionata. In ogni caso, i ricercatori so-stengono la validità del loro strumentoquanto meno come aiuto nello stabilirequali conducenti fermare ed esaminare.

Una pellicolae il tablet diventainfrangibile

A ll’Università di Akron, negli StatiUniti, alcuni ricercatori hanno

sviluppato un nuovo materiale con-duttivo trasparente che potrebbe ren-

dere gli schermi touch infrangibili.Una pellicola flessibile, fatta di unostrato di elettrodi su una superficiepolimerica, che secondo i suoi idea-tori presto potrebbe sostituire deltutto l’indio-stagno, quella sostanzache ricopre gli schermi dei dispositivisensibili al tocco. La sua capacità dicondurre energia elettrica abbinataalla massima trasparenza lo rendo-no un materiale perfetto. Ma ha costialti e la disponibilità è limitata. Il nuovo ritrovato offrirebbe una mag-giore conducibilità. Inoltre dovrebberivelarsi economico e flessibile: i testhanno dimostrato come riesca amantenere forma e funzionalità an-che dopo essere stato piegato millevolte. Questa caratteristica si tradu-ce da un lato in un prodotto pratica-mente indistruttibile, dall’altro con-sentirebbe una fabbricazione dimassa in rotoli, e ne garantirebbe unbasso costo di produzione.

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Page 16: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

16 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

16360 ingegneri assuntiIngegneri molto richiesti sul mercato del lavoro.Secondo il Centro studi del Consiglio nazionale

degli ingegneri le assunzioni nel 2013 sono salite del 7,4% rispettoal 2012. I laureati più richiesti appartengono al settore elettronicoe dell’informazione (7.600 posizioni offerte). Bene, l’indirizzo indu-striale con circa 4.600 assunzioni. Raddoppiati i posti di lavoronelle costruzioni (880 contro i 480 del 2012).

Dove la recessione non mordeE’ cresciuta del 3% la produzione di dispo-sitivi medici per odontoiatria nel 2013. Ilsettore, secondo i dati Unidi, ha superato, loscorso anno, il tetto dei 730 milioni di fattu-rato, occupando 5mila addetti. Molto posi-tivo l’andamento delle esportazioni di ap-parecchiature per i denti: +6% sul 2012.

Anche per oggi si vola (poco)Meno passeggeri negli aeroporti secondo ilrapporto 2013 dell’Enac che rivela unaflessione dell’1,7% del numero di passeg-geri. Hanno inciso l’aumento del costo deicarburanti e delle tariffe aeroportuali e dinavigazione aerea. Leader del mercato Ali-talia con 23,99 milioni di passeggeri

PICCOLE & MEDIEAziende, storiee persone

Nuovi business Bank of China si candida a fare da tramite per le Pmi italiane

Affari Una strada privilegiataper imboccare la via della setaRomiti: vogliamo costruire un ponte per l’internazionalizzazioneDI ISIDORO TROVATO

In bacheca

A cura di FELICE [email protected]

AppuntamentiCome sciogliereil cementodella grande crisi

I l mercato delle costruzioni, dasempre la leva principale per

riattivare le dinamiche produttivee occupazionali, è quello che hamaggiormente risentito dellacrisi. Il punto sul settore verràfatto nel corso dell’assembleaannuale di Atec, l’associazione dei produttori di cemento inprogramma a Roma il 19 giugno.

FinanziamentiIntesa e Sacespingono le Pmiverso il Dragone

C r e s c o n o l epossibilità di

business delle Pmiitaliane in Cinagrazie all’accordoIntesa Sanpaolo eSace, gruppo assicurativo finan-ziario guidato dall’amministrato-re Alessandro Castellano (foto).L’iniziativa intende sostenerel’attività di export e di internazio-nalizzazione, aumentando i fi-nanziamenti a medio-lungo ter-mine. L’accordo prevede unostanziamento di 100 milioni dieuro ed eventi promozionali.

1 Le scelte

1990 19991996 2004 2009 2013

300250200150100

500

TotaleCina Hong Kong

Pp

Numero di imprese italiane partecipate da investitori cinesi e di Hong Kong

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Un patto, una firma, unastretta di mano. Bank ofChina e Fondazione Ita-lia Cina hanno firmato

un accordo di collaborazione chepone le basi per la creazione diuna piattaforma di servizi riserva-ti alle piccole e medie imprese deidue paesi e ne favorisca la collabo-razione. Non si tratta di un eventosecondario ma di un potente faroacceso sull’italianità e sulle suepotenzialità nel «Celeste impe-ro». Del resto la linea Roma-Pe-chino non è mai stata così «cal-da». E, mentre il premier MatteoRenzi va a Shanghai a promuove-re il made in Italy, la cinese Aliba-ba (la prima società al mondo peril commercio online e mobile) e ilgoverno italiano annunciano diaver sottoscritto un memoran-dum di intesa per promuoveremaggiori opportunità commer-ciali per le aziende italiane e la Sa-ce annuncia una nuova linea di ga-ranzie da 2 miliardi di euro dedi-cata alle nostre imprese che ope-rano o intendono operare in Cina.

In un simile contesto si è svoltoil Forum organizzato qualchegiorno fa a Milano al quale si sonopresentati i direttori di Bank ofChina delle tre province chiave:Henan, Shandong e Jiangsu e i re-sponsabili del Dipartimento dellePmi di Bank of China Pechino ol-tre a una delegazione di Pmi asia-tiche provenienti da svariati setto-

ri tra cui ecologia e ambiente, ar-redamento, alimentare, urbaniz-zazione, tessile, abbigliamento edaccessori.

Il progetto Scopo del Forum è ovviamente

il business: far conoscere i serviziche Bank of China offre alle picco-le e medie imprese italiane e lapiattaforma che la banca ha creatoper permettere di investire in Ci-na. Le Pmi infatti rappresentano il90% dei clienti di Bank of China ecirca un terzo del capitale gestito.A fare da anello di congiunzione sipropone la Fondazione Italia Cinache, non solo sostiene le nostreimprese nelle operazioni interna-zionali, ma è si pone come obietti-vo quello di promuovere l’Italiacome destinazione di investimentidall’ex Celeste Impero.

«Se è vero che oggi, in genera-le, le imprese estere scelgono sem-pre più raramente di penetrare ilmercato cinese da sole, sappiamoanche che molte di queste Pmi dasole non ce l’hanno fatta, oppure hanno incontrato grandi difficoltà— afferma Cesare Romiti presi-dente Fondazione Italia Cina — .La nostra Fondazione e Bank ofChina insieme possono accompa-gnare le aziende lungo un percor-so di internazionalizzazione, aiu-tandole a strutturare progetti soli-

di di sviluppo internazionale, in-dividuando in primis impresepartner e cooperazioni strategi-che».

L’incomingPer raggiungere l’universo ci-

nese però diventa importante ren-dere appetibile il made in Italy.Tutti i mercati più forti per il no-stro export sono quelli che poi

vengono nel Belpaese a investire.Questo deve valere anche per laCina, ma non è ancora così. L’inte-resse dei giganti dell’estremoOriente per il nostro sistema eco-nomico è ancora agli albori anchese in costante crescita. A fine 2013risultano attivi in Italia, con alme-no un’impresa partecipata, 94gruppi cinesi e 54 di Hong Kong(spesso si tratta di partecipazionidetenute da realtà cinesi attraver-

so società di Hong Kong e quindil’investimento è attribuito alla ca-sa-madre). Le imprese italiane daessi partecipate sono in tutto 272,di cui 187 da investitori cinesi e 85da realtà con sede a Hong Kong.L’occupazione complessiva sfiora oggi le 12mila unità, mentre il girodi affari arriva a toccare 5,8 mi-liardi.

In particolare, le 187 imprese apartecipazione cinese occupano

7.262 dipendenti, con un giro d’af-fari complessivo pari a 2.852 mi-lioni di euro. Invece le 85 impresepartecipate da multinazionali diHong Kong danno lavoro a 4.707dipendenti e il loro giro d’affari èpari a 2.939 milioni di euro.

Insomma, il Dragone cinesenon è sempre così cattivo come losi dipinge. Si può domare.

Difficile ma non impossibile.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storia/Elettronica

«E io vado a sfidarli in casa loro»La Joy Electronics vende e produce robot da cucina a Zhuhai

La storia/Manifatturiero

Un business appeso (bene) ai chiodiGli utensili da ferramenta di Sodifer: da 25 anni nel Celeste impero

Rispetto, pazienza, attenzioneai dettagli e alle relazioniumane. Sono le virtù neces-

sarie per conquistare il mercato ci-nese secondo Franco Donati, a capodella Sodifer, azienda romagnolaattiva nella distribuzione e nel con-fezionamento di prodotti di utensi-leria e ferramenta che da 25 anniopera con successo nel paese asiati-co. Un’avventura imprenditoriale che parte da Rimini alla volta dellaCina con lo scopo di conquistare ilmercato del «fai da te» attraversol’assortimento di ferramenta cineseda inserire nei mercati di riferimen-to dell’azienda: ossia la grande di-stribuzione. Una scommessa, quel-la di Sodifer, destinata a diventarequalcosa di molto più grande. E cheai giorni nostri permette all’aziendadi realizzare in Cina il 10% del fattu-rato totale (4 sui 40 milioni del

2013). «All’inizio — racconta Do-nati — compravamo i prodotti dairivenditori per poi rivolgerci diret-tamente ai produttori locali. Poi èmaturata l’idea di fondare in Cina una società tutta nostra». Sogno di-ventato realtà nel 2007 con l’apertu-ra a Shanghai della Columbus, so-cietà di diritto cinese, a capitale ita-liano, dotata di oltre 2mila metri quadrati, tra uffici, magazzini, cen-t r i d i l avo r a z i o n e m e r c i e

showroom. E’ un’ azienda che per-mette alle imprese di avvicinarsi al-la Cina, facendo da collegamento.«Aprire la società — spiega l’ammi-nistratore delegato — ci ha permes-so di entrare in un’ottica globale. Edi attivare relazioni con altri merca-ti come Brasile, Russia e Sudafri-ca». Senza dimenticare la possibili-tà di diffondere meglio i prodottiitaliani (quantificabili nel 33% delle25mila referenze del catalogo) co-me viti, chiodi e bulloni che ancoraoggi vengono comperati dall’azien-da romagnola da artigiani locali per

essere rivenduti, oltre che in Cina,in tutto resto del mondo. «A rende-re appetibili i nostri prodotti in unsegmento economico in cui a fare ladifferenza è il prezzo — osservaDonati — è piuttosto l’attenzione aidettagli. Qui il confezionamentodella minuteria viene fatto in blisterbrevettati e con funzioni salvavita».Immagine tuttavia che da sola nonpotrebbe bastare a conquistare ilpubblico orientale. «In Cina le rela-zioni basate sulla fiducia contanopiù dei referenti istituzionali», spie-ga Donati.

Una fiducia che servirà a soste-nere i piani dell’azienda che ha ap-pena acquisito il marchio comascoPupi per debuttare in Cina, a fine2014, nella puericultura. «Le mam-me cinesi — conclude Donati —stanno cambiando. Adesso, infatti,sono più attente ai prodotti di quali-tà per i bambini, avvicinandosi auna mentalità europea. Un deside-rio che può essere assecondato conprodotti made in Italy di alta gam-ma. Un altro treno da non perdere».

CARLOTTA CLERICI© RIPRODUZIONE RISERVATA

7,5milioni

Il fatturato 2013 realizzato da Joy Electronics. Il 10% grazie ai clienti cinesi, forte anche l’export in Russia, Germania e Stati Uniti

40milioni

Il fatturato realizzato nel 2013 dal gruppo romagnolo Sodifer attivo nella distribuzione di utensileria e prodotti per ferramenta. Il 10 per cento viene realizzato in Cina

MeccanicaFranco Donati, a capo dell’aziendaromagnola Sodifer

AlleanzeCesare Ro-miti è il presidente della Fon-dazione Italia-Cina

IncontriCloud e big data:così diventanodue assi vincenti

S fruttare tutte le potenzialità delcloud e dei big data riducendo i

costi e migliorando l’operatività.Questi i temi della quinta edizionedel Cloud Computing Summit.L’evento, che si terrà il 17 giugno aMilano, è organizzato dall’IstitutoI n t e r n a z i o n a l e d i R i c e r c a .Programma e iscrizioni sul sitowww.cloudcomputingsummit.it.

CosmeticaA Milano focussul bellodello sviluppo

S i t e r r à i l 2 5 g i u g n o a l l aTriennale di Milano l’assemblea

pubblica dell ’associazione dic a te g o r i a Co s m e t i c a I t a l i a .L’iniziativa avrà come tema centralele aziende internazionali e il lorocontributo allo sviluppo. Il settoreha già raggiunto un volume d’affaridi oltre 9,2 miliardi.

Ci sono progetti imprendito-riali così ambiziosi chesembrano il frutto di un’in-

traprendenza ai limiti del temera-rio. Come quello messo in campoda Joy Electronics, azienda pro-duttrice di bilance, guidata da unitaliano, che ha deciso di sfidarele imprese cinesi sul loro territo-rio. Un’operazione complessa cheha il sapore della rivincita.

«L’idea di creare un’azienda inCina è nata qualche anno fa —racconta Danilo Falappa, presi-dente di Joy Electronics —. Im-portavo prodotti dalla Repubbli-ca popolare cinese ma col tempodiminuiva sempre più la miaclientela. La ragione? I cinesi miscavalcavano e prendevano con-tatto direttamente con chi acqui-stava i prodotti. Così ho impian-tato una fabbrica a Zhuhai perprodurre bilance pesapersone e

robot da cucina. Inoltre ho apertouna sede ad Ancona per curaregli aspetti commerciali».

Una scelta che consente di ot-tenere interessanti risultati eco-nomici. Tanto che nel 2013 JoyElectronics ha registrato un girod’affari pari a 7,5 milioni di euro, il10% grazie ai clienti cinesi, il 90%attraverso l’export in Russia, Ger-mania e Stati Uniti. Mentre leprevisioni sul 2014 parlano di unincremento del fatturato dall’ottoal dieci per cento.

Ma quali sono le strategieprincipali adottate da Joy Electro-

nics per competere sui mercatiinternazionali? «Tre sono i fatto-ri che caratterizzano la nostra at-tività — spiega Falappa — desi-gn dei prodotti rigorosamenteitaliano, elevata qualità delle ma-terie prime e una garanzia chedura cinque anni. Quest’ultima,in caso di mancato funzionamen-to della bilancia, consente di otte-nere a domicilio il ritiro e la sosti-tuzione gratuita».

Elementi che consentono diprodurre sia attraverso due mar-

chi di proprietà, sia per conto dibrand leader in 38 paesi del glo-bo. Ma sbaglia chi immagina chel’impresa cinese dal volto italianosi culli sugli allori. «Entro il 2015— continua Falappa — impian-teremo una nuova fabbrica nel-l’Europa dell’Est. Ci sono paesivicini all’Italia che offrono so-stanziose agevolazioni alle im-prese straniere pronte a garantirel’assunzione di manodopera loca-le. Sarà un modo efficace per ab-battere i costi produttivi e servirecon maggiore tempestività ilmercato europeo».

Insomma le prospettive di svi-luppo economico del la JoyElectronics mostrano basi con-crete. Arricchite da corposi inve-stimenti che puntano a rafforzarela competitività estera. «Ogni an-no — conclude Danilo Falappa — impieghiamo il 15% del fattu-rato in ricerca, innovazione deimacchinari, design e marketing.Risorse fondamentali per cresce-re e difenderci dalle contraffazio-ni».

MICHELE AVITABILE© RIPRODUZIONE RISERVATA

TecnologiaDanilo Falappa, presidente di Joy Electronics,tra i veterani della Cina

Page 17: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 17

MERCATI & PROFESSIONI Storie, temie personaggi

Verso l’Expo Gli iscritti all’Ordine sono 50 mila, molti dei quali giovani

Alimenti Più sicuri a tavolacon un biologo alle spalleDall’analisi del dna ai controlli per evitare frodi sui cibi:la categoria sta allargando le proprie competenze DI ISIDORO TROVATO

Ibiologi stanno cambiandopelle. Una categoria identifi-cata per anni come compo-sta da «topi» da biblioteca

oppure da specialisti di analisi cli-niche. Oggi, però, i biologi sonocirca 50 mila, il 50% dei quali gio-vani, e si stanno aprendo sempredi più a nuove professioni.

«Un terzo dei biologi ormai sioccupa di sicurezza degli alimen-ti», spiega Luciano Atzori, consi-gliere e segretario dell’Ordine na-zionale dei biologi. «Molti gli am-biti di lavoro: la rintracciabilità,gli attestati hccp, le scadenze, imateriali e gli oggetti a contattocon gli alimenti, solo per citarnealcuni. E poi c’è l’area di chi si oc-cupa di ambiente e genetica: peresempio gli esperti che eseguonola prova del dna nel campo foren-se. A costoro si aggiungono i bio-logi che si occupano di rifiuti, ac-qua e atmosfera. Siamo una cate-goria giovane, composta da pub-b l i c i d i p e n d e n t i e l i b e r iprofessionisti che stanno operan-do in ruoli sempre più strategici».

Se è vero che le aree di attivitàdei biologi sono sempre più am-pie e diversificate rispetto al pas-

sato, quella in cui si concentra lamaggior parte di loro con le mi-gliori prospettive di sviluppo èl’alimentazione. Non a caso i bio-logi sono attualmente l’unico Or-dine professionale accreditato al-l’Expo di Milano del prossimo an-no.

Emergenza Proprio in occasione dell’even-

to internazionale milanese, l’Or-dine dei biologi ha divulgato una

serie impressionante di dati cheemergono dalla loro attività. Peresempio, dal 2007 a oggi gli ali-menti contraffatti, adulterati ofalsificati in circolazione in Italiahanno raggiunto un valore di 40miliardi di euro, con un aumentodel 20% rispetto a 7 anni fa. Que-sti i dati emersi dall’analisi deiNas sui prodotti enogastronomicidel nostro Paese. Gli inganni delfinto made in Italy riguardano 2prosciutti su 3 venduti come ita-

liani, ma provenienti da maiali al-levati all’estero. Tre cartoni di lat-te a lunga conservazione su 4 chesono stranieri senza indicazionein etichetta, oltre un terzo dellapasta ottenuta da grano che non èstato coltivato in Italia e la metàdelle mozzarelle che sono fattecon latte o addirittura cagliatestraniere.

Le contromosse«Serve un cambio di mentalità

per gestire le frodi alimentari —avverte Atzori —. Il biologo è fon-damentale sia per le imprese siaper i cittadini. Le analisi da noi ef-fettuate permettono alle aziendedi migliorare il prodotto finale, rendendolo più sano e sicuro.Questo contributo ha lo scopo dimigliorare concretamente la qua-lità degli alimenti che ogni giornogli italiani comprano al super-mercato o che ordinano al risto-rante. Inoltre serve a livello legi-

slativo un aggiornamento delle norme e dei controlli effettuati sugli alimenti. Ad esempio, attra-verso l’analisi del dna di un pesceè possibile avere una fotografiadello stato di conservazione, indi-viduando tutte le possibili ano-malie. Purtroppo questa tipolo-gia di analisi oggi non viene anco-ra attuata per legge. Infine biso-gnerebbe poter tracciare conmaggior precisione il ciclo del-l’alimento, partendo dalla suaprovenienza fino al consumato-re».

Un lavoro che incide sulla salu-te, come sul business del made inItaly alimentare: nel 2013, in Ita-lia sono stati sequestrati beni eprodotti per un valore di 441 mi-lioni di euro. La falsificazione, in-fatti, è un danno irreparabile perchi produce prodotti di qualità eper l’immagine del nostro ali-mentare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Esperti Luciano Atzori, consigliere e segretario dell’Ordine nazionale dei biologi

1 Formazione

Consulentie università:patto siciliano

L’ esperimento è partito dallaSicilia. Frutto di un innova-

tivo accordo tra la Fondazionenazionale consulenti per il lavoroe l’Università di Messina.

Per la prima volta in Italia siapplica un nuovo modello di«job placement»: i consulenti dellavoro fanno incontrare la do-manda e l’offerta di lavoro, tra-mite l’individuazione dei fabbi-sogni di figure professionali delleaziende clienti. La selezione dei candidati avviene in un bacinoaltamente qualificato e sfruttan-do gli incentivi a disposizione.

I laureati disoccupati dell’ate-neo di Messina, di età inferiore ai35 anni, hanno partecipato auna selezione per 22 tirocini for-mativi presso 19 aziende della provincia al termine di tre semi-nari informativi tenuti da Vin-cenzo Silvestri, vicepresidentedel Consiglio nazionale dei con-sulenti del lavoro.

Dopo i tirocini, per i quali leaziende usufruiranno dei bene-fici del «Piano giovani» della Re-gione siciliana, le imprese po-tranno attivare contratti di lavo-ro a tempo indeterminato usu-f r u e n d o d e l l e u l t e r i o r iagevolazioni previste dalla nor-mativa in vigore.

Un esperimento destinato aripetersi in Sicilia e nel restod’Italia.

I. TRO.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Offshorea cura di Ivo Caizzi

[email protected]

La ricerca di un leaderper tagliare col passatoSchieramenti e nomi per i vertici Ue

Ipremier dell’Ue tendonoa non affidare la presi-denza della Commissio-

ne europea a un personaggiocarismatico e in grado di gi-ganteggiare grazie all’esposi-zione mediatica internazio-nale di Bruxelles. Ma stavol-ta — con la grave crisi d’im-magine dell’Europa — nondovrebbero poter riproporreun politico simile a José Ma-nuel Barroso, il portoghesein scadenza in autunno, cherischia di essere consideratoperfino peggiore del lussem-burghese Jacques Santer(nel 1999 fu costretto a di-mettersi con tutti i suoi com-missari per uno scandalo difrodi, cattiva amministrazio-ne e nepotismo).

Alla vigilia del referen-dum in Francia sulla Costi-tuzione europea, nel 2005,fece clamore leggere che ilpresidente francese JacquesChirac aveva impedito a Bar-roso di presentarsi ancora intv perché aveva fatto guada-gnare consensi al fronte delno (che prevalse). Già alloraera visto come simbolo ne-gativo del liberismo derego-lamentato della Commissio-ne, tutto dalla parte delle im-prese (invece che dei consu-matori). Ora rappresenta lemisure di austerità promos-se da Bruxelles, che avrebbe-ro dovuto far uscire dalla cri-si (e hanno invece aggravatorecessione, disoccupazione eimpoverimento dei cittadi-ni). Ma la lista delle critiche

specifiche a Barroso, nelsuo mandato decennale, èmolto lunga e articolata. Vadalla maggiore sudditanzadella Commissione ai go-verni (soprattutto quello diBerlino) e a potenti lobby,fino alla riduzione deglistandard di trasparenza.

MultinazionaliLe lacune di Barroso han-

no indirettamente rivaluta-

to il suo predecessore Ro-mano Prodi, pur collegabilead alcuni scivoloni grandi epiccoli, che vanno dal pre-maturo allargamento a Estfino al sostegno all’uso deltrilinguismo (inglese, fran-cese e tedesco) nella Com-missione. Ma Prodi, oggiconferenziere e consulente/lobbista internazionale,sembra non aver capito chea Bruxelles tira un’aria di-

versa rispetto ai suoi tempi.Altrimenti probabilmentenon avrebbe tentato di pro-muovere, con un articolosul Messaggero dell’8 giu-gno scorso, la candidaturaalla poltrona di Barroso delsuo ex commissario france-se ed ex numero uno delWto, Pascal Lamy. Si sareb-be r isparmiato veleni«sommersi» circolati neiPalazzi Ue in relazione alLamy ben visto da potentilobby interessate a influen-zare il mega accordo di libe-ro scambio Ue/Usa. O durereazioni sull’ipotesi dell’exWto, come quella del leadered eurodeputato della LegaMatteo Salvini, che l’ha de-finita «una follia» perché«se, alla faccia dei cittadini,vengono imposti nomi dirappresentanti delle ban-che, della finanza e dellemult inazional i , s iamopronti a spaccare i tavoli aBruxelles e Strasburgo».

Juncker Mercoledì il premier

Matteo Renzi ha in pro-gramma un pranzo con ilpresidente (in scadenza)del Consiglio Ue, il belgaHerman Van Rompuy, chesta sondando governi e par-titi sulla contestatissimacandidatura dell’ex premierlussemburghese Jean-Clau-de Juncker come prossimopresidente della Commis-sione. Il «no» di Renzi con-sentirebbe al premier bri-tannico David Cameron dicostituire una minoranza diblocco. E di provocare laprima sconfitta in Europadella cancelliera tedescaAngela Merkel, che si èesposta sostenendo insi-stentemente Juncker.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CandidatoJean-Claude Juncker

Page 18: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

18 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Le scadenze

16 GIUGNO

Modello Unico*

Pagamento delle impostee dei contributi del modelloUnico senza maggiorazioni.Il termine riguardai contribuenti non soggettiagli studi di settore

16 LUGLIOPagamento delle impostee dei contributi del modelloUnico con la maggiorazionedello 0,40%. Il termineriguarda i contribuentinon soggetti agli studidi settore

17/30 LUGLIOSi possono versare in ritardole imposte di Unico scaduteil 16 luglio conla mini-sanzione dello 0,2%per ogni giorno di ritardopiù interessi legali dell’1%annuo. La sanzione si applicaall’importo maggioratodello 0,40%

Ai versamenti in ritardodelle imposte scaduteil 16 luglio si applicala sanzione del 3%oltre agli interessi legalidell’1% annuo

1/20 AGOSTO

Tasi su Altri fabbricati 3961

Tasi su Aree fabbricabili 3960

Tasi su fabbricati rurali strumentali 3959

Tasi su Abitazione principale e pertinenze 3958

Imu su immobili ad uso produttivo (Comune) 3930

Imu su immobili ad uso produttivo (Stato) 3925

Imu Altri fabbricati 3918

Imu Aree fabbricabili 3916

Imu Terreni 3914

Imu Abitazione principale e pertinenze(solo categorie catastali A1, A8 e A9) 3912

I codici per Imu e Tasi

S. F

ranc

hino

(*) Per i contribuentinon soggetti agli studidi settore

Appuntamenti/1 Per lo Stato e Comuni un bottino di oltre 30 miliardi dalle sole scadenze estive

Tasse Il giorno più lungo del Fisc0Come districarsi tra Irpef, Tasi e ImuOggi il «Tax Day», vanno pagate le imposte sui redditi e le patrimoniali localiConfermata l’esenzione da Imu dell’abitazione principale e delle pertinenze

Il Tax Day, il giorno più dolorosodell’anno per i contribuenti italia-ni, quello dei pagamenti fiscali, èarrivato. Una scadenza, quella

del 16 giugno, che incide pesantemen-te sul budget di famiglie e imprese.Tra imposte e contributi dovuti in ba-se al modello Unico e acconti delle tas-se locali, gli italiani dovranno sborsa-re, complessivamente, oltre 30 miliar-di di euro. Anche quest’anno la stagio-ne delle tasse è stata vissuta in unclima di incertezza, specie sul frontedei tributi locali, e soprattutto dellaTasi, la nuova tassa sui servizi indivisi-bili ai comuni che colpisce anche leabitazioni principale, invece esentidall’altro cardine della fiscalità locale:l’Imu.

Un calendario veramente complica-to e mai stabile quello del Fisco madein Italy, che ha fatto venire il mal di te-

sta ai contribuenti. Non bisogna peròaffannarsi oggi. Per i ritardatari, o perchi si accorge da solo di aver commes-so qualche errore nei conteggi, le san-zioni sono ridotte se il versamento vie-ne eseguito nelle prossime settimane.Ma le regole per i pagamenti tardivisono diverse da imposta a imposta: al-la faccia della semplificazione! Vedia-mo di riepilogare scadenze e modalitàdi pagamento per i tributi principali.Le modalità da seguire in caso di ver-samenti ritardati sono indicate nell’ar-ticolo a pagina 19.

Dichiarazione dei redditiVanno pagati entro oggi i saldi per

il 2013 di Irpef, addizionale regionaleed eventuale comunale, cedolare seccasugli affitti, Ivie (Imposta sul valoredegli immobili esteri) e Ivafe (Impo-sta sulle attività finanziarie estere). Per chi ha la partita Iva si possono ag-giungere anche i contributi Inps (arti-

e relative pertinenze (una per tipo, sesi hanno due box, ad esempio, su unol’imposta è dovuta). L’Imu va versataanche sulle aree edificabili e sui terre-ni agricoli, anche se incolti inclusi gliorticelli, tranne quelli montani o dicollina. Ricordiamo che l’abitazioneprincipale è quella dove si ha la resi-denza anagrafica e dove si dimora abi-tualmente. L’Imu è sempre dovuta su-gli immobili accatastati come A1 (si-gnorili), A8 (ville) e A9 (palazzi e ca-stelli), anche se destinati ad abitazioneprincipale.

Per l’acconto Imu, pari al 50%: nonè necessario cercare la delibera del co-mune per il 2014, in quanto l’acconto sicalcola con le aliquote del 2013. Biso-gna però tenere conto della consisten-za degli immobili del 2014 e quindi diacquisti, vendite o successioni interve-nuti nel frattempo. Se non sono avve-nute variazioni nel patrimonio immo-biliare, basta versare il 50% di quantocomplessivamente pagato come Imunel 2013, salvo per i terreni agricoli che l’anno scorso avevano pagato Imusolo per 6 mesi.

Tasi Se il comune ha deliberato le ali-

quote e le ha pubblicate sul sito del Di-partimento delle Finanze del ministe-ro entro il 31 maggio (sono circa 2.200su oltre 8.000 comuni italiani), biso-gna pagare entro oggi anche l’accontodella nuova tassa sui servizi indivisibi-li del comune. Per verificare se la deli-bera Tasi del proprio comune è pub-blicata, il link è questo: http://www.fi-nanze.it/dipartimentopolitichefiscali/f iscalitalocale/IUC/sceltaregio-ne.htm.

In assenza di delibera comunalepubblicata entro il 31 maggio, l’accon-to Tasi va versato — per tutti gli im-mobili — entro il 16 ottobre. L’anticipoè pari al 50% dell’imposta dovuta peril 2014. La Tasi si paga su tutti i fabbri-cati, compresa l’abitazione principalee relative pertinenze (che sono inveceescluse dall’Imu), e sulle aree edifica-bili. Sono invece esclusi i terreni agri-coli, inclusi gli orticelli.

Il governo ha promesso che non sa-ranno applicate sanzioni ai versamentitardivi di Tasi, vista l’incertezza che hacontraddistinto il debutto della nuovatassa.

*Associazione italianadottori commercialisti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Più tempo con gli studi di settorePoca liquidità? Si può versare a rateProroga in extremis: i termini slittano al 7 luglio e poi al 20 agostose si è soggetti ai controlli sul reddito in base alle medie statistiche

Ealla fine dovrebbe ar-rivare la proroga per ipagamenti del model-

lo Unico. Una proroga in ex-tremis e che dovrebbe esserelimitata e non interessare lageneralità dei contribuenti,ma solo chi è soggetto aglistudi di settore (artigiani,commercianti, piccole im-prese, professionisti). Restaconfermata la scadenza dioggi, 16 giugno, per tutti gli

altri contribuenti che posso-no, comunque, effettuare ipagamenti anche dal 16 giu-gno al 16 luglio con la mag-giorazione dello 0,40%.

Grazie allo slittamento deitermini, giunto per il sestoanno consecutivo e sempresotto scadenza, le persone fi-siche con partita Iva e le so-cietà soggette agli studi disettore possono eseguire ilpagamento entro lunedì 7 lu-glio senza maggiorazioni (iltermine non è ufficiale). Fru-

iscono del rinvio anche i socidi società di persone, i colla-boratori di imprese familiari,gli associati degli studi pro-fessionali e i soci di Srl «tra-sparenti». Anche in questocaso sono previsti i tempi

supplementari che vannodall’8 luglio al 20 agosto (inquesto periodo si applica lamaggiorazione dello 0,40%).

La proroga riguarda tutti iversamenti scaturenti daUnico 2014 a titolo di Irpef

DI GIORGIO RAZZA*

Saldo IrpefPrimo acconto Irpef

Saldo addizionale regionale Irpef Saldo addizionale comunale Irpef

Acconto addizionale comunale Irpef Acconto 20% sui redditi a tassazione separata

Saldo cedolare secca locazioni Primo acconto cedolare secca locazioni

Interessi rateizzazione tributi spettanti all’Erario Interessi rateizzazione tributi spettanti alle regioni

Interessi rateizzazione tributi spettanti a comuni o altri entiSaldo Ivie (investimenti finanziari all’estero)

Primo acconto Ivie (investimenti finanziari all’estero)

Saldo Ivafe (immobili esteri)

Primo acconto Ivafe (immobili esteri)

4001

4033

3801

3844

3843

4200

1842

1840

1668

3805

3857

4041

4044

4043

4047

Codicetributo

I codici da indicare nel modello F24

Pagamentia regola d’arte

Saldo Irap

Primo acconto Irap

Saldo Iva

Imposta sostitutiva 10%nuove iniziative produttive

Saldo imposta sostitutiva 5%imprenditoria giovanile

Primo accontoimposta sostitutiva

imprenditoria giovanile

3800

3812

6099

4025

1795

1793

Contribuenti con partita Iva

Fonte: elaborazione CorrierEconomia RPirola

I codicida indicarenel modelloF24

PATRIMONI & FINANZACome investiree risparmiare

Principale,tranne categoriaA/1, A/8, A/9

No

No

Utilizzatidirettamenteo non locati

Principale (categoriaA/1, A/8, A/9) Sì

Dipendedal

Comune

A disposizione Sì

Data in comodatoa figlio o genitore

Locata - proprietario Sì

Locata - proprietario Sì

Locata - inquilino No

Locata - inquilino No

IMU TASI

AB

ITA

ZIO

NE

BO

XIM

MO

BIL

I NO

NR

ESID

ENZI

ALI

Tra il 70e il 90%

Tra il 70e il 90%

Tra il 10e il 30%

Tra il 10e il 30%

Chi paga

Pertinenziale adabitazione principale(uno solo)

Immobili ecategoria catastale

Come si calcola la base imponibile dell’ImuIl gioco dei moltiplicatori

Abitazioni (categorie catastali A, tranne A 10)e pertinenze: cantine e soffitte (C2);box e autorimesse (C6), tettoie (C7)

MoltiplicatoriImu*

160

Immobili a uso collettivo (categoria B)

Laboratori artigianali, stabilimentibalneari (C/3, C/4, C/5) 140

Immobili a destinazione speciale(categoria D, escluso D/5) 65

Terreni agricoli (coltivatori diretti o imprenditoreagricolo professionale) 75

Uffici e studi (A10), banche e assicurazioni (D5) 80

Negozi (C1) 55Terreni (agricoli e non) 135

140

È esclusa l’abitazione principale e pertinenze tranne A1, A8 e A9

€ %%

(*) da applicare alla rendita catastale maggiorata del 5% per fabbricatie al reddito dominicale maggiorato del 25% per i terreni

s.F.

Due i termini di presentazione di Unico: 30 giugno e 30 settembre

giani, commercianti e gestione separa-ta) e l’Irap.

Inoltre, sempre entro oggi, va ver-sato anche il primo acconto 2014, parial 40% del rigo differenza RN33 perl’Irpef. Per la cedolare secca sugli affit-ti l’acconto del 40% si calcola sul 95%del rigo RB11, colonna 3. Per l’addizio-nale comunale è dovuto un accontodel 30%.

Per i contribuenti con partita Ivasoggetti a studi di settore, persone fisi-che e società, e per i soci di società sog-gette agli studi, la scadenza di paga-mento dovrebbe essere spostata dal 16giugno a lunedì 7 luglio, similmente aquanto avvenuto negli ultimi anni (mavenerdì non c’era ancora la conferma).

ImuOggi i contribuenti, persone fisiche

e società, devono pagare l’acconto Imuper tutte le proprietà immobiliari pos-sedute, esclusa l’abitazione principale

DI STEFANO POGGI LONGOSTREVI*

Page 19: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 19

16 GIUGNO

Imu e Tasi

Acconto Imu del 50%(escluse abitazioneprincipale e pertinenze)

17/30 GIUGNO

Acconto Tasi su abitazioneprincipale e altri immobili(solo nei Comuni chehanno pubblicato lealiquote entro 31 maggio)

Si possono versarein ritardo Imu e Tasi conla mini-sanzione dello0,2% per ogni giornodi ritardo più interessilegali dell’1% annuo

Si possono versarein ritardo Imu e Tasi conla sanzione ridotta del 3%più interessi legalidell’1% annuo

1/16 LUGLIO

16 OTTOBREAcconto Tasiper abitazioneprincipale e altri immobili(Comuni che non hannopubblicato entro31 maggio le aliquote)

Termine ultimo perpubblicare le delibere Imue Tasi per il 2014

28 OTTOBRE

Saldo Imu per il 2014(no abitazione principalee pertinenze) e Tasi(sia per chi ha pagatoa giugno, sia per chi haversato entroil 16 ottobre)

16 DICEMBRE

134.400

443,52

160

3,3per mille

0

800

1,05x

x

x

840

=

=

=

-

60,00(2 figli)

-

=

383,52

191,76

Base imponibile Tasi

Imposta lorda annua

Moltiplicatore (160 per abitazioni,box, cantine e solai)

Aliquota Tasi abitazione principale deliberata dal Comune di Torino

Detrazione deliberata dal comuneper abitazione principale

(110 € se rendita < 700 €)

Rendita catastale

1,05 (maggiorazione 5%)

x

x

x

Rendita catastalemaggiorata del 5%

=

=

=

-

=

Tasi annua per il 2014

Acconto Tasi (50%)

Detrazione deliberata dal comuneper abitazione principale per figli

(30€ a figlio < 26 anni convivente)

-

Acconto Tasi (arrotondato)scadenza 16 giugno

Codice tributo 3958 anno 2014192,00

Come si calcola l’acconto TASIsu abitazione principale nel 2014

Esempio TASIComune di Torino

(*)abitazione principale. Categoria A/2 (possesso al 100%)

Adempimenti/2 Il governo ha promesso che non si applicheranno sanzioni per la nuova Tasi

Alla cassa Ritardi o piccoli errori?Le vie del perdono non sono finitePer Unico iniziano i tempi supplementari: dal 17 giugno al 1 6 luglio basta versarelo 0,40% in più. Mini sanzione dello 0,2% al giorno più interessi fino al 30 per l’ImuDI ELEONORA BORZANI*

Il Fisco recita spesso, troppo spes-so, a soggetto. Ogni imposta ha isuoi criteri, le sue regole e le suescadenze. Questo vale anche se

non si rispetta un termine di pagamen-to o si commette un piccolo errore. Valela pena tranquillizzare i contribuentiche si sentono il fiato del Fisco sul collo:pagare in ritardo non è un dramma. Enon si va incontro a stangate. Il gover-no, ad esempio, ha già promesso — enon avrebbe potuto fare altrimenti vi-sta la confusione che si è venuta a crea-re — che non saranno applicate sanzio-ni a chi verserà in ritardo o con errori formali la prima rata della Tasi.

Al di là di questo atto dovuto, neglianni l’Erario è diventato meno severocon i ritardatari delle tasse: basta impe-gnarsi e pagare un po’ di più per tornaretra i contribuenti virtuosi. Ovviamenteprima si fa il proprio dovere, meno pesala penalità da sopportare. E questo valeanche in caso di errori e dimenticanzepiù o meno gravi, più o meno volute.Vediamo ora quali sono le regole e, so-prattutto, i termini da rispettare per chinon ce l’ha proprio fatta a rispettare lascadenza impegnativa del 16 giugnoche ha riguardato numerose imposte,da quelle dovute in base alla dichiara-zione dei redditi alla terribile accoppia-ta delle tasse locali: Imu e Tasi.

UnicoPer le imposte e i contributi dovuti in

base al modello Unico, quasi una venti-na di voci, la corsia preferenziale per iritardatari è in pratica automatica. Datempo, infatti, sono previsti per le di-chiarazioni annuali i tempi supplemen-tari che durano 30 giorni. Il termine dipagamento del modello Unico, salvoche per i contribuenti soggetti agli studidi settore, scade oggi, lunedì 16 giugno.E’ possibile, quindi, versare le impostenel periodo che va dal 17 giugno al 16 lu-glio pagando una maggiorazione fissa— una sorta di penalità per il ritardo —dello 0,40% indipendentemente dalgiorno in cui si effettua il versamento.La penalità è, in pratica, di 4 euro ognimille dovuti. La maggiorazione dello0,40% si somma alle imposte, solo per icontributi Inps è obbligatorio indicarlaa parte.

Facciamo un esempio. L’Irpef dovutaa saldo è di 800 euro e il primo accontoammonta a 2.000 euro, ma per mancan-za di liquidità un contribuente decide diaspettare qualche giorno. La maggiora-

zione se versa entro trenta giorni è ri-spettivamente di 3,2 euro per il saldo(lo 0,40% di 800) e di 8 euro per l’accon-to. Per un totale di soli 11,20 euro in più.Non c’è quindi fretta. La maggiorazionedello 0,4% si somma all’imposta e siversa con lo stesso codice tributo del-l’Irpef. Nell’esempio: 803,20 euro di sal-do Irpef, 800 di imposta e 3,20 di mag-giorazione (codice tributo 4001 anno2013) e 2.008,00 euro di acconto Irpef(codice tributo 4033 anno 2014).

Queste regole valgono per i contri-buenti non soggetti agli studi di settoree che, quindi, non godono della prean-nunciata proroga della prima scadenzaal 7 luglio, e della possibilità di pagarecon la maggiorazione dello 0,40% entroil 20 agosto. Passati i termini del 16 lu-glio e 20 agosto le opportunità per ver-sare in ritardo non mancano usufruen-do del ravvedimento operoso.

L’ufficializzazione della proroga do-vrebbe arrivare proprio in extremis.

Tasi e ImuAnche se l’acconto Imu, come prima

l‘Ici e ora quello della nuova Tasi, si ver-sano alla stessa scadenza di Unico, nonsono contemplati per le tasse locali itempi supplementari, cioè non è previ-sta la possibilità di pagare nei 30 giornisuccessivi con la maggiorazione dello0,4%, come invece avviene per l’Irpef.Chi non paga entro oggi, può sanare ladimenticanza con il «ravvedimento»spontaneo. Fino al 30 giugno si posso-no pagare l’Imu e la Tasi — ma per que-st’ultima il governo ha promesso che sa-ranno accettati i pagamenti fuori tempomassimo — con la sanzione dello 0,2%

al giorno di ritardo, oltre agli interessi altasso legale del 1% annuo. E’ il cosiddet-to «ravvedimento sprint». Ad esempiose l’Imu dovuta è di 1.000 euro e vienepagata il 26 giugno con 10 giorni di ri-tardo, la sanzione è il 2%, ossia 20 euro.L’interesse, calcolato sui 1.000 euro per10 giorni, è minimo, solo 27 centesimi.Interessi e sanzioni per il ravvedimentoImu e Tasi, a differenza di quanto avvie-ne per l’Irpef, si versano nell’F24 assie-me all’imposta con lo stesso codice tri-buto. Va barrata la casella «ravv» (rav-vedimento). Se il versamento viene ese-guito dal quindicesimo al trentesimogiorno, quindi per Imu e Tsi dal 1° al 16luglio la sanzione applicabile è il 3%, ol-tre agli interessi al tasso legale. Passati i30 giorni, per tutte le imposte, locali estatali (come Irpef, Irap, Iva, cedolare)la sanzione sale al 3,75%.

*Associazione italianadottori commercialisti

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Mario Rossi deve versare l’acconto Imu e l’acconto TASI sulla casa che possiede al 100% a Pietrasanta.L’appartamento è tenuto a disposizione come seconda casa, è un A/2 con rendita catastale di 800 euro.L’aliquota prevista dal comune di Pietrasanta per l’Imu sulle seconde case è pari al 10,6‰, mentre l’aliquota deliberata per la Tasi è pari allo 0,8 per mille (o 0,08%). Quindi il signor Rossi doveva versare entro oggi, 16 giugno, come acconto Imu il 50% di quanto pagato l’anno scorso, 712 euro. In questo caso si fa riferimento all’imposta 2013 e non alle aliquote 2014 ancora provvisorie. Per il calcolo della Tasi deve moltiplicare la rendita di 800 euro per 1,05 e ottenere la rendita rivalutata di 840 euro. L’importo va moltiplicato per 160 e si ottiene la base imponibile di 134.400 euro a cui va applicata l’aliquota dello 0,08%. L’imposta totale ammonta a 107,52 euro. L’acconto è pari al 50% del totale e quindi ammonta a 54 euro (arrotondati).Ipotizziamo che il signor Rossi si accorga di non aver versato l’acconto Imu e Tasi con una settimana di ritardo ed effettui il versamento lunedì 23 giugno. Per regolarizzare il versamento tardivo dell’Imu dovrà versare, oltre all’imposta di 712 euro, una sanzione dell’1,4% (0,2% per 7 giorni di ritardo) pari a 9,97 euro e 0,14 euro a titolo di interessi, importo ottenuto applicando il tasso legale dell’1% ai 7 giorni di ritardo (7 diviso 365 per 1% per 712). L’importo totale da versare sarà di 722,11 euro. Il codice tributo da indicare nel modello F24 è 3918. Mentre per regolarizzare il versamento tardivo della Tasi dovrà versare, oltre all’imposta di 54 euro, la sanzione dell’1,4% (0,2% per 7 giorni di ritardo) pari a 0,76 euro e 0,01 euro a titolo di interessi.L’importo totale da versare per la Tasi sarà di 54,77 euro.Il codice tributo da utilizzare per il versamento al Comune dell’acconto TASI sugli altri fabbricati è il 3961.

ESEMPIO TASI E IMU

s.F.

1 L’esempio

PATRIMONI & FINANZALa guida

Come investiree risparmiare

(saldo e primo acconto), ad-dizionali locali, contributiInps, Irap e adempimenticonnessi come i diritti annua-li della Camera di Commer-cio.

Per chi ha partita Iva o i so-ci di società di persone, la proroga riguarda anche la ce-dolare secca sugli affitti, an-che se è un tributo personaleche non è connesso con la po-sizione Iva.

I titolari di partita Iva chedevono ancora versare il con-guaglio dell’Iva per il 2013(codice 6099) sono tenuti amaggiorare il saldo dello0,4% per mese o frazione dimese di ritardo rispetto allascadenza del 17 marzo. I tri-mestrali devono applicare lo0,4% al saldo già incrementa-to degli interessi dell’1%. Lamaggiorazione dello 0,4%,per il ritardo nel pagamentoIva, non è dovuta se l’imposta

viene compensata con even-tuali crediti di altri tributi.

Come si pagaI versamenti delle imposte

risultanti da Unico vanno ese-guiti dalle persone fisiche nontitolari di partita Iva con ilmodello F24 cartaceo. In al-ternativa è possibile utilizza-re, anche tramite intermediariabilitati, l’F24 telematico. I ti-tolari di partita Iva possonoutilizzare solo questo canale.L’F24 prevede l’indicazionedegli importi in centesimi dieuro, cioè con due decimali.Per i contributi Inps l’arroton-damento è all’unità di euro.

Le imposte possono essereversate in unica soluzione op-pure dilazionate. Per chi deci-de di rateizzare, il calendariodelle scadenze si divide a se-conda della possibilità o me-no di fruire della proroga. Laprima rata coinciderà quindicon le scadenze per il versa-mento del saldo e primo ac-conto: oggi, o il 16 luglio, conmaggiorazione dello 0,4%, perchi è senza partita Iva; 7 luglioovvero 20 agosto con la mag-giorazione dello 0,40%, perchi ha partita Iva o studio di settore.

Attenzione, per le personefisiche senza partita Iva, le ra-te successive alla prima sca-dono sempre a fine mese. Perchi ha la partita Iva, invece, lerate successive sono al 16 diogni mese. Per i normali con-tribuenti che rispettano il ter-mine di oggi il secondo versa-mento dovrà essere effettuato

entro il 30 giugno con interes-si dello 0,16%.Nel caso di pri-mo versamento il 7 luglio laseconda rata per chi è sogget-to agli studi di settore scadrà il16 luglio.

Sugli importi rateizzati so-no dovuti gli interessi nellamisura del 4% annuo (0,33%al mese), da calcolarsi tenen-do conto del periodo decor-rente dal giorno successivo aquello di scadenza della pri-ma rata fino alla scadenza del-la seconda. Dalla terza rata inpoi si applica una quota fissadi interessi mensili dello0,33%.

Per i pagamenti rateali gliinteressi si indicano separata-mente, il codice è ad esempio1668 per i tributi spettanti al-l’Erario.

PresentazioneNessuna proroga interessa,

invece, il termine di presenta-

zione della dichiarazione cherimane fissato al 30 giugnoper chi può ancora fruire dellapresentazione cartacea agli uf-fici postali o al 30 settembreper l’invio con modalità tele-matiche per tutti i contribuen-ti. Scade invece oggi il termineprolungato per la presentazio-ne del modello 730 al Caf o unintermediario abilitato. Infine,i possessori di beni all’esteroche presentano il 730 devonoricordarsi di presentare, se-condo le scadenze viste per ilmodello Unico, il solo quadroRW al fine di adempiere al-l’obbligo di monitoraggio e alpagamento dell’Ivie, l’impostasugli investimenti immobiliariall’estero, e l’Ivafe, l’impostache colpisce, invece, le attivitàfinanziarie possedute oltrefrontiera.

*Associazione italianadottori commercialisti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il conto si può rateizzare: l’interesseè del 4% l’anno

Dopo 30 giorni dalla scadenza la sanzione costa meno di un prestito in banca: 3,75%

I due manuali praticicon tutte le novità fiscali

D alle nuove imposte sulla casa ai consigli per ri-sparmiare sulle imposte. Sono ancora in edico-

la le tradizionali guide fiscali di CorrierEconomia:«Le nuove tasse sulla casa» e «Tutto Fisco 2014 -Come pagare meno tasse». Manuali molto utili perchi deve fare ancora il suo dovere o per chi l’ha fatto,ma vuole approfondire la sua conoscenza della com-plessa macchina fiscale.

I volumi di facile lettura, ricchi di tabelle e graficiesemplificativi, affrontano le principale imposte conparticolare attenzione al tema delle agevolazioni chesi possono chiedere. Libri da tenere sotto mano tuttol’anno per non fare inutili regali al Fisco.

Page 20: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

20 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

I listini verso il giro di boaLe azioni

Investimenti

Va in Borsa il Cerved, anzi laholding che lo controlla,Cerved Information Solu-

tions. È un gruppo noto per essere labanca dati dei bilanci di tutte le im-prese italiane, ma ormai fa molto dipiù, per esempio le analisi sui creditidelle aziende, l’attribuzione dei ra-ting (i voti all’affidabilità) e la ge-stione dei crediti difficili. Le azioni sipossono sottoscrivere fino a merco-ledì 18 giugno a un prezzo che saràvariabile fra 5 e 6,5 euro, con un lot-to minimo di 500 titoli, quindi fra2.500 e 3.250 euro. L’inizio dellenegoziazioni è previsto il 24, sulmercato principale di Borsa, secon-da matricola dell’anno dopo Anima.

Il collocamento sarà in aumentodi capitale, con un flottante massi-mo elevato (49,2%), e il ricavatoandrà in parte a ridurre i debiti, inparte alla crescita della società.

A vendere è il fondo paneuropeoCvc, che controlla Cerved Group al100% attraverso Chopin Holdings.Le azioni del gruppo (non della hol-ding che si quota) sono in pegno al-le banche creditrici (Credit Suisse,Deutsche Bank, Hsbc, Bnp, Unicre-dit, Banca Imi, Crédit Agricole) in se-guito a un prestito obbligazionarioin tre tranche acceso nel gennaio2013 per un totale di 780 milioni dieuro, con scadenze nel 2019, 2020e 2021: lo scopo del prestito obbli-gazionario era finanziare l’acquisi-zione dell’azienda stessa da parte diCvc, che la rilevò da soci fra i qualiBain e Clessidra per 805,94 milionidi euro. L’acquisizione fu insomma afatta a debito.

A questo prestito obbligazionariosi aggiunge poi, dice il prospetto in-formativo, un contratto di finanzia-mento revolving di 75 milioni, con

scadenza nel 2018. «Il prestito sipuò rimborsare anticipatamente»,ha sottolineato la scorsa settimanal’amministratore delegato Gianan-drea De Bernardis. Cvc non esce, maresta azionista della società con il 51% circa. Il prospetto segnala che,in caso di cambio nel controllo azio-

nario dell’azienda, «verrebberocancellate le linee di credito». Chefra l’altro, avverte il prospetto infor-mativo, prevedono alcuni vincoli suoperazioni come acquisizioni (purepreviste, «finanziate dalla cassa» hadetto De Bernardis) e dividendi.

Al marzo scorso l’indebitamento

del gruppo Cerved era di 757 milio-ni, il 168% in più rispetto al dicem-bre 2012. Il debito è più del doppiodel patrimonio netto che nel trime-stre era di 371,43 milioni ed è «4,95volte il margine operativo lordo»,sottolinea il prospetto informativo.

N e l 2 0 1 3 Ce r v e d h a av u to34.322 clienti attivi e nell’anno haregistrato ricavi per 313,48 milioni,in crescita del 10% rispetto al 2012.L’utile netto è stato di 7,96 milioni, incalo del 75% sull’anno precedente,ma il margine operativo lordo è sali-to da 142,5 a 151,5 milioni. Il grup-po ha erogato e monitorato per leimprese e le banche italiane circa1.500 miliardi di crediti l’anno scor-so, con una rete di vendita che almaggio scorso era di 279 funziona-ri, più 680 persone nella strutturaorganizzativa. È l’operatore di riferi-mento nel Paese nel «credit infor-

mation», le informazioni creditizie,dove dichiara una quota di mercato2012 del 42%. Il settore coprel’84% dei ricavi 2013. È cresciutodurante la crisi e l’azienda intendepuntare ora in particolare sull’attivi-tà del recupero crediti, prevista inaumento.

Cerved è portata un Borsa daUnicredit (in conflitto d’interessi,perché è anche creditore), BancaImi, Mediobanca e JP Morgan. Laforchetta di prezzo riflette una valu-tazione della società che oscilla fra9,9 volte e 11,4 volte il margineoperativo lordo. È meno delle con-correnti Experian e Equifax, che so-no state valutate a multipli di 13 volte, ma in linea con l’altra rivale Dun & Bradstreet che viaggia a 9,9.

A. PU.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Matricole Dai 2.500 ai 3.250 euro per diventare soci. Valutazioni meno care dei concorrenti. Sarà quotata al listino principale. Il nodo dei debiti

Cerved Così la regina dei bilanci ballerà in Borsa con i grandi

DI MARCO SABELLA

Sensibili alla crescita

Società

Mota Engil Boskalis WestminsterStMicroelectronics NaturexGefran Eurotech WppLafarge HeidelbergCement Unicredit MediasetMEDIA

Settore

Industria

Industria

Hi Tech

Largo consumo

Industria

Hi Tech

Media

Costruzioni

Cemento

Banche

Media

Borsa

Lisbona

Amsterdam

Parigi

Parigi

Milano

Milano

Londra

Parigi

Francoforte

Milano

Milano

Prezzo P/E201510/6/2014

6,2542,59

7,1366,23

3,872,35

1.30067,1364,00

6,803,78

12,4714,0719,5220,208,10

14,4414,1116,2413,0913,0224,3414,87

185,13%41,97%-2,06%15,54%54,18%94,85%17,12%25,66%10,64%70,26%55,05%48,32%

39,20%11,46%24,45%17,77%38,21%27,33%-5,18%25,08%16,26%26,28%

9,12%19,97%

Rend.%dividendi

Rendimento%

1 annoDa inizio

anno2,34%3,11%4,11%0,18%

N.D.N.D.

2,85%1,73%1,43%1,64%1,59%1,78%

Fonte: Tendercapital. Dati in valuta locale

Abbandonare le car-rozze lente e sicuredei titoli difensiviper salire sull’alta

velocità delle società e deisettori più ciclici, i cui profit-ti (e di conseguenza le quo-tazioni di Borsa) si impenna-no ai primi segnali di ripresa.È questa l’indicazione cheproviene dai fund manager edai grandi investitori inter-nazionali dopo l’azione di ri-lancio monetario intrapresa dalla Bce e di fronte ai nuoviscenari di crescita degli utiliaziendali nell’eurozona.

Le scelte all’interno deiportafogli favoriscono il pas-

saggio da comparti difensivicome le telecom, i farmaceu-tici, e il largo consumo, versosettori più volatili ma poten-zialmente più redditizi, comele costruzioni (Lafarge, Hei-delbergCement), l’hi tech(STMicroelectronics, Euro-tech), i media (WPP, Media-set) gli industriali (Cnh, Ge-fran) i finanziari (Unicredit).

Titoli e settori che da gen-naio hanno già dato buonesoddisfazioni agli investitori«ma che potrebbero subireuna ulteriore spinta, con rial-zi medi compresi fra il 10 e il15%, se la ripresa si consoli-derà e se il cambio dollaro/euro comincerà a scendereverso un target di 1,28 (oggi1,35) che è il possibile obiet-tivo di fine anno dopo la ma-novra della Bce», commentaNicola Esposito, responsabi-le investimenti di Tenderca-pital, una società indipen-dente di gestione del rispar-mio con sedi a Milano, Luga-no e Londra.

FattoriMa non c’è soltanto la po-

litica monetaria, e il riequili-brio del tasso di cambio dol-laro/euro, dietro la forza deisettori ciclici. «Rispetto allestime di inizio anno, che ipo-tizzavano per l’eurozona unacrescita degli utili del 13%nel 2014, le continue revisio-ni al ribasso hanno portato leattese di aumento dei profittiall’attuale livello del 7%. Ma-la media non dice tutto. In-fatti mentre le stime sui pro-fitti a 12 mesi dei compartidifensivi sono scesi in mediadel 3,6%, nei settori ciclici so-no salite del 2,1% rispetto aivalori ipotizzati a inizio an-no», scrive Mislav Matejka,strategist azionario di JPMorgan Cazenove in unostudio appena pubblicato.Per questa ragioni gli strate-gist del gruppo statunitensesuggeriscono di aumentare ilpeso in portafoglio dei finan-ziari «che beneficiano di co-sti di raccolta più bassi e che

hanno valutazioni conve-nienti»; dei materiali di basee delle costruzioni «che rap-presentano una scommessasulla ripresa dei paesi svilup-pati e che realizzano unaquota modesta di ricavi inCina»; e delle società dell’in-formation technology «chehanno migliorato l’efficienzaoperativa riducendo le scor-te di magazzino e favoritedalla ripresa globale».

Il lato italianoPiazza Affari, «che insie-

me ai mercati azionari peri-ferici offre il maggior poten-ziale di rialzo degli utili»,sottolinea lo studio è ricca dititoli in questi comparti. «Sitratta spesso di società pic-cole e leader globali di nic-chia come Eurotech, attivanelle nanotecnologie, o Ge-fran, nella componentisticaauto di ultima generazione,che realizzano oltre la metàdel loro fatturato all’estero eche hanno un potenziale di

crescita degli utili e dellequotazioni superiore al 20%nei prossimi 6-12 mesi»,commenta Esposito. Anchegruppi industriali di maggio-ri dimensioni, come StMi-croelectronics, un fatturatoper il 76% realizzato al difuori dell’Europa «dopo il ri-torno all’utile potrebbe riser-vare sorprese a doppia ci-fra», sottolinea il gestore.Mentre gruppi bancari e deimedia più «tradizionali», co-me Mediaset e Unicredit po-trebbero crescere di un valo-re compreso fra il 10 e il 15%,secondo Terndercapital.

I maggiori gruppi interna-zionali delle costruzioni, tracui Lafarge e HeidelgergCe-ment, giudicati overweightdagli analisti di JPMorganCazenove, potrebbero inveceavvantaggiarsi del trend dilungo periodo legato all’au-mento della spesa per co-struzioni e infrastrutture.Secondo uno studio dell’Oc-se entro il 2030, a livello glo-bale, verranno spesi nellegrandi opere capitali per 53mila miliardi di dollari, unacifra colossale capace di im-pattare sulla crescita mon-diale.

Il recuperoUn’altra strategia di JP

Morgan consiste nel puntaresulle società che hanno regi-strato le peggiori performan-ce a 12 mesi all’interno diquesti comparti. E la sceltadel «bottom fishing», la pe-sca di profondità, suggerisceagli analisti Usa di puntaresu aziende leader nei mate-riali di base come Arcelor-Mital e Rio Tinto, in regressodel 14 e del 7% da inizio an-no. O su Carnival e Lufthan-sa nel tempo libero e nei tra-sporti aerei.

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1 Calcio & Finanza

Mondiali: Fiat, Pirelli, Telecom, Autogrill e Campari pronti a fare golI l mondiale di calcio farà bene alla crescita

economica del Brasile e alle performance diborsa dei titoli locali o delle aziende che hannouna forte presenza nel gigante sudamericano.L’interrogativo, in generale, ricorre in concomi-tanza dei grandi eventi sportivi in grado di cata-lizzare l’interesse di milioni (o addirittura miliar-di) di appassionati, e cerca di mettere in lucel’impatto economico dei grandi eventi sull’eco-nomia locale.

Nel caso del mondiale brasiliano gli speciali-sti di IG, un broker specializzato nel trading dicontratti per differenza, e attivo nelle analisi dimercato, offrono una risposta articolata.

«Dalle nostre ricerche non sono emerse rela-zioni significative sugli effetti positivi netti sulleattività economiche che possono verificarsi conl’organizzazione di un Mondiale di calcio», diceVincenzo Longo, il market strategist che insieme

a Filippo Diodovich ha realizzato una ricerca suquesto tema. «Abbiamo tuttavia ravvisato chestati più ricchi e industrializzati, dove il livello dicorruzione è molto basso, hanno ottenuto risul-tati migliori a livello economico rispetto ai pochipaesi emergenti che fino ad oggi hanno ospitato

la World Cup», aggiunge Longo. Una rispostaapparentemente sibillina ma che lascia intrave-dere un sostanziale stallo per il gigante latinoa-mericano i cui standard di «governance» nonsono esattamente quelli della Svezia.

Il Mondiale offre tuttavia spunti di sviluppoad alcune società più direttamente impattatedall’evento. Gli strategist di IG hanno individuatoin particolare Ecorodavias, una società autostra-dale che potrebbe risentire positivamente nelmedio termine dell’aumento del traffico dei vei-coli collegato all’incremento dei flussi turistici.C’è poi il caso di Cielo, la più grande azienda delSudamerica che gestisce i sistemi di pagamentodelle carte di credito e dei bancomat dei circuitiVisa, Mastercard e Diners Club. «La società po-trebbe beneficiare dell’atteso aumento dei pa-gamenti mediante carte. Sempre più raramente,infatti, i turisti cambiano il denaro nella valuta

del paese di destinazione», sottolinea Longo.Infine Eletrobras, la maggiore compagnia elet-trica brasiliana, dovrebbe risentire positivamen-te dell’aumento della domanda di energia elet-trica associata allo svolgimento dei Mondiali.

Non direttamente coinvolte dall’evento, macomunque fortemente implicate nello sviluppodell’economia del Paese, ci sono poi primariesocietà italiane del calibro di Fiat, Pirelli e Tele-com Italia. Mentre fra le aziende tricolori che nelbreve termine potrebbero trarre vantaggi dal-l’evento mondiale, secondo IG, ci sono Atlantia«che gestisce oltre 1.500 km di autostrade e do-vrebbe risentire positivamente dell’aumentodella circolazione di veicoli», Autogrill e Campari«in vista del probabile aumento del consumo dialcolici».

M. SAB.© RIPRODUZIONE RISERVATA

World Cup Neymar, attaccante del Brasile. Una delle stelle dei Mondiali

Media & TechPier Silvio Berlusconi(Mediaset) e in altoCarlo Bozzotti, alla guida di Stm

Segnali positivi dal Pil potrebbero valere un balzo del 10% sui listini

Trend Politica monetaria e ritorno allo sviluppo favoriscono le società più volatili

Azioni I titoli da ripresaabitano in Piazza AffariBanche, industriali e hi tech sono settori reattivi ai dati economiciI titoli? Unicredit, Stm, Gefran, Eurotech, Mediaset e Lafarge

Sotto la lente Le principali informazioni sul collocamento di Cerved. Dati 2013, variazioni su 2012

*Al 31/3/2014 rispetto al 31/12/2012; ** In caso di esercizio integrale della greenshoe

Fatturato:

Utile netto:

Debiti netti:

Patrimonio netto:

Margineoperativo lordo:

Mercatodi quotazione:

Coordinatoridell’offerta:

Responsabiledel collocamento:

313,48 milioni di euro (+10%)7,96 milioni di euro (-75%)757,78 milioni di euro* (+168%)371,43 milioni* (+125%)

151,55 milioni (+4,7%)

principale

Banca Imi, JPMorgan, Mediobanca, Unicredit

Unicredit

Offerta pubblica:

Inizio negoziazioniprevisto:

Prezzo indicativo:

Lotto minimo:

Azioni in offertaal pubblico:

Flottante max:

Chi vende:

Aumentodi capitale:

fino al 18 giugno

24 giugno

5-6,50 euro/azione2.500-3.250 euro

10%

49,2**Chopin Holdings(fondo Cvc)

Page 21: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 21

Imuscoli dell’euro sarannomeno tonici? É la domandache molti investitori si pongo-no dopo le decisioni della Bce

del 5 giugno che hanno comeobiettivo, anche, quello di indebo-lire la valuta unica, troppo forte ri-spetto alla altre divise principali, apartire dal dollaro, con pesanti enegative conseguenze sulle impre-se dell’Unione. É quindi arrivato ilmomento di scommettere sulla ri-presa di altre monete?

ScelteInvestire in valuta estera si pre-

sta, da sempre, ad una doppia let-tura. Da un lato la necessaria e op-portuna diversificazione e dall’al-tra la ricerca di extra rendimento.Generato non tanto, o non solo da-gli strumenti immessi in portafo-glio, azioni, obbligazioni o titoli diStato che siano, ma dalla rivaluta-zione della moneta di riferimento.

Prima indicazione: si tratta diun comparto del mercato finanzia-rio che pretende comunque unapropensione al rischio, ancorchénon eccessiva. Che sale se al porta-foglio vengono destinate quote ri-levanti di titoli in valute di Paesiemergenti. A condizione, in questocome in altri casi, di rispettare lanormativa Mifid.

Quando si parla di valuta esterail pensiero va, per la maggior partedegli investitori, al dollaro Usa oalla sterlina inglese. Le monete do-

ve si concentrano, oltre allo yen, lepiù elevate quantità di scambi conl’euro.

Opportunità Ma l’Europa, naturalmente

quella che non ha scelto la monetaunica come valuta nazionale, offreancora molte opportunità. A co-minciare dalle corone nordiche.Per sconfinare nell’estremo orien-te del vecchio continente, fino allaparte più meridionale, dove Asiaed Europa quasi si confondono. Inogni caso, sarebbe consigliabile ri-correre a strumenti obbligazionari

assegnatari di un elevato grado diaffidabilità come quelli da emessida organismi sovranazionali, laBanca europea per gli investimentiad esempio, da grandi aziende, co-me General Electric, o singoli go-verni: tre tra i principali protagoni-sti del mercato obbligazionario. Le

emissioni denominate nelle quat-tro tipologie di corone, compresaquella della repubblica ceca, nonespongono a rischi elevati e posso-no rappresentare un comparto chedovrebbe proteggere i capitali in-vestiti, in prospettiva futura. Certo,come si può vedere dalla tabella, irendimenti dei titoli in corona so-no minimi, ma la scommessa sigioca su una rivalutazione dellamoneta.

Non è da escludere che la quota-zione della divisa unica, alla lucedei possibili, ulteriori interventi daparte della Bce volti a supportare

la ripresa economica, possa subire,infatti, un generalizzato indeboli-mento. Sulla falsariga di quanto èavvenuto anche in tempi recentinegli Usa, in particolare negli anniin cui la Federal Reserve ha attuatola politica espansiva del quantitati-ve easing.

Più soggetti a possibili oscilla-zioni del rapporto di cambio sem-brano invece essere il fiorino un-gherese, la nuova lira turca.

Ma la situazione più interessan-te, per chi è dotato di un’alta pro-pensione al rischio, è rappresenta-ta dall’investimento — vedi tabella

— nella Bei denominata in rubli: iltitolo con scadenza a fine dicem-bre del 2014 rende il 7%. La vicen-da ucraina ha indebolito sensibil-mente il valore della divisa, ma lasoluzione della vicenda e la proba-bile sospensione delle sanzioni daparte dei paesi occidentali, potreb-be ridarle vigore. Si tratta certa-mente di una strategia che va at-tuata da chi dispone di buona co-noscenza dei mercati valutari e diuna capacità di sopportare even-tuali movimenti anche negativi delrapporto di cambio.

L’investimento in titoli denomi-nati in franchi svizzeri può rappre-sentare una scelta marginale, acausa del bassissimo livello deitassi d’interesse. Al tempo stesso, le prospettive economiche dellaSvizzera appaiono interessanti e iriflessi positivi sul valore della mo-neta potrebbero rivelarsi vincenti.

QuoteLa politica da attuare in materia

valutaria è legata, come sempre,alla capacità di resistere alle fasinegative. In pratica, con propen-sione al rischio modesta, la quotamassima di titoli in valuta esterada inserire in portafoglio può esse-re ipotizzata in misura pari al 10%.Valore che raddoppia, a fronte diuna buona propensione al rischioe che può raggiungere quote moltopiù alte, fino al 50%, se la tolleran-za alle oscillazioni dei rapporti dicambio è elevata.

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Strategie Dopo le decisioni della Bce l’euro dovrebbe svalutarsi. Ecco come diversificare il portafoglio e guadagnare sui cambi

Obbligazioni I titoli giusti per una trasferta sicuraCorone del Nord Europa per chi vuole stare tranquillo, rublo per una scommessa redditizia (ma rischiosa)DI ANGELO DRUSIANI Sotto la lente

Titolo

BeiRepubblica UngheriaGeneral ElectricBeiGeneral ElectricRepubblica PoloniaBeiGoverno NorvegiaBmwBeiBeiGeneral ElectricGoverno SvedeseBeiRegno Danimarca

Valuta

Rublo russo

Fiorino ungherese

Corona svedese (1)

Vorona cechia

Corona norvegese

Zloty polacco

Corona norvegese

Corona norvegese

Franco svizzero

Nuova Lira turca

Franco svizzero

Corona svedese (2)

Corona svedese (3)

Fiorino ungherese

Corona danese

Codice IsinXS0551324964

HU0000402268

XS0752041755

XS0163289795

XS0499381522

PL0000105953

XS0627893950

NO0010226962

CH0113927575

XS0640933809

CH0016267384

XS0542823546

SE0001517699

XS0458630778

DK0009922759

ScadenzaPrezzoRating

S&P 10/6/2014

29/12/2014

12/2/2015

24/2/2015

15/3/2015

31/3/2015

25/4/2015

15/5/2015

15/5/2015

29/6/2015

29/6/2015

22/7/2015

21/9/2015

12/7/2016

27/10/2016

15/11/2016

98,66103,83101,51102,97101,98102,62101,92103,27102,20100,96102,88

103,6105,17

109,6105,79

7,86%2,16%0,95%0,15%1,96%2,40%1,64%1,40%0,02%7,25%0,76%1,02%0,50%2,06%0,11%

AAABB

AA+AAAAA+

AAAAAAAA+

AAAAAAAA+AaaAAAAAA

Cedolalorda

Rend.%lordo

0,58 %2,89%2,12%0,07%

-3,04%-0,98%

--

-0,79%-3,87%

----

0,03%

Var.% cambida inizio

anno5,450%8,000%3,125%4,100%4,500%5,500%3,750%5,000%2,125%8,250%2,500%3,875%3,000%6,250%2,500%

Fonte: elaborazione CorrierEconomia

(1) Quota minima pari a 101.000 euro circa(2) Quota minima pari a 50.000 euro circa(3) Rating Moody's pari ad AAA di S&P

Una selezione di titoli in valuta

L’intervista Parla Davide Passero, amministratore delegato della compagnia

Genertel I vent’anni della web-polizza«Ora giochiamo a tutto campo»

La polizza in rete o al telefono compievent’anni: li festeggia Genertel (grup-po Generali), che nel 1994 ha comin-

ciato con le coperture di Rc auto. Davide Passero, amministratore delegato di Gener-tel e della controllata Genertel Life, spiegacom’è cambiato il mercato dell’assicurazio-ne diretta e quali sono le strategie dellacompagnia pioniera nel settore.

Quali sono stati i punti di forza di Ge-nertel nei suoi vent’anni di attività?

«L’innovazione; siamo stati i primi in Ita-lia a utilizzare Internet e lanciare polizze di-verse dalla rc auto, e i primi in Europa a of-frire un’App per accedere ai servizi dasmartphone e tablet. Siamo gli unici in Ita-lia a vendere una copertura rc auto con sca-tola nera che monitora lo stile di guida. E poi la qualità del servizio: un cliente su tre èpronto a raccomandarci».

Non avete punti deboli? Tutto perfet-to?

«No, la qualità del servizio è fatta d’infi-niti dettagli: nei momenti di picco capita chesi allunghino i tempi di risposta al call cen-ter. Per questo abbiamo predisposto un ser-vizio che evita al cliente l’attesa in linea e lofa ricontattare automaticamente dal primooperatore disponibile. Un’altra grande sfidache ci vede costantemente impegnati ri-guarda la velocità di liquidazione dei sini-stri».

In quali settori operate?«Siamo partiti con la Rc auto e poi abbia-

mo allargato la gamma a polizze casa, viag-gi, vita e previdenza. Al canale diretto se nesono aggiunti altri, come gli accordi di ban-cassicurazione, per esempio con Chebanca!e i gruppi Cassa di risparmio di Ravenna, Credito Valtellinese e Banca popolare di Ba-ri, per un totale di oltre 1.100 sportelli, e i cir-ca 1.800 promotori finanziari di Banca Ge-nerali. Abbiamo più di un milione di clienti,di cui circa 700 mila nella rc auto».

In Italia il mercato diretto è ancorauna nicchia...

«Oggi rappresenta quasi il 10% della rc

auto. In questa fase lo sviluppo è meno so-stenuto, perché le tariffe sono in calo e iclienti meno stimolati a cambiare compa-gnia».

Come sta andando la polizza con sca-tola nera Quality driver?

«Oltre le aspettative: un nuovo cliente sutre sceglie questo prodotto, che consente dioffrire tariffe convenienti a chi installa il di-spositivo».

Come va il settore non auto?«Rappresenta circa il 20% della raccolta

di Genertel, è caratterizzato da una crescitapiuttosto sostenuta e ci permette di offrireuna protezione a 360 gradi».

Qual è l’andamento di Genertel Life, incui operate anche con i promotori finan-ziari di Banca Generali?

«I risultati del 2013 sono stati molto si-gnificativi, con una raccolta pari a 2,4 mi-liardi di euro. Questo risultato è stato realiz-zato principalmente attraverso i promotorifinanziari e la bancassicurazione, ma anchecon il contributo degli oltre cento operatoridel call center. Per il 2014 prevediamo untrend favorevole nel segmento».

Le prospettive del mercato diretto?«È destinato a una crescita strutturale

grazie alla diffusione crescente di smar-tphone e tablet. Abbiamo oltre 12 milioni dicontatti all’anno al nostro sito, e la quota diaccessi da mobile nei primi mesi del 2014 èstata pari al 20%, contro il 5% dello scorsoanno».

Obiettivi strategici a breve?«Lo sviluppo di prodotti, Quality pro-

ducts, arricchiti da servizi di prevenzionedel rischio e assistenza. Inoltre vogliamosviluppare gli accessi anche attraverso so-cial network: i clienti ormai danno perscontato che una compagnia come la nostraascolti la rete».

ROBERTO E. BAGNOLIwww.iomiassicuro.it

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Il budget familiareGuadagnare e risparmiare

Investimenti

2009

7,48,5

9,5

12

14,6

2010 2011 2012 2013

Numeri & volti

Fonte: elaborazione CorrierEconomia

Numero di attiviin gestionedal 2009 al 2013Dati in miliardidi euro

Raccolta nettaramo vita(in milionidi euro)

DavidePassero

amministratoredelegato

di Genertel

Raccolta nettaramo danni(in milionidi euro)

ramo vitamo v(in milionioni(in di euro)di euro)(

2009 2010 2011 2012 2013

676809

369

823

1.283

Rnnrr(dd(

2009 2010 2011 2012 2013

267 298363

425 447

«Non più solo Rc auto, crescono Danni e Vita. E accordi di distribuzione con le banche»

Se si è prudenti i bond in valuta non devono superare il 10% del portafoglio

Deutsche Asset&WealthManagement

Prima dell’adesione leggere il documento di quotazione, il prospetto ed il KIID delcomparto rilevante.

Avvertenze – Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso Deutsche Bank AG, Via Turati 27,

20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. db x-trackers è un marchio commerciale di proprietà di

Deutsche Bank AG. Gli ETF descritti nel presente opuscolo informativo sono azioni di db x-trackers, una

società d’investimento costituita ai sensi del diritto lussemburghese nella forma di Société d’Investissement

à Capital Variable (SICAV). Deutsche Bank AG e lo sponsor degli indici non rilasciano alcuna dichiarazione

o garanzia circa i rendimenti che possono essere ottenuti dall’utilizzo del relativo indice. Le informazioni

contenute nel presente documento sono destinate esclusivamente all’utilizzo in Italia. La pubblicazione

del presente documento non costituisce una modalità di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG

e non costituisce o intende fornire alcun giudizio, da parte della stessa, sull’opportunità dell’eventuale

investimento ivi descritto. Deutsche Asset &Wealth Management racchiude in sé tutte le attività di asset

management and wealth management condotte da Deutsche Bank AG e dalle sue filiali e succursali.

Deutsche Asset & Wealth Management fornisce prodotti e servizi alla propria clientela tramite una o più

soggetti giuridici che possono essere indentificati dai clienti all’interno dei contratti, accordi, materiali di

offerta o altra documentazione pertinente a tali prodotti o servizi.

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Numero verde: 800 90 22 55

ISIN TER Dividendi Replica

LU0875160326 1,10% Distribuzione Diretta

Il primo ETF fisico in Europa sull’indicedi azioni A cinesi CSI300db x-trackersHarvest CSI300 IndexUCITS ETF (DR)

Page 22: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

22 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Gli indici di Borsa sono in cre-scita continua da circa due an-ni. Ma non tutti vanno allastessa velocità e, soprattutto,

non tutti hanno toccato i loro massimi.Ad esempio, mentre l’S&P500 di Wall Street e il Dax di Francoforte stazionanooltre il 20% al di sopra delle vette regi-strate nel 2007, prima della lunga crisi fi-nanziaria, altri indici sono lontanissimida quei livelli. Tra questi figura il Nikkei225 di Tokyo che nonostante la forte ac-celerazione del 2013 (+56%) dista at-tualmente ancora il 61,3% dal massimostorico di sempre fissato nel dicembre 1989. Anche l’Ftse Mib di Piazza Affarinon scherza in termini di ritardo(-49,8% dal picco del 2007), come l’Ibexdi Madrid (-30,6%), l’Eurostoxx 50(-27,7%), l’Hang Seng di Hong Kong (-27,5%) e il Cac 40 di Parigi (-25,7%).

Le previsioniMa conviene puntare ora sulla Bor-

sa? La risposta di analisti e gestori è ingenere positiva. Bnp Paribas InvestmentPartners, per esempio, sovrappesa gli in-dici azionari globali perché ritiene che lapolitica monetaria delle banche centrali,la ripresa graduale dell’economia e l’in-flazione sotto controllo stiano disegnan-do uno scenario positivo per i mercati fi-nanziari.

Vontobel concorda e ritiene che imercati azionari continueranno ad esse-re sostenuti anche dai rendimenti de-pressi dei titoli di Stato e dai ragionevoliutili aziendali. Inoltre la liquidità è ab-bondante e non c’è quel clima di euforia,tipico di un punto culminante che prece-de lo scoppio di una bolla finanziaria.BlackRock suggerisce un approccio pru-dente e selettivo: Giappone ed Europa

sono ora le prime scelte. Tokyo è anche illistino azionario privilegiato da UBP(Union Bancaire Privée) soprattutto do-po la correzione da inizio anno.

Ma dove potrebbero spingersi gli in-dici nei prossimi mesi? Il Global EquityResearch del Credit Suisse nell’Invest-ment Strategy del 30 maggio scorso harielaborato i target per i principali indiciazionari internazionali a fine 2014: l’S&P500 è visto a 2.020 punti, l’Ftse 100di Londra a 7.100 punti, l’Eurostoxx 50 a3.600 punti, il Nikkei 225 di Tokyo a16.000 punti. Il potenziale di guadagno,inclusi i dividendi attesi nel periodo, daqui al 31 dicembre potrebbe quindi esse-re dell’11,2% per l’Eurostoxx 50, del 7,6%

per il Nikkei 225, del 9,6% per l’Ftse100,del 5,5% per l’S&P500 e del 7,2% perl’Msci Emerging Markets.

Italia & EuropaCome fare per investire sugli indici

più lontani dai massimi? La strada piùsemplice ed economica è rappresentatadagli Etf (Exchange traded funds), cioè iprodotti quotati in Borsa che replicanofedelmente un preciso indice azionario.Il tutto, senza commissioni di entrata euscita, con costi negoziazione identici aquelli per le azioni e oneri di gestione(inclusi nel valore della quota) ridotti aiminimi termini. Vediamo le possibiliscelte. Sono sette gli Etf specializzati su-

gli indici del listino azionario milanese(esclusi quelli strutturati. Tra i migliorisulla distanza dei tre anni, si sono distin-ti due prodotti legati all’Ftse Mib: l’Amundi Ftse Mib Ucits Etf (+18,32%), el’ omologo di iShares (+17,72%).

Per chi volesse invece cavalcare il po-tenziale recupero dei massimi delle Bor-se della zona euro, l’offerta si allarga a 30Etf (sempre al netto di quelli strutturati)i primi tre dei quali, in base alla perfor-mance degli ultimi 36 mesi, sono tutticollegati all’Eurostoxx 50 con perfor-mance superiori al 33%.

Altri mercatiSono 17 gli Etf collegati agli indici di

Tokyo. Il podio dei migliori e a tre anni, èinfatti singolarmente composto da tre

prodotti indirizzati su altrettanti basketazionari giapponesi: l’RBS collegato alTpix (+49,9%), l’iShares che replica l’in-dice Morgan Stanley Capital Internatio-nal del Giappone con copertura del ri-schio di cambio (+48,8%), e l’iSharesNikkei 225 Ucits Etf (+39,29%). Per gliinvestitori interessati, invece, a puntaresul recupero dei massimi in Borsa a Ma-drid, Parigi e Hong Kong, l’offerta è ri-dotta a pochi prodotti: l’Amundi EtfMsci Spain (per l’azionario Spagna), ilDb x-trackers CAC 40 e l’Amundi EtfCAC 40 Ucits C (per l’azionario Francia),il PowerShares Ftse Rafi Hong KongChina e il Lyxor Ucits Etf Hong Kong.

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DI FRANCESCA MONTI

Fonte: elaborazione CorrierEconomia. note: (1) dal massimo assoluto; (2) dal massimo del 2007

Pochi vincitori, tanti vinti

Indici

Quotazione

maxPaese oggi Diff.%-61,3%

-49,8%

-30,6%

-27,7%

-27,5%

-25,7%

-14,4%

-9,1%

1,9%

23,2%

24,5%

15.077

22.290

11.064

3.294

22.951

4.581

4.321

8.660

6.858

9.987

1.949

38.915

44.364

15.945

4.557

31.638

6.168

5.048

9.531

6.732

8.105

1.565

Nikkei 225 (1)

FtseMib (2)

Ibex 35 (2)

Eurostoxx 50 (2)

Hang Seng (2)

Cac 40 (2)

Nasdaq composite (Hi tech) (1)

Smi (2)

Ftse 100 (2)

Dax (2)

S&P 500 (2)

Giappone

Italia

Spagna

area euro

Homg Kong

Francia

USA

Svizzera

Regni Unito

Germania

USA

I principali listini e loro posizione rispetto ai massimi

Istruzioni per l’uso

Dal ballo dei settorialle strategie stile hedge

Non solo diversificazione, ma anche sofisticate strategieper ottimizzare il rischio/rendimento di portafoglio, sono,oggi, possibili con gli Etf (i fondi indicizzati), grazie al-

l’ampia gamma d’offerta. Ad esempio, sfruttando gli Etf long (chepuntano al rialzo) e short (che scommettono sul ribasso), è possi-bile contenere le perdite e persino guadagnare. Come? Assumen-do una posizione long su un settore, un mercato, un paese che sisuppone possa andare meglio e short su quello più zoppicante. Ilguadagno deriva dalla differenza tra i due rendimenti. «Questastrategia che si chiama “market neutral” — spiega Marcello Chel-li, referente per gli Etf di Lyxor in Italia — è efficace in ambito set-toriale, per guadagnare in tutte le fasi di mercato, giocando suisettori ciclici e difensivi, in base alle condizioni macroeconomi-che». Gli Etf settoriali si prestano bene anche per implementare ilrendimento di portafoglio. «Con la crescente correlazione delle economie mondiali — continua Chelli — la diversificazione su in-dici azionari geografici presenta dei limiti, perché può succedereche all’interno dell’indice, i settori corrano in modo diverso, Per

migliorare la performance si possono utilizzare Etf che puntanosui comparti in cui maggiormente si crede».

«Tenendo conto — aggiunge Mauro Giangrande, responsabilepassive distribution di DeAWM Italia (gruppo Deutsche Bank) — che oggi, sul mercato sono disponibili numerose tipologie diEtf settoriali, che seguono indici con titoli selezionati, in base a di-versi criteri, come i fondamentali, i trend operativi, l’area geogra-fica e che si prestano a una molteplicità di strategie». Tra le piùcomuni ci sono la copertura dal rischio cambio (quando s’investesui mercati azionari extra europei) e la protezione dal rialzo deitassi.

«Certo — spiega Simone Rosti, responsabile per l’Italia di UbsEtf — per difendersi totalmente dal rischio cambio, bisogna sce-gliere un Etf con copertura, ma se si vuole scommettere non solosul mercato ma anche sulla rivalutazione di una valuta senza ri-schiare troppo, si può scegliere una copertura parziale, suddivi-dendo l’investimento su due prodotti. Ovvero, si può investire me-tà dell’importo sul replicante dell’indice dell’area geografica desi-derata con titoli in valuta locale, senza copertura e che consente diguadagnare sull’apprezzamento del mercato e della divisa, men-tre l’altra metà dell’importo, conviene investirlo su un Etf con ilmedesimo sottostante, ma con copertura del rischio cambio». Permitigare il rischio di improvvisi rialzi dei tassi, la strategia sugge-rita da Francesco Lomartire, Etf specialist per Spdr Etf (divisionedi State Street Global Advisors) si realizza affiancando a un cloneobbligazionario tradizionale a media e lunga durata (che soffri-rebbe in caso di rialzo dei tassi), il replicante di un indice obbliga-zionario a scadenza breve che consente di poter cambiare facil-mente direzione e riposizionarsi sulle durate più opportune.

P. PU.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Europa, la corsa senza fiato dei replicantiIl boom dei fondi indicizzati: entro fine anno 50 miliardi di dollari di nuovi flussi

Marciano a passo spe-dito gli Etp europei(Exchange traded

product, l’acronimo che rag-gruppa gli strumenti che repli-cano indici, titoli e materie pri-me come gli Etf). Mese dopomese, senza mollare, si avvia-no a chiudere un anno da pri-mato. In maggio, secondol’Osservatorio BlackRock, nel-le casse dell’industria dei fon-di indicizzati nell’Eurozona so-no entrati 5,3 miliardi di dolla-ri (oltre 4 miliardi sull’aziona-rio), portando il patrimoniocomplessivo a quota 454,3 mi-liardi (dai 420 di fine dicem-bre) per 2.183 prodotti.

«Con questo ritmo accele-rato di raccolta e l’attesa ripre-sa economica in Europa, — di-ce Emanuele Bellingeri re-sponsabile per l’Italia di iSha-

res, gruppo BlackRock — èprevedibile che l’industria eu-ropea arrivi a toccare la sogliadei 50 miliardi di dollari dinuovi flussi entro fine anno,segnando un record storico».

Le preferenzeA trainare la raccolta tra gli

azionari sono i mercati svilup-pati, con flussi per 12 miliardidi dollari da inizio anno, di cui4,7 sull’Europa, che sta diven-tando sempre più attraente,grazie alle mosse della Bce. Sitorna a scrutare anche gliemergenti, sia sul fronte azio-nario (in maggio hanno rac-colto 766 milioni di dollari eoltre un miliardo da gennaio),sia sull’obbligazionario che,nel mese delle rose, ha raccol-to un miliardo di dollari e 2,5da gennaio.

Nel recinto del reddito fissocontinuano a intercettare con-sensi e soldi gli Etf che replica-no indici di corporate bond in-vestment grade (375 milioni didollari di raccolta in maggio e3,2 miliardi da inizio anno) ehigh yield (815 milioni da ini-zio anno). Al contrario, perdo-no attrattiva i governativi che,a maggio, hanno raccolto solo80 milioni (3,8 miliardi da ini-zio anno). Contrastato, invece,l’interesse per le commodityche hanno iniziato il 2014 inrosso, per riprendere fiato da febbraio ad aprile, con unaraccolta complessiva di 1,4 mi-liardi di dollari, per poi fletterein maggio, andando in negati-vo per 470 milioni di dollari.

In linea con il trend euro-peo è anche l’EtfPlus, a piazzaAffari, dove, con una raccolta

di oltre 880 milioni nel mesedi maggio, il patrimonio ha su-perato quota 30,5 miliardi dieuro (28,5 miliardi per gli Etf edue miliardi per gli Etc), increscita del 5,66% rispetto allafine di aprile. E così l’industriaè impegnata sull’ampliamentodell’offerta, puntando sull’in-novazione.

Nuovi arriviIn casa DeAwm Italia (Deu-

tsche Bank) da dove, nei primimesi di quest’anno, sono uscitidue Etf (uno long e uno short)per prendere posizione sul de-bito pubblico giapponese (ti-toli denominati in yen, senzacopertura di cambio), sono,appunto, focalizzati sullo svi-luppo della gamma di Etf ob-bligazionari. «Perché, — spie-ga Mauro Giangrande, re-sponsabile passive distribu-tion di DeAwm Italia, —l’offerta degli azionari è giàricca e completa, mentre inambito reddito fisso ci sonoancora aree geografiche e set-toriali scoperte». DeAWM

prosegue anche nel program-ma di switch della replica degliEtf azionari, da sintetica a fisi-ca. «Non perché la replica fisi-ca sia più efficace — prosegueGiangrande — ma per andareincontro agli investitori chehanno dimostrato di gradirla,in quanto più comprensibile».

Amundi punta agli Etf ob-bligazionari, ma per renderepiù appetibile i prodotti, è im-pegnata anche su: taglio dicommissioni, efficienza deiprodotti e lavora a gli Etf intel-ligenti. «L’obiettivo è di offrireprodotti che consentano di su-perare gli indici tradizionali,— dice Vincenzo Sagone, co-responsabile dell’Etf BusinessUnit di Amundi Sgr — perquesto motivo, dopo aver lan-ciato a febbraio il nostro pri-mo Smart Beta, l’Amundi EtfMsci Europe minimum volati-lity, abbiamo siglato una part-nership con Edhec per la crea-zione di Etf innovativi in arri-vo dopo l’estate».

PATRIZIA PULIAFITO© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Andamenti & Previsioni

Fonte: BlackRock Etp Landscape. Dati a fine maggio 2014

Patrimonio Etpa livello europeoper classedi investimento

Il portafoglio

BlackRock Etp Landscape. Dati a fi

Azioni Paesisviluppati

61,2%

Altro0,5%Commodity10%Reddito fisso21,2% Azioni Paesi

emergenti7,1%

Fonte: elaborazione CorrierEconomia

I migliori replicanti

AZIONARI ITALIA

AZIONARI AREA EURO

Performance %da inizio

anno 1 anno 3 anni

37,88%

37,76%

37,93%

37,88%

37,76%

37,93%

18,81%

18,63%

19,89%

Amundi Etf Ftse Mib Ucits Etf

Ishares Ftse Mib Ucits Etf

Amundi Etf Msci Italy Ucits Etf

AZIONARI GIAPPONE

Performance %da inizio

anno 1 anno 3 anni

49,92%

48,82%

39,29%

18,91%

17,1%

11,79%

-5,13%

-5,41%

-2,85%

Rbs Market Access Topix Eur Hedged Etf

Ishares Msci Japan Eur Hedged Ucits Etf

Ishares Nikkei 225 Ucits Etf

33,46%

33,25%

33,21%

27,28%

25,27%

26,69%

8,87%

8,36%

8,40%

Ishares Euro Stoxx 50 - B Ucits Etf

Db X-trackers Euro Stoxx 50® Ucits Etf

Amundi Etf Euro Stoxx 50 Ucits Etf

R

Ish

Gli Etf con le migliori performancecon i listini lontani dai massimi

Piazza Affari è la migliore da inizio anno, ma oggi vale poco più della metà del 2007

Strategie Le azioni preferite ai bond. I prezzi sono ancora ridimensionati. Come cavalcare il recupero

Borsa Vado al massimo, con gli EtfSolo l’S&P500 e il Dax oltre le vette pre crisi. Per gli altri indici la rincorsa continua...

Osservatorio Etf

Fonte: BlackRock Etp Landscape. Dati a fine maggio 2014. *miliardi di dollari

La lunga crescita

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Patrimonio Etf CommodityPatrimonio Etf obbligazionariPatrimonio Etf AzionariPatrimonio in altri Etp

Numero EtfNumero altri Etp

Page 23: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 23

LA POSTABONUS MOBILI

L’importante è ristrutturareA breve dovrò rifare comple-tamente la pavimentazioneesterna alla mia abitazione.Avrei anche l’intenzione disostituire la cucina perchédopo più di trent’anni è dete-riorata. Potrò usufruire an-che del bonus mobili?

Lettera firmata - via email

Come indicato nella circolare29/E del 18 settembre 2013 perpoter beneficiare del bonusper l’acquisto di mobili ed elet-trodomestici è necessario aversostenuto spese per manuten-zione straordinaria successiva-mente al 26 giugno 2012 sullequali si è goduto della detra-zione del 50%. Nel caso in cuil’intervento di sostituzionedella pavimentazione esternarientrasse tra gli interventi dimanutenzione straordinaria diconseguenza sarebbe agevola-bile anche l’acquisto di mobilied elettrodomestici. Non è ri-chiesto, infatti, un collegamen-to diretto tra i mobili acquistatie l’ambiente ristrutturato. Il le-game deve esistere tra spesaper l’arredamento e l’immobi-le ristrutturato per il quale sichiede la detrazione del 50%.

Se la detrazioneè stata trasferitaÉ possibile beneficiare delbonus per i mobili destinatiad arredare un appartamen-to ristrutturato dal prece-dente proprietario? Precisoche il diritto alla detrazionemi è stato trasferito con indi-cazione nel rogito.

Lettera firmata — via email

Per analogia con quanto chia-rito nella circolare 29/E 2013

per l’acquisto di immobilicompletamente ristrutturati,si ritiene che si possa fruire delbonus mobili nel caso di acqui-sto di un appartamento ri-strutturato dal precedenteproprietario con trasferimentodel diritto alla detrazione.

CONDOMINIO

Canne fumarieabbattuteUn condomino, per sue esi-genze, ha abbattuto, al sestopiano dell’edificio, due can-ne fumarie. Ce ne siamo ac-corti soltanto ora, dopo di-versi anni. Cosa possiamofare per obbligarlo a ripristi-narle?

Lettera firmata - MILANO

Se le canne fumarie abbattutesono condominiali, e sono tra-scorsi meno di venti anni dalfatto, l’amministratore può in-viare al condomino una racco-mandata con avviso di ricevi-mento, invitandolo a ripristi-nare lo stato dei luoghi a pro-p r i a c u ra e s p e s e , e n t rocongruo termine. Se l’invitoviene disatteso l’amministra-tore può convocare un’assem-blea straordinaria con all’ordi-ne del giorno l’affidamento

a un avvocato del mandato diricorrere all’autorità giudizia-ria.

DIRITTO

Donazioneo venditaMia madre vuole dividere lasua casa per darla metà alsottoscritto, e l’altra metà amia sorella visto che sua fi-glia si sposa. Mia madrevenderebbe la metà della ca-sa a mia nipote. Mentre perla mia parte vorrebbe fareuna donazione. E’ una solu-zione corretta tenendo contoanche dell’Imu? La rendita èdi circa 400 euro.

Lettera firmata - via email

A fronte di una vendita alla ni-pote, la contemporanea dona-zione creerebbe problemi nelmomento in cui la madre ve-nisse a mancare e rischierebbedi mettere la casa fuori com-mercio per un periodo nonbreve (vent’anni dalla donazio-ne o dieci dall’eventuale scom-parsa della mamma). A costodi spendere un po’ di più ri-spetto alla donazione, sarebbe

preferibile un atto di ven-dita dalla madre al figliodella sola nuda proprie-tà. La madre si riserve-

rebbe l’usufrutto: in questomodo il figlio eviterebbe di pa-gare l’Imu per la seconda casa.Dato che la rendita catastalenon è alta, il peso fiscale del-l’atto non sarà eccessivo.

DICHIARAZIONE REDDITI

La detrazioneper i materassiAcquistando un materassoortopedico posso usufruiredella detrazione del 19% indichiarazione dei redditi?Serve la prescrizione medi-ca?

Lettera firmata - via email

La risoluzione 11 del 26 genna-io 2007 ha chiarito che sonodetraibili le spese sostenuteper l’acquisto di un materassosolo se possiede caratteristi-che tali da essere incluso nel-l’elenco del decreto ministeria-le numero 332 del 27 agosto1999, e sia pertanto «antidecu-bito». La stessa risoluzionespecifica che è consigliabile es-sere in possesso della prescri-zione medica o di autocertifi-cazione attestante la necessitàdell’acquisto. La certificazioneè invece necessaria per dimo-strare l’appartenenza alla cate-goria dei dispositivi medici CEdi Classe 1.

Happy �uro a cura di Elfo & Felix Petruska

Per segnalare casi e disavventure o chiedere chiarimenti scrivete a: Corriere Economia, via Solferino 28, 20121 Milano E-mail: [email protected]. Fax: 02-62827604

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RispondeMassimoFracaro

16 lunedìModello UnicoVersamento delle imposte e dei contributirisultanti dal modello Unico senza mag-giorazioni. Per i versamenti effettuati dal17 giugno al 16 luglio è prevista una maggiorazione dello 0,40%. Per i contri-buenti con partita Iva soggetti agli studi disettore è prevista una proroga (non uffi-cializzata) dei versamenti al 7 luglio sen-za maggiorazione. Dall’8 luglio al 20 ago-sto si deve versare lo 0,40% in più. Acconto Imu Pagamento prima rata da parte dei pro-prietari di immobili, o dei titolari di dirittireali sugli stessi beni, con eccezione delleabitazioni principali non di lusso e relativepertinenze (una sola per tipo). L’abitazio-ne principale è quella dove si ha, contem-poraneamente, la residenza anagrafica edove si dimora abitualmente. L’imposta èancora dovuta sugli immobili accatastaticome A1 (signorili), A8 (ville) e A9 (pa-lazzi e castelli) anche se adibiti ad abita-zione principale. I versamenti si effettua-no calcolando il 50% dell’imposta dovutain base alle aliquote 2013, tenendo contodelle eventuali variazioni nel patrimonioimmobiliare (acquisti, vendite, successio-ni) o nelle quote di possesso. .TasiVersamento della prima rata della tassasui servizi indivisibili nei soli comuni chehanno deliberato l’aliquota entro il 23maggio e pubblicato le delibere sul sitodel ministero entro il 31 maggio. Se i ter-mini non sono stati rispettati la prima ra-ta della tassa andrà versata, per tutti gliimmobili, entro il 16 ottobre. L’imposta siversa con il modello F24 o con il bollettinopostale.RavvedimentoI contribuenti che non hanno versato leimposte (o che le hanno versate in misura

ridotta) entro la scadenza del 16 maggio,possono farlo entro oggi, pagando anchela sanzione ridotta del 3%, oltre agli inte-ressi al tasso legale annuo (1%), maturatidalla data della scadenza non rispettata. Versamenti unificatiEntro oggi va effettuato il versamento unificato di imposte, ritenute e contributi.Ecco i principali adempimenti:� Iva. I contribuenti mensili, devono ver-sare l’imposta relativa alle operazioni dimaggio (codice tributo 6005);� ritenute. I sostituti d’imposta devonoversare le ritenute operate nel mese pre-cedente: sui redditi di lavoro dipendente eassimilati; sui compensi di lavoro autono-mo; sui redditi di capitale;� contributi. I datori di lavoro devono versare i contributi per i lavoratori dipen-denti sulle retribuzioni del mese prece-dente;� parasubordinati. I committenti devo-no versare alla gestione separata Inps icontributi sui compensi pagati nel mese precedente per i rapporti di collaborazio-ne coordinata e continuativa e per i lavo-ratori a progetto.Contributi autonomi Artigiani, commercianti e familiari colla-boratori devono versare il 1° acconto peril 2014 dei contributi Inps dovuti sul red-dito che supera il minimale dell’anno in corso, calcolato sul reddito dichiaratol’anno precedente .Camera di commercioLe imprese individuali, le società di per-sone, le società di capitale e gli iscritti alleCamere di commercio devono versare ildiritto annuale tramite modello F24, co-dice 3850. Termine probabilmente proro-gato per chi è soggetto agli studi di setto-re.

PAOLO DUBINI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le scadenze della settimanaL M M G V S D

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Page 24: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

24 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Il manuale In edicola il volume realizzato da Corriere Economia e dallo Studio Trifirò & Partners. Un’analisi di due anni di riforme

La guida Il lavoro di cercare lavoroDall’apprendistato ai contratti a termine. Una bussola per capire e utilizzare le nuove regoleDI ISIDORO TROVATO

Dalla «Riforma For-nero» al Jobs Act, ilmondo del lavoro inpoco più di due anni

è stato al centro di cambia-menti «rivoluzionari» conte-stati, modificati e rivisitati. Iltema resta quanto mai delica-to e «incandescente». Servivauna guida, una bussola perorientarsi senza naufragare nel mare tempestoso dei cam-biamenti. Così nasce «La ri-forma del lavoro», una guidadella collana del Corriere Eco-nomia a cura dello Studio Tri-firò & Partners in vendita conil Corriere a 5,90 eur.

Lo stesso Salvatore Trifiròspiega come è nata l’idea dellibro e a chi è rivolto. «È natodall’esigenza, frequentementesegnalataci dalle aziende, difornire un quadro completo esintetico della normativa, lad-dove spesso un istituto è disci-plinato da un affastellarsi dileggi, testi unici, circolari mi-nisteriali, altalenanti orienta-menti giurisprudenziali .Un’esigenza sentita dagli ope-ratori del settore ma anche daqualsiasi persona che si affac-cia sul mondo del lavoro e habisogno di capire».

In breve sintesi, cosa con-tiene il libro?

«Analizza, anzitutto, le ti-

pologie speciali di lavoro di-pendente, contratto a terminee apprendistato, sulle quali illegislatore punta molto per ilrilancio occupazionale. Infatti,questi istituti sono stati rivistisia con la legge Fornero, checon il successivo Decreto La-voro di Letta, e infine con ilJobs Act. Si passa, poi, al lavo-ro autonomo e parasubordi-nato, partite Iva e contratto aprogetto, che potrebbero esse-re un utile strumento per faci-litare l’incontro tra domanda eofferta di lavoro e stimolarel’imprenditorialità individua-le, mentre sono ingessati invincoli normativi che ne stan-no decretando l’abbandono. Illibro affronta, poi, il tema deilicenziamenti, individuali ecollettivi, e delle dimissioni,fornendo un quadro dei casi di

invalidità e delle conseguentisanzioni, dal licenziamentonullo per motivo illecito, ai vi-zi di forma. Abbiamo affronta-to anche l’aspetto processuale,analizzando il nuovo rito spe-ciale in tema di licenziamenti.Ci sono, infine, due capitolisugli incentivi alle assunzionie gli ammortizzatori sociali».

Da esperto navigatore delmondo giuslavorista, qual èil suo personalissimo giudi-zio su queste riforme?

«Il vizio di fondo di questeriforme — soprattutto dellalegge Fornero — è che presu-mo siano state scritte da per-sone che non hanno dimesti-chezza con il lavoro nell’im-presa e non frequentano le au-l e d i g i u s t i z i a . S o t t oquest’ultimo profilo va rileva-to che sui giudici viene scari-

cata la responsabilità del fun-zionamento della giustizia dellavoro con eccessiva discrezio-nalità. Penso, sul piano so-stanziale, alla discrezionalitàche discende dall’interpreta-zione di clausole generali qua-

li la “manifesta insussistenza”del giustificato motivo di li-cenziamento. A tale discrezio-nalità fa da contraltare, sulpiano processuale, la facoltà diistruire il processo “nel modoche ritiene più opportuno”.

Così il giudice può stabilire co-me condurre l’escussione deitesti e la discussione, smi-nuendo il ruolo dei difensori.La discrezionalità crea incer-tezza: proprio quello che nonvogliono le imprese straniereper investire in Italia».

Nella riforma più recenteil legislatore ha cercato il ri-lancio occupazionale con laliberalizzazione dei contrat-ti flessibili, cercando di ren-dere più appetibile il con-tratto di apprendistato. Po-trà sbloccare un mercato oc-c u p a z i o n a l e a n c o r aasfittico?

«Un cambiamento radicalepotrebbe aversi solo abbatten-do i costi del lavoro, ponendofine all’assistenzialismo esmettendo di mantenere in vi-

ta aziende “decotte” che utiliz-zano in modo disinvolto gliammortizzatori sociali. Unavolta rimesso in moto il mer-cato del lavoro, si potrà ragio-nare sulla tipologia di contrat-to su cui puntare. Se su quelloa tempo determinato, che evo-ca precarietà, oppure su quel-lo a tempo indeterminato conla possibilità di risolverlo en-tro i primi 3 anni per giustifi-catezza. Senza dimenticare ilruolo che il lavoro autonomopotrebbe avere nelle aziende,e che invece non ha, a causadella forte diffidenza del legi-slatore e dei sindacati, che haportato a disciplinare contrattia progetto e partite Iva in mo-do così rigido da renderli sem-pre meno diffusi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuslavoro Salvatore Trifirò, fondatore dello studio Trifirò & Partnes

Negli ultimi due annisono state cambiatemolte norme, con questolibro vogliamo aiutare tuttia capire i propri dirittie doveri. La vera riforma?Ridurre il costo del lavoro,tagliando tasse e contributi

Iniziative «La riforma del lavoro», in edicola con il Corriere a 5,90 euro

1 Fin@nz@

I servizi bancari di base sono sempre più semplici: una carta prepagataricaricabile ben congegnata permette non solo di effettuare pagamenti

e incassi, ma anche di domiciliare le utenze domestiche ed effettuare bo-nifici. Il tutto senza dover aprire un conto corrente. Proprio questo è unnuovo servizio che Imprebanca, banca multicanale per imprese e privati,(www.imprebanca.it) ha pensato per gestire le piccole esigenze quotidia-ne in modo semplice e sicuro, dedicandolo in particolare ai giovani. Sichiama ib-cartaconto, è una carta dotata di coordinate Iban proprie e si«governa» via web.

Gli appassionati di trading online hanno l’occasione, il prossimo 20giugno a Milano, di vedere in azione sei trader professionisti tra i più esperti che si sfidano nel 1° Live Trading Day. Lo organizza ActiveTrades(www.activetrades.com), broker attivo sui mercati da ben 13 anni, cheper l’occasione trasforma lo spazio del Palazzo delle Stelline in una vera epropria trading room. La partecipazione alla sessione di trading è gratui-ta, basta registrarsi nel sito di Activetrades.

SILVIA SINDACO© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le iniziativeIl vademecum

Formazione

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 25

Attese In catalogo anche nove Picasso, Mondrian e la «Giovane donna» di Manet

Londra Capolavori da battereDuello tra Giacometti e MonetDipinti e sculture hanno una stimacomplessiva di 260 milioni di sterline

DI PAOLO MANAZZA1 Il calendario

16 lunedì** Dorotheum — Vienna. Dipinti a olio e acquarelli del XIX secolo17 martedì** Artcurial — Parigi. Arte tribale** Bloomsbury — Roma. Libri antichi e rari** Bonhams — New York. Gioielli** Christie’s — Amsterdam. Arte moderna** Christie’s — Londra. Libri dalla collezione di Heribert Boeder** Christie’s — Londra. Arte impressionista, inglese, vittoriana e preraffaellita** Dorotheum — Vienna. Vetri e porcellane** Sotheby’s — New York. The British Guiana** Tajan — Parigi. Mobili e arredi del XVII, XVIII e XIX secolo18 mercoledì** Artcurial — Parigi. Arredi (tavolo e sedie di Charlotte Perriand; un appartamento parigino: il gusto di Elisabeth Delacarte; un raro tavolo di Carlo Bugatti)** Bonhams — Londra. Ceramiche europee** Bonhams — Londra. Arti decorative dal 1860** Bonhams — New York. Mobili, arti decorative e argenti** Christie’s — Londra. Gioielli ** Christie’s — Londra. Arte di viaggio** Christie’s — New York. Tesori dalla collezione della famiglia Clark ** Dorotheum — Vienna. Libri e grafica decorativa** Piasa — Parigi. Oggetti d’arte, mobili e dipinti antichi** Sotheby’s — Londra. Vini** Sotheby’s — Parigi. Arte africana e dell’Oceania** Wannenes — Genova. Arte moderna e contemporanea19 giovedì** Artcurial — Parigi. Vini e liquori (anche il 20)** Christie’s — Londra (South Kensington). Arte impressionista, inglese, vittoriana e preraffaellita** Christie’s — New York. Libri a stampa e manoscritti** Christie’s — Parigi. Arte africana, dell’Oceania e del Nord America** Christie’s — Parigi. Arte africana dalla collezione di Rudolf e Léonore Blum** Galleria Pace — Milano. Arte moderna e contemporanea** Sotheby’s — Parigi. Libri e manoscritti** Wannenes — Genova. Arti decorative e design20 venerdì** Christie’s — Londra. Cultura pop** Piasa — Parigi. Stampe antiche e moderne** Piasa — Parigi. Vini e liquori (online, fino al 30 giugno)** Piasa — Parigi. Al tempo di Mao Zedong: manifesti di propaganda e oggetti (online, fino al 30 giugno)** Piasa — Parigi. Nouvelle Vague. Design contemporaneo: pezzi unici, prototipi ed edizioni limitate (online, fino al 30 giugno)21 sabato** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea** Sotheby’s — New York. Vini22 domenica** Bonhams — Sydney. Arte asiatica** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea

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1 Filatelia

L’estate londinese dell’arte èalle porte. Le grandi aste inarrivo nella City, dedicateprima ai moderni e impres-

sionisti, poi ai contemporanei, contri-buiranno a rendere — se possibile —ancora più infuocato l’interesse, di col-lezionisti e investitori, sulle blue chipinternazionali di questo mercato. Chri-stie’s apre l’esposizione pre-sale dellavendita serale di Impressionist andModern giovedì prossimoa King Street. L’asta è in ca-lendario martedì 24 giu-gno. La domanda di capo-lavori è molto forte. Lo di-mostrano i risultati giàconseguiti a febbraio conla stellare Evening Saleche ha raggiunto 152 milio-ni di sterline e l’asta dimaggio a New York (285,9milioni di dollari) che ha superato per-sino il record del maggio 2008 (277,3milioni).

BilanciNel 2013 il segmento in questione,

nelle vendite londinesi di giugno, ècresciuto incassando (tra Christie’s e Sotheby’s) 212,5 milioni di sterline ri-spetto ai 204,4 del 2012. Quest’annosolo Christie’s ha un’attesa tra 118 e 173milioni. La Evening da sola potrebbevalere tra 100 e 141 milioni di sterline.In catalogo un gruppo di quattro capo-lavori di Alberto Giacometti. Tra cuil’iconica scultura La Main (esemplare

1 su 6) realizzata nel 1947, che ha con-tribuito al lancio della carriera di que-sto artista nel parterre internazionalepost-bellico. La stima è di 10-15 milionidi sterline. Nel maggio 2010 a NewYork un altro esemplare di quest’operaè stata venduta a 26 milioni di dollari(sesto risultato nella top ten dell’auto-re). Di Henri Matisse verrà offertol’olio L’artiste et le modèle nu stimatotra 7 e 10 milioni di sterline. Provenien-te dalla collezione dei coniugi Blum,appare in catalogo un bellissimo PietMondrian geometrico (CompositionA, with Double Line and Yellow) del

1935 valutato tra 5 e 8 milioni. Tra icomplessivi sessanta lotti compaiono,per i moderni, quattro opere rispetti-vamente di Picasso, Magritte, Ernst etre di Mirò. Per gli Impressionisti dueRenoir, due Monet di medio calibro eun Pissarro. L’Italia è rappresentata daun olio di Giorgio Morandi, una Natu-ra Morta del 1944 quotata 450-650mila sterline.

Sotheby’s apre l’esposizione già do-mani (New Bond Street) per la Eve-ning in calendario lunedì 23 giugno.Quarantasei i capolavori proposti, perun totale massimo di incasso previsto

di 123,8 milio-ni di sterline.In pole posi-tion il miticopadre spiri-tuale dell’Im-pressionismoClaude Mo-net, presentecon tre capo-lavori la cuisomma dellestime va dai33 ai 48 milio-ni di pound.P r i m e g g i al ’e s e m p l a red e l l e N y m -p h é a s d e l1906.

LeadershipProveniente dalla celeberrima gal-

leria Durand-Ruel questo quadro è giàpassato in asta nel 2000 da Christie’s(dove ha realizzato 21 milioni di dolla-ri) e ora ha una stima tra 20 e 30 mi-lioni di sterline. Questa volta lo scon-tro tra i titani delle aste internazionalisi gioca anche sul nome di Mondrian.Alla Composizione del 1935 messa incampo da Christie’s, Sotheby’s oppo-ne un’ancora più importante Compo-sition with Red, Blue and Grey del1927 valutata tra 13 e 18 milioni di ster-line.

Oltre alle Ninfee, molto bello edemblema della rivoluzione impressio-nista il Monet La Seine à Argenteuilun olio dipinto nel 1875 con una resamagistrale delle ombreggiature sullariva del fiume, sotto un cielo frastaglia-to dalle nubi. La stima è di 7-10 milionidi pound. Mentre una Jeune femmedans les fleurs in cui Edouard Manet(siamo nel 1879) sembra piegarsi aonorare la nuova pittura francese, no-nostante non avesse mai voluto essereidentificato come «impressionista»,vale tra 3 e 4 milioni. Per l’arte moder-na, un Portrait de Femme dipinto nelmarzo del 1937 da Pablo Picasso quota4-6 milioni. In totale i Picasso in cata-logo sono nove. Insomma sulla City trapochi giorni pioveranno centinaia dimilioni, grazie all’arte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Bugatti prigioniero della notifica

D esign protagonista aGenova. Il settore,

in forte in crescita nel-l’ultimo decennio, staaprendosi sempre più alcollezionismo. Da Wan-nenes mercoledì sono inprogramma le sessionidedicate all’arte moder-na e contemporanea,mentre giovedì 19 an-dranno dispersi in duetornate, una pomeridia-na e una serale, 400 lottitra mobili e oggetti d’ar-

in occasione dell’Esposi-zione Internazionale del-le Arti Decorative di To-rino del 1902, stimato60-80 mila, e notificatodallo Stato italiano è incatalogo nella venditaparigina del 18 giugno diArtcurial (www.artcu-rial.com) ma, fisicamen-te esposto negli uffici diMilano. Non può usciredall’Italia.

P. MAN.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Al topL’artista e la modella nuda, ven-ne dipinto da Henri Matisse a Nizza nel 1921. Fir-mato dal grande arti-sta nella parte in basso a de-stra della tela, il qua-dro andrà in asta da Christie’s a Londra il prossimo 24 giugno. La stima in catalogo varia tra 7 e 10 milioni di sterline,

Al polso

Hublot Big Bang

Un cronografomondiale,non solamenteper gli arbitri

C ampionati del mondo dicalcio. Hublot, che spon-

sorizza un po’ di tutto (squa-dre, singoli calciatori, l’interamanifestazione e persino ipannelli elettronici per le co-municazioni sul campo) haelaborato un interessantecronografo per arbitri (e nonsolo per loro) finalmente conla possibilità di una letturachiara e razionale. Nella pra-tica il quadrante è diviso indue parti: in basso troviamole lancette per ore e minuti.In alto è possibile leggere ladurata della partita in minuti(all’interno) e i secondi, al-l’esterno. Per maggiore chia-rezza di lettura, le sue lan-cette hanno ciascuna il set-tore della scala cui si riferi-sce. In particolare è statagestita con grande intelli-genza la scala dei minuti chereca, alla fine, la possibilità dicalcolare i minuti di recuperooppure la durata degli even-tuali tempi supplementari. Inaggiunta è possibile avere, inuna finestrella intermedia,l’indicazione che specifica sesi stia giocando la prima o la

seconda parte della gara (o isupplementari). La cosa piùpiacevole di quest’orologio èche è più difficile descriverloche utilizzarlo: logico e bengestito, nasconde una mec-canica molto raffinata. Siparte da un normale crono-grafo che è stato modificatoper ottenere sia la doppia in-dicazione retrograda di mi-nuti e secondi (con l’aggra-vante tecnica che i secondirestano ovviamente 60,mentre i minuti sono 45),che quella della fase di giocoattualmente in corso. In piùc’è, per questa edizione limi-tata (solo 200 esemplari pertutto il mondo; ma c’è anchela versione con parti in ororosa: altri 100 esemplari), lacassa in ceramica nera conparti satinate per evitare ri-flessi ed altre a finitura luci-da. La lunetta, in ogni caso, èin fibra di carbonio. Il prezzoè inevitabilmente elevato,ma non eccessivo per un cro-nografo con caratteristicheuniche. Come dice il nome.

AUGUSTO VERONIMARCA: Hublot;

MODELLO: Big Bang Unico Chrono Bi-Retrograde Cera-mic Carbon. Cronografo con cassa in ceramica (45 mm. di diametro), impermeabile fino a 10 atmosfere. Movimento meccanico a carica automati-ca, di manifattura, con auto-nomia di oltre 70 ore, lancette centrali dei minuti e dei se-condi crono ad andamento retrogrado e indicazione dei tempi di una partita di calcio (compresi i supplementari). Quadrante con indicazione decentrata di ore e minuti, lunetta in fibra di carbonio, vetro zaffiro anche sul fon-dello, cinturino in caucciù, intercambiabile. Orologio ufficiale della Coppa del Mondo, edizione limitata di 200 esemplari;

PREZZO: 20.300 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Londra Le Ninfee di Monet da Sotheby’s, il 23 giugno, tra 20 e 30 milioni. La mano di Alberto Giacometti, da Christie’s, il 24 (10-15 milioni di sterline)

Lo Stile La Composizione con Rosso, Blu e Grigio di Piet Mondrian è stimata da Sotheby’s 13-18 milioni

Jenny L’esemplare a testain giù pagato 525.100 dollari

redo attentamente sele-zionati. Stime di parten-za molto appetibili (cata-loghi online www.wan-n e n e s g r o u p . c o m ) .Sempre a Genova, anche

Cambi ha in programmaper mercoledì 25 un’astadedicata al design conuna selezione di arredied elementi d’illumina-zione di firme come GioPonti, Ignazio Gardella ocelebri marchi quali Stil-novo, Fontana Arte e Ar-redoluce. L’esposizioneinizia sabato 21 al Castel-lo Mackenzie (www.cambiaste.com). Infineun tavolo di Carlo Bugat-ti (nella foto) realizzato

V elocemente ripudiato dalle Poste diRoma le quali, una volta scoperto il

grossolano errore presente nella cartinadel Perù, ne bloccarono la vendita, il 205del 1961 chiamato a ricordare il viaggiodell’allora presidente della RepubblicaGiovanni Gronchi, da qualche tempo inqua sta volando a quote più basse. Bendiverse da quelle segnate nei cataloghi–prezziari che vanno per la maggiore cheforse potevano andar bene anni fa, nonora. Nelle più recenti vendite all’incanto ilGronchi rosa, come è soprannominato ilfrancobollo con un aereo in volo sulmappamondo, il prezzo spuntato si ag-gira tra 600 e 800 euro. Mentre gliesemplari singoli riescono quasi sempread accasarsi, lo stesso non sta avvenen-do con multipli più o meno importanti. Alproprietario sono infatti tornati, in quan-to nessuna paletta si è alzata, un blocco

di dodici (stima 5.500 euro) ed un fogliocompleto (17.500 euro) offerti da Bolaf-fi. Entrato in sala Spink di Lugano conuna dote di 12 mila franchi, un foglio di40 esemplari è invece riuscito ad acca-sarsi in cambio di 16 mila franchi. Som-ma alla quale vanno aggiunti diritti (20per cento) e tasse. Ben più prezioso e conteso un altro aereo dentellato, nel ca-

so specifico il Curtiss Jn-4, più noto comeJenny, raffigurato sul 24 centesimi statu-nitense del 1918. Mancando macchineda stampa capaci di imprimere più colori,per ottenere la cornice in rosso e l’aereoin blu i fogli dovettero essere passati duevolte in macchina. Nonostante le atten-zioni dell’operatore, nel secondo pas-saggio alcuni fogli vennero inseriti inmaniera non corretta, dando così vita aspettacolari esemplari con il biplano ca-povolto. Cento di queste varianti – un in-tero foglio, quindi – finirono sul mercato.Da Spink, a New York, uno dei più beiesemplari, offerto a 1 milione di dollari,ha totalizzato un prezzo martello decisa-mente inferiore, anche se pur sempreimportante: 525.100 dollari. Nel 2001un esemplare del Jenny rovesciato tota-lizzò 203.500 dollari saliti nel 2005 a577.500. In quello stesso anno un multi-plo di quattro, l’unico con numero di ta-

vola impresso sul bordo, realizzò in prez-zo martello di 2.970.000 dollari.

Tra i lotti dell’Italia preunitaria, al soli-to ben rappresentati nelle vendite pub-bliche Bolaffi, una busta primo giornoante litteram, del 25 centesimi che nel1852 debuttò a Modena, allora ducato, èpassata dalla stima di 25 mila al realizzodi 55.200 euro. A sua volta una letteraaffrancata con una coppia del 50 bajpontificio partita da Bologna il 12 set-tembre 1857 con destinazione Marsiglia,ha cambiato di proprietà per 30 mila eu-ro. Proseguendo nella sua vocazione la-tinoamericana, Spink Lugano è tornata aproporre interessanti reperti storico-po-stali di Brasile, come il blocco di sei del600 reis uscito nel 1845, che ha totaliz-zato 36 mila franchi svizzeri. Occhi eorecchie sono ora orientati a New Yorkdove, domani, da Sotheby’s va all’asta laGioconda della filatelia: l’1 centesimo del-la Guiana Britannica del 1856 con stimache oscilla da 10 a 20 milioni di dollari.

DANILO BOGONI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Beni rifugioIl bilancio, gli appuntamenti

Investimenti

Il volo milionario di Jenny (a testa in giù)

Page 26: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

26 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Più energia europea e menogas russo. Questo è l’obiet-tivo della nuova strategiaenergetica di Bruxelles, che

andrà all’esame del Consiglio Euro-peo la prossima settimana e debut-terà proprio nel semestre di presi-denza italiano, segnando la stradada seguire per spezzare una dipen-denza sempre più pericolosa. L’Ue a28 infatti importa annualmente il53% dell’energia che consuma, inparticolare il 42% del carbone, il66% del gas e l’88% del petrolio, concosti superiori a un miliardo di euroal giorno. E di questo miliardo, unbuon terzo va a rimpinguare le cas-se di Vladimir Putin, visto che il39% del gas utilizzato in Europa e il33% del petrolio provengano daMosca.

CriticitàUna situazione considerata intol-

lerabile da Bruxelles, soprattutto inpresenza di vari contenziosi aperticon la Russia. Le mosse propostedalla Commissione non renderannol’Europa autosufficiente, visto chenon ci sono abbastanza fonti ener-getiche interne per soddisfare i no-stri consumi. Ma la nuova strategiarichiede ai singoli Paesi, in manierasempre più pressante, di utilizzareal massimo le risorse disponibili, didiversificare il più possibile i forni-tori, aprendo la strada alle importa-zioni di gas naturale liquefatto vianave, di aumentare le capacità di

stoccaggio interne, in modo da resi-stere più a lungo a eventuali inter-ruzioni, e di sviluppare le reti di tra-smissione da Paese a Paese, per da-re libera circolazione interna al-l’energia disponibile sul territoriodell’Unione. In questo modo, siavranno due ricadute positive: daun lato maggiore sicurezza degli ap-provvigionamenti, dall’altro lato unvero mercato interno, con prezzi piùomogenei dell’energia.

Nell’immediato, per garantire lacontinuità delle forniture durante ilprossimo inverno, Bruxelles sta or-ganizzando degli stress test, simu-

lando un’interruzione della fornitu-ra di gas. Da queste simulazioni sicapirà quali sono le aree più vulne-rabili dell’Unione e su questa base,saranno sviluppati dei piani diemergenza e dei meccanismi di ri-serva. Ma è già chiaro che anche al-l’Italia Bruxelles chiederà di au-

mentare le riserve di gas e di dimi-nuire la domanda di gas, da noi al-tissima, attraverso l’efficienzaenergetica e il passaggio ad altretecnologie di produzione elettrica odi riscaldamento.

I progettiIn questo contesto, sono stati

identificati 33 progetti infrastruttu-rali, 27 per il gas e 6 per l’elettricità,considerati cruciali, che Bruxellesvuole facilitare al massimo per ve-derli realizzati entro il 2017, con unaspesa prevista di 17 miliardi. In più,si vuole estendere l’obiettivo d’in-

terconnessione elettrica al 15% en-tro il 2030. Un target ambizioso, vi-sto che l’Unione non è ancora riu-scita a centrare nemmeno l’obietti-vo d’interconnessione del 10%, chedoveva raggiungere nel 2005. Oggisiamo all’8%, con Spagna e Porto-gallo quasi completamente tagliatifuori dal mercato europeo e diversicolli di bottiglia altrove, anche sullabarriera delle Alpi, che separa l’Ita-lia dal resto del continente. Il seme-stre italiano potrebbe essere il mo-mento buono per realizzare rapida-mente quelle reti trans-europee energetiche, che oltre a migliorare

l’interconnessione, riducendo i costie diversificando le fonti, possonoanche contribuire alla crescita del-l’economia.

DiversificazioneVa poi aumentata la produzione

locale di energia, da un lato con l’ul-teriore sviluppo delle energie rinno-vabili e dall’altro con la produzionesostenibile di combustibili fossili.

Per diversificare i Paesi fornitori(oltre alla Russia, da cui arriva il39% del gas europeo, un altro 22%viene dal Nord Africa e il 33% dallaNorvegia) l’Ue vuole aprire nuoverotte di fornitura, costruendo altriterminali di rigassificazione e svi-luppando il corridoio meridionaledel gas per connettersi direttamen-te con il gas azero. Da qui la disputaal calor bianco con la Bulgaria, a cuiBruxelles ha chiesto formalmente disospendere i lavori per la costruzio-ne del gasdotto South Stream, che secondo la Commissione viola le re-gole europee. Il progetto russo-ita-liano, avviato da Gazprom con l’Eni,è uno dei principali tentativi di Mo-sca di evitare l’Ucraina come Paesedi transito, ma finirebbe per au-mentare la dipendenza europea dalgas del Cremlino. Non a caso, fra ipunti chiave della nuova strategiac’è anche la necessità di migliorare ilcoordinamento delle politiche na-zionali dell’energia e di esprimersiall’unisono nella politica esterna inmateria di energia.

@elencomelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolte Nel semestre di presidenza italiana partirà la nuova strategia per aumentare la sicurezza energetica della Ue e ridurre i rischi

Gas Così l’Europa prova a domare l’Orso russoL’Unione importa il 53 per cento dei propri consumi. Al via 33 progetti da 17 miliardi per ridurre la dipendenzaDI ELENA COMELLI

LA DIPENDENZALa quota di energia importata dai vari Paesi

LA SUPERBOLLETTAIl costo dell’importazione energetica per i Paesi Ue

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GLI OBIETTIVI DELLA UEDati in migliaia di terawattora

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Energiaeolica

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33%

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Bisogna aumentare la produzione interna e trovare nuove rotte di fornitura

Tensioni Scade oggi l’ennesimo ultimatum Gazprom all’Ucraina

L’Italia rischia di restare al buioIn dieci anni nulla è cambiatoTabarelli: «Ora è più difficile realizzare nuovi stoccaggi»

L’ennesimo ultimatum di Gazprom al-l’Ucraina per il pagamento del suo de-bito, pena la sospensione delle forni-

ture, scade oggi. E l’Italia, che dipende dallaRussia per un terzo del suo gas, è sempre ap-pesa allo stesso filo, dopo dieci anni di conflittifra Mosca e Kiev, a partire dalla prima rivolu-zione arancione.

Stavolta la crisi scoppia nella tarda primave-ra, quando gli stoccaggi di gas sono pieni. Manonostante la combinazione favorevole tra con-giuntura stagionale ed economica, che ha por-tato i nostri consumi a un calo del 15% rispettoai picchi di oltre 83 miliardi dimetri cubi l’anno toccati primadel 2010, l’Italia rischia grosso.Siamo, come noto, il Paese eu-ropeo più dipendente dall’im-port di gas, sia perché trascu-riamo la nostra produzione na-zionale, sia perché affidiamo almetano l’energia dell’interoPaese: industria, riscaldamentie il grosso della produzioneelettrica.

Ma siamo a corto d’infra-strutture. Da un lato gli stoc-caggi, che servono ad accumu-lare nei mesi estivi quote di gas dal sistemad’importazione, per essere poi rilasciati in in-verno, quando i consumi salgono al loro livellomassimo. Dall’altro lato i rigassificatori, chefacilitano la diversificazione delle forniture.

Stoccaggi e rigassificatori sono fattori diprotezione del sistema: consentono di tampo-nare le situazioni di emergenza e riducono ladipendenza da un solo fornitore. In più, so-stengono la concorrenza e fanno quindi da cal-miere ai prezzi. «Ora che i consumi scendono,realizzare nuovi stoccaggi diventa più difficile,ma restano infrastrutture necessarie per la si-curezza del sistema», spiega Davide Tabarelli,di Nomisma Energia. I progetti di nuovi stoc-caggi sono una decina, per ora tutti fermi, no-nostante la spinta alla liberalizzazione di que-sto mercato impressa l’anno scorso dal prece-

dente governo, con il passaggio dalle assegna-zioni pro-quota alle aste, per favorirel’ingresso di nuovi operatori in un mercato so-stanzialmente monopolizzato prima dall’Eni eora dalla Cdp con Stogit, controllata al 100%da Snam.

Ma l’assegnazione di 4,2 miliardi di metricubi di stoccaggi con aste competitive, oltre ai4,2 miliardi di metri cubi pro-quota, non servea nulla se non si chiariscono i ricavi che saran-no riconosciuti agli operatori dall’Autorità perl’Energia nel prossimo periodo regolatorio2015-18, su cui si sono appena chiuse le consul-

tazioni. «Nel 2012, dopo cin-que anni di attesa, abbiamo ri-cevuto la concessione dal mini-stero dello Sviluppo Economi-c o p e r r e a l i z z a r e u n ostoccaggio da 1 miliardo e 200milioni di metri cubi in un gia-cimento esaurito in Basilicata,nel comune di Grottole, e sia-mo pronti a cominciare i lavori,ma resteremo bloccati finchél’Autorità non deciderà sui ri-cavi, perché le banche nonconcedono crediti al buio»,spiega Carlo Bagnasco di Ener-

getic Source, uno dei pochi gruppi privati cheha deciso di avventurarsi in questo nuovo mer-cato, con un investimento da 100 milioni di eu-ro.

Il giacimento esaurito preso in concessioneda Energetic Source sarebbe il primo stoccag-gio nel Sud dell’Italia, dove potrebbe alleviarela pressione sulla rete dei due gasdotti che ap-prodano in Sicilia e in prospettiva del TransAdriatic Pipeline, che arriverà in Puglia. Peruna volta, non ci sono resistenze da parte deilocali, che sono ampiamente abituati alle estra-zioni di idrocarburi. Ma senza una remunera-zione certa per tenere in piedi l’investimento,questo stoccaggio, come altri analoghi, non sifarà.

E. COM.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nomisma EnergiaDavide Tabarelli

Osservatorio Energia

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 27

Osservatorio Energia

Lo Spectator lo ha indicatocome ministro dell’anno. E,con humour britannico, gliha anche affibbiato un so-

prannome: Minister for Royal Sha-le. Già, lo shale, è la battaglia di Mi-chael Fallon, ministro per Affari edEnergia del governo di David Came-ron. «Perché la Gran Bretagna habisogno di essere più autonomaenergeticamente, l’ultima crisiucraina insegna. E lo shale ci puòaiutare», spiega Fallon in un’intervi-sta al Corriere Economia, di ritornodalla Germania dove è volato per di-scutere un’altra partita: la privatiz-zazione di Urenco (società specializ-zata in uranio arricchito che fa capoa Londra per un terzo, per un altroagli olandesi e per il restante alle te-desche E.On e Rwe), dopo quella diRoyal Mail. Timing, ministro? «En-tro fine anno».

Parliamo di shale. Nonostantelo slogan Vote blue go green con ilquale Cameron ha conquistato ilnumero 10 di Downing Street, og-gi il governo vuole rimpiazzare lerinnovabili con il nuovo Eldoradodel fracking?

«No, ci serve lo shale e ci servo-no le rinnovabili dal mare del Nord(eolico offshore, maree, ndr). Im-portiamo petrolio dalla Russia co-

me dalla Libia, dobbiamo diventarepiù autonomi. E il British GeologicalSurvey stima che ci siano tra i 2,2 egli 8,5 miliardi di barili di shale oilnel Weald basin, al Sud tra Kent,Sussex, Surrey e Hampshire. Men-tre nel Nord ci sarebbero 40 trilionidi metri cubi di shale gas, e stiamoesplorando le potenzialità della Mi-dland Valley scozzese. Non è un ca-so se lo shale ha già attratto quimolte major: Total, Centrica e GdfSuez. Per questo abbiamo appenaproposto una semplificazione delleattuali procedure estrattive».

E un incentivo di 20 mila sterli-ne alle comunità (per ogni pozzoscavato in un sito estrattivo).

«Sì, un nuovo incentivo oltre albonus di 100 mila sterline già stabi-lito per quelle comunità che accetta-no attività esplorative nel proprioterreno. È previsto anche il ritornoalle comunità dell’1% degli introiti».

A proposito di energia, la Sco-zia che a settembre va alle urneper votare sull’indipendenza au-spicata dallo Scottish Nationalparty di Alex Salmond, è il bacinoenergetico del Paese...

«E può continuare ad esserlo manon ce la farà senza le spalle larghedel Tesoro britannico. Edimburgodeve far fronte al decommissioningdi vecchie piattaforme petrolifere, ea nuovi investimenti in fonti alter-

native». E come andrà a finire la partita

referendaria?«Mancano ancora 4 mesi e sarà

una battaglia dura. Perché so bene -sono nato in Scozia e ho studiato aSt. Andrews - che ogni scozzese èmolto orgoglioso. Ma ragioniamo:uniti abbiamo raggiunto tanto, pos-siamo fare ancora di più».

La City di Londra è tornata amacinare utili. Come avete fattoripartire il sistema?

«Con più regolamentazione perevitare altri bail-out, perché non ègiusto che i contribuenti paghinoper il salvataggio della finanza. Masenza regolamentare troppo, pernon soffocare il mercato».

A proposito di City, a luglio sa-rà un anno dall’insediamento delgovernatore della Bank of En-gland, Mark Carney, che giorni faha lanciato l’allarme: l’immobilia-re britannico sta gonfiandosi a di-smisura, prezzi sempre più alti.Tanto che il Cancelliere GeorgeOsborne ha appena annunciatomisure straordinarie per regolaremeglio i mutui, e un piano da 200mila nuove case. Una bolla dasventare?

«Il governatore Carney ha solle-vato il problema ma ha anche glistrumenti per evitare il peggio: oggic’è un Financial Policy Committee

che ha il potere di raffreddare ilmercato, e può anche dare un giro divite alle lending procedures dellebanche».

Per aiutare le pmi è stata vara-ta una Business Bank ad hoc. E un

sistema di pagamenti certi tra aziende e fornitori: proprio al mo-dello britannico si ispira ora ilnuovo Codice italiano pagamentiresponsabili fortemente sostenu-to da Assolombarda.

«Non siamo soddisfatti dellegrandi banche: non finanziano ab-bastanza le piccole aziende. Così ab-

biamo varato uno strumento alter-nativo, di matrice statale. E abbia-mo sostenuto il Prompt paymentcode perché, specie per le piccole, ilcash è vitale».

Tra un anno Milano sarà la ca-pitale dell’Expo. Londra ha vintola scommessa delle Olimpiadi2012 e del dopo Olimpiadi. Come?

«Abbiamo progettato gli spazipensando al dopo: gli alloggi per gliatleti che sarebbero diventati abita-zioni per studenti e così via. E scom-messo sugli standard ambientali».

Il voto europeo in Gran Breta-gna ha premiato Nigel Farage e ilsuo partito euroscettico Ukip.Preoccupato?

«Non destabilizzerà il sistema, èun partito di protesta come altri inEuropa. Semmai rafforzerà l’impe-gno a riformare l’Europa in un’otticameno burocratica».

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La City è ripartita grazie alla regolamentazione Ma senza soffocareil sistema finanziario

L’intervista Parla il ministro per gli Affari e l’Energia del governo di David Cameron

Fallon «Shale gas e rinnovabiliMix vincente per la Gran Bretagna»Obiettivo autonomia: nel Sud si stimano giacimenti per 8,5 miliardi di bariliDI ENRICA RODDOLO

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Fonte: elaborazione CorrierEconomia

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L’andamento delle quotazioni del petrolio a un anno. Dati in dollari al barile

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LondraMichael Fallon,ministro di SuaMaestà per gli

Affari e l’Energia

1 Il confronto

In occasione dell’avvio dei Mon-diali di Calcio 2014 in Brasile, IPsi conferma ancora una volta alfianco della Nazionale di Calcio,colorando d’azzurro con unainstallazione luminosa una delleprincipali vie milanesi, intitolataa Uberto Visconti di Modrone.A partire dal 13 giugno scorso,fino alla fine dei Mondiali, lavia sarà illuminata con le paroledel nostro Inno Nazionale: unmodo inedito e originale per so-stenere il percorso degli Azzurri,coinvolgendo le migliaia di tifosiche in questo lungo mese calci-stico l’attraverseranno…L’iniziativa prende spunto dal-la stessa tradizione brasiliana,che vede - ogni quattro anniin occasione dei Mondiali - lapopolazione impegnata a di-pingere le proprie strade, qualetestimonianza di una grandepassione sportiva, ancora piùaccesa quest’anno per il coin-volgimento diretto del Brasile inqualità di Nazione ospitante. Ri-cordiamo che IP è stato sponsorunico della Nazionale negli anni

80’/90’, quando il marchio hasaputo legarsi indissolubilmenteai valori “azzurri”, sfruttando laforza emotiva e nazional-popo-lare connessa alla passione piùgrande degli italiani. Il forte le-game tra la Nazionale Italiana diCalcio e IP è stato ripristinato nel2008 e vedrà il Brand al fiancodella Nazionale fino alla fine del2014. Attualmente IP identifica laRete di distribuzione petroliferadel Gruppo Api, le cui radici sto-riche provengono da AnonimaPetroli Italiana, azienda fondatanel 1933 e da sempre ritenutaun Brand storico nel settoredella distribuzione di prodottipetroliferi nel nostro Paese. Ilmarchio venne acquisito daApi nel 2005. Questa unione sitraduce nell’implementazionefisica sulla Rete di un nuovo,unico marchio commerciale: “IPGruppo Api”Oggi IP è presente su circa 3.800Punti Vendita, capillarmente di-slocati su tutto il territorio nazio-nale, con una quota di mercatopari a circa il 9%.

A chiunque scelga di prenotaredal 1° giugno al 15 luglio unacrociera invernale a bordo diMSC Armonia o MSC Musica,MSC Crociere riserva in omag-gio - in anteprima assoluta - unapreziosa bottiglia di AmaroneAneri Stella 2008, perla di unaselezione speciale in vendita dasettembre 2014: un segno dellacontinua tendenza verso l’eccel-lenza da parte della Compagnia,perseguita attraverso semprenuove partnership con aziendeleader di vari settori. Prenotandoun itinerario di sogno verso leAntille o le Canarie, gli ospiti del-le navi di MSC Crociere potran-no assaggiare in anteprima unprodotto unico nel suo genere,destinato ai nomi più autorevolie riconosciuti della ristorazionee dell’ospitalità internazionale: ilFour Seasons a New York, il risto-rante l’Anima di Londra, il Cipria-ni di Montecarlo, lo Stresa a Pari-gi e il ristorante Cracco a Milano:un vino prezioso, omaggiato ai25 Capi di Stato e di Governodurante la recente firma dellaCostituzione Europea, donatoagli Otto Grandi della Terra du-rante il Vertice del G8 a L’Aquila.

Una costante crescita sul fron-te del retail internazionale stasempre più caratterizzando lastrategia di Scavolini che solonel 2013 ha aperto 20 nuoviStore in Australia, Russia, Nige-ria, Colombia, Filippine, Libanoe Florida e in altri Paesi.“Brand ambassador” dello stilee della qualità Made in Italy, trale realtà italiane del settore piùconosciute e apprezzate inter-nazionalmente, Scavolini contaoggi oltre 1300 punti venditanel mondo, con oltre 70 Scavo-lini Store all’estero e più di 90in Italia.Quella dell’Azienda è una stra-tegia di successo basata nonsolo su un’efficace e miratascelta di continuo potenzia-mento della propria rete, maanche sullo sviluppo di prodottistudiati secondo i gusti e leesigenze dei diversi Paesi e suuna politica di comunicazione

mirata al “brand recognition”dei plus aziendali.Il primo semestre 2014 ha vistol’inaugurazione a febbraio diun prestigioso Store a Chicago,seguito da altri importanti ope-ning a Houston in Texas, Bar-ranquilla e Bogotá in Colombia.15 altre aperture sono previsteentro l’anno.Step by step Scavolini ampliaquindi il suo network consoli-dando un progetto di globaliz-zazione internazionale avviatogià da diversi anni. Questa in-cessante crescita internazionale- con una media di 20 inaugura-zioni all’anno - è un’importantetestimonianza della solidità delmarchio che ha chiuso il 2013con un fatturato di 175 milionidi euro e una crescita a doppiacifra relativa all’export, riconfer-mando l’assoluta leadership sulmercato nazionale nel compar-to cucine dal 1984.Tutti gli Stores Scavolini, daquelli di grandi dimensionia quelli più contenuti, sonovere e proprie boutique dellacucina: curati nei minimi det-tagli, offrono per ogni propostaun’ambientazione elegante esofisticata.I clienti possono così esplorare eprogettare su misura la propriacucina ideale, accompagnati allascoperta degli ultimi modelli daprofessionisti del settore, sem-pre attenti all’evolversi del gu-sto e del mercato in tutti i suoiaspetti, in grado di cogliere edesaudire ogni richiesta.

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sostenibilità sia statavalutata in modo tra-sparente e globale:prodotti dalle carat-teristiche altamenteperformanti in terminidi isolamento acustico,termico, controllo sola-re e della luce, sicurez-za e protezione antin-cendio, che hanno resoi prodotti AGC i favoritiper grandi forniturecontract come la “TorreDiamante all’area exVaresine” a Milano el’Auditorium “Nuvoladi Fuksas” a Roma eper i più importanti

progetti firmati da architetti difama internazionale.Oltre ai prodotti, AGC mette adisposizione di ingegneri, archi-tetti, main contractor e a tutti gliaddetti ai lavori il proprio know-how attraverso un servizio diassistenza tecnica che forniscesoluzioni innovative, analisi pro-gettuali e calcoli specifici sia perl’edilizia sia per il settore design.AGC Glass Europe, con sedein Belgio, è specializzata nellaproduzione e nella lavorazionedi vetro piano per l’industriaedilizia (vetrate esterne e vetridecorativi da interni), per quellaautomobilistica, per le applica-zioni solari e per altre industriespecializzate. AGC Glass Europeè la divisione europea di AGCGlass, il leader mondiale nellaproduzione di vetro piano.Info: www.agc-glass.eu

Un’elegante confezione diAmarone Aneri

A Barranquilla il primoScavolini Store in Colombia

L’installazione luminosa di IP per i Mondiali di Calcio in Brasile

La nuovissima “Torre Diamante” a Milano

AZIENDE INFORMANO

Amarone Anericon MSC Crociere

IP illumina una via di Milano con leparole dell’Inno Nazionale in azzurro

AGC Glass Europe ottiene il prestigiosoCradle to Cradle Certified CM Silver

Scavolini sempre più globale: continual’espansione retail del brand nel mondo

A cura di RCS MediaGroup Pubblicitàgraficocreativo

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Riforme Scatta l’1 luglio la sperimentazione avviata da Guido Bortoni

Bollette Arriva la rivoluzionePiù energia senza gradiniCon la nuova tariffa piatta meno sperequazioni e maggiore efficienza. Resta aperto il dibattito fra Authority e consumatoriDI ELENA COMELLI

La rivoluzione dellebollette elettricheparte dal 1° luglio. Èsolo un primo passo,

che coinvolgerà poche decinedi migliaia di consumatori,ma potrebbe essere l’inizio diuna svolta. Da quella data,una ristretta platea di italianipotrà usufruire per la primavolta di tariffe piatte, non di-storte dal sistema progressi-vo attualmente in vigore, chepremia i consumi più bassicon generosi sussidi, ma pu-nisce quelli più alti, addos-sando sulle spalle dei consu-matori medio-alti e delle pic-cole imprese tutto il peso delcaro-bolletta.

Diseguaglianze Non è esatto affermare, co-

m’è credenza comune, che gliitaliani paghino le bollettepiù salate d’Europa. Grazie alsistema delle tariffe progres-sive, solo il 40% dei consu-matori, quelli che hanno con-sumi più alti di 2.700 kilowat-tora l’anno, paga doppio: lapropria energia e anche

l’energia dell’altro 60% diconsumatori, quelli che usa-no meno di 2.700 kilowattoral’anno, sussidiando le lorobollette, che infatti sono lepiù basse d’Europa. In questomodo capita che una famigliamedia, con più di due bambi-ni e relative montagne di cal-zini da lavare, sussidia l’ener-gia del single sprecone cheporta le camicie in lavanderiae ne consuma comunque po-ca. Basta avere una casa gran-dina e un contatore sopra i 3kilowatt di potenza per arri-vare a pagare quasi 40 cente-simi lo stesso kilowattora chela coppia abbiente con tavolofisso al ristorante paga menodi 20 centesimi.

Ma c’è di più. Oltre che pe-nalizzare le famiglie numero-se, le bollette elettriche crea-no una forte distorsione nelmercato italiano dell’energia,portando a privilegiare l’usodel gas e quindi ostacolandol’efficienza energetica. Il di-battito sulle tariffe progressi-ve, che trasferiscono sullebollette elettriche del 40%degli italiani un sussidio chedovrebbe essere di pertinen-

za del sistema fiscale, dura daanni, ma Guido Bortoni è ilprimo presidente dell’Autho-rity che ha deciso di agire, co-gliendo la palla al balzo dallospunto sull’efficienza energe-tica. «Sin dal nostro insedia-mento, tre anni fa, decidem-mo di aprire una stagione digrandi e piccole riforme»,chiosa Bortoni. La prima epiù visibile è stata la riformadella bolletta del gas, che haallineato i prezzi finali allequotazioni sui mercati spot

internazionali, portando inun anno a un calo dell’8%sulla bolletta del gas. Il pros-simo passo potrebbe esserealtrettanto significativo, mol-to più importante del famosodecreto «taglia-bollette» tan-to caro al governo.

Le nuove tariffePer la nuova tariffa speri-

mentale D1, riservata agliutenti che potranno dimo-strare di utilizzare i climatiz-zatori a pompa di calore co-me impianto di riscaldamen-to domestico, è stato fissatoun costo di circa 23 centesimidi euro al kilowattora rispettoall’attuale progressione, cheva dai 14 ai quasi 40 centesi-mi. Una tariffa media che do-vrebbe ben conciliare le esi-genze di tutti. Per attivare latariffa D1 sarà sufficienteesprimere per iscritto un’ade-sione volontaria al venditore«che provvederà — spiegal’Authority — a trasmetterlaal distributore». I vantaggiattesi sono consistenti: conl’introduzione della nuova ta-riffa piatta e la diffusione del-le pompe di calore incentiva-

ta con i meccanismi delle de-trazioni fiscali, i clienti po-trebbero realizzare risparminei costi dell’elettricità tra il 10 e il 25%. Se vorrà allargarela platea delle tariffe piatte,però, l’Authority dovrà supe-rare le resistenze delle asso-ciazioni consumatori, che di-fendono il 60% di famigliesussidiate contro il 40% diquelle che il sussidio lo paga-no. Dello stesso parere ancheAssorinnovabili, l’associazio-ne che raccoglie gli operatori

delle fonti rinnovabili. «In unPaese con un mix energeticocosì sbilanciato sul gas, l’eli-minazione delle tariffe pro-gressive potrebbe rivitalizza-re i consumi elettrici e dareun mercato all’efficienzaenergetica, con una maggiorediffusione delle pompe di ca-lore», commenta AgostinoRe Rebaudengo di Assorin-novabili. In tutto il resto d’Eu-ropa, è già così. Ma in Italia ètutto più difficile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Green

Il vento soffiasemprepiù forte

I n Italia il vento va agonfie vele. «Il solo eo-

lico crea ogni anno unflusso finanziario di 3,5miliardi di euro fra inve-stimenti diretti e indiret-ti», ha spiegato SimoneTogni, appena rielettopresidente dell’Associa-zione nazionale energiadel vento, in occasionedella Giornata mondialedel vento, tenutasi ieri, 15giugno. «Oggi sono oltre37.000 gli addetti al-l’energia eolica in Italia e sip o t r e b b e a r r i v a r e a67.000 nel 2020, se lacrescita di questa tecno-logia sarà adeguata al suopotenziale», ha sottoline-ato Togni. Già oggi l’ener-gia del vento ha copertonei primi 5 mesi dell’annoil 7% della produzionenazionale di elettricità,con 7,3 terawattora pro-dotti, affiancando il foto-voltaico, che ha copertooltre l’8%, con 8,9 te-rawattora. In complesso, i43 terawattora prodottidalle fonti rinnovabilihanno coperto quasi il40% della produzioneelettrica nazionale nei pri-mi 5 mesi dell’anno, in ba-se ai dati di Terna.

E. CO.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Osservatorio Energia

I trimestre 2014IV trimestre 2004

95.128

44.885

56.147

50.669

14.88622.146

14.4045.305

biogeotermicofotovoltaico

eolico

idroelettrico

altri termici

carbone

cicli

combinati50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

Totale: 303.569 GWhProduzione

(in GWh)

7,76,2

2,8

1,7

0,8

0,8

3,4 oneri fontirinnovabili

imposte

IVA

trasporto

perequazione

combustibile

1,02,90,7

1,1 0,4

0,30,1

0,1

oneri per energivori

oneri nucleari

costi dicommercializzazione

dispacciamento

Tariffe elettriche

al mercato tutelato

Totale: 19,2

eurocent/KWh

0,30,1

0,6

0,4

Totale: 12,6

eurocent/KWh

AuthorityGuido Bortoni

Page 30: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

30 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

La cifra del giro d’affari annebbiala mente: 3 trilioni di dollari per il2017. Un numero inversamenteproporzionale alla grandezza dei

prodotti in questione, sull’ordine di 1 mi-lionesimo di millimetro. Questo piccolo grande business è invisibile senza un mi-croscopio atomico, eppure la nanotecno-logia è l’ultima frontiera. Di più: è la nuo-va sfida tra le grandi potenze. Cina e In-dia sono in prima fila. E il presidente Usa,Barack Obama, ha riservato 500 milionidi dollari per il programma «Advancedmanufacturing partnership», che ha alcentro le nanotecnologie.

Per fortuna l’Italia non è messa malenella corsa al minuscolo, che offre possi-bilità infinite e strategiche: le nanotecno-logie possono creare materiali e disposi-tivi sorprendenti, come il futuro compu-ter quantistico. «Dagli anni Ottanta ab-biamo iniziato a operare sugli elettroniper trasformare le proprietà degli ato-mi», semplifica il direttore della ScuolaNormale di Pisa, Fabio Beltram. «Conquesti atomi modificati possiamo ottene-re materia con nuove proprietà. Pensia-mo alla medicina: stiamo studiando far-maci capaci di curare la malattia ad hoc.Per esempio una chemioterapia che in-terviene solo sul male, senza le controin-dicazioni».

In Italia al lavoro ci sono eccellenticentri di ricerca come quello promossodalla Normale a Pisa già negli anni No-vanta, oppure l’Istituto italiano di tecno-logia di Genova e l’Istituto di fotonica enanotecnologie del Cnr. «Siamo nella si-tuazione in cui eravamo negli anni Ses-santa e Ottanta per altri settori strategici,cioè alla pari con altri Paesi sviluppati. Semmai il problema non è la ricerca, mala mancata connessione con le imprese.Troppe aziende di piccole e medie di-mensioni non conoscono i vantaggi dellenanotecnologie», commenta Beltram.

Non tutti sono ignari delle possibilitàofferte. Alcune grandi aziende che utiliz-zano le nanotecnologie si sono riunite inNanotec It, con l’obiettivo di farne un punto di riferimento per industria, ricer-ca pubblica, istituzioni governative. Com-prende tra gli altri Ape research (micro-scopi a sonda ad altissima risoluzione),Bracco, De Nora, Elsag Datamat, Eni,Finmeccanica, Pirelli Tyre, Saes Getters,Selex, Stmicroelectronics, Tethis, Smilab(gruppo Smi), Veneto Nanotech.

Atomo in cucinaAnche alcune imprese di medie di-

mensioni iniziano a nanotecnologicizzar-si. Come Doimo cucine, che ha appenapresentato una linea di prodotto che uti-lizza Fenix, materiale ottenuto grazie al-l’impiego di nanotecnologie: il risultato èuna superficie opaca, morbida al tatto, anti-impronta, resistente ai graffi e alleabrasioni, antistatica, antimuffa, antibat-terica e idrorepellente. La manipolazionedegli atomi non ha confini: è utilizzataper la ricerca e l’industria nell’ambitodella biologia molecolare, chimica, scien-za dei materiali, fisica, ingegneria mecca-nica, ingegneria chimica, elettronica. E lenanotecnologie, secondo Frans Kampers,

coordinatore dell’innovazione in Olandaall’Università di Wageningen, possonocancellare la fame nel mondo riducendogli sprechi. Bastano nano-sensori sulleconfezioni per uccidere i batteri o avver-tire se i cibi sono deteriorati. Ma l’ultimafrontiera, su cui infuria una battaglia chevede coinvolti Stati e colossi dell’indu-stria, è il grafene, costituito da uno stratospesso un atomo, cioè tra 0,1 e 0,5 nano-

metri. E’ il materiale più sottile che esista,super leggero, denso, trasparente, resi-stente allo stress (mille volte più dell’ac-ciaio), efficiente conduttore di calore edelettricità, resistente alla temperatura ealle variazioni del pH. I giganti dell’elet-tronica si contendono brevetti e la Ue hastanziato 1 miliardo di euro per svilup-parne la ricerca.

Antibatterico Ci sono, poi, altri utilizzi apparente-

mente meno strategici, ma interessanti.Come la calza che controlla la posizione

del piede dei runner. È prodotta in Usa daHeapsylon, fondata da Davide Viganò,Maurizio Macagno e Mario Esposito.L’azienda utilizza la nanotecnologia per ilbrand Sensoria, che confeziona calze,magliette e reggiseni per lo sport, capacidi registrare e regolare i movimenti delcorpo. «Le nanotecnologie aumentano lacapacità dei tessuti di assorbire coloran-ti», spiega Viganò da Redmond, dove hasede l’azienda. «E nel prossimo futurosvolgeranno un grande ruolo per i mate-riali antibatterici. Per esempio, nei tessutiutilizzati da Sensoria utilizziamo nano-particelle d’argento come antimicrobici eantibatterici, eliminando così gli odorinelle fibre. Il nanotech è il futuro».

Sarà strategico per far muovere ilmondo. È l’obiettivo del bergamasco Ric-cardo Signorelli, che dopo un’esperienzaal Mit di Boston ha fondato negli Usa laFastCap Systems. L’azienda ha vinto duefinanziamenti dal governo Usa da 7,5 mi-lioni di dollari. Il risultato è Ulysses, uncondensatore dieci volte più capace deiconcorrenti, grazie a nanotubi di carbo-nio, che in pochi centimetri possono ac-cumulare quanto l’energia di un ipoteticodispositivo tradizionale di un chilometroquadrato e ricaricare le batterie di un’au-to in pochi secondi. Nano sì, ma veloce.

[email protected]© RIPRODUZIONE RISERVATA

Osservatorio Nanotecnologie

Font

e: N

anop

inio

n.eu

Ppar

ra

Nanomateriali38%

Nanoelettronica25% Ottica, magnetismo

15%

Strumenti misurazione13%

Nanobiotecnologia9%

Il valore in trilioni di euro del business della nanotecnoligia previsto per il 2015

Premio Nobel per la Fisica a Richard Feynman per aver considerato la possibilità di manipolare gli atomi

Gerd Binnig, Calvin Quatee Christoph Gerber inventano il microscopio atomico

Entranoin commercio i primi prodotti nanotech

Negli Stati Unitinasce il consorzio NanoteK,

per la ricerca sul nano-food

In Italiail Comitato nazionaleper la bioetica attivaun gruppo di lavoro

dedicato ai problemibioetici sollevati

dalle nantotecnologie

Primi prodotti con antibatterici a base di nanoparticelle d'argento. Samsung le utilizza per diversielettrodomestici

Norio Taniguchiprofessore di Scienze all’Università di Tokyo crea il termine nanotecnologia

Il Parlamento europeo chiedeche sulle etichette dei prodotti alimentari sia indicata l’eventuale presenza di nano-materiali

In Giapponevengono scoperti

i nanotubi di carbonio

2002

La storia

3

2004

chied

1986

2010

il

Invenzioni invisibiliCome si dividono le innovazioni che riguardano le nanotecnologie

do

2000

1974

1959

1999

1991teecnolog

Primati Dagli Usa alla Cina tutti ci puntano. Obama scommette 500 milioni in ricerca

Sfide Parte la corsa all’atomoQuesto piccolo grande businessNanosensori per eliminare i batteri nei cibi, produrre calze per lo sport e materiali d’arredo: nel 2017 un giro d’affari stimato in 3 trilioni di dollari DI ROBERTO DI LELLIS

De Nora, Bracco, Elsag e Pirelli tra le società riunite in Nanotec It, punto di riferimento per il settore

1 Eccellenze

Il sensore che sembra pelle

N egli ultimi quattro anni i dispositivi tou-ch hanno aperto la strada allo sviluppo

di nuovi dispositivi digitali. Primi tra tutti itablet. Perché grazie al semplice tocco delledita possiamo interagire con uno schermoluminoso. Ma al Centro di Micro-BioRobotics(Cmbr) di Pontedera (Pisa), dell’Istituto ita-liano di tecnologia diretto da Roberto Cingo-lani (nella foto) stanno progettando un in-novativo sensore tattile. La novità? E’ ingrado di rilevare intensità e direzione deltocco. Il primo di una famiglia touch-sensorcapace di emulare la sensibilità della pelleumana. Spiega Lucia Beccai, la ricercatriceche coordina il team di lavoro: «Sottile e flessibile è più sensibile di un tradizionalesensore di pressione e grazie alla capacità di

percepire forze prove-nienti da differenti di-rezioni, rileva sia il lie-ve tocco di una carez-za, sia forti sollecita-z i o n i m e c c a n i c h ecome quelle percepitedal l ’uomo quandoprende tra le mani un

oggetto pesante, evitando che scivoli». Il nuovo sensore si adatta alle superfici

su cui viene steso. Perché è progettato asandwitch, sovrapponendo strati di mate-riale conduttivo, alternati a polimeri elasticidi silicone. Una soluzione che fornisce tempidi risposta alle sollecitazioni meccaniche dell’ordine dei millesimi di secondo. Compa-rabili a quelli biologici. Di fatto è quanto av-viene nella pelle umana (pensiamo alla sen-sibilità ad urti e schiacciamenti) e nelle radi-ci delle piante. Numerose le applicazionipreviste dai ricercatori dell’Istituto italiano ditecnologia. Dallo sviluppo di interfacce uo-mo/macchina per gestire dispositivi digitali,al rivestimento di ambienti dove è richiestaun’interattività naturale. In particolare, neisistemi touch per abitazioni e auto, ma an-che come tessuto indossabile per leggere parametri vitali (esempio battito cardiaco). Imateriali utilizzati sono a basso costo, conprocessi di fabbricazione facilmente ripro-ducibili. Un aspetto che rende il touch-sen-

sor pisano adatto alla produzione su largascala.

UMBERTO TORELLI© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’interior designdiventa molecolare

L a nanotecnologia entra nel settore del-l’interior design: cucine, bagni ed ele-

menti di arredo. Non più con film sottili daapplicare ai materiali per migliorare le pre-stazioni, ma con veri e propri componenti astruttura interamente «nano», come quelliprodotti da Arpa Industriale di Bra (Cuneo)specializzata in laminati ad alta pressione.Le particelle più piccole di 100 nanomertrisono integrate nel materiale — compostoda carta (70%) e resina (30%) — grazie aun trattamento con un fascio di elettroni.Vantaggi: il materiale si ripara termicamen-te, è anti-impronta, abbatte la carica batte-rica ed è soffice al tatto ma anche resistenteai graffi. «Si chiama Fenix Ntm (Nanotechmaterial, ndr) perché si rigenera con il calorecome la fenice che risorge dalle ceneri»spiega Sandro Marini, responsabile comuni-cazione di Arpa.

A un anno dalla presentazione, questonanomateriale ha vinto il «material Preis2014» tedesco. «E’ diverso dai film sottili»,precisa il manager. Un bel vantaggio per l’impresa che punta sull’innovazione, inve-stendo il 4% del fatturato (oltre 78 milioni)in ricerca e sviluppo, e genera un export parial 70% del business.

«Il processo di produzione è stato messoa punto dal nostro laboratorio composto daun team internazionale di ricercatori, insie-me alla nostra sister compagni olandese —sottolinea Marini — e ha richiesto un annodi lavoro. Anche se non è brevettato soltantoil nostro gruppo possiede i macchinari perrealizzarlo». La novità è stata, per ora, im-piegata per lo più dalle industrie di cucine.

PAOLO CARUSO© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sport e hi-tech Davide Viganòtra i fondatori di Heapsylon

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Page 31: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 31

Osservatorio Nanotecnologie

L’intervista Il ricercatore dell’Enea esperto di nanomateriali

«Ci manca l’ultimo passoper diventare protagonisti»Vittori Antisari: costruire un ponte tra laboratori e industria

Non c’è limite al piccolo. Basta averemetodo. E non bisogna spaventarsi sela forza dell’invisibile in pochi anni ri-

sulterà pervasiva. Marco Vittori Antisari è di-rettore all’Enea della sezione Materials and technology composite and nanostructured.

A che punto è l’Italia quanto a ricercasulle nanotecnologie?

«Nella ricerca accademica e degli entil’Italia è molto ben allineata con il mondo in-dustrializzato. La situazione cambia riguardoal contributo alla produzione industriale».

L’Italia studia, ma non si applica... «Le scoperte della ricerca

scientifica per tradursi in in-novazione tecnologica utiliz-zabile nella produzione indu-striale devono attraversare lacosì detta valle della morte,cioè il percorso necessario atradurre le conoscenze inprocessi tecnologici utilizza-bili. La maggior parte delleinnovazioni scientifiche nonriesce a uscire dalle pareti deilaboratori accademici».

Di chi è la colpa?«La qualità della scoperta

scientifica gioca un ruolo re-lativamente marginale, mentre sono fonda-mentali le condizioni di contorno che si decli-nano, per esempio, in politica industriale, ac-cesso al credito per aziende spesso nate daspin-off e, infine, azioni complementari, doveil sistema di governance del processo di inno-vazione industriale gioca un ruolo prima-rio».

Bravi i singoli, ma il gioco di squadra èquello che è.

«È un tema di difficile approccio a livellointernazionale, ma il nostro Paese appareparticolarmente carente da questo punto divista e mostra difficoltà nel mettere a puntomeccanismi di supporto al trasferimento ver-so il sistema produttivo delle innovazioni ge-nerate dalla ricerca».

Quali sono le aree in cui l’applicazionedelle nanotecnologie è più avanti?

«La microelettronica è il settore in cui laminiaturizzazione ha generato le maggioriinnovazioni. È seguita dai materiali, dove lanano-strutturazione rappresenta uno stru-mento per impartire particolari proprietà al-la materia. Senza dimenticare i successi dellanano-medicina».

Le nanotecnologie non si vedono. Sia-mo sicuri che i pericoli nel loro utilizzo si-ano ben valutati?

«I nanomateriali, a causa delle ridotte di-mensioni hanno potenzial-mente una forte interazionecon gli organismi viventi, conla possibilità di indurre mo-dificazione ed, eventualmen-te, danni. Tuttavia, oggi lascienza dispone di una ampiagamma di metodologie ingrado di valutare questi effet-ti e di quantificarli in mododa prendere le opportunecontromisure per la protezio-ne della popolazione. La si-tuazione non è molto dissimi-le da quanto accade per icomposti chimici, che in mol-

ti casi possono essere anche maggiormente aggressivi».

Fino a che ordine di grandezza è possi-bile utilizzare le nanotecnologie?

«Non si tratta di dimensioni, ma di proto-colli e di conoscenze tecnologiche specificheche consentono di governare i processi nano-tecnologici nella produzione di massa».

Quali sono le novità in arrivo? «Le maggiori aspettative sono attese dal

grafene. Si tratta di un materiale in grado dirivoluzionare diversi settori industriali se siriusciranno a superare i colli di bottiglia e asviluppare tecnologie trasferibili alla produ-zione industriale».

R.D.L.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ricercatore EneaMarco Vittori Antisari

Ricerca L’Ue stanzia 13,6 milioni per arrivare alla produzione industriale di circuiti su piattaforme atomiche

Computer Il chip? E’ chiuso in una molecolaComponenti micro e massima velocità. Ci provano Ibm, Google e le università europeeDI CHIARA SOTTOCORONA

Ichip di domani non saran-no più «micro», ma «na-no». Così minuscoli da di-ventare invisibili a occhio

nudo. I ricercatori che li stannoinventando lavorano con mi-croscopi atomici a effetto tun-nel per arrivare al cuore dellamateria. «Abbiamo trovato ilmodo di progettare molecoleche possono compiere funzionilogiche, eseguire calcoli», diceChristian Joachim, fisico-chi-mico, direttore del gruppo di ri-cerca in Nanosciences al Cemesdi Tolosa (centro studi sui ma-teriali del Cnrs francese). É sta-to il primo ricercatore in Euro-pa a introdurre il concetto di«elettronica molecolare» ed è ilcoordinatore del progetto euro-peo Atmol (Atomic scale andsingle molecule logic gate tech-nology) iniziato nel 2011, che siconclude a fine anno.

L’obiettivo è realizzare cir-cuiti integrati su una sola mole-cola e definire un nuovo proces-so di produzione industriale.Una scommessa su cui l’Unioneeuropea ha investito 6,9 milio-ni, che vede coinvolte universitàfrancesi, inglesi, tedesche e spa-gnole, oltre al Max-Planck In-stitute. Altri 9 milioni sono in-vestiti fino al 2017 nel progettoPams (Planar atomic and mole-cular scale devices), destinatoalla produzione di componenti

elettronici a livello molecolare.Partecipano, oltre al Cemes, seiuniversità europee e il centro diricerca di Ibm a Zurigo.

Oltre il silicio«Queste ricerche sono ne-

cessarie perché i chip diventa-no sempre più complessi e stia-mo arrivando ai limiti fisici delsilicio — spiega AlessandroCurioni, ricercatore ai Labs diZurigo, Ibm Fellow in Compu-tational Sciences (il livello piùalto di un ricercatore del grup-po Usa, ndr) —. Oggi pur uti-lizzando tecniche di nanotecno-logie possiamo scendere almassimo alla dimensione di 20

nanometri per un transistor suuna lastra di silicio. Mentre unamolecola misura appena un na-nometro (un miliardesimo dimetro)». Ibm punta a ridurre alivello nano le dimensioni deidispositivi elettronici per utiliz-zarli in sistemi standard di cal-colo digitale. Una miniaturizza-zione spinta è necessaria per losviluppo delle tecnologie in-dossabili, ma anche per au-mentare la potenza di calcolo.

Un’altra strada è quella di re-alizzare chip a livello molecola-re, ma come primi elementi diun futuro «computer quanti-co», ossia la promessa di calcolimilioni di volte più veloci . «Le

ricerche sul qubit (il bit quanti-co) condotte in Ibm da DavidDi Vincenzo, professore dell’In-stitute of quantum informa-tion, hanno portato a definire lastruttura necessaria», precisaCurioni.

Nasa al lavoroIn questa direzione lavora

anche il laboratorio di Google:il Quantum artificial intelligen-ce lab, aperto nel 2013 insiemealla Nasa, che ha presentato unnano-circuito con cinque qubitrealizzato da John Martinis, fi-sico dell’università di SantaBarbara. Sono solo i primi passiverso macchine di nuova conce-

zione. «L’esplorazione del cal-colo quantico e delle applica-zioni è ancora molto recente esono molti i problemi da risol-vere. Per arrivare a un nuovo ti-po di computer ci vorranno de-cenni — avverte Federico Fag-gin, l’inventore del primo chip—. Non ho dubbi però che il fu-turo dell’elettronica è a livellomolecolare». Perciò le ricercheeuropee si pongono obiettiviconcreti per passare dalla mi-cro alla nanoelettronica.

«Con il progetto Atmol vo-gliamo dimostrare come si pos-sono integrare l’informatica e ilcalcolo quantico realizzando uncircuito elettronico a livello ato-mico, su una molecola di silicio— spiega Joachim—. Per lo svi-luppo industriale, abbiamo de-ciso di incapsulare la molecola-calcolatore, in modo da isolarlaper evitare perturbazioni». Lamolecola-chip è protetta comein un sandwich da una superfi-cie isolante di idrogeno al di so-pra e da uno strato sottostanteche incorpora l’interconnessio-ne elettrica. «Il lavoro condottoa partire dal 2011 ci ha permes-so di creare una sola molecolache contiene la porta logica condue entrate e un’uscita — pre-cisa Joachim —. Si può imma-ginare una piastrina piccola co-me una testa di spillo che con-tiene all’interno il chip da 1 na-nometro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN CANTIERE Gli investimenti europei per realizzare i nano-chip su una molecola. Dati in milioni di euro

ATMOL(Atomic scaleand single Mole- cule Logic Gate Technology)

CEMAS(Controlling and exploring Molec- ular Systems atthe Atomic scale)

PAMS(Planar Atomicand Molecularscale devices)

ProgettoCreare un circuito integrato su una sola molecola, prototipodi chip a calcolo quantico

L’uso dell’AtomicForce Microscopyper tecniche avanzate di fabbricazione atomo per atomo

Sviluppare la fabbri- cazione di componenti elettronici a livello submolecolare

Scopo

6,9 investi-mentoUe

2,5contributo Ue alla ricerca

9,1di cui 6,6di contri- buto Ue

Costo

5 università e 2 istituti di ricerca. Coordinato da Francia, partecipano Germania, Regno Unito, Austria, Spagna, e Polonia, in collaborazione con Giappone

Ibm Research (Zurigo e altricentri europei)

Coordinatore Cnrs Francia, partecipanti: Ibm Researchpiù 2 università tedesche,2 spagnole, 1 polacca

Partner

Font

e: e

labo

razi

one

Corr

ierE

cono

mia

S. A

valtr

oni

2011-2014

Anni

2013-2017

2012-2016

1 Aziende & hi tech

È made in Friuli l’innovazionea misura di Pmi

M ettere la nanotecnologia al servizio delle pic-cole e medie imprese. Con questo obiettivo

Agemont Cit (Centro di innovazione tecnologica) diAmaro, vicino Udine, ha portato avanti il progettoNanocoat che si chiude a dicembre, finanziato dal-la Regione Friuli Venezia Giulia con 800 mila euroin tre anni. Risultati: più di 300 imprese contattate,8 convegni nanotech, 13 studi di prefattibilità dicui 7 trasformati in sperimentazione e due guide.

«Le piccole e medie imprese sono veloci ad ab-bracciare i processi innovativi, ma hanno difficoltàa investire. Ecco perché noi mettiamo la nanotec-nologia al loro servizio, rispondendo alle singoleesigenze. Non dimentichiamo che si tratta di tec-nologie sofisticate e non alla portata di tutti», spiega Michele Morgante, presidente del consorzioInnova Fvg, l’ente pubblico che entro la fine del-l’anno incorporerà Agemont.

Ora si tratta di portare avanti il lavoro, conti-nuando a far dialogare chi fa scienza con chi fabusiness. Come? «Stiamo organizzando unnetwork di punti di informazione per le aziendeche desiderano accedere alla nanotecnologia permigliorare prodotti e processi — aggiunge Mor-gante —. Per ora gli info-point sono sparsi nelFriuli Venezia Giulia, ma più avanti potrebbero varcare i confini regionali. Vogliamo anche incre-mentare il numero di centri di ricerca, pubblici eprivati, con cui lavorare che oggi sono venticin-que».

Insomma, l’idea è quella di sviluppare sempredi più un polo di «nanoeccellenza» per le impresesul territorio, da cui potrebbe nascere un distrettoin futuro. «Operando attraverso una rete — con-clude Morgante — possiamo rispondere in modoefficace e in tempi rapidi alle richieste delle impre-se e metterle in contatto con il centro di competen-za più idoneo».

PAOLA CARUSO© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 32: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

32 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Osservatorio Franchising

Giro d’affari

I principali dati sul franchising

Insegne operative in ItaliaIn unità

In milioni di euro

Punti vendita in Italia

Punti vendita italianiall’estero

Addetti occupati nelle reti

2012

23.262

938

52.189

7.714

Media occupatiper punti vendita 3,6

187.374

L’IDENTIKIT LE PRIME 5REGIONINumero di punti vendita nel 2012

LA TOP TENIl fatturato dei settori merceologici. Dati in miliardi di euro

Alimentare (Gdo)

Servizi specialistici

Abbigliamento

Ristorazione rapida

Turismo

Intimo

Immobiliare

Abbigliamento infanzia

Calzature/pelletteria

Gdo/non food

7,0

2,2

1,5

1,4

1,4

1,3

0,9

0,7

0,7

0,7

30,06

9,49

6,43

6,1

6,03

5,79

4,12

3,21

3,17

3,16

%

Lombardia

Lazio

Sicilia

Piemonte

Campania

8.391

6.336

4.524

4.504

4.281

Totale 23,3 miliardi

25,61Altro

Fonte: Assofranchising

Bilanci Sono lontani gli anni della crescita a doppia cifra. Ma il giro d’affari è stabile oltre i 23 miliardi

Reti «Meglio mettersi in catena per agganciare subito la ripresa»Fiorelli (Assofranchising): «Abbiamo resistito meglio del commercio tradizionale»DI FELICE FAVA

Qualcuno lo ha defi-nito il «motore del-l’imprenditoriali-tà», ma rispetto al

passato questo motore ha per-so la brillantezza di un tempo.Il franchising italiano sta ar-rancando, come succedequando si deve affrontare unasalita, la salita della recessioneeconomica.

BaluardoNonostante tutto, le reti ri-

mangono forse l’ultimo ba-luardo in grado di contrastareil perdurare della crisi delcommercio in Italia. I consu-mi interni, sempre più fiacchi,hanno costretto decine di mi-gliaia di botteghe tradizionalia chiudere la saracinesca (12mila solo nel primo trimestre2014). Anno dopo anno il calodegli acquisti si è allargato amacchia d’olio: dopo abbiglia-mento e calzature, gli italianiora spendono meno anche peri prodotti tecnologici (compu-ter e telefonini) e persino perdiversi generi alimentari.

Questo quadro a tinte fo-sche non poteva non incidere

anche sul mondo dell’affilia-zione commerciale che nel2013 a fatica è riuscito a man-tenere complessivamente leproprie posizioni. Il consunti-vo dettagliato verrà reso notoin occasione del congresso diAssofranchising, storica asso-ciazione del settore, in pro-gramma a Roma mercoledìprossimo. Ma qualche rifles-sione si può già fare.

Schiarite«Siamo moderatamente

ottimisti — afferma GrazianoFiorelli, presidente di Asso-franchising —. Mentre conti-nua inesorabile il declino delcommercio tradizionale, l’affi-liazione non arretra. L’exportdei format italiani verso l’este-ro va bene, le reti crescono nu-mericamente e gli addetti nonsono diminuiti. Insomma, po-teva andare peggio. Non sorri-diamo ma la resistenza dellereti, in attesa di cogliere unaprossima auspicabile ripresaeconomica, è un segnale posi-tivo».

Che il vento favorevole fos-se cambiato lo si era capito giàlo scorso anno, quando per ilfranchising italiano era suo-

nato il primo campanello dal-l’allarme. I dati del 2012 regi-stravano un calo del volumed’affari dello 0,7%: da 23.424milioni di euro a 23.262. Nonera mai successo, per decennigli operatori erano abituati a una crescita costante di tuttigli indicatori economici. Incerti periodi si erano registra-tati addirittura incrementi adoppia cifra.

Il decalogoA capire al volo la delica-

tezza del momento e a indica-re alcune soluzioni praticabiliè stata la rivista mensile AzFranchising con la pubblica-

zione di un decalogo indiriz-zato al governo per rilanciareil settore. L’idea di fondo è dispingere sull’acceleratore del-la trasparenza per individuaremeglio chi fa attività in fran-chising e nell’assegnazionedei fondi pubblici. Insomma,una ricetta per tutelare di piùnon solo di chi vuole mettersiin proprio aderendo al proget-to commerciale, ma anche lecatene che operano sul merca-to in modo serio. E mettere co-sì all’angolo le attività opache,se non truffaldine.

A di là delle attuali iniziati-ve di rilancio, se proviamo adallungare lo sguardo sul pros-simo decennio, gli operatoripiù lungimiranti intravvedo-no le notevoli potenzialità del-l’affiliazione commerciale, ingran parte ancora inespresse.

Concorrenza«Oggi la distribuzione ita-

liana — analizza Fiorelli — èformata da 750 mila puntivendita al dettaglio, gestiti nel92% dei casi da operatoricommerciali indipendenti chefanno sempre più fatica a la-vorare da soli in un mercato diaccentuata concorrenza. Ri-

spetto al passato, le possibilitàdi lavoro per i giovani passanotramite la sfida d’imprendito-rialità. Ecco perché il franchi-sing ha davanti a sé un perio-do di grande sviluppo. L’op-portunità di entrare in questomondo — prosegue Fiorelli— è rivolta a chi vuole avviareun’attività commerciale incondizioni di maggiore sicu-rezza, ma anche all’imprendi-tore intenzionato a rilanciareil proprio business attraversola riconversione di un negoziotradizionale. In entrambi i ca-si si può fare leva sull’espe-rienza e la professionalità dimoltissimi franchisor seri, af-filiandosi ai marchi già rico-noscibili dal mercato».

«La formula dell’affiliazio-ne non ha perso la sua validità— sostiene Fabio Pasquali, di-rettore di Az Franchising — esta diventando un passaggioquasi obbligato per le aziendeche vogliono crescere. È guar-data con sempre maggiore in-teresse persino dal mondodell’equity e della finanza,cioè dagli investitori interessa-ti a diversificare il proprio bu-siness».

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AssofranchisingGraziano Fiorelli

Confimprese Parla il presidente

Resca «Meno insegne,ma nelle vie chiave»

Un test sulle prossime tendenze economiche arriva al-l’Osservatorio Confimprese, l’associazione del commer-cio moderno cui fanno riferimento in Italia un centinaio

d’imprese, il 50 per cento delle quali utilizza la formula delfranchising.

I piani di sviluppo degli associati in Lombardia fanno emer-gere un quadro che riflette la situazione di stallo dei consumi.Tuttavia la regione lombarda, dove ha sede il maggior numerodi punti vendita in franchising (sono oltre 8 mila, pari al 16%del totale nazionale), è tra le poche che ancora si salvano in ter-mini di aperture e di occupazione.

Infatti, sono un centinaio i locali che verranno avviati nel se-condo semestre 2014, con un incremento della forza lavoro dicirca 300 unità. La maggior parte delle aziende ha preferito nonaprire nuovi negozi, pur di mantenere i volumi di vendita an-che grazie alle promozioni quasi continue durante l’anno e acosto di perdere in marginalità.

«Tra gli associati — affermaMario Resca, presidente Confim-prese — c’è la preoccupazione le-gata soprattutto alla mancanza diliquidità da parte delle famiglie,che quindi comprano meno e fre-quentano con minore assiduità inegozi. Il nostro Osservatorio haperò intravisto qualche spiragliodi luce. In Lombardia, e non soloa Milano, che rimane la città pre-ferita soprattutto per alcune vieconsiderate un vero e propriomust per lo shopping, si aprononuovi negozi anche se con ritmi

molto più lenti e con maggiore cautela. Assistiamo però aun’inversione di tendenza: se prima della crisi era prioritariofare massa critica e aprire in zone ritenute spiccatamente com-merciali, oggi a causa delle mutate condizioni economiche diaziende e consumatori si tende ad aprire un numero inferioredi attività commerciali e si punta sulle zone considerate top lo-cation, ciò per consolidare il proprio brand». Una situazione inevoluzione, che richiede una attenta analisi.

«Anche in questo periodo difficile — conclude il presidentedi Confimprese — nascono nuovi progetti di franchising. Lereti più piccole si stanno sviluppando consapevoli della validitàdella formula distributiva e del suo contenuto di auto-impren-ditorialità. Così come i grandi gruppi industriali si stanno orga-nizzando a livello commerciale per sfruttare le potenzialità del-l’affiliazione».

FE. FA.

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ConfimpreseMario Resca

1 Verso l’Eire

La grande fiera del mattone

La crisi del mercato immo-biliare se è ripercossa pe-santemente sull’attività

dei mediatori e soprattutto hareso difficile il business alleagenzie indipendenti, perchéhanno maggiori difficoltà a otti-mizzare i costi. Naturalmente ledifficoltà non mancano nem-meno per le reti in franchising,ma sul mercato si stanno molti-plicando i segnali, se non di unaripresa perlomeno del fatto cheil peggio della crisi è alle spalle.Una conferma di questi segnaliè attesa dal più importante ap-puntamento fieristico italianodedicato all’immobiliare, l’Eire,in calendario per la sua decimaedizione nei padiglioni cittadinidella Fiera di Milano dal 24 al 26giugno organizzato da Ge.Fi Ge-stione Fiere e che vedrà la pre-senza delle più importanti reti infranchising dell’intermediazio-ne immobiliare e creditizia, ac-canto a quella di promotori im-mobiliari, fondi, enti pubblici in-teressati alla valorizzazione delloro patrimonio.

E a quest’ultimo propositoAntonio Intiglietta, presidente diGe.Fi, spiega: «Uno dei temiportanti del salone è la dismis-sione degli asset immobiliaridetenuti dagli enti locali. Pre-senteremo una serie di iniziativein corso di realizzazione che di-mostrano la possibilità di coniu-gare l’esigenza del pubblico difare cassa con le aspettative dibusiness degli operatori priva-ti».

Un appuntamento importan-te da questo punto di vista è ilconvegno «Patrimonio PubblicoItalia», promosso dalla Cassadepositi e prestiti, che presente-rà tra l’altro una serie di iniziati-

ve di trasformazione di immobilipubblici inutilizzati in struttureturistiche di grande appeal.

Una serie di iniziative conve-gnistiche riguarderà il mercatoimmobiliare del retail: di parti-colare interesse appaiono i pro-getti tesi a recuperare aree cit-tadine attualmente di scarsoappeal per lo shopping in centricommerciali naturali dove le in-segne in franchising possanoconvivere con il dettaglio tradi-zionale (che nei centri commer-ciali extraurbano di fatto non èquasi mai presente).

Grande spazio anche i pro-getti di social housing, un ap-proccio al problema dell’abita-zione che in Italia fatica a farsistrada e che invece presentaaspetti insospettati di businessper promotori e mediatori im-mobiliari.

L’appuntamento istituzionalepiù importante sarà al solito ilconvegno di apertura: si intitola«Cambiare per crescere, unanuova #destinazione d’uso perl’Italia». Organizzato con As-soimmobiliare vedrà la parteci-pazione di imprenditori e politi-ci.

G. PA.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Eire Antonio Intiglietta,presidente di Ge.Fi

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 33

Osservatorio Franchising

GLI SPAZI (superficie media richiesta)101-150 mq11,6%

151-200 mq3,7%

201-250 mq1,6%

251-500 mq5,5%

Superiore a 500 mq3,5%

21-40 mq20,1%

41-60 mq21,9%

61-80 mq15,6%

81-100 mq12,7%

0-20 mq3,8%

I FONDI PER PARTIRE (dati in euro)

DOVE SI TROVANO LE CATENE DI FRANCHISING

50.001-100.00021,8%

150.001-300.0005,4%

10.001-20.00016,7%

20.001-50.00034,3%

0-10.00011%

100.001-150.0006,7%

Superiore a 300.0004,1%

Nord Est20,7%

Sud e isole21,2%

Nord Ovest35,7%

Centro22,4%

S. F

ran

ch

ino

Il dibattito Dalla sperimentazione al know how ai fondi pubblici: che cosa potrebbe cambiare

Contratti Cercasi più trasparenzaFa discutere gli operatori la proposta di legge per rivedere la normativa di settore DI FELICE FAVA

Albert

La trasparenza non è mai abba-stanza, soprattutto quando c’èdi mezzo il destino delle perso-ne, di coloro che accarezzano il

sogno di avviare un’attività commercia-le aderendo a una catena in franchisinggià attiva sul mercato. La trasparenzanon è mai troppa perché in questo pro-getto gli aspiranti piccoli imprenditoriimpegnano non solo risorse economi-che, ma anche il proprio avvenire.

L’affiliazione commerciale offre an-che a chi non ha esperienze consolidatedi ridurre il rischio d’impresa, ma lascelta iniziale della catena risulta deter-minante. Ecco perché il potenziale affi-liato deve essere messo nelle condizionimigliori per scegliere bene con chi con-cretizzare un progetto di vita lavorati-va.

Indicazioni utiliProprio la trasparenza è l’ingredien-

te forte che ha animato Iref (la Federa-zione delle reti europee di partenariatoe franchising), Anc (l’Associazione na-zionale dei commercialisti) e la rivistaAz franchising, nel dare una serie d’in-dicazioni utili allo sviluppo. Suggeri-menti raccolti con favore dalla senatri-ce Elena Fissore, componente dellacommissione Commercio e Industria,che sta predisponendo una proposta dilegge per integrare e modificare la nor-mativa attualmente in vigore.

Il sasso lanciato nello stagno ha agi-tato non poco le acque. C’è chi è a favoredelle modifiche, chi vorrebbe lasciare

le cose come stanno. «La nostra inizia-tiva — dice Mirco Comparini, presi-dente di Iref Italia — va nella direzionedi una maggiore tutela, sia dei franchi-sor sia dei potenziali affiliati conl’obiettivo di migliorare il settore, ren-derlo più trasparente, professionale edefficiente, rimuovendo la concorrenzasleale di chi opera in questo settore uti-lizzando scorciatoie a danno degli ope-ratori corretti».

«In questo periodo difficile — so-stiene Graziano Fiorelli, presidente diAssofranchising — modificare una leg-ge che sta funzionando bene non è fon-damentale. Ora il nostro mondo ha al-tre priorità: migliorare l’efficienza delle

aziende, dei processi, dei prodotti e in-vestire per cogliere le opportunità chearriveranno e favorire così l’occupazio-ne. Imbrigliare l’operatività delle im-prese con nuove norme, in un Paese co-me il nostro sin troppo regolamentato,mi sembra una strategia sbagliata».

Punti critici vengono invece eviden-ziati da Mario Resca, presidente di Con-fimprese. «L’attuale normativa — spie-ga Resca — ha un grande limite: rego-lamenta solo la fase precontrattuale.Ma dopo, cosa succede? Da tempochiediamo un riconoscimento ufficialedel settore tramite un codice identifica-tivo della attività in franchising. Chisvolge questo tipo di attività dovrebbe

dichiararlo al Registro delle imprese,ciò permetterebbe anche di monitorarein modo più preciso il settore».

Più vicini all’Europa«La legge — afferma Patrizia De Lu-

ise, presidente di Fif, la Federazione ita-liana del franchising — ha aiutato l’af-filiazione italiana ad avvicinarsi a quel-la europea. Sono comunque favorevolea una revisione del testo per rafforzarele tutele delle buone imprese. Per esempio sarebbe opportuno prevedereche la sperimentazione contemplil’apertura di due punti vendita in gradodi dimostrare la validità dell’iniziativaimprenditoriale in chiave franchising».

Ma cosa ne pensa Aldo Frignani, asuo tempo uno dei promotori della nor-mativa che attualmente regolamenta ilfranchising nel nostro Paese? «Ognilegge può essere migliorata — tagliacorto Frignani — ma i punti che do-vrebbero essere oggetto della propostadi modifica non mi convincono: sonolacunosi, a volte contradditori, persinoillusori. Il franchising non può essereschematizzato, perché ogni attività hale sue precise caratteristiche. Sul di-scorso dei fondi pubblici, va detto che ilvero problema non sono i controlli,bensì la scarsità di risorse».

Per giungere all’approvazione dellalegge sul franchising, la 129 del 2004, cisono voluti 6-7 d’anni, molto più lungoil periodo durante quale gli operatoriavevano invocato una normativa speci-fica. Ora l’auspicio è che il percorso direvisione si svolga in tempi assai piùbrevi.

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34 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014

Partecipazione gratuita con iscrizione obbligatoria sul sito: www.assofranchising.it

Diretta streaming dei lavori sul sito www.assofranchising.it (previa iscrizione online alla Conferenza Nazionale)

con il patrocinio dellaRappresentanza a Milano

della Commissione Europea

in collaborazione conPromossa da

I N D I SI s t i t u t o N a z i o n a l eD i s t r i b u z i o n e e S e r v i z i

U n i o n c a m e r e

FRANCHISING, MOTORE DI IMPRENDITORIALITÀLa spinta della Distribuzione Moderna Organizzata

Modera i lavori Nicola Porro, Vicedirettore de “Il Giornale”

> IL LAVORO AUTONOMO: IL FRANCHISING, PORTATORE DI CULTURA DI RETE E PARTNERSHIP> DATI, INFORMAZIONI E CURIOSITÀ SUL FRANCHISING DALL’ITALIA E DAL MONDO

> IL CONSUMATORE E IL FRANCHISING, MONDI CHE SI RICONOSCONO> I CASI DI SPECIE, STORIE DI SUCCESSO CON IL FRANCHISING

ASSOFRANCHISINGPUBBLICAASSOFRANCHISINGPUBBLICA1A ASSEMBLEAASSEMBLEA

99A

NAZI NALENAZI NALE DEL FRANCHISINGDEL FRANCHISINGCONFERENZACONFERENZA99 DEL FRANCHISINGDEL FRANCHISINGCONFERENZACONFERENZAA

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MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014Roma, Centro Congressi Confcommercio, Piazza G.G. Belli, 2 - dalle h. 09.00 alle h. 15.00

FOCUS

Page 35: Il Corriere Della Sera Economia - 16.06.2014

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 GIUGNO 2014 35

Prospettive Il settore dell’affiliazione commerciale conquista spazio

Trend Aeroporti e stazioni, le nuove vie dello shoppingCamomilla, Airest, Yamamay si allargano negli scaliferroviari. Più hotel nelle città. E arriva il gelato fai da teDI BARBARA MILLUCCI

Con gli italiani sempre più inmovimento con treni e ae-rei, il settore travel del fran-chising prende quota. «Re-

gistriamo un certo dinamismo tra gliaffiliati di stazioni e aeroporti — di-ce Mario Resca, presidente Confim-prese —. Se in autostrada, la ristora-zione e il retail sono calati del 19%dal 2007 a oggi, per via del minoretransito legato all’aumento di carbu-rante e pedaggi, nelle grandi stazioniil fatturato degli affiliati è cresciutodel 44% e quello food del 32%».

Nuove apertureTra i marchi maggiormente attivi

nella ristorazione e nel travel c’è Ai-rest, con oltre 200 punti vendita in10 nazioni, che sta aprendo «CultoCaffè e Cioccolato» in Stazione Gari-baldi a Milano, con l’obiettivo di in-tercettare i 25 milioni di passeggeriche ogni anno transitano su questibinari. Nella moda invece è Camo-milla Italia ad aprire nuove puntivendita nei capolinea delle nostrestazioni. Dopo Venezia, inaugurata afebbraio, sarà la volta di Bologna eFirenze entro l’anno e Milano, conun temporary shop di 60 metri qua-drati. Maggiore Rent prevede invece

nuovi uffici per il noleggio, per il se-condo semestre, nelle stazioni di Ro-ma Tiburtina, Bologna centrale eBari Centrale.

Bene anche i duty free degli aero-porti. «La spesa per passeggero ne-gli scali aumenta di quasi il 25% —continua Resca —. La percentuale diacquirenti nei punti vendita dutyfree è pari al 17% per gli acquisti fo-od, al 15% per il non food, al 13% peri profumi».

Yamamay prevede due nuovi

franchisee a Linate, con un angolobeauty dedicato a make up e bellez-za. Poco distante, nell’area che ospi-terà Expo 2015, inaugurerà ad ago-sto il nuovo hotel Ibis Milano Fiera,marchio di punta del gruppo Accor.Sarà il primo albergo in Italia a im-patto zero in classe A, grazie all’uti-lizzo di tecnologie eco-sostenibili efonti rinnovabili.

Choice Hotels propone invece unmodello di fidelizzazione dei clientisimile al programma Mille Miglia di

Alitalia. «Quando si viaggia nei no-stri hotel, si possono accumulare eriscattare punti da spendere persoggiorni gratuiti», afferma VittorioScarpello che si occupa di marketinge sviluppo franchising per la catenaalberghiera, la cui casa madre Choi-ce Hotels International è quotata aWall Street. «In Italia, abbiamo 20alberghi. La formula prevede che glialbergatori rimangano indipendenti— continua il manager — mentre lenostre soluzioni, come l’interfacciaonline per la gestione dell’albergo o icollegamenti con le più importantiagenzie di viaggio, aiutano a ottimiz-zare i costi».

InnovazioniUn innovativo concept nell’ambito

dell’affiliazione arriva dalla gelateriamilanese Dolz. «Con la leva dell’ero-gatore, il cliente si sceglie e si riempieda solo coni e coppette con gusti na-turali e genuini, che può poi guarnirea piacimento. Si pesa poi la coppa e sipaga alla cassa», racconta Fulvia Pic-coli, ideatrice insieme al marito del-l’innovativo format. Fino a oggi i ne-

gozi self service erogavano per lo piùcibo, bibite, servizi di lavanderia. Ilgelato non confezionato è una novità.«Il marchio è registrato in Europa,perché vogliamo esportare l’idea, ab-biamo moltissime richieste dall’este-ro, da Malta alla Polonia». Al mo-mento in Italia secondo Wm Capitalsono una sessantina le gelaterie infranchising, tra cui i marchi Amori-no, BacioNero, Gelatosità, mentre ilsettore di cassate e sorbetti negli ulti-mi 4 anni è cresciuto del 5,6%.

Per rimanere in tema di estate,Singita è invece il primo marchio infranchising degli stabilimenti bal-neari. Una rete creata da Marco Fal-sarella che, nonostante tutte le pro-blematiche legate alle concessionibalneari, è riuscito nell’impresa diaprire i primi due franchising sullaspiaggia in Italia, tra i primi in Euro-pa. «Uno si trova a Fregene sul litora-le laziale, l’altro a Marina di Raven-na», spiega l’imprenditore che però sottolinea: «Focalizzeremo il nostrobusiness per lo più su località di vil-leggiatura estere».

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1 Assemblea

Assofranchisingsbarcanella capitale

P er il mondo dell’affiliazio-ne è il momento d’inter-

rogarsi sul proprio futuro el’occasione viene offerta dallanona Conferenza nazionaleAssofranchising che per la pri-ma volta si terrà a Roma. Lascelta della capitale è il primoeffetto dell’adesione direttadell’associazione alla Con-fcommercio; l’iniziativa si svol-gerà mercoledì 18 giugno inpiazza Belli, sede della Confe-derazione del commercio.

Un appuntamento attesoperché verranno resi noti i datidel consuntivo economico2013 sull’andamento del set-tore. Inoltre, le relazioni degliesperti diranno quali possibili-tà di sviluppo avrà il franchi-sing e si potrà stabilire un con-tatto diretto con diverseaziende franchisor.

Alla conferenza sono previ-sti anche gli interventi del mi-nistro del Lavoro, Giuliano Po-letti, e del presidente dellaConfcommercio, Carlo Sangal-li. La partecipazione ai lavoridella giornata è gratuita, vi èsolo l’obbligo di registrazionesul sito www.assofranchi-sing.it. Agli iscritti che non po-tranno raggiungere Roma ver-rà data la possibilità di seguirela diretta streaming dei lavorisul sito dell’associazione.

FE. FA.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalle analisi veloci al «servizio badanti»U no «screening completo di sangue e urine da noi si fa in 8 minuti al costo

di 30 euro. Con il servizio sanitario nazionale si spendono 75 euro e siperdono 5 mezze giornate, tra impegnative, appuntamenti e ritiri». FilippoBornino è amministratore delegato di Dr. Fleming, network di farmacie, para-farmacie e corner controllato da Wm Capital (quotata all’Aim). «Doctor Flem-ing è stato l’inventore della penicillina — spiega Bornino —. Le nostre strut-ture, che possono essere anche delle unità leggere di 15 metri quadrati dacollocare negli aeroporti e stazioni, offrono servizi in diagnostica, esami delsangue, dermatologici, assistenza a domicilio, con la consulenza di nutrizioni-sti, infermieri, fisioterapisti, psicologi. A breve proporremo anche servizi di ba-danti». La prima, e al momento unica, farmacia si trova in Brera a Milano. En-tro l’anno 10 filiali per arrivare a 300 punti vendita in 5 anni, anche all’estero.

BA. MILL.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Osservatorio Franchising

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