Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

88
Anno LXXXVI n. 3 Maggio - Giugno 2010 Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 Spedizione in abbonamento postale comma 20/c art. 2 L. 662/96 Filiale di Bari

description

Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Transcript of Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Page 1: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Bollettino DiocesanoArcidiocesi di Bari - Bitonto • Largo S. Sabino, 7 • 70122 BariArcivescovado: Tel.: 080 5214166Curia Metropolitana: Tel.: 080 5288111

Fax: 080 5244450 • 080 5288250www.arcidiocesibaribitonto.it • e-mail: [email protected]

Anno LXXXVI n. 3 Maggio - Giugno 2010

3-2

01

0

BO

LLET

TIN

O D

IOCES

AN

Ol’O

degi

tria

Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari

Page 2: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Page 3: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO LXXXVI - N. 3 - Maggio - Giugno 2010

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

Direttore responsabile:Giuseppe Sferra

Direttore:Gabriella Roncali

Redazione:Beppe Di Cagno, Luigi Di Nardi, Angelo Latrofa, Paola Loria, Franco Mastrandrea,Bernardino Simone, Francesco Sportelli

Gestione editoriale e stampa:Ecumenica Editrice scrl - 70123 Bari - Tel. 080.5797843 - Fax 080.9190596

www.ecumenicaeditrice.it - [email protected]

Page 4: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

357

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

MAGISTERO PONTIFICIO

Discorso all’Assemblea dei vescovi italiani 359

Omelia nella S. Messa a conclusione dell’anno sacerdotale 365

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

LXI Assemblea generale (24-28 maggio 2010)Comunicato finale dei lavori 373

Messaggio ai sacerdoti 381Messaggio per la salvaguardia del creato 383

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Questione meridionale, Chiesa e politica(12 maggio 2010) 387

PONTIFICIA BASILICA S. NICOLA

Omelia di S.Em. il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato,nella festa della traslazione delle reliquie di S. Nicola,

patrono della città di Bari (9 maggio 2010) 399

CURIA METROPOLITANA

CancelleriaSacre ordinazioni e decreti 405

Settore PresbiteriLa settimana formativa dei preti giovani

(Malta, 26 giugno-1 luglio 2010) 407

Settore Evangelizzazione. Ufficio MissionarioLa IX edizione del premio “don Franco Ricci”:

“Contagiare di Speranza tutti” 411

Ufficio Chiesa e mondo della culturaIl Mezzogiorno: da “questione” a “laboratorio” 419

SOMMARIO

Page 5: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

358

PARROCCHIE

Parrocchia S. Croce (Bari)Il restauro della tela del Veronese 423

PUBBLICAZIONI 427

NELLA PACE DEL SIGNORE

Don Martire Dacchille 433

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Maggio 2010 435Giugno 2010 438

Page 6: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

359

Venerati e cari fratelli,

Nel Vangelo proclamato domenica scorsa, Solennità di Pentecoste,Gesù ci ha promesso: «Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padremanderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderàtutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14, 26). Lo Spirito Santo guida laChiesa nel mondo e nella storia. Grazie a questo dono del Risorto,il Signore resta presente nello scorrere degli eventi; è nello Spiritoche possiamo riconoscere in Cristo il senso delle vicende umane. LoSpirito Santo ci fa Chiesa, comunione e comunità incessantementeconvocata, rinnovata e rilanciata verso il compimento del Regno diDio. È nella comunione ecclesiale la radice e la ragione fondamen-tale del vostro convenire e del mio essere ancora una volta con voi,con gioia, in occasione di questo appuntamento annuale; è la pro-spettiva con la quale vi esorto ad affrontare i temi del vostro lavoro,nel quale siete chiamati a riflettere sulla vita e sul rinnovamentodell’azione pastorale della Chiesa in Italia. Sono grato al cardinaleAngelo Bagnasco per le cortesi e intense parole che mi ha rivolto,facendosi interprete dei vostri sentimenti: il Papa sa di poter conta-re sempre sui vescovi italiani. In voi saluto le comunità diocesaneaffidate alle vostre cure, mentre estendo il mio pensiero e la miavicinanza spirituale all’intero popolo italiano.

Discorso all’Assemblea generaledella Conferenza Episcopale Italiana

MAGISTERO PONTIFICIO

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

Page 7: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

360

Corroborati dallo Spirito, in continuità con il cammino indicatodal Concilio Vaticano II, e in particolare con gli orientamenti pasto-rali del decennio appena concluso, avete scelto di assumere l’educa-zione quale tema portante per i prossimi dieci anni. Tale orizzontetemporale è proporzionato alla radicalità e all’ampiezza delladomanda educativa. E mi sembra necessario andare fino alle radiciprofonde di questa emergenza per trovare anche le risposte ade-guate a questa sfida. Io ne vedo soprattutto due. Una radice essen-ziale consiste - mi sembra - in un falso concetto di autonomia del-l’uomo: l’uomo dovrebbe svilupparsi solo da se stesso, senza impo-sizioni da parte di altri, i quali potrebbero assistere il suo autosvi-luppo, ma non entrare in questo sviluppo. In realtà, è essenziale perla persona umana il fatto che diventa se stessa solo dall’altro, l’“io”diventa se stesso solo dal “tu” e dal “voi”, è creato per il dialogo, perla comunione sincronica e diacronica. E solo l’incontro con il “tu”e con il “noi” apre l’“io” a se stesso. Perciò la cosiddetta educazioneantiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’educazione: cosìnon viene dato quanto noi siamo debitori di dare agli altri, cioèquesto “tu” e “noi” nel quale si apre l’“io” a se stesso. Quindi unprimo punto mi sembra questo: superare questa falsa idea di auto-nomia dell’uomo, come un “io” completo in se stesso, mentrediventa “io” anche nell’incontro collettivo con il “tu” e con il “noi”.L’altra radice dell’emergenza educativa io la vedo nello scetticismoe nel relativismo o, con parole più semplici e chiare, nell’esclusionedelle due fonti che orientano il cammino umano. La prima fontedovrebbe essere la natura, la seconda la Rivelazione. Ma la naturaviene considerata oggi come una cosa puramente meccanica, quin-di che non contiene in sé alcun imperativo morale, alcun orienta-mento valoriale: è una cosa puramente meccanica, e quindi nonviene alcun orientamento dall’essere stesso. La Rivelazione vieneconsiderata o come un momento dello sviluppo storico, quindirelativo come tutto lo sviluppo storico e culturale, o - si dice - forsec’è rivelazione, ma non comprende contenuti, solo motivazioni. Ese tacciono queste due fonti, la natura e la Rivelazione, anche laterza fonte, la storia, non parla più, perché anche la storia diventasolo un agglomerato di decisioni culturali, occasionali, arbitrarie,che non valgono per il presente e per il futuro. Fondamentale èquindi ritrovare un concetto vero della natura come creazione di

Page 8: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

361

Dio che parla a noi; il Creatore, tramite il libro della creazione, parlaa noi e ci mostra i valori veri. E poi così anche ritrovare laRivelazione: riconoscere che il libro della creazione, nel quale Dio cidà gli orientamenti fondamentali, è decifrato nella Rivelazione, èapplicato e fatto proprio nella storia culturale e religiosa, non senzaerrori, ma in una maniera sostanzialmente valida, sempre di nuovoda sviluppare e da purificare. Così, in questo “concerto” – per cosìdire – tra creazione decifrata nella Rivelazione, concretizzata nellastoria culturale che sempre va avanti e nella quale noi ritroviamosempre più il linguaggio di Dio, si aprono anche le indicazioni perun’educazione che non è imposizione, ma realmente aperturadell’“io” al “tu”, al “noi” e al “Tu” di Dio.Quindi le difficoltà sono grandi: ritrovare le fonti, il linguaggiodelle fonti, ma, pur consapevoli del peso di queste difficoltà, nonpossiamo cedere alla sfiducia e alla rassegnazione. Educare non èmai stato facile, ma non dobbiamo arrenderci: verremmo meno almandato che il Signore stesso ci ha affidato, chiamandoci a pasce-re con amore il suo gregge. Risvegliamo piuttosto nelle nostrecomunità quella passione educativa, che è una passione dell’“io”per il “tu”, per il “noi”, per Dio, e che non si risolve in una didatti-ca, in un insieme di tecniche e nemmeno nella trasmissione di prin-cipi aridi. Educare è formare le nuove generazioni, perché sappianoentrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significati-va che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dioche troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimoniointeriore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il finetrascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti e il giudizio.I giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è unadomanda di significato e di rapporti umani autentici, che aiutino anon sentirsi soli davanti alle sfide della vita. È desiderio di un futu-ro, reso meno incerto da una compagnia sicura e affidabile, che siaccosta a ciascuno con delicatezza e rispetto, proponendo valorisaldi a partire dai quali crescere verso traguardi alti, ma raggiungi-bili. La nostra risposta è l’annuncio del Dio amico dell’uomo, che inGesù si è fatto prossimo a ciascuno. La trasmissione della fede è

MAGISTERO PONTIFICIO

Page 9: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

362

parte irrinunciabile della formazione integrale della persona, per-ché in Gesù Cristo si realizza il progetto di una vita riuscita: comeinsegna il Concilio Vaticano II, «chiunque segue Cristo, l’uomo per-fetto, diventa anch’egli più uomo» (Gaudium et spes, 41). L’incontropersonale con Gesù è la chiave per intuire la rilevanza di Dio nell’e-sistenza quotidiana, il segreto per spenderla nella carità fraterna, lacondizione per rialzarsi sempre dalle cadute e muoversi a costanteconversione.Il compito educativo, che avete assunto come prioritario, valorizzasegni e tradizioni, di cui l’Italia è così ricca. Necessita di luoghi cre-dibili: anzitutto la famiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinuncia-bile; la scuola, orizzonte comune al di là delle opzioni ideologiche;la parrocchia, “fontana del villaggio”, luogo ed esperienza che iniziaalla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane. In ognuno di questiambiti resta decisiva la qualità della testimonianza, via privilegiatadella missione ecclesiale. L’accoglienza della proposta cristianapassa, infatti, attraverso relazioni di vicinanza, lealtà e fiducia. In untempo nel quale la grande tradizione del passato rischia di rimane-re lettera morta, siamo chiamati ad affiancarci a ciascuno con di-sponibilità sempre nuova, accompagnandolo nel cammino di sco-perta e assimilazione personale della verità. E facendo questo anchenoi possiamo riscoprire in modo nuovo le realtà fondamentali.La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizza-zione non nasconde le ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata,per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri. Questa umile edolorosa ammissione non deve, però, far dimenticare il servizio gra-tuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti.L’anno speciale a loro dedicato ha voluto costituire un’opportuni-tà per promuoverne il rinnovamento interiore, quale condizioneper un più incisivo impegno evangelico e ministeriale. Nel contem-po, ci aiuta anche a riconoscere la testimonianza di santità di quan-ti – sull’esempio del curato d’Ars – si spendono senza riserve pereducare alla speranza, alla fede e alla carità. In questa luce, ciò che èmotivo di scandalo, deve tradursi per noi in richiamo a un «pro-fondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purifica-zione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessitàdella giustizia» (Benedetto XVI, Intervista ai giornalisti durante il voloverso il Portogallo, 11 maggio 2010).

Page 10: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

363

Cari fratelli, vi incoraggio a percorrere senza esitazioni la strada del-l’impegno educativo. Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai lafiducia nei giovani, vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a fre-quentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dallenuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultu-ra in ogni sua espressione. Non si tratta di adeguare il Vangelo almondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che con-sente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare laParola che non passa, fecondando e servendo l’umana esistenza.Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascen-dente della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacra-ta, al sacerdozio, al matrimonio, sappiano rispondere con generosi-tà all’appello del Signore, perché solo così potranno cogliere ciò cheè essenziale per ciascuno. La frontiera educativa costituisce il luogoper un’ampia convergenza di intenti: la formazione delle nuovegenerazioni non può, infatti, che stare a cuore a tutti gli uomini dibuona volontà, interpellando la capacità della società intera di assi-curare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico delle persone.Anche in Italia la presente stagione è marcata da un’incertezza suivalori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegniassunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettantoseria di quella economica. Sarebbe illusorio – questo vorrei sottoli-nearlo – pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra. Per questaragione, mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubbli-ca e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per attu-tire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere suipresupposti di una vita buona e significativa, che fondano quel-l’autorevolezza che sola educa e ritorna alle vere fonti dei valori.Alla Chiesa, infatti, sta a cuore il bene comune, che ci impegna acondividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali,imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, iproblemi e le sfide del Paese. Questa prospettiva, ampiamente svi-luppata nel vostro recente documento su Chiesa e Mezzogiorno,troverà ulteriore approfondimento nella prossima Settimana socialedei cattolici italiani, prevista in ottobre a Reggio Calabria, dove, insie-

MAGISTERO PONTIFICIO

Page 11: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

364

me alle forze migliori del laicato cattolico, vi impegnerete a decli-nare un’agenda di speranza per l’Italia, perché «le esigenze dellagiustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili» (Enc.Deus caritas est, 28). Il vostro ministero, cari confratelli, e la vivacitàdelle comunità diocesane alla cui guida siete posti, sono la miglio-re assicurazione che la Chiesa continuerà responsabilmente adoffrire il suo contributo alla crescita sociale e morale dell’Italia.Chiamato per grazia ad essere Pastore della Chiesa universale edella splendida città di Roma, porto costantemente con me levostre preoccupazioni e le vostre attese, che nei giorni scorsi hodeposto – con quelle dell’intera umanità – ai piedi della Madonnadi Fatima. A Lei va la nostra preghiera: «Vergine Madre di Dio enostra Madre carissima, la tua presenza faccia rifiorire il desertodelle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, facciatornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la sal-vezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso neinostri cuori, per sempre uniti al tuo! Così sia!» (Fatima, 12 maggio2010). Di cuore vi ringrazio e vi benedico.

Benedetto XVI

Roma, Aula del Sinodo, giovedì 27 maggio 2010

Page 12: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Cari confratelli nel ministero sacerdotale,Cari fratelli e sorelle,

l’Anno sacerdotale che abbiamo celebrato, 150 anni dopo la morte delsanto Curato d’Ars, modello del ministero sacerdotale nel nostromondo, volge al termine. Dal Curato d’Ars ci siamo lasciati guida-re, per comprendere nuovamente la grandezza e la bellezza delministero sacerdotale. Il sacerdote non è semplicemente il detento-re di un ufficio, come quelli di cui ogni società ha bisogno affinchéin essa possano essere adempiute certe funzioni. Egli invece fa qual-cosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome diCristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, apartire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offer-te del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sonoparole di transustanziazione – parole che rendono presente Luistesso, il Risorto, il suo Corpo e il suo Sangue, e trasformano cosìgli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e locongiungono a Lui. Il sacerdozio è quindi non semplicemente «uffi-cio», ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di esse-re, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore.Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur

DOCUMENTI DELLA CHIESA UNIVERSALE

MAGISTERO PONTIFICIO

Omelia nella S. Messaa conclusione dell’anno sacerdotale

365

Page 13: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

366

conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agiree di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa vera-mente grande che si nasconde nella parola “sacerdozio”. Che Dioci ritenga capaci di questo; che Egli in tal modo chiami uomini alsuo servizio e così dal di dentro si leghi ad essi: è ciò che in que-st’anno volevamo nuovamente considerare e comprendere.Volevamo risvegliare la gioia che Dio ci sia così vicino, e la gratitu-dine per il fatto che Egli si affidi alla nostra debolezza; che Egli ciconduca e ci sostenga giorno per giorno. Volevamo così anchemostrare nuovamente ai giovani che questa vocazione, questacomunione di servizio per Dio e con Dio, esiste – anzi, che Dio è inattesa del nostro «sì». Insieme alla Chiesa volevamo nuovamentefar notare che questa vocazione la dobbiamo chiedere a Dio.Chiediamo operai per la messe di Dio, e questa richiesta a Dio è, altempo stesso, un bussare di Dio al cuore di giovani che si ritengo-no capaci di ciò di cui Dio li ritiene capaci. Era da aspettarsi che al«nemico» questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciu-to; egli avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei contiDio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio inquesto anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venutialla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confrontidei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura diDio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario. Anche noichiediamo insistentemente perdono a Dio e alle persone coinvolte,mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affin-ché un tale abuso non possa succedere mai più; promettere che nel-l’ammissione al ministero sacerdotale e nella formazione durante ilcammino di preparazione ad esso faremo tutto ciò che possiamoper vagliare l’autenticità della vocazione e che vogliamo ancora dipiù accompagnare i sacerdoti nel loro cammino, affinché il Signoreli protegga e li custodisca in situazioni penose e nei pericoli dellavita. Se l’Anno sacerdotale avesse dovuto essere una glorificazionedella nostra personale prestazione umana, sarebbe stato distruttoda queste vicende. Ma si trattava per noi proprio del contrario: ildiventare grati per il dono di Dio, dono che si nasconde “in vasi dicreta” e che sempre di nuovo, attraverso tutta la debolezza umana,rende concreto in questo mondo il suo amore. Così consideriamoquanto è avvenuto quale compito di purificazione, un compito che

Page 14: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

ci accompagna verso il futuro e che, tanto più, ci fa riconoscere edamare il grande dono di Dio. In questo modo, il dono diventa l’im-pegno di rispondere al coraggio e all’umiltà di Dio con il nostrocoraggio e la nostra umiltà. La parola di Cristo, che abbiamo can-tato come canto d’ingresso nella liturgia, può dirci in questa orache cosa significhi diventare ed essere sacerdoti: «Prendete il miogiogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile dicuore» (Mt 11,29).Celebriamo la festa del Sacro Cuore di Gesù e gettiamo con la litur-gia, per così dire, uno sguardo dentro il cuore di Gesù, che nellamorte fu aperto dalla lancia del soldato romano. Sì, il suo cuore èaperto per noi e davanti a noi – e con ciò ci è aperto il cuore di Diostesso. La liturgia interpreta per noi il linguaggio del cuore di Gesù,che parla soprattutto di Dio quale pastore degli uomini, e in questomodo ci manifesta il sacerdozio di Gesù, che è radicato nell’intimodel suo cuore; così ci indica il perenne fondamento, come pure ilvalido criterio, di ogni ministero sacerdotale, che deve sempre esse-re ancorato al cuore di Gesù ed essere vissuto a partire da esso.Vorrei oggi meditare soprattutto sui testi con i quali la Chiesa oran-te risponde alla Parola di Dio presentata nelle letture. In quei cantiparola e risposta si compenetrano. Da una parte, essi stessi sonotratti dalla Parola di Dio, ma, dall’altra, sono al contempo già larisposta dell’uomo a tale Parola, risposta in cui la Parola stessa sicomunica ed entra nella nostra vita. Il più importante di quei testinell’odierna liturgia è il Salmo 23 (22) – “Il Signore è il mio pasto-re” –, nel quale l’Israele orante ha accolto l’autorivelazione di Diocome pastore, e ne ha fatto l’orientamento per la propria vita. «IlSignore è il mio pastore: non manco di nulla»: in questo primo ver-setto si esprimono gioia e gratitudine per il fatto che Dio è presen-te e si occupa di noi. La lettura tratta dal Libro di Ezechiele comin-cia con lo stesso tema: «Io stesso cercherò le mie pecore e ne avròcura» (Ez 34,11). Dio si prende personalmente cura di me, di noi,dell’umanità. Non sono lasciato solo, smarrito nell’universo ed inuna società davanti a cui si rimane sempre più disorientati. Egli siprende cura di me. Non è un Dio lontano, per il quale la mia vita

367

MAGISTERO PONTIFICIO

Page 15: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

conterebbe troppo poco. Le religioni del mondo, per quanto pos-siamo vedere, hanno sempre saputo che, in ultima analisi, c’è unDio solo. Ma tale Dio era lontano. Apparentemente egli abbando-nava il mondo ad altre potenze e forze, ad altre divinità. Con que-ste bisognava trovare un accordo. Il Dio unico era buono, ma tut-tavia lontano. Non costituiva un pericolo, ma neppure offriva unaiuto. Così non era necessario occuparsi di lui. Egli non dominava.Stranamente, questo pensiero è riemerso nell’illuminismo. Si com-prendeva ancora che il mondo presuppone un creatore. QuestoDio, però, aveva costruito il mondo e poi si era evidentemente riti-rato da esso. Ora il mondo aveva un suo insieme di leggi secondocui si sviluppava e in cui Dio non interveniva, non poteva interve-nire. Dio era solo un’origine remota. Molti forse non desideravanoneppure che Dio si prendesse cura di loro. Non volevano essere dis-turbati da Dio. Ma laddove la premura e l’amore di Dio vengonopercepiti come disturbo, lì l’essere umano è stravolto. È bello e con-solante sapere che c’è una persona che mi vuol bene e si prende curadi me. Ma è molto più decisivo che esista quel Dio che mi conosce,mi ama e si preoccupa di me. «Io conosco le mie pecore e le miepecore conoscono me» (Gv 10,14), dice la Chiesa prima del Vangelocon una parola del Signore. Dio mi conosce, si preoccupa di me.Questo pensiero dovrebbe renderci veramente gioiosi. Lasciamoche esso penetri profondamente nel nostro intimo. Allora com-prendiamo anche che cosa significhi: Dio vuole che noi come sacer-doti, in un piccolo punto della storia, condividiamo le sue preoccu-pazioni per gli uomini. Come sacerdoti, vogliamo essere personeche, in comunione con la sua premura per gli uomini, ci prendiamocura di loro, rendiamo a loro sperimentabile nel concreto questapremura di Dio. E, riguardo all’ambito a lui affidato, il sacerdote,insieme col Signore, dovrebbe poter dire: «Io conosco le mie pecoree le mie pecore conoscono me». “Conoscere”, nel significato dellaSacra Scrittura, non è mai soltanto un sapere esteriore così come siconosce il numero telefonico di una persona. “Conoscere” significaessere interiormente vicino all’altro. Volergli bene. Noi dovremmocercare di “conoscere” gli uomini da parte di Dio e in vista di Dio;dovremmo cercare di camminare con loro sulla via dell’amicizia diDio.

368

Page 16: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

369

Ritorniamo al nostro Salmo. Lì si dice: «Mi guida per il giusto cam-mino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura,non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuovincastro mi danno sicurezza» (23 [22], 3s). Il pastore indica la stra-da giusta a coloro che gli sono affidati. Egli precede e li guida.Diciamolo in maniera diversa: il Signore ci mostra come si realizzain modo giusto l’essere uomini. Egli ci insegna l’arte di essere per-sona. Che cosa devo fare per non precipitare, per non sperperare lamia vita nella mancanza di senso? È, appunto, questa la domandache ogni uomo deve porsi e che vale in ogni periodo della vita. Equanto buio esiste intorno a tale domanda nel nostro tempo!Sempre di nuovo ci viene in mente la parola di Gesù, il quale avevacompassione per gli uomini, perché erano come pecore senza pasto-re. Signore, abbi pietà anche di noi! Indicaci la strada! Dal Vangelosappiamo questo: Egli stesso è la via. Vivere con Cristo, seguire lui– questo significa trovare la via giusta, affinché la nostra vita acqui-sti senso ed affinché un giorno possiamo dire: “Sì, vivere è stata unacosa buona”. Il popolo d’Israele era ed è grato a Dio, perché egli neicomandamenti ha indicato la via della vita. Il grande Salmo 119(118) è un’unica espressione di gioia per questo fatto: noi non bran-coliamo nel buio. Dio ci ha mostrato qual è la via, come possiamocamminare nel modo giusto. Ciò che i comandamenti dicono èstato sintetizzato nella vita di Gesù ed è divenuto un modello vivo.Così capiamo che queste direttive di Dio non sono catene, ma sonola via che egli ci indica. Possiamo essere lieti per esse e gioire perchéin Cristo stanno davanti a noi come realtà vissuta. Egli stesso ci haresi lieti. Nel camminare insieme con Cristo facciamo l’esperienzadella gioia della Rivelazione, e come sacerdoti dobbiamo comuni-care alla gente la gioia per il fatto che ci è stata indicata la via giu-sta della vita.C’è poi la parola concernente la «valle oscura» attraverso la quale ilSignore guida l’uomo. La via di ciascuno di noi ci condurrà un gior-no nella valle oscura della morte in cui nessuno può accompagnar-ci. Ed Egli sarà lì. Cristo stesso è disceso nella notte oscura dellamorte. Anche lì Egli non ci abbandona. Anche lì ci guida. «Se scen-

MAGISTERO PONTIFICIO

Page 17: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

370

do negli inferi, eccoti», dice il Salmo 139 (138). Sì, tu sei presenteanche nell’ultimo travaglio, e così il nostro Salmo responsorialepuò dire: pure lì, nella valle oscura, non temo alcun male. Parlandodella valle oscura possiamo, però, pensare anche alle valli oscuredella tentazione, dello scoraggiamento, della prova, che ogni perso-na umana deve attraversare. Anche in queste valli tenebrose dellavita Egli è là. Sì, Signore, nelle oscurità della tentazione, nelle oredell’oscuramento in cui tutte le luci sembrano spegnersi, mostramiche tu sei là. Aiuta noi sacerdoti, affinché possiamo essere accantoalle persone a noi affidate in tali notti oscure. Affinché possiamomostrare loro la tua luce.«Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza»: il pastore habisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrom-pere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino.Accanto al bastone c’è il vincastro che dona sostegno ed aiuta adattraversare passaggi difficili. Ambedue le cose rientrano anche nelministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote. Anche la Chiesadeve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge lafede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in real-tà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone può essere un servi-zio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando sitollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come purenon si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamen-to e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inven-tassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla pre-ziosa che non ci lasciamo strappare via. Al tempo stesso, però, ilbastone deve sempre di nuovo diventare il vincastro del pastore –vincastro che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri diffici-li e a seguire il Signore.Alla fine del Salmo si parla della mensa preparata, dell’olio con cuiviene unto il capo, del calice traboccante, del poter abitare presso ilSignore. Nel Salmo questo esprime innanzitutto la prospettivadella gioia per la festa di essere con Dio nel tempio, di essere ospi-tati e serviti da Lui stesso, di poter abitare presso di Lui. Per noi chepreghiamo questo Salmo con Cristo e col suo Corpo che è laChiesa, questa prospettiva di speranza ha acquistato un’ampiezzaed una profondità ancora più grandi. Vediamo in queste parole, percosì dire, un’anticipazione profetica del mistero dell’Eucaristia in

Page 18: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

371

cui Dio stesso ci ospita offrendo se stesso a noi come cibo – comequel pane e quel vino squisito che, soli, possono costituire l’ultimarisposta all’intima fame e sete dell’uomo. Come non essere lieti dipoter ogni giorno essere ospiti alla mensa stessa di Dio, di abitarepresso di Lui? Come non essere lieti del fatto che Egli ci ha coman-dato: «Fate questo in memoria di me»? Lieti perché egli ci ha datodi preparare la mensa di Dio per gli uomini, di dare loro il suoCorpo e il suo Sangue, di offrire loro il dono prezioso della sua stes-sa presenza. Sì, possiamo con tutto il cuore pregare insieme le paro-le del Salmo: «Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giornidella mia vita»(23 [22], 6).Alla fine gettiamo ancora brevemente uno sguardo sulle due anti-fone alla comunione proposteci oggi dalla Chiesa nella sua liturgia.C’è anzitutto la parola con cui san Giovanni conclude il raccontodella crocifissione di Gesù: «Un soldato gli trafisse il costato con lalancia e subito ne uscì sangue ed acqua» (Gv 19,34). Il cuore di Gesùviene trafitto dalla lancia. Esso viene aperto, e diventa una sorgen-te: l’acqua e il sangue che ne escono rimandano ai due sacramentifondamentali dei quali la Chiesa vive: il Battesimo e l’Eucaristia.Dal costato squarciato del Signore, dal suo cuore aperto scaturiscela sorgente viva che scorre attraverso i secoli e fa la Chiesa. Il cuoreaperto è fonte di un nuovo fiume di vita; in questo contesto,Giovanni certamente ha pensato anche alla profezia di Ezechieleche vede sgorgare dal nuovo tempio un fiume che dona fecondità evita (Ez 47): Gesù stesso è il tempio nuovo, e il suo cuore aperto è lasorgente dalla quale esce un fiume di vita nuova, che si comunica anoi nel Battesimo e nell’Eucaristia.La liturgia della Solennità del Sacro Cuore di Gesù prevede, però,come antifona alla comunione anche un’altra parola, affine a que-sta, tratta dal Vangelo di Giovanni: Chi ha sete, venga a me. Beva chicrede in me. La Scrittura dice: «Sgorgheranno da lui fiumi d’acquaviva» (cfr Gv 7,37s). Nella fede beviamo, per così dire, dall’acqua vivadella Parola di Dio. Così il credente diventa egli stesso una sorgen-te, dona alla terra assetata della storia acqua viva. Lo vediamo neisanti. Lo vediamo in Maria che, quale grande donna di fede e di

MAGISTERO PONTIFICIO

Page 19: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

372

amore, è diventata lungo i secoli sorgente di fede, amore e vita.Ogni cristiano e ogni sacerdote dovrebbero, a partire da Cristo,diventare sorgente che comunica vita agli altri. Noi dovremmodonare acqua della vita ad un mondo assetato. Signore, noi ti rin-graziamo perché hai aperto il tuo cuore per noi; perché nella tuamorte e nella tua risurrezione sei diventato fonte di vita. Fa’ chesiamo persone viventi, viventi dalla tua fonte, e donaci di poter esse-re anche noi fonti, in grado di donare a questo nostro tempo acquadella vita. Ti ringraziamo per la grazia del ministero sacerdotale.Signore, benedici noi e benedici tutti gli uomini di questo tempoche sono assetati e in ricerca. Amen.

Benedetto XVI

Solennità del Sacratissimo Cuore di GesùPiazza San Pietro, venerdì 11 giugno 2010

Page 20: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

373

1. Educare, priorità pastorale

È una Chiesa che intende interpretare la propria missione “senzacomplessi e senza menomazioni” quella che emerge dalla LXIAssemblea generale della CEI, approvando il testo degli Orientamen-ti pastorali per il decennio 2010-2020: un «orizzonte temporale pro-porzionato alla radicalità e all’ampiezza della domanda educativa»,come sottolineato da Benedetto XVI nel suo discorso di giovedì 27maggio.In tale intervento – incentrato essenzialmente sul tema dell’educa-zione – il Papa ha richiamato anzitutto la necessità di superare «unfalso concetto di autonomia», in virtù del quale «l’uomo dovrebbesvilupparsi solo da se stesso, senza imposizioni da parte di altri, iquali potrebbero assistere il suo autosviluppo, ma non entrare inquesto sviluppo». Al riguardo, ha ribadito che «solo l’incontro conil “tu” e con il “noi” apre l’ “io” a se stesso», per cui «la cosiddettaeducazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’edu-cazione». Vanno inoltre superati, ha spiegato il Santo Padre, «scet-ticismo» e «relativismo», che escludono le «due fonti che orientano

LXI Assemblea generale

Comunicato finale dei lavori(Roma, 24-28 maggio 2010)

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

Page 21: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

il cammino umano», ossia la natura – intesa oggi come «una cosapuramente meccanica», priva di «alcun imperativo morale, alcunorientamento valoriale, alcun orientamento dall’essere stesso» – ela Rivelazione («considerata o come un momento dello sviluppostorico, quindi relativo come tutto lo sviluppo storico e culturale»o, comunque, non comprendente «contenuti, ma solo motivazio-ni»). Quando tacciono la natura e la Rivelazione – ha aggiuntoBenedetto XVI – «anche la terza fonte, la storia, non parla più, per-ché diventa solo un agglomerato di decisioni culturali, occasionali,arbitrarie, che non valgono per il presente e per il futuro».Nell’incoraggiare la Chiesa italiana a «percorrere senza esitazione lastrada dell’impegno educativo», il Papa ha additato l’obiettivo di«formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rappor-to con il mondo, forti di una memoria significativa, di un patrimo-nio interiore condiviso, della vera sapienza, che – mentre riconosceil fine trascendente della vita – orienta il pensiero, gli affetti e il giu-dizio».Tale orizzonte di senso ha costituito lo sfondo anche della prolu-sione del cardinale Presidente, ripresa e valorizzata da un ampiodibattito assembleare. In particolare, essa ha ribadito la necessitàche «si affermi una generazione di adulti che non fuggano dalleproprie responsabilità perché disposti a mettersi in gioco, a onora-re le scelte qualificanti e definitive, a cogliere – loro per primi – ladifferenza abissale tra il vivere e il vivacchiare».Il testo degli Orientamenti pastorali è stato presentato nelle sue arti-colazioni: la Lettera di consegna; i quattro capitoli, che evidenziano ifondamenti biblici, teologici, ecclesiali e i riferimenti socio-cultura-li dell’educazione e indicano i percorsi pedagogici e pastorali con-seguenti; la proposta di alcune indicazioni relative a una possibileagenda pastorale per la scansione del decennio. Alla presentazioneè seguito il dibattito in aula e nei gruppi di studio. Ascoltata la sin-tesi finale, l’Assemblea ha approvato il documento a larga maggio-ranza, demandando al gruppo redazionale di integrarlo alla lucedelle osservazioni emerse e degli emendamenti votati. Il testo defi-nitivo sarà presentato nel prossimo settembre al ConsiglioEpiscopale Permanente, che ne autorizzerà la pubblicazione.

374

Page 22: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

375

2. Soci fondatori del Paese

Con i nuovi Orientamenti pastorali la Chiesa aggiunge un altro tas-sello al proprio impegno sul fronte del bene comune, forte di unatradizione e di una storia millenarie, che l’hanno vista in primalinea a servizio dell’uomo e del suo sviluppo integrale. Per questonella prolusione il cardinale Presidente – guardando all’imminentericorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – non ha esitatoad affermare che «i credenti in Cristo si sentono tra i soci fondato-ri di questo Paese».Nell’assicurare che la Chiesa – animata dalla premura per «l’inte-riore unità e la consistenza spirituale» dell’Italia - «non risparmieràenergie morali né culturali per partecipare al significativo anniver-sario», egli ha ribadito che «l’unità del Paese resta una conquista eun ancoraggio irrinunciabili: ogni auspicabile riforma condivisa, apartire da quella federalista, per essere un approdo giovevole, dovràstoricizzare il vincolo unitario e coerentemente farlo evolvere per ilmeglio di tutti». Guardando al futuro, ha evidenziato due realtàstrettamente connesse con il bene del Paese: la famiglia, per la qualeha domandato con urgenza «una politica che sia orientata ai figli»,anche al fine di uscire dal «lento suicidio demografico» verso ilquale l’Italia sta scivolando; il lavoro, «preoccupazione che ango-scia», per cui è stato chiesto «un supplemento di sforzo e di curaall’intera classe dirigente del Paese».Questi temi sono stati ampiamente ripresi nel dibattito assemblea-re, nel quale è pure emersa l’opportunità di individuare un attocomune in vista della ricorrenza. Anche in questo senso la prossimaSettimana sociale, prevista in ottobre a Reggio Calabria, costituisceun’opportunità preziosa.

3. Una verità odiosa, affrontata con chiarezza

I sacerdoti sono ogni giorno a servizio del bene di tutti: «Per comestanno in mezzo al popolo, per come operano, per come si spendo-

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Page 23: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

376

no – ha evidenziato il cardinale Presidente nella prolusione - i nostrisacerdoti sono la gloria della nostra Chiesa. I casi di indegnità nonpossono oscurare il luminoso impegno che il clero italiano nel suocomplesso, da tempo immemore, svolge in ogni angolo del Paese».Il riconoscimento, condiviso dall’Assemblea, è tanto più significati-vo in quanto giunge in un momento in cui la Chiesa è ferita daldramma della pedofilia, un problema “terrificante”, affrontato dalPapa «in maniera chiara ed incisiva». Numerosi interventi hannoribadito la necessità di una vera penitenza e conversione, unita alcoraggio della verità – che, anche quando è «dolorosa ed odiosa»,non può essere taciuta o coperta – senza peraltro lasciarsi intimidi-re da generalizzazioni strumentali. Più voci hanno sottolineato lacentralità della formazione – in particolare negli anni del seminario– per la quale sono richieste precise competenze, unite a un corret-to discernimento, nonché ad una costante attenzione alla qualitàumana e spirituale della vita del clero.

4. Presenza e servizio pastorale dei sacerdoti stranieri in Italia

La missione, che non conosce confini, vive di scambio e di coopera-zione tra le Chiese. Alla generosa tradizione italiana – che annoveraa tutt’oggi circa diecimila missionari, fra cui cinquecento sacerdotidiocesani fidei donum – in tempi recenti si è affiancato anche il feno-meno inverso, che fa registrare una crescente presenza di sacerdotistranieri, coinvolti a tempo pieno nella pastorale delle diocesi ita-liane. Tale fenomeno è stato presentato analizzando alcune que-stioni di fondo: le motivazioni che soggiacciono a tale presenza; ilrischio di impoverire le Chiese di provenienza, contribuendo nelcontempo a raffreddare la disponibilità italiana alla missione; lanecessità di accompagnare attivamente queste nuove presenze.

5. Adempimenti di carattere giuridico-amministrativo

L’Assemblea ha approvato la modifica dei termini per l’approvazio-ne e la comunicazione dei bilanci consuntivi degli Istituti diocesa-ni ed interdiocesani per il sostentamento del clero. Come ogni

Page 24: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

377

anno, è stato presentato e approvato il bilancio consuntivo dellaCEI, sono stati definiti e approvati i criteri per la ripartizione dellesomme derivanti dall’otto per mille per l’anno 2010 ed è stato illu-strato il bilancio consuntivo dell’Istituto centrale per il sostenta-mento del clero.

6. Comunicazioni e informazioni

Distinte comunicazioni hanno illustrato la Fondazione “Missio” eil coordinamento degli organismi pastorali missionari; l’influsso diinternet nell’azione pastorale della Chiesa in Italia; l’applicazioneagli enti ecclesiastici delle normative in materia di sicurezza. Inoltresono stati presentati alcuni appuntamenti di saliente rilievo previ-sti nel prossimo futuro: la 46ª Settimana sociale dei cattolici italia-ni (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010), la 26ª Giornata mondia-le della gioventù (Madrid, 16-21 agosto 2011) e il 25° Congressoeucaristico nazionale (Ancona, 4-11 settembre 2011). È stata pre-sentata la prossima Giornata per la carità del Papa, prevista per il27 giugno, ed è stato approvato il calendario delle attività della CEIper il 2010-2011.A conclusione dei lavori, i vescovi hanno deciso di indirizzare unalettera ai presbiteri italiani, confermando il particolare apprezza-mento per il loro servizio e ribadendo i valori fondamentali eviden-ziati nell’Anno sacerdotale.

7. Nomine

Nel corso dei lavori, l’Assemblea generale ha eletto vice Presidentedella CEI per l’area Nord S.E. mons. Cesare Nosiglia, vescovo diVicenza. Ha poi provveduto a eleggere i presidenti delle dodiciCommissioni episcopali, che faranno parte del ConsiglioPermanente per il prossimo quinquennio:- S.E. mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, presidente della

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Page 25: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

378

Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e lacatechesi;- S.E. mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato, presi-dente della Commissione episcopale per la liturgia;- S.E. mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente dellaCommissione episcopale per il servizio della carità e la salute;- S.E. mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, presidente dellaCommissione episcopale per il clero e la vita consacrata;- S.E. mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistenteecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, presidentedella Commissione episcopale per il laicato;- S.E. mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, presidente dellaCommissione episcopale per la famiglia e la vita;- S.E. mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone–Vero-li–Ferentino, presidente della Commissione episcopale per l’evan-gelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese;- S.E. mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia, presidente dellaCommissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo;- S.E. mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio, presi-dente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, lascuola e l’università;- S.E. mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo diCampobasso–Boiano, presidente della Commissione episcopale peri problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace;- S.E. mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata–Tolen-tino–Recanati-Cingoli–Treia, presidente della Commissione episco-pale per la cultura e le comunicazioni sociali;- S.E. mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua, presidentedella Commissione episcopale per le migrazioni.L’Assemblea generale ha eletto membri del Consiglio per gli affarieconomici: S.E. mons. Alfonso Badini Confalonieri, vescovo diSusa; S.E. mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa; S.E.mons. Pietro Farina, vescovo di Caserta; S.E. mons. LorenzoGhizzoni, vescovo ausiliare di Reggio Emilia–Guastalla.La Presidenza della CEI, nella riunione del 24 maggio, ha nominatoassistenti ecclesiastici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: per lasede di Milano, p. Enzo Viscardi, IMC; per la sede di Roma, don PaoloMorocutti, dell’arcidiocesi di Siena–Colle di Val d’Elsa– Montalcino.

Page 26: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

379

Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione straordinaria del26 maggio, ha provveduto alle seguenti nomine:- don Cataldo Zuccaro, della diocesi di Frosinone–Vero-li–Ferentino, assistente ecclesiastico nazionale del MovimentoEcclesiale di Impegno Culturale (MEIC), per un ulteriore triennio;- don Paolo Mignani, dell’arcidiocesi di Torino, assistente ecclesia-stico nazionale della Gioventù Operaia Cristiana (GIOC);- don Renzo Migliorini, della diocesi di Verona, assistente ecclesia-stico nazionale del Movimento Apostolico Ciechi, per un ulteriorequadriennio;- dott. Alberto Ratti, presidente nazionale maschile della Federa-zione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI).Il Consiglio Permanente ha aggiornato la composizione delComitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cat-tolici italiani, per quanto concerne i membri vescovi: S.E. mons.Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso–Boiano,presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e illavoro, la giustizia e la pace; S.E. mons. Arrigo Miglio, vescovo diIvrea; S.E. mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina. S.E.Mons. Miglio è stato confermato presidente dello stesso Comitato.

Roma, 29 maggio 2010

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Page 27: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010
Page 28: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Messaggio dei vescovi italianiai sacerdoti che operano in Italia

Carissimi,

Noi vescovi, riuniti in Assemblea generale, abbiamo avvertito ilforte desiderio di scrivervi mentre l’Anno sacerdotale si avvia allaconclusione. Il nostro primo pensiero è sempre per voi, e lo è statoancora di più in questi mesi. Incalzati da accuse generalizzate, chehanno prodotto amarezza e dolore e gettato il sospetto su tutti,abbiamo pregato e invitato a pregare per voi. Non sono mancateoccasioni di ascolto e di dialogo per condividere la grazia e la bene-dizione del ministero ordinato. Ora, tutti insieme vogliamo espri-mervi la nostra cordiale stima e vicinanza, ispirata dalla comuneresponsabilità ecclesiale.La nostra vuole essere, anzitutto, una parola di gratitudine. La gloriadi Dio risplende nella vostra vita consumata nella fedeltà al Signoree all’uomo, perché siete pazienti nelle tribolazioni, perseverantinella prova, animati da carità, fede e speranza.Noi siamo fieri di voi! Il bene che offrite alle nostre comunità nel-l’esercizio ordinario del ministero è incalcolabile e, insieme ai fede-li, noi ve ne siamo grati. La vostra consolazione non dipenda dairisultati pastorali, ma attinga alla presenza amica dello SpiritoParaclito e alla partecipazione al calice del Signore, dal cui amoresiamo stati conquistati.

381

Page 29: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

È anche una parola con cui ci invitiamo a vicenda a perseverare nel cam-mino di conversione e di penitenza. La vocazione alla santità ci spinge anon rassegnarci alle fragilità e al peccato. Essa è un appello accora-to di Gesù e un imperativo per tutti: venite a me!... rimanete in me!...seguitemi! Questa irresistibile sollecitazione ci commuove e ci spin-ge ad andare avanti, ci aiuta a non adagiarci sulle comodità, a nonlasciarci distogliere dall’essenziale, a non rassegnarci a ciò che è soloabituale nel ministero.La Chiesa ci affida il Vangelo che illumina i nostri passi, corregge lenostre derive, ispira i pensieri e i sentimenti del cuore e sostiene ildesiderio di bene presente nell’animo di ciascuno. Accogliamo congioia la sua parola di speranza e di verità, desiderosi di lasciarci edu-care da lui. Davanti a noi sta una promessa: «Ecco sto alla porta ebusso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verròda lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). La chiamata che ciha afferrato e plasmato ci aiuterà a superare anche le tribolazioni diquesto tempo, corrispondendo con rinnovato slancio al mandatoche ci è stato affidato.È, infine, una parola di incoraggiamento. Quando il Signore ha inviatoi discepoli in missione ha detto loro: «Io sono con voi tutti i giornifino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Non ci ha promesso una vitafacile, ma una presenza che non verrà mai meno. Senza di lui siamonulla e non possiamo fare niente; dimorando in lui i nostri fruttisaranno abbondanti e duraturi. La sua compagnia non ci mette alsicuro dagli attacchi del maligno né ci rende impeccabili, ma ci assi-cura che il male non avrà mai l’ultima parola, perché chi si fa cari-co del proprio peccato può sempre rialzarsi e riprendere il cammi-no. Vi sostenga la comunione del presbiterio, la nostra paternità, lacertezza della presenza del Signore Risorto che rende possibileattraversare ogni prova.Gratitudine, conversione, incoraggiamento: questo vi diciamo peressere ancora più uniti nel condividere l’impegno e la gioia delministero a servizio delle nostre Chiese e del Paese.Ci protegga la Vergine Maria. Ci benedica Dio che dona senza misu-ra la consolazione di sperimentarlo vivo nella fede.

I Vescovi delle Chiese che sono in ItaliaRoma, 28 maggio 2010

382

Page 30: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

DOCUMENTI DELLA CHIESA ITALIANA

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Messaggio per la V Giornata per la salvaguardia del creato

Custodire il creato, per coltivare la pace(1 settembre 2010)

La celebrazione della 5ª Giornata per la salvaguardia del creato costitui-sce per la Chiesa in Italia un’occasione preziosa per accogliere e appro-fondire, inserendolo nel suo agire pastorale, il profondo legame che inter-corre fra la convivenza umana e la custodia della terra, magistralmentetrattato dal Santo Padre Benedetto XVI nel Messaggio per la 43ªGiornata mondiale della pace (1° gennaio 2010), intitolato Se vuoi colti-vare la pace, custodisci il creato.

1. Il dono della pace

La Sacra Scrittura ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace,evocata dal termine shalom nella sua realtà articolata: essa interessatanto l’esistenza personale quanto quella sociale e giunge a coin-volgere lo stesso rapporto col creato. L’assenza di guerre costituisce,infatti, solo un elemento di una dinamica che investe la vita umanain tutte le sue dimensioni e che, secondo l’Antico Testamento, sirealizzerà in pienezza nel tempo messianico (cfr Is 11,1-9). Anche ilNuovo Testamento evidenzia tale ricchezza di significato, collegan-do strettamente la pace alla Croce del Signore, da cui sgorga comedono prezioso di riconciliazione: Cristo stesso, secondo le paroledell’apostolo Paolo, «è la nostra pace» (Ef 2,14).

383

Page 31: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

L’uno e l’altro Testamento convergono, poi, nel sottolineare lostretto legame che esiste tra la pace e la giustizia, messo in forterilievo dal profeta Isaia: «praticare la giustizia darà pace, onorare lagiustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre» (Is 32,17). Nellaprospettiva biblica, l’abbondanza dei doni della terra offerti dalCreatore fonda la possibilità di una vita sociale caratterizzata daun’equa distribuzione dei beni. È la logica della manna: «colui chene aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne avevapreso di meno, non ne mancava» (Es 16,18).

2. La pace minacciata

Benedetto XVI ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrinooggi i poveri per accedere alle risorse ambientali, comprese quellefondamentali come l’acqua, il cibo e le fonti energetiche. Spesso,infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così inten-so da determinare situazioni di forte degrado, che minacciano l’a-bitabilità della terra per la generazione presente e ancor più perquelle future. Questioni di apparente portata locale si rivelano con-nesse con dinamiche più ampie, quali per esempio il mutamentoclimatico, capaci di incidere sulla qualità della vita e sulla saluteanche nei contesti più lontani.Bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti è cresciuto ilflusso di risorse naturali ed energetiche che dai paesi più poverivanno a sostenere le economie delle nazioni maggiormente indu-strializzate. La recente Assembla speciale del Sinodo dei vescovi perl’Africa ha denunciato con forza la grave sottrazione di beni neces-sari alla vita di molte popolazioni locali operata da imprese multi-nazionali, spesso col supporto di élites locali, al di fuori delle rego-le democratiche. Come osserva il Papa nell’Enciclica Caritas in veri-tate, «l’incetta delle risorse naturali, che in molti casi si trovano pro-prio nei Paesi poveri, genera sfruttamento e frequenti conflitti trale Nazioni e al loro interno» (n. 49). Anche le guerre – come delresto la stessa produzione e diffusione di armamenti, con il costoeconomico e ambientale che comportano – contribuiscono pesan-temente al degrado della terra, determinando altre vittime, che siaggiungono a quelle che causano in maniera diretta.

384

Page 32: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

385

Pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e laminaccia a una di esse si riflette anche sulle altre: «Il libro dellanatura è uno e indivisibile, sul versante dell’ambiente come sul ver-sante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia,delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integra-le» (n. 51).

3. Un dovere gravissimo

È in questo contesto che va letto il richiamo del Papa a una respon-sabilità ad ampio raggio, al «dovere gravissimo (…) di consegnare laterra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possanodegnamente abitarla e ulteriormente coltivarla» (n. 50). Tale dovereesige una profonda revisione del modello di sviluppo, una vera epropria «conversione ecologica». La famiglia umana è chiamata aesercitare un responsabile governo dell’ambiente, nel segno di «unasolidarietà che si proietti nello spazio e nel tempo» (Messaggio perla 43ª Giornata mondiale della pace, n. 8), guardando alla genera-zione presente e a quelle future. È impossibile, infatti, parlare oggidi bene comune senza considerarne la dimensione ambientale,come pure garantire il rispetto dei diritti fondamentali della perso-na trascurando quello di vivere in un ambiente sano. Si tratta di unimpegno di vasta portata, che tocca le grandi scelte politiche e gliorientamenti macro-economici, ma che comporta anche una radi-cale dimensione morale: costruire la pace nella giustizia significainfatti orientarsi serenamente a stili di vita personali e comunitaripiù sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energierinnovabili. È un’indicazione da realizzare a tutti i livelli, secondouna logica di sussidiarietà: ogni soggetto è invitato a farsi operato-re di pace nella responsabilità per il creato, operando con coerenzanegli ambiti che gli sono propri.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Page 33: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

4. Contemplare la creazione di Dio

Tale impegno personale e comunitario per la giustizia ambientalepotrà trovare consistenza – lo sottolinea ancora Benedetto XVI –contemplando la bellezza della creazione, spazio in cui possiamocogliere Dio stesso che si prende cura delle sue creature. Siamo,dunque, invitati a guardare con amore alla varietà delle creature, dicui la terra è tanto ricca, scoprendovi il dono del Creatore, che inesse manifesta qualcosa di sé. Questa spiritualità della creazionepotrà trarre alimento da tanti elementi della tradizione cristiana, apartire dalla celebrazione eucaristica, nella quale rendiamo grazieper quei frutti della terra che in essa divengono per noi pane di vitae bevanda di salvezza.Già nel 1983 l’Assemblea di Vancouver del Consiglio Ecumenicodelle Chiese invitava i cristiani a una “visione eucaristica”, capace diabbracciare la vita personale e sociale, che si realizza nel creato.Oggi la stessa pace con il creato è parte di quell’impegno contro laviolenza che costituirà il punto focale della grande convocazioneecumenica prevista nel 2011 a Kingston, in Giamaica. Celebriamo,dunque, la 5ª Giornata per la salvaguardia del creato in spirito difraternità ecumenica, nel dialogo e nella preghiera comune con ifratelli delle altre confessioni cristiane, uniti nella custodia dellacreazione di Dio. Siamo certi, infatti, che Dio, «tramite il creato, siprende cura di noi» (ivi, n. 13).

Roma, 1° maggio 2010

Commissione episcopaleper l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

Commissione episcopaleper i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace

386

Page 34: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

1 Intervento presso l’Università degli Studi di Salerno, nell’ambito delle iniziative cultura-li del Dottorato di ricerca della Facoltà di Scienze Politiche, il 12 maggio 2010.

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Questione meridionale, Chiesa e politica1

1. Le solide radici dell’attenzione della Chiesa italiana nei confrontidel Mezzogiorno

L’attenzione della intera Chiesa italiana nei confronti del Mez-zogiorno non ha inizio con il recente documento dell’Episcopatoitaliano del 21 febbraio 2010 “Per un Paese solidale. Chiesa italianae Mezzogiorno”. Questa attenzione ha radici solide.

Un primo avvicinamento lo si deve alla lettera collettiva su “I pro-blemi del Mezzogiorno” redatta da monsignor Antonio Lanza nel1948 e sottoscritta dall’episcopato meridionale continentale, senzala firma dell’episcopato siciliano. La lettera del 1948 corrisponde aduna lettura della società meridionale che rappresenta la concezionedella Chiesa come società garante di un ordine sociale fondato pre-valentemente sulla giustizia e sulla carità in linea con il Vaticano Ie in accordo con il magistero sociale di Leone XIII, Pio XI e Pio XII.A questi insegnamenti si era peraltro ispirata la XXI Settimanasociale dei cattolici italiani tenuta a Napoli dal 21 al 28 settembre

387

Page 35: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

388

1947 su “I problemi della vita rurale”, che aveva, fra l’altro, analiz-zato la società meridionale sulla base del ruralismo e della solida-rietà. In debita considerazione vanno anche tenute le coeve missio-ni religioso-sociali promosse dall’Azione Cattolica Italiananell’Italia meridionale nel 1948-49, tese ad elaborare una strategiadi intervento che evidenziasse la priorità della questione meridio-nale in Italia.La Chiesa italiana sino dai primi anni di vita della CEI ha chiaracoscienza dei problemi del Mezzogiorno. Già nelle iniziali riunionii presidenti delle Conferenze regionali del Sud fanno spesso sentirela loro voce su problemi specifici riguardanti il Mezzogiorno, oppu-re, come fa nel 1953 Enrico Nicodemo, arcivescovo di Bari, il qualepropone lo studio e la discussione sul Mezzogiorno da parte del-l’intera CEI in una delle riunioni annuali, specificando che l’urgen-za viene dalla particolare carenza di educazione sociale e civica dellepopolazioni del Sud e sottolineando come spesso anche molti cat-tolici praticanti sbandano sul terreno sociale e politico, vista la pre-dominanza nel Mezzogiorno dell’individualismo e del sentimenta-lismo. La Chiesa italiana non ha una linea ecclesiale nei confrontidei problemi del Mezzogiorno. È la Congregazione Concistoriale,che nel dicembre 1954 comunica al presidente della CEI che, conl’approvazione del papa, è stata costituita una Commissione speci-fica per studiare i mezzi più efficaci ed opportuni “per la difesadella fede e dei costumi tra le popolazioni del Mezzogiornod’Italia”. Presidente è stato nominato l’arcivescovo di Napoli,Marcello Mimmi, e segretario il suo ausiliare Alfonso Castaldo. Èintenzione della Congregazione vaticana che questa commissionerientri fra gli organismi ordinari della Chiesa italiana. Però, vistal’urgenza, viene comunicato che la Commissione per il Sud inizierài propri lavori immediatamente, a dicembre 1954, sotto la presi-denza dello stesso segretario della Congregazione Concistoriale, ilcardinale Adeodato Piazza. Nelle conclusioni dell’Assemblea dellaCEI del gennaio 1955 si ritrova l’interesse dei vescovi italiani per lacostituzione della Commissione episcopale per il Mezzogiorno, madi tale Commissione non si troverà più traccia.

Negli anni Sessanta i problemi del Mezzogiorno assumono diversaconnotazione. Dall’osservatorio della CEI nel 1961 emerge che nel

Page 36: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

389

Sud le presenze a messa sono ancora alte, dal 40% al 70%, rispettoal Nord che si attesta intorno al 25-30%. Il fenomeno delle “chiesedeserte” tocca poco il Sud. Ma è il problema della emigrazione mas-siccia dal Sud al Nord della penisola, che spopola intere regioni pergonfiarne altre, che ha ripercussioni sulla religiosità di molti italia-ni. Fra i tanti problemi causati da questo trasferimento c’è la pocaaccoglienza di molte regioni settentrionali nei confronti dei meri-dionali emigrati. Il cartello spesso esposto nei locali del Nord “Quinon si accettano meridionali” è preoccupante, secondo UgoCamozzo vescovo delegato della CEI per l’emigrazione. C’è bisognodi richiamare i fedeli verso un maggiore impegno di “solidarietà”evangelica nei confronti degli emigranti e la Chiesa italiana emanauna lettera pastorale collettiva sul problema delle migrazioni.Passati gli anni del Concilio Vaticano II, una presa di coscienzamaggiore e più organica dei problemi del Mezzogiorno arriva a par-tire dall’assemblea generale della CEI che si svolge a Roma dal 14 al19 aprile 1969. Dopo la relazione introduttiva del cardinale presi-dente, Giovanni Urbani, i vescovi italiani dibattono divisi in tregruppi di studio, distinti per appartenenza regionale: Nord, Centroe Sud. I vescovi del Sud, su sollecitazione di monsignor MicheleMincuzzi, ausiliare di Bari, preparano un documento sulla situa-zione economico-sociale del Mezzogiorno. Dichiarano di voler esse-re in continuità con la tradizione avviata dalla lettera collettiva del1948. Notano che il divario economico tra Nord e Sud, anzichédiminuire si è notevolmente aggravato. Denunciano il permaneredelle condizioni che spingono all’emigrazione dai campi, la notevo-le disoccupazione e la persistenza di zone di analfabetismo. I vesco-vi del Sud si appellano ai responsabili della politica e al mondo del-l’economia per superare le difficoltà e risolvere i problemi con rapi-dità; ma l’appello è rivolto anche alla gente del Sud, affinché diven-ti protagonista della propria rinascita. L’interessante documentodei vescovi meridionali viene fatto proprio dall’assemblea plenariadei vescovi italiani dell’aprile 1969 e citato nel comunicato finaledei lavori. Per la prima volta tutto l’episcopato italiano assume unaposizione ufficiale sui problemi del Mezzogiorno.

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Page 37: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

390

I problemi del Sud ritornano nella sessione dell’8-10 maggio 1973dove emerge l’opportunità di emanare un documento sui problemidel Sud a nome di tutto l’episcopato italiano, visto che proprio nel1973 cadeva il venticinquesimo anniversario dell’uscita della pasto-rale collettiva del 1948. Una bozza per un documento collettivo sulSud viene presentata nel corso dell’annuale assemblea della CEI del1974 e approvata a maggioranza come progetto per una secondastesura da affidare ad un gruppo di lavoro formato da vescovi delNord, del Centro e del Sud. Il testo di questa lettera rimarrà inbozza e mai pubblicato vista l’impossibilità di amalgamare le osser-vazioni pervenute da varie parti d’Italia che inducevano, per la lorodiversità inaccordabile, a lasciar cadere l’ipotesi di un documentocollettivo di tutti i vescovi italiani sul Mezzogiorno. L’anniversariodella lettera del 1948 verrà concretamente ricordato solo dall’arci-vescovo di Potenza, Aurelio Sorrentino, con la lettera pastorale “Iproblemi del Mezzogiorno 1948-1973”.È con gli anni Ottanta che le questioni meridionali diventano patri-monio della Chiesa italiana, infatti il 18 ottobre 1989 viene pubbli-cato il documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana eMezzogiorno”. Quello che emerge dall’analisi del documento del1989, rispetto a quello del 1948, è la messa a nudo della disomoge-neità del Sud e questo porta a far intravedere l’esistenza di piùMezzogiorni, sia per quanto riguarda la complessità della societàmeridionale, non più confinata nell’ambito circoscritto del mondorurale e delle questioni agrarie, sia per quanto riguarda i caratteridella cultura del Mezzogiorno. Il documento del 1989 sottolineacon determinazione il principio della crescita autopropulsiva delMezzogiorno, una crescita che abbia come obiettivo primario nonla ricerca ossessiva dell’abbattimento del dualismo Nord-Sud, bensìla determinazione e la consapevolezza dell’esistenza di una risorsameridionale che impegna il Mezzogiorno ad accorciare i divari e alegittimare un protagonismo che sia innanzi tutto culturale. Eccoperché nel gennaio 1996 i vescovi delle conferenze episcopali diBasilicata, Calabria, Campania e Puglia, insieme ai rappresentantidelle diverse istituzioni che fanno parte della Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale si ritrovano a Napoli per approfondire e pro-muovere le condizioni del dialogo fra Vangelo e cultura nelle regio-ni del Mezzogiorno, condizioni caratterizzate da una ricchissima

Page 38: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

391

storia di pensiero teologico e filosofico, e si ritrovano inoltre pertendere insieme verso la coniugazione della memoria della fede coni problemi reali della gente del Sud.

2. Il Mezzogiorno plurale

Introducendo i lavori del convegno “Chiesa nel Sud, Chiese delSud. Nel futuro da credenti responsabili”, tenutosi a Napoli il 12-13 febbraio 2009, il cardinale Crescenzio Sepe si chiedeva «se in pre-senza di tanti Mezzogiorni abbia ancora senso parlare di un soloMeridione». In effetti, «il Mezzogiorno è un’area in cui hannocoabitato, con difficili problemi di amalgamazione, diverse realtàdal passato fortemente divergente dalle radici marcatamente diva-ricate». Da questo punto di vista, è sempre più chiaro che in Italia«non esiste un solo meridione, ma tanti». Di questo, peraltro, ildocumento del 1989 è perfettamente consapevole quando, purrivolgendosi “al” Mezzogiorno (singolare), mostra bene, però, disapere che esso «non è una realtà omogenea» e che «appare piùappropriato parlare di “Mezzogiorni”» (n. 7) e significativamentenel documento del 2010 il paragrafo 13 viene titolato “Da un Suddifferenziato un impegno unitario”.Si presenta forte la tentazione di considerare monoliticamente ilMezzogiorno d’Italia, cedendo ad una ”immagine condivisa” moltoin uso nel mondo pubblicitario. La ricerca storica crea un forte attri-to su questa tentazione, perché articolatamente ha dimostrato lapluralità delle dimensioni identitarie del Mezzogiorno. Gli elementie gli studi storici offrono più che l’immagine di una identità meri-dionale unica e monolitica, un profilo plurale del Mezzogiorno. La scelta di fondo degli storici è stata quella di un particolarismostorico per aree ben definite, come la più rispondente all’esigenza diindagini su un territorio non omogeneo, partendo dal presuppostodi un Mezzogiorno non immobile, diversificato e vario nelle sueparti e nelle sue aree territoriali, individuabili sulla base di analisisociali, economiche, culturali e religiose. È storicamente difficile

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Page 39: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

392

scorgere un “vincolo identitario unico” per il Mezzogiorno, anchese le terre del Sud d’Italia sono state unite dalla stessa realtà monar-chica, tranne brevissime parentesi, a partire da Ruggero IId’Altavilla, re di Sicilia dal 1130, fino a Francesco II di Borbone, redelle Due Sicilie fino all’Unità d’Italia.Proprio il momento dell’unione del Sud nel grande Stato italianodetermina l’identificazione del Sud come il “Mezzogiorno” e diven-ta in blocco oggetto di studio e di analisi da parte di sociologi,antropologi, politici, economisti che vanno a costituire la categoriadei meridionalisti. Il meridionalismo diventa così una sorta di gri-glia interpretativa attraverso cui ci si accosta, nell’Italia unita, allastoria del Mezzogiorno, da allora in poi letta come storia della“Questione meridionale”, cioè di quei tentativi compiuti dallo statonazionale per sanare le lacerazioni sociali, culturali ed economicheconseguenti all’incontro fra Nord e Sud dell’Italia. Un Mezzogiorno “differenziato”, come lo definisce il documentodel 2010, e non omogeneo e immobile, può essere meno interes-sante di un meridione unico e problema eterno, ma il patrimonio distoria del Mezzogiorno è rappresentato da un percorso non unica-mente polarizzato, è rappresentato da un percorso a stella.Peraltro lo stesso Mezzogiorno religioso fruisce di una particolarecondizione costitutiva di partenza che spinge ad identificare nongià una “Chiesa meridionale” bensì una “Chiesa che è nelMezzogiorno d’Italia”, cioè un insieme di chiese locali “diocesane”presenti sul territorio meridionale, perché «se esiste uno specificosettore che per le sue peculiarità istituzionali e per i suoi risvolticostituzionali possa definirsi eminentemente locale, questo è certa-mente il settore della storia della chiesa. Esso, infatti, assume comeambito di ricerca e come campo di verifica la Chiesa locale intesacome microcosmo teologico e come struttura essenziale entro cui ilprocesso della historia salutis trova la sua naturale collocazione» equindi la Chiesa in quanto tale, e come realtà istituzionale, altro nonè che il risultato di comunione delle varie Chiese locali. È quindi unartificio culturale l’individuazione di una “Chiesa meridionale”.

Page 40: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

393

3. Il documento del 2010

Il documento del febbraio 2010 è stato preceduto da un interes-sante itinerario di studio conclusosi con il convegno “Chiesa nelSud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti responsabili”, tenutosia Napoli il 12-13 febbraio 2009. A venti anni dal documento “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa ita-liana e Mezzogiorno” del 1989 appare necessario aprire un forumper cogliere i cambiamenti avvenuti e ripensare le strategie da adot-tare per rendere più incisiva l’azione della Chiesa nel Mezzogiorno.A tale scopo, su iniziativa del cardinale Sepe, i presidenti delle cin-que Conferenze episcopali delle regioni dell’Italia meridionalenominano una commissione scientifica per avviare una riflessionecomune, i cui orientamenti sarebbero successivamente confluiti inun nuovo documento della Conferenza Episcopale Italiana sulmezzogiorno. Nasce così una commissione formata dai rappresen-tanti delle singole regioni, eletti dalle rispettive Conferenze episco-pali. Di essa fanno parte anche i presidi delle tre Facoltà teologichepresenti sul territorio meridionale. Convocata nell’episcopio diNapoli, la Commissione lavora a lungo per ritrovare una lineacomune in un panorama vasto e complesso. Man mano che si pro-cede affiorano progressive convergenze, pur nella diversità di posi-zioni culturali di partenza. Si profila così la possibile articolazionedei contenuti di un convegno quale momento conclusivo di valoreprospettico. Fissato l’orizzonte dei contenuti da proporre, la com-missione passa a designare i relatori: Piero Barucci, GiuseppeSavagnone, Alessandro Pajno, Carlo Greco. Questi sono invitatidalla commissione più volte per discutere insieme dei vari ambititematici, in modo da evitare sovrapposizioni o possibili sfasature.Alla fine i relatori redigono gli abstract dei loro contributi che ven-gono inviati a tutte le diocesi del Sud, perché se ne possa discuterea vari livelli e si avvii un processo di coinvolgimento e di condivi-sione delle linee da adottare. Le diverse osservazioni vengono messea disposizione della commissione e dei relatori per la stesura finaledei contributi. Al convegno di Napoli partecipano oltre ottanta

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Page 41: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

394

vescovi con le rispettive delegazioni di tutte le diocesi del Sud, oltreai rappresentanti delle congregazioni religiose, ai rappresentantidei movimenti ecclesiali, alle organizzazioni laicali, agli esponentidel mondo della cultura. A Napoli sono presenti le Chiese del Sud:80 diocesi, 4000 parrocchie, un grande numero di associazioni,scuole, istituti religiosi, aggregazioni varie, una rete unica che siestende in maniera ramificata su tutto il territorio meridionale. Irisultati del convegno vengono raccolti in volume e affidati alla CEIin vista della stesura di un documento dell’intero episcopato italia-no sul Mezzogiorno. Il lavoro della commissione e il convegno stes-so hanno rappresentato una autentica occasione di stile sinodale,mai vissuto nella preparazione di documenti dell’episcopato italia-no e meno ancora di documenti sul Mezzogiorno.Con queste premesse il documento del 21 febbraio 2010 metteancora una volta il Mezzogiorno al centro dell’attenzione dellaintera Chiesa italiana. L’azione di evangelizzazione della Chiesa, per esplicare pienamente lasua azione di salvezza e di promozione umana, deve necessariamenteessere contestualizzata e incarnata nella realtà sociale nella qualeopera, all’interno di una visione unitaria sia ecclesiale che comunita-ria. Va visto in questi termini il documento dell’Episcopato italiano.Tutto va inteso non come una denuncia, che rischierebbe di restareimproduttiva di effetti concreti sul piano del cambiamento, ma comeun invito a prendere coscienza del permanere di una condizione didisagio delle popolazioni del Mezzogiorno; inoltre, come un appelload operare con sinergia per rimuovere gli ostacoli e favorire la cresci-ta complessiva della società meridionale in un’ottica nazionale di svi-luppo; infine, tutto va inteso come dichiarata disponibilità dellaChiesa a cooperare concretamente ed efficacemente, lanciando unasfida educativa capace di trasformare le coscienze e i comportamenticon una lotta ferma alla corruzione, alle illegalità, alla disonestà.Lo spettro di osservazione del documento è ampio, perché toccamali antichi come il fatalismo ed emergenze moderne come la que-stione ecologica, e anche tematiche recentissime come il federali-smo, sul quale il giudizio dei vescovi è chiaro: esso non deve accen-tuare le distanze tra le diverse parti d’Italia ma saper essere «solida-le, realistico e unitario» (n. 8), senza che lo Stato rinunci a proteg-gere i diritti fondamentali di tutti gli italiani.

Page 42: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

395

La “questione meridionale” non è affatto superata; forse lo è sulpiano terminologico. Ma certamente resta tale, e in tutta la suacomplessità, dal punto di vista sostanziale. Certamente molti passiavanti sono stati compiuti e risorse finanziarie sono arrivate al Sud,ma è mancato un disegno complessivo per cui si è avuto uno svi-luppo parziale e incompiuto caratterizzato da singole e slegate rea-lizzazioni piuttosto che da interventi organici e integrati. Si è ope-rato a macchia di leopardo e senza un armonico progetto che tenes-se conto delle specifiche risorse e vocazioni territoriali, valorizzan-do progetti e capacità locali. Conseguentemente, permangono tantiSud con differenti problemi e prospettive.Nel documento i Vescovi hanno attribuito alla dimensione educa-tiva un ruolo primario nella crescita del Mezzogiorno. Bisogna farerete, mettersi insieme, far sentire solidarietà e vicinanza, parlare alcuore e alla mente della gente. Occorre agire sulle famiglie, sui gio-vani, nella scuola. La Chiesa è impegnata in questo senso, elevandola voce di condanna nei confronti di quanti scelgono la prepotenza,la violenza, la morte. La grande maggioranza della gente è accantoalla Chiesa in questa battaglia difficile, ma non impossibile seaffrontata con coraggio, con chiarezza e con determinazione, comeil documento chiede.I giovani costituiscono la vera forza e la grande risorsa del Sud cheva preservata, incoraggiata e valorizzata. È pur vero che nell’eradella globalizzazione ci possono essere singole aspirazioni a recarsiin altri Paesi e in determinate strutture avanzate per perfezionare leproprie conoscenze, per affinare il proprio sapere, per arricchire ilproprio bagaglio culturale, per sviluppare particolari ricerche. Ma èevidente che occorre limitare o bloccare gli esodi di giovani energiee di intelligenze, creando sul territorio condizioni di sviluppo e dicrescita complessiva e integrata, per favorire l’inserimento dei gio-vani nel mondo del lavoro, delle professioni e della ricerca. Questosarà possibile se si potenzieranno le università e le strutture scienti-fiche, se verranno incentivate la ricerca e l’innovazione tecnologica,se si realizzeranno politiche di investimenti per nuove attività pro-duttive.

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Page 43: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

396

La speranza per il Mezzogiorno indicata dai vescovi italiani risiedein primo luogo nell’affrontare proprio la sfida educativa: «Si devereagire urgentemente contro questo progressivo degrado», che «nelMezzogiorno raggiunge livelli drammatici» (n. 17). La sfida è seriae implica anche che le nuove generazioni riescano a guardare «algratuito e persino al grazioso, e non solo all’utile e a ciò che con-viene; al bello e persino al meraviglioso, e non solo al gusto e a ciòche piace; alla giustizia e persino alla santità, e non solo alla conve-nienza e all’opportunità». Non è una utopia. La sfida educativa èposta dal documento a ragion veduta, non è impossibile e si puòvincere, proprio grazie ai giovani, alla loro intelligenza, alla loromodernità, al loro entusiasmo, che non sono categorie astratte macostituiscono presupposti forti che possono portare al cambia-mento e al riscatto, all’interno peraltro di un tessuto sociale chenon è solo carico di violenza, ma è anche estremamente qualificatoe ricco di risorse. La Chiesa invita a guardare al Mezzogiorno “con amore”, a condi-viderne i bisogni e le speranze. Fa appello all’intelligenza, alla crea-tività, al coraggio di un “pensare insieme”, all’assunzione di unaresponsabilità nuova, riponendo grande speranza proprio nei gio-vani del Sud. Sono loro, in qualche modo, i protagonisti del docu-mento, sollecitati continuamente al duro ma necessario compitodel riscatto da modelli di pensiero individualisti e da strutture chesfruttano e abbruttiscono il territorio. Sono loro a essere stimolatia valorizzare il patrimonio morale e religioso che il Mezzogiorno,nonostante tutto, sa ancora esprimere, e incoraggiati a sperimenta-re nuove strade nello sviluppo economico, chiamati a favorire «uncambiamento di mentalità e di cultura» per vincere «i fantasmidella paura e della rassegnazione», chiamati «a parlare e testimo-niare la libertà nel e del Mezzogiorno» (n. 16).«Conosco personalità di giovani cattolici che sarebbero in grado diassumersi la responsabilità politica come alta forma di carità. Notoperò che nelle comunità manca un incoraggiamento più deciso inquesta direzione, manca una educazione a questo: nelle catechesidovrebbe emergere questo impegno per costruire la città terrena,che è un dovere di ogni cristiano» (O. Pagone, Mons. Cacucci allo sco-perto: le mie domande ai politici – Intervista, “La Gazzetta delMezzogiorno”, 10 settembre 2008).

Page 44: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

397

L’omelia del card. Bagnasco, tenuta a Napoli il 13 febbraio 2009 nel-l’ambito del convegno “Chiesa nel Sud. Chiese del Sud. Nel futuroda credenti responsabili” offre gli spunti migliori per concludere: «Come Pastori sappiamo che il Vangelo è sorgente di una culturarinnovata, di un modo di sentire e di concepire la sacralità dellavita, la dignità di ogni persona, la bellezza del vivere insieme nel-l’armonia e nella pace, nella operosità che nasce dal mettere a frut-to i talenti di intelligenza e di cuore che il Signore ha dato a ciascu-no per il bene di tutti. Ma da protagonisti! Con quella dose di fie-rezza che non vuole essere superiorità e sufficienza, ma consapevo-lezza e responsabilità. Si tratta dunque non solo di crescere nellacoscienza delle proprie possibilità, e sono molte, ma anche dellapossibilità di farcela se, insieme, si reagisce ai mali che ovunque,dove l’uomo vive, si annidano ed esplodono. Insieme, disposti aguardare ad un interesse più alto di ogni particolarismo. Insieme,sapendo che nessuna autorità centrale o periferica - pur doverosa enecessaria - può sostituire il protagonismo che localmente e in retesi può sprigionare. Basta che ognuno prenda coscienza di ciò che èquesta parte del nostro Paese e di ciò che può essere per il bene pro-prio e di tutti. Non si tratta di creare un’altra Italia, ma di costrui-re l’unico Paese con la partecipazione di ricchezze diverse, conver-genti e complementari, così da sentire la gioia e la sofferenza di unaparte come la gioia o la sofferenza di tutti».

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

MAGISTERO E ATTI DELL’ARCIVESCOVO

Page 45: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010
Page 46: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Cari fratelli e sorelle,

sono veramente lieto di trovarmi in questa maestosa Basilica, a cele-brare l’Eucaristia in occasione della solenne ricorrenza dellaTraslazione delle spoglie mortali di san Nicola. Vi saluto tutti congrande affetto, ad iniziare dal vostro Arcivescovo mons. FrancescoCacucci, che ringrazio per le cortesi parole che mi ha indirizzato.Saluto con deferenza le autorità civili e militari, esprimendo grati-tudine per la loro significativa presenza. Un particolare saluto rivol-go ai Padri Domenicani, che amorevolmente custodiscono questachiesa, tanto cara al popolo cristiano e meta di numerosi pellegri-naggi che testimoniano la devozione profonda della gente diOriente e di Occidente nei confronti di san Nicola. Vi porto ilbeneaugurante saluto e la benedizione del Santo Padre BenedettoXVI, che volentieri si unisce spiritualmente a noi in questa festa cosìsuggestiva e carica di religiosità.In questo 923° anniversario della Traslazione, con animo devoto eorante, celebriamo il vescovo san Nicola, patrono di Bari e del terri-

Omelia di S.Em. il card. Tarcisio Bertone,Segretario di Stato, nella Festa

della Traslazione delle reliquie di S. Nicola(9 maggio 2010)

PONTIFICIA BASILICA S. NICOLA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

399

Page 47: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

400

torio circostante. Egli, secondo la più antica tradizione manoscrit-ta, era vescovo di Myra, città della Licia in Asia Minore (odiernaTurchia). Era un pastore d’anime, un vescovo dedito al bene del suogregge, in una regione – la Licia – alquanto fuori della ribalta cul-turale del tempo. Sottoscrisse a Nicea (325) durante lo storicoConcilio, la fede nella divinità di Cristo, proclamato consustanzia-le al Padre. Si mantenne fermo nel confessare la fede anche duran-te le violente persecuzioni che seguirono la politica filo-cristianadell’imperatore Costantino. Il santo vescovo era impegnato nonsoltanto nella diffusione della verità evangelica, ma anche nell’an-dare incontro alle necessità dei poveri e dei bisognosi, nel protegge-re i perseguitati. Uomo della carità, si distinse per la sua generosità,realizzando varie iniziative per soccorrere il suo gregge.San Nicola di Myra viene detto anche di Bari, perché in questa cittàfu portato e rimane conservato il suo corpo. Nel 1087, infatti, circa62 marinai si impossessarono delle sue spoglie mortali e le traspor-tarono a Bari, dove giunsero il 9 maggio, con indescrivibile esul-tanza della popolazione. I marinai consegnarono il corpo al bene-dettino Elia, abate di san Benedetto, il quale edificò sul posto laBasilica del Santo. A seguito della traslazione delle reliquie, il cultodi san Nicola, già diffuso in Oriente, si propagò a poco a pocoanche in Occidente, trovando tanta corrispondenza nella devozio-ne della gente e nella dedicazione di numerose chiese. Pertanto, seil mondo occidentale venera san Nicola, lo deve a questa città diBari e ai suoi abitanti di ieri e di oggi, che ne hanno favorito ilculto. Possa la sincera devozione per san Nicola suscitare una fedesempre più convinta in Dio, al quale egli ha reso ardente testimo-nianza. Quanti si recano in questa Basilica per onorare il vostroceleste Patrono si sentano spinti ad «acclamare a Dio da tutta laterra, cantando la gloria del suo nome», come abbiamo pregato nelsalmo responsoriale.A voi tutti, cari baresi, spetta il compito di mantenere viva e di ren-dere sempre più autentica questa devozione nei confronti di sanNicola, specialmente vivendone con intensità di fede le memorieliturgiche del 6 dicembre e del 9 maggio. Penso in particolare allafesta della Traslazione, che stiamo celebrando oggi: essa affonda leradici nel vostro passato e fa parte delle vostre più care tradizioni.Dire tradizione significa evocare qualcosa di importante. Una

Page 48: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

PONTIFICIA BASILICA S. NICOLA

popolazione è tale anche per la fedeltà alle proprie tradizioni; quan-do se ne distacca diventa un insieme di persone slegate. Il senti-mento comune verso le proprie radici, verso la propria storia spiri-tuale fa di una comunità umana un soggetto preciso, con una suafisionomia, che vive ed interpreta gli eventi in modo originale. Le tra-dizioni religiose sono molto importanti e vanno capite sempre dinuovo nella loro natura profonda. A tale proposito, il modo piùautentico per onorare un Santo patrono in una comunità è quello diconsiderarlo un amico che vive nella luce e nella gioia del regno diDio, uno che là dove vive beato s’interessa di noi, delle nostre speran-ze, dei nostri problemi, e intercede a nostro favore presso quel Dio dacui «viene ogni buon regalo e ogni dono perfetto» (cfr Gc 1, 17).Il brano degli Atti degli Apostoli, poc’anzi proclamato, ha sottolinea-to l’irresistibile espansione del Vangelo, mostrando come un altofunzionario etiope, quindi straniero e per questo disprezzabile agliocchi dei giudei, e per di più eunuco, perciò incapace di partecipa-re al culto secondo le norme israelitiche, si apre alla Parola divina esi fa battezzare. Illuminato dall’apostolo Filippo quest’uomo capi-sce finalmente il passo di Isaia che è fonte di scandalo per la mag-gior parte del popolo eletto.San Paolo, nella seconda lettura, ci ha detto che l’unica cosa impor-tante è che Cristo sia annunciato! Paolo stesso deve considerare cheun giorno non ci sarà più, tuttavia lo sostiene la convinzione che lasua morte è un’ulteriore occasione per manifestare Gesù: «Cristosarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva, sia che io muoia». Lamorte non gli provoca paura perché lo introdurrà alla presenza diGesù al quale ha votato la propria vita. Per questo può dire: « Perme infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno».Il brano del Vangelo ci riporta nella sinagoga di Cafarnao, doveGesù sta tenendo un lungo discorso sul “pane della vita”. Egli, rife-rendosi al racconto biblico relativo alla manna inviata dal cielo alpopolo d’Israele nel deserto, applica a se stesso il contenuto di quel-la Scrittura dicendo: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo». Gesùha tutti i contorni dell’uomo, e tuttavia è proprio in questo uomoche si è manifestato l’Assoluto. Non è il pane di Mosè che dà la vita:

401

Page 49: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

«I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e sono morti». E’Cristo la vera manna, il pane venuto dal cielo: chi se ne nutre,mediante l’Eucaristia, assimila la sua Persona e il suo Spirito, entracon lui nel regno dell’amore e diventa, come lui, un dono di Dio perla fame del mondo.Il santo vescovo Nicola visse mirabilmente la Parola di Dio conte-nuta in questi testi della Scrittura. Egli, con il suo insegnamento,ha contribuito alla diffusione del vangelo e ha fatto brillare la veradottrina intuendo che l’eresia di Ario, che considerava Gesù solo unuomo “divino” ma non propriamente Dio, svuotava la fede cristia-na del suo fondamento, cioè del fatto che Dio si è incarnato e hadonato la sua vita per noi. Se Gesù fosse stato solo un uomo gene-roso, pur sacrificandosi fino alla morte, come avrebbe potuto darcila vita divina, salvarci dal peccato?San Nicola ha realizzato altresì il modello di discepolo del Signoredecritto da san Paolo nella seconda lettura; infatti, con l’eroica con-fessione della fede, pur in mezzo alle tribolazioni, egli ha testimo-niato il mistero cristiano della Croce. Questo mistero è diventatouna luce che lo ha spinto sempre più a far tesoro dell’amore di Cristoe a conformarsi ad esso in ogni momento della sua vita. Ad imitazio-ne del divino Maestro, egli si è fatto “pane vivo” – come ci ha ricor-dato l’odierna pagina evangelica - e cibo spezzato per i fratelli, diven-tando dono per gli altri e accogliendo tutti. Ha fatto dell’Eucaristial’indispensabile alimento per camminare nel tempo con la forza cheviene dal Verbo Incarnato, fattosi cibo e bevanda. Così diventò sensi-bile alle molteplici sofferenze e povertà del suo popolo, recandoaiuto tempestivo nelle diverse situazioni di bisogno.Pertanto il messaggio di san Nicola è riconducibile a due parole:verità e carità. La verità innanzitutto, che significa ascolto attentodella Parola di Dio e slancio coraggioso nel difendere e diffonderegli insegnamenti del Vangelo. E poi la carità, che spinge ad amareDio e, per amore suo, ad amare il prossimo. Se una preferenza ci funelle scelte di san Nicola, essa fu per quanti si trovavano nella diffi-coltà e nella sofferenza. Ecco perché il suo insegnamento è ancoraattuale e merita di essere proposto come modello a quanti nellaChiesa vogliono essere fedeli discepoli di Cristo, e anche a coloroche nella società hanno a cuore il bene comune.Cari fratelli e sorelle, la presenza nella vostra città del corpo di san

402

Page 50: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Nicola, oltre ad essere un elemento fondante e qualificante dellavostra identità e della vostra storia, costituisce un perenne richiamoad affermare sempre più il Vangelo della carità, mediante la testi-monianza dei valori dell’accoglienza e della solidarietà. Tali valoriesprimono la vera solidità di una comunità civile. La città è fatta divolti, di storie che si intrecciano, di gioie e di sofferenze condivise.Per assolvere il suo compito a servizio del bene comune, essa deveprestare sempre più attenzione a quanti sono in difficoltà, impe-gnandosi per dare a tutti, specie agli ultimi, una vita dignitosa eserena.Perseverate dunque nella premurosa custodia del patrimonio divalori religiosi ereditati dai vostri padri e apriteli a quella “fantasiadella carità” che consente di andare incontro a quanti sono afflittida antiche e nuove povertà. Possano specialmente le comunità par-rocchiali e le associazioni cattoliche avvertire il bisogno di affron-tare con rinnovato ardore apostolico i problemi etici, sociali e cul-turali del momento presente, rispondendo con carità intelligentealle nuove sfide, così che cresca la qualità della convivenza civile.Nel vescovo san Nicola, il Signore ha posto «un segno di riconcilia-zione tra l’Oriente e l’Occidente», come recita la Colletta di questaSanta Messa. In effetti, la presenza delle reliquie di questo grandeSanto ha fatto di Bari un centro propulsivo di fraternità e di ecu-menismo, un punto di particolare incontro tra Oriente e Occidente,suscitando importanti occasioni di preghiera e di riflessione tra lediverse Chiese, in particolare tra cattolici e ortodossi. Formulo l’au-spicio che questa città, specialmente per l’apprezzata opera dei suoiIstituti e Centri di studio e di spiritualità, continui nella ricerca disempre più intensi contatti ecumenici con le Chiese cristianed’Oriente, in particolare con i fratelli russi che numerosi si recanoin pellegrinaggio in questa Basilica.Al vostro illustre Patrono e alla Vergine santa, che voi venerate nel-l’antica icona della Vergine Odegitria, affidiamo gli auspici di benescaturiti da queste giornate di festa. Al santo vescovo Nicola, in par-ticolare, chiediamo di continuare a proteggere la cara diocesi e lacittà di Bari, come pure l’intera regione. Ci rivolgiamo a lui con una

PONTIFICIA BASILICA S. NICOLA

403

Page 51: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

delle preghiere più note con cui lo invoca la liturgia orientale: «Obeato vescovo Nicola, tu che con le tue opere ti sei mostrato al tuogregge come regola di fede e modello di mitezza e temperanza, tuche con la tua umiltà hai raggiunto una gloria sublime e col tuoamore per la povertà le ricchezze celesti, intercedi presso Cristo Dioper farci ottenere la salvezza dell’anima».

404

Page 52: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

CURIA METROPOLITANA

Cancelleria

1. Sacre ordinazioni, ammissioni, ministeri istituiti

- La sera del 1° maggio 2010, vigilia della V domenica di Pasqua,nella chiesa parrocchiale-santuario di S. Fara in Bari, S.Ecc. mons.Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari-Bitonto, durante una con-celebrazione eucaristica da lui presieduta, con le legittime dimis-sorie dei rispettivi ministri provinciali, ha ordinato diaconi i pro-fessi frati minori cappuccini fra Giuseppe Buenza, fra AlessandroCampagnari e fra Ernesto Saponaro;

- la sera del 5 maggio 2010, feria della V settimana di Pasqua, nellaConcattedrale di Bitonto, S.Ecc. mons. Francesco Cacucci,Arcivescovo di Bari-Bitonto, durante una concelebrazione eucari-stica da lui presieduta, con le legittime dimissorie del ministroprovinciale, ha ordinato diaconi i professi frati minori fraVincenzo Dituri e fra Nicola Violante;

- la sera dell’11 giugno 2010, solennità del Sacro Cuore di Gesù,nella Cattedrale di Bari, S.Ecc. mons. Francesco Cacucci,Arcivescovo di Bari-Bitonto, durante una concelebrazione eucari-stica da lui presieduta, ha ordinato presbitero il diaconoAlessandro Tanzi, del clero diocesano.

405

Page 53: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

2. Decreti generali

S. Ecc. l’Arcivescovo, con decreto arcivescovile del- 1 maggio 2010 (Prot. n. 21/10/D.A.G.), ha modificato i confini

della parrocchia S. Maria delle Vittorie in Bari;- 18 giugno 2010 (Prot. n. 26/10/D.A.G.), ha stabilito che sia istrui-

to il processo su una presunta guarigione attribuita al Servo diDio mons. Carmine De Palma, costituendo il relativo tribunaleper il quale ha nominato mons. Ignazio Fraccalvieri giudice dele-gato, don Ubaldo Aruanno promotore di giustizia e la dott.ssaGabriella Roncali notaio.

3. Nomine e decreti singolari

A) S. Ecc. l’Arcivescovo ha nominato, in data:- 11 giugno 2010 (Prot. n. 25/10/D.A.S.-N), don Alessandro Tanzi

all’ufficio di vicario parrocchiale della parrocchia Cattedrale inBari.

B) S. Ecc. l’Arcivescovo ha trasferito, in data- 25 giugno 2010 (Prot. n. 27/10/D.A.S.-N.), don Emanuele Spano

dall’ufficio di vicario parrocchiale della parrocchia S. Nicola diBari in Adelfia Montrone all’ufficio di parroco della parrocchiaMaria SS. Addolorata in Mariotto, per nove anni.

406

Page 54: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Come ogni estate, anche quest’anno noi preti giovani insiemeall’Arcivescovo, Mons. Francesco Cacucci, abbiamo vissuto unperiodo di vacanza, dal 26 giugno al 1° luglio nell’isola di Malta.Eravamo ventuno, accompagnati, oltre che dall’Arcivescovo, dalProvicario generale mons. Vito Angiuli, responsabile della forma-zione dei preti giovani. Tra noi c’erano anche alcuni confratellimeno giovani che hanno voluto condividere con noi la vacanza:l’instancabile mons. Marco Mancini, don Peppino Sicolo e il prof.don Filippo Casamassima.Sono stati giorni intensi, in cui si è stati bene insieme. Abbiamosentito molto vicina la paternità del nostro Arcivescovo e tra noipreti si è respirata una salutare fratellanza sacerdotale.È stato dato ampio spazio all’incontro con la Chiesa locale, che si èmostrata vivace nelle sue molteplici espressioni. Fin dall’inizio ci siamo sentiti “come a casa”! Il 27 giugno il nostro Arcivescovo ha presieduto la celebrazioneeucaristica a Siggiewi dove si svolgeva, proprio in quei giorni, lafesta patronale in onore di san Nicola. È stato un momento coin-volgente per noi e per la comunità locale tutta perché si è visto in

Settore Presbiteri

La settimana formativa dei preti giovani(Malta, 26 giugno-1 luglio 2010)

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

CURIA METROPOLITANA

407

Page 55: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

san Nicola un segno di comunione profonda tra le due Diocesi. Inquesta occasione l’Arcivescovo ha invitato i maltesi presenti a farvisita alla tomba di san Nicola a Bari. Subito dopo - dalla terrazzaprivata di una famiglia che gentilmente ci ha ospitati - abbiamopotuto assistere alla processione del Santo che si snodava per le viecittadine. Per le strade, addobbate per l’occasione con drappi eluminarie, si respirava un fervore devozionale molto intenso versoil Santo.Di particolare interesse sono state le visite alle città: Medina, l’anti-ca località fenicia, prima capitale dell’isola, dove abbiamo visitato lacattedrale barocca dei Santi Pietro e Paolo; Rabat, dove abbiamocelebrato la Santa Messa nella grotta ove si ritiene che san Paoloabbia trascorso da prigioniero il suo periodo di permanenza aMalta; ed ultima, ma non meno importante, la città di Floriana. In quest’ultima località, nella mattinata del 30 giugno, abbiamoavuto modo di incontrare mons. Paul Cremona, Arcivescovo diMalta che, ospitandoci nello studio dell’Episcopio, ci ha presentatola sua realtà diocesana e ci ha raccontato della visita apostolica diSua Santità Benedetto XVI nei giorni 17 e 18 aprile 2010.All’incontro con l’Arcivescovo di Malta è seguita la visita a LaValletta, capitale dell’isola, e alle sue bellezze storico-architettoni-che come la Cattedrale di San Giovanni, il museo della Cattedralecon il celebre dipinto di Caravaggio, la chiesa del naufragio di SanPaolo, nella quale è conservata una preziosa reliquia del Santo.La permanenza a Malta ci ha permesso di conoscere la figura di SanGiorgio Preca, sacerdote, primo Santo maltese il cui impegno tra ilaici ha in qualche modo anticipato gli orientamenti del ConcilioVaticano II. San Giorgio Preca ha fondato il Museum, una realtà laicale, tut-t’oggi attiva, che ha superato i confini di Malta ed è gestita daglistessi laici con l’assistenza di alcuni sacerdoti.In questi giorni non sono mancati momenti distensivi, trascorsi adiretto contatto con la natura, come le escursioni in traghetto all’i-sola di Gozo, alla Grotta Azzurra e alla Laguna Blu. Molto divertenti sono stati i momenti trascorsi nella piscina del-l’albergo dove l’Arcivescovo si è difeso bene di fronte a qualche“sabotatore” che cercava di metterlo in difficoltà nel gioco dellapallavolo!

408

Page 56: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

CURIA METROPOLITANA

Una serata è stata dedicata alla verifica del percorso formativo deipreti giovani 2009-2010, che ha avuto come tematica “l’oratorio”.Tutti hanno condiviso l’importanza di questi laboratori, apportan-do qualche suggerimento alle modalità degli incontri.Interessante è stato l’intervento conclusivo dell’Arcivescovo che haribadito, ancora una volta, l’importanza dei momenti di riposonella vita del prete e ha parlato anche del prossimo convegno suilaici che si terrà in Puglia, invitandoci a “declericalizzare” la nostrapastorale, impegnando maggiormente i laici a livello parrocchiale ediocesano. Alla prossima!

sac. Francesco Mancini

409

Page 57: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010
Page 58: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

411

Introduzione

“Contagiare di Speranza tutti”. È possibile? Il papa Benedetto XVIci ha detto, nel messaggio per la 83.ma Giornata missionaria 2009,che è doveroso: è un dovere dell’uomo, prima ancora che del cri-stiano, in questo nostro tempo in cui, dice il papa, «l’umanità cono-sce stupende conquiste, ma sembra aver smarrito il senso delle real-tà e della stessa esistenza».Se volessimo dare un nome ‘moderno’, esistenziale alla speranza,potremmo chiamarla inquietudine. Non irrequietezza, sinonimo diansia e di stress, ma inquietudine: quella particolare insoddisfazio-ne dell’anima alla continua ricerca di una felicità vera. È l’idea esi-stenziale di speranza che ci dà la Spe salvi di Benedetto XVI: «Checosa vogliamo veramente? […] In fondo - il Papa riferisce il pensierodi sant’Agostino - vogliamo una sola cosa, la ‘vita beata’, la vita cheè semplicemente vita, semplicemente ‘felicità’. […] Ma poi Agostinodice anche: guardando meglio, non sappiamo affatto che cosa infondo desideriamo, che cosa vorremmo propriamente. Non cono-sciamo per nulla questa realtà; anche in quei momenti in cui pensia-mo di toccarla non la raggiungiamo veramente. […] Non sappiamoche cosa vorremmo veramente; non conosciamo questa ‘vera vita’; etuttavia sappiamo, che deve esistere un qualcosa che noi non cono-sciamo e verso cui ci sentiamo spinti. […] Questa ‘cosa’ ignota è la

Settore Evangelizzazione. Ufficio Missionario

La IX edizione del Concorso missionario“Don Franco Ricci”:

“Contagiare di Speranza tutti”

CURIA METROPOLITANA

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

Page 59: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

vera ‘speranza’ che ci spinge e il suo essere ignota è, al contempo, lacausa di tutte le disperazioni come pure di tutti gli slanci positivi odistruttivi verso il mondo autentico e l’autentico uomo» (nn. 11-12).Questa inquietudine è un dono di Dio, Dio stesso l’ha messa nel cuoredell’uomo: «Ci hai creati per te e inquieto è il nostro cuore finché nonriposa in te» (Agostino, Conf 1, 1). Agostino sembra far suo il grido del-l’umanità. E’ il grido che abbiamo sentito risuonare in vario modoanche nei vostri lavori. Uno di voi, ad esempio, ha scritto: «Sperate! /Sperate di avere un domani, / che ci sia un futuro migliore, / non dubi-tate, non è ancora finita!!! / Abbiate fede, speranza e siate / fonte diconforto, / consapevoli di esistere / per il mondo e per gli altri!».È l’inquietudine piena di speranza che ha mosso e guidato la vita didon Franco Ricci, questo giovane sacerdote missionario barese, ucciso,nel 1992 a soli 43 anni, per la sua testimonianza a Gesù Cristo, al van-gelo e alla giustizia, alla cui memoria è dedicato e intitolato questoConcorso missionario. Scrive, quando è ancora a Londra per studiarel’inglese: «Io ho deciso di annunziare Cristo ai pagani e non vedo l’oradi partire in settembre per il Sidamo». E poi, quando è in missione, inEtiopia: «Da quando sono rientrato non mi sto concedendo un minu-to di riposo. Mediamente in un mese sono in safari 25 giorni, interval-lati dal solo lunedì e martedì, in cui sono a Tullo per rivedere i compo-nenti della comunità, per lavarmi e per mangiare qualcosa di più decen-te della wuasa”. E ancora: «Ogni domenica sono sulle cappelle di mon-tagna per la celebrazione della S. Messa. Ogni domenica mattina, quan-do lascio Tullo con la macchina, prego sempre il buon Dio che mi per-metta di tornare sano e salvo alla missione. Camminare su strade ine-sistenti con mille ostacoli sia di ordine naturale come di ordine umano,è cosa veramente ardua» (3 marzo 1983).Anche per noi è possibile, è doveroso avere questa inquietudinepiena di speranza, pur tra le tante discriminazioni etniche, econo-miche, per le quali il mondo, anche quello vicino a noi, quello dicasa nostra, si divide ancora in ricchi e poveri, in fortunati e infeli-ci; tra le discriminazioni culturali, le discriminazioni degli affetti, infamiglia, tra compagni di scuola, nel quartiere. Non bisogna arren-dersi. Un altro di voi ha scritto: «La speranza non nasce, / la spe-ranza non muore, / inizia quando / crediamo in qualcosa / e finiscequando / gettiamo le armi». Non bisogna ‘gettare le armi’. Ma per-ché la speranza duri, deve fondarsi su una fede.

412

Page 60: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

413

La speranza di don Franco Ricci, oltre che su una sua naturale genero-sità di carattere e sull’educazione familiare, si fondava anche sulVangelo, sull’Eucaristia, sulla comunità cristiana. Chi come donFranco lascia tutto per andare in Africa ad annunciare il Vangelo, ha uncuore pieno di speranza, la speranza di lavorare per la giustizia, per lapace, per condizioni di vita più umane, per una vita che abbia un senso.Per questa speranza don Franco ha dato la vita e l’ha data non facendoil ‘rivoluzionario’ politico o sociale, ma annunciando il Vangelo,annunciando Gesù Cristo; come ha detto il papa nella Spe salvi, non èstato il rivoluzionario gladiatore romano Spartaco a liberare gli schia-vi dalla loro condizione servile, ma il messaggio cristiano che annun-ciava «una speranza che era più forte delle sofferenze della schiavitù eche per questo trasformava dal di dentro la vita e il mondo» (n. 4).Don Franco ha trovato la morte per mano di criminali, avidi dipotere, di denaro, di prepotenza, e che non hanno voluto compren-dere la sua missione di giustizia e di amore. La sua testimonianzanon è stata inutile (non lo è mai quella degli uomini giusti, chedanno la vita per amore): continua a ‘contagiare’ ancora quanti lohanno conosciuto e imparano a conoscerlo e che, anche grazie a lui,coltivano una speranza che impegna per la vita.I vostri lavori dimostrano che vivere di questa speranza che conta-gia di speranza tutti gli altri è possibile, è possibile vedere le ingiu-stizie del nostro mondo e, magari, denunciarle. Don Franco Riccidiceva di sé e degli altri missionari: «Noi siamo persone scomode,perché vediamo e non sappiamo tacere». Chi vede, diventa scomo-do per chi non vuol vedere o, peggio, per chi vuole impedire aglialtri di vedere. Molti di voi lo hanno capito; qualcuno lo ha scritto:«Come onde ribelli / vi imporrete e vi abbatterete / sugli scogli del-l’insicurezza, e / sarete considerati grandi / perché ad un passo dal-l’affogare / non avete smesso di nuotare!». Una speranza ostinata. Una testimonianza di quello che può nascere da questo impegnol’abbiamo trovata, ad esempio, nella corrispondenza che i ragazzi diuna classe hanno avuto con un carcerato, a cui hanno dato, appun-to, speranza: «Mi avete fatto fare balzi di gioia, sempre più in alto,mi avete colmato immensamente… Prometto a voi come scambio di

CURIA METROPOLITANA

Page 61: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

414

una sincera amicizia e fratellanza testuali parole: ‘di Amarmi eAmare sempre meglio come Dio vuole’, ‘di non deludere’, ‘di nonpeccare mai più’, ‘di esservi servo, anche delle mie brutte esperienzeperché esse possano servire a farvi riflettere per non sbagliare’; que-sti sono solo una parte del mio impegno… Ora concludo dandoviun abbraccio carissimo e con un raggio di sole per ciascuno di voivi saluto calorosamente». Abbiamo bisogno di questo contagio di speranza. In una vita che,come ha scritto un altro poeta tra voi, è «una tempesta di proble-mi», abbiamo bisogno degli altri; ogni uomo è come un bambinoche può e deve contare sull’amicizia, sulla solidarietà degli altri;concludeva il nostro poeta: «Affàcciati alla tua finestra / vedrai cheti aiuteranno / e nascerà la tua vita».

2. L’impegno profuso

L’impegno che avete messo nei lavori che avete presentato è stato losforzo che ciascuno ha fatto di contagiare di speranza gli altri.Nell’esaminare i tanti lavori che ci sono pervenuti, abbiamo potutoconsiderare in quanti modi la speranza possa contribuire a rendereil mondo più umano, e, prima ancora che pensare ai premi, abbia-mo apprezzato quante cose belle può ispirare questa grande risorsadell’uomo che è la speranza. Avrete notato che nel titolo delConcorso la parola ‘Speranza’ era scritta con la ‘s’ maiuscola; vole-vamo invitarvi a riflettere anche sulla speranza cristiana, non solosu quella che viene dal cuore di ogni uomo, ma anche su quella cheè dono di Dio, che nasce dalla fede in lui. Anche se non sempre c’èun diretto riferimento alla parola di Dio o agli insegnamenti dellaChiesa, emerge però sempre nei vostri lavori un tessuto di valoriumani e cristiani che hanno una radice religiosa e cristiana, cheoggi deve sempre più venire alla luce. Se l’attenzione agli altri sifonda solo sulla sensibilità o su un passeggero interesse, rischia diessere fragile e di venire meno alla prima difficoltà. Una speranzache voglia essere solida può trovare, deve trovare nella SacraScrittura, nella preghiera, nell’Eucaristia, nella fede, questa solidità.Abbiamo potuto apprezzare la sensibilità e l’impegno degli inse-gnanti, che sono riusciti a coinvolgere, a volte, intere classi: senza il

Page 62: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

415

loro interessamento, le loro indicazioni, la loro guida, non si sareb-be fatto nulla. Dietro il lavoro dei ragazzi si può cogliere la loro sen-sibilità umana, prima ancora che cristiana, a temi e valori di civiltà,di servizio al prossimo, di crescita culturale.Ed è certamente molto bello che tanti dei lavori che avete presenta-to siano lavori di gruppo, talvolta di un’intera classe; anche questoè un valore: riflettere, cercare, lavorare insieme è già rispondere adun bisogno di avere uno sguardo diverso sul mondo: insieme si puòfare di più, si può sperare meglio.

3. I lavori pervenuti

Ci sono pervenuti lavori di ogni tipo, diversi sia per ambito e gene-ri, sia per quantità e qualità. In tutti c’era il desiderio di comunica-re qualcosa: alcuni hanno messo in movimento soprattutto lariflessione, l’approfondimento, altri la fantasia, altri il genio poeti-co o artistico.La Commissione esaminatrice ha potuto lavorare con serenità eobiettività e, in molti casi, ha avuto davvero difficoltà a fare dellescelte. Non potendo dare a tutti i premi previsti dal bando di con-corso, abbiamo pensato di ‘segnalare’ almeno i lavori più interes-santi o più originali. Nell’ambito della scrittura, per la poesia, abbiamo cercato di valuta-re, oltre che il contenuto, anche la struttura poetica, il linguaggio,le immagini, il ritmo, la musicalità; per la prosa ci sono pervenutilavori molto diversi: articoli, saggi, lettere, ricerche. Anche qui, nel-l’assegnazione dei premi, si è tenuto conto non solo del contenuto,ma anche della chiarezza espositiva, del modo di presentare il lavo-ro (grafici, colori, ecc.), dell’impegno complessivo messo nella pre-parazione. Anche per le arti figurative, infine, si è tenuto conto sia delmessaggio proposto sia, qui a maggior ragione, delle tecniche uti-lizzate, della sapienza artistica, dell’efficacia comunicativa.

CURIA METROPOLITANA

Page 63: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

416

4. La cerimonia di premiazione

La cerimonia di premiazione si è svolta il 29 maggio 2010 presso ilPolitecnico di Bari.Quest’anno le scuole partecipanti sono state 18, due in più delloscorso anno, ma il numero può essere importante solo in parte. E’da notare, invece, che alcune scuole non avevano partecipato glianni scorsi e gli istituti superiori sono aumentati:Scuole elementari n. 3 (diverse)Scuole medie n. 9 (diverse)Scuole superiori n. 6 (3 lo scorso anno)In totale più di 250 partecipanti.I lavori letterari (favole con titoli noti e racconti di fantasia) sonorisultati molto interessanti per la tematica trattata in maniera seriae varia anche da partecipanti molto giovani; poesie con chiari mes-saggi. Sono aumentati i lavori filmati e sonori: DVD e CD ancherealizzati con impegno che si è certi hanno coinvolto anche i docen-ti nella realizzazione degli stessi.La fotografia quest’anno ha visto tecnici in erba e per la foto in sé eper l’abbinamento alla tematica.I partecipanti che hanno presentato componimenti musicali sonolodevoli per l’impegno e il coraggio di mettersi in gioco con lavoriveramente da professionisti: qualcuno un po’ troppo elaborato, matutti rispettano l’armonia e la melodia.Il materiale usato da alcuni artisti denota l’attenzione al rispettodella natura e la fantasia d’impiego e abbinamento al tema di que-st’anno.

5. I lavori premiati

SCUOLE ELEMENTARI

1° PREMIO“Il gruppo degli azzurro cielo” - Racconto – Piarulli Emanuela –Classe 4° sez. C - 1° C.D. S. Giovanni Bosco – Plesso S. DomenicoSavio -Triggiano

Page 64: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

417

2° PREMIO“In cammino verso la pace” - Disegno - Classe 5° sez. A – 1° C.D.Marconi – Casamassima

3° PREMIO“Nasceranno uomini migliori” - DVD - Classe 5° sez. E – 2° C.D. S.Filippo Neri – Gioia del Colle

SEGNALAZIONI DELLA GIURIA

“Super...iamo le differenze” - Disegno - Vitiello Luca – Classe 5° sez.A – 1° C.D. Marconi – Casamassima“We have a dream” - Lettere – Classi: 5° sez. D e 5° sez. E – 1° C.D. S.Giovanni Bosco – Plesso S. Domenico Savio – Triggiano“La povera bambina” - Rifless. Testim. - Ferreira Michael – Classe 4°sez.C – 1° C.D. S. Giovanni Bosco – Plesso S. Domenico Savio –Triggiano.

SCUOLE MEDIE

1° PREMIO“Hope” - Fotografia – Neviera Andrea – Classe 3° sez. A – ConvittoNazionale D. Cirillo – Bari

2° PREMIO “Tu bimbo come me” - Poesia - Ceo Maria Giovanna - Classe 1° sez.A – S.M.S. Nicolò Piccinni – Bari

3° PREMIO “Un arcobaleno di Speranza” - Disegno - Longo Antonio, GiannellaSimone , Giannella Alessandro – Classe 1° sez.A – S.M.S. A. Moro -Bari-S. Spirito

SEGNALAZIONI DELLA GIURIA

“La perla nera di Rio de Janeiro” - Racconto – Milella Martina –

CURIA METROPOLITANA

Page 65: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

418

Classe 3° sez. B – S.M.S. A. Moro – Bari-S. Spirito“Sii saggio figlio mio” - Composizione musicale – Mele Greta –Classe 1° sez. A – S.M.S. Nicolò Piccinni – Bari“Volare per vivere”- Racconto – Rinaldi Elisabetta – Classe 3° sez. AS.M.S. A. De Renzio – Bitonto“La mia speranza” - Composizione musicale – Regina Gabriele –Classe 1° sez. A – S.M.S. Nicolò Piccinni -Bari“Ho un sogno” - Poesia – Violante Rossella – Classe 2° sez. D S.M.S.Capozzi-Galilei – Valenzano“Un germoglio di Speranza” - Disegno – Floro Pasquale e RomanoSimone – Classe 3° sez. H – S.M.S. A. Moro – Bari-S.Spirito.“Un biglietto di solo andata per la felicità” - Poesia – AttolicoAlessandra – Classe 2° sez. D – S.M.S. G. Pascoli – Bari

SCUOLE SUPERIORI

1° PREMIO“Io ho un sogno” - Arte – Cangiani Andrea – Classe 4° sez. E – LiceoArtistico De Nittis – Bari

2° PREMIO“Speranza è fede” - Poesia – Lopez Cobarrubia Yamila – Classe 5° sez.B ITC G. Cesare – Bari

3° PREMIO“L’attesa della Speranza” - DVD e disegno - Mundo Marina – Classe3° sez. B – L.S. Galileo Galilei – Bitonto

SEGNALAZIONI DELLA GIURIA

“Siamo tutti frutti dello stesso albero” - Quadro – Bossi Cristina –Classe 4° sez. C – Liceo Artistico De Nittis – Bari“Uomini e donne non è ancora finita” - Poesia – Palma Katia –Classe 1° sez. B – L.S. Galileo Galilei – Bitonto

prof. Giuseppe MicuncoDirettore Ufficio Diocesano Laicato

prof. Rosa Faretra ConfortiDelegata PP.OO.MM. Centro Missionario Diocesano

Page 66: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

419

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

CURIA METROPOLITANA

Ufficio Chiesa e mondo della cultura

Il Mezzogiorno:da “questione” a “laboratorio”

Il 21 maggio scorso, organizzato dalla Consulta dell’Ufficio dioce-sano “Chiesa e mondo della cultura”, un centinaio di personehanno partecipato nella sala della biblioteca “G. Ricchetti” all’in-contro-conferenza sul tema “Per un Paese solidale. Chiesa italiana eMezzogiorno”. Ha svolto la relazione il prof. Francesco Sportelli,seguito da attenti ascoltatori, quasi tutti a conoscenza del docu-mento distribuito in precedenza. Dopo la relazione sono intervenuti alcuni presenti (pochi in verità,a causa dell’orario), invitando tutti al necessario approfondimento.Aveva introdotto l’argomento il direttore dell’Ufficio, don GiacintoArdito, aveva moderato l’incontro il prof. Michele Loconsole.Il documento, pubblicato il 21 febbraio scorso, vent’anni dopo l’al-tro su “Sviluppo nella solidarietà. Chiesa italiana e Mezzogiorno”,riprende la riflessione sul cammino della solidarietà nel nostroPaese.Il prof. Sportelli, da storico, ha ampiamente documentato le varietappe di questo cammino, a partire dal 1948, nella prima partedella sua relazione. Scrive: «L’attenzione della Chiesa italiana nei confronti delMezzogiorno ha radici solide».Il documento infatti è preceduto da più di sessanta anni di dibatti-

Page 67: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

ti, esperienze e commenti, e, da ultimo, da un intenso itinerario distudio conclusosi con il convegno “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud.Nel futuro da credenti responsabili” (Napoli, 2009). Fa poi notare che si è in presenza di tanti “Mezzogiorni”, di un’areacioè «in cui hanno coabitato, con difficili problemi di amalgama,diverse realtà dal passato fortemente divergente e dalle radici mar-catamente divaricate. Da questo punto di vista, è sempre più chia-ro che in Italia non esiste un solo meridione, ma tanti... appare piùopportuno parlare di “Mezzogiorni”. Perciò il percorso delMezzogiorno è rappresentato... da un percorso “a stella”. Lo stessoMezzogiorno religioso identifica non già una “Chiesa meridiona-le”, bensì un insieme di chiese locali diocesane presenti sul territo-rio meridionale… È quindi un artificio culturale l’individuazione diuna “Chiesa meridionale”».Questo suggerisce al nostro storico, in una intervista rilasciatapoco prima della relazione (Agenzia Sir, 21 maggio 2010), di ricer-care «tra i profili identificativi del laicato cattolico un ritorno allavocazione territoriale dell’impegno, alla luce di identità plurali».L’azione di evangelizzazione della Chiesa deve perciò necessaria-mente essere contestualizzata e incarnata nella realtà sociale nellaquale opera, all’interno di una visione unitaria.Con compiacimento il relatore afferma che il lavoro della Commis-sione e il Convegno stesso hanno rappresentato un’autentica occa-sione di ricco stile sinodale, che mette il Mezzogiorno al centro del-l’attenzione della intera Chiesa italiana.Sono poi elencate tematiche di mali antichi e di emergenze moder-ne: fatalismo, questione ecologica, federalismo («deve essere solida-le, realistico ed unitario»), sviluppo (armonico, non a macchia dileopardo), dimensione educativa, problema dei giovani.La relazione termina, invitando alla speranza, a guardare conamore al Mezzogiorno, al dovere di ogni cristiano di costruire lacittà terrena, a pensare linee di concretezza pastorale, all’ottimismoche ha la forza di sperare quando gli altri si rassegnano.Nella introduzione affidavo la conoscenza dei contenuti presentinel documento alla lettura personale, preoccupato della poca atten-zione della stampa (forse maggiormente occupata dalle elezioniregionali, in scadenza a marzo) e della strumentale affermazione dichi vedeva nel documento “la solita intromissione” dei Vescovi in

420

Page 68: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

prossimità di consultazioni elettorali per “influenzare” ammini-stratori ed elettori.Sono certo che la relazione e la lettura personale o in gruppi hannofugato alcune affermazioni e hanno convinto ciascuno, specie secredente, a collaborare alla crescita del Mezzogiorno, vivendo unruolo attivo che miri a «cancellare la divaricazione tra pratica reli-giosa e vita civile».Dicevo questo ai presenti, riflettendo su alcune affermazioni ricor-date anche dal prof. Sportelli: si notano le stesse parole di docu-menti precedenti. Questo, se da una parte sottolinea la continuità el’attenzione ai problemi, dall’altra – per me e per la comunità deicredenti – sottolinea mancanza di impegno e visione inesatta dellapratica religiosa. Invitavo perciò i presenti, prendendo a prestitoparole di altri, a non essere ascoltatori “turisti”, ma “pellegrini” chesi muovono per trattenere le parole, metterle alla prova dentro di sée fare esperienze.Il tempo trascorso è servito a questo? Me lo auguro. Lo si potrà con-statare dalla continuità che si riuscirà a dare nella riflessione e nellaprassi, con l’impegno di tutti.I Vescovi ci ricordano che il Mezzogiorno può diventare un labora-torio, e che i veri attori dello sviluppo non sono i mezzi economicima le persone, uomini retti cioè che vivano fortemente nelle lorocoscienze l’appello al bene comune: una mentalità inoperosa erinunciataria può rivelarsi un ostacolo insormontabile allo svilup-po, più dannoso della mancanza di risorse economiche e di strut-ture adeguate.

sac. Giacinto Arditodirettore dell’Ufficio

421

CURIA METROPOLITANA

Page 69: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010
Page 70: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

PARROCCHIE

Parrocchia S. Croce (Bari)

Il restauro della tela del Veronese

Il 27 maggio scorso, nell’auditorium del Centro culturale “D.Marin” della parrocchia S. Croce in Bari, si è svolta una tavolarotonda di presentazione del restauro della grande tela dellaEsaltazione della Croce, attribuita alla bottega del Veronese, pre-sente nella chiesa parrocchiale sin dall’epoca della fondazione delconvento dei Padri Cappuccini, risalente al 1573, e a cui hanno par-tecipato, come relatori, padre Francesco Neri, ministro provincialedei Padri Cappuccini di Bari, il prof. Fabrizio Vona, soprintendenteper i beni storici artistici ed etnoantropologici della Puglia, laprof.ssa Mariella Basile Bonsante, docente di arte moderna pressol’Università di Bari, e l’avv. Dino Simone, come moderatore.L’incontro si è aperto con il saluto del parroco, mons. AlbertoD’Urso, che ha sottolineato come l’iniziativa della comunità par-rocchiale si sia rivolta soprattutto a conservare e vivificare la pre-senza di quella pregiata opera d’arte.Successivamente, il moderatore ha messo in risalto come sia impor-tante conoscere il linguaggio delle immagini in una società che“bombarda”, anche inconsapevolmente, ogni soggetto con leimmagini, e, in questo contesto, conoscere il significato di quellatela, da sempre presenza silenziosa nella chiesa parrocchiale. Inoltreha riferito come dai testi presenti in parrocchia si è rilevato che unaprima traccia documentale della tela si rinviene nell’ “inventario”fatto redigere per incarico del ministro degli Interni, nel 1811,subito dopo la restaurazione del regno napoleonico e la cacciata di

423

Page 71: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

424

Murat, inventario in cui, al primo rigo, si legge: “Grande: L’invenzionedella Croce con S. Elena ed altre figure, originale di autore ignoto ed antico”.Inoltre, nel libro di mons. Nicola Milano Le Chiese della Diocesi di Bari(del 1982) si riporta una scheda redatta dalla Sovraintendenza alleBelle Arti di Bari, in cui si attribuisce la tela a “Paolo Caliari detto ilVeronese” e i personaggi della tela sono individuati in forma dubi-tativa. L’avv. Simone ha, quindi, sottolineato l’importanza dell’in-contro, data anche la presenza di esperti davvero autorevoli.Il primo intervento è stato svolto da p. Francesco Neri, ministroprovinciale dei Frati Cappuccini di Bari, che ha voluto, innanzitut-to, ricordare i luoghi della presenza di san Francesco a Bari, sottoli-neando come nella chiesa di S. Maria degli Angeli, nella città vecchia,si custodisca una campanella che, per antica tradizione, si vuoleappartenuta al Santo, che passò per Bari nel suo cammino verso laTerra Santa. Inoltre, ha ricordato che nei pressi del lido S. Francescoall’arena vi era una chiesetta che si ritiene eretta nel luogo dove sanFrancesco si riparò nella stessa occasione. Infine, in alcuni testi siriferisce anche che san Francesco fu anche portato in una torre delCastello Svevo, dove sarebbe stato tentato da Corrado II con la pre-senza di una donna nuda. P. Neri ha poi richiamato i luoghi dellapresenza dei Padri Cappuccini a Bari, citando un antico testo e pre-cisando come, oltre al convento, che costituisce l’attuale complessoin cui è inserita la chiesa di Santa Croce, i Cappuccini furono pre-senti nella città vecchia - nella chiesa di S. Gaetano tuttora esistente- , successivamente si trasferirono in una piccola chiesa nei pressi delPoliclinico, e, in tempi più recenti, acquisirono la chiesa di viaAbbrescia e il complesso di S. Fara, curando anche la costante pre-senza nel Policlinico per l’ assistenza agli ammalati.Infine, p. Neri ha voluto sottolineare chi sono i Cappuccini e lo spi-rito che li anima. L’esperienza di san Francesco alla Verna, e il rife-rimento al Cristo trafitto e glorioso, accompagnato dallo spiritodella carità, sono la “regola” che ispira la loro vita di “frati del popo-lo”. P. Neri ha concluso lanciando una proposta: perché non orga-nizzare un convegno sulla presenza dei frati Cappuccini a Bari?Sollecitato dalla richiesta del moderatore di portare chiarezza sullaattribuzione della tela (il Veronese? il figlio Carlo Calieri? la scuolao la bottega?) e in merito a notizie di stampa che riferiscono che inPuglia si conserverebbe un solo quadro del Veronese, cioè quello di

Page 72: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

425

Ostuni, il prof. Vona – che ha curato numerosi restauri, tra cuianche quello della tavola della Madonna Odegitria della Cattedraledi Bari - ha innanzitutto evidenziato come nel Cinquecento i rap-porti tra Bari (e la Puglia in generale) e la città di Venezia e il Venetofossero particolarmente intensi, poiché la strada marittima, i colle-gamenti tramite il “lago” Adriatico, erano molto più agevoli rispet-to ai collegamenti terrestri, gravati dalla difficoltà e dalla perico-losità delle strade. Infatti, vi sono tracce che consentono di stabili-re che già dai primi del Trecento committenti pugliesi si rivolgeva-no alle scuole pittoriche venete e veneziane (nella basilica di S.Nicola vi è un quadro di scuola veneta del ‘300).In Puglia certamente quattro tele sono state attribuite al Veronese e allasua bottega: quella di Ostuni, un’altra scoperta recentemente (propriodal prof. Vona) a Bitonto, quella di Tricase e quella di S. Croce in Bari.È evidente che, date le notevoli dimensioni, molte tele del Veronesepotevano essere eseguite solo con l’ausilio di una ben attrezzatabottega, tanto che da alcuni si vuole intravedere in ogni opera leparti di “mano” del Veronese.Infine il prof. Vona ha illustrato, anche con l’utilizzo di immaginiproiettate sullo schermo, le varie fasi del restauro “conservativo” chehanno interessato la tela ed il telaio che la sostiene, sottolineandocome la tela sia da attribuirsi a Carlo Caliari, figlio del Veronese.Alla prof.ssa Basile, autrice di numerose pubblicazioni anche sulla com-mittenza religiosa in Puglia, il moderatore ha chiesto una lettura dellatela e una individuazione più certa dei personaggi in essa rappresentati.La prof.ssa Basile ha voluto ricordare come in una conferenza, da leitenuta negli anni 70 nella stessa parrocchia, sostenne che la tela nonpoteva essere attribuita personalmente al Veronese, ma alla sua botte-ga e tale affermazione suscitò la risentita reazione di uno spettatore.La professoressa ha ribadito che la tela sia certamente attribuibilealla bottega del Veronese e vi ha messo mano il figlio del Veronese,Carlo Caliari.Quanto al committente, secondo la relatrice, non è da individuarenei Padri Cappuccini, ma nel vescovo Puteo, che aveva partecipatoal Concilio di Trento, il concilio della Controriforma, che aveva

PARROCCHIE

Page 73: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

426

voluto questa tela della Esaltazione della Croce come simbolo dellariaffermazione della vittoria della Chiesa sull’eresia. Nella tela ritro-viamo, infatti, sant’Elena e sullo sfondo la raffigurazione del tem-pio di Venere dove la santa rinvenne la croce; san Giovanni, che sivolge verso chi guarda la tela, come garante della ortodossia delvangelo, al centro la Madonna abbracciata alla Croce a simboleg-giare la centralità della Chiesa e la vittoria della Croce. Vi è, poi, unfrate cappuccino inginocchiato davanti alla croce e questa figuraassume un significato particolare; infatti, l’ordine dei Cappuccini,in quell’epoca, era visto con “sospetto” da esponenti della gerarchiaecclesiastica, sia per la famosa apostasia di Ochino (1542) sia perché,a livello locale, il provinciale di Bari, padre Giacomo da Molfetta, eraamico di Ochino; quindi, la figura del frate inginocchiato sottolineala riaffermata fedeltà dell’Ordine alla Chiesa. Inoltre è rappresentatosan Nicola, come patrono della ortodossia, con un chiaro riferimen-to all’episodio dello schiaffo dato da san Nicola ad Ario e a quellodella rottura degli idoli (riportati in affreschi nella chiesa di Bitonto)e, infine, sul lato destro della tela sono rappresentati due personag-gi la cui individuazione va rapportata ai comandanti di navi dellaflotta della battaglia di Lepanto, individuazione che si rileva attra-verso il riferimento della collana con conchiglie del personaggio inprimo piano. Numerosi sono i riferimenti, in quel periodo storico,alla battaglia di Lepanto, come riaffermazione del primato dellaChiesa sull’eresia, e, in tale contesto, la prof.ssa Basile ha sottolinea-to la singolare coincidenza per la quale sulla facciata della chiesa di S.Croce in Lecce sono rappresentati tanti angeli, che sorreggono i sin-goli stemmi di tutti i comandanti delle navi che vinsero a Lepanto ecome, nel rosone centrale della facciata, vi siano una corona di che-rubini praticamente identica a quella che è raffigurata al centro dellacroce della tela della chiesa di S. Croce in Bari. La serata si è conclusa con un ringraziamento ai relatori, che hannoanche risposto ad alcune domande del pubblico, e con un ringrazia-mento alla comunità parrocchiale che ha voluto sorreggere lo sforzo,anche economico, di un importante intervento conservativo, resti-tuendo un’opera così importante alla fruibilità della intera città. La tela è stata poi scoperta la sera successiva, durante una via crucis,seguita da una celebrazione eucaristica, presieduta da p. Francesco Neri.

avv. Dino Simone

Page 74: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Anche noi senza la Domenicanon vogliamo vivere!a cura di Annalisa Caputo

Presentazione di Mons. Francesco Cacucci aAnche noi senza la Domenica non vogliamo vivere!Un’introduzione al mistero di Cristo con e per soggettidiversamente abiliCatechesi liturgico-mistagogiche sul Vangelo della Domenica (anno B)a cura di Annalisa CaputoEdizioni CVS, Roma 2010

Indice: Presentazione; A te che leggi; Introduzione; Tempo d’avvento e di Natale:Prima domenica di avvento – Seconda domenica di avvento – Terza dome-nica di avvento – Quarta domenica di avvento – Tempo di Natale e batte-simo del Signore; Tempo ordinario: Seconda domenica del tempo ordinario- Terza domenica del tempo ordinario – Quarta domenica del tempo ordi-nario – Quinta domenica del tempo ordinario – Sesta domenica deltempo ordinario – Settima domenica del tempo ordinario e mercoledìdelle Ceneri; Tempo di quaresima: Prima domenica di quaresima – Secondadomenica di quaresima – Terza domenica di quaresima – Quarta dome-nica di quaresima – Quinta domenica di quaresima; Settimana Santa:Primo momento, In vista della Domenica delle Palme - Secondo momen-to, Per ‘entrare’ nel Triduo santo – Pasqua; Tempo di Pasqua: Secondadomenica di Pasqua – Terza domenica di Pasqua - Quarta domenica diPasqua – Quinta domenica di Pasqua – Sesta domenica di Pasqua –Ascensione – Pentecoste; Appendice: La mistagogia spiegata e vissuta dai‘ragazzi’; Noi siamo pietre vive; Ma che cos’è la mistagogia?; Bibliografia dibase; Bibliografia di approfondimento; Notizie sugli Autori.

PUBBLICAZIONI

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

427

Page 75: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

È con grande gioia, ammirazione e gratitudine che ho accolto l’in-vito a presentare questa pubblicazione Anche noi senza la Domenicanon vogliamo vivere! – Un’introduzione al mistero di Cristo con e per sog-getti diversamente abili. Catechesi liturgico-mistagogiche sul Vangelo dellaDomenica (Anno B), un lavoro che non esito a definire straordinario.Straordinario prima di tutto per gli Autori: Alfredo, Anna, Fabio,Francesca, Franco, Giancarlo, Giuseppe L., Giuseppe P., Mario,Marisa, Minguccio, Mino, Raffaella, Rosanna, Saverio, Sebastiano,gli amici diversamente abili del gruppo “Centro Volontari dellaSoggerenza” (CVS) della nostra diocesi, guidato dalla responsabilee curatrice del volume, la dott. ssa Annalisa Caputo, segretaria delnostro Consiglio Pastorale Diocesano e ricercatrice di filosofiapresso l’Università di Bari, autrice di numerose pubblicazioni scien-tifiche, ma lei stessa annota: «questo libro, scritto con i ragazzi, èindubbiamente il libro a me più caro».Un libro straordinario per il contenuto. Continuando la riflessionee l’esperienza del Congresso Eucaristico Nazionale celebrato a Bari(maggio 2005) sulla domenica, giorno del Signore, giorno dellaChiesa, giorno dell’uomo (Sine dominico non possumus), e traducendoin concreto la scelta pastorale diocesana sulla mistagogia, questapubblicazione dimostra, attraverso testi, disegni, foto, una grandericchezza di attività, ma soprattutto di fede, di carità, di vitalitàinteriore. Si ha tra le mani come uno scrigno, le cui gemme prezio-se sono i misteri dell’anno liturgico, domenica per domenica,misteri, grazie all’esperienza della catechesi settimanale, creduti,celebrati, vissuti, e in un modo del tutto originale, perché incarna-to nell’esperienza concreta della sofferenza, ma anche della caritàfraterna e della gioia dell’esperienza comunitaria.I partecipanti alla catechesi vengono ‘condotti per mano’ (davveroil cheiragoghèin, ‘condurre per mano’ dei Padri della Chiesa), a volte,a motivo della loro disabilità, materialmente per mano, perché ven-gono aiutati a disegnare, a scrivere, a preparare lavori, che, pur gra-ficamente imperfetti, e spesso proprio nelle loro ‘imperfezioni’,rivelano le meraviglie che lo Spirito sa operare quando gli si spianala strada e si è disponibili alla sua azione. I lavori, le intuizioni gra-fiche ed espressive, diventano così icone del mistero creduto e cele-brato e doni presentati all’altare durante la celebrazione liturgica.Si attua così una mirabile sintesi, fatta di immagini e di parole trat-

428

Page 76: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

te dal Vangelo domenicale, di canti scelti insieme, di gesti di carità edi attenzione ai fratelli, una sintesi non artificiosa, ma sentita e par-tecipata, in una esperienza di vita che cresce via via durante l’anno.Straordinari sono Annalisa e i suoi collaboratori per la capacità chedimostrano di agevolare questo cammino mistagogico. Straor-dinari anche per la delicatezza e la discrezione con cui dopo avercondotto le persone sulla soglia del mistero, su quella soglia si fer-mano, perché sia il mistero stesso a operare. Per fare un esempio:commentando in una Annunciazione a mosaico di Rupnik la figu-ra di Maria ‘poggiata’ sul foglio-rotolo della Parola (è l’icona chel’Ufficio liturgico diocesano ha proposto per l’Avvento), i ‘piccoli’spiegano che Maria ‘accarezza’ il ‘foglio’, o ‘sta facendo disegni’, o‘sta facendo la nanna’: Maria ama, ascolta la Parola, ‘riposa’ su diessa, traduce come può Annalisa, che commenta stupita ad ogniannotazione: “geniale!”. È la genialità dello Spirito, è la potenza delmistero. E se Gianni dice che quella è ‘mamma-donna”, Annalisacommenta: “cioè la Madonna: ma come è bella l’espressione inge-nua di Gianni che non sa parlare bene! Mammadonna: Maria, ladonna-mamma!”; aggiunge: “Tutti applaudono!”. Davvero si rea-lizza la Parola: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sonoin mezzo a loro” (Mt 18, 20).Bisogna essere grati al Signore per questa pubblicazione. Io lo sonoin modo particolare perché è un prezioso documento di come siapossibile per qualsiasi comunità e situazione mediare concreta-mente la scelta pastorale della mistagogia fatta ormai da anni nellanostra chiesa locale. C’è ancora chi ritiene arduo fare questa media-zione, che sia un lavoro che richieda riflessione, studio, preparazio-ne. Certo, ci vuole anche questo, e la ricca bibliografia propostadalla dott.ssa Caputo in appendice (si tratta peraltro di un’espe-rienza che richiede anche delle competenze specifiche) potrebbesgomentare qualcuno… Ma proprio l’esperienza proposta in questapubblicazione dimostra che servono soprattutto passione, fantasia,attenzione alla situazione concreta, come avviene per le tante espe-rienze già avviate in diocesi e di cui sto prendendo atto con gioia nelcorso della visita pastorale.

429

PUBBLICAZIONI

Page 77: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Il Signore ci aiuti a camminare per le sue vie, a entrare sempre piùnel suo mistero di amore e di salvezza, ad accogliere il dono delloSpirito, che opera sempre meraviglie. La bella testimonianza deimartiri di Abitene può e deve diventare per tutti un impegno e unarealtà da vivere, come ci propongono i protagonisti di questa entu-siasmante esperienza della comunità del CVS: “Anche noi senza ladomenica non vogliamo vivere!”.

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

430

Page 78: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

PUBBLICAZIONI

Capurso si raccontaa cura di Michele Bellino,

Riccardo Lorusso, Umberto Rizzo

Introduzione di Mons. Francesco Cacucci aCapurso si racconta.Città, uomini e fede (1980-2010)a cura di Michele Bellino, Riccardo Lorusso, Umberto RizzoGelsorosso, Bari 2010

Indice: Capurso si racconta. Città, uomini e fede (1980-2010) di Michele Bellino,Riccardo Lorusso, Umberto Rizzo; Capurso: dov’era, com’era di VitoCoppola: Le Casermette e il Parco urbano; Al mio caro Paese… di LillinoPatano; La fede di Capurso si vede e si racconta… di don Michele Bellino: Ilrestauro delle immagini lignee dei Santi patroni: San Giuseppe e Maria SS.ma delPozzo di Riccardo Lorusso; Testimonianze: di Angelo Boezio - Il restauro e lariapertura della Chiesa Madre di Riccardo Lorusso e Umberto Rizzo - diNicola Guerra; Le campane di Riccardo Lorusso - di Vito Scavelli - diGiuseppe De Natale; Don Franco “costruttore” di Adriano Ambriola - didon Bernardino Palmieri - di padre Giammaria Apollonio - di VitoPricigallo.

Sono trascorsi 30 anni dal quel 14 giugno, quando don FrancoArdito è entrato come pastore della comunità di Capurso. Si avvici-na per lui anche la data del 50° anniversario di sacerdozio, il 3luglio 2010. L’anno sacerdotale ci invita a ringraziare il Signore peril dono del ministero ordinato. L’occasione è propizia anche peresaminare i cambiamenti che in questi 30 anni si sono verificatinon solo nella vita civile e nella cultura dei capursesi, ma, soprat-tutto, nella vita ecclesiale.I vari autori del presente volume hanno messo in evidenza i

431

Page 79: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

momenti più salienti. I cambiamenti strutturali del paese: Capurso,infatti, è diventata una piccola città, compatta e fedele alle sue tra-dizioni civili e religiose, curate nei minimi particolari. A ciò siaggiunge la constatazione che la forza della propria fede, sorretta eguidata dal zelante parroco, ha saputo superare le difficoltà cheappaiono normalmente quando la crescita civile della popolazionesi evolve e il sistema di vita lentamente cambia.Don Franco, in particolare, ha il merito di aver ricomposto le strut-ture e gli ambienti della Casa del Signore, sforzandosi di renderlasempre più bella e accogliente per coloro che ritrovano in essa lagioia di vivere in comunione.I capursesi hanno dimostrato visibilmente che i luoghi, gli uomini,le culture e le tradizioni sono la manifestazione di quell’amore diDio che ci è stato rivelato in Cristo Gesù. Oggi siamo tutti chiama-ti a proclamare a viva voce il Salmo 122: «Andiamo con gioia allacasa del Signore». In questo nostro “andare” ci vengono incontro leriflessioni di sant’Agostino, vescovo di Ippona: «Vuoi vedere comesia il tuo amore? Osserva cosa ti spinge». Siamo chiamati a vedere“cosa ci spinge” verso l’Altissimo e a ringraziarlo sempre per i donidella fede alimentata dal ministero sacerdotale.

Dalla residenza arcivescovile, 3 giugno 2010

+ Francesco CacucciArcivescovo di Bari-Bitonto

Page 80: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

433

Don Martire Dacchille

NELLA PACE DEL SIGNORE

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

Don Martire Dacchille nasce a Barile in provincia di Potenza il 6febbraio 1920.Intraprende lo studio della teologia presso il Pontificio Seminarioregionale di Molfetta. È ordinato sacerdote in Bari il 27 giugno del1943.Vice-parroco presso la parrocchia S. Maria La Porta in Palo delColle dal 1944 al 1949, è assistente parrocchiale della GioventùFemminile di Azione Cattolica.È parroco fondatore nel 1950 della comunità S. Maria Assunta inPalo, parrocchia che guiderà fino al 1980.Dopo lungo e fedele lavoro apostolico svolto nella suddetta parroc-chia, l’8 settembre del 1980 è nominato da mons. MarianoMagrassi cappellano della Casa di riposo “S. Vincenzo de’ Paoli” inPalo del Colle: con generoso zelo cura non solo la comunità dianziani ivi presenti e le Suore della Carità che li assistono, ma anchepromuove e coordina la pastorale degli anziani in tutto il paese.Pastore di anime: nutre un vivo interesse per la vita interiore deisuoi fedeli e prosegue instancabilmente la guida spirituale delleanime che cura nei lunghi anni del suo ministero. Continua adoffrire una testimonianza di pietà e di comunione sacerdotale tra ilclero palese contribuendo non poco ad arricchire e qualificare lavita di quel Presbiterio a edificazione dell’intera comunità di Palodel Colle.

Page 81: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

434

Gli viene inoltre affidata nel novembre del 1980 anche la direzionespirituale della Confraternita del Purgatorio e la cura della suddet-ta chiesa come cappellano.Notevole il suo contributo alla crescita dell’esperienza cristiana ditanti adolescenti attraverso l’insegnamento della religione cattolicanella scuola media “Mastromatteo” di Palo.Sempre pronto ad ascoltare le confessioni e a donare il perdonosacramentale anche quando la salute viene meno in varie parroc-chie del paese.Zelante dispensatore della Parola di Dio, fine esegeta, predicatoreche tutti ricordano per le sue qualità comunicative: le omelie di donMartire erano di un’eccezionale vivacità; si affidavano ad un lin-guaggio popolare e chiamavano continuamente in causa l’assem-blea con un ritmo dialogico incalzante, bonario, in apparenza con-discendente, ma sempre sicuro dei valori da trasmettere.Servitore umile e silenzioso, buono e discreto, ha offerto la sualunga malattia in filiale abbandono alla volontà di Dio per il benedella Chiesa: è tornato alla casa del Padre il 20 maggio 2010 anovant’anni dopo sessantasette di vita sacerdotale generosamenteprofusa per Dio e per i fratelli.Le esequie sono state celebrate il 22 maggio da S. E. Mons.Francesco Cacucci nella chiesa parrocchiale di S. Maria La Porta.

Page 82: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

435

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

1 – Al mattino, presso la parrocchia S. Giuseppe in Palo delColle, celebra la S. Messa per la festa del Titolare.

– Alla sera, presso la parrocchia S. Fara in Bari, celebra la S.Messa per l’ordinazione diaconale di fra Giuseppe Buenza,fra Alessandro Campagnari e fra Ernesto Saponaro, O.F.M.Cap.

2 – Al mattino, presso la parrocchia S. Vito Martire in Gioia delColle, celebra le esequie di don Carlo Fiore.

– Al pomeriggio, nella Cattedrale di Bari, celebra la S. Messaper la Giornata del Pellegrino, promossa dall’OperaRomana Pellegrinaggi.

3 – Al pomeriggio, presso la sede di Bari di Confindustria, pre-senta l’enciclica Caritas in veritate.

4 – Al mattino, presso l’auditorium del Dipartimento di StudiClassici e Cristiani dell’Università degli Studi “A. Moro” diBari, partecipa alla presentazione del libro del prof. RobertoRusconi Santo Padre. La santità del papa da san Pietro a GiovanniPaolo II.

– Al pomeriggio, inaugura la nuova sede del Centro Volontaridella Sofferenza in Bari e celebra la S. Messa.

– Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede i lavoridel Consiglio Pastorale diocesano.

Maggio 2010

Page 83: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

5 – Alla sera, presso la Concattedrale di Bitonto, celebra la S.Messa per l’ordinazione diaconale di fra Vincenzo Dituri efra Nicola Violante, O.F.M.

6 – Al mattino, nella sede della Curia metropolitana, incontra idirettori degli Uffici di curia.

– Alla sera, presso il Foyer del Teatro Petruzzelli, partecipaalla presentazione della mostra “Il volto di san Nicola. Tramito e realtà”.

8 – Al mattino, presso il Molo S. Nicola in Bari, presiede la celebra-zione eucaristica e assiste all’imbarco della statua del Santo.

– Alla sera, presso il Molo S. Nicola, partecipa alla cerimoniadello sbarco della statua del Santo, alla presenza di S.Em. ilcard. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità.

9 – Alla sera, in Basilica, partecipa alla concelebrazione euca-ristica presieduta dal cardinale e al prelievo della santamanna. In seguito, nella cripta della Basilica di S. Nicola,inaugura con il card. Bertone la cappella delle icone russe.

11 – Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario regionale PioXI in Molfetta, incontra i seminaristi teologi.

12 – Al mattino, presso l’Università degli Studi di Salerno, par-tecipa al convegno su “Questione meridionale, Chiesa epolitica”, organizzato dal prof. Luigi Rossi, preside dellaFacoltà di Scienze Politiche.

13 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, cele-bra la S. Messa con le monache Clarisse della Puglia.

13-16 – Visita pastorale alla parrocchia Immacolata in Modugno.17 – Alla sera, presso la parrocchia S. Ferdinando in Bari, celebra

la S. Messa per il 40° anniversario dell’ordinazione sacer-dotale del parroco don Pasquale Muschitiello.

18 – Al mattino, al quartiere S. Girolamo in Bari, benedice ilnuovo Centro diurno per i disabili.

– Alla sera, presso l’Oasi S. Martino in Bari, incontra i candi-dati Lettori e Diaconi.

19 – Al mattino, presso il Seminario arcivescovile, incontra l’é-quipe educativa.

– Alla sera, presso la parrocchia S. Nicola in Toritto, celebrala S. Messa per il 90° compleanno e il 65° anniversario diordinazione sacerdotale di don Francesco Rosato.

436

Page 84: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

20 – Al mattino, presso il Foyer del Teatro Petruzzelli in Bari,tiene la conferenza stampa per la presentazione del DVDsulla beata Elia di San Clemente.

20-23 – Visita pastorale alla parrocchia Spirito Santo in Bari-SantoSpirito.

21 – Al pomeriggio, nella piazza del Comune di Bitetto, celebrale esequie del cap. magg. Luigi Pascazio, caduto inAfganistan.

22 – Al mattino, presso la parrocchia S. Maria La Porta in Palodel Colle, celebra le esequie di don Martire Dacchille.

24-28 – A Roma, partecipa ai lavori della LXI Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana.

28 – Nel pomeriggio, a Roma, presso la Basilica di S. Paolo fuorile Mura, interviene alla presentazione del libro di OscarMagrassi Avanti con fiducia, sempre! Padre Mariano Magrassi,ricordi e memorie inediti di un testimone e profeta del nostro tempo(Ed. CVS, 2010).

29 – Alla sera, presso il monastero di S. Giuseppe in Bari, celebrala S. Messa nella memoria liturgica della Beata Elia di SanClemente.

30 – Al mattino, presso la parrocchia S. Paolo apostolo in Bari,celebra la S. Messa, amministra le Cresime e benedice lanuova casa canonica ristrutturata.

– Alla sera, presso la parrocchia S. Rita in Ceglie del Campo,celebra la S. Messa per il X anniversario della consacrazionedella chiesa e incontra la comunità parrocchiale.

31 – Al pomeriggio, in Cattedrale, saluta i cresimati dell’annodella parrocchia Immacolata di Adelfia e della parrocchia S.Maria Assunta di Cassano delle Murge.

– Alla sera, nella città vecchia, presiede la cerimonia di riaper-tura della chiesa di S. Gaetano.

437

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Page 85: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Giugno 2010

1 – Al mattino, in Episcopio, presiede il Consiglio episcopale.2 – Al mattino, presso Villa Menelao in Turi, presiede i lavori

della Conferenza Episcopale Pugliese.3-6 – Visita pastorale alla parrocchia Natività di Nostro Signore

in Bari S. Spirito-Quartiere S. Pio.5 – Al pomeriggio, presso lo stadio S. Nicola in Bari, porta il

saluto ai partecipanti al convegno regionale del “Rinnova-mento nello Spirito”.

6 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa nella solennitàdel Santissimo Corpo e Sangue del Signore, e presiede laprocessione fino alla piazza del Ferrarese, dove impartiscela benedizione eucaristica.

7 – Alla sera, presso la parrocchia Buon Pastore in Bari, celebrala S. Messa per il 25° anniversario dell’ordinazione dei dia-coni permanenti Nicola Falagario e Bruno Ressa.

8 – Al mattino, in Episcopio, presiede la riunione del Consigliodi amministrazione della Biblioteca “G. Ric-chetti”.

– Al pomeriggio, presso il Teatro Traetta in Bitonto, parteci-pa alla presentazione del volume curato da Antonietta EliaConversazioni su Giuseppe Tempesta, maestro di scuola e di vita.

9 – Al mattino, in Episcopio, presiede il Consiglio di ammini-strazione della Fondazione S. Nicola.

– Alla sera, presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnicodi Bari, partecipa alla IV assemblea diocesana del laicato,relatore il dott. Salvatore Martinez, presidente nazionaledel “Rinnovamento nello Spirito”, sul tema Educazione evocazione alla santità.

10 – Al mattino, presso la sede della Curia metropolitana,incontra i vicari zonali.

10-13 – Visita pastorale alla parrocchia S. Alberto in Bari-Palese.11 – Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per l’ordinazio-

ne sacerdotale di don Alessandro Tanzi.14 – Alla sera, presso il Santuario della Madonna del Pozzo in

Capurso, celebra la S. Messa per i Gruppi di preghiera diPadre Pio.

438

Page 86: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

15 – Alla sera, presso la parrocchia S. Vito Martire in Gioia delColle, celebra la S. Messa per la festa del Titolare.

16 – Alla sera, presso la parrocchia S. Fara in Bari, presiede l’in-contro vicariale per l’inizio della visita pastorale al IV vica-riato.

17 – Al pomeriggio, in Modugno, visita il santuario dellaMadonna della Grotta e successivamente, presso l’oratorioS. Giovanni Bosco, presiede l’incontro vicariale per la con-clusione della visita pastorale al III vicariato.

18 – Al mattino, presso l’Oasi S. Maria in Cassano Murge, par-tecipa alla giornata di santificazione sacerdotale, con S.Ecc. mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente dellaCommissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro,sul tema: “Il prete e la politica”.

– Alla sera, nella Cattedrale di Bari, partecipa alla presenta-zione del volume di Andrea Tornielli Quando la Chiesa sorri-de. Biografia del cardinale José Saraiva Martins, a conclusionedel IV centenario di fondazione dell’Arciconfraternita di S.Giuseppe in Bari.

19 – Alla sera, presso la parrocchia S. Croce in Bari, celebra la S.Messa e conferisce il premio “S. Rita”.

20 – Al mattino, in Cattedrale, concelebra la S. Messa con il card.John Patrick Foley, Gran Maestro dell’Ordine equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme, per l’insediamento dellaLuogotenenza dell’O.E.S.S.G. “Adriatica”.

– Alla sera, presso la parrocchia S. Maria la Porta in Palo delColle, celebra la S. Messa per la festa della Titolare.

21 – Al mattino, partecipa alla cerimonia di posa della primapietra della nuova sede della Regione Puglia in via Gentile.

22-24 – A Reggio Calabria, partecipa all’incontro dei Presidenti del-le Conferenze Episcopali dell’Italia meridionale.

25 – Alla sera, presso la parrocchia Maria SS. Addolorata inMariotto, celebra la S. Messa per l’ingresso del nuovo par-roco don Emanuele Spano.

26-1/7 – A Malta, partecipa alla settimana formativa dei preti giovani.

439

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Page 87: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010
Page 88: Bollettino Diocesano Maggio-Giugno 2010

Bollettino DiocesanoArcidiocesi di Bari - Bitonto • Largo S. Sabino, 7 • 70122 BariArcivescovado: Tel.: 080 5214166Curia Metropolitana: Tel.: 080 5288111

Fax: 080 5244450 • 080 5288250www.arcidiocesibaribitonto.it • e-mail: [email protected]

Anno LXXXVI n. 3 Maggio - Giugno 2010

3-2

01

0

BO

LLET

TIN

O D

IOCES

AN

Ol’O

degi

tria

Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari