Basketville # 13 - 1 giugno 2009

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AngelicOK! Storica impresa di Biella a Roma. E contro Milano è proprio “Mission Impossible”? Straordinario: questa settimana tre edizioni di Basketville E-Magazine! Il prossimo appuntamento on line è per giovedì 4 giugno n.13 - 1 giugno 2009

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Dai playground ai playoff. L' e-magazine italiano di basket.

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AngelicOK!

Storica impresa di Biella a Roma. E contro Milano è proprio “Mission Impossible”?

Straordinario: questa settimana tre edizioni di Basketville E-Magazine!Il prossimo appuntamento on line è per giovedì 4 giugno

n.13 - 1 giugno 2009

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Come avete letto in copertina, questa settimana l’E-Magazine triplica, perché alla consueta uscita del lunedì ne aggiunge una giovedì 4 dopo il completamento del terzo turno di semifinale e poi un’altra ancora lunedì 8 esaurita la fase.

Due numeri speedy, più snelli ma più concentrati sulla stretta attualità e vi confessiamo che è una formula che potrebbe anche diventare definitiva, ameno in estate, per la sua freschezza e la sua fruibilità. staremo a vedere, intando godiamoci il seguito delle Semifinali dopo tre scontri su quattro, nei Quarti, davvero thriller.

Allora, parliamo rapidamente delle due bocciate (perché a Teramo e Pesaro, francamente, un’insufficienza non la potevamo dare ed anzi alla BancaTercas il voto era e resta altissimo)

Roma ha pagato una precarietà antica che dalla panchina né Pesic (figuriamoci...) né Repesa avevano saputo aggiustare, basata principalmente da squadre più raggruppate che assemblate. Vogliamo dire con notevoli equivoci di ruolo, ma anche di scelta. Vedi Jennings, ad esempio. Vedi le elevate concentrazioni di giocatori simili nello stesso reparto. Ma, ci sarebbe da dire giocando con le parole, “rivedi” soprattutto le spese folli per atleti dai limiti noti e ribaditi: Brezec e Douglas, ad esempio.

Le doglianze di Claudio Toti contro i “poteri forti” fanno sorridere e hanno un retrogusto “calcistico” che nel caso dell’Ingegnere non avremmo mai sospettato. Le nostre critiche all’intero entourage capitolino sono note, vennero espresse in un articolo sulla home page che ci procurò attacchi anche feroci da parte di tifosi capitolini. Uno scrisse che ci dovevamo vergognare. Beh, se vedete rossore sulle nostre facce, ora, magari è per il primo sole. Pallide, semmai di bronzo, sono invece le facce dei responsabili del tracollo Lottomatica. Che, si badi bene, non è avvenuto solo nei minuti finali di gara 5 con Biella.

La Virtus Bologna è arrivata settima, risultato disastroso se parametrato all’impegno economico e alle aspettative, almeno prima dell’ultimo, infausto mese. Stagione tellurica, con i giornali che hanno dovuto occuparsi più delle battaglie fuori dal campo che da quelle ingaggiate sul parquet da una squadra che sarà ancora una volta rivoluzionata quando andava solamente ringiovanita. Due allenatori, un solo cambio (Terry per Arnold) la fortuna dell’esplosione di Langoford e lo stupore per l’implosione di Boykins, due innesti mancati o non voluti: a rinforzo in regìa e sottocanestro. Basta l’Eurchallenge a salvare la stagione? No. E poi c’è la crisi generale che molto più dello scarso appeal della squadra ha condizionato in negativo la campagna abbonamenti per i playoff. Sarà per forza di cose tutt’un’altra Virtus, quella del 2009/2010. Non sarebbe un male, cambiasse almeno una volta lo spirito aggregante e la maniera di comunicarlo. Perché anche un piatto di lenticchie può essere entusiasmante quanto uno di caviale: basta proporlo senza lamenti e ascoltando magari anche i gusti dei destinatari.

Speedy Magazineper i playoff

l’E-ditoriale

Franco Montorro [email protected]

www.basketville.itNumero 13 – 1 giugno 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

www.basketville.itè una testata registratapresso il Tribunale di Luccae di proprietà diMedia dell’Otto s.r.l.Via delle Ville, 1140/A55100 LuccaTelefono +39 3202 119 119E-mail: [email protected]

Progetto GraficoAppuntoVia Caduti per la Patria, 4720050 Lesmo (MI)Telefono e fax +39 039 596724www.appuntoweb.com

FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

Autorizzazione del Tribunale di Luccanumero 894 del 16 marzo 2009

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Serie A

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di Stefano Zavagli Qui BiellaCinque uomini in doppia cifra e Spinelli risolutore rimasto a nove. Il tatoo è l’mvp di gara2, con 39° di febbre poteva rinunciare, invece ha giocato e nel supplementare ha deciso i destini, prima la tripla del pareggio, dopo un terzo tempo in mezzo all’area da far esplodere il palazzo. Nelle alternative: la forza di Biella adesso sta proprio in questo particolare. Non si appella a singoli fattori l’Angelico, ormai lungo tutta la serie playoff ha imparato mettere da parte i personalismi e spalmarsi le responsabilità. In una squadra gerarchica tante volte la forza del gruppo fatica a venir fuori, qui ormai l’alternanza delle responsabilità è un chiaro segnale di maturità. In casa, l’Angelico, gioca con grande disinvoltura, aumenta l’intensità ed è competitiva, mentre in trasferta se non gioca con costanza lungo tutti e 40 i minuti finisce per subire parziali velenosi, spesso recuperati, ma che comportano un enorme dispendio di energie. Supportata dai botti casalinghi, la provinciale continua a vivere la sua favola e ha ancora fame. Riesce ogni 48 ore a recuperare le energie. Con Milano è già sicuro si andrà fino a gara4, ancora a Biella. «Noi

continuiamo a non mollare – ha detto coach Bechi nel dopo gara -, continuiamo a credere fortemente in quello che facciamo».

Qui Milano«L’Angelico è proprio una brutta cliente» ha dichiarato durante gara1 Sandro Gamba, e aveva ragione. L’Armani sta interpretando bene la serie, ma Biella è viva. Si sta affidando molto su David Hawkins il migliore dei biancorossi in entrambe le partite. Mentre il buon Thomas di gara1 non ha trovato un seguito. «Anche in gara2 dovevamo cercare di controllare il ritmo e in parte lo abbiamo fatto. E’ stata la partita che volevamo, poi sullo sprint Biella ha avuto la meglio». Mike Hall ha segnato delle triple al peperoncino, ma non hanno trovato gloria. Andare sull’1-1 per l’Aj è una seccatura aggiuntiva: in quanto dovrà tornare per l’ennesima volta sul parquet di Biella. Il rischio di dover ricorrere a gara5 è reale. Se Milano continua ad avere la durezza mostrata in gara2 potrà comunque ambire a controllare quantomeno il ritmo della partita, se può consolare: è abbastanza riuscita nell’intento di non far correre troppo i cavalli rampanti di un’Angelico messa in difficoltà in fase difensiva. Il parquet di Biella, vecchio o nuovo che sia, continua a essere parecchio ostile per i milanesi: non vincono ormai in Piemonte dal datato gennaio del 2006.

Serie combattuta, incerta. Passa di due all’esordio l’AJ, la spunta di uno l’Angelico nella seconda puntata. Biella, la provinciale, continua ad avere fame

Botta e risposta:vince l’equilibrio

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di Paolo Corio

Facile non lo è. Però è possibile: al suo secondo approdo consecutivo tra le migliori quattro del Campionato, questa volta l’AJ può raggiungere la finale e bissare l’impresa del 2005. Un ritorno al futuro che - alla luce anche delle vicende dell’altra finalista di allora, la retrocessa Fortitudo - indicherebbe nella Milano di Armani (prima solo sponsor, poi anche proprietario) una società che pur tra le note difficoltà ha saputo trovare nell’ultimo lustro una sua continuità di vertice. E un’eventuale sfida con la strafavorita Siena costituirebbe una base di (ri)partenza per puntare poi ancora più in alto... Ma prima c’è da superare Biella, la provinciale che ha già dimostrato di sapere come infrangere i sogni metropolitani. Una serie aperta, che analizziamo con due osservatori esterni, ma tra i principali protagonisti della recente storia milanese: Lino Lardo, il coach dell’ultima finale, e Attilio Caja, l’allenatore che ha cambiato il volto della tormentata AJ versione ‘07-’08, portandola alle semifinali e alla conseguente Eurolega.

La serie secondo Lino Lardo «Ho seguito dal vivo sia Milano in casa contro Teramo sia Biella a Roma e prevedo una sfida interessante, con l’Angelico che darà filo da torcere ma con l’AJ a mio avviso favorita sia per il fattore campo sia soprattutto per la profondità della panchina. Dopo di che ci sarebbe la sfida impossibile contro Siena, il cui roster è il modello da imitare: un nucleo rodato di giocatori sul quale vengono effettuati

ogni volta innesti mirati. Questa stagione Milano ha iniziato a creare un gruppo ed è su questo, con i dovuti rinforzi, che a mio giudizio deve puntare anche in futuro per continuare a essere competitiva. L’importante è che dopo un’eventuale nuova finale non ci sia l’aspettativa di vincere Campionato, Eurolega e “trofeo inter-spaziale” come accaduto ai miei tempi... Ma in questo senso mi sembra che tutto l’ambiente abbia fatto tesoro del passato e che l’Olimpia abbia una dirigenza capace di fissare gli obiettivi con il giusto equilibrio».

La serie secondo Attilio Caja«In semifinale non si può mai parlare di serie facile, anche se vedo l’AJ favorita - ancor più che per il fattore campo - per l’esperienza di giocatori come Hawkins, Price, Mordente e Marconato. Le analogie con la passata stagione sono tante, sia nei risultati sia nella necessità di creare un gruppo ricostruendo da zero, ma la differenza principale sta nel fatto che Biella (squadra comunque da elogiare) non è Siena... Napoleone diceva di preferire i generali fortunati a quelli bravi e il concetto vale anche nello sport: Milano ha davanti una grande occasione e deve saperla sfruttare al meglio. Anche perché assicurarsi un posto in Eurolega significa per l’AJ essere più competitiva sul mercato, dal momento che i migliori giocatori guardano all’ingaggio ma anche alla possibilità di avere una vetrina internazionale».

Le opinioni di Lino Lardo e Attilio Caja sulla serie

con l’Angelico

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Serie A

Milano vistada due ex

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di Franco Orsi

Gara 1 nervosa, con i tricolori che mettono il marchio sulla gara nel terzo quarto per poi concludere con buon margine

Siena, buona anche la prima

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Serie A

Qui Siena 107Che questa serie potesse essere una passeggiata per i tricolori non l’ha mai pensato nessuno e non deve trarre in inganno il risultato finale, quel quasi trentello che ha preso forma solo nel decinare della gara, anche se è stato nel terzo quarto che la Montepaschi ha inmpresso il suo marchio di qualità sulla gara. Partita nervosa, con qualche asprezza, iniziata con Pianigiani che non riesce a trovare contromosse alla velocità del giocate dei Mahmuti Boys. Poi, come da copione, il diesel biancoverde accelera e sorpassa e un parziale di 10-0 per Treviso è solo un’effimera illusione.Come le è accaduto quasi sempre in stagione regolare, anche in gara 1 di semifinale Siena pesca dal mazzo un jolly sempre diverso. Nell’occasione, due: quasi infallibile Domercant, “chirurgico” Kaukenas (ma anche il connazionale Lavrinovic ha fatto male alla difesa trevigiana). Scriviamo queste note a poche ore da gara 2, non ci dilunghiamo così in analisi di quel che è stato, semmai riportiamo previsioni a più lunga scadenza. Anzi: spifferi. Di mercato, ovviamente. Siena (nella foto, Eze) è abituata a prendere il meglio di quello che c’è (per l’Italia e in Italia). Ed allora, più di quella ricorrente e scontata su Moss appare suggestiva la voce che parla di un interessamento per Lakovic. Rumors perchè tanto, in silenzio, questa Siena si è già mossa e si sta ancora muovendo, statene certi.

Qui Treviso 79La Benetton esce dal PalaMens Sana a testa alta e con la certezza di poter recitare con orgoglio, in questa serie, una parte diversa da quella della vittima designata. In Gara 1 tutti danno un piccolo-grande contributo, tenendo a lungo sulle spine Siena e allontanando quel fatale spirito di rassegnazione che prende da tempo tutte le avversarie dei tricolori. Per tentare di realizzare l’impresa, che sarebbe ragionevolmente quella di vincere almeno una gara contro la Montepaschi, Treviso avrebbe bisogno anche di Nicevic, purtroppo malandato, e di una migliore continuità offensiva da parte di Neal e Wood.L’eroe di gara 5 dei Quarti contro la Virtus, Bulleri, ha giocato in maniera convincente, peccato per quel fallo brutto, brutto, brutto su Stonerook che ha acceso un po’ gli animi. Ma sono stati attimi passeggeri, Mahmuti ha bisogno anche della grinta del “Bullo” per trascinare una squadra apparsa comunque tonica e neppure troppo affaticata. Una “grande” del campionato tornata al livello che le compete e a questo punto, al termine della serie, pronta ad una profonda opera di maquillage per un altro ritorno di spessore: quello in Europa, dalla porta principale. Ma prima, c’è quella Mission Impossible da realizzare e che qualcuno ha definito, con una battuta, il tentativo di imitare la... Fortitudo. Ovvero battere almeno una volta Siena. Beh, non che ai felsinei quellìimpresa abbia poi portato bene, ma...

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Serie A

Messo da parte con largo anticipo il sogno di sfidare ancora Siena per il titolo, la Virtus Roma s’interroga, cercando di mettere da parte l’amarezza per una sconfitta che brucia tantissimo

Lottomatica, quale futuro?

di Andrea Ninetti L’anno in cui si dovevano confermare i buoni risultati della passata stagione si è invece rivelato un inferno degno del peggior girone dantesco, denso di equivoci tattici mascherati inizialmente dalla figura carismatica di Jasmin Repesa. Accusato poi il primo calo (leggi 5 sconfitte consecutive in campionato) e dimessosi il coach di Capljina, la società si è guardata intorno prima di puntare forte sulla capacità di Nando Gentile di far quadrato e cementare un gruppo di solisti che sembrava allo sbando.Nove vittorie in striscia per rilanciarsi in Italia, una pessima Top 16 che vanificava lo splendido terzo posto ottenuto nella stagione regolare di Eurolega, una Coppa Italia vissuta da non protagonista e la Lottomatica, tra alti e bassi, si dedicava esclusivamente al campionato, che chiudeva alle spalle del Montepaschi prima dell’impatto fatale con Biella nei playoff.Subito dopo il k.o. con i piemontesi, il Presidente Toti ha manifestato tutta la sua insofferenza verso il “Palazzo” che, a suo dire, avrebbe un preciso disegno tendente ad impedire alla sua creatura di assurgere a protagonista della scena cestistica nazionale. Una lamentela che ricorre ormai da qualche stagione e che fotografa il malumore del numero uno giallorosso, stufo di spendere soldi a vuoto in una disciplina in cui non crede più.Sinceramente l’esternazione sul mondo arbitrale ci sembra una dichiarazione importante e da approfondire, ma sbagliata nei tempi per il semplice motivo che Biella ha in realtà vinto meritatamente la serie, mettendo in campo quella determinazione che è mancata alla Virtus. Semmai i direttori di gara sono tremendamente scarsi da un punto di vista tecnico, ma questo è un problema che non mette in dubbio la buona fede. Se poi qualcuno ci porterà le prove di combine e aggiustamenti vari, ben venga e si faccia a quel punto piazza pulita di tutto il marcio.Il futuro giallorosso intanto è tutto da decifrare ed in attesa di verificare se l’attuale dirigenza rimarrà al timone anche nell’anno che verrà, c’è da capire se la squadra parteciperà o meno alla prossima Eurolega, fattore di non poco conto per comprendere le reali strategie future.

Se Gentile verrà confermato alla guida della Lottomatica, sarà importante affiancargli una figura d’esperienza e spessore, un po’ come accaduto con Tonino Zorzi ad Avellino e Bologna, esperienze in cui il “Paròn” aiutava Matteo Boniciolli. I nomi più indicati potrebbero essere quelli di Bianchini o Tanjevic, con quest’ultimo che più di ogni altro saprebbe integrarsi a meraviglia con lo scugnizzo di Tuoro, legati come sono da un rapporto che va al di là del professionale.Se invece si mirerà al rinnovamento, Lino Lardo rappresenterebbe quell’intrigante punto di partenza, un po’ come accadde qualche anno fa con l’approdo di Caja nella Capitale. Il coach ligure, che interessa però anche all’altra Virtus, porterebbe quell’entusiasmo che ha contraddistinto il lavoro svolto fra Verona, Reggio Calabria, Milano e Rieti. Il modo in cui fa giocare le sue squadre potrebbe inoltre risvegliare la passione di una piazza che storicamente stenta ad accendersi, proprio come accadde con il coach pavese nell’era Corbelli. Radio mercato propone infine anche la strada che porta ad Ettore Messina, ma il coach catanese non smania per tornare nel Belpaese (il sogno NBA ma anche le sirene del Real Madrid sono un richiamo troppo forte), soprattutto se non da protagonista assoluto e con una squadra di primissimo livello, per il cui allestimento Roma non sembra ancora pronta

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di Lorenzo Settepanella

Legadue

Qualora dovessimo scegliere uno spot per promuovere la Lega2 difficilmente troveremmo una gara più avvincente e godibile di questa gara 1 di finale, risolta dopo 45’ di passione e riagguantata per i capelli dalla Vanoli dopo una colossale ingenuità di Sassari al termine dei tempi regolamentari. Ma andiamo per ordine. Cavina imposta la gara secondo i canoni più congeniali al proprio organico, vale a dire alchimie difese rompicapo (spesso e volentieri pressing a tutto campo che rapidamente si trasforma in zona 2-3), necessarie ad alimentare uno small-ball efficace oltre che godibile. L’attacco di Soresina, privo di grandi riferimenti in pivot basso, vive essenzialmente di penetra e scarica e tiro da tre punti, ma gode, per lo meno all’inizio, di fortune alterne, con Bell costantemente pericoloso (16 punti con 4/7 da 3 nei primi 20’) ma Mbemba in palese difficoltà contro il pressing di Chessa e autore di scelte non proprio limpide. Per oltre un quarto e mezzo Sassari gioca un basket che è un piacere per gli occhi, con Whiting che in penetrazione fa a fette la difesa di Cioppi e Rowe che segna con continuità dalla distanza, oltre che servire assist al bacio per lo stesso Whiting e per un Martin più dinamico di tutti i lunghi Vanoli. Ma il talento e la lunghezza dell’organico di Cioppi sono variabili in grado di cambiare una gara in un attimo. Soresina infatti non si disunisce, ragiona e recupera. Una sfuriata di Gigena, parallelamente ad un giro di vite in difesa da parte di Lollis e compagni, è alla base del parziale di 15-10 di chiusura secondo quarto, negli ultimi 2’ del quale Sassari è preda della fretta e non segna praticamente più, fino all’intervallo (51-46 per la Vanoli al 20’). Vanoli che legittima l’inerzia anche nella terza frazione, facendo pesare la reattività di un concreto Valenti, la forza fisica di un Cusin tuttavia più impreciso del solito e

tutta l’intelligenza cestistica di Lollis, autentico regista aggiunto dal post alto e pericolo costante dall’arco (10 punti nel terzo quarto, saranno 20 alla fine con 8/13). Sassari vive del talento di Rowe e Whiting, ma se il primo va a folate, il secondo è una costante spina nel fianco della difesa di Cioppi, incapace di arginarne le serpentine e le iniziative in transizione. E proprio quando la Vanoli crede di avere la gara in tasca (74-64 al 30’), la difesa di Cavina torna a mordere e induce Soresina ad errori pesanti, molti dei quali da distanza ravvicinatissima, mentre Whiting lucra liberi a volontà (82-81 al 36’). Gli ultimi minuti dei tempi regolamentari sono un braccio di ferro incredibile, con Rowe che torna a mostrare lampi da autentico fuoriclasse e Whiting che è animato da un incredibile furore agonistico (34 punti al termine dei 40’) oltre che da un altruismo fuori dal comune. Dalle sue mani infatti nasce l’assist che porta al 3 punti di un freddissimo Devecchi (92-95) a 3” dalla fine. E sarebbe stato il canestro della vittoria se una banalissima distrazione difensiva non avesse permesso a Gigena di ricevere indisturbato in angolo ed insaccare il tiro pesante della parità. La Vanoli sembra rivivere gara 5 delle semifinali contro Casale, la cui vittoria fu ispirata da una miracolante bomba di Filloy che portò anche quella volta la gara all’overtime. E l’overtime, si sa, è un’altra gara all’interno della gara stessa. La Vanoli continua a commettere errori sottomisura nonostante una fisicità superiore, ma la stanchezza non aiuta gli uomini di Cavina, penalizzati dagli episodi (pesante un fallo antisportivo commesso su Filloy al 44’) e dalla precisione dalla lunetta di un Troy Bell glaciale (alla fine saranno 30 per la guardia di Cioppi). Garadue, in programma martedì 2 Giugno, si preannuncia altrettanto avvincente.

Vanoli Soresina-Banco di Sardegna Sassari 110-103 (dts)

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Già da qualche settimana è in libreria “Il mondo che vorrei Live”, il DVD che documenta il tour campione d’incassi del 2008. Il cofanetto, pubblicato anche in alta definizione per Blu-Ray, comprende un mini book fotografico e un packaging sontuoso, ma soprattutto contiene il concerto integrale che Vasco ha tenuto a Bologna a settembre, una scaletta di 25 canzoni che forse rappresenta la più ricca ricostruzione di un esibizione live del rocker di Zocca.

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Nella stagione appena conclusa ho giocato in Serie C Dilettanti, a Piacenza, scendendo nel mondo delle “minori” per la prima volta nella mia carriera di giocatore affermato, escludendo gli anni della prima giovinezza.E’ stata una stagione esaltante, piena di emozioni, assolutamente pi bella di quanto io potessi anche soltanto lontanamente immaginare nei piani che mi ero fatto la scorsa estate, quando accettai la proposta di Piacenza.E’ stata una stagione intensa e bella che mi ha convinto, una volta di pi , dell’esigenza che il basket sia davvero lo sport del paese dei campanili, interpretando al meglio la natura italiana, che quella delle rivalità di paese, degli orgogli di territorio, della voglia di emergere a qualsiasi livello, dell’ottimismo che diventa sport grazie sopratutto alla forza di volontà di tanti appassionati.E se guardiamo in alto, cosa troviamo? Roma fatta fuori da Biella, Siena ormai regina. Provincia, insomma. La provincia che sa organizzarsi e volare alto. Pi in alto rispetto a strapagati e bolsi dirigenti che fanno collezione di fallimenti a molti zeri.Nella stagione piacentina ho visto da vicino tante piccole realtà animate dal piccolo imprenditore, dall’artigiano. Realtà volitive che danno passione ad un territorio e anche tanto lavoro. Perché il basket quello dei contratti milionari solo per 10 persone, ma anche quello che mantiene migliaia di

famiglie di onesti lavoratori dello sport.E allora - siccome il basket non solo Serie A e televisione (anche in questo caso sono parte in causa e ben felice del servizio) - il movimento della pallacanestro sappia dare spazi di crescita al “sommerso”. Aumenti il numero delle squadre, non lasci squadre ferme fin da Aprile, perché gli sponsor sono scontenti, dia ulteriori posti in promozione aumentando le retrocessioni dalle leghe soprastanti.Dia, in una parola, pi fiducia a chi investe, garantendo partite, stagione interessante, scontri pieni di vigore e interesse fino all’ultimo, maggiori possibilità di visibilità e promozione.Circa i rimborsi spese e i giovani, secondo me giusto che il mercato sia l’unico calmieratore. Non creiamo under illusi che, un giorno dopo il loro status di “under” diventeranno disoccupati frustrati. Diamo la possibilità a chi vuole di fare una squadra di “vecchietti” se crede. Il mercato, la competizione, la voglia di emergere dei giovani bravi, faranno il resto.Non calando dall’alto regole che dal basso potranno crescere buoni giocatori. E’ una formula - sbagliata - partorita in laboratorio. Fuori la vita un’altra cosa.Sono idee che volevo condividere con tutti gli attori del movimento cestistico, per confrontarci ed elaborare un piano di sviluppo che tenga in grande rispetto il mondo delle minori: la piattaforma del basket italiano.

Il basket e il paese dei campanili

Il Personaggio

Caro Direttore,ti mando questa lettera che ho scritto dopo a vittoria del campionato di C1 con la mia squadra di Piacenza. Una piccola riflessione sul mondo delle minori...

di Mario Boni

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di Roberto Perticaroli

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Ancona è una città che nel recente passato di Pontedera ricorre parecchio. Lo scorso anno nella città dorica le toscane conquistarono la Coppa Italia. Quest’anno, al Palarossini, si è guadagnato l’agognato approdo nella massima serie. E così, a chiudere il cerchio, la seconda Coppa Italia consecutiva, conquistata domenica pomeriggio sul parquet di casa battendo in finale un coriaceo Marghera. Nella semifinali Marghera in rimonta aveva avuto la meglio sul Cus Chieti, calato solamente nel finale. Ma la partita vera, il clou, era il derby toscano tra le padrone di casa e Lucca. La squadra di Carretti sembrava avere vita facile con le neopromosse di Mirco Diamanti (comunque finaliste con Cavezzo) ma con una serie di attacchi a dir poco imbarazzanti alla difesa a zona la squadra di casa si impantanava, dando la possibilità a Consolini e compagne di ritornare in partita e di mettere la testa avanti in alcune occasioni. E se Giambastiani non fa “0/4” ai liberi nell’ultimo minuto, con Pontedera avanti di una lunghezza, il finale probabilmente sarebbe stato differente. La domenica dunque, Pontedera e Marghera si contendono la Coppa Italia. Primo quarto di marca veneta grazie a Laffi (che potrebbe essere una dei pezzi pregiati del

prossimo mercato, a proposito, a Pontedera tante chiacchiere, tanti addetti ai lavori ma nero su bianco ancora non l’ha messo nessuno. Poi la vera sorpresa della giornata, si scatena Babicka, fino ad oggi in secondo piano considerando la forza del gruppo italiano di Pontedera, una squadra troppo più forte del campionato in cui è stata impegnata. Una vera Ferrari che qualche volta è sembrata una 500 ma quando l’organico è quello non si può non vincere. Pontedera riprende il controllo del match e grazie ai 28 punti della sua ala polacca prende il controllo del gioco e del punteggio e si esclude un occasionale 41-40, controlla il match sino alla fine. Grande festa in casa Pontedera, solo Napoli era riuscito nell’accoppiata Coppa/campionato. Ed ora si incomincerà a pensare alla serie A1, probabilmente con un nuovo allenatore e cominciando a sondare il mercato straniero. Marghera (ottima la giovane Granzotto, classe ’92, vincitrice del premio intitolato a Natalino Carzaniga riservato alla miglior giovane) ha fatto un’ottima stagione ma cambierà parecchio. Con la Coppa Italia si è chiusa la stagione. Da oggi via alla rumba del mercato. Noi proveremo a starci dietro.

Battendo in finale Marghera sul parquet di casa, Pontedera conquista per il secondo anno consecutivo la Coppa Italia. Ad un settimana dalla conquista della A1, ancora festeggiamenti in Toscana

Pontedera, festa doppiaDonne A2

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di Roberto Perticaroli

Under 19: finalmente Udine

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«E’ la vittoria della pianificazione e del lavoro. Un obiettivo che pone il suggello a cinque finali nazionali consecutive, la dimostrazione di una continuità al vertice, una rincorsa che si è conclusa con questo risultato eccezionale che mi inorgoglisce e che devo assolutamente condividere con lo staff, a cominciare dal mio vice-allenatore Massimo Spinacè. Ora che l’abbiamo conquistato, mi piacerebbe poter il prossimo anno giocare con lo scudetto sulle maglietta». Pensieri e parole di Larry Abignente al termine delle finali nazionali di Udine che hanno visto la vittoria della squadra di casa e che si speri possa diradare un

po’ di quei nuvoloni neri che si addensano sul futuro del sodalizio friulano i cui problemi sono noti da tempo. Gran festa e spalti gremiti hanno accompagnato Striulli (mvp della manifestazione) e compagne a questa vittoria: degno avversario San Martino Lupari che a livello giovanile ha tratto tantissimo giovamento dall’enorme spazio dato alle giovani in A2, anche se in provincia di Padova (da una parte comprensibilmente) sono un po’ contrariati perché le Dotto ora preparano i borsoni e si trasferiranno a Roma per rispondere alla chiamata di College Italia. Dove invece non parteciperà Gaia Gorini di Athena, squadra da cui ci si aspettava qualcosa di meglio. E qui entriamo nel discorso del flop delle romane, soprattutto

La squadra friulana sconfigge in finale San Martino Lupari e conquista uno scudetto rincorso da cinque anni. Abignente: “La vittoria della pianificazione e del lavoro”. Striulli Mvp. Male le romane

Donne

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di Città Futura che, con il tricolore sul petto, era da tutti considerata tra le favorite della vigilia, se non la favorita. Probabilmente le romane hanno perso prima di arrivare, condizionati da ciò che è accaduto il sabato precedente a Ragusa quando la squadra ha perso la promozione in A2 con una sconfitta di un punto a garatre dopo essersi trovata in vantaggio anche largamente. Testa e fisico probabilmente non hanno fatto in tempo a ricaricare le batterie ed il quinto posto di Tava e compagne non è stato certo pari alle aspettative. Il livello della manifestazione, per il quale si è scomodato anche Dino Meneghin, è sembra decisamente buono anche se forse al di sotto dello scorso anno: con l’uscita dalla categoria delle

’89, dove c’erano giocatrici importanti (Cinili un esempio per tutti), probabilmente si è sentito. Ma nel complesso addetti ai lavori e spettatori hanno espresso giudizi positivi sulla manifestazione. Chiusi i battenti, ora si attendono notizie da Udine dove i prossimi giorni saranno fondamentali per il futuro. Nel globale, speriamo che queste ragazze possano avere sempre più spazio nelle loro prime squadre. Hanno dimostrati di meritarselo. Per finire, i migliori. Mvp è stata eletta Striulli (Udine). Con lei, nel quintetto ideale: Cigliani (Trieste), F. Dotto (San Martino Lupari), Spreafico (Como) e Picotti (Udine). Miglior coach: Abignente (Udine). Migliori realizzatrici: Cigliani (Trieste) e Picotti (Udine).

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Finalmente ci siamo! Dopo il ritiro in Abruzzo, la nazionale femminile è pronta per raggiungere la Lettonia dove dal 7 sarà impegnata nei campionati europei. Il ritiro di Giulianova è stato diviso in due parti: la prima con una formazione forzatamente sperimentale tenendo presente che Ticchi non aveva a disposizione le giocatrici di Schio, Venezia, Faenza e Taranto, impegnate nelle semifinali scudetto. Poi, dal 17 maggio, ritrovo al gran completo con il giusto saluto a chi ha già toccato il cielo con un dito per aver ricevuto il materiale azzurro dal magazziniere ed ha vissuto un’esperienza importante prima dal punto di vista

umano e poi tecnico. Il raduno è stato piuttosto duro, con doppia razione giornaliera di allenamenti ma all’esterno c’è sempre stata la sensazione di un gruppo che lavorava affiatato ed in serenità. La competitività della squadra ci sembra più che evidente: siamo quelli di due anni fa a Chieti più Cirone e Ballardini che erano ferme ai box per infortunio. Dobbiamo intanto dire grazie a Mariangela che, visto il momento di difficoltà in cui versava la squadra per il clamoroso vuoto che si era creato nel ruolo causa gli infortuni di Gianolla e Sottana, si è messa a disposizione della causa ed ha

Il programma

7 giugno ore 20.30 Italia-Francia8 giugno ore 15.45 Italia-Israele9 giugno ore 15.45 Italia Bielorussia

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Parte l’avventura della Nazionale di Ticchi agli Europei in Lettonia, dal 7 al 20 giugno. L’esordio il con la Francia di Elenie Godin, neotricolore con Taranto

Italia, buon viaggio!!!

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di Roberto Perticaroli

Alexander Marte (‘76, 1.90, C, Club Atletico Faenza)Ballardini Simona (‘81, 1.81, A, Reyer Umana Venezia)

Bagnara Benedetta (‘87, 1.78, G, Women Basket Livorno)Cirone Mariangela (‘76, 1.70, P, Reyer Umana Venezia)

Corradini Licia (‘85, 1.73, P, Reyer Umana Venezia)Franchini Mariachiara (‘79, 1.81, G, Lavezzini Parma)Grasso Adriana (‘74, 1.90, C, G.M.A. Phonica Pozzuoli)

Macchi Laura (‘79, 1.87, A, Pall. Famila Schio)Masciadri Raffaella (‘80, 1.85, G-A, Pall Famila Schio)

Mauriello Paola (’81, 1.85, G/A, Napoli Basket Vomero)Meneghel Roberta (‘77, 1.82, A, Trogylos Acer Priolo)Modica Francesca (‘81, 1.77, G, Atletico Faenza)Nadalin Jenifer (‘83, 1.87, A, Reyer Umana Venezia)Pastore Chiara (‘86, 1.75, P, Pall. Famila Schio)Ramon Emanuela (‘82, 1.86, A, Women Basket Livorno)Ress Kathrin (‘85, 1.96, C, Pall. Famila Schio)Sciacca Beatrice (‘80, 1.75, G, Trogylos Acer Priolo)Zanon Manuela (‘80, 1.80, A, Bracco Geas S. S. Giovanni)

accettato di tornare a vestire l’azzurro. Così come è pressocché certo che continuerà ancora per un anno a giocare con Venezia. La nostra nazionale, che ha conquistato l’accesso a questi Europei grazie alle vittorie con Belgio e Croazia nell’Additional Round di gennaio, è inserita nel girone D e dovrà affrontare Bielorussia (nome interessante quello dell’ala tiratrice Tatyana Troina, forte sotto canestro con Marina Kress, avversaria di Coppa di Taranto in finale con la maglia del Galatasaray Instanbul e con Yelena Leuchanka), Francia (della “tarantina” Godin, della “napoletana” Gomis oltre che della sempreverde Malain, vista in passato a Venezia e icona del basket femminile d’oltralpe. Di livello assoluto la coppia di lunghe Gruda – che ha giocato quest’anno ad Ekaterinburg – Ndogue, pivot di Bourges) e Israele, guidato dall’esperto play Liron Kohen, lo scorso anno in Turchia e con una ricca carriera europea alle spalle. Prima fase con classico girone all’italiana con le prime tre che accedono alla seconda tornata, con

tutte le partite che si giocheranno a Riga: le 12 promosse verranno divise in due gruppi da sei squadre e si porteranno in dote i risultati ottenuti contro le squadre affrontate nella fase precedente, due punti per ogni vittoria. Ogni squadra incontrerà le tre dell’altro girone (dall’11 al 16 giugno, il girone A incrocia il B, il girone C incrocia il D): al termine le prime quattro accederanno ai quarti di finale che si disputeranno il 17 e 18 giugno, il 19 in programma le semifinali, le finali il 20. A Chieti c’eravamo perché organizzatori ma una qualificazione sul campo non la ottenevamo dal lontano 1999 (Europei di Polonia). In Lettonia la squadra giunge con un sano e moderato ottimismo, con lo spirito di chi non ha nulla da perdere anche se il raggruppamento con Bielorussia, Francia e Israele non si preannuncia dei più agevoli. In bocca al lupo a Ticchi, ai suoi assistenti Nani e Orlando e a tutto il gruppone azzurro.

Le 18 azzurre in raduno a Giulianova

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VIDEOGAME InfamousUn action così avvincente non si vedeva da tempo. Sei Cole MacGrath, un semplice pony express di Empire City. Tutto procede nell’assoluta normalità fino al giorno dell’incidente: una misteriosa esplosione ti travolge e rade al suolo tutta la zona. Un’epidemia fa il resto, e la città viene isolata dal Governo. In uno scenario da apocalisse, malvagi individui più o meno potenti si organizzano in bande e prendono il controllo delle strade. Quando ti risvegli, sei diventato una specie di dinamo vivente dai terribili poteri elettrici. Sarai un supereroe oppure no? A te la scelta. Certo è che potrai aggirarti in una sterminata metropoli saltando da un palazzo all’altro, distruggendo cose e uccidendo persone in assoluta libertà.

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