Contatto sev 2015 03

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 03 19 febbraio 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Lo Stato deve solo pagare, o deve anche gestire? Pagine 8, 9 e 10 «Governance» Il congresso SEV del 2011 ha respinto una proposta di ridurre la conferenza CCL: un tema che resta però attuale. Pagina 2 e 3 Comitato SEV Rinnovo contrattuale: Eurobonus per le RhB. Pagina 16 Focus.sev Una grande alleanza contro la discrimi- nazione salariale. Appuntamento saba- to 7 marzo alle 13.30 sulla Schützen- matte a Berna (tutte le info su www.sev-online.ch). Nel complesso, tra il 2010 e il 2012 le differenze salariali tra uomini e donne nel settore privato sono aumentate di 0,5 punti percentuali, passando dal 18,4 % al 18,9 %. Gran parte di questa differenza non è spiegabile oggettiva- mente, è quindi una pura discrimina- zione diretta. Poiché l’economia non ha creato da sola le condizioni di pari- tà salariali, spetta ora alla politica intervenire. Così il Consiglio federale ha preparato un progetto per contra- stare la discriminazione salariale tra uomini e donne: i datori di lavoro che impiegano oltre 50 collaboratori dovrebbero essere obbligati per legge a svolgere periodicamente un’analisi degli stipendi supervisionata da terzi. alle pagine 6 e 7 Intervista a Regula Bühlmann, nuova segretaria centrale dell’USS, titolare del dossier pari opportunità Tutte e tutti a Berna il 7 marzo www.uss.ch/themes/egalite-des-sexes Tuoni e fulmini sulla cupola di Palazzo federale: le donne ne hanno abbastanza di essere prese in giro. Liberalizzazione tra palesi insidie e preoccupazioni. Buona parte dell’as- semblea generale della LPV Ticino, svoltasi a Chiasso, è stata centrata sul- la liberalizzazione e il dumping salaria- le, di cui il caso Crossrail è un esempio drammatico. I macchinisti ticinesi si sono anche espressi su una serie di proposte da trasmettere all’assemblea dei delegati e al congresso del 28 mag- gio. La LPV Ticino quest’anno ha deciso di devolvere a Casa Astra l’assegno di beneficienza. Sempre in prima linea an- che i macchinisti di SBB Cargo Interna- tional. Schietti come sempre, hanno confermato di non volere la luna, ma un minimo di equità. «È sempre più diffici- le ottenere qualcosa di nuovo, per cui il primo nostro dovere - ha ricordato Angelo Stroppini - è come minimo man- tenere le posizioni acquisite». alle pagine 5 e 12 Assemblea generale della LPV Ticino e incontro informativo di SBB Cargo International I macchinisti mantengono alta la guardia frg L’abbandono della soglia minima di cambio tra euro e franco non poteva non essere affrontato in una regione di frontiera come il Ticino, caratterizzata da una inaudita pressione sul mercato del lavoro. Lo sa bene il presidente del SEV Giorgio Tuti e i militanti della base. Un’attenzione a 360 gradi necessaria per ben capire il complesso contesto economico. a pagina 4 Presidenti a confronto

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Page 1: Contatto sev 2015 03

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 03

19 febbraio201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Lo Stato deve solopagare, o deve anchegestire?

Pagine 8, 9 e 10

«Governance»Il congresso SEV del 2011 ha respinto unaproposta di ridurre la conferenza CCL: un temache resta però attuale.

Pagina 2 e 3

Comitato SEVRinnovo contrattuale:Eurobonus per leRhB.

Pagina 16

Focus.sev

Una grande alleanza contro la discrimi-nazione salariale. Appuntamento saba-to 7 marzo alle 13.30 sulla Schützen-matte a Berna (tutte le info suwww.sev-online.ch).Nel complesso, tra il 2010 e il 2012 ledifferenze salariali tra uomini e donnenel settore privato sono aumentate di0,5 punti percentuali, passando dal18,4 % al 18,9 %. Gran parte di questadifferenza non è spiegabile oggettiva-mente, è quindi una pura discrimina-zione diretta. Poiché l’economia nonha creato da sola le condizioni di pari-tà salariali, spetta ora alla politicaintervenire. Così il Consiglio federaleha preparato un progetto per contra-stare la discriminazione salariale trauomini e donne: i datori di lavoro cheimpiegano oltre 50 collaboratoridovrebbero essere obbligati per leggea svolgere periodicamente un’analisidegli stipendi supervisionata da terzi.

alle pagine 6 e 7

Intervista a Regula Bühlmann, nuova segretaria centrale dell’USS, titolare del dossier pari opportunità

Tutte e tutti a Berna il 7 marzo

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Tuoni e fulmini sulla cupola di Palazzo federale: le donne ne hanno abbastanza di essere prese in giro.

■ Liberalizzazione tra palesi insidie epreoccupazioni. Buona parte dell’as-semblea generale della LPV Ticino,svoltasi a Chiasso, è stata centrata sul-la liberalizzazione e il dumping salaria-le, di cui il caso Crossrail è un esempiodrammatico. I macchinisti ticinesi sisono anche espressi su una serie diproposte da trasmettere all’assembleadei delegati e al congresso del 28 mag-

gio. La LPV Ticino quest’anno ha decisodi devolvere a Casa Astra l’assegno dibeneficienza. Sempre in prima linea an-

che i macchinisti di SBB Cargo Interna-tional. Schietti come sempre, hannoconfermato di non volere la luna, ma unminimo di equità. «È sempre più diffici-le ottenere qualcosa di nuovo, per cui ilprimo nostro dovere - ha ricordatoAngelo Stroppini - è come minimo man-tenere le posizioni acquisite».

alle pagine 5 e 12

Assemblea generale della LPV Ticino e incontro informativo di SBB Cargo International

I macchinisti mantengono alta la guardia

frg

L’abbandono della soglia minima dicambio tra euro e franco non poteva nonessere affrontato in una regione difrontiera come il Ticino, caratterizzata dauna inaudita pressione sul mercato dellavoro. Lo sa bene il presidente del SEVGiorgio Tuti e i militanti della base.Un’attenzione a 360 gradi necessaria perben capire il complesso contestoeconomico.

a pagina 4

Presidenti a confronto

Page 2: Contatto sev 2015 03

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 03/1519.2.2015

CCL della BLS:al via le trattative■ La delegazione aziendale e ladelegazione dei partner sociali(SEV, Transfair e VSLF) guidatadalla vicepresidente del SEVBarbara Spalinger, hannoiniziato le trattative per ilrinnovo del CCL della BLS. Ilcatalogo delle rivendicazioni dilavoratori e lavoratrici, è statopresentato alla direzione. Sonostati messi in agenda seiincontri e il risultato è attesoper il mese di luglio, previal’approvazione da parte dellaConferenza CCL e del consigliodi amministrazione dell’azienda.Il nuovo CCL entrerà in vigore ilprimo gennaio 2016.

Officine BLS,una soluzionesoddisfacente■ Il SEV approva la decisionedella BLS, che ha deciso diaffidare dal 2019 una partedella manutenzione dei propriveicoli alle officine tpf diGivisiez. Il SEV difenderàattivamente gli interessi delpersonale interessato e intendeessere coinvolto nel processo ditrasferimento sin dalle primebattute. Da tempo era chiaroche le officine BLS di Aebimattsarebbero state chiuse. Il SEVaveva perciò sempre chiestodue cose: la BLS deve conserva-re il proprio personale dimanutenzione e il lavoro deveessere distribuito su diversi siti.« La decisione delle BLS ditrasferire provvisoriamente lamanutenzione a Givisiez,risponde a una nostra rivendica-zione» ha puntualizzatoMichael Buletti, segretariosindacale SEV e titolare deldossier BLS. «Dall’azienda - haaggiunto - ci aspettiamo diessere coinvolti in tutto ilprocesso, per contribuire acercare soluzioni individualiaccettabili per i casi di rigore».

IN BREVE

Il quotidiano ha così pubblica-to stralci di direttive dei diri-genti affinché le «varie linee dicarri» apparissero sature e tut-ti fossero «presenti e al lavo-ro». L’impressione che si rica-va da questo articolo è che vifosse la necessità di mettere inscena una specie di commedianapoletana quando, anchesenza far finta, attualmente le

Officine sono confrontate conuna mole di lavoro che richiedeil ricorso ad ore di lavoro sup-plementari in alcuni reparti. Unapproccio che ha indotto laCommissione del personale al-largata (CoPe, SEV, transfair eUnia) a reagire con un comuni-cato interno in cui ha espressol’auspicio che la visita del CdApotesse servire ad illustrare aivertici aziendali le capacità e ilpotenziale dello stabilimento,di cui il personale e i suoi rap-presentanti sono sempre staticonvinti e ad affrontare final-mente il problema delle strut-ture dirigenziali e organizzati-ve che, nell’ambito delleattività alle quali le FFS hannodestinato le OBe, risultanoestremamente penalizzanti.

«Invece, ci si ritrova ancorauna volta in situazioni cheminano la credibilità e compro-mettono l’immagine delle OBe,confrontate oltretutto con unafase molto delicata. Per chi alfronte si sforza ogni giorno disoddisfare le innumerevoliaspettative dell’azienda, della

clientela e dell’opinione pub-blica, come i dipendenti delleOBe, si tratta di un’ennesimafonte di amarezza» conclude ilcomunicato.Come si vuol dire in questi ca-si: «affaire à suivre».

Pietro Gianolli

Le Officine hanno ricevuto la visita del Consiglio di amministrazione FFS

La «Regione» dell’11febbraio ha riportatoampio risalto aimaldestri tentativi delladirezione di dare un’im-magine operosa delleOfficine. Il colmo è cheil lavoro in queste setti-mane non manca, anzi.

Ma il lavoro c’è

ppe

La visita è giunta in una fase in cui il lavoro non manca

No, ma – questa è stata in fon-do la risposta del congresso2011 a una proposta della sot-tofederazione TS di ridurre laconferenza CCL FFS e FFS Cargoa un terzo della sua dimensio-ne attuale. Il congresso l’ha in-fatti respinta, incaricando nelcontempo il comitato di verifi-care le dimensioni di questoorgano che conta circa 150 de-legati da riunire per definiremandati e delegazioni alle trat-tative e per decidere sul risul-tato.Il mandato è rimasto a lungo insospeso, avendo ritenuto inop-portuno darvi seguito a ridos-so delle trattative per il rinnovodel CCL. L’occasione di discu-terne si è quindi presentata atrattative concluse. L’opinionedel comitato è stata molto

chiara: una riduzione dellaconferenza CCL non é auspica-ta. Tutti gli interventi hanno in-fatti ribadito l’importanza difornire a tutto il processo dielaborazione del CCL FFS unsostegno il più ampio possibilee solo un numero sufficiente didelegati può garantire unoscambio di informazioni corret-to tra la base e la delegazione

alle trattative. A far discutere èstato piuttosto lo svolgimentodella conferenza CCL, per ilquale sono state auspicateinterruzioni che permettano aidelegati di discutere i varitemi. È pure stata ventilatal’idea di affrontare singoli capi-toli in gruppi di lavoro, inmodo da minimizzare gli in-convenienti di un organo

numericamente così importan-te. La rivendicazione principaleha però toccato il calendario.Soprattutto per chi lavora aturni, è fondamentale fissaretempestivamente le date delleconferenze e poi mantenerle,per poter garantire la propriapresenza.Al congresso verrà quindi ri-messo un rapporto favorevoleal mantenimento dell’attualedimensione della conferenzaCCL FFS.Il comitato ha quindi fatto unaprima lettura dei documentiprogrammatici del SEV, chenon verranno riscritti in occa-sione di ogni congresso, masolo rivisti e completati sullabase delle nuove esigenze.Quest’anno si pone quindil’esigenza di completarli con lalotta al processo di liberalizza-zione del trasporto pubblico, alquale l’Ufficio federale deitrasporti ha recentemente datoil via. pmo

Conferenza CCL da Prima riunione del comitato SEV 2015 e prime riflessioni in vista del congresso

Il congresso SEV del2011 ha respinto unaproposta di ridurre laconferenza CCL: untema che resta peròattuale.

Diversi membri di comitatohanno riferito delle incertezzesorte nel personale a seguito deiprovvedimenti comunicati dallacassa pensioni FFS (vedicontatto.sev 1/15). Le misure diaccompagnamento non sonoancora note, per cui le personeinteressate stanno riflettendosull’opportunità di anticipare ilproprio pensionamento entrofine anno. Manuel Avallone hariferito che le trattative con leFFS su queste misure di

accompagnamento sonoancora in corso. Il prossimoincontro è fissato nel mese dimarzo. L’argomento saràall’ordine del giorno anchedella prossima conferenza CCLdi fine febbraio. Giorgio Tuti hain ogni modo promesso che ilpersonale riceverà le informa-zioni in tempo per poterdecidere se far capo o meno alpensionamento anticipato.

Cosa succede con la cassa pensioni FFS?

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Reclutamento: ecco vincitori e vincitrici

«Il SEV si basa su una ricetta vincente: i membri reclutano i membri», dal momento che imembri stessi rappresentano il miglior argomento quando si tratta di convincere un collega ouna collega ad affiliarsi al sindacato», sottolinea la vicepresidente del SEV Barbara Spalingerin occasione della piccola cerimonia di premiazione presso il segretariato centrale a Berna.A nome dei vertici del SEV, Spalinger ha ringraziato tutti e tutte coloro che hanno contribuito -tra 1 e 53 adesioni - all’azione di reclutamento. Azione che ha permesso di raggiungere unnuovo record, come confermato con soddisfazione dal segretario sindacale Jérôme Hayoz(responsabile del reclutamento fino alla fine del 2014) e dalla nuova responsabile ElenaObreschkow, che ha ideato la nuova campagna per il 2015 «Insieme siamo più forti» (dettaglisulla campagna sul numero 2 di contatto.sev).

ridimensionare?■ Il 24enne macchinistaJanos Jorosch è il nuovo

rappresentante della com-missione giovani nelcomitato. Subentra a StefanBruderer, che assume la caricadi sostituto.

■ Giorgio Tuti ha riferito dell’incontro tra organizzazio-ni del personale e consi-glio di amministrazioneFFS., al quale ha partecipatounitamente al vice ManuelAvallone, su temi come i

rapporti tra le parti sociali, lestrategie prospettate daDATEC e UFT e il futuro deltrasporto pubblico in Europa.

■ Tuti ha anche riferitodell’incontro con il DATEC suisalari d’uso nel trasportoferroviario merci (vedicontatto.sev 2/15), indicandoche il SEV contrapporrà unapropria perizia al rapportodella Ecoplan commissionatodall’UFT.

■ Le conferenze sezionalisono state molto ben frequen-tate in tutte le regioni. Èsempre molto apprezzato ilfatto che vengano organizzatesull’arco di una mezzagiornata, offrendo quinditempo sufficiente per discute-re tutti i temi d’attualità.

■ Il comitato ha poi accolto loscioglimento della

sezione VPT FLMS(funicolare Locarno–Madonnadel Sasso) dato che gli ultimitre membri hanno dimissiona-to per la fine del 2014.

■ Il SEV riprende le racco-mandazioni dell’Unionesindacale svizzera suglioggetti in votazione l’8marzo. Raccomanda quindi direspingere sia l’iniziativa delPPD sulla famiglia, in quantoavvantaggia piuttosto lefamiglie benestanti rispetto aquelle bisognose e generaimportanti lacune di introitifiscali sia l’iniziativa di tassarel’energia sopprimendo l’IVA, inquanto rischia di compromet-tere il finanziamento di AVS eAI e graverebbe soprattuttosui redditi modesti.

IL COMITATO IN BREVE

pmo

Siamo giovedì 15 gennaio. La Banca nazionale sviz-zera (BNS) abbandona la soglia minima di cambio traeuro e franco. Accettando, dunque, il conseguenterafforzamento del franco. Fantastico! Ma per chi? Perchi farà la spesa subito oltre il confine, per chi rispar-

mierà in vista delle vacanze al mare o per chi vorràcomperare un auto con l’eurobonus?

La BNS ha abbandonato il tasso di cambio fisso a1,20. Una decisione che non nuoce solo all’econo-mia, ma all’intero paese. Una decisione che stridecon il mandato legale della BNS: seguire una politicamonetaria che tutela gli interessi del Paese, che ga-rantisce la stabilità dei prezzi tenendo conto dello svi-luppo congiunturale.

Il 15 gennaio la BNS non solo non ha pensato al suomandato, ma ha addirittura assunto il rischio di faresopprimere migliaia di posti di lavoro. Da quel gior-no, numerosi settori dell’economia - come il turismoe l’industria di esportazione - sono in gravi difficoltà.Non si contano le aziende che hanno già deciso diaumentare il tempo di lavoro, di diminuire i salari odi combinare le due misure. La decisione ha avutol’effetto di una bomba e ha generato un clima di iste-ria. A farne le spese ingiustamente, è il personale. Èevidente che numerosi datori di lavoro hanno colto lapalla al balzo per prendere misure perlomeno impo-polari.

Nel frattempo il tasso di cambio è leggermente più al-to. Un euro non si cambia più a 97 centesimi, bensì a1.07. Tutti dovrebbero mantenere sangue freddo enervi saldi, invece di prendere senza pensare decisio-ni negative sul tempo di lavoro e sulle condizioni sa-lariali del personale. Una cosa è certa: non intendia-mo accettare interventi sul personale senza batterciglio. Ben al contrario: combatteremo ogni misuracon tutti i mezzi a nostra disposizione.

E per quanto riguarda il settore dei trasporti pubblici?Siamo anche noi confrontati con la problematica delfranco forte, ma in misura molto minore rispettoall’industria di esportazione. E se invitiamo tutte leaziende di tutti i settori economici a non perdere latesta, ciò vale anche per i trasporti pubblici. Anche senel contesto valutario, non sono toccati in prima bat-tuta.

Che cosa fare allora? La risposta è una sola: seminarein fretta per fare ricrescere l’erba che ci siamo tagliatisotto i piedi.

EDITORIALE

«Come tagliarsi l’erba sotto i piedi».Giorgio Tuti, presidente, vicepresidente USS

Page 3: Contatto sev 2015 03

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 03/1519.2.2015

CCL della BLS:al via le trattative■ La delegazione aziendale e ladelegazione dei partner sociali(SEV, Transfair e VSLF) guidatadalla vicepresidente del SEVBarbara Spalinger, hannoiniziato le trattative per ilrinnovo del CCL della BLS. Ilcatalogo delle rivendicazioni dilavoratori e lavoratrici, è statopresentato alla direzione. Sonostati messi in agenda seiincontri e il risultato è attesoper il mese di luglio, previal’approvazione da parte dellaConferenza CCL e del consigliodi amministrazione dell’azienda.Il nuovo CCL entrerà in vigore ilprimo gennaio 2016.

Officine BLS,una soluzionesoddisfacente■ Il SEV approva la decisionedella BLS, che ha deciso diaffidare dal 2019 una partedella manutenzione dei propriveicoli alle officine tpf diGivisiez. Il SEV difenderàattivamente gli interessi delpersonale interessato e intendeessere coinvolto nel processo ditrasferimento sin dalle primebattute. Da tempo era chiaroche le officine BLS di Aebimattsarebbero state chiuse. Il SEVaveva perciò sempre chiestodue cose: la BLS deve conserva-re il proprio personale dimanutenzione e il lavoro deveessere distribuito su diversi siti.« La decisione delle BLS ditrasferire provvisoriamente lamanutenzione a Givisiez,risponde a una nostra rivendica-zione» ha puntualizzatoMichael Buletti, segretariosindacale SEV e titolare deldossier BLS. «Dall’azienda - haaggiunto - ci aspettiamo diessere coinvolti in tutto ilprocesso, per contribuire acercare soluzioni individualiaccettabili per i casi di rigore».

IN BREVE

Il quotidiano ha così pubblica-to stralci di direttive dei diri-genti affinché le «varie linee dicarri» apparissero sature e tut-ti fossero «presenti e al lavo-ro». L’impressione che si rica-va da questo articolo è che vifosse la necessità di mettere inscena una specie di commedianapoletana quando, anchesenza far finta, attualmente le

Officine sono confrontate conuna mole di lavoro che richiedeil ricorso ad ore di lavoro sup-plementari in alcuni reparti. Unapproccio che ha indotto laCommissione del personale al-largata (CoPe, SEV, transfair eUnia) a reagire con un comuni-cato interno in cui ha espressol’auspicio che la visita del CdApotesse servire ad illustrare aivertici aziendali le capacità e ilpotenziale dello stabilimento,di cui il personale e i suoi rap-presentanti sono sempre staticonvinti e ad affrontare final-mente il problema delle strut-ture dirigenziali e organizzati-ve che, nell’ambito delleattività alle quali le FFS hannodestinato le OBe, risultanoestremamente penalizzanti.

«Invece, ci si ritrova ancorauna volta in situazioni cheminano la credibilità e compro-mettono l’immagine delle OBe,confrontate oltretutto con unafase molto delicata. Per chi alfronte si sforza ogni giorno disoddisfare le innumerevoliaspettative dell’azienda, della

clientela e dell’opinione pub-blica, come i dipendenti delleOBe, si tratta di un’ennesimafonte di amarezza» conclude ilcomunicato.Come si vuol dire in questi ca-si: «affaire à suivre».

Pietro Gianolli

Le Officine hanno ricevuto la visita del Consiglio di amministrazione FFS

La «Regione» dell’11febbraio ha riportatoampio risalto aimaldestri tentativi delladirezione di dare un’im-magine operosa delleOfficine. Il colmo è cheil lavoro in queste setti-mane non manca, anzi.

Ma il lavoro c’è

ppe

La visita è giunta in una fase in cui il lavoro non manca

No, ma – questa è stata in fon-do la risposta del congresso2011 a una proposta della sot-tofederazione TS di ridurre laconferenza CCL FFS e FFS Cargoa un terzo della sua dimensio-ne attuale. Il congresso l’ha in-fatti respinta, incaricando nelcontempo il comitato di verifi-care le dimensioni di questoorgano che conta circa 150 de-legati da riunire per definiremandati e delegazioni alle trat-tative e per decidere sul risul-tato.Il mandato è rimasto a lungo insospeso, avendo ritenuto inop-portuno darvi seguito a ridos-so delle trattative per il rinnovodel CCL. L’occasione di discu-terne si è quindi presentata atrattative concluse. L’opinionedel comitato è stata molto

chiara: una riduzione dellaconferenza CCL non é auspica-ta. Tutti gli interventi hanno in-fatti ribadito l’importanza difornire a tutto il processo dielaborazione del CCL FFS unsostegno il più ampio possibilee solo un numero sufficiente didelegati può garantire unoscambio di informazioni corret-to tra la base e la delegazione

alle trattative. A far discutere èstato piuttosto lo svolgimentodella conferenza CCL, per ilquale sono state auspicateinterruzioni che permettano aidelegati di discutere i varitemi. È pure stata ventilatal’idea di affrontare singoli capi-toli in gruppi di lavoro, inmodo da minimizzare gli in-convenienti di un organo

numericamente così importan-te. La rivendicazione principaleha però toccato il calendario.Soprattutto per chi lavora aturni, è fondamentale fissaretempestivamente le date delleconferenze e poi mantenerle,per poter garantire la propriapresenza.Al congresso verrà quindi ri-messo un rapporto favorevoleal mantenimento dell’attualedimensione della conferenzaCCL FFS.Il comitato ha quindi fatto unaprima lettura dei documentiprogrammatici del SEV, chenon verranno riscritti in occa-sione di ogni congresso, masolo rivisti e completati sullabase delle nuove esigenze.Quest’anno si pone quindil’esigenza di completarli con lalotta al processo di liberalizza-zione del trasporto pubblico, alquale l’Ufficio federale deitrasporti ha recentemente datoil via. pmo

Conferenza CCL da Prima riunione del comitato SEV 2015 e prime riflessioni in vista del congresso

Il congresso SEV del2011 ha respinto unaproposta di ridurre laconferenza CCL: untema che resta peròattuale.

Diversi membri di comitatohanno riferito delle incertezzesorte nel personale a seguito deiprovvedimenti comunicati dallacassa pensioni FFS (vedicontatto.sev 1/15). Le misure diaccompagnamento non sonoancora note, per cui le personeinteressate stanno riflettendosull’opportunità di anticipare ilproprio pensionamento entrofine anno. Manuel Avallone hariferito che le trattative con leFFS su queste misure di

accompagnamento sonoancora in corso. Il prossimoincontro è fissato nel mese dimarzo. L’argomento saràall’ordine del giorno anchedella prossima conferenza CCLdi fine febbraio. Giorgio Tuti hain ogni modo promesso che ilpersonale riceverà le informa-zioni in tempo per poterdecidere se far capo o meno alpensionamento anticipato.

Cosa succede con la cassa pensioni FFS?

ATTUALITÀ

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contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Reclutamento: ecco vincitori e vincitrici

«Il SEV si basa su una ricetta vincente: i membri reclutano i membri», dal momento che imembri stessi rappresentano il miglior argomento quando si tratta di convincere un collega ouna collega ad affiliarsi al sindacato», sottolinea la vicepresidente del SEV Barbara Spalingerin occasione della piccola cerimonia di premiazione presso il segretariato centrale a Berna.A nome dei vertici del SEV, Spalinger ha ringraziato tutti e tutte coloro che hanno contribuito -tra 1 e 53 adesioni - all’azione di reclutamento. Azione che ha permesso di raggiungere unnuovo record, come confermato con soddisfazione dal segretario sindacale Jérôme Hayoz(responsabile del reclutamento fino alla fine del 2014) e dalla nuova responsabile ElenaObreschkow, che ha ideato la nuova campagna per il 2015 «Insieme siamo più forti» (dettaglisulla campagna sul numero 2 di contatto.sev).

ridimensionare?■ Il 24enne macchinistaJanos Jorosch è il nuovo

rappresentante della com-missione giovani nelcomitato. Subentra a StefanBruderer, che assume la caricadi sostituto.

■ Giorgio Tuti ha riferito dell’incontro tra organizzazio-ni del personale e consi-glio di amministrazioneFFS., al quale ha partecipatounitamente al vice ManuelAvallone, su temi come i

rapporti tra le parti sociali, lestrategie prospettate daDATEC e UFT e il futuro deltrasporto pubblico in Europa.

■ Tuti ha anche riferitodell’incontro con il DATEC suisalari d’uso nel trasportoferroviario merci (vedicontatto.sev 2/15), indicandoche il SEV contrapporrà unapropria perizia al rapportodella Ecoplan commissionatodall’UFT.

■ Le conferenze sezionalisono state molto ben frequen-tate in tutte le regioni. Èsempre molto apprezzato ilfatto che vengano organizzatesull’arco di una mezzagiornata, offrendo quinditempo sufficiente per discute-re tutti i temi d’attualità.

■ Il comitato ha poi accolto loscioglimento della

sezione VPT FLMS(funicolare Locarno–Madonnadel Sasso) dato che gli ultimitre membri hanno dimissiona-to per la fine del 2014.

■ Il SEV riprende le racco-mandazioni dell’Unionesindacale svizzera suglioggetti in votazione l’8marzo. Raccomanda quindi direspingere sia l’iniziativa delPPD sulla famiglia, in quantoavvantaggia piuttosto lefamiglie benestanti rispetto aquelle bisognose e generaimportanti lacune di introitifiscali sia l’iniziativa di tassarel’energia sopprimendo l’IVA, inquanto rischia di compromet-tere il finanziamento di AVS eAI e graverebbe soprattuttosui redditi modesti.

IL COMITATO IN BREVE

pmo

Siamo giovedì 15 gennaio. La Banca nazionale sviz-zera (BNS) abbandona la soglia minima di cambio traeuro e franco. Accettando, dunque, il conseguenterafforzamento del franco. Fantastico! Ma per chi? Perchi farà la spesa subito oltre il confine, per chi rispar-

mierà in vista delle vacanze al mare o per chi vorràcomperare un auto con l’eurobonus?

La BNS ha abbandonato il tasso di cambio fisso a1,20. Una decisione che non nuoce solo all’econo-mia, ma all’intero paese. Una decisione che stridecon il mandato legale della BNS: seguire una politicamonetaria che tutela gli interessi del Paese, che ga-rantisce la stabilità dei prezzi tenendo conto dello svi-luppo congiunturale.

Il 15 gennaio la BNS non solo non ha pensato al suomandato, ma ha addirittura assunto il rischio di faresopprimere migliaia di posti di lavoro. Da quel gior-no, numerosi settori dell’economia - come il turismoe l’industria di esportazione - sono in gravi difficoltà.Non si contano le aziende che hanno già deciso diaumentare il tempo di lavoro, di diminuire i salari odi combinare le due misure. La decisione ha avutol’effetto di una bomba e ha generato un clima di iste-ria. A farne le spese ingiustamente, è il personale. Èevidente che numerosi datori di lavoro hanno colto lapalla al balzo per prendere misure perlomeno impo-polari.

Nel frattempo il tasso di cambio è leggermente più al-to. Un euro non si cambia più a 97 centesimi, bensì a1.07. Tutti dovrebbero mantenere sangue freddo enervi saldi, invece di prendere senza pensare decisio-ni negative sul tempo di lavoro e sulle condizioni sa-lariali del personale. Una cosa è certa: non intendia-mo accettare interventi sul personale senza batterciglio. Ben al contrario: combatteremo ogni misuracon tutti i mezzi a nostra disposizione.

E per quanto riguarda il settore dei trasporti pubblici?Siamo anche noi confrontati con la problematica delfranco forte, ma in misura molto minore rispettoall’industria di esportazione. E se invitiamo tutte leaziende di tutti i settori economici a non perdere latesta, ciò vale anche per i trasporti pubblici. Anche senel contesto valutario, non sono toccati in prima bat-tuta.

Che cosa fare allora? La risposta è una sola: seminarein fretta per fare ricrescere l’erba che ci siamo tagliatisotto i piedi.

EDITORIALE

«Come tagliarsi l’erba sotto i piedi».Giorgio Tuti, presidente, vicepresidente USS

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4 ATTUALITÀcontatto.sevN. 03/1519.2.2015

Giorgio Tuti illustra il bilanciodel 2014, come presidente SEVe vicepresidente USS.

Il bilancio è abbastanza contrasta-to, con alcuni successi sindacali edi politica contrattuale, ma anchecon alcune cocenti sconfitte.Partendo proprio dalla politicacontrattuale, abbiamo fattosignificativi passi avanti sulla viaintrapresa anni fa, con il rinnovodel CCL FFS e FFS Cargo per iprossimi 4 anni. Un risultato cheè stato molto ben accolto da tutti,in particolare grazie ai modelli dipensionamento anticipato. Questaè veramente la risposta che tuttisi aspettavano ad un’esigenzamolto sentita. Abbiamo rinnovatoanche molti altri CCL presso le ITCe elaborato di nuovi, come pressola navigazione dei laghi di Bienne

e di Zurigo. Disponiamo così diun’ottima copertura di CCL, ma visono ancora alcune lacune, comepresso la SZU e la VZO, chedovremo colmare al più presto.Un altro capitolo importante daaffrontare nel 2015 è quello deltrasporto merci, nel qualeabbiamo un conflitto aperto conCrossrail per il dumping salarialepraticato con i macchinistiimpiegati a Briga. Il lavoro non cimancherà. Nel 2014 abbiamosaputo reclutare un grannumero di nuovi membri econtenere il numero di dimissioni.Presso gli attivi, abbiamo quindiavuto una piccola, ma significati-va, crescita ma purtroppo ciò nonè bastato per compensarel’elevato numero di decessi.I nostri effettivi sono quindi

ulteriormente in calo, anche se inmisura sensibilmente minore deglianni precedenti. Il reclutamento el’incremento del grado di organiz-zazione sono esigenze vitali per unsindacato. Il conflitto sul lavoroai TPG ha evidenziato tuttal’importanza della capacità dimobilitazione. Solo la partecipa-zione unanime della sezione SEVallo sciopero ha infatti permessodi evitare misure di risparmio aidanni del personale, dopo ilfallimento dei tentativi di ricercadel dialogo con le autorità. Letrattative salariali 2015 sonostate molto difficili, a causadell’assenza di rincaro e dellediverse condizioni in cui si trovanole aziende. Alle FFS, per esempio,abbiamo dovuto rinunciare ad unaumento generalizzato per

negoziare misure di compensa-zione dei peggioramenti che siprofilano per la cassa pensioni. Il2015 non passerà quindi senz’al-tro alla storia come l’anno delleconquiste salariali, anche sepresso singole aziende abbiamopotuto ottenere qualche migliora-mento. In genere, i risultati sisono mossi tra lo 0,5 e l’1,8percento. A livello politicoabbiamo avuto la votazione sullanostra iniziativa sui salari minimi,che è stata respinta con unrisultato che non dà adito anessuna replica. L’unico aspettopositivo è il contributo datodall’iniziativa, nell’imminenza delvoto, al raggiungimento di salariminimi di 4000 franchi in singoleaziende, per esempio pressoquelle di impianti di risalita.

Nonostante la sconfitta alle urne,siamo riusciti ad ottenere un CCLper questo settore, aumentandonei salari minimi a 4000 franchi. USSe SEV hanno contrastato l’iniziati-va contro l’immigrazione di massae contro Ecopop. La prima è stataaccolta mentre la seconda è statarespinta a larga maggioranza. Ciòha confuso i rapporti con l’Unioneeuropea, il nostro maggior partnercommerciale. Tutto ciò ci daràmolto filo da torcere. Il lavoro nonci mancherà quindi nemmeno nel2015, né negli anni seguenti.Prima di affrontarlo, vorrei peròrivolgere un sentito ringraziamen-to a tutte le colleghe e tutti icolleghi del segretariato SEV etutte e tutti i militanti per l’impe-gno e il sostegno dimostrati nel2014.

Giorgio Tuti: il 2014 è stato soddisfacente sul piano sindacale e della politica dei trasporti, meno su quello politico

L’abbandono della soglia mini-ma di cambio tra euro e franconon poteva non essere affron-tato in una regione di frontieracome il Ticino, caratterizzatada una inaudita pressione sulmercato del lavoro. Lo sa beneil presidente del SEV GiorgioTuti e i militanti della base chequotidianamente si misuranocon i problemi di chi lavora.Un’attenzione a 360 gradi ne-cessaria per ben capire il com-plesso contesto economico,politico e sociali in cui viviamo.Per ora il settore dei trasporti,protetto da buoni contratti col-lettivi di lavoro, regge al soffiodei venti impetuosi, ma i peri-coli sono dietro l’angolo. Lo haspiegato a chiare lettere il pre-sidente rifacendosi al casoCrossrail (cfr. anche pagina12). Una ditta del trasportomerci con sede in Svizzera chepratica un vergognoso dum-ping salariale, pagando i pro-

pri macchinisti con salari net-tamente inferiori rispetto aquelli in uso nel settore. «IlSEV - ha assicurato Tuti - man-tiene alta la guardia e andrà fi-no in fondo, con ogni mezzo».La vicepresidente Barbara Spa-linger ha illustrato quali saran-no i punti forti del 2015: il re-clutamento, il congresso delSEV del 28 maggio, implemen-tazione di un lavoro di lobbingin relazione alla revisione dellaLegge sulla durata del lavoro(LDL), organizzazione di unagiornata sul servizio pubblicosotto il cappello dell’USS, an-che per contrastare l’iniziativa«Pro Service public» che nelsettore dei trasporti, se doves-se passare, avrebbe risultatidevastanti. «Vietare alle grandiaziende di infrastrutture larealizzazione di utili per sov-venzionare i loro settori menoredditizi - puntualizza Tuti - in-debolisce di fatto le aziende.

Ciò genera, a conti fatti, una di-minuzione delle prestazioni, laprivatizzazione dei settori red-ditizi e l’abbandono delle zoneperiferiche». La minaccia sulservizio pubblico arriva ancheda cime ben più alte, comel’accordo sul commercio dei

servizi (TISA) negoziato in tuttaopacità a livello mondiale; unaccordo che apre la strada apolitiche ultra-liberiste nelcampo dei servizi.A livello di politica contrattua-le, Spalinger ha in particolaresottolineato di voler promuo-vere anche nelle ITC i modellidi pensionamento anticipato ela settimana di 5 giorni in tuttele aziende di trasporto. Il SEVvuole anche riflettere sui siste-mi di classificazione salariale eprofilarsi nel campo della sicu-rezza legata alla concorrenza.Un vivace dibattito si è svilup-pato anche attorno al recluta-mento. Risulta sempre più dif-ficile far capire alle personel’importanza del sindacato e

quanto sia difficile negoziareun CCL. È molto più facile spa-rare su tutto e su tutti, che con-tribuire - anche con voce critica- alla costruzione di un sinda-cato solido e forte. Costruirecomporta molte più fatiche chedistruggere. E i militanti sulterreno - che Giorgio Tuti haringraziato per l’immenso lavo-ro - se ne rendono conto ognisanto giorno. Concludendo lagiornata, Angelo Stroppini hainvitato i militanti a portare laloro testimonianza al corso sulreclutamento che conduce or-mai da anni. «Perché solo unitisi può essere più forti». Di-mostriamolo anche alla mani-festazione del 7 marzo aBerna. Françoise Gehring

Ricco, costruttivo, approfondito. Sia dal profilodei temi all’ordine del giorno, sia dal profilo dellediscussioni - moderate da Angelo Stroppini - e dalnecessario spirito critico. Una dimostrazione disana vitalità.

A tambur battenteMolto vivace l’incontro dei vertici nazionali del SEV con presidenti e fiduciari della base

sev

Presidenti e fiduciari: un confronto critico e positivo.

SEV

Il presidente indica la via.

Page 5: Contatto sev 2015 03

SEZIONI ......

5contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Anche quando le pressioni sulmondo del lavoro assumonotoni allarmanti, i macchinistidella LPV Ticino non neganomai la loro solidarietà a chi stapeggio (cfr riquadro rosso).Dopo una breve cerimonia perla consegna dell’assegno aCasa Astra nell’atrio della sta-zione ferroviaria di Chiasso, imacchinisti si sono concentratisui loro lavori assembleari. Alcentro, la relazione del presi-dente Massimo Piccioli che hasubito lanciato un appello: «Iltempo passa e non diventiamopiù giovani. Ora la riflessionesul cambio della guardia inseno al comitato diventa untema di attualità». Chi ha orec-chie per sentire...Dopo aver tracciato un bilanciosull’esito delle trattative chehanno condotto alla firma delnuovo CCL di FFS e FFS Cargo esull’accordo che regola le con-dizioni dei macchinisti inter-operabili di TILO, il presidentedella LPV Ticino si è soffermatosu un tema scottante: l’impattodella liberalizzazione nel setto-re dei trasporti e in particolaredel traffico merci: «Il casoCrossrail è il simbolo dramma-tico di questa deregolamenta-zione. Devo qui ringraziare -Angelo Stroppini per il grandeimpegno su questo importantee difficile dossier». «Nei giorniscorsi - ha ricordato Piccioli -l’Ufficio federale dei trasportiha pubblicato un rapporto diesperti. Il SEV ha subito sotto-lineato che l’impostazione da-ta può avere conseguenzedrammatiche per le aziendesvizzere e per i loro dipenden-ti. Secondo il SEV – che trovain noi pieno e incondizionatoappoggio - il lavoro svolto inSvizzera deve essere retribuitocon i salari usualmente pagatinel nostro Paese». ThomasGiedemann, vicepresidente, hachiesto e ottenuto dall’assem-blea un mandato sulla fiducia

per il comitato, che si incari-cherà di preparare una risolu-zione sul tema liberalizzazionee dumping salariale. Il con-gresso del SEV del prossimo28 maggio, ha ricordato Piccio-li, sarà del resto dedicato allaliberalizzazione del settore.«Con l’apertura di Alptransit afine 2016 - ha continuato Pic-cioli - le pressioni sul mercatodel lavoro e sul nostro settore,saranno enormi. E se i colleghidi Cargo vivono già sulla loropelle le conseguenze della li-beralizzazione, noi del trafficoviaggiatori dobbiamo teneregli occhi spalancati». Il presi-dente della LPV Ticino ha inol-tre segnalato che «a livellolocale abbiamo preso posizio-ne sulla formazione ETCS; unaformazione mal organizzata emal impostata che ha creatonumerosi malumori. Non sipuò organizzare una formazio-ne senza fornire documentiadeguati e senza mettere imacchinisti nelle condizioni dipoter studiare». Inevitabile, inconclusione, una chiosa sulpiano politico: «Quest’annosiamo anche in un anno eletto-rale. A dipendenza dal colorepolitico prevalente, il rafforza-mento del servizio pubblico e ilsostegno alla liberalizzazioneassumeranno pesi diversi».Una buona parte dell’assem-blea è stata dedicata ai modellidi pensionamento anticipato,illustrati con grande perizia dalsegretario sindacale PietroGianolli. Inevitabile il fuoco in-crociato delle domande, segnotangibile di un reale interesseper le soluzioni che permetto-no di uscire dal mondo del la-voro lasciandosi alle spalle unlavoro comunque logorantecon il passare degli anni.Giedemann ha poi formulatouna serie di proposte da sotto-porre all’assemblea dei dele-gati e al congresso; tra di esse,una dedicata alla formazione

(l’assemblea ha in particolarecriticato la formula dell’auto-studio) e una centrata sullaquestione della reciprocità del-le conoscenze linguistiche.

L’assemblea è terminata conl’invito, da parte del presiden-te, a partecipare alla mani-festazione del 7 marzo aBerna: «Libertà, Parità,

Solidarietà». Si è poi procedu-to alle consuete onorificenze.Un momento che va ben oltrele formalità. Françoise Gehring

Liberalizzazione: occhi apertiAssemblea annuale della LPV Ticino a Chiasso

Gli scenari futuri nel mondo dei trasporti pubblicinon sono affatto limpidi. Si tratta di cambiamentiepocali che toccano anche i macchinisti. Tra i bi-lanci per i buoni traguardi raggiunti e le prospetti-ve incerte, i macchinisti vigilano.

frg

Giorgio Jelmorini (a sinistra) e Nello Polti (a destra) neo-pensionati, hanno ricevuto dal presidente della LPV Tici-no Massimo Piccioli il marengo in segno di gratitudineper la lunga militanza.

frg

René Walser (a sinistra ) e Edio Rada (adestra) a 25 anni nel SEV.

frg

Donato Di Blasi (a sinistra) riceve da parte di Massimo Piccioli e a nome della LPV Ticino l’assegno.

Solidali. Per tradizione e convinzione. L’assemblea dei macchinisti LPV-SEV ha deciso di devolvere in benefi-cienza 1500 franchi. Quest’anno la somma è stata consegnata a Casa Astra, per l’instancabile lavoro nel suoruolo di centro di prima accoglienza. Casa Astra si rivolge infatti a tutte le persone, svizzere o straniere, che sitrovano momentaneamente senza un alloggio ma anche a chiunque sia in stato di disagio e bisogno. Grazie adun grande slancio di solidarietà, l’associazione ha potuto acquistare una struttura più grande a Mendrisio(l’Osteria del Ponte), che richiede comunque una serie di lavori. Il responsabile Donato Di Blasi ha ringraziatoi macchinisti: «Ogni aiuto è prezioso per noi, perché esclusione e disagi sono in continuo aumento. E la crisimiete altre vittime». Il presidente della LPV Ticino Massimo Piccioli ha affermato che «la solidarietà è unodegli elementi portanti di un sindacato. La solidarietà non è semplicemente un dare. La solidarietà è soprattut-to agire contro le ingiustizie».

SOLIDALI CON CASA ASTRA

Page 6: Contatto sev 2015 03

......

6contatto.sevN. 03/1519.2.2015

■ Come si prospetta l’orga-nizzazione dell’imminentemanifestazione nazionale?

Regula Bühlmann: Sta andan-do molto bene. Riceviamocontinuamente nuove richie-ste di adesione. Tutti voglionoessere li. Il successo è proba-bilmente dovuto all’ampiezzadel comitato organizzatore:da sinistra ai partiti borghesi.Detto altrimenti, questa mani-festazione non ha un’etichettamarcatamente di sinistra, chepotrebbe scoraggiare alcuni.La direzione del progetto è in

mano all’USS, ma il sito web ele questioni finanziarie sonocoordinate dall’Alliance f, l’al-leanza svizzera delle asso-ciazioni femminili. Il grandegruppo che sta dietro all’orga-nizzazione è composto datante donne e tanti uomini.

■ Perché questa manifesta-zione proprio il 7 marzo?

Da un lato portiamo le donnein piazza alla vigilia della Gior-nata internazionale della don-na, l’Otto marzo, d’altro latoil Consiglio federale è attual-

mente alle prese con il proget-to di legge che prevede misuregiuridiche più vincolanti percombattere concretamentecontro le discriminazioni sala-

riali. Perché malgrado la Costi-tuzione e la legge sanciscanola parità, le donne continuanoa guadagnare circa un quintomeno degli uomini per un parilavoro. Le disparità sono persi-

no aumentate invece di dimi-nuire (cfr. riquadri). Alla luce diquesti dati, anche il Consigliofederale ha dovuto ammettereche le misure su base volonta-

ria non bastano e vanno sosti-tuite. È pertanto importanteche donne e uomini scendanoin piazza per combattere le di-scriminazioni salariali nei con-fronti delle donne. Si tratta ora

di cambiare passo e di eserci-tare una reale pressione sulConsiglio federale e sul parla-mento.

■ Scotta anche la riforma«Previdenza vecchiaia2020», con innalzamentodell’età della pensione del-le donne da 64 a 65 anni…

Eccome! Del resto sarà ancheun tema importante dellamanifestazione nazionale del7 marzo, che sarà tuttaviacentrato sulla parità salariale.

Dall’inizio dell’anno Regula Bühlmann è segretaria centrale dell’USS e subentra a Christina Werder nelladirezione del dossier sulle pari opportunità. È lei ad organizzare, insieme alle federazioni dell’USS (comeil SEV) e a molte altre organizzazioni/associazioni, la manifestazione nazionale del 7 marzo a Berna con-tro la disparità salariale e contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne.

«Su governo e parlamentoè ora di fare pressione»

Una grande alleanza contro la discriminazione salariale

« È importante che in piazza contro ledisparità salariali scendano, insieme, moltedonne e uomini»

SGB

«Uomo e donna hanno ugualidiritti. La legge ne assicural’uguaglianza, di diritto e difatto, in particolare perquanto concerne la famiglia,l’istruzione e il lavoro. Uomoe donna hanno diritto a unsalario uguale per un lavorodi uguale valore». Così recital’articolo 8 comma 3 dellaCostituzione svizzera, ripresonella Legge federale sulla paritàtra i sessi (LPar) entrata invigore il primo luglio del 1996.Due principi rimasti desolata-mente lettera morta. Anchedopo il fallimento del Dialogosulla parità salariale, unprogetto che aveva previsto ilcoinvolgimento volontario delleaziende (a cui hanno preso partele FFS e il SEV) chiamate averificare al loro interno laparità salariale.Perché un fallimento?

Perché le aziende che vi hannopreso parte sono state meno diquaranta, quando l’obiettivominimo era di almeno centopartecipanti. «Poiché l’economianon ha creato da sola lecondizioni di parità salariale -aveva detto la consiglierafederale Simonetta Sommarugaal congresso delle donne USS -spetta alla politica intervenire.Così il Consiglio federale hapreparato un progetto percontrastare la discriminazionesalariale tra uomini e donne: idatori di lavoro che impieganooltre 50 collaboratori dovrebberoessere obbligati per legge asvolgere periodicamenteun’analisi degli stipendisupervisionata da terzi. Ilcontrollo, i cui risultati andrannoindicati nel rapporto annuale,può essere affidato ai partnersociali, a un ufficio di revisione

o a un organismo di valutazioneufficialmente riconosciuto. Se siconstateranno discriminazionisenza contromisure prese, ilavoratori potranno - come ora -far valere in giudizio la paritàsalariale.

Non abbastanza incisivo perl’Unione sindacale svizzeraL’USS ritiene che la propostagovernativa sia un passo nellagiusta direzione, ma non èabbastanza incisivo. L’USSchiede la creazione di un’autori-tà di controllo autonoma conpoteri precisi in materia dicontrolli, inchieste e interventiconcreti per imporre l’applica-zione della parità salariale.Si invoca pure la necessità diintrodurre delle sanzioni verso leaziende recalcitranti.

frg

COME COMBATTERE LE DISPARITÀ

Le cifre dell’Ufficio federale distatistica sono chiarissime: i sa-lari delle donne sono mediamen-te molto più bassi di quelli degliuomini. Nel 2012 il salario men-sile lordo standardizzato (media-na) delle donne nel settore priva-to era di 5317 franchi rispetto ai6553 franchi degli uomini. Ciòcorrisponde a una differenza del18,9 %. Dal 1994, i salari sonoaumentati sia per gli uomini cheper le donne. Il divario è diminui-to lentamente tra il 1994 e il2004, mentre dal 2006 in poi è ri-masto relativamente stabile.

Nel complesso, tra il 2010 e il2012 le differenze salariali trauomini e donne nel settore priva-to sono aumentate di 0,5 puntipercentuali, passando dal 18,4 %al 18,9 %. Si constata pure chein presenza di profili equivalenti,

le differenze salariali fra i sessivanno ancora quasi sistematica-mente a svantaggio delle donne.Ad esempio, le donne che eserci-tano una funzione a elevata re-sponsabilità e che rientrano nellaclasse di età 40-49 anni guada-gnano in media il 25,1% in menorispetto ai loro colleghi uominicon lo stesso profilo.

Le disparità salariali che sfavori-scono le donne, si manifestanoanche nei segmenti di posti di la-voro che richiedono un livello diqualifica meno elevato.

Basandosi sulla struttura dei sa-lari del 2010, il ricercatore Lau-rent Donzé ha stabilito che le di-sparità salariali si traducono, perle donne, in una perdita di gua-dagno pari a 7,7 miliardi di fran-chi all’anno.

7,7 miliardi di franchi persi ogni anno

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 03/1519.2.2015

■ Perché le donne non do-vrebbero lavorare quantogli uomini? Anche questa èuguaglianza!

Fintanto che le donne conti-nuerannoad esserediscrimina-te a livellosalariale, la piccola differenzadell’età della pensione ci statutta. Basti pensare che i sala-ri più esigui delle donne inci-dono negativamente sullerendite pensionistiche, inevi-tabilmente più basse. L’USSnon vede perché le donne de-vono lavorare un anno di piùper prendere comunque menoa livello di pensione. Ricordia-moci, inoltre, che la maggiorparte del lavoro non remune-rato - legato alla cura dei figli,alla famiglia e alla casa - pesasulle spalle delle donne. Perquale motivo non dovremmovolere l’uguaglianza? La vo-gliamo tutta! Parità salarialesignifica anche avere più mez-zi per dividere equamente illavoro di cura tra donne e uo-mini ed equilibrando così laparte di lavoro non retribuita.Una volta che tutto ciò saràdato, allora potremmo imma-

ginare di fare lavorare le don-ne quanto gli uomini. Ma sia-mo ancora ben lontani daquesto scenario. È per questomotivo che alziamo il livello

della protesta. Occorre inoltretenere presente che moltedonne e uomini in là con glianni, quando perdono il postodi lavoro fanno fatica a reinte-grarsi nel mercato del lavoro.Un’età dipensiona-mento piùelevata,avrebbe un impatto negativoa livello di assicurazioni so-ciali, AVS compresa.

■ Circa quattro quinti deimembri del SEV sono uomi-ni. Perché dovrebbero par-tecipare alla manifestazio-ne?

La disuguaglianza salariale èlo specchio di un palese squi-librio sociale; squilibrio cheha un impatto negativo anchesugli uomini. Quando una gio-vane coppia sta valutando co-me organizzare la propria fa-

miglia, in termini anche di cu-ra dei propri figli, il salariobasso della compagna rappre-senta un problema special-mente se si pensa ad una ri-

duzione del tempodi lavoro. Va dun-que a finire che ledonne devono sta-

re a casa mentre gli uominidevono rassegnarsi al ruolodel capofamiglia e rinunciarea pianificare un tempo parzia-le così da avere più tempo dadedicare ai figli. La parità sa-

lariale tra i sessi agevolereb-be molto di più la scelta dellecoppie, permettendo loro,inoltre, un’equa suddivisionetra lavoro remunerato e nonremunerato. Le pari opportu-nità permettono a donne e uo-mini di meglio conciliare i di-versi tempi della vita, avendoanche più soldi a disposizio-ne. Insomma con la parità sa-lariale ci guadagnano avverotutti.

■ Che cosa diresti a una col-lega che non ha voglia di

venire sabato 7 marzo aBerna, perché dopo unasettimana di lavoro preferi-sce prendersi tempo per sée non sacrificare il propriotempo libero da trascorrecon i suoi?

Le direi che vale la pena veni-re a Berna perché è importan-te chiedere misure efficaci perlottare contro le discrimina-zioni salariali. Questo è il mo-mento giusto, abbiamo da-vanti a noi un’opportunitàunica. La partecipazione alla

manifestazione diBerna può rappre-sentare una bellaesperienza per tut-

ta la famiglia. Allora la invite-rei a fare il viaggio con la suafamiglia, le amiche e gli amici.

■ Nel mondo del lavoro ledonne sono discriminateanche in altre forme?

Le donne non pagano sulla lo-ro pelle solo le disparità sala-riali. Sono spesso impiegatecon condizioni diverse daquelle degli uomini e devonofar fronte, a causa del loro ge-nere, a una serie di ostacoli intermini di carriera e sul pianodella formazione. Ricordiamo-

ci il famoso soffitto di cristal-lo, che impedisce alle donnedi accedere a posti di respon-sabilità. Se è vero che leaspettative possono esserediverse, nella nostra societàpesano ancora moltissimo glistereotipi. E anche su questodovremo lavorare.

Markus Fischer/frg

Fi

Regula Bühlmann nel suo ufficio all’USS.

«Disuguaglianze salariali significa anchepensioni più basse per le donne»

«La parità salariale facilita pari opportunitàe libertà di scelta anche per gli uomini»

Regula Bühlmann (37) è cre-sciuta a Huttwil BE e attual-mente abita a Berna con il suopartner. Dopo la licenza univer-sitaria in germanistica, lingua eletteratura spagnola e storiadelle religioni (2003), si è occu-pata professionalmente di for-mazione continua in relazionealle pari opportunità. Ha lavora-to per quattro anni al serviziopari opportunità del semi canto-ne di Basilea città. Dall’iniziodell’anno lavora all’USS all’80%quale responsabile del dossieruguaglianza. È attiva politica-mente nelle fila dei Verdi. Amaleggere, andare in bicicletta ededicarsi al flamenco.

BIO

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6contatto.sevN. 03/1519.2.2015

■ Come si prospetta l’orga-nizzazione dell’imminentemanifestazione nazionale?

Regula Bühlmann: Sta andan-do molto bene. Riceviamocontinuamente nuove richie-ste di adesione. Tutti voglionoessere li. Il successo è proba-bilmente dovuto all’ampiezzadel comitato organizzatore:da sinistra ai partiti borghesi.Detto altrimenti, questa mani-festazione non ha un’etichettamarcatamente di sinistra, chepotrebbe scoraggiare alcuni.La direzione del progetto è in

mano all’USS, ma il sito web ele questioni finanziarie sonocoordinate dall’Alliance f, l’al-leanza svizzera delle asso-ciazioni femminili. Il grandegruppo che sta dietro all’orga-nizzazione è composto datante donne e tanti uomini.

■ Perché questa manifesta-zione proprio il 7 marzo?

Da un lato portiamo le donnein piazza alla vigilia della Gior-nata internazionale della don-na, l’Otto marzo, d’altro latoil Consiglio federale è attual-

mente alle prese con il proget-to di legge che prevede misuregiuridiche più vincolanti percombattere concretamentecontro le discriminazioni sala-

riali. Perché malgrado la Costi-tuzione e la legge sanciscanola parità, le donne continuanoa guadagnare circa un quintomeno degli uomini per un parilavoro. Le disparità sono persi-

no aumentate invece di dimi-nuire (cfr. riquadri). Alla luce diquesti dati, anche il Consigliofederale ha dovuto ammettereche le misure su base volonta-

ria non bastano e vanno sosti-tuite. È pertanto importanteche donne e uomini scendanoin piazza per combattere le di-scriminazioni salariali nei con-fronti delle donne. Si tratta ora

di cambiare passo e di eserci-tare una reale pressione sulConsiglio federale e sul parla-mento.

■ Scotta anche la riforma«Previdenza vecchiaia2020», con innalzamentodell’età della pensione del-le donne da 64 a 65 anni…

Eccome! Del resto sarà ancheun tema importante dellamanifestazione nazionale del7 marzo, che sarà tuttaviacentrato sulla parità salariale.

Dall’inizio dell’anno Regula Bühlmann è segretaria centrale dell’USS e subentra a Christina Werder nelladirezione del dossier sulle pari opportunità. È lei ad organizzare, insieme alle federazioni dell’USS (comeil SEV) e a molte altre organizzazioni/associazioni, la manifestazione nazionale del 7 marzo a Berna con-tro la disparità salariale e contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne.

«Su governo e parlamentoè ora di fare pressione»

Una grande alleanza contro la discriminazione salariale

« È importante che in piazza contro ledisparità salariali scendano, insieme, moltedonne e uomini»

SGB

«Uomo e donna hanno ugualidiritti. La legge ne assicural’uguaglianza, di diritto e difatto, in particolare perquanto concerne la famiglia,l’istruzione e il lavoro. Uomoe donna hanno diritto a unsalario uguale per un lavorodi uguale valore». Così recital’articolo 8 comma 3 dellaCostituzione svizzera, ripresonella Legge federale sulla paritàtra i sessi (LPar) entrata invigore il primo luglio del 1996.Due principi rimasti desolata-mente lettera morta. Anchedopo il fallimento del Dialogosulla parità salariale, unprogetto che aveva previsto ilcoinvolgimento volontario delleaziende (a cui hanno preso partele FFS e il SEV) chiamate averificare al loro interno laparità salariale.Perché un fallimento?

Perché le aziende che vi hannopreso parte sono state meno diquaranta, quando l’obiettivominimo era di almeno centopartecipanti. «Poiché l’economianon ha creato da sola lecondizioni di parità salariale -aveva detto la consiglierafederale Simonetta Sommarugaal congresso delle donne USS -spetta alla politica intervenire.Così il Consiglio federale hapreparato un progetto percontrastare la discriminazionesalariale tra uomini e donne: idatori di lavoro che impieganooltre 50 collaboratori dovrebberoessere obbligati per legge asvolgere periodicamenteun’analisi degli stipendisupervisionata da terzi. Ilcontrollo, i cui risultati andrannoindicati nel rapporto annuale,può essere affidato ai partnersociali, a un ufficio di revisione

o a un organismo di valutazioneufficialmente riconosciuto. Se siconstateranno discriminazionisenza contromisure prese, ilavoratori potranno - come ora -far valere in giudizio la paritàsalariale.

Non abbastanza incisivo perl’Unione sindacale svizzeraL’USS ritiene che la propostagovernativa sia un passo nellagiusta direzione, ma non èabbastanza incisivo. L’USSchiede la creazione di un’autori-tà di controllo autonoma conpoteri precisi in materia dicontrolli, inchieste e interventiconcreti per imporre l’applica-zione della parità salariale.Si invoca pure la necessità diintrodurre delle sanzioni verso leaziende recalcitranti.

frg

COME COMBATTERE LE DISPARITÀ

Le cifre dell’Ufficio federale distatistica sono chiarissime: i sa-lari delle donne sono mediamen-te molto più bassi di quelli degliuomini. Nel 2012 il salario men-sile lordo standardizzato (media-na) delle donne nel settore priva-to era di 5317 franchi rispetto ai6553 franchi degli uomini. Ciòcorrisponde a una differenza del18,9 %. Dal 1994, i salari sonoaumentati sia per gli uomini cheper le donne. Il divario è diminui-to lentamente tra il 1994 e il2004, mentre dal 2006 in poi è ri-masto relativamente stabile.

Nel complesso, tra il 2010 e il2012 le differenze salariali trauomini e donne nel settore priva-to sono aumentate di 0,5 puntipercentuali, passando dal 18,4 %al 18,9 %. Si constata pure chein presenza di profili equivalenti,

le differenze salariali fra i sessivanno ancora quasi sistematica-mente a svantaggio delle donne.Ad esempio, le donne che eserci-tano una funzione a elevata re-sponsabilità e che rientrano nellaclasse di età 40-49 anni guada-gnano in media il 25,1% in menorispetto ai loro colleghi uominicon lo stesso profilo.

Le disparità salariali che sfavori-scono le donne, si manifestanoanche nei segmenti di posti di la-voro che richiedono un livello diqualifica meno elevato.

Basandosi sulla struttura dei sa-lari del 2010, il ricercatore Lau-rent Donzé ha stabilito che le di-sparità salariali si traducono, perle donne, in una perdita di gua-dagno pari a 7,7 miliardi di fran-chi all’anno.

7,7 miliardi di franchi persi ogni anno

INTERVISTA

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contatto.sevN. 03/1519.2.2015

■ Perché le donne non do-vrebbero lavorare quantogli uomini? Anche questa èuguaglianza!

Fintanto che le donne conti-nuerannoad esserediscrimina-te a livellosalariale, la piccola differenzadell’età della pensione ci statutta. Basti pensare che i sala-ri più esigui delle donne inci-dono negativamente sullerendite pensionistiche, inevi-tabilmente più basse. L’USSnon vede perché le donne de-vono lavorare un anno di piùper prendere comunque menoa livello di pensione. Ricordia-moci, inoltre, che la maggiorparte del lavoro non remune-rato - legato alla cura dei figli,alla famiglia e alla casa - pesasulle spalle delle donne. Perquale motivo non dovremmovolere l’uguaglianza? La vo-gliamo tutta! Parità salarialesignifica anche avere più mez-zi per dividere equamente illavoro di cura tra donne e uo-mini ed equilibrando così laparte di lavoro non retribuita.Una volta che tutto ciò saràdato, allora potremmo imma-

ginare di fare lavorare le don-ne quanto gli uomini. Ma sia-mo ancora ben lontani daquesto scenario. È per questomotivo che alziamo il livello

della protesta. Occorre inoltretenere presente che moltedonne e uomini in là con glianni, quando perdono il postodi lavoro fanno fatica a reinte-grarsi nel mercato del lavoro.Un’età dipensiona-mento piùelevata,avrebbe un impatto negativoa livello di assicurazioni so-ciali, AVS compresa.

■ Circa quattro quinti deimembri del SEV sono uomi-ni. Perché dovrebbero par-tecipare alla manifestazio-ne?

La disuguaglianza salariale èlo specchio di un palese squi-librio sociale; squilibrio cheha un impatto negativo anchesugli uomini. Quando una gio-vane coppia sta valutando co-me organizzare la propria fa-

miglia, in termini anche di cu-ra dei propri figli, il salariobasso della compagna rappre-senta un problema special-mente se si pensa ad una ri-

duzione del tempodi lavoro. Va dun-que a finire che ledonne devono sta-

re a casa mentre gli uominidevono rassegnarsi al ruolodel capofamiglia e rinunciarea pianificare un tempo parzia-le così da avere più tempo dadedicare ai figli. La parità sa-

lariale tra i sessi agevolereb-be molto di più la scelta dellecoppie, permettendo loro,inoltre, un’equa suddivisionetra lavoro remunerato e nonremunerato. Le pari opportu-nità permettono a donne e uo-mini di meglio conciliare i di-versi tempi della vita, avendoanche più soldi a disposizio-ne. Insomma con la parità sa-lariale ci guadagnano avverotutti.

■ Che cosa diresti a una col-lega che non ha voglia di

venire sabato 7 marzo aBerna, perché dopo unasettimana di lavoro preferi-sce prendersi tempo per sée non sacrificare il propriotempo libero da trascorrecon i suoi?

Le direi che vale la pena veni-re a Berna perché è importan-te chiedere misure efficaci perlottare contro le discrimina-zioni salariali. Questo è il mo-mento giusto, abbiamo da-vanti a noi un’opportunitàunica. La partecipazione alla

manifestazione diBerna può rappre-sentare una bellaesperienza per tut-

ta la famiglia. Allora la invite-rei a fare il viaggio con la suafamiglia, le amiche e gli amici.

■ Nel mondo del lavoro ledonne sono discriminateanche in altre forme?

Le donne non pagano sulla lo-ro pelle solo le disparità sala-riali. Sono spesso impiegatecon condizioni diverse daquelle degli uomini e devonofar fronte, a causa del loro ge-nere, a una serie di ostacoli intermini di carriera e sul pianodella formazione. Ricordiamo-

ci il famoso soffitto di cristal-lo, che impedisce alle donnedi accedere a posti di respon-sabilità. Se è vero che leaspettative possono esserediverse, nella nostra societàpesano ancora moltissimo glistereotipi. E anche su questodovremo lavorare.

Markus Fischer/frg

Fi

Regula Bühlmann nel suo ufficio all’USS.

«Disuguaglianze salariali significa anchepensioni più basse per le donne»

«La parità salariale facilita pari opportunitàe libertà di scelta anche per gli uomini»

Regula Bühlmann (37) è cre-sciuta a Huttwil BE e attual-mente abita a Berna con il suopartner. Dopo la licenza univer-sitaria in germanistica, lingua eletteratura spagnola e storiadelle religioni (2003), si è occu-pata professionalmente di for-mazione continua in relazionealle pari opportunità. Ha lavora-to per quattro anni al serviziopari opportunità del semi canto-ne di Basilea città. Dall’iniziodell’anno lavora all’USS all’80%quale responsabile del dossieruguaglianza. È attiva politica-mente nelle fila dei Verdi. Amaleggere, andare in bicicletta ededicarsi al flamenco.

BIO

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8contatto.sevN. 03/1519.2.2015

econdo noi, lo «Stato»con tutte le accezionidifferenti che possiamo

avere di esso, deve avere qua-le compito principale la gestio-ne della vita pubblica, curandoaspetti fondamentali come laformazione, la fornitura di ge-neri di prima necessità comeenergia, acqua e alimentari; diprestazioni come trasporti,comunicazione, cure medichee smaltimento rifiuti. Lo stato,che in Svizzera comprende an-che cantoni e comuni, ha as-sunto molti di questi compiti inprima persona, mentre per altriha preferito ricorrere a aziendepiù o meno pubbliche, con gra-di di partecipazione diversi.

Corporate Governancesignifica separarsi?Negli ultimi anni, si sono fattesempre più insistenti le voci infavore di un progressivo ritirodello Stato da queste istituzio-ni miste. Nella sua sessione difebbraio, il Gran consiglio delcanton San Gallo esaminerà unrapporto sulla «Public Corpora-te Governance», in cui il Consi-glio di Stato propone di vende-re le sue partecipazioni e diritirare i suoi rappresentantidai vari consigli di amministra-zione. La competenza per lavendita di queste azioni ver-rebbe data al solo esecutivo,

S sottraendola completamente alGran consiglio.Il rapporto comprende ben 78pagine. Di particolare interes-se per noi è il punto 5.3.2 im-prese di trasporto, in cui il go-verno dichiara che «unapartecipazione del cantone alleimprese di trasporto non è piùnecessaria». Il rapporto precisache si tratta di imprese indipen-denti e gestite secondo criteridi economia privata, per cui peril cantone non vi sarebbe ne-cessità di influire sull’aziendequale fornitrice di prestazioni,in quanto questi rapporti pos-sono essere strutturati in modoefficace tramite la procedura diordinazione di prestazioni. Diconseguenza, bisogna verifica-re, oltre alla necessità di man-tenere una rappresentanza delcantone negli organi di direzio-ne strategica dell’azienda, an-che la possibilità e l’opportuni-tà di liquidare le proprie quotenelle aziende di trasporto.In sé, il fatto che la partecipa-zione del cantone nelle aziendenon sia fondamentalmente ne-cessaria non è contestato. Ciònon vuole però significare chequesta non sia opportuna. Il go-verno sembra invece che abbiagià deciso di ritirare i proprirappresentanti e si riserva diverificare la possibilità di liqui-dare le proprie azioni. Quello

che il governo cantonale non in-dica è lo scopo di questo ritirodalle aziende. Nel caso dellaSüdostbahn, della quale il Can-ton San Gallo è il secondo mag-gior azionista dopo la Confede-razione con il 19.17 percento, ilgoverno cantonale sostiene che

vi sia un chiaro conflitto tra ilruolo di azionista, quindi inte-ressato al buon andamentodell’azienda e quello di com-mittente che vuole ottenereprestazioni di trasporto pubbli-co nel modo più economicopossibile. La vendita delle azio-

ni è però pressoché impossibiledal punto di vista legale, néporterebbe ad un apprezzabilerisultato economico. Le stesseconsiderazioni valgono ancheper le Appenzeller Bahnen, di

La componente di servizio pubblico deve confrontarsi alla «Corporate Governance»

I paladini della liberalizzazione e i sostenitori delle privatizzazioni sembrano aver individuato nuovi mez-zi per combattere il tanto deprecato Stato: obbligare l’ente pubblico a cedere le sue partecipazioni nelleaziende di servizio pubblico, vendendo le proprie azioni di compagnie ferroviarie, di bus, di fornitura dibeni e servizi o di smaltimento di rifiuti, già in gran parte in mano privata. È quanto sta capitando ancorauna volta nel Canton San Gallo.

Lo Stato deve solo pagare,o deve anche gestire?

«Puntare alla Corporate Governancein un settore di servizio prettamente

pubblico è un controsenso.»Peter Hartmann, granconsigliere di San Gallo

pan.

continua a pag. 10

«Governance» in inglesesignifica semplicementegovernare. «Corporate Gover-nance», quindi, significa«governo d’azienda», da nonconfondere però con l’ormaipopolare «Management» che siriferisce soprattutto alladirezione a livello operativo,orientato al successo dell’azien-da a breve e medio termine. La«Corporate Governance»dovrebbe invece rifarsi a principie orientamenti di gestione di piùampio respiro.

Nel mondo economico, quandosi pensa alla direzione diun’azienda orientata al gua-dagno, l’espressione «CorporateGovernance» viene usatasoprattutto per la direzione distrutture particolari, come unacooperativa.

In politica, Corporate gover-nance indica le linee direttive

che dovrebbero ispirare ledecisioni e i provvedimenti pergestire un ente pubblico.

Quanto esposto evidenzia comenon esista una sola forma diCorporate Governance e quindidi direzione di un’azienda o di unente pubblico. Nemmenol’evoluzione di questa espressio-ne, che introduce un apprezza-mento qualitativo, ossia la GoodGovernance dà indicazioni piùchiare sulle modalità daadottare per la gestione. Ci sideve infatti chiedere per chiquesta governance dovrebberisultare buona. Una domanda(«Cui bono» = a chi giova) che infondo aveva già posto Ciceronenell’antica Roma. Con «GoodGovernance» si tende a riferirsia pratiche miranti, più che ad unprofitto immediato, al consegui-mento di un valore aggiunto alungo termine che consideri gliinteressi di tutti i diversi

«Stakeholder» (le parti in causa),grazie ad una collaborazioneottimale tra la direzione a livellooperativo e gli organi di sorvegli-anza e controllo a livellostrategico, evitando nel contem-po versamenti incrociati tra lediverse parti in causa cheandrebbero evidentemente ascapito della collettività.

In Svizzera vi é in particolare lafondazione Ethos, attivasoprattutto nel campo dellecasse pensioni, che richiama alrispetto dei principi di una«Good Go-vernance».

Un altro esempio più volte citatoè quello dell’iniziativa contro isalari esagerati, promossa daThomas Minder, che puntava adun deciso miglioramento delleCorporate Governance applicatenella direzione delle aziendedell’economia del nostro paese.

pan.

Corporate Governance – nuova parola magica?

DOSSIER

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contatto.sevN. 03/1519.2.2015

pan.

Ombre lunghe sul percorso dell’Appenzeller Bahnen, qui alla stazione di San Gallo. Il cantone detiene l’11 percento delle azioni.

Il Canton Berna illustra in modoquasi esemplare l’evoluzione dellepartecipazioni statali a importantiaziende ed industrie. Questocantone ha dapprima visto lanascita di ferrovie e di centralielettriche a seguito di iniziativeprivate. Verso la fine del 19°secolo, alcuni ambienti liberalihanno richiesto l’intervento dellostato per riportare un po’ di ordineorientato al benessere comune inuna situazione che gli interessiindividuali avevano provveduto arendere estremamente intricata.Nel settore delle centrali è cosìstata la banca cantonale bernese,fondata nel 1834 come impresastatale, a riprendere in un primotempo i due terzi e successiva-mente la totalità delle azionidell’odierna BKW. Il responsabiledelle finanze cantonali Kunzmotivò nel 1905 nel seguentemodo l’assunzione da parte delcantone della proprietà delle

centrali elettriche nei confronti delGran Consiglio: «se da un lato ilGoverno giudica positivamenteche simili opere siano iniziate daprivati, ritiene che sia un compitodello Stato, laddove con questeaziende si intreccino importantiinteressi economici, intervenireaffinché questi interessi venganoconsiderati nell’ottica del benes-sere di tutta la comunità». Ilcantone sarebbe così intervenutoassicurandosi la maggioranzadelle azioni e delegando proprirappresentanti nel consiglio diamministrazione. Kunz definìqueste società anonime con unacospicua partecipazione statalecome «aziende ad economiamista». Le Centrali bernesi(Bernische Kraftwerke) diventaro-no nel 1905 la prima di questotipo di aziende a livello svizzero.

Seguì poi la fondazione dellaLötschbergbahn BLS, alla quale ilcantone partecipò con 17,5 milioni

degli 83 preventivati per lacostruzione. Alcune votazionipopolari sancirono poi anche lapartecipazione del cantone a oltreventi linee ferroviarie.

Che queste aziende ad economiamista potessero portare anche adalcuni conflitti di interesse era giàchiaro un secolo fa, evidenziatoper esempio dal fatto che ilcantone fosse chiamato adecidere sul rilascio di concessio-ni a centrali richieste dalla BKW,di cui era proprietario.

Oggi, il Canton Berna partecipa adoltre 50 aziende di settori comefinanze, energia, formazione,salute, trasporto e altri ancora.Nei primi anni del secolo attualesono state presentate diverserichieste, singolarmente di nuovoda cerchie liberali, di vendita dellepartecipazioni e di ritiro deirappresentanti del cantone da

diverse aziende, come la bancacantonale, da tempo trasformatain SA di cui il cantone è il maggiorazionista, o da imprese ditrasporto. Il rapporto di gestione2013 chiama in causa le parteci-pazioni cantonali all’autosiloRathaus a Berna, alla societàdell’aeroporto, al binario indu-striale Bözingenfeld Ost, allasocietà di navigazione del lago diBienne, alla società di bus STI ealle imprese di trasporto AareSeeland Mobil, BOB, BLS, CJ,MOB, RBS e BLS rete.

Il cantone si è già ritirato da altreaziende, quali la Brienz-RothornBahn, le aziende di bus diGrenchen TPF, che erano ancoramenzionate nel rapporto d’ammi-nistrazione del 2005.

Anche il citato rapporto digestione ribadisce la possibilità diessere confrontati con conflitti di

interesse. Al capitolo sulle BLS sidice tuttavia: «a seguito dellasituazione finanziaria dei cantonicommittenti, ci si deve attendereche le trattative sulle offerte (ditrasporto) si faranno in futuro piùdifficili». Ciò nonostante, ilcantone è piuttosto tiepido neiconfronti della possibilità diliquidare completamente leproprie partecipazioni e lepossibilità di influsso sull’aziendache queste comportano. Peresempio, nei confronti della bancacantonale bernese, oltre aricordare gli utili milionariannualmente versati al cantone, ilrapporto indica pure:«il Canton Berna e l’economiapubblica bernese hanno tuttol’interesse a disporre di una bancacantonale forte, con il proprio centrodecisionale a Berna».

E questo, al di là di ogni possibileCorporate Governance. pan.

«Nell’ottica del benessere di tutta la comunità»: la politica delle partecipazioni del Canton Berna

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8contatto.sevN. 03/1519.2.2015

econdo noi, lo «Stato»con tutte le accezionidifferenti che possiamo

avere di esso, deve avere qua-le compito principale la gestio-ne della vita pubblica, curandoaspetti fondamentali come laformazione, la fornitura di ge-neri di prima necessità comeenergia, acqua e alimentari; diprestazioni come trasporti,comunicazione, cure medichee smaltimento rifiuti. Lo stato,che in Svizzera comprende an-che cantoni e comuni, ha as-sunto molti di questi compiti inprima persona, mentre per altriha preferito ricorrere a aziendepiù o meno pubbliche, con gra-di di partecipazione diversi.

Corporate Governancesignifica separarsi?Negli ultimi anni, si sono fattesempre più insistenti le voci infavore di un progressivo ritirodello Stato da queste istituzio-ni miste. Nella sua sessione difebbraio, il Gran consiglio delcanton San Gallo esaminerà unrapporto sulla «Public Corpora-te Governance», in cui il Consi-glio di Stato propone di vende-re le sue partecipazioni e diritirare i suoi rappresentantidai vari consigli di amministra-zione. La competenza per lavendita di queste azioni ver-rebbe data al solo esecutivo,

S sottraendola completamente alGran consiglio.Il rapporto comprende ben 78pagine. Di particolare interes-se per noi è il punto 5.3.2 im-prese di trasporto, in cui il go-verno dichiara che «unapartecipazione del cantone alleimprese di trasporto non è piùnecessaria». Il rapporto precisache si tratta di imprese indipen-denti e gestite secondo criteridi economia privata, per cui peril cantone non vi sarebbe ne-cessità di influire sull’aziendequale fornitrice di prestazioni,in quanto questi rapporti pos-sono essere strutturati in modoefficace tramite la procedura diordinazione di prestazioni. Diconseguenza, bisogna verifica-re, oltre alla necessità di man-tenere una rappresentanza delcantone negli organi di direzio-ne strategica dell’azienda, an-che la possibilità e l’opportuni-tà di liquidare le proprie quotenelle aziende di trasporto.In sé, il fatto che la partecipa-zione del cantone nelle aziendenon sia fondamentalmente ne-cessaria non è contestato. Ciònon vuole però significare chequesta non sia opportuna. Il go-verno sembra invece che abbiagià deciso di ritirare i proprirappresentanti e si riserva diverificare la possibilità di liqui-dare le proprie azioni. Quello

che il governo cantonale non in-dica è lo scopo di questo ritirodalle aziende. Nel caso dellaSüdostbahn, della quale il Can-ton San Gallo è il secondo mag-gior azionista dopo la Confede-razione con il 19.17 percento, ilgoverno cantonale sostiene che

vi sia un chiaro conflitto tra ilruolo di azionista, quindi inte-ressato al buon andamentodell’azienda e quello di com-mittente che vuole ottenereprestazioni di trasporto pubbli-co nel modo più economicopossibile. La vendita delle azio-

ni è però pressoché impossibiledal punto di vista legale, néporterebbe ad un apprezzabilerisultato economico. Le stesseconsiderazioni valgono ancheper le Appenzeller Bahnen, di

La componente di servizio pubblico deve confrontarsi alla «Corporate Governance»

I paladini della liberalizzazione e i sostenitori delle privatizzazioni sembrano aver individuato nuovi mez-zi per combattere il tanto deprecato Stato: obbligare l’ente pubblico a cedere le sue partecipazioni nelleaziende di servizio pubblico, vendendo le proprie azioni di compagnie ferroviarie, di bus, di fornitura dibeni e servizi o di smaltimento di rifiuti, già in gran parte in mano privata. È quanto sta capitando ancorauna volta nel Canton San Gallo.

Lo Stato deve solo pagare,o deve anche gestire?

«Puntare alla Corporate Governancein un settore di servizio prettamente

pubblico è un controsenso.»Peter Hartmann, granconsigliere di San Gallo

pan.

continua a pag. 10

«Governance» in inglesesignifica semplicementegovernare. «Corporate Gover-nance», quindi, significa«governo d’azienda», da nonconfondere però con l’ormaipopolare «Management» che siriferisce soprattutto alladirezione a livello operativo,orientato al successo dell’azien-da a breve e medio termine. La«Corporate Governance»dovrebbe invece rifarsi a principie orientamenti di gestione di piùampio respiro.

Nel mondo economico, quandosi pensa alla direzione diun’azienda orientata al gua-dagno, l’espressione «CorporateGovernance» viene usatasoprattutto per la direzione distrutture particolari, come unacooperativa.

In politica, Corporate gover-nance indica le linee direttive

che dovrebbero ispirare ledecisioni e i provvedimenti pergestire un ente pubblico.

Quanto esposto evidenzia comenon esista una sola forma diCorporate Governance e quindidi direzione di un’azienda o di unente pubblico. Nemmenol’evoluzione di questa espressio-ne, che introduce un apprezza-mento qualitativo, ossia la GoodGovernance dà indicazioni piùchiare sulle modalità daadottare per la gestione. Ci sideve infatti chiedere per chiquesta governance dovrebberisultare buona. Una domanda(«Cui bono» = a chi giova) che infondo aveva già posto Ciceronenell’antica Roma. Con «GoodGovernance» si tende a riferirsia pratiche miranti, più che ad unprofitto immediato, al consegui-mento di un valore aggiunto alungo termine che consideri gliinteressi di tutti i diversi

«Stakeholder» (le parti in causa),grazie ad una collaborazioneottimale tra la direzione a livellooperativo e gli organi di sorvegli-anza e controllo a livellostrategico, evitando nel contem-po versamenti incrociati tra lediverse parti in causa cheandrebbero evidentemente ascapito della collettività.

In Svizzera vi é in particolare lafondazione Ethos, attivasoprattutto nel campo dellecasse pensioni, che richiama alrispetto dei principi di una«Good Go-vernance».

Un altro esempio più volte citatoè quello dell’iniziativa contro isalari esagerati, promossa daThomas Minder, che puntava adun deciso miglioramento delleCorporate Governance applicatenella direzione delle aziendedell’economia del nostro paese.

pan.

Corporate Governance – nuova parola magica?

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 03/1519.2.2015

pan.

Ombre lunghe sul percorso dell’Appenzeller Bahnen, qui alla stazione di San Gallo. Il cantone detiene l’11 percento delle azioni.

Il Canton Berna illustra in modoquasi esemplare l’evoluzione dellepartecipazioni statali a importantiaziende ed industrie. Questocantone ha dapprima visto lanascita di ferrovie e di centralielettriche a seguito di iniziativeprivate. Verso la fine del 19°secolo, alcuni ambienti liberalihanno richiesto l’intervento dellostato per riportare un po’ di ordineorientato al benessere comune inuna situazione che gli interessiindividuali avevano provveduto arendere estremamente intricata.Nel settore delle centrali è cosìstata la banca cantonale bernese,fondata nel 1834 come impresastatale, a riprendere in un primotempo i due terzi e successiva-mente la totalità delle azionidell’odierna BKW. Il responsabiledelle finanze cantonali Kunzmotivò nel 1905 nel seguentemodo l’assunzione da parte delcantone della proprietà delle

centrali elettriche nei confronti delGran Consiglio: «se da un lato ilGoverno giudica positivamenteche simili opere siano iniziate daprivati, ritiene che sia un compitodello Stato, laddove con questeaziende si intreccino importantiinteressi economici, intervenireaffinché questi interessi venganoconsiderati nell’ottica del benes-sere di tutta la comunità». Ilcantone sarebbe così intervenutoassicurandosi la maggioranzadelle azioni e delegando proprirappresentanti nel consiglio diamministrazione. Kunz definìqueste società anonime con unacospicua partecipazione statalecome «aziende ad economiamista». Le Centrali bernesi(Bernische Kraftwerke) diventaro-no nel 1905 la prima di questotipo di aziende a livello svizzero.

Seguì poi la fondazione dellaLötschbergbahn BLS, alla quale ilcantone partecipò con 17,5 milioni

degli 83 preventivati per lacostruzione. Alcune votazionipopolari sancirono poi anche lapartecipazione del cantone a oltreventi linee ferroviarie.

Che queste aziende ad economiamista potessero portare anche adalcuni conflitti di interesse era giàchiaro un secolo fa, evidenziatoper esempio dal fatto che ilcantone fosse chiamato adecidere sul rilascio di concessio-ni a centrali richieste dalla BKW,di cui era proprietario.

Oggi, il Canton Berna partecipa adoltre 50 aziende di settori comefinanze, energia, formazione,salute, trasporto e altri ancora.Nei primi anni del secolo attualesono state presentate diverserichieste, singolarmente di nuovoda cerchie liberali, di vendita dellepartecipazioni e di ritiro deirappresentanti del cantone da

diverse aziende, come la bancacantonale, da tempo trasformatain SA di cui il cantone è il maggiorazionista, o da imprese ditrasporto. Il rapporto di gestione2013 chiama in causa le parteci-pazioni cantonali all’autosiloRathaus a Berna, alla societàdell’aeroporto, al binario indu-striale Bözingenfeld Ost, allasocietà di navigazione del lago diBienne, alla società di bus STI ealle imprese di trasporto AareSeeland Mobil, BOB, BLS, CJ,MOB, RBS e BLS rete.

Il cantone si è già ritirato da altreaziende, quali la Brienz-RothornBahn, le aziende di bus diGrenchen TPF, che erano ancoramenzionate nel rapporto d’ammi-nistrazione del 2005.

Anche il citato rapporto digestione ribadisce la possibilità diessere confrontati con conflitti di

interesse. Al capitolo sulle BLS sidice tuttavia: «a seguito dellasituazione finanziaria dei cantonicommittenti, ci si deve attendereche le trattative sulle offerte (ditrasporto) si faranno in futuro piùdifficili». Ciò nonostante, ilcantone è piuttosto tiepido neiconfronti della possibilità diliquidare completamente leproprie partecipazioni e lepossibilità di influsso sull’aziendache queste comportano. Peresempio, nei confronti della bancacantonale bernese, oltre aricordare gli utili milionariannualmente versati al cantone, ilrapporto indica pure:«il Canton Berna e l’economiapubblica bernese hanno tuttol’interesse a disporre di una bancacantonale forte, con il proprio centrodecisionale a Berna».

E questo, al di là di ogni possibileCorporate Governance. pan.

«Nell’ottica del benessere di tutta la comunità»: la politica delle partecipazioni del Canton Berna

Page 10: Contatto sev 2015 03

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 03/1519.2.2015

■ contatto.sev: Peter Hart-mann, cosa pensi del pro-getto del cantone di ritirar-si dalle aziende pubbliche?

Peter Hartmann: queste sepa-razioni, prima tra la gestionestrategica e quella operativa,ora tra committente ed esecu-tore, sono ormai di moda.Questo però è il progetto di ri-tiro più grande del nostro can-tone, perché tocca tutti i settorinei quali per decenni si è as-sunto responsabilità dirette:dalla fornitura di energia altrasporto pubblico, passandoper la sanità e la finanza, conla banca cantonale. La cessio-ne di queste responsabilità daparte del cantone porterà aduno smantellamento e danneg-gerà il servizio pubblico.

■ Temi quindi una riduzionedi prestazioni?

Certo. Per esempio, il ritiro delcantone dal settore della sani-tà permetterà ai gruppi ospe-dalieri di chiudere delle sedi.Oppure, l’abbandono delle im-

prese di trasporto porteràdegli squilibri dovuti alla per-dita di influenza sulle aziendeda parte delle autorità.

■ Il cantone manterrà però lasua funzione di committen-te.

Il problema è proprio questo:limitandosi alla funzione dicommittente, il cantone non siassume più alcuna responsabi-lità nei confronti del personale.In futuro, discuterà unicamen-te di prezzi e ciò andrà a scapi-to delle condizioni di lavoro. Ilcantone potrà infatti limitarsiad affermare: noi siamo i com-mittenti e l’organizzazione delservizio è affar vostro.

■ I sostenitori di questo ritirodicono che si tratta di unaquestione di CorporateGovernance.

Sono solo slogan senza signifi-cato. In realtà ne va del servi-zio pubblico, nei confronti delquale il cantone deve assumer-si le proprie responsabilità, in-vece di sottrarsi a questenascondendosi dietro al ditodella Corporate Governance.

■ Secondo te, si tratta anchedi una questione finanzia-

ria. Quali conseguenze po-trà avere?

Le azioni della aziende ditrasporto non hanno alcun va-lore. Questa constatazione sot-tolinea come questa questionenon abbia alcun senso. Si vuo-le semplicemente sottrarsi alleproprie responsabilità. Le pos-sibilità di risparmio sono lega-te unicamente alle pressioniche si vogliono esercitare sulleaziende. La popolazionepotrebbe quindi trovarsi con-frontata con la soppressione diprestazioni dettata dal fattoche le aziende hanno fissatoaltre priorità.

■ A che punto è il progetto? Verrà discusso dal Gran consi-glio nella sessione di febbraio.La cessione di azioni non com-porta modifiche legislative, percui rientra nelle competenzedel governo. Non vi sarà quindiun dibattito vero e proprio. Incommissione sono state ad-dotte argomentazioni assurde,quali la volontà di mantenereuna certa concorrenza tra al-meno due imprese di traspor-to: le FFS e una privata. Soloche senza il cantone non vi sa-ranno più ferrovie private. Sia-mo in flagrante contraddizio-

ne. Le vendite di azioni potreb-bero ridurre il numero di azien-de di bus. Chi ne beneficereb-be? Autopostali? Eurobus?Quest’ultima non ha firmato ilCCL quadro e offre condizionidi lavoro sensibilmente peg-giori. La pressione nei confron-ti di Bus Ostschweiz aumente-rebbe. Insistere sullaCorporate Governance in untipico settore di servizio pub-blico come questo non haalcun senso.

■ Il ritiro di rappresentantidel cantone dai consigli diamministrazione non haperò necessariamente in-flusso sulle attività prati-che dell’azienda.

È vero. Dobbiamo tuttavia con-siderare che il nuovo proprieta-rio delle azioni cedute dal can-tone vorrà entrare in CdA e, aseconda di chi si tratta, ciò puòavere ben altre conseguenzeanche sull’attività pratica delCdA e di tutta l’azienda.

pan.

L’ex segretario sindacaleSEV Peter Hartmanncommenta le intenzionidel cantone di ritirarsidal servizio pubblico.

Ne va del servizio pubblico!Intervista a Peter Hartmann, capogruppo PS nel Gran consiglio del Canton San Gallo

Bus Ostschweiz, che circolasulle strade con le denomina-zioni Rheintal Bus, BusSarganserland Werdenberg eWil Mobil, con i suoi oltre 200dipendenti è una delle maggioriaziende di trasporto pubblicodella Svizzera orientale. Ilpresidente , Hans Frei, haconfermato a contatto.sev cheil ritiro del rappresentante delcantone dal Consiglio diamministrazione è ormai cosafatta. Lui non ne è moltosoddisfatto, in quanto si trattadi una chiara perdita dicompetenze specifiche. Frei haseguito una formazione

complementare sulla CorporateGovernance all’università di SanGallo e non vede grossi probleminel doppio ruolo di committente ecomproprietario del cantone. Nonvi sono infatti molte possibilità diimporre prezzi più bassi, in quantogran parte dei costi sono legati alpersonale e dettati dal contrattocollettivo di lavoro, il quale si rifa asua volta al CCL quadro cantonale.Secondo lui, il rispetto di questicontratti deve restare una condizio-ne fondamentale di una messa aconcorso di prestazioni.Il CCL è molto importante ancheper Walter Dierauer, direttore diBus Ostschweiz. Negli ultimi anni,

l’azienda è cresciuta molto,vincendo anche diversi appalti.Secondo Dierauer, ciò dimostra chel’azienda è su di una buona strada,risultando nel contempo anche undatore di lavoro attraente, comeconfermano le inchieste sullasoddisfazione del personale. I duedirigenti non vedono alcunvantaggio per il cantone dal suoritiro dalle aziende, né dall’even-tuale vendita di azioni.Per le aziende, la questione di chipotrebbe subentrare al cantonequale azionista non è invece privadi importanza , a causa dell’influssoche potrebbe esercitare sullapolitica aziendale. Bus Ostschweiz

è confrontata con la concorrenza diAutopostale. Anche quest’ultimaha firmato il CCL quadro, ma nonaltre aziende quali le imprese ditrasporto di San Gallo o la Regio-bus Gossau.Ritrovarsi in un regime di concor-renza selvaggia, che farebbe

vacillare la barriera del CCLsarebbe molto pericoloso. Questeregole hanno infatti sin quipermesso di mantenere condizionichiare e difendersi dal dumpingsalariale. pan.

Il cantone è una parte importanteBUS OSTSCHWEIZ

pan.

Walter Dierauer (a sinistra) e Hans Frei.

cui il cantone detiene l’11 per-cento delle azioni. Presso laFrauenfeld-Wil-Bahn, invece, laproprietà delle azioni da partedel cantone (pari al 6 percento)non sottosta ad alcun vincololegale. Queste potrebbero per-tanto essere vendute, di prefe-renza ad un ente di diritto pub-blico, come viene precisato nelrapporto. Ancora diversa è lasituazione con la Bus Ost-schweiz, della quale il cantone,con il suo 41 percento, è il mag-gior azionista.Una cessione delle azionipotrebbe essere respinta, inparticolare per contenere possi-bile concorrenti, rispettivamen-te per salvaguardare l’indipen-denza della società sotto ilcontrollo degli azionisti attuali.Ciononostante, e tenendo con-to di tutte le circostanze, il can-tone punterebbe ad una vendi-ta della proprie quote.

Decisione incomprensibileIl Canton San Gallo intendequindi ritirarsi dal trasporto pub-blico, più per considerazioni dicarattere ideologico che di ne-cessità. In questo modo, si ritro-verà a dover pagare le stesse ci-fre, senza però poter intervenirein qualsiasi modo nella gestionedelle aziende. Viene proprio dachiedersi dove vada a finire ilsenso di responsabilità delloStato. Peter Anliker

segue da pag. 8

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SINDACATO ......

11contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Come punizione per l’astuziadell’uomo che aveva osato sfi-dare gli dèi, Zeus decise cheSisifo avrebbe dovuto spingereun masso dalla base alla cimadi un monte. Però ogni voltache Sisifo raggiungeva la cima,il masso rotolava nuovamentealla base del monte. Ogni vol-ta, ineluttabilmente. Sisifo èstato così condannato ricomin-ciare da capo la sua scalata,senza mai riuscirci.Per criticare un sistema econo-mico e una politica economicache penalizza sempre gli stes-si, Yanis Varoufakis - ministrodelle finanze del governo diAlexis Tsipras - si è rifatto allamitologia ellenica: «La strate-gia giusta per Sisifo è di smet-tere di spingere la sua roccia,non di salire in cima alla colli-na». Significa, in buona so-stanza, che occorre una svoltaradicale contro un sistema chegenera fatiche e sofferenze,che a pagare sono sempre glistessi.

Né fuori di testané fuori dal mondoE non è uno scherzo, comepensa Fabio Regazzi, l’impren-ditore ticinese in campagnaelettorale che accusa l’Unionesindacale svizzera (USS) Ticinoe Moesa di essere fuori dallarealtà – e nel suo immaginariosiamo anche fuori di testa - peraver proposto di ragionare sul-la riduzione generalizzata deltempo di lavoro. Non siamofuori dal mondo, vogliamo unaltro mondo, più giusto e piùequo.L’USS e le sue federazioni nonsolo hanno i piedi per terra,ma misurano con mano le fati-

che quotidiane di migliaia dilavoratori e lavoratrici che pa-gano a caro prezzo le dramma-tiche conseguenze di quellache l’economista Silvano Top-pi, riflettendo sul cambio fran-co-euro, chiama «economiamortifera»: «Se hai un proble-ma la prima operazione è lacompressione e la riduzionedei salari: diminuendo il costodel lavoro salvi competitività,continui a vendere e a fare pro-fitti. E i perdenti sono sempregli stessi».Appunto, lavoratrici e lavorato-ri a cui non vengono retribuitele ore supple-mentari, a cui sichiede l’aumentodel carico orariosenza adegua-mento salariale.Sono perdentianche i/le giovania cui si chiede diprestare lavorogratuito sotto for-ma di stage persperare, forse ungiorno, di entrarenel mondo del la-voro. Sono tutteforme di sfrutta-mento indegne eindecorose.Il lavoro è diven-tato un pezzosmontabile del-l’azienda. Nelloscontro secolaretra lavoro e capi-tale, ha vinto indubbiamente ilcapitale, in una sorta di neme-si. Nei paesi industrializzatiavanza la nuova povertà, laperdita di valore del lavoro edel rapporto fondamentale perla democrazia, che è il legametra il lavoro e i diritti. La crisieconomica e l’assenza di pro-spettive dovuta alla mancanzadi lavoro, aumentano la preca-rizzazione che spinge donne euomini di tutte le età ad accet-tare un lavoro con scarsi dirittie a basso reddito. A barattaresudore in cambio di (poco) de-naro.Dal punto di vista dell’ideolo-gia economica dominante,l’idea di fondo è che il proble-

ma dell’occupazione sia unproblema del mercato. Si èpertanto sempre in attesa diuna salvifica ripresa della cre-scita che, nel migliore dei casidopo qualche anno, incentivila domanda di lavoro allevian-do, ma non risolvendo il pro-blema.

Rovesciare l’approcciodella politica economicaL’USS Ticino e Moesa ritiene, alcontrario, che ogni ragionevoleidea di politica economica do-vrebbe rovesciare l’approccio:la priorità è l’obiettivo della

piena occupazione, cui subor-dinare gli altri obiettivi, com-preso quello del contenimentodel deficit pubblico. I costiumani, sociali ed anche pura-mente di una disoccupazionepermanente sono del tutto in-sostenibili.Non a caso l’economista e ri-cercatore Christian Marazzi haparlato, in occasione del semi-nario dell’USS a Camignolo,della «sofferenza alimentatadalla crescita delle disegua-glianze». Sofferenza personalee sociale che urla vendetta alcielo e che è lo specchio di un«modello di sviluppo» che ilsindacato denuncia e intendecambiare. Negli ultimi vent’an-

ni i vantaggi sono sempre an-dati in favore della rendita edei profitti da capitale, cresciu-ti più dei salari. Per invertirequesta direzione è necessariofare crescere i salari reali e/oridurre gli orari di lavoro a ten-denziale parità di salario.

Un progetto di liberazionerealisticoIl vecchio slogan «Lavoraremeno, lavorare tutti» è oggi piùattuale che mai. Perché la ridu-zione delle fatiche di ogni sin-golo/a lavoratore/trice sareb-be accompagnata da una

distribuzione del reddito piùgiusta ed equilibrata. La ri-duzione oraria migliorerebbel’efficienza e la produttività dellavoro incentivando la concor-renza fondata sull’innovazionee sulle competenze professio-nali, in alternativa al ferocecontenimento dei costi produt-tivi.Oggi, infatti, l’aumento di pro-duttività del lavoro che potreb-be portare alla riduzione delleore di lavoro di ciascuno, vieneutilizzato per ridurre le perso-ne che lavorano a tempo pie-no. La riduzione delle ore com-plessivamente utilizzate èassicurata; l’equità no. Ma nondeve stupire, perché per una

parte consistente dell’econo-mia, assicurare una migliorequalità del lavoro non è unobiettivo, dal momento chenon si traduce in un bene davendere sul mercato.Nel suo libro E la borsa e la vi-ta, Marco Craviolatti (presiden-te dell’Associazione Etica & La-voro «Pasquale Taviano»)scrive: «Lavorare meno, lavora-re tutti ci dice che questo pro-getto di liberazione è realisti-co, ma non realizzabile a brevetermine; che rappresenta unaconquista collettiva determi-nante, ma solo se si riesce a ri-

baltare il cuore e la mente – e irapporti di forza – dell’attualeorganizzazione politica e so-ciale».Lottare per un modello di svi-luppo più equo e più giusto èun dovere per il movimentosindacale.

Comitato esecutivo USS Ticino Françoise Gehring, Linda Cortesi

Enrico Borelli, Graziano PestoniRaoul Ghisletta, Marco Forte

Renata Barella

Articolo pubblicato sul «Cor-riere del Ticino» del 7 feb-braio 2015

L’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa lancia il dibattito: necessario un nuovo modello di sviluppo

Lavorare meno, lavorare tuttiPensare ad una riorga-nizzazione più equa del-la società che ridistri-buisca a tutti i fruttidella crescita. Pensarea modelli di sviluppocon una diversa ridistri-buzione del lavoro e li-berare il tempo per unamigliore qualità dellavita.

Il mondo del lavoro, sempre più frammentato, genera sofferenze. (Foto Daniel Buren/creative commons)

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12 REGIONEcontatto.sevN. 03/1519.2.2015

Si può chiamare a raccolta l’intera comunitàmondiale a favore della libertà di stampa, diespressione e di parola, contro ogni forma dicensura e di terrore e poi, nel contempo avereparole di stima nei confronti di chi della censurae del terrore ne ha fatto strumento di potere? Arigor di logica non parrebbe possibile, ma si sa,ai politici tutto è permesso. Così il presidentefrancese François Hollande, in occasione dellamorte del re saudita Abdellah ben Abdellaziz,avvenuta verso la fine di gennaio, ha voluto elo-giarne la politica «a favore di una pace giusta edurevole in Medio Oriente».Solo pochi giorni prima di simili apprezzamenti,nel regno di Abdellah, un blogger riceveva leprime cinquanta frustate , delle mille cui era sta-to condannato assieme a dieci anni di galera,per avere parlato in termini critici del sistemareligioso imperante in Arabia. E sempre in queigiorni una donna era condannata a dieci frusta-te per essere stata colta alla guida di un’auto.Come può un sovrano, o un presidente, essereconsiderato un difensore di pace e di giustiziaquando nel suo paese si procede pubblicamen-te a decapitazioni, tagli di arti, fustigazioni?Quando un adulterio viene punito con la lapida-zione?Se suscitano orrore le scene diffuse dai macellaidell’ISIS, non vedo come possano essere giudi-cate diversamente quelle che giungono da Ged-da o da Rihad.I massacri in corso in Medio Oriente, le tragedieche vi consumano, sono anche il frutto di quellapolitica «a favore di una pace giusta e durevo-le», ricordata da François Hollande. Sono statiprincipalmente i Paesi del Golfo, a cominciaredall’Arabia Saudita, che nel loro impegno controSiria e Iran (e più in generale contro il mondoislamico sciita, compreso quello iracheno) han-no finanziato e appoggiato (con il concorso inarmi e «intelligence» di diverse altre capitali«occidentali») gruppi guerriglieri e terroristici.Ora nel Nord della Siria e nelle vicine aereeirachene, una nuova forza, con caratteristichediverse da quelle di altri gruppi simili, sta cer-cando di creare una nuova realtà statuale e inquest’opera gode di vasto appoggio, anchepopolare.Lo fa ricorrendo al terrore, cioè con i mezzi disempre e ovunque, indipendentemente dal co-lore della pelle e della religione. Basterebbepensare ai bambini decapitati in Kosovo con lacui testa gli assassini giocavano a palla davantiai genitori. (1) In questo caso i bambini eranomusulmani e i carnefici cristiani.

(1) testimonianza raccolta da Loretta Napoleoni in«ISIS, lo stato del terrore»

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Il terrore non ha colore

«Siamo andati a negoziare conla direzione sulla base delmandato che ci avete dato. Cisiamo andati il giorno in cui laBanca Nazionale svizzera hadeciso di abolire la soglia mini-ma di cambio tra euro e franco.Una concomitanza che, eviden-temente, non poteva prevede-re in alcun modo. Come avreteconstatato il contesto in cui cimuoviamo è fortemente condi-zionato da molti fattori pocofavorevoli. Questo, però, nonpuò giustificare un rifiuto adogni rivendicazione. Nonostan-te questo clima, le vostre riven-dicazioni sono state ascoltatee qualcosa si è mosso». Haesordito con queste parole ilsegretario sindacale AngeloStroppini, accompagnato dallavicepresidente del SEV BarbaraSpalinger, dal segretario cen-trale Martin Allemann (chenegozia il CCL di SBB CargoInternational) e Thomas Giede-mann, vicepresidente della LPVTicino e membro della CoPe.Se volessimo sintetizzare lospirito dell’incontro, il messag-gio dei macchinisti di SBB Car-go International potrebbe es-sere: «Non siamo figli di un diominore». In altre parole chie-

dono che venga loro dato népiù né meno di quanto è statotolto (per le agevolazioni dellemense) e chiedono un minimodi decoro nelle strutture per lepause, come quelle di Novarae di Gallarate. Per quanto ri-guarda il grande e sensibile te-ma della reciprocità, l’aziendaconsegnerà alla CoPe tutti i do-cumenti necessari per una veri-fica. Un passo importante,secondo Angelo Stroppini.Stessa apertura per la medici-na del lavoro, che verrà discus-sa con la CoPe.«È sempre più difficile ottenerequalcosa di nuovo, per cui ilprimo nostro dovere - ha ricor-dato Stroppini - è come mini-mo mantenere le posizioni ac-quisite». Gli ha fatto ecoThomas Giedemann: «Il futuronon ci riserva rose e fiori, percui ritengo che sia anche nelnostro interesse tenerci il lavo-ro. Lo so che certe cose ci stan-no strette, ma dobbiamo ancheconsiderare il contesto attuale.Se si dovranno fare dei corret-tivi, come sempre non ci tirere-mo indietro». Un richiamo,quello di Giedemann, ai ventidella liberalizzazione che sof-fiano impetuosi anche sulmondo dei trasporti. La vicen-da Crossrail, da questo puntodi vista, è un simbolo.Barbara Spalinger ha ricordatoche il SEV ha inoltrato unadenuncia all’Ufficio federale

dei trasporti (UFT) controCrossrail. Un’azienda con sedein Svizzera ma che praticadumping salariale. «Nei giorniscorsi l’UFT ha reso noto il pri-mo parere degli esperti - stila-to da giuristi ed economisti -sul nodo delle condizioni delsettore. Una posizione - hacommentato Spalinger - che ciha stupiti e che lascia apertimolti interrogativi. Abbiamopertanto ordinato una contro-perizia giuridica». Il SEV, haassicurato Stroppini (uno deiresponsabili del dossier Cross-rail), mantiene alta la guardia:«Il lavoro svolto in Svizzeradeve essere retribuito con i sa-lari usuali svizzeri pagati nelsettore. Con salari europei inSvizzera, di fatto, non si vive».E Barbara Spalinger ha invitatoi macchinisti ad essere prontiper eventuali azioni di mobili-tazione.Martin Allemann ha invece illu-strato l’esito delle trattative sa-lariali e annunciato il provvedi-mento che interessa tutti gliaffiliati alla Cassa pensionedelle FFS: dal primo gennaio2016 azienda e collaboratoripagheranno 1% in più alla Cas-sa pensione per mantenere lerendite attuali. Una misuraresa necessaria per l’aumentodell’aspettativa di vita che inci-de, per la verità, su tutte le for-me di previdenza vecchiaia.

frg

Assemblea informativa di SBB Cargo International

Schietti come sempre, imacchinisti hanno con-fermato di non volere laluna, ma un minimo diequità.

«Vogliamo ciòche ci è stato tolto»

sev

Sempre pronti ad andare al fronte.

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SERVIZIO ......

13contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Lo scorso 23 gennaio, la com-missione centrale ha incontra-to la CVG e la sostituta dell’am-ministratore Sia Lim a Buchs.Durante la riunione, la discus-sione ha toccato i problemid’attualità presso le FFS. Il pre-sidente centrale Hanspeter Eg-genberger ha riferito della ri-cerca di soluzione per i team dimanovra di Collombey, con-frontati con la chiusura dellaraffineria.La commissione raccomanda atutti di partecipare ai diversicorsi di formazione sul nuovoCCL e, soprattutto, alla manife-stazione del 7 marzo a Berna,per esprimere il sostegno allaparità salariale tra uomini edonne e opporsi ai peggiora-menti previdenziali.

La CVG ha esaminato la cassa,rilevando come sia tenuta inmodo impeccabile da HeinzSchneider. Ha espresso i suoiringraziamenti per il lavoro del-la commissione centrale, svol-to per di più in sottoeffettivo.Le sezioni hanno ricevuto i mo-duli per la stesura del bilancio.La commissione ha poi riparti-to i mandati al congresso SEV.Il 14 ottobre vi sarà un corsoper membri delle CVG e aspi-ranti tali, che la commissionecentrale richiama all’attenzio-ne di tutti gli interessati.

Servizio stampa RPV

L’importanza della formazione■ Sottofederazione RPV

Il ritrovo per la partecipa-zione a questa quinta edizio-ne dell’«International Snowand Fun Challenge» era fissa-to alla sera del 15 gennaioalla stazione di Zurigo.Dopo esserci ripartiti gliscompartimenti, siamo statiallietati dalle note di HeleneFischer, spentesi solo, comedel resto era lecito attendersi,alle prime luci dell’alba.Giunti in Carinzia, ci siamopreparati per affrontare pisteda sci ed avversari, oltre chele condizioni meteo una voltadi più sfavorevoli, con vento,pioggia e neve e nebbia, checi hanno fatto apprezzare lacioccolata calda e le altre spe-

cialità locali. La sera vi è poistata la tradizionale cerimo-nia di apertura ufficiale delloSnow and Fun Challenge, contanto di barile di birra dedi-cato.La notte è quindi stata moltobreve, ma ha portato unabuona sessantina di centime-tri di neve fresca che hannofavorito lo svolgimento dellegare di sci e snowboard.La nostra compagine si èillustrata positivamente, con-quistando due coppe e so-prattutto partecipando gene-rosamente all’acquisto dibiglietti della tombola, che hapermesso di raccogliere ben1400 euro devoluti in benefi-

cienza. La serata conclusiva èstata allietata dalle note del«Hochschteirer Express» pro-venienti dalla Stiria.L’indomani, abbiamo dovutointraprendere una breve, mafortunatamente fruttuosa ri-cerca, per completare i ranghidella nostra compagine in vi-sta del rientro a Zurigo, viaVillach e Schwarzach.La gioventù SEV tiene a rin-graziare amiche e amici diVisa per la loro ospitale orga-nizzazione.Arrivederci all’anno prossimo!

Damian Vogel

Quando il divertimento si veste di bianco■ Gioventù SEV - International Snow and Fun Challenge

§Un cliente passa alle viedi fatto nei confronti diun’accompagnatricetreno. In seguito, inviaun reclamo al servizioclienti, che rispondeprontamente, senzanemmeno interpellarela collega. Per fortuna,essa può contare sul-l’aiuto del SEV .

Colpi di diritto

Svolgendo un normale con-trollo, Anna si imbatte in unpasseggero che presenta unabbonamento scaduto. Ri-chiamato in merito, il clientesi giustifica, indicando chenella banca dati delle FFS sipuò verificare che lui haprovveduto a rinnovare l’ab-bonamento. Anna lo informache questo chiarimento co-sta comunque 5 franchi e,dato che il passeggero nonvuole pagare né in contanti,né tramite carta di credito,stende un modulo 7000.A questo punto il viaggia-tore si altera, comincia adinsultarla e a strattonarla,

Prima ti aggredisco e poi ti accuso L’aggressore ha tentato di dar la colpa alla vittima: un comportamento che in fondo i servizialla clientela dovrebbero conoscere.

strappandole la sua targhet-ta con il nome. Giunti poi alcapolinea, segue Anna, chenel frattempo ha informatola polizia dei trasporti e sulmarciapiede la colpisce conun pugno in faccia, dile-guandosi prima dell’arrivodella polizia. Anna si recaquindi al posto di polizia esporge denuncia per l’acca-duto, consegnando ancheagli agenti il biglietto da vi-sita di una testimone, di-chiaratasi disposta a confer-mare che Anna ha sempretenuto un comportamentocortese e corretto. Il viaggia-tore minaccia di sporgere asua volta denuncia nei con-fronti di Anna per abuso dipotere e invia al servizio allaclientela delle FFS una lungalettera di reclamo.

Le FFS si scusanocon l’aggressoreAnna, venuta a conoscenzadella possibile denuncia edell’invio di una lettera discuse delle FFS all’aggres-sore, si rivolge al SEV, cheincarica della questione un

proprio legale di fiducia.Questi richiede subito gli at-ti alla procura, critica le FFSper aver spedito la lettera discuse, senza neppure averconsultato la propria dipen-dente ed esige che questalettera non venga ripresanegli atti personali di Anna.Le FFS danno seguito a que-sta richiesta, precisandoche le lettere di scuse in cuinon vengono addossate re-sponsabilità dirette ai di-pendenti (come nel caso diAnna) non vengono mai alle-gate agli atti personali. Nonpago di ciò, il legale ribadi-sce come questa lettera ab-bia infranto di diritti di An-na, riservandosi la possibili-tà di chiedere un risarcimen-to nel caso in cui Anna do-vesse subire pregiudizio.

La testimonianza fa chiarezzaLa chiarezza della testimo-nianza dell’altra viaggiatriceinduce finalmente l’aggres-sore a più miti consigli e adabbandonare l’idea di incol-pare la vittima per i fatti av-venuti. L’aggressore riceve

per contro un decreto d’ac-cusa, nel frattempo cresciu-to in giudicato, che lo con-danna a un pena pecuniariadi 650 franchi, sospesa con-dizionalmente, ad una multadi 400 franchi e al paga-mento delle spese di proce-dura di 500 franchi.Il SEV ribadisce comunquel’irritazione sua, del suo le-gale e, soprattutto, di Annaper il comportamento as-sunto dal servizio alla clien-tela delle FFS. Scusandosicon il cliente senza chiarirein nessun modo gli avveni-

menti, avrebbero potutopregiudicare gravemente laposizione di Anna qualoraessa avesse dovuto subireuna controdenuncia, inquanto la lettera avrebbepotuto essere interpretatacome un’ammissione di col-pa.L’episodio illustra inoltre co-me anche queste tasse, de-finite favorevoli alla cliente-la, non facilitino certo il la-voro del personale treno.

Assistenza giuridica SEV

■ Le aggressioni verbali ofisiche nei confronti delpersonale dei trasporti pubblicisono perseguibili d’ufficio.Vengono quindi perseguiteanche nei casi in cui la denunciaè stata ritirata.■ Nei casi di controdenuncia,avvenuta o minacciata, oppuredi richieste di risarcimento, èconsigliabile coinvolgereimmediatamente la protezionegiuridica del SEV.■ Sporgendo denuncia, la

vittima deve dichiarare seintende presentare una quereladi parte, riservandosi così ildiritto di fornire mezzi di prova,di far valere richieste dirisarcimento o di interporrericorso contro eventualiproscioglimenti della contro-parte.■ In caso contrario, si vienecoinvolti unicamente cometestimoni e si può chiedere dievitare un confronto diretto conla controparte.

DA TENER PRESENTE

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14 AGENDAcontatto.sevN. 03/1519.2.2015

Presso Casa del Popoloa Bellinzona

Descrizione del tema: i e le parteci-panti conosceranno le novità del CCL2015, i suoi contenuti e le applicazioni, nonché i nuovimodelli di pensionamento. Al corso parteciperà pureManuel Avallone, vice presidente SEV e responsabiledella delegazione sindacale di trattativa per il CCL.

Il corso sarà così strutturato

Mattino: 10.00 - 12.00

Presentazione del CCL nel suo insieme. Relatore AngeloStroppini, segretario sindacale SEV

Pomeriggio: 14.00-16.00

Presentazione dei modelli di pensionamento. RelatorePietro Gianolli, segretario sindacale SEV

Partecipanti: collaboratrici e collaboratori di FFS e FFSCargo

Costo: membri SEV gratuito; non membri fr. 250.—

I partecipanti riceveranno un attestato di partecipazioneper corsi di formazione (congedo sindacale) ai sensi delCCL FFS e FFS Cargo.

Iscrizione al più presto a: Segretariato SEV: telefono091 825 01 15, e-mail: [email protected]

Corso di formazione sindacale:CCL FFS / FFS Cargoe modelli di pensionamento31 marzo 2015

L’assemblea è aperta a tutti i membri e avràluogo al Segretariato centrale SEV, alle ore16.00. Seguirà aperitivo.

Iscrizione entro l’8 marzo a Ely Wüthrich:[email protected], telefono 079 287 50 50.

■ VPT Servizi ferroviari - Assemblea a Berna il 19 marzo

Giornata Bus-Gatu

26 febbraio, Olten, Congress Hotel,inizio ore 10.15

Giornata ferrovia privata

5 marzo, Olten, Congress Hotel, inizio ore 10.00

Giornata dei pensionati

Data definitiva: 19 marzo, Olten, Congress Hotel, inizioore 10.15

Iscrizioni tramite il sito internet: vpt-online.ch.

Assemblea di settore VPT 2015

Ordine del giorno:1. Apertura assemblea e approvazione O.d.G.2. Nomina scrutatori3. Approvazione verbale ultima assemblea4. Rapporti: a) del Presidente b) del Cassierec) della Commissione di verifica della gestioned) discussione e approvazione rapporti5. Preventivo 20156. Nomine: a) di un supplente nella commis-sione di verifica della Gestioneb) di due rappresentanti all’Assemblea deidelegati PV e al Congresso SEV7. Relazione di un rappresentante del segreta-riato SEV8. Consegna attestati di benemerenza (40.mo,

50.mo, 60.mo, 70.mo, 80.mo affiliazione SEV)9. EventualiIl verbale dell’Assemblea 2014 e i conti 2014saranno a disposizione per consultazione apartire dalle ore 15.00. Ad inizio assemblea unconsulente sociale di Pro Senectute ci forniràdelle informazioni sulle «Direttive anticipate»e risponderà alle nostre domande.Avviso importante: al termine avrà luogo unacenetta alla quale sono invitati tutti i presentiall’assemblea; chiediamo cortesemente diannunciarsi entro il 17 marzo al cassiereRenato Bomio, telefono 091 743 80 66,

e-mail [email protected].

■ PV Ticino e Moesano - ferrovieri pensionatiAssemblea generale ordinaria - Giovedì 26 marzo, ore 15.30presso la Casa del Popolo di Bellinzona

contatto.sev è il giornale del sindacato delpersonale dei trasporti SEV.Pubblicazione quindicinale.Editore: SEV, www.sev-online.ch.Redazione: Peter Moor (caporedattore), PeterAnliker, Vivian Bologna, Beatrice Fankhauser,Markus Fischer, Françoise Gehring, Pietro Gianolli,Anita Merz, Patrizia Pellandini Minotti, HenrietteSchaffter.Indirizzo della redazione: contatto.sev, CP, 6501Bellinzona, e-mail: [email protected],telefono 091 825 01 15, fax 091 826 19 45.Tiratura: edizione italiana: 3609 copie; totale:43 612; certificata il 14.11.2014.Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo:SEV, divisione amministrativa, casella postale, 3000Berna 6, e-mail: [email protected], tel. 031357 57 57,

fax 031 357 57 58. Abbonamento annuale per i nonaffiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG, Seestrasse 86,8712 Stäfa, tel. 044 928 56 11, fax 044 928 56 00,e-mail: [email protected],www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, Solprint,Subingen; www.solprint.ch (azienda del gruppo AZMedien AG).ISSN 1662-8470

Prossima edizione: 5 marzo 2015.Chiusura redazionale: giovedì 27febbraio, ore 10.

IMPRESSUM

L’assemblea avrà luogo presso la «sala verde»dell’Hotel Bern. Seguirà il pranzo.Avremo come ospiti Corrado Pardini, presidenteUSS Berna, e Jürg Hurni del segretariato SEV,nonché membri del consiglio fondazione CPFFS, della commissione centrale TS e della gio-

ventù SEV. Sono cordialmente invitati anche icolleghi pensionati. Vogliate pertanto riservarequesta data e partecipare numerosi.Informazioni e iscrizione entro il 7 aprile a BeatJurt, tel. 031 921 84 09, 079 738 66 86, e-mail: [email protected] o [email protected].

Assemblea generale: sabato 11 aprileHotel Bern, alle ore 9.30

■ TS Mittelland

La LPV Ticino presenta sincere condoglianze al collega

Ivano Bernasconi, colpito negli affetti familiari per il deces-

so del papà Giancarlo.

CONDOGLIANZE

AvvisoVenerdì 20 febbraio il segretariatoregionale di Bellinzona è chiusoper impegni fuori sede.

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AGENDA ......

15contatto.sevN. 03/1519.2.2015

Sette miliardi e trecento milioni di persone!Non ci sono parole per descrivere l’esplosionedemografica umana, un avvenimento senzaprecedenti nella storia evolutiva del nostropianeta: assomiglia sempre di più a una va-langa, che rischia di travolgere ogni cosa sul-la sua strada. Se non ci distruggeremo con laguerra, il sipario sull’avventura umana po-trebbe presto scendere semplicemente ren-dendo il nostro pianeta inabitabile in tempodi pace. A causa della sovrappopolazionerischiamo di essere soffocati dall’inquinamen-to, che causa l’effetto serra e mutamenti cli-matici esiziali, capaci di sconvolgereirrimediabilmente il nostro ecosistema. Nonsiamo più in grado di sfamare tutta la genteche già oggi popola la Terra; eppure la popo-lazione mondiale continua inesorabilmente acrescere! Proviamo solo a immaginare il no-stro mondo come una gigantesca vasca dabagno, in cui il livello dell’acqua sia la gran-dezza della popolazione umana. Il rubinetto èaperto e l’acqua scorre (= nascite); ma anchelo scarico è aperto e una parte dell’acqua esce(= morti). Se i decessi equivalgono alle nasci-te, il livello dell’acqua rimane costante. Negliultimi secoli il nostro progresso scientifico esociale ci ha dato però la capacità di chiuderelo scarico della vasca; anche se non abbiamosaputo o voluto ridurre il flusso del rubinetto.Ecco quindi che l’acqua ha continuato a salirepericolosamente di livello. Per tutta rispostaqualcuno finora ha suggerito di alzare sempredi più le pareti della vasca. Ma alla lunga sap-piamo che l’acqua è inesorabilmente destina-ta a straripare, se non ci decideremo achiudere il rubinetto. È chiaro che né l’incre-mento della produzione alimentare o dell’as-sistenza sanitaria, né il controllodell’inquinamento o il miglioramento degli al-loggi possono rappresentare soluzioni perma-nenti, perché si basano ancora sulla crescitadella popolazione; mentre dobbiamo assolu-tamente e urgentemente mirare a raggiungerel’equilibrio demografico. Non c’è altra soluzio-ne! Nel mondo naturale la crescita incontrolla-ta non è mai stata una ricetta per il successo.Invece definisce benissimo il cancro, perché aun certo punto la crescita, la crescita e ancorala crescita significa solo morte, morte e anco-ra morte. Non per nulla negli ultimi tempi per-sino il papa, guida spirituale di una Chiesache si è sempre opposta al controllo delle na-scite, ha cominciato a predicare la «paternitàresponsabile», arrivando a dire testualmenteche «il buon cristiano non è un coniglio»!

DI ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... popolazione

Partiremo insieme per la manifestazione nazionale a Berna; il ritorno dopo le16.30 è libero.■ Partenze:

Treno in partenza da Chiasso (si cambia treno a Lugano): ore 8.40 - arrivo a Lugano ore 9.03

Treno in partenza da Mendrisio (si cambia treno a Lugano): ore 8.48 - arrivo a Lugano ore 9.03

Treno in partenza da Lugano: ore 9.11

Treno in partenza da Bellinzona: ore 9.34

Arrivo a Lucerna ore 11.41 Partenza per Berna ore 12.00

■ Arrivo a Berna: ore 13.

■ Ritrovo sulla Schützenmatte ore 13.30 e poi partenza del corteo verso Piazza federale

■ Per i/le partecipanti alla manifestazione è previsto un piccolo spuntino sul treno. Il SEV siassume i costi del viaggio collettivo.

■ Per motivi organizzativi vi preghiamo di annunciarvi al segretariato regionale diBellinzona o al/alla vostra/o presidente di sezione entro e non oltre il 20 febbraio;segnalare anche eventuali accompagnatori/trici.

e-mail: [email protected] - telefono 091 825 01 15

INSIEME IN TRENO DAL TICINO

Tutte e tutti a Berna il 7 marzo!

Libertà – Parità – SolidarietàParità salariale subito! Manifestazione nazionale, sabato 7 marzo 2015, 13.30–16.30

Ritrovo alle 13.30 sulla Schützenmatte a Berna e avvio del corteo verso Piazza federale dove lanceremo il nostro messaggio:

• Parità salariale subito!• No all’innalzamento dell’età di pensionamento!

In Svizzera per un lavoro equivalente le donne continuano a guadagnare il 20% in meno rispetto agli uomini. Gran parte di questo divario non si spiega in modo oggettivo.

Ogni anno, dunque, la perdita di guadagno delle donne – solo perché donne – ammonta a 7,7 miliardi di franchi. È denaro che manca alle donne, alle famiglie e a livello di rendite pensionistiche.

• Chiediamo l’applicazione sistematica della parità salariale e reali controlli!

• Difendiamo con forza l’Iniziativa AVSplus e inviamo un chiaro segnale contro la riforma Previdenza vecchiaia 2020.

Contiamo su di te!

Page 16: Contatto sev 2015 03

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 03/1519.2.2015

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 25 febbraio2015, inviando una cartolinapostale con nome, cognome,indirizzo e soluzione a: SEV,Photomystère, casella postale,3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste.

Il nome della vincitrice o del

vincitore sarà pubblicato sulnumero successivo.

Sono in palio 40 franchi in buoniReka, sorteggiati tra coloro cheavranno dato la risposta esatta.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

La foto dell’ultima edizione delconcorso illustrava la stazione amonte della funicolare MBCCossonay-Penthalaz. Trovereteuna foto esplicativa sul nostro sitointernet.

Il fortunato vincitore dei 40 franchiin buoni Reka è:

Jacques Sebban, 3904 Naterssezione ZPV Briga

Photomystère: «Dov’è stata scattata questa foto?»

vbo

I punti principali del rinnovocontrattuale sono costituitidall’aumento delle indennità,dall’introduzione di un’inden-nità per la disponibilità ad en-trare in servizio e dall’aumentodi sei ore della durata annuadel lavoro, concesso dai sinda-cati a compensazione del calodel corso dell’euro. Le trattati-ve si sono comunque rivelatepiuttosto lunghe e difficili, tan-to da sfiorare più volte, nono-stante la solida preparazioneda parte del SEV, il fallimento.Alla fine, è tuttavia stato possi-bile difendere anche conquistequali l’ulteriore settimana divacanza e il riconoscimento deltempo per i lavori accessori delpersonale viaggiante.

Alcuni miglioramentiVanno poi sottolineati anchealcuni altri aspetti, come l’au-mento delle indennità per lavo-ro notturno e domenicale (vedi

riquadro) e la concretizzazionedell’annosa rivendicazione diuna compensazione per la di-sponibilità ad entrare in servi-zio, in particolare da partedelle collaboratrici e dei colla-boratori del servizio della lineadurante i mesi invernali.

Concessioni dell’ultimo minutoAll’ultimo incontro, la delega-

zione sindacale ha dovuto fareuna dolorosa concessione allapressione esercitata dalla riva-lutazione del franco svizzero:la durata del lavoro annua, giàdi per sé elevata, di 2100 ore,è stata aumentata di ulteriorisei ore. A livello aziendale,questo corrisponde a quattrounità di personale/anno. Se-condo il SEV, il calo del corso

dell’euro avrà inevitabilmenteripercussioni sul turismo nelcantone e, quindi, sulle RhB.Con questo aumento della du-rata lavorativa, il personaleavrà dato il suo contributo. Conla prossima trattativa per il rin-novo del CCL, la situazione do-vrà essere riesaminata e, a me-dio termine, si dovrà andareverso una riduzione della dura-ta del lavoro. PP

-

Per giungere ad un ac-cordo tra SEV e RhB cisono volute sette inten-se tornate di trattativa.L’ultima parola sul nuo-vo contratto collettivo dilavoro spetta ora aimembri del sindacato.

Eurobonus per le RhBLe trattative per il CCL aziendale sono concluse: la decisione spetta ora al personale

Wik

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I membri del SEV sarannochiamati a pronunciarsi sulCCL RhB il prossimo 9 marzo.L’assemblea avrà luogo dalle17.45 presso la vecchiabirreria di Thusis. Le iscrizionivanno annunciate ai presiden-ti sezionali o ai fiduciari deigruppi.

Parola al personale

INFO

■ Aumento dell’indennitàdomenicale da 40/55 a45/75 franchi (fino/oltre le5 ore)■ Aumento dell’indennitàper servizio notturno da5.50 a 6 franchi■ Indennità per la disponi-bilità ad entrare in serviziodi 35 franchi per ogni servi-zio richiesto■ Durata minima del lavoro di 360’ per personale viag-giante e di stazione■ Aumento del minimo digiorni liberi da 104 a 108

■ Introduzione di regola-mentazioni settoriali per ladurata del lavoro (BAR)■ Ridefinizione dei turni incaso di lunghe interruzionidi tratta ■ Misure di accompagna-mento per dipendenti anzia-ni in caso di soppressioni diposti di lavoro■ Salari 2015: 1,1 % peraumenti da sistema.Resta da definire l’applica-zione della valutazione dellefunzioni (entrata in vigoresolo da aprile 2016).

I punti principali