Contatto sev 2015 15

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 15 10 settembre 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Il SEV approva l’impostazione del Consiglio federale. Pagina 2 Ferrovia integrata .. Sono oltre un milione le persone che lamentano un pregiudizio della salute a causa del lavoro. Pagina 4 Malati di lavoro La segregazione professionale può iniziare molto presto. Riflessione sul sistema della formazione in Svizzera. Pagine 6 e 7 Intervista Molte aziende si rendono conto che il lavoro a tempo parziale è una necessità per il personale. È pertanto nell’interes- se del datore di lavoro promuovere il tempo parziale specialmente per madri e padri. Ma tutto dipende da come si procede. Purtroppo in molti casi si af- fronta la questione in modo negativo e pasticciato, con ricadute perlomeno spiacevoli sui collaboratori e sulle colla- boratrici. Ma ci sono anche esempi po- sitivi come presso TILO e le FFS. alle pagine 8, 9 e 10 Le incognite del tempo parziale Se ben organizzato e struttura- to il tempo parziale consente di meglio conciliare famiglia e lavoro. In caso contrario si tra- duce solo in meno soldi, piani di lavoro peggiori, termini di impiego sempre più stretti, possibilità di formazione e di carriera minori. Molto dipende dalla conduzione aziendale. Per funzionare deve seguire la logica win-win: a vantaggio del personale e dell’azienda, altrimenti è solo penalizzante .. Per scongiurare l’iperflessibilità del personale, occorrono regole molto chiare. In vista della votazione sul raddoppio della galleria autostradale del Gottardo, un gruppo di esperti ha dimostrato che vi sono alternative valide. Dopo che la variante di risanamento senza amplia- menti, ma con l’ausilio della ferrovia, è stata scartata, questi esperti hanno vo- luto vederci chiaro e hanno raccolto da- ti molti interessanti. Hanno così dimo- strato che vi sarebbe capacità sufficiente per il trasbordo del traffico pesante e di quello leggero attraverso le Alpi, senza secondo tubo e senza de- viare traffici su altri valichi. Le risorse li- berate dal risanamento con trasbordo potrebbero essere reinvestite negli ag- glomerati, migliorando quindi le condi- zioni di viabilità, di sicurezza e, di con- seguenza, di vita in tutto il paese. a pagina 3 Un gruppo di esperti presenta uno studio con dati molto precisi Il raddoppio del Gottardo non è necessario .. I deputati ticinesi hanno marcato un’importante presenza, martedì 25 agosto, alle Officine di Bellinzona, rinnovando il loro interesse per le sorti dello stabilimento. Stabilimento industriale che desta comunque una serie di preoccupazioni per il calo delle commesse. Nel frattempo oltre Gottardo si segnala il migliorato del clima di lavoro presso le Officine di Yverdon. alle pagine 4 e 5 Officine sempre al centro

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Transcript of Contatto sev 2015 15

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 15

10 settembre201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Il SEV approval’impostazione delConsiglio federale.

Pagina 2

Ferrovia integrata

..

Sono oltre un milione le persone chelamentano un pregiudizio della salute a causadel lavoro.

Pagina 4

Malati di lavoroLa segregazione professionale può iniziaremolto presto. Riflessione sul sistema dellaformazione in Svizzera.

Pagine 6 e 7

Intervista

Molte aziende si rendono conto che illavoro a tempo parziale è una necessitàper il personale. È pertanto nell’interes-se del datore di lavoro promuovere iltempo parziale specialmente per madrie padri. Ma tutto dipende da come siprocede. Purtroppo in molti casi si af-fronta la questione in modo negativo epasticciato, con ricadute perlomenospiacevoli sui collaboratori e sulle colla-boratrici. Ma ci sono anche esempi po-sitivi come presso TILO e le FFS.

alle pagine 8, 9 e 10

Le incognite del tempo parzialeSe ben organizzato e struttura-to il tempo parziale consentedi meglio conciliare famiglia elavoro. In caso contrario si tra-duce solo in meno soldi, pianidi lavoro peggiori, termini diimpiego sempre più stretti,possibilità di formazione e dicarriera minori. Molto dipendedalla conduzione aziendale.

Per funzionare deve seguire la logica win-win: a vantaggio del personale e dell’azienda, altrimenti è solo penalizzante

..

Per scongiurare l’iperflessibilità del personale, occorrono regole molto chiare.

■ In vista della votazione sul raddoppiodella galleria autostradale del Gottardo,un gruppo di esperti ha dimostrato chevi sono alternative valide. Dopo che lavariante di risanamento senza amplia-menti, ma con l’ausilio della ferrovia, èstata scartata, questi esperti hanno vo-luto vederci chiaro e hanno raccolto da-ti molti interessanti. Hanno così dimo-strato che vi sarebbe capacità

sufficiente per il trasbordo del trafficopesante e di quello leggero attraverso

le Alpi, senza secondo tubo e senza de-viare traffici su altri valichi. Le risorse li-berate dal risanamento con trasbordopotrebbero essere reinvestite negli ag-glomerati, migliorando quindi le condi-zioni di viabilità, di sicurezza e, di con-seguenza, di vita in tutto il paese.

a pagina 3

Un gruppo di esperti presenta uno studio con dati molto precisi

Il raddoppio del Gottardo non è necessario

..

I deputati ticinesi hanno marcatoun’importante presenza, martedì25 agosto, alle Officine di Bellinzona,rinnovando il loro interesse per le sortidello stabilimento. Stabilimentoindustriale che desta comunque unaserie di preoccupazioni per il calo dellecommesse. Nel frattempo oltre Gottardosi segnala il migliorato del clima dilavoro presso le Officine di Yverdon.

alle pagine 4 e 5

Officine sempre al centro

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 15/1510.9.2015

Svizzera e ferrovia:una storia d’amore■ La popolazione svizzera siconferma campione del mondodei viaggi in treno. Nel 2008,ogni abitante ha percorso inmedia 2422 chilometri, 319 inpiù rispetto all’anno preceden-te. Lo indica in una nota odiernail Servizio d’informazione per itrasporti pubblici (LITRA). IlGiappone figura al secondoposto di questa particolareclassifica con 2010 chilometri.Seguono poi la Francia(1377 km) e l’Austria (1253 km).Fanalino di coda sono invece iLituani con una media di 112chilometri per abitante, precisala LITRA basandosi sullastatistica 2008 dell’Unioneinternazionale delle ferrovie. Glisvizzeri si distinguono pure peril numero di tragitti percorsi. Inmedia, ogni abitante ha preso iltreno almeno 50 volte nel 2008,tre volte di più rispetto all’annoprecedente. Soltanto il Giappo-ne ha registrato una media piùelevata, con 71 viaggi a testa.

Swisspass: in Ticinomancano i lettori■ Difficile debutto di Swiss-pass in Ticino: l’abbonamentova sulla fiducia poiché moltedelle compagnie di trasportoticinesi sono ancora sprovvistedel lettore, devono dunquefidarsi della parola dei clienti. Ilnuovo supporto per gli abbona-menti di trasporto svizzeri,oggetto di vivaci discussionianche per quanto riguarda lasicurezza dei dati, sulla tesserarossa riporta solo nome,cognome, fotografia e data dinascita del cliente. Gli abbona-menti, invece, sono scrupolosa-mente custoditi all’interno delchip Rfid. Dal primo agosto gliabbonamenti generali e quellimetà prezzo vengono emessisolo su Swisspass, ma moltedelle compagnie di trasporto piùpiccole sono tuttora prive deilettori appositi. Insomma laparola d’ordine sarà: calma esangue freddo.

IN BREVE

Il tutto era partito con uno ze-lante incarico federale ad unacommissione di esperti per ve-rificare le possibilità di suddi-videre le imprese ferroviarie ininfrastruttura e esercizio.Anche in seguito alle manife-stazioni sindacali davanti al-l’Europarlamento di Strasbur-go durante il dibattito, lastessa Unione europea ha poiridimensionato le sue ambizio-ni, allentando il vincolo dellaseparazione delle imprese.In Svizzera, la commissione haquindi rilasciato il suo rappor-to che abbandonava l’idea diseparazione, proponendo peròuna struttura di holding.Il rapporto recentemente pre-sentato dal Consiglio federaletrascura però anche questaipotesi e riprende il concetto diimprese ferroviarie integrate.Il rapporto si limita a proporremisure per «adeguare il siste-ma ferroviario e garantire laparità di trattamento delle im-prese di trasporto ferroviarionell’accesso all’infrastruttura».Concretamente, il governo pre-vede di trasformare il serviziodi assegnazione delle tracce,attualmente di proprietà diFFS, BLS, SOB e UTP, in un isti-tuto autonomo della Confede-razione e di creare regole chia-re per evitare la penalizzazionedi altre ferrovie nell’accesso ad

un sistema in cui un’impresaha una posizione dominante.Le ferrovie verranno maggior-mente coinvolte nella pianifica-zione dell’orario e degli inve-stimenti.Un’altra misura riguarda lacommissione d’arbitrato in ma-teria ferroviaria, sino ad oggiben poco sollecitata, che do-vrebbe ricevere maggiori com-petenze nei settori della sorve-glianza e degli esami. Inanalogia ad altre commissioniregolatrici svizzere, sarà deno-minata Railcom. Una nuova ba-se normativa le dovrà permet-tere di raccogliere i datinecessari per sorvegliare il

mercato. Secondo il SEV, que-ste modifiche «sono superfluee andranno a gonfiare l’appa-rato amministrativo, pur senzanuocere alle imprese ferrovia-rie» si legge nel suo comunica-to stampa. D’altra parte, lostesso comunicato esprimeuna posizione chiara in meritoalle imprese integrate: «il risul-tato presentato può esserevalutato positivamente», hacommentato il presidente SEVGiorgio Tuti. Secondo il SEV:«l’integrazione di Infrastrutturaed esercizio sotto un unico tet-to giova al sistema nel suocomplesso, a tutto vantaggio,non da ultimo, dell’utenza. An-

che dal punto di vista del per-sonale delle aziende ferrovia-rie, questa unione è positiva inquanto favorisce la collabora-zione anziché generare contra-sti».

Peter Moor

Lo spettro di una sepa-razione in seno alle FFSe alla BLS appare ormaiallontanato. Il progettodi infrastruttura ferro-viaria non contemplainfatti più alcun cam-biamento dell’organiz-zazione, mentre i ruolidel servizio di attribu-zione delle tracce e del-la commissione d’arbi-trato verranno rafforzatiassoggettandoli diretta-mente alla Confedera-zione.

Il SEV sostienela ferrovia integrata

Il Consiglio federale ha presentato il suo rapporto sull’organizzazione dell’infrastruttura

pmo

La delegazione del SEV alla manifestazione in favore del mantenimento delle aziende ferroviarie inte-grate, davanti all’Europarlamento di Strasburgo.

Oltre al progetto di organizzazionedelle ferrovie, il Consiglio fede-rale ha posto in consultazione an-che una proposta di ampliamentodei diritti dei passeggeri del traf-fico ferroviario e delle autolineeinternazionali, allineandoli aglistandard UE.

In questo modo, verrebbero col-mate le lacune esistenti e raffor-

zato il trasporto pubblico.

Le imprese di trasporto sarannotenute a informare i viaggiatori suritardi e soppressioni di corse esui loro diritti. In caso di ritardosuperiore a 60 minuti i passeggeriavranno inoltre diritto a un risarci-mento che può andare al di là diquelli già attualmente concessida alcune ferrovie.

Saranno altresì definiti gli obbli-ghi delle imprese in merito alviaggio di ritorno o al prosegui-mento del viaggio. Nel settoreferroviario le disposizioni relativeal risarcimento si applicherannoal traffico internazionale e a quel-lo nazionale a lunga distanza.

pmo

Più diritti per i passeggeri

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

In genere, gli ingegneri sonopersone che approfondisconoun tema prima di esprimersi inmerito. È quanto ha fatto ancheun gruppo indipendente di in-gegneri e esperti dei trasporti,costituitosi nel 2012, all’indo-mani della decisione politica discavare un secondo tubo auto-stradale al Gottardo per risana-re quello attuale. Dopo che lavariante di risanamento senzaampliamenti, ma con l’ausiliodella ferrovia, è stata scartata,questi esperti hanno voluto ve-derci chiaro e hanno raccoltodati che hanno presentato loscorso 3 settembre in conferen-za stampa.

Rapido, conveniente e direttoRuedi Sturzenegger ha allespalle una lunga carriera alleFFS e sa quindi molto bene dicosa parla. Ha quindi dimo-strato che vi sarebbe capacitàsufficiente per il trasbordo deltraffico pesante e di quello leg-gero attraverso le Alpi, senzasecondo tubo e senza deviaretraffici su altri valichi. Per leauto, verrebbe approntato untrasbordo attraverso l’attualegalleria, che potrebbe offrirenei momenti di punta sino a untreno ogni 7,5 minuti, comesotto la Vereina o il Lötsch-berg, e un treno ogni 15’ nellealtre fasi, per una capacità to-tale di oltre 31 000 auto gior-naliere. Oggi, nei giorni dipunta, si registrano 23 600passaggi.Per il traffico pesante interno,potrebbe venir approntataun’autostrada viaggiante breveda Erstfeld a Biasca, in gradodi offrire due treni all’ora inogni direzione attraverso la

galleria di base e una capacitàdi 30 autocarri ciascuno.Il traffico pesante di transitodovrebbe invece essere carica-to su un’autostrada viaggiantea lunga percorrenza, con termi-nali da realizzare sulle aree fer-roviarie dismesse in zonaChiasso e Basilea. Questa po-trebbe circolare con un trenoall’ora e mantenere la propriaofferta anche terminati i lavoridi risanamento. La capacità to-tale di trasbordo su di un arcodi 17 ore di esercizio sarebbecosì di oltre 3000 veicoli pe-santi al giorno, sufficiente acoprire le esigenze attuali. Infuturo, l’apertura della linea dibase del Gottardo dovrebbe inogni caso contribuire a diminu-ire il numero di transiti perstrada.

Meglio impiegare i soldi altroveI vantaggi del trasbordo ferro-viario sono evidenti: in primoluogo sono di ordine finanzia-rio, in quanto il risanamentocon il trasbordo, compresi i co-sti d’esercizio del trasbordodurante i tre anni di lavori, ver-rebbe a costrare poco più di unterzo della variante con il rad-doppio (1,017 contro 2,788miliardi).Il risanamento senza secondo

tubo sarebbe inoltre terminatocirca 10 anni prima (2026 con-tro 2035). Bisogna poi tenerconto del fatto che nella va-riante con il raddoppio, l’attua-le galleria dovrà essere chiusaper un periodo di circa 150giorni per lavori urgenti, senzadisporre di alternative valide ditrasbordo. Queste ultime ga-rantiranno invece un collega-mento rapido attraverso le Alpisenza soluzione di continuità.Le risorse liberate dal risana-mento con trasbordo potrebbe-ro essere reinvestite negli ag-glomerati, migliorando quindile condizioni di viabilità, di si-curezza e, di conseguenza, divita in tutto il paese. La pre-sentazione di questi espertista suscitando un grande inte-resse. I loro rapporti sono pub-blicati su internet, sul loro sitowww.sanierenohneverlieren.ch,per il momento solo in tede-sco. Dalle informazioni da noiacquisite, prossimamente do-vrebbe essere pubblicata an-che una traduzione in italiano.Informarsi meglio, in vistadella votazione che si svolge-rà probabilmente in febbraio,è senz’altro utile.

pan/gi.

Il raddoppionon è necessario

Esperti contestano le decisioni delle autorità sul Gottardo

In vista della votazionesul raddoppio della gal-leria autostradale delGottardo, un gruppo diesperti ha dimostratoche vi sono alternativevalide.

IdA

Secondo gli attivisti dell’iniziativa delle Alpi, il secondo tubo è unvero e proprio «patto con il diavolo» che hanno voluto scongiuraredavanti al popolare masso di Göschenen

Quanto accadeva da qualche remota parte delMediterraneo, limitandosi a rimbalzare in tristiresoconti dei notiziari, sta ora squarciando la no-stra quotidianità: profughi dalla Siria, dall’Iraq,dall’Afghanistan, nella loro fuga verso l’Europaoccidentale, sono ormai giunti tra noi. Chi li haincontrati sulle spiagge delle proprie vacanzenon aveva bottoni da spegnere per eliminarlidalla propria esistenza, ma si è trovato confron-tato con loro, con chi era in fuga dal proprio pae-

se. L’onnipresente comunicazione ci ha informa-to su tutti i dettagli. Sappiamo di passatori senzascrupoli, di morti orrende che suscitano in noisgomento e ira giustificati. Nel contempo, però,in noi si insinua anche la paura: paura per quan-to potrebbe accadere se orde incontrollate diprofughi dovessero arrivare da noi. Ci immagi-niamo, spesso incoraggiati dagli ambienti delladestra populista, gli scenari più disparati: chenon avremo più le risorse di cui disponiamo og-gi; che ci toglieranno quanto ci siamo guadagna-ti con il lavoro; che i profughi potrebbero prende-re quanto spetta a noi. Scenari che possonomoltiplicarsi, facendoci perdere ogni contattocon la realtà, mentre nessuno di noi può seria-mente sostenere che i profughi gli abbiano sot-tratto qualcosa.

Che le persone vogliano fuggire quando temonoper la vita loro e dei loro cari è evidente, come ècomprensibile che puntino a paesi dove le condi-zioni di vita e di lavoro appaiono migliori. Che danoi queste condizioni siano in effetti migliori èanche merito dei sindacati. Di questo possiamoessere fieri. Abbiamo risorse sufficienti per tutti epossiamo permettere anche di far partecipare al-tre persone a questo benessere senza per questotrovarci in difficoltà. Per questo dobbiamo e pos-siamo aiutarle, carichi di fiducia in noi stessi epossibilmente senza timori ingiustificati di risul-tare penalizzati da una ripartizione del nostrobenessere. Basta guardarsi in giro e riflettere unsecondo per realizzare: se non noi, chi può esse-re in grado di aiutare queste persone nel biso-gno?

EDITORIALE

«Abbiamo risorse sufficienti per tutti e possiamopermettere anche di far partecipare altre personea questo benessere, senza per questo trovarci indifficoltà»

Barbara Spalinger, Vicepresidente SEV

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 15/1510.9.2015

Svizzera e ferrovia:una storia d’amore■ La popolazione svizzera siconferma campione del mondodei viaggi in treno. Nel 2008,ogni abitante ha percorso inmedia 2422 chilometri, 319 inpiù rispetto all’anno preceden-te. Lo indica in una nota odiernail Servizio d’informazione per itrasporti pubblici (LITRA). IlGiappone figura al secondoposto di questa particolareclassifica con 2010 chilometri.Seguono poi la Francia(1377 km) e l’Austria (1253 km).Fanalino di coda sono invece iLituani con una media di 112chilometri per abitante, precisala LITRA basandosi sullastatistica 2008 dell’Unioneinternazionale delle ferrovie. Glisvizzeri si distinguono pure peril numero di tragitti percorsi. Inmedia, ogni abitante ha preso iltreno almeno 50 volte nel 2008,tre volte di più rispetto all’annoprecedente. Soltanto il Giappo-ne ha registrato una media piùelevata, con 71 viaggi a testa.

Swisspass: in Ticinomancano i lettori■ Difficile debutto di Swiss-pass in Ticino: l’abbonamentova sulla fiducia poiché moltedelle compagnie di trasportoticinesi sono ancora sprovvistedel lettore, devono dunquefidarsi della parola dei clienti. Ilnuovo supporto per gli abbona-menti di trasporto svizzeri,oggetto di vivaci discussionianche per quanto riguarda lasicurezza dei dati, sulla tesserarossa riporta solo nome,cognome, fotografia e data dinascita del cliente. Gli abbona-menti, invece, sono scrupolosa-mente custoditi all’interno delchip Rfid. Dal primo agosto gliabbonamenti generali e quellimetà prezzo vengono emessisolo su Swisspass, ma moltedelle compagnie di trasporto piùpiccole sono tuttora prive deilettori appositi. Insomma laparola d’ordine sarà: calma esangue freddo.

IN BREVE

Il tutto era partito con uno ze-lante incarico federale ad unacommissione di esperti per ve-rificare le possibilità di suddi-videre le imprese ferroviarie ininfrastruttura e esercizio.Anche in seguito alle manife-stazioni sindacali davanti al-l’Europarlamento di Strasbur-go durante il dibattito, lastessa Unione europea ha poiridimensionato le sue ambizio-ni, allentando il vincolo dellaseparazione delle imprese.In Svizzera, la commissione haquindi rilasciato il suo rappor-to che abbandonava l’idea diseparazione, proponendo peròuna struttura di holding.Il rapporto recentemente pre-sentato dal Consiglio federaletrascura però anche questaipotesi e riprende il concetto diimprese ferroviarie integrate.Il rapporto si limita a proporremisure per «adeguare il siste-ma ferroviario e garantire laparità di trattamento delle im-prese di trasporto ferroviarionell’accesso all’infrastruttura».Concretamente, il governo pre-vede di trasformare il serviziodi assegnazione delle tracce,attualmente di proprietà diFFS, BLS, SOB e UTP, in un isti-tuto autonomo della Confede-razione e di creare regole chia-re per evitare la penalizzazionedi altre ferrovie nell’accesso ad

un sistema in cui un’impresaha una posizione dominante.Le ferrovie verranno maggior-mente coinvolte nella pianifica-zione dell’orario e degli inve-stimenti.Un’altra misura riguarda lacommissione d’arbitrato in ma-teria ferroviaria, sino ad oggiben poco sollecitata, che do-vrebbe ricevere maggiori com-petenze nei settori della sorve-glianza e degli esami. Inanalogia ad altre commissioniregolatrici svizzere, sarà deno-minata Railcom. Una nuova ba-se normativa le dovrà permet-tere di raccogliere i datinecessari per sorvegliare il

mercato. Secondo il SEV, que-ste modifiche «sono superfluee andranno a gonfiare l’appa-rato amministrativo, pur senzanuocere alle imprese ferrovia-rie» si legge nel suo comunica-to stampa. D’altra parte, lostesso comunicato esprimeuna posizione chiara in meritoalle imprese integrate: «il risul-tato presentato può esserevalutato positivamente», hacommentato il presidente SEVGiorgio Tuti. Secondo il SEV:«l’integrazione di Infrastrutturaed esercizio sotto un unico tet-to giova al sistema nel suocomplesso, a tutto vantaggio,non da ultimo, dell’utenza. An-

che dal punto di vista del per-sonale delle aziende ferrovia-rie, questa unione è positiva inquanto favorisce la collabora-zione anziché generare contra-sti».

Peter Moor

Lo spettro di una sepa-razione in seno alle FFSe alla BLS appare ormaiallontanato. Il progettodi infrastruttura ferro-viaria non contemplainfatti più alcun cam-biamento dell’organiz-zazione, mentre i ruolidel servizio di attribu-zione delle tracce e del-la commissione d’arbi-trato verranno rafforzatiassoggettandoli diretta-mente alla Confedera-zione.

Il SEV sostienela ferrovia integrata

Il Consiglio federale ha presentato il suo rapporto sull’organizzazione dell’infrastruttura

pmo

La delegazione del SEV alla manifestazione in favore del mantenimento delle aziende ferroviarie inte-grate, davanti all’Europarlamento di Strasburgo.

Oltre al progetto di organizzazionedelle ferrovie, il Consiglio fede-rale ha posto in consultazione an-che una proposta di ampliamentodei diritti dei passeggeri del traf-fico ferroviario e delle autolineeinternazionali, allineandoli aglistandard UE.

In questo modo, verrebbero col-mate le lacune esistenti e raffor-

zato il trasporto pubblico.

Le imprese di trasporto sarannotenute a informare i viaggiatori suritardi e soppressioni di corse esui loro diritti. In caso di ritardosuperiore a 60 minuti i passeggeriavranno inoltre diritto a un risarci-mento che può andare al di là diquelli già attualmente concessida alcune ferrovie.

Saranno altresì definiti gli obbli-ghi delle imprese in merito alviaggio di ritorno o al prosegui-mento del viaggio. Nel settoreferroviario le disposizioni relativeal risarcimento si applicherannoal traffico internazionale e a quel-lo nazionale a lunga distanza.

pmo

Più diritti per i passeggeri

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

In genere, gli ingegneri sonopersone che approfondisconoun tema prima di esprimersi inmerito. È quanto ha fatto ancheun gruppo indipendente di in-gegneri e esperti dei trasporti,costituitosi nel 2012, all’indo-mani della decisione politica discavare un secondo tubo auto-stradale al Gottardo per risana-re quello attuale. Dopo che lavariante di risanamento senzaampliamenti, ma con l’ausiliodella ferrovia, è stata scartata,questi esperti hanno voluto ve-derci chiaro e hanno raccoltodati che hanno presentato loscorso 3 settembre in conferen-za stampa.

Rapido, conveniente e direttoRuedi Sturzenegger ha allespalle una lunga carriera alleFFS e sa quindi molto bene dicosa parla. Ha quindi dimo-strato che vi sarebbe capacitàsufficiente per il trasbordo deltraffico pesante e di quello leg-gero attraverso le Alpi, senzasecondo tubo e senza deviaretraffici su altri valichi. Per leauto, verrebbe approntato untrasbordo attraverso l’attualegalleria, che potrebbe offrirenei momenti di punta sino a untreno ogni 7,5 minuti, comesotto la Vereina o il Lötsch-berg, e un treno ogni 15’ nellealtre fasi, per una capacità to-tale di oltre 31 000 auto gior-naliere. Oggi, nei giorni dipunta, si registrano 23 600passaggi.Per il traffico pesante interno,potrebbe venir approntataun’autostrada viaggiante breveda Erstfeld a Biasca, in gradodi offrire due treni all’ora inogni direzione attraverso la

galleria di base e una capacitàdi 30 autocarri ciascuno.Il traffico pesante di transitodovrebbe invece essere carica-to su un’autostrada viaggiantea lunga percorrenza, con termi-nali da realizzare sulle aree fer-roviarie dismesse in zonaChiasso e Basilea. Questa po-trebbe circolare con un trenoall’ora e mantenere la propriaofferta anche terminati i lavoridi risanamento. La capacità to-tale di trasbordo su di un arcodi 17 ore di esercizio sarebbecosì di oltre 3000 veicoli pe-santi al giorno, sufficiente acoprire le esigenze attuali. Infuturo, l’apertura della linea dibase del Gottardo dovrebbe inogni caso contribuire a diminu-ire il numero di transiti perstrada.

Meglio impiegare i soldi altroveI vantaggi del trasbordo ferro-viario sono evidenti: in primoluogo sono di ordine finanzia-rio, in quanto il risanamentocon il trasbordo, compresi i co-sti d’esercizio del trasbordodurante i tre anni di lavori, ver-rebbe a costrare poco più di unterzo della variante con il rad-doppio (1,017 contro 2,788miliardi).Il risanamento senza secondo

tubo sarebbe inoltre terminatocirca 10 anni prima (2026 con-tro 2035). Bisogna poi tenerconto del fatto che nella va-riante con il raddoppio, l’attua-le galleria dovrà essere chiusaper un periodo di circa 150giorni per lavori urgenti, senzadisporre di alternative valide ditrasbordo. Queste ultime ga-rantiranno invece un collega-mento rapido attraverso le Alpisenza soluzione di continuità.Le risorse liberate dal risana-mento con trasbordo potrebbe-ro essere reinvestite negli ag-glomerati, migliorando quindile condizioni di viabilità, di si-curezza e, di conseguenza, divita in tutto il paese. La pre-sentazione di questi espertista suscitando un grande inte-resse. I loro rapporti sono pub-blicati su internet, sul loro sitowww.sanierenohneverlieren.ch,per il momento solo in tede-sco. Dalle informazioni da noiacquisite, prossimamente do-vrebbe essere pubblicata an-che una traduzione in italiano.Informarsi meglio, in vistadella votazione che si svolge-rà probabilmente in febbraio,è senz’altro utile.

pan/gi.

Il raddoppionon è necessario

Esperti contestano le decisioni delle autorità sul Gottardo

In vista della votazionesul raddoppio della gal-leria autostradale delGottardo, un gruppo diesperti ha dimostratoche vi sono alternativevalide.

IdA

Secondo gli attivisti dell’iniziativa delle Alpi, il secondo tubo è unvero e proprio «patto con il diavolo» che hanno voluto scongiuraredavanti al popolare masso di Göschenen

Quanto accadeva da qualche remota parte delMediterraneo, limitandosi a rimbalzare in tristiresoconti dei notiziari, sta ora squarciando la no-stra quotidianità: profughi dalla Siria, dall’Iraq,dall’Afghanistan, nella loro fuga verso l’Europaoccidentale, sono ormai giunti tra noi. Chi li haincontrati sulle spiagge delle proprie vacanzenon aveva bottoni da spegnere per eliminarlidalla propria esistenza, ma si è trovato confron-tato con loro, con chi era in fuga dal proprio pae-

se. L’onnipresente comunicazione ci ha informa-to su tutti i dettagli. Sappiamo di passatori senzascrupoli, di morti orrende che suscitano in noisgomento e ira giustificati. Nel contempo, però,in noi si insinua anche la paura: paura per quan-to potrebbe accadere se orde incontrollate diprofughi dovessero arrivare da noi. Ci immagi-niamo, spesso incoraggiati dagli ambienti delladestra populista, gli scenari più disparati: chenon avremo più le risorse di cui disponiamo og-gi; che ci toglieranno quanto ci siamo guadagna-ti con il lavoro; che i profughi potrebbero prende-re quanto spetta a noi. Scenari che possonomoltiplicarsi, facendoci perdere ogni contattocon la realtà, mentre nessuno di noi può seria-mente sostenere che i profughi gli abbiano sot-tratto qualcosa.

Che le persone vogliano fuggire quando temonoper la vita loro e dei loro cari è evidente, come ècomprensibile che puntino a paesi dove le condi-zioni di vita e di lavoro appaiono migliori. Che danoi queste condizioni siano in effetti migliori èanche merito dei sindacati. Di questo possiamoessere fieri. Abbiamo risorse sufficienti per tutti epossiamo permettere anche di far partecipare al-tre persone a questo benessere senza per questotrovarci in difficoltà. Per questo dobbiamo e pos-siamo aiutarle, carichi di fiducia in noi stessi epossibilmente senza timori ingiustificati di risul-tare penalizzati da una ripartizione del nostrobenessere. Basta guardarsi in giro e riflettere unsecondo per realizzare: se non noi, chi può esse-re in grado di aiutare queste persone nel biso-gno?

EDITORIALE

«Abbiamo risorse sufficienti per tutti e possiamopermettere anche di far partecipare altre personea questo benessere, senza per questo trovarci indifficoltà»

Barbara Spalinger, Vicepresidente SEV

......

4 ATTUALITÀcontatto.sevN. 15/1510.9.2015

Nel 2013, circa 316 000 persone pro-fessionalmente attive nei 12 mesi pre-cedenti sono rimaste vittime di un infor-tunio sul lavoro. Gli uomini ne hannosubiti più delle donne (8% contro 5%).Quasi una volta su quattro (23%) all’in-fortunio è seguito un periodo di interru-zione del lavoro di almeno due settima-ne. I giovani di meno di 30 anni (11%),e in particolare gli apprendisti (17%),hanno spesso infortuni sul lavoro. Gliapprendisti sono più spesso attivi nelleprofessioni dell’industria e dell’artigia-nato, in cui il rischio di infortuni è piùelevato. Le persone che lavorano nel

settore dell’agricoltura (12%) o in quel-lo delle costruzioni (11%) sono cinquevolte più numerose ad avere un infortu-nio sul lavoro rispetto a quelle impiega-te in banche e assicurazioni (2%).L’11% delle persone che hanno eserci-tato un’attività professionale almenouna volta nella vita (750 000 persone),nel 2013 hanno avuto dei problemi disalute (esclusi gli infortuni) connessiall’attività lavorativa. Le persone tra i50 e i 64 anni e quelle che lavoranonell’agricoltura ne hanno avuti di più(15%), seguite da quelle che lavoranonel settore delle costruzioni (12%) e da

quelle attive nel settore della sanità edei servizi sociali (11%). Circa sei voltesu dieci (59%) i problemi di salute sonodisturbi alle ossa, alle articolazioni o ai

muscoli e, una volta su cinque, stress,depressione o ansietà. Il 25% delle per-sone colpite da questi problemi di salu-te ha dovuto interrompere il lavoro peralmeno due settimane.Le persone che nel loro lavoro sonoesposte ad almeno due rischi fisici, co-me sollevare carichi pesanti, assumereposizioni faticose, trattare sostanze chi-miche, sentire vibrazioni o rumori forti,dichiarano nettamente più spesso diavere problemi di salute causati o acuitidal lavoro rispetto alle persone nonesposte a questi rischi (15% contro3%). Lo stesso dicasi per quelle espo-ste a rischi psicosociali, come moltafretta o sovraccarico di lavoro, violenza,mobbing o forte carico emozionale (il19% contro il 4% per le persone nonesposte ad alcun rischio psicosociale).

Ufficio federale di statistica

Un milione di persone con problemi di salute a causa del lavoro

Nel 2013, il 6% delle persone che nei 12 mesi precedenti aveva-no un’attività professionale è rimasto vittima di un infortunio sullavoro e l’11% delle persone interrogate ha dichiarato di soffriredi un problema di salute provocato o acuito dall’attività lavorati-va. Sono oltre un milione le persone che lamentano un pregiudi-zio della salute a causa del lavoro. Le stime si basano sui risul-tati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST). I giovanisubiscono maggiormente infortuni sul lavoro.

Malati di lavoro: le cifre del dolore

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«Non ne posso più»

Praticamente tutti presenti(con la sola eccezione di MarcoRomano, scusato per una riu-nione di commissione) i depu-tati ticinesi hanno dapprima vi-sitato i veri reparti, guidati daidirigenti delle Officine e ac-compagnati dai membri dellacommissione del personale.Hanno così potuto toccare conmano le realtà quotidiane: dal-la buona occupazione del set-tore locomotive, impegnato inprevalenza nella revisione del-le locomotive a graduatore(che il progetto del 2008 vole-va trasferire a Yverdon), alleesigenze poste alla lavorazio-ne sale e alle attuali difficoltà

del settore carri, confrontatocon la contrazione delle ordi-nazioni da parte di FFS Cargo,principale cliente. Difficoltàconfermate anche dal direttoredelle Officine, Felix Hauri nelsuo intervento nel quale haespresso soddisfazione per il

lavoro volto alle Officine, maanche perplessità per il futu-ro, legate proprio all’anda-mento di Cargo. Hauri haquindi lanciato un appello airappresentanti politici perpromuovere le potenzialitàdello stabilimento. Un appello

ribadito anche da Gianni Friz-zo che ha invitato a farsi parteattiva presso le Ferrovie perindurle a promuovere l’occu-pazione. Quest’ultimo aspettoè stato al centro del toccanteintervento del sindaco di Bel-linzona Mario Branda, che ha

ricordato la storia delle Offici-ne e di come tutta la regioneviva tutt’oggi in stretta sim-biosi con le Officine.A nome del Consiglio di Stato,Manuele Bertoli ha volutoesprimere un ringraziamentoa tutto il personale e ai suoirappresentanti per quanto fat-to dal 2008 in poi per mante-nere una struttura così impor-tante per il cantone.La conclusione è naturalmen-te spettata alla presidentedella deputazione MarinaCarobbio Guscetti che, oltre airingraziamenti a tutti i parte-cipanti, ha tenuto ad esprime-re l’impegno dei rappresen-tanti a Berna per affrontare erisolvere i problemi che anco-ra affliggono le OBe.

Gi

I deputati ticinesi hannomarcato un’importantepresenza, martedì 25agosto, alle Officine diBellinzona, rinnovandoil loro interesse per lesorti dello stabilimento

Interesse sempre vivoLa deputazione ticinese alle camere ha visitato le Officine di Bellinzona

gi

Occhi e orecchie ben aperti alle spiegazioni (al centro Flavio Regazzi, di schiena Giovanni Merlini e, adestra, Marina Carobbio Guscetti.

ATTUALITÀ ......

5contatto.sevN. 15/1510.9.2015

..

UNITI SIAMO SEMPRE PIÙ FORTI

Convinci colleghe e colleghi ad aderire al SEV e vinci nuovi premi attraenti!

A giudicare dalle dichiarazionedel personale, il cielo si è fattopiù sereno: i ricorrenti proble-mi di comunicazione sembranoessere risolti; anzi viene anchefavorito il dialogo invece dellarepressione, specialmente perquanto concerne la sicurezza.Questi cambiamenti sono statiavvertiti con favore. «Da partedella direzione – osserva il se-gretario sindacale Jean-PierreEtique – percepiamo una chia-ra volontà e apertura nel rico-noscere il grande carico ammi-nistrativo che pesa suiresponsabili del sito, i qualihanno a volte poco tempo dioccuparsi della conduzione delpersonale». Da qualche temposono regolari le visite deiresponsabili sui luoghi di pro-duzione; visite che permettonospesso di spiegare i nuovicompiti o effettuare correzionisu alcuni lavori; fermo restan-

do che occorre anche averetempo per parlare regolarmen-te con i collaboratori, un aspet-to certamente positivo.

Maggiore considerazioneAltro cambiamento: il persona-le aveva chiesto di poter inizia-re molto presto (alle 5 del mat-tino) in caso di canicola,evitando così le ore torride delpomeriggio. Ora questo cam-biamento di orario impliche-rebbe il versamento di un’in-dennità notturna, un«dettaglio» sufficiente perscontrarsi con l’opposizionedella direzione. Quest’anno lamisura è stata accolta senzadiscussione, a grande soddi-sfazione del personale. Unesempio molto concreto dellarinnovata sensibilità del-l’azienda nei confronti dellasalute del personale.

Un personale sotto pressioneLe inchieste svolte dal SEV cheillustravano l’ampiezza delmalcontento del personale e ilpeso dello stress, sono in par-te all’origine dei cambiamenti.Il sondaggio sulla soddisfazio-ne commissionato parallela-mente dalle FFS, ha ugualmen-te dato vita al dispiegamentodi nuove disposizioni. Per il

SEV, che accoglie con favore lemisure prese, è tuttavia spia-cevole che la commissione delpersonale non sia stata consul-tata e coinvolta prima della lo-ro elaborazione. Il sindacatosegue comunque con fiducia ilfuturo della condizioni di lavo-ro. Del resto miglioramenti so-no stati fatti anche a livellodelle incomprensioni sulla leg-ge sulla durata del lavoro. Orac’è un’accresciuta sensibilitàverso queste disposizioni, ne-cessarie perché tutelano il per-sonale. Tenuto conto dell’evo-luzione positiva, l’incontro diinizio settembre tra le direzionie, per il personale, André Mar-tin (CoPe) unitamente a Jean-Pierre Etique e a Vincent Bro-dard (per il SEV), si è svolto inun clima sereno e costruttivo.Un progresso figlio della per-severanza del sindacato che,in base ad un sondaggio da cuierano emersi dati preoccupan-ti, era intervenuto in modo de-ciso per portare un po’ di pacee il sereno negli stabilimentiindustriali di Yverdon. Era ora.

Henriette Schaffter/frg

«Non abbiamo lavoratoinvano. Qualcosa si èmosso» ha dichiaratoJean-Pierre Etique, dopoun incontro lo scorsoprimo settembre con ladirezione (bicefala)degli stabilimentiindustriali.

Cielo più serenoAlle officine d’Yverdon si constatano miglioramenti

La situazione economica in Svizzera è buona per la maggior parte delleaziende e dei settori economici, ragione per cui si giustifica pienamen-te una progressione generalizzata dei salari. Secondo l’USS, insomma,la congiuntura interna è stabile: dal ramo della costruzione a quellofinanziario gli affari vanno bene. Anche i settori orientati all’esportazio-ne, che devono fare i conti con un franco sopravvalutato, hanno potutoapprofittare della ripresa nell’UE e della diminuzione dei prezzi deiprodotti acquistati all’estero.

«Quindi, pur considerando le differenze fra i rami e le singole aziende,miglioramenti degli stipendi fino all’1,5 % sono ben motivati», hasostenuto Rechsteiner. Affinché anche le fasce salariali basse e mediepossano ricevere il giusto compenso per l’andamento dell’economia iritocchi devono essere concessi in modo generale. Sussiste necessitàdi recupero in particolare per i dipendenti di lunga data: la crescitadelle loro remunerazioni negli ultimi dieci anni è infatti stata inferiorealla media.

Se le retribuzioni non verranno riviste al rialzo il potere d’acquistodiminuirà, mette in guardia il consigliere agli stati socialista sangalle-se. Questo perché sono previsti nuovamente sensibili aumenti deipremi dell’assicurazione malattia.

Se per contro i negoziati salariali si concluderanno in modo soddisfa-cente, a beneficiarne sarà l’intero clima congiunturale: l’economiasvizzera potrà tornare a guardare con una certa fiducia al futuro,nonostante la forza del franco e i problemi da essa provocati. Si trattaanche di correggere un’evoluzione insufficiente degli stipendi nell’ulti-mo decennio, ha sostenuto il capoeconomista dell’USS Daniel Lampart.

Unia - uno dei sindacati affiliati all’USS - rivendica un aumentogenerale dell’1,5 % nel settore principale della costruzione. «Per leimprese ciò è possibile e per i lavoratori è necessario», ha affermato lapresidente Vania Alleva. Nei trasporti la progressione deve esseredell’1 %, mentre nel ramo chimico-farmaceutico Unia auspica 120franchi in più al mese. Sempre stando al sindacato, nell’industria dellemacchine, dell’elettrotecnica e dei metalli lo stipendio va ritoccato di80 franchi.

Nel commercio al dettaglio vengono per contro richiesti solo aumentimirati per il personale formato e con grande esperienza professionale.Per quanto riguarda Posta e PostFinance il sindacato Syndicom ha giàconcordato un ritocco dello 0,6 %, più un pagamento una tantum di400 franchi. Nel comparto telecom pretende un +1 %, mentre presso legrandi società editoriali i compensi dovrebbero lievitare di almeno100 franchi al mese. Dal fronte sindacale giunge anche un chiaro noalle misure di risparmio nei confronti del personale della Confederazio-ne: non sono i funzionari a dover passare alla cassa per una politicafiscale errata, si afferma.

Comunicato stampa USS

RIVENDICAZIONI SALARIALI:L’USS CHIEDE L’1,5 % IN PIÙ

Le BLS assumono personaleperché la produzione è in pie-na crescita. In occasione dellapresentazione del bilancio dimezz’anno, l’azienda ha fattonotare che c’era un aumento dicarico di personale, ossia un3 % di posti a tempo pieno inpiù. Una notizia positiva in unperiodo di smantellamento diposti di lavoro. Dal momentoper presso le BLS lavorano tre-mila persona, si tratta di un au-mento di 90 unità a tempo pie-no. Però c’è un però: al SEVnessuno comprende concreta-mente dove queste persone

supplementari potrebbero es-sere impiegate, tanto più che ilprogramma di risparmi «Gip-felsturm» resta attuale. HugoWyler, portavoce delle BLS,spiega: «Sono stati creati nuo-vi posti di lavoro e colmatiposti vacanti». Si è ben guar-dato da dare delle cifre esattepoiché «le cifre esatte sul per-sona vengono analizzate soloalla fine dell’anno». Sembre-rebbe che i nuovi posti sianostati creati in particolare neisettori della produzione ferro-viaria, traffico viaggiatori einfrastruttura. A fine anno ci

saranno infatti nuove tratte (laBLS andrà fino a La Chaux-de-Fonds) e la formazione è giàiniziata. Altro punto degno dinota: quattro macchinisti sonoformati presso le BLS ogni tremesi, da quando la formazioneè gestita all’interno dell’azien-da. La settimana scorso sonostati assegnati circa ventiposti. Hugo Wyler ha spiegatoche «la situazione è al limitema che l’azienda non è con-frontata con una carenza di ef-fettivi». pan

Più personale alle BLS

Produzione in crescita

......

6contatto.sevN. 15/1510.9.2015

■ Lei studia le discriminazionie le pari opportunità, giu-sto?

Christian Imdorf: Sì, mi occu-po soprattutto della segrega-zione di genere nel sistemaeducativo e formativo, segre-gazione che si riflette poi nelmondo del lavoro.

■ Ha studiato in modo partico-lare la discriminazione ri-guardanti gli apprendisti almomento dell’assunzione indiversi settori, come garage,studio dentistico e medico.

È vero, una dozzina di anni fa.In quell’occasione ci eravamo

concentrati sulle aziende for-matrici. Attualmente le mie ri-cerche sono rivolte piuttostoal sistema della formazione ingenerale, che produce segre-gazione.

■ Nelle sue ricerche sui gara-ge, per esempio, che cosaavete constatato?

Avevamo notato che le azien-de formatrici reclutano inbase a criteri di genere peranticipare da un lato il disfun-zionamento che, secondo lo-ro, potrebbe sorgere nel-l’azienda; d’altro lato i rischidi abbandono o di fallimentodella formazione.

■ E cioè?Per certi datori di lavoro ledonne non hanno la necessa-ria forza fisica, sono spessoassenti e potrebbero pertur-bare un ambiente compostounicamente da uomini. Alcunimenzionano pure il rischio diun abbandono precoce delposto di lavoro dopo l’appren-distato.

■ Non bisognerebbe assumereuna apprendista meccanicain un garage?

Certo che sì; la metà delleaziende interpellate erano fa-vorevoli all’assunzione di unaapprendista. I datori di lavorosottolineano la loro motiva-zione e risultati scolastici ec-cellenti. Le giovani, inoltre,«calmerebbero il clima di la-

voro e vi porterebbero un toc-co di raffinatezza».

■ Gli uffici per le pari opportu-nità incoraggiano la sceltedi formazioni atipiche. Fun-ziona?

Non veramente. Incoraggiarele ragazze a scegliere un me-

stiere definito «maschile» nonbasta. Avrebbero bisogno diun sostegno e di risorse dalmomento della formazione edurante tutto il percorso, fos-se soltanto anche per il reclu-tamento.

■ Che ne è dei dentisti e deimedici?

Siamo confrontati con casi op-posti. Gli uomini non hannopraticamente nessuna possi-bilità di trovare un posto diapprendistato come assisten-te in uno studio medico o den-tistico. I titolari pensano che igiovanotti siano meno inclinialla subordinazione. Si temeche le relazioni di lavoro ge-rarchiche non possano funzio-nare correttamente. Dentisti edottori argomentano indos-sando i panni degli avvocatidei giovanotti: occorrerebbeinsomma proteggerli da unaformazione professionale che

metta in questione il modellodi uomo come capo famiglia.Mentre si accetta senza pro-blemi che la donna limiti leproprie pretese professionali,si respinge totalmente l’in-gresso degli uomini nelle pro-fessioni dove non esistonograndi possibilità di carriera.

Ma attualmente questa situa-zione sta cambiando: i datoridi lavoro sono sempre piùspesso delle donne in profes-sioni liberali (avvocate com-prese) e ciò modifica gli sche-mi abituali.

■ Situazione analoga, penso,negli asili nido, presso i par-rucchieri e i centri di cura: sievita di assumere personalemaschile quando ci sonocandidati.

Ci sono 230 mestieri reperto-riati, quindi bisogna interes-sarsi caso per caso. Le mie ri-cerche si orientano ormai sulsistema della formazione insé, che obbliga i giovani ado-lescenti a scegliere la lorostrada molto presto. Troppopresto. Non si compiono scel-te atipiche a 14-15 anni. Neipaesi anglosassoni la sceltaprofessionale viene fatta piùtardi e ciò comporta una mi-

nore segregazione.

■ Sì, però si può comunquecambiare idea più tardi. Og-gi, del resto, è molto più fa-cile cambiare.

È soprattutto facile evolverein modo verticale (penso allescuole universitarie professio-nali e alle diverse possibilitàdi perfezionamento) ma nonin modo orizzontale, ossiacambiando totalmente setto-re.

■ Ma che cosa bisogna fareper ridurre la segregazionein base al genere?

I datori di lavoro hanno unagrande responsabilità perchéintervengono al momentodell’assunzione. Anche i servi-zi di orientamento professio-nale hanno un parte di re-sponsabilità.

■ Ci sono altre forme di discri-minazioni? Quali?

Ci possono essere discrimina-zioni in base all’età o alla na-zionalità. Quest’ultima discri-minazione interessa moltigiovani in Svizzera, chiara-mente confrontati con svan-taggi al momento di iniziare illoro apprendistato. Una delleconseguenze di questa discri-minazione è che questi giova-ni non possono cominciare unapprendistato nei mestieriche prediligono; devono pur-troppo contenere le loro aspi-razioni accettando tirocini me-

Discriminazioni nel mondo della formazione

«A 15 anni non si compieuna scelta atipica»Christian Imdorf è ricercatore presso l’Università di Berna ed è particolarmente interessato alle differen-ze di genere, di nazionalità e di età nel sistema di formazione in Svizzera e all’estero. Ci spiega come simanifesta la discriminazione nelle diverse aziende e ci illustra le raccomandazioni per migliorarele possibilità dei candidati descritti come «atipici».

« Mentre si accetta senza problemi che la donnalimiti le proprie pretese professionali, si respingetotalmente l’ingresso degli uomini nelle professionidove non esistono grandi possibilità di carriera »

Hes

Christian Imdorf è nato nel1971 a Lucerna. Ha studiatolavoro sociale, pedagogiacurativa e psicopatologiadell’infanzia e dell’adolescenzapresso le università di Friborgo eBerna. È titolare di un dottoratoe di una formazione in studi digenere. Conduce ricerche sulladiscriminazione dal 2003. Èattualmente professore-borsistadel Fondo nazionale dellaricerca presso l’istituto disociologia all’uni di Berna.Christian Imdorf abita a Basilea.Consacra il poco tempo libero asua disposizione per i viaggi.Viaggia anche molto nell’ambitodelle sue funzioni.

BIO

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

no esigenti in settori in cui idatori di lavoro faticano a tro-vare apprendisti. Esiste anchela discriminazione in baseall’età: le aziende desideranoassumere apprendisti maturi:non ragazzini e neppure degliadulti. Insomma non devonoessere né troppo giovani, nétroppo vecchi.

■ Come è evoluta la situazionedei giovani di origine stra-niera?

Una decina di anni fa i giovanistranieri della prima genera-zione avevano, in base a risul-tati scolastici uguali, moltemeno possibilità (quattro vol-te meno) di trovare un postodi apprendistato rispetto aigiovani svizzeri. C’era una for-te concorrenza per ottenereun posto di formazione inazienda, tenuto conto dellapenuria. Ma oggi le cose sonocambiate, il numero di giovanialla ricerca di un apprendista-to è diminuito e i datori di la-voro non possono fare tanto lischizzinosi. Siamo dunque difronte a un miglioramento peri giovani di origine straniera,sebbene questo dato possaessere fuorviante: certi grup-

pi, infatti, continuano ad es-sere discriminati, in funzioneappunto del loro paese di ori-gine. Semplici corsi di appog-gio scolastici e linguistici nonbasteranno per migliorare laloro integrazione fintanto chele aziende metteranno l’ac-cento sull’adattamento socia-le come priorità al momentodell’assunzione. Occorre piut-tosto cambiare l’organizzazio-ne della formazione.

■ Com’è la situazione nei tra-sporti pubblici?

Si tratta di un caso particolarepoiché esiste la rete di forma-zione « login », una buona so-luzione per combattere le di-scriminazioni. Il reclutamentoavviene in modo molto profes-sionale ed è separato dalleaziende. Occorre inoltre preci-sare che più un’azienda ègrande, minori sono i rischi di

discriminazioni. E una rete co-me «login», per diverse pro-fessioni, può offrire all’ap-prendista di cambiare datoredi lavoro dopo un anno; èdunque meno grave se le cosenon vanno per il verso giusto.Tutto il processo di recluta-mento nel quadro della rete diformazione è fatto in modo ta-le da contenere le discrimina-zioni, siano esse in base alsesso, l’età o la nazionalità.

■ Perché si discrimina allora?Perché l’azienda vuole sem-plicemente diminuire i rischilegati all’integrazione. Esisto-no altre logiche di discrimi-nazione (come quella checonsidera il rapporto costi-benefici), ma la logica dell’in-tegrazione sociale apparecome la più pertinente. Le pic-cole aziende non possonocontare su aiuti per risolvere i

problemi, contrariamente aquelle grandi e alle reti di for-mazione che beneficiano diun servizio professionale perla gestione di casi difficili.L’integrazione sociale inazienda ha un impatto preco-ce sul reclutamento a livello dipiccole aziende. Mentre que-sta integrazione ha pure unimpatto sulle grandi realtàaziendali, ma più tardivo. In-somma, le grandi aziendeinvitano al colloquio anche icandidati cosiddetti atipici,mentre nelle piccole aziendenon arrivano neppure alla pri-ma scrematura delle candida-ture.

■ Quali soluzioni propone?Occorre cambiare l’organizza-zione del reclutamento, inte-grare impiegati qualificatiprovenienti dalla realtà migra-toria nel processo di recluta-mento designandoli come re-clutatori. Si tratta di unanecessità, poiché l’esperienzaci insegna che ad essere re-sponsabili del reclutamentosono raramente persone figliedell’immigrazione. Sarebbeanche auspicabile renderepubbliche le esperienze posi-

tive con giovani immigrati. Inquesto modo si potrebbe con-vincere le aziende formatricisulla bontà di un impegno so-ciale, perché a lungo termineè pagante sul piano economi-co (in questo modo la presen-za di nuovo personale qualifi-cato è garantita e l’immaginedell’azienda ne guadagna). Laclientela, le associazioni, iconsumatori, le consumatrici,le associazioni professionali esettoriali, come pure i media ei/le responsabili politici, pos-sono accrescere la pressionesulle aziende ed esigere mag-giore diversità a livello di gio-vani in formazione.

Henriette Schaffter/frg

«Ci possono essere discriminazioniin base all’età o alla nazionalità.Quest’ultima interessa molti giovanichiaramente confrontati con svantaggial momento di iniziare il loroapprendistato »

Hes

Christian Imdorf si concentra attualmente sullo studio del sistema di formazione.

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6contatto.sevN. 15/1510.9.2015

■ Lei studia le discriminazionie le pari opportunità, giu-sto?

Christian Imdorf: Sì, mi occu-po soprattutto della segrega-zione di genere nel sistemaeducativo e formativo, segre-gazione che si riflette poi nelmondo del lavoro.

■ Ha studiato in modo partico-lare la discriminazione ri-guardanti gli apprendisti almomento dell’assunzione indiversi settori, come garage,studio dentistico e medico.

È vero, una dozzina di anni fa.In quell’occasione ci eravamo

concentrati sulle aziende for-matrici. Attualmente le mie ri-cerche sono rivolte piuttostoal sistema della formazione ingenerale, che produce segre-gazione.

■ Nelle sue ricerche sui gara-ge, per esempio, che cosaavete constatato?

Avevamo notato che le azien-de formatrici reclutano inbase a criteri di genere peranticipare da un lato il disfun-zionamento che, secondo lo-ro, potrebbe sorgere nel-l’azienda; d’altro lato i rischidi abbandono o di fallimentodella formazione.

■ E cioè?Per certi datori di lavoro ledonne non hanno la necessa-ria forza fisica, sono spessoassenti e potrebbero pertur-bare un ambiente compostounicamente da uomini. Alcunimenzionano pure il rischio diun abbandono precoce delposto di lavoro dopo l’appren-distato.

■ Non bisognerebbe assumereuna apprendista meccanicain un garage?

Certo che sì; la metà delleaziende interpellate erano fa-vorevoli all’assunzione di unaapprendista. I datori di lavorosottolineano la loro motiva-zione e risultati scolastici ec-cellenti. Le giovani, inoltre,«calmerebbero il clima di la-

voro e vi porterebbero un toc-co di raffinatezza».

■ Gli uffici per le pari opportu-nità incoraggiano la sceltedi formazioni atipiche. Fun-ziona?

Non veramente. Incoraggiarele ragazze a scegliere un me-

stiere definito «maschile» nonbasta. Avrebbero bisogno diun sostegno e di risorse dalmomento della formazione edurante tutto il percorso, fos-se soltanto anche per il reclu-tamento.

■ Che ne è dei dentisti e deimedici?

Siamo confrontati con casi op-posti. Gli uomini non hannopraticamente nessuna possi-bilità di trovare un posto diapprendistato come assisten-te in uno studio medico o den-tistico. I titolari pensano che igiovanotti siano meno inclinialla subordinazione. Si temeche le relazioni di lavoro ge-rarchiche non possano funzio-nare correttamente. Dentisti edottori argomentano indos-sando i panni degli avvocatidei giovanotti: occorrerebbeinsomma proteggerli da unaformazione professionale che

metta in questione il modellodi uomo come capo famiglia.Mentre si accetta senza pro-blemi che la donna limiti leproprie pretese professionali,si respinge totalmente l’in-gresso degli uomini nelle pro-fessioni dove non esistonograndi possibilità di carriera.

Ma attualmente questa situa-zione sta cambiando: i datoridi lavoro sono sempre piùspesso delle donne in profes-sioni liberali (avvocate com-prese) e ciò modifica gli sche-mi abituali.

■ Situazione analoga, penso,negli asili nido, presso i par-rucchieri e i centri di cura: sievita di assumere personalemaschile quando ci sonocandidati.

Ci sono 230 mestieri reperto-riati, quindi bisogna interes-sarsi caso per caso. Le mie ri-cerche si orientano ormai sulsistema della formazione insé, che obbliga i giovani ado-lescenti a scegliere la lorostrada molto presto. Troppopresto. Non si compiono scel-te atipiche a 14-15 anni. Neipaesi anglosassoni la sceltaprofessionale viene fatta piùtardi e ciò comporta una mi-

nore segregazione.

■ Sì, però si può comunquecambiare idea più tardi. Og-gi, del resto, è molto più fa-cile cambiare.

È soprattutto facile evolverein modo verticale (penso allescuole universitarie professio-nali e alle diverse possibilitàdi perfezionamento) ma nonin modo orizzontale, ossiacambiando totalmente setto-re.

■ Ma che cosa bisogna fareper ridurre la segregazionein base al genere?

I datori di lavoro hanno unagrande responsabilità perchéintervengono al momentodell’assunzione. Anche i servi-zi di orientamento professio-nale hanno un parte di re-sponsabilità.

■ Ci sono altre forme di discri-minazioni? Quali?

Ci possono essere discrimina-zioni in base all’età o alla na-zionalità. Quest’ultima discri-minazione interessa moltigiovani in Svizzera, chiara-mente confrontati con svan-taggi al momento di iniziare illoro apprendistato. Una delleconseguenze di questa discri-minazione è che questi giova-ni non possono cominciare unapprendistato nei mestieriche prediligono; devono pur-troppo contenere le loro aspi-razioni accettando tirocini me-

Discriminazioni nel mondo della formazione

«A 15 anni non si compieuna scelta atipica»Christian Imdorf è ricercatore presso l’Università di Berna ed è particolarmente interessato alle differen-ze di genere, di nazionalità e di età nel sistema di formazione in Svizzera e all’estero. Ci spiega come simanifesta la discriminazione nelle diverse aziende e ci illustra le raccomandazioni per migliorarele possibilità dei candidati descritti come «atipici».

« Mentre si accetta senza problemi che la donnalimiti le proprie pretese professionali, si respingetotalmente l’ingresso degli uomini nelle professionidove non esistono grandi possibilità di carriera »

Hes

Christian Imdorf è nato nel1971 a Lucerna. Ha studiatolavoro sociale, pedagogiacurativa e psicopatologiadell’infanzia e dell’adolescenzapresso le università di Friborgo eBerna. È titolare di un dottoratoe di una formazione in studi digenere. Conduce ricerche sulladiscriminazione dal 2003. Èattualmente professore-borsistadel Fondo nazionale dellaricerca presso l’istituto disociologia all’uni di Berna.Christian Imdorf abita a Basilea.Consacra il poco tempo libero asua disposizione per i viaggi.Viaggia anche molto nell’ambitodelle sue funzioni.

BIO

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

no esigenti in settori in cui idatori di lavoro faticano a tro-vare apprendisti. Esiste anchela discriminazione in baseall’età: le aziende desideranoassumere apprendisti maturi:non ragazzini e neppure degliadulti. Insomma non devonoessere né troppo giovani, nétroppo vecchi.

■ Come è evoluta la situazionedei giovani di origine stra-niera?

Una decina di anni fa i giovanistranieri della prima genera-zione avevano, in base a risul-tati scolastici uguali, moltemeno possibilità (quattro vol-te meno) di trovare un postodi apprendistato rispetto aigiovani svizzeri. C’era una for-te concorrenza per ottenereun posto di formazione inazienda, tenuto conto dellapenuria. Ma oggi le cose sonocambiate, il numero di giovanialla ricerca di un apprendista-to è diminuito e i datori di la-voro non possono fare tanto lischizzinosi. Siamo dunque difronte a un miglioramento peri giovani di origine straniera,sebbene questo dato possaessere fuorviante: certi grup-

pi, infatti, continuano ad es-sere discriminati, in funzioneappunto del loro paese di ori-gine. Semplici corsi di appog-gio scolastici e linguistici nonbasteranno per migliorare laloro integrazione fintanto chele aziende metteranno l’ac-cento sull’adattamento socia-le come priorità al momentodell’assunzione. Occorre piut-tosto cambiare l’organizzazio-ne della formazione.

■ Com’è la situazione nei tra-sporti pubblici?

Si tratta di un caso particolarepoiché esiste la rete di forma-zione « login », una buona so-luzione per combattere le di-scriminazioni. Il reclutamentoavviene in modo molto profes-sionale ed è separato dalleaziende. Occorre inoltre preci-sare che più un’azienda ègrande, minori sono i rischi di

discriminazioni. E una rete co-me «login», per diverse pro-fessioni, può offrire all’ap-prendista di cambiare datoredi lavoro dopo un anno; èdunque meno grave se le cosenon vanno per il verso giusto.Tutto il processo di recluta-mento nel quadro della rete diformazione è fatto in modo ta-le da contenere le discrimina-zioni, siano esse in base alsesso, l’età o la nazionalità.

■ Perché si discrimina allora?Perché l’azienda vuole sem-plicemente diminuire i rischilegati all’integrazione. Esisto-no altre logiche di discrimi-nazione (come quella checonsidera il rapporto costi-benefici), ma la logica dell’in-tegrazione sociale apparecome la più pertinente. Le pic-cole aziende non possonocontare su aiuti per risolvere i

problemi, contrariamente aquelle grandi e alle reti di for-mazione che beneficiano diun servizio professionale perla gestione di casi difficili.L’integrazione sociale inazienda ha un impatto preco-ce sul reclutamento a livello dipiccole aziende. Mentre que-sta integrazione ha pure unimpatto sulle grandi realtàaziendali, ma più tardivo. In-somma, le grandi aziendeinvitano al colloquio anche icandidati cosiddetti atipici,mentre nelle piccole aziendenon arrivano neppure alla pri-ma scrematura delle candida-ture.

■ Quali soluzioni propone?Occorre cambiare l’organizza-zione del reclutamento, inte-grare impiegati qualificatiprovenienti dalla realtà migra-toria nel processo di recluta-mento designandoli come re-clutatori. Si tratta di unanecessità, poiché l’esperienzaci insegna che ad essere re-sponsabili del reclutamentosono raramente persone figliedell’immigrazione. Sarebbeanche auspicabile renderepubbliche le esperienze posi-

tive con giovani immigrati. Inquesto modo si potrebbe con-vincere le aziende formatricisulla bontà di un impegno so-ciale, perché a lungo termineè pagante sul piano economi-co (in questo modo la presen-za di nuovo personale qualifi-cato è garantita e l’immaginedell’azienda ne guadagna). Laclientela, le associazioni, iconsumatori, le consumatrici,le associazioni professionali esettoriali, come pure i media ei/le responsabili politici, pos-sono accrescere la pressionesulle aziende ed esigere mag-giore diversità a livello di gio-vani in formazione.

Henriette Schaffter/frg

«Ci possono essere discriminazioniin base all’età o alla nazionalità.Quest’ultima interessa molti giovanichiaramente confrontati con svantaggial momento di iniziare il loroapprendistato »

Hes

Christian Imdorf si concentra attualmente sullo studio del sistema di formazione.

......

8contatto.sevN. 15/1510.9.2015

el 2001, il primo CCLFFS prevedeva già al-l’articolo 52: «il lavoro

a tempo parziale viene pro-mosso a tutti i livelli». Questaformulazione è poi stata estesanel 2005: «il lavoro a tempoparziale viene promosso a tuttii livelli e in tutte le forme» ecosì è stata ripresa anche dal-l’articolo 53 dell’edizione2015 del CCL, intitolato «mo-dello di lavoro a tempo parzia-le».È per contro nuova la disposi-zione che i nuovi contratti di la-voro a tempo parziale debbanoprecisare se la riduzione deltempo di lavoro avviene gior-nalmente oppure sotto formadi giorni liberi supplementarie, in quest’ultimo caso, comequesti debbano essere conces-si (vedi riquadro a pag. 10).Questa regola vuole migliorarela tutela di chi lavora a tempoparziale nei confronti di richie-ste esagerate di flessibilità.Tuttavia, vi sono casi, come peresempio i rilevatori di frequen-ze nei treni (Micronic) in cui vi-gono ancora contratti vecchiche non precisano queste re-gole. Queste colleghe e questicolleghi si vedono così a volteattribuiti solo pochi giorni libe-ri in un mese, oppure vengonochiamati a prestare numeroseore supplementari, mentre in

N altri mesi le richieste sonoscarse o nulle. Indipendente-mente dal grado di impiego,sono chiamati a prestare alme-no due sabati e due domeni-che al mese. Rifiutare una ri-chiesta, anche se giuntaall’ultimo momento, non èsempre facile per queste per-sone che temono per il loro po-

sto di lavoro. Il citato articolo53 non ha poi impedito alleFFS di decidere di non più as-sumere sino al 2017 macchini-sti a tempo parziale, per tenta-re di far fronte ad unamancanza di personale di cuihanno una grossa responsabi-lità, in quanto dovuta ad unapianificazione lacunosa. Il

SEV-LPV è intervenuto, otte-nendo almeno il rinnovo degliattuali contratti a tempo par-ziale. Questo blocco del tempoparziale ha però fatto sì chenumerosi macchinisti siano og-gi alla ricerca di un altro lavoroo si siano rivolti alla concorren-za. (Vedi anche l’intervista conMartin Allemann a pag. 10).

Abbiamo rivolto alcune doman-de alla vicepresidente del SEVBarbara Spalinger:

■ Come si pone il SEV verso illavoro tempo parziale?

Barbara Spalinger: è una realtàdi cui dobbiamo tener conto. Itempi in cui si poteva lavoraresolo a tempo pieno sono finiti

Chi vorrebbe lavorare a tempo parziale incontra ancora molte difficoltà

Per chi ha figli, il lavoro a tempo parziale è una possibilità valida per conciliare lavoro e famiglia, a pattodi essere in grado di assorbire la diminuzione salariale. È una buona soluzione anche per i datori dilavoro, che possono continuare a contare sia pure in misura ridotta, su dipendenti esperti e fedeli. Ciònonostante, numerose aziende sono piuttosto refrattarie a questa possibilità. Tra queste, nonostante gliimpegni espressi nel CCL, vi sono anche le FFS.

Un problema di mentalitàe di conduzione aziendale

«Molti capi pensano che la validità di undipendente dipenda dal lavoro al 100 percento».Martin Allemann, segretario SEV all’80 %, specialista per la durata del lavoro)

..

Presso TILO il tempo parziale èuna realtà dal primo giugno 2012.Nel preambolo del CCL attualmen-te in vigore sta scritto così: «Perfavorire la conciliazione tra vitaprivata e vita professionale,l’azienda promuove il tempoparziale a tutti i livelli, compatibil-mente con le possibilità azienda-li». Il tempo parziale è unaconquista sindacale e rispecchia ildesiderio dei macchinisti, cheavevano posto sul tavolo delletrattative per il rinnovo del CCL iltema della conciliazione tra vitaprivata e vita professionale. Perun’azienda giovane e in continuacrescita come TILO, si trattaindubbiamente di un aspettomolto positivo; con questaopzione – che deve seguire unoschema win-win – TILO dimostradi avere saputo cogliere i

cambiamenti in atto nella nostrasocietà. Lucio Campesi, da annimacchinista presso TILO e attualepresidente della Commissione delpersonale, ha deciso di lavorare al90 % per avere più tempo per sé.Altri colleghi con figli hannooptato per la soluzione di unimpiego all’80 %. «Ho deciso dilavorare a tempo parziale –racconta Lucio – per avere un po’più di tempo libero per me stesso,per fare sport, viaggiare e starecon amici e famiglia. Lavorando aturni, riuscire a vedersi con altrepersone è più difficile, perchéspesso quando gli altri lavorano tusei libero e viceversa». Altricolleghi di Lucio hanno deciso didiminuire il tempo di lavoro inparte per le sue stesse motivazio-ne e in parte perché negli ultimianni il lavoro di macchinista è

diventato più «duro». Turni piùpesanti (più tempo concentratialla guida), orari più estremi (neiturni mattutini che inizianosempre più presto e nei turniserali che finiscono ancora piùtardi) e passaggi tra i turni semprepiù corti. Riducendo il tempo dilavoro i colleghi si sono tutelatievitando di essere sempre(troppo) stanchi. «Sono contento –conferma Lucio – di aver compiutoquesta scelta alcuni anni fa.Riesco ad avere più tempo liberoe anche il lavoro ne ha beneficia-to, essendo più riposato e sereno.Aggiungo che per quanto riguardala pianificazione (il lavoro inpercentuale da parte della ditta,TILO, distributore) il tutto funzionabene, riusciamo a conciliare illavoro in percentuale da entrambile parti». Il tempo parziale è infatti

uno strumento positivo quando sitratta di una libera scelta deldipendente (non viene imposto) equando è qualificato.

Per le aziende, le misure disostegno alla famiglia sonofondamentalmente vantaggiosesolo in un rapporto win-win.Nell’ambito di un modello dicalcolo per cui sono stati rilevatidati in aziende e organizzazioniselezionate sull’intero territorioelvetico, può essere dimostratoche gli effetti positivi diretti diuna politica del personale disostegno alla famiglia superano icosti di tali misure. Ipotizzandoeffetti realistici, nel modello dicalcolo è determinato un return oninvestment dell’otto per cento.

Françoise Gehring

(grado di impiego al SEV: 80 %)

Il tempo parziale è una realtà tra i macchinisti di TILO. E funziona

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

e le aziende farebbero bene adaprirsi a questa tendenza.

■ Vi sono molte richieste diaiuto legate al lavoro atempo parziale?

Molto spesso, sono le donnea farsi avanti, poiché sentonomoltissimo il problema di con-ciliare lavoro e famiglia.

■ Che tornaconto hanno leaziende nel riconoscerlo?

Non conosco aziende che nonabbiano dipendenti a tempoparziale, dei quali evidente-mente beneficiano anche loro.Vi sono piuttosto problemi alivello di singole categorieprofessionali oppure laddovesi temono complicazioni di ca-rattere amministrativo. Va an-

che detto che gradi di impiegomolto bassi danno spessoproblemi. Per contro, le azien-de tendono ad approfittare digradi d’impiego dell’80 per-cento e oltre, ai quali impon-gono oneri lavorativi interi, re-tribuendoli meno.

■ Al SEV ti occupi delle im-prese di trasporto conces-

sionarie. Come è la situa-zione in queste aziende?

È un tema che dovrebbe esse-re affrontato più spesso e visono aziende che lo fanno inmodo maldestro (ma non èche presso le FFS la situazio-ne sia sempre migliore). Ledonne vengono spesso osta-colate quando chiedono dipoter riprendere il lavoro atempo parziale dopo aver avu-to un bambino, anche nei casiin cui la riduzione del grado diimpiego viene richiesta per unperiodo limitato. Eppure, que-sta soluzione permetterebbedi evitare la perdita di cono-scenze derivante da un’assen-za più lunga. In questi casi,auspicherei maggior flessibili-tà. Presso le BLS abbiamoavuto recentemente un casoin cui il rientro di una speciali-sta che lavorava in una pro-fessione tipicamente maschileè stato ostacolato al puntoche la collega si è dimessa.Un’opportunità sprecata!

■ Cosa fa il SEV per promuo-vere il tempo parziale nelleITC?

Quello che fa sempre permigliorare le condizioni di la-voro: negoziare, vincolare incontratti e, in casi individuali,aiutare a livello legale.

■ Il SEV promuove il tempoparziale?

Quando ho iniziato al SEV, nel2001, mi pare di ricordare unsegretario sindacale maschioche lavorava a tempo parzia-le. Oggi, sono almeno in cin-que all’80 %. Per contro, solopoche donne lavoravano al100 % e questo aspetto non ècambiato.

■ E vi sono difficoltà? No, eccetto forse un po’ più diattenzione per coordinare gliappuntamenti.

■ Anche tu lavori a tempoparziale.

L’ho sempre fatto. Da un can-to perché, per molti anni, miomarito ed io abbiamo abitatoa 800 km di distanza. Ma an-che perché ho sempre volutoavere tempo da dedicare adaltre cose. Devo naturalmentefare attenzione ad evitare difarmi prendere la mano ecoprire un impegno pieno conil mio 80 percento. Ma nonvorrei mai rinunciare alla pos-sibilità di godere di un pome-riggio libero, quando l’agendame lo permette. Markus Fischer(redattore kontakt.sev-impiego all’80 %)

continua a pag. 10

pelle

t

L’articolo 53 del CCL FFS prescrive di definire il lavoro a tempo parziale per evitare di dover subordinare in modo eccessivo la vita privata alle esigenze di lavoro

Quando chiediamo a Maria*,autista di bus presso i TPG edipendente a tempo parziale, checosa pensa della sua situazioneall’interno dell’azienda. Ecco lasua risposta: «E’ una veracatastrofe, abbiamo grandiproblemi con la gerarchia. Unsuperiore ha improvvisamentedeciso che tutti avrebbero dovutoessere trattati nella stessamaniera, compreso chi ha figli.Gli orari che permettevano diorganizzare lavoro irregolare evita familiare sono stati soppres-si. Prima era tutto più umano. Ladirezione precedente aveva piùrispetto per i tempi parziali e, delresto, ce n’erano molti di più. Oraè impossibile discutere. Alcuni dinoi non sopportavano più lecondizioni dei tempi parziali:quando si tratta di turni siamo

serviti per ultimo e costretti aprendere ciò che resta». Cosìquesti dipendenti sono passati al100 % per evitare problemi. «Altrihanno comunque scelto il tempoparziale perché non sopportavanopiù il ritmo di lavoro al 100 %».Quest’ultima soluzione è del restocaldeggiata dall’azienda,confrontata vieppiù con unnotevole assenteismo. Impieganole persone a tempo parzialeaffinché siano in forma migliore.

Maria aggiunge: «L’azienda pensache le persone impiegate a tempoparziale siano meno stanche,giacché lavorano meno e possonoadattarsi a orari più difficili». Alivello sindacale la posizione èmolto chiara: la sezione SEV/TPGritiene che il tempo parziale cosìcome proposto dalla direzione èuna misura ingiusta e irresponsa-

bile. Il sollievo per i/le dipendentiè legato a un complessivomiglioramento degli orari e dellapianificazione e non si puòottenere attraverso la misura deltempo parziale, che comportaanche una diminuzione delsalario.

Quanto all’azienda per migliorareil tempo parziale sta conducendoun’analisi interna per organizzaremeglio il tempo parziale sulladurata.

Henriette Schaffter

(lavora al 60% per contact.sev)

*nome scelto dalla redazioneper garantire l’anonimato.

Una testimonianza dai TPG: «Prima era più umano»

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8contatto.sevN. 15/1510.9.2015

el 2001, il primo CCLFFS prevedeva già al-l’articolo 52: «il lavoro

a tempo parziale viene pro-mosso a tutti i livelli». Questaformulazione è poi stata estesanel 2005: «il lavoro a tempoparziale viene promosso a tuttii livelli e in tutte le forme» ecosì è stata ripresa anche dal-l’articolo 53 dell’edizione2015 del CCL, intitolato «mo-dello di lavoro a tempo parzia-le».È per contro nuova la disposi-zione che i nuovi contratti di la-voro a tempo parziale debbanoprecisare se la riduzione deltempo di lavoro avviene gior-nalmente oppure sotto formadi giorni liberi supplementarie, in quest’ultimo caso, comequesti debbano essere conces-si (vedi riquadro a pag. 10).Questa regola vuole migliorarela tutela di chi lavora a tempoparziale nei confronti di richie-ste esagerate di flessibilità.Tuttavia, vi sono casi, come peresempio i rilevatori di frequen-ze nei treni (Micronic) in cui vi-gono ancora contratti vecchiche non precisano queste re-gole. Queste colleghe e questicolleghi si vedono così a volteattribuiti solo pochi giorni libe-ri in un mese, oppure vengonochiamati a prestare numeroseore supplementari, mentre in

N altri mesi le richieste sonoscarse o nulle. Indipendente-mente dal grado di impiego,sono chiamati a prestare alme-no due sabati e due domeni-che al mese. Rifiutare una ri-chiesta, anche se giuntaall’ultimo momento, non èsempre facile per queste per-sone che temono per il loro po-

sto di lavoro. Il citato articolo53 non ha poi impedito alleFFS di decidere di non più as-sumere sino al 2017 macchini-sti a tempo parziale, per tenta-re di far fronte ad unamancanza di personale di cuihanno una grossa responsabi-lità, in quanto dovuta ad unapianificazione lacunosa. Il

SEV-LPV è intervenuto, otte-nendo almeno il rinnovo degliattuali contratti a tempo par-ziale. Questo blocco del tempoparziale ha però fatto sì chenumerosi macchinisti siano og-gi alla ricerca di un altro lavoroo si siano rivolti alla concorren-za. (Vedi anche l’intervista conMartin Allemann a pag. 10).

Abbiamo rivolto alcune doman-de alla vicepresidente del SEVBarbara Spalinger:

■ Come si pone il SEV verso illavoro tempo parziale?

Barbara Spalinger: è una realtàdi cui dobbiamo tener conto. Itempi in cui si poteva lavoraresolo a tempo pieno sono finiti

Chi vorrebbe lavorare a tempo parziale incontra ancora molte difficoltà

Per chi ha figli, il lavoro a tempo parziale è una possibilità valida per conciliare lavoro e famiglia, a pattodi essere in grado di assorbire la diminuzione salariale. È una buona soluzione anche per i datori dilavoro, che possono continuare a contare sia pure in misura ridotta, su dipendenti esperti e fedeli. Ciònonostante, numerose aziende sono piuttosto refrattarie a questa possibilità. Tra queste, nonostante gliimpegni espressi nel CCL, vi sono anche le FFS.

Un problema di mentalitàe di conduzione aziendale

«Molti capi pensano che la validità di undipendente dipenda dal lavoro al 100 percento».Martin Allemann, segretario SEV all’80 %, specialista per la durata del lavoro)

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Presso TILO il tempo parziale èuna realtà dal primo giugno 2012.Nel preambolo del CCL attualmen-te in vigore sta scritto così: «Perfavorire la conciliazione tra vitaprivata e vita professionale,l’azienda promuove il tempoparziale a tutti i livelli, compatibil-mente con le possibilità azienda-li». Il tempo parziale è unaconquista sindacale e rispecchia ildesiderio dei macchinisti, cheavevano posto sul tavolo delletrattative per il rinnovo del CCL iltema della conciliazione tra vitaprivata e vita professionale. Perun’azienda giovane e in continuacrescita come TILO, si trattaindubbiamente di un aspettomolto positivo; con questaopzione – che deve seguire unoschema win-win – TILO dimostradi avere saputo cogliere i

cambiamenti in atto nella nostrasocietà. Lucio Campesi, da annimacchinista presso TILO e attualepresidente della Commissione delpersonale, ha deciso di lavorare al90 % per avere più tempo per sé.Altri colleghi con figli hannooptato per la soluzione di unimpiego all’80 %. «Ho deciso dilavorare a tempo parziale –racconta Lucio – per avere un po’più di tempo libero per me stesso,per fare sport, viaggiare e starecon amici e famiglia. Lavorando aturni, riuscire a vedersi con altrepersone è più difficile, perchéspesso quando gli altri lavorano tusei libero e viceversa». Altricolleghi di Lucio hanno deciso didiminuire il tempo di lavoro inparte per le sue stesse motivazio-ne e in parte perché negli ultimianni il lavoro di macchinista è

diventato più «duro». Turni piùpesanti (più tempo concentratialla guida), orari più estremi (neiturni mattutini che inizianosempre più presto e nei turniserali che finiscono ancora piùtardi) e passaggi tra i turni semprepiù corti. Riducendo il tempo dilavoro i colleghi si sono tutelatievitando di essere sempre(troppo) stanchi. «Sono contento –conferma Lucio – di aver compiutoquesta scelta alcuni anni fa.Riesco ad avere più tempo liberoe anche il lavoro ne ha beneficia-to, essendo più riposato e sereno.Aggiungo che per quanto riguardala pianificazione (il lavoro inpercentuale da parte della ditta,TILO, distributore) il tutto funzionabene, riusciamo a conciliare illavoro in percentuale da entrambile parti». Il tempo parziale è infatti

uno strumento positivo quando sitratta di una libera scelta deldipendente (non viene imposto) equando è qualificato.

Per le aziende, le misure disostegno alla famiglia sonofondamentalmente vantaggiosesolo in un rapporto win-win.Nell’ambito di un modello dicalcolo per cui sono stati rilevatidati in aziende e organizzazioniselezionate sull’intero territorioelvetico, può essere dimostratoche gli effetti positivi diretti diuna politica del personale disostegno alla famiglia superano icosti di tali misure. Ipotizzandoeffetti realistici, nel modello dicalcolo è determinato un return oninvestment dell’otto per cento.

Françoise Gehring

(grado di impiego al SEV: 80 %)

Il tempo parziale è una realtà tra i macchinisti di TILO. E funziona

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 15/1510.9.2015

e le aziende farebbero bene adaprirsi a questa tendenza.

■ Vi sono molte richieste diaiuto legate al lavoro atempo parziale?

Molto spesso, sono le donnea farsi avanti, poiché sentonomoltissimo il problema di con-ciliare lavoro e famiglia.

■ Che tornaconto hanno leaziende nel riconoscerlo?

Non conosco aziende che nonabbiano dipendenti a tempoparziale, dei quali evidente-mente beneficiano anche loro.Vi sono piuttosto problemi alivello di singole categorieprofessionali oppure laddovesi temono complicazioni di ca-rattere amministrativo. Va an-

che detto che gradi di impiegomolto bassi danno spessoproblemi. Per contro, le azien-de tendono ad approfittare digradi d’impiego dell’80 per-cento e oltre, ai quali impon-gono oneri lavorativi interi, re-tribuendoli meno.

■ Al SEV ti occupi delle im-prese di trasporto conces-

sionarie. Come è la situa-zione in queste aziende?

È un tema che dovrebbe esse-re affrontato più spesso e visono aziende che lo fanno inmodo maldestro (ma non èche presso le FFS la situazio-ne sia sempre migliore). Ledonne vengono spesso osta-colate quando chiedono dipoter riprendere il lavoro atempo parziale dopo aver avu-to un bambino, anche nei casiin cui la riduzione del grado diimpiego viene richiesta per unperiodo limitato. Eppure, que-sta soluzione permetterebbedi evitare la perdita di cono-scenze derivante da un’assen-za più lunga. In questi casi,auspicherei maggior flessibili-tà. Presso le BLS abbiamoavuto recentemente un casoin cui il rientro di una speciali-sta che lavorava in una pro-fessione tipicamente maschileè stato ostacolato al puntoche la collega si è dimessa.Un’opportunità sprecata!

■ Cosa fa il SEV per promuo-vere il tempo parziale nelleITC?

Quello che fa sempre permigliorare le condizioni di la-voro: negoziare, vincolare incontratti e, in casi individuali,aiutare a livello legale.

■ Il SEV promuove il tempoparziale?

Quando ho iniziato al SEV, nel2001, mi pare di ricordare unsegretario sindacale maschioche lavorava a tempo parzia-le. Oggi, sono almeno in cin-que all’80 %. Per contro, solopoche donne lavoravano al100 % e questo aspetto non ècambiato.

■ E vi sono difficoltà? No, eccetto forse un po’ più diattenzione per coordinare gliappuntamenti.

■ Anche tu lavori a tempoparziale.

L’ho sempre fatto. Da un can-to perché, per molti anni, miomarito ed io abbiamo abitatoa 800 km di distanza. Ma an-che perché ho sempre volutoavere tempo da dedicare adaltre cose. Devo naturalmentefare attenzione ad evitare difarmi prendere la mano ecoprire un impegno pieno conil mio 80 percento. Ma nonvorrei mai rinunciare alla pos-sibilità di godere di un pome-riggio libero, quando l’agendame lo permette. Markus Fischer(redattore kontakt.sev-impiego all’80 %)

continua a pag. 10

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t

L’articolo 53 del CCL FFS prescrive di definire il lavoro a tempo parziale per evitare di dover subordinare in modo eccessivo la vita privata alle esigenze di lavoro

Quando chiediamo a Maria*,autista di bus presso i TPG edipendente a tempo parziale, checosa pensa della sua situazioneall’interno dell’azienda. Ecco lasua risposta: «E’ una veracatastrofe, abbiamo grandiproblemi con la gerarchia. Unsuperiore ha improvvisamentedeciso che tutti avrebbero dovutoessere trattati nella stessamaniera, compreso chi ha figli.Gli orari che permettevano diorganizzare lavoro irregolare evita familiare sono stati soppres-si. Prima era tutto più umano. Ladirezione precedente aveva piùrispetto per i tempi parziali e, delresto, ce n’erano molti di più. Oraè impossibile discutere. Alcuni dinoi non sopportavano più lecondizioni dei tempi parziali:quando si tratta di turni siamo

serviti per ultimo e costretti aprendere ciò che resta». Cosìquesti dipendenti sono passati al100 % per evitare problemi. «Altrihanno comunque scelto il tempoparziale perché non sopportavanopiù il ritmo di lavoro al 100 %».Quest’ultima soluzione è del restocaldeggiata dall’azienda,confrontata vieppiù con unnotevole assenteismo. Impieganole persone a tempo parzialeaffinché siano in forma migliore.

Maria aggiunge: «L’azienda pensache le persone impiegate a tempoparziale siano meno stanche,giacché lavorano meno e possonoadattarsi a orari più difficili». Alivello sindacale la posizione èmolto chiara: la sezione SEV/TPGritiene che il tempo parziale cosìcome proposto dalla direzione èuna misura ingiusta e irresponsa-

bile. Il sollievo per i/le dipendentiè legato a un complessivomiglioramento degli orari e dellapianificazione e non si puòottenere attraverso la misura deltempo parziale, che comportaanche una diminuzione delsalario.

Quanto all’azienda per migliorareil tempo parziale sta conducendoun’analisi interna per organizzaremeglio il tempo parziale sulladurata.

Henriette Schaffter

(lavora al 60% per contact.sev)

*nome scelto dalla redazioneper garantire l’anonimato.

Una testimonianza dai TPG: «Prima era più umano»

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 15/1510.9.2015

■ Per rimediare alla mancanzadi macchinisti, le FFS respin-geranno tutte le richieste diriduzione del tempo di lavo-ro e assumeranno macchini-sti solo a tempo pieno. Cosane pensi?

Martin Allemann: in primo luo-go, ciò non contribuirà certo adaccrescere l’interesse per que-sta professione. Anzi, chi cercaun impiego a tempo parziale,la scarterà e, quindi, il numerodi potenziali candidati diminui-rà ulteriormente. Secondo me,il lavoro a tempo parziale do-vrebbe essere favorito, comeprecisato dal CCL. Vietarlo ècontroproducente.

■ Ma che atteggiamento han-no le FFS verso il tempoparziale?

Dichiarano di favorirlo, mapurtroppo è solo una dichiara-zione stampata nel CCL. Inrealtà, il tempo parziale vieneconcesso solo in modo moltoselettivo, se non addiritturaostacolato.

■ Alcuni capiteam sostengo-no di non poter concedereriduzioni del grado d’impie-go perché non sarebbero ingrado di rimpiazzare le per-centuali scoperte.

È vero e proprio in questiteam chi lavora a tempo par-ziale viene messo sotto pres-sione, perché gli altri devonoassumersi la parte di lavoro

che non viene svolta da chi èa tempo parziale. Sono pro-prio questi casi che dimostra-no la mancanza di volontàpratica delle FFS di promuove-re il tempo parziale, che vieneconcesso solo laddove convie-ne all’azienda.

■ È un problema ad alto livel-lo oppure piuttosto dei «ca-petti»?

Da una parte, è un problemagenerale dei superiori, secon-do i quali solo a tempo pienoun o una dipendente può es-sere considerato/a veramentevalido/a. Dall’altra, anche glialti dirigenti non dovrebberolimitarsi a dichiarare il lorosostegno al tempo parziale,ma dare direttive chiare su co-me questo debba essere im-plementato in tutta l’azienda.

■ Secondo te, lavorando atempo parziale presso leFFS si hanno le stesse pos-sibilità di carriera?

Sin tanto che si parte dal pre-supposto che un buon collabo-ratore o una buona collabora-trice deve essere disponibilealmeno 12 ore al giorno,5 giorni la settimana, difficil-mente chi lavora a tempo par-ziale potrà avere buone oppor-tunità di carriera.

■ Il problema viene quindidalla mentalità dei capi...

Esattamente, è proprio unproblema di mentalità, perchéil lavoro parziale dipende pro-prio dai superiori e dalla lorodisponibilità, a tutti i livelli,ad adattare l’organizzazionealle esigenze di chi lavora atempo parziale. Sin tanto chenon sarà stato fatto questo

passo, chi lavora a tempo par-ziale avrà sempre le stessedifficoltà.

■ Un altro ostacolo è certo ladiminuzione salariale deri-vante dal tempo parziale,che ne fa un’opzione di lus-so, che non tutti possonopermettersi.

È chiaro. Spesso, chi lavora atempo parziale dipende dalsuo o dalla sua partner, checon il suo salario integra leentrate della coppia. Ma vi èanche chi si può permettere dirinunciare ad una fetta di sti-pendio. Quello finanziario nonè però l’unico ostacolo. Vi ètutta una serie di condizioniche devono essere soddisfat-te. Vi sono coppie che vorreb-bero suddividersi il posto dilavoro, per esempio nel per-sonale treno, ma che vengonocostantemente ostacolate, peresempio dalla mancata con-cessione del tempo sufficien-te tra la fine del turno del ma-rito e l’inizio del turno dellamoglie per garantire una curacontinua dei figli.

■ Personalmente, che espe-rienze hai fatto con il tem-po parziale?

Io lo trovo un ottimo sistemaper partecipare alla vita fami-gliare e per ripartire gli oneridi un’economia domestica. Iovedo i miei figli crescere e miamoglie ha la possibilità di an-dare a lavorare. Il lavoro atempo parziale esige maggiorattenzione nell’organizzazio-ne e la pianificazione giorna-liera. Occorre anche maggiorflessibilità, oltre che persona-le, da parte del datore di lavo-ro, che deve accettare che non

si sia sempre disponibili, pro-prio perché abbiamo una fa-miglia di cui dobbiamo occu-parci.

■ Lavoravi già a tempo par-ziale come macchinista alleFFS?

No, a quei tempi – stiamo par-lando degli anni ’80 – pratica-mente non se ne parlava. Viera anche l’ostacolo del servi-zio militare e gradi di impiegoinferiori al 90 percento nonerano ammessi.

■ Sei poi arrivato al SEV nel1989 e dal 2000 lavoriall’80 percento. Al SEV nonvi sono problemi per lavo-rare a tempo parziale?

Come detto, occorre una certaflessibilità e un impegno dicoordinazione da entrambe leparti. Ma nel frattempo, il la-voro a tempo parziale si èpiuttosto diffuso in seno alSEV.

■ Pensi che i sindacati do-vrebbero rivendicare dalleaziende un’estensione dellavoro a tempo parziale euna maggior attenzione adevitare penalizzazioni perchi vi fa ricorso?

Certo. Tutte le aziende do-vrebbero rivedere le propriestrutture in modo da permet-tere il lavoro a tempo parzialea tutti i livelli. È inoltre impor-tante definire le modalità dilavoro a tempo parziale e dicompensazione del tempo li-bero supplementare, per evi-tare fluttuazioni che vannodall’impiego a tempo pienonei momenti di punta e in mi-sura infima quando vi è menolavoro. Chi lavora a tempo

parziale non può essere soloun o una tappabuchi! L’artico-lo 53 del CCL FFS prescrive ipunti che devono essere rego-lati nel contratto di lavoro. Fi

Allemann auspica unmaggior impegno deidirigenti delle FFS perconcretizzare la dichia-razione del CCL sul lavo-ro a tempo parziale.

«La possibilità del tempo parzialedipende dai dirigenti»

Martin Allemann, segretario SEV, specialista delle questioni di durata del lavoro

Art. 53 Modello di lavoro

a tempo parziale

1 Il lavoro a tempo parziale èpromosso a tutti i livelli e intutte le forme.2 Il modello concordato tra lacollaboratrice o il collaboratoree il superiore dev’esserestabilito per iscritto.3 In caso di cambiamento delgrado di occupazione o distipulazione di un nuovocontratto di lavoro a tempoparziale occorre definire periscritto in particolare i seguentipunti:–– grado di occupazione;–– modello di lavoro a tempoparziale, per es. riduzionegiornaliera del tempo di lavoro ogiorni liberi supplementari;–– momento di fruizione deigiorni liberi supplementari, peres. a cadenza settimanale,mensile o a blocchi;–– impieghi nel fine settimananel caso della settimanad’esercizio di cinque giorni

Altre disposizioni sul tempoparziale sono contenute negliart. 55 (durata del lavorogiornaliera prestabilita) e 74,che precisa tra l’altro che chi èoccupato a tempo parziale ha ildiritto di beneficiare dellestesse vacanze di chi lavora atempo pieno.

CCL FFS

POLITICA ......

11contatto.sevN. 15/1510.9.2015

Nel 2012, le donne che lavora-vano nel settore privato guada-gnavano mediamente il 21,3%(media aritmetica) in meno ri-spetto ai loro colleghi uomini(2008: 25,0%).Questa differenza è riconduci-bile in parte a effetti strutturalicome, per esempio, un livellodi formazione diverso o un nu-mero differente di anni di ser-vizio, oppure ancora all’eserci-zio di una funzione di quadromeno elevata all’interno del-l’azienda. Ciononostante emer-ge che il differenziale salarialetra uomini e donne è maggiorequanto più elevata è la funzio-ne di quadro svolta.

Distribuzione disomogeneanelle classi di salarioLe disparità salariali tra i sessivariano sensibilmente anche aseconda del ramo economico:per esempio, ammontano al-l’11,0% nel settore alberghieroe della ristorazione, al 14,1%nell’industria chimica, al18,6% nel settore della sanitàe assistenza sociale, al 19,5%nel commercio al dettaglio, al23,7% nel settore dell’infor-mazione e comunicazione, al25,6% nell’industria metal-meccanica e al 34,0% nelle at-tività finanziarie e assicurative.Nell’insieme del settore pub-blico (Confederazione, Cantonie Comuni), la differenza sala-riale media tra donne e uomininel 2012 era del 16,5%.

Nel 2012 nel settore privato iposti remunerati a meno di4000 franchi lordi al mese perun lavoro a tempo pieno eranooccupati prevalentemente dadonne (63,4%), rispetto al66,1% registrato nel 2008.Se si osserva la cima della pi-ramide dei salari, ovvero i po-sti di lavoro il cui livello di ri-munerazione supera gli 8000franchi lordi al mese, emergeche il 73,5% di essi è occupatoda uomini e il 26,5% da don-ne. Solo il 17,9% dei posti dilavoro con livello salarialemensile lordo superiore ai16 000 franchi è assegnato adonne e il restante 82,1% èoccupato da uomini. La percen-tuale di donne con salario su-periore ai 16 000 franchi lordial mese è comunque aumenta-ta negli anni, passando dal12,8% nel 2008 al 14,3% nel2010 fino al 17,9% nel 2012.Una parte delle differenze sala-riali tra donne e uomini è dovu-ta a effetti strutturali legati alprofilo della persona (età, for-mazione, anni di servizio), allecaratteristiche del posto occu-pato in azienda e alla sfera diattività esercitata. Un’altra par-te delle differenze salariali tradonne e uomini resta invece in-spiegabile.

Ecco come varia la parteinspiegabile di disparitàSe si considera l’intero settoreprivato, la parte inspiegabile didifferenze salariali tra uominie donne ammontava al 40,9%nel 2012 contro il 37,6% del2010 e il 39,6% del 2008.Queste percentuali indicanouna relativa stabilità del feno-meno nei quattro anni in esa-me.Il differenziale di salario in-spiegabile corrispondeva inmedia a 678 franchi al mesenel 2012 contro i 677 franchidel 2010. Se si considerano isingoli rami economici, emer-gono notevoli differenze; peresempio, la parte inspiegabilecorrisponde a 206 franchi almese nel settore alberghiero edella ristorazione. Ciò significache a parità di profilo struttura-le, le donne guadagnano 206

franchi al mese in meno deicolleghi uomini che lavoranonello stesso ramo. La parte in-spiegabile di divergenze sala-riali a scapito delle donne cor-rispondeva a 333 franchi almese nel settore della sanità eassistenza sociale, a 675 fran-chi al mese nel commercio aldettaglio, a 761 franchi al me-se nell’industria alimentare, a826 franchi al mese nel settoredell’informazione e della co-municazione, a 972 franchi almese nell’industria metalmec-canica e a 1089 franchi al me-se nelle attività finanziarie eassicurative.Nell’intero settore pubblico(Confederazione, Cantoni e Co-muni), la parte inspiegabiledelle differenze salariali tra isessi raggiungeva il 38,8%, ov-vero 573 franchi al mese.

Ufficio federale di statistica

La parte inspiegabile di disparità tra donne e uomini nel settore privato ammonta a 40,9%, nel pubblico al 8,8%

Disparità salariali, la storia infinitaNel 2012, quasi 2 postidi lavoro su 3 con livellosalariale inferiore ai4000 franchi lordi almese per un lavoro atempo pieno erano oc-cupati da personale disesso femminile. Nelsettore privato, le di-sparità salariali tra isessi continuano a cala-re progressivamente esono passate dal 25,0%del 2008 al 21,3% nel2012, secondo i datidell’Ufficio federale distatistica (UST).

frg

Capelli grigi, a forza di aspettare la parità.

La differenza salariale tra donne e uomini che nonpuò essere spiegata, resta elevata: nel 2012 siattestava all’ 8,7%. Sono 678 franchi in meno almese nelle tasche delle donne per un lavoro di parivalore. Queste cifre divulgate dall’Ufficio federaledi statistica confermano ciò che l’Unione sindacalesvizzera (USS) dice da tempo: non è possibileeliminare le discriminazioni salariali contro le donneattraverso misure facoltative. Occorrono deicontrolli. L’USS chiede dunque al Consiglio federaledi prevedere misure obbligatorie in occasionedell’annunciata revisione della Legge federale sullaparità tra i sessi LPar). Le aziende devono controlla-re a intervalli regolari i salari e, in nome dellatrasparenza, pubblicare i risultati dei controlli. Unacommissione tripartita deve inoltre imporrel’obbligo di controllo e sanzionare tanto le infrazioniquanto le discriminazioni. Come dimostrato dallagrande manifestazione del 7 marzo, che ha riunito12 mila persone, una parte importante dellapopolazione contesta le discriminazioni salariali epretende misure efficaci. A causa delle disparitàsalariali, infatti, le donne dovranno fare i conti conrendite minori una volta che saranno al beneficiodella pensione e pure durante la vita professionale.Perché? Ma perché i loro salari sono inferiori

rispetto a quelli degli uomini e perché già ora sisobbarcano la maggioranza dei compiti familiarinon remunerati. Ma anche le differenze salarialispiegabile contengono una parte di ingiustizia. Ledonne sono sovrarappresentate negli impieghi abassi salari, come lo dimostrano le cifre pubblicate(cfr. articolo principale). Circa vent’anni dopol’introduzione della LPar, la parità dei sessi nonesiste nella vita professionale quotidiana. Oltre allediscriminazioni salariali, le donne hanno menoopportunità degli uomini sul mercato del lavoro,sono svantaggiate in materia di formazionecontinua e le loro professioni sono sottovalutate.Realtà, queste, che accentuano ulteriormente lediscrepanze salariali.

Per tutti questi motivi, l’USS chiede - oltre allatrasparenza dei salari - una valorizzazione del lavorofornito principalmente dalle donne. Chiede purel’implementazione di strutture di accoglienzasostenibili che consentano di conciliare impegniprofessionali e compiti educativi. Sarebbe ora chela LPar fosse applicata alla lettera. Poi si dovrà fareun salto di qualità con il controllo dei salari.

USS/frg

L’USS CHIEDE MAGGIORE TRASPARENZA

......

12 AGENDAcontatto.sevN. 15/1510.9.2015

Il Comitato sezionale SEV Lavori Ticino invita tutti i colleghi all’ assemblea autunnale della nostra sezione che avrà luogo:

venerdì 16 ottobre a Lodrinopresso grotto Pippo, dalle ore 18.00

Seguono maggiori informazioni. Il tutto verrà accompagna-to da castagne e lardo!

Il presidente sezionale Aldo Sciamanna

BAU – Lavori TicinoPreavviso assemblea autunnale

Siamo lieti di invitarvi alla gita che si terrà presso l’azienda diprodotti del territorio Juckerhof a Seegräben, che ci permetteràdi vedere anche l’esposizione di zucche. Pranzo sul posto.Rientro previsto attorno alle 17.00.Per maggiori informazioni sugli orari dei treni e altro e perl’iscrizione entro il 13 settembre, vogliate rivolgervi a: FelixMurk, Davos, tel. 081 4137465 – 078 6066025,mail: [email protected].

Pensionati RhBEscursioneil 17 settembre

Come ogni anno in tutta la Svizzera si svol-gono le giornate VPT. In Ticino si terrà:sabato 28 novembre 2015, Bellinzona, ore09.30 presso la Casa del Popolo.

Tema della giornata: «Aggressioni neltrasporto pubblico»

Iscrizioni presso: Bernet Peter, presidenteVPT Sottoceneri

Giornata VPT:preavviso

La tua sezione può trasformare questo obiettivo inrealtà. Riceverete per ogni nuovo membro 50franchi. L’azione durerà fino al 29 febbraio 2016.

Cerchiamo l’affiliatoo l’affiliatanumero 2100

§Il SEV si è rivolto al tri-bunale federale, otte-nendo un’importanteconferma in favore delprincipio della parità ditrattamento di tutti gliassicurati.

Colpi di diritto

Parità di trattamentoI beneficiari di pensionamento professionale non possono essere trattati in modo diverso

Dopo 20 anni di lavoro alleFFS, Silvia (nome fittizio) de-ve far capo al pensionamen-to anticipato per motivi me-dici. La cassa pensioni FFSle riconosce una rendita diinvalidità professionale euna rendita ponte, sino aquando quest’ultima, rag-giunta l’età di riferimento,viene sostituita dalla renditaAVS. Solo dopo questo cam-biamento, l’AI comunica aSilvia di riconoscerle unarendita con effetto retroatti-vo. In questi casi, è previstoche la rendita ponte debbaessere rimborsata, per cui lacassa pensioni fa valere lesue pretese presso l’AI. Larendita AI è però inferiore aquella ponte, per cui la cas-sa si fa avanti anche con Sil-via chiedendole il rimborsodella differenza. La collegasi rivolge pertanto al SEV.

Una procedura lungaIl SEV si oppone alla richie-sta di pagamento, osservan-do che se la rendita AI fossestata uguale o inferiore allarendita ponte, il problemanon si sarebbe posto. La ri-chiesta di rimborso dellacassa pensioni pone quindiun problema di parità ditrattamento. La cassa pen-sioni FFS non vuole però sa-perne e deduce l’importodalla rendita di Silvia. Biso-gna quindi rivolgersi al tri-bunale, cosa che il SEV fatramite un suo legale spe-cializzato in questioni di se-condo pilastro. Secondo iltribunale cantonale, tutta-via, il regolamento dellacassa pensioni è chiaro e ilproblema di parità di tratta-mento non si pone, per cuirespinge il ricorso, che deveessere presentato al tribu-nale federale.

Parità di trattamentoLa recente decisione diquest’ultimo, conferma ilpunto di vista iniziale delSEV e richiama al rispettodei principi di «collettività»e di «parità di trattamento»

che sono fondamentali perle assicurazioni sociali. Inaltre parole, gli assicurati inun collettivo devono esseretrattati nello stesso modo.Silvia, in quanto beneficia-ria di una rendita d’invalidi-tà professionale, non puòquindi essere obbligata arimborsare una rendita coneffetto retroattivo quando visono assicurati nella suastessa situazione che nonsono tenuti a farlo. La cassapensioni FFS ha quindi do-vuto rimborsare l’importotrattenuto a Silvia con gli in-teressi ed è stata chiamataanche a partecipare allespese di procedura e a quel-le sostenute dal SEV per illegale.

protezione giuridica SEV

La sentenza 9C_644/2014 del13 luglio 2015 del tribunalefederale offre agli assicuratidella cassa pensioni FFS chehanno vissuto la stessasituazione due possibilità:

■ gli assicurati che si sonovisti dedurre da parte dellacassa pensioni FFS la pretesadi rimborso dalle loro rendite,possono inviare una letteraraccomandata alla cassa.Facendo riferimento alla citatasentenza, possono chiederealla cassa di ritornarel’importo in questione,maggiorato di un interesse del5 % entro 30 giorni. Se la

cassa dovesse rifiutare ilpagamento, gli assicuratidevono rivolgersi senzaindugio al tribunale ammini-strativo del canton Berna(Speichergasse 12, 3011Berne) o contattare il SEV alsegretariato centrale (Steiner-strasse 35, Casella postale,3000 Berne 6), o in Ticino(viale stazione 31, 6501Bellinzona).

■ Gli assicurati che si sonovisti unicamente richiedere ilrimborso da parte della cassapensioni, senza tuttavia che lastessa abbia effettuatodeduzioni sulla rendita,

potranno limitarsi ad informa-re per lettera la cassa che,sempre secondo la sentenza dicui sopra, non è più autorizza-ta a reclamare l’importo inquestione, invitandola diconseguenza a desistere dallarichiesta.

INFO

Due possibilità per chi si trova in un caso analogo

SERVIZIO ......

13contatto.sevN. 15/1510.9.2015

Da Lampedusa a Calais, da Ventimiglia all’isola diKos, dall’Ungheria a Melilla, è una sola disperazio-ne accompagnata da una sola certezza: non esistevia per il ritorno. Vincere o morire era il motto im-partito ai soldati in battaglia. Per le moltitudini dimigranti è lo stesso: vincere la sfida per una nuovavita anche a costo della sopravvivenza, propria e deipropri cari, obbligati all’esodo da guerre, violenze,terrore. Ma hanno un nemico invincibile: il benes-sere di chi dovrebbe accoglierli, aiutarli, timorosi didover cedere qualcosa dei propri privilegi.Invano il papa si sgola. Respingerli è un atto diguerra, ha tuonato. Inascoltato dai governi e dai po-litici in generale, le cui azioni sono dettate da altriimperativi «Che i profughi se li pigli il Vaticano», re-plica il leghista di turno ( come il padano Salvini),pronto però a rifarsi al verbo papale allorché si trat-ti, ad esempio, di opporsi alle unioni gay.Ma non è che le raccomandazioni papali all’acco-glienza trovino ampio consenso nemmeno fra i fe-deli. Quello che segue è lo stralcio di unaconversazione a più voci ai margini di una proces-sione cui assistono alcuni richiedenti l’asilo neri,ospiti di una struttura del paese, in terra maremma-na.Il corteo dei fedeli, in pratica l’intera popolazione, sisnoda fra le stradine al seguito della Madonna, por-tata a spalla da un nutrito gruppo di giovani, prece-duta dalla banda musicale, con tanto di ragazzinein stile majorette . I fedeli, muniti di lunghi ceri, ledonne con il velo in testa, gli uomini con la giaccadella festa, procedono cantando:noi vogliam Dio, Vergine Maria…Ai lati si intrecciano i commenti innestati dalla pre-senza del gruppetto di profughi:…a me quei negri fan proprio schifo……Benigna, ascolta il nostro dir……quanti ne sono affogati? Ottocento? Che stiano acasa loro……sono qui a far niente, mangiano, bevono e sonoanche pagati……noi ti invochiamo o Madre Pia, dei figli tuoi…quelli onesti che hanno voglia di lavorare nonvengono qui…….qui arrivano solo i fannulloni…deh, benedici o Madre al grido della fe’……ma lo sai che al negozio volevano darmi dei po-modorini sott’olio che vengono dalla Tunisia? Gli hodetto di darli alle galline…….hai fatto bene, io non mi gioverei davvero……noi vogliam Dio che è nostro Re…I dialoghi brevemente riassunti sono rigorosamenteveri (come le preghiere…), alcuni ascoltati in con-temporanea alla processione. Molti altri dello stes-so tenore. Nell’arco di alcuni giorni. Inutileprecisare che i fedeli oranti e gli autori degli ap-prezzamenti così pregni di cristiana comprensionesi confondevano gli uni con gli altri.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Non esiste via per il ritorno

Deine starke Gewerkschaft Ton syndicat fort Il tuo forte sindacato

Giornata di formazione: Venerdì 20 novembre 2015, 09.45–16.30 (Check-in a partire da 08.30)

Life in balanceAlla ricerca dell’equilibrio tra lavoro e famiglia

Relazione introduttiva a cura della Prof. Dr. Elisabeth Zemp Stutzspecialista nelle questioni di genere e vicedirettrice del Tropen- und Public Health-Institut di Basilea.

Nel corso di questa giornata, ci confronteremo con i seguenti problemi:• Come posso conciliare il lavoro in seno alla mia famiglia e nella vita

professionale?• Come posso crearmi degli spazi di riposo?• Qual è l’importanza di una corretta alimentazione e dell’attività

fisica per la mia salute?• Come posso preservare la mia autostima?• Come posso strutturare le diverse fasi della mia vita?

Temi dei gruppi di lavoro1. Gestione del tempo da un punto di vista femminile2. Medicina di genere: mente sana in un corpo sano3. Alimentazione e attività fisica per le donne che lavorano a turni4. Definire i limiti in modo consapevole – Timeout anziché Burnout5. Età di pensionamento: vivere in un continuo cambiamento

Iscrizioni entro il 31 ottobre 2015

Iscrizioni esclusivamente via Internetwww.sev-online.ch (donne > giornata di formazione)

La giornata è organizzata e finanziata da:

!

La sezione PV Ticino e Moesano (pensionati)ha il mesto compito di annunciare l’avvenutodecesso dei propri soci:

Claudio Ambrosetti, 70 anni, CastioneOlinto Belfanti, 84 anni, ClaroGino Bulloni, 85 anni, GiubiascoMario Cavadini, 85 anni, SagnoArturo Cereghetti, 82 anni, Morbio InferioreGiovanna Danielli, 82 anni, CamorinoQuintina Gilardi, 83 anni, ContoneIrene Guidi, 98 anni, Monte Carasso

Mirta Jacoma, 66 anni, ClaroDario Valerio, 78 anni, Mesocco

A tutti va un pensiero di sentita riconoscenzaper la fedeltà dimostrata al nostro movimentosindacale.Ricordando questi cari colleghi e queste carecolleghe, rinnoviamo ai loro congiunti lenostre sincere condoglianze e ci scusiamo pereventuali involontarie dimenticanze.

Il comitato PV Ticino e Moesano

I nostri morti

La nostra sezione presenta sentite condoglianze al collega Marcel Buergi, colpitonegli affetti familiari per il decesso della sorella.

LPV Ticino

CONDOGLIANZE

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14 AGENDAcontatto.sevN. 15/1510.9.2015

Fine estate da non perdere con i manovristi della RPV Ticino, cheanche quest’anno propongono un appuntamento che attira sem-pre più gente. La classica giornata del manovrista si è infatti tra-sformata in un vero e proprio evento, sempre molto affollato: ape-ritivo, grigliata e tanto buon umore gli ingredienti principali.Anche quest’anno la festa è aperta ai macchinisti di manovra LPVcon le rispettive famiglie; sono invitati anche i colleghi dell’AM-SA. Da anni ormai la RPV Ticino – sempre al fronte a livello sinda-cale e sempre schierata a difesa dei colleghi e delle colleghe dilavoro – punta anche sull’importanza della convivialità e dei rap-porti sociali, fondamentali nel rafforzamento della trama dellasolidarietà. In un clima di lavoro sempre più complesso e con unlivello di pressione sempre più alto, l’unità dei lavoratori e dellelavoratrici è essenziale per rafforzare anche il sindacato. Del restoil motto dell’azione di reclutamento di quest’anno è: «Uniti siamosempre più forti»!

Ecco il programma della giornata

■ Alle 10.30 ritrovo, alle 11.00 aperitivo.■ Alle 12.00 grigliata con contorno■ Dalle 13.30 lotteria■ Le iscrizioni devono pervenire entro il 12 settembre a:

Giuseppe Lupica: 079 542 55 49

Yuri de Biasi: 076 567 40 07

Come ogni anno a settembre, si rinnova l’eventodella RPV Ticino. Appuntamento il 20 dalle ore10.30 al campetto dell’Ala materna di Rovio.

■ RPV Ticino

Alla giornata del manovristagrigliata e tanto buon umore:tutti a Rovio il 20 settembre

..José Morales e Giuseppe Lupica principi della grigliata

La nostra sottofederazione è lieta di invitarvi alla nostra gitache si terrà alle saline di Schweizerhalle, dove potrete lasciarvisorprendere da tutto quanto ruota attorno al sale.Iscrizione:. presso Lea Boner, tel. 079 746 10 70, mail:[email protected]. Vi attendiamo numerose!

Ritrovo donne SEV BAUsabato 17 ottobre

contatto.sev è il giornale del sindacato del personale deitrasporti SEV. Pubblicazione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (caporedattore), Peter Anliker,Vivian Bologna, Beatrice Fankhauser, Markus Fischer,Françoise Gehring, Pietro Gianolli, Anita Merz, PatriziaPellandini Minotti, Henriette Schaffter.

Indirizzo della redazione: contatto.sev, CP, 6501Bellinzona, e-mail: [email protected], telefono 091825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3609 copie; totale: 43 612;certificata il 14.11.2014.

Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo: SEV, divisioneamministrativa, casella postale, 3000 Berna 6, e-mail:

[email protected], tel. 031 357 57 57, fax 031 357 57 58.Abbonamento annuale per i non affiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG, Seestrasse 86, 8712Stäfa, tel. 044 928 56 11, fax 044 928 56 00, e-mail:[email protected], www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, Neumattstrasse 1,5001 Aarau, www.mittellandzeitungsdruck.ch (azienda delgruppo AZ Medien AG).ISSN 1662-8470

Prossima edizione: 24 settembre 2015.Chiusura redazionale: giovedì 17 settembre,ore 10.

IMPRESSUM

Sono aperte le iscrizioni per levacanze-cure termali che anchequest’anno trascorreremo pressol’Hotel Terme Paradiso di AbanoTerme dal 27 dicembre 2015al 6 gennaio 2016.

L’attuale bassa quotazionedell’Euro ci permette di diminuirei nostri già vantaggiosi prezzi:

■ camera doppia CHF 950 p.p.■ camera singola CHF 1100 p.p.

comprendenti il viaggio intorpedone, la pensione completaincluse le bevande ai pasti(¼ vino, ½ acqua minerale), ilcenone di San Silvestro, unaccappatoio, l’uso delle piscine,della grotta sudatoria e dellapalestra. Sono escluse le bevande

supplementari e le cure; quest’ul-time sono da concordare e pagaredirettamente sul posto.

Pure esclusa dalla quota l’assicu-razione annullamento; si racco-manda a chi non ne è ancora inpossesso di stipularla primadell’iscrizione.

NB. Non sono ammesse modifi-che del pacchetto (ad es. dataandata o ritorno)!

Chi necessita di assistenzadev’essere accompagnato dapersona di fiducia.

Il numero massimo di cameresingole è fissato a 20 e farà statoil timbro postale!

Per una tempestiva riservazione

delle camere vi chiediamo diiscrivervi entro il 30 settembretramite il tagliando sottostante dainviare a: Eliana Biaggio, viaMonte Tabor 10, 6512 Giubiasco.Non si accettano prenotazionitelefoniche!

Quale conferma della vostraiscrizione vi chiederemo unacconto di CHF 500 p.p. daversare entro 10 giorni dalricevimento della fattura.

Per informazioni su viaggio evacanze: Eliana Biaggio, resp.vacanze, tel 091 857 49 19, [email protected]

Per informazioni sul pagamento:Renato Bomio, cassiere, tel 091743 80 66

PV Ticino e Moesano – Vacanze di fine anno a Abano Terme

*) mettere una x nella casella entrante in considerazione

Luogo e data: ......................................................................................................................................

Firma: ....................................................................................................................................................

ISCRIZIONE ABANO 2015 / 2016

Dati personali 1a persona 2a persona

Cognome

NomeIndirizzoCAP/LocalitàTelefono casaTelefono cellulareData di nascitaTipo di camera � doppia � singola *) �doppia �singola *)

SOTTOFEDERAZIONI ......

15contatto.sevN. 15/1510.9.2015

Farsi un tatuaggio, essendo una scelta dolorosa epressoché irreversibile, è una sorta di patto disangue con se stessi e anche una specie di rito diiniziazione. Nelle antiche società tribali, il tatuag-gio era una prova di coraggio e anche un segno diappartenenza: presso la popolazione indigenaneozelandese dei Maori ogni rango della scala so-ciale aveva un proprio «moko», un tatuaggio fac-ciale, che diventava un vero biglietto da visita.Ma, proprio per questa sua caratteristica, in pas-sato il tatuaggio è stato usato anche come identi-ficazione negativa. A Roma, gli schiavi venivanomarchiati a fuoco con le iniziali dei loro proprieta-ri. In Francia, prima della rivoluzione, a criminali eprostitute veniva tatuato a fuoco sulla spalla un«marchio d’infamia». In Cina, alla prima condan-na veniva tatuata sulla fronte una linea orizzonta-le, alla seconda un’altra linea che incrociava laprima e alla terza un’ultima linea a completarel’ideogramma «inu», che significa cane. I nazistitatuavano ai deportati nei lager il numero di ma-tricola sull’avambraccio. Ma anche tutti gli appar-tenenti alle SS avevano tatuato sotto il bracciosinistro il gruppo sanguigno e, a volte, anche unasvastica. Dopo la disfatta del Terzo Reich quel ta-tuaggio fu determinante per identificare i crimina-li di guerra nazisti. All’origine di tanti pregiudizisui tatuaggi c’è però anche Cesare Lombroso,l’antropologo torinese che, nel suo saggio del1876 «L’uomo delinquente», scrisse: «La praticadel tatuaggio compare solo nelle infime classisociali. Soprattutto tra i delinquenti, di cui essocostituisce un nuovo e speciale carattere anatomi-co-legale». È pur vero che, in Italia, il tatuaggioera stato addirittura vietato, con una bolla papale,da Adriano I già nell’anno 787. Nel Nord Europa,al contrario, il tatuaggio era molto in voga pressogli aristocratici: i nobili inglesi e scozzesi si tatua-vano i loro stemmi o emblemi, perché i loro corpipotessero essere riconosciuti, se venivano uccisisul campo di battaglia. Ma erano tatuati ancheFederico IX di Danimarca, Alfonso XIII di Spagna, ilprincipe Giorgio di Grecia, il Kaiser Guglielmo II,la regina d’Italia Margherita e tanti Savoia. Persi-no l’austero premier inglese Winston Churchillaveva un tatuaggio, un’ancora, sul braccio. Quan-do nel febbraio di 70 anni fa Churchill si incontròa Yalta, in Crimea, con Roosevelt e Stalin per deci-dere le sorti del mondo dopo la seconda guerramondiale, pare che tutt’e tre i sommi leader fos-sero tatuati!

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... tatuaggi - parte 2Durante una riunione tenutasi aBad Goisern (nello Salzkam-mergut, una regione delle Pre-alpi orientali austriache), i rap-presentanti dei sindacati VIDA(Austria), FNCTTFEL (Lussem-burgo), EVG (Germania) eSEV/ZPV (Svizzera), si sono chi-nati anche sull’organizzazionedella giornata d’azione europeaper gli/le agenti del treno. Ap-puntamento previsto quest’an-no il 29 ottobre. Questa giorna-ta è importante non solo per icollaboratori e le collaboratricidirettamente interessati/e, maanche per i viaggiatori e le viag-giatrici, che rappresentano laparte più grande. La ZPV ha ri-

flettuto sulle modalità di con-duzione dell’azione, il cui obiet-tivo è fare conoscere a livelloeuropeo i bisogni degli/delleagenti del treno presso l’utenzae il mondo politico. In quest’ot-tica si sta pensando a una certi-ficazione europea per gli/leagenti del treno. Il SEV e la ZPVsono impegnate da anni nellaFederazione europea dei lavo-ratori dei trasporti (ETF), ben-ché la Svizzera non faccia partedell’Unione europea.Non si può sacrificare la sicu-rezza del personale dei treni ela sicurezza dei/delle passeg-geri/e sull’altare delle misuredi risparmio volute dalle impre-

se di trasporto ferroviario. Du-rante le discussioni è emerso inmodo chiaro che i sindacati deitrasporti pubblici sono confron-tati con le medesime preoccu-pazioni ovunque in Europa. Edevono gestire i medesimi pro-blemi con le rispettive impresedi trasporto. Sono tuttavia an-che accomunati dalle stesse ri-vendicazioni, come l’accompa-gnamento dei treni a lungapercorrenza, la sicurezza delsalario, la sicurezza dei treni edei passeggeri.

Janine Truttmann, segretaria ZPV

Giornata di azione europea il 29 ottobre:la ZPV non mancherà all’appuntamento

■ ZPV - Un momento importante per il personale e i viaggiatori

A breve dovrebbe prendere il via un progettopilota per far svolgere i futuri lavori di manu-tenzione e revisione ai produttori di materialerotabile. Le revisioni dei treni ETR 610 dovreb-bero essere commissionate alla Alstom, con ilpretesto di «verificare la disponibilità e racco-gliere esperienze con le commesse a terzi».In realtà, si tratta di un primo passo verso laprivatizzazione.Sarebbe anche ingenuo credere all’afferma-zione che questo incarico non ha alcun influs-so sui nostri effettivi. Magari non subito, mane avrà certamente in futuro. Dobbiamo chie-derci se i responsabili non hanno proprio im-parato nulla dal fallimento del Redesign Ser-vice Rollmaterial (RSR) degli anni 2000–2004(mancanza di concetti, di idee e di mezzi).Nessuno sembra poi rendersi conto delle con-

traddizioni nei confronti dei partner sociali.Il 25 giugno, ci è stato detto:• Avremo ulteriori informazioni su questo pro-getto solo alla riunione informativa del setto-re, il 22 settembre 2015. Il progetto non èancora stato approvato dal consiglio di ammi-nistrazione FFS.Le nostre rivendicazioni sono chiare e inequi-vocabili:• Interruzione immediata delle trattative eblocco dell’incarico.• Presentazione dettagliata del progetto pilo-ta.• Le competenze di manutenzione del materia-le rotabile devono rimanere in azienda. È l’uni-co modo per garantire in modo stabile la di-sponibilità dello stesso.

Mancanza di idee e di mezzi■ Risoluzione sottofederazione TS

La commissione centrale dellaRPV si è riunita lo scorso 17agosto a Buochs. Il presidentecentrale ha fatto il punto suidossier aperti e si è congratu-lato con i nuovi eletti nellaCommissione del personale;non poteva mancare il classicoaugurio di buon lavoro. Pur-troppo a livello della commis-sione del personale di super-ficie Cargo non è stato eletto

nessuno specialista RCP. Cosìin questa commissione sonopresenti soltanto dei macchini-sti. Il presidente ha pure comu-nicato che hanno avuto luogo iprimi negoziati sulle BAR RCP.I dettagli saranno discussi al-l’interno di un gruppo di lavo-ro; successivamente sarannopresentati alla comunità ditrattative. Per quanto riguardala Decisione 25, due colleghi

della divisione P si sono an-nunciati - insieme ad altri - perfare parte del gruppo di lavoroche si chinerà sull’elaborazio-ne dei criteri concernenti lacurva salariale dei macchinisti.La prossima conferenza deipresidenti si terrà dall’11 al13 ottobre.

Servizio stampa RPV

In corso i negoziati sulle BAR■ RPV - Lavori della commissione centrale

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 15/1510.9.2015

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 16 settembre2015inviando una cartolina postalecon nome, cognome, indirizzo esoluzione a: SEV, Photomystère,casella postale, 3000 Berna 6;

per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected];

per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Il nome della vincitrice o delvincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

È in palio un coltellino «Out-rider» con stemma SEV, cheverrà sorteggiato tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

La foto dell’ultima edizioneriportava lavori di pulizia allastazione del Jungfraujoch.Troverete una foto esplicativa sulnostro sito www.sev-online.ch.Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni ReKa è: Martin Koch diDietikon, membro RPV Zurigo.

Photomystère: «dov’è stata scattata questa foto?»

ppe

Pochi giorni dopo l’attacco adun treno Thalys – tra Amster-dam e Parigi – i ministri di di-versi Stati si sono incontratiper discutere su come aumen-tare la sicurezza nei treni, conprovvedimenti come l’inaspri-mento dei controlli personali ol’introduzione di biglietti per-sonalizzati nel traffico interna-zionale a lunga percorrenza.Pochi giorni dopo, nel norddella Germania, si sono incon-trate le direzioni dei sindacatiEVG, Vida, FNCTTFEL e SEV, chehanno definito questi provve-dimenti come lacunosi e pocoutili. «Quanto discusso in ma-teria di controlli personali tro-va veramente pochi riscontricon la realtà» è stato il tenoredei commenti. Oltre tutto,provvedimenti limitati al traffi-co internazionale servono apoco ed ignorano completa-mente le rivendicazioni di mag-gior sicurezza espresse dal

personale, che riguardanopiuttosto il trasporto regionalee quello nazionale.

Le rivendicazioni dei sindacati«È triste constatare che le giu-stificate richieste delle nostrecolleghe e dei nostri colleghidei settori del treno e dei servi-zi vengano sempre ignorate.Improvvisamente, dopo l’attac-co sul Thalys, si levano vociche chiedono una maggior pre-senza di servizi d’ordine emaggiori controlli sui treni»,ha criticato il presidente delsindacato tedesco dei ferrovie-ri e dei dipendenti dei trasportiEVG. Sino ad oggi, le istanzepolitiche non hanno mai accol-to le richieste del personale,confrontato giornalmente conaggressioni fisiche e verbali,senza che venissero presiprovvedimenti adeguati.I quattro sindacati si sonosempre impegnati per otteneremisure in favore dell’ordine edella sicurezza nei trasportipubblici.

Aumentare la presenzadi personale qualificato«Secondo noi, occorre impie-gare in modo mirato personalesufficiente e formato in modo

ottimale», ha spiegato GiorgioTuti.

Un personale formatoe qualificatoRoman Hebenstreit, presidentedel settore ferroviario di Vida,il sindacato austriaco del set-tore, ha aggiunto: «Dobbiamodefinire in modo chiaro leresponsabilità e poter contaresu personale qualificato che,proprio grazie alla sua forma-zione, possa assumere e svol-gere anche compiti di preven-zione».I sindacati hanno quindiespresso richieste sui livelli diformazione necessari e sui re-quisiti da porre al personale

con funzioni di sicurezza: «vo-gliamo che venga impiegatopersonale formato in modounitario», ha spiegato Jean-Claude Thümmel del sindacatolussemburghese FNCTTFEL. Peresempio, le esigenze poste alpersonale di accompagnamen-to dei treni sono diventate tan-to elevate da giustificare pie-namente una certificazioneunitaria al livello europeo. Inquest’ottica, i sindacati chie-dono la definizione di contenu-ti formativi e di esame unitari .«Occorre anche definire con ur-genza l’effettivo minimo di per-sonale di accompagnamentonei treni, nonché stabilire unalista di tutte le professioni con

funzioni di sicurezza, come av-viene da tempo nel settoreaeronautico», ha concluso GuyGreivelding, presidente dellasezione ferroviaria della fede-razione dei sindacati deitrasporti ETF.

pmo

I sindacati germanofonidelle ferrovie chiedonoai governi di agire inmodo sostenibile in fa-vore di maggior sicurez-za, anziché limitarsi areagire all’urgenza.

Sicurezza giusta al posto giustoI sindacati delle ferrovie di lingua tedesca hanno presentato richieste comuni

Oltre alle questioni cheriguardano la sicurezza, iquattro sindacati hannoapprofondito diversi aspettiriguardanti i contatti tra lerappresentanze dei datori dilavoro e delle lavoratrici elavoratori. Nell’Unioneeuropea, questi contatti sono

istituzionalizzati nell’ambitodel cosiddetto Dialogo sociale.Le condizioni di lavororegolate a questo livello dalleparti sociali vengono conside-rate vincolanti .Negli ultimi anni, il Dialogosociale ha però incontrato nonpoche difficoltà. I sindacati

germanofoni (sostenuti anchedal SEV che, unitamente alleFFS, si impegna anche a livelloeuropeo) hanno quindipromosso un iniziativa perridargli slancio, almeno nelsettore ferroviario e renderlodi nuovo in grado di decidere.

pmo

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Contatti più intensi e concreti tra sindacati e imprese