Bollettino Diocesano Luglio-Agosto 2012

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Anno LXXXVIII n. 4 Luglio - Agosto 2012 Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 Spedizione in abbonamento postale comma 20/c art. 2 L. 662/96 Filiale di Bari

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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Anno LXXXVIII n. 4 Luglio - Agosto 2012

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari–Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari–Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO LXXXVIII – N. 4 Luglio – Agosto 2012

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari–BitontoP.zza Odegitria – 70122 Bari – Tel. 080/5288211 – Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it – e.mail: [email protected]

Direttore responsabile:Giuseppe Sferra

Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

MAGISTERO PONTIFICIOMessaggio in occasione del 450° anniversario della fondazione

del monastero di San José in Avila e dell’inizio della riforma del Carmelo 415

Messaggio in occasione della VI Assemblea ordinariadel Forum internazionale di Azione Cattolica 419

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDENota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede 423

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE

Commissione Regionale di Pastorale LiturgicaLa nuova edizione italiana del rito delle esequie 439

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI BITONTOMAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Decreto costitutivo del nuovo Consiglio Pastorale diocesano 445

CURIA METROPOLITANA

CancelleriaSacre ordinazioni e decreti 451

Settore PresbiteriL’esperienza di formazione dei preti giovani a Berlino 453

Settore Diaconato permanente e ministeri istituitiRelazione sulle attività dell’anno pastorale 2011-2012 455

Settore Evangelizzazione. Ufficio catechisticoIl Convegno catechistico regionale 461

SOMMARIO

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IL CENTRO STUDI STORICI DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO 475

NELLA PACE DEL SIGNOREDon Giacinto Ardito 481

DIARIO DELL’ARCIVESCOVOLuglio 2012 483Agosto 2012 484

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MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

1. Resplendens stella. «Come una stella di vivissimo splendore» (Librodella vita, 32, 11). Con queste parole il Signore incoraggiò santa Teresadi Gesù a fondare ad Ávila il monastero di San José, inizio della rifor-ma dell’ordine carmelitano, del quale, il prossimo 24 agosto, si cele-brerà il 450° anniversario. In occasione di questa felice ricorrenza,desidero unirmi alla gioia dell’amata diocesi di Ávila, dell’ordine deiCarmelitani scalzi, del popolo di Dio che peregrina in Spagna e ditutti quelli che, nella Chiesa universale, hanno trovato nella spiritua-lità teresiana una luce sicura per scoprire che attraverso Cristo all’uo-mo giunge un vero rinnovamento della sua vita. Innamorata delSignore, questa illustre donna non desiderò altro che compiacerlo intutto. In effetti, un santo non è colui che compie grandi impresebasandosi sull’eccellenza delle sue qualità umane, ma chi permettecon umiltà a Cristo di penetrare nella sua anima, di agire attraverso lasua persona, di essere Lui il vero protagonista di tutte le sue azioni e isuoi desideri, colui che ispira ogni iniziativa e sostiene ogni silenzio.

2. Lasciarsi guidare in questo modo da Cristo è possibile solo perchi ha un’intensa vita di preghiera. Questa consiste, con le paroledella santa di Ávila, nel «parlare dell’amicizia, un trovarsi frequen-temente da soli a soli con chi sappiamo che ci ama» (Libro della vita,8 e 5). La riforma dell’ordine carmelitano, il cui anniversario ci

Messaggio in occasione del 450° anniversariodella fondazione del monastero di San José in Avila

e dell’inizio della riforma del Carmelo

Al venerato Fratello Monsignor Jesús García Burillo

Vescovo di Ávila

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colma di gioia interiore, nasce dalla preghiera e tende alla preghie-ra. Nel promuovere un ritorno radicale alla Regola primitiva, allon-tanandosi dalla Regola mitigata, santa Teresa di Gesù voleva propi-ziare una forma di vita che favorisse l’incontro personale con ilSignore, per la qual cosa basta «solo di ritirarsi in solitudine, sen-tirlo dentro di sé e non meravigliarsi di ricevere un tale Ospite»(Cammino di perfezione, 28, 2). Il monastero di San José nasce pro-prio perché le sue figlie abbiano le condizioni migliori per trovareDio e stabilire una relazione profonda e intima con Lui.

3. Santa Teresa propose un nuovo modo di essere carmelitana in unmondo a sua volta nuovo. Quelli furono «tempi duri» (Libro dellavita, 33, 5). E in essi, secondo questa Maestra dello spirito, «sononecessari forti amici di Dio a sostegno dei deboli» (ibidem 15, 5). Einsisteva con eloquenza: «Il mondo è in fiamme; vogliono nuova-mente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di luimille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamosprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le conce-desse, ci farebbero avere un’anima di meno in cielo? No, sorelle mie,non è il momento di trattare con Dio d’interessi di poca importan-za» (Cammino di perfezione, 1, 5). Non ci risulta familiare, nella con-giuntura attuale, una riflessione che c’illumina tanto e c’interpella,fatta più di quattro secoli fa dalla santa mistica?Il fine ultimo della riforma teresiana e della creazione di nuovimonasteri, in un mondo con pochi valori spirituali, era di proteg-gere con la preghiera l’operato apostolico; proporre uno stile di vitaevangelica che fosse modello per chi cercava un cammino di perfe-zione, a partire dalla convinzione che ogni autentica riforma perso-nale ed ecclesiale passa per il riprodurre sempre meglio in noi la«forma» di Cristo (cfr Gal 4, 19). Fu proprio questo l’impegno dellasanta e delle sue figlie. E fu proprio questo l’impegno dei suoi figlicarmelitani, che non miravano ad altro se non a «progredire nellavirtù» (Libro della vita, 31, 18). In tal senso, Teresa scrive: «[Mi sem-bra infatti che] egli ci apprezzi di più se, mediante la sua misericor-dia, riusciamo a guadagnargli un’anima con i nostri sforzi e con lanostra preghiera, che non per quanti altri servizi possiamo render-gli» (Libro delle Fondazioni, 1, 7). Di fronte alla dimenticanza di Dio,la santa, dottore della Chiesa, incoraggia le comunità oranti, che

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proteggano con il loro fervore coloro che proclamano ovunque ilNome di Cristo, affinché preghino per i bisogni della Chiesa e por-tino al cuore del Salvatore il clamore di tutti i popoli.

4. Anche oggi, come nel XVI secolo, tra rapide trasformazioni, ènecessario che la preghiera fiduciosa sia l’anima dell’apostolato,affinché risuoni, con grande chiarezza e vigoroso dinamismo, il mes-saggio redentore di Gesù Cristo. È urgente che la Parola di vita vibrinelle anime in modo armonioso, con note squillanti e attraenti.In questo appassionante compito, l’esempio di Teresa d’Ávila ci è digrande aiuto. Possiamo affermare che, al suo tempo, la santa evange-lizzò senza mezzi termini, con ardore mai spento, con metodi lonta-ni dall’inerzia, con espressioni aureolate di luce. Ciò conserva tutta lasua freschezza nel crocevia attuale, dove si sente l’urgenza che i bat-tezzati rinnovino il loro cuore attraverso la preghiera personale,incentrata anche, secondo i dettami della mistica di Ávila, sulla con-templazione della Santissima Umanità di Cristo come unico cammi-no per trovare la gloria di Dio (cfr Libro della vita, 22, 1; Castello inte-riore, 6, 7). Così si potranno formare famiglie autentiche, che scopra-no nel Vangelo il fuoco del proprio nucleo familiare; comunità cri-stiane vive e unite, cementate in Cristo come loro pietra d’angolo, cheabbiamo sete di una vita di servizio fraterno e generoso. È ancheauspicabile che l’incessante preghiera promuova l’attenzione priori-taria per la pastorale vocazionale, sottolineando in particolare la bel-lezza della vita consacrata, che bisogna accompagnare debitamentecome tesoro proprio della Chiesa, come torrente di grazie, nella suadimensione sia attiva sia contemplativa.La forza di Cristo porterà anche a moltiplicare le iniziative affinché ilpopolo di Dio riacquisti il suo vigore nell’unica forma possibile:dando spazio dentro di noi ai sentimenti del Signore Gesù (cfr Fil 2,5) e ricercando in ogni circostanza un’esperienza radicale del suoVangelo. Il che significa, prima di tutto, permettere allo Spirito Santodi renderci amici del Maestro e di configurarci a Lui. Significa ancheaccettare in tutto i suoi mandati e adottare in noi criteri come l’u-miltà nella condotta, la rinuncia al superfluo, il non recare offesa agli

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altri o il procedere con cuore semplice e mite. Così, quanti ci circon-dano percepiranno la gioia che nasce dalla nostra adesione al Signoree che non anteponiamo nulla al suo amore, essendo sempre dispostia dare ragione della nostra speranza (cfr 1 Pt 3, 15) e vivendo comeTeresa di Gesù, in filiale obbedienza alla nostra Santa Madre Chiesa.

5. A questa radicalità e fedeltà c’invita oggi questa figlia tanto illustredella diocesi di Ávila. Accogliendo la sua bella eredità, nel momentopresente della storia, il Papa invita tutti i membri di questa Chiesaparticolare, ma in modo sentito i giovani, a prendere sul serio lacomune vocazione alla santità. Seguendo le orme di Teresa di Gesù,permettetemi di dire a quanti hanno il futuro dinanzi a sé: aspirateanche voi a essere totalmente di Gesù, solo di Gesù e sempre di Gesù.Non temete di dire a Nostro Signore, come fece lei: «Vostra sono, pervoi sono nata, che cosa volete fare di me?» (Poesia, 2). A Lui chiedo chesappiate anche rispondere alle sue chiamate illuminati dalla graziadivina con «ferma determinazione», per offrire «quel poco» che c’è invoi, confidando nel fatto che Dio non abbandona mai quanti lascia-no tutto per la sua gloria (cfr Cammino di perfezione, 21, 2; 1, 2).

6. Santa Teresa seppe onorare con grande devozione la SantissimaVergine, che invocava con il dolce nome di Carmen. Sotto la sua pro-tezione materna pongo gli aneliti apostolici della Chiesa ad Ávila,affinché, ringiovanita dallo Spirito Santo, trovi le vie opportune perproclamare il Vangelo con entusiasmo e coraggio. Che Maria, Stelladell’evangelizzazione, e il suo casto sposo san Giuseppe intercedanoaffinché quella «stella» che il Signore ha acceso nell’universo dellaChiesa con la riforma teresiana continui a irradiare il grande splen-dore dell’amore e della verità di Cristo a tutti gli uomini. Con taleanelito, venerato Fratello nell’Episcopato, ti invio questo messaggio,che ti prego di far conoscere al gregge affidato alle tue cure pastorali,e in particolare alle amate carmelitane scalze del convento di San Josédi Ávila, affinché perpetuino nel tempo lo spirito della loro fondatri-ce e della cui fervente preghiera per il Successore di Pietro ho grataconferma. A loro, a lei e a tutti i fedeli di Ávila, imparto con affetto labenedizione apostolica, pegno di abbondanti favori celesti.

Benedetto XVIDal Vaticano, 16 luglio 2012

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In occasione della VI Assemblea ordinaria di codesto Forum interna-zionale di Azione Cattolica, desidero rivolgere un cordiale saluto a Leie a quanti partecipano al significativo incontro, in particolare alcoordinatore del Segretariato, Emilio Inzaurraga, ai presidentinazionali e agli assistenti spirituali. Un pensiero speciale rivolgo alvescovo di Iasi, mons. Petru Gherghel, e alla sua diocesi, che ospita-no questo evento ecclesiale durante il quale siete chiamati a riflet-tere sulla «corresponsabilità ecclesiale e sociale». Si tratta di untema di grande rilevanza per il laicato, che bene si colloca nell’im-minenza dell’Anno della Fede e dell’Assemblea ordinaria del Sino-do dei vescovi sulla nuova evangelizzazione.La corresponsabilità esige un cambiamento di mentalità riguardan-te, in particolare, il ruolo dei laici nella Chiesa, che vanno conside-rati non come «collaboratori» del clero, ma come persone realmen-te «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa. È impor-tante, pertanto, che si consolidi un laicato maturo ed impegnato,capace di dare il proprio specifico contributo alla missione ecclesia-le, nel rispetto dei ministeri e dei compiti che ciascuno ha nella vitadella Chiesa e sempre in cordiale comunione con i vescovi.A tale proposito, la Costituzione dogmatica Lumen Gentium qualifi-

Messaggio in occasione dellaVI Assemblea ordinaria del Foruminternazionale di Azione Cattolica

Al Venerato FratelloMons. Domenico Sigalini

Assistente generale del Forum internazionale di Azione Cattolica

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

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ca lo stile dei rapporti tra laici e pastori con l’aggettivo «familiare»:«Da questi familiari rapporti tra i laici e i pastori, si devono atten-dere molti vantaggi per la Chiesa: in questo modo infatti si affermanei laici il senso della propria responsabilità, ne è favorito lo slan-cio, e le loro forze più facilmente vengono associate all’opera deipastori. E questi, aiutati dall’esperienza dei laici, possono giudicarecon più chiarezza e opportunità sia in cose spirituali che tempora-li; e così tutta la Chiesa, forte di tutti i suoi membri, compie conmaggiore efficacia la sua missione per la vita del mondo» (n. 37).Cari amici, è importante approfondire e vivere questo spirito dicomunione profonda nella Chiesa, caratteristica degli inizi dellacomunità cristiana, come attesta il libro degli Atti degli Apostoli: «lamoltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuorsolo e un’anima sola» (4,32). Sentite come vostro l’impegno adoperare per la missione della Chiesa: con la preghiera, con lo stu-dio, con la partecipazione attiva alla vita ecclesiale, con uno sguar-do attento e positivo verso il mondo, nella continua ricerca deisegni dei tempi. Non stancatevi di affinare sempre più, con unserio e quotidiano impegno formativo, gli aspetti della vostrapeculiare vocazione di fedeli laici, chiamati ad essere testimonicoraggiosi e credibili in tutti gli ambiti della società, affinché ilVangelo sia luce che porta speranza nelle situazioni problemati-che, di difficoltà, di buio, che gli uomini d’oggi trovano spesso nelcammino della vita. Guidare all’incontro con Cristo, annunciando il suo Messaggio disalvezza con linguaggi e modi comprensibili al nostro tempo, carat-terizzato da processi sociali e culturali in rapida trasformazione, èla grande sfida della nuova evangelizzazione. Vi incoraggio a prose-guire con generosità nel vostro servizio alla Chiesa, vivendo piena-mente il vostro carisma, che ha come tratto fondamentale quello diassumere il fine apostolico della Chiesa nella sua globalità, in equi-librio fecondo tra Chiesa universale e Chiesa locale e in spirito diintima unione con il successore di Pietro e di operosa corresponsa-bilità con i propri pastori (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Decreto sull’a-postolato dei laici Apostolicam actuositatem, 20). In questa fase dellastoria, alla luce del Magistero sociale della Chiesa, lavorate ancheper essere sempre più un laboratorio di «globalizzazione della soli-darietà e della carità», per crescere, con tutta la Chiesa, nella corre-

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MAGISTERO PONTIFICIO

sponsabilità di offrire un futuro di speranza all’umanità, avendo ilcoraggio anche di formulare proposte esigenti.Le vostre associazioni di Azione Cattolica vantano una lunga efeconda storia, scritta da coraggiosi testimoni di Cristo e delVangelo, alcuni dei quali sono stati riconosciuti dalla Chiesa comebeati e santi. In questa scia siete chiamati oggi a rinnovare l’impe-gno di camminare sulla via della santità, mantenendo un’intensavita di preghiera, favorendo e rispettando percorsi personali di fedee valorizzando le ricchezze di ciascuno, con l’accompagnamento deisacerdoti assistenti e di responsabili capaci di educare alla corre-sponsabilità ecclesiale e sociale. La vostra vita sia «trasparente», gui-data dal vangelo e illuminata dall’incontro con Cristo, amato eseguito senza timore. Assumete e condividete le scelte pastoralidelle diocesi e delle parrocchie, favorendo occasioni di incontro e disincera collaborazione con le altre componenti della comunitàecclesiale, creando rapporti di stima e di comunione con i sacerdo-ti, per una comunità viva, ministeriale e missionaria. Coltivate rela-zioni personali autentiche con tutti, a iniziare dalla famiglia, e offri-te la vostra disponibilità alla partecipazione, a tutti i livelli della vitasociale, culturale e politica avendo sempre di mira il bene comune. Con questi brevi pensieri, mentre assicuro il mio affettuoso ricordonella preghiera per voi, per le vostre famiglie e per le vostre associa-zioni, di cuore invio a tutti i partecipanti all’Assemblea la benedi-zione apostolica, che volentieri estendo a quanti incontrerete nelvostro apostolato quotidiano.

Benedetto XVIDa Castel Gandolfo, 10 agosto 2012

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Introduzione

Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il SantoPadre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà iniziol’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura delConcilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013,Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli com-prendano più profondamente che il fondamento della fede cristia-na è «l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà allavita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva»1. Fondatasull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoper-ta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. «Anche ai nostrigiorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimonia-re», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezzae la gioia dell’essere cristiani»2.L’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente didue grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostrigiorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del ConcilioVaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il

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Nota con indicazioni pastoraliper l’Anno della fede

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDEDOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

1 BENEDETTO XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 25 dicembre 2005, n. 1.2 ID., Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010.

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ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo dellaChiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo II (11ottobre 1992).Il Concilio, secondo il papa Giovanni XXIII, ha voluto «trasmetterepura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti»,impegnandosi affinché «questa dottrina certa e immutabile, chedeve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata inmodo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo»3. Al riguar-do, resta di importanza decisiva l’inizio della Costituzione dogma-tica Lumen gentium: «Cristo è la luce delle genti: questo santoConcilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardente-mente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfrMc 16, 15), illu-minare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul voltodella Chiesa»4. A partire dalla luce di Cristo che purifica, illumina esantifica nella celebrazione della sacra liturgia (cfr CostituzioneSacrosanctum Concilium) e con la sua parola divina (cfr Costituzionedogmatica Dei Verbum), il Concilio ha voluto approfondire l’intimanatura della Chiesa (cfr Costituzione dogmatica Lumen gentium) e ilsuo rapporto con il mondo contemporaneo (cfr Costituzione pasto-rale Gaudium et spes). Attorno alle sue quattro Costituzioni, veri pila-stri del Concilio, si raggruppano le Dichiarazioni e i Decreti, cheaffrontano alcune delle maggiori sfide del tempo. Dopo il Concilio, la Chiesa si è impegnata nella recezione e nell’ap-plicazione del suo ricco insegnamento, in continuità con tutta laTradizione, sotto la guida sicura del Magistero. Per favorire la cor-retta recezione del Concilio, i Sommi Pontefici hanno più volteconvocato il Sinodo dei vescovi5, istituito dal Servo di Dio Paolo VInel 1965, proponendo alla Chiesa degli orientamenti chiari attra-

3 GIOVANNI XXIII, Discorso di solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962.4 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 1.5 Le Assemblee ordinarie del Sinodo dei Vescovi hanno trattato i seguenti temi: La preserva-zione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coeren-za dottrinale e storica (1967), Il sacerdozio ministeriale e la giustizia nel mondo (1971),L’evangelizzazione nel mondo moderno (1974), La catechesi nel nostro tempo (1977), La famiglia cri-stiana (1980), La penitenza e la riconciliazione nella missione della Chiesa (1983), La vocazione e lamissione dei laici nella Chiesa e nel mondo (1987), La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attua-li (1991), La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo (1994), Il Vescovo: Servitoredel Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo (2001), L’Eucaristia: fonte e culmine della vita edella missione della Chiesa (2005), La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa (2008).

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

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verso le diverse Esortazioni apostoliche post-sinodali. La prossimaAssemblea generale del Sinodo dei Vescovi, nel mese di ottobre2012, avrà come tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissionedella fede cristiana.Sin dall’inizio del suo Pontificato, papa Benedetto XVI si è impe-gnato decisamente per una corretta comprensione del Concilio,respingendo come erronea la cosiddetta «ermeneutica della discon-tinuità e della rottura» e promuovendo quella che lui stesso hadenominato «l’“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nellacontinuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; èun soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo peròsempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino»6.Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ponendosi in questa linea, da unaparte è un «autentico frutto del Concilio Vaticano II»7, e dall’altraintende favorirne la recezione. Il Sinodo straordinario dei Vescovidel 1985, convocato in occasione del ventesimo anniversario dellachiusura del Concilio Vaticano II e per effettuare un bilancio dellasua recezione, ha suggerito di preparare questo Catechismo per offri-re al Popolo di Dio un compendio di tutta la dottrina cattolica e untesto di sicuro riferimento per i catechismi locali. Il papa GiovanniPaolo II ha accolto tale proposta quale desiderio «pienamenterispondente a un vero bisogno della Chiesa universale e delle Chieseparticolari»8. Redatto in collaborazione con l’intero Episcopatodella Chiesa Cattolica, questo Catechismo «esprime veramente quel-la che si può chiamare la “sinfonia” della fede»9.Il Catechismo comprende «cose nuove e cose antiche (cfr Mt 13, 52),poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre

6 BENEDETTO XVI, Discorso alla Curia Romana, 22 dicembre 2005.7 ID., Lett. ap. Porta fidei, n. 4.8 GIOVANNI PAOLO II, Discorso di chiusura della II Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, 7dicembre 1985, n. 6. Lo stesso Pontefice, nella fase iniziale di tale Sinodo, durantel’Angelus del 24 novembre 1985, ebbe a dire: «La fede è il principio basilare, è il cardine, ilcriterio essenziale del rinnovamento voluto dal Concilio. Dalla fede derivano la norma, lostile di vita, l’orientamento pratico in ogni circostanza».9 ID., Cost. ap. Fidei depositum, 11 ottobre 1992, n. 2.

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nuove. Per rispondere a questa duplice esigenza, il Catechismo dellaChiesa Cattolica da una parte riprende l’“antico” ordine, quello tra-dizionale, già seguito dal Catechismo di san Pio V, articolando ilcontenuto in quattro parti: il Credo; la sacra Liturgia, con i sacra-menti in primo piano; l’agire cristiano, esposto a partire dai coman-damenti; ed infine la preghiera cristiana. Ma, nel medesimo tempo, ilcontenuto è spesso espresso in un modo “nuovo”, per rispondereagli interrogativi della nostra epoca»10. Questo Catechismo è «unostrumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale»e «una norma sicura per l’insegnamento della fede»11. In esso i con-tenuti della fede trovano «la loro sintesi sistematica e organica. Qui,infatti, emerge la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accol-to, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla SacraScrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi chehanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una memoria perma-nente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e pro-dotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nellaloro vita di fede»12.L’Anno della fede vuol contribuire ad una rinnovata conversione alSignore Gesù e alla riscoperta della fede, affinché tutti i membridella Chiesa siano testimoni credibili e gioiosi del Signore risortonel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la“porta della fede”. Questa “porta” spalanca lo sguardo dell’uomosu Gesù Cristo, presente in mezzo a noi «tutti i giorni, fino alla finedel mondo» (Mt 28, 20). Egli ci mostra come «l’arte del vivere» siimpara «in un intenso rapporto con lui»13. «Con il suo amore, GesùCristo attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egliconvoca la Chiesa affidandole l’annuncio del Vangelo, con un man-dato che è sempre nuovo. Per questo anche oggi è necessario un piùconvinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazio-ne per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nelcomunicare la fede»14.

10 Ibid., n. 3.11 Ibid., n. 4.12 BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 11.13 ID., Discorso ai partecipanti all’Incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dellaNuova Evangelizzazione, 15 ottobre 2011.14 ID., Lett. ap. Porta fidei, n. 7.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

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Per incarico di papa Benedetto XVI15, la Congregazione per laDottrina della Fede ha redatto, in accordo con i competenti dica-steri della Santa Sede e con il contributo del Comitato per la prepara-zione dell’Anno della fede16, la presente Nota con alcune indicazioniper vivere questo tempo di grazia, senza precludere altre proposteche lo Spirito Santo vorrà suscitare tra i Pastori e i fedeli nelle varieparti del mondo.

Indicazioni

«So a chi ho creduto» (2 Tm 1, 12): questa parola di san Paolo ciaiuta a comprendere che la fede «è innanzi tutto una adesione perso-nale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assensolibero a tutta la verità che Dio ha rivelato»17. La fede come affidamentopersonale al Signore e la fede che professiamo nel Credo sono inscin-dibili, si richiamano e si esigono a vicenda. Esiste un profondo lega-me fra la fede vissuta ed i suoi contenuti: la fede dei testimoni e deiconfessori è anche la fede degli apostoli e dei dottori della Chiesa.In tal senso, le seguenti indicazioni per l’Anno della fede desideranofavorire sia l’incontro con Cristo attraverso autentici testimonidella fede, sia la conoscenza sempre maggiore dei suoi contenuti. Sitratta di proposte che intendono sollecitare, in modo esemplificati-vo, la pronta responsabilità ecclesiale davanti all’invito del SantoPadre a vivere in pienezza quest’Anno come speciale «tempo di gra-zia»18. La riscoperta gioiosa della fede potrà anche contribuire a

15 Cfr ibid., n. 12.16 Detto Comitato, costituito presso la Congregazione per la Dottrina della Fede per man-dato del Santo Padre Benedetto XVI, annovera fra i suoi membri: i cardinali WilliamLevada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, ZenonGrocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław Ryłko eChristoph Schönborn; gli Arcivescovi Luis F. Ladaria e Salvatore Fisichella; i vescovi Mariodel Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller e Raffaello Martinelli.17 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 150.18 BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 15.

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consolidare l’unità e la comunione tra le diverse realtà che com-pongono la grande famiglia della Chiesa.

I. A livello di Chiesa universale

1. Il principale avvenimento ecclesiale all’inizio dell’Anno della fedesarà la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi,convocata da papa Benedetto XVI nel mese di ottobre 2012 e dedi-cata a La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana.Durante questo Sinodo, nella data dell’11 ottobre 2012, avrà luogouna solenne celebrazione d’inizio dell’Anno della fede, nel ricordo delcinquantesimo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II.

2. Nell’Anno della fede occorre incoraggiare i pellegrinaggi dei fedelialla Sede di Pietro, per professarvi la fede in Dio Padre, Figlio eSpirito Santo, unendosi con colui che oggi è chiamato a conferma-re nella fede i suoi fratelli (cfr Lc 22, 32). Sarà importante favorireanche i pellegrinaggi in Terra Santa, luogo che per primo ha vistola presenza di Gesù, il Salvatore, e di Maria, sua madre.

3. Nel corso di quest’Anno sarà utile invitare i fedeli a rivolgersi conparticolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé com-pendia e irraggia le principali verità della fede»19. È dunque da inco-raggiare ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo parti-colare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente eda seguirne la fede e le virtù. A tale scopo risulterà quanto mai con-veniente effettuare pellegrinaggi, celebrazioni e incontri presso imaggiori Santuari.

4. La prossima Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeironel luglio 2013 offrirà un’occasione privilegiata ai giovani per spe-rimentare la gioia che proviene dalla fede nel Signore Gesù e dallacomunione con il Santo Padre, nella grande famiglia della Chiesa.

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19 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 65.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

5. Sono auspicati simposi, convegni e raduni di ampia portata,anche a livello internazionale, che favoriscano l’incontro con auten-tiche testimonianze della fede e la conoscenza dei contenuti delladottrina cattolica. Documentando come anche oggi la Parola diDio continua a crescere e a diffondersi, sarà importante renderetestimonianza che in Gesù Cristo «trova compimento ogni trava-glio ed anelito del cuore umano»20 e che la fede «diventa un nuovocriterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uo-mo»21. Alcuni convegni saranno particolarmente dedicati alla risco-perta degli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

6. Per tutti i credenti, l’Anno della fede offrirà un’occasione propiziaper approfondire la conoscenza dei principali Documenti delConcilio Vaticano II e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica.Ciò vale in modo speciale per i candidati al sacerdozio, soprattuttodurante l’anno propedeutico o nei primi anni di studi teologici, perle novizie ed i novizi degli Istituti di Vita consacrata e delle Societàdi Vita apostolica, così come per coloro che vivono un tempo di veri-fica per aggregarsi ad un’associazione o a un movimento ecclesiale.

7. Detto Anno sarà occasione propizia per un’accoglienza più atten-ta delle omelie, delle catechesi, dei discorsi e degli altri interventidel Santo Padre. I Pastori, le persone consacrate ed i fedeli laicisaranno invitati a un rinnovato impegno di effettiva e cordiale ade-sione all’insegnamento del Successore di Pietro.

8. Durante l’Anno della fede, in collaborazione con il PontificioConsiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sono auspica-te varie iniziative ecumeniche volte ad invocare e favorire «il rista-bilimento dell’unità fra tutti i cristiani» che «è uno dei principali

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20 BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 13.21 Ibid., n. 6.

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intenti del sacro Concilio Ecumenico Vaticano II»22. In particolare,avrà luogo una solenne celebrazione ecumenica per riaffermare lafede in Cristo da parte di tutti i battezzati.

9. Presso il Pontificio Consiglio per la Promozione della NuovaEvangelizzazione sarà istituita un’apposita segreteria per coordinarele diverse iniziative riguardanti l’Anno della fede, promosse dai varidicasteri della Santa Sede o comunque aventi rilevanza per laChiesa universale. Sarà conveniente informare per tempo dettaSegreteria circa i principali eventi organizzati; essa potrà anche sug-gerire opportune iniziative in merito. La segreteria aprirà un apposi-to sito internet al fine di offrire ogni informazione utile per vivere inmodo efficace l’Anno della fede.

10. A conclusione di quest’Anno, nella Solennità di Nostro SignoreGesù Cristo Re dell’Universo, avrà luogo un’Eucaristia celebrata dalSanto Padre, in cui rinnovare solennemente la professione dellafede.

II. A livello di Conferenze episcopali23

1. Le Conferenze episcopali potranno dedicare una giornata di stu-dio al tema della fede, della sua testimonianza personale e della suatrasmissione alle nuove generazioni, nella consapevolezza dellamissione specifica dei Vescovi come maestri e «araldi della fede»24.

2. Sarà utile favorire la ripubblicazione dei documenti del ConcilioVaticano II, del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio,anche in edizioni tascabili ed economiche, e la loro maggiore diffu-sione con l’ausilio dei mezzi elettronici e delle moderne tecnologie.

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22 CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 1.23 Le indicazioni offerte alle Conferenze Episcopali valgono in modo analogo anche per iSinodi dei Vescovi delle Chiese Patriarcali e Arcivescovili Maggiori e per le Assemblee deiGerarchi di Chiese sui iuris.24 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

3. È auspicabile un rinnovato sforzo per tradurre i documenti delConcilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica nelle linguenelle quali ancora non esistono. Si incoraggiano iniziative di soste-gno caritativo per tali traduzioni nelle lingue locali dei paesi interra di missione, dove le Chiese particolari non possono gestirne lespese. Ciò sia condotto sotto la guida della Congregazione per l’e-vangelizzazione dei popoli.

4. I pastori, attingendo ai nuovi linguaggi della comunicazione, siimpegneranno per promuovere trasmissioni televisive o radiofoni-che, film e pubblicazioni, anche a livello popolare e accessibili a unampio pubblico, sul tema della fede, dei suoi principi e contenuti,nonché sul significato ecclesiale del Concilio Vaticano II.

5. I santi e i beati sono gli autentici testimoni della fede25. Sarà per-tanto opportuno che le Conferenze episcopali si impegnino per dif-fondere la conoscenza dei santi del proprio territorio, utilizzandoanche i moderni mezzi di comunicazione sociale.

6. Il mondo contemporaneo è sensibile al rapporto tra fede e arte.In tal senso, si raccomanda alle conferenze episcopali di valorizzareadeguatamente, in funzione catechetica ed eventualmente in colla-borazione ecumenica, il patrimonio delle opere d’arte reperibili neiluoghi affidati alla loro cura pastorale.

7. I docenti nei Centri di studi teologici, nei Seminari e nelleUniversità cattoliche sono invitati a verificare la rilevanza, nel loroinsegnamento, dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica edelle implicazioni derivanti per le rispettive discipline.

8. Sarà utile preparare, con l’aiuto di teologi e autori competenti,sussidi divulgativi dal carattere apologetico (cfr 1 Pt 3, 15). Ogni

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25 Cfr BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 13.

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fedele potrà così meglio rispondere alle domande che si pongononei diversi ambiti culturali, in rapporto ora alle sfide delle sette, oraai problemi connessi con il secolarismo e il relativismo, ora agli«interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, parti-colarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quellodelle conquiste scientifiche e tecnologiche»26, così come ad altrespecifiche difficoltà.

9. È auspicabile una verifica dei catechismi locali e dei vari sussidicatechistici in uso nelle Chiese particolari, per assicurare la loropiena conformità con il Catechismo della Chiesa Cattolica27. Nel caso incui alcuni catechismi o sussidi per la catechesi non siano in pienasintonia col Catechismo, o rivelino delle lacune, si potrà cominciarea elaborarne di nuovi, eventualmente secondo l’esempio e con l’aiu-to di altre Conferenze episcopali che già hanno provveduto a redi-gerli.

10. Sarà opportuna, in collaborazione con la competente Congre-gazione per l’educazione cattolica, una verifica della presenza deicontenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica nella ratio della forma-zione dei futuri sacerdoti e nel curriculum dei loro studi teologici.

III. A livello diocesano

1. È auspicabile una celebrazione di apertura dell’Anno della fede euna sua solenne conclusione a livello di ogni Chiesa particolare, incui «confessare la fede nel Signore risorto nelle nostre Cattedrali enelle chiese di tutto il mondo»28.

2. Sarà opportuno organizzare in ogni diocesi del mondo una gior-nata sul Catechismo della Chiesa Cattolica, invitando in modo partico-lare i sacerdoti, le persone consacrate e i catechisti. In quest’occa-sione, ad esempio, le eparchie orientali cattoliche potranno svolge-

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26 Ibid., n. 12.27 Cfr GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Fidei depositum, n. 4.28 BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 8.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

re un incontro con i sacerdoti per testimoniare la propria specificasensibilità e tradizione liturgica all’interno dell’unica fede in Cristo;così, le giovani Chiese particolari nelle terre di missione potrannoessere invitate ad offrire una rinnovata testimonianza di quellagioia della fede che tanto le contraddistingue.

3. Ogni vescovo potrà dedicare una sua Lettera pastorale al temadella fede, richiamando l’importanza del Concilio Vaticano II e delCatechismo della Chiesa Cattolica e tenendo conto delle specifiche cir-costanze pastorali della porzione di fedeli a lui affidata.

4. Si auspica che in ogni diocesi, sotto la responsabilità del vescovo,si organizzino momenti di catechesi, destinati ai giovani e a coloroche sono in ricerca del senso della vita, allo scopo di scoprire la bel-lezza della fede ecclesiale, e si promuovano incontri con suoi testi-moni significativi.

5. Sarà opportuno verificare la recezione del Concilio Vaticano II edel Catechismo della Chiesa Cattolica nella vita e nella missione di ognisingola Chiesa particolare, specialmente in ambito catechistico. Intal senso, si auspica un rinnovato impegno da parte degli Ufficicatechistici delle diocesi, che – sostenuti dalle commissioni per lacatechesi delle conferenze episcopali – hanno il dovere di curare laformazione dei catechisti sul piano dei contenuti della fede.

6. La formazione permanente del clero potrà essere incentrata, par-ticolarmente in quest’Anno della fede, sui documenti del ConcilioVaticano II e sul Catechismo della Chiesa Cattolica, trattando, ad esem-pio, temi come “l’annuncio del Cristo risorto”, “la Chiesa sacra-mento di salvezza”, “la missione evangelizzatrice nel mondo dioggi”, “fede e incredulità”, “fede, ecumenismo e dialogo interreli-gioso”, “fede e vita eterna”, “l’ermeneutica della riforma nella con-tinuità”, “il Catechismo nella cura pastorale ordinaria”.

7. Si invitano i vescovi ad organizzare, specialmente nel periodo

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quaresimale, celebrazioni penitenziali in cui chiedere perdono aDio, anche e specialmente per i peccati contro la fede. Quest’Annosarà altresì un tempo favorevole per accostarsi con maggior fede epiù intensa frequenza al sacramento della Penitenza.

8. Si auspica un coinvolgimento del mondo accademico e della cul-tura per una rinnovata occasione di dialogo creativo tra fede eragione attraverso simposi, convegni e giornate di studio, special-mente nelle Università cattoliche, mostrando «come tra fede eautentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambe-due, anche se per vie diverse, tendono alla verità»29.

9. Sarà importante promuovere incontri con persone che, «pur nonriconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una since-ra ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esi-stenza e sul mondo»30, ispirandosi anche ai dialoghi del Cortile deiGentili, avviati sotto la guida del Pontificio Consiglio della Cultura.

10. L’Anno della fede potrà essere un’occasione per prestare un’at-tenzione maggiore alle scuole cattoliche, luoghi adeguati per offri-re agli alunni una testimonianza viva del Signore e per coltivare laloro fede, con un opportuno riferimento all’utilizzo di buoni stru-menti catechistici, come, ad esempio, il Compendio del Catechismodella Chiesa Cattolica o come Youcat.

IV. A livello di parrocchie/comunità/associazioni/movimenti

1. In preparazione all’Anno della fede, tutti i fedeli sono invitati a leg-gere e meditare attentamente la Lettera apostolica Porta fidei delSanto Padre Benedetto XVI.

2. L’Anno della fede «sarà un’occasione propizia per intensificare lacelebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucari-stia»31. Nell’Eucaristia, mistero della fede e sorgente della nuova

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29 Ibid., n. 12.30 Ibid., n. 10.31 Ibid., n. 9.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

evangelizzazione, la fede della Chiesa viene proclamata, celebrata efortificata. Tutti i fedeli sono invitati a prendervi parte consapevol-mente, attivamente e fruttuosamente, per essere autentici testimo-ni del Signore.

3. I sacerdoti potranno dedicare maggior attenzione allo studio deidocumenti del Concilio Vaticano II e del Catechismo della ChiesaCattolica, traendone frutto per la pastorale parrocchiale – la cate-chesi, la predicazione, la preparazione ai sacramenti – e proponen-do cicli di omelie sulla fede o su alcuni suoi aspetti specifici, comead esempio, “l’incontro con Cristo”, “i contenuti fondamentali delCredo”, “la fede e la Chiesa”32.

4. I catechisti potranno attingere maggiormente alla ricchezza dot-trinale del Catechismo della Chiesa Cattolica e guidare, sotto la respon-sabilità dei rispettivi parroci, gruppi di fedeli per la lettura e il comu-ne approfondimento di questo prezioso strumento, al fine di crearepiccole comunità di fede e di testimonianza del Signore Gesù.

5. Nelle parrocchie si auspica un rinnovato impegno nella diffusio-ne e nella distribuzione del Catechismo della Chiesa Cattolica o di altrisussidi adatti alle famiglie, autentiche chiese domestiche e luoghiprimari di trasmissione della fede, ad esempio nel contesto dellebenedizioni delle case, dei battesimi degli adulti, delle conferma-zioni, dei matrimoni. Ciò potrà contribuire alla confessione eall’approfondimento della dottrina cattolica «nelle nostre case epresso le nostre famiglie, perché ognuno senta forte l’esigenza diconoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede disempre»33.

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32 Cfr BENEDETTO XVI, Esort. ap. post-sinodale Verbum Domini, 30 settembre 2010, nn. 59-60 e 74.33 ID., Lett. ap. Porta fidei, n. 8.

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6. Sarà opportuno promuovere missioni popolari e altre iniziative,nelle parrocchie e nei luoghi di lavoro, per aiutare i fedeli a risco-prire il dono della fede battesimale e la responsabilità della suatestimonianza, nella consapevolezza che la vocazione cristiana «èper sua natura anche vocazione all’apostolato»34.

7. In questo tempo, i membri degli Istituti di Vita consacrata e delleSocietà di Vita apostolica sono sollecitati ad impegnarsi nella nuo-va evangelizzazione, con una rinnovata adesione al Signore Gesù,mediante l’apporto dei propri carismi e nella fedeltà al Santo Padreed alla sana dottrina.

8. Le comunità contemplative durante l’Anno della fede dedicheran-no una particolare intenzione alla preghiera per il rinnovamentodella fede nel popolo di Dio e per un nuovo slancio nella sua tra-smissione alle giovani generazioni.

9. Le associazioni e i movimenti ecclesiali sono invitati a farsi pro-motori di specifiche iniziative che, mediante il contributo del pro-prio carisma e in collaborazione con i pastori locali, si inseriscanonel grande evento dell’Anno della fede. Le nuove comunità e i movi-menti ecclesiali, in modo creativo e generoso, sapranno trovare imodi più adeguati per offrire la loro testimonianza di fede al servi-zio della Chiesa.

10. Tutti i fedeli, chiamati a ravvivare il dono della fede, cercheran-no di comunicare la propria esperienza di fede e di carità35 dialo-gando coi loro fratelli e sorelle, anche delle altre confessioni cristia-ne, con i seguaci di altre religioni, e con coloro che non credono,oppure sono indifferenti. In tal modo si auspica che l’intero popo-lo cristiano inizi una sorta di missione verso coloro con cui vive elavora, nella consapevolezza di aver «ricevuto un messaggio di sal-vezza da proporre a tutti»36.

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34 CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Apostolicam actuositatem, n. 2.35 Cfr BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 14.36 CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 1.

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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Conclusione

La fede «è compagna di vita che permette di percepire con sguardosempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta acogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegnaognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nelmondo»37. La fede è un atto personale ed insieme comunitario: è undono di Dio, che viene vissuto nella grande comunione della Chiesae deve essere comunicato al mondo. Ogni iniziativa per l’Anno dellafede vuole favorire la gioiosa riscoperta e la rinnovata testimonian-za della fede. Le indicazioni qui offerte hanno lo scopo di invitaretutti i membri della Chiesa ad impegnarsi perché quest’Anno siaoccasione privilegiata per condividere quello che il cristiano ha dipiù caro: Cristo Gesù, Redentore dell’uomo, Re dell’Universo, «au-tore e perfezionatore della fede» (Eb 12, 2).

Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede,il 6 gennaio 2012, Solennità dell’Epifania del Signore.

William Card. LevadaPrefetto

+ Luis F. Ladaria, S.I.Arcivescovo titolare di Thibica

Segretario

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37 BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 15.

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Salutiamo con grande favore la II edizione italiana del Rito delle esequie.La Conferenza Episcopale Italiana, dopo l’edizione del 1974 (fin’o-ra in uso) che traduceva l’editio typica del 1969, ha curato questanuova edizione nella fedeltà al Concilio Ecumenico Vaticano II,ottemperando precisamente al dettato della Sacrosanctum Conci-lium1 riguardante le norme per l’adattamento liturgico. Dopo la reco-gnitio della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina deiSacramenti e la sua approvazione (23.VII.2010), essa è pubblicatacome seconda versione italiana dell’editio typica dell’Ordo Exsequiarum2

ed è da considerarsi tipica per la lingua italiana. Pubblicata e diffu-sa in queste ultime settimane, è stata presentata ufficialmente aRoma il 2 marzo u.s.. Può essere da subito adoperata nelle nostrecomunità e diventerà obbligatoria a partire dal 2 novembre 2012.Si attendeva da tempo, colma le esigenze di adattamento che via viasi sono evidenziate nella prassi pastorale a partire dall’edizione del1974, attesta ancora una volta la bontà degli altiora principia dellaRiforma Liturgica del Concilio Ecumenico Vaticano II, apre piùpuntualmente all’intelligenza e al discernimento pastorale nellapreparazione e nella celebrazione delle esequie cristiane. Una cele-

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Commissione regionale di pastorale liturgicaLa nuova edizione italiana del rito delle esequie.

Per umanizzare la morte e annunciarela speranza della risurrezione

CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESEDOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

1 CONCILIO VAT. II, Sacrosanctum Concilium, Costituzione sulla sacra liturgia (=SC), 37-39.2 RITUALE ROMANO RIFORMATO A NORMA DEI DECRETI DEL CONCILIO VATICANO II E PROMULGATO DA PAPAPAOLO VI, Rito delle esequie, CEI, LEV 2011, p. 10.

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brazione che deve essere, anch’essa, nelle variegate circostanze nellequali oggi si vive l’evento della morte, vera evangelizzazione delnucleo vitale della fede cristiana: la risurrezione di Cristo. La nuova edizione del Rito delle Esequie giunge in un contesto culturaleed ecclesiale caratterizzato da significativi mutamenti3 e porta in sé l’e-sperienza pastorale maturata nei quasi quarant’anni dalla primaedizione.La Conferenza Episcopale Italiana porge alle nostre Chiese questaII edizione del Rito delle Esequie dicendo che essa:- «offre una più ampia e articolata proposta rituale a partire dalprimo incontro con la famiglia, appresa la notizia della morte,fino alla tumulazione del feretro;

- presenta una traduzione rinnovata dei testi di preghiera riporta-ti nella editio typica, secondo le indicazioni dell’Istruzione Litur-giam authenticam, delle letture bibliche e dei Salmi secondo lanuova versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana;

- integra i testi delle monizioni e delle preghiere presenti nella primaedizione con nuove proposte, attente alle diverse situazioni;

- risponde con apposite indicazioni a nuove situazioni pastorali,in particolare per quanto concerne la questione della cremazio-ne dei corpi;

- provvede a suggerire nuove melodie per alcune parti della cele-brazione»4.

Con questo adattamento, senza soluzione di continuità, la Chiesacontinua ad attestare il valore dei tempi e dei luoghi della celebra-zione in un contesto sociale particolarmente propenso a privatizza-re l’esperienza del morire e a occultare i segni della sepoltura e del lutto5.D’altra parte, nel nostro mondo, registriamo altresì una sorta dispettacolarizzazione della morte ad opera dei mezzi della comuni-cazione sociale che, quasi con spietatezza, ci racconta e ci mettesotto gli occhi quotidianamente morti violente per cause naturali oper patologie umane, per incidenti provocati o per violenze subìte.Si è inoltre consapevoli della molteplicità delle situazioni nellequali oggi si vive e si muore per via della mobilità diffusa o dell’iso-

3 Ibidem,CEI, Presentazione, 2, p. 12.4 Ibidem, 3, p. 12.5 Ibidem, 4, p. 13.

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CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE

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lamento degli anziani nelle case di cura e negli ospedali, del tenta-tivo di esorcizzare la morte o di occultarla ai piccoli - si dice - per-ché anche i grandi se ne possano sottrarre. Contesti, condizioni epaure che i vescovi italiani giudicano situazioni sociali che rendonoancor più angosciosa l’esperienza della morte, ma che recano con sé ancheuna profonda domanda di prossimità solidale e aprono a un’autentica ricer-ca di senso6.Di fronte a tutto ciò la Chiesa è più che mai sollecitata a proporre un cam-mino di fede, scandito a tappe mediante celebrazioni comunitarie, per aiu-tare ad affrontare nella fede e nella speranza l’ora del distacco e a riscoprireil senso cristiano del vivere e del morire7.Viene, pertanto, ribadita l’esigenza della partecipazione dellacomunità cristiana, attraverso la presenza del sacerdote e il servizio diministri che, con particolare sensibilità umana e spirituale e adeguata for-mazione liturgica, si pongono accanto a chi è stato colpito da un lutto peroffrire il conforto della fede o la solidarietà fraterna8.E, quasi con disincanto, ancorata all’unica verità che attraversa erinnova la storia, la Chiesa fa sentire la sua umile voce con le paro-le e i gesti della ritualità esequiale, riaffermando che la liturgia cri-stiana dei funerali è celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore9.Così, anche attraverso l’adattamento liturgico del Rito delle Esequie lecomunità cristiane si lasciano educare (plasmare) dalla risurrezionedi Cristo non soltanto per la vita buona del Vangelo su questa terra,ma anche per divenire capaci, in ciascun discepolo, di morire inCristo. E, d’altra parte, con la liturgia cristiana delle esequie, laChiesa annuncia la differenza cristiana di fronte alla morte anche ainon credenti che vengono coinvolti nella solidarietà umana dellutto e del dolore.A ben leggere, nelle integrazioni e nell’arricchimento che è statoapportato in questa II edizione italiana del Rito delle Esequie c’è una

6 Ibidem, 2, p. 12.7 Ibid.8 Ibidem, 5, p. 13.9 Ibidem, Premesse generali, 1, p. 17.

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10 Ibidem, Appendice,165-191, pp. 203-237.11 Ibidem, pp. 29-30.12 Di rilievo è il n. 2 delle suddette Precisazioni che evidenzia non solo una opportunità ma,in alcune circostanze, una vera e propria urgenza ai nostri giorni: «Possono presentarsisituazioni pastorali nelle quali è opportuno, o addirittura doveroso, tralasciare la celebra-zione della Messa e ordinare il rito esequiale in forma di Liturgia della Parola. La celebra-zione eucaristica rimane esclusa il giovedì santo e in quei giorni che non la prevedono(venerdì e sabato santo)», p. 29.13 Ibidem, 26-29, pp. 35-43.

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spiccata attenzione all’uomo, alla persona che muore, a coloro che nesono coinvolti nella parentela e nell’amicizia e, c’è insieme una vigi-le cura pastorale perché la comunità cristiana non smetta di annun-ciare la speranza della risurrezione.La nostra accoglienza a questo libro liturgico non può dunqueesaurirsi in una sbrigativa sbirciata alle novità. Esso deve sollecita-re una nuova attenzione pastorale al momento più solenne della vitaumana: la morte. Anche nel caso in cui la celebrazione esequiale sirichiedesse prima o dopo la cremazione del corpo. Le esequie in casodi cremazione hanno i loro schemi nell’appendice del libro, perchéevidentemente potrebbero riguardare o le grandi città o i casi dimorte all’estero. E anche per sottolineare la preferenza da partedella Chiesa cattolica per la sepoltura dei corpi. Nella nostra regio-ne Puglia e soprattutto nelle nostre Chiese fatte di piccoli centripotrà essere davvero una remota possibilità. Per questi casi il libroliturgico offre diversi programmi rituali appunto nell’Appendicesuddivisa in tre capitoli per altrettante modalità celebrative spazio-temporali rispetto alla cremazione del corpo10.Segnalo in particolare le Precisazioni della CEI11 che nella I edizionerisultavano poste in corsivo alla fine delle Premesse generali. In esse visono le direttive pastorali e le indicazioni che rimandano a situa-zioni pastorali particolari12.Nella Parte Prima del Rito delle Esequie, precisamente nel I capitolo, èda valorizzare la ricchezza pastorale proposta per la visita alla fami-glia13 con la particolare attenzione alla chiusura della bara14. Altret-tante possibilità per una articolata presenza della comunità accantoalla famiglia colpita dal lutto.Viene inoltre data una migliore organicità alla conclusione dellacelebrazione esequiale. Sia che tutta la celebrazione si concluda in

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CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE

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chiesa, sia che l’ultima raccomandazione e il commiato si svolganoal cimitero, al termine della Celebrazione Eucaristica o della Liturgiadella Parola, colui che presiede impartisce la benedizione. AggiungeràBenediciamo il Signore se non congeda l’assemblea con la quale compi-rà l’ultima raccomandazione e il commiato al cimitero15.Meritano attenzione gli adattamenti testuali (nelle possibilità cele-brative e nei momenti particolari) e la varietà di testi per la pre-ghiera e melodie per la celebrazione esequiale16. Notevole è inoltreil corredo artistico di questo Rituale con le illustrazioni generali eparticolari della Porta della Preghiera di L. Scorzelli, benedetta daPapa Paolo VI il 29.VI.1972 per la Basilica Vaticana.Il linguaggio e la ritualità, adattati particolarmente alle nuovesituazioni delle persone e della società nelle quali le nostre comuni-tà devono annunciare la morte del Signore finché Egli venga, attestano lavitalità della liturgia cristiana che deve sempre manifestarsi qualeculmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui pro-mana tutta la sua virtù17.

don Antonio ValentinoSegretario della Commissione

Regionale di Pastorale Liturgica

14 Ibidem, 42-46, pp. 59-62.15 Ibidem, 86-87, p. 108.16 Ibidem, Appendice, pp. 247-365.17 SC, 10.

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Prot. n. 21/12/D.A.G.

Trascorso il periodo di attività del Consiglio Pastorale diocesano,costituito per un triennio il 25 novembre 2006 (Prot. n.120/06/D.A.G.) e prorogato fino al 2011 con decreto del 13 ottobre2009 (Prot. n. 65/09/D.A.G.), si è reso necessario procedere al suorinnovo, secondo la tradizione consolidatasi nella nostra Chiesalocale fin dall’immediato post-concilio.A norma dello Statuto–Regolamento del Consiglio Pastorale dioce-sano, approvato con decreto arcivescovile Prot. n. 92/96 dell’8 luglio1996 e successive modifiche, si è proceduto alla convocazione deivari organismi tenuti all’elezione dei rispettivi rappresentanti.Pertanto, visti i risultati delle elezioni e integrato l’elenco dei com-ponenti il Consiglio medesimo, a norma dei cann. 511-514 C.I.C.,con il presente decreto rinnovo il

CONSIGLIO PASTORALEDELL’ARCIDIOCESI DIBARI-BITONTO

per la durata di cinque anni e composto dai membri riportati nel-l’elenco allegato, che costituisce parte integrante del presente decreto.

Decreto costitutivo del nuovoConsiglio Pastorale Diocesano

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Contestualmente nomino segretario del Consiglio il sig. AntonioNicola Colagrande, vice presidente dell’Azione Cattolica Dioce-sana.In continuità con l’impegno dei precedenti Consigli, sarà compitodi tutti i membri offrire al Vescovo, in segno di corresponsabilitàecclesiale, la propria collaborazione ed esperienza.Auguro a tutti i membri buon lavoro e tutti di cuore benedico.

Bari, 1 giugno 2012

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

sac. Paolo BuxIl Cancelliere arcivescovile

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Allegato al decreto arcivescovileprot. N. 21/12/D.A.G. del 1 giugno 2012

Consiglio Pastorale Diocesano 2012 - 2017

Mons. Francesco Cacucci ArcivescovoMons. Domenico Ciavarella Vicario generale

Membri di diritto

Vicari episcopali

Don Candeloro Angelillo Vicario episcopale per la caritàDon Ubaldo Aruanno Vicario episcopale territoriale Bitonto-PaloMons. Vito Bitetto Vicario episcopale per il diaconato permanente

e i ministeri istituitiMons. Francesco Colucci Vicario episcopale per i presbiteriP. Leonardo Di Pinto Vicario episcopale per la vita consacrataMons. Angelo Latrofa Vicario episcopale per l’evangelizzazioneMons. Domenico Falco Vicario episcopale per la liturgia

in ragione dell’Ufficio

Don Andrea Favale Rettore Seminario ArcivescovileDon Antonio Serio Assistente diocesano Azione CattolicaDon Alessandro Tanzi Segretario del Consiglio PresbiteraleP. Luigi Orlando Direttore Istituto Teologico Interreligioso S. FaraP. Lorenzo Lorusso Direttore Istituto Teologico Ecumenico “S. Nicola”

e Rettore Pontificia Basilica di S. Nicola

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Vicari zonali

Mons. Franco Lanzolla Vicario zonale del I vicariatoMons. Alberto D’Urso Vicario zonale del II vicariatoDon Giuseppe Cutrone Vicario zonale del III vicariatoDon Marino De Caro Vicario zonale del IV vicariatoDon Vittorio Borracci Vicario zonale del V vicariatoDon Domenico Lieggi Vicario zonale del VI vicariatoDon Marino Cutrone Vicario zonale del VII vicariatoDon Carlo Lattarulo Vicario zonale del VIII vicariatoDon Antonio Lobalsamo Vicario zonale del IX vicariatoDon Domenico Castellano Vicario zonale del X vicariatoDon Domenico Moro Vicario zonale del XI vicariatoDon Enrico Dabbicco Vicario zonale del XII vicariato

Direttori di Settori e Uffici di Curia

Don Paolo Bux Cancelliere Arcivescovilemondo della cultura

Don Mario Castellano Direttore Ufficio LiturgicoDon Carlo Cinquepalmi Direttore Ufficio Comunicazioni socialiDon Gaetano Coviello Direttore Ufficio AmministrativoDon Enrico Dabbicco Direttore Ufficio GiovaniP. Leonardo Di Taranto Direttore Ufficio Pastorale della saluteMons. Franco Lanzolla Direttore Ufficio FamigliaCinzia e Michele Vurro Direttori Ufficio FamigliaDon Vito Manchisi Economo DiocesanoGiuseppe Micunco Direttore Ufficio LaicatoVito Micunco Direttore Ufficio Mondo sociale e

del lavoroDon Nicola Monterisi Direttore Ufficio ScuolaDiacono Bruno Ressa Resp. Sez. Tecn. Ufficio AmministrativoDon Angelo Romita Direttore Ufficio EcumenicoDon Antonio Ruccia Direttore Ufficio Caritas

Rappresentanti degli Istituti religiosi e secolari

P. Antonio Cofano ofm Segretario CISMSr. Ofelia Pepe Segretaria USMICeleste Savino Segretaria C.I.I.S.

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Responsabili Azione Cattolica

Sig.ra Michela Boezio Presidente di Azione CattolicaSig.ra Maria Campanile Vice Presidente di Azione CattolicaSig. Antonio Nicola Colagrande Vice Presidente di Azione CattolicaSig.ra Mina Zaccaro Vice Presidente di Azione CattolicaSig. Pietro Vacca Vice Presidente di Azione Cattolica

Membri eletti

A) dai Vicariati zonali Arcangelo Dachille Rappresentante del Vic. terr. Bitonto-PaloVincenzo Pesce Rappresentante del Vic. terr. Bitonto-PaloMario Prestigiacomo Rappresentante del I VicariatoGennaro Capriati Rappresentante del I Vicariato Bruno Picca Rappresentante del II VicariatoAttilio Simeone Rappresentante del II VicariatoImmacolata Pavese Rappresentante del III VicariatoMariano Mazza Rappresentante del III VicariatoLucia Guaragno Rappresentante del IV VicariatoNicola Ferrara Rappresentante del IV VicariatoGabriele Clemente Rappresentante del V VicariatoMichele Guastamacchia Rappresentante del V VicariatoFerdinando Nocerino Rappresentante del VI VicariatoGiuseppe Variato Rappresentante del VI VicariatoGiuseppe Castoro Rappresentante del VII VicariatoNicola Ugenti Rappresentante del VII VicariatoAngelo Angelino Rappresentante del VIII VicariatoMichele Tanzi Rappresentante del VIII VicariatoAlfredo De Santis Rappresentante del IX VicariatoGiuseppe Panzarini Rappresentante del IX VicariatoNicola Mongielli Rappresentante del X VicariatoFrancesco Sfarzetta Rappresentante del X VicariatoDonato Pietanza Rappresentante del XI VicariatoFilomena Didonna Rappresentante del XI VicariatoVito Massari Rappresentante del XII VicariatoLuca Quaranta Rappresentante del XII Vicariato

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B) Dalla Consulta diocesana per l’apostolato laicale (CDAL)Rossella Cinquepalmi Movimento per la vitaLeonardo Dambra Movimento dei FocolariMaria Luisa Logiacco Comunità di S. EgidioGiuseppe Piscopo Laici Giuseppini MarellianiLucy Scattarelli Amici del SermigMassimo Tamma Rinnovamento nello Spirito

C) Dai seminaristi di teologiaFrancesco Necchia

D) Dal Collegio diaconaleDiacono Vincenzo Gramegna

E) Dalla Conferenza Diocesana Superiori Maggiori (CISM)P. Ottavio Raimondo Missionari CombonianiP. Francesco Russo Oblati di S. Giuseppe

F) Dall’Unione Diocesana Superiore Maggiori (USMI)Suor Cristina Alfano Suore Francescane AlcantarineSuor Cadia D’Amore Sorelle Francescane della CaritàSuor Luciana Dal Masetto Pie Discepole del Divin MaestroSuor Anna Grazia Di Liddo Adoratrici del Sangue di CristoSuor Margherita Martinelli Missionarie del Sacro Costato

Membri cooptati dall’Arcivescovo

Sebastiano BarboneAnnalisa CaputoNicola CostantinoSabino PaparellaAngela Rita GelaoVincenzo MoscelloSimone PiscitelliSalvatore SchiralliChiara Trotta

Antonio Nicola Colagrande Segretario C.P.D.

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1. Sacre ordinazioni, ammissioni, ministeri istituiti

- La sera di venerdì 6 luglio 2012, memoria di S. Maria Goretti, nellachiesa parrocchiale di Maria SS. di Costantinopoli in Bitritto, S. Ecc.Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, durante unaconcelebrazione eucaristica da lui presieduta, ha ordinato presbite-ro il diacono Mario Diana, del clero diocesano.

2. Nomine e decreti singolari

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:- 8 luglio 2012 (Prot. n. 53/12/D.A.S.-N.), don Mario Diana all’uffi-cio di vicario parrocchiale della parrocchia S. Nicola in Mola diBari;- 31 luglio 2012 (Prot. n. 56/12/D.A.S.-N.), don Franco Cutrone,parroco della parrocchia S. Gregorio Barbarigo in Roma,Postulatore, e S.E. Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca, Co-attore, nel processo di beatificazione e cano-nizzazione della Serva di Dio madre Teresa Gimma, O.C.D..

B) S. Ecc. l’Arcivescovo ha istituito, in data:- 1 luglio 2012 (Prot. n. 50/12/D.A.S.-I), padre Giovanni Battista

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

CURIA METROPOLITANA

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Cancelleria

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Corona, Apostolo di Gesù Crocifisso, all’ufficio di parroco mode-ratore e padre Gerardo Yapo, Apostolo di Gesù Crocifisso, all’uf-ficio di parroco in solido della parrocchia S. Rocco in Valenzano;- 10 luglio 2012 (Prot. n. 55/12/D.A.S.-I), padre Francesco Piciocco,O.F.M., confermandolo per altri tre anni, all’incarico di Assistentediocesano dell’U.N.I.T.A.L.S.I.

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Settore presbiteri

L’esperienza di formazione dei preti giovani a Berlino(Germania, 18-23 giugno 2012)

CURIA METROPOLITANA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Anche quest’anno, dal 18 al 23 giugno, si è svolta la settimana diformazione dei sacerdoti giovani insieme a Padre Arcivescovo, alVicario generale mons. Domenico Ciavarella, responsabile della for-mazione dei preti giovani, e ad alcuni sacerdoti “meno giovani” chehanno voluto condividere con noi questi giorni, onorandoci dellaloro presenza.La Germania è stata la meta del nostro viaggio: il tempo è statoabbastanza instabile e imprevedibile. In serata comunque il climaera piacevole.Berlino è stata la prima tappa del nostro itinerario. Siamo partiti daun giro panoramico della città monumentale, la Berlino Est di unavolta, con il viale Unter den Linden e i suoi splendidi monumenti:il Duomo, l’Arsenale e la Neue Wache; Bebelplatz, cuore rococòdella vecchia Berlino; la Gendarmenmarkt, la piazza più elegante;l’Alexanderplatz con la Torre della Televisione alta 368 metri; laNikolaikirche e la Marienkirche, le chiese più antiche della città.Successivamente, dopo aver sostato alla Porta di Brandeburgo evisitato il monumento dell’Olocausto, abbiamo attraversato il nuo-vissimo quartiere governativo con il Reichstag con la cupola divetro di Norman Foster; abbiamo ammirato la nuovissima stazioneferroviaria a 5 livelli che è la più grande d’Europa; abbiamo visita-to il Pergamon Museum e la Potsdamer Platz, il quartiere del futu-

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ro, con gli incredibili edifici progettati da Renzo Piano, la cupoladel Sony Center e DaimlerCity; infine il quartiere turco diKreuzberg alla ricerca del percorso del Muro e il passaggio attraver-so il Chekpoint Charlie.Dopo cena non sono mancate uscite libere Berlino by night.Continuando il nostro viaggio, passando per i quartieri sudocci-dentali, residenziali e verdi, abbiamo attraversato lo splendido lagodi Wannsee con il celebre “Ponte delle spie” ripreso in tanti filmgialli.Giunti a Potsdam, nostra seconda tappa, abbiamo visitato il Parcodi Sanssouci con il Palazzo d’Estate e abbiamo avuto un’idea pano-ramica del centro antico con il quartiere olandese.Rientrati a Berlino abbiamo continuato la visita di quella che eraBerlino Ovest, con la Chiesa della Memoria, lungo il viale Kurfür-sten-damm, la zona dello storico KaDeWe, il più esteso grande magazzinodell’Europa continentale, lo Zoo di Berlino, la Colonna della Vittoria,il castello di Charlottenburg, e infine il Kulturforum con il complessodelle nuovissime ambasciate, i musei e la Filarmonica. Dresda, città conosciuta come la “Firenze del Nord”, è stata la terzae ultima tappa del nostro viaggio: abbiamo attraversato il centrostorico e successivamente abbiamo visitato il complesso delloZwinger e la Pinacoteca.Sono stati giorni trascorsi all’insegna dell’armonia, scanditi dallapreghiera e dall’Eucaristia, celebrata insieme alla comunità di unaparrocchia situata nei pressi dell’hotel. Veramente siamo stati bene insieme!Non sono mancati momenti di riflessione, di ascolto e di confronto. Questa esperienza, che ogni anno segna la conclusione di un annopastorale, diventa occasione per crescere e arricchire la nostra fra-ternità sacerdotale con l’Arcivescovo e tra di noi.La tradizionale verifica dell’anno trascorso, con le proposte per ilnuovo, ha segnato la conclusione del nostro viaggio. Grazie a tutticoloro che vi hanno partecipato. Alla prossima!

sac. Paolo Candeloro

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Come sempre, agli inizi di giugno, si è concluso l’anno di corso dipreparazione al diaconato permanente, frequentato non solo dacoloro che a suo tempo hanno chiesto di intraprendere il camminoper detto ministero, ma anche gli aspiranti al ministero istituitodell’accolitato, sempre tutti sostenuti dal proprio superiore eccle-siastico e dalla preghiera della comunità.Il corso, come negli ultimissimi anni, ha comportato: la frequenzaa due lezioni settimanali (dalle 18.00 alle 20.30) per quattro annipresso l’Oasi S. Martino (per tutti); la frequenza all’Istituto Su-periore di Scienze Religiose per le discipline attinenti al corso per ildiaconato permanente; alcune giornate di studio e preghiera fuorisede (periodi di tre giorni di seguito e per due volte l’anno, ovvia-mente per i soli candidati diaconi); un anno di esperienze pastora-li, per i frequentanti il quinto anno di preparazione al diaconato.I candidati frequentanti sono stati:– Tredici candidati diaconi (13), due soli per il quinto anno e per leesperienze pastorali fuori dell’Oasi, e uno (1) extradiocesano;nonché 15 candidati accoliti, di cui uno extradiocesano.

Oltre al Vicario episcopale per il diaconato permanente e i ministe-ri istituiti, mons. Vito Bitetto, che ha guidato il corso ”Principi enorme della Liturgia delle Ore”, per quattordici ore di lezione (10+4per i soli candidati al diaconato), diversi sono stati i docenti che sisono avvicendati nell’insegnamento delle varie discipline e nellaformazione–preparazione dei candidati:

CURIA METROPOLITANA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Ufficio Diaconato permanente e ministeri istituiti

Relazione sulle attività dell’anno 2011-2012

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– Prof. Beppe Micunco ha guidato il corso di “Dottrina e pastoraledella Domenica”, per complessive sei ore di lezione, con esamifinali;– Don Mario Castellano ha guidato il corso di “Teologia e Liturgiadella Parola” per complessive dieci ore di lezione e di “Teologia eLiturgia eucaristica” per altre dieci ore di lezione, con esami fina-li per le due discipline;– Don Oronzo Pascazio ha guidato il corso di “Istruzione generaleMessale Romano” per complessive sei ore di lezione con esami finali;– Don Mimmo Fornarelli ha guidato il corso di “Anno e Calendarioliturgico” per complessive sei ore di lezione con esami finali;– Don Mimmo Lieggi ha guidato il corso di “Liturgia e carità” percomplessive sei ore di lezione con esami finali;– Don Paolo Bux ha guidato il corso di “Nozioni fondamentali diDiritto canonico” per complessive sei ore di lezione con esamifinali;– Don Luigi Inversi, diacono, ha guidato il corso di “Culto eucari-stico fuori della Messa”, coadiuvato, per la parte pratica, dal dia-cono Nicola Rondinone, per complessive sei ore di lezione conesami finali;– Don Bruno Ressa, diacono, ha guidato il corso di “MinisteriaQuaedam” per complessive sei ore di lezione con esami finali e diEsercitazioni pratiche per complessive dieci ore di lezione;– Mons. Nicola Bonerba ha tenuto due ritiri spirituali per tutti icandidati, in sede.

Hanno completato l’iter formativo le seguenti altre attività:– un incontro di un pomeriggio con S.E. l’Arcivescovo mons.Francesco Cacucci;– un incontro di due ore con il direttore dell’Ufficio Liturgico, donMario Castellano;– un incontro di due ore su “Domenica e pastorale della carità” condon Mimmo Lieggi;– un incontro di un pomeriggio con i diaconi;– un incontro di un pomeriggio con le mogli dei candidati diaconie gli stessi candidati;– un incontro di un pomeriggio con i seminaristi di Teologia, pres-so il Seminario regionale di Molfetta;

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CURIA METROPOLITANA

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– la partecipazione alla Messa Crismale;– la partecipazione alla Liturgia eucaristica durante la quale è statadata l’ammissione ufficiale a tre nuovi candidati per il diaconatopermanente: Amato Alessandro, della parrocchia Sacro Cuore inMola di Bari; De Serio Giuseppe, della parrocchia Sacro Cuore inBari; Frasca Vito, della parrocchia Stella Maris in Bari-Palese.

La festa di fraternità alla fine dell’anno formativo ha concluso ilcammino annuale nella gioia.Inoltre, durante i giorni di condivisione-studio presso “Casa S.Paolo” in Lanzo di Martina Franca, a novembre, e l’Oasi di S. Mariain Cassano delle Murge, a giugno, si è avuto modo di riflettere, inun clima di fraternità e preghiera più intensa, sul documento dellaPontificia Commissione Biblica (a novembre) e sul Direttorio per ilministero e la vita dei diaconi permanenti (a giugno), guidati damons. Vito Bitetto; nonché sulla Christifideles Laici, a cura del diaco-no Bruno Ressa.Un ritiro spirituale nei giorni di condivisione-studio, tenuto damons. Nicola Bonerba ai candidati diaconi, ha contribuito nonpoco al discernimento della propria vocazione e alla consapevolez-za della necessità-importanza della preghiera personale e comuni-taria, e dell’adorazione.Nell’ambito delle attività annuali, nel tempo di Avvento e diQuaresima, a vantaggio dei lettori e degli accoliti istituiti, si sonorealizzati due incontri per ciascun ministero. In questi incontri,dopo un momento di intensa preghiera comunitaria, si è passati adun utile approfondimento-studio, tenuto dal direttore dell’UfficioCatechi-stico diocesano, mons. Angelo Latrofa, sul documento“Educare alla vita buona del Vangelo”.

Inoltre, grazie a Dio, avendo terminato il piano di studio ed il perio-do formativo, il 24 giugno 2012 , sono stati istituiti accoliti venti-tre corsisti (9 dei quali partecipanti al cammino diaconale), nellacelebrazione eucaristica, presieduta da S.E. Rev. mons. FrancescoCacucci, vissuta nella Cattedrale in Bari, e precisamente:

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– Amato Alessandro della parrocchia Sacro Cuore in Mola di Bari;De Serio Giuseppe della parrocchia Sacro Cuore in Bari; BernardiGraziano della parrocchia S. Caterina V. e M. in Bitonto; De CaroLiberato della parrocchia S. Pasquale in Bari; Fanelli Luigi dellaparrocchia Salvatore in Bari-Loseto; Errico Carlo Benito della par-rocchia S. Maria di Monteverde in Grumo Appula; LippolisDonato della parrocchia S. Ciro in Bari-Mungivacca; CassanoCarmelo della parrocchia S. Gabriele dell’Addolorata in Bari-S.Paolo; Cozzi Tommaso della parrocchia Preziosissimo Sangue inS. Rocco in Bari (tutti candidati diaconi).– Angelillo Angelo della parrocchia S. Vito M. in Gioia del Colle;Cacucciolo Costantino e Masciopinto Vito Nicola della parroc-chia S. Maria Veterana in Triggiano; Epifani Francesco e LorussoElio della parrocchia S. Francesco da Paola in Capurso; GuerraMichele e Losacco Oronzo della parrocchia S. Francesco d’Assisiin Bari; Laguaragnella Luigi, Paduano Adriano e Perrelli Massimodella parrocchia S. Rocco in Bari; Lassandro Nunzio della parroc-chia S. Croce in Bari; Milella Gaetano della parrocchia S. Marco inBari; Mongelli Giuseppe della parrocchia S. Maria del Fonte inBari-Carbonara; Nocco Claudio della parrocchia S. GiuseppeMoscati in Triggiano; Tenerelli Pietro Martino della parrocchia S.Nicola in Mola di Bari.Infine, grati a Dio, per Sua volontà e per l’imposizione delle manidi S.E. mons. Francesco Cacucci, si spera che il 31 ottobre 2012,nella parrocchia di provenienza, S. Giuseppe Moscati in Triggiano,siano ordinati diaconi permanenti Palmisano Domenico e RiccardiFrancesco Saverio, avendo terminato il piano di studio-periodo for-mativo ormai quinquennale.Con quest’ ultima ordinazione, il numero complessivo dei diaconipermanenti nella nostra diocesi è di settantacinque (75), oltreFrancesco Camaggio, Raffaele Chirico, Luigi Del Vecchio, OrlandoMatani, Oronzo De Santis e Lucio Vitolli, che il Signore ha chia-mato a sé perché vivano con Lui nella gioia eterna.Nel formulare a tutti gli auguri di buon lavoro, accompagnati dallagrazia di Dio, chiediamo per loro, per gli altri già ordinati e istitui-ti, la preghiera delle comunità in mezzo alle quali eserciteranno edesercitano già il ministero, perché sia reso a Dio un canto di lode edi ringraziamento e alla Chiesa un autentico servizio.

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CURIA METROPOLITANA

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È infatti necessario che tutti noi richiamiamo alla nostra mente lagrande verità espressa in maniera sintetica ma luminosa nellaLumen Gentium: «questi carismi sono appropriati alle necessità dellaChiesa e perciò si devono accogliere con gratitudine e gioia» (n. 12).Tutto è dono di Dio, a lode Sua sia l’esercizio del loro servizio ai fratelli.I pastori d’anime con l’ aiuto dello Spirito Santo siano solleciti adindividuare tra i fedeli chi ha particolare attitudine al servizio. Lavolontà di Dio e le preghiere faranno il resto.Chi è chiamato, da parte sua, sappia che «servire Cristo vuol direregnare».

mons. Vito BitettoVicario episcopale

diac. Bruno RessaCollaboratore dell’Ufficio

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Settore Evangelizzazione. Ufficio catechisticoConvegno catechistico regionale

«Come pietre vive».Come rinnovare l’iniziazione cristiana

nelle Chiese di Puglia(Ostuni, 22-24 giugno 2012)

CURIA METROPOLITANA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Si è svolto ad Ostuni nei giorni 22-24 giugno 2012 il Convegnoregionale catechistico dal titolo “Come pietre vive” (1Pt 2,5).Come rin-novare l’iniziazione cristiana nelle Chiese di Puglia, in comunione contutte le altre sedici regioni ecclesiastiche d’Italia, che in questo annohanno accolto l’invito dell’Ufficio Catechistico Nazionale a cele-brare a livello regionale il Convegno annuale dell’UCN, al fine dipoter iniziare un cammino di verifica e di riflessione sul camminodi iniziazione cristiana, in particolare quello dei fanciulli e deiragazzi, avviato con la pubblicazione delle tre note sull’IC da partedella Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncioe la catechesi, in vista della redazione di un testo che, a partire dalDocumento di Base, possa aggiornare il quadro progettuale dellacatechesi italiana.Gli Orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo dellaCEI esprimono al n. 54 una domanda di verifica e confronto sulladimensione dell’impegno educativo delle nostre Chiese e in parti-colare sul rinnovamento della iniziazione cristiana.Lo sforzo di rinnovamento della iniziazione cristiana - promossodalla CEI nell’ultimo decennio e testimoniato dal diffondersi di

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molte sperimentazioni a livello regionale, diocesano e parrocchiale- ha posto l’accento in modo esplicito sulla comunità cristiana che,sotto la guida del Vescovo, primo responsabile della catechesi, vivein un territorio particolare. Sempre al n. 54 degli Orientamentipastorali si afferma come l’iniziazione cristiana metta in luce la«forza formatrice dei sacramenti per la vita cristiana, realizzi l’uni-tà e l’integrazione fra annuncio, celebrazione e carità, e favoriscaalleanze educative».Questo nostro convegno pugliese, così come sottolineato da mons.Vincenzo Identi, segretario della Commissione catechistica regio-nale, nella sua introduzione, è stato il punto di arrivo di un percor-so di riflessione e di verifica, già avviato su questo tema della ini-ziazione cristiana a livello regionale con due momenti di ricerca e diconfronto nei Forum celebrati nell’ultimo triennio di attività regio-nali: il primo quello celebrato a Cassano Murge dal 15 al 16 feb-braio 2010 dal titolo Cosa vuol dire fare iniziazione cristiana oggi inItalia e nelle Chiese di Puglia. Informazioni, indicazioni operative e propo-ste; il secondo quello celebrato a Trani dal 7 all’8 marzo 2011 daltitolo Nuove esperienze di iniziazione cristiana dei ragazzi oggi nelle Chiesedi Puglia. Informazioni, indicazioni operative, proposte di esperienze». I due Forum hanno avuto il preciso scopo di offrire informazioniutili agli operatori del settore catechistico, ascoltando gli appro-fondimenti degli esperti e analizzando alcune esperienze in atto,per dare corso ad una riflessione comune da parte delle Chiese diPuglia e per giungere alla proposta di alcune indicazioni operative,al fine di accompagnare la sperimentazione nel contesto propria-mente “pugliese”.E così come sottolineato da S.E. mons. Vito Angiuli, Presidente eVescovo delegato della Commissione catechistica regionale per lacatechesi, nella sua introduzione, «l’esperienza dei due forum èstata intesa come una sorta di “laboratorio”, come ne esistono altrinella Chiesa italiana, per convogliare le risorse presenti nel territo-rio in modo da affrontare le sfide che vengono dall’attuale scenariosociale e culturale e riprogettare la prassi ordinaria dell’iniziazionecristiana, senza la pretesa di arrivare in fretta a un nuovo modello,ma con l’umiltà di preparare le condizioni mettendo in campo glielementi fondamentali di un rinnovato progetto ecclesiale».Al Convegno si è giunti con la pubblicazione del volume edito nella

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collana dell’Istituto Pastorale Pugliese degli Atti dei due Forumcelebrati in Puglia dal titolo: In cammino verso un nuovo modello d’ini-ziazione cristiana. Prospettive comuni per un rinnovamento nelle Chiese diPuglia, a cura di Carlo Lavermicocca, con l’introduzione di mons.Vito Angiuli, edito dalla casa editrice Viverein, che è stato distribui-to a tutti i direttori degli UCD presenti al Convegno, per essere poidiffuso in tutte le parrocchie della regione Puglia.Così come afferma mons. Angiuli nella sua introduzione: «la rac-colta pubblicata in occasione del Convegno catechistico regionaledi Ostuni, è il frutto del comune impegno messo in atto dagli UfficiCatechistici Diocesani. Si tratta di una lodevole iniziativa editoria-le non solo perché esalta la dimensione comunionale e progettualedelle Chiese pugliesi, ma anche perché si inserisce in modo profi-cuo nel cammino di ricognizione disegnato dalla Commissione epi-scopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, e pro-mosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale per rivisitare la prassiiniziatica e ridefinire gli orientamenti comuni validi per tutta laChiesa italiana».A tema del Convegno è stata posta l’iniziazione cristiana e il suoprocesso così come l‘abbiamo sperimentato ed ereditato, in questiultimi cinquant’anni, a partire dal rinnovamento voluto dalConcilio Vaticano II e, per le nostre Chiese in Italia, dal camminoproposto dal Progetto catechistico ispirato al Documento di base“Il rinnovamento della catechesi” e, ultimamente, alle tre specificheNote dell’episcopato italiano sull’iniziazione cristiana (1999-2004).In questi giorni di convegno ci si è chiesti: come va l’IC nelle nostreChiese di Puglia e soprattutto in che modo ripensare e rinnovare laprassi dell’iniziazione cristiana nelle nostre comunità cristiane?Quale via da intraprendere per dare spessore ad una prassi che, seda un lato mostra segni di stanchezza e stenta a incidere nel vissu-to delle persone, dall’altro colga questo tempo di crisi del processod’iniziazione come autentica opportunità per un suo cambiamen-to, in altri termini come continuare a educare alla vita buona delvangelo?Nel convegno si è voluto riflettere quindi sulla iniziazione cristiana

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come processo educativo che forma uomini nuovi, ricchi di umani-tà e di valori, aperti alla fraternità e alla condivisione, fondati sullaintimità personale e comunitaria con il Signore Gesù. Si è volutopensare all’iniziazione cristiana come cammino di rinnovamentoche coinvolge l’intera compagine ecclesiale e comunitaria, ben con-sapevoli che dire iniziazione cristiana vuol dire Chiesa e che non c’èIC senza Chiesa e viceversa.Alcune domande hanno guidato questi giorni di convegno: checosa sta veramente a cuore della Chiesa e delle nostre Chiese dioce-sane, che sentiamo particolarmente di voler e dover condividere econsegnare alle nuove generazioni? Come intendiamo trasmetterela fede che noi stessi abbiamo ricevuto? Come accompagnare peruna scelta di fede responsabile e consapevole? Come elaborare unprogetto educativo che risulti non solo significativo ma anche fon-damentale e insostituibile?Con la scelta del convegno regionale si è accolto il bisogno di ritor-nare a coinvolgere le Chiese locali, per renderle protagoniste ericreare quel clima di coraggiosa speranza che sta alla base dellafiduciosa attesa di qualcosa di nuovo, che faccia uscire da due ten-tazioni che si possono individuare dentro la vita della Chiesa italia-na: la rassegnazione ad andare avanti guardando indietro e le facilisperimentazioni che rischiano di creare percorsi a breve termine, inquanto poggiate sulle urgenze immediate, senza la prospettiva diun futuro sostenibile.Il programma ha previsto nel primo giorno un momento di ascol-to: siamo stati invitati ad ascoltare la realtà esplorata attraverso gliUCD (attraverso la presentazione dei dati raccolti dal questionarioproposto dall’UCN inviato ai direttori degli UCD della nostraChiesa di Puglia in questo anno di preparazione al convegno) dalprof. Francesco Zaccaria della FTP, e la realtà che sta a cuore ainostri vescovi con l’intervento di mons. Vito Angiuli, presidente evescovo delegato regionale della Commissione catechetica con unarelazione dal titolo: “L’iniziazione cristiana nella prospettiva dellanuova evangelizzazione”, che ha inteso proporre un quadro diriflessioni entro cui collocare il tema dell’IC. Le riflessioni propostehanno, come da lui stesso affermato, «un valore argomentativo,non risolutivo e sono mosse dalla consapevolezza che, per quanto èpossibile, bisogna chiarire le questioni e fissare un linguaggio

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comune per evitare di incorrere in una molteplicità inestricabile diorientamenti e prassi pastorali». Mons. Vito Angiuli ha articolato lasua comunicazione in una serie di tesi che ha suddiviso in questio-ni culturali, teologiche e pastorali, come si trattasse di tre cerchiconcentrici che si implicano e si richiamano a vicenda.Il secondo giorno è stato dedicato alla partecipazione e al confron-to: i vari partecipanti, in quanto veri soggetti di questo convenire,sono stati chiamati per tutta la giornata a interagire e a confron-tarsi nei cinque diversi Laboratori (IC e parrocchia, La formazione deicatechisti, IC e itinerari diversificati, Famiglia e IC da 0 a 6 anni, La dome-nica nel cammino di IC dei ragazzi) al fine di avviare la ricerca e pro-posta di una visione comune sulla realtà e sulla prassi di IC inPuglia da consegnare alle nostre Chiese locali. I vari laboratori sonostati animati dallo staff dell’IBF (Itinerario Biennale di Forma-zione) messo a disposizione dall’ Istituto Pastorale Pugliese, e daalcuni esperti invitati, coordinati dalle dott. sse Marta Lobascio eMariella Pipoli.L’ultimo giorno ha visto la restituzione in aula del lavoro deiLaboratori attraverso la lettura e consegna delle “Lettere alla comu-nità”, redatte da ciascun gruppo e qui di seguito allegate, comemessaggio finale da restituire alle nostre Chiese di Puglia, cosìcome richiamato nelle conclusioni di don Sandro Ramirez, diretto-re dell’ITP di Puglia, al fine di avviare una riflessione e una propo-sta comune di sperimentazione sul tema dell’IC anche nelle nostreChiese di Puglia.

sac. Carlo Lavermicoccacollaboratore Ufficio Catechistico diocesano

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Lab-1IC e parrocchia

Cara comunità,non possiamo che avere lo sguardo di Dio su di te. Quello sguardoche abbiamo conosciuto in Gesù Cristo: d’amore, di benevolenza,di compassione, di misericordia. Da te abbiamo ricevuto la Parolache salva e libera, in te incontriamo colui che ci dà accesso a Dio,con te impariamo a farci prossimo come Cristo comanda. Ma vor-remo anche chiederti come stai, ma non sappiamo se saprestirisponderci. Pensiamo questo quando ti guardiamo e ti vediamostanca, ma non sappiamo se lo sai. Ti vediamo appesantita da tantifardelli, ma non sappiamo se lo sai. A volte ci sembra che indossi unvestito che ti è rimasto piccolo, mentre vorremmo tanto che potes-si indossare quell’abito fatto a misura, cucito apposta per te, comeuna sposa adorna per il suo sposo. E non pensiamo che questosogno non possa diventare realtà.Ti vediamo come una casa grande capace di accogliere tante perso-ne, ma con il citofono rotto, non attento alla richiesta di chi si avvi-cina a te. Dentro questa casa c’è troppo sfarzo e troppa cura dei par-ticolari, ma la casa non risulta né comoda né ospitale e mette a di-sagio viverci dentro. Non possiamo negare che il progetto iniziale diquesta casa è bello, ma di fatto non è a misura d’uomo. È piùimportante la casa che le persone che ci vivono dentro. Ti vediamocome una comunità bisognosa di conversione perché preoccupatasoprattutto di essere autoreferenziale, che si cuce la propria religio-ne su misura, che si preoccupa più dei numeri che delle persone. Tivediamo in cammino nello sforzo di educare alla fede e alla vitabuona del vangelo i fanciulli, i ragazzi, i giovanissimi, i giovani, gliadulti. Una comunità che cerca affannosamente l’incontro conCristo.Vediamo come celebri, nella gioia, l’eucaristia che ti alimenta e ticostruisce e come poi, fuori dai cancelli della parrocchia, questadiventa un bel momento vissuto insieme “dentro” le mura dellachiesa ed evaporato lentamente, ma evaporato, appena fuori dalrecinto… Una comunità attenta al fare, florida nel servizio, cheimmersa nelle molteplici attività perde di vista l’attenzione all’altro,

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il rispetto reciproco, le relazione autentiche. Ti vogliamo come unacomunità che inizia e accompagna, non solo che genera, attraversola parola e i sacramenti.Quante energie spendi per i fanciulli dell’IC, per la formazione deicatechisti, per avvicinare i genitori e le famiglie! Quanto impegnometti nel riunire i giovani, nell’accompagnarli in un cammino nonfacile, spesso ricco di delusioni più che di gratificazioni!Ti sognia-mo come comunità autentica, semplice, attenta all’ascolto, allarelazione con l’altro, alla correzione fraterna. Perché nell’esperienzadi vita, d’incontro con Cristo di ciascuno di noi, tu possa essere ilpunto di partenza per camminare insieme.Ti sogniamo come un grande cortile, con al centro una sorgente,nel quale si affacciano gli usci di molte case e di molte realtà chevivono in un rapporto di arricchimento reciproco grazie al qualeognuno può fare affidamento sull’aiuto dell’altro. Lo stare insieme,l’attingere alla stessa acqua permette di sentirsi vera Chiesa in cam-mino e in continuo miglioramento. Ti sogniamo come una comu-nità che è discepola innanzitutto di Cristo e si nutre ogni domeni-ca della parola e del pane di vita. Che è madre, che genera e fa cre-sce i suoi figli, che è maestra nel proporre la verità del vangelo peruna comunione di vita. Ti sogniamo capace di far sentire ogni sin-golo membro stretto nell’abbraccio misericordioso di Dio.Ti sogniamo più madre tenera e amorevole e non distratta, dispo-sta ad amare sempre e comunque i suoi figli con amore rinnovato esincero. Vediamo in te una ministerialità ricca e poliedrica e sognia-mo ministri della memoria e dell’attesa del Signore Gesù che nonpossono non preoccuparsi di custodire la tua fede, di coltivare latua speranza, di promuovere la tua carità, e, dunque, di ascoltare latua parola e di recartene ancora l’annuncio. Una Parola che rinno-va le nostre vite e ci chiede di portare frutto tra di noi e nel mondo.Una Parola che si è fatta piccola come il seme e richiede ugualeumiltà nella sua accoglienza e nel suo annuncio. Una Parola che, inun cuore docile, crea l’uomo nuovo. Una Parola che rigenera nelbattesimo e nella cresima e sostiene nell’eucaristia i cammini nuoviche la storia e il tempo richiedono, che la nostra storia e il nostro

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tempo esigono. Vorremmo perciò che tu ti spogliassi di tutto ciòche impedisce questo dono che ostacola questo compito.Vorremmo soprattutto che tu, con tutti i tuoi membri, dal più pic-colo al più grande, ti lasciassi portare dalla Parola alla gioia dellafede e alla bellezza della compagnia degli altri.A tal fine nel corso di questo convegno abbiamo anche compresoche un po’ di problemi andrebbero risolti, non solo dentro di te, maall’origine. E cioè a monte, ovvero nella formazione teologica e spi-rituale ricevuta nelle facoltà e nei seminari di coloro che ti guidano:una formazione, come ben sai, anche se non te lo chiedono mai diesprimerlo ad alta voce, tutta teologica e piena di principi, per nien-te affatto pratica e pastorale. Di pastorale c’è solo l’aggettivo. Abbipazienza, però, cara comunità, potresti pure fare sentire un poco. Èvero che non ti fanno mai parlare e non ti ascoltano mai nelle deci-sioni più importanti di cambiamento che ti riguardano. Tuttaviaanche tu una sana presa di parola adulta potresti pure restituircelae soprattutto a chi di dovere. Così nell’ascolto reciproco e nel dialogo permanente, la vita delleprime comunità cristiane, che per te è parola fondante, non sarà unpassato irrimediabilmente lontano – e ahimè perduto – ma il futu-ro da costruire perché tu diventi quello che sei per grazia e tuttisiano con te e in te una cosa sola, come il Padre è nel Figlio e nelloSpirito.

Lab- 2La formazione dei catechisti

Cara comunità,è da un po’ di tempo che ti osservo. Ho l’impressione che ultima-mente ti stia eccessivamente affaticando nell’inseguire tante inizia-tive che corrono il rischio di essere ormai sterili e nel dare esclusi-vamente seguito ad una ricchezza di eredità che fa il tuo patrimo-nio ma anche la tua croce.Permettimi di dirti che, così facendo, corri il rischio di vivere di-strattamente il tuo presente, troppo concentrata a non perderequello che il tempo inesorabilmente ti sta strappando e poco atten-ta ad investire nelle situazioni nuove che avanzano.

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Ti sei accorta che ti viene chiesto di ripensare i tuoi percorsi di gene-razione alla fede e di accompagnamento nella vita cristiana?Pensi ancora che possa andar bene il modo con il quale per tantisecoli “hai fatto” i cristiani? E come pensi di superare le resistenzedei tuoi presbiteri dinanzi al nuovo che irrompe?Non ti accorgi che occorre investire energie nuove per formare glievangelizzatori, perché siano cristiani adulti, capaci di stare signifi-cativamente in questo tempo e siano all’altezza di accompagnarealtri verso scelte di vita ispirate al Vangelo?

Ti sogno così:– ben radicata nel tuo passato, ma anche coraggiosamente rivolta alfuturo, nel tentativo appassionato di ritrovare il senso del tuo pre-sente;– con gli occhi più aperti sulla storia e col cuore più disposto adamarla, piuttosto talvolta ad indugiare nel giudizio. Per questooso sognare che l’amore per la storia e per l’uomo concreto tiporti a scommettere tutto, perché chi ti incontra possa scorgere inte i tratti di una compagna di vita, che condivide le sue fatiche mache aiuta pure a dare corpo ai propri sogni di speranza;– aperta e accogliente, desiderosa di accompagnare ogni uomo eogni donna con amore fraterno e appassionato, capace di tessererelazioni vissute nella verità e libertà;– meno ingombrante e rigidamente prescrittiva e più disposta adassumere uno stile di comunione all’interno della comunità, chesa tradursi in prassi di condivisione, di confronto e dialogo;– decisamente impegnata nella formazione, via privilegiata perchélo Spirito del Risorto continui a riconsegnarti la forma della tuaidentità e della tua missione. Per questo ti sogno generosa nell’of-frire spazi, tempi e risorse adeguati per rendere possibili percorsiformativi in grado di attivare processi trasformativi e di cambia-mento nelle singole persone, nei gruppi e in te stessa. Ti chiedoaltresì un supplemento di speranza perché tutto questo possaessere reso visibile, nello stile della corresponsabilità, attraversoesperienze condivise tra presbiteri e laici;

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– capace di pensare e progettare itinerari concreti di formazionecondivisa per i diversi attori della catechesi per l’IC. Così i figli chetu generi attraverso il dono del Battesimo, insieme ai loro genito-ri, potranno trovare un grembo accogliente e adulti disponibili adaccompagnarli nella conferma piena e autentica della loro fedenel Risorto.

Cara comunità, la tua presenza possa ancora accendere nel cuoredegli uomini e delle donne di buona volontà il desiderio per il cieloe la passione per la terra, cosicché questi nostri sogni possano esse-re il segno del nostro impegno e della Sua presenza.

Lab-3IC ed itinerari diversificati

Care diocesi pugliesi, vi scriviamo perché vi vogliamo tanto bene, siete tanto importantiper noi e “ci teniamo” tantissimo a voi. Vi vediamo, tra inverno eprimavera, con splendide serre (associazioni e movimenti) ricche digermogli; e grandi aiuole (le parrocchie) con molteplici esperienzemulticolore. Vediamo la ricchezza di questa diversificazione di cari-smi che le Chiese di Puglia custodiscono e condividono. Vediamoun popolo che cammina, si mette in gioco, con un laicato maturo esacerdoti, disposti a lavorare insieme. Ma…, care diocesi pugliesi, vediamo e sappiamo come sia difficiletenere insieme la ricchezza della diversità. Stiamo bene tra simili edè difficile mettersi in rete. Tu, Chiesa pugliese, sei tra le realtà più belle e importanti dellanostra vita, ma, purtroppo, ti vediamo anche un po’ raggomitolatasu te stessa, come addormentata, adagiata su quelle certezze che tifanno sentire più tranquilla, sicura e coccolata. Gli orari di ufficiorisultano più comodi del servizio a tutto tondo, 24 ore su 24!Sentiamo il bisogno, insieme a te, di ristrutturare i nostri orari esoprattutto di non risparmiare mai il tempo per la formazione e lacrescita dei tuoi figli.Ma vediamo anche i segni… che danno ali ai nostri sogni e ci fannopuntare in alto.

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Care diocesi della Puglia, il nostro sogno è di continuare a ritrovar-ci insieme, e ad ascoltarci; di costruire un itinerario che non sia soloil pensiero di ‘una’ esperienza, ma un percorso condiviso, ricco dellediversità di ciascuno. Sogniamo delle comunità consapevoli di esse-re famiglie aperte, che vivano l’accoglienza come stile di vita e cheimparino a valorizzare la vocazione di ciascuno, attraverso la testi-monianza di un servizio gratuito e generoso, vicendevole. Sogniamo che tra operatori pastorali, soprattutto nel servizio di ICed evangelizzazione, voi possiate essere testimonianza di comunio-ne: di una comunione che nasca realmente dalla preghiera; che pos-siate essere delle comunità ‘oranti’, che trovino nella preghieraincoraggiamento e provocazione alla novità di Dio. Sappiate che ciò che sogniamo per voi e che verremo poi a sugge-rirvi è il segno della nostra premura nei vostri confronti. Vogliamoavvolgervi della cura con la quale si circonda una madre in attesadel proprio figlio, nella consapevolezza che la ‘salute’ dellamadre/Chiesa incide sull’esito della gravidanza (cioè sull’IC). Averecura della madre (Chiesa diocesana) è il primo segno della curaverso il bambino (i ragazzi destinatari dell’IC). Per questo occorremonitorare con grande attenzione i tempi della gestazione.In particolare sogniamo, dunque, in relazione all’esperienza ecclesiale dio-cesana, che le diocesi pugliesi possano essere nel mondo il segnodella predilezione di Dio verso gli ultimi, i poveri, i sofferenti, quel-li che non hanno voce, ma da cui possiamo imparare. E dunque,operativamente, sogniamo delle équipe diocesane (nell’Ufficio cate-chistico) in cui si confrontino i rappresentanti delle associazioni edei movimenti che hanno il carisma della formazione, ma soprat-tutto in cui non manchi mai un referente per il settore catechesi-disabili. Équipe in cui abbiamo più spazio i laici e igiovani. Sogniamo un monitoraggio continuo e condiviso delle diverseesperienze in atto. E, per evitare che i propositi (e ciò che è già noto)rimangano solo dei vaghi desiderata, sogniamo ‘finalmente’ il pas-saggio dalle sperimentazioni ad una proposta condivisa (regionalee quindi diocesana), ben scandita nei tempi e negli obbiettivi, gui-data da rispettive équipe (regionale diocesana).

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In particolare, infine, sogniamo, in relazione all’esperienza ecclesiale par-rocchiale e ai concreti cammini di IC, un lavoro in équipe in cui nonmanchi l’apporto delle scienze umane. Sogniamo un maggiore pro-tagonismo dei ragazzi, un cammino esperienziale/mistagogico, cheaccolga al suo interno i sacramenti come doni e non come mete;uno stile di progetto globale (catechesi-liturgia-vita) e non tradizio-nalmente scolastico. Soprattutto sogniamo delle parrocchie concammini ‘realmente’ differenziati: cioè con l’attenzione alle diffe-renze (sia dei ragazzi, sia delle associazioni). Sogniamo che famiglie e ragazzi possano scegliere liberamente sefare il cammino di IC dentro i percorsi classici, oppure con le asso-ciazioni (Azione cattolica, ma anche Agesci, Centro Volontari dellaSofferenza, ecc.): il tutto all’interno dell’unico progetto pastoraleparrocchiale. Insomma: sogniamo serre/associazioni al servizio delle aiuole/par-rocchie e viceversa: in un giardino comune e con un’équipe di vivai-sti attenti ad un sogno colorato, ricco di incroci, innesti, presenze,condivisioni. Cara Chiesa di Puglia, ti affidiamo all’amore di Dio che alleva sem-pre tutti i suoi figli, con la cura del Padre. Unisciti all’offerta delCristo, suo Figlio, e sappi avvolgere e raggiungere tutti, comuni-cando l’amore dello Spirito Santo.Ti vogliamo tanto bene…

Il gruppo dei cammini differenziati

Lab-4Famiglia e IC da 0-6 anni

Cara comunità,guardandoti attorno ti sarai sicuramente accorta che la realtà ècambiata, ne è prova il fatto che le famiglie hanno difficoltà a tra-smettere la fede alle nuove generazioni. Ti percepisco affascinatadal futuro che ti attende e capace di accogliere la sfida del cambia-mento; sei forse eccessivamente indaffarata su ciò che immediata-mente sembra urgente, ma che di fatto non è prioritario.Consapevole della Ricchezza e del Tesoro che custodisci, sei tentatadi accomodarti su esperienze già collaudate.

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Nella certezza che puoi essere sempre più bella e libera dalle rugheprovocate da ciò che si ripete, ti sogno capace e intenta a leggere isegni dei tempi, più estroversa e disponibile a investire tempo perfissare occhi e ascoltare voci. Ti immagino accogliente e protesaverso le famiglie, diventando spazio dove tutti, a partire dai più pic-coli, fin dalla primissima infanzia, si sentano a casa, senza la pauradi disturbare. I tuoi spazi siano colorati, il tuo volto sorridente edesideroso di comunicare il Vangelo.Sii pronta a “fare spreco di generosità” nell’esperienza della forma-zione permanente, e a progettare itinerari che portino la famiglia avivere l’incontro festoso con Cristo. Nel realizzare quanto ti pro-pongo, ti auguro di essere animata dal dono pentecostale dell’au-dacia, sempre consapevole che è bello passare dai limiti angusti del-l’io all’estasi del noi.Rimbocchiamoci le maniche!!!

Lab-5La domenica nel cammino dell’IC

dei fanciulli e dei ragazzi

Cara comunità,ti scrivo perché desidero che la domenica e l’iniziazione cristianapossano felicemente incontrarsi.

1. Ringraziamento per il dono dell’EucaristiaGrazie a te sono stato rigenerato alla fede, tu mi hai accolto allatavola della Parola e dell’Eucaristia. Sei madre premurosa, instan-cabile nel venire incontro ad ogni tuo figlio. Mi hai accompagnatocon discrezione alla scoperta della mia vocazione personale.Ognuno dei volti che ti compongono ha lasciato un segno nella miavita e mi ha fatto credere di non essere mai solo, anche nella prova. Lascia la comoda via della devozione e del mostrare te stessa e intra-prendi la strada coraggiosa della profezia e della missione.

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2. Domenica non solo messa ma tempo d’incontro, gioia, festaVorrei che chi si accosta a te nel giorno della domenica non trovisolo un “rito”, ma anche un tempo di incontro, di gioia e di festa, inmodo che resti contagiato dall’amore e avverta la “nostalgia” dellacomunità.

3. Attenzione agli assentiQuello che tu hai e sei non considerarlo una tua proprietà! Diventiun bene per tutti, anche per i piccoli, gli ammalati, i poveri, glianziani, gli increduli, gli ultimi del mondo …

4. Valorizzare le alleanze educativeÈ bello veder i bambini “accompagnati” dai genitori in chiesa ladomenica; sarebbe ancor più bello vedere la famiglia intera cheattinge amore dalla celebrazione e lo testimonia nella vita.

5. Catechisti formati – testimoni credibiliAncora più bello vedere sempre accanto ai bambini e ai ragazzi iloro catechisti in quanto testimoni credibili.

6. In conclusione infine a te, guida della comunità, voglio dire: nonfare ombra alla comunità, fatti più in là, perché tutti risplendanocome “christifideles”. Per piacere, non rispondermi con un documen-to o una lettera pastorale, rallegrami semplicemente con la tua pre-senza.

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CENTRO STUDI STORICI DELLA CHIESA DI BARI-BITONTODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Il 2 febbraio 1989 dall’arcivescovo Mariano Magrassi viene costituito ilCentro Studi Storici della Chiesa di Bari ed approvato il suo Statuto. Sua fina-lità è: la promozione di ricerche storiche sulla vita della Chiesa di Barinella sua vicenda ultramillenaria, nel quadro della storia religiosa delMezzogiorno d’Italia e nel contesto più ampio di quella mediterranea conparticolare attenzione al recupero delle fonti documentarie, archivistichee bibliografiche. I risultati sono presentati attraverso la collana Per la sto-ria della Chiesa di Bari. Materiali e studi.Con decreto di Mons. Francesco Cacucci del 15 dicembre 2011 il Centro,ha avuto la sua riorganizzazione e la collana è stata intitolata Per la storiadella Chiesa di Bari-Bitonto. Materiali e studi.

Decreto di costituzione del Centro Studi storicidella Chiesa di Bari-Bitonto

Prot. n. 97/2011/D.A.G.

Al fine di promuovere le ricerche storiche sulle istituzioni e sullavita religiosa della Chiesa di Bari, in data 2 febbraio 1989 il mioVenerato Predecessore, mons. Mariano Magrassi, costituì il “CentroStudi Storici della Chiesa di Bari”, approvandone il relativoStatuto.

Il Centro Studi Storicidella Chiesa di Bari-Bitonto

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Ora, in considerazione che dal 1986 l’ex Arcidiocesi di Bari si è fusacon l’ex Diocesi di Bitonto, dando vita alla nuova Arcidiocesi diBari-Bitonto, appare opportuno che sia oggetto di studi anche laveneranda storia dell’ex Diocesi di Bitonto, in modo che d’ora inpoi le ricerche siano rivolte alle vicende ultramillenarie delle Chiesedi Bari e di Bitonto, indagando sulla missione evangelizzatricecompiuta nei confronti delle rispettive popolazioni succedutesi neisecoli e sulla presenza “sacramentale” della Chiesa nella Terra diBari.Tali studi dovranno altresì inquadrarsi nell’ambito della storia reli-giosa del Mezzogiorno d’Italia e nel più ampio contesto di quellamediterranea.Pertanto, revocando quanto precedentemente istituito, con il pre-sente Decreto

costituisco

Il CENTRO STUDI STORICIDELLA CHIESA D BARI-BITONTO

e ne approvo l’allegato Statuto.

Bari, 15 dicembre 2011

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

sac. Paolo BuxCancelliere arcivescovile

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Allegato al Decreto arcivescovile prot. n. 97/11/D.A.G. in pari data

Statuto

Art. 1. È costituito nell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto il “Centro StudiStorici della Chiesa di Bari-Bitonto”, con sede in Bari, presso ilPalazzo Arcivescovile – Piazza S. Sabino.

Art. 2. Nato per iniziativa dell’Arcivescovo Mariano Magrassi come“Centro Studi Storici della Chiesa di Bari”, il nuovo Centro ha loscopo di promuovere, nel quadro della storia religiosa delMezzogiorno d’Italia e nel contesto più ampio di quella mediterranea,ricerche e studi storici sulla vita dell’attuale Arcidiocesi di Bari-Bitonto, originata dalla fusione delle ex-diocesi di Bari e di Bitonto,entrambe con una vicenda ultramillenaria, che parte separatamentedal periodo paleocristiano e continua così fino all’età contemporanea,per giungere al presente periodo comune di ormai oltre vent’anni.Particolare attenzione sarà prestata al recupero delle fonti docu-mentarie, archivistiche e bibliografiche.

Art. 3. Il programma di ricerca si articola in quattro settori:– età antica;– età medievale;– età moderna;– età contemporanea.

Art. 4. Il Centro promuove, favorendo la collaborazioni di studiosi,di organismi specializzati e di istituzioni culturali, enti e associa-zioni, e compatibilmente con le disponibilità finanziarie, seminariscientifici, convegni e manifestazioni culturali. I frutti delle ricerchesaranno pubblicate nella collana “Per la storia della Chiesa di Bari-Bitonto. Materiali e studi”, con le modalità stabilite dal ComitatoScientifico.

Art. 5. Il patrimonio del Centro è costituito da contributi prove-nienti da enti, associazioni e privati.

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Art. 6. Il Centro ha i seguenti Organi:– Il Presidente,– Il Comitato Scientifico,– Il Consiglio di Amministrazione,– Il Segretario.

a) Presidente del Centro è l’Arcivescovo pro-tempore di Bari-Bitonto o un suo delegato.b) Il Comitato Scientifico formula specifici programmi di lavoro,atti a concretizzare l’attività e a realizzare i fini del Centro. È com-posto ordinariamente da almeno 12 studiosi, nominati liberamen-te dall’Arcivescovo di Bari-Bitonto, al quale spetta anche sostituir-li liberamente, per giusto motivo. È presieduto da un Direttore,scelto tra i membri, ed è coordinato da un Segretario, anch’essoscelto tra i membri. Sia il Direttore che il Segretario sono nominatiliberamente dallo stesso Arcivescovo.c) Il Consiglio di Amministrazione, presieduto dall’Arcivescovo diBari-Bitonto o da un suo delegato, è composto dal Direttore delComitato Scientifico, dall’Economo dell’Arcidiocesi e da altri duemembri nominati liberamente dallo stesso Arcivescovo. Spetta alConsiglio il recupero e la gestione dei mezzi economici necessariper la realizzazione delle iniziative programmate dal ComitatoScientifico.d) Il Segretario del Centro è il Segretario del Comitato Scientifico.Egli cura il coordinamento organizzativo ed è redattore delle edi-zioni del Centro.

Art. 7. Il Comitato scientifico si riunirà almeno due volte l’anno, suconvocazione del Direttore. Predisporrà annualmente una relazio-ne sull’attività svolta dal Centro e su quella programmata per l’an-no seguente. Per la validità delle adunanze è richiesta la presenzadella maggioranza dei componenti e per la validità delle delibera-zioni è richiesta la maggioranza dei voti dei presenti.

Art. 8. Il Consiglio di Amministrazione si riunirà almeno una voltaall’anno, su convocazione del Presidente o di un suo delegato.Predisporrà annualmente una relazione sulla situazione patrimo-niale del Centro.

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Art. 9. La cessazione del Centro potrà essere effettuata liberamentedall’Arcivescovo pro-tempore di Bari-Bitonto, con proprio Decreto,dopo aver ricevuto i pareri al riguardo del Comitato Scientifico edel Consiglio di Amministrazione. In caso di cessazione del Centro,il suo patrimonio sarà devoluto all’Arcidiocesi di Bari-Bitonto.

Bari, 15 dicembre 2011

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

sac. Paolo BuxIl Cancelliere arcivescovile

Componenti del Comitato scientifico

In data successiva il Presidente del Centro mons. Francesco Cacucci,Arcivescovo di Bari-Bitonto, ha nominato i componenti del ComitatoScientifico:

Direttore:mons. Salvatore PaleseComponenti: mons. Vito Angiuli, Pina Belli D’Elia, Gioia Bertelli,mons. Nicola Bux, Carlo Carletti, p. Gerardo Cioffari, PasqualeCorsi, mons. Cosimo Damiano Fonseca, Giuseppe Micunco,Stefano Milillo, don Dario Morfini, Giorgio Otranto, Nicola Pice,Andrea Riccardi, Vincenzo Robles, Francesco SportelliSegretario: don Michele BellinoEconomo: mons. Vito Nicola Manchisi.

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Don Giacinto Ardito

NELLA PACE DEL SIGNOREDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Nato a Modugno il 4 dicembre 1928, don Giacinto Ardito si è for-mato nel Seminario arcivescovile di Bari e nel Seminario regionale diMolfetta. È stato ordinato presbitero l’8 luglio 1951; dopo l’ordina-zione, ha completato gli studi prima all’Università Gregoriana diRoma, conseguendovi la licenza in Sacra Teologia e poi all’UniversitàCattolica di Milano, frequentando il corso di Filosofia. Dagli anni ’60 è stato assistente diocesano dell’Unione Donne diAzione Cattolica, della FUCI, del Movimento dei Laureati cattolici,del MEIC e direttore della Scuola provinciale di Servizio sociale,offrendo nel contempo la sua collaborazione al primo parroco dellaparrocchia S. Agostino in Modugno, don Biagio Trentadue. Nominato parroco nel 1983, a seguito della malattia che aveva col-pito don Biagio, si è prodigato nell’evangelizzazione, promuovendoalcune iniziative teatrali e avviando il dialogo con il mondo dellacultura e dell’arte modugnese. Il 12 maggio 1984 viene nominatovicario zonale del terzo vicariato, mandato rinnovato nel 1993. Nella sua lunga permanenza nella parrocchia S. Agostino, donGiacinto è stato un punto di riferimento per varie generazioni, pro-muovendo la formazione dei laici impegnati e stimolando ad unafede coerente con la vita all’interno dell’intera comunità cittadina.Lodevole è stato il suo impegno sia nel recuperare nel 1996 i localisoprastanti la chiesa, tenuti dalla ASL/BA 12, sia nel successivo

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restauro dell’aula liturgica in occasione della celebrazione, nell’an-no 2000, dei primi cinquant’anni di vita della parrocchia. Nel 2006, sollevato dalla guida della parrocchia per limiti di età, èstato nominato direttore dell’Ufficio diocesano “Chiesa e mondodella cultura”, continuando a collaborare fino alla fine nella pasto-rale parrocchiale e curando l’assistenza spirituale dei pazienti, ospi-ti nella vicina RSA S. Raffaele. In seguito a una frattura al piede riportata per una caduta acciden-tale, è stato ricoverato il 29 aprile in ospedale; purtroppo, il suostato di salute era già debilitato, e dopo circa quattro mesi di soffe-renza, don Giacinto si è spento nella clinica S. Rita in Bari, dome-nica 12 agosto 2012. Nei giorni della sua malattia, è stato circon-dato non solo dall’affetto dei suoi familiari, ma anche dal confortoreligioso e dalle cure premurose della comunità parrocchiale, cheegli aveva servito con dedizione e con intelligenza per tanti anni. Nell’omelia della messa esequiale, l’Arcivescovo ha evidenziato ilriferimento fondamentale alla “coscienza” nella vita e nel ministe-ro di don Giacinto. “Coscienza” è anche il titolo della rivista delMIEAC (Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica)di cui don Giacinto è stato assistente diocesano. Mons. Cacucci haricordato come sovente don Giacinto abbia esortato a spendersinella formazione di coscienze (cristiane) mature, cioè aliene daegoismi, da cupidigie dei beni e da bramosie di carriera, coerentiinvece con la fede professata, conoscitrici delle dinamiche culturalie sociali del nostro tempo e capaci di assumere responsabilità pub-bliche, con competenza professionale e spirito di servizio.

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1 – Al mattino, presso la Cappella del Corpus Domini in Bari,celebra la S. Messa per la festa del Preziosissimo Sangue diCristo.

2 – Alla sera, presso la parrocchia Sacro Cuore in Bari, celebra laS. Messa per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotaledel parroco don Giovanni Paccione.

4 – Alla sera, presso la parrocchia S. Fara in Bari, celebra la S.Messa per il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale didon Antonio Ruccia, direttore della Caritas diocesana.

6 – Alla sera, presso la parrocchia Maria SS. di Costantinopoli inBitritto, celebra la S. Messa per l’ordinazione presbiterale deldiacono Mario Diana.

7 – Al pomeriggio, presso la parrocchia Resurrezione in Bari,celebra la S. Messa per la professione religiosa di sorella ElisaDal Cortivo, delle Piccole Sorelle del Vangelo.

8 – Al mattino, presso la parrocchia S. Giuseppe in Bari, celebrala S. Messa per il 60° anniversario di ordinazione sacerdota-le di mons. Marco Mancini.

– Alla sera, presso la parrocchia Maria SS. Annunziata inModugno, celebra la S. Messa per il 70° anniversario di ordi-nazione sacerdotale di don Nicola Martino.

11 – Alla sera, presso il Santuario di S. Maria di Picciano (Ma-tera), celebra la S. Messa per la festa di san Benedetto abate.

12 – Al pomeriggio, in Episcopio, incontra il Collegio dei Con-sultori.

Luglio 2012

DIARIO DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI–BITONTO

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Agosto

5 – Al pomeriggio, presso l’Oasi S. Maria in Cassano delleMurge, celebra la S. Messa per le Suore Ancelle del SacroCuore di Gesù.

11 – Al mattino, in Mola di Bari, presso il monastero di S. Chiara,celebra la S. Messa per la conclusione dell’VIII centenariodella consacrazione di santa Chiara d’Assisi.

12 – Alla sera, presso la parrocchia S. Michele Arcangelo in Palese,celebra la S. Messa per la festa del Santo Patrono.

13 – Al pomeriggio, presso la parrocchia S. Agostino in Modu-gno, celebra le esequie di don Giacinto Ardito, direttoredell’Ufficio diocesano Chiesa e mondo della cultura.

14 – Alla sera, a Monopoli, presiede la concelebrazione eucaristi-ca per la festa in onore di Maria SS. della Madia, Patronadella città.

15 – Al mattino, presso la casa di riposo “Opera Don Guanella” inBari, celebra la S. Messa e pranza con gli ospiti della casa.

– Al pomeriggio, nella parrocchia S. Benedetto in Bari-SanGiorgio, celebra la S. Messa nella solennità dell’Assunzionedella Beata Vergine Maria.

16 – Alla sera, presso la parrocchia S. Rocco in Valenzano, celebrala S. Messa per la festa del Titolare.

25 – Alla sera, a Sogliano Cavour (Le), celebra la S. Messa per laprofessione perpetua di suor Francesca Palamà, A.S.C.

26 – Al mattino, presso il Cappellone di S. Oronzo in Turi, cele-bra la S. Messa per la festa del Santo Patrono.

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Anno LXXXVIII n. 4 Luglio - Agosto 2012

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