Bollettino Diocesano Gennaio-Febbraio 2011

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Anno LXXXVII n. 1 Gennaio - Febbraio 2011 Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996 Spedizione in abbonamento postale comma 20/c art. 2 L. 662/96 Filiale di Bari

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Atti ufficiali e attività pastorali dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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Anno LXXXVII n. 1 Gennaio - Febbraio 2011

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

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BOLLETTINO DIOCESANO

l´OdegitriaAtti ufficiali e attività pastoralidell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Registrazione Tribunale di Bari n. 1272 del 26/03/1996

ANNO LXXXVII - N. 1 - Gennaio - Febbraio 2011

Redazione e amministrazione:Curia Arcivescovile Bari-BitontoP.zza Odegitria - 70122 Bari - Tel. 080/5288211 - Fax 080/5244450www.arcidiocesibaribitonto.it - e.mail: [email protected]

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PRIMA VISITA PASTORALE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI 9

TERZO VICARIATO 11

RELAZIONE INTRODUTTIVA 13

LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ

PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE:Famiglia di Dio in festa

Lettera alla comunità parrocchiale“S. Nicola” in Bari-S. Spirito (Quartiere Catino)

(14-17 gennaio 2010) 39

Popolo di Dio in comunione:luminosa stella sul cammino della parrocchia

Lettera alla comunità parrocchiale “Stella Maris” in Bari-Palese(18-21 febbraio 2010) 43

Guardate sempre alla realtà e alla storia con gli occhi di DioLettera alla comunità parrocchiale

“S. Michele Arcangelo” in Bari-Palese(25-28 febbraio 2010) 47

Siate dimora in cui essere ospitati e ospitareLettera alla comunità parrocchiale

“Maria SS. Annunziata” in Modugno(11-14 marzo 2010) 53

La vostra comunità sia l’“amen” di Cristo al PadreLettera alla comunità parrocchiale

“S. Agostino” in Modugno(18-21 marzo 2010) 59

Sulla parola di Cristo, raccogliete la rete piena di pesciLettera alla comunità parrocchiale “Santi Apostoli” in Modugno

(15-18 aprile 2010) 65

I veri adoratoriLettera alla comunità parrocchiale “S. Ottavio” in Modugno

(22-25 aprile 2010) 69

SOMMARIO

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Dimora di Dio tra gli uominiLettera alla comunità parrocchiale “Immacolata” in Modugno

(13-16 maggio 2010) 75

«Al compiersi della Pentecoste i discepoli erano tutti riuniti» (At 2,1)Lettera alla comunità parrocchiale

“Spirito Santo” in Bari-Santo Spirito(20-23 maggio 2010) 81

Nutriti del Corpo di Cristo vivete in comunione tra voiLettera alla comunità parrocchiale

“Natività di Nostro Signore” in Bari-Santo Spirito(3-6 giugno 2010) 87

Esperienza, incontro, testimonianzaLettera alla comunità parrocchiale “S. Alberto” in Bari-Palese

(10-13 giugno 2010) 91

INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE 99

QUARTO VICARIATO 104

RELAZIONE INTRODUTTIVA 109

LETTERE DI S.E. MONS. FRANCESCO CACUCCI ALLE COMUNITÀ

PARROCCHIALI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE:

Gesù, come ai discepoli di Emmaus,ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi

Lettera alla comunità parrocchiale “Mater Ecclesiae” in Bari(30 settembre-3 ottobre 2010) 115

«Crei e santifichi sempre»Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Giovanni Battista” in Bari(21-24 ottobre 2010) 119

Siate una piccola famiglia evangelicaLettera alla comunità parrocchiale “S. Francesco da Paola” in Bari

(4-7 novembre 2010) 125

“Una parrocchia che sa di casa”Lettera alla comunità parrocchiale “S. Fara” in Bari

(11-14 novembre 2010) 129

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Nel giardino del RisortoLettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria Maddalena” in Bari(25-28 novembre 2010) 133

Insieme per una testimonianza profetica di caritàLettera alla comunità parrocchiale

“Maria SS. Addolorata” in Bari(2-5 dicembre 2010) 139

Vivere il «vangelo della vocazione»Lettera alla comunità parrocchiale

“Cuore Immacolato di Maria” in Bari(7-9 gennaio 2011) 143

Comunione e comunitàLettera alla comunità parrocchiale

“Annunciazione” in Bari(13-16 gennaio 2011) 149

«Io verrò e lo guarirò» (Mt 8,7)Lettera alla comunità ospedaliera

“Vicaria Perpetua S. Vincenzo de’ Paolie Santa Luisa de’ Marillac” in Policlinico-Bari

(17 dicembre e 18 gennaio 2011) 155

INDICAZIONI PASTORALI A LIVELLO VICARIALE 163

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

Gennaio 2011 171Febbraio 2011 172

SOMMARIO

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Il n. 1 (gennaio-febbraio 2011) del Bollettino Diocesano “L’Odegitria” èinteramente dedicato alla Visita pastorale di S.E. Mons. FrancescoCacucci al Terzo Vicariato e al Quarto Vicariato.Gli Atti e i Documenti relativi ai mesi di gennaio e febbraio 2011 verran-no pubblicati nel numero di marzo-aprile 2011.

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PRIMA VISITA PASTORALE

DI MONS. FRANCESCO CACUCCI

ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO

TERZO VICARIATO

Modugno

PaleseSanto Spirito

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RELAZIONE INTRODUTTIVA

VISITA PASTORALE

TERZO VICARIATO

Modugno

PaleseSanto Spirito

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Questa porzione della nostra Chiesa diocesana prova tutta la gioiadi sentirsi più vicina al suo vescovo, condividere con lui un trattodel suo cammino, raccontargli le nostre esperienze, presentargli ilnostro vissuto, pregare insieme, accogliere il suo paterno invito.Sono passati quasi vent'anni dall'ultima visita pastorale: nel gen-naio 1992 padre Mariano Magrassi dava il via alla sua seconda visi-ta nel nostro vicariato che iniziava dalla parrocchia di Sant’Albertoe si concludeva il 1° maggio del 1994 con la parrocchia Stella Marisdi Bari-Palese (in verità quest'ultima visita ebbe un rinvio).L'augurio che mons. Magrassi faceva alle nostre parrocchie a con-clusione della visita fu quello di «andare avanti, sempre avanti concoraggio e speranza» e aggiungeva: «Cristo non ci lascia mai soli, econ Lui a fianco tutto è possibile».Vogliamo, in questo contesto, rilevare alcuni tratti del camminofatto nel nostro vicariato negli ultimi venti anni, tratti che in partesfuggono alla memoria, ma molti altri hanno segnato il passo alnostro percorso ecclesiale.

a) Rilievi strutturali

Dobbiamo ricordare che il nostro vicariato ebbe una configurazio-ne diversa dall'attuale in quanto costituito dai grossi centri diModugno e Bitonto. Quasi a ridosso dell'ultima visita pastorale il

Relazione introduttiva

TERZO VICARIATO

VISITA PASTORALE

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III vicariato prese l’attuale configurazione, unendo a Modugnoanche Palese, Santo Spirito e i quartieri di San Pio e Catino: untotale di undici parrocchie. Dal punto di vista sociale questaristrutturazione dà al nostro vicariato una configurazione piutto-sto eterogenea: ñ il territorio di Modugno, strutturalmente e socialmente inserito neltessuto della città di Bari, condivide con questa gran parte del suocontesto, con i suoi risvolti positivi e negativi; infatti parte del suoterritorio cittadino (cosiddetta "zona Cecilia") è pienamente inte-grata nel Quartiere "San Paolo", tanto da sentirsi più legata a que-sto che al comune di appartenenza, peraltro situazione condivisaanche dalla pianificazione diocesana che colloca la parrocchia S.Pietro, territorialmente modugnese, nel vicariato di San Paolo. Vi èpoi gran parte della zona industriale nord-est che è inscindibil-mente condivisa fra la città di Bari e il comune modugnese: zonache per un verso espropriò gran parte del suo suolo all’agricolturapaesana, d'altra parte offrì spazi al lavoro industriale per il nostropaese, e non solo: tanto che la popolazione dei residenti inModugno si vide più che raddoppiata. Una situazione purtroppooggi fortemente angustiata dalla crisi del settore. Un'analisi piùdettagliata ci riserviamo di offrirla quando la visita si farà più par-ticolare.La crescita della popolazione ha dato incremento all’edilizia che havisto il suo sviluppo in tutta la fascia sud del paese, dalla via pro-vinciale per Bitritto fino a quella per Carbonara. Questo ci portaalla considerazione che fra i servizi sociali della zona bisognerà pen-sare ad una possibile nuova parrocchia.ñ A questa realtà fa fronte quella di Palese e Santo Spirito: un conte-sto molto diverso per tanti aspetti, ove all'industria si sostituisceun vissuto turistico-balneare: realtà che dal punto di vista demo-grafico si allarga e si restringe a seconda degli esodi e rientri stagio-nali. Si aggiunga poi una pianificazione edile che, fuori dai centriabitati, è costituita da un numero consistente di ville e villette lequali, secondo la valutazione data da mons. Magrassi, «sembranofatte apposta per favorire il privatismo», creando qualche difficoltàa sentirsi parte attiva delle comunità parrocchiali.ñ Un'altra parte del nostro vicariato è costituita dai quartieri diSan Pio (già Enziteto) e di Catino, due quartieri adiacenti, separati

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dalla S.S. 16 bis; quartieri relativamente giovani, ubicati nel territo-rio di Santo Spirito e progettati allo scopo di risolvere i problemiresidenziali della città di Bari nelle direttive della legge n.167. Sonoquartieri in espansione che vivono la freschezza delle giovani comu-nità, ma anche la difficoltà di un forzato isolamento e la carenza diservizi sociali.

Dunque tre realtà che, pur differenti tra loro, hanno fatto fraterna-mente il loro cammino nella Chiesa e con la Chiesa, nelle direttiveispirate dalla Diocesi. Nell'arco dei diciotto anni dall'ultima visita pastorale nella compa-gine vicariale si sono avuti alcuni cambiamenti: la parrocchia S.Alberto, precedentemente unita nella persona del parroco alla chie-sa del Sacro Cuore di Palese-Macchie fino al 1995, se ne è di-stacca-ta. Altra revisione si è avuta per la parrocchia S. Nicola a SantoSpirito-zona Catino: nel contesto della visita del 1992 l'arcivescovorilevava l'azione pastorale avviata presso quella parrocchia da pocofondata, affidata a don Cosimo Stellacci, parroco della parrocchiadello Spirito Santo, sul quale gravava il peso di due comunità.Provvidenzialmente, quell'anno stesso, a conclusione della visita, laparrocchia S. Nicola ebbe il suo primo parroco.Altro rilievo va fatto in riferimento alla successione dei parroci nelperiodo che ci separa dall'ultima visita: quasi tutte le parrocchiehanno visto il cam biamento dei loro parroci, sicché oggi i parrociche hanno vissuto l'ultima vi sita e che guidano quelle stesse par-rocchie sono don Vincenzo Gentile della parrocchia SS. Apostoli inModugno e don Domenico Giugliano della parrocchia della Nati-vità nel quartiere San Pio.

b) Rilievi sociali: il fenomeno migratorio

Si tratta di un fenomeno ormai dilagante a livello più che naziona-le. Orientando l'attenzione sul nostro vicariato, rileviamo la pre-senza di immigrati sparsi un po’ ovunque, per lo più nord-africani:

TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

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si tratta comunque di persone in situazioni fluttuanti, senza fissadimora, dedite al commercio ambulante.Vanno segnalati tuttavia nel comune di Modugno alcuni nuclei diimmigrati numericamente consistenti e ben radicati nel territorio,in parte sistemati con le loro famiglie, tutti dediti al lavoro di com-mercio spicciolo, o come camerieri o ancora come badanti. Si trat-ta di cinesi, allocati nel quartiere di "Porto Torres", di circa 300unità; di albanesi anch'essi in numero di 300 circa; di indiani circa160 e senegalesi circa 100: in maggioranza abitano nel centro stori-co, frequentemente stipati in monolocali in situazione molto pre-caria. Naturalmente i numeri si riferiscono a coloro che sono iscrit-ti all'anagrafe comunale (vedi allegati 1 e 2)1: vi sono validi motiviper supporre che vi sia un numero imprecisato di clandestini senzail permesso di soggiorno. Si aggiunga a costoro un accampamento di Rom locato su suoliabbandonati di periferia, in situazione igienicamente precaria,dediti ad una vita randagia di accattonaggio o di altri espedienti,frequentemente oltre la legalità.

c) La pietà popolare e la vita di fede

Trattando di pietà popolare facciamo riferimento a quella religiosi-tà radicata nel popolo che la tradizione ci ha tramandato con i suoiriti, le sue istituzioni e le sue strutture. Naturalmente ciò è possibi-le verificarlo là dove il nucleo cittadino si è mantenuto stabile, con-servando e consegnando il patrimonio religioso alle generazionisuccessive. Bisogna riconoscere che la pietà popolare, dove è pre-sente, ha costituito lo zoccolo duro della religiosità dell'intero ter-ritorio, facendo fronte all’invadente fenomeno della secolarizzazio-ne e, pur se bisognosa di purificazione e revisione, si è resa motivoaggregante per l'intera popolazione e costituisce un presuppostosu cui lavorare.Questo si deve affermare per la città di Modugno e per il suo centrostorico in particolare, ma anche per Palese-S. Michele, non perPalese-Stella Maris né per Santo Spirito-Spirito Santo e meno anco-

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Cfr infra, pp. 32-33.

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

ra per la parrocchia S. Alberto; alcune forme di pietà popolare sivanno facendo strada invece nella zona-Catino e nel quartiere S.Pio, dove si è voluto riscoprire quelle tradizioni a cui la comunità inbuona parte era legata nei quartieri di provenienza. Con più rilevante interesse va invece considerata la vita di fede delpopolo cristiano: la frequenza ai sacramenti, alla messa domenica-le e al cammino formativo delle nostre parrocchie.È difficile tracciare un netto confine fra quelle che sono le tradizio-ni di religiosità popolare e la vita di fede più adulta. Poiché fre-quentemente l’una richiama l’altra: un esempio fra tanti è la devo-zione al Sacro Cuore che, dove non si riduce ad un calcolo dei“primi venerdì”, diventa occasione per vivere i sacramenti. La partecipazione alla messa domenicale risente di un fenomenodiffuso ormai dovunque: le percentuali più ottimistiche si colloca-no appena sopra il 20% della popolazione. Chiaramente i numeripossono oscillare a seconda dei tempi e delle stagioni: i periodi diNatale e di Pasqua vedono un sensibile incremento di partecipazio-ne alle celebrazioni (novene, via crucis) e ai sacramenti della ricon-ciliazione e della Eucaristia, fenomeno che invece recede nella sta-gione estiva (tranne nelle zone balneari).I sacramenti di iniziazione cristiana (Battesimo e Cresima) rientra-no in una prassi socialmente acquisita e gli itinerari di preparazio-ne ai sacramenti della riconciliazione, della comunione e della cre-sima dal punto di vista numerico seguono percorsi quasi paralleli aquelli scolastici: ciò significa che raramente si trovano ragazzi chenon hanno ricevuto quei sacramenti. La partecipazione dei ragazzialla messa domenicale è abbastanza elevata, poiché l’incontro cate-chetico infrasettimanale riesce ad essere di sprone. Tuttavia la notadolente resta il periodo delle vacanze che vede una consistente con-trazione.Da diversi anni si stanno verificando casi di adulti provenienti daaltre religioni o nazionalità che hanno intrapreso il cammino equindi hanno ricevuto i sacramenti di iniziazione cristiana.Una considerazione particolare merita il sacramento del matrimo-nio e la situazione della famiglia. Quel che si va rilevando social-

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1 Cfr infra, pp. 34-36.

mente a livello generale lo si deve dire del nostro territorio. È purvero che dal punto di vista statistico la consistenza dei matrimoni-sacramento tiene, ma è altrettanto vero che il numero dei matri-moni civili va in crescendo. Una parte consistente dei matrimonicivili proviene da un precedente fallimento del matrimonio-sacra-mento; ve ne è un'altra che apporta motivi economici che gravanosulle feste nuziali legate per consuetudine al rito religioso; ve ne èinfine un’altra che si giustifica con motivi ideologici e di coscienza.Abbiamo potuto calcolare tale complessa situazione nel nostrovicariato nell’arco degli ultimi dieci anni (vedi allegati 3, 4 e 5)1.Naturalmente non si tiene conto di coloro che hanno celebrato ilmatrimonio fuori dal comune di residenza. A questa panoramica siaggiunge poi un numero consistente, ma di difficile quantificazio-ne, di coppie che, scavalcando ogni istituzione civile e religiosa, pre-feriscono la più libera forma della convivenza: una forma che vafacendosi costume, così da non suscitare né meraviglia né scandaloe paventando nei figli lo spettro di una probabile instabilità. Le situazioni espresse ci fanno pensare alla necessità formativadella istituzione matrimonio-famiglia, come in seguito diremo.Un’ultima considerazione se pur generica la facciamo sulle nostrecomunità parrocchiali. Vi è in esse un substrato di fede, per alcuninon sempre alimentato, o un senso del sacro che permette loro diavere una sensibilità nei confronti dei valori religiosi e quindi anchedella Chiesa e dei sacerdoti, verso i quali nutrono attenzione, affet-to, rispetto e generosità, e tante volte ci danno lezioni di vita. Que-sto porta tutti noi a ringraziare i pastori che ci hanno preceduto perla responsabilità, lo zelo che hanno profuso e l’esempio che hannodimostrato.

d) La realtà giovanile

In linea di massima le esigenze, gli interessi, i problemi dei giovanidel nostro territorio non sono diversi da quelli dei loro coetanei.Qui possiamo rilevare qualche generica considerazione che avràbisogno di farsi più dettagliata nell’esame delle singole parrocchie.

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

Fenomeno piuttosto diffuso per Palese e Santo Spirito e ancor piùmarcatamente nei quartieri di Catino e di San Pio spinge i giovaniverso Bari quale centro di ritrovo: fenomeno motivato dalle scuolee dalle amicizie che ivi frequentano. Per molti giovani gli ambientiparrocchiali sono punti di riferimento, specialmente dove le situa-zioni lo permettono: provvidenzialmente questo si deve dire didiverse parrocchie del nostro vicariato, attrezzate di strutture ora-toriali. La realtà giovanile si fa più stabile e propositiva per le comunitàparrocchiali dove ci sono associazioni o gruppi che seguono per-corsi di formazione.Resta certo che la realtà giovanile nel cammino di fede è piuttostofluttuante e si rende stabile dove c’è una vicinanza educante (nonsolo ma particolarmente di sacerdoti) capace di dare loro tempo,disponibilità, dialogo e testimonianza.Ci va di aggiungere la realtà di molti giovani, formati nelle nostreparrocchie, culturalmente affermati, che con amarezza sonocostretti ad emigrare per ragioni di lavoro. Ci consola il fatto chequanto hanno ricevuto li renda testimoni credibili.

e) Il cammino pastorale

In occasione della visita pastorale del '92, dal nostro vicariato sifece presente all’arcivescovo l'urgenza per la Chiesa diocesana dilegare con maggiore coerenza i principi ecclesiologici alla pastorale;più concretamente si intendeva rilevare che alle molte iniziativediocesane non corrispondeva una adeguata assimilazione da partedella base.La visita pastorale fu vissuta dalle nostre parrocchie con vivo entu-siasmo e diede impulso ad una nuova ripresa. Si apre così l’arco ditempo che è alle nostre spalle e che ci dispone oggi ad accogliere ilnostro pastore. In questo periodo la Provvidenza ha offerto alla Chiesa intera, e allanostra in particolare, tre momenti che hanno cadenzato il nostro

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cammino pastorale: il Sinodo diocesano, il Giubileo e il CongressoEucaristico. Lungi dall'essere momenti circoscritti nel tempo,hanno richiesto una preparazione previa e ci hanno proiettato inun percorso successivo.ñ Il Sinodo diocesano. I lavori sinodali, prima ancora delle sessioniin aula, si sono tenuti a livello parrocchiale e vicariale con l'esamedei testi di consultazione e le possibili proposte. Poi, a conclusionedelle sedute sinodali, mentre si andavano elaborando le proposi-zioni, come vicariato fummo chiamati ad esaminare una bozza dilavoro allo scopo di puntualizzare gli orientamenti post-sinodaliche avrebbero dovuto costituire le conseguenti direttive pastorali. Ilnostro vicariato incontrò l’arcivescovo il 26 aprile 2001. Oggetto distudio e riflessione ovviamente furono i contenuti emersi nelSinodo, concentrandosi sui temi-cardine della vita cristiana: cate-chesi, liturgia e vita. L'arcivescovo, rilevando la necessità di una sin-tesi pastorale, sottolineava l'unità del mistero di salvezza operatada Cristo che la Chiesa è chiamata a contemplare, celebrare e viveresecondo il metodo mistagogico. ñ Altra occasione strettamente connessa con la precedente e vis-suta nello spirito del Sinodo è stata il Giubileo che, secondo l'e-spressione di padre Mariano, costituì con il Sinodo un “binomioaffascinante”. Il percorso trinitario delle catechesi ci introdusse alterzo millennio.ñ Terza circostanza, quanto mai propizia per la nostra Chiesa loca-le, è stata il Congresso Eucaristico Nazionale, celebrato nella nostradiocesi nel maggio 2005, anch'esso inscindibilmente legato ai sud-detti eventi. Nell'incontro vicariale tenuto nella parrocchia delloSpirito Santo in Santo Spirito il 25 febbraio 2003, l'arcivescovoconsiderava segno dello Spirito sia la scelta di Bari come sede delCongresso, sia quella del tema La domenica, giorno del Signore. Egliponeva in risalto come il cammino di sintesi tra catechesi, liturgia evita che connota l'identità cristiana e che deve diventare concreto,trova il suo centro nella celebrazione della domenica. Dire “dome-nica” non vuol dire soltanto celebrare l'eucaristia domenicale, maporre al centro un evento, quello della risurrezione di Cristo: la cele-brazione dell'eucaristia è il sacramento, il segno, ma l'evento chenoi celebriamo è la Risurrezione, l'irruzione dell’eternità nel tempo.A tutto questo è strettamente connesso il significato della festa.

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Negli interventi dei sacerdoti e laici si mise in evidenza la necessitàdelle catechesi su questi temi, la ricchezza dei sussidi approntatidalla diocesi e la validità dei metodi a cui le singole parrocchiehanno attinto, pur facendo emergere la difficoltà della auspicatacatechesi comunitaria che unisca giovani e adulti, data la consue-tudine di vivere i momenti di formazione in modo settoriale o peretà. In diverse parrocchie comunque la catechesi comunitaria si vafacendo strada.

Alla luce di questi eventi e delle indicazioni da questi scaturite, ilnostro vicariato ha potuto riflettere e maturare iniziative concreteispirate essenzialmente alla mistagogia. Se è vero che la mistagogiaè il cammino che ci accompagna a riscoprire e a vivere i “misteri”ricevuti, si è fatto necessario proporre alle nostre comunità diretti-ve tangibili per meglio accogliere e sperimentare i doni di Dio.Ricordiamo sommariamente alcune pietre miliari del nostro per-corso vicariale: · 2003 - “la domenica, centralità dell'eucaristia; celebrare il Risorto;

la festa”.· 2004 - per i sacerdoti: “un solo altare una sola mensa”; per i laici:

"la domenica come “dies ecclesiae”.· 2007 - “l'anno liturgico e i sacramenti di iniziazione cristiana”.· 2008 - “la domenica nel cammino di iniziazione cristiana dei fan-

ciulli e dei ragazzi”.

Va tenuto presente che nei diversi incontri si è rilevata la necessitàdi porre l'attenzione sulle famiglie e sulla loro formazione, facendoloro scoprire la vocazione di sentirsi i primi educatori nella vita difede dei loro figli. Questa urgenza fu pensata e ribadita come cam-mino formativo fin dal 1993 dal compianto don EmanueleLucente, parroco dell'Immacolata in Modugno e nostro vicario dizona, ripresa poi con insistenza negli anni successivi, con riferi-mento agli itinerari di formazione prematrimoniale, agli incontri difamiglie e ai problemi di famiglie in situazioni difficili.Questi temi sono stati approfonditi da noi ultimamente in alcuni

TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

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incontri: ricordiamo la relazione tenuta dal prof. Micunco sul tema"Sacramentum caritatis” e famiglia: per una mistagogia del sacramento delmatrimonio; ricordiamo ancora la relazione di mons. Luca Murolo,presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale che ci ha datooccasione per riflettere sul tema "Famiglia e pastorale familiare":proposte che hanno segnato il nostro cammino, ma che necessita-no di continua attenzione e che, pertanto, ci daranno motivo perulteriori approfondimenti.Possiamo ben dire che questo cammino si è rivelato profetico per lameta pastorale dell’anno in corso che vede la centralità della dome-nica nel cammino dell’iniziazione cristiana affidato all’impegnodella famiglia. Quanto è stato detto per diversi aspetti si rivela generico e appros-simativo, avendo dovuto comporre in sintesi luoghi e situazionidiverse. Questa lacuna si dovrà colmare quando l’attenzione siporrà su ciascuna parrocchia nella prossima Visita pastorale.

Relazione riguardante la città di Modugno

Prospetto demografico

Dopo lo sguardo panoramico dato a livello vicariale, vogliamo focaliz-zare la nostra attenzione sulla città di Modugno (il titolo di città le èstato conferito il 22 febbraio u.s.). Una città che a fine del 2009 conta-va 38.413 abitanti con 13.774 nuclei familiari. L’incremento dellapopolazione si fece consistente tra la fine degli anni Sessanta e gli inizidegli anni Settanta, passando da 16.159 abitanti nel 1970 a 20.504 nel1971, in un crescendo costante, motivato non tanto da un incrementodelle nascite, quanto da un flusso migratorio: diciamo che una parteconsistente dell’attuale generazione deve cercare i suoi nonni fuori dalnostro Comune. Questo crea in alcuni periodi dell’anno (periodo nata-lizio o estivo) dei veri e propri esodi verso i paesi di origine. Quanto siva dicendo si riferisce a un fenomeno migratorio nazionale.Discorso a parte merita la presenza di extracomunitari, numerica-mente consistente e radicata nel territorio, in parte sistemata con leproprie famiglie, tutti dediti al commercio spicciolo: quello ambu-lante, tipico dei senegalesi e dei cinesi, e quello di badanti monopo-

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

lizzato da bielorusse, rumene e georgiane, e camerieri molto comu-ne fra gli indiani.

Il lavoro

La crescita della popolazione è dovuta alla ricerca occupazionale. Ilterritorio di Modugno, strutturalmente inserito nel tessuto industria-le della città di Bari, condivide con questa la specificità del lavoro.Infatti la terra modugnese negli anni andati aveva ceduto all’industriale sue risorse agricole e quella scelta fece la sua fortuna: la arricchì eco-nomicamente, la accrebbe numericamente, innescò un giro commer-ciale tale da renderla punto di riferimento per il territorio circostante.Sono circa 3000 le piccole e grandi imprese operanti sul territoriocomunale di Modugno (artigianali, commerciali, industrie, societàdi servizi ecc.). Gli insediamenti industriali della zona industriale diModugno sono circa 600. Le più importanti sono FIAT OM,Magneti Marelli, Riv SKF, Bosch, Bridgestone, Getrag, Softline,Isotta Fraschini, Mobil Turi, Auto Trasporti Conserva.Purtroppo quel che fu motivo di ricchezza oggi è divenuto motivodi crisi che, colpendo particolarmente l’industria, ferisce nel cuorela città di Modugno la quale più di ogni altro paese vicino in que-sta aveva investito il suo futuro.I dati si sono fatti allarmanti: solo sul territorio di Modugno 7000lavoratori che, dal settembre 2008 a settembre 2009, hanno fattocassa integrazione ordinaria, passeranno ora alla cassa integrazionestraordinaria: sarà pur vero che non tutti i lavoratori sono modu-gnesi, ma è altrettanto vero che dietro un numero così elevato, visono 7000 famiglie esposte a situazioni precarie. Per 7 aziende si èaperta la mobilità, anticamera al licenziamento collettivo. Per 2aziende si è dichiarato il fallimento. Va considerato, non da ultimo,che molte industrie si reggono solo grazie agli incentivi dello Stato,che garantiscono un sostegno fino al 2013, e che, venendo menoquesti, le prospettive si fanno ancor più incerte.Dunque un panorama tutt’altro che roseo.Tentare di salire la china è negli interessi di tutti. Siamo convinti

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che al centro di ogni realtà sociale è da collocarsi la persona umana:la sua esistenza, la sua dignità, i suoi bisogni, il suo benessere.All’uomo, ad ogni uomo, Dio ha affidato il creato perché ne goda elo custodisca: ad esso ogni uomo attinge, verso di esso ciascuno èdebitore e a nessuno può negarsi il diritto alla condivisione. Si trattadunque di condividere il bene comune: le leggi di mercato non pos-sono orientarsi solo sul profitto, trascurando le situazioni di pover-tà, soprattutto quando la competitività nel possedere si fa spietata.Si ha l’impressione che alcune imprese siano interessate a protegge-re solo il capitale e ogni incentivo, usualmente chiamato “ammor-tizzatore sociale”, viene visto come salvaguardia di questo, quasicome un “prendi e fuggi”, poco curandosi del capitale umano e delleloro famiglie a cui viene sottratta la fonte del sostentamento. Siamo chiamati pertanto ad intraprendere quel cammino virtuoso chefa sentire tutti responsabili di tutti e che prende il nome di solidarietà.A questo sono chiamati gli imprenditori: perché sappiano medita-re e cercare tutti gli espedienti prima dell’amara soluzione del licen-ziamento.Alla solidarietà è chiamato il potere politico: se infatti le regole delmercato sono guidate dalla giustizia commutativa del dare-riceve-re, l’autorità politica è chiamata a regolare gli squilibri che da quel-la possono derivare mediante la giustizia distributiva, perché nonsiano esclusi dal bene comune i soggetti deboli.La solidarietà dovrebbe entrare negli istituti di credito, perché iltimore dei prestiti possa bilanciarsi con il coraggio di agevolare leimprese e mettere in moto una situazione attualmente di stallo.Alla solidarietà è chiamata l’intera società perché, a quanti vivonola perdita del lavoro, possa offrire una vicinanza non ostentata, macordiale e sincera, in modo che l’esclusione dal lavoro non sia unapremessa per l’ancor più dolorosa e grave esclusione sociale chespesso conduce a gesti esasperati. Alla solidarietà siamo chiamati noi cristiani, con le nostre comuni-tà parrocchiali, noi che abbiamo fatto di Cristo il motivo ispiratorenel servizio e nella donazione totale.La solidarietà dunque diventi motivo ispiratore per tutti e spinga ascelte concrete. Ricordiamo che la colpa di Caino non si esaurì nel-l’uccisione del fratello, ma maturò nella convinzione di non sentir-si suo custode.

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

Vogliamo tirarci fuori da questa logica e chiediamo a Lei, carissimoPadre, che ci incoraggi e ci stimoli a quell’attenzione fraterna capa-ce di reciproca condivisione.Al problema occupazionale, attualmente il più urgente, anche seappaiono i segni appena percettibili di una ripresa, si aggiungonoaltri, dei quali vogliamo prendere in considerazione due.Il primo è quello dell’edilizia, connesso a quello industriale: sidirebbe che si è rotta quella circolarità che permetteva al capitale dipassare dagli istituti bancari agli utenti e alle imprese, bloccando ilavori, congelandoli in situazioni di stallo e creando serie situazio-ni per quanti sono vincolati dai mutui.L’altro problema, che nella nostra città è stato a più riprese sollevato, èquello dell’inquinamento ambientale: problema certo generalizzabile,ma che su Modugno assume consistenza allarmante. Cito lo studio deldott. Agostino Di Ciaula in riferimento alla centrale termoelettrica infunzione su questa città: «l’aria di Modugno contiene più particolatodi quella di Taranto, rubando a quella città il primo posto nella classi-fica delle città più inquinate da particolato dell’intera regione Puglia».Potremo pur ritenere precoci tali valutazioni, ma indipendente-mente da queste, resta certo che effetti concreti sul nostro territo-rio sono quantificabili e in misura rilevante rispetto alla media pro-vinciale e regionale: ci riferiamo a malattie quali leucemie e linfomi.

Vita di fede

Rileviamo sinteticamente alcuni punti: dobbiamo riconoscere alnostro popolo un fondo di religiosità sentita i cui segni sono visi-bili in ciascuno e nelle loro famiglie; forse una religiosità fatta diriti, forse messa in evidenza al momento del bisogno, forse, ancora,solo ostentata, ma che pure costituisce un substrato su cui costrui-re un’autentica vita di fede.Tralasciando il cammino di una pastorale ordinaria affidato adogni comunità parrocchiale, evidenziamo alcuni punti particolariche hanno visto interagire le cinque parrocchie cittadine.

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a) La liturgiaLe celebrazioni liturgiche interparrocchiali di Modugno segnano lapartecipazione comunitaria nei momenti forti del cammino spiri-tuale.

· Innanzitutto all'inizio dell'anno liturgico la celebrazione comu-nitaria dei Vespri della prima domenica di Avvento, anche in conco-mitanza della festività dell'Immacolata, è vissuta come momentocomunitario di rinnovata esperienza religiosa.

· Anche durante il tempo quaresimale lo spirito penitenziale comu-nitario viene espresso con l'animazione del pio esercizio della ViaCrucis in uno dei venerdì, stimolando i parrocchiani a parteciparealla processione della sacra rappresentazione dei misteri duranteil Venerdì Santo (rito tradizionalmente molto sentito dalla pietàreligiosa locale).

· La festività del Corpus Domini coinvolge, nella processione ritualeper le strade cittadine fino a Piazza Sedile, le organizzazioni reli-giose e la collettività modugnese, che partecipano alla liturgiaeucaristica, concelebrata dai sacerdoti di tutte le parrocchie.

· Per la Festa patronale in onore dei Santi Rocco e Nicola da Tolen-tino non sono mancate esperienze di partecipazione interparroc-chiale durante il rito processionale e la concelebrazione liturgica.

· Non ultima è da segnalare la concelebrazione eucaristica per laCommemorazione dei defunti presso il cimitero cittadino, a testimo-niare, con rito unitario interparrocchiale, la fede dei credenti nellacomunione dei santi.

Resta, infine, auspicabile che tutte queste piccole ma forti esperien-ze di vita religiosa ravvivino sempre più il senso di comunione di tuttele realtà parrocchiali, le quali operano nel territorio nel segno dellamissione alla sequela del Maestro.

b) La CaritàI gruppi Caritas delle parrocchie presenti su Modugno esprimonoinfinita gioia e gratitudine per questa Sua presenza tra noi.Ciò è motivo di grande stimolo che ci gratifica, facendo aumentarein noi l'entusiasmo al servizio dell'Amore e anche per i preziosisuggerimenti che Lei sicuramente vorrà donarci.

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

Nel confronto con gli altri operatori è emerso che oggi può diven-tare "nuovo povero" chi perde il lavoro per una improvvisa crisiaziendale; chi si trova ad affrontare una separazione matrimonialee non riesce a mantenersi da solo; chi senza una pensione adegua-ta, si ritrova anziano senza parenti che lo sostengono; chi ha in casaun malato cronico da curare; chi è tossicodipendente; chi è agliarresti domiciliari; chi cade nelle maglie dell'usura; chi è vittima digioco d'azzardo; chi è extracomunitario che va alla ricerca dispera-ta di un alloggio e non riesce ad inserirsi nel nostro tessuto sociale;chi, e non da ultimo, vive nella solitudine perché depresso e quindi,incompreso ed emarginato.Senza dimenticare che a causa della vergogna per la propria condi-zione tante famiglie preferiscono restare nell'oscurità.Per cui, nella definizione di povertà non si può più considerare soloil reddito, ma bisogna includere la vulnerabilità, il rischio, la mar-ginalizzazione, la limitazione nelle scelte.Il vero indigente è colui che non riesce a migliorare la propria con-dizione.Nei nostri incontri interparrocchiali si è convenuto che qualorauna parrocchia dovesse trovarsi in difficoltà per carenza di viveri oaltro potrebbe certamente contare sull'aiuto delle altre e, che perevitare l'accattonaggio, è necessario che ogni parrocchia conosca afondo lo stato sociale dei suoi poveri, possibilmente con la cono-scenza personale e visitandoli nelle loro abitazioni.È necessario educare il povero non solo intervenendo dall'alto mafacendogli riacquistare la stima di se stesso e capire che ha capacitàdi azione per un possibile cambiamento del proprio destino. Unarete operativa che abbracci tutto il territorio modugnese favorireb-be la tessitura di rapporti più collaborativi al fine di raggiungereobiettivi più concreti.Il Signore accresca i nostri cuori e ci faccia sempre più capaci e desi-derosi di mettere in pratica la Sua Parola.

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c) CatechesiCon la speranza di averLa più spesso tra noi porgiamo a Lei il ben-venuto e l'affettuoso saluto dell'intera comunità.Eccellenza, nel darle il benvenuto a nome di tutti i catechisti delleparrocchie di Modugno, le offriamo la nostra gratitudine per la suavisita che accogliamo con gioia. È ormai consuetudine, da diversianni, che tutti i catechisti delle parrocchie di Modugno si riunisca-no all'inizio dell'anno catechistico sotto la guida dei parroci e conla partecipazione di esperti come don Antonio Serio, quest'annodella dott.ssa Marianna Pacucci.Sono incontri di verifica e di approfondimento delle tematiche del-l'evange-educazione, durante i quali ciascun catechista si impegnaad "aver cura dei figli degli altri come se fossero i propri figli".L'unitarietà di questi incontri permette a tutti noi la condivisionedi un cammino di fede-testimonianza, in cui sono coinvolti in reteparroco, famiglie e catechisti.

d) Interparrocchiale giovanileNella realtà delle comunità delle chiese di Modugno è da tempopresente l'interparrocchiale giovanile. Si tratta di un piccolo grup-po di giovani che, in rappresentanza delle 5 parrocchie, si incontra-no per progettare e realizzare delle iniziative dedicate allo sviluppodella pastorale giovanile già presenti in ogni singola comunità par-rocchiale. Il tutto parte dall'idea di incentivare l'integrazione tra igiovani, partendo dall'ambito sociale, per poi sviluppare momentidi riflessione e di preghiera con attività spirituali. Le iniziative cheil gruppo propone non vanno mai a sostituire o a duplicare attivitàche le parrocchie già svolgono per proprio conto. Il gruppo inter-parrocchiale giovanile ha comunque una sua storia che si sviluppapiù di 15 anni fa. All'inizio, guidati da don Giosy Mangialardi e dadon Tonio Lobalsamo, si sono realizzate attività ludiche (caccia altesoro, “Parrocchiadi”, feste in maschera, ecc.), poi sotto la guida didon Felice Iacobellis, si è sviluppata l'accoglienza della croce pelle-grina diocesana nel 1998, alla presenza di S.E. mons. Magrassi, inoccasione della giornata mondiale della gioventù diocesana di quel-l'anno svoltasi proprio a Modugno. L'anno 2000, con il giubileo eil grande evento della GMG di Roma, ci ha visti impegnati nell'ac-coglienza dei giovani francesi che dalla diocesi di Pou giunsero

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nelle nostre case per poi andare a vivere l'esperienza di Roma. Glianni successivi, con il supporto di don Vito Piccinonna prima e didon Giuseppe Trentadue poi, ci siamo sempre occupati di vivere efar vivere eventi interparrocchiali quali la via crucis nel centro delpaese. Sottolineerei anche l'organizzazione di una serie di adora-zioni eucaristiche in notturna dalle 22.00 alle 6,00 del mattino chehanno riscosso sempre un discreto successo. Abbiamo anche cura-to degli incontri a tema, con relatori esterni, nel campo del lavoro,trattando la problematica della disoccupazione e del lavoro preca-rio. Con don Alessandro Manuele, negli ultimi anni, siamo riuscitia organizzare anche degli appuntamenti di Lectio divina che offro-no sempre degli spunti di riflessione validi per guardarsi interior-mente. Nel corso del 2009 ci siamo occupati di organizzare, oltre lavia crucis cittadina (appuntamento d'obbligo), anche la Peregri-natio Evangelii, con la valida collaborazione degli amici delle par-rocchie dell'intero III vicariato. Tutte le iniziative hanno uno scopofondamentale, è importante riuscire a pregare e a riflettere insiemesu realtà e problematiche dei giovani che vivono nello stesso paese,che condividono la stessa fede e che non si conoscono. È bello lavo-rare all'organizzazione di tali eventi, i giovani vivono con passionee dedizione ogni appuntamento che sia atto alla preparazione del-l'evento. Bisogna anche dire delle difficoltà che si incontranomolto spesso, esse sono per lo più dovute alle numerose attività chei giovani svolgono oltre quelle di studio o lavorative e che lascianopoco tempo per incontrarsi e elaborare programmi e attività. A talproposito in passato ci siamo visti obbligati ad incontrarci in not-turna! Resta comunque unanime il coro di coloro che apprezzanoe stimano questo gruppo che trae forza, speranza e beneficio daogni attività che vien messa in piedi anche quando raccoglie pochiconsensi. Certi di fare cosa gradita ai giovani delle 5 comunità par-rocchiali e a Dio, noi andremo sempre avanti per questa strada sul-l'esempio delle esperienze dei giovani che ci hanno preceduto inquesto gruppo e fiduciosi di lasciare una valida eredità a chi cisegue.

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e) Osservatorio socio-politico interparrocchiale1. Premesse e finalità. Il gruppo interparrocchiale denominato

“Osservatorio socio-politico interparrocchiale” (d'ora in poi OSPI)nasce il 25 gennaio 2004, per iniziativa dei parroci delle parrocchiedi Modugno, con il compito di osservare e, quindi, esaminare "spe-cifiche" problematiche locali con l'obiettivo di sensibilizzare i par-roci e la comunità modugnese e trovare soluzioni ai vari problemi,laddove possibile; composto da un gruppo di laici, in rappresen-tanza di ogni singola parrocchia sono stati guidati da p. GiuseppeRossi, rappresentante dei parroci, fino allo scorso settembre.L'OSPI è espressione operativa del Consiglio Pastorale Interparroc-chiale di Modugno; è pertanto espressione chiara della Chiesa loca-le e ad essa fa riferimento per i propri indirizzi e le proprie scelte.

2. Attività svolte. Il 1° anno di attività si è caratterizzato per l'in-dividuazione delle problematiche più urgenti che ogni quartiereesprime: mancanza di case, fuga di giovani, apertura negozi ladomenica, viabilità, casa per emergenze, droga.L'argomento che però suscita più preoccupazione resta senza dub-bio la salute pubblica legata alla ingombrante e incombente presen-za della zona industriale che insiste per il 70% del suo vasto territo-rio nella zona di Modugno. Gli insediamenti presenti: Tersan Puglia,Olearia e altri, oltre a quelli nuovi (Auchan) e quelli allora in previ-sione (Sorgenia e Termovalorizzatore) comprometterebbero seria-mente il livello di inquinamento ambientale del nostro territorio.Su tali argomenti si infittiscono gli incontri con gli amministrato-ri locali finalizzati soprattutto alla richiesta di strumenti di moni-toraggio e di screening. Possiamo affermare che ancora oggi sonoattive centraline ubicate in punti significativi della città che moni-torano la qualità dell'aria che respiriamo.Altra importante attività portata avanti nei primi anni è stata quel-la legata alla difesa della Legge 40/2004 sulla procreazione medi-calmente assistita (PMA). L'OSPI fa sue le indicazioni del Comi-tato Scienza & Vita per impedire il peggioramento della Legge 40stessa e quindi, per motivate ragioni a tutela dei diritti degli aspi-ranti genitori, del concepito e della salute della donna, suggeriva dinon andare a votare al referendum proposto.Dopo un inizio scoppiettante e con grandi aspettative, è inutilenascondere che, per i motivi più disparati, e, forse, per un pizzico di

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sfiducia rispetto alle problematiche affrontate e non risolte, il grup-po ha trascorso un periodo di letargo.Nuova linfa vitale arriva dalla possibilità di organizzare a Modugnouna Scuola di formazione all'impegno sociale e politico.Dopo non poche difficoltà, la Scuola strutturata in 3 anni, final-mente è iniziata il 24 ottobre 2009 con sede presso la chiesa deiCappuccini in via X Marzo.Gli incontri hanno solitamente una cadenza quindicinale; ad ognilezione c'è la presenza di un relatore, che dà il suo contributo in ter-mini di conoscenza e d'interpretazione critica di alcune realtà pre-senti nella comunità umana. Dopo le relazioni sono previsti in viaalternativa: dibattiti con interventi, domande dei presenti, forma-zione di gruppi interni di approfondimento con conclusioni finalifrutto delle riflessioni dei gruppi.La Scuola, alla quale si sono iscritte 32 persone molte delle quali gio-vanissime, ha già affrontato, nei primi incontri previsti, alcune tema-tiche fondamentali, come: significato della politica, partecipazionealla vita politica, potere, tradizione, Costituzione, ambiente ecc.In conclusione, mi sia consentito di riferire che l'OSPI, in ragionedell'esperienza fino ad oggi maturata, è l'espressione di una profi-cua relazione tra le persone (laici e sacerdoti), le comunità parroc-chiali dalle stesse rappresentate e la società con le molteplici pro-blematiche oggetto del vivo comune interesse.Al Signore, che chiama ogni cristiano a vivere il Vangelo in solida-rietà con la famiglia umana, al passo con i tempi, chiediamo ilnecessario aiuto per poter vivere questo impegno sociale con auten-tico spirito di carità.

Modugno, 15 dicembre 2009

don Nicola ColatortiVicario zonale

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TERZO VICARIATO

VISITA PASTORALE

LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI

Modugno

PaleseSanto Spirito

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Carissimo don Luciano,carissimi fedeli,il Signore sia sempre lavostra gioia.

In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

La parrocchia, particella del corpo mistico di Cristo, è “famiglia diDio”, è comunità missionaria, viva, operante, aperta. Luce ispiratri-ce è l’adeguazione della sua struttura alle necessità umane di oggi,senza sminuire in nulla la sua fisionomia soprannaturale.Venendo in mezzo a voi per la visita pastorale mi sono sentito “infamiglia”, non solo per la frequentazione abituale che ho con voi,ma per il “clima” che vi si respira.L’episodio delle nozze di Cana, che abbiamo ascoltato nella IIdomenica del Tempo Ordinario (Gv 2,2-11), ci induce a considerarela famiglia e la festa di nozze come termini che attraversano l’esi-stenza umana e si ritrovano nella vita comunitaria parrocchiale.La vita parrocchiale deve innanzitutto raggiungere e fecondare diluce e di vita spirituale la famiglia, in cui si incontrano figli e geni-tori, piccoli, giovani, adulti, anziani, ammalati: tutti insomma imembri della parrocchia.

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

Famiglia di Dio in festaLettera alla comunità parrocchiale

“S. Nicola” in Bari-S. Spirito (Quartiere Catino)a conclusione della Visita pastorale

(14-17 gennaio 2010)

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

Il power point che abbiamo seguito all’inizio della visita pastoraleha permesso di ripercorrere le tappe principali della storia di que-sta giovane parrocchia. Dai primi passi con don Cosimo Stellacci,il diacono Carofiglio al primo parroco don Antonio Campanale,don Luciano con la sua calda umanità ha favorito quello stilefamiliare, nel quale la corresponsabilità permette di crescere nellacomunione radicata nel mistero divino annunciato, celebrato, vis-suto.Una rappresentazione efficace di questo cammino l’ho sperimenta-ta negli intensi incontri vissuti con i ragazzi della scuola elementa-re e media, che poi partecipano agli incontri di catechesi parroc-chiale e alla celebrazione eucaristica domenicale.L’attenzione delle insegnanti, delle catechiste, la partecipazione deigenitori, soprattutto alla Messa domenicale, mi hanno permesso dicogliere nella valorizzazione dell’esperienza familiare la premessaindispensabile per un’autentica vita cristiana. È possibile versare il«vino buono» nelle anfore della vita quotidiana di coloro che vivo-no in questo territorio parrocchiale che ha visto la sua nascita ven-ticinque anni orsono.La proiezione e il dibattito sul film I bambini ci guardano di VittorioDe Sica ha fotografato l’attenzione familiare ai piccoli spesso disat-tesi nei loro diritti e bisogni inalienabili. Essi costituiscono il futu-ro e la speranza di questa giovane parrocchia e del quartiere.Dall’impegno per la loro crescita dipende lo sviluppo equilibrato,umano e cristiano, del nostro territorio.Nonostante le difficoltà finora vissute, e ancora persistenti, si trat-ta di un bel quartiere, nel quale si incontrano persone – come avetesottolineato nella Relazione – che provengono da varie zone dellacittà e di censo differenziato.Se questa eterogeneità può far registrare una certa fatica per lacostruzione di una comunità, la varietà delle presenze costituisceuna ricchezza per la crescita e l’interazione.Anche la struttura del territorio è gradevole: le ampie strade, lacomposizione delle case, il traffico limitato. A queste realtà ci siaugura possano aggiungersi ulteriori servizi. Il tutto concorre avivere la parrocchia come “chiesa di popolo”.

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Il territorio, infatti, è normalmente la cornice dentro la quale sicompone il quadro di un popolo.Quel lembo di mare, quel certo orizzonte, quel paesaggio che divie-ne sempre più delineato, il tessuto urbanistico: sono cose che voi,giunti qui da varie parti, ma soprattutto i vostri figli, vedrete, senti-rete sempre più come vostre.Questo fenomeno si verifica prevalentemente in un quartiere comequesto, dove i rapporti si intrecciano tra le famiglie e quindi l’esperien-za cristiana aderisce a tutta l’esperienza umana del popolo che vive nelquartiere. Così la parrocchia si offre come luogo di comunione di fede,di speranza e di amore. L’attenzione agli ammalati ne è la riprova. Con lungimiranza il parroco ha colto questo bisogno. Anche lafesta di San Nicola, come le varie iniziative, dal cineforum al teatro,rispondono a questo bisogno di integrazione che tutti dovete pro-muovere, attraverso un fecondo scambio con altre agenzie cultura-li ed educative, pur esterne al territorio.

3. Indicazioni pastorali

La parrocchia, cuore pulsante del territorio, vive allora la centralitàdella domenica, come giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo.I genitori continuino ad essere partecipi con i loro figli alla messadomenicale: in ogni periodo dell’anno, anche d’estate e nelle vacan-ze scolastiche. Assicurerete così la continuità nella partecipazionealla vita parrocchiale, ben oltre le “scadenze” sacramentali.Tutto questo fa della domenica un giorno di gioia e di speranza. Ilcarattere di festa è essenziale alla liturgia domenicale. La gioia, lafesta trasformano la domenica in giorno della missione. La celebra-zione eucaristica domenicale non può esaurirsi dentro le nostrechiese, ma esige di trasformarsi in impegno di testimonianza e ser-vizio di carità. A cominciare dagli ammalati, che sarebbe bello visi-tare accompagnati dai piccoli del catechismo.I piccoli sono quelli che vivono meglio la sintesi tra catechesi, litur-gia e carità.

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Mi sembra che i giovani e gli adulti, che pur intensamente partecipa-no alle celebrazioni liturgiche e si impegnano a ravvivare la vitacomunitaria, hanno bisogno di intensificare la loro formazionecatechetica. Senza una catechesi sistematica settimanale, sia gli adultiche i giovani rischiano di non porre solide radici nel camminocomunitario. Anche quando inevitabili difficoltà si frappongono,solo il radicamento in una fede adulta assicura la perseveranza.Ogni settimana, quindi, durante tutto l’anno è necessario stabilire ungiorno nel quale, fedelmente, ci si incontra con la Parola di Dio, latradizione, il magistero della Chiesa, per verificare l’itinerario cri-stiano della propria vita.Suggerirei di riprendere il documento conciliare sulla Chiesa Lumengentium, come base di approfondimento comunitario.In seguito si potrà giungere ad un incontro settimanale dei giovanie degli adulti non solo per “prepararsi” alla celebrazione eucaristicadomenicale, ma anche per essere da questa “provocati”, così chetutta la vita e l’azione pastorale della comunità siano da essa inter-pellati, illuminati e sostenuti.Un altro suggerimento. Per facilitare il collegamento con la Chiesadiocesana, potrebbe essere opportuno avviare il cammino di Azionecattolica, magari partendo dal gruppo degli adulti.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Sono certo che lo stile festoso di accoglienza del Signore in mezzoa voi allargherà gli spazi della carità e permetterà di guardare a tuttigli abitanti del quartiere con gli occhi di Gesù.La preghiera e la devozione a san Nicola, alla cui protezione e inter-cessione è affidata la vostra comunità parrocchiale, sia il solido fon-damento su cui costruire il cammino pastorale nei prossimi anni.Vi attendono nuovi traguardi, uno dei quali è la costruzione dellanuova chiesa. Ma è importante che, prima di costruire la “casa dipietra”, si rafforzi la vita di comunità. Il cammino che avete intra-preso va in questa direzione. Occorre intensificarlo in quel clima digioia che tutti vi avvolge.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Antonio, carissimi fedeli:Cristo Gesù risplenda nella vostra comunitàcome luce che illumina il vostro cammino.

In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Cristo, Lumen gentium, è la splendida eredità che ci ha lasciato ilConcilio Vaticano II per indicare che Egli è la luce della Chiesa e delmondo.La lettura del libro del Deuteronomio, che abbiamo proclamato inquesta prima domenica di Quaresima, ci ha donato l’immaginesuggestiva del popolo dell’esodo, che si sente sempre in camminoguidato dal Signore della storia verso la salvezza.

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

Popolo di Dio in comunione:luminosa stella sul cammino della parrocchia

Lettera alla comunità parrocchiale“Stella Maris” in Bari-Palese

a conclusione della Visita pastorale(18-21 febbraio 2010)

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

La vostra parrocchia è sorta quarant’anni fa, in un territorio chesempre più ha raggiunto una precisa configurazione. Un popolo èun popolo anche perché respira la stessa aria e calca lo stesso suolo.C’è inoltre nel territorio un tessuto di rapporti umani che è deter-minato in maniera del tutto caratteristica rispetto ad altri luoghi diincontro, come la fabbrica, la scuola, l’ufficio (la Scuola professio-nale IPSIA raccoglie alunni provenienti in buona parte non dal ter-ritorio). Sul territorio sono attigui, vicini non gli individui ma lefamiglie, non le opere ma le persone che vivono insieme. Un popolo si compone necessariamente di giovani e anziani, adultie bambini, uomini e donne, intellettuali e lavoratori manuali, ecc.Ciò si verifica solo sul territorio dove i rapporti si intrecciano fra lefamiglie con tutte le loro svariate componenti. Tutto questo svelacome la parrocchia nel territorio vive quel valore fondamentaledella Chiesa che consiste nell’essere popolo, popolo di Dio. In unintreccio missionario con tutta una popolazione di cui si senteresponsabile e in cui è profondamente inserita.Gratitudine quindi nutriamo nei riguardi di chi ha voluto e ha sviluppa-to finora in questa parrocchia l’aderenza dell’esperienza cristiana a tuttal’esperienza umana di un popolo, per servirla in vista del regno di Dio.Da essere considerata “parrocchia estiva”, ora questa comunità èformata da 3.500 residenti che vivono una reale stabilità e deside-rano sempre più affermare la propria identità. Molti residenti ven-gono da Bari o da altre zone della Puglia e dell’Italia.È quanto ho raccolto dalle tante osservazioni e riflessioni da partevostra in questi giorni di visita pastorale.Il territorio, che è bello e accogliente, deve ricevere – tutti lo auspi-chiamo – sempre più attenzione da parte delle istituzioni civili perguardare con rinnovata fiducia al futuro.I piccoli e i giovani rappresentano il futuro e il presente della comunità.Il ruolo della parrocchia – tutti ne sono consapevoli – è determinante.Ho incontrato tanti piccoli e ragazzi, con i loro genitori, nonni, catechisti:da coloro che si preparano a ricevere la cresima ai piccoli della scuola par-rocchiale primaria paritaria “Mons. Sanna”, a quelli della scuola materna“Mons. Sanna” curata dalle Suore Missionarie di Gesù Crocifisso.Una parola di incoraggiamento vorrei rivolgere perché si incrementi la

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

scuola primaria “Mons. Sanna”, vero fiore all’occhiello di questa par-rocchia, che ha contribuito in modo determinante all’educazioneumana e cristiana di tante generazioni. Dovete sempre più sentirlacome vostra preziosa eredità per rispondere a quell’«emergenza educa-tiva» che segnerà il cammino della Chiesa italiana in questo decennio.Sono rimasto colpito dall’attenzione, dall’amore, dalla dedizioneintelligente che prestate ai piccoli e ai ragazzi.La “Via Crucis”, animata dall’ACR, ci ha intensamente coinvolti.Sono i ragazzi che fanno l’esperienza dell’oratorio e che animano,con i piccoli, gli adulti e i giovani, le liturgie.La celebrazione domenicale delle ore 11 è splendidamente parteci-pata; si respira un clima di famiglia di Dio, con i piccoli al centro.L’incontro con i giovani mi ha colmato il cuore di speranza. Dimo-strano una disponibilità, un desiderio di bene e di verità che dob-biamo saper riconoscere e sviluppare.La partecipazione dei giovanissimi all’incontro settimanale comunitario,che già vivono i giovani con gli adulti e le famiglie, farà sì che la parroc-chia si offra sempre più come luogo di comunione tra le varie generazioni.La comunità parrocchiale sul territorio si offre come esperienza diChiesa a chiunque, nel massimo rispetto di ognuno. Del carisma religioso beneficia ampiamente la parrocchia attraver-so le Suore Missionarie di Gesù Crocifisso e le Suore FrancescaneAlcantarine con la loro Casa Provincializia.

3. Indicazioni pastorali

Un’altra “stella” del Concilio Vaticano II è rappresentata dallaChiesa-comunione: anche questo impegno deve coinvolgere tutti e –siatene certi – permetterà di superare quelle inevitabili difficoltàche la fragilità umana comporta.Il rapporto con la Chiesa locale assicurerà sempre più il respiro“cattolico” alla parrocchia. La presenza dell’Azione Cattolica, di cuiauspico un ulteriore sviluppo, fomenterà quel respiro diocesano,che vedo in netta crescita.

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Siete una bella comunità, guidata dal caro e zelante don Antonio,entusiasta e generosa nell’impegno, che ha raccolto dal caro donNicola una eredità di umanità e di fede. Non lasciatevi condiziona-re da alcuna asprezza nel cammino.L’ampiezza del territorio e la dislocazione di molte abitazionimonofamiliari vi vede attenti alla cura degli anziani e degli amma-lati. Essi avvertono attraverso il parroco e i ministri straordinaridella S. Comunione la vicinanza di tutta la comunità.Durante l’Assemblea parrocchiale, come durante l’incontro con ilConsiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari econo-mici, è emersa l’esigenza di seguire con attenzione le strutture par-rocchiali. È una parrocchia privilegiata in tal senso. Anche l’atriopermette di “fare comunità”. Naturalmente l’usura del tempo e lavicinanza del mare richiedono una continua manutenzione.Ammiro la vostra generosa partecipazione anche in questa direzio-ne, nella certezza che contribuirà a incrementare la corresponsabi-lità di tutti.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

La benedizione che, in modo particolare, ho invocato sui catechisti,sulle famiglie, sui pescatori, sui fidanzati, la estendo a tutti, invo-cando la materna protezione di Maria “Stella del Mare”.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Vito,carissimi fedeli,vi saluto tutti con affettopaterno e fraterno.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Inviandovi questa lettera dopo la mia recente Visita pastorale,sento di rivolgermi a voi con le stesse parole con le quali san Paolosaluta la comunità cristiana di Filippi: «Ringrazio il mio Dio ognivolta che mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi inogni mia preghiera, a motivo della vostra cooperazione alla diffu-sione del vangelo (…) e sono persuaso che colui che ha iniziato invoi quest’opera buona la porterà a compimento» (Fil 1, 3-6).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Conosco la comunità palesina da molti anni e sono semprerimasto ammirato per la vostra intelligenza, la vostra operosità,

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

Guardate sempre alla realtàe alla storia con gli occhi di Dio

Lettera alla comunità parrocchiale“S. Michele Arcangelo” in Bari-Palesea conclusione della Visita pastorale

(25-28 febbraio 2010)

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la vostra vivacità culturale, la vostra sensibilità ecclesiale.Negli ultimi decenni Palese ha assistito ad uno sviluppo demogra-fico ed edilizio notevole.Il movimento migratorio in entrata, secondo la preziosa relazioneche mi ha offerto il prof. Saverio Di Liso, presidente della primaCircoscrizione, ha fatto registrare un incremento della popolazionegiovanile. La capacità di accoglienza dei palesini ha permesso ainon molti residenti stranieri di integrarsi in modo efficace. Le pre-senze straniere temporanee (CARA e CIE) sono gestite in mododiretto dalle autorità civili e militari.L’apertura umana ai nuovi arrivati (da Bari, dalla Puglia, dall’Italia,dal mondo), di cui l’aeroporto è simbolo, ha permesso a Palese dicrescere notevolmente da un punto di vista socioeconomico esocioculturale.

La partecipazione alla “cosa pubblica” è sempre stato avvertitocome un prezioso dovere civico.Con san Paolo vi esorto affinché la vostra mentalità di cristianisia sempre protesa a considerare la conquista di una “cittadinan-za” non derivante innanzitutto dai nostri sforzi, ma dall’amoredi Cristo, che trova nella croce il suo punto di misura. Lo abbia-mo ascoltato in questa seconda domenica di Quaresima (Fil3,20). Per “cittadinanza” l’apostolo indica un vero diritto (politi-co) dei cristiani all’esercizio di una libertà e di una responsabili-tà nella storia, sull’orizzonte della “cittadinanza” celeste. Gesùtrasfigurato sul monte, Gesù Risorto che domina nell’absidedella chiesa parrocchiale invita a non estraniarvi dal mondo, maanzi a scorgere fin da ora, attraverso l’amore concreto alla realtàumana, la partecipazione alla gloria di Cristo, Signore dell’uni-verso e della storia.

L’interazione tra scuola e territorio, tra scuola e famiglia, è facil-mente riscontrabile. Sono rimasto colpito dalla qualità educativadella scuola media e di quella elementare.L’incontro con i fanciulli e i ragazzi a scuola, in parrocchia con icatechisti e i genitori, e domenica alla messa delle 9,30, denota unasensibilità educativa alta.Avete saputo discernere bene. Il futuro di Palese è affidato a voi nel-

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

l’amore senza confini alla vita, perché non prestate attenzione soloai piccoli, ma anche ai disabili, ai malati, agli anziani.La comunità civile, la comunità parrocchiale in tutte le sue compo-nenti (dalla Caritas ai Centri di ascolto, ai ministri straordinaridella Santa Comunione) testimoniano uno spirito cristiano radica-to, fino ad espressioni di autentica eroica santità vissuta nel quoti-diano.Ciò permette di piegarvi anche su quelle forme di povertà che sem-pre permangono, specialmente in un periodo di crisi economica.

3. Indicazioni pastorali

L’accurata preparazione alla Visita pastorale e l’elaborazione del“progetto pastorale” parrocchiale mi permettono di ringraziare pervoi il Signore e di ripetere con l’apostolo Paolo sempre nel branodella Lettera ai Filippesi: «Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desi-derati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nelSignore, carissimi!» (Fil 4,1).La lunga benefica tradizione ecclesiale di questa parrocchia, guida-ta da sacerdoti esemplari, vi ha permesso di ereditare uno “stile”pastorale non improvvisato, ma “pensato” accuratamente.L’intelligente impostazione pastorale che col caro don Vito impri-merete alla parrocchia permette di vedere, come in un grandemosaico, i vari tasselli comporsi in armoniosa bellezza.Considerando il cammino che, come Chiese di Puglia, stiamo com-piendo verso il Convegno ecclesiale regionale del 2011 sul ruolo deilaici nella società e nella Chiesa, scorgo in voi una consapevolezzamatura circa la corresponsabilità dei laici nella comunità cristiana.I catechisti, gli educatori dei ragazzi, dei giovanissimi e dei giovani,gli animatori della liturgia, dei Centri di ascolto, della Caritas, i laiciimpegnati in politica, nella associazioni laicali: tutti testimoniate diaver assimilato esemplarmente la dottrina del Concilio Vaticano IIsulla vocazione dei laici. Il vostro è un ruolo di frontiera tra Chiesae mondo. La sfida educativa, che impegnerà particolarmente la

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Chiesa italiana nel prossimo decennio, la vivete con intelligenza eamore.L’incontro con i giovanissimi e i giovani mi ha permesso di coglie-re quell’ansia educativa nei confronti di coloro che oggi sembranomeno tutelati in una società di adulti eccessivamente autoreferen-ziale.Non abbiate remore nel dedicare, in particolare ai ragazzi, agli ado-lescenti e ai giovani, le migliori energie educative della parrocchia.La ricompensa che già il Signore vi dà è stata anche espressa nellafesta parrocchiale che abbiamo insieme vissuto e che riprende belletradizioni teatrali locali. Guardandovi ho goduto della visione diuna Chiesa di popolo che vede nei piccoli, negli adulti, nei giovani,nelle famiglie, negli anziani, nei malati, nei vicini e nei lontaniun’immagine del popolo di Dio in cammino (esodo) verso la gioiadel Risorto.Il parroco, don Vito, spende per voi ogni energia sacerdotale dimente e di cuore, e vi trasmette uno zelo senza risparmio: lui, “ca lecose le vole asatte, pe sei mese v’a fatte assej matte”, secondo la sim-patica poesia in vernacolo palesino che mi avete dedicato.La vostra modalità di applicazione del metodo mistagogico allapastorale parrocchiale mi sembra si sviluppi attraverso una sintesicomunitaria che passa attraverso l’incontro settimanale del mercoledì,la liturgia eucaristica domenicale, la vita sacramentale (il desideriodi accostarvi al sacramento della Riconciliazione è intenso) e l’aper-tura missionaria. Quest’ultima, frutto prezioso della MissionePopolare vissuta nel 2006, rappresenta, per le sue peculiari modali-tà, una novità positiva per quella sintesi tra ministero della Parola,della Liturgia, dell’Amore che guarda al territorio come allo «spec-chio dell’amore creatore di Dio» (Benedetto XVI).Continuate a sentirvi parte della grande Chiesa diocesana attraver-so il servizio dell’Azione Cattolica e le varie forme di ministerialitàche gli operatori pastorali offrono.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Lo sguardo pastorale sul territorio incrementerà una riflessionecomune con la parrocchia “Stella Maris”, quella di S. Alberto e la

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

chiesa del Sacro Cuore, per scorgere eventuali possibilità nuove diattenzione a quella parte del territorio che è più direttamente cura-to dalla parrocchia S. Alberto e che incontra maggiori difficoltà diaggregazione.La stima e la considerazione che coltivate nei confronti del mini-stero presbiterale vi suggerirà nuove piste per scorgere quei semi divocazione alla vita sacerdotale e religiosa che coronerà il camminocomunitario che state gioiosamente percorrendo.Vi accompagni sempre il mio affetto nel Signore.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Nicola, don Martino, don Bruno,diacono Antonioe fedeli tutti,vi saluto tutti con gioia nel Signore Gesù.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Prima di far visita alla vostra comunità parrocchiale, ho incontratoi Consigli pastorali parrocchiali della cinque parrocchie diModugno. Contestualmente ho incontrato i rappresentanti dell’in-dustria e delle attività produttive, come anche l’Amministrazionecittadina.Mi è sembrato opportuno dedicare alla città di Modugno una par-ticolare attenzione, trattandosi, dopo Bari e Bitonto, del centro piùrilevante per numero di abitanti (circa 40.000). In quarant’anni la popolazione si è più che raddoppiata, registran-

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

Siate dimora in cui essere ospitati e ospitareLettera alla comunità parrocchiale

“Maria SS. Annunziata” in Modugnoa conclusione della Visita pastorale

(11-14 marzo 2010)

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do un flusso migratorio senza precedenti, a motivo di un tessutoindustriale tra i più rilevanti del Meridione.Si aggiunga, negli ultimi decenni, la presenza di extracomunitari,che fa lievitare il numero degli abitanti oltre i residenti ufficiali.Avete scritto nella relazione: «Purtroppo quel che fu motivo di ric-chezza oggi è divenuto motivo di crisi che, colpendo particolar-mente l’industria, ferisce nel cuore la città di Modugno la quale piùdi ogni altro paese vicino in questa aveva investito il suo futuro».Effetto secondario allarmante è un tasso notevole di inquinamentoambientale, con conseguenze gravi sulla salute dei cittadini.Riconoscete voi stessi una buona integrazione dei nuovi residenti aModugno e anche degli extracomunitari. Le radici cristiane eserci-tano evidentemente un benefico influsso che si manifesta in un’ac-coglienza positiva dei nuovi arrivati.Mentre la presenza di coloro che provengono da altre parti dellaregione, dell’Italia, dell’Europa, produce nuova linfa sotto il profiloeconomico, la mia impressione, durante l’incontro con gli extraco-munitari, è che anche questi ultimi si sentano accolti con umanitàe senso cristiano. Evidentemente le difficoltà sul piano lavorativo, equindi economico, non sono lievi. La vostra sensibilità, segnatadalla carità cristiana, sotto la guida del parroco, permette a questifratelli e a queste sorelle di attenuare i rigori della sofferenza pro-pria dei poveri del mondo che bussano alle nostre porte.L’attenzione al fatto sociale e politico richiama sempre più il biso-gno di “luoghi” di riflessione e di confronto.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Una lunga ricca esperienzaIl parroco don Nicola ha ricordato come le ricchezze spirituali eumane della comunità parrocchiale affondano le loro radici in uncammino comunitario che ha una lunga storia. I suoi studi sullevisite pastorali del passato lo rendono sensibile alla “memoria”.I ritratti dei parroci in sacrestia richiamano la memoria del loroministero pastorale.Fra i parroci va annoverato anche un vescovo: mons. AlbertoRomita. In particolar modo, negli ultimi sessant’anni, il percorso

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

pastorale è stato illuminato dal ministero di mons. Nicola Milano,del caro don Nicola Martino, autentico patriarca di questa parroc-chia, di don Nicola Colatorti e di tanti esemplari sacerdoti collabo-ratori.Tutti beneficiate della grazia che il Signore ha profuso in questacomunità e che si esprime in una vita fecondata dalla fede, dallasperanza e dalla carità.Lo stesso incontro con le Confraternite (cui ha fatto seguito una miavisita alle chiese da loro encomiabilmente curate) richiama unalunga esperienza che va rinvigorita attraverso un più deciso impe-gno formativo e caritativo, perché il culto e la pietà popolare si con-fermino come vero «tesoro del popolo di Dio».Nelle sue forme più generose, infatti, la pietà popolare si presentacome antidoto alla frammentazione e come ricerca, celebrazione etentativo di risposta circa il senso della vita.

Lo sguardo sul mondo dei piccoli e dei ragazziFin dall’accoglienza festosa e variopinta da parte dei piccoli, deiloro genitori e dei catechisti in piazza Sedile, culminata nella cele-brazione eucaristica domenicale, rimbalza l’attenzione amorevole equalificata di tutti al mondo delle future generazioni che segneran-no la vita della comunità parrocchiale e cittadina.La qualità dell’azione catechistica, consolidata da una seria tradi-zione, si arricchirà sempre più – è il mio auspicio – con l’esperienzaoratoriana e ludica. Questa rappresenta la più saggia risposta pasto-rale a quel bisogno di continuità, dopo il sacramento della Cresima,che è la vera crux dell’itinerario di iniziazione cristiana.I campi sportivi e il salone dell’oratorio vi permettono di sviluppa-re ulteriormente quella “fantasia” pastorale di cui siete capaci.L’auspicio di mons. Mariano Magrassi nell’ultima visita pastorale sista realizzando.La simpatica rappresentazione teatrale, cui ho assistito, suggerisceulteriori spazi di creatività educativa coinvolgente anche i piccoli ei ragazzi.Il ricordo dei cineforum organizzati dalla parrocchia vi proietterà

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in un futuro ricco di prospettive culturali, di cui potrà beneficiarel’intera città.La preoccupazione educativa coinvolge anche quei ragazzi chenecessitano di un accompagnamento particolare nella preparazio-ne scolastica.

L’amore rispettoso ai “padri” e alle “madri”Ho colto un’attenzione specifica agli anziani, che si riflette nei due“segni” cittadini presenti nel territorio parrocchiale: l’Universitàdella Terza Età e il Centro Anziani. Gli anziani rappresentano unavera risorsa nella comunità. La loro serenità non può non rifletter-si sulle famiglie e sulle nuove generazioni. La loro presenza, il loroimpegno, la loro testimonianza sostengono tutti.Non si dimentichi che i malati, alcuni dei quali ho visitato e hannoricevuto in chiesa il sacramento dell’Unzione degli infermi, amore-volmente custoditi dai parenti e visitati dai sacerdoti e dai ministristraordinari della Santa Comunione, all’ombra della croce di Gesùpartecipano in modo unico all’evento pasquale della salvezza.Una “Chiesa di popolo”, qual è la parrocchia, vede la presenza ditutti al di là dell’età e delle condizioni di vita. Costituisce una ric-chezza di grazia di cui la comunità umana e cristiana ha bisogno.

3. Indicazioni pastorali

La risorsa dei giovani per una comunione pastorale più concretaSono stato ben lieto di incontrare i giovanissimi e giovani che assicu-rano alla comunità tutta uno sguardo sul futuro, colmo di speranza.Il loro percorso formativo è illuminato, per molti, dall’esperienzadell’Azione Cattolica. In questa parrocchia, l’Associazione raccoglieun’antica consolidata tradizione che assicura un riferimentocostante alla Chiesa locale e impedisce quella chiusura “nel proprioorto” che non fa respirare con i polmoni della Chiesa tutta.Numerosi soci dell’Azione Cattolica offrono da sempre un servizioalla diocesi. La presenza di don Bruno, che ho inviato in questacomunità, assicurerà una guida più costante al mondo giovanile.Insieme con l’ACR e gli adulti, sono certo che i giovani continue-ranno nel cammino intrapreso.

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Le osservazioni raccolte in questi giorni di visita pastorale confer-mano la necessità di declinare l’impegno “mistagogico” dellacomunità attraverso un incontro strutturale (settimanale o quindici-nale) che veda giovani e adulti insieme, non solo preparare la liturgiadomenicale, ma anche sentirsi partecipi di tutto quello che i varigruppi vivono nella parrocchia, dai catechisti alla Caritas, agli ani-matori liturgici, e così via, fino al Comitato feste.Così anche le nuove famiglie che si formeranno attraverso il sacra-mento del matrimonio, alla luce della bella accoglienza vissutanella celebrazione domenicale, saranno segnate dal ritmo del cam-mino pastorale parrocchiale.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Una chiesa sempre più bellaGratitudine particolare va tributata al parroco don Nicola che, colcontributo di tutti, ha reso splendente di bellezza questa chiesa par-rocchiale.Col completamento del restauro del “Cappellone” del SS.moSacramento, posso affermare che si tratta di una delle più bellechiese della diocesi, un vero gioiello.Le strutture pastorali sono ampie e funzionali. Non si dimentichi lagenerosità di chi ha messo a disposizione anche i propri beni per-sonali e di famiglia per dotare la parrocchia di risorse strutturali.Il cammino è felicemente segnato.Vi auguro di approfondirlo strutturandolo sempre più in un climadi concreta comunione pastorale.Maria SS.ma, donna di fede e di carità, che venerate nello splendi-do dipinto del Vivarini (felicemente ritornato in questa chiesa), lei,l’ Annunziata, sia la vostra Guida celeste.

+ Francesco CacucciArcivescovo

TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

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Carissimo don Luigie carissimi fedeli,con Cristo dite il vostro sì al Padre.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Al dire di san Girolamo, l’amen, che sigilla da parte dell’assemblea lapreghiera eucaristica, deve avere il fragore di un tuono ed esprimerela volontà dell’assemblea liturgica di entrare nel sì di Cristo al Padre.Se Gesù, prima dell’ultima cena, ha chiesto ai suoi l’accurata prepara-zione della «grande sala», al piano superiore, necessaria per consumarela cena pasquale, la preparazione alla celebrazione eucaristica dome-nicale da parte di tutto il popolo di Dio è proposta dal ConcilioVaticano II come condizione indispensabile per realizzare la riformaliturgica (Sacrosanctum Concilium, n. 14).

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

La vostra comunità sia l’amen di Cristo al PadreLettera alla comunità parrocchiale

“S. Agostino” in Modugnoa conclusione della Visita pastorale

(18-21 marzo 2010)

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

Già mons. Mariano Magrassi, mio venerato predecessore, nell’ulti-ma visita pastorale a questa parrocchia aveva scritto: «Ciò che mi hamaggiormente colpito è la cura di animare le varie liturgie, con oppor-tune didascalie, un servizio liturgico molto accurato, e gruppi dicantori che aiutano tutta la comunità a cantare e a partecipare atti-vamente; una liturgia vivace e significativa è la prima forma di evan-gelizzazione». La notazione dell’amato pastore e liturgista la sotto-scrivo appieno, essendo anch’io sempre stato ammirato dall’«artedel celebrare» che vi contraddistingue.Il vostro patrono sant’Agostino sarebbe felice di vedere in questaparrocchia realizzate le caratteristiche dei segni sacramentali:«Sono facilissimi a farsi, venerabilissimi a comprendersi, santissimia osservarsi» (La dottrina cristiana, III, 9).Che le vostre liturgie siano sempre più luogo rivelativo ed educativo èconfermato dalla cura con cui preservate gli spazi di silenzio, che nonsono tempi morti da riempire. Il «sacro silenzio» aiuta ad accogliereil mistero presente e operante nei riti, che risplendano «per nobilesemplicità», secondo la precisa indicazione pastorale del Concilio.La scelta e l’esecuzione dei canti è esemplare.Con intima gioia, quindi, ho celebrato con voi la solennità di SanGiuseppe e le messe domenicali, soprattutto quella “del Fanciul-lo”, luogo di partecipazione attiva e di edificazione anche degliadulti.

Un impegno educativoIl clima di gioiosa partecipazione l’ho vissuto anche nell’incontrocon i piccoli e i ragazzi delle scuole dell’infanzia e primaria “DeAmicis” e “Rodari” e della scuola secondaria “S. Francesco d’Assisi”.Genitori, insegnanti, catechisti sono seriamente impegnati nell’ac-compagnare il cammino, oggi più problematico che nel passato, diuna crescita equilibrata e serena dei nostri piccoli.La loro dipendenza eccessiva dalle nuove forme tecnologiche dicomunicazione, coinvolgenti anche il tempo libero, suggerisce almondo adulto la responsabilità di creare tempi e spazi di giuocopiù ampi. La struttura rinnovata del campo sportivo parrocchia-le allarga gli orizzonti educativi e va nella direzione di una più

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

precisa esperienza oratoriana, di cui l’ANSPI parrocchiale si facarico.I catechisti e gli educatori in parrocchia si impegnano con compe-tenza ed esemplare amore. Non di poco rilievo è la presenza dell’A-zione Cattolica Ragazzi. L’aver attinto all’esperienza del CentroDiocesano ha creato una tradizione consolidata e felice. Per questo,il “passaggio” preadolescenziale dopo la celebrazione della cresimapresenta meno difficoltà del passato.Anche i ministranti vivono il loro servizio all’altare con intensità esono contento che alcuni ragazzi partecipano agli incontri vocazio-nali in Seminario.L’integrazione dei figli degli extracomunitari, di cui si fa caricoesemplarmente la scuola “S. Francesco d’Assisi”, sono certo che tro-verà anche in questa parrocchia, secondo il rispetto del credo reli-gioso di quelle famiglie, ulteriore attenzione.L’intenso incontro che ho vissuto con i genitori dei ragazzi del cate-chismo esprime la loro sincera e seria preoccupazione per il futurodelle nuove generazioni.D’altronde, è anche emerso che solo famiglie più stabili e serenepossono assicurare percorsi educativi colmi di speranza.La cura delle giovani coppie di sposi in parrocchia resta sempre unobiettivo da perseguire in modo più esteso e concreto.In ultima analisi, si respira un clima illuminato profondamentedalla visione spirituale e pastorale del Concilio Vaticano II, per lun-ghi anni alimentato.Di qui la corresponsabilità laicale, che fa avvertire come la parrocchiaappartiene “a tutti”. La vostra esperienza costituisca una buonapreparazione al prossimo Convegno ecclesiale regionale del 2011sul laicato.

I giovani: una vera risorsaI giovanissimi e i giovani sono da sempre una autentica risorsa dellacomunità parrocchiale.La loro presenza attiva, il loro coinvolgimento educativo, il lorodesiderio di incontrarsi nell’ambito parrocchiale, avvertito come

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punto di riferimento di fede e di amicizia, sono a beneficio dellacrescita complessiva ecclesiale. Anche il riferimento al settore gio-vani dell’Azione Cattolica è benefico.Intensificando la presenza di educatori laici, si attenuerà la diffi-coltà derivante dalla mancanza di un vice-parroco, secondo la tra-dizione di questa parrocchia.

3. Indicazioni pastorali

L’incontro settimanale della comunitàEra già stato auspicato da Giovanni Paolo II, nella sua Lettera aposto-lica Dies Domini sul giorno del Signore, al fine di far emergere armoni-camente da tutta la celebrazione il messaggio della liturgia domenica-le e di potere, così, incidere con maggiore efficacia nella vita dei fedeli.Attraverso questa esperienza, bisogna sottolineare che la prepara-zione alla liturgia non può limitarsi al solo approfondimento deibrani della S. Scrittura.Occorre valorizzare al meglio la pedagogia della Chiesa che, nell’iti-nerario dell’anno liturgico, permette di vivere la circolarità traParola, celebrazione e vita.Ma l’incontro settimanale comunitario permette, soprattutto, dicrescere insieme, adulti e giovani, segnando il ritmo dei vari mo-menti della vita parrocchiale e “leggendo” la storia del territorionon avulsa dallo sguardo di fede. Spesso è emersa la necessità dicogliere la sfida e gli aspetti critici che la città di Modugno vive inquesto tempo di crisi economica e di rischio ambientale.Anche la sofferenza e la solitudine dei malati resta una fonte di gra-zia e di autentica partecipazione al mistero pasquale. La celebrazio-ne dell’unzione degli infermi, con voi intensamente vissuta, ha rap-presentato un ulteriore segno della ricchezza di amore redentivoche tutti ci avvolge.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Questa comunità è particolarmente benedetta dal Signore ancheper la presenza di figure splendide di parroci, da don Biagio a don

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Giacinto e a don Luigi, con i loro validi collaboratori (tra i qualiricordo con particolare affetto don Vito Marotta).Avete donato vocazioni sacerdotali e religiose.Sono certo che, secondo l’espressione del grande Agostino diIppona la cui spiritualità deve qui continuare ad aleggiare, prose-guirete il cammino cantando nella gioia.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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TERZO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

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Carissimi don Vincenzo e p. Gianfranco,carissimi fedeli, siatene certi: il Signore vi ama!

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Sono stato familiarmente accolto in parrocchia dai ragazzi cresi-mandi, ai quali ho conferito il sacramento della Confermazionedurante la celebrazione domenicale.La gioia che all’inizio della visita ho raccolto sul volto dei ragazzi, cheho peraltro incontrato durante la visita alla scuola media “Casavola”,ha raggiunto il culmine durante la liturgia della Terza domenica diPasqua. La loro intensa partecipazione, frutto di un’accurata prepa-

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

Sulla parola di Cristo,raccogliete la rete piena di pesci

Lettera alla comunità parrocchiale“Santi Apostoli” in Modugno

a conclusione della Visita pastorale(15-18 aprile 2010)

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razione, è preludio di quella raccolta di pesci che Gesù Risorto nelvangelo della pesca miracolosa ci ha promesso.Sento che alla domanda di Gesù Risorto, rivolta a Pietro sul lagoTiberiade: «Mi ami?», voi avete il grande desiderio di rispondergli:«Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti vogliamo bene e vogliamoamarti sempre di più».

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Gesù sa che voi, amandolo, avete la garanzia che imparate ad amaresempre più, dentro l’amore del Signore, le sue pecore.Tale amore diviene generatore di nuove relazioni.Così i nuovi cresimati, inseriti nel circuito d’amore di Gesù Risorto,sono circondati dal vostro amore. Da quello di don Vincenzo,pastore della vostra comunità, che è intenso, personale, riservato;da quello di padre Gianfranco, che è sempre colmo di gioioso entu-siasmo. Dall’amore dei catechisti e dei genitori, che seguono contrepidazione soprattutto la nuova tappa della cresima, questo “pas-saggio” delicato del cammino pre-adolescenziale.La preoccupazione, più volte emersa, di arricchire la comunità conuna presenza giovanile più nutrita, deve trovare nella cura dei cre-simati una sorta di “concentrazione educativa”. L’opportunità diun campo-scuola estivo, il dedicare un “tempo” più prolungato alloro gruppo, l’offerta del gioco nelle strutture parrocchiali devonodare un forte segnale che “dal giorno della cresima” la presenza deiragazzi in parrocchia è “cambiata”, ha acquistato un rilievo nuovoed importante.Non per nulla i cresimati sono diventati cristiani “perfetti”, cioè“adulti” nella fede, per la completezza dei doni ricevuti nei sacra-menti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima, eucaristia) eper il contributo “nuovo” che sono chiamati a dare in parrocchia.Gli adulti, che animano col parroco la vita parrocchiale, sono benmotivati e generosi.A voi mi rivolgo particolarmente, affidando questo compito diaccompagnamento delle nuove generazioni.L’incremento dei giovanissimi e dei giovani non tarderà a verificarsi.

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3. Indicazioni pastorali

Due suggerimenti ho indicato durante l’incontro con laCommissione pastorale ad interim, composta dai vari responsabilidei gruppi operativi della vita pastorale.È opportuno che nella costituzione del Consiglio pastorale parrocchia-le sia assicurata la presenza giovanile. Una comunità guarda con spe-ranza al suo futuro se le decisioni progettuali e programmatichesono assicurate con l’apporto dei giovani.Oltre le specifiche catechesi, in armonia col progetto pastorale dio-cesano sulla mistagogia, è opportuno che prevediate un incontro set-timanale comunitario, con la partecipazione degli adulti e dei giova-ni, non solo per la preparazione della liturgia domenicale, ma ancheper rendere tutti partecipi dei vari impegni e delle varie attività dellaparrocchia.Dalla collaborazione nella catechesi dei piccoli dell’iniziazione cri-stiana, all’impegno nel seguire i nuovi cresimati in tutti gli ambiti,non escluso quello sportivo, i giovani, resi corresponsabili della vitacomunitaria, saranno incoraggiati nel sentirsi protagonisti e nonsolo fruitori del cammino parrocchiale.La rappresentazione sacra “Maria di Nazareth”, esemplarmente ese-guita, si iscrive in una lunga esperienza che, attraverso lo spettaco-lo, assicura uno “stimolo” per l’animazione culturale del territorio.Anche in questa splendida e qualificata esperienza condotta dagliadulti, sono sicuro che potrà inserirsi la presenza giovanile.Ho suggerito inoltre, che la celebrazione della Compieta (preghieraconclusiva della giornata) possa costituire, soprattutto per i giova-nissimi e i giovani, un momento quotidiano di incontro.

Le strutture parrocchialiSoprattutto in questi ultimi anni, con l’intelligente e solerte guidadel parroco, avete arricchito e quasi completato le strutture parroc-chiali. Si può dire che, sotto questo profilo, nulla vi manca. Tra l’al-tro, dalla chiesa abbellita nella facciata, nell’atrio e col campanile,alle due sale della comunità, alle aule del catechismo, alla casa cano-

TERZO VICARIATO - LETTERE ALLA COMUNITÀ

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nica, al piccolo campo sportivo, avete con generosità contribuitoper la loro realizzazione. La cura degli ambienti è encomiabile.Le mete prossime riguardano l’utilizzo di un suolo adatto alle atti-vità oratoriali, come si sta studiando, e l’eventuale ampliamentodella chiesa.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Volgete lo sguardo soprattutto ai piccoli. La vostra, infatti, è una parrocchia “giovane”. I dati statistici, accu-ratamente predisposti, indicano prospettive positive in tal senso. Ibattesimi sono numericamente più numerosi dei funerali.Sono rimasto molto favorevolmente impressionato dalla qualitàeducativa della scuola elementare e media. Sono certo che la costi-tuzione di un oratorio parrocchiale più strutturato rappresenteràuna delle prossime mete pastorali.Raccogliendo i vostri auspici, incoraggio anch’io la costituzionedell’Azione Cattolica parrocchiale, nei modi e nei tempi che ritene-te più idonei. Tra l’altro l’Azione Cattolica assicura il collegamentocon la Chiesa locale, creando un respiro ecclesiale più ampio.Vi ringrazio per il vostro affetto.Anch’io vi porto nel cuore e vi benedico.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi padre Paolo,padre Gianfranco,padre Giancarlo,carissimi fedeli,

con l’apostolo Pietro vi esorto: «Adorate il Signore, Cristo, neivostri cuori, sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandiragione della speranza che è in voi» (1Pt 3, 15).

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

«Il Maestro è qui e ti chiama» (Gv 11,28)Il significato più vero della spiritualità sacramentina che permea lavita della vostra parrocchia, dedicata a sant’Ottavio, in memoria delbenemerito sacerdote modugnese don Ottavio Milano, e costruitaper munifica donazione di don Giovanni Vacca, l’ho vissuto vener-dì durante la celebrazione eucaristica prolungatasi in adorazionesilenziosa, in atteggiamento d’amore, davanti a Gesù presente nelSantissimo Sacramento.Voi vivete ogni giorno la celebrazione eucaristica, che rende presen-

LETTERE ALLE COMUNITÀ

TERZO VICARIATO

I veri adoratoriLettera alla comunità parrocchiale

“S. Ottavio” in Modugnoa conclusione della Visita pastorale

(22-25 aprile 2010)

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te il Cristo nell’atto di adorazione per eccellenza che è la sua mortesulla croce. Per questo la croce domina il presbiterio della Chiesa.L’atto di adorazione di Cristo e della Chiesa nella celebrazioneeucaristica non cessa, tuttavia, con l’azione liturgica.Ogni giorno, dopo la S. Messa, per mezz’ora sostate nell’adorazio-ne che prolunga il memoriale del sacrificio di Gesù, e state in silen-zio presso il Signore presente nel Santissimo Sacramento.Trattenendovi presso di Lui, godete della sua intima familiarità edinanzi a Lui aprite il vostro cuore per voi stessi e per tutti i vostricari e pregate per la pace e la salvezza del mondo.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Anche i piccoli dell’iniziazione cristiana che con i genitori mihanno festosamente accolto, all’inizio della visita pastorale, chie-dendomi di «indicare loro la via del Cielo», so che vivono, ogni mat-tina, prima di andare a scuola, numerosi, un saluto colmo di affet-to a Gesù, che adorano presente nel SS. Sacramento.La vicinanza e la collaborazione con la scuola materna ed elemen-tare “Don Milani”, oltre che con le altre scuole materne private,delle quali ho potuto ammirare la qualità dell’impegno educativo,favoriscono la circolarità tra famiglia, parrocchia e scuola.Riconoscere la presenza di Gesù nell’ostia consacrata al di fuoridella messa contribuisce a coltivare la partecipazione attiva alla cele-brazione specie domenicale.Con voi ho vissuto la Domenica del Buon Pastore, colmo di intimagioia. La partecipazione dei piccoli con i loro genitori è notevole. Èsegno di un itinerario catechistico serio.Vorrei che nessun fanciullo dell’iniziazione cristiana mancasse allamessa domenicale, secondo l’indicazione pastorale diocesana offer-ta quest’anno.I frutti dell’adorazione eucaristica toccano tutta la vita nel compi-mento quotidiano della volontà di Dio. Gli anziani e gli ammalatiche ho visitato (anche presso la Casa di riposo “Il Cavallino”) sioffrono con Gesù fino a donarsi come il pane eucaristico distribui-to per la Santa Comunione. Attraverso i sacerdoti, i ministri dellaSanta Comunione e i piccoli che sono educati a visitare di domeni-

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ca gli anziani e gli ammalati quale «opera di misericordia», si pro-lunga nel cuore della comunità parrocchiale l’adorazione di Cristoe della Chiesa.La spiritualità di san Pier Giuliano Eymard, attraverso la bella testi-monianza dei religiosi Sacramentini, l’accogliete a piene mani,rispondendo alla specifica vocazione di questa parrocchia.D’altronde, il Congresso eucaristico nazionale, che abbiamo vissu-to a Bari nel 2005 con la presenza del Santo Padre Benedetto XVI,non rappresenta una spinta ulteriore a vivere l’Eucaristia domeni-cale come il vero «cuore» della vita comunitaria?

3. Indicazioni pastorali

Non dimenticate che siete chiamati a fomentare nelle parrocchiedi Modugno e nell’intera diocesi la spiritualità eucaristica. Miavete edificato con la partecipazione attiva alla S. Messa attraver-so le parole e i gesti: la risposta alle parole del presidente dell’as-semblea, l’ascolto della Parola, la preghiera universale, le acclama-zioni eucaristiche e in modo del tutto particolare l’Amen, la comu-nione.Sono certo che non mancherete, soprattutto con i giovani, di par-tecipare all’adorazione eucaristica vocazionale diocesana, ogni secondogiovedì del mese, presso la parrocchia Buon Pastore in Bari.Anche in questo dovete manifestare in modo esemplare la fedeltàal vostro “carisma”, al dono spirituale che il Signore vi ha conse-gnato.

Il “Cammino Neocatecumenale”La presenza del Cammino Neocatecumenale, risalente al 1985,giunto oggi a 5 comunità con circa 220 fratelli, deve rappresentaresempre più una ricchezza di grazia per tutta la comunità presentenel territorio parrocchiale, oltre l’impegno missionario vissuto aWashington e a Gerusalemme.Nel passato più volte, incontrando la comunità parrocchiale, ho

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esortato a vivere una comunione pastorale più profonda tra le variecomponenti della stessa.Al termine della visita pastorale offro questa indicazione: dopo 25anni di cammino e dopo aver rinnovato le promesse battesimalinella Veglia di Pasqua del 2009 davanti a me nella Cattedrale diBari, la Prima Comunità è chiamata a vivere la celebrazione eucaristicadomenicale con tutta la comunità parrocchiale, e non in modo separato.L’accoglienza di questa disposizione del vescovo, che è in armoniacon il significato del Cammino più volte dichiarato anche dai cate-chisti responsabili, la ritengo un segno di ecclesialità convinta dellostesso Cammino. L’Eucaristia domenicale con tutta la parrocchiavivetela come punto di arrivo e di partenza di un itinerario che viaprirà sempre più a un respiro missionario.Continuate, poi, ad offrire il vostro servizio encomiabile alla par-rocchia nei vari ambiti.Lo sguardo missionario verso i lontani vi caratterizzerà sempre.

Il territorioNon nascondo che ho riscontrato nel territorio parrocchiale unastrutturazione particolarmente complessa: Piscina dei preti, PortoTorres, Campolieto, zona industriale, contrade con alcune abita-zioni.Il territorio parrocchiale è separato, dal resto della città, dalla ferro-via e da 4 statali. Ciò non rende sempre facile l’accesso alla chiesaparrocchiale, che di fatto è l’unico ambito di aggregazione.È un territorio formato da giovani famiglie, provenienti in maggio-ranza da Bari, specie a motivo del lavoro nella zona industriale. Seda un lato manca un forte radicamento nelle tradizioni, come avetespesso sottolineato, non va dimenticato che la vostra è una parroc-chia «giovane», nella quale le nuove nascite superano in modo rile-vante i decessi.È una parrocchia aperta al futuro.Sui piccoli e sui giovani dovete “scommettere”.Partendo dall’oratorio, dai gruppi post-cresima, già avviati, e sco-prendo sempre nuove vocazioni di educatori dei giovani e dei gio-vanissimi, collaborerete sempre più con le altre parrocchie diModugno per un percorso comune.Esprimo il desiderio che si riprenda il cammino dell’Azione Cat-

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

tolica, secondo l’auspicio del mio venerato predecessore mons.Magrassi. Faciliterà la crescita del senso della diocesanità in tutta laparrocchia.

Indicazioni conclusiveHo avuto modo di conoscere anche le altre componenti della par-rocchia, dai Centri di ascolto al coro, alla Caritas (nelle varie artico-lazioni: UNITALSI, Fratres, Laboratorio, Mensa di M. Teresa diCalcutta), alla “Casetta”, all’esordiente Gruppo socio-politico, alGruppo eucaristico.Siete una parrocchia viva, con tante energie che lo Spirito ali-menta. Proprio per rafforzare questa vitalità spirituale occorreche vi incontriate, giovani e adulti insieme, almeno ogni quindicigiorni per superare la frammentazione e la dispersione pastorale,condividere il cammino di fede, avvertire sempre più profonda-mente il senso della comunità e sperimentare l’unità dell’azionepastorale.Sono certo che non mancate di ringraziare continuamente il Signo-re per il dono particolare della Comunità dei Padri Sacramentini: dicoloro che ora vi guidano e dei confratelli che li hanno preceduti.Rappresentano una perla preziosa; sono 3 sacerdoti religiosi (cosarara in una parrocchia di circa 6.000 abitanti) e offrono un bell’e-sempio di comunione sacerdotale e religiosa. Soprattutto con laloro spiritualità contribuiscono ad amare sempre più il Signore nelsacramento dell’Eucaristia.

Le struttureLe strutture, in buono stato di conservazione, sono più che suffi-cienti. Mi complimento per il nuovo confessionale, che contribuiràad incrementare la celebrazione del sacramento della Riconcilia-zione.Gradualmente, in continuità col lavoro già svolto, considererete l’e-ventualità di aprire un portale più idoneo per la chiesa, dopo avercompletato i campi sportivi.

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4. Con lo sguardo rivolto al futuro

L’inno eucaristico di san Tommaso d’Aquino vi accompagni nelprosieguo del cammino:

Buon Pastore, vero pane,Gesù, pietà di noi;nutrici e difendici,portaci ai beni eterninella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,che ci nutri sulla terra,conduci i tuoi fratellialla tavola del cielo,nella gioia dei tuoi santi.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Nicola,don Alessandro e don Rocco,carissimi fratelli e sorelle,il Signore, sorgente di vita eamante della vita, sia con tuttivoi.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

La Chiesa-tempio è legata alla vita! Alla vita di Dio che si comuni-ca agli uomini e che prende dimora fra essi! Alla vita degli uominiche nel tempio si riuniscono come famiglia e popolo di Dio nel ter-ritorio, che si sentono solidali con tutti i cristiani che si riuniscononelle altre chiese di Modugno, della diocesi, del mondo, in attesadella riunione definitiva, che un giorno avrà luogo in cielo.È la speranza che alimentiamo nella solennità dell’Ascensione checelebriamo durante la visita pastorale.«In alto i vostri cuori. Sono rivolti al Signore». Il dialogo che avvie-ne tra il sacerdote e l’assemblea durante il Prefazio di ogni eucari-stia l’abbiamo tradotto con i fanciulli, durante la messa domenica-le, nell’espressione: «Guardare dai tetti in su, non dai tetti in giù»,in attesa della «Domenica senza tramonto», che già vivono i marti-

TERZO VICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ

Dimora di Dio tra gli uominiLettera alla comunità parrocchiale

“Immacolata” in Modugnoa conclusione della Visita pastorale

(13-16 maggio 2010)

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ri di Abitene, le cui reliquie sono deposte nell’altare di questa splen-dida nuova chiesa.Sant’ Agostino in un bel sermone che viene riportato nel comunedella dedicazione di un nuova chiesa ecco come descrive il lavoroche deve essere realizzato dalla comunità cristiana ad imitazionedell’impegno per la costruzione di una chiesa: «Noi stessi siamocasa di Dio. Veniamo costruiti in questo mondo e saremo dedicatisolennemente alla fine dei secoli. La casa, o meglio la costruzione,richiede fatica. La dedicazione, invece, avviene nella gioia». Quantisacrifici, ma quanta gioia!

2. Considerazioni sulla vita della comunità

È la gioia che abbiamo vissuto insieme il 7 giugno 2007, giornodella dedicazione di questo tempio, e che ho rivissuto in questi gior-ni di visita pastorale.Con voi ho lodato il Signore perché siete divenuti gradualmente«materiale» sempre più disponibile nelle mani dell’Artigiano e delCostruttore divino.A cominciare dall’istituzione della parrocchia, trentasei anni fa,presso la chiesa dei Cappuccini, sotto la saggia guida di don RoccoDi Ciaula prima, del compianto don Emanuele Lucente, che ci hapreceduto nella Gerusalemme del cielo e al quale avete voluto dedi-care l’auditorium, di don Giosy Mangialardi, che ha consolidato lacomunità parrocchiale, fatta con pietre vive e scelte, e che con voi hapreparato questo tempio davvero bello, segno e simbolo delle real-tà celesti. Il mosaico absidale è degno coronamento della bella chie-sa.Don Nicola e don Alessandro, raccogliendo il testimone dei pasto-ri che li hanno preceduti, esemplarmente continuano a far sì che lepietre vive di questa parrocchia possano aderire fra loro in un certoordine, a connettersi armonicamente, a collegarsi vicendevolmentenella carità.Quante volte, in questi giorni, avete rievocato il passaggio dallachiesa dei Cappuccini, vero grembo della parrocchia! Mi congratu-lo con voi per il legame affettivo che conservate, curando e valoriz-zando anche le strutture conventuali.

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Avete ardentemente desiderato e «costruito» la nuova chiesa, conl’ampiezza delle strutture e degli spazi.È un segno splendido della provvisorietà di ogni tempio terreno.Solo nella Gerusalemme celeste sarà definitiva la dimora del popo-lo di Dio. Le due chiese rappresentano una sosta sulla strada checonduce verso il regno: in esse ci fermiamo, specie la domenica, perriprendere la forza con cui continuare il cammino.Una piccola chiesa, degli ambienti parrocchiali più ridotti, facilita-no l’incontro comune. Una chiesa grande, grandi strutture pasto-rali offrono un’accoglienza più idonea e permettono un’articola-zione più ricca della comunità.Diventiamo sempre più casa di Dio quando cresciamo nella comu-nione.Sia nell’incontro con gli adulti e i fidanzati, sia in quello con i gio-vanissimi e i giovani, fino all’ultimo col Consiglio pastorale parroc-chiale e col Consiglio per gli affari economici, ho colto la sapientepreoccupazione di crescere insieme, man mano che la comunità siarricchisce di nuovi gruppi e associazioni.

3. Indicazioni pastorali

Non si tratta, come ben si comprende, di migliorare l’impianto“organizzativo” tra gli operatori pastorali impegnati nella cateche-si, nella liturgia, nella carità e nel sociale; né di favorire unicamentequalche loro iniziativa congiunta.Senza una circolarità vitale tra le tre dimensioni della vita cristiana,la catechesi rischia di scivolare nell’indottrinamento, la celebrazio-ne nel ritualismo, la testimonianza della carità ampiamente intesanell’attivismo.Per questi motivi ho inteso proporre a tutta la diocesi la mistagogia,come progetto pastorale unitario.Vorrei in questo momento di grazia particolare dell’incontro dellacomunità col vescovo, chiedere di riprendere il testo del progettopastorale che affonda le sue radici nel Sinodo diocesano, nel cam-

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mino del Congresso eucaristico nazionale del 2005, e di farlo ogget-to di riflessione e di impegno comune.La parrocchia non scivolerà in una sorta di stazione di servizi, se siavranno nella sua vita momenti strutturali in cui giovani, adulti eanziani si ritrovino insieme.L’esperienza vissuta durante il Congresso eucaristico ci ha fatto sen-tire – ragazzi, giovani, adulti – una sola grande famiglia. Il clima dicomunione è culminato nella veglia del sabato sera e, soprattutto,nella celebrazione eucaristica della domenica, presieduta daBenedetto XVI. Se è stato possibile realizzarlo con un così gran nume-ro di persone, perché non dovrebbe esserlo nelle nostre parrocchie?L’incontro settimanale comunitario deve costituire un momento strut-turale. Non si tratta di aggiungere alle tante attività, molto lode-volmente in cantiere, altri incontri. È necessario, come spesso hoauspicato in questi giorni, puntare sull’essenziale, forse ridimen-sionando alcuni impegni consolidati.Voi siete facilitati in questo orientamento dall’esperienza di unacorresponsabilità laicale, già sperimentata anche sul piano econo-mico nella partecipazione generosissima alla costruzione dellanuova chiesa, che si esprime in modo mirabile nelle varie realtàdella parrocchia.Voi sentite la parrocchia veramente come la vostra casa, la casa ditutti.Il territorio è ampio, con ulteriori sviluppi nel futuro. Perciò sieteuna parrocchia “giovane”, anche per un tasso di natalità incorag-giante.L’ho colto nell’incontro con i piccoli del catechismo e dell’ACR,guidati dai catechisti, dagli educatori e dalle famiglie.L’ho vissuto durante la visita alle scuole elementari “S. GiovanniBosco” (dove ho benedetto la statua della Madonnina) e “S. Dome-nico Savio”, alla scuola media “Dante Alighieri”, alla scuola superio-re “Tommaso Fiore”. Esprimo sincera gratitudine ai dirigenti, agliinsegnanti, al personale della scuola, agli alunni per l’affettuosa ecalorosa accoglienza, segno di un terreno fecondo per una crescitaeducativa umana e cristiana.In questo contesto sottolineo il ruolo dell’Azione Cattolica, checontribuisce particolarmente ad alimentare la coscienza di apparte-nere alla Chiesa locale da parte di tutta la comunità.

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

La corresponsabilità dei laici disegna il volto missionario della parroc-chia in un mondo che cambia.È indubbia la vocazione industriale e artigianale del vostro territorio.L’incontro nella zona industriale con gli imprenditori e gli artigianimi ha offerto l’opportunità di richiamare il senso profondo dell’en-ciclica sociale di Benedetto XVI Caritas in veritate. Avete spesso osser-vato, anche in riferimento all’iniziativa dell’Osservatorio socio-poli-tico cittadino, che la fede ha bisogno di essere testimoniata nella vitaconcreta. È proprio quanto richiede la scelta mistagogica.Vi esorto a prevedere scambi reciproci con gli imprenditori e i lavo-ratori della zona industriale, frutto di una riflessione e di una ricer-ca che deve maturare negli incontri settimanali comunitari.Visitando le Suore Stimmatine dell’Istituto “Lenti” e qualcheammalato, resto sempre più convinto che la partecipazione almistero pasquale del Signore Gesù vede in loro un dono privilegia-to per la Chiesa.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Il clima che ha accompagnato la mia visita pastorale, colmo di pre-mura gioiosa, mi ha riempito il cuore. La festa comunitaria dell’al-tra sera ne è stata solo un’espressione.Vi confermo nel cammino che lodevolmente state percorrendo.Sono tante le persone impegnate nella crescita della parrocchia.Alcune le ho appena intraviste e salutate (dai “Fratres” all’ADMO,all’Apostolato della preghiera, ai ministranti, al coro, al Gruppoteatrale e così via).In Maria Immacolata, vostra celeste Patrona, si rispecchia la Chiesa,sposa di Cristo, destinata ad essere «tutta gloriosa, santa e imma-colata» (Ef 5,27).Per sua intercessione continuate a percorrere il cammino della san-tità. Vi benedico.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Peppino e don Angelo, carissimi fedeli: la gioia dello Spirito invada i vostri cuori.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Ho vissuto con voi l’esperienza della «Pentecoste eucaristica» (N.Cabasilas) con un’intensità singolare nella parrocchia dedicata alloSpirito Santo e nel Quartiere Santo Spirito.Apparteniamo tutti al Corpo di Cristo che è la Chiesa. Ognuno vi èinserito mediante il battesimo sotto la guida dei ministri ordinati,il vescovo e i presbiteri. Questa visita pastorale ne è il segno. La vitadello Spirito tende a creare comunione.

TERZO VICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ

«Al compiersi della Pentecostei discepoli erano tutti riuniti» (At 2,1)

Lettera alla comunità parrocchiale“Spirito Santo” in Bari-Santo Spiritoa conclusione della Visita pastorale

(20-23 maggio 2010)

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Quando noi ci conosciamo e ci amiamo nello Spirito come membradel Corpo mistico di Cristo, realizziamo una nuova unità, unanuova comunione e diamo un senso al mondo: l’avvenimento dellapresenza di Cristo trova qui la sua spiegazione.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Ho respirato in questi giorni un bel clima di comunione nelloSpirito.A cominciare dalla comunione col parroco don Peppino e con il co-parroco don Angelo, che vivono la corresponsabilità di guida par-rocchiale, giuridicamente strutturata in tal modo solo qui nellanostra diocesi. Conosco don Peppino e don Angelo dagli anni dellaformazione seminaristica, li ho seguiti nel loro coinvolgimento in“Comunione e Liberazione”, ne ho sempre ammirato la freschezzadi fede che li ha accompagnati nel ministero sacerdotale. Soprat-tutto gioisco per la comunione presbiterale che testimoniano e perl’amore alla comunità parrocchiale nel grande rispetto di tutti icarismi dello Spirito che in essa fioriscono.Durante l’assemblea parrocchiale, in vari modi avete testimoniatol’amore al Signore e alla sua Chiesa in un servizio diversificato.Il clima di amicizia che richiamate è fondato sui frutti delloSpirito a cui attingiamo abbondantemente durante l’Eucaristia,quando preghiamo: «Per la comunione al corpo e al sangue diCristo lo Spirito santo ci riunisca in un solo corpo» (II Prece euca-ristica). La saldatura tra fede, liturgia e vita fa di tutta l’esistenza«un sacrificio perenne», «una offerta viva in Cristo» (III e IV Preceeucaristica).

3. Indicazioni pastorali

Nei vari impegni apostolici ciascuno di voi ha ricevuto un soffiodello Spirito.Vorrei sottolineare due tratti in particolare.

1. Il primo riguarda l’impegno educativo con i ragazzi dell’iniziazionecristiana.

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Profondete notevoli energie per accompagnarli alla celebrazionedella Riconciliazione, della Prima Comunione e della Cresima.Sono stato felice di inserirmi nella celebrazione del “Settenario”allo Spirito Santo, per riscoprire sempre meglio la solennità dellaPentecoste, spesso non sufficientemente valorizzata nel nostromondo occidentale cristiano. Non era finora avvenuto che, comevescovo, ministro originario della Confermazione, vivessi con i cre-simandi il triduo di preparazione prima di donare loro, in nome diGesù Cristo, il «sigillo dello Spirito Santo».Accanto alle energie profuse nella preparazione ai sacramenti, èemerso il bisogno di accompagnare in particolare i ragazzi (ma nonsolo loro) a vivere i doni ricevuti.Di qui l’esigenza di arricchire l’esperienza dell’oratorio, che vi impe-gna soprattutto nei mesi di luglio e di agosto, con nuove vocazionidi educatori pronti a dedicare parte del proprio tempo a coloro cherappresentano il futuro della comunità.Durante la visita alla scuola elementare “R. Bonghi” e alla scuolamedia “A. Moro” (con uno sguardo ai piccoli della scuola materna“Arcobaleno”) ho colto il collegamento con la parrocchia, ancheattraverso “Il Piccolo cinema” parrocchiale.

2. E veniamo alla sala della comunità. Rappresenta un fiore all’oc-chiello per la vostra parrocchia.Sotto la saggia guida di don Peppino, siete stati capaci di gestirladirettamente, rispondendo agli auspici del “progetto culturale”della Chiesa italiana.Nel territorio di Santo Spirito sono cresciuti ulteriormente gli abi-tanti, creando una situazione complessa.All’esiguo numero di famiglie originarie del territorio – lo avete sot-tolineato nella relazione pastorale – si sono aggiunti abitanti pro-venienti dai luoghi più disparati, talvolta anche dall’estero, oltre unconsistente numero di immigrati. Se poi si considerano i numerosituristi che, soprattutto dai paesi dell’interno, moltiplicano le pre-senze sul territorio nei mesi estivi, gli animatori della comunità par-rocchiale sono chiamati a confrontarsi con le nuove sfide di questa«società liquida».

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Perciò la sala cinematografica diventa strumento privilegiato diincontro costruttivo con il mondo che ci circonda. Incoraggio per-tanto il Circolo cinematografico “Il Piccolo PR.IN.CI.PE.” (proget-ti, incontri di cinema e percorsi) che si occupa della proposta cul-turale offerta dalla sala per assicurare una continuità a questasplendida iniziativa.

Perché Cristo sia “tutto in tutti”Ho celebrato con voi la liturgia come “culmine e fonte” della vitadella Chiesa. Il richiamo al battesimo, attraverso la rinnovazionedelle promesse, il conferimento della cresima, la celebrazione della«Pentecoste eucaristica» domenicale, riconducono all’unità organi-ca dei tre sacramenti dell’iniziazione.Desidererei, in proposito, che riprendeste, dopo la visita pastorale,la riflessione sul progetto pastorale “La Mistagogia”, che segna ilcammino della nostra diocesi. La riflessione sulla vostra esperienzapotrà arricchire anche altre comunità.Ho incontrato anche gli anziani e i malati di “Villa Marika” e“Riabilia”, come quelli di “Villa Luce”.Il ricordo è risalito al caro don Lorenzo, che avete conosciuto,accolto e amato. Il Signore lo ha voluto partecipe della compagniadei santi, chiedendogli la partecipazione alla passione di Gesùattraverso la lunga malattia. Dal cielo pregherà per questa suacomunità.Durante la “Supplica” a santa Rita, riflettevo che la chiamata a com-pletare ciò che manca alla passione di Cristo nel suo corpo che è laChiesa (cfr Col 1,24) non esclude nemmeno noi. Abbiamo però la cer-tezza che «lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rom 8,26).

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Per MariaNell’abside della chiesa domina l’invocazione “Vieni Spirito Santoper Maria”.Abbiamo visto e “letto” il film Lourdes, espressione di una mentali-tà non aperta alla fede, ma chiusa nello spazio di un cuore umanopur sempre desideroso di felicità. Nel nostro delirio di onnipoten-

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

za, siamo talvolta portati a dimenticare che il nostro bisogno di sal-vezza trova una risposta solo in Cristo Salvatore.Maria ci accompagni in questo «pellegrinaggio della fede» (LG 58)perché diventiamo sempre più, come Lei, santuari viventi delloSpirito.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Nutriti del Corpo di Cristovivete in comunione tra voiLettera alla comunità parrocchiale

“Natività di Nostro Signore” inBari-Santo Spirito (Quartiere San Pio)

a conclusione della Visita pastorale(3-6 giugno 2010)

Carissimi don Mimìe don Francesco,carissimi fedeli,vivete sempre in comunionedi fede e di amore.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

La festa del Corpus Domini che abbiamo celebrato ci ha richiamatola centralità dell’Eucaristia domenicale nella vita della Chiesa. Inquel momento, si manifesta l’immagine più bella della Chiesa-comunione. Riunita attorno all’altare del Signore, la comunità cri-stiana fa memoria della morte e risurrezione del Signore e riscoprei vincoli di unità fra tutti i credenti in Cristo. «Poiché c’è un solopane - afferma l’apostolo Paolo -, pur essendo molti, siamo uncorpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1Cor10,17).

TERZO VICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

Vivendo tra voi in questi giorni della visita pastorale ho respirato ilcalore umano e spirituale che caratterizza la vostra comunità.Grazie a una felice intuizione del parroco don Mimì, il quartiere hapreso il nome di San Pio, sostituendo quello di Enziteto. Non sitratta soltanto di un cambiamento topografico, ma dell’espressio-ne di amore che tutti voi nutrite per questo territorio, dove la par-rocchia ha rappresentato il primo nucleo di aggregazione. La for-mazione francescana del parroco ha orientato l’impegno apostoli-co di questi anni. San Pio ispiri il prosieguo del cammino.Il quartiere è diviso in 4 settori abitativi (Zona centrale, Postali,Cooperative e Torricella) e composto da belle case, ad eccezione diabitazioni di alcune famiglie che vivono nella precarietà. Permanela scarsità dei servizi e il degrado di qualche struttura (come il mer-cato).Bisogna innamorarsi del proprio territorio. Sentirlo proprio. Cosìdiventerà più bello, sempre più bello.La testimonianza di tanti che si avvicinano alla parrocchia sottoli-nea la calda umanità che vi contraddistingue.Bisogna guardare alle future generazioni. Le quattro zone debbonoprogressivamente fondersi in un’unica comunità. L’ho ripetuto agliultimi arrivati di Torricella: se i loro figliuoli non si radicherannonel territorio, i loro riferimenti saranno sempre più deboli non solosotto il profilo della fede, ma anche della stabilità educativa e cul-turale.Eppure ci sono tutte le premesse: la chiesa parrocchiale, ampia edotata di tante strutture, con i campi sportivi; l’eccellenza dellascuola dell’infanzia (“Albero Azzurro”) ed elementare (“IqbalMasih”), che ho visitato con la scuola media “Aldo Moro” (che inve-ce manifesta la problematicità delle situazioni dei pre-adolescenti).Anche il consultorio è ampio e ben curato.Con piacere ho visitato l’“Accademia del cinema”, ma mi sono per-messo di esortare i responsabili a superare una visione troppo auto-referenziale (vero tarlo della vita comunitaria), per collaborare contutte le forze vive del quartiere, a cominciare dalla parrocchia.Molto utile è l’educazione alla lettura dei mass media e del cinema.Per questo, occorre sviluppare l’iniziativa dei cineforum.

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Bisogna però guardarsi dall’evidenziare solo gli aspetti problemati-ci e negativi del quartiere.Ciò vale anche per il Comitato di quartiere.

3. Indicazioni pastorali

Ne sottolineo alcune:1. I gruppi sono numerosi e generosi nel loro servizio.

Nell’incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale, con i giovani,i giovanissimi, l’associazione SERMIG e l’assemblea parrocchiale, èemersa la preoccupazione educativa nei confronti dei preadole-scenti e degli adolescenti in particolare.Non si tratta di modificare il cammino catechistico. È necessario impostare solidamente una struttura di oratorio, cheveda costantemente impegnati i nostri ragazzi. È auspicabile unconfronto col presidente nazionale dell’ANSPI, don Vito Cam-panelli, nostro sacerdote diocesano. Le strutture non mancano. Il vero impegno deve riguardare gli educatori, persone disponibiliche, a turno, dedichino il loro tempo per l’accompagnamento dellenuove generazioni.

2. Ne deriva la necessità di un itinerario formativo degli uomini,che oltre alla loro generosa attività in parrocchia, devono interagirecon i giovani per l’impegno nell’oratorio. La loro presenza non puòridursi a prestare alcuni servizi, sia pur necessari.

3. Ciò difficilmente si realizza senza un incontro settimanale comu-nitario, che aiuti tutti a vivere la mistagogia, come sintesi tra la Paroladi Dio, la celebrazione dei sacramenti (in special modo l’Eucaristiadomenicale) e la testimonianza nel quartiere.Si tratta di un aspetto che la comunità parrocchiale già vive, ma chebisogna incrementare.Un’attenzione particolare riservate ai malati; sono una granderisorsa spirituale per tutta la comunità, perché partecipano inmodo personale al mistero pasquale di Cristo, unendo la loro sof-ferenza a quella di Gesù.

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4. La parola mistagogia, voi lo sapete, significa “condurre permano”, accompagnare il credente a entrare sempre più profonda-mente nel mistero di Cristo. Lui è il vero “Mistagogo” che ci intro-duce nella vita divina. Ciascuno di noi è un discepolo che si lasciaguidare nell’esperienza della fede e, nello stesso tempo, è un “mista-gogo” che si prende cura del cammino di fede dei propri fratelli.Ogni cristiano deve vivere questa duplice dimensione dell’esperien-za di fede. Soprattutto occorre aiutare i ragazzi che frequentano ilcatechismo dell’iniziazione cristiana a comprendere la centralitàdella Messa domenicale nella loro vita. È un compito che compete atutta la comunità. Ma sono soprattutto i genitori e i catechisti iprimi testimoni e i naturali educatori della fede delle giovani gene-razioni. La vostra partecipazione alla processione del Corpus Domini a Bariha rappresentato un bel segno per rinsaldare il legame con la cittàe respirare il senso della Chiesa locale.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Esprimo il mio particolare affetto per i due sacerdoti che consapienza pastorale guidano la vostra parrocchia. L’Eucaristia, chenella Sequenza abbiamo invocato come «pane degli angeli, pane deipellegrini, vero pane dei figli», segni le tappe fondamentali delvostro cammino di fede, sia il vostro sostegno e vi aiuti a guardareal futuro della vostra comunità e del vostro quartiere con fiducia esperanza.

+ Francesco CacucciArcivescovo90

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Carissimo don Gaetano,carissimo diacono Gaetano,carissimi fedeli,il Signore Gesù sia per voi fonte di gioia e dipace.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Nel modo con cui considerate la vita pastorale della parrocchia, neiprogetti che formulate, c’è sempre implicito un modo di sentirviChiesa che, in occasione della visita pastorale, vorrei rendere il piùpossibile cosciente.

Il senso dei numeriLa vostra è una piccola parrocchia, se si misura sul numero di abi-tanti della zona (1.500 circa). Noi facciamo ancora coincidere prati-

TERZO VICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ

Esperienza, incontro, testimonianzaLettera alla comunità parrocchiale

“S. Alberto” in Bari-Palesea conclusione della Visita pastorale

(10-13 giugno 2010)

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camente l’anagrafe parrocchiale con l’anagrafe civile. Ma vi rendeteconto che non potete operare pastoralmente presupponendo que-sta coincidenza. Proprio questa costatazione costituisce la partico-lare “croce” della vita pastorale di questa parrocchia (ma non solodi questa). Anche il numero dei battesimi, della prime comunioni,delle cresime, dei matrimoni, dei funerali in questa parrocchia, findalla sua costituzione (1° settembre 1976), rende difficile distin-guere gli abitanti della zona dai membri della comunità cristiana,intesi come credenti e praticanti. Per così dire, il conteggio dei “par-rocchiani” si discosta dal conteggio degli abitanti.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

L’assenza nel territorio di strutture di socializzazione e di comuni-cazione - come avete sottolineato nella relazione pastorale - spingespesso i residenti a vivere altrove la loro vita, presso il territorio dellavoro o della loro famiglia di origine.Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa,offre un presupposto nuovo per leggere e per vivere la realtà dellaparrocchia. La Chiesa è, infatti, comunità dei credenti e non va intesa prevalen-temente come strutturazione sociale. La vita comunitaria non sipresuppone fondata innanzitutto sul dato anagrafico territoriale.Anche se il territorio è una garanzia di riferimento.Il fenomeno delle migrazioni di cristiani, anche seri e attivi, dallaloro parrocchia anagrafica ad altre comunità lo sperimentate diret-tamente (come nel caso delle giovani coppie).Il Concilio descrive la comunità cristiana con l’immagine del popo-lo dell’esodo. La comunione col Vescovo e la partecipazione all’uni-ca mensa eucaristica, specie domenicale, fa sì che «in queste comu-nità, sebbene spesso piccole, povere e disperse, è presente Cristo, pervirtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica e aposto-lica» (Lumen gentium, 26).Il riferimento del Concilio è alla Chiesa locale, ma si può, per ana-logia, includere anche la parrocchia. La presenza del Vescovo inquesti giorni di visita pastorale vuole confermare in voi la certezzadi vivere l’autentica comunione della Chiesa, soprattutto - lo ripeto

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

- intorno all’Eucaristia. La parrocchia è quindi questa particella,anche se piccola, povera e dispersa, del Corpo mistico di Cristo, è«piccola Chiesa», è «famiglia di Dio».Questo clima familiare ho respirato tra voi e con voi in questi gior-ni. Dalla festosa accoglienza riservatami dai bambini del catechi-smo e dai loro genitori al primo incontro con la comunità parroc-chiale, all’incontro con i piccoli, le famiglie e le insegnanti del“College Orlando”.Ho subito colto la necessità di considerare questo territorio noninnanzitutto dal punto di vista geografico, ma più decisamenteumano.Perciò ho richiamato, durante il primo incontro, le indicazioni cheil card. Ratzinger, prima ancora di essere Papa, offriva per vivere lacomunione ecclesiale: l’esperienza viva di Gesù attraverso la Parola, isacramenti e l’Eucaristia in particolare; l’incontro tra le persone nelrispetto dei singoli e della loro libertà; la testimonianza di carità.

3. Indicazioni pastorali

Voi vivete la Chiesa nella sua dimensione essenziale, «piccolo greg-ge» del Signore. Quando «due o tre si riuniscono nel nome di Ge-sù», essi godono della comunione con il Padre, il Figlio e lo SpiritoSanto.Ho avuto modo di sottolineare questa realtà di Chiesa che voi vive-te anche nell’incontro con le giovani coppie e riflettendo sullesituazioni difficili o irregolari di quelle famiglie che oggi sono piùdiffuse che nel passato. Nessuno può misconoscere il diritto nativodi ogni battezzato, anche se coinvolto in situazioni familiari diffi-cili o irregolari, di vivere il riferimento alla comunità cristiana e, inspecie, alla parrocchia.La vostra parrocchia sembra ridire alla grande Chiesa, diocesana euniversale, che le esigenze di carattere interpersonale sono fonda-mentali nella costruzione di una comunità cristiana, casa di Dio. Spesso registro la difficoltà di vivere la “mistagogia” delle giovani

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coppie e delle famiglie nelle grandi parrocchie. Si investe moltonella preparazione al matrimonio, ma poco nell’accompagnamentodelle coppie dopo il sacramento.In questa comunità ho colto la possibilità di offrire un segno diaccoglienza delle coppie-famiglie giovani. Esorterei soprattutto legiovani coppie e le famiglie a incrementare la loro partecipazionealla vita comunitaria. È bello che vi sentiate “famiglia di famiglie”.

La partecipazione e la missioneEsperimentate, quindi, due fonti di mobilità: quella derivante dalcontesto umano in cui vivono gli abitanti di questo territorio, equella legata alla diversità dei “carismi”, dei doni dello Spirito.Di qui la vostra responsabilità di laici, i quali, accanto al presbiteroe al diacono, vivono la parrocchia come luogo missionario, diven-tando vasta struttura di accoglienza non basata solo sulla condivi-sione della professione di fede, ma anche sulla condivisione, la piùvasta possibile, di ogni valore umano. Perciò sono stato felice diincontrare qualche famiglia con anziani e malati. È l’attenzione allepersone che deve prevalere.È felice l’intuizione di condividere la struttura parrocchiale colCentro di accoglienza per ragazze madri, affidato alla Caritas diocesa-na, sotto la guida di due suore Domenicane Missionarie di SanSisto.La catechesi settimanale, la celebrazione eucaristica domenicale, lacomunione e l’attenzione ai più bisognosi permettono di coniuga-re esperienza, incontro, testimonianza. Questa è mistagogia in atto.La qualità della vostra vita comunitaria vi permetta di aprirvi a unrapporto più dinamico con la grande Chiesa.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

La comunione e la collaborazione con gli amici del “Sacro Cuore”di Macchie affonda le sue radici nell’impegno del primo parroco,don Luigi Minerva. La rappresentazione della commedia in verna-colo, da loro offerta, è la più bella dichiarazione di affetto e di rico-noscenza verso un sacerdote ora visitato dalla malattia. Passandoattraverso il ministero di don Mauro Cotugno, oggi beneficiate di

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TERZO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

un parroco che è mio prezioso collaboratore a livello diocesano, e diun diacono il cui servizio dovete sperimentate sempre più «secon-do il cuore di Dio» (sant’ Ignazio di Antiochia).Così nulla vi manca: dal presbitero al diacono alle religiose, allacorona di collaboratori. Il card. Ballestrero soleva ripetere che i laicinon sono solo collaboratori, ma protagonisti e corresponsabili. Miauguro che cresciate sempre più in numero e consapevolezza.Ricordatevi anche di me nelle vostre preghiere.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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INDICAZIONI PASTORALI

A LIVELLO VICARIALE

VISITA PASTORALE

TERZO VICARIATO

Modugno

PaleseSanto Spirito

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VISITA PASTORALE

TERZO VICARIATO

Rilievi e indicazioni pastoralia livello vicariale

La Visita pastorale del III vicariato ha avuto un incontro previo il 15dicembre 2009, presso l’oratorio “S. Giovanni Bosco” di Modugno.Nella circostanza sono emerse tutte le aspettative che ciascunacomunità ha portato con sé, convinta che senz’altro sarebbe stataun’esperienza carica di frutti. L’Arcivescovo, per parte sua, ribadivache suo compito primario sarebbe stato quello di conoscere più davicino ciascuna comunità, ascoltare, vivere insieme momenti difede. Il programma delle visite alle undici parrocchie si è aperto e si èconcluso con le sei parrocchie di Palese e S. Spirito, mentre la partecentrale ha riguardato le restanti cinque parrocchie di Modugno.Per queste ultime, a motivo della loro omogenea configurazione, siè reso necessario un altro incontro, oltre che interparrocchiale,anche con l’Amministrazione cittadina e con le diverse realtà indu-striali e imprenditoriali.A conclusione della Visita le comunità parrocchiali: presbiteri, reli-giosi, diaconi, consigli pastorali, con l’Arcivescovo hanno volutoripensare la gioiosa esperienza vissuta, hanno accolto alcune indi-cazioni pastorali comuni al nostro vicariato. Hanno riconosciutonella Visita un segno della Provvidenza divina che ha permesso adogni comunità di sentirsi Chiesa, di vivere momenti di festa e di visi-bile comunione col Vescovo, prendere coscienza della propria voca-zione e ricevere nuovo impulso per il cammino da intraprendere.

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Osservazioni generali

1. Il III vicariato al suo interno si presenta con marcate differen-ze non solo a motivo della diversa collocazione territoriale (Modu-gno/Palese-S.Spirito), ma anche per il tessuto sociale con le suezone limitrofe (quartiere S. Pio, quartiere Catino). Emerge pertantoil ruolo della parrocchia come luogo missionario da cui partire per ilprimo annunzio. Per altro verso, laddove le parrocchie sono diremota istituzione e raccolgono in sé molte espressioni di religiositàpopolare, hanno bisogno di purificazione interiore perché i riti nonrestino vuoti.

2. Sono stati rilevati alcuni problemi di natura sociale. In primoluogo quello del lavoro: la zona industriale che occupa buona partedel territorio modugnese sta vivendo una seria crisi occupazionale,che necessita di un forte supplemento di solidarietà.

3. Né si può tacere il fenomeno migratorio che ha introdottomolti stranieri la cui presenza molto spesso si colloca al limite dellalegalità. Si richiede attenzione da parte delle nostre comunità: leCaritas parrocchiali devono educare la comunità ad una maggioresensibilità.

4. Molto proficuo è stato l’incontro che l’Arcivescovo ha tenutocon l’Amministrazione di Modugno: ispirandosi all’enciclica diBenedetto XVI Caritas in veritate, ha offerto validi motivi di riflessio-ne, coniugando sviluppo economico, società civile e fraternità.Considerazioni altrettanto efficaci ha offerto agli imprenditori tito-lari di aziende o delegati.

Si può ben ritenere che nel complesso la Visita pastorale ha datoall’Arcivescovo una esatta visione del territorio e delle nostre comu-nità parrocchiali, e nel contempo tutti abbiamo ricevuto da luiindicazioni valide per il nostro cammino pastorale.

Indicazioni pastorali

a) La unitarietàL’insistenza su percorsi unitari è stata ben rilevata a livello vicaria-le: il vicariato infatti deve diventare proficuo anello di congiunzio-

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TERZO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI

ne fra le parrocchie e l’intera diocesi. In esso le iniziative si fannopiù attente al territorio. Anche a livello parrocchiale il camminopastorale esige unitarietà. Si tratta di evitare percorsi paralleli dovele parti si ignorano, rendendo poco visibile la parrocchia comecomunità. Dunque giovani e adulti devono avere momenti di con-divisione dove l’approfondimento catechetico e le tappe dell’annoliturgico permettano di sentirsi comunità in crescita.

b) L’aspetto educativoL’attenzione ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani richiede dispo-nibilità, generosità e formazione da parte degli educatori. Si trattadi prendere coscienza delle evoluzioni sociali a cui i ragazzi sono piùfacilmente esposti: la mancanza di valori porta costoro ad assenzadi interessi e ad un conseguente disorientamento, basta pensare almodo con cui impegnano il tempo libero. Bene hanno visto i vesco-vi italiani nel proporre l’impegno educativo quale progetto dei pros-simi anni. Per le nostre parrocchie si tratta di ripensare quelle formee quegli spazi che diano vita alla collaudata esperienza oratoriana odi ACR, dove nel gioco e in altre espressioni di aggregazione si offro-no ai ragazzi motivi di formazione. Naturalmente la “formazionedei formatori” diventa fondamentale e ancor più il coinvolgimentodelle famiglie, come primi responsabili dei loro figli.

c) La mistagogiaIl cammino mistagogico è divenuto un impegno che da diversi annila diocesi sta conducendo. Più che una meta pastorale si tratta di unmetodo che accompagna il credente a riscoprire e vivere i “misteri”ricevuti. Bisogna riconoscere che troppo spesso i sacramenti restanoriti con poca o nessuna incidenza nelle vita. Tra l’altro si profondetutto l’impegno nella preparazione a riceverli, ma non altrettanto aripensarli dopo averli ricevuti: questo è vero per i sacramenti di ini-ziazione, ma è altrettanto vero per gli altri sacramenti. Pensiamo soloal sacramento del matrimonio: se i coniugi riscoprissero il dono rice-vuto, certamente vivrebbero il loro amore coniugale come immaginedell’amore di Cristo per la Chiesa e quindi come vocazione.

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Alle lettere che l’Arcivescovo ha inviato a ciascuna parrocchia, le nostrecomunità hanno voluto rispondere anch’esse in forma epistolare per espri-mere i sentimenti di gratitudine e di impegno.

Carissimo padre,lo stesso calore da Lei dimostrato nella visita alle nostre parrocchienoi vogliamo manifestarLe questa sera, ed anche lo stile epistolare,con cui ha voluto sigillare gli incontri, vuol essere il nostro.La fonte fresca dei Padri della Chiesa a cui Lei ha attinto a pienemani, per offrire a noi quell'antico e sempre nuovo insegnamento,spinge noi pure a riferirci a quella fonte. Ricordiamo le parole disant’Ignazio di Antiochia alla comunità di Efeso:

«È bene, quindi, che camminiate in accordo con il pensiero delvescovo, come appunto già fate. Infatti il vostro collegio dei presbi-teri, giustamente famoso e degno di Dio, è strettamente unito alvescovo, come le corde della cetra. Per questo, dalla vostra concor-dia e dalla carità armoniosa che dimostrate, si innalza un canto aGesù Cristo».

Sentiamo vere queste parole perché si sono rese visibili negli incon-tri che la sua presenza ha avuto nelle nostre comunità parrocchiali,la quale è stata non solo segno di unità, ma anche di gioia e di festa.Questi sentimenti li avvertiamo ancora oggi a livello più ampio nelnostro vicariato, il cui cammino auspichiamo possa continuare supercorsi unitari.Le siamo grati per i suggerimenti e gli incoraggiamenti che ha datoad ogni comunità nella specificità di ciascuna, certi che quelle diret-tive costituiscono l'orientamento pastorale.Ma vogliamo accogliere pure alcune indicazioni che, a ben vedere,costituiscono un ripetuto invito offerto a ciascuna delle nostre par-rocchie. Lei ha voluto rilevare la disponibilità, l'attenzione, l'im-pulso nel cammino educativo e formativo dei ragazzi: una forma-zione nella sua espressione più globale, ispirata ai valori cristiani eresa visibile nei diversi ambiti di vita, specialmente nel gioco: di quiil suo suggerimento ad una impostazione oratoriana o ad accoglie-re la proposta ACR.Sappiamo come queste indicazioni vogliono tradurre in concretez-za il progetto educativo che i vescovi italiani ci vanno proponendo

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per il presente decennio. E questo corrisponde pure al percorsomistagogico che la nostra diocesi va facendo in questi ultimi annisul cammino formativo all'iniziazione cristiana dei fanciulli e deiragazzi in riferimento al “dies dominicus”.Siamo convinti che i percorsi educativi richiedono educatori ido-nei, capaci, essi per primi, di mettersi in gioco formativo, con scelteautenticamente cristiane, nella generosità, nella gratuità nel donodi sé, senza infingimenti e senza dissociazioni ma ben armonizzan-do fede e vita. Un così gravoso impegno educativo si fa ancor piùesigente là dove l'attenzione si pone sui giovanissimi e sui giovani,educandoli a coniugare il servizio alla città terrena con i valori delRegno, superando il comodo individualismo e allargando gli oriz-zonti verso il bene comune.Il cammino educativo, dunque, si presenta a noi in tutta la suaampiezza e sollecitudine. Noi a conclusione della Visita pastoralevogliamo accoglierlo dalla sua paternità e farcene carico.Con filiale ossequio

17 giugno 2010

Il vicario zonale,i sacerdoti e le comunità parrocchiali del III vicariato

TERZO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI

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PRIMA VISITA PASTORALE

DI MONS. FRANCESCO CACUCCI

ARCIVESCOVO DI BARI-BITONTO

QUARTO VICARIATO

PiconePoggiofranco

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RELAZIONE INTRODUTTIVA

VISITA PASTORALE

QUARTO VICARIATO

PiconePoggiofranco

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Relazione introduttiva

QUARTO VICARIATO

VISITA PASTORALE

Il quarto vicariato riceve con gioia la visita del suo pastore e guida,l’arcivescovo mons. Francesco Cacucci. Il Consiglio pastorale vicaria-le, riunitosi in data 21 aprile 2009, ha demandato ai sacerdoti il com-pito di individuare le caratteristiche salienti del vicariato e di prepa-rare la relazione introduttiva. I sacerdoti si sono quindi riuniti pressola parrocchia S. Fara il 21 maggio 2009 per indicarne le linee guida.

Il territorio

Il territorio del quarto vicariato comprende otto parrocchie: S.Maria Maddalena, S. Francesco da Paola, Cuore Immacolato diMaria, Annunciazione, Mater Ecclesiae, S. Giovanni Battista, MariaSS. Addolorata e S. Fara; a queste si aggiunge la Vicaria del Policli-nico. È presente l’istituto dei Missionari Comboniani del Cuore diGesù, che normalmente non partecipano alle attività vicariali. Sonopresenti anche diversi istituti religiosi femminili che non operanosul territorio tranne poche eccezioni. L’Istituto del PreziosissimoSangue delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo collabora con laparrocchia Cuore Immacolato di Maria, le Figlie di S. Maria diLeuca con l’Annunciazione, le Figlie di S. Maria della Divina Prov-videnza con la parrocchia Maria SS. Addolorata. Le Suore d’Ivrea ele Monache Benedettine dell’Abbazia di S. Scolastica seguono leloro attività. Una caratteristica particolare del vicariato è data dalla presenza di

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tante strutture ospedaliere: per alcune le parrocchie garantisconol’assistenza spirituale continua e stabile, per altre strutture privatesi garantisce la disponibilità all’occorrenza. Al Policlinico si aggiun-gono: 1. La clinica S. Maria, 2. Villa Bianca, 3. Anthea, 4. Santa Rita,5. Villa Serena, 6. Villa Fiorita, 7. La Madonnina, 8. Villa Igiea, 9. Laclinica Torrebella. È prossima l’apertura della nuova strutturadell’Ospedale oncologico (ex Cotugno). È presente anche l’IstitutoFornelli, carcere minorile. A tutto ciò si aggiungono diversi istitutiscolastici. L’età media della popolazione è abbastanza alta, la di-sponibilità di appartamenti liberi e l’alto costo degli immobili faci-lita l’esodo verso i paesi limitrofi. Non ci sono problemi di devian-za e criminalità, limitate le forme di povertà.

La pastorale ordinaria

La partecipazione alle attività pastorali delle comunità parrocchia-li è buona, la presenza di una larga fascia di anziani nel territorio èun punto di riferimento per le giovani generazioni. Buona è la par-tecipazione alla celebrazione della messa domenicale e alle celebra-zioni feriali. All’interno del numero delle coppie che chiedono ilsacramento del matrimonio molti sono già conviventi, forse sipotrà pensare in futuro a un percorso diversificato per questi casi?Poco si propone per il tempo che segue la celebrazione dei sacra-menti, abituati come siamo a pensare e proporre la preparazioneprevia senza preoccuparci del dopo. Se il matrimonio costringe legiovani coppie a trovare casa fuori del proprio territorio parroc-chiale, qualcosa si può tentare con le famiglie dopo il battesimo odopo i sacramenti vissuti neella stessa parrocchia di appartenenzaterritoriale che facilita la partecipazione a motivo della vicinanza.Fra le priorità c’è quella di rivedere i confini delle parrocchie, a causadei nuovi complessi residenziali e dello stradario che in alcuni casicrea problemi particolari. Un tentativo di revisione è stato fatto,subito bloccato a causa della mancanza di interesse per il problema.Un’ulteriore priorità è data dalla presenza di tante strutture ospeda-liere: il vicariato è chiamato a valutare più seriamente le situazioni disofferenza dei malati e dei loro familiari, facendo sentire, in alcuneoccasioni, la presenza vicina della Chiesa alla sofferenza umana.

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QUARTO VICARIATO - RELAZIONE INTRODUTTIVA

Le problematiche pastorali

Un accenno al Consiglio pastorale vicariale. Non è stato semprefacile far emergere con chiarezza la vera identità del Consiglio(dev’essere luogo di incontro e verifica o di formazione dei mem-bri?): per alcuni è solo momento di incontro, per altri sono pochele occasioni di vera programmazione pastorale, pertanto risulta dif-ficile riportare nelle comunità parrocchiali quanto il Consiglio pro-pone. Le numerose assenze, a volte anche dei sacerdoti, non facilitail compito di questo organismo.Nell’attuale situazione sociale, la mobilità delle famiglie a causa dellavoro e delle numerose separazioni dei coniugi provoca problemi diappartenenza e di frequenza alle parrocchie. La residenza anagraficanon sempre corrisponde alla frequenza della parrocchia di apparte-nenza. La scelta a volte è motivata solo da futili motivi e non semprele parrocchie del vicariato assumono gli stessi criteri per l’accetta-zione dei fedeli finalizzata alla celebrazione dei sacramenti.Negli incontri tra i sacerdoti del vicariato spesso è emersa una gran-de confusione sulle scelte pastorali che hanno risvolti giuridici (peres. la richiesta del certificato di idoneità dei padrini, il luogo piùopportuno per il battesimo in riferimento alle chiare indicazionidel documento postsinodale, la scelta della chiesa per le esequie…).Forse potrebbe essere opportuno un vademecum chiaro in merito.

Inizio di un cammino insieme

In occasione della Giornata diocesana della gioventù nel nostrovicariato è sorto un minimo coordinamento di pastorale giovanile,che ha avuto, in questi ultimi anni, un maggiore impulso con l’im-pegno di p. Sabino Maldera (parrocchia Cuore Immacolato diMaria). Alcuni percorsi di catechesi per giovani adulti a livello inter-parrocchiale, la partecipazione alle iniziative diocesane stanno for-mando i giovani delle parrocchie a una mentalità vicariale e dioce-sana. È solo un timido inizio, ma ha solide basi per poter continua-

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re; purtroppo non tutte le parrocchie partecipano alle attività, maquesto non ha scoraggiato finora la commissione vicariale.In quest’ultimo anno anche i catechisti del vicariato si sono incon-trati per due incontri di formazione e confronto, accanto alla par-tecipazione agli incontri diocesani. In riferimento alla scelta dioce-sana di porre maggior attenzione alle famiglie e ai ragazzi dellacatechesi sacramentale è sembrato opportuno far incontrare insie-me i protagonisti di questo servizio.

La scelta diocesana della pastorale mistagogica

I catechisti e tutte le comunità parrocchiali hanno posto attenzio-ne e impegno nei confronti della scelta diocesana che vede nelladomenica uno degli aspetti fondamentali della vita cristiana. Lacentralità della domenica riguarda tutta la comunità perché toccala ragione stessa del suo esistere e la sua identità. In questi ultimianni ogni comunità parrocchiale ha intensificato il lavoro e l’atten-zione su questa scelta pastorale. I cambiamenti della società in que-sti ultimi anni rendono più difficile il cammino, la disgregazione dimolte famiglie, le tante distrazioni del contesto sociale non aiutanoi figli a vivere con serenità i rapporti con i genitori e la partecipa-zione alle attività della parrocchia, in particolare l’Eucaristia dome-nicale. In questo contesto, non siamo pessimisti: le famiglie cheseguono con attenzione e attivamente le parrocchie sono ancoratante. Il disagio maggiore lo si avverte a livello giovanile, dove l’in-vecchiamento della popolazione di alcune parrocchie porta a averemeno giovani residenti sul territorio, e questi sono oberati di impe-gni extrascolastici. In alcune realtà parrocchiali la presenza di spazidedicati al gioco e allo sport (oratorio) riescono in qualche modoad avvicinare più persone. L’attenzione nei confronti del mondogiovanile si esprime anche attraverso le iniziative estive a loro dedi-cate: campi scuola, oratorio, attività organizzate.

Bari, 12 giugno 2010

don Marino DecaroVicario zonale

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QUARTO VICARIATO

VISITA PASTORALE

LETTERE ALLE COMUNITÀ PARROCCHIALI

PiconePoggiofranco

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Carissimo don Vito,carissimo diacono Rocco,carissimi fratelli e sorelle,siamo chiamati a salvare

questo mondo attraverso la divinizzazione degli uomini in Cristo,secondo il disegno del Padre.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Ho vissuto gioiosamente i vari incontri durante la visita pastorale,da quello con le catechiste e gli educatori a quello con i genitori e iragazzi del catechismo. La profondità delle riflessioni mi ha con-quistato e ha provocato in me occasioni di ulteriore meditazione.Le varie realtà della parrocchia manifestano la ricchezza dei “cari-smi” che provengono da un unico Spirito: dai giovani agli anima-tori per la pastorale battesimale e agli animatori liturgici,dall’Apostolato della preghiera ai ministri straordinari della S.Comunione, dal Gruppo “Fratres” a coloro che offrono mensil-mente il loro servizio alla mensa di S. Giacomo presso la Cattedrale,

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

Gesù, come ai discepoli di Emmaus, ci svela ilsenso delle Scritture e spezza il pane per noi

Lettera alla comunità parrocchiale“Mater Ecclesiae” in Bari

a conclusione della Visita pastorale(30 settembre - 3 ottobre 2010)

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dal movimento “Fede e Luce” ai volontari dell’Opera Pia “DiVenere”. È chiara la natura e lo scopo dei diversi “carismi”: si trattadi doni diversi dello Spirito, consegnati in modi diversi e a personediverse della comunità, ma con lo scopo di edificare l’unico corpoche è la Chiesa. “Chàrisma” in greco deriva dal sostantivo “charis”,che è alla base della “chàritas”, la carità, l’amore che dà forma adogni azione comunitaria.Mi è sembrato di respirare, durante i giorni della visita pastorale, unclima di carità, di comunione, che è il “carisma” più grande di tutti.L’incontro con molti di voi, nella semplicità occasionale (gustandoinsieme un caffè), come il momento distensivo durante l’attivitàludico-sportiva organizzata dall’Associazione “Mater Ecclesiae”(con la gradevole partecipazione di alcuni immigrati) mi ha permes-so di vivere i momenti liturgici dell’adorazione eucaristica e dellaSanta Messa, specie domenicale, quale reale culmine e fonte dellavita della Chiesa. Abbiamo rivissuto, come i discepoli di Emmaus,l’incontro con il Risorto: dalla strada polverosa del mondo alla litur-gia sacramentale della Parola e a quella del Pane e del Vino.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

La sintesi tra l’ascolto della Parola di Dio che – si comprende – illu-mina decisamente il vostro cammino comunitario, la celebrazionedei misteri e l’immersione nella storia – che denominiamo nelnostro progetto pastorale “mistagogia” – mi sembra nella comuni-tà parrocchiale “Mater Ecclesiae” affondi in solide radici.In trentaquattro anni di vita la parrocchia è cresciuta, come aveteosservato, «in disponibilità e comunionalità», sotto la guida spiri-tuale e sapiente dei tre parroci che si sono succeduti: dal compian-to don Fedele Sforza a don Angelo Latrofa e al caro don VitoCarone che tutti apprezzate e amate, coadiuvato dal diacono RoccoCassano.Uno stile di distesa serietà e di profonda essenzialità vi distingue.Non per nulla la dimensione caritativa si sposa con un’aperturamissionaria che affonda le sue radici nell’esperienza di Fidei donumdel primo parroco e nell’attenzione costante alla missio ad gentes, checoltivate soprattutto col riferimento a don Leonardo D’Alessandro,

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

che vive il suo ministero in Etiopia (Sidamo), in continuità colsacrificio di don Franco Ricci.È il filo rosso della missione che mi sembra colleghi le varie espe-rienze e si manifesta nelle sentite e partecipate riflessioni di questigiorni.La missione dice rapporto Chiesa–mondo. La parrocchia si struttu-ra come “Chiesa di popolo”, rinunciando a qualsiasi criterio discri-minante di tipo nazionale, politico, soggettivo, costituendosi quin-di come una aggregazione vasta e pluralistica.La vostra parrocchia, autentica “Chiesa di popolo”, ha intuito la svol-ta da una società diretta a una società partecipata. Per questo si respiraun clima di autentica ”libertà cristiana” e di corresponsabilità.Il criterio del territorio non è un criterio totalizzante; abbisogna diqualche correttivo, che lasci spazio a una giusta scelta, a una qual-che opzionalità. Le catechiste lo hanno ben evidenziato a propositodei ragazzi, che non abitano nel territorio parrocchiale, ma chesono seguiti durante il giorno dai nonni e, per questo, seguono lacatechesi dell’iniziazione cristiana in questa parrocchia.Resta, però, quello del territorio un criterio importante, in quantopermette di considerare il rischio da parte dei ragazzi di vivere lacatechesi in senso razionalistico, nel momento in cui è disattesa lapartecipazione alla messa domenicale.Non ho ricette da indicare, ma vi invito a considerare con attenzionequesto aspetto, essenziale per una educazione cristiana integrale.

3. Indicazioni pastorali

Il vostro territorio, segnato da una popolazione di livello culturaleed economico medio-alto, resta un elemento fondamentale in ordi-ne alla responsabilità della missione.La missione, annuncio del Vangelo, tende a svelare ed attuare ilRegno di Dio nel mondo. La Chiesa è “nel mondo e per il mondo”.Questa sensibilità tutta conciliare vi attraversa. La parrocchia avverte l’intreccio missionario della Chiesa con tutta

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la popolazione di cui si sente responsabile ed in cui è profondamen-te inserita. Nel senso dell’aderenza dell’esperienza cristiana a tuttal’esperienza umana di un popolo, per servirla in vista del Regno.Le vostre sofferte riflessioni sui giovani (e le loro prospettive dilavoro) e la famiglia, sui problemi del quotidiano, sull’isolamentoproprio delle civiltà opulente, sulle povertà del territorio, nonnecessariamente coincidente con quella economica, esprimono l’e-sperienza di una parrocchia struttura di accoglienza, non basatasolo sulla condivisione della professione di fede, ma sulla condivi-sione più vasta possibile di ogni valore umano. L’impegno cristianoper il mondo presente nasce dal carattere della Chiesa di Cristo, giàfin da ora «germe e inizio del Regno di Dio» (Concilio Vat. II, Lumengentium,I, 1-5).Dobbiamo guardarci dal pericolo di divenire araldi di un’idea cri-stiana che vorrebbe salvare gli uomini soprattutto attraverso l’u-manizzazione di questo mondo (attraverso la politica, l’economia,ecc.), invece di salvare anche questo mondo attraverso la divinizza-zione degli uomini in Cristo, secondo il disegno del Padre (comemirabilmente ci indica la liturgia della notte della Veglia Pasquale).

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Come i discepoli di Emmaus dobbiamo abbandonare la disillusio-ne e la tristezza, per ri-orientarci verso la Gerusalemme del Risorto.Di essa la Chiesa è “sacramento” e annuncio nella storia. Alloraanche la malattia, la sofferenza, l’apparente fallimento della vita, lamorte proclamano il tramonto dell’aspetto apparente e passeggerodi questo mondo e l’apertura ai “cieli nuovi e alla terra nuova”.Amare il mondo sulla misura del cuore di Cristo ci permette di apri-re il nostro cuore alla speranza.In questa prospettiva chiederei in particolare alla vostra comunitàdi offrire a tutta la Chiesa diocesana un contributo di testimonian-za e di riflessione, soprattutto in preparazione al convegno delleChiese di Puglia sulla vita e la missione dei laici.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Marino,don Franco e diacono Mario,carissimi fratelli e sorelle

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

La chiamata di Dio è creatrice, e la creazione è sempre progressiva.Ecco perché il Canone Romano, durante la celebrazione eucaristica,ci fa ripetere: «crei e santifichi sempre».Ho incontrato nella comunità una volontà profonda, generosa diaderire al mistero di Dio.Per l’apostolo san Paolo il «mistero» altro non è che il grande dise-gno del Padre che consiste nell’adottare l’uomo come suo figlio,rendendolo partecipe della sua vita divina, e che ha il suo culminenella morte e risurrezione di Cristo.Gli incontri di questi giorni, culminati nella celebrazione eucaristicadomenicale, mi hanno fatto respirare questo clima di «mistero», vissu-to con gradazioni diverse, da alcuni con intensità spirituale edificante.

«Crei e santifichi sempre»Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Giovanni Battista” in Baria conclusione della Visita pastorale

(21-24 ottobre 2010)

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

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2. Considerazioni sulla vita della comunità

Il Messale Romano trasforma in preghiera questa esperienza: «Ognivolta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del Signore,si compie l’opera della nostra redenzione».Non mi meraviglia, pertanto, la percentuale non irrilevante deifedeli che partecipano alla messa domenicale con attenzione e rac-coglimento.Sono stato accolto dai ragazzi dell’iniziazione cristiana, dai loro cate-chisti e genitori, con grande calore e partecipazione. Si nota comei piccoli siano accompagnati con particolare preoccupazione dailoro genitori. I loro interventi manifestano una buona preparazio-ne di base e una cura solerte che li vede numerosi parteciparegioiosamente alla messa domenicale.Anche le scuole del territorio contribuiscono a una formazione piùelevata della media, come ho potuto notare visitando la scuola ele-mentare “Tauro”, le scuole medie “Tommaso Fiore” e “Zingarelli”.Resto colpito dall’attenzione affettuosa di cui sono stato circonda-to durante questi incontri, peraltro preparati con particolare cura.Anche l’incontro con i giovani dell’Istituto alberghiero “Perotti”evidenzia un non sopito bisogno delle nuove generazioni di ricer-care l’autenticità nel cammino di fede.Alcuni piccoli e giovani del territorio non hanno nascosto unacerta sofferenza derivante dalla solitudine affettiva che li accom-pagna nella vita familiare.La “sfida educativa” che siamo chiamati a raccogliere in questotempo non può farci disattendere la nuova situazione di disagiofamiliare derivante dalle ferite di separazioni che sono cresciutenegli ultimi anni. I percorsi di misericordia che siamo chiamati aindicare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle devono rendere tuttala comunità attenta a questa diffusa situazione delle nostre fami-glie. Il ruolo dei nonni è tutt’altro che secondario.Le domande che emergono dai genitori, catechisti ed educatori perun cammino formativo più adeguato dei ragazzi suggeriscono:

1. di integrare gli incontri di catechesi con momenti ludici. Il gioco nonfa parte dell’esperienza abituale delle nuove generazioni. Per questola parrocchia deve supplire a questa carenza, valorizzando ancorpiù il campo sportivo e gli ambienti parrocchiali;

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀI

2. l’adesione più diffusa all’Azione Cattolica. Questa associazionevoluta dai pontefici e dai vescovi assicura un respiro più ampio diChiesa locale e permette di allargare gli incontri in parrocchia conl’esperienza di altri gruppi di ragazzi provenienti da altre parroc-chie e da altri ambienti.Una considerazione va fatta in riferimento a quella percentualeabbastanza elevata di ragazzi dell’iniziazione cristiana provenientida altre parrocchie della città e dei paesi, a motivo della loro per-manenza, durante la settimana, presso i nonni, mentre entrambi igenitori sono impegnati nel lavoro fuori casa.Una saggia opzionalità suggerisce di accogliere questi piccoli. Restail problema della loro difficoltà di partecipare alla messa domeni-cale e l’esigenza di una continuità educativa in parrocchia dopo ilsacramento della cresima.Un confronto con le altre parrocchie del territorio che sperimentanola stessa situazione potrà suggerire indicazioni pastorali più adeguate.

3. Indicazioni pastorali

L’età media degli abitanti della parrocchia è abbastanza elevata, manon mancano giovani famiglie desiderose di offrire il loro contri-buto alla crescita della comunità.Gli adulti e gli anziani rappresentano, in ogni caso, una vera risor-sa, testimoniando la fedeltà al Signore nella partecipazione costan-te durante il percorso di cinquant’anni di vita parrocchiale.Ho visitato la Casa di riposo “Windsor” e l’Istituto “S. CarloBorromeo” dove risiedono le suore anziane Adoratrici del Sanguedi Cristo. Mi permetto di incoraggiare un incremento di vicinanzaagli anziani e alle anziane di queste strutture.Così l’azione caritativa si arricchisce in un territorio nel quale ilbenessere economico è diffuso, e dove le espressioni di amore coin-volgono i nostri fratelli e le nostre sorelle di “Fede e Luce” e, attra-verso il Centro di ascolto, guardano attentamente ad alcune situa-zioni di extra-comunitari e di badanti.

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Alleviare la sofferenza della solitudine è un compito caritativo checi interpella sempre più. L’età avanzata si accompagna sovente alla malattia. Ecco perché,dietro suggerimento di don Marino, ho visitato la clinica “Anthea”e qualche ammalato che vive in casa.Ho incontrato anche l’ACR e i giovanissimi. Rappresentano l’avve-nire della comunità. Mi sono permesso di ribadire l’esigenza di per-corsi educativi differenziati (con l’incremento del gioco) e di allar-gare ai giovanissimi e ai giovani un’esortazione già rivolta agli adul-ti nel Consiglio pastorale e nell’Assemblea parrocchiale: lo scambiogenerazionale, oggi più raro, deve trovare in parrocchia un precisomomento di incontro. È quanto ho proposto nel progetto pastora-le diocesano sulla Mistagogia, che auspicherei fosse ripreso e fattooggetto di ulteriore approfondimento.L’incontro settimanale comunitario degli adulti e dei giovani farà supe-rare quella frammentazione che, purtroppo, accompagna la cultu-ra del nostro tempo.Sarete in grado di “leggere” in modo più appropriato “i segni deitempi” della vostra parrocchia e del territorio e assicurerete la con-tinuità attraverso le varie generazioni.Dopo il lungo e benemerito ministero di don Antonio in questaparrocchia, beneficiate della guida generosa ed intelligente di donMarino, coadiuvato da don Franco e dal diacono Mario.Segno dell’impegno profuso dal parroco è anche il rinnovamentodelle strutture parrocchiali (chiesa, casa canonica e ambienti utiliz-zati precedentemente dalla scuola materna comunale), compiutocon rara perizia e con eccellenti risultati. Suggerisco di prevedere unconfessionale in luogo opportuno.Mi complimento anche per la generosa partecipazione di tutti alleesigenze economiche della parrocchia: rappresenta un eloquentesegno di amore corresponsabile.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Vi accompagni la testimonianza di san Giovanni Battista, vostroprotettore. Il suo compito primario è stato quello di additare Gesù,il Messia. Prima di essere incarcerato e morire ci consegna una spe-

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

cie di testamento: «L’amico dello sposo ascolta e gioisce all’udire lavoce dello sposo» (Gv 3, 29).La voce dello sposo, Gesù, risuona nella vostra comunità. Vi augu-ro di ascoltarla sempre con gioia.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi p. Ottavio e p. Michele,carissimi fedeli,il Signore vi doni la sua pace.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Il carisma, il dono che proviene dallo Spirito affidato a un santo ea un ordine religioso, è per il bene di tutta la Chiesa. Chàrisma ingreco deriva dal sostantivo charis, che i latini tradurranno gratia: gra-tis è il dono che lo Spirito conferisce a ciascuno, perché altrettantogratis venga messo a servizio dell’utilità comune. Charis però èanche alla base della charitas, la carità, l’amore che dà forma ad ogniazione comunitaria.“Caritas” è il “logo” che campeggia su tutte le case, i conventi deiMinimi, i figli e discepoli di san Francesco da Paola.La presenza dell’Ordine del santo calabrese risale, nella nostra Bari,al XVII secolo e, dopo la soppressione dell’ordine religioso, ilSignore ha voluto il suo ritorno in città quasi 70 anni orsono.Il dono dei Minimi è «come una luce per l’illuminazione dei peni-tenti nella Chiesa», secondo l’espressione del papa Giulio II nella

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

Siate una piccola famiglia evangelicaLettera alla comunità parrocchiale

“S. Francesco da Paola” in Baria conclusione della Visita pastorale

(4-7 novembre 2010)

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bolla di approvazione della IV Regola. Questo è il particolare donodello Spirito che i Padri Minimi, a cui è affidata questa parrocchia,sono chiamati a diffondere nella nostra città e nella nostra diocesi,molto affezionate al Santo di Paola (anche a Bitonto e a Capurso cisono chiese a lui dedicate).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

La Chiesa come «comunione»Quante volte il Concilio Ecumenico Vaticano II parla della Chiesacome comunione interiore di vita spirituale (di fede, di speranza edi amore), realizzata da una comunione vissuta nella comunitàconcreta!La “charitas”, dono dello Spirito, si manifesta nella comunione,principalmente nell’Eucaristia, e nella struttura di vita comunitariaparrocchiale.Per questo durante i vari incontri avuti con il Consiglio pastoraleparrocchiale, con il Consiglio per gli affari economici, con gli adul-ti e con i giovani, ho insistito sulla necessità di rispettare da unaparte la specificità dei vari gruppi (Apostolato della preghiera,Gruppo della Parola di vita, Gruppo di preghiera “P. Pio”, Terz’or-dine dei Minimi, Gruppo famiglie) e d’altro canto di superare laframmentazione, vera ferita alla comunione nella cultura e nellasocietà contemporanea.La comunità parrocchiale, per vivere la comunione, ha bisogno dimomenti strutturali comuni che creino sintesi interiore ed este-riore.

3. Indicazioni pastorali

Qui è il significato stesso del progetto pastorale diocesano sulla“Mistagogia”, che tende a creare unità tra la catechesi, la liturgia e lavita. Essa richiama la necessità di un incontro comune, possibilmentesettimanale, rispettando la gradualità, tra i vari gruppi, tra adulti egiovani.Creatrice e fonte della vita comunitaria è l’Eucaristia domenicale,

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

che viene preparata insieme durante la settimana e che rappresentala prima espressione missionaria della parrocchia.La “charitas”, nota caratterizzante la spiritualità dei Minimi, devequalificarsi in modo concreto nella vostra comunità parrocchialeattraverso questa scelta progettuale che la diocesi ha fatto dalSinodo ad oggi, attraverso l’esperienza del Congresso EucaristicoNazionale del 2005 sulla domenica, giorno del Signore, giornodella Chiesa, giorno dell’uomo.Non si tratta di mortificare le singole esperienze. Tutto però, loripeto, deve confluire nell’incontro comunitario settimanale.Vi esorto a riprendere opportunamente la riflessione sui due testipastorali che ho offerto alla diocesi: Catechesi, liturgia, vita e LaMistagogia, che alcuni di voi già conoscono.

Il vostro territorio ha una struttura sociale basata su una prevalentepresenza di anziani, ma non mancano i giovani, gli studenti, gliinsegnanti, gli immigrati. La prossimità del Policlinico vi chiama aun servizio di ascolto e di celebrazione penitenziale che trova nell’ado-razione eucaristica quotidiana della Cappellina di via Lecce un rife-rimento alto e qualificante.La spiritualità dei Minimi, d’altronde, rispetta la propria fisiono-mia attraverso la testimonianza e il ministero della Riconciliazione«tutti i giorni, in tutte le ore, in tutti i momenti».

I piccoli a scuola e in parrocchiaL’incontro con i piccoli e i ragazzi della scuola elementare e mater-na “S. Filippo Neri”, della scuola per l’infanzia “Ceraunavolta” edella scuola media “Massari-Galilei” hanno colmato il mio cuore digioia.La splendida accoglienza ha fatto emergere soprattutto nei nostripiccoli una sete di Dio, che cercate di soddisfare nell’esperienzacatechistica in parrocchia.È certo che l’incontro catechistico settimanale deve confluire inmodo più pieno nella celebrazione eucaristica domenicale e – me loauguro al più presto – nell’esperienza oratoriana.

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Il perfezionamento della convenzione tra l’ordine e l’arcidiocesipermetterà di avviare la ristrutturazione del piano interrato (sottola chiesa).Questo richiederà l’impegno generoso di tutta la comunità parrocchiale.Così come mi auguro che possa essere ripreso l’utilizzo del camposportivo adiacente al plesso della scuola media statale, superando ledifficoltà sopravvenute (indipendenti dalla parrocchia): il gioco èun’esperienza dei piccoli e dei ragazzi che non trova adeguato sod-disfacimento nel cammino educativo. La parrocchia è chiamata aimpegnarsi generosamente con l’offerta di educatori disponibili edi strutture adeguate.Suggerirei, in proposito, di considerare l’Azione Cattolica Ragazzi comeun’esperienza preziosa che si può costituire in parrocchia dopo un’a-deguata riflessione con i responsabili diocesani dell’Associazione.

I giovaniL’incontro con i giovani e gli adolescenti mi ha permesso di coglie-re in loro un sincero desiderio di crescita spirituale e comunitaria.Anche con loro ho insistito perché partecipino all’incontro comu-nitario con gli adulti.Ho suggerito inoltre di prevedere, ogni sera, la preghiera quotidia-na di Compieta, che può facilitare l’incontro amicale e creare unasolidità di rapporti, altrimenti difficile.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Auguro a tutti voi, a padre Ottavio e a padre Michele, che vi offro-no un bell’esempio di comunione nella vita religiosa, di continuarenel cammino intrapreso con gaudio e fiducia.San Francesco da Paola, che seppe creare attorno a sé un ambientedi profonda fede, con l’invito costante alla preghiera, alla peniten-za e all’osservanza della volontà di Dio, vi assista.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi p. Pietro,p. Pier Giorgio e p. Emanuele,carissimi p. Vincenzo e comunità religiosa tutta, carissimi fratelli e sorelle,l’esempio del Santo di Assisi vi accompagnisempre nel vostro cammino.

“Una parrocchia che sa di casa” è la più bella definizione della vostraparrocchia che ho raccolto durante i giorni di visita pastorale.L’anniversario della dedicazione della vostra chiesa, che abbiamocelebrato domenica 14 novembre, mi offre l’occasione per riferirmia una pagina della vita di san Francesco. La narra Tommaso daCelano, il suo biografo: «Francesco passa accanto alla chiesa di SanDamiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti». L’immagine diCristo Crocifisso gli parla dal dipinto, chiedendogli di riparare lasua casa. Tutto lì? Ecco la spiegazione del Celano: «Quantunque ilcomando del Signore si riferisca alla Chiesa acquistata da Cristo con ilproprio sangue, non volle di colpo giungere alla perfezione dell’ope-ra, ma passare a grado a grado dalla carne allo spirito».Si tratta del passaggio dalla chiesa di pietre alla Chiesa di pietre vive, che

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

“Una parrocchia che sa di casa”Lettera alla comunità parrocchiale

“S. Fara” in Baria conclusione della Visita pastorale

(11-14 novembre 2010)

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è il Corpo di Cristo. La Chiesa viva dei figli di Dio trascende la chie-sa materiale, pur bella qual è la vostra.San Bernardo ci ha lasciato nei Sermoni Nella dedicazione della chiesasei “gioielli” che offro alla vostra riflessione.

1. Dio abita in ogni luogo

In questi giorni è stato ricorrente il riferimento alla vostra parroc-chia come comunità di elezione.Tanti scelgono di venire a S. Fara anche da diversi comuni dell’en-troterra barese, attratti – come avete sottolineato – dalla spirituali-tà, accoglienza e semplicità tutta francescana, dalla possibilità divivere più profondamente il sacramento della Riconciliazione, oltreche da altri motivi più pratici, come il servizio di catechesi dell’ini-ziazione cristiana ai piccoli che vengono accompagnati, il sabato ela domenica, da genitori che abitano in altri territori.Dio raccoglie nella sua casa secondo le reali necessità dei suoi figli.

2. A Dio non importa delle pietre, ma degli uomini

È vero che anche l’altare, le pareti sono unte con il crisma, ma lasantità viene dalle azioni sacre che si svolgono nel tempio di pietra.Nella chiesa risuona la Parola delle Scritture, vengono celebrati isacramenti e, in special modo, l’Eucaristia.L’alta percentuale di persone che a S. Fara partecipano all’Euca-ristia domenicale raccoglie i fedelissimi, coloro che frequentano laparrocchia con una certa assiduità, gli occasionali.

3. La dimensione missionaria

A nessuno sfugge la dimensione missionaria dell’assemblea domenicale,nella quale è bene prevedere l’attuazione del sussidio pastorale: L’annoliturgico come itinerario di fede. La struttura di questa parrocchia sugge-risce di vivere i vari momenti dell’anno liturgico nella messa domenica-le, attraverso i segni di accoglienza (dei battezzandi, dei ragazzi dell’ini-

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

ziazione cristiana, dei nubendi) e i riti che preparano gradualmente almomento culminante della celebrazione sacramentale. È auspicabileinserire la celebrazione dei Battesimi durante la messa domenicale.

4. Attenzione alle persone

Se «i cieli dei cieli» non possono contenere Dio (cfr 1Re 8,27), il cuoredell’uomo sì. È l’uomo il tempio dello Spirito, nella varietà delle età edelle condizioni: piccoli, giovani, fidanzati, adulti, anziani, malati.Durante la visita ho respirato un clima di «chiesa di popolo». Lavarietà dei gruppi, nei quali predomina la spiritualità francescana(dagli “araldini” agli “araldi”, alla Gi.Fra., all’Ordine FrancescanoSecolare) deve tendere a vivere con gradualità un incontro settimanalecomunitario, per evitare il rischio della frammentazione.Allora la Chiesa risplenderà sempre più come «comunione» nonsolo affettiva, ma anche effettiva.

5. «È negli uomini che la Chiesa è bella», diceva sant’Ambrogio

La bellezza della vostra parrocchia passa attraverso il fascino dellavocazione francescana cappuccina, che ha donato splendidi testi-moni in quasi 70 anni. Si aggiunga la presenza della Casa Provin-ciale, dell’Istituto Teologico S. Fara, degli studenti cappuccini cheprovengono dalle varie Provincie ecclesiastiche del Sud.La ricchezza dei ministeri, sotto la fresca guida di p. Pietro, p.Emanuele e p. Pier Giorgio, è una risorsa non facilmente riscontra-bile nella nostra Chiesa locale. Ai doni ricevuti deve corrispondereun impegno sempre più vivo da parte di tutti.

6. Casa, tempio, città, sposa

Il territorio parrocchiale sta subendo in questi ultimi anni un cam-

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biamento notevole. La zona residenziale FaraOne, il quartiere Bari-Domani e, in prospettiva, nuovi condomini si aggiungono agli ori-ginari insediamenti: Parco de Grecis 1 e 2, Quartierino, Parco Adria,Parco Adria 2000.Anche la fisionomia della comunità parrocchiale è in rapido muta-mento, in un rapporto, che ci auguriamo fecondo, di integrazione tranuovi e vecchi abitanti, nel riferimento costante alla chiesa parrocchia-le nonostante gli inconvenienti della viabilità (sottovia Santa Fara).La città di Bari si va notevolmente modificando in questo quartiere.La Chiesa, come Sposa di Cristo, deve accompagnare in particolarele nuove famiglie, attraverso gli incontri dei fidanzati, che devonocurare non solo la preparazione al matrimonio, ma anche l’inseri-mento in parrocchia dopo la celebrazione. Tutta la pastorale familia-re deve tendere a orientare le nuove famiglie a crescere partendo daldono sacramentale ricevuto.

Alcuni suggerimenti ulteriori

Vi consegno, infine, alcune indicazioni particolari:Aiutare i genitori a vivere la Messa domenicale con i propri piccoli.Onde evitare la dispersione dopo la Cresima, urge rendere stabilel’esperienza di oratorio, che comporta la disponibilità educativa digiovani e adulti. L’esperienza del gioco, come il bisogno di vivere ingruppo, faciliterà nei preadolescenti il desiderio di crescere in par-rocchia, senza soluzione di continuità.Auspico che da una presenza a volte occasionale si passi a struttu-rare una presenza sempre più stabile e a una comunicazione-comu-nione sempre più intensa tra le varie componenti della comunitàparrocchiale.Il carisma della vita consacrata, vissuta dai Padri Cappuccini, dà unsapore singolare a questa parrocchia: afferma che l’ultima tappache segna il termine definitivo è il Tempio celeste, nel quale vivremola «domenica senza tramonto».I vari cori parrocchiali, che animano la liturgia, ci aiutano a cantaree camminare passando dal tempio alla vita.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Filippo,carissimi don Michele e diacono Giuseppe,carissimi fedeli,la luce del Risorto illumini i vostri volti.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Sapete bene che proprio a Maria di Magdala, protettrice della vostraparrocchia, è consegnato il messaggio pasquale di Gesù morto erisorto.Ecco gli elementi essenziali del suo essere discepola di Gesù: la fedenel Risorto e il senso del mistero come via verso l’Amore.Lei, l’apostola degli apostoli, dice che gli uomini e le donne del nostro

LETTERE ALLE COMUNITÀ

OTTAVO VICARIATO

Nel giardino del RisortoLettera alla comunità parrocchiale

“S. Maria Maddalena” in Baria conclusione della Visita pastorale

(25-28 novembre 2010)

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tempo attendono Qualcuno che li chiami per nome nel giardinodel loro cuore e restituisca loro l’identità smarrita.Mi sembra di scorgere, attraverso l’esperienza liberatrice di MariaMaddalena, il cammino della vostra comunità parrocchiale che hoavuto la gioia di conoscere fin dagli albori nel lontano 1969: qua-rant’anni fa.Come l’anno liturgico, che oggi nuovamente iniziamo, «a noi pelle-grini sulla terra rivela il senso cristiano della vita» (I Domenica diAvvento, Orazione dopo la comunione), così i primi quarant’anni dellavostra vita parrocchiale mi piace considerarli in riferimento alnumero quaranta che racchiude in sé, come in un prezioso scrigno,alcune della tappe più significative del popolo di Israele. Dal dilu-vio a Mosè al popolo d’Israele attraverso il deserto; da Davide aSalomone e ai profeti Elia e Giona, fino alla luce che proiettano iquaranta giorni e le quaranta notti trascorsi da Gesù nel deserto,evocati dalla liturgia quaresimale.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

L’esperienza è passata attraverso l’itinerario interiore e pastorale delvostro parroco, don Filippo, a me molto caro.Nella sua responsabilità pastorale ha avvertito che nella vita dimolti cristiani, spesso non consapevoli della fede ricevuta, è man-cata un’esperienza essenziale: l’ingresso progressivo nel misterodella salvezza. Diceva Tertulliano che «cristiani si diventa, non sinasce».Il cristianesimo richiede la conversione e la nascita spirituale attra-verso il Battesimo.La vita cristiana, concepita come cammino, impegna seriamente siail singolo che la comunità. Il problema è sempre quello di creare eformare autentiche comunità cristiane.Dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, don Filippo siè affidato al Cammino Neocatecumenale, che fonda la sua espe-rienza sulla comunità come soggetto dell’itinerario di fede, sull’impegnodegli adulti, sulla pastorale dell’iniziazione cristiana. Col desiderio diaiutare a scoprire e a vivere con coerenza i doni sacramentali rice-vuti.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Il resto è storia vissuta da molti di voi fin dall’inizio o in tempi piùrecenti.Il mio venerato predecessore mons. Mariano Magrassi vi ha giàofferto, nella precedente visita pastorale, sapienti indicazioni sullavostra esperienza, che è bene consideriate sempre e che non ripeto.Vorrei solo sottolineare che esiste un’assonanza particolare tra l’espe-rienza neocatecumenale e il metodo mistagogico scelto dalla nostra dio-cesi dal Sinodo diocesano attraverso il Congresso Eucaristico del 2005.

3. Indicazioni pastorali

Con questa mia lettera sono qui a chiedervi di collaborare con mag-giore consapevolezza, a motivo dei doni ricevuti, per un’attuazioneesemplare del progetto pastorale diocesano.

A cominciare dai sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo,Cresima, Eucaristia.La riscoperta del Battesimo è elemento primario di evangelizzazio-ne. I genitori dei battezzandi e dei battezzati, anche se non entranoa far parte del Cammino Neocatecumenale, devono essere accom-pagnati nell’accoglienza e nel prosieguo del cammino parrocchiale.Questo vale anche per l’itinerario di iniziazione cristiana dei picco-li e dei ragazzi.Mi sono soffermato a richiamare il riferimento delle catechesi deipiccoli all’azione liturgica, in particolare alla Messa domenicale. Aveterilevato che solo un piccolo numero di ragazzi, che pure è fedele alcatechismo, partecipa all’Eucaristia domenicale. Comprenderetecome quest’anomalia debba essere superata, anche perché contrad-dice nettamente le scelte del Cammino Neocatecumenale. Nonpotete sentirvi tranquilli di vivere con intensità l’esperienza cristia-na, senza trasfonderla in coloro che, per vari motivi, non sono“fedelissimi” o vivono debolmente la loro fede.È questo un primo impegno preciso che vi affido: unità tra catechesi del-l’iniziazione cristiana e Messa domenicale.

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2. Un secondo punto riguarda la seconda tappa del cammino verso ilpieno ingresso nel mistero di Cristo e della Chiesa: il sacramentodella Confermazione.L’“addio” alla comunità cristiana, dopo la sua celebrazione, vi im-pegnate a superarlo attraverso la saggia indicazione che il parrocoha richiamato durante l’incontro dei catechisti e dei genitori e altermine della splendida celebrazione della 1ª Domenica di Avven-to, durante la quale ho conferito il sacramento della Cresima: l’affi-damento dei cresimati a coppie di sposi che li accompagnino nellatestimonianza della vita cristiana.Ritengo però che, oggi, la parrocchia debba farsi carico di un’esi-genza dei nostri ragazzi largamente disattesa: il giuoco. Non si puòpretendere una presenza prolungata dei preadolescenti, in parroc-chia, in vista di gruppi giovanili più consistenti, senza un rispettodelle esigenze psicopedagogiche della loro età. La ripresa dell’orato-rio, con laici adulti e giovani che impegnino parte del loro tempo edelle loro energie, con il coinvolgimento dei genitori, la indicocome secondo auspicio del vescovo al termine della visita pastorale.

3. Un terzo ambito riguarda la famiglia. Sono convinto che l’atten-zione alla famiglia sia il risultato più bello che l’esperienza neoca-tecumenale può suggerire oggi alla Chiesa.È una variazione di un percorso mistagogico: è l’affermazione del-l’inscindibile rapporto tra la fede celebrata nel sacramento del matri-monio e la fede vissuta. Soprattutto nell’ambito familiare è viva lapreoccupazione di superare l’incoerenza tra fede e vita. L’aspettomorale è conseguenza della fede celebrata.Questo è possibile con il sostegno della comunità, che aiuta, nelperiodo di preparazione dei fidanzati, a superare l’anonimato e acreare occasioni di calda accoglienza. La vitalità di una comunità simisura dalla capacità di far nascere al suo interno gruppi di cre-denti che, a loro volta, si preoccupano di coloro che stanno per vive-re un sacramento, in special modo il matrimonio.Il primo periodo della vita familiare degli sposi è delicato. Senza ilsostegno della comunità cristiana è difficile non soggiacere a unamentalità individualistica e spesso chiusa alla vita nascente.L’accoglienza della vita, il sostegno alle famiglie nei momenti di diffi-coltà caratterizzano la vostra pastorale familiare.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Vi chiedo di «esportare» questa esperienza, confrontandola conl’Ufficio diocesano per la famiglia e con i parroci presso la cui par-rocchia si prevede che vadano ad abitare i nuovi sposi.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Concludendo, come avete scritto nella Relazione in preparazione aquesta visita pastorale, nel territorio parrocchiale gli abitanti sonodiminuiti, a motivo dell’anzianità.Continuate nell’impegno di seguire gli ammalati e gli anziani, cherappresentano una “riserva di grazia” per tutti.È giunto, infine, il momento di predisporre un piano di ristruttu-razione dell’edificio della chiesa, per iniziare gradualmente, conl’apporto di tutti, un adeguato restauro.Maria di Magdala, che ha accolto nella fede Gesù Risorto primadegli altri discepoli, come la rappresenta la splendida icona che hobenedetto al termine della celebrazione eucaristica domenicale, siaper tutti modello di annuncio e di testimonianza della gioia pa-squale.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi don Santino e don Aldo,carissimi don Adelio, don Pino, don Alessandro,don Tommaso, don Marcello, suor Gemma,suor Anna,carissimi fedeli,il dono della santità ci coinvolga tutti.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Tra don Bosco e il Cottolengo, il beato Luigi Guanella (che tra brevesarà proclamato santo) ha indicato alla Chiesa tutta una peculiareattenzione ai ragazzi, ai giovani, ma anche ai bambini e agli anzia-ni, specie se emarginati o handicappati. I suoi figli (Servi della cari-tà) e le sue figlie (Figlie di S. Maria della Provvidenza) rappresenta-no per la nostra Chiesa locale e, in particolare, per la vostra parroc-chia un particolare dono dello Spirito Santo.

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

Insieme per una testimonianzaprofetica di carità

Lettera alla comunità parrocchiale“Maria SS. Addolorata” in Bari

a conclusione della Visita pastorale(2-5 dicembre 2010)

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Una parrocchia affidata ad una comunità religiosa deve respirare laspiritualità che la contraddistingue.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Ecco perché, anche logisticamente, c’è una continuità tra la chiesa, gliambienti parrocchiali (veramente ampi, belli e accoglienti) e l’OperaDon Guanella, esemplare segno di carità per gli anziani nel territorio.Non ho bisogno con voi di sottolineare l’efficacia dell’ oratorio,come son solito ripetere in ogni visita pastorale. L’attenzione ai pic-coli, permettendo loro di dedicare al gioco un tempo adeguato,facilita quel percorso educativo che, tra l’altro, argina la dispersio-ne dopo il sacramento della Cresima.Il coinvolgimento delle famiglie nella formazione (in contempora-nea con il catechismo dei figli) è la strada da percorrere. Anche per-ché la centralità della domenica, in continuità con l’incontro cate-chistico settimanale, attua, in concreto, quel cammino mistagogicoche caratterizza la pastorale diocesana. Catechesi, liturgia, oratorio:un’unità sempre da ricomporre.A questo si aggiunge una buona collaborazione con la scuola dell’in-fanzia “Beato Luigi Guanella”, con la scuola elementare “Carrante” ela scuola media “Santomauro”. Ho ricevuto in queste scuole un’ac-coglienza splendida e la conferma di un livello educativo alto.Non si può disattendere la situazione di difficoltà in cui versano lefamiglie contemporanee, soprattutto laddove dolorose separazionisi riflettono sulla serenità e la crescita dei figli anche nell’esperien-za religiosa. Senza alimentare ulteriori sensi di colpa, sarebbeopportuno studiare strategie pastorali ed educative idonee ad aiu-tare i genitori nell’accompagnare i figli alla messa domenicale.

3. Indicazioni pastorali

I giovaniUno sguardo privilegiato va loro accordato. Non mancano nellavostra parrocchia. Ho apprezzato anche l’impegno teatrale nel belmusical su san Paolo.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Come avete annotato nella relazione per la visita pastorale: «occor-re educare di più i nostri giovani, anzitutto con l’esempio, al “senti-re la chiesa” come madre, come comunità di appartenenza». In rife-rimento a questo vostro auspicio, sarà bene riconsiderare l’espe-rienza di Azione Cattolica, nel passato viva nella vostra comunità.Una finalità prioritaria di tale associazione riguarda l’educazione alsenso della Chiesa locale. Incontrarsi, percorrere un cammino con ipropri coetanei non può non accrescere nei giovani il senso di chie-sa. Sono fiducioso sulla ripresa di un tale cammino associativo che,attraverso la generosità di educatori disponibili, possa coinvolgeretutte le fasce di età.

L’anno liturgico come itinerario di fedeLa vostra attenzione ai battezzandi e ai loro genitori, ai ragazzi del-l’iniziazione cristiana, ai giovani, ai nubendi, agli adulti e agli anzia-ni troverà una più completa attuazione vivendo le varie tappe del-l’anno liturgico. La proposta pastorale, ormai consolidata, è offertadall’Ufficio Liturgico diocesano (Ed. La Scala).Dall’accoglienza dei genitori dei battezzandi, dei nubendi, dei nuovipiccoli nella prima domenica di Avvento e di Quaresima fino alcoinvolgimento comunitario nella celebrazione delle varie tappedei sacramenti: tutto contribuirà a rendere unitario il camminodella comunità parrocchiale (preparato, tra l’altro, dall’incontro setti-manale comunitario).Anche la presenza del coro durante le liturgie (che coinvolge i pic-coli e i grandi) è un segno di una sensibilità già diffusa.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Avete anche rilevato che la dimensione della carità è in crescita. Nesono certo. Dall’attenzione agli anziani nella vostra Opera e presso“Villa Fiorita”, alla preoccupazione perché non vengano trascuratele giuste esigenze dei Rom che sono presenti nel territorio parroc-chiale: tutto contribuisce, con lo sguardo rivolto alle nuove nasco-

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ste povertà, ad alimentare il “sapore guanelliano” nella vostra par-rocchia.Non mancate di rendere grazie continuamente al Signore per lalunga presenza di parroci e religiosi esemplari.Sono stato felice di trascorrere con voi questi giorni. Camminatenella luce del Signore.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimi p. Antonio, p. Giuseppe e p. Sabino,carissimi p. Vincenzo e p. Paolo,carissimi fratelli e sorelle,nella festa del Battesimo del Signore viviamoil punto culminante della visita pastorale.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Il Battesimo nel Giordano segna per Cristo il momento della suainvestitura come Messia. È già un annuncio della Pentecoste cheinaugurerà il Battesimo nello Spirito per tutta la Chiesa. Ciò che èstata la manifestazione divina del Giordano per Cristo, ciò che èstata la Pentecoste per la Chiesa, questa è la Cresima per il cristiano.Primo frutto della visita pastorale deve essere uno slancio missionariopiù intenso da parte di tutta la comunità parrocchiale, facendo memo-

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

Vivete il «vangelo della vocazione»Lettera alla comunità parrocchiale

“Cuore Immacolato di Maria” in Baria conclusione della Visita pastorale

(7-9 gennaio 2011)

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ria del Battesimo e della Cresima, secondo i riti che nelle celebrazionieucaristiche – sempre ben animate – abbiamo insieme vissuto.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

In che modo dovete manifestare il volto missionario della vostraparrocchia in un mondo in continua evoluzione? Accanto allavostra presenza nel territorio con iniziative quali la Via Crucis, ilconcorso “Il Presepe in famiglia”, la celebrazione del mese di mag-gio nelle case del quartiere, come rendere sempre più la parrocchiastessa “luogo” missionario?Innanzitutto ravvivando il carisma rogazionista. Il Signore, attraversoil mio venerato predecessore, l’Arcivescovo Ballestrero, ha voluto affi-dare alla cura pastorale dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù que-sta porzione di popolo di Dio. E lo ha fatto innestando la parrocchianell’intuizione tutta meridionalista di sant’Annibale Maria Di Francia.Il Villaggio del Fanciullo, da lui voluto, uno dei “simboli” della nostracittà, ha segnato positivamente generazioni di fanciulli e di giovani, econtinua ad operare attraverso l’attività didattica ed educativa delCentro di Formazione Professionale C.I.F.I.R., diretto da p. Vincenzo.Auspico che il sapore di questa vocazione rogazionista cresca sem-pre più in seno alla comunità parrocchiale, e che gli eventuali svi-luppi vi trovino tutti coinvolti. Se da un canto, quindi, pregustatela nuova chiesa parrocchiale, è necessario che sentiate di partecipa-re all’ansia missionaria di tutta la comunità dei Padri e vi sentiatecoinvolti nelle soluzioni future circa le strutture esistenti.Mi sembra che questo stile vi permetta di crescere nel senso eccle-siale e di rendere attuale il carisma del Fondatore, soprattutto con-siderando come il CIFIR contribuisca ad offrire lavoro immediatoai giovani, oggi così necessario.

3. Indicazioni pastorali

Piccoli e giovaniÈ fuori dubbio (ciò è emerso dai vostri interventi, dalla relazioneper la visita pastorale e dalla programmazione pastorale annuale,

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

molto accurata e pensata) che privilegiate l’attenzione ai piccoli e aigiovani.È il modo concreto di declinare la sensibilità vocazionale, perchériguarda il futuro della Chiesa e della società. La disattenzione almondo dei piccoli e dei giovani ha raggiunto oggi livelli alti, e i recen-ti sommovimenti, in occasione della riforma universitaria, denuncia-no un disagio sempre più crescente nelle nuove generazioni.Investire nell’educazione dei piccoli e dei giovani: questa è la priorità.Non c’è da nascondere che il disagio e la disgregazione che accom-pagna un certo numero di famiglie si riflette innanzitutto sui figli.Nessuna condanna moralistica contribuirà a risolvere il problema.È necessario piegarsi con amore e comprensione sulle piaghe dellafamiglia e sulle conseguenze educative che ne derivano.L’impegno dei catechisti e degli animatori parrocchiali è encomiabile. A cosa tende il programma diocesano: “La domenica nel cammino del-l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi: l’impegno dei genitorie dei catechisti”, se non a creare sintesi tra l’incontro catechetico setti-manale, la celebrazione eucaristica domenicale e la vita dei ragazzi?Recuperando soprattutto tempi di gioco e di esperienza di gruppo.Possedete una grande opportunità, non consueta in tutte le par-rocchie: gli ambienti per l’oratorio. L’oratorio fa parte delle radicieducative rogazioniste. Ha, nella vostra parrocchia, una buona tra-dizione, che va decisamente incrementata.Senza nascondere le difficoltà di dedicare tempo disponibile, viesorto a porre a tema delle vostre riflessioni comunitarie e delConsiglio pastorale parrocchiale l’esigenza di incrementare ilnumero di educatori adulti e giovani che sappiano “perdere tempo”con i ragazzi. Vi accorgerete che anche la fuga del post-cresima saràarginata. La fantasia pastorale vi suggerirà iniziative che coinvolga-no altri genitori della comunità in questo compito così urgente.Non disattenderei l’indicazione offerta nella precedente visitapastorale dal compianto mons. Magrassi: l’istituzione dell’AzioneCattolica, e in particolare dell’ACR, per alimentare anche nei picco-li il senso della Chiesa locale, attraverso la partecipazione alle ini-ziative diocesane.

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L’attenzione alla Chiesa locale non manca nei gruppi giovanili, chesono coinvolti nelle attività promosse dall’Ufficio diocesano dipastorale giovanile. È meritevole anche l’apporto al cammino vica-riale, di cui stimolerò l’ulteriore crescita presso tutte le parrocchiedel territorio. I tre gruppi giovanili esistenti permettono un respirocolmo di speranza a tutta la comunità parrocchiale.Ritengo di spendere una parola perché, oltre la catechesi specificaper gruppi, si attui settimanalmente l’incontro comunitario di giovanie adulti, nel quale, curando le tappe domenicali dell’anno liturgico,possiate incrementare la capacità di discernimento dei “segni deitempi” che attraversano la vita della parrocchia.Anche gli adulti, che vivono esperienze di gruppi diversificati, devonodare priorità a tale incontro settimanale con i giovani, collocando gliincontri specifici dei vari gruppi una o al massimo due volte al mese.

CaritàSant’Annibale Maria Di Francia si rivolgeva ai poveri con gli appel-lativi di “principe” o “duca”, “marchese” o “conte”, “gentiluomo” o“cavaliere”. L’impegno della Caritas parrocchiale è di lunga data. Incontinuità con quanto già fate, e accogliendo alcuni vostri desideri,auspico anch’io che negli ambienti parrocchiali possano rendersidisponibili delle strutture per creare una “mensa per i poveri”, aper-ta al quartiere e a tutta la città.Seguite i malati e gli anziani con amorevole sollecitudine, soprat-tutto attraverso i Padri che assicurano la cura spirituale e la cele-brazione eucaristica nelle cliniche “Santa Maria” e “Villa Bianca”, eattraverso i ministri straordinari della S. Comunione, che prestanoil loro ministero anche all’interno del Policlinico.Nel decennio pastorale della Chiesa italiana dedicato all’educazio-ne, uno sguardo pieno di gratitudine volgiamo alle SuoreAdoratrici del Sangue di Cristo per la preziosa scuola cattolica checurano con tanti sacrifici, che conosco da tempo e che mi auguroprosegua nella sua attività.Benemerita è anche l’ospitalità che la comunità religiosa presta aifamiliari degli ammalati del Policlinico.Vediamo finalmente crescere gradualmente l’edificio chiesa, datutti desiderato. Ci auguriamo di poterlo godere completato al piùpresto.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Ho vissuto con voi tre giorni di gioia natalizia. Ringrazio il parrocopadre Antonio, che con i suoi collaboratori spende con zelo illumi-nato ogni energia per la crescita della comunità, i Padri, le suore etutti voi per avermi fatto respirare un clima di famiglia.Sant’Annibale vegli sul nostro cammino.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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Carissimo don Peppino,carissimi fedelidella comunità,il Signore vi concedaogni benedizione.

1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

A conclusione di questa visita pastorale, lasciamoci illuminare dalsaluto iniziale della Prima Lettera ai Corinzi, che l’apostolo Paolo ciha donato in questa II domenica del Tempo Ordinario. «Paolo,chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e ilfratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro chesono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme atutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostroGesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padrenostro e dal Signore Gesù Cristo!» (1,1-3).

2. Considerazioni sulla vita della comunità

Esiste una profonda unione tra il vescovo, successore degli aposto-li, e voi, destinatari di questa mia lettera. La nostra unione è inCristo Gesù.

Comunione e comunitàLettera alla comunità parrocchiale

“Annunciazione” in Baria conclusione della Visita pastorale

(13-16 gennaio 2011)

LETTERE ALLE COMUNITÀ

QUARTO VICARIATO

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Anch’io ho obbedito alla chiamata del Signore. La mia vocazione èvolontà di Dio, non volontà di uomini. Così mi sembra di rispon-dere anche a voi, dopo l’insistente domanda che mi è stata rivoltadai piccoli dell’iniziazione cristiana e dagli scouts. A dire il vero èuna domanda che mi è stata sempre rivolta nelle 72 visite pastoraliche ho finora vissuto.Colgo pertanto l’occasione per dire che il vescovo, successore degliapostoli, è l’inviato, che rappresenta l’autorità di Colui che lo invia,il testimone del Signore crocifisso e risorto, rispetto al quale egli èsolo il messaggero, il servitore, l’amministratore (cfr 1Cor 2,2; 3,5ss;4,1). Perciò non scrivo una lettera «privata», ma una lettera «apo-stolica», quale inviato di Cristo, come una persona - si direbbe -«nell’esercizio delle sue funzioni».Accanto a sé Paolo pone Sòstene, suo collaboratore.Chi è il Sòstene della parrocchia Annunciazione? È il parroco, donPeppino.È spontaneo il richiamo alla preghiera di ordinazione dei presbite-ri, quando il vescovo implora: «Ora, o Signore, vieni in aiuto allanostra debolezza e donaci questi collaboratori di cui abbiamo biso-gno per l’esercizio del sacerdozio apostolico». Sono qui a testimo-niare l’impegno di don Peppino e, anche se si può non ravvisarne lanecessità, a confermare teologicamente la sua autorità ai vostriocchi. Tanti di voi mi hanno confidato di aver trovato in lui un veropadre della fede e di riscoprire quotidianamente con lui la bellezzadi essere cristiani. I suoi sogni sono i vostri sogni. Mi è caro, a questo proposito, fare memoria di mons. Michele Min-cuzzi, che, da vescovo ausiliare–vicario capitolare, nel lontano 1°novembre 1973, istituì questa parrocchia, e ha trasmesso anche a te,caro don Peppino, il fascino dei “sogni sulla Chiesa”. Esiste un filod’oro nei tempi provvidenziali del Signore.

3. Indicazioni pastorali

Segue, nel brano di Paolo ai Corinzi, una definizione in due tempidella Chiesa, che viene innanzitutto detta «di Dio». Essa appartienea Lui: è il Suo popolo, l’assemblea, il «parlamento» di Dio nelmondo.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Ho in questi giorni respirato un clima di «comunità di Dio», nonanonima, che richiama le esperienze più intense della Chiesa pri-mitiva. Il desiderio di riscoprire sempre di più i doni del Signore neisuoi discepoli è intensamente vivo tra voi. È un’aspirazione che cercate di trasferire anche nei vostri figli chepercorrono l’itinerario dell’iniziazione cristiana. Il parroco, i geni-tori, i catechisti: insieme fate avvertire ai piccoli di essere al centrodel loro cuore, al centro del cuore di Gesù. La loro presenza nellacelebrazione eucaristica domenicale e l’«irruzione» finale dei piùpiccoli è un dono per tutti. Permette di comprendere meglio l’insistenza di Paolo sui «santi»nella Chiesa di Corinto. L’idea viene precisata per ben tre volte, evorrei che si consolidasse tra voi, partendo proprio dal volto e dalcuore dei piccoli. Siete stati santificati mediante il Battesimo. Le“colombe” disegnate dai piccoli richiamano a tutti che lo SpiritoSanto parla attraverso di loro. E questa santificazione avviene nellacomunione con Cristo mediante la sua Parola e i sacramenti. Siete stati santificati, perché il Signore vi ha chiamati.Nell’accenno alle vostre storie personali e familiari, emerge il miste-ro della chiamata a vivere l’esperienza di Chiesa, non in modo qua-lunque, ma concretamente in questa comunità parrocchiale, nellaquale riscoprite i doni di Dio e l’impegno delle «buone opere» nelmondo. La santificazione che Dio ci ha donato in Cristo Gesù com-porta conseguenze morali per l’azione e la vita di ogni giorno.È questo - mi sembra – il senso centrale della “Scuola del Popolo diDio”, che è giunta al suo quinto anno di attività.In questa esperienza il desiderio di Dio e di scoprire il suo voltonella Chiesa, nei fratelli, passa attraverso l’approfondimento siste-matico del «deposito della fede» e la fraternità vissuta in un climadi comunione e di partecipazione, che si riflette in un calore umanogioioso. Non desistete dal continuare in questo cammino.

Impegno dei laici nel vicariatoPaolo tuttavia allarga il suo saluto a tutto il mondo cristiano.Se l’Apostolo colloca la comunità di Corinto nel contesto della

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Chiesa universale, alla quale è legata per l’invocazione del medesi-mo nome di Gesù, voi, parrocchia Annunciazione dovete sperimen-tare il vostro essere Chiesa non disattendendo mai il legame con laChiesa universale e, concretamente, con la Chiesa locale, la diocesinei vari momenti di vita.Il tutto si concretizza ancor più nella comunione pastorale che, nelterritorio di Poggiofranco-Picone, siete chiamati a vivere con le altrecomunità parrocchiali.Qui si richiede una consapevolezza rinnovata delle responsabilitàdei laici, i quali in comunione con i fratelli delle comunità vicine,devono allenarsi e scoprire i “segni dei tempi” del territorio e arispondere alle sfide della missione «in un mondo che cambia».Non dimenticate mai che la missione dei cristiani nel mondo non èaffidata solo ai vescovi, ai presbiteri, ai diaconi, ai consacrati (nelvostro territorio vivono due comunità religiose), ma coinvolgetutti. Tutti dovete sentirvi responsabili della salvezza dei fratelli edelle sorelle sparsi nel territorio e nel mondo.Come il vescovo si sforza di esprimere la sollecitudine per le comu-nità parrocchiali della Chiesa locale attraverso le visite pastorali, nonpotete sentirvi beati possidentes di doni che il Signore concede allavostra parrocchia. Ne va dell’autenticità dell’esperienza cristiana.Vi affido quindi il compito di collaborare con le altre comunità delvicariato per una comunione pastorale più concreta.

I giovaniQuesto mi permette un altro passaggio. Viviamo in una società in cuiil mondo adulto rischia di essere sempre più autoreferenziale. Lerecenti reazioni del mondo giovanile non sono sorte all’improvviso.Per troppo tempo la gelosa difesa di privilegi acquisiti ha evidenziatouna sorta di «egoismo» degli adulti e una disattenzione dei giovani.La disoccupazione giovanile crescente ne è solo un aspetto.Il mondo giovanile rischia di essere emarginato anche nell’esperienzaecclesiale. Incontro pochi giovani nelle strutture pastorali di parteci-pazione. Non risuona spesso la loro voce nelle assemblee ecclesiali.Evitando osservazioni di sapore paternalistico, ritengo che spesso lesingole parrocchie non sono in grado di affrontare da sole in modoadeguato questa “emergenza” della società e della Chiesa contem-poranea.

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QUARTO VICARIATO - LETTERE ALLE COMUNITÀ

Mi ha stupito, quindi, nell’incontro preparatorio alle visite pasto-rali delle comunità del vostro vicariato, la sottovalutazione di que-sto fenomeno.Vi chiedo, quindi di “allargare gli spazi” della vostra carità e dellacomunione ecclesiale ai fratelli e alle sorelle delle parrocchie del ter-ritorio, per posare sui giovani uno sguardo di amore più intenso.Giovanni Paolo II, la cui beatificazione si compirà il 1° maggioprossimo, l’aveva intuito. La sua sensibilità dovrebbe contagiarci eforse inquietarci un po’ di più.Nel vostro territorio è presente la Facoltà di Economia e Commer-cio, che ho visitato. Se l’Ateneo e il Politecnico beneficiano di unapresenza ministeriale, nel vostro vicariato, magari in collaborazionecon la Residenza del Levante, si può prevedere un’attenzione pasto-rale ai duemila giovani universitari presenti sul territorio.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

Con l’apostolo Paolo vi auguro «grazia e pace». È il saluto liturgicoche apre con un grande respiro ogni celebrazione eucaristica.Con questo augurio non s’intende innanzitutto una disposizioned’animo pacifica. Nel messaggio dei profeti la pace è un dono del-l’età messianica e diviene il nome che indica la salvezza che Gesù ilMessia ci ha donato.

+ Francesco CacucciArcivescovo 153

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Carissimi Padri Cappellani:p. Raffaele, p. Umberto, p. Giuseppe,p. Antonino, p. Leonardo, p. Oronzoe fra Gustavo; carissimi operatori pastorali dellaCappellania;carissimi fratelli e sorelle dellacomunità ospedaliera:

il Signore vi benedica e vi custodisca, mostri a voi il suo volto e vidia pace.

La vostra comunità del Policlinico ogni giorno fa sue le parole cheGesù rivolge al centurione che gli chiede di guarire il suo servomalato: «Io verrò e lo guarirò» (Mt 8,7). Essa continua e attualizzanella storia dei nostri giorni la cura dei malati e la promozione dellasalute sull’esempio del Maestro e Signore. Vi ringrazio dell'accoglienza francescana che mi avete riservato edei momenti importanti che abbiamo vissuto insieme nella pre-ghiera, nella condivisione delle problematiche che caratterizzano ilmondo sanitario e nello sguardo al futuro, pieno di speranza.

QUARTO VICARIATO

LETTERE ALLE COMUNITÀ

«Io verrò e lo guarirò» (Mt 8, 7)Lettera alla comunità ospedaliera

“Vicaria Perpetua S. Vincenzo de’ Paoli eS. Luisa de’ Marillac” in Policlinico-Bari

a conclusione della Visita pastorale(17 dicembre 2010 e 18 gennaio 2011)

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1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi

Mi piace anzitutto ricordare che i Frati Cappuccini hanno sempreassicurato il servizio religioso ai malati e alla comunità ospedalieradi Bari. Le fonti storiche ci assicurano che essi iniziarono ad opera-re nell'ospedale civile della Città già dal 1870, molti anni prima chesi costruisse l'Ospedale Consorziale, sulla base di un tradizionalevolontariato. Solo il 14 maggio 1913 fu stipulata una convenzionetra i Cappuccini e il Sacro Monte di Pietà per l'assistenza continuaa tutti gli infermi sia di giorno che di notte. Oggi il servizio di assi-stenza spirituale e religiosa nelle strutture sanitarie, e nelPoliclinico, viene regolata dal Protocollo d’Intesa tra la ConferenzaEpiscopale Pugliese e la Regione Puglia dal 2002.È utile anche non dimenticare che la Vicaria parrocchiale fu erettail 29 giugno 1964 da mons. Enrico Nicodemo per assicurare unacontinua e specifica cura pastorale nell’ospedale “ConsorzialePoliclinico” (oggi Azienda ospedaliera), ove confluiscono personedi diversa provenienza territoriale (anche da altre regioni meridio-nali), età, estrazione sociale, economica, culturale e religiosa inmomenti particolari della propria vita.L'ultima visita pastorale nel Policlinico Consorziale è stata realizzatanei giorni 17-19 marzo del 1995 dal mio venerato predecessore, mons.Mariano Magrassi, che nelle sue “Conclusioni” da una parte manife-stava il profondo apprezzamento per l’opera preziosa svolta dai PadriCappuccini e per le principali presenze pastorali di collaborazione (ledue comunità religiose di suore, l’Associazione “Policlinico domani” el’Associazione “Volontari di Bethesda”) e dall’altra parte indicava alcu-ne mete pastorali da perseguire: una strutturazione più laicale delConsiglio pastorale, l’umanizzazione del rapporto con il malato conl’attenzione e la simpatia che viene dalla carità, la continuazione e ilmiglioramento della collaborazione tra cappellani e personale ospe-daliero, l’accentuazione pasquale della celebrazione funebre.

2. Considerazioni sulla vita della comunità

L’incontro inaugurale della mia visita pastorale, avvenuto nelle due cele-brazioni eucaristiche della chiesa centrale, mi ha permesso di vivere

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un momento molto bello e fecondo con l’assemblea domenicalecomposta sia dai malati ricoverati nelle diverse cliniche che daifedeli provenienti dal territorio limitrofo al Policlinico. Ho potutorendermi conto della varietà dei ministeri che arricchiscono lavostra celebrazione liturgica (accoglienza dei fedeli, proclamazionedella Parola, presenza di operatori pastorali della Cappellania e diministri straordinari della S. Comunione) e del coinvolgimento deipresenti ai progetti di carità condotti dalla stessa Cappellania (rac-colta di alimenti per le famiglie povere, sostegno per i senza fissadimora, ospitalità dei familiari dei malati, centro di ascolto, assi-stenza alle persone in lutto). Proprio la Cappellania ospedaliera, prevista dai documenti dellaChiesa italiana (Note pastorali del 1989 e 2006), costituisce la novi-tà pastorale che caratterizza la presenza e l’azione pastorale dellacomunità cristiana del Policlinico: questa «permette di valorizzarela partecipazione e la collaborazione di diaconi, consacrati e consa-crate e laici, accanto alla figura del presbitero. Questa varietà di pre-senze e di carismi contribuisce a favorire uno svolgimento più arti-colato dei diversi compiti pastorali, dando spazio non solo alla cele-brazione dei sacramenti ma anche ad altre attività di evangelizza-zione e servizio» (Predicate il Vangelo e curate i malati, n. 66). Essa ha lasua fonte ispiratrice e il suo fondamento nella ecclesiologia dicomunione maturata nel concilio Vaticano II e nasce come rispostaai “segni dei tempi”, espressi nell’evoluzione problematica del mon-do della Sanità, nella moltiplicazione dei problemi e dei bisogni deimalati, nel rinnovamento della pastorale della salute. In un secondo momento della mia visita mi sono incontrato con il diret-tore generale del Policlinico Consorziale e con tutti i capi area deimolteplici servizi dell’Azienda e in un proficuo colloquio, mi sonostate presentate a grandi linee la situazione globale del mondo sani-tario e le sue molteplici difficoltà, in prospettiva di progetti futuridi miglioramento dei servizi del più grande nosocomio della Puglia. In questo contesto s'inserisce l’azione delicata e preziosa di evange-lizzazione e di umanizzazione dei Padri Cappellani e dei compo-nenti della Cappellania ospedaliera soprattutto attraverso la visita

QUARTO VICARIATO - LETTERA ALLA COMUNITÀ OSPEDALIERA

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quotidiana ai degenti e ai loro familiari, la proposta e l’offerta deisacramenti del tempo della malattia (Riconciliazione, Eucaristia eUnzione degli Infermi), il colloquio personale e la relazione diaiuto, i rapporti col personale medico e infermieristico, le iniziativedi animazione e di formazione, gli incontri di catechesi, i momentidi verifica mensile dell’azione pastorale e di ulteriore programma-zione e progettualità. Dal “sacramento della Presenza” voi arrivatealla “presenza dei sacramenti”: in tal modo le vostre visite diventa-no salutari e salvifiche e contribuiscono al processo terapeutico dichi soffre.Nell’incontro finale con tutti i componenti dell’organismo pastorale,p. Leonardo, coordinatore della Cappellania, ha letto la Relazionedettagliata della vita pastorale della comunità ospedaliera, in cuisono stati illustrati i nuovi orizzonti operativi della pastorale dellasalute, gli impegni che si attuano a livello di liturgia, catechesi ecarità, gli obiettivi futuri ed i problemi da risolvere.

3. Indicazioni pastorali

Rendo grazie al Signore che mi ha dato la possibilità di incontrarela vostra comunità ospedaliera del Policlinico, perché mi ha per-messo di condividere con voi “le gioie e le preoccupazioni” che oggiagitano il mondo sanitario. La nascita della Cappellania ospedaliera (1997) è stato non solo undono dello Spirito alla nostra Chiesa locale e alla realtà sanitaria,ma ha anticipato profeticamente quanto il nostro Sinodo diocesa-no scriverà qualche anno dopo: «Negli ospedali e nelle istituzionisanitarie pubbliche e private, “dove la carità si misura con il miste-ro della sofferenza e dove più grave è il costo di ogni mancanza diattenzione alla dignità umana”, sia assicurata l’assistenza spiritua-le e religiosa ai malati e la comunità ecclesiale sia presente e ope-rante in modo significativo con i sacerdoti, diaconi, religiosi e laici,attraverso l’organismo pastorale della cappellania ospedalieramista» (Il Libro del Sinodo. Un futuro pieno di speranza, n. 285).Mi auguro che questo organismo pastorale possa crescere e rinno-varsi nel numero degli operatori pastorali e nella qualità del mini-stero, anche con l’aiuto delle comunità parrocchiali del IV vicaria-

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to. Perciò vi suggerisco di incrementare la vostra presenza nel terri-torio attraverso incontri con le singole parrocchie per ricercareinsieme forme di arricchimento, di collaborazione concreta e di cre-scita, con scambi di servizi e di operatori pastorali. La cessazione del servizio e la partenza definitiva delle due comu-nità religiose delle suore (le Figlie della Carità nel 1997 e le Apostoledel Sacro Cuore nel 2008) responsabilizzano maggiormente i PadriCappellani e gli operatori pastorali (religiose e laici, uomini edonne) con la comunione, la collaborazione e la corresponsabilità.È opportuno consolidare i rapporti con la Direzione generale, chericonosce il contributo dell’assistenza religiosa ai malati e ai lorofamiliari e la presenza e l’azione volontaria degli operatori pastora-li. Nello stesso tempo sollecitate la stessa Direzione generale aristrutturare la chiesa dell’Obitorio; in tal modo potrete essere vici-ni alle famiglie nel momento della morte dei propri cari e avere lapossibilità di avviare una vera pastorale del lutto con l’impegno dialcuni operatori pastorali della stessa Cappellania ospedaliera.

4. Con lo sguardo rivolto al futuro

La visita pastorale alla vostra Vicaria Perpetua spiritualmente rac-coglie, per così dire, gli incontri con i malati che ho vissuto in tuttele parrocchie finora visitate, in quattro anni. Ho spesso ripetuto chei malati sono la “riserva di grazia” della comunità. La visita ad ogniammalato è per me “tempo opportuno” per incontrare Gesù e perscoprire i semi numerosi di santità presenti in mezzo a noi.«Crocevia dell'umanità, il mondo della salute è anche terra delVangelo. In questo luogo dove s'intersecano cammini diversi, doveconvivono generosità ed egoismo, richiami materialistici e deside-rio di spiritualità, proclamazione dei diritti e ingiustizie di fatto, laChiesa è chiamata a offrire la luce e l'orientamento del Vangelo»(Predicate il Vangelo e curate i malati, n. 18). Vi auguro di poter diven-tare sempre più una «comunità sanata e sanante», secondo l’auspi-cio dei vescovi italiani.

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La Vergine Maria, serva del Signore e salute degli infermi, vi pro-tegga col suo materno aiuto. I santi protettori della Vicaria Perpe-tua Vincenzo de’ Paoli e Luisa de’ Marillac insieme a san Francescodi Assisi vi guidino con la luce dei loro esempi di carità e vi sosten-gano. Vi accompagno con la benedizione del Signore.

+ Francesco CacucciArcivescovo

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INDICAZIONI PASTORALI

A LIVELLO VICARIALE

VISITA PASTORALE

QUARTO VICARIATO

PiconePoggiofranco

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Il IV vicariato comprende otto parrocchie: S. Giovanni Battista, S.Maria Maddalena, S. Francesco di Paola, Cuore Immacolato diMaria, Annunciazione, Mater Ecclesiae, Maria SS. Addolorata, S.Fara; a queste si aggiunge la Vicaria Perpetua del Policlinico.L’Arcivescovo ha incontrato le singole comunità parrocchiali del IVvicariato, iniziando la visita con i consigli pastorali parrocchialiinsieme al Consiglio pastorale vicariale il 16 giugno 2010 presso laparrocchia di S. Fara. L’incontro conclusivo si è tenuto presso lamedesima sede il 19 gennaio 2011.Dalle relazioni conclusive indirizzate alle singole comunità parroc-chiali si evincono alcune caratteristiche comuni del territorio vicariale.

1. L’arcivescovo ha sottolineato come spesso la visione iniziale dellesituazioni parrocchiali del territorio è caratterizzata da una visionepessimistica della realtà che non corrisponde, in linea di massima,a quella che durante le visite si incontra. Forse è difficile per chi viveconcretamente nel territorio scorgere i semi di bene e gli elementipositivi. Occorre un coinvolgimento maggiore del laici nella letturadel territorio per organizzare una più corretta pastorale inseritanella storia del tempo presente. C’è una ricchezza di partecipazione

VISITA PASTORALE

QUARTO VICARIATO

Indicazioni pastoralia livello vicariale

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nelle comunità parrocchiali che non sempre emerge nella valuta-zione che della stessa fanno i consigli pastorali; per questo, la visitapastorale dell’Arcivescovo è stato motivo di indiscussa rivalutazio-ne della realtà.

2. Una caratteristica comune di quasi tutte le comunità parrocchia-li è data dal progressivo innalzamento dell’età media dei parroc-chiani, il territorio è notevolmente invecchiato e il costo delle unitàabitative, unito alla crisi economica del momento, non facilita ilricambio generazionale. In questi ultimi anni solo il territorio dellaparrocchia di S. Fara è stato interessato da un aumento di nuoveunità abitative. La parrocchia è seguita attivamente da molte per-sone attratte dal fascino francescano e da chi la preferisce per lecelebrazioni domenicali e dei sacramenti, anche per la disponibilitàdei frati in ordine al sacramento della confessione. Forse in futuroci saranno nuovi abitanti anche per la parrocchia Annunciazione.La situazione delle altre parrocchie al momento non prevedesostanziali cambiamenti abitativi. Le parrocchie si impegnerannoanche a rivedere il numero dei propri abitanti, con buone probabi-lità cambiato nel corso degli anni, attraverso un censimento darichiedere al comune di Bari. Alcune lo hanno già predisposto inoccasione della visita pastorale.

3. Le comunità devono avere maggior attenzione ai problemi deglianziani, in modo particolare in questo vicariato ricco di clinichepubbliche e private e di strutture dedicate agli anziani. Da partedella cappellania del Policlinico è stata avanzata la proposta dimigliorare i rapporti fra la stessa e le parrocchie, attraverso unaconoscenza più appropriata del lavoro svolto con gli ammalatinella eventualità di sollecitare altri volontari disponibili ad impe-gnarsi in questo settore.

4. La partecipazione alle attività parrocchiali da parte di personeanziane e a volte sole è soddisfacente, danno stabilità al camminopastorale, la loro fede diventa spesso esempio da imitare per lenuove generazioni. L’Arcivescovo ha sottolineato con insistenza laprogrammazione di incontri trasversali fra giovani ed adulti, in par-ticolar modo l’incontro di catechesi comunitaria settimanale. Solo

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in questo modo può crescere la dimensione comunitaria di unaparrocchia. In un contesto sociale che emargina i giovani dalmondo decisionale, che esclude gli anziani a causa della loro età, laparrocchia deve rinsaldare i rapporti fra generazioni, mettendo aconfronto l’esperienza dei più grandi con la bellezza del’età giova-nile. Forte è stato l’invito a non nascondersi dietro le difficoltàorganizzative (gli orari delle nuove generazioni non sempre coinci-dono con quelli delle persone più anziane), se c’è il desiderio e lavolontà di costruire la comunità parrocchiale, non sarà difficileritrovarsi insieme.

5. Anche all’interno delle comunità i giovani devono essere più pre-senti, non solo come fruitori di un servizio ma come collaboratoriattivi di una porzione di popolo di Dio. Le comunità sono stateinvitate ad inserire sempre più la realtà giovanile all’interno degliorgani rappresentativi, a dare spazio ai giovani. Nell’attuale conte-sto socioculturale sono carenti le forme di aggregazione: i partitipolitici, i sindacati, le associazioni hanno difficoltà ad avere al lorointerno una presenza numerosa di persone impegnate, mentre nelleparrocchie è ancora relativamente forte la partecipazione dei laiciimpegnati, e bisogna riconoscere che questo elemento è una carat-teristica della vita parrocchiale.

6. Aumentano le coppie di conviventi che chiedono dopo un’espe-rienza insieme il sacramento del matrimonio. La convivenza inalcuni casi è scelta per motivi di instabilità economica della coppia,in altri come periodo di prova del matrimonio. Questa consuetudi-ne emerge durante il corso di preparazione al matrimonio per lecoppie che si avvicinano alla Chiesa, resta nell’ombra e non è facil-mente valutabile per le persone che scelgono la convivenza comeesperienza stabile di vita per la coppia.

7. Le giovani coppie hanno difficoltà ad acquistare casa in questazona, si spostano nei paesi limitrofi e nei quartieri periferici, purconservando l’attaccamento al territorio di origine, a motivo del

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lavoro e della presenza delle famiglie di appartenenza che suppor-tano le attività delle giovani famiglie nella gestione degli impegnidei figli più piccoli. Questa situazione comporta una dissociazio-ne fra la parrocchia scelta per la frequenza del catechismo sacra-mentale e quella di residenza che si trasforma in sede dormitorio.In modo particolare il fenomeno è stato sottolineato nelle parroc-chie di S. Giovanni Battista e Mater Ecclesiae. È difficile armoniz-zare le esigenze delle famiglie che si spostano in città per lavoro mahanno la residenza in altri centri abitati, i nonni sono delegati adaccompagnare i piccoli a catechismo e alle varie attività pomeri-diane, i genitori impegnati nel lavoro sono assenti anche dalleliturgie domenicali perché la domenica diventa il giorno del ripo-so e della gestione dei problemi pratici familiari. L’Arcivescovo hasollecitato l’attenzione delle comunità parrocchiali al fine di tro-vare e sperimentare nuove esperienze per favorire la partecipazio-ne dei ragazzi alle attività parrocchiali senza gravare ulteriormen-te sui genitori.

8. Molte sono le famiglie che vivono situazioni irregolari, separa-zioni, divorzi, nuove convivenze, i figli soffrono perché non hannola possibilità di vivere in una situazione familiare serena. Le parroc-chie nella programmazione pastorale devono tenere in giusta con-siderazione anche queste situazioni, mostrando più attenzione neiconfronti dei ragazzi che subiscono la situazione creata dai lorogenitori.

9. Il mondo giovanile ha bisogno di “giocare”, gli impegni semprepiù numerosi, accanto al dovere dello studio non lasciano spazioper il gioco vissuto in semplicità come momento di distensione.La catechesi da sola non basta, ha bisogno di essere sostenuta damomenti ludici. Forte è stato l’invito rivolto alle comunità a cer-care ed organizzare spazi adeguati per offrire ai ragazzi momentidi gioco. In questo la tradizione dell’oratorio va ripresa, accantoall’impegno per un associazionismo ecclesiale, capace di offrireformazione e momenti di incontro anche a livello interparroc-chiale e diocesano. La scelta dell’Arcivescovo, proposta a quasitutte le parrocchie, è quella dell’Azione Cattolica Italiana, chenella nostra diocesi ha una lunga tradizione ed è presente in

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QUARTO VICARIATO - INDICAZIONI PASTORALI

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molte parrocchie. L’associazione offre la possibilità di coinvolge-re i ragazzi già dall’ACR e, insieme all’esperienza oratoriana, puòfacilitare il prosieguo del cammino formativo nel periodo post-cresima.

don Marino Decarovicario zonale

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GENNAIO - FEBBRAIO 2011

DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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DOCUMENTI E VITA DELLA CHIESA DI BARI-BITONTO

6 Al mattino, presso il monastero S. Teresa delle Carmelitanescalze in via Amendola, celebra la S. Messa nella solennitàdell’Epifania del Signore.

7-9 Visita pastorale alla parrocchia Cuore Immacolato diMaria in Bari.

12 Al pomeriggio, presso il Pontificio Seminario regionalepugliese Pio XI in Molfetta, incontra i seminaristi teologi.

13-16 Visita pastorale alla parrocchia Annunciazione in Bari.18 Visita pastorale alla Vicaria perpetua del Policlinico di Bari.19 Alla sera, presso la parrocchia S. Fara in Bari, presiede l’in-

contro vicariale per la conclusione della Visita pastorale alquarto vicariato.

20 Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la festa diS. Sebastiano, patrono della Polizia Urbana.Successivamente, presso l’aula magna del Liceo classicostatale “Q. Orazio Flacco”, incontra i giornalisti nella ricor-renza della festa del Patrono S. Francesco di Sales.Alla sera, presso la Pontificia Basilica di S. Nicola, presiedela veglia ecumenica nella Settimana di preghiera per l’uni-tà dei cristiani.

21 Al mattino, presso la Casa del clero in Bari, presiede lariunione del Consiglio Presbiterale diocesano.Al pomeriggio, presso l’Istituto Tecnico Commerciale“Vitale Giordano” in Bitonto, benedice l’aula multifunzio-ne della scuola intitolata al prof. Pasquale Procacci.Alla sera, nella chiesa di S. Domenico, in Bari, celebra la S.Messa per i giuristi cattolici.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

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22 Al pomeriggio, presso la chiesa di S. Giuseppe nella cittàvecchia, presiede la cerimonia di insediamento del nuovoConsiglio della Arciconfraternita di S. Giuseppe.

23 In Bitetto, partecipa alla festa per la pace organizzatadall’ACR diocesana.Alla sera, nella Pontificia Basilica di S. Nicola, presiede laveglia ecumenica diocesana di preghiera.

24-27 A Roma, partecipa ai lavori del Consiglio Permanente dellaCEI.

27-30 Visita pastorale alla parrocchia S. Nicola in Mola di Bari.31 Al mattino, presso la parrocchia Preziosissimo Sangue in

S. Rocco in Bari, celebra la S. Messa per le esequie del dia-cono Franco Camaggio.Alla sera, presso la parrocchia Redentore in Bari, celebra laS. Messa per la festa di S. Giovanni Bosco.

Febbraio 2011

1 Al mattino, presso il Seminario arcivescovile di Bari, incon-tra l’équipe educativa.Alla sera, presso l’Oasi S. Martino in Bari, incontra i diaco-ni permanenti.

2 Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa per la festa dellaPresentazione del Signore nella Giornata mondiale dellavita consacrata.

3-6 Visita pastorale alla parrocchia SS. Trinità in Mola di Bari.7 Alla sera, in Cattedrale, celebra la S. Messa in suffragio del

prof. Tommaso Crudele.8-10 A Lecce, presiede i lavori della Conferenza Episcopale

Pugliese.10-11 Visita pastorale alla parrocchia S. Maria di Loreto in Mola

di Bari.14 Al mattino, in Cattedrale, celebra la S. Messa per le esequie

della madre sig.ra Laura Polignano ved. Cacucci.

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DIARIO DELL’ARCIVESCOVO

19 Al mattino, presso l’aula “Mons. Nicodemo” in Bari, parte-cipa alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziariodel Tribunale Ecclesiastico Regionale.

20 Al mattino, presso la parrocchia S. Maria Maggiore inGioia del Colle, celebra la S. Messa per l’ordinazione sacer-dotale di don Rosario Tambaro.Alla sera, presso la parrocchia S. Maria delle Vittorie inBari, incontra le famiglie dei ragazzi dell’iniziazione cri-stiana.

21 Alla sera, presso la parrocchia S. Nicola in Bari-S. Spirito(Quartiere Catino), guida il cineforum.

22 Alla sera, presso la Casa del clero in Bari, presiede la riunio-ne del Consiglio pastorale diocesano.

23 Inizia la Visita pastorale alla parrocchia SS. Rosario inMola di Bari.

24 Al mattino, nella cripta della Cattedrale, celebra la S. Messacon i canonici del Capitolo metropolitano primaziale perla nomina del nuovo canonico mons. Carlo Colasuonno.A Capua, presso la chiesa di S. Caterina, tiene la relazioneal Convegno diocesano su “Educare alla vita buona delVangelo”.

25-27 Visita pastorale alla parrocchia SS. Rosario in Mola di Bari.28 Al pomeriggio, a Martina Franca, presso la Fondazione

“Nuove Proposte”, tiene la lectio magistralis “Sacra Scritturae mistagogia in alcune lettere di san Pio da Pietrelcina” ericeve il premio “Margiotta-Nicodemo” per gli studi delleistituzioni religiose. 173

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ANNOTAZIONI

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Bollettino DiocesanoArcidiocesi di Bari - Bitonto • Largo S. Sabino, 7 • 70122 BariArcivescovado: Tel.: 080 5214166Curia Metropolitana: Tel.: 080 5288111

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Anno LXXXVII n. 1 Gennaio - Febbraio 2011

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Registrazione Tribunale di Barin. 1272 del 26/03/1996Spedizione in abbonamento postalecomma 20/c art. 2 L. 662/96Filiale di Bari