Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2015

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Anno XCI n. 3 Maggio - Giugno 2015 Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 Spedizione in abbonamento postale comma 20/c art. 2 L. 662/96 Filiale di Bari

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Transcript of Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2015

Bollettino DiocesanoArcidiocesi di Bari - Bitonto • Largo S. Sabino, 7 • 70122 BariArcivescovado: Tel.: 080 5214166Curia Metropolitana: Tel.: 080 5288111

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Anno XCI n. 3 Maggio - Giugno 2015

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari

BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO XCI - N. 3 - Maggio - Giugno 2015

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

Direttore responsabile:Giuseppe Sferra

Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

Gestione editoriale e stampa:Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.2170009

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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

ORDINAZIONE EPISCOPALE DI S.E. MONS. FRANCESCO SAVINO,VESCOVO DI CASSANO ALL’JONIO

Omelia di S.E. Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto 296Ringraziamenti di S.E. Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio 300

Descrizione dello stemma episcopale di S.E. Mons. Francesco Savino 306

MAGISTERO PONTIFICIOPresentazione della Lettera Enciclica Laudato sì 311

Discorso alla 68a Assemblea generale dellaConferenza Episcopale Italiana (18 maggio 2015) 321

Messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2015 325

SINODO ORDINARIO DEI VESCOVI

Presentazione dell’Instrumentum laboris 331

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

68a Assemblea generale (Roma, 18-21 maggio 2015)Comunicato finale dei lavori 339

Messaggio per la Giornata per la salvaguardia del creato 349

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

CURIA METROPOLITANA

CancelleriaSacre ordinazioni e decreti 355

Settore Evangelizzazione. Ufficio missionarioIl sangue dei martiri: un seme 357

Concorso missionario: “don Franco Ricci” - XIV edizione 2015:cerimonia di premiazione 359

Ufficio Mondo Sociale e del LavoroL’esperienza dei Dialoghi sulla dottrina sociale della Chiesa 363

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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALESOMMARIO

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Ufficio Diaconato Permanente e Ministeri istituitiRelazione dell’attività dell’anno pastorale 2014-2015 367

Ufficio Laicato. Consulta per le aggregazioni laicaliAssemblea del Laicato (Noicattaro, 15 maggio 2015)

“Con tutte le forze: essere è avere”: relazione del diac. Tommaso Cozzi,direttore dell’Ufficio Mondo sociale e del lavoro 371

MUSEO DIOCESANO

L’inaugurazione del nuovo percorso espositivo del Museo Diocesano 375

CONVEGNI

Il meeting del Centro Volontari della sofferenza 379

Il Convegno nel XX anniversario della Costituzionedella Consulta Nazionale antiusura “Giovanni Paolo II” 383

NELLA PACE DEL SIGNOREdon Antonio Celentano 389

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Maggio 2015 391Giugno 2015 394

Ordinazione Episcopaledi S.E. Mons. Francesco SavinoVescovo di Cassano all’Jonio

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MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

ORDINAZIONE EPISCOPALE

Il pomeriggio di sabato 2 maggio2015, sul sagrato della Basilica deiSanti Medici Cosma e Damiano inBitonto, S.E. Mons. Francesco Sa-vino, vescovo eletto di Cassanoall’Jonio e già parroco-rettore dellaBasilica, durante una solenne con-celebrazione eucaristica ha ricevu-to l’ordinazione episcopale. Pre-sente S.Em. il signor CardinaleSalvatore De Giorgi, la celebrazio-ne è stata presieduta da S.E. Mons.Francesco Cacucci, Arcivescovo me-tropolita di Bari-Bitonto, Presidentedella Conferenza Episcopale Puglie-se, che è stato anche il consacrante

principale, assistito dai conconsacranti S.E. Mons. Nunzio Galan-tino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana,Vescovo emerito di Cassano all’Jonio, e S.E. Mons. Gastone Simoni,Vescovo emerito di Prato. Hanno assistito al rito di ordinazionenumerosi arcivescovi e vescovi, hanno concelebrato circa duecentosacerdoti. Ampia è stata la partecipazione delle autorità istituzio-nali civili e militari, di diaconi permanenti, seminaristi, consacratie consacrate, fedeli laici, tra cui più di cinquecento fedeli prove-nienti dalla diocesi di Cassano all’Jonio.

Omelia nella Messa di Ordinazione Episcopale

Questa Liturgia, solenne, sobria e intensa, carissimo don Ciccio,che raccoglie intorno a te Vescovi, Presbiteri, Diaconi, tutto ilpopolo santo nel momento della tua Ordinazione Episcopale, ci faentrare ancor più in profondità nel mistero pasquale.Il Signore, oggi, dice a tutti, soprattutto a te, che il frutto dellaPasqua è nel vivere il comandamento dell’amore. Ti chiede di«rimanere» nel suo amore, perché tra Lui, la vite, e te, il tralcio,scorre un’unica linfa vitale, lo Spirito di Dio. Con gesti sobri edessenziali, ma di grande intensità, il rito raggiungerà, tra breve, ilsuo culmine nel silenzio orante propter descensionem Spiritus. Alloralo Spirito, che «regge e guida», scenderà su di te con abbondanzaattraverso il «mistico» gesto dell’imposizione delle mani da partedi noi Vescovi qui presenti, successori degli apostoli.Come Paolo – lo attestano gli Atti degli Apostoli – fu aggregato alnumero degli apostoli, anche tu oggi entrerai nel numero dei lorosuccessori. Come Barnaba, amico fedele di Paolo, lo prese con sé elo condusse dagli apostoli, raccontando di lui, anch’io ti introdu-co, oggi, nel Collegio Episcopale, per essere accolto nella santaChiesa di Cassano all’Jonio, come pastore e guida. Gesù, il buon Pastore, la vite, ti dice: «rimani» nel mio amore. Perservire santamente Dio e la Sua Chiesa. Ti rassicuri questa certez-za: solo il Signore è il pastore supremo, il pastore del gregge. A te ilgregge viene temporaneamente affidato. Il gregge appartiene soloal Signore. Imporrò il libro dei Vangeli aperto sul tuo capo, durante tutta lapreghiera di Ordinazione, e te lo consegnerò dicendoti: «Ricevi ilVangelo e annunzia la parola di Dio con grandezza d’animo e dot-trina». Egli ti manda, dopo l’apostolo e come l’apostolo, messag-gero e portatore della Buona Novella di salvezza.Fino all’anno mille, carissimi fratelli e sorelle, col libro dei Vangeliveniva consegnata al nuovo eletto la Regola pastorale di sanGregorio Magno.Questa sera, nel solco della più antica tradizione,anch’io – idealmente – vorrei consegnare a te, caro don Ciccio, conil libro dei quattro Vangeli, quell’aureo «piccolo libro» (come lo

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

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definiva san Giovanni XXIII) che Gregorio Magno scrisse, dopoaver tentato di sottrarsi, anche con la fuga, alla responsabilità delsommo pontificato.Il governo pastorale si concentra, per il grande padre e pastoredella Chiesa, sul «magistero dell’umiltà». L’umiltà del Vescovodev’essere proporzionata all’onore della cattedra, che ti colloca inalto, sulla misura però di Gesù, che si fece e ti fa servo dei servi.Per Gregorio Magno, come per te, è Paolo il riferimento. È la tuaesperienza e il tuo motto: «Charitas Christi urget nos». La carità diCristo «ci tiene uniti», «ci sospinge», «ci abbraccia». CommentaGregorio Magno: «la carità si eleva a meravigliose altezze quandosi trascina con misericordia fino alle bassezze del prossimo; e conquanta maggiore benevolenza si piega verso le infermità tanto piùpotentemente risale verso l’alto».

Il Signore ti ha preparato a questo giorno, rendendoti partecipedel dono di una sola e medesima carità che ti unisce a Dio comePadre e ai figli di Dio come fratelli.Ti ha preparato da sempre in questa Bitonto, segnata dalla testi-monianza d’amore e di martirio dei Santi Medici, incarnata nelSantuario. Neppure con la morte viene meno la sollecitudine delVescovo: mons. Marena e mons. Magrassi ti guardano e, dal cielo,si rallegrano e continuano per te e per questo popolo la loro operadi intercessione.Gesù nel Vangelo di oggi ci dice che il Padre, il vignaiolo, quandoun tralcio porta frutti, non lo lascia, come potremmo pensare noi,«in pace», ma lo pota perché possa portare più frutto. Così hannofatto i nostri patroni, i Santi Cosma e Damiano. I frutti della loropotatura, del loro martirio si prolungano fino a noi, nella straor-dinaria fioritura di carità all’ombra del Santuario.Il Divino Vignaiolo, attraverso i Santi Medici, ti ha reso strumentoprivilegiato nelle mani del Signore arricchendoti di doni noncomuni di natura e di grazia. E ti invia, potandoti, alla nuovaChiesa di Cassano all’Jonio: Chiesa sorella, finora saggiamenteguidata dal carissimo mons. Nunzio Galantino.Amala. Sospinto dall’intimo abbraccio della carità di Cristo.E voi, carissimi fratelli di Cassano all’Jonio, invocate il Signoreperché il vostro nuovo pastore sappia darvi ciò che avete il diritto

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

di chiedere da lui; ma al tempo stesso sappiate accogliere il Ve-scovo e seguirlo nell’amore, nella fede, nell’obbedienza. Troveretein lui, ve lo assicuro, accoglienza e conforto in ogni necessità, ungoverno sapiente.Riprenderò prima del Te Deum di ringraziamento una sublimeantica preghiera super populo, nella quale si chiede che alla saggez-za del capo faccia riscontro la docilità dei fedeli; all’amore delpadre corrisponda la confidenza dei figli.Lo zelo del Vescovo e la docilità del popolo: ecco ciò che attireràgrazia sul pastore, misericordia sul gregge. Della salvezza eternadel gregge godranno insieme e pastore e fedeli; il pastore troverà inessa il suo titolo di merito e la sorgente del suo eterno gaudio.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

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“Ti amo, Signore, mia forza!”Ringraziamenti al termine dellaMessa di ordinazione episcopale

Provo a dirvi qualcosa, carissimi che siete qui presenti ed avete volu-to partecipare alla mia consacrazione episcopale.Le parole mi mancano…Non so se riuscirò a seguire quanto avevo preparato.Ora tutto è diverso.Vorrei ringraziare tutti senza tralasciare nessuno.E mi rivolgo, innanzitutto, a Colui che è il senso della mia vita: almio amato Gesù.Per dirgli: Gesù bello, grazie!Ho imparato a conoscerti e ad esprimerti il mio affetto e la mia ado-razione nel sacramento dell’Eucaristia, in seno alla comunità par-rocchiale dove sono stato educato dall’esempio di sacerdoti e diuomini e donne straordinari per la fedeltà a Te e alla tua Chiesa.Bello il giorno in cui ho compreso che Tu, Signore, mi chiamavi inuna relazione ravvicinata.

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

Molti amici presbiteri e laici mi hanno sostenuto nella preparazio-ne teologica fino al momento della consacrazione sacerdotale.Sapevo che stavo facendo una scelta difficoltosa, ma non potevoprevedere il mio smarrimento, la “paura”, che avrei provato dicen-do “lo voglio!”.Allora lo dicevo con l’entusiasmo giovanile e l’energia che ti fa con-tare anche sulle tue forze.Oggi, l’ho ripetuto tante volte, ed ogni volta mi tremavano le gambe.E la mia resa incondizionata alla chiamata che tu, Signore, mi ripe-ti continuamente, mi stupisce e mi stupisce anche la mia risposta.Con timore e tremore rispondo “eccomi!” e mi meraviglio io stessodella fiducia con cui mi abbandono al tuo amore.Mi lascio avvolgere dalla tua carità, ricevo la tua misericordia e misento forte della mia debolezza.Gesù bello! Tu sei la mia forza e io ti amo.“Ti amo, Signore, mia forza”.E oggi rinnovo in modo speciale le mie nozze con la Sposa, la mia Chiesa.Ho ricevuto l’anello dal mio Vescovo, Franco Cacucci, un padre, unfratello per me. Ti ringrazio don Franco.La consacrazione al ministero episcopale mi unisce a tutti i Vescoviqui presenti e non solo, che ringrazio per la loro vicinanza e per l’a-micizia che condivido con molti.Mi conforta la presenza tra noi di Sua Eminenza il Cardinale SalvatoreDe Giorgi, che ringrazio. Egli rende ancora più visibile il legame dicomunione tra il popolo cristiano e il Vescovo di Roma, Papa Francesco.Il mio grazie particolare a mons. Nunzio Galantino, Segretariogenerale della Conferenza Episcopale Italiana, e a mons. GastoneSimoni, Vescovo emerito di Prato, ai Vescovi consacranti, per aver-mi sostenuto manifestandomi grande paternità spirituale.La mia gratitudine in questo momento è rivolta anche a tre Vescoviche sono in cielo e che hanno aiutato la mia crescita: mons. AurelioMarena, padre Mariano Magrassi e mons. Luciano Bux.Che profumo dal sacro Crisma che mi è stato versato sul capo!Mi ha richiamato l’unzione del Battesimo, della Confermazione equella della Consacrazione presbiterale.

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Ora dalla testa ai piedi il profumo di Cristo è sceso su di me e miaccompagnerà.Guai a me se lascerò che venga contaminato, se non lo custodiròcustodendo la Chiesa, mia Sposa.Gli abiti che indosso oggi non siano mai paludamenti che impedi-scono di riconoscere in me il volto di Cristo servo.Ho cercato di essere servo fedele nei ministeri che ho svolto finora.Ora il servizio si fa più ampio, diverso, ma sempre servizio, servizioalla Diocesi di Cassano all’Jonio.La Chiesa, mia Sposa, ha tante rughe, tante ferite, ma è bella.È com’era mia madre: stanca nelle membra ma brillante d’amore.Grazie, mamma. Grazie, madre Chiesa. Grazie a chi ti rappresenta,il Santo Padre Francesco. È lui che mi ha voluto Vescovo. Grazie,Papa Francesco.Grazie, madre Chiesa per la fedeltà al tuo fondatore, a Gesù Cristo,il Risorto, e per la tenerezza che hai saputo esprimere per gli uomi-ni e le donne che gemono, come la creazione, in attesa del ritornodi nostro Signore.C’è un’umanità i cui gemiti sono più forti.In questi nostri giorni si fanno sentire più urgenti, anche qui inItalia, anche qui a Bitonto e provincia.Tanti sono poveri, da sempre, o di recente impoveriti e ci interpel-lano, ci richiamano a scelte più coraggiose di decentramento da noistessi e dalle nostre comodità.Ci invitano, ci costringono ad una revisione sulla distribuzione dellerisorse, su un nuovo modo di intendere il rapporto con la terra e i suoifrutti, sulle conseguenze disastrose di una globalizzazione finanziariache ha globalizzato il male dell’indifferenza e dell’egoismo.Con i poveri, non per loro, ma con loro, possiamo disegnare oriz-zonti di cambiamento.I poveri mi hanno evangelizzato ed io li ringrazio.Dico il mio grazie a Ciro, malato di AIDS: mi ha regalato un’amici-zia particolare, ricca di frammenti di speranza, anche se sentivaimminente la fine della sua esistenza.A Francesco che, emerso dalla torbida periferia della capitale, ritornòa Bitonto per disintossicarsi e per regalare a me e alla Comunità quan-to aveva scoperto in sé come ricchezza da condividere in solidarietà.Grazie a te, Francesca, che negli ultimi respiri, che ti ha consentito

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

la malattia inesorabile, mi hai affidato la piccola Ruth che aveviadottato con il tuo sposo Michele. La bambina è cresciuta inchio-dandomi con le sue domande sul perché del dolore, lei che avevaappena trovato una mamma per vederla andare via divorata dalmale. Le sue calde lacrime asciugate dalle mani del papà e da quel-le amiche di parenti che l’aiutano a crescere, mi hanno insegnatoche la vita è rigenerata dall’amore e che tutte le lacrime innocentisono il sangue versato di Cristo che ci salva dai nostri orrori.Mentre custodisco alcune delle tante persone fragili che ho incontra-to, il mio cuore triste e preoccupato va alle vittime del terremoto inNepal, ai tanti cristiani perseguitati nel mondo, al Mediterraneo nellecui acque sarà difficile bagnarsi perché ormai diventato un cimiteroliquido di uomini e di donne che fuggono per la fame e la guerra.Grazie, grazie, grazie ai tanti, tantissimi devoti dei Santi Medici diBitonto. Ne ho conosciuti veramente migliaia e migliaia in questapiazza e nel Santuario, nelle città vicine e oltre oceano. Da tutti hocompreso che le forme semplici di religiosità sono autentiche edesprimono il rapporto con il sacro e il senso dell’assoluto che hoimparato a riconoscere e a rispettare.Grazie a tutti gli emarginati, gli esclusi che ho incontrato perché miradicano nella convinzione che la stella polare è soltanto Gesù.Le sue ferite, tutte le ferite dell’umanità diventano “feritoie” lumi-nose attraverso le quali si fa strada il Regno di Dio.Conservo la memoria grata di tanti testimoni della Carità che mihanno educato: don Vito Diana e don Cosimo Stellacci dellanostra Diocesi; il vescovo don Tonino Bello, con il suo «pati huma-na e pati divina», don Pino Puglisi e don Peppino Diana vittimedelle mafie; con don Luigi Ciotti, qui presente, ed Ernesto Oliveroe don Virginio Colmegna condivido percorsi di solidarietà e digiustizia.Ora lasciate che esprima la mia gratitudine per la partecipazionecosì numerosa delle tante autorità religiose, civili e militari qui pre-senti e di quanti mi hanno fatto giungere il loro pensiero.Ai Vescovi calabri dico grazie per l’accoglienza mostratami e per laloro presenza.

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Alla Comunità di Cassano all’Jonio, all’Amministratore diocesanomons. Francesco Di Chiara, ai sacerdoti, ai tanti laici intervenuti, ilmio grazie di cuore con l’invito a pazientare ancora qualche setti-mana per il mio ingresso in Diocesi.Un abbraccio cordiale a tutta la Comunità del Seminario Regionaledi Molfetta: al rettore, l’amico mons. Luigi Renna, agli educatori, aidocenti e ai seminaristi.Saluto e ringrazio anche padre Franco Beneduce, rettore delPontificio Seminario Campano Interregionale.Saluto e ringrazio tutti i sacerdoti presenti; un abbraccio specialeall’amico Vicario generale della nostra Diocesi don Mimì Ciavarellae ai sacerdoti della Diocesi, a tutti i consacrati, i diaconi, i religiosie le religiose per la vicinanza e la presenza.Un saluto particolare voglio farlo giungere ai malati, agli amici etutti coloro che ci seguono attraverso la diretta Tv e la direttastreaming, e per questo ringrazio gli addetti alla stampa e alla co-municazione.Il mio grazie dovuto a tutti i collaboratori che in vario modo hannoorganizzato e allestito questa piazza.Ai miei familiari la mia gratitudine carica di tanti ricordi e dellatanta tenerezza discreta con cui mi sono stati accanto.Mi allontanerò da Carmela, Tina e Dora, le mie sorelle che mi ricor-dano la mia casa e i nostri cari, mamma Rosa e papà Pasquale.Ai cognati, ai nipoti e pronipoti ripeterò sempre il mio grazie: devoanche a loro quello che sono, perché hanno condiviso la mia sceltadi anteporre a tutti gli affetti il mio Gesù e i fratelli più poveri.Mi sento grato a Bitonto, la città in cui sono nato e ho sempre vis-suto. Custodirò il ricordo!Grazie, grazie, grazie a Dio che mi ha fatto vivere la responsabilitàdi parroco in questa Comunità del Santuario dei Santi Medici.È stata una bella avventura: l’avventura dello Spirito che costituiscela mia identità di uomo e di credente.Questa comunità è la mia vita, la mia storia. A lei il mio canto d’amore.Quanti volti rivolti. Quante esistenze condivise. Quanti sacerdotihanno collaborato e collaborano ancora nel nostro Santuario.Chiedo ora a tutti di pregare per me e con me, con le parole diCharles De Foucauld, che mi accompagnano da moltissimi anni eche mi rafforzano nei momenti di svolta:

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

Padre mio, io mi abbandono a Te,fa’ di me ciò che ti piace.Qualunque cosa tu faccia di me,ti ringrazio.Sono pronto a tutto, accetto tutto,purché la tua volontàsi compia in mee in tutte le tue creature.Non desidero niente altro, Dio mio;rimetto l’anima mia nelle tue mani,te la dono, Dio mio,con tutto l’amore del mio cuore,perché ti amo.Ed è per me un’esigenza d’amoreil donarmi,il rimettermi nelle tue mani,senza misura,con una fiducia infinita,poiché Tu sei il Padre mio.Amen.

+ Francesco SavinoVescovo di Cassano all’Jonio

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Descrizione dello stemma episcopale di S.E. Mons. Francesco Savino Vescovo di Cassano all’Jonio

Secondo la tradizione araldicaecclesiastica cattolica, lo stem-ma di un Vescovo è tradizional-mente composto da:– uno scudo, che può averevarie forme (sempre riconduci-bile a fattezze di scudo araldi-co) e contiene dei simbolismitratti da idealità personali, o datradizioni familiari, oppure dariferimenti al proprio nome,all’ambiente di vita, o ad altro;– una croce astile a un bracciotraverso, in oro, posta in palo,ovvero verticalmente dietro loscudo;– un cappello prelatizio (gale-ro), con cordoni a dodici fioc-

chi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in1.2.3.), il tutto di colore verde;– un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.La croce astile è di tipo “trifogliato”, gemmata con cinque pietrerosse che richiamano le Cinque Piaghe di Cristo.

Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo del Vescovo Savino

“Inquartato d’azzurro e d’argento; nel 1° alla stella (8) d’oro; nel 2° aun ramo di ulivo e di palma di verde posti in decusse; nel 3°al cestocontenente cinque pani e due pesci posti uno in sbarra l’altro inbanda al naturale; nel 4° alla colomba volante e rivoltata d’argento”.

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ORDINAZIONE EPISCOPALE

Il motto: CHARITAS CHRISTI URGET NOS (2 Cor 5,14)

Interpretazione dello stemma

La stella a otto punte è il simbolo di Cristo, la luce che irradia lenostre vite, la Stella del Mattino secondo 2 Pt 1,19 e Ap 22,16.L’ulivo, simbolo di pace, richiama anche la città di origine di mons.Savino, Bitonto, nel territorio di Bari, dove il vescovo fin dalla suaordinazione è vissuto ed è stato parroco e rettore del Santuariodedicato ai Santi Medici Cosma e Damiano, il cui martirio è rap-presentato dalla palma.Il cesto con i cinque pani e i due pesci si rifà al miracolo della mol-tiplicazione (Mc 6,30-44 e paralleli) effettuato da Gesù per sfamarela moltitudine di gente accorsa per ascoltarlo. La tradizione cristia-na riprende questo evento per sottolineare il tema della condivisio-ne («Voi stessi date loro da mangiare», Mc 6,37), propedeuticoall’Eucaristia.La colomba incarna sia il significato della pace, sia lo Spirito Santo,disceso su Gesù al Battesimo; è rappresentata nella foggia dellecolombe che, in stormo, appaiono sulla facciata dell’Hospice-Centrodi Cure Palliative “Aurelio Marena” fondato da don Francesco.L’azzurro è il simbolo del cielo e indica l’ascesa dell’anima verso Dio,mentre l’argento è il colore della trasparenza, e allude alla purezzadella Beata Vergine, alla cui protezione materna mons. Savino affidail suo nuovo ministero pastorale.

Interpretazione teologica del motto*

«Charitas Christi urget nos» (2 Cor 5,14)

Non riusciremo mai a definire l’amore, tanto meno quello cristia-no: possiamo soltanto descriverlo, con le tante parole che nella sto-ria umana abbiamo raccolto e utilizzato. Già Clemente di Roma

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* L’interpretazione qui riportata è stata richiesta da mons. Savino al biblista mons.Antonio Pitta.

scriveva ai Corinzi: «Considerate quanto sia grande e meravigliosol’amore, o carissimi, e come sia impossibile spiegarlo esauriente-mente» (Lettera ai Corinzi, 50). Forse per questo, Paolo parlando del-l’amore di Cristo dice synechei (v. 14), un verbo che nella linguagreca assume diverse accezioni e che non possiamo ridurre ad una.L’amore di Cristo ci “tiene uniti” (è il significato più letterale delverbo), quando è a repentaglio la nostra armonia interiore e rischia-mo di essere sopraffatti dalla disperazione; ci “sostiene” di frontealle povertà e alle debolezze della natura umana; ci “guida” nellescelte, soprattutto quelle evangeliche, alle quali dobbiamo darepriorità; ci “sospinge” (urget è la traduzione preferita dalla versionelatina della Vulgata di san Girolamo) nel servizio da compiere nellaChiesa e nella società del nostro tempo; ci “abbraccia” con la suafedeltà, anche di fronte all’esperienza drammatica del peccato; ci“stringe” a lui per la delusione della povertà dell’amore umano; ci“travolge” con la sua forza rispetto alla fragilità del nostro amoreper lui; ci “reclama” quando ci cerca ovunque e in qualsiasi situa-zione ci troviamo lontani da lui; ci “sequestra” quando ci vuole tuttie desidera tutto di noi per lui; e soprattutto ci “tormenta” con larichiesta fondamentale e rivolta a tutti che «non viviamo più pernoi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi». L’amore diCristo per noi è una ferita sempre aperta, dalla quale si produce unafebbre che non ci abbandona mai!Così, ci troviamo davanti ai due versanti fondamentali dell’amoreche Cristo ha per noi: quello positivo del tenerci insieme e dell’ab-bracciarci; e quello negativo del “tormentarci” quando siamo coltida forme distruttive di egoismo che portano a reclinarci su noi stes-si e a non credere all’amore. Comunque, ciò che conta e che occupail primo posto non è il nostro amore per Cristo (valore soggettivodel genitivo “l’amore di Cristo”), bensì il suo amore per noi cheresta fedele, nonostante tutto (valore oggettivo).Semplice e profonda è l’Absorbeat di san Francesco d’Assisi:«Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amorela mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoiaper amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amoredell’amore mio»1.

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1 FRANCESCO D’ASSISI, Preghiera “Absorbeat”, in Fonti Francescane, p. 182.

ORDINAZIONE EPISCOPALE

Sarebbe riduttivo e pericoloso se la nostra relazione con Cristofosse fondata sul nostro amore per lui: è un amore troppo altale-nante, periodico, diremmo a singhiozzi; e ci porterebbe a non sen-tirci amati. Al contrario, è l’amore che Cristo nutre e alimenta pernoi che rappresenta il centro di gravità della nostra esistenzaumana e cristiana: quell’amore che tormenta e spinge a lasciarciriconciliare con Dio e con i fratelli.Così scriverà Søren Kierkegaard: «Sono convinto che Dio è amore(1Gv 4,8): questo pensiero ha per me un valore lirico originario.Quando esso mi è presente, mi sento indicibilmente felice; quand’èassente ne sento una nostalgia più veemente di quella dell’amanteper l’oggetto del suo amore; ma io non credo, questo coraggio mimanca. Per me l’amore di Dio, sia in senso diretto come in sensoinverso, è incommensurabile con tutta la realtà»2.

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2 S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, Rizzoli, Milano 1993, p. 55.

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Introduzione

1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In que-sto bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche comeuna sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come unamadre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et gover-na, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»1.

2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causadell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e domina-tori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuoreumano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malat-tia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseriviventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è lanostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie delparto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen

Lettera enciclica “Laudato si”sulla cura della casa comune

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

1 Cantico delle creature: Fonti Francescane (FF) 263.

2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, lasua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e risto-ra. Niente di questo mondo ci risulta indifferente.3. Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo diuna crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclicacon la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensìvolle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggioPacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e atutti gli uomini di buona volontà”. Adesso, di fronte al deteriora-mento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona cheabita questo pianeta.Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membridella Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionariaancora da compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmen-te di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.

4. Otto anni dopo la Pacem in terris, nel 1971, il beato Papa PaoloVI si riferì alla problematica ecologica, presentandola come unacrisi che è «una conseguenza drammatica» dell’attività incontrolla-ta dell’essere umano: «Attraverso uno sfruttamento sconsideratodella natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vitti-ma di siffatta degradazione»3. Parlò anche alla FAO della possibili-tà, «sotto l’effetto di contraccolpi della civiltà industriale, di […]una vera catastrofe ecologica», sottolineando «l’urgenza e la neces-sità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché«i progressi scientifici più straordinari, le prodezze tecniche piùstrabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono con-giunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, indefinitiva, contro l’uomo»4.

5. San Giovanni Paolo II si è occupato di questo tema con un inte-resse crescente. Nella sua prima Enciclica, osservò che l’essereumano sembra «non percepire altri significati del suo ambiente

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2 Lett. ap. Octogesima adveniens (14 maggio 1971), 21: AAS 63 (1971), 416-417.3 Discorso alla FAO nel 25° anniversario (16 novembre 1970), 4: AAS 62 (1970), 833.4 Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 287.

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naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediatouso e consumo»5.Successivamente invitò ad una conversione ecologica globale.[5]Ma nello stesso tempo fece notare che si mette poco impegno per«salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ecologiaumana»6. La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di moltoserio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano,bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere pro-tetto da diverse forme di degrado. Ogni aspirazione a curare emigliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli «stilidi vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consoli-date di potere che oggi reggono le società»7. L’autentico sviluppoumano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispettodella persona umana, ma deve prestare attenzione anche al mondonaturale e «tener conto della natura di ciascun essere e della suamutua connessione in un sistema ordinato»8. Pertanto, la capacitàdell’essere umano di trasformare la realtà deve svilupparsi sullabase della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio9.

6. Il mio predecessore Benedetto XVI ha rinnovato l’invito a «elimi-nare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale edi correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garan-tire il rispetto dell’ambiente»10.Ha ricordato che il mondo non può essere analizzato solo isolandouno dei suoi aspetti, perché «il libro della natura è uno e indivisibi-le» e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazio-ni sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, «il degrado della natura èstrettamente connesso alla cultura che modella la convivenza

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5 Cfr Catechesi (17 gennaio 2001), 4: Insegnamenti 24/1 (2001), 179.6 Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 38: AAS 83 (1991), 841.7 IBID., 58: p. 863.8 GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 34: AAS 80 (1988), 559.9 Cfr ID., Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 37: AAS 83 (1991), 840.10 Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (8 gennaio 2007): AAS99 (2007), 73-75.

umana»11. Papa Benedetto ci ha proposto di riconoscere che l’am-biente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostro comportamen-to irresponsabile. Anche l’ambiente sociale ha le sue ferite. Ma tuttesono causate in fondo dal medesimo male, cioè dall’idea che nonesistano verità indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui lalibertà umana non ha limiti. Si dimentica che «l’uomo non è sol-tanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli èspirito e volontà, ma è anche natura»12. Con paterna preoccupazio-ne ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromes-sa «dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è sempli-cemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lospreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcunaistanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi»13.

Uniti da una stessa preoccupazione

7. Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumere-voli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioni sociali che hannoarricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni. Non possiamoperò ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altreChiese e Comunità cristiane – come pure altre religioni – hanno svi-luppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione suquesti temi che stanno a cuore a tutti noi. Per citare solo un esem-pio particolarmente significativo, voglio riprendere brevementeparte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, conil quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.

8. Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessi-tà che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta,perché «nella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecolo-gici», siamo chiamati a riconoscere «il nostro apporto, piccolo ogrande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente»14.Su

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11 Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 51: AAS 101 (2009), 687.12 Discorso al Deutscher Bundestag, Berlino (22 settembre 2011): AAS 103 (2011), 664.13 Discorso al clero della Diocesi di Bolzano-Bressanone (6 agosto 2008): AAS 100 (2008), 634.14 Messaggio per la Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato (1 settembre2012).

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questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma estimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione:«Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella crea-zione di Dio; che gli esseri umani compromettano l’integrità dellaterra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando laterra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide;che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questisono peccati»15. Perché «un crimine contro la natura è un criminecontro noi stessi e un peccato contro Dio»16.

9. Allo stesso tempo Bartolomeo ha richiamato l’attenzione sulleradici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano acercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambia-mento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltan-to i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio,dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condivide-re, in un’ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemen-te a rinunciare. E’ un modo di amare, di passare gradualmente daciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. E’ libera-zione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza»17. Noi cristiani,inoltre, siamo chiamati ad «accettare il mondo come sacramento dicomunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimoin una scala globale. E’ nostra umile convinzione che il divino e l’u-mano si incontrino nel più piccolo dettaglio della veste senza cuci-ture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granello di polveredel nostro pianeta»18.

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15 Discorso a Santa Barbara, California (8 novembre 1997); cfr John Chryssavgis, On Earthasin Heaven: Ecological Vision and Initiatives of Ecumenical Patriarch Bartholomew,Bronx, New York, 2012.16 Ibid.17 Conferenza al Monastero di Utstein, Norvegia (23 giugno 2003).18 Discorso «Global Responsibility and Ecological Sustainability: Closing Remarks», IVertice di Halki, Istanbul (20 giugno 2012).

San Francesco d’Assisi

10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a unesempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida ecome ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo diRoma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della curaper ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia eautenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavora-no nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cri-stiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazionedi Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato perla sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Eraun mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una mera-vigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stes-so. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccu-pazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nellasocietà e la pace interiore.

11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integralerichiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggiodelle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza del-l’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una perso-na, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali piùpiccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lodetutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto ilcreato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare e amareIddio, come esseri dotati di ragione»19. La sua reazione era moltopiù che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico,perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vin-coli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura ditutto ciò che esiste. Il suo discepolo san Bonaventura narrava chelui, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, sisentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, perquanto piccole, con il nome di fratello o sorella»20. Questa convin-

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19 TOMMASO DA CELANO, Vita prima di San Francesco, XXIX, 81: FF 460.20 Legenda Maior, VIII, 6: FF 1145.

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zione non può essere disprezzata come un romanticismoirraziona-le, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro compor-tamento. Se noi ciaccostiamo alla natura e all’ambiente senza que-sta apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più illinguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazionecon il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominato-re, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali,incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, senoi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietàe la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austeri-tà di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, maqualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un merooggetto di uso e di dominio.

12. D’altra parte, san Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone diriconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ciparla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà:«Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia sicontempla il loro autore» (Sap 13,5) e «la sua eterna potenza e divi-nità vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondoattraverso le opere da lui compiute» (Rm 1,20). Per questo chiedevache nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non colti-vata, perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti leavrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore ditanta bellezza21. Il mondo è qualcosa di più che un problema darisolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia enella lode.

Il mio appello

13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune compren-de la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca

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21 Cfr TOMMASO DA CELANO, Vita seconda di San Francesco, CXXIV, 165: FF 750.

di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cosepossono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai mar-cia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci crea-to. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire lanostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggia-re e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attivitàumana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa checondividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottanocon vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degradoambientale nella vita dei più poveri del mondo.I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandanocom’è possibile che si pretenda di costruire un futuro miglioresenza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.

14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cuistiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di unconfronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che vivia-mo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movi-mento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cam-mino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini chehanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi percercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustra-ti non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse deglialtri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche frai credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, allarassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hannodetto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tuttisono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla crea-zione di Dio»22. Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dioper la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed espe-rienza, le proprie iniziative e capacità.

15. Spero che questa Lettera enciclica, che si aggiunge al Magisterosociale della Chiesa, ci aiuti a riconoscere la grandezza, l’urgenza e

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22 CONFERENZA DEI VESCOVI CATTOLICI DELL’AFRICA DEL SUD, Pastoral Statement on the EnvironmentalCrisis (5 settembre 1999).

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la bellezza della sfida che ci si presenta. In primo luogo, farò unbreve percorso attraverso vari aspetti dell’attuale crisi ecologica alloscopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi dis-ponibile, lasciarcene toccare in profondità e dare una base di con-cretezza al percorso etico e spirituale che segue. A partire da questapanoramica, riprenderò alcune argomentazioni che scaturisconodalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenzaal nostro impegno per l’ambiente. Poi proverò ad arrivare alle radi-ci della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomima anche le cause più profonde. Così potremo proporre un’ecolo-gia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico chel’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con larealtà che lo circonda. Alla luce di tale riflessione vorrei fare unpasso avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che coin-volgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale. Infine, poi-ché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di motivazio-ni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee di maturazio-ne umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana.

16. Ogni capitolo, sebbene abbia una sua tematica propria e unametodologia specifica, riprende a sua volta, da una nuova prospet-tiva, questioni importanti affrontate nei capitoli precedenti.Questo riguarda specialmente alcuni assi portanti che attraversanotutta l’Enciclica. Per esempio: l’intima relazione tra i poveri e la fra-gilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intima-mente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di pote-re che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi diintendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni crea-tura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri eonesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale;la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Questitemi non vengono mai chiusi o abbandonati, ma anzi costante-mente ripresi e arricchiti o le prime abitudini di amore e cura per lavita, come per esempio l’uso corretto delle cose, l’ordine e la pulizia,

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il rispetto per l’ecosistema locale e la protezione di tutte le creature.La famiglia è il luogo della formazione integrale, dove si dispieganoi diversi aspetti, intimamente relazionati tra loro, della maturazio-ne personale. Nella famiglia si impara a chiedere permesso senzaprepotenza, a dire “grazie” come espressione di sentito apprezza-mento per le cose che riceviamo, a dominare l’aggressività o l’avidi-tà, e a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male. Questi pic-coli gesti di sincera cortesia aiutano a costruire una cultura dellavita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda.

Dato a Roma, presso San Pietro,il 24 maggio, Solennità di Pentecoste,dell’anno 2015, terzo del mio Pontificato.

Francesco

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Cari fratelli, buon pomeriggio!

Saluto tutti e saluto i nuovi nominati dopo l’ultima Assemblea, eanche i due nuovi Cardinali, creati dopo l’ultima Assemblea.Quando io sento questo passo del Vangelo di Marco, io penso: maquesto Marco ce l’ha con la Maddalena! Perché fino all’ultimomomento ci ricorda che lei aveva ospitato sette demoni. Ma poipenso: e io quanti ne ho ospitati? E rimango zitto.Vorrei innanzitutto esprimervi il mio ringraziamento per questoincontro, e per il tema che avete scelto: l’Esortazione apostolicaEvangelii gaudium.La gioia del Vangelo, in questo momento storico ove spesso siamoaccerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e interna-zionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione - in que-sto quadro realisticamente poco confortante - la nostra vocazionecristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia diessere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia esperanza agli altri. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signoreci chiede: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio” (Is40,1). Infatti, a noi viene chiesto di consolare, di aiutare, di inco-raggiare, senza alcuna distinzione, tutti i nostri fratelli oppressisotto il peso delle loro croci, accompagnandoli, senza mai stancar-ci di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dio.Anche Gesù ci dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdes-se il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null’altro

Discorso alla 68° Assemblea generaledella Conferenza Episcopale Italiana

(18 maggio 2015)

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

serve che a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13).È assai brutto incontrare un consacrato abbattuto, demotivato ospento: egli è come un pozzo secco dove la gente non trova acquaper dissetarsi.Oggi perciò, sapendo che avete scelto, quale argomento di questoincontro, l’Esortazione Evangelii Gaudium, vorrei ascoltare levostre idee, le vostre domande, e condividere con voi alcune miedomande e riflessioni.I miei interrogativi e le mie preoccupazioni nascono da una visioneglobale - non solo dell’Italia, globale - e soprattutto dagli innume-revoli incontri che ho avuto in questi due anni con le ConferenzeEpiscopali, ove ho notato l’importanza di quello che si può defini-re la sensibilità ecclesiale: ossia appropriarsi degli stessi sentimentidi Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretez-za – la carità di Cristo è concreta - e di saggezza.La sensibilità ecclesiale che comporta anche di non essere timidi oirrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa menta-lità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire,senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori,comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati diogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli ei bisognosi. Sensibilità ecclesiale che, come buoni pastori, ci fa usci-re verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideolo-giche che gli tolgono l’identità e la degnità umana.La sensibilità ecclesiale si manifesta anche nelle scelte pastorali enella elaborazione dei Documenti – i nostri –, ove non deve preva-lere l’aspetto teoretico-dottrinale astratto, quasi che i nostri orien-tamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese - masoltanto ad alcuni studiosi e specialisti - invece dobbiamo perse-guire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili.La sensibilità ecclesiale e pastorale si concretizza anche nel rinfor-zare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le respon-sabilità che a loro competono. In realtà, i laici che hanno una for-mazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno delVescovo-pilota, o del monsignorepilota o di un input clericale perassumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politi-co a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hannoinvece tutti la necessità del Vescovo Pastore!

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Infine, la sensibilità ecclesiale si rivela concretamente nella collegia-lità e nella comunione tra i Vescovi e i loro Sacerdoti; nella comu-nione tra i Vescovi stessi; tra le Diocesi ricche – materialmente evocazionalmente – e quelle in difficoltà; tra le periferie e il centro;tra le conferenze episcopali e i Vescovi con il successore di Pietro.Si nota in alcune parti del mondo un diffuso indebolimento dellacollegialità, sia nella determinazione dei piani pastorali, sia nellacondivisione degli impegni programmatici economicofinanziari.Manca l’abitudine di verificare la recezione di programmi e l’attua-zione dei progetti, ad esempio, si organizza un convegno o un even-to che, mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le Comunità,omologando scelte, opinioni e persone. Invece di lasciarci traspor-tare verso quegli orizzonti dove lo Spirito Santo ci chiede di andare.Un altro esempio di mancanza di sensibilità ecclesiale: perché si lascia-no invecchiare così tanto gli Istituti religiosi, Monasteri, Con-grega-zioni, tanto da non essere quasi più testimonianze evangeliche fedelial carisma fondativo? Perché non si provvede ad accorparli prima chesia tardi sotto tanti punti di vista? E questo è un problema mondiale.Mi fermo qui, dopo aver voluto offrire soltanto alcuni esempi sullasensibilità ecclesiale indebolita a causa del continuo confronto congli enormi problemi mondiali e dalla crisi che non risparmia nem-meno la stessa identità cristiana ed ecclesiale.Possa il Signore – durante il Giubileo della Misericordia che avràinizio il prossimo otto dicembre – concederci «la gioia di riscopriree rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamochiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna delnostro tempo ... Affidiamo fin d’ora questo Anno Santo alla Madredella Misericordia, perché rivolga a noi il suo sguardo e vegli sulnostro cammino» (Omelia 13 marzo 2015).Questa è stata soltanto una introduzione. Adesso lascio a voi iltempo per proporre le vostre riflessioni, le vostre idee, le vostredomande sulla Evangelii gaudium e su tutto quello che voletedomandare e vi ringrazio tanto!

Francesco

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Cari fratelli e sorelle,

la Giornata missionaria mondiale 2015 avviene sullo sfondodell’Anno della vita consacrata e ne riceve uno stimolo per la pre-ghiera e la riflessione. Infatti, se ogni battezzato è chiamato a ren-dere testimonianza al Signore Gesù annunciando la fede ricevuta indono, questo vale in modo particolare per la persona consacrata,perché tra la vita consacrata e la missione sussiste un forte legame.La sequela di Gesù, che ha determinato il sorgere della vita consa-crata nella Chiesa, risponde alla chiamata a prendere la croce eandare dietro a Lui, ad imitare la sua dedicazione al Padre e i suoigesti di servizio e di amore, a perdere la vita per ritrovarla. E poichétutta l’esistenza di Cristo ha carattere missionario, gli uomini e ledonne che lo seguono più da vicino assumono pienamente questomedesimo carattere.La dimensione missionaria, appartenendo alla natura stessa dellaChiesa, è intrinseca anche ad ogni forma di vita consacrata, e nonpuò essere trascurata senza lasciare un vuoto che sfigura il carisma.La missione non è proselitismo o mera strategia; la missione faparte della “grammatica” della fede, è qualcosa di imprescindibileper chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra“vieni” e “vai”. Chi segue Cristo non può che diventare missionario,

Messaggio per la Giornatamissionaria mondiale 2015

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e sa che Gesù «cammina con lui, parla con lui, respira con lui. SenteGesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario»(Esort. ap. Evangelii gaudium, 266).La missione è passione per Gesù Cristo e nello stesso tempo è pas-sione per la gente. Quando sostiamo in preghiera davanti a Gesùcrocifisso, riconosciamo la grandezza del suo amore che ci dà digni-tà e ci sostiene; e nello stesso momento percepiamo che quell’amo-re che parte dal suo cuore trafitto si estende a tutto il popolo di Dioe all’umanità intera; e proprio così sentiamo anche che Lui vuoleservirsi di noi per arrivare sempre più vicino al suo popolo amato(cfr ivi, 268) e a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Nelcomando di Gesù: “andate” sono presenti gli scenari e le sfide sem-pre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa. In essa tuttisono chiamati ad annunciare il Vangelo con la testimonianza dellavita; e in modo speciale ai consacrati è chiesto di ascoltare la vocedello Spirito che li chiama ad andare verso le grandi periferie dellamissione, tra le genti a cui non è ancora arrivato il Vangelo.Il cinquantesimo anniversario del Decreto conciliare Ad gentes ciinvita a rileggere e meditare questo documento che suscitò un forteslancio missionario negli Istituti di vita consacrata. Nelle comuni-tà contemplative riprese luce ed eloquenza la figura di santa Teresadi Gesù Bambino, patrona delle missioni, quale ispiratrice dell’inti-mo legame della vita contemplativa con la missione. Per molte con-gregazioni religiose di vita attiva l’anelito missionario scaturito dalConcilio Vaticano II si attuò con una straordinaria apertura allamissione ad gentes, spesso accompagnata dall’accoglienza di fratellie sorelle provenienti dalle terre e dalle culture incontrate nell’evan-gelizzazione, tanto che oggi si può parlare di una diffusa intercul-turalità nella vita consacrata. Proprio per questo è urgente ripro-porre l’ideale della missione nel suo centro: Gesù Cristo, e nella suaesigenza: il dono totale di sé all’annuncio del Vangelo. Non vi pos-sono essere compromessi su questo: chi, con la grazia di Dio, acco-glie la missione, è chiamato a vivere di missione. Per queste perso-ne, l’annuncio di Cristo, nelle molteplici periferie del mondo,diventa il modo di vivere la sequela di Lui e ricompensa di tantefatiche e privazioni. Ogni tendenza a deflettere da questa vocazio-ne, anche se accompagnata da nobili motivazioni legate alle tantenecessità pastorali, ecclesiali o umanitarie, non si accorda con la

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personale chiamata del Signore a servizio del Vangelo. Negli Istitutimissionari i formatori sono chiamati sia ad indicare con chiarezzaed onestà questa prospettiva di vita e di azione, sia ad essere auto-revoli nel discernimento di autentiche vocazioni missionarie. Mirivolgo soprattutto ai giovani, che sono ancora capaci di testimo-nianze coraggiose e di imprese generose e a volte controcorrente:non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequeladi Gesù che implichi il dono totale di sé. Nel segreto della vostracoscienza, domandatevi quale sia la ragione per cui avete scelto lavita religiosa missionaria e misurate la disponibilità ad accettarlaper quello che è: un dono d’amore al servizio dell’annuncio delVangelo, ricordando che, prima di essere un bisogno per coloro chenon lo conoscono, l’annuncio del Vangelo è una necessità per chiama il Maestro.Oggi, la missione è posta di fronte alla sfida di rispettare il bisognodi tutti i popoli di ripartire dalle proprie radici e di salvaguardare ivalori delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e rispettare altretradizioni e sistemi filosofici e riconoscere ad ogni popolo e cultu-ra il diritto di farsi aiutare dalla propria tradizione nell’intelligenzadel mistero di Dio e nell’accoglienza del Vangelo di Gesù, che è luceper le culture e forza trasformante delle medesime.All’interno di questa complessa dinamica, ci poniamo l’interrogati-vo: “Chi sono i destinatari privilegiati dell’annuncio evangelico?”.La risposta è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i pic-coli e gli infermi, coloro che sono spesso disprezzati e dimenticati,coloro che non hanno da ricambiarti (cfr Lc 14,13-14). L’evangeliz-zazione rivolta preferenzialmente ad essi è segno del Regno cheGesù è venuto a portare: «Esiste un vincolo inseparabile tra lanostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli» (Esort. ap. Evangeliigaudium, 48). Ciò dev’essere chiaro specialmente alle persone cheabbracciano la vita consacrata missionaria: con il voto di povertà sisceglie di seguire Cristo in questa sua preferenza, non ideologica-mente, ma come Lui identificandosi con i poveri, vivendo comeloro nella precarietà dell’esistenza quotidiana e nella rinuncia all’e-sercizio di ogni potere per diventare fratelli e sorelle degli ultimi,

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portando loro la testimonianza della gioia del Vangelo e l’espres-sione della carità di Dio.Per vivere la testimonianza cristiana e i segni dell’amore del Padretra i piccoli e i poveri, i consacrati sono chiamati a promuovere nelservizio della missione la presenza dei fedeli laici. Già il ConcilioEcumenico Vaticano II affermava: «I laici cooperino all’opera evan-gelizzatrice della Chiesa, partecipando come testimoni e come vivistrumenti della sua missione salvifica» (Ad gentes, 41). È necessarioche i consacrati missionari si aprano sempre più coraggiosamentenei confronti di quanti sono disposti a collaborare con loro, ancheper un tempo limitato, per un’esperienza sul campo. Sono fratelli esorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insitanel Battesimo. Le case e le strutture delle missioni sono luoghinaturali per la loro accoglienza e il loro sostegno umano, spiritualeed apostolico.Le Istituzioni e le Opere missionarie della Chiesa sono totalmenteposte al servizio di coloro che non conoscono il Vangelo di Gesù.Per realizzare efficacemente questo scopo, esse hanno bisogno deicarismi e dell’impegno missionario dei consacrati, ma anche i con-sacrati hanno bisogno di una struttura di servizio, espressione dellasollecitudine del Vescovo di Roma per garantire la koinonia, così chela collaborazione e la sinergia siano parte integrante della testimo-nianza missionaria. Gesù ha posto l’unità dei discepoli come con-dizione perché il mondo creda (cfr Gv 17,21). Tale convergenza nonequivale ad una sottomissione giuridico-organizzativa a organismiistituzionali, o ad una mortificazione della fantasia dello Spiritoche suscita la diversità, ma significa dare più efficacia al messaggioevangelico e promuovere quell’unità di intenti che pure è fruttodello Spirito.L’Opera Missionaria del Successore di Pietro ha un orizzonte apo-stolico universale. Per questo ha bisogno anche dei tanti carismidella vita consacrata, per rivolgersi al vasto orizzonte dell’evange-lizzazione ed essere in grado di assicurare un’adeguata presenzasulle frontiere e nei territori raggiunti.Cari fratelli e sorelle, la passione del missionario è il Vangelo. SanPaolo poteva affermare: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16). Il Vangelo è sorgente di gioia, di liberazione e di salvezzaper ogni uomo. La Chiesa è consapevole di questo dono, pertanto

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MAGISTERO PONTIFICIO

non si stanca di annunciare incessantemente a tutti «quello che erada principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamoveduto con i nostri occhi» (1 Gv 1,1). La missione dei servitori dellaParola – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – è quella di mettere tutti,nessuno escluso, in rapporto personale con Cristo. Nell’immensocampo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chia-mato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua personalesituazione. Una risposta generosa a questa universale vocazione lapossono offrire i consacrati e le consacrate, mediante un’intensavita di preghiera e di unione con il Signore e col suo sacrificioredentore.Mentre affido a Maria, Madre della Chiesa e modello di missiona-rietà, tutti coloro che, ad gentes o nel proprio territorio, in ogni statodi vita cooperano all’annuncio del Vangelo, di cuore invio a ciascu-no la benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 24 maggio 2015, Solennità di Pentecoste

Francesco

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Indice

PresentazioneIntroduzione

Parte primaL’ascolto delle sfide sulla famiglia

Capitolo ILa famiglia e il contesto antropologico-culturaleIl contesto socio-culturale Il cambiamento antropologico Le contraddizioni culturali Le contraddizioni sociali Fragilità e forza della famiglia

Capitolo IILa famiglia e il contesto socio-economicoLa famiglia insostituibile risorsa della società Politiche in favore della famiglia La sfida della solitudine e della precarietà La sfida economica

XIV Assemblea generale ordinaria

La vocazione e la missione della famiglianella Chiesa e nel mondo contemporaneo

Instrumentum laboris

SINODO DEI VESCOVI

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

La sfida della povertà e l’esclusione sociale La sfida ecologicaCapitolo III Famiglia e inclusione

La terza età La sfida della vedovanza L’ultima stagione della vita e il lutto in famiglia La sfida della disabilità La sfida delle migrazioni Alcune sfide peculiari La famiglia e i bambini Il ruolo delle donne

Capitolo IV Famiglia, affettività e vitaLa rilevanza della vita affettiva La formazione dell’affettività Fragilità e immaturità affettive La sfida bioetica La sfida per la pastorale

Parte secondaIl discernimento della vocazione familiare

Capitolo IFamiglia e pedagogia divinaLo sguardo su Gesù e la pedagogia divina nella storia della salvezza La Parola di Dio in famiglia La pedagogia divina Matrimonio naturale e pienezza sacramentale Gesù e la famiglia L’indissolubilità dono e compito Lo stile della vita familiare La famiglia nel disegno salvifico di Dio Unione e fecondità dei coniugi La famiglia immagine della Trinità

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SINODO DEI VESCOVI

Capitolo IIFamiglia e vita della ChiesaLa famiglia nei documenti della Chiesa La dimensione missionaria della famiglia La famiglia via della Chiesa La misura divina dell’amore La famiglia in preghiera Famiglia e fede Catechesi e famiglia L’indissolubilità del matrimonio e la gioia del vivere insieme

Capitolo IIIFamiglia e cammino verso la sua pienezzaIl mistero creaturale del matrimonio Verità e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie feri-te e fragili L’intimo legame tra Chiesa e famiglia La famiglia dono e compito Aiutare a raggiungere la pienezza I giovani e la paura di sposarsi La misericordia è verità rivelata

Parte terzaLa missione della famiglia oggi

Capitolo IFamiglia ed evangelizzazioneAnnunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti Tenerezza in famiglia – tenerezza di Dio La famiglia soggetto della pastorale La liturgia nuziale La famiglia opera di Dio Conversione missionaria e linguaggio rinnovato

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La mediazione culturale La Parola di Dio fonte di vita spirituale per la famiglia La sinfonia delle differenze

Capitolo IIFamiglia e formazioneLa preparazione al matrimonio La formazione dei futuri presbiteri La formazione del clero e degli operatori pastorali Famiglia e istituzioni pubbliche L’impegno socio-politico in favore della famiglia Indigenza e rischio di usura Guidare i nubendi nel cammino di preparazione al matrimonio Accompagnare i primi anni della vita matrimoniale

Capitolo IIIFamiglia e accompagnamento ecclesialeCura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in con-vivenze In cammino verso il sacramento nuziale Curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorzia-ti risposati, famiglie monoparentali) Il perdono in famiglia «Il grande fiume della misericordia» L’arte dell’accompagnamento I separati e i divorziati fedeli al vincolo Dio non abbandona mai Lo snellimento delle procedure e la rilevanza della fede nelle causedi nullità La preparazione degli operatori e l’incremento dei tribunali Linee pastorali comuni L’integrazione dei divorziati risposati civilmente nella comunitàcristiana La via penitenziale La partecipazione spirituale alla comunione ecclesiale Matrimoni misti e con disparità di culto La peculiarità della tradizione ortodossa L’attenzione pastorale verso le persone con tendenza omosessuale

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SINODO DEI VESCOVI

Capitolo IVFamiglia, generatività, educazioneLa trasmissione della vita e la sfida della denatalitàLa responsabilità generativa Adozione e affidoLa vita umana mistero intangibile La sfida dell’educazione e il ruolo della famiglia nell’evangelizzazione

Conclusione

Presentazione

Sta volgendo al termine il tempo intersinodale, durante il quale ilSanto Padre Francesco ha affidato alla Chiesa intera il compito di«maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte etrovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfideche le famiglie devono affrontare» (Discorso per la conclusionedella III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi,18 ottobre 2014).Dopo aver riflettuto, nella III Assemblea generale straordinaria delSinodo dei vescovi dell’ottobre 2014, su Le sfide pastorali sulla famiglianel contesto dell’evangelizzazione, la XIV Assemblea generale ordinaria,che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre 2015, tratterà il tema La vocazio-ne e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Illungo cammino sinodale appare così segnato da tre momenti inti-mamente connessi: l’ascolto delle sfide sulla famiglia, il discerni-mento della sua vocazione, la riflessione sulla sua missione.La Relatio Synodi, frutto maturato nella scorsa Assemblea, è stataintegrata da una serie di domande per conoscere la recezione deldocumento e per sollecitarne l’approfondimento. Ciò ha costituitoi Lineamenta, che sono stati inviati ai Sinodi delle Chiese OrientaliCattoliche sui iuris, alle Conferenze Episcopali, ai Dicasteri dellaCuria Romana e all’Unione dei Superiori Generali.

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Tutto il Popolo di Dio è stato coinvolto nel processo di riflessionee approfondimento, anche grazie alla settimanale guida del SantoPadre, che con le sue catechesi sulla famiglia nelle udienze generali,e in varie altre occasioni, ha accompagnato il cammino comune. Ilrinnovato interesse per la famiglia, suscitato dal Sinodo, è confer-mato dall’ampia attenzione riservata ad essa non solo da ambientiecclesiali, ma anche da parte della società civile.Sono pervenute le Risposte dei soggetti aventi diritto, alle quali sisono aggiunti ulteriori apporti, detti Osservazioni, da parte dimolti fedeli (singoli, famiglie e gruppi). Varie componenti delleChiese particolari, organizzazioni, aggregazioni laicali ed altreistanze ecclesiali hanno offerto importanti suggerimenti. Univer-sità, istituzioni accademiche, centri di ricerca e singoli studiosihanno arricchito – e continuano a farlo – l’approfondimento delletematiche sinodali con i loro Contributi – attraverso simposi, con-vegni e pubblicazioni –, mettendo anche in luce aspetti nuovi,secondo quanto richiesto dalla “domanda previa” dei Lineamenta.Il presente Instrumentum Laboris è composto dal testo definitivodella Relatio Synodi integrato dalla sintesi delle Risposte, delleOsservazioni e dei Contributi di studio. Per facilitare la lettura, sisegnala che la numerazione contiene sia il testo della Relatio che leintegrazioni. Il testo originale della Relatio è riconoscibile dal nume-ro tra parentesi e dal carattere corsivo.Il documento si articola in tre parti, che mostrano la continuità trale due Assemblee: L’ascolto delle sfide sulla famiglia (I parte) richiamapiù direttamente il primo momento sinodale; Il discernimento dellavocazione familiare (II parte) e La missione della famiglia oggi (III parte)introducono il tema del secondo momento, con il proposito dioffrire alla Chiesa e al mondo contemporaneo stimoli pastorali peruna rinnovata evangelizzazione.

Città del Vaticano, 23 giugno 2015

Lorenzo card. BaldisseriSegretario generale del Sinodo

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SINODO DEI VESCOVI

Introduzione

1. (1) Il Sinodo dei Vescovi riunito intorno al Papa rivolge il suo pen-siero a tutte le famiglie del mondo con le loro gioie, le loro fatiche, leloro speranze. In particolare sente il dovere di ringraziare il Signoreper la generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondonoalla loro vocazione e missione. Lo fanno con gioia e con fede anchequando il cammino familiare le pone dinanzi a ostacoli, incompren-sioni e sofferenze. A queste famiglie va l’apprezzamento, il ringrazia-mento e l’incoraggiamento di tutta la Chiesa e di questo Sinodo.Nella veglia di preghiera celebrata in Piazza San Pietro sabato 4 otto-bre 2014 in preparazione al Sinodo sulla famiglia Papa Francesco haevocato in maniera semplice e concreta la centralità dell’esperienzafamiliare nella vita di tutti, esprimendosi così: «Scende ormai la serasulla nostra assemblea. È l’ora in cui si fa volentieri ritorno a casa perritrovarsi alla stessa mensa, nello spessore degli affetti, del bene com-piuto e ricevuto, degli incontri che scaldano il cuore e lo fanno cre-scere, vino buono che anticipa nei giorni dell’uomo la festa senza tra-monto. È anche l’ora più pesante per chi si ritrova a tu per tu con lapropria solitudine, nel crepuscolo amaro di sogni e di progettiinfranti: quante persone trascinano le giornate nel vicolo cieco dellarassegnazione, dell’abbandono, se non del rancore; in quante case èvenuto meno il vino della gioia e, quindi, il sapore – la sapienza stes-sa – della vita... Degli uni e degli altri questa sera ci facciamo voce conla nostra preghiera, una preghiera per tutti».

2. (2) Grembo di gioie e di prove, di affetti profondi e di relazioni avolte ferite, la famiglia è veramente “scuola di umanità” (cfr GS 52),di cui si avverte fortemente il bisogno. Nonostante i tanti segnali dicrisi dell’istituto familiare nei vari contesti del “villaggio globale”, ildesiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva laChiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciaresenza sosta e con convinzione profonda il “Vangelo della famiglia”che le è stato affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù

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Cristo e ininterrottamente insegnato dai Padri, dai Maestri della spi-ritualità e dal Magistero della Chiesa. La famiglia assume per laChiesa un’importanza del tutto particolare e nel momento in cuitutti i credenti sono invitati a uscire da se stessi è necessario che lafamiglia si riscopra come soggetto imprescindibile per l’evangelizza-zione. Il pensiero va alla testimonianza missionaria di tante famiglie.

3. (3) Sulla realtà della famiglia, decisiva e preziosa, il Vescovo diRoma ha chiamato a riflettere il Sinodo dei Vescovi nella suaAssemblea Generale Straordinaria dell’ottobre 2014, per approfon-dire poi la riflessione nell’Assemblea Generale Ordinaria che si terrànell’ottobre 2015, oltre che nell’intero anno che intercorre fra i dueeventi sinodali. «Già il convenire in unum attorno al Vescovo diRoma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si mani-festa in un cammino di discernimento spirituale e pastorale»: cosìPapa Francesco ha descritto l’esperienza sinodale, indicandone icompiti nel duplice ascolto dei segni di Dio e della storia degliuomini e nella duplice e unica fedeltà che ne consegue.

4. (4) Alla luce dello stesso discorso abbiamo raccolto i risultati dellenostre riflessioni e dei nostri dialoghi nelle seguenti tre parti: l’a-scolto, per guardare alla realtà della famiglia oggi, nella complessitàdelle sue luci e delle sue ombre; lo sguardo fisso sul Cristo per ripen-sare con rinnovata freschezza ed entusiasmo quanto la rivelazione,trasmessa nella fede della Chiesa, ci dice sulla bellezza, sul ruolo esulla dignità della famiglia; il confronto alla luce del Signore Gesùper discernere le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loroimpegno per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

5. Conservando il prezioso frutto dell’Assemblea precedente, ilnuovo passo che ci attende parte dall’ascolto delle sfide sulla fami-glia per volgere lo sguardo alla sua vocazione e missione nellaChiesa e nel mondo contemporaneo. La famiglia, oltre che solleci-tata a rispondere alle problematiche odierne, è soprattutto chiama-ta da Dio a prendere sempre nuova coscienza della propria identitàmissionaria di Chiesa domestica anch’essa “in uscita”. In unmondo spesso segnato da solitudine e tristezza, il “Vangelo dellafamiglia” è davvero una buona notizia.

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La presenza disponibile e generosa del Santo Padre ha aperto la 68ªAssemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, riunitanell’Aula del Sinodo della Città del Vaticano da lunedì 18 a giovedì21 maggio 2015, sotto la guida del cardinale Presidente, AngeloBagnasco, arcivescovo di Genova.Filo conduttore dei lavori è stata la verifica di quanto le indicazio-ni di fondo contenute nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudiumsiano state accolte e orientino il cammino delle Chiese che sono inItalia verso una nuova tappa evangelizzatrice.Questo stesso spirito ha caratterizzato il confronto tra i vescovianche sui contenuti del 5° Convegno ecclesiale nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015), quindi sulle iniziative per vivere l’appuntamen-to con il Giubileo straordinario della Misericordia (8 dicembre 2015-20 novembre 2016) e, infine, su come approfondire il tema decisivoriguardante la vita e la formazione permanente dei presbiteri.Come ogni anno, si è dato spazio ad alcuni adempimenti ammini-strativi: l’approvazione del bilancio consuntivo della CEI; la defini-zione dei criteri di ripartizione delle somme derivanti dall’otto permille per l’anno 2015; la presentazione del bilancio consuntivodell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.Distinte comunicazioni hanno illustrato la situazione dei mediaCEI, l’Anno della vita consacrata (30 novembre 2014–2 febbraio

68° Assemblea generale

Comunicato finale dei lavori(Roma, 18-21 maggio 2015)

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANADOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

2016), l’ostensione della Sindone (Torino, 19 aprile–24 giugno2015), la Giornata per la carità del Papa (28 giugno 2015), l’ottavoIncontro mondiale delle famiglie (Philadelphia, 22-27 settembre2015), la XXXI Giornata mondiale della gioventù (Cracovia, 26-31luglio 2016) e il XXVI Congresso eucaristico nazionale (Genova, 15-18 settembre 2016).L’Assemblea ha eletto il vice Presidente della CEI per l’area nord, iPresidenti delle dodici Commissioni episcopali, i membri delConsiglio per gli affari economici e i 4 membri e i 2 sostituti rap-presentanti della CEI alla XIV Assemblea generale ordinaria delSinodo dei vescovi (4-25 ottobre 2015).Hanno preso parte ai lavori 240 membri, 32 vescovi emeriti, 18 dele-gati di Conferenze Episcopali Europee, i rappresentanti di religiosi,consacrati e della Consulta nazionale delle Aggregazioni laicali. Trai momenti significativi vi è stata la concelebrazione eucaristicanella Basilica di San Pietro, presieduta dal card. Marc Ouellet,Prefetto della Congregazione per i vescovi. A margine dei lavoriassembleari si è riunito il Consiglio Permanente, che ha provvedu-to ad alcune nomine.

1. Pastori che vivono con la gente

Sensibilità ecclesiale, fatta di un «appropriarsi degli stessi sentimentidi Cristo, di umiltà, compassione, misericordia, concretezza e sag-gezza». Sensibilità ecclesiale, che comporta il coraggio di «sconfessaree sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e priva-ta» e di «uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle coloniz-zazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana».Sensibilità ecclesiale, che «si manifesta nelle scelte pastorali», «si con-cretizza nel rinforzare l’indispensabile ruolo dei laici» e «si rivelanella comunione tra i vescovi e i loro sacerdoti, tra diocesi ricche equelle in difficoltà, tra i vescovi e il Successore di Pietro».

È stata questa la cifra principale del discorso – a cui è seguito unampio confronto a porte chiuse – con cui lunedì 18 maggio il SantoPadre ha aperto i lavori della 68ª Assemblea generale. PapaFrancesco ha esortato l’episcopato italiano ad «andare controcor-

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

rente», rispetto a un contesto nel quale spesso siamo accerchiati danotizie sconfortanti» per farsi «testimoni gioiosi di Cristo Risortoper trasmettere gioia e speranza agli altri».Proprio di tale vocazione e responsabilità a «vivere con la gente» siè fatto interprete il cardinale Bagnasco nella prolusione, dove hadato voce innanzitutto ai «nodi antichi e nuovi del Paese», la piagadella disoccupazione, la tragedia dei migranti, i tentativi legislatividi equiparare il matrimonio e l’istituto familiare ad altre unioni.Sono stati temi ripresi e approfonditi nel dibattito assembleare, coni vescovi preoccupati – accanto alle difficoltà materiali sofferte datanta gente – dello “snaturamento” della cultura popolare, della dis-gregazione dei rapporti e delle manipolazioni di carattere tecnologi-co. In particolare, l’Assemblea ha messo in guardia dalla cosiddettateoria del genere, che si sta diffondendo in modo subdolo soprattuttonelle scuole e che coinvolge l’impostazione generale del senso dellavita, della sessualità e dell’amore. Di qui l’appello dei Pastori a geni-tori e educatori, perché prendano coscienza di ciò che a questoriguardo viene insegnato ai loro figli e trovino le forme per contra-stare apertamente una tale deriva antropologica, culturale e sociale.Sul fronte ecclesiale è emersa con forza la necessità di superare lapastorale ordinaria con un rinnovamento missionario delle parroc-chie, che si traduca in modalità e proposte operative, sostenute dauna robusta formazione di sacerdoti e laici.

2. Per una nuova tappa evangelizzatrice

Nella medesima linea si è svolta la verifica della recezione dell’Evan-gelii gaudium, che ha costituito il tema principale dell’Assembleagenerale. A tale scopo sono state presentate ai vescovi le sintesi deicontributi giunti dalle Conferenze episcopali regionali, da dove sirileva, innanzitutto, come tra le varie componenti della comunitàecclesiale l’Esortazione apostolica abbia ricevuto una buona acco-glienza di fondo. Nel contempo, si palesa una duplice esigenza:quella di un approfondimento delle indicazioni di cui essa è ricca e

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anche quella di una maggiore chiarificazione di alcuni terminiessenziali.Sono osservazioni approfondite e condivise dai vescovi nei gruppidi studio, dove hanno evidenziato la piena continuità tral’Esortazione apostolica, il magistero del Concilio e dei ponteficiche, dopo di esso, si sono succeduti sulla Cattedra di Pietro. Nellastessa scia sono state lette pure molte indicazioni già espresse daidocumenti della CEI, specialmente quelli riguardanti l’evangelizza-zione e in modo particolare Comunicare il Vangelo in un mondo checambia, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia eEducare alla vita buona del Vangelo.Dai lavori dei membri dell’Assemblea generale è emersa anche lanovità con cui l’Evangelii gaudium propone tali contenuti – cherimandano alla persona di Gesù Cristo – per un nuovo volto diChiesa e un nuovo stile: quello del pastore che precede il gregge, loaccompagna e lo segue; una novità che deriva dal particolare carismadi Papa Francesco, capace di provocare e di suscitare entusiasmo.In tutti i gruppi è stata rilevata l’importanza dell’attenzione allerelazioni personali con l’accoglienza e la vicinanza a ciascuno nellapropria concreta situazione, quale via per annunciare Gesù e testi-moniare il suo Vangelo.Un ulteriore elemento richiamato è stata l’eloquenza dei gesti: gestidi misericordia, di riconciliazione, di solidarietà, capaci di coinvol-gere, di dare visibilità alla testimonianza di fede e di rendere credi-bile l’annuncio. Ne è parte anche la stessa urgenza di ritrovare lavivacità di un linguaggio (con particolare attenzione alle omelie,ma non solo), che comunichi la freschezza della fede, la gioia del-l’annuncio, il coinvolgimento nell’esperienza evangelica.Una delle parole più ricorrenti emersa concerne la necessità diun’autentica conversione pastorale, condizione essenziale per lariappropriazione costante della fede e per la progressiva purifica-zione della testimonianza, che si esprime con la misericordia e lacarità cristiana e la sobrietà di vita.L’esigenza di conversione – hanno evidenziato ancora i vescovi – sispinge dal piano personale a quello pastorale e particolarmente a rin-novare continuamente in ordine alla missione tutta la pastorale ordi-naria. Papa Francesco ne ha dato una bella chiave di lettura parlandoal CELAM, quando ha indicato la metodologia dei gesti paradigma-

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

tici e programmatici da assumere come atti missionari, alleggerendole sovrastrutture e dando concretezza ai valori: «La missione pro-grammatica – spiegava – consiste nella realizzazione di atti di indolemissionaria; la missione paradigmatica, invece, implica il porre inchiave missionaria le attività abituali delle Chiese particolari».Tale conversione pastorale passa attraverso una rinnovata attenzio-ne alla collegialità e una rimotivata cura degli organismi di parteci-pazione, evitando di renderli presidio privato di pochi. Una curafatta di disponibilità all’ascolto, di parlare libero, di confrontoaperto e leale che porti sacerdoti e laici a progettare e costruireinsieme. Una sapiente rimotivazione degli organismi di partecipa-zione – hanno ancora sottolineato – può costituire la premessaindispensabile anche per cercare nuove vie e nuove figure per l’am-ministrazione delle parrocchie, senza togliere ai parroci la specificaresponsabilità primaria, ma liberandoli da pesanti fardelli che gene-rano stanchezza e tolgono tempo alle relazioni pastorali per l’an-nuncio del vangelo, accompagnamento dei fedeli, la ricerca perso-nale di ciascuno.

3. Insieme verso Firenze

Contenuti, finalità e stili dell’Evangelii gaudium si riflettono nellaTraccia che accompagna il cammino di preparazione al 5°Convegno ecclesiale nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015). Aivescovi è stato presentato il programma del Convegno, che nellagiornata di martedì 10 prevede la visita di Papa Francesco.Nel complesso, si respira un crescente e capillare interesse attorno altema di fondo – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo –: un contributodecisivo è assicurato dal sito internet dell’evento – «luogo» di fecon-da condivisione del materiale che giunge da diocesi, movimenti eassociazioni ecclesiali – come pure dai media collegati alla CEI, dascuole e Facoltà teologiche. Il percorso di avvicinamento alConvegno è stato arricchito anche da tre laboratori a carattere nazio-nale: il primo, svoltosi nei giorni 7-9 maggio a Perugia, Dalla solida-

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rietà alla fraternità: identità, estraneità, relazioni per un nuovo umanesimo;un secondo, che si terrà a Napoli il prossimo 13 giugno, Leggere i segnidei tempi e il linguaggio dell’amore; infine, un terzo in programma inottobre a Milano, che affronterà il tema del nuovo umanesimo a par-tire dalle problematiche del lavoro, della società e del creato. Accantoa tali iniziative, si collocano anche un seminario su Umanesimo e uma-nizzazione della medicina (Roma, 29-30 maggio) e due convegni:Famiglia e immigrazione (Campofelice di Roccella, 31 maggio-2 giu-gno) e Dal carcere un nuovo umanesimo (Roma, 6 giugno).

4. Per non spendersi senza donarsi

L’impegno a recepire le indicazioni circa la vita e la formazione per-manente dei presbiteri emerse dall’Assise straordinaria dello scorsonovembre ad Assisi ha portato a elaborare una «agenda» che è statapresentata in Assemblea Generale: l’intento è stato quello di offrirea Vescovi e Consigli presbiterali diocesani e decanali linee e conte-nuti su cui lavorare in vista dell’Assemblea Generale del 2016, chesarà dedicata proprio a tale tematica.L’urgenza nasce dalla consapevolezza di come oggi non sia suffi-ciente offrire ai sacerdoti un semplice aggiornamento che li aiuti atenere il passo con il cammino della storia: non a caso, i Vescovi nonesitano a parlare della necessità di promuovere una vera riforma delclero. Essa trova il suo fulcro nell’impegno a custodire e ravvivare ildono spirituale ricevuto con l’imposizione delle mani.Affrontando tale argomento i Pastori hanno riconosciuto come laloro prima responsabilità – l’opera di carità più impegnativa – sia lasantificazione dei sacerdoti. Tale impegno chiede al Vescovo di cer-care innanzitutto la promozione dell’unità del presbiterio e disaperlo amare intensamente.Nel contempo, rinvia il prete stesso alla cura della propria vita inte-riore, attraverso la conquista e la fedeltà quotidiana a momenti disilenzio e di preghiera, che sono condizione per l’azione. È stato, infat-ti, evidenziato che il cuore del problema non è costituito tanto dalpeso del servizio alla propria gente, quanto piuttosto da un indeboli-mento spirituale, che spinge nella mediocrità di un attivismo fine a sestesso ed espone al pericolo di spendersi senza la gioia di donarsi.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Lungi dal risolversi in un appello intimistico, l’«agenda» sollecita,da un lato, l’individuazione di processi ed esercizi di comunionefraterna; dall’altro, l’elaborazione di un diverso modello organizza-tivo delle parrocchie, attraverso un’effettiva corresponsabilità laica-le: ne va della stessa sostenibilità e, quindi, della fecondità del mini-stero ordinato.

5. La Chiesa in Italia e il Giubileo straordinario della Misericordia

Alla luce della Bolla d’indizione Misericordiae vultus, i Vescovi si sonoritrovati nel riconoscere la misericordia – segno della verità dell’a-more infinito di Dio e vocazione a riverberarlo sugli altri – comelinfa per la vita dell’umanità e vitale missione della Chiesa nella sto-ria. In sintonia con il pensiero del Santo Padre, avvertono che atante domande impellenti che attraversano questo tempo si puòrispondere solo facendosi prossimi, in un coinvolgimento persona-le che è caratteristica irrinunciabile dell’apostolato e della presenzadella Chiesa nel mondo di oggi.La vita nuova che sgorga da un’esperienza d’incontro con la miseri-cordia indica in pienezza le linee per un rinnovato umanesimo. Diqui la volontà delle Chiese che sono in Italia di vivere il Giubileostraordinario della Misericordia (8 dicembre 2015-20 novembre2016) impegnandosi a celebrare in tutte le proposte e attività pasto-rali la grazia di Dio e a condividere con l’umanità intera l’invito asviluppare nuovi atteggiamenti di accoglienza e di reciproco ac-compagnamento.

6. Adempimenti di carattere giuridico-amministrativo

L’Assemblea Generale ha approvato la modifica delle Determinazioniconcernenti la gestione dei flussi finanziari agevolati per il sostegno dellaChiesa Cattolica in Italia in esecuzione della Delibera CEI n. 57, circa latrasmissione della somma assegnata al sostentamento del clero.

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Come ogni anno, ha dato spazio anche ad alcuni adempimentiamministrativi: l’approvazionedel bilancio consuntivo della CEI; ladefinizione dei criteri di ripartizione delle somme derivanti dall’ot-to per mille per l’anno 2015; la presentazione del bilancio consun-tivo dell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero.

7. Comunicazioni e informazioni

Distinte comunicazioni hanno illustrato la situazione dei mediaCEI, l’Anno della Vita Consacrata (30 novembre 2014-2 febbraio2016) e l’Ostensione della Sindone (Torino, 19 aprile-24 giugno2015). Inoltre, sono stati presentati alcuni appuntamenti di rilievoprevisti nel prossimo futuro: l’VIII Incontro Mondiale delleFamiglie (Philadelphia, 22-27 settembre 2015), la XXXI GiornataMondiale della Gioventù (Cracovia, 26-31 luglio 2016) e il XXVICongresso Eucaristico Nazionale (Genova, 15-18 settembre 2016).È stata presentata anche la prossima Giornata per la Carità delPapa, prevista per domenica 28 giugno; infine, è stato approvato ilcalendario delle attività della CEI per il 2015-2016.

8. Nomine

Nel corso dei lavori, l’Assemblea Generale ha eletto Vice Presidentedella CEI per l’area Nord S.E. Mons. Franco Giulio Brambilla,Vescovo di Novara.Ha poi provveduto a eleggere i Presidenti delle dodici CommissioniEpiscopali, che faranno parte del Consiglio Permanente per il pros-simo quinquennio:

- S.E. Mons. Luciano Monari, Vescovo di Brescia, Presidente dellaCommissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e lacatechesi;

- S.E. Mons. Claudio Maniago, Vescovo di Castellaneta,Presidente della Commissione Episcopale per la liturgia;

- S.Em. Card. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento,Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della caritàe la salute;

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

- S.E. Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno,Presidente della Commissione Episcopale per il clero e la vita con-sacrata;

- S.E. Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento - Santa Maria diLeuca, Presidente della Commissione Episcopale per il laicato;

- S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Trapani,Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita;

- S.E. Mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, Presidentedella Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e lacooperazione tra le Chiese;

- S.E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti - Vasto,Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e ildialogo;

- S.E. Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina - Terracina -Sezze - Priverno, Presidente della Commissione Episcopale per l’e-ducazione cattolica, la scuola e l’università;

- S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, Presidentedella Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, lagiustizia e la pace;

- S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, Presidentedella Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazionisociali;

- S.E. Mons. Guerino Di Tora, Vescovo ausiliare di Roma, Presi-dente della Commissione Episcopale per le migrazioni.

L’Assemblea Generale ha eletto membri del Consiglio per gli affarieconomici: S.E. Mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa;S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna - Cervia; S.E.Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno; S.E. Mons. LuigiMoretti, Arcivescovo di Salerno - Campagna - Acerno.L’Assemblea Generale ha altresì approvato la proposta di nuovadenominazione della Commissione Episcopale per la famiglia e lavita in “Commissione Episcopale per la famiglia, i giovani e la vita”.Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione straordinaria del20 maggio, ha provveduto alle seguenti nomine:

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- Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali:Don Ivan Maffeis (Trento).

- Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiasti-ci (dal 1° settembre 2015):

Don Valerio Pennasso (Alba).- Assistente Ecclesiastico Centrale dell’Azione Cattolica Ragazzi

(ACR): Don Marco Ghiazza (Torino).- Assistente Ecclesiastico Nazionale del Movimento studenti

dell’Azione Cattolica Italiana (MSAC): Don Michele Pace (Andria).- Presidente Nazionale Femminile della Federazione

Universitaria Cattolica Italiana (FUCI): Marianna Valzano.- Consulente Ecclesiastico Nazionale del Centro Turistico

Giovanile (CTG): Mons. Luigi Romanazzi (Taranto).- Assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione Cattolica

Internazionale al Servizio della Giovane (ACISJF): S.E. Mons.Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo.

Roma, 21 maggio 2015

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1. Leggere i segni, per comprendere i tempi

«Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; eal mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapetedunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di inter-pretare i segni dei tempi?» (Mt 16,2-3). La risposta di Gesù ai fariseie sadducei invita a leggere i segni – quelli nel cielo come quelli nellastoria – per vivere il tempo con saggezza, cogliendo, nella sequenzadei momenti, il kairòs – il tempo favorevole – in cui il Signore chia-ma a seguirlo.Quest’anno, a dare un particolare significato alla Giornata per lacustodia del creato, vengono a convergere tanti elementi, a partiredall’Enciclica Laudato si’1 che Papa Francesco ha dedicato alla que-stione ambientale. Assume poi un forte rilievo il 5° Convegno eccle-siale nazionale (“In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”, Firenze, 9-13 novembre 2015), così come il Giubileo della misericordia che siaprirà l’8 dicembre 2015. Uno sguardo credente cercherà di coglie-re nei momenti evidenziati i legami che lo Spirito intesse, con unalettura in profondità dei segni dei tempi, secondo l’indicazione for-mulata proprio cinquant’anni fa dalla Costituzione conciliare

Messaggio per la 10ª Giornata per la custodia del creato

Un umano rinnovato, per abitare la terra(1° settembre 2015)

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANADOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

1 Cf FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 14.

Gaudium et spes. In questa direzione, vorremmo riscoprire in questoMessaggio una “sapienza dell’umano”, capace di amare la terra, perabitarla con sobria leggerezza.

2. Per un umano rinnovato

L’orizzonte del Convegno ecclesiale di Firenze orienta la Chiesa ita-liana ad una rinnovata meditazione dello stile di umanità che sca-turisce dalla contemplazione di Gesù Cristo, il Figlio dell’Uomo.Come ci ricorda il Papa, Gesù «invitava a riconoscere la relazionepaterna che Dio ha con tutte le creature e ricordava loro con unacommovente tenerezza come ciascuna di esse è importante ai suoiocchi»2. Un creato, dunque, da gustare in tutta la sua bellezza ed inrendimento di grazie, da abitare con coraggio, sobrietà e in solida-rietà con i poveri, entro la grande comunione delle creature. Uncreato riconosciuto, alla luce della Pasqua, come la grande opera delDio unitrino, vivificata e condotta a compimento dallo Spiritocreatore (cfr Rm 8,19sgg.): costituito «secondo il modello divino», èquindi esso stesso «una trama di relazioni»3.La creazione appare così come spazio da abitare nella pace, coltivan-dolo e custodendolo, per costruirvi una vita buona condivisa.L’esperienza di tante generazioni credenti si fa così invito per noi, per-ché impariamo anche oggi a vivere in tale orizzonte la nostra umani-tà, abitando la terra con una sapienza capace di custodirla come casadella famiglia umana, per questa e per le prossime generazioni.

3. Una casa abitabile per la vita di tutti

Tale sapienza porta in sé sfide e compiti impegnativi. Emerge anzi-tutto una forte istanza di giustizia, per superare con decisione unsistema economico che non si cura dei soggetti più fragili, maanche una profonda esigenza di ripensamento dei nostri stili divita. Mossi da una spiritualità orientata alla “conversione ecologi-

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2 Ibid., n. 96. 3 Ibid., n. 240.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

ca”4, essi dovranno essere leggeri, orientati alla giustizia e sosteni-bili sul piano personale, familiare e comunitario. Occorre tornaread apprendere cosa significhi sobrietà, ripensando anche i nostristili alimentari, privilegiando, ad esempio, le produzioni locali equelle che provengono da processi rispettosi della terra.Strettamente connessa a tale importante questione è la difficoltà agarantire il diritto al cibo in un tempo di instabilità climatica cre-scente. Sempre più spesso eventi metereologici estremi devastano laterra e la vita delle persone. Siamo invitati a quella “responsabilitàdi proteggere”5 che impegna le nazioni a un’azione condivisa percontenere le emissioni che modificano il clima e riscaldano il pia-neta. È «urgente e impellente lo sviluppo di politiche» affinché «neiprossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas alta-mente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendoi combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile»6.Il 2015 vedrà un appuntamento fondamentale in tal senso: laConferenza delle Parti (COP 21), che si terrà a Parigi per definire ilquadro di riferimento per la tutela del clima nei prossimi anni. Lacomunità internazionale è chiamata a raggiungere accordi vinco-lanti, capaci di limitare l’entità del mutamento, condividendoimpegni e rischi secondo giustizia. Vorremmo richiamare, in parti-colare, l’esigenza di un forte impegno del Governo italiano, per unaccordo di alto profilo, che garantisca un futuro sostenibile alclima planetario. Contribuire a tale impegno significherà anche perl’Italia rafforzare la sostenibilità dell’economia, privilegiando sem-pre più le energie rinnovabili e potenziando l’ecoefficienza, offren-do così anche nuove opportunità di lavoro. 351

4 Ibid., n. 216. 5 CARD. P. PAROLIN, Intervento al Summit ONU sul clima del settembre 2014. 6 Lettera enciclica Laudato si’, n. 26.

4. Per una Chiesa in uscita

La Chiesa italiana si sente profondamente coinvolta in tale impe-gno ed avverte la responsabilità di contribuirvi per quanto le è pos-sibile. Alcune indicazioni in tal senso possono venire da una ripre-sa delle “cinque vie” proposte dalla Traccia per il Convegno eccle-siale di Firenze. Leggendole in relazione alla Giornata per la custo-dia del creato, vi scopriamo l’invito ad essere:

– una Chiesa che sa uscire da ambiti ristretti, per assumere ilcreato tutto – anche nelle ultime periferie – come orizzonte dellapropria missione e della propria cura;

– una Chiesa che sa annunciare il Vangelo, come buona novellaper l’intera creazione, come orientamento ad un umano capace dicoltivarla in modo creativo e rispettoso;

– una Chiesa che abita la terra, come sentinella, custodendone labellezza e la vivibilità, contro tante forme di sfruttamento rapace edinsostenibile, contro le diverse forme di illegalità ambientale;

– una Chiesa che educa – con parole, gesti e comportamenti – astili di vita sobri e sostenibili, amanti della giustizia ed allergici allacorruzione;

– una Chiesa che trasfigura il creato, celebrando il Creatore efacendo memoria del suo dono nell’Eucaristia, spazio di benedizio-ne vivificante.

5. Su vie di pace

Percorrendo tali vie accadrà spesso di incontrarvi cristiani di altreconfessioni, pure impegnati nella celebrazione di questo tempo delcreato e mossi dalla stessa profonda preoccupazione7.Accadrà pure talvolta di scoprire percorsi condivisi con i credenti dialtre fedi e con tanti uomini e donne di buona volontà. La collabo-razione alla custodia del creato costituisce, infatti, anche uno spa-zio di dialogo fondamentale, un contributo alla costruzione di paceal cuore della famiglia umana, in un tempo in cui essa appare

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7 Cfr. ibid., n. 7.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

minacciata. Accogliamo in quest’anno l’invito alla riconciliazioneche viene da Dio, sapendo che la pace con il Creatore – lo ricordavail santo papa Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata mon-diale della pace del 1990 – chiama a vivereuna pace profonda con tutto il creato.

Roma, 24 giugno 2015,Solennità della Natività di San Giovanni Battista

La Commissione episcopaleper i problemi sociali e il lavoro,

la giustizia e la pace

La Commissione episcopaleper l’ecumenismo e il dialogo

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Cancelleria

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

1. Sacre ordinazioni, ammissioni, ministeri istituiti

La sera del 30 giugno 2015, nella chiesa parrocchiale di S. Agostinoin Modugno, S. Ecc. mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, durante una concelebrazione eucaristica da lui presieduta,ha ordinato presbitero il diacono Rocco Daniele Priore, del clerodiocesano.

2. Nomine e decreti singolari

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:- 27 maggio 2015 (Prot. n. 18/15/D.A.S.-N), don Vito Piccinonnaagli uffici di parroco della parrocchia “SS. Medici Cosma eDamiano” in Bitonto, di rettore dell’omonimo Santuario e di pre-sidente della Fondazione “Opera SS. Medici Cosma eDamiano–Bitonto, onlus”, per nove anni;

- 12 giugno 2015 (Prot. n. 19/15/D.A.S.-N), don Alfredo Gabrielliall’incarico di vice-direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumeni-smo.

B) S. Ecc. l’Arcivescovo ha istituito, in data:- 13 maggio 2015 (Prot. n. 17/15/D.A.S.-I.), padre Jean Norbert

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Randriantantelison, D.F., all’ufficio di vicario parrocchiale dellaparrocchia “Sacro Cuore” in Gioia del Colle.

3. Atti arcivescovili

S. Ecc. l’Arcivescovo, in data- 27 giugno 2015 (Prott. nn. 20-21/15/L.A.), ha concesso licenza a S.Em. il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per lecause dei santi, per l’ordinazione diaconale nella Basilica minoredi S. Fara in Bari dei professi cappuccini fra Antonio Losapio e fraFrancesco Donato.

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Settore Evangelizzazione. Ufficio missionario

Il sangue dei martiri: un seme

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

La 23ma Giornata diocesana di preghiera e di digiuno in memoriadei Missionari Martiri, promossa dal Movimento Giovanile dellePontificie Opere Missionarie nel giorno anniversario dell’assassiniodi mons. Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador (24marzo 1980) e annoverato tra i Beati a partire dal 23 maggio u. s.,l’abbiamo celebrata presso l’aula magna del Rettorato al Politec-nico di Bari il 24 marzo 2015 alle ore 19.45. La scelta del luogo inso-lito è dettata dal rispetto per le tre confessioni cristiane ed altre fedireligiose che hanno aderito al nostro invito. Eravamo circa 170 par-tecipanti, provenienti da associazioni, gruppi e movimenti ecclesia-li; inoltre religiose di diversi ordini, giovani e adulti di diversecomunità parrocchiali e diversi fedeli baha’í e indù.

Con questo evento abbiamo inteso onorare, mediante la preghierae il digiuno, innanzitutto i missionari che hanno versato il sangueper testimoniare il Vangelo.Abbiamo poi voluto ricordare al Signore anche i numerosi cristianiuccisi recentemente in Somalia, Irak, Siria, Egitto, Nigeria e in altrenazioni, estendendo infine la preghiera anche per i testimoni dialtre confessioni cristiane e di altre fedi religiose non cristiane. Tuttiquesti testimoni sono accomunati dall’opera di Amore totale, cheha reso la loro vita donata un sacrificio a Dio gradito.Il Cristo, modello dell’offerta di sé al Padre e unico Mediatore, è

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stato, in ogni caso, il nostro riferimento fondamentale. Infatti abbia-mo rivissuto le sue ultime ore, “attraversando” i luoghi del suo mar-tirio: il Getsemani, il Golgota e il Sepolcro. La prima tappa è stataanimata dai cristiani ortodossi romeni con padre Mihai Driga; la suc-cessiva dai cristiani cattolici con il gruppo dei volontari “Fratellolupo” (Luciano, Mariana, Giuseppe, Cristiana, Sem Har, Francesca),che opera presso il carcere minorile di Bari; con la preghiera del dr.Dino Nicoletti, fedele della Chiesa evangelica battista, si è conclusa laterza fase di questo momento. I successivi interventi oranti dei Baha’ícon Minoo Foadi e degli Indù con Tristee Bundhun, hanno intesoesaltare il martirio dei seguaci di tutte le fedi religiose non cristiane,che sono stati discriminati, arrestati, imprigionati ed uccisi in nomedel proprio credo professato con amore.La corale ecumenica “Anna Sinigaglia”, diretta dal m.stro MariellaGernone, ha animato egregiamente i 90 minuti di preghiera.

Pochi giorni dopo ho ricevuto una mail di cui vi riporto testual-mente una parte: «Quando sento dire che non si deve pregare conchi non ci appartiene, mi viene da piangere. Dove è scritto che Gesùpregava e prima chiedeva nome, cognome e appartenenza? Dioprega per noi (Lo Spirito Santo-Dio intercede a nostro favore) e noipreghiamo Dio a nostro modo. Non si può e non si deve essere cosìrigidi, e dire: “La mia preghiera è più santa della tua”. Con qualediritto si può dire ciò? Il Dio di Abramo è Uno. Uno quello di Isaccoe dei suoi discendenti. Uno è il Mio Dio. Uno il Dio di chi vuole pre-gare il Mio Dio e il Suo Dio. Che è un Dio diverso… da quale Dio?Se il loro sentimento è Amore per Dio, non può che essere lo stessoDio. Sento sempre dire: “Dio è Amore” (1 Gv 4, 8), ma poi come èpossibile che questa frase non significhi più niente? Se Dio è Amoreè lì, dove c’è Amore per Lui».Lascio ai lettori la valutazione di queste appassionate riflessioni,mentre rendiamo lode al Padre di tutti i popoli con le parole dellaLiturgia: «Dio Padre, sostieni coloro che sono perseguitati per ilnome del Figlio tuo. Lo Spirito Santo che Gesù ha promesso glirenda testimonianza per bocca loro». Amen.

don Ambrogio Avellutodirettore Ufficio missionario

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Settore evangelizzazione. Ufficio missionario

Concorso missionario “don Franco Ricci”XIV edizione 2015

Cerimonia di premiazione

Il 16 maggio 2015, nell’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico diBari, si è svolta la cerimonia di premiazione del Concorso missiona-rio “don Franco Ricci – XIV edizione 2015”, bandito dal-l’Ufficio/Centro missionario sul tema “America Latina: dal Messicoall’Argentina. Degrado ambientale e disuguaglianza. Emigrati efamiglie di origine”. Tredici le scuole aderenti, di cui 1 scuola pri-maria, 8 scuole secondarie di I grado e 4 scuole secondarie di IIgrado, con la partecipazione di circa 400 studenti. Inoltre, oltre a 2gruppi parrocchiali, vi hanno partecipato anche tre ragazzi ospitidell’Istituto penale per i minorenni di Bari.Alla manifestazione, introdotta da mons. Domenico Ciavarella,vicario generale della diocesi di Bari-Bitonto, era presente anche laprof. Gabriella Ricci, sorella di don Franco Ricci, il nostro missio-nario martire al quale è intitolato il concorso. Gli intermezzi musi-cali sono stati eseguiti dal Gruppo musicale “Massimo ComuneMultiplo”: Massimo De Dominicis (voce e chitarra), PeppinoLorusso (chitarra) e Vincenzo Chiedi (basso). Inoltre, due esibizio-ni da parte dei concorrenti Pietro Leone (canzone Rap) e VincenzoFrancesco De Angelis.Questi i riconoscimenti assegnati.

Scuola primaria paritaria “Alberotanza”- Bari1° premio: classi II-A e III-A; 2° premio: Lorenzo Arciuli e

Christian Gismodo, classe V-A; 3° premio: Sara Guaragno e DalilaAlbanese, classe V-A.

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Scuole secondarie di I grado1° premio: Collaboratori edizione speciale “Daisy News”

(Federica Dalla Serra, Flavio Falcone, Adelaide Gargano, ChiaraLacasella, Domenico Mercurio, Federica Panebianco, AdrianaPetrera, Anna Saponaro, Elisabetta Sorge, Roberta Stasolla, MarinaTribuzio), Scuola secondaria I grado paritaria “Istituto Marghe-rita”, Bari.

2° premio: Simona De Martino, Antonella Dinoia, RobertoPiccarretta, Andrea Reale, classe II- D, Scuola secondaria I grado“Dante Alighieri”, Modugno (Bari).

3° premio: Sofia Pollice, classe I-I, Scuola secondaria I grado“Amedeo D’Aosta”, Bari.

Menzione speciale della giuria: Flavio Corriero, Vincenzo FrancescoDe Angelis, Matteo De Cosmo, classe I-D, Scuola secondaria Igrado “Dante Alighieri”, Modugno (Bari).

Segnalazioni della giuria: Classe III-B, I.C. “De Amicis-Laterza”, Bari;Alessandro Milella, Scuola secondaria I grado “Tommaso Fiore”,Bari; Francesco Pio Fiore, classe I-F, Scuola secondaria I grado“Zingarelli”, Bari; Simone Pellegrino, classe III-D, Scuola seconda-ria I grado “D. Cirillo”, Bari; Giorgia Loschiavo, classe II-D, Scuolasecondaria I grado “Dante Alighieri”, Modugno (Bari); DavideFragossi, Nicola Cuccinella, Francesco Del Vecchio, Fabio Franco,classe II-D, Scuola secondaria I grado “Dante Alighieri”, Modugno(Bari); Renato Ferrari, Alessio Nacci, classe II-D, Scuola secondariaI grado “Dante Alighieri”, Modugno (Bari).

Scuole secondarie II grado1° premio: Francesca Basile, classe IV SIA, ITC “Vivante”, Bari.2° premio: Pietro Leone, classe III-B, ISIS “Euclide”, Bari.3° Premio: Classe IV-D, Liceo “Amaldi”, Bitetto (Bari).

Segnalazioni della giuria: Luigia Petrelli, classe III-A SIA, ITC“Vivante”, Bari; Valentina Malerba, classe I-DL, I.I.S. “TommasoFiore”, Modugno (Bari); Maria Schingaro, classe III- AFM, ITC“Vivante-Pitagora”, Bari.

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Gruppi, movimenti, associazioniMenzioni speciali della giuria: Settore secondo anno di catechismo,Parrocchia “S. Pasquale”, Bari; Cristian, Eugenio e Vincenzo,Istituto penale per i minorenni, Bari.

Segnalazioni della giuria: Daniele Ilaghi; Lucia Francesca Mazziotta,Terzo anno di catechismo, Parrocchia “S. Pasquale”, Bari.

A conclusione della serata, il saluto di don Ambrogio Avelluto,direttore dell’Ufficio/Centro Missionario e l’arrivederci al prossimoanno.

dr. Mario ConfortiUfficio/Centro Missionario Diocesano

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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L’impegno sociale e politico di un credente in Cristo non può nonavere come riferimento fondamentale la Dottrina sociale dellaChiesa (DSC). La DSC è certamente un insieme di contenuti daconoscere, ma prima di conoscere tali contenuti è opportuno com-prenderne dal di dentro la genesi e la collocazione nella vita dellaChiesa: questo perché, soprattutto per chi è credente, l’approccioconoscitivo alla DSC non è solo un fatto informativo, ma è l’acco-stamento ad una esperienza vitale; anche il non credente però puòcogliere questo aspetto, se accetta di provare a pensare e a com-prendere “come se Dio esistesse” e “come se fosse in relazione conLui”. In ogni caso poi resta comunque sempre anche la dimensioneintellettuale, la conoscenza dei contenuti proposti. La DSC è certa-mente un capitolo della teologia morale e della teologia sociale (uncapitolo leggermente più ampio della sola morale sociale); ma èmeglio pensarla anzitutto come un vero e proprio capitolo dellavita della Chiesa. E dicendo Chiesa, si intende dire comunità cri-stiana, ma anche singolo cristiano.In tale contesto vanno inquadrati i “Dialoghi sulla Dottrina socia-le della Chiesa”, organizzati nel periodo febbraio/maggio 2015dall’Ufficio Mondo sociale e del lavoro, attraverso la scelta di tretemi “mirati” su cui far vertere il percorso: la persona e la DSC; eco-nomia e finanza e DSC; famiglia e contesto sociale nella DSC. Lo

Ufficio Mondo sociale e del lavoro

Dialoghi sulla Dottrina sociale della Chiesa

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stile degli incontri è stato “il dialogo”: non relazioni frontali conuditorio più o meno accondiscendente, ma esposizione dei temicon conseguente apertura alla discussione, al senso critico, allagenerazione di una logica entro la quale assumere decisioni nel pro-prio agire. Incontri, pertanto, aperti a tutti, anche a non credenti,ma disponibili, per l’appunto, “al dialogo”.Tre incontri, quindi, tenuti da tre relatori qualificati e specialisti deitre temi. Il primo è stato affidato a mons. Francesco Savino (all’e-poca, nel mese di febbraio, non ancora vescovo), il quale si è ampia-mente soffermato sulla necessità di considerare la centralità dellapersona umana in ogni ambito e manifestazione della socialità(politica, economia, lavoro, tecnologia, comunicazione, ecc.). Lapersona umana è il protagonista fondamentale, il soggetto, il fon-damento e il fine della vita sociale. L’intangibile dignità della per-sona diviene dunque il principio fondamentale, teorico ed operati-vo, dell’esserci e dell’agire del cristiano nella società e nella politica.Esso diviene il criterio di giudizio stringente di ogni fatto sociale,politico, economico, tecnologico.Il secondo “dialogo” è stato condotto da fra’ Paolo Crivelli, mini-stro generale della Fraternità Francescana di Betania il quale,riprendendo alcuni criteri di fondo della DSC in tema di economia,ha ricordato come «il principio della destinazione universale deibeni invita a coltivare una visione dell’economia ispirata a valorimorali che permettano di non perdere mai di vista né l’origine, néla finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo equo e soli-dale, in cui la formazione della ricchezza possa assumere una fun-zione positiva» (Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, 174).«Il benessere economico di un Paese non si misura esclusivamentesulla quantità di beni prodotti, ma anche tenendo conto del modoin cui essi vengono prodotti e del grado di equità nella distribuzio-ne del reddito, che a tutti dovrebbe consentire di avere a disposizio-ne ciò che serve allo sviluppo e al perfezionamento della propriapersona. Un’equa distribuzione del reddito va perseguita sulla basedi criteri non solo di giustizia commutativa, ma anche di giustiziasociale, considerando cioè, oltre al valore oggettivo delle prestazio-ni lavorative, la dignità umana dei soggetti che le compiono. Unbenessere economico autentico si persegue anche attraverso ade-guate politiche sociali di ridistribuzione del reddito che, tenendo

CURIA METROPOLITANA

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conto delle condizioni generali, considerino opportunamente imeriti e i bisogni di ogni cittadino» (ivi, 303).Il terzo ed ultimo “Dialogo” è stato condotto da p. Michael RyanLC, docente di filosofia morale ed etica sociale ed economicanell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in Roma. «Il rapporto cheintercorre tra la famiglia e la vita economica è particolarmente significativo.Da una parte, infatti, l’”eco-nomia” è nata dal lavoro domestico: lacasa è stata per lungo tempo, e ancora — in molti luoghi — conti-nua ad essere, unità di produzione e centro di vita. Il dinamismodella vita economica, d’altra parte, si sviluppa con l’iniziativa dellepersone e si realizza, secondo cerchi concentrici, in reti sempre piùvaste di produzione e di scambio di beni e di servizi, che coinvolgo-no in misura crescente le famiglie. La famiglia, dunque, va conside-rata, a buon diritto, come una protagonista essenziale della vitaeconomica, orientata non dalla logica del mercato, ma da quelladella condivisione e della solidarietà tra le generazioni» (ivi, 248).«L’apporto che la famiglia può offrire alla realtà del lavoro è prezioso e, permolti versi, insostituibile. Si tratta di un contributo che si esprime siain termini economici sia mediante le grandi risorse di solidarietàche la famiglia possiede e che costituiscono un importante appog-gio per chi, al suo interno, si trova senza lavoro o è alla ricerca diun’occupazione. Soprattutto e più radicalmente, è un contributoche si realizza con l’educazione al senso del lavoro e tramite l’offer-ta di orientamenti e sostegni di fronte alle stesse scelte professiona-li» (ivi, 249).«Il punto di partenza per un corretto e costruttivo rapporto tra la famiglia ela società è il riconoscimento della soggettività e della priorità sociale dellafamiglia. Il loro intimo rapporto impone che “la società non vengamai meno al suo fondamentale compito di rispettare e di promuo-vere la famiglia stessa “. La società e, in particolare, le istituzioni sta-tali — nel rispetto della priorità e « antecedenza » della famiglia —sono chiamate a garantire e favorire la genuina identità della vita fami-liare e a evitare e combattere tutto ciò che la altera e ferisce. Ciòrichiede che l’azione politica e legislativa salvaguardi i valori dellafamiglia, dalla promozione dell’intimità e della convivenza familia-

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re, al rispetto della vita nascente, alla effettiva libertà di scelta nel-l’educazione dei figli. La società e lo Stato non possono, pertanto,né assorbire, né sostituire, né ridurre la dimensione sociale dellafamiglia stessa; piuttosto devono onorarla, riconoscerla, rispettarlae promuoverla secondo il principio di sussidiarietà» (ivi, 252).La partecipazione da parte del pubblico è stata ottima, con parteci-panti delle varie realtà parrocchiali, associative, nonché da parte ditante persone interessate, a vario titolo, agli argomenti. Molto pro-ficui i momenti di “dialogo”, improntati all’apertura e alla necessi-tà di ritrovare “un senso” rispetto ai temi focali trattati.L’auspicio è, per il prossimo anno pastorale, di ripetere l’esperienza,ampliando i temi ed il numero degli incontri.

diacono Tommaso Cozzi direttore Ufficio Mondo sociale e del lavoro

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Anche quest’anno , agli inizi di giugno, si è concluso l’anno di corsodi preparazione al diaconato permanente. Il corso, quest’anno, è stato frequentato solo da coloro che a suotempo hanno chiesto di intraprendere il cammino per detto mini-stero. Ha comportato: la frequenza ad una lezione settimanale(dalle 18,00 alle 20,30) presso l’Oasi di S. Martino per le disciplinespecifiche del diaconato, come di seguito riportate; la frequenzaall’Istituto Superiore di Scienze Religiose per le discipline, sempreattinenti al diaconato permanente, quali Nuovo Testamento (sinot-tici, lettere paoline e giovannee), Ecclesiologia, Teologia sacramen-tale, Antropologia teologica, Teologia morale e familiare, Storiadella Chiesa 2, Liturgia; alcune giornate di studio e preghiera fuorisede (periodi di tre giorni di seguito e per due volte l’anno); un annodi esperienze pastorali, per i frequentanti il quinto anno di prepa-razione al diaconato. Per questi ultimi, Liberato De Caro (parroc-chia S. Pasquale in Bari) e Luigi Fanelli (parrocchia Salvatore inLoseto-Bari), i luoghi di “tirocinio” e “studio” sono stati:

– Parrocchia S. Marcello in Bari per Luigi Fanelli; parrocchiaS. Maria della Pace in Noicattaro per Liberato De Caro;

– Oasi di S. Martino per studio e approfondimento dei docu-menti del Magistero, guidati dal prof. Giuseppe Micunco;

– Ospedale Policlinico S. Paolo in Bari per la pastorale della salu-te, guidata dal cappellano don Michele Scolletta;

Ufficio per il diaconato permanente e i ministeri istituiti

Relazione sulle attività dell’anno 2014-2015

CURIA METROPOLITANA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

I candidati frequentanti sono stati tredici (13), compresi tre (3)extradiocesani:

cinque di primo anno (due extradiocesani); due di secondo anno;uno di terzo anno (extradiocesano);tre di quarto anno;due di quinto anno.

Oltre al Vicario episcopale per il diaconato permanente e i ministe-ri istituiti mons. Vito Bitetto, che ha guidato il corso “Diaconia nelprimo millennio e diaconia e diaconato nel Nuovo Testamento”,per complessive quattordici (8+6) ore di lezione, con esami finali,diversi sono stati i docenti che si sono avvicendati nell’insegna-mento delle varie discipline e nella formazione-preparazione deicandidati:

– Prof. Giuseppe Micunco ha guidato il corso di “Teologia ecu-menica”, di sei (6) ore con esame finale;

– p. Leonardo Di Taranto ha guidato il corso di “Cura e pastora-le degli infermi”, di cinque (5) ore di lezione con esame finale;

– don Mario Castellano ha guidato il corso di “Parola e Liturgia(omelia)”, di otto (8) ore di lezione con esame finale;

– mons. Paolo Bux ha guidato il corso di “Diritto canonico”, concinque (5) ore di lezione con esame finale;

– diac. Bruno Ressa ha guidato un corso di “Esercitazioni prati-che”, per sei (6) ore complessive. Hanno completato l’iter formativo le seguenti altre attività:

– un incontro di un pomeriggio con S.E. l’Arcivescovo, mons.Francesco Cacucci;

– un incontro di un pomeriggio con il rettore del Seminariominore don Donato De Felice;

– un incontro con il direttore dell’Ufficio per il laicato, prof.Giuseppe Micunco;

– un incontro di un pomeriggio con i diaconi;– un incontro di un pomeriggio delle mogli dei candidati diaconi ;– un incontro di un pomeriggio con le mogli dei candidati e

alcune mogli di diaconi;– un incontro di un pomeriggio con i seminaristi di teologia,

presso il Seminario regionale di Molfetta;– la partecipazione alla Messa crismale;

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– la partecipazione alla Messa con l’ammissione dei nuovi candidati;– la festa di fraternità alla fine dell’anno formativo, che ha con-

cluso il cammino annuale nella gioia.Inoltre, durante i giorni di condivisione-studio presso l’Oasi di S.Maria in Cassano delle Murge, in novembre e a giugno, si è avutomodo di riflettere, in un clima di fraternità e preghiera più intensa,sui documenti C.E.I. e diocesani sul diaconato permanente (Diret-torio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti, Congre-gazione per l’Educazione cattolica e Congregazione per il Clerosulle Norme fondamentali per la formazione dei diaconi perma-nenti); nonché un approfondimento sulla Christifideles laici. Un ritiro spirituale nei giorni di condivisione-studio, tenuto damons. Nicola Bonerba, su “Nicodemo”, in sintonia con il program-ma diocesano, ha contribuito non poco al discernimento della pro-pria vocazione e alla consapevolezza della necessità-importanzadella preghiera personale e comunitaria.Nell’ambito delle attività annuali, nel tempo di Avvento e diQuaresima, a vantaggio dei ministeri istituiti, si sono realizzati dueincontri diocesani per i lettori e due per gli accoliti. In questi incon-tri, dopo un momento di intensa preghiera comunitaria, si è passa-ti ad una utile conversazione, tenuta dal prof. Giuseppe Micunco,sul Sinodo straordinario sulla famiglia indetto da papa Francesco.Infine, grati a Dio, avendo terminato il piano di studio e il periodoformativo, a data da stabilirsi e se il Signore vorrà, saranno ordina-ti in Cattedrale, per imposizione delle mani di S.E. Rev.ma mons.Francesco Cacucci, due (2) diaconi permanenti: Liberato De Caro,della parrocchia S. Pasquale, in Bari, e Luigi Fanelli della parrocchiaSalvatore in Loseto-Bari.Con quest’ ultima ordinazione, il numero complessivo dei diaconipermanenti nella nostra Diocesi è di novanta (90), di cui settanta-tre (73) viventi e diciassette (17) che il Signore ha chiamato a sé per-ché vivano con Lui nella gioia eterna.Nel formulare a tutti gli auguri di buon lavoro, accompagnati dallagrazia di Dio, chiediamo per loro e per gli altri già ordinati la pre-ghiera delle comunità in mezzo alle quali eserciteranno o già eser-

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citano il loro ministero, perché sia reso alla Chiesa un autentico ser-vizio e a Dio un canto di lode e di ringraziamento.È infatti necessario che tutti noi richiamiamo alla nostra mente lagrande verità espressa in maniera sintetica ma luminosa nellaLumen gentium: «questi carismi, straordinari o anche semplici e piùlargamente diffusi, sono appropriati alle necessità della Chiesa eperciò si devono accogliere con gratitudine e gioia» (n. 12).Tutto è dono di Dio, a lode Sua sia l’esercizio del loro servizio aifratelli.I pastori d’anime con l’aiuto dello Spirito Santo siano solleciti adindividuare tra i fedeli chi ha particolare attitudine al servizio. Lavolontà di Dio e le preghiere faranno il resto.Chi è chiamato, da parte sua, sappia che «servire Cristo vuol direregnare».

mons. Vito BitettoVicario episcopale

diac. Bruno RessaCollaboratore dell’Ufficio

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Venerdì 15 maggio 2015, si è svolta in Noicattaro, presso le OpereParrocchiali della Chiesa Matrice, l’Assemblea del Laicato sul tema: “Lenotti di Nicodemo (cfr Gv 19, 38-40). Essere e avere. Pentecoste e missione diNicodemo”, con particolare attenzione ai problemi sociali e del lavoro.Si concludeva così un ciclo di incontri, organizzati dall’Ufficio DiocesanoLaicato e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali per l’annopastorale 2014-2015, sulla traccia della lettera dell’Arcivescovo “Rinascereall’amore. Il mistero di Nicodemo”, e aventi un preciso riferimento all’e-vento prossimo che la Chiesa si prepara a vivere, il Convegno EcclesialeNazionale, “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, che si terrà a Firenze dal9 al 13 novembre 2015.Le precedenti assemblee hanno avuto come tema, il 5 dicembre, “Le nottidi Nicodemo (cfr Gv 3, 1-13). L’ascolto, il dialogo, l’accoglienza”, con particola-re attenzione al dialogo ecumenico e interreligioso, relatore il dott.Alberto Quattrucci, responsabile nazionale della Comunità diSant’Egidio; il 23 febbraio, “Le notti di Nicodemo (cfr Gv 3, 1-13). Eros eAgape. Quaresima e Pasqua di Nicodemo”, con particolare attenzione ai pro-blemi del matrimonio e della famiglia, relatore il prof. Giuseppe Micunco,direttore dell’Ufficio Diocesano Laicato.Riportiamo una sintesi della relazione tenuta nell’ultimo incontro, del 15maggio.

Generalmente la nostra coscienza vive il conflitto tra l’essere e l’a-vere. Anzi il conflitto viene risolto con affermazioni del tipo “è piùgiusto essere, che avere”.Tuttavia, nel Vangelo, sembra esserci una affermazione di Gesù, che

Ufficio Laicato. Consulta delle aggregazioni laicali

“Con tutte le forze: essere è avere”

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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contraddice tale dicotomia, sostenendo che “essere, è avere”: «Fateattenzione a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha,sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Mt 13, 12). Sembra quasi che Gesùsi comporti in maniera ingiusta: a chi ha sarà dato ancora di più e achi non ha, sarà tolto anche quello che non ha! È interessante nota-re come tale frase viene pronunciata tenendo conto delle parabole deitalenti (Mt 25, 14-30) e delle monete (Lc 19, 11-28). Chissà se Nico-demo, nel suo percorso dal fare carità all’essere carità con tutte leforze, era a conoscenza di questa parte del pensiero di Cristo.Ma a cosa si riferisce Gesù? Si riferisce all’ascolto della Parola: chiascolterà la parola e la farà fruttificare, la renderà concreta, operativa,renderà testimonianza nella propria vita, avrà una sempre più pro-fonda amicizia con Gesù. Chi rifiuterà di ascoltarla, sarà e avrà sem-pre meno nella e dalla vita. Chi possiede talenti, materiali o spiritua-li, e li mette in gioco con tutte le forze, avrà la pienezza della vita ed ilsuo “essere” sarà quello di una persona adulta nella fede; in armoniacon se stesso, con gli altri e con il creato, in quanto Gesù stesso ali-menterà ciò che possiede per fare in modo che sia condiviso con glialtri, conducendoci alla felicità. È ciò che è accaduto a Nicodemo, ilquale, mentre effettuava il suo cammino interiore, possedeva semprepiù la Verità, conosceva sempre più la Via, adorava fino in fondo laVita. Per Nicodemo, che paga di tasca propria con il molto che pos-siede, si è verificato uno sviluppo pieno del suo essere.Come possiamo, allora, provare ad essere come Nicodemo? Pensoche ci sia solo l’imbarazzo della scelta. Mi metto in gioco con tuttele forze nella mia famiglia? Impiego il mio tempo con moglie e figli?Nel lavoro pongo in gioco tutte le mie energie professionali? Inpolitica mi impegno fino al dono totalmente leale di me stesso? Lasolidarietà è per me “una categoria teologica”, oppure solo unaideologia, una filosofia, un problema sociale? Papa Francesco ci fanotare come il kerigma, se non viene giocato con tutte le energienella società (cioè per il mio prossimo), diventa pura idealizzazione;la nostra diventa una “carità à la carte”, una serie di azioni tenden-ti solo a tranquillizzare la nostra coscienza (EG 180).«L’alienazione sociale e psicologica e le tante nevrosi che caratterizzano lesocietà opulente rimandano anche a cause di ordine spirituale. Una societàdel benessere, materialmente sviluppata, ma opprimente per l’ani-ma, non è di per sé orientata all’autentico sviluppo. Le nuove forme

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di schiavitù della droga e la disperazione in cui cadono tante per-sone trovano una spiegazione non solo sociologica e psicologica,ma essenzialmente spirituale. Il vuoto in cui l’anima si sente abbando-nata, pur in presenza di tante terapie per il corpo e per la psiche, produce sof-ferenza. Non ci sono sviluppo plenario e bene comune universale senza ilbene spirituale e morale delle persone, considerate nella loro interezza dianima e corpo» (CV, 76).Come ci si potrà stupire dell’indifferenza per le situazioni umane didegrado, se l’indifferenza caratterizza perfino il nostro atteggia-mento verso ciò che è umano e ciò che non lo è? Pronti a scandaliz-zarsi per cose marginali, molti sembrano tollerare ingiustizie inau-dite. Mentre i poveri del mondo bussano ancora alle porte dell’o-pulenza, il mondo ricco rischia di non sentire più quei colpi alla suaporta, per una coscienza ormai incapace di riconoscere l’umano.Importante, a tal proposito, il richiama di Papa Francesco ai quattroprincipi su cui si incardina la trasmissione del kerigma nel sociale: iltempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà èpiù importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte (EG 222 e sgg.).Ma come ha potuto Nicodemo, superare il conflitto tra essere eavere, facendo coincidere le due allocuzioni, se non con l’aiuto delloSpirito Santo? A tal proposito l’aiuto fornito dal testo di J. Dobra-czynski Lettere di Nicodemo, è di grande aiuto. Nella ventiquattresi-ma lettera si legge che Nicodemo, dopo la discesa dello SpiritoSanto, comprese improvvisamente il senso dell’espressione “nasce-re nuovamente”: rinascere d’un tratto nella piena padronanza ditutte le nostre possibilità. Era finalmente in grado di riconosceretutto il sapere del mondo. La sua strada era ben tracciata e sapevabene dove andare e cosa fare. «L’uomo può provare timore, ma l’a-more fuga questo timore, come un raggio di sole dissipa le ombredella notte» (op. cit., p. 379).Forse dovremmo porci la domanda: je suis Nicodémo?

diacono Tommaso CozziDirettore Ufficio Mondo sociale e del lavoro

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CURIA METROPOLITANA

L’inaugurazione del nuovo percorsoespositivo del Museo diocesano

MUSEO DIOCESANO

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

Nella Giornata di santificazione sacerdotale di venerdì 12 giugno 2015,che si è svolta nell’aula “Mons. Enrico Nicodemo” dell’Istituto di Teo-logia ecumenico-patristica “San Nicola” nella città vecchia, è stata pre-sentata, dopo cinque anni di intensi lavori, una prima tranche del nuovopercorso espositivo museale previsto per il Museo diocesano di Bari. Ilavori hanno riguardato due nuovi saloni espositivi, una sala conferenzee una sala lettura, ubicati al primo piano del Palazzo vescovile, ove eranopresenti gli uffici curiali sino al 2005.Alla presentazione del direttore del Museo, don Michele Bellino, di cuipubblichiamo qui di seguito il testo, ha fatto seguito l’inaugurazione del-l’ampliamento da parte dell’Arcivescovo, presso la sede del Museo.

Strutturo il mio intervento, nel richiamare all’attenzione di noitutti, una semplice domanda ma allo stesso tempo fondamentale,con quale intenzione si costituisce, si organizza o come nel nostrocaso si rinnova un Museo Diocesano?L’ottica attraverso la quale tutti i beni culturali sono visti dallaChiesa è soprattutto religiosa, cioè attestazione della vita di fede diuna comunità cristiana nel suo contesto storico e culturale.Secondo la definizione di Giovanni Paolo II, essi sono beni «postial servizio della missione della Chiesa» (Allocuzione 12 ottobre1995), cioè espressione della vita liturgica, della pietà e della carità. Quanto a tale finalità pastorale, il museo ecclesiastico «si ponequale strumento di evangelizzazione cristiana, di elevazione spiri-tuale, di dialogo con i lontani, di formazione culturale, di fruizioneartistica, di conoscenza storica».

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In questa necessaria anima il Museo Diocesano di Bari fu eretto il 7giugno 1981, dall’allora arcivescovo, padre Mariano Magrassi. Neisuoi trent’anni di vita si è ritrovato ad affrontare diverse fasi di cre-scita. La prima fu di vera raccolta del materiale artistico che rischia-va la dispersione a motivo di interventi di restauro da compiersi indiverse chiese della città vecchia di Bari e dell’arcidiocesi. Da essa nescaturì quella di allestire tutto quel tesoro della chiesa cattedrale,costituito da suppellettili, paramenti, manufatti legati alla liturgia,tra cui le insigne testimonianze dei rotoli dell’ Exultet. Oggi, per volontà del nostro arcivescovo, mons. Francesco Cacucci,inizia non un semplice aumento di superficie espositiva, in quantotutto il primo piano del palazzo arcivescovile diventa MuseoDiocesano, bensì la necessità sempre più avvertita di raccontare, adun pubblico non solo cristiano o addetto ai lavori, le fasi di vita diuna comunità. Il percorso espositivo, strutturato da una commis-sione scientifica (M. Basile Bonsante, R. Lorusso Romito, S. DiSciascio, A. Melpignano, F. Russo, G. Barracane) ed avvallato dallaSoprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio nel luglio 2009, sicompone di tasselli che ripresentano le sale espositive secondo scan-sioni storiche così individuate: paleocristiana, altomedievale, XI-XIII sec., tardogotica, tridentina, barocca, ottocento e novecento.

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In questo momento, si presentano le fasi legate al rinnovamentotridentino e alla “religiosa magnificenza” del seicento e settecento. Ne richiamo brevemente alcuni punti salienti.È nota a tutti l’elevatura culturale di due arcivescovi, Giacomo (1550-62) ed Antonio Puteo (1562-92). Essi con sistematico impegno pose-ro segni sacri che «dovevano muovere i cuori de’ riguardanti alla divo-zione e vero culto di Dio». Stupisce ancora oggi Antonio Puteo chevolle spettacolari cortei processionale, feste popolari, sacre rappre-sentazioni, al fine di suscitare fervore devozionale. Nel palazzo arcivescovile (1580) il fiammingo Gaspar Hovic fecerappresentazioni, immediatamente comprensibili nel loro signifi-cato. La cattedrale e le cappelle delle famiglie facoltose si abbelliro-no di opere richieste alle botteghe veneziane di Paolo Veronese,Jacopo Tintoretto e Paris Bordon. Nella Bari secentesca trionfò il linguaggio fantasioso e spettacola-re: l’arcivescovo Diego Sersale (1638-65) volle la colonna di sanSabino nel cortile dell’episcopio (1650), il successore GiovanniGranafei (1666-83) arricchì la sacrestia del busto dello stesso santo,che gli fece l’argentiere napoletano Andrea Finelli (1674).

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MUSEO DIOCESANO

Grandiosa fu l’opera che l’arcivescovo Muzio Gaeta jr (1736-1754)chiese all’architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, nel1737. Questi ristrutturò il seminario e ornò il suo prospetto che siaffacciava nel cortile arcivescovile con applicazioni di stucchi e 14busti di marmo bianco di Carrara sulla balaustra del terrazzo: semi-nario e palazzo dell’arcivescovo acquisivano nuova unità spettaco-lare. Altrettanto operò nella cattedrale medievale: con le decorazio-ni a stucco sulle pareti ampliò illusoriamente lo spazio, come con lefinte volte fino all’abside. Da questo breve panoramica storico-artistica si comprende qualeimpegno culturale si è spinti a realizzare in questo nostro tempo.

sac. Michele Bellinodirettore del Museo

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Il 20 e 21 giugno scorsi, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, ilCentro Volontari della Sofferenza (CVS) della nostra diocesi ha vis-suto un meeting di conclusione delle celebrazioni per il 40° anno divita associativa. Abbiamo ripercorso la nostra storia nella Chiesalocale, partendo da un filmato della celebrazione del 25° anniversa-rio, con la liturgia eucaristica presieduta da S.E. mons. FrancescoCacucci. Siamo poi tornati alle origini, con il mandato di far sorge-re il CVS nella Chiesa di Bari-Bitonto affidato ad Emmanuele Fioredal beato mons. Luigi Novarese, fondatore del Centro Volontaridella Sofferenza e dei Silenziosi Operai della Croce. Emmanueleavviò l’associazione in diocesi insieme a un drappello di coraggiosi“seminatori di speranza”, tra cui ricordiamo Rosa Sinisi, Elvira DiBari, Fara Cioce e don Vittorio Borracci, da sempre nostro assisten-te spirituale. «L’apostolato dell’ammalato per mezzo dell’ammalato,con l’aiuto del fratello sano si è progressivamente sviluppato con lametodologia propria del CVS, attraverso la nascita di piccoli gruppiparrocchiali che animano la pastorale della salute, si mettono a ser-vizio della comunità, fanno crescere i propri membri attraverso laformazione, la preghiera e lo sviluppo di relazioni fraterne, fino alpunto di maturazione in cui un paio di componenti si staccano perandare a fondare un nuovo gruppo in una parrocchia vicina. In que-sti quarant’anni sono state molte le occasioni da ricordare: la nasci-

Il meeting per il 40° del Centro Volontari della Sofferenza

Per il passato “Grazie”, per il futuro “Sì”

CONVEGNI

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

ta dei dettori per la formazione specifica per fasce d’età, la coopera-tiva “Ala di riserva” che ha fatto conoscere il CVS attraverso la dis-tribuzione di oggettistica artigianale confezionata in collaborazionetra soci “sani” e disabili, spettacoli organizzati per far conoscere lafigura del beato Novarese, pellegrinaggi a Lourdes e a Fatima, gliesercizi spirituali svolti ogni estate presso la casa di spiritualità inValleluogo di Ariano Irpino (Av), la partecipazione a momenti stori-ci per la Confederazione internazionale CVS come il 50° anniversa-rio nel 1997 a Roma con papa san Giovanni Paolo II e la beatifica-zione del Fondatore nel 2013.In questi due giorni, accolti calorosamente dal parroco don GianniDe Robertis e da tutta la comunità di S. Marcello, abbiamo vissutomolti altri momenti forti, tra cui: un approfondimento suiSilenziosi Operai della Croce, il ramo dei consacrati (religiosi e laici)della famiglia spirituale novaresiana, in cui abbiamo compreso ilsignificato della vocazione a questo speciale apostolato grazie allapresenza di alcune consacrate e di quattro novizi di prossima con-sacrazione; la presentazione del progetto apostolico diocesano peril triennio 2015-2018, perché questo meeting non voleva essere sol-tanto un “Grazie” per il passato ma anche un fiducioso “Sì” al futu-ro; un musical sulla fiaba di Cenerentola messo in scena dai nostriragazzi del Gruppo Attivo (i c.d. disabili psichici); una tavola roton-da, guidata dal direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale dellasalute p. Leonardo Di Taranto, tra le diverse associazioni operantiin diocesi in questo ambito pastorale; momenti di preghiera emomenti ludici. Infine abbiamo concluso con la S. Messa, presie-duta da mons. Cacucci proprio come 15 anni fa, in stupenda conti-nuità di paterna attenzione del nostro Pastore. Ci sentiamo grati alSignore per quanto fatto e vissuto in questi quarant’anni e nellostesso tempo spronati ad andare avanti con sempre maggior ardo-re, per portare a tutti i sofferenti della Chiesa di Bari-Bitonto l’an-nuncio che dal dolore, in unione con Gesù, fiorisce la vita.La nostra storia è partita da Emmanuele Fiore, che per tutti icivuessini di Bari-Bitonto è stato un esempio di persona sofferentevissuta in piena adesione alla vocazione battesimale e al carismaassociativo. Egli è nato al Cielo nell’ormai lontano 2004, ma la suamemoria è rimasta viva in molti nella nostra diocesi, che lo hannoconosciuto personalmente attraverso il CVS o durante il sinodo

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diocesano guidato da mons. Mariano Magrassi. Approfittiamo per-ciò di questo spazio per invitare tutti i lettori di questo Bollettino(sacerdoti, religiosi e laici) ad inviarci testimonianze personali sullevirtù cristiane di Emmanuele Fiore, scrivendo lettere firmate alseguente indirizzo: Centro Volontari della Sofferenza Diocesi diBari-Bitonto onlus, via Brennero 14/a, 70124 Bari. Grazie a tutti esoprattutto sempre al Dio di ogni misericordia!

Floriano Sciosciaresponsabile Centro Volontari della Sofferenza di Bari-Bitonto

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La Fondazione Antiusura “S. Nicola e SS. Medici” di Bari ha parteci-pato con un significativo numero dei suoi membri al convegno dellaConsulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” che il 15 e il 16maggio ha celebrato il ventesimo anniversario della sua costituzione.Sono stati due giorni di appuntamenti intensi, tra momenti di pre-ghiera, confronto, spettacolo e dibattito, per informare e sensibiliz-zare l’oLa Consulta Nazionale Antiusura è attualmente compostada 28 fondazioni, presenti in tutte le regioni d’ Italia. Ha messo incampo in venti anni attraverso una rete operativa di esperti e volon-tari, una attività sempre più capillare di prevenzione e contrastodell’usura e, più in generale, dell’indebitamento delle famiglie.Assente padre Massimo Rastrelli per motivi di salute, i partecipan-ti all’evento, guidati da mons. Alberto D’Urso, vicepresidente esegretario della Consulta, sono stati accolti, nel pomeriggio divenerdì 15 maggio, nella chiesa di S. Maria delle Grazie, dai saluti dimons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-S. Gio-ßvanni Rotondo, e di fr. Francesco Di Leo, rettore del Santuario.Nel suo messaggio di benvenuto mons. Castoro ha espresso «l’au-gurio che questi momenti di riflessione e confronto spingano a per-corsi di conversione individuale e collettiva che ci portino ad adot-tare stili di vita ispirati alla sobrietà, distaccati dal denaro, con

Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”

Convegno “Venti anni di solidarietà”(S. Giovanni Rotondo, 15-16 maggio 2015)

CONVEGNI

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

un’attenzione più sul valore della ricchezza morale e relazionale chesu quella puramente materiale ed edonistica».L’Arcivescovo ha poi dato lettura del messaggio del Santo Padre.Papa Francesco ha auspicato «una sempre e più incisiva azione dievangelizzazione e promozione umana che possa incrementare lafraterna solidarietà e il rispetto e la dignità di ogni persona». «Carità, benignità e longanimità – ha ricordato fr. Francesco DiLeo – sono tre virtù che san Pio da Pietrelcina in diverse lettere, haindicato come fondamentali per un’anima che tende alla perfezio-ne e sono anche le virtù che sono alla base della vostra missione diaiuto e sostegno alle vittime dell’usura».Dopo i saluti, le riflessioni di fr. Luciano Lotti, direttore della rivi-sta “Studi su Padre Pio”, hanno sottolineato l’importanza della gra-tuità nella vita dei cristiani, ricordando lo straordinario insegna-mento di Padre Pio racchiuso in una sua significativa affermazione:«Come facciamo noi che siamo credenti, che abbiamo lo sguardoverso il cielo, a fissare la nostra attenzione sul denaro che è acquache passa?». «Noi dobbiamo sempre tenere a mente queste parole -ha esortato fr. Luciano - : impegnarci nella carità, essere attenti albenessere di tutti, avere nel nostro cuore l’idea che non ci fermiamoall’acqua che passa».Dopo la cerimonia di benvenuto i partecipanti (oltre seicento)hanno raggiunto la chiesa inferiore di San Pio vivendo intensimomenti di preghiera conclusasi innanzi alle spoglie del corpo delSanto, guidati da mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, presen-te alla due giorni fino alla sua conclusione. La celebrazione della Parola, da lui presieduta, si è svolta in unclima di grande raccoglimento favorito da mirati brani biblici (1 Pt2,4; 5,9; Rm 6,3; 4,8-11; Mt 18,23-27; Rm 13, 7-8; Mc 12,28-34; Dt24,19-23; 26,12-16), patristici (61ma omelia di san GiovanniCrisostomo sul Vangelo di Matteo, Omelia di san Basilio sull’avari-zia), del magistero dei vescovi e dei sommi pontefici, in particolaredi papa Francesco (EG, n.71).In serata, nella chiesa di San Pio, si è svolto il concerto/meditazione“Oh carità, fonte di verità e di amore” a cura della Fondazione“Frammenti di luce”, diretto dal maestro don Maurizio Lieggi, intro-dotto da mons. Francesco Savino, neo vescovo di Cassano allo Jonio.

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La giornata di sabato è stata aperta dalla tavola rotonda, moderatadal giornalista della RAI Enzo Quarto. Ad essa ha partecipatoanche il commissario governativo Santi Giuffrè; è stato sviluppatoil tema: “L’usura e l’economia del bene comune”, con interventi diesperti e referenti istituzionali.«L’usura taglia le corde, interrompe i legami sociali, decumula ilcapitale sociale, è un delitto contro l’intera comunità. Per questo lalotta all’usura non è solo la difesa del singolo usurato ma è la dife-sa dell’intero sviluppo della società». È stato questo il pensieroespresso dall’economista Stefano Zamagni: «La piaga sociale – hacontinuato il professore – resta spesso, purtroppo, un male som-merso, perché la maggior parte dei casi continuano a rimaneretaciuti, per paura, per vergogna, solitudine e isolamento».«È necessario – ha evidenziato Marco Tarquinio, direttore di“Avvenire” – non spegnere i riflettori; ci sono questioni che vannotenute al centro del dibattito politico sempre, non solo nel momen-to del loro apice».Perdita di lavoro, crisi economiche, malattie, separazioni, errori divalutazione: sono queste alcune delle cause che spingono in questoterribile baratro.Ma tra le cause principali dell’usura c’è anche un altro triste feno-meno: il gioco d’azzardo. Le indicazioni del sociologo prof.Maurizio Fiasco, esperto della Consulta, dicono che «l’Italia è alprimo posto in Europa e al terzo posto nel mondo tra i Paesi chegiocano di più. I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre trevolte alla settimana, spendendo ogni mese dai 60 euro in su, con idue terzi di loro che arrivano a spendere oltre 1.200 euro al mese». Il prof. Tondi della Mura ha esortato ad insistere perché venga rico-nosciuto a norma del diritto costituzionale, l’accesso delle famiglieal Fondo di solidarietà governativo (legge 108/96, art. 14); mentrela prof.ssa Isabella Martucci, docente di economia politicadell’Università degli studi di Bari, ha affermato che «non si puòrisanare l’economia senza considerare che, accanto all’investimentoin capitale fisico, è necessario effettuare investimenti in capitaleumano, mettendo a disposizione quel bene prezioso che è la cono-

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scenza, che, lungi dall’avere le caratteristiche del bene pubblicopuro, che non è rivale nel consumo e non è escludibile, è oggetto diproduzione e di scambio in regime di conoscenza monopolistica, senon di vero e proprio monopolio».Mons. Luigi Renna, docente di morale e rettore del PontificioSeminario Regionale di Molfetta, ha approfondito il tema dell’usu-rato, e ha invitato a leggere la realtà dell’usura che ci offre l’imma-gine della «persona derubata di ogni diritto, condannata nellasocietà dell’individualismo e del consumismo, a vivere nelle perife-rie di una storia in cui chi è ricco diventa sempre più ricco e chi èpovero sempre più “oggetto di scarto”. In questo quadro non vieneesaltata la dignità della persona ma il primato del profitto».Nelle sue conclusioni mons. Alberto D’Urso ha indicato comeluogo di approfondimento di tutte le tematiche trattate la prossi-ma assemblea dei presidenti delle fondazioni che si terrà a Milano(Villa Triuggio). Ha quindi invitato tutte le fondazioni ad inviareuna relazione sulla loro storia per la pubblicazione da parte dellaConsulta Nazionale Antiusura di un libro che possa raccontare inmaniera ordinata (cronologica) gli itinerari percorsi dall’avvio dellaloro costituzione, a partire dal 16 maggio 1996 (battesimo dellaConsulta). Ha poi preannunziato una duplice lettera al presidentedel Consiglio Matteo Renzi e al ministro della Salute BeatriceLorenzin, perché intervengano con normative appropriate sulleinfauste conseguenze dell’azzardo per la salute dei cittadini e perl’economia, decisamente compromessa da questo grande fenome-no di usura in cui lo Stato appare da tempo “biscazziere” incorreg-gibile. Le due lettere potranno essere lette anche sul sito dellaConsulta.Motivate speranze hanno accompagnato i lavori della “due giorni”:tutti sono sicuri che il seme della prevenzione darà gradualmente isuoi frutti, come quello della solidarietà.La “due giorni” si è conclusa con la solenne celebrazione eucaristi-ca presieduta da mons. Nunzio Galantino, segretario generale dellaConferenza Episcopale Italiana. Durante l’omelia, il presule ha sot-tolineato l’importanza delle tante lodevoli iniziative messe incampo dalla comunità credente che devono, però, ben guardarsi dalrischio di percorrere strade sbagliate. Il Vangelo ci indica che la stra-da per evitare questo rischio passa attraverso i due imperativi “pre-

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gate e otterrete”. Quanti danni - ha sottolineato mons. Galantino -facciamo quando siamo tanto presi da non avere il tempo di fer-marci e chiedere al Signore il dono di un servizio coerente con i suoipiani». «Quando non preghiamo - ha concluso - tutto si trasformain burocrazia di carte e in burocrazia di cuore. Quando non pre-ghiamo, il nostro cuore e i nostri occhi diventano incapaci di senti-re la sofferenza vera del fratello».

Mons. Alberto D’Ursovice presidente e segretario generale

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Le comunità parrocchiali di S. Maria Assunta e Maria SS. del Car-mine di Sannicandro di Bari, con i parroci don Nicola Rotundo edon Francesco Gramegna, piangono la dipartita di don AntonioCelentano, figlio della nostra terra, avvenuta il giorno 27 maggio2015 presso l’ “Opera don Guanella” in Bari, e gioiscono per il suoritorno alla casa del Padre.Don Antonio Celentano nasce a Sannicandro il 10 giugno 1928 daGiuseppe e da Angela Beato, ricevendo il battesimo nella parrocchiadi S. Maria Assunta il 4 agosto 1928.All’età di dodici anni entra nella Congregazione dei Rogazionisti diOria (Br), per la scuola media.Dopo due anni di noviziato a Trani (1943-45), presso l’Istituto deiPadri Rogazionisti, si trasferisce a Roma per frequentare il liceopresso l’ “Angelicum”. Continua il liceo ad Assisi dai Francescani,ove porta a termine i quattro anni di Teologia. È ordinato sacerdote il 17 maggio 1955 in Assisi, nell’Istituto deiPadri Rogazionisti, dal cardinale polacco Stefan Wyszynski.Nel 1962 torna a Bari per assistere la mamma, vedova.Dal 1962 al 1973 esercita il ministero presso varie parrocchie diBari (S. Giovanni Battista, S. Enrico, S. Girolamo, Sacro Cuore, S.Ferdinando).

don Antonio Celentano

NELLA PACE DEL SIGNOREDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

Per due anni è vice cappellano del Cimitero di Bari con don VitoDiana.Incardinato nella diocesi di Bari dall’arcivescovo mons. EnricoNicodemo nel 1973, è vicario cooperatore nelle parrocchie dell’An-nunciazione, di S. Maria Maddalena e di S. Giovanni Battista inBari, sino al 1995.Dal 1996 al 1998 è cappellano della clinica “Anthea” di Bari.Dal 1999 al 2000 è vicario parrocchiale nella parrocchia “MaterEcclesiae” in Bari. In seguito a malattia è stato ricoverato pressol’Opera don Guanella in Bari, dove ha vissuto nell’offerta delle suesofferenze gli ultimi anni della vita.Le esequie sono state celebrate il 29 maggio 2015 presso la parroc-chia Maria SS. Addolorata in Bari da S.E. mons. Francesco Cacucci.Le due comunità parrocchiali di Sannicandro fanno memoria delsuo instancabile servizio, del suo ministero sacerdotale e rendonograzie a Dio per il suo sacerdozio donato alla diocesi di Bari, conpreghiere e suffragi.

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA BARI-BITONTO

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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Maggio 2015

1 – Presso la masseria “Odegitria” in Cassano Murge, incontra lacomunità della parrocchia Cattedrale di Bari.

2 – Alla sera, presso il Santuario “SS. Medici” in Bitonto, presiedela concelebrazione eucaristica per l’ordinazione episcopale dimons. Francesco Savino, vescovo eletto di Cassano all’Jonio.

4 – Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Croce” in Bari, cele-bra la S. Messa per le esequie del diacono Giuseppe Viti.

– Successivamente, in Cattedrale, incontra i cresimandi delvicariato Bitonto-Palo del Colle.

– Alla sera, nella chiesa di S. Domenico in Palo del Colle, par-tecipa, con mons. Salvatore Palese, direttore del Centro Stu-di storici della Chiesa di Bari-Bitonto, alla presentazione delvolume Il Convento e la Chiesa di San Domenico in Palo del Colledi don Giosy Mangialardi, parroco della parrocchia “S.Maria La Porta”.

5 – Al mattino, in Episcopio, presiede il Consiglio di ammini-strazione della Biblioteca Ricchetti.

– Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandi dell’XIvicariato.

6 – Al pomeriggio, in Episcopio, incontra i vicari episcopali.– Successivamente, in Cattedrale, incontra i cresimandi del IX

vicariato.7 – Al mattino, nel salone “San Francesco” dell’Istituto Teolo-

gico S. Fara in Bari, partecipa alla presentazione del volumeSapientia Cordis, miscellanea in onore del prof. Cosimo Reho,docente emerito della Facoltà Teologica Pugliese.

– Alla sera, sul sagrato della Basilica di S. Nicola, assiste allarievocazione storica della traslazione delle reliquie nicolaiane.

8 – Al mattino, presso il molo San Nicola, partecipa alla conce-lebrazione eucaristica presieduta da S.Em. il card. LeonardoSandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali,seguita dalla cerimonia della benedizione del mare e dell’im-barco della statua del Santo.

– Alla sera, al molo San Nicola, assiste alla cerimonia dellosbarco della statua del Santo.

9 – Alla sera, nella Basilica di San Nicola, partecipa alla concele-brazione eucaristica presieduta da S.Em. il card. Sandri,nella festa del 738° anniversario della traslazione delle ossadel Santo, seguita dal prelievo della sacra manna.

10 – Al mattino, presso l’Istituto Margherita in Bari, guida il riti-ro per le religiose della diocesi.

– Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. Addolorata” inBari, celebra la S. Messa, presente l’urna del corpo di sanLuigi Guanella.

11 – Alla sera, presso la Casa di riposo “San Vincenzo de’ Paoli” inPalo del Colle, celebra la S. Messa per il 130° anniversariodel Volontariato vincenziano.

12 – Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario Regionale PioXI in Molfetta, incontra i seminaristi teologi.

13 – Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandi del II eIV vicariato.

– Alla sera, nella sede dell’Unitalsi in Bari, guida la catechesisul tema pastorale dell’anno.

14 – Alla sera, preso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari, presie-de l’adorazione eucaristica vocazionale.

15-16 – Presso il Convento-santuario di S. Pio da Pietrelcina in SanGiovanni Rotondo (Fg), partecipa al Convegno nazionale orga-nizzato in occasione del XX anniversario della costituzione dellaConsulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”.

17 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Annunziata” inCellamare, celebra la S. Messa in occasione della benedizio-ne dell’ambone e della consacrazione dell’altare restaurato.

18-21 – A Roma partecipa ai lavori della 68a. assemblea generaledella Conferenza Episcopale Italiana.

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22 – Al pomeriggio, in Episcopio, presiede il Consiglio episcopale.23 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Francesco d’Assisi” in Bari,

celebra la S. Messa e amministra le cresime.24 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Maria del Campo” in

Bari-Ceglie, celebra la S. Messa e amministra le cresime. – Alla sera, presso la parrocchia “S. Cataldo” in Bari, celebra la

S. Messa e amministra le cresime.25 – Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. del Rosario” in

Bari, guida la catechesi sul tema pastorale dell’anno.26 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Maggiore” in Gioia

del Colle, celebra la S. Messa in occasione del quinto cente-nario della nascita di san Filippo Neri.

27 – Al pomeriggio, presso la Curia arcivescovile, presiede la riu-nione del Consiglio per gli affari economici.

– Alla sera, presso la parrocchia santuario “SS. Medici” inBitonto, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo parrocodon Vito Piccinonna.

28 – Al mattino, presso la parrocchia “Maria SS. del Carmine” inSannicandro di Bari, celebra la S. Messa per il 90° com-pleanno di don Oronzo Valerio.

– Al pomeriggio, in Cattedrale, incontra i cresimandi del III edel X vicariato.

– Alla sera, presso la parrocchia “SS. Sacramento” in Bari, inoccasione della 99a Festa della Comunità, partecipa alla con-ferenza sulla campagna di sensibilizzazione sul cibo pro-mossa da Caritas Italiana sul tema “Date loro voi stessi damangiare (Mc 6,37)”, relatori S.E. mons. Giovanni Ricchiuti,vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presi-dente Pax Christi, e il prof. Antonio Iannarelli, docente diDiritto agrario – Università di Bari.

29 – Al mattino, presso la parrocchia Maria SS. Addolorata inBari, celebra la S. Messa per le esequie di don AntonioCelentano.

– Alla sera, nella Basilica di San Nicola, celebra la S. Messa e inseguito presiede la processione diocesana del Corpus Domini.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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30 – Al mattino, presso il santuario della Madonna del Pozzo inCapurso, celebra la S. Messa a conclusione del mese mariano.

– Successivamente, in Episcopio, presiede la riunione delConsiglio di amministrazione della Fondazione S. Nicola.

– Al pomeriggio, presso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari,partecipa alla conclusione dei Laboratori della Fede.

31 – Al mattino, presso l’hotel Sheraton in Bari, porta il saluto aipartecipanti al Convegno internazionale “Kairòs 2015”,organizzato dalla Comunità di Gesù.

– Alla sera, presso il Monastero “S. Chiara” in Mola di Bari,celebra la S. Messa per il 25° anniversario della professionesolenne di sr. Chiara Crocifissa De Palma.

Giugno 2015

4 – Al mattino, presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” diBari, porta il saluto all’incontro-dibattito su “Labirintofilosofico” di Massimo Cacciari, presenti l’Autore, S.E.mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, ei proff. Biagio De Giovanni dell’Università di Napoli eGiuseppe Cascione dell’Università di Bari, promossodall’Oasi diocesana San Martino e l’Università degli Studidi Bari.

– Alla sera, presso la parrocchia “Annunciazione” in Bari, par-tecipa alla presentazione dei volumi La terra dei miei sogni.Bagliori di luce dagli scritti ugentini, a cura di Vito Angiuli eRenato Brucoli, e Don Tonino Bello visto da vicino. Una fedecolma di umanità!, di Vito Angiuli, presenti gli Autori.

5 – Al mattino, presso il Seminario arcivescovile di Bari, incon-tra l’équipe educativa.

6 – Al pomeriggio, presso il Seminario arcivescovile, partecipaall’incontro diocesano dei ministranti.

– Alla sera, presso la parrocchia “Immacolata” in Modugno,celebra la S. Messa per il 40° anniversario della parrocchia.

7 – Al mattino, presso la parrocchia “SS. Sacramento” in Bari,celebra la S. Messa e amministra le cresime.

9 – Alla sera, presso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari, celebra

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

la S. Messa per il 30° anniversario di ordinazione diaconaledi Bruno Ressa.

10 – Al pomeriggio, in Episcopio, riceve i bambini della PrimaComunione della parrocchia “S. Giuseppe” di Palo del Colle.

11 – Al mattino, presso il Relais “Il Santissimo” in Turi, presiedei lavori della Conferenza Episcopale Pugliese.

12 – Al mattino, presso l’aula “Mons. Enrico Nicodemo” del-l’Istituto di Teologia ecumenica, partecipa alla Giornata disantificazione sacerdotale, con l’intervento di S.E. mons.Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e Presidentedel Centro di Azione Liturgica. Successivamente, dopo lapresentazione del nuovo percorso espositivo del MuseoDiocesano di Bari, inaugura l’ampliamento presso la sededel Museo.

– Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Bari, celebrala S. Messa.

13 – Al mattino, presso l’Istituto delle Figlie del Divino Zelo inBari, celebra la S. Messa per il 25° anniversario della profes-sione religiosa di suor Elisabetta e benedice i bambini.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria di Monteverde” inGrumo Appula, celebra la S. Messa e benedice i nuovi localiparrocchiali.

14 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Pio” in Bari-Catino, celebrala S. Messa per la festa patronale.

15 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria di Costantinopoli”in Bitritto, celebra la S. Messa e benedice la targa di intitola-zione a don Vito Marotta della piazza antistante.

16 – Al pomeriggio, presso la parrocchia “S. Fara” in Bari, cele-bra la S. Messa per le esequie del diacono Giuseppe Si-mone.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Ciro” in Bari, presiede ilConsiglio vicariale.

18 – Al mattino, presso la sede della Facoltà Teologica Pugliese,presiede la riunione del Consiglio di Facoltà.

– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la ricorrenza

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liturgica di san Josè Maria Escrivà de Balaguer, fondatoredell’Opus Dei.

19 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’anniversariodella morte di don Franco Ricci.

20 – Al mattino, presso il monastero di S. Chiara in Mola di Bari,presiede il Capitolo per l’elezione della Madre Abbadessa.

21 – Al mattino, presso la chiesa della “Madonna degli Angeli” inQuasano, celebra la S. Messa per la festa patronale.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, celebrala S. Messa per il 40° anniversario del CVS (Centro Volontaridella Sofferenza).

22-26 – Partecipa al viaggio di formazione in Sicilia dei giovanisacerdoti.

28 – Al mattino, presso la parrocchia “Santi Apostoli” inModugno, celebra la S. Messa per il 50° anniversario di ordi-nazione sacerdotale del parroco don Angelo Romita.

– Alla sera, presso la parrocchia “Mater Ecclesiae” in Bari, cele-bra la S. Messa per il 50° anniversario di ordinazione sacer-dotale del parroco don Vito Carone.

29 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Maddalena” in Bari,celebra la S. Messa per la consacrazione della chiesa.

30 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Agostino” in Modugno,celebra la S. Messa per l’ordinazione presbiterale di donRocco Priore.

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Atti del II Convegno della Facoltà Teologica Pugliese

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Anno XCI n. 3 Maggio - Giugno 2015

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