Basketville #3 - 23 marzo 2009

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n. 3 - 23 marzo 2009 Il ruggito d’orgoglio della Scavo-Spar PESARO IS BACK! Corbelli cita per danni i giornalisti! Messina : il Partizan è a immagine di Danilovic Sacrati e la mossa furba del “complotto” Donne , il progetto di riforma dei campionati Spagna , le sorprese del Barcellona

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n. 3 - 23 marzo 2009

Il ruggito d’orgoglio della Scavo-Spar

PESARO IS BACK!

Corbelli cita per danni i giornalisti!

Messina: il Partizan è a immagine di Danilovic

Sacrati e la mossa furba del “complotto”

Donne, il progetto di riforma dei campionati

Spagna, le sorprese del Barcellona

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Corbelli cita in giudizioper danni il Corsera!

La richiesta, centesimo in più o in meno, è di4 milioni di euro: 300.000 per danni morali eil resto per danni patrimoniali, motivati conl'obbligo di dover vendere a Giorgio Armanila società Olimpia Milano in tutta fretta e adun prezzo inferiore a quello immaginato.Questo per colpa della stampa. Non tutta, masoprattutto i cattivi ragazzacci del Corrieredella Sera. Così Giorgio Corbelli si è rivoltoalla giustizia ordinaria, chiamando in causa Werther Pedrazzi, Daniele Dallerae, come accade in questi casi, il Direttore Responsabile del Corrierone, PaoloMieli. Non è sicuro, e dunque la riportiamo solo come voce, che iniziativaanaloga sia stata intrapresa per le stesse ragioni nei confronti di MarcoMangiarotti del Giorno. L'accusa? Più o meno quella di aver aizzato i tifosicontro Corbelli (e Natali), con scritti a dire poco corrosivi e quindi avercontribuito a creare un clima di ostilità nel quale la trattativa di vendita è stataforzatamente accelerata e ha visto altrettanto rapidamente decrescere ilvalore del prezzo. Chi ha seguito da vicino le vicende Olimpia ci sarà vicinonel ritenere infondate le accuse e nell'impossibilità di vedere i colleghi citatinelle vesti di pericolosi “agit prop”. Ma se l'atto di citazione sembra averepoche possibilità di soddisfare Corbelli al termine della vicenda, almeno pernoi che non ci siamo mai piegati al progressivo “invelinamento”dell'informazione cestistica appare preoccupante, da sottolineare e da tenereben presente un'iniziativa che per quanto grottesca potrebbe anche servireda cattivo esempio ad altri proprietari-dirigenti. Quando pensate alla libertàdi stampa, non fate riferimento solo alla pluralità delle voci, ma soprattutto allatutela delle più coraggiose o anche semplicemente delle non omologate.

La vicenda della partita Gmac-Premiata da ripetere ha diversi risvolti e,secondo le convenienze, altrettante chiavi di lettura. Riprendendo il termine“grottesco” di qualche riga sopra, questa è però la giusta definizione quandola Fortitudo lancia ipotesi di complotto e sospetti di dare fastidio. A chi, inparticolare? Perché, poi, la sentenza è arrivata prima della gara di Ferrara?Che cosa avrebbe detto allora Sacrati se fosse stata resa nota venerdìprossimo, prima del derby? La nostra ipotesi è che il proprietario Fortitudo siastato abile a cavalcare il puledro della manovra sporca per distoglierel'attenzione dal ronzino che è in questo momento la sua squadra. Hacertamente ragione, però, quando si lamenta del ritardo della sentenza. Chepoteva essere emessa molto prima, contemporaneamente alla punizione peruna terna arbitrale che andava fermata, che invece nel frattempo ha direttoperfino una finale di Coppa Italia non immune da critiche e che comprendevaquel Luciano Tola che però merita uno spazio più ampio, tutto suo, la settimanaprossima.

Franco [email protected]

l’E-ditoriale

www.basketville.itNumero 3 – 23 marzo 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

www.basketville.itè una testata registrata presso il Tribunale di Luccae di proprietà diMedia dell'Otto s.r.l.Via delle Ville, 1140/A55100 LuccaTelefono +39 3202 119 119E-mail: [email protected]

Progetto GraficoAppunto WebVia Caduti per la Patria, 4720050 Lesmo (MI)Telefono e fax +39 039 596724www.appuntoweb.com

FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

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Serie A6 Montepaschi-Angelico

di Alessio Bonazzi

7 Carife-Gmacdi Mauro Cavina

8 Scavolini Spar-Banca Tercasdi Francesco Tadei

9 Snaidero-Eldodi Luciana Idelfonso

10 Solsonica-Armani Jeansdi Franco Orsi

11 Air-Premiatadi Raffaello Califano

12 Ngc-Benettondi Paolo Corio

13 La Fortezza-Lottomaticadi Andrea Ninetti

Intervista14 Ryan Hoover

di Paolo Marini

Personaggio16 Lino Lardo

di Vittorio Felugo

EuroChallenge17 Virtus&EuroChallenge

di Gianfranco Bina

Legadue18 Imola, che impresa!

Varese ora trema?di Lorenzo Settepanella

Serie B19 Gianluca Tomasiello

e l’altra Sienadi Alessandro Lucifero

Donne20 Taranto limita i danni

di Roberto Perticaroli

22 Basket femminile: il futuro in giocodi Roberto Perticaroli

24 E la chiamano Serie B...di Roberto Perticaroli

International28 Sada e Vásquez, soluzioni interne

di Angelo Potenza

29 Il nuovo Franchisedi Fabio Bonali

3 l’ E-ditoriale26 Io, Ettore30 Playground Style31 Play on/off32 Il test

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Alla vigilia dello scontro di Eurolega con il Panathinaikos, i tricolori nonsfoggiano una grande prova offensiva. Per i piemontesi, ancora beneAradori

Serie A

Qui SienaUna Montepaschi con lo sguardo già indirizzato verso le

partite di martedì e giovedì in Grecia non fatica più di

tanto a tenere a bada una Biella incisiva solo nel primo

tempo. L’inizio di Siena è firmato dal solito Shaun

Stonerook, che alla fine chiuderà con un bottino di 16

punti e sbagliando solo un tiro dal campo. Dopo i primi

due quarti chiusi in vantaggio di soli 4 punti (32-28)

Siena scoraggia la voglia biellese di giocarsi il match

sotto una pioggia di bombe che la porterà a gestire

senza troppi problemi gli ultimi minuti della partita. La

Mens Sana vince la sua ventiduesima partita in

campionato tirando 29 volte da 3 e solo due volte in più

da dentro l’arco, dimostrando di non essere impeccabile

dal punto di vista tattico, ma per fermare Siena ci vuole

ben altro come ampiamente dimostrato. Ancora in

evidenza Tomas Ress , che sostituisce l’ancora

infortunato Lavrinovic: l’italiano mette insieme un 18 di

valutazione soprattutto grazie alla buona difesa (5 palle

recuperate). Buone anche le prestazioni dei soliti

McIntyre (nella foto) e Sato, sempre pronti a fare la

propria parte. Mentre per quel che riguarda il

campionato i toscani dovranno solo aspettare l’inizio dei

playoff, per Siena inizia la parte più importante della

stagione europea che nel giro di 10 giorni al massimo la

vedrà giocarsi le possibilità di qualificazione alle Final

Four di Berlino. Contro il Panathinaikos si inizia

martedì e giovedì con le prime due gare in terra

ellenica.

Qui BiellaUna buona Angelico si arrende a Siena dopo i primi

due quarti. Infatti nel primo tempo la squadra di coach

Bechi era riuscita a rimanere attaccata alla corazzata

toscana, che aveva provato a limitare in attacco,

riuscendoci anche in parte. L’Angelico si è dovuta però

arrendere a causa della brutta percentuale da oltre

l’arco (solo il 22%) e alle troppe palle perse (ben 28).

Eppure, grazie anche alla difesa a zona, la squadra

piemontese era riuscita a controllare l’attacco della

Mens Sana, obbligandolo ai soli 32 punti dell’intervallo.

Ma in attacco Biella ha faticato per ampi tratti, con Joe

Smith miglior marcatore a 15 punti ma con un 2/8 da 3

ampiamente rivedibile. Ancora in evidenza nella squadra

biellese Pietro Aradori che mette insieme 10 punti in 19

minuti mostrando una buona personalità. Biella paga

molto il parziale del terzo quarto che la vede

soccombere per 23-12, subendo oltre misura il buon

momento offensivo senese. Comunque, dei segnali

positivi sono arrivati in difesa e domenica per Biella ci

sarà la seconda trasferta consecutiva, che la vedrà

opposta a Caserta, partita fondamentale per stabilire se

i piemontes si “accontenteranno” di una salvezza

tranquilla oppure vorranno puntare ai playoff.

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L'Angelico reggeun tempo,poi la Montepaschise ne va

L'Angelico reggeun tempo,poi la Montepaschise ne va

di Alessio Bonazzi

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Serie A

Qui Ferrara 86Il sistema, il gruppo, la determinazione, la fame di vittoria,

l’attaccamento alla maglia. Luoghi comuni, quasi scontati,

triti e ritriti, ma c’è molto di questo nella vittoria della

Carife in quello che a Ferrara è considerato come uno dei

due derby della stagione. Questa volta contro la Gmac

c’era in palio pure un pezzo di salvezza. Piccola finché si

vuole, ma resta il fatto che in quaranta minuti il Basket

Club ha vinto e ribaltato pure la differenza canestri: meno

otto all’andata in una gara orrenda al PalaDozza, più

tredici al ritorno dentro un PalaSegest pieno come un

uovo. Record di pubblico e di passione, sfida in tribuna tra

due tifoserie che fa il paio con ciò che accade in campo.

Perché rimesso in sesto Harold Jamison e caricato a

dovere Andre Collins, Giorgio Valli ha ritrovato il micidiale

asse play-pivot. La Fortitudo ci ha provato in ogni modo a

fermarlo il pivot della Carife, ma non c’è riuscita. E allora

tanto Collins quanto Ray si sono divertiti a servire il loro

“big man”. Nel momento magico di Ferrara ci mette lo

zampino pure Nnamaka: lo svedese, abituato a missioni

impossibili in difesa, s’è preso la soddisfazione di segnare

punti che mai come questa volta vanno pesati e non

contati. Mentre il maratoneta Allan Ray (nella foto) mostra

la sua classe a gioco lungo, anche quando la Effe tenta di

mettere in salvo la differenza canestri. Ma il lavoro paga

sempre: «Si allenano duramente ogni giorno, anche sotto

il dolore. Certo, fanno il lavoro per cui sono pagati, ma

non è comunque usuale vedere questo attaccamento alla

maglia». Parole di Giorgio Valli.

Qui Fortitudo 73L’Aquila è nel mezzo di una tempesta. Come se non

bastassero i due punti sottratti dopo l’annullamento della

gara con Montegranaro (che andrà rigiocata) e in attesa

del ricorso al Tribunale dell’arbitrato per lo sport, la Gmac

sprofonda anche nel mini derby contro la Carife

aspettando il derby vero, quello contro La Fortezza. Tra la

Gmac che batte Siena e quella che perde pesantemente a

Ferrara sembra esserci una eternità. Ma forse la Effe, in

una serata da dimenticare, palesa tutti i propri limiti di

squadra senza un pensiero comune, zeppa di talenti che

si pestano i piedi tra loro e certamente priva di una

propria identità. Sintomatico il finale di partita dove è

praticamente un tiro al bersaglio di Strawberry e

dell’ultimo arrivato Scales, con tutti gli altri che stanno a

guardare, Mancinelli compreso. Cesare Pancotto annuncia

una svolta. «Non sarà una punizione, ma in questo

momento della stagione abbiamo bisogno di rotazioni

ristrette perché la squadra è troppo lunga. Da questo

momento in poi è giusto delegare solo ad alcuni le

responsabilità. Devo ancora valutare a chi affidare questo

compito e lo farò assieme alla società». La settimana che

arriva sarà decisiva in questo senso. Ma togliersi da

questo mare in tempesta non sarà facile per la Gmac.

La CariferifiataLa Gmacha l'affannoLa squadra di Valli vince e ribalta la differenza canestri, per quelladi Pancotto la crisi è grave.E il coach pensa adaccorciare le rotazioni.In sintesi: a tagliare

di Mauro Cavina

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Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

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Serie A

Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

La Tercas riacciuffa la parità al 40°, poi nel suppplementare la Scavolini Spar gioca con la calma delle grandi. Ma la situazione infortuni è complessa

Qui Pesaro 83Che la partita venga decisa anche da un impronosticabile 2/2

dalla lunetta di Shaw, fin lì peggiore in campo, nemmeno il

miglior sceneggiatore di Hollywood avrebbe potuto pensarci.

Così come vedere il miglior giocatore dell’incontro,

Zukauskas, uscire dolorante e costretto a vedere il finale da

seduto. Eppure Pesaro gioca un supplementare con la calma

delle grandi e, pur senza Akindele fuori per falli a metà ultimo

quarto, Hurd in borghese con Zukasukas in panchina, porta a

casa due punti d’oro in quella che – probabilmente – è stata

la migliore prova della Scavo in questa stagione. Sì, perché

Pesaro mordeva in difesa anticipando forte (25 recuperi),

correndo più del solito e buttandosi a rimbalzo come se

l’arancia fosse l’Unico Anello di Tolkieniana memoria. Solo la

mira non era alleata della Vuelle che costruiva tiri con una

circolazione di palla perfetta. Il terzo quarto aveva fatto

pensare che tanta mole di gioco venisse ricompensata come

il 60-51 certificava. E invece la sofferenza si è protratta per un

supplementare prima che Curry (nella foto) segnasse il

buzzer beater su tiro libero. «Non posso essere contento fino

alla fine di questa partita vista la situazione infortunati» dirà

Sacripanti a fine gara pensando alle due ali forti infortunate.

Nell’attesa di sapere novità dal dottor Benelli meglio non

dimenticare questi due punti conquistati contro la terza in

classifica.

Qui Teramo 82«Alla fine sono i dettagli che, sommati uno ad uno, possono

voler dire vittoria o sconfitta, specialmente in partite punto a

punto come queste». E’ ampiamente condivisibile l’analisi di

Capobianco, certo i suoi lunghi titolari non l’hanno aiutato in

quello che era il piano partita di far uscire uno stoppatore

temibile come Akindele dall’area dei tre secondi per controllare

con più facilità i rimbalzi e cercare di bloccare – dal nascere –

le razzenti azioni di Pesaro. Amoroso e Brown non sono stati

bravi a mettere in evidenza le difficoltà dell’avversario. La

Banca Tercas ha dovuto fare ricorso ad un “interessante” 60%

da tre punti prima, a tutta la sua panchina poi, per restare

aggrappata alla partita. I leoni Jaacks e Lulli hanno portato ad

un giro di vite in difesa nell’ultimo periodo che ha permesso di

giocarsi la volata finale. Gli intangibles, dicevamo, ma anche

una certa difficoltà a trovare i riferimenti giusti nella giornata in

cui tutti i protagonisti teramani hanno vissuto a sprazzi (Brown

nel primo quarto, Hoover nel secondo, Moss e Carroll

nell’ultimo). In ultimo l’incapacità di attaccare con ferocia l’area

nel supplementare per lucrare punti dalla lunetta, sempre

anticipati i lunghi abruzzesi dai più piccoli pesaresi. Da domani

si penserà solo a Rieti per riprendere la marcia playoff facendo

tesoro degli errori di questo “pranzo indigesto”.

di Francesco Tadei

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Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

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Colpo di scena:decide Shaw dalla lunetta

La Tercas riacciuffa la parità al 40°, poi nel suppplementare la Scavolini Spar gioca con la calma delle grandi. Ma la situazione infortuni è complessa

La squadra friulana soddisfa coach Sacchetti dominando fuori e dentro l’area.Al top Antonutti. Frates: «Abbiamo giocato con poca convinzione e determinazione»

Serie A

Qui Udine 89La Snaidero torna alla vittoria e continua così la sua corsa per la salvezza. Un

successo che comunque aiuterà gli arancioni ad affrontare la settimana e le sette

giornate di campionato che mancano ad ultimare la stagione con maggiore serenità.

Soddisfatto del risultato il coach Meo Sacchetti. Effettivamente, rispetto al solito, la

Snaidero è scesa in campo determinata fin dal primo minuto di gioco dominando sia

sotto canestro che lungo il perimetro, trainata da un super Michele Antonutti (nella

foto).

Nulla hanno potuto Diaz e compagni contro la forza degli arancioni attaccati al

desiderio di riscatto e di vittoria «Volevamo riscattarci dall’ultima brutta figura

casalinga contro la Scavolini e direi che ci siamo riusciti» attacca coach Sacchetti.

«Era importante, oltre al risultato, dimostrare al Carnera che non siamo la squadra

vista due settimane fa, ma quella che è scesa in campo stasera dove tutti hanno

dato il massimo senza risparmiarsi. Finalmente siamo riusciti a dare continuità al

gioco, ad essere presenti per tutti i 40 minuti di gioco. Eccetto nel terzo quarto, dove

abbiamo abbassato un po’ la guardia, per tutto il resto del match abbiamo giocato

bene. Siamo stati bravi sia sotto con i rimbalzi che dal perimetro».

Effettivamente il terzo quarto è stato l’unico momento in cui la Eldo ha avuto la

possibilità di rientrare in partita senza però riuscire a cogliere l’occasione.

«Non vorrei fare nomi – prosegue il coach - perché tutti ragazzi sono stati bravi, ma

per fare un esempio anche Allen che non ha segnato, ha comunque dato un

contributo importante recuperando ben 8 rimbalzi; Anderson, che non si è allenato

per tutta la settimana, ha fatto una grande partita ed infine Antonutti che ha disputato

un match ad altissimi livelli scendendo in campo con il giusto atteggiamento anche in

ambito difensivo».

Qui Caserta 74Poteva valere la salvezza matematica, la tranquillità di finire il campionato salvi,

invece per la Eldo non è andata così. Sul suo cammino per la serenità, i casertani

hanno infatti incontrato una Snaidero agguerrita e pronta a dare il tutto per tutto.

I bianconeri cominciano subito male non approcciando la gara con lo spirito giusto e

lasciando ampi spazi agli arancioni sia da sotto canestro che dalla lunga distanza.

L’analisi di coach Frates è severa ma giusta: «Sapevamo che sarebbe stato un

incontro difficile, che per vincere qua ad Udine avevamo bisogno di ritmo e di una

difesa attenta, invece abbiamo fatto esattamente il contrario. Non abbiamo giocato

come sappiamo, come facciamo di solito. Venivamo da due successi importanti e

forse non abbiamo affrontato la gara con la giusta mentalità. Avevamo la pancia

piena e non siamo scesi in campo con lo spirito giusto. Sicuramente sull’andamento

della gara hanno influito le cattive condizioni di Michelori, che non si è allenato bene

per tutta la settimana, e le difficoltà di Slay. Comunque abbiamo sofferto molto per

tutta la partita e loro hanno sicuramente meritato di vincere, sono scesi sul parquet

con tanta voglia di vincere fin dai primi minuti di gara e ce l’hanno fatta. Noi invece

non siamo scesi in campo con la giusta concentrazione e determinazione. Siamo

stati troppo morbidi e abbiamo concesso troppo sul perimetro dove Udine è forte e

dotata di diversi elementi capaci».

di Luciana Idelfonso

Gli Arancioniora vedono più... rosa

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Qui Rieti 65La Solsonica mette la testa avanti a fine del primo quarto etiene botta anche nel secondo, prima di finire a -17 altermine del penultimo, il tutto fra molte proteste delpubblico per una direzione di gara giudicata permissiva ecomnque penalizzante per la minore fisicità dei padroni dicasa. Coach Lardo in conferenza stampa però non cercascuse, quindi non abbocca alle domande sugli arbitri:«Sapete che preferisco non parlare mai di loro. Chi havisto visto la partita può fare le sue considerazioni. Milanosi è semplicemente adeguata al metro arbitrale. E hagiocato come gli hanno permesso di fare». Poi: «Ladifferenza l'ha fatta Price nel primo tempo con il tiro da tre.E noi a quel punto abbiamo perso i ritmi in difesa. Sì, lavittoria Milano l'ha costruita Price nel primo tempo e poi lafisicità della squadra per tutta la partita. Non hanno fattouna grande partita, potevamo contenerli meglio, hannoavuto giocate anche prevedibili. Noi invece non abbiamosaputo riproporci all'altezza delle tre aprtite precedenti».Stoccata finale: «Ma se non ti alleni e non lavori comedevi, man mano paghi». E ritorno di fiducia: «Ce la siamoperò giocata fino in fondo, ma non era facile contro unasquadra che azzanna così. dobbiamo recuperare energie eallenarci con continuità». Nell'ultimo periodo, vantaggiosempre in doppia cifra per l'Armani Jeans

Qui Milano 75 Forse nessuno meglio di coach Piero Bucchi puòcomprendere lo stato d'animo del collega reatino e ledifficoltà in settimana, con gli allenamenti a singhiozzo perla protesta degli atleti nei confronti della società in ritardocon il pagamento delle spettanze dovute. Ma il tecnicomilanese era certamente anche consapevole di come avolte proprio squadre così ferite siano particolarmentepericolose, come dimostrato dalla larghissima vittoriadella Solsonica sulla Fortezza: «Sapevamo che sarebbestata dura perché consapevoli delle ottime provecasalinghe messe in campo finora da Rieti. Io ho vissutouna stagione molto simile lo scorso anno a Napoli.Eravamo pronti a giocare una partita vera, perché èindiscusso l'impegno di Rieti. Eravamo consspevoli chesarebbe stata una gara difficile. Abbiamo giocato a strappie grande è stato allora il merito di Rieti che ha continuatoa credere nella rimonta e che è quasi riuscita a rientrare inpartita. Per noi questa vittoria è molto importante perchémuove la classifica e perché qui a Rieti hanno vinto inpochi». Taylor è rimasto a guardare in panchina, cosebuone hanno fatto Price e soprattutto Hall, mentre il solitocontributo di “legna in cascina” lo ha dato Rocca (nellafoto). Sfasati sono invece apparsi Mordente e Sangarè.

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Serie A

QuestaArmani, ma chi la fermapiù?Prova convincente anche alPalaSojourner, con un vantaggioallargatissimo nel terzoquarto. Per la Solsonica, lesofferenze continuano

di Franco Orsi

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Serie A

Qui Avellino 92Tanto tuonò che piovve. Dopo due mesi e sette sconfitte

di fila – tra campionato e Coppa Italia – Avellino torna alla

vittoria ed ancora una volta lo fa tra le mura amiche (l’Air

non brindava al successo dall’ormai lontano 24 gennaio

quando – sempre al Paladelmauro – superò la Benetton).

Coach Markovski ritrova ‘mezzo’ Best e – in ottica

turnover – lascia fuori Slay. Ma è ‘la vecchia guardia’

(Lisicky, Radulovic e Williams) – insieme ad una

prestazione solidissima di Warren – a tirare la Scandone

fuori dai guai. A questo punto la salvezza non appare più

in discussione e (roster alla mano) la formazione

biancoverde non accantona la speranza play - off

(obiettivo minimo di inizio torneo). La difesa aggressiva

(compreso una zona particolarmente ‘adeguata’), lo

strapotere a rimbalzo (36 – 27), l’eccellente contributo

della panchina (35 – 6) ed un incredibile 52% da oltre

l’arco le chiavi della partita. Dopo un primo quarto ‘di

studio’ - dove i problemi fisici e le scorie mentali rendono

bruttina la sfida – la compagine irpina comincia a correre

e si scrolla di dosso lo scomodo avversario. Un solo –

vero – passaggio a vuoto per l’Air: all’inizio del quarto

periodo, quando ‘i lupi’ restano a secco per sei minuti di

fila e la Premiata arriva sino al meno quattro (70 – 66 al

34esimo). Ma stavolta la Scandone esce bene dal time –

out, dà un calcio alla paura e stronca sul nascere la

pericolosa rimonta della Sutor. La formazione biancoverde

chiude addirittura in scioltezza, si toglie la classica

‘scimmia dalla spalla’ e guarda al futuro con un pizzico di

ottimismo in più.

Qui Montegranaro 70Dopo la buona notizia del remake di Fortitudo – Sutor, la

compagine marchigiana scende in terra irpina un tantino

scarica. O – quanto meno – non pronta a rintuzzare la

carica agonistica e la fame di vittoria della formazione

biancoverde. La partenza di Filloy (girato a Reggio Emilia)

ma – soprattutto – l’improvvisa falla aperta dall’inatteso

forfait del tuttofare Minard complicano ulteriormente il

piano - partita di coach Finelli (tradito clamorosamente

dalla sua panchina, capace di produrre ‘la miseria’ di 6

punti contro i 35 di quella avellinese). I falli di Garris e

Taylor - tre già prima dell’intervallo lungo – entrambi sotto

tono, accorciano oltremodo le già ‘risicate’ rotazioni a

disposizione del tecnico bolognese. La Premiata paga

l’incisiva presenza sotto le plance dell’Air (10 le carambole

offensive tirate giù da Williams e soci) e soffre tantissimo i

quintetti ‘atipici’ dell’Air, le cui straordinarie percentuali

offensive dalla distanza scavano in due riprese il solco

decisivo. Significativo che il migliore in campo sia proprio

il neo – arrivato Ivanov. Al di là di un buon avvio

Montegranaro ha un solo – considerevole – sussulto, ma

inutile e tardivo. La Sutor mette paura alla Scandone ma –

oggettivamente – fatta eccezione per il gap (forse

bugiardo), il risultato non fa una grinza.

Air, cosebuonedallapanchinaDopo sette sconfitte di fila, gliirpini trovano buona linfa daicambi e tirano bene da 3.La Premiata è più scarica e paga senz'altro l'assenza diMinard

di Raffaello Califano

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Serie A

Qui Cantù 62Decisamente il Pianella non è più l'inespugnabile fortino di

tante, non lontane stagioni. Ma quel che più conta

nell'immediato è che l'attacco canturino non è più quello che

ha spinto gli uomini di coach Dalmonte nelle zone nobili della

classifica. Dopo la sterile prova interna nel derby contro l'AJ,

ecco infatti un'altra pessima prestazione offensiva per la Ngc:

21/62 al tiro, con un misero 39.4% da due e un ancor più

misero 27.6% da oltre l'arco, in quella che fino a poche

giornate fa era la specialità della casa. Si salva solo il

saggista Hervè Toure, che al 25' ha messo a segno il 50% dei

punti di squadra (19 su 38, contro i 36 di Treviso), ma che poi

perde la vena creativa anche e soprattutto per la crescita di

Wallace dall'una e dall'altra parte del campo. "Non pervenuti"

ancora una volta Elder sul perimetro e Zacchetti sotto

canestro, anche il resto della compagnia è stavolta

decisamente sotto tono, a partire da un Gaines che - se lo

sovrasta in fisico - subisce però la personalità e le

accelerazioni del suo diretto predecessore DaShaun Wood.

Per Cantù, la cui striscia negativa si allunga così a quattro

sconfitte consecutive, è assolutamente necessaria

un'inversione di rotta per non perdere la corsa ai playoff:

domenica prossima arriva Montegranaro, meglio riprendere

subito confidenza con i ferri amici.

Qui Treviso 73 La Benetton si riscopre corsara cogliendo la seconda

vittoria esterna di tutta la stagione (la prima era stata a

Rieti... alla quinta giornata del girone d'andata). Ma

comunque vada a finire, una cosa importante Treviso l'ha

già fatta: restituire al Campionato un protagonista come

Massimo Bulleri (nella foto). Perché se qualche pallone

passato nel vuoto e qualche nervosismo sopra le righe

fanno ripensare al "Bullo" di Milano, si tratta in realtà solo

di episodi incidentali presto cancellati da una super-prova

da 19 punti, 12 dei quali a rompere definitivamente

l'equilibrio nell'ultimo quarto. In particolare va segnalato il

canestro del 47-56 del "figliol prodigo" in maglia Benetton:

palla recuperata nella propria metà campo e via sulla

fascia, con successiva penetrazione vincente a dispetto di

un deciso rientro avversario, a dimostrazione di una

condizione atletica davvero più che ritrovata insieme con

una serenità certificata anche dall'en plein dalla lunetta

(9/9, 7/7 nelle decisive azioni finali). Oltre che a Bulleri,

coach Mahmuti può poi anche guardare con soddisfazione

alla partita di un Wallace che cresce con il passare dei

minuti e di un Rancik in forse prima del match ma poi

decisiva arma tattica che prima lancia il break vincente

(da 47-50 a 47-54) e poi trova la tripla del 53-67 che taglia

le gambe agli avversari. Unico neo per Treviso, le palle

perse: ben 23, senza le quali Cantù avrebbe forse pagato

prima e pure con maggiore dazio la sua serataccia al tiro.

di Paolo Corio

Treviso siriscopresquadracorsara

Treviso siriscopresquadracorsaraE soprattutto riscopre unBulleri formato "guastatore".Mentre Cantù, alla quartasconfitta di fila, deveriscoprire l'attacco per nonperdere i playoff

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Boykins a menare le danze,Langford a colpire a più riprese, Ford a mostrare i muscoli: troppoper la formazione capitolina

SpettacolareLa FortezzaLottomatica,ancora abusida 3

Qui Bologna 89Vengano signori vengano, la Virtus Bologna rilancia la sua

sfida al tavolo dello scudetto, surclassa caratterialmente

prima ancora che nel punteggio la solita irritante

Lottomatica Roma e l’aggancia al secondo posto in

classifica, ora però in dote ai bianconeri in virtù del 2–0

nei confronti diretti, che sommati al vittorioso quarto di

finale di Coppa Italia, fotografano chiaramente la netta

superiorità della formazione felsinea su quella romana.

La Fortezza iniziava con poco ritmo la gara, riuscendo a

dare il primo strappo solo in chiusura di quarto grazie al

solito Boykins, capace di ferire la difesa avversaria non

disdegnando di servire assist al bacio per accendere

anche il talento di Mr. Righetti, i muscoli di Ford (nella

foto) e l’esplosività di Langford, uomo ovunque di questa

squadra.

Con tre uomini in doppia cifra e un rassicurante +12 già

all’intervallo, Bologna calava fisicamente nel terzo

parziale, subendo oltremodo la vivacità offensiva di

Jaaber, bravo a punire da lontano la vulnerabile 1-3-1 di

coach Boniciolli. Col fiato sul collo, ma senza mai

vacillare, le “V nere” respingevano Roma anche grazie

all’apporto di gregari di lusso come ad esempio

Giovannoni, prezioso nel trovare tiri tanto difficili quanto

pesanti nel computo finale.

Con la final four di Eurochallenge in cassaforte, raggiunto

momentaneamente l’obiettivo secondo posto, il sodalizio

del Presidente Sabatini può guardare con fiducia al futuro

che, dopo l’attesissimo derby di domenica prossima con la

asfittica Fortitudo, riserverà ancora sei giornate tutte da

assaporare, con le prelibate sfide di Teramo e con Siena

ad impreziosire un finale di stagione che potrà regalare

enormi soddisfazioni all’esigente e calda platea

bolognese.

Qui Roma 74La Virtus Roma incassa la sconfitta e scivola sul terzo

gradino del campionato, con lo spettro di Teramo ad un

passo. La gara che ti aspetti, gli errori, i soliti, nei

momenti clou di un confronto che i giallorossi, come già

successo a Siena, non sono mai riusciti a riaprire

realmente dopo essere sprofondati e risorti

miracolosamente.

Sbagliato l’approccio alla partita con scelte di tiro troppo

spesso forzate, il gioco dei romani si è appoggiato poco

alle soluzioni ravvicinate, privilegiando ancora troppo e

con pessimi risultati le conclusioni dai 6,25 (le statistiche

finali recitano un brutto 10/27).

Una partita definita importante ma non fondamentale alla

vigilia dall’entourage capitolino e che invece avrà il suo

peso sulla classifica della regular season in cui la

Lottomatica, a meno di clamorosi colpi di sonno di

Vukcevic e soci, conquisterà con ogni probabilità la terza

piazza, Teramo permettendo, una posizione che

toglierebbe ulteriori certezze al già fragilissimo gruppo

giallorosso.

Gli equivoci nelle scelte di mercato, senza nulla togliere al

gran lavoro della società per raggiungere il traguardo

scudetto, stanno minando la poche sicurezze di una

squadra che tale non è, che latita sempre nel giorno in cui

c’è da vincere per mandare un segnale forte al

campionato. Soldi non spesi? Semmai spesi male, visti i

notevoli sforzi economici del Presidente Toti, costretto per

l’ennesima volta a mandar giù un boccone amarissimo.

Senza voler essere catastrofici e prendendo spunto dal

discreto terzo quarto di Bologna, Roma deve ripartire

mettendo subito alle spalle la brutta serata vissuta, ben

conscia di come il cammino che porta alla finale si sia ora

arricchito di un ostacolo in più.

[13

Serie A

SpettacolareLa FortezzaLottomatica,ancora abusida 3

di Andrea Ninetti

SpettacolareLa FortezzaLottomatica,ancora abusida 3

Page 14: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Dalle parti del PalaMaggiò iniziano a

fischiarlo appena esce dall’auto-

strada e scorge il cartello

“Benvenuti a Caserta”. Al PalaScapriano

invece, se segna una bomba se ne accor-

gono anche dall’altra parte della città per il

frastuono dei tifosi.

Questi i due lati della medaglia appesa al

collo di Ryan Hoover (nessuna parentela

con l’Edgar della CIA), che nei suoi 8 anni

di militanza italiana (anche Cantù in Serie A

e Legadue con Montecatini, Capo

d’Orlando, Pavia e Jesi) di dispiaceri e di

gioie ne ha date tante. Basterebbe citare i

36 punti (con 10 triple) rifilati a Caserta lo

scorso anno per capire l’avversione dei

campani verso il nativo di Peoria, nell’Illinois

(hometown di Shaun Livingston dei Miami

Heat e dell’ex Fortitudo AJ Guyton). O set-

tare la macchina del tempo alla stagione

2002/03, quando con la maglia dell’allora

Sanic Teramo, contribuisce a portare in

serie A i biancorossi (18 di media nei play-

off col 44% da tre). Ecco perché il presiden-

te Antonetti e coach Andrea Capobianco,

con lui a Jesi l’anno scorso, hanno voluto

riportare Hoover in Abruzzo. E lui, divenuto

un passaportato belga nel frattempo, non è

pentito della scelta di aver rotto il biennale

con Jesi per tornare sul “luogo del delitto”:

«L’estate scorsa ho parlato con miamoglie di quello che mi avevano propo-sto il mio agente e il presidenteAntonetti. Poi ha firmato anche Andreacome allenatore e allora le motivazionisono aumentate perché sarei andato inun gruppo dove non mi avrebbero chie-sto di fare esclusivamente il realizzatore.Inoltre ho considerato il fatto di tornarea giocare in Serie A e di migliorare il mioingaggio, a maggior ragione ora chesono diventato padre (di Lydia Hoover,una delle quattro nascite di questi mesiall’ombra del Gran Sasso, con BellaCarroll, Eleonora Lulli e Federico Stirpe,figlio di Simone, uno degli assistenti dicoach Capobianco, ndr). L’insieme diquesti elementi mi ha indotto a tornare aTeramo, anche se a Jesi sono stato benee ho avuto modo di conoscere tantebrave persone». E il terzo posto in classifica del Teramo

Basket e la semifinale di Coppa Italia,

danno ragione all’ex Notre Dame: «Non

penso che la squadra abbia il talento di altre

formazioni di vertice in Serie A ma la chimi-

ca di gruppo è straordinaria.

Comunque non abbiamo ancora ottenuto

nulla. Dobbiamo fare di tutto per essere al

top ad aprile e raggiungere i play-off».

Rivolgersi a coach Andrea Capobianco per

sapere come fare: «E’ il secondo annoche gioco per Andrea – continua Ryan –e penso che sia un giovane allenatoreche merita i complimenti e i risultati chesta ottenendo. Mi piace perché parla conogni giocatore, si confronta, cerca di farcapire con chiarezza cosa pretende eche ruolo vuol farti ricoprire nella squa-dra. Lui dà grande importanza allagestione del ritmo di una partita e al con-cetto di squadra. Non vuole lasciare che

l’avversario si trovi a suo agio e giochi lapropria pallacanestro. Questa è sicura-mente una delle chiavi del nostro suc-cesso>. Ne consegue l’evoluzione compiu-

ta da Hoover negli anni. Non più semplice

tiratore, ma anche uomo più cosciente della

gestione del gioco, pur non essendo un

play puro: <Dopotutto – continua Ryan –è la maledizione delle guardie bianche di1,80/1,85. Veniamo considerati solodegli specialisti del tiro da fuori. E inve-ce, come sta dimostrando ad esempioJaycee Carroll quest’anno a Teramo,siamo più completi. Mi considero unodei migliori tiratori da tre in Europa maho accettato di variare il mio ruolo incampo. Ora gioco più da play rispetto alpassato ed è diverso tirare dal palleggioo dopo un pick'n'roll piuttosto che farloin uscita dai blocchi. E’ difficile cambia-re la propria natura ma bisogna capireche se si rinuncia a qualcosa per venireincontro alle esigenze della squadra,spesso si viene premiati». Insomma, la scelta di varcare l’Atlantico,

Hoover la rifarebbe sicuramente: «Sonoarrivato nel 2002 a Cantù e devo dire diessere stato fortunato perché ho trovatoun ottimo ambiente. E’ importante esor-dire in queste condizioni, altrimentirischi di non realizzare l’opportunità cheti viene presentata. Inoltre è stato bellovedere l’evoluzione di ex compagnicome Stonerook o MacIntyre. Vedi iltabellino e leggi un tiro preso, e pensiche Shaun non abbia inciso su una par-tita. Invece scopri che con la difesa hafatto vincere i suoi. Terrell è incredibile.L’anno a Capo d’Orlando abbiamo perso3 partite, a Siena fra la scorsa stagione equesta solo 4 volte è stato sconfitto. E’ un vincente e la sua natura migliora

di Paolo Marini

L’intervista

]14

Teramo si gode il “Game Hoover”Per Ryan, otto stagioni in Italia. L’attuale in una formazione che, parole sue, «non ha il talento di altre, ma che ha una chimica di squadra straordinaria»

Page 15: Basketville #3 - 23 marzo 2009

[15

tutto un gruppo. E’ bello anche vederecome David Moss stia crescendo. Lo scor-so anno ha avuto qualche calo a Jesi ma inquesta stagione è migliorato tantissimo edè di una regolarità di rendimento strabilian-te. Può diventare un giocatore incredibileperché mette lo stesso livello d’intensità sututti e due i lati del campo». Beh, se ci mettiamo Danilo Gallinari abbiamo

un quintetto niente male di ex o attuali compa-

gni della guardia della Bancatercas. Ma il

tempo è scaduto. Game Hoover!

Page 16: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Il coach delle emergenzeLino Lardo: se il vero amico si vede nel momento del bisogno, il grande allenatore no?

di Vittorio Felugo

]16

Il personaggio

Una società in difficoltà economi-

che, con un futuro incerto ed un

presente travagliato, tra stipendi

che non arrivano, giocatori che se ne

vanno o minacciano di andarsene, ed un

coach che tiene unito il gruppo e lo porta

a traguardi insperati, a giocarsela con

tutti e contro tutti.

Se il coach i questione è Lino Lardo,

viene automatico pensare all'attuale

situazione di Rieti. Però, siccome la sto-

ria (non solo cestistica) come ricordava

Giovambattista Vico, tende a ripetersi,

quanto riferito sopra si può accostare

anche alla Müller Verona del torneo

2001-02.

Squadra fatta in economia, gruppo italia-

no formato da giocatori solidi ma non

eccezionali (Rombaldoni, Alberti,

Camata, Carraretto, Boscagin), stranieri

buoni ma non fenomenali (Turner,

Fajardo, Carroll, poi Higgs e Burrough),

poche pretese, se non quella di una sal-

vezza tranquilla.

Eppure, quel gruppo vince 9 partite delle

19 del girone d'andata, si qualifica alla

Final Eight di Coppa Italia (sconfitta ono-

revole con la Benetton), tiene duro quan-

do perde, per motivi economici, Henry

Turner e Fajardo e nonostante 9 sconfit-

te di fila trova la forza per vincere altre 4

partite, sufficienti per salvarsi.

Salvezza inutile perché Verona fallisce a

fine stagione, ma l'impresa resta, resa

ancor più eroica dal contemporaneo

onore/onere della Coppa Korac, gestita

anch'essa con grande professionalità,

(preliminare superato, eliminazione nella

fase a gironi). Le analogie sono notevoli,

anche accostando il passato di Verona e

Rieti: entrambe una Coppa Korac in

bacheca (i veneti nel 1998, i reatini

nell'80), entrambe un'impresa eccezio-

nale partendo dall'A2: Coppa Italia per gli

scaligeri nel '91, semifinale-scudetto per

la Sebastiani nel '78. E auguriamoci che

finiscano qui, anche se la situazione per

la squadra laziale non sembra lasciare

molte speranze. Lardo, scherzando, ha

detto recentemente che forse è lui che

attira queste difficoltà. In realtà è il con-

trario: chi è in difficoltà si affida al coach

ligure, come avrebbe fatto, dopo la sta-

gione veronese, la Viola Reggio

Calabria: due campionati e due noni

posti, anche qui senza budget di prima e

forse neanche seconda fascia. Il vero

amico si vede nel momento del bisogno:

e il grande allenatore no?

Page 17: Basketville #3 - 23 marzo 2009

[17

Anche una Mitropa contaE' la terza coppa europea per importanza, ma vincerla riaprirebbe labacheca bianconera e toglierebbe a Sabatini la nomea di quello che lefinali le conquista ma poi le perde. di Gianfranco Bina

EuroChallenge

L ’A.C. Milan pomposamente v’acco-

glie nella sua home page referen-

ziandosi come “il club più titolato al

mondo”. Vagando poi nella sezione i cui i

trofei sono elencati con cura e dovizia, si

nota l’assenza di quel trofeo conquistato

nel 1981/82, la Mitropa Cup che celebra-

va i campioni d’Europa tra le neopromos-

se. Forse in Via Turati avrebbero conside-

rato maggiormente quella vittoria se,

quattro giorni dopo, il Genoa non avesse

raccattato un pareggio che diede ai ros-

soblu la vittoria e al Milan la prima e

unica retrocessione sul campo della sua

storia, dopo quella sancita dal Totonero.

Curiosamente, sul sito ufficiale di un’altra

gloria sportiva italiana, v’è ancora men-

zione per quell’unico “campionato in cui

non siamo mai retrocessi”, addirittura

considerato più importante delle due

Euroleghe e dei quindici scudetti accumu-

lati come riserva per l’inverno. Stagione

lunga e rigida, per la Virtus, che dal 2002

– ultima volta che s’è aperta la dispensa

degli ori – ha attraversato devastanti

vicissitudini e intrapreso il cammino verso

la resurrezione non senza difficoltà e

delusioni. Non sono mancate le occasioni

per far sì che la nostalgia del passato

potesse alimentarsi di entusiasmi contem-

poranei, ma se l’avversaria nella finale

scudetto del 2007 pareva troppo marzia-

na per sperare di vestire il Nettuno di

bianco e nero, le tre Coppe Italia cedute

a pochi metri dal traguardo, nonostante

l’ambiente amico di Casalecchio, gridano

ancora vendetta, sia che le avversarie

fossero dopate di tesserati, abbordabili

sorprese o grossi marziani verdi. S’è

lasciata per strada anche una FIBA

EuroCup in quel di Girona, unendo all’in-

successo la figuraccia internazionale a

causa di una minoranza di nostalgici coi

loro vessilli, e persino l’irrisoria Coppa

Italia di LegaDue, anch’essa giocata

(quasi) a domicilio. A voler essere pignoli,

nemmeno la seconda serie fu vinta dalla

Virtus, che per risalire nell’attico dovette

anche affrontare le insidiose lungaggini

dei playoff. L’EuroChallenge non sarebbe

pretesto per invadere le piazze in caso di

tripudio: l’AEL Limassol, avversaria delle

V nere in semifinale, o lo Cholet valgono

per rinomanza e doti cestistiche un mille-

simo di chi s’appresta a combattere per il

trofeo grosso. L’Ural Great Perm, il Kiev e

il Triumph Liubertsy son giunte fin qui

nonostante la recessione che ha annichi-

lito riservee auree e roster dei plutocratici

post-sovietici di Russia e Ucraina, a testi-

monianza di un livello che ha rasentato

l’improponibile nelle prime due fasi. Con

queste si cimenterà la Virtus: poca nobil-

tà, molta manovalanza. Sabatini deve

scrollarsi di dosso le antipatie di quelli

che “Sabba è l’unico proprietario della

Virtus a non aver vinto mai niente” e fare

i conti con una Virtus che dall’agosto di

sei anni fa ha recuperato buona parte del

terreno perduto, ma ancora non ha ria-

perto lo scrigno degli argenti. Non sareb-

be uno scudetto, e nemmeno una Coppa

Italia, ma per gli ottomila fissi sugli spalti

e i tanti virtussini della diaspora, questa

Mitropa non sarebbe un trofeo di cui

obliarne la memoria nella vergogna.

Page 18: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Sarà pur singolare ma c’è il rischio che un unico risultato,la sconfitta di Varese a Faenza contro Imola, riaprainaspettatamente i giochi per primo posto e diconseguenza per la promozione diretta, e che generi ancorpiù incertezza nella zona più drammatica della classifica.Cinque turni di campionato rappresentano poi un marginetemporale sufficiente per stravolgere, ad ogni latitudinedella classifica, gli equilibri attuali. Ma sostanzialmente sitratta di capire se pesino di più i quattro punti di vantaggiodella Cimberio sulle dirette inseguitrici a fronte però dicalendario tutt’altro che semplice (a Masnago con Casale,Brindisi, Veroli, fuori casa a Reggio Emilia e Soresina),piuttosto che le smaglianti condizioni di forma di unaPrima Veroli sì a debita distanza ma avvantaggiata da uncalendario tutto sommato più agevole (in casa Imola,Roseto e Jesi, fuori Brindisi e Varese). Veroli che,passando sul parquet fino a poco prima inviolato delPalaSomenzi di Cremona grazie ad un’altra prova totale diDawan Robinson ed al risveglio di Franco Migliori spegnele residue velleità di promozione diretta degli uomini diCioppi, e tiene parallelamente in vita le proprie. E seSoresina crolla (nemmeno troppo inaspettatamente per laverità, vista l’assoluta mancanza di personalità della Vanolilontano dalle mura amiche in troppe occasioni), CasaleMonferrato tira un sospiro di sollievo piegando grazie a 5uomini in doppia cifra una Sassari a caccia di punti playoffalla quale, stavolta, il contributo di una sontuosa maisolata trazione posteriore (Rowe e Whiting combinano per44 punti e 11 rimbalzi) non basta. Ma parlare di zonaplayoff parrebbe in realtà improprio visto il confine cosìsottile fra un posto al sole e la zona retrocessione dalla

quale, comunque, le formazioni a quota 26 (Livorno e Jesi)parrebbero staccate. Battendo Brindisi, i Crabs diGiancarlo Sacco interrompono un periodo nero fatto di tresconfitte consecutive ed in generale scarsa brillantezza.La speranza di Alessandro Ramagli è che la suaTrenkwalder, piegando una Jesi trascinata da un sontuosoMaggioli (per niente impensierito dalla reattività diMcGowan e dal reintegro di Heinrich, ma penalizzatodall’assoluta mediocrità del duo Boykin-Cuffee) possaaver fatto altrettanto. L’idea di base è che comunquedifficilmente realtà solide come Reggio Emilia e Riminipossano essere risucchiate nel vortice della retrocessione,dalla quale sia Pistoia (che nonostante il passo falso diLivorno ha mostrato lo spirito giusto per salvarsi), che laReyer Venezia si stanno decisamente allontanando. Lavittoria di Venezia contro Pavia (ispirata da un grandeJanicenoks e da un redivivo Bonora, sorprendentementevivace in fase offensiva), la seconda in fila per gli uominidel presidente Brugnaro (che nel corso della settimanaprecedente alla sfida salvezza di Roseto ha resistito allatentazione di rimettere mano al roster, e al portafogli, perdotarsi della bomba ad orologeria Joe Forte, a sua voltaalle prese con un rapporto amore odio alla Snaidero, con ilrischio di esporre un fantastico Janicenoks, ad uninfruttuoso e rischioso dualismo), pesa come un macignosulle chance di Imola (attesa da un calendario da brividoma che però, risultati alla mano, dimostra di crederciancora, aggrappandosi ad un maestoso Bunn (nella foto),capace letteralmente di banchettare nell’area dellaCimberio segnando 31 punti con il 77% dal campo), e diRoseto, in caduta libera dopo quanto (non) visto a Scafati.

Imola, cheimpresa!

Varese oratrema?

L’Aget ferma la corsa dellacapolista, attesa da un calendario

non semplice. Veroli corsara,Roseto in caduta libera

di Lorenzo Settepanella

]18

Legadue

Page 19: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Legadue

Le belle favole belle fannobene allo sport, per quelloche raccontano e soprattuttoper il loro piacevole e maiscontato lieto fine. Le bellefavole appassionano e vannoal di la dei crudi risultati,aiutando, come i sogni diMarzullo, a vivere meglio e inserenità. La bella favola di Jesi sichiama Carlo Barchiesi, sestopresidente nellaquarantennale storiadell’Aurora dal 23 giugno2008, un uomo la cui favolasportiva meriterebbe un postonel guiness dei primati eforse lo conquisterà quandoqualcuno penserà diapprofondirne i contenuti. Eh si, perché scartabellandonegli almanacchi del basketsarà difficile trovare unafigura come Carlo Barchiesiche fonda una società dazero, ne copre tutti i ruoli earriva a presiederla, con laonesta passione di sempre,senza sentirsi mai il numerouno ma, come dice lui, «unosempre pronto a far quelloche mi veniva chiesto». Come tutte le favole che sirispettino anche la sua inizia

col classico “c’era una volta”che il presidente dell’Auroraripercorre con la stessanostalgia e l’orgoglio disempre: «Fondammo lasocietà nel ‘65 ricevendol’invito di Don Roberto Vigo,insieme a Gianni Rossetti ePrimo Novelli. Non avevamouna sede e facevamo le primeriunioni dentro la portineriadell’Ospedale, di notte,quando Primo Novelli(compianto co-fondatore) eradi turno. Pensammo subito al settoregiovanile, quando nacquero iGiochi della Gioventù ricordoche prendevamo le iscrizioninel negozio di famiglia lungoil corso cittadino. Poi all’iniziodegli anni 80 decidemmo difare il grande salto e dicostruire una palestra tuttanostra. Eravamo titubanti ma poi ilgeometra Filonzi ci spronò eci disse “i soldi me li date unpo’ per volta” e noi cituffammo e nacque il SanSebastiano, l’unica palestracittadina che ha solo le righedel campo da basket». Barchiesi ricopre veramentetutti i ruoli, compreso quello

di ultimo allenatore jesinonella stagione 71/72: «Hogiocato con la casaccadell’Aurora, ho fattol’allenatore ma ho anchesvolto molte altre mansioni.Davo una mano a scegliere igiocatori nuovi,accompagnavo i ragazzi delsettore giovanile a giocare,staccavo i biglietti all’ingressoquando c’erano le partite edevo dire che la mia è statauna presenza continua insocietà. Poi sono diventatoaddetto agli arbitri per alcunestagioni ed infine, dal 23giugno scorso, ho l’incaricodi presidente». - Otto mesi sono sufficientiper un primo bilancio?«Sicuramente si – confessaBarchiesi – quantomeno perdire che l’impegno dipresidente è molto grande siadal punto di vista fisico chementale. Avevo promesso chesarei stato un presidentemolto presente (non salta da4 anni un allenamento ndr) ecosì è stato, sorretto da duecomponenti fondamentali chesono la passione dei soci chemi accompagnano in questopercorso e dal rispetto verso

la nostra società che avvertoogni volta che mi relazionocon il territorio e con ilmondo del basket. Tutto questo è un motivo digrande orgoglio per chi, comeme, questa società hacontribuito a fondarla e l’havista crescere daldilettantismo fino alla serieA». Da padre premuroso piùche da presidente, nutrepreoccupazioni per questacreatura chiamata Aurora? «No, per il futuro del basketsono stati mossi passiimportanti con le scelte diMeneghin, Renzi e Bonamicoche ci fanno sentire inbuonissime mani. Spero, anzi sono sicuro chesapranno fare le scelte giusteper il bene del basket e dipiazze seppur medio piccolecome la nostra in cui il basketrappresenta il primo sport perseguito ed interesse. La Legadue ha fornitocostantemente alla massimaserie giocatori interessanti,allenatori e dirigenti all’altezzae sono certo che il neopresidente Bonamico sapràvalorizzarla nella giustamaniera».

Intervista a Carlo BarchiesiDifficile trovare uno che fonda una società, l’Aurora Jesi, ne copre tutti i ruoli e arriva a presiederla senza mai sentirsi un numero 1di Paolo Rosati

A - Dilettanti

Che cosa significa per te giocare, da capitano, nella seconda realtàcittadina di Siena, squadra campione d’Italia? In campo, soggezione o orgoglio? «Certamente ne vado orgoglioso. Giocare a Siena, unacittà che respira pallacanestro giorno e notte ed esserne il capitanoè una grande soddisfazione».

La Virtus è una società fondata nel 1950, cosa significa per te giocarein una società in cui ha militato anche l’ex Nba Rod Griffin? «La Virtusè una società con storia e dedizione, grazie al presidente Bruttini ead altri soci questa società sta vivendo gli anni di maggioresplendore e per me non è che un onore fare parte di questoprogetto».

Da casertano d.o.c. trasferito in Toscana, nella città del famoso Palio,cosa ha comportato nella tua vita? «Città diverse, Caserta caotica efrenetica, Siena invece più a misura di famiglia. Sono contentoinfatti di essere qui con mia moglie e mia figlia».

Sei uno dei tanti campani sparsi nei nostri campionati. Cosa ne pensidei vari Poeta, Amoroso, Spinelli… «Li conosco tutti,chi meglio e chipeggio…Penso che posso dire che sono giocatori che danno ilcuore come forse faccio anch'io, loro con un po’(se la ride, ndr)ditalento in più…».

L’allenatore che devi ringraziare? «Sono tanti che mi hanno aiutato acrescere in questi anni, mi sembra giusto restare nel recentepassato… quindi direi Stefano Salieri».

Cosa puoi dirmi sul vostro cammino in campionato fin qui… «Credoche ci possiamo ritenere soddisfatti anche se i conti li faremo allafine».

Tornare in Sicilia da ex, contro Patti che adesso si è spostata aBarcellona: emozioni? «E’ sempre un piacere tornare a giocare inSicilia dove ho militato a Patti, Messina e Ragusa.Si gioca conpubblico caloroso e inoltre è una regione con dei bellissimi posti davisitare».

L’assenza di Napoli in serie A? Nostalgico?«E’ sempre brutto che una società che aveva raggiunto degli ottimirisultati in questi anni debba sparire, ma Napoli non è la prima necertamente sarà l'ultima… Posso dire che dopo un pò ti ci abitui».

Gianluca Tomasielloe l’altra Siena Il capitano della Virtus

è uno dei tanti giocatori campani sparsiper la Penisola.«Poeta, Amoroso, Spinelli?Li conosco: anche lorocome me danno il cuore»

di Alessandro Lucifero

[19

Page 20: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Taranto limita i danni

Donne - Serie A1

Il campionato di A1 questa settimana ha riservato

due anticipi, due match, con differenti motivazioni,

discretamente interessanti. Partiamo dalla partita di

Faenza che metteva di fronte due tra le società sto-

riche della pallacanestro femminile: la squadra di

Paolo Rossi incappa nel secondo ko consecutivo

dopo la vittoria in Coppa Italia e dà via libera al

Geas che conquista la tredicesima affermazione

stagionale. Molto felice coach Roberto Galli: «Già

nel match perso la settimana prima con Schio avevo

intravisto segnali positivi: a Faenza ero convinto che

avremmo fatto una buona partita e così è stato.

Anzi, si visto anche un Geas diverso, con grande

intensità difensiva e poche palle perse. Sono davve-

ro felice: non ci era andato giù il modo in cui aveva-

mo perso la partita di andata: ero sicuro che la

squadra avrebbe dato il 100% ed anche più». Gran

prova di squadra ma non si può non segnalare il

trentello di valutazione di Penicheiro (nella foto),

leader e trascinatrice.

A Livorno la squadra labronica si conferma il secon-

do peggiore attacco della Serie A1 (solo Viterbo fa

peggio) e si ferma a quota 42 e lascia campo aper-

to a Venezia, giunta in terra labronica priva di

Ballardini oltre che, ovviamente, di Giauro, operata

la scorsa settimana per la ricostruzione del lega-

mento crociato anteriore del ginocchio destro, che

ha così vinto la sua seconda trasferta consecutiva

dopo Parma. Massimo Riga: «Abbiamo disputato

una discreta partita, piano piano stiamo migliorando

e riacquistando fiducia nei nostri mezzi: peccato per

le 29 palle perse che non ci hanno permesso di vin-

cere con uno scarto superiore».

Ma il “centro del mondo” era senza Schio: là si scon-

travano le prime della classe, con Taranto in arrivo

dal trionfo di Mosca dove, con una seconda vittoria,

ha legittimato la sua qualificazione alla finale di

Eurocup dove affronterà le turche del Galatasaray.

Schio sempre in vantaggio ma Taranto non ha mai

mollato con un’ottima presenza a rimbalzo d’attac-

co. Bene Macchi ed Antibe (nella foto), vero collan-

te di lusso. Il resto.

Facile Priolo a Viterbo, bel riscatto di Parma (con i

soliti problemi di organico corto) a Como. Il derby

campano se l’è aggiudicato Napoli che ha così ven-

dicato il ko interno con Pozzuoli del girone di anda-

ta mentre in coda fondamentale la vittoria in rimon-

ta su Umbertide di Ribera che aggancia Viterbo e dà

un senso alle ultime tre giornate. Ora il

calendario prevede mercoledì un turno

infrasettimanale (senza big match, inte-

ressante il derby Geas-Como): nel fine

settimana da seguire Schio-Parma e, in

chiave salvezza, Ribera-Napoli. Il tutto in

attesa del “botto finale”, ossia l’ultima

giornata in cui si affronteranno le attuali

prime quattro, con Faenza-Schio e

Venezia-Taranto.

Di ritorno dalla trasferta di Mosca, perde a Schio, viene raggiunta ma resta prima grazie al + 23dell'andata. A Napoli il derby campano. Ribera aggancia Viterbo e continua a sperare

di Roberto Perticaroli

20]

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Donne - Serie A2

LuCCA rIDEMA CAVEzzo non PIAnGEIl big-match del girone A fra Lucca e Cavezzo, disputato al palazzettodi Via delle Tagliate, ha visto la vittoria della squadra di MircoDiamanti, partita fortissimo (19-8 nel primo quarto contro la “zona”ospite) per poi subire il ritorno delle modenesi che, pur non riuscendomai a mettere la testa avanti nel punteggio (unica situazione di paritàa quota 54 a 2’ e 30” dal termine, sono riuscite almeno a limitare loscarto della sconfitta, difendendo il +10 ottenuto nel girone di andata. Partita interessante, giocata di fronte a un pubblico folto (quasi 1000persone), caloroso ma corretto, tra coloro che hanno dimostrato diessere le migliori squadre del girone e perciò meritevoli di chiuderequesta stagione regolare nelle prime due piazze. Nel girone BPomezia (gran primo tempo di Di Battista, bene Cinili in difesa)espugna il campo mai facile di Rende con una superlativa Gattini emantiene il secondo posto in solitudine (e non c’è ancora Granieri…)respingendo gli attacchi delle cagliaritane, entrambe vittoriose incasa (il Cus ha addirittura doppiato nel derby Alghero, che staattraversando un momentaccio). La Spezia “rulla” Firenze (Romagnoli 16+24, valutazione 45) e vededa vicino i playout. Anche al sud parecchi i verdetti ancora daemettere, certo è che è fondamentale la trasferta di La Spezia aNapoli, tenendo presente l’improbo impegno casalingo di Alghero conPontedera.. Delicato il confronto tra Cus Chieti e Alcamo, con lepadrone di casa che non possono fallire per non correre rischi, mentrea Firenze, sarà di scena Pomezia, tra le squadre più in forma delmomento. R.P.

Page 22: Basketville #3 - 23 marzo 2009

]22

Donne - L’inchiesta

In attesa del nuovo presidente e pren-

dendo atto della crisi economica a livello

internazionale e delle possibili ripercus-

sioni sul nostro sport, la LegA Basket

Femminile ha nominato una

Commissione per studiare un progetto

per affrontare i Campionati per le stagio-

ni 2009/2010 – 2010/2011. Commissione

presieduta dal Vice Presidente Vicario

Pasquale Panza.

Basketville lo ha intervistato.

Presidente, ci spiega i motivi che hanno por-tato alla nomina di questa Commissione e lesue finalità?«Questa commissione è il risultato di tre

assemblee di settore in cui ognuno ha

espresso il proprio pensiero e le proprie

problematiche. Non c’è dubbio che tutti ci

rendiamo conto della crisi economico-

finanziaria internazionale in atto e delle

ripercussioni che potrebbe avere sul

nostro sport che però, al di là di alcuni

casi che definirei “fisiologici”, è sano.

Direi che stiamo studiando la situazione

soprattutto pensando a quella che sarà in

proiezione il trand economico internazio-

nale. Siamo probabilmente il primo sport

a porsi delle domande per poter affronta-

re il futuro in modo migliore, preparati e

coscienti di quello che potrà accadere».

Dunque, si tratta di una commissione, percosì dire, “preventiva”?

“Esatto, ci sono rappresentanti di undici

società (Como, Geas, Parma, Venezia,

Pozzuoli di A1, Reggio Emilia,

Pontedera, e Biassono di A2,

Civitavecchia e Palermo di B1, n.d.r.) che

hanno come compito primario quello di

un interscambio di idee aperto a tutti.

Teniamo anche presente che dobbiamo

prendere decisioni al più presto, visto

che a breve dovranno essere ufficializza-

te le “DOA” (Disposizioni Organizzative

Annuali) per le prossimi stagioni»

Voci di corridoio parlano di richiesta da piùparti di blocco di retrocessioni e promozio-ni. Cosa ci può dire al riguardo?«In queste tre assemblee è stata viva la

Basket femminile,il futuro in giocoè stata nominata una Commissione “preventiva” per i prossimi duecampionati. E sono nate le prime voci e le prime paure.Pasquale Panza spiega come e su cosa si lavorerà

di Roberto Perticaroli

Page 23: Basketville #3 - 23 marzo 2009

[23

Donne - L’inchiesta

preoccupazione per la situazione econo-

mica generale. Tuttavia è chiaro che biso-

gna trovare soluzioni che non siano fini a

loro stesse e che non siano legate sola-

mente alle esigenze particolari: dobbiamo

fare in modo che si realizzino attraverso

un percorso coordinato attraverso un pro-

getto. Ogni soluzione deve avere una

conseguenza positiva non solo nell’imme-

diato ma anche in prospettiva. Certo, non

è un compito facile perché nessuno ha la

pozione magica per risolvere d’incanto i

problemi, ma sono fiducioso vista la qua-

lità delle persone che ci stanno lavoran-

do”.

Su una cosa comunque Pasquale Panza

tiene ad essere chiaro ed esplicito: «La

commissione ha come finalità un ulteriore

rilancio di questo sport e non certamente

il suo livellamento verso il basso». Una

dichiarazione d’intenti che lascia ben

sperare, addetti ai lavori e non…

Infine una domanda che non si può evitareparlando con chi, oltre ad essere il reggentedella LegA, è anche il presidente del VomeroNapoli: come sta vivendo questa stagionedella sua squadra, passata nel giro di dueanni dallo scudetto al rischio playout? «L’attività sportiva è fatta di cicli. Il nostro

è stato davvero importante, in cinque sta-

gioni abbiamo fatto cose eccezionali,

soprattutto in una città come Napoli.

Quest’anno abbiamo disegnato un pro-

getto nuovo, con una squadra da centro-

classifica ma che non ha reso come

avrebbe potuto e dovuto. Si è fatta fatica

a trovare l’amalgama e la chimica di squa-

dra e questo non ci ha permesso di dare

continuità ai nostri risultati. Ovviamente

vivo con sofferenza questa stagione tribo-

lata dopo annate che definire esaltanti è

poco. Però so anche che c’è spesso biso-

gno di affrontare stagioni di transizione

per poi riaprire cicli vincenti».

Page 24: Basketville #3 - 23 marzo 2009

]24

l’ultimo campionato na-

zionale ma è il primo in

ordine di tempo a dare

il via ai playoff, la fase

più affascinante ed

entusiasmante della

stagione E’ come il sale

nel mare: impensabile questo sport senza

i playoff, con la loro bellezza emotiva e la

loro crudeltà da sangue e arena.

“E’ un altro campionato”, probabilmente la

più banale delle frasi fatte ma la più vera e

la più maledettamente autentica.

Quest’anno quattro squadre festeggeran-

no e ce ne saranno altre che si rammari-

cheranno perché magari si ritenevano alla

medesima altezza. Ma questa è la crudel-

tà dei playoff e va accettata.

Una serie che si preannuncia ad altissimo

livello tenendo presente le “stelle” che

anche il campionato di B1 quest’anno ha

potuto mettere in vetrina.

Questa la situazione dei quattro playoff,

sbilanciandoci anche in qualche pronosti-

co, con i rischi del caso. Nel playoff A net-

tamente favorito il Milano di Gottardi (nella

foto, con il numero 7), e non solo perché

ha chiuso al primo posto: Italo Brunello,

dopo averla sfiorata lo scorso anno a

Crema, ritenta la salita, per riportare

“Milano città” in serie A. Tuttavia attenzio-

ne al Treviso di Pellizzari e al Villafranca di

Basso.

Nel playoff B il Forlì di Tassara (nella foto,

con il numero 14) con gode dei logici

favori del pronostico ma non va trascurato

la Vigarano (nella foto, Francesca

Marchioni), che ha chiuso al secondo

posto e che dopo aver ricevuto i compli-

menti di tutti per l’organizzazione della

Coppa Italia di B, vorrebbe mettere la

ciliegina sulla torta di una stagione già

eccezionale, considerando che stiamo

parlando una neopromossa.

Grande aspettative anche a Valmadrera

mentre, dopo una prima parte di stagione

zoppicante, strepitosi gli ultimi due mesi.

Iemmi e compagne partono da una posi-

zione di retroguardia ma è l’ultimo avver-

sario che tutte vorrebbero incontrare.

Playoff C: chiusura in testa a pari merito

per Spezia e Orvieto con le liguri che

hanno ottenuto il primo posto in virtù di un

punticino di differenza a loro favore nello

scontro diretto.

La Spezia ha perso Balleggi, il vero col-

paccio del mercato di gennaio, e l’ha

sostituita con Alessia Scopigno, 14 punti a

partita in A2 con Reggio Emilia.

Assetto di squadra diverso ma la competi-

tività è indubbia. Ben quotato Orvieto, che

ha battutto Spezia in Coppa Italia ed una

volta in campionato. Granturchelli è redu-

ce dalla promozione in A1 di Umbertide e

Consoli e Bolognesi rappresentano una

delle migliori coppie di lunghe dell’intero

campionato. Segnaliamo l’interessante

roster di Montecatini, Lavagna fino ad

Donne

E la chiamano Serie B…

È

Page 25: Basketville #3 - 23 marzo 2009

[25

di Roberto Perticaroli

Tassara, Basso, Cerretti, Gottardi, Granturchelli sono solo alcuni dei grandi nomi che daranno lustro ai playoff che prenderanno il via il prossimo weekend. In palio, quattro posti per la A2

Donne

E la chiamano Serie B…

oggi sottotono ma a cui bisogna riservare

il rispetto che merita una

squadra in finale per due anni di fila. Una

segnalazione per una “vera grande”:

Svetlana Kouznetsova (nella foto, al tiro).

Infine il girone D: ha chiuso al primo posto

Ragusa ma attenzione al duo romano

Città Futura/Athena. Le squadra di

Amedeo D’Antoni e Mauro Casadio sono

due vere e proprie mine vaganti. In gran-

de “in bocca al lupo” infine a Piero Pasini,

che con il suo Battipaglia nel primo turno

affronterà Latina.

Insieme ai playoff, al via anche i playout

che determineranno le altre quattro retro-

cessioni in B regionale.

SI rIPArTE CoSìGArA uno 28-29/03/09; GArADuE 04-05/04/09;

EV. GArA TrE 08- 09/04/09)

PLAyoFF AMilano-VeneziaMuggia-VittuoneTreviso-TriesteAlpovillafranca-Pallacanestro Torino

PLAyoFF BForlì-LodiBorgo Val di Taro-SenigalliaVigarano-BariValmadrera-Trani

PLAyoFF CVirtus La Spezia-GhezzanoLavagna-ViterboOrvieto-ViareggioMontecatini-Santa Marinella

PLAyoFF DRagusa-CataniaAthena Roma-Termini ImereseCittà Futura Roma-PotenzaBattipaglia-Latina

PLAyouT ASanta Maria di Sala-CarugateMoncalieri-Rho

PLAyouT BPesaro-PescaraCostamasnaga-Civitanova Marche

PLAyouT CCelle Ligure-Antonianum QuartuSant’ElenaSan Giovanni Valdarno- San SalvatoreSelargius

PLAyouT DPartinico-CercolaCaserta-Portici

Già retrocesse in B regionale: Monfalcone, Campobasso, Canicattì e Palestrina (ritirata a dicembre).

Chiudono la loro stagione ottenendo lapermanenza in B d’eccellenza: Palmanova, Novara, Sulmona, Monopoli,Civitavecchia, Sant’Orsola Sassari, Pozzuoli e Palermo.

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Page 26: Basketville #3 - 23 marzo 2009

]26

Unpiccolo equivoco mipermette di rispondere alladomanda che molti colleghi

mi hanno fatto negli ultimi mesi. Pochigiorni fa ho ricevuto una mail dellasegreteria del C.N.A. che mi segnalavache per poter continuare ad ottenere latessera del Comitato Allenatori dovevoentro il 30 giugno ottenere dieci creditiformativi frequentando i clinic organizzatiappositamente. L'equivoco è statochiarito rapidamente perché essendo unallenatore benemerito non devo ottenerei suddetti crediti e, inoltre, per chi lavoraall'estero, come il mio assistente LeleMolin, la normativa è sospesa.L'argomento in ogni caso mi è statoproposto da molti che vogliono saperecosa penso di questa normativa.Premetto che essendo stato per moltianni il Responsabile tecnico del CNA edavendo la successiva gestionecompletamente azzerato il progettotecnico "Diventare Coach" dove avevocoordinato il lavoro di molti colleghi amio avviso dotati sul piano della

didattica, non posso e non voglio crearepolemiche non conoscendo a fondo ipostulati didattici del nuovo corso. Allostesso tempo credo di non offenderenessuno se dico che il sistema diaggiornamento periodico obbligatorio hauna validità se poi è prevista una verificadi ciò che si vuole venga appreso. Inmancanza di una verificadell'apprendimento di ciò che si è andatiad ascoltare, come è nel caso delfamoso Pao, è sufficiente la presenzapassiva e l'ottenimento di una firma, perottenere il già citato credito. Siamoarrivati perfino a leggere la pubblicità diun clinic a pagamento che sottolineava lapossibilità di ottenere tramite lapartecipazione, il credito. Non credo sianecessario scomodare la celebreMinistro Gelmini per ricordare chel'obbiettivo fondamentaledell'insegnamento è trasferire laconoscenza e non ottenere un voto disufficienza o un credito. Mi auguro che ilneo presidente del Cna, nonchécarissimo amico dai lontani tempi

io, Ettore

Una precisazionesul C.N.A.E un altro “bravo”a DanilovicIn questo periodo la mente è ai playoffdi Eurolega. A Mosca arriva il giovanePartizan, squadra giovane ma con una personalità molto simile a quella di Sasha

di Ettore Messina

Page 27: Basketville #3 - 23 marzo 2009

[27

azzurri, Giovanni Piccin trovi il tempo distimolare un piccolo confronto all'internodella sua struttura per migliorare quelloche adesso sembra difficile dacomprendere da parte di molti.Questa domenica poco basket italiano in tve molta Eurolega al videotape perchéormai mancano poche ore all'inizio deiplayoff . Gli allenamenti sembrano nonfinira mai, la testa è alle partite, la paura difarsi male condiziona gli atleti. Ho letto delBarcellona che ha perso a Manresa dopoquattro supplementari e il pensiero èandato alla partita di playoff chegiocammo a Roma e perdemmo contro lasquadra di Attilio Caja pochi giorni primadi giocare la Final Four di Barcellona.Giochi la partita al massimo e se perdi ilmerito di chi vince non può essereoffuscato, tuttavia la testa di ognunopensa in modo diverso e, soprattutto, èmeglio non trarre nessuna indicazione, népositiva né negativa, in vista della garasuccessiva. Grande squadra la Virtus del'98, e il suo capobranco sarà a Mosca conil suo Partizan a cercare di vincere la seriecontro il Cska.Sasha Danilovic è stato un grandecampione, inflessibile con se stesso e congli era accanto, ha lasciato il basketquando poteva ancora dire molto eguadagnare di più ma come Platini havoluto lasciare il suo ricordo al top. Noncredo di togliere nulla a Dule Vujosevic semi permetto di dire che nella personalità diquesto giovane Partizan c'è molto del suoPresidente.

Page 28: Basketville #3 - 23 marzo 2009

]28

Europa - Spagna

Tra le sorprese di questa stagione nel campionato iberico

figurano sicuramente le due del Barcellona, Sada e

Vásquez. Victor Sada (nella foto), l’anno scorso finalista di

Uleb Cup con Girona, era tornato nel suo club di formazione

destinato al ruolo di terzo play. Per lui si prospettava una

stagione da comprimario, senonché il pessimo inizio di

Barrett e soprattutto l’infortunio di Lakovic non lo

proiettarono in quintetto base, sia in ACB che in Eurolega.

Da quel momento per lui è stato un crescendo di prestazioni

sempre più convincenti. La cosa più sorprendente era il

modo in cui guidava la squadra, soprattutto nelle partite

difficili. Memorabile è stata la prestazione di Atene contro il

Panathinaikos dove Sada fu “semplicemente perfetto”

secondo il suo allenatore Xavi Pasqual.

Ora si può affermare che Sada sia, a soli 24 anni, il play

titolare del Barcellona poiché, anche quando non parte in

titolare, è quello con il minutaggio più alto a fine partita. Non

è un gran realizzatore, ma il miglior elemento per poter

innescare le bocche da fuoco della squadra di Pasqual: in

campionato Sada ha finora distribuito 3,5 assist a partita. Il

meglio di sé lo ha dato nelle Top 16 di Eurolega, dove vanta

4,7 assist in meno di 20 minuti a partita. Ancora più

sorprendente è la stagione realizzata fin qui da Fran

Vásquez.All’inizio doveva essere solo il quinto lungo e ora è

uno dei migliori giocatori della lega. Una delle tante giovani

promesse del basket iberico degli ultimi tempi (selezionato

da Orlando al numero 11 nel 2005), questo ventiseienne

centro di 2,09 metri si era un po’ perso.

Quest’anno non ci si aspettava granché da lui, visto che i

suoi compagni di reparto erano gente del calibro di

Andersen, Santiago e Ilyasova. Vásquez nelle rotazioni dei

lunghi di Pasqual partiva persino dopo Trias, la sorpresa

dello scorso anno. Ma, complici soprattutto i problemi di

ambientamento di Andersen e Santiago, Vásquez ha iniziato

ben presto ad acquisire minutaggi importanti e di

conseguenza fiducia nei propri mezzi. Nel suo caso le cifre

dicono moltissimo. In campionato Vásquez viaggia a 11,2

punti e 6,4 rimbalzi in 20 minuti a partita. A livello assoluto

guida la lega nella percentuale di realizzazione da due con

il 71,74% e delle stoppate (quasi 3 a partita) ed è stato

nominato miglior giocatore di giornata per due volte.

Le sue valutazioni sono in ascesa se si considera che negli

ultimi sette incontri ha segnato almeno 12 punti con l’85%

da due. Anche in Eurolega le cifre migliori le ha registrate

nella Top 16, segno forse di maggiore consapevolezza nei

propri mezzi e di esperienza accomulata di partita in partita.

Sada e Vásquez, soluzioni interne

di Angelo Potenza

Quest’anno il Barcellona ha dimostrato che a volte il miglior“mercato di riparazione” si trova in casa propria

Page 29: Basketville #3 - 23 marzo 2009

Molti di noi si ricordano di Steve Francis, o meglio di quando

era ancora un giocatore, perché quello delle ultime due

stagioni aveva più che altro il solo pregio di apparire sui

tabellini con affianco DNP (la sigla che indica chi non è sceso

in campo) e quando non era una decisione del coach era uno

dei tanti infortuni. Per chi si è interessato solo negli ultimi anni

alla pallacanestro oltreoceano sarà difficile credere che solo

poco tempo prima Francis era considerato un top player, un

giocatore franchigia (il suo soprannome non a caso è The

Franchise), uno capace di guidare Houston per cinque

stagioni e Orlando per tre, comparire trevolte all’All Star

Game, schiacciare in traffico catturare rimbalzi e servire

assist. La magia è però svanita in seguito al suo trasferimento

a New York che prima ha ridimensionato le sue azioni, salvo

poi sancirne il definitivo collasso in seguito ad un infortunio

avvenuto durante un tentativo di schiacciata a gioco fermo.

Da quel momento Steve non è più tornato quel giocatore da

18-20 punti e 6-7 assist e rimbalzi che era sempre stato, ma

anzi dopo qualche apparizione a Houston, in un improbabile

ritorno, e dopo i tagli di Portland e Memphis adesso è fuori

dalla lega, anche se si parla di squadre europee interessate a

lui. Per uno Steve che se ne va eccone però uno nuovo che

arriva. Signori e signore rullo di tamburi… ed ecco a voi:

Russel Westbrook, ovvero il rookie da UCLA degli Oklahoma

City Thunder. Westbrook presenta per l’appunto

caratteristiche speculari a quelle del Francis prima maniera,

ovvero playmaker non per vocazione, ma a causa della

statura (tranquilli non è che madre natura sia stata poi così

cattiva a donar loro quei corpi…), infatti il loro ruolo naturale

sarebbe quello di guardia ma visti i 191 cm di entrambi la

conversione a portatori di palla è stata obbligatoria. Nessuno

dei due possiede una gran visione di gioco, anche se ciò non

impedisce la distribuzione un comunque buon numero di

assist, The Franchise ha una media carriera di sei, mentre

Westbrook quest’anno è a quota cinque. Il problema è però

rappresentato dalle numerose palle perse: oltre le 3 a partita.

Un’altra caratteristica in comune, che però non rende

eccessivamente felici gli allenatori, è che pur essendo dei

brillanti realizzatori la percentuale dal campo supera a fatica il

40% mentre il tiro dalla lunga distanza è sempre stato

discontinuo. Ma quello che rende Russel l’erede di Steve

sono le schiacciate a dir poco pazzesche! Il play maker dei

Thunder è padrone di un atletismo sconfinato che lo porta a

fare giocate non solo incredibili ma quasi impensabili,

schiacciate che sarebbero già mostruose se viste da un

giocatore di 2 metri diventano quasi semplici se fatte da lui.

Mostruosa quella realizzata, quando ancora vestiva la maglia

di UCLA (nella foto) , contro California. Anche nella NBA

questo folletto ha già più volte preso il volo e a farne le spese

è stato anche il nostro Belinelli posterizzato da Russel che gli

è praticamente salito sulla schiena.

A dire il vero, le statistiche dell’anno da rookie di Francis

erano leggermente più alte, è però anche vero che il nuovo

arrivato sembra possedere una velocità di base maggiore ed

inoltre per lo meno quando si è visto assegnato ad una

squadra perdente come i Thunder non ha fatto il diavolo a

quattro come invece il suo predecessore aveva fatto

ottenendo poi di essere ceduto dai Grizzlies ai Rockets.

Insomma se anche abbiamo perso un grandissimo showman

non abbiamo neanche avuto il tempo di rattristarcene perché

già un altro ne aveva preso il posto. Francis appartiene già al

passato il futuro è Russel Westbrook.

di Fabio Bonali

Russell Westbrook, il rookie da UCLA degli Oklahoma City Thunder ha caratteristiche speculari al Francis prima maniera

NBA

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Il nuovo Franchise

Page 30: Basketville #3 - 23 marzo 2009

di Davide Cerruto - Appunto

Page 31: Basketville #3 - 23 marzo 2009

499,00 Euro

VIDEOGAME - Resident Evil 5Il quinto capitolo della saga horror più famosa del

mondo è un gioco tosto fin dall'incipit: venire fuori

dalle prime fasi è davvero dura. Un inizio così impe-

gnativo è raro, ma una volta imparato come muover-

si, spostando mobili e incendiando bidoni, ecco che

tutto torna in discesa. L'importante è tenere bene a

mente che R.E. n°5 è uno sparatutto in tutto e per

tutto: se ti aspettavi un survival horror puro, sei fuori

strada. Ci vogliono tattica, analisi dell'ambiente e

molta prudenza, quasi come fossi in Killzone 2 o in

Gears of War 2. Per fortuna, si gioca sempre e

comunque in coppia: ci siete tu (Chris Redfield) e la

supersexy Sheva Alomar, controllata dal computer o

da un'amica in carne e ossa.

[31

AUDIO ON-THE-GO - Creative Zen X-Fi (Wireless Lan)Fascinoso mix di metallo cromato, black e silver, X-Fi ha un design

che non aggredisce ma conquista poco a poco. Un po' ostica la

navigazione a micro pulsantini: impossibile trovarli al tatto. Ok il

display da 320x240 pixel, puoi anche guardarci un film senza sfor-

zare troppo la vista. La capienza va da 16 a 32 GB. L'audio? Inutile

girarci attorno: Zen X-Fi suona alla grande e gli auricolari in dotazio-

ne, convincono per timbrica, risposta e gamma bassa. Una chicca:

X-Fi si collega via Wi-Fi alla Rete e al tuo PC. Ed ecco l'accessorio

perfetto: la fascia sportiva da braccio (Armband) è comoda e ha

anche una tasca per gli auricolari.

195 Euro

SUPER GROOVE - Denon AH-C751 Packaging deluxe, design in alluminio e custodia rigida stilosissima: gli Ah-C751

catturano la vista, poi il tatto e infine i timpani. Intraurali 'invasivi', vanno infilati a

fondo nel condotto uditivo. I vantaggi? isolamento assoluto dalla realtà esterna e

micro dettagli musicali anche a volume basso. Questo in generale.

Qui aggiungiamo una risposta super equilibrata, eccellente in tutta la gamma di

frequenze, una timbrica naturale, quasi neutra, e una dinamica semplicemente

esplosiva. Un paio di consigli: file poco compressi (> 320 kbit/s) e player di livel-

lo top. Poi tuffatevi nell'eccellenza del vero Hi-Fi.

64,90 Euro

Page 32: Basketville #3 - 23 marzo 2009

]32

Il test

di Massimo Zambelli

Luca VitaliA. Un genio della pallacanestro. Avrà i suoi difetti, ma

trattasi semplicemente di genio della pallacanestro.

B. Sì, beh, qualche passaggino dignitoso. Però, non è un

playmaker, non è una guardia, non è un tiratore, non difende

e dà sempre l’impressione di uno che gioca con le stringhe

slacciate.

Marc GasolA. Ma che bel giocatorino. Movimenti in pivot basso d’altri

tempi, mano davvero fatata e anche discreta visione di

gioco. A tre dita di stacco da terra dall’essere l’unica

alternativa credibile a Dwight Howard sulla faccia della terra.

B. Giocare, sa giocare. Ma manca totalmente di atletismo.

Sembra di vedere Ario Costa, sembra di vedere. Uno così

va bene per vincere qualche battaglia sporadica, ma appena

incrocia un Dalembert, va sotto come il Kursk.

Ricky RubioA. Più che un grande giocatore, un inno alla pallacanestro,

alla gioia, alla vita.

B. Prima di parlare di basket, chiariamo subito: è uno

squallido simulatore. Possibile che tutti i diciottenni del

mondo paghino anche duramente il noviziato, mentre questo

qua gode di considerazione arbitrale che neanche Lebron e

Wade messi assieme? Adesso parliamo pure di

pallacanestro. Non ha tiro da fuori.

Carlton Myers.A. Forse è il caso di ricordare che si è trattato di uno dei

giocatori europei più forti della sua epoca. Tra lui, Navarro e

Marcus Brown, non avrei il minimo dubbio a sceglierlo per

primo.

B. Ha vinto oro e argento agli Europei. Scudetto e Coppa

Italia, embè? Resta sempre quello che, dopo aver segnato

400 punti consecutivi, riaprendo da solo una gara5 di finale

già chiusa a tripla mandata, ha perso palla a metà campo

contro Bonora. Tra lui e Malaventura, specialmente dopo

GMAC – MPS, il secondo si fa nettamente preferire.

Andrea BargnaniA. Ragazzi se è forte. Ormai segna venti punti a partita

nell’NBA. Aspetta che lo ripeto: ven-ti-pun-tia-par-ti-ta-nel-

len-bi-ei. Come dice il buon Shawn Marion, non appena

troverà il modo di “mettere tutto insieme”, avremo un crack

di proporzioni cosmiche.

B. E’ un giocatore che adoro, veramente. Il problema è che

non sa fare praticamente niente.

Se hai risposto prevalentemente ASei un tifoso spagnolo inside. Corri sul sito ACB.com e

iscriviti immediatamente al forum! Per carità, sarà forse un

tantino ripetitivo e senza particolari guizzi di genio narrativo.

Ma ne ricaverai enorme gratificazione, con pagine e pagine

del nuovo coinvolgente sondaggio: “Sabonis o Tiago

Splitter?”

Se invece è stata la B a dominareSei italiano purissimo, con l’albero genealogico immacolato.

Di possibilità in rete per trovare dei compagni di turbamento

ce ne sono a sufficienza. Condividere con qualcuno la

preoccupazione destata dalla Slovacchia di Radoslav

Rancik, non ha prezzo.

Piccola nota della redazione. Marc Gaso (nella foto) in effetti

ha appena giocato contro Dalembert. 30 punti, 13 rimbalzi, 2

assist e 3 stoppate. E l’anno scorso, sul forum ACB, hanno

aperto davvero un sondaggio su chi fosse meglio tra Carlton

Myers, Navarro e Marcus Brown. Vinto dal Nostro.