Contatto sev 2015 21

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 21 3 dicembre 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Irfan Kazici, esule curdo, ci racconta il suo percorso da migrante Pagine 6 e 7 Intervista frg Di fondamentale importanza per proteggere i dipendenti dal lavoro gratuito, dallo stress e dai disturbi ad esso collegati. Pagine 8, 9 e 10 Registrazione del tempo di lavoro Léman-Express: condizioni di lavoro tutte da vedere. Pagina 16 Focus.sev Sul terreno, a fianco di chi lavora. In diverse regioni del- la Svizzera si è svolta la giornata di azione, tesa a raf- forzare i rapporti con la base e a farsi conoscere. Un’occasio- ne per discutere dei problemi sul lavoro e per illustrare che cosa può fare il sindacato in un contesto dove nel mondo del lavoro si riscontrano forme di degrado crescenti e pressio- ni a non finire. In Ticino la de- legazione è stata guidata dal segretario sindacale Angelo Stroppini. alle pagine 2 e 3 Giornata di azione del SEV sui posti di lavoro Uniti per essere più forti ppe L’appello del presidente centrale Gil- bert D’Alessandro non lascia dubbi: «Non giudicate mai un collega vittima di aggressioni perché chi non l’ha vis- suto non può capire». È l’invito del pre- sidente Gilbert D’Alessandro - lui stes- so vittima di aggressioni - rivolto ai colleghi della VPT lo scorso sabato a Bellinzona. In occasione della giornata cantonale si è voluto, come nel resto della Svizzera, porre al centro dell’at- tenzione il tema delle aggressioni. La testimonianza di un autista dei TPL ha permesso di capire come il SEV si è mosso all’interno dell’azienda per mi- gliorare il supporto alle vittime di ag- gressioni. Unanime è stato il messaggio dei relatori: mai restare nella solitudine e parlare di ciò che è accaduto. Chiede- re aiuto è la cosa più normale di questo mondo. a pagina 5 Giornata cantonale VPT Aggressioni, rompere il silenzio frg Le cattive notizie sul fronte della parità salariale sono quotidiane e lo saranno ancora per molto tempo. Due buone notizie, però, lo scorso mese di novem- bre: il Consiglio federale ha presentato un progetto di legge per combattere la disparità salariale e le cifre su cui si basano i rilevamenti statistici sono scientificamente riconosciute, come indicato da un rapporto di esperti. a pagina 4 Parità salariale

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Page 1: Contatto sev 2015 21

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 21

3 dicembre201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Irfan Kazici, esulecurdo, ci racconta il suopercorso da migrante

Pagine 6 e 7

Intervista frg

Di fondamentale importanza per proteggere idipendenti dal lavoro gratuito, dallo stress edai disturbi ad esso collegati.

Pagine 8, 9 e 10

Registrazione del tempo di lavoroLéman-Express:condizioni di lavorotutte da vedere.

Pagina 16

Focus.sev

Sul terreno,a fianco dichi lavora.In diverseregioni del-la Svizzerasi è svolta lagiornata di azione, tesa a raf-forzare i rapporti con la base ea farsi conoscere. Un’occasio-ne per discutere dei problemisul lavoro e per illustrare checosa può fare il sindacato inun contesto dove nel mondodel lavoro si riscontrano formedi degrado crescenti e pressio-ni a non finire. In Ticino la de-legazione è stata guidata dalsegretario sindacale AngeloStroppini.

alle pagine 2 e 3

Giornata di azione del SEV sui posti di lavoro

Uniti per essere più forti

ppe

■ L’appello del presidente centrale Gil-bert D’Alessandro non lascia dubbi:«Non giudicate mai un collega vittimadi aggressioni perché chi non l’ha vis-suto non può capire». È l’invito del pre-sidente Gilbert D’Alessandro - lui stes-so vittima di aggressioni - rivolto aicolleghi della VPT lo scorso sabato aBellinzona. In occasione della giornatacantonale si è voluto, come nel resto

della Svizzera, porre al centro dell’at-tenzione il tema delle aggressioni. Latestimonianza di un autista dei TPL ha

permesso di capire come il SEV si èmosso all’interno dell’azienda per mi-gliorare il supporto alle vittime di ag-gressioni. Unanime è stato il messaggiodei relatori: mai restare nella solitudinee parlare di ciò che è accaduto. Chiede-re aiuto è la cosa più normale di questomondo.

a pagina 5

Giornata cantonale VPT

Aggressioni, rompere il silenzio

frg

Le cattive notizie sul fronte della paritàsalariale sono quotidiane e lo sarannoancora per molto tempo. Due buonenotizie, però, lo scorso mese di novem-bre: il Consiglio federale ha presentatoun progetto di legge per combattere ladisparità salariale e le cifre su cui sibasano i rilevamenti statistici sonoscientificamente riconosciute, comeindicato da un rapporto di esperti.

a pagina 4

Parità salariale

Page 2: Contatto sev 2015 21

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 21/153.12.2015

Ferri corti alle SOB■ Le trattative per un nuovosistema salariale alle SOBsembravano ben lanciate, dopoaver trovato una base didiscussione condivisa e fissatoulteriori incontri. Di colpo, ladirezione ha invece posto unultimatum, negando ai sindacatiogni possibilità di discussione.La bozza presentata non potevaperò essere accolta, ragion percui, mancando un accordo,resterà in vigore il sistemasalariale attuale. Anche letrattative salariali per il 2016sono ad un punto morto, acausa del rifiuto dell’azienda diriconoscere gli avanzamentisalariali, ad eccezione delpersonale viaggiante. Secondol’attuale CCL, il fallimento delletrattative comporta anche lasoppressione della pace dellavoro, per cui il personale stavalutando i possibili passi.

Riprese le trattativeper il CCL BLS■ La pressione del franco e lacongiuntura debole avevanoindotto le parti a rinviare letrattative per il rinnovo del CCL.A metà novembre, hanno poiconcordato le modalità di unaloro ripresa, con l’obiettivo digiungere ad una propostacondivisa da sottoporre allerispettive istanze decisionalientro metà 2016. Piatto fortedelle trattative saranno i salari,che la BLS vorrebbe regolarenell’ambito di un nuovo sistemae che per i sindacati dovrannotener conto degli aumenti diproduttività degli ultimi anni.

Aumento del 2,5 %dell’IPAM■ L’indice dei premi dell’assicu-razione malattia IPAM, cherileva l’evoluzione dei premidell’assicurazione obbligatoria,ha fatto registrare nel 2015 unaumento del 2,5 percento.Secondo l’Ufficio federale distatistica, il reddito mediodisponibile (differenza tra ilreddito totale e spese per tassee assicurazioni) ammonta nel2015 a 4288 franchi (- 0,2 %)mentre il premio medio a 337franchi (297 al netto di sussidi).

IN BREVE

Il Consiglio federale ha decisoin linea di principio che i costisupplementari attesi, comples-sivamente di circa 880 milionifranchi, saranno coperti soli-dalmente dai poteri pubblici(Confederazione e Cantoni),

dalle imprese di trasporto edai viaggiatori. La quota delleimprese di trasporto dovrà es-sere coperta mediante aumentidell’efficienza nell’organizza-zione e nell’esercizio, quelladei clienti con adeguamenti

dei prezzi dei biglietti; l’entitàdell’aumento sarà di compe-tenza delle imprese di traspor-to. Attualmente gli utenti delTRV pagano in media circa il50 per cento dei costi, mentredell’altra metà si fanno carico,ripartendola al 50 per cento, laConfederazione e i Cantoni. Acausa della situazione finan-ziaria della Confederazione, ilConsiglio federale ritiene chesarà possibile aumentare i sus-sidi solo a complemento dellemisure adottate dalle impresedi trasporto; a questa condi-zione è disposto a procedere aun moderato aumento dei fon-di finora previsti.Il credito d’impegno della Con-federazione per il TRV com-

prenderà in totale 3,97 miliardidi franchi per gli anni 2018–2021, ossia circa un miliardodi franchi all’anno. La Confede-razione parteciperà quindi concirca 160 milioni di franchi allacopertura dei costi supplemen-tari del TRV negli anni 2018–2021. In base a questa deci-sione sarà elaborato un mes-saggio sul credito per il TRVper gli anni 2018–2021 chesarà sottoposto al Parlamentoancora nel 2016, dopo la pro-cedura di consultazione. A me-dio termine il TRV dovrà esseregestito e finanziato secondonuove modalità; anche a que-sto riguardo il Consiglio fede-rale si esprimerà nel corso del2016.

Il traffico regionale viaggiatori (TRV) è molto utiliz-zato dagli utenti: dal 2007 la domanda è aumenta-ta del 4–5 per cento all’anno, il che implica l’acqui-sto di sempre più treni e autobus. Pertanto èatteso complessivamente, per gli anni 2018–2021, un fabbisogno finanziario supplementare dicirca 880 milioni franchi. Il Consiglio federale hadeciso che questi costi saranno coperti medianteaumenti dell’efficienza da parte delle imprese fer-roviarie e di autobus, dai viaggiatori e da Confede-razione e Cantoni.

I costi del traffico regionaleIl Consiglio federale chiama alla cassa cantoni e imprese di trasporto

Il SEV sul terreno: giornata di visita sui luoghi di lavoro in Ticino - Azione molto apprezzata

Un’azione sul terreno per rafforzare la prossimitàcon la base. Lunedì mattina il segretario sindacaleAngelo Stroppini, coordinatore della giornata, haguidato la delegazione del SEV composta dalla se-gretaria amministrativa Patrizia Pellandini Minottie dai colleghi Urs Hoffmann, Marco Belloli (presi-dente ZPV Ticino), Nicola Sacco, Frederico Maffli eMaurizio Sulmoni. Una giornata all’insegna delmotto «uniti siamo sempre più forti». «Le persone- ha raccontato Stroppini - sono state molto con-tente di vederci sui posti di lavoro. Abbiamo parla-to, scambiato opinioni e soprattutto abbiamoascoltato. Perché in un mondo dove la concorrenzaè sempre più forte e dove le richieste di maggioreproduttività sono incessanti, le condizioni di lavoronon solo sono importanti, ma rappresentano unacartina di tornasole sui cambiamenti in atto. Cam-biamenti che ovviamente si ripercuotono su chi èal fronte quotidianamente». Oltre ai cioccolatiniè stato distribuito anche un disco con la scritta«Prendila e girala come vuoi, l’appartenenza alSEV ne vale la pena». Forza sindacale significa so-prattutto forza contrattuale. E ognuno di noi puòdare un importante contributo. «Ci tengo infatti asottolineare - conclude Stroppini - che nel suo ulti-mo giorno di lavoro prima di andare in pensione,Urs Hoffman ha marcato presenza». frg

Tutti uniti per essere frg

Ore 08.00: si parte... con Urs Hoffmann, Nicola Sacco, MarcoBelloli, Angelo Stroppini e Patrizia Pellandini Minotti.

ppe

Nicola Sacco e Marco Belloli ringraziano Urs Hoffmann (al centro).

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 21/153.12.2015

Recentemente, il servizio stampa dell’Ufficio federaledei trasporti ci ha fornito un ulteriore esempio di co-me si possano usare belle parole per celare cattivenotizie, emettendo un comunicato intitolato: «Il Con-siglio federale intende ripartire su più parti i costisupplementari del traffico regionale» (vedi articoloa fianco). Un titolo che richiama la bella immagine diuno Stato che agisce come una famiglia, assumen-dosi di concerto i costi di un servizio rivolto a tutti. Piùda vicino, l’immagine è molto meno idilliaca.

Papà e mamma Consiglio federale hanno infatti defi-nito il loro cotributo agli 880 milioni di franchi man-canti in soli 160 milioni, ossia a meno del 20 percen-to. Gli altri quattro quinti devono essere coperti daaumenti dell’efficienza delle imprese di trasporto,nonché dai cantoni e dai passeggeri. La definizionedel contributo di questi ultimi viene gentilmente de-mandata alle aziende, che però si guarderanno benedal rincarare ulteriormente le tariffe, già sensibil-mente ritoccate negli ultimi tempi. Le recenti trattati-ve salariali ci hanno inoltre dato la misura dello statodelle finanze dei vari cantoni: chi si aspetta un contri-buto superiore al 20 percento, sogna ad occhi aperti.Per rimettere in discussione la politica di sgravi fisca-li perseguita negli ultimi anni occorrerebbe un corag-gio che gli attuali politici non dimostrano. Dovremoquindi essere contenti se dai cantoni giungerannoaltri 160 milioni, che però lasciano uno scoperto dicirca mezzo miliardo.

Mezzo miliardo che deve essere assorbito da aumen-ti di efficienza. Un ritornello che viene continuamenteripetuto, come se le imprese non avessero mai fattoniente in merito, fermandosi all’epoca del vapore.L’unico vapore, qui, è quello generato dall’aria caldaemessa da questi sostenitori di una maggiore effi-cienza. Nessuno di loro sa infatti indicare concreta-mente come questi aumenti possano essere raggiun-ti. Che non possa avvenire attraverso aumenti divelocità, dovrebbe ormai saperlo persino il Consigliofederale. Non è per contro chiaro se sa come si possadiventare più efficienti. In ogni modo, non lo ha det-to. Noi invece sappiamo cosa tenteranno di fare: nel-le aziende in cui prestazioni e indennità sono definitein anticipo, si finisce per vedere solo la possibilità diattaccarsi alle condizioni di impiego del personale.

L’anno scorso, a Ginevra, vi è stato un primo assag-gio di queste situazioni e della nostra capacità di rea-zione, che dovremo se del caso ricordare ai nostri po-litici timorosi e al Consiglio federale.

EDITORIALE

«Dovremo ricordare lo spirito di Ginevra.»Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

sempre più forti

ppe

Giornata d’azione in immagini.

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ppe

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Una bandiera, una lotta: No al raddoppio del GottardoLa favola dei musicanti di Brema è notaa tutti. Parla di quattro coraggiosi ani-mali che si uniscono nella lotta per il lo-ro futuro. La loro determinazione, la lorofantasia e la loro unione permettono dimettere in fuga i predoni. Una storia ri-presa anche per la lotta contro il rad-doppio del Gottardo, con lo stambecco,il camoscio, la marmotta e la cornacchiadeterminati e pronti a battersi per met-tere in fuga il nemico e ad unire le pro-prie forze per proteggere le Alpi e i loroabitanti dalla valanga di autocarri. In vi-sta del voto popolare del 28 febbraio2016, potete lottare anche voi esponen-do la bandiera contro il raddoppio ad unbalcone, alla finestra o a un albero, dan-do così un segnale per la protezione del-lo spazio alpino, contro il secondo tuboe un contributo visibile alla nostra cam-pagna. La bandiera può essere richiestaal segretariato SEV, viale Stazione 31 aBellinzona, tel. 091 825 01 15 al pome-riggio o [email protected].

IdA

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ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 21/153.12.2015

Ferri corti alle SOB■ Le trattative per un nuovosistema salariale alle SOBsembravano ben lanciate, dopoaver trovato una base didiscussione condivisa e fissatoulteriori incontri. Di colpo, ladirezione ha invece posto unultimatum, negando ai sindacatiogni possibilità di discussione.La bozza presentata non potevaperò essere accolta, ragion percui, mancando un accordo,resterà in vigore il sistemasalariale attuale. Anche letrattative salariali per il 2016sono ad un punto morto, acausa del rifiuto dell’azienda diriconoscere gli avanzamentisalariali, ad eccezione delpersonale viaggiante. Secondol’attuale CCL, il fallimento delletrattative comporta anche lasoppressione della pace dellavoro, per cui il personale stavalutando i possibili passi.

Riprese le trattativeper il CCL BLS■ La pressione del franco e lacongiuntura debole avevanoindotto le parti a rinviare letrattative per il rinnovo del CCL.A metà novembre, hanno poiconcordato le modalità di unaloro ripresa, con l’obiettivo digiungere ad una propostacondivisa da sottoporre allerispettive istanze decisionalientro metà 2016. Piatto fortedelle trattative saranno i salari,che la BLS vorrebbe regolarenell’ambito di un nuovo sistemae che per i sindacati dovrannotener conto degli aumenti diproduttività degli ultimi anni.

Aumento del 2,5 %dell’IPAM■ L’indice dei premi dell’assicu-razione malattia IPAM, cherileva l’evoluzione dei premidell’assicurazione obbligatoria,ha fatto registrare nel 2015 unaumento del 2,5 percento.Secondo l’Ufficio federale distatistica, il reddito mediodisponibile (differenza tra ilreddito totale e spese per tassee assicurazioni) ammonta nel2015 a 4288 franchi (- 0,2 %)mentre il premio medio a 337franchi (297 al netto di sussidi).

IN BREVE

Il Consiglio federale ha decisoin linea di principio che i costisupplementari attesi, comples-sivamente di circa 880 milionifranchi, saranno coperti soli-dalmente dai poteri pubblici(Confederazione e Cantoni),

dalle imprese di trasporto edai viaggiatori. La quota delleimprese di trasporto dovrà es-sere coperta mediante aumentidell’efficienza nell’organizza-zione e nell’esercizio, quelladei clienti con adeguamenti

dei prezzi dei biglietti; l’entitàdell’aumento sarà di compe-tenza delle imprese di traspor-to. Attualmente gli utenti delTRV pagano in media circa il50 per cento dei costi, mentredell’altra metà si fanno carico,ripartendola al 50 per cento, laConfederazione e i Cantoni. Acausa della situazione finan-ziaria della Confederazione, ilConsiglio federale ritiene chesarà possibile aumentare i sus-sidi solo a complemento dellemisure adottate dalle impresedi trasporto; a questa condi-zione è disposto a procedere aun moderato aumento dei fon-di finora previsti.Il credito d’impegno della Con-federazione per il TRV com-

prenderà in totale 3,97 miliardidi franchi per gli anni 2018–2021, ossia circa un miliardodi franchi all’anno. La Confede-razione parteciperà quindi concirca 160 milioni di franchi allacopertura dei costi supplemen-tari del TRV negli anni 2018–2021. In base a questa deci-sione sarà elaborato un mes-saggio sul credito per il TRVper gli anni 2018–2021 chesarà sottoposto al Parlamentoancora nel 2016, dopo la pro-cedura di consultazione. A me-dio termine il TRV dovrà esseregestito e finanziato secondonuove modalità; anche a que-sto riguardo il Consiglio fede-rale si esprimerà nel corso del2016.

Il traffico regionale viaggiatori (TRV) è molto utiliz-zato dagli utenti: dal 2007 la domanda è aumenta-ta del 4–5 per cento all’anno, il che implica l’acqui-sto di sempre più treni e autobus. Pertanto èatteso complessivamente, per gli anni 2018–2021, un fabbisogno finanziario supplementare dicirca 880 milioni franchi. Il Consiglio federale hadeciso che questi costi saranno coperti medianteaumenti dell’efficienza da parte delle imprese fer-roviarie e di autobus, dai viaggiatori e da Confede-razione e Cantoni.

I costi del traffico regionaleIl Consiglio federale chiama alla cassa cantoni e imprese di trasporto

Il SEV sul terreno: giornata di visita sui luoghi di lavoro in Ticino - Azione molto apprezzata

Un’azione sul terreno per rafforzare la prossimitàcon la base. Lunedì mattina il segretario sindacaleAngelo Stroppini, coordinatore della giornata, haguidato la delegazione del SEV composta dalla se-gretaria amministrativa Patrizia Pellandini Minottie dai colleghi Urs Hoffmann, Marco Belloli (presi-dente ZPV Ticino), Nicola Sacco, Frederico Maffli eMaurizio Sulmoni. Una giornata all’insegna delmotto «uniti siamo sempre più forti». «Le persone- ha raccontato Stroppini - sono state molto con-tente di vederci sui posti di lavoro. Abbiamo parla-to, scambiato opinioni e soprattutto abbiamoascoltato. Perché in un mondo dove la concorrenzaè sempre più forte e dove le richieste di maggioreproduttività sono incessanti, le condizioni di lavoronon solo sono importanti, ma rappresentano unacartina di tornasole sui cambiamenti in atto. Cam-biamenti che ovviamente si ripercuotono su chi èal fronte quotidianamente». Oltre ai cioccolatiniè stato distribuito anche un disco con la scritta«Prendila e girala come vuoi, l’appartenenza alSEV ne vale la pena». Forza sindacale significa so-prattutto forza contrattuale. E ognuno di noi puòdare un importante contributo. «Ci tengo infatti asottolineare - conclude Stroppini - che nel suo ulti-mo giorno di lavoro prima di andare in pensione,Urs Hoffman ha marcato presenza». frg

Tutti uniti per essere

frg

Ore 08.00: si parte... con Urs Hoffmann, Nicola Sacco, MarcoBelloli, Angelo Stroppini e Patrizia Pellandini Minotti.

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Nicola Sacco e Marco Belloli ringraziano Urs Hoffmann (al centro).

ATTUALITÀ

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contatto.sevN. 21/153.12.2015

Recentemente, il servizio stampa dell’Ufficio federaledei trasporti ci ha fornito un ulteriore esempio di co-me si possano usare belle parole per celare cattivenotizie, emettendo un comunicato intitolato: «Il Con-siglio federale intende ripartire su più parti i costisupplementari del traffico regionale» (vedi articoloa fianco). Un titolo che richiama la bella immagine diuno Stato che agisce come una famiglia, assumen-dosi di concerto i costi di un servizio rivolto a tutti. Piùda vicino, l’immagine è molto meno idilliaca.

Papà e mamma Consiglio federale hanno infatti defi-nito il loro cotributo agli 880 milioni di franchi man-canti in soli 160 milioni, ossia a meno del 20 percen-to. Gli altri quattro quinti devono essere coperti daaumenti dell’efficienza delle imprese di trasporto,nonché dai cantoni e dai passeggeri. La definizionedel contributo di questi ultimi viene gentilmente de-mandata alle aziende, che però si guarderanno benedal rincarare ulteriormente le tariffe, già sensibil-mente ritoccate negli ultimi tempi. Le recenti trattati-ve salariali ci hanno inoltre dato la misura dello statodelle finanze dei vari cantoni: chi si aspetta un contri-buto superiore al 20 percento, sogna ad occhi aperti.Per rimettere in discussione la politica di sgravi fisca-li perseguita negli ultimi anni occorrerebbe un corag-gio che gli attuali politici non dimostrano. Dovremoquindi essere contenti se dai cantoni giungerannoaltri 160 milioni, che però lasciano uno scoperto dicirca mezzo miliardo.

Mezzo miliardo che deve essere assorbito da aumen-ti di efficienza. Un ritornello che viene continuamenteripetuto, come se le imprese non avessero mai fattoniente in merito, fermandosi all’epoca del vapore.L’unico vapore, qui, è quello generato dall’aria caldaemessa da questi sostenitori di una maggiore effi-cienza. Nessuno di loro sa infatti indicare concreta-mente come questi aumenti possano essere raggiun-ti. Che non possa avvenire attraverso aumenti divelocità, dovrebbe ormai saperlo persino il Consigliofederale. Non è per contro chiaro se sa come si possadiventare più efficienti. In ogni modo, non lo ha det-to. Noi invece sappiamo cosa tenteranno di fare: nel-le aziende in cui prestazioni e indennità sono definitein anticipo, si finisce per vedere solo la possibilità diattaccarsi alle condizioni di impiego del personale.

L’anno scorso, a Ginevra, vi è stato un primo assag-gio di queste situazioni e della nostra capacità di rea-zione, che dovremo se del caso ricordare ai nostri po-litici timorosi e al Consiglio federale.

EDITORIALE

«Dovremo ricordare lo spirito di Ginevra.»Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

sempre più forti

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Giornata d’azione in immagini.

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Una bandiera, una lotta: No al raddoppio del GottardoLa favola dei musicanti di Brema è notaa tutti. Parla di quattro coraggiosi ani-mali che si uniscono nella lotta per il lo-ro futuro. La loro determinazione, la lorofantasia e la loro unione permettono dimettere in fuga i predoni. Una storia ri-presa anche per la lotta contro il rad-doppio del Gottardo, con lo stambecco,il camoscio, la marmotta e la cornacchiadeterminati e pronti a battersi per met-tere in fuga il nemico e ad unire le pro-prie forze per proteggere le Alpi e i loroabitanti dalla valanga di autocarri. In vi-sta del voto popolare del 28 febbraio2016, potete lottare anche voi esponen-do la bandiera contro il raddoppio ad unbalcone, alla finestra o a un albero, dan-do così un segnale per la protezione del-lo spazio alpino, contro il secondo tuboe un contributo visibile alla nostra cam-pagna. La bandiera può essere richiestaal segretariato SEV, viale Stazione 31 aBellinzona, tel. 091 825 01 15 al pome-riggio o [email protected].

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Page 4: Contatto sev 2015 21

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4 POLITICAcontatto.sevN. 21/153.12.2015

Qualcosa si muove, è vero. Maè ancora troppo poco persmuovere dal palo dove si èfermata la parità salariale tradonne e uomini. Dopo anni dilotte e dopo che all’ultimo Con-gresso delle donne USS le de-legate sindacali avevano chie-sto alla consigliera federale eministra della giustizia Simo-netta Sommaruga (ospite dellagiornata) di agire, ecco un se-gnale – seppur timido – daparte del Consiglio federale.«Oltre trent’anni dopo esserestata sancita nella Costituzionefederale – osserva il Consigliofederale – la parità salariale trauomo e donna non è ancorauna realtà».

Differenze salarialiinspiegabiliE conferma ciò che è lapalissia-no dal lontano 1981, facendocapo alle cifre: «Secondo l’Uffi-cio federale di statistica, la dif-ferenza dell’8,7 per cento (paria 678 franchi al mese) registra-ta nell’economia privata nel2012 è inspiegabile». E dalmomento che le misure volon-tarie adottate nel quadro delprogetto «Dialogo sulla paritàsalariale» sono miseramentefallite, occorreva urgentementeun cambio di passo. Così ilConsiglio federale è giunto allaconclusione che per realizzareil diritto a un uguale salario –

sancito nella Costituzione fe-derale e ancorato nella leggefederale sulla parità dei sessidel primo luglio 1996 – occor-rono misure statali supplemen-tari.

Controlli sui salariLo scorso 18 novembre ha cosìmesso in consultazione la mo-difica della legge sulla paritàdei sessi (Lpar). Un progettoche prevede sostanzialmentel’obbligo per i datori di lavorocon 50 o più collaboratori ecollaboratrici di svolgere ogniquattro anni un’analisi dei sa-lari nelle loro imprese e di farlaverificare da servizi di controlloesterni. I risultati del controlloandranno poi comunicati ai/al-le collaboratori/trici. Le societàquotate in borsa – si legge nel-la nota stampa – devono inse-rire questa comunicazione an-che nell’allegato al bilancio, inmodo tale che anche gli azioni-sti siano informati in meritoagli sforzi compiuti dall’impre-sa al fine di realizzare la paritàsalariale.

I rilevamenti statisticisono assolutamente correttiLo stesso giorno, una secondaimportante notizia: «I modelli

statistici di misurazione appli-cati dalla Confederazione sonoscientificamente riconosciuti eadeguati a misurare la dispari-tà salariale fra donne e uomi-ni». Lo conferma un rapportodi esperti elaborato per dareseguito al postulato Noser«Rilevazione della parità sala-riale. Migliorare l’attendibilità»(14.3388), che incaricava ilConsiglio federale di riesami-nare i modelli statistici per lamisurazione della disparità sa-lariale prendendo in considera-zione ulteriori fattori suscetti-bili di determinare differenzesalariali. Il rapporto – che con-ferma dunque la scientificitàdel rilevamento dei dati stati-stici – chiude dunque il beccoa coloro che mettono in discus-sione i dati sulla disparità sala-riale e le persistenti discrimi-nazioni ai danni delle donne.

frg

Il Consiglio federale promuove il modello dei controlli nelle aziende

Parità salariale, timide misureLe cattive notizie sulfronte della parità sala-riale sono quotidiane elo saranno ancora permolto tempo. Le donnedovranno armarsi anco-ra di santa pazienza.Due buone notizie, pe-rò, lo scorso mese dinovembre: il Consigliofederale ha presentatoun progetto di legge percombattere la disparitàsalariale e le cifre su cuisi basano i rilevamentistatistici sono scientifi-camente riconosciute,come indicato da unrapporto di esperti.

SEV

Ordinaria disparità

Le due «buone» notizie non inducano inerrore. La parità salariale piace poco acerti ambienti economici e alla destrache in Parlamento ne è la portavoce.Piace ancora meno alla NZZ che dalmese di agosto propone regolarmenteriflessioni contro la parità salariale (nonsolo mettendo in discussione le statisti-che). C’è poi Avenir Suisse che direcente ha pubblicato uno studio in cuisostanzialmente afferma che è tuttacolpa delle donne, delle loro «decisioniindividuali riguardanti la carriera e lascelta della professione». Faccio faticaa trovare un aggettivo: sconsolante?fuorviante? disarmante? allucinante?Potrebbe sembrare una chiara presa ingiro, ma non lo è affatto. E il punto èproprio questo.

Già il titolo è una dichiarazione pro-grammatica: «Parità salariale – perchéil mercato del lavoro non fallisce».

Avenir suisse vuole evidentementeconfutare una realtà conclamata e cioèche le aziende svizzere discriminano ledonne. Il gruppo di esperti che haverificato la bontà e la fondatezza deirilevamenti statistici del Consigliofederale sulla discriminazione salariale,lo dice chiaramente: «La disparitàsalariale è un concreto segnale deldisfunzionamento e delle lacune delmercato». E aggiunge che «le misurestatali per implementare la paritàsalariale s’impongono come unanecessità».

Se c’è una lotta che accomuna le donnedi ogni orientamento politico è propriola parità salariale. Lo scorso 7 marzooltre 12 mila persone hanno chiestosulla Piazza federale l’applicazione delprincipio in base a cui per un lavoro dipari valore donne e uomini devonopercepire il medesimo salario. Perché

mai una donna dovrebbe percepire unsalario inferiore solo perché donna? Sele discriminazioni toccassero maggior-mente gli uomini, la legge sarebbe giàapplicata da un pezzo.

Le analisi sui salari e le verificheesterne non sono tuttavia sufficienti percontrastare la disparità salariale.Occorre anche un sistema di sanzionicontro le aziende che si rifiutano dieliminare le discriminazioni. Ma primaancora è necessario promuovere latrasparenza salariale, spesso ancora untabù che fondamentalmente penalizzasalariati e salariate. Non per nulla èproprio il padronato a fare resistenzae a storcere il naso sui controlli. Perchéopacità significa potere. E il mercato neapprofitta a piene mani.

Françoise Gehring

LE TRAPPOLE DELLA MANCATA TRASPARENZA

Page 5: Contatto sev 2015 21

REGIONE ......

5contatto.sevN. 21/153.12.2015

Non giudicare, quindi. «Nongiudicate mai un collega vitti-ma di aggressioni perché chinon l’ha vissuto non può capi-re». È l’invito del presidenteGilbert D’Alessandro - lui stes-so vittima di aggressioni - ri-volto ai colleghi della VPT loscorso sabato a Bellinzona. EUmberto La Viola, autista pres-so i Trasporti pubblici luganesi(TPL), sa bene che cosa signifi-ca essere aggredito nell’in-differenza generale. Ha raccon-tato la sua esperienza congrande precisione, come se ilfilm dell’accaduto scorressedavanti ai suoi occhi al rallen-tatore. Ha raccontato di quantosi sia sentito solo al momentodei fatti - il bus e la pensilinaerano pieni di persone ma nes-suno ha mosso un dito - e neigiorni seguenti. Un’esperien-za, la sua, servita a risvegliarel’attenzione sulla necessità diuna presa a carico più struttu-rata da parte dell’azienda.Franco Greco, direttore dei TPL,ha ricordato che l’azienda daanni dispone di mezzi per pre-stare soccorso a chi è in diffi-coltà: esiste un pulsante che

permette all’autista di avverti-re la polizia, la videosorve-glianza; ci sono inoltre agentidi una ditta esterna che effet-tuano i controlli. Eppure Um-berto si è sentito solo, special-mente nella fase successiva,quella che riguarda la denun-cia del fatto. «Il caso di Umber-to - ha dichiarato Peter Bernet,presidente della VPT Sottoce-neri - ci ha permesso di tornarealla carica e chiedere ai TPLuna migliore presa a carico deicolleghi vittime di aggressio-ni». «In effetti - ha commentatoGreco illustrando le buone pra-tiche introdotte nell’azienda -abbiamo preparato un proto-collo molto chiaro e preciso daseguire in caso di aggressioniche sono, per fortuna, moltopoche».Nel suo apprezzatissimo inter-vento, il tenente Antonio Cioc-co della polizia cantonale, haconfermato il limitato numerodi aggressioni in Ticino anchese un’aggressione è sempreuna di troppo. «Quando si èvittime di atti di violenza - haesordito il funzionario di poli-zia - è sempre importante par-larne, cercare testimoni chepossono venirvi in aiuto. Sonospesso momenti di grandeconcitazione e la polizia non èsempre in grado di intervenirenel giro di pochi minuti. Occor-re comunque essere ben con-sapevoli che anche se il fattoviene perseguito d’ufficio, èdifficile mantenere l’anonima-to. Ricordate inoltre che la vo-stra professione pubblica vi

equipara allo statuto di funzio-nario».Uno degli strumenti fondamen-tali resta la formazione e l’in-formazione, come ha sottoli-neato Alessandro Mutti(presidente VPT Locarnese):«Serve a poco avere un artico-lo di legge quando lo si cono-sce appena. Serve poco avereuna Charta per una migliore si-curezza nei trasporti pubblici,se poi nessuno sa che esiste ola sua applicazione è aleato-ria». Del resto in base ai risul-tati di un sondaggio presenta-to dalla vicepresidente del SEVBarbara Spalinger, l’informa-zione e la sensibilizzazione

all’interno delle aziende devo-no essere rafforzate. Lo chie-dono i colleghi e le colleghegrazie alle cui lotte - ha ricor-dato D’Alessandro, «si è riusci-ti a cambiare la legge e a darevita alla Charta contro la vio-lenza e le aggressioni. È statauna lotta del SEV e della VPT.E per onorare questa grandeconquista dobbiamo rimanereattivi sul tema perché in certeregioni della Svizzera gli atti diviolenza sono pane quotidia-no». E poi le aggressioni - co-me ha ben spiegato la psico-loga Eleonora Fontana delLaboratorio di psicopatologiadel lavoro - lasciano sempre

delle cicatrici. «Ognuno di noireagisce alle aggressioni inmodo diverso, in base alle ri-sorse a sua disposizione. Ciòche è importante è chiedereaiuto per elaborare i sentimen-ti di rabbia, dolore, frustrazio-ne e smarrimento che si svilup-pano in seguito ad aggressionifisiche e verbali. Il vostro me-stiere è sicuramente una cate-goria a rischio, per questo èimportante che non siate la-sciati soli, come è successo aUmberto». In questo senso leaziende hanno una grande re-sponsabilità nei confronti delproprio personale.

Françoise Gehring

Giornata cantonale VPT dedicata al tema delle aggressioni

«Non giudicate i colleghi»

Cominciamo dalla fine,dall’appello del presi-dente centrale GilbertD’Alessandro: «Nongiudicate mai un colle-ga vittima di aggressio-ni». C’è piuttosto biso-gno, come hanno dettoi relatori, di solidarietàe vicinanza.

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Il tema è molto sen-tito dai membriVPT, intervenuti nu-merosi alla giorna-ta cantonale.

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I relatori (da sinistra a destra): Eleonora Fontana, Antonio Ciocco, Franco Greco e Umberto Laviola.

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Gilbert D’Alessandro

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VPT sempre presente e compatta.

Page 6: Contatto sev 2015 21

■ Esule curdo, la tua vita èstata segnata in modo parti-colare nel 1995. Irfan, checosa è successo?

Irfan Kazici: Il mio villaggio èstato bruciato. E da quel mo-mento le cose sono cambiateper tutti. Io sono fuggito a nuo-to dalla Turchia alla Grecia, do-ve in un secondo tempo horaggiunto la capitale Atene.Dalla Grecia ho raggiunto l’Ita-lia, stipato in un camion insie-me ad altre persone. Da Brindi-si sono poi partito per Milano,dove nel 1998 ho ottenuto asi-lo politico. Mi sono poi trasferi-to a Venezia per lavoro e diecianni dopo ho ottenuto la citta-dinanza italiana.

■ A Venezia?Sì, è proprio nella città sullalaguna che ho trovato lavoro.Cameriere d’estate e d’invernotanti piccoli lavoretti, in modo

particolare nei cantieri e neitrasporti. A Venezia mi sonotrovato subito bene. Quando siconoscono le fatiche della terra- perché coltivare costa fatica -si ha una capacità di adatta-mento molto forte. Essere acontatto con la terra significaspesso imparare ad apprezza-re le cose essenziali, le coseveramente importanti. Sai checosa significa il mio cognome?Kazici vuol dire scavare (sorri-de, ndr). Speriamo che a forzadi scavare io possa trovare ungiorno qualcosa di bello (ride,ndr). Fino a qualche anno fa aVenezia c’era un grande fer-mento, ma ora la crisi si senteanche lì, allora sono partito.

■ Come hai fatto con la lin-gua?

Parlo un po’ di francese, cheho imparato quando lavoravonei ristoranti in Turchia per ar-rotondare lo stipendio. E poiparlo anche un po’ di inglese;me lo ha insegnato mio zio,che era docente. Queste cono-scenze linguistiche, seppureelementari, mi sono state digrande aiuto per comunicareed entrare in contatto con lepersone. A Venezia, città turi-stica per eccellenza, queste co-noscenze mi sono state utili.

■ Come ti sei sentito accoltoin Italia?

Bene, sostanzialmente. Comein tutto il mondo, ci sono per-sone più sensibili e aperte ed

altre più ostili. Questo fa partedella vita. Ma io ho l’abitudinedi dare più peso a ciò che vabene, al lato positivo della vita.È l’unico modo per vivere conun minimo di serenità. Altri-menti tutto diventa ancora piùdifficile, perché comunquequando sei un migrante ovun-que tu sia devi sempre cercareil tuo nuovo posto in una socie-tà che spesso non conosci. Tut-to sommato a Venezia mi sonotrovato bene e ho ancora degli

amici che vado a trovare ognitre mesi. Sono legami impor-tanti che desidero conservare.Se non ci fosse stata la crisi,sarei probabilmente rimasto aVenezia.

■ Hai dunque deciso di venirein Svizzera perché non c’erapiù lavoro?

Sì, è stato il motivo principale.Un conoscente italiano mi hadetto che forse avrei potutotrovare lavoro in Svizzera e al-lora mi sono deciso a partire.Prima di arrivare a Zurigo, misono fermato in Ticino. Sonostato accolto a Casa Astra aLigornetto, il centro di primaaccoglienza. Ho poi trovatouna sistemazione provvisoria

a Mendrisio. Ma dopo qualchemese e senza nessun lavoro inmano, ho deciso di trasferirmia Zurigo, dove vivo dal 2013 edove lavoro come temporaneoalla stazione FFS. In Ticino misono trovato molto bene e misarebbe piaciuto rimanere, so-prattutto per la lingua. Ho in-contrato persone aperte e di-sponibili, ma senza lavoro nonsi va da nessuna parte. Per unmigrante il lavoro rappresentasenza dubbio un fattore di in-

tegrazione molto importante:frequenti altre persone, seiattivo, impari a conoscere unmondo che per te è comunquenuovo. Lavorare significa inqualche modo essere partedella società. Non c’è nulla dipeggio che passare le giornatea non fare nulla. Ora lavoroall’80 % come temporaneo e inqueste condizioni non è facilevivere. Devo anche continuarea pensare alla mia famiglia,che ha bisogno del mio aiuto.Insomma devo riconoscere cheè abbastanza dura, ma sonotenace, ho una grande volontà.Le esperienze della vita mihanno reso forte e mi hannopure insegnato ad essere gratoper tutto quanto si ha, anche

se è poco. Ciò non significaperò rassegnarsi e non lottareper una vita migliore e perlo-meno dignitosa.

■ A Zurigo che tipo di contattihai?

Me li sto costruendo giorno pergiorno. Dopo tutto quanto hovissuto, ho bisogno di tanta,tantissima pace. I miei occhinon possono dimenticare, ilmio cuore non può ignorare ildolore vissuto, ma la mia men-te può e deve guardare avanti.So bene che la sofferenza faparte della vita di tutti i giorni,so bene che le difficoltà sonodietro l’angolo, ma io desiderofortemente costruirmi una vitadove ci sia spazio per tranquil-lità e pace. Comunque io vadod’accordo con tutti, con i colle-ghi di lavoro mi trovo bene, c’ècollaborazione. Inoltre incon-tro persone di culture diverse equesto mi fa piacere perchéimparo molte cose.

■ Sei tornato in Turchia?Sì, dopo sedici anni sono tor-nato ed evidentemente moltecose sono cambiate. La miafamiglia - mia madre e settefratelli - vive a Dyarbakir. Miha fatto piacere riabbracciarlidopo tanti anni. È stato unmomento molto emozionanteperché tutti noi eravamo cam-biati. Era passato così tantotempo... In aprile tornerò dinuovo. La famiglia è molto im-portante.

Incontro con Irfan Kazici, esule curdo, cittadino italiano e ora impiegato come temporaneo alla stazione di Zurigo

Guardare il futurocon fiducia nella vitaNei suoi occhi neri, che hanno visto bruciare la sua casa e il suo villaggio in un angolo della Turchia, c’èuna grande serenità. Quasi a significare che l’orrore non si dimentica, ma si deve superare perché sologuardando avanti si possono scrivere nuove pagine nel libro della vita. La vita, appunto, tanto preziosaquanto fragile. Un messaggio forte da parte di chi ha sofferto e crede comunque nell’umanità.

«Per un migrante il lavoro rappresenta senzadubbio un fattore di integrazione molto importante:frequenti altre persone, sei attivo, impari a conoscereun mondo che per te è comunque nuovo. Lavoraresignifica essere parte della società»Irfan Kazici, esule curdo

......

6contatto.sevN. 21/153.12.2015

Irfan Kazici è nato nel 1971a Silvan, in Provincia diDiyarbakir, nell’Anatoliaorientale (Turchia). La suafamiglia ora vive a Diyarba-kir. In Turchia ha lavoratocome contadino. Esulecurdo, lavora ora in Svizzeracome temporaneo allastazione FFS di Zurigo. Il suomotto è vivi e lascia vivere.

BIO

■ Che cosa ti ha dato il tuopercorso migratorio?

Ogni migrante ha una sua sto-ria e ogni storia è diversa. Unmigrante ha un passato che lodetermina, un presente con cuiconfrontarsi e un futuro in cuicredere. Siamo figli di una

stessa umanità. Per il migrantel’accoglienza è determinante,ma poi lui deve fare la sua par-te in termini di accettazionedelle regole, di comprensionedelle diversità culturali. Ma lachiave di tutto è e resta il ri-spetto fra le persone. Un ri-spetto che deve funzionaredalle due parti. Per fortuna nonho mai avuto problemi perchéfondamentalmente sono unapersona aperta, calma. Ancheil mio passato ha contribuito aforgiare il mio carattere.

■ A che cosa attribuisci lachiusura delle persone difronte allo straniero. Si trat-ta di paure?

La mancanza di conoscenzapuò generare paure. È comeessere di fronte all’ignoto: ciponiamo delle domande, av-

vertiamo sentimenti di insicu-rezza, nutriamo certi timori,diffidiamo dell’altro perchéignoriamo chi è, da dove viene,che cosa fa, che cosa vuole.Sono in fondo tutte domandelegittime a cui occorre dareuna risposta. E c’è solo un mo-do: imparare a conoscersi, par-lare, confrontarsi senza pregiu-dizi. Io capisco queste paure,però mi fa molto male quandoun migrante viene ferito - an-che solo verbalmente - perchéè diverso da te. Siamo tutti figli

di una stessa umanità. Nessu-no è migliore o peggiore. Nes-suno di noi sceglie dove nasce-re. E nessun essere umanodeve soffrire per essere nato inquesto o in quell’angolo delmondo.

■ I pregiudizi sono dunquepesanti?

Lo sono per tutti. E colpisconochiunque. Basta anche unosguardo per farti sentire inade-guato, diverso, fuori dal gioco.Capita anche a me di sentiredegli sguardi ostili o giudican-ti. E non fa per nulla piacere.Ma io ho l’abitudine di tiraredritto, andare per la mia stradaben sapendo che è inutile rea-gire alle provocazioni. Dopotutto quello che ho vissuto, de-sidero solo guardare avanti.Del resto ho ricevuto anchemolta solidarietà ed è questoche conta. È ovvio che per unmigrante il pregiudizio rappre-senta un ostacolo supplemen-tare nel percorso di integra-zione. Ecco perché è cosìimportante imparare a cono-

scersi. E spesso basta solo unpoco di buona volontà.

■ Ci sono cose che ti fannosoffrire in modo particolare?

Ciò che mi fa male sono falsitàe ipocrisia, che si manifestanoquando qualcuno ti mette inbocca frasi che non hai detto,quando qualcuno deforma asuo vantaggio la realtà e quan-do chi ti sorride è pronto poi apugnalarti alle spalle. Sono at-teggiamenti che danno fastidio- ne sono sicuro - indipenden-temente dall’essere migrante.Credo che l’onestà nei rapportiumani sia una premessa indi-spensabile per costruire rela-zioni sincere e disinteressate eper creare ponti tra culture,giorno per giorno. Per fortunaci sono persone che condivido-no queste principi universali. Ècon queste che possiamo farepassi avanti per costruire in-sieme un mondo migliore. Neabbiamo bisogno.

■ Hai ripetuto più volte chedesideri guardare avanti...

Penso che ogni essere umanodesidera guardare avanti, per-ché è nella natura stessa dellecose. Lo è in modo particolareper un migrante, indipendente-mente dal suo passato. Perchéin qualche modo una personache fugge dalla propria terra diorigine cerca una forma di ri-scatto nella sua nuova vita. Quia Zurigo frequento corsi di te-desco... piuttosto difficile, de-vo dire. La grammatica è un os-so molto duro (ride, ndr) ma miapplico al 100 %. Non possotuttavia negare di avere un so-gno: trovare un lavoro sicuroa tempo indeterminato. Viveresospesi a un filo... non è ilmassimo.

■ Come mai ti sei iscritto alSEV?

Penso che sia importante ave-re qualcuno su cui contare nelcaso di bisogno. La tutela deidiritti è un bene prezioso.

Françoise Gehring

«Ogni migrante ha una sua storia eogni storia è diversa. Un migrante ha unpassato che lo determina, un presentecon cui confrontarsi e un futuro in cuicredere. Siamo figli di una stessaumanità»

frg

Uno sguardo che vola lontano, in cerca di un orizzonte di luce.

INTERVISTA

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contatto.sevN. 21/153.12.2015

Page 7: Contatto sev 2015 21

■ Esule curdo, la tua vita èstata segnata in modo parti-colare nel 1995. Irfan, checosa è successo?

Irfan Kazici: Il mio villaggio èstato bruciato. E da quel mo-mento le cose sono cambiateper tutti. Io sono fuggito a nuo-to dalla Turchia alla Grecia, do-ve in un secondo tempo horaggiunto la capitale Atene.Dalla Grecia ho raggiunto l’Ita-lia, stipato in un camion insie-me ad altre persone. Da Brindi-si sono poi partito per Milano,dove nel 1998 ho ottenuto asi-lo politico. Mi sono poi trasferi-to a Venezia per lavoro e diecianni dopo ho ottenuto la citta-dinanza italiana.

■ A Venezia?Sì, è proprio nella città sullalaguna che ho trovato lavoro.Cameriere d’estate e d’invernotanti piccoli lavoretti, in modo

particolare nei cantieri e neitrasporti. A Venezia mi sonotrovato subito bene. Quando siconoscono le fatiche della terra- perché coltivare costa fatica -si ha una capacità di adatta-mento molto forte. Essere acontatto con la terra significaspesso imparare ad apprezza-re le cose essenziali, le coseveramente importanti. Sai checosa significa il mio cognome?Kazici vuol dire scavare (sorri-de, ndr). Speriamo che a forzadi scavare io possa trovare ungiorno qualcosa di bello (ride,ndr). Fino a qualche anno fa aVenezia c’era un grande fer-mento, ma ora la crisi si senteanche lì, allora sono partito.

■ Come hai fatto con la lin-gua?

Parlo un po’ di francese, cheho imparato quando lavoravonei ristoranti in Turchia per ar-rotondare lo stipendio. E poiparlo anche un po’ di inglese;me lo ha insegnato mio zio,che era docente. Queste cono-scenze linguistiche, seppureelementari, mi sono state digrande aiuto per comunicareed entrare in contatto con lepersone. A Venezia, città turi-stica per eccellenza, queste co-noscenze mi sono state utili.

■ Come ti sei sentito accoltoin Italia?

Bene, sostanzialmente. Comein tutto il mondo, ci sono per-sone più sensibili e aperte ed

altre più ostili. Questo fa partedella vita. Ma io ho l’abitudinedi dare più peso a ciò che vabene, al lato positivo della vita.È l’unico modo per vivere conun minimo di serenità. Altri-menti tutto diventa ancora piùdifficile, perché comunquequando sei un migrante ovun-que tu sia devi sempre cercareil tuo nuovo posto in una socie-tà che spesso non conosci. Tut-to sommato a Venezia mi sonotrovato bene e ho ancora degli

amici che vado a trovare ognitre mesi. Sono legami impor-tanti che desidero conservare.Se non ci fosse stata la crisi,sarei probabilmente rimasto aVenezia.

■ Hai dunque deciso di venirein Svizzera perché non c’erapiù lavoro?

Sì, è stato il motivo principale.Un conoscente italiano mi hadetto che forse avrei potutotrovare lavoro in Svizzera e al-lora mi sono deciso a partire.Prima di arrivare a Zurigo, misono fermato in Ticino. Sonostato accolto a Casa Astra aLigornetto, il centro di primaaccoglienza. Ho poi trovatouna sistemazione provvisoria

a Mendrisio. Ma dopo qualchemese e senza nessun lavoro inmano, ho deciso di trasferirmia Zurigo, dove vivo dal 2013 edove lavoro come temporaneoalla stazione FFS. In Ticino misono trovato molto bene e misarebbe piaciuto rimanere, so-prattutto per la lingua. Ho in-contrato persone aperte e di-sponibili, ma senza lavoro nonsi va da nessuna parte. Per unmigrante il lavoro rappresentasenza dubbio un fattore di in-

tegrazione molto importante:frequenti altre persone, seiattivo, impari a conoscere unmondo che per te è comunquenuovo. Lavorare significa inqualche modo essere partedella società. Non c’è nulla dipeggio che passare le giornatea non fare nulla. Ora lavoroall’80 % come temporaneo e inqueste condizioni non è facilevivere. Devo anche continuarea pensare alla mia famiglia,che ha bisogno del mio aiuto.Insomma devo riconoscere cheè abbastanza dura, ma sonotenace, ho una grande volontà.Le esperienze della vita mihanno reso forte e mi hannopure insegnato ad essere gratoper tutto quanto si ha, anche

se è poco. Ciò non significaperò rassegnarsi e non lottareper una vita migliore e perlo-meno dignitosa.

■ A Zurigo che tipo di contattihai?

Me li sto costruendo giorno pergiorno. Dopo tutto quanto hovissuto, ho bisogno di tanta,tantissima pace. I miei occhinon possono dimenticare, ilmio cuore non può ignorare ildolore vissuto, ma la mia men-te può e deve guardare avanti.So bene che la sofferenza faparte della vita di tutti i giorni,so bene che le difficoltà sonodietro l’angolo, ma io desiderofortemente costruirmi una vitadove ci sia spazio per tranquil-lità e pace. Comunque io vadod’accordo con tutti, con i colle-ghi di lavoro mi trovo bene, c’ècollaborazione. Inoltre incon-tro persone di culture diverse equesto mi fa piacere perchéimparo molte cose.

■ Sei tornato in Turchia?Sì, dopo sedici anni sono tor-nato ed evidentemente moltecose sono cambiate. La miafamiglia - mia madre e settefratelli - vive a Dyarbakir. Miha fatto piacere riabbracciarlidopo tanti anni. È stato unmomento molto emozionanteperché tutti noi eravamo cam-biati. Era passato così tantotempo... In aprile tornerò dinuovo. La famiglia è molto im-portante.

Incontro con Irfan Kazici, esule curdo, cittadino italiano e ora impiegato come temporaneo alla stazione di Zurigo

Guardare il futurocon fiducia nella vitaNei suoi occhi neri, che hanno visto bruciare la sua casa e il suo villaggio in un angolo della Turchia, c’èuna grande serenità. Quasi a significare che l’orrore non si dimentica, ma si deve superare perché sologuardando avanti si possono scrivere nuove pagine nel libro della vita. La vita, appunto, tanto preziosaquanto fragile. Un messaggio forte da parte di chi ha sofferto e crede comunque nell’umanità.

«Per un migrante il lavoro rappresenta senzadubbio un fattore di integrazione molto importante:frequenti altre persone, sei attivo, impari a conoscereun mondo che per te è comunque nuovo. Lavoraresignifica essere parte della società»Irfan Kazici, esule curdo

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6contatto.sevN. 21/153.12.2015

Irfan Kazici è nato nel 1971a Silvan, in Provincia diDiyarbakir, nell’Anatoliaorientale (Turchia). La suafamiglia ora vive a Diyarba-kir. In Turchia ha lavoratocome contadino. Esulecurdo, lavora ora in Svizzeracome temporaneo allastazione FFS di Zurigo. Il suomotto è vivi e lascia vivere.

BIO

■ Che cosa ti ha dato il tuopercorso migratorio?

Ogni migrante ha una sua sto-ria e ogni storia è diversa. Unmigrante ha un passato che lodetermina, un presente con cuiconfrontarsi e un futuro in cuicredere. Siamo figli di una

stessa umanità. Per il migrantel’accoglienza è determinante,ma poi lui deve fare la sua par-te in termini di accettazionedelle regole, di comprensionedelle diversità culturali. Ma lachiave di tutto è e resta il ri-spetto fra le persone. Un ri-spetto che deve funzionaredalle due parti. Per fortuna nonho mai avuto problemi perchéfondamentalmente sono unapersona aperta, calma. Ancheil mio passato ha contribuito aforgiare il mio carattere.

■ A che cosa attribuisci lachiusura delle persone difronte allo straniero. Si trat-ta di paure?

La mancanza di conoscenzapuò generare paure. È comeessere di fronte all’ignoto: ciponiamo delle domande, av-

vertiamo sentimenti di insicu-rezza, nutriamo certi timori,diffidiamo dell’altro perchéignoriamo chi è, da dove viene,che cosa fa, che cosa vuole.Sono in fondo tutte domandelegittime a cui occorre dareuna risposta. E c’è solo un mo-do: imparare a conoscersi, par-lare, confrontarsi senza pregiu-dizi. Io capisco queste paure,però mi fa molto male quandoun migrante viene ferito - an-che solo verbalmente - perchéè diverso da te. Siamo tutti figli

di una stessa umanità. Nessu-no è migliore o peggiore. Nes-suno di noi sceglie dove nasce-re. E nessun essere umanodeve soffrire per essere nato inquesto o in quell’angolo delmondo.

■ I pregiudizi sono dunquepesanti?

Lo sono per tutti. E colpisconochiunque. Basta anche unosguardo per farti sentire inade-guato, diverso, fuori dal gioco.Capita anche a me di sentiredegli sguardi ostili o giudican-ti. E non fa per nulla piacere.Ma io ho l’abitudine di tiraredritto, andare per la mia stradaben sapendo che è inutile rea-gire alle provocazioni. Dopotutto quello che ho vissuto, de-sidero solo guardare avanti.Del resto ho ricevuto anchemolta solidarietà ed è questoche conta. È ovvio che per unmigrante il pregiudizio rappre-senta un ostacolo supplemen-tare nel percorso di integra-zione. Ecco perché è cosìimportante imparare a cono-

scersi. E spesso basta solo unpoco di buona volontà.

■ Ci sono cose che ti fannosoffrire in modo particolare?

Ciò che mi fa male sono falsitàe ipocrisia, che si manifestanoquando qualcuno ti mette inbocca frasi che non hai detto,quando qualcuno deforma asuo vantaggio la realtà e quan-do chi ti sorride è pronto poi apugnalarti alle spalle. Sono at-teggiamenti che danno fastidio- ne sono sicuro - indipenden-temente dall’essere migrante.Credo che l’onestà nei rapportiumani sia una premessa indi-spensabile per costruire rela-zioni sincere e disinteressate eper creare ponti tra culture,giorno per giorno. Per fortunaci sono persone che condivido-no queste principi universali. Ècon queste che possiamo farepassi avanti per costruire in-sieme un mondo migliore. Neabbiamo bisogno.

■ Hai ripetuto più volte chedesideri guardare avanti...

Penso che ogni essere umanodesidera guardare avanti, per-ché è nella natura stessa dellecose. Lo è in modo particolareper un migrante, indipendente-mente dal suo passato. Perchéin qualche modo una personache fugge dalla propria terra diorigine cerca una forma di ri-scatto nella sua nuova vita. Quia Zurigo frequento corsi di te-desco... piuttosto difficile, de-vo dire. La grammatica è un os-so molto duro (ride, ndr) ma miapplico al 100 %. Non possotuttavia negare di avere un so-gno: trovare un lavoro sicuroa tempo indeterminato. Viveresospesi a un filo... non è ilmassimo.

■ Come mai ti sei iscritto alSEV?

Penso che sia importante ave-re qualcuno su cui contare nelcaso di bisogno. La tutela deidiritti è un bene prezioso.

Françoise Gehring

«Ogni migrante ha una sua storia eogni storia è diversa. Un migrante ha unpassato che lo determina, un presentecon cui confrontarsi e un futuro in cuicredere. Siamo figli di una stessaumanità»

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Uno sguardo che vola lontano, in cerca di un orizzonte di luce.

INTERVISTA

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contatto.sevN. 21/153.12.2015

Page 8: Contatto sev 2015 21

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8contatto.sevN. 21/153.12.2015

robabilmente, non vi èalcun’altra norma di leg-ge infranta così spesso

come l’obbligo per il datore dilavoro di registrare sistemati-camente la durata del lavorodei dipendenti. Questo obbligocontempla la durata giornalie-ra e settimanale del lavoro ef-fettivamente svolto, come purele pause che devono poter es-sere documentate retroattiva-mente per gli ultimi cinque an-ni. Chi, come il sottoscritto, hauna certa conoscenza di quan-to avviene nei tribunali del la-voro, constata che la realtà èun’altra: molto spesso non visono registrazioni, oppure so-no solo (molto) parziali e rara-mente sono controfirmate. Lalegge però parla chiaro: laddo-ve non vi sono registrazioni, ilo la dipendente avrebbero lapossibilità di accampare il di-ritto a ore supplementari ogiorni di vacanza arretrati, cheil datore di lavoro deve ricono-scere.

Il tempo di lavoro deve poteressere verificatoL’obbligo di registrazione deltempo di lavoro è contemplatodalla legge sul lavoro e preve-de che il datore di lavoro deb-ba documentare da quando aquando un dipendente ha lavo-

P rato. Le autorità devono potercontrollare la durata del lavoroe quando questo è stato svolto(in particolare se di notte o didomenica), indipendentemen-te se è stato svolto in un luogofisso o in diversi luoghi. Iscri-zioni erronee da parte dei di-pendenti o del datore di lavorocome pure l’esortazione in talsenso («devi timbrare alle sei,ma continuare sino a quando illavoro è finito») vengono consi-derate falso in documenti. Ilsaldo del tempo di lavoro deveessere determinato mensil-mente dal datore di lavoro ecomunicato al o alla dipenden-te. È vietato superare la duratamassima del lavoro giornalieradi 13 ore, rispettivamentequella settimanale di 45 ore,come pure, a seconda dei set-tori, lavorare di notte o di do-menica senza permesso.

Rinuncia alla registrazioneI datori di lavoro ricorronospesso ad un trucco, diffusoma non per questo legale: allarinuncia «di comune accordo»alla registrazione del tempo dilavoro. In pratica, questo signi-fica che non si possono piùrivendicare ore di lavoro straor-dinario, indipendentementedal loro ammontare. La conti-nua crescita però dei carichi di

lavoro in tutte le posizioni ri-schia di portare anche ad uncontinuo aumento dell’orariolavorativo, al quale risulta diffi-cile sottrarsi, quando si «bene-ficia di un regime di tempo dilavoro in fiducia» come spessoviene eufemisticamente defini-to.

Chiarire qualche concettoL’autonomia del tempo di lavo-ro è riservata a chi non sottostàad alcun vincolo di durata o diorario. Presa alla lettera, que-sta riguarda in fondo solo gliartisti (scrittori, compositori,pittori) che non lavorano su in-carico. Chi invece riceve un in-carico, anche se come indipen-dente, si ritrova confrontatocon un vincolo, dato che gli vie-ne chiesto un prodotto da for-nire entro una determinata sca-denza.

«Autonomia» raraAllargando un po’ il concetto,dal punto di vista del tempo dilavoro è da considerare auto-nomo chi può decidere in pro-prio quando svolgere un deter-minato incarico e magari anchedove svolgerlo. Questo generedi rapporto di lavoro è incentra-to sull’incarico che deve esseresvolto. Il dipendente si presen-ta come indipendente e se ne

assume i rischi: se mancano gliincarichi, diminuisce il suo red-dito; se un incarico gli chiedepiù tempo, diminuisce il suostipendio orario.

Lavoro notturno senza proveLa «registrazione semplificatadella durata del lavoro» preve-de che si documenti la duratadel lavoro, senza però tenerconto di quando inizia o termi-na. In questo modo, vi può es-sere anche lavoro notturnosenza richiedere permessi e ri-sulta difficile anche controllarela concessione di pause. In fu-turo, questa forma di registra-zione potrà essere applicata,con il loro consenso, a dipen-denti che possono disporre informa autonoma di almeno unquarto del proprio tempo di la-voro.

Disposizioni non controllateIl tempo di lavoro basato sullafiducia non può essere assimi-lato all’autonomia del tempo dilavoro. Questo modello devetener conto di tutte le disposi-zioni legali (durata massimagiornaliera, divieto di lavoronotturno e domenicale, rispet-to degli orari fissati), ma non viè alcun controllo. La responsa-bilità del loro rispetto ricadequindi sui dipendenti. Il lavoro

straordinario non può esseredocumentato e quindi non vie-ne compensato. Per contro, chiimpiega meno tempo per svol-gere il proprio lavoro, potrà di-sporre di più tempo libero. Iltempo di lavoro basato sulla fi-ducia può funzionare solo nellamisura in cui non vi sono nem-meno controlli «nascosti» daparte del datore di lavoro o dicolleghe o colleghi. Di fatto,può essere applicato solo in ca-so di dipendenti che svolgonoda soli e in modo autonomo unlavoro chiaramente determina-to. Si avvicina quindi molto allavoro indipendente, in cui tipi-camente si viene chiamati asvolgere un determinato incari-co. Un esempio classico è quel-lo dei giornalisti freelance cheperò generalmente la leggeconsidera come salariati dipen-denti.

Caro orario flessibileNel caso dell’orario flessibile,il datore di lavoro rinuncia a fis-sare esattamente l’orario d’ini-zio, delle pause e di terminedel lavoro. Spesso vi sono co-munque orari «bloccati» in cuitutti i dipendenti sono chiamatiad essere presenti sul lavoro evi sono altre facilitazioni, come

La frequenza degli attacchi alla durata del lavoro si intensifica, a colpi di affermazioni secondo le qualile norme sulla durata massima del lavoro quotidiano o mensile «non riflettono più la realtà odierna»oppure sono «superate» o ancora «decisamente non più attuali», per terminare in un rumoroso appelloalla liberalizzazione di una delle leggi più liberali. Il tutto per eliminare qualsiasi limite al lavoro e, quin-di, allo sfruttamento dei dipendenti in favore della massimizzazione dei profitti delle aziende. Laddove iltempo di lavoro non viene documentato, fiorisce il lavoro gratuito e l’autosfruttamento dei dipendenti.

Le nuove disposizioni confermano in primo luogo l’obbligo di registrare il tempo di lavoro

Noi lavoriamo abbastanzae possiamo provarlo

«La registrazione del tempo di lavoro è difondamentale importanza per proteggere i dipendentidal lavoro gratuito, dallo stress e da tutti i disturbi che

ne derivano.»Luca Cirigliano, segretario centrale USS

Continua a pag. 10

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 21/153.12.2015

ma

La classica timbratura appare quasi un retaggio del passato, ma la legge prescrive comunque una registrazione del tempo di lavoro.

La «Legge federale sul lavoro

nelle imprese di trasporti pubbli-

ci», o legge sulla durata del lavoro

(LDL), regola le questioni del

tempo di lavoro in questo partico-

lare settore. Le disposizioni

esecutive sono previste dalla

relativa ordinanza (OLDL) che,

all’articolo 19, precisa: «per tutti i

servizi sottoposti alla LDL,

l’impresa deve compilare un piano

di servizio con la rappresentazione

grafica della durata giornaliera del

lavoro secondo l’allegato A (piano

di servizio)».

Le regole sono quindi dettagliate

al punto di prescrivere il formato

della rappresentazione degli orari,

ma comprendono anche disposi-

zioni sui turni di servizio e di

riposo, sulle pause ecc. Ne deriva

quindi un obbligo di annotazione

minuziosa del tempo di lavoro, che

si estende ai casi in cui il turno

originale deve essere modificato a

seguito di incidenti, perturbazioni

o fattori ambientali. Quest’obbligo

si estende a tutte le professioni

legate anche in modo indiretto

con il trasporto di merci o

persone, quindi anche agli addetti

alla manutenzione degli impianti

ferroviari, alla produzione e

distribuzione di energia e al

personale delle aziende accesso-

rie, come le imprese di carrozze

letti, ristorante e servizi di ristoro.

D’altra parte, la legge precisa

anche di non essere applicabile al

personale dei servizi amministati-

vi. Ne consegue che una «rinuncia

alla registrazione del tempo di

lavoro» presso le imprese di

trasporti pubblici può entrare in

linea di conto solo per queste

categorie e non, per esempio, per

il personale di vendita allo

sportello, oppure per un capoffici-

na o per un quadro della gestione

dell’esercizio.

Sino ad oggi, le aziende di

trasporti pubblici hanno rinunciato

in modo molto differenziato alla

registrazione del tempo di lavoro

per il loro personale amministrati-

vo. Nel 2010, la dirigente della

politica del personale FFS Eveline

Mürner aveva indicato che l’86%

dei dipendenti lavorava documen-

tando il proprio tempo di lavoro.

Senza registrazione lavoravano

per contro «il 3% di quadri

superiori e impiegati secondo il

CO, quindi non assoggettati al

CCL; il 5% di dipendenti attribuiti

a quelli che allora erano i livelli di

funzione 21-29, per i quali la

rinuncia alla registrazione era

obbligatoria e il 6% di dipendenti

del livello di funzione 20» che

avevano rinunciato volontaria-

mente alla registrazione (vedasi

contatto.sev 12/2010). Non pochi

dipendenti delle FFS ci hanno per

contro riferito di essere stati

obbligati a questa «rinuncia

volontaria», che negli ultimi tempi

si è molto diffusa, tanto che le FFS

parlano ormai del 20% del

personale che vi fa ricorso.

La situazione appare un po’

migliore presso le BLS. Secondo le

indicazioni della portavoce Helene

Soltermann, solo il 10% del

personale, ossia coloro che nonsottostanno al CCL, non registra il

tempo di lavoro. Soltermann tiene

a precisare che anche i capidepo-sito, nonostante non sottostiano

al CCL, registrano il proprio tempo

di lavoro «in quanto attivi in unsettore rilevante per la sicurezza».

Non ci è per contro stato possibileavere indicazioni, né in termini

assoluti, né in percentuale, da

parte delle RhB, nonostante le

condizioni in azienda appaiano

molto più in linea di altre aziende

con le disposizioni attuali e future.

Il segretario SEV di Coira Peter

Peyer ricorda come il CCL preveda

una possibilità di rinuncia per i

quadri superiori, che però trova

scarso riscontro nella realtà.

Saranno quindi pochi dipendenti

ad essere toccati dalle modifiche

legislative previste. «Per regolare i

cambiamenti, sarà sufficiente una

nota ripresa in un verbale di

riunione», ci indica. Regolamenta-

zione che, come ci conferma la

portavoce delle RhB Yvonne

Dünser è auspicata anche

dall’azienda stessa.

Presso BLS, e ancora di più presso

le FFS, le necessità di modifica

saranno molto più profonde (vedi

riquadro separato).

pan.

Presso le ferrovie, le nuove regole riguardano soprattutto i settori amministrativi e di backoffice

Page 9: Contatto sev 2015 21

......

8contatto.sevN. 21/153.12.2015

robabilmente, non vi èalcun’altra norma di leg-ge infranta così spesso

come l’obbligo per il datore dilavoro di registrare sistemati-camente la durata del lavorodei dipendenti. Questo obbligocontempla la durata giornalie-ra e settimanale del lavoro ef-fettivamente svolto, come purele pause che devono poter es-sere documentate retroattiva-mente per gli ultimi cinque an-ni. Chi, come il sottoscritto, hauna certa conoscenza di quan-to avviene nei tribunali del la-voro, constata che la realtà èun’altra: molto spesso non visono registrazioni, oppure so-no solo (molto) parziali e rara-mente sono controfirmate. Lalegge però parla chiaro: laddo-ve non vi sono registrazioni, ilo la dipendente avrebbero lapossibilità di accampare il di-ritto a ore supplementari ogiorni di vacanza arretrati, cheil datore di lavoro deve ricono-scere.

Il tempo di lavoro deve poteressere verificatoL’obbligo di registrazione deltempo di lavoro è contemplatodalla legge sul lavoro e preve-de che il datore di lavoro deb-ba documentare da quando aquando un dipendente ha lavo-

P rato. Le autorità devono potercontrollare la durata del lavoroe quando questo è stato svolto(in particolare se di notte o didomenica), indipendentemen-te se è stato svolto in un luogofisso o in diversi luoghi. Iscri-zioni erronee da parte dei di-pendenti o del datore di lavorocome pure l’esortazione in talsenso («devi timbrare alle sei,ma continuare sino a quando illavoro è finito») vengono consi-derate falso in documenti. Ilsaldo del tempo di lavoro deveessere determinato mensil-mente dal datore di lavoro ecomunicato al o alla dipenden-te. È vietato superare la duratamassima del lavoro giornalieradi 13 ore, rispettivamentequella settimanale di 45 ore,come pure, a seconda dei set-tori, lavorare di notte o di do-menica senza permesso.

Rinuncia alla registrazioneI datori di lavoro ricorronospesso ad un trucco, diffusoma non per questo legale: allarinuncia «di comune accordo»alla registrazione del tempo dilavoro. In pratica, questo signi-fica che non si possono piùrivendicare ore di lavoro straor-dinario, indipendentementedal loro ammontare. La conti-nua crescita però dei carichi di

lavoro in tutte le posizioni ri-schia di portare anche ad uncontinuo aumento dell’orariolavorativo, al quale risulta diffi-cile sottrarsi, quando si «bene-ficia di un regime di tempo dilavoro in fiducia» come spessoviene eufemisticamente defini-to.

Chiarire qualche concettoL’autonomia del tempo di lavo-ro è riservata a chi non sottostàad alcun vincolo di durata o diorario. Presa alla lettera, que-sta riguarda in fondo solo gliartisti (scrittori, compositori,pittori) che non lavorano su in-carico. Chi invece riceve un in-carico, anche se come indipen-dente, si ritrova confrontatocon un vincolo, dato che gli vie-ne chiesto un prodotto da for-nire entro una determinata sca-denza.

«Autonomia» raraAllargando un po’ il concetto,dal punto di vista del tempo dilavoro è da considerare auto-nomo chi può decidere in pro-prio quando svolgere un deter-minato incarico e magari anchedove svolgerlo. Questo generedi rapporto di lavoro è incentra-to sull’incarico che deve esseresvolto. Il dipendente si presen-ta come indipendente e se ne

assume i rischi: se mancano gliincarichi, diminuisce il suo red-dito; se un incarico gli chiedepiù tempo, diminuisce il suostipendio orario.

Lavoro notturno senza proveLa «registrazione semplificatadella durata del lavoro» preve-de che si documenti la duratadel lavoro, senza però tenerconto di quando inizia o termi-na. In questo modo, vi può es-sere anche lavoro notturnosenza richiedere permessi e ri-sulta difficile anche controllarela concessione di pause. In fu-turo, questa forma di registra-zione potrà essere applicata,con il loro consenso, a dipen-denti che possono disporre informa autonoma di almeno unquarto del proprio tempo di la-voro.

Disposizioni non controllateIl tempo di lavoro basato sullafiducia non può essere assimi-lato all’autonomia del tempo dilavoro. Questo modello devetener conto di tutte le disposi-zioni legali (durata massimagiornaliera, divieto di lavoronotturno e domenicale, rispet-to degli orari fissati), ma non viè alcun controllo. La responsa-bilità del loro rispetto ricadequindi sui dipendenti. Il lavoro

straordinario non può esseredocumentato e quindi non vie-ne compensato. Per contro, chiimpiega meno tempo per svol-gere il proprio lavoro, potrà di-sporre di più tempo libero. Iltempo di lavoro basato sulla fi-ducia può funzionare solo nellamisura in cui non vi sono nem-meno controlli «nascosti» daparte del datore di lavoro o dicolleghe o colleghi. Di fatto,può essere applicato solo in ca-so di dipendenti che svolgonoda soli e in modo autonomo unlavoro chiaramente determina-to. Si avvicina quindi molto allavoro indipendente, in cui tipi-camente si viene chiamati asvolgere un determinato incari-co. Un esempio classico è quel-lo dei giornalisti freelance cheperò generalmente la leggeconsidera come salariati dipen-denti.

Caro orario flessibileNel caso dell’orario flessibile,il datore di lavoro rinuncia a fis-sare esattamente l’orario d’ini-zio, delle pause e di terminedel lavoro. Spesso vi sono co-munque orari «bloccati» in cuitutti i dipendenti sono chiamatiad essere presenti sul lavoro evi sono altre facilitazioni, come

La frequenza degli attacchi alla durata del lavoro si intensifica, a colpi di affermazioni secondo le qualile norme sulla durata massima del lavoro quotidiano o mensile «non riflettono più la realtà odierna»oppure sono «superate» o ancora «decisamente non più attuali», per terminare in un rumoroso appelloalla liberalizzazione di una delle leggi più liberali. Il tutto per eliminare qualsiasi limite al lavoro e, quin-di, allo sfruttamento dei dipendenti in favore della massimizzazione dei profitti delle aziende. Laddove iltempo di lavoro non viene documentato, fiorisce il lavoro gratuito e l’autosfruttamento dei dipendenti.

Le nuove disposizioni confermano in primo luogo l’obbligo di registrare il tempo di lavoro

Noi lavoriamo abbastanzae possiamo provarlo

«La registrazione del tempo di lavoro è difondamentale importanza per proteggere i dipendentidal lavoro gratuito, dallo stress e da tutti i disturbi che

ne derivano.»Luca Cirigliano, segretario centrale USS

Continua a pag. 10

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 21/153.12.2015

ma

La classica timbratura appare quasi un retaggio del passato, ma la legge prescrive comunque una registrazione del tempo di lavoro.

La «Legge federale sul lavoro

nelle imprese di trasporti pubbli-

ci», o legge sulla durata del lavoro

(LDL), regola le questioni del

tempo di lavoro in questo partico-

lare settore. Le disposizioni

esecutive sono previste dalla

relativa ordinanza (OLDL) che,

all’articolo 19, precisa: «per tutti i

servizi sottoposti alla LDL,

l’impresa deve compilare un piano

di servizio con la rappresentazione

grafica della durata giornaliera del

lavoro secondo l’allegato A (piano

di servizio)».

Le regole sono quindi dettagliate

al punto di prescrivere il formato

della rappresentazione degli orari,

ma comprendono anche disposi-

zioni sui turni di servizio e di

riposo, sulle pause ecc. Ne deriva

quindi un obbligo di annotazione

minuziosa del tempo di lavoro, che

si estende ai casi in cui il turno

originale deve essere modificato a

seguito di incidenti, perturbazioni

o fattori ambientali. Quest’obbligo

si estende a tutte le professioni

legate anche in modo indiretto

con il trasporto di merci o

persone, quindi anche agli addetti

alla manutenzione degli impianti

ferroviari, alla produzione e

distribuzione di energia e al

personale delle aziende accesso-

rie, come le imprese di carrozze

letti, ristorante e servizi di ristoro.

D’altra parte, la legge precisa

anche di non essere applicabile al

personale dei servizi amministati-

vi. Ne consegue che una «rinuncia

alla registrazione del tempo di

lavoro» presso le imprese di

trasporti pubblici può entrare in

linea di conto solo per queste

categorie e non, per esempio, per

il personale di vendita allo

sportello, oppure per un capoffici-

na o per un quadro della gestione

dell’esercizio.

Sino ad oggi, le aziende di

trasporti pubblici hanno rinunciato

in modo molto differenziato alla

registrazione del tempo di lavoro

per il loro personale amministrati-

vo. Nel 2010, la dirigente della

politica del personale FFS Eveline

Mürner aveva indicato che l’86%

dei dipendenti lavorava documen-

tando il proprio tempo di lavoro.

Senza registrazione lavoravano

per contro «il 3% di quadri

superiori e impiegati secondo il

CO, quindi non assoggettati al

CCL; il 5% di dipendenti attribuiti

a quelli che allora erano i livelli di

funzione 21-29, per i quali la

rinuncia alla registrazione era

obbligatoria e il 6% di dipendenti

del livello di funzione 20» che

avevano rinunciato volontaria-

mente alla registrazione (vedasi

contatto.sev 12/2010). Non pochi

dipendenti delle FFS ci hanno per

contro riferito di essere stati

obbligati a questa «rinuncia

volontaria», che negli ultimi tempi

si è molto diffusa, tanto che le FFS

parlano ormai del 20% del

personale che vi fa ricorso.

La situazione appare un po’

migliore presso le BLS. Secondo le

indicazioni della portavoce Helene

Soltermann, solo il 10% del

personale, ossia coloro che nonsottostanno al CCL, non registra il

tempo di lavoro. Soltermann tiene

a precisare che anche i capidepo-sito, nonostante non sottostiano

al CCL, registrano il proprio tempo

di lavoro «in quanto attivi in unsettore rilevante per la sicurezza».

Non ci è per contro stato possibileavere indicazioni, né in termini

assoluti, né in percentuale, da

parte delle RhB, nonostante le

condizioni in azienda appaiano

molto più in linea di altre aziende

con le disposizioni attuali e future.

Il segretario SEV di Coira Peter

Peyer ricorda come il CCL preveda

una possibilità di rinuncia per i

quadri superiori, che però trova

scarso riscontro nella realtà.

Saranno quindi pochi dipendenti

ad essere toccati dalle modifiche

legislative previste. «Per regolare i

cambiamenti, sarà sufficiente una

nota ripresa in un verbale di

riunione», ci indica. Regolamenta-

zione che, come ci conferma la

portavoce delle RhB Yvonne

Dünser è auspicata anche

dall’azienda stessa.

Presso BLS, e ancora di più presso

le FFS, le necessità di modifica

saranno molto più profonde (vedi

riquadro separato).

pan.

Presso le ferrovie, le nuove regole riguardano soprattutto i settori amministrativi e di backoffice

Page 10: Contatto sev 2015 21

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 21/153.12.2015

Dopo anni di aggiramentostrisciante dell’obbligo per idatori di lavoro di registrare iltempo di lavoro e di proteggere

i dipendenti dal lavoro gratuitoe dai rischi psicosociali che nederivano, il Consiglio federaleha riformulato le basi dellaregistrazione del tempo dilavoro. Adesso spetta alle partidi applicare le nuove regole.In particolare, le autorità devonosvolgere controlli a tappeto perrichiamare, laddove previsto,all’obbligo di registrare il tempodi lavoro. Questa registrazione èinfatti di fondamentale impor-tanza per proteggere i dipenden-ti dal lavoro gratuito, dallostress e da tutti i disturbi che nederivano, come dolori distomaco, di schiena, disturbi delsonno e, per finire, dal burnout.La nuova ordinanza comportauna certa deregolamentazionedell’obbligo di registrazione, mala maggior parte dei dipendentibeneficerà comunque dellaprotezione della registrazione. Ilrispetto delle regole permette dimigliorare la protezione permolti di loro. Le eccezioni sonoformulate in modo restrittivo:la durata legale massima dellavoro, le disposizioni sullepause e quelle per il lavorostraordinario continuano ad

essere valide per tutti. Possonofare a meno di registrare iltempo di lavoro i dipendenti chebeneficiano di un’ampia

autonomia sul lavoro, chepossono fissare autonoma-mente la maggior parte deiloro orari e guadagnanooltre 120 000 franchi l’anno.Queste eccezioni devonotuttavia essere regolate conil sindacato di riferimento inun contratto collettivo dilavoro, che deve contenereanche provvedimentispecifici per la protezionedella salute e la prevenzio-ne dei rischi psicosociali.Infine, occorre l’accordo deidipendenti interessati.In particolare, l’obbligo diprevedere provvedimenti

specifici per la protezione dellasalute e la prevenzione dei rischipsicosociali è da considerare ungrande passo avanti rispetto adoggi, dato che impegna le partisociali e le autorità a curarneanche l’applicazione.Le nuove disposizioni sonostate proposte dal Consiglierefederale Johann Schneider-Ammann al termine di un’inten-sa trattativa tra datori di lavoroe sindacati e accettate dalleparti. Dal punto di vista deilavoratori, ulteriori allentamenti,come la rinuncia automatica allaregistrazione del tempo di lavoroa partire da un certo salario,oppure per categoria ecc., nonsono accettabili. L’Unionesindacale svizzera ha pertantochiesto alla commissione perl’economia del Consiglio deglistati di respingere le iniziative inproposito, come la mozioneNiederberger.

Luca Cirigliano,

segretario centrale USS

COMMENTOI dipendenti devono essere protetti

la possibilità di accumularetempo di lavoro da compen-sare, per esempio, con mezzagiornata di libero al mese. Que-sto modello è spesso applicatonei settori amministrativi e nelBack Office.

Durata annua del lavoroSino ad oggi, normalmente sidefinisce la durata settimanaledel lavoro , anche in settori sot-toposti ad importanti fluttua-zioni stagionali della domanda,come l’edilizia o il giardinag-gio. Vi è tuttavia la possibilitàdi lavorare un po’ di più in esta-te e un po’ meno d’inverno, nelrispetto dei limiti massimi, fis-sati tenendo conto delle esi-genze dei vari settori. Diverseorganizzazioni padronali, delsettore assicurativo, bancario,fiduciario, legale e dei media,volevano sopprimere questeregolamentazioni, per lasciaresolo una durata annua del la-

voro. Per i rappresentanti di la-voratrici e lavoratori, si tratta invece di un tentativo di impedireogni controllo del tempo di la-voro prestato e vi vedono unpesante attacco alle norme perla protezione della salute, taleda permettere il lavoro sino al-lo sfiancamento. E questo in unpaese come la Svizzera che è intesta di ogni classifica di pro-duttività. Bisogna inoltre tenerpresente che la compatibilitàtra vita professionale e fami-gliare dipende direttamentedalla possibilità di pianificare illavoro. Un consulente o una re-visora, chiamati in periodi par-ticolari a lavorare 69 ore la set-timana o più, delegano di fattola cura dei figli e della famigliaal o alla partner, oppure a terzepersone.

Libertà illusoriaPrendere libero quando fuorisplende il sole e lavorare quan-do ce la si sente appaiono aprima vista opzioni molto at-

traenti. La realtà è però spessoun’altra, con la giornata in pi-scina prevista con i bambini dasacrificare a causa di «un lavo-ro urgente per un cliente im-portante». Le ore di compen-sazione non possono essereaccumulate e compensate dauna settimana ulteriore di va-canza, ma non appena la situa-zione dal punto di vista del da-tore di lavoro lo permette. Aqueste condizioni, ci si avvicinanotevolmente al lavoro su chia-mata. Per evitare di trovarsi in-vischiati in situazioni di auto-sfruttamento o di precariato«volontario» occorre maggiorchiarezza.

Peter Anliker

segue da pag. 8

Dipendenti che dispongono diun’ampia autonomia nel loro lavo-ro, che sono prevalentemente li-beri di stabilire i propri orari (al-meno il 50 %) e che percepisconoun reddito annuo lordo superiorea 120 000 franchi, possono essereesonerati dall’obbligo di registra-re gli orari di lavoro, se ciò è pre-visto da un CCL. Questa disposi-zione è destinata ad avereconseguenze molto diffuse pressole FFS annullando di fatto nume-rose disposizioni delle direttiveK 130.1 e K 131.1. Nemmeno l’in-dicazione della K 131.1: «nel casodi attività assoggettate alla LDL,anche le collaboratrici e i collabo-ratori con rinuncia al rilievo deltempo di lavoro devono produrrei relativi documenti che attestanola durata del lavoro» fornisce unchiarimento sufficiente.Secondo le nuove disposizioni, iltempo di lavoro di chi guadagnameno di 120 000 franchi l’anno do-

vrà essere registrato, ciò che im-plica che il lavoro straordinarioprestato dovrà in futuro esserecompensato e indennizzato.La rinuncia alla registrazione deltempo di lavoro è possibile solose si rispettano cumulativamentele condizioni indicate (salario, au-tonomia e CCL). Per i quadri nonassoggettati al CCL FFS vi sarebbela possibilità, previo accordo traFFS e sindacati, di elaborare un«Mini-CCL». Non per questo, ilSEV si aspetta un importante flus-so di nuovi membri, dato che que-sta nuova regola è applicabilesolo ad una cerchia ristretta didipendenti. La possibilità è co-munque aperta a tutti.Sino ad oggi, la rinuncia alla regi-strazione del tempo di lavoro èobbligatoria per i dipendenti deilivelli di esigenza da K a O, men-tre è «facoltativa» per quelli sinoal livello «J», che beneficianodell’autonomia nella gestione del

tempo. Quest’ultimo concetto èperò stato piuttosto strapazzatodalle FFS.

Anche presso la BLS, in futuro larinuncia alla registrazione deltempo di lavoro potrà riguardareuna cerchia più ristretta di colla-boratori rispetto ad oggi e dovràessere coperta da una convenzio-ne annessa al CCL. Il ricorso aquesta pratica è però molto menofrequente rispetto alla BLS, ragionper cui gli adeguamenti dovrebbe-ro risultare di portata molto infe-riore.

Presso la RhB saranno pochi i di-pendenti sin qui esonerati a doverriprendere la registrazione deltempo di lavoro. Secondo il segre-tario SEV di Coira Peter Peyer, vidovrebbero essere solo alcuni casinel settore informatico. Per tutticoloro che già registravano il tem-po, invece, non cambierà nulla.. pan.

Numerose regole delle FFS dovranno essere riviste

Page 11: Contatto sev 2015 21

SOTTOFEDERAZIONI ......

11contatto.sevN. 21/153.12.2015

Se si considera il grado di rag-giungimento degli obiettivi peril 2015, emerge il risultato inchiaroscuro sulla puntualità.Con un programma in settepunti, Operating intende af-frontare vari aspetti atti a mi-gliorare la puntualità in modoorientato ai risultati. Anche lecifre sulla sicurezza sono di se-gno negativo, a causa dell’inci-dente di Rafz e la collisione dimanovra di Basilea con unacomposizione ICE ferma.La sicurezza costituisce unasfida quotidiana per noi, inquest’ambito dobbiamo resta-re vigili e migliorare costante-mente.

«OP 2016»Il processo «Cultura e cambia-mento» consiste nel riunire lesingole tessere del mosaicoche formeranno il quadroOP 2016. Fino ad oggi abbia-mo proceduto in modo molto«tecnico». Ci siamo presi trop-po poco tempo per diffondere ivantaggi e l’opportunità deiprocessi e dei cambiamenti.Spesso la loro utilità non èchiara per i nostri collaborato-ri, in particolare anche ai livellipiù bassi. Per questo i dirigentidi OP devono essere resi ido-nei e formati adeguatamente.Uno dei punti cardine per Ope-rating è la padronanza del nuo-vo materiale rotabile, la cuicomplessità esige anche l’ap-prontamento di nuovi concetti.In futuro le revisioni modulariz-zate saranno eseguite negliimpianti di servizio. Ciò rap-presenterà una grande sfidaper la Logistica del materiale(MLO), che dovrà assicurare ladisponibilità dei pezzi di ri-

cambio e i componenti. Perquanto attiene al piano di at-tuazione per la revisione mo-dulare in base alle flotte diveicoli, procediamo secondoprogramma per i treni FLIRT e iGTW, mentre abbiamo qualcheritardo per le revisioni dei DTZ.In quest’ambito, i responsabilisono tenuti ad annunciareeventuali scostamenti, così dapoter reagire in tempo utile.Per tale ragione è stato istitui-to un team «Performance», lacui missione è di aiutare ecoordinare l’attuazione deiprovvedimenti avviati al fronte.

Manutenzione dei treni Girunoe degli ETR 610Secondo quanto comunicatodalle FFS il 30 ottobre, la ma-nutenzione dei nuovi treni peril San Gottardo (Giruno) saràassicurata da Operating neinostri impianti di servizio enelle nostre officine. Questo cirenderà autonomi e flessibiliper quanto concerne la pianifi-cazione delle risorse. Per lasottofederazione TS è buonacosa che le FFS abbiano decisodi mettere a frutto e di accre-scere le proprie conoscenzetecniche nella manutenzionedei veicoli. Questa deve resta-re una competenza centrale delsettore Operating.Non possiamo invece accettarela scelta di esternalizzare adAlstom a Savigliano (Italia) larevisione degli ETR 610, conte-stualmente ai previsti interven-ti di modifica necessari perragioni di omologazione deiveicoli. Con tale decisioneOperating si ripromette disfruttare le sinergie e una mi-gliore disponibilità dei veicoli.La sottofederazione TS fa pre-sente come finora, in relazionecon la qualità e l’affidabilità, leesperienze fatte con Alstomnon siano sempre state convin-centi. Seguiremo molto atten-tamente l’attribuzione di que-sta commessa, intervenendose necessario.

Le offerte più vantaggiose deibus a lunga percorrenza e ilrincaro dei prezzi delle tracceportano a un costante aumen-to della pressione sui costi. Neconsegue un divario fra le ri-

sorse disponibili e l’orienta-mento alla clientela. Occorreintervenire soprattutto per in-crementare l’attrattiva dell’of-ferta e il grado di utilizzazionenegli orari di minor traffico.Viceversa, per il futuro dovràessere possibile realizzare unariduzione dei costi complessividi sistema, con un sistema fer-roviario più vantaggioso, me-diante nuovi concetti d’offertae tecnologie innovative.

Le sfide per il 2016Il 2016 porterà alcune impor-tanti sfide per Operating. Sitratta di mettere finalmente inservizio il nuovo treno bipianoper la lunga percorrenza. Affin-ché sia possibile aprire al traf-fico la nuova galleria di basedel San Gottardo, Operatingdeve completare per tempo inecessari adattamenti dei vei-coli, in particolare nel settoredella protezione antincendio edell’ETCS Level 2. Anche il pro-getto «CEVA e Léman Express»,la più grande rete celere trans-frontaliera di questo tipo in Eu-ropa, ci impegnerà fortementefino all’apertura nel 2019.A questo proposito, ThomasBrandt ha ringraziato tutti col-laboratori di Operating per illoro costante impegno. Giornodopo giorno il nostro lavoroviene apprezzato da oltre unmilione di clienti. Quello chefacciamo è parte di un tutto.

BARLa direzione del settore Ap-prontamento dei treni (ZBS) hachiesto che le regolamentazio-ni specifiche settoriali sulladurata del lavoro (BAR) dei set-tori manovra, pulizia, manu-tenzione, diagnosi dei veicolie riparazioni siano riunite inun’unica BAR. Le nostre richie-ste di cambiamento sono stateelaborate insieme.

Durante un lavoro in gruppi, ilprogetto interno «Nuovo orien-tamento della commissionecentrale TS 2017» ha compiutoun buon passo in avanti. Il no-stro cassiere Kurt Wyss ha pre-sentato una prima bozza delpreventivo 2016.

Servizio stampa TS

Il 2 e 3 novembre scor-so il presidente centraleWerner Schwarzer haaccolto i membri del co-mitato centrale per l’an-nuale riunione. Il capodel settore OperatingThomas Brandt è inter-venuto alle trattande«Stato di attuazioneOP 2016, temi attualie prospettive per il2016».

«Siamo impegnati in più ambiti»■ TS Comitato Centrale a Eggiwil

Islam, terrorismo, sicurezza, civiltà e barbarie, va-lori etici e democratici, laici e religiosi e via dicen-do… L’impressione è che sia stato detto già tutto,di sensato, ma anche molto di insensato. Alloraforse vale la pena cercare di raccogliere le idee etentare di fissare alcuni punti fermi.Per prima cosa occorre smettere di parlare di «mu-sulmani moderati». No, esistono semplicementepersone, individui, di religione musulmana, (circaun miliardo e mezzo), sono sparsi su tutto il piane-ta, vivono anche in mezzo a noi, e sono semplice-mente «musulmani». Poi ci sono altri individui chein nome di quello stesso dio uccidono, compionostragi e sono fanatici, fondamentalisti, terroristi,sì, musulmani fanatici, fondamentalisti, terroristi.Come accade per altre religioni: nessuno parla diindù moderati in contrapposizione ai gruppuscoliindù che ricorrono alla violenza, o di cristiani mo-derati rispetto a quelli che sparano (accade adesempio, in Nigeria) o compiono atti di violenza,come contro dottori e cliniche che praticano l’abor-to, come negli USA.Così mi pare errato parlare di scontro di civiltà.Quella islamica e quella cristiana, hanno radici co-muni, che non sono solo religiose, ma anche cultu-rali. E debbono moltissimo l’una all’altra. Durantei famosi «secoli bui» l’Occidente europeo è statorischiarato dai lumi che venivano dalla civiltàislamica. Non parlo di scontro di civiltà per il sem-plice fatto che quella dell’Isis è tutto tranne cheun’espressione di civiltà, né per come l’intendiamonoi, ma nemmeno per come la intendono i musul-mani. Pensiamoci bene, se non fosse così, se effet-tivamente il credo del califfo Al-Baghdadi fossequello dell’intera umma islamica tanto varrebbeprepararci tutti per il pellegrinaggio alla Mecca.Allo stesso modo non posso parlare di guerra. Inprimo luogo perché le guerre non hanno mai risol-to i conflitti aggiungendo solo violenza alla violen-za. Dirsi in guerra significa porre in second’ordine,rispetto al ricorso alla forza, ogni altro strumentopolitico, economico, diplomatico quando solo esoltanto l’uso comune di queste armi da parte ditutti quanti asseriscono di voler combattere i jiha-disti del sedicente califfo potrebbe portare alla suasconfitta.Sì, c’è da avere paura. La mia è quella di vedereprevalere l’odio che questi fanatici religiosi cerca-no di diffondere nelle nostre società, alimentandocon il terrore, l’islamofobia e con essa la possibili-tà di reazioni inconsulte sino a mettere in pericolola coesistenza sociale e civile che costituisce il fon-damento del nostro vivere comune.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Se l’odio prevale su tutto

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12 SOTTOFEDERAZIONIcontatto.sevN. 21/153.12.2015

Martin Ritschard, presidentedel giorno, ha rivolto un mes-saggio di benvenuto all’assem-blea e in particolare ad AlecDonker, presente per la primavolta in qualità di membro delcomitato centrale. Il nostropresidente centrale GilbertD’Alessandro si è rallegratoper la presenza del presidentedel SEV Giorgio Tuti. «Il SEV -ha ricordato Tuti - è un sinda-cato forte e con le sue sottofe-derazioni funziona in modo ef-ficace. Anche se è apolitico,deve lavorare con alcuni partitipolitici per migliorare le condi-zioni di lavoro». Il partito chelo scorso 18 ottobre ha conqui-stato 11 seggi supplementariin Consiglio nazionale, non haaiutato il SEV da oltre dieci an-ni. Forse queste elezioni per-

metteranno di avere qualchestraniero in meno e qualcheanno in più da lavorare, ha fat-to notare a denti stretti il presi-dente, ricordando che il SEVlotta affinché il personale be-nefici di una qualità di vita de-corosa e di un servizio pubbli-co efficiente e solido.Barbara Spalinger ha comuni-cato con soddisfazione di ave-re firmato due nuovi CCL nelsettore della navigazione; in-fatti la compagnia di navigazio-ne del lago di Zurigo e quelladel lago di Neuchâtel vanno adaggiungersi alle aziende dota-te di un CCL, uno strumentoche permette di mantenere unpartenariato sociale costruttivoa condizioni che le regole sia-no applicate.Le nuove regole di imposizionefiscale delle FVP restano di at-tualità. Barbara Spalinger haricordato che il SEV non dispo-ne di mezzi di pressione sulla

Conferenza federale delle im-poste. Altro tema centrale nellediscussioni del comitato: il re-clutamento. A questo proposi-to la commissione centrale VPTha proposto di offrire un pre-mio di reclutamento in relazio-ne al numero di membri reclu-tati. Il premio sarà consegnatoalle sezioni che decideranno li-beramente in che modo usarlo:distribuirlo ai/alle reclutato-ri/trici o disporne per l’assi-stenza alle sezioni tramiteazioni sul terreno. La sommatotale proposta per il 2016 am-monta a 15 000 franchi. Dopouna vivace discussione, la pro-posta è stata adottata in vota-zione. Pure accolta dal comita-to centrale la partecipazione aicosti dello sciopero TPG; unadecisione che mostra in modoinequivocabile che la solidarie-tà non si ferma sui confini del-le sezioni.Il Comitato centrale si è soffer-

mato in modo particolare suidue appuntamenti che hannocaratterizzato l’anno: l’assem-blea dei delegati - che si è svol-ta in un clima costruttivo - e ilCongresso SEV. Positivo ancheil bilancio sulle attività dei set-tori VPT. Per la navigazione èstato un anno soddisfacente,anche grazie alla meteo favore-vole e al buono svolgimentodel lavoro. Baptiste Morier as-sumerà il coaching del settorenavigazione, a lui familiare. Lagiornata Gatu dedicata allasonnolenza al volante, ha avu-to riscontri positivi. Presentidue esperti che hanno permes-so di inquadrare il problemache può incidere sulla salute,come dimostrano i cinque casidi malattia in Svizzera tedesca.Il settore ferrovia ha grandiprogetti che saranno seguiti daTony Feuz nelle vesti di nuovocoach. Con un nuovo comitatomotivato e un nuovo coach,

questo settore dovrebbe cono-scere uno sviluppo positivo.Quanto ai pensionati, il settoreresta davvero molto attivomentre resta ancora molto dafare per il settore del turismo,dove i turni di servizio sonodavvero troppo lunghi.Volgendo lo sguardo sull’oriz-zonte internazionale, resta alcentro delle preoccupazioni delSEV anche il progetto neolibe-rista TISA, che vuole privatiz-zare il servizio pubblico. Incollaborazione con gli altri sin-dacati segue attentamente glisviluppi dei negoziati. Lacommissione centrale VPT hainfine approvato l’appoggio adun’azione di solidarietà neiconfronti di lavoratori spagnolicondannati dallo Stato spa-gnolo per attività sindacale.

René Tschanzmembro del comitato centrale

Tanta carne al fuoco peri membri del comitatocentrale della VPT.

Le attività della VPT viste a 360 gradi■ Comitato centrale VPT del 27 e 28 ottobre a Gersau

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SERVIZIO ......

13contatto.sevN. 21/153.12.2015

§Quali vantaggi porta ilriscatto presso la pro-pria cassa pensioni? E aquali aspetti devo fareattenzione?

La sostituta dell’amministratore SEV, Sia Lim, spiega alcuni aspetti particolari del nostro sistema di previdenza.

Più rendita e meno imposteColpi di diritto

contatto.sev: a cosa puòservirmi il riscatto presso lamia cassa pensioni?Sia Lim: in primo luogo adavere una rendita superiore.Il riscatto permette infatti dicolmare eventuali lacune alivello di previdenza, deri-vanti per esempio dal nonaver lavorato per un certoperiodo, oppure dall’averconseguito un reddito chenon rientrava nella parte as-sicurata obbligatoriamente.È il caso quando si guada-gna meno della soglia mini-ma, fissata per quest’anno a21 150 franchi lordi all’anno.

■ Ma ne vale la pena?Si, per due motivi. In primoluogo, il riscatto va ad incre-mentare il proprio avere divecchiaia, portando di con-seguenza ad una rendita su-periore una volta giunti allapensione. A seconda delregolamento della propriacassa pensioni, vi possonoessere benefici anche per la

rendita di invalidità, rispet-tivamente quella ai supersti-ti in caso di decesso. D’altraparte, vi sono anche deivantaggi fiscali, dato che ilrisparmio per la propriapensione può essere dedot-to dal reddito imponibile. Èvero che queste imposteverranno poi pagate quandosi beneficerà della renditama, per effetto della pro-gressione, vi è comunqueun effetto positivo.

■ Sul mio certificato assicu-rativo della cassa pensio-ni è indicato un importomassimo di riscatto. Per-ché?

L’importo indicato è la diffe-renza tra il tuo avere di vec-chiaia attuale e quello cheavresti accumulato nel casoin cui il tuo attuale stipendiofosse sempre stato assicu-rato presso la tua cassapensioni attuale. Se hai ac-cumulato meno, hai la facol-tà di compensarlo, nella mi-sura massima dell’importoindicato sotto questa rubri-ca del modulo.

■ Vi sono anche svantaggiad operare un riscatto?

Prima di farlo, devi chiederti

se sino al pensionamentonon avrai veramente più bi-sogno dei soldi che intendiversare in cassa pensioni.Una volta effettuato il paga-mento, non avrai infatti piùla possibilità di prelevarequesti soldi, a meno che tunon ti renda indipendente,oppure lasci definitivamentela Svizzera, oppure ancoranon decida di comperareuna casa o un appartamentoper viverci. In quest’ultimocaso, vi è comunque un pe-riodo di carenza: l’importoversato per il riscatto nonpuò infatti essere prelevatoper accedere alla proprietàabitativa prima di tre anni.Questo periodo di attesadeve essere rispettato an-che se, in caso di pensiona-mento, si chiede la presta-zione in capitale anziché inrendita.

■ Se ho già fatto un prele-vamento per finanziare lamia abitazione, posso lostesso versare un riscattoalla cassa pensioni?

No, in questo caso devi pri-ma rimborsare integralmen-te il prelievo anticipato.

■ Un simile riscatto costacomunque molto. Comeposso verificare se si trat-ta di un investimento vali-do?

Oltre che dalle tue disponi-

bilità finanziarie, dipendeanche dal regolamento dicassa pensioni, che definisceil tasso d’interesse applica-to, il tasso di conversione ap-plicato per calcolare la rendi-ta e l’importo minimo di ri-scatto. Sarebbe utile calcola-re diverse varianti, magaricon l’aiuto degli esperti dellastessa cassa pensioni. In ge-nerale, si può affermare cheoggi l’interesse riconosciutodalle casse pensioni è mi-gliore di quello praticato dal-le banche o dalla previdenzavincolata del terzo pilastro.Il tasso d’interesse minimocon il quale le casse pensionidevono retribuire l’avere divecchiaia è stabilito dal Con-siglio federale. Per il 2015 èdell’1,75 per cento, ma scen-derà all’1,25 per cento per il2016.

■ Vi sono anche fattori chenon si possono calcolarein anticipo?

Si, per esempio il tasso diconversione, fondamentaleper stabilire l’importo dellarendita ma che non può va-riare sino al momento delpensionamento. Negli ultimianni, com’è noto, vi sonogrosse pressioni su questotasso. L’aumento dell’aspet-tativa di vita comporta infattiun aumento del periodo sulquale ripartire l’avere di vec-chiaia.

Il fattore poi che nessunopuò prevedere, è la propriaaspettativa di vita. Se dopo ilnostro decesso non vi sonosuperstiti con diritto ad unarendita, come il o la coniugeo figli agli studi, tutto l’averedi vecchiaia residuo, compre-si i riscatti volontari, restanoinfatti alla cassa pensioni.

■ Queste regole sono ugua-li per tutte le casse pen-sioni, o possono variare?

In Svizzera si contano circa2000 casse pensioni, tuttecon il loro regolamento parti-colare, che è importante co-noscere bene e capire a fon-do, prima di prendere deci-sioni. In caso di dubbio, èmeglio chiarirsi le idee, ri-volgendosi alla cassa pensio-ni, oppure al servizio del per-sonale oppure ancora al pro-prio sindacato.

■ Se, dopo aver consideratotutti gli aspetti, mi decidoper riscattare un certo im-porto, come devo proce-dere? È meglio pagaretutto in una volta, oppurescaglionarlo su più anni?

È senz’altro meglio suddivi-derlo su più anni, in modo dainterrompere la cosiddettaprogressione fiscale. Se iltuo reddito aumenta, in ge-nere, ti trovi a pagare più im-poste e questo aumento èsovraproporzionale. Ripar-tendo il riscatto su più anni, ibenefici fiscali sono superio-ri.

Intervista: Sina Bühler da «Work»

20/15 (leggermente modificata)

ma

Sia Lim a Berna

Sia Lim (36) è la sostitutadell’amministratore del SEV edè specialista diplomata incontabilità e finanze, come purein assicurazioni sociali.

In Svizzera tedesca è relatrice dialcuni corsi Movendo, quali peresempio quello sulla pianifica-zione della propria rendita dicassa pensioni.

BIO

■ Rendita o capitale? Il primopilastro, l’AVS, riconosce le sueprestazioni solo sottoforma direndita. Presso la maggior partedelle casse pensioni, invece, leprestazioni del secondo pilastropossono essere richieste, almenoparzialmente, sotto forma diprelievo in capitale. Se questasoluzione è vantaggiosa dipendeda diversi fattori, quali peresempio l’ammontare dell’averedi vecchiaia, il patrimonio o lostato di salute personale. Vi sonopoi fattori che possono ancoracambiare sino al momento delpensionamento. Ciò rendeimpossibile dare un consiglio diordine generale.

■ I tassi di interesse e quello di

conversione non sono fissi epossono quindi cambiare sino almomento del pensionamento.

■ La scelta tra rendita e capitaleè definitiva e non può esserecorretta a posteriori.

■ Una rendita è garantita vitanatural durante. Il capitaleinvece può essere esaurito e inquesto caso non vi è alcun dirittoda far valere nei confronti dellapropria cassa pensioni.

■ La scadenza per comunicarequesta decisione varia tra lecasse pensioni ed è fissata nelregolamento. Può comunquegiungere sino a tre anni primadel pensionamento.

Secondo pilastro: tenete presente che...

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14 AGENDAcontatto.sevN. 21/153.12.2015

La tradizionale festa nataliziadella sezione Oberwallis avràluogo presso la sala del risto-rante River Side a Briga-Glis.

Vi daremo il benvenuto a par-tire dalle ore 11.30 per poiproseguire con il pranzo.

Verranno consegnati i distin-tivi SEV argentati e dorati peri 25 e 40 anni di appartenen-za al SEV. Un omaggio saràconsegnato pure a chi è affi-liato al SEV da 40, 50 e 70anni. Questi fedeli membriverranno invitati personal-mente.

Vi attendono pure la tombolae il vin brûlé. Sono cordial-mente invitati anche le vostree i vostri compagni di vita.

La cassa sezionale prenderàa carico parte delle spese e ilcosto per persona sarà difranchi 30.00.

Iscrizione entro l’11 dicem-bre a:Walter Schmid con il formu-lario che avete ricevuto oper telefono allo 027 923 5431, 079 872 38 37 o e-mail:[email protected].

Info: www.sev-pv.ch/wallis-valais.

Il pranzo natalizio per la se-zione Unterwallis avrà luogomercoledì 9 dicembre a par-tire dalle ore 11.30 a Marti-gny.

Il segretario Peter Rolli

Festa nataliziadel 15 dicembre

■ PV Vallese

Quest’anno il nostro ritrovosi terrà presso la sala Mimo-sa della Residenza al Parcoa Locarno-Muralto, a partiredalle ore 19.00, con il se-guente ordine del giorno:

1. apertura e saluto del presi-dente Alessandro Mutti2. elezione del presidentedel giorno e di 2 scrutatori3. relazione del presidente4. relazione finanziaria delcassiere Andrea Sabetti, conrapporto dei revisori e appro-vazione dei conti per l’anno20145. relazione del segretariosindacale Angelo Stroppini6. eventuali

Al termine è prevista la cena«natalizia» alle ore 20.00,preceduta dall’aperitivo.

La cena è aperta a tutti gli im-piegati FART/NLM.

Per i membri del sindacato èrichiesta una partecipazionedi CHF 20.00, per i non affi-liati è di CHF 58.00.

Menu: risotto allo champa-gne, arrosto di vitello con pa-tate al rosmarino e verdurinedel piano di Magadino,mousse al cioccolato su com-posta di arancia, caffè e bi-scottini. Merlot del Ticinorosso Runchet (1 bottigliaogni 4 persone), acqua gas-sata e naturale a volontà.

Vi attendiamo numerosi!

Iscrizione entro l’11 dicem-bre tramite SMS a:Andrea Sabetti, telefono076 464 80 00.

Il comitato

Assemblea sezionaleordinaria 14 dicembreLocarno-Muralto

■ VPT LocarnoSezione PV Ticino e Moesano – ferrovieri pensionati

Pranzo di Natale – mercoledì 9 dicembreVi ricordiamo che è in programma presso il Centro Manifestazioni Merca-to Coperto di Mendrisio. Il ritrovo è fissato a partire dalle ore 11.00 epoco più tardi sarà servito un ricco aperitivo, quindi, dopo i saluti delpresidente sezionale Eligio Zappa, ci si potrà mettere a tavola per gustareun gustoso menu.Il prezzo del pranzo, tutto compreso, è di CHF 40.00 a persona. Bevande:Merlot del Ticino da 7,5 dl e acqua minerale.Desideriamo che sia un giorno di festa, d’incontri, d’amicizia e diverti-mento; perciò a rallegrare il passare delle ore avremo un accompagna-mento musicale ed una ricca lotteria.Treni consigliati: da Airolo 8.59 – Faido 9.17 – Biasca 9.37 – Bellinzonaarr. 9.53 – Cambiare treno Bellinzona pt. 10.03 (ferma in tutte le stazioni)Giubiasco 10.06 – Rivera 10.15 – Taverne 10.25 – Lamone 10.27 – Luga-no 10.34 – Melide 10.41 – Maroggia 10.44 – Capolago 10.48 – ArrivoMendrisio 10.54.Da Locarno 9.34 – Cadenazzo 9.50 – Giubiasco arr. 9.57 cambiare trenoGiubiasco pt. 10.06 – arrivo Mendrisio 10.54.Da Chiasso 10.28 – Balerna 10.31 – arrivo Mendrisio 10.35.Qualcuno del comitato sarà presente in stazione per trasportare coloroche avessero difficoltà nel camminare (10 minuti a piedi). Possibilità diposteggio per quanti arriveranno con mezzi propri. Qualora la vostrapartecipazione dovesse essere annullata, desideriamo esserne informatitempestivamente.Le iscrizioni sono chiuse ma se qualcuno si fosse deciso all’ultimo mo-mento può ancora annunciarsi a: Marco Hefti, via Salim 7, 6653 Verscio –tel. 091 796 28 16 – e-mail: [email protected].

Il comitato sezionale

www.sev-online.ch

Beim SEV spielt die Solidarität.Au SEV, on joue la carte de la solidarité.Solidarietà: la carta vincente del SEV.

Solidarietà: la carta vincente del SEV.Au SEV, on joue la carte de la solidarité. Beim SEV spielt die Solidarität.

Michele CorletoSpecialista tecnico

«Sono ancheun autistadi bus»

«Sono ancheuno specialistatecnico»

Denis BurriAutista di bus

Beim SEV spielt die Solidarität.Au SEV, on joue la carte de la solidarité.Solidarietà: la carta vincente del SEV.

Au SEV, on joue la carte de la solidarité.Beim SEV spielt die Solidarität. Solidarietà: la carta vincente del SEV.

Solidarietà: la carta vincente del SEV.Au SEV, on joue la carte de la solidarité. Beim SEV spielt die Solidarität.

«Sonoanche un macchinista»

Pietro GianolliSegretario sindacale

«Sono ancheun segretariosindacale»

Walter HoldereggerMacchinista

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SEZIONI ......

15contatto.sevN. 21/153.12.2015

Il vero problema non è dimagrire: è restare magri!Quando anche si riesce a perdere finalmente ilpeso desiderato, c’è ancora comunque l’incubodella ripresa dei chili perduti a vanificare tuttiquei giorni passati a mortificare il corpo e lo spiri-to. Senza contare che, di solito, è la parte superio-re del corpo, dalla vita in su, a registrare lamaggior perdita di grasso. Si tratta, infatti, dellaparte del fisico meglio vascolarizzata e quindi piùossigenata e più incline a bruciare gli accumuliadiposi. Al contrario, la parte inferiore del corpo èpiù soggetta a fenomeni di stasi venolinfatica e dirallentamento circolatorio; più refrattaria quindi aldimagrimento e più spesso invasa anche dallacellulite. In particolare alle donne (che tendono aingrassare più «a pera» che «a mela») risulta par-ticolarmente difficile perdere il grasso proprio do-ve tendono più ad accumularlo: sulle cosce e suifianchi. Dimagriscono invece nella parte alta delcorpo, dove un po’ di ciccia contribuisce a daremassa al seno. Celebre il caso di un’attrice che, inseguito a un dimagrimento sotto controllo medi-co, si ritrovò due taglie in meno di reggiseno e ci-tò per danni il suo dietologo, colpevole di averlefatto perdere anche buona parte del suo «sex ap-peal». Ma la vera crisi comincia quando ci si ren-de conto che, tanto è stato difficile perdere i chilidi troppo, quanto è facile riprenderli; perché ilcorpo tenderà sempre a tornare al suo peso mas-simo, non appena si abbasserà la guardia e sitornerà a sgarrare. Come se non bastasse, saràpoi sempre più difficile perdere i chili ripresi; an-che ripetendo alla lettera la dieta che prima avevafunzionato così bene. Colpa di una situazionemetabolica ancestrale sviluppata dall’uomo persopravvivere alle lunghe carestie; frutto dei mec-canismi evolutivi che hanno risparmiato tantevolte nel corso dei millenni la nostra specie dal ri-schio di estinzione. In caso di restrizioni alimenta-ri protratte e ricorrenti, specie se associateall’impiego di farmaci dimagranti, alla fine entrain gioco una sorta di «ormone del risparmio», ca-pace di trasformare in grasso tutto ciò che nonserve ai bisogni immediati dell’organismo. Lafiamma del metabolismo si abbassa e il risultatoè che si arriva ad assimilare il 100 % di ciò che siingerisce, si brucia pochissimo e (quasi) «s’in-grassa persino con un bicchiere d’acqua». Eccoperché, in ultima analisi, sono gli stessi dietologiad ammettere che l’unico modo per restare magriè non ingrassare mai!

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... dimagrire

La sezione VPT Locarno ha preso atto con cordoglio della morte del collega pensio-nato Giovanni Cappa. Ai familiari le più sentite condoglianze da parte della nostrasezione.

VPT Locarno

CONDOGLIANZE

L’efficace azione prosegue!!!

1. La sezione riceve la quota fr. 50.- per ogni nuovo membro reclutato, fino ad un massimo

di 20 nuovi membri.

2. Se si supera la quota die 20 nuovi membri, verranno versati 500.- franchi supplementari.

3. Le dieci sezioni, che saranno riuscite a maggiormente aumentare percentualmente

il loro effettivo, riceveranno un premio supplementare.

Per una volta, le discussionisu stipendi, orari, turni e

quant’altro hanno lasciato spa-zio, oltre che ai complimentiall’eccellente cucina, alle di-scussioni tra colleghi delle di-verse aziende riunite nella se-zione: AMSA, ARL, FLP, MonteLema, SNL e TPL. Prima del-l’estrazione della fornitissima

lotteria, il presidente PeterBernet ha ringraziato per la lo-ro fedeltà i colleghi Emilio Sas-si e Cesare Ronchetti (50 anni)e Jean-Pierre Alberti (40 anni alSEV). gi

La VPT sottoceneri si èritrovata per la tradizio-nale serata conviviale alristorante Rupe di SanZeno a Lamone.

Mezzo secolo al SEV

Cena della sezione VPT Sottoceneri

gi

Peter Bernet con ilfesteggiato EmilioSassi.

contatto.sev è il giornale del sindacato del personale deitrasporti SEV. Pubblicazione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (caporedattore), Peter Anliker,Vivian Bologna, Beatrice Fankhauser, Markus Fischer,Françoise Gehring, Pietro Gianolli, Anita Merz, PatriziaPellandini Minotti, Henriette Schaffter.

Indirizzo della redazione: contatto.sev, CP,6501 Bellinzona, e-mail: [email protected], telefono 091 825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3609 copie; totale: 43 612;certificata il 14.11.2014.

Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo: SEV, divisioneamministrativa, casella postale, 3000 Berna 6, e-mail:

[email protected], tel. 031 357 57 57, fax 031 357 57 58.Abbonamento annuale per i non affiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG, Seestrasse 86,8712 Stäfa, tel. 044 928 56 11, fax 044 928 56 00, e-mail:[email protected], www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, Neumattstrasse 1,5001 Aarau, www.mittellandzeitungsdruck.ch (azienda delgruppo AZ Medien AG).ISSN 1662-8470

Prossima edizione: 17 dicembre 2015. Chiusuraredazionale: giovedì 10 dicembre, ore 10.

IMPRESSUM

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 21/153.12.2015

Le condizioni di lavoro che siapplicheranno in futuro altraffico ferroviario regionalefranco-valdo-ginevrino – chesi chiamerà Léman Express eche entrerà in servizio nel2019 – sono ancora tutte dascrivere. «Abbiamo dunqueconsegnato un libro bianco al-la direzione del progetto», af-ferma Valérie Solano, segreta-ria sindacale del SEV. A dire ilvero più che di direzione siè trattato della responsabiledella comunicazione, che haraggiunto per l’occasione lastazione delle Eaux-Vives.Se è vero che prima della mes-

sa in servizio c’è ancora tem-po, SEV, VSLF, CGT e Sud Railhanno deciso di mobilitarsiper esigere buone condizionidi lavoro. «Gli elementi chesono stati presentati in occa-sione dell’ultimo consiglio diamministrazione ci preoccupa-no perché si parla della crea-zione di una filiale di dirittoprivato al 100 %» ha dettoBernard Tournier, segretario

sindacale del settore ferrovia-rio della CGT di Chambéry.Si parla quindi di una privatiz-zazione che genererebbe undeterioramento inaccettabiledelle condizioni di lavoro e deisalari. «Per noi il traffico ferro-viario regionale deve esseregestito dalla società pubblicafrancese SNCF e dalle FFS: ledue aziende non farebbero al-tro che prestare i dipendenti

con le rispettive condizioni dilavoro» sottolinea Valérie So-lano.Julien Troccaz, segretario re-gionale del Sud Rail, non le hamandate a dire: «Non appenasi apre alla concorrenza, l’of-ferta diventa meno buona, letariffe aumentano, gli aumentidi produttività si concretizza-no attraverso la soppressionedei controllori e del personale

di vendita, che viene sostituitodalle macchine».

Essere attori del progettoIl personale vuole inoltre par-tecipare al progetto del traffi-co regionale e dare vita ad unesercizio di qualità sulla basedi precise competenze. I sin-dacati rifiutano treni senzacontrollori perché i macchini-sti che sono soli sui treni – esolo sporadicamente suppor-tati dalla polizia – non posso-no garantire né la loro sicurez-za, né quella dei passeggeri incaso di problemi. La realtà sul-la rete svizzera offre purtrop-po testimonianze concrete.Negli ultimi mesi i macchinistidell’Arco Lemanico sono statibersaglio di violenti attacchi.Attacchi che fanno ovviamenteriflettere. La presenza di pro-fessionisti sul terreno è neces-saria se si vuole frenare il de-grado delle stazioni e laconseguente mancanza di si-curezza.

Vivian Bologna

Erano più di 70 i dipen-denti SNCF e FFS accorsimartedì 24 novembrepresso la stazione delleEaux-Vives per la mani-festazione indetta daisindacati SEV, VSLF,CGT e Sud Rail. Obietti-vo dell’azione: richiede-re condizioni di lavorosenza dumping sullafutura linea regionaletransfrontaliera franco-valdo-ginevrina.

No alla privatizzazioneLéman Express

Eric

Rose

t

Valérie Solano, SEV, e Bernard Tournier, CGT, consegnano il libro bianco alla controparte.

Potete rispondere alla domandadel concorso entro mercoledì9 dicembre 2015:

inviando una cartolina postalecon nome, cognome, indirizzo esoluzione a: SEV, Photomystère,casella postale, 3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destrasotto l’agenda e riempire ilformulario con le indicazionirichieste.

Il nome della vincitrice o delvincitore sarà pubblicato sulnumero successivo. Non verrà

tenuta alcuna corrispondenza sulconcorso. Le vie legali sonoescluse.

È in palio un coltellino Outridercon il logo SEV, che verrà sorteg-giato tra coloro che avranno datola risposta esatta.

La foto dell’ultima edizione è statascattata alla stazione dellaferrovia retica di Thusis, decoratada alcune statue in bronzo.Troverete una foto esplicativa sulsito www.sev-online.ch.

Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni Reka è Araldo Luminati,di Küsnacht ZH, membro dellasezione VPT servizi ferroviari.

Photomystère: «in che regione è stata scattata questa foto?»gi