Bollettino giugno

48
1 C amminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012 n° 31 giugno - agosto 2012 C amminiamo insieme Periodico della Comunità dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato

description

Bollettino giugno

Transcript of Bollettino giugno

Page 1: Bollettino giugno

1Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

n° 31 giugno - agosto 2012

Camminiamo insiemeP e r i o d i c o d e l l a C o m u n i t à d e i S a n t i P i e t r o e P a o l o i n C a s t r e z z a t o

Page 2: Bollettino giugno

2 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Sommario

PADOVA- Basilica del Santo (interno), presbiterio.

Ci introduce alla lettura del Bol-lettino estivo questa bella foto dell’interno della Basilica di Sant’Antonio, a Padova. Giugno

ci ha fatto celebrare la memoria di questo gigante della fede, il 13 del mese. In suo onore, agli inizi del sec.XIV, si avviò la costruzione di una basilica imponente, la cui copertura è caratterizzata dalle cupole a doppia calotta, un’innovazione arricchita da varianti : da guglie e campa-nili. L’urna del Santo traslata qui solennemente nel 1263, nel 1350 fu collocata nel braccio sinistro del primo tran-setto, dove tutt’ora si trova. Il legame con Sant’Antonio è vivo nella nostra Comunità. La storia del cristianesimo a Castrezzato è caratterizzata dalla presenza della devo-zione a Sant’Antonio e noi abbiamo voluto ricordarla con l’intitolazione a Lui della Piazzetta del lato destro della chiesa parrocchiale. S.Antonio è nato a Lisbona , ma è morto a Padova, che era già città di grande cultura, storia ed arte. Nel 1222 vi venne fonda una Università, la più antica della Penisola italiana dopo quella di Bologna; numerose e in crescita furono le presenze monastiche e conventuali; qui morì nel 1231 il francescano Antonio, al quale i padovani riconoscenti eressero la grandiosa ba-silica denominata popolarmente “Il Santo”. Nella verità storica delle fonti, siamo invitati a imitare il santo, (che san Francesco già chiamava “suo Vescovo”), per quel suo amore alla Scrittura che lo rendeva non solo abile ad argomentare ma anche effi cace nel persuadere, perché sapeva anche testimoniare con il comportamento. L’ico-nografi a che ce lo rappresenta con un libro, fa riferimento a questa conoscenza solida della Scrittura; come la fi am-ma e il cuore sono i simboli del suo ardore nel predicare. Sovente Sant’Antonio è rappresentato con in braccio il Bambino Gesù. Questa rappresentazione richiama la di-vina visita di Gesù, avvenuta in una delle sue frequenti estasi. Per noi l’attualità del santo consiste nell’imitare questo ideale di fedeltà evangelica e questo suo zelo di dialogo con gli erranti, che egli attuò nella sua breve vita (visse solo 36/37 anni). Ci aiuti Sant’Antonio a rinnovare la Chiesa, innanzi tutto con la nostra conversione perso-nale e rendendo più fraterna la società dove viviamo.

(d.M)

ommarioS

Camminiamo insieme

N. 31 giugno - agosto 2012

Periodico della Comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato

Hanno collaborato a questo numero: mons. Mario Stoppani, p. Pier Giordano Cabra, don Claudio Chiecca, p. Matteo Fogliata, Commissione Pastorale Famigliare, Silvana Brianza, Mirta Festa (A.C.) restauratori Elisabetta Arrighetti e Ivano Tomasoni.Contributi di: Settimanale La Voce del Popolo - Coretto parrocchiale - Catechisti-Educatori ACR e Assistenti, Lo storico cronista (G.L.), Fondazione Folonari di Brescia, Corale A. Moladori, Consiglio Am-ministrativo Parrocchiale (CPAE), Caritas parrocchiale, nipoti di Suor Josephina ZaniFotografi e: Erika Zani e Ivano TomasoniSegreteria Agostina CavalliImpaginazione Giuseppe Sisinni

Lettera del Parroco3 La Fede è dono e impegno

Speciale Piamarta

Padre Giovanni Piamarta e la nobiltà del quotidiano

Con la Chiesa

Addio a don Galli, fi accola di fede e speranza

60 anni di sacerdozio

60° di sacerdozio di don Giovanni Tossi

Restauro della Pietà

Completato il restauro della Cappella della Pietà

Spazio oratorio

Un’estate aperta alla comunicazione!

Spazio oratorio

Dedicato a...

Cronaca

Carte rubate del Papa: “Un atto immorale di inaudita gravità”

Vita in parrocchia

Pellegrinaggio a Parmanei luoghi del Conforti

Vita in parrocchia

Inaugurazione della nuovacucina dell’oratorio

Vita in parrocchia

In memoria di Nicola Rubaga

Calendario liturgico

Calendario liturgico pastorale

510

In copertina

112025283436404546

Page 3: Bollettino giugno

Lettera del Parroco

3Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Cari parrocchiani,eccoci a giugno: mese del Sacro Cuore, mese dei Pa-

troni. Accanto a queste scadenze tradizionali ci vengono incontro eventi signifi cativi stanno interes-sando la vita della Chiesa. In primo luogo l’incontro mondiale delle famiglie a Milano con la partecipa-zione del Santo Padre (31 maggio/ 1 - 2 - 3 giugno scorso). Anche la nostra parrocchia ha partecipato con un folto gruppo di famiglie, di cui riferiamo nel presente bol-lettino. Inoltre l’Anno della fede: la Chiesa ci richiama alla necessità di rinvigorire il dono della fede at-traverso l’Anno della Fede indetto dal Papa dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013. In questo anno si vogliono valorizzare le linee pasto-rali del Concilio e del catechismo della Chiesa cattolica. Del primo si ricorda quest’anno il 50° della sua indizione, con il Beato Papa Gio-vanni XXIII; del secondo il 20° an-niversario della sua pubblicazione (1992). La fede è per i credenti una questione nodale: avrebbe senso un ”cristiano che non crede, non spera, non ama”? Eppure può suc-cedere di smarrire la via della fede, di rinnegarla di fatto con una vita incoerente. Si ha l’impressione che anche il Catechismo della Chie-sa cattolica sia stato collocato in fretta sugli scaff ali, mentre invece “è (sono parole di Benedetto XVI) un prezioso sussidio per una co-noscenza organica e completa dei contenuti della fede”. È urgente la presenza nelle comunità di adulti maturi nella fede e testimoni di umanità. La maturità della fede

non nasce principalmente dalla conoscenza teorica (pur necessa-ria), ma dall’esperienza di Dio. Ci rendiamo conto che davanti alla crisi generalizzata del nostro tem-po (crisi che non è solo economi-ca), è urgente guardare al futuro con responsabilità e speranza. Ad

una crisi epocale si deve rispon-dere con un cambiamento altret-tanto epocale, di mente innanzi tutto, che è la più lenta a lasciarsi modifi care. Nel cammino della Diocesi il per-corso è tracciato dalla prepara-zione del Sinodo Diocesano sulle

La Fede è dono e impegno

Festa dei Patroni, incontro mondiale delle famiglie, Anno della Fede

Page 4: Bollettino giugno

Lettera del Parroco

Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 20124

Unità Pastorali che sarà celebrato in dicembre di quest’anno e sarà completato da disposizioni nor-mative che riguarderanno la vita concreta delle nostre parrocchie. Occorre pregare, confrontarsi ed ascoltare il Vescovo.A livello parrocchiale abbiamo vis-suto insieme il tempo pasquale e il mese di maggio dedicato alla Madonna. La Caritas parrocchiale, in collaborazione con l’Ammini-strazione comunale ha inaugurato il Punto Caritas per la distribuzio-ne di alimenti agli indigenti che abitano nel nostro comune (19 maggio). Abbiamo celebrato il sacramento della prima Riconci-liazione (o Confessione) dei nostri bambini; le Cresime con la presen-za dell’Arcivescovo missionario Mons. Lorenzo Voltolini; il 60° di don Giovanni Tossi, parroco eme-rito (domenica 3 giugno). Anche il nostro concittadino Mons. Lucio

Cuneo ricorda quest’anno i ses-sant’anni di Ordinazione e, in cir-costanza opportuna lo inviteremo per una celebrazione di questo Anniversario.Ora è alle porte la Festa dei Patro-ni: con le sue iniziative ci stimoli a rinsaldare i vincoli umani e spiri-tuali che ci uniscono nonostante tante diversità e opinioni diverse. Come parroco voglio condividere con voi questa rifl essione. Se l’e-mergenza più immediata oggi è quella del lavoro (di cui c’è urgen-te, urgentissimo bisogno, tanto più dopo il tragico terremoto che ha interessato migliaia di persone), alle Comunità cristiane compete di alimentare uno stile di com-portamento collettivo (un’ethos diremmo in termini specifi ci) che renda tutti consapevoli dei limiti (“dove ci ha portati questo rifi uto del limite nel campo del profi tto, del progresso, del benessere, della

tecnologia, della competizione?”) e di riproporre la lezione del ser-vizio. È necessario rompere il cer-

chio mortale dell’individualismo

che corrompe il tessuto sociale; è

urgente ricostruire la “cultura dei

legami” che si esprime nella fa-

miglia, nel vicinato, nell’amicizia,

nei luoghi di lavoro, nel soccorre-

re chi è debole, nel percepire la

società come parte di noi. Dio si è vincolato in Cristo con la nostra umanità e la nostra storia. È in questo vincolo che risiede la nostra speranza. Per noi cristiani Il futuro dell’evangelizzazione si apre solo per la fede. I nostri Pa-troni che nella fede hanno vissu-to e nella fede hanno aff rontato il martirio ci stimolino a scelte di vita coerenti e coraggiose.

don Mario

Page 5: Bollettino giugno

5Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Speciale Piamarta

Se la punta avanzata del mo-vimento cattolico bresciano è Geremia Bonomelli, futuro

e prestigioso vescovo di Cremona, tra i laici emergono le forti perso-nalità del beato Giuseppe Tovini e di Giorgio Montini.Il primo è un infaticabile e geniale promotore di nuove forme di coo-perazione, di casse rurali, di istituti di credito a sostegno delle opere cattoliche, a partire da quella fon-damentale della presenza cristia-na nella scuola.Il secondo è l’avvocato Giorgio Montini, mente organizzativa e capo indiscusso, impegnato a pro-muovere la presenza dei cattolici nella politica, con quell’ampiezza di vedute che sarà respirata in fa-miglia dal giovane Giovanni Batti-sta, futuro Paolo VI.Di questo gruppo, dalle diverse posizioni nei confronti della nuova Italia, fa parte anche l’umile sacer-dote Giovanni Battista Piamarta, che come gli altri, saliva sovente a San Cristo per confrontarsi con l’amico monsignor Pietro Capretti.

Una ferita mai rimarginata

Il giovane sacerdote saliva a San Cristo, per vedere come fosse pos-

Speciale su Padre Piamarta, prossimo santo

Padre Giovanni Piamartae la nobiltà del quotidiano

sibile risolvere un problema che lo angustiava. Era “curato”, cioè aiu-tante del parroco, nella centralissi-ma parrocchia di Sant’Alessandro, dove svolgeva un’intensa attività tra i giovani, grazie anche al suo oratorio, al quale dedicava molto del suo tempo e delle sue energie. Era stimato per la sua pietà, amato

per la sua carità, ammirato per la sua presenza rasserenante nei luo-ghi della soff erenza, dal letto degli infermi all’aiuto discreto a non po-chi “nobili decaduti”.Eppure aveva una ferita al cuore che non si rimarginava. Una ferita che veniva dalla sua fanciullezza.Era nato in un quartiere popola-

A Brescia, città industriosa e in via di industrializzazione, nella seconda metà dell’Ottocento, si sviluppa un vigoroso mo-vimento cattolico, teso a ridare Dio alla società e la società a Dio.La diocesi di Brescia che aveva dato nell”800 grandi fi gure di “santi sociali”, dal Pavoni a Crocifi ssa di Rosa, vede ora sorgere un movimento, ad opera di sacerdoti e laici, con l’obiettivo di rendere presente la Chiesa in una società divisa dalla que-stione romana, sconvolta dalla questione sociale, scossa dai venti anticlericali. Questo gruppo di cattolici impegnati, ha come animatore monsignor Pietro Capretti, “la gemma del clero bresciano”, un sacerdote esemplare e colto, che ha scelto, lui benestante, di vivere poveramente con i “chierici poveri” a San Cristo, un monastero adattato a seminario, dal quale uscirà un clero da lui formato, sensibile e attivo nei confronti dei poveri e dei loro problemi.

Page 6: Bollettino giugno

6 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Speciale Piamarta

re della città, nella parrocchia dei Santi Faustino e Giovita nel 1841 da famiglia povera. Mamma Regi-na era una di quelle mamme che aiutano a crescere forti i loro fi gli, perché non la danno sempre vin-ta. Ma scompare presto, quando Giovannino ha solo nove anni.Povero e orfano di madre, con il padre piuttosto assente, viva-cissimo e trascinatore, conosce i pericoli della strada, dalla quale è salvato dai suo oratorio, dove in-contra guide esemplari.Fa il garzone presso un materas-saio che lo prende a benvolere e, preoccupato della sua salute, lo invia in vacanza a Vallio, dove è notato dal parroco don Pezzana, che lo avvia verso il sacerdozio, dandogli personalmente le prime lezioni e trovandogli benefattori che gli permettono di continuare negli studi.Ordinato sacerdote nel 1865 sarà dato in aiuto proprio a don Pezza-na, prima a Bedizzole, una parroc-chia di campagna e poi in città a Sant’Alessandro.Sono anni in cui porta con sé la sua ferita di ragazzo abbando-nato a se stesso, una ferita che lo rende sensibilissimo a situazioni analoghe di ragazzi e giovani, che si perdono facilmente a causa del disinteresse altrui, dell’interesse pericoloso di adulti senza scrupoli, ragazzi che potrebbero fare bene se avviati sulla via del bene, che non possono mettere a profi tto le loro capacità per mancanza di preparazione, che potrebbero es-sere delle colonne di una società più umana e cristiana, se accolti con amore da chi ha fede, se mes-si nelle condizioni di formare ima propria famiglia, loro che non co-noscono l’aff etto di una famiglia.Sa di essere povero, ma sente che quella di accogliere e formare i giovani poveri e abbandonati è la missione che il Signore gli affi da. E prega di non essere un servo inu-tile o pigro.

Comincia a parlarne con l’amico mons. Pietro Capretti, che lo so-stiene e l’aiuta generosamente.Nasce così l’Istituto Artigianelli. Seguiranno poi la celebre Colonia Agricola di Remedello in collabo-razione con l’agronomo Giovanni Bonsignori, considerato l’apostolo della nuova agricoltura. Verranno poi l’Editrice Queriniana, la Con-gregazione Santa Famiglia di Na-zareth e, assieme a Madre Elisa Baldo, le Umili Serve del Signore.

“Su una via irta di triboli e spine”

Si era messo su una via irta di triboli e spine, la via del terribi-le quotidiano che mette a dura prova la vita di buona parte delle persone: problemi economici as-sillanti, cose che non vanno come dovrebbero andare, diffi coltà di convivenza con persone diffi ci-li, responsabilità educative nei confronti di ragazzi problematici, urgenza di aggiornarsi continua-mente per non essere travolti dal progresso tecnologico, lotta con il proprio carattere non sempre fa-cilmente domabile.Scriverà verso la fi ne della sua vita: “Ho cominciato quest’opera e i contrasti e i dolori, le disillusioni e le indiff erenze e gli abbandoni an-che per partePadre Piamarta ha salito infi ni-te volte i gradini della chiesa che aveva voluto al cuore dell’Istituto Artigianelli. Oggi su quei gradini si radunano spesso studenti ed ex alunni per le tradizionali foto di gruppo. Una scelta dettata non solo dalla scenografi a ma anche dal valore simbolico di quelle sca-le e di quella “salita” che sottoline-ano la fedeltà agli insegnamenti del Fondatore.di persone su cui si era fondato tutto l’appoggio morale e mate-riale, furono il mio pane quotidia-no e continuano più che mai ad esserlo tuttora”.“I dolori e le traversie d’ogni fatto, sono un pane avanzato dalla ta-

vola di Gesù Cristo. Ed io in questi giorni, sto mangiandone la parte più dura”.“Ma le opere di Dio non prosperano che all’ombra della croce ed anche a volere che esse diano frutti co-piosi, conviene che noi le andiamo innaffi ando dei nostri sudori, delle nostre lacrime e perfi no del nostro sangue: basta guardare a Gesù”.Come un padre non può abban-donare i suoi fi gli, così diventato Padre dei suoi ragazzi, aff ronta dif-fi coltà e umiliazioni di ogni gene-re. Per ciascuno di loro deve creare un posto in refettorio ,uno in offi ci-na, uno in studio, in dormitorio, in ricreazione, in chiesa. Vive con loro e per loro, pensando al loro futuro di lavoratori preparati, di cristiani convinti, di cittadini onesti.

Per vivere la nobiltà del quotidiano

Le sue due fonti principali del sa-pere sono la Sacra Scrittura e la vita dei Santi.I suoi appunti di predicazione sono intessuti di citazioni della Pa-rola di Dio che prende corpo e si rende visibile e feconda nella vita dei santi. “Dopo la Sacra Scrittura, non c’è pascolo più salutare delle vite dei santi”, ripeterà più volte.Da San Benedetto comprese che a Dio si va con i piccoli ma costanti passi del quotidiano vissuto da-vanti a Dio con la preghiera e da-vanti agli uomini con il lavoro.Da San Filippo Neri trasse la con-vinzione che una città potesse essere cambiata dedicandosi alla gioventù, con uno stile allegro ed esigente, che rendesse simpatica la virtù.Da San Vincenzo de Paoli imparò a servire i poveri, vedendo Cristo in loro.Da Santa Teresa apprese l’impor-tanza delle preghiera prolungata che sfocia in opere ,opere, opere.Da San Francesco di Sales compre-se l’arte della mitezza per toccare i cuori.Da Sant’Ignazio di Loyola ammi-

Page 7: Bollettino giugno

7Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Speciale Piamarta

rò e praticò il dovere di traffi care tutti i propri talenti per la missione affi data, oltre che trarre le norme essenziali per reggere la sua Con-gregazione.Da questi insegnamenti derivò una spiritualità atta a sorreggere e motivare la missione tra i giovani.Da discepolo divenne maestro per la sua sintesi pratica e limpida, da trasmettere ai collaboratori, sacer-doti e laici.Le due fonti della sua azione sono lo Spirito Santo e la diffi denza nei confronti di sé.Egli sa che lo Spirito Santo crea fu-turo, trasforma le crisi in nuove opportunità, non fa guardare con nostal-gia al passato, ma proietta con fi ducia nel futuro, rendendo possibile anche quello che sem-bra impossibile. E, in certe mani-festazioni, può essere chiamato col nome familiare di Provvidenza. Quando intonava il Veni Creator, lo faceva con una voce tanto pos-sente che sembrava “tirar giù” dal cielo lo Spirito Santo.Ma l’umiltà gli impedisce di voler possedere il monopolio dello Spiri-to Santo e il senso del proprio limite lo induce a tenere un basso profi lo, a confrontarsi con altri; si circonda di collaboratori, condivide le re-sponsabilità, non fa il tuttologo.Manifesta la sua umiltà soprattutto nell’obbedienza e nella gratitudine.Compie gesti di eroica obbedien-za, all’inizio dell’opera, quando il Vescovo gli chiedeva scelte che sembravano compromettere quanto stava per realizzare. Ob-bedl, lasciando fare a Dio, sapen-do che Dio in questo modo fa abbandonare i nostri sentieri per immetterci sulle sue vie.Considera la gratitudine, cioè il riconoscere l’apporto degli altri a quanto ha potuto realizzare, come “la massima virtù”, nella consape-volezza che tutto è dono e tutto va preso in rendimento di grazieE mentre pratica e insegna la gra-titudine verso benefattori e col-

La notizia che Padre Giovanni Piamarta sarà proclamato santo non può che rallegrare Brescia, città e provincia, perché è un santo che esprime le migliori qualità della nostra gente.Chi l’aveva ben conosciuto, come il suo primo collaboratore, poi vescovo ausiliare di Brescia, Mons. Emilio Bongiorni, aveva detto di lui: “Non ricordo d’aver conosciuto un temperamento più bresciano del suo”, per la sua creatività, il suo coraggio e la fortezza nel por-tare avanti le sue imprese”. Piamarta è nato a Brescia, è cresciuto a Brescia, è vissuto e operato a Brescia, ha inciso notevolmente nel tessuto della città e provincia, sentendosi sempre appartenente alla società e alla Chiesa bresciana.Soprattutto ha amato la sua città, lavorando intensamente per ren-derla migliore, con attenzione speciale alla promozione “materiale e morale” della gioventù più bisognosa.Un amore il suo operoso, attivo, disposto a pagare in prima persona, tenace e lungimirante: doti che erano riconosciute alla nostra gente.Ha preferito i fatti alle parole. Ha compiuto sobrie ed esatte diagnosi sulla situazione della società, dedicando la maggior parte suo tem-po a trovare soluzioni. Avendo compreso che il punto debole della società del suo tempo stava diventando la famiglia, prima di pian-gere sulla tristezza dei tempi, ha pensato che per farsi una famiglia occorreva avere dei mezzi per formarla, che ai giovani senza mezzi occorreva insegnare un lavoro qualifi cato, che senza la formazione di un carattere forte non si potevano aff rontare le diffi coltà della vita, che senza il senso di responsabilità delle proprie azioni non è facile costruire qualche cosa di signifi cativo. E infi ne che la formazio-ne religiosa della coscienza poteva garantire serietà e stabilità, ol-tre che dare il senso della meta e della direzione per raggiungerla.E si è letteralmente buttato in questa impresa, con un coraggio im-pressionante, che derivava non solo dal suo temperamento “tutto fuoco, tutto entusiasmo”, ma soprattutto dalla sua fede incrollabile che quella era la sua missione che Dio gli aveva affi dato, per la quale valeva la pena di spendersi fi no all’ultimo, perché “quello che avete fatto a uno di questi piccoli l’avete fatto a me”.In Padre Piamarta si constata l’alleanza tra santità personale e mi-glioramento sociale, una santità che si esprime nella mano che soc-corre prima di dire la parola che aiuta, dal momento che non vuole essere giudicato come il servo del Vangelo che va a seppellire, per pigrizia o per ignavia, il talento ricevuto.In Padre Piamarta è tutta la Chiesa bresciana che si rallegra per avere formato una persona che ha mostrato ad altri contesti anche lonta-ni, attraverso i suoi continuatori che hanno “esportato” il suo spirito, le qualità di una fede che non solo insegna il Vangelo, ma lo mostra operativo e benefi co nella società, attraverso l’ individuazione delle piaghe da curare e della dignità da promuovere.A cento anni della sua morte, questo riconoscimento onora Bre-scia e quella parte ancora cospicua della sua gente, che applaude a chi non pensa di essere solo al mondo, ma si sente responsabile, in qualche misura, anche del suo prossimo.

UN SANTO CHE ONORA BRESCIA

Page 8: Bollettino giugno

8 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

laboratori, a partire dal Datore di tutti i beni, avverte che è necessa-rio praticarla, ma non pretenderla.

La nobiltà del lavoro

Constatando che la povertà più pericolosa è quella interiore, che blocca sul presente, che smorza la fi ducia e non proietta verso il futu-ro, ha inculcato ai suoi giovani l’or-goglio di entrare nella nobiltà del lavoro, una nobiltà aperta a tutti quelli che vogliono costruirsi un domani con le loro capacità e con l’impegno dei loro talenti, accessi-bile a chi ha coraggio, a chi sa lot-tare, a chi ha nobiltà di sentimenti e un cuore magnanimo.Nobiltà è fare bene il proprio la-voro, unendo competenza, onestà e cortesia.Nobiltà è non deprimersi nell’in-successo, né esaltarsi nel successo.Nobiltà è essere fedeli alla parola data, pronti a chiedere perdono quando si sbaglia, pronti a conce-derlo quando è richiesto.Nobiltà è saper guardare a Naza-reth deve il Figlio di Dio ha reso santa la fatica dell’uomo con il suo sudore e la sua pazienza.Insegna queste cose ai suoi ragaz-zi con le parole e con l’esempio, sempre in moto, ma senza aff an-no, sempre conteso, ma il più pos-sibile allegro e sereno.

Le scalinate della sua bella Chiesa

Costruisce una bella chiesa, che svetta sugli altri edifi ci.Al mattino prestissimo sale le gra-dinate, entra per primo nella sua chiesa e, solo si immerge per ore (sì, per almeno tre ore) nella pre-ghiera. Poi, raff orzato, scende le scale per incontrare ragazzi, col-laboratori, inse gnanti, maestri di offi cina, fornitori, tecnici, per ascoltare richieste di aiuto, per di-scutere su nuovi macchinari, per correre dietro alle cambiali che scadono, per parlare di Dio, del quale voleva mostrare il volto di Padre nella minuta realtà di ogni

giorno.Il suo tempo è inizialmente conte-so tra pietas et labor, tra immersio-ne nel divino e immersione nell’u-mano, tra salire le scale dell’intimità divina per avere poi la forza di di-scendere a servire l’uomo.Col passare del tempo le due di-mensioni si arricchiscono e si av-vicinano fi no a fondersi: una vita animata dalla preghiera e una preghiera che si concretizza nei campi dell’educazione, della for-mazione al lavoro e alla famiglia, nel seminare il Vangelo nel cuore di chi lo avvicina..Questa rara sinergia tra impegno umano e fi ducia nella Provviden-za, sarà sorgente di creatività: l’I-stituto Artigianelli preparerà abili tipografi , artigiani e artisti del fer-ro e del legno, meccanici ed elet-tricisti. E anche buoni cristiani. La Colonia agricola di Remedello sarà un faro per l’agricoltura del suo tempo, oltre che un aiuto ai par-roci a promuovere la classe con-tadina, attraverso il periodico La famiglia agricola.La Queriniana diventerà inizial-mente la tipografi a della fl orida stampa cattolica di Brescia, poi una editrice che allargherà pro-gressivamente i suoi orizzonti.Nel 1902 sarà approvata la Con-gre-gazione maschile, intitola-ta alla Famiglia di Nazareth, che esprime eloquentemente la sua preoccupazione per la famiglia, ma anche l’ideale di una conviven-za familiare dei suoi collaboratori e del suo stile di educazione.Con Madre Elisa Baldo darà ori-gine verso la fi ne della sua vita anche alla Congregazione femmi-nile, che prenderà il nome “Umili Serve del Signore”.E come la sua presenza inciderà nella società bresciana del suo tempo, così i suoi continuatori porteranno il suo spirito, fonte di evangelica intraprendenza, in varie parti dell’America Latina e dell’Africa.

Muore il 25 aprile 1913. Il Vescovo di Brescia scriverà ai confratelli: “Voi avete perso un padre, io un amico, la diocesi un santo prete”.La stampa laica lo considera un in-signe benefattore che ha dato alla città le maestranze più qualifi cate, i suoi ragazzi lo ricordano come un condot-tiero dal cuore di mamma, i suoi fi gli spirituali un Padre aff et-tuoso e illuminato.E la Chiesa, a cento anni dalla mor-te, lo proclama santo, facendone uno dei maestri per il nostro tempo.

Un bilancio fatto da un grande

Vescovo

In occasione del XXV dell’Istituto Artigianelli, monsignor Bonomel-li, Vescovo di Cremona, suo inse-gnante, confi dente e amico, scri-veva ai con-fratelli: “Quali prodigi di carità, di prudenza, di destrezza, di zelo vera-mente cristiano Padre Giovanni Piamarta ci ha mostrato nel corso di mezzo secolo di vita operosissima!Egli è il sacerdote che richiedono i tempi nuovi: noncurante di sé, solo inteso al bene altrui senza di-stinzione, specialmente della gio-ventù.Alieno dalle lotte partigiane e po-litiche, pronto a stendere le mani amiche a quanti amano il bene, a dimenticare le off ese e vendicar-si con i benefi ci: nacque povero, visse povero e povero ha valicato i settanta anni.Con raro esempio raccolse le sim-patie e l’aff etto di tutti, senza om-bra di partito.Quanti giovani ha ricondotto sulla retta via! Quante lacrime ha asciu-gate! Quanti genitori ha consolati, restituendo loro i fi gli riabilitati con il lavoro e con la pietà cristiana”.Un vero maestro per il nostro tem-po, che aiuta a scoprire la nobiltà del quotidiano, riscattato dal lavo-ro, elevato dalla preghiera, trasfi -gurato dall’amore.

p. Pier Giordano Cabra

Speciale Piamarta

Page 9: Bollettino giugno

9Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Speciale Piamarta

DAL DIARIO DI PADRE PIAMARTA

Sono alcune notti che, riuscendomi diffi cile il sonno, la memoria corre al passato.Come è breve la vita. Ma quanto è stata ricca di benedizioni la mia vita!Posso dire di avere fatto esperienza della verità di quanto aff erma il nostro grande Manzoni: “Dio non turba mai la gioia dei suoi fi gli, se non per procurarne loro una più certa e più grande”.

L’infanzia e la gioventù

Il Signore mi ha fatto nascere povero, perché potessi capire i poveri. Mi ha lasciato orfano perché potessi immedesimarmi nei drammi degli orfani, mi ha lasciato sul-la strada perché comprendessi l’importanza decisiva di un ambiente educativo, che strappi dalla strada, come lo è stato il mio oratorio.

Mi ha fatto toccare con mano che senza l’interessamento di persone buone non mi sarei orientato al sa-cerdozio per dirmi che il Signore ha bisogno di noi poveri uomini per raggiungere le sue mete. Come pure mi ha fatto faticare negli studi perché potessi comprendere anche i meno dotati.E poi mi ha fatto attendere a lungo la realizzazione dei miei sogni di dedicarmi alla promozione dei meno fortunati, perché non pensassi di essere io che agivo, ma riconoscessi che tutto quello che sarebbe uscito dalle mie mani, in realtà era opera sua.

La progettazione e la realizzazione

Come sono stati tribolati quegli anni di progettazione, di attesa e di delusioni!Ero a Sant’Alessandro e sembrava che il vescovo desse il via a quanto avevamo progettato assieme a monsignor Capretti. Ma improvvisamente venne la nomina a parroco di Pavone Mella, in mezzo alla cam-pagna. Tutti i miei sogni si dileguavano come neve al sole.Poi venne l’invito a riprendere l’iniziativa, ma secondo un progetto e una modalità che io non condividevo, per la sua evidente inagibilità. Ho accettato le due obbedienze così umanamente incomprensibili, sapendo che il Signore sa scrivere diritto su righe storte. Infatti lì stava incamminandomi in modo misterioso alla realizzazione del mio pro-getto secondo le sue vie più sicure.E ancora, eccomi giungere un altro colpo quando il mio amico Capretti mi ha scritto chiaro: “Se vuoi con-tinuare, devi pensarci tu, perché io non posso aiutarti”.E così mi sono affi dato totalmente alla Divina Provvidenza, lasciandomi condurre da Lei.Il Signore, mentre mi toglieva le sicurezze umane, mi induceva ad avere fi ducia nel suo aiuto, perché i piccoli erano più suoi fi gli che miei.

La costante presenza della Provvidenza

Man mano passavano gli anni, ho toccato con mano che, come dice S. Ignazio, a noi tocca fare tutto quello che è possibile fare e poi lasciare i risultati nelle mani del Signore, come se tutto dipendesse da Lui.E così, cercando in primo luogo il bene umano e spirituale dei miei ragazzi, senza badare a sacrifi ci, non mi è mai mancato il soccorso, magari all’ultimo minuto, della Provvidenza.La cosa più meravigliosa è il vedere come il Signore, veramente grande, ha saputo trarre gioia dalla soff e-renza, benessere dalla povertà, fi ducia dallo sconforto.Potrei riassumere la mia vicenda come un insieme di passione e di risurrezione: ad ogni porta che si chiu-deva se ne apriva un’altra, ad ogni umana delusione seguiva il Suo conforto. Ad ogni prova una benedi-zione. Sì, nelle mie angustie, non piccole né poche, mi sono sentito inondato da un fi ume di benedizioni, che è stato riversato su di me e su quelli che il Signore mi ha affi dato.Sì è proprio vero che il Signore “non turba mai la gioia dei suoi fi gli se non per procurarne loro una più certa e più grande”.Di Lui ci si può fi dare! E mi fi do anche in questo momento di attesa della Sua venuta.

Un fi ume di benedizioni

Page 10: Bollettino giugno

10 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Con la Chiesa

Don Silvio Galli è an-dato in Pa-

radiso. Ha lasciato questo mondo martedì notte, all’età di 84 anni, dopo lunghe sof-ferenze. È mor-to nella sua casa presso l’Istituto Salesiano di San Bernardino, stre-mato dalla malat-tia. Non è solo una perdita immensa per la comunità clarense, ma per il mondo intero, perché il mondo intero si rivolge-va a lui in cerca di conforto,di aiuto, di una parola buo-na. Il santo, così lo chiamavano. E lui, che incarnava l’u-miltà, diceva sem-pre: “non dite che siamo bravi, siamo solo dei fratelli che fanno del bene ad altri fratelli”. Ma la realtà delle sue azioni e quanto realizzato, non sempre senza diffi -coltà, hanno dimostrato che non era semplicemente un fratello ge-neroso, ma un faro per carcerati ed ex carcerati, sbandati, tossicodi-pendenti, senzatetto. Un sostegno per tutti coloro che, colpiti da lutti o disgrazie, malattie, si rivolgeva-no a lui certi che anche un solo

suo sguardo avrebbe portato un po’ di pace. A Chiari arrivavano da ogni dove perché erano certi che lui, don Silvio, avrebbe avuto per loro parole, cibo e vestiti. Nato a Paderno Dugnano (Mi), compì gli studi teologici a Milano e Ivrea e, dopo la laurea in Lettere a Bolo-gna, svolse il primo impegno sa-lesiano nel capoluogo dell’Emilia Romagna dal ’53 al ’58. Giunse poi

Addio a don Galli,fi accola di fede e speranza

A 84 anni, dopo una lunga malattia, don Galli è andato in Paradiso.

a Chiari e per anni insegnò latino e greco al ginnasio di San Ber-nardino. Ma la sua vera v o c a z i o n e era aiutare il prossimo. Per questo negli anni Novan-ta fondò il centro Auxi-lium, luogo di rifugio di tutta quella umanità di-sperata che si rivolgeva a lui. Il premio Bulloni asse-gnatogli dal-la città di Bre-scia, gli onori che Chiari gli ha conferito, gli articoli a lui dedicati e il molto in-chiostro che

ancora si verserà, sono nulla in confronto al senso di smarrimento che molti dovranno aff rontare d’o-ra in poi. Il funerale di don Silvio Galli è sta-to celebrato il 15 giugno, presente il Rettore Maggiore dei Salesiani. È sepolto al Cimitero di Chiari.

da “La Voce del Popolo”

Page 11: Bollettino giugno

Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012 11

60 anni di sacerdozio

60° di sacerdozio di don Giovanni Tossi

Domenica 3 giugno 2012 - S.S. Trinità

Carissimo don Giovanni,a nome dei Parrocchiani e dei Sacerdoti presenti, le

rivolgo il più cordiale benvenuto per la sua presenza tra noi per ri-cordare il 60° della sua Ordinazio-ne sacerdotale avvenuta a Brescia il 12 giugno 1952. Sessant’anni di grazia e di ministero sia per chi è investito, sia per chi ne è benefi -ciato, cioè i nostri fedeli.Penso che il ritrovarsi in questa chiesa che l’ha visto Pastore zelan-te e dinamico per 18 anni, faccia emergere una marea di ricordi e di sentimenti che non si possono soff ocare.Il Popolo di Dio, onorando i suoi Pastori, intende onorare Cristo

stesso, il Pastore Supremo, che at-traverso il ministero dei Presbiteri opera e salva ancora oggi. Questa Festa pertanto ha un risvolto ec-clesiale, perché ci richiama il ruolo della S.Chiesa, Sposa di Cristo, resa pura dal lavacro dell’acqua e del sangue del suo Signore crocifi sso e risorto. Non possiamo sottace-re che questa festa la celebriamo nel contesto del Raduno interna-zionale delle famiglie a Milano, cui pure una sessantina di nostri coniugi partecipano. Quasi a ricor-darci che è all’interno delle fami-glie che nascono e crescono le vo-cazioni al matrimonio, ma anche alla vita consacrata e al sacerdozio ministeriale.

Sessant’anni di vita sacerdotale sono tanti, ma — se vissuti nello spendersi per Cristo e per i fratelli, saranno volati in un baleno!Voglia accettare, caro don Gio-vanni , il nostro grazie per il bene spirituale, morale e materiale che Castrezzato ha ricevuto dal suo ministero, unito a quelli dei Curati suoi collaboratori.Mentre si appresta con l’entusia-smo della I Messa ad off rire il Sacri-fi cio di Cristo, circondato dai suoi Confratelli, famigliari ed amici, unisca anche noi - suoi parrocchia-ni di un tempo - alla sua preghiera, per ottenere dal Signore una fede genuina ed una operosa carità. Grazie. don Mario

Page 12: Bollettino giugno

Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 201212

60 anni di sacerdozio

Page 13: Bollettino giugno

13n. 31 giugno - agosto 2012Camminiamo insieme

60 anni di sacerdozio

Page 14: Bollettino giugno

Lettera del Parroco

Camminiamo insiemen. 25 dicembre 2010 - febbraio 201114

In una mano il Vangelo, nell’altra il giornale

Una cordiale chiaccherata con il nostro ex-parroco don Giovanni Tossi

60 anni di sacerdozio

Su indicazione del gruppo di redazione del bollettino parrocchiale, incontro Don

Giovanni nell’appartamento in cui abita a Castelcovati, su appunta-mento stabilito per le quattro. Si presta gentilmente a conversare con me su alcuni temi riguardan-ti la dimensione religiosa ai nostri giorni. Ero convinta di incontrare un sacerdote avanti nell’età, se-gnato dal tempo e dagli acciacchi che inevitabilmente l’accompa-gnano. Rimango piacevolmente sorpresa di trovarmi di fronte un don Giovanni per nulla sminuito nella presenza fi sica e nel vigore della persona: un sorriso vivace illumina il suo sguardo che travi-sa un non so che di giovanile (mi sento di dire quasi “fanciullesco”, da ragazzino animato da tanta vo-glia di vivere).Mi scuso per il lieve ritardo e lui mi informa che alle cinque deve recarsi a far visita ad un malato. Ancora attivo ed esultante!

D- Don Giovanni, Castrezzato si

sta preparando a festeggiare il

suo sessantesimo di ordinazione;

come ha vissuto il suo ministero

in questi lunghi anni?

R- Sono stato informato di questa iniziativa e so che si sta profonden-do impegno da parte di esponenti della vita sia religiosa che civile; sono convinto che parteciperan-no tanti miei ex-parrocchiani a cui ho lasciato un buon ricordo. Sono veramente grato di tutto questo. In breve: dopo l’ordinazione sa-

cerdotale avvenuta a Brescia nel 1952, fi no al ‘56 sono stato curato a Collebeato; dal ‘56 al ‘59 cura-to ad Azzano Mella; dal ‘59 al ‘74 per quindici anni curato a Ghedi; dal ‘74 all’ ‘86 parroco a Palazzolo s/O nella parrocchia di S. Rocco; dall’86 al 2004 parroco a Castrez-zato; dal 2004 al 2009 presbitero collaboratore a Pompiano e dal 2009 residente emerito in Castel-covati. Tuttora collaboro con il par-roco celebrando la messa alla casa di riposo, con omelia tutti i giorni.

D- Ci vuole raccontare come è

approdato alla vocazione sacer-

dotale?

R- Fin da piccolo sono cresciuto in un ambiente di marcata conno-tazione cattolica, ricevendo una formazione religiosa; sono stato attivo “aspirante” nell’Azione Cat-tolica; ho collaborato nella distri-buzione della stampa cattolica (ricordo il giornalino di A.C. per i ragazzi), ho frequentato la scuola superiore e a diciotto anni, insie-me ad altri due miei compaesani, sono entrato in Seminario, dopo aver vissuto molti aspetti della vita laicale. Sono rimasto l’unico dei tre a portare a termine quanto in-trapreso ed ad approdare alla vita sacerdotale. Sono orgoglioso per essere riuscito a dire sì al Signore.

D- Che signifi cato ha avuto ed ha

attualmente per lei essere un sa-

cerdote?

R- Essere un ministro di Dio è mol-to impegnativo ed esaltante nello

stesso tempo. Ritengo che il ruolo del sacerdote sia paragonabile a quello di un seminatore: lascia se-gni nei contesti in cui è chiamato ad agire, imprime delle orme nei luoghi, nelle persone e negli even-ti. Dove è passato un sacerdote non è più come prima che ci fosse stato, nei cuori, nelle menti, nei ri-cordi. Il mio motto, il tema domi-nante della mia missione, a cui ho cercato di essere fedele nel corso dei lunghi anni, è sempre stato “Mi spendo tutto per le vostre anime”. Ho parlato alle famiglie, agli in-dividui di ogni età e condizione, invitandoli alla serenità e alla spe-ranza. Inoltre ho condotto il mio apostolato sulla linea dell’obbe-dienza ai superiori, intendendola come l’espressione della volontà di Dio.

D- Quali sono le doti, i doni a cui

può attingere energia un pastore

nel suo ministero?

R- Io ritengo di aver ricevuti tanti doni. Anzitutto ho avuto la fortu-na di vedere nei miei genitori dei grandi modelli di comportamen-to: nella mamma la dolcezza e l’aff abilità, il senso dell’attesa e la virtù della pazienza, nel padre la trasparenza dell’azione e la forza del carattere; doti queste che ho esercitato anch’io nella relazione con gli altri. Penso che il connubio forza e mitezza possano giovare nel ministero pastorale. Io perso-nalmente ho alimentato queste inclinazioni naturali alla luce del-la consapevolezza di essere stato

Page 15: Bollettino giugno

15Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

60 anni di sacerdozio

scelto, di aver ricevuto una grazia infi nita, un valore da mantenere: la vocazione sacerdotale.

D- Nello scorrere degli anni,

come è cambiato il ruolo del sa-

cerdote?

R- Un tempo i giovani avevano fame della parola di Dio e si ac-costavano al sacerdote con spon-taneità; da curato mi trovavo circondato da tanti ragazzi che crescevano nell’ambito degli ora-tori. Oggi tocca al sacerdote an-dare a cercare i giovani là dove si trovano. Un tempo il sacerdote accoglieva, oggi deve andare alla ricerca muovendosi sul territorio.Vale comunque la regola che mi fu comunicata dai miei superiori: il sacerdote deve testimoniare con la propria vita le parole del Vange-lo, proclamato con una particolare attenzione alla quotidianità, alle vicende che attraversano i nostri tempi. “In una mano il Vangelo e nell’altra il giornale”; in tal modo il sacerdote non si perde negli alam-bicchi del mero sapere teologico, ma sa parlare alla gente in modo comprensibile ed effi cace.

D- Nella società attuale così pre-

sa da problemi contingenti e di

ordine materiale, come è possi-

bile favorire la percezione della

dimensione spirituale della vita?

R- Sono convinto che l’attuale crisi economica possa aiutare a cam-biare rotta rispetto al periodo del benessere economico appena tra-scorso; si sta realizzando la biblica ciclicità delle “vacche magre”! Ciò comporta la necessità che i pasto-ri recuperino altre energie nel pro-prio agire, ripensando strumenti e strategie, mentre nella gente il disagio economico può off rire l’occasione per rivolgere lo sguar-do verso l’altro, con una rinnovata solidarietà. Stimolare nell’uomo la fame di spiritualità? Bisogna gui-dare i fedeli a considerare la per-sona umana come un’entità “nel

mondo, ma non del mondo”, ossia appartenente alla sfera materiale per molti bisogni, ma non conta-minata dalla limitatezza del con-tingente. Il percorso non è sempli-ce, ma possibile...

D- Vi è speranza per l’uomo d’og-

gi?

R- Il Padre ha mandato il Figlio per la salvezza dell’umanità, quindi si-

curamente anche per l’uomo d’og-gi. Dobbiamo avere e coltivare la speranza nel nome del Signore.

Mi congeda con un sorriso che co-munica sicurezza e conforto.

Silvana Brianza

Page 16: Bollettino giugno

Camminiamo insiemen. 27 giugno - agosto 201116

Con la Chiesa

3 giugno 2012 - Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano

Carissimi amici,La commissione che si oc-cupa della famiglia, è at-

tualmente allo stadio embrionale ed ha ancora bisogno di tempo per maturare e lavorare a pieno regime. Il campo di lavoro è vasto e non privo di diffi coltà, sentiamo la necessità di darci alcuni obietti-vi nel settore familiare e dei fi gli, primo fra tutti ed è più un augu-rio di buon auspicio, è il ns. motto che come si legge nel titolo “Fami-glia Alzati e Cammina”, è un invi-to a tutte le famiglie della nostra parrocchia perché vivano la loro specifi ca vocazione e missione fa-vorendo la maturazione umana e di fede di ogni coppia, nella pro-spettiva di un loro maggior inseri-mento ed insegnamento nella vita ecclesiale e sociale. In occasione del tema di quest’an-no, proposto dal Papa Benedetto Sedicesimo “La Famiglia, il lavoro e la Festa”, un trinomio che parte dalla famiglia per aprirla al mon-do”, non abbiamo voluto farci sfuggire questa opportunità di ri-fl essione di preghiera. Anche nel-la nostra parrocchia, ci sono stati incontri con le famiglie, occasioni di catechesi, che hanno avuto lo scopo di rinfrescare alcuni valori fondamentali, quali: una giusta libertà di fronte ai beni materia-li, il rispetto dell’altro, il senso di giustizia, l’accoglienza cordiale, il dialogo, la disponibilità disinteres-sata, il servizio generoso, la solida-rietà profonda che soli, possono concorrere a far crescere uomini veri, giusti, generosi, forti e buo-

Famiglia, Alzati e Cammina

ni, i quali costituiscono un tesoro prezioso per la garanzia più au-tentica di ogni comunità cristiana. E non solo, gli incontri hanno avu-to come meta la preparazione all’ IMF ( incontro mondiale delle fa-miglie). Ecco gli incontri che sono stati organizzati :

I Catechesi

Questo incontro di catechesi si è svolto in oratorio l’11\02\12 con i missionari Teresa, Padre Sergio e padre Juan di Villa Regia, sul tema “la famiglia genera la vita”. La frase che può riassumere questo incon-tro è tratta da un momento impor-tante della messa “Per Cristo, Con Cristo ed In Cristo” che per l’occa-sione, nella coppia, si trasforma in “Per Te, Con Te, In Te” ed anche, “la donna e l’uomo sono l’una per l’altro un aiuto che sta di fronte,

comunica, condivide, escludendo qualsiasi forma di inferiorità o di superiorità”; questo è il segreto per una lunga e duratura unione. A questo incontro hanno parteci-pato numerose coppie che hanno risposto al nostro invito. È stato emozionante vedere queste cop-pie che si sono messe a confronto tra di loro. Grazie di vero cuore a tutti!

II Catechesi

Il secondo incontro di catechesi, anch’esso si è svolto in oratorio, è stato guidato da Padre Ser-gio della comunità di Villa Regia sull’argomento “famiglia e lavo-ro”. Il tema ci ha ribadito, come la famiglia è contesto per la forma-zione a molte virtù è anche scuo-la di riconoscenza per l’impegno profuso con gratuità e amore dai genitori. “Dono e responsabilità” costituiscono il binomio dentro il quale si colloca il lavoro della fami-glia e di ciascuno in essa. Anche a questo incontro hanno partecipa-to numerose coppie. Grazie a tutti!

III Catechesi

E’ il 29-04-2012 sembra una mat-tina come tante ma c’è qualcosa di diverso, inizia il primo pellegri-naggio organizzato dalla pastora-le delle famiglie. Siamo tutti agi-tati speriamo che tutto funzioni alla perfezione nel viaggio che ci porterà a S. Antonio di Padova. Già dall’inizio ci accorgiamo che la fortuna ci arriderà, infatti, se il proverbio “La fortuna aiuta gli au-daci” è vero, un sole ridente volge

Page 17: Bollettino giugno

17Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Con la Chiesa

lo sguardo dall’orizzonte al nostro gruppo.Arrivati a Padova, seguiamo la ns. guida spirituale (Mons. Mario) che a passo spedito ci indica la via per giungere al santuario. Dopo esser-ci sistemati nella saletta a noi riser-vata, abbiamo vissuto un intenso momento di preghiera, all’interno del quale Mons. Mario ci ha parla-to della Famiglia, di quanta diffi -coltà ed altrettante soddisfazioni si incontrano oggi all’interno del nucleo familiare, eccone un estrat-to:«….nella preghiera in casa la coppia prepara e irradia la cele-brazione liturgica festiva. Se i fi gli vedono i genitori pregare prima di loro e con loro, impareranno a pre-gare nella comunità ecclesiale…»; potremmo continuare per molte pagine certi di rendervi la lettura più avvincente di quanto già sia, ma preferiamo invitarvi ai prossi-mi incontri che sicuramente inizie-ranno con il nuovo anno liturgico. Nella stupenda cattedrale, che abbiamo avuto la fortuna di poter visitare nel pomeriggio sempre assistiti dalla nostra guida privata (Mons. Mario), abbiamo parteci-pato alla S. Messa concelebrata, con tutti i pellegrini giunti da tutta Italia. Non possiamo tralasciare di descrivere il momento del con-vivio, che ha fatto da cornice alla nostra giornata: ad un tratto sono

spuntati cestini colmi di ogni tipo di vivande e tutto è stato condi-viso all’insegna della fratellanza quindi, anche quello che poteva essere un momento di relax, in realtà è diventato un momento di condivisione importante.Tornando verso casa con il cuo-re colmo di gioia per l’esperienza vissuta, ringraziamo Dio per aver-ci accompagnato durante tutto il viaggio, ringraziamo Mons. Mario per il fondamentale supporto che ci ha dato per la buona riuscita del pellegrinaggio, ma soprattutto vo-gliamo ringraziare con un grosso abbraccio tutti coloro che hanno partecipato confermandovi sin da ora che, la nostra pastorale in-tende riproporre qualche pellegri-naggio già dal prossimo autunno.. grazie a tutti!

IV Catechesi

Il quarto incontro di catechesi si è tenuto il 29\05\12 presso la cap-pella dell’oratorio, nella Solennità della Pentecoste come veglia per tutte le famiglie della parrocchia. La Pentecoste è continua nelle si-tuazioni in cui vive la chiesa; tutta la vita dei cristiani si svolge sotto il segno dello Spirito. Ciascuno infatti “vive sotto l’infl usso dello Spirito del suo battesimo e della sua confermazione; è sempre lo spirito che conferma la ns. fede e

la ns. unità ogni volta che noi par-tecipiamo all’Eucarestia, ci ricor-da l’intervento dello Spirito non soltanto nella trasformazione del pane e del vino, ma anche per la solidità della ns. fede e la ns. unità nella Chiesa. Non vi è una riunio-ne di preghiera, una liturgia della parola in cui lo Spirito non agisca per permettere di pregare e di dia-logare col Signore reso presente in mezzo a noi mediante la forza dello Spirito che dà vita alla parola proclamata”, questo è quanto ci ha ricordato Mons. Mario durante la sua omelia.«Senza lo Spirito Santo, Dio è lon-tano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazio-ne, l’autorità un potere, la missio-ne una propaganda, l’agire morale un agire da schiavi. Ma nello Spi-rito Santo il cosmo è abilitato per la generazione del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza e vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene deifi cato». (Atenago-ra)

V Catechesi

Siamo giunti alla tappa conclusiva del nostro anno liturgico, quella più importante, la meta, il traguar-

Page 18: Bollettino giugno

Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 201218

Con la Chiesa

do per il quale abbiamo lavorato e preparato tutti i nostri incontri: la Santa Messa conclusiva del IMF (incontro mondiale delle famiglie) celebrata dal Santo Padre Bene-detto XVI, il 3 Giugno, nell’area dell’aeroporto di Bresso (MI).Tutto è pronto, settanta persone circa si sono iscritte al viaggio che la no-stra pastorale ha organizzato. La partenza è fi ssata per le ore sei dal piazzale dell’oratorio. Ci riempie il cuore di gioia, incontrare Mons. Mario e Don Claudio ad augurarci buon viaggio, siamo orgogliosi di partecipare a tale evento, con la speranza che al ritorno, potremo portare un valore aggiunto alla nostra comunità. Dopo la bene-dizione data da Don Claudio, ini-ziamo il nostro cammino durante il quale cominciamo ad approfon-dire la conoscenza con le famiglie che hanno accettato il nostro invi-to; distribuiamo loro i pass per l’ac-cesso all’area ed i cappellini , che abbiamo deciso di donare come gesto di stima nei loro confron-

ti. Giungiamo presto alle porte di Bresso dove il pullman ci lascia, per raggiungere a piedi il luogo del nostro appuntamento con il Papa. E’ qui che iniziamo a render-ci conto della portata dell’evento a cui stiamo per partecipare, mi-gliaia di persone in modo ordina-to, formano un cordone unico, che riempie tutte le strade adiacenti il parco. Ci immergiamo nella folla ,dopo aver srotolato, lo striscione che abbiamo preparato con tanta cura, (sembrava immenso, quasi esagerato) ma a contatto con la realtà, è un vessillo che però ser-ve a mantenere compatto il nostro gruppo. Più ci avviciniamo al parco e più nei nostri cuori si irradia una sensazione di calore, che si espan-de il tutto il corpo e va oltre, fi no a formare un tutt’uno con la gente a noi vicina, anche se di naziona-lità diverse, ma tutti siamo qui per incontrare il Successore di Pietro. Verso le dieci la tensione aumenta, vediamo arrivare la Papa mobile , l’emozione è a livelli stratosferici,

a qualcuno si illuminano gli oc-chi, molti corrono verso il luogo di passaggio del Papa per vederlo da vicino; infi ne ci accontentiamo di vederlo sul grande schermo, sap-piamo che saranno le sue parole a far breccia nei ns. cuori.Come sempre l’omelia del Santo Padre risuona chiara e non lascia spazio a fraintendimenti: la do-menica è il giorno del Signore, è il tempo di preghiera , della parola di Dio, dell’Eucarestia, dell’aper-tura alla comunità e alla carità. La famiglia cristiana deve vivere l’ac-coglienza, il servizio verso l’uomo considerato nella sua dignità di persona e di fi glio di Dio. Tutto ciò deve avvenire, all’interno di ogni coppia e famiglia mediante il quo-tidiano impegno a promuovere un’autentica comunità di persone, fondata e alimentata dall’intensa comunione di amore. E’ soprattut-to con l’educazione dei fi gli che la famiglia assolve la sua missione di annunciare il vangelo della vita. Con la parola e l’esempio, nella

Page 19: Bollettino giugno

19n. 31 giugno - agosto 2012Camminiamo insieme

quotidianità dei rapporti, e delle scelte mediante gesti e segni con-creti, i genitori iniziano i loro fi gli alla libertà autentica che si realizza nel dono sincero di sé e coltivano il rispetto dell’altro, il senso della giustizia, l’accoglienza cordiale, la solidarietà e ogni valore che aiuti a vivere la vita come un dono. L’ope-ra educativa dei genitori cristiani deve farsi servizio alla fede dei fi gli e li aiuti ad adempiere la vocazione ricevuta da Dio. A quanti poi «pur condividendo gli insegnamenti della chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione» , alle persone e alle famiglie “dal cuore ferito” il Papa dedica un pensiero molto aff ettuoso, un balsamo per tanti «sappiate che il Papa e la chiesa vi sostengono nella vostra fatica» poi li incoraggia a rimane-re uniti nelle comunità, alle quali, però, il Papa chiede di realizzare adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza.«Famiglia, lavoro, festa: tre doni

di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la paternità e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per co-struire società dal volto umano. In questo privilegiate sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima costruisce, la seconda fi nisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore au-tentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fi no a che, alla fi ne, Dio sia “tutto in tutti” ». Il riposo di Dio ricorda all’uomo la necessità di sospendere il lavoro, perché la vita religiosa personale, famiglia-re, comunitaria, non sia sacrifi cata ad idoli, bisogna invece coltivare relazioni gratuite degli aff etti e dei legami di amicizia e parentela.Al termine della celebrazione, pie-

ni di Spirito Santo facciamo ritor-no per calarci nella realtà di tutti i giorni della nostra comunità, con la speranza di riuscire con queste parole, a trasmettervi , almeno in parte, le grandi emozioni da noi vissute. Ringraziamo calorosamente tut-te le famiglie che con noi hanno condiviso questa indimenticabile esperienza, speriamo di potervi di nuovo annoverare tra coloro che partecipano attivamente alla vita della ns. comunità, grazie a Sergio che ha immortalato con i suoi scatti, alcuni dei momenti più signifi cativi della giornata; ma soprattutto grazie al Santo Padre per averci uniti nell’amore di Dio.

La Pastorale della Famiglia

Con la Chiesa

Page 20: Bollettino giugno

20 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Restauro della Pietà

Completato il restauro della Cappella della Pietà

Preti che fanno parlare bene della Chiesa

Con l’autorizzazione della Soprintendenza per i Beni architettonici, nel mese di

aprile di quest’anno sono stati completati i lavori di restauro del dipinto murale raffi gurante la “Pie-tà”, opera di autore ignoto esegui-ta nel 1400.I lavori di restauro, diretti dall’arch. prof. Valentino Volta, sono stati eseguiti dalla ditta Arrighetti & To-masoni. Di seguito pubblichiamo la relazione fi nale.

Stato conservativo prima del re-

stauro

Lo stato di conservazione del di-

pinto murale di limitate dimensio-ni apparriva precario.Si notavano infatti già ad una pri-ma osservazione numerose pro-blematiche di degrado che posso-no esserecosì semplicemente riassunte:- effl orescenze, gore e macchie

causate dalle infi ltrazioni d’ac-qua piovana e da umidità di risalita più evidenti nella parte superiore;

- numerose cadute di pellicola pittorica e distacchi nella zona inferiore dei dipinto, in parti-colare in corrispondenza delle campiture blu azzurre del man-

to della Vergine. Al contrario gli incarnati si presentavano in generale in buono stato di con-servazione;

- localizzate carenze di adesione dell’intonaco

- un’ampia caduta con successi-va reintegrazione dell’intonaco in presunta malta cementizia sul lato sinistro in basso.

- riprese di colore localizzate- depositi di pulviscolo di pro-

babile natura carboniosa che off uscava e anneriva le campi-ture

- gocciolature di cera nella zona inferiore del dipinto

Page 21: Bollettino giugno

21Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Restauro della Pietà

- totale ridimensionamento del dipinto attraverso copertura con scialbo di calce lungo tutto il perimetro.

Operazioni ed interventi di con-

servazione e restauro eff ettuati

Tutte le operazioni di restauro, così come Io stato conservativo iniziale sono state documentate con ri-prese fotografi che professionali.In primo luogo si è eseguito un fi ssaggio con carta giapponese e velatino di garza a protezione sul-le parti in pericolo di caduta al fi ne di sostenere l’intonaco durante le operazioni di consolidamento. Per tale operazione si è impiegato Ci-clododecano.Messe in sicurezza le parti perico-lanti, si è proceduto con iniezioni di calce per consolidare sia in pro-fondità che le scaglie superfi ciali distaccate.Per la rimozione dei Sali, indivi-duato che si trattava di Sali solubi-li, si é proceduto con degli impac-chi di acqua demineralizzata per la solubilizzazione ed estrazione degli stessi; i sali erano principal-mente presenti nella fascia alta del dipinto ed erano dovuti ad infi ltra-zioni d’acqua che percolava dalla copertura, alcuni anni orsono. (La problematica realtiva alle infi ltra-zioni era già stata risolta da diversi anni.)Nelle situazioni di distacco di in-tonaco si è ristabilita l’adesione tra supporto murario ed intonaco mediante iniezioni di adesivi riem-pitivi, a base di calce.Gli interventi sono proseguiti con la rimozione di depositi superfi cia-li incoerenti (quali terriccio, polve-re, ecc.) a secco con pennellesse e spugne wishab e nei casi di mag-gior tenacità con bisturi.E’ seguita la detersione localizzata delle superfi ci mediante impacchi di polpa di cellulosa e acqua di-stillata (incarnati e campiture ben compatte).

Per le stesure che si presentavano degradate/assottigliate si è proce-duto solo a secco con wishab.Le riprese localizzate sono state asportate con metodi a secco o con l’aiuto di soluzione tampone a ph conttrollato (pH 7,5-8).

Per le stuccature e sovrammissioni si sono eff ettuati dei campioni di rimozione a cui è seguita in accor-do con la direzione lavori la rimo-zione manuale delle stuccature e degli intonaci sovrapposti alla su-perfi cie originale dipinta, consoli-dando man mano i bordi,Nella zona inferiore della parete ove si individuava l’ampia stucca-tura realizzata con materiali non idonei, si è proceduto nella de-molizione delle malte cementizie,

delle stuccature, progredendo per piccoli settori e consolidando man mano i margini dell’intonaco libe-rati.La rimozione della stuccatura ha comportato anche la rimozione di materiali che riempivano la cavità presente nella parte bassa a sini-stra del dipinto.Eseguito il riempimento si è proce-duto con la stuccatura delle cadu-te degli strati d’intonaci, mediante l’applicazione di più strati sottili d’intonaco: strato di arriccio con malta idraulica a basso contenuto di sali solubili; velo di fi nitura con malta composta di calce idrata, e sabbia a granulometria non ecces-sivamente fi ne (a base di formulati già preparati privi di sali).In accordo con la D.L si è deciso

Page 22: Bollettino giugno

22 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Restauro della Pietà

di non ricostruire nulla lungo le linee di contorno del dipinto. Si è eff ettuata la reintegrazione e I’ ar-monizzazione tonale nelle lacune di superfi cie integrabili con colori esclusivamente ad acquerello.Le stuccature come da indicazio-ne della D.L. sono state velate per smorzare il tono eccessivamente chiaro.In presenza di abrasioni, cadute della pellicola pittorica e lacune dell’intonaco, al fi ne di restituire unità di lettura cromatica dell’ope-ra, si è eff ettuato l’abbassamento di tono, ovvero la riduzione dell’in-terferenza visiva con acquerelli.Su tutta la superfi cie infi ne si è applicato un velo sottilissimo di alcool polivinilico (al 2% in alcool etilico puro) al solo scopo di fi ssa-re il ritocco ad acquerello.

I restauratoriArrighetti Elisabetta

Tomasoni Ivano

Page 23: Bollettino giugno

23Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Restauro della Pietà

Resoconto fotografi co del restauro della Pietà

Le fotografi e pubblicate in queste pagine mostrano l’af-fresco, come si presentava prima delle opere di restau-ro: ampie parti dell’aff resco quattrocentesco rovinate, in particolare nelle zone del manto della Vergine; spor-cizia, infi ltrazioni d’acqua, muff e rendevano quasi illeg-gibile questa preziosa opera conservata nella nostra par-rocchiale. Dopo le opere di restauro, tanti particolari sono tornati visibili, come ad esempio le lacrime della Madonna.

(Fotografi e di Ivano Tomasoni)

Page 24: Bollettino giugno

24 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Restauro della Pietà

Page 25: Bollettino giugno

25Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Spazio oratorio

Un’estate aperta alla comunicazione!

Estate 2012

Cari adolescenti e gio-vani,un’altra estate sta per

cominciare e sono ormai alle porte nuove esperien-ze per tutti, dai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani, alle famiglie della nostra comunità parroc-chiale.L’estate deve essere per il nostro Oratorio un tempo forte di crescita nella fede, di formazione educativa e di servizio, per quanti deci-deranno di mettere le loro energie e le loro forze a ser-vizio dei più piccoli, nelle esperienze proposte.Mi auguro che il tempo d’e-state riesca a coinvolgere tutta la nostra comunità at-traverso le molteplici inizia-tive messe in cantiere, e che esse siano momenti belli per vivere e far crescere in noi le dimensioni della comunio-ne, della condivisione, della gratu-ità, dell’amicizia, della condivisio-ne e della fraternità, così come ci ha insegnato Gesù.Il tema del Gest 2012, proposto dal Centro Oratori della nostra diocesi bresciana è “Passpartù...dì soltanto una parola”. Questo pro-getto gira intorno all’intenzione educativa di dare valore alla pa-rola. Siamo in mezzo alle parole e per certi versi abbiamo a disposi-zione molti strumenti che potreb-bero favorire la comunicazione e il dialogo tra le persone. Ma – come

dicono i Vescovi negli orientamen-ti pastorali per questo decennio – c’è un’emergenza educativa che riguarda anche il tema della co-municazione.Per qualcuno la parola è obsoleta: è una forma comunicativa larga-mente superata dalle immagini e dalla tecnologia. Ma ne siamo proprio così sicuri? I linguaggi per comunicare sono molti. È però at-traverso la parola che possiamo dare corpo a pensieri e immagi-nazione; esplicitare e comunicare quello che ciascuno ha vissuto o porta nel cuore. È con la parola che possiamo entrare dappertut-

to (passepartout, appunto): nel nostro cuore per dare un nome ai sentimenti e consi-stenza ai pensieri, nel cuore delle cose per usare le parole giuste e adatte, nel cuore de-gli altri per costruire relazioni buone e positive, nel cuore di Dio se impariamo a capire quando e come ci fa arrivare la sua Parola. Noi esistiamo grazie alle parole: abbiamo capito di es-serci, proprio quando qual-cuno ha cominciato a rivol-gersi a noi, a chiamarci, a dire qualcosa di noi e del mondo. Da parte sua, il cristianesimo presenta la fi gura di Gesù come Parola di Dio off erta agli uomini; essi non sono semplicemente di fronte alla novità di Dio che off re parole al suo popolo. La novità vera è nella sua fi gura: in lui Dio è anche Voce e Presenza in pri-

ma persona.Facciamo in modo che nel perio-do estivo il nostro Oratorio sia una Casa (come indica il nostro proget-to formativo) aperta sul mondo, che accoglie, coinvolge, propone ed accompagna, affi nché la grazia di Dio e la sua Parola possano di-morare abbondantemente tra di noi creando legami signifi cativi.Buona estate a tutti: con aff etto vi ricordo e vi accompagno!

vostro don Claudio

Page 26: Bollettino giugno

26 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Spazio oratorio

Andate e annunciate il Vangelo ad ogni creatura (Mc 16,15)

Una rifl essione dell’A.C.

Siamo in un anno partico-lare in cui ci hanno atteso importanti appuntamenti:

l’apertura dell’anno della fede, il Sinodo diocesano per le Unità pastorali, i 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, i 20 anni del Catechismo della Chiesa Cattolica. Pren-dendo in pre-stito le parole della Novo Mil-lennio Ineunte di Giovanni Pa-olo II, sembra che sia giunta «l’ora di una nuova fantasia della carità»: e quale maggiore carità potrem-mo esercitare nei confronti del mondo con-t e m p o r a n e o se non quello della Evangeliz-zazione? Il man-dato di Cristo consegnato ai suoi discepo-li risuona oggi urgente più che mai: «andate e annunciate il vangelo ad ogni creatura». I vescovi italiani nel documento

“Educare alla vita buona del Van-gelo” per il decennio 2010-2020, sottolineano a più riprese come quella dell’educazione sia la vera sfi da che attende la comunità cri-stiana in un tempo particolare as-setato di verità e di carità.Come ci

ricordano i vescovi, ogni cristiano è «chiamato a compiere la scelta del proprio stato di vita a concre-tizzare nella chiesa e nella varietà dei ministeri, il suo specifi co ap-porto alla redenzione del Mondo». In questo orizzonte presento al-

cuni punti degli Or ientamenti Pastorali - (sigla O.P.)/ (educare alla vita buona del Vangelo) riguardante la parrocchia qua-le luogo della g e n e r a z i o n e della fede.La parrocchia deve essere il luogo della genera-zione della fede e dalla fede de-vono emergere i tratti dell’uo-mo contempo-raneo (come evidenziano gli O.P.) ,il deside-rio della chiesa di impegnarsi attraverso un rapporto quale sia quello con l’AC, deve sot-tolineare come l’incontro con il Cristo Maestro e Pedagogo, edu-ca i discepoli

Page 27: Bollettino giugno

27Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Spazio oratorio

fi no a diventare comunità. Parti-colarmente signifi cativo risulta essere il brano di Luca (24,13-53) che narra l’incontro tra il Signore Risorto e i discepoli di Emmaus,un incontro che si consuma all’inter-no di una pluralità, (erano infatti due) e che conduce,attraverso la Parola e il pane spezzato a tor-nare in una comunità composta da tanti volti. Gli O.P., si soff erma-no sul volto dell’educatore,quale testimone del Vero, del Buono, e del Bello incontrati nel Signo-re risorto. L’educatore è un te-stimone competente,capace di dare ragione alla speranza che lo abita,attraverso la coerenza della sua vita comunitaria.Il cammino educativo è un cammino di rina-scita che prende le mosse da una relazione,quella con l’educatore e con la comunità educante: come un bambino non può darsi da sé stesso ciò che non possiede,cioè la vita, ma la riceve dalla relazio-ne con colui che lo genera,allo stesso modo è all’interno delle re-lazioni comunitarie che si cresce nella fede.Questa ricchezza è data dai doni spirituali o , per meglio dire,dal dono dello Spirito del Ri-sorto che abita in ogni battezzato e che si manifesta attraverso frutti di santità e carismi.Gli O.P. ricor-dano che «Ogni chiesa dispone di un potenziale educativo straordi-nario. In quanto luogo d’incontro con il Signore Gesù e di comunio-ne tra fratelli, la comunità cristiana alimenta una autentica relazione con Dio. La parrocchia in particola-re, vicina al vissuto delle persone, rappresenta la comunità educante più completa in ordine alla fede. Mediante l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la preghiera, la vita di comunione nella carità, esso off re gli elementi essenziali del cammino del credente verso la pienezza della vita di Cristo». Se il punto di partenza di ogni autenti-co cammino di fede e la premessa stessa del suo maturo compimen-

to non può che essere l’incontro con il risorto, il maestro e pedago-go della sua chiesa.In questo anno pastorale passato in un batter d’occhio, fatto di im-pegno ed anche sacrifi ci, il gruppo di AC ha percorso il suo cammino puntando sempre in alto, (com’era il tema annuale dell’ACR “punta in alto”, infatti proprio questo tema ci ha permesso di scalare la mon-tagna stando“ insieme nonostante ci siano stati degli ostacoli, dove ci siamo dovuti fermare, unirci per aiutarci a superare questi ostacoli, è stata dura ma è proprio da que-sti che ogni volta li abbiamo su-perati per raggiungere la “Vetta”, all’incontro personale e comunita-rio con il Signore che è un incontro Alto, e proprio in questa scalata del percorso ci ha portati alla pie-nezza nel cuore, allo stare insieme ogni volta, per un momento di festa, un momento di preghiera, anche di dolore, avendo sempre il coraggio di guardare avanti senza voltarsi indietro seguendo l’esem-pio di Cristo senza dimenticare che siamo sempre amati dal Padre, che non siamo soli; che la Chiesa cammina con noi e ci sostiene.Vorrei fare una rifl essione su come a volte ci aff atichiamo o preoccu-piamo per questi ostacoli che in-contriamo nel nostro cammino, senza mai pensare che al mondo ci sono persone in cui la loro vita è un ostacolo per loro stessi, ma semplicemente lo aff rontano gior-no per giorno accettando senza piangersi addosso, anzi!Voglio proporvi le parole di Si-mona Attori, una disabile, senza braccia dalla nascita, nota pittrice e ballerina classica.«(…) Spesso i limiti non sono re-ali: sono solo negli occhi di chi ci guarda(…). Non importa se hai le braccia o non le hai, se sei lunghis-simo o alto 1 metro e un tappo, se sei bianco,nero,giallo o verde, se ci vedi o sei cieco o hai gli occhia-li spessi così, se sei fragile o una

roccia, se sei biondo o hai i capelli viola o il naso storto, se sei immo-bilizzato a terra o guardi il mondo dalle profondità più inesplorate dal cielo. La diversità è dovunque, è l’unica cosa che ci accumuna tutti. Tutti siamo diversi, e meno male, altrimenti vivremmo in un mondo di formiche. Non c’è nulla che non possa essere fatto, basta trovare il modo giusto per farlo. Io tengo il microfono con i piedi, altri con le mani, altri ancora sull’asta.Sta a noi trovare il modo giusto per noi (…). Ringrazio il Signo-re non per la vita in generale ma, per avermi disegnata esattamen-te così. Il mio grazie quotidiano è cercare di rendere questa mia vita un capolavoro, come Lui ha voluto che fosse».Non ho altre parole da aggiungere se non quelle di prendere esem-pio da questa ragazza e, rifl ettere sul nostro vivere quotidiano.Ringrazio tutti i miei educatori, assistenti, i responsabili di ogni settore di AC, tutti i bambini e i ragazzi dell’ACR, i ragazzi dell’ACG, ovviamente ringrazio anche i loro genitori che hanno seguito e inco-raggiato i loro fi gli nella scelta del loro cammino di AC, anche per la loro collaborazione e disponibilità a seguirci nelle varie iniziative an-nuali.Ringrazio don Claudio e Monsi-gnor Mario per essere stati presen-ti nell’Associazione al momento del bisogno, sia nelle diffi coltà che nei momenti di festa.A tutti auguro una buona estate ricca di serenità e voglia di stare ancora tutti insieme facendo co-munità mantenendo viva la nostra fede alimentando un’autentica re-lazione con Dio e tutte le persone che abbiamo e incontreremo nel nostro cammino di fede.

La presidente Mirta

Page 28: Bollettino giugno

28 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Spazio oratorio

Dedicato a...

Il musical di “Quelli del Coretto”

E così ce l’hanno fatta! Ancora una volta hanno vinto la gio-ia di vivere, l’esuberanza e la

voglia di mettersi in gioco! È piacevole e gratifi cante rendersi conto che i nostri giovani ancora, nonostante tutto, sappiano impe-gnarsi gratuitamente per costrui-re dal nulla un’esplosione di gioia di vivere come quella alla quale abbiamo assistito domenica 20 maggio alle ore 20.30 presso l’O-ratorio: lo spettacolo ”Dedicato a…” un coinvolgente musical che “Quelli del coretto” ci hanno pre-parato con impegno e determina-zione.L’avventura comincia circa sei mesi fa, quando Angelo (Lupati-ni) fatica a contenere l’esuberanza della ventina di bambine e ragaz-zine che ogni Sabato si ritrovano per preparare e animare la S. Mes-sa delle 9,30.Le abbiamo ascoltate con piacere, ma ora vogliono qualcosa di più…Perché non provarci? Facciamo qualcosa per la Festa della mam-ma?L’idea viene accolta con gioia da tutte le coriste che naturalmente

si danno un gran da fare. Passapa-rola e il gruppo si allarga a macchia d’olio; vengono coinvolte molte altre persone che danno volentieri il loro contributo: il coro, le soliste, i costumi, la regia, la scenografi a, il trucco, le musiche…Il tema trainante dello spettacolo, l’amore della mamma che ci ha dato la vita, contribuisce a rinfor-zare e far crescere l’entusiasmo e l’impegno di tutti.La narrazione, semplice ed effi ca-ce allo stesso tempo, racconta at-traverso il dialogo di una mamma con la sua giovane fi glia le diverse tappe della vita: la fanciullezza, l’a-dolescenza, il primo amore e poi l’incontro con il vero amore, quello che le ha dato la vita. Così con sce-nografi ci remake e effi caci allego-rie la bambina si rende conto che la sua mamma è un’amica prezio-sa e leale, alla quale fare riferimen-to in ogni momento. Per imprezio-sire il tutto vengono interpretate alcune bellissime canzoni a tema mentre, sullo sfondo appaiono in proiezione le fotografi e di giovani mamme e papà, di baci, di carez-ze e di sorrisi, rubate dai cassetti,

perché tutto deve essere una sor-presa.Una sorpresa che è stata graditissi-ma, che ci ha resi orgogliosi di voi e ci ha dimostrato ancora una vol-ta che la voglia di fare e di costrui-re qualcosa insieme é contagiosa, travolgente e gratifi cante. Grazie per le emozioni che ci avete fatto provare, grazie per averci ri-cordato la nostra giovinezza, gra-zie per averci dimostrato il vostro aff etto e grazie anche per la gran-de lezione di determinazione e di impegno che ci avete dato!

Un grandissimo ringraziamen-to ad Angelo, Chiara, Francesca, Milena e a tutti quelli che si sono impegnati nell’organizzazione di questo evento che ha contribuito ad allargare e rinforzare i legami di aff etto, stima ed amicizia recipro-ca.

Una mamma

Page 29: Bollettino giugno

29Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Spazio oratorio

Ragazzi, Dio vi ama

Lettera di ringraziamento di Catechiste, Educatori ACR e Assistenti ai ragazzi che hanno ricevuto la Cresima

Ragazzi… Dio vi ama, da sempre, ma da oggi anco-ra di più perché ha scelto di

avere bisogno di voi. Vi chiede di portare il suo messaggio d’amore ovunque andrete, a tutte le perso-ne che incontrerete. Vi chiede di testimoniare nella vita di tutti i giorni il vostro impegno come cristiani e di farlo con l’ener-gia, l’entusiasmo e l’esuberanza ti-pica della vostra età.Con il sacramento che da poco avete ricevuto, Voi avete scelto consapevolmente di rispondere a questa chiamata e vi siete assunti un compito che – seppur bellissi-mo – é diffi cile ed impegnativo. Dio questo lo sa: perciò non vi ab-

bandonerà mai, sarà vicino a voi anche nei momenti di sconforto, aspetterà il vostro ritorno a brac-cia aperte se e quando vi allonta-nerete da Lui. Come catechiste noi abbiamo cer-cato di fare del nostro meglio per trasmettervi tutto questo, a costo di essere a volte … pesanti ed in-sistenti, ma vi possiamo assicurare che dentro ad ogni nostro gesto e parola, persino dietro a quelle che a voi sembrano sgridate, c’era un profondo amore e rispetto nei vo-stri confronti.Nel corso di questi otto anni vi ab-biamo visto crescere, non solo fi si-camente: ed è stata un’esperienza indimenticabile! La nostra speran-

za é che possiate continuare il vo-stro cammino di maturazione per-sonale e spirituale sotto la guida dello Spirito Santo.Il nostro augurio – infi ne – è che la gioia di questa giornata si prolun-ghi nei giorni a venire e che per voi e le vostre famiglie ci sia sempre pace e serenità.Il Signore vi benedica e vi proteg-ga sempre e ovunque.

Catechiste, Educatori ACR ed Assistenti.

Page 30: Bollettino giugno

13 maggio

Page 31: Bollettino giugno

13 maggio

Page 32: Bollettino giugno

27 maggio

Page 33: Bollettino giugno

27 maggio

Page 34: Bollettino giugno

Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 201234

Cronaca

Carte rubate del Papa: “Un atto immorale di inaudita gravità”

Un po’ di chiarezza sulla nota vicenda di cronaca

”Un po’ di onestà intellet-tuale e di rispetto della più elementare etica

professionale non farebbe certo male al mondo dell’informazione.” Così ha risposto l’Arcivescovo An-gelo Becciu, Sostituto della Segre-teria di Stato, in un’intervista pub-blicata su “L’Osservatore Romano” di ieri, alla domanda su cosa ri-

spondere a chi rivendica il diritto di cronaca, in merito alle carte ru-bate del Papa.Il 23 maggio scorso, Paolo Ga-briele, aiutante di camera di Be-nedetto XVI, è stato arrestato per il possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa e di questo moltissimi me-dia in tutto il mondo hanno dato

notizie più o meno attendibili.L’Arcivescovo Becciu approfi tta di questa intervista per fare chiarez-za, sgomberare il campo da equi-voci e ribadire che la pubblica-zione delle lettere trafugate è “un atto immorale di inaudita gravità. Benedetto XVI ha visto pubblicate carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispon-

Page 35: Bollettino giugno

35Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Cronaca

denza privata, bensì informazioni, rifl essioni, manifestazioni di co-scienza, anche sfoghi che ha rice-vuto unicamente in ragione del proprio ministero. Per questo il Pontefi ce è particolarmente addo-lorato, anche per la violenza subi-ta dagli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati. Soprattutto, ripeto, perché non si tratta unica-mente di una violazione, già in sé gravissima, della riservatezza alla quale chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rap-porto di fi ducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste. Ragioniamo: non sono state semplicemente rubate delle carte al Papa, si è violentata la co-scienza di chi a lui si rivolge come al vicario di Cristo, e si è attentato al ministero del Successore dell’A-postolo Pietro”. Ma si sa che quando di mezzo vi è la Chiesa, la sua gerarchia e la sua opera l’attenzione dei media si fa pressante, le parole perdono peso e la malizia prende il sopravvento. In questi giorni abbiamo letto e sentito molte notizie, a volte fan-tasiose e surreali, che narravano di complotti e guerre correntiste interne al Vaticano o di presunte dimissioni papali. Riguardo all’espressione “mondo torbido”, riferito alla Santa Sede, che qualche creativo giornalista aveva coniato per descrivere la situazione emersa dai documenti trafugati, il Sostituto della Segre-teria di Stato aff erma che: “Dietro ad alcuni articoli mi pare di trovare un’ipocrisia di fondo. Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall’altra ci si scan-dalizza perché alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull’organizzazione del governo stesso. Molti documen-ti pubblicati non rivelano lotte o vendette, ma quella libertà di pen-siero che invece si rimprovera alla

Chiesa di non permettere. Insom-ma, non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazio-ni contrastanti sono piuttosto nor-mali. Se qualcuno si sente incom-preso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefi ce. Dov’è lo scandalo? Obbedienza non signifi ca rinun-ciare ad avere un proprio giudizio, ma manifestare con sincerità e sino in fondo il proprio parere, per poi adeguarsi alla decisione del superiore. E non per calcolo, ma per adesione alla Chiesa voluta da Cristo. Sono elementi basilari della visione cattolica.”All’Arcivescovo è stato fatto no-tare che si è “voluta giustifi care la pubblicazione dei documenti in base a criteri di pulizia, trasparen-za, riforma della Chiesa”, ha rispo-sto sottolineando che “i sofi smi non portano molto lontano. I miei genitori mi hanno insegnato non solo a non rubare, ma a non accet-tare mai cose rubate da altri. Mi sembrano principi semplici, for-se per qualcuno troppo semplici, ma certo è che quando qualcuno

li perde di vista, facilmente smar-risce se stesso e porta anche altri alla rovina.”L’Arcivescovo Becciu ha aff ermato di aver trovato il Papa “Addolora-to, perché, stando a quanto sino-ra si è potuto appurare, qualcuno a lui vicino sembra responsabile di comportamenti ingiustifi cabili sotto ogni profi lo. Certo, prevale nel Papa la pietà per la persona coinvolta. Ma resta il fatto che l’at-to da lui subito è brutale.”Sempre ieri, Benedetto XVI si è ri-volto così ai fedeli presenti al ter-mine dell’Udienza Generale: ”Gli avvenimenti successi in questi giorni, circa la Curia e i miei col-laboratori, hanno recato tristezza nel mio cuore, ma non si è mai of-fuscata la ferma certezza che, no-nostante la debolezza dell’uomo, le diffi coltà e le prove, la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo e il Si-gnore mai le farà mancare il suo aiuto per sostenerla nel suo cam-mino”. “Si sono moltiplicate, tuttavia, illa-zioni, amplifi cate da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratu-ite e che sono andate ben oltre i fatti, off rendo un’immagine della Santa Sede che non risponde alla realtà. Desidero, per questo, rin-novare la mia fi ducia e il mio in-coraggiamento ai miei più stretti collaboratori e a tutti coloro che, quotidianamente, con fedeltà, spirito di sacrifi cio e nel silenzio, mi aiutano nell’adempimento del mio Ministero”. In conclusione, per usare proprio le parole del Pontefi ce sappiamo che: ”tutta la storia della salvezza è un progressivo rivelarsi di que-sta fedeltà di Dio, nonostante le nostre infedeltà e i nostri rinnega-menti”. E come ha concluso l’Arci-vescovo Becciu “il vento si abbatte sulla casa, ma questa non crollerà. Il Signore la sostiene e non vi sa-ranno tempeste che potranno ab-batterla”. “Et portae inferi non pra-evalebunt adversum eam.”

Page 36: Bollettino giugno

36 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Vita in parrocchia

La Parrocchia aveva an-nunciato un pellegri-naggio alla Casa Ma-

dre dei Saveriani di Parma e alla tomba del loro Santo Fondatore Guido Maria Con-forti per il giovedì 22 marzo.Prima di aderire al pelle-grinaggio parrocchiale al Santuario di S. Guido Maria Conforti, recentemente pro-clamato Santo, ci ho pensa-to due volte, e dissi tra me: “Perché non a un Santuario della Madonna?”.Poi la curiosità, il desiderio di vedere, ma soprattutto di pregare mi hanno persua-sa a partecipare! Arrivate al luogo destinato, ancora fuo-ri dell’ambiente, lo sguardo si è fermato al maestoso fabbricato, un edifi cio me-raviglioso: la Casa Madre dei Saveriani con relativi am-bienti idonei alla funzione di seminario. Ad aspettarci il Padre Superiore che ci ha descritto in modo assai dettagliato la vita e le intenzioni del Fondatore.In tempo successivo è stata cele-brata la santa messa dal nostro Parroco ; il quale poi per impegni parrocchiali (c’era un funerale) ha dovuto rientrare in Parrocchia e noi abbiamo sentito la sua man-canza.La chiesa dei Saveriani ha struttu-ra architettonica di elegante stile basilicale con tre spaziose navate,

suddivise da alte colonne. La na-vata centrale costituisce lo spazio di preghiera per il popolo di Dio. Il grande mosaico del catino absida-le fa da sfondo al presbiterio che abbraccia lo spazio celebrativo . Al centro sta il sarcofago che contie-ne le spoglie mortali di S. Guido Maria Conforti.Alle 12,30 abbiamo pranzato al sacco, poi il tempo fi no alle ore 16,00 dove ognuno disponeva del tempo consentito come credeva opportuno: o in chiesa a prega-

re, o a confessarsi, oppure fuori al sole, ma sempre as-sorta nei miei pensieri di ri-fl essione; non è mancato la cordiale conversazione tra parrocchiani. Alla partenza il Padre Rettore presente al pullman per salutarci e con una stretta di mano l’auspicio per un presto ar-rivederci!Ora per continuare la storia del Conforti è bene sottoli-neare l’indole del ragazzet-to, il suo comportamento. Prima di andare a scuola aveva preso l’abitudine di entrare nella Chiesa della Pace e sostare in preghie-ra davanti a un grande crocifi sso ( dirà poi a sua volta).” Io lo guardavo e Lui guardava me e pareva mi dicesse tante cose”. «Quel crocifi sso gli fece sentire la vocazione sacerdotale e

missionaria».Il sogno di suo padre era quello di fare di lui un bravo amministrato-re della sua azienda agricola,ma il giovincello Guido nei suoi undici anni, fortifi cato dai suoi colloqui con il Crocifi sso si mostrò irre-movibile. Fin dagli inizi egli unì la vocazione al sacerdozio quella missionaria e in modo misterioso Il Signore lo aiutò a realizzarla pie-namente.Il giovane Guido poi,leggendo la biografi a di San Francesco Saverio

Pellegrinaggio a Parma nei luoghi del Conforti

Resoconto di un viaggio per certi versi memorabile

Page 37: Bollettino giugno

37Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Vita in parrocchia

( grande missionario gesuita)ebbe l’intuizione di essere missionario alla maniera di s.Francesco Save-rio. Una malattia di natura nervosa sembrò precludergli il Sacerdozio. Ma lui si aggrappò alla Madonna visitando i Santuari della Guardia di Bologna e di Fontanellato (Par-ma). Alla Madonna Guido attribuì la sua guarigione e venne ordina-to Sacerdote. Come ringraziamen-to il giorno successivo celebrerà la sua prima Messa proprio nel San-tuario di Fontanellato. In questo giovane prete di 23 anni

è maturò la decisione di fonda-re egli stesso una congregazione totalmente dedita alla causa mis-sionaria. Niente e nessuno hanno poterono distogliere don Guido dal suo progetto: prodigarsi per la Chiesa Universale, soprattutto per la grande Cina.Nel Natale del 1889 scriverà all’a-mico sacerdote don Venturini : Nella Parma rossa di allora il Con-forti sentiva ancora più impellenti le esigenze della Chiesa universa-le.«Ad ogni modo tu devi serbare il

più alto silenzio, perché potrebbe tornare pregiudizievole anche il solo sapersi che un temerario qua-lunque ha osato concepire e ac-carezzare un sì audace disegno»! Dalla fede forte e mite del Conforti è cresciuta la grande Famiglia Sa-veriana che ne continua l’opera nel mondo. Preghiamo perché lo spirito missionario non si spenga nel cuore dei credenti.

Lo storico cronista (G.L.)

Page 38: Bollettino giugno
Page 39: Bollettino giugno
Page 40: Bollettino giugno

Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 201240

Vita in parrocchia

Dopo aver messo in sicurezza la “cascina” dell’oratorio, sono stati ultimati i lavori della nuova cucina dell’oratorio localizzata nella cosiddetta “corte”. La messa a norma di quella struttura aggiornandola ai nuovi standard di legge era assolutamente richiesta e soggiaceva al vincolo dei Beni Ambientali e della

Soprintendenza. Il cammino è stato lungo ed irto di ostacoli, ma, grazie a Dio, tutto è stato superato ed i risul-tati sono sotto gli occhi di tutti. Agli ideatori ed esecutori dell’opera va la nostra sincera gratitudine. Ottenute tutte le autorizzazioni necessarie per il suo concreto funzionamento (la procedura, come possiamo intuire è molto complessa e laboriosa, la struttura sarà benedetta ed inaugurata con il pranzo della Comunità, previsto per Domenica 1 luglio, nel contesto della Festa dei Patroni 2012.

Inaugurazione della nuova cucina dell’oratorio

Ottenute tutte le autorizzazioni

Page 41: Bollettino giugno

41Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Resoconto amministrativo ordinario parrocchiale relativo all’anno 2011

Bilancio economico

ENTRATE TOTALE

Elemosine S. Messe Festive e feriali € 47.635,52

Off erte Ceri, candele e benedizioni € 17.321,19

Off erte per Sacramenti ( Battesimi, Comunioni, Cresime, Matrimoni (e Funerali) € 24.325,00

Off erte per manutenzioni ordinarie immobili e interessi attivi € 18.557,42

Partite di giro : Giornata Missionaria, Giornata del Seminario, Giornata Malati di lebbra

€ 9.026,53

Contributo Comunale ( 8% oneri secondari) € 4.665,62

Off erte per restauro (erogazioni liberali) € 18.335,00

Abbonamenti al Bollettino parrocchiale € 14.260,00

Altre off erte € 11.168,13

TOTALE ENTRATE € 165.294,41

USCITE TOTALE

Utenze ( Enel, Gas Metano, Servizio Idrico ,Rifi uti, Telecom), Fornitori, compensi sacerdoti, collaboratori del culto e contributo diocesano

€ 44.190,15

Manutenzioni ordinarie € 4.420,72

Manutenzioni straordinarie immobili e arredi € 10.885,70

Partite di giro : Giornata Missionaria, Giornata del Seminario, Giornata Malati di lebbra

€ 9.026,53

Assicurazioni € 10.600,00

Saldo per restauro Chiesa Parrocchiale (fi nestroni, portale, antipiccioni, rilievo geometrico sistema laser Chiesa Parrocchiale

€ 75.005,00

Per Bollettino parrocchiale € 10.568,14

TOTALE USCITE 164.696,24

N.B. Il presente resoconto relativo all’anno 2011 non comprende la gestione dell’oratorio, il quale, pur essendo parte integrante della Parrocchia, gode di amministrazione distinta.

Vita in parrocchia

Page 42: Bollettino giugno

42 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Spiritualità

Carissimi Amici,siamo Congregazione Reli-giosa - Rogazionisti - il cui

servizio nella chiesa off re aiuto ai meno abbienti. Da 20 anni a Varsavia aiutiamo le persone povere nella periferia della città. Da anni organizziamo la mensa del povero. Abbiamo iniziato con i pranzi domenicali preparati da volontari. Adesso ab-biamo la cuciniera e distribuiamo il pranzo per 70 persone da lunedì a venerdì. Purtroppo la cucina non è secondo le condizioni richieste per un tale numero di persone e per l’igiene (Sanepid). Abbiamo timore che non potremo conti-nuare così. L’attuale sala in via Olgi Boznanskiej 21 riesce a contenere solo 40 persone. Per questo ab-biamo stabilito due turni per chi asporta e per chi mangia sul po-

sto. Siamo obbligati ad aprire una nuova ala e ulteriori spazi adiacen-ti all’ attuale stabile per la cucina e la mensa con più ampio magazzi-no e relativi servizi igienici.Data l’attuale crisi fi nanziaria ci sono evidenti diffi coltà. Non vo-gliamo intanto desistere e per questo ci rivolgiamo a voi - cari Amici per ottenere un aiuto, gran-de o piccolo, fi duciosi che a poco a poco qualcosa si potrà realizzare. Il progetto prevede un edifi cio con cucina, depositi, servizi igenici e una sala per 100 posti. Più avanti avverrà, se Dio permette, la costru-zione della cappella - Santuario di Sant’Annibale Maria Di Francia.Il numero dei poveri e dei sen-za dimora sta aumentando. Noi cerchiamo di aiutarli secondo l’e-sempio del nostro Fondatore. Le forme di povertà incontrate nella

periferia di questa città sono ag-gravate dalla mancanza di igiene, di sorda violenza e di impossibilità di ritorno alle relazioni famigliari e sociali normali. I nostri superiori di Padova, da cui dipendiamo come Provincia Religiosa, sono informati di questa iniziativa, ma purtroppo non possano aiutarci.Confi diamo nella generosità degli Italiani convinti che la Provviden-za esiste. Per iniziare abbiamo bi-sogno di una certa quota in dena-ro: 70.000 € per la prima fase del progetto. Siamo riconoscenti per qualsiasi contributo, anche mode-sto. Le persone e le Ditte che vo-gliono aiutarci saranno nominate in una lapide di fondazione all’en-trata del nuovo edifi cio.

Ci permettiamo di indicare il nu-mero del conto bancario:PKOPPLPW PL 28 1240 1040 1978 0010 2791 6956“mensa povero” Zgromadzenie Ksiczy Rogacjoni-stówul. Stroma 30, 01-100 Warszawa, POLONIA

Come Congregazione siamo esen-ti e possiamo rilasciare ricevuta ri-conosciuta dall’uffi cio del dema-nio pubblico (Urzqd Skarbowy).

Cari amici, vi ringrazio di cuore per la vostra generosità e vi auguro ogni bene dal Signore!

P. Giovanni Matteo Fogliata RCI

Progetto “Mensa del Povero”a Varsavia, in Polonia

La Casa dei Rogazionisti vuole sfamare 100 persone al giorno

Page 43: Bollettino giugno

43Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Spiritualità

Lo scorso 19 maggio, a Ca-strezzato è stato inaugurato il nuovo Punto CARITAS per

l’ erogazione degli alimenti agli indigenti, in locali messi a dispo-sizione gratuita dall’Amministra-zione comunale. L’attuale crisi economica sta mettendo a dura prova non poche famiglie che devono ricorrere alla richiesta dei beni essenziali, tra i quali gli ali-menti. L’apertura di questo Centro caritativo è il risultato di una col-laborazione su problemi concreti tra Amministrazione e Parrocchia. La Caritas parrocchiale di Castrez-zato è attiva da alcuni decenni ed ha svolto prevalentemente com-piti di distribuzione di vestiti o di assistenza su problemi particolari ( materiale domestico per famiglie in diffi coltà; off erte in denaro per situazioni particolarmente gravi). Ma l’attuale congiuntura econo-mica nella quale non pochi hanno perso il lavoro, sia tra i locali che gli stranieri residenti da anni tra noi, ha acuito la problematica del-la povertà. Ecco allora la necessità di trovare una collaborazione con-creta per alleviare la gravità della situazione, tenuto anche conto che gran parte di queste famiglie hanno dei minori a carico. Se per un verso è da rilevarsi che la Cari-tas è l’organo uffi ciale per aiutare la Comunità cristiana a vivere il precetto evangelico della carità in faune credibili, adatte ai tempi ed ai bisogni, per un altro verso deve anche suscitare volontari della

carità e dell’assistenza morale e umana del bisognoso; educare al rispetto e all’accoglienza, in siner-gia con tutti quanti hanno a cuore la giustizia e la solidarietà. Lo Sta-tuto della Caritas parrocchiale (va-rato nel 2005) prevede tra le sue fi nalità, quella di assistere le fami-glie in diffi coltà,anche in collabo-razione con i servizi sociali (Art. I). Non basta perciò rilevare i bisogni, ma portarvi gli opportuni rimedi. L’iniziativa di mettere a disposi-zione gratuita alcuni ambienti di proprietà comunale per la distri-buzione degli alimenti è pertanto positiva ed è il risultato di quan-to l’Assessorato ai Servizi sociali dell’Amministrazione ha desidera-to realizzare in collaborazione con

la Parrocchia che mette a dispo-sizione gli alimenti e il personale addetto alla distribuzione. I criteri di erogazione degli alimenti sono quelli dell’eff ettivo bisogno, rileva-to attraverso parametri trasparenti e legali. L’inaugurazione è avvenu-ta con la presenza del Sindaco Ga-briella Lupatini, dell’Assessore ai Servizi Sociali Paganotti Eugenio, dell’Assistente sociale Laura Gat-ti e della collaboratrice Daniela, del Parroco don Mario Stoppani, che alla fi ne ha benedetto i locali dando avvio concreto alla distri-buzione dei pacchi alimentari. La popolazione è invitata a sostenere l’iniziativa con donazione di ali-menti di prima necessità.

Castrezzato, 19 maggio 2012

Inaugurato il punto Caritas per la distribuzione degli alimenti

Page 44: Bollettino giugno

44 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

In ricordo di Suor Josephina Zani

Vita in parrocchia

Il suo nome era Angela, ma tutti la conoscevano come Suor Jo-sephina.

Nata a Chiari nel 1924, Suor Jo-sephina ha trascorso la sua in-fanzia e giovinezza a Castrezzato, nella zona del paese che tutti co-noscono come “Palazzino”.Ispirata dal motto di Don Luigi Palazzolo, che invitava le sue reli-giose ad “accogliere il rifi uto degli altri, facendo nostre le tante po-vertà”, guidata dal parroco Don Bonfadini ad intraprendere uno stile di vita basato sull’umiltà, ri-nuncia e sacrifi ci, Angelina emette la sua professione di fede religiosa solenne il 5 Ottobre 1957.Da quel momento si fa conosce-re come Suor Josephina e inizia a prestare servizio in diff erenti case, sempre con incarichi riguardanti l’educazione dei bimbi della scuo-la materna e la catechesi nelle par-rocchie. Particolare cura le è stata chiesta nell’aiuto ai ritiri spirituali per adolescenti e giovani.Gli ultimi anni della sua intensa

vita li ha trascorsi a Brescia, nella parrocchia dei SS. Nazaro e Cel-so, dimorando nella grande casa delle Suore Poverelle di via Fratelli Bronzetti, sede di accoglienza per le giovani in diffi coltà. Qui Suor Jo-sephina, tra altri importanti incari-chi, aveva quello di accudire con

particolare zelo la cappella dell’I-stituto, ove pregava per la sua amata Comunità di Castrezzato.Quando i numerosi impegni lo permettevano, Suor Josephina tornava sempre nel suo paese na-tivo, dall’amata sorella Caterina, dalle cognate e nipoti.Di lei le consorelle ricordano con aff etto l’estremo rigore e precisio-ne con cui era solita ordinare gli ambienti e tutto ciò che la circon-dava; la sorella racconta dell’atten-zione quasi maniacale per la cura e la pulizia del corpo e degli indu-menti.Suor Josephina era fi sicamente piccola e minuta, soprattutto negli ultimi anni, a causa della malattia che la ha colpita e che ha recato molte soff erenze, ma sino alla fi ne ha dimostrato una grande forza interiore, una tenacia, una ostina-zione al non arrendersi mai; una dimostrazione di coraggio, ma anche di fede, quella fede che l’ha sempre sostenuta e accompagna-ta per tutta la vita.Ai giovani, ai nipoti e pronipoti che le facevano visita nella sua “casa” raccontava che la vita è da inten-dere come un viaggio da percorre-re su un treno... Il suo treno è stato speciale: costituito da 87 vagoni di generosità, umiltà, silenzio, rifi uto del male...Si è spenta in una fredda serata d’inverno il 15 febbraio 2012 a 87 anni dopo un periodo di malattia che, nonostante tutto, non le ha tolto quel dolce sorriso che sem-pre l’ha contraddistinta.Grazie di tutto cara Suor Josephi-na. Siamo certi che anche in Para-diso sarai un’ottima educatrice di anime.

I tuoi nipoti

Page 45: Bollettino giugno

45Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Vita in parrocchia

Grande cordoglio ha susci-tato , in paese e fuori, la morte improvvisa per inci-

dente di Nicola Rubaga, di soli 29 anni. Nicola aveva un grande sen-so dell’amicizia e moltissimi amici sono venuti a salutarlo a casa e il giorno del funerale. I famigliari e gli amici vogliono ricordarlo con questo testo tratto dal libro “Il Pro-feta” di Khalil Gibran.Un ragazzo disse: Parlaci dell’ami-cizia. E lui rispose dicendo: “Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. E’ il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. E’ la vo-stra mensa e il vostro focolare, poi-ché aff annati, vi rifugiate in lui e lo ricercate nella vostra pace.Quando l’amico vi confi da il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo. E quando tace, il vo-stro cuore non smetta di ascoltare il

In memoria di Nicola Rubaga

suo cuore: nell’amicizia ogni pensie-ro, ogni desiderio,ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con ine-sprimibile gioia.Quando vi separate dall’amico, non rattristatevi. La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,

come allo scalatore la montagna è più chiara dalla pianura. E non vi sia nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito. Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mi-stero non è amore, ma una rete lan-ciata in avanti e che aff erra solo cio’ che è vano.E il meglio di voi sia per l’amico vo-stro. Se lui dovrà conoscere il rifl usso della vostra marea, fate che ne co-nosca anche la piena. Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E condividete i piaceri sorri-dendo della dolcezza dell’amicizia. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

(K. G.)

SABATO 30 GIUGNO 2012- ore 21.00

CHIESA PARROCCHIALECONCERTO DEI PATRONI “Inni di Lode”

Saluto delle autorità religiose e civili

DOMENICA 1 LUGLIO 2012 dalle ore 12.15

ORE 12.15 - ORATORIO: Benedizione della nuova cucinaORE 12.30 - ORATORIO: PRANZO DELLA COMUNITÀ (iscrizioni presso la Segreteria dell’Oratorio del 18 al 29 Giugno costo per adulti € 15,00 per bambini fi no a 6 anni € 10,00).ORE 20.30 - PIAZZA PAVONI Esibizione ginnastica artistica del Gruppo “ESTATE 83”.ORE 21.15 - PIAZZA PAVONI Esibizione canora del coro di Pompiano “I Gnàri dé ièr”canti popolari accompagna-ti da Fisarmoniche.

LUNEDI 2 LUGLIO 2012 - ore 20.45

CHIESA DI SAN LORENZO: Serata a cura del gruppo culturale parrocchiale “Quando l’Europa cattolica incontrò il Giappone: storia dei Gesuiti nella terra del Sol Levante”- Relatore Prof. Guido Pontoglio.

Settimana dei patroni Santi Pietro e Paolo

Page 46: Bollettino giugno

46 Camminiamo insiemen. 31 giugno - agosto 2012

Calendario liturgico

Calendario liturgico pastoraleGiugno

N.B. Con mercoledì 20 giugno, inizia la cele-brazione serale della S. Messa del mercoledì al Cimitero, fi no alla fi ne del mese di agosto.

Festa liturgica dei Patroni 2011

29 Venerdì: Festa liturgica dei S.S. Pietro e Paolo Apostoli

Ore 8,00 S. Messa. Ore 10,00 S. Messa solenne (Inizio GREST).

Ore 20 S.Messa distinta, seguita dalla breve pro-cessione in onore dei Patroni, con questo itine-rario: Chiesa - Piazza S. Maria - Piazza Zammar-chi - Via Roma - Via Torri - Chiesa.

30 Sabato: Ore 18,30 S. Messa festiva della vigilia. Ore 21: Concerto dei Patroni.

Luglio

1 Domenica XIII del T.O. Sante messe con orario festivo: ore 8,00 - 9,30 - 11,00 - 18,30.

In Oratorio: ore 12,15 Benedizione della nuo-va cucina dell’Oratorio. Ore 12,30: Pranzo del-la Comunità aperto a tutti (Costo € 15,00)

N.B. Per le altre iniziative per la Festa dei Pa-troni si veda l’apposita locandina.

2 Lunedì Ore 20,45 nella chiesa di S. Lorenzo, serata a cura del Gruppo culturale del CPP:

“Quando l’Europa cattolica incontrò il Giappo-ne: Storia dei Gesuiti nella Terra del Sol Levan-te” (Rel. Prof. Guido Pontoglio)

6 Memoria liturgica di S. Maria Goretti8 Domenica XIV del T. O. – Ore 11,00: Battesimi

comunitari11 S. Benedetto da Norcia, monaco.14 S. Camillo de Lellis, operatore della carità.15 Domenica XV del T.O.16 Festa della Beata Vergine Maria del Monte

Carmelo.20 Memoria liturgica di S. Elia Profeta22 Domenica XVI del T.O.23 Memoria di S.Brigida religiosa.25 Festa di S. Giacomo apostolo.26 Memoria dei S.S. Gioachino e Anna, genitori

della B.V.M.

29 Domenica XVII del T.O.31 Memoria di S. Ignazio di Loyola

Agosto

1 Memoria di S.Alfonso M. de’ Liguori4 Memoria di S.Giovanni M. Vianney, sacerdote.5 Domenica XVIII del T.O.6 Festa della Trasfi gurazione del Signore. 34° anniversario del transito del Servo di Dio

Papa Paolo VI.8 S. Domenico religioso.9 Memoria di S.Teresa Benedetta della Croce.10 Festa di S. Lorenzo diacono, titolare della

chiesa in S. Maria degli Angeli. Ore 9,30: S. Messa solenne pro populo nella

chiesa a Lui dedicata.11 Memoria di S. Chiara d’Assisi.12 Domenica XIX del T.O.- Battesimi comunitari. Inizio del Triduo di S.Rocco: Ore 16,00 nella

chiesa del Cimitero - Vespri e Benedizione eu-car.

13 Triduo di S. Rocco: Ore 15,00 e Ore 20,00 S. Messa al cimitero.(II)

14 Triduo di S. Rocco: Ore 15 S Messa al cimitero(III). Ore 18,30 S. Messa festiva della vigilia in chiesa.

15 Solennità dell’Assunzione: S .Messe con ora-rio festivo. Ore 18,30: Processione dal cimi-tero alla chiesa parrocchiale con la statua di S. Rocco.

16 Festa di San Rocco: Messe Ore 8,00 - 9,30 - 18,30 (seguita dalla processione di ritorno).

19 Domenica XX del T.O.20 Memoria liturgica di S. Bernardo21 Memoria liturgica di S.Pio X.22 Festa della Beata Vergine Maria Regina.23 Memoria liturgica di S. Rosa da Lima, religio-

sa.24 Festa di S.Bartolomeo apostolo.26 Domenica XXI del T.O.27 Memoria liturgica di S. Monica madre di S.

Agostino.29 Martirio di S. Giovanni Battista.

Page 47: Bollettino giugno

Lettera del Parroco

47Camminiamo insieme n. 31 giugno - agosto 2012

Anagrafe parrocchiale

Anagrafe parrocchiale

Nella luce di Cristo (defunti)

Rinati in Cristo (battesimi)

Matrimoni

Zotti Mattia

di Cristian e Toninelli AntonellaGoffi Lara Chiara

di Stefano e Baresi SilviaCorsini Giulia

di Onorio e Quarantini MaraValentino Natasha

di Giuseppe e Bertozzi SamanthaGareff a Giorgia

di Simone e Formenti MichelaCasaletti Lorenzo

di Ezio e Festa IleanaMagoni Simone

di Matteo e Buratti ElisaZammarchi Edoardo, Giulio

di Fabio e Costanzo Cristina CarmelaNardo Mattia

di Angelo e Marzo GiuseppaPlatto Isabella

di Mario e Olivari ElenaBriola Sofi a

di Simone e Frosio GloriaChiappa Luca

di Mauro e Praderi MaraCoelli Laura

di Fabrizio e Danesi RosangelaFormenti Emma

di Alessandro e Serina EricaGuerrini Ginevra

di Moris e Toninelli NoemiLenza Anastasia

di Luigi e De Biagi OrnellaMarchesi Carlo

di Sergio e Machina FabianaRossini Alessia

di Christian e Noli SabrinaRrotaj Pietro

di Mirjan e Rrotaj EmanuelaVerzeletti Leonardo

di Gianluca e Ferrari Simona

Gareff a Simone con Formenti Michela

Barucco Aldo con Zanotti Daniela

Migliorati Giovanni con Manzoni Claudia

Corsini Ilario di anni 62Ghilotti Carlo di anni 76Ruffi ni Mario di anni 85Buratti Caterina di anni 96Rubaga Nicola di anni 28Zammarchi Maddalena di anni 92Briola Angelo di anni 69Zotti Gianfranco di anni 57Lupatini Pietro di anni 82Parma Giulia di anni 84Zampietri Emma in Solazzi di anni 74 Barucco Mauro di anni 54

Rizzo Francesco

di Gabriele e Cavalieri MarziaD’Amico Massimo

di Claudio e Maifredi Maria RosaFormenti Noemi

di Luca e Terlisio AnnaGallerini Gloria

di Mario Emilio e Marini CinziaMarchini Aurora Maria

di Andrea e Bono SimonaPetito Emanuele Giuseppe

di Marcello e Vallone CaterinaZotti Simone

di Marco e Mingotti Fausta

Page 48: Bollettino giugno