Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO XC - N. 6 - Novembre - Dicembre 2014

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

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Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

Gestione editoriale e stampa:Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.2170009

www.ecumenicaeditrice.it - [email protected]

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PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI 542

DECIMO VICARIATO 545

RELAZIONE INTRODUTTIVA 547

LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ

PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE: 553

Testimoni gioiosi di GesùLettera alla comunità parrocchiale

“Trasfigurazione” in Bitritto(16-19 gennaio 2014) 555

Due polmoni di una stessa comunitàLettera alle comunità parrocchiali

“S. Giorgio Martire” e “Salvatore” in Bari-Loseto(13-16 febbraio 2014) 559

Voi mantenete senza vacillare la professionedella vostra speranza (cfr Eb 10, 23)Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria del Fonte” in Bari-Carbonara(13-16 marzo 2014) 565

Scopriamo l’inestimabile dono del battesimoLettera alla comunità parrocchiale

“S. Antonio da Padova” in Bari-Carbonara(3-6 aprile 2014) 571

Clima di famigliaLettera alla comunità parrocchiale

“Madonna di Pompei” in Bari-Carbonara(1-4 maggio 2014) 577

Lo Spirito Santo vento caldo di primaveraLettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria di Costantinopoli” in Bitritto(5-8 giugno 2014) 581

SOMMARIO

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Rinascere all’amoreLettera alla comunità parrocchiale

“Beata Vergine del SS. Rosario in S. Nicola” in Bari-Carbonara(16-19 ottobre 2014) 587

“Un carisma fatto Chiesa”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria del Campo e della Pietà” in Bari-Ceglie del Campo(6-9 novembre 2014) 591

“Comunità in uscita missionaria”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Rita” in Bari(11-14 dicembre 2014) 595

INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE 599

***

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Novembre 2014 609Dicembre 2014 612

INDICE GENERALE DELL’ANNATA 615

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PRIMA VISITA PASTORALEDI MONS. FRANCESCO CACUCCI

ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO

DECIMO VICARIATO Bitritto CarbonaraCeglieLoseto

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Il n. 6 (novembre-dicembre 2014) del Bollettino Diocesano “L’Odegitria”è interamente dedicato alla Visita pastorale di S.E. Mons. FrancescoCacucci al Decimo Vicariato.Gli Atti e i Documenti relativi ai mesi di novembre e dicembre 2014 ver-ranno pubblicati nel numero di gennaio-febbraio 2015.

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RELAZIONE INTRODUTTIVA

VISITA PASTORALE

DECIMO VICARIATO

Bitritto CarbonaraCeglieLoseto

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Il giorno venerdì 10 gennaio 2014 presso la parrocchia “S. Rita” inBari-Ceglie del Campo, l’Arcivescovo ha incontrato le comunitàparrocchiali del decimo vicariato, per dare inizio alla Visita pasto-rale e spiegarne le ragioni e le dinamiche. La visita del Vescovo alle singole comunità è il segno del cammina-re di Gesù per le vie del nostro tempo, rappresenta un dovere, masoprattutto è un’esperienza dell’essere Chiesa. «Non c’è Chiesa senzaVescovo e non c’è Vescovo senza Chiesa» (san Cipriano), poiché il Ve-scovo rappresenta la successione degli apostoli, fondamento dellaChiesa cattolica ed apostolica. Così si esprime l’appartenenza aCristo e il gregge avverte la dolce premura del suo pastore, che vaincontro ai piccoli e agli ammalati, ma non tralascia nessuno neltestimoniare la misericordia del Signore. Pertanto, la comunione ela missionarietà, insieme alla semplicità, connotano la visita pasto-rale, la quale rappresenta sempre una scoperta non solo per ilVescovo, ma anche per l’intera comunità, poiché questa viene aiu-tata a interpretarsi e a riconoscere i suoi cambiamenti. A tal fine,padre Arcivescovo ritiene fondamentale visitare le scuole, perincontrare i giovani, senza dimenticare gli ospedali e le case di ripo-so, come ad esempio l’Opera Pia Di Venere, dove ci sono personeabituate ad andare a messa ogni giorno e veramente legate allecomunità ecclesiali. È questo il segno dell’unità della Chiesa! È lostile missionario che deve avere la visita pastorale grazie alla colla-borazione dei parroci e della comunità, come ha ribadito padreArcivescovo concludendo il suo intervento.

Relazione introduttiva

DECIMO VICARIATO

VISITA PASTORALE

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1. Il territorio

Il decimo vicariato interessa Bari nei quartieri di Carbonara, Cegliedel Campo, Santa Rita, Loseto, e il Comune di Bitritto.È costituito da 9 parrocchie:

Bitritto- S. Maria di Costantinopoli- Trasfigurazione

Bari – CARBONARA:- S. Maria del Fonte- B. Vergine del SS. Rosario in San Nicola- Madonna di Pompei- S. Antonio da Padova

Bari – CEGLIE DEL CAMPO:- S. Maria del Campo e della Pietà

Bari – SANTA RITA:- S. Rita

Bari – LOSETO:- S. Giorgio Martire e Salvatore

Dalla Cappellania dell’Ospedale Di Venere e dell’ASP “OperaPia Di Venere” in Bari – CARBONARA

Sono presenti 4 comunità religiose femminili:- Adoratrici del Sangue di Cristo- Suore Salesiane dei Sacri Cuori- Religiose dell’Immacolata- Figlie della Sapienza

È presente 1 comunità religiosa maschile:- Congregazione degli Oblati di San Giuseppe

Il primo elemento caratterizzante il vicariato è certamente l’estensio-ne territoriale insieme alla sua eterogeneità storica, sociale, culturaleed economica, fatto che rappresenta una potenzialità e una ricchezza

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DECIMO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

anche come realtà ecclesiale, ma sottende i rischi di un tessuto urba-no in espansione secondo forme e ragioni tra loro diverse. Infatti, siregistra un aumento demografico per la realizzazione di case popo-lari, per l’arrivo di immigrati, per il sopraggiungere di nuovi abitantiprovenienti da altri quartieri o, nel caso di Bitritto, da altre città.Questo dato spiega la presenza di una matrice culturale non più uni-taria a causa di vari fattori storici, come quello di antichi comuni,divenuti frazioni ed oggi quartieri, che perlopiù tendono a qualifi-carsi come “dormitori”. Tutto questo concorre a far sì che si percepi-scano come “periferia”, non solo urbana, ma anche esistenziale,ancor più se si tiene conto del momento storico attuale, della diffusamentalità di delega, di uno scarso senso di appartenenza. Tuttavia, siosservano: l’associazionismo con i suoi tentativi di recuperare lamemoria storica ed offrire programmi culturali, la solidarietà sostan-ziale della gente, delle nuove forme di religiosità popolare. Le parroc-chie, infine, grazie a numerosi uomini e donne di buona volontà e disemplice fede, offrono un sostegno ai sempre più numerosi poveri eun’alternativa in termini di proposta formativa, culturale e ludico-educativa. Le famiglie sono di tipo nucleare e con un livello cultura-le eterogeneo. Alcune di esse provengono da differenti etnie, ma risul-tano ben inserite e accettate anche quelle che professano un diversocredo. La solitudine degli anziani denota una fragilità della societàodierna, ma in essi si trova la vera ricchezza della Chiesa, come piùvolte ci ha ricordato il Santo Padre.

2. L’azione pastorale

«La parrocchia …, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemen-te, continuerà ad essere “la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case deisuoi figli e delle sue figlie”» (EG § 28). Nel nostro ministero sacerdota-le, infatti, si realizza pienamente tale vocazione della parrocchianon solo interrogandoci su come comunicare Cristo ad ogni uomo,ma soprattutto grazie alla corresponsabilità e alla fedeltà dei laiciimpegnati nelle nostre parrocchie e di quelli vicini ai carismi di con-

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gregazioni religiose (ad es., a Ceglie, i Laici Giuseppini Marelliani).Così, la comunità si configura come popolo di Dio assetato dellaParola, affamato di Dio e gioioso nella testimonianza. Evidente espressione di questo cammino ecclesiale sono, dunque, iconsigli pastorali, le assemblee parrocchiali, i catechisti dell’Inizia-zione cristiana, i quali si impegnano costantemente nella formazionea livello sia parrocchiale sia vicariale attraverso la verifica personaleed il confronto in équipe. Questa prassi consente a noi presbiteri digiungere a soluzioni condivise riguardo agli ardui obiettivi dellapastorale sacramentale: superare la mentalità della Chiesa “erogatri-ce” di sacramenti; arginare il fenomeno dell’abbandono della vitaecclesiale prima o dopo la cresima; generare cristiani consapevoli ecoerenti. Di conseguenza, il coinvolgimento delle famiglie nell’edu-cazione alla fede e i percorsi catechetici paralleli a quelli dei figli -insieme all’attenzione verso le eterogenee situazioni familiari - ri-spondono agli obiettivi accennati e stimolano ad essere comunitàinclusiva. La pastorale familiare, dunque, si configura come accom-pagnamento dei nubendi, delle famiglie e particolarmente dei geni-tori nella responsabilità educativa e nella trasmissione della fede. L’oratorio e l’Azione Cattolica, insieme a gruppi giovanili parroc-chiali, sono le forme consuete di aggregazione dei giovani, perintrodurli nella dimensione della Chiesa locale e far sviluppare inessi uno spirito di servizio gratuito, oltre a proseguire il propriocammino di fede non solo perché animatori di settori specifici.Occorre sottolineare che la realtà giovanile delle nostre parrocchierappresenta una minoranza rispetto al territorio e spesso, per ragio-ni pastorali, possiede percorsi catechetici divisi per fasce d’età, giac-ché non risulta sempre facile mettere insieme adulti e giovani. Èbene, inoltre, riferire che in alcune parrocchie è presente una pasto-rale vocazionale che ha dato i suoi primi frutti.Con la catechesi e la liturgia sperimentiamo il nostro essere comu-nità cristiana, benché i numeri delle presenze non sembrano tantevolte confortarci. Non mancano, tuttavia, l’adeguata preparazionealla celebrazione eucaristica festiva accanto alla cura della liturgiadomenicale, la catechesi biblica, l’adorazione eucaristica, l’intensitàspirituale dei tempi forti: tutto ciò valorizza i segni sacramentali,per interpretare i riti alla luce degli eventi biblici e coglierne il signi-ficato per e nella vita quotidiana.

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DECIMO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

Infine, necessita far cenno alla pietà popolare, poiché «in essa sipuò cogliere la modalità in cui la fede ricevuta si è incarnata in unacultura e continua a trasmettersi» (EG § 128). Al fine di rinvigorirel’identità evangelica e il senso ecclesiale della religiosità popolare, iparroci stanno diffondendo e promuovendo la ricezione del docu-mento della CEP “Le nostre feste”. La pietà popolare spesso divieneun “motore” trainante (cfr Madonna di Pompei) e, quindi, urge lasua evangelizzazione, visto che la presenza delle confraternite per-mette l’avvicinamento particolarmente agli adulti (cfr a Bitritto,Madonna Costantinopoli) anche attraverso le catechesi.

3. Carità: l’attenzione al fratello

Per tracciare un quadro completo del decimo vicariato, voglio con-dividere le nostre esperienze, così da «stimolarci a vicenda nella caritàe nelle opere buone» (Eb 10, 24 b). Infatti, in ogni parrocchia è pre-sente la Caritas, che offre aiuto alimentare, visita le famiglie biso-gnose e si pone in ascolto dei poveri presenti nel territorio parroc-chiale, ma anche collabora ad iniziative diocesane e alla mensa atti-va presso la parrocchia “Beata Vergine del SS. Rosario” in S. Nicoladi Carbonara. La gestione di questa mensa è affidata all’associazio-ne di volontariato Opera San NicolaONLUS, la quale coordina il ser-vizio svolto a turno dai volontari delle nostre parrocchie.Da un po’ di tempo è attiva, con frequenza mensile, la mensa pres-so la parrocchia “S. Antonio”.La carità cristiana, come le diverse forme di volontariato, rende la nostragente e le comunità cristiane più attente al fratello e più solidali. Lo atte-sta il fatto che in alcune parrocchie sono presenti gruppi di diversa-mente abili, ben inseriti nel contesto ecclesiale. A tal proposito, nell’an-no dei consacrati, si deve menzionare l’attività apostolica delle congre-gazioni religiose femminili, impegnate nel servizio di educazione versoil territorio, di aiuto agli immigrati e di pastorale dei non udenti.

Il vicario zonaledon Domenico Chiarantoni

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DECIMO VICARIATO

VISITA PASTORALE

LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI

Bitritto CarbonaraCeglieLoseto

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Carissimo don Mimmo,e voi tutti,fratelli e sorelle,

nel Vangelo della II domenica del Tempo Ordinario, che stiamocelebrando, quando parla di Gesù, san Giovanni Battista diventaloquace. Lo identifica con l’Agnello di Dio e Lo indica come l’Elettosu cui rimane lo Spirito.La dichiarazione di Giovanni Battista giunge fino a noi: solo inGesù si trova la vita e la liberazione.L’ufficio primario del Battista non è quello di battezzare, ma diallungare il braccio e additare il Messia.Essere testimoni di Gesù è per Giovanni Battista fonte di gioia.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

È la gioia il clima che ho respirato in questi giorni di Visita pasto-rale nella vostra bella comunità. Una gioia fresca, continua, che

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Testimoni gioiosi di GesùLettera alla comunità parrocchiale

“Trasfigurazione” in Bitrittoa conclusione della Visita pastorale

(16-19 gennaio 2014)

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abbraccia gli adulti, i piccoli, i giovani e che pervade ogni attività. Èla gioia che colmava gli animi delle prime comunità cristiane, purin mezzo a difficoltà di ogni genere. È la gioia che caratterizza ogni giovane comunità.Perché questa parrocchia, che ho voluto nascesse l’8 settembre2006, in un territorio in rapida espansione, è soprattutto formatada giovani famiglie, non solo bitrittesi, ma che provengono da Barie dai vari centri circostanti.Auspico che, sempre più, tutti vi sentiate “una sola famiglia bitritte-se”, senza sottolineare le precedenti provenienze.Una cosa è certa: voi non siete periferia, né di Bitritto, né di Bari.Non lo siete in senso spaziale, non lo siete in senso antropologico-esistenziale, culturale, sociale.Basta passeggiare tra le case del quartiere (come ho fatto in questi gior-ni), per constatarne la bellezza, la luminosità, l’ariosità. Le strade chedisegnano il territorio sono ampie e gradevoli. Le prospettive legate aicollegamenti più diretti col centro del capoluogo sono incoraggianti. Èvero che permane una scarsa presenza di servizi immediati, ma sonofiducioso che questo limite, che segna - purtroppo – tutti i nuovi inse-diamenti, possa essere superato in tempi non troppo lunghi.Potete quindi ben comprendere quale ruolo abbia esercitato la par-rocchia fin dal suo nascere e nel felice sviluppo che sta vivendo. Secon periferia si indica una situazione di emarginazione, al contrariovoi vivete una situazione e un clima di grande famiglia, in cui i pic-coli, i giovani, gli adulti si sentono “a casa”.Nonostante la crisi in atto nella società, la maggior parte delle famigliee delle persone che vivono nel territorio godono di una certa agiatezza.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

In questi primi sette anni di vita, il volto della comunità si è semprepiù andato delineando. Dopo l’apprezzata guida di don AlessandroManfridi, da poco più di due anni beneficiate dell’entusiasta, intel-ligente, generoso ministero di don Mimmo Minafra.Mi rallegro per l’affetto e la considerazione che gli riservate. È unbel preludio di un cammino ancora più fecondo.L’aula liturgica, inaugurata da mons. Magrassi già nel 1999, si è

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

arricchita di alcuni ambienti pastorali non distanti, messi a dispo-sizione dal Comune, e di una casa canonica, generosamente offertadalla Confraternita del SS. Sacramento.La creatività di don Mimmo e vostra ha reso questa chiesa moltoaccogliente. La cura che prestate è segno di limpida fede. Non man-cherete di studiare soluzioni adeguate per qualche altro ambientepastorale da collocare nel terreno adiacente, in cui si prevede sorge-ranno la chiesa e le opere parrocchiali.Gli inevitabili disagi degli inizi del cammino parrocchiale possonorappresentare un’opportunità per educare alla sobrietà, all’essenziale.Il presente e il futuro della comunità sono ricchi di prospettive.Basterebbe considerare il numero dei piccoli dell’Iniziazione cri-stiana che affollano la chiesa e sono saggiamente seguiti da donMimmo, dalle catechiste e dai catechisti.Con i giovani – lo avete richiamato – non rappresentano solo ilfuturo, ma soprattutto il presente della comunità. Il respiro familia-re è garanzia di crescita equilibrata e serena non solo nella vitaecclesiale, ma anche nella società.Ai piccoli bisogna dedicare più tempo, soprattutto nel gioco, onde evi-tare il pericoloso ripiegamento che spesso connota la loro crescitanella condizione contemporanea.

3. Indicazioni pastorali

a) Vi esorto a realizzare un campo da gioco, che possa facilitare l’ag-gregazione. Ma più indispensabile è la disponibilità di animatoriche dedichino le loro energie per l’educazione dei più piccoli.Questo aspetto deve starvi particolarmente a cuore.

b) Ho incontrato il bel gruppo di giovani e giovanissimi, felicemen-te integrati nella comunità più grande. Sono certo che non man-cherà loro la catechesi settimanale costante e sistematica.In controtendenza a quanto si constata nella nostra società con-temporanea, abbiate cura di facilitare la loro partecipazione ai mo-

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menti decisionali della comunità. Della freschezza del loro sguardotutti abbiamo bisogno.

c) Una comunità che cresce gioiosamente insieme diventa semprepiù chiesa se si apre alla diocesi. Un ripiegamento su se stessi sareb-be infatti esiziale.Onde facilitare la sensibilità diocesana, suggerisco l’adesioneall’Azione Cattolica, dopo un’opportuna presentazione da parte deiresponsabili diocesani.

d) La fedeltà della parrocchia al cammino pastorale della diocesipotrete assicurarla attraverso un incontro mensile comunitario di gio-vani e adulti sul testo della Proposta pastorale 2013/2014: Lo splen-dore della speranza.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

“Dal mattino si vede il buon giorno” recita un proverbio popolare.Vi auguro di crescere in sapienza, grazia e numero davanti a Dio eagli uomini.

Vi benedico.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Carissimo don Lino,carissimi fedeli delleparrocchie sorelle,

i giorni trascorsi duran-te la Visita pastorale,gioiosi e intensissimi,mi hanno permesso divivere con voi una pro-fonda esperienza diChiesa.Attraverso il vescovovoi vi collegate allaChiesa universale e

alla Chiesa locale, perché il vescovo è successore degli apostoli eassicura il legame con Cristo e gli apostoli, garantendo la autentici-tà del deposito rivelato. In questo senso la distinzione della parroc-chia dalla diocesi non risiede innanzitutto nella territorialità, bensìnella diversa presenza e organizzazione dei ministeri. Il parroco, chenon ha il ministero del vescovo, solo in quanto è in comunione con

Due polmoni di una stessa comunitàLettera alle comunità parrocchiali

“S. Giorgio Martire” e “Salvatore” in Bari-Losetoa conclusione della Visita pastorale

(13-16 febbraio 2014)

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lui assicura alla parrocchia il legame autentico con la Chiesa. Perquesto, durante la Messa, si ricorda e si prega per il papa e per ilvescovo. Diceva san Cipriano: non c’è Chiesa senza Vescovo e non c’èVescovo senza Chiesa. Questa verità l’abbiamo sperimentata insiemein questi giorni.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Se il territorio è la cornice dentro la quale si compone il quadro diuna parrocchia, mi è caro far memoria del cammino percorsosoprattutto dal 1991 ad oggi, dal momento cioè della nascita dellaparrocchia del Salvatore in questo quartiere, soggetto a profondetrasformazioni. La parrocchia “S. Giorgio” ha, infatti, una lunghissima storia, risa-lente all’XI–XII secolo, con il territorio storico circostante. Il recen-te insediamento abitativo, separato dalla strada comunale, è sem-brato all’inizio giustapposto, con abitanti provenienti prevalente-mente dal centro-città. È comprensibile, pertanto, la resistenza ini-ziale degli “storici” abitanti di Loseto di fronte ai “forestieri” eall’insediamento di una nuova parrocchia. Ne sono diretto testi-mone. Si deve però considerare che la chiesetta dedicata al SS.Salvatore, in parte ipogea e databile tra l’XI e il XIV secolo, è collo-cata nella nuova zona: è un “segno” della Provvidenza.Molti di noi ricordano le tappe faticose vissute negli anni ’90, con lacura della comunità in locali presso i portici delle case popolari.L’affidamento iniziale a don Vito Marotta da parte di mons. Magrassi,il cammino verso la costruzione di questa nuova chiesa, bellissima,che ho consacrato il 31 gennaio 2000, è memoria più recente.Don Vito dal 1996 è diventato parroco anche di “San Giorgio” e,con umanità e pazienza, ha esercitato il ministero di “costruttore diponti di comunione” tra le due parrocchie.Soleva ripetere mons. Anastasio Ballestrero, mio venerato predeces-sore, che le parrocchie non sono isole, ma ponti. Le parrocchie nonsono “la” Chiesa, ma una piccola porzione della Chiesa, in cui ilvescovo è vincolo di unità. Partecipiamo, infatti, dell’unico popolodi Dio, «adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto» (Lumen Gentium, 4).

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

Il riferimento di don Lino ai “due polmoni” richiama una feliceespressione del beato Giovanni Paolo II. Mi rallegro moltissimocon don Lino e con voi, carissimi fratelli e sorelle delle due comu-nità parrocchiali, per il cammino di comunione non solo affettiva,ma effettiva che state percorrendo alacremente e che è il frutto piùbello della crescita umana e cristiana che vi caratterizza.Personalmente amo di uno stesso amore l’unica comunità ecclesiale chefa riferimento a “S. Giorgio” e al “Salvatore”. Resto affascinato dallabellezza barocca raffinata di “S. Giorgio” e dall’ardita soluzione archi-tettonica della nuova chiesa, che richiama l’antico ipogeo e la rocciain un territorio ricco di ulivi. Mi trovo a casa sia passeggiando nellaLoseto antica, sia attraversando le spaziose strade della Loseto nuova. Non è quanto storicamente si è verificato in tante città e in tanticentri del mondo e della nostra Puglia?La metropolitana che congiungerà agevolmente Loseto col centrodi Bari e l’auspicabile arricchimento di servizi vi aiuterà ad inna-morarvi sempre più di un territorio che dovete sentire come la“vostra casa”.Il ruolo delle due parrocchie si è reso e si rende, di fatto, insostitui-bile, diventando sempre più segno di comunione più vasta sulpiano sociale ed ecclesiale.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

a) Si respira un clima di comunità, dove i rapporti ecclesiali supera-no i tratti di anonimato e di burocraticità per assumere uno stile dicarattere interpersonale. Indubbiamente un ruolo determinante distimolo lo hanno esercitato i due parroci don Vito e don Lino, con illoro stile di profonda e delicata attenzione alle persone. Solo così sipuò creare un’inversione di tendenza a quel nomadismo ecclesialeda parte di alcune famiglie che continuano a far riferimento ai terri-tori e alle parrocchie di provenienza, col rischio di creare dispersio-ne per i propri figli soprattutto nel periodo della preadolescenza,dopo il conferimento dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

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b) Il clima comunitario permette di assistere alla crescita integratadi piccoli, giovani, adulti e anziani; dei fedelissimi, dei cristianidella domenica, dei fedeli dalla debole appartenenza, dei cosiddettilontani. Questo clima mi ha edificato.

c) Ho goduto nell’incontrare i piccoli presso la scuola primaria“Ciniglio” e la scuola dell’infanzia. Li ho rivisti con i loro genitori lasera in parrocchia, nell’incontro con gli scouts e presso l’oratorio“Don Bosco”, nella Messa domenicale. I loro volti, le loro espressio-ni mi sono già familiari. Sono la ricchezza non solo del domani, masoprattutto del presente. I campi sportivi, curati dall’Associazione“Lusitum”, rappresentano una vera risorsa aggregativa non solo peri ragazzi. Alcuni giovani e giovanissimi mi “hanno marcato a vista”, accom-pagnandomi nei miei vari spostamenti e “guidandomi” nelle cele-brazioni liturgiche.

Apprezzo molto che gli adulti, in buona parte, vivano come coppiail loro inserimento in parrocchia. È garanzia di stabilità per loro eper i loro figli. Abbiamo vissuto “insieme” i vari momenti dellaVisita pastorale, dall’incontro con la Caritas, le associazioni divolontariato “Fratres” e “Millepassi insieme”, durante il cineforum, lavisita alla comunità “Spazio ESSE”.Una vera risorsa rappresentano altresì gli anziani, gli ammalati. Liseguite con attenzione e amore. È necessario che, con la discrezioneche si richiede, siano al centro del cuore della parrocchia. Anche ipiccoli devono essere educati a prestare loro attenzione.Uno stile di accoglienza riguarda i nubendi, le famiglie, le coppieche vivono situazioni di amore spezzato o ferito. Anche questi ulti-mi si devono sentire nel circuito dell’amore misericordioso di Dio,riscoprendo sempre più la “sacramentalità della Parola” (BenedettoXVI), pur nel sacrificio del “digiuno eucaristico”.L’Eucaristia: sì, è il culmine e la fonte della vita della Chiesa, insie-me agli altri sacramenti. La vivete bene, con intensità, cura, prepa-razione, nel servizio, nel canto, nella partecipazione attiva.Mi sembra che esista una buona “circolazione” tra Parola, Liturgiae Vita, secondo il progetto mistagogico, che ho indicato a tutta lacomunità diocesana.

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

3. Indicazioni pastorali

a) In tale prospettiva richiamo la proposta offerta all’inizio dell’an-no pastorale: Lo splendore della speranza, con la contemplazione del-l’incontro di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 5-30). Ora, al terminedella Visita pastorale, riprendete nelle singole parti dell’Anno litur-gico l’approfondimento della Parola, nel solco della liturgia, e leindicazioni per la vita del singolo e della comunità.

b) Apprezzo molto l’entusiasmo del Gruppo “Scouts d’Europa”. Levocazioni educative da parte dei giovani e degli adulti nei confron-ti dei più piccoli devono sempre più crescere.Suggerisco di prendere in considerazione l’adesione all’AzioneCattolica. È l’associazione che aiuta a sviluppare il senso della “dio-cesanità”, della Chiesa locale. Non può, infatti, essere solo il parro-co a suggerire i collegamenti con la diocesi nei vari momenti del-l’anno.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Vivete un gioioso presente, nella memoria di un fecondo passatonel quale emerge la dolce e paterna figura di don Vito Marotta, chevi guarda dal cielo e vi protegge.Sono felice che amate e stimate don Lino, che si dona totalmente(spendendosi fin troppo!) alla comunità e ad ognuno di voi.Ringraziate sempre il Signore per il dono dei sacerdoti!Aspetto che sorga qualche vocazione sacerdotale e consacrata an-che qui a Loseto. Il tempo è maturo.

Vi benedico

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Mimmo,carissimi fratelli e amici,

i giorni trascorsi con voi durante la Visitapastorale sono stati intensi e mi hanno per-messo di “reimmergermi” in una comunitàparrocchiale che conosco da lungo tempo eche amo profondamente.È superfluo dirvi che un sentimento di gioiosapartecipazione mi ha coinvolto. Tante storiepersonali sono riaffiorate nella mia memoria.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Avete affrontato, nella Relazione storico-sociale, il tema delle peri-ferie, applicandolo alla realtà carbonarese. Giustamente sottolinea-te il passaggio di Carbonara da paese a frazione, a quartiere di Bari.Questa evoluzione non è stata e non è indolore.

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Voi mantenete senza vacillare la professionedella vostra speranza (cfr Eb 10,23)

Lettera alla comunità parrocchiale“S. Maria del Fonte” in Bari-Carbonara

a conclusione della Visita pastorale(13-16 marzo 2014)

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Accade che le alternanze politiche influiscano sull’attenzione mag-giore o minore a un territorio. È sotto gli occhi di tutti che in que-sto momento prevale una certa disattenzione, rilevabile soprattut-to nella parte storica. Passeggiando nelle sue strade, durante la visi-ta ad alcuni anziani e ammalati, ho notato un certo degrado noncosì accentuato nel passato. Significa allora che questo territoriopossa definirsi “periferia”? Sì e no.Non credo che Carbonara rappresenti uno “spazio periferico”. Al dilà di ogni considerazione, conservate una spiccata identità frutto diuna storia, di una cultura, di una sensibilità che trova nella Chiesae nelle sue espressioni istituzionali una sorta di collante.Vi ricordo che l’erezione canonica di questa parrocchia risale ab imme-morabili. Nel passato le istituzioni ecclesiali dell’Ospedale “Di Venere” edell’Opera Pia “Di Venere”, hanno segnato in modo determinante losviluppo ecclesiale, civile ed economico di Carbonara. A livello eccle-siale resta il “segno” del Centro pastorale per i sordi “S. FilippoSmaldone”, sotto la guida delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori.Sapete bene che da decenni prima l’Ospedale e, in seguito, l’OperaPia, sono passati alla responsabilità esclusiva della Regione e, quin-di, partecipano alle alterne vicende politiche ed economiche dellarealtà regionale e nazionale, soprattutto nel settore sanitario. Comesempre accade nella storia, a periodi di sviluppo seguono periodi didifficoltà e di crisi.Comprendo bene, quindi, il disagio che vivete e che mi avete rappre-sentato in più circostanze, soprattutto in riferimento all’ “Opera Pia”. Ritengo, in questa circostanza, di dare un tributo di profonda gra-titudine alle famiglie Di Venere-Ricchetti-Alberotanza e Damiani,che, non solo a Carbonara, ma anche a Bari, hanno donato con raragenerosità una cospicua parte dei loro beni per le necessità deipoveri, dei malati, e per lo sviluppo culturale e sociale ed ecclesialedell’intero territorio. Queste famiglie hanno improntato la loro esi-stenza al principio della gratuità e alla «logica del dono come espres-sione della fraternità» (Caritas in veritate, n. 36). Tutti ne abbiamobeneficiato e ne beneficiamo ancora, nonostante le conseguenzedella crisi.Resta il rischio che da «centro» Carbonara scivoli verso la «perife-ria», non tanto in senso «spaziale», ma «esistenziale», secondoquanto ho indicato nella proposta pastorale Lo splendore della spe-

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

ranza, riprendendo le indicazioni di papa Francesco. E questo nontanto per un motivo economico. I parametri di povertà – pur danon sottovalutare – a Carbonara non sono superiori a quelli che horiscontrato in zone cosiddette più «centrali» di Bari.Allora, alla luce degli esempi che il passato ci ha lasciato, in qualemisura la gratuità e il dono si sviluppano, oggi, a Carbonara, nelterritorio e nella comunità ecclesiale? È questo l’affascinante eimpegnativo compito che il Signore ci assegna. È questo il “segnodei tempi” che rappresenta una sfida per la parrocchia “S. Maria delFonte” e per Carbonara tutta.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

a) Se dovessi definire la vostra comunità parrocchiale, non trovereiepiteto più preciso di questo: «fedeltà».Attraverso i volti di tanti adulti fra voi, che conosco da molti anni,scorgo la «fedeltà» di una comunità cristiana, radunata nella fede,nella speranza, nell’amore. Riconosco in voi l’accoglienza dei doniche il Signore ha elargito nei lunghi decenni della vostra storia.Sento che amate il Signore, la Chiesa, la sua porzione che è la vostraparrocchia.Con accenti diversi, ogni vostro intervento l’ho letto come unadichiarazione di affetto e di amore sincero. Anche il desiderio diconservare le «radici» istituzionali (come l’Opera Pia).

b) Possedete una singolare ricchezza: i piccoli, i ragazzi, i giovani.Come non rallegrarci dei 238 piccoli che vivono l’Iniziazione cri-stiana? La tradizione di un’équipe qualificata di catechisti, che rap-presentano una autentica benedizione divina, il coinvolgimento deigenitori, la cui disponibilità è esemplare, trova nella celebrazionedomenicale, come avete sottolineato, «il punto focale di tutto ilcammino».Ho provato una grande gioia nell’incontrare insieme ragazzi, geni-tori, catechisti in una grande famiglia desiderosa di seguire il Si-

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gnore. Nonostante i venti di crisi, condivido che è sulla famiglia chela pastorale parrocchiale deve investire ogni migliore energia.

c)Mi rallegro con voi per le riflessioni fatte sul rapporto scuola-ter-ritorio. Ho visitato la scuola elementare “Diaz” e la scuola media“De Marinis”. Vi ho trovato tanta disponibilità e accoglienza. Con don Mimmo riflettevamo che ancora la scuola è una splendi-da risorsa per quell’«alleanza educativa» con la parrocchia e la fami-glia che lascia spazi ancora da esplorare. Sono certo che, con laguida di don Mimmo, scoprirete inedite possibilità educative.

d) Ho condiviso un intenso momento di carità vissuta con le fami-glie, gli operatori Caritas e le famiglie vittime della criminalità.Mi è sembrato di sperimentare quella «circolazione della carità»che deve caratterizzare ogni cammino comunitario. Ognuno devedesiderare di donare gratuitamente se stesso prima delle cose. E tutti lopossiamo fare. Anche coloro che vivono in ristrettezze economi-che. Tutti sentiamo il bisogno di ricevere amore. Tutti dobbiamodonarlo.L’esemplarità caritativa dell’incontro mi auguro pervada l’esperien-za caritativa anche di tutta la comunità. Il grande cuore di donMimmo vi stimola in questa direzione: tutta la comunità è soggettodella pastorale caritativa.

e) L’incontro con la comunità e il mondo sociale e del lavoro mi hapermesso di registrare una grande ricchezza di associazioni, eccle-siali e non, dalle finalità più varie.È un ulteriore indizio di affermazione di identità nel territorio.Di questo mi rallegro non poco. Avete potuto notare che il rischiodell’auto-referenzialità è tutt’altro che lontano. Per questo è neces-sario recuperare, a livello ecclesiale, un cammino di comunione daparte delle diverse associazioni, con la partecipazione alla catechesi setti-manale. Questo è il compito della comunità ecclesiale: immetteregermi di comunione, alla luce del Vangelo, essere lievito che fer-menta tutta la massa umana.Gli altri aspetti, organizzativi, politici, amministrativi - ben lo com-prendete - non competono direttamente alla Chiesa, anche se devo-no trovare spazio responsabile condiviso. Non siete anche voi figlidella Chiesa, voi che formate le associazioni? Non è vostra precisa

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

responsabilità fermentare dall’interno le realtà del mondo, come haindicato il Concilio e ha ricordato il recente Convegno delle Chiesedi Puglia sul laicato?

f) Intenso e avvolgente è stato l’incontro con i vari gruppi di ani-mazione: disabili, pre-adolescenti (ACR, “Noi e il mondo”, “GruppoSant’Agostino”, coro).Ecco un modo di sentirsi e vivere la Chiesa, senza steccati, pur nellaspecificità delle proprie esperienze.Colgo l’occasione per complimentarmi per la partecipazione ditutta l’assemblea liturgica al canto, sempre per lunga tradizioneben curato.

g) Sento di incoraggiare molto i giovani e i giovanissimi, che inmomenti diversi ho incontrato e che hanno permesso di sviluppareinsieme una intensa riflessione vocazionale.Sono certo che l’Azione Cattolica in particolare, secondo le miglio-ri tradizioni, assicurerà a tutta la comunità parrocchiale l’aperturaalla Chiesa diocesana.

3. Indicazioni pastorali

Vi attende un fecondo e fervido itinerario. Ne sono certo. Vi sonotutte le premesse.Partirei dal cammino della comunità, che vedrà, secondo le moda-lità e i tempi che saprete predisporre, la catechesi comunitaria dei gio-vanissimi, giovani, adulti. Senza mortificare gli incontri specifici.Considerate la possibilità di avviare un percorso per le giovani cop-pie: rappresentano il futuro delle famiglie di Carbonara.Mi auguro che il cammino delle Confraternite, superate alcune dif-ficoltà, acquisti valenza ecclesiale più decisa.Non vi mancano strutture pastorali. L’esigenza di un campo sportivo,evocata dal caro mons. Magrassi nella precedente Visita pastorale, puòincontrare soddisfacimento nella collaborazione con la parrocchia diS. Antonio, recentemente dotatasi di un’ottima struttura sportiva.

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4. Con lo sguardo rivolto al futuro«La nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per glialtri; solo così essa è veramente speranza anche per me». Con que-ste parole dell’enciclica Spe salvi (n. 48), auguro a tutti un fecondocammino.

Con affetto nel Signore.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Alfonso,carissimi fratelli e amici,

gli intensi giorni di Visita pastora-le mi hanno riempito di gioia perla crescita evidente della vostra

comunità. La fede di Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, richiama-to alla vita da Ge-sù, secondo il racconto giovanneo della V domeni-ca di Quaresima, è immagine di quella fede che deve alimentare lacomunità in cammino verso la Pasqua.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

La benedizione del nuovo fonte battesimale, durante la celebrazio-ne domenicale, ha segnato il culmine della Visita pastorale. Siamostati introdotti nel mistero di Gesù-Acqua (III domenica diQuaresima), Gesù–Luce (IV domenica), Gesù-Vita (V domenica).È il cammino battesimale che, mistagogicamente, ogni comunitàcristiana è chiamata a ripercorrere, secondo una traiettoria ben

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Scopriamo l’inestimabile dono del battesimoLettera alla comunità parrocchiale

“S. Antonio da Padova” in Bari-Carbonaraa conclusione della Visita pastorale

(3-6 aprile 2014)

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delineata da san Clemente Alessandrino: «Battezzati, siamo illumi-nati; illuminati, siamo adottati come figli; adottati, siamo resi per-fetti; divenuti perfetti, riceviamo l’immortalità».Abbiamo anticipato, nella celebrazione eucaristica domenicale, isegni che caratterizzano la Veglia pasquale, quando acclameremo aCristo, Luce del mondo, saremo aspersi con l’Acqua della vita e, acco-standoci all’Eucaristia, accoglieremo Cristo che per noi si fa Pane divita eterna.Il nuovo Battistero è molto bello e si inserisce felicemente nellelinee architettoniche della nuova chiesa.

La nuova chiesa!Sì, è il punto di arrivo di un lungo percorso, iniziato alla fine deglianni ’70, non privo di ostacoli, ma che – conviene ricordarlo – havisto l’avvio grazie alla munificenza dei coniugi carbonaresiQuaranta.Per diversi anni la sistemazione è stata provvisoria. In modo pione-ristico i parroci don Sebastiano Schiralli, don Innocenzo Mondelli,don Mario Sarno hanno guidato la comunità. Il Signore li ricom-pensi per il generoso impegno che hanno profuso.Finalmente, alla fine del 2007, si sono avviati i lavori per lacostruzione della nuova chiesa, dopo il provvidenziale cambia-mento del suolo.La nuova chiesa è bella, accogliente, più centrale nel territorio par-rocchiale. Con l’impegno del nuovo parroco don Alfonso, gradual-mente la state sentendo casa vostra, dopo averla arricchita di unampio bel sagrato e averla dotata di un nuovo campo sportivo, dapoco inaugurato. Spero che abbiate maturato la consapevolezza di aver ricevutotanto, più di altre parrocchie, prima dai coniugi Quaranta, poidall’8‰ della Conferenza Episcopale Italiana e dalla diocesi.Il futuro sviluppo è affidato a voi. Con don Alfonso noto un cam-biamento. Siete chiamati a crescere nella partecipazione sempre piùresponsabile per un incremento sempre più adeguato delle struttu-re e della comunità fatta di pietre vive.

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

2. Considerazione sulla vita della comunità

È indubbio che, dopo la realizzazione della nuova chiesa e l’inter-vento del nuovo parroco, il clima della parrocchia è mutato. Cresceprogressivamente la partecipazione dei piccoli, dei giovani, degliadulti. Un entusiasmo nuovo sembra pervadere tutti.La catechesi mistagogica settimanale e l’adorazione eucaristica rap-presentano il fulcro del cammino comunitario. Mi rallegro con voiper questo. Soltanto attingendo alla fonte della Parola e del-l’Eucaristia, è possibile superare la frammentarietà e la tentazionedell’autoreferenzialità, ostacolo principale per “crescere insieme”nella comunione ecclesiale. Non sono i nostri sforzi che elimine-ranno le tentazioni delle divisioni e del particolarismo, ma la graziadel Signore che ci guida con la Parola e i sacramenti. Ben ha fatto,quindi, don Alfonso a indicare questi punti di partenza indispensa-bili per la costruzione della Chiesa viva così come la vuole ilSignore.La fedeltà all’incontro settimanale permetterà di scoprire semprenuove vocazioni al servizio della parrocchia. È cresciuto, infatti, ilnumero dei ragazzi che partecipano alla catechesi dell’Iniziazionecristiana. L’animazione liturgica vede i piccoli e i grandi coinvolti,come il coro parrocchiale.Il cammino mistagogico prevede l’unità tra catechesi, liturgia e carità.Incoraggio l’impegno della Caritas parrocchiale, che cura anche lamensa preparata ogni prima domenica del mese con la collabora-zione del gruppo giovanile “Arca di Pace”, e l’iniziativa della distri-buzione dei viveri. Se questi momenti vedranno il coinvolgimentosempre più esteso dei parrocchiani, sono certo che lo slancio mis-sionario raggiungerà mete ulteriori.Un entusiasmo particolare ho colto sui volti dei nostri piccoli eragazzi. La cura nei loro confronti da parte dei catechisti e deglieducatori è ammirevole. Il progressivo coinvolgimento dei genitoristabilizzerà la loro presenza in parrocchia.La vostra, infatti, è una comunità “giovane”, non solo per i nonmoltissimi anni di vita, ma anche per la percentuale delle nuove nasci-

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te. È quindi una parrocchia aperta a un “futuro pieno di speranza”,per riprendere le parole di Geremia riportate nel Libro del nostroSinodo diocesano. La presenza giovanile è chiamata a crescere.Il territorio – lo avete rilevato nella Relazione pastorale – è ampio earticolato, tale da presentare situazioni di benessere accanto a trat-ti di precarietà.L’identità territoriale si sta configurando più decisamente dopo lacostruzione della nuova chiesa. Ho notato che la zona delle casepopolari sembra ancora alquanto impermeabile alla partecipazioneparrocchiale.

3. Indicazioni pastorali

Che fare?Mentre – anche questo avete rilevato – due dei tre obiettivi indicatidal caro mons. Magrassi nella precedente Visita pastorale del ’94 sivanno decisamente realizzando (la formazione permanente deicatechisti e lo spirito di servizio), resta l’impegno per un impulso mis-sionario che guardi con attenzione a quanti sono ancora “lontani”dalla vita parrocchiale.È la meta pastorale principale che vi affido. La riflessione sul docu-mento della CEI Il volto missionario della parrocchia in un mondo checambia vi può aiutare a scoprire “strategie” apostoliche inedite.Il cammino è già felicemente avviato. L’esortazione di mons.Magrassi a vivere il sacramento della Confessione ha trovato nella col-locazione del confessionale un segno incoraggiante. L’ho sperimen-tato personalmente in questi giorni di Visita pastorale.La presenza sul territorio di due comunità religiose femminili è undono particolare dello Spirito. Le Suore Adoratrici del Sangue diCristo, oltre la loro attività educativa nella scuola e in parrocchia,meritano un particolare ringraziamento per aver messo a disposi-zione la loro bella chiesa durante la costruzione del nuovo edificiodi culto. Le Religiose di Maria Immacolata, oltre al prezioso nasco-sto apostolato speso a “Villa Maria Grazia” a sostegno delle colf edelle rifugiate, offrono la loro testimonianza e il loro servizio inparrocchia.Non vi mancano, quindi, doni molteplici dello Spirito, che – mi

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

auguro – potranno incoraggiare uno sviluppo vocazionale anchenella vita sacerdotale e religiosa. I segni già si intravedono.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Sono contento che apprezziate molto il parroco don Alfonso, chespende la sua vita sacerdotale per voi senza riserve e con intelligen-za pastorale.È un leit-motif che ha colmato di gioia il mio cuore di vescovo e dipadre.Lasciatevi guidare da lui, anche negli itinerari associativi del Rinno-vamento nello Spirito e per la rinascita graduale dell’Azione Cattolica.Bisogna obbedire ai “tempi di Dio”.Sappiate che vi seguo con particolare premura.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Carlo,carissimo diacono Mimmo,carissimi fratelli e sorelle,

conosco la vostra comunità fin dalla metàdegli anni ’80, da quando cioè assunse l’uf-ficio di parroco don Ciccio Tancredi. Al mioritorno a Bari, dopo la morte di donMimmo Terrevoli, la parrocchia è stata difatto guidata dal diacono Silvano Catac-chio, coadiuvato dal diacono Raffaele DePasquale. Quel periodo ha rappresentatol’occasione per “scoprire” la ricchezza delministero diaconale.

L’affidamento a don Mimmo Falco e al successore don CarloCinquepalmi ha segnato una fase del tutto nuova della parrocchia.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Parlo di nuova fase, perché effettivamente nel passato il numeroesiguo degli abitanti ha assimilato questa comunità più a una ret-

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Clima di famigliaLettera alla comunità parrocchiale

“Madonna di Pompei” in Bari-Carbonaraa conclusione della Visita pastorale

(1-4 maggio 2014)

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toria (la chiesa era chiamata “cappella”), anche se non pochi di voihanno celebrato i sacramenti in questa chiesa parrocchiale che ilcaro don Vito Sisto ha donato oltre settant’anni addietro. La visione del documentario “Raccontami” ha risvegliato in molti divoi grati sentimenti nei confronti dei tanti sacerdoti che hanno spesole loro energie nel ministero pastorale e dei tanti laici e laiche “storici”.All’inizio del mio ministero a Bari ho raccolto le vostre preoccupa-zioni. Per questo ho inteso affidarvi alla guida illuminata e amore-vole di don Mimmo Falco. La crescita del numero degli abitanti(non ancora conclusa) ha suggerito di chiedere alla ConferenzaEpiscopale Italiana un congruo contributo dall’8‰ per l’acquistodi un edificio, opportunamente strutturato per essere adibito acasa canonica e a strutture pastorali.La stessa chiesa è stata restaurata in modo esemplare, abbellita e,ultimamente, arricchita dell’altare, dell’ambone e del battistero.Nel frattempo la vita pastorale della parrocchia continua a regi-strare un “crescendo”, che riempie il mio cuore di vescovo di intimagioia. La gioia, la gioia familiare è il clima che ho respirato ampia-mente in questi giorni di Visita pastorale. Con gradazioni diverse,mettete a disposizione il vostro tempo, le vostre case, la vostra vita.Anche la festa vissuta insieme ne è stata riprova. Il territorio parrocchiale prevede un’ulteriore espansione edilizia.Presenta una conformazione abbastanza gradevole.Non mi sembra che l’identità carbonarese si sia molto indebolita.Mi rallegro con quello “zoccolo duro” di adulti e anziani con unaforte testimonianza di fede matura e semplice – come avete sottoli-neato nella Relazione – «ricchi di fedeltà alla Chiesa e alleIstituzioni e con un grande amore per la Comunità».La strutturazione parrocchiale più decisa contribuirà a far conver-gere in modo più stabile verso questa parrocchia quelle famiglie chesono venute ad abitare nel territorio, ma che ancora conservanoaltrove legami familiari e parrocchiali.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Il clima di famiglia si respira anche durante la liturgia, che hogustato particolarmente nelle celebrazioni “mistagogiche” dell’ac-

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

qua, del pane e della luce, per raggiungere il culmine nell’Eucaristiadomenicale con il conferimento del sacramento della Cresima acinque ragazzi.La sobrietà si sposa con la cura dei particolari e con l’esemplare ani-mazione col canto.Nella Relazione pastorale avete rilevato la scarsa partecipazione allaliturgia domenicale in rapporto al numero degli abitanti, anche sel’occasione della Visita pastorale ha sollecitato una presenza piùconsistente. Il maggiore coinvolgimento dei genitori dei ragazzidell’Iniziazione cristiana permetterà di legare in modo più solido lacatechesi alla liturgia specie domenicale.

3. Indicazioni pastorali

- La catechesi comunitaria settimanale: considerate prioritario questoobiettivo nel cammino pastorale. Sono certo che l’itinerario di fedesistematico, in armonia con la proposta dell’anno pastorale dioce-sano, vi permetterà un deciso balzo in avanti. Giovani e adultiavvertirete di crescere “insieme” nella fede e maggiormente parteci-pi delle scelte pastorali parrocchiali.- I ragazzi e i giovani: mi sembra felice l’impegno per l’oratorio deiragazzi. Considerate più attentamente la scelta dei giorni nei qualivivere quest’esperienza. Forse la disponibilità degli educatori ilgiorno di sabato potrebbe incoraggiare la partecipazione, anche nelgioco, dei ragazzi, spesso “superimpegnati” negli altri giorni dellasettimana.Il piccolo gruppo dei giovani, che necessita di una catechesi setti-manale specifica, gradualmente potrà arricchirsi con la crescita deipreadolescenti. I giovani rappresentano il futuro della parrocchia.Suggerisco l’adesione all’Azione Cattolica, per permettere, non soloagli adulti, ma anche ai giovani e ai ragazzi un respiro diocesanopiù strutturato.- Mi complimento con la storica Confraternita “Opera Pia delSantissimo Rosario” per la sensibilità ecclesiale che contraddistin-

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gue alcuni membri. Sono certo che la partecipazione alla catechesicomunitaria ne incrementerà la vita, che – ovviamente – non siriduce alla pur bella festa, ma che richiede una presenza costante aimomenti formativi. Lodo la disponibilità della Confraternita per lenecessità della chiesa. Un suo rappresentante potrebbe far parte delConsiglio parrocchiale per gli affari economici.- Nell’incontro che ho avuto con i ministri straordinari della SantaComunione e il Volontariato Vincenziano, ho incoraggiato la nasci-ta della Caritas parrocchiale, la cui funzione prevalentemente educa-tiva veniva già richiamata da papa Paolo VI, quando volle chenascesse questa benemerita realtà. È suo compito principale sensi-bilizzare tutti al senso e al dovere della carità.Dalla Parola ai sacramenti, alla carità: è questa la dinamica dellavita cristiana.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Ho incrociato i volti, ho colto il respiro dell’anima di tanti di voi inquesti giorni. Tutto conservo nel mio cuore e imploro il Signore,per intercessione della Madonna venerata nel Santuario di Pompei,di conservarvi tutti nella Sua amicizia e nella Sua pace.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Mimmo e don Domenico,

i giorni vissuti con voi e con la cara comunitàparrocchiale sono stati intensi e affettuosi.Vorrei che riecheggiasse al termine della miaVisita quell’esclamazione di Benedetto XVI all’i-nizio del suo ministero petrino e che ripresi salu-tando il Sommo Pontefice prima della celebra-zione eucaristica conclusiva del CongressoEucaristico Nazionale di Bari, il 29 maggio 2005:“La Chiesa è viva”. In questi giorni, la luce dellarisurrezione e il vento caldo dello Spirito hannoavvolto questa comunità. Questa parrocchia è

viva! L’accoglienza iniziale festosa dei ragazzi ne è stato un segno.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

I vari simboli dello Spirito Santo, che esprimono un mistero diforza e di tenerezza, ci hanno accompagnato: l’acqua, il fuoco, l’o-lio, la luce, il vento, il soffio.

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Lo Spirito Santo vento caldo di primaveraLettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria di Costantinopoli” in Bitrittoa conclusione della Visita pastorale

(5-8 giugno 2014)

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La veglia di Pentecoste e la celebrazione domenicale col conferi-mento della Cresima a quasi ottanta ragazzi hanno rappresentato ilculmine della Visita pastorale, ma soprattutto del cammino diIniziazione cristiana, che ha visto non solo i sacerdoti, ma anche icatechisti, numerosi, motivati, generosi, e i genitori. Il raccoglimen-to, la partecipazione attiva e numerosa, la cura della liturgia chevede nello splendido coro un punto di forza consolidato, mi hannoedificato. Ho vissuto e celebrato con voi una delle più belle liturgiedi Pentecoste. Spero che lo Spirito Santo, che i Padri della Chiesadescrivevano come il “vento caldo di primavera”, soffiando permet-ta ai nuovi cresimati, come novelli fiori primaverili, di sbocciare ediffondere profumi d’amore e di servizio. Un segno di questo«miracolo» dello Spirito potrà essere la loro fedele partecipazionealla messa domenicale.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Verso la fine della Visita, ho riletto le conclusioni della secondaVisita pastorale che mons. Mariano Magrassi (di cui ricorre que-st’anno il X anniversario della morte) ha vissuto con voi il 20novembre 1993 e il 13 marzo 1994.Vorrei riprenderne alcuni tratti, impressionato dall’attualità dialcune indicazioni.«La grande espansione urbanistica in breve ha più che raddoppiatogli abitanti del paese». La sfida pastorale che ne è seguita vi ha vistiprotagonisti, capaci di integrare non solo coloro che provengonodalla città, ma anche gli immigrati. A tal proposito, ho visitatovolentieri questa mattina il Tempio Sikh, alla periferia del paese.Globalmente l’espansione edilizia mi sembra equilibrata. Non vi sonomolti edifici di grandi proporzioni. Le abitazioni sono gradevoli e curate.L’economia del paese non ha subito scossoni di rilievo e sta rispon-dendo alla crisi con sufficiente saggezza. È vero che resta preoccu-pante il fenomeno della disoccupazione giovanile, come è emersoanche durante l’incontro col sindaco e l’amministrazione comunale;però va incoraggiata l’attenzione al settore agricolo, vera ricchezzadel territorio, che ha bisogno di essere ricuperato dalle nuove genera-zioni. Dove funzione l’agricoltura, la crisi è stemperata.

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Sul piano pastorale, l’istituzione della nuova parrocchia della Tra-sfigurazione è anche nella prospettiva di una ulteriore espansioneurbanistica.

Mons. Magrassi affermava: «nelle molte cose che sono in cantiere(un cantiere fervente di iniziative) è opportuno fissare delle priori-tà. Vale a dire: creare maggior ordine, in modo da affrontare i pro-blemi uno dopo l’altro».Durante l’assemblea parrocchiale del primo giorno questa esigenzaè riemersa, soprattutto in riferimento al cammino dei giovani e deigiovanissimi.Senza una gerarchia nelle scelte educative si rischia l’attivismo e ladispersione. Per questo anch’io ho richiamato un ordine di priori-tà. La catechesi sistematica settimanale, che non corrisponde sem-plicemente alla lettura biblica o alla Lectio divina, non può rappre-sentare un optional. Gli Orientamenti per la catechesi di prossimapubblicazione da parte della Conferenza Episcopale Italiana, sotto-lineano la dimensione kerigmatica e mistagogica. Anche il papa,durante l’ultima assemblea dei vescovi italiani, ha ripreso decisa-mente questi due aspetti. Mi permetto di esortarvi a riprendere,anche se l’aveste già fatto, il testo sulla Mistagogia, che ha segnato ilcammino della nostra Chiesa locale dal Sinodo ad oggi.Accanto alla catechesi ho suggerito l’incontro libero quotidianodella preghiera di Compieta verso la fine della giornata.I giovani e i giovanissimi non devono ridurre il riferimento alla par-rocchia ai vari servizi pastorali, per quanto preziosi. Solo la crescitanella fede, nella speranza e nella carità rendono stabile l’itinerariocristiano.Anche gli incontri estivi sono fecondi per alimentare la gioia delcrescere insieme. Non preoccupatevi del numero. Tendete all’ap-profondimento. Il Signore aggiungerà altri discepoli secondo il suocuore, come ci assicura il libro degli Atti degli Apostoli (cfr At 2,47).

Aggiungeva p. Mariano: «La prima e più fondamentale urgenza mipare quella di creare comunione all’interno della comunità. Alla cri-tica e allo scontento, che rischiano di tarpare le ali all’impegno, de-

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vono subentrare: l’apertura all’altro, la comprensione e la collabo-razione. La vivacità, che è la nota predominante e positiva dei bitrit-tesi, se non è incanalata bene, può creare contrapposizioni e diver-genze». Non aggiungo altro.Comprendo bene le vostre osservazioni sul frequente avvicendarsidei parroci negli ultimi tempi. L’obbedienza della fede dobbiamoviverla innanzitutto nei confronti del Signore, i cui imperscrutabilidisegni sfuggono a tutti, pastori e fedeli. Tutti dobbiamo cercare dileggere «i segni dei tempi» e interpretarli alla luce del Vangelo. Ilvescovo ha il grave compito di manifestare nel concreto «qui e ora»la volontà del Signore. E voi dovete sostenermi soprattutto con lapreghiera allo Spirito Santo.Mons. Magrassi richiamava l’ecclesiologia di comunione, nella quale, allaluce del Concilio, la corresponsabilità dei laici è determinante. PapaFrancesco non cessa di richiamare tutti al superamento del clericali-smo, spesso via comoda sia per i laici come per i presbiteri. La comuni-tà bitrittese, anche per la sua storia, avverte forte il legame con il cleroe la gerarchia. La sua sensibilità religiosa è molto intensa. La stessa vitadella comunità civile è scandita dalle feste religiose, numerose durantel’anno. La distinzione dei ruoli però deve sempre essere rispettata.La categoria di comunione (koinonia) è stata prevalente nella descri-zione della Chiesa che ci ha offerto il Concilio. In uno spirito diautentica parresia (franchezza) tutti dobbiamo sentirci costruttoridell’unico edificio spirituale che è la Chiesa.

3. Indicazioni pastorali

Alla luce della lettura della vita comunitaria fin qui svolta, vorreisottolineare una particolare priorità che son solito indicare inarmonia con la scelta pastorale mistagogica.È l’incontro dei giovani e degli adulti insieme. Anche se normalmentesuggerisco che questo incontro si svolga settimanalmente, a voichiedo di viverlo almeno una volta al mese. Come può, infatti, unacomunità parrocchiale crescere nella comunione e nella correspon-sabilità persistendo una certa frammentazione, dovuta al fatto cheogni gruppo vive in modo sostanzialmente autonomo la crescitaspirituale e pastorale?

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Il tutto si riflette anche sul “sentire la Chiesa locale” e il riferimen-to al vescovo in modo debole, al di là del desiderio – molte volte davoi espresso – di incontrarci più frequentemente.Questi giorni di Visita pastorale ci hanno aiutato soprattutto a sen-tirci Chiesa. Una parrocchia non è la Chiesa, perché, come dice ilConcilio, non c’è Chiesa senza vescovo e non c’è vescovo senzaChiesa. Siamo stati bene insieme. Però al di là dell’affetto, vi invito a riflet-tere prioritariamente sul senso del progetto pastorale diocesano: lascelta mistagogica. Sento che avete bisogno di crescere nella diocesa-nità. Per questo chiedo che si riprenda l’adesione all’AzioneCattolica. Naturalmente l’adesione è libera. Nel passato questa par-rocchia ha donato esemplarmente giovani e adulti a servizio dellaChiesa locale attraverso l’Azione Cattolica. Spero che rispondiatepositivamente a questa esortazione.

Encomiabilmente state facendo un percorso di comunione pasto-rale con le Confraternite. La loro storia è ricca di testimonianze. Lacura delle chiese loro affidate merita ammirazione e gratitudine daparte di tutti.Sempre più è necessario, però, secondo le migliori tradizioni, che iconfratelli avvertano il bisogno di un cammino formativo, supe-rando il riferimento esclusivo al culto. Senza catechesi e carità nonsi assicura un degno futuro a queste benemerite associazioni. Lavisita di questi giorni me lo conferma.

Una parola, infine, su due esigenze che toccano anche l’aspettoamministrativo:a) la ristrutturazione della bella chiesa;b) la scuola dell’infanzia “Sacro Cuore”.

a) Ho avuto modo, a più riprese, di approfondire i vari problemi ri-guardanti il restauro della chiesa, a cominciare dall’abside. È oppor-tuno che i vari aspetti si illustrino non solo nell’ambito del Consiglioparrocchiale per gli affari economici, ma anche nel Consiglio pasto-

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rale parrocchiale. Questa bella chiesa raccoglie la storia di fede delpopolo bitrittese.

b) Così è necessario che sia investito il Consiglio pastorale parroc-chiale nel considerare le prospettive della scuola “Sacro Cuore”. Ledifficoltà che toccano le scuole cattoliche sono ben note a tutti.Come ho avuto modo di dire in altra circostanza, questa scuola rap-presenta un prezioso servizio di cui Bitritto beneficia da ottant’anni. So bene che vi caratterizza una grande generosità, dimostrata sem-pre come segno ulteriore del vostro amore al Signore, alla Chiesa eai fratelli.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Ringraziate sempre il Signore per i sacerdoti che con generositàesemplare esercitano da sempre il loro ministero, donandosi allavostra parrocchia. Vi benedico.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Mario,carissimo diacono Antonello,carissimi fratelli e sorelle,

la mia Visita pastorale segna la preparazione alivello diocesano dell’Anno della carità, che ini-zierà la prossima prima domenica di Avvento.“Rinascere all’amore” è il titolo della tracciapastorale che vi consegno, alla luce del“mistero di Nicodemo” descritto dall’evan-gelista Giovanni.Rinascere all’amore significa “rinascere dal-l’alto”, rinascere “nuovamente”.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Avete rilevato nella Relazione pastorale: «Con gioia e gratitudinepossiamo affermare che da oltre quindici anni il cammino dellanostra comunità parrocchiale è incentrato sulla carità».

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

Rinascere all’amoreLettera alla comunità parrocchiale

“Beata Vergine del SS. Rosarioin S. Nicola” in Bari-Carbonara

a conclusione della Visita pastorale(16-19 ottobre 2014)

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Non vi pare che sia un “segno” particolarmente provvidenziale, pervivere intensamente l’Anno della carità?L’accoglienza, la prossimità, il volontariato (Opera San Nicola,Onlus), l’orizzonte missionario (Quetzal) caratterizzano la vostracomunità.Le attività caritative si sono in questi anni moltiplicate. Il grandecuore sacerdotale di don Mario aiuta a dilatare anche il vostro.Sono tutti “segni” che rimandano al Signore e alla fede in Lui. Questo suscita ammirazione, come quella che suscitò Gesù inNicodemo: «nessuno infatti può compiere questi segni che tucompi, se Dio non è con lui» (Gv 3,2). Cosa risponde Gesù? «Se unonon nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».Vi prego di accogliere più radicalmente questo “invito” di Gesù, perpassare dai “segni” di carità al “Segno” che è Gesù, il quale ci rivelanello Spirito l’Amore del Padre.È aprirsi alla “novità” dell’Amore. Per “fare” la carità, bisogna “esse-re” carità. Non si tratta di un amore meramente umano, a partiredall’uomo, dalle sue emozioni o affetti, ma di un amore divino, rice-vuto come grazia, dono gratuito. Nella Relazione, lo avete sottoli-neato: «siamo coscienti che ogni opera pensata e fatta, senza la con-sapevolezza della presenza di Dio, si annulla». Questo non signifi-ca che quello che fate debba essere ridimensionato.Bisogna “amare Dio con tutto il cuore”.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

La carità può essere autentica solo se scaturisce dalla carità diCristo che celebriamo all’altare, se nasce dalla “mensa del Signore”(1 Cor 10,11).Se Dio non sta sempre tra noi e coloro che amiamo, rimaniamo alivello istintivo e non raggiungiamo l’agape, l’amore “sulla misuradel cuore di Cristo”. Aggiungeva la beata Teresa di Calcutta: «Perpoter amare dobbiamo avere la fede, perché la fede in azione èamore, e l’amore in azione è servizio». Sono certo che siete animatida un sincero anelito di fede e di carità. Però la fede e la caritàhanno bisogno di essere alimentate non solo dai sacramenti, maanche dall’ascolto della Parola di Dio.

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Il clima di famiglia vi contraddistingue. Anche la vostra celebrazio-ne eucaristica domenicale manifesta una bella famiglia di Dio, coni piccoli al primo posto. L’attenzione alle persone da parte del par-roco ha permesso a diversi di voi di riavvicinarvi alla parrocchia e divivere entusiasticamente questa esperienza. Con la fatica del cam-mino, ovviamente.È proprio l’esperienza caritativa che già vivete che deve permettervidi allargare lo sguardo ai giovani e ai ragazzi.Alcuni di voi, poi, hanno scelto questa parrocchia, pur non abitandoin questo territorio. Una giusta opzionalità deve essere conservata:purché non si disattendano le persone che vivono nel territorio par-rocchiale. La parrocchia è luogo missionario, “Chiesa in uscita”, perdirla con papa Francesco, partendo dall’attenzione a coloro che vivo-no nel territorio di questa chiesa, non solo nell’attività caritativa.

3. Indicazioni pastorali

Come alimentare la carità, rendendola stabile nel tempo e nonautoreferenziale da parte dei singoli gruppi?

1. Attraverso la catechesi settimanale degli adulti. Che deve essere siste-matica. Disattendendo l’ascolto e l’approfondimento della Paroladi Dio, nel tempo anche la carità si affievolisce. Ritengo prioritariala fedeltà a questo impegno, da parte di tutti. Nella catechesi è benecoinvolgere più persone che abitano nel territorio parrocchiale (laloro presenza alla celebrazione domenicale non brilla).

2. La seconda attenzione riguarda le nuove generazioni, in specialmodo i ragazzi e i giovani. Ho sottolineato nella lettera Cerca e tro-verai che bisogna “perdere tempo” con i ragazzi, in una società nellaquale i genitori rischiano da un canto di essere troppo ansiosi eaccudenti, dall’altro di non donare sufficiente tempo. Non è anchequesta una eminente forma di carità?In tale prospettiva considerate seriamente la possibilità di un orato-rio parrocchiale che veda impegnati gli adulti nell’accompagnamen-

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to dei più piccoli, curando particolarmente i ragazzi che si prepara-no alla cresima, a “fare gruppo”. Si aprirà la strada a un gruppo diadolescenti e di giovani. La carità, l’amore nei loro confronti non vidistoglierà dalle altre lodevoli iniziative.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Un’ultima raccomandazione: l’apertura alla Chiesa locale. Senza uneffettivo respiro di Chiesa, l’autoreferenzialità appaga immediata-mente, ma non assicura la stabilità nel futuro. La parrocchia non èautosufficiente; deve far riferimento alla Chiesa più grande sotto laguida del vescovo.Abbiamo vissuto gioiosamente, in un clima di circolazione di ami-cizia e di affetto, questi giorni di Visita pastorale. Desidero incon-trarvi più spesso in parrocchia e negli appuntamenti diocesani.Sono certo della vostra buona volontà e del genuino desiderio dirispondere sempre più intensamente all’amore del Signore.

Benedico don Mario (sono contento che gli vogliate bene) e voi tutti.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo padre Sabino,carissimi padre Carmine e padre Joseph,carissimi fratelli e amici,

sono stato felice di vivere con voi qualche giorno,dopo l’ultima Visita pastorale risalente al 1994.Fin dal 1930 Ceglie del Campo è stata segnata dalcarisma religioso degli Oblati di San Giuseppe. Sipuò dire che Ceglie del Campo e i Giuseppinisono diventati una sola cosa.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Ho la gioia di testimoniare come, in questi lunghi anni, avete sapu-to coniugare il rapporto tra sovra-diocesanità e vincolo con laChiesa locale, mettendo in rilievo nel mistero della Chiesa tutto ilsignificato della vita religiosa.Mi sembra che abbiate contribuito a fomentare nella Chiesa localequella comunione missionaria che scopriamo sempre più come tratto

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

“Un carisma fatto Chiesa”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria del Campo e della Pietà” in Bari-Ceglie del Campoa conclusione della Visita pastorale

(6-9 novembre 2014)

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caratteristico della Evangelii gaudium di papa Francesco. Non è que-sto, d’altronde, che emerge dalle tante vocazioni giuseppine cre-sciute in comunità, anche con responsabilità missionarie e di gover-no all’interno della Congregazione? La canonizzazione del santofondatore mons. Giuseppe Marello ha segnato in modo culminan-te il cammino della Congregazione.Mi rallegro con tutti voi che avete saputo superare il comprensibiledisorientamento iniziale derivante dalla fusione delle due parroc-chie nel 1988, valorizzando in seguito esemplarmente le due bellechiese dell’unica comunità parrocchiale.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

La crescita della comunità è frutto di una costante formazione deilaici, aiutati a coltivare lo spirito diocesano (Azione Cattolica), ad ali-mentare il carisma specifico della comunità religiosa (LaiciGiuseppini Marelliani), aprendosi alla ricchezza dei vari carismi(l’Unio Sanguis Christi, espressione della spiritualità delle Adoratrici delSangue di Cristo che sono presenti nel territorio con l’Istituto“Regina Pacis”, Rinnovamento nello Spirito, Apostolato dellaPreghiera). Tant’è che l’avvicendamento dei parroci trova sempre unacomunità consapevole della propria soggettività e responsabilità.Il territorio ha subito negli ultimi decenni notevoli variazioni. Ilnuovo comprensorio urbano (denominato inizialmente “Carbonara2”), gemmato da Ceglie, è stato affidato inizialmente alla cura pasto-rale dei Giuseppini che hanno preparato il terreno per l’istituzionedella nuova parrocchia “S. Rita” nel 1988.L’incremento del tasso demografico è frutto dello sviluppo di zone“dormitorio”, non sempre integrate nel tessuto del quartiere e dellaparrocchia.

La liturgia, la catechesi, la carità esprimono una sorta di sintesimistagogica del cammino pastorale.L’oratorio è il «cuore pulsante della comunità», come voi stessi l’ave-te definito. Mi sembra, come sottolineavo nella lettera Cerca e trove-rai, che come parrocchia manifestiate «il volto della Chiesa madre»che «è e diventa buono nella misura in cui si mostra “presenza”

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

amorevole», «con un occhio di riguardo al mondo dei fanciulli e deigiovani, che rappresentano il senso del nostro futuro». È una pre-senza, quella degli educatori dell’oratorio, che richiede molta gra-tuità, col «perdere tempo» con i più piccoli, perché solo dalla voca-zione di educatori «perditempo» possono sorgere nuove vocazioni,anche alla vita consacrata. Non è questo che continuate a speri-mentare con l’incremento di nuove vocazioni degli ultimi anni?La cura della liturgia (coro, ministranti) incoraggia i fratelli e lesorelle a partecipare attivamente specie alla Messa domenicale,mentre i gruppi di evangelizzazione, l’attenzione alle «contrade cit-tadine» segnano la prospettiva missionaria che sempre più doveteconsiderare nel futuro.

3. Indicazioni pastorali

È proprio la visita alle zone più nuove del territorio parrocchiale chemi spinge a sollecitarvi, in sintonia con papa Francesco, a vivere la tra-sformazione missionaria della Chiesa.Dice il papa: «tutti siamo chiamatia questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunitàdiscernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tuttisiamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propriacomodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie chehanno bisogno della luce del Vangelo» (Evangelii gaudium, n. 20).In tale prospettiva, sarà opportuno che i gruppi di evangelizzazio-ne non curino solo la preparazione al battesimo e che il coinvolgi-mento giovanile nell’attenzione alle «contrade cittadine» trovi unastrutturazione missionaria più ampia. Non vi offro «ricette». Sonocerto che la vostra «fantasia pastorale» scoprirà nuove piste dievangelizzazione.Avete accennato a fenomeni di degrado e di abbandono. Ne ho avutosentore visitando la scuola media “Manzoni–Lucarelli”. Un opportu-no intervento presso le autorità competenti ha permesso di assicuraremaggiore attenzione concreta verso i fenomeni di bullismo cherischiano di provocare ulteriori «fughe» dalle scuole del quartiere.

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La cura degli ammalati dell’Ospedale Di Venere, tradizionalmenteaffidata ai Padri Giuseppini, sono certo che non mancherà di arric-chire i segni di carità verso gli ammalati del territorio. Continuate,quindi, a coltivare uno «sguardo di amore» verso quel luogo di sof-ferenza.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Sono contento di aver incontrato una parrocchia viva che, sotto laguida del padre Sabino, il quale è già stato nel passato in comuni-tà, e dei suoi collaboratori, svilupperà sempre più gioiosamente lapropria vocazione evangelizzatrice.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Mimmo,carissimo diacono Vito,carissimi fratelli e amici,

la vostra è la 126a parroc-chia che visito, l’ultima dopo otto anni. È un piccolo evento cheresta nella storia della nostra diocesi e della vostra parrocchia.Conclude un ciclo pastorale della nostra Chiesa locale, che ci augu-riamo possa segnare una significativa tappa per il cammino ulte-riore.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Ogni comunità ha la sua storia. Per poter «leggere» la storia dellavostra comunità, forse dobbiamo farci illuminare dal libro degliAtti degli Apostoli che, dopo avere presentato all’inizio una comunitàquasi perfetta, scopre, nel prosieguo del tempo, la distanza dall’i-deale che aveva precedentemente recepito. Ciò è motivo di sgomen-to, di sofferenza e anche di umiliazione.Tale distanza è provocata dal calcolo (At 5, 1-11), dalla mormora-zione (At 6,1), dall’invidia (At 9). Sono situazioni che derivano dal

LETTERE ALLE COMUNITÀ

DECIMO VICARIATO

“Comunità in uscita missionaria”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Rita” in Baria conclusione della Visita pastorale

(11-14 dicembre 2014)

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senso di paura che si prova di fronte alla sproporzione tra il compi-to che ci è messo nelle mani e la nostra pochezza. Può accadere che la nostra volontà, non trovando la strada dell’a-zione libera e gioiosa, imbocchi la strada del risentimento, delloscoraggiamento e dell’arroganza. Può accadere che nei confrontidei fratelli di fede si compiano giudizi temerari, atti di squalifica,gesti di diffidenza.Quale la conseguenza? Nei confronti di tanti nostri fratelli e sorel-le che hanno bisogni materiali e soprattutto spirituali, facciamofatica ad avvicinarci con attenzione e con amore, a dare a tutti l’aiu-to che ci è possibile.

Anche la vostra comunità è stata chiamata a scoprire la distanza tral’ideale e la realtà.Noi tutti, siamo invitati questa sera a scoprire le nostre fragilità, perun discernimento decisivo sul futuro della comunità.Come nella Chiesa descritta dagli Atti degli Apostoli vengono rottiquesti ritardi? Le remore non vengono spezzate da un ragionamen-to a tavolino o da un esame di coscienza o anche da una preghieraprolungata. Non è un’iniziativa umana che ha portato la comunitàdi Gerusalemme «fuori» della città. Se non fosse avvenuta la perse-cuzione di Stefano, non si sarebbero rotte le remore. La comunitàsarebbe cresciuta in numero, avrebbe vissuto forse anche momentifelici: però non avrebbe avuto la forza dinamica che la persecuzioneha provocato.Interviene quindi la Provvidenza.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

La Parola di Dio è il criterio per giudicare il cammino passato e pre-sente, e guardare al futuro.Come la comunità primitiva di Gerusalemme, anche la nostra par-rocchia ha vissuto momenti pioneristici. Come non ricordare l’av-vio con i Padri Giuseppini, il primo periodo vissuto intensamentenella piccola sede di via Roccaporena? Poi il tempo di costruzionedella nuova chiesa, l’espansione ulteriore del quartiere, la feliceintuizione di denominarlo “Santa Rita”.

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DECIMO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

Ritornato nel 1999 come pastore della nostra diocesi, ho colto inquesta comunità un certo cambiamento di clima.Intervenendo agli “Stati generali della Città”, il 28 settembre 2000,poco dopo la dedicazione della chiesa parrocchiale, ho lanciato unappello per la demolizione di un muro che divideva il quartiere indue parti, costituendo una forma di barriera simbolicamente rile-vante. Forse anche questa circostanza ha favorito un certo ritardonarcisistico, autogiustificando un certo ripiegamento, fomentandouno spirito autoreferenziale, un po’ rivendicazionista, che non per-mette di godere delle cose belle che la Provvidenza ci consegna(come la bellissima chiesa e le ricche strutture che l’accompagna-no), ma di sottolineare soprattutto le inevitabili carenze e difficol-tà che sempre accompagnano il nostro cammino.Il Vangelo però ci raggiunge: la forza dello Spirito Santo operantenella storia rompe i nostri indugi.Le vie di Dio sono le vie lungo le quali Lui viene a noi: «Signore,insegnaci le tue vie, facci conoscere i tuoi sentieri» (Sal 25,4).Se non li rompe Lui i nostri indugi, noi non li romperemo mai o liriprodurremmo infinitamente.A me sembra che il Signore oggi rompa questi indugi e, durante questaVisita pastorale, ci parli con le parole di papa Francesco: «Usciamo,usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo… preferisco una chiesaaccidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto cheuna chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle pro-prie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro eche finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e di procedimenti. Sequalcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienzaè che tanti nostri fratelli vivano senza la forza, la luce e la consapevolez-za dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che liaccolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbaglia-re spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che cidanno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudiciimplacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’èuna moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: “voi stessi dateloro da mangiare” (Mc 6,37» (Evangelii gaudium, n. 49).

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Pensavo a questa «chiesa in uscita» di papa Francesco, passeggiandoper le vie del quartiere, soprattutto nella zona più nuova. Risuonavanella mia mente il suo pressante invito: «tutti siamo chiamati a que-sta nuova “uscita” missionaria» (Evangelii gaudium, n. 20).Allora crescerà anche la comunione, che sarà sempre più comunionemissionaria.

3. Indicazioni pastorali

L’inizio del ministero del nuovo parroco, don Mimmo Fornarelli,sacerdote saggio e pastoralmente creativo, deve corrispondere a unmomento di rinnovamento spirituale e di prospettiva della parrocchia.Il futuro del quartiere Santa Rita dipende molto da voi. Non ripiegate-vi su voi stessi! Pensate a tanti fratelli e sorelle che, attraverso di voi, siinnamoreranno di questo territorio e lo renderanno ancor più “giar-dino del Signore”.Sono certo che rifletterete sulle prospettive pastorali che vi attendono.

In particolare suggerirei:a) l’incontro settimanale comunitario che permetta, con una cate-chesi mistagogica, di scoprire il dono della carità attraverso la figu-ra di Nicodemo, riflettendo sulla Traccia pastorale di quest’anno:“Rinascere all’amore”;b) un’attenzione educativa ai ragazzi e ai giovani da parte dei laicidella parrocchia, corresponsabili con il parroco;c) l’avvio di un oratorio per i ragazzi.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Sono sicuro che vi mostrerete docili e disponibili alla guida del par-roco don Mimmo, coadiuvato dal diacono Vito, e desidero che loaccogliate come un dono del Signore.

Con affetto nel Signore, una grande benedizione.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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RELAZIONE CONCLUSIVA

VISITA PASTORALE

DECIMO VICARIATO

Bitritto CarbonaraCeglieLoseto

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Il 9 gennaio 2015, intorno a p. Arcivescovo, si è radunata la comu-nità ecclesiale del decimo vicariato, per concludere la Visita pasto-rale alle parrocchie nel segno della grazia d’essere Chiesa, cioè distare con il proprio Pastore. «Perché Tu sei con me» (Sal 23, 4) è il felice titolo di un canto ispi-rato al salmo 23, detto del pastore, il quale potrebbe essere deno-minato con il quarto versetto, poiché esprime la cura, la premura,l’attenzione del Signore, di Colui che si prende cura di me. “PerchéTu sei con me”, quindi, delinea il senso profondo dei giorni dellaVisita pastorale ed esplica il segno tangibile della venuta delVescovo, avvertito immediatamente dalla comunità e paternamen-te descritto con questa affermazione dallo stesso Arcivescovo: «Voinon potete vivere senza il mio riferimento, come io non posso vivere senza ilriferimento alla comunità». In tale premura pastorale, dunque, si rico-nosce Gesù che, percorrendo le nostre strade, ha reso più vicinoquel Dio all’apparenza lontano e l’ha rivelato prossimo proprio alleperiferie di ogni tempo e di ogni genere. A tale scoperta, infatti, ci ha guidato l’Arcivescovo durante la visitaa una parte della nostra Diocesi definita periferica dai più e daglistessi abitanti. Dal punto di vista spaziale, rispetto al centro della

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“Perché tu sei con me”Indicazioni pastorali a livello vicariale

DECIMO VICARIATO

VISITA PASTORALE

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città, e da parte di chi l’amministra, il territorio del decimo vicaria-to costituisce una periferia. Da un punto di vista esistenziale, inve-ce, l’accogliere Cristo permette di ritrovarsi al centro del cuore diDio e sempre più fuori da quelle periferie esistenziali che sono ilvero dramma dell’essere umano. Siamo stati confermati nella con-sapevolezza della presenza del Signore accanto a noi, perché padreArcivescovo ha sottolineato la familiarità e la gioia presenti nellenostre comunità e ci ha fatto scoprire l’origine di tutto questo: ilCristo in mezzo a noi. Infatti, più volte il Vescovo ha osservato chela fede, speranza e carità dei nostri territori si traducono in umane-simo bello, e questo li rende più “centrali” rispetto al centro dellacittà, sebbene, da un punto di vista umano, tutto sembri molto piùperiferico. Il “centro” urbano appare connotato da solitudine, scar-sa presenza in chiesa …, poca solidarietà, difficoltà ad impegnarsinel volontariato, mentre nel nostro vicariato si registra il contrario.

1. Rimettere Cristo al centro

Visto che la carità rende tutti più prossimi e maggiormente “cen-trali”, occorre essere ancor più “centrati”: un cristianesimo senzaCristo vanifica tutto lo sforzo delle nostre comunità. Per questo, intutte le comunità visitate, l’Arcivescovo ha insistito ad intensificaregli sforzi per rimettere al centro Cristo. Il cristianesimo è Cristo, unvolto, il Volto di Cristo Risorto. L’incontro personale con Lui ci per-mette di partecipare alla Sua vita. In Cristo, Dio è vicino e lo diven-tano pure gli altri.L’invito ad una pastorale mistagogica mira essenzialmente a rico-noscere il mistero del Signore realmente presente in mezzo a noi,che ci libera dalla paura e ci salva dal peccato e dalla morte. Nelledifficoltà travolgenti della vita, in questo tempo di crisi, la Chiesa èchiamata a riconoscere il suo Signore nello spezzare il Pane. È l’u-nica presenza di Gesù. «Sono io», dice il Signore, «non temete» (Mc6,50), ma il nostro cuore duro non lo riconosce. Nel Pane egli si fapresenza reale, memoriale dell’Amore di Dio che si è donato e chela Chiesa rivive nell’amore fraterno: questa è la reale presenza diDio in mezzo agli uomini, non è un fantasma. Dio è amore e chi stanell’amore dimora in Dio. In Cristo scopriamo che Dio è amore: l’a-

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DECIMO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

more che governa l’universo, l’amore più forte della morte. Se Dioesiste, non vi è niente di assurdo. In fondo, sono stati giorni dove èstato pressante l’invito a vivere il cristianesimo nella certezza che ilresto verrà in sovrappiù.

2. Comunione: vocazione e senso della comunità

Le difficoltà parrocchiali derivano dal fatto che non capiamo ilsegno dei pani e dei pesci: la reale presenza di Cristo in mezzo a noiè nello spezzare il pane, è nell’amore fraterno. L’Eucaristia fa laChiesa e la rende comunione. In essa non si può crescere, se si vivein modo sostanzialmente autonomo. Pertanto, il Vescovo ha trac-ciato un cammino di comunione:

a. A livello parrocchiale:

– «Creare comunione all’interno della comunità. Alla critica eallo scontento, che rischiano di tarpare le ali all’impegno,devono subentrare: l’apertura all’altro, la comprensione e lacollaborazione»;

– vivere un cammino di comunione da parte dei componenti dellaparrocchia con la partecipazione alla catechesi comunitaria daparte di adulti e giovani insieme (scelta pastorale mistagogica);

– è determinante la corresponsabilità dei laici;– superare il clericalismo, via comoda per i laici e i presbiteri.

b. A livello diocesano:

– Crescere nella diocesanità. Un’apertura alla Chiesa locale assicurastabilità, perché la parrocchia non è autosufficiente, ma deve farriferimento alla Chiesa più grande sotto la guida del Vescovo;

– apertura alla diocesi, perché la parrocchia non si ripieghi su sestessa;

– rinvigorire oppure, in alcuni casi, favorire la scelta dell’Azione Cattolica.

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c. Nel territorio:

– Proporre la parrocchia come segno di comunione più vastasul piano sociale ed ecclesiale: abitare sempre più il territorio,innamorarsi di un territorio per sentirsi a casa in ciò che èinvece pensato come territorio senza vita, periferia della città;

– consolidare un clima di comunità, uno stile interpersonale, l’at-tenzione alle persone, per rallentare il nomadismo ecclesiale;

– curare il rapporto scuola e territorio, poiché la scuola è anco-ra una splendida risorsa per quell’«alleanza educativa» con laparrocchia e la famiglia che lascia spazi ancora da esplorare.

3. Essere carità: attenzione ai poveri mai dissociatadal mistero di Cristo povero

Nel vicariato, padre Arcivescovo ha ravvivato la consapevolezza del-l’urgente ed attuale esortazione del Pontefice: essere una Chiesa inuscita. Papa Francesco, infatti, chiede una Chiesa che non si riem-pie di opere di carità per rafforzare la propria identità, ma che si fatrascinare dalla carità sorprendendo per lo stile di povertà e per lagratuità di questa carità. È quanto già Paolo VI suggerivanell’Evangelii nuntiandi (n. 21). Essere discepoli di Gesù deve spin-gerci verso una spiritualità che non fugge dal mondo, ma che vi siimmerge per diventare un «laboratorio di umanità condivisa». È ilcammino della Chiesa delle origini, quella che sempre il cardinalMartini chiamava «comunità alternativa» (Colmegna).È essenziale, inoltre, riferirsi ai poveri come luogo teologico: nonmoltiplicare iniziative di carità, ma vedere, pensare la parrocchia apartire dagli ultimi, per evitare il rischio che la parrocchia si ripieghisu di sé, contempli solo se stessa e, quindi, vanifichi i doni delSignore da portare a tutti. Quando accade questo, la Chiesa siammala. Il territorio del decimo vicariato, infine, offre l’esempiodella generosità di persone che hanno donato tanto in termini mate-riali, di famiglie che hanno improntato la loro esistenza al principiodella gratuità e alla «logica del dono come espressione della frater-nità» (Caritas in veritate, n. 36). Tutti ne abbiamo beneficiato e nebeneficiamo ancora, nonostante le conseguenze della crisi.

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DECIMO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE

4. Indicazioni a livello vicariale

Circa il decimo vicariato, sulla base delle conclusioni delle visitepastorali, si denota la necessità di intensificare il cammino da fareinsieme:a. Riprendere il percorso di verifica a livello personale e di con-

fronto tra i catechisti dell’Iniziazione cristiana b. Far nascere delle commissioni vicariali (in primis, giovani –

Caritas) c. Scegliere un obiettivo–segno da intraprendere come comunità

ecclesiale, quale risposta concreta al magistero pontificio edepiscopale.

Conclusione

«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1). Inostri territori, la nostra gente, che vivono tempi tristi e bui, dove èfacile cadere nella tentazione di dimettersi dal “mestiere di uomo”,attraverso il cammino di conversione a Dio delle nostre comunità,della nostra Chiesa locale, attraverso il nostro essere uomini edonne che si lasciano sempre più rendere belli dalla Carità diCristo, possano scorgere la Luce che porta speranza e illumina lavita di ogni uomo, il Dio che guida misteriosamente le nostre esi-stenze per entrare in comunione con noi.

Il vicario zonaledon Domenico Chiarantoni

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NOVEMBRE - DICEMBRE 2014

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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1 – Al mattino, presso la chiesa di S. Chiara in Bari, benedice lenuove campane.Successivamente, presso la parrocchia “Ognissanti” inValenzano, celebra la S. Messa nella solennità di Tutti i Santi.

– Alla sera, presso la parrocchia “Maria SS. del Carmine” inSannicandro di Bari, celebra la S. Messa per l’ordinazionesacerdotale di don Andrea Magistrale.

2 – Al mattino, nella chiesa del Cimitero di Bari, celebra la S.Messa per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

– Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa.3 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Nicola” in Adelfia Montrone,

partecipa al concerto inaugurale dell’organo restaurato.4 – Al mattino, presso il Sacrario dei Caduti d’Oltremare in

Bari, celebra la S. Messa per la Giornata dell’Unità naziona-le e delle Forze armate.

– Al pomeriggio, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’inau-gurazione dell’anno accademico 2014-2015 dell’IstitutoSuperiore di Scienze Religiose “Odegitria” e, successivamen-te, nell’aula magna “Mons. Enrico Nicodemo”, presiede lacerimonia inaugurale, con la prolusione del prof. GiuseppeSavagnone sul tema: “È ancora possibile un umanesimo?”.

5 – Al mattino, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” inMolfetta, presiede i lavori della Conferenza Episcopale Pugliese.

– Alla sera, in Gioia del Colle, presso il cinema della parrocchia“S. Lucia”, partecipa con S.E. mons. Marcello Semeraro, vesco-

Novembre 2014

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vo di Albano, all’incontro sulla Ecclesiam suam di Papa PaoloVI, organizzato dai Paolini.

6-9 – Visita pastorale alla parrocchia “S. Maria del Campo e dellaPietà” in Bari-Ceglie del Campo.

9 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Croce” in Bari, celebra la S.Messa per l’ingresso del nuovo parroco don Vito Marziliano.

10-13 – Ad Assisi, partecipa ai lavori dell’Assemblea generale straor-dinaria della Conferenza Episcopale Italiana.

14 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, parte-cipa al ritiro del clero.

– Alla sera, presso la Casa del clero, presiede i lavori del Con-siglio Pastorale Diocesano.

15 – Al pomeriggio, in Cattedrale, celebra la S. Messa e ammini-stra il sacramento della Cresima ai cresimandi della parroc-chia “Preziosissimo Sangue in S. Rocco” in Bari.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Andrea” in Bari, tiene lacatechesi sul tema pastorale dell’anno.

16 – Al mattino, presso l’Oasi Francescana “De Lilla”- Centro dispiritualità San Francesco d’Assisi in Bari, tiene una rifles-sione sulla figura di Nicodemo alle Fraternità OFS dell’Ar-cidiocesi e celebra la S. Messa.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Antonio” in Bari, celebrala S. Messa per la professione solenne di suor Antonella DeMarco, delle Sorelle Francescane della Carità.

17 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, incontrai genitori, i padrini e le madrine dei cresimandi.

18 – Alla sera, nella Basilica di S. Martino in Martina Franca, con-segna il “Premio Margiotta Nicodemo” a S.E. mons. FilippoSantoro, arcivescovo di Taranto.

19 – Al pomeriggio, presso la Casa del clero, presiede la riunionedel Consiglio diocesano per gli affari economici.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Fara” in Bari, celebra la S.Messa per i Gruppi di preghiera “Padre Pio” di Bari.

20 – Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, presiede i lavoridel Consiglio Presbiterale Diocesano. Successivamenteincontra il Collegio dei Consultori.

– Alla sera, presso la parrocchia “SS. Sacramento” in Bitonto,celebra la S. Messa e benedice il nuovo organo a canne.

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21 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Bari, cele-bra la S. Messa per la festa della Virgo Fidelis, patrona dell’Ar-ma dei Carabinieri.

– Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario Regionale“Pio XI” in Molfetta, incontra i seminaristi teologi.

– Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, celebra la S. Messaper i partecipanti all’Atelier “Frammenti di luce”.

22 – Al mattino, nella sede della M.A.S.- lavorazione marmi (zonaS. Caterina), celebra la S. Messa per la ConfArtigianato, neldecennale degli insediamenti produttivi nella zona artigia-nale di Santa Caterina a Bari.

– Al pomeriggio, presso il Palazzetto dello sport “Palaflorio” inBari, partecipa alla preghiera ecumenica del Rinnovamentonello Spirito in occasione del Convegno regionale.

– Alla sera, in Cattedrale, partecipa alla festa diocesana deicantori in occasione della festa di S. Cecilia.

23 – Al mattino, presso la parrocchia “Cristo Re” in Bitonto,celebra la S. Messa a conclusione della festa per il 50° anni-versario dell’istituzione della parrocchia.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Caterina di Alessandria” inBitonto, celebra la S. Messa e amministra le cresime.

24 – Al pomeriggio, presso l’aula magna dell’Università degli Studi“Aldo Moro” in Bari, partecipa alla Giornata di studio su “LaRota Romana nell’odierna contingenza storica”, relatore S.E.mons. Pio Vito Pinto, decano del Tribunale della Rota Romana.

– Alla sera, presso il Cinema “Nuovo Splendor” in Bari, nel-l’ambito della 12a edizione del “Levante International FilmFestival – LIFF Mystic”, introduce la proiezione de Il vangelosecondo Matteo con una riflessione su “Il cinema spiritualistadi Pier Paolo Pasolini”.

25-29 – A Roma, partecipa ai lavori dell’Assemblea plenaria dellaCongregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Socie-tà di Vita Apostolica.

29-30 – A Roma, partecipa alle celebrazioni di apertura dell’Annodella Vita Consacrata.

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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Dicembre 2013

1 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Andrea” in Bari, celebra laS. Messa per la festa del Titolare.

2 – Al mattino, in Episcopio, presiede la riunione del Consiglioepiscopale.

3 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Nicola” in Torre a Mare,celebra la S. Messa.

4 – Al mattino, presso la sede centrale del Comando dei Vigili delFuoco, celebra la S. Messa per la festa della patrona santa Barbara.

– Al pomeriggio, nell’ex Palazzo delle Poste in Bari, partecipa,con l’Autore e Giuseppe De Tomaso, direttore de “La Gaz-zetta del Mezzogiorno”, alla presentazione del libro La forzadel fascino cristiano, di S. E. mons. Filippo Santoro, arcivesco-vo di Taranto.

5 – Al mattino, in Episcopio, incontra l’ufficio di Presidenzadella CEP.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Andrea” in Bitonto, celebra laS. Messa per il 50° anniversario della dedicazione della chiesa.

6 – Alla sera, nella Basilica di S. Nicola, partecipa alla concele-brazione eucaristica presieduta da S. Em. il card. João Brazde Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di VitaConsacrata e le Società di Vita Apostolica, nella solennitàdel Santo Patrono.

7 – Al mattino, presso la parrocchia “S. Fara” in Bari, celebra laS. Messa per l’elevazione del Santuario a Basilica Minore.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in GrumoAppula, celebra la S. Messa per l’ordinazione sacerdotale difra Michele Romano, O.F.M..

8 – Al mattino, nella Concattedrale di Bitonto, celebra la S.Messa nella solennità della Patrona Maria SS. Immacolata.

– Alla sera, presso la Basilica della Madonna del Pozzo in Ca-purso, celebra la S. Messa per la proclamazione di Capurso“Civitas Mariae”.

9 – Al mattino, presso il Comando regionale della Guardia di Fi-nanza, tiene una conferenza sul tema: “Rinascere all’amore”.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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– Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria del Soccorso” inNoicattaro, celebra la S. Messa per il 25° anniversario dell’i-stituzione della parrocchia.

10 – Al mattino, presso l’Aeroporto militare di Bari, celebra la S.Messa per la festa della Madonna di Loreto, patrona degliaviatori.

11 – Al mattino, presso la Fondazione “S. Maugeri” in CassanoMurge, porta il saluto ai partecipanti al convegno su “Eticae umanizzazione nei servizi socio-sanitari”.

11-14 – Visita pastorale alla parrocchia “S. Rita” in Bari-Ceglie delCampo.

12 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, parte-cipa al ritiro del clero.

15 – Alla sera, nella chiesa di S. Maria del Suffragio in Mo-dugno, partecipa alla presentazione del volume curato dadon Nicola Colatorti La Terra di Modugno ed il Ducato diBari nelle pieghe della storia tra il XV e XVI secolo. Persone, luo-ghi ed eventi.

16 – Al mattino, presso l’Ospedale “Mater Dei” in Bari, celebra laS. Messa, incontra il personale e visita i reparti.

– Al pomeriggio, presso il Liceo scientifico “Arcangelo Scacchi”,incontra docenti e studenti in occasione del Natale.

– Alla sera, in Cattedrale, presiede la Veglia di preghiera perl’apertura dell’Anno della Vita Consacrata.

17 – Al mattino, in Episcopio, incontra il Consiglio di ammini-strazione della Biblioteca Ricchetti.

– Al pomeriggio, in Modugno, inaugura e benedice la Casa deipadri separati – Progetto O.S.A. (Oasi Strade Aperte), dellaCaritas diocesana.

18 – Al mattino, nella cappella del Castello Svevo in Bari, celebrala S. Messa in preparazione al Natale.

– Alla sera, nella chiesa del Gesù in Bari, tiene la catechesi su“Rinascere all’amore. Il mistero di Nicodemo” ai membridell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme escambia gli auguri natalizi.

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– Successivamente, presso il Teatro Abeliano, incontra i giornalistie i commercialisti cattolici, nel ricordo di Vito Maurogiovanni.

19 – Al mattino, presso la Capitaneria di Porto di Bari, celebra laS. Messa in preparazione al Natale.

– Al pomeriggio, incontra, con don Vito Piccinonna, direttoredella Caritas, le suore Missionarie della Carità di Madre Teresadi Calcutta, gli ospiti e gli operatori della Comunità terapeuti-ca “Lorusso-Cipparoli” e del Dormitorio "Don Vito Diana”.

– Alla sera, nella Casa Terrazza Cascella in Bari, partecipa a unincontro sul tema “La sacra manna”.

20 – Al mattino, presso l’Ospedale Oncologico “Giovanni Paolo II”in Bari, celebra la S. Messa e incontra gli ammalati, i medici eil personale.

– Alla sera, presso la parrocchia “S. Carlo Borromeo” in Bari,celebra la S. Messa per il 50° anniversario di professionereligiosa di suor Mercedes e suor Tommasina.

21 – Alla sera, presso la parrocchia “S. Francesco da Paola” inBari, celebra la S. Messa nell’Anno della Carità in occasionedel 10° anniversario degli “Amici del Sermig” a Bari.

22 – Al mattino, in Cattedrale, celebra l’Ora Media con i membri delCapitolo Metropolitano Primaziale e scambia gli auguri natalizi.

– Al pomeriggio, in Episcopio, concede un’intervista sul Na-tale a Teledehon.

23 – Al mattino, celebra la S. Messa sotto il tendone del Circo“Lidia Togni”.

– Successivamente, presso il Palazzo della Provincia, celebra laS. Messa in preparazione al Natale.

– Al pomeriggio, nella Casa Circondariale di Bari, celebra la S.Messa per il personale carcerario.

– Alla sera, presso l’hotel “Villa Romanazzi-Carducci” in Bari,tiene una riflessione natalizia con i soci del Rotary Club.

24 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa della Notte delNatale del Signore.

25 – Al mattino, nella Concattedrale di Bitonto, celebra la S.Messa del Giorno di Natale.

26 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’ordinazionediaconale in vista del presbiterato di Rocco Priore e Fran-cesco Necchia.

614

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INDICE GENERALE 2014

BOLLETTINO DIOCESANO “L’ODEGITRIA”

Page 80: Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

INDICE GENERALE

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

617

PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI 542

DECIMO VICARIATO 545

RELAZIONE INTRODUTTIVA 547

LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ

PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE 553

Testimoni gioiosi di GesùLettera alla comunità parrocchiale

“Trasfigurazione” in Bitrittoa conclusione della Visita pastorale

(16-19 gennaio 2014) 555

Due polmoni di una stessa comunitàLettera alle comunità parrocchiali

“S. Giorgio Martire” e “Salvatore” in Bari-Losetoa conclusione della Visita pastorale

(13-16 febbraio 2014) 559

Voi mantenete senza vacillare la professione della vostra speranza(cfr Eb 10, 23)

Lettera alla comunità parrocchiale“S. Maria del Fonte” in Bari-Carbonara

a conclusione della Visita pastorale(13-16 marzo 2014) 565

Indice generale dell’annata 2014

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618

Scopriamo l’inestimabile dono del battesimo Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Antonio da Padova” in Bari-Carbonaraa conclusione della Visita pastorale

(3-6 aprile 2013) 571

Clima di famigliaLettera alla comunità parrocchiale

“Madonna di Pompei” in Bari-Carbonaraa conclusione della Visita pastorale

(1-4 maggio 2014) 577

Lo Spirito Santo vento caldo di primaveraLettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria di Costantinopoli” in Bitrittoa conclusione della Visita pastorale

(5-8 giugno 2014) 581

Rinascere all’amoreLettera alla comunità parrocchiale

“Beata Vergine del SS. Rosario in S. Nicola” in Bari-Carbonaraa conclusione della Visita Pastorale

(16-19 ottobre 2014) 587

“Un carisma fatto Chiesa”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria del Campo e della Pietà” in Bari-Ceglie del Campoa conclusione della Visita Pastorale

(6-9 novembre 2014) 591

“Comunità in uscita missionaria” Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Rita” in Baria conclusione della Visita pastorale

(11-14 dicembre 2014) 595

INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE 601

Page 82: Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

INDICE GENERALE

619

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

MAGISTERO PONTIFICIOLettera apostolica in forma di motu proprio Fidelis dispensator et prudens 7

Messaggio per la XLVIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali:“La comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro” 11

Messaggio per la XXIX Giornata mondiale della gioventù:“Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3) 17

Messaggio per la XXIX Giornata mondiale della Pace:“Fraternità, fondamento e via per la pace” 25

Messaggio per la Quaresima 2014:“Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2Cor 8,9)” 39

Omelia del Giovedì Santo 167

Omelia nella S. Messa per la canonizzazionedei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II 173

Nomina di S.E. Mons. Francesco Cacucci a membro della Congregazioneper gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica 177

Discorso al mondo della scuola italiana 263

Discorso alla LXV Assemblea generale della CEI 267

Pellegrinaggio in Terra Santa (24-26 maggio 2014)Celebrazione ecumenica con S.S. il Patriarca Bartolomeo 277

Meditazione nell’incontro con sacerdoti, religiosi e seminaristi 281Invocazione per la pace in Terra Santa 285

Lettera apostolica in forma di “motu proprio” sul trasferimentodella Sezione Ordinaria dell’Amministrazione del Patrimonio

della Sede Apostolica alla Segreteria per l’Economia 407

Discorso per la conclusione della III Assembleagenerale straordinaria del Sinodo dei vescovi 417

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Disposizioni del Santo Padre in merito alleDistinzioni onorifiche ecclesiastiche 45

Page 83: Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

620

LVI Assemblea generale (19-22 maggio 2014)

Comunicato finale dei lavori 289

Consiglio PermanenteComunicato finale dei lavori della sessione invernale

(Roma, 27-29 gennaio 2014) 47

Comunicato finale dei lavori della sessione primaverile(Roma, 24-26 marzo 2014) 179

Comunicato finale dei lavori della sessione autunnale(Roma, 22-24 settembre 2014) 417

Commissione episcopale per i problemi socialie il lavoro, la giustizia e la pace

Messaggio per la LXIV Giornata nazionale del Ringraziamento 431

Lettera di S.E. Mons. Nunzio Galantino,segretario generale della CEI,

dopo l’incontro del mondo della scuola con papa Francesco(10 maggio 2014) 299

Nomina di don Alfonso Giorgio adassistente nazionale del Movimento Apostolico Ciechi 301

CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESEDecreto di promulgazione del nuovo Regolamento della CEP

e testo del Regolamento 55

Nomina di don Lino Larocca a Vicario giudiziale del TribunaleEcclesiastico Regionale Pugliese 67

CENTRO DI AZIONE LITURGICABari sede della prossima Settimana Liturgica Nazionale

(27-30 agosto 2015) 437

ATTI DELL’ARCIVESCOVO DI TORINOEditto per la raccolta degli scritti del servo di Dio

Anastasio del SS. Rosario Ballestrero 303

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

IL DECENNALE DELLA MORTE DI MONS. MARIANO MAGRASSI, O.S.B.,ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO (2004-2014) 305

“Mariano Andrea Magrassi, Arcivescovo di Bari-Bitonto(1972-1999) monaco maestro pastore”:

Page 84: Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

INDICE GENERALE

621

Prefazione di S.E. mons. Francesco Cacucci 307Presentazione di mons. Salvatore Palese 310

Mons. Mariano Magrassi (1930-2004).Una raccolta di studi a dieci anni dalla morte di d. Giulio Meiattini, O.S.B. 314

S.E. MONS. LUCIANO BUX, VESCOVO DI OPPIDO MAMERTINA-PALMI,È TORNATO ALLA CASA DEL PADRE 441

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Messaggio per la Giornata del Seminario 69

“Generare il futuro: l’impegno dell’educazione”:relazione ai dirigenti scolastici delle scuole statali e paritarie

(Bari, ITIS “E. Maiorana”, 18 febbraio 2014) 71

“La lavanda dei piedi (Gv 1-17)”: meditazione al clero diocesano(Cassano Murge, Oasi S. Maria, lunedì santo, 14 aprile 2014) 187

Assemblea diocesana (Bari,18 settembre 2014):“Il cammino di Nicodemo”. Proposta pastorale per l’anno 2014-2015 447

Saluto del Gran Cancelliere all’inaugurazione dell’annoaccademico 2014-2015 della Facoltà Teologica Pugliese 459

CURIA METROPOLITANA

Vicariato generaleLe visite vicariali 79

Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligiosoLa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani:

“Cristo è diviso? (cfr 1 Cor 1, 1-7)”Le vie dell’unità passano per le periferie esistenziali dei martiri 85

L’incontro dei delegati per l’Ecumenismo e il Dialogointerreligioso delle diocesi del Sud Italia (Matera, 24 febbraio 2014) 92

Il Convegno ecumenico pugliese: “Il cammino ecumenicointerreligioso in Puglia a cinquant’anni dal

Concilio Ecumenico Vaticano II” (Foggia, 23-25 ottobre 2013) 94

CancelleriaSacre ordinazioni e decreti 97, 195,

323, 463

Page 85: Bollettino Diocesano Novembre-Dicembre 2014

622

Settore Diaconato permanente e ministeri istituitiRelazione sulle attività della Scuola per il Diaconato

permanente e i ministeri istituiti per l’anno 2013-2014 331

Settore Vita consacrata. Monastero S. Giuseppe (Bari)Appunti su quanto si è realizzato in onore della

beata Elia di San Clemente sino ad oggi 225

Settore Laicato. Ufficio Laicato. Consulta per le aggregazioni laicali“Le sfide per il laicato oggi…”: relazione di S.Em. il card. Stalisnaw Rylko,presidente del Pont. Consiglio per i laici (Bari, 21 marzo 2014) 199

Assemblea del laicato (Bari, Casa del clero, 7 aprile 2014)“La politica e la causa dell’uomo”: relazione del dr. Marco Fatuzzo,

del Movimento dei Focolari 335

Assemblea del laicato (Bari, Aula sinodale, 6 giugno 2014)“I campi già biondeggiano per la mietitura (Gv 4, 35).

Lo Spirito Santo e la nuova evangelizzazione”:relazione del prof. Luigi Alici, già presidente nazionale dell’A.C.I. 354

Settore Laicato. Ufficio FamigliaAccanto ai separati e ai divorziati 221

Ufficio Scuola-Ufficio Famiglia-Ufficio per la pastorale giovanilePapa Francesco ha incontrato la scuola che è in Italia.La preparazione all’evento curata da tre Uffici di Curia 325

Settore Evangelizzazione. Uffici: Catechistico-Comunicazioni sociali-Missionario-Tempo libero e sport

Gli incontri di formazione per i catechisti e gli operatori pastorali(Bari, 13-14 gennaio 2014) 101

“La religiosità dei fanciulli: dimensioni psicopedagogiche(don Carlo Lavermicocca) 102

“La pastorale battesimale. Famiglie e parrocchie iniziano alla fede(don Franco Lanzolla) 123

“Presentazione del CatechismoLasciate che i bambini vengano a me” (don Antonio Serio) 131

Gli incontri di formazione per i catechisti e gli operatori pastorali sugli Orientamenti della CEI per l’annuncio e la catechesi in Italia

“Incontriamo Gesù” (Bari, 6-9 ottobre 2014): 469relazione di don Salvatore Soreca 472

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623

Settore Evangelizzazione. Ufficio missionarioDare la vita per Gesù senza rumore

(XXII Giornata in memoria dei Missionari martiri, 24 marzo 2014) 235

XIII edizione del concorso missionario “don Franco Ricci”:“Africa, forza e fragilità di un continente. Quale solidarietà?

Quale responsabilità? 238

Veglia missionaria con preghiera interreligiosa 487

Sei sacerdoti baresi a Honk Kong 490

“Periferie cuore della missione”(Giornata missionaria mondiale, 19 ottobre 2014) 494

CONSIGLI DIOCESANI

Consiglio Presbiterale diocesanoVerbale della riunione del 23 ottobre 2013 133

Verbale della riunione del 12 novembre 2013 137

Consiglio Presbiterale diocesano-Consiglio Pastorale diocesanoVerbale della riunione congiunta del 18 febbraio 2014 241

Consiglio Pastorale diocesanoVerbale della riunione del 13 maggio 2014 507

Allegato: “La bellezza che salva il mondo è l’amore checondivide il dolore”. Esperienza della comunità-parroc-

chia-santuario Santi Medici di Bitonto(relazione di don Francesco Savino) 605

CONVEGNI

Il Convegno nazionale dei direttori degliUffici catechistici diocesani (Bari, 23-26 giugno 2014):

“Sono qui tutti i giovani?” (1Sam 16,21):Comunità cristiana e proposta di fede ai preadolescenti 369

Il Convegno nazionale degli incaricati diocesani per il “Sovvenire”(Bari, 13-15 maggio 2014): “Chiesa povera e solidale per evangelizzare” 373

DOCUMENTAZIONE

L’icona processionale donata alla Chiesa sorella caldea dell’Irak 147

PUBBLICAZIONI 377

INDICE GENERALE

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624

NELLA PACE DEL SIGNOREdon Vito Spinelli 149

don Nicola Martino 151diac. Matteo Dellerba 251mons. Pasquale Pierro 519

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Gennaio 2014 153Febbraio 2014 155Marzo 2014 253Aprile 2014 255Maggio 2014 391Giugno 2014 393Luglio 2014 523Agosto 2014 524

Settembre 2014 525Ottobre 2014 528

Novembre 2014 609Dicembre 2014 612

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