Basketville #4 30 marzo 2009

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n.4 - 30 marzo 2009 Treviso e Siena: questa settimana per la gloria europea c’è un solo colore GREEN DAYS > Ettore Messina > Massimo Bulleri > Niksa Bavcevic > Angelo Basile > Dante Carzaniga > Portland Trail Blazers > Barcellona anti Ta(u)bù

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L'e-zine italiana di basket

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n.4 - 30 marzo 2009

Treviso e Siena: questasettimana per la gloria europea c’è un solo colore

GREEN DAYS

> Ettore Messina

> Massimo Bulleri

> Niksa Bavcevic

> Angelo Basile

> Dante Carzaniga

> Portland Trail Blazers

> Barcellona anti Ta(u)bù

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Peccato che ci siarimasto soltanto il derby di Bologna

Al di là delle suggestioni immediate e delleambizioni o delle paure successive. il derbydi Bologna si è riproposto come evento uniconella pallacanestro italiana. Purtroppo, unico,perché se l'altro ieri poteva essereun'opportunità secondaria, oggi lapossibilità di avere altre stracittadinecostituirebbe un formidabile volano di nuovi interessi e passioni. Come accade del resto nelle nazioni cestisticamente più evolute, dallaSpagna alla Grecia passando per la Serbia. Non è detto che un derby debbarappresentare una rivalità d'élite né costituire lo scontro per eccellenza – cmead esempio è Real Madrid-Barcellona in Spagna, però è un peccato che lapallacanestro italiana abbia perso le sue sfide fra campanili vicini masoprattutto la capacità di immaginarne, figuriamoci crearne, altre a breve.E' un chiaro segnale di difficoltà prolungata nel tempo, il non potereimmaginare una seconda squadra a Milano, Roma, Livorno e Venezia - dovegià c'erano – ma anche il mancato decollo, nel tempo, di sfide ravvicinatecome Rimini-Pesaro e la clamorosamente mancata Reggio Calabria-Messina.Da anni ci ripetiamo che il basket ha bisogno delle metropoli, ed è in partevero, ma che nelle stesse metropoli non sia rimasta traccia di antiche rivalitàe che nessuno ne voglia impiantare di nuove è un segnale deprimente, chetoglie fiducia. Perché proprio parlando di Roma e di Milano non si tratta dicittà cestisticamente sterili, ma anzi centri di bacini enormi di interesse e dipratica diretta. Però, Virtus, Olimpia e stop. Il resto al piano di sotto. C'era unavolta la Mobilquattro. C'è ancora oggi la Stella Azzurra. Ci sarebbeCasalpusterlengo che se mai acchiappasse la A2... Ci sarebbe la voglia e lacuriosità di duelli con una storia da crearsi al volo. Mi invento: Settebagnicontro i Parioli; Assago contro San Siro. Riduttivo? Perché? Lo sapete che inrealtà quella che noi chiamiamo Atene è un conglomerato di città-municipalità dove il Pireo è il Pireo, che per quelli dell'Olympiacos il palasportdell'Oaka è in un altro mondo, che a Salonicco Paok e Aris rappresentanoaddirittura due comunità? Noi da tempo abbiamo solo un derby. Che divide una città, ma raddoppia lapassione: particolare importante. Non replicabile altrove, ahinoi.

Franco [email protected]

l’E-ditoriale

www.basketville.itNumero 4 – 30 marzo 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

www.basketville.itè una testata registrata presso il Tribunale di Luccae di proprietà diMedia dell'Otto s.r.l.Via delle Ville, 1140/A55100 LuccaTelefono +39 3202 119 119E-mail: [email protected]

Progetto GraficoAppunto WebVia Caduti per la Patria, 4720050 Lesmo (MI)Telefono e fax +39 039 596724www.appuntoweb.com

FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

Autorizzazione del Tribunale di Luccanumero 894 del 16 marzo 2009

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Serie A6 Gmac-La Fortezza

di Gianfranco Lelli

7 Snaidero-Armani Jeansdi Luciana Ildefonso

8 Scavolini Spar-Benettondi Francesco Tadei

9 Ngc-Premiatadi Paolo Corio

10 Eldo-Angelicodi Sante Roperto

11 Banca Tercas-Solsonicadi Paolo Marini

12 Montepaschi-Airdi Alessio Bonazzi

13 Lottomatica-Carifedi Andrea Ninetti

14 La Benetton in Eurocupdi Silvano Focarelli

16 Treviso, parla Bulleridi Silvano Focarelli

Legadue18 Il punto

di Lorenzo Settepanella

19 Rosetodi Luca Maggitti

Donne20 Il punto

di Roberto Perticaroli

22 Donne A1, Tarantodi Roberto Perticaroli

23 Donne, Dante Carzanigadi Roberto Perticaroli

International26 Spagna, dopo il derby di Eurolega

di Angelo Potenza

27 Nba, Portlanddi Lorenzo Grighi

28 Ncaa, ACC al tappetodi Vittorio Marotta

3 l’ E-ditoriale26 Io, Ettore29 Playground Style31 Play on/off32 Il test

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Lo schema finale prevedeva una soluzione per Boykins, ma è toccato al vecchio leader decidere un derby intenso e nervoso

Serie A

Qui Fortitudo 74Come si fa a vincere un derby? La risposta non latroverete da queste parte, specie in una gara nella qualela Fortitudo ha trovato parecchie note positive, come lavoce rimbalzi (43-32) e la capacità di tenere la Virtus adun misero 45% dal campo. Iperbole impazzita questaAquila, proprio nel giorno meno indicato per essereschiavi di un’altalena di rendimento all’interno dellastessa scena, ma che purtroppo è ormai nel dna diquesta squadra, poco cinica e sempre più schiava delleproprie insicurezze, le stesse che non hanno regalato ilguizzo difensivo migliore a D.J. Strawberry, seppurproprio dalle mani del giovane newyorkese sianotransitati parecchi dividendi per la Fortitudo. In alto statMarcelinho – finalmente – nota positiva nello spartitostonato suonato dalla GMAC al rintocco numero 103. Underby giocato anche dai proprietari, agli antipodi sottotanti punti di vista. L’indifferenza di Gilberto Sacrati neiconfronti del Patron Sabatini la dice lunga. Teso il primo(e come potrebbe essere altrimenti?), decisamente piùrilassato il secondo, tanto da elargire nel pre-game agliaddetti ai lavori il “Sacrato”, ovvero il dollaro col volto delPresidente biancoblù, che i Forever Boys avevanopreparato come sfottò in vista di questa gara, e apparirein conferenza stampa sorridente e sereno, promettendopure che non multerà Vukcevic per aver infilato il goalpartita. Lui che il derby lo avrebbe perso volentieri.Chapeau.

Qui Virtus 75“Cantami o Diva del pelide Dusan l’ira funesta”.Basterebbe questo per raccontare la stracittadinanumero 103, vinta dalla Vu Nera col guizzo a fil di sirenadi uno straordinario Vukcevic (nella foto), autore allasirena di 14 punti, 3/3 dal perimetro e anche 4 assist.L’uomo in più per Matteo Boniciolli in una serata avara disoddisfazioni per Boykins e Langford, dal fiato corto perFord e senza Alex Righetti bloccato dal male al collo.Coperta corta e, forse, pure bucata per l’ex allenatoredella Fortitudo, che tuttavia ha trovato nella continuitàlungo i quaranta minuti la chiave per portare a casa unavittoria che consolida ancor più la piazza d’onore dietrola Montepaschi Siena. Continuità, è vero, ma anche lastraordinaria capacità di saper essere impassibili quandotutto e tutti sono contro. Lo spartiacque oggi tra Vu edEffe sta tutto qui, nel modo col quale una squadra hasaputo replicare alle incursioni (spesso vere invenzioni)avversarie, e di come invece l’assenza di leader certorestituisce dividendi in passivo. La Virtus è squadrasolida per merito di Boniciolli, ma anche grazie ad unaSocietà che ha saputo investire bene parecchi danari.Poi, va da se, se a dieci secondi dalla sirena nell’ultimotime out sulla lavagna bianconera c’è disegnato unpick’n’roll per Boykins, ma alla fine esca una tripla diVukcevic, è giusto parlare di spessore umanoprim’ancora che tecnico, di un gruppo che è tale contanti pregi e pochi sparuti difetti.

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Du-San Vukvecic,miracolo a fil di sirena

di Gianfranco Lelli

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Serie A

Qui Udine 85Poteva essere l’occasione della vita, quella che veramentepoteva cambiare le sorti arancioni. Invece non è stato così e lereali possibilità che la Snaidero continui la lotta per la salvezzasono poche e tutte racchiuse in quello che sarà il big matchdella prossima settimana contro Ferrara. Un’occasione buttatavia perché la compagine friulana, a differenza di altre partite, ilsuo questa volta lo ha fatto dando vita ad un buon basket,senza sfigurare contro una squadra da Eurolega, di altri livelli econ diverse profondità. Forse questo cambiamento diatteggiamento più aggressivo, più intenso si deve allaconsapevolezza che queste sono le partite dove giocarsi tutto.Spirito che purtroppo fino ad ora non ha animato gli arancioni eche forse arriva troppo tardi. E chissà che la new entry nellostaff arancione dell’esperto Blasone (a fine stagione, forse è unpo’ tardi...) in aiuto a Sacchetti non serva proprio a questo? Allafine del match, dove hanno spiccato Romero e Forte ma dovetutti hanno dato un contributo importante, il rammarico è quello

di non aver approfittato di una occasione così ghiotta perdendol’incontro per soli tre punti (85 -88). «E’ stata una partita moltofisica», attacca coach Meo Sacchetti. «Abbiamo iniziato bene,ma poi abbiamo pagato la stanchezza e la profondità di Milano.In particolare nel terzo quarto quando e forze sono venutemeno a giocatori come Allen che comunque ho fatto giocarefino alla fine ritenendo che fosse la scelta più giusta. Inoltre nonsiamo stati precisi ai tiri liberi, una delle cause della nostrasconfitta insieme alla mancanza a tratti di continuità,caratteristica che purtroppo ci accompagna da sempre».

Qui Milano 88I biancorossi conquistano la quinta vittoria consecutiva. Lofanno grazie ad un sorprendente Mason Rocca (nella foto) checon 18 punti, 9 rimbalzi si alza dalla panchina e rovescia ilmatch in favore dell’Armani. Una gara comunque sofferta dovei lombardi hanno patito fino alla fine ed in particolare nellaprima frazione di gioco, quando Udine, benché fanalino di codadel campionato, ha disputato una gara al di sopra dellasufficienza. L’Armani è senza una pedina importante, Price, manonostante questo i ragazzi di Bucchi disputano un buon matche proseguono il loro cammino per i playoff. L’uscita dall’Eurolega porta infatti i biancorossi a concentrarsisu un unico obiettivo il campionato: «Questi punti», commentacoach Piero Bucchi «sono importantissimi. Veniamo da duepartite contro due formazioni che stanno lottando per salvarsiper cui complesse. La squadra si è comportata bene esoprattutto Rocca è stato importante nel secondo quarto percambiare l’andamento della partita, ha dato un contributo sulpick and roll, ma anche in attacco e in difesa. L’asse con Vitalipoi ha funzionato insieme al resto della squadra visto che bencinque giocatori sono andati in doppia cifra. Purtroppo durantela stagione Rocca non è stato fortunato ed ha avuto diversiinfortuni che lo hanno penalizzato un po’, ma non è la primavolta che dalla panchina si alza e influisce fortementesull’andamento della gara».

Udine si scioglieMilano fa ilpokerissimoArancioni che sprecanoun’occasionissima, milanesi alla quinta vittoria di fila, grazie soprattutto ad un sorprendente Rocca

di Luciana Idelfonso

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Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

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Serie A

Scavo Spar ingiustificabile Benettonlanciata per l'EurocupIl presidente Vellucci ha chiesto scusa al pubblico per una prestazione in cui non si è salvato nessuno.Mahmuti vede una squadra in crescita per Torino

Qui Pesaro 54Se c’era un modo per sponsorizzare la pallacanestro con ilbasket day, ma anche con le scuole basket presenti a palazzo,non era certo questo. Molli, svagati, con la miracompletamente scentrata. Nessuna reazione, nemmenoquando il divario ha preso proporzioni esagerate. Recuperato– ma zoppicante – Hurd, in tribuna Zukauskas, Pesaro hamesso in mostra uno 0/16 dalla linea dei tre punti (sarà 2/24 loscore finale di questo fondamentale) che ha precluso, dasubito, un ingresso nel match degli uomini di Sacripanti. Lasensazione è stata proprio quella di una squadra mai scesa incampo, senza idee ne mordente, incapace pure delle cose piùsemplici. Eppure la Vuelle aveva pure segnato i primi duepunti della gara con Akindele prima che lo stesso si eliminassecoi falli nel giro di un paio di possessi. La sirena di fine primoperiodo era stata impietosa: 15-27. Dopodiché la discesa èstata senza attrito, scivolando senza pietà nel finale. Ilpresidente Vellucci non si è potuto esimere dallo scendere insala stampa e chiedere scusa «per questa brutta prestazione,avevamo chiesto l’affetto del pubblico e non siamo stati bravi ameritarcelo». Prestazione insufficiente di tutti, nessunoescluso, compreso un Sacripanti che non è riuscito a cercarealmeno un giro di vite in difesa in questa giornata in cui il tironon entrava. Ma tant’è, domani è un altro giorno.

Qui Treviso 81Mahmuti era stato chiaro e l’ha ripetuto ai microfoni: «Sel'obiettivo era bloccare la transizione di Pesaro e controllare ilritmo, ci siamo riusciti». Prima ancora della scena muta diPesaro quindi le condizioni erano ben delineati per i casuals.Treviso infatti rientrava di gran carriera in difesa, mettendo inmostra delle belle transizioni difensive. A difesa schierata laBenetton mordeva forte sull’arco evitando di lasciare scoperto illato debole il più possibile. Obiettivo riuscito se è vero come èvero che Pesaro ha mostrato la peggior prestazione balisticada fuori. In attacco bravi sono stati Nicevic e Wallace (nellafoto) a far valere la propria atipicità e la loro bidimensionalitàper far uscire i lunghi di casa dalla tana dell’area colorata. Unavittoria a tutto tondo, con un inizio eccellente ed il minimosindacale per il resto della gara senza mai perdere la grintafondamentale per non far intravedere crepe su cui puntare perrestare in partita. Ma alla fine di tutto il giocatore chiave è statoBulleri, figlio di quel curioso caso di giocatori capaci di rendereal meglio solo con certe canotte. Treviso evidentemente è unadi queste, perché da quanto è nella marca trevigiana ha portatoquello che le stats non dicono: leadership e sfrontatezza. Non èun caso se Treviso, dopo Cantù, mette a segno il secondosuccesso esterno consecutivo, il doppio dei successi fattiregistrare in un anno.

di Francesco Tadei

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Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

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Scavo Spar ingiustificabile Benettonlanciata per l'Eurocup

Serie A

Qui Cantù 86Manca ancora Lydeka (e ancora una volta Zacchetti non famolto per riempire il vuoto lasciato sotto canestro), ma incompenso Elder (nella foto) prima annuncia di volerci esserecon l'atomica schiacciata dell'iniziale 16-9 e poi conferma lapresenza con una prova da 23 punti (13 nel decisivo ultimoquarto) messi insieme con un eccellente 7/11 da sotto e 3/3 daoltre l'arco. E dietro B.J. - eccezion fatta per un Prato limitatoda una botta al ginocchio rimediata in allenamento - c'è puretutto il resto dell'armata di coach Dalmonte. C'è Gaines, chenon patisce il duello con Garris e ritrova pure la mira perduta(15 in 35'). C'è Pinkney, che offre forse la sua più convincenteprova al Pianella (19 e 9 rimbalzi). C'è Rich, che non va indoppia cifra (8) ma che da solo vale il prezzo del biglietto perla sua entrata con "slam dunk" del 46-48. C'è Mazzarino, chedà il solito apporto difensivo e contribuisce con i suoi 14 puntia far risalire le quotazioni dell'attacco brianzolo. C'è HervèToure, che si perde in qualche giocata leziosa di troppo mache con Pinkney tiene a bada i lunghi avversari... E così c'èper Cantù il ritorno alla vittoria dopo quattro partite a vuotoconsecutive, con conseguente ripartenza per la zona playoff:se i muscoli di Elder e compagni continueranno a essereesplosivi come quelli mostrati contro Montegranaro, un postotra le 8 è assicurato.

Qui Montegranaro 74Lo dicono le statistiche: più del 90% dei punti di Montegranaroè messo a segno dai quattro americani più Vasileiadis. E se aCantù non mancano quelli di un Minard con solo unallenamento nelle gambe in due settimane ma con un ventellonelle mani in 24 minuti e di un Taylor (23) che tiene in garaMontegranaro fino alla terza frazione, ecco invece venir meno icontributi - oltre che del greco - di un Garris che non riesce afar valere la sua esperienza sul "rookie" Gaines e di un Hunterche riesce invece a far valere chili e centimetri solo nel finale,praticamente a giochi ormai fatti. Il resto della squadra è il solitogruppo di "comparse" (spesso pure difensive, non solooffensive), incluso un Ivanov condizionato dai falli - il 4° gia al29' - e il cui inserimento pare necessitare ancora di tempo.Fattore quest'ultimo affatto secondario, dal momento che conHelliwell ancora infortunato il centrone bulgaro può risultaremolto prezioso in vista delle difficili sfide (a partire dal prossimoderby contro un'avvelenata Pesaro) che attendono la squadradi coach Finelli da qui alla fine della regular-season. Unpercorso così tortuoso da suggerire ai saggi dirigentimarchigiani di continuare a guardare avanti verso la zonaplayoff senza però dimenticare di dare ogni tanto un'occhiata -giusto per sicurezza - negli specchietti retrovisori.

di Paolo Corio

Dietro B.J. Elder c'è tutta una squadraOttima prova corale della Ngc, semprepiù convinta di poter mirare all'ottavo posto.Montegranaro “tradita” dalle seconde linee

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Qui Caserta 81La seconda sconfitta di fila per la Juvecaserta equivale alsecondo match-point fallito: due punti infatti contro Udineo Biella avrebbero regalato ai bianconeri una buona fettadi quella salvezza che ora dovranno metter in cassafortenei prossimi scontri diretti. La Eldo, al cospetto diun’ottima Biella, paga una pessima settimana di lavoro,nel corso della quale coach Frates ha avuto adisposizione, fino a giovedì, appena tre uomini arruolabilied un’infermeria più che affollata. Ed infatti Diaz ecompagni reggono un tempo, poi finisce l’ossigeno e,minuto dopo minuto, l’inerzia sfila via nelle mani degliospiti. Non bastano le 15 palle recuperate per frenare lafoga dell’Angelico, né le buone percentuali dall’arco nelsecondo tempo, e questa volta nemmeno il salvatore dellapatria Larranaga ripete il miracolo del match controTeramo. La sua tripla del 31-27 è stato l’ultimo sussulto diCaserta, poi gli ospiti dell’ex Spinelli trovano un break di12-0 (40-47 al 23°) che spinge nel baratro Frosini ecompagni. «Abbiamo fatto la miglior partita che potessimofare in queste condizioni – ammette sconsolato a fine garaFabrizio Frates – non avevamo energie sufficienti da poterdistribuire su tutti i quaranta minuti». Il primo veroobiettivo della Eldo è a questo punto recuperare la migliorcondizione di alcuni uomini chiave (leggi Slay e Michelori)e, soprattutto, completare almeno una settimana diallenamenti a ranghi completi.

Qui Biella 85Il piano partita di coach Bechi riesce alla perfezione eporta a casa due punti da un PalaMaggiò che non venivavìolato da oltre due mesi. Biella sfrutta benissimol’atletismo dei suoi uomini e punta da subito su una zona3-2 che ha il chiaro intento di togliere dal match i lunghibianconeri. Progetto che si ripete anche nell’area opposta: gli internipiemontesi tirano nel primo tempo col 70% e alla fine 44degli 85 punti complessivi nascono proprio nell’areacolorata. Biella, agganciata a Caserta nel primo tempo,mette la freccia proprio al rientro dall’intervallo: prima 5punti di un incontenibile Jerebko (mvp del match con 15punti, 10 rimbalzi e 26 di valutazione), poi con le iniziativedi Gaines e Smith. Ma sono soprattutto Gist (nella foto),nel primo tempo, e Brunner nel finale (13 punti con 6/9 altiro in 21 minuti) ad affossare definitivamente unavversario in ginocchio e a mandare i titoli di coda.«Ottima interpretazione della gara dei miei» sottolineaLuca Bechi «per disciplina ed agonismo abbiamo fattotutto ciò che serviva per vincere su un campo ostico».L’Angelico, vittoriosa dopo due sconfitte consecutive, è alsecondo successo esterno nelle ultime tre partite lontanoda casa ed ora può davvero sperare nei play off.

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Serie A

Angelicocorsara nell'areacolorataBechi sfrutta l'atletismo dei suoi uomini, sia nella difesa azona che all'attacco del ferro avversario

di Sante Roperto

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Serie A

Qui Teramo 85Come segnare un punto e far vincere la propria squadra.Non si tratta del titolo di un nuovo manuale di teambuilding o roba simile, ma se lo fosse, l’autore sarebbeAlessandro Piazza (nella foto). Se vi capita sotto gli occhi il tabellino della partita vintadalla Banca Tercas sulla Solsonica Rieti vedrete infatti chetutti i giocatori di casa sono andati a referto (anche igiovani Marzoli e Martelli, che in due hanno combinato per9 punti). Il portatore di palla teramano invece ha solo untiro libero “in sua difesa” però, vista la partita, non sisbaglia se a lui viene dato in primis il merito della vittoria.Il play tascabile di coach Capobianco raccoglie iltestimone di uno spento Poeta a metà del secondoperiodo e fa quello che serve alla sua squadra perricondurre il match nei giusti binari. La gestione dei ritmidel giovane portatore di palla è esemplare, così come lasua difesa sugli esterni ospiti e alla fine il bolognesechiude la gara con 14 di valutazione (8 assist e 4 recuperie un paio di sfondamenti che mandano fuori giri Green). La migliore dei biancorossi, al pari di altri due suoicompagni. Indovinate chi? Moss e Carroll? Acqua! Browne Amoroso? Mi sa proprio di no! Cerella e Jaacks.Insomma, ancora una volta è dalla panchina del TeramoBasket (anche 5/5 dal campo per capitan Lulli) chearrivano le imbeccate difensive giuste per girare a propriofavore una gara che Rieti riesce per due quarti a tenere

sostanzialmente viva. Poi, emerge la differenza di valoridelle due formazioni. E la Bancatercas, che ora si va agiocare a Milano buona parte delle chances di centrare ilquarto posto alla fine della regular season, alza intensitàdifensiva e ritmi trovando così le giuste risorse per venirea capo delle difese a zona (3-2, 2-3, box-and-one) provateda coach Lardo per preservare dai falli i suoi uomini eproteggere l’area dalle incursioni degli avversari.

Qui Rieti 58«Soddisfatto dopo una sconfitta». Così si definisce coachLardo al termine della gara. Usa una frase ad effetto chespiega molto bene il momento di rinnovato ottimismo chesi vive a Rieti. Anzi, facendo un velato riferimento allarecente fuga di Pervis Pasco, l’allenatore della Solsonicaaggiunge con una punta di rammarico: «se avessimoavuto il roster della scorsa settimana avremmo portatofino ai minuti finali questa partita. Sono soddisfatto dei miei perché hanno dato tutto, poi conl’uscita per falli di Green la nostra partita èsostanzialmente finita. Più di così proprio non potevamofare ma abbiamo dimostrato che abbiamo ancora voglia distupire in questo campionato». Le rotazioni sono ridotteall’osso, a meno che la fuga di Pasco non vengavanificata dall’azione di contrasto della società delpresidente Papalia, ma Rieti non sembra intenzionata amollare.

Piazza, un solo puntoma il play èmatch winnerRaccoglie il testimone di unospento Poeta e gestisce i ritmiin maniera esemplare. Rieticontinua a professare fiducianella salvezza

di Paolo Marini

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Serie A

Montepaschi-Air è stata rinviata per gli impegni senesi in Eurolega

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Qui Roma 88Sconfitta ai limiti dell’impossibile per Roma proprio nel giornodel 25esimo anniversario della conquista della Coppa deiCampioni, ed ora si allontana sempre di più anche l’obiettivominimo stagionale del secondo posto. Dopo il capitombolo diBologna ci si aspettava una risposta forte da parte del gruppogiallorosso ed invece, al termine di una partita dai due volti, laVirtus ha alzato bandiera bianca davanti ad una ottima Carife,perdendo partita e faccia con i propri supporters, sempre vicinidurante la gara ma pronti poi a manifestare il disappunto subitodopo il suono della sirena.Roma è stata discreta per almeno trequarti di gara, ordinata e concreta, diretta molto bene dal solitoJaaber e con Douglas apparentemente in forma. Senza potercontare sul prezioso apporto di Becirovic e De La Fuente, coachGentile ha dovuto fare i conti ancora una volta con rotazionilimitate che si riveleranno poi fondamentali per l’esito della gara.La mossa di partire subito con il duo Hutson–Brezec hainizialmente pagato e la Virtus volava via in scioltezza cercandoe trovando spesso anche lo spettacolo. Il saldo attivo nelcomputo delle palle recuperate permetteva alla Lottomatica ditirare di più e con buone percentuali nel primo tempo ma ilvantaggio scendeva lentamente grazie ai colpi puntuali degliesterni avversari. La conclusione, ancora una volta senza lietofine, porta la Virtus davanti ad un bivio, una strada disseminatadi trappole all’apparenza innocue ma che si rivelano essere lepiù devastanti. Dieci giorni per raccogliere le idee ma soprattuttocapire di quale natura sia il male oscuro e tenare poi di ritrovarela luce in una trasferta tutt’altro che agevole in quel di Treviso,per non vedere tramontare prima del previsto un sole che almomento sembra splendere solo per gli altri.

Qui Ferrara 93Vittoria pesantissima quella colta “on the road” dai bianconeri,bravi a credere fino in fondo in un risultato forse pronosticatoalla vigilia solo dai più accaniti sostenitori. Verrebbe da dire cheè stata la vendetta degli ex, viste le firme di Ray (nella foto) eZanelli in calce ad un successo in cui entra sicuramente ingioco anche l’inaspettata freddezza di questa matricola che stainseguendo con determinazione l’obiettivo salvezza.Seconda vittoria nei confronti di Roma e ancora una volta lafisicità della Lottomatica è stata arginata con un comportamentodi squadra esemplare, giocando mentalmente liberi da ognipressione e mettendo lentamente le mani sulla sfida. Occhi

puntati su Ray e l’ americano, accolto da applausi al suo ritornonella Capitale, dopo un inizio in sordina si è letteralmentecaricato sulle spalle la squadra, andando a finalizzare gliattacchi dei suoi dopo che in precedenza si erano resiprotagonisti prima Ebi e poi il sorprendente Allegretti, un rebusindecifrabile per la difesa romana.Invitata a correre, la squadra ospite ha mostrato intelligenzatattica e capacità nell’uno contro uno, alternando con criterio lescelte di tiro e chiudendo con un più che soddisfacente 61%complessivo al tiro. Se Collins rappresenta il cervello pensantedi Ferrara, Ray ne impersona il braccio armato, trovando inattacco quelle soluzioni solo intraviste nella sua militanzacapitolina e svolgendo al contempo anche un lavoro oscuro indifesa, come conferma la buona prova su Douglas che purmettendone 20, non ha incantato. Gli emiliani possonoprogrammare le ultime giornate con una buona dose diottimismo in più e la consapevolezza di essere un gruppo vero,in grado di percepire l’odore del sangue e azzannarel’avversaria senza darle possibilità di replica. Se il buongiorno sivede dal mattino, il sodalizio estense, con questa affermazione,ha posto un mattone importantissimo nella costruzione delsogno salvezza, traguardo che può raggiungere senza doveraspettare i favori di un destino che sembra strizzare sempre dipiù l’occhio a Giorgio Valli.

Ray e Zanelli firmano il colpaccioal termine di una garaimpressionante per freddezza.Lottomatica, il disppunto dei tifosi

Ferrara, ilcolpo degliex romani

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Serie A

di Andrea Ninetti

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Una Coppa già vinta nel 1995 e1999, perché dunque non sperarenel tris? La Benetton si presenta a

queste Final Eight di Eurocup non a colpi digrancassa ma nemmeno in punta di piedi,diciamo con una sana consapevolezza dipoter dire la sua, soprattutto se saprà supe-rare il primo trabocchetto, i lituani delLietuvos Rytas, (lo sponsor è un diffusoquotidiano di Vilnius, equivale a Il Mattinodella Lituania) sostenuti dalla passione diun migliaio di tifosi che arriveranno inPiemonte gran parte dopo un viaggio di 48ore in pullman e convinti a loro volta diavere la squadra adatta per andare avanti,anche se in verità il club non nuota nell’oro(il governo lituano di punto in bianco l’annoscorso ha quadruplicato le tasse sulla stam-pa), tanto da essere costretto a cedere perimprescindibiliragioni di budget l’australiano Matt Nielsenal Valencia e il serbo Branko Milisavljevic alCajasol. Ma tutti gli altri, a cominciare dalbravissimo Chuck Eidson, ci sono, per cuibisogna convincersi che l’impatto di Trevisonon sarà proprio dei più morbidi. PeròOktay Mahmuti (nella foto) vede una squa-dra in crescita, irrobustita dall’addizione-Bulleri e con un Wallace (nella foto) feno-

menale “mister doppia doppia“, sono loro ledue attuali colonne. Com’è noto, i casual incampionato offrono il meglio del repertorioal Palaverde, in trasferta molto spesso, senon quasi sempre, si smarriscono ma que-st’anno c’è il precedente della Coppa Italia,stessa formula, e lì per un soffio non acca-deva che buttassero fuori la grande favori-ta, ossia Siena.Questo per dire che le potenzialità ci sono,solo che vengono a galla più facilmentedavanti ai propri tifosi che non a quelliavversari. E dunque i problemi sono psico-logici più che tecnici: è una Benetton chefuori casa quando le cose iniziano a metter-si male tende ad afflosciarsi più che a rea-gire, il successo di Cantù ha spezzato unacatena di sconfitte lunga quattro mesi, aTorino vedremo se è stato un caso o unadecisa inversione di tendenza. Dei guaibiancoverdi on the road ilsimbolo è Gary Neal, il quale, almeno inItalia, segna molto meno in trasferta che incasa (19-11 punti), tira meno e peggio datre (2.7/7.4, 36% e 1.5/4.6, 31.4%), effettuamolti meno liberi (2.3/3.7 su 1.1/1.4), subi-sce molti meno falli (4 e 2.3), perde più pal-loni (1.8 e 2.5) e smazza molti meno assist(2.0 e 0.8). Insomma, cuor di leone non è.

Ma, al di là delle cifre, un altro problema èDashaun Wood, proprio colui che un annofa era indicato come uno dei giocatori piùforti della A1.Wood sembra non essersi mai completa-mente ripreso dopo l’operazione al ginoc-chio destro, tende a giocare di sponda, siprende poche iniziative, sembra quasiavere paura di assumersi le responsabilitàche per un play come lui dovrebbero sem-pre abituali. In ogni caso questo scontro digiovedì 2 con il Rytas sarà pure difficile manon proibitivo. Coach Rimas Kurtinaitis dopo la cessioneforzata di Nielsen e Milisavljevic ha ricom-pattato la truppa capendo, lui esimio tirato-re degli anni '80 e '90, che bisogna cercaredi evitare di subire più che di segnare e per-ciò sta facendo un gran lavoro difensivo,nella Baltic League è primo e finora inCoppa ha vinto tutte le partite casalinghema in trasferta solo una, al contrario diTreviso che in Europa, incredibile ma vero,ne ha vinte quattro su sei, a conferma dellasua stranezza di rendimento. Oltre aEidson, 16 punti e 6 rimbalzi, il Lietuvos hanel centro Marjiona Petravicius una dellecolonne (12 + 6) ma sarà bene dare un’oc-chiata anche all’altro 2.07, il serbo Milko

di Silvano Focarelli

Eurocup

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Treviso va a caccia del tris

La Benetton si presenta alla Final Four con la sana consapevolezza di poter dire la sua. Primi avversari, i sempreinsidiosi lituani del Lietuvos Rytas

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Treviso va a caccia del tris

Bjelica, pure lui in doppia cifra. Una spinta inpiù a tutta la squadra, oltre che al direttointeressato, verrà dal fatto che Mahmutimercoledì scorso è stato nominato EurocupCoach of the Year 2009, premio ideato pro-prio quest’anno: la sua Benetton ha finito lastagione regolare con 9-3 (nessuna delletre sconfitte è stata compromettente), risul-tato ancora più pregevole se si pensa, silegge nella motivazione, che “la sua squa-

dra non era tra le candidate ad entrare nelleFinal Eight. Considerato tra le grandi mentidifensive, Mahmuti ha onorato anche la tra-dizione offensiva della Benetton, posizio-nandola al terzo posto tra quelle più prolifi-che”. Niente male, se si considera che aTreviso il lavoro di Oktay è visto ancora conun po’ di scetticismo, non è certo un allena-tore entrato neicuori dei tifosi come altri, forse anche per il

suo carattere schivo, molto riservato e pernulla amante della ribalta a tutti i costi. Mase a Torino dovesse centrare il bersagliogrosso scommettiamo che qualcuno, comeè successo con Bulleri, si ricrederà?

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di Silvano Focarelli

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L'intervista

Con quella faccia da scugnizzonato casualmente a Cecina“Bullo” era e “Bullo” è rimasto.

Quasi quattro anni sono passati da chemollò la Benetton andandosene aMilano, e quaranta giorni da quando ètornato laddove è nato e cresciuto. Quando ci tornava da avversario, con laA e la J giganti sullamaglia, erano valan-ghe di insulti sanguinosi che piovevanodalle tribune del Palaverde per il “tradito-re“ che si era trasferito per soldi in casadel nemico, dal quale era stato appenasconfitto nei play ff. Un'onta che a senti-re certifanatici non si sarebbe mai lavata.

Ora Massimo Bulleri va per i 31, hamesso su famiglia, da 7 mesi si coccolaun bocciolo rosa di nome Rebecca maqui a Treviso l’abbiamo rivisto come senon fosse successo nulla: grinta spaven-tosa, determinazione massima, sempretra i migliori e pertanto già rientrato nelcuore di tutti, anche di quelli che prima loseppellivano di buuu. «Sono assolutamente felice di esserealla Benetton e della possibilità che lasocietà mi ha dato, dall’inizio del 2009 aMilano ero uscito dalle rotazioni ed oraho ricominciato a giocare. Ringrazio tutticoloro che mi hanno concesso questa

chance, spero che siano contenti di ciòche sto combinando».

La sensazione che si ha quando tivediamo buttarti su ogni pallone, sgan-ciare le tue bombe “ignoranti” o ese-guire i tuoi famosi arresto e tiro in con-tropiede è che il tempo per te si sia dav-vero fermato, anzi per certi versi ora seianche migliorato. «No no, il tempo è passato eccome. Eaggiungo purtroppo perché avere sempre27-28 anni non sarebbe male, per faresport è l’età migliore, ma dico anche perfortuna è passato: ora sono una persona

Il ritorno del Bullo? Tutto molto bello?Torna dopo quattro anni nel club che forse non avrebbe mai dovutolasciare. Gioca alla grande e riconquista la gente. Ma a TrevisoMassimo è solo in prestito

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più matura, con delle esperienze alle spal-le e che cerca di tirar fuori il massimo dellesue potenzialità. Poi i giudizi su di medateli voi: io le critiche le sfrutto per miglio-rare e gli elogi per aumentare l‘energiapositiva».

Te l’aspettavi di inserirti così presto ebene? In fondo arrivavi da un periododi inattività, oltre che di travaglio tecni-co, eri stato pure a Bologna... «Per la verità ci sono state anche dellecombinazioni fortunate, mica si tira persbagliare ma a volte la palla entra, altreesce. Diciamo che finora sta girando tuttoper il verso giusto però arriverannomomenti peggiori, in vista dei quali cercodi mettere da parte un po' di serenità».

D’altra parte l’avevi detto appena torna-to a Treviso: sono pieno di entusiasmoe voglia di giocare, promessa mantenu-ta. «Qualità che ho sempre avuto e sempreavrò, appena mi accorgerò che questaspinta non ci sarà più sarà arrivato ilmomento di smettere. Ma spero di veder-mela dentro ancora per un po'».

Quanto hanno influito nel renderti piùmaturo gli avvenimenti extra basket più

importanti, il matrimonio e l’esserediventato padre? «Le vicende della vita ti rafforzano, com-prese quelle negative che ti fanno restarelì con la testa nonostante tutto. Chiaro cheil matrimonio e la figlia siano esperienzebellissime, servono a maturare ma inmaniera diversa».

Per cui essere rimasto fuori squadra aMilano ti ha irrobustito il carattere? Altrisi sarebbero seduti.«Di sicuro è stata un’esperienza moltoforte che mi ha senz‘altro maturato, anchese in certe cose non credo ci sia solonegatività come non credo nemmeno siatutto positivo».

Tu alla Benetton sei in prestito sino allafine della stagione, ma poi che succe-derà? I tifosi sono un po' in ansia. «Tra le due società c’è un accordo in baseal quale io gioco con la Benetton sino al 30giugno, al tempo stesso sono sotto con-tratto con Milano anche per l’anno prossi-mo, quindi il mio futuro passerà attraversociò che deciderà l’Olimpia a partire dal 1luglio. In ogni caso oggi il fatto che io siaun giocatore dell’Armani non credo siacosì importante». Questo “Bullo” rinato e così forte

potrebbe ridestare in Milano un certointeresse, non trovi? «Trovo che io sia l’ultimo a poter risponde-re a questa domanda, dovreste chiederloa loro».

Quel che è certo è che tu vuoi restare aTreviso, no?«Sicuramente, ho già detto che sono statocontentissimo di tornare e che qui stobenissimo, tuttavia in questo momentofaccio fatica a sapere dove giocherò, esi-stono variabili che non dipendono da me».

In questi 40 giorni trevigiani qual èstato l’aspetto che ti ha fatto più piace-re? «Vedere tanta gente che mi ferma per lastrada e mi dice di essere contenta che iosia tornato. Non nascondo che tutto que-sto mi riempie di orgoglio».

In fondo non c’è niente da stupirsi, tustai effettivamente giocando alla gran-de. “Non chiedetemi di parlare di certi argo-menti, ve l'ho detto, non spetta a me.Quello che cerco è rimanere equilibrato ilpiù possibile nel bene e nel male, senzafarmi facili illusioni ma mantenendomisereno come sono adesso».

L'intervista

Il ritorno del Bullo? Tutto molto bello?

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Tutta la Veroli cestistica avrà passato la domenica sera incollata agli schermi di RaiSatsperando in un passo falso della Cimberio sul parquet di Masnago contro Casale, ma laFastweb si sveglia troppo tardi e fa un torto prima di tutto a se stessa (prima del KO diMasnago ancora non matematicamente tagliata fuori dalla corsa al primato soprattutto) epoi anche alla Prima, che dal canto suo non ha alcun problema a sbarazzarsi di un’AgetImola che ha già un piede in cadetteria. Fastweb che accusa la fase di appannamento delsuo leader offensivo Dowdell, sempre più ago della bilancia dell’attacco di Crespi, sulquale la difesa di Pillastrini ha comunque fatto un ottimo lavoro. Lavoro che il coachferrarese si augura prosegua in occasione della trasferta di Reggio Emilia di domenicaprossima, trasferta per la quale passano le maggiori chance di promozione diretta diGalanda (nella foto) & Co. Veroli dal canto suo, cercherà di fare del proprio meglio nelcorso di un calendario tutto sommato non proibitivo, con la consapevolezza, tuttavia, dinon essere pienamente padrona del proprio destino. E chi perderà il treno dellapromozione diretta dovrà darsi da fare in un playoff che si preannuncia agguerritissimo,perché figlio di uno dei campionati di Legadue più equilibrati di sempre. Equilibrioevidente anche per accaparrarsi gli ultimi posti utili per la postseason, e con seiformazioni a quota 26, quattro a quota 24 e quattro turni ancora da giocare, ogniscenario è ancora possibile. Ma tutta l’incertezza che regna nella zona alta e media dellaclassifica tende decisamente a svanire nella zona più bassa, dove Imola e soprattuttoRoseto paiono, giornata dopo giornata, colare a picco verso la serie A dilettanti. Imola eRoseto condannate da risultati negativi propri e dalla brillantezza di dirette concorrenticome Pistoia e Venezia, ormai pressoché imprendibili sebbene la matematica ancora nonproibisca quello che però il trend attuale suggerisce a caratteri cubitali. Battendo ReggioEmilia, Paolo Moretti e la sua Carmatic viaggiano con il 70% di vittorie nel corso delleultime dieci partite, virtualmente portando a compimento un compito che solo un mesefa sembrava proibitivo, e violando il PalaTriccoli di Jesi, Stefano Bizzosi potrà dire diaver fatto altrettanto alla guida della sua Reyer, letteralmente presa per mano da unostellare Janicenoks, l’innesto di gran lunga più produttivo, nel momento del bisogno, fratutti i giocatori provenienti dalle varie finestre di mercato del campionato (27,6 punti pergara con il 60% abbondante da 3 punti nelle ultime tre vittorie consecutive della Reyerper la guardia lettone). L’ultima zampata d’orgoglio di Imola parrebbe essere stata quelladello scorso turno contro la Cimberio, mentre la Seven Roseto, nel frattempodistaccatasi da un Trullo dimissionario e sostituito dal sergente di ferro croato Bavcic,inanella contro i Crabs di Giancarlo Sacco, per ironia della sorte, un settimo stopconsecutivo che rimarrà impresso negli occhi dei sostenitori abruzzesi per la grinta di unesordiente ed indomito Monti, ma anche, purtroppo, per le inaccettabili padelle di unHolland tanto talentuoso quanto delittuosamente fuori condizione.

Ora laCimberio va a Varese,check pointper la Serie AA Masnago la Fastweb si sveglia tardi e cancella molte delle speranze immediate di Veroli. Pistoia e Venezia, che ritorno!di Lorenzo Settepanella

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Legadue

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Legadue

Roseto, ormai è pieno caos

di Luca Maggitti

A - Legadue

Avrà solo 4 gare a sua disposizione – haereditato una squadra all’ultimo posto econ una striscia sulla groppa di 7sconfitte consecutive. Niksa Bavcevic(nella foto di Mimmo Cusano) arriva aRoseto con le referenze di Neven Spahija.«Neven è un amico ed è uno deimigliori allenatori d’Europa. Campionein Slovenia, Lituania, Israele, Spagna:è un uomo giovane che ha già avutomagnifiche soddisfazioni e che èdestinato ad una carriera fantastica. E’ una brava persona, sempredisponibile ad aiutare gli altri e credoche il futuro del basket croato possapoggiare sulle sue spalle».

Ti chiedono di salvare il Roseto. Checompito è?"Non è facile. La squadra ha potenza,ha giocato una buona prima parte delcampionato. Una cosa evidente è cheadesso ha una crisi psicologica, chepossiamo battere innanzitutto conl’aiuto dei nostri tifosi».

Cosa sai di Roseto?«So che è una delle dieci cittàtradizionali da tantissimi anni nelbasket italiano. Sono felice di avervisto i tifosi all’allenamento, perchésignifica che c’è voglia di stare vicinoalla squadra e di crederci».

Come hai trovato la squadra?«Devo ringraziare coach Trullo dellavoro che ha fatto fino ad oggi. Io nonlo conosco personalmente, ma spero dipoter bere un caffè con lui. La

responsabilità quando c’èun periodo di crisi è dellasquadra nel suo insieme. Igiocatori devono sapere cheadesso sta a loro reagire».

Hai fatto dei calcoli, hai unatabella? «Ho sentito molteimpressioni circa i calcoli ele tabelle, ma io credo siasbagliato. La nostra mentedeve essere pronta e forte a sostenerela convinzione che noi dobbiamo faretutte vittorie. Questo significa nondistrarsi e dare il massimo in ognisingola partita. Per me è una situazionestrana: mi sono capitate squadre condifficoltà, ma ho avuto sempre piùtempo. Adesso non ho – comechiederebbe qualsiasi governo – i mieiprimi 100 giorni»

Come vorresti che giocasse il tuoRoseto?«Prima di tutto il basket è un giococollettivo. Ho visto Scafati-Roseto e honotato come la squadra giocasseindividualmente in difesa e attacco,oltre a metterci poco carattere. La miafilosofia è una buona difesa e unabuona transizione: le cose più semplicioggi per fare punti. Io amo ilcontropiede, così come lo amanogiocatori e tifosi. Tutti lo amano, ma sevuoi giocare in contropiede devi averela palla e se vuoi la palla devidifendere duro, facendo tutti i lavorisporchi che non si vedono nelle

statistiche, ma che sono lacaratteristica principale delle grandisquadre, come puoi vedere spessonelle gare di Eurolega. Grande lavoro,grande voglia, grande collettivo, tantatattica».Per la cronaca, Bavcevic non ha esorditonella gara con Rimini, ennesimasconfitta, caratterizzata alla fine daqualche “scontrosità” fra dirigenti egiocatori. Per Roseto, è tempo di caos,saprà Bavcevic riportare l'ordine? Severrà...

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Niksa Bavcevic da martedì dovrebbe tentare la mission impossibile:salvare una squadra che anche domenica è andata alla deriva

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Donne - Serie A1

Partiamo dalla coda: brividì anche lì. Sospesa per impra-ticabilità di campo il match tra Ribera e Napoli con lepartenopee avanti di venti lunghezze. Incontro da recu-

perare, fondamentale per decidere la retrocessione diretta. 30punti e 30 di valutazione per Tillis nella vittoria del Geas a Livorno. Giornata interlocutoria in attesa del matchdi Schio del lunedì pomeriggio tra le scledensi e Parma (impor-tante per la griglia playoff) e, soprattutto, dell’ultimo turno quan-do il destino ha deciso che si debbano incontrare le prime quat-tro tra loro, con in cartellone Venezia-Taranto e Faenza-Schio.Ed in ballo c’è anche il primo posto, mica poco. Diciamo comunque qualcosa di questa venticinquesima gior-nata che ha visto le vittorie esterne di Priolo con un punteggioda “maschile” (e cinque in doppia cifra) sul sempre difficilecampo di Pozzuoli, di Venezia (bene Nadalin, nella foto, eHayden) a Como e di Geas (con una grande Tillis, nella ) a

Livorno. Taranto, in attesa della partita di giovedì in Coppa, siè allenato battendo piuttosto nettamente Umbertide mentre c’èvoluto lo sfiancato Viterbo con il suo organico ridotto all’ossoper far tornare alla vittoria Faenza dopo il trionfo in CoppaItalia. Curiosità a Ribera: partita sospesa nell’ultimo quarto conNapoli in vantaggio di venti punti. Partita da recuperare e deci-siva per determinare chi tra le siciliane e Viterbo retrocederàsubito in A2 e chi invece disputerà i playout. A questo punto, prepariamoci con carta e penna ad attenderela prossima giornata che, ovviamente, vedrà le partite disputa-te tutte in contemporanea alle 18,30 della domenica. E, preve-dendo parecchi arrivi a pari punti, anche a più squadre, qual-che calcolo (piccolo o grande che sia) andrà fatta Intanto,come da noi già annunciato alcune settimane fa, è ufficiale lacandidaduta di Pasquale Panza a Presidente della LegA.

Sono i minuti che mancano al termine della stagione regolare. Nell'ultimo turno di fronte le prime quattro: Venezia-Taranto e Faenza-Schiodi Roberto Perticaroli

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Campionato, brividi diffusi a meno 40

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Donne - Serie A2

LUCCA E CAVEzzO AnCORA A BRACCETTOBel match quello andato in scena sabato pomeriggio alPalaDozza: nonostantante la strenua resistenza diBologna (con Temnik scavigliata in campo appena 14minuti ed Arnetoli protagonista , 19+8, bene la giovaneRichter) vince Lucca che però, per confermarsicapolista, ha dovuto sudare, ed anche tanto. Bene Soliin regìa (7 assist e 6 recuperi). In serata ha risposto Cavezzo che con un 24+14 diMandache ed una prestazione sopra le righe delcapitano Goldoni (valutazione 25) ha piegato Bolzano:per il primo posto finale tutto rimandato all’ultimagiornata, come per gli altri verdetti. Di sicuro c’è soloil sesto posto di Bologna. Segnalazione di merito perUdine e Reggio Emilia che continuano a vincerenonostante situazioni societarie non facili.Nel girone Blo scontro tra le uniche coach donne del nostro basketdi vertice se l’è aggiudicato il Pomezia (Gattinivalutazione 28) di Angela Adamoli che di misura haespugnato il campo della Florence (Corsi 12+17) diStella Campobasso. Ottima la prestazione di Di Battista, devastante ilsecondo tempo di Gattini, dove ha realizzato tutti i suoi19 punti. Con un positiva Torre la Virtus Cagliari piegaRende mentre il Cus esce sconfitto di misura daP.S.Giorgio. Anche nel girone B verdetti da emetterenegli ultimi 40 minuti di gioco e ci potrebbe essere ilrischio di qualche mancata qualificazione ai playoffpiuttosto clamorosa. Ricordiamo che le partite sigiocheranno tutte in concomitanza, il girone A il sabatosera alle 20,30, il girone B alle 18,30.

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A ngelo Basile (qui, nella fotodi Vito Massagli) è diventatopresidente nel 2006/2007succedendo al suo amico

Mino D’Antona. Un’amicizia di lunga datarafforzata dalla passione comune per lapallacanestro. Nell’anno “mitico” di Taranto (quello delloscudetto/Coppa Italia/Supercoppa Italia)era uno degli sponsor del Cras. Basile ècommerciante di prodotti petroliferi neltarantino, e non solo. Come tanti amava,ed ama tuttora, il calcio ma col tempo siè appassionato al basket femminile chea Taranto è diventata un’istituzione.

Presidente, alla sua terza stagione sulgradino più alto del Cras, quali senti-menti prova ad avere sotto tiro laEurope Cup che, se vinta dalla suasquadra, costituirà il primo trofeodella sua gestione?«L’emozione è forte, sebbene i piedirestano a terra, perché nulla è ancoraconquistato. Ma è bello vedere la nostrasquadra ad un passo dalla sua storia.Sono orgoglioso di essere presidente diun club che ha quasi cinquant’anni divita».

Qual è il segreto di una società cheattira così tanto le cestiste?«Innanzitutto la professionalità. Il Cras,dagli anni 60 ad oggi, ha sempre lavora-to con tecnica e passione. Se ora Tarantoè ad un passo dalla vetta europea, nonè per caso. C’è una continuità che si èconsolidata negli anni e che ora ci vederaccogliere risultati importanti».

E’ vero che è difficile fare sport ad altolivello al Sud?«Sì, lo è. Ma noi, attraverso lo sport,stiamo dimostrando che con lungimiran-

za possono attecchire al sud progetti vin-centi. In fondo la nostra è un’azienda aconduzione familiare, nella quale annual-mente, tra stipendiati a tempo determina-to ed indeterminato, diamo lavoro a circaventi persone. Non è poco per una realtàsportiva che vive nel Sud”.

Veniamo al campo. Dopo le primequattro sconfitte della stagione, lasocietà ha tenuto duro, blindandoRicchini. Una scelta razionale, che poisi è rivelata vincente: è stata quella laprima svolta della stagione?«Direi proprio di sì. Ma faccio una pre-messa: molte giocatrici sono arrivateappena una settimana prima del debutto,dunque il coach ha avuto bisogno ditempo per plasmare con la sua improntacorale un gruppo di forti individualità. Orail suo vero Cras, che lotta e vince, è sottogli occhi di tutti«.

Nei playoff ci sarà Brunson, oggi infase di potenziamento fisico dopol’operazione al ginocchio?

«Dipende dalla sue condizioni fisiche.Becky fa parte del nostro roster. Se saràutilizzabile, la metteremo a disposizionedel coach. Un suo ingresso potrebbe por-tare giovamento ad un gruppo comunquecollaudatissimo».

E con Godin, sua scoperta, come lamettiamo?«Elodie al momento è intoccabile, al paridi tutte le altre, perché il Cras è collettivoe non individualità. Dopo averla pescataattraverso internet, un mezzo che midiverto usare specie quando si parla dibasket, grazie anche alla diplomaziadella compagna Sauret-Gillespie, lei si èrivelata una bella sorpresa. Un reintegro di Becky non la metterà indiscussione, perché il coach potrebbeattuare un turn-over indolore, ma strate-gico per il finale caldo di stagione».

Presidente Basile, un suo pronosticoper la finale?«Non mi pronuncio, incrocio solo le dita».

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Donne A1

L’Angelo di TarantoBasketville ha intervistato il presidente del Cras Taranto a pochi giorni da gara-uno della finale di Eurocup. Scoprendo un Basile giustamente emozionato per l’appuntamento a cui la sua squadra di sta avvicinando

di Roberto Perticaroli

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È durata giusto un anno la lon-tananza di Dante Carzanigadal mondo del basket. Unalontananza purtroppo non

voluta ma causata da un ictus che loaveva colpito esattamente 12 mesi orsono in un momento particolare dell’an-no: il festeggiamento del proprio com-pleanno e la Pasqua. Dopo i terribili mesi iniziali, con il latodestro del corpo praticamente immobi-lizzato, il lento periodo della rieducazio-ne ed il ritorno a casa. Piano piano ilriavvicinamento alla pallacanestro: abi-tando a Schio ha avuto l’opportunità diassistere alle partite e agli allenamentidella squadra di Sandro Orlando.

Insomma, il ritorno, per quanto possibi-le, ad una vita normale, per una perso-na con Dante, allenatore storico delfemminile, che ha girato l’Italia per alle-nare, partendo da Villasanta, Como,Viterbo, Schio (dove ha ha vinto unaCoppa Italia, Vicenza ed alcune stagio-ni importanti in Sicilia ad Alcamo e poi ilritorno vicino casa allenando a piùriprese a San Bonifacio dove, era forseinevitabile, è tornato in panchina dametà marzo.

«Non è stato solo un ritorno alla pal-lacanestro, è stato come rinascere,tornare a vivere» confessa Dante com-mentando il suo ritorno in panchina. El’occasione era davvero importante per-ché il “suo” San Bonifacio era ad unpasso dal baratro. Con la vittoria nel derby con SanMartino di Lupari la squadra biancoros-sa continua a sperare nei playout enella permanenza in A2. In tanti a spronare Dante a compiere ilgrande passo: la famiglia, il basket in

tutte le sue componenti ed il suo grandeamico Renato Nani.

«Tornare al basket mi ha ridato entu-siasmo: leggere, vedere le partite,parlare con le persone, mi fa sentireattivo. Non credevo potessi così presto tor-nare nel mio mondo, alla mia vita. Etornare a sedere su una panchina,proprio nella stessa palestra, mi harimesso al mondo, mi ha ridato nuovistimoli. Sono ancora al 50% ma sonofelice e tanto mi basta». Adesso, come sempre, per quattro voltea settimana Dante va a San Bonifacio(l’accompagnano qualche giocatrice o idirigenti).

Una curiosità: prima di tornare sullapanchina di San Bonifacio, Dante avevaseguito la sua squadra di amici che gio-cano in Prima Divisione. E proprio da lì,sicuramente, si è riaccesa la miccia.Bentornato, Dante…

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Donne A2

di Roberto Perticaroli

La favola a lieto fine di Dante Sabato 21 marzo il basket ha riabbracciato un vecchio amico, che aveva spaventato tutti per quello che gli era accaduto proprio un anno fa.Carzaniga, ha affrontato una terribile malattia e ce l’ha fatta

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Per prima cosa, all'inizio di questoappntament settimanale, vorreiricordare anche io la figura di

Giovanni Papini, scomparso la settimanascorsa. E con cui ho collaborato al Cna.Era un allenatore competente,appassionato. La sua è statasicuramente una perdita pesante per tuttinoi. Ciao e grazie, Giovanni.

In Eurolega, l'impresa è stata quella diSiena ad Atene e devo dire che sitrattato di una gara 2 che ha colpito tutti,riportandomi alla mente straordinarievittorie in trasferta delle mitiche Ignis,Simmenthal o Tracer, ma anche della miaKinder. Protagonista un Lavrinovic chenon avrebbe neanche dovuto giocare.Avrebbero potuto diventare protagonistigli arbitri, in negativo, in tante piccolecose che avrebbero potuto esseredeterminanti e allora, ancora di più bravaSiena. Anche per aver eccitato la fantasiadi tutti noi appassionati.

Pianigiani ha commentato in manieraeccellente la partita in sé, ma anchespiegato bene lo spirito per quellesuccessive, dicendo che con quelsuccesso i suoi avevano capito e fattosapere che si può vincere anche gara 5.Un dettaglio non secondario, per un

messaggio chiaro: non illudiamoci chegara 3 e 4 possano essere facili eperderne una non sarebbe un dramma.Come accade in tutte le serie al megliodelle cinque. Pianigiani è statochiarissimo, invitando tutti a pensarecon serenità ad una gara per volta e alletre vittorie nel loro complesso, nonimporta ottenute dove. Questa è un'altradimostrazione della grandezza delsistema Siena.

Noi contro il Partizan abbiamo disputatodue incontri solidi, anche se inun'occasione abbiamo tirato malissimoda 3, finendo con un 2/22 che sicommenta da solo. Sono soddisfatto perla nostra difesa, visto che in due matchnon abbiamo complessivamente subitopiù di 100 punti. La serie non è certofinita, ma la squadra sta trovandocondizione e “cattiveria”, lucidità edeterminazione, ad esempio quando iragazzi hanno capito che le partite sipossono e si devono vincere non solo inattacco, ma anche con difesa, rimbalzi epoi contropiede.

Domenica all'italiana, con il derby in“trasferta” a Mosca: io, Lele Molin eClaudio Crippa per la Virtus, SergioScariolo da ex Fortitudo. E' stato come al

io, Ettore

Le emozionidivise fra il derbye l'EurolegaHo ammirato Siena ad Atene e mi sonogustato con Sergio Scariolo Fortitudo-Virtus

di Ettore Messina

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solito un incontro tesissimo, difficile,purtroppo con un altro episodiospiacevole, come quello della monetinache ha colpito Terry. E devo alloracomplimentarmi con la Virtus che haimmediatamente rifiutato l'idea diaggrapparsi ad un ricorso che avrebbeancora di più avvelenato l'atmosfera, aBologna. Con responsabilità e realismo,Terry è stato rimesso in campo. E se mi èconsentito, per una volta gli dei del basket,alla fine si son ricordati di uncomportamento sportivamente corretto,ma per niente scontato di questi tempi edin certe situazioni.

Al termine del derby, Scariolo mi dicevache questo Vukcevic è nettamente piùforte di un tempo. Io gli riconosco duecose grandiose: il canestro della vittoria,ma ancora prima quello che in meno di tresecondi aveva risposto al vantaggioFortitudo. Un fulmineo e chiaro segnale distop alla rimonta fortitudina. Sono cosedavvero fondamentali, tanto più cheVukcevic ha giocato da grande campionein una giornata di pericolosa mediocrità diBoykins. Così, priva del suo leaderdesignato o immaginato, la Virtus stataportata alla vittoria, con punti masoprattutt leadership, da Dusan.

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Spagna

Il Barcellona sfata il Ta(u)bùDopo sette sconfitte consecutive, il Regal Barça batte Vitoria e riapreil discorso qualificazione per le Final Four di Angelo Potenza

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Dopo sette sconfitte consecutive (quattro nella finale di ACBdell’anno scorso e 3 quest’anno) il Barcellona batte nettamen-te (85-62) il TAU Vitoria nella seconda giornata dei quarti difinale di Eurolega. Nonostante il punteggio, la partita è rimastain equilibrio fino a metà del terzo quarto. Le chiavi della vittoriaper il Barcellona sono state un miglior bilanciamento tra il giocodegli esterni e degli interni e una maggiore costanza defensiva.Inoltre, anche i due falli fischiati a Splitter dopo poco più di 6minuti dall’inizio della partita hanno facilitato il compito dei cata-lani. Di conseguenza, grande merito all’inizio è da attribuire aDaniel Santiago, autore di 8 punti nei primi 6 minuti di partita ecapace di limitare e caricare di falli il centro brasiliano del Tau.Alla fine Santiago finirà la patita senza più segnare, ma l’assen-za forzata di Splitter permetterà ai lunghi catalani, Ilyasova eVásquez su tutti, di fare il bello ed il cattivo tempo sotto le plan-ce. Per il Tau da segnalare in negativo la prestazione diPrigioni, mostuoso nel match di martedì (14 punti per lui con 4su 6 dall’arco), ma ben limitato giovedì (terminerà con solo 2punti a referto).Per quanto riguarda il confronto delle percentuali tra i due

match, da segnalare il miglioramento del Barcellona nel tiro datre: in due giorni Basile e compagni sono passati dal 18 al 29%di realzzazione.Per il Barcellona, oltre alla doppia doppia sia di Ilyasova che diVásquez (16 punti e dieci rimbalzi per il turco, 14 punti e 10 rim-balzi per il galiziano) e al solito Navarro, da segnalare l’ottimaprestazione di Lakovic, tenuto in campo quasi 30 minuti daPasqual ed autore di 17 punti. Anche se ha terminato la partitasenza aver distribuito assist, la sua pericolosità ofensiva hacostretto la difesa del Tau ad aprirsi e a concederé spazi sottole plance ai vari Santiago, Andersen, Ilyasova (nella foto) eVásquez. Infine, citazione doverosa per il capitano dei catala-ni, Roger Grimau, che ancora una volta ha sfornato una pre-stazione tutta cuore in difesa (un suo tuffo per rubare palla aPrigioni nel terzo quarto ha fatto esplodere il Palau).Ora il Barcellona deve vincere almeno una partita a Vitoria sevuole sperare di staccare il biglietto per Berlino. Ma dopo gio-vedì i tifosi sono molto più fiduciosi, poichè hanno rivisto, sep-pur ancora a sprazzi, la stessa squadra che violò i campi diSiena, Atene e Tel Aviv.

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NBA

Trail Blazers, il futuro è oggiPortland ha tutte le carte in regola per dominare la lega negli anni a venire. Ma forse il futuro non è così lontano. . .di Lorenzo Grighi

Dall’epoca in cui li chiamavanoJail Blazers sembra passata unavita. Di quei tempi bui, nei quali leuniche notizie che si leggevanoriguardanti la franchigiadell’Oregon erano le vicende giu-diziarie che coinvolgevano i proprigiocatori (chiedere a Darius Miles,Zach Randolph e compagniabella), nessuno sembra più ricor-darsi. Oggi quando si pronuncia laparola Blazers la prima immagineche viene in mente è quella di unasquadra frizzante, giovane, amatadal pubblico, ma anche e soprat-tutto (ed è quello che conta) vin-cente. Al momento di scrivere iragazzi di coach McMillan sono alsettimo posto nella WesternConference, a sole due partite emezzo dagli Houston Rockets,che occupano la seconda piazza.Quindi in chiave playoff tutto èancora da decidere, e sicuramen-te Portland avrà modo di dire lasua. Al di là della classifica, questasquadra si sta meritando l’affettodei tifosi del Rose Garden, chevedono scendere in campo ognisera una squadra bella da vedergiocare e guidata da uno deimigliori allenatori in circolazione. Ilroster è di ottimo livello, con unquintetto solido ed equilibrato eduna panchina il cui unico difetto èforse quello di essere troppoabbondante. La stella attorno alla quale ruotanoil gioco ed i destini rossoneri èBrandon Roy, guardia 24enne daWashington University. E’ leaderdei Blazers in punti segnati, assiste palle recuperate, e sta dimo-strandosi uno dei migliori giocatori

da 4° quarto della Lega. La suaeleganza nei movimenti e lapurezza del suo gioco lo rendonouno dei più begli atleti da ammira-re su un parquet NBA, anche semeno spettacolare e “scenografi-co” di Kobe o Lebron. Oltre a Royil roster dei Blazers è pieno di otti-mi giocatori in ascesa, daLaMarcus Aldridge a JerrydBayless, passando dalla sorpresaNicolas Batum fino ad arrivareall’idolo del Rose Garden, RudyFernandez. Una tale abbondanzadi giovani talenti permette allasocietà dell’Oregon di guardarecon fiducia non solo alla stagioneattuale, ma anche agli anni a veni-re. Sempre tenendo aperta l’even-tualità di qualche scambio peraggiungere quel pizzico di espe-rienza in più indispensabile perfare strada nei playoff. Qualche nota negativa in realtàc’è e si chiama, dispiace dirlo,Greg Oden. L’ex stella di OhioState, dopo aver saltato l’interastagione da rookie per infortunio,non sta trovando continuità nean-che in questa, tra piccoli infortuni edifficoltà di adattamento. Il suorendimento finora non è statocerto quello che ci si aspetta da unragazzo che da alcuni analisti èstato definito “il Bill Russell delnuovo millennio”. Il tempo, comun-que sia, è dalla sua parte e siamoconvinti che se gli infortuni cesse-ranno di tormentarlo inizierà adominare le aree NBA (nondimentichiamoci che si tratta di unragazzo dell’88). Se così sarà,teniamoci pronti ad una nuovaondata di Blazermania.

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NCAA

ACC... identi che botte abbiamo preso!Sull’Atlantico c'è molto lavoro da fare, in vista della prossima stagione. Perché in questa, nonostamnte i pronostici favorevoli...di Vittorio Marotta

Il 28 gennaio Wake Forest arriva-va alla partita con Duke con unrecord di 16-1, reduce da tre vitto-rie roboanti contro North Carolinae in casa di Boston College eClemson. Tanto che la scivolatacontro Virginia Tech della settima-na prima poteva considerarsicome un incidente di percorso. I Demon Deacons battevano quin-di i ragazzi di coach K con l’ormaicelebre canestro di JamesJohnson. Era un momento d’oro per WakeForest, che venivano issati alnumero #1 del ranking e che incampo esprimevano un basketbello e vincente. Gli estimatori per la guardia JeffTeague e per le due ali Johnson(sophomore) e soprattutto Al-Farouq Aminu (freshman) aumen-tavano in maniera considerevole,e le solite sirene del draft già ini-ziavano a far sentire il loro cantocelestiale.Poi, il crollo. Tre sconfitte in quat-tro partite, i tentativi di correggerela sbandata con qualche vittoriache fruttava il terzo posto in regu-lar season. Nonostante i cattivi risultati, enonostante la repentina elimina-zione al torneo di conference con-tro la Maryland di Greivis Vasquez(22+8+9, per servirvi), i DemonDeacons erano comunque consi-derati come una delle possibiliprotagoniste del Torneo NCAA.E invece Cleveland State regalavail più clamoroso degli upset, conuna netta affermazione per 84-69.Wake Forest a casa, quindi, e contante incognite, legate alle sirene

di cui sopra, che potrebbero dan-neggiare un programma checomunque per metà stagione haofferto del gran basket, e che inquintetto non schierava nessunsenior.Ma il Torneo NCAA ha evidenziatole difficoltà di una conference, laACC, considerata tra le più com-petitive. E invece è toccato allesolite note, ossia North Carolina eDuke, tenerne alto l’onore. Tutte le altre partecipanti al granballo sono rincasate presto. Boston College, che aveva battutoDuke in stagione regolare ed èarrivata ad un punto dalla finaledel torneo di conference, perden-do proprio contro i Blue Devils?Asfaltata (72-55) da USC e dai 24punti con 10/10 al tiro di TajGibson. Clemson, guidata dalla coppiaTrevor Booker (15+9 in stagione)e K.C. Rivers, senior da 14 punti,6 rimbalzi e il 39% da 3? Battutada un sontuoso Manny Harris(nella foto) e da Michigan. FloridaState, miglior difesa della confe-rence, finalista del torneo ACCdopo aver battuto North Carolinacon i 27 punti di Toney Douglas? Ha trovato una difesa ancora piùforte, quella di Wisconsin: fuoriall’overtime. Maryland, che avevagià battuto Tar Heels e DemonDeacons? Battuta California al primo turno, èfinita sotto il rullo compressore diMemphis, e dopo venti minuti, sul53-33, la pratica era già chiusa.Sull’Atlantico c’è del lavoro dafare, in vista del prossimo anno…

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nel 1991 vinse lo Slam Dunk tra lo stupore generale? Ai piedi aveva un paio di Reebok Pump Omni Lite, che Dee'pompava' prima di ogni salto. Reebok ha rilanciato quello

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ACC... identi che botte abbiamo preso!

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VIDEOGAME - Empire: Total WarNiente mezzi termini: il quinto capitolo della saga Total War è proba-bilmente il miglior strategico storico mai realizzato. Merito del game-play, un perfetto mix tra strategia a turni e RTS (Real TimeStrategy), e del solito rigore storico. Sei catapultato nel XVIII seco-lo (compaiono finalmente le armi da fuoco) e, per dimostrare il tuovalore, hai 2 campagne: quella d'Indipendenza e quella Imperiale.Nel primo caso, parti in maniera soft, a cominciare dal primo inse-diamento britannico, viceversa la mappa comprende l'intero globo:qui le nazioni disponibili sono 12. La novità assoluta? Le battaglienavali in real time: valgono da sole il prezzo del 'biglietto'.

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di Davide Cerruto - Appunto

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Il test

Pensavate di avere un approccio alla materia cestisticamolto aperto, quasi hippy, ma poi siete rimasti choccati dalrisultato del sondaggio su Myers/Navarro/Brown? Gasolinoche mette in riga i superatleti NBA a furia di finte esemigancini vi ha provocato un senso di smarrimento? Il testdella scorsa settimana vi ha fatto scoprire una recondita espensierata anima iberica, ma quando appare Ricky Rubio(nella foto) sullo schermo, un irresistibile impulso censorio vicostringe a girare sul poker? Insomma, volete fugare proprioogni dubbio? Ecco la prova del nove. A o B, come l’altravolta. Quindi sotto con i risultati.

Drake DienerA. Splendido stupendo meraviglioso. Un uomo che ogniallenatore vorrebbe avere. Va bene il resto, ma come fa aprendere tutti quei rimbalzi in attacco? Incredibile, già che cisiamo, facciamo anche miracoloso, và.B. Splendido stupendo meraviglioso. Un uomo che ogniallenatore vorrebbe avere. Va bene il resto, ma come fa aprendere tutti quei rimbalzi in attacco? Incredibile, già che cisiamo, facciamo anche miracoloso, và. Qualcuno peròspieghi con cortese sollecitudine a che titolo un giocatorecosì diventa il desiderio inconfessabile del mercato. E’ ilsegno definitivo del declino della civiltà occidentale? O dellostrapotere dei procuratori?

Sam Van RossomA. Gambe forti per difendere, faccia giusta e ambiziosa perottemperare agli obblighi del playmaker di razza. Davvero unottimo investimento, anche per squadre proiettate sutraguardi importanti.B. Playmaker? Ahahahah! Il suo concetto di “gestione delsovrannumero” prevede l’attentato ai malleoli del tiratore inragione di una volta ogni tre. Oppure tempi di passaggio checoncedano ai difensori ragionevoli opportunità di rientro. 5minuti di energia son tutto ciò che si merita. E che siamodisposti a concedergli.

Felipe ReyesA. Sembrava solo un fabbro mazzolatore, invece adesso èin grado di sostenere fraseggi di tecnica più che discreta.Forse un tantino sporco, ma è lì per vincere le partite, nonper celebrare le gesta del Tenero Giacomo. Da prendere,sempre e comunque.B. “Fabbro mazzolatore” e qui ci fermiamo, perché siamo infascia protetta. Materiale per insaccati misti, veramente un

pessimo soggetto. Il fatto che talvolta metta il canestrinodalla media, non scalfisce neanche superficialmentel’impressione che due braccia così farebbero comodo alValencia. Al PORTO di Valencia.

Rudy Fernandez.A. Vedi Rubio la settimana scorsa. Un inno alla vita, albasket ecc.ecc.B. Qualche zompo notevole e cannonate dai 7,20. Macome definire una stagione da 10,2 punti con il 41 e 2 dalcampo, tirando la bellezza di 350 volte da tre e solo 200 dadue? Promettente? Vada per promettente, ma non unabriciola di più.

Fatto? Ecco, aggiungete il risultato a quello disettimana scorsa e tirate le somme. Poi rassegnatevi all’evidenza dei numeri. Avendo promesso un responso definitivo,vogliate apprezzare la delicatezza nel rendereimpossibile situazioni di parità. Noi i Crepet liguardiamo dritti negli occhi, li guardiamo. Lungavita al baloncesto.

Giudica anche tu i giocatori che seguono, barrando A o B. Poi aspettati delle sorprese. Perché forse non sai quel che davvero seidi Vittorio Marotta