Bollettino Diocesano Marzo-Aprile 2012

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Anno LXXXVIII n. 2 Marzo - Aprile 2012 Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 Spedizione in abbonamento postale comma 20/c art. 2 L. 662/96 Filiale di Bari

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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Anno LXXXVIII n. 2 Marzo - Aprile 2012

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO LXXXVIII - N. 2 Marzo - Aprile 2012

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

Direttore responsabile:Giuseppe Sferra

Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

Gestione editoriale e stampa:Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.2170009

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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALEMAGISTERO PONTIFICIO

Messaggio per la Giornata mondialedelle comunicazioni sociali

“Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione” 167Discorso in occasione del Corso sul foro interno

organizzato dalla Penitenzieria Apostolica 171

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Consiglio PermanenteComunicato finale dei lavori della sessione primaverile

(Roma, 26-29 marzo 2012) 175Presidenza CEI

Messaggio per la Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore 181

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI BITONTO

MAGISTERO E ATII DELL’ARCIVESCOVOSaluto all’inaugurazione dell’anno giudiziario del

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese(Bari, 10 marzo 2012) 185

“Spiritualità e pastorale nell’epoca del web”Meditazione al clero nel lunedì santo

(Oasi S. Maria, Cassano Murge, 2 aprile 2012) 189

CURIA METROPOLITANA

CancelleriaSacre ordinazioni e decreti 199Ufficio per le cause dei santi

Presentazione di Un cammino di santità, primo volume degli scritti dellaServa di Dio Madre Teresa di Gesù (Gimma), O.C.D.: 201

SOMMARIO

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“Un cammino di santità tra la resistenza e la resa”di p. Luigi Gaetani, O.C.D. 202

Intervento di S.E. mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca 207Commento biblico del prof. Giuseppe Micunco 215

Uffici Liturgico e Comunicazioni socialiNorme liturgiche per i fotografi.

Servizio dei fotografi in chiesa durante le celebrazioni liturgiche.Indicazioni per un adeguato comportamento 221

SEMINARIO ARCIVESCOVILEIl IV centenario del Seminario arcivescovile (1612-2012) 231

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESEInaugurazione dell’anno giudiziario (10 marzo 2012)

Relazione del Vicario giudiziale mons. Luca Murolo 235

FONDAZIONE ANTIUSURA S. NICOLA E SS. MEDICI

Relazione socio-pastorale del Presidente mons. Alberto D’Urso 243

PUBBLICAZIONI 279

DIARIO DELL’ARCIVESCOVOMarzo 2012 281Aprile 2012 283

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Cari fratelli e sorelle,all’avvicinarsi della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali2012, desidero condividere con voi alcune riflessioni su un aspettodel processo umano della comunicazione che a volte è dimenticato,pur essendo molto importante, e che oggi appare particolarmentenecessario richiamare. Si tratta del rapporto tra silenzio e parola:due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succe-dersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profondavicinanza tra le persone. Quando parola e silenzio si escludono avicenda, la comunicazione si deteriora, o perché provoca un certostordimento, o perché, al contrario, crea un clima di freddezza;quando, invece, si integrano reciprocamente, la comunicazioneacquista valore e significato.Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di essonon esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo econosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero,comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire ociò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo come esprimerci.Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere sestessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confron-to, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre così unospazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umanapiù piena. Nel silenzio, ad esempio, si colgono i momenti più au-

Messaggio per la Giornatamondiale delle comunicazioni sociali

Silenzio e parola:cammino di evangelizzazione

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

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tentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’e-spressione del volto, il corpo come segni che manifestano la perso-na. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza,che proprio in esso trovano una forma di espressione particolar-mente intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazioneancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capa-cità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami. Làdove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diven-ta essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inuti-le o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta a scoprire la rela-zione esistente tra avvenimenti che a prima vista sembrano slegatitra loro, a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possa-no condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita adun’autentica conoscenza condivisa. Per questo è necessario creareun ambiente propizio, quasi una sorta di “ecosistema” che sappiaequilibrare silenzio, parola, immagini e suoni.Gran parte della dinamica attuale della comunicazione è orientata dadomande alla ricerca di risposte. I motori di ricerca e le reti socialisono il punto di partenza della comunicazione per molte persone checercano consigli, suggerimenti, informazioni, risposte. Ai nostri gior-ni, la Rete sta diventando sempre di più il luogo delle domande edelle risposte; anzi, spesso l’uomo contemporaneo è bombardato darisposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avver-te. Il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra itanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconosce-re e focalizzare le domande veramente importanti. Nel complesso evariegato mondo della comunicazione emerge, comunque, l’atten-zione di molti verso le domande ultime dell’esistenza umana: chisono? che cosa posso sapere? che cosa devo fare? che cosa posso spe-rare? È importante accogliere le persone che formulano questi inter-rogativi, aprendo la possibilità di un dialogo profondo, fatto di paro-la, di confronto, ma anche di invito alla riflessione e al silenzio, che,a volte, può essere più eloquente di una risposta affrettata e permet-te a chi si interroga di scendere nel più profondo di se stesso e aprir-si a quel cammino di risposta che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo.Questo incessante flusso di domande manifesta, in fondo, l’inquie-tudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole o gran-di, che diano senso e speranza all’esistenza. L’uomo non può accon-

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MAGISTERO PONTIFICIO

tentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni edesperienze di vita: tutti siamo cercatori di verità e condividiamo que-sto profondo anelito, tanto più nel nostro tempo in cui «quando lepersone si scambiano informazioni, stanno già condividendo sestesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali»(Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2011).Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazionie reti sociali che possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti diriflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silen-zio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Paroladi Dio. Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi diun versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se cia-scuno non trascura di coltivare la propria interiorità. Non c’è da stu-pirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenziosiano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse equella Verità che dà senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazionebiblica parla anche senza parole: «Come mostra la croce di Cristo,Dio parla anche per mezzo del suo silenzio. Il silenzio di Dio, l’espe-rienza della lontananza dell’Onnipotente e Padre è tappa decisivanel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata. (…) Il silen-zio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questi momentioscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio» (Esort. ap. postsin.Verbum Domini, 30 settembre 2010, 21). Nel silenzio della Croceparla l’eloquenza dell’amore di Dio vissuto sino al dono supremo.Dopo la morte di Cristo, la terra rimane in silenzio e nel SabatoSanto, quando «il Re dorme e il Dio fatto carne sveglia coloro chedormono da secoli» (cfr Ufficio delle Letture del Sabato Santo), risuonala voce di Dio piena di amore per l’umanità.Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nelsilenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio. «Abbiamo biso-gno di quel silenzio che diventa contemplazione, che ci fa entrarenel silenzio di Dio e così arrivare al punto dove nasce la Parola, laParola redentrice» (Omelia nella S. Messa con i membri della Commis-sione Teologica Internazionale, 6 ottobre 2006). Nel parlare della gran-dezza di Dio, il nostro linguaggio risulta sempre inadeguato e si

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apre così lo spazio della contemplazione silenziosa. Da questa con-templazione nasce in tutta la sua forza interiore l’urgenza dellamissione, la necessità imperiosa di «comunicare ciò che abbiamovisto e udito», affinché tutti siano in comunione con Dio (cfr 1 Gv1, 3). La contemplazione silenziosa ci fa immergere nella sorgentedell’Amore, che ci conduce verso il nostro prossimo, per sentire ilsuo dolore e offrire la luce di Cristo, il suo messaggio di vita, il suodono di amore totale che salva.Nella contemplazione silenziosa emerge poi, ancora più forte, quel-la Parola eterna per mezzo della quale fu fatto il mondo, e si cogliequel disegno di salvezza che Dio realizza attraverso parole e gesti intutta la storia dell’umanità. Come ricorda il Concilio Vaticano II, laRivelazione divina si realizza con «eventi e parole intimamente con-nessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della sal-vezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significatedalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano ilmistero in esse contenuto» (Dei Verbum, 2). E questo disegno di sal-vezza culmina nella persona di Gesù di Nazaret, mediatore e pie-nezza di tutta la Rivelazione. Egli ci ha fatto conoscere il vero Voltodi Dio Padre e con la sua Croce e Risurrezione ci ha fatti passaredalla schiavitù del peccato e della morte alla libertà dei figli di Dio.La domanda fondamentale sul senso dell’uomo trova nel Misterodi Cristo la risposta capace di dare pace all’inquietudine del cuoreumano. È da questo Mistero che nasce la missione della Chiesa, edè questo Mistero che spinge i cristiani a farsi annunciatori di spe-ranza e di salvezza, testimoni di quell’amore che promuove la digni-tà dell’uomo e che costruisce giustizia e pace.Parola e silenzio. Educarsi alla comunicazione vuol dire impararead ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è partico-larmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio eparola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agirecomunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nelmondo contemporaneo. A Maria, il cui silenzio «ascolta e fa fiorirela Parola» (Preghiera per l’Agorà dei Giovani a Loreto, 1-2 settembre2007), affido tutta l’opera di evangelizzazione che la Chiesa compietramite i mezzi di comunicazione sociale.

Dal Vaticano, 24 gennaio 2012, Festa di san Francesco di Sales

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Cari amici,sono molto lieto di incontrarvi in occasione dell’annuale corso sulForo Interno, organizzato dalla Penitenzieria Apostolica. Rivolgoun cordiale saluto al cardinale Manuel Monteiro de Castro,Penitenziere maggiore, che, per la prima volta in questa veste, hapresieduto le vostre sessioni di studio, e lo ringrazio per le cordialiespressioni che ha voluto rivolgermi. Saluto altresì mons.Gianfranco Girotti, reggente, il personale della Penitenzieria e cia-scuno di voi che, con la vostra presenza, richiamate a tutti l’impor-tanza che ha per la vita di fede il sacramento della Riconciliazione,evidenziando sia la necessità permanente di un’adeguata prepara-zione teologica, spirituale e canonica per poter essere confessori,sia, soprattutto, il legame costitutivo tra celebrazione sacramentalee annuncio del Vangelo.I sacramenti e l’annuncio della Parola, infatti, non devono mai esse-re concepiti come separati, ma, al contrario, «Gesù afferma che l’an-nuncio del Regno di Dio è lo scopo della sua missione; questoannuncio, però, non è solo un “discorso”, ma include, nel medesi-mo tempo, il suo stesso agire; i segni, i miracoli che Gesù compieindicano che il Regno viene come realtà presente e che coincide allafine con la sua stessa persona, con il dono di sé. […] Il sacerdote rap-presenta Cristo, l’Inviato del Padre, ne continua la missione,mediante la “parola” e il “sacramento”, in questa totalità di corpo eanima, di segno e parola» (Udienza generale, 5 maggio 2010). Proprio

Discorso in occasione del Corsosul foro interno organizzatodalla Penitenzieria Apostolica

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

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questa totalità, che affonda le radici nel mistero stesso dell’Incarna-zione, ci suggerisce che la celebrazione del sacramento della Ricon-ciliazione è essa stessa annuncio e perciò via da percorrere per l’o-pera della nuova evangelizzazione.In che senso allora la confessione sacramentale è “via” per la nuovaevangelizzazione? Anzitutto perché la nuova evangelizzazione traelinfa vitale dalla santità dei figli della Chiesa, dal cammino quoti-diano di conversione personale e comunitaria per conformarsi sem-pre più profondamente a Cristo. E c’è uno stretto legame tra santi-tà e sacramento della Riconciliazione, testimoniato da tutti i santidella storia. La reale conversione dei cuori, che è aprirsi all’azionetrasformante e rinnovatrice di Dio, è il “motore” di ogni riforma esi traduce in una vera forza evangelizzante. Nella confessione il pec-catore pentito, per l’azione gratuita della misericordia divina, vienegiustificato, perdonato e santificato, abbandona l’uomo vecchioper rivestirsi dell’uomo nuovo. Solo chi si è lasciato profondamen-te rinnovare dalla Grazia divina, può portare in se stesso, e quindiannunciare, la novità del Vangelo. Il beato Giovanni Paolo II, nellaLettera apostolica Novo Millennio ineunte, affermava: «Un rinnovatocoraggio pastorale vengo poi a chiedere perché la quotidiana peda-gogia delle comunità cristiane sappia proporre in modo suadenteed efficace la pratica del sacramento della Riconciliazione» (n. 37).Desidero ribadire tale appello, nella consapevolezza che la nuovaevangelizzazione deve far conoscere all’uomo del nostro tempo ilvolto di Cristo «come mysterium pietatis, colui nel quale Dio cimostra il suo cuore compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé.È questo volto di Cristo che occorre far riscoprire anche attraversoil sacramento della Penitenza» (ibidem).In un’epoca di emergenza educativa, in cui il relativismo mette indiscussione la possibilità stessa di un’educazione intesa come pro-gressiva introduzione alla conoscenza della verità, al senso profon-do della realtà, quindi come progressiva introduzione al rapportocon la Verità che è Dio, i cristiani sono chiamati ad annunciare convigore la possibilità dell’incontro tra l’uomo d’oggi e Gesù Cristo,in cui Dio si è fatto così vicino da poterlo vedere e ascoltare. In que-sta prospettiva il sacramento della Riconciliazione, che prende lemosse da uno sguardo alla propria concreta condizione esistenzia-le, aiuta in modo singolare quella “apertura del cuore” che permet-

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te di volgere lo sguardo a Dio perché entri nella vita. La certezza cheLui è vicino e nella sua misericordia attende l’uomo, anche quellocoinvolto nel peccato, per guarire le sue infermità con la grazia delsacramento della Riconciliazione, è sempre una luce di speranza peril mondo.Cari sacerdoti e cari diaconi che vi preparate al presbiterato, nel-l’amministrazione di questo sacramento vi è data o vi verrà data lapossibilità di essere strumenti di un sempre rinnovato incontrodegli uomini con Dio. Quanti si rivolgeranno a voi, proprio per laloro condizione di peccatori, sperimenteranno in se stessi un desi-derio profondo: desiderio di cambiamento, domanda di misericor-dia e, in definitiva, desiderio che riaccada, attraverso il sacramento,l’incontro e l’abbraccio con Cristo. Sarete perciò collaboratori eprotagonisti di tanti possibili “nuovi inizi”, quanti saranno i peni-tenti che vi si accosteranno, avendo presente che l’autentico signifi-cato di ogni “novità” non consiste tanto nell’abbandono o nellarimozione del passato, quanto nell’accogliere Cristo e nell’aprirsialla sua Presenza, sempre nuova e sempre capace di trasformare, diilluminare tutte le zone d’ombra e di schiudere continuamente unnuovo orizzonte. La nuova evangelizzazione, allora, parte anche dalconfessionale! Parte cioè dal misterioso incontro tra l’inesauribiledomanda dell’uomo, segno in lui del mistero creatore, e la miseri-cordia di Dio, unica risposta adeguata al bisogno umano di infini-to. Se la celebrazione del sacramento della Riconciliazione sarà que-sto, se in essa i fedeli faranno reale esperienza di quella misericordiache Gesù di Nazaret, Signore e Cristo, ci ha donato, allora diver-ranno essi stessi testimoni credibili di quella santità, che è il finedella nuova evangelizzazione.Tutto questo, cari amici, se è vero per i fedeli laici, acquista ancoramaggiore rilevanza per ciascuno di noi. Il ministro del sacramentodella Riconciliazione collabora alla nuova evangelizzazione rinno-vando egli stesso, per primo, la coscienza del proprio essere peni-tente e del bisogno di accostarsi al perdono sacramentale, perché sirinnovi quell’incontro con Cristo, che, iniziato nel Battesimo, hatrovato nel sacramento dell’Ordine una specifica e definitiva confi-

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gurazione. Questo il mio augurio per ciascuno di voi: la novità diCristo sia sempre il centro e la ragione della vostra esistenza sacer-dotale, perché chi vi incontra possa, attraverso il vostro ministero,proclamare come Andrea e Giovanni: «Abbiamo incontrato ilMessia» (Gv 1,41). In tal modo, ogni confessione, dalla quale cia-scun cristiano uscirà rinnovato, rappresenterà un passo in avantidella nuova evangelizzazione. Maria, madre di Misericordia, rifugioper noi peccatori e stella della nuova evangelizzazione, accompagniil nostro cammino. Vi ringrazio di cuore e volentieri vi imparto lamia benedizione apostolica.

Roma, Aula Paolo VI, venerdì, 9 marzo 2011

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1. Dentro l’anima, il mondo intero

Visione utilitaristica, allergia alle regole, individualismo esasperato,perdita dell’orizzonte del prossimo, punti di riferimento condivisideboli: sollecitati in maniera puntuale dalla prolusione delCardinale Presidente, i membri del Consiglio Permanente sonoandati alla radice della metamorfosi culturale che sfilaccia il tessu-to della società italiana e svuota la fiducia nell’opera di persegui-mento del bene comune, nonostante il persistere incoraggiante dimolte realtà positive che confermano la speranza cristiana. Principie valori – quali l’indisponibilità della vita umana, la centralità dellafamiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ilrispetto, la compassione e la solidarietà verso i più deboli – vengo-no così a trovarsi su un piano inclinato, che minaccia derive peri-colose, che rischiano l’indifferenza dell’opinione pubblica.I riflessi più evidenti di tale crisi sono riconoscibili, anzitutto, nellavolontà di ridurre la famiglia ad «aggregato di individui», a «sog-getto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume»: una real-tà che si vorrebbe dai «confini precari» e dai «tempi incerti», dimen-ticando come essa rimanga «l’unico luogo degno» dell’accoglienzadella vita. In quanto tale, essa costituisce un valore imprescindibile,un punto di forza riconfermato anche nell’attuale crisi economica.Di qui la richiesta alle istituzioni di sostenerla con iniziative con-crete e, in parallelo, di tutelare il valore antropologico della dome-

Consiglio PermanenteComunicato finale dei lavori

(Roma, 26-29 marzo 2012)

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANADOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

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nica, giorno della festa e del riposo: calpestarlo in nome di illusorieragioni economiche contribuisce a rendere meno coesa l’intera col-lettività.Nel contempo, i vescovi hanno prestato voce alle esigenze dei gio-vani, richiamando la comunità sociale al dovere di non tradirli: pro-vati dalla precarietà, essi si misurano con un contesto poco dispo-nibile a riequilibrare le risorse, a partire dalla possibilità di accede-re al lavoro. È la crisi economica stessa a esigere il recupero di unavisione forte e condivisa, come condizione per ricostruire un climadi fiducia, indispensabile per riavviare, anche a prezzo di sacrifici eadattamenti, una dinamica virtuosa, in grado di valorizzare anche icorpi intermedi.In questa linea, i vescovi hanno ribadito la ricchezza delle scuole diformazione sociopolitica che, alla luce della dottrina sociale dellaChiesa, possono fornire solide basi culturali, assicurare un’anima alvasto mondo del volontariato e delle aggregazioni laicali, nonchécontribuire a rigenerare i fondamenti stessi dell’impegno politico.

2. Un mondo presentato ogni giorno al Signore

L’analisi dei vescovi non si è fermata alle cause esterne che indebo-liscono «i presidi dell’umano», ma con coraggio e onestà ha scan-dagliato anche le responsabilità che stanno in capo alla comunitàecclesiale. Nonostante il costante impegno nella formazione deibambini, dei ragazzi e degli adulti – con testi autorevoli come ilCatechismo degli adulti – molti credenti e praticanti stentano a coglie-re le implicazioni culturali della fede, come se la relazione con GesùCristo non avesse un nesso con la vita né la forza di incidere inmaniera significativa sulle scelte e i comportamenti dei singoli edella società. Di qui, l’adesione convinta all’Anno della fede, indettodal Papa, preziosa occasione di verifica pastorale circa i contenuti ele modalità dell’annuncio e la loro incidenza sulle problematicheumane. In questa prospettiva, l’Anno della fede offrirà l’occasione perrilanciare non solo l’annuncio e la catechesi ma anche la formazio-ne all’impegno socio-politico e alla presenza nella vita pubblica.Il rinnovamento della fede rappresenta la principale priorità dell’a-zione ecclesiale. L’Anno della fede deve portare le comunità a render-

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

si maggiormente presenti nei diversi ambienti di vita, esprimendocosì tutta la valenza di quella carità che appartiene alla grande tra-dizione ecclesiale e che abbraccia non solo la risposta a bisognimateriali, ma è sinonimo di accoglienza, prossimità, riscopertadella fecondità esistenziale dei misteri centrali dell’annuncio cri-stiano. Riprendere i contenuti del Catechismo della Chiesa cattolicadiventa così il modo più autentico per celebrare il cinquantesimoanniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.

3. Comunità che educano alla vita buona:l’oratorio e il tempo del fidanzamento

Nella prospettiva degli Orientamenti pastorali per il decennio, èstata ampiamente condivisa la proposta di una nota sugli oratori,che ha offerto lo spunto per un vivace confronto sulle prospettivedella pastorale dei ragazzi e dei giovani, a conferma del crescente ediffuso interesse nei confronti di queste esperienze, che costitui-scono una risposta dinamica alle complesse sfide dell’educazionedelle nuove generazioni. In particolare, è stata ribadita l’importan-za di qualificare l’oratorio nel suo stretto rapporto con le comuni-tà parrocchiali e le famiglie. Esso costituisce spesso anche un pontecon il territorio, un’alternativa alla strada e un’occasione di inte-grazione sociale.Negli interventi espressi in Consiglio Permanente, proprio l’oratorioè stato descritto come il luogo decisivo che può aiutare le famiglie asuperare la dicotomia tra la partecipazione alla catechesi e quella allavita liturgica e a vivere la domenica come giorno del Signore.Particolare attenzione è stata dedicata all’esame del documento, pre-disposto dalla Commissione episcopale per la famiglia e la vita, dedi-cato al tempo del fidanzamento e alla preparazione al matrimonio.Consapevoli del ruolo insostituibile della famiglia, i vescovi hannosottolineato la necessità di individuare percorsi formativi adatti allediverse età e situazioni delle persone. Il testo, arricchito dalle osser-vazioni emerse nel dibattito, sarà pubblicato nei prossimi mesi.

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4. Adempimenti giuridici

A seguito della ridefinizione delle competenze della FondazioneMigrantes, il Consiglio Permanente ha costituito un nuovo Ufficionazionale all’interno della Segreteria generale, dedicato all’aposto-lato del mare, approvandone il regolamento.È stato altresì licenziato il testo della nuova convenzione per il ser-vizio dei presbiteri destinati all’assistenza degli emigrati italianiall’estero, ambito pastorale che anche al presente esige un’attenzio-ne specifica.Infine, è stata determinata la misura del contributo economico peril funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali e sono stateapprovate modifiche agli statuti dell’Associazione CanonisticaItaliana e dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani. Si è anche stabilitoche la 47ª Settimana sociale dei cattolici italiani si celebri a Torinonell’autunno del 2013.

5. In vista dell’Assemblea generale

Il Consiglio Permanente ha approvato il programma della prossimaAssemblea generale (Roma, 21-25 maggio), il cui tema principaleavrà per titolo “Gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testi-moni di umanità”, e ha avviato la riflessione in vista della defini-zione dei contenuti del Convegno ecclesiale nazionale, che si terrà aFirenze nel novembre 2015.È stato autorizzato l’invio ai vescovi dei materiali complementaridella terza edizione italiana del Messale Romano e della bozza dellenuove disposizioni concernenti la concessione di contributi finanzia-ri per i beni culturali ecclesiastici. Entrambi i testi saranno esaminatinella prossima Assemblea generale. Infine, è stata approvata la pro-posta di ripartizione dei fondi dell’otto per mille per l’anno corrente.

6. Nomine

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha proceduto alleseguenti nomine:

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

- Vescovo promotore dell’apostolato del mare: S.E. mons.Francesco Alfano, Arcivescovo eletto di Sorrento–Castellammaredi Stabia.

- Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione MediciCattolici Italiani (AMCI): S.E. mons. Edoardo Menichelli, Arcive-scovo di Ancona–Osimo.

- Sottosegretario della CEI: don Bassiano Uggé (Lodi).- Coordinatore degli Uffici e Servizi della Segreteria generale eresponsabile del Servizio nazionale per il progetto culturale: dott.Vittorio Sozzi.

- Direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali:mons. Domenico Pompili, sottosegretario della CEI.

- Direttore dell’Ufficio nazionale per l’apostolato del mare: donNatale Ioculano (Oppido Mamertina–Palmi).

- Vice responsabile del Servizio nazionale per il progetto culturale:dott. Ernesto Diaco.

- Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento studentidell’Azione Cattolica Italiana: don Tony Drazza (Nardò–Gallipoli).

- Coordinatore nazionale della pastorale per i cattolici vietnamitiin Italia: don Agostino Nguyen Van Du (Treviso).

- Consulente ecclesiastico nazionale dell’Associazione CattolicaOperatori Sanitari (ACOS): don Francesco Coluccia (Otranto).

- Assistente ecclesiastico nazionale dei Convegni di cultura MariaCristina di Savoia: padre Michele Pischedda, Oratoriano.

- Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento ApostolicoSordi (MAS): padre Vincenzo Di Blasio, Piccola Missione per iSordomuti di Roma.

La Presidenza, nella riunione del 26 marzo, ha proceduto alleseguenti nomine:- Vescovo emerito membro della Commissione episcopale per ilclero e la vita consacrata: S.E. mons. Benigno Luigi Papa, Arci-vescovo emerito di Taranto.

- Membri del Comitato per gli studi superiori di teologia e di scien-ze religiose: mons. Piero Coda (Frascati); don Andrea Toniolo,

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responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di teo-logia e di scienze religiose.

- Membro del Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici: don RoccoPennacchio, economo della CEI.

- Membro del Comitato per il progetto culturale: prof. FrancescoBonini.

- Direttore della Fondazione “Centro Unitario per la cooperazionemissionaria tra le Chiese” (CUM): don Dante Amedeo Cristino(San Severo).

- Revisore dei conti della Fondazione “Missio”: don Mariano Salpi-none (Gaeta).

La Presidenza ha espresso il benestare alla nomina del Segretarionazionale della Pontificia Unione Missionaria e della PontificiaOpera di San Pietro Apostolo: don Alfonso Raimo (Salerno–Cam-pagna–Acerno).

Roma, 30 marzo 2012

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«Si può pensare legittimamente che il futuro dell’umanità siariposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere allegenerazioni di domani ragioni di vita e di speranza»(Gaudium et spes, n. 31).

Il senso della responsabilità per l’edificazione della città dell’uomonella prospettiva del Vangelo è costitutivo della vita di fede nel suoporsi, nel suo configurarsi riflessivo e nel suo dispiegarsi fattivo,articolato e multiforme: «L’azione in favore della giustizia e la par-tecipazione nella trasformazione del mondo ci appaiono chiara-mente come una dimensione costitutiva della predicazione delVangelo, cioè come la missione della Chiesa per la redenzione delgenere umano e la liberazione da ogni stato di cose oppressivo»(GIOVANNI PAOLO II, Centesimus annus, n. 54). La salvezza che il Vangelo proclama non si restringe certo nell’an-gusto perimetro socio-economico, ma riguarda l’uomo nella suaintegrità, come soggetto posto in relazione costitutiva con Dio evirtuosa con gli altri uomini e con il creato. L’agire cristiano trovaforma distintiva nel precetto della carità evangelica che, compiuta-mente, si esprime come profezia e prassi: «La fede infatti tuttorischiara di una luce nuova, e svela le intenzioni di Dio sulla voca-zione integrale dell’uomo, e perciò guida l’intelligenza verso solu-

Messaggio per l’88ª Giornata perl’Università Cattolica del Sacro Cuore

Il futuro del Paese nel cuore dei giovani

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANADOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

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zioni pienamente umane» (Gaudium et spes, n. 11). È una nuova crea-zione (cf 2Cor 5,17). Essa tocca anzitutto la dimensione personale,nell’intimità profonda del soggetto: nessun rinnovamento è possi-bile sul piano storico e sociale se non è preceduto, sostenuto e moti-vato dalla conversione del cuore. Nel nostro tempo, colpito da un marcato ripiegamento nel privatoe dominato dalle forme avare dell’individualismo tecnocratico,l’Università Cattolica del Sacro Cuore, fedele alle proprie radici, sipone in prima fila come istituzione culturale ed educativa volta aformare protagonisti capaci e convinti della civiltà dell’amore. Nonsi tratta di cosa facile. In una società non più caratterizzata dal rico-noscimento di valori comuni, la relazione educativa tende a confi-gurarsi non come comunicazione di contenuti consolidati, quanto,piuttosto, come relazione informativa, segnata dalla tolleranza for-male e da prossimità debole: nel contesto familiare la capacità edu-cativa incontra difficoltà e tende alla delega; la scuola appare cro-cevia affollato di pluralismi dispersi e di anonimato culturale; ilmaestro rischia di non essere più figura di riferimento, ma opera-tore funzionale all’apprendimento di capacità strumentali. La crisi della fiducia illuministica nella ragione, poi, non prometteesiti convincenti, sia sul piano etico-valoriale - benché da moltiannunciato e auspicato (il cosiddetto ritorno dell’etica) - sia suquello specificamente educativo, benché oggetto di pronunciamen-ti molteplici. L’epoca moderna, infatti, non manca di segnalarel’impegno educativo tra le priorità della società e ne allarga i confi-ni: educazione permanente, scolarizzazione diffusa, specializzazio-ne articolata. Ma non sembra incline a porre in attenzione e valorele eredità culturali, non ama legami consistenti o addirittura vinco-lanti con i patrimoni di riferimenti consolidati e condivisi, in specieetici e religiosi. L’ipertrofia della razionalità tecnico-scientifica e l’atrofia della ra-zionalità etico-valoriale hanno causato l’estenuazione del pedago-gico, ridotto a mera metodologia. E, tuttavia, prevale in noi la fidu-cia, lo sguardo costruttivo, la dinamica progettuale. Questo si respi-ra in “Cattolica”; questa dovrebbe essere l’atmosfera prevalentenelle nostre comunità cristiane. È proprio dei giovani amare la vita, immergersi in essa con passio-ne ed entusiasmo, ma anche ritrarsene, a volte, sconfitti da bru-

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

cianti esperienze; troppo spesso delusi proprio da coloro in cui ave-vano riposto fiducia e disegnato ideali. Esplodono, allora, formeradicali ed esasperate; si verifica quella tragica distorsione per cui ilvalore della vita viene sottoposto al potere autonomo della decisio-ne soggettiva o si disperde nell’insignificanza effimera dell’attimofuggente. È necessario, perciò, un solido e convinto riferimento alla veritàpiena: «Il nucleo generatore di ogni autentica cultura è costituitodal suo approccio al mistero di Dio […] È a partire da qui che si devecostruire una nuova cultura» (GIOVANNI PAOLO II, Discorso al Convegnoecclesiale di Palermo, 23 novembre 1995, n. 4). È per questo chel’Università Cattolica del Sacro Cuore si sente parte viva di unaChiesa, che «essendo a servizio di Dio, è a servizio del mondo in ter-mini di amore e di verità» (BENEDETTO XVI, Caritas in veritate, n. 11),ponendo quel nesso di illuminazione dell’esistenza che rischiara ilsuo significato fondamentale e rende ragione della speranza men-tre opera con generosa dedizione. Gesù è un personaggio storico, non del passato. Egli vive, e comevivente cammina innanzi a noi; ci chiama a seguire Lui, il vivente, ea trovare così anche noi la via della vita. Nel suo splendido magiste-ro pasquale, Benedetto XVI ritorna con insistenza su questo punto:«Essa [la Resurrezione] è – se possiamo una volta usare il linguaggiodella teoria dell’evoluzione – la più grande “mutazione”, il saltoassolutamente più decisivo verso una dimensione totalmentenuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si siaavuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noie concerne tutta la storia. […] La risurrezione fu come un’esplosionedi luce, un’esplosione dell’amore che sciolse l’intreccio fino ad allo-ra indissolubile del “muori e divieni”. Essa inaugurò una nuovadimensione dell’essere, della vita, nella quale, in modo trasformato,è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge unmondo nuovo» (Omelia nella Veglia Pasquale, 15 aprile 2006). È il nuovo spazio aperto in cui si dilatano gli orizzonti della creati-vità e si moltiplicano le figure mai ripetute della vocazione cristia-na, per trasformare il mondo. Non c’è posto per le ideologie della

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violenza, per la corruzione, per la smania di potere e di possesso. Laprospettiva escatologica, apre il credente ai cieli nuovi e ad unaterra nuova (cfr Ap 21,1) dove Dio «asciugherà ogni lacrima dai loroocchi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, per-ché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul tronodisse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”» (Ap 21,4-5). A comincia-re dall’umile, fattivo, impegno quotidiano.

Roma, 16 aprile 2012

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

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Un cordiale saluto a tutti voi, che avete gentilmente accolto l’invitoa partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario del TribunaleEcclesiastico Regionale Pugliese.Il mio deferente pensiero va innanzitutto alle Autorità presenti,sempre così attente alla vita della comunità ecclesiale in tutte le sueespressioni. La sintonia istituzionale che si realizza sul territorio èmotivo di speranza affinché il bene comune sia perseguito, tutela-to e affermato come suprema istanza delle rispettive responsabilità.Un cordiale benvenuto ai rappresentanti del Tribunale Ecclesia-stico di Appello di Benevento. Conosco il rapporto di collaborazio-ne sempre intenso e fruttuoso che nel tempo cresce e si rinsalda consempre maggiore armonia. I fedeli che si rivolgono ai nostri Tribu-nali non possono che trovare giovamento in questa sinergia diintenti e di azione. Saluto altresì i rappresentanti del Tribunale diAlbania. Sono lieto di costatare che anche il loro lavoro, ormai benavviato, inizia a dare frutti per i cari fratelli dell’altra spondadell’Adriatico.Il solenne atto che oggi insieme celebriamo, oltre ad essere un ritoormai consolidato negli anni, mi dà la possibilità di manifestaresincera gratitudine ad una istituzione pastorale che, con discrezio-ne e laboriosità, opera per il bene dei fedeli. L’impegno di tutti glioperatori del nostro Tribunale sarà illustrato dal Vicario giudiziale,mons. Luca Murolo, il quale con pazienza e lodevole scrupolo

Saluto dell’Arcivescovo moderatore allacerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziariodel Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese

(Bari, 10 marzo 2012)

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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accompagna e presiede efficacemente il lavoro di una struttura benarticolata. A lui e a tutti gli operatori della giustizia ecclesiastica, ilmio personale e grato plauso, anche a nome di tutti i confratellidell’Episcopato pugliese.Un grazie sincero a mons. Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio na-zionale della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale dellafamiglia, che ha accettato di tenere la prolusione in questa circo-stanza. La sua stessa presenza ed il tema da lui proposto sono ilsegno emblematico della vocazione autenticamente pastorale e pie-namente ecclesiale dell’impegno giudiziario. Sottolineo il fatto chequesta vocazione viene costantemente coltivata dagli operatori delnostro Tribunale, i quali sono in proficuo contatto con tutte le real-tà ecclesiali che, in modi diversi, si occupano e si preoccupano dellafamiglia.Mi piace, in questa circostanza, riprendere le sollecitazioni che ilSanto Padre Benedetto XVI ha voluto offrire attraverso la Suaannuale allocuzione, tenuta il 21 gennaio scorso, in occasione del-l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Rota Romana. In quellacircostanza il Papa ha voluto richiamare ai reverendissimi Padrirotali l’Anno della fede da Lui stesso indetto per l’anno in corso, nelcinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio EcumenicoVaticano II. Fede e diritto, dunque; un binomio non sempre com-preso, ma che, invece, trova una sua sintesi perfetta nella bimillena-ria tradizione della Chiesa.Il Santo Padre lo ricorda con chiarezza fin dall’inizio della citataallocuzione: «il diritto canonico trova nelle verità di fede il suo fon-damento e il suo stesso senso, … la lex agendi non può che rispec-chiare la lex credendi». La tentazione corrente, infatti, e non solo inambito canonico, è la eccessiva positivizzazione della norma. A que-sto proposito, il Papa ricorda che: «qualora si tendesse a identifica-re il diritto canonico con il sistema delle leggi canoniche, la cono-scenza di ciò che è giuridico nella Chiesa consisterebbe essenzial-mente nel comprendere ciò che stabiliscono i testi legali. A primavista questo approccio sembrerebbe valorizzare pienamente la leggeumana. Ma risulta evidente l’impoverimento che questa concezionecomporterebbe: con l’oblio pratico del diritto naturale e del dirittodivino positivo, come pure del rapporto vitale di ogni diritto con lacomunione e la missione della Chiesa, il lavoro dell’interprete viene

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

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privato del contatto vitale con la realtà ecclesiale». La realtà eccle-siale, dunque, nel suo complesso è la culla nella quale ogni creden-te opera, nutrito dell’unica linfa vitale che dà vita all’intero corpusecclesiale: la fede, appunto.Benedetto XVI ricorda opportunamente che la legge canonica «nonpuò essere rinchiusa in un sistema normativo meramente umano,ma deve essere collegata a un ordine giusto della Chiesa, in cui vigeuna legge superiore. In quest’ottica la legge positiva umana perde ilprimato che le si vorrebbe attribuire, giacché il diritto non si identifi-ca più semplicemente con essa; in ciò, tuttavia, la legge umana vienevalorizzata in quanto espressione di giustizia, anzitutto per quantoessa dichiara come diritto divino, ma anche per quello che essa intro-duce come legittima determinazione di diritto umano».La legge, dunque, va incontro alla fede, da essa viene vivificata e daessa riceve verità e autorevolezza, in particolare, nell’ambito dellequestioni matrimoniali. Così, infatti, il Papa conclude: «Questeriflessioni acquistano una peculiare rilevanza nell’ambito delle leggiriguardanti l’atto costitutivo del matrimonio e la sua consumazionee la ricezione dell’Ordine sacro, e di quelle attinenti ai rispettivi pro-cessi. Qui la sintonia con il vero senso della legge della Chiesa diven-ta una questione di ampia e profonda incidenza pratica nella vitadelle persone e delle comunità e richiede una speciale attenzione».È un impegno che affidiamo, in particolare, a tutti gli operatoridella giustizia ecclesiastica per il bene supremo delle anime cheattingono al ministero giudiziale della Chiesa.Mentre rinnovo il mio ringraziamento per la qualificata presenza,auguro a tutti buon ascolto.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

Presidente della C.E.P.Moderatore del T.E.R.P.

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Quando i Romani intendevano civilizzare un territorio conquista-to, seguivano il consiglio dei loro senatori e magistrati: aprivanonuove strade, un reticolo di strade. Su di esse viaggiavano non solole merci e le legioni, ma soprattutto le idee e lo spirito di una cul-tura. Poi, i giacimenti del sapere furono preservati nelle bibliotechedei monasteri e dei conventi e, al tempo della stampa, le metafori-che strade divennero i libri disponibili in numerose copie. Oggi,dopo più di duemila anni dalla civiltà di Roma, l’opportunità didivulgare facilmente il pensiero è data dalla globale capacità dipenetrazione sociale dei massmedia e, in particolare, dalla facilità diconnessione individuale a Internet e a quelli che tutti chiamanosocial-network: Facebook, Twitter ecc.. Le nuove strade e autostrade della comunicazione sono ormai que-ste, tanto che non è del tutto sbagliato parlare di «nuovo contestoesistenziale»1.Le recenti vicende internazionali e italiane hanno dimostrato, nelbene e nel male, il potere che le tecnologie della comunicazione e i

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Spiritualità e pastorale nell’epoca del webMeditazione al clero nel lunedì santo

(Oasi S. Maria, Cassano Murge, 2 aprile 2012)

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

1 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastoralidell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, n. 51.

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social-network hanno nel contribuire a eventi anche di vasta portata,non solo per quanto riguarda il fattore della leadership, ma ancheper ciò che si riferisce al successo o meno della politica di un interopaese.A fare la differenza, oltre a noti fattori studiati dalla sociologia poli-tica, sono stati la presenza e la diffusione di un’estesa rete di comu-nicatori (intermediari), che, attraverso l’uso dei vari linguaggi, sonostati capaci di divulgare capillarmente un senso di partecipazioneideale, oltre che reale, in tanti che non necessariamente sono statidisposti a scendere fisicamente nelle strade e nelle piazze. Hannocioè costituito, questi intermediari, una sorta di agenzia di influen-za che ha fatto opinione e ha indotto i grandi media a rilanciare glieventi o ha rilanciato essa stessa la posizione dei grandi media. Siparla così di nuovi scenari di “democrazia digitale”.

Ma, proprio questo invito alla condivisione di idee e atteggiamenti èil punto di discrimine sul quale conviene soffermarsi, soprattutto invista di adesioni acritiche, entusiastiche ma soggettivistiche, che siprestano alla diffusione di una mentalità massificata anziché di unpensiero liberato dai condizionamenti delle mode e delle ideologie.Non si tratta solo di un problema di contenuti o di capacità tecnicanell’usare lo strumento del web, ma dell’importanza di acquisire unmetodo e un linguaggio adeguati, per chi intende frequentare in modonon superficiale questi media.Nel caso, poi, del mondo ecclesiale anche la Parola di Cristo, che haviaggiato, grazie ai calzari di apostoli e discepoli, sulle strade con-solari romane ed è stata impressa a inchiostro su tante pagine, pareormai incanalarsi in queste nuove, meravigliose, ma anche rischio-se strade digitali, per rappresentare una testimonianza adeguata aitempi e per dare vita a opere e comportamenti al servizio del benein un mondo tecnologizzato e secolarizzato. Già il Decreto suimezzi di comunicazione sociale Inter Mirifica del Concilio VaticanoII aveva affermato che «rientra nel diritto nativo della Chiesa poterusare e possedere strumenti di questo genere, nella misura in cuiessi siano necessari od utili alla formazione cristiana e a tutta la suaopera per la salvezza della anime» (n. 3).Non stupisce, quindi, che anche da parte della Chiesa vi sia stata lalodevole intuizione di servirsi, in chiave di comunicazione pastora-

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

le, di Twitter per diffondere “pillole” del magistero quaresimale diBenedetto XVI. Ma, al tempo stesso, con grande sensibilità ed equilibrio lo stessoBenedetto XVI, nel Messaggio per la XLVI Giornata mondiale dellecomunicazioni sociali, ha sottolineato il tema Silenzio e Parola: cam-mino di evangelizzazione, per indicare che: «là dove i messaggi e l’in-formazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale perdiscernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio».Infatti, gran parte della attuale natura della comunicazione sul webè soggetta a esigenze che non sempre sono necessarie o importantie sono, invece, molto lontane da quella testimonianza di autentici-tà e di saggezza che le situazioni richiederebbero. Anzi, ai nostrigiorni, la Rete sta diventando sempre più il luogo virtuale ove spes-so l’uomo contemporaneo è subissato da risposte, consigli, sugge-rimenti, informazioni su quesiti che egli non si è posto e circa biso-gni nemmeno avvertiti. Nel contesto della riflessione del pontefice, i cosiddetti motori diricerca e i social-network come Facebook sono il punto d’incontro diun mercato della domanda e dell’offerta di comunicazione a bassocosto per molte persone che cercano, prima di tutto, un modo dicondividere idee e sensazioni. Spesso, però, quest’attività, questobisogno di “trovare amici” nascondono, comunque, l’inquietudinedi tanti, non esprimibile in altre forme, verso le domande ultimedell’esistenza umana: Chi sono? Che cosa posso sapere? Che cosadevo fare? Che cosa posso sperare? Questa ricerca di verità, piccole o grandi, spesso è, di fatto, assog-gettata a un ambito mediatico in cui domina la mentalità massme-diale con le sue leggi e i suoi artifizi. La risposta a questi interroga-tivi, pertanto, non viene da un dialogo profondo, bensì da una sem-plice condivisione di estemporanee opinioni basate su altrettantomomentanee esperienze di vita. Da qui scaturisce un senso di con-fusione tra realtà e sua rappresentazione. Tendono a prevalere sen-sazionalismo, emotività, narcisismo.

Per questo occorre conoscere bene quell’ambito mediatico, che non

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è esclusivamente tecnico, ma piuttosto linguistico e psicologico, per nonessere solo dispensatori di peregrine osservazioni o di risposteaffrettate, se non, addirittura, in contrasto con le intenzioni previ-ste. Oppure, per non cadere nell’ingannevole accoglienza di unapiazza digitale, dove dietro i rumores e le condivisioni amichevoli sipuò celare una superficiale vocazione al pettegolezzo o alla propalazionedi aspetti personali in un ambito non facilmente controllabile. Al di là delleintenzioni, ciò già si verifica. Non ci si rende conto che non ci tro-viamo di fronte al linguaggio verbale, ma a un linguaggio del-l’“immagine tecnica”.Se dietro ogni intervento su un social-network, come Facebook oTwitter, non c’è una attenzione acuta alle potenzialità e ai rischi dellinguaggio e del mezzo che si sta usando, diviene difficile tradurreil senso e lo spirito del Vangelo nelle opportune forme e parole osegnalazioni (i c.d. link). I rischi che si corrono sono tutt’altro che ipotetici, perché nell’at-tuale situazione dei social media si riscontrano amplificati aspettidiscutibili già verificatisi in più di mezzo secolo di presenza dellaChiesa nell’ambito dei media tradizionali. La sopravvalutazione delmercato degli spazi mediatici o l’eccessiva fiducia nella sola funzione tec-nica dei mezzi di comunicazione sociale da parte del mondo reli-gioso hanno talvolta prodotto, di fatto, nelle nostre società, anzichéun radicamento dello spirito evangelico, una espropriazione dellacoscienza profonda e della stessa cultura cristiana. Al massimo, diquesta cultura permangono gli aspetti, indistinguibili dalle formelaiche del “politicamente corretto”, che rischiano di esprimere solouna ingiustificata tolleranza verso quella religio civilis che, in buonasostanza, mette a repentaglio la stessa identità cristiana2.La storia degli investimenti, non si sa quanto oculatamente fatti daalcuni settori ecclesiastici, nell’arco degli ultimi cinquant’anni, nel-l’ambito degli strumenti e dei canali mediatici (dalle radio e TVlibere, alle sale cinematografiche, ai giornali diocesani e parrocchia-li), senza una contemporanea formazione metodologico-linguistica dipersone capaci di tradurre nell’uso dei nuovi linguaggi il messaggio

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2 Cfr la mia relazione al XXXV Convegno nazionale delle Caritas diocesane: Memoria fedel-tà profezia: 40 anni di Caritas in Italia, Fiuggi Terme, 21 novembre 2011.

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

evangelico, dovrebbe insegnare qualcosa. Tale storia testimoniarisultati spesso modesti, a fronte di una mentalità materialisticadilagante. Tutto questo dovrebbe servire a rifuggire tanto da unapura imitazione dei modelli della comunicazione di massa com-merciale e consumistica, quanto da una catechesi ancora prevalen-temente razionalizzante.In tutt’altro campo, ma indicativo del clima di questa fase storicaitaliana, c’è un esempio illuminante. Molti degli utenti dei social net-work hanno creduto di svolgere un ruolo di autenticazione popola-re della partecipazione politica, ma in effetti hanno solo riprodottol’antagonismo partigiano che i grandi media hanno profuso apiene mani, senza quell’equilibrio ragionevole che la situazioneavrebbe richiesto. Quest’assenza di un’augurabile rete di comunica-tori autenticamente liberi ha rivelato uno spessore spirituale anco-ra povero e pertanto ha contribuito a dare un’ulteriore immagine difaziosità e di arretratezza culturale del nostro paese.

Allo stesso modo, in ambito strettamente religioso, accanto adalcune agenzie e siti che rilanciano serie riflessioni e documenti delmagistero (Totus Tuus, La bussola quotidiana, Pope2you, Diodopointer-net, Fattisentire, UCCR, News.va, Zenit ecc.), manca una diffusa rete dicomunicatori intermediari tra l’elaborazione magistrale e la mis-sione pastorale. Ugualmente non c’è ancora un convincimento pro-fondo a operare con questi nuovi media per un’educazione alla con-versione di mentalità, che non sia un sostituire, erroneamente, connuove liturgie digitali, le forme tradizionali ritenute desuete (vedi icasi di amministrazione del sacramento della penitenza via web). Certamente la natura dei social-network e la rapidità della comuni-cazione digitale impongono una nuova ars dicendi et scribendi che vaoltre la capacità predicatoria di un tempo; tuttavia, anche nellaessenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versettobiblico, quali quelli imposti dai limiti della tecnologia, si possonoesprimere pensieri profondi, se ciascuno non trascura di coltivare lapropria interiorità alla luce del Vangelo.L’auspicio è che questa brevità di sintesi aiuti veramente a radicare

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la Parola in un mondo secolarizzato e non a favorire la frettolosaattenzione consumistica anche alla meditazione sui contenuti difede. È quanto Benedetto XVI esprime nel Messaggio citato: «Non c’è dastupirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silen-zio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stes-se e quella Verità che dà senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazio-ne biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce diCristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio. Il silenzio diDio, l’esperienza della lontananza dell’Onnipotente e Padre è tappadecisiva nel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata.(…) Il silenzio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questimomenti oscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio” (Esort. ap.postsin. Verbum Domini, 30 settembre 2010, n. 21). Nel silenzio dellaCroce parla l’eloquenza dell’amore di Dio vissuto sino al donosupremo. Dopo la morte di Cristo, la terra rimane in silenzio e nelSabato Santo, quando “il Re dorme e il Dio fatto carne sveglia colo-ro che dormono da secoli” (cfr Ufficio delle Letture del Sabato Santo),risuona la voce di Dio piena di amore per l’umanità».

Infatti, nella confusione sempre possibile tra fine e mezzo, si correil pericolo di porre come obiettivo la sola presenza quantitativa enon l’aspetto qualitativo della incidenza dei messaggi. Di questo occorre tenere particolarmente conto quando, operandosul terreno virtuale, s’intende dare un contributo alla divulgazionedel messaggio cristiano. Infatti, la testimonianza di fede sul web hafatto crollare il confine tra privato e pubblico per quanto attiene almodo di presentarsi agli altri in una veste che è emblematicamentediversa rispetto a quella che si mostra nella quotidianità della vitareale. Sul web, tra l’altro, tutto diventa pubblico e per sempre. Tuttoè globalizzato.

L’atteggiamento della testimonianza di fede, perché non sia unpuro atto di esibizione formale di un’etichetta, quando si entranella dimensione di una comunicazione digitale richiede una con-sapevolezza e un rigore di pensiero del tutto esemplari da partedegli uomini e delle donne che si presentano come credenti. Se poisi tratta di ministri sacri, essi non possono trascurare che anche il

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comparire in veste digitale richiede una responsabilità in conformi-tà e in sintonia con la dignità di uomini di Chiesa e non comemegafoni di un puro opinionismo o di pettegolezzi, come accadeper tanti dei privati utenti che si limitano a osservazioni superficia-li. Questo vale anche nel rapporto educativo tra sacerdoti e giovani.Non può divenire prevalente il rapporto “virtuale”.Andrebbe pertanto affermata e consolidata una formazione chedistinguesse, una volta di più, l’educazione alla lettura dei social net-work e la strategia algoritmica3 dell’uso dei medesimi, così come sisarebbe già dovuto fare per cinema, tv e stampa, affrontati in modometodologicamente robusto. L’esposizione sulla piazza virtuale, di per sé, fa di chiunque un per-sonaggio pubblico. A maggior ragione, se si tratta di chi rappresen-ta la Chiesa, egli ha un ruolo differente da quello del semplice uten-te che pure desidera essere presente come appartenente alla vitaecclesiale. Deve portare qualcosa di più e di diverso, quanto a inci-sività e rispetto alle persone. Il sacerdote, il religioso, il diacono, in questa veste di comunicatoridigitali, non sono una semplice presenza individuale e nemmenodei tecnici di un’umana professione, che condiscono la competen-za professionale con un ingrediente in più che è la fede: sono “pro-fessionisti della salvezza spirituale”, che devono tener conto deiprofessionisti del mondo massmediale che si ergono spesso a diret-tori delle coscienze.Questo qualcosa in più, lo ripeto, non appartiene sopratutto allivello della conoscenza tecnica degli strumenti o dell’occuparespazi formalmente etichettati come cattolici, bensì riguarda il potercontare su di un’impostazione di pensiero, di capacità di ragiona-mento, di funzione pastorale adeguate alla struttura della mentali-tà prodotta dal linguaggio dei media nei confronti di un pubblico

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3 L’algoritmo corrisponde a una serie organica di operazioni, atta a raffigurare uno scopo.L’omelia, una catechesi sono un algoritmo; così com’è algoritmo un film, un articolo digiornale, qualsiasi opera dell’ingegno che abbia alle spalle un’idea.

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che, purtroppo, è disposto sempre più a prendere come predicatoreun cantante a Sanremo anziché il sacerdote nell’omelia.

L’allora card. Ratzinger nel discorso al Convegno Parabole mediati-che, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2002, usòuna fortunata immagine che rende meglio il ruolo e la pretesa delcristianesimo nei confronti della cultura digitale: quella dell’«inta-gliatore di sicomori» mutuata dal profeta Amos (7,14)4. A dir la verità è san Basilio il Grande – come ricordava Ratzinger –a proporre questa immagine per un itinerario di confronto e diincontro con la cultura greca del suo tempo. Secondo la traduzionegreca dei LXX, il profeta Amos direbbe: «Io ero uno, che taglia isicomori». I frutti del sicomoro devono essere incisi prima del rac-colto. Nel suo commento ad Is 9,10 afferma san Basilio: «Il sicomo-ro è un albero che produce moltissimi frutti. Ma i sicomori nonhanno alcun sapore, se non li si incide accuratamente e non si lasciauscire il loro succo, cosicché divengano gradevoli al gusto (…).Quando si riesce ad incidere (la vita e la cultura pagana) con ilLogos, la si trasforma, diviene gustosa e utilizzabile». «Sì, ultima-mente – commenta Ratzinger –, è solo il Logos stesso, che può con-durre le nostre culture alla loro autentica purezza e maturità, ma ilLogos ha bisogno dei suoi servitori, dei “coltivatori di sicomori”:l’intervento necessario presuppone competenza, conoscenza deifrutti e del loro processo di maturazione, esperienza e pazienza».La fede è un “taglio”, recupera ciò che vi è di buono, ma è ancheopposizione a ciò che contraddice il Vangelo. Hugo Rahner haespresso questa esigenza nel suo lavoro sulla “pompa diaboli”, larinuncia del rito battesimale. Era, secondo il pensiero patristico,rinuncia a una degenerazione della cultura del tempo (teatro, circo,con crudeltà e violenze, disprezzo dell’uomo). Oggi potremmo diresoggettivismo, narcisismo, pornografia. Era la preoccupazionecostante di Padri della Chiesa, come Cipriano e Gregorio Nazian-

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4 L’immagine del sicomoro mi ha ispirato nella Lettera pastorale “Cerca e troverai” per indi-care la missione profetica e pastorale della nostra Chiesa diocesana. Essa è «coltivatrice disicomori», cioè di quegli strumenti necessari a tanti ragazzi e giovani, per riuscire a vede-re Gesù.

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

zeno. Mediante l’«incisione» del sicomoro della cultura antica, essil’hanno nel complesso «salvata».Ecco perché attraverso il “taglio” dei sicomori della cultura digitaleda parte del Logos, nel cammino di “conversione” siamo chiamati a“mettere in salvo” ciò che di essenziale e di vero tale cultura digita-le contiene. Così come i Padri della Chiesa hanno “messo in salvo”la cultura pagana e ce l’hanno consegnata trasformandola da stru-mento talvolta marcio in un frutto grandioso. Questa è la sfida cri-stiana, che nell’epoca del web ci attende soprattutto come ministridel Signore.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

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1. Sacre ordinazioni, ammissioni, ministeri istituiti

- La sera del 3 aprile 2012, martedì della Settimana Santa, nellacappella maggiore del Seminario Arcivescovile di Bari, S. Ecc.mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, ha ammes-so tra i candidati al diaconato e al presbiterato dell’Arcidiocesi diBari-Bitonto i seminaristi Francesco Necchia e Rocco Priore; e trai candidati al diaconato permanente della medesima Arcidiocesi isigg. Alessandro Amato, Giuseppe De Serio e Vito Frasca.

2. Decreti arcivescovili

S. Ecc. l’Arcivescovo, con decreto arcivescovile del- 14 marzo 2012 (Prot. n. 12/12/D.A.G.), ha costituito il nuovoCollegio dei Consultori dell’Arcidiocesi di Bari per il prossimoquinquennio, composto dai seguenti membri: mons. DomenicoCiavarella, mons. Domenico Falco, padre Luigi Gaetani O.C.D.,padre Francesco Neri O.F.M. Cap., don Francesco Savino, donMarino Cutrone, don Antonio Serio, don Domenico Chiarantonie don Giacomo Fazio.

Cancelleria

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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2. Nomine e decreti singolari

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:- 5 marzo 2012 (Prot. n. 10/12/D.A.S.-N.), il prof. Antonio Ciaulaall’incarico di delegato diocesano per l’Università Cattolica delSacro Cuore, per cinque anni;

- 23 marzo 2012 (Prot. n. 13/12/D.A.S.-N.), don Ubaldo Aruanno,confermandolo per altri cinque anni, al-l’ufficio di vicario episco-pale territoriale del vicariato di Bitonto-Palo;

- 1 aprile 2012 (Prot. n. 14/12/D.A.S.-N.), don Michele Cantatoreall’ufficio di cappellano delle Suore Adoratrici del Sangue diCristo presenti presso la Casa di riposo di viale Papa GiovanniXXIII in Bari.

B) S. Ecc. l’Arcivescovo, in data:- 9 marzo 2012 (Prot. n. 11/12/L.A.), ha concesso licenza a S.E. mons.Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, per il conferimentodei ministeri istituiti del lettorato e dell’accolitato, nella cappellamaggiore del Seminario di Molfetta, rispettivamente ai seminaristidiocesani Nicola Simonetti e Alessandro D. D’Angelo (il lettorato)e Andrea Magistrale e Alessandro Ventura (l’accolitato).

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Giovedì 15 marzo 2012, alle ore 17.00, presso la chiesa del mona-stero di S. Teresa Nuova in Bari (via Amendola) delle Carmelitanescalze, è stato presentato il primo volume degli scritti spiritualidella Serva di Dio Teresa di Gesù (Teresa Gimma). Il volume, editodalla San Paolo, curato dal prof. Giuseppe Micunco, con prefazio-ne dell’Arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, e unprofilo biografico e spirituale a cura di mons. Vito Angiuli, Vescovodi Ugento-S. Maria di Leuca e postulatore della causa di beatifica-zione di madre Gimma, vuole essere un contributo ad una maggio-re e migliore conoscenza della Serva di Dio. L’incontro è statointrodotto dal Padre Provinciale dei Carmelitani Scalzi p. LuigiGaetani e moderato dal vicepostulatore della causa mons. AngeloLatrofa, presenti il cancelliere arcivescovile don Paolo Bux, i mem-bri del Tribunale: mons. Ignazio Fraccalvieri, giudice delegato, donUbaldo Aruanno, promotore di giustizia, la dott.ssa GabriellaRoncali, notaio attuario. Il delegato diocesano per la cause dei santimons. Vito Bitetto ha riferito sullo stato della causa di beatificazio-ne, la cui fase diocesana si avvia ormai alla conclusione.Riportiamo l’introduzione di p. Gaetani, la presentazione di mons.Angiuli e la relazione del prof. Micunco.

Ufficio per le cause dei santi

Un cammino di santitàPresentazione degli Scritti della Serva di Dio

Madre Teresa di Gesù (Gimma), O.C.D.

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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P. Luigi Gaetani

Suor Teresa di Gesù, Gimma:“Un cammino di santità tra la resistenza e la resa”

La presentazione degli scritti spirituali della Serva di Dio suorTeresa di Gesù (al secolo Teresa Gimma), del monastero S. Teresa,delle Carmelitane Scalze di Bari, rappresenta una opportunità peravviare un incontro profondo e vero con questa donna che visse l’e-sperienza umana e spirituale nell’attitudine della resistenza, fino al12 luglio 1920 (il 13 luglio dovette lasciare il monastero di S.Giuseppe in Bari), e della resa, dal 13 luglio 1920 al 30 novembre1948, facendo di questo percorso esistenziale, così poco scandaglia-to e in qualche circostanza addomesticato, il suo vero e profondoitinerario verso l’obbedienza ecclesiale e l’intima unione con Dio.Presento questo cammino attraverso tre sfumature della vita secon-do lo Spirito di questa nostra sorella: la comunione, il martiriobianco e il servizio ecclesiale.

1. La fede: una cordata verso il Cielo

Vorrei iniziare da una verità della nostra fede, che proclamiamo nelSimbolo apostolico, quando diciamo: «Credo … la comunione dei santi».Il Concilio Vaticano II ci dona un insegnamento profondo al ri-guardo: «non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo di esem-pio, ma più ancora perché l’unione di tutta la Chiesa nello SpiritoSanto sia consolidata dall’esercizio della carità fraterna. Poichécome la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ciporta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce aCristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la gra-zia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio» (Lumen gentium 80).Esiste, dunque, una reale vita in comune che noi condividiamo contutti coloro che ci hanno preceduto nel cammino della fede, una veracordata verso il Cielo; infatti, la vita di Cristo in noi, per la grazia bat-tesimale, è la stessa vita che è in loro. Questa grazia di inabitazione e

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di configurazione cristica è dono di Dio Padre, ma è impastata, in tuttii credenti, dallo Spirito Santo che la rende grazia unitiva, facendo unasola vita di tutti, saldando le esistenze credenti (1 Cor12,13; Ef 4, 3-4).Il rapporto fra ciascuno di noi e coloro che sono in Dio è, quindi,molto più profondo del rapporto che condividiamo con gli uominie donne con cui conviviamo nella stessa città o nella stessa famiglia.La Chiesa ama celebrare questa comunione e partecipazione deisuoi figli e con i suoi figli, perché l’unione viva con loro è la sua stes-sa vita, sono parte di se stessa.L’incontro con gli scritti spirituali di suor Teresa di Gesù (Gimma)rappresentano una opportunità per abitare più profondamente latraccia interiore di questa carmelitana scalza, per illuminare la sto-ria di questa donna, ma servono anche a maturare un senso più per-spicace del mistero della Chiesa comunione.

2. La fede: un martirio bianco

Suor Teresa di Gesù (Gimma) appartiene a quella compagine ditestimoni della fede che la teologia cattolica contemporanea indicacol nome di martiri bianchi. Non stupisca questa affermazione applicata alla vita di suor Teresain quanto, a mio modo di vedere, occorrerebbe rivisitare, proprio apartire da questa categoria, quello che accadde nel “secondo tempo”dell’ esistenza terrena di questa nostra sorella, più precisamentequello che va dal 13 luglio 1920 al 30 novembre 1948, tentando divenir fuori dalle letture storico-interpretative date fino a questomomento.Chi sono i martiri bianchi? Che cosa significa esserlo? Perché alcunitestimoni della fede sono chiamati in questo modo?Sicuramente abbiamo un’idea abbastanza chiara su chi sono i mar-tiri rossi; le cronache riferiscono oramai quotidianamente sullemorti di quanti periscono nella loro qualità di testimoni di Cristo,di quanti, in tutto il mondo, vengono barbaramente uccisi perchécristiani. Questa schiera di testimoni li definiamo martiri rossi.

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Ora, la prima cosa da non fare, volendo definire il martirio bianco, èquella di legarlo a fatti ed esperienze fuori dell’ordinario, ad espe-rienze di violenze fisiche e a persecuzioni violente. Una “morte” lenta ed anonima attende i martiri bianchi, una “morte”che non lascia neanche l’aura della gloria ma l’ombra del sospetto,della calunnia. Non c’è onore nel martirio bianco, c’è solo coerenza efede nel Nazareno. La vita del martire bianco non scuote le coscienzeperché viene nascosta ed infangata, tuttavia è un percorso meritorioagli occhi di Dio perché ricorda il silente lavoro dell’operaio nellavigna del Signore (Mt 20, 1-16). Ma quanta fatica! È un quotidianostillicidio, una tortura giornaliera, una vessazione continua.La vicenda di suor Teresa di Gesù (Gimma) mi induce a pensare chela sua esistenza è stata come un “martirio bianco” perché non con ilsangue, ma portando il peso di scelte altrui, accolte con fede, obbe-dienza ecclesiale e senso filiale, ha pagato il prezzo, tra resistenza eresa, di testimoniare Cristo crocifisso.Il martire bianco è colui che porta ad una perfezione tale quella stes-sa fede che è in ognuno di noi, che per lui il mondo diviene la real-tà in cui vive abitualmente nell’intima comunione con la SS.maTrinità (confessio Trinitatis).Da questo promana una conseguenza assai importante. Il martirebianco, cioè colui che ha avuto il dono di un’esperienza di fede par-ticolare, diventa guida di tutti i suoi fratelli e sorelle: con la sua stes-sa presenza e, non raramente, come nel caso di suor Teresa di Gesù(Gimma), anche con i suoi scritti.È guida perché testimonia che nella vita non siamo solo noi a deci-dere, ma ci sono situazioni, umanamente incomprensibili, in cuialtri decidono per noi perché esercitano un potere istituzionale oaffettivo, psicologico o di contraccambio. Questa esperienza, cheho definito di “resa”, nel caso di suor Teresa di Gesù (Gimma) nonsi configura come una forma di vita passiva, né come debolezza, maassume i caratteri della “consegna”, dell’auto-consegna.Suor Teresa (Gimma), da questo punto di vista, è coscienza criticadella nostra città attraversata, all’indomani della prima grande guer-ra mondiale, da problemi sociali, economici ed umani, dalla forteondata massonica ed anticlericale, dalla volontà della Chiesa cattoli-ca di affermare la verità e la sua rilevanza storica e, nel nostro caso spe-cifico, dalla determinazione, da parte della famiglia Gimma, che gesti-

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va un ingente patrimonio ed annoverava nel suo albero genealogicouomini di cultura e di fede, personalità di prestigio e di rilevanza pub-blica, di non lasciare scomparire il prestigio del proprio casato.

3. La fede: una storia di attenzione tutta al femminile

Suor Teresa (Gimma), infine, è una donna: appartiene a quella stra-ordinaria schiera di donne che hanno segnato la storia della Chiesae della città di Bari nel secolo ventesimo, come Elia di S. Clementee Bina Morfini, per limitarmi a qualche nome. Mi domando: esiste qualcosa che accomuni queste donne, oltrealla loro appartenenza spirituale al Carmelo teresiano, sì che sipossa parlare di una rilevante presenza ecclesiale al “femminile”nella vita e nella storia della Chiesa di Bari, tra la fine del XIX seco-lo e il secolo XX?Per rispondere a questa domanda, scelgo la prospettiva teologicagiovannea.L’evangelista Giovanni ricorda che ai piedi della Croce, sulla qualeil corpo fisico di Gesù era devastato dalla sofferenza, c’erano Mariaed alcune donne (Gv 19,25). Furono loro a prendersi cura di quelcorpo, dopo che fu staccato dal legno. La loro ministerialità è tuttariassunta in quel gesto così profondamente umano che, tuttavia,lascia trasparire la loro vocazione e missione.“Prendersi cura” del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa, forse èquesto il grande carisma di ogni donna cristiana ed il proprium alfemminile nella vita della Chiesa. Basterebbe pensare a Teresa diGesù nella situazione della Chiesa e della Spagna pre-tridentina, aTeresa di Gesù Bambino nella Francia della post-rivoluzione, aTeresa Benedetta della Croce (Edith Stein) nella Germania nazista,alla Serva di Dio suor Teresa Gimma nell’Italia massonica ed anti-clericale del XIX e XX secolo.Il “prendersi cura” non rappresenta, però, un mero sbilanciamentosulle opere, ma si configura come esperienza di unione mistica conCristo, come unione trasformante: loro in Lui e con Lui. Rese capaci

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di assumere nella loro vita tutto il mondo, tutto il peccato e le divi-sioni del mondo. La donna-mistica che vive questa cittadinanza, lavive prendendosi cura di ogni miseria, in Cristo, restando «davanti aDio per tutti» (Edith Stein).Cari fratelli e sorelle, ringraziamo e lodiamo il Signore per aver datosuor Teresa Gimma alla nostra Chiesa di Bari-Bitonto. La sua inter-cessione ci ottenga di varcare «la porta della fede» (At 14,27), intra-prendendo il cammino «verso il luogo della vita, verso l’amiciziacon il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pie-nezza» (Benedetto XVI, Porta fidei, n. 2).

Bari, 15 marzo 2012

p. Luigi Gaetani, O.C.D.Provinciale

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Intervento di mons. Vito Angiuli,vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca

RingraziamentiAlle suore per aver acconsentito di pubblicare gli scritti di MadreGimma.Al prof. Giuseppe Micunco per la cura, la professionalità e la com-petenza.All’editore per l’accurata pubblicazione.

Parola e silenzioCome parlare del silenzio o di chi desidera nascondersi agli occhi delmondo per entrare nel silenzio di Dio?p. 100; «non vuole uscire dalla cella vinaria», p. 104; canto, poesia epreghiera, p. 109.

Si tratta di esperienza: «sentii» e «vidi».

ImmaginiL’esperienza di salire al monte.

L’esperienza di immergersi in un grande lago che sfocia in unimmenso oceano.

L’esperienza di entrare in una caverna per estrarre nell’oscurità pie-tre preziose.

Il mio criterioHo letto e ordinato i testi non secondo l’ordine cronologico (lapuntuale introduzione e le premesse del prof. Micunco consentonoun’accurata ricostruzione), ma secondo un “ordine spirituale” perevidenziare i caratteri specifici della santità di Madre Gimma.

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Una cattedrale

1. Il pronao: vestizione / vocazione

«secondo battesimo», p. 63: «tu non più Gimma, ma lagemma del Cuor di Gesù», p. 67; «santo velo, giorno di para-diso», p. 92.«Ad quid venisti?...per seguitare e imitare in ogni tempo e occa-sione il mio Signore Gesù Cristo umiliato, addolorato, croci-fisso e morto per me, e riconoscendolo come specchio, forma,amante, sposo, maestro e guida mia, conformandomi al suodivin volere e per lui tutta impegnarmi a lui solo indirizzandotutti i miei pensieri e affetti, tutte le mie intenzioni, e le operemie fino alla morte», p. 114;

«fatti santa, santa santa», p. 548; «Fatti santa senza vederlo,senza saperlo, senza crederlo», pp. 549- 550; «Fatti santa, gransanta con la semplicità», p. 550; «Datti tutta, datti tutta a Dio»,p. 552; «la vera scienza della santità: amare, soffrire, pregare”, p.563; «il programma della santità deve svolgerlo sulla croce», p.564; «Tu brami seguirmi, ebbene la croce, i flagelli, le spine,questi sono regali che soglio dare a chi mi ama», p. 92; «vogliomettere i tre sigilli, cioè la croce del silenzio, l’amore e il timore,affinché qualunque potesse vederti, e in specie i demoni,potranno dire questo: “È un’anima segnata dal divin Amore”»,p. 101; «i voti non sono altro che tre spade che ci separano dalmondo», p. 161;

nausea del mondo, bisogno di solitudine, «in un cantucciocontemplando un Gesù crocifisso»; vestire il santo abito,«voglia cadere l’uomo vecchio», pp. 63-64; «due giorni devivivere e poi devi morire: disponiti a questa morte», p. 64;«sarai un’altra creatura», p. 64; «vittima volontaria di amore»,p. 94;«l’assoluzione generale come un secondo battesimo», p. 68;«la confessione vale quanto vale il battesimo», p. 164; cfr. con-fessione da padre di Gioia, pp. 167-171, pp. 175-176, pp. 192-

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193; pp. 195-196: «Mio Dio, sono al colmo della gioia, misento felice, strafelice; se avvenisse la morte ora, sì che morireicontenta, non desidero più niente. Gesù fammi corrisponde-re alle grazie ricevute nel giorno 26 novembre 1908, graziesenza misura e grazie e benefizi stragrandi», p. 171; «O Dio,ho provato nell’anima un vero Paradiso… che momenti diCielo... che contento... che pace… che tranquillità..», p. 196.

«la religiosa è destinata a compiere una triplice missione: disposa, di apostola e di martire», p. 162.

2. La navata centrale che poggia su dieci colonne:il cammino di perfezione (pp. 513 sgg.)

Le colonne di destraa) Il più perfetto, p. 80; cfr il voto del più perfetto, pp. 199-200

«il carmelo… è il culmine della perfezione e santità», p. 515; «ti vuoi elevare sempre allo straordinario, mentre dobbiamoandare più alla semplice», p. 84;«Il più perfetto procuralo nell’intenzione e non nell’azione, per-ché, finché si vive, non saremo perfetti. Al principio di ogni azio-ne rettifica l’intenzione, e se l’azione ti riesce imperfetta, umilia-ti dopo», p. 545; «la perfezione consiste nel cercare la gloria di Dio e rendere feli-ci gli altri, non curandosi se le cose proprie vanno prospere oavverse. Questo è l’essere perfetta religiosa»; p. 548; «spiccare il volo di colomba e d’uccello verso il vostro Sposo», p.517; «essere tante aquile, posando il piede sulla terra e l’anima veder-la nel cielo», p. 517.

b) Cercare l’Amato e l’amore: «Gesù ti vuole bene, ti vuol santa, tivuole innamorata», p. 552 «i gradi dell’amore sono quattro: Amore aspirante, Amore ope-

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rante, Amore penante, Amore trasformante», p. 544; «si immerge nella profondità dell’amore ove tutto è sofferenza»,p. 564.

c) Trovare Dio per cellas et fenestras (Ct 2,9) «io sono con te, viviamo del medesimo respiro» (papà), p. 552; «siamo due cuori in uno: il dolore dell’una si riversa nell’altra»(mamma), p. 593.

d) Per la guerra: «qui non c’è niente», pp. 549-550; 552-553, 560-561

e) La croce: «l’unico libro che avrei voluto sempre tenere sarebbe il Crocifisso»,p. 77; «la croce è la scala che ci conduce al cielo», pp. 546, 582; «vedevo sulla croce che aveva fra la mano una gemma - così deveessere l’anima tua, ma sulla croce», p. 550; «nella croce, àncora di sua salvezza», p. 563.

Le colonne di sinistraf) «Le prove sono gli scalini pel Paradiso», p. 535

«i colpi di scalpello», p. 119: (semplicità, pp. 74-77;« l’umiltà è lagemma che deve adornare l’anima tua», p. 549; indifferenza, pp.75, 77; tranquillità e confidenza, p. 76; cinque cose: calma, fede,fortezza, pazienza, allegrezza nel dolore); (scemità, sfamità);infanzia spirituale: la “piccola via”, lo “Sposino celeste”, ilBambinello; sogno / visione?, p. 98.

Novena: capo, volto, occhi, labbra, mani, cuore, corpo, piediLitanieCoroncina

L’anno santificato con il Bambino ha inizio il 25 marzo e termina ad agosto

marzo: «lo seguiremo per la via della croce e delle tribolazioni», p. 238«il piccolo modello di Nazaret sarà il condottiero e il pastorello»,p. 238; «mio caro tesoretto», p. 241; «inclito difensore di tutti ivostri pastori», p. 242, «impareggiabile pilota e guida», p. 242;«bellezza del cielo, vezzoso pargoletto», p. 243; «sole del

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CURIA METROPOLITANA

Vaticano», p. 243; «gran padrone dell’universo», p. 244; «àncoradi speranza”, p. 248; «grande specchio di umiltà», p. 249;«sole digiustizia», p. 249;

aprile: «lo pregheremo per tutti», p. 250«mansueto agnellino», p. 250; «fuoco e incendio di Carità», p.251; « vezzoso Ninnarello», p. 253; «sapienza del Padre», p. 259;«immacolato agnellino», p. 260;

maggio: atti di virtù e piccoli sacrifici, p. 263: Gesù stesso le parla1. «le mura che dovranno cingere questo mistico giardinet-

to», p. 2632. «il concime», p. 2643. «piantagione di gigli bianchi», p. 264 4. «quattro angoli quattro aiuole di mammolette», p. 2655-6. «aiuola e pianta di pansé», p. 2657. «aiuole di rose tea», p. 2658. « margherite», p. 2669. «rose di Gerico», p. 26710. «oliva», p. 26711. «mirra», p. 26812. «cedro del Libano», p. 26813. «palma», p. 26914. «platano», p. 26915. «salice piangente», p. 27016. «rosa», p. 27017. «gelsomino», p. 27118. «camelia», p. 27119. «erba cedrina», p. 27220. «mela granata», p. 27221. «la sensitiva, quest’erba che ritìrasi toccata ancor legger-

mente», p. 273 22. «fiore amaranto», p. 27323. «garofano», p. 27424. «alloro e incenso», p. 274

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25. «canna da zucchero», p. 27526. «vite della terra promessa… e spighe di grano», p. 27527. «all’inizio … del mese formasti le mura, or ti conviene met-

tere una preziosa porta», p. 276 28. «Tre monumenti: tre donne… fede.. speranza e carità» p. 27629. «al centro del giardino ergerai.. una torre», p. 27730. «davanti alla torre farai sorgere una fontana... quattro

zampilli», «mistica fontana», p. 27731. «cogliere un bel mazzetto di tutti i fiori che hai piantato

...e deporli ai piedi della mia gran Madre», p. 278

g) Il dolore è la strada che conduce al cielo, p. 528«Si guadagna più in un’ora col dolore accettato con rassegnazio-ne che in un anno praticando tutte le virtù; e tutte le virtù riuni-te insieme senza il dolore sono fantasmi di virtù», p. 547; «Il dolore ci unisce», p. 549;«Quanto riesce dolce a Gesù il tuo dolore», p. 551, «col sacrificio si acquista il proprio cognoscimento e quello diDio».«La sofferenza è il barometro dell’amore di Dio», p. 564«come un canna agitata», p. 161;

h) Vivere mortap. 197; «io voglio che tu sii morta assolutamente a tutto»,p. 124«la vita passa e passa presto: beata chi non perde un solo istantesenza amare Gesù Cristo», p. 95 «La vita è un baleno», p. 563, p.565, «La terra è arido deserto e solo la vista del cielo può confor-tarci», p. 592«la mia vita sia un olocausto per te, sia di me quello che vuoi,muoia disseppellita in mezzo alle mie consorelle», p. 166solo la volontà di Dio; l’immagine della pietra che precipita, p. 132(diversamente dal precipitare di Nietzsche)il nascondimento dell’anima in Dio e di Dio nell’anima, «lo spo-gliamento», p. 125-127; «un abbandono di Dio», p. 123 sgg.; «laprivazione della presenza di Dio è per lei una prova e non uncastigo», p. 565;«vivete morte nelle mani di Dio», p. 180; «vivere morta, o Gesù,nelle tue braccia», p. 194; «vivere da morta in Dio per viver da

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CURIA METROPOLITANA

santa, rinunziando ai ricordi del passato, alle preoccupazioni esollecitudini presenti sia temporali che spirituali e alle ansietà edesideri dell’avvenire»l’immagine di Santa Teresa d’Avila: seme – farfalla, p. 131

i) «Il sorriso di Dio», p. 562; il «giardino di Dio», p. 114;

l) «pazza per Gesù», p. 552.

3. L’abside: l’unione sponsale in cielo

celeste sponsalità«mi sposerò con Gesù», p. 65; «provai con Gesù cose che è indescrivibile, narrai tali dolcezzeche in Cielo solo si potrà comprendere», p. 68; «Un altro poco, al cielo. Quanto è bello il cielo... sentirai la dolcemelodia del celeste Sposo, ma col dolore», p. 551; «vivendo del respiro e della volontà intima di Gesù», p. 562;

stanza dell’amore«Vuoi che io t’introduca in una stanza più addentro del miocuore, ebbene devi rispondermi se sei risoluta di soffrire di più;se non senti la forza dimmelo e lasciamo qua, però il mio amorenon dice mai “basta” e questa deve dipendere dalla tua volon-tà…Signore, non ti arrestare, la morte, la morte, non importa;niente mi spaventa e scoraggia” e qui, anima mia, ricordati: tuttala vita», pp. 95-96;

rugiada, rivestimento, reggia«celeste rugiada… paradiso anticipato, avvertivo come un gran re

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invita la contadinella a dargli la sua destra e, non avendo nientequesta da dare al re, egli fa tutto: la veste, la introduce nella suareggia, l’arricchisce, senza che la contadinella metta niente delsuo», pp. 93-94;

fontana di sangue e specchio tersissimo«immaginai vedere il suo cuore e da quel cuore uscire come unafontana di sangue e come questa scendeva sull’interno così guariva,fino a tanto che sentii l’anima mia essere divenuta specchio tersissi-mo, che per ogni dove e in ogni nascondiglio cercai vedere con gliocchi dell’anima: altro non scorsi che scritto “Gesù”. Tutta misentii trasformata in Gesù”. Pensieri, affetti, desideri, tutto, tutto,e gustai tale una pace e purità di amore, che mai credo, anzi ècerto, aver provato in vita mia», p. 101;

unione trasformante«Dio opera continuamente nell’uomo per vuotarlo di se stesso erenderlo capace della sua pienezza divina e dell’intima unionecon lui, nel quale consiste la perfezione e la felicità dell’uomo»,pp. 118-119; «unione con Dio, unione di volontà, unione di sof-ferenza, unione di umiltà», p. 552; pp. 120sgg.;

solo Dio basta!«quando l’anima è trasformata in Dio non opera più, non sente,non capisce, non ama e non gusta più niente né in sé, né fuori disé. Dio solo in tutte le sue cose la governa e dirige», p. 133.

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CURIA METROPOLITANA

Gli Scritti di Suor Teresa.Commento biblico

del prof. Giuseppe Micunco

Ho rilevato in questi Scritti più di 1000 riferimenti biblici (1054 perl’esattezza), tra citazioni dirette (meno numerose) e indirette (tan-tissime), sparse, come ‘diluite’ nel linguaggio della Serva di Diosuor Teresa di Gesù (al secolo Teresa Gimma). E forse ce ne sonoanche altri… Faccio solo alcune considerazioni, le altre le trovatenelle premesse ai diversi Scritti.

1. “Il Verbo si fece carne” (Gv 1,14). E si è fatto carne in suor Teresa:è diventato il suo linguaggio e la sua vita. Il Verbo, lo sappiamo, è laseconda persona della SS.ma Trinità, Dio fatto uomo, Gesù Cristo,lògos del Padre, Parola e Sapienza del Padre. Il linguaggio biblicodegli Scritti è un riflesso, un esternamento di una realtà più profon-da: Gesù stesso parla e si manifesta attraverso la parola e la vita disuor Teresa. Così dovrebbe essere per tutti i cristiani, per chiunqueami e osservi la Parola di Dio: “le mie parole sono spirito e vita” (Gv6,63), dice Gesù. Tutti dovremmo vivere di questa Parola:“Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal119,105)… I testimoni servono a indicarci la strada da percorrere, adirci che vivere “di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4)è possibile, oltre che doveroso. Suor Teresa scrive: “Di Dio cibiamo-ci, Dio respiriamo, di Dio viviamo: Dio deve essere l’aria per un cri-stiano” (p. 41).

2. La fede cristiana non è un atto o una realtà irrazionale. È ascol-tare la Parola, un “religioso ascolto” (DV 1), che richiede “l’obbe-dienza della fede” (DV 5, Rm 16,26). Fede, ascolto, obbedienza sonotre parole legate tra loro: obbedire è ob-audire, ‘udire fino in fondo’,è quel religioso ascolto che si traduce appunto in obbedienza; lafede (fides/pistis) è dalla radice pith del greco pèithomai, che significa,

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‘lasciarsi persuadere’ e perciò ‘dare ascolto’, obbedire. Il primocomandamento in Israele era ‘ascolta’ (shema’, Dt 6,4); Paolo dice aiRomani, e a noi, che “la fede nasce dall’ascolto” (fides ex auditu, Rm10, 17). L’amore per la Parola di Dio in suor Teresa viene da unaradicale, totale capacità di obbedienza, che si manifesta anche infamiglia, in monastero, nella vita di comunità, nell’accettazionedella volontà di Dio in ogni circostanza: quante volte ricorre laparola di Giobbe e quella di Gesù nel Getsemani, che è poi quelladel Padre Nostro. Scrive (Primi esercizi fatti da me in religione, maggio1898: ha solo diciotto anni, ed è appena entrata in monastero):«L’anima dev’essere indifferente e accettare dalla mano di Dio comela sanità l’infermità» (cfr Gb 2, 10); nella stessa pagina (p. 54) sichiede: “Come ho fatto la volontà di Dio? Sono stata sempre rasse-gnata in tutto?”(cfr Mt 6,10; 26,39). È così che l’ascolto della Parola nella fede si fa carne. Ed è unacostante in lei. Altre volte fa riferimento ai Salmi: «essere come unabambina che pendesse dai cenni di Gesù, non si affannasse, dor-misse calma nel suo divin volere» (cfr Sal 131, 2: “io resto quieto esereno, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”); o anco-ra: «Ho visto la grande gioia che il Signore mi dà di non vestire l’a-bito... come fa un servo con il padrone» (cfr Sal 123, 2: “come gliocchi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di unaschiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signorenostro Dio”). Una disponibilità alla volontà di Dio che le fa scrivere il bellissimoossimoro “vivere morta”: «Cercherò con l’aiuto di Dio di essere uni-formata alla volontà di Dio in tutto quello che egli disporrà di me...Vivere morta, o Gesù, nelle tue braccia»; ed è ancora la Scrittura:“Chi perde la vita, la trova” (Mt 10, 39); “Voi siete morti e la vostravita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3, 3), frase che ha certo unaparticolare risonanza per chi in clausura vive ‘morto’ al mondo, mache Paolo riferisce alla nostra sepoltura in Cristo nel Battesimo, equindi alla nostra vita cristiana.

3. Di dove viene a Teresa questa presenza della Sacra Scrittura?Certo prima di tutto dalla famiglia e dall’educazione ricevuta.Evidenzierei alcuni elementi. a. Nella grande casa in piazza Massari il papà allestiva un presepe di

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diciassette metri.. con statue artistiche di fattura artigianale. Certo,possibilità economiche di una famiglia agiata, ma anche una gran-de devozione per il mistero dell’incarnazione, del Verbo che si facarne e che coinvolge non solo l’umanità di Maria e Giuseppe, maanche quella dei pastori e di tutti gli altri personaggi che popolanoi nostri presepi, e la natura… La devozione per Gesù bambino reste-rà una costante importante della spiritualità di suor Teresa, che videdicherà diversi scritti, e tra i più belli. È una devozione tutta biblica, che si incontra felicemente e, direi,quasi naturalmente con la spiritualità tutta carmelitana della pic-colezza, una piccolezza, anche qui, che non è solo ascesi e ricerca diumiltà e nascondimento, ma è ancora una volta parola di Dio, van-gelo. Quante volte suor Teresa cita il testo di Paolo ai Filippesi:“Cristo Gesù umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla mortee alla morte di croce” (Fil 2, 3-4), come quando (nell’Anno santificatocon Gesù Bambino, p. 238) scrive nel suo delicato e appassionato lin-guaggio: «Mostra una gran pazzia, lasciare il Cielo per venire suquesta terra ad unirsi alle sue creature, il Santo Bambinello Gesù»;e aggiunge: «Caro Bambinello, se fosti un pazzerello di amore pernoi, come noi non dovremmo essere pazze d’amore per voi, o caro esommo nostro unico bene?». E la ‘pazzia’ di Gesù è la “follia diCristo crocifisso” di cui parla Paolo (1Cor 1, 23). E Gesù dice che“dei piccoli è il regno dei cieli”, che bisogna “farsi piccoli”… è il van-gelo, ed è per tutti… ma anche qui abbiamo bisogno dei santi pervedere che è possibile oltre che doveroso.

b. E il farsi piccoli si traduce nella stima degli altri, nel ritenerli,come dice l’apostolo Paolo ai Romani (anche questo un testo tantevolte citato), “gareggiate nello stimarvi a vicenda” (Rm 12, 10), cheper suor Teresa si traduce nel voler essere “la minima serva di tutte”;nel considerare “tutte al di sopra di me”; ed è ancora Paolo:“Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sestesso” (Fil 2,3). Anche questo in parte dalla vita in famiglia: il papàera detto ‘padre dei poveri’, per la larghezza con cui esercitava lacarità verso i bisognosi, un amore che viene anche qui dal vangelo:

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Gesù si è identificato con i poveri e suor Teresa (che tante volte citaMt 25) lo vede in tutti, nelle sorelle, nelle Madri, negli indigenti…

c. Dalla educazione in casa e nello studio viene anche l’amore per ilbello: la pittura, la musica, la poesia, una educazione che porta avalorizzare il bello della Scrittura, un bello che noi cogliamo poco eche invece si ritrova per il “bel pastore” (Gv 10,11), per i “frutti belli”(Mt 7,17) prodotti dall’albero buono, per la “bella battaglia” (2Tm4,7) che il cristiano deve combattere fino alla fine... Suor Teresa èinnamorata del “più bello tra i figli dell’uomo” (Sal 45, 3): «Voltoadorabile di Gesù... Vi adoro profondamente, compresa dalla cele-ste vostra bellezza e da quei vostri lineamenti così pieni di santeattrattive». Ed è una bellezza che canta nelle immagini, ma sempredalla Scrittura “il vezzoso pastorello” è «innamorato della bellezzadelle sue pecorelle... egli se le compra e forma l’ovile. Oh, che bel-lezza. Ci immagineremo Gesù vestito da pastorello che va avanti etutte le pecorelle lo seguono... Egli le provvede di belli e ubertosipascoli e di ogni sorta di erbe...» (p. 308); è facile riconoscere i variriferimenti biblici: il bel pastore e le pecore che lo seguono (Gv10,3.16); il pastore dà la vita per le pecore “comprandole” a caroprezzo (Gv 10, 11; ma anche 1Pt 1, 18-19); porta le sue pecore inpascoli ubertosi di erbe fresche (Sal 23, 2). Vedete come tutto siriempie di bellezza, ma di quella vera, di quella che salva il mondo:«l’amore che condivide il dolore» (Martini).

4. Entriamo un po’ di più nel lessico biblico di suor Teresa. a. C’è, ma mi sembra ovvio, una grande prevalenza di riferimenti alNT, ca. i 4/5 (805 su 1054), soprattutto ai Vangeli (501, ca. la metàdel totale), soprattutto Matteo (265), ma anche Luca (125), Giovanni(93); meno Marco (18), ma tante volte ‘sinottico’ con Matteo e Luca.È un primo dato interessante: più che alla dottrina, agli approfon-dimenti teologici, suor Teresa guarda alla vita di Gesù, alla suainfanzia, alla sua passione, al suo rapporto con i discepoli, con lagente. Notevole è però anche l’attenzione all’insegnamento degliapostoli, di Paolo (163: tranne la Lettera a Tito, ci sono tutte le lette-re; 10 Ebrei), e di Pietro (60!), ma anche di Giovanni (I lettera: 17) eGiacomo (8).Interessante è, in particolar modo, l’attenzione al libro dell’Apocalis-

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se (37), soprattutto per due aspetti, in fondo legati tra loro: la pas-sione e le nozze mistiche. Cristo è l’Agnello immolato e la chiesa,ma anche l’anima del singolo cristiano, e di suor Teresa in partico-lare, è la sposa dell’Agnello. Sono due aspetti già privilegiati nei rife-rimenti alle lettere di Paolo (la croce) e di Pietro (l’Agnello), ma chesono particolarmente forti nell’Apocalisse. «La religiosa deve abban-donarsi a somiglianza del suo Sposo sulla croce che egli le presentaed inchiodarsi con i tre chiodi dei santi voti, che sono le perle pre-ziose che un giorno l’adorneranno nel cielo. Oh! sì, amiamole contrasporto queste gemme e ripetiamone l’offerta ogni giorno nellaS.ta Comunione: così consoleremo quel cuore appassionato pernoi». Sono qui messi insieme, tratti dall’Apocalisse, l’Agnello immo-lato (Ap 5,6), il banchetto delle nozze dell’Agnello (Ap 19,9) e legemme preziose che adornano la città di Dio (Ap 21, 11.18-21); maanche le piaghe da cui siamo stati guariti (1Pt 2,25) e il completare“quello che manca ai patimenti di Cristo” (Col 1, 24). Non ci sonocitazioni, ma tutto il linguaggio è Sacra Scrittura.

b. L’AT (249) è un po’ tutto rappresentato, anche se a volte con unsolo riferimento: Pentateuco (50; soprattutto Genesi: 35); libri storici(17); Profeti (36; soprattutto Isaia: 17); libri sapienziali. Questi ulti-mi sono i più citati (146), con una significativa preferenza per iSalmi (74), il Cantico dei cantici (40), Giobbe (12). Anche qui, come peril NT, gli aspetti privilegiati sono la passione (quella di Giobbe,quella del servo sofferente di Isaia, quella del salmista...) e le nozzemistiche, quelle dello Sposo e della sposa del Cantico. La passioneper suor Teresa, in questi anni al monastero di via De Rossi, èsoprattutto (ma non solo) nel rapporto con i suoi, con il papà inparticolar modo, al quale, pure, è legata da un affetto grande e sin-cero; alla sua morte, dopo lunga e penosa malattia, anche per ilcomprensibile dolore della mamma, che lei vive e porta dentro di sé,così le scrive: «Tutto tace intorno a noi... Tace Iddio, perché si prega,si prega, ma la tribolazione diventa sempre più intensa... Tutto oraè oscurità, abbandono... Alziamo però gli occhi al cielo... Mammamia buona, è certo un punto il più nero della vita nostra, che ci per-

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mette Iddio: ne sia sempre, ma sempre benedetto». È facile sentirel’eco delle parole di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto:sia benedetto il nome del Signore” (Gb 1, 21); ma anche di tantisalmi: “mi sono compagne solo le tenebre” (Sal 8,19); “A te levo imiei occhi, a te che abiti nei cieli” (Sal 123, 1)... E c’è anche il desiderio della sposa del Cantico, che teme di aver per-duto l’amato, ma non si rassegna, e lo cerca fino a che non lo ritro-va, perché il suo è un “amore forte come la morte e niente può spe-gnerlo” (Ct 8,7); le tenebre sono come la notte in cui la sposa, pro-prio perché è notte si leva a cercare a maggior ragione il suo Sposo;è proprio la notte oscura la condizione più propizia, come insegnasan Giovanni della Croce, per cercare e trovare l’amato; è proprio ilmorire a tutto che dona la vita piena.

E quando l’ha trovato, lo Sposo la introduce nella cella vinaria. Neigiorni che hanno preceduto la sua prima professione religiosa,durante gli esercizi, suor Teresa ascolta la parola dello Sposo, che,al momento della santa comunione le chiede: «Vuoi ch’io t’intro-duca in una stanza più addentro del mio cuore?» (p. 95).L’immagine è tratta dal Cantico: “M’introduca il re nella sua stan-za (tamèion): gioiremo e ci rallegreremo per te, ricorderemo le tuetenerezze più del vino” (Ct 1,4). E suor Teresa scrive: «NostroSignore mi ha condotta in una stanza chiamata sacrificio e pre-ghiera». Un anticipato paradiso, come scrive lei, ma, com’è propriodel paradosso cristiano, passando per la croce. Il tamèion è un luogo‘ritagliato’ all’interno della casa, una stanza appartata: può indica-re la cella vinaria (misticamente il sacrificio eucaristico, la croce) ola stanza nuziale (misticamente il paradiso, l’unione beatifica), ilsacrificio e la preghiera; è la stanza in cui Gesù all’inizio dellaQuaresima ci ha invitati a ritirarci, per pregarlo “nel segreto”, è lastanza del cuore che ama.

5. È la stanza che suor Teresa continua a indicare a tutti noi, attra-verso la sua testimonianza di vita, attraverso i suoi Scritti, la stanzadell’incontro con lui: un cammino di santità, fino ad essere “con-formati alla sua immagine” (Rm 8, 29), a “essere trasformati nel-l’immagine del Signore di gloria in gloria, secondo l’azione delloSpirito del Signore” (2Cor 3, 18). È un cammino per tutti. La sua

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1. Il senso del celebrareL’uomo d’ogni tempo, d’ogni cultura e d’ogni religione ha semprecelebrato i momenti importanti della sua vita e ha sempre custodi-to la memoria degli eventi significativi della sua storia. Tale attivitàè talmente importante da costituire uno dei primi e più evidentisegni della civiltà di un popolo. L’uomo incominciò a celebrare glieventi della sua vita e della sua storia, e cioè a caricarli di significa-ti al di là del semplice accadere; a riconoscere negli eventi quei semidi speranza che porteranno il loro frutto oltre le barriere del qui edell’ora.Celebrare è vivere (o ri-vivere) comunitariamente l’evento, esultareinsieme per una gioia, soffrire insieme per un dolore. Una celebra-zione che non raccolga coloro ai quali si rivolge, fallisce uno deisuoi scopi primari.Come le persone celebrano le date importanti della propria vita, euna città o uno Stato celebrano le date decisive della propria storia,così anche la fede. Ogni religione celebra i momenti più significati-vi della propria origine e del proprio mistero.La fede cristiana celebra anch’essa l’evento che l’ha costituita e ilmistero che l’alimenta. Questo evento, questo mistero hanno un

Ufficio Liturgico. Ufficio Comunicazioni sociali

Norme liturgiche per i fotografiServizio dei fotografi in chiesa

durante le celebrazioni liturgiche.Indicazioni per un adeguato comportamento

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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nome: Gesù Cristo. La fecondità e la fruttuosità della celebrazionesacramentale sono date dal ruolo insostituibile della comunità cri-stiana che accoglie e aggrega a sé il credente e lo rende partecipe delmistero di morte e risurrezione di Cristo Signore.

2. La chiesa: luogo della celebrazione

La comunità cristiana ha i suoi luoghi dove riunirsi: le chiese, dovela comunità diventa assemblea convocata dal suo Signore e riunitanel suo Spirito: casa dell’ “Ecclesia”, casa di Dio tra gli uomini, doveDio ama lasciarsi incontrare, per comunicare la vita ai suoi figli.La chiesa è segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo e inessa si celebrano le diverse presenze sacramentali di Cristo, median-te le quali la comunità cresce come Corpo di Cristo. Tutta la vitadella comunità e dei singoli cristiani fa riferimento alla chiesa: lanascita e la morte, la malattia e l’amore, la festa e il lutto, la peni-tenza e l’esultanza, tutto vi trova eco fedele e puntuale. La chiesa-edificio deve essere idonea ad accogliere tutte le diverse manifesta-zioni della vita dell’uomo e della comunità. La chiesa è il luogo nelquale si riunisce la comunità cristiana per ascoltare la parola di Dio,per innalzare a Dio preghiere d’intercessione e di lode e soprattut-to per celebrare i santi misteri e anche per custodire il SantissimoSacramento dell’Eucaristia.Tutto nella chiesa deve favorire la preghiera dell’assemblea: la cen-tralità dell’altare, la dignità delle immagini, la disposizione dei sim-boli, l’articolazione degli spazi, la luminosità dell’aula, le condizio-ni climatiche. Anche la preghiera e la riflessione personali possonotrarre vantaggio dai simboli e dai ‘luoghi’ delle celebrazioni presen-ti in permanenza in una chiesa vuota e silenziosa: il fonte battesi-male dove il cristiano è rinato nell’acqua e nello Spirito Santo; l’am-bone, luogo della Parola e della teofania; l’aula stessa, testimonemuta, eppur eloquente, delle gioie e dei dolori della vita di moltegenerazioni. L’edificio sacro è dunque immagine speciale dellaChiesa, tempio di Dio, edificato con pietre viventi.Il centro di ogni chiesa è il suo altare. Intorno all’altare si riunisce ilpopolo santo per partecipare al sacrificio del Signore e ristorarsi alceleste convito; è segno di Cristo, sacerdote, vittima e altare del suo

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stesso sacrificio. L’importanza della parola di Dio esige che vi sianella chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata, everso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente sirivolga l’attenzione dei fedeli. La liturgia della Parola non è più sol-tanto un’introduzione al mistero: è mistero essa stessa. Per questoha bisogno di un suo luogo per la celebrazione. Questo luogo èl’ambone.Il Battistero e il fonte battesimale è l’altra grande presenza simboli-ca dello spazio cultuale cristiano. Sorgente d’acqua viva, grembomaterno e tomba, lavacro e fontana “d’acqua zampillante per la vitaeterna”; tutto questo è il fonte battesimale per il cristiano. In essol’uomo liberato dal potere delle tenebre viene rigenerato alla vitadivina perché possa chiamarsi ed essere realmente figlio di Dio, lamorte viene vinta e riscattata nella vita, i figli della dispersionediventano popolo di Dio. La sua è una presenza che non deve pas-sare inosservata. Essa deve ridestare continuamente, nel cristiano,la memoria e la consapevolezza della sua nascita alla vita e della suavocazione.

3. Indicazioni di comportamentoRuolo del fotografo nella celebrazione

La liturgia è azione sacra, nella quale si celebrano i misteri delSignore. Tutto deve favorire il clima interiore di fede e di preghierae insieme la partecipazione dei fedeli, sia personale che comunitaria.Il fotografo è quindi uno che partecipa al rito celebrato; è quindichiamato a svolgere all’interno di esso un “ministero”, cioè un ser-vizio.Senza distogliere l’assemblea fotograferà alcuni momenti celebrati-vi, a seconda del rito così come sarà indicato in seguito, quale ricor-do-memoria dell’evento che il credente sta vivendo, come inseri-mento nella vita ecclesiale o come adesione-risposta al piano di Dionella propria vita.Il fotografo, consapevole di questo ministero, per svolgerlo in

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modo autentico sarà animato da spirito di servizio e disponibilitàevitando atteggiamenti di arroganza e vanità.Per una completa professionalità egli curerà la formazione per ciòche concerne l’ambito liturgico oltre quello specifico del suo lavo-ro. Dal suo comportamento trasparirà quindi un adeguato rispettoverso coloro che professano la loro fede in Cristo Gesù, morto erisorto per ogni uomo.

Indicazioni generali

Le norme che seguono, lungi dal diventare una limitazione al vo-stro lavoro, vogliono essere un aiuto perché le celebrazioni si svol-gano con serietà e a voi venga garantito il giusto rispetto per lavostra professione.La diffusione sempre maggiore degli strumenti di ripresa presso ilpubblico (fotocamere digitali, videotelefonini, videocamere) spesso ècausa di situazioni di confusione e di disturbo durante lo svolgimen-to delle celebrazioni in quanto più persone contemporaneamente sitrovano a voler ritrarre i ricordi del momento. È auspicabile pertantoche vengano disposte delle limitazioni e sia privilegiata la scelta dioperatori professionisti che abbiano sottoscritto il presente accordo.

1. È dovere degli operatori contattare per tempo il parroco o il sacer-dote responsabile della chiesa per gli opportuni accordi e con loroprendere visione del luogo e della disposizione delle persone e ivideo-operatori nell’azione rituale. Qualora gli operatori trovasserol’illuminazione della chiesa insufficiente, inadeguata o male posizio-nata per le riprese video e/o fotografiche, si troverà di comune accor-do una soluzione valida alla soddisfazione delle reciproche esigenze.Prima che inizi la celebrazione, il fotografo prenda accordi con ilsacerdote celebrante, in modo da intervenire con le fotografie solonei momenti previsti e che verranno appresso descritti.

2. Va tenuto presente che la celebrazione non è “cerimonia” esterio-re o uno spettacolo ma è «azione sacra per eccellenza, in quantoazione di Cristo e della Chiesa, sua sposa» (cfr. Cost. sulla Liturgiadel Conc. Vat. II). Durante il suo svolgimento il fotografo deve agire

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con la più grande discrezione e con il massimo rispetto, per nonattirare l’attenzione su di sé e per non distogliere l’assemblea «dauna partecipazione attiva, consapevole, comunitaria e soprattuttointeriore» (n. 14). Un corretto comportamento e un adeguato abbi-gliamento esprimano tale dovuto rispetto.

3. Durante le celebrazioni gli operatori devono occupare un postoconcordato in precedenza con il responsabile del luogo, e possibil-mente fuori dal presbiterio. Vanno evitati il più possibile gli spo-stamenti da una parte all’altra della chiesa. Spesso creano confu-sione e disagio, specialmente se sono fatti di corsa passando ripe-tutamente davanti all’altare e in mezzo all’assemblea. Se è necessa-rio muoversi, bisogna farlo passando lungo le pareti laterali e allafine dei posti riservati ai fedeli.

4. Sempre durante il rito il fotografo eviterà con cura chiacchiereinutili e commenti con il suo eventuale aiutante.

5. L’uso del flash è da adottare con la massima discrezione. L’orien-tamento è che siano evitate luci fisse di alto potenziale, camere fisseper riprese o altri strumenti analoghi. Questo ingenera infatti nonpoco disagio e confusione nei fedeli e la riduzione della celebrazio-ne ad una sorta di “spettacolo”.Il fotografo avrà quindi previa conoscenza del luogo sacro, dellapotenzialità elettrica disponibile al fine di predisporre l’illumina-zione più adeguata. Nello svolgimento del servizio di ripresa è con-sentito l’utilizzo di:- nr. 2 stativi per lampade (nel caso di presenza sia di operatorefotografico che video uno stativo a testa; vietati ombrelli e diffuso-ri di grandi dimensioni), possibilmente fuori dal presbiterio.- nr. 2 lampade da 500 watt;Non è ammesso l’uso di cavalletto per macchina fotografica e tele-camera. Il posizionamento e l’utilizzo di ulteriori attrezzature tec-niche andranno comunque concordate con il celebrante.6. Fotografare gruppi di parenti e amici all’interno della chiesa è

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consentito dopo le celebrazioni, purché venga conservato il decoro-so rispetto per i luoghi sacri (in particolare si escluda il presbiterio).

7. Gli operatori cureranno di non lasciare in vista valigie o sacche;per il deposito dell’attrezzatura dovrà essere utilizzato un luogo chenon sia d’ impedimento all’azione rituale.

8. A documentare la celebrazione del matrimonio sarà ammesso unsolo fotografo e/o un video-operatore incaricato dagli sposi, non-ché eventuali collaboratori. Nessuno potrà imporre agli sposi unproprio fotografo o video-operatore. Altre persone si asterrannodall’eseguire riprese sia video sia fotografiche. Il parroco, da partesua, dando debita informazione alle famiglie, farà in modo cheparenti e amici non intervengano autonomamente facendo foto evideo, disturbando la celebrazione.Qualora in parrocchia vi siano due o più operatori professionistidovrà essere garantito un avvicendamento dei loro servizi nellediverse celebrazioni durante l’anno.

9. Il fotografo e il video-operatore siano in possesso del tesserinoprofessionale rilasciato dalla Curia vescovile. Gli operatori prove-nienti da altre diocesi potranno svolgere il servizio in ragione del-l’autorizzazione concessa dalla diocesi di provenienza e comunquenell’osservanza delle presenti norme.Qualora venisse scelto un operatore privo del tesserino professio-nale rilasciato dalla Curia vescovile (oppure un parente), è doveredel sacerdote responsabile della chiesa fornire al medesimo opera-tore le presenti norme ed assicurarsi che egli vi si atterrà.

10. Il tesserino professionale viene rilasciato dalla Curia vescovile acoloro che hanno partecipato alla presentazione di queste norme,dal competente ufficio, sarà vidimato ed eventualmente rinnovatoogni tre anni; il servizio per la pastorale liturgica della Curia vesco-vile potrà eventualmente revocarlo prima della scadenza per graviinadempienze del presente regolamento.

11. Il fotografo non dimentichi, soprattutto se è credente, cheanch’egli, durante la celebrazione, è chiamato a prendervi parte

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attivamente con un comportamento corretto. In tal modo eglipotrà offrire una buona testimonianza di fede, e anche suscitare esostenere la partecipazione dei fedeli.L’elenco dei fotografi che hanno sottoscritto le presenti normeverrà conservato presso l’ufficio del servizio per la pastorale liturgi-ca per l’opportuna informazione alle parrocchie.Qualora si ritenga necessario, l’Ufficio Liturgico diocesano e leAssociazioni di categoria organizzeranno degli incontri di aggior-namento e di verifica (una volta all’anno) per favorire l’attuazionedel presente regolamento.Il presente regolamento viene sottoscritto dal singolo operatore chesi impegna ad accettarne le regole. Le associazioni firmatarie prov-vederanno a raccogliere le adesioni e a consegnare l’elenco e i rispet-tivi aggiornamenti alla curia diocesana. Sarà opportuno promuo-vere incontri fra i rappresentanti dell’ufficio liturgico diocesano e lestrutture locali delle associazioni nazionali firmatarie per favorirel’attuazione del presente regolamento, e organizzare eventuali corsiformativi, utili ad adattare e integrare le disposizioni qui riportateper giungere in quella sede a renderle normative.Successivamente la Curia potrà fornire alle parrocchie per l’opportu-na informazione l’elenco dei fotografi che hanno aderito all’iniziativa.Possono sottoscrivere il presente regolamento tutti gli operatoriprofessionisti associati alle associazioni firmatarie. Gli operatori dicui sopra si faranno garanti per l’osservanza delle disposizioni sud-dette nei confronti dei loro collaboratori.

Indicazioni circa i vari momenti della celebrazione

1. Durante i riti di introduzione

I riti d’introduzione comprendono il saluto iniziale del sacerdote,l’atto penitenziale, il “Gloria” (o inno di glorificazione), l’orazionedel sacerdote, detta “colletta”.

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Lo scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino unacomunità (cfr Ist. gen. del Messale Romano, n. 24).Dal buon avvio di questo primo momento dipende molto dellosvolgimento seguente della celebrazione. Occorre avere moltaavvertenza, sia da parte del sacerdote celebrante, sia di coloro chesvolgono un “servizio” nella celebrazione, affinché si crei subito unclima di raccoglimento, attenzione e partecipazione. Ciò non sem-pre è facile se si pensa che molti “invitati” si sentono piuttosto spet-tatori curiosi che non fedeli partecipi dell’azione sacra.Dopo aver ripreso per il Battesimo: l’ingresso alla porta della chiesa; per laCresima e l’Eucaristia: la processione d’ingresso; per il matrimonio: l’ingres-so degli sposi e il reciproco saluto, è bene che il fotografo eviti di fare riprese,specialmente durante l’atto penitenziale.È questo un momento in cui si esige il silenzio e il raccoglimentoper riconoscere e confessare i propri peccati, condizione indispen-sabile, questa, per essere degni di celebrare l’Eucaristia.

2. Durante la liturgia della parola

Dopo i riti introduttivi inizia la liturgia della parola. È un momen-to molto importante perché «nelle letture che poi vengono spiega-te nell’omelia, Dio parla al suo popolo, gli manifesta il mistero dellaredenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale» (cfrIst. gen. del Messale Romano, n. 33).È dalla parola di Dio che prendono significato i sacramenti.Per questo è necessario che tutti i fedeli presenti ascoltino senza di-strazione la parola di Dio, per poter dare ad essa la propria rispostadi fede e di preghiera e per comprendere bene il senso e il valore diciò che si sta compiendo.Il fotografo, in questo momento non farà fotografie e non si muoverà per lachiesa, in modo da consentire un ascolto religioso del messaggio che si procla-ma e una risposta corale ad esso.

3. Durante il rito del sacramento che si celebra

Dopo l’ascolto della Parola si svolge la liturgia del sacramento:- momenti del rito del Battesimo: preghiera e invocazione sull’ac-

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CURIA METROPOLITANA

qua, rinuncia a Satana, professione di fede, battesimo, unzione conil sacro crisma, consegna della veste bianca e del cero acceso;- momenti del rito della Cresima: presentazione dei cresimandi, rin-novazione delle promesse battesimali, imposizioni delle mani, cri-smazione, preghiera universale;- momenti del rito del matrimonio: la memoria del Battesimo e l’a-spersione degli sposi e dei fedeli, le tre domande rivolte agli sposiper accertare davanti all’assemblea la sincerità delle loro intenzionie la consapevolezza degli impegni che stanno per assumersi, l’e-spressione del consenso, la benedizione e lo scambio degli anelli, lapreghiera dei fedeli.

È comprensibile e legittimo che a questo punto si scatti qualche foto comericordo del momento sacramentale. Il vero professionista lo farà tuttavia condelicatezza e sobrietà.

4. Durante i riti offertoriali

Il rito della preparazione dell’altare e la presentazione dei doni(impropriamente chiamato “offertorio”) è un momento di relativa“calma”. Tutti infatti siedono, in un atteggiamento di meditazionee di riposo.Lo spazio di tempo è relativamente breve, tuttavia si potrà scattare qualchefoto.

5. Durante la preghiera eucaristica

Dopo i cosiddetti “riti offertoriali” inizia la parte più importantedella celebrazione. È la “preghiera eucaristica” che inizia con leparole del sacerdote: “Il Signore sia con voi... In alto i cuori...” e siconclude con l’acclamazione “Per Cristo, con Cristo, e in Cristo…”.È la «preghiera di azione di grazie e di santificazione» (Ist. gen. delMessale, n.54) che il sacerdote dice a nome di tutta la comunità per

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ringraziare Dio e nella quale il pane e il vino diventano il corpo e ilsangue di Cristo e quindi si rinnova e si offre il sacrificio di Gesù.È un momento che esige la massima partecipazione interiore e il più granderaccoglimento. Perciò non è bene fare fotografie.

6. Durante i riti di comunione

Seguono un insieme di riti chiamati “di comunione”. Iniziano conla recita comunitaria del “Padre nostro” che è l’orazione che carat-terizza i cristiani; c’è poi la preghiera per la pace e lo scambio delgesto destinato ad esprimerla; si fa quindi la comunione di coloroche celebrano il Sacramento: genitori, padrini, cresimandi, fanciul-li, sposi e tutti i fedeli presenti che desiderano comunicarsi. Tuttosi conclude con l’orazione dopo la comunione e la benedizione.Il fotografo potrà riprendere lo scambio di pace e il momento della comunio-ne. Eviterà però d’intervenire dopo la comunione, nel momento di silenzioche la segue, lasciando che quanti si sono comunicati si raccolgano nella pre-ghiera e non siano disturbati o distratti da altre preoccupazioni.

7. Conclusione

La celebrazione termina con l’orazione finale e la benedizione.Sarà possibile scattare qualche fotografia (nel rito del matrimonio durante lefirme), nel congedo e all’uscita dalla chiesa. Evitare di sostare in chiesa allafine della celebrazione per non creare confusione. Foto di gruppo e dei salutisi facciano fuori dall’ambiente sacro.

N.B. Il parroco o il rettore della chiesa vigilerà che i servizi e le foto-grafie siano contenuti nei limiti delle norme pastorali. Si asterràsempre da ogni forma di partecipazione e di commercio o di tratta-tiva con i prestatori d’opera, salvo la richiesta di compenso pereventuali danni recati alla chiesa.

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Il Seminario Arcivescovile di Bari ha celebrato, nell’anno 2012, ilquarto centenario di fondazione, occasione favorevole per renderegrazie al Signore della “vita come vocazione”. Dal 1612 la città di Bari, e tutte le comunità dell’Arcidiocesi, usu-fruiscono di un grande dono: la possibilità di crescere come Chiesagrazie al contributo efficace che ragazzi, giovani, sacerdoti, religio-si, missionari, consacrati, famiglie, comunità, singoli fedeli, hannoricevuto dall’esperienza comunitaria del Seminario. I quattrocento anni del Seminario sono, in realtà, il compleannodell’intera diocesi! Quante storie, quante vite, quante vocazioni racchiuse in questoarco di tempo!Alcune ci sono note, altre no, tutte sono custodite nel Mistero di Dio.L’esperienza vocazionale proposta dal Seminario è l’azione delloSpirito Santo che porta ciascuno a collocarsi in un “a cuore a cuore”con Dio, che si fa risposta d’amore per gli altri e per il mondo. Questa è fede e vita cristiana: comunicare la gioia di aver incontra-to Gesù Signore. Il cammino di questi quattrocento anni è stato fin dagli inizi tutt’al-tro che facile. Non sono mancati periodi, anche lunghi, di grandi dif-ficoltà economiche nel portare avanti una grande istituzione come ilSeminario; altri momenti in cui è stato necessario ripensare la for-mazione dei ragazzi, per offrire un servizio sempre migliore.

Il IV centenario del Seminario Arcivescovile(1612-2012)

SEMINARIO ARCIVESCOVILEDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Il nostro Arcivescovo, mons. Francesco Cacucci spiega questa evo-luzione: «Le modalità con le quali si è attuata l’azione formativa delSeminario riflette la sensibilità dei tempi. Sono così differenti leimmagini di prete che emergono nel corso del tempo: il prete delTridentino come l’uomo del sacro; il prete del ‘700 si presenta piut-tosto come un funzionario; nell’ ‘800 e nella prima parte del ‘900, ilprete è piuttosto un organizzatore, mentre dopo il ConcilioVaticano II si preferisce spiegare il prete come l’uomo della comu-nione». Solo alla luce di questi cambiamenti culturali ed ecclesiali è possi-bile leggere la storia del Seminario. Tutto cambia, ma il nostroSeminario testimonia da quattrocento anni la fedeltà ad una metache invece non è cambiata: formare i ragazzi che sentono il deside-rio di rispondere alla chiamata di Dio al Presbiterato, perché cia-scuno diventi «onesto cittadino, buon cristiano e degno operaio delVangelo», come scriveva l’Arcivescovo mons. Pedicini nella metà del1800. In quattro secoli, il Seminario è stato ed è, per tanti ragazzi e giova-ni, “luogo di incontro con il Signore”, “appuntamento quotidiano”con Lui, per mettersi in ascolto, conoscere e rispondere con libertàal Suo desiderio di bene che ciascuno porta dentro di sé. Festeggiare i quattrocento anni del Seminario vuol dire rendere gra-zie a Dio in modo particolare per il dono del sacerdozio di Cristo: èGesù il Sommo ed Eterno Sacerdote, inviato di Dio Padre, cheopera nel mondo in infiniti modi. Ad alcuni uomini il Signore halasciato una scintilla del suo sacerdozio. Sì, una scintilla perché ilsacerdozio universale di Cristo si compie totalmente in tutti i pre-sbiteri del mondo. Pensiamo, idealmente, a tutti i presbiteri forma-tisi in Seminario nei quattro secoli trascorsi! Quale Mistero!Bisogna adorare a lungo il Signore per comprendere la ricchezza delsacerdozio che passa attraverso un solo ministro che si prende curadi tutto il popolo di Dio e del mondo intero. Gesù Signore vive il culmine del Suo Sacerdozio nell’esperienzadella Croce che è dono totale di sé, e ogni giorno, ciascuno di noi, èchiamato al dono totale nella vita quotidiana. Da sempre ilSeminario si propone nella vita e nel cammino della nostra diocesi:luogo di accoglienza per sperimentare la presenza del Signore,

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SEMINARIO ARCIVESCOVILE

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luogo di incontro con Lui attraverso l’interiorità e la vita di frater-nità, luogo di partenza perché ciascuno viva in pienezza ciò a cui èchiamato e inviato fino al dono totale del martirio cristiano quoti-diano o cruento.Le iniziative proposte durante l’anno pastorale sono state innume-revoli: anzitutto il 18 gennaio, data storica dell’istituzione. La dioce-si è stata convocata dall’Arcivescovo per la celebrazione eucaristicapresso la cappella maggiore del Seminario. Hanno partecipato oltre500 fedeli delle comunità parrocchiali con circa 120 sacerdoti e dia-coni. Insieme a mons. Cacucci hanno concelebrato altri vescovi:mons. Domenico Padovano, rettore del Seminario dal 1969 al 1979;mons. Filippo Santoro e mons. Michele Castoro, ex alunni delSeminario. Al termine della S. Messa un concerto, curato dallaFondazione “Frammenti di Luce”, ha animato la serata.Nella stessa giornata di festa è stata promulgata una Lettera pastora-le dell’Arcivescovo, mons. Cacucci, dal titolo Cerca e troverai, conriferimento alla dimensione educativa e vocazionale della pastora-le, nella società odierna.Una data altrettanto importante è stata il 25 aprile, giorno in cui ladiocesi, con oltre 1500 persone, si è recata a Roma per il pellegri-naggio alle tombe degli apostoli, con la partecipazione all’udienzadel Papa in Piazza S. Pietro e la concelebrazione eucaristica, presie-duta da mons. Cacucci, presso la Basilica di S. Giovanni in Late-rano: momenti intensi di Chiesa con fede e fraternità, attorno allacomunità del Seminario.Una felice concomitanza, nell’anno 2012, è il 25° anniversario di ordi-nazione episcopale dell’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci. Per idue anniversari sono stati convocati in Cattedrale i cresimandi diogni vicariato per un incontro di festa e preghiera alla presenza delVescovo, ministro del sacramento della Confermazione; inoltre ilMuseo Diocesano e il Capitolo Metropolitano di Bari hanno orga-nizzato una mostra presso la Cripta della Cattedrale di Bari dal tito-lo “I Pastori della Chiesa di Bari dal 1612 ad oggi”.Non va trascurata l’azione ordinaria che il Seminario, come ogni anno,ha offerto a tutte le comunità della diocesi. In particolare, insieme

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agli incontri vocazionali mensili e settimanali, da menzionare l’ani-mazione dei ritiri vicariali e le visite, coordinate dal Vicario genera-le, a ciascun vicariato, con il coinvolgimento dei Consigli pastoraliparrocchiali e vicariali.

Con gratitudine e fiducia affidiamo al Signore il cammino delSeminario e dell’intera diocesi di Bari-Bitonto nel IV centenario difondazione, sicuri che, come dice con gioia il Papa Benedetto XVI:«Su questa via non siamo soli, ma la grande schiera dei Santi cam-mina con noi e i santi ancora vivi, i fedeli di oggi e di domani, cisostengono e ci accompagnano».Auguri, a tutti e a ciascuno, con infinita gratitudine dalla comuni-tà del Seminario!

sac. Andrea FavaleRettore del Seminario

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Eccellenze reverendissime,onorevoli Autorità,

illustri magistrati del Foro civile,illustri autorità accademiche,

illustri avvocati,signore e signori

1. Porgo il mio vivo e cordiale saluto e il mio ringraziamento a tuttivoi che onorate con la vostra presenza questa cerimonia di inaugu-razione ufficiale dell’anno giudiziario del nostro TribunaleRegionale.Saluto l’Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Cacucci, Presidente dellaConferenza Episcopale Pugliese e Moderatore del Tribunale. Inquesta occasione sento il dovere, a nome di tutti gli operatori delTribunale, di ringraziarLo per l’attenzione costante al lavoro che sisvolge nel Tribunale. Tale attenzione per tutti noi è motivo di inco-raggiamento.Saluto anche il Vicario giudiziale e i giudici del Tribunale di Ap-pello di Benevento, il M. R. Padre Aurelio Gjerkaj, giudice delTribunale Nazionale di Albania di cui il nostro Tribunale è sede diAppello. Egli rappresenta S.E. Mons. Angelo Massafra, Arcivescovodi Scutari e Pulc. Saluto con deferenza e gratitudine le autorità civili e militari rap-presentate dai più alti vertici.

Inaugurazione dell’Anno giudiziarioRelazione del Vicario giudiziale

(Bari, 10 marzo 2012)

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESEDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Do il mio benvenuto al reverendissimo mons. Paolo Gentili, diret-tore dell’Ufficio nazionale della Conferenza Episcopale Italiana perla Pastorale della famiglia, il quale terrà la prolusione sul tema: “Ilsacramento del matrimonio e l’azione pastorale per prevenire lenullità matrimoniali”.

2. È mio gradito compito presentare la Relazione dell’attività che ilnostro Tribunale Regionale ha svolto durante l’anno 2011. Dallalettura di essa e dall’esame dei dati che vengono riferiti si ha la pos-sibilità di rendersi conto della situazione della amministrazionedella giustizia per quanto riguarda le dichiarazioni di nullità dimatrimonio nella nostra regione. Ritengo che sia una preziosaoccasione, non tanto per soddisfare la curiosità ma per dare la pos-sibilità, specialmente agli operatori pastorali, di riflettere in ordinealla situazione riguardante il matrimonio e la famiglia.

3. Le causeA) Nel 2011 sono stati introdotti 216 nuovi libelli (lo stesso nume-ro del 2010):- sono state concluse con decisione 237 cause (14 in meno del 2010)- con dispensa super rato e non consumato 2 cause- ne sono state archiviate 18.Al 31 dicembre 2011 risultano pendenti 476 cause (al 31 dicembre2010 risultavano pendenti 517 cause).Delle cause concluse con decisione:- 191 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione dinullità del matrimonio- 46 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento dellavalidità del matrimonio.

B) Le motivazioni principali

Matrimoni dichiarati nulli:81 per esclusione della indissolubilità.81 per grave difetto di discrezione di giudizio e per incapacità adassumere gli obblighi coniugali per cause di natura psichica (iuxtacan. 1095, n 2 e n 3).49 per esclusione della prole.

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TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE

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37 per simulazione totale del consenso.14 per esclusione della fedeltà.7 per timore.6 per condizione.3 per dolo.2 per esclusione del bonum coniugum.2 per errore di qualità della persona direttamente e principalmenteintesa (iuxta can. 1097 - §2).1 per impotenza.1 per l’impedimento di precedente vincolo.Durata della convivenza dopo la celebrazione del matrimonio: dai216 libelli presentati nel 2011 risulta che 181 unioni matrimonialisono durate tra 7 giorni e 10 anni.

Annotazioni e considerazioniPer quanto riguarda il numero delle cause introdotte è da notareche in questi ultimi anni c’è stata una stabilizzazione intorno apoco più di 200 cause e l’atteggiamento delle persone che si rivol-gono al Tribunale è di fiducia nella Chiesa per ottenere una paroladi pacificazione alla propria coscienza turbata dal riconoscimentodi errori commessi prima del matrimonio.Tutto questo deve indurre i sacerdoti impegnati nella pastorale gio-vanile, nella pastorale vocazionale e nella pastorale familiare e tuttigli operatori pastorali laici che, a vario titolo, collaborano in questiambiti, a riflettere per intervenire in tempo onde prevenire gli erro-ri e quindi le eventuali nullità matrimoniali.Ecco qualche indice di riflessione sui dati riferiti.

*** Se si sommano i matrimoni dichiarati nulli per simulazionetotale (37), per esclusione della indissolubilità (81), per esclusionedella fedeltà (14) per esclusione della prole (49) e per l’esclusionedel bonum coniugum (2) risulta che in 146 casi i nubendi sono anda-ti al matrimonio non con retta intenzione, e al processetto matri-moniale, fatto poco più di un mese prima della celebrazione delmatrimonio, non sono stati sinceri.

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Pertanto è evidente la importanza della seria preparazione remota,prossima e immediata dei giovani alla celebrazione del matrimo-nio. Mons. Gentili approfondirà l’argomento nella sua relazione. E’opportuno ricordare ciò che disse Papa Benedetto XVI il 22 gen-naio 2011 alla Rota romana: «Tra i mezzi per accertare che il pro-getto dei nubendi sia realmente coniugale spicca l’esame prematri-moniale. Tale esame ha uno scopo principalmente giuridico: accer-tare che nulla si opponga alla valida e lecita celebrazione dellenozze. Giuridico non vuol dire però formalistico, come se fosse un pas-saggio burocratico consistente nel compilare un modulo sulla basedi domande rituali. Si tratta invece di un’occasione pastorale unica- da valorizzare con tutta la serietà e l’attenzione che richiede – nellaquale, attraverso un dialogo pieno di rispetto e di cordialità, ilpastore cerca di aiutare la persona a porsi seriamente dinanzi allaverità su se stessa e sulla propria vocazione umana e cristiana almatrimonio. In questo modo, con i vari mezzi a disposizione peruna accurata preparazione e verifica, si può sviluppare un’efficaceazione pastorale volta alla prevenzione delle nullità matrimoniali».I cosiddetti processetti prematrimoniali dovrebbero essere la rela-zione di quanto i nubendi hanno maturato durante il percorso diriscoperta della fede e di esperienza di fede in cui si sono preparatialla celebrazione del sacramento del matrimonio, accompagnati dalsacerdote-parroco e da una coppia guida significativa.

*** Nel 2011 è stato dichiarato nullo un matrimonio per impedi-mento di vincolo precedente. Si è trattato di una persona, già sposa-ta in chiesa e poi divorziata, che al parroco ha taciuto il suo stato e,purtroppo, nella documentazione esibita aveva presentato il certifi-cato di battesimo senza l’annotazione del matrimonio già celebrato.

*** I casi di matrimoni dichiarati nulli per simulazione totale oparziale sono tanti. È bene che tutti sappiano che secondo l’art. 251§2 dell’Istr. Dignitas connubii, alla parte che è stata causa della nulli-tà per simulazione e anche per dolo, il Tribunale, considerate tuttele circostanze del caso, appone il divieto di contrarre un nuovo matrimo-nio senza la previa consultazione dell’Ordinario del luogo in cui ilnuovo matrimonio deve essere celebrato.

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TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE

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4. L’attività dei giudici

Nell’anno 2011 sono state discusse 239 cause. Le cause pendenti(che al 31 dicembre del 2010 erano state 517) al 31 dicembre 2011risultano 476.Devo dare atto che i giudici e gli uditori, pur non trascurando lealtre attività pastorali nelle rispettive diocesi, si sono impegnati conzelo, entusiasmo e passione in questo servizio dell’attività giudizia-ria. Poiché il numero delle cause pendenti è ancora abbastanza alto,si auspica, per quanto possibile, la disponibilità di altri sacerdoticompetenti ed equilibrati.

5. L’attività del nostro Tribunale come sede di appello per il Tribunalenazionale di Albania

Durante l’anno 2011 è continuata l’attività del nostro Tribunale per l’e-same e la definizione delle cause in appello dall’Albania. Poiché ci sonostate difficoltà a ratificare con decreto una sentenza del Tribunale alba-nese si è dovuto rinviare la causa all’“esame ordinario” e pertanto ilnostro giudice Ponente, per alcuni giorni si è recato in Albania perriascoltare l’attore e i testi perché il Collegio raggiungesse la certezzamorale della nullità. La definizione avverrà in questo anno 2012.

6. Difensori del vincolo e promotore di giustizia

Il titolare dell’ufficio di difensore del vincolo è mons. Felice Posa.Egli si avvale della collaborazione di difensori del vincolo sostituti:4 sacerdoti e 7 laici. Mons. Posa e i suoi collaboratori si sono impe-gnati con zelo e competenza.Anche nell’anno 2011 l’ufficio di promotore di giustizia è statosvolto da mons. Felice Posa e, quando è risultato incompatibile per-ché impegnato come difensore del vincolo, l’incarico di promotoredi giustizia è stato svolto dal sac. Ignazio Pansini.

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7. Patroni stabili

I patroni stabili del nostro Tribunale sono l’avv. AntonellaAngelillo, l’avvocato rotale Concetta Farinato e l’avv. FrancescaMaria Lorusso. Secondo le norme, ai patroni stabili i fedeli possono rivolgersi perottenere la consulenza canonica circa la loro situazione matrimo-niale e per avvalersi del loro patrocinio. Il patrono stabile non rice-ve alcun compenso dai fedeli né per la consulenza, né per il patro-cinio o la rappresentanza in giudizio perché alla retribuzione deipatroni stabili provvede il Tribunale, attingendo dalle risorse messea disposizione dalla CEI.Il servizio di consulenza è avvenuto ordinariamente nella sede delTribunale e, una volta al mese, nelle sedi delle diocesi dei capoluo-ghi di provincia, in un ufficio delle rispettive Curie, così come sta-bilito dal nostro regolamento.L’avv. Angelillo per la provincia BAT nella sede della Curia diBarletta e di Andria, l’avv. Farinato nella sede della Curia di Foggiae di Brindisi, l’avv. Lorusso nella sede della Curia di Lecce, secondoun calendario che è stato reso noto ai cancellieri delle rispettiveCurie.I nostri patroni stabili durante l’anno 2011 hanno introdotto n. 39libelli.Intanto mi sembra necessario e doveroso ricordare che il patronostabile non è l’avvocato d’ufficio, poiché alle situazioni di indigen-za è possibile provvedere con il gratuito patrocinio assicurato dailiberi professionisti iscritti all’albo, secondo un turno determinatodal Vicario giudiziale.

8. I costi e la durata delle cause

Forse per una non retta o “malevola” informazione, circolano noti-zie non vere riguardo ai costi delle cause per ottenere la dichiara-zione di nullità del matrimonio. Tante persone, a motivo di falsenotizie, sono scoraggiate e hanno difficoltà, se non diffidenza, adaccostarsi al Tribunale. Pertanto torno a ricordare, perché ne siano informati i parroci e tra-

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TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE

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mite loro se ne faccia notizia, che il contributo delle parti alle spese pro-cessuali è il seguente:la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a ver-sare Euro 525,00 al momento della presentazione del libello; laparte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipiall’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui la parte convenutanomini un patrono di fiducia o ottenga di usufruire dell’assistenzadel patrono stabile, è tenuta a versare Euro 262,50.Dall’esame del bilancio consuntivo dell’anno scorso risulta cheogni causa in media costa alla Chiesa italiana circa 4.000,00 Euro epertanto il contributo delle parti di 525,00 Euro è minimo rispet-to all’effettivo costo.La durata delle cause, per il numero di esse e la disponibilità deigiudici, è non meno di due anni. Certe volte i tempi si allunganoquando, dovendo verificare la incapacità psicologica o psichica sirende necessaria la perizia di periti d’ufficio, psichiatri o psicologiche con serietà e competenza svolgono il loro lavoro professionale.

9. La cancelleria

L’impegno dei notai che hanno collaborato con il cancelliere è statonotevole per l’assistenza ai giudici, la sollecita e puntuale redazionedei fascicoli delle cause, la cura dell’archivio, la gestione amministra-tiva. Ad essi sento il dovere di esprimere la mia gratitudine profonda.

10. Conclusione

Ai giudici, agli uditori, ai difensori del vincolo, ai promotori di giu-stizia, al cancelliere, ai valenti avvocati, ai periti e a tutti coloro chea vario livello collaborano, auguro buon lavoro per il nuovo anno.

mons. Luca MuroloVicario giudiziale

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1. Premesse

Siamo entrati felicemente nel diciottesimo anno di vita dellaFondazione e il traguardo dei vent’anni, che ci appariva molto lon-tano, è dietro l’angolo.Ringraziamo per il cammino realizzato innanzitutto il Signore dicui sempre abbiamo avvertito la presenza benedicente. Con Lui rin-graziamo i nostri impareggiabili volontari che ci hanno edificatocon il loro spirito di sacrificio. La loro disponibilità e la loro pro-fessionalità sono sempre state ispirate dal desiderio di condividerele problematiche delle persone a rischio di usura o finite “sottoschiaffo”.Sul volontariato molto si è scritto.Giustamente Papa Benedetto XVI, parlando dei volontari cattoliciriuniti l’11 novembre 2011 per un incontro in occasione dell’Annoeuropeo del volontariato, li ha definiti «strumenti visibili dell’amo-re di Dio nel mondo contemporaneo». Nella stessa occasione ilSanto Padre ha affermato che «il volontariato cattolico non è soloespressione di buona volontà. Esso è basato sull’esperienza perso-nale di Cristo. Egli fu il primo a servire l’umanità dando la sua vitaper tutti».Desidero citare anche il Premio Nobel per la Pace Albert Schwei-tzer e l’indimenticabile don Lorenzo Milani. Il primo affermava:

Relazione socio-pastorale del Presidente

FONDAZIONE ANTIUSURA S. NICOLA E SS. MEDICI

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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«[…] non so quale sarà il destino dei volontari, ma una cosa la so.Gli unici tra voi che saranno felici davvero, saranno coloro cheavranno cercato e capito lo spirito di servizio verso gli altri […]»,mentre il secondo aveva riassunto il suo programma in una for-mula: I care, «io mi prendo cura di te».Il volontario è chi sceglie di lavorare gratuitamente, prendendosi cura del-l’altro/degli altri. La sua attività è un raggio di luce che dona speran-za a chi è nella disperazione, una mano a chi è nel bisogno, un pen-siero a chi ha la mente intorpidita.Con questa sensibilità i volontari offrono il loro tempo libero; conle loro professionalità approfondiscono le situazioni che vengonoloro presentate; con attenzione generosa curano la loro formazionenelle nostre comunità ecclesiali.I volontari frequentano la Fondazione non per colmare il loro tempolibero, ma per donarlo, ritagliandolo e sottraendolo ai loro impegnifamiliari, di lavoro e tante volte anche alle vacanze e agli hobbies.Abbiamo trascorso quest’ultimo anno con grande passione: matu-rando nuove idee, dando vita a nuovi rapporti e intese e affrontan-do i problemi emergenti nel preoccupante contesto economico cheè sotto gli occhi di tutti.Tra le iniziative più significative ci piace ricordarne alcune:- la sottoscrizione del Protocollo d’intesa con i notai della Provinciadi Lecce. Con questa firma tutte le province pugliesi sono coperteda questo accordo;- le convenzioni sottoscritte con le diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e di Lecce. Aspettiamo con fiducia la disponibilità delladiocesi di Andria per concludere le convenzioni con tutte le diocesipugliesi;- l’istituzione del sito web della Fondazione (www.fondazionean-tiusurabari.it), che ha messo in rete, e quindi offerto alla conoscen-za di tutti, le informazioni sulle attività e sulle iniziative dellaFondazione. Contiamo di aggiornarlo con costanza per megliorispondere alle aspettative dei visitatori. È questa una bella espe-rienza di servizio e di trasparenza evangelica: ut videant opera vestrabona et glorificent Patrem vestrum qui in coelis est (Mt 5, 16).

Dal punto di vista socio-politico, ci troviamo ad operare in unmomento molto difficile.

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FONDAZIONE ANTIUSURA S. NICOLA E SS. MEIDICI

L’attuale crisi economica, iniziatasi nel 2008, tra i fattori principalipresenta alti prezzi delle materie prime, una rarefazione della liqui-dità con un’inflazione sempre più crescente, la recessione cheimpensierisce non solo l’Italia e una crisi creditizia con conseguen-te crisi di fiducia dei mercati finanziari. Noi ci auguriamo che que-sta crisi in atto sia veramente superabile e non sia di lunga durata.In occasione dei quarant’anni della Caritas italiana, il Santo Padre,facendo riferimento a questa situazione, ha affermato: «La crisi eco-nomica globale è un ulteriore segno dei tempi che chiede il coraggiodella fraternità. Il divario tra nord e sud del mondo e la lesione delladignità umana di tante persone, richiamano ad una carità che sappiaallargarsi a cerchi concentrici dai piccoli ai grandi sistemi economici.Il crescente disagio, l’indebolimento delle famiglie, l’incertezza dellacondizione giovanile, indicano il rischio di un calo di speranza […]».Il governo Monti, che ha ereditato una situazione difficilissima, staadottando misure correttive certamente gravose per tanti cittadini.Non tocca a noi, in questa circostanza almeno, giudicare l’equità ditali misure. Fotografiamo però la realtà sociale nella quale siamoimmersi e rileviamo che sul territorio italiano ci sono 7 milioni e 800mila poveri, circa 3 milioni di famiglie (il 13% dell’intera popolazio-ne) che non riescono a pagare mensilmente il fitto di casa, le bol-lette della luce e del gas, le tasse sui rifiuti, il condominio… .La situazione economica dei ceti medi e medio-bassi è peggioratanegli ultimi dodici mesi del 15%; quasi la metà delle famiglie italia-ne (48,5%) è costretta ad usare i risparmi accumulati in passato perarrivare a fine mese e incontra molte difficoltà a superare la fatidi-ca “quarta settimana” (45,7%), mentre il 27,3% non arriva a finemese. Oltre il 70% degli italiani non riesce più a risparmiare, il24,9% dichiara di avere difficoltà a pagare le rate del mutuo e quasiun quinto (il 18,6%) ha lo stesso problema con il canone d’affitto.Lo specchio della crisi viene evidenziato ulteriormente anche dai“Compro-Oro”. Crescono come i funghi: già siamo ad uno ogni 617mila abitanti. La restrizione dell’accesso al prestito bancario haintrodotto e ha fatto proliferare nelle nostre città questi esercizicommerciali ai quali si è rivolto nell’ultimo anno un numero cre-

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scente di persone, soprattutto povera gente: i “Compro-Oro” si sonoquadruplicati negli ultimi due anni.La gente ormai non nasconde le proprie preoccupazioni per l’annoin corso: solo il 6,1% pensa che la situazione economica possamigliorare, a fronte di un 56,6% che pronostica un peggioramentoe un 26% che si augura una condizione di stabilità.

Questa preoccupante e parziale fotografia ci aiuta a comprenderecome sia necessario promuovere una cultura della sobrietà e l’accompa-gnamento delle persone indebitate perché non finiscano “sotto schiaf-fo”, vittime dell’usura.Questa piaga, anche se sommersa, è purtroppo presente su tutto ilterritorio nazionale e coinvolge non meno di 900 mila persone,senza contare il numero crescente di immigrati (non meno di 20mila), alcuni dei quali si rivolgono da tempo alle nostre Fondazioni.Le famiglie a rischio di indebitamento estremo e quindi anche diusura sono circa 3 milioni (il 25%), in particolare nel Mezzogiorno(intorno al 30%).I piccoli commercianti e le famiglie, in particolare quelle dei lavora-tori dipendenti nelle zone di crisi industriale e dell’agricoltura,sono le vittime più presenti nella difficile situazione economica chesembra non dare tregua.Per quanto riguarda l’usura, la nostra Regione viene definita ad altorischio, soprattutto a causa dell’incremento della criminalità. Tra leprovince pugliesi un primato molto negativo viene attribuito aquelle di Bari e Foggia. Vivono sotto la soglia di povertà 29 puglie-si su 100, con un reddito annuo inferiore a 8.572 euro. I più colpitisono i giovani, le famiglie numerose, le donne e le persone pocoistruite. Le cause sono legate all’elevato tasso di disoccupazione deigiovani, al proliferare del pagamento rateale delle tasse, alle diffi-coltà di accesso al credito bancario, agli stipendi ridotti, al ricorsoalla fortuna tramite l’azzardo.Il finanziamento “alternativo” a quello bancario colpisce non solole famiglie ma anche le imprese, tanto che il fenomeno in Italia haportato alla chiusura di 190 mila piccole e medie imprese tra il 2009e il 2011.Si stima che circa 50 aziende all’anno sono costrette a chiudere conla conseguenza della perdita di posti di lavoro (solo nel 2010 se ne

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sono persi circa 130 mila) in un circolo vizioso assai difficile dainterrompere.Il giro di affari annuo dell’usura in Italia è stimato in 30 miliardi dieuro.Non ci sarà «un futuro buono per l’umanità sulla terra se non cieduchiamo tutti a uno stile di vita più responsabile […] » (Incontrodel Papa con i giovani, 29 novembre 2011).

Mai la Fondazione, negli anni scorsi, è intervenuta in maniera cosìmassiccia in favore delle persone in difficoltà economiche, facendoricorso a strumenti abituali di sostegno, quali sovvenzioni a titologratuito, microcredito, beneficenze, aiuti alimentari, assistenzalegale, consulenze... . Molte delle sovvenzioni elargite, visto il per-durare della morosità nella restituzione delle somme erogate, sonostate girate a beneficenza. Queste somme, a volte anche esigue, sisono però rivelate come un toccasana importante per tutti coloroche non potevano far fronte alle incombenze quotidiane (senzaacqua, senza luce, senza gas, pagamenti arretrati di fitto, di condo-minio, ecc.). Accanto ai poveri abituali, abbiamo incontrato tantepersone impoverite che, pur non essendo ancora sul lastrico, vivo-no in una situazione di forte fragilità economica. Sono persone che,soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare inmodo sostanziale il proprio tenore di vita, privandosi di una seriedi beni e di servizi di cui in precedenza disponevano.Inoltre, non poche volte la Fondazione, che aveva anticipatosomme di denaro anche cospicue per favorire il rientro in bonis deimutui ipotecari, ha dovuto poi accollarsi in proprio queste passivi-tà perché i beneficiati hanno mostrato di non essere più in grado direstituire.Unitamente a questi interventi sono da menzionare - come suaccennato - anche gli interventi di forniture alimentari verso i menoabbienti. A tal proposito, giunga un grande grazie alla comunitàparrocchiale di Santa Croce in Bari che ha gestito questo serviziosia nella fase di preparazione che di fornitura avvalendosi dei pro-pri volontari.

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Anche quest’anno la grande maggioranza delle pratiche espletate inFondazione ha avuto come riferimento la famiglia, struttura dibase della società. I suoi problemi, le angosce per arrivare a finemese, il mutuo da pagare, il lavoro sempre in bilico se non precarioo addirittura a rischio di licenziamento, hanno caratterizzato que-sto periodo di lunga crisi economico-finanziaria.Alcune famiglie gravate da sovraindebitamento sono ricorse al mer-cato del credito illegale.Il prestito bancario, sempre più richiesto per soddisfare esigenze dibase, ha coinvolto le famiglie per il 42% per l’acquisto della primacasa e per il 33% per il pagamento di debiti accumulati, con ilrischio della moltiplicazione del debito familiare secondo modalitàusurarie.Abbiamo più volte rilevato l’assurdo che si è acceso un mutuo perpagare un debito pregresso, entrando in una spirale molto pericolosa.

Con l’intento di promuovere la cultura della sobrietà e rimanendosensibile alle difficoltà economiche delle famiglie, la Fondazioneinsieme con il Centro Culturale Marin ha dato vita nel corso del-l’anno a tre appuntamenti aventi per oggetto:1. La famiglia, quale progetto, quale futuro – relatore mons. RoccoD’Ambrosio, docente presso la Facoltà di Scienze sociali dellaPontificia Università Gregoriana di Roma;2. La famiglia nella Sacra Scrittura – relatore don Sebastiano Pinto,docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica Pugliese;3. Le famiglie italiane nella crisi: effetti economici della manovra Monti –relatori prof. Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Con-sulta nazionale antiusura e prof.ssa Isabella Martucci Laforgia,docente di economia politica presso l’Università degli Studi di Bari.

2. Attività e prospettive della Fondazione San Nicola e Santi Medici

Se nei primi anni della nostra attività abbiamo operato rendendosempre più “visibile” la presenza della Fondazione a servizio dellepersone/famiglie indebitate e usurate, oggi questo compito risultapiù gravoso per la complessità della nostra società, in rapporto aldelicato momento di crisi economica nazionale e internazionale.

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Abbiamo collaborato concretamente con le istituzioni preposte allapromozione del bene comune e della legalità (Prefettura, tribunali,forze dell’ordine, ecc.), con tutte le associazioni impegnate nellalotta all’usura e al racket, in particolare con le associazioni di con-sumatori in campo nazionale, con la Caritas e con altre esperienzedi volontariato.Ci siamo resi disponibili con entusiasmo alle richieste delle scuoledi ogni ordine e grado, relazionando in appositi convegni, tavolerotonde e ogni forma di dibattito, per documentare la drammaticarealtà del fenomeno sommerso e diffuso dell’usura.Abbiamo contribuito alla pubblicazione di articoli e rilasciatointerviste su quotidiani locali e nazionali, siamo stati ospiti di tra-smissioni televisive in campo nazionale e regionale.Abbiamo avviato e consolidato rapporti con gli enti pubblici (laRegione, le Province, i Comuni, a cominciare dal Comune di Bari).Ci siamo attivati a livello cittadino, provinciale e regionale (Cameradi commercio di Bari, banche, consigli notarili), per stipulare con-venzioni e partenariati.Finalmente siamo riusciti - come precedentemente accennato - asottoscrivere altre due convenzioni, grazie alla fattiva comprensio-ne di S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, con la sua diocesi diTrani-Barletta-Bisceglie e con la diocesi di Lecce, grazie all’arcive-scovo S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio.La Fondazione è entrata a far parte della Consulta regionale del lai-cato in Puglia e del Forum delle Famiglie. Nostro referente per laConsulta regionale è don Luigi Trentadue, per il Forum è il dott.Giuseppe Lucchese.

2.1. Per la diocesi di Bari-Bitonto siamo i referenti del “Prestitodella speranza”, il Fondo nazionale straordinario istituito dallaConferenza Episcopale Italiana finalizzato a garantire prestiti ban-cari da concedere alle famiglie in difficoltà economica ad un tassoagevolato.Quest’anno l’attività è stata addirittura frenetica. Sono stati eroga-ti circa 40 “Prestiti della speranza” ed una decina di finanziamenti

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di “microcredito” nei confronti di piccoli imprenditori per favorirela ripresa dell’attività economica, interrotta per difficoltà di varianatura.Referente ordinario del Prestito della speranza è il dott. NicolaTotaro che ha sempre mantenuto con il Presidente e il Consigliodirettivo uno stretto, necessario collegamento. Non poche pratichehanno presentato difficoltà concrete.

2.2. Le prospettive per l’immediato presentano una vasta gamma diimpegni:- Rapporti con le banche. Il periodo a dir poco “turbolento” che attra-versa l’economia internazionale e quella italiana in particolare,pone questo settore in una situazione di enormi difficoltà. Il balzoin avanti dei rendimenti dei titoli di Stato ha provocato una “stret-ta” nelle erogazioni e un richiamo informale da parte delle aziendedi credito convenzionate circa un possibile ritocco dei tassi concor-dati precedentemente in convenzione, essendo gli stessi attualmen-te inadeguati. Tutto ciò esige la ripresa di un dialogo in un clima direciproca fiducia per aggiornare le convenzioni.È stata comunque ribadita la necessità di un referente preciso e pos-sibilmente unico in banca per velocizzare in tempi brevi i finanzia-menti. Non sono tollerabili certe lungaggini (anche oltre sei mesi)che, a volte, vanificano il lavoro svolto dai membri dei Gruppi diascolto, del Comitato tecnico e del Consiglio direttivo. A onor delvero, negli ultimi tempi si è riusciti a ridurre in alcuni casi i tempidi soluzione delle pratiche: ma si può e si deve migliorare questoservizio.- Nuove fonti di finanziamento. È necessario cercarle per un serenoprosieguo dell’attività della Fondazione, attese le difficoltà di otte-nere assegnazioni significative con cadenza annuale da parte delloStato. Un aiuto ci è giunto dal 5 per mille che finora, in tre tran-ches, ha assicurato significativi contributi per sostenere le speseistituzionali.- Avviso pubblico “Prevenzione del fenomeno dell’usura” indettodalla Regione Puglia per la concessione di contributi ai sensi dellaLegge Regionale n. 7 del 3 aprile 2006. Fino ad oggi con i contribu-ti ricevuti si è potuto provvedere a una decina di erogazioni a favo-re di persone che rischiavano di finire “sotto schiaffo”.

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- È utile osservare che nuove eventuali convenzioni bancarie incon-trano delle enormi difficoltà a causa del differenziale che determi-na tassi che, confrontati con le convenzioni passate, appaionoestremamente penalizzanti.

2.3. Flussi di finanziamento. Saltuari flussi di finanziamento per realiz-zare iniziative di prevenzione e di informazione (realizzazione di CD,spot pubblicitari sull’azzardo e sull’usura, convegni, ecc.) ci sono statiassicurati dalla CEI - tramite la Consulta Nazionale Antiusura - daalcuni istituti bancari, dalla Camera di commercio di Bari e dallaBasilica di San Nicola di Bari. Altri sostegni ci sono pervenuti dallediocesi della Regione Ecclesiastica Pugliese e da alcuni comuni.A tutti vanno i nostri ringraziamenti più vivi.

2.4. Esecuzioni immobiliari. Sono ancora in aumento. I pignoramentiiscritti al 31 dicembre 2010 presso il Tribunale di Bari risultavano1.079, mentre a fine 2011 sono pari a 1.100. Molte volte è statonecessario intervenire in extremis per impedire la vendita di case diabitazione aggredite da debiti e pignorate ad opera di banche,finanziarie, Equitalia ed altri.La Fondazione di volta in volta ha messo a disposizione i suoiesperti per assicurare risposte positive agli appelli. Non è stato sem-pre facile e possibile risolvere questi problemi, sia per la presenza dipiù tribunali competenti presenti sul territorio regionale, sia per ladiversa sensibilità dei magistrati appartenenti alle sezioni delle ese-cuzioni immobiliari, sia perché le richieste, presentate in ritardo,non potevano essere accolte.Con gli interventi giunti a buon fine (circa 20), grazie anche alleaccennate anticipazioni con Fondi propri, abbiamo restituito sere-nità e sicurezza a tante persone e famiglie, risanando legalmentesituazioni patrimoniali notevolmente compromesse, evidenziandoquanto accertato dalla Guardia di Finanza circa il meccanismo cheha permesso a tanti prestanome di impossessarsi di case messeall’asta presso le sezioni delle esecuzioni immobiliari dei tribunali,per essere rivendute a prezzo maggiorato.

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2.5. Denunzia degli usurai e assistenza legale. Nell’ambito della educa-zione alla legalità, abbiamo riscontrato non pochi risultati positiviper aver convinto un discreto numero di persone a denunziare gliusurai. Per alcune di esse è scattato il programma di protezione sta-tale per i testimoni di giustizia.L’attività di solidarietà in favore delle vittime di usura ed estorsio-ne, nell’anno 2011, ha visto la Fondazione impegnata nell’assicura-re, con Fondi Propri, l’assistenza legale sin dalla fase della denunciae delle indagini preliminari, con la costituzione di parte civile dellapersona offesa nel relativo procedimento penale.La decisione di costituirci parte civile nei processi per usura (5 casigià in essere, altri casi da formalizzare) è stata molto sofferta maanche provvidenziale e in linea con le finalità della solidarietà, del-l’educazione e promozione della legalità e del tutoraggio delle per-sone che hanno avuto il coraggio della denunzia dei loro “carnefici”.Siamo convinti che senza il nostro sostegno alcuni processi nonsarebbero stati celebrati: chi denuncia ha bisogno di non sentirsiabbandonato fino alla conclusione dei processi, sia sul piano per-sonale che familiare e aziendale. Il sostegno morale ed economicodella Fondazione a queste persone, soprattutto quando le lorosituazioni intrecciano personaggi della malavita organizzata, èstato fondamentale, come più volte hanno riconosciuto lo stessoprocuratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati e il presiden-te della Corte d’Appello Vito Marino Caferra nella sua relazione sul-l’amministrazione della giustizia il 29 gennaio 2012.

2.6. Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafio-so. Malgrado il nostro intervento presso le sedi appropriate, rimaneancora irrisolta la modifica apportata - dall’art. 2 comma 23 dellaL. 94/2009 - all’art. 4 della L. 512/99 istitutiva del Fondo di rota-zione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso per ilconseguimento dei danni liquidati in sentenza.A seguito di tali modifiche, gli enti sia pubblici che privati (tra cuile Fondazioni Antiusura), possono proporre istanza di accesso alFondo esclusivamente per le spese legali liquidate in sentenza e nonpiù per le somme liquidate a titolo di risarcimento danni.La modifica svilisce apertamente l’impegno di solidarietà in favoredelle vittime dei reati di usura ed estorsione compiuti nell’ambito

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di un’ attività associativa di stampo mafioso, come già in due pro-cessi ci è stato riconosciuto. Insisteremo perché venga reintrodottala norma per consentire alle fondazioni e alle associazioni antiusu-ra e antiracket di usufruire dei benefici della legge.La Fondazione, anche quest’anno, mettendo in atto gli strumenticonsentiti dalla legge per incoraggiare le vittime dell’usura alladenuncia e per sostenerla e non ritirarla, ha provveduto a:- elargire un contributo necessario per assicurare l’assistenza legale sianel procedimento penale sia nell’inoltro della domanda inPrefettura per l’accesso ai benefici di cui all’art. 14 della L. 108/96;- attuare un programma di sostegno a favore dell’interessato e della suafamiglia, prevedendo un adeguato aiuto economico, sia per favori-re la ripresa dell’attività compromessa dal debito usurario, sia, neicasi più gravi, per non far mancare i generi alimentari di primanecessità (grazie anche alla collaborazione della parrocchia SantaCroce, come precedentemente accennato);- sviluppare, infine, una paziente opera di sostegno a favore delle vitti-me di usura ed estorsione sottoposte al programma di protezioneper i testimoni di giustizia, sia garantendo loro una continua assi-stenza legale anche con incontri in località protette, sia accogliendosegnalazioni riguardanti la loro situazione personale, in particolarela richiesta di aiuti economici per soddisfare i bisogni essenziali, persé e per i propri familiari.In sintesi, ad oggi, i suddetti interventi ammontano a 75 mila europer 25 interventi di assistenza legale, 115 mila euro per anticipa-zioni di sussistenza e oltre 10 mila euro per supporti alimentari.

2.7. Collaborazione dei volontari. In tutte le situazioni si è rivelata fon-damentale la disponibilità dei volontari, alcuni dei quali hannogarantito con generosità e perseveranza la loro presenza quotidiananegli ambienti della Fondazione o della parrocchia di Santa Croce.Alla loro perizia si deve la diminuzione del 50% delle debitorie espo-ste e la conclusione positiva di trattative giudicate in partenzaimpossibili.Con l’attività di “tutoraggio” hanno ridato la fiducia nella vita a

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tante persone e hanno assicurato la restituzione dei prestiti conces-si, rendendo possibile il reintegro del Fondo di prevenzione per suc-cessivi interventi in favore di quanti in seguito chiederanno l’aiutodella Fondazione.Incalcolabile sarebbe il costo delle prestazioni dei volontari per loStato: il loro servizio è stato ed è sempre e unicamente ispirato dallagratuità, virtù che il Vangelo esalta in particolare nella parabola delbuon Samaritano (Lc 1, 23-27).Con grata riconoscenza ricordiamo tutti i volontari presenti e quel-li che, per motivi personali o familiari sono stati costretti a sospen-dere la loro collaborazione. Resta nel cuore di tutti la testimonian-za del loro impegno, con la nostalgia di “rientrare in servizio” appe-na possibile.

2.8. SalutiCon i nuovi volontari salutiamo con gratitudine mons. VitoAngiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca che rappresental’Episcopato pugliese in questo momento, le autorità intervenute, irappresentanti delle istituzioni locali, i responsabili e i rappresen-tanti degli istituti bancari, i rappresentanti della stampa (regionalee nazionale) e tutti gli amici e sostenitori che ci hanno voluto ono-rare con la loro presenza.L’essenza stessa della nostra azione ci impone di coltivare e svilup-pare continuamente i rapporti di collaborazione. Da soli, ne siamoconvinti, non avremmo realizzato il cammino che è alle nostre spal-le, ricco di confortanti risultati a favore di singoli, di famiglie e dipiccole aziende.In particolare salutiamo il nuovo presidente onorario, il prefettodella nostra Provincia, dott. Mario Tafaro, che dall’inizio del suomandato a Bari ha dichiarato la propria disponibilità ad accettarel’incarico previsto dal nostro atto costitutivo.Confidiamo nel suo sostegno personale e istituzionale per vigilaree affrontare le sfide ardue che la società ci impone sul terreno dellalegalità e della solidarietà per lavorare “in rete” con le istituzioni.

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3. Attività degli organi collegiali

3.1. Consiglio direttivoIl Consiglio direttivo, l’organo deliberante della Fondazione,attualmente composto dal presidente mons. Alberto D’Urso, dalvice presidente don Luigi Trentadue, e dai consiglieri don PaoloSangirardi, avv. Paolo Vitti e dott. Giuseppe Lucchese, è rimastoinvariato nel corso del triennio. Quest’anno dovrà essere rinnovatoper scadenza del mandato triennale.Il Consiglio si è riunito ordinariamente il giovedì presso la parroc-chia Santa Croce per 36 volte. È stato presieduto dal presidente e/odal vice presidente.Per l’approfondimento delle delibere, accanto al segretario dott.Nicola Agnano, hanno sempre partecipato l’avv. Vincenzo Sci-cutella e il rag. Michele Belviso, componenti del Comitato tecnico.Saltuariamente sono stati invitati a partecipare i componenti deigruppi d’ascolto e quanti avessero potuto fornire informazioni utiliper la definizione delle pratiche all’ordine del giorno, compresi irappresentanti delle diocesi convenzionate.A tal proposito ci piace ricordare il gran lavoro svolto dall’avv.Manuel Costantino, nostro rappresentante in seno al Comitato disolidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura presieduto dalCommissario straordinario del governo, che con puntualità haaggiornato il Consiglio sulle attività dello stesso Comitato.Ad oggi, presso la Prefettura di Bari sono state presentate 31domande in fase di istruttoria, per l’accesso al Fondo di solidarietà,altre sono state presentate presso altre Prefetture della Regione.Ricordiamo, altresì, l’avv. Edoardo Altieri che ha seguito tutto ildifficile comparto delle costituzioni di parte civile della Fonda-zione, ponendosi quale referente puntuale nelle sue relazioni alConsiglio.Il Consiglio ha prodotto 505 delibere, così ripartite: 276 archivia-zioni, 82 finanziamenti ex art. 15 L. 108/96, 34 sovvenzioni (di cui5 di microcredito), 30 beneficenze (di cui 5 per assistenze legali), 3finanziamenti con Fondi Propri, 4 mutui e 1 finanziamento con

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Fondo Regionale, 15 aumenti di garanzia e 60 delibere su vari argo-menti inerenti l’attivita istituzionale della Fondazione.

3.2. Collegio dei Revisori dei ContiIl Collegio dei Revisori dei Conti che, sotto la Presidenza del dott.Gerardo Mennella, si è avvalso della collaborazione del dott.Giuseppe D’Alessandro e del dott. Ruggero Ricco nel ruolo di com-ponenti, ha assicurato alla Fondazione un imprescindibile suppor-to, oltre che per gli adempimenti statutari, anche per ogni possibi-le consulenza per migliorare i rapporti con le banche e con la dire-zione V del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia eFinanze.Al dott. Mennella, in particolare, un grazie per l’attenzione sempremanifestata in tutto questo lavoro esplicato in mezzo a non pochepreoccupazioni familiari, legate prima alla malattia della consorte,sig.ra Elena, e poi al suo decesso. Con il grazie per la sua disponibi-lità, rinnoviamo a lui tutta la nostra solidarietà umana e cristiana.

3.3. Comitato tecnicoQualificato e puntuale è stato il servizio reso dal Comitato tecnico,composto dal dott. Ennio Pizzini, dall’avv. Vincenzo Scicutella e dalrag. Michele Belviso, i quali, oltre alla normale attività di Gruppod’ascolto svolta il martedì mattina, si sono riuniti ordinariamenteogni martedi pomeriggio in Fondazione e straordinariamente pressola parrocchia Santa Croce.I loro pareri, espressi all’esito delle proposte operative formulate daiGruppi d’ascolto per ciascuna pratica e la loro verifica puntualedella sussistenza dei criteri di meritevolezza stabiliti dalla L. 108/96,hanno favorito l’attività deliberante del Consiglio direttivo.

3.4. Comitato giuridicoAnche il lavoro del Comitato giuridico, coordinato dall’avv. PaoloVitti, è notevolmente cresciuto. Il Comitato, composto dagli avvocatiVincenzo Scicutella, Mario Cogliandro, Manuel Costantino,Angelo De Gaetano, Edoardo Altieri, Italia Mendicini, GianfrancoRossi e ultimamente dall’avv. Attilio Simeone, ha assicurato ognimartedì, attraverso una rotazione programmata, la presenza dialmeno un penalista e un civilista, fornendo così la copertura lega-

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le nei giorni d’ascolto che sono sempre caratterizzati dalla necessi-tà di pareri giuridici puntuali ed efficaci per i quesiti degli assistiti.Gli avvocati Costantino e Altieri hanno offerto un prezioso servizionell’assistenza alle vittime del reato di usura e di estorsione e nellaredazione e presentazione presso l’Ufficio Territoriale del Governodella Provincia di Bari delle pratiche di assistenza ai sensi delle leggi108/96 e 44/99.La loro opera, estremamente rilevante, qualifica il servizio della Fondazionenell’ambito della legalità, ridonando fiducia a chi vive con paura l’esperien-za della denuncia. Inoltre, permette al nostro operato di acquisire visibilità econtribuisce a far uscire dal sommerso la piaga dell’usura e compensa i sacri-fici, anche personali, di chi è addetto a tali uffici.L’avv. Vincenzo Scicutella ha svolto il delicato compito di seguire lepratiche della Banca Popolare di Bari, della Banca Popolare diPuglia e Basilicata, della Ubi-Banca Carime e della Banca di CreditoCooperativo di Bari per quanto attiene le morosità, per un puntualecontrollo dei report bancari di tutti i fruitori dei finanziamenti.Ricco d’esperienza, ha sempre saputo suggerire soluzioni sagge. Ha cura-to, inoltre, in collegamento con le banche, le pratiche a sofferenza.Infine, gli è stato attribuito l’oneroso comparto delle pratiche i cuititolari hanno richiesto la sospensione del pagamento delle rate delmutuo per un anno, opportunità concessa dalle Banche Conven-zionate, a cui vanno i nostri ringraziamenti, trattandosi di mutui diconsolidamento e non di prima casa, derogando all’accordo ABI.Analogo prezioso lavoro ha svolto egregiamente il dott. GiuseppeLucchese per il Banco di Napoli. Con la Direzione di detta Bancasono stati realizzati vari incontri per definire le diverse posizioni dimutui ipotecari per rate scadute e non pagate.

3.5. Pool d’AscoltoCostante e paziente è stato il contributo dei volontari nel delicatocompito di ascoltare chi ha chiesto aiuto in Fondazione. Le situa-zioni che gli assistiti riferiscono a volte sono drammatiche, di gran-de complessità dal punto di vista finanziario, bancario, legale esoprattutto umano.

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Il gran numero di persone che affollano la nostra Fondazione hacreato quest’anno non pochi problemi. Se da un lato infatti abbia-mo cercato di assicurare la necessaria privacy, dall’altro abbiamodovuto fare i conti con la insufficienza degli ambienti a disposizio-ne per gli ascolti.Sono stati pienamente operativi quest’anno: il dott. GiuseppeLucchese, il dott. Nicola Totaro, la rag. Cecilia Di Cagno, il dott.Francesco De Martino, il dott. Mario Elefante, il dott. AntonioGiuliani, la sig.ra Maria Minischetti, il dott. Teodoro Penta, il sig.Vincenzo Oreste, il dott. Francesco Serra, il dott. VincenzoPoliseno, il rag. Mario Centonze e l’avv. Natalia Casarano.È da annotare sia per i gruppi d’ascolto che per i membri delComitato tecnico e il Collegio dei Revisori dei Conti la capacità diintesa, anche con i nuovi volontari, per la valutazione delle prati-che, non sempre di facile soluzione.

3.6. Convenzioni e Centri d’ascoltoDurante questo anno sociale sono state siglate due nuoveConvenzioni: con la Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie (referente donRaffaele Sarno che si avvale della collaborazione del sig. NicolaCortellino) e con la Diocesi di Lecce (referente don GerardoIppolito che si avvale della collaborazione del dott. Elio Romano).Sono attualmente in fase di definizione le sedi e i gruppi di ascolto.Proseguono con pazienza anche i contatti con la Diocesi di Andria.Le convenzioni si sono mostrate particolarmente utili per assicura-re capillarità al nostro servizio. Esse ci permettono un primo ascoltodelle persone bisognose di aiuto nelle sedi più prossime alla resi-denza degli assistiti e, all’esito della pratica, il servizio di tutoraggiocon volontari locali.Quest’anno, ancora una volta, sono stati numerosi i finanziamenti ex art.15 L. 108/96.Pertanto, l’accompagnamento delle persone dopo la risoluzione delle lorosituazioni debitorie si è mostrato provvidenziale.Sono state confermate tutte le Convenzioni esistenti con le Diocesi:di Altamura-Gravina-Acquaviva (responsabile don Vito Cassese che siavvale della collaborazione del dott. Saverio Costantino, dell’avv.Leonardo Patella e del dott. Rino Manicone), di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi (responsabile il diacono Ferdinando Vitelli con

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cui collabora l’avv. Mario Baccardi), di Taranto (responsabile donNino Borsci che si avvale della collaborazione del dott. MimmoGreco e del dott. Ulderico Perrone), di Castellaneta (responsabilemons. Leonardo Molfetta che si avvale della collaborazione deldott. Nicola Calò), di Conversano-Monopoli (responsabile donAngelo Sabatelli che si avvale della collaborazione dell’avv. RosalbaBerardi), di Oria (responsabile don Alessandro Mayer, che ha sosti-tuito don Pietro Chirico che si avvale della collaborazione del dott.Cosimo Torino, del dott. Piero De Stradis e del dott. Gerardo DiPunzio), di Otranto (responsabile don Enzo Vergine che si avvaledella collaborazione dell’avv. Emilio Fasano e del dott. Specchiarel-lo), di Ugento-Santa Maria di Leuca (responsabile don Luca DeSantis), di Brindisi-Ostuni (responsabile don Giuseppe Laghezza chesi avvale della collaborazione della sig.ra Maria Minischetti, del-l’avv. Lorenzo Maggi e dell’avv. Dario Murra) e di Nardò-Gallipoli(responsabile don Camillo De Lazzari che si avvale della collabora-zione dei dott.ri Roberto De Donatis e Salvatore Polo).Con tutti questi collaboratori i rapporti sono estremamente frater-ni e concreti, basati sulla stima reciproca. Stiamo mettendo a loro di-sposizione il programma in rete “GIFA” che rappresenta uno strumen-to operativo di amministrazione interna delle pratiche e di raccoltadati con linguaggio e prassi comune.

3.7. AscoltiNel 2011 sono state ascoltate per la prima volta oltre 350 persone/famiglie.Il totale delle ore di ascolto effettuate non è quantificabile. Oramai ogni giorno,mattino e pomeriggio, sabato compreso, la nostra sede viene raggiunta dauomini e donne i cui problemi non possono attendere il martedì per essereaffrontati: è il caso di dire che gli incontri straordinari sono diventati ordinari.Sebbene l’impegno di ciascun volontario non sia a tempo pieno,mai nessun richiedente è stato respinto perche non “prenotato”. Cisi è prodigati al massimo anche per offrire un consiglio, un inco-raggiamento, una parola di conforto, una disponibilità di ascolto,in comunicazione costante con il Consiglio direttivo.La sede degli ascolti, in via dei Gesuiti n. 20, è stata presidiata dall’avv.

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Angela Editori che, oltre ad essere la responsabile della contabilità,svolge un importante ruolo di collegamento fra i volontari per laricerca di pratiche, rapporti con i creditori, notai, avvocati e banche.La professionalità e la dedizione con cui svolge il suo lavoro-mis-sione ne fanno uno dei pilastri della Fondazione.Affiancano l’avv. Angela Editori, il dott. Roberto Musio, il rag.Giuseppe Fraccalvieri, ultimamente anche un giovane volontario,sig. Marco Musa.Questi ultimi provvedono con capacità ed autonomia all’immissio-ne delle pratiche nel sistema GIFA, collaborano nel disbrigo dellepratiche di segreteria e nei rapporti esterni della Fondazione con ivari enti ed uffici e aggiornano il nuovo sito web della Fondazione.La sede della Fondazione è aperta dalle ore 8.30 alle ore 17.30, tranne illunedi, il venerdi e il sabato in cui la sede resta aperta fino alle ore14.00.

3.8. RingraziamentiRinnoviamo doverosamente, anche quest’anno, il più vivo ringrazia-mento all’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci per gli ambientimessi a nostra disposizione. Ci costano solo un piccolo contributo per leutenze di luce e riscaldamento. Speriamo quanto prima di poter usu-fruire di un ascensore, quanto mai necessario per tanti nostri inter-locutori che presentano problemi di deambulazione o cardiaci.Ringraziamo, inoltre, gli amici che operano nella sede della Consultanazionale (dott. Ruggero Ricco, dott. Giovanni Campanale, rag.Cecilia Di Cagno e rag. Fabrizio Lovecchio), i menzionati rappresen-tanti delle diocesi convenzionate, gli amici della Caritas diocesana di Bari-Bitonto e in particolare la comunità parrocchiale di Santa Croce, coordi-nata dalla dott.ssa Genoveffa Ruggiero, per la costante disponibili-tà di mezzi e di ambienti che ci riserva in occasione delle riunionisettimanali del Consiglio direttivo, nelle fasi organizzative delletavole rotonde e di ogni iniziativa che richieda uno “straordinariocoinvolgimento di persone”.

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4. Collaborazione con le istituzioni civili ed ecclesiali

4.1. Rapporti con la Prefettura di BariEsprimiamo il più vivo ringraziamento al prefetto dott. CarloSchilardi, nostro presidente onorario sino a novembre 2010.Insieme ai suoi più stretti collaboratori, ci ha assicurato ogni possi-bile attenzione, in particolare attraverso la persona del vicariodott.ssa Antonella Bellomo, da sempre disponibile e presente perincoraggiare la vitalità della Fondazione, e della dott.ssa PaolaMaria Bianca Schettini, per le pratiche di accesso al Fondo diSolidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura.Al prefetto Schilardi e alla dott.ssa Bellomo giungano i nostri augu-ri di buon lavoro nelle sedi in cui attualmente operano.Da gennaio di quest’anno ci è stato a fianco il nuovo Prefetto diBari dott. Mario Tafaro, da oggi presidente onorario della Fondazione.In questa circostanza confermiamo ogni possibile attenzione e colla-borazione con l’Associazione Impegno e Solidarietà, tramite l’avv. MarioCogliandro, l’avv. Manuel Costantino e il dott. Nicola Agnano. Inoltre,la Fondazione ha partecipato al Gruppo di Lavoro presso la sede dellaPrefettura, per la firma del Protocollo d’Intesa in materia di sicurezzaagricola e agroalimentare, indicando quali referenti l’avv. ManuelCostantino e il dott. Nicola Agnano.Sebbene in quella sede si fossero fissati alcuni obiettivi operativi,non v’è stato più alcun incontro.

4.2 Rapporti con il Commissario Straordinario Governativo,con il Ministero dell’Interno e con il Ministero dell’Economia e Finanze

La Fondazione e la Consulta Nazionale Antiusura, interpellatedalla Prefettura di Bari, hanno concordato e comunicato i nomina-tivi degli avv.ti Manuel Costantino e Paolo Magliulo quali compo-nenti del nuovo Comitato di Solidarietà.I rapporti con il Ministero dell’Economia e delle Finanze sono stati sem-pre curati dal Presidente Mons. D’Urso e dal dott. Mennella. Alloscopo di poter rendere più semplice la comprensione di tutti i mec-canismi che regolano i finanziamenti dell’art. 15 della L. 108/96, la

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Fondazione ha partecipato, su invito della Consulta, ad una serie diincontri con i dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze,dott. Giuseppe Maresca e dott. Antonio Adinolfi.Quest’anno dal Ministero sono stati assegnati esigui fondi per la pre-venzione (ex art. 15 L.108/96), che - unitamente a quelli pervenutidalla Regione - sono serviti per consolidare le nostre dotazioni pres-so le banche, soprattutto verso quelle nei confronti delle quali èmaggiore il ricorso al moltiplicatore.Purtroppo i fondi che il Governo assicura per il servizio che rendiamo sonoinsufficienti.Al 31 dicembre risulta sostanzioso il divario tra l’ammontare delle nostregaranzie bancarie e gli importi all’uopo assicurati dallo Stato. Ciò significache abbiamo dovuto operare e dovremo continuare ad operare utilizzando ilmoltiplicatore, in misura sempre più vicina ai limiti convenzionati.

4.3. Rapporti con la Regione PugliaNel 2011 abbiamo partecipato all’avviso pubblico di cui alla L. R.n. 7 del 3 aprile 2006. Abbiamo ottenuto i relativi fondi che, uni-tamente alle somme degli altri anni, ci hanno consentito di ope-rare più incisivamente a livello regionale. I finanziamenti ricevutisono stati tutti veicolati su una sola banca ed hanno consentitol’assistenza di dieci persone bisognose con finanziamenti omutui.

4.4. Rapporti con il mondo accademicoLa crescente e sempre più aggressiva moltiplicazione, all’interno delterritorio pugliese, delle varie offerte di gioco (sale bingo, videopoker, sala corse, ecc.), causa di deciso aumento dei disturbi pato-logici, ci ha spinto a dar vita ad un Centro di Ascolto per Giocatori diAzzardo e loro Famiglie, affidato a due psicoterapeute, la dott.ssaIsabella Cassano e la dott.ssa Marisa Sacco.È stata messa a disposizione una sede idonea presso la parrocchiadi Santa Croce in cui si svolgono i primi ascolti ogni martedì.I rapporti con il mondo accademico sono stati coltivati in particolarecon i docenti universitari, per consulenze e interventi a TavoleRotonde, e con giovani laureandi, sempre più interessati a discute-re tesi sul tema dell’usura. Per essi la Fondazione è stata, è e saràsempre disponibile sia attraverso l’accesso al proprio materiale

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bibliografico, sia attraverso le consulenze dei collaboratori, in par-ticolare dell’avv. Attilio Simeone.Nel quadro della collaborazione con il mondo universitario,apprezziamo da sempre quella offerta dal prof. Aldo Loiodice,Presidente del Centro Culturale Marin, che ci ha assistito nello stu-dio delle proposte avanzate per la modifica dell’art. 14 della L.108/96 che ancora esclude le famiglie vittime di usura dall’accessoal Fondo di Solidarietà statale.Da qualche tempo ci sta offrendo una preziosa collaborazioneanche la prof.ssa Isabella Martucci Laforgia, docente di economia.

4.5. Rapporti con la Consulta Nazionale AntiusuraI rapporti con la Consulta, per la quale ricopro la carica di segre-tario nazionale, sono stati facilitati dalla vicinanza della sede e dallacondivisione di un percorso comune con i suoi volontari, in parti-colare il dott. Ruggero Ricco, segretario aggiunto, i componenti delComitato tecnico dott. Giovanni Campanale, rag. Cecilia Di Cagnoe avv. Manuel Costantino, e il rag. Fabrizio Lovecchio.Diverse attività sono state programmate e realizzate con la Con-sulta con grande spirito di collaborazione, come ad esempio:- le domande per l’accesso ai fondi della Regione Puglia e per l’i-scrizione all’Albo specifico della Regione Puglia ai sensi della L. R.n. 7 del 3 aprile 2006;- l’accesso al sistema GIFA per la gestione su rete nazionale dellepratiche curate e deliberate della Fondazione.

4.6. Rapporti con la Conferenza Episcopale ItalianaLa CEI, tramite il suo Presidente card. Angelo Bagnasco e il suoSegretario generale mons. Mariano Crociata, continua ad apprezza-re l’operato della Fondazione.Significativo il contributo ricevuto, attraverso la Consulta Nazio-nale Antiusura, dal Servizio Promozione e Sostegno Economico dellaC.E.I., che ha permesso alla Fondazione e alla stessa Consulta diinviare ai nostri vescovi e a tutti i parroci d’Italia, l’ultimo compactdisc “Concerto per la vita”.

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I rapporti con mons. Crociata e i Direttori degli Uffici CEI sono staticoltivati dalla Consulta Nazionale Antiusura sia per la Fondazionedi Bari che per le altre Fondazioni Antiusura presenti in Italia.

4.7. Rapporti con la Camera di Commercio di BariFinora sono stati sempre ispirati ad una grande collaborazionecome testimoniano la disponibilità ad ospitare convegni e il soste-gno a diverse iniziative promozionali e di cultura preventiva.Si avverte comunque il bisogno di approfondire detta collaborazio-ne, grazie anche all’attenzione che ci sta assicurando il nuovo Presi-dente dell’Ente, dott. Alessandro Ambrosi, per rispondere al dialo-go con i Confidi, destinatari anch’essi, come la Fondazione, delleprovvidenze governative e regionali, per un’azione più mirata e “inrete” nella lotta all’usura e al racket.È deludente la decisione della Confindustria di Bari che ha sospesounilateralmente la collaborazione con la Fondazione, anche seauspica prossimamente una ripresa della stessa.

4.8. Rapporti con le bancheLe convenzioni bancarie sono rimaste invariate.Al 31 dicembre 2011 sono in essere 331 pratiche presso le diverse bancheconvenzionate (Banca Popolare di Bari, 177; Banca Popolare di Puglia eBasilicata, 42; Banco di Napoli, 61; Ubi-Banca Carime, 36; Banca diCredito Cooperativo di Bari, 5 per Fondi Stato e 10 per Fondi Regionali).L’erogato totale di tutte le banche supera ad oggi i 35 milioni di euro.Nel corso dell’anno 2011 sono stati erogati 55 mutui ipotecari, di duratavariabile dai 15 ai 20 anni, e di importo a volte anche superiore ailimiti massimi consentiti dalle convenzioni vigenti.Molte innovazioni su tale tipo di finanziamento sono state intro-dotte per favorire chi ha già in corso un mutuo e ha difficoltà tem-poranee nel continuare a pagarne le rate mensili.Quanto ai mutui sono continuate, anche quest’anno, le iniziativeconcordate con la Banca Popolare di Bari e con la Banca Popolaredi Puglia e Basilicata riguardo:a) la rinegoziazione (possibilità di rivedere con la propria banca alcu-ni termini del contratto come durata, tipologia, tassi di interesse);b) la sospensione (sospensione del pagamento delle rate per untempo massimo di 12 mesi).

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Le persone che hanno fatto ricorso a queste possibilità sono state unadecina. Per essi la Fondazione, come sempre, ha fatto da tutor e hafornito assistenza in tutte le fasi, dall’impostazione della pratica,all’inoltro in banca, fino alla nuova contabilizzazione.All’atto di proporre simili operazioni ci siamo posti non pochiinterrogativi: cosa succederà alla scadenza dei termini? Le persone o lefamiglie si stanno preparando ad onorare le rate in scadenza?Saranno in grado di pagare?I motivi che generano queste domande sono legati all’ulteriorediminuzione del reddito familiare, alla mancanza di lavoro di uncomponente o di tutti i componenti del nucleo familiare, ecc.Vigileremo sia per essere accanto alle persone/famiglie indebitate,sia per poter suggerire altre soluzioni perché non cadano nelladisperazione.Da una analisi effettuata a consuntivo dei nostri report al 31dicembre, è emerso in modo preoccupante il crescente tasso di moro-sità, indice degli accresciuti disagi economici particolarmente avvertiti da chiha contratto un mutuo e subisce in maniera più sofferta gli effetti a “scoppioritardato” della crisi economica. In sintesi:- per il Banco di Napoli sono in morosità 19 posizioni su 60; per taleistituto sono in corso incontri per favorirne il rientro;- per la Banca Popolare di Puglia e Basilicata sono in morosità 5 posi-zioni su 42;- per la Ubi-Banca Carime sono in morosità 6 posizioni su 36;- per la Banca Popolare di Bari sono in morosità 20 posizioni su 177.Sono inoltre aumentate le pratiche in sofferenza, cioè quelle praticheper le quali, concordemente con le banche, si è passati inevitabil-mente al tentativo del recupero del credito.Rispetto allo scorso anno, c’è stato un aumento di dieci pratiche in sof-ferenza, dato che comincia a diventare allarmante.Anche quest’anno, con riferimento all’andamento dei soli mutuiipotecari negli ultimi tre anni, si conferma la tendenza all’aumentodelle garanzie richieste dalle banche che a volte raggiungono livelli molto ele-vati, vista la garanzia reale già fornita.I tassi di sconto della BCE sono saliti in due riprese: all’1,50% per

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poi fortunatamente ridiscendere all’1%. Questo basso valore ha difatto aiutato chi ha stipulato un mutuo ipotecario a tasso variabile.Il risultato di ciò è alquanto controverso: se scende il tasso di riferi-mento della BCE (si pensi agli USA o al Giappone laddove i tassisono vicini allo zero) con lo scopo di favorire lo sviluppo, sale sem-pre più il costo del danaro. Ne consegue che le convenzioni in attoche prevedevano tassi d’interessi particolarmente bassi, oggi nonsono più attuabili. Infatti le banche stanno chiedendo nuovi accor-di. Inoltre, è da considerare la separazione dei fondi di depositi daifondi rischi, per cui la base di lavoro si assottiglia sempre più.Possiamo dire, ed è la prima volta che lo facciamo da quando è stata costi-tuita la Fondazione, che siamo in grande difficoltà di liquidità. Dovremofar ricorso a deroghe, aumenti del moltiplicatore e spostamenti difondi da una banca all’altra.Ci conforta la “buona” notizia di nuove, prossime erogazioni di denaro da partedel Ministero dell’Economia e Finanze che saranno efficaci solo se congrue.La gravità della crisi economica in corso la rileviamo dalla crescen-te richiesta di finanziamenti che superano di molto i limiti conven-zionati con le Banche. Questi casi ci procurano ulteriori difficoltàdi non facile soluzione.Un campo d’intervento in cui molto si può migliorare è quello delleconvenzioni bancarie.Come precedentemente accennato, avvertiamo l’esigenza di proce-dere ad una omogeneizzazione fra di loro, per meglio affrontare lemutate esigenze.Circa la partecipazione delle banche a spese per iniziative di prevenzione,auspichiamo maggiore disponibilità per la loro programmazione.Come ci mostrano i risultati conseguiti e i riconoscimenti dell’opi-nione pubblica, degli esperti e della stampa, queste sono quantomai necessarie.La sensibilità delle banche la si avverte anche in questo campo!Il peso della promozione della cultura preventiva non può gravare unica-mente sul bilancio della Fondazione, che, pur avvalendosi di collaborazionivolontarie e di ambienti di lavoro messi a disposizione dalla Diocesi di Bari-Bitonto e dalla parrocchia di Santa Croce, affronta notevoli oneri di orga-nizzazione, di informazione e di gestione.

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5. Protocollo d’intesa con i Consigli notarili

Sono stati sottoscritti ulteriori Protocolli d’intesa sul territorio regio-nale: con il Consiglio dell’Ordine dei Notai dei Distretti di Lecce e di Trani.Sulla scorta di quanto ottenuto a Bari, analoghi accordi erano stati sot-toscritti in precedenza anche con i Consigli dell’Ordine di Taranto e diBrindisi.Questi Protocolli consentono di ottenere il pagamento di una tariffaminima estremamente conveniente in occasione delle stipule deimutui. Nel solo Collegio Notarile di Bari i notai hanno fornito pre-stazioni a tariffe minime per una cinquantina di pratiche con un enormevantaggio a favore dei nostri assistiti (si stima intorno a 100 mila euro).Per queste attenzioni un vivissimo ringraziamento va in particolareal Presidente del Consiglio Notarile di Bari dott. Biagio Spano e alprof. Michele Buquicchio che ha ispirato l’iniziativa.

6. Lotta al gioco d’azzardo

L’azzardo è la più iniqua e crudele delle “tasse”. È una tassa sulla pover-tà e sui sogni, alla quale si affidano proprio coloro che non dovreb-bero buttare via nemmeno un centesimo.È indispensabile e indilazionabile riflettere su questo argomento alpari che sull’usura.Il tema dell’azzardo ha impegnato ed impegnerà ulteriormente laFondazione negli anni a venire. Molto abbiamo già detto su questofenomeno che sta assumendo sempre più proporzioni allarmantisu tutto il territorio nazionale. Continuano le astuzie dei Monopolidi Stato che lancia con disinvoltura messaggi cinici ed equivoci: “giocacon moderazione”, “gioca con intelligenza”, “gioca il giusto”. Si è passatidal banco lotto e dalle sale corse, ai corner: abbiamo punti di scom-messe ad ogni angolo di strada; viene alimentata la propaganda delBingo, poker online, briscola e dadi sul Web. Si moltiplicano i gio-chi in circolazione, in una guerra senza limiti tra i vari gestori ita-liani e stranieri che sono pronti allo sbarco in massa.

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Le dimensioni oggi raggiunte dall’azzardo ci preoccupano nonpoco, essendo esso motivo di sovraindebitamento dei soggetti eco-nomicamente e psicologicamente più fragili, costituendo una delleprincipali cause di ricorso all’usura.Ormai l’azzardo è la terza industria d’Italia dopo l’Eni e la Fiat. Questa“lotteria di scommesse” a dicembre 2011 ha raggiunto un fatturatodi circa 80 miliardi di euro (13% in più rispetto al 2010); una spesa pro-capite di circa 1.260 euro per tentare “la fortuna che cambia la vita”.L’azzardo, soprattutto collegato al business delle macchinette, è una minierad’oro per la criminalità organizzata: un fenomeno che risucchia milio-ni di euro ogni anno, che distrugge persone, rovina famiglie, ingras-sa gli usurai e il mercato dello strozzo, inducendo a dipendenzacompulsiva centinaia di migliaia di persone insospettabili.Occorre contrastare tale fenomeno sollecitando ad intervenirepositivamente tutte le istituzioni, gli organi di informazione, pro-muovendo iniziative che incidano soprattutto sulle nuove genera-zioni che affidano la costruzione del loro futuro al ricorso alla for-tuna e non al lavoro.Pertanto, la nostra Fondazione come ha aderito a suo tempo al car-tello “Insieme contro l’usura” promosso dalla Consulta Nazionale,così oggi ha ispirato un altro cartello: “Insieme contro l’azzardo”.L’idea di quest’ultimo, maturata nel cuore di tanti nostri volontari,l’ha fatta propria la Consulta Nazionale Antiusura su tutto il terri-torio nazionale, rendendola operativa dal 3 gennaio u.s..È necessario che anche gli organi di informazione condividano le finalitàdel cartello. Alla riflessione delle agenzie educative ed in particolaredelle famiglie, dei docenti scolastici e dei membri della comunitàecclesiale, riproponiamo le parole del cardinale Bagnasco, Presi-dente della CEI, che il 3 gennaio u.s., ha definito l’azzardo «…unanuova droga da cui bisogna guardarsi con grande determinazione e consa-pevolezza».Accanto a questo panorama di iniziative e di lotte è da sottolinearela richiesta di audizione alla Commissione Affari Sociali dellaCamera dei Deputati di una rappresentanza dalla Consulta perchiedere interventi legislativi finalizzati alla limitazione del giocod’azzardo e alla cessazione di forme pubblicitarie ingannevoli e di-seducative.Sin dal 1999 la Consulta è impegnata, in nome e per conto delle 28

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Fondazioni ad essa associate e dislocate sull’intero territorio nazio-nale, a contrastare tale piaga sociale.Consideriamo meritorio quanto proposto dai sindaci di alcunicomuni di Italia circa il tentativo di allontanare le sale gioco dalcentro città e dalla vicinanza alle scuole.Ci piace a questo punto ricordare, oltre l’accennata iniziativa pro-mossa di recente per curare dal gioco d’azzardo con le dott.sseCassano e Sacco presso la parrocchia di Santa Croce, l’opera datempo avviata in questo settore dell’Associazione GiocatoriAnonimi, presso la parrocchia San Carlo Borromeo in Bari, nata dalcuore di un nostro assistito, ex giocatore d’azzardo.Per la Fondazione è motivo di orgoglio sapere dell’esistenza e del-l’operato di tale Centro, verso il quale continuiamo ad orientarealcuni giocatori d’azzardo con le loro famiglie, perché possano esse-re aiutati ad uscire dal “tunnel del gioco”. Da un colloquio avutocon i responsabili è risultato che attualmente sono circa 20 le fami-glie che partecipano agli incontri riabilitativi. Rispetto allo scorsoanno, il numero dei partecipanti è raddoppiato.Tale Centro ha assunto una dimensione extra-regionale. Infatti faparte di un coordinamento Area Sud che realizza incontri periodi-ci con altrettanti centri di simile esperienza.

7. Lotta all’usura

Il giro d’affari dello strozzinaggio si aggira in Italia sui 30 miliardi di euro.Colpisce più di 600 mila persone ed è stata la causa della chiusura di oltre200 mila esercizi commerciali negli ultimi anni.Queste cifre peccano perdifetto perché si riferiscono quasi esclusivamente ai traffici dellacriminalità organizzata.Anche il “cravattaro di quartiere” è difficile “da beccare”. Egli avolte è un vicino, un parente che conosce molto bene la situazioneeconomica di chi chiede aiuto. Le mafie “prestano a strozzo” a pienemani, riciclano denaro sporco e si impadroniscono di aziende incrisi, penetrando così nell’economia pulita. Le denunce sono in pic-

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chiata: il reato cade spesso in prescrizione a causa dei ritardi della giustizia.Dal punto di vista legale, notevole è stato l’impegno della ConsultaNazionale sul duplice versante dell’accesso delle famiglie al Fondo diSolidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura ai sensi dell’art.14della L. 108/96 e del Rifinanziamento del Fondo di Prevenzione comefinanziamento a regime. L’una e l’altra cosa sono state illustrateanche al Sottosegretario all’Interno, prefetto Carlo De Stefano, inun incontro dell’11 gennaio u.s. e poi nel recente incontro tra laConsulta Nazionale e le Fondazioni Antiusura in Italia il 31 gen-naio u.s.. La sua risposta non si è fatta attendere. In una lettera indi-rizzata alla Consulta, afferma: «…si va delineando un quadro nor-mativo con queste iniziative che riconosce un ruolo centralissimoalle fondazioni impegnate nel contrasto e nella prevenzione deireati di usura, tant’è che nei lavori della seconda CommissioneGiustizia del Senato, il Governo ha presentato un emendamentovolto ad inserire espressamente tra gli organismi per la composi-zione della crisi gli enti privati, tra cui le Fondazioni di cui all’art.15 della L. 108/96. Attualmente il testo del decreto è all’esame dellaCamera dei Deputati; l’auspicio è che in tempi brevissimi possaessere definitivamente convertito in legge. Queste innovazioniapportate alla normativa antiusura saranno di grande importanzanel contrasto e nella prevenzione di questo odioso fenomeno cri-minale».

8. Iniziative realizzate

Ne vengono ricordate solo alcune:Il giorno 7 marzo si è tenuto a Roma un seminario riguardantel’“Accordo Quadro” per un Programma Nazionale di Microcreditorivolto alle famiglie in difficoltà economica e sociale (Prestito dellaSperanza). È emersa la possibilità di un prestito erogato a famigliecon o senza figli, in stato di bisogno, per un importo massimo di 12mila euro. Il Prestito della Speranza viene elargito anche comemicrocredito per sviluppare un’attività autonoma imprenditorialeesistente o di nuova costituzione fino ad un massimo di 25 milaeuro (il 16% dell’importo totale del progetto d’impresa).Il tasso di interesse applicato al prestito deve essere massimo il 4%,

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comprensivo di tutte le spese bancarie (TAEG). Il Fondo di garan-zia garantisce un importo totale di finanziamenti in funzione di unmoltiplicatore non superiore a “2” per le famiglie, a “3” per l’attivi-tà imprenditoriale.Il giorno 29 marzo si è svolto a Roma un incontro della ConsultaNazionale Antiusura con i rappresentanti della Consulta ecclesialedegli organismi socio-assistenziali. Per la Fondazione hanno pre-senziato il dott. Totaro, il dott. Lucchese e l’avv. Editori.Il giorno 13 aprile si è svolta presso la Camera di Commercio di Bari,organizzata dalla Fondazione e dalla Consulta Nazionale Anti-usura, una Tavola Rotonda sul tema “Gioco d’Azzardo autorizzato elegale: Quale bilancio per il giocatore, la famiglia, la società, l’economia, leistituzioni”.Hanno relazionato e partecipato: mons. Alberto D’Urso, dott. EnzoQuarto (Giornalista Rai), dott. Vincenzo Rutigliano (Giornalista IlSole 24 Ore), mons. Luigi Renna (Rettore del Pontificio SeminarioRegionale di Molfetta, docente di Teologia morale presso la FacoltàTeologica Pugliese), prof. Maurizio Fiasco (sociologo, consulentedella Consulta Nazionale Antiusura), prof.ssa Isabella Martucci(docente di Economia Politica della Facoltà di Giurisprudenzadell’Università di Bari), dott. Antonio Laudati (Procuratore dellaRepubblica di Bari), dott.ssa Daniela Capitanucci (psicologa e psi-coterapeuta, Presidente Associazione AND - Azzardo e NuoveDipendenze), col. t.ST Antonio M. Quintavalle Cecere (Coman-dante Nucleo di Polizia Tributaria Guardia di Finanza di Bari),dott. Giancarlo Trevisone (Commissario Straordinario del Governoper il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura), sen.Raffaele Lauro (Membro della Commissione parlamentare antima-fia), mons. Francesco Cacucci (Arcivescovo di Bari-Bitonto), ilPrefetto di Bari, dott. Michele Emiliano (Sindaco di Bari), prof.Francesco Schittulli (Presidente della Provincia di Bari), dott. VitoMarino Caferra (Presidente della Corte d’Appello di Bari), dott.Vito Savino (Presidente del Tribunale di Bari), padre MassimoRastrelli (Presidente della Consulta Nazionale Antiusura), dott.Giovanni Lacoppola (Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale

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di Bari), prof. Aldo Loiodice (Docente di Diritto Costituzionaledella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari), dott.Alessandro Ambrosi (Presidente della Camera di Commercio diBari), avv. Emmanuele Virgintino (Presidente dell’Ordine degliAvvocati di Bari), dott. Matteo Calabresi (Responsabile del Servizioper la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica) eil dott. Vittorio Stagnani (giornalista).Al convegno massiccia è stata la presenza di giovani di tutte le scuo-le cittadine. Ricchissimo il parterre di invitati.Il giorno 25 maggio si è svolto a Taranto, organizzato dal Dipar-timento Dipendenze Patologiche ASL TA, un incontro dal tema: “Ilgioco, vizio o malattia”. Ha partecipato il dott. Totaro per laFondazione.Il giorno 16 giugno si è tenuta a Roma l’Assemblea della ConsultaNazionale Antiusura con relativa Tavola Rotonda. L’occasione èstata propizia per avere notizie dall’on. Carlo Giovanardi circa leeventuali iniziative a favore delle famiglie. Purtroppo abbiamoascoltato solo parole!È intervenuto il prof. Maurizio Fiasco che ha evidenziato ancorauna volta la necessità della lotta contro il gioco d’azzardo che haraggiunto cifre iperboliche. La Fondazione ha partecipato con isuoi rappresentanti, confermando da una parte quanto sia vivo ilcollegamento che ha con la Consulta Nazionale e dall’altra quantosia grande la delusione provata per la scarsa attenzione del Governoe del mondo politico per le famiglie.Dal 12 al 16 ottobre si è svolto a Lecce, organizzato dal Forum delleAssociazioni Familiari in collaborazione con la Regione Puglia, laProvincia di Lecce ed il Comune di Lecce, un convegno sul tema:“Tobia: famiglie e parole in viaggio”. Ha relazionato per laFondazione l’avv. Costantino.Il giorno 31 ottobre è stata firmata la convenzione con la Diocesi diTrani-Barletta-Bisceglie presso la sede del Vescovado di Trani. Eranopresenti S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri e il segretario economoMons. Angelo Di Pasquale, Mons. Alberto D’Urso e i dott.ri Luccheseed Agnano. A S.E. è stata rilasciata ampia documentazione relativa allavoro svolto dalla Fondazione in tutti questi anni a favore dellaDiocesi. S’apre un capitolo nuovo di profonda e feconda collabora-zione che si tradurrà in un costante rapporto con i responsabili.

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Il giorno 6 dicembre è stata firmata a Lecce la convenzione tra laFondazione e la Diocesi di Lecce. Tale evento, arrivato dopo lunghetrattative, si rendeva necessario a causa dei numerosi assistiti che gra-vitano attorno a quella Diocesi. Erano presenti S.E. Mons. D’Ambrosioe i componenti del futuro gruppo d’ascolto. Per la Fondazione sonointervenuti Mons. Alberto D’Urso e i dott.ri Totaro e Agnano.In collaborazione con il Centro Culturale Marin, l’AssociazioneAmici della Musica d’Organo e la parrocchia Santa Croce, è statoedito dalla Fondazione il CD “Concerto per la Vita” e realizzato unconcerto straordinario “La Musica contro l’usura” nella parroc-chia Santa Croce, grazie alla disponibilità di artisti, orchestre e coridi fama regionale e nazionale che hanno eseguito brani di autoriclassici.La serata ha registrato la presenza di molte autorità civili e religio-se, di amici e di simpatizzanti.Il CD “Concerto per la Vita” è il dodicesimo della collana prodotta dallaFondazione dopo “Concerto per il Giubileo” (2000); “Concerto perMaria” (2001); “Concerto per la Speranza” (2002); “Concerto DiesDomini” (2003); “Concerto Dies Ecclesiae” (2004); “Concerto DiesHominis” (2005); “Concerto per il Natale” (2006); “Concerto per ilRisorto” (2007); “Concerto per la Pace” (2008); “Concerto per laSolidarietà” (2009) e “Concerto per l’Eucaristia”(2010).È stato diffuso in abbinamento con il quotidiano locale “LaGazzetta del Mezzogiorno” su tutto il territorio pugliese e lucano.La sponsorizzazione ha coinvolto il Santuario dei SS. Medici diBitonto, la Ubi-Banca Carime, la Banca Popolare di Puglia eBasilicata, la Camera di Commercio di Bari e soprattutto il servizio CEIper la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica che hasostenuto l’onere dell’invio del CD a tutte le parrocchie italiane.

9. Attività globali in Fondazione

L’importo relativo al totale dell’attività globale per l’anno 2011ammonta a 23.955.700 euro così ripartiti:

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A) Fondo Statale ex art. 15 L. 108/96 n° 109 pratiche di finanziamentibancari per un totale di € 9.697.100.Al 31 dicembre 2011 le pratiche in istruttoria presso la Fondazionerisultano 220, per le quali si è già ipotizzato una potenziale eroga-zione complessiva di ulteriori 14 milioni di euro circa.

B) Fondo Proprio di Solidarietàn° 67 pratiche per un totale di € 258.600 così ripartite:n° 3 finanziamenti bancari con Fondi Propri per un totale di €36.500n° 30 beneficenze per un totale di € 87.000n° 34 sovvenzioni e microcredito a titolo non oneroso per un tota-le di € 135.146.Il dato che più di tutti si evidenzia è riferito alle Beneficenze. Esso èdirettamente connesso allo stato di grande difficoltà delle famigliemeno abbienti. Tra di esse non sono comprese le sovvenzioni e i finan-ziamenti concessi dalla Fondazione a titolo gratuito (microcredito).Per quanto attiene il rilevante numero delle archiviazioni, oltre 270, lemotivazioni sono molto varie e si possono cosi ripartire:a) circa il 25% è riferito a persone che hanno richiesto assistenza senzaavere i requisiti minimi, necessari previsti dalla L. 108/96. Per alcune diesse, quando è stato possibile, gli aiuti sono stati assicurati attraver-so erogazioni a valere sui fondi della solidarietà, con notevoli sacri-fici. Tra le pratiche archiviate vanno incluse anche quelle che, pochimomenti prima della stipula del mutuo, hanno mostrato segni evi-denti di sopravvenute irregolarità; numerose le persone che sonvenute a chiedere finanziamenti per l’acquisto della prima casa, pos-sibilità questa non prevista dal nostro Statuto; così come non è pre-visto che gli assistiti possano ottenere somme a titolo di liquidità;b) circa il 15% ha riguardato richieste di persone che hanno presenta-to da una parte un’alta debitoria, al di sopra del massimo consentitoin convenzione presso le banche, e dall’altra uno scarso reddito.Purtroppo questi casi sono risultati in aumento o in conseguenzadella perdita del posto di lavoro, o perché le persone sono finite incassa integrazione, o per le conseguenze economiche disastrose ori-ginate da separazioni o divorzi. Facendo enormi sacrifici, per alcu-ni di essi, è stato possibile consentire l’accesso ai finanziamenti;c) circa il 15% è da rapportare a persone che hanno “tentato” di poter

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ricevere un qualche aiuto, pur sapendo in partenza che questo nonsarebbe stato possibile in quanto assenti lo stato di bisogno o unaqualche capacità di rimborso. Non sono mancate persone chehanno addirittura raccontato storie fantasiose presentando, avolte, discutibili dichiarazioni dei redditi. Il nostro atteggiamentoverso costoro è stato comunque di comprensione, considerato lostato emozionale e di umiliazione di chi e nel bisogno;d) circa il 20% è da ascrivere a persone che hanno dichiarato il reddi-to a “nero”, cioe senza legale giustificazione dell’importo. Anche pertali casi (molti) si pone il problema sul tipo di aiuto da fornire;e) circa il 10% è legato a persone con contratto di lavoro a tempo determi-nato o a progetto, anch’esse in aumento;f) circa il 15% è da ricondurre a persone che, dopo qualche incontro,hanno volontariamente rinunciato all’aiuto.A margine di queste annotazioni c’è da considerare il gran lavoro spesoper pratiche che a volte si sarebbero dovute chiudere già in fase diprima istruttoria, ma che hanno continuato il loro percorso nella vanasperanza che potesse ricevere innanzitutto solidarietà familiare e poi daparte di parenti e amici. Alla fine sono state archiviate se non dopoaverli richiamati ed aver acquisito il loro rifiuto alla continuazione.Come precedentemente accennato in questa Relazione, gli interventia favore di soggetti per i quali è in corso una azione di assistenza lega-le ai sensi dell’art. 14 L. 108/96, ammontano a 75 mila euro per 25interventi di assistenza legale, ad oltre 100 mila euro per anticipazio-ni di sussistenza e a 3 mila euro per assicurare aiuti alimentari.

C) Difficoltà riscontrate dai Gruppi d’ascoltoEsse in sintesi sono legate:- alla naturale ritrosia delle persone in stato di bisogno a manife-stare i loro problemi sia personali che familiari;- alla frequente incapacità o indisponibilità a voler riconoscere lecause del proprio indebitamento: in molte circostanze sono stateregistrate colpevoli leggerezze, scarsa assunzione di responsabilità(in particolare di carattere morale e familiare generate dall’uso irre-sponsabile del denaro e dallo scarso rispetto delle leggi). Purtroppo

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per molte persone l’ultimo pensiero è pagare l’assicurazione, ilbollo auto, le tasse in genere, ecc.;- al tentativo di nascondere e sottodimensionare la propria situazione debitoria;- alla frequente incapacità di armonizzare le proprie disponibilità econo-miche con il regime di spese personali e familiari;- all’illusione di immaginare un futuro roseo e quindi prospettive dirisoluzione della propria debitoria senza la volontà di impegnarsi aun doveroso rimborso.Allo scopo di fotografare meglio la situazione, alleghiamo una rappre-sentazione grafica della suddivisione degli assistiti per età, professionee sesso utile a tracciare un profilo dell’“assistito-tipo”.

10. Conclusioni

Nel supplemento “Moneta e Banche” della Banca d’Italia abbiamoletto nei giorni scorsi che ci sono più prestiti bancari e meno soldi suiconti correnti degli italiani. A gennaio sono aumentati del 5% su baseannua i prestiti richiesti dalle famiglie, mentre sono calati dell’1,7% idepositi dell’intero settore privato che include anche le famiglie. Sonoprevisti anche mutui e prestiti più cari per le famiglie, mentre gli inte-ressi sui depositi registrano una limatura dallo 0,36% allo 0,35%. I tassial consumo salgono all’8,78% e i mutui al 3,36%. In pratica, le famiglieitaliane sono sempre più costrette a chiedere prestiti in banca per “tira-re avanti” (fra i maggiori debiti contratti e gli interessi più alti che sitrovano a pagare, lasciano sempre meno denaro nei loro depositi).Queste informazioni debbono spingerci a riflettere e a consigliarele persone per rivedere le loro scelte e i percorsi che intraprendono.Una diversa educazione, soprattutto per quanto riguarda l’uso del denaro, ènecessaria: necessario uno stile di vita più sobrio e più vero, anche inconsiderazione di “un mondo che cambia” come insieme di urgenze edi opportunità.Gli orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per il decennio in corsosottolineano come il tema dell’educazione sia importante per l’interasocietà italiana: l’educazione rappresenta oggi una delle sfide piùurgenti che impegna sia la comunità cristiana sia quella civile: siamochiamati a pensare insieme, puntando alla formazione di un’umanità nuova.L’usura, l’indebitamento, il sovraindebitamento non sono circo-

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FONDAZIONE ANTIUSURA S. NICOLA E SS. MEIDICI

scritti ad alcune zone del nostro Paese, ma riguardano in variamisura persone di tutte le età e di tutte le categorie su tutto il terri-torio nazionale. L’usura non è soltanto praticata da singoli strozzini,ma implica molto spesso il coinvolgimento della criminalità orga-nizzata; l’usura costituisce uno strumento per il riciclaggio e il reim-piego del denaro sporco, inquina il tessuto economico-sociale delPaese e riveste caratteri di una vera e propria emergenza, tale da susci-tare notevole allarme sociale che tocca in particolare le famiglie.Queste realtà hanno bisogno di una risposta: essa non puo essere soltantoattesa da quanti hanno precise responsabilità legislative, amministra-tive, economiche, di giustizia, ma deve essere promossa da ciascuno dinoi. Il nostro territorio va arricchito di storie ed esperienze di servizio,volontariato è gratuita, di consumo in senso equo, solidale e respon-sabile, di risparmio in senso etico e globale, di investimenti attenti agliaspetti sociali (casa, sanità, educazione, cultura, ecc.).Siamo chiamati tutti alla verifica attenta delle scelte che facciamo e degli iti-nerari formativi esistenti, a consolidare quelli positivi, a promuoverecon rinnovato slancio il servizio educativo che forma persone soli-de, capaci di cooperare al bene comune e di compiere scelte perso-nali e familiari responsabili.Il tempo impegnato nell’ascolto delle persone che bussano alle portedella nostra Fondazione ci fa avvertire questa urgenza educativa chesegnaliamo a tutti come una provocazione. Non è possibile assicura-re risposte immediate ai problemi che ci assillano, ma bisogna inter-rogarsi e rimettersi in gioco con continuità e generosità al di là dioccasionali esperienze o di gratificazioni momentanee.Pertanto, facciamo nostre le parole dei Vescovi italiani presenti nelDocumento Chiesa Italiana e Mezzogiorno (n.19): «Contro ogni tentazio-ne di torpore e di inerzia, abbiamo il dovere di annunciare che i cam-biamenti sono possibili. Non si tratta di ipotizzare scenari politici diver-si, quanto, piuttosto, di sostituire alle logiche del potere e del benesserela pratica della condivisione radicata nella società e nella solidarietà».

Il PresidenteMons. Alberto D’Urso

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Le opere di san Vincenzo de’ Paoli a Bitonto(1852-2012)

Presentazione di Mons. Francesco Cacucci aLe opere di San Vincenzo de’ Paoli a Bitonto (1852-2012)a cura del Volontariato Vincenzianodi Michele Muschitiello e Marino PaganoSECOP Edizioni, Corato 2012

INDICE: Presentazione di mons. Francesco Cacucci; Un testimone tra gli altri… dimons. Cristoforo Palmieri;Introduzione di p. Michele Natuzzi; Il Volontariato Vincenziano oggi a Bitontodi Piera Rutigliani Carbone.San Vincenzo de Paoli e le sue opere – Le Dame di Carità - Le Figlie dellaCarità all’Ospedale di Bitonto – Le Figlie della Carità all’Istituto MariaCristina – Pia Associazione Immacolata Concezione – La Farmacia diBeneficienza Comunale – Le Figlie della Carità e la Gioventù Mariana –Conferenza maschile Laica di San Vincenzo – Canonico Nicola Fano –Mons. Cristoforo Palmieri: Vescovo vincenziano – Suore Figlie dellaCarità native di Bitonto.

Sono lieto di presentare quest’opuscolo scritto, come si dice neltitolo, dopo 160 anni della presenza vincenziana a Bitonto, pren-dendo come punto di riferimento l’arrivo delle Figlie della Caritàall’Istituto Maria Cristina di Savoia nel 1852. Nel 1884 sorsero leDame di Carità, oggi “Gruppi di Volontariato Vincenziano”, nel1922 le “Figlie di Maria”, cioè l’Associazione mariana che oggi sichiama “Gioventù Mariana Vincenziana”, negli anni 1930 laSocietà di S. Vincenzo de Paoli. Ma, come scrive la presidente Piera

PUBBLICAZIONIDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Rutigliani Carbone, è ben da oltre 150 anni che l’opera di S.Vincenzo de Paoli viene attuata a Bitonto, se pensiamo, ad esempio,alla presenza dei missionari vincenziani che in Puglia sono arrivati60 anni dopo la morte di san Vincenzo (1660), a Oria, a Lecce, aBari, evangelizzando con le missioni popolari tutta la regione; nelloro Registro delle missioni è annotata per esempio la famosa mis-sione che essi svolsero a Bitonto nella Quaresima del 1762.Sono lieto, perché così posso esprimere la gratitudine e l’apprezza-mento della nostra Arcidiocesi oggi, anche a nome di tanti Vescovimiei predecessori.Molto opportunamente, non poche pagine sono dedicate innanzi-tutto al Fondatore, S. Vincenzo de Paoli, descrivendone la biogra-fia, il carisma, le intuizioni geniali e le numerose opere. Non pernulla il papa Leone XIII lo proclamò, nel 1885, patrono di tutte leopere di carità.Poi vengono passate in rassegna le opere che in questo secolo emezzo sono state realizzate a Bitonto dalla Famiglia Vincenziana.Certo è un elenco che non può ritenersi completo, chi potrà conta-re le innumerevoli iniziative compiute nel silenzio e nel segreto?Proprio nello spirito del Vangelo: «non sappia la tua sinistra ciò chefa la tua destra» (Mt 6,3).È solo la punta di un iceberg, quindi, l’elenco qui riportato, ed è ripor-tato perché ne conserviamo memoria, e sia di esempio a tutti noi:«vedano le vostre opere buone, e rendano gloria al Padre» (Mt 5,16).I tempi cambiano. Quella che era l’opera sostitutiva dell’odiernowelfare, oggi rischierebbe di diventare assistenzialismo. Ma nonpossiamo dimenticare l’insostituibile valore del volontariato e dellatestimonianza cristiana nella società contemporanea. Ed è qui lostile caratteristico del volontariato vincenziano, che potremmodefinire, prendendo il discorso A Diogneto, «paradossale» (V,4).«L’amore è inventivo all’infinito», diceva S. Vincenzo. Che questoamore inventivo ci porti a inventare sempre nuove strade per rag-giungere tanti nostri fratelli e nostre sorelle poveri.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

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1-4 - Visita pastorale alla parrocchia S. Lorenzo in Valenzano.6 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa nella solennità

di Maria SS. di Costantinopoli con la partecipazione deivicariati I e III.

7 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la parteci-pazione del vicariato territoriale Bitonto-Palo e del II vica-riato.

8 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la parteci-pazione dei vicariati IV e IX.

9 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la parteci-pazione dei vicariati VI e XI.

10 - Al mattino, presso l’aula magna “Mons. Enrico Nico-demo”, presiede l’inaugurazione dell’anno giudiziario delTribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese.

11 - Alla sera, presso la parrocchia S. Agostino in Modugno,conclude la missione popolare parrocchiale.

12 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la parteci-pazione dei vicariati V, VII e XII.

13 - Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa con la parteci-pazione dei vicariati VIII e X.

14 - Al mattino, presso la Casa del clero, presiede la riunionedel Consiglio Presbiterale diocesano.

- Al pomeriggio, presso il monastero S. Giuseppe delleCarmelitane scalze, presiede alla elezione della nuova priora.

Marzo 2012

DIARIO DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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- Alla sera, in Cattedrale celebra la S. Messa nell’anniversariodella morte di Chiara Lubich, fondatrice del Movimentodei Focolari. Successivamente, presso la parrocchiaCattedrale, guida la catechesi comunitaria.

15-18- Visita pastorale alla parrocchia SS. Salvatore in Capurso.16 - Al mattino, partecipa alla cerimonia di inaugurazione del-

l’anno giudiziario della Corte dei Conti del Distretto diBari.

19 - Alla sera, presso la Sala degli Specchi del Comune di Bi-tonto, partecipa alla presentazione del volume di M. Mu-schitiello e M. Pagano Le opere di S. Vincenzo de Paoli a Bitonto(1852-2012), pubblicato a cura del Volontariato vincenziano.

20 - Al pomeriggio, presso la parrocchia S. Giovanni Bosco inBari, incontra la Cooperativa “Campo di fragole”, nel pri-mo anniversario della sua fondazione.

21 - Al pomeriggio, presso l’aula magna “Mons. EnricoNicodemo” dell’Istituto superiore di Scienze religioseOdegitria, interviene all’incontro di studio “50 anni distudi teologici nell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto”, con latestimonianza di S.E. mons. Benigno Luigi Papa, O.F.M.,Cap., arcivescovo emerito di Taranto, e la relazione delprof. don Dario Morfini.

22 - Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per le Inter-forze in preparazione alla Pasqua.

22-25 - Visita pastorale alla parrocchia Immacolata in Adelfia.26-29 - A Roma partecipa ai lavori del Consiglio Permanente

della Conferenza Episcopale Italiana.30 - Alla sera, nella biblioteca comunale di Sammichele di Bari,

partecipa all’incontro “Via Pacis 2012. Educare i giovanialla giustizia e alla pace”, organizzato dall’A.C.

31 - Alla sera, presso il Parco 2 giugno in Bari, in occasionedella XXVII Giornata mondiale della gioventù, guida la ViaCrucis per i giovani e i giovanissimi dell’Arcidiocesi.

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Aprile 2012

1 - Al mattino, sul sagrato della chiesa della SS. Trinità e deiSS. Medici in Bari, benedice i rami di ulivo, quindi si recaprocessionalmente in Cattedrale, dove celebra la S. Messadella Domenica delle Palme.

2 - Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, dettala meditazione al clero della diocesi.

- Alla sera, presso la Fondazione Giovanni Paolo II in Bari,guida la lettura del film Il villaggio di cartone di ErmannoOlmi.

3 - Alla sera, presso la cappella maggiore del Seminario arci-vescovile di Bari, celebra la S. Messa per l’ammissione aldiaconato e al presbiterato dei seminaristi FrancescoNecchia e Rocco Priore e al diaconato permanente dei sigg.Alessandro Amato, Giuseppe De Serio e Vito Frasca.

4 - Al mattino, scambia gli auguri pasquali con i collaboratoridi Curia.

5 - Al mattino, in Cattedrale, celebra la Messa crismale.- Alla sera, in Cattedrale, celebra la Messa “in coena Domini”

e successivamente partecipa all’adorazione del SS.Sacramento.

6 - Al mattino, in Cattedrale, presiede l’Ufficio delle Letture.- Alla sera, presiede la celebrazione della Passione del

Signore.7 - Al mattino, in Cattedrale, presiede l’Ufficio delle Letture.

- Alla sera, in Cattedrale, presiede la Veglia pasquale.8 - Al mattino, nella Concattedrale di Bitonto, celebra la S.

Messa nella Domenica di Pasqua.12 - Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale Pio XI

in Molfetta, presiede i lavori della Conferenza EpiscopalePugliese.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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13 - Alla sera, presso la parrocchia Resurrezione in Bari, celebrala S. Messa e incontra la comunità parrocchiale.

14 - Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandi delprimo vicariato.

15 - Al mattino, presso la parrocchia S. Paolo apostolo in Bari,celebra la S. Messa per il rinnovo dei voti dei Missionarilaici della carità.

- Al pomeriggio, presso la parrocchia S. Leone Magno inBitonto, benedice “Casa Jacopa”, comunità educativa perminori, celebra la S. Messa e incontra la comunità.

16 - Alla sera, presso il monastero S. Giuseppe in Bari, incontrale monache Carmelitane scalze.

17-18 - Ad Ancona, partecipa al convegno teologico-pastorale orga-nizzato dall’Istituto Teologico Marchigiano sul tema“Trasformati dal Mistero. Per una pastorale in chiave mista-gogica”, e tiene la relazione “Conoscere la mistagogia”.

19-22 - Visita pastorale alla parrocchia S. Nicola di Bari in Adelfia.23 - Al mattino, presso il convento S. Antonio in Manduria,

presiede l’incontro con i Frati minori di Lecce.- Al pomeriggio, presso il Liceo classico “Quinto Orazio

Flacco” in Bari, partecipa a un incontro con l’editoreAlessandro Laterza sul tema “Laicità e fede”.

25 - A Roma, in Piazza S. Pietro, partecipa all’udienza del S.Padre Benedetto XVI in occasione del IV centenario delSeminario Arcivescovile e, nel pomeriggio, celebra la S.Messa nella basilica di S. Giovanni in Laterano.

26 - Al pomeriggio, presso l’aula magna del Politecnico, parte-cipa all’incontro con il mondo universitario sul tema “Lequattro crisi: finanziaria, economica, ambientale, di felici-tà”; intervengono il prof. Leonardo Becchetti, del-l’Università di Roma “Tor Vergata”, e la dott.ssa AnnalisaCaputo, dell’Università di Bari.

27 - Al mattino, presso il Santuario del Beato Giacomo inBitetto, celebra la S. Messa per la festa del Beato.

- Successivamente, presso il Pontificio Seminario RegionalePio XI di Molfetta, partecipa alla presentazione del volumecurato dai proff. G. Lorusso e P. Zuppa Gestis verbisque. Saggiin onore di Michele Lenoci per il suo 70° compleanno; presenti il

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prof. Antonio Pitta e l’emerito prof. mons. Michele Lenoci.- Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandi del VII

vicariato.- Alla sera, presso la parrocchia S. Giuseppe Moscati in S.

Lorenzo in Triggiano, presenta la Lettera pastorale “Cercae troverai”.

28 - Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandidell’VIII vicariato.

- Alla sera, presso il TeatroTeam in Bari, partecipa alla sera-ta di solidarietà promossa dalla Fondazione Antiusura S.Nicola e SS. Medici.

29 - Alla sera, presso la parrocchia S. Domenico in Acquavivadelle Fonti, celebra la S. Messa per il 75° anniversario dellaparrocchia nell’Anno eucaristico diocesano.

30 - Alla sera, presso la parrocchia Maria SS. del Rosario in S.Francesco da Paola in Bari, celebra la S. Messa per i 50 annidi parrocato di mons. Antonio Talacci.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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ANNOTAZIONI

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Bollettino DiocesanoArcidiocesi di Bari - Bitonto • Largo S. Sabino, 7 • 70122 BariArcivescovado: Tel.: 080 5214166Curia Metropolitana: Tel.: 080 5288111

Fax: 080 5244450 • 080 5288250www.arcidiocesibaribitonto.it • e-mail: [email protected]

Anno LXXXVIII n. 2 Marzo - Aprile 2012

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari