Contatto sev 2014 22

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 22 20 novembre 2014 90.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Gianni Frizzo confer- mato presidente dell’associazione «Giù le mani dall’Officina». Nel suo bilancio è stato sottolineato che ad alcune prospettive consolidate si contrappongono perplessità per il futuro a medio termine. a pagina 2 «Giù le mani» Mercoledì 19 a Ginevra, tram e bus fermi. Il perso- nale dei Trasporti pubbli- ci ginevrini (TPG) protesta contro 100 licenziamenti. Lo sciopero - ha precisato il SEV - è sta- to deciso con il 93% dei voti in occasio- ne di una consultazione scritta. L’azio- ne inizierà alle 3.00 di mercoledì. Per il SEV popolazione ginevri- na e personale dei TPG non devono assumersi gli oneri dei tagli alle spese pubbliche. Il contratto di prestazione 2015-2018, prevede la soppressione degli impieghi. a pagina 2 Personale TPG in agitazione Ginevra: braccia incrociate Rolf Rubin è stato per anni segretario generale del SEV. Pagine 6 e 7 Intervista Per lo stesso lavoro le donne sono pagate lo 0,3% in meno rispetto agli uomini. Risulta da uno studio presentato questo mese. Pagina 2 Alle FFS la parità è reale In Ticino è avviata una campagna contro la violenza sulle donne. Pagina 13 Stop alla violenza Spesso si parla della VPT come del «piccolo SEV», per il fatto che riunisce in una sottofedera- zione circa 10 000 membri di oltre 60 aziende, attive in setto- ri molto diversi tra loro. Dirige- re questa sottofederazione è quindi un compito molto esi- gente per i militanti, dato che la sua variegata composizione fa si che i membri si conoscano poco e abbiano interessi molto differenti. Per rimediarvi, la VPT organizza da alcuni anni a questa parte cinque convegni di settore, che riscontrano sempre un notevole interesse, sia presso gli attivi, sia presso i pensionati. La VPT è anche molto attenta alla ricerca di temi sindacali in grado di riunire tutti i suoi membri. Ogni anno si svolgono anche convegni regionali, che trovano anch’essi un’ottima ri- spondenza trasversale a tutti i settori. Inoltre, la VPT si dimostra mol- to attiva anche dal profilo del reclutamento, attività nella quale i suoi militanti dimostra- no grande impegno per rag- giungere obiettivi molto ambiziosi. Obiettivi che stanno sempre più portando a rendere grande anche il «piccolo SEV». EDITORIALE « La VPT è anche molto attenta alla ricerca di temi sindacali in grado di riunire tutti i suoi membri. » Barbara Spalinger, vicepresidente SEV Anni di paziente e insistente trattativa hanno finalmente permesso alla dele- gazione del SEV di ottenere il risultato sperato. Il nuovo CCL di Securitrans prevede un chiaro miglioramento delle disposizioni riguardanti le vacanze, di cui beneficeranno oltre 700 dipendenti. Altre misure positive sono state desti- nate ai salari. La soddisfazione è miti- gata dalla costatazione che Securi- trans, senza informare i partners sociali, ha proceduto in Ticino a licen- ziare 9 dipendenti. Focus a pagina 16 Il SEV ha fatto un altro passo avanti verso migliori condizio- ni di lavoro, stavolta con il rin- novo del CCL di Securitrans. I rapporti tra le parti possono e devono però migliorare. Soddisfazione, ma... Il rinnovo del contratto collettivo di Securitrans porta un aumento delle vacanze Securitrans Securitrans impiega guardiani di sicurezza, agenti che sorvegliano strutture e mon- tatori di binari.

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Page 1: Contatto sev 2014 22

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 22

20 novembre201490.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Gianni Frizzo confer-mato presidentedell’associazione «Giùle mani dall’Officina».Nel suo bilancio èstato sottolineato chead alcune prospettiveconsolidate sicontrappongono perplessità per il futuroa medio termine.

a pagina 2

«Giù le mani»

Mercoledì 19 a Ginevra,tram e bus fermi. Il perso-nale dei Trasporti pubbli-ci ginevrini (TPG) protestacontro 100 licenziamenti.

Lo sciopero - ha precisato il SEV - è sta-to deciso con il 93% dei voti in occasio-ne di una consultazione scritta. L’azio-ne inizierà alle 3.00 di mercoledì. Per il

SEV popolazione ginevri-na e personale dei TPGnon devono assumersi glioneri dei tagli alle spesepubbliche. Il contratto di

prestazione 2015-2018, prevede lasoppressione degli impieghi.

a pagina 2

Personale TPG in agitazione

Ginevra: braccia incrociate

Rolf Rubin è stato peranni segretariogenerale del SEV.

Pagine 6 e 7

IntervistaPer lo stesso lavoro le donne sono pagate lo0,3% in meno rispetto agli uomini. Risulta dauno studio presentato questo mese.

Pagina 2

Alle FFS la parità è realeIn Ticino è avviata unacampagna contro laviolenza sulle donne.

Pagina 13

Stop alla violenza

Spesso si parla della VPT comedel «piccolo SEV», per il fattoche riunisce in una sottofedera-zione circa 10 000 membri dioltre 60 aziende, attive in setto-ri molto diversi tra loro. Dirige-re questa sottofederazione èquindi un compito molto esi-gente per i militanti, dato chela sua variegata composizionefa si che i membri si conoscanopoco e abbiano interessi moltodifferenti.

Per rimediarvi, la VPT organizzada alcuni anni a questa partecinque convegni di settore, cheriscontrano sempre un notevoleinteresse, sia presso gli attivi,sia presso i pensionati.La VPT è anche molto attentaalla ricerca di temi sindacali ingrado di riunire tutti i suoimembri. Ogni anno si svolgonoanche convegni regionali, chetrovano anch’essi un’ottima ri-spondenza trasversale a tutti isettori.Inoltre, la VPT si dimostra mol-to attiva anche dal profilo delreclutamento, attività nellaquale i suoi militanti dimostra-no grande impegno per rag-giungere obiettivi moltoambiziosi.Obiettivi che stanno semprepiù portando a rendere grandeanche il «piccolo SEV».

EDITORIALE

«La VPT è anche moltoattenta alla ricerca di temisindacali in grado di riuniretutti i suoi membri.»

Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

Anni di paziente e insistente trattativahanno finalmente permesso alla dele-gazione del SEV di ottenere il risultatosperato. Il nuovo CCL di Securitransprevede un chiaro miglioramento delledisposizioni riguardanti le vacanze, dicui beneficeranno oltre 700 dipendenti.Altre misure positive sono state desti-nate ai salari. La soddisfazione è miti-gata dalla costatazione che Securi-trans, senza informare i partnerssociali, ha proceduto in Ticino a licen-ziare 9 dipendenti.

Focus a pagina 16

Il SEV ha fatto un altro passoavanti verso migliori condizio-ni di lavoro, stavolta con il rin-novo del CCL di Securitrans. Irapporti tra le parti possono edevono però migliorare.

Soddisfazione, ma...Il rinnovo del contratto collettivo di Securitrans porta un aumento delle vacanze

Secu

ritra

ns

Securitrans impiega guardiani di sicurezza, agenti che sorvegliano strutture e mon-tatori di binari.

Page 2: Contatto sev 2014 22

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 22/1420.11.2014

Il personale dei Tra-sporti pubblici ginevrini(TPG) ha annunciatouno sciopero totale di24 ore mercoledì 19novembre. L’agitazioneè un segno di protestacontro l’annunciatasoppressione di oltre100 impieghi nell’azien-da. I dipendenti dei TPG, inPiazza lo scorso 12novembre a Ginevra, nehanno abbastanza! « Ilnostro obiettivo è sostene-re colleghi e colleghe deiTPG; sono loro a subire inmodo più aspro le restrizio-ni finanziarie» ha tuonatosulla piazza uno dei

rappresentanti sindacalidavanti alla folla assiepatapresso la sede del munici-pio. Vincent Leggiero(nella foto, ndr), presidentedella sezione SEV-TPG, èmolto soddisfatto dellasvolta che hanno preso glieventi: « Ci sosteranno.Questa manifestazione èben riuscita. La politicavuole attaccarsi ai nostristrumenti di lavoro. Vuoleridurre tutto. Siamo qui perrispondere a questoattacco frontale ». Nelvolantino distribuito nel

corso della manifestazione,i/le dipendenti TPG hannosottolineato che sono loroa dovere assumere ognigiorno le conseguenze discelte politiche sbagliate.Aggiungono inoltre che «èsolo difendendo le nostrecondizioni di lavoro, è sololottando contro i rischi diprivatizzazione chetuteliamo anche prestazio-ni di qualità per tutti gliutenti». A una situazioneche dipendenti esindacati giudicanoassolutamente intolle-rabile e insostenibile, siè risposto con la lotta!

TPG:È SCIOPERO

Fra le trattande statutarie all’ordine del giorno ve ne eranodi pesanti, come il rinnovo del-le cariche.Manifestamente, però, ad inte-ressare i membri dell’associa-

zione erano altri aspetti. Inparticolare, volevano informa-zioni di prima mano sull’anda-mento delle Officine, che sonopuntualmente giunte, ma chenon hanno permesso di rasse-renare del tutto gli animi.Se, da una parte, si è preso at-to della costituzione del centrodi competenze e della ricercadel direttore (vedi contatto.sevno. 21), permangono perples-sità sui volumi delle ordinazio-ni FFS a medio termine. Il pre-sidente Gianni Frizzo ha infatti

indicato come FFS Cargo stiaaffidando incarichi di revisionedi vagoni ad altre Officine, chesin qui svolgevano solo manu-tenzione corrente. Inoltre, perdiversi motivi, le Officine si ri-trovano impossibilitate ad ap-plicare prezzi per le loro revi-sioni in grado di attirareincarichi da parte di clientiesterni. Circostanze che preoc-cupano anche in vista dellosviluppo del Centro di compe-tenze, che dovrebbe potersiappoggiare in buona misura

alle capacità delle Officine.Questi temi devono pertantoessere oggetto di una discus-sione approfondita, che coin-volga, oltre evidentente alleFFS, anche le autorità cantona-li.Per la cronaca, l’assemblea haapprovato i conti 2012 e 2013dell’associazione e completatoil comitato con l’elezione diFiore Raso (cassiere), MatteoPronzini, Giancarlo Pennone,Manuel Dell’Era e Giusy DeGiuseppe. gi

Il bilancio tratto dal pre-sidente è piuttosto va-riato. Ad alcune pro-spettive consolidate sicontrappongono per-plessità per il futuro amedio termine.

Luci e ombre sulle OfficineGianni Frizzo confermato presidente dell’associazione «Giù le mani dall’Officina»

Il 14 giugno 2011 le donne delSEV si erano recate alla sedecentrale delle FFS per chiederela partecipazione dell’aziendaal dialogo sulla parità salaria-le. Nel mese di novembre2014, ecco i risultati dello stu-dio: per lo stesso lavoro ledonne sono pagate lo 0,3 % inmeno rispetto agli uomini. Dalmomento che la differenza uffi-cialmente tollerata è del 5 %,si può affermare che presso leFFS la parità salariale è unarealtà. O perlomeno lo è perquanto riguarda i/le dipenden-ti assoggettati/e al CCL il cuistipendio è stato analizzato.Va sottolineato che un buon ri-sultato è possibile solo in un’azienda che negozia con i sin-dacati un solido CCL, valevoleper una gran parte del perso-nale: nel caso delle FFS si trat-ta del 95 %. Siccome la paritàè garantita, non occorre pren-dere misure specifiche. Del re-sto il rapporto finale è stato

approvato dall’Ufficio federaleper l’uguaglianza fra donna euomo (UFU). A partire da ora,ogni anno le FFS controlleran-no che la parità persista. Alprogetto Dialogo sulla paritàsalariale avevano anche parte-cipato le RhB (fase conclusa) eil SEV, presso il quale la proce-dura di controllo dovrebbe es-sere completata al più presto.

Dialogo chiusoCome noto il progetto federaleè stato chiuso a causa dellascarsa partecipazione delleaziende (solo 50). Il consigliofederale ha preso atto che labase volontaria non è suffi-ciente per combattere le dispa-rità salariali, per cui - su pres-sione dei sindacati - hapresentato un progetto più in-cisivo (cfr. focus.sev, contatto

numero 21). Lucie Waser, dele-gata alle pari opportunità alSEV, è molto soddisfatta del ri-sultato ottenuto alle FFS: «So-no contenta del risultato e del-la volontà di dare seguito aquesto processo. Vorrei anchesottolineare l’importanza dellavoro svolto dalle FFS. In futu-ro, però, dovremmo poter con-trollare tutto il personale, com-presi i/le dirigenti non soggettial CCL». Sottolinea inoltrel’elevata credibilità dei risulta-ti, dal momento che i partnersociali sono stati inclusi nelprocesso: «Le FFS sono spessoun modello per altre aziende.Tanto meglio se il modello dà ilbuon esempio». Le impreseconcessionarie di trasportoche volessero intraprendere lamedesima via delle FFS, pos-sono rivolgersi a lei o all’UFU;

esistono anche un sito internet(www.elep.ch) e un numeroverde per assistere le aziende.

Sulla strada giustaCon questi risultati si può bendire che le FFS siano sulla buo-na strada; ma ci sono ancoraaltre forme di discriminazionediverse da quelle salariali, con-tro le quali occorre lottare, siallude per esempio ad alcuneapplicazioni del CCL.

Henriette Schaffter/frg

Presentato lo studio sulla verifica dei salari in seno all’azienda

Su richiesta delle donnedel SEV, le FFS hannocompiuto un passo im-portante: verificare l’ef-fettiva parità salarialenel loro personale. E cisiamo. Buone notiziedunque per le donne ... egli uomini!

Parità salariale: bene alle FFS

Fi

14 giugno 2011, le donne del SEV, guidate da Barbara Amsler,chiedono ai vertici delle FFS il Dialogo per la parità salariale

Il 7 marzo 2015 tutte e tuttia Berna per chiedere realicontrolli della paritàsalariale e dire noall’innalzamento dell’etàpensionabile per le donne.La lotta deve esseresolidale, indipendente-mente dalla propriasituazione personale.

TUTTI A BERNA

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 22/1420.11.2014

«Lo possiamo dire già sind’ora: la campagna di recluta-mento 2014 è un successo» di-chiara Jérôme Hayoz davanti alComitato SEV e accompagnatodalla responsabile del coachingdelle sezioni Elena Obre-schkow, che dall’anno prossi-mo assumerà interamente la re-sponsabilità del dossier.Appare chiaro che premi inte-ressanti costituiscono un’otti-ma motivazione per reclutare.Finora è stata una buona cam-pagna e ora, con la conclusionedel nuovo CCL, c’è un ulterioreargomento. La speranza è chelo slancio continui anche nelmese di dicembre.Il risultato ottenuto con i nego-ziati per il rinnovo del CCL saràusato anche l’anno prossimoper promuovere il lavoro delSEV in vista di nuove adesioni.Ed è un bene perché l’annoprossimo, e per la prima volta,il traguardo da raggiungere sa-rà definito anche dal profilo

quantitativo: l’obiettivo da rag-giungere è 1800 nuovi mem-bri.L’obiettivo sembra realistico,ma «sarà necessario forniresforzi supplementari per rag-giungere la meta» ha spiegatoHayoz. Che ha aggiunto «Por-teremo avanti una campagnaprofessionale con premi attrat-tivi, ma nel contempo cerche-remo di sostenere di più i/lereclutatori/trici della base: sa-ranno pianificate delle giorna-te di reclutamento nel corsodelle quali i/le segretari/e sin-dacali saranno totalmente alservizio del reclutamento deimembri». Lo slogan e il princi-pio «I membri reclutano i mem-bri» resta di attualità. «Il valo-re aggiunto - ha sottolineatoancora il segretario sindacaleJérôme Hayoz - consiste nel

rafforzare il supporto destinatoal reclutamento».Simili giornate di reclutamentoesistono già in alcune sottofe-derazioni. Servono certamentea reclutare nuovi membri, maanche a curare le relazioni conlavoratori e lavoratrici già sin-dacalizzati al SEV. Questa ideaè stata gradita dal Comitato,convinto come è che la presen-za sul terreno sia fondamenta-le anche per il reclutamento.La campagna proposta è statapertanto approvata all’unani-mità. A livello di premi, è statachiesta una maggiore scelta,che possa essere apprezzatatanto dai/dalle reclutatori/tricinavigati/e, quanto dai/dallegiovani interessati/e ad aderi-re al SEV.Hayoz ha ricordato che c’è bio-sogno di tutti: da quelli cheportano una o due adesioni acoloro che di anno in anno rie-scono a reclutare decine dinuovi/e affiliati/e. L’azione2015 prevede, del resto, che itrenta migliori reclutatori sianoinvitati ad un evento particola-re. La campagna 2015 inizieràil prossimo 3 febbraio.

Peter Moor

Il 2014 può ancora di-ventare un anno record:se a dicembre i membriSEV riusciranno a reclu-tarne di nuovi, il tra-guardo sarà superato. Eper il 2015 l’asticella èancora più in alto.

Ogni membro contaProseguimento della campagna di reclutamento: via libera del Comitato

1.Cl.

Biglietto speciale

Aderire al SEV

valevole da subito

1.Cl.

Biglietto specialeAderire al SEV

valevole da subito

Bigliet

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1.Cl.

Biglietto specAderire al S

valevole da subito

tto sssspppeciale

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uubbbito

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SEEEEVEVEVVVVV1.Cl.

Biglietto speciale

Aderire al SEV

valevole da subito

Con il 31 ottobre l’operazione «Mare nostrum» èterminata. Ora, per dirla sempre in latino, sono«penes eorum», che detto volgarmente in italiano,sta per «c…. loro». Dove loro sono i disperati chefuggono da guerre e violenze indicibili cercandoun’altra vita da noi, in Europa.Un fatto è indubbio: con la fine delle operazionidella Marina militare italiana nel Mediterraneo tor-nerà a salire il numero di quanti vedranno naufra-gare nei flutti marini i sogni di sopravvivenza. Èinfatti chiaro che l’operazione Triton, che viene asostituire Mare nostrum, affidata all’Agenzia euro-pea Frontex, è tutt’altra cosa e non ha minimamen-te lo scopo di venire in aiuto ai barconi alla deriva.Dal novembre dello scorso anno, dal tragico nau-fragio al largo di Lampedusa, che costò la vita acentinaia di persone, sino a poche settimane fa,l’Italia si è prodigata con mezzi navali ed aerei apattugliare il Mediterraneo per venire in soccorsoa quanti rischiavano la vita sulle tristemente note«carrette del mare», spingendosi in perlustrazionesino alle coste libiche.I mezzi militari ora mobilitati sotto l’egida di Tritonhanno ufficialmente uno scopo diverso e un benpiù modesto raggio d’azione. Essi infatti sonochiamati a controllare le acque entro le trenta mi-glia dalle coste italiane. Quanto accade oltre que-sto limite non è più di loro competenza.Certamente, se individueranno gommoni e zattero-ni verranno loro in aiuto, ma non si industrierannoa cercarli.Mare nostrum è stato archiviato in quanto, ha ripe-tuto il ministro Alfano, diventato troppo onerosoper le finanze italiane. Ma è in dubbio che siano isoldi il vero motivo, in quanto l’Europa è semprestata generosa con l’Italia con i finanziamenti, apatto che registri gli immigrati sul suo suolo senzacercare di smistarli nel continente.Probabilmente hanno ragione il leader leghistaSalvini e quanti con lui ritengono che l’operazioneMare nostrum, con l’insita speranza di un salva-taggio in mare, abbia favorito l’esodo via mare.Ma pensare che porre fine ai pattugliamenti pongaun freno alla fuga dal Medio Oriente e dall’Africa èsemplicemente sbagliato. Prevalenti restano lecause della migrazione, che vanno cercate nelleguerre, nelle violenze, nei dissesti umanitari allecui origini ci sono pure gli interessi economici,strategici e politici dei nostri Paesi.La grande paura è che finiscano per avere partitavinta quanti preferiscono i «clandestini» in pastoai pesci, piuttosto che alle mense dei centri di as-sistenza.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

In pasto ai pesci

■ La sezione VPT TPG è incontinuo conflitto con il da-tore di lavoro. In particolaresi oppone a licenziamenti dimassa che minacciano i di-pendenti a causa di un de-grado delle prestazioni pro-grammate dal cantone. IlComitato dà il proprio bene-stare a misure di lotta nelcaso in cui non si trovasseuna soluzione.

■ Il 28 maggio 2015 si terrà ilcongresso SEV. In base aglistatuti, le richieste pendentida 4 anni, saranno stralcia-te. Il Comitato invita le se-zioni e le sottofederazioni aripresentare, se del caso, le

vecchie proposte, se deside-rano tornare sul tema.

■ Il 7 marzo 2015 si terrà sul-la Piazza federale una mani-festazione sindacale sullaparità tra donne e uomini econtro l’innalzamento dell’età pensionabile. Il SEV si èprefissato di mobilitare aBerna almeno 1000 membri.Il Comitato invita tutti imembri a riservare la data.

■ Il Comitato ha pure svoltouna prima discussione sullepriorità del 2015;in questaoccasione ha potuto consta-tare che le priorità del 2014sono state in gran parte af-frontate .

■ Il Comitato ha dato un giudi-zio sostanzialmente positivosul congresso dell’Unionesindacale svizzera. È statasottolineata l’importanza at-tribuita al servizio pubblico,a cui il SEV dà un grandecontributo.

■ Al termine della seduta ilComitato, come di consuetoin vista delle votazioni fede-rali, si è schierato con l’USSper le parole d’ordine ilprossimo 30 novembre:NO alla iniziativa Ecopop eall’iniziativa sull’oro dellaBNS; SI alla soppressionedei privilegi fiscali per iricchi.

COMITATO IN BREVE

Page 3: Contatto sev 2014 22

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 22/1420.11.2014

Il personale dei Tra-sporti pubblici ginevrini(TPG) ha annunciatouno sciopero totale di24 ore mercoledì 19novembre. L’agitazioneè un segno di protestacontro l’annunciatasoppressione di oltre100 impieghi nell’azien-da. I dipendenti dei TPG, inPiazza lo scorso 12novembre a Ginevra, nehanno abbastanza! « Ilnostro obiettivo è sostene-re colleghi e colleghe deiTPG; sono loro a subire inmodo più aspro le restrizio-ni finanziarie» ha tuonatosulla piazza uno dei

rappresentanti sindacalidavanti alla folla assiepatapresso la sede del munici-pio. Vincent Leggiero(nella foto, ndr), presidentedella sezione SEV-TPG, èmolto soddisfatto dellasvolta che hanno preso glieventi: « Ci sosteranno.Questa manifestazione èben riuscita. La politicavuole attaccarsi ai nostristrumenti di lavoro. Vuoleridurre tutto. Siamo qui perrispondere a questoattacco frontale ». Nelvolantino distribuito nel

corso della manifestazione,i/le dipendenti TPG hannosottolineato che sono loroa dovere assumere ognigiorno le conseguenze discelte politiche sbagliate.Aggiungono inoltre che «èsolo difendendo le nostrecondizioni di lavoro, è sololottando contro i rischi diprivatizzazione chetuteliamo anche prestazio-ni di qualità per tutti gliutenti». A una situazioneche dipendenti esindacati giudicanoassolutamente intolle-rabile e insostenibile, siè risposto con la lotta!

TPG:È SCIOPERO

Fra le trattande statutarie all’ordine del giorno ve ne eranodi pesanti, come il rinnovo del-le cariche.Manifestamente, però, ad inte-ressare i membri dell’associa-

zione erano altri aspetti. Inparticolare, volevano informa-zioni di prima mano sull’anda-mento delle Officine, che sonopuntualmente giunte, ma chenon hanno permesso di rasse-renare del tutto gli animi.Se, da una parte, si è preso at-to della costituzione del centrodi competenze e della ricercadel direttore (vedi contatto.sevno. 21), permangono perples-sità sui volumi delle ordinazio-ni FFS a medio termine. Il pre-sidente Gianni Frizzo ha infatti

indicato come FFS Cargo stiaaffidando incarichi di revisionedi vagoni ad altre Officine, chesin qui svolgevano solo manu-tenzione corrente. Inoltre, perdiversi motivi, le Officine si ri-trovano impossibilitate ad ap-plicare prezzi per le loro revi-sioni in grado di attirareincarichi da parte di clientiesterni. Circostanze che preoc-cupano anche in vista dellosviluppo del Centro di compe-tenze, che dovrebbe potersiappoggiare in buona misura

alle capacità delle Officine.Questi temi devono pertantoessere oggetto di una discus-sione approfondita, che coin-volga, oltre evidentente alleFFS, anche le autorità cantona-li.Per la cronaca, l’assemblea haapprovato i conti 2012 e 2013dell’associazione e completatoil comitato con l’elezione diFiore Raso (cassiere), MatteoPronzini, Giancarlo Pennone,Manuel Dell’Era e Giusy DeGiuseppe. gi

Il bilancio tratto dal pre-sidente è piuttosto va-riato. Ad alcune pro-spettive consolidate sicontrappongono per-plessità per il futuro amedio termine.

Luci e ombre sulle OfficineGianni Frizzo confermato presidente dell’associazione «Giù le mani dall’Officina»

Il 14 giugno 2011 le donne delSEV si erano recate alla sedecentrale delle FFS per chiederela partecipazione dell’aziendaal dialogo sulla parità salaria-le. Nel mese di novembre2014, ecco i risultati dello stu-dio: per lo stesso lavoro ledonne sono pagate lo 0,3 % inmeno rispetto agli uomini. Dalmomento che la differenza uffi-cialmente tollerata è del 5 %,si può affermare che presso leFFS la parità salariale è unarealtà. O perlomeno lo è perquanto riguarda i/le dipenden-ti assoggettati/e al CCL il cuistipendio è stato analizzato.Va sottolineato che un buon ri-sultato è possibile solo in un’azienda che negozia con i sin-dacati un solido CCL, valevoleper una gran parte del perso-nale: nel caso delle FFS si trat-ta del 95 %. Siccome la paritàè garantita, non occorre pren-dere misure specifiche. Del re-sto il rapporto finale è stato

approvato dall’Ufficio federaleper l’uguaglianza fra donna euomo (UFU). A partire da ora,ogni anno le FFS controlleran-no che la parità persista. Alprogetto Dialogo sulla paritàsalariale avevano anche parte-cipato le RhB (fase conclusa) eil SEV, presso il quale la proce-dura di controllo dovrebbe es-sere completata al più presto.

Dialogo chiusoCome noto il progetto federaleè stato chiuso a causa dellascarsa partecipazione delleaziende (solo 50). Il consigliofederale ha preso atto che labase volontaria non è suffi-ciente per combattere le dispa-rità salariali, per cui - su pres-sione dei sindacati - hapresentato un progetto più in-cisivo (cfr. focus.sev, contatto

numero 21). Lucie Waser, dele-gata alle pari opportunità alSEV, è molto soddisfatta del ri-sultato ottenuto alle FFS: «So-no contenta del risultato e del-la volontà di dare seguito aquesto processo. Vorrei anchesottolineare l’importanza dellavoro svolto dalle FFS. In futu-ro, però, dovremmo poter con-trollare tutto il personale, com-presi i/le dirigenti non soggettial CCL». Sottolinea inoltrel’elevata credibilità dei risulta-ti, dal momento che i partnersociali sono stati inclusi nelprocesso: «Le FFS sono spessoun modello per altre aziende.Tanto meglio se il modello dà ilbuon esempio». Le impreseconcessionarie di trasportoche volessero intraprendere lamedesima via delle FFS, pos-sono rivolgersi a lei o all’UFU;

esistono anche un sito internet(www.elep.ch) e un numeroverde per assistere le aziende.

Sulla strada giustaCon questi risultati si può bendire che le FFS siano sulla buo-na strada; ma ci sono ancoraaltre forme di discriminazionediverse da quelle salariali, con-tro le quali occorre lottare, siallude per esempio ad alcuneapplicazioni del CCL.

Henriette Schaffter/frg

Presentato lo studio sulla verifica dei salari in seno all’azienda

Su richiesta delle donnedel SEV, le FFS hannocompiuto un passo im-portante: verificare l’ef-fettiva parità salarialenel loro personale. E cisiamo. Buone notiziedunque per le donne ... egli uomini!

Parità salariale: bene alle FFS

Fi

14 giugno 2011, le donne del SEV, guidate da Barbara Amsler,chiedono ai vertici delle FFS il Dialogo per la parità salariale

Il 7 marzo 2015 tutte e tuttia Berna per chiedere realicontrolli della paritàsalariale e dire noall’innalzamento dell’etàpensionabile per le donne.La lotta deve esseresolidale, indipendente-mente dalla propriasituazione personale.

TUTTI A BERNA

ATTUALITÀ

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contatto.sevN. 22/1420.11.2014

«Lo possiamo dire già sind’ora: la campagna di recluta-mento 2014 è un successo» di-chiara Jérôme Hayoz davanti alComitato SEV e accompagnatodalla responsabile del coachingdelle sezioni Elena Obre-schkow, che dall’anno prossi-mo assumerà interamente la re-sponsabilità del dossier.Appare chiaro che premi inte-ressanti costituiscono un’otti-ma motivazione per reclutare.Finora è stata una buona cam-pagna e ora, con la conclusionedel nuovo CCL, c’è un ulterioreargomento. La speranza è chelo slancio continui anche nelmese di dicembre.Il risultato ottenuto con i nego-ziati per il rinnovo del CCL saràusato anche l’anno prossimoper promuovere il lavoro delSEV in vista di nuove adesioni.Ed è un bene perché l’annoprossimo, e per la prima volta,il traguardo da raggiungere sa-rà definito anche dal profilo

quantitativo: l’obiettivo da rag-giungere è 1800 nuovi mem-bri.L’obiettivo sembra realistico,ma «sarà necessario forniresforzi supplementari per rag-giungere la meta» ha spiegatoHayoz. Che ha aggiunto «Por-teremo avanti una campagnaprofessionale con premi attrat-tivi, ma nel contempo cerche-remo di sostenere di più i/lereclutatori/trici della base: sa-ranno pianificate delle giorna-te di reclutamento nel corsodelle quali i/le segretari/e sin-dacali saranno totalmente alservizio del reclutamento deimembri». Lo slogan e il princi-pio «I membri reclutano i mem-bri» resta di attualità. «Il valo-re aggiunto - ha sottolineatoancora il segretario sindacaleJérôme Hayoz - consiste nel

rafforzare il supporto destinatoal reclutamento».Simili giornate di reclutamentoesistono già in alcune sottofe-derazioni. Servono certamentea reclutare nuovi membri, maanche a curare le relazioni conlavoratori e lavoratrici già sin-dacalizzati al SEV. Questa ideaè stata gradita dal Comitato,convinto come è che la presen-za sul terreno sia fondamenta-le anche per il reclutamento.La campagna proposta è statapertanto approvata all’unani-mità. A livello di premi, è statachiesta una maggiore scelta,che possa essere apprezzatatanto dai/dalle reclutatori/tricinavigati/e, quanto dai/dallegiovani interessati/e ad aderi-re al SEV.Hayoz ha ricordato che c’è bio-sogno di tutti: da quelli cheportano una o due adesioni acoloro che di anno in anno rie-scono a reclutare decine dinuovi/e affiliati/e. L’azione2015 prevede, del resto, che itrenta migliori reclutatori sianoinvitati ad un evento particola-re. La campagna 2015 inizieràil prossimo 3 febbraio.

Peter Moor

Il 2014 può ancora di-ventare un anno record:se a dicembre i membriSEV riusciranno a reclu-tarne di nuovi, il tra-guardo sarà superato. Eper il 2015 l’asticella èancora più in alto.

Ogni membro contaProseguimento della campagna di reclutamento: via libera del Comitato

1.Cl.

Biglietto speciale

Aderire al SEV

valevole da subito

1.Cl.

Biglietto specialeAderire al SEV

valevole da subito

Bigliet

Aderi

1.Cl.

Biglietto specAderire al S

valevole da subito

tto sssspppeciale

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SEEEEVEVEVVVVV1.Cl.

Biglietto speciale

Aderire al SEV

valevole da subito

Con il 31 ottobre l’operazione «Mare nostrum» èterminata. Ora, per dirla sempre in latino, sono«penes eorum», che detto volgarmente in italiano,sta per «c…. loro». Dove loro sono i disperati chefuggono da guerre e violenze indicibili cercandoun’altra vita da noi, in Europa.Un fatto è indubbio: con la fine delle operazionidella Marina militare italiana nel Mediterraneo tor-nerà a salire il numero di quanti vedranno naufra-gare nei flutti marini i sogni di sopravvivenza. Èinfatti chiaro che l’operazione Triton, che viene asostituire Mare nostrum, affidata all’Agenzia euro-pea Frontex, è tutt’altra cosa e non ha minimamen-te lo scopo di venire in aiuto ai barconi alla deriva.Dal novembre dello scorso anno, dal tragico nau-fragio al largo di Lampedusa, che costò la vita acentinaia di persone, sino a poche settimane fa,l’Italia si è prodigata con mezzi navali ed aerei apattugliare il Mediterraneo per venire in soccorsoa quanti rischiavano la vita sulle tristemente note«carrette del mare», spingendosi in perlustrazionesino alle coste libiche.I mezzi militari ora mobilitati sotto l’egida di Tritonhanno ufficialmente uno scopo diverso e un benpiù modesto raggio d’azione. Essi infatti sonochiamati a controllare le acque entro le trenta mi-glia dalle coste italiane. Quanto accade oltre que-sto limite non è più di loro competenza.Certamente, se individueranno gommoni e zattero-ni verranno loro in aiuto, ma non si industrierannoa cercarli.Mare nostrum è stato archiviato in quanto, ha ripe-tuto il ministro Alfano, diventato troppo onerosoper le finanze italiane. Ma è in dubbio che siano isoldi il vero motivo, in quanto l’Europa è semprestata generosa con l’Italia con i finanziamenti, apatto che registri gli immigrati sul suo suolo senzacercare di smistarli nel continente.Probabilmente hanno ragione il leader leghistaSalvini e quanti con lui ritengono che l’operazioneMare nostrum, con l’insita speranza di un salva-taggio in mare, abbia favorito l’esodo via mare.Ma pensare che porre fine ai pattugliamenti pongaun freno alla fuga dal Medio Oriente e dall’Africa èsemplicemente sbagliato. Prevalenti restano lecause della migrazione, che vanno cercate nelleguerre, nelle violenze, nei dissesti umanitari allecui origini ci sono pure gli interessi economici,strategici e politici dei nostri Paesi.La grande paura è che finiscano per avere partitavinta quanti preferiscono i «clandestini» in pastoai pesci, piuttosto che alle mense dei centri di as-sistenza.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

In pasto ai pesci

■ La sezione VPT TPG è incontinuo conflitto con il da-tore di lavoro. In particolaresi oppone a licenziamenti dimassa che minacciano i di-pendenti a causa di un de-grado delle prestazioni pro-grammate dal cantone. IlComitato dà il proprio bene-stare a misure di lotta nelcaso in cui non si trovasseuna soluzione.

■ Il 28 maggio 2015 si terrà ilcongresso SEV. In base aglistatuti, le richieste pendentida 4 anni, saranno stralcia-te. Il Comitato invita le se-zioni e le sottofederazioni aripresentare, se del caso, le

vecchie proposte, se deside-rano tornare sul tema.

■ Il 7 marzo 2015 si terrà sul-la Piazza federale una mani-festazione sindacale sullaparità tra donne e uomini econtro l’innalzamento dell’età pensionabile. Il SEV si èprefissato di mobilitare aBerna almeno 1000 membri.Il Comitato invita tutti imembri a riservare la data.

■ Il Comitato ha pure svoltouna prima discussione sullepriorità del 2015;in questaoccasione ha potuto consta-tare che le priorità del 2014sono state in gran parte af-frontate .

■ Il Comitato ha dato un giudi-zio sostanzialmente positivosul congresso dell’Unionesindacale svizzera. È statasottolineata l’importanza at-tribuita al servizio pubblico,a cui il SEV dà un grandecontributo.

■ Al termine della seduta ilComitato, come di consuetoin vista delle votazioni fede-rali, si è schierato con l’USSper le parole d’ordine ilprossimo 30 novembre:NO alla iniziativa Ecopop eall’iniziativa sull’oro dellaBNS; SI alla soppressionedei privilegi fiscali per iricchi.

COMITATO IN BREVE

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4 POLITICA SOCIALE E DEI TRASPORTIcontatto.sevN. 22/1420.11.2014

Il corridoio è stato messo inesercizio con l’ultimo cambiod’orario (vedi Dossier di con-tatto.sev n. 14/14), ma è benlungi dall’essere completato: anord vi sono tratte che neces-sitano di ampliamento, i lavoriper il corridoio di 4 metri attra-verso la Svizzera sono appenainiziati e in Italia la lunghezza

ammissibile dei treni e le capa-cità dei terminali per il trafficocombinato non accompagnatosono insufficienti.Ciò nonostante, le tracce sututto il corridoio hanno fattoregistrare un’evoluzione inte-ressante: per il 2015, ben 13imprese ferroviarie hanno inol-trato richieste per 222 tracce,che hanno generato conflittisulle tratte tra Colonia e Mann-heim e tra Basilea e Domodos-sola, dove la domanda ha su-perato l’offerta e non è statopossibile trovare alternativesufficienti. Durante un viaggiostampa verso Genova, il CEO diBLS Cargo Dirk Stahl ha cosìcommentato le esperienze delprimo anno d’esercizio: «unaspetto molto critico è l’attri-

buzione parallela di traccetrasfrontaliere e nazionali. Peressere efficaci, anche le tracceinternazionali devono poter es-sere attribuite entro trentagiorni e non solo su base an-nua, come avviene attualmen-te». Le disposizioni di attribu-zione dovrebbero inoltrecontemplare anche il profilo di4 metri sul Sempione.Le imprese devono inoltre farfronte a ulteriori costi per ade-guare i vari tipi di locomotiveal sistema ETCS di secondo li-vello entro metà 2015 sul Got-tardo e entro marzo 2016 perla galleria di base del Sempio-ne.

Due assi e treni lunghiUlrich Schäffeler, capo dello

sviluppo della rete di BLS rile-va che la l’asse Lötschberg-Sempione manterrà tutta lasua importanza anche dopol’apertura della galleria di basedel Gottardo: «il previsto au-mento della domanda potràessere assorbito solo con dueassi di transito merci completi.Quello Lötschberg-Sempioneserve direttamente la regioneda Milano a Torino, di indubbiavalenza economica. Con unaspesa modesta si potrebbe mi-gliorarne la ricettività per iltraffico di 4 metri, aumentandola capacità di circa 80 tracce algiorno». Bisogna però amplia-re la galleria di base delLötschberg: «l’incremento del-la produttività del corridoio edella concorrenzialità nei con-fronti della strada dipende dal-la possibilità di far circolaretreni più lunghi, dai 650 ai 740metri» afferma Heinz Pulfer,consulente del corridoio ed excollaboratore delle BLS. In pro-posito, vi sono idee ma manca-no risorse finanziare dell’ordi-ne tra 160 e 230 milioni difranchi.

Assicurare i collegamenti«Ora si tratta di affrontare inmodo prioritario i collegamentida e per il corridoio. Il 93 per-cento delle richieste comporta-no infatti un collegamento da everso le reti interne nazionali»,spiega Thomas Isenmann, di-rettore di Traccia.ch, l’ufficionazionale di attribuzione delletracce. Sarebbero auspicabilianche collegamenti miglioricon tratte adiacenti, per esem-pio tra il corridoio Rhine-Alpi-

ne, che corre sulla riva destradel Reno e il corridoio sullasponda sinistra che attraversala Francia e sfocia sui porti bel-gi e olandesi. Isenmann tiracomunque un bilancio positi-vo: «il corridoio favorisce lacollaborazione tra i vari gestoridell’infrastruttura ed esercitapressioni in favore di un mi-glior coordinamento e unamaggior armonizzazione dellenorme, a tutto vantaggio dellariduzione dei costi del traspor-to ferroviario».

Kurt Metz

Il corridoio ferroviarioRhine-Alpine dovrebbedare un decisivo impul-so al trasferimento deltraffico. La domandanon manca, ma anchedopo l’apertura dellagalleria di base del Got-tardo rimarranno diver-si ostacoli.

Eliminare le strettoieIl traffico merci ferroviario tra nord e sud Europa ha bisogno di ulteriori provvedimenti

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Ralpin, qui al carico di Novara dell’autostrada viaggiante, è uno dei clienti del corridoio.

Il corridoio Rhine-Alpine favorisce la crescita del tra-sporto merci per ferrovia. Ma con quali ripercussionisull’occupazione? Secondo Michail Stahlhut, diretto-re di FFS Cargo International «la riduzione del tempodi percorrenza grazie alla galleria di base comporteràanche una riduzione del tempo di lavoro. Non siamoper contro in grado di far previsioni sui quantitativida trasportare, anche se il miglioramento della pro-duttività della rotaia dovrebbe favorire il trasferi-mento. Avremmo così più treni e, quindi, una mag-gior necessità di macchinisti». Il prossimo mese digennaio, FFS Cargo International inizierà la formazio-ne a più fasi sulle tratte dotate di ETCS.

Anche per Dirk Stahl di BLS Cargo, la maggior com-petitività della ferrovia porterà più treni sul corridoio:«avremo probabilmente bisogno di più macchinisti».

L’aumento del fabbisogno non sarà però lineare, inquanto la nuova linea pianeggiante risulterà anchemolto più efficiente. Secondo BLS Cargo, ciò porteràanche ad una maggior penetrazione da parte di mac-chinisti esteri «pensiamo quindi che la concorren-zialità dei macchinisti svizzeri verrà messa sottopressione». Al riguardo, DB Schenker si è astenutada ogni ulteriore commento. (km)

Occorreranno più macchinisti?

Le affermazioni del capo di BLSCargo Dirk Stahl nel riquadroaccanto, confermano chel’apertura della galleria di basedel San Gottardo porterà ad unincremento della pressione sullecondizioni di lavoro.Ciò rafforza la rivendicazione delSEV di avere un CCL quadrovincolante per tutto il settoredel trasporto merci in e attraver-so la Svizzera. Le discussioni inmerito sono riprese, ma ilcammino verso la tutela dellecondizioni di lavoro vigenti nelnostro paese è ancora lungo.

Occorre un CCL

COMMENTO

Anche Martin Brunner, direttore della DB Schenker Svizzera, sottoli-nea l’importanza del corridoio Rhine-Alpine: «abbiamo più di 13 000treni che annualmente attraversano la Svizzera, di cui il 55 sull’assedel Gottardo, con una continua crescita sia nel traffico a carri singoliche in quello combinato». La DB collabora con diversi partners per latrazione di questi treni, per sfruttarne i singoli punti forza: «la succes-siva messa in servizio dei vari elementi della linea di base miglioraparametri come la lunghezza massima, il carico e i tempi di percorren-za dei treni», aggiunge, ma la struttura del trasporto potrà esseremodificata in modo fondamentale solo con il completamento delcorridoio di 4 metri.

La prospettiva tedesca

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ATTUALITÀ ......

5contatto.sevN. 22/1420.11.2014

All’articolo 127, la Costituzio-ne federale prescrive l’impostain funzione della «capacitàeconomica». Giusto. Chi hamolto deve dare molto. La suadisponibilità finanziaria saràcomunque sempre maggiore dimolti altri, che hanno meno epertanto possono dare di me-no. La Costituzione federalegiustifica in questo modo laprogressività delle imposte: inproporzione, i più ricchi devo-no dare di più.L’imposta forfettaria contraddi-ce grossolanamente questoprincipio. Anzi, lo ribalta. At-tualmente in Svizzera più di5600 straniere e stranieri ric-chi sono tassati in modo forfet-tario. Non sono il loro reddito eil loro patrimonio ad esseretassati, ma semplicemente si

tiene in considerazione soltan-to sette volte il valore locativodelle abitazioni, consideratocome reddito; regola che valein assenza di un’attività lucra-tiva nel nostro paese. Quest’ul-timo punto, tuttavia, è pococontrollato. Conseguenza: oli-garchi alla guida di imperi eco-nomici dalle molteplici ramifi-cazioni, beneficiano da noi diforfait fiscali.

Questi ricchi se ne andrannose perderanno i loro privilegifiscali? Avremo maggiore giu-stizia ma un buco nelle casse?Il cantone di Zurigo ha abolitol’imposta forfettaria e gli stra-nieri facoltosi non se ne sonoandati. Circa la metà è rimastadov’era. E siccome oggi paga-no, in termini di imposte, il do-vuto, gli importi versati al fiscosono ben maggiori rispetto alla

somma totale pagata dai con-tribuenti tassati in modo for-fettario. Per non parlare deinuovi arrivati, persone chequando spendono non devonocalcolare ogni banconota dacento franchi e che ora occupa-no le vecchie case lasciate dachi prima di loro ha beneficiatodei privilegi fiscali.Dopo il cantone Zurigo, ancheSciaffusa, Appenzello Esterno,

Basilea Città e Basilea Campa-gna hanno deciso di rimuoverei forfait fiscali. Anche in questicantoni, l’esperienza è analogaa quella di Zurigo: nessun eso-do, nessun allarme dagli ufficidelle contribuzioni. Tuttavia, lediverse pratiche esistenti inquesto settore, favoriscono ilturismo fiscale intercantonale.Questo è il motivo per cui l’im-posizione forfettaria dovrebbesparire da tutta la Svizzera.Qual è la somma in gioco? Nel2010 ogni persona tassata inmodo forfettario ha pagato inmedia circa 123 000 franchi diimposte sul piano federale,cantonale e comunale. Lo stes-so anno, secondo la Conferen-za dei direttori e delle direttricicantonali delle finanze, il rica-vato di queste imposte è statopari a 668 milioni di franchi.Rispetto ai 121,1 miliardi rap-presentati dalle entrate fiscalia tutti e tre i livelli, rappresen-ta lo 0,55%. Bazzecole.Per chiudere con i forfait fiscalipalesemente iniqui, occorrevotare si il prossimo 30 no-vembre all’iniziativa «Basta aiprivilegi fiscali ai milionari».

Ewald Ackermann/USS

Imposizione forfettaria: il 30 novembre l’USS invita a votare si all’abolizione di queste agevolazioni fiscali

Regali ai ricchi? Perché mai?L’Unione sindacale sviz-zera (USS) sostienel’iniziativa popolare«Basta ai privilegi fi-scali dei milionari -Abolizione dell’imposi-zione forfettaria». Que-sta agevolazione fiscaledi cui beneficiano ricchistranieri, è antidemo-cratica e ingiusta.

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Chi più ha, più deve dare: lo dice la Costituzione.

Perché dovremmo chiedere al-la Banca nazionale svizzera(BNS) di comprare l’oro per 60miliardi di franchi dal momen-to che non ne ha bisogno? Per-ché? Dal momento che favori-rebbe solo ricchi speculatori,soprattutto all’estero? È quan-to chiede l’iniziativa sull’oro,l’ultima di una serie di iniziati-ve sempre più assurde presen-tate dagli ambienti nazionali-sti-conservatori vicini all’UDC.Questa iniziativa potrebbe cau-sare gravi danni alla Svizzera:costringerebbe la Banca nazio-nale svizzera a detenere alme-no il 20% del proprio patrimo-nio in oro, che non avrebbe ildiritto di vendere. Se la propo-sta dovesse passare, la BNSdovrebbe comprare in cinqueanni quasi 60 miliardi di fran-

chi in oro. Altro che «protegge-re il patrimonio svizzero», co-me rivendicato dai nazionali-sti-conservatori. È piuttostovero il contrario. Gli speculato-ri si stanno già fregando le ma-ni, poiché il prezzo dell’oro au-menterebbe subito. I ricchidetentori di oro potrebbero co-sì rivenderlo a prezzi più alti.Secondo dati provenienti dallaGermania, i ricchi la cui ric-chezza è superiore a 150 000franchi, possiedono in mediacirca 277 grammi di oro, perun valore attuale di 10 000

franchi. Non avrebbero nem-meno più bisogno di vendere ilproprio oro per diventare piùricchi, perché il metallo prezio-so varrebbe comunque di più.Non c’è da stupirsi se gli spe-culatori stranieri stanno soste-nendo la campagna.Per i lavoratori e le lavoratriciin Svizzera, questa iniziativasarebbe un vero disastro: mi-naccerebbe la sicurezza del la-voro, farebbe aumentare letasse e potrebbe persino inne-scare l’inflazione.Di fatto imporrebbe un «corset-

to d’oro» alla BNS. A causa diquesto vincolo, potrebbe rea-gire con meno flessibilità a cri-si e problemi. E la sua politicamonetaria sarebbe più diffici-le. I salari e i posti di lavoro sa-rebbero minacciati.Ma sarebbe ancora peggio,perché a causa dell’iniziativasull’oro dell’UDC, la famigliamedia svizzera potrebbe esse-re costretta a pagare ogni annotra 600 e 800 franchi di impo-ste supplementari. Oggi la BNScon i suoi investimenti rag-giunge degli utili, che riversa

alla Confederazione e ai Canto-ni. Prima della crisi questo im-porto ammontava attorno ai2,5 miliardi di franchi all’anno.L’oro non produce alcun inte-resse e la BNS non avrebbe ildiritto di venderlo. Quindi nonpotrebbe ricavarne degli utili.Confederazione e Cantoniavrebbero di conseguenza me-no entrate e sarebbero costret-ti a colmare i buchi aumentan-do le imposte.L’iniziativa sull’oro metterebbein gravi difficoltà i lavoratori ele lavoratrici. Ecco perché ilprossimo 30 novembre biso-gna votare NO senza esitazio-ne.

Daniel Lampart

Primo segretarioe capo economista dell’USS

Il corsetto d’oroIniziativa sull’oro: un pericolo per i/le salariati/e

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6contatto.sevN. 22/1420.11.2014

■ contatto.sev: sei arrivato alSEV nel 1985 dalle FFS. Co-me mai hai scelto di lavora-re in ferrovia?

Rolf Rubin: mi è sempre pia-ciuto viaggiare in treno. È unacosa che faccio spesso e hosempre apprezzato le regoledell’esercizio ferroviario, dovevi sono numerose componentiche devono essere perfetta-mente coordinate per permet-tere ad un treno di circolare in

orario. In un primo tempo,avrei voluto fare il capotreno,ma per diversi motivi non mi èstato possibile, così nel 1971ho iniziato una formazionenell’esercizio a Rapperswil.

■ È una scelta che rifaresti?Non credo, anche perché gliimpiegati d’esercizio ormainon esistono quasi più e godo-no di scarsa considerazione,nonostante continuino a svol-gere un lavoro encomiabile, atutti gli orari e con qualsiasitempo. Trovo che sia veramen-te ingiusto.

■ Nel SEV sei stato anche unmilitante e hai fatto partedel comitato sezionale e poidella commissione centraleRPV, frequentando anchecorsi sindacali.

Certo. Dapprima ho seguito lesettimane di formazione dellaRPV e del SEV e poi, nel1983/84, l’allora scuola ope-raia, adesso diventata corso diManagement per le organizza-zioni sindacali di Movendo,che era strutturata in due bloc-chi da quattro settimane l’uno.Dato che presso le FFS avevodiritto solo ad una settimanadi congedo ogni due anni, ave-vo messo parte delle mie va-canze e il SEV, oltre alle spese,mi aveva indennizzato anchela perdita di salario. Se avessidovuto pagare una tassad’iscrizione, come richiestoadesso dal comitato, probabil-mente come giovane padre difamiglia con due figli non avrei

potuto permettermelo. Per meè stato molto importante e tro-vo che sarebbe giusto che ilSEV continuasse a sostenere laformazione dei suoi militanti.

■ E come mai hai deciso poi dipassare al sindacato?

Nel 1985 ero impiegato all’ap-parecchio centrale di Zurigo,da dove non intravvedevo piùprospettive professionali, percui mi sono annunciato al po-sto di responsabile della docu-mentazione del SEV.

■ Cosa ti ha attirato in questogenere di attività, così diver-sa da quella precedente?

Inizialmente, per la verità, eroun po’ perplesso, ma ho volutoprovare perché anche in mano-vra occorre una certa logica euna certa sistematica per finirepuntualmente i lavori (ride). Epoi ho capito che era proprioquesta caratteristica a piacer-mi.

■ Per quanto tempo ti sei oc-cupato della classificazionedei documenti del SEV?

Ho iniziato il 1° ottobre 1985 el’ho fatto sino al 2006, quandoho poi assunto l’incarico attua-le. Allora non avevamo ancorauna cartoteca così ben orga-nizzata, per cui si è trattato distrutturarla e poi, anni addie-tro, di adeguarla all’avventodell’informatica. Naturalmen-te, non è stato un processo vo-luto da me, ma che ho accom-pagnato molto volentieri.Anche l’informatica ha una

spiccata componente basatasull’ordine, sulla logica e sullasistematica. Sono caratteristi-che che mi hanno sempre ap-passionato e che continuano afarlo.

■ Sei stato quindi tu a conce-pire la sistematica del no-stro archivio?

L’ho ripresa e curata sino al2006, adeguandola ai tempi.Nel 1997 sono anche stato de-signato segretario della com-missione di revisione degli sta-tuti del SEV e poco più tardisono stato incaricato della re-dazione del libretto delle infor-mazioni sul SEV. Dal 1999 misono occupato della coordina-zione di tutte le raccolte di fir-me, iniziando con quattro ini-ziative contemporaneamente.Siamo riusciti a dare un contri-buto decisivo a tre di esse, co-involgendo molti dei nostri mi-litanti.

■ Negli ultimi anni, hai dovutoanche organizzare diversemanifestazioni del SEV...

Sì, è un compito previsto dalmansionario del segretario or-ganizzativo.

■ Hai quindi vissuto la riorga-nizzazione degli organi cen-trali del SEV *. Cosa ne pen-si quattro anni dopo?

Per me si è trattato di un passoimportante nella buona dire-zione. È anche stata la primariforma delle strutture di mili-zia che ho visto andare in por-to in tutti gli anni in cui ho fat-

to parte del SEV. Il comitato haormai assunto la consapevo-lezza del suo ruolo, anche sevedo ancora dei margini di mi-glioramento, in particolare nel-la cultura del dialogo, che po-trebbe essere molto più apertoe diretto sui vari temi.

■ A cosa ti riferisci?Continuo a chiedermi se la no-stra organizzazione è ancoraadeguata. Da anni subiamo uncontinuo calo di membri, chepossiamo forse contenere unpo’ con il coaching delle sezio-ni. Il reclutamento resta peròfondamentale e intravvedo unpotenziale sicuro senza andarea cercare nuovi gruppi di per-sone. Presso le FFS vi sono set-tori, anche numericamente im-portanti, che non vengonoreclutati, come nel personaledi vendita o in quello ammini-strativo. Vi confluiscono perso-ne provenienti da altri settori eche, nonostante le difficoltà,dovremmo contattare. Il perso-nale delle FFS sta aumentando,per cui dovremmo poter farealtrettanto anche al SEV. Èpure importante prendere pie-

Il 31 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro del segretario organizzativo del SEV Rolf Rubin, che riper-corre con noi una carriera professionale basata sulla logica e sull’ordine.

Una vita di sistemi: prima in manovra alle FFS, poi al centro documentazione e come segretario organizzativo al SEV

«Dobbiamo rifletterealle nostre strutture»

Fi

Rolf Rubin al comitato federati-vo dell’aprile 2009 ...

«Abbiamo una struttura di milizia molto valida ed èuno dei punti di forza che ci differenzia dagli altri sin-dacati.»

Rolf Rubin è nato il 16 no-vembre 1954 e cresciuto aHombrechtikon ZH. Nel1971 ha iniziato l’appren-distato d’esercizio alla sta-zione di Rapperswil. Dopoaver lavorato in diverse sta-zioni, nel 1985 è passato alsegretariato centrale delSEV al quale aveva aderitogià nel 1973, entrando nelcomitato della RPV Zurigonel 1980 e diventando nel1981 segretario del comita-to centrale e poi vicepresi-dente della sottofederazio-ne. Da pensionato vuoletrascorrere più tempo conla moglie (che lavora al60%), per fare delle gite,andare a sciare e viaggiare.Abitano a Bäriswil BE ehanno due figli adulti. Hob-bies: giardinaggio, calcio(segue lo Young Boys) foto-grafia e informatica.

BIO

INTERVISTA

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contatto.sevN. 22/1420.11.2014

de e consolidare la nostra pre-senza nelle filiali delle FFS peril traffico regionale, come la Ti-lo e fermare l’emorragia dimembri, che si ripercuote an-che sulle nostre finanze.Quest’ultimo è un aspetto sup-plementare che dovrebbe in-durci a rimettere in discussio-ne le nostre strutture.

■ In che senso?Chiedendoci per esempio se èancora opportuno che le sezio-ni e le sottofederazioni dispon-gano ancora di una cassa pro-pria, nella quale accumulanorisorse e se l’uso che loro fan-no di una parte della quotaversata dai membri è ancoraadeguato ai tempi.Il mondo sindacale continuaad evolvere e se non vogliamoessere travolti, dobbiamo ri-flettere sulle nostre struttureper prendere i provvedimentiche si impongono. Penso che ilcomitato dovrebbe avere il co-raggio di affrontare questi te-mi. Evitarli non ci permette diprogredire, mentre discuten-done si potrebbero trovare so-luzioni in grado di evitarci didover rivoluzionare tutto.

■ Dal 2006 al 2008 si è di-scussa un profonda ristrut-turazione che avrebbe por-tato alla fusione con il

sindacato della comunica-zione.

Proprio in quella fase ho avutol’impressione che ci si rifiutas-se di discutere la questione, li-mitandosi a dire semplicemen-te di no, anche se, col senno dipoi, vien da pensare che rifiu-tare la fusione non sia statocosì sbagliato. Secondo me,però, non ci si più permetteredi semplicemente sottrarsi aqueste discussioni.

■ Come valuti il rapporto traprofessionisti e militanti ilSEV?

Abbiamo una struttura di mili-zia molto valida ed è uno deipunti di forza che ci differenziadagli altri sindacati. Trovoquindi giusto che questa strut-tura di milizia sia chiamata adassumersi le proprie responsa-bilità in seno al comitato, nelquale solo lei dispone del dirit-to di voto.

■ Pensi che anche le altre sot-tofederazioni potrebbero farcapo ad un presidente cen-trale professionista, com’è ilcaso per AS, finanziandolo

con le quote dei loro mem-bri?

Secondo me, per le sottofede-razioni con meno di 2000membri non è molto realistico.A suo tempo, si era discusso diridurre il grado di impiego deipresidenti centrali del 20 per-cento, con il SEV che avrebbecompensato la perdita di sala-rio, ma ci siamo scontrati conla difficoltà di poterlo riaumen-

tare quando il presidente ri-metteva il suo mandato. Il pro-blema è generale: ottenere laliberazione dal lavoro per svol-gere cariche sindacali diventasempre più difficile.

■ Il congresso del 2009 hasancito il cambiamento delSEV da federazione a sinda-cato. Da cosa è stato detta-to?

L’era dei contratti collettivi dilavoro ha portato un’altra con-sapevolezza. All’epoca dellostatuto dei funzionari, le tratta-tive salariali erano condotteper tutte le regie federali dall’Unione federativa e il coinvol-gimento dei nostri membri era

limitato all’approvazione daparte della commissione diret-tiva. Adesso abbiamo un CCLche deve essere approvatodall’apposita conferenza. Letrattative salariali sono inveceseguite dalla commissioneCCL. I risultati sottostanno all’approvazione dei delegati. Imilitanti hanno quindi maggiorvoce in capitolo. Questo è uncambiamento importante.

■ Quest’anno, su incarico delcomitato, hai redatto un va-demecum sulla mobilitazio-ne. Quali sono gli aspettipiù importanti, per esempioin vista di una manifestazio-ne?

Motivare i responsabili sezio-nali e i fiduciari a parteciparein prima persona e a coinvol-gere le loro colleghe, i loro col-leghi, nonché i famigliari inmodo da ampliare il più possi-bile la cerchia degli interessa-ti. Per farlo, bisogna discuteredirettamente con loro. Moltoimportante è anche il control-ling: se qualcuno non si mani-festa più, bisogna richiamarlo,rispettando un piano d’azioneben preciso. È quanto abbiamofatto, per esempio, per la ma-nifestazione del 2009 per il ri-sanamento della cassa pensio-ni FFS, alla quale ha

naturalmente contribuito an-che la consapevolezza dellepersone che ne andava dellaloro rendita. Avere un temasentito è una premessa fonda-mentale per la riuscita di unamanifestazione, per la qualebisogna però comunque fareopera di mobilitazione a tutti ilivelli.

Markus Fischer

* Sino al 2009, il SEV aveva uncomitato federativo di una tren-tina di membri che si riunivadue volte l’anno e una commis-sione direttiva, composta daipresidenti centrali delle sottofe-derazioni, che si riuniva 10 voltel’anno. Dal 2010, quest’ultima ècomposta solo dai professionisti(presidenza e amministratore) esi limita alla sola direzione ope-rativa, riunendosi settimanal-mente. Oltre al congresso, la di-rezione strategica è affidata alcomitato SEV, composto da duerappresentanti per sottofedera-zione e da 1 delle commissionifemminile, giovanile e migrazio-ne, che si riunisce 10 volte l’an-no. I membri della commissionedirettiva partecipano senza di-ritto di voto.

Alex

ande

r Egg

er

Rolf Rubin ha curato lo svolgimento di quattro congressi SEV. Nella foto, quello del 2013 con il presi-dente SEV Giorgio Tuti e il presidente del congresso Roland Schwager.

ma

...e alla manifestazione USS del settembre 2013 a Berna.

«È ancora opportuno che le sezioni e le sottofedera-zioni dispongano ancora di una cassa propria, nellaquale accumulano risorse?»

Page 7: Contatto sev 2014 22

......

6contatto.sevN. 22/1420.11.2014

■ contatto.sev: sei arrivato alSEV nel 1985 dalle FFS. Co-me mai hai scelto di lavora-re in ferrovia?

Rolf Rubin: mi è sempre pia-ciuto viaggiare in treno. È unacosa che faccio spesso e hosempre apprezzato le regoledell’esercizio ferroviario, dovevi sono numerose componentiche devono essere perfetta-mente coordinate per permet-tere ad un treno di circolare in

orario. In un primo tempo,avrei voluto fare il capotreno,ma per diversi motivi non mi èstato possibile, così nel 1971ho iniziato una formazionenell’esercizio a Rapperswil.

■ È una scelta che rifaresti?Non credo, anche perché gliimpiegati d’esercizio ormainon esistono quasi più e godo-no di scarsa considerazione,nonostante continuino a svol-gere un lavoro encomiabile, atutti gli orari e con qualsiasitempo. Trovo che sia veramen-te ingiusto.

■ Nel SEV sei stato anche unmilitante e hai fatto partedel comitato sezionale e poidella commissione centraleRPV, frequentando anchecorsi sindacali.

Certo. Dapprima ho seguito lesettimane di formazione dellaRPV e del SEV e poi, nel1983/84, l’allora scuola ope-raia, adesso diventata corso diManagement per le organizza-zioni sindacali di Movendo,che era strutturata in due bloc-chi da quattro settimane l’uno.Dato che presso le FFS avevodiritto solo ad una settimanadi congedo ogni due anni, ave-vo messo parte delle mie va-canze e il SEV, oltre alle spese,mi aveva indennizzato anchela perdita di salario. Se avessidovuto pagare una tassad’iscrizione, come richiestoadesso dal comitato, probabil-mente come giovane padre difamiglia con due figli non avrei

potuto permettermelo. Per meè stato molto importante e tro-vo che sarebbe giusto che ilSEV continuasse a sostenere laformazione dei suoi militanti.

■ E come mai hai deciso poi dipassare al sindacato?

Nel 1985 ero impiegato all’ap-parecchio centrale di Zurigo,da dove non intravvedevo piùprospettive professionali, percui mi sono annunciato al po-sto di responsabile della docu-mentazione del SEV.

■ Cosa ti ha attirato in questogenere di attività, così diver-sa da quella precedente?

Inizialmente, per la verità, eroun po’ perplesso, ma ho volutoprovare perché anche in mano-vra occorre una certa logica euna certa sistematica per finirepuntualmente i lavori (ride). Epoi ho capito che era proprioquesta caratteristica a piacer-mi.

■ Per quanto tempo ti sei oc-cupato della classificazionedei documenti del SEV?

Ho iniziato il 1° ottobre 1985 el’ho fatto sino al 2006, quandoho poi assunto l’incarico attua-le. Allora non avevamo ancorauna cartoteca così ben orga-nizzata, per cui si è trattato distrutturarla e poi, anni addie-tro, di adeguarla all’avventodell’informatica. Naturalmen-te, non è stato un processo vo-luto da me, ma che ho accom-pagnato molto volentieri.Anche l’informatica ha una

spiccata componente basatasull’ordine, sulla logica e sullasistematica. Sono caratteristi-che che mi hanno sempre ap-passionato e che continuano afarlo.

■ Sei stato quindi tu a conce-pire la sistematica del no-stro archivio?

L’ho ripresa e curata sino al2006, adeguandola ai tempi.Nel 1997 sono anche stato de-signato segretario della com-missione di revisione degli sta-tuti del SEV e poco più tardisono stato incaricato della re-dazione del libretto delle infor-mazioni sul SEV. Dal 1999 misono occupato della coordina-zione di tutte le raccolte di fir-me, iniziando con quattro ini-ziative contemporaneamente.Siamo riusciti a dare un contri-buto decisivo a tre di esse, co-involgendo molti dei nostri mi-litanti.

■ Negli ultimi anni, hai dovutoanche organizzare diversemanifestazioni del SEV...

Sì, è un compito previsto dalmansionario del segretario or-ganizzativo.

■ Hai quindi vissuto la riorga-nizzazione degli organi cen-trali del SEV *. Cosa ne pen-si quattro anni dopo?

Per me si è trattato di un passoimportante nella buona dire-zione. È anche stata la primariforma delle strutture di mili-zia che ho visto andare in por-to in tutti gli anni in cui ho fat-

to parte del SEV. Il comitato haormai assunto la consapevo-lezza del suo ruolo, anche sevedo ancora dei margini di mi-glioramento, in particolare nel-la cultura del dialogo, che po-trebbe essere molto più apertoe diretto sui vari temi.

■ A cosa ti riferisci?Continuo a chiedermi se la no-stra organizzazione è ancoraadeguata. Da anni subiamo uncontinuo calo di membri, chepossiamo forse contenere unpo’ con il coaching delle sezio-ni. Il reclutamento resta peròfondamentale e intravvedo unpotenziale sicuro senza andarea cercare nuovi gruppi di per-sone. Presso le FFS vi sono set-tori, anche numericamente im-portanti, che non vengonoreclutati, come nel personaledi vendita o in quello ammini-strativo. Vi confluiscono perso-ne provenienti da altri settori eche, nonostante le difficoltà,dovremmo contattare. Il perso-nale delle FFS sta aumentando,per cui dovremmo poter farealtrettanto anche al SEV. Èpure importante prendere pie-

Il 31 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro del segretario organizzativo del SEV Rolf Rubin, che riper-corre con noi una carriera professionale basata sulla logica e sull’ordine.

Una vita di sistemi: prima in manovra alle FFS, poi al centro documentazione e come segretario organizzativo al SEV

«Dobbiamo rifletterealle nostre strutture»

Fi

Rolf Rubin al comitato federati-vo dell’aprile 2009 ...

«Abbiamo una struttura di milizia molto valida ed èuno dei punti di forza che ci differenzia dagli altri sin-dacati.»

Rolf Rubin è nato il 16 no-vembre 1954 e cresciuto aHombrechtikon ZH. Nel1971 ha iniziato l’appren-distato d’esercizio alla sta-zione di Rapperswil. Dopoaver lavorato in diverse sta-zioni, nel 1985 è passato alsegretariato centrale delSEV al quale aveva aderitogià nel 1973, entrando nelcomitato della RPV Zurigonel 1980 e diventando nel1981 segretario del comita-to centrale e poi vicepresi-dente della sottofederazio-ne. Da pensionato vuoletrascorrere più tempo conla moglie (che lavora al60%), per fare delle gite,andare a sciare e viaggiare.Abitano a Bäriswil BE ehanno due figli adulti. Hob-bies: giardinaggio, calcio(segue lo Young Boys) foto-grafia e informatica.

BIO

INTERVISTA

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contatto.sevN. 22/1420.11.2014

de e consolidare la nostra pre-senza nelle filiali delle FFS peril traffico regionale, come la Ti-lo e fermare l’emorragia dimembri, che si ripercuote an-che sulle nostre finanze.Quest’ultimo è un aspetto sup-plementare che dovrebbe in-durci a rimettere in discussio-ne le nostre strutture.

■ In che senso?Chiedendoci per esempio se èancora opportuno che le sezio-ni e le sottofederazioni dispon-gano ancora di una cassa pro-pria, nella quale accumulanorisorse e se l’uso che loro fan-no di una parte della quotaversata dai membri è ancoraadeguato ai tempi.Il mondo sindacale continuaad evolvere e se non vogliamoessere travolti, dobbiamo ri-flettere sulle nostre struttureper prendere i provvedimentiche si impongono. Penso che ilcomitato dovrebbe avere il co-raggio di affrontare questi te-mi. Evitarli non ci permette diprogredire, mentre discuten-done si potrebbero trovare so-luzioni in grado di evitarci didover rivoluzionare tutto.

■ Dal 2006 al 2008 si è di-scussa un profonda ristrut-turazione che avrebbe por-tato alla fusione con il

sindacato della comunica-zione.

Proprio in quella fase ho avutol’impressione che ci si rifiutas-se di discutere la questione, li-mitandosi a dire semplicemen-te di no, anche se, col senno dipoi, vien da pensare che rifiu-tare la fusione non sia statocosì sbagliato. Secondo me,però, non ci si più permetteredi semplicemente sottrarsi aqueste discussioni.

■ Come valuti il rapporto traprofessionisti e militanti ilSEV?

Abbiamo una struttura di mili-zia molto valida ed è uno deipunti di forza che ci differenziadagli altri sindacati. Trovoquindi giusto che questa strut-tura di milizia sia chiamata adassumersi le proprie responsa-bilità in seno al comitato, nelquale solo lei dispone del dirit-to di voto.

■ Pensi che anche le altre sot-tofederazioni potrebbero farcapo ad un presidente cen-trale professionista, com’è ilcaso per AS, finanziandolo

con le quote dei loro mem-bri?

Secondo me, per le sottofede-razioni con meno di 2000membri non è molto realistico.A suo tempo, si era discusso diridurre il grado di impiego deipresidenti centrali del 20 per-cento, con il SEV che avrebbecompensato la perdita di sala-rio, ma ci siamo scontrati conla difficoltà di poterlo riaumen-

tare quando il presidente ri-metteva il suo mandato. Il pro-blema è generale: ottenere laliberazione dal lavoro per svol-gere cariche sindacali diventasempre più difficile.

■ Il congresso del 2009 hasancito il cambiamento delSEV da federazione a sinda-cato. Da cosa è stato detta-to?

L’era dei contratti collettivi dilavoro ha portato un’altra con-sapevolezza. All’epoca dellostatuto dei funzionari, le tratta-tive salariali erano condotteper tutte le regie federali dall’Unione federativa e il coinvol-gimento dei nostri membri era

limitato all’approvazione daparte della commissione diret-tiva. Adesso abbiamo un CCLche deve essere approvatodall’apposita conferenza. Letrattative salariali sono inveceseguite dalla commissioneCCL. I risultati sottostanno all’approvazione dei delegati. Imilitanti hanno quindi maggiorvoce in capitolo. Questo è uncambiamento importante.

■ Quest’anno, su incarico delcomitato, hai redatto un va-demecum sulla mobilitazio-ne. Quali sono gli aspettipiù importanti, per esempioin vista di una manifestazio-ne?

Motivare i responsabili sezio-nali e i fiduciari a parteciparein prima persona e a coinvol-gere le loro colleghe, i loro col-leghi, nonché i famigliari inmodo da ampliare il più possi-bile la cerchia degli interessa-ti. Per farlo, bisogna discuteredirettamente con loro. Moltoimportante è anche il control-ling: se qualcuno non si mani-festa più, bisogna richiamarlo,rispettando un piano d’azioneben preciso. È quanto abbiamofatto, per esempio, per la ma-nifestazione del 2009 per il ri-sanamento della cassa pensio-ni FFS, alla quale ha

naturalmente contribuito an-che la consapevolezza dellepersone che ne andava dellaloro rendita. Avere un temasentito è una premessa fonda-mentale per la riuscita di unamanifestazione, per la qualebisogna però comunque fareopera di mobilitazione a tutti ilivelli.

Markus Fischer

* Sino al 2009, il SEV aveva uncomitato federativo di una tren-tina di membri che si riunivadue volte l’anno e una commis-sione direttiva, composta daipresidenti centrali delle sottofe-derazioni, che si riuniva 10 voltel’anno. Dal 2010, quest’ultima ècomposta solo dai professionisti(presidenza e amministratore) esi limita alla sola direzione ope-rativa, riunendosi settimanal-mente. Oltre al congresso, la di-rezione strategica è affidata alcomitato SEV, composto da duerappresentanti per sottofedera-zione e da 1 delle commissionifemminile, giovanile e migrazio-ne, che si riunisce 10 volte l’an-no. I membri della commissionedirettiva partecipano senza di-ritto di voto.

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Rolf Rubin ha curato lo svolgimento di quattro congressi SEV. Nella foto, quello del 2013 con il presi-dente SEV Giorgio Tuti e il presidente del congresso Roland Schwager.

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...e alla manifestazione USS del settembre 2013 a Berna.

«È ancora opportuno che le sezioni e le sottofedera-zioni dispongano ancora di una cassa propria, nellaquale accumulano risorse?»

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8contatto.sevN. 22/1420.11.2014

uando i suoi genitori lalasciavano sola in casaper recarsi al lavoro, si

sdraiava al sole sul pavimentodel balcone per nascondersidai vicini. È il racconto di unafiglia di lavoratori stranieri nelfilm dell’Unione sindacale sviz-zera «Verboten und versteckt –Saisonnierkinder erzählen(vietati e clandestini; i raccontidei figli degli stagionali)».«Non posso più vedere i tappe-ti», esclama un figlio di stagio-nali, obbligato nella sua infan-zia a giocare per lunghe ore dasolo sul tappeto, evitando difar rumore. In questo film,l’USS riporta alla luce le conse-guenze dimenticate, o rimossedalla memoria, dello statuto distagionale che ha regolato laconcessione di permessi disoggiorno di breve durata a cit-

Q tadini dell’UE sino al 1° giugno2002, quando é stato applica-to l’accordo di libera circola-zione. Questo statuto vietava ilricongiungimento famigliare,reso possibile in un secondotempo, ma solo dopo quattroanni di soggiorno in Svizzera.

Il timore di una ricadutaIl film, proiettato in aperturadel convegno, ha richiamatonei circa 50 partecipanti i timo-ri e le amarezze di un periodooscuro, già rievocato dall’ap-provazione dell’iniziativa con-tro l’immigrazione di massadello scorso 9 febbraio e chepotrebbe ripresentarsi se ilprossimo 30 novembre doves-se essere accolta anche l’ini-ziativa Ecopop. Per questo,Giorgio Tuti, nel suo interventoha lanciato un appello a «vota-

re NO, se potete votare, e con-vincete i vostri conoscenti a fa-re altrettanto!»

Diritti politici più sviluppatinella Svizzera occidentaleQuesto episodio evidenzia an-cora una volta l’impossibilitàper migranti senza passaportosvizzero di esprimersi, a livellofederale, neppure su argomen-ti che li riguardano direttamen-te. Hanno solo il diritto di sot-toscrivere petizioni a tutti ilivelli (comunale, cantonale efederale), ha ricordato il mode-ratore Arne Hegland introdu-cendo il primo blocco dellagiornata dedicato alla «parteci-pazione politica». Nei cantoniromandi, essi hanno anche ildiritto, dopo un paio di anni didomicilio, di partecipare alleelezioni comunali. Questo di-

ritto non si estende però sem-pre al diritto di essere eletto.Giura e Neuchâtel conferisconoi medesimi diritti anche a livel-lo cantonale. Nei cantoni ger-manofoni, per contro, questidiritti sono riconosciuti solo inalcuni comuni di Argovia, Basi-lea città e Grigioni, che fannouso della facoltà prevista dallarispettiva legislazione canto-nale.«Gli stranieri sono un pilastrofondamentale della nostra so-cietà e dovrebbero partecipareattivamente alla sua definizio-ne» ha spiegato Arne Hegland.«Oltre alla partecipazione poli-tica vi sono diverse possibilitàche analizzeremo durante que-sta giornata, ma siamo del pa-rere che comuni e cantoni do-vrebbero comunque dareaccesso alla vita politica».

Integrare invece di escludereGiovanna Garghentini, immi-grata dall’Italia e naturalizzatanel canton Friborgo, dove faparte del gran Consiglio e dellacommissione per l’integrazio-ne dei migranti, ha spiegatoperché molti stranieri non ri-chiedono la naturalizzazione,anche dopo numerosi anni disoggiorno in Svizzera: il proce-dimento, che oltretutto è statoinasprito in diversi comuni,viene vissuto come troppo in-quisitore, lungo, penoso e ca-ro. Molti sono del parere che lacittadinanza, in Svizzera o inun’altra nazione, dovrebbe es-sere riconosciuta automatica-mente dopo un certo numero

di anni . Non tutte le nazioni ri-conoscono inoltre la possibili-tà di una doppia cittadinanza,come l’Italia e la Spagna.«I cantoni che riconoscono i di-ritti politici agli stranieri punta-no maggiormente alla loro in-tegrazione e al lorocoinvolgimento per far frontealle diversità sociali e svilup-pano un’altra consapevolezzadella cittadinanza» ha spiega-to Garghentini citando uno stu-dio di Rosita Fibbi del 2012sull’evoluzione dei diritti poli-rici di straniere e stranieri. Fib-bi ha poi ricordato l’articolo31, capoverso 1 della Costitu-zione federale: «ha la cittadi-nanza svizzera chi possiedeuna cittadinanza comunale e lacittadinanza di un Cantone».

Bassa partecipazione al votoLe sin qui scarse esperienzeraccolte con i diritti politici ri-conosciuti alle straniere e aglistranieri indicano come la par-tecipazione al voto sia tenden-zialemente piuttosto bassa.Per esempio, in occasione del-le elezioni comunali 2011 nel

L’8 novembre si è svolto il convegno della Migrazione SEV sul tema «i miei diritti nella società»

Esser parte attiva della società!Questa edizione del convegno sulla migrazione SEV non è stata dedicata al diritto del lavoro o alle assi-curazioni sociali, ma ai diritti politici dei migranti e alle loro possibilità di agire sul loro ambiente socialee sull’importanza di farne buon uso.

«Dopo molti anni di passivitàho proprio tanta voglia

di dare il mio contributo alla società!»Isabel Zubieta

Fi

Giovanna Garghentini.

Fi

L’approvazione dell’iniziativaEcopop il prossimo 30 no-vembre significherebbe la fi-ne degli accordi bilateralicon l’UE, ha spiegato GiorgioTuti, presidente del SEV. Conessi, decadrebbero anche lemisure accompagnatrici allalibera circolazione, concepi-te per contrastare fenomenidi dumping. Il limite all’immi-grazione dello 0,2% della po-polazione residente (circa16 000 persone) non impedi-rebbe alla Svizzera di procu-rarsi la forza lavoro necessa-

ria, aumentando semplice-mente il ricorso a frontalieri ea permessi di breve durata,ciò che a sua volta incre-menterebbe il traffico. Si fa-rebbe anche un passo versola reintroduzione dello statu-to di stagionale, con tutte leconseguenze negative dalpunto di vista umano deri-vanti dal divieto del ricon-giungimento famigliare. Que-sti provvedimenti nonandrebbero a scapito solodegli stranieri, che in questecondizioni precarie sarebbe-

ro più facilmente ricattabili,ma metterebbero sotto pres-sione anche i salari e le con-dizioni di lavoro dei e delleresidenti. La disdetta dei bila-terali renderebbe incerti an-che i datori di lavoro, metten-do così in pericolo numerosiposti di lavoro. Tuti ha biasi-mato questo tentativo di pro-teggere l’ambiente limitandol’immigrazione e addossandotutte le responsabilità aglistranieri. «Dovremmo piutto-sto riflettere ad un uso piùragionevole delle risorse!» Fi

ECOPOP PENALIZZA CHI LAVORA

DOSSIER

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contatto.sevN. 22/1420.11.2014

canton Ginevra è stata del 26percento, contro il 40 dei citta-dini svizzeri. Per quelle delcanton Friborgo del 2006 e del2011, non vi sono dati separa-ti, ma a grandi linee rispecchiaquella del canton Ginevra, an-che se nel 2011 vi è stato unaumento rispetto a cinque anniprima. Secondo Garghentini,questa bassa partecipazione èda attribuire alle difficoltà diassimilare il sistema elettora-le, anche a causa delle barrierelinguistiche sempre difficili dasuperare.

«Ogni voto è importante»Giovanni Giarrana, membrodella commissione migrazione

di Unia, attribuisce l’assentei-smo elettorale ad una sempliceriflessione: «perché devo per-dere il mio tempo, se gli Svizze-ri decidono comunque comevogliono?» Una riflessione chegiudica errata, in quanto pre-clude proprio la possibilità diintervenire sugli eventi.Gli ha fatto eco Garghentini,animando tutti ad una maggiorpartecipazione. Non é del restopossibile constatare una diffe-renza fondamentale nel com-portamento elettorale degliStranieri rispetto agli Svizzeri,ma una maggior partecipazioneal voto indurrebbe senz’altrocandidate, candidati e partitiad occuparsi maggiormente dei

problemi e delle rivendicazionidegli stranieri.

Attività di volontariatoPatrycja Sacharuk dell’ufficiodi consulenza per gli stranieridi Basilea città ha presentatouna relazione sulle attività divolontariato che permettono astraniere e stranieri di impe-gnarsi in associazioni, federa-zioni o in un sindacato, come ilcaso del SEV. «Un impegno chedà, anche se indirettamente, lapossibilità di influire sulle leg-gi, dato che spesso queste as-sociazioni vengono coinvoltenelle relative procedure di con-sultazione». Si tratta di impe-gni molto gratificanti, indipen-

dentemente dalla loro forma,in quanto permettono di cono-scere gente nuova, di allaccia-re nuove relazioni. In Svizzera,il volontariato è molto apprez-zato e spesso vi è anche lapossibilità si farsi certificarequeste attività».

Osman Osmani ha riferito dellasua esperienza di impegno infavore degli immigrati dal Ko-sovo, che lo ha portato ad es-sere molto conosciuto dai me-dia e dai politici locali. Unimpegno che ha prestato sindal suo arrivo in Svizzera nel1983, dove ha lavorato nellagastronomia, in una fabbrica epoi come accompagnatore tre-no, e che non ha mai rimpian-to. Ha seguito una formazionedi carattere psicosociale eadesso collabora anche a livel-lo professionale con associa-zioni di immigrati. Nel 1999 haacquisito la cittadinanza sviz-

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«Ci riflettiamo nei nostri figli» ha commentato il moderatore del gruppo «latino» Paolo Tuzzi, (a destra con gli occhiali). La loro integrazione è quindi fondamentale.

continua a pagina 10

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Patrycja Sacharuk.

È quanto abbiamo chiesto adalcuni partecipanti.

Maria Riggi havoluto accompa-gnare il maritoAngelo, pensio-nato FFS, perapprofondire lesue conoscenze dei propri dirittinella società. È arrivata inSvizzera 40 anni fa, a 18 anni.Mamma di 3 figli ormai adulti,

svolge lavori di pulizia per 3 ore algiorno presso la Roche a Basilea,dove prima imballava medicinali.Ha sempre avuto problemi con lalingua, ma non sul posto di lavoro,dove le hanno subito detto che«molti parlano italiano».

Anche Law-rence Igbeta hasempre avutoproblemi con iltedesco, che ha

tentato di risolvere frequentandodei corsi. È arrivato nel 2006 dallaNigeria e oggi è artigianospecialista alle Officine di Olten.Avverte una certa paura presso gliSvizzeri per i loro posti di lavoro«ma noi svolgiamo compiti menoqualificati e tentiamo di portare lenostre esperienze».

Danilo Rakovac ha imparato iltedesco dai suoi colleghi . Èvenuto in Svizzera nel 1984, a 22

anni, con i suoi genitori cheavevano lasciato la Serbia. Dal1990 lavora alle FFS, dove oggi èmacchinista di categoria A aLucerna. Dal suo arrivo in Svizze-

ra, non ha avutoparticolariproblemi. Hapartecipato allagiornata ancheper ampliare lesue conoscenze.

«Volevo soprat-tutto vederecosa fa il miosindacato per imigranti e controla xenofobia» cirisponde Frédéric Nouchi..Francese, a Ginevra dal 1989, nonha avuto particolari problemi diintegrazione. È conducente di tramai TPG e fa parte del comitatosezionale SEV. Fi

Perché hai voluto partecipare? E quali problemi hai come migrante in Svizzera?Fi

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uando i suoi genitori lalasciavano sola in casaper recarsi al lavoro, si

sdraiava al sole sul pavimentodel balcone per nascondersidai vicini. È il racconto di unafiglia di lavoratori stranieri nelfilm dell’Unione sindacale sviz-zera «Verboten und versteckt –Saisonnierkinder erzählen(vietati e clandestini; i raccontidei figli degli stagionali)».«Non posso più vedere i tappe-ti», esclama un figlio di stagio-nali, obbligato nella sua infan-zia a giocare per lunghe ore dasolo sul tappeto, evitando difar rumore. In questo film,l’USS riporta alla luce le conse-guenze dimenticate, o rimossedalla memoria, dello statuto distagionale che ha regolato laconcessione di permessi disoggiorno di breve durata a cit-

Q tadini dell’UE sino al 1° giugno2002, quando é stato applica-to l’accordo di libera circola-zione. Questo statuto vietava ilricongiungimento famigliare,reso possibile in un secondotempo, ma solo dopo quattroanni di soggiorno in Svizzera.

Il timore di una ricadutaIl film, proiettato in aperturadel convegno, ha richiamatonei circa 50 partecipanti i timo-ri e le amarezze di un periodooscuro, già rievocato dall’ap-provazione dell’iniziativa con-tro l’immigrazione di massadello scorso 9 febbraio e chepotrebbe ripresentarsi se ilprossimo 30 novembre doves-se essere accolta anche l’ini-ziativa Ecopop. Per questo,Giorgio Tuti, nel suo interventoha lanciato un appello a «vota-

re NO, se potete votare, e con-vincete i vostri conoscenti a fa-re altrettanto!»

Diritti politici più sviluppatinella Svizzera occidentaleQuesto episodio evidenzia an-cora una volta l’impossibilitàper migranti senza passaportosvizzero di esprimersi, a livellofederale, neppure su argomen-ti che li riguardano direttamen-te. Hanno solo il diritto di sot-toscrivere petizioni a tutti ilivelli (comunale, cantonale efederale), ha ricordato il mode-ratore Arne Hegland introdu-cendo il primo blocco dellagiornata dedicato alla «parteci-pazione politica». Nei cantoniromandi, essi hanno anche ildiritto, dopo un paio di anni didomicilio, di partecipare alleelezioni comunali. Questo di-

ritto non si estende però sem-pre al diritto di essere eletto.Giura e Neuchâtel conferisconoi medesimi diritti anche a livel-lo cantonale. Nei cantoni ger-manofoni, per contro, questidiritti sono riconosciuti solo inalcuni comuni di Argovia, Basi-lea città e Grigioni, che fannouso della facoltà prevista dallarispettiva legislazione canto-nale.«Gli stranieri sono un pilastrofondamentale della nostra so-cietà e dovrebbero partecipareattivamente alla sua definizio-ne» ha spiegato Arne Hegland.«Oltre alla partecipazione poli-tica vi sono diverse possibilitàche analizzeremo durante que-sta giornata, ma siamo del pa-rere che comuni e cantoni do-vrebbero comunque dareaccesso alla vita politica».

Integrare invece di escludereGiovanna Garghentini, immi-grata dall’Italia e naturalizzatanel canton Friborgo, dove faparte del gran Consiglio e dellacommissione per l’integrazio-ne dei migranti, ha spiegatoperché molti stranieri non ri-chiedono la naturalizzazione,anche dopo numerosi anni disoggiorno in Svizzera: il proce-dimento, che oltretutto è statoinasprito in diversi comuni,viene vissuto come troppo in-quisitore, lungo, penoso e ca-ro. Molti sono del parere che lacittadinanza, in Svizzera o inun’altra nazione, dovrebbe es-sere riconosciuta automatica-mente dopo un certo numero

di anni . Non tutte le nazioni ri-conoscono inoltre la possibili-tà di una doppia cittadinanza,come l’Italia e la Spagna.«I cantoni che riconoscono i di-ritti politici agli stranieri punta-no maggiormente alla loro in-tegrazione e al lorocoinvolgimento per far frontealle diversità sociali e svilup-pano un’altra consapevolezzadella cittadinanza» ha spiega-to Garghentini citando uno stu-dio di Rosita Fibbi del 2012sull’evoluzione dei diritti poli-rici di straniere e stranieri. Fib-bi ha poi ricordato l’articolo31, capoverso 1 della Costitu-zione federale: «ha la cittadi-nanza svizzera chi possiedeuna cittadinanza comunale e lacittadinanza di un Cantone».

Bassa partecipazione al votoLe sin qui scarse esperienzeraccolte con i diritti politici ri-conosciuti alle straniere e aglistranieri indicano come la par-tecipazione al voto sia tenden-zialemente piuttosto bassa.Per esempio, in occasione del-le elezioni comunali 2011 nel

L’8 novembre si è svolto il convegno della Migrazione SEV sul tema «i miei diritti nella società»

Esser parte attiva della società!Questa edizione del convegno sulla migrazione SEV non è stata dedicata al diritto del lavoro o alle assi-curazioni sociali, ma ai diritti politici dei migranti e alle loro possibilità di agire sul loro ambiente socialee sull’importanza di farne buon uso.

«Dopo molti anni di passivitàho proprio tanta voglia

di dare il mio contributo alla società!»Isabel Zubieta

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Giovanna Garghentini.

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L’approvazione dell’iniziativaEcopop il prossimo 30 no-vembre significherebbe la fi-ne degli accordi bilateralicon l’UE, ha spiegato GiorgioTuti, presidente del SEV. Conessi, decadrebbero anche lemisure accompagnatrici allalibera circolazione, concepi-te per contrastare fenomenidi dumping. Il limite all’immi-grazione dello 0,2% della po-polazione residente (circa16 000 persone) non impedi-rebbe alla Svizzera di procu-rarsi la forza lavoro necessa-

ria, aumentando semplice-mente il ricorso a frontalieri ea permessi di breve durata,ciò che a sua volta incre-menterebbe il traffico. Si fa-rebbe anche un passo versola reintroduzione dello statu-to di stagionale, con tutte leconseguenze negative dalpunto di vista umano deri-vanti dal divieto del ricon-giungimento famigliare. Que-sti provvedimenti nonandrebbero a scapito solodegli stranieri, che in questecondizioni precarie sarebbe-

ro più facilmente ricattabili,ma metterebbero sotto pres-sione anche i salari e le con-dizioni di lavoro dei e delleresidenti. La disdetta dei bila-terali renderebbe incerti an-che i datori di lavoro, metten-do così in pericolo numerosiposti di lavoro. Tuti ha biasi-mato questo tentativo di pro-teggere l’ambiente limitandol’immigrazione e addossandotutte le responsabilità aglistranieri. «Dovremmo piutto-sto riflettere ad un uso piùragionevole delle risorse!» Fi

ECOPOP PENALIZZA CHI LAVORA

DOSSIER

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contatto.sevN. 22/1420.11.2014

canton Ginevra è stata del 26percento, contro il 40 dei citta-dini svizzeri. Per quelle delcanton Friborgo del 2006 e del2011, non vi sono dati separa-ti, ma a grandi linee rispecchiaquella del canton Ginevra, an-che se nel 2011 vi è stato unaumento rispetto a cinque anniprima. Secondo Garghentini,questa bassa partecipazione èda attribuire alle difficoltà diassimilare il sistema elettora-le, anche a causa delle barrierelinguistiche sempre difficili dasuperare.

«Ogni voto è importante»Giovanni Giarrana, membrodella commissione migrazione

di Unia, attribuisce l’assentei-smo elettorale ad una sempliceriflessione: «perché devo per-dere il mio tempo, se gli Svizze-ri decidono comunque comevogliono?» Una riflessione chegiudica errata, in quanto pre-clude proprio la possibilità diintervenire sugli eventi.Gli ha fatto eco Garghentini,animando tutti ad una maggiorpartecipazione. Non é del restopossibile constatare una diffe-renza fondamentale nel com-portamento elettorale degliStranieri rispetto agli Svizzeri,ma una maggior partecipazioneal voto indurrebbe senz’altrocandidate, candidati e partitiad occuparsi maggiormente dei

problemi e delle rivendicazionidegli stranieri.

Attività di volontariatoPatrycja Sacharuk dell’ufficiodi consulenza per gli stranieridi Basilea città ha presentatouna relazione sulle attività divolontariato che permettono astraniere e stranieri di impe-gnarsi in associazioni, federa-zioni o in un sindacato, come ilcaso del SEV. «Un impegno chedà, anche se indirettamente, lapossibilità di influire sulle leg-gi, dato che spesso queste as-sociazioni vengono coinvoltenelle relative procedure di con-sultazione». Si tratta di impe-gni molto gratificanti, indipen-

dentemente dalla loro forma,in quanto permettono di cono-scere gente nuova, di allaccia-re nuove relazioni. In Svizzera,il volontariato è molto apprez-zato e spesso vi è anche lapossibilità si farsi certificarequeste attività».

Osman Osmani ha riferito dellasua esperienza di impegno infavore degli immigrati dal Ko-sovo, che lo ha portato ad es-sere molto conosciuto dai me-dia e dai politici locali. Unimpegno che ha prestato sindal suo arrivo in Svizzera nel1983, dove ha lavorato nellagastronomia, in una fabbrica epoi come accompagnatore tre-no, e che non ha mai rimpian-to. Ha seguito una formazionedi carattere psicosociale eadesso collabora anche a livel-lo professionale con associa-zioni di immigrati. Nel 1999 haacquisito la cittadinanza sviz-

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«Ci riflettiamo nei nostri figli» ha commentato il moderatore del gruppo «latino» Paolo Tuzzi, (a destra con gli occhiali). La loro integrazione è quindi fondamentale.

continua a pagina 10

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Patrycja Sacharuk.

È quanto abbiamo chiesto adalcuni partecipanti.

Maria Riggi havoluto accompa-gnare il maritoAngelo, pensio-nato FFS, perapprofondire lesue conoscenze dei propri dirittinella società. È arrivata inSvizzera 40 anni fa, a 18 anni.Mamma di 3 figli ormai adulti,

svolge lavori di pulizia per 3 ore algiorno presso la Roche a Basilea,dove prima imballava medicinali.Ha sempre avuto problemi con lalingua, ma non sul posto di lavoro,dove le hanno subito detto che«molti parlano italiano».

Anche Law-rence Igbeta hasempre avutoproblemi con iltedesco, che ha

tentato di risolvere frequentandodei corsi. È arrivato nel 2006 dallaNigeria e oggi è artigianospecialista alle Officine di Olten.Avverte una certa paura presso gliSvizzeri per i loro posti di lavoro«ma noi svolgiamo compiti menoqualificati e tentiamo di portare lenostre esperienze».

Danilo Rakovac ha imparato iltedesco dai suoi colleghi . Èvenuto in Svizzera nel 1984, a 22

anni, con i suoi genitori cheavevano lasciato la Serbia. Dal1990 lavora alle FFS, dove oggi èmacchinista di categoria A aLucerna. Dal suo arrivo in Svizze-

ra, non ha avutoparticolariproblemi. Hapartecipato allagiornata ancheper ampliare lesue conoscenze.

«Volevo soprat-tutto vederecosa fa il miosindacato per imigranti e controla xenofobia» cirisponde Frédéric Nouchi..Francese, a Ginevra dal 1989, nonha avuto particolari problemi diintegrazione. È conducente di tramai TPG e fa parte del comitatosezionale SEV. Fi

Perché hai voluto partecipare? E quali problemi hai come migrante in Svizzera?

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 22/1420.11.2014

Anche l’edizione di quest’annodel convegno della migrazioneSEV è stata organizzata da Ar-ne Hegland e Susanne Frisch-knecht del segretariato regio-nale di Zurigo.contatto.sev ha chiesto al «se-gretario della migrazione» unavalutazione della giornata edell’attività della commissio-ne.

■ contatto.sev: sei soddisfattodi come si è svolta questagiornata?

Arne Hegland: Si, molto! È sta-ta una giornata molto interes-sante e variata, grazie all’im-pegno di relatrici e relatoricompetenti. Mi ha fatto piacereanche l’ampia e variegata par-tecipazione di migranti e diSvizzeri da tutte le regioni. Lamaggior parte erano evidente-mente membri del SEV, maavevamo anche membri di sin-dacati amici. Mi ha impressio-nato l’attenzione e la concen-trazione di tutti nel seguire lerelazioni e nella partecipazio-ne ai workshop. Penso che ab-biamo raggiunto in gran parteil nostro scopo di informare lepersone sui loro diritti e di in-coraggiarle a farne uso. Anzi,penso che inducendo i parteci-panti a chiedersi cosa possofare io per far si che tutti noipossiamo stare un po’ meglio,

siamo persino andati al di là diquanto ci eravamo prefissi eabbiamo dato un segnale incontrotendenza rispetto all’egoismo dei tempi attuali.

■ Com’è composta e come la-vora la commissione migra-zione?

È composta da una dozzina dimembri. Purtroppo, non tuttele sottofederazioni vi sono rap-presentate. Ci piacerebbe ave-re colleghe o colleghi dellaZPV, della VPT e della PV. Lacommissione si riunisce da 4 a6 volte l’anno per riunioni diun giorno, che si svolgono alsegretariato centrale o nei di-versi luoghi di lavoro dei mem-bri. Vengono discussi temi di

attualità politica e sindacaledal punto di vista dei migrantie lavoriamo ad un tema che poiviene approfondito in occasio-ne del nostro ritiro di due gior-ni. Discutiamo anche i rapportidei nostri delegati nei vari or-gani, come il comitato SEV o laconferenza CCL FFS e quantoloro devono tentare di trasmet-tere da parte della commissio-ne.

■ L’attività della commissionemigrazione non si limita pe-rò all’organizzazione di que-sta giornata. Quali sono glialtri punti e i progetti perl’anno prossimo?

Vi sono molti temi legati all’at-tualità quotidiana. La commis-

sione ha però riflettuto anche aaltri temi fondamentali per ilproprio futuro: di quali aspettivogliamo occuparci? Cosa vo-gliamo ottenere? E come pos-siamo procedere per raggiun-gere l’obiettivo? Comepossiamo coinvolgere ognimembro della commissione?Quale contributo può dare?Quali sono gli obiettivi delgruppo e quali quelli individua-li? Oltre a queste riflessioni in-trospettive, la commissione haanalizzato i temi da trattare nelfuturo. Negli ultimi anni, ci sia-mo concentrati sui diritti e sullepossibilità dei migranti in Sviz-zera ed ora vorremmo ampliarequesto limite geografico. Vor-remmo dare uno sguardo al dilà delle frontiere per approfon-dire diversi aspetti di ordineeconomico, sociale, legale, diorganizzazione politica e maga-ri anche di carattere filosofico.Non abbiamo però ancora fis-sato il tema per il 2015. Pensoche sarebbe importante affron-tare il delicato tema del fronta-lierato, che sta generando ac-cese controversie anche inseno al sindacato. Ma questo èproprio un motivo che dovreb-be indurci a discuterne.. Domande: Fi

Arne Hegland commenta la giornata e il lavoro della commissione migrazione

L’obiettivo è incoraggiare a partecipare Fi

Il moderatore della giornata Arne Hegland (a destra) con OsmanOsmani.

Il padre del segretario sindaca-le SEV Arne Hegland, che se-gue l’attività della commissio-ne migrazione, è arrivato dallaNorvegia a Zurigo, per studiareingegneria edile al Politecnico.Sua mamma era figlia di unaimmigrata tedesca dalla fore-sta Nera e di uno Zurighese.Arne è nato a Zurigo e la suafamiglia ha seguito il padre neisuoi vari trasferimenti per lavo-ro. Ha così frequentato partedelle scuole elementari in Nor-vegia, per poi trasferirsi nelcanton Grigioni. In seguito, hastudiato a sua volta a Zurigogeografia, storia, geologia ebiologia. A 16 anni, ha acquisi-to la cittadinanza Svizzera, fa-cendo uso della procedurasemplificata introdotta in que-gli anni, che sua mamma ave-va perso nel 1950 a seguito delsuo matrimonio, pur contrattoin Svizzera, con un Norvegese.Arne ha tre figli adulti, che riu-niscono origini molto diverse,grazie al fatto che la loro ma-dre è di origine italiana.

Le origini di ArneHegland

Isabel Zubieta è stata separatada sua madre a soli due anni. Lamamma era infatti partita a lavo-rare in Svizzera e non aveva il di-ritto di portarla con sé, anche acausa di una legge spagnola. So-lo a 16 anni ha poi potuto rag-giungerla, quasi controvoglia. Haquindi lavorato come donna delle pulizie per 21anni, fondando una propria famiglia. «Ho vissutomolti momenti felici, ma non mi sentivo di farparte della società».A 37 anni è ritornata in Spagna, dove si è dinuovo sentita una straniera. Ha però rispolvera-to una sua antica vocazione di combattere le in-giustizie, ritrovando la sua vera natura e ha ri-preso gli studi per aiutare i migranti. Cinqueanni fa, è tornata in Svizzera, dove ha dovuto ri-chiedere un nuovo permesso di soggiorno, come

se i 21 anni che lei aveva trascorso qui,nonché i 22 anni di sua mamma e i 15 disua figlia, non contassero niente. «Mi so-no sentita privata della mia storia, ma misono detta che non volevo più avere pau-ra e che qui io avevo dei diritti». Si èquindi impegnata in un’associazione fem-minile, in quella di quartiere e nel consi-

glio dei genitori. Oggi partecipa anche ad unprogetto di Mentoring politico dell’organizzazio-ne femminista per la pace CFD. La sua attività di volontariato è molto arric-chente, nonostante i riconoscimenti non sianosempre all’altezza dell’impegno profuso e lacollaborazione con le autorità richieda ungrande dispendio di energie. Ma «dopo cosìtanti anni di passività, ho veramente una pro-fonda necessità di essere parte attiva dellasocietà», ci dice. fi

«NON ERO PARTE DELLA SOCIETÀ»

Fi

zera e nel 2005 è stato elettonel gran Consiglio del cantonSciaffusa.

Workshop e propostaal congressoTre gruppi di lavoro hanno poidiscusso delle proprie espe-rienze di migrazione, che han-no evidenziato come anche al-le nostre latitudini vi sianoepisodi di discriminazione, inparticolar modo per quanto ri-guarda le possibilità di avan-zamento scolastico o profes-sionale.Apprendere una lingua nazio-nale è fondamentale per la

propria carriera e per l’integra-zione, ma non deve significaresacrificare la propria identità.«Più i migranti vedono rispet-tata la propria cultura e più sa-ranno aperti alla cultura dellanazione che li ospita» ha con-cluso Giovanna Garghentini,citando l’autore francese AminMaalouf, originario del Libano.L’assemblea ha infine decisodi incaricare la commissionemigrazione di chiedere al con-gresso che il SEV, eventual-mente in collaborazione conaltri sindacati, possa offrirecorsi di lingua per favorire lapartecipazione delle e dei mi-granti.

Markus Fischer

segue da pagina 9

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SEZIONI ......

11contatto.sevN. 22/1420.11.2014

«La libertà non è uno spazio li-bero. Libertà è partecipazio-ne». Ricordate? È il ritornello diuna celebre canzone dell’indi-menticabile Giorgio Gaber. Edè il senso che Vanni Nembriniha voluto dare all’assembleadella sottofederazione - con-dotta da Marco Schenk qualepresidente del giorno - lo scor-so 7 novembre a Bellinzona:«Cari colleghi voglio sottoline-are l’importanza del sindacato,senza il quale non sarebberopossibili molte battaglie, sen-za il quale non potremmo otte-nere dei Contratti collettivi dilavoro. Ma il sindacato siamosoprattutto noi, per questo èimportante partecipare. I diritti- ha aggiunto Nembrini - nonsono scontati. Dietro ogni dirit-to c’è un impegno e al centrodi ogni diritto ci sono le perso-ne che desiderano miglioricondizioni di lavoro». Ma è im-portante anche comunicare, in-formare, essere presenti sulterritorio. Soprattutto ora, inquesta fase di costruzione del-la nuova sottofederazione, na-ta poco più di 10 mesi fa e chesi presenta come un ricco puz-zle di competenze e professio-ni: sono ben sei i settori di cui

si occupa. Settori molti diversiche devono trovare un comunedenominatore nella loro nuova«casa». «Ricordiamo - ha dettoNembrini - che l’unione fa laforza e dobbiamo far capire aigiovani che è importante lotta-re per i propri diritti».La presenza di Peter Käppler aBellinzona rientra nell’opera-zione di rafforzamento dellasottofederazione, su cui si èchinata anche l’assemblea deidelegati lo scorso 27 ottobre aOlten (cfr. contatto.sev n. 21).Cogliendo la palla al balzo da-ta dalla sua presenza in Ticino,i partecipanti all’assembleahanno rivolto una serie di do-mande sul nuovo CCL. Il capi-tolo del pensionamento antici-pato ha, come prevedibile,

destato molta curiosità. «Moltidettagli non sono ancora defi-niti - ha spiegato Peter Käppler- per questo moltiplicheremogli sforzi per ulteriori chiari-menti». I modelli di pensiona-mento, ha aggiunto la segreta-

ria sindacale Françoise Geh-ring, entreranno in vigore il pri-mo maggio 2016, per cui avre-mo il tempo di spiegare neidettagli le quattro opzioni pre-videnziali; del resto una gior-nata di formazione sul nuovo

CCL è prevista a Bellinzona il31 marzo 2015.Un nuovo CCL, ha aggiuntoGehring, che ha accolto unodei principali mandati espressidal congresso del SEV e dalsondaggio interno, ossia ilpensionamento anticipato. Sic-come il negoziato è un dare eavere, ha ricordato il presiden-te Vanni Nembrini, qualcheconcessione il sindacato l’hadovuta fare, per esempio conl’inasprimento delle condizioniper accedere al Centro del mer-cato del lavoro.Sebbene i presenti abbiano ri-conosciuto che nell’attuale si-tuazione economica sarebbestato difficile ottenere di più, èstato fatto notare che i sinda-cati devono mantenere alta laguardia, perché ad ogni rinno-vo del CCL il rischio di perderequalcosa in più è sempre die-tro l’angolo. Dalla sala è emer-so anche un auspicio: conside-rare nell’orizzonte sindacale lariduzione generale del tempodi lavoro. Se non proprio sulmodello francese, ma che siavvicini. In un clima di crescen-te concorrenza, la pressione -nelle sue forme più diverse -continua ad aumentare. Le ri-percussioni sulle condizioni dilavoro e sulla qualità della vitasi fanno sentire in termini diusura. I partecipanti hanno in-fine espresso preoccupazioneper quanto sta accadendo aSecuritrans (cfr. pagina 16).

red

Un invito ad esseresempre presenti. Lo haformulato il presidenteVanni Nembrini allapresenza del presidentecentrale Peter Käppler.

«L’unione fa la forza»Assemblea AS Ticino - Il presidente Vanni Nembrini sottolinea la particolarità e le risorse della sottofederazione

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AS: una sottofederazione in piena costruzione con diverse competenze e professioni.

Il presidente centrale Hanspe-ter Eggenberger dà il benvenu-to ai presidenti di sezione inoccasione dell’incontro del 13ottobre all’albergo Brenscino.Illustra i temi attuali in ogni di-visione. Presso Cargo, hannopreso avvio le sedute sui nuoviprofili professionali, a cui sonointeressati i colleghi delle sta-zioni di smistamento RBL eLosanna, che passano a Cargo.Eggenberger spiega anche lasituazione relativa al nuovosistema di pianificazione «Ca-ros». Per quanto riguarda lamessa a disposizione dei treni

(ZBS) del traffico viaggiatori, isiti di Coira e di Ziegelbrücke,sono all’ordine del giorno.Presso Infra, i collaboratoridelle stazioni di smistamentointeressati, vengono tuttitrasferiti a Cargo. Con «MIT»l’azienda raccoglie la sfida di«collegare i collaboratori».L’azienda tedesca responsabi-le del trasmettitore LISA - e cheda anni sta sviluppandone uno

nuovo - non è ancora in gradodi fornire l’apparecchio. PressoFFS Cargo, due colleghi dellaregione Est e uno della divisio-ne P, non vogliono più essereeletti nella CoPe. La classifica-zione dei macchinisti di cate-goria A della Divisione P haprovocato malcontento in tuttele sezioni, che lascia un retro-gusto molto amaro dovuto aToCo. Questi macchinisti devo-

no conoscere un numero sem-pre maggiore di veicoli per es-sere in grado di guidarli. Èdunque auspicabile chel’azienda (traffico viaggiatori)faccia finalmente un gesto con-tro questa ingiustizia, aumen-tando il livello di esigenza. Lasperanza suscitata dalla «Deci-sione 25» è grande, ma per oranessuna novità. ManuelAvallone ha illustrato nel det-

taglio il nuovo CCL, presentatosul no 18 di contatto.sev. Aquesto proposito i vertici dellaRPV invitano i membri a segui-re il corso Movendo; a Bellin-zona si terrà il 31 marzo 2015.La RPV raccomanda ai presi-denti di sezione di invitare alleassemblee esperti sul CCL e diprevedere il tempo necessario.Infine una nomina: Daniel Purt-schert è stato eletto nella CVG;manca tuttora un membro sup-plente. Il presidente centraleha ringraziato tutti per il gran-de impegno nel lavoro sinda-cale. Danilo Tonina

Ecco che cosa bolle in pentola■ SF RPV - Conferenza dei presidenti al Brenscino

Fedeli al sindacato da 25 anni: riconoscimento a Lucio Lorenzon e aJonathan Sulmoni per la loro appartenenza al sindacato. Nel corsodell’assemblea della sezione Ticino della sottofederazione AS, ilcassiere Paolo Guenzani ha consegnato ai due membri un omaggio.La lunga militanza di Lorenzon e Sulmoni rappresentano indubbiamenteun grande valore per il SEV, che può contare su persone di fiducia;persone che riconoscono al sindacato un ruolo di tutela dei diritti edelle condizioni di lavoro e che contribuiscono, con sguardo attento evoci critiche, al dibattito interno. Meritato l’applauso dei colleghi.

DA 25 ANNI AL SEV

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12 SERVIZIOcontatto.sevN. 22/1420.11.2014

§C’è una categoria di la-voratori/trici che deveessere trattata in modospeciale: gli/le appren-disti/e.

Colpi di diritto

Occorre sempre prestare at-tenzione al trattamento ri-volto agli/alle apprendi-sti/e. L’articolo 344 del Co-dice delle obbligazioni pre-vede che «mediante il con-tratto di tirocinio, il datore dilavoro si obbliga a formareadeguatamente la personain formazione in una deter-minata attività professiona-le, e la persona in formazio-ne a lavorare a questo scopoal servizio del datore di la-voro».Tutta la durata dell’appren-

Una particolare categoriaLa parità di trattamento nel mondo del lavoro è essenziale, come dappertutto, del resto. Ma non sempre funziona.

distato è destinata ad ap-prendere il mestiere. Natu-ralmente gli/le apprendi-sti/e devono anche lavora-re, ma queste prestazionidovrebbero avere per scopola formazione e non il rag-giungimento degli obiettiviaziendali. Che cosa signifi-ca?Chi è in formazione deve se-guire le regole e le istruzionidel datore di lavoro, fintantoche esse servono alla for-mazione. Naturalmente, ap-prendisti e apprendiste de-vono lavorare e fornire unlavoro di buona qualità. Quila qualità è direttamentecorrelata alla durata dellaformazione già completata.Logicamente ci si può aspet-tare di più da un apprendi-

sta del terzo anno rispettoad uno del primo. Il datoredi lavoro non può, tuttavia,utilizzare i/le tirocinanti co-me manodopera a basso co-sto. Il lavoro non è solo as-segnato, ma deve esserespiegato e monitorato. Iltempo necessario per lascuola e per vari corsi, deveessere garantito. Errori edanni causati da apprendi-sti/e non possono essereloro imputati in modo disin-volto: bisogna determinarese a questo stadio del loroapprendistato, avrebberopotuto evitare un tale erroree se hanno ricevuto le istru-zioni necessarie e adeguate.Anche in questo caso il for-matore è responsabile.Siccome nella maggioranza

dei casi si tratta di giovani,bisogna ulteriormente pro-teggerli rispetto agli altri la-voratori.La dipendenza nei confrontidell’azienda formatrice èmaggiore rispetto a quandosi è legati da un normalecontratto di lavoro. E questovale anche per le persone dietà maggiore che seguonouna seconda formazione. Icontratti di apprendistatonon sono contratti di mano-dopera a buon mercato,bensì contratti al serviziodella formazione; sono limi-tati nel tempo e in linea diprincipio non soggetti a di-sdetta. Quando ci si rendeconto che la formazione indeterminate condizioni e inun determinato luogo, non è

possibile, si può rompere ilcontratto di lavoro. Al termi-ne della formazione, chi su-pera gli esami ha diritto aun certificato di lavoro o diformazione. Questo certifi-cato fornisce informazionisul periodo di apprendistatoe sulla qualità del lavorosvolto. Ma attenzione: oc-corre che questa prestazio-ne sia considerata parte in-tegrante della formazione;non deve insomma essereconsiderata come nel casodi un impiego ordinario. IlSEV, l’azienda e la scuolaprofessionale sono a dispo-sizione delle persone chedesiderano porre domandesui contratti di tirocinio.

Assistenza giuridica del SEV

Ho stipulato un’assicurazionesulla vita diversi anni fa. Nelfrattempo mi sono separata eho un nuovo partner. Cosa de-vo fare in modo tale che il miocompagno possa ricevere il ca-pitale-decesso della mia assi-curazione vita, se dovessi mo-rire? R. V. de L.

Cara signora, quando si viveuna nuova relazione, la felicitàspesso ci impedisce di pensa-re al peggio e ci dimentichia-mo di prendere le misure ne-cessarie per dare sicurezzafinanziaria al proprio partner,nel caso in cui ci accadessequalcosa di fatale. Se si dispo-

ne di un’assicurazione sulla vi-ta, è necessario verificare chi èil beneficiario e, se del caso,fare una correzione. A qualcu-no è già successo di aver di-menticato di apportare le mo-difiche necessarie, così è statol’ex partner a beneficiare dellaprestazione dopo il decesso.Un cambiamento della clauso-la beneficiaria è sempre possi-bile entro i requisiti di legge epuò essere fatto senza alcunproblema con l’aiuto dell’assi-curazione.Le disposizioni di legge varianoa seconda che si tratti dellaprevidenza vincolata (3a) o del-la previdenza libera (3b) nel

quadro di un’assicurazione sul-la vita. Per il terzo pilastro 3a, ilbeneficiario è definito dalla leg-ge: in primo luogo ci sono i co-niugi o i partner menzionati co-me tali. Se il defunto non ha unpartner ufficiale, gli averi spet-tano agli eredi diretti e alle per-sone fisiche assistite in granparte dalla persona scomparsa,che hanno abitato con quest’ul-tima nel corso degli ultimi cin-que anni o che hanno cresciutoun figlio comune.È possibile indicare una o piùpersone come beneficiarie especificare a che cosa avrannodiritto. Se non esiste unpartner, riceveranno le presta-

zioni i genitori, i fratelli o altrieredi, ma è possibile modifica-re l’ordine dei beneficiari eprecisare a che cosa avrannodiritto.Per quanto riguarda la previ-denza libera del terzo pilastro3b, l’assicurato è ancora più li-bero nella scelta del beneficia-rio in caso di morte. Per modi-ficare il beneficiario, unanuova clausola di beneficiariodeve essere completata perdefinire il nuovo destinatario,rispettivamente, le nuove per-sone e i loro diritti. Essi ricevo-no la somma assicurata ma, inbase alle circostanze, dovreb-bero retrocederne una parte

agli eredi. Questa parte dipen-de dal valore di rimborso diuna polizza. Con un’assicura-zione in caso di decesso, percontro, non vi è alcuna parteda retrocedere sulla prestazio-ne dell’assicurazione in modotale che il beneficiario riceveràl’intero importo previsto. A dif-ferenza di un conto di previ-denza bancario in cui gli erediricevono l’attuale capitale, nelcaso di un’assicurazione sullavita o di un’assicurazione incaso di decesso, i beneficiariricevono la somma assicurataindipendentemente dalla dura-ta e l’ammontare dei premipagati. Consulenza Helvetia

Assicurazione vita: che fare quando si cambia partner?

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ATTUALITÀ ......

13contatto.sevN. 22/1420.11.2014

La «violenza domestica» colpi-sce prevalentemente donne ebambini. Esiste anche la vio-lenza nei confronti degli uomi-ni, ma un’indagine ha dimo-strato che in Svizzera unadonna su cinque subisce alme-no una volta nel corso della vi-ta atti di violenza fisica o ses-suale da parte del suo partner.Gli studi successivi hanno datoun quadro ancora più allar-mante del fenomeno, che rima-ne in gran parte sommerso.La violenza nei confronti delledonne è di regola l’espressio-ne di rapporti di potere sbilan-ciati all’interno di una coppia.Si stima che in Svizzera circa10 000 donne si rivolgono ognianno alla polizia chiedendoprotezione nei confronti della«violenza domestica». Le con-seguenze di questa violenza,comportano per l’economiasvizzera costi annui di granlunga superiori ai 400 milionidi franchi. In Ticino, i dati rac-colti dalla polizia cantonale apartire dal 2008 – sebbeneparziali – confermano che ilproblema ha dimensioni im-portanti anche alle nostre lati-tudini.La campagna «Oltre il silen-zio», ideata dalla Commissionecantonale consultiva per le pa-ri opportunità tra i sessi in oc-casione della Giornata interna-zionali contro la violenza sulledonne, quest’anno prevede ladiffusione di un volantino (vedifoto, ndr) che indica chiara-mente alcuni numeri telefoniciai quali vittime e autori posso-no rivolgersi in caso di violen-za domestica. Il volantino raffi-gura l’immagine di una casaspaccata simbolicamente dalla

violenza; una spaccatura chespesso dall’esterno non è visi-bile, ma che provoca sofferen-za e dolore per tutti coloro chevi abitano. L’azione gode delsostegno di numerose associa-zioni e anche del Gruppo Don-ne USS Ticino e Moesa.C’è chi tende a nascondere ilproblema, si vergogna ad am-metterlo, ha paura delle rea-zioni del partner, si sente incolpa per una definitiva rotturadella relazione di coppia, èpreoccupata per le ripercussio-ni sui figli, ma anche delle con-seguenze sul piano economi-co. La Commissione cantonaleconsultiva per le pari opportu-nità tra i sessi ha quindi avvia-to una campagna di sensibiliz-zazione su larga scalacercando di rivolgersi diretta-mente alle vittime per mandareun messaggio chiaro: è possi-bile interrompere e uscire dalcircolo vizioso della violenzanell’ambito domestico.

red

Per rompere il silenzioGiornata internazionale contro la violenza sulle donne: al via una campagna di sensibilizzazione

La violenza domestica può manifestarsi in diverseforme (fisica, sessuale, economica e psichica): de-nominatore comune è il fatto che viene commessanello spazio privato e che tra le persone interessa-te sussiste un legame affettivo e una dipendenzache può assumere varie connotazioni. Oltre adavere conseguenze devastanti su chi ne è diretta-mente coinvolto, questo genere di abuso ha riper-cussioni anche sulla società in termini di problemidi sicurezza, di sanità pubblica e di costi.

La Giornata internazionale è stata voluta e sancita dall’ONU nel 1999.In particolare, è stata l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con larisoluzione 54/134, a dedicare il 25 novembre alla lotta contro laviolenza nei confronti delle donne. Perché proprio questa data? Lascelta non è affatto casuale. È stato scelto il 25 novembre per unmotivo preciso quanto terribile. In quella data, nel 1960, furonotorturate, massacrate e uccise tre donne, le sorelle Mirabal.

Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal avevano la colpa, secondo leautorità del loro Paese, la Repubblica Domenicana, di pensarla a modoloro, di aver combattuto per difendere i loro diritti e i loro ideali. La loroforza e il loro impegno politico contro il dittatore dell’epoca Trujillovalse loro una terribile morte.

Patria, Maria Teresa e Minerva animarono un movimento clandestino

chiamato «14 giugno», contro la sanguinaria dittatura di Trujillo. Per illoro modo di agire, gentile e nobile, furono soprannominate «LasMariposas» (le farfalle).

Incarcerate più volte, non abbandonarono mai la lotta. Nel 1960condannate a cinque anni di lavori forzati, furono rilasciate grazie allapressione internazionale. Il 25 novembre dello stesso anno Minerva eMaria Teresa decisero di far visita ai loro mariti detenuti in carcere.Patria, la sorella maggiore, le accompagna. Le tre donne caddero inun’imboscata degli agenti del servizio segreto militare. Portate in unapiantagione di canna di zucchero vennero massacrate, bastonate estrangolate. La loro auto fatta cadere in un burrone per simulare unincidente. La sorella sopravvissuta, Belgica Adele detta Dedé, hadedicato la sua vita alla memoria delle sorelle e alla cura dei sei nipotiorfani. «Sopravvissi per raccontare la loro vita».

IN MEMORIA DELLE SORELLE MIRABAL

La violenza contro le donne e leragazze è un problema diproporzioni dilaganti. È forse laviolazione più grave dei dirittiumani che conosciamo al giornod’oggi, devasta vite, crea fratturenelle comunità e blocca lo

sviluppo. Una donna su tre nelmondo è stata picchiata, ha subitocoercizione sessuale o ha subitoaltro genere di abusi durante lapropria vita – quasi sempre daqualcuno che la conosceva. Lestatistiche dipingono un quadro

orribile delle conseguenze socialie di salute della violenza controle donne. Per le donne di etàcompresa tra i 15 e 44 anni, laviolenza è una delle maggioricause di morte e disabilità.

Una violazione dei diritti umani

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14 AGENDAcontatto.sevN. 22/1420.11.2014

Avrà luogo al tennis club «La Moretti-na» di Locarno con inizio gioco alle13.15 e la dine prevista per le 18.15.Tutti sono benvenuti!Formula da stabilire in base agli iscrit-ti, a disposizione 4 campi coperti. Pre-miati col panettone i migliori 3 .Aperitivo offerto da UFST.

La quota d’iscrizione è di 25 franchi(cena esclusa al ristorante del club,menu chinoise). Dopo la cena verrà of-ferto il panettone.Iscrizioni entro il 1° dicembre a:Samuele Lupi, Via Bressanella 8,6828 Balerna, telefono 076 411 77 04,mail: [email protected]

Torneo del panettone - sabato 6 dicembre

■ USFS Tennis 2014

La nostra sezione presenta sincere condoglianze al collega Athos

Togni, in lutto per il decesso del padre.

ZPV Ticino

CONDOGLIANZE

contatto.sev è il giornale del sindacatodel personale dei trasporti SEV.Pubblicazione quindicinale.Editore: SEV, www.sev-online.ch.Redazione: Peter Moor (caporedattore),Peter Anliker, Vivian Bologna, AnitaEngimann, Beatrice Fankhauser, MarkusFischer, Françoise Gehring, PietroGianolli, Patrizia Pellandini Minotti,Henriette Schaffter.Indirizzo della redazione: contatto.sev,CP, 6501 Bellinzona, e-mail:[email protected], telefono 091825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3687 copie;totale: 44 656; certificata il 31.10.2013.Abbonamenti e cambiamenti diindirizzo: SEV, divisione amministrativa,casella postale, 3000 Berna 6, e-mail:[email protected], tel. 031 357 57 57, fax

031 357 57 58. Abbonamento annuale per inon affiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG,Seestrasse 86, 8712 Stäfa, tel. 044928 56 11, fax 044 928 56 00, e-mail:[email protected],www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau,www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG,Solprint, Subingen; www.solprint.ch(azienda del gruppo AZ Medien AG).

ISSN 1662-8470

Prossima edizione: il 4 dicem-bre. Chiusura redazionale:giovedì 27 novembre, ore 10.

IMPRESSUM

Il SEV e la sezione LPV Ticino vi invita-no a questa assemblea durante la qua-le vi sarà l’occasione per fare il puntodella situazione.

Ordine del giorno:1. Traffico merci ferroviario, liberaliz-zazione e concorrenza: quali conse-guenze - cosa sta facendo il sindacato.a) Discussione b) Decisione2. Rivendicazioni salariali3. Temi trattati dalla CoPe:

a) Riduzioni presso i ristoranti del per-sonaleb) Pause ad Arth Goldau tra le 23.00e le 05.00c) Medicina sul lavoro

Oltre ai rappresentanti della sezioneLPV Ticino saranno presenti la vicepre-sedente del SEV Barbara Spalingerunitamente ad Angelo Stroppini e Fran-çoise Gehring del segretariato di Bel-linzona.

Assemblea personale di SBB Cargo InternationalDomenica 30 novembre, 17.00 - 19.00Bellinzona, Casa del Popolo

■ LPV Ticino

Foto

C.V

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La forza del servizio pubblico

Il maltempo ha flagel-lato il Ticino e le imma-gini hanno fatto il girodella Svizzera in pocotempo.Nonostante l’esonda-zione del Lago Verba-no e le evidenti diffi-coltà che questocomporta, la NLMcontinua a svolgere ilproprio ruolo di servi-zio pubblico. Un servi-zio apprezzato anchedurante i mesi inverna-li, garantito da perso-nale qualificato eprofessionale. In vistadel rinnovo della con-cessione ci è sembratoimportante ricordarloribadendo una volta dipiù l’importanza diquesta struttura per ilterritorio.

Angelo Stroppini

Foto

C.V

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AGENDA ......

15contatto.sevN. 22/1420.11.2014

Nel nostro pur ospitale pianeta, dalla più profon-da fossa oceanica fino alla vetta della montagnapiù alta, la zona che contiene tutte le forme di vitaconosciute ha, in realtà, uno spessore di appenaventi chilometri. Giacché noi apparteniamo a quelgruppo di esseri viventi che, quattrocento milionidi anni or sono, presero l’incauta e avventurosadecisione di strisciare fuori dai mari e di stabilirsisulle terre emerse, respirando ossigeno, non me-no del 99,5% dello spazio abitabile della Terra,espresso in volume, è per noi esseri umani so-stanzialmente proibito. Non solo perché non pos-siamo respirare sott’acqua; ma anche perché nonne sopportiamo la pressione. Poiché l’acqua è1300 volte più pesante dell’aria, man mano che siscende in profondità, la pressione idraulica salerapidamente in misura di un’atmosfera ogni 10metri, stritolandoci. In realtà, secondo nuovi stu-di, sembra che le cose stiano un po’ diversamen-te: giacché noi esseri umani siamo costituiti inlarga misura di acqua e poiché l’acqua è presso-ché incomprimibile, il corpo umano resterebbe al-la stessa pressione dell’acqua circostante e inprofondità non ne verrebbe schiacciato. Il proble-ma sta nei gas presenti all’interno del nostro cor-po, in particolare nei polmoni, gas cheeffettivamente tendono a comprimersi. Per que-sto, fino a tempi piuttosto recenti, si pensava chechiunque s’immergesse a una profondità di oltre100 metri sarebbe morto fra atroci sofferenze, inseguito all’implosione dei polmoni e allo schiac-ciamento della gabbia toracica. Sennonché nel2012 un apneista austriaco, Herbert Nitsch, riuscìa immergersi incolume fino a oltre 250 metri diprofondità, trattenendo il respiro! Tuttavia, sott’acqua possono insorgere moltissimi altri proble-mi. All’epoca degli scafandri (le tute da palomba-ro, che rimanevano collegate alla superficie permezzo di lunghi tubi) i subacquei a volte andava-no incontro a uno spaventoso fenomeno, meglionoto come «spremuta». Se la pompa di superficiesmetteva di funzionare, all’interno dello scafandrola pressione scendeva vertiginosamente e l’ariafuoriusciva con una tale violenza, che lo sventura-to veniva letteralmente risucchiato nel casco e neltubo! Altri tipi di «disavventure» possono capitareai sub persino in superficie. Come quella volta chea Mike Bongiorno un concorrente disse: «Ho sa-puto che anche lei è un sub eccezionale». E Mike,facendo l’ennesima memorabile gaffe, rispose:«No, sono un... sub normale!»

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... sopravvivenza

Sezione PV Ticino e Moesano - ferrovieri pensionati

Pranzo di Natale - mercoledì 10 dicembre 2014Dopo le castagnate, ecco un cordiale invito rivolto a tutte e a tutti voi: ilpranzo di Natale presso il Centro Manifestazioni Mercato Coperto diMendrisio. È questa infatti l’occasione più propizia per ritrovare colleghivecchi e nuovi, scambiarsi gli auguri, non solo di Natale, ma anche quelliper il Nuovo Anno. Anche quest’anno vogliamo garantirvi un’accoglienzacalorosa.

L’allettante menuAntipasto dello Chef con la torta di sfoglia alla ricotta della Valle Maggiae spinaci freschi; il prosciutto cotto con salsa al Madeira; il cotechinonostrano con lenticchie di Castelluccio. Il bis di pasta con gnocchi dizucca, burro e salvia; sedanini alla boscaiola. Piccata di lonza di maialeimpanata (uovo, pane aromatizzato, semi di sesamo, rosmarino e gruyè-re) con contorno di patate fritte. Macedonia di frutta con gelato e caffè.Desideriamo che sia un giorno di festa, d’incontri, d’amicizia e diverti-mento; perciò a rallegrare il passare delle ore avremo un accompagna-mento musicale ed una ricca lotteria.Il ritrovo è fissato a partire dalle ore 11.00 e poco più tardi sarà servitol’aperitivo, quindi, dopo i saluti del presidente sezionale Eligio Zappa, cisi potrà mettere a tavola. Se qualcuno avesse problemi alimentari (ad es.celiachia), ne dia tempestiva comunicazione al momento dell’iscrizione.Il prezzo del pranzo, tutto compreso, è di CHF 40.00 a persona.Bevande: Merlot del Ticino da 7 dl e acqua minerale.Facciamo sempre affidamento sulla vostra puntualità nell’inoltrare l’iscri-zione al pranzo, ciò per facilitarci l’organizzazione dell’evento. Qualora lavostra partecipazione dovesse essere annullata, desideriamo esserneinformati tempestivamente.Annunciatevi entro lunedì 1 dicembre a: Renato Bomio, via R. Simen 77A,6648 Minusio - Tel. 091 743 80 66 - E-mail: [email protected].

Treni consigliatida Airolo 9.01 - Faido 9.19 - Biasca 9.40 - Bellinzona arr. 9.53 - cambiaretreno Bellinzona pt. 10.03 (ferma in tutte le stazioni) Giubiasco 10.06 -Rivera 10.15 - Taverne 10.25 - Lamone 10.27 - Lugano 10.34 - Melide10.41 - Maroggia 10.44 - Capolago 10.48 - arrivo Mendrisio 10.54.Da Locarno 9.34 - Cadenazzo 9.51 - Giubiasco arr. 9.57 cambiare trenoGiubiasco pt. 10.06 - arrivo Mendrisio 10.54.Da Chiasso 10.28 - Balerna 10.31 - arrivo Mendrisio 10.36.Qualcuno del comitato sarà presente in stazione per trasportare coloroche avessero difficoltà nel camminare (10 minuti a piedi).Possibilità di posteggio per quanti arriveranno con mezzi propri. Il comitato sezionale

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Tagliando di iscrizione pranzo di Natale 2014:

Numero di persone che si iscrivono:

Cognome

Nome

Numeri di telefono

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 22/1420.11.2014

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 26 novembre2014, inviando una cartolinapostale con nome, cognome,indirizzo e soluzione a: SEV,Photomystère, casella postale,3000 Berna 6;

per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected];

per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Il nome della vincitrice o delvincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

Sono in palio 40 franchi in buoniReka, sorteggiati tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

La foto dell’ultima edizione delconcorso illustrava il depositodella Jonction dei TPG, situatonell’omonima via di Ginevra.

Troverete una foto esplicativa sulnostro sito internet.

Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni Reka è:

Erwin Suter, Suhr

sezione PV Argovia

Photomystère: «Dov’è stata scattata questa foto?»

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L’esito delle trattative per il rin-novo del CCL con Securitransha soddisfatto il segretario sin-dacale del SEV Urs Huber, ilpresidente AS Peter Käppler eil comitato sezionale, direttodal presidente Ahmet Kastrati.

■ Dal 2015 il diritto alle vacan-ze verrà portato a:6 settimane sino al ventesi-mo anno d’età compreso.5 settimane dal ventunesi-mo anno civile d’età.6 settimane dal cinquantesi-mo anno civile d’età.

■ Messa a disposizione dello0,5 % della massa salarialeper gli aumenti individuali disalario da sistema.

■ Per i bonus alla prestazionedel 2015 vengono liberati1 488 000 franchi, che per-mettono di mantenere il li-vello dei bonus del 2014.

■ Verrà migliorata la situazio-ne salariale dei nuovi dipen-denti.

Chi la dura …Il SEV ha dovuto insistere perdiversi anni per migliorare ildiritto alle vacanze.Al termine delle trattative sala-riali 2014, Securitrans avevaassicurato per iscritto per l’an-no successivo il riconoscimen-to di una «regolamentazionedelle vacanze corrispondentealla richiesta espressa dalSEV» qualora fossero stateconcretizzate alcune condizio-ni relative a concorsi fatti dall’azienda e a contratti per la co-struzione di binari.

Conclusione positivaQuesta promessa è stata man-tenuta, anche se la nostra ri-chiesta non è stata ripresa in-tegralmente: oltre 700dipendenti avranno cinque,anziché quattro settimane divacanza.Per il SEV si tratta di un suc-cesso importante in favore deisuoi membri, anche perché igiorni di vacanza sono moltomeglio tutelati e non possonoessere spostati, stralciati o at-tribuiti in modo unilaterale daparte del datore di lavoro.

Partenariato sociale infrantoin TicinoResta comunque molto da fare.In Ticino, Securitrans ha recen-temente licenziato nove colla-boratori, senza informare i sin-dacati, né tantomenocoinvolgerli nella ricerca dipossibili alternative. I licenzia-menti sono da far risalire alblocco di incarichi da partedelle FFS della scorsa primave-ra e dall’attribuzione di un ap-palto ad un consorzio concor-rente. Un intervento del SEVsulle FFS ha poi potuto far rien-trare, almeno in parte, questedifficoltà.Il rispetto del preavviso previ-sto dal CCL in caso di impieghia breve termine è un tema mol-to discusso. Anche in questocaso, è opportuno ricordareche la conoscenza dei proble-mi da parte del sindacato el’energia per poterli risolveresono direttamente proporzio-nali al suo grado di organizza-zione in seno all’azienda.

pan.

L’insistenza del SEV edei suoi membri é statapremiata da un nettomiglioramento dellenorme sulle vacanze.

Più vacanze a SecuritransSuccesso del SEV nelle trattative con Securitrans, ma soddisfazione solo velata in Ticino

Secu

ritra

ns

Un compenso corretto per un lavoro duro e carico di responsabili-tà. È quanto chiede il SEV per i dipendenti di Securitrans.