Cuore Azzurro n°112 del 07/03/2015

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Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 112- 07/03/2015 Gabbiadini Basta la parola pagina 3 magazine Meg lio g uar dar e avanti pagina 8 Tascon e: a To r ino il so lito e r r or e. N o n si p uò r egala r e u n tem po Qualità, affidabilità, potenza

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Cuore Azzurro n°112 del 07/03/2015

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Organo ufficiale dell’Associazione Italiana Napoli -Club Anno X- nr 112- 07/03/2015

GabbiadiniBasta la parola

pagina 3

magazine

Meglio guardare avanti

pagina 8Tascone: a Torino il solito errore.

Non si può regalare un tempo

Qualità, affidabilità, potenza

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2lunedì

pagina 23 febbraio 2015

Direttore responsabile: Saverio Passaretti

Edito dall’A.I.N.C.

Coordinamento: : Star Press

Hanno collaborato: Francesco Basile,

Silvio elia Ferrara, Carlo Longobardi,

Bruno Marra, Marco Martone, Mario

Passaretti, Ciro Piemonte, Carmine

Tascone

Sede legale: via G. Porzio, 4 Isola G5

Centro Direzionale (Na)

Registrazione Tr. Napoli N. 92 del 5/12/2007

ORGANO UFFICIALE DELLAASSOCIAZIONE ITALIANA NAPOLI CLUB

proGrammaSampdoria - Cagliari 2-0

milan - Verona 2-2

CeSena - palermo

ChieVo - roma

empoli - genoa

parma - atalanta

UdineSe - torino

napoli - inter

lazio - Fiorentina lUn

JUVentUS - SaSSUolo lUn

prossimo turnoatalanta - UdineSe

Cagliari - empoli

Fiorentina - milan

genoa - ChieVo

inter - CeSena

palermo - JUVentUS

roma - Sampdoria

SaSSUolo - parma

torino - lazio

Verona - napoli

la classifica

Juventus 58 25 17 7 1 52 14

Roma 49 25 13 10 2 38 19

Napoli 45 25 13 6 6 44 31

Lazio 43 25 13 4 8 43 27

Fiorentina 42 25 11 9 5 37 24

Sampdoria 42 26 10 12 4 34 28

Genoa 36 24 9 9 6 36 29

Torino 36 25 9 9 7 28 25

Inter 35 25 9 8 8 39 32

Milan 35 26 8 11 7 37 32

Palermo 34 25 8 10 7 38 39

Sassuolo 29 25 6 11 8 29 38

Hellas 29 26 7 8 11 31 46

Udinese 28 24 7 7 10 26 32

Empoli 28 25 5 13 7 25 27

Chievo 25 25 6 7 12 18 30

Atalanta 23 25 5 8 12 22 37

Cagliari 20 26 4 8 14 32 49

Cesena 19 25 4 7 14 24 47

Parma 10 23 3 2 18 20 47

Roma sotto il balcone di giuliettaGiallorossi in casa del chievo, fiorentina domani nella tana della lazio

La Juventus chiude il turno ospitando il Sassuolo. Il Parma torna in campo

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3domenica

8 marzo 2015 pagina

La settimana scorsa il Napoli avevala possibilità, vincendo a Torino, diagganciare momentaneamente la Ro-ma al secondo posto. Stavolta in ognicaso non sarà possibile, ma una vitto-ria del Napoli metterebbe in ogni ca-so una certa pressione alla Roma.Qualcuno dirà: invece di guardare alsecondo posto sarebbe meglio fare at-tenzione a quello che succede allespalle del Napoli, visto la grande ri-salti i Lazio e Fiorentina. Non la pen-siamo così. Per dare il massimo incampo una squadra deve sempre por-si un obiettivo importante, di un cer-to livello. Sempre bene guardare a-vanti, piuttosto che aspettare quelloche fanno le altre che inseguono. Dalpunto di vista psicologico è sempremeglio essere cacciatore piuttostoche preda. Per altro non è che poicambi più di tanto. Per ambire al se-condo posto il Napoli deve provare avincere tutte le partite, per cercare disfruttare eventuali passi falsi di ci stadavanti. Parimenti deve provare sem-pre a vincere anche se vuole tenersistretto il terzo posto, rendendo vanele vittorie delle inseguitrici. Per altroLazio e Fiorentina, le uniche due chepossono insidiare il Napoli da questopunto di vista, si affrontano lunedì inuno scontro diretto.

Quello che non deve assolutamentefare in questo momento il Napoli èscegliere un obiettivo da privilegiaretra campionato, Coppa Italia e Euro-pa League. Al momento sono apertitutti e tre i discorsi. In Coppa Italia ilNapoli ha fatto un passo importanteverso la finale, ma se ne parlerà tra unmese, c’è tempo. In Europa Leaguec’è un ottavo sulla carta non impossi-bile. Si gioca l’andata al san Paolo esi deve indirizzare al meglio il doppioscontro. In ogni caso, turnover a par-te, si gioca giovedì, ci sono quattro

giorni pieni dopo la gara di staseraper preparare l’impegno. Giocando incasa non c’è neanche il fastidio dellatrasferta. Alla gara di giovedì si può esi deve iniziare a pensare da lunedì.

Stasera quindi solo l’Inter deve es-sere al centro dei pensieri del Napoli.Una partita che si può e si deve vin-cere. E per farlo non bisogna avereretro pensieri, pensare a quello che èstato o a quello che sarà a breve. Ser-virà il Napoli visto nel secondo tem-po contro la Lazio. Preciso, attento,determinato.

L’Inter è una squadra da prenderecon le molle: vale certamente più del-la classifica attuale, ed ha una perso-

nalità, dovuta a Mancini, che è supe-riore addirittura alla sua forza reale.Non è in questo momento una gran-de, ma l’Inter gioca sempre col pigliodella grande. Un’arma a doppio ta-glio.,

Se il Napoli è in serata è un bel van-taggio, perché avrà spazi a disposi-zione. Se il Napoli sbaglia approccioil rischio concreto è quello di esseremessi sotto. Sicuramente i nerazzurrisono superiori a Palermo e Torino cherecentemente hanno battuto il Napoli.Ma giocare al san Paolo, e contro unavversario di questo blasone, è unasorta di assicurazione: difficile ipotiz-zare che verrà sbagliato approccio….

liberamente

meglio puntaRe la Romache guaRdaRsi dietRo l’editoriale

di liberato Ferrara

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4domenica

pagina 8 marzo 2015

Il Napoli continua il suo percorso alter-nando partite veementi con altre di scar-so impegno, la concentrazione è alla ba-se del successo ma l’attaccamento allasquadra dovrebbe essere dimostrato inogni occasione dimenticando, quando èpossibile, problemi legati ai rapportiprettamente commerciali con la società.Sembra in tal senso inseguire una chi-mera visto che la presenza di napoletaniin squadra non esiste e gli italiani ridottia poche unità, un magro risultato fruttodi normative fin troppo elastiche checonsentono alle società di gestire comemeglio ritengono la propria organizza-zione.Realtà che sconvolge il calcio italianoche vive in questo periodo il drammaParma la cui fine è ancora nella nebbia esolo adesso, a situazione ormai dispera-ta, che fuoriescono le reali responsabi-lità sulla gestione e sul controllo di unasocietà che certamente non poteva par-tecipare al campionato 2014/15.Chi paga in questa bagarre sono sempree unicamente i tifosi schiavi incontrolla-ti di una passione che regola il propriostato d’animo settimana per settimana, iltifo è una vera patologia ma per quantoci riguarda, sana e corretta.L’attaccamento ai colori azzurri dei no-stri club sparsi in tutto il mondo è co-stante, senza riserve, la vera linfa vitaledi un sport nobile che accomuna milioni

di appassionati e che vede i tifosi parte-nopei fra quelli più caratteristici, coin-volgenti nella loro unica e simpatica tea-tralità.E’ triste assistere alla esasperazione del-la naturale foga che aleggia nel calcio, e-pisodi come quelli che hanno visto tri-stemente protagonisti i tifosi olandesi aRoma sono inqualificabili e nulla hannoda spartire con la sportività e la corret-tezza, sono assolutamente da isolare tut-ti coloro si recano allo stadio solo persfogare i propri impulsi repressi.Non ci resta che sperare sulle capacitàdegli addetti ai lavori ai quali è affidatoun arduo compito ma credo che senza e-sasperazioni strumentali si possono con-seguire buoni risultati sul modello di al-tre organizzazioni europee.Non a caso il Presidente De Laurentiisha ribadito, duramente, che la sua dispo-nibilità alla costruzione di un nuovo sta-dio è legata unicamente alla approvazio-ne di normative stringenti contro il tifoviolento sullo stile inglese.In questa atmosfera in nostro Napoliclaudica e giunge corroborante il pareg-gio contro una buona Lazio, risultatoche pone gli azzurri nella condizione disuperare anche questo turno ed accederenuovamente alla finale di un torneo caroa Benitez.Il neo acquisto Manolo Gabbiadini ri-sulta ancora determinante pronto a riba-dire in rete un buon affondo del Pipita, ilragazzo si dimostra serio e motivato an-che nell’intervista di fine gara, sereno emai insofferente anche in quei cambinon sempre condivisi dai tifosi. BravoManolo!La sfida coi nerazzurri del ritrovatoMancini pone il nostro Mister a rivedereschemi e giocatori, il nuovo allenatoresbarcato a Milano suole modificarespesso il proprio modulo in un concettoelastico di impostazione tattica, adegua-re nel corso della gara è intrinseco nelcalcio moderno per evitare di caderenella prevedibilità e lui applica molto

bene tale strategia.Una bella partita a scacchi fra i due,molto british, allenatori, presuppostoche fa ben sperare sulla qualità dellospettacolo che vivremo al S.Paolo inpresenza di un pubblico speriamo nu-meroso e pronto al sostegno incondizio-nato, il primo match risale a ben 85 annifa e quella volta il mitico Sallustro ne fe-ce due …. !Che vinca il migliore !! (Cioè il Napoli!)

*il Presidente aiNC

Cammino a corrente alternata

di Saverio Passaretti

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5domenica

8 marzo 2015 pagina

Cammino a corrente alternata

di alFredo tuCCi

Il concetto di Formazione, inteso comeun’azione dinamica di più fattori, volti al-l’accrescimento delle capacità culturali edoperative, dei singoli individui, non trovaun favorevole ritorno, quando deve essereintrapresa come un unico volano atto a ga-rantire l’inserimento nel mondo del lavo-ro. Trovare una definizione univoca, perentrambe le aree, da sempre intese comeespressione democratica di crescita e be-nessere, nelle culture occidentali, diventasempre più difficile poterle vedere cam-minare insieme, all’interno dello stessocontesto. Sembra spesso, che la formazio-ne non sia più propedeutica al lavoro, o illavoro non sia più, un contesto nel qualela formazione possa radicarsi, evolvendo-si con le dinamiche tecnologiche dellaproduzione. Va senza dubbio osservato ilcontesto, nel quale il mondo della forma-zione si muove, nel senso di universo con-traddittorio di domanda ed offerta di lavo-ro, di normative e direttive atte a sugge-stionare una ripresa economica e socio-

politica, omogenea. La mancanza di lavo-ro, la crisi economica ormai latente, a li-vello globale e locale, non favorisce certodell’evoluzione della formazione. Il lavo-ro, o comunque le dinamiche di evoluzio-ne dello stesso, contraddistinto da unacontrattazione omogenea a tutti i livelli,deve potersi sviluppare dal basso. Affin-ché questo possa avvenire, deve esserci u-na politica attiva, mirata alla realizzazionedi progetti fattibili e costruttivi, calati sul-le realtà territoriali, condivisi da tutti glistakeholders, inseriti su livelli diversi al-l’interno del tessuto sociale e politico diun territorio. Se le regioni Europee e laComunità stessa, non si rende conto del-l’enorme potenziale inespresso che è pre-sente nei propri territori, fatto di intrapren-denza, sogni, progettualità, diventerà dif-ficile per le aree depresse, non solo cre-scere, ma anche pensare a qualcosa chepossa anche alla lontana, assomigliare allavoro e alla formazione, quella che vuolcreare lavoro, facendolo diventare mo-mento comune di sviluppo.

Formazione e lavoro

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6domenica

pagina 8 marzo 2015

Contro l’Inter si parte alle 20.45

PALACIO

ICARDI

SHAqIRI

INLER

CALLEJON

GABBIADINI

ANDUJAR

HAMSIk

HENRIqUE

ALBIOL

kOULIBALy

STRINIC

DAvID LOPEZ

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7domenica

8 marzo 2015 pagina

Contro l’Inter si parte alle 20.45

BROZOvIC

MEDEL

GUARIN

RANOCCHIA

SANTON

D'AMBROSIO

JUAN JESUS

HANDANOvIC

HIGUAIN

CALLEJON

GABBIADINI

HAMSIk

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8domenica

pagina 8 marzo 2015

di liberato Ferrara

“Il Napoli è sempre lostesso, ormai c’è poco daurlare alla sorpresa. E’ unasquadra capace di tutto e delcontrario di tutto. Se gli az-zurri giocano come sannopossono davvero vincerecontro chiunque. Purtroppola cosa non sempre capita.E di conseguenza in cam-pionato una squadra cosìnon potrà mai essere com-petitivo ai massimi livelli.Nelle Coppe invece il di-scorso è decisamente diver-so. Perché il Coppa il Napo-li difficilmente sbaglia par-tita. Gioca sempre al massi-mo e di conseguenza è ingrado di fare qualsiasi co-sa”.

La lingua batte sempredopo il dente duole. Tasco-ne ne ha fatto un motto. E loribadisce sempre.

- Ma ci sarà un modoper risolvere questo proble-ma? Come è possibile chesia sempre la stessa cosa?

“M spiace dirlo, ma pensoche in casi del genere le re-sponsabilità maggiori sianodel tecnico, ch evidente-mente non riesce a trasmet-tere le giuste indicazioni al-la squadra. A Torino il Na-poli ha completamente re-galato il primo tempo agliavversari. E nel calcio mo-derno una cosa del generenon si può fare”.

Però il gol della vittoria èarrivato nel secondo tempo,mentre il Napoli stava di-menticando la partita.

“Dominando la partita misembra eccessivo, in fin deiconti non aveva costruitoalcuna occasione da rete.

Diciamo che aveva preso inmano il pallino del gioco.Però una grande squadrascende in campo e mette su-bito le cose in chiaro. Cosaè successo? Il Torino avevacertamente una grande cari-ca emotiva dopo la vittoriadi Bilbao, però era stanco.Se il Napoli avesse fatto su-bito la partita li avrebbemesso in difficoltà. Anchedal punto di vista fisico. In-vece il Napoli ha giocatoassolutamente sotto ritmo iprimi 45 minuti. E poiquando è arrivato il gol perun errore del singolo, anzipiù errori di più singoli, ilTorno ha preso coraggio efatto il pieno di energie. Ungol lo puoi sempre subire,ma se regali un tempo agliavversari poi è più difficileprovi rimedio”

E’ l’allenatore che dice al-la squadra di non spingere osono i giocatori che in cam-

po quello che vogliono lo-ro?

“Il tecnico ha responsabi-lità, non ci sono dubbi. Hoavuto la sensazione guar-dando la partita in televisio-ne che il piano fosse proprioquello di non attaccarli, difarli sfogare all’inizio. Poiperò è chiaro che in campoci vanno i calciatori, e certecose le decidono loro. Manei primi minuti sempre iltecnico che dà l’input”.

Contro l’Inter cosa succe-de?

“Contro l’Inter non saràuna gara facile, anche sepenso che il Napoli possavincere. L’Inter gioca bene,Mancini sta dando la giustamentalità, ed ha anche cal-ciatori di grande qualità. Ame Icardi piace molto, maGuarin per dirne una è unagrande giocatore, per altroin grande condizione. Il Na-poli deve stare attento. Però

oggi come oggi è superiore.Mancini non ha una squa-dra n grado di assecondarela sua idea di calcio, troppogiocatori non sono da InerIn casi del genere se giochiper limitare i danni è me-glio, ma mi rendo controche una squadra come l’In-ter ha un blasone da difen-dere, non solo, è anche giu-sto che lavori in prospettivafutura, deve dare una men-talità alla squadra anche peri prossimi anni quando pen-so sarà forte in tutti i setto-ri”.

“In conclusione vorreimandare una cartolina aMassimo Mauro. Domenicaha perso l’occasione di sta-re zitto. Non si può permet-tere di dire certe cose a Be-nitez. A Rafa si può dire tut-to tranne che è un disone-sto. Se c’è un disonesto èlui perché lo ha detto quan-do Benitez è andato via”.

“a torino ennesima occasione persa”per il Grillo sparlante non si può reGalare un tempo a nessuna squadra di a

Stilettata a Mauro: “Domenica ha sbagliato lui più di Benitez a dire certe cose”

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RISTORANTE LA CAMPANELLA

via G. di vittorio 58 - 53048 Sinalunga (SI) - Fraz. Bettolle

Tel: 0577 624516 E-mail: [email protected]

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10domenica

pagina 8 marzo 2015

Su una cosa alla fine Benitez avrà di si-curo ragione alla fine, comunque vadanole cose. E’ riuscito a mandare in confusio-ne tutti gli improvvisati soloni del lunedì,i tecnici mancati e gli opinionisti da salot-to con le sue mosse, il suo modo di allena-re e di far giocare le sue squadre. Riper-correndo a ritroso le critiche che ha scate-nato sin dal suo arrivo a Napoli non si puònon sorridere: gli azzurri sono in corsa sututti e tre i fronti attualmente, eppure chivedeva i suoi metodi in ritiro non avevaperso tempo a bocciarlo: “il Napoli non fafondo, niente corse nei boschi, niente par-te atletica, dove pensa di arrivare?”. La fi-nale di coppa Italia vinta l’anno scorso èstata una prima risposta, l’altra arriveràpresumibilmente tra qualche mese ma erasolo l’antipasto. Il manifesto programma-tico dello spagnolo era chiaro sin dalla suaprima conferenza da tecnico del Napoli:gestire una rosa ampia e di qualità per po-ter far strada in tutte le competizioni e sel’anno scorso il turnover è stato menomarcato, quest’anno non si vede mai lastessa formazione di fila. Una strategia

giudicata vincente quando si vince e per-dente quando si perde? Non solo. A volteè perdente anche quando si vince a senti-re tanti commentatori incontentabili.Qualche perla? Gioca e segna Zapata?Colpa di Benitez che non lo fa giocarespesso (“ma come si fa a tenere fuori unocome Zapata?”). Gioca e segna Gabbiadi-ni? Colpa di Benitez che non lo mettesempre dall’inizio (“ma come si fa a la-sciar fuori Gabbiadini?”). Esce Hamsik?Sacrilegio (“ma perché toglie sempre ilcapitano?”). Gioca Hamsik (“ma perchégioca sempre lui se non sta in piedi?”).Gioca Callejon? Che disastro (“ma noncapisce che deve essere tolto?”). Non c’èCallejon? Errore da matita blu (“impensa-bile rinunciare al secondo miglior gioca-tore che hai in rosa e che ti garantisce an-che una copertura difensiva”). Giocanodue mediani? Che dilettante (“come puoipensare a impostare la manovra con Gar-gano e Lopez?”). Giocano Jorginho o In-ler? Benitez non ha capito il calcio italia-no (“come puoi proteggere la difesa sen-za due mediani?”). Insomma in un colpo

solo Rafa è – a seconda di chi parla – unciarlatano, un disonesto (cit.Mauro, il“golfista” come l’ha appellato lo spagno-lo), un briccone che non ha nulla da inse-gnare, un incapace che non sa fare la fasedifensiva, un presuntuoso che pensa di ve-nire a fare il professore a casa nostra, undilettante allo sbaraglio, un pessimo valo-rizzatore di risorse umane, un principian-te perché non si è dimesso dopo il merca-to estivo, un ingrato perché se ne andràprima del prossimo mercato estivo, unservo di De Laurentiis, un nemico di DeLaurentiis perché non accetta le riccheproposte del patron, un allenatore senzapersonalità perché non spedisce in pan-china gli spagnoli, un tecnico improvvisa-to perché i migliori – come gli spagnoli –devono giocare sempre, il turnover lo fac-ciano i più deboli. Mamma povero Rafa,ma quante ne combini? Signori miei qui iconti non tornano: o il Napoli sta lottandoper non retrocedere e non ce ne siamo ac-corti o c’è qualcosa che non va. E questoqualcosa di sicuro non è attualmente sullapanchina azzurra.

casa napoli

non solo golfisti impRovvisati, quantitecnici mancati e soloni da salotto

di Fabrizio PiCColo

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pagina 8 marzo 2015

di Ciro PiemoNte

A poco più di qualchegiornata dal giro di boa,ci ritroviamo ancora u-na volta a parlare delfantasma Hamsik. En-trato oramai nelle gra-zie dei tifosi napoletaniquando qualche tempofa rifiutò il Milan per ri-manere nella città parte-nopea.

Quello che però va’detto è che comunqueHamsik ha notevoli dif-ficoltà a rientrare neimoduli di Benitez. Gliultimi due anni infatti lamedia del fantasista na-

poletano è quasi dimez-zata, sicuramente dovu-ta anche a infortuni, enon è un caso se parlia-mo del capitano più so-stituito in Europa. Fat-tore che a mio avvisoincide tantissimo sullasquadra.

Il capitano è il leaderdella squadra in campoe fuori, la scelta di so-stituirlo incide oltre chetatticamente ,magari inmeglio, ma psicologica-mente nel caso ci si a-spettasse tanto da unafigura come lui.

La bandiera che i tifo-si vogliono e chiedono

a gran voce da Hamsike’ un tipo di giocatorediverso. Non parliamodal punto di vista pret-tamente sportivo, ma dicarisma, di forza , dimorale ; caratteristicheche più volte quest annotroviamo in un umileGargano che carica lasquadra in più momenti.

La squadra che Maz-zarri ha lasciato era ca-ratterizzata da un fortegruppo e da unleader,Cannavaro, capa-ce di prender per manola squadra , anche inmomenti di svantaggio,

una squadra che nonmollava mai come suc-cede più volte a questoNapoli(Palermo,Torino.Ecc) non a caso la partefinale delle partite fudenominata zona Maz-zarri.

Quindi oltre che di re-gisti, difensori o qual-siasi rinforzo in diverseparti del campo, questasquadra ha bisogno diun leader, di un capita-no e noi tifosi abbiamobisogno della nostrabandiera, caro Marekdiamoci una mossa, ilNapoli ha bisogno oggipiu’ che mai, di te.

hamsik, questionesoltanto di posizionesul teRReno di gioco

napoli con l’inter devi vincere!!!

di FraNCesCo basile-

Domenica sera allo stadio San Pao-lo, gli azzurri affronteranno l’Inter diRoberto Mancini. E’ la seconda voltache il tecnico di Jesi, subentrato al-l’esonerato Walter Mazzarri,calpesterà, in questa stagione, l’erbadello stadio di Fuorigrotta; l’ultimavolta risale al 4 febbraio scorso neiquarti di finale di Coppa Italia. Inquella gara, un guizzo del solito Gon-zalo Higuain, con la complicità di unclamoroso errore di Ranocchia, beffòal 93’ la squadra nerazzurra, ormaiproiettata verso i tempi supplementari.Del resto Benitez non poteva sbagliarequella partita: è lui il “Re di Coppe”(ne vanta ben dieci in carriera, tracompetizioni nazionali ed europee).Ma quella di domenica sarà tutta

un’altra sfida, tutta un’altra storia.Purtroppo la squadra azzurra, in cam-pionato, ci ha abituati a prestazioni al-talenanti, nelle quali ha messo in luceuna maturità ancora non totalmenteacquisita. Il Napoli è sempre il solitoavversario di se stesso; tutto dipendedalla testa con cui i giocatori entranoin campo e non sempre quella testa èvolta alla vittoria. La disfatta di Torinoha ridimensionato in parte l’euforiadei tifosi, precedentemente entusias-mati dalla vista di un secondo postosempre più vicino, ad un palmo dimano. Ma la Roma, dopo il pareggiointerno con la Juventus, è ancora lì aquattro lunghezze. La “lupa” non sapiù vincere e il “ciuccio” deve neces-sariamente approfittare di questo mo-mento di “smarrimento” di Totti ecompagni. Dopo il buon pareggio

(che fa sicuramente ben sperare per laqualificazione alla finale) di mercoledìscorso in coppa con la Lazio, sarà fon-damentale rialzare la testa anche incampionato. All’andata a San Siro,finì con un rocambolesco 2 a 2.Domenica il pareggio serve ben pocoal Napoli. L’imperativo categorico èvincere!!!

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di mario Passaretti

Domenica sera arriva alSan Paolo una big... l'In-ternazionale.Tra il SanSiro di Milano e il SanPaolo di Napoli sfideepiche e cariche di e-mozioni si sono susseguitecome in un oceano burras-coso, increspato da miglia-ia di braccia che esultanoper un gol. Da Monzeglioa Mazzola, da Marchesi aMourinho, da Maradona aMatthaus, per arrivare aMazzarri e Benitez.Quan-ta storia ricorre in questasfida,quanti amarcord,ri-cordi brutti di sconfitte pe-santi ma anche grandi sod-disfazioni dagli anni 80 inpoi,grazie a Diego Arman-do Maradona. Stagione1989-90,è' l'anno del sec-ondo e finora ultimo scud-etto del Napoli targatoMaradona, che a San Siro— contro i nerazzurri —non ha mai vinto. La sfida

del San Paolo può esserevista come una sorta dipassaggio di consegne tral'Inter dei record e ilNapoli dell'ex Pibe de Oroe Careca, entrambi a segnoal San Paolo in quel 22 ot-tobre del 1989. A fine sta-gione come già detto ilNapoli vince lo scudetto b-effando il Milan al fotofin-ish. Ma per gli azzurri cosìcome per i nerazzurriquesta rappresentò pertanto tempo l'ultima verabattaglia tra due squadreche dalla stagioneseguente scenderanno dal-l'Olimpo del calcio evivranno diversi annibui.Poi un'alternarsi diripresa calcistica e ovvia-mente anche dirisultati.Risultati positiviper il Napoli raggiunti so-prattutto in CoppaItalia,dove il biscione ner-azzurro ha rimediato negliultimi anni diversebatoste.Ma l'anno scorso

questa partita è stata senti-ta dal popolonapoletano,quasi allo stes-so livello della Juve,per-chè era una sfida anchecontro il destino.Ebbenesi,perchè lo scorso annoalla guida dei nerazzurric'era mister Mazzarri,per 4stagioni alla guida deipartenopei,amato ed odia-to allo stesso tempo,per-chè con dalle pocherisorse(calciatori)che ave-

va riusciva a tirare fuori ilmassimo regalando gioieinfinite al pubblico,ma al-lo stesso tempo visto maleper il suo addio allasquadra avvenuto inmaniera plateale solo afine campionato dopo chelui stesso aveva semprecalato la volontà di chiud-ere un ciclo. Domenicasera la prossima puntata:chi la spunterà questa vol-ta?

riprendiamo la corsa tra futuro ed amarcord nostalgici va cancellata subito la battuta di arresto imprevista di domenica scorsa a torino

La sfida contro l’Inter richiama alla mente tante partite del passato

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16domenica

pagina 8 marzo 2015

Col Sassuolo nel segno di Duvan e MarekNAPOLI (4-2-3-1): Andujar, Mag-

gio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam,

Gargano, Lopez, Callejon (44′ st

Mesto), Hamsik (36′ st De Guz-

man), Gabbiadini (20′ st Mer-

tens), Zapata. All.: Benitez.

SASSUOLO (4-3-3): Consigli,

Gazzola, Cannavaro (22′ pt Bian-

co), Acerbi, Antei (11′ pt Biondi-

ni), Taider (32′ st Lazarevic), Ma-

gnanelli, Missiroli, Berardi, Zaza,

Floro Flores. All.: Di Francesco.

ARBITRO: Massa di Imperia.

RETI: nel st 16′ Zapata, 24′ Ham-

sik.

napoli-sassuolo 2-0

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17domenica

8 marzo 2015 pagina

Col Sassuolo nel segno di Duvan e Marek

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20domenica

pagina 8 marzo 2015

Coi turchi tutto sin troppo facile dopo l’andata

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21domenica

8 marzo 2015 pagina

Coi turchi tutto sin troppo facile dopo l’andata

NAPOLI: Rafael, Mesto, Henri-

que, Britos, Ghoulam, Inler, Jor-

ginho, Callejon (77' Hamsik), De

Guzman (69' Gabbiadini), Mer-

tens, Higuain (63' Duvan).

All.Rafa Benitez

TRABZONSPOR S.A.: Arikan,

Dursun (Yavru), Bosingwa, De-

mir, Dogan, Ekici, Atik, Medjani,

Hurmaci, Zengin (84' Ylmaz),

Cardozo. All. Ersun Yanal

ARBITRO: Bebek (Croazia)

MARCATORI: 19' J. De Guzman

napoli.trabzonspor 1-0

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A Torino il Napoli butta via la partita

TORINO (3-5-2): Padelli, Bovo ,

Glik, Moretti, Bruno Peres, Far-

nerud, Gazzi, El Kaddouri (48′ st

Basha), Darmian, Martinez (15′

st Maxi Lopez), Quagliarella (49′

st Amauri). All. Ventura.

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Mag-

gio (38′ st Zapata), Albiol, Kouli-

baly, Strinic; Gargano (28′ st In-

ler), David Lopez; Callejon, Ham-

sik (17′ st Gabbiadini), De Guz-

man; Higuain. All. Benitez.

ARBITRO: Irrati di Pistoia

RETI: nel st 23′ Glik

torino-napoli 1-0

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A Torino il Napoli butta via la partita

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Missione compiuta, finale nel mirino

LAZIo (4-3-3): Berisha, Basta,

De Vrij, Mauricio, Radu, Cataldi,

Biglia, Parolo, Candreva (27′ st

Keita), Klose (37′ st Perea), Feli-

pe Anderson. All.: Pioli.

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Me-

sto, Albiol, Britos (32′ st Kouli-

baly), Ghoulam, Inler, David Lo-

pez; Mertens, De Guzman (36′ st

Hamsik), Gabbiadini(28′ st Cal-

lejon) Higuain All.: Benitez:

ARBITRO: Damato di Barletta

RETI: nel pt, 33′ Klose; nel st, 14′

Gabbiadini

lazio-napoli 1-1

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Missione compiuta, finale nel mirino

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di emilia Verde

Che Napoli avesse un cuore grande è storia,che la squadra partenopea sia parte integrantedi questa realtà lo si scopre, piacevolmente,giorno dopo giorno.Mercoledì 4 Marzo 2015 ad Herat i militari delTrain Advise Assist Command West, il coman-do multinazionale, a guida italiana, su baseBrigata bersaglieri “Garibaldi”, guidati dal Ge-nerale di Brigata Maurizio Angelo Scardino,ha consegnato del materiale sportivo, donatodalla Società Sportiva Calcio Napoli, ai bambi-ni della “Provincial Football Federation”, unasquadra di calcio amatoriale di Herat. Dove c’èla guerra è difficile vivere, e anche le cose piùelementari diventano vere e proprie battaglieda affrontare, perciò il sapore di questa dona-zione vale dieci volte tanto, anche e soprattut-to perchè i bambini dovrebbero essere “esone-rati” da queste violenze e questi orrori.La donazione si è svolta presso la base italiana“Camp Arena” di Herat, alla presenza del Ge-nerale di Corpo d’Armata Paolo Ruggiero, Ca-po di Stato Maggiore della Missione NATO“Resolute Support” in Afghanistan, che haconsegnato anche una coppa, donata dalla SSCNapoli, al Presidente della Federazione Mr.Abdul Karim Rahmani. Quest’ultimo ha rin-graziato il Presidente del Napoli Calcio Aure-lio De Laurentiis, che ha promosso e sostenutol’iniziativa, manifestando gratitudine agli ita-liani che offrono un concreto contributo allacrescita “sana” dei giovani afgani, in un conte-sto sociale complesso ed a rischio. Evidentemente ciò che vivono questi soldatisulla loro pelle fa sì che sentano ancora più l’e-sigenza di dare in ogni modo supporto moralee materiale a questi bambini. Il Presidente DeLaurentiis ha donato una targa ai militari della“Garibaldi”, in cui si legge: “Che il calcio e ilNapoli possano dare un po’ di gioia e di fidu-cia ai soldati italiani in Afghanistan e al suopopolo che cerca la pace”.L’evento è stato seguito in diretta video dall’I-talia dall’allenatore del Napoli, Rafael Benitez,che ha interagito con gli intervenuti, dando an-che dei “consigli tecnici” al suo collega afga-no.

Le maglie del Napoli per i bambini afgani

Si ringrazia lo Stato Maggiore per l’autorizzazione all’uso delle fotografie

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Le maglie del Napoli per i bambini afgani

Si ringrazia lo Stato Maggiore per l’autorizzazione all’uso delle fotografie

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il napoli in europa league

all’assalto della... polizia

Gli azzurri contro la dinamo, squadra “militarizzata” creata dal ministero

Napoli all’assalto la Poli-zia. Sembra una notizia dicronaca o il titolo di un filmall’italiana con il compian-to Mario Merola a fare da“guappo” in difesa del suopopolo. Invece è semplice-mente una possibile chiaveper presentare Napoli-Di-namo Mosca, il Club sovie-tico denominato storica-mente “la squadra della Po-lizia”. Un bell’impegno peri napoletani che, con ironia,potrebbero girare il sequeldel capolavoro di Dino DeLaurentiis “Guardie e La-dri”…

la CarNe sotto ela diNamo soPra –La leggenda della Dinamoaffonda radici più socialiche sportive. Ancor primache l’ex Unione Sovieticadiventasse una super poten-za e desse vita alla rivalità ealla spaccatura mondialecon gli Stati Uniti, il calcioin URSS era monopolizza-to da due squadre moscovi-te: lo Spartak e la Dinamo.Lo Spartak raccolse il mas-simo consenso di tifosi,tanto è vero che era definitala squadra del popolo, per-ché fu una delle pochesquadre a non essere fonda-ta da enti militari ma da unsindacato che difendeva glioperai e che si fondava suuna industria di carne. Eccoche lo Spartak fu subito ri-battezzata “la squadra dellacarne”. Ma dopo poco ar-

rivò il contraltare quasi fi-siologico. Il Ministero dellaDifesa organizzò una squa-dra che rappresentasse l’or-dine e la militarizzazione:nacque così la Dinamo Mo-sca. Un Club odiato sin daiprimi tempi nella capitalerussa, anche perché la paro-la Dinamo era mutuato dalnome che si dava al tempoai reparti di Polizia più ef-ferati. Ma l’altra metà diMosca presto si fece largo eriuscì a scavalcare in popo-larità lo Spartak imponen-dosi come una delle princi-pali squadre sovietiche.

se sPartaK PiaN-Ge, dieGo NoN ride– Contro la Dinamo sarà laprima volta per il Napoli,che in passato, invece hagià incontrato l’altra squa-dra moscovita ovvero loSpartak, il Club del popolo.Match che chi è della miagenerazione ricorda a me-

moria, ma che vale la penaraccontare anche per l’a-neddoto che caratterizzòquei giorni. Ottavi di finaledi Coppa dei Campioni. Al-l’andata il Napoli fece 0-0al San Paolo. Il 7 novembredel 1990 gli azzurri andaro-no a giocarsi la qualifica-zione a Mosca. Ma Mara-dona non partì. Lo trovaro-no a letto che dormiva, al-l’inizio della sua paraboladiscendente e complicatanon già sportiva ma di vita.Diego partì il giorno dopo eraggiunse con un aereo pri-vato Mosca. Ma arrivatonel ritiro, il tecnico del tem-po Albartino Bigon (padredell’attuaòe DS RiccardoBigon) decise di non schie-rarlo per rispetto dei calcia-tori che erano stati ligi aldovere. Maradona andò inpanchina. La partita rimaseinchiodata sullo 0-0, Mara-dona entrò a partita in corsoma si andò ugualmente ai

rigori. Diego lo segnò, mail portiere russo parò il ri-gore a Baroni e regalò alloSpartak la qualificazione.Resterà l’ultima apparizio-ne del Napoli nella vecchiaCoppa Campioni. Ci sonovoluti oltre ventanni per ri-vedere gli azzurri rientrarenella nuova edizione dellaChampions League nll’EraDe Laurentiis.

Beh in fondo il preceden-te è negativo, però non ècon la Dinamo bensì con irivali dello Spartak. Ma c’èun cordone ombelicale chelega al destino quella sfidaa questa.

Il portiere dello Spartakche però il rigore decisivodel Napoli era StanislavCercesov e sapete oggi chefa? Allena proprio la Dina-mo Mosca. Corsi e ricorsistorici. Ma stavolta tocca anoi prenderci la gloria, siaquel che sia. Anche a costodi arrestare la Polizia…

di bruNo marra

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