Basketville #22 - 19 ottobre 2009

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Torna grande la Benetton. Con molte facce giovani Treviso, Linea verde Lega Donne: parla il presidente Panza Tutta la Serie A Il basket inglese n.22 - 19 ottobre 2009

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Dai playground ai playoff. L'e-magazine italiano di basket.

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Torna grande la Benetton.Con molte facce giovani

Treviso,Linea verde

Lega Donne: parla il presidente Panza

Tutta la Serie AIl basket inglese

n.22 - 19 ottobre 2009

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Per larga parte della passata stagione, nonostante le voci sempre più insistenti, non riuscivo a credere che la Fortitudo potesse trovarsi in acque così agitate di classifica ma poi ancora più tempestose sotto il profilo economico. Sbagliavo le previsioni, ma si stavano verificando giochi così al limite dell’incredibile da rendere forse impossibile capire prima quello che stava accadendo. E anche oggi, il “gioco” al massacro, autolesionistico di Gilberto Sacrati appare qualcosa di assurdo e grottesco, non fosse che riguarda purtroppo una società storica e un pubblico evidentemente fedele come pochi.La Fortitudo dopo Seragnoli non ha avuto fortuna. Quando la rilevò da Martinelli, Sacrati disse che l’aveva salvata appena in tempo e che era ad esempio riuscito a bloccare il trasferimento di Belinelli a Roma. Con il senno di poi, penso di poter affermare che Martinelli peggio di Sacrati non sarebbe riuscito a fare, ma ammetto di conoscere molto più il primo del secondo.Con Sacrati che continuava ad illudere il suo pubblico e probabilmente anche se stesso, la Fortitudo è retrocessa clamorosamente in Legadue e poi non è riuscita ad iscriversi, scivolando (o magari aggrappandosi) in A dilettanti dove il paradosso odierno è che i successi di una squadra fortissima passano in secondo piano rispetto alle nubi sempre più scure sul destino del club, inadempiente per la gestione del PalaDozza e ora in attesa della rivalsa del Comune felsineo che di tasca sua ha dovuto pagare fior di milioni di Euro all’Istituto per il Credito Sportivo (alla cui Direzione c’è fra l’altro una persona che conosce benissimo, per passione personale, le realtà del basket bolognese: la Dottoressa Candida). A cosa si arriverà e i che tempi non è facile da dire. Più semplice, logico, ovvio sarebbe impedire che Gilberto Sacrati resti alla guida del club: non perché possa combinarne di peggio, ma perché ne ha già commesse tante da non ritenere più “normale” che se ne stia dov’è.Abbia un minimo di dignità, per una volta, e dica l’unica verità che gli si vuol sentir dire: «Me ne vado».

Scegliendo la foto per l’articolo su Scavolini Spar-Monte Paschi sono rimasto colpito dai larghi vuoti del palasport marchigiano. Costruito in epoche più ambiziose per Pesaro, eppure riempito anche in tempi di vacche magre. Che sia un fatto momentaneo locale, è cosa probabile. Che però gl spazi larghi coincidano con la gara contro lo squadrone del campionato lascia intendere, o conferma, che in questi periodi il tifoso non particolarmente accanito non è attratto nemmeno dall’idea di vedere una gara dall’esito scontato ma che pure propone gli avversari più forti e spettacolari, quelli che in altri tempi avrebbero chiamato assai più gente a tifare “contro”. Siamo alle solite e ci ripetiamo: un campionato così squilibrato piace poco, ma le colpe sono tutte degli altri e nessuna di Siena. Alla quale, per intanto, auguriamo un fortunato cammino europeo. Come alle altre italiane, che però alla Final Four non ci possono minimamente pensare.

Il disastro Sacratie i vuoti a Pesaro

l’E-ditoriale

Franco Montorro [email protected]

www.basketville.itNumero 22 – 19 ottobre 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

www.basketville.itè una testata registratapresso il Tribunale di Luccae di proprietà diMedia dell’Otto s.r.l.Via delle Ville, 1140/A55100 LuccaTelefono +39 3202 119 119E-mail: [email protected]

Progetto GraficoAppuntoVia Caduti per la Patria, 4720050 Lesmo (MI)Telefono e fax +39 039 596724www.appuntoweb.com

FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

Autorizzazione del Tribunale di Luccanumero 894 del 16 marzo 2009

di Paolo Corio

Qui Milano 71A chi gli faceva notare quanto la squadra si fosse “nascosta” ai tifosi in precampionato, il presidente Proli rispondeva durante la presentazione ufficiale che un roster tanto rinnovato aveva bisogno di lavorare in tranquillità - lontano da tutto e da tutti - prima di mostrarsi agli occhi dei suoi sostenitori. Idea rispettabilissima, ma nella cui logica l’AJ avrebbe dovuto giocare questo match in campo neutro, a qualche centinaio di chilometri da Milano. In altre parole, tutto appare ancora come un cantiere aperto e i quintetti sperimentati da Bucchi - così come accaduto a Varese - mettono a nudo ancora tante incertezze riguardo a ruoli e gerarchie. Curiosamente, poi, i due lituani - gli ultimi ad aggregarsi al gruppo - non paiono certo i più spaesati della compagnia: abile Maciulis (nella foto) a imbavagliare il temuto Jackson nella prima parte del match, abilissimo Petravicius a

trovare spazi e canestri nell’area colorata nel primo quarto (lì 10 dei suoi 14 punti) prima di essere disinnescato... dallo stesso Bucchi, che lo cambia per un Rocca tanto inconsistente (4 punti e 0 rimbalzi in totale) quanto falloso (subito due lampadine accese in 3’30”, tre all’intervallo con soli 4’15” sul parquet). E con Rocca non brillano certo nemmeno gli altri della vecchia guardia: in affanno difensivamente Mordente, impalpabile Bulleri (2 punti in 17’ per un -2 di valutazione), a sprazzi un Hall che si vede in attacco quasi solo per le due triple della terza frazione, ma che aggiunge 7 rimbalzi difensivi ai 10 punti a referto. Alla fine, a far portare a casa il risultato all’AJ sono allora soprattutto il mono-dimensionale Acker (14 punti e 5 assist in attacco, troppe distrazioni in difesa) e un Finley non sempre sicurissimo in regia ma capace di 11 punti, 8 assist e persino 5 rimbalzi in 29’. In particolare, a giovare all’Olimpia è la freddezza dei due dalla lunetta: è infatti il loro 6/6 finale ai liberi (4 di Finley e 2 di Acker) a determinare l’ultimo break di Milano (da 65-66 a 71-66) negli ultimi due giri di lancetta.

Qui Ferrara 66E’ vero: Jackson viene imbavagliato dalla difesa milanese in una serata comunque storta al tiro (0/5 da due, 3/7 dalla lunga), ma a Farabello basta piazzarsi nell’angolo per trovare le triple giuste nei momenti topici del match e Grundy (23 punti in 32’) deve solo scegliere se penetrare da destra oppure da sinistra, tanto nessun milanese gli impedirà mai davvero lo scivolamento a canestro. Sarà forse per festeggiare il 350° incontro della storia del club ferrarese... fatto sta che la difesa dell’AJ fa non pochi regali a una Carife che però da una parte contraccambia sotto il suo tabellone e dall’altra non pare mai davvero convinta di poter celebrare l’evento con una vittoria corsara al Palalido. Avanti di mezza incollatura all’intervallo (39-40), ancora perfettamente in partita alla terza sirena (56-54), gli uomini di coach Valli non riescono soprattutto a concretizzare i due match-ball psicologici rappresentati dalla tripla di Jackson (61-63) e da quella di Farabello (65-66) negli ultimi minuti: potrebbero saltare i nervi all’AJ, saltano invece i meccanismi offensivi di Ferrara.

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Serie A

Ancora più ombre che luci per Bucchi. Per Ferrara, finale in affanno

AJ cantiere aperto

di Silvano Focarelli

Qui Treviso 92Verde come le maglie ma anche come lo spirito di questa Benetton sbarazzina, che prima va a vincere su uno deisuoi campi tabù, Cantù, e poi mette sotto anche una delle aspiranti alla finale facendo a meno di Andrea Renzi (crociato rotto, addio stagione) e di chi avrebbe dovuto sostituirlo tatticamente, Jasmin Hukic. Un primato ovviamente che dopo due turni dice nulla, Vitucci preferisce dire di essere a punteggio pieno ma di certo indicativo dello spirito con il quale sta crescendo questa squadra, l’unica che ha veramente il coraggiodi lanciare i giovani, facendoli giocare e non solo iscrivendoli a referto. Spesso Treviso ha in campo un tris di ragazzi come Gentile (nemmeno 17 anni), De Nicolao (18) e Motiejunas o Sandri (19), del resto il progetto in Ghirada quest’anno è chiaro e dichiarato. A proposito di Gentile,sabato il confronto con Nando è finito dopo neanche 7 minuti perché il papà ha pensato bene di farsi cacciare dal campo. Alessandro(nella foto) c’è rimasto molto male, c’era tutta la famiglia a vedere la partita e lui, molto attaccato al genitore, che ricorda per alcuni atteggiamenti (i due hanno esordito entrambi a Cantù e più o meno alla stessa età), avrebbe voluto una sfida diversa. Gli resta la soddisfazione di averlo battuto: per uno che ha iniziato l’altro giorno non è poco.

Qui Roma 85Primo test match e prima delusione. Tanto Jabeer e poco da troppi altri: il pacchetto di lunghi che avrebbe dovuto se non spazzar via almeno prevalere su quello di Treviso,pesantemente menomato, non è riuscito nell’intento, anzi spess oha subito fisicità ed aggressività ed allora non si può pensare di vincere con un uomo solo, sia pure fantastico, come l’Ibby di questo inizio campionato. Poi Gentile, e francamente non sicapisce perché, è andato immediatamente in tilt, un nervosismo che un po’ ha contagiato i suoi giocatori, sempre in partita,capaci di recuperare da -14 e di giocarsi

la gara allo sprint ma mai realmente in grado di dimostrare di saper cogliere il successo. L’assenza di Vitali non può essere una giustificazione, una Lottomatica un po’ molle in difesa, non sempre concentratissima, con qualche problema sotto i ferri e qualche dubbio che ronza, ad esempio il rendimento degliesterni che non si chiamino Jabeer, fantastico anche per come sa far girare la squadra, i suoi pick and roll sono stati una delizia per gli occhi anche dei tifosi casual. Ma qualcuno chegli dia una mano non l’ha trovato, a tratti Datome, Winston (solo nella ripresa) e Hutson ci hanno provato ma oggi per passare al Palaverde contro la Benetton più sbarazzina di sempre ci vuole una prova di grande carattere e soprattutto un rendimento collettivo che Roma in questo momento forse non è in grado di offrire.

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Serie A

Benetton sbarazzina, Roma troppo legata a Jaaber

Treviso, Young Men

di Franco Orsi

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Serie A

Qui Biella 79Campo tradizionalmente ostico per la Virtus, anche nel nuovo palasport, quello biellese continua ad essere un fortino inespugnabile per le Vu nere, merito di un Angelico che ha disputato l’intera gara con la convinzione e la certezza di essere un gruppo soldido e già consolidato nonostante gli obbligatori movimenti di mercato che hanno trasformato ancora una volta la squadra di Bechi pur senza interventi profondi sul Dna che quello

appunto di un gruppo omogeneo e ben distribuito sul campo. La partita è stata combattuta, incerta fino all’ultmo giro di lancette, certamente decisa per i piemontesi dalla freddezza di Jones dalla lunetta: un 6 su 6 che ha consolidato e poi mantenuto un minimo vantaggio, dopo uno scoppiettante 1-2-3 nelle triple con lo stesso Jones, Smith e il volitivo Aradori. Jones e Smith sono stati i migliori, ma da non sottovalutare il contributo di uno Schultze mai così compreso nella parte di gregario di lusso (e di sostanza). Conclusioni di Bechi: «Non era facile attaccare i cambi difensivi della Virtus, noi siamo stati solidi soprattutto quando non ci siamo fatti condizionare dai parziali subiti. Jones? Importante, ma la vittoria è sempre del gruppo»: quando ha spirito e questa è ancora una volta una Biella con anima

Qui Virtus 76Sì, le assenze in casa Virtus pesano perché Collins avrebbe dato maggiore linfa all’attacco e Koponen permesso di allungare le rotazioni, mentre su Moraschini, in panchina per tutta la gara d’esordio, ci sono tanti complimenti ma non la controprova che possa già essere decisivo. Pure i un campionato dove altrove, vedi Treviso ma anche la stessa Biella con Chessa, i ragazzi anche finora più anonimi del bolognese li fanno giocare comunque. La Virtus parte bene e tiene botta, vincendo il duello a rimbalzo e perdendo per dettagli. L’ultima palla sprecata da Vukcevic sul -3 è stata solo la (in)degna conclusione di un quarto quarto in cui Bologna ha sprecato più del lecito, sprecando a più man le occasioni dl raid corsaro. Hurd decisamente un gradino sopra gli altri, in un complesso che lo stesso Lardo ha ammesso debba lavorare per ritrovare fiducia nel tiro: «Non stiamo segnando come potremmo, vedremo di dare equilibrio al gioco anche se è ovvio che paghiamo le assenze soprattutto in attacco». Poi, una confessione-conferma: «Non abbiamo una punta nei momenti delicati e allora dobbiamo cercare di migliorare tutti nell’equilibrio del gioco».penalizzazione non lasciano moltissime speranze. Vedremo probabilmente la vera Napoli solo fra un paio di mesi. Intanto nella prossima giornata ci sarà per la Martos il primo derby della stagione, in casa, contro Avellino. La lotta per la salvezza incomincia da domenica.

Jones senza paura dalla lunetta, Virtus in calando e confusa nel finale

Biella con anima

di Giacomo Di Nunzio

Serie A

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Qui Teramo 84Reduce dalla bella ma sfortunata prova di Ferrara, dove peraltro a detta di molti Carife e Tercas hanno messo in mostra la migliore pallacanestro del turno di esordio, la squadra di Capobianco ha faticato solo per un tempo contro Varese per poi involarsi per un successo che fa morale. La chiave del successo teramano è nella difesa alternata, che tiene gli avversari sotto i 60 punti (solo 23 nella ripresa). Un piccolo capolavoro di alchimia cestistica che disorienta le bocche da fuoco avversarie e che dà poi il “la” per un attacc che è ispirato da un Poeta in serata di grazia: con 10 assist e altrettanti punti, più un lavoro prezioso indefinibile solo con i numeri. Utilizzatori finali, se si può ancora dire scherzando, del prezioso lavoro di Peppe in regia, soprattutto Hoover e Jones, ma anche Thomas (nella foto) ci mette del suo vicino canestro. «Sono contento per l’approccio in questa prima gara in casa», ha detto Andrea Capobianco, «perché ci siamo allenati poco insieme. I ragazzi, però, sono stati straordinari. Difensivamente èabbiamo lavorato in maniera super. Adesso dobbiamo rimanere con i piedi in terra, ma l’unità

mostrata dai ragazzi mi fa davero ben sperare per il futuro».

Qui Varese 58Il successo con Milano è stato evidentemente illusorio, perché nemmeno sette giorni dopo la squadra è precipitata in una pericolosa abulìa, con la coppia regina di Masnago - Childress e Slay – snza verve. Il resto della squadra, si sapeva, non è da corsa o da combattimento in tutti i suoi elementi e quando il “vecio” Galanda spende gli ultimi spiccioli della sua immensa classe gli altri si trovano con un borsellino vuoto di idee e soprattutto di punti. In conferenza stampa, Stefano Pillastrini non si è presentato certamente con il sorriso a 32 denti: «Complimenti a Teramo che ha giocato una gara di alto livello. Noi nel primo tempo abbiamo giocato bene madopo l’intervallo, abbiamo preso un break che ci è stato fatale. Teramo ha preso fiducia ed ha vinto.Per noi non cambia niente, sapevamo che avremmo dovuto faticare in ogni gara e così è stato. Andiamo avanti con tranquillità, con il nostro lavoro». Insomma, non è stat un trionfo con Milano, non deve essere una disfatta con Teramo. Solo occasioni di riflessione.

La gara dura solo un tempo, poi sono solo degli assolo abruzzesi

Teramo vola alto

di Francesco Tadei

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Serie A

Qui Pesaro 67Ha ragione Dalmonte quando afferma che «Bisognerà verificare i tempi di recupero di Williams, a seconda di quelle risposte valuteremo e prenderemo una decisione prima che possa essere troppo tardi». Tanto più oggi in una partita che ha mostrato la mancanza di un centro capace

di giocare pickandroll. Allred è apparso ancora fuori dai giochi, in compenso la parte del leone l’ha fatta Shaw, per lunghi tratti migliore in campo. Ma i problemi di Pesaro non sono tutti lì, ha sorpreso infatti la “tassa Sakota”, sempre in difficoltà nelle scelte e in difesa. Vista così sembrerebbe una partita da dimenticare in fretta, invece i Dalmonte boys’ hanno mostrato un gran carattere e una capacità di reazione importante, hanno saputo attaccare bene la zona nonostante un inizio in cui Siena non faticava nemmeno per segnare. Guidata da un ottimo Marques Green e supportato da un Hicks comunque impreciso, per ben due volte la Scavo ha visto un solo punto di svantaggio nel terzo periodo. Poi le energie sono scemate e la maggiore freschezza della Mensana ha fatto il resto. «Ce n’è per guardare con ottimismo al futuro consci di dover lavorare ancora molto» ha chiosato infine il coach imolese. Sperando di non ritrovarsi di ritorno dalla trasferta di Treviso con la terza sconfitta nel borsone.

Qui Siena 80E così anche Siena ha avuto il suo allenamento serio in vista dell’imminente Eurolega, e ha pure dovuto lottare: ha chiesto a Lavrinovic di attaccare forte dal post basso, alzare il volume della difesa e ha dovuto richiamare i punti di riferimento che solo Stonerook e Mc Intyre sanno dare quando si cercano sicurezze. Ne è venuta fuori una partita dai due volti per gli uomini di Pianigiani. Un primo tempo in cui tutto riusciva e Stonerook faceva quel che voleva del suo avversario diretto, propiziando un notevole 100% da due punti in cui si raggiungevano anche le dodici lunghezze di vantaggio. Un secondo tempo in cui l’orgoglio di Pesaro ha preso alla sprovvista Zisis – il greco (nella foto) è parso in grossa difficoltà assieme ad Eze battuto da Shaw nel confronto diretto – e compagni, in difficoltà dalla salita di tono della Scavolini che ha fatto vacillare e messo in difficoltà l’armata verde. «Una squadra come la nostra, che cerca di raggiungere certi obiettivi, non può permettersi di abbassare la guardia e far rientrare una squadra orgogliosa come Pesaro: avevamo pensato a difendere sul pickandroll, cercando di coprire il tiro da fuori di Sakota e ci stavamo riuscendo. Dovevamo sfruttare di più i mismatch» dirà Pianigiani, comunque soddisfatto per aver recuperato tutti, compresi Mc Intyre e Ress annunciati acciaccati in settimana. Altro segnale positivo la capacità di andare dagli uomini giusti al momento giusto, un “vizio” che non guasta mai.

Scavolini Spar a lungo in gara contro i tricolori. Caso Williams: si va verso il taglio?

Siena, buon allenamento

di Mauro Gallucci

Serie A

Qui Montegranaro 86 Finisce in gloria, a Porto San Giorgio, per una Sigma che conferma, dopo l’esordio a Bologna, la sua natura di squadra da combattimento, mai doma. Partiamo per una volta dalla fine, con Maestranzi che a quattro secondi scarsi dalla sirena del rompete le righe sbloccava la situazione di equilibrio e provocava l’immediato time out per mosse e contromosse. Secondo le disposizioni di Sacripanti, pallone incandescente a Ere che tira e manda la palla a danzare sul ferro per poi uscire. Fosse entrata, sinceramente, Caserta non avrebbe rubato nulla: è il bello del basket, come ammettono anche gli sconfitti. Sigma sempre in testa alla fine di ogni quarto, con un Hite davvero tuttofare e davvero il titolo di MVP dell’incontro è un mosaico fatto di tessere di capacità e specialità diverse, ripresa e sorpassata nel terzo periodo e poi lanciata verso un’apparente facile vittoria sull’81-71- Vantaggio illusorio con il successivo 10-0 di parziale Pepsi oi sugellato da una straordinaria bomba di Jones per l’84 pari smosso solo da Maestranzi. Alla fine, Frates (nella foto) stanco

ma soddisfatto: «Gran gioco fra le due squadre e siamo solo alla seconda giornata, benissimo così».

Qui Caserta 84Anche Sacripanti ha di che essere orgoglioso della prestazione dei suoi, pur dichiarando una lamentela precisa: «Troppe palle perse nel primo periodo», errori che ovviamente hanno lasciato il segno. La Pepsi ha avuto quattro uomini in doppia cifra (Di Bella, Koszarek, Doornekamp e Michelori rispettivamente con 13, 13, 12 e 15 punti) e ha tenuto botta sia nelle percentuali di tiro che a rimbalzo, con cifre non dissimili da quelle rivali. Ma Sacripanti deve ancora lavorare sulla fluidità offensiva e sperare in una minore discontinuità dei suoi americani soprattutto quando da loro ci si aspetta un po’ più di leadership. Ma in questo momento sono sinceramente dettagli, dopo una gara come detto aperta e che la formazione campana avrebbe anche potuto vincere dopo aver avuto il merito di non rassegnarsi alla sconfitta quando ormai sembrava imminente e non più rimediabile. Alla prossima, con un Caserta-Milano di antichi ricordi.

E’ suo il canestro allo scadere di una gara ad elastico

Maestranzi thriller

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di Michele Protonotaro

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Serie A

Qui Napoli 58Se il Direttore, uomo di mondo, ce lo consente, vorremmo liquidare in poche righe lo spazio dedicato ad una formazione inesistente ed esposta alla seconda figuraccia consecutiva in campionato. Una formazione grottesca, che in settimana vedrà l’inserimento ancora più grottesco di Damon Jones e che intanto ha perso la stima di tifosi (oltre 2000, nonostante tutto, ma molto chiari nell’esprimere disappunto e dissenso per la costruzione di questa squadra) e addetti ai lavori. Noi per primi. Di altro da dire sulla Martos non c’è, scusate. Se non sperare, ma è esercizio al quale qui sul Golfo nessuno voleva più ricorrere, nel post Maione e dopo gli entusiasmi estivi successivi al trasferimento da Rieti. Già, trasferimento di che cosa? Oltre al titolo dei patemi che hanno caratterizzato gli ultimi tempi del club laziale? A Napoli, allora, si sentono beffati. Come dare loro torto? La risposta a Gaetano Papalia.

Qui Avellino 82Seconda vittoria di fila e primo posto in campionato

in coabitazne con le due altre corazzate biancoverdi, le ben più blasonate Siena e Treviso. Niente male per la formazione di Cesare Pancotto, che nel derby che... non c’è ha preso subito il largo chiudendo di fatto l partita all’intervallo sul più sedici e rientrando dagli spogliatoiper affrontare una gara in tutta scioltezza. Un utile galoppo in vista della gara di domenica prossima a Roma: una trasferta impegnativa che l’Air saprà però affrontare con la consapevoleza di poter giocare le proprie chanches. Punteggi abbastanza ben distribuiti nel complesso irpino e dunque anche difficile attribuzione del titolo di MVP: diciamo che lo possiamo dividere fra Dylewicz e Brown senza fare torto a nessuno, ma semmai segnalando le buone cose messe in mostra anche da Lauwers – nella foto, sempre prezioso nel nostro campionato – e Szewzyk, altro polacco che ci mette buona lena e che da sotto è una macchina. Pensiero finale per Cesare Pancotto: che si goda la meritata serenità, dopo un anno a Bologna in cui sembrava colpevole anche delle nefandezze altrui. Ma il tempo è galantuomo.

Avellino passa a Napoli, ma contro una squadra inesistente

Ma quale Derby?

di Alberto Mantovani

Qui Cremona 103Nell’inedito derby al vertice, i locali si mangiano milel volte le mani per nn essere riusciti a gestire un vantaggio che sembrava davvero inattaccabile (16 punti), prima di un prolungato blackout diventato doloroso per le mazzate alternate di Mazzarino e Jeffers. Cioppi (nella foto) ha di che lagnarsi, senza dubbio, proprio per quel cumulo di banali errori e di scarsa capacità nel gestire il ritmo che hanno consentito la rimonta canturina e poi il sorpasso nel supplementare. Difetti di amalgama, non enormi ma pericolosi in prospettiva, perché in chiave salvezza la gara con la Ngc era di quelle da vincere anche senza convincere. Insomma, poteva essere una Cremona brutta, sprca e cattiva. Alla fine, è stata la cattiveria a mancare alle matricole e qualche vecchia volpe avversaria ha saputo approfittarne. Così ha commentato la gara Matteo Formenti, il capitano: «Dobbiamo pensare prima alla difesa e poi all’attacco. Oggi poi abbiamo accusato un calo psicologico, pensavamo di aver vinto la partita e abbiamo commesso un grave errore di presunzione. Ci sono delle cose da rivedere, le buone percentuali sono calate quando ne avevamo più bisogno, ma ripeto che occorre avere maggior equilibrio in difesa». Nota doverosa: il palasport di Cremona è stato intitolato a Mario Radi, che della Juvi è stato creatore, nonché storico dirigente e appassionato di basket.

Qui Cantù 104Sofferenza a palate nella parte centrale del match, dopo un bel’avvio, ma parziale di 25-11 nell’ultimo quarto e poi vittoria di misura all’overtime. Notizie confortanti per Trinchieri anche in attesa del match di sabato contro un altrettanto volitiva e garibaldina Montegranaro. Il tiro della vittoria è stato di Green, serafico nell’ammettere: «Non ho pensato a niente di particolare, solo di prendere un buon tiro e di avere fiducia nella possibilità di segnarlo». Fiducia chead un certo punto sembrava essere mancata a Trinchieri: «Ad un certo momento ho contato undici tiri da tre su dodici Una

cosa del genere avrebbe ammazzato un elefante, invece siamo rimasti concentrati, un bel segnale. Abbiamo rialzato la testa lavorando in difesa, costringendoli ad un palleggio in più e non ad un passaggio. Una chiave di certo è stata difesa di Jeffers su Bell. Poi, stata la qualità del nostro attacco».

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Serie A

La Vanoli dilapida 16 punti di vantaggio poi crolla

Cremona disfa, Cantù ringrazia

di Luca Bolognesi

Perde pezzi il gruppo di testa del girone A della serie A dilettanti. E d’altra parte non poteva essere altrimenti visto che questo weekend, a Riva del Garda, è andato in scena il big match della quarta giornata tra la Cartiere Riva e la Vemsistemi Forlì. Alla fine di una partita emozionante ed equilibrata sino all’ultimo tiro l’hanno spuntata i romagnoli per 81-79 con Luca Bertolini (Garda) che all’ultimo respiro ha sbagliato un libero per tentare di catturare il rimbalzo e tentare il clamoroso pareggio.MaMassimo Farioli (nella foto) , ala-centro di Forlì è andato più in alto di tutti.

Così Forlì detta il passo ancora a punteggio pieno. Otto punti dopo le prime quattro giornate, appaiata alla corazzata Fortitudo che ha prevalso in una partita combattuta contro Castelletto. Il break decisivo per i bolognesi è arrivato nel secondo quarto dominato con il punteggio di 18-9 rimettendo davanti i giocatori di Finelli che avevano chiuso il primo quarto sotto per 22-17. Nota di merito va sicuramente a Silvio Gigena che con 20 punti e 12 rimbalzi ha segnato la sua doppia-doppia personale ed è stato mattatore del match.

Alle spalle delle due capolista si forma quindi un terzetto con Garda sconfitto da Forlì, Pentagruppo Ozzano e Tezenis Verona. La squadra emiliana ieri si è imposta su JesoloSandonà Bk con il rotondo punteggio di 94-74. Non c’è mai stata realmente partita con il primo tempo chiuso sul 53-28 che ha poi lasciato spazio ad un lieve quanto ininfluente recupero dei veneti che rimangono ancora a 0 punti in fondo alla classifica. Per l’Ozzano ottima prova per Roberto Prandin (23 punti) e per Davide Rosegnoli che, partito dalla panchina, ha messo a segno 16 punti aggiungendo 7 rimbalzi alla sua prova.

Tiene il passo delle inseguitrici anche la Tezenis Verona che sabato è riuscita a sbarazzarsi di Fidenza solo dopo un tempo supplementare. La partita si è infatti chiusa sul punteggio di 65-65. L’allungo decisivo nell’extratime è arrivato grazie ai canestri di Silvestrucci, Ferrarese e i liberi di Gori. Ottima comunque la prova corale, e

soprattutto difensiva di Fidenza che è riuscita a contenere Gueye a soli 5 punti, bloccato dai falli.

Scendendo la classifica, a 4 punti troviamo Paffoni Omegna che questo weekend ha però riposato e dunque ha una partita in meno, Brescia Leonessa, l’Acegas Aps Trieste e Bitumcalor Trento. I lombardi sono andati a vincere sul campo di Treviglio una partita mozzafiato per 76-75. Prestazione superlativa di Musso che ha messo a segno 30 punti, ma canestro decisivo siglato dall’ala classe ‘89 Nicholas Crow.

L’Acegas Aps ha battuto Osimo 81-74 grazie ai 20 punti di Dennis Bocchini entrato dalla panchina (57 percento da tre). La squadra trentina si è invece sbarazzata dell’Agricolagloria Montecatini per 71-63 lasciando la squadra toscana ultima a 0 punti con Jesolo e Castelletto.

Solo Fortitudo e Forlì a punteggio pieno nel Girone ALa Via Emilia

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A Dilettanti

di Luca BolognesiAnche il girone B della serie A dilettanti vede due squadre davanti a tutte a dettare il passo a punteggio pieno. Sono Fmc Ferentino e Etika e Solsonica Palestrina.

La squadra della provincia di Frosinone nel weekend ha superato San Severo con il punteggio di 73-60 relegando gli avversari, che con una vittoria avrebbero agganciato Ferentino, al centro classifica. Laziali avanti di 10 alla fine del primo tempo ed in controllo del match nel secondo con un’ottima prestazione di Ignazio Ochoa (nella foto, 19 punti e 50% dal campo).

Gli arancio verdi di Palestrina si sono imposti sul campo della Publisys Potenza, rimasta così ancora ultima a 0 punti in classifica, per 77-71. Partita più

equilibrata del previsto in Basilicata con i padroni di casa che hanno pareggiato il primo quarto per 17-17 e sono poi volati via nel secondo e nel terzo racimolando un vantaggio di 10 punti a 10 minuti dalla fine. Non c’è stato nulla da fare però perché l’ultimo quarto della capolista è stato incredibile con 33 punti realizzati e soli 17 subiti.

All’immediato inseguimento del duetto di testa ci sono la Liomatic Perugia e l’Assi Basket Ostuni, entrambe a 6 punti, ma con risultati contrastanti nell’ultima giornata. Se infatti Ostuni si è imposta facilmente contro l’Adriatica Industriale Ruvo per 70-49 (partita praticamente chiusa nel primo quarto con un vantaggio accumulato di 18 punti), Perugia ha perso contatto con le prime in classifica uscendo sconfitta dall’insidiosissimo campo di Barcellona. Lì la Sigma, ora a 2 punti ma con una partita in meno, si è imposta per 69-61 limitando per gran parte l’attacco degli umbri, tutti tenuti sotto la doppia cifra eccezion fatta per Davide Poltroneri (14 punti). Per i siciliani invece un’ottima prestazione corale che fa ben sperare per il proseguio del campionato (anche le prossime due partite saranno in casa per i giallorossi) con 5 giocatori mandati in doppia cifra.

Nelle altre partite della giornata Trapani ha battuto Matera per 76-66. Grande prestazione di Walter Santarossa (21 punti e 7 rimbalzi) per i siciliani che ora hanno raggiunto la squadra della Basilicata a 4 punti, al quinto posto in classifica. A 4 punti c’è anche Agrigento che si è imposta per 74-69 sul campo di Molfetta in una partita decisa nell’ultimo quarto dai siciliani che, partiti sotto di tre punti, si sono imposti al termine grazie ai 22 punti di Emiliano Paparella ed il suo 6 su 8 dalla lunga distanza. Con questa sconfitta Molfetta rimane ancora a 0 punti e condivide l’ultima posizione con la Publisys Potenza. Sempre al quinto posto troviamo anche la Consum.it Siena che nell’ultima partita del weekend per il girone B ha battuto Sant’Antimo in trasferta per 83-71 grazie alle prove di Daniele Casadei, Gianluca Tomasiello e Davide Andreaus autori rispettivamente di 17, 14 e 16 punti.

Ferentino e Palestrina coppia regina nel gruppo B A tutto Lazio

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A dilettanti

di Franco Montorro

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Caro Claudio, così, direttamente, senza titoli, ricordo che quando visitai per la prima volta la sede del suo gruppo fui colpito in positivo dall’assoluto stravolgimento del concetto di luogo di lavoro come ambiente standard. Nulla di scontato in quelle stanze, anzi: tutto di innovativo, soprendente, a tratti geniale, con forti richiami ai rapporti con numerosi artisti moderni.Significativo, anche, del suo carattere e della sua predisposizione a intraprendere ogni attività con slancio e senza timore di pregiudizi per la rottura di un qualsiasi schema.Così è stato nel basket, perché tutto si può dire della sua presenza nel nostro mondo tranne che la sua figura passi o resti inosservata a lungo, che da lei non arrivi una proposta o una tirata d’orecchie, un’idea nuovissima o una serie di tuoni contro qualcuno. Manna dal cielo per una stampa sempre troppo presa e oppressa dalle sole cronache di gare e conferenze stampa.Glielo dico con la massima sincerità: al di là della forma e a volte della sostanza tutta la nostra pallacanestro avrebbe bisogno di uomini battaglieri come lei.Certo, non posso dire di aver sempre condiviso le sue cause e fra queste quel sottile o spesso, dipende, sentimento di antipatia nei confronti della stampa, che – tornando alla sede del suo gruppo – mi sembrava mirabilmente espresso da quel bagno tutto foderato

di carta di giornali. Opera di un’artista donna dell’ex Jugoslavia, mi pare di ricordare, che voleva significare come quello che scrivevano i giornalisti fosse tutta m... Basta riderci sopra, ma soprattutto pensare che se non è vero quello che è rappresentato in quell’ambiente, non è nemmeno immaginabile allora pensare ai dei tappeti fatti con lo stesso concetto.In conclusione, lasciando perdere il suo rapporto con certa stampa, le si deve una cosa: l’ammissione che la Virtus c’era prima di lei e ci sarà anche dopo, ma senza di lei forse non ci sarebbe più o non sarebbe certo questa. Che però, accetti l’unico consiglio che ci sentiamo di darle, andrebbe considerata sì come un elemento in cambiamento, ma pur sempre legata ad un concetto di virtussinità che se molti interpretano in maniera diversa dal suo – e non ci interessa qui e ora come si manifestano le differenze – questo accade non per immobilismo ma per forza di una tradizione che è alla base del mito delle Vu Nere. La virtussinità è fatta anche di approvazione o di mugugno, ma il tifoso medio (la maggioranza) non sopporta principalmente due cose: la confusione dentro e intorno alla Virtus e il non essere riconosciuto come una sorta di azionista. Insomma, se non riconosce la Virtus e non si riconosce nella Virtus. Basta poco per accontentarlo. Anche solo a parole, magari non dette.

Non ha bisogno di consigli il proprietario virtussino. Ma noi osiamo lo stesso

Caro Claudio Sabatini...

Lettera aperta

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BAGS MANIA EASTPAK MADISON

SNEAKER CORNER CONVERSE TOUCH ME L’ennesimo modello di Chuck Taylor? Non proprio. Prova a sfregarle, non uscirà il genio ma un tocco di colore che non guasta mai. Le nuove Converse Touch Me assumono nuance differenti al tocco della mano o al cambiare del tempo, una magia possibile dalla tintura termoreattiva che le riveste. Sette le varianti di colore per le All Star cangianti, che diventano 14 con le relative sfumature: dal rosa al fucsia, dal profondo blu all’azzurro tenue.

di Davide Cerruto - Appunto

Il GG7 di Molten è uno dei palloni più tecnici mai concepiti: 12 pannelli, rivestimento interno in nylon, camera d’aria in butile. Ma a renderlo speciale è la tecnologia dual cushion a doppia imbottitura: sui polpastrelli scorre un feeling di morbidezza e fluidità e palleggiare diventa un piacere. Non per niente è il pallone ufficiale della Lega Serie A e della Legadue.

La mitica maglia numero 7 dei Raptors, una canotta che in Italia conosciamo molto bene. E’ la jersey replica di Andrea Bargnani, firmata Champion, per onorare una delle migliori conferme della stagione passata e che ora fa sembrare il paragone con Novitzki un po’ meno azzardato anche per gli americani.

JERSEY FEVER TORONTO RAPTORS 7R

BALLER KIT MOLTEN GG7

49,00 Euro

45,00 Euro

79,00 Euro

89,00 Euro

Dalla linea top di Eastpak, la tracolla Madison è una borsa pensata per lo stile metropolitano, comoda e stilosa allo stesso tempo. Costruita in cordura, integra uno scomparto principale water-resistant, un morsetto portachiavi e una tasca porta-cellulare. La tracolla è regolabile, la doppia tasca frontale è zippata e il fondo è imbottito e rinforzato.

di Gianfranco Bina

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Europa

Erano la squadra simpatia, e un po’ tutti abbiamo sperato che potessero farla franca nel girone di ferro, ottenendo la qualificazione alla seconda fase. Ma la Gran Bretagna aveva limiti oggettivi e avversarie troppo forti (medaglie d’oro, argento e legno a fine torneo), oltre che assenze impossibili da compensare con ammirevoli dedizione, coraggio e buona volontà: Ben Gordon e Luol Deng, assi autentici nella NBA, due che in Polonia non avrebbero semplicemente fatto comodo. Senza dimenticare la definitiva esclusione di Kelenna Azubuike, condannato a non poter ottenere la cittadinanza britannica da quel coacervo di norme xenofobe contenute nel thatcheriano British Nationality Act del 1981. Il piano basket del Regno Unito è ambizioso ma semplice: i Giochi londinesi del 2012 hanno “costretto” i sudditi dei Windsor a riunire le home nations in un’unica entità e a mettere in campo una nazionale competitiva. Se la Gran Bretagna non avesse conquistato la Division A della FIBA entro l’accensione della fiaccola, per la prima volta nella storia olimpica i padroni di casa sarebbero rimasti a guardare. Un grattacapo non di poco conto, per chi di tradizione ne aveva pochina e aveva a disposizione a malapena un quinquennio:

Il basket in Gran Bretagna non ha mai incontrato grande successo. Ma adesso in prospettiva Londra 2012...

Oltre la Manica…

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Europa

trovati due bei nomi da stampare su un passaporto, con due anni d’anticipo sui programmi è arrivata anche la qualificazione all’Eurobasket. Tre sconfitte, spaventando la Slovenia e soprattutto la Spagna prima del crollo con la Serbia. Si son viste matricole peggiori. Davanti a loro tre anni per lavorare: con gli NBAers e quei prodotti autenticamente indigeni di buona qualità che la Gran Bretagna non troppo raramente produce (oggi Achara e Archibald, nelle foto, domani Freeland e il quasi bianconero Richards: niente di nuovo, un signor giocatore come Steve Bucknall emise i primi vagiti a Londra), le possibilità di ben figurare sono buone. Assolutamente imprevedibile il futuro sul lungo periodo, se realmente possa radicarsi una “cultura cestistica” laddove palla ovale, caccia alla volpe, cricket e ovviamente il football caratterizzano l’immaginario collettivo sportivo. Eppure non pochi ipotizzano che la possibilità che il Regno Unito possa divenire terra di canestri sia reale: è recentissima la novella dell’auspicato consociativismo tra gioco del pallone e basket, la nascita di franchigie legate ai fratelli più grandi del calcio (a Bologna direbbero Forza Gran Bretagna). L’accordo in realtà è già stato raggiunto da tempo, così come la strategia operativa. La tappa londinese del risicato tour NBA in Europa non è parsa una scelta casuale per pubblicizzare un’iniziativa comunque già storica e sicuramente interessante per il futuro. Già tempo addietro circolò la voce di un interessamento di Abramovich verso la pallalcesto, l’intenzione bisbigliata di acquistare un club inglese e portarlo ai vertici europei. Non se ne fece nulla, ma improvvisamente quell’idea è tornata in auge, oggi. Una grande novità per l’Europa, finalmente prossima ad espandersi oltre la Manica oppure l’approdo dell’America nel Vecchio Continente, nell’unica nazione in cui franchigie NBA potrebbero realmente attecchire, senza l’ostacolo di quelle tradizioni panieristiche ben radicate al di qua del Canale?

di Luca Bolognesi

NBA

Lakers ancora favoriti, Spurs primi sfidanti

A Ovest niente di nuovo

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A poco più di una settimana dalla palla a due iniziamo a scoprire come le franchigie Nba si sono mosse sul mercato durante l’estate e proviamo ad analizzare i diversi roster. Questa settimana iniziamo dalla Western conference dei campioni in carica Los Angeles Lakers. Ad ovest negli anni post Jordan si sono viste le migliori partite tra le “amichevoli” della regular season. E anche l’anno scorso è stata battaglia fino all’ultima partita per conquistarsi un posto ai playoff.

Per iniziare azzardiamo un pronostico per la possibile finale di conference: Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs. Di certo i bookmakers non pagherebbero moltissimo una scommessa del genere perché i giallo viola losangelini sono più forti dell’anno scorso quando Kobe e compagni si sono infilati l’anello al dito. Andrew Bynum ha un anno in più d’esperienza e al centro delle aree dell’ovest avrà pochi rivali. Pau Gasol e Lamar Odom sono campioni e garantiscono solidità oltre alla classe. Jordan Farmar e Derek Fisher sono ottimi timonieri per il playmaking. E’ partito Ariza che l’anno scorso in difesa era stato fondamentale per il successo dei Lakers, ma è stato rimpiazzato dal guerriero della Lega, Ron Artest (nella foto) che ha lasciato i Rockets allo sbando con l’intenzione di infilarsi un anello al dito. L’abbiamo lasciato per ultimo, ma è probabilmente il primo della Lega. Bryant ha raggiunto una maturità e una sicurezza spaventose. Allo smisurato talento ha aggiunto capacità di leader e trascinatore ammirevoli.

A sfidare la corazzata della città degli angeli ci sono in prima fila i San Antonio Spurs. Ad arricchire il magic trio Duncan-Parker-Ginobili (nella foto) è

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NBA

arrivato anche Richard Jefferson reduce da un paio d’anni di vagabondaggio Nba. La lacuna degli Spurs potrebbe essere il secondo lungo da affiancare a Duncan. Per la regular season Bonner è una buona opzione, ma durante i playoff le cose potrebbero essere più complicate.

A darsi battaglia nella Southwest division ci saranno anche i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki e i New Orleans Hornets di Chris Paul. I Mavs che quest’anno avranno in panchina Rick Carlisle nell’estate hanno acquisito Shawn Marion che dovrà cercare di ritagliarsi il suo spazio durante la stagione, anche se, oltre a non essere più un uomo decisivo come negli anni dei Suns, The Matrix sembra un doppione di Josh Howard. Gli Hornets hanno cambiato poco. Emeka Okafor rimpiazzerà Tyson Chandler sotto canestro: il coach Byron Scott spera che basti per il salto di qualità dei suoi.

Un discorso a parte meriterebbero gli Houston Rockets, ma per il momento basti sapere che non potranno lottare per nulla di importante con McGrady separato in casa e Yao Ming infortunato. I Memphis Grizzilies, sempre nella southwest, saranno una squadra sicuramente divertente riunendo Iverson, Mike Conley, Rudy Gay, Oj Mayo e Zach Randolph nella stessa squadra, con l’aggiunta della freschezza del rookie Thabeet. Il complicato rebus di dare una direzione alla franchigia è affidata al coach Lionel Hollins.

Nella northwest division favoriti d’obbligo sono i Denver Nuggets che con l’arrivo di Chauncey Billups si sono avvicinati alle migliori. Grande curiosità circonda i Portland Trail Blazers che hanno affiancato Andrè Miller a Brandon Roy come playmaker. E poi c’è sempre Oden, al suo terzo anno (secondo di gioco) che se iniziasse a dominare cambierebbe gli orizzonti ad ovest.

Gli Utah Jazz sulla carta hanno un ottimo roster, peraltro confermato dagli ultimi anni e quindi amalgamato. Il problema però è sempre lo stesso: Carlos Boozer che a fine estato ha dichiarato di essere sorpreso di ritrovarsi ancora a Salt Lake City.

Oklahoma City, Minnesota, Golden State e Sacramento prevedono una stagione da comparse mentre i Clippers sperano nella prima scelta al draft Blake Griffin per risollevarsi. Nella pacific division dei Lakers per ultimi abbiamo lasciato i Phoenix Suns che, “liberi” dalla presenza di Shaq possono pensare al rilancio. Peccato che il mercato abbia portato in Arizona solo Channing Frye e Steve Nash abbia un anno in più a gravare sulla sua schiena.

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Donne A1

Dopo Faenza, la squadra di Roberto Galli piega la Reyer e guida la classifica insieme a Priolo e Taranto

Sesto? No, primo

Prima pagina della settimana per il Geas che batte Venezia con una grande prestazione di Martinez (valutazione 30) e con una Machanguana (nella foto, con Zanon dietro al presidente Mazzoleni) da 11/16 da 2 che ha stravinto il confronto le pariruolo avversarie. Nella Reyer bene Basko, tra le più positive in queste prime due giornate delle nuove straniere giunte in Italia. Napoli porta bene a Priolo: dopo la vittoria nell’Opening Day con Schio, si passa da Ponticelli al Palabarbuto ma la sostanza non cambia e vittoria contro Eric e compagne. Il derby tra Parma e Faenza se lo aggiudica la squadra di Paolo Rossi che, oltre ai propri meriti, ha approfittato dei gravi problemi attuali di organico delle gialloblu.

Pozzuoli esce sconfitto da Como: in otto a referto dopo il 20 a 0 incassato nel match inaugurale con Parma. In campo, rientrate dall’America e assenti la prima giornata, Smith e Dixon. 33 punti per la guardia campana. Pronto riscatto di Schio dopo il ko inaugurale con Priolo: la squadra di Sandro Orlando rifila un “trentello” ad Umbertide con un Macchi da 52 di valutazione (più alta dell’intera squadra umbra, che ha chiuso a 48). Vittoria netta anche per Taranto che espugna perentoriamente Livorno. Assente Wambe, bene Brunson (18+9). Il calendario, per la terza giornata, prevede un programma davvero ghiotto: le “portate” più interessanti Geas-Schio e Priolo-Taranto. Il pranzo è servito.

di Roberto Perticaroli

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Donne A2

di RobertoPerticaroli

E intanto Mario Ghiacci torna nel mondo della femminile

Girone A. Tandem capolista: Bologna (esordio per Riccardi) e Udine dopo le vittorie con Bolzano e San Martino guidano il gruppo. Prima vittoria per Cervia che espugna Cagliari sponda Cus grazie a “super-Carangelo” (32 punti e 32 di valutazione). Sardegna felice anche per Borgotaro che vince ad Alghero. Spicca il 31 di valutazione di Warner nel blitz della Virtus Cagliari a Crema. Dopo un supplementare, vittoria di Biassono su Milano. Merita citazione la vittoria e la performance offensiva di Reggio Emilia che sfiora quota “100” dopo aver segnato con il contagocce nella prime due giornate. Ottima prestazione di Orlandini e dell’ungherese Fritz (nella foto insieme a Molteni e Montagna). In settimana è arrivata proprio da Reggio una notizia importante: la nomina di Mario Ghiacci a Direttore della LegA Basket Femminile. Reggiano di nascita, un passato anche da giocatore professionista, avrà compiti di consulenza e

supervisione. In arrivo dal settore maschile (ultima esperienza Snaidero Udine), aveva già “frequentato” il femminile proprio nella società di Roberto Vecchi. Per Mario perciò un “bentornato”, anche se in un ruolo istituzionale.Nel Girone B, di prestigio la vittoria delle giovani della Virtus Viterbo a Siena (sorprendentemente a quota “zero” dopo tre giornate). Un bell’avvio di campionato per le ragazze di Amedeo D’Antoni.Il derby siciliano se lo aggiudica Alcamo mentre Lucca esce sconfitta da Rende. Secondo k.o. in altrettante trasferte per le toscane. Anche al sud una coppia in testa, Orvieto e La Spezia. Le umbre hanno battuto Napoli, le liguri hanno espugnato con autorità Pomezia. Nette vittorie interne per Chieti su Ancona e Porto San Giorgio su Firenze. La prossima settimana il calendario prevede due match insidiosi per le prime della classe: Orvieto sarà di scena a Lucca mentre La Spezia riceverà il Cus Chieti.

Quattro in testa

di Roberto Perticaroli

Dopo il tour de force per l’organizzazione dell’Opening Day, facciamo una chiacchierata con il Presidente della Lega Basket Femminile Pasquale Panza, che dopo la gran fatica, è in fase di recupero non tanto delle ore di sonno perse ma senza dubbio dei suoi appuntamenti di lavoro. Tra uno e l’altro, lo raggiungiamo. Era a tutti gli effetti il padrone di casa e proprio per questo la prima domanda è d’obbligo.- Presidente, smaltite fatica e adrenalina, un bilancio della due giorni di Napoli.«I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E’ stato offerto un ottimo prodotto, organizzativo e tecnico. Ho ricevuto tantissimi complimenti che ovviamente giro anche a tutto lo staff della Lega che ha fatto miracoli per la riuscita di ogni cosa. Tutto è andato bene, la risposta del pubblico è stata

buona e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno fatto sì che questo appuntamento diventasse quello che è diventato, ossia un successo».- Non facile tenendo conto dal repertino “passaggio organizzativo” da Roma a Napoli.«Dalla criticità abbiamo creato un’opportunità».Ottima sintesi per spiegare ciò che è accaduto. Quale è stata la cosa che le ha fatto maggiormente piacere ad avvenimento concluso?«Tra i tanti attestati di stima, le congratulazioni del Presidente Meneghin che ha capito lo sforzo organizzativo che abbiamo messo in questa manifestazione. La dimostrazione che se si lavora bene il risultato non può che essere positivo».- Scendiamo sul parquet. A livello tecnico quale bilancio ha tratto dopo aver visto tutte le dodici squadre di A1?

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Donne

Con Pasquale Panza un bilancio di questo avvio di stagione e dell’Opening Day. Attese e speranze del Presidente della Lega Basket Femminile

Napoli, un successo

«Partendo dal presupposto che, per tante ragioni, la prima giornata è sempre particolare, ho visto un buon livello tecnico, con giocatrici di qualità e squadre che già hanno fatto capire di poter dire la loro. E non parlo soltanto delle tre che tutti i pronostici indicano come le sicure ed uniche pretendenti per lo scudetto, ma anche di altre che hanno già messo in mostra dei numeri e che, sono sicuro, lavoreranno e lotteranno per ridurre il gap che al momento le separa dalle superfavorite».- Tenendo presente che, come ha detto lei, la prima è sempre una giornata particolare, la vittoria di Priolo con Schio dà consistenza a questa sua considerazione.«Senz’altro. Ma anche altre squadre mi hanno lasciato una buona impressione. Il Geas, per esempio. Credo che avremo un campionato molto più equilibrato di quello che si possa pensare”.-Questa è la speranza anche di noi addetti ai lavori. Un campionato dove si gioca per il quarto posto sicuramente non sarebbe granchè eccitante. Che tipo di annata si aspetta dall’intero movimento femminile?«Un’annata in cui, al di là dei sacrifici che senza dubbio dobbiamo affrontare, si dimostri unità di intenti da parte di tutte le componenti. Come ho già detto, un campionato equilibrato che possa fornire partite avvincenti ed entusiasmanti per attirare sempre maggiore attenzione. E, in particolare, voglio fare un grande “in bocca al lupo” a Taranto e Schio per la loro avventura in Eurolega. Porteranno i colori azzurri in Europa e tutti noi dobbiamo augurarci che il loro cammino sia il più lungo possibile».- Tornando all’Opening Day, ci può confermare che diventerà itinerante?«Senza dubbio. Un “format” che funziona come questo va diffuso il più possibile per promozionare il movimento. Un’idea potrebbe essere, nel quadriennio olimpico, cambiare città in ogni stagione per ampliare il momento promozionale e magari tornare a Roma ogni quattro anni. Vedremo».- Presidente, in conclusione le dolenti note. Lei oltre che presidente di Lega è anche presidente di Napoli, che tanti danno per prima candidata ai playout e l’avvio sembra aver dato ragione a questi pronostici perché perdere in casa di venti con una potenziale diretta concorrente non è un bel segnale. Un’opinione su quello che ha fatto vedere la sua squadra.«Bisogna dare tempo al tempo. Rispetto a Umbertide noi abbiamo cominciato a lavorare più tardi ed abbiamo completato la squadra

una settimana prima dell’inizio del campionato. Umbertide ha partecipato a tre tornei e disputato molte amichevoli e le squadre di Serventi iniziano sempre molto bene. Io posso valutare i primi due quarti, quando abbiamo retto. Poi abbiamo pagato lo scotto di questo diverso avvio di stagione. Ma sono fiducioso, la squadra secondo

me ha ampi margini di miglioramento e lotterà per raggiungere l’obiettivo della salvezza. Dopo anni in cui le ambizioni erano altre, tutti, me compreso, dobbiamo abituarci a guardare all’obiettivo da conquistare, la permanenza in A1».Auguri presidente, che tra tante difficoltà ha allestito una squadra che, una volta asssemblata ed amalgamata, sarà senza dubbio in grado di offrire prestazioni migliori rispetto a quella dell’esordio. E grazie per aver riportato in Italia Kristina Vengryte, lo scorso anno donna immagine del nostro campionato, e quest’anno chiamata a dimostrare, dopo le ottime stagioni in A-2 a Siena, di poter dire la sua anche al piano superiore.

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Donne

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Massimiliano Mascolo, giornalista e scrittore viterbese di sport, e’ nato nel 1965. Ha iniziato prestissimo, per tradizione familiare, a interessarsi di giornalismo sportivo, scritto e parlato, e ha lavorato con molte testate giornalistiche locali, nella carta stampata, in radio e in tv. Per alcuni anni è stato anche corrispondente locale della Gazzetta dello Sport. Nel 1989 ha partecipato alla fase d’avvio del quotidiano “Corriere di Viterbo”, dove ha lavorato fino al marzo del 1990, quando ha iniziato a collaborare con la redazione sportiva del Tg1.E’ rimasto al Tg1 per otto anni, lavorando allo sport, a “Uno Mattina”, alla redazione coordinamento e alla redazione costume e societa’, prima di trasferirsi a Rai Sport nell’autunno del 1998. Dal 2000 ha cominciato a commentare partite di basket (serie A1, A2 e B maschile, A1 femminile, Nazionali e coppe europee, campionato universitario USA). Per Rai Sport ha seguito tre edizioni dell’Olimpiade, un mondiale e due europei di calcio, due mondiali di atletica leggera, varie manifestazioni di nuoto, ciclismo, sci nordico e ovviamente basket. Nel 2007 ha pubblicato l’”Almanacco del basket al femminile, dal 1924 all’altro ieri”, prima storia della pallacanestro donne italiana.Un ricco curriculum a cui si aggiunge l’essere oramai la voce ufficiale del basket femminile italiano. Per questo scambiamo con lui quattro chiacchiere:

- Sei reduce dall’Opening Day di Napoli. Le tue valutazioni.«La presenza di pubblico era decente, non e’ che a Roma fosse andata meglio. Incomprensibile la decisione di non staccare gli orari delle partite, così da evitare fastidiose migrazioni sul finire di questo o quel match. Della serata di gala mi hanno parlato bene. Sul piano strettamente sportivo, sorpreso dalla bella organizzazione di Priolo, che ha amplificato i problemi di Schio; fa piacere anche vedere in campo qualche ventenne (parlo di Umbertide) che si prende responsabilità e gioca bene. Delle altre, nulla che non si potesse immaginare già alla vigilia. Mi sembra comunque grottesco castrare a sette mesi il campionato, e poi cominciarlo con una pletora di straniere assenti».- La formula, dopo tanti anni, secondo te funziona

ancora?«Non e’ la formula da contestare: al massimo si puo’ discutere l’idea di giocare solo due partite il sabato e ben quattro la domenica. E’ che per portare questa manifestazione a livelli ...francesi (o pallavolistici), bisogna lavorarci molto prima, avere certezze (soldi, impianto, affidabili referenti locali), dei testimonial immediatamente riconoscibili, una diversa partecipazione dei club la’ dove si va a giocare. Ricordo quando la Virtus Viterbo (ne parlo perché abitavo lì

vicino...) portò2000 persone all’All Stars Game: un’operazione fantastica, che costò una fatica pazzesca. Ecco, forse è meglio non tentare di avere botte piena e moglie ubriaca. Centri più piccoli consentirebbero di partire già con una buona base di pubblico, però se questa deve essere la festa del basket donne meglio una città medio-grande, con tre mesi di tempo per lavorarci

A colloquio con Massimiliano Mascolo, la voce del basket femminile italiano

Donne

Piccolo schermo, grande passione

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sopra. Fermo restando che dev’essere il basket femminile a proporsi e trovare strade valide per dimostrare che c’è: risultati più importanti, ma anche un’esposizione piu’ ampia delle sue protagoniste. E di questo non tutti (anche le giocatrici) sembrano essere convinti».- Sono tantissimi anni che segui da vicino il basket femminile. Come lo hai visto cambiare nel tempo?«In trent’anni e’ cambiato il mondo, e’ cambiato lo sport, sono cambiati i giovani. Quando ho iniziato a seguire il basket, per molti lo sport era l’unica possibilità di uscire da casa. Il basket, non solo femminile, non ha saputo sfruttare la sua bellezza e la grande ondata di entusiasmo portata dai successi degli anni ‘80. Anche il periodo di (relativo e non globale) benessere economico di quegli anni e’ stato utilizzato male. Ora si vivacchia, forse stanno un po’ meglio - almeno

danno continuità al lavoro - le società dove sopravvive un po’ di cultura dirigenziale. E poi c’è il male atavico: pensare sempre e soltanto al proprio orticello. E rimontare sara’ difficile, perché è cambiata la società nel suo insieme, ricostruire una base florida (perché poi sta tutto lì) sarà durissimo».- Il momento più bello ed emozionante che la tua

professione ti ha regalato?«Limitandomi al basket donne, ricordo con grande piacere la prima trasferta all’estero con il neonato canale satellitare: a Las Palmas per la finale di coppa Ronchetti tra Gran Canaria e Parma. Ma preferisco sempre pensare che ce ne saranno di migliori in futuro». - La giocatrice che più ti ha emozionato e comlpito vedendola giocare?«Linnelle Jones, sul campo era ed è inimitabile anche adesso che ha cinquant’anni. E in Italia Fullin e Bonfiglio».- Tra tutte le “spalle” che hai avuto in questi anni, quale la migliore, umanamente e professionalmente?«Con Marco Bonamico il sodalizio e’ durato quasi cinque stagioni piene, un tempo giusto per capirsi e apprezzare le caratteristiche del tuo compagno di viaggio. Con altri questo viaggio e’ durato meno, ma sinceramente non ce n’è uno che io ricordi per qualcosa di negativo».- Sbilanciati. Chi vincerà il campionato? E quanta strada potranno fare Schio e taranto in Eurolega?

«Taranto è ben costruita, in Italia puo’ pagare solo il doppio impegno campionato-coppa, specie se dovesse perdere qualche pedina per strada, cosa che ovviamente non auguro a Ricchini. Anche in Europa, secondo me, il Cras può fare una bella stagione, altrettanto dicasi per Schio. Ma io vorrei fare un altro discorso: per crescere di livello, sportivo e societario, i nostri club hanno bisogno dell’Europa. Sennò ci limitiamo a vincere un campionato nazionale che è senz’altro impegnativo, ma restiamo chiusi nel nostro piccolo ambito, non vediamo, non conosciamo, non ci confrontiamo».- Per concludere una curiosità. Sei mai stato accusato di fare il tifo per qualcuno?«Certamente. Prima mi dava fastidio, adesso ci faccio quasi sempre una risata: Il fatto che lo pensino (faccio dei nomi a caso) a Faenza come a Taranto, secondo me è un segnale che io e la mia “spalla” siamo nel giusto: quando sbagliamo, non è certo perché siamo prevenuti. In questo mestiere, se stai bene a tutti, vuol dire che non fai per intero il tuo dovere».- Messaggio forte e chiaro da chi forse era un predestinato. Perché nato a Viterbo, per decenni piazza storica del basket femminile italiano? «No, più che vivere in una piazza storica, il fatto che il palasport fosse a 50 metri da casa mia… Lo stadio di calcio era molto più lontano».Meno male….(nelle foto, con Pedrazzi)

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VIDEOGAME FIFA 10

AUDIO ON-THE-GO APPLE NANO

AUDIO ON-DESK EDIFIER MP300Piazzi il cilindro/subwoofer dietro al portatile e sistemi le due sfere/satelliti ai lati: ora hai un perfetto sistema audio 2.1 che non ti toglierà spazio sulla scrivania. Per collegarlo non devi far altro che inserire un jack nell’ingresso audio. Tutto qui. Non c’è altro da sapere o da configurare. Edifier MP300 suona molto bene, anche se non ha una potenza straordinaria. Per sfruttarlo al massimo basta che non ti allontani troppo dal suo campo d’azione. Insomma, non puoi sostituire lo stereo di casa, ma quando sei seduto davanti al monitor puoi toglierti delle belle soddisfazioni. Non chiedergli però bassi da club: il punch c’è ma in scala ridotta. Da questo punto di vista, le dimensioni contano eccome.

Lo sapevi che adesso fa anche i filmati? Il nuovo Nano ha una videocamera integrata per riprendere la tua squadra in azione e poi pubblicare tutto in Rete, al volo. Mica male. E tra le novità devi aggiungere anche il VoiceOver: schiacci il tasto centrale del clickweel e il Nano ti legge il nome dei brani, con una buona pronuncia sia in italiano che in inglese.Se ami fare jogging, ti farà piacere sapere che il contapassi Nike + iPod c’è ancora. Così come la radio, che ha una interessante funzione chiamata Pausa live: grazie a una memoria tampone di 15 minuti, puoi interrompere la canzone che stavi ascoltando e riprenderla proprio dove l’avevi lasciata.

C’è poco da dire, chi aveva speso parole di elogio per Fifa 09, ora non ha più aggettivi sufficienti per descrivere il livello raggiunto dalla nuova versione: la realtà è che Fifa 10 è ufficialmente uno tra i migliori titoli della stagione (se non di tutti i tempi). Sorvolando sulla questione della quantità spaventosa di licenze ufficiali e modalità di gioco disponibili, il bello è che all’atto pratico tutto sembra molto simile alla vecchia release, sia nei menù che nelle schermate. Quello che non vedi subito però lo sperimenti giocando: quando hai il tuo joypad tra le mani, ti accorgi subito che è proprio qui, nella simulazione pura, che Fifa 10 sfiora perfezione. Ora prova a dire che assomiglia all’altro...

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