Contatto sev 2015 02

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 02 5 febbraio 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Anche per la campagna 2015 vale questo principio vincente. E in palio ci sono premi davvero attrattivi. Pagina 2 Membri reclutano i membri Per la prima volta nella sua storia, il SEV ha deciso di porsi un traguardo: 1800 nuovi membri. Una meta ambiziosa. Pagina 2 1800 nuovi membri: puntiamo in alto Da tempo il SEV non aveva registrato un simile risultato. Pagina 2 2014: anno record per il reclutamento karakter.ch UNITI SIAMO SEMPRE PIÙ FORTI PER 3 NUOVI MEMBRI: una piccola, ma potente lam- pada tascabile con design SEV per tutte le situazioni. PER 9 NUOVI MEMBRI: la scelta tra un’ottima fotoca- mera digitale per chi ama l’avventura o un buono per un’offerta di svago. 3 9 Sono i membri a rendere il SEV più forte! CONVINCI COLLEGHE E COLLEGHI AD ADERIRE AL SEV E VINCI NUOVI PREMI ATTRAENTI!

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Page 1: Contatto sev 2015 02

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 02

5 febbraio201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Anche per la campagna 2015 vale questoprincipio vincente. E in palio ci sono premidavvero attrattivi.

Pagina 2

Membri reclutano i membriPer la prima volta nella sua storia, il SEV hadeciso di porsi un traguardo: 1800 nuovimembri. Una meta ambiziosa.

Pagina 2

1800 nuovi membri: puntiamo in altoDa tempo il SEV nonaveva registrato unsimile risultato.

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2014: anno record per il reclutamento

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UNITI SIAMO SEMPRE PIÙ FORTI

PER 3 NUOVI MEMBRI:

una piccola, ma potente lam-pada tascabile con design SEV per tutte le situazioni.

PER 9 NUOVI MEMBRI:

la scelta tra un’ottima fotoca-mera digitale per chi ama l’avventura o un buono per un’offerta di svago.

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Sono i membri a rendere il SEV più forte!CONVINCI COLLEGHE E COLLEGHI AD ADERIRE AL SEV E VINCI NUOVI PREMI ATTRAENTI!

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2 ATTUALITÀcontatto.sevN. 02/155.2.2015

Sul piano del reclutamento delSEV il 2014 è senz’altro unodei migliori. Con 1661 nuoveadesioni, è stato superato l’ot-timo risultato del 2011. Sonodue gli elementi essenziali chehanno contribuito a tale suc-cesso: l’attrattiva della campa-gna di reclutamento, ma so-prattutto i successi sindacali,come per esempio la conclu-sione del nuovo CCL e lo scio-pero del personale dei traspor-ti pubblici di Ginevra.Dal momento che il numerodelle dimissioni è stato inferio-re rispetto all’anno scorso, ilbilancio complessivo è dunquemolto buono rispetto agli anniprecedenti. Non siamo ancora

in grado di compensare tutte leperdite dovute ai decessi, ma ilcalo ha comunque subito unabattuta di arresto. Il prossimo7 febbraio saranno premiatile/i migliori reclutatrici/tori nelcorso di una piccola cerimonia

festiva durante la quale saran-no consegnati i premi: uno zai-no per 4 nuovi membri, unavaligia a rotelle per 8 nuovimembri. Quest’anno ci saran-no premi per 3 e 9 nuovi mem-bri. L’obiettivo del SEV è assai

ambizioso pertanto anchel’asticella del traguardo saràrialzata. Ma naturalmente, incaso di successo, ci sarannopremi supplementari per i/lemigliori reclutatori/trici (vediarticolo sotto). pmo

Nel 2014 la campagnadi reclutamento haregistrato un recordper quanto riguarda lenuove adesioni.

Un bel successo con «Via SEV»Reclutamento: 2014 anno da incorniciare - Da tempo il SEV non raggiungeva un simile traguardo

2014: un anno da incorniciare.

«I membri reclutano i membri»rimane un principio del SEV,che guida anche la nuovacampagna di reclutamento2015, avviata in questi giorni.Il motto «Uniti siamo semprepiù forti» è stato reso a livellografico attraverso un fittointreccio. Anche i premi sirafforzano e attendonoreclutatori e reclutatrici cheavranno successo nella loroazione:

■ Per tre nuovi membri viaspetta una piccola mapotente lampada tascabileutile per tutte le situazioni ericonoscibile dal design SEV.

■ Per nove nuovi membrisi può scegliere tra un’ottimamacchina fotografica digitaleper chi ama l’avventuraoppure un buono per un’offer-ta di svago.Quest’anno è previsto, in

aggiunta, un premio spe-ciale. Così facendo, il SEVpunta ancora più in alto:insieme a reclutatori ereclutatrici diventeremoancora più forti. Per la primavolta il SEV si prefigge untraguardo preciso: se riuscire-mo a raggiungere 1800 nuovimembri, le migliori reclutatricie i migliori reclutatori verrannoinvitati ad un’escursioneculinaria comune. I dettagli visaranno comunicati in tempoutile. Naturalmente, indipen-dentemente dall’azione,continueremo ancora aricompensarvi con 50 fran-chi in contanti per ogni nuovomembro.

Come funzionaTutto l’anno va bene perreclutare nuovi membri. Finoalla fine di novembre ci sonotuttavia diverse giornate direclutamento: gli appunta-

menti del 5 marzo, del4 maggio e del 30 novembresono già pianificati. Maggioridettagli sono e saranno fornitisu contatto.sev.I premi verranno consegnatinel corso di una cerimoniaprevista all’inizio del 2016. Chinon potrà partecipare, riceveràevidentemente i premi perposta. Altri dettagli sui premiverranno forniti nel corsodell’anno sempre su contatto.sev.Anche quest’anno i premisaranno cumulabili: chi recluta9 nuovi membri riceverà sia lalampada tascabile, sia lamacchina fotografica o ilbuono. Non ci saranno premimultipli.

Reclutamento:ecco gli argomenti

■ Il SEV si batte per migliora-re le condizioni di impiego e dilavoro.

■ Il SEV negozia validicontratti collettivi di lavoro.

■ Il SEV ti assiste in caso diproblemi sul posto di lavoro.

■ Il SEV ti offre assistenzagiuridica.

■ Il SEV difende le tueposizioni a livello politico.

■ Il SEV ti dà la possibilità diimpegnarti.

■ Il SEV ti informa tramite ilsuo giornale contatto.sev e ilsito www.sev-online.ch

■ Nel SEV incontrerai per-sone che la pensano come te.

■ Il SEV ti offre prestazionivariate, che vanno da diverseoccasioni di formazioneprivata e professionale, a unsostegno nei momenti didifficoltà tramite crediti eprestiti, sino a offerte interes-santi per il tempo libero.

Per informarti in modoancora più veloce: tramiteil QR Code sottostante, con losmartphone o il tablet puoiscansionare il formulario ecompilarlo direttamente sulloschermo.

INFO

Campagna 2015: uniti siamo sempre più forti

Negli scorsi giorni tutti imembri attivi del SEV hannoricevuto nelle proprie bucalet-tere il materiale di reclutamen-to; come l’anno scorso ognunodi voi riceve a casa treprospetti sulla nuova azione direclutamento, in modo tale dipoter cominciare a darsi dafare. I tre prospetti sonosufficienti per conquistare ilprimo gradino della scalata algrande premio. Naturalmentepresso il SEV ne abbiamo moltialtri. Un’altra semplice via èquella di iscriversi direttamen-te via internet (www.sev-on-line.ch e cliccare in seguito su«Aderiresubito») – oppure sipuò accedere direttamentetramite il sottostante QR Code.

I pensionati riceveranno perinformazione la lettera con ilvolantino di reclutamento.

Reclutamento:c’è posta per voi

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GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 02

5 febbraio201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Contro la costruzionedella seconda canna sivoterà nel 2016.

Pagina 4

GottardoNegli ultimi 20 anni c’è una categoria che si èriempita le tasche: quella dei manager! Aglialtri misere briciole.

Pagine 8, 9 e 10

Crescono le disuguaglianzeLa parità non è solouna questione didonne.

Pagina 16

7 marzo

■ Insicurezza, precarietà, flessibilizza-zione, forme di lavoro atipiche fino al-l’estremo. Il lavoro a tempo indetermi-nato, che è stata una grande conquistadel Novecento portata avanti dalla clas-se operaia, non esiste quasi più.«In un capitalismo che ha distrutto laforza politica della classe operaia - hasottolineato l’economista Christian Ma-razzi - i movimenti sociali, a causa an-

che di una crisi ormai permanente, han-no caratteristiche molto diverse. Dob-biamo quindi immaginare una lotta diclasse che si faccia carico della soffe-renza alimentata dalla crescita dellediseguaglianze».A Camignolo, nel corso del seminario«La corsa al ribasso» organizzato dal-l’USS Ticino e Moesa, Marazzi ha evoca-to la necessità di dare vita ad un sinda-

calismo sociale, capace cioè «di interlo-quire con più soggetti diversi, metten-do insieme giovani, donne, pensionati,persone con problemi dell’alloggio,persone in assistenza, studenti indebi-tati». Il messaggio è chiarissimo: solouniti siamo forti.

a pagina 11

«Il capitale ha polverizzato la classe operaia»

L’economista Christian Marazzi è intervenuto al seminario dell’USS Ticino e Moesa

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Una platea attenta.

Gli autori di questo rapporto reputanoche sia impossibile la difesa delle retri-buzioni a livello nazionale, in quanto incontraddizione con l’accordo Svizzera-UE sul traffico e la presunta aperturadella Svizzera al traffico merci trans-frontaliero. Vogliono inoltre che anchele imprese ferroviarie svizzere pratichi-no salari in uso nell’UE, così da essereconcorrenziali rispetto alle compagnieestere. Senza la volontà politica di in-tervenire nel mercato, il traffico ferro-viario merci in Svizzera e in transito conle attuali condizioni quadro avrà benpoche possibilità di sviluppo.

alle pagine 4, 5, 6 e 7

Antisociale e superficialeLo studio commissionato dal-l’Ufficio federale dei trasporti sichina sul tema della competiti-vità delle aziende e delle condi-zioni salariali del personale.

Un inutile rapporto sulle condizioni di lavoro usuali nel settore del trasporto merci su rotaia

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Il SEV non ci sta al dumping salariale nel settore del traffico merci.

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ATTUALITÀ ......

4contatto.sevN. 02/155.2.2015

Polizia ferroviaria■ Nel 2014 la Polizia deitrasporti FFS ha presenziatoa manifestazioni ed eventisportivi e prestato servizio suitreni speciali dei tifosi con untotale di 286 interventi. Suitreni e nelle stazioni hacontrollato circa 32 400persone, 1850 delle quali sonostate fermate e consegnate allapolizia cantonale o comunale. Ilbilancio per il Corpo è positivo:nel 2014 la percezione disicurezza è aumentata, mentrele vie di fatto verso collaborato-ri e dei clienti risultano indiminuzione. La Polizia deitrasporti è attiva anche nelsettore della prevenzione: a fineanno, in collaborazione con lapolizia federale tedesca, è statasvolta un’azione preventivainternazionale contro i borseg-giatori. A questa misuraseguiranno altri interventicoordinati con partner interna-zionali. La Polizia dei trasportiFFS intende rendere ancora piùefficiente la collaborazione conle altre autorità di polizia.

Tassare le ereditàper la nostra AVS■ Saranno ben quattro glioggetti in votazione il prossimo14 giugno, tra cui l’iniziativapopolare «Tassare le ereditàmilionarie per finanziare lanostra AVS (Riforma dell’impo-sta sulle successioni)» presen-tata dal Partito evangelico con ilsostegno della sinistra. Il testomira a introdurre a livellofederale un tasso di imposizionedel 20 % per la parte delleeredità che supera i due milioni,nonché per le donazionisuperiori ai 20 000 franchi. Tuttociò con validità retroattiva dalprimo gennaio 2012. In Svizzera,la disparità nella ripartizionedella ricchezza è particolarmen-te accentuata: l’1% dellapopolazione possiede da solol’equivalente del restante 99 %.E molti di questi immensipatrimoni non sono frutto dellavoro, ma sono stati semplice-mente ereditati. Un’impostafederale sulle successionipermetterebbe di attenuare unpoco quest’ingiusta ripartizionedella ricchezza.

IN BREVE

«Non ci siamo mai immischiatiin giochi tattici né in interessidi partito», afferma Jon Pult,copresidente dell’associazione

«No al raddoppio del Gottar-do» e presidente dell’Iniziativadelle Alpi: «Ci siamo preparatifin dall’inizio a qualsiasi sca-denza possibile, quindi ci vabene anche il 2016».«Vogliamo vincere questa vota-zione e la vinceremo», CarolineBeglinger, copresidente dell’-associazione «No al raddoppiodel Gottardo» e condirettricedell’ATA, Associazione trafficoe ambiente, ne è convinta:«Siamo pronti a tutelare laSvizzera dall’eccesso di auto-carri in transito». Sarà la terza

votazione nazionale sul secon-do tubo autostradale al Gottar-do. Il popolo l’ha sempre re-spinto.Una galleria stradale in piùraddoppierà il numero di auto-carri sull’asse di transito attra-verso la Svizzera. La legge pro-posta dal Consiglio federale edal Parlamento non potrà im-pedirlo.«Non ci si può affidare a unalegge che, nella nostra dinami-ca democrazia, può essere mo-dificata in qualsiasi momen-to», precisa Caroline Beglinger.

Il secondo tubo autostradalemette in gioco la politica sviz-zera dei trasporti di questi ulti-mi decenni. Finora, essa è riu-scita ad arginare il traffico intransito e a tutelare le Alpi. Ilprossimo anno entrerà in servi-zio la galleria ferroviaria di ba-se del Gottardo.«Non possiamo costruire unsecondo tubo stradale proprioora che abbiamo i mezzi pertrasferire il traffico merci su ro-taia. Ciò è contraddittorio e dàun cattivo segnale all’econo-mia dei trasporti e all’Europa»,

L’associazione «No alraddoppio del Gottar-do» prende nota che ilConsiglio federale haprevisto di mettere invotazione la secondagalleria autostradale alGottardo nel 2016. Ed èprontissima a dare bat-taglia

Arrivederci nel 2016La votazione sul referendum contro il raddoppio del Gottardo slitta all’anno prossimo

Il SEV è sorpreso dall’impor-tanza attribuita dall’Ufficio fe-derale dei trasporti (UFT) al«rapporto di base» sulle con-dizioni di lavoro usuali nelsettore del traffico merci suferrovia, redatto su commis-

sione da un avvocato ed uneconomista.Per il SEV sarebbe inaccettabi-le che un ufficio federale deci-desse autonomamente e uni-camente in base a steriliconsiderazioni di caratteregiuridico ed economico, dicreare un nuovo settore per iltraffico merci ferroviario inter-nazionale, nel quale trovereb-bero spazio salari europei dadumping. Questa suddivisio-ne in due settori porrebbe leaziende svizzere, il cui perso-

nale non viene impiegato se-condo questa logica, sottouna pressione intollerabile,comprometterebbe tutta lapolitica basata sulla contrat-tazione collettiva delle normedi impiego e aggirerebbe ledisposizioni legali per la pro-tezione delle norme di impie-go.

In Svizzera, salari svizzeri!Il SEV resta dell’idea che il la-voro svolto in Svizzera debbaessere retribuito con i salari

usualmente pagati nel nostropaese, come del resto avvienenegli altri settori. L’applica-zione di norme differenziateper il trasporto interno e quel-lo internazionale sarebbe pra-ticamente incontrollabile eaprirebbe così la porta adogni genere di abuso.Il SEV mantiene e ribadisce diconseguenza la sua denunciaper dumping nei confronti diCrossrail.Il rapporto degli esperti va ol-tre ad una rigida applicazione

No ad un settore a bassisalari per il traffico in-ternazionale.Il rapporto di esperti sultraffico merci su ferro-via, pubblicato oggidall’Ufficio federale deitrasporti, definisce set-tori diversi per il trafficointernazionale e il traffi-co interno. Questa im-postazione può avereconseguenze drammati-che per le aziende sviz-zere e per i loro dipen-denti. Il sindacato deitrasporti SEV farà tuttoil possibile affinché lecondizioni di lavoro at-tualmente vigenti e vo-lute dalle autorità poli-tiche non venganoaggirate da perizie ba-sate su considerazioniteoriche.

No al dumping nel Il SEV mantiene alta la guardia: il lavoro svolto in Svizzera deve essere retribuito

Fi

Il SEV mantiene e ribadisce di conseguenza la sua denuncia per dumping nei confronti di Crossrail.

ATTUALITÀ

...... 5

contatto.sevN. 02/155.2.2015

sostiene il presidente dell’Ini-ziativa delle Alpi Jon Pult.Quattro gallerie bastano amantenere trasporti sicuri ed

efficaci anche durante il risana-mento della galleria auto-stradale esistente. Le ricerchedel Consiglio federale l’hanno

dimostrato. È la miglior solu-zione e la più duratura.

Comunicato stampa

Uniti contro il raddoppio

del principio di non discrimi-nazione ripreso dall’accordosui trasporti terrestri, pro-ponendone un’applicazioneesasperata, incurante della le-gislazione e della volontà po-litica del nostro paese, non-ché delle conseguenze dellesue proposte.Il SEV si permette di far notareche persino la Germania,membro modello dell’Unione

europea, intende imporre il ri-spetto dei propri salari minimianche a persone occupate so-lo temporaneamente all’inter-no dei propri confini, come gliautisti nel traffico di transito,assumendo a tale scopo cen-tinaia di controllori. Quelloche è permesso ad uno statomembro dell’UE, dovrebbe es-sere possibile anche alla Sviz-zera.

Queste considerazioni indu-cono il SEV a dire chiaramentedi No al tentativo di un ufficiofederale di permettere il dum-ping salariale definendo auto-nomamente nuovi settori eco-nomici.

SEV

Vedi anche l’intervista alle pa-gine 6 e 7

traffico mercicon i salari usualmente pagati nel nostro Paese

Nel 2014, il sindacato SEV ha presentato all’UFT una denuncia nei confronti dell’impresa ferroviaria Crossrail.Il sindacato accusa Crossrail di non attenersi alle prescrizioni secondo le quali il personale avrebbe diritto alrispetto delle condizioni di lavoro usuali nel settore. L’UFT si è rivolto a specialisti esterni e ha pubblicato ilrelativo rapporto; sulla denuncia deciderà in seguito. Per viaggiare sulla rete ferroviaria nazionale, le impresedi trasporto ferroviario con sede in Svizzera necessitano di un’autorizzazione per l’accesso alla rete. La leggesulle ferrovie ne prescrive il rilascio a determinate condizioni, tra cui quella che le imprese ferroviarie garanti-scano ai loro collaboratori condizioni di lavoro conformi a quelle usuali nel settore. Il rapporto degli espertiricorda che le imprese ferroviarie con sede nell’UE che intendono effettuare trasporti combinati verso oattraverso la Svizzera (importazione, esportazione, transito), secondo l’Accordo sui trasporti terrestri nonnecessitano di un’autorizzazione svizzera per l’accesso alla rete. Di conseguenza, non devono attenersi neppurealle disposizioni svizzere sulle condizioni usuali nel settore, ma devono rispettare le prescrizioni in materia disicurezza nell’ambito del traffico ferroviario e della protezione dei lavoratori (p. es. legge sulla durata dellavoro) e sottostanno altresì al divieto di effettuare trasporti interni in Svizzera (cosiddetto cabotaggio). Ilrapporto rimanda inoltre alle decisioni politiche: nell’emanazione delle prescrizioni nel quadro della riformadelle ferrovie 1, il Consiglio federale ha previsto il rispetto delle condizioni «usuali nel Paese». Il Parlamentoesige tuttavia il rispetto delle condizioni «usuali nel settore». Ciò significa che per il traffico merci su ferroviavalgono disposizioni diverse da quelle applicate per il traffico nazionale. L’UFT analizzerà ora il rapporto inmodo approfondito. Per quanto concerne la denuncia del SEV e l’emanazione di una direttiva concernente lecondizioni di lavoro in uso nel settore del traffico merci ferroviario, non ha preso ancora alcuna decisione.

LA POSIZIONE DELL’UFT

Una vita quotidiana caratterizzata da gioie indivi-duali e circondata spesso da futilità. Per crearenuovi bisogni, la società dei consumi esercita ilsuo potere suadente - con allettanti offerte e tem-po libero - attraverso molteplici canali. Sullo sfon-do rimane la domanda: quale è il mio scopo? Qua-li sono i miei benefici in tutto ciò? Gli obiettivicollettivi e i valori fondamentali passano così insecondo piano. E ciò ha inevitabili ripercussionisul reclutamento dei membri di un sindacato.

Il SEV deve dare risposte tanto sul piano delle esi-genze personali, quanto sul piano dei bisogni col-lettivi, trasmettendo i valori legati all’appartenen-za sindacale. Perché sindacalizzarsi ha un sensoforte. E questa convinzione è alla base dei nostrisforzi di reclutamento. È al tempo stesso fonte dimotivazione e forza argomentativa. Rende possibi-le una comprensione del valore sociale di apparte-nenza ed è quindi alla base di ogni crescita di sin-dacalizzazione.

Sono comunque necessarie tre cose: una base diaffiliati/e che si identifica nel SEV e che gli è fede-le; membri coscienti del senso personale e colletti-vo che procura un’adesione; sforzi costanti perconvincere colleghe e colleghi non organizzati adaderire al sindacato. Si tratta sostanzialmente difare conoscere a queste persone i valori fonda-mentali di un sindacato in grado di condurre avittorie collettive.

Al SEV centinaia di militanti sono attenti a questitre aspetti. Convinti della loro appartenenza sinda-cale, all’interno delle rispettive aziende sfoggianotale convinzione come un valore collettivo. Rendo-no così possibile l’identificazione all’organizzazio-ne e favoriscono il legame tra sindacato e membri.Trasmettono inoltre il valore aggiunto collettivodelle condizioni di lavoro e facilitano il recluta-mento dei nuovi membri.

Il nostro lavoro quotidiano non ci consente di per-mettere all’individualismo di prendere il soprav-vento. Nel nostro lavoro siamo sempre uno/a di-pendente dall’altro/a. Nella nostra quotidianitàlavorativa abbiamo una sola scelta: l’azione comu-ne. In un mercato del lavoro fortemente gerarchiz-zato, in cui sulle prestazioni pesa la pressione eco-nomica, pensare di ottenere qualcosa da soli, èun’impresa senza speranza. È insieme che dobbia-mo difenderci. È insieme che saremo sempre piùforti.

EDITORIALE

«Sindacalizzarsi ha un senso forte. Questaconvinzione è alla base stessa dei nostri sforzi direclutamento»

Elena Obreschkow, responsabile reclutamento SEV

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ATTUALITÀ ......

4contatto.sevN. 02/155.2.2015

Polizia ferroviaria■ Nel 2014 la Polizia deitrasporti FFS ha presenziatoa manifestazioni ed eventisportivi e prestato servizio suitreni speciali dei tifosi con untotale di 286 interventi. Suitreni e nelle stazioni hacontrollato circa 32 400persone, 1850 delle quali sonostate fermate e consegnate allapolizia cantonale o comunale. Ilbilancio per il Corpo è positivo:nel 2014 la percezione disicurezza è aumentata, mentrele vie di fatto verso collaborato-ri e dei clienti risultano indiminuzione. La Polizia deitrasporti è attiva anche nelsettore della prevenzione: a fineanno, in collaborazione con lapolizia federale tedesca, è statasvolta un’azione preventivainternazionale contro i borseg-giatori. A questa misuraseguiranno altri interventicoordinati con partner interna-zionali. La Polizia dei trasportiFFS intende rendere ancora piùefficiente la collaborazione conle altre autorità di polizia.

Tassare le ereditàper la nostra AVS■ Saranno ben quattro glioggetti in votazione il prossimo14 giugno, tra cui l’iniziativapopolare «Tassare le ereditàmilionarie per finanziare lanostra AVS (Riforma dell’impo-sta sulle successioni)» presen-tata dal Partito evangelico con ilsostegno della sinistra. Il testomira a introdurre a livellofederale un tasso di imposizionedel 20 % per la parte delleeredità che supera i due milioni,nonché per le donazionisuperiori ai 20 000 franchi. Tuttociò con validità retroattiva dalprimo gennaio 2012. In Svizzera,la disparità nella ripartizionedella ricchezza è particolarmen-te accentuata: l’1% dellapopolazione possiede da solol’equivalente del restante 99 %.E molti di questi immensipatrimoni non sono frutto dellavoro, ma sono stati semplice-mente ereditati. Un’impostafederale sulle successionipermetterebbe di attenuare unpoco quest’ingiusta ripartizionedella ricchezza.

IN BREVE

«Non ci siamo mai immischiatiin giochi tattici né in interessidi partito», afferma Jon Pult,copresidente dell’associazione

«No al raddoppio del Gottar-do» e presidente dell’Iniziativadelle Alpi: «Ci siamo preparatifin dall’inizio a qualsiasi sca-denza possibile, quindi ci vabene anche il 2016».«Vogliamo vincere questa vota-zione e la vinceremo», CarolineBeglinger, copresidente dell’-associazione «No al raddoppiodel Gottardo» e condirettricedell’ATA, Associazione trafficoe ambiente, ne è convinta:«Siamo pronti a tutelare laSvizzera dall’eccesso di auto-carri in transito». Sarà la terza

votazione nazionale sul secon-do tubo autostradale al Gottar-do. Il popolo l’ha sempre re-spinto.Una galleria stradale in piùraddoppierà il numero di auto-carri sull’asse di transito attra-verso la Svizzera. La legge pro-posta dal Consiglio federale edal Parlamento non potrà im-pedirlo.«Non ci si può affidare a unalegge che, nella nostra dinami-ca democrazia, può essere mo-dificata in qualsiasi momen-to», precisa Caroline Beglinger.

Il secondo tubo autostradalemette in gioco la politica sviz-zera dei trasporti di questi ulti-mi decenni. Finora, essa è riu-scita ad arginare il traffico intransito e a tutelare le Alpi. Ilprossimo anno entrerà in servi-zio la galleria ferroviaria di ba-se del Gottardo.«Non possiamo costruire unsecondo tubo stradale proprioora che abbiamo i mezzi pertrasferire il traffico merci su ro-taia. Ciò è contraddittorio e dàun cattivo segnale all’econo-mia dei trasporti e all’Europa»,

L’associazione «No alraddoppio del Gottar-do» prende nota che ilConsiglio federale haprevisto di mettere invotazione la secondagalleria autostradale alGottardo nel 2016. Ed èprontissima a dare bat-taglia

Arrivederci nel 2016La votazione sul referendum contro il raddoppio del Gottardo slitta all’anno prossimo

Il SEV è sorpreso dall’impor-tanza attribuita dall’Ufficio fe-derale dei trasporti (UFT) al«rapporto di base» sulle con-dizioni di lavoro usuali nelsettore del traffico merci suferrovia, redatto su commis-

sione da un avvocato ed uneconomista.Per il SEV sarebbe inaccettabi-le che un ufficio federale deci-desse autonomamente e uni-camente in base a steriliconsiderazioni di caratteregiuridico ed economico, dicreare un nuovo settore per iltraffico merci ferroviario inter-nazionale, nel quale trovereb-bero spazio salari europei dadumping. Questa suddivisio-ne in due settori porrebbe leaziende svizzere, il cui perso-

nale non viene impiegato se-condo questa logica, sottouna pressione intollerabile,comprometterebbe tutta lapolitica basata sulla contrat-tazione collettiva delle normedi impiego e aggirerebbe ledisposizioni legali per la pro-tezione delle norme di impie-go.

In Svizzera, salari svizzeri!Il SEV resta dell’idea che il la-voro svolto in Svizzera debbaessere retribuito con i salari

usualmente pagati nel nostropaese, come del resto avvienenegli altri settori. L’applica-zione di norme differenziateper il trasporto interno e quel-lo internazionale sarebbe pra-ticamente incontrollabile eaprirebbe così la porta adogni genere di abuso.Il SEV mantiene e ribadisce diconseguenza la sua denunciaper dumping nei confronti diCrossrail.Il rapporto degli esperti va ol-tre ad una rigida applicazione

No ad un settore a bassisalari per il traffico in-ternazionale.Il rapporto di esperti sultraffico merci su ferro-via, pubblicato oggidall’Ufficio federale deitrasporti, definisce set-tori diversi per il trafficointernazionale e il traffi-co interno. Questa im-postazione può avereconseguenze drammati-che per le aziende sviz-zere e per i loro dipen-denti. Il sindacato deitrasporti SEV farà tuttoil possibile affinché lecondizioni di lavoro at-tualmente vigenti e vo-lute dalle autorità poli-tiche non venganoaggirate da perizie ba-sate su considerazioniteoriche.

No al dumping nel Il SEV mantiene alta la guardia: il lavoro svolto in Svizzera deve essere retribuito

Fi

Il SEV mantiene e ribadisce di conseguenza la sua denuncia per dumping nei confronti di Crossrail.

ATTUALITÀ

...... 5

contatto.sevN. 02/155.2.2015

sostiene il presidente dell’Ini-ziativa delle Alpi Jon Pult.Quattro gallerie bastano amantenere trasporti sicuri ed

efficaci anche durante il risana-mento della galleria auto-stradale esistente. Le ricerchedel Consiglio federale l’hanno

dimostrato. È la miglior solu-zione e la più duratura.

Comunicato stampa

Uniti contro il raddoppio

del principio di non discrimi-nazione ripreso dall’accordosui trasporti terrestri, pro-ponendone un’applicazioneesasperata, incurante della le-gislazione e della volontà po-litica del nostro paese, non-ché delle conseguenze dellesue proposte.Il SEV si permette di far notareche persino la Germania,membro modello dell’Unione

europea, intende imporre il ri-spetto dei propri salari minimianche a persone occupate so-lo temporaneamente all’inter-no dei propri confini, come gliautisti nel traffico di transito,assumendo a tale scopo cen-tinaia di controllori. Quelloche è permesso ad uno statomembro dell’UE, dovrebbe es-sere possibile anche alla Sviz-zera.

Queste considerazioni indu-cono il SEV a dire chiaramentedi No al tentativo di un ufficiofederale di permettere il dum-ping salariale definendo auto-nomamente nuovi settori eco-nomici.

SEV

Vedi anche l’intervista alle pa-gine 6 e 7

traffico mercicon i salari usualmente pagati nel nostro Paese

Nel 2014, il sindacato SEV ha presentato all’UFT una denuncia nei confronti dell’impresa ferroviaria Crossrail.Il sindacato accusa Crossrail di non attenersi alle prescrizioni secondo le quali il personale avrebbe diritto alrispetto delle condizioni di lavoro usuali nel settore. L’UFT si è rivolto a specialisti esterni e ha pubblicato ilrelativo rapporto; sulla denuncia deciderà in seguito. Per viaggiare sulla rete ferroviaria nazionale, le impresedi trasporto ferroviario con sede in Svizzera necessitano di un’autorizzazione per l’accesso alla rete. La leggesulle ferrovie ne prescrive il rilascio a determinate condizioni, tra cui quella che le imprese ferroviarie garanti-scano ai loro collaboratori condizioni di lavoro conformi a quelle usuali nel settore. Il rapporto degli espertiricorda che le imprese ferroviarie con sede nell’UE che intendono effettuare trasporti combinati verso oattraverso la Svizzera (importazione, esportazione, transito), secondo l’Accordo sui trasporti terrestri nonnecessitano di un’autorizzazione svizzera per l’accesso alla rete. Di conseguenza, non devono attenersi neppurealle disposizioni svizzere sulle condizioni usuali nel settore, ma devono rispettare le prescrizioni in materia disicurezza nell’ambito del traffico ferroviario e della protezione dei lavoratori (p. es. legge sulla durata dellavoro) e sottostanno altresì al divieto di effettuare trasporti interni in Svizzera (cosiddetto cabotaggio). Ilrapporto rimanda inoltre alle decisioni politiche: nell’emanazione delle prescrizioni nel quadro della riformadelle ferrovie 1, il Consiglio federale ha previsto il rispetto delle condizioni «usuali nel Paese». Il Parlamentoesige tuttavia il rispetto delle condizioni «usuali nel settore». Ciò significa che per il traffico merci su ferroviavalgono disposizioni diverse da quelle applicate per il traffico nazionale. L’UFT analizzerà ora il rapporto inmodo approfondito. Per quanto concerne la denuncia del SEV e l’emanazione di una direttiva concernente lecondizioni di lavoro in uso nel settore del traffico merci ferroviario, non ha preso ancora alcuna decisione.

LA POSIZIONE DELL’UFT

Una vita quotidiana caratterizzata da gioie indivi-duali e circondata spesso da futilità. Per crearenuovi bisogni, la società dei consumi esercita ilsuo potere suadente - con allettanti offerte e tem-po libero - attraverso molteplici canali. Sullo sfon-do rimane la domanda: quale è il mio scopo? Qua-li sono i miei benefici in tutto ciò? Gli obiettivicollettivi e i valori fondamentali passano così insecondo piano. E ciò ha inevitabili ripercussionisul reclutamento dei membri di un sindacato.

Il SEV deve dare risposte tanto sul piano delle esi-genze personali, quanto sul piano dei bisogni col-lettivi, trasmettendo i valori legati all’appartenen-za sindacale. Perché sindacalizzarsi ha un sensoforte. E questa convinzione è alla base dei nostrisforzi di reclutamento. È al tempo stesso fonte dimotivazione e forza argomentativa. Rende possibi-le una comprensione del valore sociale di apparte-nenza ed è quindi alla base di ogni crescita di sin-dacalizzazione.

Sono comunque necessarie tre cose: una base diaffiliati/e che si identifica nel SEV e che gli è fede-le; membri coscienti del senso personale e colletti-vo che procura un’adesione; sforzi costanti perconvincere colleghe e colleghi non organizzati adaderire al sindacato. Si tratta sostanzialmente difare conoscere a queste persone i valori fonda-mentali di un sindacato in grado di condurre avittorie collettive.

Al SEV centinaia di militanti sono attenti a questitre aspetti. Convinti della loro appartenenza sinda-cale, all’interno delle rispettive aziende sfoggianotale convinzione come un valore collettivo. Rendo-no così possibile l’identificazione all’organizzazio-ne e favoriscono il legame tra sindacato e membri.Trasmettono inoltre il valore aggiunto collettivodelle condizioni di lavoro e facilitano il recluta-mento dei nuovi membri.

Il nostro lavoro quotidiano non ci consente di per-mettere all’individualismo di prendere il soprav-vento. Nel nostro lavoro siamo sempre uno/a di-pendente dall’altro/a. Nella nostra quotidianitàlavorativa abbiamo una sola scelta: l’azione comu-ne. In un mercato del lavoro fortemente gerarchiz-zato, in cui sulle prestazioni pesa la pressione eco-nomica, pensare di ottenere qualcosa da soli, èun’impresa senza speranza. È insieme che dobbia-mo difenderci. È insieme che saremo sempre piùforti.

EDITORIALE

«Sindacalizzarsi ha un senso forte. Questaconvinzione è alla base stessa dei nostri sforzi direclutamento»

Elena Obreschkow, responsabile reclutamento SEV

Page 6: Contatto sev 2015 02

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6contatto.sevN. 02/155.2.2015

■ contatto.sev: In un rapportodi esperti pubblicato il 20gennaio dall’UFT sulle con-dizioni di lavoro nel trafficomerci interno e in quellotransfrontaliero, si postulala separazione di questidue settori (vedi articoloalle pagine 4 e 5). Che cosane pensi?

Philipp Hadorn: Questa defini-zione tecnocratica dei settorinon mette in pericolo solo lecondizioni di lavoro dei ferro-vieri in Svizzera, ma anche e

soprattutto i posti di lavoro.Gli autori di questo rapportoreputano che sia impossibiledifendere le retribuzioni a li-vello nazionale, in quanto ciòsarebbe in contraddizione conl’accordo Svizzera-UE sui tra-sporti terrestri e la presuntaapertura della Svizzera al traf-fico merci transfrontaliero.Vogliono inoltre che anche leimprese ferroviarie svizzerepratichino salari in uso nel-l’UE, così da essere concorren-ziali rispetto alle compagnieestere. Immaginiamoci se cosìdovesse comportarsi l’indu-stria…I macchinisti di FFS Cargo, Car-go International e BLS Cargo,che oggi guidano la maggiorparte dei treni del trafficotransfrontaliero in Svizzera,con i salari europei non po-trebbero vivere. Se le nostreautorità dovessero cedere aquesta tentazione, le ferroviesvizzere potrebbero essere in-dotte ad impiegare un maggiornumero di macchinisti delle fi-liali estere, retribuiti ai livellieuropei. Finora FFS e BLS sisono attenute agli accordi con-clusi con il SEV, secondo cuimacchinisti svizzeri devonosvolgere almeno lo stesso vo-lume di prestazioni all’estero.

■ Secondo questo rapporto, acausa dell’accordo sul traf-fico merci nazionale, l’UFTnon può verificare le condi-

zioni di lavoro per saperese sono conformi alle con-dizioni in uso nel settore,perché queste imprese nonhanno bisogno di ottenereun’autorizzazione…

Se le cose stanno così, alloraabbiamo un problema, che di-venterà ancora più grande conl’apertura delle gallerie di ba-se del Gottardo e del Ceneri,poiché le compagnie esterenon avrebbero più bisogno diavere depositi in Svizzera. Severamente non sarà possibilee opportuno adottare provve-dimenti a protezione dei fer-rovieri svizzeri - come sosten-gono gli autori di questorapporto - occorrerà approfon-dire gli aspetti giuridici della

situazione. E ben presto ildossier diventerà un proble-ma anche politico. Del resto,anche in altri settori esistonomisure protettive, come i dazio i CCL di validità generale,che anche le imprese esteredevono rispettare. E dato chela Svizzera ha finanziato dasola le nuove gallerie, ha il di-ritto di fissare il costo delletracce, facendo pressione sul-l’UE.

■ Questo rapporto escludemisure nazionali di prote-

zione, anche perché pena-lizzerebbe le ferrovie neiconfronti dei trasportatoristradali.

Proprio nell’ottica della con-correnza strada-ferrovia, laprospettata suddivisione insettori del traffico ferroviarionon ha senso: non si può con-cepire la trazione ferroviaria asé stante. In questo rapportosi dimentica pure che gli auto-trasportatori possono pratica-re tariffe inferiori, perché pa-gano stipendi inferiori eimpongono orari di lavoro piùlunghi. Bisogna fermare ildumping salariale sulla stra-da, invece di estenderlo allaferrovia. La Germania intendeapplicare il salario minimo di

8 euro e 50 all’ora anche agliautisti stranieri in transito equesto è un passo nella giu-sta direzione. Se la Germania,stato modello nell’UE, si avviaad applicare condizioni di la-voro usuali, allora lo può fareanche la Svizzera, che non faparte dell’UE. A causa dei sa-lari più bassi praticati nei pae-si confinanti, la Germania hagli stessi nostri problemi.Invece di arrendersi bisognacercare soluzioni. E questonon va lasciato solo ai giuri-sti, agli economisti e ad un

ufficio federale. Finora la di-scussione è avvenuta solodietro le quinte, ma ora inve-ste anche l’opinione pubblica.

■ Dato che i macchinisti sonomerce rara, possono riven-dicare migliori stipendi.Tanto rumore per nulla?

No, perché prima o poi in Eu-ropa si troveranno anche mac-chinisti disposti ad accettarestipendi bassi. La situazionediventerà meno critica quan-do il costo della vita e i salariin Svizzera si allineeranno aquelli dell’UE. Ma è chiaro chei salari non possono scenderepiù in fretta dei prezzi, nonsolo a danno del potere d’ac-quisto delle persone, ma an-che di tutta l’economia.

■ Le nuove gallerie di baseaccorciano il viaggio attra-verso la Svizzera e quindi civogliono meno macchinisti.Inoltre, quelli stranieri pos-sono attraversarla in unsolo turno. Perché il SEV hasostenuto le nuove trasver-sali alpine?

Perché le NTFA favoriscono iltrasferimento dalla strada allaferrovia, liberando le vallatealpine dalle emissioni del traf-fico stradale. Inoltre, rendonopiù concorrenziale anche iltraffico viaggiatori. Ecco per-ché è prevedibile che non cau-sino la perdita di posti di lavo-ro, mentre li renderanno più

Nelle sue vesti di segretario sindacale del SEV, Philipp Hadorn è responsabile per i settori di FFS Cargo edel traffico aereo, mentre quale consigliere nazionale (PS/SO) del gruppo parlamentare socialista, è unodei punti di riferimento in materia di politica dei trasporti. Approfittiamo dell’occasione per parlare conlui di condizioni di lavoro usuali nel settore del trasporto ferroviario merci, su AlpTransit, il contestatoraddoppio della galleria autostradale del Gottardo e sulla legge sul trasporto merci.

Philipp Hadorn vuole che si discuta sulle condizioni di lavoro nel settore del trasporto merci su ferrovia e su strada

«Con salari europeiin Svizzera non si vive»

«La possibilità di introdurre opportunemisure di protezione dei ferrovierisvizzeri pone un problema politico»

frg

Alla consegna delle firme delreferendum contro il raddoppiodel Gottardo, lo scorso 13 gen-naio a Berna.

Philipp Hadorn (48) è segreta-rio SEV dal 2002 e si occupa at-tualmente soprattutto di FFSCargo e di traffico aereo (SEV-GATA). Precedentemente ha la-vorato tra l’altro nel campo dellaricerca di mercato, come giorna-lista, presso un’organizzazionesociale religiosa e presso il sin-dacato dei media Comedia. Èsposato, ha tre figli e vive a Ger-lafingen (SO), dove ha presiedu-to dal 1996 al 2010 la parroc-chia evangelico-metodista. Dal1997 fa politica (PS) in consigliocomunale e dal 2006 nel granconsiglio, fino al 2011, quando èstato eletto in consiglio naziona-le. Fa parte della commissionedelle finanze e l’anno scorso hapresieduto la delegazione di sor-veglianza per la NTFA.

BIO

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 02/155.2.2015

sicuri. All’inizio saranno ne-cessari meno macchinisti, acausa dei percorsi più brevi,ma poi la concorrenzialità in-vertirà la tendenza. Dobbiamobatterci affinché le ferroviesvizzere continuino ad offrireposti di macchinista e ad offri-re buone condizioni di lavoroal loro personale.

■ Da presidente della dele-gazione di sorveglianzadella NTFA, l’anno scorso tiha soddisfatto la sentenzadel Tribunale federale am-ministrativo, con cui harespinto i ricorsi control’aggiudicazione dellecommesse per la tecnicaferroviaria al Ceneri?

Grazie a questa sentenza, lamessa in esercizio della nuovaferrovia di pianura attraversole Alpi non sarà ritardata e sa-ranno evitati costi supplemen-tari. D’altra parte è comprensi-bile che, in occasione di unconcorso pubblico, chi si vederifiutata la propria offerta inol-tri un ricorso, reputando di es-sere stato svantaggiato. Giu-stamente si sta ora discutendose le norme che regolano que-

sta materia debbano essereadeguate. È giusto che un offe-rente rimasto escluso possabloccare per mesi un progettoimportante, inoltrando un ri-corso? E che ciò causi ritardi emaggiori costi? Occorre trova-

re soluzioni adeguate, dopoaver attentamente valutato ipro e i contro. Si deve pur pre-stare attenzione in modo accu-rato all’interesse pubblico ingioco, come in questo caso.

■ Visto quanto costano le gal-lerie di base in termini disoldi, ma anche di posti dilavoro, non si dovrebbe co-struire una seconda galleriastradale al Gottardo, che sa-boterebbe il trasferimentodel traffico?

Lo ripeto: la NTFA a lunga sca-denza non provoca la perditadi posti di lavoro in ferrovia.Un efficace trasferimento deltraffico merci dalla strada allaferrovia richiede capaci piazzedi trasbordo, un maggior nu-

mero di manovre e più treni.Tutto ciò si traduce in maggiorpersonale. Senza AlpTransit èassai probabile che si debba-no tagliare posti di lavoro esarebbe la strada a trarnevantaggi, ma primo o poi si

verificherebbe il collasso. Ilcaos è facilmente prevedibile.La decisione del Parlamentodi realizzare il secondo tunnelal Gottardo non posso condi-viderla, sia dal profilo dellapolitica dei trasporti, sia dalprofilo della politica finanzia-ria. È da ingenui credere cherimarranno in esercizio solodue corsie anche in un lonta-no futuro. Maggiori capacitàportano con sé maggior traffi-co, è dimostrato. Gli autotra-sportatori potranno produrrea condizioni nettamente mi-gliori, grazie alla precarie con-dizioni di lavoro applicate ealla mancanza di una vera co-pertura dei costi causati, co-sicché l’obiettivo del trasferi-mento del traffico, votato dal

popolo insieme con l’Iniziati-va delle Alpi, verrà annullato.Inoltre, non bisogna sottova-lutare il costo per la costruzio-ne del secondo tubo. Grazie alnostro referendum, la popola-zione potrà mettere la parolafine a questo controsenso.

■ La legge sul trasporto merci,che verrà discussa dal Nazio-nale in marzo, ci preoccupamolto come sindacato. Checosa c’è in gioco?

Il SEV è molto deluso su quan-to uscito dalla commissionepreparatoria. Già la soppres-sione per le FFS dell’obbligolegale di eseguire il trasportomerci si scontra con il manda-to, espresso dal Parlamento,a favore di misure tese a favo-rire una «concezione globaleper stimolare il trasporto mer-ci in superficie». Il giudiziodel SEV è chiaramente un car-tellino rosso, anche se si rico-noscono alcuni aspetti positi-vi a proposito della fissazionedelle priorità e delle misureminime di incitamento. Leproposte e le posizioni di UFTe FFS sono irrealistiche.

■ Come mai?È grottesco e da ipocriti voleriscrivere nella legge la propriafede nel libero mercato.Parliamoci chiaro: senza lavolontà politica di intervenirenel mercato, il traffico ferro-viario merci in Svizzera e intransito con le attuali condi-zioni quadro avrà ben pochepossibilità di sviluppo. L’UFTha evitato di sviluppare la va-riante di trasferimento, comeera stato richiesto. Comun-que, ora anche le FFS si ren-dono conto che una definizio-ne di conformità al settoresecondo il mercato libero, co-me propone il rapporto pub-blicato dall’UFT, mette seria-mente in pericolo il lorofuturo. Questo dovrebbe su-scitare la discussione in Par-lamento.

Markus Fischer

KEYS

TONE

/Gia

n Eh

renz

elle

r

Philipp Hadorn nell’aula del Consiglio nazionale mentre ascolta la ministra Doris Leuthard.

«Si deve bloccare il dumping socialenel trasporto stradale, invece diestenderlo alla ferrovia»

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6contatto.sevN. 02/155.2.2015

■ contatto.sev: In un rapportodi esperti pubblicato il 20gennaio dall’UFT sulle con-dizioni di lavoro nel trafficomerci interno e in quellotransfrontaliero, si postulala separazione di questidue settori (vedi articoloalle pagine 4 e 5). Che cosane pensi?

Philipp Hadorn: Questa defini-zione tecnocratica dei settorinon mette in pericolo solo lecondizioni di lavoro dei ferro-vieri in Svizzera, ma anche e

soprattutto i posti di lavoro.Gli autori di questo rapportoreputano che sia impossibiledifendere le retribuzioni a li-vello nazionale, in quanto ciòsarebbe in contraddizione conl’accordo Svizzera-UE sui tra-sporti terrestri e la presuntaapertura della Svizzera al traf-fico merci transfrontaliero.Vogliono inoltre che anche leimprese ferroviarie svizzerepratichino salari in uso nel-l’UE, così da essere concorren-ziali rispetto alle compagnieestere. Immaginiamoci se cosìdovesse comportarsi l’indu-stria…I macchinisti di FFS Cargo, Car-go International e BLS Cargo,che oggi guidano la maggiorparte dei treni del trafficotransfrontaliero in Svizzera,con i salari europei non po-trebbero vivere. Se le nostreautorità dovessero cedere aquesta tentazione, le ferroviesvizzere potrebbero essere in-dotte ad impiegare un maggiornumero di macchinisti delle fi-liali estere, retribuiti ai livellieuropei. Finora FFS e BLS sisono attenute agli accordi con-clusi con il SEV, secondo cuimacchinisti svizzeri devonosvolgere almeno lo stesso vo-lume di prestazioni all’estero.

■ Secondo questo rapporto, acausa dell’accordo sul traf-fico merci nazionale, l’UFTnon può verificare le condi-

zioni di lavoro per saperese sono conformi alle con-dizioni in uso nel settore,perché queste imprese nonhanno bisogno di ottenereun’autorizzazione…

Se le cose stanno così, alloraabbiamo un problema, che di-venterà ancora più grande conl’apertura delle gallerie di ba-se del Gottardo e del Ceneri,poiché le compagnie esterenon avrebbero più bisogno diavere depositi in Svizzera. Severamente non sarà possibilee opportuno adottare provve-dimenti a protezione dei fer-rovieri svizzeri - come sosten-gono gli autori di questorapporto - occorrerà approfon-dire gli aspetti giuridici della

situazione. E ben presto ildossier diventerà un proble-ma anche politico. Del resto,anche in altri settori esistonomisure protettive, come i dazio i CCL di validità generale,che anche le imprese esteredevono rispettare. E dato chela Svizzera ha finanziato dasola le nuove gallerie, ha il di-ritto di fissare il costo delletracce, facendo pressione sul-l’UE.

■ Questo rapporto escludemisure nazionali di prote-

zione, anche perché pena-lizzerebbe le ferrovie neiconfronti dei trasportatoristradali.

Proprio nell’ottica della con-correnza strada-ferrovia, laprospettata suddivisione insettori del traffico ferroviarionon ha senso: non si può con-cepire la trazione ferroviaria asé stante. In questo rapportosi dimentica pure che gli auto-trasportatori possono pratica-re tariffe inferiori, perché pa-gano stipendi inferiori eimpongono orari di lavoro piùlunghi. Bisogna fermare ildumping salariale sulla stra-da, invece di estenderlo allaferrovia. La Germania intendeapplicare il salario minimo di

8 euro e 50 all’ora anche agliautisti stranieri in transito equesto è un passo nella giu-sta direzione. Se la Germania,stato modello nell’UE, si avviaad applicare condizioni di la-voro usuali, allora lo può fareanche la Svizzera, che non faparte dell’UE. A causa dei sa-lari più bassi praticati nei pae-si confinanti, la Germania hagli stessi nostri problemi.Invece di arrendersi bisognacercare soluzioni. E questonon va lasciato solo ai giuri-sti, agli economisti e ad un

ufficio federale. Finora la di-scussione è avvenuta solodietro le quinte, ma ora inve-ste anche l’opinione pubblica.

■ Dato che i macchinisti sonomerce rara, possono riven-dicare migliori stipendi.Tanto rumore per nulla?

No, perché prima o poi in Eu-ropa si troveranno anche mac-chinisti disposti ad accettarestipendi bassi. La situazionediventerà meno critica quan-do il costo della vita e i salariin Svizzera si allineeranno aquelli dell’UE. Ma è chiaro chei salari non possono scenderepiù in fretta dei prezzi, nonsolo a danno del potere d’ac-quisto delle persone, ma an-che di tutta l’economia.

■ Le nuove gallerie di baseaccorciano il viaggio attra-verso la Svizzera e quindi civogliono meno macchinisti.Inoltre, quelli stranieri pos-sono attraversarla in unsolo turno. Perché il SEV hasostenuto le nuove trasver-sali alpine?

Perché le NTFA favoriscono iltrasferimento dalla strada allaferrovia, liberando le vallatealpine dalle emissioni del traf-fico stradale. Inoltre, rendonopiù concorrenziale anche iltraffico viaggiatori. Ecco per-ché è prevedibile che non cau-sino la perdita di posti di lavo-ro, mentre li renderanno più

Nelle sue vesti di segretario sindacale del SEV, Philipp Hadorn è responsabile per i settori di FFS Cargo edel traffico aereo, mentre quale consigliere nazionale (PS/SO) del gruppo parlamentare socialista, è unodei punti di riferimento in materia di politica dei trasporti. Approfittiamo dell’occasione per parlare conlui di condizioni di lavoro usuali nel settore del trasporto ferroviario merci, su AlpTransit, il contestatoraddoppio della galleria autostradale del Gottardo e sulla legge sul trasporto merci.

Philipp Hadorn vuole che si discuta sulle condizioni di lavoro nel settore del trasporto merci su ferrovia e su strada

«Con salari europeiin Svizzera non si vive»

«La possibilità di introdurre opportunemisure di protezione dei ferrovierisvizzeri pone un problema politico»

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Alla consegna delle firme delreferendum contro il raddoppiodel Gottardo, lo scorso 13 gen-naio a Berna.

Philipp Hadorn (48) è segreta-rio SEV dal 2002 e si occupa at-tualmente soprattutto di FFSCargo e di traffico aereo (SEV-GATA). Precedentemente ha la-vorato tra l’altro nel campo dellaricerca di mercato, come giorna-lista, presso un’organizzazionesociale religiosa e presso il sin-dacato dei media Comedia. Èsposato, ha tre figli e vive a Ger-lafingen (SO), dove ha presiedu-to dal 1996 al 2010 la parroc-chia evangelico-metodista. Dal1997 fa politica (PS) in consigliocomunale e dal 2006 nel granconsiglio, fino al 2011, quando èstato eletto in consiglio naziona-le. Fa parte della commissionedelle finanze e l’anno scorso hapresieduto la delegazione di sor-veglianza per la NTFA.

BIO

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 02/155.2.2015

sicuri. All’inizio saranno ne-cessari meno macchinisti, acausa dei percorsi più brevi,ma poi la concorrenzialità in-vertirà la tendenza. Dobbiamobatterci affinché le ferroviesvizzere continuino ad offrireposti di macchinista e ad offri-re buone condizioni di lavoroal loro personale.

■ Da presidente della dele-gazione di sorveglianzadella NTFA, l’anno scorso tiha soddisfatto la sentenzadel Tribunale federale am-ministrativo, con cui harespinto i ricorsi control’aggiudicazione dellecommesse per la tecnicaferroviaria al Ceneri?

Grazie a questa sentenza, lamessa in esercizio della nuovaferrovia di pianura attraversole Alpi non sarà ritardata e sa-ranno evitati costi supplemen-tari. D’altra parte è comprensi-bile che, in occasione di unconcorso pubblico, chi si vederifiutata la propria offerta inol-tri un ricorso, reputando di es-sere stato svantaggiato. Giu-stamente si sta ora discutendose le norme che regolano que-

sta materia debbano essereadeguate. È giusto che un offe-rente rimasto escluso possabloccare per mesi un progettoimportante, inoltrando un ri-corso? E che ciò causi ritardi emaggiori costi? Occorre trova-

re soluzioni adeguate, dopoaver attentamente valutato ipro e i contro. Si deve pur pre-stare attenzione in modo accu-rato all’interesse pubblico ingioco, come in questo caso.

■ Visto quanto costano le gal-lerie di base in termini disoldi, ma anche di posti dilavoro, non si dovrebbe co-struire una seconda galleriastradale al Gottardo, che sa-boterebbe il trasferimentodel traffico?

Lo ripeto: la NTFA a lunga sca-denza non provoca la perditadi posti di lavoro in ferrovia.Un efficace trasferimento deltraffico merci dalla strada allaferrovia richiede capaci piazzedi trasbordo, un maggior nu-

mero di manovre e più treni.Tutto ciò si traduce in maggiorpersonale. Senza AlpTransit èassai probabile che si debba-no tagliare posti di lavoro esarebbe la strada a trarnevantaggi, ma primo o poi si

verificherebbe il collasso. Ilcaos è facilmente prevedibile.La decisione del Parlamentodi realizzare il secondo tunnelal Gottardo non posso condi-viderla, sia dal profilo dellapolitica dei trasporti, sia dalprofilo della politica finanzia-ria. È da ingenui credere cherimarranno in esercizio solodue corsie anche in un lonta-no futuro. Maggiori capacitàportano con sé maggior traffi-co, è dimostrato. Gli autotra-sportatori potranno produrrea condizioni nettamente mi-gliori, grazie alla precarie con-dizioni di lavoro applicate ealla mancanza di una vera co-pertura dei costi causati, co-sicché l’obiettivo del trasferi-mento del traffico, votato dal

popolo insieme con l’Iniziati-va delle Alpi, verrà annullato.Inoltre, non bisogna sottova-lutare il costo per la costruzio-ne del secondo tubo. Grazie alnostro referendum, la popola-zione potrà mettere la parolafine a questo controsenso.

■ La legge sul trasporto merci,che verrà discussa dal Nazio-nale in marzo, ci preoccupamolto come sindacato. Checosa c’è in gioco?

Il SEV è molto deluso su quan-to uscito dalla commissionepreparatoria. Già la soppres-sione per le FFS dell’obbligolegale di eseguire il trasportomerci si scontra con il manda-to, espresso dal Parlamento,a favore di misure tese a favo-rire una «concezione globaleper stimolare il trasporto mer-ci in superficie». Il giudiziodel SEV è chiaramente un car-tellino rosso, anche se si rico-noscono alcuni aspetti positi-vi a proposito della fissazionedelle priorità e delle misureminime di incitamento. Leproposte e le posizioni di UFTe FFS sono irrealistiche.

■ Come mai?È grottesco e da ipocriti voleriscrivere nella legge la propriafede nel libero mercato.Parliamoci chiaro: senza lavolontà politica di intervenirenel mercato, il traffico ferro-viario merci in Svizzera e intransito con le attuali condi-zioni quadro avrà ben pochepossibilità di sviluppo. L’UFTha evitato di sviluppare la va-riante di trasferimento, comeera stato richiesto. Comun-que, ora anche le FFS si ren-dono conto che una definizio-ne di conformità al settoresecondo il mercato libero, co-me propone il rapporto pub-blicato dall’UFT, mette seria-mente in pericolo il lorofuturo. Questo dovrebbe su-scitare la discussione in Par-lamento.

Markus Fischer

KEYS

TONE

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Philipp Hadorn nell’aula del Consiglio nazionale mentre ascolta la ministra Doris Leuthard.

«Si deve bloccare il dumping socialenel trasporto stradale, invece diestenderlo alla ferrovia»

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l giorno d’oggi, la ric-chezza prodotta sareb-be senz’altro sufficiente

per tutti, se solo venisse me-glio ripartita. L’USS ha analiz-zato in dettaglio i rapporti at-tualmente vigenti nella nostrasocietà, constatando come glistessi abbiano conosciuto ne-gli ultimi 20 anni un’evoluzio-ne ulteriormente sfavorevole.Già in precedenza, del resto, laSvizzera si era sempre illustra-ta per l’ampiezza del divariotra ricchi e poveri.

Differenze sempre maggioriQuesta tendenza ha diversecause: la prima riguarda la dif-ferenza sempre crescente nei

A salari. Infatti, se si può consta-tare una crescita generalizzatadelle retribuzioni, bisogna an-che constatare come per i sala-ri più elevati questa crescitasia stata nettamente più mar-cata. Negli ultimi anni, i salaridelle persone meglio retribuiteche corrispondono all’un per-cento, sono aumentati in ter-mini reali di circa il 40 percen-to, mentre i salari più bassisono aumentati dell’8 e quellimedi del 12 percento. Questaevoluzione è a sua volta dovu-ta all’individualizzazione sem-pre più spinta delle politichesalariali, che ha portato a rico-noscere solo modesti aumentiai salari inferiori, mentre le fa-sce più elevate ricevono cospi-cui bonus. Dal 1996 al 2012,la quota dei bonus rispetto allamassa salariale globale è pas-sata dall’1,5 al 6 % e quella dichi guadagna oltre un milionel’anno è quintuplicata.Grazie anche alle campagnesindacali, i salari minimi hannoconosciuto un’evoluzione posi-tiva, come pure il numero didipendenti che sottostanno adun contratto collettivo. In gene-re, però, i quadri aziendali nonsottostanno ai CCL, ma vengo-no impiegati con contratti se-condo CO.Infine, va rilevato come, nono-stante la Costituzione federalepreveda la parità salariale tra

donne e uomini, i salari femmi-nili registrano tutt’ora un ritar-do del 18,9 %.

Disparità anche tra le renditeLa situazione non è migliorenemmeno presso i pensionati.Se l’AVS porta un certo livella-mento, rimangono differenzemolto importanti nelle presta-zioni del secondo e del terzopilastro, alle quali si aggiungeil fatto che molto spesso i piùricchi possono beneficiare an-che nella terza età di ulteriorientrate (per esempio sotto for-ma di dividendi ecc.) e cherimangono professionalmenteattivi, ricoprendo mandati inconsigli d’amministrazione oaltro.Tutto ciò fa sì che la ripartizio-ne dei redditi complessivi distipendi, introiti da capitale,rendite, eccetera, sia moltomeno uniforme di 20 anni fa. Ilreddito medio imponibile del90 percento della popolazioneè rimasto stabile, mentre è au-mentato solo quello del rima-nente 10 %.

Situazione peggioratadalle imposteUna certa compensazione po-trebbe venire dal regime fisca-le, che però agisce piuttosto insenso contrario, con abbassa-menti delle imposte sul redditoche vanno soprattutto a bene-

ficio dei redditi più elevati. Do-po aver ottenuto questi sgravifiscali, i partiti borghesi e didestra pretendono continui ri-sparmi da parte dell’ente pub-blico. Vengono così tagliati isussidi ai crescenti premi dicassa malati, ciò che va a col-pire ancora una volta le fascepiù deboli della popolazione.Va quindi chiaramente rilevatocome la politica di sgravi fiscaliabbia portato ad un aumentodelle imposte e delle tasse acarico delle fasce meno ab-bienti della popolazione.Oltre all’aumento dei premi dicassa malati, abbiamo assisti-to anche ad un aumento degliaffitti, cresciuti in media di unsesto dal 2002 al 2012. Un au-mento che grava evidentemen-te di nuovo sulle economie do-mestiche a basso reddito, inun’epoca caratterizzata dal ri-basso dei tassi ipotecari. Chiha quindi potuto permettersil’acquisto della propria abita-zione, si è visto ridurre i costi,mentre gli altri devono far fron-te ad ulteriori aumenti.

Differenze estreme tra i redditiLa situazione della ripartizionedei redditi può essere definita,senza temere di esagerare,estrema. L’un percento più ric-co di tutti i contribuenti detie-ne il 40 percento del redditoimponibile netto complessivo,

pari a 590 miliardi di franchi(cifre del 2011, ultime disponi-bili). Il 90 percento agli anti-podi della scala si deve percontro accontentare di 384 mi-liardi complessivi, a dimostra-zione dell’estrema disugua-glianza della ripartizione deiredditi nel nostro paese, cheregistra uno dei coefficienti diGini (vedi anche articolo allepagine 9 e 10) più elevati almondo.

Disparità salarialiI risultati dello studio del-l’Unione sindacale sin qui rias-sunti meritano un ulterioreapprofondimento. Dal 1996, isalari dell’un percento meglioretribuiti sono aumentati intermini reali di circa il 40 per-cento, ossia di 6500 franchimensili. Il 10 percento superio-re ha ricevuto un aumento del25 percento, pari a 2300 fran-chi, quello medio del 12 per-cento, pari a 650 franchi e il 10percento inferiore dell’8 per-cento, pari a 290 franchi. Vienquindi proprio da dire che pio-ve sempre sul bagnato. Oggi visono più di 2300 persone chericevono oltre un milione al-l’anno (fino a che punto questisoldi siano guadagnati è un al-tro discorso), ossia oltre 13volte in più rispetto agli anniottanta. Oltre 12 000 personericevono più di mezzo milione

Analisi della ripartizione degli stipendi, dei redditi e dei patrimoni in Svizzera

In Svizzera, le disuguaglianze stanno crescendo. I salari più elevati sono in continua crescita ed i ricchidiventano sempre più ricchi, mentre i sussidi ai premi di cassa malati e gli importi per la realizzazione dialloggi a pigione moderata restano, nel migliore dei casi, immutati. Sono alcune delle allarmanti conclu-sioni di uno studio realizzato dall’Unione sindacale svizzera.

«Le risorse potrebberobastare per tutti»

«Occorrono aumenti sostanziali di stipendi per iredditi bassi e medi»

Daniel Lampart, economista capo dell’USS

......

8contatto.sevN. 02/155.2.2015

In gennaio, l’Unione SindacaleSvizzera ha pubblicato il propriorapporto 2015 sulla ripartizionedegli stipendi. Sulla base di datiscientifici molto esaustivi,Daniel Lampart, David Gallussere Kristina Schüpbach hannoelaborato un documento criticodi 44 pagine, denominato«Dossier 107» che può esserescaricato dal sito www.sgb.cho ordinato per iscritto a USS,casella postale, 3000 Berna 23(solo in tedesco con riassunto infrancese).

INFO

(nessuno presso l’ente pubbli-co).

Differenze contenute nei CCLI sindacati si oppongono aqueste situazioni estreme. «Unelevato grado di organizzazio-ne in un determinato settorepermette di innalzare i salariinferiori e medi e di comprime-re leggermente quelli più ele-vati» precisa il rapporto. Sicco-me però i quadri più elevatisono spesso assunti con con-tratti basati sul codice delleobbligazioni e non assoggetta-ti ai CCL , i sindacati si vedonoprivati delle possibilità di in-fluire sugli stipendi e si devo-no accontentare della possibi-lità di denunciare questieccessi.

Salari femminili in ritardoNonostante la Costituzione fe-derale indichi chiaramente chegli stipendi di donne e uominiper lo stesso lavoro debbanoessere uguali, i salari delledonne nel 2012 manifestavanoancora un ritardo del 18,9 % ri-spetto a quelli degli uomini.

continua a pag. 10

pan.

Gli sgravi fiscali vanno soprattutto a vantaggio dei ricchi. Gli altri devono piuttosto subirne le conseguenze.

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 02/155.2.2015

L’ampliamento della diffe-renza tra ricchi e poveri e trale fasce più ricche e più po-vere della popolazione non èun fenomeno limitato allaSvizzera. Nella «NZZ amSonntag» dello scorso 18gennaio, l’esperto di finanzae di investimenti Gion RetoCapaul ha affermato: «negliultimi anni, il divario tra ric-chi e poveri si è aperto inmodo drammatico. Negli USAsolo il 5 percento più ricco havisto incrementare il propriopatrimonio, mentre il 50 per-cento meno abbiente hachiaramente perso. Nellaprossima crisi economica,questo aspetto diventerà ungrande problema».In Germania, il sindacato IGMetall ha richiesto un’impo-sta del 2 percento su patri-moni di oltre un milione dieuro. Secondo i dati fornitida IG Metall, le economie do-mestiche della metà inferiore

della scala dei patrimoni di-spongono di poco più dell’1percento del patrimonio nettototale. Per contro, sul 10 per-cento più ricco si concentra il31 percento del reddito lordototale e quasi il 60 percentodel patrimonio netto totale.I calcoli della IG Metall tolgonoil fiato: l’un percento più riccodella popolazione dispone dioltre 2500 miliardi di euro, unacifra persino difficile da imma-ginare. Le disuguaglianze sonoimportanti anche al vertice del-la piramide patrimoniale, datoche la metà di questi 800 000ricchi possiede meno di un mi-lione di euro. Di conseguenza,gli altri ne hanno molti di più.IG Metall pone anche l’accentosulle conseguenze della man-cata ripartizione della ricchez-za: un dipendente su quattroha un lavoro a basso reddito,con uno stipendio inferiore a9,15 euro l’ora. Un adulto su10 deve far capo alle prestazio-

ni contro la disoccupazioneHartz IV e un bambino su sei èminacciato dalla povertà. Di-verse istituzioni pubbliche so-no confrontate ad una penuriadi risorse e numerosi comuninon dispongono ormai più deimezzi necessari per far fronteagli investimenti.Senza misure legali, non vi ènemmeno da attendersi mi-glioramenti della situazione.Anzi, secondo IG Metall, laconcentrazione di patrimoni daparte di poche persone è sem-pre più intensa, mentre il red-dito reale a disposizione di cetimedi è migliorata in modo mol-to poco sensibile e le fasce piùdeboli sono del tutto escluseda questa evoluzione. Il sinda-cato chiede quindi di chiamarealla cassa i più ricchi, tramiteuna tassa sui patrimoni più in-genti e sulle eredità.Le disuguaglianze nella distri-buzione della ricchezza vengo-no misurate con il cosiddetto

coefficiente di Gini, il cui va-lore più alto indica una mag-gior disuguaglianza. A livellomondiale, questo coefficien-te è di 0.804. La Svizzera ètra le nazioni con il coeffi-ciente maggiore (0.803), ac-compagnata in una gradua-toria di 150 nazioni solo daDanimarca (0.808), USA(0.801) e da alcune nazioniesotiche come Namibia(0.847), Zambia (0.766),Swaziland (0.780), Africa delSud, St. Kitts & Nevis e SantaLucia (0.763). Questi valorisono dell’anno 2000 e sonostati calcolati da una ONGamericana, il National Bu-reau of Economic Research,fondata nel 1920. La ricchez-za è mal ripartita anche a li-vello mondiale, dato che lo0.001 percento della popola-zione detiene il 30 percentodelle risorse, mentre la stra-grande maggioranza è sem-plicemente nullatenente. pan.

Sguardo oltre frontiera

Evoluzione planetaria

Page 9: Contatto sev 2015 02

l giorno d’oggi, la ric-chezza prodotta sareb-be senz’altro sufficiente

per tutti, se solo venisse me-glio ripartita. L’USS ha analiz-zato in dettaglio i rapporti at-tualmente vigenti nella nostrasocietà, constatando come glistessi abbiano conosciuto ne-gli ultimi 20 anni un’evoluzio-ne ulteriormente sfavorevole.Già in precedenza, del resto, laSvizzera si era sempre illustra-ta per l’ampiezza del divariotra ricchi e poveri.

Differenze sempre maggioriQuesta tendenza ha diversecause: la prima riguarda la dif-ferenza sempre crescente nei

A salari. Infatti, se si può consta-tare una crescita generalizzatadelle retribuzioni, bisogna an-che constatare come per i sala-ri più elevati questa crescitasia stata nettamente più mar-cata. Negli ultimi anni, i salaridelle persone meglio retribuiteche corrispondono all’un per-cento, sono aumentati in ter-mini reali di circa il 40 percen-to, mentre i salari più bassisono aumentati dell’8 e quellimedi del 12 percento. Questaevoluzione è a sua volta dovu-ta all’individualizzazione sem-pre più spinta delle politichesalariali, che ha portato a rico-noscere solo modesti aumentiai salari inferiori, mentre le fa-sce più elevate ricevono cospi-cui bonus. Dal 1996 al 2012,la quota dei bonus rispetto allamassa salariale globale è pas-sata dall’1,5 al 6 % e quella dichi guadagna oltre un milionel’anno è quintuplicata.Grazie anche alle campagnesindacali, i salari minimi hannoconosciuto un’evoluzione posi-tiva, come pure il numero didipendenti che sottostanno adun contratto collettivo. In gene-re, però, i quadri aziendali nonsottostanno ai CCL, ma vengo-no impiegati con contratti se-condo CO.Infine, va rilevato come, nono-stante la Costituzione federalepreveda la parità salariale tra

donne e uomini, i salari femmi-nili registrano tutt’ora un ritar-do del 18,9 %.

Disparità anche tra le renditeLa situazione non è migliorenemmeno presso i pensionati.Se l’AVS porta un certo livella-mento, rimangono differenzemolto importanti nelle presta-zioni del secondo e del terzopilastro, alle quali si aggiungeil fatto che molto spesso i piùricchi possono beneficiare an-che nella terza età di ulteriorientrate (per esempio sotto for-ma di dividendi ecc.) e cherimangono professionalmenteattivi, ricoprendo mandati inconsigli d’amministrazione oaltro.Tutto ciò fa sì che la ripartizio-ne dei redditi complessivi distipendi, introiti da capitale,rendite, eccetera, sia moltomeno uniforme di 20 anni fa. Ilreddito medio imponibile del90 percento della popolazioneè rimasto stabile, mentre è au-mentato solo quello del rima-nente 10 %.

Situazione peggioratadalle imposteUna certa compensazione po-trebbe venire dal regime fisca-le, che però agisce piuttosto insenso contrario, con abbassa-menti delle imposte sul redditoche vanno soprattutto a bene-

ficio dei redditi più elevati. Do-po aver ottenuto questi sgravifiscali, i partiti borghesi e didestra pretendono continui ri-sparmi da parte dell’ente pub-blico. Vengono così tagliati isussidi ai crescenti premi dicassa malati, ciò che va a col-pire ancora una volta le fascepiù deboli della popolazione.Va quindi chiaramente rilevatocome la politica di sgravi fiscaliabbia portato ad un aumentodelle imposte e delle tasse acarico delle fasce meno ab-bienti della popolazione.Oltre all’aumento dei premi dicassa malati, abbiamo assisti-to anche ad un aumento degliaffitti, cresciuti in media di unsesto dal 2002 al 2012. Un au-mento che grava evidentemen-te di nuovo sulle economie do-mestiche a basso reddito, inun’epoca caratterizzata dal ri-basso dei tassi ipotecari. Chiha quindi potuto permettersil’acquisto della propria abita-zione, si è visto ridurre i costi,mentre gli altri devono far fron-te ad ulteriori aumenti.

Differenze estreme tra i redditiLa situazione della ripartizionedei redditi può essere definita,senza temere di esagerare,estrema. L’un percento più ric-co di tutti i contribuenti detie-ne il 40 percento del redditoimponibile netto complessivo,

pari a 590 miliardi di franchi(cifre del 2011, ultime disponi-bili). Il 90 percento agli anti-podi della scala si deve percontro accontentare di 384 mi-liardi complessivi, a dimostra-zione dell’estrema disugua-glianza della ripartizione deiredditi nel nostro paese, cheregistra uno dei coefficienti diGini (vedi anche articolo allepagine 9 e 10) più elevati almondo.

Disparità salarialiI risultati dello studio del-l’Unione sindacale sin qui rias-sunti meritano un ulterioreapprofondimento. Dal 1996, isalari dell’un percento meglioretribuiti sono aumentati intermini reali di circa il 40 per-cento, ossia di 6500 franchimensili. Il 10 percento superio-re ha ricevuto un aumento del25 percento, pari a 2300 fran-chi, quello medio del 12 per-cento, pari a 650 franchi e il 10percento inferiore dell’8 per-cento, pari a 290 franchi. Vienquindi proprio da dire che pio-ve sempre sul bagnato. Oggi visono più di 2300 persone chericevono oltre un milione al-l’anno (fino a che punto questisoldi siano guadagnati è un al-tro discorso), ossia oltre 13volte in più rispetto agli anniottanta. Oltre 12 000 personericevono più di mezzo milione

Analisi della ripartizione degli stipendi, dei redditi e dei patrimoni in Svizzera

In Svizzera, le disuguaglianze stanno crescendo. I salari più elevati sono in continua crescita ed i ricchidiventano sempre più ricchi, mentre i sussidi ai premi di cassa malati e gli importi per la realizzazione dialloggi a pigione moderata restano, nel migliore dei casi, immutati. Sono alcune delle allarmanti conclu-sioni di uno studio realizzato dall’Unione sindacale svizzera.

«Le risorse potrebberobastare per tutti»

«Occorrono aumenti sostanziali di stipendi per iredditi bassi e medi»

Daniel Lampart, economista capo dell’USS

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8contatto.sevN. 02/155.2.2015

In gennaio, l’Unione SindacaleSvizzera ha pubblicato il propriorapporto 2015 sulla ripartizionedegli stipendi. Sulla base di datiscientifici molto esaustivi,Daniel Lampart, David Gallussere Kristina Schüpbach hannoelaborato un documento criticodi 44 pagine, denominato«Dossier 107» che può esserescaricato dal sito www.sgb.cho ordinato per iscritto a USS,casella postale, 3000 Berna 23(solo in tedesco con riassunto infrancese).

INFO

(nessuno presso l’ente pubbli-co).

Differenze contenute nei CCLI sindacati si oppongono aqueste situazioni estreme. «Unelevato grado di organizzazio-ne in un determinato settorepermette di innalzare i salariinferiori e medi e di comprime-re leggermente quelli più ele-vati» precisa il rapporto. Sicco-me però i quadri più elevatisono spesso assunti con con-tratti basati sul codice delleobbligazioni e non assoggetta-ti ai CCL , i sindacati si vedonoprivati delle possibilità di in-fluire sugli stipendi e si devo-no accontentare della possibi-lità di denunciare questieccessi.

Salari femminili in ritardoNonostante la Costituzione fe-derale indichi chiaramente chegli stipendi di donne e uominiper lo stesso lavoro debbanoessere uguali, i salari delledonne nel 2012 manifestavanoancora un ritardo del 18,9 % ri-spetto a quelli degli uomini.

continua a pag. 10

pan.

Gli sgravi fiscali vanno soprattutto a vantaggio dei ricchi. Gli altri devono piuttosto subirne le conseguenze.

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contatto.sevN. 02/155.2.2015

L’ampliamento della diffe-renza tra ricchi e poveri e trale fasce più ricche e più po-vere della popolazione non èun fenomeno limitato allaSvizzera. Nella «NZZ amSonntag» dello scorso 18gennaio, l’esperto di finanzae di investimenti Gion RetoCapaul ha affermato: «negliultimi anni, il divario tra ric-chi e poveri si è aperto inmodo drammatico. Negli USAsolo il 5 percento più ricco havisto incrementare il propriopatrimonio, mentre il 50 per-cento meno abbiente hachiaramente perso. Nellaprossima crisi economica,questo aspetto diventerà ungrande problema».In Germania, il sindacato IGMetall ha richiesto un’impo-sta del 2 percento su patri-moni di oltre un milione dieuro. Secondo i dati fornitida IG Metall, le economie do-mestiche della metà inferiore

della scala dei patrimoni di-spongono di poco più dell’1percento del patrimonio nettototale. Per contro, sul 10 per-cento più ricco si concentra il31 percento del reddito lordototale e quasi il 60 percentodel patrimonio netto totale.I calcoli della IG Metall tolgonoil fiato: l’un percento più riccodella popolazione dispone dioltre 2500 miliardi di euro, unacifra persino difficile da imma-ginare. Le disuguaglianze sonoimportanti anche al vertice del-la piramide patrimoniale, datoche la metà di questi 800 000ricchi possiede meno di un mi-lione di euro. Di conseguenza,gli altri ne hanno molti di più.IG Metall pone anche l’accentosulle conseguenze della man-cata ripartizione della ricchez-za: un dipendente su quattroha un lavoro a basso reddito,con uno stipendio inferiore a9,15 euro l’ora. Un adulto su10 deve far capo alle prestazio-

ni contro la disoccupazioneHartz IV e un bambino su sei èminacciato dalla povertà. Di-verse istituzioni pubbliche so-no confrontate ad una penuriadi risorse e numerosi comuninon dispongono ormai più deimezzi necessari per far fronteagli investimenti.Senza misure legali, non vi ènemmeno da attendersi mi-glioramenti della situazione.Anzi, secondo IG Metall, laconcentrazione di patrimoni daparte di poche persone è sem-pre più intensa, mentre il red-dito reale a disposizione di cetimedi è migliorata in modo mol-to poco sensibile e le fasce piùdeboli sono del tutto escluseda questa evoluzione. Il sinda-cato chiede quindi di chiamarealla cassa i più ricchi, tramiteuna tassa sui patrimoni più in-genti e sulle eredità.Le disuguaglianze nella distri-buzione della ricchezza vengo-no misurate con il cosiddetto

coefficiente di Gini, il cui va-lore più alto indica una mag-gior disuguaglianza. A livellomondiale, questo coefficien-te è di 0.804. La Svizzera ètra le nazioni con il coeffi-ciente maggiore (0.803), ac-compagnata in una gradua-toria di 150 nazioni solo daDanimarca (0.808), USA(0.801) e da alcune nazioniesotiche come Namibia(0.847), Zambia (0.766),Swaziland (0.780), Africa delSud, St. Kitts & Nevis e SantaLucia (0.763). Questi valorisono dell’anno 2000 e sonostati calcolati da una ONGamericana, il National Bu-reau of Economic Research,fondata nel 1920. La ricchez-za è mal ripartita anche a li-vello mondiale, dato che lo0.001 percento della popola-zione detiene il 30 percentodelle risorse, mentre la stra-grande maggioranza è sem-plicemente nullatenente. pan.

Sguardo oltre frontiera

Evoluzione planetaria

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 02/155.2.2015

segue da pagina 9

Solo il 38 % di queste diffe-renze è giustificabile con cri-teri oggettivi, come qualifi-che, posizione professionaleecc. Queste differenze fannosì che le donne guadagninocomplessivamente 7,7 miliar-di in meno.

Correttivi necessariQuesti risultati hanno indottoDaniel Lampart, economistacapo dell’USS, a rivendicareaumenti sostanziali per i red-diti medi ed inferiori, aumentigeneralizzati anziché ricono-scimento di bonus, l’estensio-ne dei CCL che prevedanobuoni salari minimi, la lottaalla discriminazione salarialedelle donne e agli eccessi sa-lariali nelle aziende pubbli-che.

La situazione dei pensionatiLo studio analizza anche laparticolare situazione dellecoppie oltre i 65 anni, benefi-ciari di rendite: gli importidell’AVS sono abbastanza uni-formi, a causa del plafona-mento delle rendite e dellapossibilità per i meno abbien-ti di far capo alle prestazionicomplementari. Le prestazionidelle altre istituzioni sono percontro molto diverse tra loro.Quelle delle casse pensionidipendono infatti dai redditiconseguiti durante la vita la-vorativa e solo chi era meglioretribuito ha potuto permet-tersi un terzo pilastro. Le fa-

sce dai redditi inferiori devo-no così spesso far capo ai lororisparmi per sbarcare il luna-rio, mentre chi ha rendite piùelevate può continuare ad ac-cumulare risparmi.

L’importanza dei redditida capitaleLe nostre entrate non sonocomposte solo da salari e ren-dite, ma vengono a volte com-pletate da interessi sui capita-li a risparmio, dividendi opigioni di immobili affittati aterze persone. Siccome i ric-chi, in genere, oltre a guada-gnare di più, dispongono an-che di patrimoni superiori,possono far conto su redditida capitale superiori. Questedifferenze risultano ancorapiù marcate con l’avanzaredell’età, in quanto con gli an-ni aumenta in genere anche ilpatrimonio accumulato. Gli«anziani benestanti», di cuispesso si sente parlare, se lapassano in realtà molto bene,a condizione che siano vera-mente benestanti. Vi sono pe-rò anche persone anziane chehanno veramente grosse diffi-coltà a far quadrare i conti.Gli effetti di queste situazionisono stati amplificati anchedal calo degli interessi sui tra-dizionali libretti di risparmio,mentre la ripartizione degliutili delle aziende è aumenta-ta, a vantaggio dei ricchi chehanno potuto investire. I mi-lionari hanno investito il 45 %del loro capitale in azioni, di-versificando opportunamente

questi investimenti in mododa minimizzarne i rischi.

Meno imposte, più tasse mirateCome illustrato, i redditi deipiù ricchi negli ultimi anni so-no aumentati in modo moltopiù marcato rispetto agli altri.Ma qual è la situazione sulfronte delle spese? In fondo,tutti noi dobbiamo vivere conla differenza tra entrate e spe-se obbligatorie, tra le qualirientrano imposte, premi dicassa malati e abitazione.Le possibilità di interveniresul livello di queste spese èmolto limitata, soprattutto abreve termine. I premi per le

assicurazioni sociali comeAVS, AI, IPG, AD, INP e cassapensioni sono in percentualedello stipendio, mentre le im-poste sul reddito sono pro-gressive. Chi guadagna di più,deve di conseguenza versareimporti percentualmente su-periori. I premi di cassa malatisono invece per persona, suiquali si può eventualmentebeneficiare di sussidi. Le in-dennità famigliari e gli asse-gni per i figli servono a copri-re parte delle relative spese.Le economie domestiche sonopoi confrontate con tasse eimposte, come l’imposta sulvalore aggiunto, la tassa suglioli minerali, quelle su tabaccoe prodotti alcolici, il cui am-montare dipende dai volumiconsumati. Per le personesole, gli effetti di queste im-poste progressive e degressi-ve si compensano, mentre lasituazione migliora legger-mente per le coppie. Esami-nando l’evoluzione dal 2002al 2012 del carico da esserappresentato non si può nonconstatare un fatto molto criti-co: in particolare l’aumentodei premi di cassa malati e lariduzione delle imposte han-no portato ad un aumento delcarico complessivo per il 10percento inferiore delle perso-ne sole di 130 franchi mensilie di 140 franchi per le perso-ne dai salari medi. Il 10 per-cento con i redditi più elevatiha un aumento del caricomensile di 80 franchi, mentre

l’un percento con i redditi piùalti viene sgravato di circa 50franchi mensili! Per le coppiecon due figli, gli effetti sonoancora peggiori: il 10 % dalreddito più basso paga 170franchi in più, quello con ilreddito più elevato 150 fran-chi in meno. Sono gli effettidella politica borghese perse-guita negli ultimi anni.Se teniamo poi conto dell’evo-luzione degli affitti, possiamoconstatare che l’aumento de-gli oneri per i redditi più bassiè superiore a quello degli sti-pendi. Queste persone hannoquindi a disposizione ancorameno soldi di prima.

Imposte basse ed ereditàelevateLe stesse considerazioni pos-sono essere fatte per quantoriguarda la sostanza, la cui ri-partizione è, come già scritto,estremamente differenziata.L’imposta sulla sostanza èstata ridotta per i più ricchi esono state abbassate anche letasse di successione (vedigrafico).Il rapporto sulla ripartizionedella ricchezza dell’USS do-vrebbe veramente indurre allariflessione politici ed elettori!

pan.

Mentre i pensionati a reddito più basso devono far capo ai loro risparmi (parte blu a sinistra), chi haredditi elevati può continuare a risparmiare (parte verde a destra).

Gli sgravi fiscali vanno soprattutto a vantaggio dei ricchi. Gli altri devono piuttosto subirne le conse-guenze.

Page 11: Contatto sev 2015 02

SINDACATO ......

11contatto.sevN. 02/155.2.2015

Tutti vogliono lavoro: uomini,donne, giovani, disoccupati.Tutti vogliono un lavoro, eppu-re il suo valore è in costantedeclino, con conseguenze chevanno oltre la busta paga, oltrela soglia del dolore perché il la-voro, appunto, perde valoresociale, culturale e politico.Perché il lavoro è diventato unpezzo smontabile dell’azienda.Nello scontro secolare tra lavo-ro e capitale, ha vinto indub-biamente il capitale, in unasorta di nemesi. Nei paesi in-dustrializzati avanza la nuovapovertà, la perdita di valore dellavoro e del rapporto fonda-mentale per la democrazia, cheè il legame tra il lavoro e i dirit-ti. La crisi economica e l’assen-za di prospettive dovuta allamancanza di lavoro, aumenta-no la precarizzazione che spin-ge donne e uomini di tutte leetà ad accettare un lavoro conscarsi diritti e a basso reddito.A barattare «sudore in cambio

di (poco) denaro». ChristianMarazzi ha ricordato che «inun capitalismo che ha distruttola forza politica della classeoperaia, i movimenti sociali, acausa anche di una crisi ormaipermanente, hanno caratteri-stiche molto diverse. Dobbia-mo quindi immaginare una lot-ta di classe che si faccia caricodella sofferenza alimentatadalla crescita delle disegua-glianze».

Il rifiuto della crisicome rifiuto della sofferenzaE aggiunge: «Ho l’impressioneche si faccia molta fatica a ren-der conto della sofferenza. Sia-mo in una società malata didolore, di incapacità di reim-maginare qualche futuro anchea breve termine. C’è dunque ilproblema di pensare all’agirepolitico anche in termini di cu-ra, il rifiuto della crisi come ri-fiuto della sofferenza».Ora siamo in bel mezzo del di-battito sulle conseguenze dellascelta della BNS che si fannosentire. Silvano Toppi sull’ulti-mo numero di «area» parla diuna legge economica mortife-ra: «Se hai un problema la pri-ma operazione è la compres-sione e la riduzione dei salari:

diminuendo il costo del lavorosalvi competitività, continui avendere a fare profitti. E i per-denti sono sempre gli stessi».

La disarticolazione del lavoroprepara la futura povertàCon la sua consueta lucidità ecapacità predittiva ChristianMarazzi ha elencato alcuni datisignificativi che mostrano co-me il mondo del lavoro siacambiato radicalmente. «Negliultimi quindici anni c’è statauna graduale riduzione di postidi lavoro a tempo indetermina-to. In Svizzera - ricorda Marazzi- il 10-14% della popolazioneattiva è assunta a tempo deter-minato, il 36% lavora a tempoparziale, ma spesso non perscelta: 2/3 vorrebbero lavoraredi più. In Ticino assistiamo adun altro fenomeno insidioso:l’aumento dei lavoratori indi-pendenti: non intesi come libe-ri professionisti, bensì comeconseguenza dell’esternalizza-zione». Che cosa significa? Si-gnifica che si continua a fare lostesso lavoro, esattamente co-me all’interno dell’azienda masenza gli oneri sociali e quindicon gravi conseguenze a livelloprevidenziale. Marazzi ha inol-tre ricordato che anche alle

nostre latitudini si stanno dif-fondendo i cosiddetti mini-jobs, ossia lavori con contrattiinferiori a tre mesi. «Rendiamo-ci conto - evidenzia l’economi-sta - che si tratta di fenomeniche preparano alla povertà fu-tura. Se poi pensiamo che il60% dei collaboratori dell’Expolavorerà gratis in cambio di visi-bilità, ci possiamo facilmenterendere conto di quanto siadisarticolato il mercato del la-voro». Insomma il lavoro a tem-po indeterminato, che è statauna grande conquista del Nove-cento portata avanti dalla clas-se operaia, non esiste quasipiù.In questo senso si consuma lanemesi del capitale, la vendet-ta del sistema. Davanti ad unaplatea attentissima, Marazziha aggiunto: «siamo passati aun mondo del lavoro molto ete-rogeneo. Il capitale è riuscitoletteralmente a polverizzarequella che rappresentava unaclasse sociale di riferimento inuna moltitudine di soggettispesso soli. Ora i lavoratorinon sono più rapportabili allostesso zoccolo duro. Anzi, unocontro l’altro: si invidia peresempio il dipendente pubbli-co come fosse un privilegiato».

Contro la frammentazionericomporre una classe socialeChe fare allora per reagire? Pri-ma c’erano le lotte di classe,occorre forse ragionare con al-tre categorie? «Nella frammen-tazione attuale occorre indivi-duare al più presto un comunedenominatore che permetta diimmaginare percorsi di ricom-posizione. Dobbiamo rifletterea come costruire alleanze e lin-guaggi che ci permettano dicapire e interloquire con questisoggetti della crisi. Se il capi-tale sembra aver spazzato via ilavoratori schiacciati in un invi-sibile sociale - ricorda ancoraMarazzi - - questi devono ritro-vare un’identità riferita all’av-versario, ai rischi. Potrebbeessere il diritto allo studio, lalotta alla precarietà e alla fles-sibilità, l’incertezza del futuro.Una soluzione su cui sto riflet-tendo da tempo è il sindaca-lismo sociale, capace cioè diinterloquire con più soggettidiversi, mettendo insieme gio-vani, donne, pensionati, perso-ne con problemi dell’alloggio,persone in assistenza, studentiindebitati. Solo uniti siamo for-ti».

Françoise Gehring

Oltre 150 partecipantiper riflettere su un mon-do del lavoro polveriz-zato dal capitale, comeha confermato l’econo-mista Christian Marazzi.

La corsa al ribassoGrande successo della giornata formativa organizzata dall’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 11 febbraio2015, inviando una cartolinapostale con nome, cognome,indirizzo e soluzione a: SEV,Photomystère, casella postale,3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Il nome della vincitrice o del

vincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

Sono in palio 40 franchi in buoniReka, sorteggiati tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

La foto dell’ultima edizione delconcorso illustrava i tulipanidavanti alla stazione di Winter-thur. Troverete una foto esplicativasul nostro sito internet.

Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni Reka è:

Johannes Werner, Neften-bach, membro AS Ost

Photomystère: «Dov’è stata scattata questa foto?»

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12 SERVIZIOcontatto.sevN. 02/155.2.2015

contatto.sev è il giornale del sindacatodel personale dei trasporti SEV. Pubblica-zione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (caporedattore),Peter Anliker, Vivian Bologna, BeatriceFankhauser, Markus Fischer, FrançoiseGehring, Pietro Gianolli, Anita Merz,Patrizia Pellandini Minotti, HenrietteSchaffter.

Indirizzo della redazione:contatto.sev, CP, 6501 Bellinzona,e-mail: [email protected],telefono 091 825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3609 copie;totale: 43 612; certificata il 14.11.2014.Abbonamenti e cambiamenti diindirizzo:SEV, divisione amministrativa, casellapostale, 3000 Berna 6, e-mail: [email protected], tel. 031 357 57 57,fax 031 357 57 58.

Abbonamento annuale per i non affiliati:40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG,Seestrasse 86, 8712 Stäfa, tel. 044928 56 11, fax 044 928 56 00,e-mail: [email protected],www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau,www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG,Solprint, Subingen; www.solprint.ch

(azienda del gruppo AZ Medien AG).

ISSN 1662-8470

Prossima edizione:19 febbraio 2015.Chiusura redazionale:giovedì 13 febbraio,ore 10.

IMPRESSUM

§I rapporti di lavoro siconcludono, general-mente, per via ordina-ria, ossia al momento diandare in pensione, allascadenza di un contrat-to (in caso di un’assun-zione a tempo determi-nato) o attraverso unlicenziamento ordina-rio.

Colpi di diritto

In alcune situazioni, tutta-via, il mantenimento delrapporto di lavoro non è piùsopportabile per una delleparti contraenti. Deve per-tanto avere la possibilità difare capo ad un’interruzionedel rapporto di lavoro coneffetto immediato. Dal mo-mento che la disdetta delrapporto di lavoro con effet-to immediato da una delleparti contraenti è una graveviolazione dei diritti dell’al-tra parte, è consentito soloa determinate condizioni evi si dovrebbe fare capo solocome ultima ratio.

Colpa particolarmente graveSe si è in presenza di unrapporto di lavoro di dirittopubblico (sulla base peresempio del CCL FFS), il li-cenziamento immediato puòessere deciso dal datore dilavoro se il dipendente si èmacchiato di una colpa par-ticolarmente grave. Il suocomportamento deve seria-mente minare il rapporto di

Licenziamento in tronco, misura estremaanche nel diritto pubblicoUn caso di protezione giuridica

fiducia, affinché il datore dilavoro possa oggettivamen-te ritenere che non sia piùpossibile continuare il rap-porto di lavoro. Può ancheaccadere che la fiducia reci-proca sia già irreversibil-mente danneggiata o di-strutta. Se la colpa, per con-tro, è meno grave, il licen-ziamento immediato è pos-sibile in caso di recidiva enonostante gli avvertimenti.Non è possibile definirequale comportamento siaabbastanza grave da giusti-ficare un licenziamento coneffetto immediato: tutto di-pende dalle circostanze. Ilmotivo che giustifica unprovvedimento tanto drasti-co, deve essere molto piùserio rispetto a quello evo-cato in caso di disdetta ordi-naria e presentare le carat-teristiche di una violazionemassiccia delle disposizionidel CCL concernenti i diritti ei doveri delle parti. Il Tribu-nale federale indica, comeragione sufficiente, ripetutireati contro i colleghi o il da-tore di lavoro, a condizioneche non sia una bagatella.Per esempio una molestiasessuale persistente da par-te di un collega, gravi e ripe-tute minacce o umiliazionidavanti ai superiori. Ma sele azioni non hanno alcunimpatto diretto sulle presta-zioni professionali della per-sona interessata (o di unaltro dipendente), bisognastare molto attenti a come

considerare obiettivamentela gravità del comportamen-to.

Giusta misuraUn datore di lavoro che offrecondizioni di assunzione inbase al diritto privato o pub-blico, ha un margine discre-zionale relativamente ampioper valutare se le ragionisono abbastanza importantiper il licenziamento in tron-co. Ma deve stare attento adadottare la giusta misura escegliere di conseguenzauna sanzione adeguata osufficiente. Il licenziamentocon effetto immediato è lamisura più grave che un da-tore di lavoro può applicare,ragion per cui deve rimanereun’eccezione, essere appli-cata solo come ultima solu-zione e con parsimonia. Se,in caso di pregiudizio subitoo per porre fine ad una situa-zione pregiudizievole per ilcontratto di lavoro, il datoredi lavoro può applicare unamisura meno drastica, comela disdetta ordinaria oppureun semplice ammonimento;in casi come questi il licen-ziamento immediato è rite-nuto inaccettabile e quindideve essere respinto. Lascelta della sanzione deveessere considerata dal dato-re di lavoro tenendo conto ditutti gli elementi esistenti.Per questo è necessario esa-minare accuratamente la po-sizione e la responsabilitàdel dipendente, gli anni di

servizio e qualsiasi altra cir-costanza, come la natura e ladurata del rapporto di lavoro.In linea di principio, più laresponsabilità del posto inquestione è elevata e più unlicenziamento in tronco puòessere, secondo le circostan-ze, giustificato. E più la dura-ta del rapporto di lavoro èlunga, maggiore deve esserela violazione dei diritti e deidoveri per considerare op-portuna una misura di di-sdetta con effetto immedia-to.

Termine ravvicinatoSe un dipendente commetteun’azione particolarmentegrave e in seguito non è piùpossibile intrattenere sop-portabili rapporti di lavoro, ildatore di lavoro che scegliecome misura adeguata il li-cenziamento in tronco, devecomunque annunciare la mi-sura nel lasso di tempo vici-no all’evento consideratouna violazione dei diritti edei doveri. In caso di rappor-to di lavoro di diritto privato,il licenziamento in tronco de-ve essere annunciato imme-diatamente (normalmenteentro 2-3 giorni lavorativi).Nel caso di diritto pubblico,per contro, il carattere imme-diato può durare un po’ dipiù, a seconda della giuri-sprudenza e a causa dellapeculiarità del procedimentoamministrativo (il datore dilavoro di rispettare i diritti ele regole fondamentali del

diritto amministrativo). A se-conda delle circostanze, po-trebbero essere necessari4-5 giorni. Ma se il datore dilavoro si concede del tempoprima di comunicare il licen-ziamento immediato, si puòdedurre che potrebbe ancheaspettare la fine del terminedi disdetta e perdere così ilsuo diritto di pronunciare untale licenziamento.

Il diritto ad essere sentitie alcune formalitàIl datore di lavoro che offrecondizioni di lavoro di dirittopubblico deve rispettare lecondizioni previste dalla leg-ge o dal CCL (ad esempio FFSCCL) per annunciare il licen-ziamento immediato. La co-municazione deve esserepresentata in forma scritta esotto forma di decisione,precisando il motivo. Ricor-diamo anche il diritto del di-pendente ad essere sentito -prima di prendere la decisio-ne - sull’intenzione del dato-re di lavoro di licenziarlo coneffetto immediato.

Sostegno da parte del SEVIn caso di minaccia di cessa-zione del rapporto di lavoro,è importante evitare colpi ditesta e agire senza riflettere;occorre soprattutto non fir-mare subito l’accordo diuscita, presentato come unasoluzione vantaggiosa. Inquesti casi bisogna imme-diatamente rivolgersi allaprotezione giuridica del SEV,che garantirà la massimaassistenza in tutta la proce-dura.

Protezione giuridica del SEV

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SINDACATO ......

13contatto.sevN. 02/155.2.2015

Nell’Europa che da 70 anni vive in pace, comeci recitano gli spot pubblicitari inneggianti aBruxelles, nel sud-est ucraino si continua amorire ogni giorno. Come in quella stessa Eu-ropa (sempre pacifica e pacificata!) per anni eanni ci si è massacrati lungo i Balcani. Si muo-re nella provincia russa del Donbass e nellacittà di Donetsk, presa di mira dall’artiglieriapesante di Kiev, con accuse di ingerenze stra-niere da ogni parte in conflitto. Con gli ucrainiche accusano Mosca di rifornire di armi e diuomini i filorussi e Putin che definisce le forzearmate di Kiev la Legione straniera della NA-TO. Le vittime si calcolano già in almeno cin-quemila. Sempre più devastanti appaiono poile distruzioni, i danni, e più numerosi i profu-ghi. Gli appelli alla tregua si ripetono inces-santemente, ma sono subito disattesi perlasciare spazio a nuovi scontri in vista delleimmancabili future vittorie. Così nell’Europache il 27 gennaio ha ricordato la liberazionedel campo di Auschwitz alla solenne cerimo-nia non è stato invitato il rappresentante rus-so, della nazione cioè che liberò le ultimecentinaia di superstiti dall’orrore del milione emezzo che vi furono trucidati. E che più di ognialtri Paese pagò il prezzo dell’aggressione na-zista. Penso che sia stato uno dei peggiori se-gnali che si sarebbe potuto dare.Quella ucraina pare essere diventata una crisisenza fine, di cui non si riesce a intravedereuna soluzione e di cui si paventa sempre unesito catastrofico. Ma come vi si è arrivati? Aconferma di quanto da tempo gli osservatoripiù attenti vanno scrivendo giunge la presti-giosa rivista Foreign Affairs. La «bibbia» dellapolitica internazionale statunitense, una fontenon certo sospetta di appoggiare in alcun mo-do le tesi russe.Ebbene, Foreign Affairs di dicembre sostiene achiare lettere: «Gli Stati Uniti e i loro alleatieuropei condividono la maggior parte dellaresponsabilità della crisi». L’accusa principaleè quella di aver cercato di spingere verso Est iconfini della NATO nel tentativo di allontanarel’Ucraina dalla sfera russa e avvicinarla all’Oc-cidente. Come poi è stato ampliamente dimo-strato dagli ulteriori passi compiuti da USA eUE tanto nel golpe contro il presidente legitti-mo Yanukovich, quanto negli eventiantecedenti e successivi. Manovra tanto piùpericolosa per Mosca in quanto veniva a com-pletare la manovra d’accerchiamento iniziatacon l’inclusione nella NATO dei Paesi Baltici.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Ucraina, crisi senza fine

Come ogni anno, nel mese di febbraio avrà luogo ilconsueto incontro annuale con presidenti di sezionie fiduciari/e. I vertici sindacali nazionali del SEVdesiderano infatti incontrare i/le militanti delsindacato, siano essi/e presidenti di sezioni opersone di fiducia particolarmente attive e attente.Si tratta di un’occasione privilegiata per stilare unbilancio dell’anno appena concluso e per presentarele sfide che ci attendono nel 2015. Quest’annosaranno presenti a Bellinzona il presidente del SEVGiorgio Tuti e i due vice, Manuel Avallone eBarbara Spalinger.

Le sfide non sono poche e non riguardano solo itrasporti pubblici e il servizio pubblico, settorievidentemente prioritari per noi. Si tratterà anche dipassare in rassegna la politica sindacale nel suoinsieme e contestualizzarla nell’attuale situazioneeconomica, politica e sociale. I/le responsabili disezione avranno la possibilità di illustrare lasituazione nelle rispettive aree di competenza.

■ Dove e quandoL’appuntamento è previsto permercoledì 11 febbraio a partire dalle 14.00 efino alle 18.00

ritrovo alla Casa del Popolo, Bellinzona

aperitivo alle ore 18.00, seguito da una cena incomune.

■ OrganizzazionePer motivi organizzativi vi preghiamo cortesementedi annunciarvi entro il 6 febbraio e di specificarese vi fermate per cena, al seguente indirizzo:[email protected]

■ Scheda di congedoQualora fosse necessario, i/le partecipanti dellesezioni FFS riceveranno per il pomeriggio mezzascheda di congedo.

CONFERENZA PRESIDENTI

La nostra sezione presenta sincere condoglianze al collega Giuseppe Croci, col-pito negli affetti familiari per il decesso della mamma. RPV Ticino

CONDOGLIANZE

Le FFS ci tengono alla loro im-magine di marchio nella sicu-rezza a livello tecnico. Per que-sto motivo, la sicurezza rivesteuna grande importanza pressole FFS e figura tra i tre obiettiviprincipali dell’azienda. Nel cor-so di questo incontro sulla si-curezza tra partner sociali, èstata presentata lo stato del-l’applicazione delle misure2014.

Il programma di sicurezzaImpresa 2015Misure conformi alla direzionestrategica:•

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-co per la sicurezza.

Oltre alle importanti cifre lega-te alla sicurezza, importanti

per la gestione, per la direzio-ne di sicurezza bisogna segui-re anche l’evoluzione di altrecifre:•

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ee dell’infrastruttura sul pianotecnico.

Distanza di separazione tra gliassi dei due binari (intraasse)Secondo l’Ordinanza sulle fer-rovie (Oferr), l’intraasse è rego-lato a 3.80 m sulle tratte, nellestazioni normalmente a 4.50 me eccezionalmente 4.20 m.L’intraasse nelle stazioni puòessere ridotto a quello previstoper le tratte se è assicurato chetra questo spazio non vienesvolto un servizio regolare. Ledistanze di ‹ 3.80 m devono es-sere evitate. Nella stazione diZürich Oerlikon, l’Ufficio fede-

rale dei trasporti (UFT) ha deci-so di posare tra gli interassi(3.80 m) una tavola di avverti-mento tra i due binari che se-gnala come la chiusura concer-ne i due binari.

Nuova regolamentazioneper determinare l’intraasseCon il cambiamento di filosofiadelle FFS che richiede per il fu-turo, tra i binari principali, una«sufficiente determinata di-stanza», si procede nella giu-sta direzione in ottica sicurez-za. Quando non esiste unadistanza determinata, bisognaconsiderare che «non esisteabbastanza distanza tra i bina-ri». Un progetto di direttiva suquesto aspetto è stabilito peruna modifica dei FDV nel 2016.

Il prossimo incontro sulla sicu-rezza tra partner sociali si terràil 7 maggio 2015.

La prossima seduta della com-missione centrale si terrà il27 febbraio 2015.

Servizio stampa TS

Incontri sulla sicurezza tra partner sociali■ Sottofederazione TS – Commissione centrale

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14 AGENDAcontatto.sevN. 02/155.2.2015

Giornata Bus-Gatu

26 febbraio, Olten, CongressHotel, inizio ore 10.15

Giornata ferrovia privata

5 marzo, Olten, Congress Hotel, inizio ore 10.00

Giornata dei pensionati

Data definitiva: 19 marzo, Olten, Congress Hotel,inizio ore 10.15

Iscrizioni tramite il sito internet: vpt-online.ch

Assemblee di settore VPT 2015

■ Con il seguente ordine del giorno:1. Apertura riunione

2. Nomina del presidente del giorno

3. Lettura ed approvazione ultimo verbale

4. Rapporto presidenziale

5. Rapporto del cassiere

6. Rapporto del revisore

7. Intervento di A. Stroppini sul nuovo CCL

8. Giornata del manovrista

9. Nomina del nuovo comitato

10. Eventuali

Seguirà la classica cena in comune!

Per permetterci di organizzare al meglio, vi

preghiamo di iscrivervi annunciandovi a:

076/567.40.07- Yuri De Biasi

079/542.55.49 - Giuseppe Lupica

Assemblea generale sabato 21 febbraio, ore 17.00Presso Ristorante Carlino a Chiasso

■ RPV Ticino

Presso Casa del Popoloa Bellinzona

Descrizione del tema: i ele partecipanti conosce-ranno le novità del CCL2015, i suoi contenuti e leapplicazioni, nonché inuovi modelli di pensiona-mento. Al corso partecipe-rà pure Manuel Avallone,vice presidente SEV eresponsabile della delega-zione sindacale di trattati-va per il CCL.

PROGRAMMA

Mattino: 10.00-12.00

Presentazione del CCL nelsuo insieme. RelatoreAngelo Stroppini

Pomeriggio: 14.00-16.00

Presentazione dei modellidi pensionamento. Relato-re Pietro Gianolli

Partecipanti: collaboratricie collaboratori di FFS e FFSCargo

Costo: membri SEV gratui-to; non membri fr. 250.—

I partecipanti riceverannoun attestato di partecipa-zione per corsi di forma-zione (congedo sindacale)ai sensi del CCL FFS e FFSCargo.

Iscrizione al più presto a:Segretariato SEV: tel. 091825 01 15 oppure e-mail:[email protected]

Corso di formazione sindacale31 marzo 2015CCL FFS / FFS Cargoe modelli di pensionamento

Il presidente centrale LPV Hans-Ruedi Schürch riferirà in meritoalla LdL, al nuovo CCL e alle novi-tà presso P / G e I e Toco. Nel cor-so della riunione ci concederemoanche un aperitivo e un rinfresco.

L’assemblea si svolgerà in tede-sco. Iscrizione obbligatoria entro il13.2.2015 per i colleghi e le colle-ghe di lingua italiana che necessi-tano della traduzione simultaneaa: Armin Walker, Birkenweg 161,5273 Oberhofen, telefono 062875 20 68, natel: 076 338 56 81,mail: [email protected]

■ LPV macchinisti A40 fino a B100

Riunione del gruppo:sabato 7 marzo, dalle10.00 alle 14.00Ristorante Kolpinghaus,Olten

Giovedì 12 febbraioore 17.00, ChiassoSala istruzione depo-sito elvetino

■ Ordine del giorno1. Saluto e nomina del presi-dente del giorno2. Lettura ultimo verbale3. Relazione del presidenteMassimo Piccioli4. Relazione di un/una se-gretario/a sindacale5. Rapporto del cassiere edei revisori6. Nomine comitato, delegatie revisori

7. Proposte per l’assembleadei delegati e per il Congres-so8. Onoreficenze9. Eventuali

Aperitivo e cenaSeguirà un aperitivo offertodalla sezione, dopodiché cisposteremo a Capolago pres-so il Grotto Eguaglianza perla tradizionale cena in comu-ne.■ Chi desidera partecipare èpregato di annunciarsi a:Massimo: 079 505 11 07Thomas: 079 505 04 57

Assemblea generale 2015■ LPV Ticino

Giovedì 26 marzo, ore 15.30 presso laCasa del Popolo a Bellinzona.

La convocazione con l’ordine del giorno sarà pubbli-cata sui prossimi numeri di contatto.sev e sul sitowww.sev-pv.ch/ticino

■ PV Ticino e MoesanoPreavviso assemblea

L’assemblea è aperta a tutti i membri.Segue aperitivo. L’invito verrà spedito per posta.

Iscrizione entro l’8 marzo a Ely Wüthrich:[email protected], telefono 079 287 50 50.

19 marzo: assemblea a BernaSegretariato SEV, ore 16.00

■ VPT Servizi ferroviari

Domenica 8 febbraio, ore 17.00Ristorante Casa del popoloBellinzona

■ Ordine del giorno1. Informazioni sulla trattativa dello scorso 15 gennaio a) agevolazioni mense aziendali b) pause ad Arth Goldau tra le 23.00 e le 05.00 c) accordo sulla reciprocità d) turni secondo i criteri della medicina del lavoro

2. Esito trattative salariali3. Informazioni sul seguito del «caso Cross- rail»

Saranno presenti, oltre a rappresentanti dellalocale sezione LPV Ticino la vicepresidente delSEV Barbara Spalinger, il segretario sindacaleMartin Allemann e i segretari regionali AngeloStroppini e Françoise Gehring. Vi attendiamonumerosi! La vostra presenza è importante.

Segretariato SEV Ticino e comitato LPV Ticino

Assemblea SBB Cargo International■ LPV Ticino

Page 15: Contatto sev 2015 02

TEMPO LIBERO ......

15contatto.sevN. 02/155.2.2015

La nostra vita comincia in questo modo: l’ovulofecondato, prima ancora di fissarsi nell’utero, sitrasforma in una massa sferoidale e molto com-patta di cellule diverse. Non c’è nulla che sug-gerisca una forma umana; eppure il germe diun intero essere umano si trova racchiuso làdentro! Ma ecco che sulla superficie della mas-sa di cellule embrionali compare una striaturacrestata, o spina dorsale, e da quel momento inpoi entriamo nel regno della simmetria: vi saràun asse centrale e, rispetto ad esso, una late-ralità, destra o sinistra. Questa linea medianadi separazione conduce ogni organo a differen-ziarsi rispetto ad un piano geometrico. Ma puòanche accadere che un embrione sferico, giàscisso a metà, si frazioni ulteriormente in unaseconda parte identica; ed ecco i gemelli. Finda piccoli afferriamo il significato della nostraidentità e unicità; però ci piace immaginare chein un altro paese, o magari in un altro mondo,possa esistere un nostro doppione, dotato deinostri stessi attribuiti, mentali e fisici. Ebbene,ciò che noi possiamo solo immaginare, per ilgemello non costituisce un’astrazione fantasti-ca: il suo doppione c’è ed è esattamente comelui. Prima che si affermassero esami più raffi-nati, la diagnosi di gemellarità omologa si ba-sava sulla definizione stessa: se uno dei duefratelli aveva una voglia sulla spalla destra, l’al-tro doveva recarla su quella sinistra; oppure seuno era destrimano, l’altro era mancino. Ma neifratelli gemelli le concomitanze non si limitanosolo a questo. Tramite studi elettroencefalo-grafici si è visto che, quando il cervello di ungemello emette onde alfa (quelle associate alrilassamento e alla meditazione) anche il fratel-lo comincia a produrne, persino se viene isola-to in un’altra stanza! I gemelli monozigotitendono anche ad adottare una strana forma dilinguaggio («idioglossia»): quando uno deidue inizia un discorso, l’altro lo termina; oppu-re inventano parole o frasi che capiscono sololoro. Il «Chicago Tribune» riferì del ricongiungi-mento di due fratelli gemelli, separati alla na-scita e dati in adozione a due famiglie diverse.Pur non essendosi visti e conosciuti per quasiquarant’anni, entrambi avevano sposato unadonna di nome Linda e avevano chiamato il lo-ro primogenito James Allen. Tutt’e due avevanopoi divorziato e si erano risposati con una don-na di nome Betty. Infine, entrambi si dilettava-no di falegnameria e andavano in villeggiaturanella stessa spiaggia della medesima localitàdi villeggiatura!

DI ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... GemelliLa mattina del 27 dicembre siamo partiti in una cinquantina di soci e simpa-tizzanti con destinazione Abano Terme. È sempre piacevole incontrare i fedelipartecipanti e fare la conoscenza di quelli nuovi. Dopo alcune ore di viaggioha iniziato a nevicare fino alla nostra meta. La sera, dal balcone del nostroalbergo, la vista degli alberghi coperti di neve e illuminati dalle luci natalizie,era uno spettacolo e la città trasformata, ma il mattino dopo per fortuna hainiziato il bel tempo durato fino al nostro rientro.

L’Hotel Paradiso ci ha proposto un’ottima cucina e ogni pasto terminava conuna scelta di dessert uno più goloso dell’altro e le serate animate da svariatispettacoli di ballo, musica, canto e magia.

La fine dell’anno è trascorsa con una grande cena, regalino, buona musicae tanti auguri. La nostra tradizionale gara di scala 40 ha appassionato i26 partecipanti creando bei momenti di convivialità e sana competizione.

Al termine durante un aperitivo abbiamo proceduto alla premiazione:

1° vincitore assoluto Bruno Borri; 1° vincitore Socio PV Mario Sargenti

3° Augusta Rima e 4° Raimondo Cereghetti.

Quest’anno abbiamo volutovisitare Ferrara, la prima cittàmoderna d’Europa per la solu-zione urbanistica voluta daErcole I Duca d’Este del 1490 evalida ancora oggi. Una como-da visita al centro città con laCattedrale San Giorgio in stileromanico e il Castello Estense.Il tramonto ci ha riservato uncielo invernale con bellissimicolori e calata l’oscurità, le lucinatalizie hanno proposto tuttoil loro splendore.

Terminato il soggiorno, si ritorna a casa, alcuni si sentono riposati, ritemprati,felici per la bella compagnia e altri un po’ influenzati ma con buoni propositiper l’anno prossimo.

Ringrazio tutti i partecipanti molto cortesi e disponibili, il collega Sergio Betiaccompagnatore, Alberto Rusconi organizzatore scala 40 e tutto il ComitatoSEV-PV. Eliana Biaggio

PV Ticino e Moesano - ferrovieri pensionatiSoggiorno Abano Terme 2014/2015

SEV

SEV

Page 16: Contatto sev 2015 02

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 02/155.2.2015

Partiremo insieme per la manifestazione nazionale a Berna; il ritorno dopo le16.30 è libero.■ Partenze:

Treno in partenza da Chiasso (si cambia treno a Lugano): ore 8.40 - arrivo a Lugano ore 9.03

Treno in partenza da Mendrisio (si cambia treno a Lugano): ore 8.48 - arrivo a Lugano ore 9.03

Treno in partenza da Lugano: ore 9.11

Treno in partenza da Bellinzona: ore 9.34

Arrivo a Lucerna ore 11.41 Partenza per Berna ore 12.00

■ Arrivo a Berna: ore 13.00

■ Ritrovo sulla Schützenmatte ore 13.30 e poi partenza del corteo verso Piazza federale

■ Per i/le partecipanti alla manifestazione è previsto un piccolo spuntino sul treno. Il SEV siassume i costi del viaggio collettivo.

■ Per motivi organizzativi vi preghiamo di annunciarvi al segretariato regionale diBellinzona o al/alla vostra/o presidente di sezione entro e non oltre il 20 febbraio;segnalare anche eventuali accompagnatori/trici.

e-mail: [email protected] - telefono: 091 825 01 15

INSIEME IN TRENO DAL TICINO

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Tutte e tutti a Berna il 7 marzo!

Libertà – Parità – SolidarietàParità salariale subito! Manifestazione nazionale, sabato 7 marzo 2015, 13.30–16.30

Ritrovo alle 13.30 sulla Schützenmatte a Berna e avvio del corteo verso Piazza federale dove lanceremo il nostro messaggio:

• Parità salariale subito!• No all’innalzamento dell’età di pensionamento!

In Svizzera per un lavoro equivalente le donne continuano a guadagnare il 20% in meno rispetto agli uomini. Gran parte di questo divario non si spiega in modo oggettivo.

Ogni anno, dunque, la perdita di guadagno delle donne – solo perché donne – ammonta a 7,7 miliardi di franchi. È denaro che manca alle donne, alle famiglie e a livello di rendite pensionistiche.

• Chiediamo l’applicazione sistematica della parità salariale e reali controlli!

• Difendiamo con forza l’Iniziativa AVSplus e inviamo un chiaro segnale contro la riforma Previdenza vecchiaia 2020.

Contiamo su di te!

Ogni anno noi donne siamoprivate di circa 7,7 miliardi difranchi a causa del nostro ses-so. Per le donne, rappresenta677 franchi al mese, 8000franchi all’anno. Si tratta di de-naro che ci manca oggi e cimancherà più avanti quandoandremo in pensione. A contifatti ogni donna perde media-mente circa 380 000 franchiper il calcolo delle rendite AVS.Ragion per cui le donne nonsolo rivendicano il diritto allaparità salariale per un lavoro dipari valore, come garantito dal-la Costituzione federale e dallaLegge sulla parità tra donne euomini. Ma ne chiedono l’ap-plicazione rapida e sistemati-ca. Per raggiungere questoscopo sono tuttavia necessarieuna chiara volontà politica econtrolli efficaci. Ora il Consi-glio federale ha deciso final-mente di percorrere questastrada. Un passo importanteanche nell’ottica di conciliaremeglio famiglia e professione.Ma un passo nella buona dire-zione non è sufficiente. Tantopiù che lo stesso Consiglio fe-derale intende aumentare l’etàpensionabile delle donne. Senulla cambia, è necessario chele donne siano presenti pubbli-camente. Dobbiamo far capireche non siamo più disposte acontinuare ad ingoiare in silen-

zio il rospo delle discriminazio-ni salariali. Con una grandemanifestazione nazionale, ilprossimo 7 marzo a Berna, vo-gliamo dimostrare che ne ab-biamo abbastanza. Vogliamodire come occorre agire perchévogliamo la parità salariale su-bito!Per questa ragione, una gran-de alleanza di organizzazioni -dai sindacati alle associazioniborghesi, dagli ambienti eccle-siastici a quelli delle donne at-tive professionalmente - lanciaun accorato appello nazionale:«tutte e tutti a Berna il prossi-mo 7 marzo»!Oltre all’Unione sindacale sviz-zera e a Travail.Suisse, ci sa-ranno anche le rappresentantidel Business & ProfessionalWomen (BPW), della Marchemondiale des femmes e del-l’Associazione svizzera per i di-ritti delle donne (ADF).Ma la parità si declina anchecon la formazione. Il prossimo12 giugno, USS organizza aBerna, con Movendo, una gior-nata sul tema dei controlli sa-lariali. Il 2015 dovrebbe essereinfatti un anno chiave per laparità salariale. Ma possiamoraggiungere questo obiettivosolo se il 7 marzo, saremo intantissime/i in piazza. Perchiedere non solo la parità, maanche contrastare l’innalza-mento dell’età pensionabiledelle donne!

Regula Bühlmann,segretaria centrale USS/frg

Noi donne, ne abbiamodavvero abbastanza.Anche se la Costituzionefederale sancisce, da 34anni, la parità salarialetra uomini e donne, perun lavoro di pari valorecontinuiamo – 34 annidopo – a guadagnarecirca il 20 % in meno ri-spetto agli uomini. Unadifferenza che negliultimi anni è continuataa crescere.

Il rospodella disparitàsalariale

Grande manifestazione a Berna il 7 marzo

Il photomystère sitrova a pagina 11.

CONCORSO