IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

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D efinire Roma “porto delle nebbie” può lasciare interdetti, va spiegato, interpretato. La metafora usata dai giornalisti è abusata ma efficace, ben si attaglia da decenni al Tribunale di Piazzale Clo- dio, dove le inchieste si impantanano, si stempe- rano, spariscono. Anche Roma e la sua amministrazione, la sua nomenclatura –quella manifesta e quella sommersa –la sua Giunta, la sua classe politica , assorbono tutto, ingoiano tutto, fanno sparire tutto, stemperano gli attacchi senza reagire, incas- sano i colpi,le inchieste, le polemiche. Tutto sparisce nella neb- bia. Digerito, metabolizzato. Siamo al default, al collasso, commissariati di fatto dal Governo, Marino e i suoi non fanno una piega, il sindaco.-chirurgo organizza in fretta una riunione di giunta domenicale, deve andare a Parigi per una visita istitu- zionale. Scoppia un piccolo scandalo, dovrebbe passare notti in- sonni a cercare soldi per coprire il buco. Fa niente, nessuna reazione. La tanto sbandierata trasparenza? Una cortina fumo- gena, non esiste, si rendono pubblici i dati che fanno comodo,meglio se vecchi e superati. Scavando nel detto-non detto dell’universo delle partecipate si scoprono sciali spaven- tosi, ecco dove trovare i soldi per mettere un po’ d’ordine. Ma ci sono equilibri inconfessabili da salvaguardare ad ogni costo, me- glio la nebbia che copre tutto e consente manovre che è meglio realizzare lontano dai riflettori. Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 9 anno LXVII GIOVEDI 13 MARZO 2014 IL PERSONAGGIO Quel commissario di cui non si parla mai a pagina 2 Mi libero di Farmacap e faccio cassa a pagina 5 SUL MERCATO All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 9 ANNOLXVII GIOVEDI 13 MARZO 2014 C he cosa sta succedendo nella Croce Rossa? Se lo chiedono i dipendenti, se lo chiedono smarriti i 1200 militari che operano con le stellette nel corpo mili- tare della Croce Rossa. Ente con un’an- tica tradizione di servizio, durante i conflitti bellici, di fronte alle calamità nazionali. “Ente Strumentale” è la nuova definizione della Cri fino alla data della sua li- quidazione, il 1° gennaio 2017. Scelte forse necessarie, certamente non condivise. Non gli uomini e le donne che fanno parte del corpo militare, scesi in piazza nu- merosi in una manifestazione al Pantheon, in borghese e senza stellette. Non gradiscono la rivoluzione silen- ziosa (per lo più ignorata dall’opinione pubblica) che trasformerà la Cri in Comitati locali e provinciali che assumeranno l’intero onere delle gloriosa, e mai ammai- nata bandiera presente a pieno titolo nel Comitato In- ternazionale che ha sede a Ginevra. Attualmente il corpo militare è organizzato territorialmente in un Ispettorato Nazionale e in Centri di Mobilitazione oltre ai Nuclei Operativi di pronto impiego (N.O.P.I.), can- cellare una struttura del genere mandando a casa ope- ratori professionalmente capaci, che hanno dimostrato, non solo in Italia, ma nel mondo la loro professionalità apprezzata ad ogni livello. Parliamoci chiaro, cancel- lare il corpo militare e privatizzare l’intero comparti- mento Cri vuol dire cancellare dal Servizio Sanitario Italiano una struttura di alta professionalità, che col- labora con l’intero sistema dell’emergenza sanitaria e che è anche un punto di riferimento per la macchina della Protezione Civile Italiana. In altra parte del gior- nale riportiamo i punti essenziali di una mozione pre- sentata in Senato il 6 febbraio a firma di dieci senatori e che nei prossimi giorni sarà discussa in Commissione e calendarizzata nell’aula di Palazzo Madama. Il go- verno Renzi comprenderà l’importanza della mozione e cambierà l’indirizzo del provvedimento targato Monti? Ce lo auguriamo. Il Corvo Come impedire privatizzazione e smilitarizzazione della Cri? ASL ROMAD Vincenzo Panella, il pendolare sconosciuto a pagina 12 L’INCHIESTA a pagina 14 Perdere i denti o affidarsi al mercato Quei lavoratori sui tubi condannano Zingarei Quei lavoratori sui tubi condannano Zingarei Servizio a pagina 10 Il CORRIERE DI ROMA Roma porto delle nebbie Meglio non far capire le cose fino in fondo, meglio lasciare nel casseo tui i proposito di trasparenza. I conti delle partecipate? Chiari fino ad un certo punto. E intanto sindaco, Giunta e partito egemone (il Pd) fanno melina. Ci sono altre priorità da considerare, i rapporti di potere, la politica di boega. Renzi vigila da lontano, Roma è commissariata, se non uscirà dal baratro saranno guai per tui a pagina 4 Il Corriere di Roma n.9 del 13 - mar. 2014_Layout 1 12/03/2014 13.57 Pagina 1

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Definire Roma “porto delle nebbie” può lasciareinterdetti, va spiegato, interpretato. La metaforausata dai giornalisti è abusata ma efficace, ben siattaglia da decenni al Tribunale di Piazzale Clo-dio, dove le inchieste si impantanano, si stempe-

rano, spariscono. Anche Roma e la sua amministrazione, la suanomenclatura –quella manifesta e quella sommersa –la suaGiunta, la sua classe politica , assorbono tutto, ingoiano tutto,

fanno sparire tutto, stemperano gli attacchi senza reagire, incas-sano i colpi,le inchieste, le polemiche. Tutto sparisce nella neb-bia. Digerito, metabolizzato. Siamo al default, al collasso,commissariati di fatto dal Governo, Marino e i suoi non fannouna piega, il sindaco.-chirurgo organizza in fretta una riunionedi giunta domenicale, deve andare a Parigi per una visita istitu-zionale. Scoppia un piccolo scandalo, dovrebbe passare notti in-sonni a cercare soldi per coprire il buco. Fa niente, nessuna

reazione. La tanto sbandierata trasparenza? Una cortina fumo-gena, non esiste, si rendono pubblici i dati che fannocomodo,meglio se vecchi e superati. Scavando nel detto-nondetto dell’universo delle partecipate si scoprono sciali spaven-tosi, ecco dove trovare i soldi per mettere un po’ d’ordine. Ma cisono equilibri inconfessabili da salvaguardare ad ogni costo, me-glio la nebbia che copre tutto e consente manovre che è megliorealizzare lontano dai riflettori.

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 9 anno LXVII GIOVEDI 13 MARZO 2014

IL PERSONAGGIOQuel commissario di cui non si parla mai

a pagina 2

Mi liberodi Farmacape facciocassa

a pagina 5

SUL MERCATOAll’interno

l’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 9 ANNO LXVII GIOVEDI 13 MARZO 2014

Che cosa sta succedendo nella Croce

Rossa? Se lo chiedono i dipendenti, se

lo chiedono smarriti i 1200 militari che

operano con le stellette nel corpo mili-

tare della Croce Rossa. Ente con un’an-

tica tradizione di servizio, durante i conflitti bellici, di

fronte alle calamità nazionali. “Ente Strumentale” è la

nuova definizione della Cri fino alla data della sua li-

quidazione, il 1° gennaio 2017. Scelte forse necessarie,

certamente non condivise. Non gli uomini e le donne

che fanno parte del corpo militare, scesi in piazza nu-

merosi in una manifestazione al Pantheon, in borghese

e senza stellette. Non gradiscono la rivoluzione silen-

ziosa (per lo più ignorata dall’opinione pubblica) che

trasformerà la Cri in Comitati locali e provinciali che

assumeranno l’intero onere delle gloriosa, e mai ammai-

nata bandiera presente a pieno titolo nel Comitato In-

ternazionale che ha sede a Ginevra. Attualmente il

corpo militare è organizzato territorialmente in un

Ispettorato Nazionale e in Centri di Mobilitazione oltre

ai Nuclei Operativi di pronto impiego (N.O.P.I.), can-

cellare una struttura del genere mandando a casa ope-

ratori professionalmente capaci, che hanno dimostrato,

non solo in Italia, ma nel mondo la loro professionalità

apprezzata ad ogni livello. Parliamoci chiaro, cancel-

lare il corpo militare e privatizzare l’intero comparti-

mento Cri vuol dire cancellare dal Servizio Sanitario

Italiano una struttura di alta professionalità, che col-

labora con l’intero sistema dell’emergenza sanitaria e

che è anche un punto di riferimento per la macchina

della Protezione Civile Italiana. In altra parte del gior-

nale riportiamo i punti essenziali di una mozione pre-

sentata in Senato il 6 febbraio a firma di dieci senatori

e che nei prossimi giorni sarà discussa in Commissione

e calendarizzata nell’aula di Palazzo Madama. Il go-

verno Renzi comprenderà l’importanza della mozione

e cambierà l’indirizzo del provvedimento targato

Monti? Ce lo auguriamo. Il Corvo

Come impedire privatizzazione

e smilitarizzazione della Cri?

ASL ROMADVincenzo Panella,

il pendolare

sconosciuto a pagina 12

L’INCHIESTA

a pagina 14

Perdere i denti

o affidarsi

al mercato

Quei lavoratori sui tubi

condannano ZingarettiQuei lavoratori sui tubi

condannano ZingarettiServizio a pagina 10

Il CORRIERE DIROMA

Roma porto delle nebbieMeglio non far capire le cose fino in fondo, meglio lasciare nel cassetto tutti i proposito di trasparenza. I conti delle partecipate? Chiari

fino ad un certo punto. E intanto sindaco, Giunta e partito egemone (il Pd) fanno melina. Ci sono altre priorità da considerare, i rapporti di potere, la politica di bottega. Renzi vigila da lontano, Roma è commissariata, se non uscirà dal baratro saranno guai per tutti

a pagina 4

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 2PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

“L’uomo alcomando”si chiamaMa s s i m oVarazzani

ed ha il sorriso solare, merito inparte delle virtù della cucina lo-cale, degli emiliani di Parma.Anche se il suo compito – è ilCommissario governativo che ge-stisce, per azzerarlo, il debito ac-cumulato dalla città di Roma finoal 24 aprile 2008 – è decisamenteindigesto: ad oggi si tratta infattidi 14.969.670 milioni di euro. De-bito, va detto subito, che non hanulla a che vedere con i problemidel bilancio corrente di Roma Ca-pitale se non per il fatto che, perfar quadrare i conti del Campido-glio, il sindaco Ignazio Marino hadovuto recuperare – cosa fattacon il primo decreto del governodi Matteo Renzi, dopo le vicissi-tudini del “SalvaRoma” - un cre-dito di 485 milioni di euro che lacittà aveva fatto, nel 2008, proprioal Commissario governativo. “Restituire i 485 milioni di euro aRoma è stato un atto di giustizia– spiega Varazzani al Corriere diRoma -. Quei soldi erano un’anti-cipazione al Commissario, chenon li aveva, per pagare i creditori.Io non sono romano, ma alla Ca-pitale sono molto affezionato,come dovrebbe esserlo ciascunoperché è la nostra Capitale. Milasci dire: dobbiamo smetterla disparare a zero contro Roma. LaCapitale ha un bilancio di sei mi-liardi e mezzo – sette miliardi. Maha anche cinque miliardi e mezzodi entrate proprie. E’ uno Stato.Quello che le manca è in partedovuto ad eccessi di spesa. Il go-verno ha fatto benissimo a chie-dere di mettere i conti in ordine,severo ma non troppo. Il decretoè opportuno ed equilibrato, il go-verno ha dimostrato di fare il go-verno”. All’inizio, nel 2008, l’allora sin-daco Alemanno disse che il de-

bito pregresso era di 8,6 miliardidi euro; poi passò a 9,6, quindi a12,3. “Al mio arrivo, nel 2010, èstato fatto un piano di rientro.All’inizio le posizioni erano più di100.000, da pochi centesimi a mi-liardi. Si era dovuto fare in fretta,

ed i dirigenti del Comune ave-vano svuotato i cassetti senza an-dare per il sottile. Io, due annidopo, ho avuto modo di mettereordine. Ho anche trovato menodebiti di quel che si poteva pen-sare. Adesso i conti sono chiari,

altri debiti non possono più sal-tare fuori”. E i risultati? “Il risparmio medioè stato di un quarto. Su quelloche abbiamo transato erano 478milioni, ne abbiamo pagati 373:115 milioni di risparmio. 120 mi-

lioni sugli interessi a breve. 250sugli interessi a lungo”.Ma come ha fatto? Varazzani sor-ride furbino. “Da banchiere dicampagna – spiega - il Commissa-rio ha un contributo perpetuodallo Stato, dal 2011, di 500 mi-lioni l’anno; 300 a carico dell’era-rio, e 200 di Roma Capitale,forniti per 180 milioni dall’addi-zionale Irpef dello 0,4% e per 20milioni da quello 1 euro che pagaogni passeggero dell’aeroporto diFiumicino. Nel 2012-13 ho biso-gno di un miliardo e mezzo.Come lo trovo? Grazie al contri-buto dello Stato, mi faccio antici-pare i soldi dalle banche; negoziodei mutui, meglio se trentennali,per massimizzare l’incasso. Inquesto modo, per avere 1,5 mi-liardi verso 1,47 miliardi, pagocioè soltanto 30 milioni di inte-ressi; al 4% sarebbero stati 150milioni, il risparmio è stato di120”. E via cosi.Varazzani si definisce “un uomodello Stato” e non vuole “essereconfuso con i banchieri-bottegaidi oggi”. E’ anche alla guida dellaHolding pubblica “Fintecna”.Come commissario, è affiancatoda tre sub commissari. Per leggedeve avvalersi dei dipendenti edelle strutture del Comune; una“squadra” di una dozzina di per-sone. “Il Commissario ha una di-sponibilità di due milioni e mezzodi euro l’anno ma non li abbiamomai spesi tutti”. Con gara europea,ha affidato alla KMGP il controllodei conti. La “21 aprile”, di Fin-tecna, cioè dello stato, gli fa l’assi-stenza legale. Il suo mandato non ha scadenza,ma Varazzani pensa di poter chiu-dere la gestione commissariale“fra tre, quattro anni, quando ri-marranno solo adempimenti ese-cutivi. Se il Comune, che sbrigale pratiche, mi dà sollecitamentele cose più grandi: vecchi conten-ziosi, pratiche fuori bilancio,espropri”.

MASSIMO VERRAZZANI, AL LAVORO DIETRO LE QUINTE DAL 2010IL PERSONAGGIO

Quel commissario di cui non si parla mai

Per conto del Governo gestisce – per azzerarlo – il maxi debitoaccumulato da Roma fino all’aprile 2008. E sa come fare

di Carlo Rebecchi

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CHI SALEdall’alto Daniele Fortini, Simone Petrangelie Antonio Rosati

CHI SCENDEdal basso Luigi Nieri, Giovanni Caudoe Guido Improta

ORSINO

P della

L'ultima del “marziano”, usiamo i clochard per le biblioteche

il

Magari alla fine cirinuncerà in ex-tremis, ma solo il

fatto che l'abbia pensatogrida vendetta: il sindacoMarino non può pensaredi andare in gita istituzio-nale a Parigi mentreRoma è in fiamme. Cimancava anche questa..La sua giunta del resto le

prova tutte per mantenere una certa visibilità: Ma-rino vuol affidare le biblioteche comunali ai clo-chard per toglierli dalla strada, l'assessoreGiovanni Caudo vuol togliere 12 milioni di eurodalla casse comunali per fare il restyling di PiazzaAugusto Imperatore senza porsi il dubbio che queisoldi, nella emergenza di questi tempi, potrebberoessere risparmiati o usati per pagare disoccupatie/o coprire le buche; l'assessore alla mobilità Im-prota insiste sul Car sharing convinto che cinque-cento macchinette possano spostare i problemidel traffico romano più di una decina di squadre divigili urbani impegnati full time a multare le mac-

chine in doppia fila. Quelli li paghiamo lo stesso ele multe sono ossigeno per il Campidoglio. Più ef-ficaci uomini come il nuovo Ad dell'Ama DanieleFortini che taglia subito del 10% gli stipendi deidirigenti: si può sperare che prosegua su questastrada. Intanto il vice sindaco Luigi Nieri non sene fa mancare una: è di nuovo nei guai con il con-corso dei vigili. Se l'ex comandante e ora commis-sario Alberto Capuano lascia il posto per motivinon chiarissimi tutto si ferma. E' un gran pasticcio,Nieri non è all'altezza? Fa tenerezza il commissariodell'Arsial Antonio Rosati, inciampa sulla vicendadell'acqua all'arsenico; lui non c'entra e nessunopoteva pensare che l'Arsial, noto dispensatore difondi per enogastronomia a destra e a manca (agliamici soprattutto) alla fine fosse tirato in mezzo.Zingaretti non l'ha piazzato lì dalla Provincia perquello... Quadrante politico in fermento, dopo lesberle di Renzi a Marino. Il Pd è in confusione,meno male che riemerge imperioso Goffredo Bet-tini. Alla fine lui metterà le cose in ordine. Unanota di merito in chiusura al sindaco (Sel) di Rieti,Simone Petrangeli: ha contro il solito Pd, ma lagente (vedi sondaggio) lo ama visceralmente.

giovedì 13 marzo 2014 pagina 3 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

IN COPERTINA

S i è svegliato. Ignazio Marino,è come la Bella addormen-tata. Il secchio d'acqua delSalva Roma ha convinto ilsindaco a prendere carta e

penna e ordinare a tutte le società capi-toline di smetterla di fare assunzioni: Inconsiderazione dei precisi obblighi postia carico di questa amministrazione, te-nendo conto delle indicazioni del Go-verno centrale e della situazioneeconomica in cui versa Roma Capitale sidispone l'astensione dal procedere adassunzioni di personale a tempo indeter-minato.Non ci volevano 10 mesi per buttare giù5 righe recapitate nel fine settimanascorso ai top manager delle controllate.L'assalto alla diligenza nelle società mu-nicipalizzate, ogni volta che cambiaorientamento politico, è una tradizione.Solo che Marino ci ha messo 10 mesi percompierlo. Sarebbe curioso saperequante assunzioni sono state formaliz-zate dalla primavera scorsa ad oggi.

Il problema è che sichiudono le stalledopo mesi di im-mobilismo e ormaii danni sono fatti.Resta da vederecome farà Marino apareggiare entratee uscite. Abbiamogià spiegato che albilancio della Ca-pitale mancano al-l'appello circa 1,2miliardi l'anno, undeficit strutturaleche va ora raddriz-zato. Con 62mila dipen-denti il Comunerappresenta unagrande fabbrica oc-cupazionale. Mi-liardi di euro se nevanno in stipendi equindi logico che sivoglia interveniresulla voce di bilan-cio corrente. Ri-

durre straordinari e retribuzioniaccessorie è già stato tentato. Prima peri dipendenti del Capidoglio poi conquello della scuola comunale. Risultato?Marino ha dovuto far marcia indietro epochi sono stati quelli che lo hanno imi-tato nel ridursi di 500 euro lo stipendio,che nel caso del sindaco vale circa 500euro netti in meno al mese. Però è proprio da qui che marino saràcostretto a partire. E dall'aumento delletasse sulla casa. Con la Tasi (la tassa suiservizi), Marino potrà recuperare qual-che milione in più, soldi che in teoria do-vrebbero servire per evitare mazzatesulle famiglie numerose o con disabili acarico. Ma sappiamo benissimo che lagriglia per evitare batoste sarà impossi-bile da rispettare con il risultato che pa-gheremo un salasso di servizi invisibilinel 2014. Di contro è ipotizzabile che Marino tem-poreggerà ancora nel taglio lineare delleretribuzioni, temendo il collasso diRoma per lo sciopero congiunto di auti-sti, burocrati, operatori ecologici e com-pagnia capitolina. Come se non bastasse gli amministratoridi tutte le aziende del Campidoglio- chehanno ricevuto la letteraccia di Marino(Aequa Roma, AMA, Azienda SpecialePalexpo, Fondazione Bioparco, Fonda-zione Cinema per Roma, FondazioneMondo Digitale, Fondazione Musica perRoma, Fondazione Roma SolidaleOnlus, Le Assicurazioni di Roma, Ri-sorse per Roma, Roma Metropolitane,Roma Servizi per la Mobilità, ServiziAzionista Roma e Zètema Progetto Cul-tura), non sembrano averla presa benis-simo. Anzi, già studiano come aggirarela norma. Magari autorizzando i con-tratti a termine, però magari scrivendoliin modo impugnabile, così da delegare algiudice del lavoro l'obbligo all'assun-zione per un voluto errore formale.

di Leonardo Giocoli

Marino si è svegliato. Ma è troppo tardiIl sindaco ha scritto ai manager delle municipalizzate: basta assunzioni. Peccato che ci siano voluti 10 mesi per arrivare a questa

scontata decisione. E intanto si pensa di recuperare quattrini spremendo ulteriormente i romani e aumentando all'inverosimile la Tasi

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Roma è commissariata dal governo.Alla crisi economica e finanziariadella Capitale così ha risposto ilneo premier, Matteo Renzi, impo-nendo il classico “pugno di ferro”

sull’immobilismo del sindaco capitolino IgnazioMarino di fronte al debito di bilancio arrivato atoccare la punta di 14 milioni di euro. Il primocittadino avrà tre mesi di tempo, dal giorno delladata di pubblicazione del decreto legge pubbli-cato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 6 marzo, pertrasmettere al ministero dell’Economia e delle Fi-nanze, al ministero dell’Interno e alle Camere unpiano triennale per la riduzione del disavanzo eper il riequilibrio strutturale di bilancio. Marinonon avrà nessuna libertà di movimento, dovrà in-vece seguire pedissequamente le cinque condi-zioni poste dal governo per raggiungerel’equilibrio dei conti. Prime tra tutte: le societàpartecipate e controllate (in tutto circa 120) nondovranno più assumere nuovo personale; si do-vranno verificare i costi della fornitura dei servizipubblici locali, riportandoli a livelli standard tali.Licenziare dunque non sarà più un tabù per le so-cietà partecipate , soprattutto per quelle in per-dita. Stesso sistema per le liberalizzazioni previsteper Atac e Ama.

SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA Il portodelle nebbie si chiama Roma Capitale. La chia-rezza certo non è di casa. A tre mesi dalle elezioni,quindi a settembre 2013, Ignazio Ma-rino non è stato neppure in grado di ap-plicare la legge sulla trasparenzaamministrativa a cui ogni pubblica am-ministrazione deve tendere. Il sindacoPd dà uno schiaffo alla democrazia na-scondendo dati importanti per la pub-blica opinione. Non si tratta, però, solodi promesse mancate alle quali ormaigran parte della popolazione romana èpurtroppo abituata, ma di un compor-tamento omissivo di fronte ad unalegge dello Stato. L’articolo 14 del de-creto “trasparenza” dispone l’obbligo direndere pubbliche, tramite il sito webdell’ente, in questo casowww.comune.roma.it, informazioniconcernenti “i titolari di incarichi poli-tici, di carattere elettivo o comunque diesercizio di poteri di indirizzo politico,di livello statale regionale e locale”.

LEGGE DISATTESA Sindaco, asses-sori e consiglieri del Campidoglio sonoobbligati a pubblicare sul sito istituzio-nale del comune di Roma il curricu-lum, i compensi di qualsiasi naturaconnessi all'assunzione della carica; gliimporti delle spese per viaggi di servi-zio e missioni pagati con fondi pub-blici; i dati relativi ad altre cariche,presso enti pubblici o privati, ed i rela-tivi compensi; altri eventuali incarichicon oneri a carico della finanza pub-

blica e l'indicazione dei compensi spettanti; copiadell’ultima dichiarazione dei redditi le dichiara-zioni concernenti la propria situazione redditualee patrimoniale; una dichiarazione concernente le

spese sostenute per la propaganda elettorale; unadichiarazione concernente le proprietà e gli altridiritti reali su beni immobili e su beni mobiliiscritti in pubblici registri, le azioni di società, le

quote di partecipazione a società. Niente - oquasi – di tutto questo appare sul sito del comunedi Roma.

PER SE STESSO NESSUNA TRASPA-RENZA Perché il sindaco Marino non ha appli-cato la legge su stesso? Perché non ha pubblicatola sua dichiarazione dei redditi, almeno per ri-spetto della legge? La dichiarazione fiscale deveriportare la formula “sul mio onore affermo chela dichiarazione corrisponde al vero”. Dimostri,Marino, di essere onorato di amministrare i cit-tadini romani pubblicando la verità sulla sua di-chiarazione dei redditi. In altri paesi, che luiconosce bene, sarebbe già fuori da un pezzo peril mancato rispetto delle norme sulla trasparenza.Come può il sindaco Pd chiedere aumenti ditasse ai cittadini se gli stessi non sono messi nellacondizione di giudicare il suo operato e quellodella giunta? Sul sito del comune di Roma dovesi trova la voce “Trasparenza” si leggono solo coseconfuse, nulla che riguardi la reale situazione eco-nomica del sindaco Ignazio Marino, del suo vicesindaco Nieri e degli altri assessori. Il sindaco Pi-sapia, per fare un esempio, ha applicato la leggesulla trasparenza fin dal suo insediamento a Pa-lazzo Marino obbligando anche tutti gli assessoria consegnare i dati fiscali per la pubblicazione.Roma Capitale non può essere amministrata “al-legramente” come se fosse una casa privata.STIPENDI MANAGER TOP SECRET Stessa

situazione di non “Trasparenza” ri-guarda l’elenco delle società partecipatedel comune. Risulterebbero messe inrete solo una trentina di società inhouse del Campidoglio con dati in-completi, senza organicità e senza ag-giornamento. Figurano infatti ancoradati vecchi di cda e amministratori de-legati. Non è chiaro quanto percepi-scano i nuovi nominati da Marino.Ancora un esempio: Danilo Broggi,nuovo Ad di Atac Spa, partecipata alcento per cento del comune di Roma,ha pubblicato sul sito www.atac.it il suobel curriculum ma non il suo stipendioda manager, lo stesso accade per il cda.Altro esempio grottesco: sul sito del co-mune di Roma si legge – con un ag-giornamento della pagina al 11dicembre 2013 – che «Non risultaalcun rilievo da parte dell’Organo diControllo Interno o della Corte deiConti». Non è così visto che- ad esem-pio - il 13 novembre 2013, (quindiprima dell’aggiornamento) la Corte deiConti del Lazio aveva chiesto chiari-menti sull’appalto della metro C del va-lore di oltre tre miliardi di euro, dandotre giorni a Marino per la risposta. Peril sindaco la lettera dei giudici contabilievidentemente, non è un rilievo. Mabasta scavare per trovare altro. Per gliamministratori di Roma la trasparenzaè un optional.

IL PORTO DELLE NEBBIE DEL COMUNE DI ROMA

giovedì 13 marzo 2014 pagina 4PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

Pubblichiamo le cinque condi-zioni previste dal governo per ilcosiddetto Salva Roma allequali si dovrà attenere il sin-daco Marino per la predisposi-zione del piano triennale per lariduzione del disavanzo di bi-lancio

Decreto legge n. 16 del 6 marzo2014 -Art. 16 - disposizioni concer-nenti Roma Capitale

1. Roma Capitale, entro 90giorni dalla data di entrata invigore del presente decreto,trasmette al Ministero dell'in-terno, al Ministero dell'econo-mia e delle finanze e alleCamere un rapporto che evi-denzi le cause della formazionedel disavanzo di bilancio diparte corrente negli anni prece-denti, nonche' l'entita' e la na-tura della massa debitoria datrasferire alla gestione commis-sariale ai sensi del comma 5.

2. Roma Capitale trasmettecontestualmente al Ministerodell'interno, al Ministero del-l'economia e delle finanze ealle Camere un piano triennaleper la riduzione del disavanzoe per il riequilibrio strutturaledi bilancio al cui interno sono in-dicate le misure per il conteni-mento dei costi e lavalorizzazione degli attivi diRoma Capitale prevedendo atali fini l'adozione di specifi-che azioni amministrative voltea:

a) applicare le disposizioni fi-nanziarie e di bilancio, nonche'i vincoli in materia di acquisto dibeni e servizi e di assunzioni dipersonale, previsti dalla legge27 dicembre 2013, n. 147, atutte le societa' controllate conesclusione di quelle quotatenei mercati regolamentati;

b) operare la ricognizione deicosti unitari della fornitura deiservizi pubblici locali e adot-tare misure per riportare tali

costi ai livelli standard deigrandi comuni italiani;

c) operare una ricognizionedei fabbisogni di personalenelle societa' partecipate, pre-vedendo per quelle in perdita ilnecessario riequilibrio conl'utilizzo degli strumenti legi-slativi e contrattuali esistenti,nel quadro degli accordi conle organizzazioni sindacali;

d) adottare modelli innovativiper la gestione dei servizi ditrasporto pubblico locale, di rac-colta dei rifiuti e di spazza-mento delle strade, anchericorrendo alla liberalizzazione;

e) procedere, ove necessarioper perseguire il riequilibrio fi-nanziario del comune, alla di-smissione o alla messa inliquidazione delle societa' par-tecipate che non risultino averecome fine sociale attivita' diservizio pubblico, nonche' allavalorizzazione e dismissione diquote del patrimonio immobi-liare del comune.

Le cinque condizioni previste dal decreto

IN COPERTINA

di Stefania Pascucci

Renzi commissaria Marino per il debito di bilancio di 14 milioni di euro. Due condizioni governative mettono in crisi il primo cittadino: licenziamenti e liberalizzazioni . Solo tre mesi

di tempo per presentare il piano – credibile - di riequilibrio dei conti. Mancano però la trasparenza e le informazioni (forse anche al sindaco) sull’ammontare dei costi complessivi

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 5 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

SUL MERCATO SANATO IL BILANCIO È TRA LE AZIENDE COMUNALI PIÙ APPETIBILI

Tra le società cheMarino potrebbemettere sul mer-cato per fare cassaFarmacap è una

delle più appetibili. Magari fattaa pezzi, effetto-spezzatino.Ladelibera che contiene i bilancidell'azienda del Comune diRoma (gestisce 44 farmacie) inriferimento al disavanzo del2010, 2011 e 2012 è stata final-mente approvata nei giorniscorsi in Assemblea capitolina,sbloccando cosi’la liquidità di15 milioni di euro necessari perla sopravvivenza della società.«E' una notizia positiva -com-menta il presidente VincenzoMaria Saraceni - che consente aFarmacap di guardare con otti-mismo al futuro, il Monte deiPaschi aveva sospeso le eroga-zioni perché ancora non eranostati approvati i bilanci. Adessopossiamo riprendere con rego-larità i rapporti con loro».Contestualmente, tappato ilbuco dell’emergenza finanzia-ria, Saraceni ha fatto recapitareal sindaco una garbata lettera didimissioni, considerando il suolavoro concluso e vista l’aria chetira. Marino da giorni sta dicendo atutti che per Farmacap sta cer-cando (e non lo trova) un com-missario adatto per le necessitàdell’Agenzia: difficilmente lochiederà al professore, chesenza tanto clamore, come è suocostume, toglie tutti dall’imba-razzo. Nel mese di gennaio, intanto, èstata aperta una nuova farma-cia, la 44°, che ha fatto un in-casso di 40 mila euro in unmese, vale quasi mezzo milionel'anno. «Le farmacie comunali- dice Saraceni - come tipologiasono uguali a quelle private,vendono gli stessi farmaci, ehanno mercato, con la diffe-renza che si trovano in zonedella città più difficili e menoremunerative». Il disavanzo c’è,comunque, il problema è di farluce sulle radici del medesimoper evitare buchi nei prossimianni. Stando al vecchio con-tratto di servizio la mission di-Farmacap era quella di coprirezone di confine territoriale,dove il privato non sarebbe ar-rivato: le farmacie comunali sitrovano invece anche in centro,dove i costi di affitto sono altis-simi. Nelle more il sindaco haannunciato l'imminente no-mina di un commissario perl’Azienda. Invece di tagliare i

di Alessandra De Gaetano

rami secchi si vuol continuare acontare le perdite? Marino nonconosce mezze misure. Unadelle principali zavorre di Far-macap (che non produce ricavi,ma solo perdite), sono la forni-tura di servizi sociali. «Se aves-

simo solo il servizio farmaceu-tico - conclude Saraceni - nonavremmo nessuna recessione,ma solo ricavi. Abbiamo invecesul groppone anche i servizi so-ciali (asili nido e telesoccorso),che sono costosi e non sono re-

munerativi, e questa è una sceltadi fondo che deve fare il Co-mune. Se ci dice di proseguirecon i servizi sociali, noi lo fac-ciamo come abbiamo semprefatto, ma ci deve mettere anchele risorse. Solo l'asilo nido costa

1 milione di euro l'anno e nerende 200 mila, il Comune devesapere che ci sarà ogni anno ildisavanzo». E’ ovvio, Farmacapsul mercato non comprende-rebbe la fastidiosa “coda” deiservizi sociali.

Mi libero di Farmacap e faccio cassaGestisce 44 farmacie, ha i conti appesantiti dalla fornitura di servizi sociali.

Il presidente Vincenzo Saraceni si dimette e Marino cerca un commissario

“Siamo riusciti a vin-cere la nostra grandebattaglia di legalità e

ad ottenere lo sgombero delleroulotte abusive in via Ramaz-zini. Per tutto il week end, finoa questa mattina, gli uominidella Polizia Locale del XIIGruppo hanno lavorato per re-stituire il quartiere ai cittadinidi Monteverde. Manca solo unveicolo che verrà rimosso neiprossimi giorni, poi le roulotteresteranno solo un brutto ri-cordo". E' di trionfo il tono delladichiarazione di Marco Giudici,consigliere e presidente dellaCommissione trasparenza delMunicipio XII di Roma e Fabri-zio Santori, consigliere regio-nale del Lazio. Dopo settimane di accese polemiche l'insedia-mento (abusivo) di senzatetto (?) spalmatolungo via Ramazzini, a Monteverde, tra il murodel Forlanini e quello della Croce Rossa, è

scattata l'operazione rimozione. C'era stato un"promo" tragicomico un paio di settimane facon la rimozione di un'unica roulotte (giusti-ficata dalla assenza del tagliando dell’assiocu-

razione) , ora pare si sia deciso difare sul serio, chissà perchè. Nonè dato di sapere quale sarà lasorte delle famiglie sgomberatenè la reazione di S.Egidio, mo-tore immobile di queste opera-zioni di solidarietà.Dall'assessore ai servizi socialiCutini nessuna spiegazione, nes-suna dichiarazione. Avevamo de-nunciato quella situazione mesifa, non era accaduto nulla. Orapiù che il senso di umanità, dellapercezione del disagio e della il-legalità, sembra abbia pesatol’omicidio di qualche settimanafa al Gianicolo, protagonista unodegli invisibili senzatetto ospi-tati nelle roulotte messe a dispo-sizione dalle associazioni divolontariato. Intervento spot o

nuova strategia. Otto rimozioni a via Ramaz-zini, ce ne sono altre centinaia da effettuare, ealcune migliaia di questioni umane da risol-vere, basta aspettare.

Rimosse le roulotte di via RamazziniIntervento spot o strategia?

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 6CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

Per la serie quandol’abbandono regnasovrano, a poche cen-tinaia di metri dalmega centro com-

merciale Porta di Roma, in viaMildura, una piccola stradina in-terna di via della Bufalotta, va inonda ormai da diverso tempo unfilm, purtroppo, già visto. All’in-terno di un’area recintata che siaffaccia sulla via, è sorta infattil’ennesima discarica a cieloaperto. Non è, certo, l’unico casoa Roma, ma quello che aggiungeun tocco particolare in più a que-sta vicenda è che i vigili neanchene siano a conoscenza. Dopo lesegnalazioni pervenuteci da partedi alcuni residenti ci siamo infattiimmediatamente attivati per con-tattarli e chiedere loro perquando fosse previsto l’inter-vento di bonifica, ma la rispostache abbiamo ricevuto ci ha dav-vero lasciati perplessi. “Via Mil-dura? Mai sentita. Ma siete sicuriche si trovi nel quarto munici-pio?” questa è stata la risposta da-taci dal IV Gruppo Nomentanodella Polizia di Roma Capitale.Strano non la conoscano. Se adun piccolo giornale come il no-stro sono arrivate così tante se-gnalazioni, risulta davverodifficile credere che oltre a chia-

mare noi nessuno si sia rivoltoprima ai vigili urbani. Eppure,sembra proprio che sia andata

così. Secondo il IV Gruppo No-mentano, il comando della Poli-zia di Roma Capitale che vigila

sulla sicurezza dei cittadini delMunicipio, non ci sarebbe nessunesposto relativo ad una discarica

abusiva nella “mai sentita” viaMildura e il funzionario con cuiparliamo ne è talmente sicuro checi invita addirittura a richiedereun accesso agli atti qualora nonne fossimo convinti. Capita rara-mente in questo lavoro di avere lacertezza assoluta che la personache hai dall’altra parte del tele-fono e a cui stai facendo una do-manda scomoda sia veramentesincera, ma il constatarlo, in que-sta occasione, ci ha amareggiatopiù che stupito. Non ci sono espo-sti, d’accordo, ma non viene inmente proprio a nessuno che ma-gari qualcuno dia per scontatoche, se c’è una discarica a cieloaperto a ridosso delle abitazioni,i vigili debbano intervenire senzail bisogno di una denuncia uffi-ciale? Il primo dovere della Poli-zia di Roma Capitale, infatti, ègarantire la sicurezza e la salutedei cittadini. Forse qualcuno hasemplicemente pensato che unavolante ogni tanto passi anche davia Mildura e che passando nonabbia potuto non notare quellamontagna di rifiuti. E’ evidenteche pregiudichi la salute e l’inco-lumità dei cittadini no? No, senon c’è una denuncia ufficiale o senon si sappia neanche dell’esi-stenza di Via Mildura secondo ivigili.

SENZA PUDORE / 1

di Andrea Rambaldi

Quella discarica a Porte di RomaI vigili vogliono la carta bollata

Non bastano le proteste dei residenti di via Mildura, vicino al centro commerciale,per far ripulire un’area ridotta a deposito maleodorante. La Municipale pretende

una denuncia formale dei residenti. Forse non bastano le denunce dei giornali

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 7 CRONACHE IlCORRIEREDIROMA

B en un mese periniziare i lavorisulla Panoramicae altrettanto periniziare quelli

sulla Tangenziale Est. Dallefrane che hanno colpito il qua-drante Nord della città sono tra-scorse oltre 4 settimane e l'unicanovità è la riapertura a doppiosenso, e a corsia unica, delle duestrade fondamentali per la via-bilità di Roma Nord. I lavori procedono a rilento e cisi aspetterebbe un'attività frene-tica notte e giorno, sabato e do-menica compresi. Invece no. Ilfine settimana operai e giardi-nieri - probabilmente per nondover pagare gli straordinari e illavoro notturno - si fermano.Clamorosamente. Marino, ilsindaco in bicicletta, preferiscescorrazzare per i quartieri cen-trali, e in piano, però se infor-casse le sue fidate due ruotescoprirebbe che per arrivare daPrati o dalla Tangenziale a Bal-

duina, Camilluccia e Pineta Sac-chetti ci si mette il doppio deltempo.Previsioni sui tempi di riaper-tura sono vaghe e lunghissime:da un minimo di 2, forse 3mesi... Neppure i vigili ne fannodi ipotesi sul ripristino dellanormale viabilità, a parte sorve-gliare i pericolosi automobilisti(infuriati) che cercano di an-dare o tornare dal lavoro. Eracosì complicato incaricare ilServizio giardini, magari in au-tunno, di mettere in sicurezza lacollina di Monte Mario? Non èun costo visto che gli stipendidei 200 dipendenti li paghiamosia che lavorino sia che restinoin ufficio. Ma per prevedere unlavoro di messa in sicurezza bi-sogna conoscere la città ed avereun minimo di previsione dellagestione. Se si pensa alle teleca-mere, e si spendono quattriniper la scenografia dei Fori impe-riali, allora tutto (pure la sicu-rezza) passa in secondo piano.

SENZA PUDORE / 2

Roma Nord, disagi per mesiViabilità difficile e tanto lassismo

Nel fine settimana nessuno lavora, la messa in sicurezza delle strade che portano verso Prati, Balduina si trascina e l’Amministrazione finge di non sapere

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Da qualchegiorno per ibambini delleelementari edelle medie

della Capitale che ogni giornousufruiscono delle mense scola-stiche, la qualità e anche laquantità del menù si sono deci-samente ridotte. O almeno cosìla pensano alcuni genitori, al-cuni dei quali, armati di mac-china fotografica, hanno ancheimmortalato quanto servito ailoro figli. Il motivo? La protesta,culminata nello sciopero dimartedì 4 marzo, che sta agi-tando, in questi giorni, i dipen-denti delle ditte appaltatricidelle mense scolastiche. Prote-sta più che comprensibile dalmomento che sui loro contratti,nonostante lo scorso 3 gennaiofosse stato sottoscritto un ac-cordo con le organizzazioni sin-dacali di categoria cheprevedeva di lasciarne inalteratele condizioni, si sono visti com-parire, da un giorno all’altro, ilmancato riconoscimento nellabusta paga delle festività, l’azze-ramento degli scatti di anzia-nità, la soppressione dellacarenza malattia, la sostituzionedei giorni di ferie con giorni diaspettativa e, come se non ba-stasse, anche la decurtazionedella tredicesima. Uno dei primieffetti del Salva Roma? E’ quelloche temono al neonato Comi-tato Difendiamo Roma che inquesti giorni sta portando allaluce, peraltro, alcuni episodiparticolarmente gravi, comequello dei panini ammuffiti tro-vati in alcune scuole in occa-sione dello sciopero. In realtà,l’Amministrazione capitolinanon è direttamente parte incausa. Il contenzioso, infatti,non è con Roma Capitale, matra ditte e dipendenti. Tuttavia,è altrettanto vero che è inam-missibile che il Comune restiinerte di fronte a così palesi e ri-petute violazioni dei diritti di la-voratori alle dipendenze di ditteche forniscono un servizi daesso stesso appaltato. Gli opera-tori delle mense parlano, senzagiri di parole, di “un appaltogiocato al ribasso” e non vo-gliono pagare, loro, il risparmiosul costo del pasto incassato dalComune. Insomma uno stalloche rischia non solo di danneg-giare seriamente uno dei pochisettori considerati ancora eccel-lenti ma anche e soprattutto lasalute di circa 150mila bambini.“Ovviamente, non è il doversiaccontentare, un giorno, dipranzare solo con un panino ed

una mela che danneggia la sa-lute di bambino, ma una ridu-zione protratta della quantità edella qualità del cibo quoti-diano certamente si” sostiene ilvice presidente dell’AssembleaCapitolina, Giordano Tredicine,il quale, ha presentato una mo-zione che verrà discussa neiprossimi giorni ed in cui sichiede a sindaco e giunta ad in-tervenire immediatamente persollecitare il rispetto, da partedelle ditte appaltatrici, dell’ac-cordo sottoscritto il 3 gennaioscorso".Non bisogna dimenticare che igenitori dei bambini dellescuole capitoline pagano unaretta di refezione tutt'altro chesimbolica (anche fino a 80 euroal mese) a prescindere dall'effet-tivo consumo del pasto. Si pagacomunque anche se il bambino- specie quelli delle classi ma-terne - restano a casa per parec-chi giorni.E’ come pagare ilbiglietto dell'autobus pur nonusufruendo dei mezzi pubblici.Un po' bizzarro come sistema dicompartecipazione alle spese. Sipotrebbe, invece, adoperare deibudge personali, magari aggan-ciati ad un conto prepagato ascalare, che il genitore "striscia"all'ingresso. Maestre e personaledi servizio devono già firmareelettronicamente l'ingresso, sipotrebbe adoperare la stessapiattaforma tecnologica peravere, contemporaneamente, uncontrollo quotidiano dei flussidi accesso al servizio mensa. Sieviterebbero così anche poten-ziali truffe sull'effettiva presenzae quindi anche sui pagamentialle ditte. Così da pagare l'effet-tivo servizio e non dover versareuna ennesima tassa occulta pureper le scuole dell'obbligo.

PORZIONI “DA DIETA” ALLE MENSE E SCATTA LA GUERRA DEGLI APPALTILA DENUNCIA

La protesta nel piattodi Andrea Rambaldi

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Nelle foto due esempi dei prodotti che vengono serviti nelle mense

scolastiche della Capitale: sopra il pranzo “tipo” e a destra i biscottidefiniti “immangiabili” dai genitori

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Page 9: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 9 ANNO LXVII GIOVEDI 13 MARZO 2014

C he cosa sta succedendo nella CroceRossa? Se lo chiedono i dipendenti, selo chiedono smarriti i 1200 militari cheoperano con le stellette nel corpo mili-tare della Croce Rossa. Ente con un’an-

tica tradizione di servizio, durante i conflitti bellici, difronte alle calamità nazionali. “Ente Strumentale” è lanuova definizione della Cri fino alla data della sua li-quidazione, il 1° gennaio 2017. Scelte forse necessarie,certamente non condivise. Non gli uomini e le donneche fanno parte del corpo militare, scesi in piazza nu-merosi in una manifestazione al Pantheon, in borghesee senza stellette. Non gradiscono la rivoluzione silen-

ziosa (per lo più ignorata dall’opinione pubblica) chetrasformerà la Cri in Comitati locali e provinciali cheassumeranno l’intero onere delle gloriosa, e mai ammai-nata bandiera presente a pieno titolo nel Comitato In-ternazionale che ha sede a Ginevra. Attualmente ilcorpo militare è organizzato territorialmente in unIspettorato Nazionale e in Centri di Mobilitazione oltreai Nuclei Operativi di pronto impiego (N.O.P.I.), can-cellare una struttura del genere mandando a casa ope-ratori professionalmente capaci, che hanno dimostrato,non solo in Italia, ma nel mondo la loro professionalitàapprezzata ad ogni livello. Parliamoci chiaro, cancel-lare il corpo militare e privatizzare l’intero comparti-

mento Cri vuol dire cancellare dal Servizio SanitarioItaliano una struttura di alta professionalità, che col-labora con l’intero sistema dell’emergenza sanitaria eche è anche un punto di riferimento per la macchinadella Protezione Civile Italiana. In altra parte del gior-nale riportiamo i punti essenziali di una mozione pre-sentata in Senato il 6 febbraio a firma di dieci senatorie che nei prossimi giorni sarà discussa in Commissionee calendarizzata nell’aula di Palazzo Madama. Il go-verno Renzi comprenderà l’importanza della mozionee cambierà l’indirizzo del provvedimento targatoMonti? Ce lo auguriamo.

Il Corvo

Come impedire privatizzazione e smilitarizzazione della Cri?

ASL ROMADVincenzo Panella,il pendolaresconosciuto

a pagina 12

L’INCHIESTA

a pagina 14

Perdere i denti o affidarsi al mercato

Quei lavoratori sui tubicondannano ZingarettiQuei lavoratori sui tubicondannano Zingaretti

Servizio a pagina 10

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Page 10: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

Quei lavoratori sui tubicondannano Zingaretti

L’EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Ilde Coiro, Isabella Mastrobuonoe Vitaliano De Salazar

CHI SCENDEdal basso Angelo Tanese,Michele Caporossie Vincenzo Panella

Serve una sveglia ai nuovimanager, dimostrino valore e indipendenza

Ai nuovi managerserve una sveglia,dimostrino valore e

indipendenza, la situa-zione è abbastanza com-plicata. Salta agli occhi,stridente, la differenza trala movida imposta a Fro-sinone dal nuovo diret-tore generale IsabellaMastrobuono (vedi inter-

vista) e il freno tirato di altri suoi colleghi dellanuova infornata. Taroccata la short list di Zin-garetti o scelte dettate da criteri non traspa-renti? Basta guardare ai Castelli, al Pontino,nella Asl RmD. Quando faranno sentire il cam-bio di mano i nuovi manager? Per ora balbet-tano, cercano di capire, procedono a nomine,a verifiche. In tempi normali sarebbe compa-tibile un periodo di acclimatamento, oggil’emergenza non consente soste, nientepause. La sanità laziale è disastrata, c’è biso-gno di mettere ordine e il management ap-pena congedato ha lasciato terra bruciata.

Serve gestione muscolare e indipendente, ser-vono misure efficaci e veloci. Ma Michele Ca-porossi non è arrivato preparato, ha soloblindato la comunicazione della Asl di Latina,guai a parlare, provvedimenti disciplinari a chiparla con i giornalisti. Il suo collega della RmH,Fabrizio d’Alba, lanciato segnali precisi daqueste colonne, ma i problemi syl territoriosembrano esser epiù grandi di lui; VincenzoPanella è ancora un Ufo a Casal Bernocchi, sista ancora chiedendo in quale pantano si è fic-cato. Altri si muovono con prudenza e disin-voltura, conoscono l’ambiente e sanno comemuoversi (vedi Vitaliano De Salazar e IldeCoiro, Asl RMB e S.Giovanni). Tutti, indistin-tamente, manifestano il disagio di rapportarsicon la gestione dittatoriale del team che perZingaretti gestisce la sanità, De Grassi,D’Amato e compagnia. Ma questo Zinga ne-anche lo sa. Così come non sa chi mettere allaguida di S.Filippo Neri, Spallanzani, S.Andrea,S.Camillo, Ifo. E quella faccenda del nostrocontenzioso con mister Angelo Tanese (AslRmE)? Meglio stendere un velo pietoso.

A i lavoratori che sisono arrampicatisui ponteggi di viaRamazzini va la so-lidarietà di tutti, a

prescindere dal motivo, dalla ca-sacca indossata, dalle scelte. So-prattutto in questi difficilissimimomenti per il paese. Nel casospecifico rappresentano il falli-mento di un paio di Giunte regio-nali e la stupida miopia di quellaoggi in sella. A questi governanti-amministratori mancano la vi-sione di insieme e la visioneperiferica della situazione. Valeper il caso dei precari di via Ra-mazzini (Cem, Croce Rossa, ce nesiamo occupati diverse volte suqueste pagine), vale per diversialtri scenari a forte rischio, comequello che vede ancora con l’acquaalla gola la Fondazione S.LuciaIrccs. Trattasi della incapacità di

vedere gli effetti nell’immediato e nellungo termine del balbettio decisionale,dei rimandi, dei ritardi, effetti sul terri-torio, sugli utenti, sugli operatori, allafine sul bilancio dell’Ente Regione. Male giunte passano e i problemi e le emer-genze restano. Promesse, I pazienti delCem, i loro genitori, gli operatori - pre-cari e non- sono nel limbo, nella terra dinessuno da troppo tempo, sballottati traCroce Rossa (che nelle more ha cam-biato pelle) e la Asl, storiacce di soldi,di incapacità: ma quanto è costato ecosta tutto questo? Zingaretti ha usatoil suo potere? Certo che no, alla finenon gli interessa, lui e i suoi guardanoaltrove. Qualcuno nel frattempo moriràdi crepacuore? Rischi umani e profes-sionali, effetti collaterali. Vale lo stessoper il S.Lucia. Il diritto è calpestato, gliimpegni sono acqua fresca, senza pu-dore; ogni volta si comincia da capo,eppure la questione è chiara, leggi esentenze non danno scampo. I milioniche la Regione deve corrispondere alS.Lucia aumentano di giorno in giorno,se dovessero pagare di tasca propriaZingaretti e il suo scudiero D’Amato siaffretterebbero, ma tanto paga Panta-lone. Solo la Procura può dare unasvolta alla vicenda. Il quadro è statico,non si muove e non cambia niente.Basta pensare alle poltrone di potereancora vuote in Asl e ospedali, Tuttofermo, chissà perché. Bassi interessi dibottega? Non sembra esserci altro mo-tivo. I cittadini hanno una sola arma, ilvoto. Il messaggio è implicito, decine dimigliaia di voti cambiano gli equilibri,mandino a casa spergiuri e incompe-tenti. Quegli stessi che ad ogni campa-gna elettorale attribuiscono le colpe allagestione uscente e promettono di sal-vare la patria. Il voto è l’unico sistemademocratico per cambiare le cose.

giovedì 13 marzo 2014 pagina 10Laziola delSSanità Lazio PRIMO PIANO

Il Corriere di Roma n.9 del 13 - mar. 2014_Layout 1 12/03/2014 13.59 Pagina 10

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 11 Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANO

L a Croce Rossa sta percambiare pelle, i dipen-denti sono in rivolta.Una quarantina di lorosono stati a lungo sul

tetto della sede di via Pacinotti , aRoma, per protestare contro la priva-tizzazione dell’Ente, una protesta si-mile era stata messa in pratica ad unpaio di chilometri di distanza dai la-voratori del Cem (Centro educa-zione motoria), legati a filo doppioalla sorte della Cri, l’Usb scende inpiazza a Roma e promette di portarela reazione in ogni parted’Italia.Siamo insomma ad uno scon-tro aperto e il management dell'Enteè tra l'incudine e il martello, deve pi-lotare il traghettamento sull'altrasponda ma senza eccessivi entusia-smi. Certo, e’ troppo tardi per lan-ciarsi all’attacco scandendo slogandel tipo “Questa riforma non s’ha dafare, giù le mani dalla Croce Rossa,la Croce Rossa non si tocca”, maforse si è ancora in tempo per limi-tare i danni, per condizionare il pro-cesso di privatizzazione, per stopparela demilitarizzazione del Corpo. Lapolitica sta a guardare, ci capiscepoco o forse vi capisce troppo e siaspetta di trarre qualche beneficiodallo stravolgimento di una delle glo-rie nazionali. Un gruppo di dieci se-natori (Di Biagio , Merloni ,Albertini , Zin , Micheloni , Turano ,Razzi ,Aiello , Fazzone , Mauro Gio-vanni, muovendosi in certo qual

DIPENDENTI SUI TETTI, DAL SENATO PARTE UNA MOZIONE CHE IMPEGNA IL GOVERNO A STOPPARE LA RIFORMAIL FATTO

No alla privatizzazione,no alla smilitarizzazione,nella Cri è rivolta aperta

modo controcorrente, ha presentatouna mozione che investe diretta-mente il governo e lo impegna in unaserie importante di punti;1) ad attivarsi al fine di rivedere il de-creto legislativo n. 178 del 2012 per

le gravi carenze riscontrate, provve-dendo al "congelamento" di una ri-forma che si presenta parossistica inquanto il risparmio a carico delloStato, valutato in 42 milioni di euroin fase preventiva di emanazione del

decreto, che sarebbe superato daglienormi danni economici e occupa-zionali, cagionando un deficit per lecasse dello Stato valutabile in 350-400 milioni di euro e con oltre 4.000lavoratori (tra persone civile perso-

nale militare della CRI) che al ter-mine della mobilità di due anni sareb-bero licenziati, con relativa tragediaper le relative famiglie;2) a bloccare immediatamente l'ema-nazione del relativo decreto a firmadel Ministro della salute, per i gravis-simi danni occupazionali e per i con-seguenti riflessi di natura erariale,viste anche le critiche e le riserveespresse nella relazione della Cortedei conti relativa alla legiferazionedell'ultimo quadrimestre del 2012;3) a provvedere alla creazione di un"ruolo ad esaurimento" che consenti-rebbe al personale militare di perma-nere nello status rivestito per scelta divita e contestualmente di garantirealla collettività una serie di servizi es-senziali in caso di calamità o di graviemergenze, anche di tipo sanitario, inItalia e all'estero;4) a rivedere l'applicabilità al perso-nale militare della CRI dell'esten-sione del trattamento pensionisticoprevisto per il personale apparte-nente al comparto sicurezza, difesa,vigili del fuoco e soccorso pubblico,che comporterebbe anche la possibi-lità per il personale di fruire dell'ac-cesso alla pensione come tutti gli altrimilitari, con una mobilità a regimeprevista dal 2024;5) a salvaguardare di tutti i livelli oc-cupazionali dei lavoratori della CRI,che non hanno alcuna colpa in questoprovvedimento crudele, iniquo e bef-fardo.

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 12Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

Il nuovo direttore generale di Via Casal Bernocchi non sembra ancora aver preso le misure del suo nuovo incarico . Ma il territorio è complesso e ha bisogno di essere guidato

U n uomo chepassa senza la-sciare traccia,un uomo tuttod'un pezzo che

si da dove proviene, ma non sisa dove va, né per quanto ciresta. E' il nuovo direttore ge-nerale della Asl RmD, Vin-cenzo Panella, ancora per tuttisconosciuto. Vive a Perugia,dove sembra abbia compratoda poco casa con la sua famigliae tra gli incarichi precedenti hala Asl 4 Terni, che gestisce i di-stretti di Orvieto e Narni -Amelia. Un territorio suddivisoin 32 comuni con circa 225mila abitanti in tutto. Il sito dell'Azienda sanitaria diTerni riporta ancora il nome diPanella come direttore gene-rale: ma lo fa anche il sito uffi-ciale della Asl RmD. Ma chi èVincenzo Panella? Dopo quat-tro settimane dal suo virtualeinsediamento, non ha ancorarilasciato interviste, nessunadichiarazione. In sede ufficialmente non c’èmai. È sempre a prendere di-

sposizioni in Regione. Il 5marzo avrebbe dovuto fare unariunione con i sindacati masembra sia sparito. Pare cheabbia convocato i responsabilidei distretti e abbia dato le so-lite raccomandazioni di rito, diessere molto rigidi sulle tim-

brature in entrata e in uscita,anche nelle pause perché citiene molto e controllerà. Madov'è Panella? Nel suo nuovoufficio è praticamente uno sco-nosciuto, dicono che fa il pen-dolare Perugia - Ostia, CasalBernocchi. Ma quanto ci costa

uno che fa avanti eindietro...tutti i giorni?...Sicu-ramente arrivare dalla provin-cia in una realtà caotica, aiconfini estremi della capitale,in un'azienda sanitaria checopre un territorio moltoesteso ed eterogeneo, e con

poche strutture e risorse comela Asl RmD deve essere unoshock, anche in termini di qua-lità della vita, per chi vienedalla tranquilla realtà umbra. E'un'area molto vasta, quelladella RmD, di 517 chilometri,articolata in 4 distretti: Fiumi-cino, il X municipio (ex XIII)che da solo conta 195 mila abi-

tanti, il MunicipioXI (ex XV), il Muni-cipio XII (ex XVI).Come ospedali cisono il Grassi e ilpoliclinico Di Lie-gro, l'ospedale di co-munità, poi c’è ildipartimento di pre-venzione di Via del-l'Imbrecciato. Sidice che potrebberoessere rivisti i con-fini delle Asl e sem-

bra ci sia la possibilità che laRmD venga smembrata proprioper la sua estensione. Ma per-ché non tirare i remi in barca efare come Polimeni che ha de-ciso di rimanere a Lucca piutto-sto che essere "sbattuto"all'azienda sanitaria di Rieti?

di Alessandra De Gaetano

Panella, il pendolare sconosciutoCOSA ACCADE ALLA ASL RMD DOPO IL CAMBIO DELLA GUARDIA AL VERTICESCENARI

A sinistra il Direttore generale della Asl RmD, Vincenzo Panella e sopra l’ospedale Grassi

Dopo le poche parolepronunciate al mo-mento del suo inse-

diamento, il nuovo direttoregenerale della Asl di LatinaMichele Caporossi è ancorain silenzio stampa. Forse per-ché l'impatto con la comples-sità del territorio e i problemidella sua nuova Azienda gliha fatto fare un passo indie-tro? "Costruiremo una nuovasanità su un territorio che, daquesto punto di vista, è fermada quaranta anni". Così avevaesordito al suo arrivo quandoha parlato delle sue lineeguida, in vista di un mandato certamente im-pegnativo. Un giudizio netto sul passato.Anche sulla situazione dell'ospedale SantaMaria Goretti di Latina, aveva dato giudizi ta-glienti e lanciato grandi proclami: "L'ospedaleGoretti - aveva detto - ha carenze strutturalima si può intervenire per razionalizzare lespese e per riorganizzare il pronto soccorsoche attualmente è inadeguato". Intanto che Ca-porossi ci pensa e si organizza negli ospedalipontini è autentico far west, all'ospedale Go-retti, con infermieri e pazienti aggrediti, ca-

renza di posti letto, blocco delturn-over. Anche al San Gio-vanni di Dio di Fondi è emer-genza piena. Il reparto dichirurgia è al collasso, con tresole unità operative. Per leanalisi, i pazienti devono an-dare a Terracina. Tanti ospe-dali spolpati, in un fazzolettodi 100 chilometri quadrati,che costringono le persone amigrare verso altri lidi peravere il diritto alle cure medi-che. Intanto la Regioneavrebbe stanziato per ilpronto soccorso del Goretti,circa un 1,7 milioni, ma non è

ancora stato chiarito il piano di utilizzo di que-ste risorse. Dopo le cerimonie del taglio delnastro per l'inaugurazione della prima Casadella salute del Lazio, a Sezze, sulla scrivaniadi Caporossi ci sono diverse questioni spinose.Forse è per questo che avrebbe intimato il li-cenziamento ai medici che avessero proferitoparola con i giornalisti? Intanto ha già nomi-nato il nuovo direttore sanitario nella personadi Alfredo Cordoni, 60 anni di Teramo, che siinsedierà ufficialmente il 23 marzo.

A.d.g.

SCENARI / 2 CAPOROSSI IN SILENZIO STAMPA

Asl pontina in stand byma la sanità è al collasso

Il Direttore generale della Asl di Frosinone, Michele Caporossi

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I sabella Mastrobuono è da unamanciata di settimane direttoregenerale di una delle Asl più im-pegnative (dal punto di vistadella gestione), quella di Frosi-

none. Un impegno importante, per unamanager esperta e con una fama da dura.Allieva dell'exministro Guz-zanti, la Mastro-buono viene daTor Vergata (di-rettore sanitario)ed è stata sub-commissario go-vernativo inMolise. Cer-chiamo di capirecon lei dove staandando la sa-nità ciociara

La politica di Zingaretti prevedevaCase della salute con presidi territo-riali e strutture di Rsa per rispondereall'emergenza delle famiglie. Oggi,nell'Asl di Frosinone, su questi obiet-tivi, siamo a zero. Cosa crede dipoter fare nei primi 100 giorni dimandato, già in corso?

Innanzitutto, non siamo a zero perché laRegione ha programmato le aperture intempi successivi. Il 28 febbraio scorso èstata aperta la Casa della salute a Sezze,il 30 marzo sarà inaugurata quella di Pon-tecorvo. Abbiamo già fatto una serie diincontri per organizzare l'apertura dellaprima Casa della salute della Asl di Fro-sinone.

Neuromed (Irccs Venafro) aveva, intempi recenti, mire espansionistichenel Lazio meridionale. Si parlava dipartnership con le strutture dellaAsl di Frosinone e, in particolare,l'attenzione era riposta su Ponte-corvo. Vero o falso? A che punto è laquestione?

Falso. Io non ho, nel modo più assoluto,nessun contratto con Neuromed. L'unicacosa che sostanzialmente c'è, è una fugapassiva dei pazienti del frusinate verso ilMolise, e in particolare verso Neuromed.E' una mobilità passiva penalizzante perla Asl e la Regione, ma speriamo di recu-perare migliorando i servizi sul confine equindi in particolare potenziando i servizidella Casa della salute di Pontecorvo perfavorire la permanenza dei cittadini e nonla loro migrazione.

Nel territorio di sua competenza, cisono due ospedali dismessi, ad Ana-gni e l'ospedale del Prete di Ponte-corvo. cosa pensa di farne?

L'ospedale del Prete di Pontecorvo sarà ri-convertito in Casa della Salute, come pro-grammato dalla Regione, nei decretilegislativi 428 e successivi. Anche Anagniprobabilmente subirà una trasformazione,ma dobbiamo ancora avviare (la proce-dura,ndr) perché è solo recente la sen-tenza del Tar che ha rigettato il ricorso deicittadini per tenere aperto l'ospedale. Fa-remo un gruppo di lavoro, come abbiamogià concordato con i cittadini e gli opera-

tori, per trovare la soluzione ideale pertrasformare l'ospedale in qualcosa di piùutile per la popolazione locale.

Che prospettive ci sono per il Dea di2° livello al nuovo ospedale di Frosi-none?

Prima di parlare di alte specialità, pensoche sia fondamentale mettere ordine alsistema dell'emergenza-urgenza e farfunzionare bene il Dea di 1° livello.Quando saranno pronti i nuovi pro-grammi operativi che la Regione trapoco presenterà, compresa la rete ospe-daliera, si chiariranno meglio i rapportitra le aziende e si potrà definire il quadrodell'emergenza anche della Asl di Frosi-none. Vorrei sottolineare che nella Asl diFrosinone ci sono tantissime eccellenze.C'è gente molto motivata e ci sono belleesperienze, anche dal punto di vista cli-nico e assistenziale, professionalità ed ec-cellenze che devono essere esaltate tracui: l'unità operativa di cardiologia delloStanziali, che funziona benissimo comein tutte le altre strutture della Asl; la pe-diatria che lavora con ottimi risultati no-nostante le difficoltà del personale; ildipartimento delle devianze, che mi hacolpito molto, unico nel suo genere nellaAsl di Frosinone; ci sono progetti controla violenza sulle donne. Devono essereesaltate anche per evitare la migrazionedei ciociari verso altre aziende e altre re-gioni.

Provenendo da Fort Apache delPronto Soccorso di Tor Vergata,quali criticità vede dal punto di vistadell'emergenza al nuovo ospedale diFrosinone?

L'emergenza purtroppo è la stessa ovun-que ed è un problema nazionale ormai.Abbiamo una popolazione anziana e que-sto bisogna che lo metabolizziamo, chenon è assistita bene sul territorio, perchénon ci sono molti servizi e chiaramentequesta domanda si riversa sugli ospedali,e sui pronto soccorso. Le medicine sono

ormai piene di pazienti anziani, l'etàmedia è altissima, 70-75 anni, esatta-mente come a Tor Vergata. I problemidell'emergenza sono gli stessi. Ecco per-

ché le Case della salute improntate so-prattutto all'assistenza dei pazienti anzianisul territorio dovrebbe riuscire nel tempoa ridimensionare i pronto soccorso.

giovedì 13 marzo 2014 pagina 13 Laziola delSSanità LazioCRONACHE

PARLA ISABELLA MASTROBUONO, NUOVO MANAGERL'INTERVISTA

“La scommessa? Convincere la Ciociaria che per curarsi non c’è bisogno di emigrare”

di Alessandra De Gaetano

A sinistra il Direttore generale della Asl di Frosinone, Isabella Mastrobuono e sopra l’ospedale del Prete di Pontecorvo

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Page 14: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

N ei giorni scorsi il mini-stro Lorenzin e il go-vernatore Zingarettihanno inaugurato inpompa magna la

nuova Clinica odontoiatrica del Policli-nico Umberto I di Roma. Un faro nel de-serto del settore pubblico. Con i nuovireparti per le cure dentali, con 65 milaprestazioni l'anno e 65 poltrone specia-listiche, la nuova realta' sanitaria – spiegail direttore generale del Policlinico Do-menico Alessio punta all'eccellenza, ef-fettuando anche interventi chirurgici chespaziano dalle estrazioni dentali piu'complicate alle cisti, fino alle lesioni ma-ligne mascellari, trattate in regime di dayhospital. La struttura dotata delle piu'moderne tecnologie rappresenta un in-vestimento che vale doppio, diretto sia aicittadini che agli studenti. ''In soli 4 mesie con un finanziamento di circa 500 milaeuro - ha spiegato Alessio - consegniamoai cittadini una struttura completamenterinnovata, alla quale mancava la ristrut-turazione di due reparti importanti comequello di chirurgia orale e odontostoma-tologia''. Eccellenza, ma anche eccezione,

un faro nel deserto della odontoiatriapubblica. Che, come abbiamo già detto,copre solo i trattamenti di base; tutto ilresto si effettua in regime di intramoeniacon costi talvolta addirittura superiorialle cliniche private. Per fare un esempio,a Roma il Fatebenefratelli all'Isola Tibe-rina chiede circa 2.400 euro per unponte. Spesso inaccessibili, in tempo dicrisi.. Sempredi più, in questitempi di crisi,gli italianistanno allalarga dallo stu-dio del denti-sta: quattro sudieci limitanole loro visite perragioni econo-miche. Il Fisco non aiuta, lasciandoci de-trarre nella dichiarazione dei redditi soloil 19% della spesa (oltre la franchigia di129,11 euro). Non resta che rivolgersi aiprivati. I quali spesso fanno pagare poco(o regalano) la prima visita (70 euro dimedia a Roma, altrove anche cento), sicontengono per la classica pulizia deidenti (nella capitale la media è sugli 80

euro), poi si decolla. Una otturazione,una devitalizzazione possono schizzarea 300 euro. La corona o capsula è unastruttura creata sulla base di un’improntadel dente, che serve a ricoprirlo.Si faquando un dente ha perso molta strut-tura e/o è devitalizzato. Il costo cambiaa seconda del materiale impiegato. Cheincide anche sull’estetica e sulla durata e

resistenza del pro-dotto. Una coronadura in media 5-8anni. I prezzi variano

tra i 700 e i 900 euro. Un ponte può arri-vare a costare tra 2.100 e 2.400 euro. Mamolti utenti, ormai, si fermano moltoprima, meglio senza denti che al verde.C’è chi sceglie il turismo odontoiatriconell’Est europeo (rischioso) e chi si af-fida ai consorzi di dentisti che negli annisono spuntati come funghi. Vitaldent,Amico Dentista, Doctor Dentist, Odon-tosalute, Dentista.tv, Gdental, The SmileFactory sono alcune tra le catene di den-tisti in franchising che si propongonocome convenienti e professionali. Tra-

sparenti sui prezzi, alcuni li mettono sulloro sito (tranne Vitaldent, la più diffusa,che non ci ha risposto e non si pronunciasui prezzi neanche sulla propria paginaweb). La convenienza c’è, per la puliziadei denti, l’otturazione e la devitalizza-zione, per i lavori più complessi i prezzisi avvicinano a quelli degli studi privati.Questi consorzi di professionisti offronotalvolta tecnologie sofisticate e forti age-volazioni nel pagamento. E’ il mercato,bisogna confrontare e saper scegliere.

(2 - continua)

giovedì 13 marzo 2014 pagina 14Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

ODONTOIATRIA, ALLARME ROSSO, I ROMANI RINUNCIANO A CURARSIL’INCHIESTA / 2

Perdere i denti o affidarsi al mercatodi Francesco Vitale

C’è addirittura chi promette dentinuovi in 24 ore, chi si sbilancia sullaimplantologia, promettendo mira-

coli, soluzioni da fantascienza. "Per implan-tologia - riferisce il prof. Sergio Corbi, responsabile del centro delGruppo Dentalcoop appena aperto a Roma a via della Maglia-nella - si intende quell’insieme di tecniche chirurgiche atte a ria-bilitare funzionalmente un paziente affetto da mancanza di dentitotale o parziale mediante l’utilizzo di impianti dentali ovverosiaelementi a forma di vite, metallici, inserti chirurgicamente nel-l’osso mandibolare o mascellare, atti a loro volta a permetterela connessione di protesi, fisse o mobili, per la restituzione della

funzione masticatoria". Nei centri Dentalcoop (47 in Italia) èpossibile effettuare l'implantologia a carico immediato, una tec-nica implantologica oggi largamente utilizzata.Nei casi ove siapossibile l’impiego di questa procedura, permette la riabilita-zione immediata, funzionale ed estetica, della masticazione delpaziente. "L’implantologia a carico immediato - spiega ancora ilprof. Corbi - ha il vantaggio primario di evitare il disagio dellamancanza momentanea dei denti, rispetto a metodologie checostringono l’innesto della nuova arcata dopo diverso tempo.Oggi in un’unica seduta è possibile (in alcuni casi) posizionaresubito gli impianti e connettervi i denti immediatamente, garan-tendo fin da subito la totale riabilitazione del cavo orale".

Implantologia a carico immediato cercasi

Nuova clinica odontoiatrica all’Umberto I, una goccia nel mare, il servizio pubblico fa acqua. Restano i privati. Ma costano. Meglio affidarsi ai trust di dentisti, valutare tariffe, offerte e garanzie

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Siamo su Radio Rai Gr Par-lamento, la trasmissione èFederalismo Solidale, diPaola Severini. Si parla difatto della Fondazione

S.Lucia Irccs, dei suoi problemi, del suocontenzioso (termine, come si vedrà,assolutamente improprio) con la Re-gione Lazio. In studio il direttore gene-rale dell’Istituto, Luigi Amadio e unaltro ospite-cerniera, il presidentedell’Anglat…Roberto Romeo; in colle-gamento non il governatore Zingaretti,non la responsabile della programma-zione sanitaria De Grassi, non il re-sponsabile della Cabina di Regia,D’Amato, ma due funzionari di secondalinea, Mantini e Di Lallo. Due opera-tivi, lontani dalla politica e quindi nonin grado di fornire delle risposte ade-guate. E’ la fotografia della situazione,una urgenza di definire un quadro eco-nomico di riferimento, di formalizzareil trasferimento al S.Lucia di risorse benprecise, la cui congruità è stata confer-mata da sentenze di Tar e Consiglio diStato e un Ente pubblico che scivola comeun’anguilla ed evita addirittura di entrare nelmerito. Anzi,impone dei budget fortemente ri-dimensionati per il presente e per il futuro. E ledecine di milioni di pregresso da corrispon-dere? No comment, che altro possono direMantini e Di Lallo? Incalzarti dalla conduttriceparlano di futuro, di programmazione, di futureesigenze, di fabbisogno. Discutibile ma oggettodi un possibile dibattito che porti ad una solu-zione, anche se tra le righe si intravvede la vo-lontà di stravolgere l’identità della Fondazionedi via Ardeatina. Ma il presente, anzi l’arretratocon il quale il S.Lucia deve far fronte alle realtà

quotidiane, e le sentenze che impongono allaRegione di adeguare il budget a determinatistandard? Le risposte si fanno balbettii, la Re-gione scappa, e forse solo la magistratura puòfermarne la fuga.“Dal 2007 noi siamo oggetto da parte della Re-gione Lazio di tentativi di dequalificazione (edi conseguenza di tagli ai nostri budget), siamostati pagati in misura insufficiente, in spregioalle sentenze(cinque) del Consiglio di Stato chehanno accolto le nostre tesi e bocciato quelledella Regione – afferma il direttore generale delS.Lucia Luigi Amadio - Sostanzialmente la Re-gione ci vuole togliere l’alta specializzazione

così come è definita dalle leggi e confermatadalle sentenze per poterci pagare in maniera ina-deguata rispetto ai nostri costi. Il Consiglio diStato ci attribuisce una tariffa superiore del 40%a quella che oggi la Regione ci attribuisce e pe-raltro nemmeno ci paga accampando millescuse. Siamo in grande difficoltà, quando en-trano in ballo di commissari ad acta per indurrela Regione a rispettare le regole e non succedeniente….Valentino Mantini azzarda una risposta, ma disoldi evidentemente non è autorizzato a parlare.Si arrampica sugli specchi di un discorso legatoall’offerta dei servizi e l’offerta complessiva di

riabilitazione ospedaliera e territorialedella Regione Lazio per quanto ri-guarda la riabilitazione residenziale,semi-residenziale, anche ospedaliera, èsuperiore al valore mediano per nume-rosità di posti”. E ancora:”… La regionesta emanando un piano che riguarderàle reti di offerta territoriale ospedalierae residenziale per quanto riguarda lariabilitazione….. ci saranno appuntodelle priorità in relazione all’appropria-tezza delle prestazioni e finalmente alfatto che ci sarà una valutazione multi-dimensionale che determinerà il settingappropriato, cioè il ruolo e la funzioneassistenziale che deve essere garantitaai singoli soggetti… il documento è incorso di adozione e di approvazione daparte della struttura commissariale eentro il mese di giugno dovrà essere de-finito puntualmente. “Inutili i richiamidi Paola Severini.” Ma per i pagamentiarretrati, ma da qui a giugno…”. I duefunzionari non riescono ad abborrac-ciare una risposta degna. Il tentativo dilegare il discorso del pregresso ad unanuova definizione di budget nell’am-

bito di una nuova e diversa collocazione dellaFondazione all’interno della futura organizza-zione dell’intervento regionale in ambito riabi-litativo. E’ il linguaggio della burocrazia. E cosìnon c’è risposta alla domanda: se è stato senten-ziato che il S.Lucia da tot anni a questa partedeve avere una determinata cifra perché la Re-gione non ottempera? Fatica sprecata. Restanole opzioni di Lourdes e della Procura della Re-pubblica.

LazioLazioladelSSanità

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Quotidianodi informazioneindipendente

Iscritto al Tribunale di Roma n.437/2009

dall 18/09/2009

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direttore responsabileGiovanni Tagliapietra

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via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno

giovedì 13 marzo 2014 pagina 15 Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCA

RAI GR PARLAMENTO RILANCIA UN PROBLEMA CHE LA REGIONE NON VUOL RISOLVERELA DENUNCIA

Chi vuole uccidere il S.Lucia e perchédi Giulio Terzi

Il testo integrale della trasmissione è disponibilesul sito web della Fondazione S.Lucia

www.hsantalucia.it

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giovedì 13 marzo pagina 17 COMMENTI IlCORRIEREDIROMA

I l deprecabile scontro tra Renzi e Marino a pro-posito del “Salva Roma” è servito, tuttavia, amettere in rilievo i reciproci caratteri. Di quellodi Marino abbiamo varie volte parlato su questogiornale. Quello di Renzi merita una riflessione

più approfondita.Siamo in presenza di un personaggio dalle doti non comuni.Certo, come diceva Baltasar Gracian y Morales: “I difettinon si avvertono soltanto in chi si fa notare poco”. E siccomele personalità forti si fanno notare molto, la caccia ai difettiè direttamente proporzionale alla loro popolarità. In Renzinon si tratta tanto di difetti, ma delle tentazioni che si leganoproprio alle sue qualità. Primo fra tutti il rischio di andaresopra le righe, eccedere, sovrastimare i propri mezzi. Quel che è certo è che non si conquista la leadership con ap-parente disinvoltura in un tempo così breve e con mossetanto decise quanto apparentemente azzardate, se non siha una marcia in più. Assumendosi anche responsabilità

che un minimo di calcolo machiavellico gli avrebbe sconsi-gliato, almeno con un ritmo così incalzante. Lasciamo aglianalisti politici di approfondire le tecniche della sua conqui-sta del consenso nel PD, costringendo a una quasi unani-mità un partito caratterizzato da mille divisioni. E lasciamoancora ai politologi lo studio della sua doppia intesa, di ri-forme istituzionali con tutte le forze politiche disponibili edi governo con quelle costituenti la maggioranza. Una stra-tegia ovvia, un “uovo di Colombo” che però nessun dirigenteera riuscito a teorizzare e a praticare, pena innumerevoliscomuniche strumentali di questa o quella parte.Renzi sta riuscendo in questa impresa sulla base del fattoche è un percorso obbligato, specie in un momento tanto dif-ficile, in forza di un’equazione matematica stringente: laforza data dai numeri parlamentari. Ma fermiamoci a questo punto a riflettere sul “complessoDallas”, cioè sull’insopprimibile tentazione di “assassinare”politicamente il leader emergente.

Sono proprio le qualità di Renzi a far affiorare progressi-vamente i modi e le occasioni per rallentarlo, trattenerlo,ostacolarlo, tendergli trappole e condizioni, rendergli la vitadifficile. La sua lucidità e decisione hanno spiazzato amicie avversari, ma ora nasce dai suoi veri nemici la controf-fensiva del logoramento. Sono in molti a pensare che bisogna fermarlo, senza guar-dare per il sottile al rapporto che passa tra le sue azioni e ilbene del Paese. Come nel caso di John Kennedy, bisognapiazzare degli Oswald sulla sua strada, come hanno fattocerti Americani nel ‘63. Perché la cosa che dà più fastidio èche ci sia tra noi uno con una marcia in più che cerchi dav-vero di cambiare le cose, privandoci di piccole o grandi ren-dite di posizione.Anche il sindaco Marino deve decidersi se accettare la sfidadi Renzi e sostenerlo anche sull’importante terreno di RomaCapitale o remargli contro associandosi all’azione stri-sciante dei franchi tiratori che stanno in Parlamento.

di Gianpiero GamaleriOrdinario di Sociologia

dei processi culturali e comunicativi –

Preside della Facoltà di Scienze

della Comunicazione, Università Telematica

Uninettuno di Roma

Nella Capitale esiste ad oggi,unsolo luogo di culto mussulmano,regolarmente autorizzato, laGrande Moschea di Forte An-tenne, in zona Parioli. Ma ormai

da qualche anno, stanno proliferando decine dicentri di preghiera islamici, non autorizzati, na-scosti dietro la facciata di associazioni culturali,dentro garage, box e cantine, disseminati dalcentro città fino alle più estreme periferie. Unfenomeno ormai in crescita inarrestabile, che stamutando, e spesso portando svariati problemiin molti quartieri romani. L'ultimo caso in uncondominio di un palazzo a Tor Pignattara,dove è molto numerosa la presenza di extraco-munitari di religione islamica. Il venerdì giornodi preghiera per i mussulmani, i condomini e iresidenti si sentono assediati da un viavai di nu-merosi fedeli, che si recano in questi garage tra-

sformatiin piccolemoschee,e spessoin questesituazioni,esplode una rabbia che può degene-rare in pericolosa intolleranza. In-fatti i problemi legati alla coesistenzacon i residenti delle zone interessate,sono molteplici, legati alla sicurezza,alla agibilità dei luoghi prescelti, e alnumero spesso troppo elevato di fe-deli, che partecipano alla preghiera.Personalmente nella mia passataesperienza come Consigliere muni-cipale ai 1 municipio, come Presidente commis-sione sicurezza, ho potuto valutare come leprobematiche che nascono in situazioni del ge-

nere, rara-m e n t esono gene-rate da in-tolleranzao integrali-

smo, ma bensì da oggettivi pro-blemi di convivenza e vivibilità. Hopotuto valutare in prima persona,almeno nelle zone sotto la miacompetenza, come i residenti fos-sero realmente infastiditi non tantoo in rarissimi casi, da problemi diintolleranza, quanto da problema-tiche di vivibilità, di civile coesi-stenza, e in qualche caso anche

legate carenze igienico\sanitario. Inoltre, spessoquesti luoghi sfuggono a qualsiasi controllo epossono essere anche usati per diffondere dot-

trine anti occidentali, legate alla violenza e al-l'odio, o essere basi per presenze terroristiche.Ormai in una città come Roma, che come tuttele più grandi metropoli europee, riunisce le piùsvariate etnie del mondo, questi fenomenivanno prima monitorati e poi regolamentati, perevitare spiacevoli episodi di violenza e intolle-ranza, che credo non appartengano a una cittàcome Roma culla della cultura, della tolleranza,del buonvivere. Fino ad ora in questo senso èstato fatto poco a parte individuare 15 centri cul-turali, moschee, non moderati, ora sotto osser-vazione per eventuali presenze terroristiche.Sarebbe invece opportuno regolarizzare e ren-dere ufficiali i centri di culto, in regola con tuttele normative legate a sicurezza, agibilità e vivi-bilità condominiale e chiudere tutte le altre. Unaltra ambiziosa sfida per la nostra cara Roma,metropoli e Capitale d'Italia.

Matteo Renzi e il rischio del “complesso Dallas”

NEL MIRINO,DECINE DI CENTRI DI PREGHIERAISLAMICI, NASCOSTI DIETRO ASSOCIAZIONI CULTURALI

La guerra santa di Filippo Gesualdi

I l primo marzo, a 82 annidalla nascita di Luigi Pe-troselli, è stato presentatoall'Auditorium Parcodella Musica un docufilm di Andrea Rusich

sul "Sindaco più amato dai romani". In effetti, assiemea Ernesto Nathan, Petroselli rappresenta un modellodi buongoverno finanche mitizzato dalla cultura e sen-sibilità popolare di sinistra. In entrambi i casi, tuttavia,su queste figure si posa da troppo tempo la patina del-l'agiografia. Manca quel lavoro indispensabile di cri-tica, per inquadrare vicende biografiche e politiche conla dovuta correttezza.Nel trentennale della morte, il presidente Napolitanoaveva stilato un breve, ma significativo messaggio nelquale diceva di avere avuto modo di "apprezzare l'im-pegno politico e la passione civile di Petroselli, che egliseppe trasfondere nell'attività amministrativa comeSindaco della capitale, con un fecondo approccio rifor-mista per la trasformazione dell'assetto sociale e ur-bano della città, e in particolare delle sue periferie".Parole che avrebbero dovuto sollecitare una riflessionepiù matura. Questa esigenza è ancora viva.Petroselli apparteneva alla destra del Pci: come Na-politano, era infatti vicino a Giorgio Amendola. En-trambi militavano perciò nella stessa corrente, in unpartito che faceva divieto, in nome del centralismodemocratico, di organizzare vere e proprie correnti.La destra amendoliana esprimeva una cultura poli-tica di tipo gradualista e riformista, quindi, in coe-renza con questa impostazione, sosteneva la necessitàdi un rapporto sempre più stretto con il Psi al fine disuperare i motivi della scissione di Livorno (1921).Infine, quasi a compensazione di tale apertura a li-vello nazionale, manteneva una posizione alquantorigida nel campo dell'internazionalismo socialista,riconoscendo a chiare lettere il ruolo guida di Mosca.

Con Amendola, insomma, riformismo e ortodossiafilosovietica si saldano.Petroselli, uomo certamente di solida ortodossia ideo-logica, a dispetto della linea antisocialista di Berlin-guer, comunque assegnava alla collaborazione con ilPsi un imprescindibile valore strategico. Da qui unacerta difficoltà di dialogo con la Dc romana. Eviden-temente "l'approccio riformista" evidenziava questo li-mite, giacché implicava o scontava il permanere dellasinistra e dei suoi uomini migliori nel recinto di antichesicurezze e pregiudiziali.Petroselli morì mentre si accingeva a prendere la pa-rola nel Comitato centrale del Pci. Era il 7 ottobre1981. Dopo poco più di un mese, il 28 novembre, a Sa-lerno si consumava con il discorso di Berlinguer quellache fu chiamata la "seconda svolta". Il segretario co-munista chiudeva definitivamente la stagione del com-promesso storico, ma con ciò non apriva, anziirrigidiva oltremodo il confronto con il Psi. Di fronte aquella scelta, gli amendoliani passano di fatto in mi-noranza. Praticamente, rispetto al 1976, i ruoli si ri-baltano: la sinistra ingraiana, critica verso i governi disolidarietà nazionale e la strategia del compromessostorico, subentra alla destra amendoliana nel rapportocon il centro berlingueriano.Petroselli, dunque, era in difficoltà nel suo partito. Seavesse potuto svolgere l'annunciato intervento in Co-mitato centrale avrebbe dovuto usare tutte le armi dia-lettiche a disposizione per mettere la suaamministrazione al riparo di sospetti e accuse a pro-posito della continuazione in Campidoglio dell'espe-rienza di governo con i socialisti. La partita non erasemplice e con ogni probabilità non lo sarebbe stata nel

futuro. Petroselli poteva dif-ficilmente intravedere unabella spianata davanti a sé.Va pure detto che le elezioni

del 1981 non avevano decretato quel successo che il Pcisi attendeva a conferma e beneficio della coalizione disinistra. Pertanto non era scontata la prosecuzione diun'esperienza fuori sincrono rispetto al quadro politiconazionale. Bettino Craxi, dopo il voto, aveva offertoriservatamente al capolista della Dc, Giovanni Gal-loni, i voti dei socialisti, ma in cambio chiedeva assi-curazioni circa il sostegno alla sua possibilecandidatura a Palazzo Chigi. La trattativa nemmenocominciò, essendo Galloni e tutta l'area Zaccagnini al-l'opposizione nel partito, contro la maggioranza filo-socialista e anticomunista uscita l'anno primavincitrice dal congresso del "Preambolo". Il rifiuto diGalloni portò con grande rapidità alla ricostituzionedell'asse tra Pci e Psi, con l'aggiunta di Psdi e Pri. Que-sti passaggi permisero a Petroselli di guadagnare perla seconda volta l'elezione a Sindaco.Rispetto al suopredecessore, l'anziano Giulio Carlo Argan, Petrosellidette subito l'idea di saper guidare la città. In due anninon fece molto; ma senza dubbio l'energia e il pragma-tismo pienamente riconoscibili nella sua azione ammi-nistrativa rivestirono di luce particolare anche i gestipiù ordinari. Suscitò speranze e aprì nuovi scenari,tanto da far dimenticare anche alla volubile e scetticaborghesia romana la sua formazione di militante co-munista. Il ruvido dirigente di partito si trasformò nelSindaco sempre in campo, generoso e determinato, ingrado come pochi d'intercettare il sentimento dellaRoma popolare. Proprio questa forza di rappresenta-zione, illuminata di passione e intelligenza, consentedunque di spiegare perché ancora oggi il ricordo di Pe-troselli si nutra di un rispetto che supera i confini dellediverse appartenenze politiche.

Come impallinare giorno dopo giorno un leader che ha una marcia in più

Petroselli, oltre il mito

di Lucio D'Ubaldoex Senatore,

Consigliere Municipio I - Roma Centro

(Lista Marchini)

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giovedì 13 marzo 2014 pagina 18ECONOMIAIlCORRIEREDIROMA

L o scorso settembre Campagna Amicaè arrivata anche a Monterotondo(RM). Gli inconfondibili gazebogialli del mercato spuntano in piazzaBaden Powell ogni sabato dalle otto

di mattina. Come di consueto, vi si trovano pro-dotti laziali genuini e a chilometri zero, in venditadiretta dall'agricoltore/allevatore al consumatore.'Si tratta di produttori - spiega Luigi Baratti, respon-sabile del mercato - che hanno aderito a questa ini-ziativa accettandone la filosofia e gli obblighi checomporta. Come Coldiretti effettuiamo numerosicontrolli di qualità presso le aziende coinvolte, chequindi sono consapevoli - una volta entrate a farparte dei mercati di Campagna Amica - di dover ri-spettare i nostri standard e le regole di provenienzadelle materie prime'. La filosofia dei 'chilometrizero' qui è stata interpretata alla lettera. L'aziendaagricola 'La Reviola', ad esempio, è proprio di Mon-terotondo, e produce ortaggi di stagione durantetutto l'anno. Ancor più interessante è che sia gestitada due agricoltori giovanissimi. Andrea e Valerio,di ventotto e ventisette anni, lavorano la terra dal2011 e sono stati da poco premiati con l''OscarGreen' della Coldiretti come una delle miglioriaziende agricole del Lazio: ' La nostra è un'agricol-tura convenzionale nel rispetto della buona praticaagricola. Abbiamo in tutto due ettari d'azienda di-visi su cinque appezzamenti distaccati. Per la mag-gior parte erano terreni abbandonati che ci sonostati affidati gratuitamente con il solo obbligo di

mantenerli puliti. E' stato difficile, ma in tre anni cisiamo tolti parecchie soddisfazioni: non ci pen-tiamo'. Non si pente neanche Anna Ferretti - del-l'omonima azienda agricola ovi-caprina, cheproduce formaggi biologici di pecora e capra - no-nostante la fatica del lavoro di allevatrice. La tran-sumanza dei suoi animali la obbliga a dividersi traMentana (a due passi da Monterotondo) e MonteCervia Collegiove Sabino (RI). Nell'era degli alle-vamenti intensivi trovare un allevatore che praticaancora la transumanza è davvero raro, e la promo-zione di realtà del genere è sicuramente un obiet-tivo apprezzabile. Fra transumanza e mercati, però,'non esistono più i fine settimana - racconta Anna- E' un lavoro duro, ma i mercati aiutano gli affari ei clienti tornano a comprare i miei prodotti dopoaverli assaggiati.' Anche l'azienda agricola di Cassa-nelli Benedetta (Ronciglione, VT) è un ottimoesempio della filosofia di Campagna Amica. Pro-duce solo uova fresche - di gallina, anatra, oca, fa-raona e quaglia (ottime per i bambini perchè non

provocano allergia) - ma al mercato vende anchedolci e pasta all'uovo. Può farlo perchè acquista lafarina da un altro produttore affiliato a CampagnaAmica: 'Questa regola - spiega il responsabile LuigiBaratti - oltre a costituire garanzia di qualità, fa sìche le imprese virtuose della nostra catena 'faccianoquadrato' e si sostengano a vicenda'. Anche in que-sto caso, peraltro, l'apporto della gioventù è statofondamentale: sono state le due figlie di Benedettaad avere l'idea di passare dall'allevamento di bovinial commercio di uova'. Chi alleva ancora bovini no-

nostante le difficoltà è Alfiero Fabiani - della coo-perativa agricola 'Valle Opitola' (Cantalupo in Sa-bina, RI). In passato vendeva il latte delle suemucche, ma con la crescita dell'importazione dal-l'estero era sempre più difficile sbarcare il lunario.Nel 2009 si è presentata l'opportunità di entrare inCampagna Amica e Alfiero l'ha colta al volo, inge-gnandosi per rimanere a galla: 'A quel punto do-vevo scegliere. Chiudere o iniziare con la venditadiretta. Il progetto mi piaceva e abbiamo comin-ciato, quasi per gioco, a produrre formaggi. Hoscelto di diversificarmi optando per una produ-zione artigianale: lavoro a mano, coi fornelli, e lagente apprezza e riconosce la differenza di sapore.La liquidità che arriva dalla vendita diretta mi per-mette di andare avanti: non sarei arrivato dove sonoaspettando bonifici per mesi interi'. Anche qui - tramozzarella, ricotta e l'originale provola artigianale- spunta lo zampino della gioventù: la giovane, gio-vanissima figlia undicenne di Alfiero si è inventatail rotolo di mozzarella, ricotta e rucola. E va a ruba.

di Lorenzo Marziali

“Campagna Amica” a MonterotondoVIAGGIO TRA I MERCATI DEI CONTADINI / 6 GIOVENTÙ E TRADIZIONE A CHILOMETRI ZERO. UN BINOMIO POSSIBILEFOCUS

S filate, promozioni, fiere settoriali, redcarpet italiani ed esteri, tutti curiosi avedere il nuovo outfit, la nuova borsa,

le scarpe più estrose, i mobili di design piùall'avanguardia, i gioielli più fantasiosi, machi sono gli autori di tanto glamour? Gli arti-giani italiani, che da decenni fanno del lorolavoro, della loro professionalità il fiore all'oc-chiello di questo Paese che sempre più staandando alla deriva. E chi ne paga le conse-guenze, sempre gli artigiani italiani che conle loro piccole e medie imprese ogni giornocombattono con micidiali concorrenze, fattedai paesi asiatici che non fanno altro che co-piare il nostro ingegno. Ma oltre questo, lePMI sono strangolate da un sistema fiscaleche attanaglia e dissangua le già poche ri-sorse che in questo momento sono a loro di-sposizione. Il calo delle commesse èevidente, anche i ricchi hanno stretto il cor-done della borsa e sono più oculati nei loroacquisti. Ma le aziende tengono duro, e delloro lavoro ne fanno una bandiera da portareavanti, con dignità con discrezione, ed avolta anche in maniera forte, quando davantic'è una problematica complessa comequella di pagare gli stipendi, i contributi, letasse, e se le casse languono? allora biso-gna operare una scelta: o pagare gli stipendio tutte le incombenze fiscali. Ed ecco che siopta per gli stipendi dei dipendenti, perchèloro e loro famiglie fanno conto di quell'emo-lumento così prezioso per poter andareavanti. Per tutto il resto c'è sempre tempo,purchè sia salvaguardato il posto di lavoro!Quanto siamo stati orgogliosi al momentodella vincita dell'Oscar del film di Paolo Sor-rentino "La grande bellezza", che bello o

brutto che sia (vi sono tante scuole di pen-siero), ha fatto in modo che non solo il filmfosse premiato, ma l'azienda cinema ita-liana, gli attori, gli sceneggiatori, i tecnici, lemaestranze, che hanno fatto in modo chequesto film possa essere stato presentatonell'olimpo degli oscar. Però quanta delu-sione nel non vedere sfilare sul più famosored carpet mondiale la nostra attrice SabrinaFerilli, che sicuramente avrebbe indossatoun abito di uno stilista italiano, ed ancor piùnon avrebbe sfilato solo l'attrice, ma unequipe di persone che per confezionarequell'abito avrebbero messo tutta la loro pro-fessionalità, il loro amore, affinchè il Madein Italy potesse trionfare sul tappeto più am-bito del mondo. Cosa fa l'Italia per salvaguar-dare il Made in Italy? Da più parti si stacercando di trovare sistemi per la sua tutela,per non essere scambiato con prodotti abasso costo che portano artatamente eti-chette italiane, ma prodotti italiani non sono,e questo fa si che i nostri prodotti autentici

ed originali possano essere scambiati conaltri di cattiva qualità, tutto a dispetto del-l'operosità e della professionalità italiana. Ifalsi vanno dai generi di pelletteria, all'eno-gastronomia, dagli abiti ai prodotti cosmetici.Si chiede a viva voce alla Comunità Europeadi poter ottenere e promulgare delle leggi adhoc per la salvaguardia dei propri prodotti,ma proprio dalla Comunità europea che ven-gono emanate leggi che soffocano i mercatiitaliani ed europei con prodotti di altri paesial di fuori dell'Europa. e questo è ancora piùa discapito dell'Italia che vuole mantenere imercati esteri proprio con la qualità. Ma laqualità italiana ad opera dei nostri bravi ar-tigiani e/o stilisti è salvaguardata da novellimecenate che portano in giro per il mondo ilpassato e l'attualità del nostro made in Italy.Una di questi è la giornalista di moda edesperta del costume, Mara Parmegiani, unadelle più importanti collezioniste di abitid'epoca e vintage che si possa avere in Italia.Le sue collezioni variano dagli abiti da donna

a quelli per bambini, sono stati protagonistidi varie mostre allestite a Roma presso il Vit-toriano, i Musei Capitolini, Castel S. Angelo,la Centrale Montemartini, luoghi che hannovisto crinoline, velette, abitini da Battesimoregali, sontuosi abiti da ballo e da cerimonia,abiti nuziali; ma non solo, alcuni di questihanno varcato i confini nazionali e sono statiprotagonisti di mostre internazionali allestitein varie città mondiali: Mosca, San Pietro-burgo, Bombai, Bangalore, Brasilia, primache molti di loro finissero miseramente in-ghiottiti nello scafo della Nave Concordia,naufragata all'Isola del Giglio lo scorso 13gennaio 2012. Ed il nostro Made in Italy,anche se riferito ad epoche passate ha ri-scosso il meritato successo, perchè non più

moda ma cultura da esportare, per appro-fondire le conoscenze, le tecniche e la bra-vura dei nostri stilisti che hanno inventato ilMade in Italy, come non ricordare, Capucci,Maria Antonelli, Germana Maruccelli, Biki,Schubert, la Principessa Galitzine, le SorelleFontana, Fernanda Gattinoni, e tanti altri chefacevano a gara con gli stilisti d'Oltralpe acreare l'abito più bello, il più prezioso. Ma peraziende di ieri, aziende di oggi si affaccianosui mercati: certo i tessuti prima erano dise-gnati a mano, ora c'è il computer, sempreperò attraverso la mano dell'uomo, nuovetecnologie e nuovi tessuti, nuove idee, perspaziare verso nuovi orizzonti, se prima eral'America il mercato più ambito, ora sono iPaesi Arabi dove si è trasferita la ricchezza el'opulenza, dove non si bada a spese, purchèsia italiano, ma il campo è vasto e gli stilistisono tanti, e molti anche molto bravi, primaera un mondo di pochi, ora è di molti, con lasperanza che ci sia spazio e mercati per tutti.Ed ecco allora l'interscambio culturale ,come quello che prossimamente si svolgeràa Malta presso l'Istituto di cultura italiano,dove si svolgerà la manifestazione di modaMade in MaltItaly, organizzata da Ferra-moda, dove uno stilista italiano, Nino Lettieridi AltaRoma Altamoda, porterà la sua modaispirata alla sua terra d'origine, la Campania,e si metterà a confronto con una stilista mal-tese Mary Grace Pisani della Maison Fer-sani. Due modi di vedere la moda, ma ununico fine: un linguaggio universale per uniredue nazioni, così vicine, ma anche lontaneperchè separate dal mare. E come sempresarà un successo!!!

Marina Bertucci

Made in Italy, ma l'Italia cosa fa per salvaguardarlo?Ma tante sono le iniziative promotrici del Made in Italy, una in particolare diffusa dal circuito pubblicitario LifeUp,promosso da un noto cultore del prodottoitaliano, Massimo Galli, che attraverso i portali romaup.it lazioup.it lifeup.itdivulga le attività di piccole e medie aziende sparse sul territorio nazionale. Lifeup con il suo circuito comunica e crea contenuti web originali,per iniziative, promozioni, eventi per offrireil miglior prodotto, la migliore qualità, la migliore situazione da divulgare non solo sul territorio nazionale, ma in tutto il mondo attraverso il web il mezzo che al momento è il più veloce e all'avanguardia, per far conoscere a tutto tondo il "famoso" Made in Italy.

REDAZIONALE

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sono stati, in particolare, ristoranti epizzerie del Centro, attribuendo le de-cine di cancellazioni di prenotazioniall’impossibilità, per molti clienti abi-tuali, di raggiungere il locale lasciandol’auto nelle vicinanze. Ma i commer-cianti, come per il mercatino di Natale,denunciano ancora una volta questaassenza di comunicazione e dialogo daparte del Municipio, che cala dall’alto

proge5tti “faraonici” difficilmente at-tuabili. “Tornano le bancarelle sul lun-gomare – afferma Capobianco - siprevede, infatti, la possibilità di effet-tuare delle attività di vendita in apertaconcorrenza con gli operatori com-merciali dell’area. In questo modoviene mortificata l’intera categoria,minandone le basi, nell’attuale mo-mento di crisi, della stessa sopravvi-

venza. Siamo favorevole e pronti adappoggiare iniziative mirate e occasio-nali, a sostenere gli “eventi” che l’am-ministrazione vorrà organizzare, manon possiamo consentire lo svolgi-mento di uno “stillicidio”program-mato di questa portata. Siamo ancorauna volta, nella situazione di dover ri-vendicare maggiore partecipazione emaggiore trasparenza nelle scelte”.

U Si va verso un nuovoscontro tra commer-cianti ed amministra-zione municipale cherilancia l’idea delle

isole pedonali sul lungomare. Il pro-getto al quale sta lavorando il Munici-pio è quello di una chiusura parzialedell’arteria a partire dal 15 giugno efino al 24 agosto, a partire dalle 18sino alle 3 di notte nel tratto com-preso da piazza Sirio sino all’area delpontile. In aggiunta, da piazza Siriofino a piazzale Magellano sarà consen-tito l’allestimento di attività commer-ciali, ai sensi di un bando pubblicopubblicato sul sito del Campidoglioed in scadenza ai primi di aprile.L’idea non piace all’Ascom che an-nuncia una dura opposizione al pro-getto. “Abbiamo appreso soltanto inquesti giorni - afferma Luca Capo-bianco, presidente Ascom - attraversoil sito internet istituzionale che il XMunicipio, a partire dal 15 giugno efino al 24 agosto, intende procederealla realizzazione di una “manifesta-zione turistico-ricreativa” che com-porterà la chiusura al traffico di“un'area pubblica del lungomare diOstia”, con “la possibilità di svolgereanche attività commerciali”. Nonsiamo contrari alla pedonalizzazione,l’abbiamo dimostrato in autunno,quando i negozianti hanno sostenuto,anche economicamente, la kermessedomenicale “Ottobre al mare”. Comesi ricorderà, la sperimentazione si èrivelata un bluf e deleteria per la via-bilità del quartiere. Il lungomare rap-presenta, infatti, un collegamentostrategico per il territorio, un’arteria discorrimento insostituibile, ed è statasottovalutata la scarsità di parcheggidell’area quando si impedisce, di fatto,il transito sul lungomare. Infatti, la ri-petuta chiusura al traffico ha compor-tato, in definitiva, una flessione dellevendite per gli esercizi stessi che ope-rano nell’area del centro storico”. Laquestione parcheggi pesa come unaspada di Damocle sulla riuscita delpiano. A lamentare perdite consistenti

giovedì 13 marzo 2014 pagina 19 LITORALE IlCORRIEREDIROMA

Estate romana, no alla pedonalizzazioneL’ASCOM CONTESTA LE CHIUSURE ESTIVE DEL LUNGOMARE: TROPPE BANCARELLE

Se la situazione asfalto prima era grave, adessoè drammatica. Buche come crateri e asfaltosgretolato, dopo le alluvioni sul litorale romanol’emergenza si sposta sulla mobilità. A Roma,la cura per i dissesti inizierà a fine mese, per laperiferia ed il litorale i tempi non sono stati an-cora indicati. I vigili urbani sono stati costretti achiudere strade, a cambiare i sensi di marcia, atransennare le voragini per segnalare il pericolo.In via dell’Idroscalo, ad Ostia, un tratto è statochiuso con deviazioni per automobili e mezzipubblici, accesso vietato anche in via AngeloOlivieri, ma i cartelli di divieto sono apparsi unpo’ dappertutto, per tornare alla normalità civorranno mesi. Alessandro Ieva presidente delCdq Bagnoletto scrive: “Quella di sistemarel’asfalto è una questione urgente in tutto il Mu-nicipio. Le priorità, per il nostro quartiere, de-vono andare alle arterie servite dal servizio ditrasporto pubblic: via Domenico Serradifalco evia Calvatone. L’assenza dei marciapiediespone le fasce deboli (pedoni, disabili, bam-bini, anziani ecc.) a quotidiani rischi d’investi-mento. Inoltre, il manto stradale dissestato stadeterminando notevoli disagi a tutti, a partiredai pedoni stessi, impedendo loro di percorrerela strada in sicurezza ed esponendoli a rischi diincidenti fisici alle articolazioni. Le buche e leradici degli alberi rendono rischiosi gli sposta-menti in bici od in moto, rendendo instabilel’equilibrio. Anche gli automezzi subiscono gravidanni dovendo percorrere terreni disastrati. Adun mese dagli eventi atmosferici siamo ancoraad una fase preliminare, serve, invece, fare infretta, le nuove piogge hanno definitivamentecompromesso la mobilità cittadina”. I sollecitidei Cdq però, sinora, sono rimasti inascoltati. Arotazione si cerca di mettere una “pezza” un po’dappertutto, con il risultato di scontentare tutti.“Il rifacimento dell’asfalto? Non finiremo primadella fine dell’estate. - spiega Antonio Caliendo,assessore ai lavori pubblici del X Municipio - Ab-biamo diviso il territorio in 19 lotti da 200 milaeuro da mettere a bando tra le ditte selezionate.Per ora siamo andati avanti con rattoppi a caldoper evitare la chiusura di decine di strade. Ri-peto è una situazione emergenziale e le neces-sità più evidenti riguardano circa 40 arteriecittadine. I danni stimati dall’Ufficio Tecnico peril litorale erano pari a 15 milioni di euro, ab-biamo ricevuto 3 milioni e mezzo”.

En.Bia.

LA FINE DEGLI INTERVENTI AL TERMINE DELLA STAGIONE

L’estate…in buca

IL CASO

di Enzo Bianciardi

Battaglia televisiva acolpi di ….tortezuccherate. E’ l’ul-

tima sfida di una giovanedesign della pasticceriaitaliana, Eleonora Giuf-frida, Miss Cake per il suopubblico, nata e cresciutaad Acilia, dove ha iniziatola sua attività di “cake de-signer” e dirige una scuoladella nuova arte pastic-cera, impegnata in un’al-tra dolcissima avventurache stupirà e appassioneràtutti gli amanti del cakedesign… e del buongusto. Ogni martedì, in-fatti, alle ore 21.10 su Real Time va in onda un nuovo showdedicato al mondo delle torte decorate, “My CakeDesign:La battaglia dello zucchero”. Eleonora e la sua “ne-

mica” Elena aiute-ranno, in ogni pun-tata, due amici che sisfideranno realiz-zando incredibilicreazioni in pasta dizucchero, sotto losguardo attento di ungiudice eccezionale:Renato Ardovino,

maestro del cake design, massimo esperto nella decora-zione delle torte. Durante le sfide che finiranno…a torte infaccia, Eleonora aiuterà uno dei due sfidanti passo passonella progettazione e realizzazione della loro creazione, at-traverso consigli e suggerimenti, condividendo con il pub-blico a casa trucchi e segreti per realizzare la “torta perfetta”.Ma la sfida è anche, soprattutto, tra le due cake designers:Eleonora ed Elena dovranno infatti realizzare uno sweetta-ble a completamento della torta. Al festeggiato, infine, spet-terà il giudizio al buio sul lavoro dei due aspiranti cakedesigners in gara. E.B.

Miss Cake alla… battaglia dello zucchero

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Page 20: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

in difficoltà: ad oggi, infatti, ha in-cassato l'appoggio di Fratelli d'Ita-lia che nel pontino ha un suo punto

di riferimento in Giovanni DiGiorgi e nel deputato PasqualeMaietta, personaggio in vorticosa

ascesa visto il suo ruolo di diri-gente nel Latina calcio sempre piùin odore di serie A.L'ex sindaco pare avesse scelto asuo tempo il successore perchè sisarebbe fatto da parte all'occor-renza, ma Merolla - cui probabil-mente giova la scissione del Pdlpotendosi ora riconoscere in ForzaItalia e direttamente in Berlusconitramite Brunetta - stavolta nonpare voglia cedere il passo al suovecchio mentore. Ma per Cisterna, di fatto, non cam-bierà nulla. Il partito democraticonon riuscirà a mettere in campoun'alternativa credibile a quelloche sino ad oggi è stato: un conti-nuo cambio di casacche, di giunterimpastate all'inverosimile in

nome di interessi economici e po-litici riferibili quasi sempre algruppo Merolla-Carturan, inclu-dendo nel giro anche un altro biglocale, Domenico Capitani, l'im-prentore oggi diventato presidentedel Torres, in Sardegna, squadrache cerca la risalita dalla Lega Prodove oggi milita.Per la vecchia città delle industrieoggi rimane ancora una volta lasola scelta tra comitati d'affari chefanno riferimento ai succitati per-sonaggi, alcuni dei quali (Carturane Capitani in particolare) hannofatto del trasformismo la loro unicacifra politica. Tutti e due hanno sa-lutato Cusani guardando oltre,guardando all'obiettivo primario:riprendersi la città.

Due volte sindaco diquella che, in pas-sato, era la città piùindustr ial izzatadell'agro pontino.

Parliamo di Cisterna di Latina, lapatria della Goodyear nostrana, ri-tornata poi alla vocazione agricolacon le distese di kiwi che fannodella zona uno dei maggiori pro-duttori italiani.E parliamo di Mauro Carturan,politico in grado di giravolte as-surde, nonostante la stazza che lorende unico ed inconfondibile,che vuole tornare in carica per laterza volta nel suo paese di origine.E forse ci riuscirà.La prima sindacatura dal 1999 al2003 è stata in quota centrosini-stra, a successivamente con il cen-trodestra. E' stato rutelliano, poidell'Udc ma sempre contro il lea-der Michele Forte, infine si è fattoeleggere in consiglio provincialeabbracciando Armando Cusani,non prima di aver designato allasuccessione Antonello Merolla,esponente del Pdl anche lui benpiazzato. Ma stavolta in termini diamicizie. Il Merolla, infatti, è cognato di unodei leader nazionali dell'ex Pdl, ilberlusconiano Renato Brunetta:fatto che non poco influì sulla can-didatura, ed elemento che peseràancora oggi che Merolla corre inquota Forza Italia sperando nel se-condo mandato.Carturan non teme che le scissioninel centrodestra possano metterlo

giovedì 13 marzo 2014 pagina 20REGIONE & POLITICAIlCORRIEREDIROMA

ARNAUDI ANTONIOVia Merulana, 139 ARPINI BRUNAPiazza del ParlamentoBALZOTTI LUCIANOVia del Tritone, 152BONELLI ALFREDOVia Roma Libera, 22BRESSI VITTORIAVia Ripetta/Via TomacelliBUFFONI NADIAVia XX Settembre, 96/97CAIAFFA BRUNOLargo del TritoneCAMPONESCHI RITAGalleria Colonna (Alberto Sordi)Largo ChigiCANU ANNASalita de Crescenzi/PantheonCASUCCI SILVANAPiazza SonninoCECCHINI BEATRICEPiazza FarneseCIARDULLI FRANCESCAViale Carlo Felice/San GiovanniCOLASANTI ELENA

Piazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDOPiazza San Silvestro, 13DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMOPiazza IndipendenzaDE SILVESTRI WANDALargo TassoniCorso VittorioDI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64Via d’AzeglioDURANTINI MARCOVicolo Sciarra/Via del CorsoFARINA ROSSANAPiazza Campo de’ Fiori, 2FERDINANDI MARILISAPiazza della Minerva, 37FERRI SERGIOPiazzale Albania FIORETTI ANDREAViale Trastevere ang. Via MorosiniFURINI ENRICOPiazza del Gesù, 48GIORGETTI MARIA GRAZIA

Piazza CapranicaGIUSTI ROBERTAPiazza del ViminaleGRECO MARCOPiazza di Spagna, 57GREGORI BRUNO EREDIVia Zanardelli altezza civ. 16/1LORIA AURORAVia E. Filiberto Altezza civ. 144MANCINI ALBERTOVia della Dogana vecchiaMASINI ANTONIOPiazza Fontanella BorgheseMASSARONI ELISALargo ArenulaMATTEUCCI MARISAPiazza santa Maria LiberatriceMILLO SERGIOVia dei SabiniVia del CorsoNOTARPIETRO ELENAVia Boncompagni, 12/14PERUGINI CINZIAViale Manzoni/Via MerulanaRO.MA SRLVia Sora/

Corso Vittorio EmanueleROMANO FRANCESCOVia Marmorata/LargoGelsominiSIRAMA SNCPiazza Benedetto CairoliSTAIANO MARINAVia Merulana, 204TERASCHI PRISCILLAVia della Scrofa, 101VENDITTI STELLAVia Celimontana, 5VERDONE MARIA ANTONIETTAVia Mario de’ fiori/ via della CroceVITELLI MAURIZIOVia Flavia, 52EDICOLA CENTRALEPiazza TuscoloEDICOLAvia Satrico angolo via AcaiaEDICOLAPiazzale Roberto Ardigò EDICOLAPiazza MorelliEDICOLAVia Rosa Raimondi Garibaldi

SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA

SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMASUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMASUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMASUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMASUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMASUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMASUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMASUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMASUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMASUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMASUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNCSUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51

edicoleedicolesupermercatisupermercatiECCO DOVE TROVARCIECCO DOVE TROVARCI

Cisterna, sfida (per non cambiare) tra il cognato di Brunetta e l'eterno voltagabbana Carturan che lascia Cusani per la Meloni

EFFETTO-COMUNALI, IMPLODE IL CENTRO DESTRA PONTINOSCENARI

T re parlamentari, tra cui madre e fi-glio: volenterosi certamente, madalla scarsa personalità politica.

Parliamo dei tre esponenti del movimento5 Stelle eletti nel capoluogo pontino nelleultime rocambolesche elezioni politiche,Ivana Simeoni e Giuseppe Vacciano (se-natori) e Cristian Iannuzzi il deputato.Prima di ambientarsi ci hanno messomesi, oggi riescono a mettere il naso fuori dal palazzo ( ultimo incontro pubblico a For-mia) ma si avverte nella loro azione un senso di straniamento, di inadeguatezza: dasemplici soldati sconosciuti, cittadini ligi ma insoddisfatti come ognuno di noi lo può es-sere verso le istituzioni a eminenti 'portavoce'. Il passaggio è traumatico. E così l'attivitàparlamentare si traduce in lunghissime e dettagliata interrogazioni parlamentari, mo-zioni, interpellanza, che spesso non hanno molto a che vedere con il territorio ed i suoiproblemi. Ci si perde su linee generali che hanno pur bisongo di essere riformate, manella terra superrappresentata - quella pontina appunto - non cambia mai nulla.

E se chiedi al bravo senatore Vaccianocosa serve a Latina, ti risponde candido:«A Latina si punti su agricoltura e turismo.Lasciamo stare il polo industriale cheormai è andato per sempre. Piuttosto va-lorizziamo le straordinarie risorse che ab-biamo. Penso alla proposta di una rete diecomusei, alla valorizzazione delle poten-zialità di un’area magnifica come quella

del Parco del Circeo». Ecco, è il ciascuno di noi al potere. Forse troppo poco. Soluzionigià sentite che scaturiscono anche a fronte di una consultazione di base che nonporta a nulla di nuovo: «Io sono un portavoce - dice ancora Vacciano - le proposte ar-rivana dai tavoli di lavoro». Che forse sarebbe meglio sparecchiare.Lasciamo stare poi il discorso sull'autonomia di pensiero: prima i tre grillini hanno con-testato le esplulsioni dei colleghi dissidenti, poi hanno balbettato che ..forse… chissà.Personalità politica: non si acquisisce nei "meetup" o negli estenuanti commenti sulweb.

Pentastellati vicini ai cittadini, eppure sempre più distanti della realtà

Antonello Merolla Mauro Carturan

Giuseppe Vacciano Ivana Simeoni Cristian Iannuzzi

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Èuna stranav i c e n d aumana ep o l i t i c a ,quella di Si-

mone Petrangeli, invisoalla politica di destra edi sinistra, amato datutti in una cittadina difrontiera come Rietidove tutti si conosconoe si danno del tu, doveamori e rancori si mi-schiano e sopravvivonoper secoli. Poco meno diquarant'anni, reatinosempre vissuto a Rieti(se ne è staccato parzial-mente solo per frequen-tare l'università a Roma) avvocato. Unabella faccia giovane barba e capelli lun-ghi tipo anni Sessanta - una compagnae due bambini - che evidentementeconvince e piace ai suoi concittadini,visto che lo hanno voluto sindaco quasidue anni fa e la scorsa settimana -perquel che valgono i sondaggi - lo ha pre-miato come il primo cittadino piùamato del Lazio, ottavo per livello diconsensi (69%) nella classifica nazio-nale. Una strana storia, quella della po-litica reatina; dopo diciotto anni in filadi amministrazioni di centro destra ilcapoluogo della provincia più trascu-rata del Lazio si è consegnata mani epiedi al giovane Petrangeli, targato Sel.Una svolta epocale, benedetta (condi-visa o cinicamente sopportata) dal-l'uomo forte del territorio, quel Melilli(ex presidente della provincia, deputatoPd) che oggi governa il Partito demo-cratico della regione. Una giunta com-posita - qualcuno direbbe confusa -sostiene il sindaco ma non ne condivide

le scelte, lo contesta, lo pressa, in ognimodo gli rende le cose difficili. Lagiunta vive di stress, con assessori chesi dimettono e ritornano, Petrangeli haereditato un bel buco di bilancio e nonè riuscito a recuperare, di chiarimentoin chiarimento si è arrivati a questo attodi sostegno della città al suo sindaco,leggendo i titoli dei giornali ci si chiedela ragione di questa visione schizofre-nica della realtà: lui avverte il Pd e il Pdlo contesta, gli pone un ultimatumdopo l'altro, gli contesta errori e falli-menti. L'opposizione può stare tran-quillamente alla finestra, fa tutto dasolo il partito più forte. La chiusura delcentro storico,la "maledetta" Ztl pareabbia ammazzato definitivamente lacittà, impoverendo ulteriormente com-mercianti e artigiani prima ancora diprendere l'avvio. L'uomo di Vendola aRieti dovrebbe essere spazzato via. Ep-pure due reatini su tre sono con lui. Lostrabismo della politica. In fin dei conticosì fa comodo a tutti.

giovedì 13 marzo 2014 pagina 21 REGIONE & POLITICA IlCORRIEREDIROMA

GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒVIA BALDO DEGLI UBALDI, 118LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANOVIA G. ALLIEVO 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMABAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMAPASTICCERIA SALENTINAVIA LAGO TANA 51 ROMA(METRO B1 LIBIABAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMAGA MA DA SNCVIALE AVENTINO 28 ROMA

LIBRIZZI GIORDANAVIALE AVENTINO 101 ROMASTINZIANI ANGELOVIALE AVENTINO 78 ROMAGELATERIA PUDDINUVIALE AVENTINO 59 ROMABAR AUGUSTO MASSIMOVIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMABAR CIAMPINIVIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMACAFFÈ VAN GOGHVIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMABAR GIOVENALEPIAZZA GIOVENALE 6 ROMAVALORANI’S FORUMLARGO CORRADO RICCI, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVIA CLAUDIA 14 ROMABOATTINI BARVIA MASTROGIORGIO 58 ROMABAR DI CAPALDO SIMONEVIA DELLA LUNGARA 39 ROMAALOISE DOMENICOVIALE TRASTEVERE 36 ROMABRONTOLO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI, DI SILVI SIMONAVIA STELVIO 12 ROMA

GELATERIA FIOR DI LUNAVIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMAGELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMABAR ICAVIA GASPARE GOZZI, 61 ROMABAR VIVONAPIAZZA VIVONA 20 ROMABENEVENTO BARVIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVIA DELLA MARTINICA 151 ROMAZAMA CAFFÈPIAZZA ZAMA 5 ROMAOLD SHAMROCKVIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMACAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANOPIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMARISTORANTE ALFONSO COUS COUSVIA BRESCIA, 23 ROMAANTICA DOMUSVIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMAALIVERNINI ROBERTOVIA CASTELFORTE 27 ROMAROCCI DANILOVIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMADI MUZIO DOMENICOVIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMABAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIOPIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMA

BAR NATI STANCHIVIA TOR DE SCHIAVI 306BAR MARIOVIA BRA 15/19 ROMACAFFÈ SCHETTINOVIA SAN MELCHIADE PAPA ROMABAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPOVIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMALOVE 4 PIZZAVIA PEVERAGNO 52 ROMABAR MEDIANOVIA TRIONFALE 11454 ROMABAR TABACCHI DELLA SALA ANNAVIA PASQUALE II 109,111 ROMAANTICO CAFFÈ DI ROMAVIA GIANNINA MILLI 52 ROMABAR DI MANUEL ARIS VILLANIP.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMABAR BARCOLLANDOVIALE ADRIATICO 139 ROMATRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMAESTETICA-SOLARIUM ESSENZAVIA STELVIO 15/17 ROMAILIOS CUCINA GRECAVIA GASPARE GOZZI, 119 ROMALE PETIT CAFE'VIALE VEGA N.6 ARTE BIANCA PANE, PIZZA, DOLCI E...SFIZIVIALE ADRIATICO, 97

PRESTIGE BARVIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA

BETTER CAFFE'VIALE PAOLO ORLANDO 3

BAR DUCACORSO DUCA DI GENOVA 124

BAR GELATERIA SISTOPIAZZA ANCO MARZIO 7

PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19

BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIALUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8

CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE"LUNGOMARE DUILIO N.22

BAR GELATERIA "NABIL"PORTO TURISTICO DI ROMA

BAR MILELLISVIA CAPITAN CONSALVO N.13

SUPERMERCATO TODISVIA CASTELPORZIANO N.294 (INFERNETTO)

esercizi commercialiesercizi commerciali OSTIA

LA STRANA VICENDA DEL SINDACO (SEL) DI RIETI, INVISO AL PD, SOSTENUTO DALLA GENTEPERSONAGGI

Petrangeli, il più amato della compagnia

Alla faccia della bella festa checi si aspettava e che i vertici delPd (ma anche degli altri partiti)auspicavano. Quella delle pri-marie del centrosinistra resteràuna delle pagine più contro-verse della storia politica localerecente. Non solo e non tanto aFrascati quanto per l'inattesorisultato di Marino. Ma an-diamo con ordine: a Frascati il dato rilevante, oltre ad una og-gettivamente buona affluenza al voto (oltre 2800 elettori) è che ilsindaco Stefano Di Tommaso è finito terzo. E questo deve far riflet-tere. Il sindaco uscente ha optato per una campagna elettorale dibassissimo profilo, in molti non sapevano neanche che si candi-dasse e questo alla fine ha avuto il suo peso. Di Tommaso si è sem-pre sentito in questa corsa un Davide contro Golia: ma stavolta lastoria ha seguito il corso più banale. Roberto Mastrosanti ha sfio-rato l'impresa, ma a vincere è stato quell'Alessandro Spallettaspinto dal Pd che ora dovrà superare nei voti l’altro candidato sin-daco Mirko Fiasco del Centrodestra. A Marino apriti cielo. VinceEmanuele Ciamberlano, il "re-ietto" del Partito democratico,scartato dal suo partito che hapuntato prima su Aldo Anellucci(che si è ritirato quasi subito) equindi su Eleonora Di Giulio. Ildato rilevante è un'affluenzapercentualmente inferiore allealtre città: 2000 votanti scarsi sono poca roba per una città checonta 40mila residenti. Senza contare che - oggetto del ricorsodella Di Giulio e Lioi (per lui 25 voti in tutto...) - a quanto pare sonostati moltissimi gli elementi di centrodestra che si sono recati alleurne. A Marino più che altrove. A Marino come a Frascati. Questosignifica però che nonostante un lavoro portato avanti da luglio, ilcentrosinistra marinese ha già fallito se non è stato in grado di por-tare alle urne più di 1500 propri elettori. E la congratulazioni giuntea caldo di Fabio Silvagni (alfiere del centrodestra) allo stesso Ciam-

berlano per il centrosinistrasanno tanto di beffa. A Ciampino in tanto si aspet-tavano Antonio Rugghia ed in-vece ecco Giovanni Terzulli. Ilgiovane strapazza l'esperto exparlamentare e il dato lasciapoco spazio a dubbi: la strut-tura del Pd ha lavorato bene eil pur sempre presente

"amore" per l'ex sindaco non è così radicato come si credeva. Grottaferrata sancisce ladefinitiva sconfitta di StefanoBertuzzi: ritirato 4 anni fa pocoprima delle primarie lasciando ilposto a Marcello Moretti, bat-tuto al fotofinish questa volta.Alessandro Broccatelli ha ora inmano la difficile carta per pro-vare a diventare il sindaco diGrottaferrata. Lo fa partendo

dalle ceneri dell'esperienza di Gabriele Mori (di cui è stato vice sin-daco) ma lo fa soprattutto con un centrosinistra lacerato. Alle ele-zioni dovrà vedersela con Giampiero Fontana leader delcentrodestra.

Chiude Monte Porzio dovetutto è andato secondo co-pione. Emanuele Pucci vince fa-cile, Pelagaggi e Minucci sonodue semplici comparse in ter-mini di consenso. Questo ser-viva e questo è arrivato. Deveperò far riflettere, in termini ele-zioni Comunali di maggio,

un’affluenza davvero non plebiscitaria (neanche 800 votanti). Èdavvero tutto qui il popolo del centrosinistra monteporziano o lasfida non era così sentita da portare alle urne un maggior numerodi votanti?

Alessandro Pallocca

Le primarie ai Castellitra “rottamati” e outsider

Simone Petrangeli

Alessandro Spalletta

Emanuele Ciamberlano

Giovanni Terzulli

Alessandro Broccatelli

Emanuele Pucci

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A differenza del cuginosenza bollicine, e nono-stante la provenienza co-mune, il prosecco amaessere mischiato e shake-

rato con altri alcolici: se ne ricavanomoltissimi cocktail, anche molto diversitra loro (a testimonianza della sua ver-satilità). Deliziosi, colorati, alcuni ormaiistituzionali: le possibilità sono infinitee tutte da esplorare.Ma perchè non ini-ziare, per così dire,dalla materia prima?Inutile pensare all'in-sieme se le singolecomponenti non val-gono poi molto...Non si può che rivol-gersi agli esperti del settore: abbiamochiesto a Claudio Arcioni, presidentedell'Arte dei Vinattieri, di consigliarci unottimo prosecco, e la sua scelta è cadutasul 'Bosco di Gica' Adami (Brut Valdob-biadene Prosecco Superiore). Bosco diGica è l'antico nome della zona in cui sitrovavano i primi vigneti della famigliaAdami, a Colbertaldo di Vidor (Tre-viso). Vinificato a partire quasi esclusi-

vamente da uva Glera vendemmiata al-l'inizio della stagioneautunnale, lo spu-mante si presenta dicolore giallo paglie-rino, costellato da unperlage fine e persi-stente. Al naso è pia-cevolmente fruttato efresco, e in bocca c'è

piena corrispondenza di sapore e grandearmonia con l'acidulo e il sapido. E' uneccellente aperitivo, ma diventa anchespumante 'a tutto pasto' con pesce, cro-stacei e frutti di mare - e si abbina beneanche a primi piatti leggeri e delicati.Avendo individuato un prosecco digrande qualità, non vi resta che sbizzar-rirvi con gli abbinamenti. Chi non hamai assaggiato uno spritz (1/3 prosecco,

1/3 aperol, 1/3 acqua frizzante o soda)?Senza parlare del Bellini (2/3 prosecco,1/3 polpa frullata o succo di pescabianca) e del Rossini (2/3 prosecco, 1/3frullato di fragole)... Per un aperitivo più'impegnativo' o un drink serale è ottimo

anche il Negroni Sbagliato (1/3 pro-secco, 1/3 Vermouthrosso, 1/3 bitter). La mag-gior parte di voi conosceràanche il Kir, con il ribes(4/5 prosecco, 1/5 sci-roppo di cassis) - menoconosciuto è invece il Pro-secco Royal (1/2 pro-secco, 1/2 Vermouthbianco o rosè). Questo èsolo l'inizio: usciamo unpo' dagli schemi (conl'aiuto del sito cocktailma-nia.com). Per gli amanti della vodka c'èil 'Karina' (prosecco, vodka, apricotbrandy), o lo 'Scarface' (Prosecco,Vodka, succo di frutti rossi, amaretto disaronno), oppure ancora il 'Simon' (pro-secco, vodka, Fanta e granatina). Per i

fanatici della frutta hanno inventato il'Natale' (prosecco, succodi mela, melograna) o il'Federica' (prosecco,succo di melograno, Ma-libù, passoa, triple sec).Per chi non rinuncia al re-trogusto di agrumi c'è il'Capodanno' (prosecco,Campari Soda, GrandMarnier, succo d'aran-cia). Se non vi gira la testacon pochi sorsi provate lo'Scimmia' (Prosecco,

Campari Soda, Rum Scuro, zucchero dicanna). Si potrebbe andare avanti an-cora per molto, ma lasciamo a voi la ri-cerca o - perchè no - la sperimentazione.Teneteci informati!.

Lorenzo Marziali

giovedì 13 marzo 2014 pagina 22GUSTOIlCORRIEREDIROMA

Opel Adam lancia la sfida a 500 e Mini

di Davide Bianchino

Opel ha dichiaratamente aperto la sfida alla Fiat500. La piccola della Casa tedesca ha infatti di-mensioni, caratteristiche tecniche, finiture e tar-get di riferimento molto simili a quelli dellacitycar italiana. Una temibilissima concorrentetra le utilitarie chic del panorama automobili-

stico romano. Per anni la Opel si èaffacciata nella categoria dellesuperutilitarie con auto “popo-lari”: auto affidabili, pratiche, eco-nomiche ma nulla di più. Oggiperò i tempi sono cambiati e gliautomobilisti sono diventati piùesigenti. E infatti abbiamo vistoarrivare in questi ultimi anni, sem-pre più numerose, auto dalle pic-cole dimensioni ma dai contenutidecisamente ricchi. Sotto questopunto di vista la Mini è da sempreil riferimento ma la Fiat, con la500, è riuscita nell’impresa di pro-porre un’auto originale, dotata difiniture e dotazioni elevate, of-ferta ad un prezzo non economicoma nemmeno proibitivo. E il mer-cato l’ha subito premiata diven-

tando in breve tempo una delle citycar più ven-dute del mercato. Ora è il turno della Opel. Sulmercato da poco più di un anno, la Adam non halegami stilistici con auto del passato ma la vet-tura è realizzata con grande cura dei dettagli. Acominciare dal taglio del montante posterioreche fa sembrare il tetto come “sospeso” rispettoal resto della vettura. Il design originale dellacarrozzeria si ritrova anche negli interni che per-mettono una moltitudine di abbinamenti. Sedilie plancia possono essere ordinati di vari mate-riali e colori. Per non parlare dell’impianto hi-fi:navigatore gps, display touchscreen da 7’’, at-tacco per i-Pod, collegamento ad internet…nonmanca proprio nulla. Ma la vera chicca è il padi-glione: il rivestimento interno del tetto ha la pos-sibilità di essere ricoperto da una miriade dipiccoli led (64 per l’esattezza) che di nottecreano un effetto “cielo stellato”. Un accessoriotanto esclusivo da essere appannaggio, fino adora, dell’aristocratica Rolls Royce Phantom.Un’esclusività, quella dell’Adam, che la Opel havoluto evidenziare affiancandole un testimoniald’eccezione come Valentino Rossi. Tra le chiavidel successo di Mini e 500 c’è sicuramente l’in-finita possibilità di personalizzazioni tra colori

metallizzati e perlati, tinte ad hoc per il tetto, cer-chi in lega, interni e molto altro. Sulla Opel Adamsono circa 30.000 le combinazioni realizzabili:praticamente impossibile riuscirne a trovare unaidentica all’altra. Sul fronte motori manca an-cora un propulsore diesel ma per chi è attentoai costi di gestione la Opel ha da poco introdottouna versione a Gpl. Inoltre, in aggiunta ai dueclassici motori a benzina 1.2 e 1.4, a breve saràdisponibile un moderno 1.0 tre cilindri turbo daiconsumi bassissimi. Due le versioni: 90 e 115cv.Insomma, il motore perfetto per una città comeRoma. Buona la dotazione di accessori, alcunidei quali presenti di solito solo su auto di cate-goria superiore. E’ il caso dell’Advanced Park As-sist: un sistema elettronico che assiste nellasterzata durante le fasi di parcheggio. Difficiletrovare difetti in un’auto tanto raffinata, ma adessere pignoli non si può non notare l’esiguitàdei sedili posteriori, adatti più a due bambini chea degli adulti. Una caratteristica che l’accomunain pieno, guarda caso, a Mini e 500. Ma se questonon ha condizionato la clientela delle sue con-correnti, allora anche la Opel Adam ha ottimepossibilità di ritagliarsi un suo spazio all’internodelle citycar romane di tendenza.

SCELTIPER VOI

Con i cocktail si può fare tutto e c’è solo l’imbarazzo della scelta

Sorge a Nepi, all’interno dei Bastioni Farnesiani, e si trova al-l’ombra del castello dei Borgia, un luogo magico dove il gustoincontra l’arte, la natura e la storia, in uno scenario unico de-scritto da Goethe e dipinto da Corot. Il ristorante Casa Tuscianasce dalla passione di Maurizio e Patrizia, per la valorizzazioneculturale e gastronomica dei luoghi e dei prodotti locali dellaTuscia. A pochi chilometri dalla capitale, è l'occasione unicaper gustare cibi tipici del territorio laziale, esaltati da una cucinaricercata e molto attenta alla qualità. Ha ottenuto riconosci-menti anche sulla Guida Michelin e dal Gambero Rosso, che gliattribuisce 75 punti. Tutti i piatti proposti nei menù e dalla cartasono pensati e creati ad hoc da Maurizio, lo chef, che prende letteralmente il visitatore perla gola per fargli conoscere il territorio attraverso i suoi sapori. «Cerchiamo - ha detto Mau-rizio Bianchini - l’alchimia che fa di pochi ingredienti, gelosi della loro individualità, un in-treccio di sapori, un’armonia di suoni che si assecondano l'un l'altro».Prelibate sono le verdure, coltivate nel territorio di Nepi, ricco di pro-dotti agroalimentari e da secoli considerato l’orto di Roma, che guar-niscono con delicatezza gli antipasti e i primi. Allo chef, la creativitàdi lavorarle in mille modi diversi, per rendere ogni piatto esclusivo intutte le stagioni. La produzione non si ferma agli ortaggi, le aziende

agricole produ-cono ancheolio, cereali,nocciole, formaggi, vino. Il ristorante propone una carta, diversimenù (con piatti vegetariani, classici, per celiaci), spesso rivisi-tati, e ogni due settimane organizza delle degustazioni (antipa-sto, primo, secondo, dolce e vini), ideate e create come unpercorso in cui il visitatore si lascia guidare dallo chef. Nessunpiatto è mai uguale a quello del mese precedente, e anche quisi vede la ricercatezza di Maurizio e Patrizia, che creano menùche cambiano spesso, in relazione alle proposte legate al terri-

torio e alle stagioni. Il gusto della scoperta prevale anche nei vini, che provengono da tuttaItalia, con oltre 300 referenze scelte con cura tra le più intriganti etichette, ma l'attenzioneè rivolta anche alla ricerca di nuove cantine, piccoli produttori, di nicchia che propongono

l'unicità nella qualità. Il ristorante Casa Tuscia è anche luogo di in-contro, aperto alle iniziative sociali del territorio, nonché meta d'ec-cezione per tutte le cerimonie, dal compleanno al matrimonio, con unampio giardino, d'estate, d'inverno e di primavera, godibile, an-ch'esso, in tutte le stagioni.

Alessandra De Gaetano

CASA TUSCIA

Nel segno dei Borgia e della tradizione

Ristorante Casa TusciaVia di Porta Romana

01036 Nepi (VT) Tel. 0761555070

www.ristorantecasatuscia.it

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Page 23: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 13 MARZO 2014

Cogliere anche dalle av-versità il contenuto posi-tivo di spinta emotivazione, per supe-rare una fase (o un

ciclo), di avversità e difficoltà, e trasfor-mare, quindi, un problema in un po-tente “carburante” per ridare slancioalla vita personale e professionale. Tuttecapacità innate nell'uomo, ma spessonon considerate o scarsamente utiliz-zate. L'indovinato tempismo con ilquale la Fausto Lupetti editore porteràdalla prossima settimana in distribu-zione il volume “Stress, manuale di so-pravvivenza”, offre uno spunto diriflessione controcorrente rispetto allaim- perversante “cultura del piagnisteo”che caratterizza, spesso, molti settoridel nostro Paese. C'è la possibilità direagire, di affrontare con un approcciopositivo, reattivo anche l'attuale fase dicrisi economica, occupazionale e so-ciale. Lo stress – tanto permeante nellasocietà di oggi - rappresenta non sol-tanto una patologia da combattere, maanche, nella sua accezione positiva, unelemento di forza, un potente stimoloa cambiare (mentalità, carattere e pro-spettive), per reagire a questa crisi dif-fusa, mettendo in atto una profondariflessione, la voglia di trovare soluzioniinnovative e azioni concrete (il “fare”)come trampolino di lancio verso altremete (e successi). Il “Manuale di so-pravvivenza”, realizzato da RobertoSpingardi e Giuseppe Zaccuri - manager dilungo corso il primo, psicologo specializzatoproprio in training psicofisico il coautore - parteproprio dalla spiegazione etimologica della pa-rola “stress”, per spiegare che fin dalla notte deitempi l'uomo ha dovuto affrontare (e imparare

a gestire), situazioni di difficoltà che si sono manmano evolute al passo con i tempi, Lo stress,nella sua accezione positiva (definito Eustress,eu, dal greco buono: positivo), è quella senti-nella psicologica che ci consente di percepire unpericolo, reagire a una minaccia, difendere in-somma la nostra integrità fisica e psichica. Maquando eccediamo nella considerazione e valu-tazione di situazioni di pericolo, ingigantendo lareale dimensione dei problemi, possiamo caderein quello che è definito stress negativo (Distress,dis, dal greco: negativo, dannoso). Questo che

ci fa allontanare dalla reale, ogget-tiva dimensione dei problemi, ren-dendoli ai nostri occhi immensi e

irrisolvibili. Da ciò ansia, depressione, incapa-cità di reagire in maniera utile ed efficace.In definitiva è necessario considerare che loStress, come in un certo modo anche la Paura,nella giusta misura è funzionale non soltanto allasopravvivenza, ma anche alla nostra capacità diindividuare e curare stati di disagio. Per ottenereil benessere occorre sapere gestire il malessere haaffermato qualcuno.È evidente quanto proprio oggi, con i tempi checorrono, imparare a gestire lo stress sia fonda-mentale non nascondendosi dietro al paravento

deprimente dell'auto assoluzione: “È il mio ca-rattere... non posso certo cambiarlo... Io sono fattocosì...”.«È proprio questo principio che è sbagliato»,spiega Spingardi, che già negli anni Ottanta -come un precursore – insegnava ai manager delleaziende nelle quali aveva la responsabilità di ge-stione e sviluppo del personale, a riconoscere einterpretare correttamente situazioni di stress edemotività soggettiva.«Tutti possono, volendolo, cambiare i propri com-portamenti e con essi aspetti del carattere che li por-tano, ad esempio, a picchi di depressione o rabbia,magari sollecitati da eventi assolutamente margi-nali ma che, come un detonatore, hanno la facoltàdi inne- scare o far esplodere lo stress negativo. È ilcampo di stati d’animo come la collera, l’ansia, latristezza, la noia, quello delle paure esagerate o inu-tili e, in particolare, della “preoccupazione”. A benriflettere sul significato del termine, preoccuparsivuol dire “occuparsi prima….” E questo avviene,spesso, nei confronti di eventi paventati e che nellarealtà non si verificheranno mai».“Non che la patologia da stress sia appannaggiosoltanto di manager e super dirigenti - spiega Zac-curi - Attualmente la probabilità di andare incon-tro, almeno una volta nella vita, ad un fattodepressivo è tripla rispetto ad appena cinquan-t'anni fa. I ritmi frenetici a cui sotto- poniamo lanostra vita e la quantità di “stressor” che siamo co-stretti ad assorbire, incrementano il pericolo di con-trarre numerose patologie organiche e psichiche».Il messaggio centrale su cui si basa il libro derivadalla convinzione degli autori che “esistere è unbene, e quanto più saremo consapevoli del valoredella nostra esistenza, per noi e per gli altri, tantopiù saremo determinati nel tentare di acquisire eampliare le conoscenze e competenze necessarieper comprendere la differenza fra soggettivitàdelle interpretazioni ed oggettività dei fatti. Que-sto impegno può rappresentare una leva concretaper migliorare la qualità della nostra vita.” C'è una frase del “Piccolo Buddha” che può forseaiutarci a capire meglio ed in modo più sinteticotutto questo e l’importanza di lavorare su noistessi per ottenere un giusto equilibrio psicofi-sico: “Se tiri troppo la corda di una chitarra laromperai, ma se la lasci troppo lenta non suonerà”.

giovedì 13 marzo 2014 pagina 23 CULTURA IlCORRIEREDIROMA

L'ASPETTO POSITIVO DELLA CRISI VISTO DA ROBERTO SPINGARDI E GIUSEPPE ZACCURI

QUI GATTO CI COVA La crisi picchia duro ma i festival di jazz continuano a moltiplicarsidi Gerlando Gatto

Come sottolineato numerose altre volte, iljazz italiano non attraversa uno dei suoiperiodi migliori…per usare un eufemismo.I finanziamenti pubblici sono oramai ri-dotti al lumicino, le occasioni di lavoro siassottigliano, molti musicisti riescono asopravvivere solo grazie all’insegnamentoe le pubbliche autorità, anche quando po-trebbero fattivamente intervenire, nullafanno per arginare la situazione. En pas-sant: il buon sindaco della Capitale, Ma-rino, ancora non si è deciso a nominare ilnuovo direttore della Casa del Jazz…chissà con chi se la prenderà per questoritardo.Ma, nonostante la crisi, il Pase ancora unavolta pullula di festival piccoli, medio egrandi dedicati alla musica afro-ameri-cana. Intendiamoci, nulla contro chi alle-stisce manifestazioni per propagandare efar meglio conoscere questo tipo di mu-sica, ma siamo sicuri che i Festival orga-nizzati così come lo sono oggi rispondonoallo scopo?

E' un argomento che abbiamo già trattatoma che ci pare d’obbligo ritirar fuori nelmomento in cui, ancora non è giunta la pri-mavera, e già sono in corso di svolgimentoo partiranno tra poco qualcosa come uneventina di rassegne: Alba conclusa l’8marzo, San Vito al Tagliamento (PN) dal 1al 15 marzo, Piacenza dal 2 marzo al 5aprile, Bollate da marzo fino al 7 aprile,Bergamo dal 16 al 23 marzo, Pavia dal 18marzo al 10 aprile, Mira (Veneto) dal 14 al16 marzo, Ivrea dal 19 al 22 marzo, Emilia

(Crossroads) con una nutrita serie di ap-puntamenti anche in questo mese dimarzo, stesso discorso per Novara, Empolifino al 28 marzo, Terni (Visioninmusica)conclusione il 3 aprile, Valdarno, Pisa, Cal-tanissetta, Catania, Nuoro, Napoli… e sonosicuro di averne dimenticata qualcuna.Ecco tutto ciò a me sembra francamentepazzesco, irrazionale, inutile. In effettiquale dovrebbe essere il ruolo di un Festi-val? A mio avviso soprattutto quello di in-dividuare i nuovi talenti e offrire lorooccasioni di mettersi in mostra che altri-menti non avrebbero. Invece la crisi di cuiin apertura spinge gli organizzatori ad ela-borare cartelloni il cui compito è soloquello di attirare lo spettatore. Di qui unaserie di festival fotocopie che, franca-mente, a nulla servono se non ad ingene-rare confusione su quali siano lecaratteristiche che contraddistinguono iljazz dalle altre musiche di facile consumo.Alla faccia di chi ha speso anni ed energiaper dare al jazz la dignità che merita.

SCELTI PER VOI

Lo stress? Uno stimolo per ripartire

Sopra Roberto Spingardi; in basso Giuseppe Zaccuri

Massimo Barbieri, animatore di Ivrea Jazz

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