Contatto sev 2015 19

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 19 5 novembre 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Peter Peyer, ovvero il SEV nelle regioni di montagna. Pagine 6 e 7 Intervista L’USS denuncia il modo di agire del Consiglio federale che su pressione degli assicuratori, riduce il tasso di interesse minimo. Pagina 4 LPP: assicurati gabbati Non solo lusso: pigioni accessibili per tutti in Svizzera. Pagina 5 Iniziativa popolare frg Attraverso un suggestivo ed efficace re- portage, contatto.sev vi porta alla sco- perta di Olten, attraverso le sue stra- de, i suoi quartieri. Ogni tappa ha il suo punto forte, le sue caratteristiche. Un affresco che ci fa vedere come Ol- ten si muove e si sviluppa grazie alla ferrovia. Tremila dipendenti rappre- sentano per il SEV anche una grande sfida e diverse opportunità che il sin- dacato intende cogliere. alle pagine 8, 9 e 10 Olten rifiorisce sui binari A 160 anni dall’avvento delle ferrovie, Olten vede risorgere la sua funzione di città ferro- viaria. Oggi le FFS vi contano oltre 2700 collaboratori. Con- tando anche le filiali, arrivia- mo a 3000 e la tendenza è ancora in crescita, seppur me- no marcata. Ecco una panora- mica. La situazione di Olten presenta per il SEV molte sfide e diverse opportunità pmo Nelle stazioni di dieci paesi d’Europa, Svizzera compresa, giovedì scorso si è svolto un volantinaggio a favore del mantenimento dell’accompagnamento sui treni da parte di professionisti. Un’azione molto ben accolta dalle per- sone che giudicano la presenza del per- sonale treno indispensabile. Per la si- curezza, ma non solo. A un anno dall’apertura della galleria di base, la commissione centrale della ZPV ha voluto marcare presenza in Tici- no, anche perché le FFS vogliono sop- primere la scorta sui treni che percorre- ranno la vecchia linea di montagna. La popolazione, come ha mostrato il suc- cesso dell’azione, è dalla parte della ZPV. E ha ringraziato il sindacato. a pagina 16 I viaggiatori e le viaggiatrici hanno ben accolto l’azione dell’ETF e della ZPV/SEV Dalla parte del personale treno SEV Con il proposto risanamento della galleria stradale del Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Consiglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi di politica dei trasporti. La costruzione di una seconda canna scardina completa- mente gli investimenti nell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta le promesse di trasferire il traffico pesante dalla strada alla ferrovia. a pagina 2 No al raddoppio

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Page 1: Contatto sev 2015 19

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 19

5 novembre201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Peter Peyer, ovvero ilSEV nelle regioni dimontagna.

Pagine 6 e 7

IntervistaL’USS denuncia il modo di agire del Consigliofederale che su pressione degli assicuratori,riduce il tasso di interesse minimo.

Pagina 4

LPP: assicurati gabbatiNon solo lusso:pigioni accessibiliper tutti in Svizzera.

Pagina 5

Iniziativa popolarefrg

Attraverso un suggestivo ed efficace re-portage, contatto.sev vi porta alla sco-perta di Olten, attraverso le sue stra-de, i suoi quartieri. Ogni tappa ha ilsuo punto forte, le sue caratteristiche.Un affresco che ci fa vedere come Ol-ten si muove e si sviluppa grazie allaferrovia. Tremila dipendenti rappre-sentano per il SEV anche una grandesfida e diverse opportunità che il sin-dacato intende cogliere.

alle pagine 8, 9 e 10

Olten rifiorisce sui binariA 160 anni dall’avvento delleferrovie, Olten vede risorgerela sua funzione di città ferro-viaria. Oggi le FFS vi contanooltre 2700 collaboratori. Con-tando anche le filiali, arrivia-mo a 3000 e la tendenza èancora in crescita, seppur me-no marcata. Ecco una panora-mica.

La situazione di Olten presenta per il SEV molte sfide e diverse opportunità

pmo

Nelle stazioni di dieci paesi d’Europa,Svizzera compresa, giovedì scorso si èsvolto un volantinaggio a favore delmantenimento dell’accompagnamentosui treni da parte di professionisti.Un’azione molto ben accolta dalle per-sone che giudicano la presenza del per-sonale treno indispensabile. Per la si-curezza, ma non solo.A un anno dall’apertura della galleria di

base, la commissione centrale dellaZPV ha voluto marcare presenza in Tici-no, anche perché le FFS vogliono sop-primere la scorta sui treni che percorre-ranno la vecchia linea di montagna. Lapopolazione, come ha mostrato il suc-cesso dell’azione, è dalla parte dellaZPV. E ha ringraziato il sindacato.

a pagina 16

I viaggiatori e le viaggiatrici hanno ben accolto l’azione dell’ETF e della ZPV/SEV

Dalla parte del personale treno

SEV

Con il proposto risanamento dellagalleria stradale del Gottardo tramiteil raddoppio del tunnel, il Consigliofederale stravolge i suoi stessi obiettividi politica dei trasporti. La costruzione diuna seconda canna scardina completa-mente gli investimenti nell’opera delsecolo dell’Alptransit e annienta lepromesse di trasferire il traffico pesantedalla strada alla ferrovia.

a pagina 2

No al raddoppio

Page 2: Contatto sev 2015 19

ATTUALITÀ ATTUALITÀ........

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........ 2contatto.sevN. 19/155.11.2015

contatto.sevN. 19/155.11.2015

Passante ferroviario■ Il nuovo passante ferroviariodi Zurigo è stato inauguratoufficialmente l’altra settimanaa conclusione della secondatappa di lavori. Dal 13 dicem-bre, con il cambiamentodell’orario FFS, anche i treni alunga percorrenza sull’asseEst-Ovest potranno attraversarela città evitando il «vicolocieco» della stazione centrale.Il nuovo passante ferroviario - olinea di transito Altstetten-Zuri-go-Oerlikon (in tedesco «Durch-messerlinie» o DML) - compren-de due imponenti viadotti,lunghi rispettivamente 1156 e394 metri, che scavalcano ivecchi binari tra la stazionecentrale e Zurigo-Altstetten.

13,2 miliardi sui binari■ Con l’entrata in vigore delledisposizioni relative al finanzia-mento e all’ampliamentodell’infrastruttura ferroviaria(FAIF), dal 2016 la Confederazio-ne sarà responsabile per ilfinanziamento dell’interainfrastruttura ferroviaria. Adifferenza dell’infrastrutturadelle FFS, il cui finanziamento ègià di esclusiva competenzadella Confederazione, nel casodelle ferrovie private i costi noncoperti dell’infrastrutturavengono condivisi con i Cantoni.Per il finanziamento dell’eserci-zio e del mantenimento dellaqualità dell’intera infrastrutturaferroviaria, l’UFT propone unlimite di spesa di 13,2 miliardidi franchi per i prossimi quattroanni: 7,6 miliardi sono destinatialla convenzione sulle presta-zioni con le FFS e 4,9 miliardialle convenzioni con le ferrovieprivate; 0,2 miliardi sonoprevisti a titolo opzionale. Inecessari mezzi finanziari sonoassicurati attraverso il Fondoper l’infrastruttura ferroviaria(FIF) istituito sulla base delledisposizioni FAIF. I Cantoni,esonerati dal finanziamentodiretto dell’infrastruttura delleferrovie private, versano nelfondo un contributo annuo di500 milioni di franchi. Oltre allimite di spesa, la Confederazio-ne stabilisce anche gli obiettiviin materia di esercizio, manteni-mento e sviluppo tecnicodell’infrastruttura ferroviaria.

IN BREVE

Se non ci saranno cambiamen-ti, il SEV inviterà i dipendenti arespingere i risultati dei nego-ziati durante l’assemblea pre-vista. Molti punti essenziali, in-fatti, non hanno potuto esserenegoziati perché la direzione

ha alzato un muro, impedendoil confronto. Un esempio: l’an-zianità a livello salariale, bloc-cata a 41,50 franchi mentreammonta attualmente a 65franchi. Christian Fankhauser,segretario sindacale, commen-ta: «Cerchiamo di elevare que-sto CCL. Vogliamo 80 franchiper l’anzianità. La direzionesta peggiorando le condizionie dice no a tutto quanto propo-niamo. Se parlassimo ai muridella cattedrale, avremmo del-le risposte».I peggioramenti toccano anchealtri settori, come quello dellamanutenzione. Se nulla simuoverà, il SEV organizzerà

una votazionegenerale, invi-tando il per-sonale a re-spingere leproposte o me-glio le non pro-poste della di-rezione. Restacomunque invigore il CCL at-tuale. Intanto ilpersonale hamostrato il pro-prio disagiosulla Piazza Saint-François. IlSEV è stato chiaro: «Non ab-basseremo le braccia dopo 18mesi di negoziati».

E già si sente l’aria della mobi-litazione per difendere lavoro edignità.

Per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro

È calato il gelo da partedella direzione dei tlmentre cresce lo scon-tento dei dipendenti. Ivertici aziendali si rifiu-tano di discutere alcunipunti che per il SEV so-no insoddisfacenti.Protesta sulla piazzaSaint-François.

Trasporti di Losanna: è muroHes

Rossi di rabbia.

Il Sindacato del personale deitrasporti tira un sospiro di sol-lievo nell’apprendere che leFFS hanno deciso di usare eampliare le loro competenze inmateria di manutenzione deiloro veicoli. Da tempo il SEVchiede alle FFS di impegnarsisenza sosta per le proprie offi-cine di manutenzione. Ora ècosa fatta: l’esternalizzazioneper le composizioni ETR 610resterà una parentesi.La manutenzione deve restareuna competenza chiave delleimprese ferroviarie. «Se i fab-bricanti assicurano i lavori dimanutenzione – una tendenzadi moda in Europa, peraltro in-coraggiata a livello politicopoiché inserita nel 4° pacchet-to ferroviario – le ferrovie nediventerebbero dipendenti,con conseguenze tutt’altro da

sottovalutare», sottolinea ilpresidente del SEV GiorgioTuti. A parte la perdita di com-petenze, occorre anche consi-derare il rischio che per i40 anni di vita di un veicolo,il fabbricante potrebbe essereoggetto di una vendita, diun’esternalizzazione o addirit-tura scomparire. Nell’interessedella ferrovia integrata, una si-mile evoluzione non può rien-trare in linea di conto.Anche le Officine di Bellinzonadevono in qualche modo trarrevantaggio dalla manutenzionedelle composizioni Giruno:

«Gli unici stabilimenti indu-striali delle FFS sull’asse delGottardo devono essere coin-volti nei compiti di manuten-zione» aggiunge il vicepre-sidente del SEV ManuelAvallone. Anche in questo casoil SEV e con il sindacato tutto ilpersonale delle Officine e tuttoil Cantone Ticino, attendono ilriconoscimento delle FFS . Do-po le officine di Olten, Bienne,e Yverdon, anche Bellinzonadeve avere un avvenire sicuroin veste di centro regionale.

Manutenzione alle FFSAvrebbe dovuto essereun’evidenza e alla fine èstata presa la buona de-cisione: le FFS si occu-peranno della manuten-zione dei nuovi treni delGottardo nelle proprieofficine.

L’unica buona decisione possibile per il SEV

FFS

Fermata ai box a Bellinzona?

Con i piani di un secondo tun-nel stradale, il Consiglio fede-rale silura i propri obiettivi dipolitica dei trasporti. Invece diincoraggiare il trasferimentodel traffico merci dalla stradaalla ferrovia, manda un segna-le sbagliato all’interno del pae-se e all’Unione europea (UE).Un secondo tubo al Gottardoincoraggerebbe il settore deitrasporti ad aumentare ulte-riormente il volume di traspor-to sulla strada. L’aumento deltraffico dei camion dell’UE met-terebbe in pericolo la sicurezzastradale al Gottardo. Come hadimostrato uno studio dell’Uffi-cio prevenzione infortuni (upi),basterebbe un aumento deltraffico del 3 percento per an-nullare la maggior sicurezzapossibile con una secondacanna di galleria, poiché cre-scerebbe il rischio d’incidenti

sull’intero asse sud-nord. Inol-tre, il traffico supplementaresignifica anche più rumore epiù inquinamento dell’aria – ascapito della nostra salute. Lagalleria del Gottardo e l’interoasse nord-sud diventano piùsicuri se le merci in transito so-no trasportate sulla ferrovia. Lapiù lunga galleria ferroviariadel mondo sarà inaugurata il1° giugno 2016.La concorrenza d’un secondotunnel stradale rischia di vani-ficare i 24 miliardi di franchiche il popolo svizzero ha mes-so a disposizione per la costru-zione dell’Alptransit – notabene: con la promessa delConsiglio federale di trasferireil traffico pesante dalla stradaalle rotaie. La galleria ferrovia-ria di base del Gottardo daràanche un notevole impulsoeconomico al Ticino, come di-

mostra l’esperienza del Vallesecon la nuova galleria ferrovia-ria del Lötschberg.L’ATA deplora che il Consigliofederale si sia lasciato trasci-nare sulle tesi raddoppiste. Perl’ATA la seconda canna è chia-ramente un investimento sba-gliato. Infatti, i veri problemi ditraffico della Svizzera non sonoquelli del Gottardo, ma quellidegli agglomerati. Mentre, inmedia, solo 17 000 veicoli at-traversano giornalmente la gal-leria del Gottardo – meno diquanti ne passano a MinusioVerbanella – sull’A2 attorno aLugano sono già circa 57 000 eal Gubrist, a nord di Zurigo,ben più di 100 000 al giorno.Insieme a 50 altre organizza-zioni l’ATA si impegna affinchéil 28 febbraio 2016 le votanti ei votanti respingano decisa-

mente il raddoppio della galle-ria stradale del Gottardo.Anche le altre organizzazionicontrarie alla costruzione di unsecondo tunnel autostradale alSan Gottardo hanno fatto sen-tire la propria voce: «Una se-conda galleria attira i camioneuropei in transito, costa 3 mi-liardi di franchi in più rispettoalla soluzione del trasbordo edanneggia fortemente la nuovatraversale ferroviaria alpina»,afferma per esempio in un co-municato l’Iniziativa delle Alpi.«Il periodo del risanamento deltunnel esistente può essere su-perato in modo sicuro ed effi-ciente con il trasbordo su treninavetta, senza che il canton Ti-cino resti isolato», fanno nota-re esponenti di altri enti, qualil’Associazione «No al raddop-pio» e il Sindacato del perso-nale dei trasporti. «L’articolocostituzionale sul trasferimen-to e sulla protezione delle Alpinon viene applicato da 20 an-ni, ma viene rimandato neltempo e questo è inaccettabi-le», lamenta Jon Pult, co-presi-dente dell’Associazione «No alraddoppio» e presidente del-l’Iniziativa delle Alpi.

Con il proposto risanamento della galleria stradaledel Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Con-siglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi dipolitica dei trasporti. La costruzione di una secon-da canna scardina completamente gli investimentinell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta lepromesse di trasferire il traffico pesante dalla stra-da alla ferrovia.

Gottardo: obiettivi stravoltiLe organizzazioni contro il raddoppio commentano la posizione del Consiglio federale

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gi

Personale delle Officine FFS di Bellinzona in assemblea

Il personale delle Officine FFS di Bellinzona si è riunito martedì 3 novembre in un’assembleaconvocata dalla CoPe e dai sindacati nella ormai storica pittureria per discutere la delicatasituazione dello stabilimento. Al termine, ha voltato una risoluzione in cui richiama le FFSal rispetto degli impegni presi per la fornitura di volumi di lavoro analoghi a quelli del 2013per permettere la piena implementazione del centro di competenze.

Per la maggior parte dei diretti interessati, il tra-sferimento a Olten ha significato ben più di unsemplice cambio del posto di lavoro. Per alcuni siè trattato di un trasloco dopo anni senza cambia-menti alla stessa scrivania, per altri, soprattuttopresso FFS Cargo, di un’ulteriore tappa di un giroforzato della Svizzera che in 15 anni li ha portatida Berna a Friborgo, a Basilea e infine a Olten.

Nei confronti di questi trasferimenti regna comun-que un diffuso scetticismo. Le FFS hanno impostoil trasferimento a Olten in base a considerazionieconomiche e non certo per quanto la regione puòoffrire al personale. A Olten, gli uffici costano me-no che a Berna o a Basilea e i costi del personalesono inferiori.

Il SEV è sempre stato piuttosto critico nei confrontidei processi di centralizzazione e di trasferimentoe ha più volte manifestato questo suo punto di vi-sta. Ha pure operato affinché a Olten sorgesse«solo» una centrale d’esercizio, invece del «RailControl Center» per tutta la Svizzera, di cui si è alungo discusso. Come si è premurato di includerenel Contratto collettivo di lavoro buone regolamen-tazioni in caso di trasferimento di posti di lavoro.A livello individuale interviene pure costantementeaffinché singoli casi ottengano condizioni anchemigliori di quelle previste dal CCL.

D’altra parte, il SEV si è pure impegnato ad accom-pagnare le riorganizzazioni invece di combatterle.

I dipendenti che un tempo dovevano saper calco-lare il prezzo del trasporto di una mucca da A a B econoscere il significato di un segnale con una luceverde e una arancione, ora si ritrovano davantiuna buona dozzina di schermi, mentre altri specia-listi hanno dovuto lasciare il loro ufficio per ritro-varsi proiettati su posti di lavoro anonimi in vastiuffici «open space». Durante il mio giro, ho incon-trato facce tristi, ma anche avuto riscontri positivisulla qualità dei posti di lavoro offerti. In ogni mo-do, si tratta sempre di cambiamenti dolorosi.

Per questo il SEV non può restare alla finestra, madeve marcar presenza e occuparsi di questi cambia-menti. Deve vedere e sentire i problemi dei suoimembri, che possono andare dalle accuse di mob-bing, alle disposizioni sull’abbigliamento o allacancellazione dell’indennità regionale e risponderepresente. A Olten e anche altrove.

EDITORIALE

«Per questo il SEV non può restare alla finestra,ma deve marcar presenza. A Olten e anchealtrove». contatto.sev

ATTUALITÀ ATTUALITÀ........

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........ 3contatto.sevN. 19/155.11.2015

contatto.sevN. 19/155.11.2015

Passante ferroviario■ Il nuovo passante ferroviariodi Zurigo è stato inauguratoufficialmente l’altra settimanaa conclusione della secondatappa di lavori. Dal 13 dicem-bre, con il cambiamentodell’orario FFS, anche i treni alunga percorrenza sull’asseEst-Ovest potranno attraversarela città evitando il «vicolocieco» della stazione centrale.Il nuovo passante ferroviario - olinea di transito Altstetten-Zuri-go-Oerlikon (in tedesco «Durch-messerlinie» o DML) - compren-de due imponenti viadotti,lunghi rispettivamente 1156 e394 metri, che scavalcano ivecchi binari tra la stazionecentrale e Zurigo-Altstetten.

13,2 miliardi sui binari■ Con l’entrata in vigore delledisposizioni relative al finanzia-mento e all’ampliamentodell’infrastruttura ferroviaria(FAIF), dal 2016 la Confederazio-ne sarà responsabile per ilfinanziamento dell’interainfrastruttura ferroviaria. Adifferenza dell’infrastrutturadelle FFS, il cui finanziamento ègià di esclusiva competenzadella Confederazione, nel casodelle ferrovie private i costi noncoperti dell’infrastrutturavengono condivisi con i Cantoni.Per il finanziamento dell’eserci-zio e del mantenimento dellaqualità dell’intera infrastrutturaferroviaria, l’UFT propone unlimite di spesa di 13,2 miliardidi franchi per i prossimi quattroanni: 7,6 miliardi sono destinatialla convenzione sulle presta-zioni con le FFS e 4,9 miliardialle convenzioni con le ferrovieprivate; 0,2 miliardi sonoprevisti a titolo opzionale. Inecessari mezzi finanziari sonoassicurati attraverso il Fondoper l’infrastruttura ferroviaria(FIF) istituito sulla base delledisposizioni FAIF. I Cantoni,esonerati dal finanziamentodiretto dell’infrastruttura delleferrovie private, versano nelfondo un contributo annuo di500 milioni di franchi. Oltre allimite di spesa, la Confederazio-ne stabilisce anche gli obiettiviin materia di esercizio, manteni-mento e sviluppo tecnicodell’infrastruttura ferroviaria.

IN BREVE

Se non ci saranno cambiamen-ti, il SEV inviterà i dipendenti arespingere i risultati dei nego-ziati durante l’assemblea pre-vista. Molti punti essenziali, in-fatti, non hanno potuto esserenegoziati perché la direzione

ha alzato un muro, impedendoil confronto. Un esempio: l’an-zianità a livello salariale, bloc-cata a 41,50 franchi mentreammonta attualmente a 65franchi. Christian Fankhauser,segretario sindacale, commen-ta: «Cerchiamo di elevare que-sto CCL. Vogliamo 80 franchiper l’anzianità. La direzionesta peggiorando le condizionie dice no a tutto quanto propo-niamo. Se parlassimo ai muridella cattedrale, avremmo del-le risposte».I peggioramenti toccano anchealtri settori, come quello dellamanutenzione. Se nulla simuoverà, il SEV organizzerà

una votazionegenerale, invi-tando il per-sonale a re-spingere leproposte o me-glio le non pro-poste della di-rezione. Restacomunque invigore il CCL at-tuale. Intanto ilpersonale hamostrato il pro-prio disagiosulla Piazza Saint-François. IlSEV è stato chiaro: «Non ab-basseremo le braccia dopo 18mesi di negoziati».

E già si sente l’aria della mobi-litazione per difendere lavoro edignità.

Per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro

È calato il gelo da partedella direzione dei tlmentre cresce lo scon-tento dei dipendenti. Ivertici aziendali si rifiu-tano di discutere alcunipunti che per il SEV so-no insoddisfacenti.Protesta sulla piazzaSaint-François.

Trasporti di Losanna: è muroHes

Rossi di rabbia.

Il Sindacato del personale deitrasporti tira un sospiro di sol-lievo nell’apprendere che leFFS hanno deciso di usare eampliare le loro competenze inmateria di manutenzione deiloro veicoli. Da tempo il SEVchiede alle FFS di impegnarsisenza sosta per le proprie offi-cine di manutenzione. Ora ècosa fatta: l’esternalizzazioneper le composizioni ETR 610resterà una parentesi.La manutenzione deve restareuna competenza chiave delleimprese ferroviarie. «Se i fab-bricanti assicurano i lavori dimanutenzione – una tendenzadi moda in Europa, peraltro in-coraggiata a livello politicopoiché inserita nel 4° pacchet-to ferroviario – le ferrovie nediventerebbero dipendenti,con conseguenze tutt’altro da

sottovalutare», sottolinea ilpresidente del SEV GiorgioTuti. A parte la perdita di com-petenze, occorre anche consi-derare il rischio che per i40 anni di vita di un veicolo,il fabbricante potrebbe essereoggetto di una vendita, diun’esternalizzazione o addirit-tura scomparire. Nell’interessedella ferrovia integrata, una si-mile evoluzione non può rien-trare in linea di conto.Anche le Officine di Bellinzonadevono in qualche modo trarrevantaggio dalla manutenzionedelle composizioni Giruno:

«Gli unici stabilimenti indu-striali delle FFS sull’asse delGottardo devono essere coin-volti nei compiti di manuten-zione» aggiunge il vicepre-sidente del SEV ManuelAvallone. Anche in questo casoil SEV e con il sindacato tutto ilpersonale delle Officine e tuttoil Cantone Ticino, attendono ilriconoscimento delle FFS . Do-po le officine di Olten, Bienne,e Yverdon, anche Bellinzonadeve avere un avvenire sicuroin veste di centro regionale.

Manutenzione alle FFSAvrebbe dovuto essereun’evidenza e alla fine èstata presa la buona de-cisione: le FFS si occu-peranno della manuten-zione dei nuovi treni delGottardo nelle proprieofficine.

L’unica buona decisione possibile per il SEV

FFS

Fermata ai box a Bellinzona?

Con i piani di un secondo tun-nel stradale, il Consiglio fede-rale silura i propri obiettivi dipolitica dei trasporti. Invece diincoraggiare il trasferimentodel traffico merci dalla stradaalla ferrovia, manda un segna-le sbagliato all’interno del pae-se e all’Unione europea (UE).Un secondo tubo al Gottardoincoraggerebbe il settore deitrasporti ad aumentare ulte-riormente il volume di traspor-to sulla strada. L’aumento deltraffico dei camion dell’UE met-terebbe in pericolo la sicurezzastradale al Gottardo. Come hadimostrato uno studio dell’Uffi-cio prevenzione infortuni (upi),basterebbe un aumento deltraffico del 3 percento per an-nullare la maggior sicurezzapossibile con una secondacanna di galleria, poiché cre-scerebbe il rischio d’incidenti

sull’intero asse sud-nord. Inol-tre, il traffico supplementaresignifica anche più rumore epiù inquinamento dell’aria – ascapito della nostra salute. Lagalleria del Gottardo e l’interoasse nord-sud diventano piùsicuri se le merci in transito so-no trasportate sulla ferrovia. Lapiù lunga galleria ferroviariadel mondo sarà inaugurata il1° giugno 2016.La concorrenza d’un secondotunnel stradale rischia di vani-ficare i 24 miliardi di franchiche il popolo svizzero ha mes-so a disposizione per la costru-zione dell’Alptransit – notabene: con la promessa delConsiglio federale di trasferireil traffico pesante dalla stradaalle rotaie. La galleria ferrovia-ria di base del Gottardo daràanche un notevole impulsoeconomico al Ticino, come di-

mostra l’esperienza del Vallesecon la nuova galleria ferrovia-ria del Lötschberg.L’ATA deplora che il Consigliofederale si sia lasciato trasci-nare sulle tesi raddoppiste. Perl’ATA la seconda canna è chia-ramente un investimento sba-gliato. Infatti, i veri problemi ditraffico della Svizzera non sonoquelli del Gottardo, ma quellidegli agglomerati. Mentre, inmedia, solo 17 000 veicoli at-traversano giornalmente la gal-leria del Gottardo – meno diquanti ne passano a MinusioVerbanella – sull’A2 attorno aLugano sono già circa 57 000 eal Gubrist, a nord di Zurigo,ben più di 100 000 al giorno.Insieme a 50 altre organizza-zioni l’ATA si impegna affinchéil 28 febbraio 2016 le votanti ei votanti respingano decisa-

mente il raddoppio della galle-ria stradale del Gottardo.Anche le altre organizzazionicontrarie alla costruzione di unsecondo tunnel autostradale alSan Gottardo hanno fatto sen-tire la propria voce: «Una se-conda galleria attira i camioneuropei in transito, costa 3 mi-liardi di franchi in più rispettoalla soluzione del trasbordo edanneggia fortemente la nuovatraversale ferroviaria alpina»,afferma per esempio in un co-municato l’Iniziativa delle Alpi.«Il periodo del risanamento deltunnel esistente può essere su-perato in modo sicuro ed effi-ciente con il trasbordo su treninavetta, senza che il canton Ti-cino resti isolato», fanno nota-re esponenti di altri enti, qualil’Associazione «No al raddop-pio» e il Sindacato del perso-nale dei trasporti. «L’articolocostituzionale sul trasferimen-to e sulla protezione delle Alpinon viene applicato da 20 an-ni, ma viene rimandato neltempo e questo è inaccettabi-le», lamenta Jon Pult, co-presi-dente dell’Associazione «No alraddoppio» e presidente del-l’Iniziativa delle Alpi.

Con il proposto risanamento della galleria stradaledel Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Con-siglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi dipolitica dei trasporti. La costruzione di una secon-da canna scardina completamente gli investimentinell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta lepromesse di trasferire il traffico pesante dalla stra-da alla ferrovia.

Gottardo: obiettivi stravoltiLe organizzazioni contro il raddoppio commentano la posizione del Consiglio federale

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Personale delle Officine FFS di Bellinzona in assemblea

Il personale delle Officine FFS di Bellinzona si è riunito martedì 3 novembre in un’assembleaconvocata dalla CoPe e dai sindacati nella ormai storica pittureria per discutere la delicatasituazione dello stabilimento. Al termine, ha voltato una risoluzione in cui richiama le FFSal rispetto degli impegni presi per la fornitura di volumi di lavoro analoghi a quelli del 2013per permettere la piena implementazione del centro di competenze.

Per la maggior parte dei diretti interessati, il tra-sferimento a Olten ha significato ben più di unsemplice cambio del posto di lavoro. Per alcuni siè trattato di un trasloco dopo anni senza cambia-menti alla stessa scrivania, per altri, soprattuttopresso FFS Cargo, di un’ulteriore tappa di un giroforzato della Svizzera che in 15 anni li ha portatida Berna a Friborgo, a Basilea e infine a Olten.

Nei confronti di questi trasferimenti regna comun-que un diffuso scetticismo. Le FFS hanno impostoil trasferimento a Olten in base a considerazionieconomiche e non certo per quanto la regione puòoffrire al personale. A Olten, gli uffici costano me-no che a Berna o a Basilea e i costi del personalesono inferiori.

Il SEV è sempre stato piuttosto critico nei confrontidei processi di centralizzazione e di trasferimentoe ha più volte manifestato questo suo punto di vi-sta. Ha pure operato affinché a Olten sorgesse«solo» una centrale d’esercizio, invece del «RailControl Center» per tutta la Svizzera, di cui si è alungo discusso. Come si è premurato di includerenel Contratto collettivo di lavoro buone regolamen-tazioni in caso di trasferimento di posti di lavoro.A livello individuale interviene pure costantementeaffinché singoli casi ottengano condizioni anchemigliori di quelle previste dal CCL.

D’altra parte, il SEV si è pure impegnato ad accom-pagnare le riorganizzazioni invece di combatterle.

I dipendenti che un tempo dovevano saper calco-lare il prezzo del trasporto di una mucca da A a B econoscere il significato di un segnale con una luceverde e una arancione, ora si ritrovano davantiuna buona dozzina di schermi, mentre altri specia-listi hanno dovuto lasciare il loro ufficio per ritro-varsi proiettati su posti di lavoro anonimi in vastiuffici «open space». Durante il mio giro, ho incon-trato facce tristi, ma anche avuto riscontri positivisulla qualità dei posti di lavoro offerti. In ogni mo-do, si tratta sempre di cambiamenti dolorosi.

Per questo il SEV non può restare alla finestra, madeve marcar presenza e occuparsi di questi cambia-menti. Deve vedere e sentire i problemi dei suoimembri, che possono andare dalle accuse di mob-bing, alle disposizioni sull’abbigliamento o allacancellazione dell’indennità regionale e risponderepresente. A Olten e anche altrove.

EDITORIALE

«Per questo il SEV non può restare alla finestra,ma deve marcar presenza. A Olten e anchealtrove». contatto.sev

Page 3: Contatto sev 2015 19

ATTUALITÀ ATTUALITÀ........

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........ 2contatto.sevN. 19/155.11.2015

contatto.sevN. 19/155.11.2015

Passante ferroviario■ Il nuovo passante ferroviariodi Zurigo è stato inauguratoufficialmente l’altra settimanaa conclusione della secondatappa di lavori. Dal 13 dicem-bre, con il cambiamentodell’orario FFS, anche i treni alunga percorrenza sull’asseEst-Ovest potranno attraversarela città evitando il «vicolocieco» della stazione centrale.Il nuovo passante ferroviario - olinea di transito Altstetten-Zuri-go-Oerlikon (in tedesco «Durch-messerlinie» o DML) - compren-de due imponenti viadotti,lunghi rispettivamente 1156 e394 metri, che scavalcano ivecchi binari tra la stazionecentrale e Zurigo-Altstetten.

13,2 miliardi sui binari■ Con l’entrata in vigore delledisposizioni relative al finanzia-mento e all’ampliamentodell’infrastruttura ferroviaria(FAIF), dal 2016 la Confederazio-ne sarà responsabile per ilfinanziamento dell’interainfrastruttura ferroviaria. Adifferenza dell’infrastrutturadelle FFS, il cui finanziamento ègià di esclusiva competenzadella Confederazione, nel casodelle ferrovie private i costi noncoperti dell’infrastrutturavengono condivisi con i Cantoni.Per il finanziamento dell’eserci-zio e del mantenimento dellaqualità dell’intera infrastrutturaferroviaria, l’UFT propone unlimite di spesa di 13,2 miliardidi franchi per i prossimi quattroanni: 7,6 miliardi sono destinatialla convenzione sulle presta-zioni con le FFS e 4,9 miliardialle convenzioni con le ferrovieprivate; 0,2 miliardi sonoprevisti a titolo opzionale. Inecessari mezzi finanziari sonoassicurati attraverso il Fondoper l’infrastruttura ferroviaria(FIF) istituito sulla base delledisposizioni FAIF. I Cantoni,esonerati dal finanziamentodiretto dell’infrastruttura delleferrovie private, versano nelfondo un contributo annuo di500 milioni di franchi. Oltre allimite di spesa, la Confederazio-ne stabilisce anche gli obiettiviin materia di esercizio, manteni-mento e sviluppo tecnicodell’infrastruttura ferroviaria.

IN BREVE

Se non ci saranno cambiamen-ti, il SEV inviterà i dipendenti arespingere i risultati dei nego-ziati durante l’assemblea pre-vista. Molti punti essenziali, in-fatti, non hanno potuto esserenegoziati perché la direzione

ha alzato un muro, impedendoil confronto. Un esempio: l’an-zianità a livello salariale, bloc-cata a 41,50 franchi mentreammonta attualmente a 65franchi. Christian Fankhauser,segretario sindacale, commen-ta: «Cerchiamo di elevare que-sto CCL. Vogliamo 80 franchiper l’anzianità. La direzionesta peggiorando le condizionie dice no a tutto quanto propo-niamo. Se parlassimo ai muridella cattedrale, avremmo del-le risposte».I peggioramenti toccano anchealtri settori, come quello dellamanutenzione. Se nulla simuoverà, il SEV organizzerà

una votazionegenerale, invi-tando il per-sonale a re-spingere leproposte o me-glio le non pro-poste della di-rezione. Restacomunque invigore il CCL at-tuale. Intanto ilpersonale hamostrato il pro-prio disagiosulla Piazza Saint-François. IlSEV è stato chiaro: «Non ab-basseremo le braccia dopo 18mesi di negoziati».

E già si sente l’aria della mobi-litazione per difendere lavoro edignità.

Per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro

È calato il gelo da partedella direzione dei tlmentre cresce lo scon-tento dei dipendenti. Ivertici aziendali si rifiu-tano di discutere alcunipunti che per il SEV so-no insoddisfacenti.Protesta sulla piazzaSaint-François.

Trasporti di Losanna: è muroHes

Rossi di rabbia.

Il Sindacato del personale deitrasporti tira un sospiro di sol-lievo nell’apprendere che leFFS hanno deciso di usare eampliare le loro competenze inmateria di manutenzione deiloro veicoli. Da tempo il SEVchiede alle FFS di impegnarsisenza sosta per le proprie offi-cine di manutenzione. Ora ècosa fatta: l’esternalizzazioneper le composizioni ETR 610resterà una parentesi.La manutenzione deve restareuna competenza chiave delleimprese ferroviarie. «Se i fab-bricanti assicurano i lavori dimanutenzione – una tendenzadi moda in Europa, peraltro in-coraggiata a livello politicopoiché inserita nel 4° pacchet-to ferroviario – le ferrovie nediventerebbero dipendenti,con conseguenze tutt’altro da

sottovalutare», sottolinea ilpresidente del SEV GiorgioTuti. A parte la perdita di com-petenze, occorre anche consi-derare il rischio che per i40 anni di vita di un veicolo,il fabbricante potrebbe essereoggetto di una vendita, diun’esternalizzazione o addirit-tura scomparire. Nell’interessedella ferrovia integrata, una si-mile evoluzione non può rien-trare in linea di conto.Anche le Officine di Bellinzonadevono in qualche modo trarrevantaggio dalla manutenzionedelle composizioni Giruno:

«Gli unici stabilimenti indu-striali delle FFS sull’asse delGottardo devono essere coin-volti nei compiti di manuten-zione» aggiunge il vicepre-sidente del SEV ManuelAvallone. Anche in questo casoil SEV e con il sindacato tutto ilpersonale delle Officine e tuttoil Cantone Ticino, attendono ilriconoscimento delle FFS . Do-po le officine di Olten, Bienne,e Yverdon, anche Bellinzonadeve avere un avvenire sicuroin veste di centro regionale.

Manutenzione alle FFSAvrebbe dovuto essereun’evidenza e alla fine èstata presa la buona de-cisione: le FFS si occu-peranno della manuten-zione dei nuovi treni delGottardo nelle proprieofficine.

L’unica buona decisione possibile per il SEV

FFS

Fermata ai box a Bellinzona?

Con i piani di un secondo tun-nel stradale, il Consiglio fede-rale silura i propri obiettivi dipolitica dei trasporti. Invece diincoraggiare il trasferimentodel traffico merci dalla stradaalla ferrovia, manda un segna-le sbagliato all’interno del pae-se e all’Unione europea (UE).Un secondo tubo al Gottardoincoraggerebbe il settore deitrasporti ad aumentare ulte-riormente il volume di traspor-to sulla strada. L’aumento deltraffico dei camion dell’UE met-terebbe in pericolo la sicurezzastradale al Gottardo. Come hadimostrato uno studio dell’Uffi-cio prevenzione infortuni (upi),basterebbe un aumento deltraffico del 3 percento per an-nullare la maggior sicurezzapossibile con una secondacanna di galleria, poiché cre-scerebbe il rischio d’incidenti

sull’intero asse sud-nord. Inol-tre, il traffico supplementaresignifica anche più rumore epiù inquinamento dell’aria – ascapito della nostra salute. Lagalleria del Gottardo e l’interoasse nord-sud diventano piùsicuri se le merci in transito so-no trasportate sulla ferrovia. Lapiù lunga galleria ferroviariadel mondo sarà inaugurata il1° giugno 2016.La concorrenza d’un secondotunnel stradale rischia di vani-ficare i 24 miliardi di franchiche il popolo svizzero ha mes-so a disposizione per la costru-zione dell’Alptransit – notabene: con la promessa delConsiglio federale di trasferireil traffico pesante dalla stradaalle rotaie. La galleria ferrovia-ria di base del Gottardo daràanche un notevole impulsoeconomico al Ticino, come di-

mostra l’esperienza del Vallesecon la nuova galleria ferrovia-ria del Lötschberg.L’ATA deplora che il Consigliofederale si sia lasciato trasci-nare sulle tesi raddoppiste. Perl’ATA la seconda canna è chia-ramente un investimento sba-gliato. Infatti, i veri problemi ditraffico della Svizzera non sonoquelli del Gottardo, ma quellidegli agglomerati. Mentre, inmedia, solo 17 000 veicoli at-traversano giornalmente la gal-leria del Gottardo – meno diquanti ne passano a MinusioVerbanella – sull’A2 attorno aLugano sono già circa 57 000 eal Gubrist, a nord di Zurigo,ben più di 100 000 al giorno.Insieme a 50 altre organizza-zioni l’ATA si impegna affinchéil 28 febbraio 2016 le votanti ei votanti respingano decisa-

mente il raddoppio della galle-ria stradale del Gottardo.Anche le altre organizzazionicontrarie alla costruzione di unsecondo tunnel autostradale alSan Gottardo hanno fatto sen-tire la propria voce: «Una se-conda galleria attira i camioneuropei in transito, costa 3 mi-liardi di franchi in più rispettoalla soluzione del trasbordo edanneggia fortemente la nuovatraversale ferroviaria alpina»,afferma per esempio in un co-municato l’Iniziativa delle Alpi.«Il periodo del risanamento deltunnel esistente può essere su-perato in modo sicuro ed effi-ciente con il trasbordo su treninavetta, senza che il canton Ti-cino resti isolato», fanno nota-re esponenti di altri enti, qualil’Associazione «No al raddop-pio» e il Sindacato del perso-nale dei trasporti. «L’articolocostituzionale sul trasferimen-to e sulla protezione delle Alpinon viene applicato da 20 an-ni, ma viene rimandato neltempo e questo è inaccettabi-le», lamenta Jon Pult, co-presi-dente dell’Associazione «No alraddoppio» e presidente del-l’Iniziativa delle Alpi.

Con il proposto risanamento della galleria stradaledel Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Con-siglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi dipolitica dei trasporti. La costruzione di una secon-da canna scardina completamente gli investimentinell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta lepromesse di trasferire il traffico pesante dalla stra-da alla ferrovia.

Gottardo: obiettivi stravoltiLe organizzazioni contro il raddoppio commentano la posizione del Consiglio federale

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gi

Personale delle Officine FFS di Bellinzona in assemblea

Il personale delle Officine FFS di Bellinzona si è riunito martedì 3 novembre in un’assembleaconvocata dalla CoPe e dai sindacati nella ormai storica pittureria per discutere la delicatasituazione dello stabilimento. Al termine, ha voltato una risoluzione in cui richiama le FFSal rispetto degli impegni presi per la fornitura di volumi di lavoro analoghi a quelli del 2013per permettere la piena implementazione del centro di competenze.

Per la maggior parte dei diretti interessati, il tra-sferimento a Olten ha significato ben più di unsemplice cambio del posto di lavoro. Per alcuni siè trattato di un trasloco dopo anni senza cambia-menti alla stessa scrivania, per altri, soprattuttopresso FFS Cargo, di un’ulteriore tappa di un giroforzato della Svizzera che in 15 anni li ha portatida Berna a Friborgo, a Basilea e infine a Olten.

Nei confronti di questi trasferimenti regna comun-que un diffuso scetticismo. Le FFS hanno impostoil trasferimento a Olten in base a considerazionieconomiche e non certo per quanto la regione puòoffrire al personale. A Olten, gli uffici costano me-no che a Berna o a Basilea e i costi del personalesono inferiori.

Il SEV è sempre stato piuttosto critico nei confrontidei processi di centralizzazione e di trasferimentoe ha più volte manifestato questo suo punto di vi-sta. Ha pure operato affinché a Olten sorgesse«solo» una centrale d’esercizio, invece del «RailControl Center» per tutta la Svizzera, di cui si è alungo discusso. Come si è premurato di includerenel Contratto collettivo di lavoro buone regolamen-tazioni in caso di trasferimento di posti di lavoro.A livello individuale interviene pure costantementeaffinché singoli casi ottengano condizioni anchemigliori di quelle previste dal CCL.

D’altra parte, il SEV si è pure impegnato ad accom-pagnare le riorganizzazioni invece di combatterle.

I dipendenti che un tempo dovevano saper calco-lare il prezzo del trasporto di una mucca da A a B econoscere il significato di un segnale con una luceverde e una arancione, ora si ritrovano davantiuna buona dozzina di schermi, mentre altri specia-listi hanno dovuto lasciare il loro ufficio per ritro-varsi proiettati su posti di lavoro anonimi in vastiuffici «open space». Durante il mio giro, ho incon-trato facce tristi, ma anche avuto riscontri positivisulla qualità dei posti di lavoro offerti. In ogni mo-do, si tratta sempre di cambiamenti dolorosi.

Per questo il SEV non può restare alla finestra, madeve marcar presenza e occuparsi di questi cambia-menti. Deve vedere e sentire i problemi dei suoimembri, che possono andare dalle accuse di mob-bing, alle disposizioni sull’abbigliamento o allacancellazione dell’indennità regionale e risponderepresente. A Olten e anche altrove.

EDITORIALE

«Per questo il SEV non può restare alla finestra,ma deve marcar presenza. A Olten e anchealtrove». contatto.sev

ATTUALITÀ ATTUALITÀ........

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........ 3contatto.sevN. 19/155.11.2015

contatto.sevN. 19/155.11.2015

Passante ferroviario■ Il nuovo passante ferroviariodi Zurigo è stato inauguratoufficialmente l’altra settimanaa conclusione della secondatappa di lavori. Dal 13 dicem-bre, con il cambiamentodell’orario FFS, anche i treni alunga percorrenza sull’asseEst-Ovest potranno attraversarela città evitando il «vicolocieco» della stazione centrale.Il nuovo passante ferroviario - olinea di transito Altstetten-Zuri-go-Oerlikon (in tedesco «Durch-messerlinie» o DML) - compren-de due imponenti viadotti,lunghi rispettivamente 1156 e394 metri, che scavalcano ivecchi binari tra la stazionecentrale e Zurigo-Altstetten.

13,2 miliardi sui binari■ Con l’entrata in vigore delledisposizioni relative al finanzia-mento e all’ampliamentodell’infrastruttura ferroviaria(FAIF), dal 2016 la Confederazio-ne sarà responsabile per ilfinanziamento dell’interainfrastruttura ferroviaria. Adifferenza dell’infrastrutturadelle FFS, il cui finanziamento ègià di esclusiva competenzadella Confederazione, nel casodelle ferrovie private i costi noncoperti dell’infrastrutturavengono condivisi con i Cantoni.Per il finanziamento dell’eserci-zio e del mantenimento dellaqualità dell’intera infrastrutturaferroviaria, l’UFT propone unlimite di spesa di 13,2 miliardidi franchi per i prossimi quattroanni: 7,6 miliardi sono destinatialla convenzione sulle presta-zioni con le FFS e 4,9 miliardialle convenzioni con le ferrovieprivate; 0,2 miliardi sonoprevisti a titolo opzionale. Inecessari mezzi finanziari sonoassicurati attraverso il Fondoper l’infrastruttura ferroviaria(FIF) istituito sulla base delledisposizioni FAIF. I Cantoni,esonerati dal finanziamentodiretto dell’infrastruttura delleferrovie private, versano nelfondo un contributo annuo di500 milioni di franchi. Oltre allimite di spesa, la Confederazio-ne stabilisce anche gli obiettiviin materia di esercizio, manteni-mento e sviluppo tecnicodell’infrastruttura ferroviaria.

IN BREVE

Se non ci saranno cambiamen-ti, il SEV inviterà i dipendenti arespingere i risultati dei nego-ziati durante l’assemblea pre-vista. Molti punti essenziali, in-fatti, non hanno potuto esserenegoziati perché la direzione

ha alzato un muro, impedendoil confronto. Un esempio: l’an-zianità a livello salariale, bloc-cata a 41,50 franchi mentreammonta attualmente a 65franchi. Christian Fankhauser,segretario sindacale, commen-ta: «Cerchiamo di elevare que-sto CCL. Vogliamo 80 franchiper l’anzianità. La direzionesta peggiorando le condizionie dice no a tutto quanto propo-niamo. Se parlassimo ai muridella cattedrale, avremmo del-le risposte».I peggioramenti toccano anchealtri settori, come quello dellamanutenzione. Se nulla simuoverà, il SEV organizzerà

una votazionegenerale, invi-tando il per-sonale a re-spingere leproposte o me-glio le non pro-poste della di-rezione. Restacomunque invigore il CCL at-tuale. Intanto ilpersonale hamostrato il pro-prio disagiosulla Piazza Saint-François. IlSEV è stato chiaro: «Non ab-basseremo le braccia dopo 18mesi di negoziati».

E già si sente l’aria della mobi-litazione per difendere lavoro edignità.

Per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro

È calato il gelo da partedella direzione dei tlmentre cresce lo scon-tento dei dipendenti. Ivertici aziendali si rifiu-tano di discutere alcunipunti che per il SEV so-no insoddisfacenti.Protesta sulla piazzaSaint-François.

Trasporti di Losanna: è muroHes

Rossi di rabbia.

Il Sindacato del personale deitrasporti tira un sospiro di sol-lievo nell’apprendere che leFFS hanno deciso di usare eampliare le loro competenze inmateria di manutenzione deiloro veicoli. Da tempo il SEVchiede alle FFS di impegnarsisenza sosta per le proprie offi-cine di manutenzione. Ora ècosa fatta: l’esternalizzazioneper le composizioni ETR 610resterà una parentesi.La manutenzione deve restareuna competenza chiave delleimprese ferroviarie. «Se i fab-bricanti assicurano i lavori dimanutenzione – una tendenzadi moda in Europa, peraltro in-coraggiata a livello politicopoiché inserita nel 4° pacchet-to ferroviario – le ferrovie nediventerebbero dipendenti,con conseguenze tutt’altro da

sottovalutare», sottolinea ilpresidente del SEV GiorgioTuti. A parte la perdita di com-petenze, occorre anche consi-derare il rischio che per i40 anni di vita di un veicolo,il fabbricante potrebbe essereoggetto di una vendita, diun’esternalizzazione o addirit-tura scomparire. Nell’interessedella ferrovia integrata, una si-mile evoluzione non può rien-trare in linea di conto.Anche le Officine di Bellinzonadevono in qualche modo trarrevantaggio dalla manutenzionedelle composizioni Giruno:

«Gli unici stabilimenti indu-striali delle FFS sull’asse delGottardo devono essere coin-volti nei compiti di manuten-zione» aggiunge il vicepre-sidente del SEV ManuelAvallone. Anche in questo casoil SEV e con il sindacato tutto ilpersonale delle Officine e tuttoil Cantone Ticino, attendono ilriconoscimento delle FFS . Do-po le officine di Olten, Bienne,e Yverdon, anche Bellinzonadeve avere un avvenire sicuroin veste di centro regionale.

Manutenzione alle FFSAvrebbe dovuto essereun’evidenza e alla fine èstata presa la buona de-cisione: le FFS si occu-peranno della manuten-zione dei nuovi treni delGottardo nelle proprieofficine.

L’unica buona decisione possibile per il SEV

FFS

Fermata ai box a Bellinzona?

Con i piani di un secondo tun-nel stradale, il Consiglio fede-rale silura i propri obiettivi dipolitica dei trasporti. Invece diincoraggiare il trasferimentodel traffico merci dalla stradaalla ferrovia, manda un segna-le sbagliato all’interno del pae-se e all’Unione europea (UE).Un secondo tubo al Gottardoincoraggerebbe il settore deitrasporti ad aumentare ulte-riormente il volume di traspor-to sulla strada. L’aumento deltraffico dei camion dell’UE met-terebbe in pericolo la sicurezzastradale al Gottardo. Come hadimostrato uno studio dell’Uffi-cio prevenzione infortuni (upi),basterebbe un aumento deltraffico del 3 percento per an-nullare la maggior sicurezzapossibile con una secondacanna di galleria, poiché cre-scerebbe il rischio d’incidenti

sull’intero asse sud-nord. Inol-tre, il traffico supplementaresignifica anche più rumore epiù inquinamento dell’aria – ascapito della nostra salute. Lagalleria del Gottardo e l’interoasse nord-sud diventano piùsicuri se le merci in transito so-no trasportate sulla ferrovia. Lapiù lunga galleria ferroviariadel mondo sarà inaugurata il1° giugno 2016.La concorrenza d’un secondotunnel stradale rischia di vani-ficare i 24 miliardi di franchiche il popolo svizzero ha mes-so a disposizione per la costru-zione dell’Alptransit – notabene: con la promessa delConsiglio federale di trasferireil traffico pesante dalla stradaalle rotaie. La galleria ferrovia-ria di base del Gottardo daràanche un notevole impulsoeconomico al Ticino, come di-

mostra l’esperienza del Vallesecon la nuova galleria ferrovia-ria del Lötschberg.L’ATA deplora che il Consigliofederale si sia lasciato trasci-nare sulle tesi raddoppiste. Perl’ATA la seconda canna è chia-ramente un investimento sba-gliato. Infatti, i veri problemi ditraffico della Svizzera non sonoquelli del Gottardo, ma quellidegli agglomerati. Mentre, inmedia, solo 17 000 veicoli at-traversano giornalmente la gal-leria del Gottardo – meno diquanti ne passano a MinusioVerbanella – sull’A2 attorno aLugano sono già circa 57 000 eal Gubrist, a nord di Zurigo,ben più di 100 000 al giorno.Insieme a 50 altre organizza-zioni l’ATA si impegna affinchéil 28 febbraio 2016 le votanti ei votanti respingano decisa-

mente il raddoppio della galle-ria stradale del Gottardo.Anche le altre organizzazionicontrarie alla costruzione di unsecondo tunnel autostradale alSan Gottardo hanno fatto sen-tire la propria voce: «Una se-conda galleria attira i camioneuropei in transito, costa 3 mi-liardi di franchi in più rispettoalla soluzione del trasbordo edanneggia fortemente la nuovatraversale ferroviaria alpina»,afferma per esempio in un co-municato l’Iniziativa delle Alpi.«Il periodo del risanamento deltunnel esistente può essere su-perato in modo sicuro ed effi-ciente con il trasbordo su treninavetta, senza che il canton Ti-cino resti isolato», fanno nota-re esponenti di altri enti, qualil’Associazione «No al raddop-pio» e il Sindacato del perso-nale dei trasporti. «L’articolocostituzionale sul trasferimen-to e sulla protezione delle Alpinon viene applicato da 20 an-ni, ma viene rimandato neltempo e questo è inaccettabi-le», lamenta Jon Pult, co-presi-dente dell’Associazione «No alraddoppio» e presidente del-l’Iniziativa delle Alpi.

Con il proposto risanamento della galleria stradaledel Gottardo tramite il raddoppio del tunnel, il Con-siglio federale stravolge i suoi stessi obiettivi dipolitica dei trasporti. La costruzione di una secon-da canna scardina completamente gli investimentinell’opera del secolo dell’Alptransit e annienta lepromesse di trasferire il traffico pesante dalla stra-da alla ferrovia.

Gottardo: obiettivi stravoltiLe organizzazioni contro il raddoppio commentano la posizione del Consiglio federale

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Personale delle Officine FFS di Bellinzona in assemblea

Il personale delle Officine FFS di Bellinzona si è riunito martedì 3 novembre in un’assembleaconvocata dalla CoPe e dai sindacati nella ormai storica pittureria per discutere la delicatasituazione dello stabilimento. Al termine, ha voltato una risoluzione in cui richiama le FFSal rispetto degli impegni presi per la fornitura di volumi di lavoro analoghi a quelli del 2013per permettere la piena implementazione del centro di competenze.

Per la maggior parte dei diretti interessati, il tra-sferimento a Olten ha significato ben più di unsemplice cambio del posto di lavoro. Per alcuni siè trattato di un trasloco dopo anni senza cambia-menti alla stessa scrivania, per altri, soprattuttopresso FFS Cargo, di un’ulteriore tappa di un giroforzato della Svizzera che in 15 anni li ha portatida Berna a Friborgo, a Basilea e infine a Olten.

Nei confronti di questi trasferimenti regna comun-que un diffuso scetticismo. Le FFS hanno impostoil trasferimento a Olten in base a considerazionieconomiche e non certo per quanto la regione puòoffrire al personale. A Olten, gli uffici costano me-no che a Berna o a Basilea e i costi del personalesono inferiori.

Il SEV è sempre stato piuttosto critico nei confrontidei processi di centralizzazione e di trasferimentoe ha più volte manifestato questo suo punto di vi-sta. Ha pure operato affinché a Olten sorgesse«solo» una centrale d’esercizio, invece del «RailControl Center» per tutta la Svizzera, di cui si è alungo discusso. Come si è premurato di includerenel Contratto collettivo di lavoro buone regolamen-tazioni in caso di trasferimento di posti di lavoro.A livello individuale interviene pure costantementeaffinché singoli casi ottengano condizioni anchemigliori di quelle previste dal CCL.

D’altra parte, il SEV si è pure impegnato ad accom-pagnare le riorganizzazioni invece di combatterle.

I dipendenti che un tempo dovevano saper calco-lare il prezzo del trasporto di una mucca da A a B econoscere il significato di un segnale con una luceverde e una arancione, ora si ritrovano davantiuna buona dozzina di schermi, mentre altri specia-listi hanno dovuto lasciare il loro ufficio per ritro-varsi proiettati su posti di lavoro anonimi in vastiuffici «open space». Durante il mio giro, ho incon-trato facce tristi, ma anche avuto riscontri positivisulla qualità dei posti di lavoro offerti. In ogni mo-do, si tratta sempre di cambiamenti dolorosi.

Per questo il SEV non può restare alla finestra, madeve marcar presenza e occuparsi di questi cambia-menti. Deve vedere e sentire i problemi dei suoimembri, che possono andare dalle accuse di mob-bing, alle disposizioni sull’abbigliamento o allacancellazione dell’indennità regionale e risponderepresente. A Olten e anche altrove.

EDITORIALE

«Per questo il SEV non può restare alla finestra,ma deve marcar presenza. A Olten e anchealtrove». contatto.sev

Page 4: Contatto sev 2015 19

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4 POLITICAcontatto.sevN. 19/155.11.2015

Ma quest’anno, tutto è un po’diverso. Mentre negli scorsianni i dati pubblicati destava-no certamente preoccupazionema non erano messi in discus-sione, quest’autunno la pub-blicazione delle cifre ha creatolo scompiglio. La destra, i da-

tori di lavoro e i rappresentantidell’economia hanno dato lastura a commenti di ogni tipo:grazie alla complicità di certimedia, come per esempio laNZZ, queste persone si affret-tano a mettere in dubbio il la-voro serio dell’Ufficio federaledi statistica (UFS). Sedicentiesperti in materia di parità sa-lariale, si permettono di quali-ficare con l’epiteto di fandoniele analisi dell’UFS e, al contem-po, vantano l’accuratezza deipropri metodi di analisi. Meto-di che, naturalmente, neganol’esistenza di qualsiasi discri-minazione salariale. Ed eccoche le associazioni padronalipubblicano dati su dati, la-sciando trasparire un evidente-mente nervosismo.Indipendentemente dal fattoche questi metodi tanto decan-tati dalla destra e dal padro-nato sono totalmente privi ditrasparenza e la loro indipen-denza scientifica è più chedubbia, il vero punto è questo:la destra, evidentemente con-traria ad un reale controllo del-la parità salariale, brandisce lo

spettro della «polizia dei sala-ri». Chi conosce il progetto direvisione della legge sulla pari-tà salariale tra donne e uominiannunciato dal Consiglio fede-rale per combattere la discrimi-nazione salariale, può rideredella minaccia inventata di sa-na pianta da forze reazionarie.Il disegno di legge vuole intro-durre controlli sulla strutturasalariale di ciascuna società –da eseguire a intervalli regolari– per determinare se vi sia di-scriminazione o meno. In casodi irregolarità è soltantol’azienda interessata a saper-lo, per mantenere la riservatez-za dei dati.Se anche questa piccola dosedi trasparenza – tendenza cheperaltro sta progredendo an-che in Europa – è ancora trop-po per la destra, si può facil-mente concludere che c’èqualcosa da nascondere. I pa-droni vogliono continuare adimpedire che le schede salaria-li vengano consultate. Allostesso tempo sostengono im-perterriti che da loro tutto fun-ziona bene. Ma se così fosse,potrebbero tranquillamente at-tendere il progetto di revisionedella legge e dimostrare pub-blicamente di essere bianchicome la neve...Ma i datori di lavoro preferisco-no bombardare i dati presen-tati dall’UFS e continuare a ne-gare l’evidenza. È fin troppochiaro che si tratta di un atteg-giamento difensivo contro unalegge sulla parità salariale piùefficace. Ciò che conta per loroè mettere la testa nella sabbiaper non vedere, come fanno glistruzzi quando hanno paura. Econtinuare con una politica di-scriminatoria dei salari.

Regula Bühlmann/frgsegretaria centrale USS

8,7%: questo nel 2012la differenza salarialeinspiegabile tra donne euomini. Una differenzapotenzialmente discri-minatoria poiché nongiustificata da fattorioggettivi quali la forma-zione, la posizione dilavoro, ecc. L’Ufficiofederale di statistica(UST) ha pubblicato re-centemente la sua ana-lisi delle differenze sa-lariali in base al sesso;un’analisi che segue co-me di consueto la pub-blicazione dell’Inchiestasvizzera sulla strutturadei salari.

Parità salariale e statistiche ufficiali: la destra dà i numeri...

Di che cosa avete paura?

frg

Non ci piegherete

L’Unione sindacale svizzera(USS) non le manda a dire e fapresente che nella situazioneattuale un tasso più elevato -ancorché modesto - del 1,75%sarebbe possibile. Quanto pra-ticato finora ci mostra chiara-mente che il tasso di interesseminimo è sempre stato fissatocon una quota dell’1% più bas-so rispetto all’effettiva resa de-gli investimenti. Una mossa dicui hanno beneficiato a pienemani gli assicuratori vita, chehanno visto lievitare gli utili.Nel solo 2014, le assicurazionihanno così intascato circa 700milioni di franchi.Dal punto di vista dei salariatie delle salariate questa evolu-zione equivale ad una catastro-fe. Gli interessi sugli averi divecchiaia sono sempre piùbassi e ciò si traduce in una ri-duzione delle rendite future.Non deve pertanto stupire sele fiducia nel secondo pilastrosi sgretola di anno in anno. Ec-co perché l’USS chiede che sipassi ad un altro sistema perfissare il tasso di interesse mi-

nimo. Invece di interveniresull’anno successivo, il Consi-glio federale deve fissare que-sta tasso per l’anno in corso.Resta comunque chiaro che ledifficoltà riscontrate dal secon-do pilastro per garantire dellebuone rendite, non diminuiran-no fintanto che non si interver-rà in questo meccanismo. Chi-unque voglia compensare lariduzione della propria rendita,deve per forza rafforzare l’AVS,come chiesto dall’USS attraver-so l’iniziativa popolare AVS-plus. Puntare sul primo pila-stro è non solo più sicuro, maanche più vantaggioso rispettoal versamento di denaro nelsecondo pilastro. Del resto ilConsiglio degli Stati se n’è ac-corto, decidendo di rafforzarel’AVS con un rialzo delle rendi-te. La Camera bassa dovrebbeseguire l’esempio, poiché unariforma della previdenza vec-chiaia senza progresso socialeè destinata al fallimento.

USS/frg

LPP: giù il tasso di interesse minimo

Decidendo di abbassare il tasso di interesse mini-mo della previdenza professionale all’1,25% - unlivello mai raggiunto finora - il Consiglio federaleha ceduto una volta di più alle lamentele del setto-re assicurativo. A passare alla cassa sono sempregli stessi: gli assicurati.

I soliti regali

I tagli invece sulle spalle degli assicurati.

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POLITICA ......

5contatto.sevN. 19/155.11.2015

Per cercare di cambiare questatendenza, l’Associazione sviz-zera degli inquilini ha lanciatoil 4 settembre l’iniziativa popo-lare federale «Più abitazioni aprezzi accessibili». L’iniziativavuole obbligare Confederazio-ne e cantoni a promuovere lacostruzione di alloggi a pigio-ne moderata e a evitare pro-getti speculativi sul poco spa-zio edificabile rimasto.Qual è il quadro della situazio-ne attualmente e che urgenzac’è di agire? Ne abbiamo di-scusso con Marina Carobbio,presidente dell’Associazionesvizzera degli inquilini (Asi).«Abbiamo deciso di lanciarel’iniziativa perché quello dellacarenza di alloggi a pigionemoderata è un problema cherimane acuto, soprattutto neicentri e negli agglomerati –spiega Carobbio. Per le perso-ne che guadagnano al di sottodei 5000 franchi al mese l’al-loggio incide addirittura nellamisura del 30 per cento sulreddito: è la voce di spesaprincipale, quindi è una fasciaimportante della popolazionead essere toccata dalla que-stione. Per questo negli ultimianni abbiamo chiesto più volteal Consiglio federale di interve-nire, ma pur riconoscendo che

c’è un problema, né Consigliofederale né Parlamento hannofatto delle proposte concrete,se non che il Governo ha pro-posto di introdurre un formu-lario ufficiale per conoscerel’affitto pagato dall’inquilinoprecedente e poter eventual-mente contestare un aumentoabusivo. Ma la proposta deveancora passare lo scoglio delparlamento».

■ Ci sono regioni o cantoni piùcolpiti di altri?

Adesso non è più un fenomenoche tocca solo Zurigo e Gine-vra, come lo era qualche annofa. Forse tocca meno certi can-toni della Svizzera centrale,però è un problema presenteoramai in tutte le città svizzere.Questo comporta che le perso-ne escono dalle città e dagliagglomerati verso la periferiaper vivere, perché non trovanoalloggi, poi aumentano anche icosti di trasporto, si intasanole linee di trasporto, aumenta-no i costi delle infrastrutture...È un circolo vizioso. Inoltre nontutti possono andare a viverein altre parti della Svizzera, di-pende anche dalla condizionelavorativa e personale di ognu-no. È grave secondo me, so-prattutto dal momento che il

diritto all’alloggio è riconosciu-to anche dalla Costituzione,che l’ente pubblico non inter-venga con una politica attiva.

■ L’ente pubblico non staproprio facendo nulla?

Un paio d’anni fa il Consigliofederale ha riconosciuto in unrapporto che esiste una situa-zione difficile sul mercatodell’alloggio, perciò ha in-staurato un dialogo tra Confe-derazione, cantoni e città. Daquesto dialogo sono scaturitivari rapporti, ma delle misurecontenute non è rimasto nullase non la proposta di intro-

durre un formulario ufficialeobbligatorio, di cui parlavoprima, ma che deve ancorapassare lo scalino del Parla-mento, e non sarà così evi-dente. Altre misure come il di-ritto di prelazione sui terreniper i comuni, oppure l’utilizzodei fondi delle ex-aziende del-lo Stato o statali per alloggi apigione moderata, come quel-li delle FFS, non sono state ri-prese. Quello che succede in-vece ad esempio a Zurigo èche le FFS mettono a disposi-zione i terreni per stabili com-merciali. Occorrono misureconcrete per favorire la co-

struzione di alloggi a pigionemoderata: con la riforma ener-getica in atto si danno degliincentivi per il risanamentoenergetico degli immobili, noichiediamo che questo avven-ga a condizione che si metta-no poi a disposizione alloggia prezzi accessibili e non abi-tazioni di lusso. Finora di tut-to questo non è stato fattoniente.

■ Quanto è grave la situazio-ne? L’offerta di alloggi ègià carente?

Sì, mancano soprattutto allog-gi a pigione moderata: il tassodi alloggi sfitti è di poco supe-riore all’1 per cento, indiceche dimostra che la situazio-ne rimane tesa. Quello chenoi proponiamo anche è difavorire le cooperative d’abi-tazione, che sono conosciutesoprattutto nella Svizzera te-desca, perché queste non so-no sottoposte ad un mercatospeculativo dell’alloggio equindi possono garantire al-loggi a pigione moderata, conun effetto di calmiere sui costidegli affitti.

■ Fuori da città e agglomeratila situazione è migliore?

Sì, però la maggior parte dellapopolazione vive nelle città enegli agglomerati. Quandoabbiamo lanciato l’iniziativa,presentata venerdì scorso, su-bito le persone hanno comin-ciato a firmare: sabato ero almercato di Bellinzona e tan-tissime persone sottoscrive-vano questa iniziativa, quindiil problema è sentito alle no-stre latitudini. Quello chechiediamo con l’iniziativa èfondamentalmente che anchela Confederazione si assumala sua responsabilità, perchéci sono diverse iniziative can-tonali e comunali in questosenso, ma la Confederazionedeve avere anch’essa un ruoloattivo.

Veronica Galster

Articolo ripreso su gentileconcessione del quindicinalearea

In Svizzera stiamo vivendo oramai da alcuni anniun periodo di boom edilizio, i tassi ipotecari sonoscesi ininterrottamente dal 2008 ad oggi, ma no-nostante ciò trovare un alloggio ad un prezzo mo-derato è tutt’altro che facile. Le abitazioni di lussostanno invadendo le città e gli agglomerati, occu-pando anche quartieri un tempo considerati «po-polari» e facendo gonfiare a dismisura le pigioni:in molte regioni del paese oramai famiglie, anzianie giovani non riescono più a trovare un’abitazionecon un affitto alla loro portata.

Pigioni accessibili per tuttiIntervista alla presidente dell’Associazione svizzera degli inquilini Marina Carobbio Guscetti

Sui fondi di proprietà della Confederazione o delle aziende parastatalidevono poter sorgere abitazioni a prezzi accessibili. Oggi le FFS sonoparecchio sotto pressione dal punto di vista del rendimento e quindirealizzano progetti di alta gamma. L’iniziativa vuole cambiare le cose efar sì che sui fondi delle ferrovie si possano costruire abitazioni a prezziaccessibili.

LOFT SUI FONDI FFSI risanamenti energetici sono importanti e gli incentivi contribuisconoa renderli finanziariamente sostenibili. Purtroppo, però, i proprietari diabitazioni ricevono sovvenzioni anche se sfrattano i loro inquilini o sesottopongono le loro proprietà a ristrutturazioni di lusso, facendo cosìaumentare ulteriormente i loro redditi. È proprio questo che l’iniziativavuole evitare.

LA CORSA AL LUSSO

Page 6: Contatto sev 2015 19

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6contatto.sevN. 19/155.11.2015

■ Le prime stazioni invernalihanno iniziato la stagione.Che cosa possiamo aspet-tarci dal nuovo inverno?

Peter Peyer: Ci aspetta un in-verno piuttosto difficile. Se poidovesse mancare anche la ne-ve, la situazione si aggravereb-be, soprattutto nei Grigioni.

■ La situazione dei Grigioni èdunque più problematica ri-spetto ad altre regioni?

Il franco forte ha un impattomaggiore nei Grigioni rispettoad altre realtà dove ci sono piùturisti provenienti dall’Asia odal Medioriente. La limitazionedelle residenze secondarie e lavicinanza con l’Austria aumen-tano le difficoltà. Il numero dipernottamenti si riduce in mo-

do costante, mentre altrove stacrescendo leggermente.

■ Vuol dire che la corsa nellacostruzione di nuovi impian-ti si è arrestata?

No, continua e ciò rappresentaun peso supplementare per leimprese. Le grandi stazioni so-no totalmente immerse in que-sta concorrenza.

■ Per dirla in due parole: si co-struiscono nuovi impiantima si assume meno perso-nale?

Si costruiscono cannoni da ne-ve e impianti di risalita più mo-derni mentre si assume sem-pre meno personale offrendosalari minimi. Per esempio inuna stazione invernale familia-

re di livello medio, un pattu-gliatore riceve 2800 franchilordi al mese. Le stazioni piùgrandi offrono uno stipendiomensile lordo che può oscillaredai 3200 ai 3500 franchi. Sonoi salari d’uso in queste località.

■ In questo settore il SEV hacompiuto solo dei piccolipassi. Che cosa si dovrebbecambiare?

Si tratta di un settore che staalla larga dai sindacati. Le im-prese bernesi sono più recetti-ve anche perché hanno bencompreso che una buona colla-borazione è un vantaggio an-che per loro. Grazie al CCL conil SEV, possono ricorrere ad uti-li eccezioni sulla legge sulladurata del lavoro. Nei Grigionisono ancora tutti molto conser-vatori sul piano ideologico,non osano compiere un talepasso. Preferiscono risparmia-re sulle spalle del personale. Elo stesso personale non è or-ganizzato sindacalmente. Daun lato perché non conosce isindacati, d’altro lato perchéha paura.

■ Che fare allora?La campagna di reclutamentoche vogliamo lanciare in occa-sione della giornata del settoreil prossimo 14 novembre, deveessere il fischio di inizio diun’offerta alla portata di tutti:le persone possono fare laconoscenza del SEV e farsiun’opinione. Vogliamo mostra-te loro che non devono averepaura del sindacato. Possono

vederlo con i propri occhi: checosa è il sindacato, che cosafa, in che cosa può essere utile

ai/alle dipendenti degli im-pianti di risalita? Solo dopopotranno avvicinarsi a noi.

■ Non verrà chiesto loro dipagare la quota dall’inizio,senza prima aver sperimen-tato il sindacato. Ma comefunzionerà concretamente?Andrete sul territorio a farepropaganda attiva?

No, perché non funzionerebbe.Non c’è un luogo adatto a que-sto tipo di intervento sul terri-torio. C’è un secondo proble-ma: se vado presso un’impresaferroviaria, anche le personeche non sono affiliate, hannogià sentito parlare del SEV. Eforse sanno pure che facciamodelle trattative salariali. Ma nelsettore degli impianti di risali-ta la situazione è totalmentediversa: le persone non sannochi è il SEV e se affermano disapere che cosa è un sindaca-to, non pensano a noi ma adun altro sindacato che vedonocome un minaccioso spettro.

■ Come uscirne?Il nostro concetto prevede diavvicinare queste persone at-traverso i nostri membri. Nelle

diverse località non ne abbia-mo molti, ma siamo presenti intutte le principali località dei

Grigioni. Grazie a loro vorrem-mo stabilire un contatto con al-tre persone. Per esempio pro-poniamo ai nostri membri dipartecipare alla nostra giorna-te di settore e di portare uncollega non ancora sindacaliz-zato ma che si interessa al te-ma in programma. In seguitoproporremo a queste personedi fare una prova, attraverso laquale riceveranno il nostrogiornale e le consuete informa-zioni. Il tutto gratuitamente esenza obblighi.

■ Con quale obiettivo?Naturalmente dopo questa fa-se di avvicinamento, il nostroscopo è aumentare il numerodi membri nel settore. Voglia-mo fare capire alle persone cheproprio in un settore dove lecondizioni di lavoro sono spes-so precarie, essere membri delSEV rappresenta certamenteun vantaggio. Il SEV può aiutar-le per le questioni legate al sa-lario, al tempo di lavoro e ingenerale per tutto ciò che ri-guarda le condizioni di assun-zione. I membri possono inol-tre aiutarsi tra loro. Devonoessere consapevoli che si pos-

Con l’inizio della stagione invernale il SEV lancia una campagna speciale nel settore delle ferrovie di montagna

«Queste personenon sanno cos’è il SEV»Condizioni di occupazione spesso precarie e praticamente nessuna esperienza con i sindacati: il settoredelle ferrovie di montagna rappresenta senz’altro una sfida per il SEV, soprattutto nei Grigioni.

«In una stazione invernale familiare di livellomedio, un pattugliatore riceve 2800 franchi lordi almese».Peter Peyer, segretario sindacale SEV a Coira, responsabile settore turismo

«Modernità in montagna -risparmi sul personale, e lasicurezza?» questo il titolodella giornata del settoreturismo, che avrà luogo il14 novembre dalle 11 finoalle 16 a Thun.

Il SEV vuole dare la possibilità aipropri membri e alle personeinteressate - attive nel settoredegli impianti di risalita - diesprimersi sulla sicurezza e leresponsabilità. Oltre alloscambio di opinioni e di espe-rienze, ci sarà la possibilità diparlare con degli espertidell’Ufficio federale dei trasporti.

Il capo del servizio giuridicoPeter König e il capo dellasorveglianza della sicurezzaHanspeter Egli, saranno adisposizione del pubblico pronti afornire risposte alle domande deipresenti.

Sono benvenuti tutti i collabora-tori e le collaboratrici degliimpianti di risalita, dei servizidelle piste e del soccorso, iquadri tecnici e i responsabili delpersonale. Non occorre esseremembri del SEV per partecipare.

Iscrizioni dell’ultima ora qui:www.sev-online.ch/touristik

Giornata turismo: 14 novembre a Thun

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 19/155.11.2015

sono ottenere dei migliora-menti restando insieme, nel-l’interesse delle loro condizio-ni di lavoro, della sicurezza edell’impresa.

■ L’azione si svolge su duestagioni invernali e su unaestiva. L’accento sarà postosull’inverno. E gli impiegatiannuali?

In teoria si, ma nelle grandi im-prese c’è un’enorme differen-za: dal mio punto di vista,

l’area destinata allo sci diLaax-Flims-Falera impiega ininverno oltre mille collaborato-ri e collaboratrici, mentre inestate si riducono a duecento.La maggioranza del personaleè assunta per la stagione in-vernale. È in questo periodoche il turismo è, per modo didire, «industrializzato». Tutto ilresto è una pallida copia. Dalprofilo sindacale, i dipendentiannui sono sicuramente ilgruppo professionale più at-trattivo, ma sono gli altri -

quelli cioè impiegati in modostagionale - ad avere i maggio-ri problemi.

■ Quali sono questi problemi?Incontriamo persone molto di-verse. Alcuni durante l’estatelavorano come contadini, altrisono studenti. Sappiamo pureche a volte ci sono degli abusi:persone che in estate lavoranosui cantieri si annunciano alladisoccupazione alla fine dellastagione e fanno valere il loro

lavoro sulle piste di sci comeguadagno intermedio; lavora-no così per salari molto bassipoiché la cassa disoccupazio-ne paga loro la differenza. Nonsi tratta di un abuso da partedella persona interessata, mauna sorta di sovvenzione indi-retta del settore degli impiantidi risalita tollerata dalle impre-se, dall’ufficio cantonale del-l’economia e dalle casse disoc-cupazione.

■ Sei responsabile del settore

turistico e delle ferrovie reti-che, che sono in parte ferro-vie turistiche. Qual è la si-tuazione in questa impresa?L’analisi a tinte fosche chehai tratteggiato per i Grigio-ni, vale anche per le RhB?

Nell’insieme le RhB stanno be-ne. Ma l’impresa risente natu-ralmente della situazione eco-nomica, subendo la forza delfranco e la generale situazioneche colpisce il turismo nei Gri-gioni. Si rende però conto del-lo smarrimento della maggiorparte degli attori del turismoclassico. Dobbiamo pertantochiederci come si posizione-ranno le RhB in una simile si-tuazione. Se i turisti non ven-gono, non vanno a sciare o nondormono negli alberghi, nonfanno escursioni e non fre-quentano le stazioni termali,anche alle ferrovie retichemancherà la clientela. Eccoperché le RhB dovrebbero as-sumere un ruolo più attivo nelturismo dei Grigioni. Sarebbetanto nell’interesse del turismostesso, quanto in quello delleRhB.

■ Al di fuori del turismo, qualisono i punti deboli?

Principalmente il traffico merci.Le RhB non possono essere

competitive, poiché la stradanon paga la totalità delle spe-se. Il cantone dei Grigioni nonha alcun interesse ad impedirealla RhB di trasportare merci afavore della strada. Ci sonoinoltre grandi necessità a livel-lo di infrastruttura e materialerotabile. Anche qui, secondome, il cantone deve assumersile proprie responsabilità ga-rantendo i fondi necessari. Isoldi ci sono: il cantone deiGrigioni ha il maggior patrimo-nio per abitante rispetto aglialtri cantoni della Svizzera.Cinquanta milioni in più per unnuovo materiale rotabile per leRhB, porterebbe al turismo unbene molto più concreto ri-spetto a nuovi progetti di gio-chi olimpici fuori prezzo.

■ Veniamo ai bus: il SEV ha ot-tenuto un CCL con i bus diCoira, azienda che cura an-che l’esercizio dell’Engadi-na. Si riflettono anche qui iproblemi del turismo?

Si tratta di un traffico di agglo-merato con fluttuazioni stagio-nali molto forti. Anche per i busdell’Engadina si avvertono legrandi differenze tra stagioneinvernale ed estiva, ragion percui questa azienda lavora an-che molto con stagionali. Ma

nell’insieme il turismo dell’AltaEngadina va bene.

■ Per i bus della città di Coira?Si tratta di un traffico facilmen-te pianificabile e stabile tuttol’anno. A livello di personale lasituazione si è calmata, grazieal CCL. Occorre qualche miglio-ramento sulle tabelle di servi-zio; ci stiamo lavorando. Siamosulla giusta via e la direzione èaperta al partenariato sociale. Èun nostro bel e grande succes-so!

Peter Moor/frg«Il SEV può aiutare le persone per lequestioni legate al salario, al tempo di lavoroe in generale per tutto ciò che riguarda lecondizioni di assunzione. I membri possonoinoltre aiutarsi tra loro».

Peter Peyer sull’Alp Grüm sulla linea del Bernina, una parte turistica delle rete RhB.

Età Prossimamente 50

Famiglia Sposato, 2 figlie

Carriera Formazione commer-ciale, maestro d’asilo, politico,segretario sindacale

Tempo libero Coro (comecantante e nel coro MischedauTrin), vacanze in Sardegna («chenon è propriamente sostenere ilturismo grigionese»), cucinare,leggere, visite guidate al museoSperre Trin (www.sperretrin.ch)

BIO

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6contatto.sevN. 19/155.11.2015

■ Le prime stazioni invernalihanno iniziato la stagione.Che cosa possiamo aspet-tarci dal nuovo inverno?

Peter Peyer: Ci aspetta un in-verno piuttosto difficile. Se poidovesse mancare anche la ne-ve, la situazione si aggravereb-be, soprattutto nei Grigioni.

■ La situazione dei Grigioni èdunque più problematica ri-spetto ad altre regioni?

Il franco forte ha un impattomaggiore nei Grigioni rispettoad altre realtà dove ci sono piùturisti provenienti dall’Asia odal Medioriente. La limitazionedelle residenze secondarie e lavicinanza con l’Austria aumen-tano le difficoltà. Il numero dipernottamenti si riduce in mo-

do costante, mentre altrove stacrescendo leggermente.

■ Vuol dire che la corsa nellacostruzione di nuovi impian-ti si è arrestata?

No, continua e ciò rappresentaun peso supplementare per leimprese. Le grandi stazioni so-no totalmente immerse in que-sta concorrenza.

■ Per dirla in due parole: si co-struiscono nuovi impiantima si assume meno perso-nale?

Si costruiscono cannoni da ne-ve e impianti di risalita più mo-derni mentre si assume sem-pre meno personale offrendosalari minimi. Per esempio inuna stazione invernale familia-

re di livello medio, un pattu-gliatore riceve 2800 franchilordi al mese. Le stazioni piùgrandi offrono uno stipendiomensile lordo che può oscillaredai 3200 ai 3500 franchi. Sonoi salari d’uso in queste località.

■ In questo settore il SEV hacompiuto solo dei piccolipassi. Che cosa si dovrebbecambiare?

Si tratta di un settore che staalla larga dai sindacati. Le im-prese bernesi sono più recetti-ve anche perché hanno bencompreso che una buona colla-borazione è un vantaggio an-che per loro. Grazie al CCL conil SEV, possono ricorrere ad uti-li eccezioni sulla legge sulladurata del lavoro. Nei Grigionisono ancora tutti molto conser-vatori sul piano ideologico,non osano compiere un talepasso. Preferiscono risparmia-re sulle spalle del personale. Elo stesso personale non è or-ganizzato sindacalmente. Daun lato perché non conosce isindacati, d’altro lato perchéha paura.

■ Che fare allora?La campagna di reclutamentoche vogliamo lanciare in occa-sione della giornata del settoreil prossimo 14 novembre, deveessere il fischio di inizio diun’offerta alla portata di tutti:le persone possono fare laconoscenza del SEV e farsiun’opinione. Vogliamo mostra-te loro che non devono averepaura del sindacato. Possono

vederlo con i propri occhi: checosa è il sindacato, che cosafa, in che cosa può essere utile

ai/alle dipendenti degli im-pianti di risalita? Solo dopopotranno avvicinarsi a noi.

■ Non verrà chiesto loro dipagare la quota dall’inizio,senza prima aver sperimen-tato il sindacato. Ma comefunzionerà concretamente?Andrete sul territorio a farepropaganda attiva?

No, perché non funzionerebbe.Non c’è un luogo adatto a que-sto tipo di intervento sul terri-torio. C’è un secondo proble-ma: se vado presso un’impresaferroviaria, anche le personeche non sono affiliate, hannogià sentito parlare del SEV. Eforse sanno pure che facciamodelle trattative salariali. Ma nelsettore degli impianti di risali-ta la situazione è totalmentediversa: le persone non sannochi è il SEV e se affermano disapere che cosa è un sindaca-to, non pensano a noi ma adun altro sindacato che vedonocome un minaccioso spettro.

■ Come uscirne?Il nostro concetto prevede diavvicinare queste persone at-traverso i nostri membri. Nelle

diverse località non ne abbia-mo molti, ma siamo presenti intutte le principali località dei

Grigioni. Grazie a loro vorrem-mo stabilire un contatto con al-tre persone. Per esempio pro-poniamo ai nostri membri dipartecipare alla nostra giorna-te di settore e di portare uncollega non ancora sindacaliz-zato ma che si interessa al te-ma in programma. In seguitoproporremo a queste personedi fare una prova, attraverso laquale riceveranno il nostrogiornale e le consuete informa-zioni. Il tutto gratuitamente esenza obblighi.

■ Con quale obiettivo?Naturalmente dopo questa fa-se di avvicinamento, il nostroscopo è aumentare il numerodi membri nel settore. Voglia-mo fare capire alle persone cheproprio in un settore dove lecondizioni di lavoro sono spes-so precarie, essere membri delSEV rappresenta certamenteun vantaggio. Il SEV può aiutar-le per le questioni legate al sa-lario, al tempo di lavoro e ingenerale per tutto ciò che ri-guarda le condizioni di assun-zione. I membri possono inol-tre aiutarsi tra loro. Devonoessere consapevoli che si pos-

Con l’inizio della stagione invernale il SEV lancia una campagna speciale nel settore delle ferrovie di montagna

«Queste personenon sanno cos’è il SEV»Condizioni di occupazione spesso precarie e praticamente nessuna esperienza con i sindacati: il settoredelle ferrovie di montagna rappresenta senz’altro una sfida per il SEV, soprattutto nei Grigioni.

«In una stazione invernale familiare di livellomedio, un pattugliatore riceve 2800 franchi lordi almese».Peter Peyer, segretario sindacale SEV a Coira, responsabile settore turismo

«Modernità in montagna -risparmi sul personale, e lasicurezza?» questo il titolodella giornata del settoreturismo, che avrà luogo il14 novembre dalle 11 finoalle 16 a Thun.

Il SEV vuole dare la possibilità aipropri membri e alle personeinteressate - attive nel settoredegli impianti di risalita - diesprimersi sulla sicurezza e leresponsabilità. Oltre alloscambio di opinioni e di espe-rienze, ci sarà la possibilità diparlare con degli espertidell’Ufficio federale dei trasporti.

Il capo del servizio giuridicoPeter König e il capo dellasorveglianza della sicurezzaHanspeter Egli, saranno adisposizione del pubblico pronti afornire risposte alle domande deipresenti.

Sono benvenuti tutti i collabora-tori e le collaboratrici degliimpianti di risalita, dei servizidelle piste e del soccorso, iquadri tecnici e i responsabili delpersonale. Non occorre esseremembri del SEV per partecipare.

Iscrizioni dell’ultima ora qui:www.sev-online.ch/touristik

Giornata turismo: 14 novembre a Thun

INTERVISTA

...... 7

contatto.sevN. 19/155.11.2015

sono ottenere dei migliora-menti restando insieme, nel-l’interesse delle loro condizio-ni di lavoro, della sicurezza edell’impresa.

■ L’azione si svolge su duestagioni invernali e su unaestiva. L’accento sarà postosull’inverno. E gli impiegatiannuali?

In teoria si, ma nelle grandi im-prese c’è un’enorme differen-za: dal mio punto di vista,

l’area destinata allo sci diLaax-Flims-Falera impiega ininverno oltre mille collaborato-ri e collaboratrici, mentre inestate si riducono a duecento.La maggioranza del personaleè assunta per la stagione in-vernale. È in questo periodoche il turismo è, per modo didire, «industrializzato». Tutto ilresto è una pallida copia. Dalprofilo sindacale, i dipendentiannui sono sicuramente ilgruppo professionale più at-trattivo, ma sono gli altri -

quelli cioè impiegati in modostagionale - ad avere i maggio-ri problemi.

■ Quali sono questi problemi?Incontriamo persone molto di-verse. Alcuni durante l’estatelavorano come contadini, altrisono studenti. Sappiamo pureche a volte ci sono degli abusi:persone che in estate lavoranosui cantieri si annunciano alladisoccupazione alla fine dellastagione e fanno valere il loro

lavoro sulle piste di sci comeguadagno intermedio; lavora-no così per salari molto bassipoiché la cassa disoccupazio-ne paga loro la differenza. Nonsi tratta di un abuso da partedella persona interessata, mauna sorta di sovvenzione indi-retta del settore degli impiantidi risalita tollerata dalle impre-se, dall’ufficio cantonale del-l’economia e dalle casse disoc-cupazione.

■ Sei responsabile del settore

turistico e delle ferrovie reti-che, che sono in parte ferro-vie turistiche. Qual è la si-tuazione in questa impresa?L’analisi a tinte fosche chehai tratteggiato per i Grigio-ni, vale anche per le RhB?

Nell’insieme le RhB stanno be-ne. Ma l’impresa risente natu-ralmente della situazione eco-nomica, subendo la forza delfranco e la generale situazioneche colpisce il turismo nei Gri-gioni. Si rende però conto del-lo smarrimento della maggiorparte degli attori del turismoclassico. Dobbiamo pertantochiederci come si posizione-ranno le RhB in una simile si-tuazione. Se i turisti non ven-gono, non vanno a sciare o nondormono negli alberghi, nonfanno escursioni e non fre-quentano le stazioni termali,anche alle ferrovie retichemancherà la clientela. Eccoperché le RhB dovrebbero as-sumere un ruolo più attivo nelturismo dei Grigioni. Sarebbetanto nell’interesse del turismostesso, quanto in quello delleRhB.

■ Al di fuori del turismo, qualisono i punti deboli?

Principalmente il traffico merci.Le RhB non possono essere

competitive, poiché la stradanon paga la totalità delle spe-se. Il cantone dei Grigioni nonha alcun interesse ad impedirealla RhB di trasportare merci afavore della strada. Ci sonoinoltre grandi necessità a livel-lo di infrastruttura e materialerotabile. Anche qui, secondome, il cantone deve assumersile proprie responsabilità ga-rantendo i fondi necessari. Isoldi ci sono: il cantone deiGrigioni ha il maggior patrimo-nio per abitante rispetto aglialtri cantoni della Svizzera.Cinquanta milioni in più per unnuovo materiale rotabile per leRhB, porterebbe al turismo unbene molto più concreto ri-spetto a nuovi progetti di gio-chi olimpici fuori prezzo.

■ Veniamo ai bus: il SEV ha ot-tenuto un CCL con i bus diCoira, azienda che cura an-che l’esercizio dell’Engadi-na. Si riflettono anche qui iproblemi del turismo?

Si tratta di un traffico di agglo-merato con fluttuazioni stagio-nali molto forti. Anche per i busdell’Engadina si avvertono legrandi differenze tra stagioneinvernale ed estiva, ragion percui questa azienda lavora an-che molto con stagionali. Ma

nell’insieme il turismo dell’AltaEngadina va bene.

■ Per i bus della città di Coira?Si tratta di un traffico facilmen-te pianificabile e stabile tuttol’anno. A livello di personale lasituazione si è calmata, grazieal CCL. Occorre qualche miglio-ramento sulle tabelle di servi-zio; ci stiamo lavorando. Siamosulla giusta via e la direzione èaperta al partenariato sociale. Èun nostro bel e grande succes-so!

Peter Moor/frg«Il SEV può aiutare le persone per lequestioni legate al salario, al tempo di lavoroe in generale per tutto ciò che riguarda lecondizioni di assunzione. I membri possonoinoltre aiutarsi tra loro».

Peter Peyer sull’Alp Grüm sulla linea del Bernina, una parte turistica delle rete RhB.

Età Prossimamente 50

Famiglia Sposato, 2 figlie

Carriera Formazione commer-ciale, maestro d’asilo, politico,segretario sindacale

Tempo libero Coro (comecantante e nel coro MischedauTrin), vacanze in Sardegna («chenon è propriamente sostenere ilturismo grigionese»), cucinare,leggere, visite guidate al museoSperre Trin (www.sperretrin.ch)

BIO

Page 8: Contatto sev 2015 19

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8contatto.sevN. 19/155.11.2015

e prime nebbie autunnalisi diradano, lasciandospazio ad un pallido sole

che fa risaltare i colori autun-nali. Il «Depotweg» (viale deldeposito) sembra giocare a na-scondino tra le strutture ferro-viarie, sin quando a nord ter-mina bruscamente per lasciarposto ai fasci di binari e allasede della manutenzione diInfrastruttura (IH) da dove par-te il nostro giro.

1 – DepotwegSegnali, impianti di sicurezza,massicciate e rotaie necessita-no una manutenzione costantee, di tanto in tanto, riparazioni,immancabilmente urgenti.Michael Burkhard, grazie alla

L sua grande esperienza, ci illu-stra in un attimo il suo com-plesso campo di attività e lemodalità di collaborazione conle ditte esterne, chiamate incausa quanto i suoi 140 colla-boratori non ce la possono fa-re. Il suo, è un mondo preva-lentemente maschile: nel teamsi contano solo 3 colleghe, for-se anche perché si tratta di unlavoro pesante, nel quale la vi-te più piccola misura pur sem-pre cinque centimetri di lun-ghezza per uno di diametro.

2 – IndustriestrasseAlcuni edifici dell’Industrie-strasse (via industria) hannovissuto anche l’epoca del va-pore. Gli odori di fuliggine e

carbone hanno però lasciato ilposto a quelli di cioccolata li-berati nell’aria dalla fabbricaLindt che separa gli edifici fer-roviari più vecchi da quelli del-lo stabilimento industriale:l’Officina. Qui lavorano circa850 persone, che ne fanno ilmaggior settore ferroviario del-la città. E il direttore AntonLenherr è fiducioso per quantoconcerne le possibilità di ulte-riore crescita, a seguito delleordinazioni di nuovo materialerotabile e dell’attribuzione aOlten della manutenzione deitreni Flirt. «In Europa, sono incircolazione 900 composizionidi questo tipo. Dovremmoquindi avere ancora maggioripossibilità». I suoi predecesso-

ri hanno orientato le modalitàproduttive al metodo Kaizen,ma lui vorrebbe dare un’im-pronta più aperta alla sua con-duzione, sviluppando nel con-tempo l’autoresponsabilità deidipendenti. I reparti sono mol-to spaziosi, per contenere ruo-te, assi e composizioni intere.A farsi largo sono però viepiùl’elettronica e le nuove tecno-logie: le toilette, per esempio,hanno abbandonato il sistemaa caduta libera per diventareveri e propri depuratori mobili.

3 – GösgerstrasseIl nostro itinerario ci riporta neipressi della stazione. Ci avvici-niamo al centro di telecoman-do, accessibile solo attraverso

un dispositivo di sicurezza che,oltre all’entrata sorvegliata,prevede numerose porte pro-tette da codici sempre diversi.A dipendenza del turno, vi pre-stano servizio tra 30 e 80 diri-genti del traffico ferroviario ecapiteam, responsabili per lafluidità del traffico ferroviario.Non ci sono ancora tutti i grup-pi, dato che il comando dellastazione di Berna verrà trasfe-rito solo tra qualche settimana.A quel punto, la centrale di Ol-ten conterà circa 370 dipen-denti. Tutto qui appare moder-no, tecnologico e silenzioso. Ildirigente operativo ThomasWirz ci conferma la grande at-tenzione prestata all’isolamen-to fonico. La centrale è oggetto

A Olten, le FFS e le loro filiali danno lavoro a circa 3000 persone

Olten: vocazione ferroviariain progressiva rinascitaA 160 anni dall’avvento delle ferrovie, Olten vede risorgere la sua funzione di città ferroviaria. Oggi leFFS vi contano oltre 2700 collaboratori. Contando anche le filiali, arriviamo a 3000 e la tendenza èancora in crescita, seppur meno marcata. Ecco una panoramica.

«L’importante potenziamento e la concentrazione distrutture a Olten pongono al SEV una grande sfida,

ma costituiscono anche un’opportunità»Elena Obreschkow, coach delle sezioni

Il centro operativo regionale del traffico viaggiatori.

ma

La centrale di intervento della polizia ferroviaria.

DOSSIER

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contatto.sevN. 19/155.11.2015

di numerose visite guidate chenon possono però accedere al-la sala comando e si devonoaccontentare di ammirarla dadietro una parete vetrata. Du-rante l’esercizio normale, tuttoè tranquillo. La tranquillità do-vrebbe continuare a regnare,nel limite del possibile, anchenei casi di emergenza, per cuitutto è stato predisposto, sinoalla dotazione di giacche di di-versi colori, per rendere i re-sponsabili delle varie funzioniimmediatamente identificabili.La nuova costruzione è in bellaposizione, tra il bosco e il fiu-me e offre un colpo d’occhio in-usuale su Olten, mentre la suaterrazza offre inoltre una vedu-ta sulla stazione e i binari.Quella delle terrazze si confer-merà nel corso della giornatacome una peculiarità molto dif-fusa nelle strutture ferroviariedi Olten.

4 – StazioneLasciamo la spettacolare cen-trale di comando per raggiun-gere il fabbricato stazione, chesi erge come un’isola tra i mar-ciapiedi. Il secondo piano offreun discreto alloggio ad una va-riante in miniatura della cen-trale d’esercizio: il centro ope-rativo regionale del trafficoviaggiatori (ROCP). Anche qui

ritroviamo una moltitudine dischermi che riportano la situa-zione dell’esercizio di tutta laregione, nonché lo stesso si-lenzio, che però lascia moltopiù rapidamente posto ad un’attività più frenetica quandosorge un problema. È da quiche vengono impartiti gli an-nunci nelle stazioni non pre-senziate o sui treni regionali,d’intesa con la centrale d’eser-cizio e con l’OCP di Berna, chesi occupa del traffico a lungapercorrenza. Dominik Wyss,che ci presenta il ROCP, è unmacchinista. Le sue colleghe ei suoi colleghi vengono da mol-te altre professioni ferroviarie.In questo modo, si raccolgonoconoscenze ed esperienze utiliper affrontare e risolvere almeglio i problemi in caso diperturbazione.Il cambiamento di ambienteche segue è improvviso e radi-cale. A livello dei binari, incon-triamo Reto Bollhalder, respon-sabile vendita della regione.Accanto agli sportelli vi è anco-ra l’agenzia viaggi, i cui giornisono però ormai contati. Unaprospettiva molto triste per lacollega che incontriamo, il cuiposto di lavoro futuro sarà allosportello. Ci dice anche che, se

sogi

s.ch

, Bea

rbei

tung

ma

L’affresco che decora la parete della sede IH InfrastrutturaLe vetrine del centro uniformi.

Le sedi ferroviarie a Olten:1 Manutenzione Infrastruttura IH2 Officine3 Centrale d’esercizio4 Stazione5 Aarepark6 Centro uniformi7 Immobili8 Centro mercato del lavoro9 Polizia dei trasporti

continua a pag. 10

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8contatto.sevN. 19/155.11.2015

e prime nebbie autunnalisi diradano, lasciandospazio ad un pallido sole

che fa risaltare i colori autun-nali. Il «Depotweg» (viale deldeposito) sembra giocare a na-scondino tra le strutture ferro-viarie, sin quando a nord ter-mina bruscamente per lasciarposto ai fasci di binari e allasede della manutenzione diInfrastruttura (IH) da dove par-te il nostro giro.

1 – DepotwegSegnali, impianti di sicurezza,massicciate e rotaie necessita-no una manutenzione costantee, di tanto in tanto, riparazioni,immancabilmente urgenti.Michael Burkhard, grazie alla

L sua grande esperienza, ci illu-stra in un attimo il suo com-plesso campo di attività e lemodalità di collaborazione conle ditte esterne, chiamate incausa quanto i suoi 140 colla-boratori non ce la possono fa-re. Il suo, è un mondo preva-lentemente maschile: nel teamsi contano solo 3 colleghe, for-se anche perché si tratta di unlavoro pesante, nel quale la vi-te più piccola misura pur sem-pre cinque centimetri di lun-ghezza per uno di diametro.

2 – IndustriestrasseAlcuni edifici dell’Industrie-strasse (via industria) hannovissuto anche l’epoca del va-pore. Gli odori di fuliggine e

carbone hanno però lasciato ilposto a quelli di cioccolata li-berati nell’aria dalla fabbricaLindt che separa gli edifici fer-roviari più vecchi da quelli del-lo stabilimento industriale:l’Officina. Qui lavorano circa850 persone, che ne fanno ilmaggior settore ferroviario del-la città. E il direttore AntonLenherr è fiducioso per quantoconcerne le possibilità di ulte-riore crescita, a seguito delleordinazioni di nuovo materialerotabile e dell’attribuzione aOlten della manutenzione deitreni Flirt. «In Europa, sono incircolazione 900 composizionidi questo tipo. Dovremmoquindi avere ancora maggioripossibilità». I suoi predecesso-

ri hanno orientato le modalitàproduttive al metodo Kaizen,ma lui vorrebbe dare un’im-pronta più aperta alla sua con-duzione, sviluppando nel con-tempo l’autoresponsabilità deidipendenti. I reparti sono mol-to spaziosi, per contenere ruo-te, assi e composizioni intere.A farsi largo sono però viepiùl’elettronica e le nuove tecno-logie: le toilette, per esempio,hanno abbandonato il sistemaa caduta libera per diventareveri e propri depuratori mobili.

3 – GösgerstrasseIl nostro itinerario ci riporta neipressi della stazione. Ci avvici-niamo al centro di telecoman-do, accessibile solo attraverso

un dispositivo di sicurezza che,oltre all’entrata sorvegliata,prevede numerose porte pro-tette da codici sempre diversi.A dipendenza del turno, vi pre-stano servizio tra 30 e 80 diri-genti del traffico ferroviario ecapiteam, responsabili per lafluidità del traffico ferroviario.Non ci sono ancora tutti i grup-pi, dato che il comando dellastazione di Berna verrà trasfe-rito solo tra qualche settimana.A quel punto, la centrale di Ol-ten conterà circa 370 dipen-denti. Tutto qui appare moder-no, tecnologico e silenzioso. Ildirigente operativo ThomasWirz ci conferma la grande at-tenzione prestata all’isolamen-to fonico. La centrale è oggetto

A Olten, le FFS e le loro filiali danno lavoro a circa 3000 persone

Olten: vocazione ferroviariain progressiva rinascitaA 160 anni dall’avvento delle ferrovie, Olten vede risorgere la sua funzione di città ferroviaria. Oggi leFFS vi contano oltre 2700 collaboratori. Contando anche le filiali, arriviamo a 3000 e la tendenza èancora in crescita, seppur meno marcata. Ecco una panoramica.

«L’importante potenziamento e la concentrazione distrutture a Olten pongono al SEV una grande sfida,

ma costituiscono anche un’opportunità»Elena Obreschkow, coach delle sezioni

Il centro operativo regionale del traffico viaggiatori.

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La centrale di intervento della polizia ferroviaria.

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contatto.sevN. 19/155.11.2015

di numerose visite guidate chenon possono però accedere al-la sala comando e si devonoaccontentare di ammirarla dadietro una parete vetrata. Du-rante l’esercizio normale, tuttoè tranquillo. La tranquillità do-vrebbe continuare a regnare,nel limite del possibile, anchenei casi di emergenza, per cuitutto è stato predisposto, sinoalla dotazione di giacche di di-versi colori, per rendere i re-sponsabili delle varie funzioniimmediatamente identificabili.La nuova costruzione è in bellaposizione, tra il bosco e il fiu-me e offre un colpo d’occhio in-usuale su Olten, mentre la suaterrazza offre inoltre una vedu-ta sulla stazione e i binari.Quella delle terrazze si confer-merà nel corso della giornatacome una peculiarità molto dif-fusa nelle strutture ferroviariedi Olten.

4 – StazioneLasciamo la spettacolare cen-trale di comando per raggiun-gere il fabbricato stazione, chesi erge come un’isola tra i mar-ciapiedi. Il secondo piano offreun discreto alloggio ad una va-riante in miniatura della cen-trale d’esercizio: il centro ope-rativo regionale del trafficoviaggiatori (ROCP). Anche qui

ritroviamo una moltitudine dischermi che riportano la situa-zione dell’esercizio di tutta laregione, nonché lo stesso si-lenzio, che però lascia moltopiù rapidamente posto ad un’attività più frenetica quandosorge un problema. È da quiche vengono impartiti gli an-nunci nelle stazioni non pre-senziate o sui treni regionali,d’intesa con la centrale d’eser-cizio e con l’OCP di Berna, chesi occupa del traffico a lungapercorrenza. Dominik Wyss,che ci presenta il ROCP, è unmacchinista. Le sue colleghe ei suoi colleghi vengono da mol-te altre professioni ferroviarie.In questo modo, si raccolgonoconoscenze ed esperienze utiliper affrontare e risolvere almeglio i problemi in caso diperturbazione.Il cambiamento di ambienteche segue è improvviso e radi-cale. A livello dei binari, incon-triamo Reto Bollhalder, respon-sabile vendita della regione.Accanto agli sportelli vi è anco-ra l’agenzia viaggi, i cui giornisono però ormai contati. Unaprospettiva molto triste per lacollega che incontriamo, il cuiposto di lavoro futuro sarà allosportello. Ci dice anche che, se

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L’affresco che decora la parete della sede IH InfrastrutturaLe vetrine del centro uniformi.

Le sedi ferroviarie a Olten:1 Manutenzione Infrastruttura IH2 Officine3 Centrale d’esercizio4 Stazione5 Aarepark6 Centro uniformi7 Immobili8 Centro mercato del lavoro9 Polizia dei trasporti

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 19/155.11.2015

dovesse trovare un’altra possi-bilità che le permetta di utiliz-zare le sue conoscenze nelmondo dei viaggi, non la rifiu-terebbe. Le statistiche dimo-strano che Olten, per moltiviaggiatori, è solo il luogo dovesi cambia treno: figura al nonoposto per numero di passegge-ri, ma solo al ventesimo per lacifra d’affari.Olten è anche sede di un depo-sito per macchinisti del trafficoviaggiatori e merci e del perso-nale treno. Complessivamente,questi contano circa 200 di-pendenti.

5 – BahnhofstrasseContinuiamo verso sud. Chi hafretta, percorre in genere laBahnhofstrasse, la via dellastazione, che non offre certo lecaratteristiche spettacolari diquella di Zurigo. Per arrivareall’Aarepark, lo stabile ammini-strativo di recente costruzione,è senz’altro più piacevole se-guire la riva del fiume Aar.L’aspetto dello stabile non ècerto dei più attraenti, tantopiù che ingloba, sottraendolaquasi agli sguardi, la storicacasa Disteli. L’interno è tutta-via piuttosto confortevole e of-fre ad oltre 800 persone glistessi standard dei posti di la-voro degli stabili amministrati-vi di Berna e Zurigo.Il lato sud ospita la direzionedi FFS Cargo, mentre lungo i bi-nari troviamo parte della regio-ne Infrastruttura centro. Non èinfatti stato possibile riunirenell’Aarepark tutti i posti di la-voro e alcuni sono pertanto ri-masti dall’altra parte dei bina-ri. Lo scetticismo nei confronti

della nuova struttura degli uffi-ci si è nel frattempo quasi deltutto dissolto. Ce lo confermaRuedi Suter che lavora pressobinari e design della rete, dicui presiede anche la commis-sione del personale: «una voltafatta l’abitudine a sgomberareogni giorno il posto di lavoro,ci si ritrova molto meglio», cidice.Ricezione, ristorante del perso-nale, guardaroba, servizi e saledi riunione sono utilizzati con-giuntamente da Infrastrutturae Cargo. Anche la terrazza èaperta a tutti, con la vista chespazia qui dalla piscina di fron-te sino alle alture del Giura.

6 – AarauerstrasseLasciandoci alle spalle i binari,pieghiamo a ovest verso la cit-tà, costeggiando sulla destrale sedi delle filiali FFS CargoInternazionale e Login. Giun-giamo così ad uno stabile il cuiaspetto tradisce la destinazio-ne originale di centro commer-

ciale. I negozi di abiti al pian-terreno sono oggi riservati aduna clientela selezionata: vi sitrovano infatti gli abiti profes-sionali di tutti i dipendenti del-le FFS. Il 99 percento del per-sonale in uniforme porta capi«di serie». I nuovi dipendentivengono invitati a prendereuna volta le misure, che poivengono registrate nel sistemain vista delle future ordinazioniper internet.René Neidhart si recherà pros-simamente in India per verifi-care di persona il rispetto, ol-tre degli standard sociali, qualiil divieto di lavoro minorile,orari di lavoro regolati e sti-pendi adeguati, anche deglistandard ambientali impostidalle FFS ai loro fornitori.Qui a Olten lavorano sarte esarti, addetti alla logistica eagli acquisti, nonché commer-cianti e le FFS offrono anche inquesti settori posti di appren-distato. Lasciamo spazio aduna classe di aspiranti macchi-

nisti giunta in visita e ci dirigia-mo verso un altro quartiere. AOlten, anche quando parlanodi riva destra e riva sinistradell’Aare, tutti si riferiscono allato destro o sinistro della fer-rovia.

7 – FrohburgstrasseGiungiamo a quello che era unaltro centro commerciale. Doveun tempo vi era il ristorantedell’Epa, oggi troviamo la ge-stione degli immobili di granparte della svizzera tedesca:stazioni, sedimi ed edifici am-ministrativi, ma anche impor-tanti progetti a Zurigo e Basi-lea. Sembra quasi superfluoaggiungere che, anche qui, lapiccola caffetteria dispone diuna terrazza, la cui vista perònon supera il palazzo comuna-le cittadino.

8 – RingstrasseLa tappa seguente ci porta dalsolo dirigente FFS che si ralle-gra per ogni collaboratore cheperde. In centro città troviamoinfatti il centro del mercato dellavoro, l’ufficio di collocamen-to interno delle FFS. Le espe-rienze raccolte da Rolf Wull-schleger nei primi mesi delnuovo CCL sono positive: ilprolungamento della fase diprevenzione a sei mesi ha in-fatti contribuito a ridurre sensi-bilmente il numero di collabo-ratori che devono far capo alcentro. La maggior parte riescea trovare un’altra soluzioneprima. Il lavoro dei consulentidel personale e degli operatorisociali si rivolge quindi semprepiù spesso alle attività di con-sulenza per le varie carriereprofessionali. In futuro, il mer-cato del lavoro intende colla-borare più strettamente con il

management della salute, datoche entrambi hanno come prio-rità il mantenimento della ca-pacità lavorativa. Il «Forum»,dove un tempo la gente si reca-va per svolgere le ricerche estendere le candidature, appa-re ormai vuoto, nonostante labella vista che offre...

9 – DornacherstrasseLa porta adiacente è l’ultimatappa della nostra passeggia-ta. Anche questa è un’entrataprotetta. Questo edificio ammi-nistrativo molto discreto ospitainfatti la centrale d’impiegodella polizia dei trasporti, dovelavorano solo pochi dei 270 di-pendenti. La maggior parte èinfatti sparsa nelle sedi sul ter-ritorio. Sino a non molto tempofa, qui vi era anche il comando,che è però stato riportato aBerna, in vicinanza della dire-zione. Molte collaboratrici emolti collaboratori sono in uni-forme, per essere pronti ad in-tervenire qualora una pattugliachiedesse aiuto. La centraled’impiego telefonica è servitasulle 24 ore, mentre in un altrolocale vi sono specialisti dell’analisi delle videoregistrazio-ni.Sui grandi schermi scorronoimmagini di diverse stazioni. Adifferenza di quelli posti all’en-trata dell’Aarepark, qui nonmostrano gli scorci più bellidella ferrovia svizzera, ma gliangoli bui, per contribuire allasicurezza di viaggiatori e pas-santi.Su Olten sta per calare la not-te. La giornata di lavoro è or-mai finita. Gli stabili ammini-strativi lentamente sisvuotano, mentre pressol’esercizio si aspetta il cambio.

La terrazza della centrale d’esercizio offre un colpo d’occhio inedito verso sud, con la stazione e, sulla sinistra, la sede del vecchio impianto di sicurezza.

segue da pagina 9------------------

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A Olten, nonostante l’elevatonumero di dipendenti FFS, il SEVnon è presente con un suosegretariato. I membri devonopertanto rivolgersi alla centraledi Berna. Per contro, vi sonopresenti quasi tutte le sottofede-razioni, con una sezione o ungruppo. In agosto, si è svolto unprimo incontro per favorire laconoscenza tra tutte e tutti irappresentanti delle categorieprofessionali. Secondo la coachdelle sezioni, Elena Obreschkow,la situazione di Olten presentasfide e opportunità: «siamo

presenti in diverse sedi, ma inaltre, in particolare all’Aareparkdobbiamo risultare più attivi evisibili. Lì, per il SEV vi è ungrande potenziale!»

Il SEV si è impegnato per evitarelo stralcio dell’indennità regiona-le per chi è stato trasferito aOlten. Purtroppo senza successo.

Secondo il presidente GiorgioTuti, Olten rientrerà senz’altro trale priorità 2016 del SEV, per ilquale «vogliamo esaminare lapossibilità di una presenza piùmarcata».

Il SEV a Olten

Page 11: Contatto sev 2015 19

SOTTOFEDERAZIONI ......

11contatto.sevN. 19/155.11.2015

Giorgio Tuti, presidente delSEV, si è soffermato sull’attua-lità politica tornando sull’esitodelle elezioni federali delloscorso 18 ottobre. Si rammari-ca, naturalmente, per la svoltaa destra del Parlamento che sitradurrà inevitabilmente in dif-ficoltà supplementari per i sin-dacalisti. Ha confessato di es-sere molto preoccupato per lepensioni «anche se il pacchet-to Berset così come discusso lascorsa estate dal Consiglio de-gli Stati sembrava ragionevolee accettabile». Infatti, con lanuova composizione della Ca-mera bassa, ottenere pensionipiù alte sembra essere diven-

tato molto più difficile. L’altragrande questione politica ri-guarda il raddoppio della gal-leria del San Gottardo, per cuisi andrà in votazione a finefebbraio 2016. Un evento delSEV è già in programma il2 febbraio 2016 a livello nazio-nale.Per quanto riguarda il frontesindacale, Giorgio Tuti ha dettodi voler «impedire che il ventodella liberalizzazione continuia soffiare sulle FFS». Il presi-dente ha parlato anche del rap-porto tra il SEV e la Commissio-ne del personale.Il presidente centrale PeterKäppler ha illustrato le attivitàdella sottofederazione. Dopola trasmissione di un video sulCongresso nel maggio 2015,ha elogiato in particolare i dueaffiliati che hanno ottenuto

buoni risultati nelle elezioni fe-derali, cioè Edith Graf-Litscher,rieletta nel cantone Turgovia, eUrs Huber, che ha ottenuto ilsecondo posto sulla lista PSdel cantone di Soletta.

Attualità dai settoriPer il settore viaggi è RuthSchweizer ad aver preso la pa-rola, ricordando la giornata del31 ottobre dedicata al perso-nale di vendita. Le 22 iscrizio-ni, per un totale di 1200 affilia-ti, la deludono molto. Haricordato che «dobbiamo svi-luppare argomenti, stringere iranghi e mostrare che siamoforti». Parlando della poliziadei trasporti, Peter Rüegg hadeplorato la nuova direttiva delcomandante fresco di nominasulle divise durante i viaggi diservizio. In effetti, questi viag-gi finora venivano fatti in civile,dal momento che il poliziottoviaggia solo. Indossare l’uni-forme aumenta il rischio, se-condo Peter Rüegg: «Condan-niamo questa decisione. Nonmi sembra molto logico némolto premuroso». Jürg Hurni,segretario sindacale responsa-bile del settore, ha scritto unalettera alla direzione e ora ilSEV è in attesa di una risposta.Peter Rüegg ha aggiunto che:«È molto più utile viaggiare in

abiti civili con la possibilità didare l’allarme se necessario,che viaggiare solo con l’unifor-me ed essere sopraffatto daglieventi». Per quanto riguarda ilsettore Infrastruttura, l’assem-blea si è principalmente soffer-mata sui capi della circolazio-ne dei treni. Per i servizicentrali e immobiliari, RolandSchwager ha presentato i risul-tati di un sondaggio condottonel mese di luglio 2015 suldesksharing e gli uffici multispazio. Tirando le somme, i di-pendenti sono piuttosto soddi-sfatti del nuovo arredamento.Ci sono tuttavia ancora alcuniaspetti da migliorare: aria con-dizionata, riscaldamento e ru-mori. Per quanto riguarda Se-curitrans, è stato segnalatol’ottimo lavoro di reclutamentocome pure le buone trattativesalariali in corso, non ancora

accettate dal Consiglio diamministrazione.La situazione non è molto buo-na e occorrono nuovi sforzi perreclutare al massimo entro lafine dell’anno. Come eviden-ziato da Roland Schwager, lafusione non ha comportato di-missioni, come temuto inizial-mente. Il preventivo 2016 èstato presentato dal cassierecentrale Alois Bucher e accetta-to senza discussione. Il contri-buto è mantenuto a 7 franchi.

ElezioniÈ stato necessario sostituireRené Zedi in seno alla Commis-sione CCL, deceduto la scorsaestate. Denise Engel, AS Est, siè candidata ed è stata elettaall’unanimità. Alla ConferenzaCCL si trattava di sostituire trepersone (Werner Amrein, JoëlJuger e René Zedi): Mani Schaf-fer e Daniela Schelhammer so-no stati eletti ma manca anco-ra una persona. Anton Döös,dimissionario, è stato sostitui-to nella funzione di delegatoCCL da Manfred Egli, che rap-presenterà così la regione Cen-tro. Sostituzione anche nellaregione Est, dove PatrickFausch sostituisce Stefan Bru-derer, che cambia lavoro. Infi-ne, Joël Jufer è stato eletto co-me delegato alla ConferenzaCCL di FFS Cargo, per comple-tare una delegazione incom-pleta. Il congedo da Jean-PierreIsabella è stato rinviato poichéera assente per malattia. Leprossime assemblee dei dele-gati si terranno nel 2016 a Ol-ten, la prima il 24 maggio e laseconda il 25 ottobre.

Henriette Schaffter

Sullo sfondo dei lavoriassembleari, diretti daRolf Feier, l’esito delleelezioni federali.

«Serrare i ranghi»Assemblea dei delegati della sottofederazione AS del 22 ottobre a Olten

Hes

Molta carne al fuoco per delegati e delegate.

Hes

Ruth Schweizer, vicepresidente dell’AD e Rolf Feier, presidente.

La chiusura delle agenzie di viaggio delle FFSrappresenta per molti un segnale inequivoca-bile sul progressivo smantellamento deglisportelli. Uno sviluppo molto preoccupanteperché venditori e venditrici sono sempre dipiù le uniche persone che vedono con i loroocchi i viaggiatori presso FFS. Ed ora eccospuntare una nuova parola: il consulente allamobilità. Siccome le FFS intendono raggiun-gere il 90 % delle vendite attraverso i canalidigitali, il cambiamento del lavoro e del profiloprofessionale appare dunque inevitabile. Ilresponsabile della vendita Peter Zeier si èrivolto al pubblico con toni rassicuranti: «Nonabbiate paura del vostro futuro», ma ledomande hanno dimostrato l’esatto opposto,palesando preoccupazioni per la professione,la chiusura degli sportelli e lo svilupposalariale. Il vice presidente del SEV Manuel

Avallone e il segretario sindacale Jürg Hurnihanno chiarito subito: per il sindacato l’ulterio-re riduzione del personale agli sportelliminaccia il servizio pubblico. Per nullarassicurati sul tipo di formazione che le FFSintendono impartire dal 2017: la paura è chevengano perse una serie di competenze, comequelle linguistiche. Insomma il cielo è tutt’altroche sereno. La risoluzione votata all’unanimitàne è l’espressione lampante.

Risoluzione

■ Vogliamo offrire ai/alle nostri/e clienticonsigli di elevata qualità per le loro esigenzedi mobilità.

■ Il profilo professionale non deve esseresottovaluto. La formazione di base di impiega-to/a di commercio dei trasporti pubblici o un

apprendistato equivalente, devono esseremantenuti.

■ Il profilo professionale, così come laformazione di base e la formazione continua,devono garantire un lavoro più interessante peri/le giovani, nel quadro di una promozionemirata delle nuove leve; vanno garantite anchele prospettive per i/le collaboratori/trici piùanziani/e.

■ La centralità del lavoro deve restare nellemani del personale FFS formato - nei centri enelle regioni - e va orientato ai bisogni dellaclientela.

■ Le consulenze devono essere valutatecorrettamente.

■ Visto le crescenti esigenze, la formazionecontinua è indispensabile e non può essereimpartita via e-learning.

Riflettori sul personale di vendita FFS: in una risoluzione il cuore del problema

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12 SERVIZIOcontatto.sevN. 19/155.11.2015

L-L’aiuto del SEV ha per-messo ad un’accompa-gnatrice treno di salvareil suo posto di lavoro.

Colpi di diritto

Quando si è decisa a rivol-gersi al SEV, Edith (nome fit-tizio), accompagnatrice tre-no con un grado d’impiegodel 50 percento, non potevasvolgere il proprio lavoro daoltre un anno e dieci mesi inquanto aveva ricevuto dalMedical Service una decisio-ne di inidoneità medica. Eraperò perfettamente in gradodi svolgere il suo lavoro so-stitutivo in ufficio, che lepiaceva molto e sul quale siera molto ben integrata,tanto da farsi apprezzare dacolleghi e superiori. Il lavoronon mancava per cui la rein-tegrazione appariva quasicosa fatta. Perché quindi ri-volgersi al sindacato?

Mancanza di posti concessiIl motivo è emerso sin dalprimo colloquio con la pro-tezione giuridica del SEV:l’auspicata reintegrazionedefinitiva di Edith rischiava

«Esternalizzazione» evitataI proclami sulla tutela di lavoratrici e lavoratori non servono se non sono accompagnati dalla volontà di applicarli e da decisioni concrete.

di svanire nel nulla, ma nonper un inopinato peggiora-mento delle sue condizionidi salute, per un comporta-mento inadeguato o per uncalo del lavoro da svolgere.Niente di tutto questo:l’ostacolo alla reintegrazio-ne, suscettibile di portare allicenziamento, era la man-canza di un posto concesso,rispettivamente il rifiuto del-la richiesta del superiore di-retto di concedere in via de-finitiva un posto al 50 % perEdith.

Protezione giuridicain preallarmeIl sostegno del superiore di-retto e del manager della sa-lute FFS inducevano comun-que Edith ad un certo ottimi-smo nei confronti della suareintegrazione in ufficio,tanto da chiedere alla prote-zione giuridica SEV in unprimo tempo di non interve-nire.

Incongruenze nell’incartoQuando le FFS hanno datovia alla procedura formale discioglimento del rapporto di

lavoro, il SEV ha comunquedovuto reagire per non venirmeno ai termini di legge.Quale primo passo, ha veri-ficato se la decisione di ini-doneità era stata verificatanell’ottica di sciogliere ilrapporto di lavoro, consta-tando alcune incongruenze,subito segnalate alle FFS.Successivamente, è stata ri-chiesta una decisione for-male di licenziamento, con-tro la quale è stato interpo-sto regolare ricorso, basatosulla mancata tenuta in de-bito conto del miglioramen-to dello stato di salute diEdith, che avrebbe invecedovuto portare a riconside-rare la decisione di inidonei-tà. L’obiezione è stata accol-ta dall’istanza di ricorso,che ha incaricato il MedicalService di svolgere accerta-menti complementari, nell’ambito dei quali Edith èstata convocata da uno spe-cialista. Nel frattempo, vi èstato un fitto scambio dicorrispondenza tra l’istanzadi ricorso, il SEV e la divisio-ne viaggiatori.

Svolta positivaCirca sette mesi dopo il pre-visto licenziamento, Edithha ricevuto la possibilità disvolgere una prova di lavorosul treno, con un grado diimpiego inferiore al suo 50percento originale. Una par-te del suo lavoro si sarebbepoi svolta ancora in ufficio.L’esito positivo della provadi lavoro ha indotto MedicalService a rivedere al propriaposizione, modificando ladecisione di inidoneità com-pleta e definitiva in una«idoneità limitata». Questaposizione ha privato il licen-

ziamento della sua motiva-zione giuridica e permessoad Edith di beneficiare di unpensionamento parziale.Edith, che oggi lavora dinuovo sul treno con un gra-do di impiego leggermenteinferiore, ha inviato i suoiringraziamenti al SEV per ilsostegno ricevuto dalla pro-tezione giuridica: «possosolo parlar bene del SEV.Senza il sindacato, avreiperso il posto di lavoro!»

Protezione giuridica SEV

Senza l’intervento del SEV, lanostra collega Edith, che haappena compiuto 50 anni, sisarebbe trovata per strada,anche se per lei il lavoro nonmancava. Il SEV continueràpertanto ad orientarsi apropositi di reintegrazionemanifestati dalla signoraPilloud (vedi contatto.sevnumero 16 del 24 settembre2015).

Il team di protezione giuridica delSEV osserva inoltre come non visiano mai stati casi in cui ilsindacato si è opposto ad unasoluzione valida, mentre ne ha giàincontrati molti in cui, nonostantesi fosse in presenza di attivitàadeguate, la reintegrazione nonha potuto essere portata atermine con successo in quantomancava un posto concesso.

COMMENTO

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto.

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 11 novembre2015:

inviando una cartolina postalecon nome, cognome, indirizzo esoluzione a: SEV, Photomystère,casella postale, 3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destra sottol’agenda e riempire il formulariocon le indicazioni richieste. Il nomedella vincitrice o del vincitore saràpubblicato sul numero successivo.

Non verrà tenuta alcuna corri-spondenza sul concorso. Le vielegali sono escluse.

È in palio un set di scrittura SEVCaran d’Ache con penna asfera e portamina che verràsorteggiato tra coloro che avrannodato la risposta esatta. La fotodell’ultima edizione riportava ungruppo di doppi scambi inglesi chesi trovano alla stazione di Herisau.Troverete una foto esplicativa sulnostro sito www.sev-online.ch.

Abbiamo ricevuto poche risposteesatte, tra le quali quella delfortunato vincitore del coltellino«Outrider» dal design SEV:

Joel Brändle di San Gallo.

Photomystère: «dov’è stata scattata questa foto?»

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SOTTOFEDERAZIONI ......

13contatto.sevN. 19/155.11.2015

In Gran Bretagna dovrebbe essere reso di pub-blico dominio a breve il rapporto Chilcot, fruttodell’inchiesta parlamentare, che dura da sei an-ni, sulla partecipazione britannica alla guerradel 2003, contro l’Iraq di Saddam Hussein. Eche quel giorno si avvicini davvero lo si può for-se desumere anche dalla decisione di Tony Blairdi rispondere su questo tema ad alcune doman-de rivoltegli dalla CNN. Un’occasione per l’ex-premier britannico per avanzare quelle che moltigiornali hanno definito scuse, ma che in realtànon sono affatto tali.Tre le parti salienti dell’intervista. La prima èservita a Tony Blair per scaricare su altri la re-sponsabilità maggiore della guerra. A suo diretanto lui quanto Bush furono indotti dalle infor-mazioni ricevute dai rispettivi servizi segreti acredere che Saddam Hussein fosse in possessodi armi di distruzione di massa e fosse in pro-cinto di usarle. Ricordate la famosa «pistola fu-mante» del leader iracheno di cui parlò Blair, ingrado, a suo dire, di scatenare l’apocalisse inmeno di un’ora? Certo che le informazioni in loropossesso dovevano essere ben solide per spin-gere il segretario di stato americano a presen-tarsi all’ONU con la famosa fialetta piena di unapolvere bianca per mostrarla come prova del-l’armamento chimico iracheno. Prove ritenutesia pure a torto, schiaccianti, o, piuttosto, con-sapevole messa in scena per vincere le resisten-ze dell’ONU, e scatenare il conflitto? In ogni casosi sa da numerose testimonianze che già un an-no prima di quel tragico 30 marzo del 2003,Blair e Bush avevano concordato di attaccarel’Iraq, nell’ambito del più vasto disegno di ride-finizione di alleanze e «protettorati» nello scac-chiere medio-orientale.Nella seconda parte, Blair ha ammesso di esser-si sbagliato nella valutazione delle possibiliconseguenze al rovesciamento di Saddam Hus-sein non escludendo che la gestione anglo-americana del dopoguerra possa esserecorresponsabile del terrorismo islamista e dellanascita dell’ISIS. Né si vede come avrebbe potu-to negarlo.Nella terza, infine, l’ex-premier ha puntualizzatociò che più gli preme: che non deve certo scu-sarsi per avere rovesciato Saddam Hussein eche l’Iraq di oggi è sicuramente preferibile aquello di prima. Un punto questo sul quale sa-rebbe sicuramente interessante sentire l’opinio-ne degli iracheni che dal momento in cui glianglo-americani decisero di portare la democra-zia a Baghdad, continuano a piangere morti evedere il paese sempre più sprofondato nelbaratro.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

La maschera di Tony Blair«Franco forte e turismo delloshopping, hanno un impattosulle diverse aziende, tra cui leFFS. E le strutture a FFS Cargo,secondo il CEO Andreas Meier,devono essere riviste. Sonotutte notizie che devono farciriflettere». È con queste paroleche il presidente centrale dellaRPV Hanspeter Eggenberger haaperto l’annuale conferenzadei presidenti.

Attualità nelle divisioniIl presidente centrale ha infor-mato sullo stato dell’arte in di-verse divisioni.Infra: sono state trovate solu-zioni per tutte le persone inte-ressate dalla chiusura dellastazione di smistamento diDäniken in occasione del cam-bio di orario 2016/17. Nessu-no andrà al NOP. A Zürich-Mülligen nessun impatto sulpersonale, perché la stazionesarà usata da Cargo.Cargo: l’introduzione comple-ta del nuovo sistema di piani-ficazione Caros è previsto ametà maggio 2016. Nel tra-sporto merci è stato registratoun crollo delle esportazioni edelle importazioni. I gruppi dilavoro per le BAR-RCP si sonoincontrati e i risultati sarannopresentati prossimamente al-la comunità di trattativa.P: 14 temporanei sono statiassunti a tempo indetermina-

to presso ZBS, solo uno ha ri-nunciato. A partire dal prossi-mo cambio di orario ci sarà unmaggiore lavoro di smista-mento. Ci saranno degli ade-guamenti nelle BAR-OP_ZBS.La direzione ZBS ha invitato lacomunità di trattativa a pren-dere parte alle prime discus-sioni.Gruppo: tutti i collaboratorihanno ricevuto un apparec-chio MIT. La radio LISA ha su-scitato una certa ilarità pressoalcuni colleghi, poiché se neparla da otto anni. La sua rea-le introduzione non sarà perdomani. Le riflessioni sulladecisione 33 del CCL – sullaquale la comunità di trattativasi è messa d’accordo con leFFS – sono in corso presso ilSEV. Una soluzione è previstaentro il 2016.

Il 7 novembre si terrà a Oltenla giornata della migrazione,mentre la nostra sottofedera-zione cerca un o una collegadelle FFS e di FFS Cargo per laconferenza CCL e una secondapersona per la commissioneCCL. Si cerca anche qualcunoper la commissione di verificadella gestione, a partire dallaprossima assemblea dei dele-gati, prevista in maggio 2016.Le persone interessate sonopregate di rivolgersi al presi-dente di sezione.Al centro delle discussioni an-che il sito internet della RPV. Imiglioramenti proposti sonostati comunicati al webmasterche cercherà di implementarli.Si ringrazia per l’organizzazio-ne Heinz Schneider e i tradut-tori Ferruccio Noto e PatrickRouvinez. Danilo Tonina

Conferenza dei presidenti RPV a Brissago■ Sottofederazione RPV

La segretaria sindacale del SEV Franziska Schneider ha tenuto unarelazione molto interessante sui diritti e i doveri. La giurista del SEVha spiegato che la storia del diritto del lavoro risale al XVIII secolo e siè poi soffermata sui cambiamenti degli scorsi anni analizzando larelazione tra diritti e doveri, sia da parte del datore di lavoro, sia daparte del lavoratore. Ha poi acceso i riflettori su ordinanze, leggi eCCL. Ha poi reso attenti sull’uso dei social media, come per esempioFacebook: osservazioni contro il datore di lavoro potrebbero averedelle conseguenze per l’autore. Inutile dire che su questo tema ladiscussione è stata accesa.

Diritti e doveri sotto la lente

Lo scorso 17 settembre, 41 pensionati RhB conrispettive mogli hanno preso parte alla gitaorganizzata da Felix Murk. Destinazione: Züri-Oberland attraverso l’Aathal-Seegräben fino a«Juckerhof». Dopo una breve marcia, eccociarrivati davanti ad uno spettacolo a dir pocoinusuale: una mostra di zucche con relativecomposizioni (vedi foto). Dopo il pranzo con unavista bellissima sullo Pfäffikersee, la gita è pro-seguita secondo il programma. C’è stato ancheun momento per gli acquisti prima del rientro acasa. I partecipanti sono stati molto contenti e siaugurano che, per il prossimo anno, venga an-cora organizzata una passeggiata così bella. Lacomitiva si è data appuntamento all’assembleache si terrà a Thusis il 12 novembre.

Max Schmitz

I pensionati RhB e il giro delle zucche■ Pensionati VPT RhB

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14 AGENDAcontatto.sevN. 19/155.11.2015

Dopo le castagnate, ecco un cordiale invito rivolto a tutte e atutti voi: il pranzo di Natale presso il Centro ManifestazioniMercato Coperto di Mendrisio. Anche quest’anno vogliamo ga-rantirvi un’accoglienza calorosa in un ambiente adatto alla cir-costanza ed offrirvi un allettante menu.Desideriamo che sia un giorno di festa, d’incontri, d’amicizia edivertimento; perciò a rallegrare il passare delle ore avremoun accompagnamento musicale ed una ricca lotteria.Il ritrovo è fissato a partire dalle ore 11.00 e poco più tardisarà servito un ricco aperitivo, quindi, dopo i saluti del presi-dente sezionale Eligio Zappa, ci si potrà mettere a tavola pergustare il pranzo. Il prezzo del pranzo, tutto compreso, è diCHF 40.00 a persona. Bevande: Merlot del Ticino da 7,5 dl eacqua minerale. Sul prossimo numero orari treno e menu.■ Annunciatevi entro lunedì 30 novembre a: Marco Hefti, viaSalim 7, 6653 Verscio – telefono 091 796 28 16 – e-mail:[email protected].

Il comitato sezionale

■ PV Ticino e Moesano

Pranzo di Natale 9 dicembre

Quest’anno il nostro ritrovo si terrà pressol’hotel Riverside di Briga-Glis, con inizio alleore 10.30. Relatore ospite Helmut Hubacher,già consigliere nazionale, che tratterà il temadel primo e secondo pilastro. Dati gli interes-santi temi trattati e di grande attualità il comi-tato si augura una folta presenza.

Il costo del pranzo è di franchi 30.00 e com-prenderà l’aperitivo, il menu, le bibite e il caf-fè.Iscrizione al più presto presso: Walter Schmidcon il formulario che avete ricevuto o pertelefono allo 027 923 54 31 o e-mail:[email protected].

12 novembre – Briga-Glis■ PV Vallese – Assemblea autunnale

La nostra prossima assemblea avrà luogo al ristorante AlteBrauerei a Thusis, a partire dalle ore 14.00. Riceveremo infor-mazioni d’attualità da parte di Peter Peyer, al quale potremosottoporre le nostre questioni. Felix Murk

Assemblea ordinaria12 novembre a Thusis

■ Pensionati VPT

Il comitato centrale VPT e il segretariato SEV invitano i mem-bri attivi e i pensionati delle sezioni VPT del Ticino alla tradi-zionale giornata che avrà luogo il 28 novembre a Bellinzo-na. Quest’anno il tema di riflessione sarà comune in tutta laSvizzera; si tratta delle aggressioni, una realtà con la qualeil personale dei trasporti pubblici è spesso confrontato.L’articolo 59 della Legge federale sul trasporto dei viaggia-tori prevede che i reati (ingiurie minacce e vie di fatto) com-messi nei confronti del personale conducente, sono perse-guiti d’ufficio dalla polizia. Per il perseguimento d’ufficiol’autorità competente deve comunque esserne a conoscen-za, pertanto occorre sempre annunciare l’accaduto. Un argomento molto importante e di attualità.

■ Svolgimento della giornata:

09.30: Accoglienza con caffè e gipfeli10.00: benvenuto da parte del presidente della VPT Sottoceneri Peter Bernet e del presidentecentrale Gilbert d’Alessandro10.10: inizio tavola rotonda sul tema delle aggressioni con ospiti e testimonianze. Brevediscussione12.00: aperitivo e pranzo in comune.

■ Termine di iscrizionePer questioni organizzative vi preghiamo di inoltrare le iscrizioni entro il 20 novembre a:

Peter Bernet, Strada da Forno 2, 6967 DinoSabetti Andrea presso la ferrovia CentovalliFrusetta Fabrizio, autolinee FART LocarnoSegretariato SEV, c.p. 1469, 6501 Bellinzona, tel. 091 825 01 15

Tagliando di iscrizione (p.f. compilare in stampatello)

Nome:……...............................................................................................

Cognome:…………………………....................................................................

Impiegato presso:...................................................................................

Telefono:……….........................................................................................

Firma:…………………………………………………..................................................

■ Per chi viene in trenoTreni per Bellinzona con arrivo alle 09.26; da Chiasso: 08.28; da Mendrisio: 08.36da Lugano: 08.46; da Rivera: 09.12; da Giubiasco: 09.23, da Locarno: 09.04 (arrivo 09.29)

Giornata cantonale delle ITCBellinzona, 28 novembreAggressioni sotto la lente

Quest’anno il nostro ritrovo si terrà presso la sala Mimosa del-la Residenza al Parco a Locarno-Muralto, a partire dalle ore19.00, con il seguente ordine del giorno:

1. apertura e saluto del presidente Alessandro Mutti2. elezione del presidente del giorno e di 2 scrutatori3. relazione del presidente4. relazione finanziaria del cassiere Andrea Sabetti, con rap-porto dei revisori e approvazione dei conti per l’anno 20145. relazione del segretario sindacale Angelo Stroppini6. eventualiAl termine, alle 20.00, è previsto l’aperitivo e la cena «natali-zia» con un ricco menu. La cena è aperta a tutti gli impiegatiFART/NLM. Per i membri del sindacato è richiesta una parteci-pazione di CHF 20.00, per i non affiliati di CHF 58.00. Vi atten-diamo numerosi!

Iscrizione entro l’11 dicembre tramite SMS a:Andrea Sabetti, telefono 076 464 80 00.

Assemblea sezionaleordinaria 14 dicembre

■ VPT Locarno

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SEZIONI ......

15contatto.sevN. 19/155.11.2015

Durante il Medioevo le donne delle famiglie patri-zie romane avevano amanti e figli, detti «nipoti».Spesso le loro madri riuscivano a porli sul tronopontificio, per cui si diceva che il papato fosse, difatto, governato dalle donne. Una delle più famo-se fu Marozia, figlia di un senatore romano, cheall’età (oggi in odore di pedofilia) di appena 15anni divenne l’amante di papa Sergio III e gli die-de un figlio. Nel 911, alla morte del pontefice, ilbambino aveva appena 6 anni; ma Marozia, cheaspettava l’occasione buona, sposò il marcheseAlberico di Spoleto e da lui ebbe un altro figlio,chiamato Alberico come il padre. Nel 931 Maroziavide il suo primogenito, nel frattempo 26enne, di-ventare papa col nome di Giovanni XI. Alla mortedel marchese di Spoleto, Marozia si risposò conGuido di Toscana e, rimasta di nuovo vedova, siunì in matrimonio col fratellastro di lui, Ugo diProvenza: le nozze vennero celebrate dal papa,suo figlio. Ma il giovane Alberico insorse contro lamadre e il patrigno: Ugo fu cacciato dalla città,Marozia e Giovanni XI vennero imprigionati. Maro-zia, prima di morire, fece comunque in tempo avedere anche il suo secondogenito diventarepapa, col nome di Giovanni XII. Ma l’esempiosenz’altro più vergognoso di nepotismo fu quelloofferto, cinque secoli dopo, da papa Borgia, Ales-sandro VI, che arrivò a riconoscere almeno quat-tro dei suoi figli illegittimi – tra cui la famigerataLucrezia Borgia – conferendo il cardinalato a seidei suoi congiunti! L’episodio comunque piùscandaloso dell’intera storia del papato fusenz’altro quello di Giovanni VIII, che si sarebberivelato essere una donna, quando partorì nel belmezzo di una pubblica processione; sicché vennelapidata dalla folla inferocita, insieme al suo neo-nato! A quel punto, in fretta e furia venne eletto unnuovo papa, Benedetto III. Ma la storiografia ec-clesiastica fece figurare che l’elezione era avvenu-ta prima, in modo da eliminare qualsiasi tracciadella papessa Giovanna e, quando tre lustri dopo,nell’872, un altro Giovanni fu eletto al soglio pon-tificio, venne chiamato Giovanni VIII, anziché IX.Peccato che almeno questa storia sia fasulla: lapapessa Giovanna non è mai esistita; ma la sualeggenda nacque nel X secolo, quando non menodi 23 papi regnarono, alcuni solo per pochi mesi.Finirono tutti nei modi più tragici: imprigionati,assassinati, detronizzati, lasciati morire di fame,accecati… e, dietro a molti di loro, c’erano sempredelle donne. Non sorprende che in seguito laChiesa decise di imporre il celibato sacerdotale!

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... nepotismo

contatto.sev è il giornale delsindacato del personale deitrasporti SEV. Pubblicazionequindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (capo-redattore), Peter Anliker, VivianBologna, Beatrice Fankhauser,Markus Fischer, Françoise Gehring,Pietro Gianolli, Anita Merz, PatriziaPellandini Minotti, HenrietteSchaffter.

Indirizzo della redazione:contatto.sev, CP, 6501 Bellinzona,e-mail: [email protected],telefono 091 825 01 15, fax 091826 19 45.

Tiratura: edizione italiana: 3609copie; totale: 43 612; certificata il14.11.2014.

Abbonamenti e cambiamenti diindirizzo: SEV, divisione amministra-tiva, casella postale, 3000 Berna 6,e-mail: [email protected], tel. 031357 57 57, fax 031 357 57 58.Abbonamento annuale per i nonaffiliati: 40 franchi.

Pubblicità: Zürichsee Werbe AG,Seestrasse 86, 8712 Stäfa,tel. 044928 56 11, fax 044 928 56 00,e-mail: [email protected],www.zs-werbeag.ch.

Prestampa: AZ Medien, Aarau,www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland ZeitungsdruckAG, Neumattstrasse 1, 5001 Aarau,www.mittellandzeitungsdruck.ch(azienda del gruppo AZ Medien AG).ISSN 1662-8470

Prossima edizione: 19 novem-bre 2015. Chiusura redazionale:giovedì 12 novembre, ore 10.

IMPRESSUM

La tua sezione puòtrasformare questoobiettivo in realtà.Riceverete per ogninuovo membro 50franchi. L’azionedurerà fino al 29febbraio 2016.

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 19/155.11.2015

«Grazie mille per la vostraazione. Io sono stata aggredi-ta. So bene qual è l’importanzadella presenza del personaletreno sui convogli». Sono leparole di una donna anziana ri-volte a Janine Truttmann, se-gretaria centrale della ZPV pre-sente a Bellinzona per questaazione europea. Chiede persi-no se può dare un’offerta e aiu-tare anche lei. Janine sorride ele consegna qualche volantino.C’è anche il presidente centra-le Andreas Menet e tutti imembri della Commissionecentrale ZPV. «Siamo qui in Ti-

cino - ci dice Andreas Menet -per dare un valore simbolicoalla nostra azione. L’annoprossimo verrà aperta la galle-ria di base e sulla vecchia lineadi montagna del Gottardo leFFS vogliono sopprimere lascorta sui treni. La gente non cista, sostiene la nostra azione eci ringrazia. Insomma è chiara-mente dalla nostra parte».Come i passeggeri possanomettersi in salvo con il soloaiuto del macchinista se do-vesse scoppiare un incendio inuna galleria di 15 km o nellegallerie elicoidali, rimane untotale mistero per la ZPV/SEV.«Ci appelliamo dunque all’Uffi-cio federale dei trasporti - con-tinua Menet - affinché comeautorità di vigilanza, ricordialle FFS che la sicurezza vieneprima della redditività».L’azione, che si svolge su scalaeuropea e coinvolge dieci pae-si, vuole dare un messaggiomolto chiaro. «Certamente!L’altro giorno a Bruxelles l’am-biente era molto carico. Siamotutti molto combattivi perchéin gioco - sottolinea Menet -non c’è solo la qualità del ser-vizio, bensì la sicurezza deiviaggiatori che a noi sta moltoa cuore». L’ETF e i suoi membrichiedono infatti alle impreseferroviarie e alle autorità di ri-

conoscere l’importanza di ac-compagnatori professionisti abordo dei treni (cfr. box). Ruoloche non si limita solo a control-lare e vendere biglietti, magarantisce la sicurezza, soprat-tutto in caso di incidenti oimprevisti. Accompagnatrici eaccompagnatori svizzeri pon-gono l’accento specialmentesu quest’ultimo punto.Il vicepresidente centrale Pas-cal Fiscalini, che ha coordinatol’azione, è molto soddisfatto:«Molte le testimonianze dellepersone che ci ringraziano eche sottolineano quanto il no-stro ruolo sia centrale in modoparticolare per la sicurezza.Donne e uomini, non fa diffe-renza: tutti ci riconoscono unagrande professionalità». Ementre parla il suo telefono èrosso: arrivano foto e messag-gi da tutta la Svizzera, dovel’azione sta andando molto be-ne. «Per noi la risposta miglio-re è proprio quella della clien-tela: è al nostro fianco». Delresto un passeggero ci ha con-fidato: «I biglietti costano sem-pre di più, può anche starmibene. Ma è ingiusto peggiorareil servizio e togliere prestazio-ni, come quella che garantisceil personale treno in tutte le si-tuazioni».Ma il personale treno non era ilbiglietto da visita delle FFS?

Françoise Gehring

«Siamo tutti dalla vostra parte»L’importanza del personale treno sui treni è stata chiaramente ribadita dall’utenza che ha ben accolto l’azione

La scorsa settimana ilpersonale del treno hadistribuito volantini intutta la Svizzera con unmessaggio molto chia-ro: la loro presenza è eresta importante sui tre-ni – e su molte tratte –nonostante biglietterieautomatiche, e-ticket evideocamere di sorve-glianza. Il volantinaggiorientra nel quadro diun’azione europea sottol’egida della Federazio-ne europea dei lavora-tori dei trasporti (ETF).

ZPV

SEV

Zurigo: compatti e motivati per una causa europea.

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Andreas Menet e un’attenta interlocutrice.

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Viaggio sereno per tutti.

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Sempre in prima fila.

La Federazione Europea dei Lavoratori dei Trasporti, che riunisce isindacati dei ferrovieri europei, sta conducendo una campagna disensibilizzazione per mantenere gli accompagnatori a bordo dei treni.Il personale a bordo svolge numerosi compiti e non unicamente ilcontrollo dei biglietti. Per ogni evenienza, garantisce una presenzaumana competente a bordo. Per garantire ai passeggeri sicurezza e unservizio di alta qualità è necessario avere equipaggi professionali suogni treno, che siano formati in materia di sicurezza, soccorso e tuttociò che riguarda il servizio ai viaggiatori... affinché i passeggeri possanosentirsi a proprio agio e beneficiare di condizioni di trasporto conforte-voli.

La presenza di personale competente a bordo è una condizione essen-ziale per offrire un servizio di qualità che corrisponda ai bisogni dellepersone. L’abbattimento dei costi ottenuto con l’eliminazione diequipaggi professionalizzati va contro l’obiettivo di mantenere edattrarre un numero sempre maggiore di viaggiatori sulle ferrovie. L’ETFe i suoi membri chiedono alle compagnie ferroviarie e alle autorità diriconoscere l’importanza di accompagnatori professionisti a bordo deitreni e di porre fine ad una politica che priva i convogli di presenza econtatto umano.

UNA CAMPAGNA EUROPEA

Il concorso «Photomystère»è stato spostato a pagina 12,dove trovate tutte le infor-mazioni necessarie. Buonafortuna.

CONCORSO