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arcidiocesi di pesaro BOLLETTINO DIOCESANO LUGLIO - SETTEMBRE 2009

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arcidiocesi di pesaro

BOLLETTINODIOCESANO

LugLio - settembre 2009

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DOCUMENTI DEL SANTO PADREBENEDETTO XVI

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DELL’INCONTRO ECUMENICO

Sala del Trono dell’Arcivescovado di PragaDomenica, 27 settembre 2009

Signori Cardinali,Eccellenze,fratelli e sorelle in Cristo,ringrazio il Signore Onnipotente per l’opportunità che mi viene data di incontrare voi, che siete i rappresentanti delle diverse comunità Cristiane di questo Paese. Ringrazio il Dottor Černý, Presidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese nella Repubblica Ceca, per le gentili parole di benvenuto che mi ha indirizzato a vostro nome.Cari amici, l’Europa continua ad essere sottoposta a molti cambiamenti. È difficile credere che solo due decenni sono passati da quando il crollo dei precedenti regimi ha dato avvio a una difficile ma produttiva transizione verso strutture politiche più partecipative. In questo periodo, i cristiani si sono uniti assieme ad altri uomini di buona volontà nell’aiutare a ricostruire un ordine politico giusto, e continuano oggi ad impegnarsi nel dialogo per aprire nuove vie verso la comprensione reciproca, la collaborazione in vista della pace e il progresso del bene comune.

Ciononostante, stanno emergendo sotto nuove forme tentativi tesi a marginalizzare l’influsso del cristianesimo nella vita pubblica, talora sotto il pretesto che i suoi in-segnamenti sono dannosi al benessere della società. Questo fenomeno ci chiede di fermarci a riflettere. Come ho suggerito nella mia Enciclica sulla speranza cristiana, la separazione artificiale del Vangelo dalla vita intellettuale e pubblica dovrebbe con-durci ad impegnarci in una reciproca “autocritica dell’età moderna” e “autocritica del cristianesimo moderno”, particolarmente riguardo alla speranza che essi possono offrire all’umanità (cfr Spe salvi, 22). Possiamo chiederci: cosa ha da dire oggi il Van-gelo alla Repubblica Ceca e più in generale all’intera Europa, in un periodo segnato dal proliferare di diverse visioni del mondo?

Il cristianesimo ha molto da offrire sul piano pratico e morale, poiché il Vangelo non cessa mai di ispirare uomini e donne a porsi al servizio dei loro fratelli e sorelle. Pochi potrebbero contestare ciò. Tuttavia, quanti fissano il loro sguardo su Gesù di Nazareth con occhi di fede sanno che Dio offre una realtà più profonda e nondimeno insepara-bile dall’ “economia” della carità all’opera in questo mondo (cfr Caritas in veritate, 2): Egli offre la salvezza.

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Il termine salvezza è ricco di significati, tuttavia esprime qualche cosa di fondamen-tale ed universale dell’anelito umano verso la felicità e la pienezza. Esso allude al desiderio ardente di riconciliazione e di comunione che spontaneamente sgorga nelle profondità dello spirito umano. È la verità centrale del Vangelo e l’obiettivo verso cui è diretto ogni sforzo di evangelizzazione e di cura pastorale. Ed è il criterio sul quale i cristiani tornano sempre a focalizzarsi, nel loro impegno per sanare le ferite delle divisioni del passato. A tal fine – come il Dr. Černý ha notato – la Santa Sede ha orga-nizzato un Convegno internazionale nel 1999 su Jan Hus per facilitare l’analisi della complessa e travagliata storia religiosa in questa nazione e più in generale in Europa (cfr Giovanni Paolo II, Discorso al Convegno Internazionale su Giovanni Hus, 1999). Prego perché tali iniziative ecumeniche portino frutto non solo per proseguire il cam-mino dell’unità dei cristiani, ma per il bene dell’intera società europea.

Acquistiamo fiducia sapendo che la proclamazione da parte della Chiesa della salvez-za in Gesù Cristo è sempre antica e sempre nuova, imbevuta della saggezza del passa-to e ricolma di speranza per il futuro. Quando l’Europa si pone in ascolto della storia del cristianesimo, ascolta la sua stessa storia. Le sue nozioni di giustizia, libertà e responsabilità sociale, assieme alle istituzioni culturali e giuridiche stabilite per difen-dere queste idee e trasmetterle alle generazioni future, sono plasmate dalla sua eredità cristiana. In verità, la memoria del passato anima le sue aspirazioni per il futuro.

Ciò spiega perché, in effetti, i cristiani attingano all’esempio di figure come sant’Adal-berto e sant’Agnese di Boemia. Il loro impegno per la diffusione del Vangelo fu mo-tivato dalla convinzione che i cristiani non devono ripiegarsi su di sé, timorosi del mondo, ma piuttosto condividere con fiducia il tesoro di verità loro affidato. Allo stesso modo i cristiani di oggi, aprendosi alla situazione attuale e riconoscendo tutto ciò che vi è di buono nella società, devono avere il coraggio di invitare uomini e donne alla radicale conversione che deriva dall’incontro con Cristo e introduce in una nuova vita di grazia.

Da questo punto di vista noi comprendiamo più chiaramente perché i cristiani siano tenuti ad unirsi ad altri nel ricordare all’Europa le sue radici. Non perché queste radici siano da tempo avvizzite. Al contrario! È per il fatto che esse continuano – in maniera tenue ma al tempo stesso feconda – a provvedere al Continente il sostegno spirituale e morale che permette di stabilire un dialogo significativo con persone di altre culture e religioni. Proprio perché il Vangelo non è un’ideologia, non pretende di bloccare dentro schemi rigidi le realtà socio politiche che si evolvono. Piuttosto, esso trascende le vicissitudini di questo mondo e getta nuova luce sulla dignità della persona umana in ogni epoca. Cari amici, chiediamo a Dio di infondere in noi uno spirito di coraggio per condividere le verità salvifiche eterne che hanno permesso, e continueranno a permettere, il progresso sociale e culturale di questo Continente.

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La salvezza operata da Gesù con la sua passione, morte, risurrezione ed ascensione in cielo non solo trasforma noi che crediamo in lui, ma ci spinge a condividere questa Buona Notizia con altri. La nostra capacità di attingere alla verità insegnata da Gesù Cristo, illuminata dai doni dello Spirito di conoscenza, saggezza e intelletto (cfr Is 11,1-2; Es 35,31) ci sproni a lavorare strenuamente in favore dell’unità che Egli desi-dera per tutti i suoi figli rinati nel Battesimo, e anzi per l’intero genere umano.

Con questi sentimenti, e con affetto fraterno per voi e per i membri delle vostre rispet-tive comunità, esprimo il mio profondo ringraziamento a tutti voi e vi affido a Dio Onnipotente, che è la nostra fortezza, il nostro rifugio e la nostra liberazione (cfr Sal 144,2). Amen!

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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI GIOVANI IN OCCASIONE DEL VIAGGIO APOSTOLICO

NELLA REPUBBLICA CECASpianata sulla Via di Melnik a Stará Boleslavo

Lunedì, 28 settembre 2009

Cari giovani!

Al termine di questa celebrazione, mi rivolgo direttamente a voi e innanzitutto vi salu-to con affetto. Siete venuti numerosi da tutto il Paese e anche dai Paesi vicini; vi siete “accampati” qui ieri sera e avete pernottato nelle tende, facendo insieme un’esperien-za di fede e di fraternità. Grazie per questa vostra presenza, che mi fa sentire l’entu-siasmo e la generosità che sono propri della giovinezza. Con voi anche il Papa si sente giovane! Un ringraziamento particolare rivolgo al vostro rappresentante per le sue parole e per il meraviglioso dono.

Cari amici, non è difficile costatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla feli-cità, talvolta mescolata ad un senso di inquietudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso e alienante. Occorre invece valutare seriamente l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male. Purtroppo non sono pochi i vostri coetanei che si lasciano attrarre da illusori miraggi di paradisi artificiali per ritrovarsi poi in una triste solitudine. Ci sono però anche tanti ragazzi e ragazze che vogliono trasformare, come ha detto il vostro portavoce, la dottrina nell’azione per dare un senso pieno alla loro vita. Vi invito tutti a guardare all’esperienza di sant’Agostino, il quale diceva che il cuore di ogni persona è inquieto fino a quando non trova ciò che veramente cerca. Ed egli scoprì che solo Gesù Cristo era la risposta soddisfacente al desiderio, suo e di ogni uomo, di una vita felice, piena di significato e di valore (cfr Confessioni I,1,1).

Come ha fatto con lui, il Signore viene incontro a ciascuno di voi. Bussa alla porta della vostra libertà e chiede di essere accolto come amico. Vi vuole rendere felici, riempirvi di umanità e di dignità. La fede cristiana è questo: l’incontro con Cristo, Per-sona viva che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. E quando il cuore di un giovane si apre ai suoi divini disegni, non fa troppa fatica a riconoscere e seguire la sua voce. Il Signore infatti chiama ciascuno per nome e ad ognuno vuole affidare una specifica missione nella Chiesa e nella società. Cari giovani, prendete consapevolezza che il Battesimo vi ha resi figli di Dio e membri del suo Corpo che è la Chiesa. Gesù vi rinnova costantemente l’invito ad essere suoi discepoli e suoi testimoni. Molti di voi li chiama al matrimonio e la preparazione a questo Sacramento costituisce un vero cammino vocazionale. Considerate allora seriamente la chiamata divina a costituire una famiglia cristiana e la vostra giovinezza sia il tempo in cui co-struire con senso di responsabilità il vostro futuro. La società ha bisogno di famiglie cristiane, di famiglie sante!

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Se poi il Signore vi chiama a seguirlo nel sacerdozio ministeriale o nella vita consa-crata, non esitate a rispondere al suo invito. In particolare, in quest’Anno Sacerdotale, mi appello a voi, giovani: siate attenti e disponibili alla chiamata di Gesù ad offrire la vita al servizio di Dio e del suo popolo. La Chiesa, anche in questo Paese, ha bisogno di numerosi e santi sacerdoti e di persone totalmente consacrate al servizio di Cristo, Speranza del mondo.La speranza! Questa parola, su cui torno spesso, si coniuga proprio con la giovinez-za. Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! Essa attende che voi vi facciate messaggeri della speranza, com’è avvenuto l’anno scorso, in Australia, per la Giorna-ta Mondiale della Gioventù, grande manifestazione di fede giovanile, che ho potuto vivere personalmente e alla quale alcuni di voi hanno preso parte. Molti di più potrete venire a Madrid, nell’agosto 2011. Vi invito fin da ora a questo grande raduno dei giovani con Cristo nella Chiesa.

Cari amici, grazie ancora per la vostra presenza e grazie per il vostro dono: il li-bro con le foto che raccontano la vita dei giovani nelle vostre diocesi. Grazie anche per il segno della vostra solidarietà verso i giovani dell’Africa, che mi avete voluto consegnare. Il Papa vi chiede di vivere con gioia ed entusiasmo la vostra fede; di crescere nell’unità tra di voi e con Cristo; di pregare e di essere assidui nella pratica dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Confessione; di curare la vostra formazione cristiana rimanendo sempre docili agli insegnamenti dei vostri Pastori. Vi guidi su questo cammino san Venceslao con il suo esempio e la sua intercessione, e sempre vi protegga la Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. Vi benedico tutti con affetto!

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DOCUMENTI DELLASEGRETERIA DI STATO

Dal Vaticano, 3 settembre 2009

Eccellenza Reverendissima,

con stimata lettera N. U9114/01 del 21 luglio scorso, il Rev.do Mons. Ro-mano Morini, Vicario Generale di codesta Arcidiocesi, ha fatto pervenire a questa Se-greteria di Stato la somma di € 3.865,00, offerta al Santo Padre Benedetto XVI quale Obolo di S. Pietro per l’anno in corso. Il Sommo Pontefice ringrazia per il gesto di solidarietà cristiana e di rin-novata adesione al Suo universale ministero apostolico e, mentre invoca la continua assistenza divina su di Lei e su quanti sono affidati alle sue cure pastorali, imparte di cuore l’implorata Benedizione Apostolica, pegno di ogni desiderato bene. Nel significarLe che l’offerta figurerà nel Bilancio dell’Obolo per l’anno 2009, mi valgo della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio.

dell’Eccellenza Vostra Reverendissimamadev.mo nel Signore X Fernando Filoni

Sostituto

_______________________A Sua Eccellenza ReverendissimaMons. Piero CocciaArcivescovo di PesaroVia Rossini, 6261121 PESARO

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DOCUMENTI DELLACONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MESSAGGIO PER LA CELEBRAZIONE DELLA 4ª GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO

1 settembre 2009

“Laudato si’, mi’ Signore…per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento”

È questo l’invito alla lode al Signore per il dono dell’aria, fonte di vita per tutte le creature, che San Francesco proclama nel Cantico delle Creature: lodiamo Dio Creatore per gli innumerevoli doni del suo amore, sull’esempio del Santo di Assisi, patrono d’Italia, nella ricorrenza centenaria della presentazione della Regola a papa Innocenzo III, avvenuta nel 1209.

In occasione della quarta Giornata per la salvaguardia del creato, proponiamo all’attenzione delle comunità ecclesiali il rinnovato impegno e l’attenzione per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria. Riflettiamo sulla necessità di respi-rare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga. Riflettiamo pure sull’eventualità che gli elementi naturali possono dar luogo a catastrofi, ma so-prattutto guardiamo ad essi con il cuore colmo di lode a Dio. Riscopriamo, anzi, in essi le sue stesse orme, secondo l’indicazione dell’episodio biblico di Elia sull’Oreb: egli incontra Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, né nel terremoto né nel fuoco, ma nel vento leggero (1Re 19,11-12). Guardiamo alle realtà del creato con quella pu-rezza di cuore, invocata da Gesù nelle beatitudini (cfr. Mt 5,8), che giunge a vedere i doni di Dio in ogni luogo, anche nei gigli del campo e negli uccelli dell’aria (cfr. Lc 12,22-31).

1. Lo Spirito di Dio

L’aria che respiriamo è collegata con la vita. Soltanto quando respiriamo siamo in vita. Il libro della Genesi afferma: “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suo-lo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (2,7). Anzi, in Dio stesso la terza Persona è lo Spirito che dà la vita. Il venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II, nell’udienza generale del 2 agosto 2000, spiegando il rappor-to del Dio Trino con tutto il creato, diceva dello Spirito Santo: “Alla luce della fede cristiana, la creazione evoca in modo particolare lo Spirito Santo nel dinamismo che contraddistingue i rapporti tra le cose, all’interno del macrocosmo e del microcosmo, e che si manifesta soprattutto là dove nasce e si sviluppa la vita… Ogni forma di vita, di animazione, di amore, rinvia in ultima analisi a quello Spirito, di cui la Genesi dice che «aleggiava sulle acque» (Gen 1,2) all’alba della creazione e nel quale i cristiani, alla luce del Nuovo Testamento, riconoscono un riferimento alla Terza Persona della Santissima Trinità”.

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Gesù Cristo, che nella sua morte “gridò a gran voce ed emise lo spirito” (Mt 27,50) e “consegnò lo spirito” (Gv 19,30), apparve dopo la sua risurrezione ai discepoli e alitò su di loro, donando il suo Spirito in vista della remissione dei peccati e della riconciliazione con tutto il creato. Nel giorno della Pentecoste, poi, questo Spirito venne su tutti come vento impetuoso, per trasformare i cuori, per infondere coraggio e per creare comunione e solidarietà.

San Paolo, nell’ottavo capitolo della lettera ai Romani, presenta lo Spirito divino che abita in noi e che ci libera dalle tendenze del peccato, rendendoci figli adottivi del Padre. Nel contempo, parla del gemito della creazione per le conseguenze del peccato e dei credenti, che hanno già le primizie dello Spirito e pure gemono interiormente. Tutto il creato soffre come nelle doglie del parto in attesa di essere un giorno reso par-tecipe della gloria dei figli di Dio. E lo stesso Spirito di Dio viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede per noi con gemiti inesprimibili.

2. “Conversione ecologica”

Viviamo in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione, finché un giorno, da Colui che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5), ci sarà dato un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1). La crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l’aria - così necessaria per la vita - è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti “gas serra”. Se, però, prendiamo coscienza del peccato, che nasce da un rapporto sbagliato con il creato, siamo chiama-ti alla “conversione ecologica”, secondo l’espressione di Giovanni Paolo II.

Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa segnala la necessità di conside-rare “i rapporti tra l’attività umana e i cambiamenti climatici che, data la loro estrema complessità, devono essere opportunamente e costantemente seguiti a livello scien-tifico, politico e giuridico, nazionale e internazionale. Il clima è un bene che va pro-tetto e richiede che, nei loro comportamenti, i consumatori e gli operatori di attività industriali sviluppino un maggior senso di responsabilità” (n. 470). Il principio di precauzione ricorda che – anche laddove la certezza scientifica non fosse completa – l’ampiezza e la gravità delle possibili conseguenze (molte delle quali si stanno già manifestando) richiedono un’azione incisiva. Una tempestiva riduzione delle emis-sioni di “gas serra” è, dunque, una precauzione necessaria a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra, che già ora patiscono gli effetti dei muta-menti climatici.

Occorre, dunque, un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’eco-nomia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa – a partire dalla progettazione degli edifici stessi - e valorizzando le energie pulite e rinnovabili. Il Santo Padre Benedetto XVI ha richiamato a uno stile di vita più essenziale, come espressione di “una disciplina fatta anche di rinunce, una di-sciplina del riconoscimento degli altri, ai quali il creato appartiene tanto quanto a noi che più facilmente possiamo disporne; una disciplina della responsabilità nei riguardi del futuro degli altri e del nostro stesso futuro” (Incontro con il clero di Bressanone, 6 agosto 2008).

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3. Giustizia e sostenibilitàL’impegno per la tutela della stabilità climatica è questione che coinvolge l’intera

famiglia umana in una responsabilità comune, che pone anche una grave questione di giustizia: a sopportarne maggiormente le conseguenze sono spesso le popolazioni a cui è meno imputabile il mutamento climatico. Anche questo rende particolarmente importante la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, che si svolgerà nel mese di dicembre a Copenaghen e nella quale la comunità internazionale dovrà definire le linee di un’efficace azione di contrasto del riscaldamento del pianeta per i prossimi decenni. Occorrerà, in particolare, una chiara disponibilità dei paesi più industrializzati – anzitutto quelli dell’Unione Europea – all’assunzione di responsa-bilità, muovendo i primi passi in un cammino che non potrà comunque raggiungere i propri obiettivi senza il contributo di tutti. Neppure il peso della crisi economico-finanziaria che investe l’intera comunità internazionale può esonerare da una collabo-razione lungimirante per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica: è un passaggio cruciale per verificare la disponibilità della famiglia umana ad abitare la terra secondo giustizia.

In quanto credenti, siamo chiamati a un particolare impegno di custodia del cre-ato, perché l’essere cristiani implica sempre e comunque una precisa responsabilità nei riguardi della creazione. «Il creato geme – lo percepiamo, quasi lo sentiamo – e attende persone umane che lo guardino a partire da Dio» (Benedetto XVI, Incontro con il clero di Bressanone).

San Francesco d’Assisi, cantore della creazione, ci aiuti in questo impegno quo-tidiano.

Roma, 1° maggio 2009

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COMUNICATO FINALECONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

Roma, 21-24 settembre 2009

Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, pre-sieduto dal Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, si è riunito a Roma per la sessione autunnale dal 21 al 24 settembre 2009. Tutti i partecipanti hanno ringraziato il Cardinale Presidente per i contenuti e il tono della sua prolusione, che ha offerto una lettura lucida e serena del momento presente. In particolare è stata apprezzata la scelta di fare della recente enciclica papale Caritas in veritate la chiave interpretativa dell’attuale situazione economica e culturale, soggetta a veloci tra-sformazioni. Non è mancata l’attenzione all’Anno sacerdotale, indetto da Benedetto XVI, preziosa opportunità per approfondire il senso della figura del sacerdote, il cui profilo non cessa di attrarre e di creare aspettative proprio in una società anonima e segnata dal rarefarsi della prossimità e della gratuità. È stata esaminata una prima traccia degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, che porranno al cen-tro la questione educativa, perno di una rinnovata stagione di evangelizzazione. Non si tratterà di un semplice prontuario pedagogico a uso delle Chiese particolari, ma piuttosto di uno strumento che propizi una presa di coscienza plausibile e praticabile per reagire al diffuso nichilismo che pervade la vita di tanti, specie dei più giovani. Il Consiglio Permanente ha approvato l’ordine del giorno dell’Assemblea Generale, che si terrà ad Assisi dal 9 al 12 novembre, autorizzando l’invio a tutti i Vescovi della bozza di due documenti che dovranno essere vagliati in quella occasione. Il primo è la nuova edizione del Rito delle esequie; il secondo si concentra sulla presenza e l’azione della Chiesa nel Mezzogiorno. Specifica attenzione è stata dedicata anche all’approssimarsi della ricorrenza del centocinquantesimo dell’unità d’Italia. È stata autorizzata la preparazione di un vademecum per le parrocchie italiane, a cui sempre più spesso si accostano fedeli provenienti da Paesi dell’Est europeo e appartenenti all’ortodossia. È stata licenziata una Nota che recepisce le norme pubblicate dalla Santa Sede per gli Istituti superiori di scienze religiose e sono state assunte talune determinazioni in materia di sostentamento del clero. Infine, è stato approvato il Mes-saggio per la Giornata per la Vita del 2010.

1. La “grande finestra” da cui guardare il mondo“Non ci lasceremo guidare da qualche «piccola finestra» del dettaglio, del pregiu-

dizio o dell’incertezza, «ma dalla grande finestra che Cristo ci ha aperto sull’intera verità, guardiamo il mondo e gli uomini e riconosciamo così che cosa conta veramente nella vita»”. Questa suggestiva immagine del Papa, posta all’inizio della prolusione, spiega la prospettiva di fondo dei lavori del Consiglio Permanente, dominati dalla fiducia, nonostante l’amarezza per l’allarmante degrado del vivere civile. Per questo tutti i Vescovi si sono ritrovati nella convinzione espressa dal Presidente, secondo cui “la Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere”. Pensare in grande, senza lasciarsi rinchiudere in visioni anguste, è la prospettiva da tutti condi-visa, che si fa appello alla comunità ecclesiale e civile, nella consapevolezza che solo quando il Vangelo diventa cultura, cioè si declina in comportamenti concreti, assolve al suo compito di offrire una speranza fondata a una società scettica e disorientata.

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2. Anno sacerdotale: una preziosa opportunitàIn questo contesto, l’Anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI al fine di “con-

tribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi” (Lettera di in-dizione, 16 giugno 2009), costituisce una risorsa non solo per la comunità ecclesiale, ma anche per la stessa società civile. A ben vedere, infatti, tutti abbiamo bisogno di te-stimoni credibili per superare la rassegnazione e il fatalismo. Come è stato osservato, la crisi odierna non si pone semplicemente sul piano delle idee, ma pervade i costumi e perciò non può essere affrontata limitandosi a enunciare principi e valori. Da questa inedita condizione il prete è decisamente sfidato, ma allo stesso tempo egli medesimo diventa una sfida agli occhi di tutti, se vive all’altezza della propria vocazione. Non si è taciuto il fatto che proprio il sacerdote rischi oggi – anche a motivo dell’accrescersi degli impegni – una preoccupante scissione tra la sfera personale e l’attività ministe-riale, separando l’essere dall’agire. Occorre dunque affrontare la possibile deriva di una “professionalizzazione” riduttiva, incapace di rendere ragione di quel mistero di salvezza a cui il sacerdote deve attrarre con la propria persona, ancor prima che con le sue attività. Egli, infatti, riesce a educare efficacemente soltanto se dietro al suo fare si colgono le tracce di un’esistenza di fede e dunque lieta, anche quando è segnata da fatiche e prove. Per questo, il Consiglio Permanente ha ribadito sincera gratitudine per la testimonianza di tantissimi preti che rendono presente la Chiesa nel Paese, senza sottrarsi alle dinamiche di un mondo che cambia e alle sollecitazioni del Vangelo che non muta.

3. Verso gli Orientamenti pastorali del decennio 2010-2020La Chiesa intera è chiamata a generare nuovi credenti attraverso l’esperienza

dell’educare. A questo tema – già affrontato nell’Assemblea Generale celebrata nel maggio scorso – è stata dedicata un’ampia riflessione nel contesto della presentazione della prima traccia degli Orientamenti pastorali del prossimo decennio. Come è noto, da tale traccia scaturirà il testo che, una volta approvato nell’Assemblea Generale prevista nel maggio 2010, costituirà l’asse portante della proposta della CEI per gli anni 2010-2020. Si è auspicato un documento unitario ed essenziale, che abbia la capacità di “trafiggere i cuori” per raccogliere l’emergenza dell’educazione nel nostro contesto liquido e plurale. Si è ribadito che la malattia mortale che rende tanto dif-ficile il rapporto educativo è l’incapacità di rapportarsi con il reale, avendo smarrito il senso dell’oggettività. È emersa la necessità di focalizzare anche altre dimensioni fondamentali dell’esperienza umana, quali la libertà, la volontà, la ragione, l’amore, e – non ultima – la fede. La famiglia gioca un ruolo decisivo in questa traditio dell’arte di vivere, a condizione che sappia superare la tentazione iperprotettiva a risparmiare ai figli qualsiasi esperienza del limite e del sacrificio. Perché sia efficace, l’intervento educativo richiede l’apporto di tutti gli adulti e delle diverse agenzie sociali. Perché la domanda di educazione non resti un’aspirazione generica e confusa, deve penetra-re in tutti gli ambiti di vita: la famiglia, la comunità ecclesiale, la scuola e il lavoro, ma anche il tempo libero, lo sport e la comunicazione sociale, come si ricava dallo stimolante rapporto-proposta La sfida educativa, appena pubblicato per iniziativa del Comitato per il progetto culturale.

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4. La questione del MezzogiornoIl convegno Chiesa del sud, Chiese nel sud, celebrato a Napoli nel febbraio scorso,

ha posto i presupposti per riconsiderare i temi affrontati dai Vescovi vent’anni or sono nel documento Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno. A detta di molti, infatti, la questione meridionale rischia di essere oggi avvolta in un clamoroso silenzio, pur in presenza di preoccupanti segnali di crisi. Non tutto il Sud è povero – è stato sottolineato – ma patisce un impoverimento progressivo in alcune macroaree. Tale situazione richiede non assoluzioni preventive né indebite colpevolizzazioni, ma una parola di responsabilità indirizzata alla gente del Sud e alla Chiesa che colà vive, capace nel contempo di rivolgersi al Paese intero, come voce di tutta la Chiesa che è in Italia. Per questo occorre fare appello a tutte le forze positive, declinando l’attenzione alle problematiche locali nella coscienza di appartenere a un’unica nazione. Il docu-mento, che sarà esaminato nella versione definitiva dall’Assemblea Generale che si terrà ad Assisi dal 9 al 12 novembre, non si limiterà a denunciare i problemi con taglio sociologico, ma offrirà chiavi di lettura animate dalla speranza cristiana, virtù che non tace il peccato, ma sa far leva sulla responsabilità, sulla solidarietà e sulla sobrietà.

5. Nuovo Rito delle esequie, vademecum e adempimenti giuridiciIl Consiglio Permanente, approvando l’ordine del giorno dell’Assemblea Genera-

le di novembre, ha stabilito che in quella sede sia vagliato il testo del nuovo Rito delle esequie. Nell’attuale scenario socio-culturale questa frontiera della vita viene spesso censurata, mentre chiede di essere accompagnata alla luce della fede. È infatti quello della morte uno dei momenti in cui la prossimità della Chiesa si manifesta più chiara-mente, esigendo una particolare attenzione alle persone.

È stato anche approvato il progetto di demandare ai competenti uffici della CEI la preparazione di un vademecum pastorale, che aiuti i parroci e le parrocchie a risponde-re in maniera giuridicamente corretta ed ecumenicamente rispettosa alle richieste cir-ca l’amministrazione di sacramenti e la catechesi, che con sempre maggiore frequenza provengono da fedeli giunti da Paesi dell’Est europeo e appartenenti all’ortodossia.

È stata licenziata la Nota di ricezione per l’Italia dell’Istruzione sugli istituti supe-riori di scienze religiose, recentemente pubblicata dalla Congregazione per l’educa-zione cattolica. Con questo adempimento giunge a compimento il processo di adegua-mento degli istituti di formazione teologica, strumenti indispensabili per rispondere alla domanda di teologia da parte dei laici e per disporre di docenti di religione e di operatori pastorali in grado di fare fronte alle esigenze della comunità ecclesiale, inse-rendosi con competenza nel dibattito pubblico e nel mondo del lavoro.

Per quanto concerne il sostentamento del clero, è stata ribadita la necessità di pro-muovere con rinnovato slancio una campagna per incrementare le cosiddette offerte deducibili. Sono state, inoltre, approvate le determinazioni che fissano il punteggio aggiuntivo a favore di docenti e officiali a tempo pieno delle Facoltà teologiche e degli Istituti superiori di scienze religiose e la quota minima della remunerazione dovuta dalle parrocchie personali ai parroci e ai vicari parrocchiali. Tenendo conto del modesto incremento del tasso di inflazione, si è deciso di mantenere invariato nel 2010 il valore del punto.

Infine, è stato licenziato il testo del Messaggio per la 32a Giornata per la Vita, che si terrà domenica 7 febbraio 2010, ed è stato approvato lo statuto dell’Associazione Incontro matrimoniale.

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6. NomineIl Consiglio Episcopale Permanente ha proceduto alle seguenti nomine:

- S.E. Mons. Alceste Catella, Vescovo di Casale Monferrato, membro della Commis-sione Episcopale per la liturgia.- S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Vescovo di Trani – Barletta – Bisceglie, mem-bro della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo.- S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, membro della Commissione Epi-scopale per la cultura e le comunicazioni sociali.- Don Franco Magnani (Mantova), Direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale.- Don Maurizio Viviani (Verona), Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università.- Don Paolo Gentili (Grosseto), Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia.- Mons. Adolfo Zambon (Vicenza), Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici.- Dott. Matteo Calabresi, Responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica.- Mons. Ugo Ughi (Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola), Vice Assistente Ecclesia-stico Generale dell’Azione Cattolica Italiana.- Don Giuseppe Masiero (Padova), Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per il settore adulti.- Don Jean Paul Lieggi (Bari - Bitonto), Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Asso-ciazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) per la branca Rovers/Scolte.- Don Stefano Caprio (Foggia – Bovino), Assistente Ecclesiastico Generale dell’As-sociazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC).- Padre Edoardo Ricevuti, O.Cist., Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Associa-zione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC) per la branca Lupetti. - Don Giuseppe Cavoli (Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola), Assistente Ecclesia-stico Nazionale dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIG-SEC) per la branca Esploratori.- Padre Gerardo Pasquinelli, F.D.M., Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Asso-ciazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC) per la branca Cocci-nelle.- Don Fabio Gollinucci (Trieste), Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Associazio-ne Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC) per la branca Scolte.- Don Giovanni Facchetti (Bolzano – Bressanone), Assistente Ecclesiastico Nazionale dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC) per la branca Guide.- Il Consiglio Permanente ha espresso il gradimento della terna presentata dall’Asso-ciazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC) per la scelta del proprio presidente.

La Presidenza della CEI, riunitasi lunedì 21 settembre, ha proceduto alle seguenti nomine:- S.E. Mons. Eugenio Ravignani, Amministratore Apostolico di Trieste, membro della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo.- Mons. Adolfo Zambon (Vicenza), membro del Comitato per gli enti e i beni eccle-siastici.

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- Dott. Matteo Calabresi, membro del Comitato per la promozione del sostegno eco-nomico alla Chiesa Cattolica.- Prof. Gian Carlo Blangiardo, membro del Comitato per il progetto culturale.- Don Alfonso Raimo (Salerno – Campagna – Acerno), membro del Collegio dei revi-sori dei conti della Fondazione Missio.- Don Angelo Auletta (Tricarico), don Paolo Angelo Bonini (Albenga – Imperia) e don Bernardino Pessani (Milano), Assistenti Spirituali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Roma.

Roma, 29 settembre 2009

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ATTI DI S.E.R. Mons. PIERO COCCIAARCIVESCOVO METROPOLITA

- OMELIE

- MESSAGGI E LETTERE

- DECRETI E NOMINE

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OMELIE

OMELIA IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA MADONNA DEL PORTO

Pesaro, 5 luglio 2009

Saluto tutti voi carissimi fedeli. Un saluto carico di riconoscenza lo rivolgo a tutte le autorità militari e civile che hanno a cuore anche il bene di questo quartiere. Quar-tiere che presenta alcuni tratti di problematicità, ma sempre disponibile nell’impegno per raggiungere risultati sempre più alti e più organici di bene comune. Mi affido alla sensibilità di tutti perché questo quartiere possa costantemente progredire affrontando anche quei problemi lavorativi che preoccupano non poche famiglie di questa comu-nità.

Saluto poi il parroco don Marco con tutti i suoi validi collaboratori: don Lorenzo, il diacono Giorgio, tutti gli operatori pastorali che contribuiscono al camino spedito nella fede di questa comunità cristiana.

È un dato di fatto che tutti noi pesaresi sentiamo in maniera molto forte la festa della Madonna del Porto. È una festa questa che ci porta alle nostre più sane tradizio-ni. Ma abbiamo anche la consapevolezza che ogni tradizione, perché rimanga vitale, ha bisogno di essere innovata. Dunque dobbiamo sempre coniugare la tradizione con l’innovazione in un sano equilibrio e nella prospettiva del futuro. Abbiamo coscien-za anche che questa tradizione accompagnata dall’innovazione, affonda le sue radici nell’esperienza della nostra fede. Una fede che ci convoca come parrocchia, come comunità cristiana, la quale ha sempre piena coscienza della sua identità e del suo ruolo.

La liturgia di oggi attraverso le letture che ci sono state proclamate, ancora una volta dà a noi delle coordinate per essere una comunità cristiana sul modello di Maria. In riferimento a questo paradigma che è Maria, la comunità cristiana sente di dover essere comunità profetica. Come Maria è stata una donna profetica, così la chiesa deve costantemente riconoscersi nel suo ruolo profetico.

Abbiamo ascoltato il primo testo tratto dal libro di Ezechiele (Ez 2, 2 - 5). Questo profeta racconta la sua vocazione problematica, riferisce delle difficoltà che il Signore pone a lui in forma anticipatoria nell’esercizio del suo ministero profetico. Il Signore dice a questo uomo che incontrerà un popolo della dura cervice, testardo, dal cuore indurito. Il Signore però gli chiede di continuare la sua missione, nonostante le diffi-coltà che incontrerà.

Dunque, c’è una chiara consapevolezza di essere anche noi, sul modello di Eze-chiele, comunità cristiana profetica, ma non ingenua. Una comunità che ha chiara coscienza anche delle difficoltà che incontrerà.

Abbiamo poi recepito la seconda lettura tratta dalla seconda lettera ai Corinzi (2 Cor 12, 7 - 10). San Paolo scrive a questa comunità, raccomandando ad essa l’unità. Ma San Paolo aggiunge che gli è stato posta una spina nella sua carne. Sull’interpre-tazione di questa spina si è detto tanto.

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San Paolo precisa che questa spina il Signore l’ha posta nella sua carne perché egli possa avere coscienza della sua fragilità, e quindi nell’esercizio della sua missione, possa affidarsi non alle sue forze umane limitate ma alla forza di Dio.

Questa lettura, ricorda a noi che come comunità cristiana siamo chiamati alla pro-fezia in mezzo a varie difficoltà, ma che siamo sostenuti dalla forza dello spirito. Siamo quindi una comunità garantita, che deve procedere in serenità perché ha la certezza di non essere mai abbandonata dalla forza di Dio, che vince ogni difficoltà. Questo ci è di conforto e nel contempo di stimolo.

La terza lettura tratta dal Vangelo di Marco (Mc 6, 1 - 6) ci racconta l’episodio di Gesù che, entrando nella sinagoga della sua città, trova difficoltà di accoglienza e di ascolto. Tutti si chiedono se questa persona non fosse il figlio di Maria e di Giu-seppe. Ma Gesù insegna con l’autorevolezza e con autorità. Il che crea scompiglio nell’uditorio, tanto che questo suo atteggiamento pone una serie di perplessità. Gesù però continua la sua missione e dopo aver predicato nella sinagoga della sua città, va nei villaggi vicini seguitando ad insegnare. Abbiamo un esempio di Gesù, il profeta per eccellenza, il quale nonostante le difficoltà prosegue nel suo cammino, rimanendo fedele alla sua missione e al suo compito.

Questi riferimenti biblici ci dicono che siamo una comunità cristiana che, sul mo-dello e sull’esempio sublime di Maria, ha coscienza di essere chiamata alla profezia. Una comunità che va incontro anche alle difficoltà, ma che comunque è sostenuta dalla forza di Dio e che esercita con chiarezza e determinazione la sua missione.

Se questi sono gli elementi dedotti dalla liturgia di oggi, allora ci poniamo un successivo interrogativo. Quando noi parliamo di una comunità cristiana profetica, di una comunità cristiana impegnata nella profezia, queste definizioni cosa vogliono dire? Quali elementi ci richiamano? A quali obiettivi ci introducono? Spesso la parola “profezia” viene usata e a volte abusata. In termini teologali oltre che teologici la parola “profezia” che cosa indica?

Bonhoeffer che è stato un grande teologo dello scorso secolo, diceva che profezia per il cristiano vuol dire avere l’occhio e il cuore verso l’oltre e verso l’altro.

Carissimi fedeli, dobbiamo tornare a questi punti fermi. Siamo una comunità cristiana chiamata alla profezia e per questa ragione siamo

chiamati a guardare oltre. Oltre il perimetro della storia, pur non rinunciando di im-mergersi in essa ed in tutte le difficoltà che essa pone.

Siamo una comunità nella storia, ma proiettata nella metastoria. Siamo nella realtà umana che affrontiamo in tutti i vari problemi culturali, sociali, ecc., ma leggiamo questa realtà con un criterio diverso, perché la comunità cristiana ha lo sguardo rivolto verso l’ulteriorità. Essa è comunità proiettata verso destino ultimo dell’uomo, verso l’eternità. Ha un orizzonte molto più vasto e prende sempre il largo.

Allora non possiamo essere una comunità rattrappita e congelata dalle situazioni umane. Dobbiamo viverle intensamente però con lo spirito, con lo sguardo e con la tensione continua all’oltre. Questo diventa l’unico criterio con cui analizziamo la realtà umana nella sua interezza.

Aggiungiamo un altro elemento. Se siamo chiamati alla profezia attraverso l’”oltre”, siamo chiamati alla profezia

anche attraverso l’ “altro”.Chi è questo “altro”? Non solo il nostro compagno di avventura umana. L’Altro

con la lettera maiuscola. È la realtà del Dio che attraverso Cristo viene a noi incontro.

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Siamo profeti quando annunciamo l’Altro, non quando annunciamo le nostre idee, le nostre opinioni, ma quando abbiamo la consapevolezza e la coerenza di dover testi-moniare Gesù Cristo. La comunità cristiana è profetica quando guarda oltre e quando annuncia in maniera convinta e corrente esperienza di Gesù Cristo che è l’Altro con la lettera maiuscola. Guardiamo oltre perché siamo già nell’esperienza dell’Altro, perché già possediamo in qualche misura la realtà di Gesù Cristo, che ci viene incontro attraverso la parola, attraverso i sacramenti, attraverso la stessa comunità cristiana che è la chiesa. Questo Altro è già tra di noi. Ha piantato già la sua tenda in mezzo a noi. Pur essendo “tenda tra di noi” ci rimanda all’oltre. Dobbiamo avere dunque questa chiara consapevolezza. Non siamo comunità cri-stiana livellata sui problemi sociali. Viviamo i problemi sociali, economici, umani e quant’altro, ma comunichiamo a queste realtà l’esperienza dell’Altro, che è l’espe-rienza risolutrice dell’umano nella sua totalità e interezza.

Pertanto rivolgo un caldissimo invito alla cara comunità della Madonna del Porto, in cui sono stato alcuni mesi fa in Visita Pastorale e che ho avuto modo di conoscere e di apprezzare in forma ancora più diretta e più immediata, ad essere sempre una co-munità cristiana forte nella sua identità e nella sua missione. Una comunità cristiana che riferendosi a Maria è chiamata alla profezia e che, nonostante le difficoltà che incontra, è sostenuta dalla garanzia della forza di Dio. Una profezia che a sua volta chiede determinazione come il vangelo di oggi ci ha ricordato.

Auguro a questa comunità di non perdere mai di vista i due punti essenziali della profezia: lo sguardo dell’”oltre” che ci introduce nel cuore dell’”Altro”.

Tutti abbiamo bisogno del Volto del Risorto per ritrovare il senso della vita e per dare significato al dolore e alla morte. Solo nell’Oltre che ci fa incontrare l’”Altro”, possiamo fondare la nostra speranza che non è un’illusione ma una persona: il Cristo Risorto.

Sia lodato Gesù Cristo.

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OMELIA IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS. ASSUNTA Pesaro, Basilica - Cattedrale,

15 agosto 2009

Cari fedeli,celebriamo oggi la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine.Questa liturgia la sentiamo in modo particolare poiché fa parte della tradizione cristia-na che si è radicata nel popolo di Dio. Ma noi pesaresi la sentiamo anche per un’altra ragione: la nostra cattedrale è dedicata proprio a Maria SS. Assunta.

Tuttavia questa celebrazione liturgica ci chiede di essere vissuta. In questo conte-sto la figura di Maria si pone come modello per tutti noi cristiani. Modello di impegno di far trionfare la verità, modello che sa identificare la verità nella persona di Gesù Cristo e modello di colei credente che riesce a rivelare la verità di Gesù Cristo.

Nella prima lettura tratta dal libro dell’Apocalisse (Ap 11, 19; 12, 1 – 6.10) ci è presentata la figura di una donna che genera un figlio attraverso non solo le doglie del parto, ma anche attraverso una lotta strenua con un drago che vuole divorare il nascituro. Tale situazione agonica si risolve con un esito finale: il bimbo nato è rapito verso Dio e viene destinato a governare tutte le nazioni.Questo testo ci ripropone l’ambivalenza della condizione umana come luogo di scon-tro tra il bene e male, tra grazia e peccato, tra verità e menzogna e la figura di Maria, rappresentata dalla partoriente, come colei che sconfigge il male generando Cristo - Verità.Il male, nella cultura e nella società di oggi ha diverse connotazioni e configurazio-ni. Tuttavia a nessuno sfugge che esso oggi si vela sotto le sfoglie della falsità che contraddice la verità. Ci sono nella cultura e nella società di oggi tre tarli che con-tinuamente non solo corrodono il nostro rapporto con la verità ma si pongono come sostitutivi di essa.

Innanzitutto è diffusa quella mentalità secondo cui la verità debba coincidere con l’opinione dominante. La verità la definiamo a colpi di maggioranza, svuotandola del suo carattere oggettivo. Inoltre è dominante anche l’idea che la verità è legata a quella corrente del pensiero detta del razionalismo il quale ha la pretesa di definire vero solo ciò che è comprensibile sul piano della ragione, dimenticando che la realtà, globalmente intesa, è più ampia di quanto la ragione può comprendere. Da ultimo non manca nella cultura di oggi una presenza di relativismo secondo il quale la stessa verità non è assoluta e quindi ci sarebbero tante verità ma non la Verità. A tutti è noto come questi tarli corrosivi poi generino un tipo di etica che dà luogo a fenomeni so-ciali disgregativi per la persona e per la società.

La solennità dell’Assunta ci impegna come Maria a generare Cristo in una inces-sante lotta che ci coinvolge tra verità e falsità nella certezza che la verità del Cristo avrà vittoria definitiva.

La prima lettera di S. Paolo ai Corinzi (1 Cor 15, 10-26) ci dà la certezza che Cri-sto è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti, poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. San Paolo con molta chiarezza ci indica nella persona del Cristo risorto la verità ulti-ma e definitiva ricordandoci che la condizione umana può e deve rispecchiarsi in essa per trovare la soluzione ai suoi interrogativi esistenziali.

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Per San Paolo solo l’esperienza del Cristo Risorto diventa decisiva per cogliere la totalità della verità la quale non può restringersi ai fenomeni puramente umani. Nell’ “umano” profondamente e globalmente inteso è radicata l’esigenza di quella verità che dà senso e significato anche alla morte. Solo nell’avvenimento del Cristo Risorto tale esigenza trova il suo compimento.

Cari fedeli, la figura di Maria ci accompagna nel saper cercare la verità nella per-sona di Gesù Cristo Risorto e non altrove. Maria ha avuto questa consapevolezza. La sua Assunzione al cielo costituisce una’anticipazione del definitivo compimento di ogni cosa in Dio e quindi l’incontro con la Verità ultima che dà senso alla vita e alla morte conformemente a quanto scrive l’Apostolo: “Poi sarà la fine quando il Cristo consegnerà il Regno a Dio Padre… perché Dio sia tutto in tutti” (1 Cor 15, 24.28).

Da ultimo il testo di Luca (Lc 1, 39-56) ci descrive l’incontro di Maria con sua cugina Elisabetta. È questo un incontro dove Maria rivela ad Elisabetta e comunica con il canto del Magnificat la vera identità di Gesù Cristo poiché grandi cose ha fatto in lei Onnipotente.Attraverso Cristo ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti, ecc….La realtà del Cristo viene rivelata a cominciare da Maria. La Vergine Maria quindi non solo ha colto la verità nel suo figlio, ma l’ha rivelata e comunicata ad Elisabetta e all’umanità intera.

Cari fedeli, se siamo presi dalla verità del Cristo Risorto e se ne facciamo l’espe-rienza, non possiamo non rivelare e comunicare a tutti questo evento. Abbiamo la cer-tezza di aver scoperto in Cristo Risorto la verità totale della vita. Proprio per questo, forte è dentro di noi l’esigenza di comunicare, di condividere con tutti ciò che ci ha toccato, ciò che ci ha illuminato, ciò che ci ha rinnovato. Ancora una volta Maria sia modello sublime per vivere in completezza la nostra fede in Cristo.

Sia lodato Gesù Cristo.

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OMELIA PER LA MESSA DEL TURISTA Pesaro, 16 agosto 2009 Parrocchia di Cristo Re

Rivolgo un cordiale saluto a tutti, in particolare a quei turisti che ancora una volta hanno scelto la città di Pesaro ed il suo territorio per trascorrere un meritato periodo di riposo.Nel mio messaggio, con cui anche quest’anno porgevo il mio “benvenuto” a tutti gli ospiti della città di Pesaro, sottolineavo come il riposo non solo è un desiderio insopprimibile nella natura umana, ma anche una formidabile esperienza di crescita. Infatti, esso, se vissuto consapevolmente, ci consente di vivere in maniera intensa ed originale una serie di relazioni con persone, esperienze, eventi ed avvenimenti che si pongono come “relazioni nuove” che creano arricchimento della nostra persona.Anche la fede, come relazione con l’avvenimento cristiano, durante le vacanze ha possibilità ulteriore di crescita. Infatti, il riposo ci è dato come il “dono” per vivere l’esperienza cristiana insieme ad una comunità collocata in un territorio specifico. Una comunità che fa un suo preciso cammino, una comunità ricca di storia, di tradi-zioni, una comunità che prega e che si nutre della parola. La Chiesa di Pesaro sente di dover condividere il patrimonio della propria fede con ogni persona. Perciò avverte anche a questo riguardo un forte senso di responsabilità.In questo contesto facciamo riflessione su quella parola di Dio che ora ci è stata pro-clamata nella liturgia.La prima lettura, tratta dal libro dei Proverbi (Pro 9,1-6), ci ricorda che la sapienza ci invita alla sua tavola imbandita e che il cibo della Sapienza è gratuito. Il brano si conclude con una sollecitazione ad abbandonare la stoltezza e ad intraprendere il cammino verso la Sapienza.Ma a questo punto ci chiediamo quale è l’identità della Sapienza che ci è data? Chi è per il credente la Sapienza?Il testo del Vangelo di Giovanni (Gv 9,51-58) risponde alla nostra domanda.Gesù si definisce il pane disceso dal cielo che dà la vita eterna. Non è quindi difficile identificare la sapienza nella persona di Gesù, il quale si dona a noi come nutrimento che ci consente l’esperienza della pienezza della vita che comprende anche la dimen-sione dell’eternità. Cristo dunque si pone come Sapienza non per ragioni umane ma soprattutto perché, attraverso la sua persona, ci consente di cogliere e di vivere la “Realtà Totale” dove l’eternità ci è già data in forma anticipata, certa e accessibile.Il testo della lettera di S. Paolo agli Efesini (Ef 5,15-20) ci invita ad essere coerenti e quindi a saper gestire la nostra vita non da stolti ma da saggi poiché nutriti della sapienza che è Cristo stesso, che ci introduce nell’eternità. La presenza della vita eterna dataci da Cristo, ci convoca ad una visione completa della vita con tutte le conseguenzialità inerenti.Cari fedeli, troppo spesso viviamo la nostra condizione umana affidandoci ai criteri valutativi ed operativi puramente ed esclusivamente umani. Urge ritrovare la pienezza di una fede in Cristo che ci dona la totalità della vita includente l’eternità. Diversa-mente svuotiamo l’esperienza della fede cristiana del suo specifico.Auguro a tutti un cammino di fede vissuto nella sapienza di Cristo, che non è sapienza umana, ma sapienza che ci anticipa e ci fa gustare fin d’ora la vita eterna.

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Auguro in particolar modo ai Turisti una permanenza ricca di relazioni e di incontri soprattutto con la nostra comunità cristiana di Pesaro, perché tutti si arricchiscano di Sapienza, perché tutti trovino la Sapienza nella persona di Gesù Cristo e perché questa Sapienza che è Cristo ci dia una visione completa e totale della vita.Sia lodato Gesù Cristo.

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MESSAGGI E LETTERE

MESSAGGIO AL TURISTIPesaro, estate 2009

Non c’è nulla di più umano del bisogno di riposarsi, non solo perché le nostre forze spirituali e fisiche sono limitate, ma soprattutto perché percepiamo in forma quasi istintiva che il tempo del riposo, attraverso una serie di “relazioni nuove” crea un co-stante e rinnovato equilibrio tra domanda e risposta che genera sempre una maggiore autocoscienza di sé. È da questa autocoscienza che è generata poi quella scala di valori da cui derivano le scelte dell’agire quotidiano. L’esperienza ci dice che oggi come non mai una maggio-re autocoscienza di sé sia quanto mai necessaria e nel contempo difficile.La cultura odierna con evidente tendenza all’omologazione ed un sistema di vita segnato da ri-levanti spinte alla frammentazione ed al consumismo di vario tipo, costituiscono una forte provocazione con cui tutti dobbiamo misurarci. Pertanto il riposo si pone come tempo privilegiato per poter realizzare una forma sempre più alta di comprensione di sé. Attraverso una serie di relazioni nuove, dovute al cambiamento delle condizioni abi-tuali di tempo e di luogo, siamo tutti favoriti ad esplicitare le domande profonde del nostro cuore e sollecitati a dare risposte puntuali. In questo contesto il tasso dell’auto-coscienza di sé aumenta e si completa in tutte le dimensioni. La comunità cristiana di Pesaro, attraverso la celebrazione della liturgia, la contem-plazione di opere d’arte, l’approccio con la musica sacra, la visita ai luoghi di culto, lo scambio di esperienze, offre a tutti gli ospiti della città e dell’Arcidiocesi la possibilità di poter vivere il tempo di riposo come tempo di “relazioni nuove” in grado di favo-rire quelle domande e cercare quelle risposte che ci portano ad incontrare il volto del Cristo, “Via, Verità e Vita” in cui riscontrare la pienezza dell’umano. Con questa speranza vi benedico.

✠Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro

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MESSAGGIO PER L’UNIONE EUCARISTICA DI PERPETUA ADORAZIONE

TRA I FEDELI DELL’ARCIDIOCESI DI PESAROPesaro, 1 luglio 2009

L’Eucaristia una presenza che educa

Il nuovo Anno Pastorale del 2009-2010 vedrà la nostra chiesa locale impegnata nella riflessione, nella preghiera e nella prassi sul tema dell’Educare.

Su questa strada ci hanno spinto sia i numerosi e premurosi interventi di Benedetto XVI, come anche la scelta dei Vescovi Italiani di voler incentrare su questo argomento gli orientamenti pastorali per il prossimo decennio.

A questo punto ci chiediamo se l’esperienza eucaristica, sia con la Celebrazione Liturgica come anche con l’Adorazione, può essere punto di riferimento centrale per una chiesa che sente di doversi educare e di dover educare.

La risposta è senz’altro affermativa partendo da una considerazione da cui non possiamo sottrarci.

La comunità cristiana ha la certezza di incontrare nell’Eucaristia la presenza reale del Signore. Dove c’è l’incontro c’è sempre una trasformazione che educa poiché ci interpella in atteggiamenti e scelte di vita nuovi.

Ne sottolineo alcuni. Innanzitutto la presenza eucaristica ci fa fare memoria dell’incarnazione del Signo-

re nella realtà degli uomini. Cristo assume la forma ed il sapore del pane e del vino. Lo fa per rimanere presente in mezzo a noi. È un Dio vicino che condivide la nostra storia e la orienta verso il Regno di Dio. Sulla scia del Cristo Eucaristico i cristiani non possono non impastarsi nella storia. Sono chiamati dal Cristo a condividere la sorte dell’umanità immedesimandosi nei problemi, nelle sofferenze e nelle speranze degli uomini di oggi. Non esistono realtà o situazioni storiche impermeabili alla animazione cristiana. L’incontro con Gesù nell’Eucaristia ci richiama ad una presenza “reale” nel mondo. Presenza rivelatrice di un amore che salva tutto l’uomo ed ogni uomo.

Vado oltre. L’Eucaristia come cibo e bevanda è un alimento vivo che ci nutre e ci consente di percorrere i “deserti” del mondo contemporaneo vivificandoli. Il mondo di oggi non manca di “deserti” di vario tipo e di vario genere: consumismo sfrenato, relativismo diffuso, indifferenza valoriale, chiusura alla trascendenza, mancato rispet-to della vita, ecc. Immerso in queste lande desertiche, il cristiano, nutrito di Eucaristia, è chiamato a infondere la vita di Cristo in queste realtà per fecondarle e per vivificarle. Non bastano scelte di carattere tecnico. Appare oggi urgente ridare la vita del Cristo a persone, a situazioni ed istituzioni nel segno della testimonianza e della speranza. L’Eucaristia celebrata e vissuta ci chiama ad una opera di vivificazione attraverso la liberazione e la trasfigurazione dell’uomo e della società.

Da ultimo il Cristo nell’Eucaristia esprime e realizza l’esperienza del dono tota-le e gratuito. La comunità cristiana nutrita dell’Eucaristia introduce nella storia una corrente di gratuità e di dono, come la recente enciclica del Papa “Caritas in Veritate” ci ha ricordato. È nell’Eucaristia da ricercare l’antidoto più efficace a certe forme di degrado di modelli di vita oggi dominanti: l’individualismo che soffoca, la pretesa di ottenere tutto con la forza del denaro, l’arroganza del potere, il dominio culturale delle

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convenienze, il contrattualismo esasperato, la negoziazione con interessi di parte, ecc.

Di fronte a questo quadro c’è bisogno di una inversione di marcia che ci riporti alla categoria del dono e del gratuito. L’Eucaristia esprime e realizza esperienza del dono e del gratuito. Sta a noi raccogliere questa sollecitazione ed essere conseguenziali.

A tutta la chiesa locale di Pesaro raccomando una viva e fruttuosa partecipazione alla preghiera eucaristica dell’Adorazione. La sosta eucaristica, se vissuta cosciente-mente, ha sempre una forte valenza educativa che il credente deve saper cogliere e vivere anche riflettendo su questi elementi che ho sottolineato.

Alle care Suore Figlie del Cuore Sacratissimo di Gesù rinnovo i sentimenti di gratitudine per la testimonianza che danno di una presenza orante e per il servizio che svolgono nella frequentata ed amata chiesa dell’Adorazione.

✠ Piero Coccia Arcivescovo Metropolita di Pesaro

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TELEGRAMMA A SUA SANTITÁ BENEDETTO XVI

Piero CocciaArcivescovo Metropolita di Pesaro

Pesaro, 18 luglio 2009

A nome dell’Arcidiocesi e mio personale, in sincera comunione ecclesiale, porgo fer-vidi auguri di rapida e completa guarigione per continuare la sua provvidenziale azio-ne di magistero per la Chiesa e il mondo. Accompagniamo gli auguri con fervide preghiere a Dio con l’intercessione della Ver-gine Maria Regina degli Apostoli. ✠ Piero Coccia Arcivescovo di Pesaro

Dal Vaticano, 5 agosto 2009

Eccellenza Reverendissima,

con cortese pensiero, Ella, unitamente ai sacerdoti e ai fedeli di codesta Arcidioce-si, ha fatto pervenire al Santo Padre Benedetto XVI espressioni di premurosa vicinan-za e di cordiale augurio, assicurando costanti preghiere a sostegno del Suo universale Ministero.

Il Sommo Pontefice, Che ha accolto con animo grato il delicato gesto, segno di profonda comunione e di spirituale affetto, mentre auspica un fecondo cammino ec-clesiale, invoca la celeste protezione della Vergine Maria e imparte volentieri a Vostra Eccellenza e a quanti sono affidati alle sue cure pastorali, una speciale Benedizione Apostolica, propiziatrice di pace e di cristiana prosperità.

Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio

dell’Eccellenza Vostra Reverendissimama dev.mo nel Signore ✠ Fernando Filoni Sostituto

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SALUTO AL CARDINALE GIOVANNI BATTISTA REIN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA MESSA

PER IL 55º ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI ALCIDE DE GASPERI

Basilica - Cattedrale di Pesaro 21 agosto 2009

Eminenza Reverendissima,A nome dell’Arcidiocesi di Pesaro e mio personale Le rivolgo un caloroso benvenuto nella nostra città e nella nostra Chiesa locale.La ringrazio vivamente per aver accettato l’invito rivoltoLe dal Dott. Giorgio Girelli, in qualità di presidente del Centro Studi Sociali “Alcide De Gasperi, ad essere fra di noi per celebrare il 55º anniversario della morte del grande statista trentino. Alcide De Gasperi ha segnato profondamente la vita del nostro paese e a distanza di oltre mezzo secolo noi tutti ne raccogliamo i frutti.Abbiamo la ferma convinzione che la figura, il pensiero e l’opera di De Gasperi co-stituiscono un ricco patrimonio per tutti coloro che sono impegnati nel campo della politica al fine di realizzare forme sempre più alte e compiute del bene comune. Quel bene comune che Giovanni Paolo II nella Sollecitudo Rei Socialis in forma sintetica e chiara definiva: “Il bene di tutti e di ciascuno” e su cui anche la recente enciclica “Caritas in veritate” del Sommo Pontefice ha richiamato l’attenzione e l’impegno di tutti gli uomini di buona volontà. A questo riguardo sappiamo della Sua profonda conoscenza del pensiero di De Gaspe-ri e della rigorosa ed appassionata ricerca che Lei ha fatto nell’individuare le solide radici religiose che hanno costantemente ispirato l’impegno e l’azione politica di que-sto autentico e convinto costruttore del Bene comune.Le siamo grati anche per questo prezioso contributo che Lei, con le Sue apprezzate pubblicazioni, ha dato e sta dando a tutti, specie ai cristiani impegnati in politica.La Chiesa che è in Italia sta vivendo una particolare stagione storica carica di sfide derivanti dalla odierna cultura e dall’attuale società. Tali sfide chiedono ad essa rispo-ste chiare e scelte precise.Una di queste sfide è certamente quella di un rinnovato impegno da parte dei cristiani nella sfera politica, come ripetutamente ci ha ricordato e ci ricorda l’alto Magistero di Benedetto XVI.Ci risuonano ancora nella mente e nel cuore le parole pronunciate dal Papa durante il IV Convegno della Chiesa Italiana a Verona. Il Sommo Pontefice in quella occasione, indicava alla Chiesa italiana tre percorsi da intraprendere per una efficace evange-lizzazione della società: l’educazione nella trasmissione della fede, la testimonianza della carità e la formazione civile e politica dei cattolici, specie di quelli impegnati in forma diretta nella gestione della cosa pubblica.Eminenza, la Chiesa che è in Pesaro ha raccolto l’invito del Santo Padre. In questi ulti-mi anni, essa molto ha investito nella formazione del laicato, impegnando al riguardo notevoli risorse umane, organizzative, strutturali ed economiche con soddisfacenti risultati. La formazione del laicato è una, anche se non la sola, delle scelte prioritarie che stanno caratterizzando il cammino della nostra comunità cristiana.

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Avvertiamo quanto sia necessario ed importante dialogare con la cultura, con la so-cietà e le sue istituzioni. Abbiamo però la ferma convinzione che in questo dialogo la Chiesa è chiamata a proporre la visione cristiana dell’uomo e della storia attraverso un laicato maturo e responsabile che costantemente va formato.E in questo quadro relativo all’impegno formativo di persone con vocazione alla poli-tica, cogliamo poi l’urgenza di coniugare sempre più spiritualità e politica.Lei in una sua recente pubblicazione su De Gasperi così si esprimeva: “Spiritualità e politica vissero sempre intrecciate in De Gasperi; sembrava che l’una prendesse for-za e ragione di vita dall’altra… Per questo, se si vuole capire realmente De Gasperi, bisogna approfondire non soltanto l’azione che svolse e le idee sociali e politiche che lo mossero, ma anche la spiritualità che lo animò”.Questa puntuale riflessione non solo costituisce per i cristiani impegnati in politica una forte sollecitazione, ma interpella vivamente la Chiesa nella sua non eludibile responsabilità formativa di cristiani solidi nella fede, validi nelle competenze, appas-sionati e motivati nel servizio che sono chiamati a rendere nella sfera della politica attiva.

Siamo certi che la Sua parola questa sera sarà di ulteriore sprone alla nostra Chiesa locale in un cammino già intrapreso, ma che va continuamente perseguito e tenace-mente sollecitato.

Grazie, Eminenza, ancora per la Sua presenza. Grazie per quanto ci vorrà dire. Grazie per l’apprezzato servizio che rende alla Chiesa in un settore tanto delicato quanto decisivo in qualità di Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Ruolo questo che La vede come stimato e diretto collaboratore del Santo Padre nel governo della Chiesa Universale.

Le assicuriamo il costante ricordo nella preghiera.

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MESSAGGIO PER L’INIZIO DELL ’ ANNO SCOLASTICO 2009-2010Pesaro 8 settembre 2009

La scuola chiamata a misurarsi con l’ “Emergenza Educativa”

Cari Studenti, Genitori, Docenti, Dirigenti e Operatori della ScuolaL’inizio di ogni anno scolastico rappresenta sempre un momento carico di attese,

di speranze, ma anche di sfide per i giovani, i docenti, i dirigenti, i genitori e gli ope-ratori della scuola.

L’esperienza scolastica, infatti, si colloca in un cammino educativo diretto a for-mare le persone autonome e libere, in grado di assumersi il compito difficile delle scelte orientate al bene individuale e sociale.

La scuola costituisce un campo di sfida continua per tutti, dove l’educazione con-tinuamente è interpellata. Se ciò è vero sempre, ancor più lo è in questa stagione culturale segnata dalla cosiddetta “Emergenza Educativa”.Ma cosa si vuole intendere oggi con la parola “Emergenza” applicata alla sfera dell’educare?Molti dicono che c’è emergenza, perché siamo tutti diventati incapaci di educare; altri sostengono che al riguardo siamo diventati troppo accomodanti, altri ancora afferma-no che l’educare è un “mestiere“ divenuto oggi tanto difficile al punto tale che siamo diventati latitanti. Tutto ciò può essere anche vero, ma il nodo cruciale è un altro.

Oggi nella sfera dell’educare c’è emergenza, poiché al riguardo sono aumentati sia l’offerta come anche la domanda. I giovani sono di fronte ad una eccedenza di opportunità e sono messi di fronte ad un numero di scelte maggiore nei confronti del passato. Il che comporta un maggiore impegno nel giocare la propria libertà. Vivono in un mondo che offre loro varie possibilità di comportamento, di valutazioni e di proposte valoriali. Spesso confusi non trovano motivazioni profonde per vivere e per amare. Ne consegue che tutti sentiamo la necessità e l’urgenza di attrezzarci meglio per decidere bene nei confronti della vita.

A questo punto viene da chiedersi: come può e deve essere superata questa situa-zione di “Emergenza Educativa”?

È un dato di fatto che l’educazione soffre oggi di varie patologie che hanno una matrice unica: il riduttivismo. A pagare il costo più alto è la persona che viene pena-lizzata, sia a livello di mancato sviluppo di tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale, come anche a livello di un approccio con la realtà non riuscendo a cogliere di questa la totalità e tutto il suo significato profondo, compreso quello religioso.

J. Maritain afferma che “l’educazione è una questione di esperienza integrale”. La categoria di esperienza assunta nella sua integralità, una volta sgomberato il campo da ogni forma di riduzione, è dunque il cardine della proposta educativa che riguarda anche la scuola.

Da questa considerazione nasce l’urgenza di un ripensamento serio della “questio-ne educativa”. Una questione che si ripropone come quella esperienza integrale che coinvolge necessariamente la dimensione religiosa della persona e l’interpretazione religiosa della realtà stessa. È impensabile escludere l’esperienza religiosa dall’espe-rienza educativa.

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È da notare che l’imprescindibile punto di partenza per percorrere la strada dell’educare come esperienza integrale, è costituito dal mondo degli adulti i quali sono chiamati non solo ad insegnare ma a trasmettere alle nuove generazioni in modo concreto e personale la possibilità di compiersi integralmente vivendo la realtà secon-do la totalità dei suoi fattori, compreso il suo significato ultimo. È questa la vera sfida che attende tutti coloro che hanno a cuore l’Educare.

Auguro a tutti coloro che sono impegnati nel difficile ma affascinante compito di “educare”, che l’inizio di questo nuovo anno scolastico costituisca l’occasione per una profonda riflessione sull’educare come esperienza integrale, perché ognuno al riguardo assuma le proprie responsabilità.

Agli studenti auguro poi un cammino scolastico vissuto non come peso ma come opportunità da valorizzare per la propria crescita; come un tempo in cui rafforzare aspettative e tener desta la passione per la vita, nell’incessante ricerca delle sue pro-fonde motivazioni ideali e spirituali.L’esperienza della Visita Pastorale mi sta portando ad incontrare un mondo studente-sco ricco di potenzialità, disponibile ad un impegno serio e desideroso di incontrare nella fede la Verità di Cristo. A questi giovani che in parte ho già incontrato e che incontrerò, rivolgo il mio affettuoso saluto di Pastore che ha a cuore la vita di ogni persona e di tutte le persone. Mentre auguro un buon anno scolastico, benedico tutti di cuore.

✠ Piero Coccia Arcivescovo

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SALUTO A S.E. REV.MA MONS. GIUSEPPE BERTELLO NUNZIO APOSTOLICO IN ITALIA

IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI SAN TERENZIO PATRONO Basilica - Cattedrale di Pesaro

24 settembre 2009

Eccellenza ReverendissimaA nome dell’intera Arcidiocesi di Pesaro e mio personale ho il piacere di rivolger-

Le un caloroso benvenuto nella nostra città e nella nostra chiesa locale. La ringrazio vivamente per aver accettato l’invito ad essere oggi qui tra di noi.

La presenza di cui Lei ci onora, coincide con la celebrazione della solennità di San Terenzio Vescovo e martire, patrono della nostra Arcidiocesi.

Con questa celebrazione la chiesa di Pesaro dà anche l’avvio al suo Nuovo Anno Pastorale che la vede sollecita nell’attuare linee programmatiche condivise, attraverso il coinvolgimento di tutte le sue componenti.

Mi è caro sottolineare come in questi anni con consapevolezza e determinazione ci siamo notevolmente adoperati nel tradurre le indicazioni della chiesa italiana nella nostra realtà locale.

In questa ottica abbiamo operato comunitariamente delle scelte pastorali che co-stituiscono le grandi coordinate su cui la chiesa di Pesaro si è impegnata e si sta impegnando .

Sento di dover ricordare alcune di queste coordinate che ci stanno conducendo in forma appassionata e sistematica nel nostro cammino di chiesa.

Vorrei evidenziare lo sforzo con cui la nostra chiesa locale ha affrontato i sacra-menti della Iniziazione cristiana, impegno essenziale nella trasmissione della fede e che coinvolge nuove generazioni, operatori pastorali e famiglie a cui la nostra atten-zione e preoccupazione apostolica costantemente sono rivolte.

Ma non posso tacere la maggior consapevolezza e corresponsabilità della nostra comunità in merito ai ministeri di fatto, ai ministeri istituiti e soprattutto al ministero ordinato del sacerdozio. Eccellenza, la nostra chiesa di Pesaro vanta dei sacerdoti ammirevoli per passione apostolica, per generosità e per spiritualità, ma soffre per un clero in costante calo, diventato insufficiente per le esigenze delle comunità e con una media di anzianità molto elevata, la più alta delle Marche.

A ciò si aggiunge una preoccupante emergenza di vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa maschile e femminile ed alla vita consacrata in genere.

Non ci piace però leggere questa situazione con pessimismo, ma come un preciso segno con cui il Signore sta indicandoci strade nuove da percorrere coraggiosamen-te.

Non posso poi tralasciare la tenacia con cui stiamo lavorando per la formazione specie del laicato, chiamato alla maturità della propria fede e alla corresponsabilità nella comunità. A questo riguardo abbiamo recepito con sufficiente chiarezza le indi-cazioni del Convegno ecclesiale di Verona del 2006. Indicazioni che ci hanno portato a far investimento nel campo della formazione anche attraverso l’apertura del nuovo Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” che si rivela sempre più prezioso strumento per la crescita della nostra comunità.

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In questi anni del nostro servizio episcopale in Pesaro, notevole impulso abbiamo dato alla dimensione comunionale e missionaria della chiesa. Ci sentiamo sollecitati ad essere una chiesa missionaria chiamata ad evangelizzare un territorio con forti spinte di provocazione culturale, ma nel contempo ci sentiamo sempre più chiesa con-vocata a vivere la comunione con il Signore e con il suo Pastore perché la missione produca i frutti desiderati.La Visita Pastorale che abbiamo iniziato da otto mesi ci sta confermando nella ne-cessità di continuare il cammino su questi sentieri intrapresi e che chiedono a tutti noi e a ciascuno di noi il superamento di ogni pessimismo, il coraggio di guardare al futuro con gli occhi della fede, ma anche la valorizzazione di tante potenzialità di cui la comunità cristiana di Pesaro è ricca, l’ottimizzazione di risorse e nel contempo la decisione di avviarci in sentieri nuovi e inesplorati.È con questo spirito che proprio in questi giorni, dedicati alla memoria di San Te-renzio indomito vescovo e martire della fede, abbiamo celebrato il nostro Convegno Diocesano di inizio anno, dedicando l’attenzione, la riflessione e le preghiere al tema della missione educativa della chiesa nella trasmissione della fede, avendo cura di focalizzare alcuni luoghi ed esperienze che maggiormente ci coinvolgono in questa stagione culturale che anche il nostro territorio sta vivendo.

Grazie ancora, Eccellenza, per la sua presenza tra di noi. Grazie per quanto ci vorrà dire ed indicare.

Grazie per l’apprezzato servizio che Lei rende con riconosciuta competenza e con notevole dedizione apostolica alla Chiesa che è in Italia. Servizio che La vede impe-gnata come diretto collaboratore del Santo Padre nel delicato ed importante ruolo di Nunzio Apostolico.

Eccellenza conti pure sulla nostra preghiera.

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INTRODUZIONE ALL’AGENDA DI PROGRAMMZIONE PASTORALE2009/2010

Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Operatori Pastorali

Il 19 di ottobre 2006 Benedetto XVI intervenendo al IV Convegno Ecclesiale di Verona, indicava alla Chiesa Italiana tre percorsi da intraprendere per una efficace evangelizzazione della società italiana: l’educazione alla fede nel mistero di Cristo, la testimonianza della carità e la formazione civile e politica dei cattolici.

Successivamente in più occasioni il Santo Padre è tornato sul compito urgente dell’educare, che interpella la Chiesa per più ragioni e su vari fronti. Parlando ai Ve-scovi Italiani nella loro Assemblea Generale del maggio scorso così si esprimeva:“C’è bisogno di educatori autorevoli a cui le nuove generazioni possano guarda-re con fiducia… Quella dell’educazione è un’esigenza costitutiva e permanente della vita della Chiesa che oggi tende ad assumere i tratti dell’urgenza e, perfino, dell’emergenza…è necessario riflettere su un progetto educativo che nasca da una coerente e completa visione dell’uomo che può scaturire unicamente da Gesù Cristo. È Lui il Maestro alla cui scuola riscoprire il compito educativo come un’altissima vocazione a cui ogni fedele è chiamato” (cfr Saluto all’Assemblea Generale della CEI del 28 maggio 2009).

I Vescovi italiani poi nell’ultima Assemblea Generale del Maggio scorso hanno scelto la “questione educativa” come tema centrale per gli orientamenti pastorali del prossimo decennio (2010 – 2020). Tema che dovrà essere declinato su diversi versanti.Questi autorevoli interventi e scelte non possono lasciare indifferente la nostra chiesa locale la quale, pur continuando il suo cammino su strade già intraprese, sente di do-ver prestare particolare attenzione alla questione educativa fin dal nuovo anno pasto-rale che l’attende del 2009 – 2010.

Tale cammino si pone certamente in continuità con quelli già avviati in questi ul-timi cinque anni e che hanno bisogno di essere continuati in un raccordo permanente tra di loro e con quanto lo Spirito ci suggerisce nella prospettiva di nuovi orizzonti che ci attendono.

A questo riguardo pare opportuno fare un “riallaccio” con quelle indicazioni pa-storali che la chiesa di Pesaro si è sforzata di seguire in questi ultimi cinque anni.

Nel 2004 - 2005 la nostra Chiesa locale si è concentrata sull’iniziazione cristiana con particolare riferimento al mondo degli adulti e alla catechesi loro rivolta. Ci siamo resi conto che l’iniziazione cristiana è un’esperienza fondamentale ed essenziale nella vita della Chiesa che coinvolge anche il mondo degli adulti nella riscoperta della fede.

Nel 2005 - 2006 poi la riflessione della nostra Chiesa locale è stata centrata sull’Eucaristia. Era l’anno del Sinodo sull’Eucaristia e ci siamo soffermati in parti-colare sul sacramento dell’Ordine Sacro, fortemente legato all’Eucaristia. A questo riguardo abbiamo potuto fare riflessioni e considerazioni prendendo coscienza della realtà del nostro presbiterio e del problema vocazionale.

Nel 2006 - 2007 il nostro sguardo è stato rivolto al Convegno Ecclesiale di Verona. Un’esperienza questa che abbiamo vissuto con intensità e che abbiamo riportato in Diocesi, focalizzando l’attenzione su quelle relazioni che ci coinvolgono nell’espe-rienza di una fede vissuta a tutto campo.

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Nel 2007 - 2008, seguendo ancora le indicazioni del Convegno di Verona ci siamo concentrati sulla ministerialità della Chiesa, dedicando particolare attenzione al laica-to. Laicato sempre più da formare e da inserire nella vita della nostra chiesa locale sul piano della corresponsabilità oltre che della collaborazione, anche attraverso i mini-steri istituiti e i ministeri di fatto.

Nell’anno pastorale 2008 - 2009 la nostra Chiesa locale è stata sollecitata ad ap-profondire la dimensione della comunione e della missione in relazione alla mia Pri-ma Visita Pastorale che è iniziata nel mese di febbraio del 2009.

Ora ci attende un Anno Pastorale intenso che ci provoca sull’emergenza educativa con particolare riferimento alla trasmissione della fede.

1. Perché l’emergenza educativaSul significato della parola “emergenza” si sono pronunciati quasi tutti: pasto-

ri, pedagogisti, operatori pastorali, gente comune. Molti dicono che c’è emergenza perché siamo incapaci di educare, o siamo superficiali e accomodanti, o perché chi deve educare non lo fa più o lo fa male. Può essere vero anche questo, ma non è il nodo cruciale. C’è emergenza perché sono aumentati offerta e domanda. I giovani sono di fronte ad una eccedenza di opportunità e sono messi di fronte abitualmente a un numero di scelte maggiore. Il tutto comporta un impegno maggiore nel giocare la propria libertà. Siamo in un mondo più libero e per questo più bisognoso di attrezzarsi per decidere bene. Ogni persona ha davanti a sé, ancor prima di percepirne il valore, innumerevoli possibilità di comportamento, di valutazione, di stimoli e di proposte. Da ciò scaturisce la necessità di affrontare la questione educativa in maniera urgente e diversa dal passato.

Se dunque ci troviamo di fronte ad un’emergenza, essa va affrontata riflettendo su alcuni contenuti essenziali dell’educare stesso.

2. L’Educazione come Esperienza IntegraleJacques Maritain nella sua opera “Per una filosofia dell’educazione” afferma che

“l’educazione è una questione di esperienza integrale. La categoria di esperienza assunta nella sua integralità, una volta sgombrato il campo da ogni riduzione psicologico - soggettivistica del termine, è dunque il cardine della proposta educativa.Infatti l’esperienza integrale può garantire il processo educativo perché garantisce lo sviluppo di tutte le dimensioni di un individuo fino alla loro realizzazione integrale, e nello stesso tempo l’affermazione di tutte le possibilità di connessione attiva di quelle dimensioni con tutta la realtà. Una simile impostazione, mette subito in campo la natura inter-personale del processo educativo. Educatore ed educando sono conside-rati come liberi soggetti coinvolti in un rapporto modulato dall’imporsi del reale. La realtà, con il suo insopprimibile invito ad affermarne il significato, chiama al coin-volgimento. Per questo si può parlare del dialogo educativo in termini di un’impresa rischiosa e affascinante. Sono così gettate le fondamenta su cui costruire i pilastri portanti di un adeguato metodo educativo. Quest’impostazione “precede” l’analisi del contesto socio-culturale anche se, avendo di mira l’uomo – in ultima analisi il cristia-no – nella sua identità di persona libera sempre situata non può mai prescindere dalla sua collocazione storica concreta.

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Ma quali sono i fattori di questo processo che garantiscono l’educazione come espe-rienza integrale?

3. La tradizione innovativaImprescindibile punto di partenza perché l’educando possa percorrere la strada

dell’integralità dell’esperienza è la cura che le generazioni adulte si prendono delle nuove generazioni.L’educazione richiede l’opera della catena di generazioni. Come giustamente è stato affermato, l’educazione domanda tradizione. Essa consiste, come diceva Blondel, in un luogo di pratica e di esperienza, vissuto e proposto in prima persona dall’educa-tore alla libertà sempre storicamente situata dell’educando (cfr. M. Blondel, in Storia e Dogma). Pertanto la tradizione, rettamente intesa, è per sua natura aperta a tutte le domande che incombono sul presente. È innovativa. Essa garantisce, come diceva Giovanni Paolo II, la “genealogia” della persona e non solo la sua “biologia”.

Da qui si capisce allora il peso che, nella proposta educativa, ha il fattore dell’au-torità, termine di cui è bene non dimenticare il significato etimologico più accreditato. Il sostantivo latino auctoritas deriva dal verbo latino augere che significa far crescere. La persona autorevole, infatti, incarna quell’ipotesi esistenziale di lavoro, cioè quel criterio di sperimentazione dei valori che la tradizione mi offre per crescere. L’auto-rità, quando è autentica, è l’espressione efficace della convivenza in cui si origina la mia esistenza. In questo caso l’educando sente l’autorità come profondamente con-veniente alla sua persona.

Educa chi documenta in modo concreto e personale all’educando la possibilità di compiersi integralmente, vivendo la realtà secondo la totalità dei suoi fattori.

Ma non è possibile introdurre alla realtà secondo la sua integralità – cioè educare - senza proporre il suo significato. Una proposta chiamata a diventare ipotesi di lavo-ro per l’educando deve fare i conti con il significato ultimo della realtà globalmente intesa. Da qui nasce l’esigenza di confrontarsi con il Mistero di Cristo rivelatore del significato di tutta la realtà includente tutte le sue dimensioni.

4. Il Mistero di CristoPertanto il secondo elemento del processo educativo come luogo di esperienza

integrale – implica la possibilità di accedere a tutta la Realtà e che questa mi si riveli e mi si comunichi. Tutto ciò è storicamente fattibile? Certamente sì. La pienezza del Reale ci è dato di coglierla solo nella persona del Cristo, poichè il volto del Mistero è quello del Padre che ci è stato rivelato da Gesù.

Dunque per il credente il Cristo, rivelazione del Padre, assume una collocazione centrale ed un ruolo decisivo nei confronti di tutta la Realtà. L’avvenimento del Cristo non è un dato opzionale ma un’esperienza necessaria per cogliere e vivere il Reale in tutta la sua pienezza, profondità e totalità.

Ma questa rivelazione fa appello alla nostra libertà coinvolgendoci in una risposta continua. Il Mistero di Cristo ci interpella.

Da qui nasce allora la responsabilità di tutta la comunità cristiana sul piano edu-cativo: introdurre sempre più la persona al Mistero del Cristo con l’annuncio, la cele-brazione e la testimonianza.

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Va da sé pertanto che la sfida educativa non può essere recepita solo come impegno a superare la tendenza di ridurre la verità ad esperienze scientifiche o all’utile, o a sensazioni emotive.

La sfida educativa richiede il riconoscimento di un approccio pieno della realtà che passa attraverso il Cristo perché la verità piena la cogliamo solo in Cristo per mezzo del quale tutto è stato creato e al quale tutto è stato predestinato (cfr. Ef 1, 4).

L’educare quindi si configura come un’esigenza costitutiva e permanente della vita della chiesa la quale a questo riguardo è coinvolta in tutte le sue espressioni ed articolazioni, dal momento che in essa continua la presenza viva e vitale di Cristo stesso nella storia.

5. La partecipazioneL’integralità dell’esperienza, nel rispetto della natura del reale, non è garantita

solo dal fatto che l’educando sia chiamato al paragone con una proposta vivente e personale della tradizione – sempre innovativa – attraverso una figura autorevole. È necessario che l’educando si impegni personalmente con tale proposta. È importante capire che in questo passaggio non è semplicemente in gioco un metodo educativo più adeguato. La portata dell’affermazione a questo proposito è molto più profonda. Si tratta di riconoscere la struttura ultima del rapporto tra l’io e la realtà. In forza di tale struttura, se la libertà dell’uomo non si mette in gioco, alla persona è negato l’ac-cesso alla verità. Infatti, se la verità è l’evento in cui realtà e l’io si incontrano e se tale evento si dà sempre e solo nel segno, non esiste possibilità di conoscere il reale (verità) senza una decisione. Afferma il noto esegeta Schlier, in proposito: “Il senso ultimo e peculiare di un evento, e quindi l’evento stesso nella sua verità, si apre solo e sempre ad una esperienza che s’abbandoni ad esso e in questo abbandono cerchi d’interpretarlo” e aggiunge: “un evento si palesa a chi partecipa all’esperienza di esso”. Così il rischio dell’educazione apre l’educando alla massima creatività. Tradi-zione innovativa, autorità vitale, totalità del reale colta nel Cristo, verifica personale e partecipata dell’ipotesi educativa: sono questi gli elementi costitutivi di quella che abbia mo definito esperienza integrale.

Invito la nostra amata Chiesa locale in tutte le sue articolazioni, a prendere sempre più coscienza della sfida educativa che ci attende anche in riferimento al contesto socio – culturale del nostro territorio. Tale sfida chiede una intelligente (intus legere) lettura ed un coinvolgimento della nostra comunità cristiana su un terreno di bruciante attualità, nella “convinzione ferma che l’educazione è esperienza integrale” con tutte le conseguenzialità.

All’inizio di questo Anno Pastorale invoco abbondante benedizione di Dio su tutta la Chiesa che è in Pesaro per l’intercessione della Beata Vergine delle Grazie e di San Terenzio indomito testimone della fede in Cristo.

✠ Piero Coccia Arcivescovo

Pesaro, 24 settembre 2009Solennità di San Terenzio Vescovo e Martire

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ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSE “Giovanni Paolo II”SALUTO PER L’APERTURA ANNO ACCADEMICO 2009/2010

Gentili Professori, carissimi Studenti,con l’anno accademico 2009-2010 il nostro Istituto raggiunge un’ importante tappa, quella del terzo anno di attività. Si tratta di una tappa significativa perché con essa giunge a compimento il primo ciclo di studi, e gli studenti che hanno iniziato il loro percorso nell’anno accademico 2007-2008 imboccano quest’anno l’ultimo tratto di strada che li condurrà a tagliare il traguardo del diploma di laurea. Si potrebbe quasi dire che con i primi laureati l’Istituto raggiungerà il suo pieno consolidamento, racco-gliendo i primi frutti del compito a cui è stato chiamato.

Accanto a questa nota positiva ve ne è anche un’altra su cui vorrei attirare l’atten-zione. Come certo sapete il nostro Istituto è nato con una dimensione di metropolia, ossia avendo come territorio di riferimento per il suo servizio non solo l’Arcidiocesi di Pesaro ma anche quella di Urbino e la Diocesi di Fano. Appena poche settimane fa l’Istituto superiore di Scienze religiose “I. Mancini” dell’Università di Urbino ha ottenuto il riconoscimento della Congregazione per l’Educazione cattolica per il suo corso di laurea specialistica e così, nella nostra Metropolia, abbiamo la possibilità dell’intero percorso di Scienze religiose: al triennio pesarese si affianca il biennio spe-cialistico di Urbino quale suo naturale coronamento e quindi quale concreta possibi-lità, per gli studenti che lo desiderino, di raggiungere la pienezza degli studi in questo campo. Certamente, prima che l’Istituto urbinate venisse riconosciuto c’era - e c’è ancora per chi lo voglia - la possibilità di frequentare il corso di laurea specialistica sia in Ancona che a Fermo e ad Ascoli Piceno, ma oggi dobbiamo con soddisfazione riconoscere che ora, anche nella nostra provincia, è possibile attingere l’intero ciclo degli studi in Scienze religiose.

Vorrei chiudere questo mio rapido saluto ricordando una ultima cosa, forse la più importante. La C.E.I. ha deciso nella sua ultima Assemblea generale che il tema pa-storale di riferimento per tutta la Chiesa italiana nel prossimo decennio sarà quello dell’educazione. Questa decisione ci deve impegnare con grande serietà e con forte cordialità ma, nello stesso tempo, ci dice due cose. Prima di tutto ci dice che l’intui-zione di impiegare energie e dedizione per l’edificazione del nostro Istituto, ossia in una impresa di carattere educativo, è stata confermata dall’autorevole giudizio dei Vescovi italiani; poi, ci dice che questa stessa impresa deve assumere una sempre maggiore coscienza della preziosa funzione che essa riveste. Mi auguro, dunque, che tutti i protagonisti della vita dell’Istituto, dai professori, ai membri del prezioso staff di segreteria e biblioteca, agli studenti, interpretino i diversi ruoli che ciascuno di essi ha alla luce di questa rinnovata responsabilità e, anche, con la giusta fierezza di parte-cipare ad una impresa che l’intera Chiesa italiana giudica ormai irrinunciabile e deci-siva per rispondere alla vocazione evangelizzatrice di cui ogni cristiano è portatore.

A tutti Voi giungano i miei più fervidi voti per un anno di lavoro intenso e proficuo e il mio più caro saluto. Affido tutti e ciascuno alla protezione di Maria, madre della perseveranza.

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DECRETI E NOMINE DELL’ARCIVESCOVO

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. SAC. LINO CAPRIOTTI è nominato 1. PARROCO della Parrocchia di Santa Maria delle Fabbrecce in Pesaro a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. SAC. LINO CAPRIOTTI è nominato 2. AMMINISTRATORE PARROCCHIALE della Parrocchia della Sacra Famiglia in Colombarone di Pesaro a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. SAC. GERMANO MONTESI at-3. tualmente Parroco di Gradara è nominato VICARIO FORANEO della Vicaria di Gradara a far luogo dalla stessa data fino al 16 giugno 2011, scadenza naturale del mandato degli attuali Vicari Foranei.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. SAC. IGINO CORSINI è nominato 4. ADDETTO DI CURIA a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. SAC. IGINO CORSINI è nominato 5. CANONICO DEL CAPITOLO DELLA BASILICA CATTEDRALE con il titolo dei Santi Pietro e Paolo a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. PADRE FRANCESCO LENTI è no-6. minato PARROCO della Parrocchia di San Pietro in Calibrano a far luogo dalla stessa data per la validità di anni 9.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. PADRE ENRICO BONFIGLI è no-7. minato VICARIO PARROCCHIALE della Parrocchia di San Pietro in Calibrano a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009, il REV. PADRE DAMIAN FRUNZA’ è no-8. minato AMMINISTRATORE PARROCCHIALE della Parrocchia di Santa Maria Annunziata in Ponte Tavollo di Gabicce Mare (PU) a far luogo dalla stessa data.

Con decreto del 01 settembre 2009 il REV. SAC. GUALTIERO GALANTI è no-9. minato AIUTO PASTORALE della Parrocchia della Sacra Famiglia in Colomba-rone di Pesaro a far luogo dalla stessa data.

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COMUNICAZIONI DEL VICARIO GENERALE

Mons. ROMANO MORINI

ARCIDIOCESI DI PESAROIl Vicario GeneraleVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax [email protected]

Pesaro 14 settembre 2009

Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose

La ripresa del cammino pastorale è segnato dall’Anno Sacerdotale indetto dal Papa per celebrare il 150° anniversario della morte di S. Giovanni Maria Vianney.

È un’occasione che “può favorire la tensione dei sacerdoti verso la perfezione spiri-tuale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero” (il Papa alla Con-gregazione del Clero); è “un’occasione per un periodo di intenso approfondimento dell’identità sacerdotale, della vocazione e della missione dei sacerdoti nella Chiesa e nella società ... è un’opportunità per sviluppare la comunione e l’amicizia dei sacer-doti con la comunità loro affidata” (Prefetto della Congregazione del Clero).Per dare consistenza all’Anno Sacerdotale ognuno di noi può trovare momenti e stru-menti che ritiene più opportuni, e può coinvolgere la comunità nei modi più conve-nienti.

In Diocesi gli incontri del Clero saranno incentrati sulla vita personale e pastorale del sacerdote: i ritiri spirituali sulla spiritualità personale del sacerdote, gli aggiornamenti su alcuni aspetti inerenti alla vita concreta pastorale, i problemi concreti di bioetica e di educazione alla fede.

Si concluderà l’Anno Sacerdotale con una gita pellegrinaggio significativa. Si sta pen-sando ad alcune ipotesi su cui D. Stefano Brizi sentirà l’orientamento dei sacerdoti.Anche gli incontri di Vicaria possono essere un momento specifico e concreto per un aiuto fraterno sulla vita personale e pastorale del sacerdote. Le proposte possono essere fatte oltre che dal Vicario Foraneo anche dai singoli sacerdoti.

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INCONTRI DIOCESANI

Ven. e sab. 18 – 19 settembre- - Convegno Diocesano sul cammino del nuovo anno pastorale.

Le indicazioni dello svolgimento sono state già mandate. Si tratta di continuare a sensibilizzare i laici e soprattutto gli operatori pastorali della Catechesi, Liturgia e Carità;

Il contributo del Convegno (relazioni e lavori di gruppo) sarà raccolto e inviato alle Vicarie per un ulteriore lavoro di traduzione sulle singole situazioni.

Mart. 22 settembre- – celebrazione, presieduta da Mons. Arcivescovo, del mandato per gli operatori della catechesi, Liturgia e Carità in Cattedrale alle ore 21.15;

Giov. 24 settembre- – Festa di S. Terenzio patrono dell’Arcidiocesi. Alle indi-cazioni della locandina è da aggiungere l’invito ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose di passare insieme un’agape fraterna a Villa Borromeo alle ore 20.00. È un modo per ricordare sacerdoti, religiosi e religiose nell’anniversario di 25°, 50° e 60° della loro consacrazione sacerdotale o della loro professione religiosa;

Giov. 1° ottobre- - inizio del percorso diocesano per la preparazione alla Cresi-ma dei giovani e degli adulti.

Gli incontri sono previsti a scadenza settimanale (sempre di giovedì presso la - sala della Curia, Via Rossini 66, ore 21.15). Per informazioni e iscrizioni rivol-gersi a D. Mario Florio;

Dialogo con la città: incontri pubblici: il primo dei quattro incontri previsti sarà a - Palazzo Antaldi – giovedì 15 ottobre alle ore 21.15; presenterà l’enciclica “Ca-ritas in Veritate” il Prof. Marco Cangiotti;

Giov. 15 ottobre- – ritiro spirituale del Clero alle ore 9.30 presso il Santuario del-le Grazie. È un modo anche per noi sacerdoti, diaconi e religiosi di partecipare alla Festa del Voto e ad esprimere la nostra devozione mariana;

Dom. 18 ottobre- – Solennità della B.V. delle Grazie: “Festa del Voto”. La pro-cessione, presieduta da Mons. Arcivescovo, sarà alle ore 16.00.

Da lunedì 19 a Ven 23 ottobre- – Esercizi Spirituali per il Clero. D. Stefano Bri-zi darà indicazioni del programma e raccoglierà le adesioni;

Giov. 22 ottobre- – Veglia diocesana missionaria in Cattedrale alle ore 21.15, in preparazione della Giornata Missionaria Mondiale che nella nostra Arcidiocesi sarà celebrata domenica 25 ottobre.

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COMUNICAZIONI

Consegnare a D. Gino Rossini le proposte sulla data e l’orario della celebrazione della Cresima nella propria Parrocchia o nell’unità pastorale. È urgente perché Mons. Ar-civescovo deve rendere compatibili le date dell’amministrazione della Cresima e gli impegni della Visita Pastorale.

NOMINE

S.E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo Metropolita di Pesaro, con decreti emessi il 1° settembre 2009, ha effettuato le seguenti nomine:

Don Igino Corsini- - Canonico del Capitolo della Basilica Cattedrale ed Addetto di Curia;

Don Lino Capriotti- – Parroco di S. Maria delle Fabbrecce in Pesaro ed Ammini-stratore della Parrocchia della Sacra Famiglia in Colombarone;

Don Germano Montesi- – Vicario foraneo della Vicaria di Gradara;

Padre Damian Frunzà- – Amministratore della Parrocchia di S. Annunziata in Ponte Tavollo e con la potestà delegata in materia dei Matrimoni Concordatari;

Don Silvano Pierbattisti- – legale rappresentante della Parrocchia di S. Maria Annunziata;

Padre Francesco Lenti- – Parroco di San Pietro in Calibano;

Padre Enrico Bonfigli- - Vicario parrocchiale di San Pietro in Calibano e Nulla Osta come nuovo Cappellano della Casa circondariale di Pesaro.

Augurando buon lavoro per il nuovo anno pastorale, con l’assistenza dei nostri Patro-ni San Terenzio e la Vergine delle Grazie, fraterni saluti.

Pesaro 14 settembre 2009 Sac. Romano Morini

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ATTIVITÀ DEGLI ORGANISMI DIOCESANI

- CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

- CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

- CONSIGLIO VICARI FORANEI

- CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI

- ENTE SEMINARIO DIOCESANO

- CONSULTA AGGREGAZIONI LAICALI

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CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESAROConsiglio Presbiterale DiocesanoVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422

Pesaro, 6 settembre2009

VERBALE DEL CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

O.d.g.: Convegno diocesano per inizio del nuovo anno pastorale.Corso per operatori pastorali Proposte dei vari organismiVarie ed eventuali

Presiede: Mons. Arcivescovo

Sono presenti: Mons. Romano MoriniDon Stefano BrizziDon Silvano PierbattistiDon Germano MontesiDon Graziano CeccoliniDon Giuseppe GaudenziDon Giuseppe ScarpettiDon Giorgio GiorgettiDon Giovanni PaoliniP. Lorenzo BufariniDon Guido VincenziDon Michele SimoncelliDon Marco Farina – Segretario

Dopo la Preghiera e il saluto di Mons. Arcivescovo il medesimo ricorda alcuni impegni:

Dal 19 al 23 Ottobre p.v. esercizi spirituali a Villa Borromeo per i Sacerdoti;1. I Ritiri Spirituali del prossimo anno verteranno sulla spiritualità diocesana del 2. Sacerdote e precisamente:

Don Dario Vitali della Gregoriana parlerà sulla forma diocesana della spiri-•tualità; Don Elio Castellucci sulla identità della spiritualità sacerdotale;•Don Sandro Panizzolo sulla spiritualità diocesana, la vocazione al sacerdozio •e la vita consacrata;

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Gita ad una località significativa per la festa del S. Cuore. Viene proposto •Colle Valenza, che per l’occasione dovrebbe avere un incontro particolare per i sacerdoti, vien dato l’incarico a don Stefano Brizi di prendere contatto e ri-ferire.

3. Sugli incontri di aggiornamento viene proposto il seguente metodo: a) relazione; b) lavori di gruppo divisi per vicaria; c) conclusione in aula.

Vengono proposti due incontri sulla Bioetica e precisamente:Fecondazione assistita •Il fine vita.•

Altri due incontri sull’Educare e precisamente: “La Comunità cristiana educa alla fede con l’iniziazione cristiana” che avrà •come relatore Mons. Tanoni di Brescia.“La Comunità Cristiana educa i credenti all’impegno politico sociale” che avrà •come relatore prof. Flavio Felice.

Mons. Arcivescovo in fine annuncia la ripresa delle Visite Pastorali.Sempre Mons. Arcivescovo comunica che don Lino Capriotti, rimanendo per ora Am-ministratore di Colombarone, è il nuovo parroco di S. Maria delle Fabbrecce; mentre a Villa Fastiggi il nuovo parroco (essendo deceduto P. Ottavio Zucca) è P. Francesco Lenti e Vice-Parroco P. Enrico Bonfigli (che sarà anche cappellano del carcere), con loro ci sarà fra’ Stefano che sta concludendo la sua preparazione al Diaconato. La parrocchia Ponte Tavollo viene unita a quella di Gabicce Mare a livello pastorale e affidata ai Frati Conventuali rumeni.Ancora Mons. Arcivescovo comunica che è stato elaborato il nuovo Corso per gli operatori pastorali (che sono altro dagli educatori per i quali stanno preparando un cammino don Regini e don Fabbrini). Quest’anno il Corso verte sull’Eucaristia e sarà inaugurato da Mons. Chiarinelli Vescovo di Viterbo. Viene distribuito il depliant con il programma.A metà Settembre sarà pronta l’agenda con gli appuntamenti dell’anno.Circa gli incontri “In dialogo con la città” sono stati ideati i primi tre e precisamente:

Il 15 Ottobre il prof. Marco Cangiotti presenterà l’ultima Enciclica del S. Padre •“Caritas in Veritate”.In Novembre il sociologo prof. Donati parlerà sul tema “Educare e la relazio-•ne”;In Dicembre il filosofo Butturi tratterà il tema “L’educare e la persona”.•

Sul quarto incontro si sta contattando il relatore per trattare il tema “L’educare alla fede”.

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Il Convegno

Dopo gli scorsi 5 anni nei quali si è lavorato su:1) L’iniziazione cristiana, 2) I ministeri, 3) Il Convegno di Verona, 4) La formazio-ne del laicato 5) Comunione e Missione nella Chiesa, quest’anno occorre riprendere queste tematiche inserite nel tema della missione educativa della Chiesa. Il S. Padre, a partire da Verona, in più occasioni è intervenuto, sia parlando alla Chiesa di Roma che alla Chiesa universale, sul tema dell’educare.I Vescovi italiani hanno scelto come tema da approfondire nel decennio prossimo, appunto l’educare alla fede. Siamo in una emergenza educativa che coinvolge anche la chiesa locale.

Come Consiglio Presbiterale cosa proporre?

Don Paolini invita a continuare la nostra riflessione, anche nelle vicarie, su queste •tematiche,

Don Pierbattisti chiede di fare chiarezza sullo strumento dell’oratorio.•

Don Farina afferma che l’immagine dell’oratorio del passato non è più adeguata ai •tempi fortemente mutati, occorre trovare modalità diverse.

Don Montesi, partendo dall’esperienza parrocchiale, afferma che occorre andare •là dove sono i ragazzi; cercare di fare una proposta diversa che integri le proposte delle società sportive ecc.

Don Brizi afferma che c’è del positivo in quello che si sta facendo, però è carat-•terizzato a volte da individualismo. Occorre confrontarsi per arricchirsi e cammi-nare insieme. Circa il tema dell’educazione occorre riflettere su chi ha in mano i mezzi di comunicazione e cosa poter fare per inserirsi nella gestione degli stessi. Occorre il coraggio di educare e di formare. Ci troviamo di fronte a delle forze e mezzi straordinari.

Don Morini fa notare che il problema reale è quello degli educatori – animatori. •Altrimenti discutiamo e facciamo progetti, ma poi tutto si ferma lì, per cui il pro-blema fondamentale è la formazione del laicato. Senza educatori le iniziative non vanno avanti.

Mons• . Arcivescovo: il problema dei mezzi di comunicazione è grave e non facil-mente gestibile. Circa gli Oratori ci sono vari modelli: occorre avere un modello unitario con linee comuni, valorizzando quello che abbiamo. Certo lavorare con il mondo dei giovani è difficile, ma non ci si deve scoraggiare.

Alle ore 12 la riunione del Consiglio Presbiterale si è conclusa con la preghiera.

IL SEGRETARIODon Marco Farina

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CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESAROConsiglio Pastorale DiocesanoVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422

VERBALE RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

Il giorno 07 Settembre 2009 alle ore 21,15 presso il Salone dell’Episcopio, convocati con lettera del 01 Settembre 2009, si sono riuniti i Componenti del Consiglio Pasto-rale Diocesano per trattare i seguenti argomenti:

Convegno Diocesano per inizio del nuovo anno pastorale;1)

Corso per operatori pastorali;2)

Proposte dei vari organismi;3)

Varie ed eventuali.4)

Sono presenti alla riunione:Morini Mons. Romano Vicario GeneraleBarboni Suor Maria Pia Centro Past.le Giovanile -VocazionaleBaronciani Luisa Ufficio Pastorale SanitariaBellucci Giampiero Vicaria Pesaro 2Boni Paolo Nomina ArcivescovoCalcinari Albino Ufficio Pastorale FamiliareCampanini Paola Ufficio Comunicazioni SocialiFantini Suor Luigia Delegata U.S.M.I.Frulli Elvira Ufficio Pastorale ScolasticaFuzzi Daniela Vicaria Pesaro 1Grossi Claudio Nomina ArcivescovoPalac Suor Maria Stella Rappresentante ReligiosePestelli Fiorenza Ufficio Pastorale CatechisticaReggiani Leonardo Vicaria di GradaraSimonetti Lamberto Nomina ArcivescovoTerenzi Efrem Vicaria MontecchioTonelli Luigi Azione Cattolica Zagaria Mauro Nomina Arcivescovo

Presiede la riunione Mons. Piero Coccia Arcivescovo Metropolita di Pesaro.Segretario Matacena Tommaso

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Dopo la preghiera di introduzione condotta dall’Arcivescovo Mons. Piero Coccia, la seduta ha inizio con l’esame degli avvicendamenti nelle parrocchie di S. Maria delle Fabbrecce e Gabicce Mare-Ponte Tavollo: Don Lino Capriotti è stato nominato par-roco a S. Maria delle Fabbrecce, oltre a restare per ora amministratore parrocchiale di Colombarone e Casteldimezzo, mentre i Frati romeni dal 1° settembre hanno assun-to la guida spirituale anche della parrocchia della SS. Annunziata di Ponte Tavollo. Inoltre Don Germano Montesi è stato nominato Vicario Foraneo della zona e a Villa Fastiggi c’è stato l’insediamento del nuovo parroco: Padre Francesco Lenti; nominato anche il vice parroco e cappellano del carcere Padre Enrico Bonfigli.Il Consiglio Pastorale, prosegue S.E., oltre che consigliare deve anche sensibilizzare i fedeli a questi cambiamenti perché ci saranno situazioni nuove per le varie comu-nità in quanto vengono a mancare Sacerdoti e quindi avremo tempi molto difficili.

Esaminando poi le varie iniziative della Diocesi l’Arcivescovo segnala:Corso di formazione per Operatori Pastorali per l’anno 2009/2010 dedicato a colo-•ro che sono impegnati come operatori pastorali nel campo della iniziazione cristia-na; quest’anno il corso è tutto improntato sul tema dell’Eucaristia con particolare riferimento alla famiglia;Si è programmato la ripresa dell’iniziativa in dialogo con la città sul tema dell’“Edu-•care” e sono già previsti importanti incontri con docenti di prestigio nazionale.24/09/2009 festa di San Terenzio: inizia il nuovo Anno Pastorale, per dare •continuità agli anni passati è stato organizzato il Convegno Diocesano in data 18 e 19 p.v.; nell’occasione sarà distribuita l’Agenda Diocesana di programmazione pastorale, nella quale sono indicati gli impegni diocesani.

L’Arcivescovo passa poi ad esaminare l’organizzazione del Convegno Diocesano che si terrà al Cinema Teatro Loreto dal 18 al 19 settembre con il tema “La missione edu-cativa della Chiesa oggi – Luoghi ed esperienze” e come questo si svolgerà.Riepilogando poi, i temi e gli scopi dei Convegni tenuti negli anni 2005 (Iniziazio-ne cristiana), 2006 (Eucaristia e Ministero ordinato), 2007 (Formazione del laicato), 2008 ( Ministerialità-nuove frontiere per il servizio nella e della Chiesa), si sofferma sul perché del tema dell’Educazione.Prosegue invitando tutti a propagandare una partecipazione attiva al Convegno cer-cando di dare una forte convergenza dei gruppi sul tema, richiedendo fin d’ora propo-ste e suggerimenti in quanto tutti i consigli sono utili per affrontare idee e soluzioni; invita poi i presenti ad esprimere i loro suggerimenti. Dopo un momento di attesa vengono avanzati suggerimenti e proposte costruttive che Sua Eccellenza annota.Infine l’Arcivescovo ricorda che:

Il 22/09/2009 in Cattedrale ci sarà il Mandato per le varie catechesi,•Il 26/09/2009 è previsto l’incontro a Villa Borromeo per gli educatori,•Attende tutti alla processione di San Terenzio.•

Alle ore 23,00 termina la riunione con la preghiera alla Beata Vergine delle Grazie per la Visita Pastorale che riprenderà entro metà settembre.

Il Segretario Tommaso Matacena

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VICARI FORANEI

ARCIDIOCESI DI PESAROVicari ForaneiVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422

VERBALE RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI VICARI FORANEIPesaro, 8 settembre 2009

Presenti: L’Arcivescovo, Mons. Romano Morini, d. Giuseppe Gaudenzi, d. Fernando Boria, d. Stefano Brizi, d. Marco Di Giorgio, p. Mario Amadeo in rappresentanza di d. Marco De Franceschi; d. Germano Montesi che sostituisce d. Lino Capriotti

1. COMUNICAZIONIL’Arcivescovo ricorda gli avvicendamenti e le nomine di sacerdoti e religiosi. D. Lino Capriotti che diventa parroco a S. Maria delle Fabbrecce. D. Germano Mon-tesi lo sostituisce come Vicario Foraneo. I frati conventuali di Gabicce Mare assu-meranno anche la parrocchia di SS. Annunziata in Ponte Tavollo. Cambiamenti nella comunità dei frati di Villa Fastiggi e dei Servi di Maria.

2. IMPEGNI PER I SACERDOTIL’Arcivescovo ricorda gli esercizi spirituali a Villa Borromeo dal 19 al 23 ottobre con D. Vincenzo Alesiani. L’aggiornamento sarà sulla dimensione dell’educare svolta su due settori: due incontri sulla bioetica e altri due sull’iniziazione cristiana e l’educa-zione dei cristiani alle responsabilità civile e politica. I ritiri del clero saranno sul tema della spiritualità del prete diocesano: il 15 ottobre sarà sulla «forma diocesana della spiritualità cristiana»; il 17 dicembre «identità e funzione dei ministeri ordinati nella spiritualità diocesana»; il 18 febbraio «la spiritualità diocesana e le vocazioni al sacer-dozio e alla vita consacrata». Si valuta l’idea di un pellegrinaggio ad Ars per il clero. D. Stefano Brizi farà un sondaggio tra i preti e si vedrà in base alle adesioni.

3. INCONTRI DIOCESANI PER TUTTISi terranno ancora gli incontri «In dialogo con la città». Il 15 ottobre sarà presentata la nuova enciclica del Papa col prof. Marco Cangiotti; il 13 novembre Pierpaolo Donati parlerà sul tema «Educare e relazionalità». Seguiranno altri due incontri.Si ripropone anche il Corso per operatori pastorali che quest’anno sarà sull’Eucaristia con specifico riferimento alla famiglia (dopo il corso dello scorso anno centrato sulla Cresima e quello del prossimo anno sul Battesimo). Le date: 30 ottobre sarà presente S.E. Mons. Chiarinelli; 27 novembre; 29 gennaio; 26 febbraio; 26 marzo; 16 aprile. I destinatari sono i catechisti, gli animatori liturgici, i ministri straordinari, gli operatori Caritas. Tutti costoro vengono designati col termine «operatori pastorali», da distin-guere dagli «educatori», intesi come responsabili di gruppi, movimenti, giovani ecc.

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4. CRESIMABisognerà sempre più concordare e armonizzare le date della celebrazione della Cre-sima per permettere all’Arcivescovo di poterla celebrare di persona.

5. CONVEGNOIl Convegno diocesano si terrà il 18-19 settembre sul tema dell’educare: «La missione educativa della Chiesa oggi. Luoghi ed esperienze», in particolare sulle esperienze dei temi dei ministeri e dell’oratorio. Il Convegno va promosso e l’invito esteso al mag-gior numero di persone, specie appunto gli operatori pastorali. Questo tema riprende e prosegue quelli degli anni precedenti: l’iniziazione cristiana, l’Eucaristia, la fede nel Cristo Risorto, ministeri e ministerialità dei laici, comunione e missione. Il 22 settem-bre si terrà il mandato dei catechisti. Il 24 la festa di S. Terenzio col Nunzio in Italia. Dopo il Convegno bisognerà che le Vicarie continuino a lavorare su quanto emerso. Si propone di elaborare una traccia di lavoro per le Vicarie.

6. VISITA PASTORALEIn questa settimana riprende. L’Arcivescovo invita a riempire completamente i que-stionari preparatori.

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CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI

ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio AmministrativoVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

VERBALE DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Pesaro, 14 settembre 2009

Consiglieri presenti:

S.E. Mons. Piero Coccia che presiede l’incontro, Mons. Romano Morini Vicario, Sig. Elio Macchini Economo diocesano, Sac. Silvano Pierbattisti Direttore Ufficio Ammi-nistrativo, Sac. Giuseppe Signoretti, Sac. Fernando Boria, Ing. Gabriele Giacomini, Arch. Attilio Magi, Dott. Gastone Bertozzini, Geom. Giampiero Bellucci, Rag. Gian-franco Angelini segretario.

Consigliere assente giustificato:

Arch. Attilio Magi.

Premessa: ricevuti i suggerimenti, l’Arcivescovo Mons. Piero Coccia, ha approvato le conclusioni dei singoli argomenti all’o.d.g.

1 Visione e approvazione del Bilancio dell’Arcidiocesi. La commercialista Mara Lorenzetti ha messo in evidenza che nell’anno 2008 è

stato impostato un nuovo modo di contabilizzare “costi e ricavi” per una migliore trasparenza del conto economico. Sono state commentate le voci più significative del Bilancio che si è chiuso con un incremento di gestione rispetto al precedente anno. Il Consiglio dopo verifica e chiarimenti ha approvato all’unanimità il bilan-cio del 2008.

2 Approvazione Bilancio delle ex Confraternite. Si prende nota che tutto il patrimonio delle confraternite è passato in proprie-

tà dell’Arcidiocesi di Pesaro per cui è l’ultimo esercizio finanziario autonomo. I Consiglieri, dopo chiarimenti, hanno preso atto del nuovo ordinamento ringrazian-do il responsabile delle Confraternite ed hanno approvato all’unanimità il Bilan-cio.

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3 Il Sig. B. chiede di poter fare un vitalizio con la Curia, a determinate condi-zioni. Il Consiglio, presieduto dal nostro Arcivescovo, dopo aver valutato attentamente la proposta del Sig. B. circa il vitalizio che egli propone, non ritiene opportuno accogliere la sua richiesta e pertanto la risposta è negativa.

4 Casa fatiscente di Monteluro presso il monastero delle Carmelitane. Il Consiglio, presieduto dal nostro Arcivescovo, ha esaminato attentamente la si-

tuazione della casa fatiscente di Monteluro, promessa inizialmente in comodato gratuito, in data 28-05-02, alla Parrocchia di S. Croce in Pesaro. Ha preso atto che non è possibile fare un comodato gratuito su uno stabile da ristrutturare. Ha anche considerato che esiste una seria pericolosità per l’ente proprietario per eventuali sinistri derivanti da persone a contatto con il rudere fatiscente. Ha pure considerato che, nel caso crollasse completamente la casa alquanto malmessa, non sarebbe più possibile ottenere la edificabilità, grande rischio anche per avere la diocesi sbor-sato 290 milioni di lire per acquistarla.La successiva proposta del Consiglio in data 26-02-2007, di concederla in affitto, forma giuridica possibile, con impegno di ristrutturarla, appare non praticabile per l’eccessivo costo della spesa da sostenere dalla Parrocchia. Essendo poi passati tanti anni dalla richiesta alla diocesi (2002), è ovvio che il parroco e i suo Consi-glio di Amministrazione non hanno ritenuto opportuno indebitare pesantemente la parrocchia, essendo la diocesi impossibilitata a venire incontro con contributi.Pertanto il Consiglio all’unanimità ha deciso di revocare la promessa di comodato e di affitto ritornando, la Diocesi, nella piena disponibilità dell’immobile.

5 Parrocchia di S. Martino in Farneto: a Casa canonica di Farneto: domanda di acquisto dello stabile, da parte del Sig.

R. B., attualmente dichiarato pericolante con ordinanza dei Vigili del Fuoco e del Sindaco di Montelabbate.

Il Consiglio, presieduto dal nostro Arcivescovo, ritiene di non dovere autorizzare il parroco alla vendita della casa canonica di Farneto essendo quasi “un unum” con la Chiesa e con sovrapposizione del tetto della casa sul presbiterio della chie-sa stessa. Poiché, da sopraluogo dei Vigili del Fuoco, dei tecnici del Comune di Montelabbate e da nostri tecnici inviati dalla diocesi, è stato rilevato il grado di fatiscenza e pericolosità di tutta la travatura del tetto della casa, resa fradicia da infiltrazione di acqua piovana negli anni, lo stesso Consiglio ricorda al parroco don Zenaldo Del Vecchio di proibire l’accesso a qualsiasi persona nella casa par-rocchiale, come già espresso da ordinanza comunale. Il Consiglio stesso prega il parroco, legale rappresentante della parrocchia e responsabile di ogni eventuale sinistro, di ordinare al Sig. R. B., già comodatario del piano superiore della casa canonica, di prelevare, con i dovuti permessi di ingresso nella casa, ogni sua sup-pellettile entro e non oltre il 30 ottobre 2009 a scanso di ogni responsabilità e nel contempo consegnare la chiave di casa al parroco.

Propone poi al parroco di far fare un preventivo di spesa nella sua essenzialità, per mettere in sicurezza il tetto fatiscente della casa canonica, senza l’aggiunta di altri lavori.

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b Chiesa parrocchiale di Farneto: autorizzazione ad eseguire lavori di restauro. Il Consiglio autorizza il parroco ad eseguire i lavori di restauro della Chiesa: ri-

pristino dell’arco trionfale, inserimento di catene di legamento lungo la navata, sostituzione di alcuni listelli di legno del tetto ecc. con la spesa massima di € 15.000,00. La copertura della spesa è data per € 10.000,00 dall’Assicurazione Cat-tolica e per il resto da possibili contributi dell’associazione “Farneto da salvare” e della pro-loco di Montelabbate.

6 Chiesa Parrocchiale di Belvedere Fogliense: autorizzazione ed eseguire ur-genti lavori di consolidamento all’arco trionfale che mostra segni di cedimen-to pericolosi.

Viene concessa l’autorizzazione ai lavori all’arco trionfale della Chiesa parroc-chiale di Belvedere Fogliense a condizione che esista la copertura della somma richiesta per la riparazione, come da perizia e preventivo presentati. Nel frattempo occorre mettere in sicurezza l’arco con una centina provvisoria e chiedere alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Ancona l’autorizzazione ai lavori.

Sarà cura del parroco studiare insieme al suo Consiglio per gli Affari Economici modi, tempi e copertura economica d’accordo con l’ Ufficio Amministrativo Dio-cesano.

Il Direttore Ufficio Amministrativo Sac. Silvano Pierbattisti

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ENTE SEMINARIO DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESAROEnte Seminario diocesanoVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422

VERBALE RIUNIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

In data 14 Settembre 2009 alle ore 09,30, presso la sala della Curia Arcivescovile in Pesaro - via Rossini n.62, convocati con lettera del 26 Agosto 2009, si sono riuniti i Componenti del Consiglio per gli Affari Economici dell’Ente Seminario per trattare i seguenti argomenti:

Visione e approvazione Bilancio del Seminario1. Varie ed eventuali.2.

Sono presenti alla riunione:

Coccia Mons. Piero Arcivescovo Metropolita di Pesaro Morini Mons. Romano Vicario Generale e

Legale RappresentanteCeccolini Diacono Cesare EconomoMacchini Elio Vice EconomoBoria don Ferdinando Consigliere Bellucci Giampiero Consigliere Signoretti Don Giuseppe ConsigliereMatacena Tommaso Segretario

Partecipa alla riunione la Commercialista Sig.ra Lorenzetti Rag. Mara.

Dopo un breve saluto di benvenuto rivolto dall’Arcivescovo Mons. Coccia, la sig.ra Lorenzetti distribuisce ai presenti copia del bilancio consuntivo dell’Ente relati-vo alle attività 2008, comparato con il 2007, rappresentate dai movimenti economico-finanziari degli immobili delle Confraternite, di Palazzo Lazzarini e della gestione di Villa Borromeo. Dall’esame delle singole voci vengono espresse alcune riflessioni sia sotto l’aspetto istituzionale che commerciale relativamente all’anno in esame e, in prospettiva, all’immediato prossimo futuro.

Continuando nell’esposizione, la Commercialista fa notare come l’utile di gestione di Villa Borromeo sia salito a € 38.295,37 contro gli € 12.497,72 del 2007 grazie solo ad una attenta gestione economica, mentre gli utili relativi agli “Immobili della Confra-ternita” e del “Palazzo Lazzarini” sono rimasti pressoché molto simili all’anno 2007.

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Infine, suggerisce di procedere anche per il 2009 in una gestione di risparmio delle spese in quanto le previsioni vedono il bilancio complessivo dell’Ente influenzato esclusivamente dalla gestione economica di Villa Borromeo, perchè non sono previsti redditi di altri immobili che sono in via di ristrutturazione

Seguono alcuni chiarimenti ed un breve dibattito nel quale si concentra l’attenzione sugli appartamenti siti in Via Bixio, in quanto ancora impegnati con inquilini morosi che non intendono lasciarli liberi, impedendo così di fatto l’eventuale prosieguo dei lavori di ristrutturazione dell’intero fabbricato. Vengono date notizie dal sig. Bellucci Giampiero circa il regolare prosieguo dei lavori rispetto al contratto di appalto e del contenimento dei costi così come previsto nelle fasi di stralcio, mentre il sig. Macchi-ni espone la posizione di morosità legale e finanziaria di due inquilini.

S.E. Mons. Coccia, ringraziando dell’ampia esposizione sul bilancio conclude la riu-nione richiamando l’attenzione sulla necessità di continuare le trattative privatamente con gli inquilini morosi concedendo loro, al fine di trovare un bonario accordo, anche l’eventuale abbuono del canone di affitto ad oggi maturato, al fine di poter liberare l’immobile di Via Bixio per consentire il prosieguo dei lavori come previsto dal con-tratto di appalto. In caso contrario è opportuno agire con tempestività per vie legali.

Alle 10,30 la riunione ha termine.

Il Legale Rappresentate Il Segretario Morini Mons. Romano Matacena Tommaso

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CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

ARCIDIOCESI DI PESAROConsulta dell Aggregazioni LaicaliVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422

VERBALE DELLA RIUNIONE DELLA

CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

Il giorno 09 settembre alle ore 21,15 presso il Salone dell’Episcopio, convocati con lettera del 01 Settembre 2009, si sono riuniti i Responsabili delle Aggregazioni Laicali per trattare i seguenti argomenti :

Convegno Diocesano per inizio nuovo Anno Pastorale;1)

Corso per Operatori pastorali2)

Proposte dei vari organismi3)

Varie ed eventuali4)

Sono presenti alla riunione:

Mons. Marco Farina - Vicario Episcopale per il Laicato; Don Corrado Vagnini; Ange-lini Gianfranco - Ufficio di Curia; Belassi Biagio, Bertozzi Renata, Morelli Loredana - Cenacolo di preghiera “Lode a Gesù Misericordioso”.

Apostolato Preghiera Bui Trivilino Maria GraziaA.A.U.C. Sacro Cuore Fabbri SilvanoA.ge. Matacena FrancescaA.G.E.S.C. Massi AlessandraA.G.E.S.C.I. Leopardi AlbertoA.I.M.C. Mauri Marta – Serrani AnnaA.M.C.I. Mazzoli PaoloAzione Cattolica Italiana Carletti MargheritaCammino Neocatecumenale S.Agostino Morini GiancarloCIF Mulazzani M. PiaConvegni Culturali “M. Cristina” Siepi Mariotti M. LuisaFraternità S. Francesco Pedini LucaMilizia dell’Immacolata “M. Kolbe” Margiotta SofiaM.A.S.C.I. Guidelli Alberto

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Movimento C. L. Zagaria MauroMovimento dei Focolari Biddoccu Giacomo Movimento Rinascita Cristiana Careddu Patrizia e Sorbini PaolaMovimento Mariano Sacerdotale Naticchi AntonelloOrd. Fr. Sec.Cappuccini Marcheggiani Dini Ornella Pacini SilviaRinnovamento nello Spirito Scavolini DanielaU.C.I.I.M. Tonelli RodolfoU.C.I.D. Giorgi LeonardoUNITALSI Lugli Raffaella

Presiede la riunione Mons. Piero Coccia Arcivescovo Metropolita di Pesaro. Segretario il sig. Tommaso Matacena.

Dopo la preghiera di introduzione condotta dall’Arcivescovo Mons. Coccia, la seduta ha inizio con l’esame delle varie iniziative della Diocesi:

Si è programmato la rispesa del dialogo con la città con tema “L’Educare” e sono •già previsti importanti incontri con docenti di prestigio nazionale:

- 15/10/09 – il nostro Prof. Cangiotti Marco tratterà il tema dell’educazione rap-portandola alla nuova lettera enciclica del Papa Benedetto XVI - distribuita ai presenti in forma di libretto;

- 13/11/09 – il Prof. Donati Pierpaolo terrà l’incontro sulla relazionalità, - con date da determinare poi sono stati invitati: il Prof. Botturi – filosofo –, il cui

incontro è previsto per fine febbraio/primi di Marzo 2010, ed un personaggio mol-to importante ma si è ancora in attesa del suo benestare per i molteplici impegni che lo tengono occupato per molti mesi.

Corso di formazione per operatori pastorali per l’anno 2009/2010 dedicato a coloro •che sono impegnati come operatori pastorali nel campo della iniziazione cristiana; quest’anno il corso è tutto improntato sul tema dell’Eucarestia con particolare riferimento alla famiglia;

Corso Accademico presso l’• Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II”: dopo una breve premessa l’Arcivescovo rileva l’importanza dell’Isti-tuto in quanto rilascia al termine del triennio un titolo di laurea valido in tutta l’Europa e, chi desidera, può completare gli studi – anni due – presso l’Istituto Religioso di Urbino di recentissimo autorizzato dalla Congregazione di Roma. Per tale opportunità l’Arcivescovo invita tutti a promuovere la conoscenza di tali opportunità presso i giovani della nostra città.

24/09/09 festa di S.Terenzio : inizia il nuovo anno pastorale e per dare continuità •agli anni passati è stato organizzato il Convegno diocesano in data 18 e 19 p.v.; nell’occasione sarà distribuita l’Agenda Diocesana nella quale sono indicati gli impegni diocesani e le programmazioni laicali pervenute a fine Agosto p.v.

Avvicendamenti nelle parrocchie di S.Maria delle Fabbrecce e Gabicce Mare – •Ponte Tavollo: Don Lino Capriotti è stato nominato parroco a S.Maria delle Fab-brecce, oltre a restare amministratore parrocchiale a Colombarone e Casteldimez-zo, mentre i Frati minori conventuali-romeni dal 1° settembre hanno assunto la guida spirituale anche della parrocchia di Santa Maria Annunziata in Gabicce.

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Legale rappresentante della parrocchia è don Silvano Pierbattisti. Inoltre Don Germano Montesi è stato nominato Vicario Foraneo della zona e a Villa Fastigi c’è stato l’insediamento di Padre Francesco Lenti aiutato dal vice Padre Enrico Bonfigli (nominato anche cappellano del carcere): ci saranno situazioni difficili per le varie comunità parrocchiali in quanto vengono a mancare Sacerdoti e quindi avremo soluzioni a cui le comunità vanno educate.

L’Arcivescovo poi passa ad esaminare l’organizzazione del Convegno Diocesano che si terrà al Cinema Teatro Loreto dal 18 al 19 settembre p .v. con il tema “La Missione Educativa della Chiesa Oggi – Luoghi ed Esperienze” e come questo si svolgerà. Riepilogando, poi, i temi e gli scopi dei Convegni tenuti negli anni 2005 (iniziazio-ne cristiana: Battesimo, Cresima, Eucaristia), 2006 (Ministero dell’Eucarestia e Sua celebrazione), 2007 (Valorizzazione e formazione del laicato – Convegno di Verona “Cristo Risorto Speranza del Mondo”), 2008 (Ministerialità –nuove frontiere per il servizio nella e della Chiesa), si sofferma sul perché del tema e sulla necessità di un cammino che coinvolga tutta la chiesa locale in merito all’educazione. Tema questo che scandirà il prossimo piano pastorale decennale della Chiesa italiana.Prosegue invitando tutti a propagandare una partecipazione attiva al Convegno cer-cando di dare una forte convergenza dei gruppi sul tema, richiedendo sin d’ora propo-ste e suggerimenti in quanto tutti i consigli sono utili per affrontare idee e soluzioni; invita, poi, tutti i presenti ad esprimere le iniziative in atto e i loro suggerimenti. Ogni presente, dopo una breve presentazione, riferisce sulle attività intraprese e le varie iniziative da programmare nel prossimo futuro: tutti i suggerimenti e le proposte ven-gono annotate da Sua Eccellenza.Infine l’Arcivescovo ricorda che:

il 22/09/09 in Cattedrale ci sarà il mandato per le varie catechesi;•il 26/09/09 è previsto l’incontro a Villa Borromeo per gli educatori; •attende tutti alla processione di S.Terenzio.•

Alle ore 23,15 termina la riunione con la Santa Benedizione.

Il Segretario Tommaso Matacena

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ATTIVITÀ DEGLI UFFICI PASTORALI

- UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI, CULTURA E STAMPA

- UFFICIO PASTORALE SCOLASTICA

- UFFICIO DELLA PASTORALE FAMILIARE

- ARCHIVIO STORICO DIOCESANO E BIBLIOTECA

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UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI

CULTURA E STAMPA

ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Comunicazioni Sociali,Cultura e StampaVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

Pesaro, 19 agosto 2009

L’ARCIDIOCESI PER I TURISTI

L’Arcidiocesi di Pesaro, chiamata ad essere presente in una città dalla naturale vo-cazione turistica, ha riservato anche quest’anno un’attenzione particolare agli ospiti italiani e stranieri che vi trascorrono un periodo di riposo. “Nulla è più umano del bisogno di riposarsi”, ha scritto l’Arcivescovo Piero Coccia nel suo Messaggio ai turisti, non solo “perché le nostre forze fisiche e spirituali sono limitate”, ma anche perché il tempo “libero” è per noi un tempo “propizio” per acqui-sire, attraverso relazioni nuove, una maggiore coscienza di noi stessi e incontrare la pienezza dell’umano in Cristo”.Su sollecitazione dello stesso Arcivescovo, pertanto, gli Uffici diocesani dei Beni Culturali, delle Comunicazioni Sociali e del Turismo hanno curato la pubblicazione (e distribuzione in tutti gli alberghi e le agenzie turistiche della città) di due opuscoli (un depliant intitolato “La chiesa di Pesaro saluta i turisti” e una brochure dedicata al Museo Diocesano) in cui sono indicate le principali iniziative promosse dall’Arcidio-cesi per far conoscere le testimonianze più prestigiose di fede, cultura e bellezza del proprio territorio.Si tratta di percorsi guidati (con aperture straordinarie durante il “Rossini Opera Fe-stival”) al Museo Diocesano, ricco di antichissimi reperti di arte sacra, ai Mosaici della Cattedrale, tra i più rari e preziosi d’Italia, alla Chiesa del Nome di Dio, gioiello intatto di arte “barocca” e alla settecentesca Chiesa dell’Annunziata.Vi è contenuto anche il programma dei “Vespri d’organo”, in cui la musica sacra, suonata da celebri organisti italiani e stranieri, accompagna le parole di tre grandi “mistiche”: Chiara d’Assisi, Edith Stein, Veronica Giuliani.Ma l’incontro culminante tra la Chiesa di Pesaro e i turisti è avvenuto nella solenne celebrazione della “Messa del Turista”, che S.E. Mons. Piero Coccia ha presieduto il 16 agosto nella gremita Chiesa di Cristo Re: una liturgia suggestiva, animata dal coro del maestro Martino Pòrcile, con letture anche in inglese e tedesco, dalle quali l’Arcivescovo ha preso spunto per sottolineare l’universalità della salvezza di Cristo, che coinvolge tutto l’uomo e tutti gli uomini, al di là della nazione, della lingua, del ceto sociale cui appartengono.

Paola Campanini

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ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Comunicazioni Sociali,Cultura e StampaVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

Pesaro 30 agosto 2009

IL CARDINALE RE HA COMMEMORATO ALCIDE DE GASPERI

Nei confronti di Alcide De Gasperi il nostro Paese ha un debito speciale di ricono-scenza. Negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, infatti, quando l’Italia, appena uscita dalla dittatura fascista, era minacciata da altre forme di totali-tarismo, questo grande Statista “le assicurò libertà e democrazia, guidandone la ri-costruzione, recuperandone la credibilità internazionale e promuovendone il rilancio economico”.Parole non retoriche, ma animate da sincera gratitudine quelle di S.E. Mons. Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, invitato a Pesaro, venerdì 21 agosto, per celebrare in Cattedrale, insieme all’Arcivescovo Piero Coccia, la S. Messa commemorativa del 55° anniversario della scomparsa del politico trentino. La presenza del Cardinale, noto per la profonda conoscenza della figura di De Ga-speri, sul quale ha curato anche apprezzate pubblicazioni, è stata “un vero dono e un altissimo onore” per la nostra Arcidiocesi, come ha dichiarato il dott. Giorgio Girelli, che ha promosso l’iniziativa in qualità di Presidente del Centro Studi Sociali intitolato allo Statista e ha letto il messaggio inviato per l’occasione dal Presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano.Alle numerose autorità e ai fedeli presenti, comunque, S.E. Mons. Re ha precisato che i successi straordinari conseguiti da questo capo di governo non furono solo frutto di una “prassi” politica equilibrata e di scelte lungimiranti.Come sottolinea Benedetto XVI nella recente enciclica “Caritas in veritate”, l’azione politica, pur nella sua concretezza, ha bisogno di fondarsi su una visione generale dell’uomo, che la orienti e la corregga indicando quale sia il vero bene comune e come possa essere promosso. La politica perciò - prosegue il Pontefice - ha bisogno non solo “di uomini generosi e disponibili all’impegno, ma anche di uomini di pensiero, che amino e cerchino la verità”.De Gasperi appunto fu uno di questi uomini.“Egli non fu solo un politico di professione, ha affermato il Cardinale Re. Fu anche un cattolico serio e convinto, che nella fede in Cristo, verità dell’uomo e della storia, trovò la radice più solida del suo pensiero e della sua vita, sia privata che pubblica.Per questo “se si vuole capire realmente De Gasperi, bisogna approfondire non sol-tanto l’azione che svolse e le idee politiche e sociali che lo mossero, ma anche la fine sensibilità religiosa che costantemente ne animò il pensiero e l’azione”.

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Questa forte identità cattolica, che lo rese così deciso e coraggioso nel portare avanti le sue idee, non ostacolò, anzi favorì la sua collaborazione con tutte le persone di buo-na volontà, dandogli la capacità di discernere attentamente le verità contenute nelle ragioni altrui. Del resto egli fu anche, insieme ad Adenauer e Schuman, il padre fondatore del pro-getto di una vasta “Comunità europea”, da costruire recuperando innanzitutto l’idea-lità comune dei popoli del Continente, l’ “anima” di un futuro politico ed economico di prosperità e di pace.La testimonianza di Alcide De Gasperi, con il suo “primato della coscienza” e il suo costante riferimento alla fede cristiana può essere ancora oggi un punto di riferimen-to.Proprio nella sua ultima enciclica il Papa ribadisce che senza una visione trascendente e integrale della persona non può esserci una politica veramente umana, capace di difendere l’assolutezza della dignità di ogni uomo. E affidare lo sviluppo unicamente alla ricerca di soluzioni strutturali e tecniche nella presunzione dell’auto-salvezza, significa di fatto promuovere un progresso disuma-nizzato.Il nostro tempo - dichiara il Pontefice - soffre di “mancanza di pensiero” ed è quindi necessario che alla interdipendenza esistente in tutti i campi tra gli uomini e i popoli corrisponda “una profonda interazione etica delle coscienze e delle intelligenze” dal-la quale può emergere come risultato uno sviluppo veramente umano.

Paola Campanini

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Pesaro 7 settembre 2009

COMUNICATO STAMPA

INSEDIATI DUE NUOVI PARROCI

Due Parroci - uno di prima nomina, l’altro di esperienza quarantennale - hanno fatto ufficialmente ingresso nelle nuove comunità a loro assegnate.Sabato 5 settembre, nella parrocchia di San Pietro in Calibano, è subentrato a Padre Ottavio Zucca, recentemente scomparso, Padre Francesco Lenti, nato a Urbino il 16 settembre 1957 e appartenente alla Comunità dei Frati Minori Conventuali della Pro-vincia delle Marche. Il nuovo Parroco è stato accolto festosamente dalla comunità (dove ha detto di essersi sentito subito “a casa”) con una solenne liturgia eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata da vari presbiteri, tra cui il Padre Pro-vinciale dei Francescani, Padre Giancarlo Corsini e il Vicario foraneo don Fernando Boria, che ha letto il decreto di nomina “ad novennum”.Decreto, che domenica 6 settembre, nella chiesa di Santa Maria delle Fabbrecce, il Cancelliere don Giuseppe Scarpetti ha letto per don Lino Capriotti, nato a Ripatran-sone (AP) il 5 dicembre 1940, per quasi quarant’anni parroco di Colombarone (di cui ora rimarrà amministratore). Don Lino ha preso il posto dello “storico” parroco dimissionario, don Igino Corsini, che l’Arcivescovo ha pubblicamente ringraziato per la fede e lo spessore culturale sempre testimoniati. Il rito di insediamento si è svolto con gesti semplici e significativi: i nuovi parroci dapprima sono stati presentati alle rispettive comunità dall’Arcivescovo, che ha invo-cato su di loro lo Spirito Santo; successivamente hanno asperso con acqua benedetta il popolo di Dio e incensato l’altare; infine hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno della loro ordinazioneNell’omelia S.E. Mons. Coccia ha ricordato che il parroco è chiamato a conserva-re integra la fede e a percorrere un cammino di conversione insieme al suo popolo, per affrontare la vita con occhi e cuore nuovi. A questo proposito l’Arcivescovo ha invitato i parrocchiani ad accogliere i loro Pastori con cordialità e spirito di collabo-razione, valutando con un’ottica di fede gli inevitabili disagi che ogni cambiamento comporta. Non si deve infatti dimenticare - ha dichiarato - che la diocesi di Pesaro soffre di una grave crisi di vocazioni e che per 54 parrocchie sono attivi 50 sacerdoti, di cui più della metà ultrasettantenni. Accorpamenti e spostamenti diventano quindi inevitabili. Mons. Coccia, dopo avere ringraziato Padre Francesco e don Lino per la loro disponibilità, ha invitato tutti alla preghiera, auspicando che tali avvicendamenti vengano compresi e gli indirizzi pastorali dell’Arcivescovo condivisi per il bene della Chiesa locale.

Paola Campanini

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Pesaro 21 settembre 2009

CONVEGNO DIOCESANO“La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Un invito a vivere un gesto di comunione e di dialogo attorno all’Arcivescovo: questo soprattutto voleva essere ed è stato il Convegno diocesano svoltosi, per iniziativa di S.E. Mons. Coccia, il 18 e il 19 settembre scorso. Tema centrale: la questione educati-va, asse portante degli Orientamenti della CEI per il prossimo decennio 2010-2020. Tante le persone che hanno risposto all’invito, seguendo attentamente le relazioni del prof. Luca Diotallevi, di don Luciano Paolucci, di don Dalmazio Maggi e par-tecipando con numerosi interventi o domande ai lavori di gruppo sulla catechesi e sull’oratorio.

Tempi “stupendi e terribili” quelli in cui oggi la Chiesa è chiamata ad educare - ha detto il prof. Diotallevi - cioè a “guidare al pensiero di Cristo, a giudicare la storia come Lui, ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui” .Tempi di grandissima “libertà”, perché la società è diventata così complessa e così ric-ca di “offerte” e di stimoli, che il giovane si trova di fronte a innumerevoli possibilità di giudizio e di comportamento. Tempi di grandissimo “rischio”, perché questa “eccedenza” rende più difficili le scelte e spesso ci si trova a decidere non più tra bene e male, ma tra bene e bene, tra beni di caratura diversa. Ma proprio qui sta la bellezza dei nostri tempi: siamo tutti chiamati ad essere più liberi e, quindi, più consapevoli. Noi cattolici, in particolare, siamo chiamati a una fede più matura, capace di sostenere la sfida della complessità.Se di “emergenza educativa” dunque si può parlare, lo si deve fare in termini positivi, non negativi: oggi cioè “emergono” possibilità educative nuove, che mai in passato si erano verificate.L’alibi della “difficoltà dei tempi”, che spesso maschera la nostra deresponsabiliz-zazione, non regge: l’educazione cristiana ha forse bisogno di facili obbedienze o di persone ossequienti, che credono in Cristo perché non hanno alternative? Certamente no. Anzi il cristianesimo implica e valorizza l’intelligenza critica e la libertà. Quindi dovremmo ringraziare il Signore di averci messi a vivere in questi tempi e capire per-ché e come rispondere a questa vocazione.

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La questione educativa perciò non è tanto un problema di contesto sociale esterno, quanto di qualità interna del “soggetto” educativo: perché “se anche tu avessi il ter-reno arato, ma non lo seminassi e innaffiassi, il terreno deperirebbe” (Gravissimum educationis).Occorre allora focalizzare lo sguardo sul “soggetto-Chiesa” e recuperare le ragioni della sua missione educativa. Si scopre così che tale missione non è un compito accidentale o contingente, ma è strettamente connesso alla natura propria della Chiesa. Essa infatti è compromessa con una Verità: la piena felicità dell’uomo e della donna si compie solo in Cristo. Possiamo anche non crederci. Ma chi dice di crederci non può non esclamare con san Paolo “guai a me se non evangelizzassi”, perché non si tratta di fare proselitismo o di accrescere un potere, ma di essere al servizio di quella pienezza e felicità di cui ogni persona ha il diritto.E proprio perché non è un potere, ma un servizio, questa verità implica il rispetto e la valorizzazione della libertà di chi ha di fronte: chiede di aiutare l’altro a dire libera-mente sì a Cristo. Verità e libertà sono dunque all’origine della missione educativa della Chiesa. Que-sta duplice fede scombina da sola il dibattito attuale tra i difensori di una verità che esclude la libertà (i talebani e i fondamentalisti sedicenti cristiani) e i difensori di una libertà che esclude la verità (per i quali tutto è indifferente).Il prof. Diotallevi ha fatto poi qualche incursione sul metodo e sui luoghi dell’edu-cazione cristiana. In particolare si è soffermato sulla necessità dell’autorità, sottoli-neandone (in toni a volte “brutali”) il carattere di oggettività e durezza: “L’autorità si manifesta con i ‘no’. Non si fa Pastorale giovanile con i preti giovani, che, se non ricevono un sorrisino di consenso, vanno in crisi. Non si fa Pastorale Giovanile solo con le Giornate della Gioventù o con i momenti di festa: occorre educare l’intelletto dei giovani (con una seria formazione) e la loro volontà (con una seria ascesi)”. Ai Parroci, in quanto “autorità”, ha ricordato le parole del Papa: “Attenzione! Non dovete educare al culto di voi stessi e a servire voi stessi, ma a servire il Signore […] L’autorità è ‘burocratica’, la sceglie il Vescovo, altrimenti saremmo dei Congregazio-nalisti protestanti”.Infine si è soffermato sulla parrocchia e sulle associazioni, demandando il lavoro di approfondimento ai gruppi, che proprio sulla specificità dei luoghi educativi ecclesiali si sono confrontati.

Nei prossimi numeri verranno pubblicati altri articoli sulle relazioni di don Luciano Paolucci e don Dalmazio Maggi, sui gruppi di lavoro riguardanti l’Oratorio e la Ca-techesi per l’iniziazione cristiana e sulle conclusioni dell’Arcivescovo.Al più presto verranno pubblicati anche gli Atti del Convegno con la trascrizione degli interventi dei tre relatori e le sintesi dei lavori di gruppo.Chiunque volesse aprire un “forum” su questo giornale, intervenendo con osserva-zioni, scoperte, domande, obiezioni o altro, può scrivere a [email protected]

Paola Campanini

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ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Comunicazioni Sociali,Cultura e StampaVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

Pesaro, 23 settembre 2009

COMUNICATO STAMPA

GLI ORTODOSSI PREGANO ALL’APERTO

In riferimento all’articolo “Gli ortodossi pregano all’aperto” apparso sul Resto del Carlino martedì 22 settembre, si precisa quanto segue.L’Arcidiocesi di Pesaro è stata la prima diocesi della provincia a dare ospitalità a una comunità ortodossa. Si tratta della comunità rumena, guidata da Padre Giovanni Toba (che da Ancona serve i cristiani ortodossi rumeni delle Marche) che attualmente a Pesaro, la prima domenica di ogni mese, sta utilizzando, per la Santa Liturgia, la Chiesa feriale di Santa Maria del Porto, dopo aver per anni ricevuto in uso la cappella di Palazzo Lazzarini, ora in ristrutturazione.A Pesaro non c’è dunque mancanza di sensibilità e di apertura nei confronti degli Ortodossi, come l’articolo parrebbe insinuare. Anzi c’è spirito di fraternità e costante collaborazione con i pastori e con le comunità ortodosse.Il problema è un altro. Nella nostra città sono presenti varie comunità ortodosse fa-centi capo a chiese nazionali diverse, autocefale (ciascuna con un suo ‘Papa’). Ci si aspetterebbe che le varie comunità ortodosse si accordassero tra loro per utilizzare, in domeniche e orari diversi, la stessa chiesa, senza esigerne una per ciascuna Chiesa nazionale ortodossa.Sappiamo che la soluzione di questo problema non è così semplice per gli ortodossi, e chiede a tutti pazienza. Si sta comunque costituendo un Consiglio Regionale delle Chiese cristiane che, in dialogo con la CEM (Conferenza Episcopale Marchigiana), risolva in spirito di fraternità questo, come vari altri problemi ecumenici.

Paola Campanini

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Pesaro, 28 settembre 2009

SAN TERENZIO

“Cosa può dire a noi, uomini e donne del terzo millennio, una persona vissuta nei primi secoli della Storia della Chiesa, in un contesto religioso, sociale e culturale così diverso dal nostro?”Nel rinnovarsi di una tradizione che scandisce da secoli la storia civile e religiosa della nostra città, questa domanda, posta alla folla che giovedì 24 settembre gremiva la Cattedrale (tra cui il Sindaco Luca Ceriscioli e numerose autorità) è stata ancora una volta un richiamo a vivere la festa del Patrono non come consuetudine, ma come memoria di un avvenimento sempre attuale. Il Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Giuseppe Bertello, che, dopo aver guidato la processione per le vie cittadine (durante la quale sono stati letti alcuni documenti del Papa e del nostro Arcivescovo sull’educazione) ha presieduto la Solenne Con-celebrazione Eucaristica insieme a S.E. Mons Piero Coccia e a S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, ha voluto sottolineare che “San Terenzio, morendo martire durante la persecuzione di Decio, ha compiuto un atto di amore perfetto, senza riserve e senza limiti, proprio come Gesù, che ci ha amati per primo, sino alla fine”.Quella del nostro Patrono, dunque, è testimonianza viva di un Amore Vero, che continua ad offrire se stesso anche oggi, in una società in cui l’amore è ridotto, banalizzato e svilito. L’amore che scaturisce dalla fede cristiana non è l’esperienza di un’esaltazione eufori-ca, come quella su cui oggi si sviluppa tutta una letteratura e una comunicazione me-diatica, ma “un avvenimento reale e concreto, che può trasformarsi, nonostante dubbi e amarezze, in impegno totale e quotidiano di vita, in donazione fedele e gioiosa”.“Custodire la fede che ha generato questa capacità di amore” è dunque il compito cui siamo chiamati. Un compito che non è solo per la Chiesa, ma per tutta la società civile.Nell’ultima enciclica infatti - ha ricordato mons. Bertello - il Papa afferma che “la società sempre più globalizzata rende vicini, ma non fratelli. La ragione da sola è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo del Figlio che cosa sia la carità fraterna”. Possiamo allora dire che i Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose, di cui al termine della celebrazione è stato ricordato il venticinquesimo e il cinquantesimo di Ordinazione e Professione, sono autentici “figli” di San Terenzio, perché hanno custodito la fede nello stesso Signore, testimoniando il Suo amore fedele per noi.

Paola Campanini

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Pesaro 28 settembre 2009

ANCORA SUL CONVEGNO DIOCESANO

Dopo avere sintetizzato, nello scorso numero del nostro giornale, i passaggi salienti della relazione del prof. Luca Diotallevi, questa settimana vi offriamo gli spunti più significativi emersi dall’intervento di don Luciano Paolucci, Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale delle Marche, che ha fatto riferimento alla sua esperienza nella Parrocchia di Camerano e alle indicazioni della “Seconda nota sulla iniziazio-ne cristiana dei ragazzi” della CEI (1999). Don Luciano, sabato mattina, ha tenuto una relazione e guidato un’assemblea appun-to sulla “catechesi per l’iniziazione cristiana”, uno dei primi “luoghi” in cui avviene l’educazione dei ragazzi alla fede. Nel pomeriggio ha seguito i lavori dei vari gruppi fino alla conclusione del Convegno.

In premessa, don Luciano Paolucci ha tenuto a precisare che cosa l’iniziazione cri-stiana “non è”.Non è un servizio di “volontariato” o un’azione collaborativa dei laici, non è solo responsabilità del catechista e del parroco, non è soltanto catechesi e istruzione reli-giosa.Che cosa è, dunque?È, innanzitutto, “vocazione”: scoperta dei carismi particolari che si sono ricevuti dallo Spirito; impegno a coltivarli e potenziarli, trasformandoli in competenze; disponibi-lità ad essere “mandati” dalla Chiesa, che chiede di esercitarli per il bene di tutta la comunità. Nell’iniziazione cristiana quindi è implicata tutta la Chiesa, che “chiama”, “forma”, “invia”.Ciò comporta un capovolgimento della “logica” ministeriale, anzi un suo amplia-mento. Il “soggetto” responsabile non può essere costituito solo da figure con il ruolo specifico di trasmettere la fede (pastori e catechisti). La funzione ministeriale è svolta anche dalle famiglie (molte delle quali però hanno bisogno di essere evangelizzate) e da tutta la comunità ecclesiale: “La vita cristiana – ha detto don Luciano – vive di anime differenti (liturgia, catechesi, carità); tutte queste figure devono mettersi all’opera per accompagnare chi chiede l’iniziazione cristiana. E non da sole o divise o in competizione tra loro, bensì come una famiglia, che pur nella distinzione dei ruoli, è un’unica casa accogliente”.

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È impossibile, dunque, delegare l’iniziazione cristiana a un gruppo più o meno nume-roso e coraggioso di catechisti: è la comunione di tutti i responsabili che deve essere vissuta, per educare!Da ciò si comprende che “iniziare alla fede” non coincide con il “fare catechismo”, ma significa introdurre a tutta la vita della Chiesa e attraverso di essa “annunciare in modo nuovo, fresco, provocatorio, la notizia fondamentale che ha trasformato la nostra vita: la salvezza in Cristo”.È questa la radice della missionarietà dei ministeri: “Purtroppo noi spesso viviamo il ministero come un vanto, un titolo di prestigio. Invece è un dono che accresce la nostra responsabilità missionaria”. L’iniziazione cristiana – ha sottolineato in sintesi il relatore – non chiede di cercare formule magiche con le quali introdurre chissà quali cambiamenti; implica un modo di concepirsi e di essere dentro la Chiesa, che nell’unità e nella comunione riconosce il suo autentico volto e metodo missionario.

Paola Campanini

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UFFICIO PASTORALE SCOLASTICA

ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Pastorale ScolasticaVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected] [email protected]

Pesaro, 26 settembre 2009

Ai Docenti di RCArcidiocesi di Pesaro

Carissimi,

come ormai consuetudine a inizio anno scolastico, vogliamo trovarci tutti insie-me per un confronto, per uno scambio di idee e per una programmazione che dia con-tinuità al lavoro e alle esperienze già svolte e che sappia sempre meglio interpretare il nostro spirito di appartenenza a questa Comunità Ecclesiale. A tale scopo è fissato un incontro per:

Lunedì 12 Ottobre - ore 16.00Parrocchia di Cristo Risorto- via Matteucci –Pesaro

aperto con un momento di preghiera e con il seguente o.d.g.:

presentazione del programma del Corso di Agg. Regionale IRC del 5-6 Novembre - p.v. e del programma diocesano di aggiornamento annuo degli Idr, in riferimento anche al Corso di agg. del Giugno scorso sul Progetto “Bibbia Educational”: even-tuali proposte ed iniziative.Spunti e riflessioni dopo il Convegno diocesano sulla “Missione educativa della - Chiesa oggi. Calendario dei momenti comunitari diocesani degli IDR.- Il contributo degli Idr alla visita pastorale del nostro Arcivescovo.- Presentazione di Progetti o iniziative nell’ambito dell’IRC per il prossimo anno - scolastico.Giornata diocesana della Scuola.- Informativa sugli aspetti giuridici della figura del docente di RC. -

Data l’importanza di questo incontro al fine di dare un corretto avvio all’anno scola-stico, siete pregati tutti di assicurare la vostra presenza.Si invitano coloro che ancora non hanno ritirato presso la Segreteria della Curia i 2 DVD e 2 CD del Progetto BE, di farlo se interessati, ed avvertire Elvira (3398960957) qualora qualche copia risulti difettosa.

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Si ricorda inoltre a ciascuno di voi, di versare in tale circostanza la quota di € 50 per il contributo annuo per le spese dell’Ufficio. In attesa di incontrarci presto, auguriamo a tutti un sereno inizio anno scolastico. Molti cordiali saluti.

I Responsabili dell’Ufficio Scuola don Marco ed Elvira

Calendario incontri- Ufficio Scuola

Lunedì 12 Ottobre 2009- Incontro di apertura anno scolastico- Domenica 22 Novembre 2009 -Giornata diocesana della Scuola- Venerdì 11 Dicembre 2009 - ore 15.30-Ritiro di Avvento docenti RC- Venerdì 19 Marzo 2010- ore 15.30- Ritiro di Quaresima docenti RC- Venerdì 18 Giugno2010-Giornata di aggiornamento diocesano docenti RC-

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Pesaro, 22 settembre 2009

Ai Responsabili Diocesani IRCDiocesi della Regione Marche

Carissimo,

in attesa di incontrarci per una riflessione più approfondita in materia aggiorna-mento e di formazione in servizio dei docenti di Religione Cattolica a seguito anche di alcune modifiche apportate dal MIUR d’intesa con la CEI, al fine di rendere più tempestive ed agevoli tutte le iniziative in merito e dare loro contestualizzazione a livello territoriale, ti portiamo a conoscenza del Corso di Aggiornamento Regionale che si terrà a Loreto (Casa S. Francesco) nei giorni 5-6 Novembre p.v, di cui ti in-viamo il programma e la scheda di adesione. Il numero dei partecipanti previsto per ogni Diocesi, secondo la Convenzione stipu-lata tra CEM e MIUR, è così distribuito: Diocesi di Ancona n° 4 Diocesi di Ascoli Piceno n° 4Diocesi di Camerino n° 3 Diocesi di Fabriano n° 2Diocesi di Fano n° 3 Diocesi di Fermo n° 4Diocesi di Jesi n° 3 Diocesi di Loreto n° 2Diocesi di Macerata n° 3 Diocesi di Pesaro n° 4Diocesi di S Benedetto n° 3 Diocesi di Senigallia n° 3Diocesi di Urbino n° 2

Ti preghiamo vivamente di portare a conoscenza dei Docenti della tua Diocesi quanto sopra, pregandoli di attenersi a tutte le indicazioni richieste e di inviare le schede di adesione entro i limiti indicati (10 Ottobre) in modo che i Dirigenti scolastici rice-vano da questo Ufficio, quanto prima, le convocazioni dei partecipanti e possano programmare in tempo eventuali sostituzioni. Nell’indicazione dei nominativi dei partecipanti, poiché questo Corso ha come obiet-tivo quello di preparare i formatori diocesani, ti consigliamo di segnalare, oltre i for-matori già individuati, anche nominativi nuovi in modo che, progressivamente in que-sti anni, tutti possano aggiornarsi come è nel loro diritto-dovere.

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Qualora ci sia qualche insegnante che desidera partecipare al Corso, oltre al numero stabilito per ciascuna Diocesi, può ugualmente inviare la scheda, sarà messo nell’elen-co dei partecipanti come uditore, se risulta in esubero rispetto a n. 40 corsisti previsto dalla Convenzione.Come si può dedurre dal programma allegato,anche quest’anno il Corso si presenta particolarmente qualificato sia per i contenuti sia per l’alto profilo dei relatori, fra i quali Mons. G. Tosoni, già responsabile Nazionale dell’IRC e padre Giuliani, per cui desideriamo dare questa opportunità al maggior numero consentito degli Idr. È opportuno inoltre portare a conoscenza degli interessati che la validità del Corso ai fini giuridici è subordinata ad una frequenza non inferiore ai 4/5 delle ore program-mate.

Confidiamo nella tua piena disponibilità per la buona riuscita del progetto ringra-ziandoti vivamente; al fine però di un lavoro più organico e articolato e per qualsiasi ulteriore chiarimento o informazione in merito al Corso, ti preghiamo di rivolger-ti direttamente a Elvira (3398960957), che ne è la Coordinatrice e che tiene i con-tatti con la Direzione Scolastica Regionale. A lei si chiede pertanto di restituire le schede per Fax (0721-32422) indicando all’attenzione di Elvira Frulli, o per e.mail a [email protected] Ti salutiamo cordialmente e cogliamo l’occasione per augurare a te e ai tuoi docenti un buon inizio di anno scolastico con piena fiducia nel sostegno del Signore, che in-vochiamo nella preghiera.

Elvira Frulli Don Marco Farina V. Responsabile Regionale Responsabile Regionale

P.S. Ti informiamo che i docenti che sono nella nostra mail-list li abbiamo raggiunti direttamente con invio scheda e programma, pregandoli di concordare con il Respon-sabile Diocesano qualsiasi decisione in merito.

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ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Pastorale ScolasticaVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected] [email protected]

Corso regionale di aggiornamento degli Insegnanti di Religione cattolicain servizio nelle scuole statali

“La formazione degli Idr:percorso teorico-pratico fra andragogia e buone prassi”

per n. 40 docenti di Religione cattolica di ogni ordine e grado di scuolaformatori nelle singole diocesi

Loreto -AN (Casa S.Francesco) 05-06 Novembre 2009

PROGRAMMA

Giovedì 5 Novembre 2009

ore 8.30 Arrivi e sistemazioneore 9.00 Preghiera di apertura e introduzione del Direttore del Corso

Saluto di S. E. Mons. Piero Coccia, Delegato CEM – Scuolaore 9.20 Relazione: “Alcune prospettive e caratteristiche della

formazione e del formatore degli insegnanti” Relatore: Prof. Matteo CornacchiaDocente di Educazione degli adulti dell’Università di Trieste

Interventi in assemblea

ore 10.45 Intervalloore 11.00 Relazione: “Progettare e gestire percorsi formativi con e

per gli insegnanti”

Relatore: Padre Matteo GiulianiDocente di Catechetica e didattica delle Religioni presso l’ISSR di Trento

Interventi in assemblea

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ore 13.00 Interruzione dei lavoriore 15.00 Lavori di gruppo: I relatori: Prof. Matteo Cornacchia

e Padre Matteo Giuliani supervisionano i lavori di gruppo,articolati per cicli di scuola e guidati da specifici tutor.

ore 18.00 Restituzione in assemblea dei lavori di gruppoa cura dei Coordinatori

ore 19.00 Termine dei lavori

Venerdì 6 Novembre 2009

ore 9.00 Relazione: “Buone pratiche a confronto:sintesi operativa”Relatori: Prof. Matteo Cornacchia e Padre Matteo Giuliani

Interventi in assemblea

ore 11.00 “ La spiritualità degli Idr dentro il cammino di formazione”Relatore: Mons. Giosuè Tosoni, Rettore del Seminario Teologico di Pordenone- già Responsabile Nazionale IRC

ore 13.00 Interruzione dei lavoriore 15.00 “Presentazione delle iniziative di formazione realizzate

a livello diocesano”Relatori: Referenti diocesani per la formazione

Interventi e sintesi in assemblea

ore 18.40 Preghiera di chiusuraore 19.00 Conclusione del Corso

Il Coordinatore del Corso Il Direttore del Corso V. Responsabile dell’Ufficio Scuola Responsabile dell’Ufficio Scuola Prof.ssa Elvira Frulli Mons. Marco Farina

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UFFICIO PASTORALE FAMILIARE

ARCIDIOCESI DI PESAROUfficio Pastorale FamiliareVia Rossini, 62 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

INCONTRI DIOCESANI 2009-2010

L’ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare presenta il programma di incontri dio-cesani per il 2009-2010.

2009_Sabato 24 OttobreConvegno Regionale di pastorale familiareCentro Giovanni Paolo II (Loreto Marche)

_Incontri di formazione di pastorale familiare con l’ISSR_Istituto Superiore Scienze Religiose ”Eucaristia e famiglia”Villa Borromeo_dalle 18,30 alle 20,00_1° incontro Venerdì 30 Ottobre_2° incontro Venerdì 27 Novembre

2010_Incontri di formazione di pastorale familiare con l’ISSR_Istituto Superiore Scienze Religiose “Eucaristia e famiglia”Villa Borromeo_dalle 18,30 alle 20,00_1° incontro Venerdì 29 Gennaio_2° incontro Venerdì 26 Febbraio_3° incontro Venerdì 26 Marzo_4° incontro Venerdì 16 Aprile

_ Domenica 14 MarzoIncontro dei fidanzati a Loreto con Mons. Piero Coccia Arcivescovo

_ Da Venerdì 23 a Domenica 25 Aprile Ritiro per le famiglie

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ARCHIVIO STORICO DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESAROArchivio Storico DiocesanoVia Rossini, 56 – 61121 PesaroTel. 072130043 Fax 072132422e-mail: [email protected]

Pesaro, 10 settembre 2009

PROGETTI PREVISTI PER L’ANNO 2010

Per il prossimo anno, con il contributo dei fondi CEI, saranno attivati diversi progetti:

la messa in sicurezza e regestazione degli “Acta civilia et criminalia” del ’700 - presenti in Archivio;la catalogazione e informatizzazione dei faldoni delle Parrocchie;- la catalogazione e informatizzazione dell’editoria pescarese;- il proseguimento della catalogazione e informatizzazione dell’archivio musicale;- l’approntamento di un progetto a cura della Ditta SIAV di Bologna per la digitaliz-- zazione delle 165 pergamene del Fondo Capitolare dell’Archivio Diocesano;l’erogazione di un contributo per un secondo DVD relativo ai beni culturali di - Pesaro.

La Biblioteca dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” pro-cederà all’acquisto di un altro espositore di libri per Villa Borromeo (il quarto), data la necessità di spazio anche in considerazione dell’avvio del 3° anno del corso degli studi. Nel frattempo si sta procedendo anche all’acquisto dei nuovi testi in adozione e di quelli consigliati.

Don Igino Corsini Prof. Gabriele Falciasecca

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“IL NUOVO AMICO”Settimanale Interdiocesano

ARCIDIOCESI DI PESARO-FANO-URBINOVia del Seminario, 4 – 61121 PesaroTel. 0721/64052 – Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

CORSO DI GIORNALISMO “IMPARIAMO A FARCI LEGGERE”(3a edizione)

Anche quest’anno il settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico” ha proposto il corso di giornalismo “Impariamo a farci leggere”, volto alla formazione dei propri collaboratori ma anche al confronto con il territorio sui temi più attuali dell’infor-mazione. 120 iscritti provenienti da tutta la provincia di Pesaro e Urbino, inizieranno il corso venerdì 2 ottobre 2009. Anche per questa edizione l’Ordine dei Giornalisti delle Marche ha certificato l’elevata offerta didattica a livello regionale, conferendo il patrocinio all’iniziativa.Le lezioni saranno tenute da nomi noti del panorama giornalistico nazionale e termi-neranno il 23 ottobre con il convegno annuale del “Nuovo Amico”. Per l’occasione verrà proposta una tavola rotonda giornalistica presso l’Alexander Museum.

Questo il programma dell’iniziativa:

Venerdì 2 Ottobre 2009 - (Ore 18 – 20)«Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa»: GIANNI ROSSETTI: Presidente Ordine Giornalisti Marche; Università di Urbino

Venerdì 9 Ottobre 2009 - (Ore 18 – 20)«La linea editoriale»: LUIGI LOSA: Direttore de “Il Cittadino” di Monza

Venerdì 16 Ottobre 2009 - (Ore 18 – 20)«La Chiesa vista dalla stampa nazionale e internazionale»: FABIO ZAVATTARO: Vaticanista TG1.

Venerdì 23 Ottobre 2009 - (Ore 18 – 20)CONVEGNO ANNUALE DE «IL NUOVO AMICO»: «Il nostro giornale diocesano» Natura, funzione, immagine e contenuti. Rapporto e sinergia con Fisc, Sir e Avvenire.

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Tavola rotonda con : Umberto Folena – Editorialista di “Avvenire”; Paolo Bu-staffa – Direttore Agenzia Sir; Giovanni Tonelli – Direttore “Il Ponte” Diocesi di Rimini; Raffaele Mazzoli – Direttore Editoriale del “Nuovo Amico”; Ernesto Preziosi – Università Cattolica di Milano.

Interverranno : S.E. Mons. Piero Coccia – Arcivescovo Metropolita di Pesaro; S.E. Mons. Francesco Marinelli – Arcivescovo di Urbino; S.E. Mons. Armando Trasarti – Vescovo di Fano.

L’iniziativa è promossa da “Il Nuovo Amico” in collaborazione con: Uffici Co-municazioni Sociali Diocesi di Pesaro-Fano-Urbino; Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Pesaro; Unione Cattolica Stampa Italiana delle Marche.

Sponsor – Banca di Credito Cooperativo di Gradara (corso di giornalismo) e Ban-ca delle Marche (Convegno annuale).

Roberto Mazzoli Caporedattore centrale “Il Nuovo Amico” Diocesi di Pesaro-Fano-Urbino

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ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSEGiovanni Paolo II

INIZIO ANNO ACCADEMICO 2009/2010

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Pesaro, con l’ulti-ma settimana di settembre, ha avviato il nuovo anno accademico 2009-2010. Si tratta di una tappa importante nella vita dell’Istituto, perché da quest’anno tutti gli insegna-menti previsti nel piano degli studi saranno attivati. Il percorso formativo, che porta gli studenti ordinari al conseguimento della Laurea in Scienze Religiose, si sviluppa in 33 corsi, 11 per ogni anno di studio, divisi nelle aree bibliche, storiche e patristiche, sistematiche, morali, nonché in quelle filosofiche e delle scienze umane. Sarà questo l’anno in cui concluderanno il loro itinerario triennale i primi laureati.

L’inaugurazione è avvenuta lunedì 28 settembre, alla presenza dell’Arcivescovo di Pesaro, S.E.R. mons. Piero Coccia, il quale, nel saluto, ha ringraziato gli studenti per l’impegno che hanno mostrato nel partecipare alla vita dell’Istituto e li ha invitati a spendere quanto appreso ed approfondito all’interno della vita della Diocesi. Erano presenti, oltre agli studenti ordinari, anche numerosi studenti uditori. Sempre in quella circostanza, l’Arcivescovo ha consegnato i Diplomi a quanti hanno concluso i Corsi per insegnanti del metodo Billings.

Per il prossimo futuro, l’Istituto ha in programma una serie di iniziative aperte anche ai non iscritti. La prima si terrà giovedì 15 ottobre 2009, con la presentazione dell’enciclica Caritas in veritate illustrata dal prof. Marco Cangiotti, ordinario di Fi-losofia politica e Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Urbino, nonché docente di Ontologia e Metafisica presso l’Istituto.

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Seguirà poi la conferenza del prof. Pierpaolo Donati, ordinario di Sociologia presso l’Università degli studi di Bologna, che venerdì 13 novembre parlerà su la “Sfida edu-cativa”, il tema proposto dalla C.E.I. come argomento di riflessione per il prossimo decennio. Entrambi i momenti si svolgeranno a Palazzo Montani Antaldi.Oltre alle due conferenze sono previsti 4 seminari di studi su “Cristianesimo e Bellez-za”, tenuti da suor Gloria Riva. A questi si aggiunge il corso di formazione per ope-ratori pastorali, organizzato in collaborazione con gli Uffici diocesani di Catechesi, Liturgia, Caritas e Pastorale familiare. La formula adottata prevede, come l’anno pas-sato, un ciclo composto da 6 conferenze, che affronteranno, sotto diverse angolature, il Sacramento dell’Eucaristia, con una particolare attenzione al ruolo che riveste la famiglia. A tenere il primo momento è stato chiamato S.E.R. mons. Lorenzo Chia-rinelli, che venerdì 30 ottobre parlerà su “L’iniziazione cristiana nel cammino della Chiesa”, mentre don Alessandro Bonetti tratterà “L’Eucaristia, culmine e fonte della vita cristiana”, venerdì 27 novembre 2009. Tutti questi incontri si terranno nella sede dell’Istituto, presso Villa Borromeo, in via Avogadro 40 a Pesaro.

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PIANO DI STUDI TRIENNALE

Primo anno

Area discipline filosofiche_Storia della filosofia antica e medievaleProf. Nevio Genghini_Filosofia teoretica I (Ontologia e metafisica)Prof. Marco Cangiotti

Area discipline bibliche_Scrittura I (AT, Pentateuco)Prof. Gino Fattorini_Scrittura II (NT, Sinottici e Atti degli Apostoli)Prof. Marco Di Giorgio

Area discipline storiche e patristiche_Patrologia e storia della Chiesa antica e medievaleProf. Franco Gori

Area discipline sistematiche_Introduzione alla teologiaProf. Massimo Serretti_Dogmatica I (Rivelazione e Fede)Prof. Mirco Casadei_Dogmatica II (Cristologia e Trinitaria)Prof. Marco De Franceschi

Area discipline morali_Morale I (Fondamentale)Prof. Massimo Regini_Morale II (Morale e Vita Spirituale)Prof. Davide Tonti

Area scienze umane_PedagogiaProf. Agostino Tisselli

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Secondo anno

Area discipline filosofiche_Storia della filosofia modernaProf. Paolo Boni_Filosofia teoretica II (Antropologia filosofica)Prof. Andrea Aguti

Area discipline bibliche_Scrittura III (AT, Profeti)Prof. Gino Fattorini_Scrittura IV (NT, Paolo e le lettere cattoliche)Prof. Mirko Montaguti

Area discipline storiche e patristiche_Storia della Chiesa modernaProf. Francesco Zaccarelli

Area discipline sistematiche_Dogmatica III (Ecclesiologia e Mariologia)Prof. Mirco Cesarini_Dogmatica IV (Antropologia teologica ed Escatologia)Prof. Massimo Serretti_Teologia pastoraleProf. Antonio Napoleoni

Area discipline morali_Dottrina sociale della Chiesa: storia e principiProf.ssa Giuseppina Santucci_Bioetica generaleProf. Giorgio Giovanelli

Area scienze umane_Sociologia generaleProf. Simone Betti

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Terzo anno

Area discipline filosofiche_Storia della filosofia contemporaneaProf. Nevio Genghini_Filosofia moraleProf. Andrea Aguti

Area discipline bibliche_Scrittura V (AT, Scritti Sapienziali)Prof. Gino Fattorini_Scrittura VI (NT, Giovanni)Prof. Marco Di Giorgio

Area discipline storiche e patristiche_Storia della Chiesa contemporaneaProf. Samuele Giombi

Area discipline sistematiche_Dogmatica V (Teologia Sacramentale)Prof. Mario Florio_Introduzione al Diritto CanonicoProf. Alberto Fabbri_LiturgiaProf. Francesco Nasini

Area discipline morali_Dottrina sociale della Chiesa: famiglia, lavoro e politicaProf. Daniele Celli_Bioetica specialeProf. Paolo Marchionni

Area scienze umane_PsicologiaProf.ssa Maria Gabriella Pediconi

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CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI PASTORALI

L’istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” in collaborazione con gli Uffici Diocesani: Catechesi, Liturgia, Caritas, Centro Pastorale Familiare presenta il programma del CORSO PER OPERATORI PASTORALI anno 2009-2010.

venerdì 30 ottobre 2009S.E.R. mons. Lorenzo ChiarinelliL’iniziazione cristiana nel cammino della Chiesa

venerdì 27 novembre 2009Don Alessandro BonettiL’Eucaristia, culmine e fonte della vita cristiana

venerdì 29 gennaio 2010Don Marco BozzolaL’Eucaristia: qui arriviamo, da qui ripartiamo

venerdì 26 febbraio 2010Don Roberto VesentiniEucaristia e carità

venerdì 26 marzo 2010Don Renzo BonettiEucaristia e Matrimonio: la cena dell’intimità

venerdì 16 aprile 2010Don Renzo BonettiEucaristia e Matrimonio: fate questo in memoria di me

Gli incontri si terranno dalle ore 18,30 alle ore 20,00

Informazioni, iscrizioni e sede del corso pressoIstituto Superiore di Scienze ReligioseVilla Borromeo – Via Avogadro, 40 – PesaroTel. 0721 52109 – 338 [email protected]

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CONVEGNO DIOCESANO“LA MISSIONE EDUCATIVA DELLA CHIESA OGGI: luoghi ed esperienze”

ConvegnoDiocesano2009

INVITO DELL’ARCIVESCOVO AL CONVEGNO DIOCESANO

Nel prossimo mese di settembre, con la settimana dedicata a S. Terenzio, prenderà il via il nuovo Anno Pastorale 2009 – 2010.

L’anno che ci attende vedrà impegnata la nostra Arcidiocesi sulla questione educativa che interpella la comunità cristiana soprattutto attraverso l’iniziazione cristiana, la ministerialità e l’oratorio.

A questo riguardo daremo inizio al cammino dell’Anno Pastorale con un Convegno di due giorni per poterci interrogare ed orientare sulla missione che la chiesa ha di educare alla fede nel mondo di oggi.

Pertanto invito tutta la comunità cristiana a non mancare a questo appuntamento.

La convinta partecipazione ad esso consentirà a tutte le espressioni della nostra chiesa locale di fare una forte esperienza di comunione e di ritrovarsi su un sentiero comune che coinvolgerà la Chiesa italiana nel prossimo decennio, ma che fin d’ora chiede di essere intrapreso.

Fiducioso di potervi incontrare, vi porto nel cuore e vi benedico.

✠ Piero Coccia Arcivescovo

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UN CONVEGNO DIOCESANO SULL’EDUCAZIONERIAPRIRÀ IL NUOVO ANNO PASTORALE

Secondo la linea pastorale costantemente seguita dal nostro Arcivescovo Mons. Piero Coccia - sintonizzare il cammino della Chiesa che è in Pesaro con i percorsi prioritari della Chiesa in Italia - anche quest’anno, nel mese di Settembre, si svolgerà presso il Cinema Loreto un Convegno diocesano sul “tema portante” degli Orientamenti pasto-rali proposti dalla CEI per il prossimo decennio 2010-2020: la questione educativa. Il titolo del Convegno infatti sarà “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”.La scelta della Conferenza Episcopale ha riscosso, a livello nazionale, “l’unanime e radicato consenso” dei Vescovi, ponendosi in continuità sia con gli Orientamenti ecclesiali del decennio trascorso (“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”) sia con i ripetuti appelli lanciati negli ultimi tempi da Benedetto XVI. Anche per la nostra arcidiocesi si tratta di riprendere e approfondire un tema già af-frontato, seppure con un’ottica e in settori diversi, nel Convegno del 2007 sulla “mi-nisterialità” dei laici.In quell’occasione, infatti, all’ordine del giorno vennero poste la cultura e la famiglia, che molto hanno a che fare con l’educazione: nel secondo ambito, soprattutto, i gruppi di lavoro espressero una forte esigenza di intervento della Chiesa locale, tanto che nei mesi successivi un Comitato, appositamente costituito per cercare risposte praticabili, ha censito le realtà diocesane già impegnate in questo campo ed elaborato la Bozza (in fase di approvazione) di un complesso progetto per la realizzazione di un “Centro diocesano per la famiglia e la vita”.Quest’anno, invece, i “luoghi” educativi a cui il Convegno farà più esplicito rife-rimento saranno le Parrocchie, mentre le “esperienze” che i relatori verranno a te-stimoniare riguarderanno in particolare gli Oratori e la Catechesi per i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana: naturalmente le famiglie saranno ancora una volta chiama-te in causa, essendo indispensabile una “grande alleanza formativa” tra i vari soggetti protagonisti dell’educazione.Il programma del Convegno prevede, per venerdì 18 settembre alle ore 21.00, dopo l’introduzione dell’Arcivescovo, una relazione generale del prof. Luca Diotallevi dell’Università di Roma Tre su “La missione educativa della Chiesa oggi”; per sabato mattina, 19 settembre, una relazione-testimonianza del salesiano don Dalmazio Mag-gi e una di don Luciano Paolucci, rispettivamente su “Ministeri e oratori” e “Ministeri e iniziazione cristiana”: saranno quindi proposte alcune domande di riflessione per i lavori di gruppo, che si svolgeranno il pomeriggio di sabato con la guida di persone già impegnate nella nostra diocesi in questi due ambiti.Tale articolazione è stata anch’essa pensata e voluta nel rispetto delle indicazioni emer-se dall’Assemblea della CEI, dove si è ribadito che l’educazione è “una questione di esperienza” ed è quindi necessario non limitarsi ad analizzare le cause socio-culturali delle trasformazioni in atto, magari indulgendo a diagnosi sconsolate e pessimistiche sui loro effetti, ma raccontare esperienze positive che diano suggerimenti sul modo di affrontare una delle più gravi emergenze dei nostri tempi.

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Del resto la CEI stessa ha annunciato l’imminente pubblicazione di un supporto strut-turato in tal senso: un “Rapporto-proposta” elaborato dal Comitato per il “Progetto Culturale” e destinato non solo alle realtà interne alla Chiesa, ma al Paese nel suo complesso, nella prospettiva del “bene comune” (non a caso è stato scelto un editore laico, Laterza, per favorirne la diffusione anche fuori dai circuiti cattolici).Pertanto l’Arcivescovo invita tutta la comunità cristiana a non mancare a questo ap-puntamento che darà il via al nuovo Anno Pastorale. “La convinta partecipazione ad esso – ha scritto – consentirà a tutte le espressioni della nostra chiesa locale di fare una forte esperienza di comunione e di ritrovarsi su un sentiero comune che coinvolgerà la Chiesa Italiana nel prossimo decennio, ma che fin d’ora chiede di essere intrapreso”.

Pesaro 20 luglio 2009Paola Campanini

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

18 – 19 settembre 2009Cinema Loreto

VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009

Ore 21.15 Preghiera S.E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro: Introduzione Prof. Luca Diotallevi, docente di Sociologia all’Università Roma Tre “La missione educativa della Chiesa oggi”

SABATO 19 SETTEMBRE 2009

MATTINO (insieme)

Ore 8.45 PreghieraOre 9.00 Don Luciano Paolucci, Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” Ancona “Ministeri e iniziazione cristiana”Ore 10.15 Don Dalmazio Maggi, Direttore Istituto salesiano “San Giuseppe” Macerata “Ministeri e Oratori”

Ore 11.30 Prof. Paolo Boni, Direttore I.S.S.R. “Giovanni Paolo II” di Pesaro “Presentazione dell’Istituto” Intervallo

Ore 11.45 Assemblea Gruppo A con don Luciano Paolucci Assemblea Gruppo B con don Dalmazio Maggi

POMERIGGIO (distinti per settori)

Ore 15.30 Lavoro per gruppi guidati da capi-gruppo

Ore 17.30 Assemblea generale con resoconto dei capigruppo Ore 18.30 Preghiera e conclusioni

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Pesaro, venerdì 18 Settembre 2009

PREGHIERA

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

C. Il Signore sia con voi.

T. E con il tuo spirito.

C. Gesù ha promesso di essere presente in mezzo ai suoi discepoli, ogni volta che si riuniscono nel suo nome. In questo incontro fraterno di meditazione e di preghiera, egli è presente e ci parla. Innalziamo la nostra mente a Dio, perché nel suo Santo Spirito ci guidi alla verità tutta intera.

Lettore Metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Vi prenderò dalle genti, vi radu-nerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò os-servare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. (Ez 36,24-28)

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

T. Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.Nella fatica, riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto.O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.Amen

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PADRE NOSTRO…..

T. Ti ringraziamo, Signore, e ti benediciamo: molte volte e in molti modi parlasti ai nostri padri per mezzo dei profeti. Nella pienezza dei tempi hai parlato nel tuo Figlio, per manifestare a tutti gli uomini le ricchezze della tua grazia. Nella tua im-mensa bontà guarda i tuoi figli convocati per questa assemblea diocesana, aiutaci a riconoscere i segni della tua volontà, perché aderendo in tutto al tuo beneplacito, portiamo frutti abbondanti di opere buone. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

C. Dio, Padre misericordioso, che ha inviato il suo Figlio e ha donato il suo Spirito per guidarci alla verità tutta intera, ci faccia discepoli e testimoni del suo Vangelo.

T. Amen.

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

18 – 19 settembre 2009

Pesaro, venerdì 19 Settembre 2009S.E. Mons PIERO COCCIA

Introduzione

Saluto tutti i presenti e ringrazio per la numerosa e interessata partecipazione.Il 19 ottobre 2006 Benedetto XVI, intervenendo al IV Convegno Ecclesiale di Verona, indicava alla Chiesa italiana tre percorsi da intraprendere per una efficace evangeliz-zazione della società italiana: l’educazione alla fede nel Mistero di Cristo, la testimo-nianza della carità e la formazione civile e politica dei cattolici.Successivamente, in più occasioni, il Santo Padre è tornato sul compito urgente dell’educare e parlando ai Vescovi italiani nella loro ultima Assemblea tenutasi in maggio a Roma, così si esprimeva: “Quella dell’educazione è un’esigenza costitutiva e permanente della vita della Chiesa che oggi tende ad assumere i tratti dell’urgenza e, perfino, dell’emergenza […] È necessario riflettere su un progetto educativo che nasca da una coerente e completa visione dell’uomo che può scaturire unicamente da Gesù Cristo”.Nella stessa Assemblea poi i Vescovi italiani hanno deciso che la “questione educa-tiva” dovrà essere l’asse portante per il prossimo piano pastorale del decennio 2010-2020.Di fronte a queste indicazioni la Chiesa di Pesaro non poteva mancare all’appunta-mento. E così, dopo aver ascoltato i Consigli Diocesani e i vari organismi collegiali e comunionali della nostra Arcidiocesi, abbiamo deciso di avviare il nuovo anno pasto-rale sul tema dell’ “educare alla fede”.Certamente questo cammino si pone in continuità con tutti i cammini già intrapresi dalla nostra Chiesa locale, che hanno bisogno di proseguimento e di raccordo. Ricordo innanzitutto l’impegno che la Chiesa di Pesaro ha messo e sta mettendo nel campo della iniziazione cristiana.Ci siamo concentrati a riflettere sul ministero ordinato al sacerdozio con il forte invito a vivere in maniera autentica e continuativa l’esperienza di Cristo. Ciò costituisce il terreno favorevole per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.Abbiamo anche dedicato la riflessione a ricentrare la nostra fede sull’esperienza di “Gesù Cristo Risorto Speranza del mondo”. In una società sempre più problematica stiamo riscoprendo la freschezza della nostra fede e la capacità missionaria di conta-giare la società e l’uomo di oggi.Raccogliendo l’eredità di Verona, inoltre, abbiamo riflettuto sui ministeri di fatto e su quelli istituiti, riservando particolare attenzione alla formazione del laicato.Da ultimo, lo scorso anno abbiamo intrapreso un cammino sul senso profondo della vita della Chiesa che fa esperienza di comunione e di missione.Oggi ci attende l’inizio di un anno pastorale sull’emergenza educativa, affrontata nella prospettiva della trasmissione della fede.

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Ci sono tanti motivi per affermare che siamo in situazione di emergenza, ma dobbia-mo ricordare che la Chiesa educa da sempre. Oggi lo fa in nuovi contesti, sfidando realtà diverse, sollecitata a dare risposte diverse, ma sempre nell’ottica della trasmis-sione della fede. Ecco perché abbiamo scelto anche due tematiche specifiche del Convegno, “luoghi ed esperienze” identificandoli nella “iniziazione cristiana” e nell’ “oratorio”, che richie-dono entrambi una ministerialità specifica.Ringrazio tutti i presenti e auguro un buon lavoro fin da questa sera. Domani trarremo le conclusioni, comunicando anche i prossimi appuntamenti dell’anno pastorale. Ringrazio tutti coloro che hanno dato un contributo per organizzare questo Conve-gno diocesano e a loro sono particolarmente grato perché ho visto di persona come e quanto hanno lavorato. Ringrazio poi il prof. Luca Diotallevi, al quale mi legano una solida e antica amicizia e sentimenti di profonda stima. Lo ringrazio per essere qui tra noi e per tutto ciò che fa per la Chiesa italiana. Il suo è sempre un contributo molto perspicace e orientativo per il futuro. Ringrazio infine don Luciano Paolucci e don Dalmazio Maggi che saranno correlatori nella giornata di domani. Grazie a tutti.

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Pesaro, venerdì 18 Settembre 2009Prof. LUCA DIOTALLEVI*

“La missione educativa della Chiesa oggi”

È per me un grande piacere essere qui, non solo per l’amicizia alla quale ha fatto ri-ferimento Mons. Coccia, ma anche per l’amicizia che mi lega ad alcune persone che sono in sala e per le radici marchigiane della mia famiglia, che è originaria di Monte-marciano, un paese a sud di Pesaro. Sento che nella vita è importante restituire un po’ di quello che si è ricevuto. Mi colpisce il fatto di trovarmi qui questa sera a parlare di educazione, avendo negli occhi, come credo tutti, il sacrificio di quei sei giovani italiani che sono stati vittime dell’attentato terroristico in Afghanistan. Io penso che queste morti, come tutte le morti di coloro che laggiù stanno tentando di dare libertà e dignità alle persone di quel martoriatissimo paese, siano una chiave sgradevole ma necessaria e perspicua per affrontare il tema dell’educazione e, se mi riesce, vorrei dare conto del perché noi, riflettendo sull’educazione, possiamo e forse dobbiamo essere illuminati da quel sacrificio.Aggiungo un’altra cosa: vorrei dare un contributo non legato alle mie modeste compe-tenze professionali, ma da credente, perché penso, come ci ricordava l’Arcivescovo, che l’educazione sia veramente una questione di fondo, rispetto alla quale le compe-tenze contano, ma sperimentano il loro limite. Quindi io vorrei darvi, innanzitutto da credente, una testimonianza di convinzione rispetto alla scelta che i Vescovi italiani hanno fatto di dare un congruo numero di tempo, nel nostro cammino ecclesiale, all’emergenza educativa. Prendete quindi la mia testimonianza come una risposta alla domanda: “Perché penso che i Vescovi ab-biano fatto una buona scelta”.Articolerò la mia chiacchierata in tre punti, rispondendo idealmente a tre domande di fondo:

perché la Chiesa avverte una responsabilità educativa? 1. Perché oggi è più difficile educare?2. Possiamo riconoscere luoghi educativi?3.

1. Perché la Chiesa avverte una responsabilità educativa?Secondo me, dovremmo dedicare più tempo a riflettere su questa domanda, perché la risposta orienta in un modo o nell’altro le altre due. È così evidente la situazione di disperazione, di difficoltà, di disorientamento in cui vivono oggi i giovani (non unico ma principale soggetto dell’azione educativa) che potrebbe apparire scontato dire: “È ovvio, non vedi che emergenza educativa?”. Penso però che ci perderemmo se ci fermassimo a questa pur ovvia constatazione. È importante invece essere consapevoli del perché in modo ineludibile e con una re-sponsabilità inaggirabile, la Chiesa è alle prese con un dovere educativo.

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Vorrei provare a rispondere nel modo più brutale possibile, onde evitare quelle diplo-mazie che confortano l’uditorio: spero infatti che quello che dico susciti reazioni e possa essere utile ad attivare un dialogo tra la comunità e il suo pastore.Credo che ci siano due motivi per cui la Chiesa avverte una responsabilità educativa effettiva, stringente, ineludibile. E vorrei provare a dirlo con le parole del Concilio, che sono il più alto documento magisteriale che la Chiesa possa esprimere (non dob-biamo dimenticare infatti che il Concilio si è occupato molto di educazione, tanto da dedicare ad essa un intero documento che appunto si chiama “Gravissimum educa-tionis”.

La chiesa pensa di essere corresponsabile della testimonianza della verità, a) una verità capace di discriminare, cioè di generare discernimento, valutazio-ni, giudizi. Questa è un’affermazione terribile, ma se non la prendiamo sul serio o se la ignoriamo, non riusciamo a dare una risposta seria al perché la Chiesa educa. La Chiesa (cioè il popolo di Dio) ha da dire qualcosa perché ha ricevuto un mandato, è compromessa con una verità, che non considera opi-nione, ma appunto verità capace di discernere, cioè di poter dire bene o male. Nel n. 22 della Costituzione conciliare “Gaudium et spes” (Paolo VI lottò perché fosse riconosciuto a questo documento il carattere di costituzione, cioè di documento espressivo dei contenuti che la fede deve avere per essere consapevole) è scritto: “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era fi-gura di quello futuro e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre che è amore, svela anche pienamente il mistero dell’uomo a se stesso.”Non mi interessa discutere se questo sia vero o no, ma occorre osservare che chi ritiene vere queste affermazioni non si trova più nella condizione di essere meramente spettatore di quello che gli capita. Perché se io credo che la verità della mia e della tua vita, in modi diversi e incommensurabili, sia una verità che si comprende nell’innestarsi dell’autorivelazione di Dio in Cristo, non posso non dire come san Paolo “Guai a me se non evangelizzassi”.Quindi la Chiesa è intenzionalmente impegnata in un’intensa attività educati-va, deve rispondere di fronte al suo Signore di omissioni o di errori educativi, perché è fondata sul credere che la realtà profonda della donna e dell’uomo sia comprensibile solo in Cristo che si rivela. Questa è ciò che lei chiama la Verità.Ma c’è un altro motivo che complica drammaticamente la faccenda. In b) questa verità la libertà umana non solo è implicata, ma è valorizzata come in nessun’altra esperienza. Dunque noi siamo terribilmente imbrigliati nel dovere di trasmettere la verità che implica la valorizzazione della libertà di chi abbiamo di fronte. Il che è molto più difficile di quanto sarebbe se noi potessimo dire: “Questa è la verità. Chi non è d’accordo si arrangi”.Anche questo si trova scritto in due righe da brivido della “c) Gaudium et spes” (n. 17 Grandezza della libertà): “L’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà. Non esiste possibilità di fare il bene per un essere umano se non nella libertà”. Del resto Gesù agisce liberamente e per amore; la sua grandezza con-siste nell’essere fedele (con tutti i costi di cui quelli del Getsemani sono soltan-to un flash) alla libertà umana, che lui non viene a mitigare, mediare, ridurre.

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Dunque noi siamo implicati con la questione educativa perché siamo invitati a dare ragione della Verità, facendo incontrare la Verità con la libertà. Questa è una categoria che noi deduciamo da tutta la storia della salvezza (pensiamo al rapporto tra Dio ed Israele che passa sempre attraverso la libertà; infatti è segnato dal peccato, dal perdono e dalla possibilità di cambiamento). Verità e libertà: questo produce l’impegno educativo. Aiutare la libertà delle persone a dire liberamente sì al Signore che si rivela loro. Ecco perché non per com-piacenza noi diciamo che l’impegno educativo, la trasmissione del Vangelo è un servizio cristiano e umano perché non possiamo costruire il cristiano o la cristiana senza costruire l’uomo e la donna (e qui basterebbe pensare alla “Evangelium nuntiandi” di Paolo VI per trovare le espressioni più alte attraverso cui questo si esprime). Sappiamo che la pienezza dell’umanità dell’uomo e della donna sta nella loro libera adesione a Gesù che si rivela. Ecco perché non ci mette paura la sfida dell’umanità. Ecco perché non met-teva paura a Paolo VI dire che la Chiesa è esperta in umanità, perché noi non conosciamo una verità che opprime, ma una verità che libera. Non cono-sciamo una libertà disorientata, ma una libertà che cerca il Signore. Dunque la Chiesa non ha il problema che hanno le aziende, le proloco, i gruppi di bocciofili, di essere impegnati in una mera riproduzione sociale, non è impe-gnata nella semplice riproduzione del cristianesimo; la Chiesa è impegnata nel servizio al Regno, che significa aiutare ogni singolo cuore ad aprirsi al Signore che lo chiama. È molto più difficile, perché non è un’operazione che si può standardizzare: anche se il Signore è lo stesso, la mia e la tua vita sono diverse, la mia storia e la tua sono diverse (esempio per tutti: fra 365 Santi non ne trovate due uguali; ognuno ha fatto un cammino diverso con lo stesso Signore).Vorrei, per concludere questo primo punto, rileggere insieme a voi alcune righe capitali di un testo che il Concilio Vaticano II dedica specificamente, anche se non esclusivamente, all’educazione, la “Gravissimum educatio-nis”, che è una delle più importanti dichiarazioni conciliari: “Tutti gli uomini di qualunque razza, condizione, età, in forza della loro dignità di persona hanno il diritto inalienabile ad una educazione, che risponda alla loro voca-zione propria e sia conforme al loro temperamento, alla differenza di sesso, di cultura, alle tradizioni del loro paese ed insieme aperta ad una fraterna convivenza con gli altri popoli, al fine di garantire la vera unità e la vera pace sulla terra”.L’educazione è un diritto di colui che la riceve. Il cristiano che educa non fa proselitismo: noi credenti ci troviamo nella condizione per cui ogni essere umano che incontriamo è un diritto alla pienezza che noi possiamo servire, alla pienezza della sua libertà e alla pienezza del Suo incontro con il Signore, affinché lui o lei divenga veramente autore di una vita bella, buona e felice insieme al Signore. Noi diamo il Battesimo, educhiamo all’iniziazione cri-stiana perché è un diritto delle persone e lo facciamo nel rispetto della loro vocazione: “Tutti devono essere aiutati a sviluppare armonicamente le loro capacità fisiche, morali e intellettuali e ad acquisire gradualmente un più maturo senso di responsabilità, nello sforzo sostenuto per ben condurre la loro vita personale e la conquista della libertà, superando con coraggio e

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perseveranza tutti gli ostacoli […]. L’educazione cristiana non mira solo ad assicurare quella maturità umana propria di ciascuna persona, ma tende soprattutto a far sì che i battezzati, iniziati gradualmente alla conoscenza del mistero della salvezza, prendano sempre maggiore coscienza del dono della fede che hanno ricevuto e imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità”.Questo per dire che l’educazione cristiana non genera l’appartenenza alla Chiesa, che è dovuta al Battesimo e basta, che ci dà un carattere indelebile, qualunque sia il nostro comportamento o persino la nostra dimenticanza. È in forza del Battesimo che noi siamo chiamati al dovere dell’educazione cristia-na, perché la persona che ha ricevuto il Battesimo ha il diritto di goderselo, cioè di prenderne coscienza, interpretarlo e viverlo.Che cos’è allora l’educazione cristiana?In modo mirabile e insuperato per chiarezza e profondità il più grande do-cumento della Conferenza Episcopale Italiana dopo il Concilio Vaticano II (il documento base per il rinnovamento della catechesi), con parole che poi Paolo VI riprende nella “Evangelium nuntiandi” quasi alla lettera e che Be-nedetto XVI a Verona sintetizzerà come “il grande sì” che dobbiamo dire al Padre ogni giorno in Gesù, fa capire qual è il fine del processo necessaria-mente permanente dell’educazione cristiana: “Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere come Lui la comunione con lo Spirito Santo; in una parola a nutrire e guidare la mentalità della fede”. Questa è la missione educativa della chiesa. Quindi l’obiettivo dell’educazione cristiana, che combina necessariamente verità e libertà, è che ciascun credente, uomo e donna, sappia interpretare le contingenze di ogni giorno come le interpre-terebbe Gesù, con la sua forza. La fede non è solo dottrina, ma anche grazia; non è solo luce, ma è anche forza. Noi quindi non siamo chiamati a ripetere, ma a inventare, perché la giornata di domani sarà diversa per ciascuno di noi e noi dobbiamo sapere interpretare questa diversità in fedeltà al Signore (dice Sant’Agostino: “Il Signore potrebbe chiedermi oggi una cosa che ieri mi ha vietato”). Essere educati, cioè essere messi in grado nel corso della nostra vita infinite volte di ricominciare a seguire il Signore. Questo la Chiesa ce lo insegna facendoci dire ogni mattina lo stesso Salmo, al centro del quale c’è “Ascolta oggi la mia voce”.Dunque noi abbiamo un dovere educativo perché abbiamo una verità scomo-dissima, ancor più scomoda perché è una verità che implica la libertà, anche di non crederci (leggere documento conciliare sulla libertà religiosa: non obbligare, non impedire).Nel documento “Veritatis splendor” n. 59 e 60 (indirizzato ai Vescovi in quanto maestri di teologia morale) Giovanni Paolo II dice che la coscienza (che non è il mio stomaco, né i miei ormoni, né la mia psiche, ma è una capacità che l’educazione cristiana deve formare) è “la norma prossima di moralità”. Perciò se noi non siamo formati alla coscienza cristiana, non ab-biamo una norma prossima (vedi la parabola del Samaritano). Noi abbiamo una fiducia nella verità e nella libertà che da sola scombina il dibattito attua-le: li vedete i difensori della verità (dai talebani ai fondamentalisti sedicenti

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cristiani) e i difensori della libertà (per i quali tutto è indifferente). Noi sia-mo messi malissimo teoreticamente ma benissimo esistenzialmente, perché abbiamo ricevuto la grande tradizione che non è fatta di teorie ma di Santi, persone che hanno incarnato obbedienza e libertà e per questo si sono gustati la vita.

2. Perché è difficile educare oggi?Qui entra il sociologo, che però cacceremo subito. Oggi è difficile educare non perché la gente è cattiva, ma perché la vita è più complessa, perché il numero di scelte che noi in una giornata siamo chiamati a fare è spropositatamente più ampio di quello a cui si era chiamati cento anni fa, quando la società era non tanto più cristiana, quanto più semplice, con un numero di opzioni enormemente più basso, dove si contrappone-vano il bene e il male. Per noi oggi la scelta è invece molto più drammatica, la scelta è tra bene e bene, cioè tra beni di caratura diversa (è la differenza che c’è tra andare in barca a vela nella vasca da bagno o nell’Oceano Pacifico). Ecco perché, dopo il Concilio, si è parlato di “scelta religiosa” per l’Azione Cattolica: non perché dovesse interessarsi solo di religione, ma perché era chiamata a scegliere secondo il Vangelo; era chiamata non a dedurre, ma a interpretare la fede con la fedeltà al Signore nella Chiesa in situazioni completamente diverse Questi sono i giorni che Paolo VI defi-niva “stupendi e terribili”, che il Signore ci ha dato da vivere. In questa condizione noi dobbiamo educare delle libertà cristiane, non delle ripetizioni cristiane. Lo studio della storia della Chiesa dalla Patristica a oggi è la più bella edificazione, perché in essa si incontrano grandi differenze e grandi libertà: persone che con diverso sesso, temperamento, personalità dicono sì allo stesso Signore, facendo anche la fatica di stare insieme perché guidati dalla coscienza e dalla prudenza, “l’architettonica delle virtù” (san Tommaso). Dunque la crescita della complessità sociale, cioè del numero di situazioni inedite che noi ci troviamo a vivere ogni giorno, significa che noi dobbiamo essere preparati ad affrontare situazioni nuove nella vita cento volte al giorno. Siamo chiamati a guidare non su una strada dritta, ma su ogni superficie. Qual è la conclusione che ne deriva? Che veramente possiamo parlare di emergenza educativa, ma come di una cosa po-sitiva, non negativa. Come se potessimo dire: oggi come mai in passato è possibile educare, perché siamo tutti costretti ad essere più liberi di prima. In una società con poche scelte il bisogno educativo era ridotto, tranne che per le élite. Oggi è come se, esistenzialmente parlando, fossimo tutti ricchi ed è come se tutti avessimo bisogno di una straordinaria educazione cristiana, perché nessuno vive più in una nicchia protetta della società (questo è quello che hanno detto i Vescovi nel documento “Annunciare il Vangelo in un mondo che cambia” quando alla fine dicono: “Serve per tutti una fede più matura”, più adulta perché viviamo in un tempo più bello, più libero e quindi cer-tamente più rischioso. Credo che ce ne sarebbe per ringraziare il Padre Eterno che ci ha messo a vivere in questo tempo anziché cinquecento anni fa. C’è un disegno della Provvidenza se siamo qui oggi. Questo è scoprire la nostra vocazione: capire perché siamo stati messi qui oggi a vivere questi tempi stupendi e terribili: tempi di grandis-sima libertà e tempi di possibile, grandissima fedeltà. Noi oggi possiamo pregare con i salmi gustandoli come il sommelier si gusta il vino fino all’ultima goccia, perché quei drammi, quelle difficili fedeltà che i Salmi raccontano li viviamo anche oggi. La fede deve aiutarci a far fronte a questi frangenti. Il discorso che ha fatto Obama agli

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studenti americani per il primo giorno di scuola (con i suoi riferimenti all’autorità, ai doveri, alle responsabilità) o anche il discorso che ha fatto quando ha incontrato per la prima volta i leaders della comunità afroamericana, si comprende che il tema della emergenza educativa è un tema che la Chiesa ha intuito, ma che le istanze più diverse delle società avvertono ed è ben altro (cioè molto di più) dell’esigenza di una mag-giore formazione. Il problema dell’educazione è un problema di autorità e l’autorità si manifesta con i no. Questo è il punto: sapere esercitare un’autorità credibile, disposta ad essere uccisa quando l’educato è cresciuto ed è libero.Sentite allora con quale profezia il testo della “Gravissimum educationis” capiva i tempi: “In effetti l’educazione dei giovani, come anche l’educazione permanente de-gli adulti, sono rese insieme più facili e più urgenti dalle circostanze attuali. Più facili perché la crescita della complessità sociale ha arato il terreno, più urgenti perché se tu hai il terreno, ma non lo semini e non lo innaffi, il terreno deperisce”. Questa è l’emergenza educativa: oggi emergono delle possibilità educative che un tempo non c’erano. Certo che non è più tempo di facili obbedienze. Ma se la verità cristiana implica la libertà, che ce ne facciamo di una facile obbedienza? Non è più tempo di processi educativi solo nozionistici, perché noi sappiamo che se il corpo non è coinvolto nel processo educativo, la volontà non ce la fa a presentare il suo ossequio (come dice la “Dei Verbum”) al Signore che si rivela. Quindi noi sperimentiamo in questa nuova età della Chiesa l’indispensabilità di una dimensione ascetica. Non si fa pastorale giovanile solo con le Giornate della Gioventù. Non si fa Pastorale Gio-vanile con i preti giovani, che, se non ricevono il vostro sorrisino, vanno in crisi. Si fa Pastorale Giovanile con adulti di 65 anni almeno, che sanno dire dei no, che non hanno bisogno del vostro consenso. Se no ci stiamo prendendo in giro. Non dobbiamo educare solo la testa (che non educhiamo più) non dobbiamo educare solo la pancia; dobbiamo educare l’intelletto e la volontà. Una seria formazione educa l’intelletto, una seria ascesi educa la volontà. Senza questo, non siamo all’altezza della nostra libertà e dei nostri doveri. Ecco perché ricordavo i sei ragazzi morti a Kabul. Quelli, in una misura che noi non possiamo sapere, sono stati all’altezza della loro libertà e della loro responsabilità.

3. Come riconosciamo i luoghi educativi?Vorrei sottolineare solo un punto: i luoghi ecclesiali (ma non ogni luogo religioso è un luogo ecclesiale e non necessariamente ogni luogo in cui si parla di cattolicesimo ha la forma della Chiesa). L’ecclesialità è una categoria non sufficiente, ma necessaria perché si attivi il processo educativo che abbiamo sopra illustrato. Un gruppo settario, un Movimento chiuso in se stesso, un Santone, non hanno, anche se ultracattolici, le condizioni per rispondere a processi educativi che abbiano l’esigenza dell’impegno teoretico e la profondità del costruire volontà in grado di esercitare la libertà. E vi faccio degli esempi volutamente elementari:

la Parrocchiaa. Vorrei della parrocchia citarvi l’aspetto più stupido: da via Po a via Manzoni. Che valore ecclesiale avrà questo limite territoriale? La parroc-chia ti obbliga a non scegliere l’autorità: la Chiesa Cattolica è Chiesa perché la sua autorità non è carismatica, ma (come direbbe Weber) è burocratica. Il Parroco lo sceglie il Vescovo non voi, perché altrimenti sareste dei Congre-gazionalisti Protestanti. Questo è un modo potentissimo per dirvi: un conto è la tua pancia, un conto è la tua chiesa.

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La scomodità del Parroco è un potentissimo sistema per ricordarci che c’è qualcos’altro oltre il nostro ombelico, anche oltre il nostro ombelico religio-so. E che le perfettissime messe cinematografiche del gruppo X e Y non sono paragonabili alla caoticissima messa domenicale delle dieci, nella quale noi non ci scegliamo il nostro vicino di banco: questo è un fenomeno educativo, cioè aperto a persone diverse. Ma questa apertura non dipende dalla volontà, ma è resa inevitabile dal fatto che quella persona che non ti sei scelto ti rom-pa le scatole nel momento del canto o del gesto della pace. Perché se io mi scelgo il “leader” religioso o il compagno di banco, io resto in un’esperienza religiosa, ma non ecclesiale, non cattolica: la chiesa è una cosa, la setta è un’altra. La Parrocchia fin nel suo tessuto più intimo è una struttura dalle straordinarie potenzialità educative, perché ci costringe alla cattolicità (pen-sate che straordinario gesto educativo è la benedizione delle case).Il prete.b. Il parroco, le cui qualità non hanno nessun potere predittivo sulla qualità canonica del suo ministero. Questo significa educarsi al rapporto con un’autorità di tipo oggettivo e non velato dal carisma (quanto sei simpatico). La Chiesa (cfr. il Diritto canonico) è rigidissima nel distinguere carisma e autorità: questo la rende Chiesa. Quando il carisma diventa autorità sono dolori, perché chi sta sotto non ha più elementi di difesa. Ecco perché il Papa sabato scorso ai Vescovi ricordava: “Attenzione, voi dovete educare non a servire voi stessi, ma a servire il Signore. Ciascuno di noi è strumento per un incontro del quale tutti noi possiamo essere mediatori, ma che alla fine non deve avere mediazioni tra una coscienza credente e il Padre Eterno. Se no creiamo Luna Park religiosi, che possono avere un grande successo, ma non risolvono il problema dell’educazione cristiana.Le associazioni.c. Io penso che si sia persa la differenza di significato tra grup-po, comunità, movimento, associazione (nonostante ci sia un documento della CEI di quasi vent’anni fa sui criteri di discernimento delle realtà eccle-siali). L’associazione è la forma (eminente nel caso dell’Azione Cattolica) che la Chiesa propone ai laici e ai preti perché si aiutino reciprocamente, non sostituendo un’identità presuntamente debole (quella della chiesa diocesana) con un’identità presuntamente forte (quella del mio gruppo), perché se noi non impariamo a trovare appagamento al nostro bisogno di identità nella debolezza della chiesa, (che poi è l’ennesima figura della debolezza della Croce) noi andiamo a cercare un supporto psicologico in una realtà uma-na assolutamente gradevole, ma che non ha niente a che vedere con quello di cui stiamo parlando. Noi, soprattutto come cattolici italiani, abbiamo la straordinaria fortuna di vederci consegnata vitale dalla Chiesa una trama di istituzioni che appaiono deboli, ma hanno delle potenzialità educative già nella loro forma.

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ConclusionePerché dunque abbiamo una responsabilità educativa?Perché abbiamo ricevuto una verità e ci siamo appassionati a una verità che include la libertà.Perché è difficile educare?Perché la società è complessa, cioè il processo educativo è più costoso: siamo passati da una società di massa ad una società di individui; chi educa è passato dai processi di serie ai pezzi unici.Quali sono i luoghi educativi?Chi lo sa! Certamente però i luoghi strutturalmente ecclesiali hanno delle straordina-rie potenzialità.Questa prospettiva che noi riceviamo dalla Chiesa è esigente, ma promette il godi-mento della grazia e dell’umanità straordinarie. Noi siamo oggi in questo tempo che tutti ci dipingono di nero, ma che è solo molto difficile, chiamati a un’avventura che ha delle difficoltà, ma anche delle potenzialità e delle promesse di gusto e di pienezza che altre generazioni venute prima di noi non avevano. Di fronte a questa situazione i Vescovi Italiani e il Papa sono stati veramente profetici nel dire: prendiamocela di petto; sta finendo un mondo, ne inizia un altro, quello che comincia può essere inter-pretato (secondo le parole di Giovanni Paolo II) come una misura più alta di santità.

(trascrizione non rivista dal relatore)

* Docente di Sociologia all’Università di Roma Tre

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Pesaro, sabato 19 Settembre 2009Don DALMAZIO MAGGI*

“I ministeri e l’Oratorio”

PremessaSono stato parroco dal 2000 al 2008 ad Ancona, come salesiano. La mia esperienza di salesiano adesso è impegnata da un anno in una scuola, in un Oratorio a Macerata; abbiamo 300 allievi di Scuola Media, di Liceo Scientifico e Liceo Linguistico, dove sono tornato dopo quarant’anni di attività e di coordinamento negli oratori delle par-rocchie. Voglio collegarmi al relatore di ieri sera, il prof. Luca Diotallevi, che ho visto crescere mentre ero Parroco a Terni. Una volta, quando partecipavo alla Commissione presbi-terale con Mons. Antonelli segretario, Luca fu chiamato a parlare della corresponsa-bilità della Chiesa: che cos’è questa corresponsabilità che tutti i documenti indicano? E per smuovere l’attenzione facendo colpo su tutti, egli cominciò così: “Si parla tanto di corresponsabilità, ma come posso essere io laico corresponsabile, se non sono re-sponsabile di niente?”.Bisogna allora recuperare la consapevolezza che in realtà ciascuno di noi è chiamato, è in missione e quindi è responsabile; infatti, quando si trattò di eleggere i componenti dei vari Consigli pastorali, il prof. Diotallevi disse: “Io seguirei un criterio: tutti colo-ro che hanno responsabilità serie in campo associativo devono far parte dei Consigli Pastorali”.La questione della responsabilità si pone anche per l’Oratorio, che non è un mondo del passato o del futuro, ma dell’oggi.Mi piace ricordare anche mons. Serenelli, responsabile della POM, che adesso ci guarda dal cielo. Radunò una volta tutti i movimenti missionari e ci disse: “Io agli incontri trovo sempre persone che dicono: bisogna coordinare; ma nessuno vuole es-sere coordinato”. Allora? Occorre evitare di piangersi addosso, assumersi le proprie responsabilità e accettare la libertà dell’altro: atteggiamenti che sono di conversione e che ci impegnano per tutta la vita.

Don Bosco “parroco dei senza parrocchia” Don Bosco non ha inventato l’oratorio. Prima degli oratori a Torino c’erano già da molti anni quelli milanesi della Chiesa ambrosiana, tanto che Don Bosco andò varie volte a Milano per comprenderne il significato. Egli iniziò l’esperienza dell’Oratorio da un colloquio con un giovane, con il quale prese un appuntamento per un “catechismo”. Quel catechismo sarebbe diventato il suo primo “Oratorio”. Quando don Bosco cominciò questa esperienza a Torino, l’Arcivescovo cominciò a vedere in lui il possibile coordinatore degli Oratori (allora era coordinatore il famoso don Cocchi).

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Don Bosco non è stato mai Parroco, perché fu sempre indirizzato a guardarsi intorno e a interessarsi dei giovani. Ma siccome questi, dopo aver incontrato don Bosco, fre-quentavano l’Oratorio, i Parroci cominciarono a lamentarsi con il Vescovo perché i giovani non andavano più in Parrocchia.L’Arcivescovo radunò i Parroci e poi domandò a don Bosco: ”Ma questi giovani da dove vengono?”. Non ce n’era nessuno che venisse da Torino; erano tutti immigrati dai paesi vicini del Piemonte per trovare lavoro, dato l’enorme sviluppo industriale della città.Allora l’Arcivescovo disse: ”Bene, voi siete parroci di una Parrocchia territoriale; nomino don Bosco parroco dei senza parrocchia”.Nell’Oratorio di don Bosco poi si parlava in dialetto, perché don Bosco, indagando, aveva constatato che i suoi ragazzi non comprendevano né il dialetto piemontese di Torino né l’italiano, erano tutti di ceto popolare, quindi bisognava parlare nel loro dialetto.Queste sono le scelte di fondo che descrivono una proposta che fa parte ancora oggi della Chiesa italiana. Noi Salesiani, nel compiere oggi la nostra missione, guardiamo all’esperienza di Valdocco come criterio permanente di discernimento e rinnovamento di ogni attività ed opera. Per don Bosco e per i giovani l’Oratorio fu “casa che accoglie, parrocchia che evange-lizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria”: questo è il criterio oratoriano “alla don Bosco”. Mons. Segalini una volta disse: “L’Oratorio nello stile ambrosiano è la succursale della sacrestia; l’Oratorio alla don Bosco è aperto alla strada”.E anche Giovanni Paolo II ai giovani riuniti a Roma nel 2000 disse: “Lanciate dei ponti tra la Chiesa e la strada. L’Oratorio è un ponte tra la Chiesa e la strada”. Noi Salesiani ringraziamo il Papa, ma “alla don Bosco” diciamo: l’Oratorio è un ponte tra la strada e la Chiesa. Nell’anno della sua canonizzazione (1934) si discusse molto a Torino su dove mettere il monumento a lui dedicato: un salesiano propose: “In vista, ma fuori dalla Chiesa e dalla scuola: in piazza”.

L’Oratorio “alla don Bosco”Allora ecco i passi che don Bosco ha fatto nella sua esperienza, trasformando radical-mente l’istituzione che l’aveva preceduto: sono trasformazioni che indicano ancora oggi le caratteristiche dell’ “Oratorio alla don Bosco” che diventa un criterio prima di essere una struttura, che investono le persone (insegnanti, educatori e genitori) prima delle strutture.

La prima trasformazione operata da don Bosco si può definire come un 1. pas-saggio dalla prestazione di un “servizio” alla partecipazione alla vita del ra-gazzo.L’oratorio, prima di don Bosco, era un servizio di catechesi. A questa si univa il gioco come attrattiva e intrattenimento.Don Bosco non presta solo il suo servizio di sacerdote, ma assume la vita dei ragazzi (la mancanza di ambiente domenicale, il bisogno di amicizia, il problema del lavoro ecc.) incontrandoli, alle volte, negli ambienti dove questi problemi sorgono o si risolvono e assistendoli nella comprensione ed assimilazione cristiana delle loro situazioni.

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Quindi colui che svolge il ministero nell’Oratorio non è solo in servizio come catechista che forma cristianamente o come insegnante che assicura un servizio culturale educativo, ma è anche educatore, animatore che si mette accanto al ragazzo e ne condivide momenti di vita ordinari.La seconda trasformazione riguarda il tempo dedicato ai ragazzi: 2. dal tempo limitato al tempo pieno.L’Oratorio a cui si era ispirato don Bosco funzionava solo alcune ore: quelle necessarie per coprire il programma catechistico. Don Bosco lo trasforma in Oratorio “a tempo pieno”, che occupa tutta la giornata domenicale e si pro-lunga durante la settimana, attraverso contatti personali e attività.Quindi il ministero dell’Oratorio non implica l’essere in servizio durante l’incontro di catechismo o nelle ore di scuola, ma l’essere in servizio in altre ore della giornata e in più giorni alla settimana, soprattutto al sabato e alla domenica, con esperienze di gite e convivenze.Le due trasformazioni precedenti determinano progressivamente una terza 3. trasformazione: si passa da un programma catechistico limitato ad un pro-gramma educativo potenzialmente integrale. Anche il gioco viene sentito come esigenza di vita, di crescita, di umanità. Al gioco si aggiungono presto altre forme di espressione: nasce un teatro giovanile, si sviluppano canto e musica, iniziano le scuole serali, si insegna scrittura, lettura e il “fare di conto”. Si creano gruppi e compagnie. Si fa prendere coscienza al ragazzo delle proprie possibilità, della propria dignità, lo si stimola a sfruttare i propri talenti e a impegnarsi in concreto. Certo, nell’Oratorio di don Bosco non si propongono tutte le possibilità educative, ma, mentre si coprono le urgenze più gravi, si aiuta alla valutazione e alla sintesi vitale delle diverse esperienze. Le stesse scuole salesiane sono nate nel contesto di queste esigenze concrete, per potere rendere più completo e unitario un discorso educativo.Quindi si passa dal programma catechistico in funzione di una tappa sacra-mentale o dal programma scolastico in funzione di una prova d’esame a una proposta che parte dalla vita ordinaria, con gli interessi e le domande tipiche dei ragazzi, si incontra e si confronta con ciò che ha fatto e detto il Signore Gesù e si torna nella vita di tutti i giorni con una modalità nuova.Passaggio 4. dalla “istituzione” alla “comunità” dei ragazzi.L’Oratorio del tempo funzionava attorno alla canonica e poggiava sull’au-torità religiosa del Parroco e della famiglia. Don Ceria, uno storico di don Bosco, ricorda che gli “Oratori” parrocchiali accoglievano “ragazzi di buona condotta, presentati dai loro genitori”.Quello di don Bosco funzionava all’aria aperta: era il mondo di ragazzi che si trovavano con lui per stare insieme, giocare e lavorare, secondo un pro-getto anticipato nelle sue proposte principali. La partecipazione giovanile, il desiderio di incontrarsi e di costruire assieme, il condividere le vicende dell’Oratorio, facevano di questo un’opera ed un’impresa sentita da ciascuno come propria.I ministri dell’Oratorio non sono pochi adulti che si preparano sotto la guida del sacerdote o del direttore o del preside, ma adulti che collaborano e si sentono corresponsabili con gli altri catechisti e insegnanti, con i genitori e

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gli altri educatori e animatori, e soprattutto con il coinvolgimento attivo degli stessi ragazzi e giovani.Un’altra importante trasformazione introdotta fu quella 5. dalla centralità del programma alla centralità della persona e dei rapporti interpersonali.L’Oratorio non fu privo di orari, programmi, di un itinerario educativo e di maturazione di fede. Ma non fu solo il programma a dare il tono dell’Ora-torio.La persona di don Bosco era al centro della comunità giovanile, con la sua capacità di sintonia, di avvicinamento e rapporto. Per lui stesso il programma stabilito nelle sue linee fondamentali era opportunità di incontro personale e vivo con ogni ragazzo.È nato così l’Oratorio “alla don Bosco”, che era soprattutto incontro di per-sone.Il ministero dell’Oratorio non riguarda solo il programma che impegna nell’incontro di catechismo per preparare il ragazzo a una celebrazione sa-cramentale oppure nelle ore di scuola per prepararlo a un saggio o a un esa-me; è soprattutto esperienza di incontro, confronto e servizio che portano a vivere in maniera attiva e responsabile in ambito ricreativo, culturale, sociale e religioso.L’Oratorio di don Bosco trasformò anche l’orizzonte dell’oratorio preceden-6. te: dall’orizzonte parrocchiale allo slancio missionario.Quello di don Bosco non fu parrocchiale nel senso che non si limitava ai gio-vani di una parrocchia e non voleva servire giovani che già si riconoscevano membri di una parrocchia.Fu missionario: aperto a giovani che non sapevano neppure a che parrocchia appartenessero e non vedevano nella parrocchia un punto di riferimento né per la loro vita religiosa né per i loro problemi umani. I primi giovani furono immigrati, emarginati da qualsiasi preoccupazione pastorale operante. “La parrocchia dei senza parrocchia”: l’Oratorio di don Bosco fu un impegno di solidarietà umana e di formazione cristiana per ra-gazzi con necessità urgenti. Si cercarono dapprima tutti i giovani che viveva-no certe situazioni problematiche poi i giovani di una zona.Dall’essere in contatto prevalentemente con il proprio gruppetto di catechi-smo, in parrocchia, o con la propria classe a scuola, si è passati all’inserirsi in un contesto associativo più ampio, che garantisce un cammino di formazione e di crescita sistematico e una presenza attiva di educatori e animatori, dalle più varie competenze e capacità.

(trascrizione non rivista dal relatore)

* Direttore dell’Istituto salesiano “San Giuseppe” di Macerata

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Pesaro, sabato 19 Settembre 2009Don LUCIANO PAOLUCCI*

“I ministeri e l’iniziazione cristiana”

PremessaL’esperienza da cui provengo - e che ancora oggi mi tiene impegnato - è quella di aver tentato di realizzare nella mia Parrocchia di Camerano le indicazioni contenute nella cosiddetta “Seconda nota sulla iniziazione cristiana dei ragazzi” della CEI (1999) relative alla revisione del cammino di completamento dell’iniziazione cristiana dei ragazzi a partire dall’antico itinerario catecumenale. Questa sperimentazione, oltre a portare alcuni frutti, ha dato delle indicazioni circa la possibilità reale di risvegliare il cammino dell’iniziazione cristiana nelle nostre parrocchie. Usiamo il termine “iniziazione”, però, con il rischio di pensare che essa sia una cosa nuova nella Chiesa e che dire “iniziazione cristiana” significhi: “Una volta facevamo catechismo in un certo modo (quello del “Progetto Catechistico Italiano” della CEI del 1970 articolato in 8 Catechismi), ora voltiamo pagina e cambiamo metodo”. In realtà non è così. Se diciamo questo, andiamo in cerca di forme misteriose e ma-giche che non esistono, perché l’iniziazione cristiana è un’opera che la Chiesa fa da sempre e il cui metodo da sempre ha cercato di adeguare alle diverse situazioni storiche. Dopo il cambiamento operato negli anni settanta, da dieci anni a questa parte la CEI intende attuare un altro rinnovamento, a partire da un’altra sottolineatura.Vorrei fare una seconda premessa che riguarda i ministeri: che logica c’è dietro i mi-nisteri ecclesiali, in particolare quelli affidati ai laici? Sicuramente non è quella di “collaborare”, di dare una mano, di fare qualcosa perché la Parrocchia vada un po’ meglio (saremmo ancora nell’ambito del volontarismo e della disponibilità), bensì quella di tirare fuori quei doni che lo Spirito Santo ci ha dato attraverso il Battesimo e che fanno parte costitutiva della vita di ogni cristiano. Nessuno perciò è al di fuori della logica dei Ministeri. Anzi forse tutti dovremmo chie-derci, affinché le nostre comunità siano sempre più vive, se forse non viviamo troppo poco questa esperienza della ministerialità diffusa che il Concilio Vaticano II aveva prospettato quando parlava di una Chiesa-comunione in cui tutti si sentano coinvolti, partecipi, responsabili. Non si tratta dunque di volontariato, ma di “chiamata”: siamo chiamati da Dio, attra-verso i doni del Battesimo e attraverso la mediazione della Chiesa. C’è una formazione, che mi fa fare il passaggio dall’essere disponibile all’essere com-petente, e poi c’è un invio, che ancora una volta viene dalla Chiesa, la quale riconosce in me un carisma e mi chiede di esercitarlo per il bene della comunità tutta. Fuori da questa logica non possiamo parlare di funzioni ministeriali, ma credo che essa non ci sia ancora tanto familiare: siamo chiamati, formati, inviati.

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Ultima premessa: parlare di iniziazione cristiana non significa identificarla solamente con il catechismo, ma considerarla come un apprendistato globale della vita cristiana, come introduzione graduale, accompagnata, dentro tutta la vita della Chiesa. E tutto questo dentro una comunità ecclesiale che ne è il soggetto primo e unico. Dunque l’iniziazione cristiana non è solo catechesi, istruzione religiosa e non ha come responsabile ultimo il catechista o il parroco, ma tutta la comunità ecclesiale.Forse a questo punto è chiaro che il passaggio fondamentale che ci viene chiesto non è tanto sulla metodologia quanto sul soggetto dell’iniziazione cristiana: tutta la comunità cristiana, che si prende insieme questa “premura”. Occorre accompagnare i “piccoli” (tutti coloro che intendono accostarsi alla comunità cristiana, anche adulti) attraverso un lavoro, una sinergia che vede tutti impegnati.Fatte queste premesse, voglio fare alcune sottolineature che da esse provengono.

Qual è l’atteggiamento corretto per mettersi al servizio dell’Iniziazione Cristiana?Nella Iniziazione cristiana la Chiesa Madre genera i suoi figli ed è madre sia dei suoi figli presenti sia di quelli che sono chiamati a diventarlo (questo è un volto della Chie-sa che abbiamo un po’ smarrito, grazie anche alla catechesi). Questo ci fa capire quale sia l’atteggiamento più corretto per metterci al servizio dell’Iniziazione Cristiana. Chiunque entra in gioco in essa non può non assumere l’at-teggiamento della Chiesa madre, chiamata a generare i suoi figli (prima che istruirli, organizzarli ecc.).Dobbiamo quindi dire che tutta la Chiesa è ministeriale, cioè si mette a servizio di tutti coloro che Cristo vuole, con il dono della salvezza, accogliere come figli del Padre.

Quali sono allora le categorie ministeriali che entrano in gioco nell’iniziazione cristiana? Le possiamo dividere in tre grandi gruppi.

I Pastoria) (Vescovo e presbiteri), primi responsabili dell’Iniziazione cristiana in ragione del ministero conferito loro dall’Ordine sacerdotale.Le famiglie cristianeb) . Noi oggi ci lamentiamo molto per la scarsa partecipazio-ne delle famiglie alla iniziazione cristiana e spesso lo consideriamo il problema principale. Ma spesso non distinguiamo tra famiglie cristiane che intendono vivere il matrimonio come un sacramento e le altre famiglie, che magari si sono sposate in chiesa, sono anche brave famiglie, ma non hanno fatto una scelta chiara in questo senso. Perché faccio questa distinzione? Perché dobbiamo ca-pire che in una famiglia cristiana che intende vivere il sacramento del matrimo-nio, l’esperienza ministeriale è connessa; noi sappiamo che l’esperienza di fede che vivono i genitori cristiani li abilita ad essere i primi maestri dei figli.E tutti gli altri? A questa domanda non è sensato rispondere: gli altri “devono” fare iniziazione cristiana perché sono sposati in chiesa o perché portano i figli al catechismo. Il “dovere” non funziona più. Sappiamo benissimo che ci sono tante famiglie, anche giovani, che pur avendo fatto i nostri meravigliosi corsi di preparazione al matrimonio cristiano, sono molto poco evangelizzate su ciò che lo Spirito Santo dona loro nel sacramento del Matrimonio. Pretendere dun-que a freddo una responsabilità ministeriale nei confronti della vita dei figli è una cosa prematura, illogica e dannosa: nella maggior parte dei casi provoca una frattura.

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Queste famiglie invece hanno bisogno di essere evangelizzate, per scoprire che già lo Spirito Santo ha fatto loro un dono di grazia enorme, che rischia di essere sprecato. Bisogna considerare inoltre che il tempo specifico in cui i genitori sono chiamati ad essere i primi maestri della fede dei loro figli è un tempo esclusivo in cui nessuno di noi potrà poi mettere una toppa: o ci pensano loro o noi ci troveremo con delle lacune di partenza. Capite allora come sia importante recuperare l’evangelizzazione delle famiglie fin dai corsi di preparazione al matrimonio, in chiave anche di iniziazione cri-stiana.La comunità ecclesialec) . Sono in gioco non i singoli, ma la comunità intera. È auspicabile che tutta la comunità ecclesiale partecipi alla proposta di iniziazio-ne cristiana. Non stiamo parlando di un’unità indistinta, ma di una collabora-zione intorno a un progetto che non riguarda più solo i catechisti. Anche dalla nostra esperienza di Camerano emerge chiaramente l’impossibi-lità di delegare la catechesi (come abbiamo fatto fino ad ora) solamente ad un gruppetto sparuto e coraggioso di catechiste. Questo ci porta a considerare un cambiamento profondo dell’approccio che la comunità cristiana deve avere nei confronti della introduzione alla fede, perché l’iniziazione cristiana ci spinge a considerare tutta la comunità in gioco. Questo per un motivo molto semplice: perché, se l’iniziazione cristiana è intro-duzione a tutta la comunità cristiana, non è possibile che questa formazione sia fatta solamente da figure con il ruolo specifico di approfondimento della fede. La vita cristiana vive di anime differenti (liturgia, catechesi, carità). Quindi se dico comunità ecclesiale, dobbiamo pensare a tutte queste figure all’opera, per accogliere e accompagnare tutti coloro che chiedono l’iniziazione cristiana, ma non da sole o divise o in competizione tra loro, bensì come un corpo unico, meglio come una famiglia, che, pur nella distinzione dei ruoli, è un’unica casa accogliente. Ritorna il volto materno della Chiesa e la comunità cristiana tutta è chiamata a rivelare il volto materno della Chiesa.

Come la questione dei ministeri gioca nell’iniziazione cristiana?L’iniziazione cristiana, oltre ad aver bisogno di una Chiesa ministeriale, 1. intro-duce ad una Chiesa tutta ministeriale. Se tutte le figure della comunità ecclesia-le collaborano insieme per l’iniziazione cristiana, chi la riceve viene introdotto a tutta la Chiesa ministeriale, viene educato ad entrare a far parte di una Chiesa che è tutta ministeriale. In questo modo l’iniziazione cristiana presenta un volto della Chiesa in cui tutti sono collaboratori. Quante volte invece ci lamentiamo che le nostre comunità siano formate dal prete, dalle persone simpatiche al prete e da qualche volon-tario!L’iniziazione cristiana, dentro una Chiesa che mi presenta tutti i suoi carismi e 2. ministeri perché mi accompagnino a conoscere tutte le sue sfaccettature, pro-voca un’altra conseguenza: si cresce cominciando a pensare alla propria vita cristiana come a una vita da donare per il servizio agli altri. Dunque un cammino di iniziazione cristiana che vede tutta la comunità così coinvolta, offre di per sé alla persona un cammino di discernimento di quei carismi che le sono più congeniali.

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Quanto è difficile fare questo, oggi, nelle comunità cristiane, quando si cerca una nuova persona per fare il catechista oppure qualcuno a cui affidare l’ani-mazione della liturgia! Perché non abbiamo cammini di discernimento che ci educhino a questo. L’iniziazione cristiana ci chiede un rovesciamento anche del ruolo dei mini-steri, perché tutti sono chiamati a contribuire a questo percorso di iniziazione cristiana con il loro specifico. Certo che, a questo punto, viene una domanda: allora i catechisti cosa fanno? Vi lascio questa domanda aperta, ma è una domanda importante perché la figu-ra del catechista ne subisce una riforma.C’è ancora un aspetto: l’iniziazione cristiana, se non è solo in mano ai preti e 3. ai catechisti, ma diventa l’esperienza di tutta una famiglia che si apre all’espe-rienza dei più piccoli, evidenzia la dimensione missionaria dei ministeri. Purtroppo noi abbiamo ereditato dalla storia l’idea che i ministeri custodiscano e organizzino qualcosa che già c’è, con il rischio che chi assume un ministero nella comunità ecclesiale, quasi se ne vanti, perché ne fa un titolo di prestigio. Invece i ministeri della Chiesa sono espressione della sua missionarietà.Allora dire che l’iniziazione cristiana è il luogo in cui tutti i ministeri entrano in gioco e in cui prima di tutto si compie l’esercizio di tutti i ministeri, significa dire che nell’iniziazione cristiana tutti diventano missionari, perché l’iniziazio-ne cristiana non è la catechesi, cioè la formazione di chi ha già fatto un cammi-no di conversione ed è giunto ad una fede stabile, ma un annuncio rinnovato, fresco, provocatorio della notizia fondamentale che ha sconvolto la nostra vita, cioè la salvezza in Gesù Cristo.Questo del resto è ciò che i Vescovi dicono nel documento “Annunciare il Van-gelo in un mondo che cambia”: ”L’iniziazione cristiana è il paradigma di tutta l’azione pastorale che ha una dimensione essenzialmente missionaria”.L’iniziazione cristiana, proprio perché rivela una comunità che si prende cura, 4. educa al prendersi cura, atteggiamento esemplare della cura che Dio si è preso di noi attraverso Gesù Cristo. La Chiesa continua a prendersi cura dell’umanità perché questo è il suo ruolo fondamentale. E se tutti si prendono cura della stessa persona, è impossibile non concepirsi e non vivere in comunione.

(Trascrizione non rivista dal relatore)

* Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale delle Marche

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CONVEGNO DIOCESANO “La missione educativa della Chiesa oggi: luoghi ed esperienze”

Pesaro, sabato 19 Settembre 2009S.E. Mons. PIERO COCCIA

Conclusioni

Ringrazio tutti coloro che hanno dato il loro contributo per la realizzazione di questo Convegno, i partecipanti, gli organizzatori e i relatori.Al termine dei lavori voglio trarre alcuni motivi di riflessione.

Il Convegno è stato, innanzitutto, 1) un momento importante in quanto ci ha con-sentito di fare una forte esperienza di Chiesa.

Infatti:Ha permesso di sperimentare e rafforzare l’esperienza della comunione ecclesiale - vissuta attorno al proprio vescovo.Ha evidenziato una chiesa articolata e guidata.- Ha fatto scoprire o riscoprire i doni, le potenzialità della nostra Chiesa locale, - sfatando il pessimismo di fondo che è sempre in agguato. Quella di Pesaro è una Chiesa indubbiamente che vive nei non facili tempi attuali, ma slanciata verso il futuro con coraggio e consapevolezza.

È stato un Convegno che 1. ci ha aiutato ad entrare nella questione educati-va.

La relazione del prof. Diotallevi è stata non solo compaginata, agile, chiara, ma soprattutto ci ha fatto meglio comprendere le ragioni per cui oggi è più difficile educare (pluralità di offerte e complessità sociale) e le ragioni profonde per cui la Chiesa è implicata nell’educazione tra una Verità da tramandare e una libertà da rispettare.

La riflessione sull’educare alla fede comunque costituisce un cammino che ci dovrà impegnare a lungo come chiesa locale.

Abbiamo poi riflettuto 2. su alcuni specifici luoghi educativi, focalizzando l’at-tenzione sulla iniziazione cristiana e sull’oratorio.

Su questi due luoghi che cosa ha da dire l’Arcivescovo?

Iniziazione Cristiana• Il Convegno ci ha ricordato che:

L’iniziazione cristiana ha a che fare con l’”educazione” alla fede.- L’educazione alla fede non è una questione pedagogica o psicologica, - ma è implicata nella natura stessa della Chiesa che ha il diritto-dovere di comunicare la fede centrata sul mistero del Cristo anche attraverso l’Iniziazione cristiana.

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ConsiderazioniLa nostra vita di comunità è fondamentalmente centrata sulla iniziazio-- ne cristiana la quale chiede di essere espressa attraverso le tre dimen-sioni della liturgia, della catechesi, della carità. A tutti è richiesto un cambiamento del modo di pensare e di vivere l’iniziazione cristiana che molte volte viene identificata con un corso di catechesi.L’iniziazione cristiana ha lo scopo di riproporre la fede anche al mondo - degli adulti. Questo aspetto va valorizzato perché ci sono persone che, o per convinzione o per tradizione, continuano a chiedere i sacramenti dell’iniziazione cristiana per i figli. Sono “persone sulla soglia”, alle quali deve essere annunciata la freschezza e la bellezza della fede in Cristo.L’iniziazione cristiana chiede una specifica ministerialità, di fatto e - istituita. Occorre fare un grosso lavoro di formazione per chi è stato chiamato a questo compito. Faccio appello a tutti per saper valorizzare al riguardo quanto l’ISSR ci offre.

Oratorio•Il Convegno ha sottolineato che:-l’Oratorio ha una sua validità ed attualità-l’Oratorio richiede una specifica ministerialità

ConsiderazioniA Pesaro c’è un’esperienza di Oratori estivi che sono una ricchezza.-

Occorre, però, non limitarsi all’esistente, ma vedere come sviluppare questa esperienza. Bisognerebbe perciò chiedersi se il modello di Ora-torio tradizionale è applicabile alla Chiesa di Pesaro, oppure se è oppor-tuno elaborare un modello condiviso dalle varie parrocchie della nostra Arcidiocesi.Anche in questo settore perciò occorrono educatori ben formati. Bi-- sogna chiedersi: come sono andate queste prime esperienze formative messe in campo dall’Arcidiocesi.I nostri Oratori non sono un servizio sociale di “babysitteraggio” a cui - le famiglie affidano i propri figli. Sono luoghi in cui si compie un cam-mino di fede, in cui si approfondisce l’identità cristiana con un preci-so progetto educativo. Non dobbiamo svenderli a nessuno, istituzioni comprese. La Parrocchia deve muoversi con i suoi mezzi e con la pro-pria identità senza essere debitrice a nessuno.

Bisogna riprendere il materiale del Convegno e lavorare su di esso anche per 3. impostare il cammino del nuovo anno pastorale e creare i presupposti per con-tinuare i percorsi intrapresi precedentemente. Pertanto:

Bisogna riflettere sui contenuti delle relazioni e su quanto emerso nei grup-- pi di lavoro.Le parrocchie dovrebbero elaborare delle proposte lavorando su questo - materiale.

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Bisogna tener presente lo scenario dell’educazione, riscoprendo le motiva-- zioni per cui la Chiesa educa (perché è impegnata con la Verità e la libertà) e il contenuto stesso dell’educazione che è “un’esperienza integrale”, come afferma Maritain, che quindi coinvolge tutte le dimensioni della persona e la introduce a tutta la realtà, quindi anche al suo significato ultimo che ci è dato in Gesù Cristo. Pertanto l’educare chiede a tutti noi di misurarci sull’evento di Gesù Cristo.

A tutti auguro un buon lavoro.

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VISITA PASTORALEdi S.E. Mons. Piero Coccia

VISITA PASTORALE dell’Arcivescovo PIERO COCCIA

“forti nella fede” (Col 1, 23)

Il Calendario

dal 04 al 10 ottobre Parrocchia San Francesco d’Assisi

dal 15 al 21 novembre Parrocchia San Giuliano in Trebbiantico

dal 21 al 28 novembre Parrocchia San Pietro in Calibano

dal 29 al 05 dicembre Parrocchia San Matteo Apostolo in Roncaglia

dal 06 al 12 dicembre Parrocchia Santa Maria delle Fabbrecce

dal 13 al 19 dicembre Parrocchia San Martino Vescovo

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PARROCCHIA SAN PAOLO APOSTOLOVisita Pastorale dal 13 al 19 settembre 2009

IL SIGNORE HA VISITATO IL SUO POPOLO

Dopo la pausa estiva, l’Arcivescovo Mons. Piero Coccia ha ripreso la Visita Pastorale alle parrocchie di Pesaro. Lo ha accolto calorosamente il 13 Settembre la parrocchia di San Paolo, dove ha concelebrato la Santa Messa Solenne con i sacerdoti della parrocchia Don Marino e Don Peppe. Ha continuato lo stesso giorno, incontrandosi nel pomeriggio con le famiglie e prose-guendo secondo il programma stabilito sino a domenica 20, giorno della chiusura. È stato a disposizione di persone singole che desideravano un colloquio personale con lui. Ha incontrato poi gli operatori pastorali, i ragazzi da lui cresimati a fine giugno, i ragazzi dell’oratorio e il Coro che ha animato le Sante Messe. Ha visitato nelle loro case diversi ammalati, con cui si è intrattenuto cordialmente guardando e ascoltando, rimanendo commosso ed edificato dalla testimonianza loro e dei loro famigliari. Li ha sostenuti ed incoraggiati con la Sua presenza paterna. A ciascuno ha lasciato in dono una corona del Rosario e l’immagine della Madonna delle Grazie. La mattina di giovedì, ha visitato la scuola dell’infanzia e la scuola elementare, venen-do accolto in modo gioioso e festoso dai bambini, dai maestri e da tutto il personale scolastico. Particolarmente significativa la presenza del Preside Giovanni Sincini. Ben evidente in questa settimana è stato il messaggio proposto col titolo della visita pastorale Forti nella Fede. Lo abbiamo visto nella persona dell’Arcivescovo, deciso e paterno, sempre positivo e propositivo, attento ed accogliente davanti a ciò che incontrava. Il tema più sentito, e continuamente ripetuto, è stato quello della educazione alla Fede e della formazione dei laici, specialmente operatori pastorali. Tanto forti sono le provocazione della società attuale e ancora più forte deve essere la risposta della Chiesa, attraverso la testimonianza intelligente e operosa di tutti i battezzati, laici e religiosi. A questo proposito grande importanza ha dato all’Istituto di Scienze Religiose, da qualche anno dote preziosa della nostra Arcidiocesi. Altri settori su cui la parrocchia è invitata a lavorare sono: l’iniziazione cristiana con l’impegno educativo di tutta la Comunità: non solo compi-to dei catechisti ma frutto della sinergia dei vari ministeri ecclesiali; la pastorale giovanile: i ragazzi che a giugno hanno ricevuto la Cresima siano il seme di una pianta che cresce solida nella parrocchia attraverso il permanere della loro for-mazione che continua, e riferimento per l’aggregarsi di altri giovani;

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la pastorale familiare: il gruppo famiglie sia una realtà sempre più visibile nella par-rocchia, come compagnia e sostegno in questo momento storico così delicato per l’immagine stessa della famiglia e per il prezioso e fondamentale suo ruolo educativo verso i figli.

Tanti altri particolari si potrebbero raccontare, ma la cosa più grande è che veramente Dio ha visitato il suo popolo: lo ha risvegliato, incoraggiato, stimolato, ravvivando la sua identità di popolo di Dio e suscitando responsabilità consapevole in ciascuno di essere parte attiva e insostituibile nella costruzione del Regno di Dio.

La Comunità Parrocchiale

LA GIOIA DI UN INCONTRO SINCERO

Desidero ringraziare con tutto il cuore e personalmente l’Arcivescovo Piero Coccia e sento di rappresentare anche tutti i parrocchiani della Comunità di San Paolo. La Sua presenza per la visita pastorale e le Sue parole ci hanno lasciato una testimonianza di Fede forte, di un Credo che vale la pena seguire e un chiaro esempio di come la presenza tangibile di Gesù Cristo nella nostra vita la renda decisamente migliore. Prima che arrivasse l’Arcivescovo pensavo alla visita pastorale come un incontro formale con le autorità della Chiesa. Probabilmente pensavo a un giudizio severo nei nostri confronti, noi più abituati ai toni amichevoli del nostro parroco Don Marino e più ai modi semplici e cordiali del nostro vice parroco Don Peppe. Chissà, forse la statura imponente di Sua Eccellenza ci intimidiva, forse quegli occhi fermi e quei capelli neri ci suggerivano l’immagine di una persona severa, autoritaria e distaccata. Ebbene mi sbagliavo. Infatti ha stupito tutti per la tanta disponibilità, dolcezza e cordialità usata nei nostri confronti. Ci ha parlato come amico, in maniera spontanea e cordiale, come un padre contento di vedere finalmente la sua famiglia riunita attorno a lui. Nella Sua persona abbiamo visto l’amore di Dio verso i suoi figli, di Gesù verso i suoi amici. Tre episodi saranno ricordati a lungo. Il primo, quello accaduto nella Scuola Materna di Via San Marino, l’Ambarabà, quando l’Arcivescovo in visita si è visto circondato dalla gioia di numerosi bambini innanzitutto contenti di ricevere visite e poi incuriositi da una persona che probabilmente non avevano mai visto così da vicino. E allora copiose sono fioccate le domande, tipiche di quell’età spensierata e ingenua e altrettanto appropriate sono seguite le risposte del nostro Pastore. Le sue parole hanno lasciato un segno negli animi dei piccoli, tanto che al momento del congedo una bambina è corsa incontro all’ Arcivescovo e, veloce come una saetta, gli ha buttato le braccia al collo, perché non voleva che andasse via.

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Ricorderò altri due episodi significativi per la nostra parrocchia. Alla messa di domenica 13 Settembre, l’Arcivescovo ha avuto la piacevole sorpresa di vedere in prima fila due coppie di suoi ex parrocchiani da lui stesso uniti in matrimonio 25 anni fa e venuti appositamente da Ascoli per rinnovare la benedizione degli anelli. Alla Messa di Domenica 20 Settembre i nostri parrocchiani Almerina e Piero Paolucci hanno fatto benedire le fedi in occasione delle loro Nozze d’oro. Certo non capita tutti i giorni di avere alla propria ricorrenza una tale autorità, che con genialità e passione per la propria missione, ha sottolineato come “Piero sia un nome e una garanzia”. Però quello che ci ha colpiti di più è stata la partecipazione profondamente commossa di Sua Eccellenza davanti a queste famiglie ancora unite e felici dopo tanti anni insieme, quasi un esempio eroico nel mondo d’oggi, perché capaci di affrontare e risolvere coraggiosamente i problemi quotidiani che la vita riserva. Grazie, Eccellenza, per le emozioni che ci da dato e la testimonianza di Fede che ci ha lasciato, perché abbiamo avuto la prova tangibile che con Gesù Cristo si vive meglio.

Nicoletta Mazzanti

IL PARROCO DICE

PESARO – L’istante dell’ingresso in chiesa è stato segnato dal suono delle campane che hanno intonato per l’occasione una melodia diversa da quella solita domenicale. “Il momento è stato molto suggestivo.”- ha sottolineato il parroco, don Marino Mancini – “Mi è sembrato come se la gente venisse destata dalla pigrizia estiva ed al contempo richiamata all’ascolto. Lo stesso arcivescovo durante l’omelia ha invitato l’assemblea a partecipare alle varie iniziative, ribadendo il motto della visita, forti nella fede.” Indubbiamente soddisfatto e felice dei risultati ottenuti, don Marino alla domanda: “Quale incontro l’ha colpita particolarmente?” sembra non riuscire a rispondere con certezza. “Ogni giorno della visita è accaduto qualcosa che mi ha impressionato.”- ha precisato in seguito il parroco – “Certamente l’incontro con gli ammalati e quello con i bambini della materna e delle elementari sono stati molto significativi, per lo stesso rapporto di affetto che Mons. Coccia ha instaurato con i parrocchiani di tutte le età.” Simpatico è l’episodio accaduto presso la materna, dove al momento dei saluti, una bambina si è alzata dal suo posto e di corsa è andata ad abbracciare l’arcivescovo. Don Marino infine ci tiene ad evidenziare anche un fuori programma speciale: venerdì sera Sua Eccellenza ha voluto a sorpresa avere un colloquio con i ragazzi del coro che durante la messa di apertura della visita lo avevano colpito per la qualità e la sacralità dei canti liturgici eseguiti. Adesso si può ben capire il senso stesso della visita: non un semplice confronto, bensì un avvenimento nella fede che ha raggiunto davvero ogni parte di questa comunità.

Eleonora Gregori Ferri

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PARROCCHIA SANTA CROCEVisita Pastorale dal 23 settembre al 03 ottobre 2009

CON LO SGUARDO ALLE FAMIGLIE

Saggezza, sapienza, amorevolezza, simpatia, speranza sono gli ingredienti che hanno reso l’incontro con il nostro Pastore unico e irripetibile per il parroco don Alberto, don Marcello e tutto il gruppo di genitori, catechisti , adulti che vi hanno partecipato. Lo stesso nostro Arcivescovo ha definito l’assemblea nutrita, interessata e reattiva, ma proprio grazie al brillante intervento che ha saputo coinvolgere tutti noi.Quest’incontro è stato voluto dallo stesso Arcivescovo e inserito nel piano degli in-contri della visita pastorale quali con gli operatori pastorali, i giovani, i bambini e gli ammalati. Se ci si sofferma anche solo un attimo, si nota come le famiglie comprenda-no o siano in grado di arrivare a tutte queste categorie. Solo attraverso la crescita dei figli, la cura dell’ammalato, l’offerta di un servizio, la partecipazione all’Eucaristia si può vivere la Fede: annunciarla , celebrarla, testimoniarla; la famiglia ha un ruolo cen-trale nell’educazione alla Fede che deve essere recuperato. Questo è chiaro al nostro Arcivescovo e al nostro parroco che ben volentieri ha organizzato questo incontro, che si inserisce in un percorso di relazione tra genitori, catechisti, adulti già avviato da diversi anni nella parrocchia, che, dunque, non può che essere considerato come riconferma che si sta procedendo nella giusta direzione. Occorre continuare il nostro cammino di coinvolgimento delle famiglie, di cui oggi, afferma il nostro Vescovo Pie-ro, si necessita più che mai. Questo perché gli input esterni sono tantissimi, i nostri fi-gli non respirano un’aria omogenea di cristianità, dunque hanno bisogno di strumenti per il discernimento. La famiglia è insostituibile in questo ruolo di trasmissione della Fede, poi spetta alla parrocchia il compito di affinare, approfondire. Dove poi si insinua il dubbio …occorre aprire il cuore e sarà tuo figlio ad essere oc-casione di rigenerazione per te. Queste e tante altre, le parole del nostro pastore che hanno suscitato testimonianze di mamme o papà che si sono riavvicinati alla Fede proprio grazie al loro figliolo o che hanno letto nelle esperienze forti dei loro figli la GIOIA vera nel cuore che solo Gesù Cristo può dare.Allora un grazie di cuore alle parole sentite di incoraggiamento a continuare il cam-mino in parrocchia accanto ai nostri figli e anche per l’augurio di vedere al suo ritor-no, anche in maniera non ufficiale come la visita pastorale, un nutritissimo “gruppo di famiglie” che vuole crescere nella fede in maniera costante, solida, duratura.

Veronica Pietroni

LO SEGUONO PERCHÉ CONOSCONO LA SUA VOCE

Nella nostra comunità parrocchiale di Santa Croce si è svolta nella settimana scorsa la Visita Pastorale dell’Arcivescovo. Tempo di grazia così come tempo di ricerca e di ascolto, di riflessione e di apertura, nella speranza, ad un ulteriore futuro che “eccede ogni nostro sforzo” e va “oltre” ogni nostra pur ricca possibilità. Ed ora è tempo di

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gratitudine e di progettualità orante. Il perché e gli obiettivi, come lo spirito di una au-tentica preparazione, di questa Visita ci sono noti già dalla “Lettera alle famiglie in oc-casione della Visita Pastorale”. Il raccontare questo avvenimento non è poi così facile come si potrebbe pensare dal momento che davvero ogni azione compiuta risulta es-sere al di là del suo accadere stesso. Il fatto è, a nostro parere, che quella Visita e quel Pastore che l’ha compiuta altro non è che la realizzazione, nel nostro oggi di comunità cristiana, di ciò che Gesù dice nel capitolo 10 del Vangelo di Giovanni. Abbiamo se-guito, accolto ed ascoltato perché ‘conosciamo’ quella Voce e quel Volto; perché non dovevamo guardaci indietro dal momento che il Pastore ci camminava davanti; una accoglienza semplice, umana e calorosa, perché non ci era “estraneo” quel Pastore...: era ed è il Signore. E ci siamo sentiti più Chiesa. Nei vari momenti che hanno segnato il cammino di questo Incontro due sono state le realtà che ci hanno accompagnato: ascolto ed accoglienza reciproche, oltre ogni attesa. Ci è caro ricordare l’incontro av-venuto con le persone anziane e gli ammalati; chi scrive non era presente di persona, ma non ha il minimo dubbio che quanto gli è stato raccontato sia vero. Persone che si riuniscono al piano terra o addirittura fuori della abitazione, pur di incontrarsi perso-nalmente con l’Arcivescovo; cosa ci dice questo? Dice non solamente la necessità di ricevere una parola di conforto, ma il desiderio di ascoltare ‘quella’ Parola di conforto, la Parola del Pastore, che porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri, la Parola del Signore Gesù direttamente dai suoi Apostoli. Dall’incontro con gli operatori pastorali a quello con i giovani, passando per quello con le famiglie dei ragazzi del catechismo, univoco e inequivocabile il messaggio: la fede nel Signore morto e risorto e l’esperienza di questa fede all’interno di una comunità parrocchiale in stretto legame di comunione con la Chiesa locale ed il suo Pastore, garanzia certa di vera esperienza del Corpo Mistico di Cristo. Siamo stati ricondotti alle sorgenti, là dove si abbeverano e continuamente si distendono le radici del nostro essere persone umane credenti: sotto la Croce (la nostra Parrocchia significativamente è intitolata alla Santa Croce) con Maria, la Madre, e il discepolo Giovanni, per camminare nella notte fino alla tomba vuota. Noi siamo questo e questo è il servizio che rendiamo all’uomo che con noi vive il nostro tempo, compreso quello che sarà il protagonista del tempo futuro, il bambino ed il giovane (ricchi di vivacità e sana spontaneità gli incontri con i bambini della Scuola materna ed elementare). E così il programma pa-storale della nostra comunità per il nuovo anno ha come titolo significativo: il futuro porta la tua impronta. Non dimentichiamo certo le parole di saluto durante la Santa Messa conclusiva, in cui l’Arcivescovo ci ha esortati, tra le altre cose, ad avere al-tre e nuove forme di partecipazione alla vita della comunità, senza escludere quelle già previste dal Diritto che regola la vita della Chiesa; come pure a prestare sempre maggiore cura alla formazione degli adulti e ad una vita di comunità che preveda momenti di forte ed intensa preghiera. E se la Visita Pastorale canonica è terminata, non è terminato invece il nostro rapportarci a questo Pastore e il rapportarsi di questo Pastore a questa porzione della sua Chiesa. Ringraziando il Signore con un Magnificat cantato ad una sola voce, ci aspetta una storia di personale e comunitaria conversione attingendo, tutti e ciascuno, alla fonte del Cristo della Pasqua, fino alla partecipazione definitiva alla Pasqua eterna nella gloria. Senza timori, forti nella fede.

La comunità cristiana di Santa Croce

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AGENDA DELL’ARCIVESCOVO

SETTEMBRE 2009

Martedì 1 • In mattinata riceve per Udienze • Nel pomeriggio incontra alcuni collaboratori di Curia Mercoledì 2 • In mattinata riceve per Udienze • Nel pomeriggio visita alcuni sacerdoti Giovedì 3 • In mattinata riceve per Udienze Venerdì 4 • È fuori sede per motivi di ufficio Sabato 5 • In mattinata riceve per Udienze • Nel pomeriggio presiede l’Eucaristia nella Parrocchia di S. Pietro

in Calibano e presenta alla comunità il nuovo Parroco Domenica 6 • In mattinata celebra l’Eucaristia nella Parrocchia di Santa Maria

delle Fabbrecce e presenta il nuovo Parroco • Nel pomeriggio celebra l’Eucaristia nella parrocchia dei Santi

Vito e Modesto a Mombaroccio Lunedì 7 • In mattinata presiede il Consiglio Presbiterale Diocesano • In serata presiede il Consiglio Pastorale Diocesano Martedì 8 • In mattinata presiede l’incontro con i Vicari Foranei • Nel pomeriggio visita alcune parrocchie Mercoledì 9 • In mattinata presiede l’incontro con i Direttori degli Uffici di

Curia • Nel pomeriggio incontra i cresimandi della Parrocchia di

S. Croce • In serata presiede l’incontro della Consulta Diocesana delle

Aggregazioni Laicali Giovedì 10 • È fuori sede per motivi di ufficio Venerdì 11 • È fuori sede per motivi di ufficio Sabato 12 • In mattinata riceve per Udienze Domenica 13 • Nella Parrocchia di S. Paolo Apostolo celebra l’Eucaristia dando

inizio alla Visita Pastorale (Programma dettagliato sul sito www.arcidiocesipesaro.it )

Martedì 15 • Visita Pastorale alla Parrocchia di San Paolo Apostolo Mercoledì 16 • Visita Pastorale alla Parrocchia di San Paolo Apostolo Giovedì 17 • Visita Pastorale alla Parrocchia di San Paolo Apostolo Venerdì 18 • In mattinata riceve per Udienze • Nel pomeriggio partecipa all’Assemblea della Confindustria • In serata presiede i lavori del Convegno Diocesano presso il

Cinema Loreto Sabato 19 • In mattinata presiede i lavori del Convegno Diocesano presso il

Cinema Loreto • Nel pomeriggio conclude i lavori del Convegno Diocesano

presso il Cinema Loreto

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Domenica 20 • In mattinata celebra l’Eucaristia nella Parrocchia di San Paolo Apostolo e conclude la Visita Pastorale

Lunedì 21 • È a Roma per partecipare alla Commissione Scuola della CEI Martedì 22 • In mattinata riceve per Udienze • In serata presiede in Cattedrale la celebrazione diocesana per il

conferimento del “Mandato” agli operatori pastorali Mercoledì 23 • In mattinata riceve per Udienze Giovedì 24 • In serata presiede la processione e la celebrazione dell’Eucaristia

in Cattedrale in occasione della solennità di San Terenzio Venerdì 25 • È fuori sede per motivi di Ufficio Sabato 26 • In mattinata tiene una relazione ai membri della Fondazione

Cassa di Risparmio di Pesaro • Nel tardo pomeriggio presiede la celebrazione della posa della

prima pietra della nuova chiesa di Santa Maria Regina in Borgo Santa Maria

Domenica 27 • Nella Parrocchia di Santa Croce celebra l’Eucaristia dando inizio alla Visita Pastorale (Programma dettagliato sul sito www.arcidiocesipesaro.it )

Lunedì 28 • Visita Pastorale alla Parrocchia di Santa Croce • In serata presiede l’inizio dell’Anno Accademico dell’ISSR

“Giovanni Paolo II” Martedì 29 • Visita Pastorale alla Parrocchia di Santa Croce Mercoledì 30 • Visita Pastorale alla Parrocchia di Santa Croce

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NELLA CASA DEL PADRE

Sac. GIORGIO BALDASSARRI

Nato l’8 aprile 1935 a Gabicce Mare, viene ordinato sacerdote il 28 giugno 1959 nella Cattedrale di Pesaro da Mons. Luigi Carlo Borromeo. Dopo le prime mansioni sacerdotali come Vicario Cooperatore a S. Maria di Loreto e a Tavullia, nel 1962 è nominato Parroco a S. Maria dell’Arzilla e, di lì, trasferito con lo stesso incarico a Granarola di Gradara. Fu per diversi anni insegnante di Religione nelle Scuole Medie. Dal 1989 è Vicario Parrocchiale prima della Parrocchia di Maria SS.ma Immacolata in Gabicce Mare, poi, dal 1991, della Parrocchia di Case Badioli e dal 2003 Aiuto Pastorale a Tavullia. Il carattere riservato e la salute piuttosto cagionevole lo hanno portato alla morte quasi improvvisa avvenuta il 26 settembre 2009, compianto dall’Arcidiocesi, ma in partico-lare dal fratello Pierbartolo, dalla cognata e parenti, dalle parrocchie della Vicaria di Gradara, oltre che dalle comunità parrocchiali di Gabicce e Tavullia.Le sue esequie funebri furono celebrate in Gabicce Mare dall’Arcivescovo Piero Coc-cia assistito da numerosi sacerdoti della diocesi di Pesaro e da alcuni delle diocesi di Fano e Urbino.

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INDICE

Documenti Del Santo PaDre BeneDetto XVi• Discorso in occasione dell’Incontro Ecumenico a Praga ......................................3• Discorso ai giovani della Repubblica Ceca ...........................................................6

Documenti Della Segreteria Di Stato

• Lettera a S.E. Rev.ma Mons. Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro ......................8

Documenti Della conferenza ePiScoPale italiana

• Messaggio per la 4ª Giornata per la salvaguardia del creato .................................9• Comunicato finale al Consiglio Episcopale Permanente ....................................12

atti Di S.e. monS. Piero coccia

• Omelie

▪. Omelia in occasione della Festa del Porto .....................................................18▪. Omelia in occasione della solennità dell’Assunta .........................................21▪. Omelia in occasione della Messa del Turista .................................................23

• messaggi e lettere

▪. Messaggio ai Turisti.......................................................................................25▪. Messaggio per l’Unione Eucaristica di Perpetua Adorazione .......................26▪. Lettera a Sua Santità Benedetto XVI .............................................................28▪. Saluto a S.E. Card. Giovanni Battista Re ..................................................... 29▪. Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico 2009/2010 ................................31▪. Saluto a S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Bertello ............................................33▪. Introduzione all’Agenda di Programmazione Pastorale 2009/2010 ..............35▪. Saluto per l’apertura dell’Anno Accademico 2009/2010 dell’ISSR .............39

• Decreti e NOmiNe

▪. Elenco ............................................................................................................40

comunicazioni Del Vicario generale • Ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Diaconi: incontri e comunicazioni .............41

attiVitÀ Degli organiSmi DioceSani • cONsigliO Presbiterale DiOcesaNO

▪. Consiglio Presbiterale Diocesano: Verbale del 06.09.2009 ...........................45

• cONsigliO PastOrale DiOcesaNO

▪. Consiglio Pastorale Diocesano: Verbale del 07.09.2009 ...............................48

• cONsigliO Vicari FOraNei

▪. Consiglio Vicari Foranei: Verbale del 08.09.2009 .........................................50

• cONsigliO DiOcesaNO aFFari ecONOmici

▪. Consiglio Diocesano Affari economici: Verbale del 14.09.2009 ..................52

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• eNte semiNariO DiOcesaNO

▪. Consiglio di amministrazione: Verbale del 14.09.2009 .................................55• cONsulta aggregaziONi laicali

▪. Consulta aggregazioni laicali: Verbale del 09.09.2009 .................................57

attiVitÀ Degli uffici PaStorali • uFFiciO cOmuNicaziONi sOciali, cultura e stamPa

▪. L’Arcidiocesi per i turisti ...............................................................................61▪. Il Cardinale Re ha commemorato Alcide De Gasperi ...................................62▪. Insediati due nuovi parroci ............................................................................64▪. Convegno Diocesano .....................................................................................65▪. Gli Ortodossi pregano all’aperto ...................................................................67▪. San Terenzio ..................................................................................................68▪. Ancora sul Convegno Diocesano ..................................................................69

• uFFiciO PastOrale scOlastica

▪. Ai Docenti di Religione Cattolica .................................................................71▪. Ai Responsabili Diocesani IRC della Regione Marche .................................73▪. Programma corso regionale di aggiornamento per IRC ................................75

• uFFiciO PastOrale Familiare

▪. Incontri diocesani 2009/2010 ........................................................................77

• archiViO stOricO DiOcesaNO e bibliOteca

▪. Progetti previsti per l’anno 2010 ...................................................................78

StamPa DioceSana

• Impariamo a farci leggere ...................................................................................79

iStituto SuPeriore Scienze religioSe “gioVanni Paolo ii”• Inizio anno accademico 2009/2010 .....................................................................81• Piano di studi triennale ........................................................................................83• Corso di formazione per Operatori Pastorali .......................................................86

conVegno DioceSano

“la miSSione eDucatiVa Della chieSa oggi. luoghi eD eSPerienze”▪. Invito dell’Arcivescovo al Convegno ............................................................87 ▪. Presentazione del Convegno ..........................................................................88▪. Programma del convegno ..............................................................................90▪. La preghiera di apertura .................................................................................91▪. Introduzione di S. E. Mons. Piero Coccia .....................................................93

▪. Atti del ConvegnoProf. Luca Diotallevi: “La missione educativa della Chiesa oggi” ..........95Don Dalmazio Maggi: “I ministeri e l’Oratorio” ...................................103Don Luciano Paolucci: “I ministeri e l’iniziazione cristiana” ...............107

▪. Conclusioni di S.E. Mons. Piero Coccia ..................................................... 111

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ViSita PaStorale

• Il calendario ......................................................................................................114• Parrocchia San Paolo Apostolo▪. Il Signore ha visitato il suo popolo ..............................................................115▪. La gioia di un incontro sincero ....................................................................116▪. Il parroco dice ..............................................................................................117

• Parrocchia Santa Croce▪. Con lo sguardo alle famiglie .......................................................................118▪. Lo seguono perché conoscono la sua voce ..................................................118

agenDa Dell’arciVeScoVo

• Settembre 2009 ..................................................................................................120

nella caSa Del PaDre

• Sac. Giorgio Baldassarri ....................................................................................122

A cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e StampaVia Gioacchino Rossini, 62

61121 PesaroTel.: 0721.30043 – Fax 0721.32422

e-mail: [email protected]

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