Bollettino Diocesano Gennaio Febbraio 2015

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO XCI - N. 1 - Gennaio - Febbraio 2015

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

Direttore responsabile:Giuseppe Sferra

Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

Gestione editoriale e stampa:Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.2170009

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DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

MAGISTERO PONTIFICIOLettera ai cristiani del Medio Oriente 7

Discorso al Tribunale della Rota Romana 13Messaggio per la Quaresima 2015 17

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

67a Assemblea generale(Assisi, 10-13 novembre 2014)Comunicato finale dei lavori 23

Consiglio PermanenteComunicato dei lavori della sessione invernale

(Roma, 26-28 gennaio 2015) 31

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTONOMINA PONTIFICIA

Don Francesco Savino eletto vescovo di Cassano all’Jonio 37

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVOOmelia nella Giornata mondiale della Vita consacrata:Il significato spirituale dei voti «Non avere niente da difendere»

(Cattedrale di Bari, 1° febbraio 2015) 43Decreto per l’attribuzione delle somme derivanti dall’8 per mille IRPEF 49Saluto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del TERP 53

CURIA METROPOLITANA

CancelleriaNomine e decreti singolari 57

Settore Evangelizzazione. Ufficio catechisticoIncontri di formazione per i catechisti 59

“Quale modello di educazione alla fede per i preadolescenti di oggi”:relazione di don Giuseppe Morante, sdb 61

Settore Carità. Caritas diocesanaProgetto O.S.A. (Oasi Strade Aperte) Per padri separati 71

SOMMARIO

Uffici: Liturgico, Arte sacra-Museo ecc.La rassegna “Notti Sacre” 2014 75

PARROCCHIEParrocchia Cattedrale

La chiesa di San Sebastiano riapre al culto 81

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESERelazione del vicario giudiziale sulle attività dell’anno giudiziario 2014 85

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESEIstituto di Teologia Ecumenico-Patristica “S. Nicola”

La “Grande e Santa Settimana” 95

DOCUMENTAZIONE

Il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto 101

PUBBLICAZIONI 103

NELLA PACE DEL SIGNOREdiac. Antonio Buongiorno 111

DIARIO DELL’ARCIVESCOVOGennaio 2015 113Febbraio 2015 115

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Cari fratelli e sorelle,

«Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padremisericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogninostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelliche si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazionecon cui noi stessi siamo consolati da Dio» (2 Cor 1,3-4).Mi sono venute alla mente queste parole dell’apostolo Paolo quan-do ho pensato di scrivere a voi, fratelli cristiani del Medio Oriente.Lo faccio nell’imminenza del Santo Natale, sapendo che per moltidi voi alle note dei canti natalizi si mescoleranno le lacrime e i sospi-ri. E tuttavia la nascita del Figlio di Dio nella nostra carne umana èineffabile mistero di consolazione: «È apparsa la grazia di Dio, cheporta salvezza a tutti gli uomini» (Tt 2,11).L’afflizione e la tribolazione non sono mancate purtroppo nel pas-sato anche prossimo del Medio Oriente. Esse si sono aggravatenegli ultimi mesi a causa dei conflitti che tormentano la Regione,ma soprattutto per l’operato di una più recente e preoccupanteorganizzazione terrorista, di dimensioni prima inimmaginabili, checommette ogni sorta di abusi e pratiche indegne dell’uomo, col-pendo in modo particolare alcuni di voi che sono stati cacciati viain maniera brutale dalle proprie terre, dove i cristiani sono presen-ti fin dall’epoca apostolica.

Lettera ai cristiani del Medio Oriente

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

Nel rivolgermi a voi, non posso dimenticare anche altri gruppi reli-giosi ed etnici che pure subiscono la persecuzione e le conseguenzedi tali conflitti. Seguo quotidianamente le notizie dell’enorme sof-ferenza di molte persone nel Medio Oriente. Penso specialmente aibambini, alle mamme, agli anziani, agli sfollati e ai rifugiati, aquanti patiscono la fame, a chi deve affrontare la durezza dell’in-verno senza un tetto sotto il quale proteggersi. Questa sofferenzagrida verso Dio e fa appello all’impegno di tutti noi, nella preghie-ra e in ogni tipo di iniziativa. A tutti voglio esprimere la vicinanza ela solidarietà mia e della Chiesa, e offrire una parola di consolazio-ne e di speranza.Cari fratelli e sorelle, che con coraggio rendete testimonianza aGesù nella vostra terra benedetta dal Signore, la nostra consolazio-ne e la nostra speranza è Cristo stesso. Vi incoraggio perciò a rima-nere attaccati a Lui, come tralci alla vite, certi che né la tribolazio-ne, né l’angoscia, né la persecuzione possono separarvi da Lui (cfrRm 8,35). Possa la prova che state attraversando fortificare la fede ela fedeltà di tutti voi!Prego perché possiate vivere la comunione fraterna sull’esempiodella prima comunità di Gerusalemme. L’unità voluta dal nostroSignore è più che mai necessaria in questi momenti difficili; è undono di Dio che interpella la nostra libertà e attende la nostrarisposta. La Parola di Dio, i Sacramenti, la preghiera, la fraternitàalimentino e rinnovino continuamente le vostre comunità.La situazione in cui vivete è un forte appello alla santità della vita,come hanno attestato santi e martiri di ogni appartenenza ecclesia-le. Ricordo con affetto e venerazione i Pastori e i fedeli ai quali negliultimi tempi è stato chiesto il sacrificio della vita, spesso per il solofatto di essere cristiani. Penso anche alle persone sequestrate, tra cuialcuni vescovi ortodossi e sacerdoti dei diversi riti. Possano prestotornare sane e salve nelle loro case e comunità! Chiedo a Dio chetanta sofferenza unita alla croce del Signore dia frutti di bene per laChiesa e per i popoli del Medio Oriente.In mezzo alle inimicizie e ai conflitti, la comunione vissuta tra di voiin fraternità e semplicità è segno del Regno di Dio. Sono contentodei buoni rapporti e della collaborazione tra i Patriarchi delle ChieseOrientali cattoliche e quelli ortodossi; come pure tra i fedeli dellediverse Chiese. Le sofferenze patite dai cristiani portano un contri-

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MAGISTERO PONTIFICIO

buto inestimabile alla causa dell’unità. È l’ecumenismo del sangue,che richiede fiducioso abbandono all’azione dello Spirito Santo.Che possiate sempre dare testimonianza di Gesù attraverso le diffi-coltà! La vostra stessa presenza è preziosa per il Medio Oriente.Siete un piccolo gregge, ma con una grande responsabilità nellaterra dove è nato e si è diffuso il cristianesimo. Siete come il lievitonella massa. Prima ancora di tante opere della Chiesa nell’ambitoscolastico, sanitario o assistenziale, da tutti apprezzate, la ricchezzamaggiore per la Regione sono i cristiani, siete voi. Grazie dellavostra perseveranza!Il vostro sforzo di collaborare con persone di altre religioni, con gliebrei e con i musulmani, è un altro segno del Regno di Dio. Il dia-logo interreligioso è tanto più necessario quanto più difficile è lasituazione. Non c’è un’altra strada. Il dialogo basato su un atteg-giamento di apertura, nella verità e nell’amore, è anche il miglioreantidoto alla tentazione del fondamentalismo religioso, che è unaminaccia per i credenti di tutte le religioni. Il dialogo è al tempostesso un servizio alla giustizia e una condizione necessaria per lapace tanto desiderata.La maggior parte di voi vive in un ambiente a maggioranza musul-mana. Potete aiutare i vostri concittadini musulmani a presentarecon discernimento una più autentica immagine dell’Islam, comevogliono tanti di loro, i quali ripetono che l’Islam è una religione dipace e può accordarsi con il rispetto dei diritti umani e favorire laconvivenza di tutti. Sarà un bene per loro e per l’intera società. Lasituazione drammatica che vivono i nostri fratelli cristiani in Iraq,ma anche gli yazidi e gli appartenenti ad altre comunità religiose edetniche, esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte ditutti i responsabili religiosi, per condannare in modo unanime esenza alcuna ambiguità tali crimini e denunciare la pratica di invo-care la religione per giustificarli.Carissimi, quasi tutti voi siete cittadini nativi dei vostri Paesi e aveteperciò il dovere e il diritto di partecipare pienamente alla vita e allacrescita della vostra nazione. Nella Regione siete chiamati ad essereartefici di pace, di riconciliazione e di sviluppo, a promuovere il dia-

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logo, a costruire ponti, secondo lo spirito delle Beatitudini (cfr Mt5,3-12), a proclamare il vangelo della pace, aperti alla collaborazio-ne con tutte le autorità nazionali e internazionali.Desidero esprimere in modo particolare la mia stima e la mia grati-tudine a voi, carissimi fratelli Patriarchi, vescovi, sacerdoti, religiosie sorelle religiose, che accompagnate con sollecitudine il camminodelle vostre comunità. Quant’è preziosa la presenza e l’attività dichi si è consacrato totalmente al Signore e lo serve nei fratelli,soprattutto i più bisognosi, testimoniando la sua grandezza e il suoamore infinito! Com’è importante la presenza dei Pastori accantoal loro gregge, soprattutto nei momenti di difficoltà!A voi, giovani, mando un abbraccio paterno. Prego per la vostrafede, per la vostra crescita umana e cristiana, e perché i vostri pro-getti migliori possano realizzarsi. E vi ripeto: «Non abbiate paura overgogna di essere cristiani. La relazione con Gesù vi renderà dispo-nibili a collaborare senza riserve con i vostri concittadini, qualun-que sia la loro appartenenza religiosa» (Benedetto XVI, Esort. ap.Ecclesia in Medio Oriente, 63).A voi, anziani, faccio giungere i miei sentimenti di stima. Voi sietela memoria dei vostri popoli; auspico che questa memoria sia semedi crescita per le nuove generazioni.Vorrei incoraggiare quanti tra voi operano negli ambiti moltoimportanti della carità e dell’educazione. Ammiro il lavoro chestate facendo, specialmente attraverso le Caritas e con l’aiuto delleorganizzazioni caritative cattoliche di diversi Paesi, aiutando tuttisenza preferenze. Attraverso la testimonianza della carità, voi offri-te il più valido supporto alla vita sociale e contribuite anche allapace di cui la Regione è affamata come del pane. Ma anche nel-l’ambito dell’educazione è in gioco il futuro della società. Quanto èimportante l’educazione alla cultura dell’incontro, al rispetto delladignità della persona e del valore assoluto di ogni essere umano!Carissimi, pur se pochi numericamente, siete protagonisti della vitadella Chiesa e dei Paesi in cui vivete. Tutta la Chiesa vi è vicina e visostiene, con grande affetto e stima per le vostre comunità e lavostra missione. Continueremo ad aiutarvi con la preghiera e congli altri mezzi a disposizione.Nello stesso tempo continuo a esortare la comunità internazionalea venire incontro ai vostri bisogni e a quelli delle altre minoranze

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che soffrono; in primo luogo, promuovendo la pace mediante ilnegoziato e il lavoro diplomatico, cercando di arginare e fermarequanto prima la violenza che ha causato già troppi danni.Ribadisco la più ferma deprecazione dei traffici di armi. Abbiamopiuttosto bisogno di progetti e iniziative di pace, per promuovereuna soluzione globale ai problemi della Regione. Per quanto tempodovrà soffrire ancora il Medio Oriente per la mancanza di pace?Non possiamo rassegnarci ai conflitti come se non fosse possibileun cambiamento! Sulla scia del mio pellegrinaggio in Terra Santa edel successivo incontro di preghiera in Vaticano con i Presidentiisraeliano e palestinese, vi invito a continuare a pregare per la pacein Medio Oriente. Chi è stato costretto a lasciare le proprie terre,possa farvi ritorno e vivere in dignità e sicurezza. L’assistenza uma-nitaria possa incrementarsi, ponendo sempre al centro il bene dellapersona e di ogni Paese nel rispetto della sua identità propria, senzaanteporre altri interessi. Che la Chiesa intera e la Comunità inter-nazionale diventino sempre più consapevoli dell’importanza dellavostra presenza nella Regione.Care sorelle e cari fratelli cristiani del Medio Oriente, avete unagrande responsabilità e non siete soli nell’affrontarla. Perciò hovoluto scrivervi per incoraggiarvi e per dirvi quanto sono preziosela vostra presenza e la vostra missione in codesta terra benedettadal Signore. La vostra testimonianza mi fa tanto bene. Grazie! Ognigiorno prego per voi e per le vostre intenzioni. Vi ringrazio perchéso che voi, nelle vostre sofferenze, pregate per me e per il mio servi-zio alla Chiesa. Spero tanto di avere la grazia di venire di persona avisitarvi e confortarvi. La Vergine Maria, la Tutta Santa Madre diDio e Madre nostra, vi accompagni e vi protegga sempre con la suatenerezza. A tutti voi e alle vostre famiglie invio la benedizione apo-stolica e auguro di vivere il Santo Natale nell’amore e nella pace diCristo Salvatore.

Dal Vaticano, 21 dicembre 2014, IV domenica di Avvento

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Cari giudici, officiali, avvocati e collaboratori del Tribunale Aposto-lico della Rota Romana,vi saluto cordialmente, ad iniziare dal Collegio dei Prelati Uditoricon il decano, mons. Pio Vito Pinto, che ringrazio per le parole concui ha introdotto il nostro incontro. Auguro a tutti voi ogni beneper l’Anno giudiziario che oggi inauguriamo.In questa occasione vorrei riflettere sul contesto umano e culturalein cui si forma l’intenzione matrimoniale.La crisi dei valori nella società non è certo un fenomeno recente. Ilbeato Paolo VI, già quaranta anni fa, proprio rivolgendosi alla RotaRomana, stigmatizzava le malattie dell’uomo moderno «talora vul-nerato da un relativismo sistematico, che lo piega alle scelte più faci-li della situazione, della demagogia, della moda, della passione, del-l’edonismo, dell’egoismo, così che esteriormente tenta di impugnarela “maestà della legge”, e interiormente, quasi senza avvedersi, sosti-tuisce all’impero della coscienza morale il capriccio della coscienzapsicologica» (Allocuzione del 31 gennaio 1974: AAS 66 [1974], p. 87).In effetti, l’abbandono di una prospettiva di fede sfocia inesorabil-mente in una falsa conoscenza del matrimonio, che non rimane privadi conseguenze nella maturazione della volontà nuziale.Certamente il Signore, nella sua bontà, concede alla Chiesa di gioi-

Discorso in occasione dell’inaugurazionedell’anno giudiziario del Tribunale

della Rota Romana

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

re per le tante e tante famiglie che, sostenute e alimentate da unafede sincera, realizzano nella fatica e nella gioia del quotidiano ibeni del matrimonio, assunti con sincerità al momento delle nozzee perseguiti con fedeltà e tenacia. La Chiesa conosce però anche lasofferenza di molti nuclei familiari che si disgregano, lasciando die-tro di sé le macerie di relazioni affettive, di progetti, di aspettativecomuni. Il giudice è chiamato ad operare la sua analisi giudizialequando c’è il dubbio sulla validità del matrimonio, per accertare seci sia un vizio d’origine del consenso, sia direttamente per difetto divalida intenzione, sia per grave deficit nella comprensione delmatrimonio stesso tale da determinare la volontà (cfr can. 1099). Lacrisi del matrimonio, infatti, è non di rado nella sua radice crisi diconoscenza illuminata dalla fede, cioè dall’adesione a Dio e al suodisegno d’amore realizzato in Gesù Cristo.L’esperienza pastorale ci insegna che vi è oggi un gran numero difedeli in situazione irregolare, sulla cui storia ha avuto un forteinflusso la diffusa mentalità mondana. Esiste infatti una sorta dimondanità spirituale, «che si nasconde dietro apparenze di religio-sità e persino di amore alla Chiesa» (Esort. ap. Evangelii gaudium,93), e che conduce a perseguire, invece della gloria del Signore, ilbenessere personale. Uno dei frutti di tale atteggiamento è «unafede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente unadeterminata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenzeche si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggettoin definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragio-ne o dei suoi sentimenti» (ibid., 94). È evidente che, per chi si piegaa questo atteggiamento, la fede rimane priva del suo valore orienta-tivo e normativo, lasciando campo aperto ai compromessi con ilproprio egoismo e con le pressioni della mentalità corrente, diven-tata dominante attraverso i mass media.Per questo il giudice, nel ponderare la validità del consenso espres-so, deve tener conto del contesto di valori e di fede – o della lorocarenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata.Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe porta-re a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà (cfrcan. 1099). Questa eventualità non va più ritenuta eccezionalecome in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensieromondano sul magistero della Chiesa. Tale errore non minaccia solo

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la stabilità del matrimonio, la sua esclusività e fecondità, ma anchel’ordinazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugalecome «principio vitale» del consenso, la reciproca donazione percostituire il consorzio di tutta la vita. «Il matrimonio tende ad esse-re visto come una mera forma di gratificazione affettiva che puòcostituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità diognuno» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 66), spingendo i nubenti allariserva mentale circa la stessa permanenza dell’unione, o la suaesclusività, che verrebbero meno qualora la persona amata non rea-lizzasse più le proprie aspettative di benessere affettivo.Vorrei dunque esortarvi ad un accresciuto e appassionato impegnonel vostro ministero, posto a tutela dell’unità della giurisprudenzanella Chiesa. Quanto lavoro pastorale per il bene di tante coppie, edi tanti figli, spesso vittime di queste vicende! Anche qui, c’è biso-gno di una conversione pastorale delle strutture ecclesiastiche (cfribid., 27), per offrire l’opus iustitiae a quanti si rivolgono alla Chiesaper fare luce sulla propria situazione coniugale. Ecco la difficilemissione vostra, come di tutti i giudici nelle diocesi: non chiuderela salvezza delle persone dentro le strettoie del giuridicismo. La fun-zione del diritto è orientata alla salus animarum a condizione che,evitando sofismi lontani dalla carne viva delle persone in difficoltà,aiuti a stabilire la verità nel momento consensuale: se cioè fu fede-le a Cristo o alla mendace mentalità mondana. A questo propositoil beato Paolo VI affermava: «Se la Chiesa è un disegno divino –Ecclesia de Trinitate – le sue istituzioni, pur perfettibili, devono esse-re stabilite al fine di comunicare la grazia divina e favorire, secondoi doni e la missione di ciascuno, il bene dei fedeli, scopo essenzialedella Chiesa. Tale scopo sociale, la salvezza delle anime, la salus ani-marum, resta lo scopo supremo delle istituzioni, del diritto, delleleggi» (Discorso ai partecipanti al II Congresso internazionale didiritto canonico, 17 settembre 1973: Communicationes 5 [1973], p.126). Torna utile ricordare quanto prescrive l’Istruzione Dignitasconnubii al n. 113, coerentemente con il can. 1490 del Codice diDiritto canonico, circa la necessaria presenza presso ogni Tribunaleecclesiastico di persone competenti a prestare sollecito consiglio

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sulla possibilità di introdurre una causa di nullità matrimoniale;mentre altresì viene richiesta la presenza di patroni stabili, retribui-ti dallo stesso tribunale, che esercitino l’ufficio di avvocati. Nell’au-spicare che in ogni Tribunale siano presenti queste figure, per favo-rire un reale accesso di tutti i fedeli alla giustizia della Chiesa, mipiace sottolineare che un rilevante numero di cause presso la RotaRomana sono di gratuito patrocinio a favore di parti che, per le dis-agiate condizioni economiche in cui versano, non sono in grado diprocurarsi un avvocato. E questo è un punto che voglio sottolinea-re: i sacramenti sono gratuiti. I sacramenti ci danno la grazia. E unprocesso matrimoniale tocca il sacramento del matrimonio.Quanto vorrei che tutti i processi fossero gratuiti! Cari fratelli, rin-novo a ciascuno la mia gratitudine per il bene che fate al popolo diDio, servendo la giustizia. Invoco la divina assistenza sul vostrolavoro e di cuore vi imparto la benedizione apostolica.

Sala Clementina, venerdì, 23 gennaio 2015

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Messaggio per la Quaresima 2015

«Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,8)

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

Cari fratelli e sorelle,la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comu-nità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un «tempo di grazia» (2 Cor6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: «Noiamiamo perché egli ci ha amati per primo» (1 Gv 4,19). Lui non èindifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce pernome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gliinteressa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quelloche ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentia-mo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che DioPadre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro soffe-renze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nel-l’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, midimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoisti-ca, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a talpunto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferen-za. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le rispostea quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una dellesfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messag-gio è quella della globalizzazione dell’indifferenza.L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione

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anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogniQuaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlioper la salvezza di ogni uomo. Nell’incarnazione, nella vita terrena,nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente laporta tra Dio e uomo, tra cielo e terra. E la Chiesa è come la mano chetiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, lacelebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rendeefficace nella carità (cfr Gal 5,6). Tuttavia, il mondo tende a chiuder-si in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entranel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non devemai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita.Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diven-tare indifferente e per non chiudersi in se stesso. Vorrei proporvi trepassi da meditare per questo rinnovamento.

1. «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono»(1 Cor 12,26) – La Chiesa

La carità di Dio che rompe quella mortale chiusura in se stessi cheè l’indifferenza, ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamen-to e, soprattutto, con la sua testimonianza. Si può però testimonia-re solo qualcosa che prima abbiamo sperimentato. Il cristiano ècolui che permette a Dio di rivestirlo della sua bontà e misericordia,di rivestirlo di Cristo, per diventare come Lui, servo di Dio e degliuomini. Ce lo ricorda bene la liturgia del Giovedì Santo con il ritodella lavanda dei piedi. Pietro non voleva che Gesù gli lavasse ipiedi, ma poi ha capito che Gesù non vuole essere solo un esempioper come dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Questo serviziopuò farlo solo chi prima si è lasciato lavare i piedi da Cristo. Soloquesti ha “parte” con lui (Gv 13,8) e così può servire l’uomo.La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo ecosì diventare come Lui. Ciò avviene quando ascoltiamo la Parola diDio e quando riceviamo i sacramenti, in particolare l’Eucaristia. Inessa diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpoquell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostricuori, non trova posto. Poiché chi è di Cristo appartiene ad un solo

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corpo e in Lui non si è indifferenti l’uno all’altro. «Quindi se unmembro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro èonorato, tutte le membra gioiscono con lui» (1 Cor 12,26).La Chiesa è communio sanctorum perché vi partecipano i santi, maanche perché è comunione di cose sante: l’amore di Dio rivelatoci inCristo e tutti i suoi doni. Tra essi c’è anche la risposta di quanti silasciano raggiungere da tale amore. In questa comunione dei santi ein questa partecipazione alle cose sante nessuno possiede solo per sé,ma quanto ha è per tutti. E poiché siamo legati in Dio, possiamo farequalcosa anche per i lontani, per coloro che con le nostre sole forzenon potremmo mai raggiungere, perché con loro e per loro preghia-mo Dio affinché ci apriamo tutti alla sua opera di salvezza.

2. «Dov’è tuo fratello?»(Gen 4,9) – Le parrocchie e le comunità

Quanto detto per la Chiesa universale è necessario tradurlo nellavita delle parrocchie e comunità. Si riesce in tali realtà ecclesiali asperimentare di far parte di un solo corpo? Un corpo che insiemericeve e condivide quanto Dio vuole donare? Un corpo, che conoscee si prende cura dei suoi membri più deboli, poveri e piccoli? O cirifugiamo in un amore universale che si impegna lontano nelmondo, ma dimentica il Lazzaro seduto davanti alla propria portachiusa? (cfr Lc 16,19-31).Per ricevere e far fruttificare pienamente quanto Dio ci dà vannosuperati i confini della Chiesa visibile in due direzioni.In primo luogo, unendoci alla Chiesa del cielo nella preghiera.Quando la Chiesa terrena prega, si instaura una comunione di reci-proco servizio e di bene che giunge fino al cospetto di Dio. Con isanti che hanno trovato la loro pienezza in Dio, formiamo parte diquella comunione nella quale l’indifferenza è vinta dall’amore. LaChiesa del cielo non è trionfante perché ha voltato le spalle alle sof-ferenze del mondo e gode da sola. Piuttosto, i santi possono giàcontemplare e gioire del fatto che, con la morte e la resurrezione diGesù, hanno vinto definitivamente l’indifferenza, la durezza di

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cuore e l’odio. Finché questa vittoria dell’amore non compenetratutto il mondo, i santi camminano con noi ancora pellegrini. SantaTeresa di Lisieux, dottore della Chiesa, scriveva convinta che la gioianel cielo per la vittoria dell’amore crocifisso non è piena finchéanche un solo uomo sulla terra soffre e geme: «Conto molto di nonrestare inattiva in cielo, il mio desiderio è di lavorare ancora per laChiesa e per le anime» (Lettera 254 del 14 luglio 1897).Anche noi partecipiamo dei meriti e della gioia dei santi ed essi par-tecipano alla nostra lotta e al nostro desiderio di pace e di riconcilia-zione. La loro gioia per la vittoria di Cristo risorto è per noi motivo diforza per superare tante forme d’indifferenza e di durezza di cuore.D’altra parte, ogni comunità cristiana è chiamata a varcare la sogliache la pone in relazione con la società che la circonda, con i poverie i lontani. La Chiesa per sua natura è missionaria, non ripiegata suse stessa, ma mandata a tutti gli uomini.Questa missione è la paziente testimonianza di Colui che vuoleportare al Padre tutta la realtà ed ogni uomo. La missione è ciò chel’amore non può tacere. La Chiesa segue Gesù Cristo sulla stradache la conduce ad ogni uomo, fino ai confini della terra (cfr At 1,8).Così possiamo vedere nel nostro prossimo il fratello e la sorella peri quali Cristo è morto ed è risorto. Quanto abbiamo ricevuto, loabbiamo ricevuto anche per loro. E parimenti, quanto questi fratel-li possiedono è un dono per la Chiesa e per l’umanità intera.Cari fratelli e sorelle, quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta laChiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diven-tino delle isole di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza!

3. «Rinfrancate i vostri cuori!» (Gc 5,8) – Il singolo fedele

Anche come singoli abbiamo la tentazione dell’indifferenza. Siamosaturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la soffe-renza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra inca-pacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire daquesta spirale di spavento e di impotenza?In primo luogo, possiamo pregare nella comunione della Chiesaterrena e celeste. Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti!L’iniziativa “24 ore per il Signore”, che auspico si celebri in tutta la

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Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuoledare espressione a questa necessità della preghiera.In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, raggiungen-do sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità dellaChiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questointeresse all’altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, dellanostra partecipazione alla comune umanità.E in terzo luogo, la sofferenza dell’altro costituisce un richiamo allaconversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilitàdella mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmen-te chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre pos-sibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbol’amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione diabolica che cifa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.Per superare l’indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorreichiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un per-corso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett.enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non significaavere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno diun cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuoreche si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell’a-more che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuorepovero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l’altro.Per questo, cari fratelli e sorelle, desidero pregare con voi Cristo inquesta Quaresima: «Fac cor nostrum secundum cor tuum»: «Rendi ilnostro cuore simile al tuo» (Supplica dalle Litanie al Sacro Cuore diGesù). Allora avremo un cuore forte e misericordioso, vigile e gene-roso, che non si lascia chiudere in se stesso e non cade nella vertigi-ne della globalizzazione dell’indifferenza.Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni cre-dente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerarioquaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi bene-dica e la Madonna vi custodisca.

Dal Vaticano, 4 ottobre 2014, Festa di San Francesco d’Assisi

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Parte dalla città di San Francesco una lettera dai toni familiari epropositivi, destinata a ogni sacerdote italiano. A scriverla è l’interoepiscopato, che intinge nel calamaio della stima e della gratitudineper un ministero fatto di dedizione quotidiana nelle comunità cri-stiane e di carità operosa, manifestata verso tutti.Si è conclusa con questo sguardo – che riflette accenti del Messaggiocon cui Papa Francesco ha voluto rendersi presente – la 67ª Assembleagenerale (Assisi, 10-13 novembre 2014). Convocata sotto la guida delcard. Angelo Bagnasco, ha rappresentato l’avvio – o, comunque, laripresa – di un percorso di riflessione e confronto collegiale sul temadella vita e della formazione permanente dei presbiteri. Il lavoro pro-seguirà nelle Conferenze episcopali regionali, con il coinvolgimentodegli stessi presbiteri, secondo le modalità che ogni Chiesa particola-re riterrà più opportune ed efficaci. Sarà, quindi, il ConsiglioPermanente a valorizzare e armonizzare i diversi contributi, in vista diun successivo passaggio assembleare.L’attenzione al ministero presbiterale non intendeva ridursi a unsuo semplice aggiornamento, quanto a coglierlo nel quadro diriforma della Chiesa “in uscita missionaria”. L’ampiezza di tale pro-spettiva è emersa anche dall’interesse con cui, fin dalla prolusione,i Pastori si sono soffermati sulla situazione delle famiglie e delPaese, fino a lasciarsi interrogare dalle persecuzioni in cui versano

67ª Assemblea generale(Assisi, 10-13 novembre 2014)

Comunicato finale dei lavori

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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tanti credenti. La voce di questi fratelli è risuonata in assemblea siaattraverso il racconto della visita appena compiuta dalla Presidenzain Terrasanta, sia con la testimonianza offerta dall’Arcivescovo cal-deo di Arbil. I vescovi hanno manifestato il loro impegno per coin-volgere le comunità cristiane in una rete di solidarietà umana e cri-stiana, contribuendo a mantenere desta l’attenzione dell’opinionepubblica e a non far sentire dimenticati quanti soffrono a causadella loro fede.Nel corso dei lavori sono stati eletti il vice presidente della Con-ferenza Episcopale Italiana per l’area centro e il presidente dellaCommissione episcopale per il servizio della carità e la salute. Sono,quindi, state esaminate e votate alcune proposte di modifica delleDisposizioni concernenti la concessione di contributi finanziaridella Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturali ecclesiasti-ci e per l’edilizia di culto.Distinte comunicazioni hanno riguardato l’aggiornamento sullapreparazione al quinto Convegno ecclesiale nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015) e sull’Anno della vita consacrata (30 novembre2014 – 2 febbraio 2016).Ai vescovi sono state, infine, offerte informazioni circa l’ostensionedella Sindone (Torino, 19 aprile – 24 giugno 2015) e il cammino dipreparazione alla prossima Giornata mondiale della Gioventù(Cracovia, 26-31 luglio 2016).Ai lavori assembleari hanno preso parte 219 membri, 12 vescovi eme-riti, 32 tra esperti e rappresentanti di presbiteri, religiosi, consacrati edella Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali. Tra i momentisignificativi vi sono state le concelebrazioni eucaristiche nellaBasilica Inferiore di San Francesco in Assisi e in quella di Santa Mariadegli Angeli. A margine dei lavori assembleari si è riunito il ConsiglioPermanente, che ha provveduto ad alcune nomine.

Preti così

Il senso di responsabilità, la sapienza nell’interpretare la situazioneodierna e il convergere nell’impegno per una riforma della Chiesa:sono stati i tratti che hanno accomunato gli interventi dei vescoviattorno al tema centrale della 67ª Assemblea generale, dedicata alla

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

vita e alla formazione permanente dei presbiteri. Le richieste dipoter prendere la parola hanno ampiamente superato il tempo adisposizione, che ha registrato innanzitutto la gratitudine deiPastori per la generosa e quotidiana testimonianza offerta daisacerdoti, pronti – secondo le parole del Messaggio scritto dal Papaper questa assise – a « spendere la vita tra la gente delle nostre par-rocchie, educare i ragazzi, accompagnare le famiglie, visitare i mala-ti a casa e all’ospedale, farsi carico dei poveri…»; ministri «liberidalle cose e da se stessi», che «rammentano a tutti che abbassarsisenza nulla trattenere è la via per quell’altezza che il Vangelo chia-ma carità; e che la gioia più vera si gusta nella fraternità vissuta».Alla riconoscenza – espressa in una lettera rivolta a tutti i sacerdotia conclusione dei lavori – si è accompagnata la consapevolezza dellairrinunciabilità di un percorso di riflessione e di confronto colle-giale con il quale “ravvivare il dono di Dio”, ricevuto per l’imposi-zione delle mani. Tale necessità è accelerata dalle trasformazioni incorso, che – è stato evidenziato – non vanno cercate solo all’esternodella Chiesa; fanno registrare una contrazione numerica del clero e,soprattutto, il venir meno dell’omogeneità della cultura religiosadei candidati, sulla quale fino ad un recente passato poteva inne-starsi la formazione al presbiterato. Allo stesso modo, alcune diffi-coltà emergono anche sotto forma di una crisi del sapere propriodel ministero.I vescovi si sono soffermati, quindi, sulla prima formazione, a cuirisponde il Seminario. Nel Messaggio citato il Papa ricorda l’im-portanza di evitare sia la figura di «preti clericali, il cui comporta-mento rischia di allontanare la gente dal Signore», sia di «preti fun-zionari che, mentre svolgono un ruolo, cercano lontano da Lui lapropria consolazione». A loro volta, i Pastori delle Chiese che sonoin Italia hanno chiesto che il Seminario sia itinerario di vera e pro-pria iniziazione, durante il quale le esperienze pastorali non devonorelegare il secondo piano la vita comunitaria e in cui il discerni-mento per l’ammissione agli ordini sacri sappia verificare le attitu-dini alla fraternità presbiterale e all’obbedienza ecclesiale: sono esi-genze dettate non da criteri organizzativi o funzionali, ma dal lega-

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me sacramentale che costituisce sacerdoti e vescovo in un corposolo. In questa prospettiva, alcuni interventi si sono interrogatisulla presenza di sacerdoti stranieri e sulle modalità per svilupparecon loro il senso d’appartenenza a un medesimo presbiterio.Per quanto riguarda la formazione nel tempo del ministero, i vesco-vi hanno ribadito la necessità di tempi, metodi e luoghi per cresce-re insieme con i loro sacerdoti in un’esperienza reale di comunione:è convinzione assodata come il primo dono che si è chiamati a offri-re alla Chiesa e al mondo non sia l’attivismo, ma la testimonianzadella fraternità. Essa – è stato evidenziato – si nutre della condivi-sione dell’esperienza della fede, in un dialogo che dice disponibilitàa mettere in comune la propria vita con l’altro e aiuta il consacratoa riscoprire la gioia di una vita donata. «Solo chi tiene fisso losguardo in ciò che è davvero essenziale – per usare ancora le paroledi Papa Francesco – può rinnovare il proprio sì al dono ricevuto e,nelle diverse stagioni della vita, non smettere di fare dono di sé; solochi si lascia conformare al Buon Pastore trova unità, pace e forzanell’obbedienza del servizio; solo chi respira nell’orizzonte della fra-ternità presbiterale esce dalla contraffazione di una coscienza che sipretende epicentro di tutto, unica misura del proprio sentire e delleproprie azioni».In questa luce, l’Assemblea ha auspicato una ridefinizione dei com-piti del presbitero e delle priorità da affidare al suo ministero, non-ché l’importanza di individuare forme che lo aiutino a sentirsimeno oberato dal peso della gestione amministrativa.Accanto alle iniziative consolidate di accompagnamento del clerogiovane, è avvertita l’importanza di qualificare proposte anche perle altre età della vita del sacerdote, compresa quella della vecchiaia.Non si tratta di cercare particolari fonti di spiritualità – è statonotato – quanto di aiutare a vivere il ministero stesso come fonte disantificazione, nella consapevolezza di una dimensione drammati-ca che segna l’esistenza credente. Infine, se nella buona come nellacattiva sorte il presbiterio è la famiglia del sacerdote, si avverte l’im-portanza che anche quanti si sono resi colpevoli di delitti possanonon sentirsi abbandonati a se stessi.Alla Segreteria generale si chiede di individuare le forme per un ser-vizio “leggero” in ordine alla formazione presbiterale. Il lavoro diriflessione e di confronto sulla formazione permanente continuerà

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

nelle Conferenze Episcopali Regionali, le quali sono invitate acoin-volgere – nelle forme che riterranno più opportune ed efficaci –anche i presbiteri locali. Sarà uno dei prossimi Consigli Permanentea raccogliere e valorizzare i diversi contributi in vita di un successi-vo passaggio assembleare. Si preferisce non fissare i tempi di questopercorso nel dettaglio per poter dedicare i prossimi mesi all’appro-fondimento della Relatio Synodi e della ricezione dell’Esortazioneapostolica Evangelii gaudium.

Medio Oriente, la prossimità della Chiesa italiana

«Un’ingiustizia che sa di genocidio e che raggiunge l’abiezione dicrimine contro l’umanità, una sconfitta non di una parte, ma del-l’intera civiltà». Le parole della prolusione del cardinale Presidentehanno dato voce alla motivata preoccupazione per la situazione incui, in diverse parti del mondo, versano i cristiani e, più in genera-le, le minoranze religiose. Nel restituire ai vescovi della Conferenzale impressioni del viaggio compiuto dalla Presidenza su invito delPatriarca Latino di Gerusalemme nei giorni 2-4 novembre inTerrasanta, il Card. Bagnasco ha manifestato lo sconcerto davantial «pervicace progetto di eliminare la presenza cristiana». Ha, quin-di, portato le richieste delle comunità perseguitate, che si attendo-no la solidarietà delle altre Chiese, il ricordo e il sostegno della pre-ghiera, l’impegno a far sì che la comunità internazionale affronti,«in modo equo e definitivo», i gravi problemi che causano migliaiadi vittime e di sofferenze.In questo contesto è stato accolto con attenzione e partecipazionel’intervento offerto in assemblea da mons. Bashar Warda, arcive-scovo caldeo di Arbil. Introdotto da mons. Nunzio Galantino, chenello scorso mese di ottobre proprio nella capitale del Kurdistaniracheno aveva guidato una piccola delegazione della CEI, mons.Warda ha portato la testimonianza di una Chiesa che, dall’inizio diagosto, ha aperto tutte le chiese, gli oratori e le scuole per accoglie-re circa 125mila profughi – cristiani e yazidi – in fuga dalla violen-

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za dei terroristi dell’autoproclamato Stato islamico. Gli aiuti ditante organizzazioni e di benefattori privati, copiosi nei primi duemesi della tragedia – ha spiegato – sono progressivamente diminui-ti, fino a esaurirsi. Di qui l’appello ad aderire a un programma disolidarietà che nell’immediato assicuri il sostentamento minimo, lacostruzione di scuole e di luoghi di alloggio, alternativi alla preca-rietà delle tende. «La Chiesa – ha concluso mons. Warda – è diven-tata l’unico rifugio per i profughi: cerchiamo di migliorare il nostroaiuto verso di loro, affinché non si sentano allo stesso tempo per-seguitati e dimenticati».A nome di tutta la Chiesa italiana, il card. Presidente ha innanzi-tutto ringraziato l’Arcivescovo di Arbil per l’opera di carità e di ser-vizio eroico offerta dalla sua Chiesa, auspicando che tale esempiocontribuisca a risvegliare in Occidente “la bellezza della fede” e “ilcoraggio della testimonianza”. Ha, quindi, ribadito l’impegno deivescovi a far sì che l’opinione pubblica non distolga lo sguardodalla tragedia in corso, ma continui a esprimere vicinanza con lapreghiera e, attraverso Caritas Italiana, con i segni della solidarietàumana e cristiana.

Anno della vita consacrata e Convegno di Firenze

Due distinte comunicazioni hanno riguardato l’aggiornamentocirca la preparazione al quinto Convegno ecclesiale nazionale(Firenze, 9-13 novembre 2015) e l’Anno della vita consacrata (30novembre 2014 – 2 febbraio 2016). Quest’ultimo, voluto da PapaFrancesco, è stato pensato nel contesto dei cinquant’anni alConcilio Vaticano II e, più in particolare, del decreto Perfectae cari-tatis. Vuol essere occasione nelle diverse Chiese per una memoriagrata e per aiutare i consacrati a vivere il presente con rinnovata dis-ponibilità ad assumere i propri impegni con la gioia che segna unaesistenza evangelica, fraterna e missionaria. Alcune proposte, sia alivello di Chiesa universale, che a livello nazionale valorizzerannoquest’Anno per far conoscere e apprezzare la vita consacrata.Ad un anno dalla sua celebrazione, in assemblea è stata presentatala Traccia di preparazione al Convegno di Firenze. Si tratta di untesto che intende promuovere tale cammino a partire dalle espe-

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

rienze già in atto nelle Chiese locali (oltre duecento le risposte per-venute dalle diocesi) e da una riflessione in prospettiva culturale emissionaria sul tema dell’incontro. La Traccia è articolata in quattroparti (la collocazione dell’evento nell’attuale contesto storico, cul-turale e sociale; i fondamentali su cui si innestano messaggi e stilidi vita di umanesimi non cristiani; le ragioni della speranza cristia-na e, quindi, del nuovo umanesimo; l’opera della Chiesa per unnuovo modo di essere uomini e donne dentro la complessità dell’e-poca presente); sarà accompagnata nel sito con strumenti di appro-fondimento, usando i diversi linguaggi della Rete e un bagaglio diriferimenti artistici e culturali relativi alla proposta del nuovo uma-nesimo in Gesù Cristo.

Giornata mondiale della Gioventù e ostensione della Sindone

Nel corso dei lavori sono state presentate informazioni relative adue iniziative specifiche: la prossima Giornata mondiale dellaGioventù (Cracovia, 26–31 luglio 2016) e l’ostensione dellaSindone (Torino, 19–24 giugno 2015).Circa la prima, la volontà condivisa in assemblea è quella di faredella Gmg un volano della pastorale, con l’attenzione a non consi-derarla come un evento a se stante, bensì all’interno dì un progettoorganico che lo colleghi al cammino ordinario nelle parrocchie enelle diocesi. La condizione di tale circolarità è individuata nellarealizzazione di un itinerario, ritmato sulla necessaria preparazio-ne, quindi sulla partecipazione all’incontro della Chiesa universalee, infine, sulla continuità da assicurargli al rientro. A tale scopo, ilServizio nazionale per la pastorale giovanile ha predisposto un pro-getto di lavoro; inoltre, nei prossimi mesi saranno in distribuzionei sussidi che dovranno sostenere i cammini pastorali a partire dalprossimo anno.I giovani – accanto ai sofferenti – saranno i primi destinatari anchein occasione dell’ostensione della Sindone nel Duomo di Torino,iniziativa in collegamento con il secondo centenario della nascita di

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san Giovanni Bosco. Per l’occasione Papa Francesco si farà pellegri-no nella città della Mole il prossimo 21 giugno: la visita sarà prepa-rata e vissuta con una tre giorni dedicata proprio ai giovani. Leofferte raccolte dalla generosità dei fedeli nei mesi dell’ostensionesaranno destinate a realizzare un hospice per l’accoglienza dei mala-ti terminali. Per informazioni: www.sindone.org.Sono, infine, state esaminate e votate alcune proposte di modificadelle Disposizioni concernenti la concessione di contributi finan-ziari della Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturali eccle-siastici e per l’edilizia di culto.

Nomine

Nel corso dei lavori, l’Assemblea generale ha eletto:- Vice Presidente della CEI per l’area Centro: S.E. mons. MARIOMEINI,vescovo di Fiesole;- Presidente della Commissione episcopale per il servizio della cari-tà e la salute: S.E. mons. LUIGI BRESSAN, arcivescovo di Trento.

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 12 novem-bre, ha provveduto alle seguenti nomine:- Membro della Commissione episcopale per il servizio della caritàe la salute: S.E. mons. VINCENZO PISANELLO, vescovo di Oria;- Membro della Presidenza di Caritas Italiana: S.E. mons. LUIGIANTONIO CANTAFORA, vescovo di Lamezia Terme;- Presidente del Consiglio nazionale dell’Associazione Pax Christi:S.E. mons. GIOVANNI RICCHIUTI, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti;- Coordinatore nazionale della pastorale per gli immigrati unghe-resi: mons. LÁSZLÓ NÉMETH (Esztergom-Budapest);- Coordinatore nazionale della pastorale per gli immigrati srilanke-si: mons. JOE NEVILLE PERERA (Colombo).

Assisi, 13 novembre 2014

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Consiglio Permanente(Roma, 26-28 gennaio 2015)

Comunicato finale dei lavori della sessione invernale

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

Quale ricezione delle linee di Papa Francesco?

Sarà l’Evangelii gaudium di Papa Francesco il tema principaledell’Assemblea generale di maggio, occasione per identificare istan-ze e percorsi concreti da proporre alle Chiese che sono in Italia. DalConsiglio Permanente è emersa la volontà di far interagire le esi-genze del testo con quelle della Traccia che accompagna la prepara-zione al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze, 9-13 novembre2015). Contenuti, finalità e stili – si è rilevato – sono i medesimi:mirano a individuare vie nuove al cammino ecclesiale dei prossimianni, con l’attenzione ad affrontare con coraggio le questioni aper-te (dalla riforma della Chiesa all’inclusione sociale dei poveri).I vescovi hanno sottolineato come la Chiesa italiana sia ricca di unastoria che oggi, in base alle mutate circostanze del Paese, chiede diessere assunta in maniera nuova e diversa. In particolare, si avvertel’importanza di far proprie le chiamate a: “uscire” in maniera mis-sionaria, generosa e fiduciosa, verso le periferie esistenziali di que-sto tempo; “annunciare” con lo stile di Cristo, quindi capaci diconiugare verità con misericordia; “abitare” la città degli uomini,offrendo un sostegno ai cattolici impegnati in politica e un rappor-

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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to rispettoso e collaborativo con le Istituzioni per promuovereinsieme il bene comune; “educare”, affrontando con decisione laquestione antropologica e le sue implicazioni culturali; “trasfigura-re”, per un umano che sia vissuto in pienezza.La categoria trasversale, che abbraccia i diversi orizzonti, il ConsiglioPermanente l’ha a più riprese individuata nella famiglia, schiacciatadalla crisi economica e umiliata da tentativi di equiparazione con real-tà ben diverse.A conclusione dei lavori del Consiglio, una griglia di lavoro è statamandata a tutti i vescovi.Attraverso le Conferenze Episcopali Regionali, le sintesi dei contribu-ti dovranno giungere alla Segreteria generale entro il 12 aprile: costi-tuiranno il materiale di base su cui preparare l’Assemblea generale.

Firenze, nel segno della carità e della cultura

Il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze, 9-13 novembre 2015) è entrato nel vivo. Ne è segno eloquente il sitoweb – firenze2015.it – già ricco di materiali, informazioni, notizie eriflessioni. La piattaforma, pensata per ospitare una molteplicità divoci, è aperta ad accogliere esperienze e contributi dalle diocesi e dailoro Pastori.Al Consiglio Permanente è stato offerto un aggiornamento circa lapreparazione al Convegno, che prevede innanzitutto tre laboratoria carattere nazionale. Si svolgeranno a Perugia (maggio), sul feno-meno della pluralità religiosa; a Napoli (giugno), dove l’attenzionesarà su cultura e opinion-makers; a Milano (settembre), andandoad abbracciare la questione del lavoro.I vescovi hanno condiviso l’opportunità che si promuovano a livel-lo diocesano iniziative finalizzate a favorire la conoscenza dellaTraccia. In particolare, si suggerisce la realizzazione a livello regio-nale di un incontro rivolto ai giovani. Inoltre, si guarda ai settima-nali diocesani per favorire la conoscenza di esperienze locali cheoffrono una testimonianza concreta di come annunciare e vivere ilnuovo umanesimo in Gesù Cristo nell’ambito della carità, della cul-tura, della famiglia, dell’iniziazione cristiana, della comunicazio-ne… Lo stesso confronto tra i membri del Consiglio Permanente ha

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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evidenziato come la fede cristiana sia stata per Firenze sorgente diarte e di cultura, come di molteplici opere di carità.Il programma del Convegno – al quale parteciperà il Santo Padre –sarà ripreso nel Consiglio Permanente di marzo.

Presbiteri, duplice urgenza

La sollecitudine per i sacerdoti ha animato numerosi interventi inseno al Consiglio Permanente, che ha ripreso il filo con l’Assembleagenerale svoltasi lo scorso novembre ad Assisi e dedicata alla vita ealla formazione dei presbiteri. Al riguardo, già la prolusione delCardinale Presidente ha sottolineato la necessità di percorsi virtuo-si, nella luce dell’intervento offerto da Papa Francesco all’Assem-blea dello scorso maggio. I vescovi, dal canto loro, hanno ribaditol’urgenza di individuare forme con cui, da una parte, ridurre il pesoburocratico e amministrativo che grava i sacerdoti e, dall’altra,sostenerne la spiritualità. Negli interventi si è rimarcato come servalavorare per una riforma del clero che avvii processi e indichi eser-cizi di comunione concretizzabili.La tematica caratterizzerà l’Assemblea generale del 2016. Il Consi-glio Permanente ha affidato alla Segreteria generale – insieme allacompetente Commissione episcopale – il compito di gestirne ilcammino preparatorio. Partendo da un recupero dei punti princi-pali emersi ad Assisi, si chiede che venga messa a punto una grigliadi lavoro, che sarà esaminata nella prossima sessione primaverile. Ilpassaggio successivo porterà al coinvolgimento delle ConferenzeEpiscopali Regionali.

Il Messaggio e la Giornata

Il Consiglio Permanente ha rivolto un Messaggio per la 19ª Giornatamondiale della vita consacrata (2 febbraio), in cui valorizza laLettera di Papa Francesco a tutti i consacrati. In particolare, dopo

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aver ricordato ciò che contraddistingue chi mette la propria vitanelle mani di Dio («uno sguardo aperto, libero, confortante, chenon esclude nessuno, abbraccia e unisce»), i vescovi sottolineano laricchezza della castità consacrata («testimonia la via di una diversafedeltà e fecondità»), della povertà e dell’obbedienza («testimonia-no che, in un mondo tentato dall’individualismo egoista, si puòvivere conformati a tutto in Cristo»). Sono radici, scrivono, da cui«sboccia l’esperienza gioiosa della fraternità».Il Messaggio evidenzia anche come la presenza dei consacrati sia signi-ficativa nel contesto del tema del Convegno di Firenze, quale «segnodell’abbraccio di Dio all’uomo» e aiuto a «disegnare il “nuovo uma-nesimo” cristiano sulla concretezza e la lungimiranza dell’amore».Tra le iniziative dell’Anno dedicato alla vita consacrata l’8 febbraio,memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, si svolgerà la primaGiornata mondiale di preghiera, riflessione ed azione contro latratta degli esseri umani. Sarà occasione per sensibilizzare su unadelle piaghe più dolorose del nostro tempo.

Commissioni, relazioni quinquennali e rinnovo

Volge al termine il quinquennio delle dodici Commissioni episco-pali: ognuna predisporrà una relazione essenziale delle attività svol-te e la farà pervenire alla Segreteria generale entro il 13 marzo, perconsentirne una presentazione sintetica nella prossima sessione delConsiglio Permanente (Roma, 23-25 marzo) e agevolare il “passag-gio di consegne”.Entro il 4 maggio le Conferenze Episcopali Regionali possono segna-lare alla Segreteria generale i nominativi per l’elezione dei presidentidelle dodici Commissioni da parte della prossima Assemblea gene-rale (Roma, 18-21 maggio). Entro tale data dovranno giungere ncheeventuali segnalazioni per l’elezione dei quattro membri delConsiglio per gli Affari economici. L’Assemblea sarà pure chiamata aeleggere il vice presidente della CEI per l’area nord nonché i rappre-sentanti alla XIV Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (Roma,4-25 ottobre 2015).

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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Varie

Si svolgerà a Cagliari nel 2017 la prossima Settimana sociale deicattolici italiani. Il Consiglio Permanente, dopo averne determina-to la sede, ha evidenziato la necessità di procedere alla scelta deltema secondo una duplice attenzione. Da una parte, si condividel’opportunità che esso sia individuato secondo una logica di conti-nuità con le iniziative già in essere; dall’altra, si sottolinea l’impor-tanza che serva a dare voce a una tematica decisiva per il Paese. Inquesta linea, l’orientamento del Consiglio è quello di privilegiareargomenti come la precarietà – occupazionale, ma anche culturalee sociale – e/o i giovani.La mancanza di programmi di uscita dalle strutture di prima acco-glienza dei profughi e le difficoltà legate alle stesse procedure perriconoscerne lo status sono motivo di preoccupazione da parte delleCaritas diocesane. La loro presenza sul territorio assicura un servi-zio qualificato, ma – come è stato rilevato dai vescovi – non devearrivare a snaturarne l’identità e la missione sul fronte educativo eformativo.La sessione del Consiglio Permanente è stata l’occasione per alcuniaggiornamenti giuridici su temi sociali ed etici. In presenza dimutamenti accelerati e profondi, la Chiesa che è in Italia avvertecome non si tratti soltanto di affrontare i singoli problemi, bensì dicontribuire – senza pretese, ma anche senza timidezze – a una cul-tura che tuteli e promuova il bene di tutti.Il Consiglio Permanente ha approvato i nuovi parametri per l’edili-zia di culto, dando parere favorevole al nuovo Regolamento appli-cativo delle Disposizioni concernenti la concessione di contributi finanzia-ri della Conferenza Episcopale Italiana per l’edilizia di culto.Infine, oltre ad aver provveduto ad alcune nomine, ha stabilito chesiano inviate entro il 13 marzo alla Segreteria generale le risposte alquestionario predisposto per la prossima Assemblea generale ordi-naria del Sinodo dei vescovi, dedicata ad approfondire La vocazionee la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (4-25ottobre 2015).

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Nomine

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha proceduto alleseguenti nomine:– Membro della Commissione episcopale per la liturgia: S.E.

mons. Salvatore VISCO, arcivescovo di Capua;– Membro della Commissione episcopale per la cultura e le

comunicazioni sociali: S.E. mons. Angelo SPINA, vescovo di SulmonValva;– Vice direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni

sociali: don Ivan MAFFEIS (Trento);– Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici lituani in

Italia: don Audrius ARŠTIKAITIS (Kaunas).

Il Consiglio Permanente ha confermato la seguente elezione:– Presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale

(MEIC): dott. Giuseppe ELIA.

La Presidenza, nella riunione del 26 gennaio, ha proceduto alleseguenti nomine:– Direttore del Centro studi per la scuola cattolica: prof. Sergio

CICATELLI;– Membri del Consiglio direttivo del Centro studi per la scuola

cattolica: prof.ssa suor Rosetta CAPUTI, prof. Redi Sante DI POL, prof.Onorato GRASSI, prof.ssa suor Rachele LANFRANCHI, prof.ssa SiraSerenella MACCHIETTI, prof. don Guglielmo MALIZIA, prof. GiuseppeMARI, prof. Dario NICOLI, prof. Giuseppe ZANNIELLO.– Membro del Collegio dei revisori dei conti della Fondazione

Missio: Dott. Antonio ANTIDORMI.– Membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione

Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese (CUM):suor Raffaella CAMPANA.

Roma, 30 gennaio 2015

Don Francesco Savinoeletto vescovo di Cassano all’Jonio

NOMINA PONTIFICIADOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Sabato 28 febbraio 2015, alle ore 12.00, S.E. mons. Francesco Cacucci,Arcivescovo di Bari-Bitonto, ha annunciato la nomina a vescovo diCassano all’Jonio di don Francesco Savino, Parroco-Rettore dellaParrocchia-Santuario dei Santi Medici in Bitonto e Presidente dellaFondazione omonima.L’ordinazione episcopale avverrà a Bitonto, nel Santuario dei SantiMedici, il pomeriggio di sabato 2 maggio p.v.

Provvista di Chiesa

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Cassano all’Jonio (Italia)il reverendo Francesco Savino, del clero dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto,finora Parroco-Rettore della Parrocchia-Santuario dei Santi Medici in Bitonto.

(«L’Osservatore Romano», domenica 1 marzo 2015)

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FRANCISCUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI dilecto FilioFrancisco Savino, e clero metropolitanae Sedis Barensis-Bituntinaeibique hactenus Parocho Rectori Sanctuarii Sanctorum Medicorumin civitate Bituntina, electo Episcopo Cassanensi, salutem etApostolicam Benedictionem.Domini Nostri verba, quibus Ipse beato Petro ad oras Tiberiadis lacusgregem concredidit Suum, Nos cotidie impellunt ut totius Dominicigregis bono magna sollicitudine consulamus. Cum providendum sitquidem antiquae et clarae Cathedrali Ecclesiae Cassanensi, vacantipost renuntiationem Venerabilis Fratris Nuntii Galantino, de consilioCongregationis pro Episcopis, Nobis optime fieri videtur si eandemcommittamus regendam tibi, dilecte Fili, comprobatis dotibus ornatorerumque pastoralium perito. Summa igitur Apostolica potestate, tenominamus Episcopum Cassanensem cunctis cum iuribus et obli-gationibus. Permittimus ut ordinationem a quolibet catholicoEpiscopo extra urbem Romam accipias liturgicis servatis legibusatque praemissis catholicae fidei professione iureque iurando fidelita-

CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE

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tis erga Nos et Nostros Successores secundum sacros canones et con-suetudinem. Mandamus praeterea ut hae Litterae in notitiam veniantcleri populique tui; quos hortamur ut te libentes accipiant tecumqueconiuncti maneant. Tibi denique, dilecte Fili, Paracliti Spiritus donaprecamur, quibus adiutus fidelibus tuae curae creditis valeas nuntiareIesu Christi Evangelium verbis et magis suadenti eloquio exempli,quod ad instituendos homines maxime invenitur idoneum. BeataVirgo Maria adsit quoque benigna tibi atque isti carissimae ecclesialicommunitati in dilecta Italia. Datum Romae, apud S. Petrum, dievicesimo octavo mensis Februarii, anno Domini bis millesimo decimoquinto, Pontificatus Nostri secundo.

Franciscus

Leonardus Sapienza Prot. Ap.

Traduzione

Francesco, Vescovo, Servo dei Servi di Dio, al diletto figlio FrancescoSavino, del clero della sede Metropolitana di Bari-Bitonto, ancor’oggiParroco-Rettore del Santuario dei Santi Medici nella città di Bitonto, elet-to Vescovo di Cassano, il saluto e l’Apostolica Benedizione. Le Parole di Nostro Signore, con cui egli stesso affidò il suo gregge a SanPietro sulle rive del Lago di Tiberiade, ci spingono ogni giorno a provve-dere con grande sollecitudine al bene di tutto il gregge del Signore. Edovendo prendere una decisione per l’antica e famosa Chiesa Cattedraledi Cassano, vacante dopo le dimissioni del Venerabile Fratello NunzioGalantino, del Consiglio della Congregazione dei Vescovi, ci sembra cosaottima affidare il compito di reggere la medesima sede a Te, diletto figlio,dotato di comprovate qualità ed esperto nelle attività pastorali.Pertanto, in forza della potestà apostolica, ti nominiamo Vescovo di Cassano,con tutti i diritti propri di questo ufficio e gli obblighi conseguenti.

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Don Francesco Savino nasce a Bitonto (Ba) il 13 novembre 1954,ed entra nel Pontificio Seminario Regionale Pugliese dopo averconseguito la maturità classica al Liceo classico “C. Sylos” diBitonto, nel 1973. Gli anni liceali sono stati anni di studio, di vitaassociativa in parrocchia presso San Silvestro e di attività vincen-ziana nella Conferenza giovanile di San Vincenzo, sotto la guida delprof. Ottavio Leccese e di mons. Francesco Fornelli. È ordinatosacerdote dal vescovo di Bitonto, mons. Aurelio Marena, il 24 ago-sto 1978.Già nello stesso anno riceve l’incarico di insegnante di religione.Insegna nella scuola media “F. Rutigliano”, poi alla “V. Rogadeo” ein seguito al liceo classico “C. Sylos”. Negli stessi anni è educatorenel seminario a Bitonto e comincia a seguire in particolare la pasto-rale giovanile. È nominato vice-parroco della parrocchia SanSilvestro-Crocifisso (1978-1985) dove anima la vita parrocchialeseguendo l’animazione e la catechesi dei giovani. Il 20 gennaio 1985è nominato parroco della parrocchia Cristo Re Universale diBitonto, dove oltre all’impegno pastorale di catechesi, liturgia ecarità, apre un Centro d’Ascolto ed un piccolo Centro di Acco-glienza. In questi anni riceve l’incarico di responsabile Caritas per lacittà di Bitonto.Il 2 ottobre 1989 è nominato parroco-rettore della parrocchia san-tuario dei Santi Medici.L’ambito più vasto della pastorale parrocchiale e l’attenzione aifedeli devoti dei Santi Cosma e Damiano gli danno occasione diorganizzare momenti liturgici di particolare respiro, soprattutto inoccasione della festa liturgica dei Santi, il 26 settembre, e della festaottobrina. La carità è la forza propulsiva per la ideazione dellaFondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano-Bitonto-ONLUS” nel novembre 1993. Nel frattempo ha già aperto unCentro d’Ascolto e una Casa d’Accoglienza per senza fissa dimora,ha dato impulso alla mensa dei poveri e ha avviato la costituzionedi una Associazione famiglie contro la droga. Si fa prossimo inmodo specifico agli usurati.Mentre cura la sua formazione teologica fino a conseguire il bacca-laureato in sacra teologia nel 1992, a marzo 2000 discute per lalicenza in Antropologia una tesi su E. Lévinas.Nel 1997, mentre avvia i lavori per la Casa Alloggio per malati di

CONFERENZA EPISCOPALE PUGLIESE

AIDS, che viene inaugurata il 2 ottobre 1998, inaugura a settembreil nuovo progetto della Casa d’Accoglienza, che dà ospitalità adonne in difficoltà anche con figli.L’8 luglio 2007 inaugura l’Hospice Centro di Cure Palliative“Aurelio Marena”, che ospita ammalati in fase avanzata e non gua-ribili di cancro. A seguito dell’apertura dell’Hospice è nominatocomponente della commissione ministeriale Cure palliative eTerapia del dolore. È membro del Consiglio Presbiterale Diocesano, del Collegio deiConsultori e del Consiglio Pastorale Diocesano.Dirige la Rivista trimestrale “Eco dei Santi Medici” e dirige anche lacollana “Scrigni/contenuti preziosi su fogli leggeri”, pubblicatadalla Casa Editrice “Ed insieme”, di Terlizzi. Ha insegnato Pastoraledella carità a Bari presso lo STIP (Studio Teologico InterreligiosoPugliese “S. Fara”) affiliato al Pontificio Ateneo “Antonianum”.

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Ogni rinnovamento corrisponde a un ritorno ad fontes, secondo l’o-rientamento del Decreto sulla Vita consacrata del ConcilioVaticano II, Perfectae caritatis, di cui ricorre il cinquantesimo anni-versario.Stiamo quest’anno, in diocesi, approfondendo il mistero di Nico-demo, alla luce dei tre elementi dello Shemà Israel, che Gesù hadichiarato come il primo e più grande comandamento: amare Diocon tutto il cuore (con le inclinazioni, i desideri); con tutta l’anima(dovesse prenderti anche la vita); con tutte le forze (ricchezze e pos-sedimenti). Anche la struttura del Vangelo di Matteo è frutto del-l’esegesi del triplice comandamento dell’amore.Questa sera, celebrando la festa della Presentazione del Signore,nella XIX Giornata mondiale della Vita consacrata, nell’anno dedi-cato da Papa Francesco alla Vita consacrata, intenderei con voi sof-fermarmi sul significato dei voti (povertà, castità, obbedienza), chetra breve rinnoverete, alla luce del triplice Shemà.Nella Regola di san Benedetto, padre del monachesimo occidenta-le, c’è la professione della conversatio morum, stabilitas in congregationeet oboedientia, e non di quelli più noti di “povertà, castità e obbe-dienza”. È possibile mettere sullo stesso piano la conversatio morumcon la povertà, la stabilitas in congregatione con la castità?

Omelia nella Giornata mondiale della Vita consacrata

Il significato spirituale dei voti«Non avere niente da difendere»

(Cattedrale di Bari, 1° febbraio 2015)

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

1. La povertà

La povertà, che è al centro della conversatio morum di san Benedetto,esige uno stile di vita differente: la rinuncia ai beni, al «potere», amammona (denaro) per l’amore di Dio. Si potrebbe definire: «nonavere niente da difendere».Credo che questo ci conduca all’essenziale: l’invito alla fede, allafiducia, che è offerta dagli anawim, i piccoli, i prediletti, i poveri,quelli che il Signore ha scelto in modo speciale come sua eredità.Questo è il Sitz im Leben, il contesto vitale, delle parole dure di Gesùsull’abbandono dei beni familiari che troviamo nella tradizionesinottica. La chiamata del giovane ricco (Mt 19,16-22) ha talmenteimpressionato sant’Antonio Abate e san Francesco d’Assisi dadeterminare la scelta radicale della loro esistenza.Il simbolo dell’ideologia marxista era il pugno, chiuso rabbiosamenteper lottare per i diritti, tramite la violenza, per la distribuzione dei beniin modo equo e giusto. Nel voto di povertà abbiamo, invece, la manoaperta, come quella del mendicante; una mano pronta a ricevere, lamano della fiducia, che si appoggia sul Padre buono che dà ai suoifigli tutto il necessario. È Lui che difende la loro causa. Allora non c’èbisogno di alcuna difesa. È questo il fondamento della pace che sca-turisce dalla certezza della promessa di Gesù: il «centuplo» (Mt 19,29).Come ci ricorda san Vincenzo de’ Paoli in una lettera inserita nell’Ufficiodelle Letture il giorno della sua memoria, il povero è Gesù stesso.Esattamente come è affermato nel giudizio finale (Mt25,31). Il Salmo 22,che Gesù pronuncerà in croce col grido: Elì, Elì, lemà sabactàni?, verso lafine (v. 27) proclama: «i poveri (anawim) mangeranno e saranno saziati».Questo vuoto totale, anche nella morte, è il presupposto della pri-ma e fondamentale beatitudine: Beati i poveri perché erediterannoil Regno di Dio (Mt 5,3; Lc 6,20), con Gesù, il Figlio di Dio, l’eredepovero. È amare con tutte le forze.

2. La castità

La famiglia, i figli, che è necessario difendere e proteggere da partedel marito, della moglie, non c’è per chi sceglie il celibato. Non c’èfamiglia particolare per chi fa il voto di castità.

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Gli sposati vivono nella famiglia la base della sicurezza della perso-na umana in una sorta di lecito possesso. Invece, il Signore si donaa noi, consacrati e consacrate, come nostra proprietà, nostra parte,nostra eredità. E Lui diventa il nostro difensore.Alla fine del primo scalino della scala dell’umiltà, san Benedetto citail Salmo 50,21: «Hai fatto questo e io dovrei tacere?», per richiamaread essere padroni dei nostri desideri, attraverso un cammino ascetico.Al secondo scalino della scala dell’umiltà c’è la scelta consapevole disapere dire “no” ai nostri desideri per tutto quello che riguarda lecomodità, il cibo, la vasta gamma dei piaceri della vita. Come Gesùnella prima tentazione nel deserto, dobbiamo sapere dire “no” aldesiderio. La realizzazione del comandamento di amare Dio con tuttoil cuore, per i consacrati in particolare, riguarda i desideri. Con il celi-bato, l’attenzione è totalmente su Dio: ci aiuta ad amare Dio contutti i nostri desideri. Questo è l’argomento di san Paolo per racco-mandare il celibato (1Cor 7,32 sgg.). La persona sposata è divisa neisuoi affetti (il cuore). Ma quella non sposata non è divisa. AncheGesù, il Figlio dell’uomo, si dà completamente, non ha una suacasa. Una nuova famiglia sorge attorno a Lui, composta da alcuni«nati da Dio» (Gv 1,13), da quelli che ascoltano la sua Parola, comela sua Vergine Madre (Lc 11,28; 2,19-51).Come gli altri carismi, anche il celibato è un segno di quella chepossiamo definire come escatologia realizzata, di quello che c’è qui eora nella Chiesa, come anticipazione del Regno, della vita risorta,della vita del mondo che verrà. Questo è un dono dello Spirito e,come tutti gli altri doni, deve essere curato con zelo (1Cor 12,33;14,1): una unione profonda con Cristo tramite i sacramenti, la pre-ghiera continua, l’invocazione del nome del Signore: «O Dio, vienia salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto». Questo significa amare con tutto il cuore: non si tratta di sopprimeregli istinti. Gli istinti sono cavalli fortissimi, che non bisogna di-struggere, ma orientare verso Dio.

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3. L’obbedienza

Arriviamo al terzo scalino della scala dell’umiltà, al terzo voto: l’ob-bedienza.Qui abbiamo il positivo, il “sì” invece del “no”. Si dice “sì” con Gesù,il Figlio, alla volontà del Padre, anche fino alla morte di croce.Anche l’obbedienza è una forma radicale di povertà. Quando i sol-dati vengono ad arrestarlo, Gesù non chiama a difenderlo dodicilegioni di angeli. Così quando è trattato male, deriso, sputato infaccia, percosso sulla guancia, torturato, flagellato, spogliato ditutto, fino a soffrire l’abbandono del Padre.L’obbedienza è il martirio incruento quotidiano. È la sottomissionealla volontà del superiore, che nella fede è considerato come coluiche rappresenta il Padre celeste, anche se non è onnisciente e per-fetto come Lui. Perché anche il superiore è tenuto a vivere lo Shemà:ad ascoltare. Anzi, i superiori lo devono fare più degli altri, per esse-re i più liberi. L’obbedienza richiede anche una lotta interiore. Quiricordiamo il sudore di sangue di Gesù nel Getsemani, fino alla resadi sé: «non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Mt 26,39); «si com-pia la tua volontà» (v. 42), seguita dalla liberazione. Non si puòobbedire senza la fiducia che il superiore rappresenti il Signore,Colui che mi ama e ha cura di me, che mi chiama alla santità.Ancora una volta, è Gesù, il Figlio di Dio, l’Obbediente, che ama contutta l’anima.

4. Maria esempio di consacrazione

E, infine, contempliamo la Vergine Maria. È colei che attua appienolo Shemà nella sua vita.Questa sera la contempliamo mentre presenta Gesù al Tempio. Maria, con Giuseppe, non porta Gesù al Tempio per riscattarlo, maper «offrirlo», «riconoscendo così il diritto di proprietà totale delSignore sul Messia e si spoglia essa stessa rinunciando così al suodiritto di proprietà umana sul Figlio» (M. Thurian). Maria, figlia diSion, scelta per essere madre del Messia, fa parte della schiera deglianawim, dei poveri di Jahvè, amando con tutte le forze. In nome del piccolo «Resto» accoglie il Messia nell’obbedienza e

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MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

nella gioia, anche se una spada trapasserà la sua anima (Lc 2,34), esarà lacerata dal rifiuto di molti. Diviene sempre più pronta adattuare quello che aveva detto all’angelo nella celebre frase: «Ecco laserva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).La fede di Maria si apre all’obbedienza e al progetto divino.L’«avvenga» non è riferito ad un agire proprio, ma all’agire di Dio,ad un lasciare che accada a sé qualcosa da parte di Dio. Il primatova a Dio; Maria nella fede compie un atto di offerta, di obbedienza,di fiducia. È così, in particolare per noi consacrati, la Madre di ogniumana obbedienza: ama con tutta l’anima.In Maria, poi, la verginità è il requisito e il segno della presenza tota-lizzante di Dio, di una consacrazione a Lui piena e indivisa. È ilsegno del Regno futuro, anticipo della sua novità totale, annunciodella realtà della risurrezione. La verginità di Maria anticipa e com-pendia la scelta dei «consigli evangelici», e non solo di uno di essi.Indica ai consacrati e alle consacrate che con la verginità si ama Diocon tutto il cuore, relativizzando e valutando tutto in rapporto aCristo e amando in Lui le creature e le cose. La verginità è «segno»della risurrezione finale, cioè non un puro simbolo o una pallidaimmagine di una realtà lontana, ma è la realtà stessa nella suamanifestazione iniziale.

Guardando a Gesù, a Maria, vi invito ancora una volta, oggi e inquest’anno a voi dedicato, a rinnovare il vostro dono di povertà,castità, obbedienza, nel mistero della carità.

+ Francesco Cacucci Arcivescovo

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L’Arcivescovo della Arcidiocesi di Bari-Bitonto

VISTA la determinazione approvata dalla XLV Assemblea generale dellaConferenza Episcopale Italiana (Collevalenza, 9 – 12 novembre 1998);

CONSIDERATI i criteri programmatici ai quali intende ispirarsi nell’annopastorale 2015 per l’utilizzo delle somme derivanti dall’otto per milledell’IRPEF;

TENUTA PRESENTE la programmazione diocesana riguardante nel correnteanno priorità pastorali e urgenze di solidarietà;

SENTITI, per quanto di rispettiva competenza, l’incaricato del Servizio dio-cesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica eil Direttore della Caritas diocesana;

UDITO il parere del Consiglio Diocesano per gli Affari economici e delCollegio dei Consultori

dispone

I) Le somme derivanti dall’otto per mille IRPEF ex art. 47 della Legge222/1985 ricevute nell’anno 2014 dalla Conferenza Episcopale Italiana“per esigenze di Culto e Pastorale” sono così assegnate:

Decreto per l’attribuzione delle sommederivanti dall’8 per mille IRPEF

MAGISTERO PONTIFICIODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

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777 ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE 2014

1 ESIGENZE DEL CULTO1 NUOVI COMPLESSI PARROCCHIALI 10.000.00

10.000,00

2 ESERCIZIO CURA DELLE ANIME1 ATTIVITÀ PASTORALI STRAORDIN. 77.000,002 CURIA DIOCESANA E CENTRI PAST. 440.000,004 MEZZI COMUNICAZIONE SOCIALE 15.493,715 ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE 50.000,006 FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE 100.000,009 CONSULTORIO FAM. DIOCESANO 27.000,0010 PARROCCHIE STRAORD. NECESSITÀ 66.133,61

775.627,32

3 FORMAZIONE DEL CLERO1 SEMINARIO DIOCESANO,

INTERDIOCESANO, REGIONALE 297.407.302 RETTE SEMINARISTI E SACERDOTI 25.000,004 FORMAZIONE PERMANENTE CLERO 25.000,005 FORMAZIONE DIACONATO PERMANEN. 10.000,006 PASTORALE VOCAZIONALE 5.224,63

362.631,93

6 CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO1 CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO 2.324,06

2.324,06

8 INIZIATIVE PLURIENNALI1 FONDO DI GARANZIA 128.965,31

128.965,31

TOTALE DELLE ASSEGNAZIONI 1.302.789,18

II) Le somme derivanti dall’otto per mille IRPEF ex art. 47 della Legge222/1985 ricevute nell’anno 2014 dalla Conferenza Episcopale Italiana“per interventi caritativi” sono così assegnate:

888 INTERVENTI CARITATIVI 2014

1 DISTRIB. PERSONE BISOGNOSE1 DA PARTE DELLA DIOCESI 277.777,782 DA PARTE DELLE PARROCCHIE 263.068,953 DA PARTE DI ENTI ECCLESIASTICI 67.139,40

607.986,13

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

2 OPERE CARITATIVE DIOCESANE1 IN FAVORE DI EXTRACOMUNITARI 38.734,262 IN FAVORE DI TOSSICODIPENDENTI 41.316,556 FONDAZIONE ANTIUSURA 25.822,84

105.873,65

4 OPERE CARITATIVE ALTRI ENTI1 IN FAVORE DI EXTRACOMUNITARI 8.846,852 IN FAVORE DI TOSSICODIPENDENTI 14.904,993 IN FAVORE DI ANZIANI 25.534,93

49.286,77

5 ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI1 A DISP. DEL VESCOVO PER CARITA 212.893,72

212.893,72

6 INIZIATIVE PLURIENNALI1 INIZIATIVE PLURIENNALI 107.724,90

107.724,90

TOTALE DELLE ASSEGNAZIONI 1.083.765,17

Le disposizioni del presente provvedimento saranno trasmesse alla Segre-teria Generale della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i prospettidi rendicontazione predisposti secondo le indicazioni date dalla Presi-denza della C.E.I.

Bari lì, 21 novembre 2014

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

Prot. 495/ A/14 51

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Un cordiale saluto a tutti Voi, che avete gentilmente accolto l’invi-to a partecipare all’inaugurazione dell’anno giudiziario delTribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese.Il mio deferente saluto è rivolto innanzitutto alle Autorità presenti,civili e militari, che, con la loro costante presenza negli anni, dimo-strano l’attenzione verso il lavoro della comunità ecclesiale in tuttele sue espressioni. La collaborazione e la sintonia tra le Istituzionireligiose e civili, nel rigoroso rispetto delle reciproche funzioni eresponsabilità, è motivo di speranza per il perseguimento del benecomune.A S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio Consiglioper la Famiglia, rivolgo il mio personale ringraziamento e quellodella Chiesa pugliese, per aver voluto accettare l’invito a tenere laProlusione per questo Atto inaugurale, su un tema che sta impe-gnando in modo intenso la vita della Chiesa tra l’evento del Sinodostraordinario dell’ottobre del 2014 e quello ordinario del 2015. S.E.Mons. Paglia è persona di dialogo, tra gli uomini e le religioni, stru-mento privilegiato per generare processi di pace tra i popoli, in unperiodo storico nel quale si moltiplicano i conflitti. Anche per que-sto, a Lui e alla Comunità di S. Egidio, che segue con sapientediscernimento, va il nostro ringraziamento. Saluto altresì con vivacordialità gli operatori del Tribunale Ecclesiastico di Benevento,

Saluto alla cerimonia di inaugurazionedell’anno giudiziario

del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese(Bari, 28 febbraio 2015)

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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con il quale si è instaurato da decenni un rapporto intenso e frut-tuoso di collaborazione che cresce e si rinsalda nel tempo, al servi-zio del bene dei fedeli che si rivolgono alla Giustizia della Chiesa.Invio il mio saluto anche S.E. Mons. Angelo Massafra, Arcivescovodi Scutari e Moderatore del Tribunale Ecclesiastico di Albania, dicui il Nostro è sede di Appello, qui rappresentato dal Giudice donGiorgio Meta. Il legame tra le due Istituzioni è ulteriore testimo-nianza di una consolidata collaborazione e segno di fraternità tra ilpopolo italiano, e quello pugliese in particolare, e il popolo albane-se, tra la Chiesa di Puglia e quella di Albania.Il solenne Atto che oggi celebriamo, oltre ad essere un rito consoli-dato, mi offre l’opportunità di manifestare sincera gratitudine aduna Istituzione pastorale che, con discrezione e laboriosità, opera alservizio della Chiesa e per il bene dei fedeli. Il prezioso lavoro di tuttigli operatori del Nostro Tribunale sarà illustrato dal Vicario giudi-ziale, don Pasquale Larocca, che con scrupolo, competenza e dedi-zione conduce il prezioso lavoro di una struttura ben articolata.Giungano, per mio tramite, a Lui e a tutti gli operatori del TribunaleEcclesiastico Pugliese, i saluti e la riconoscenza dei Vescovi di Puglia.Mi piace in questa sede riprendere un passaggio tratto dal docu-mento preparatorio al Sinodo sulla famiglia, Le sfide pastorali sullafamiglia nel contesto dell’evangelizzazione: «La buona novella dell’amo-re divino va proclamata a quanti vivono questa fondamentale espe-rienza umana personale, di coppia e di comunione aperta al donodei figli, che è la comunità familiare. La dottrina della fede sul matri-monio va presentata in modo comunicativo ed efficace, perché essasia in grado di raggiungere i cuori e di trasformarli secondo la volon-tà di Dio manifestata in Cristo Gesù». Dentro questa visione deveinserirsi l’applicazione della Legge nella Chiesa. Riflettere sulla rela-zione tra funzione del diritto e missione della Chiesa come stru-mento di salvezza è ciò che deve sempre contraddistinguere l’attivi-tà degli operatori dei Tribunali ecclesiastici. Sentirsi partecipi dellavita e della missione di salvezza attraverso l’applicazione dellenorme giuridiche è un’esperienza ecclesiale. Sentire cum ecclesia, sidiceva un tempo, è la vera essenza del giurista canonista, ciò che loqualifica rispetto al giurista in senso lato.Appare opportuno riflettere in questa sede su alcune parole che ilSanto Padre ha voluto proporre durante il Suo recente discorso in

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunaledella Rota Romana. Il Papa muove dall’analisi del «contesto umanoe culturale in cui si forma l’intenzione matrimoniale». È evidente ilriferimento alle trasformazioni in atto nella società, che influisco-no in modo determinante sull’attuazione del progetto divino sulmatrimonio e sulla famiglia. La crisi «del matrimonio – prosegue –è non di rado nella sua radice crisi della coscienza illuminata dallafede, cioè dall’adesione a Dio e al Suo disegno d’amore realizzato inGesù Cristo». Questa crisi lascia «campo aperto ai compromessicon il proprio egoismo […] la non conoscenza dei contenuti dellafede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determi-nante la volontà (cfr can. 1099) […] Tale errore non minaccia solo lastabilità del matrimonio, la esclusività e fecondità, ma anche l’ordi-nazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugale come“principio vitale” del consenso, la reciproca donazione per costitui-re il consorzio di tutta la vita». È, dunque, la fede nel Cristo Salvatore che deve ispirare l’attività ditutti gli operatori giuridici e pastorali della Chiesa nel mondo dioggi, riaffermando l’idea dell’unità inscindibile tra matrimonio,famiglia e vita. Mi piace, in questo contesto, comunicare che dal 27al 30 agosto si svolgerà a Bari la 66a Settimana Liturgica Nazionalesul tema: “Eucaristia, matrimonio, famiglia, a dieci anni dal Con-gresso eucaristico nazionale”. Ci auguriamo che l’assise possa ulte-riormente illuminare la dimensione ecclesiale della celebrazione delmatrimonio e la missione della famiglia nella Chiesa e nella società.Rinnovo il mio ringraziamento per la Vostra qualificata presenza.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-BitontoModeratore del T.E.R.P.

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

MAGISTERO PONTIFICIO

Nomine e decreti singolari

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:- 7 gennaio 2015 (Prot. n. 01/15/D.A.S.-N.), don Vito Marzilianoall’ufficio di vicario zonale del secondo vicariato dell’Arcidiocesidi Bari-Bitonto;- 9 gennaio 2015 (Prot. n. 02/15/D.A.S.-N.), mons. Alberto D’Ursoall’ufficio di vicario episcopale territoriale del vicariato Bitonto-Palo, per cinque anni;- 26 febbraio 2015 (Prot. n. 05/15/D.A.S.-N.), l’ing. Francesco Iacobellisall’ufficio di responsabile della Sezione tecnica e Chiese nuove dell’Uf-ficio amministrativo della Curia diocesana, per cinque anni.

B) S. Ecc. l’Arcivescovo ha istituito, in data:- 19 febbraio 2015 (Prot. n. 03/15/D.A.S.-I.), p. Nicola Cortellinorcj, all’ufficio di vicario parrocchiale della parrocchia “CuoreImmacolato di Maria” in Bari;- 23 febbraio 2015 (Prot. n. 04/15/D.A.S.-I.), p. Carmelo Di Mariaofmcap, all’ufficio di assistente diocesano dei Gruppi di preghie-ra “Padre Pio”.

Cancelleria

CURIA METROPOLITANA

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Gli incontri di formazione dei catechisti si sono tenuti il 12 e 13gennaio 2015 presso l’Aula sinodale “Mons. Mariano Magrassi” sultema: Come proporre la fede ai preadolescenti. Hanno partecipato circa200 catechisti ed educatori, alcune religiose e alcuni presbiteri.Nel primo incontro il relatore don Giuseppe Morante, salesiano ecatecheta, ha proposto una riflessione sul modello di educazionealla fede per i preadolescenti di oggi.Nel secondo incontro c’è stata una tavola rotonda con la comunica-zione di alcune esperienze di vita e di fede con i preadolescenti; sonointervenuti: Francesco Misceo responsabile diocesano dell’AzioneCattolica Ragazzi ed educatore della parrocchia S. Cuore in Bari,Gaetano Ladisa formatore e capo scout Agesci della parrocchia S.Pietro in Modugno-S. Cecilia e Rosangela Silletti educatrice OratorioANSPI della parrocchia S. Vito in Gioia del Colle.Don Morante ha presentato tre passaggi-sfide che sono necessariper comprendere la realtà dei preadolescenti e per essere loro edu-catori nella vita e nella fede: la sfida comunicativa, necessaria perconoscere la vita dei preadolescenti, i loro bisogni e i loro linguaggie saperli interpretare nella loro positività e problematicità; la sfidaeducativa, che aiuta gli educatori ad evitare rigorismo o permissivi-smo, a suscitare le domande di senso più che a dare risposte defini-tive; la sfida ecclesiale, che riguarda l’educazione della fede e che

Settore Evangelizzazione. Ufficio Catechistico

Incontri di formazione per i catechisti(Bari, 12-13 gennaio 2015)

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVODOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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chiede di curare i passaggi di crescita e di ripensare modi, tempi espazi per incontrare i ragazzi, stare con loro, creare dialogo, respon-sabilizzarli e farli sentire protagonisti nella loro vita e nella vitadella comunità cristiana.Il modello educativo della fede deve valorizzare l’armonia di cuore,mente e corporeità dei ragazzi partendo dai loro bisogni più imme-diati e dalle emozioni per poi aiutarli a riflettere su significati evalori che si traducano in comportamenti non imposti ma scelti ematurati gradualmente.Nella tavola rotonda, guidata da don Antonio Serio, i tre invitatihanno prima descritto l’esperienza (Azione Cattolica Ragazzi,Scout, Oratorio) che vivono con i ragazzi mettendo in luce la speci-ficità del cammino formativo. In seguito hanno evidenziato l’im-portanza di valorizzare la soggettività e il protagonismo dei ragaz-zi partendo dalle loro domande di vita, dai loro bisogni, dalle lorodifficoltà; essendo esperienze ecclesiali bisogna curare in modoarmonico l’interiorità, quindi la preghiera e la vita liturgica, la cate-chesi, la carità e il servizio.Ogni esperienza cura molto la relazione non solo con il gruppo diappartenenza e con gli educatori, ma anche con la comunità cri-stiana sia a livello parrocchiale che diocesano coinvolgendo i geni-tori e la famiglia, anche se non mancano a volte le difficoltà nel dia-logo e nella corresponsabilità.Infine ogni invitato ha evidenziato che ciascuna esperienza forma-tiva sarà valida ed efficace per i ragazzi, se ci saranno educatorimotivati, appassionati e formati per il servizio che sono chiamati avivere. Esistono percorsi formativi a livello parrocchiale, zonale,diocesano e nazionale che offrono una formazione di base maanche più specifica e permanente. In questo compito educativo nonbasta la presenza e la disponibilità dei giovani, ma è necessariocoinvolgere gli adulti-genitori perché l’esperienza non sia solo deiragazzi ma della famiglia.

sac. Antonio SerioVice direttore dell’Ufficio catechistico

CURIA METROPOLITANA

Don Giuseppe Morante

Quale modello di educazione alla fedeper i preadolescenti di oggi

Esiste una riflessione ecclesiale chiamata laboratorio che si ponevail seguente obbiettivo: fare il punto sulla catechesi e pastorale dei preado-lescenti, sviluppando le questioni centrali che caratterizzano questafascia di età, in vista della formulazione di un protocollo di ricerca.La proposta del laboratorio può essere formulata attorno a sei temi:l’iniziazione cristiana; i preadolescenti oggi; il catechista dei ragaz-zi; il valore di un itinerario formativo; il ruolo dei genitori; il donosacramentale della confermazione.

1. Riflettiamo

Un approfondimento intorno agli stili efficaci per una buona comu-nicazione, sul cammino mistagogico (= approfondimento dei valori cri-stiani per diventare adulti nella fede) dopo la celebrazione dei sacra-menti dell’iniziazione cristiana (battesimo-confermazione-eucari-stia), ed una lettura interpretativa (= ermeneutica dell’esperienza)del nostro contesto possono costituire una traccia che aiuta a con-centrarsi su alcuni punti che orientano la nostra ricerca educativa.Il primo punto di riferimento - per chi si occupa di preadolescenti -perciò può essere l’assicurare un sostegno formativo a catechisti e/oa genitori ed educatori di ragazzi, per abilitarli a realizzare una veri-fica sulle proposte della Chiesa in atto (che i catechisti dovrebberoconoscere) ed imparare a sostenere processi di rinnovamento, scan-diti intorno a tre passaggi-sfide.

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1.1. Osserviamo (la sfida comunicativa)

Il ragazzo prepara nell’età della preadolescenza le condizioni di vita sullequali poggeranno le proprie scelte una volta riconosciutosi giovane/adul-to. Osserva, in questo periodo della sua vita, un divenire e un modificarsidelle cose intorno a lui e dentro di lui che lo portano a scoprire le caratte-ristiche personali, le regole di comportamento (più o meno istintive ed emotive)e le contraddizioni del mondo che lo circonda.In altre parole avverte di essere soggetto di un processo di inizia-zione. Ma, mentre il ragazzo è preso da questa iniziazione in sensolargo, “psicologica e culturale”, noi, come comunità cristiana, gliproponiamo l’iniziazione cristiana nella fase mistagogica.Tempo fa queste due “iniziazioni” procedevano in simbiosi. Ogginon è più così: tra le due modalità di iniziazione esiste una distan-za per certi versi interessante, ma drammaticamente evidente. La“vita di Dio” è percepita come lontana (a volte, addirittura, antago-nista) della “vita dell’uomo”.C’è quindi da mettere in atto un processo comunicativo che rendadesiderabile il Vangelo come Buona Notizia sulla vita anche deipreadolescenti!

1.2. Ci sembra che (la sfida educativa)

I catechisti (e i sacerdoti) che lavorano sul campo riconoscono lasfida di cui sopra. Spesso però finiscono con il colpevolizzarsi pernon sentirsi all’altezza; oppure si rimpiangono i tempi passati.Quasi sempre si finisce con il dare molte responsabilità ai genitoricon i quali si ha difficoltà di dialogo.È difficile elaborare risposte significative, anche per carenza diforze. Davanti alla diffusa irriverenza dei ragazzi e al disinteresseche manifestano alle nostre proposte, sembrano emergere due figu-re estreme che ironicamente esprimiamo così, forzando i terminiper intenderci: il talebano, improntato al rigore, e l’assistente sociale,preoccupato di mantenere intorno alla parrocchia un “bacinoetico”, luogo di buoni sentimenti e rassicurazioni.Abbiamo un po’ smarrito la gratitudine per questi ragazzi delle medieche comunque ci sono vicini e le domande dei genitori sono classificatespesso in modo negativo. Ma come potremmo fare se non ci fossero?

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Si sente dire che è importante “educare la domanda”, in altre paro-le sembra che si provi un po’ di risentimento se chi si avvicina alleiniziative parrocchiali non lo fa con la consapevolezza (anche mini-ma) di fede. Ci si dimentica che non esiste la fede allo stato puro eche siamo tutti sulla stessa barca. E se si provasse a leggere la que-stione educativa come un “educare la nostra risposta”?

1.3. Concretamente (la sfida ecclesiale)

Solo se si assumono a livello comunitario le sfide precedenti, c’èsperanza che la cinghia della trasmissione della fede alle nuovegenerazioni vada a buon segno. Ci sono alcuni punti degni di inte-resse che tengono conto di osservazioni di vecchia data e anche dinovità che vanno emergendo:– ripensare i modi, i tempi e gli spazi di incontrare i ragazzi, edu-cando la nostra risposta e assumendo un atteggiamento benevolo:“Ostiniamoci a ritenere buoni questi ragazzi!”;– curare bene i passaggi tra il “prima” e il “dopo” medie, cioè elementarie adolescenti e la formazione di chi segue in parrocchia i preadole-scenti: catechisti (adulti) e animatori. È infatti difficile educare i ragaz-zi senza adulti che elaborino percorsi sostanziosi e creativi e senzafavorire un processo di identificazione con adolescenti-giovani che sidedicano a loro, almeno parzialmente. Possibilmente non manchino,oltre al sacerdote, figure maschili (meglio se fossero coppie giovani);– avvicinare e accompagnare i genitori ritenendoli abilitati a trasmetterela fede con l’intento di collaborare per il bene dei loro figli.Coinvolgerli nelle proposte – almeno alcuni di loro, fin dall’elabora-zione dei progetti – e accettare livelli di partecipazione diversificata;– favorire esperienze dove i ragazzi stessi sono protagonisti e hannomodo di condividere momenti prolungati (uscite di una o due gior-ni, campi-scuola, feste particolari per loro, pellegrinaggi…) e doveanche i genitori possano rendersi partecipi;– credere nella potenzialità dell’anno liturgico educando alla domeni-ca e facendo vivere intensamente i tempi forti.

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2. Per scegliere un modello dobbiamo chiederci: chi è il preadolescente?

2.1. Dal punto di vista sociologico (= come e dove vive il preadolescente)

I figli di oggi secondo l’ISTAT sono:– più soli e coccolati. Il doppio dei bimbi rispetto al ‘98 vive con unsolo genitore. Sono soli, perché non hanno fratelli o sorelle, cocco-lati, anche se i genitori sono spesso fuori casa, e amano pc e video-giochi. Il nuovo ritratto dei ragazzi italiani emerge dall’ultima inda-gine ISTAT su “Infanzia e vita quotidiana” condotta su un campio-ne di 20.000 famiglie. Ed è un ritratto con tanti chiaroscuri;– più figli unici. Secondo le analisi dell’Istituto nazionale di statisticatra il 1998 e il 2011 la vita dei nostri figli è cambiata notevolmente.La quota di minori senza fratelli è salita dal 23,8% al 25,7%, e di paripasso è sceso il numero di figli con 2 o più fratelli, che dal 23,1% ècalato al 21,2%. Stabile la percentuale di coloro che ha un solo fra-tello, poco più della metà dei minorenni italiani: il 53,1%;– con un solo genitore in casa, e la mamma lavora. Dato invece piùpreoccupante: è raddoppiato il numero di minori che vivono conun solo genitore: dal 6% del 1998 al 12% del 2011, come conse-guenza dell’aumento di separazioni e divorzi. Che i piccoli sianosempre più soli lo dice anche un altro dato, quello che riguarda ifigli di genitori occupati. Nel 1998 era il 40,5% il tasso di quelli cheavevano padre occupato e madre casalinga. Il dato è quasi dimezza-to, perché anche le madri oggi lavorano: solo nel 28,7% dei casi ladonna di casa si occupa solo dei figli, il 41,5% dei bambini haentrambi i genitori occupati;– viva telefonino e videogiochi. Ma come trascorrono il tempo libero iragazzi di oggi? Lasciati cortili e giochi di società, i figli moderniamano le nuove tecnologie. Cresce l’uso del cellulare, che quasi rad-doppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011, prati-camente la quasi totalità dei preadolescenti), e si trasforma in stru-mento multimediale: solo meno del 4% dei ragazzini usa il telefoninosolo per comunicare. Aumenta notevolmente anche l’utilizzo di inter-net: per la classe di età 6-17 anni si passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3%nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47,0% al 82,7%;– ma i genitori giocano di più con i piccoli. A proposito di tempo libero,dall’indagine emerge un dato positivo. Anche se i genitori sono

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spesso fuori casa, dedicano più tempo ai propri figli. Rispetto al1998 cresce la quota di bambini di 3-10 anni che giocano con papàe mamma, o con i nonni o con i coetanei. Nei giorni feriali la quotadi ragazzi che giocano con la madre passa dal 32,4% al 57,8%, con ilpadre dal 22,5% al 46,2%; nei giorni festivi le quote salgono rispet-ti-vamente dal 40,5% al 64,6%, e dal 39,9% al 60,6%.

2.2. Da un punto di vista psicologico (= l’io emotivo)

– Sintonia ma non sosta sulle emozioni. Il mondo emotivo dei prea-dolescenti è ricco ed effervescente. Partire dalle loro emozioni è ilmodo per poter entrare in relazione con loro. In generale le nostrecomunità cristiane si sentono impreparate ed impaurite. Da evitarele proposte sfumate (lo stare insieme tanto per stare insieme, tantoper fare qualcosa) o del non ascolto dei preadolescenti per come essisono realmente (il fare come se il mondo emotivo non esistesse,censurandolo o ingabbiandolo in percorsi precostituiti).– Una possibilità educativa importante per le comunità: l imparare a stare con e a correre con i ragazzi, sintonizzandosi sulleloro emozioni. Ciò richiede di pensare e proporre formazioni speci-fiche per gli educatori nella fede, per renderli capaci di ascoltare,riconoscere e rispettare i preadolescenti e il loro mondo emotivo;l curare la capacità di accoglienza. Si vorrebbero comunità menopreoccupate del “che cosa dobbiamo dire?” e più capaci di ascolta-re i preadolescenti senza anticiparli;l valorizzare la rete dei soggetti che possono coinvolgersi coi preado-lescenti sia ad intra (cfr oratorio come spazio e tempo promettenti)sia ad extra (cfr alleanze educative).– ProspettivaInterrogarsi sulle modalità di fede che rispondono ai bisogni di svi-luppo emotivo dei preadolescenti; che si domandano:l cosa significa avere fiducia - e quindi credere - per loro? (Passaredal “non hanno fede” al “credono in modo diverso”);l che cosa c’entra questa attenzione all’humanum dei preadolescen-ti con la loro fede?

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2.3. Da un punto di vista fisiologico (= un corpo che cambia)

La preadolescenza è l’età del cambiamento fisiologico, con una perce-zione diversa del pro-prio corpo in evoluzione; cambiamento resoevidente dalle trasformazioni fisiche e fisiologiche. Occorre tenerepresente che il modo di comunicare dei preadolescenti è povero diparole (comunicazione verbale), ma ricco di gesti, posture, atteg-giamenti e modi di porsi (comunicazione at-traverso il corpo).– Proposta: È necessario formare gli educatori nella fede affinché possa-no accompagnare a:– vivere con consapevolezza la trasformazione del proprio corpo;– affrontare/superare le fragilità che questa porta con sé;– cogliere questo cambiamento come una opportunità per intercet-tare/far emergere un per-corso di ricerca identitaria. La categoria sucui far leva è la bellezza di questo cambiamento, in quanto orientato efinalizzato alla crescita.– ProspettivaPer evitare che la comunicazione non verbale diventi un “dialogomuto”, cioè che venga fraintesa o disattesa, è necessario che gli edu-catori sappiano leggere e decodificare questo linguaggio. Cono-scere e imparare, a questa età, passa attraverso un “fare insieme”,cioè attraverso esperienze vissute in gruppo, capaci di coinvolgere atti-vamente anche la dimensione corporea: gioco, espressività, movi-mento... anche aldilà dello spazio parrocchiale e che coinvolgano le altreproposte educative e formative presenti sul territorio.

2.4. Da un punto di vista morale (= le regole da rispettare)

Si riconosce, innanzitutto, come nei preadolescenti sia presente unforte desiderio di ricerca e di felicità: talvolta questo “errare” puòmanifestarsi come errore morale, ma è da valorizzare la lorodomanda implicita e non tanto la contestazione del valore in sé.– PropostaLa comunità cristiana e l’educatore nella fede si pongano di frontealla domanda dei valori dei preadolescenti attraverso un ascoltosenza pregiudizi, che sappia cogliere le loro domande, che sappia“sprecare” del tempo.L’educazione ai valori deve essere un cammino verso la felicità =

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qualità piena della vita (che potrebbe essere la traduzione concretadi valore per un preadolescente) attraverso un percorso caratterizza-to da simpatia, rifiuto di ogni paura del confronto\conflitto conuna sana ironia, cosicché dai valori teorici si riesca a far emergerel’importanza delle regole che loro stessi sanno apprezzare.– ProspettiveOccorre un’attenzione costante ai loro “nuovi inizi” che si manife-stano in maniera diversa per ciascuna persona, secondo caratteri-stiche diverse nel genere (maschile e femminile), e nella reazione aisingoli momenti di difficoltà, riletti all’interno di un cammino euno stile progressivo, graduale e continuativo.La comunità cristiana è chiamata ad accogliere gli orizzonti ampli evariegati che ritrova in ciascun preadolescente. L’autorevolezza dell’e-ducatore nella fede si manifesta non tanto nella necessità di riaffermarei valori di sempre, né di proporre o imporre nuovi valori, ma nella suacredibilità, nella sua capacità di condividere e lavorare in équipe.

2.5. Da un punto di vista “relazionale” (= il cuore per chi pulsa?)

Le relazioni sincere e feconde fra i preadolescenti, che partecipanoai “gruppi formali” creati per il cammino di iniziazione cristiana,sono segno concreto delle relazioni che Dio ha con l’uomo e con ladonna nel corso della storia della salvezza.– PropostaFavorire la trasformazione del “gruppo classe di catechismo” in una“piccola comunità” caratterizzata da rapporti sinceri e solidali fradi loro. Questo richiede di:l saper coinvolgere i ragazzi nella scelta delle attività che li riguar-dano, facendo attenzione che esse rispondano all’esigenza del prea-dolescente di “fare qualcosa di concreto”;l stimolarli perché sappiano individuare obiettivi personali, concretie verificabili, da raggiungere durante le attività scelte dal gruppo;lproporre occasioni frequenti di rielaborazione dell’esperienza con-creta di relazione vissuta nel corso dell’attività, utilizzando il rac-conto delle proprie esperienze.

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– ProspettivaLa specificità di questa fase dello sviluppo della persona chiede aglieducatori nella fede che si prendano cura della relazione tra loro e iragazzi e dei ragazzi tra di loro. Si assicurino che le modalità e i lin-guaggi usati mettano al centro dell’azione pastorale il ragazzo erispondano alle sue caratteristiche.

2.6. Dal punto di vista della mente (= la creatività religiosa)

Creatività non vuol dire essere eccentrici e bizzarri, e neanche cer-care la novità a tutti i costi, ma lasciare che lo Spirito soffi e faccianuove tutte le cose. È necessario un pensiero libero e propositivo,innovativo e insieme utile a superare uno stile poco affettivo.– PropostaPer fare questo è necessario valorizzare l’originalità creativa di ogniragazzo, favorendo la sinergia tra le situazioni e gli ambienti di vita delpreadolescente (oratorio, sport, servizio alla carità, arti espressive...).– ProspettivaColtivare il senso del mistero di Gesù che viene e cerca l’incontrocon i preadolescenti in ogni iniziativa, attività, proposta ed espe-rienza. Valorizzare la celebrazione eucaristica domenicale come l’in-contro con Gesù nella comunità che illumina e dà significato, pro-muove e valorizza l’originalità personale del preadolescente.

2.7. Dal punto di vista del pensiero (= ragionevolezza)

I preadolescenti attraversano il periodo nel quale il pensiero iniziaa maturare, non è più fantastico o magico:– incontra conoscenze e informazioni nuove, anche grazie all’espe-rienza scolastica e al gruppo dei pari e dei media;– fa i conti con le prime sofferenze della vita;– si pone le prime domande serie sul futuro: essi hanno un pensie-ro, forse apparentemente debole, compresso, frammentario, di-sorientato perché in costruzione.– PropostaII preadolescente chiede agli educatori nella fede di vivere una rela-zione “significativa”, rispettosa, che susciti le domande, invita amaturare un pensiero critico e riflessivo. L’educatore nella fede

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accompagna il ragazzo a rileggere i vissuti, avviando una riflessioneperché divengano esperienze. Non si tratta, dunque, di “insegnare”,ma di “narrare la vita” nei suoi risvolti esteriori e interiori.La comunità cristiana, consapevole di essere custode di un pensie-ro altro e alto riconosca la conoscenza inadeguata che, da sola, ha delmondo dei preadolescenti: si ponga in atteggiamento di ascolto ditutti quanti sono a stretto contatto con i preadolescenti, le lorofamiglie, la scuola, il mondo dell’associazionismo, dello sport e lenuove tecnologie.– ProspettiveLa comunità cristiana educhi i ragazzi al pensare ed evangelizzare ilpensiero stesso, aprendo le dimensioni dello stupore, della meraviglia,della ricerca, della bellezza, anche esercitando una riflessione su con-tenuti della fede particolarmente vicini e significativi in questa fasedella vita.

2.8. Dal punto di vista delle altre facoltà mentali (= la vita nello Spirito)

Siamo convinti che la dimensione spirituale appartenga ai preado-lescenti nel loro aprirsi alla vita e che si concretizza nella loro cre-scita accogliendo le energie dello Spirito (i sette doni) che sonofonti di crescita totale. Questo nonostante la fatica degli adulti chenon curano la propria dimensione interiore.– PropostaLa comunità è sollecitata a generare e promuovere contesti di vitacapaci di offrire espe-rienze significative, dove i ragazzi possanogustare la significatività della vita interiore.– ProspettiveI catechisti dovrebbero elaborare il metodo dello stare insieme, offren-do ai ragazzi un alfabeto che li aiuti a decodificare emozioni e sen-timenti, per leggere il loro mondo interiore e lasciare che esso ispi-ri la vita quotidiana. Un metodo di presenza cioè che offra anche glistrumenti fondamentali (con i linguaggi adatti ai ragazzi) per lavita spirituale: – la capacità di leggere la Parola di Dio dentro la propria vita in crescita,

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– il valore del rito sacramentale che permette di creare legami conDio e la comunità,– l’importanza del dialogo con gli altri e con Dio (la preghiera),– l’imparare ad apprezzare la bellezza della vita fraterna e dei gestidi carità.

sac. Giuseppe Morante, S.D.D.Bari, 12 gennaio 2015

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La Caritas diocesana di Bari-Bitonto da sempre è impegnata nell’a-nimazione della carità in vista dello sviluppo integrale dell’uomo,della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agliultimi, con forme consone ai tempi e ai bisogni.In particolar modo in questi tempi la nostra attenzione è rivoltaalle nuove povertà che emergono giorno dopo giorno dalla nostrasocietà, spesso distratta e lontana dalle necessità di chi si trova nelmomento del bisogno.È sorta a Modugno (Ba), in una casa donata dalla signora MariaScioscia alla diocesi e messa a disposizione della Caritas diocesana,una accoglienza per padri separati. Questa casa prevede l’accoglienzaper sei persone, che saranno ospitate per un tempo massimo di 12mesi. Quella dei padri separati è una povertà che mette in ginocchio moltipadri e di conseguenza rende ancora più difficile il rapporto del padre colresto della famiglia, non solo con la moglie (o già ex moglie) ma ancor di piùcon i figli. Il progetto è nato grazie alla collaborazione di CaritasItaliana e si sostiene nel primo anno grazie anche alla contribuzio-ne dei fondi 8x1000.

Settore Carità. Caritas diocesana

Progetto O.S.A. (Oasi Strade Aperte)Per padri separati

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Cosa si prefigge il Progetto OSA

Si ha la necessità di offrire una risposta concreta e allo stesso tempoinnovativa per il contesto territoriale di riferimento a quei padriseparati o divorziati che oggi rischiano di entrare nella categoria dei“nuovi poveri”. Il nostro progetto ha una forte connotazione speri-mentale, un progetto pilota che prevede il sostegno ai padri che, aseguito della separazione oppure del divorzio, vengono a trovarsi inuna condizione di precarietà economica e relazionale. Emerge in modo evidente l’impossibilità per molti uomini separati difar fronte al costo della vita e al potersi pagare il canone d’affitto diun appartamento. La precarietà e l’incertezza abitativa deforma larelazione genitoriale, la relazione parentale e quella amicale ed èindubbiamente anche la causa di deconcentrazione e forte demotiva-zione nel proprio lavoro, aumentando il rischio di licenziamento.Il nostro progetto intende offrire una soluzione abitativa per unperiodo di tempo limitato ma sufficiente per promuovere unnuovo e più stabile assetto alla vita quotidiana.L’Oasi vuole rappresentare un luogo privilegiato nel quale i benefi-ciari possano innanzitutto fruire del diritto abitativo ma soprat-tutto essere supportati alla genitorialità e accompagnati all’auto-nomia attraverso la definizione di un progetto individualizzato. La struttura potrà accogliere un massimo di sei padri i quali saran-no supportati nell’incontro coi propri figli.Verrà data massima attenzione anche ai soggetti colpiti dalle cosid-dette nuove dipendenze comportamentali (new addictions), come adesempio la dipendenza dal gioco d’azzardo, dal sesso, da internet,che per alcuni possono assumere caratteristiche psicologiche, finoa provocare ulteriori gravissime conseguenze.Gli elementi peculiari e sostanziali della proposta progettuale sono:

-accoglienza abitativa e presa in carico individualizzata;-counselling psicologico;-mediazione sociale e familiare;-sostegno alle responsabilità familiari e alle capacità genitoriali;-orientamento al lavoro e alla formazione professionale;-consulenza ed assistenza legale;-favorimento e possibilità di incontro con i figli.

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Il progetto prevede infine attività specifiche in sinergia con lacomunità locale, con le Istituzioni, con la pastorale diocesana perl’informazione e la sensibilizzazione sulle problematiche dei padriseparati e sulle conseguenti ricadute sociali. Se per alcuni versi l’o-pera-segno si muove sul versante di una carità “riparativa”, la stes-sa vuole di pari passo esortare a quella carità “preventiva” in mododa non essere solo i samaritani dell’“ora dopo” ma possibilmentequelli dell’ “ora prima”, come suggestivamente indicava don Toni-no Bello. L’investimento sull’educazione affettiva dei ragazzi e deigiovani, il potenziamento dei percorsi prematrimoniali, l’accompa-gnamento delle giovani coppie saranno un ulteriore frutto che ci siattende da questo progetto.OSA è stata inaugurata il 17 dicembre 2014 all’interno della chiesadell’Immacolata a Modugno con un momento di presentazione delprogetto globale. Erano presenti numerosi operatori delle Caritasparrocchiali della diocesi, le comunità parrocchiali di Modugnocon i loro presbiteri, i presidenti delle Fondazioni di carattere cari-tativo della diocesi, diversi presbiteri e benefattori. Per la tavolarotonda erano presenti l’Arcivescovo mons. Francesco Cacucci, l’as-sessora al Welfare del Comune di Bari dott.ssa Bottalico, il coordi-natore del progetto avv. Orazio Zaccheo, l’assessora ai Servizi socia-li del Comune di Modugno dott.ssa Abbattista e il direttore dellaCaritas diocesana don Vito Piccinonna.L’Arcivescovo, riprendendo le parole di papa Francesco che presen-ta la Chiesa come “ospedale da campo”, ha invitato tutti i presentia leggere in quest’ottica questa ulteriore opera di carità nella nostradiocesi. Non la risposta a tutti i problemi ma il segno di una Chiesache qui e ora, dentro e oltre l’Anno della carità, non sta certo allafinestra a guardare ma con spirito rinnovato continua a stare sullestrade degli uomini e delle donne di oggi consapevole di poter edover amare di più.

sac. Vito Piccinonnadirettore Caritas diocesana Bari-Bitonto

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La Rassegna “Notti Sacre” 2014 ha raggiunto il quinto anno di attivi-tà. È un appuntamento atteso e desiderato da un pubblico sempre piùnumeroso e attento. Il periodo scelto, la location di Bari Vecchia, ilcoinvolgimento di artisti locali, la collaborazione degli enti pubblici,ne fanno un mix vincente. Il tema di questa edizione 2014 - Dalle peri-ferie la speranza - ci ha dato la possibilità di narrare attività e scopriresituazioni di difficoltà sia di persone che di luoghi. Nel presentare la Rassegna di quest’anno, l’Arcivescovo mons. Cacucciscriveva che «Notti Sacre sono dunque una occasione perché ognunoscopra il piacere del passaggio dalla periferia della storia al centro,ritrovandosi e condividendo il piacere di sentirsi ed essere comunità,anche semplicemente nell’ascoltare insieme della buona musica».Sul tema delle periferie abbiamo presentato al pubblico, in Vallisa,il libro Periferie e un film realizzato dalla Fondazione GiovanniPaolo II del San Paolo. Il giornalista Enzo Quarto ha dialogato conmons. Nicola Bonerba, presidente della Fondazione. La Fonda-zione è ormai una realtà stabile in un quartiere periferico che daanni cerca una propria identità sociale e culturale. Un’altra periferia umana è stata portata alla ribalta in Cattedrale,con uno spettacolo del CVS (Centro volontari della sofferenza),sulle orme del beato Novarese a cura di Annalisa Caputo. Testi-monianza vera e commovente di persone con disabilità varie, ma

Ufficio Liturgico, Arte sacra-Museo

La rassegna “Notti Sacre” 2014

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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capaci di interagire fra loro e sentirsi protagonisti e annunciatori diun ideale di speranza e di positività. Si è affrontata anche la difficile situazione dei giovani musicisti, i quali,ottenuto il diploma, magari più di uno, non riescono ad inserirsi nelmondo del lavoro per mancanza di orchestre, di cori, di luoghi adattialla loro professione. Ne abbiamo discusso, nel salone del Carmine, coni direttori dei nostri Conservatori di musica, con David ChandletBlackburn, presidente della NYIOP International Opera Auditions, unasocietà americana di servizi artistici, l’assessore alla cultura del Comunedi Bari. La prospettiva: non aspettare il posto fisso in orchestra o nel-l’insegnamento della musica a scuola, ma inventarsi nuove possibilitàlavorative sia nel settore musicale che in altri settori emergenti. L’altra novità che ha caratterizzato questa edizione è la presenza siadei Conservatori di Bari e Monopoli con coro e orchestra sia la col-laborazione con l’orchestra e il coro del teatro Petruzzelli e con l’or-chestra della Provincia di Bari. Riusciamo a inserire in un unico car-tellone enti pubblici e scolastici che con entusiasmo escono fuoridalle loro aule e dai loro teatri per offrire ad un pubblico vario teso-ri di musica sacra e sinfonica. Vorrei anche sottolineare la presenza di alcune produzioni in primaassoluta: l’oratorio Akathistos di Mario Rucci, già direttore del Con-servatorio di Foggia; una rappresentazione per soli, coro e orchestradal linguaggio moderno e accessibile. Un’altra novità è stata presentata nella chiesa di Santa Scolastica alporto; una composizione - Carezze - su testo di Enzo Quarto conmusiche di Giovanni Tamborrino. Il tutto affidato ad una tastieraelettronica e ad un coro di sole voci femminili. Da Ruvo, il compositore Vincenzo Anselmi è intervenuto con una suacomposizione originale dal titolo “Per crucem ad lucem”. In Cattedraledi Bari, circa 150 esecutori formati da due orchestre di fiati e un coro,hanno rappresentato la lotta perenne fra il bene e il male.Una scoperta interessante ce l’ha proposta il maestro Rino Marronecon il suo complesso “Collegium Musicum”: il Requiem di W. Ama-deus Mozart per soli archi, nella trascrizione di Peter Lichtenthal(1780-1853). La Cattedrale colma di gente silenziosa e attenta haseguito con commozione il concerto; la mancanza delle voci non èstata avvertita come un limite, ma al contrario ha reso l’esecuzioneeterea e spirituale, quasi impalpabile.

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Nella Rassegna, ogni anno dedichiamo un posto privilegiato allamusica di Nino Rota, che tanti di noi hanno conosciuto e apprez-zato. La Polifonica Barese ha eseguito la Messa breve e l’organistaSimone Falcone ha realizzato la Sonata per organo dello stessoRota. Per questo concerto la Polifonica Barese è stata affiancata dalcoro della Cappella Iconavetere di Foggia, diretta dal maestroAgostino Ruscillo. L’unione fra vari coristi o ensemble strumentalirappresenta una strategia che la Rassegna persegue, al fine di farincontrare esperienze musicali diverse. Un’altra presenza annuale con il proprio contributo di giovinezza evitalità è stata offerta dal maestro Donato Falco e Grazia Albergo;il tema sviluppato quest’anno dai vari cori presenti, - di bambini,del coro femminile e del coro misto di adulti, - aveva come tema Lasperanza che si fa canto. Rivelano come è possibile animare una peri-feria, Ceglie e Carbonara, coinvolgendo ragazzi e giovani intorno adesperienze musicali e teatrali. Ogni anno diamo anche spazio alla musica organistica; in questaedizione 2014, l’organista Margherita Sciddurlo e il percussionistaLuigi Morleo, nella chiesa dei santi Medici, hanno entusiasmato ilnumeroso pubblico presente, con un programma nuovo e insolito. Più ricercato ed elevato il concerto offerto dal soprano Maria LuisaDituri e dal coro femminile diretto da Vincenzo Scarafile. Hannoeseguito musiche di Gabriel Fauré per soprano e pianoforte; invecenella seconda parte il coro femminile ha eseguito la Messe basse dellostesso autore. Vorrei evidenziare che il coro femminile era formatoda ragazze formatesi all’Istituto Diocesano per Animatori Musicalidella Liturgia. Nella nostra Rassegna di musica sacra non poteva mancare la pre-senza del sommo Bach; il Quartetto Alterazione con l’organistaMafalda Baccaro e il basso Angelo De Leonardis ci hanno offertoun collage di vari brani tratti dall’immensa produzione bachiana. Ma Notti Sacre non è solo musica: infatti diamo spazio anche adaltre arti, fra cui il teatro. Il vaticanista di “Avvenire”, MimmoMuolo, con il suo gruppo Spes on stage ci ha offerto un percorso tea-trale nella poesia di Giovanni Paolo II.

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La Fondazione “Frammenti di Luce” ha portato in scena “Estasi d’a-more… Teresa D’Avila”. Ormai è a tutti noto l’esperienza artistico-spirituale del gruppo, che coniuga la vita di fede con l’esperienzaartistica. Attraverso la via pulchritudinis si sviluppa un itinerario pri-vilegiato per raggiungere tutti e riscoprire valori e patrimonio dellatradizione cristiana.L’attore e regista Lino De Venuto ha portato in scena le storie tra-giche dei Migranti; un testo forte e provocatorio sulle tante storiedi uomini e donne in cerca di una patria e di una vita dignitosa.Un doveroso ricordo di Vito Maurogiovanni, con la lauda popolare“Cusse mi je’ Figghie”, messa in scena da Luigi Angiuli.Un’altra novità di questa quinta edizione: la riscoperta di patrimo-ni artistici di alcune nostre chiese storiche; vorremmo far conosce-re ad un pubblico più vasto ciò che giace nei nostri archivi; que-st’anno abbiamo ammirato paramenti, antifonari, oggetti vari dellaChiesa collegiata di Noicàttaro.Una mostra dell’artista Vito Zaza, scomparso recentemente, “Daiframmenti la speranza” ci ha dato la possibilità di scoprire il succor-po della Cattedrale di Bari. Anche l’altra mostra, “Madonne” diMiguel Gomez, si è ispirata ad una serie di dipinti dei grandi mae-stri dell’arte che hanno esaltato la Madre di Dio.In collaborazione con il Museo Diocesano, alla presenza dell’Arcive-scovo mons. Cacucci, è stato presentato dal prof. Salvatore Palese il libroMariano Andrea Magrassi, uomo, maestro, pastore, volume inserito nella col-lana della storia della Chiesa di Bari-Bitonto.I due appuntamenti fissi di ogni anno: l’inizio della Rassegna conuna messa celebrata dall’Arcivescovo alle ore 23 nella chiesa di S.Anna, quest’anno animata dal coro della parrocchia Immacolata diModugno. L’altro incontro annuale, il rosario nella piazzetta sanMarco, dove è la casa natale della beata Elia di san Clemente; la pre-ghiera è stata guidata da mons. Alberto D’Urso.Da questo resoconto particolareggiato, si può comprendere la ric-chezza delle proposte artistiche offerte al pubblico; circa 30 eventi diun buon livello artistico. L’altra felice riconferma, la presenza di unpubblico numeroso, attento e contento: tutte le chiese che hannoospitato gli eventi erano affollate di persone. Qualcuno ha osservatoche durante quella settimana di fine settembre si verifica per le stradedi Bari vecchia lo stesso fenomeno della sera della visita ai “sepolcri”.

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Infine una novità di tutto rilievo: da quest’anno Notti Sacre ha viag-giato in Puglia, in 3 diocesi, quella di Cerignola-Ascoli Satriano, diTaranto e di Ugento-S. Maria di Leuca. Con la collaborazione dei sin-goli vescovi nelle tre diocesi sono stati organizzati eventi con il mar-chio di Notti Sacre. Da Bari abbiamo inviato alcuni artisti: coro eorchestra “Florilegium Vocis”, il teatro con Mimmo Muolo, la mo-stra di Miguel Gomez. Nelle varie città invece, sono stati organizzatialtri spettacoli che rientravano in questa Rassegna itinerante cheabbiamo chiamato “Notti Sacre in Puglia”. Intendiamo nel prossimoanno coinvolgere altre diocesi in questo progetto, in modo che sianotutte le diocesi a vivere questo momento di arte e cultura.Un’ultima osservazione sull’aspetto economico; tutta la Rassegnasi svolge all’insegna del volontariato e della gratuità. I costi soste-nuti riguardano la stampa, la Siae, le spese di allestimento, le spesedi trasporto dei musicisti e degli strumenti; non viene elargitoalcun compenso o cachet. Praticamente la Rassegna si sostiene gra-zie al contributo del Progetto Culturale e di Sovvenire della CEI e diUbi-Banca Carime di Bari.

Bari, 20-28 settembre 2014mons. Antonio Parisi

Direttore artistico di Notti Sacre

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L’intervento di restauro architettonico della chiesa di San Sebastianonella città vecchia di Bari rappresenta un caso esemplare, perché si ècaricato della volontà di oltrepassare la soglia del corpo di fabbricarestaurato per giungere sino alle soglie di tutte le case del circonda-rio, portando agli abitanti un messaggio molto importante: “LaChiesa di Cristo è qui in mezzo a voi e anche tu sei parte integrante e impor-tante della nostra Comunità cristiana”.La parrocchia Cattedrale e il nostro Vescovo mons. Cacucci hannofortemente sostenuto l’intervento sia attraverso il contributo per il50% del costo dei lavori dal Fondo CEI 8 x mille, sia con il contri-buto della comunità parrocchiale, quale opera di grande valore sto-rico-architettonico per la città, che costituisce al contempo un’op-portunità dal grande valore spirituale, sociale e pastorale per unaparte importante del tessuto parrocchiale contagiata da modelliculturali poveri di valori. La parrocchia, attraverso il restauro dellachiesa e volendo farne un centro formativo, ha voluto ricreare unpresidio umano per la ricostruzione di relazioni sane capaci di unprotagonismo ecclesiale e civile positivo. Restauro architettonico esociale divengono qui due facce della stessa medaglia, attivando ini-ziative strategiche come l’Associazione San Sebastiano e integrandola chiesa nell’ambito delle attività pastorali parrocchiali.Da un punto di vista spirituale va ricordato che San Sebastiano, mili-

Parrocchia Cattedrale

La chiesa di San Sebastiano riapre al culto(Bari, 20 gennaio 2015)

PARROCCHIEDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

tare romano che subì il martirio per aver difeso la fede cristiana, èvenerato sin da tempi antichi sia dalla Chiesa di Oriente che diOccidente. Nella storia barese veniva considerato il protettore dellaguarnigione che dal Castello vigilava sulla città, infatti gli ufficiali spa-gnoli che abitavano nel vicinato della chiesa dedicata a San Sebastianone avevano fatto la loro cappella privata e a tutt’oggi il Corpo dei VigiliUrbani del Comune di Bari la considera il luogo memoriale della loroautentica vocazione a custodire la legge della civitas.Da un punto di vista architettonico la chiesa vanta una fondazionemolto antica, impostandosi su quelle che erano le mura bizantinedella città; la facciata è in stile tardo romanico-gotico con ingresso adarco acuto, mentre l’interno è cinquecentesco (XVI sec.) a testimo-nianza della riedificazione rinascimentale a cui risalirebbe anche lafinestra centrale sormontata dall’insegna araldica lapidea della fami-glia Gizzinosi-Ramirez. L’architettura della chiesa, ad aula unica ecoperta da volta a botte unghiata e ribassata, secondo una tipologiaarchitettonica quattrocentesca piuttosto inconsueta per Bari, è inter-rotta spazialmente da un grande arco di rinforzo realizzato in epocacertamente successiva all’edificazione originaria, per sopperire ad undissesto statico a tutt’oggi visibile che è stato oggetto dell’interventodi consolidamento e restauro eseguito. Nella zona presbiterale è pre-sente un altare a spalliera in muratura, la cui realizzazione risale,secondo alcune fonti, ai primi del ‘900, il cui aspetto è in stile barocconapoletano con stucchi e intonaci decorati a finto marmo. Sulla pare-te sovrastante l’altare è presente una tela del XIX secolo raffiguranteSan Sebastiano.In facciata il restauro ha comportato la rigenerazione del nucleomurario e la pulitura di tutte le superfici in pietra, con conseguen-te stilatura dei giunti e scialbatura. È stata effettuata un’integra-zione delle lacune murarie, con metodo “scuci e cuci”. All’interno,la realizzazione di nuovo vespaio areato ha comportato il rialzodella quota di calpestio, previo smontaggio, pulitura e ricollocazio-ne della pavimentazione a casellario originale. Tale pavimentazioneè stata integrata nel rialzo presbiteriale con nuova pavimentazionesimile alla preesistente. Il quadro fessurativo presente su pareti evolte ha reso necessario il consolidamento mediante iniezioni diresine epossidiche e cuciture armate. Si è provveduto alla sostitu-zione degli intonaci, ormai irrecuperabili, sulle pareti interne e sulla

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CURIA METROPOLITANA

volta. La rimozione di una cornice in legno che correva per tutto ilperimetro ha riportato alla luce i gattoni lapidei originari, alla basedelle unghie della volta.In conclusione, si può dire che aver cura dei luoghi e dei monu-menti nelle nostre città è un modo di prendersi cura delle personestesse, sentendo la responsabilità di lasciarli alle nuove generazioniin condizioni migliori di quelle in cui li abbiamo ereditati.La bellezza di un luogo genera felicità e dinamiche positive, tantoda divenire una strategia vincente per combattere il degrado socia-le e culturale dilagante. È evangelizzare il mondo odierno alla lucedelle icone architettoniche della fede dei nostri padri.

mons. Franco LanzollaArmando Coppola e

Comunità della Cattedrale

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Eccellenze reverendissime, distinte Autorità, cari confratelli, gentiliospiti, per la prima volta, in qualità di Vicario giudiziale del Tribu-nale Ecclesiastico Regionale Pugliese, assolvo al gradito incarico diillustrare l’attività dello stesso Tribunale svolta nell’anno 2014. Lofaccio volentieri, anche a nome dei Vicari aggiunti, del Collegio deiGiudici e di tutti i collaboratori. Avverto innanzitutto il bisogno diringraziare la Conferenza Episcopale Pugliese per la fiducia accorda-taci e per l’attenzione a noi riservata anche attraverso il costante con-siglio e l’attenta vigilanza dell’Arcivescovo Moderatore. Ringrazioaltresì chi mi ha preceduto nell’ufficio, mons. Luca Murolo e mons.Luigi Stangarone.

Contesto generale

L’impegno giudiziario dell’anno appena trascorso si è svolto in unclima di peculiare e positivo fermento nella vita ecclesiale, che ha trat-to non poche suggestioni dal Sinodo sulla famiglia (“Le sfide pastora-li sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”) in corso di realiz-zazione, sia nella fase preparatoria sia nella celebrazione straordinaria

Relazione del Vicario giudiziale sulle attivitàdell’anno 2014 in occasione dell’inaugurazione

dell’anno giudiziario 2015(Bari, 28 febbraio 2015)

TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESEDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

dell’ottobre scorso sia in vista della sessione ordinaria che si svolgerà ilprossimo ottobre. Su questa scia abbiamo ritenuto opportuno invita-re S.E. Rev.ma mons. Vincenzo Paglia, presidente del PontificioConsiglio per la Famiglia, a tenere la prolusione in occasione dellaodierna inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesia-stico. Lo ringrazio vivamente per aver accolto prontamente l’invito. Leriflessioni che stanno accompagnando l’evento sinodale, toccando davicino il ministero giudiziale, si percepiscono nelle aule del nostroTribunale, soprattutto attraverso le attese dei fedeli e degli operatori.In particolare, si avvertono due tipi di sollecitazioni. La prima fa riferi-mento ad una maggiore celerità del processo. Andrebbe chiarito, però,che tale pur legittima aspirazione non dovrebbe essere sovrastimata:un giusto processo richiede tempi opportuni per lo studio di unacausa, che molto spesso esige attenzione e ponderazione. La celeritànon può e non deve andare a discapito di una retta e cosciente ammi-nistrazione della giustizia. Il ministero del giudice ecclesiastico si con-fronta quotidianamente con la coscienza e i drammi di fedeli feriti neltempio più sacro della loro esistenza, quello degli affetti più intimi. Laseconda sollecitazione fa riferimento alla questione dei costi del pro-cesso. Con sempre maggiore chiarezza ci sforziamo di rendere note leindicazioni vincolanti stabilite dalla CEI sia a proposito degli onorarispettanti ai patroni sia a proposito delle spese processuali. Si viene,comunque, sempre incontro alle reali situazioni di difficoltà o di indi-genza dei fedeli. Da parte nostra, siamo costantemente impegnatinella ricerca di strade idonee a rispondere sempre meglio alle richiestedi quanti attingono al nostro servizio pastorale. Si attende con fiducia,peraltro, l’annunciata riforma della normativa processuale matrimo-niale che, quanto meno, dovrebbe andare nella direzione dell’auspica-ta abolizione della obbligatorietà della doppia sentenza conforme. Itempi processuali ne beneficerebbero notevolmente.

Attività interregionale

Nel novembre 2013, su proposta del Vicario giudiziale del Tribu-nale Ecclesiastico Regionale Campano, mons. Erasmo Napolitano,ci siamo incontrati a Pompei con i Vicari giudiziali dei TribunaliEcclesiastici del Sud Italia (Napoli, Salerno, Benevento, Bari,

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Reggio Calabria e Palermo) per rileggere insieme le procedure pro-cessuali al fine di individuare procedure comuni e possibili vie disnellimento dei processi. L’incontro è stato particolarmente profi-cuo, tanto che si è avvertita l’esigenza di ripeterlo. Una nuova ses-sione si è tenuta a Sorrento, lo scorso ottobre. In quella circostanzasi sono aggregati i Vicari dei Tribunali di Torino, Venezia e Cagliari.Un’ulteriore sessione è stata programmata per il prossimo aprile,nuovamente a Sorrento. L’intento di uniformare e snellire le proce-dure ha trovato soluzioni condivise, anche attraverso precisi quesi-ti posti alle Superiori Istanze della Santa Sede e della ConferenzaEpiscopale Italiana. Anche questo lavoro ha consentito al nostroTribunale di beneficiare di una nuova impostazione processuale,che, attraverso la valorizzazione di norme presenti nel Codicevigente, ha consentito di avviare percorsi più rapidi nell’espleta-mento delle formalità giudiziarie. Sono stati determinati, ad esem-pio, tempi più definiti per la consegna delle difese degli avvocati edelle perizie dei professionisti coinvolti nel processo. Anche nellafase iniziale (formulazione del dubbio) si è scelto un iter meno com-plesso che ha consentito di abbreviare tempi non del tutto necessa-ri. Riscontri positivi rispetto a quanto posto in atto non sono man-cati già nel corso dell’anno appena trascorso.

Giudici

Molto proficua si è rivelata la collaborazione con i tre Vicariaggiunti. Mons. Paolo Oliva ha assunto la responsabilità dei rap-porti con gli avvocati, mentre mons. Mario Cota e mons. GiacomoGiampetruzzi si sono dedicati all’ascolto dei fedeli per un discerni-mento previo all’introduzione di una causa. Gli incontri collegialisono serviti, poi, a scambiarci idee e a proporre soluzioni ai diversiproblemi emergenti. Anche l’intero Collegio dei giudici (compostoda 25 sacerdoti e un laico) è apparso particolarmente coeso e moti-vato nel lavoro. Il rev.do p. Lorenzo Lorusso ha lasciato l’incarico digiudice, essendo stato nominato sotto-segretario della Congre-

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gazione per le Chiese Orientali. Un particolare apprezzamentorivolgo ai giudici più anziani, i quali non lesinano il loro tempo e laloro esperienza al servizio del Tribunale. Rilevo con soddisfazioneche diversi giudici chiedono di poter offrire più tempo al serviziodel Tribunale, intendendo il loro lavoro come un autentico e deli-cato impegno pastorale per il bene dei fedeli che ci sono affidati. Dasottolineare anche l’impegno, fortemente avvertito da tutti, di uncostante aggiornamento che si realizza attraverso la partecipazionea corsi e convegni organizzati dalle Facoltà romane e dalle Associa-zioni canonistiche italiane.

Patroni

Per quanto riguarda gli avvocati iscritti all’Albo, evidenzio unasostanziale fedeltà all’impegno assunto, al fine di collaborare con ilTribunale all’accertamento della verità. Seppur con qualche sacrifi-cio, ognuno si attiene alle tabelle remunerative stabilite dalla CEI.Non si può negare, d’altra parte, che i compensi non sono suffi-cientemente adeguati all’impegno profuso. Ciò genera, talvolta,qualche piccola licenza che viene comunque opportunamente cen-surata. Il problema è all’esame degli Uffici della CEI. D’intesa conl’Arcivescovo Moderatore, dall’anno in corso, in linea con la prassidegli altri Tribunali, si ammettono all’Albo esclusivamente avvoca-ti che abbiano conseguito il dottorato in Diritto canonico, nonessendosi rivelata felice l’ammissione ad biennium per i Licenziati.Le nomine vengono fatte per cinque anni, in conformità con glialtri uffici ecclesiastici. Circa i patroni stabili operanti presso ilTribunale, dal gennaio 2015 le unità sono scese a due, essendosiconclusa la collaborazione con l’avv. Franca Maria Lorusso.Globalmente si rileva una qualche lamentela da parte dei fedeli affi-dati al loro patrocinio, circa un impegno talvolta carente nell’eser-cizio del loro ministero. D’altro canto è oggettivamente difficile perloro essere presenti alle udienze e seguire in modo puntuale lo svol-gimento dei processi in cui sono coinvolti. Questo è dovuto alnumero sempre crescente di cause loro affidate e al fatto che la pre-senza in Tribunale veniva limitata dall’impegno presso le diversediocesi della Regione. Lo scorso anno, con il consenso dell’Episco-

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TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE PUGLIESE

pato pugliese ho invitato i Vicari giudiziali delle diocesi ad unprimo incontro plenario, al fine di sensibilizzare ciascuno di loroad un impegno più incisivo nel territorio di appartenenza, in stret-ta sintonia con i parroci. In continuità con quell’incontro, nel corsodella recente sessione della Conferenza Episcopale Pugliese si èdeciso di affidare l’ascolto e la consulenza dei fedeli che si orienta-no alla richiesta di nullità matrimoniale esclusivamente ai Vicarigiudiziali delle singole diocesi, i quali avranno cura di notificareopportunamente tempi e luogo del loro servizio. Alcuni di loro giàoperano efficacemente in tal senso. Ciò consentirà ai patroni stabi-li una maggiore permanenza in Tribunale. Sottolineo che tale con-sulenza, raccomandata dal Codice, ha una valenza squisitamente eprioritariamente pastorale e non del tutto tecnica. Tale consulenza,infatti, viene concessa ai patroni stabili, in subordine all’eserciziodel patrocinio (cfr can. 1490 CIC e art.113 DC).

Difensori del vincolo

Il Collegio dei Difensori del vincolo, composto da 12 collaboratori ediretto da mons. Felice Posa, nel 2014 si è arricchito di una nuovaunità nella persona del prof. Claudio Papale, docente presso laPontificia Università Urbaniana e collaboratore della Congregazioneper la Dottrina della Fede. Il suo contributo ha apportato ulterioreesperienza e competenza all’esercizio di un ufficio particolarmenteutile e delicato nella trattazione delle nullità matrimoniali. Tale ser-vizio rappresenta un riferimento essenziale e apprezzato dal Collegiodei giudici.

Personale

Il personale laico (composto da 13 unità) offre il proprio serviziocon dedizione e spirito ecclesiale. La collaborazione tra gli addettiai vari servizi appare soddisfacente. Recentemente è stato introdot-

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to l’uso del badge per disciplinare meglio l’orario di lavoro in baseal contratto sottoscritto. Mi piace sottolineare che anche il perso-nale dipendente cura la propria formazione culturale e professio-nale. Il Cancelliere ha conseguito il dottorato in Diritto canoniconel 2013 e altri due dipendenti hanno già conseguito la licenza inDiritto canonico, in vista del completamento dell’iter disciplinareper il conseguimento del dottorato.

Gestione economica

Quanto alla gestione economica, a fronte di una sollecitazione daparte della CEI ad un progressivo contenimento delle spese, si sonoposte in atto una serie di attenzioni che hanno permesso un note-vole risparmio finanziario rispetto al bilancio preventivo propostoe approvato per il 2014. Il risparmio è stato di circa 75.000 euro. Siè inciso positivamente sulle spese postali, sul consumo della carta esui contratti di manutenzione. Ci si è avvalsi, altresì, nel modo pru-dente previsto dagli standard di sicurezza informatica, dell’usodella posta elettronica per l’invio degli atti. Si sta lavorando al finedi attivare la posta certificata per l’interlocuzione rapida e a costozero con i giudici e con gli avvocati. Ciò ha consentito, altresì, didotare la struttura di una serie di nuove attrezzature necessarie allavoro. Si è ritenuto anche di dover intervenire sullo stabile, perlavori di manutenzione non rinviabili. Il Tribunale è stato provvistodi una Cappellina, particolarmente frequentata dalle persone inattesa di essere ascoltate. Funziona un punto di ristoro sufficiente-mente fornito e una biblioteca che si sta arricchendo anche grazie adonazioni personali, da ultimo quella realizzata da mons. FelicePosa. Recentemente è stato totalmente bonificato il piano interra-to dello stabile, dove si è potuto allestire un archivio capiente e fun-zionale. Un sistema di videosorveglianza copre l’interno e l’esternodell’immobile al fine di garantire la necessaria sicurezza delle per-sone, degli atti custoditi e dell’intera struttura. Nonostante la ridu-zione delle risorse, si è fatto fronte alle esigenze di indigenza realirappresentate da fedeli impossibilitati a sostenere le spese sia attra-verso la concessione del gratuito patrocinio sia attraverso l’esonerototale o parziale delle spese processuali. Anche in questo caso si

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sono utilizzati criteri più rigorosi e oggettivi (la presentazione delcertificato ISEE, unitamente alle lettere testimoniali dei propri par-roci) già in uso presso altri Tribunali. In quest’ambito, va eviden-ziata la lodevole premura da parte di alcune comunità parrocchialinell’assumersi l’onere delle spese processuali dei fedeli indigenti.Anche questa è espressione di squisita carità pastorale.

Dati

Quanto ai dati numerici, si allegano le tabelle complete circa l’in-tera attività processuale dell’anno 2014. Ci si limita a evidenziaresolo quelli essenziali. I libelli introdotti nel 2014 sono stati 220(rispetto ai 213 del 2013), mentre le cause decise sono state 260(rispetto alle 217 del 2013). Di conseguenza le cause pendenti sonoscese dalle 505 al 31.12.2013 alle 452 al 31.12.2014. Evidenzio iltrend positivo che si è registrato in Puglia rispetto alle altre Regioniitaliane, dove, invece, si è avuta una sensibile flessione delle richie-ste di nullità matrimoniali. È un fatto indubbiamente apprezzabi-le. La fiducia dei fedeli pugliesi nel Tribunale Ecclesiastico Regio-nale e il valore che si attribuisce al sacramento del matrimonioandrebbero sostenuti in tutti i possibili ambiti pastorali. Questo èauspicabile sia attraverso un’azione più incisiva dei parroci e deisacerdoti che si confrontano più direttamente con i fedeli in crisimatrimoniale sia, come già accennato, attraverso una presenza eun’opera di sensibilizzazione capillare in ogni diocesi a cura delVicario giudiziale territoriale. Dai dati regionali Istat relativi al2012 (ultimi dati disponibili, pubblicati il 23 giugno 2014) risultache in Puglia sono state evase 4713 separazioni presso i Tribunalicivili (2943 presso il distretto della Corte di Appello di Bari, 1770presso quello di Lecce). Dovremmo interrogarci sul motivo per cuisolo una piccola percentuale di coniugi si rimette al giudizio dellaChiesa, pur avendo celebrato un matrimonio religioso. Anche se, vasottolineato, non tutti i matrimoni falliti sono di per sé nulli. Veroè che, probabilmente, devono ancora essere sfatati alcuni diffusi

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luoghi comuni che insistono sulla dispendiosità eccessiva dellecause matrimoniali e sulla complessità dei processi canonici. Daparte nostra stiamo collaborando attivamente con gli Uffici dioce-sani di pastorale familiare, con i Consultori familiari diocesani e, inparticolare, con i responsabili della Confederazione regionale deglistessi Consultori. È in atto una positiva sinergia che si sta concre-tizzando in iniziative comuni.

Conclusione

In conclusione, mi piace richiamare il mandato che il Santo Padreha affidato ai giudici ecclesiastici nella Sua recente allocuzione allaRota Romana: «Ecco la difficile missione vostra, […]: non chiuderela salvezza delle persone dentro le strettoie del giuridismo. La fun-zione del diritto è orientata alla salus animarum a condizione che,evitando sofismi lontani dalla carne viva delle persone in difficoltà,aiuti a stabilire la verità nel momento consensuale: se cioè fu fede-le a Cristo o alla mendace mentalità mondana». Un auspicio e unasfida che questo nostro Tribunale è pronto ad accogliere. Grazie perl’attenzione.

mons. Pasquale LaroccaVicario giudiziale

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AllegatoStatistiche Anno 2014

Relazione al 31dicembre 2014Cause introdotte 200Cause archiviate 13Rato 0Cause decise 260

DeciseAffermative 224Negative 36Totale 260

Capi di nullitàEsclusione della indissolubilità87 affermative47 negativeEsclusione della prole51 affermative34 megativeSimulazione totale del consenso52 affermative38 negativeIncapacità ad assumere gli obblighi coniugali53 affermative18 negativeDefectus discretionis iudicii48 affermative19 negative

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Timore4 affermative7 negativeEsclusione della fedeltà12 affermative9 negativeErrore di qualità 0 affermative3 negativeImpotenza 0 affermative1 negativeCondizione 5 affermative2 negativeEsclusione del bonum coniugum0 affermative6 negativeDolo 3 affermative10 negativeImpedimento per vincolo precedente0 affermative0 negative

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numerodelle sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nellastessa sentenza il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni deiquali vengono ammessi e altri respinti.

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MAGISTERO PONTIFICIO

La Settimana Santa, per gli ortodossi, è la “Grande Settimana”.Incomparabilmente più grande di tutte, perché ruota sul cardinedel mistero pasquale. E “grandi” sono detti tutti i suoi giorni, dalLunedì al Sabato.

“Ecco, lo Sposo viene”

Fervido clima di preparazione, fuori e dentro le chiese. Fuori, pocaattenzione alla cucina, a tavola verdura e frutta secca idonea aldigiuno; la famiglia è altrimenti affaccendata a spolverare ed arieg-giare le case, imbianchendo con calce terrazzi, ballatoi, balconi,muretti. Dentro la chiesa c’è, si direbbe …clima di Avvento! Tra fiorie ceri l’icona del Nymfios, lo Sposo (Cristo) invita alla vigilanza,polarizzando sguardi e preghiere di tutti. Sin dai vespri dellaDomenica delle Palme e per i primi tre giorni della Grande setti-

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESEDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

1 Riceviamo dal p. Rosario Scognamiglio, O.P., e volentieri pubblichiamo queste note sullaSettimana Santa nella Chiesa orientale, come testimonianza ecumenica del ricco patri-monio liturgico teologico dell’Oriente cristiano.P. Rosario Scognamiglio, membro della Comunità domenicana della Basilica di S. Nicola,è docente emerito di Patrologia presso la Facoltà Teologica Pugliese.

Istituto di Teologia Ecumenico-Patristica “S. Nicola”

La “Grande e Santa Settimana”1

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mana si canta il tropario (inno di struttura metrica) ispirato allaparabola delle dieci vergini (Mt 25, 1-13):

“Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte.Beato quel servo che troverà vigilante;indegno quel servo che troverà negligente!”

È il leitmotiv di questi giorni, è presente già alle Palme: le nozze diDio con l’umanità esigono occhi ben aperti, diligenza e amore.Sullo sfondo del tema sponsale, ogni giorno sviluppa rispettiva-mente questi argomenti: a) Grande Lunedì: memoria del patriarcaGiuseppe (figura di Gesù, venduto, umiliato e infine glorificato) evangelo del fico maledetto (Gesù ha fame della nostra salvezza e peressa si immola); b) Grande Martedì: parabola delle dieci vergini (èimminente la venuta dello Sposo, vigilate!); Grande Mercoledì,memoria della donna che unse il Signore con unguento in vistadella sepoltura (Mt 26), aggancio “naturale” al triduo pasquale. LaChiesa invita grandi e piccoli, sani e malati a ricevere l’ efchélio (Oliosanto) per renderli partecipi dell’unzione del Signore. Rito straor-dinariamente evocativo sul piano teologico.

Grande Triduo

I riti ortodossi coincidono sostanzialmente con i nostri. Ciò che cam-bia è il “prisma” attraverso il quale questi riti vengono celebrati e vis-suti. Inonda ovunque la luce pasquale. E questa finisce per trasfigura-re (in retrospettiva) anche i lati più mesti della Passione, come avvienenell’ottica del Quarto vangelo. Nessuna meraviglia se in pieno GrandeVenerdì affiorano espressioni pasquali, quali Alleluia, Gloria a te, ed ilcanto delle Beatitudini; c’è spazio per manifestazioni festose anchedurante la processione dell’Epitafio (Cristo “morto”).Solitamente le sacre funzioni cominciano con i Vespri della sera delgiorno precedente, seguiti dall’Orthros (Mattutino) e altre preghie-re. Queste si prolungano dal pomeriggio fino a sera inoltrata. Lapartecipazione intensa del popolo di Dio è vissuta con deliberazio-ne e trasporto. Non manca chi si porta da casa piccole sedie e sga-belli per ovviare alla stanchezza fisica. Anche tra le mani dei picco-

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE

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li c’è un “messalino” con testi, salmi, vangeli, che aiuta a seguire espesso a intervenire col canto: la melodia di inni e tropari è bella,agile e a loro familiare come quella di canti patriottici e popolari.Ecco ora gli aspetti peculiari di ciascun giorno, così come vengonoindicati dalle stesse rubriche2.

A) Grande Giovedì: quattro i «misteri» stabiliti dai «Padri che hannoricevuto questa tradizione dai divini apostoli e dai santi evangeli: ilsanto Lavacro, la mistica Cena (cioè la consegna dei nostri tremendiMisteri), la Preghiera di Gesù e il Tradimento». La rubrica non è avara:indulge ad un prezioso commento. Vale la pena riportarlo tutto, per-ché consente di individuare baricentro e coordinate del GrandeGiovedì: «Dio a sera lava i piedi dei discepoli, Dio che in antico a seraaveva passeggiato nell’Eden. È duplice la cena, perché imbandisce laPasqua legale e la Pasqua nuova: il Sangue e il Corpo del Signore.Preghiera: gocce di sangue, o Cristo, scorrono dalla tua persona, men-tre tu preghi realmente che ti sia allontanata la morte, e così illudi ilNemico». Come si è detto, questo clima pervade i fedeli già dalla seradel Grande Mercoledì; ciò lascia spazio, nella mattinata del Giovedì,alla comunione al Corpo e Sangue di Cristo per tutti i fedeli, che aondate si presentano in chiesa per riceverla. Chi la vive sa che questa(più che precetto), è vera Festa, è preludio eucaristico dell’Anastasis.

B) Grande Venerdì: «Oggi si fa memoria della santa e tremendaPassione del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, e inoltredella confessione sulla croce del ladro riconoscente». L’ufficio èuno dei più ricchi di tutta la Quaresima. Il racconto della Passionesi snoda attraverso «dodici» vangeli (quanti gli Apostoli), desuntida Giovanni (cinque), Matteo (quattro), Marco (due), Luca (uno)Ne risulta un ampio racconto, collage in dodici «quadri», intercala-ti con canti di alta poesia teologica. Un assaggio:

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE

2 Vedi testi e commenti in M. GALLO, Liturgia Orientale della Settimana Santa, Città Nuova,Roma 1974, 2 voll.

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«Oggi è appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque!Il Re degli angeli è cinto di una corona di spine!È avvolto da una porpora mendace Colui che avvolge il cielo di nubi!Lo Sposo della Chiesa è inchiodato con chiodi!Il Figlio della Vergine è trafitto da una lancia!»(Antifone, serie XV).

La memoria centrale della Passione si arricchisce con quella del«ladro riconoscente», cui la liturgia dedica ben dieci «tropari». Laconfessione «sulla croce» ne fa un teologo nel senso vero della paro-la, a differenza di Pietro che, pur avendo confessato il Cristo «figliodel Dio vivo», finisce col rinnegarlo fondamentalmente perchéscandalizzato dalla Croce. Il confronto del buon ladrone con Giudae Pietro è per così dire «dialettico», e si risolve in netta antitesi traAdamo e il ladrone: «Il primo, gustando il frutto, trasgredì l’ordinedel suo Creatore; il secondo, crocifisso con Lui, confessò il Dio nasco-sto. Ricordati anche di noi, o Salvatore, nel tuo regno».La mattinata del Grande Venerdì, bar e negozi restano a lungo chiusi.La natura fa pensare ai versi di Leopardi: «Primavera dintorno/Brillanell’aria, e per i campi esulta, /Sì ch’a mirarla intenerisce il core» (Il pas-sero solitario). I cuori dei fedeli si inteneriscono davvero al sentire ilenti rintocchi delle campane “a lutto”. Intanto le donne sono tuttein chiesa, al lavoro. Le ragazze portano i più bei fiori dalla campa-gna; le adulte li intrecciano per adornare l’epitaffio del Signoredeposto dalla croce: in esso Egli giace «dormendo», ricamato in orosu un drappo damascato. Ghirlande e festoni floreali lo ricopronoda ogni lato, in vista della processione della sera per le vie del paese.Lo accompagnano bimbe in tuniche bianche, che spargono petali eprofumi al suo passaggio, imitando le donne Myrofore che portaro-no profumo (myron) al sepolcro di Gesù. La processione dell’epitaf-fio è “teologia”, più che rappresentazione suggestiva. A centinaia ifedeli lo seguono, tenendo una candelina accesa tra le mani e can-tando i cosiddetti «encomi». Spesso è Maria a parlare attraverso laloro voce: «O mia dolce primavera, Figlio mio dolcissimo, dov’è tra-montata la tua bellezza?» ed incalza il desiderio struggente:«Risorgi, o Misericordioso […]. Affrettati a risorgere, o Verbo, dissi-pa il dolore della Madre tua». Tra poco la Vita esploderà nel cosmoin tutto il suo fulgore. Il ritorno in chiesa è caratterizzato da un det-

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE

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taglio di stupenda forza simbolica: il drappo damascato è tenuto inalto da sacerdoti, e tutti, piccoli e grandi, sani e malati, si curvano oinginocchiano per passare sotto la sua «ombra». Ciò a richiamodelle parole dell’Apostolo Paolo: «Per mezzo del battesimo siamosepolti insieme a Lui nella morte» (Rm 6,4).

C) Il Grande Sabato è per tutti i cristiani il giorno del «silenzio».«Grande il silenzio, perché il Re dorme: la terra sbigottita tace perchéil Dio fatto carne si è addormentato» (Antica omelia sul sabato santo). Aquesto motivo centrale si aggiunge quello della «discesa agli inferi delSignore e Dio e Salvatore nostro». Anche qui la luce pasquale vieneanticipata in modo liturgicamente “anomalo”. I Vespri di Pasqua ven-gono celebrati al mattino, seguiti dalla Liturgia di S. Basilio. In essa èproclamato il vangelo della risurrezione (Mt 28, 1-10).A questo punto la chiesa viene preparata col rito del petalismòs. Lochiamano la «piccola Pasqua»: i petali dei fiori che adornavano l’e-pitaffio, insieme a foglie di alloro, segno della vittoria, vengono lan-ciati sui fedeli, a indicare che essi, come partecipano alla morte diCristo, saranno partecipi alla sua risurrezione (cfr Rm 6, 2-11; let-tura della Liturgia). Nessun frammento della vita è escluso, lasciatonella materia «irredenta». Alla pioggia di petali ecco unirsi un altrorilevante simbolismo «cosmico»: il lampadario centrale, in asse conil Cristo Pantokrátor in alto, mediante energici impulsi, vien fattoroteare; giochi di luce «danzante» suggeriscono al popolo fedeleche con la risurrezione di Cristo, l’universo sarà «in danza», inon-dato di luce nuova, come proclama il canto liturgico la notte diPasqua: «Rallegrati, danza, esulta, Gerusalemme/ contemplando iltuo Re, il Cristo,/ che procede dal sepolcro come uno sposo».

p. Rosario Scognamiglio, O.P.

Bari, 10 febbraio 2015

FACOLTÀ TEOLOGICA PUGLIESE

Il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto

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MAGISTERO PONTIFICIO

Presso il Consultorio Diocesano di viale Ennio è attivo dall’apriledel 2014 un gruppo GAMA (acronimo per Gruppo di Auto MutuoAiuto) dal nome evocativo: “La lanterna di Diogene e Psiche”.Altri GAMA sono operativi in alcune parrocchie della città, unadelle quali, ad esempio, è S. Maria delle Vittorie, in una forma dicollaborazione tra la parrocchia e il CSM (Centri di salute mentale). Questi, sotto la direzione scientifica della dott. Rosa Pinto e con lacollaborazione di professionisti del settore, nascono dall’intenzio-ne di creare spazi di condivisione fondati sulla base della conoscen-za reciproca e delle emozioni messe in atto dall’interazione fra per-sone. Si tratta di piccole strutture, animate da volontari che hannoseguito un apposito corso di formazione. Il GAMA prevede un livel-lo di partecipazione alla pari fra i tutti i componenti, utenti e ope-ratori, che mirano insieme a superare una delle tante forme di dis-agio oggi presenti nella realtà quotidiana. L’incontro del Gruppo operante presso il Consultorio si tiene ilmartedì mattina di ogni settimana dalle ore 10.30 alle ore 12.00 e loscambio di esperienze crea conoscenza più profonda, tanto che sidiventa capaci di esprimere le proprie difficoltà e sostenersi reci-procamente. Scopriamo così che non sono importanti le propriedebolezze, ma i punti di forza e le risorse che lo stare insieme attivaattraverso l’auto-mutuo aiuto. Il gruppo diventa cassa di risonanza

DOCUMENTAZIONE

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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del bisogno di ciascuno nel rispetto delle opinioni di tutti, che pos-sono circolare liberamente. Nessuno, infatti, si sente giudicato, maognuno coglie l’opportunità nel dialogo di sviluppare una maggio-re capacità critica e di riflessione sui propri comportamenti, incre-mentando la stima nelle proprie abilità.La focalizzazione è sul presente in modo da poter fronteggiaremeglio la quotidianità e modificare il futuro. Il processo di socia-lizzazione brevemente tracciato è facilitato proprio dal gruppo cheè come una porta aperta alla solidarietà, alla condivisione e allafiducia. Spesso, infatti, una malattia organica o psichica va a ledere profon-damente l’immagine di sé, crea chiusura e isolamento con forteimpatto sul quotidiano e sulla vita di relazione: nasce da questarealtà il sogno dei GAMA.L’essere accettati, accuditi è fonte di sostegno reciproco e offre lapossibilità di creare relazioni empatiche. Ogni componente, infatti,può apportare un suo peculiare contributo sia con suggerimentispecifici, che con valori o idee da condividere. Il sostegno reciprocoattivato fra persone che vivono uno stesso stato di bisogno e di sof-ferenza, giova sia alla persona che viene aiutata, sia alla persona chein quel momento aiuta. Ecco il valore del termine auto-mutuoaiuto. Il motto che guida ogni GAMA è infatti “Tu solo ce la puoifare (auto), ma non ce la puoi fare da solo (mutuo)”.Vincente per tutti è l’idea che aiuto me stesso, mentre aiuto gli altri. Il ruolo del facilitatore o del conduttore del gruppo consiste nel-l’incoraggiare la reciproca integrazione, proteggendo l’identitàindividuale dei membri, rifuggendo dal proporsi come guida auto-ritaria. La capacità richiesta è armonizzare le abilità di ciascuno,fornire supporto emotivo e rinforzo al singolo perché utilizzi leproprie esperienze personali in un clima coeso e sicuro, credendonel cambiamento*.

Maria Dentico

* Quanti fossero interessati a conoscere più a fondo questa porta aperta sull’u-niverso del disagio, possono mettersi in contatto con la scrivente al 3339404893.

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MAGISTERO PONTIFICIO

La terra di Modugno ed il Ducato di Barinelle pieghe della storia tra il XV e XVI sec.

Persone, luoghi ed eventi

a cura di Nicola Colatorti

Presentazione di Cosimo Damiano Fonseca aLa terra di Modugno ed il Ducato di Bari nelle pieghe della storia tra il XV e XVI sec.Persone, luoghi ed eventiQuaderni d’archivioFonti documentarie per la storia di Modugno, 5a cura di Nicola ColatortiEcumenica Editrice, Bari 2014

INDICE: Presentazione di Cosimo Damiano Fonseca; Nota introduttiva diNicola ColatortiIl Ducato di Bari in rapporto al quadro politico italiano e europeo diRaffaele MacinaBona Sforza e la chiesa di Modugno di Chiara ManchisiLa visita della regina Bona Sforza nella Terra di Modugno di MicheleVentrellaI DOCUMENTIL’eredità controversa tra gli Sforza e gli Aragona. I documenti a cura diNicola ColatortiPrima Parte: Scripturae pertinentes ad Civitatem et Ducatum Barensem,ad Principatum Rosanensem, ad terram Grottagliae et alia loca…Seconda Parte: Prove storiche e testimoniali riguardanti i diritti pretesi dalre di Polonia sui beni mobili ed immobili nel Regno di NapoliFonti archivistiche, Bibliografia, Indici delle persone, dei luoghi, generale

PUBBLICAZIONIDOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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Presentazione

Bona Sforza è personaggio di rilevante peso politico nello scenarioeuropeo dei secoli XV e XVI tenuto conto della tripolarità geografi-ca e istituzionale dentro la quale si sviluppa la sua vicenda esisten-ziale non disinserita peraltro dal contesto sovranazionale che vedepartecipe lo stesso ruolo dell’autorità imperiale. Lo si evince, tral’altro, dalle pagine e dal contenuto di questo volume che, se pursnodantesi su ben circoscritti ambiti “locali”, coinvolge il Regno diPolonia, il Ducato di Milano, il Regno di Napoli e quello di Francia,l’Impero.È ben noto come il Ducato di Bari fosse pervenuto a Bona graziealla madre Isabella d’Aragona, figlia di Alfonso di Calabria (il futu-ro re di Napoli con il nome di Alfonso II) andata in sposa al Ducadi Milano Gian Galeazzo Sforza. La titolarità del Ducato bareseinsieme con quella dei feudi calabresi e pugliesi si concretizzò inlinea ereditaria nel 1534 durante il soggiorno della stessa Bona aCracovia andata in sposa nel 1517 a Sigismondo I, re di Polonia. Ècon Sigismondo II che gli scenari mutarono radicalmente quando,alla morte della madre, Bona, avvenuta il 19 novembre 1557, furo-no impugnate le volontà testamentarie di Bona stessa sul presup-posto della sua incapacità di intendere e di volere e, conseguente-mente, di disporre di un patrimonio che jure hereditatis appartenevaalla casata jagellonica dei Sovrani di Cracovia.È ben noto come la controversia sulla presunta incapacità psichicadella testatrice nel disporre del proprio patrimonio conobbe annidi aspra contesa a cominciare dal 1558 quando il re Filippo II, nel-l’ambito di una politica di risanamento del bilancio dello Stato,procedeva alla frammentazione del feudo della Duchessa di Barimettendo in vendita le città di Ostuni, Grottaglie e le terre diModugno e di Palo o concedendo a titolo di investitura feudale altribeni ubicati a Noia, Triggiano, Capurso, ecc. La contromossa diSigismondo II Augusto fu il ricorso all’arbitrato dell’imperatoreFerdinando d’Austria nel contempo suocero di Sigismondo diPolonia e zio di Filippo II re di Spagna. Le tesi sostenute dai duecontendenti aspiranti all’eredità di Bona e l’indebolimento delsovrano richiedevano una attenta e minuta analisi della documen-tazione consistente sia nella esibizione di atti originali sia di prove

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testimoniali. Ed è in questo che vanno ricercate le ragioni del dos-sier rinvenuto da Nicola Colatorti attraverso lo Schedario Garampi,nell’Armario XLIX – Nunziature dell’Archivio Segreto Vaticano.Come è facile osservare non si tratta di una raccolta sistematica diatti processuali ma di “materiali” nel senso anglosassone del termi-ne: i primi (Docc. I-XXVIII) aventi una loro caratterizzazione orga-nica pur nella varietà della tipologia giuridica, attengono alla natu-ra e alle vicende del feudo e alla sua trasmissione. Si tratta di carterilegate in un volume come si evince dall’incipit del dossier dei docu-menti della seconda parte dell’incartamento che riporta: “In questolibro scussito che comincia Ponitum qualitate vacante…” contenente leprove storiche e documentali riguardanti i diritti pretesi dai Re di Polonia suibeni mobili e immobili del Regno di Napoli. Comunque ciò che conta èla complementarietà, logica più che formale, tra la prima e la secon-da parte nell’unico intento di dimostrare la legittimità dei beni e,quindi, la loro predisposizione in rapporto alla contesa insorta trale due parti in causa.È indubbio allora che averne voluto dare una edizione unitaria costi-tuisce già un primo guadagno per la storiografia sforzesco-aragone-se e bene ha fatto Nicola Colatorti andando ben oltre la specola diModugno leggendo a tutto campo le complesse vicende di una suc-cessione dinastica legata alla frantumazione di un consistente patri-monio feudale. A tal proposito non vanno trascurate le brevi intro-duzioni alle due parti della raccolta documentaria che illustrano icontenuti dei singoli atti e la loro successione cronologica.Ma non va dimenticato che questo volume si inserisce in una colla-na di Fonti documentarie per la storia di Modugno (di cui costituisce ilquinto volume dei Quaderni d’Archivio) e bene ha fatto Colatorti afar precedere l’edizione dei Documenti da tre saggi finalizzati allaconoscenza delle vicende della Terra di Modugno. I rispettivi auto-ri – Raffaele Macina, Chiara Manchisi e Michele Ventrella – affron-tano da angolazioni diverse alcuni aspetti nodali relativi all’età diBona Sforza: innanzitutto quello politico a fronte degli scenarieuropei in un momento di difficili equilibri di potere e di instabiligravitazioni istituzionali; poi quello ecclesiastico tenuto conto

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della centralità della Chiesa di Modugno nell’ambito del Ducatosforzesco; infine quello economico risultante da una fonte appa-rentemente marginale, quella degli “introitus et exitus”, nella qualesono annotate le spese per la venuta di Bona a Modugno.Ciò che conta, comunque, è nel suo complesso il carattere di novi-tà di questo volume che completa e arricchisce l’itinerario storio-grafico della Mostra del 2000 dedicata a Bona Sforza Regina diPolonia e Duchessa di Bari.

Massafra/Verdemare – estate 2014Cosimo Damiano Fonseca

Accademico dei Lincei

PUBBLICAZIONI

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Liberato De CaroI cieli raccontano

I cieli raccontano. Indagine storica su Gesù nell’opera di Maria Valtorta attraverso l’Astronomiadi Liberato De CaroPresentazione di Nicola BuxCentro Editoriale Valtortiano, Isola del Liri (Fr) 2014

INDICE: Presentazione di Nicola Bux - Sommario - Introduzione

1. La fenomenologia delle esperienza mistiche dei veggenti1.1. La classificazione delle differenti tipologie di visioni – 1.2. Una classi-ficazione delle visioni di Maria Valtorta – 1.3. Un approfondimento delleesperienze mistiche in base alle attuali conoscenze – 1.4. L’inconscio spi-rituale, punto d’ingresso nell’uomo delle azioni di grazie e spiritiche – 1.5.Un’ipotesi sul meccanismo di formazione delle visioni mistiche – 1.6.Come riconoscere i dati rivelati autenticamente ispirati.

2. La data di crocifissione di Gesu derivata dall’EMV2.1. I calendari ebraico giuliano e gregoriano. Calendario luni-solareebraico. Calendario giuliano. Calendario gregoriano – 2.2. Il riferimentocronologico assoluto dell’EMV “codificato” astronomicamente – 2.3. Laricostruzione astronomica del calendario ebraico dal 26 al 36 d.C. e lepossibili date della crocifissione – 2.4. La data della crocifissione derivatadalla visione di Gadar. Il martirio di Stefano e la conversione di Paolo –2.5. La data della crocifissione determinata nello studio di J. Aulagnier. -Appendice di approfondimento: La determinazione della data dell’equi-nozio di primavera.

3. La data di nascita di Gesù determinata dal confronto delle visioni di MariaValtorta e della beata Emmerick3.1. La data di nascita di Gesù determinata dall’EMV – 3.2. Il confrontocon le visioni della beata Emmerick – 3.3. La data di nascita di Gesu deri-vata dalle visioni della beata Emmerick – 3.4. La visione dell’adorazione

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dei pastori – 3.5. La Presentazione di Gesù al Tempio – Appendice diapprofondimento. L’origine della tradizione del 25 dicembre in relazioneall’EMV.

4. La “stella di Betlemme” e l’adorazione dei Magi4.1. I Magi – 4.2. Le ipotesi astronomiche sulla “stella di Betlemme”.L’ipotesi della cometa. L’ipotesi delle novae o supernovae. L’ipotesi dellestelle variabili a lungo periodo. L’ipotesi delle congiunzioni planetarie –4.3. La visione di Maria Valtorta sulla “stella di Betlemme” e le adorazio-ni dei Magi. Appendice di approfondimento – Una possibile configura-zione astrale segno del’imminente nascita del Messia.

5. Il vincolo della data della morte di Erode il Grande5.1. L’eclisse di luna prima della morte di Erode. La data della morte diErode compatibile con la ricostruzione cronologica dell’EMV derivata daJ. Aulagnier – 5.2. Compatibilità della data della nascita di Gesù derivatadall’EMV con la datazione della morte di Erode – 5.3. La strage degliinnocenti, la fuga in Egitto e il ritorno a Nazaret nell’EMV e nelle visio-ni della beata Emmerick – 5.4. Le cronologie derivate da Giuseppe Flavioe dall’EMV a confronto – Appendice di approfondimento: L’importanzadel “giorno del digiuno” prima dell’eclissi nella datazione della morte diErode.

6. Il censimento di Cesare Augusto6.1 L’enigma del censimento – 6.2 Il censimento di Cesare Augustonell’EMV – Appendice di approfondimento: Il calcolo di Dionigi dell’ini-zio dell’era cristiana.

7. L’Annunciazione a Maria e l’annuncio della nascita di Giovanni a Zaccaria7.1. I turni calendariali di servizio al Tempio – 7.2. Una nuova ipotesi suiturni delle classi sacerdotali legata ai 46 anni del Tempio (Gv 2, 20) – 7.3.L’inizio dei 46 ani del Tempio (Gv 2, 20) – 7.4. L’Annunciazione a Maria el’annuncio dell’angelo a Zaccaria nell’EMV – 7.5. La nascita di GiovanniBattista nell’EMV – Appendice di approfondimento: perché così tanti det-tagli narrativi nell’EMV?

8. La profezia delle “Settanta Settimane” nell’EMV8.1. Gesù dodicenne tra i dottori del Tempio – 8.2. La data di nascita delMessia derivata dalla profezia delle “settanta settimane”. L’inizio delleSettanta Settimane – 8.3 La data della morte del Messia derivata dallaprofezia delle Settanta Settimane – 8.4. L’ultima settimana di anni dellaprofezia di Daniele – Appendice di approfondimento: Sequenza degli

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anni sabbatici e giubilari e determinazione della classe sacerdotale in ser-vizio durante la distruzione del Tempio.

9. La vita di Maria sino alle sue nozze e l’Assunzione9.1. La ricostruzione cronologica della vita di Maria sino all’Annuncia-zione – 9.2. L’età di Maria al momento dell’Annunciazione e la sua data dinascita secondo l’EMV – 9.3. La presentazione al Tempio e le nozze diMaria – 9.4. Il confronto con le rivelazioni della Beata Emmerick – 9.5.Rivelazione della data di nascita di Maria nelle apparizioni mariane diMedjugorje – 9.6. La datazione della morte di Maria secondo la BeataEmmerick – 9.7. La datazione della morte di Maria e dell’assunzione secon-do l’EMV.

Conclusioni

Come fiaccola ardentePer chi giace nell’ombra

Contempliamo la Vergine santaChe accese la Luce Divina

E guida alla scienza di Dio tutti”(Inno Akathistos, XI stanza)

Un nuovo approccio di analisi delle visioni mistiche ha permesso didefinire i criteri in base ai quali riconoscere le informazioni in essecontenute che hanno una più elevata probabilità- di essere autenti-camente rivelate. Un’indagine accurata delle rivelazioni private,infatti, porta a concludere che i veggenti non sono consapevoli ditutte le informazioni in esse veicolate. In particolare la nuova meto-dologia d’indagine è stata applicata alle visioni di Maria Valtortacontenute nell’opera L’Evangelo come mi è stato rivelato, riguardante lavita di Gesù e Maria. Un’analisi di molti dettagli astronomici pre-senti nell’opera ha dimostrato che non si tratta di meri abbellimen-ti narrativi. È possibile, infatti, dedurre una precisa cronologia degliavvenimenti narrati, sottesa a tutta l’opera, nascosta alla consape-volezza della stessa Maria Valtorta poiché va al di là degli stessi ele-

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menti calendariali esplicitamente riportati dall’autrice. A determi-nazione delle date di nascita e di morte e dei principali avvenimentidella vita di Maria e di Gesù prima del suo Battesimo, ottenuti dal-l’analisi astronomica delle visioni della Valtorta, ha permesso di evi-denziare una sorprendente concordanza con la cronologia derivabi-le da analoghe rivelazioni della beata Anna Caterina Emmerick, inparticolare da quelle non comprese nemmeno dalla stessa misticatedesca a causa del simbolismo che le caratterizzavano. Il Magisteroecclesiastico dovrà dunque chiarire se questa tipologia di informa-zioni cronologiche possa essere stata, verosimilmente, ispiratasoprannaturalmente, poiché le date dei principali avvenimenti dellavita di Gesù e Maria estratte dalle rivelazioni delle due mistichesono le stesse, nonostante che Maria Valtorta e la beata Emmerickfossero inconsapevoli della loro presenza nelle visioni, poiché bencelate nel simbolismo attraverso cui erano veicolate.

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Da giovedì 5 febbraio 2015, Tonino (così si faceva chiamare affet-tuosamente) Buongiorno è nelle braccia amorevoli del Padre cele-ste, per celebrare la liturgia senza fine.Nato a Bari il 31 agosto 1938, era stato ordinato diacono il 31 otto-bre 1997, insieme a Giovanni Mitola, compagno di cammino for-mativo, per le mani di mons. Mariano Magrassi, arcivescovo dellaarcidiocesi di Bari-Bitonto.Coniugato con Iolanda Destino il 2 aprile del 1964, unione allieta-ta da tre figli, Miriam, Lorena e Gianni, e da quattro nipoti.Uomo di provata fede, ha vissuto con fedeltà la comunità parroc-chiale del “Buon Pastore” in Bari, sin dalla sua istituzione delnovembre 1976. Ha vissuto la spiritualità dell’Azione Cattolica. Daquando poi è tornato a Bari l’arcivescovo emerito di Lecce, mons.Michele Mincuzzi, è stato costantemente al suo servizio con dispo-nibilità instancabile (1988–1997). In quegli anni, guidato anche eprincipalmente dallo stesso presule e in seno alla comunità parroc-chiale, ha maturato la vocazione al diaconato permanente e ha fre-quentato il corso di formazione presso l’Oasi di S. Martino in Barinegli anni 1993/94–1996/97, anno di ordinazione.Chiamato per missione canonica a collaborare con il parroco donVito Carone nella parrocchia “Mater Ecclesiae” in Bari e con p.Leonardo Di Taranto nell’Ufficio diocesano della Pastorale della

diac. Antonio Buongiorno

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

NELLA PACE DEL SIGNORE

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Salute, ha curato, proprio in seno a codesto ufficio, il rapporto deiministri della Santa Comunione con le parrocchie di appartenenzae con la diocesi.Negli ultimi tempi è stato nominato consulente ecclesiastico nelC.S.I. (Centro Sportivo Italiano).Ha svolto la missione affidatagli di servo buono e fedele, comepadre e come diacono, con responsabilità, competenza e umiltà,affinando anche il suo carattere a volte impetuoso, nonostante chenegli ultimi anni della sua vita sia stato attanagliato da malattia.Male che lo ha portato a peregrinare da cliniche a ospedali, suben-do non pochi interventi chirurgici, che forse in alcuni momenti lofiaccavano fisicamente ma sicuramente non nello spirito.Come padre, ha lasciato traccia del suo servizio amoroso profon-dendolo nella sua famiglia, che continua a vivere la propria fede,inserita nella parrocchia di appartenenza.Come diacono, il suo servizio in parrocchia e in diocesi è testimo-niato dalla partecipazione di presbiteri, diaconi e amici che hannovissuto insieme la preghiera nella celebrazione di commiato, presie-duta da S.E. mons. Francesco Cacucci.

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

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MAGISTERO PONTIFICIODIARIO DELL’ARCIVESCOVO

4 - Al mattino, presso la parrocchia S. Maria Maddalena inBari, celebra la S. Messa e presenta alla comunità il nuovoco-parroco don Carmine Leuzzi.

5 - Alla sera, partecipa alla marcia diocesana di preghiera per lapace dalla parrocchia “S. Ferdinando” alla parrocchia “SS.Redentore” in Bari.

6 - Al mattino, nella Cattedrale di Lecce, partecipa alla concele-brazione eucaristica per il 25° anniversario dell’ordinazioneepiscopale di S.E. mons. Domenico Umberto D’Ambrosio,arcivescovo di Lecce.

7 - Al pomeriggio, incontra i cresimandi della parrocchia S.Ferdinando in Bari.

- Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede la riunio-ne del Consiglio Pastorale diocesano.

8 - Al pomeriggio, presso l’aula magna del Palazzo Ateneo del-l’Università degli Studi di Bari, partecipa al Convegno dibioetica su “Cultura della vita in un mondo in crisi”, orga-nizzato dall’Università e dalla SIBCE (Società Italiana per laBioetica e i Comitati Etici).

9 - Al mattino, presso il Centro “Giovanni Modugno” in -Bi-tonto, partecipa al ritiro vicariale del vicariato Bitonto-Palodel Colle.

- Alla sera, presso la parrocchia “SS. Salvatore” in Bari-Loseto,presiede l’incontro conclusivo della visita pastorale al deci-mo vicariato.

Gennaio 2015

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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10 - Al pomeriggio, presso la Biblioteca Ricchetti in Bari, parte-cipa all’assemblea del Forum regionale delle AssociazioniFamiliari.

- Alla sera, nella Basilica di S. Nicola, partecipa al concerto-meditazione “Glory&Peace” organizzato dalla FondazioneFrammenti di Luce.

11 - Al mattino, presso la parrocchia “S. Marcello” in Bari, cele-bra la S. Messa e amministra le Cresime.

- Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Festa dio-cesana della Famiglia.

12 - Alla sera, presso la parrocchia “S. Pasquale” in Bari, incontrai ragazzi del dopo Cresima.

13 - A Cassano Murge, presso la parrocchia “S. Maria delleGrazie” e Casa Betania, incontra l’VIII vicariato.

14 - Presso la parrocchia “S. Carlo Borromeo” in Bari, incontra ilI vicariato.

15 - Presso l’Istituto dei Missionari Comboniani e la parrocchia“Annunciazione” in Bari, incontra il IV vicariato.

16 - Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria del Fonte” in Bari-Carbonara, tiene la catechesi alla comunità sul tema pasto-rale dell’anno.

18 - Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la Giornatamondiale del Migrante e del Rifugiato.

- Al pomeriggio, presso la Basilica di S. Nicola, partecipaall’incontro di preghiera ecumenica per l’Unità dei cristiani.

19 - Alla sera, presso l’auditorium della parrocchia santuario di S.Fara in Bari, partecipa alla presentazione del libro Riflessionidalla Puglia del prof. Ottavio Albano, con riferimento aiGruppi di preghiera di Padre Pio nel territorio pugliese.

20 - Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la festa diS. Sebastiano, patrono del Corpo dei Vigili Urbani.

- Alla sera, nella chiesa di S. Sebastiano in Bari, celebra la S.Messa per la riapertura al culto della chiesa.

21 - Presso la parrocchia “S. Maria Assunta” in Binetto, incontrail VII vicariato.

22 - Alla sera, presso la parrocchia “S. Cuore” in Bari, tiene lacatechesi ai giovani sulla figura di Nicodemo.

23 - Alla sera, presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti in Bari,

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

tiene una riflessione su “Carità e comunicazione” nell’incon-tro organizzato da UCSI e Ordine dei Giornalisti di Pugliaper la festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

24-28 - A Roma, partecipa ai lavori della sessione invernale delConsiglio Permanente della CEI.

29 - Alla sera, presso la sede della Società San Paolo in Bari, cele-bra la S. Messa per la festa della Conversione di San Paolo.

30 - Presso il santuario “Madonna del Pozzo” in Capurso, incon-tra il IX vicariato.

31 - Alla sera, presso la parrocchia “SS. Redentore” in Bari, cele-bra la S. Messa per la festa di S. Giovanni Bosco.

Febbraio 2015

1 - Al mattino, presso la parrocchia “S. Nicola” in Bari-Catino,celebra la S. Messa e amministra le Cresime.

- Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la XIX Gior-nata mondiale della Vita consacrata.

3-5 - Presso l’Oasi Francescana “De Lilla” in Bari, presiede i lavo-ri della Conferenza Episcopale Pugliese.

5 - Alla sera, presso la parrocchia “S. Nicola” in Bari-Catino,guida la lettura del film Casomai di Alessandro D’ Alatri.

6 - Al mattino, presso il Seminario arcivescovile, incontra l’é-quipe educativa.

- Al pomeriggio, presso l’Auditorium “Scuola dei Fiori” inBari, partecipa al Convegno sul tema “Legalità e solidarie-tà”, promosso dall’Associazione Missione Effatà.

7 - Al pomeriggio, presso la parrocchia “Buon Pastore” in Bari,celebra le esequie del diacono permanente Tonino Bongiorno.

- Successivamente, in Cattedrale, celebra la S. Messa per laGiornata del malato e della vita.

8 - Al mattino, presso la parrocchia “S. Giuseppe” in Palo del

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Colle, celebra la S. Messa per il 70° anniversario della ere-zione della parrocchia.

9 - Al mattino, nella cripta della Cattedrale, celebra la S. Messaper la festa di S. Sabino, copatrono dell’Arcidiocesi.

- Alla sera, nella chiesa di S. Domenico in Bari, celebra la S.Messa per l’Associazione dei giuristi cattolici.

10 - Presso la parrocchia “Spirito Santo” in Bari-Santo Spirito,incontra il III vicariato.

11 - Presso la parrocchia “S. Giovanni Bosco” e la CappellaniaOspedaliera S. Paolo in Bari, incontra il VI vicariato.

12 - Presso la parrocchia “Resurrezione” in Bari, incontra il XIIvicariato.

13 - Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria Maggiore” in Gioiadel Colle, nell’ambito degli incontri organizzati dal Centroculturale San Paolo su “Il cinema incontra la famiglia”,guida la lettura del film Philomena di Stephen Frears.

14 - Al pomeriggio, presso la Casa “S. Vincenzo de Paoli” in Palodel Colle, celebra la S. Messa.

- Successivamente incontra il gruppo della “Comunità dei Figli diDio” fondata da don Divo Barsotti sul tema pastorale dell’anno.

15 - Al mattino, presso la clinica Mater Dei, celebra la S. Messaper la Giornata del Malato.

- Alla sera, presso l’auditorium della parrocchia “Resurre-zione” in Bari, assiste a uno spettacolo della Compagnia tea-trale “Simeone e Anna”.

16 - Alla sera, presso il Cinema Esedra in Bari, partecipa al primodegli incontri “Le notti di Nicodemo. Dalla ricerca al dialo-go”, con l’attore e regista Sergio Rubini intervistato dal gior-nalista Oscar Iarussi.

17 - Presso il Seminario arcivescovile in Bari, incontra il V vicariato. 18 - Al mattino, nella cappella della sede regionale del Corpo

della Guardia di Finanza, celebra la S. Messa.- Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa del Mercoledì

delle Ceneri.19 - Presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Bari, incontra il II vicariato.20 - Al mattino, presso l’Ospedale Policlinico in Bari, visita il

reparto di cardiologia ospedaliera “Luigi Colonna” e incon-tra medici e degenti.

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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- Alla sera, presso la parrocchia “S. Maria delle Grazie” inCassano Murge, celebra la S. Messa e tiene la catechesi qua-resimale alla comunità.

21 - Alla sera, nella chiesa del Gesù in Bari, celebra la S. Messaper l’anniversario della morte del Servo di Dio mons. LuigiGiussani, fondatore di “Comunione e Liberazione”.

22 - Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, guidail ritiro diocesano per i fidanzati.

23 - Nel pomeriggio, incontra l’on. Dario Franceschini, ministrodei Beni e delle Attività culturali.

- Alla sera, presso la parrocchia “Sacro Cuore” in Gioia delColle, nell’ambito del percorso interparrocchiale per adultiorganizzato dall’A.C., guida la lettura del film Still life diUberto Pasolini.

24 - Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario regionale “PioXI” in Molfetta, incontra i seminaristi diocesani.

25 - Presso il Centro “Giovanni Modugno” e il Santuario deiSanti Medici in Bitonto, incontra il vicariato episcopale ter-ritoriale Bitonto-Palo del Colle.

26 - Presso la “Città dei ragazzi” e la parrocchia “SS. Rosario” inMola di Bari, incontra l’XI vicariato.

27 - Al mattino, presso il Pontificio Seminario regionale “Pio XI”in Molfetta, partecipa al seminario di studio organizzatodall’Istituto Pastorale Pugliese in preparazione al ConvegnoEcclesiale Nazionale di Firenze, sul tema “Educare a una uma-nità nuova. Dialogo e confronto con le prospettive antropolo-giche della cultura contemporanea”.

28 - Al mattino, nell’aula “Mons. Enrico Nicodemo” in Bari, pre-siede la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziariodel Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese.

- Alle ore 12.00, annuncia l’elezione di don Ciccio Savino, par-roco rettore del Santuario dei Santi Medici in Bitonto, avescovo di Cassano all’Jonio.

- Alla sera, presso la parrocchia “Gesù di Nazareth” in Bari,guida la catechesi alla comunità.

ANNOTAZIONI

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