Basketville #7 - 20 aprile 2009

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n.7 - 20 aprile 2009 EffEtto EffE ferrara travolge la Virtus e conquista la salvezza La fortitudo risorge in due gare e torna a sperare > Le opinioni di Messina > I cestofili su Facebook > I pallini di Peterson

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Dai playground ai playoff. L'e-magazine italiano di basket.

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n.7 - 20 aprile 2009

EffEtto EffEferrara travolge la Virtus e conquista la salvezzaLa fortitudo risorge in due gare e torna a sperare

> Le opinioni di Messina

> I cestofili su Facebook

> I pallini di Peterson

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Se il caso Zidane avessesuggerito qualcosa agliarbitri

Diffidate dei giornalisti che dicono di nonavere mai tifato per nessuno: è una balladella peggior specie e smaschera unapersona poco raccomandabile, perché sedice una bugìa su una cosa tanto chiara esemplice quale dovrebbe essere l'amore peruna squadra chissà come si comporta in altreoccasioni in cui può nascondere ancora meglio il suo pensiero. E' impossibileche si diventi giornalisti sportivi senza aver provato, almeno da ragazzi, lapassione di parte. Poi, crescendo o lavorando appunto da addetto ai lavori nelsettore, il sentimento può cambiare, certo. Si può affievolire o scomparire edallora alla domanda sul tifo si potrebbe rispondere: “Non più” o “Nonabbastanza”. Oppure, come ho sempre sostenuto, si può mantenere matrattando il tifo come un cappotto: lo si appende in sala stampa, non o siindossa né durante la partita e in nessun'altra fase in cui si richiedaprofessionalità: non scrivendo il pezzo, non quando si intervista, nemmeno inogni occasione ufficiale e di fronte alla gente. Lo dico perché dopo LaFortezza-Montepaschi ho notato troppi commenti per partito preso e pocheanalisi realistiche sul fatto più pericoloso: la convinzione dellapremeditazione da parte di arbitri a mio avviso, nell'occasione,semplicemente inadeguati e che pure non sono stati fermati maimmediatamente rimandati in campo come se nulla fosse successo.

Il momento non è propizio per la categoria e già i riflessi, o per meglio diregli schizzi, vanno a toccare anche la Federazione in generale. Ed allora, nellavolata finale verso i playoff converrebbe a tutti intanto fare un passo indietroe dire una parola di meno. A tutti tranne che al settore arbitrale, quello che seper leggi proprie non può contribuire al dibattito dovrebbe però darsi da fareper uscire i prima possibile dalla montante ondata di sospetti e lamentele, adire il vero giustificati da episodi troppo clamorosi per essere liquidati cometemporanei.

Un suggerimento “ai limiti”. Partendo da un esempio celebre. La testata diZidane a Materazzi non la vide l'arbitro e nemmeno nessun dei collaboratoriin campo, ma dalla tribuna chi di dovere, vista la ripresa TV si premurò diinformare almeno il quarto uomo e Zizou venne espulso. A Bologna, giovedìscorso, sarebbe bastato che qualcuno di sicuro affidamento fosse corsopresso lapostazione Sky per capire quanto mancava al momento del fallo diMcIntyre su Boykins a fil di sirena, per poi riferirlo alla terna. Irregolare? Mah,forse quello che invece è successo è peggio. Salva la forma, al diavolo lasostanza.

franco [email protected]

l’E-ditoriale

www.basketville.itNumero 7 – 20 aprile 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

www.basketville.itè una testata registrata presso il Tribunale di Luccae di proprietà diMedia dell'Otto s.r.l.Via delle Ville, 1140/A55100 LuccaTelefono +39 3202 119 119E-mail: [email protected]

Progetto GraficoAppunto WebVia Caduti per la Patria, 4720050 Lesmo (MI)Telefono e fax +39 039 596724www.appuntoweb.com

FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

Autorizzazione del Tribunale di Luccanumero 894 del 16 marzo 2009

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Serie A6 Air-tercas

di Raffaello Califano

7 Gmac-Scavolinidi Gianfranco Lelli

8 Armani Jeans-Benettondi Paolo Corio

9 Premiata-Lottomaticadi Alessio Berdini

10 Solsonica-Ngcdi Franco Orsi

11 Carife-La fortezzadi Mauro Cavina

12 Angelico-Snaiderodi Stefano Zavagli

13 Montepaschi-Eldodi Alessio Bonazzi

Italia15 Quelli di facebook

di Franco Orsi

16 Pallini di Petersondi Franco Montorro

17 Legadue: il puntodi Lorenzo Settepanella

Donne18 Serie A1: il punto

di Roberto Perticaroli

20 Serie A2: il puntodi Roberto Perticaroli

21 La nuova Legadi Roberto Perticaroli

International26 Eurochallenge: Limassol

di Gianfranco Bina

27 Grecia: oly Vs Panadi Gianfranco Bina

28 Spagna: Cajasol Sivigliadi Angelo Potenza

3 l’ E-ditoriale14 L'angolo azzurro24 Io, Ettore29 Playground Style31 Play on/off32 Il test

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E Capobianco si prende una rivincitasulla sua ex squadra, un'Air ancorauna volta poco fortunata

Serie A

Qui Avellino 85Come spesso le capita la Scandone parte male anzi,malissimo. Approccio soft, attacco farraginoso e difesacolabrodo. Best soffre Poeta, ma è tutta l’Air adapparire svogliata e rinunciataria.Subito 0 – 6, poi 5 – 18 al settimo ed addirittura 9 – 26al nono. E’ un primo quarto da horror quello dellaformazione biancoverde ed i fischi del Paladelmauropiovono copiosi.E – mai come stavolta – giusti. Coach Markovski pescaa piene mani nella sua panchina, immediatamente. E lazona – per un po’ - confonde le idee alla Banca Tercas.Prove tecniche di rimonta, nonostante la compagineabruzzese voli nuovamente al massimo vantaggio: più17 e 19 – 36 al 14esimo. I lupi – però – entranofinalmente nel match ed il solito terzo periodo ‘dastropicciarsi gli occhi’ rivolta la gara come un guanto. Ilpressing a tutto campo carica il gruppo e scuote lagente.Avellino mette addirittura la testa avanti (60 – 59 al29esimo), ma Teramo non molla e la sfida diventaspettacolare e vibrante.E’ una interminabile ed avvincente volata che – perl’ennesima volta – beffa la Scandone al di là dei suoidemeriti. Sia chiaro: la Banca Tercas non ruba nulla, maquest’anno all’Air (peraltro priva del gigante Williams)non ne va bene una).

Qui Teramo 87Coach Capobianco andò via dall’Irpinia dopo unaentusiasmante rincorsa - salvezza, trafitto da unabomba di Porta (adesso in maglia Air, allora a Livorno)sulla sirena dei regolamentari. Per la Scandone furetrocessione, ingiusta ed immeritata (poi condonata colripescaggio). A distanza di quattro anni il giovane edemergente allenatore esce dal Paladelmauro davincitore, grazie ad un siluro del cecchino Hooversganciato in condizioni più o meno similari e finito –manco a farlo a posta – nello stesso canestro. Corsi ericorsi storici o legge dello sport che dir si voglia, anchese la vittima era ed è ancora la formazionebiancoverde... che farebbe bene a farsi benedire sullavetta della vicina Montevergine. Alla fine gioiscono puregli altri due ex: l’assistente Ramondino (avellinese doc)ed il lungo americano Brown (protagonista – incolpevole- di quella sfortunata stagione). Ancora una volta laBanca Tercas si conferma come una delle più bellerealtà del campionato e dimostra di essere una squadravera, nel gioco e nel carattere. Il battipagliese Poetaindossa i panni del leader, sin dalla palla a due. Il playcampano – forse un po’ troppo tutelato dalla ternaarbitrale (in relazione ‘al metro’, si intende) – va inlunetta più volte di tutta la Scandone (11 contro 9:incredibile, ma vero). Ma Teramo espugna Avellinograzie alla sua partenza sprint e ad un sistemacorroborato durante un torneo davvero importante. E –poi – con tutto il rispetto per la mano torrida di Hoover(nella foto), un po’ di fortuna non guasta mai.

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Hoover gela il Paladelmauro

di Raffaello Califano

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Serie A

Qui Fortitudo 88Chi aveva il dubbio che tre tempi supplementari avesserolasciato scorie nelle gambe, ma soprattutto nella testa deigiocatori della Gmac è stato ben presto smentito. Non fossealtro per quel 17/17 ai tiri liberi che la Fortitudo ha trovato inuna gara che non ha mai messo in discussione, dato rafforzatoda quel 7/14 dall’arco per una squadra che normalmenteviaggia col 30% dai tre punti. Dominio totale per l’Aquila, undato che la valutazione complessiva sintetizza in un 119 a 78,con cinque uomini in doppia cifra per Pancotto, dove l’asseplay-pivot, al secolo Huertas-Papadopoulos, ha girato a mille,mettendo in difficoltà un reparto che per Sacripanti oggi ha fattoacqua da tutte le parti. Due indizi, si sa, non fanno una prova eper vedere se davvero la Fortitudo è guarita dalla proprianemesi bisognerà aspettare ancora una settimana, quando latrasferta a Cucciago dirà parecchio sul futuro biancoblù. Ladomenica ha regalato il sorriso a Cesare Pancotto, destinatoieri sera a dedicarsi ad una “coriandolata” di pesce nella sua

terra. Un po’ di riposo, meritato, ma pronto a rituffarsi dentro alCampionato visionando i dvd delle prossime rivali, Cantù eCaserta, perché la salvezza è bene guadagnarsela per meritipropri, mettendo del fieno in cascina e staccando con le proprieforze (e non coi vizi di altri) la penultima piazza, una posizionedi Classifica che per la Fortitudo vista oggi, è decisamentedavvero stretta.

Qui Pesaro 74Asfaltata sotto ogni punto di vista, la Scavo-Spar esce dalPalaDozza con le ossa rotte, legata a incertezze croniche, diuna squadra che lontano da casa - in questa stagione - non haquasi mai trovato una quadratura del cerchio sufficiente. Percapire anche i mali delle Vuelle e sufficiente soffermarsiall’aspetto difensivo, dove la zona 2-3 (arma tattica che in tantihanno usato contro la Fortitudo) non ha mai impensieritoPancotto. Anzi, grazie ad un “normalissimo” penetra e scarica,Malaventura, Slokar e Mancinelli hanno punitosistematicamente l’assetto tattico imbastito per questa gara.Forse una coperta corta proprio perché, ormai, da questiaspetti la Fortitudo ha imparato a difendersi, attaccando ecostruendo di squadra e non più coi singoli, un’altra fotografiadei biancoblù che agli occhi di Sacripanti sarà sembratatutt’altro che sbiadita. Infine il confronto - doveroso - tra i lunghi.Akindele, che ha raddrizzando il tabellino solo nel finale, hasubito le spallate del Papa biancoblù. Questo ha evidenziatoancor più lo scoramento tra esterni e lunghi per Sacripanti, unbusillis irrisolvibile tanto che nemmeno nel dopogara, a boccepiù che ferme, il coach biancorosso ha saputo trovarespiegazioni per un approccio difensivo al limitedell’imbarazzante.

OrgoglioGmacper sperareancoraDopo i tre supplementari con laPremiata, la squadra di Pancottotravolge Pesaro e riprende asperare

di Gianfranco Lelli

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Serie A

L'ottava di MilanoL'ennesima di TrevisoStriscia vincenteaperta per Bucchi,mentre la Benetton riscopreil vecchio mal di trasferta

Qui Milano 83Ottava vittoria consecutiva, la decima in 12 partite del girone diritorno, per l'AJ: una simile striscia vincente non la si vedevadalla stagione '93-'94, realizzata dall'allora Recoaro di MikeD'Antoni. Ma più che al passato i supporter milanesi fannobene a guardare al futuro, che potrebbe riservare sorprendentisoddisfazioni grazie anche e soprattutto a un Mike Hall semprepiù protagonista (23 punti, 7 rimbalzi, 2 assist e 1 stoppata per26 di valutazione) e sempre più alternativa offensiva a unHawkins comunque chirurgico nel terzo quarto, quando conuna tripla e una penetrazione ricaccia indietro la rimontanteBenetton. Altre note positive: un Vitali tanto ordinato quantopreciso al tiro (9 con 4/5), un Thomas partito in quintetto alposto di Price (rientrato negli Usa per la terribile morte dellasorellina) e parso più fiducioso al tiro e più reattivo in difesa; lacoppia Sow-Rocca capace di alternarsi sul parquet senza farperdere intensità e rimbalzi a una Milano che - dopo leschermaglie iniziali - è stata di fatto sempre padrona dellapartita e ancora di più dell'area colorata. Con la stagione degliinfortuni ormai alle spalle e senza più le trasferte di Eurolega aspezzare il lavoro in palestra, l'Armani Jeans pare così avercomplessivamente (ma perché solo 3' a Taylor?) imboccato lastrada giusta per vivere i playoff da protagonista. Quanto daprotagonista potrà già dirlo la prossima tappa, che vede inprogramma la sfida metropolitana del mezzogiorno romano.

Qui Treviso 68Wood troppo lontano dal match-winner che si ricordano alPianella in maglia canturina, Bulleri (0 punti e -8 di valutazionein 21') troppo vicino a quello che si ricordano al Forum inmaglia Olimpia.Conseguenza: una Benetton con poco fosforo e ancor menoenergia in torre di controllo, cui si aggiungono i pochi minutisotto canestro di un Nicevic sì positivo ma condizionato dai falli(il 3° e il 4° commessi in un pugno di secondi subito dopol'intervallo) e la poca intensità difensiva (eccezion fatta per lamarcatura di Soragna su Hawkins) che lascia troppe volte vialibera in area ai giochi a due di un anche per questo ispirataAJ. Decisamente sotto tono Rancik (4 punti e 3 rimbalzi in 18'),Wallace raggiunge la doppia cifra e una relativa sufficienza soloa giochi ormai fatti, mentre Neal trova anche acrobaticheconclusioni in avvicinamento ma sparacchia da oltre l'arco(1/5), contribuendo in modo determinante al modesto 25% nelletriple di una Treviso che peraltro nel suo insieme non brillanemmeno da sotto (48,5%).Dopo le vittorie a Cantù e Pesaro, quella del Forum tornainsomma a essere la "vecchia" Benetton da trasferta: ovvero lapeggiore in chiave playoff...

di Paolo Corio

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Serie A

Qui Montegranaro 75Chi si apettava una partita orgogliosa e di cuore dellaPremiata dopo la sconfitta di mercoledì a Bologna è statodeluso. Nei primi 4 minuti infatti i giocatori marchigianisembrano essere rimasti davvero a Bologna. Difesa molle,attacco peggio. Primo timeout dopo 1 minuto sull’8-0. Al 4°minuto sul 16-2 Finelli decide addirittura di fare 4 cambiinsieme lanciando un segnale ai suoi svogliati giocatori:“abbiamo fatto un inizio agghiacciante” dice il coach deimarchigiani,”l’atteggiamento era sbagliato così ho deciso dicambiare. Infatti la partita è migliorata per noi”. E infatti laPremiata recupera , cambia l’inerzia della partita e torna fino al-1 all’inizio dell’ultimo periodo, quando però la fatica riprende ilsopravvento e grazie alla maggiore profondità delle rotazioni,Roma riesce a ritrovarsi. Peccato per una Premiata che oltreall’infortunato Vasileiadis ha avuto un Minard ancora nonristabilito fisicamente che ha tirato con 2/11 dal campo. Ottimainvece la prova di Taylor(22 punti) oltre a quelle di Garris eIvanov. Una Sutor che non riesce quindi a completare unagrande rimonta, complice un antisportivo di Hunter, chesgomita a rimbalzo contro Gigli. Complice della sconfitta anchelo stesso Hunter, a tratti irritante, quasi umiliato sui due lati delcampo da Andre Hutson. Il centro della Premiata vede ilcanestro solo a 24” dalla fine, quando arriva una schiacciatainutile, suo unico tiro dal campo. Da segnalare infine unintervento in sala stampa del GM Gianmaria Vacirca, inseguito ad un episodio avvenuto durante la partita, quando ilpubblico in seguito all’antisportivo fischiato ad Hunter si ègettato sopra la panchina dei giocatori della Premiatasfondando il plexiglas: “quello che è successo è assurdoperché mette a rischio lo spettacolo e la salute dei giocatori,infatti Helliwell è stato colpito. Pensiamo a tifare che è più utiledi insultare gli arbitri. Non voglio più vedere qualcosa delgenere”.

Qui Roma 84Concentrazione e continuità. Sono le chiavi della vittoriaromana, una vittoria avvenuta grazie ad un avvio fulminantefirmato da un Jaaber al limite dell’infallibile.Avvio di partita quasi intimidatorio dei romani che approfittanodella fatica della Premiata scappando via subito e mantenendolucidità quando i padroni di casa provano a tornare in partita.Roma passa quindi d’autorità riuscendo a vincere nonostante leassenze pesanti di Brezec, De La Fuente e Gabini, a cui siaggiunge anche Becirovic, infortunatosi durante l’incontro.Soddisfatto Gentile che raggiunge il 2° posto con Bologna eMilano, prossima avversaria: “vittoria importante” dicel’allenatore dei capitolini “in vista dello scontro diretto conMilano. Sono punti d’oro per restare tra le prime quattro”.La Lottomatica di stasera sembra a tratti, nel primo e nell’ultimoquarto, quella capace di vincere 9 partite in fila, quella chepoteva spaventare Siena.Infatti Roma gioca con ordine, senza perdere la calma, lalucidità e la voglia di vincere come sottolinea coach Gentile: “horivisto la squadra che aveva vinto 9 partite di fila.Sappiamo che se giochiamo con voglia possiamo vincerecontro chiunque”.L’MVP di giornata è comunque uno straordinario Andre Hutson,capace di annullare totalmente Hunter in difesa e segnare 24punti con 9/11 e 27 di valutazione in attacco.Glaciale nei momenti caldi guida con Jaaber e Douglas Romaalla prima vittoria al Palasavelli, in una partita che ha avuto unsolo padrone e i capitolini in vantaggio dall’inizio alla fine.Tornano quindi soddisfatti a Roma i tifosi ospiti giunti nelleMarche, in attesa del big match di domenica prossima controMilano, che deciderà forse il secondo posto ma anche l’onore(o l’onere) di essere la principale avversaria di Siena.

di Alessio Berdini

Roma imperialeconquista per laprima volta ilPalasavelliUn grande avvio permette ai capitolini dicostruirsi un vantaggio importantee di vincere per la prima volta a Porto SanGiorgio. La Premiata paga le fatiche dei 55minuti giocati a Bologna

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Serie A

Rieti, mai darsi per vintiEnnesima impresa della “sporca mezza dozzina” di Lardo.A farne le spese, questa volta, Cantù, che cede alla distanza

Qui Rieti 87Gli aggettivi per elogiare questa Solsonica sono forsefiniti, non certo le speranze per una formazione, ungruppo, una città, che vogliono fortissimamente finirequesto campionato in Serie A. Poi, vada come vada.Mancano tre partite al termine, la Fortitudo facendo ilmiracolo nei tre overtime contro Montegranaro haripreso la squadra laziale in classifica, ma adesso lasalvezza è una questione allargata a tre, perchéCaserta è là davanti solo a due punti di vantaggio eproprio in Terra di Lavoro, nel prossimo weekend,cercherà di compiere una Mission Impossible. Intanto siode una bella vittoria con Cantù, che fa gonfiare il pettod'orgoglio a coach Lardo: «E' stata una vittoria dicarattere, ma abbiamo anche giocato una bellapallacanestro. Non ci diamo per vinti, lottiamo partitadopo partita e siamo ancora convinti di poterraggiungere una salvezza che avrebbe dell'eccezionale.Io sono orgoglioso di allenare una squadra comequesta, un gruppo che nonostante le difficoltà enormicontinua a crescere. Devo ringraziare ancora una voltail pubbico di Rieti, perché è stato il nostro sesto uomo».Sugli scudi Jiri Hubalek, con i suoi 14 rimbalzi, masoprattutto Mario Gigena, con un percorso netto al tiro:17 punti ottenuti con due centri da 2, quattro da 3 e 1libero. Bene anche Campbell e Green (nella foto).Dopo Caserta, Rieti ospiterà la lanciatissima Carife e

finirà il campionato sul campo della già retrocessaUdine. Facile fare i conti servono almeno quattro punti,meglio se due arrivassero già domenica. All'andata finì60-59 per Rieti.

Qui Cantù 68Quando resti in partita per oltre tre quarti ci credi, poi il28-15 subìto nell'ultimo periodo ha reso amaro il saporedella trasferta alla squadra di Dalmonte che ha avutonel solo Elder un elemento all'altezza, con Gaines ePinkney a cercare di salvare il salvabile. Male,malissimo l'ex Prato, finito con un -1 di valutazioneassai significativo.Le motivazioni di Cantù potevano essere e certamentesono state inferiori a quelle di Rieti, in realtà la Ngc haperso il confronto non tanto e non solo sul piano delcarttere, quanto proprio da un punto di vistasquisitamente tecnico. Cantù ha sofferto a rimbalzo edato l'impressione di essere una squadra in unmomento, ciclico, di stanchezza. Se la stagione regolaresi chiudesse oggi sarebbe ancora fra le otto dei playoff,ma la guardia deve rimanere alta. Nel prossimo turnoCantù ospita un'altra invischiata nella lotta per nonretrocedere, la Gmac, poi ancora Pesaro in casa einfine trasferta a Roma. Morale: servono quattro punti,da una squadra diversa da quella ben poco ammirata alPalaSojourner.

di Franco Orsi

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Serie A

Qui Ferrara 93Tocca il cielo con un dito. Anzi, con tutte dieci, visto che atre giornate dalla fine della stagione regolare la Cariferaggiunge la matematica salvezza al suo primo anno diserie A. Lo fa vincendo senza appello la sfida con LaFortezza. Alla fine, tutti contenti, partendo da Giorgio Valli,uno dei principali artefici di questo risultato. «E’ la vittoriadi un progetto, di un gruppo. Se penso che questasquadra è la stessa che ha vinto la Legadue con l’innestodi due americani ed un italiano d’esperienza, sono ancorapiù orgoglioso. Credo che le parole chiave della nostrastagione siano fiducia e rispetto. Fiducia nel lavoro e ilrispetto che c’è fra tutti i giocatori, americani ed italiani».La vittoria sulla Virtus, manco a dirlo, è arrivata con ungrande prova di squadra in un PalaSegest tutto esaurito epieno di passione. Anche con gli italiani in campo(compreso un intraprendente Allegretti) Ferrara non hamai abbassato la guardia, difendendo con volontà eattaccando con razionalità. Anche quando Bologna harecuperato dal -17 fino al -1, la Carife è rimastaconcentrata e lucida, tanto da bloccare sul più bello larimonta degli avversari. Meriti a tutti, ovviamente. Ma nonpuò passare inosservata la prova di Andrea Collins chevince la personale sfida con Boykins e si candida per unposto in un top team. Ma questi sono discorsi da fare a

stagione finita. Ora la Carife proverà ad accarezzare unaltro sogno: quello dei play off (nella foto, Ebi).

Qui Bologna 84Due sconfitte molto diverse in pochi giorni: prima conSiena e poi a Ferrara. Ma sempre due sconfitte sono. Equesto non piace a Matteo Boniciolli che fa grandicomplimenti alla Carife e dice di avere avuto dueconferme: «La prima sul valore di Ferrara e la seconda sulfatto che noi siamo una squadra che non vive di talento,ma di sistema di gioco e concentrazione: senza questecose siamo una normali. Mi auguro sia stata l’ultima voltache devo ripetere queste cose ai miei giocatori». In effettila Virtus vista al PalaSegest ha giocato una gara a metà,partendo molle in difesa e frettolosa in attacco e iniziandotroppo tardi la rimonta. «Abbiamo subito troppi canestrifacili. Ferrara è difficile da battere per chiunque in questomomento, ma possiamo dire che la Virtus è nonpervenuta». Il domani della Fortezza è nella final four diEurochallenge, ma anche nella lotta per mantenere ilsecondo posto. «Per il campionato non ci dobbiamo fareprendere dall’ansia. Abbiamo perso il vantaggio cheavevamo, ma abbiamo sempre gli scontri diretti favorevoli.Resta il fatto che dobbiamo preparare l’appuntamento conla coppa».

Carife intrionfoLa FortezzamolleLa squadra di valli vince ilderby e conquista in anticipo lasalvezza. Per Bologna un k.o.che preoccupa Boniciolli

di Mauro Cavina

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Biellamanda altappeto laSnaideroEcco gli strilloni a giochi fatti:l'Angelico entra ufficialmente nelleotto sorelle, Udine èmatematicamente spacciata

di Stefano Zavagli

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Serie A

Qui Biella 86Ci impiega 35' per mandare al tappeto il fanalino di coda, nonè brillante e spettacolare come al solito, ma sopperisce beneai due temi, facendo vedere sostanza e quella solidità alungo cercata. Biella è una squadra rinnovata, più accorta,matura, unisce le forze e partendo da una difesa decisariesce a gestire bene le situazioni. Aveva preparato la partitaconvinta che con Udine ci sarebbe stato il terminale offensivopiù importante Anderson, la sua assenza ha fatto saltare unpo' i piani. Ma alla lunga il quintetto di coach Bechi è uscitofuori. Sempre avanti Biella, non ha mai ucciso la partita,almeno fino alla bomba di Smith del 73-57. Ha trovato puntiimportanti a gara viva da Aradori, trasformato dall'andata, piùcostanza e solidità dai due lunghi Jurak e Garri. Niente dafare, in attacco, per Reece Gaines (nella foto): «Ha paura ditirare, di sentirsi fischiare, questo a Biella mi sembra un po'paradossale» dice coach Bechi. I rossoblù hanno toccato ilpiù 10 (34-24) al 17'. Poi Udine nella prima azione del terzoquarto è giunta a -2 (39-37), sarà propria questa frazione asegnare l'incontro, poi amplificato nell'ultimo quarto, momentoin cui hanno segnato tutti, scrivendo la retrocessione dellaSnaidero. «Siamo una squadra vera – ha detto coach Bechi -ringrazio i miei giocatori per lo spirito con cui si applicano».

Qui Udine 69Scendono le lacrime di una retrocessione annunciata nelleultime settimane e ora ufficiale. La trasferta di Biella era da

ultima spiaggia e Antonutti e compagni ci hanno provato. Allafine sono usciti i difetti di costruzione di questo fanalino dicoda, costretto pure a giocare senza Anderson, il vicecapocannoniere del torneo non è nemmeno salito sul busverso Biella. Il suo ginocchio è mal messo, dovrà essereoperato e lo farà in America. Così con la rotazione risicataall'osso Udine ha fatto di necessità virtù e per molte volte haimpensierito i piemontesi. Graffiante il 9-0 di parziale a fine diprimo tempo, il -2 di terzo quarto è stato il punto di maggioreravvicinamento. Altro aspetto positivo, la massiccia zona cheha portato qualche palla recuperata preziosa. Nel quartofinale pesanti sono stati i due falli antisportivi fischiati primaad Allen poi a Forte. Nel finale parla Blasone: «Sono udinesee non vedo la retrocessione come un dramma, sono stati fattidegli errori gestionali e chi sbaglia alla fine paga». Sul singolomatch allenatore dice: «Ho visto dei miglioramenti, menodisfattismo, ma alla lunga non basta».

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Qui Siena 91Il grande padre Dante ammoniva: “Non ti curar di loro, maguarda e passa” e la Montepaschi, appresa bene la lezione,ha immediatamente messo nel dimenticatoio le polemichedopo il burrascoso finale di Casalecchio contro la Virtus, nonritrovando però ancora del tutto lo smalto del gioco. Infatti,contro l'Eldo, Siena cincischia per tre quarti di gara e alla finelo scarto di 16 punti è impietoso per la squadra di Frates. Più3 e più 5 Siena ai primi due intervalli, ancora più 3 avanti icampioni d'Italia a inizio dell'ultimo periodo e da lì è un 28-15che sistema le cose, un po' meno le coscienze per unaformazione che però Pianigiani sapeva in un periodo dinaturale e non preoccupante imballamento e per di più privanell'occasione di McIntyre, a cui è stato concesso un turno diriposo ben rimpiazzato però da Finley: «Sta entrando incondizione e spero che sarà al meglio per i playoff», ha dettoPianigiani. Siena ha tirato bene da 3 (15/27)e ha semmaisofferto più del previsto a rimbalzo. Ora, il recupero conAvellino, poi una lunga pausa, determinata dal “fermi tutti!”per rispetto, diciam così, della Final Four di Eurolega. che ilcapoallenatore senese ha spiegato servirà per lavorare sucerti discorsi di squadra, con l'ausilio di video e per unapreparazione un po' meno specifico. Insomma, più mirata a

quei playoff che Siena sa di poter affrontare non solo a ranghicompleti, ma anche dopo una preparazione specifica pertornare a dare il massimo a cavallo di maggio e giugno.

Qui Caserta 75Frates, un ex accolto con... astio nella media dei palasportitaliani, in conferenza stampa ha parlato più da rassegnatoche da deluso: «Siena è troppo più forte di noi e ha giocato lasolita, grande partita fatta di compattezza e solidità mentali.Confesso: per tre quarti di gara ho pensato che avremmopotuto realizzare il grande colpo, la nostra zona funzionava,ma quando finalmente loro hanno preso le misureci hannocostretto ad abbandonarla. A questo punto possiamoserenamente tornare a pensare alla gara con Rieti, che saràdecisiva per la nostra stagione. Il coach casertano ha avutocose buone da Diaz e da Slay, mentre se l'è cavataonorevolmente anche Di Bella. Ma, come detto, tutta lasquadra ha tenuto bene testa alla corazzata biancoverde.ora, per l'Eldo come ricordato da Frates la partita-bivio con laSolsonica, poi la trasferta sul campo della Gmac e infinechiusura in casa con il derby con Avellino. Se il gruppo restaquello ammirato al PalaMensSana, la gara con l'Air potrebbeessere una gran festa.

Dopo le polemiche successive all'anticipo con la Virtus, la MensaSana batte Caserta prendendo il largo solo nel fnale

Montepaschi,come se niente fosse...

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Serie A

di Alessio Bonazzi

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di Franco Montorro

UDopo Enel, Edison e sempre di energia si tratta per gliultimi due sponsor delle Nazionali. Che in campo maschi-le e femminile vanno oggi a due velocità. Spedita la fem-

minile, nonostante una stagione che ha causato diversi infortuni aelementi di spicco. Eppure Ticchi il sorriso se lo permette e lo hagiustificato. Più accigliato Recalcati (nella foto), che ha annunciatol'arruolamento di Frank Vitucci e Walter De Raffaele come assi-stenti per le avventure ai Giochi del Mediterraneo e perl'Additional Arround di qualificazione agli Europei.Un tecnico giovane ed uno più esperto, non necessariamente -ma magari! - insieme a Charly nel tentativo disperato (eufemi-smo?) di arrivare agli Europei in Polonia, di lì ai Mondiali 2010 e...E siamo andati fin troppo “oltre”, presi dall'amore dell'azzurro erimasti all'antica, superata idea che alla massima competizionecontinentale l'Italia ci debba essere per forza. Basterebbe questoripensamento a renderci pessimisti. Perché anche nel periodo1988-1996, cioè quando abbiamo toppato la qualificazione alleOlimpiadi, gli Europei ci siamo andati eccome. E qui invece siamoin bilico, in pensiero per la più clamorosa delle eliminazioni: quelladalla base di partenza di Polonia 2009.Sparso terrore, resto ottimista. Per due ragioni ed un “purché”.

La prima iniezione di fiducia è che la nostra principale avversaria,la Francia, molti muscoli e poco cervello, è nelle nostre condizioninonostante i fenomeni Nba.La seconda è che a capo della nostra Federazione c'è DinoMeneghin e non il pavido e perfino controproducente FaustoMaifredi, quindi uno che dà la carica anziché uno che vedeva ilfiglio in tribuna offendere gli azzurri. Dettagli, dite?Uh, vivete un ritiro, una trasferta, una mission impossible conl'Italia. Perché una cosa ho imparato in tanti anni di rettilari Fibaanziché acquari Nba (e senza avere mai avuto la pretesa di capir-lo, quest'ultimo ecosistema): la bandiera conta. Sia il giocatore,sia il vessillo.Sono d'accordo con quello che dice Dan Peterson: fate conto dinon avere Bargnani, Belinelli, Gallinari. E aggiungo: contrario airaduni di Matusalemme, nemmeno la Nazionale di calcio per iMondiali li fa, spero che sian giornate utili a fare gruppo più che afare schemi.Un altro problema di questa Nazionale maschile è la mancanza dialmeno un leader. Galanda fu perfetto, nel 2003-2004 e inSpagna, due anni fa, il distacco fra vecchia e nuova guardia fu piùdoloroso che clamoroso.

L'angolo azzurro

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Fatta l'Italia,sì.Ma gli italiani

Presentata la programmazioneazzurra, maschile e femminile,per l'estate.Nazionali a due velocità

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La curiosità

UDa innovazione, a moda, a consolidato feno-meno: è il percorso di Facebook , il social net-work che ha conquistato milioni di fedelissimi

in tutto il mondo, Italia compresa. E all'interno delquale abbiamo iniziato a muoverci alla ricerca di grup-pi e personaggi accomunati dal basket. Tratteremo lasettimana prossima dei cestisti o cestofili in prima per-sona, partiamo invece con qualche gruppo, ad esem-pio “Mondiali di basket Fiba 2014”, forte di 405 iscrittie con la motivazione «Diamo un'opportunità al nostroPaese di ospitare un grande evento sportivo di rilievointernazionale».Ha 8.289 membri a domenica 19 “Tutti i cestisti diFacebook (anche per ex coach): «Giocare a basket èla cosa più bella. Arbitri iscrivetevi pure, l'importante èmandare avanti questo magnifico sport». Di diversotenore (qualcuno direbbe... tasso) “Giocatori di baskete alcol: perché vanno dalla stessa parte?” con 5.027membri e argomenti di discussione che si fatica a leg-gere senza (sor)ridere. Tipo: «La birra è più carburante da trasfer-ta o emolliente da campetto?», «Il Campari col bianco aiutadurante l'allenamento?» Ci sono ancora “Noi che viviamo solo peril basket”, “Quelli che Vivi Basket”, “Quelli che vogliono gli arbitri dibasket con la maglietta a righe”, “Da Move: join the basket free-style show made in Italy”, il giovanilista (ma, chissà?) «Quelli chestanno ore a tirare al canestrino appeso alla porta” che è «pertutti quelli che appena entrano nella propria stanza prendono inmano la pallina da basket e stanno ore a giocare anziché studiareo fare altro... per quelli che dopo aver schiacciato saltando solo 2cm si sentono i migliori schiacciatori del mondo... per quelli chealmeno un canestrino l'hanno rotto».Su “Il basket è meglio del calcio, è un dato di fatto”, poco da com-mentare e tutto da sottoscrivere. Curioso “Quelli che diconoPallacanestro e non basket”, ma anche “Quelli che basta con i

pantaloncini dabasket larghissimiper le donne”.Attuale,sempre,per qualcuno, ”Magli arbitri di basket dove c... guardano?” Sulle ali della nostalgia edel rammarico, ecco ”Nostalgici della Viola”, appunto, “Vogliamo ilgrande basket a Genova”, “Forza Bril” e “Robert Duncan Morse”.Sono moltissimi, diversi e probabilmente dispersivi i gruppi chia-mati solo “Basket” e c'è ovviamente anche un gruppo di basketvil-le. Dalla settimana prossima le “chiccche” riguarderanno inveceloro: i protagonisti più noti, quelli che a Facebook si sono iscritti eche su Facebook ci tornano spesso, per amici e gruppi. Il più atti-vo? Forse Andrea Pecile (nella foto), ma per tutti se ne possonoleggere davvero delle belle.

Il basketai tempi diFacebookè il social network piùfrequentato.E noi ci siamo divertitiiniziando la ricerca dipersonaggi e gruppidella pallacanestro

di Franco Orsi

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Il personaggio

I “pallini”di Dan PetersonOspite di una convention a Udine,il mitico coach ha deliziatocon una raffica di aneddoti,battute, previsioni, frecciate

Negli Usa si chiamano “bullets”, in Italia grazie ad AldoGiordani li conosciamo come pallini. Nell'era degli smsqualcuno li ha contabilizzati con un “Max 160 battute”. DanPeterson, a Udine per la convention “Show & Love” suglieventi 2009 del Gruppo Piubello ne ha sparati a raffica: inauto, al bar, in albergo, nella sala convegni, in attesa di untreno. Ve ne proponiamo una minima parte, in modo sparso,o questo sarebbe stato un numero monografico. Più unacuriosità finale.

«Messina nella Nba può allenare ovunque meno che i Nets.Perché la stampa è la stessa di New York e nel New Jerseyun altro italiano dopo D'Antoni e Gallinari ai Knicks, uh...».

«Bucchi mi vede e mi fa: “Ho preso un play americano, Price”.Io: Piero, mi hai detto mezza verità. Hollis è americano, manon è un play».

«La vincente di Cska-Barcellona vincerà l'Eurolega. Io dico glispagnoli».

«La Fortitudo non sa attaccare la zona».

«Roma? Sta aspettando Tanjevic! Bodiroga, Gentile...».

«Ferrara, bella. Con Polo Nord e Polo Sud, play e centro,Collins e Jamison».

«Tutte le squadre vanno costruite a partire dal play e dalcentro, tutto il resto dopo!».

«Robert Fultz: un giorno è da Nazionale, un altro e da maiSerie A».

«L'allenatore più sottovalutato del basket italiano? DidoGuerrieri».

«Gigi Porelli mi ha trasformato da dilettante inprofessionista».

«In un finale di partita, mai preoccuparsi di quanto manca e dichi marcare. Ma sperare di avere in campo i migliori».

«E' bravo l'allenatore che non stanca i giocatori in settimanacon gli allenamenti lasciando per la domenica ancora tantavoglia di giocare».

«Pericoloso quando la Gazzetta soprattutto ti vuoleintervistare. Sicuro che per un giocatore la volta dopo è unrischio».

«Quando allenavo e mi intervistavano preferivo elogiare glialtri. Ad esempio: ma come gioca bene la squadra diBianchini».

«Allenare è già così difficile di suo, che un coach dovrebbesolo pensare a semplificare i giochi».

«La vedo grigia per l'Italia in Europa, quest'estate. Già nellequalificazioni, perché la Francia si è presa un assistente exNba per controllare tutti i giocatori che stavano là».

«E direi a Recalcati: lascia stare intanto, fa come se non cifossero, vai con quelli che hai».

«Direi a Bargnani, Belinelli, Gallinari. Giocate per laNazionale, per favore, grazie. Ma potete arrivare al radunosolo pochissimi giorni prima della gara con la Francia. Comeha fatto Bogut con l'Australia a Pechino».

«Il pressing nei finali di partita va ordinato quando è più alto ilnumero di punti di scarto che stai subendo dei minuti cherimangono da giocare. Esempio, sotto di 6 a 5' dalla fine.Iniziarlo allora».

di Franco Montorro

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Legadue

Tutto da rifare. O quanto meno da rimandare di 7 giorni.Questa la presa di coscienza, per la verità un po’ dura dadigerire, di Stefano Pillastrini un attimo dopo lo scivolone

della sua Cimberio a Cremona dove, nonostante un buoninizio, a decidere è il tenore un po’ troppo soft di una difesache, nel giorno che poteva regalare la promozione con unturno in anticipo, ha imbarcato 93 punti da una Vanoli capacedi mandare 5 uomini in doppia cifra.Randy Childress è stato ancora una volta eroico: 27 punti con8/16. Veroli ha dovuto sudare parecchio per venire a capodella grana Jesi, scoprendo brutalmente quanta differenzapassi tra il talentuoso seppur qualche volta fuori controllo macon parecchi punti nelle mani Dawan Robinson, oraindisponibile, e l’ordinato ed esperto Robert Stelmahers, solidoquanto si vuole ma più adatto a recitare il ruolo di secondo-terzo violino all’interno di un organico che dovrà spremere daciascun elemento qualcosa in più per cercare di innalzare unamedia punti che rischia di diventare troppo bassa perpretendere di violare Masnago (nella foto, Hynes).In attesa di capire chi farà subito il grande salto, tiene banco lalotta feroce per un posto nei playoff. Per una Casaleche perdequota a Venezia, va registrato invece il periodo di grandesmalto di Sassari (imprendibile Rowe, molto solido a rimbalzoEzugwu), capace di agguantare, sul parquet di una Carmaticmatematicamente salva, una quarta vittoria consecutiva che lepermetterebbe di insediare proprio Casale per il quarto posto.E se Rimini e Pavia continuano a mostrare segnali di salute,proponendosi come mine vaganti nei playoff in virtù dellaserenità conseguente la consapevolezza di aver fatto il propriodovere ed anche di più, è credibile una candidatura in chiavepost-season della stessa Venezia, nell’arco di un mesetrasformatasi da bruco in crisalide, grazie alla brillantezza delsuo miglior giocatore, Janicenoks, e grazie alle zampateoffensive del suo italiano più incisivo, Rombaldoni (14 punticon un ottimo 6/9 dal campo anche contro Casale). Imola: Bunn & Co matematicamente retrocessi ma, adifferenza di Roseto, matematicamente penultimi, con lamaglia nera indossata dagli abruzzesi che, oltre ad aver persole ultime 10 gare, parrebbero aver perso anche la faccia a

causa di stipendi versati in grande ritardo se non pressochéinesistenti per gran parte della squadra e dello staff.Il tutto a conclusione di un’annata sciagurata, nata grazie soloa fragilissime rassicurazioni presto diventate evanescenti,onorata fino a quando la società è stata supportataeconomicamente, ma terminata nel modo peggiore possibile.

di Lorenzo Settepanella

Varese oVeroli?A domenica!La Cimberio scivola a Cremona eper la Serie A si deciderà tutto nelconfronto diretto di Masnago.Retrocedono Imola e Roseto

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P rima di presentare le due semifinali, non sipuò lasciar cadere completamente nell’oblìociò che è accaduto nel turno precedente.

Intanto siamo qui a registrare due nuovi gravissimiinfortuni: dopo quello di Giorgia Sottana, i quarti difinale ci hanno portato come poco gradito cadeau i“crac” di Gianolla e Summerton: protagonista pocofortunato il loro ginocchio. Al di là di questo, va dettoche chi non aveva fatto bella figura in gara-uno, difronte al proprio pubblico ce l’ha messa tutta ed hadecisamente offerto ben altra prestazione. Parliamodi Como e Priolo che, asfaltate all’esordio da Tarantoe Schio (nella foto), nella loro “tana” hanno resomolto dura la vita alle più quotate avversarie chehanno dovuto dare fondo a tutte le proprie risorseper non inciampare ed essere costretti all’incontro dispareggio. Cosa che invece non ha potuto evitareFaenza che ha ceduto allo smisurato orgoglio ecarattere di Parma che, con Summerton fuori giocodopo cinque minuti, ha emulato Enrico Toti, gettato lastampella oltre l’ostacolo e costretto Faenza a sci-ropparsi ulteriori quaranta minuti di gioco. Tutte ener-gie che Paolo Rossi (ma chiunque al suo posto)avrebbe preferito evitare a fine stagione, con tantepartite sulle spalle. Garatre di domenica sera ovvia-mente non ha avuto storia. Avremo tempo per parlaredelle squadre che hanno già chiuso la stagione, maun’eccezione la facciamo per Parma che avrà anchevinto due partite a tavolino ma poi la sfortuna glieleha fatte scontare con gli interessi. Va in archivio unastagione molto positiva, ora ci sarà una nuova guidatecnica e bisognerà ripartire da Zara: merito dellasocietà del presidente Bertolazzi aver riportato inItalia una giocatrice di tale calibro.E veniamo ora a queste semifinali. Senza nullatogliere a Taranto-Faenza (pugliesi senza Prado eBello, per gli allenamenti è arrivata in Puglia GiuliaGatti, play che ha chiuso la sua stagione conNapoli), è Schio-Venezia a suscitare l’interesse mag-giore. Un po’ perché derby, un po’ perché in campio-nato la situazione è 2 a 0 per Schio ma ad inizio sta-gione Venezia piegò la squadra scledense portandosi

I quattro sulle quattroSaranno Schio-Venezia e Taranto-Faenza le semifinali di playoff.Precedute da gare con infortuni gravi

di Roberto Perticaroli

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Donne A1

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a casa il primo trofeo della stagione, la SuperCoppa Italiana.Vigilia che è stata vivacizzata dalle dichiarazioni di SandroOrlando, al quale non è andato giù lo spostamento di datedegli incontri tra Venezia e Geas. E non ha fatto nulla pertenere celato questo malcontento: «Le regole debbono esse-re uguali per tutte, le date dei playoff sono note da settem-bre e quelle debbono rimanere. Giochiamo tutti in contempo-ranea l’ultima giornata di stagione regolare e poi nei playoffsi lascia spazio ai movimenti di manovra della società.Secondo me non è giusto». Ora scendiamo in campo echiediamo ai due allenatori di presentarci la sfida tra le duemassime espressioni del basket femminile veneto:«Giochiamo contro una squdra molto forte che può contaresu un organico ricco di qualità e di quantità, 10 giocatori fortiche permettono ogni tipo di soluzione. Noi senza Giauro eSottana (Giorgia verrà operata giovedì, n.d.r.) perdiamo duepedine importanti e abbiamo delle rotazioni più limitate. Peròci proveremo, senza ombra di dubbio, sapendo di dover met-tere in campo carattere, determinazione e caparbietà.Nonostante le evidenti difficoltà, non lasceremo nulla alcaso». Così Massimo Riga (nella foto), coach della ReyerVenezia. La parola torna a Sandro Orlando: «Sarà senz’altrouna partita da battaglia, d’altronde siamo arrivati alle semifi-nali playoff, partite che possono essere decise anche da sin-goli episodi. Ci saranno tante giocatrici in campo che compi-to degli allenatori sarò solo quello di metterle a loro agio,

nelle condizioni migliori per rendere. Venezia è un avversa-rio da rispettare, con ottime giocatrici, da temere nonostantele assenze: mancherà Giauro ma credo che con Jokic eNadalin in campo diventino molto più imprevedibili e perico-losi». A Taranto scontro tra il Cras e Faenza. Pugliesi conqualche tossina di fatica in meno rispetto alla faentinecostrette a giocare tre partite con Parma per superare ilturno. Ed infine un’occhiata ai playout. Complimenti adUmbertide e Pozzuoli che hanno strappato il visto per laserie A1 del prossimo anno. Umbertide da neo promossa haottenuto un grande risultato: Ribera ha avuto 3 minuti in tuttoda Bonafede (infortunata) ed ovviamente ha perso Carpeauxperò il risultato delle umbre non va assolutamente ridimen-sionato in una stagione che ha portato tanti problemi a livellofisico e di gestione delle straniere, a cominciare, ancoraprima dell’avvio, dall’infortunio di Chelsea Newton. E’ servitainvece la sfuriata di Fulvio Palumbo dopo il ko interno ingara uno di Pozzuoli con Livorno: prima espugnando ilPalaAllende e poi vincendo il secondo appuntamento sulproprio campo Grasso e compagne hanno conquistato lapermanenza in A1. Ed ora nella sfida senza futuro traLivorno e Ribera uscira fuori la squadra che farà compagnìaa Viterbo nella discesa in A2. Livorno leggermente favoritodal fattore campo ma attenzione perché Montagnino ce l’hasolo Ribera e la squadra siciliana si salvò vincendo il turno diplayout in trasferta, a Viterbo appunto.

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Donne A2

PAnche il secondo campionato nazionale, come lasorella maggiore A1, è entrata nella sua fase crucia-le. Vediamo cosa è successo nel primo turno di pla-

yoff. Nel girone A Cavezzo ha piegato nettamenteMontichiari, giunta in Emilia senza Tarantino e Colico: partitain equilibrio per un tempo, poi le giallonere hanno dilagatonei secondi venti minuti. Bene Denti, ma tutta la squadra modenese ha dato dimostrazione di essere già in forma pla-yoff, al di là della resistenza che l’avversario ha potutoopporre. Anche Lucca ha comunque dimostrato di esserci:Netta affermazione per la squadra di Mirco Diamanti suBolzano. E netta è stata anche la vittoria di Udine suBologna, a conferma della tradizione favorevole delle friula-ne nei confronti delle felsinee. Per la squadra di LarryAbignente cinque giocatrici in doppia cifra, per Bologna c’è ilrischio sostanziale di chiudere la stagione domenica prossi-ma, dopodiché si comincerà a preparare la prossima stagio-ne, sicuramente con una nuova conduzione tecnica, prose-guendo comunque sul solco delle giovani. Ed il nuovo alle-natore con le giovani ci sa sicuramente fare. Ma avremomodo di parlarne più avanti, quando sarà ufficializzato ilnome, oggi ancora da tenere nasosto, perché si tratta di un

ritorno importante per il campionato italiano. Bel colpo delpresidente Landi, fresco di nomina di vice presidente deiprobiviri in Lega. Tornando ai playoff, il colpaccio vero e pro-prio l’ha fatto invece Marghera, unico blitz in trasferta in que-sto primo turno di playoff. A poco meno di un mese dal -20subìto a Reggio, la squadra veneta è tornata nella città deltricolore e si è presa la rivincita e proprio nel momento piùimportante della stagione. Ospiti in vantaggio anche di 19punti, grazie ad una superlativa Laffi, poi il lento ed inesora-bile recupero delle reggiane nella foto, la panchina emiliana)che giungevano al pareggio. Poi Borroni e compagne hannoripreso in mano il controllo del punteggio, chiudendo conuna vittoria che è senza dubbio una ipoteca più che seriaper il passaggio del turno. Ma attenzione alle mille risorsedella squadra di Roberto Vecchi che, essendo a Roma perimpegni di Lega, non ha assistito alla debacle delle sueragazze. Scendiamo al Sud, dove erano in programma trederby: sabato pomeriggio a Pontedera la squadra di Carrettiha dimostrato che l’inciampo dell’ultima giornata di stagioneregolare è stato un mero incidente di percorso ed ha piegatoin maniera netta e perentoria Siena. Partita dell’ex perZanardi (migliore in campo, 6/8 da 2, 2/4 da 3). La partita più

Punteggi bassissimi in molte partite.Unico blitz esterno quello di Marghera a Reggio Emilia

di Roberto Perticaroli

Il playoff dai canestri smarriti

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Donne A2

avvincente si è giocata al Palalavinium di Pomezia. Al termi-ne di una vera e propria battaglia, senza esclusione di colpi,vittoria di un punto per la compagine di Massimo Massaro,che noi proponiamo fin da oggi come coach dell’anno. Aconferma dell’ottima stagione regolare disputata dalla squa-dra campana, subito una vittoria fuori casa sul campo di unasquadra condizionata dagli infortuni (out Schiesaro, Gattini eGranieri al rientro a mezzo servizio) ma sempre temibile sulproprio parquet. Napoli sempre avanti, unico vantaggio lazia-le ad un minuto dalla fine ma i secondo finali i tiri liberi equalche scelta poco azzeccata delle padrone di casa (insie-me a qualche fischio) portano i due punti alla squadra parte-nopea, giunta nel Lazio con un pullman di tifosi al seguito.Punteggio bassissimo anche ad Ancona: vittoria delle padro-ne di casa su Porto San Giorgio, con Carola Sordi (nelafoto) che con 28 punti (e 34 di valutazione) realizza oltre lametà del bottino della formazione dorica. Il week-end si èchiuso nel tardo pomeriggio di domenica con il derby diCagliari tra Virtus e Cus. Scendiamo negli inferi e parliamodei playout, dove l’aria è davvero pesante. Se si esclude il+12 di San Martino Lupari, che ha espugnato a sopresa macon merito Broni in una partita chiusa con un puinteggio da

minibasket, si sono registrati tutti scarti minimi. Se a Broni siè fatto fatica a asegnare, in un altro angolo di Lombardaia, aCrema, nel derby tra la squadra della provincia di Pavia eBiassono se segnava a grandinate. I numeri (25-25, 39-45,63-65, finale 83-82) sembrano più appropriati ad un’Amaschile che ad un playout di A2 femminile. Per Crema mvpManera (24 punti, 28 di valutazione), per Biassono beneViganò e ben sei giocatrici in doppia cifra. Al ritorno a ci saràda divertirsi. A Firenze Florence in evidente difficoltà nelprimo quarto dove concede oltre metà dell’intero bottino adAlghero (27 punti sui 50 totali delle sarde). Poi il lento recu-pero ed una vittoria che soprattutto morale, visto che in sta-gione regolare la squadra di coach Stella Campobasso(nella foto) aveva sempre perso con le isolane. Altra giornatasuper per Clelia Corsi (17+14, 7/12 da 2. 27 di valutazione).Infine ad Alcamo vittoria di misura delle locali su Rende,nonostante la prestazione sopra le righe di Chesta (21+15,3/5 da 3, valutazione 28).

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A Sabato 18 aprile è iniziata l’epoca-Panza allaguida del movimento che rappresenta il basketfemminile italiano. Dubbi non ce ne erano in quan-to il presidente di Napoli (a destra, nella foto) si

presentava come candidato unico. Una volta caduta la candi-datura Smiroldo il movimento si è trovato d’accordo di puntaresu chi aveva fatto già parte del precedente governo, dimostran-do così di preferire, in un momento non facile, la strada dellacontinuità. Oltre a Panza, le altre nomine sono state le seguen-ti: consiglieri per il settore A1 Basile, Dezotti, Mazzoleni eTarroni che ha vinto il ballottaggio con Milani. Consiglieri perl’A2 Protani e Vecchi : il terzo candidato, Lino Scalzo, aveva riti-rato la propria candidatura. Conferma invece in B d’eccellenzaper Cocchiara e Russo. E’ stata un’assemblea molto vivace, incui chi ha voluto far sentire la propria voce (Valer - Bolzano,Vivona - Rende, Lucioli - Ancona su tutti) ha avuto modo etempo per farlo. Il discorso programmatico del neo-presidentesi è basato su alcuni argomenti magari non originalissimi masenza dubbio validi: il lavoro sulla base, la necessità di discu-tere all’interno della Lega ma all’esterno dare comunque imma-gine di compattezza, altrimenti si corre il rischio di essere pococredibili e vulnerabili. E soprattutto agire insieme, in gruppo, “leschegge impazzite”, come le definisce Panza, non portano anulla, anzi risultano dannose. E poi superare i singoli interes-si, favorendo quelli del movimento, l’ottimizzazione dei costi,formulare nuove metodologie di lavoro formando commissionicomposte da tutti i protagonisti (allenatori, dirigenti, giocatrici),l’istituzione di un codice etico sia per la Lega che per le socie-tà. Questo è apparso uno dei passaggi più importanti deldiscorso, a cui lo stesso Panza ha dato dimostrazione di tene-re parecchio. «Bisogna tornare a produrre giocatrici, faremeglio il reclutamento perché se continua così tra quattro anninon ci saranno più itaiane», questo il grido d’allarme lanciato

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Donne

FestaPasqualenellacontinuitàPanza è il nuovo presidente dellaLega basket femminile: succede aMario di Marco.Poche le facce nuove

di Roberto Perticaroli

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Donne

FestaPasqualenellacontinuità

dal presidente. «Dobbiamo sensibilizzare tutte le istituzioni,province, comuni , dobbiamo tornare nelle scuole». Dopo irisultati dello scrutinio, l’arrivo di Mario di Marco ha vivacizzatol’atmosfera: per prima cosa ha augurato “in bocca al lupo”alsuo successore a cui passa questa “bicicletta” (per la serie orapedala!), ha invitato a lavorare tutti quanti assieme ricordandogli ottimi risultati ottenuti negli ultimi otto anni. E soprattutto, haannunciato l’appoggio incondizionato alla nazionale di Ticchi.Poi ha preso la parola Roberto De Zotti ed ha parlato (Panza ciperdoni) delle cose a cui le società più tengono, ossia delledisposizioni organizzative del prossimo anno che la Lega siaccinge a presentare alla Federazione (anche se un incontrogià c’è stato). Intanto c’è la richiesta di abolire lo 0 a 20 per l’uti-lizzo delle quattro straniere in contemporanea (da tramutare inespulsione dell’allenatore più fallo tecnico alla giocatrice, risul-tato quattro tiri liberi più possesso di palla con rimessa al lato)e poi, per la serie A2, la possibilità di tesserare una secondacomunitaria senza operare il taglio. Casisitica a dire il vero finoad oggi piuttosto scarsa, una problematica che quest’anno èsuccessa solamente a San Martino Lupari ma di cui giustamen-te la Lega si è fatta interprete. Da quello che si è potutuo capi-re in Federazione di abolizione totale di promozioni e retroces-sioni non ne hanno voluto sentir neanche parlare (meno male,diciamo noi). Un cospicuo numero di squadre, soprattutto di A2,negli incontri di settore pare si fosse espressa su questa linea.L’impressione è che si finirà con una soluzione all’italiana (nelsenso buono), dividendo il male (o il bene, a seconda dei puntidi vista) a metà: una sola retrocessione in dall’A1 all’A2, unasola promozione dall’A2 all’A1, due retrocessioni dall’A2 alla Be due promozioni dalla B alla A2. Su questo particolare argo-mento c’è da registrare il diniego e la contrarietà piuttosto com-patta della serie B. Staremo a vedere. Certo, il tempo per stra-volgimenti è poco ma chissà che da qui alla formulazione uffi-ciale delle D.O.A. non scappi fuori qualche sorpresa. Nel fina-le vivaci scambi di vedute riguardo argomenti vecchi come ilmondo ma sempre attuali, come la formulazione dei gironi,soprattutto di serie A2, con l’annoso problema dei maggioricosti del raggruppamento meridionale. Un gruppo di lavoro sioccuperà alacremente di fornire a Roberto De Zotti (delegatodei rapporti con la FIP) elementi per risolvere un problema sucui ci si incarta da anni, con ovvio conflitto di interessi tra chi,come ha detto simpaticamente qualcuno, fa le trasferte inmetropolitana e chi invece deve effettuare cinque o più viaggiaerei. In chiusura ci piace segnalare due cose: la prima è chenel giorno dell’opening day di A1, A2 e B osserveranno un turnodi riposo per essere presenti a questo appuntamento romanoche è stata istituzionalizzato come una festa di tutto il basketfemminile. La seconda è la nomina, assieme a tanti altri incari-chi che vi abbiamo risparmiato, di Enrico Piombini, presidentedi Faenza,a revisore dei conti, con decorrenza 1 luglio.«Nonostante i tanti amici con cui mi ritrovo oramai da anni,affronto questa incarico con la massima serietà ed attenzioneperché tante sono le responsabilità del revisore dei conti.Opererò nel basket come faccio nel mio lavoro (Piombini ècommercialista, n.d.r.). Dovrò vigilare che il consiglio direttivoapplichi lo statuto e la situazione economica dell’ente.Insomma, il mio rigore sarà assoluto».

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Ho avuto la possibilita' di giocarecon le mie squadre otto finali diEurolega, sette giocate in una

Final Four e una in un playoff al megliodi cinque partite.Ne abbiamo vinte quattro e persealtrettante; e di queste ultime ben tre,Monaco '99, Bologna '02, Barcellona'03, sono arrivate dopo aver vinto ilderby italiano in semifinale. Ricordomolto bene il grande "peso" di questepartite e i lunghissimi giorni che lehanno precedute.Nel la semifinale di Monaco la Kindersconfisse la Fortitudo che in quellastagione era 5-0 nelle partite precedenti.Purtroppo nella testa di tutti era quella laFinale, la partita da vincere a tutti i costi,di fronte a migliaia di tifosi bolognesiche si erano trasferiti in massa inGermania.Fu una partita tesa, di quelle chevengono giocate pensando troppo a cosavorrebbe dire vincerla o perderla,rimanendo incapaci di concentrarsi solosu quello che accade incampo,riducendosi quindi a giocare asbagliare di meno, piuttosto che a fare dipiù. A posteriori credo di poter dire chedopo aver vinto una partita come quellacomincia a insinuarsi nella tua testal'idea che il più è fatto e che quindi....

In realtà dovresti avere la forza didimenticare tutto subito ed estraniatridall'atmosfera di trionfo che i tifosi,involontariamente, creano.Nella Final Four di Bologna battemmo lagrande Treviso allenata da D'Antoni cheavrebbe vinto il titolo italiano e chequell'anno era 3-0 contro di noi. Dopodue giorni perdemmo contro ilPanathinaikos, la sconfitta che ricordocon più amarezza.E, anche se l'anno seguente con laBenetton perdemmo la finale in casa delBarcellona, probabilmente moltospendemmo nella semifinale vinta controSiena di Alphonso Ford e di ErginAtaman. Quest'anno giocheranno la semifinalePanathinaikos e Olympiacos, con iprecedenti di questa stagione che dicono2-1 a favore di Obradovic, che ha vintola Coppa di Grecia ma ha lasciato aYannakis la vittoria in stagione regolare equindi il fattore campo a favore neiplayoff.Migliaia di tifosi arriveranno a Berlino,imponenti misure di sicurezza sono stateapprontate al punto che per favorirel'arrivo di piu' forze di polizia, impegnatevenerdì nelle manifestazioni del 1°maggio, l'orario delle due gare è statoinvertito.

io, Ettore

L'Avvocatodei canestriUn saluto e un augurio a Gigi Porelli,un personaggio mitico, al qualeil basket italiano deve tantissimo

di Ettore Messina

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Certamente una partita ancora più"pesante" di una normale semifinale diEurolega, molto verrà' detto, scritto, siaprima che dopo. Per i tifosi greci chi vincesarà certamente campione d'Eurolega, aMosca e Barcellona in molti, invece,sperano che domenica arrivi in campo unasquadra svuotata di energie.Ancora una volta, comunque, èfondamentale riuscire a pensare una garaalla volta, se non vinci la prima partita latua diventa una Final Two e te ne tornipraticamente a casa anche se devi giocarela finale di consolazione. Per la prima volta dopo tanti anni non saràpresente all'ultimo atto dellamanifestazione il presidente onorariodell'Uleb, l'avvocato Gianluigi Porelli. Nonsta bene e desidero mandargli da questerighe un affettuoso saluto. Ha benriassunto Dan Peterson l'impattodell'Avvocato sulla sua carriera quando hadetto: «Ero un dilettante , ha fatto di meun professionista». Sono arrivato aBologna nel 1983, scelto per farel'assistente di Alberto Bucci e l'istruttoredelle giovanili, pensavo di essereabbastanza pronto e l'incontro conl'Avvocato mi confermò l'esatto contrario:fu un corso accelerato di vita e di basketquello che affrontai nei seguenti sei anni.Se non sono affondato quando fuinominato head coach a sorpresa, dopo ilforfait di Bob Hill, e se sono qui araccontarvi le mie storie , molto lo devo alui. Un grande in bocca al lupo, Avvocatodei canestri.

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Eurochallenge

Ael, l'avversario n.1è la bella stagioneSarà la formazione cipriota a sfidare le Vu Nere nelle semifinali di Coppa.Esponente di un basket semipro, che deve fare i conti con il... tursimodi Gianfranco Bina

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Se qualcuno, in un momento di debolezza emotiva, si fossemai chiesto come mai il campionato cipriota è di così brevedurata, inizio a fine ottobre e atto conclusivo a metà aprile,avrebbe ottenuto una risposta singolare a tale dubbio esisten-ziale: sacche di dilettantismo perdurano su quest’isola acca-rezzata dall’estate per buona parte dell’anno, e ombrelloni esdraio cominciano ad aprirsi fin dagli albori della primavera.Gli alberghi si riempiono, soprattutto di cittadini britannici inna-morati di quest’angolo di Mediterraneo. Smesse le scarpe alte,numerosi giovanotti autoctoni – anche della massima serie – siinfilano il costume ed iniziano a salvare bagnanti e a ripulirespiagge, mostrando addominali a carapace per la gioia di fan-ciulle (e non) provenienti da Londra o dalle brughiere.Oppure servono nelle taverne o rimpinguano il personale alber-ghiero, adeguandolo alla ressa turistica. Finché il basket saràunificato come Cina e Hong Kong, ovvero col sistema a doppiaeconomia, non sarà così improbabile gustare in una taverna unfantastico piatto di calamari fritti cucinati dal secondo playdell’Omonia. E, per contro, stupirsi se le bizzarrie del capitali-smo panieristico indurranno una squadra, pochi giorni dopoaver conquistato una Final Four europea e nel bel mezzo diuna semifinale scudetto, a licenziare l’allenatore. Che, nel casodi Dragan Raca, qui è anche un’istituzione. Dopo aver dominato la regular season l’AEL Limassol ha persoil vantaggio del fattore campo in gara1, senza recuperare ilbreak nella seconda in casa dell’Apoel, a Nicosia.

Le cronache locali hanno narrato di un calo dell’entusiasmo daparte dei giocatori che sul più bello avrebbero tirato indietro lagamba contribuendo così alla cacciata del tecnico serbociprio-ta, destinatario della lettera di licenziamento negli spogliatoi apochi minuti dalla sirena del graffiante 0-2.Al suo posto Miroslav Nikolic, già all’Avtodor Saratov, commis-sario tecnico della nazionale serba campione del mondo under19 nel 2007 e coach capofila della seconda divisione russa,squadra dal bilancio in campo scintillante e dai conti devastatidalla grande depressione: vero che i tempi erano stringati, mal’assunzione è parsa troppo rapida per non pensare ad unadecisione già presa.Il nervosismo di chi ha investito ingenti quantità di quattrini haavuto la meglio sulla gratitudine, e la scelta di Nikolic e non diun semplice traghettatore per queste ultime settimane di sta-gione ha confermato intenzioni ed ambizioni di Limassol: pro-varci fino in fondo, senza mandare a ramengo l’annata. Infatti,mentre l’AEL accorciava le distanze con Nicosia, la societàpressava il governo perché contribuisse all’organizzazionedelle finali di EuroChallenge, “perché solo disputandole quiavremmo la possibilità di vincerle”. Pazienza poca, investimen-ti ingenti nell’urgenza immediata di vittorie, ripudio di bandiereche tanto hanno dato in passato e, al primo errore, sono accan-tonate come scarpe rotte. I buoi però eran già fuggiti e l’Apoelha avuto gioco facile, contro la frenesia. 3-1, tutti a casa. Il pro-fessionismo sta arrivando anche quaggiù.

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Grecia

Oly-Pana: una lungastoria poco tranquillaAvversarie dirette a Berlino nella Final Four,rivali da sempre e con tifoserie trasversali da prendere con le molle

Bertomeu è stato categorico: «Facciano i bravi, altrimentipotremmo anche sospenderli dall’Eurolega». Sicuramente nonplausibile, che si possa rinunciare ad Olympiacos ePanathinaikos e ai loro verdoni, tuttavia qualche preoccupazio-ne c’è perché i precedenti non sono dei più confortanti e que-sto derby mondovisivo si colloca al termine di un periodo lungoun decennio e più di profondo squilibrio, gioie verdi (dal 98 dieciscudetti, sei coppe nazionali, tre titoli europei) e frustrazionirosse (una coccarda) che hanno seguito il Grande Slam del1997. Due soli i precedenti in campo neutro, datati 1994 e1995, vinti entrambi dall’Olympiacos (poi sempre sconfitto infinale, prima dalla Joventut, poi dal Real Madrid) sotto giurisdi-zione FIBA. Nel 1994 a Tel Aviv la situazione fu tranquilla,spese e distanze non invogliarono molti a intraprendere il viag-gio e la polizia israeliana seppe prevenire e contenere eccessi.Dodici mesi dopo a Saragozza il disastro, ma fu soprattuttoRoma nel '97 a pagare le conseguenze della follia. I pullmancoi tifosi furono imbarcati a Patrasso e Igoumenitsa su traghet-ti differenti, forse per evitarne l’affondamento, ma in Italia nes-suno era stato in grado di prevedere che verdi e rossi, in terradi nessuno, avrebbero fatto sfracelli. Sbarcarono a Brindisi e siritrovarono alla periferia dell’Urbe: a chiamar la polizia ci pen-

sarono i residenti, terrorizzati e sorpresi da quella guerriglia.Anni dopo, nel 2002, s’è giunti alla militarizzazione urbana; col-pevole il derby calcistico dell’Epifania conclusosi con un tenta-tivo di linciaggio dell’arbitro e l Oly e Pana nello stesso gruppodi top-16. Con l’AEK, tanto per gradire. Palazzi blindati agliospiti, le due partite corsero via lisce. Ma un paio di mesi dopo,dietro un angolo della Siggrou Fix, sei corsie che legano Atenee il suo litorale, qualcuno attese il torpedone del Panathinaikos,diretto alla casa pireota per la prima semifinale scudetto. Sassie pietre sfondarono i vetri del mezzo, acciaccando mezzasquadra. “Giocate!”, ingiunsero dall’alto. Giocarono, e vinsel’Olympiacos, che poi arrivò alla finalissima con dubbi meriti evenne ripagato dall’unico scudetto del millennio non vinto dalPana: da 2-0 a 2-3, AEK campione. Cambiano gli avversari, lamaledizione continua. Nel 2007, negli scontri dopo la semifina-le di Coppa di pallavolo femminile viene assassinato a coltella-te un tifoso del Pana; il governo appronta misure speciali, chenon fermano però le bande di motociclisti che cercano vendet-ta. Mesi dopo, un’altra tragedia: a cadere sotto le lame è unragazzo che stava festeggiando un calcistico 4-0dell’Olympiacos sui Verdi. Dissero che lo sport non c’entrava,si trattò di un semplice regolamento di conti. Difficile smentirlo.

di Gianfranco Bina

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Spagna

Cajasol:la rivolzionefunziona.La squadra del momento è l'ex club diPecile. Dopo scelte infelici, esoneri el'arrivo di Tuckerdi Angelo Potenza

Complici numerosi infortuni masoprattutto scelte estive infelici,Siviglia aveva iniziato malissimo lastagione. La squadra andalusa si presenta ainastri di partenza con l’americanoBennett in cabina di regia ma subi-sce subito quattro sconfitte conse-cutive.Bennett capisce che a 39 anni nonce la fa più a reggere i ritmidellACB ed annncia il ritiro.La società deve riparare all’erroreoriginale: affidare la squadra, incampionato ma anche inEurochallenge, ad un trentanoven-ne. Nel frattempo il Cajasol sbancaa sorprese Madrid grazie ad ungrande Pecile ma anche all’appor-to di Rivero, colui che ad inizio sta-gione doveva partire da terzo play.Arrivano quindi prima Collins (chesi infortuna subito) e poi un Edneyfuori forma a sostituire il play texa-no, ma la squadra non ingrana.Dopo altre sette sconfitte consecui-ve la società esonera l’allenatoreComas e chiama l’ex allenatore diGirona Martinez. La squadra è allo sbando, edanche l’altra scommessa america-na, la giovane ala Carter, viene rila-sciata.Lo sostituisce Caner-Medley, quel-lo che avrebbe dovuto essere unodei nuovi americani di Capod’Orlando. Martinez compatta lasquadra e fa subito le sue scelte. Il primo a pagare è il nostro Pecile,che il coach catalano esclude dallerotazioni.

Il triestino, nonostante fosse unodei pochi a salvarsi nel marasmagenerale, è costretto in panchina edecide di rescindere il contratto afine febbraio (ora gioca nel secon-do campionato iberico con lacanotta del Bréogan di Lugo).Nel frattempo, arrivano la guardiaserba Milisavljevic dal Lietuvos edil giovane pivot Ray dal Barcellona.La squadra inizia a far intravedere iprimi miglioramenti ed arrivavanole prime vittorie dell’era Martinez. Ma il colpo che cambia la stagionedegli andalusi arriva con l’ingaggiodi Clay Tucker, senza contratto acausa dello smantellamento dellaDinamo Kiev. La società è brava astrapparlo alla concorrenzaagguerrita del Turk Telecom.L’ex teramano esordisce a Vitoriacon una prova incoraggiante nono-stante la sconfitta.Dopo quella partita, Siviglia inanel-la una striscia di sei vittorie conse-cutive che la fa salire fino all’undi-cesima posizione in classifica.Da notare come in queste ultimepartite almeno tre giocatori che nonhanno cominciato la stagione aSiviglia siano partiti nel quintettotitolare.L’unico punto fermo dello startingfive, in questo viavai di atleti chealla fine si è rivelato vincente, è l’expartenopeo con passaporto geor-giano ma di scuola statunitenseTyrone Ellis, diventato il play titola-re.

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diatezza e la semplicità d'uso. Per il resto, il lettore Philips sfoggia una qualità di immagini impeccabi-le soprattutto con i Blu-ray ma se la cava egregiamente anche con i DVD: ha una tecnologia che neaumenta la risoluzione fino allo standard massimo 1080p. L'importante, per sfruttarlo fino in fondo, ècollegare BDP7200 a un TV Full-HD.

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Il test

Dunque, ricapitolando… Domercant nullo, Kaukenasconfusionario, Sato giù di corda (e sostanzialmente distruttoda Langford), Eze onestissimo ma niente di più, Finley pocomeno, Lavrinovic posseduto improvvisamente dal raggio ditiro di Robertas Javtokas, niente neanche dai soliti italianicon (pochi) minuti di qualità dalla panchina. Insomma,tagliamo corto, di quanto ha perso il Monte dei Paschi inquel di Casalecchio?

E alla luce di quanto appena scritto, l’anticipo di Bologna haofferto solo un piccolo assaggio degli straordinari ed incertiplayoff che vanno ad iniziare oppure ha sancitodefinitivamente che il tavolo di trattativa per l’assegnazionedello scudetto non si apre neanche quest’anno?

No, per carità, McIntyre sublime, eccezionale ecc.ecc.Un inno alla vita, alla gioia come e meglio di Ricard RubioVives. Però, perdindirindina, dopo aver trascorso gli ultimi402 anni di vita nel Bel Paese, almeno capire le DOMANDEin italiano?

Carrellata di numeri uno. Romain Sato per il sorrisodisarmante, le pacche sulle spalle e la richiesta di cinquealto al caratterista da parterre che contestava una decisionearbitrale.Davide Pessina, che, nel constatare come la situazioneintorno alla postazione Sky si facesse vieppiù tesa, labuttava sul ridere, con la rilassatezza del reduce dalVietnam alle prese con un litigio per l’ultima Playstation in

offerta disponibile. Lui, che era a Livorno in quellafamosa(igerata) gara5. Avremmo voluto anche mettereVukcevic, entrato a freddo e infortunato per battere un liberofondamentale al 43’39”. Purtroppo l’ha sbagliato. PeteLisicky numero uno.

Questa rubrica sostiene con energia il concetto chestaremmo tutti meglio se ognuno guardasse prima in casapropria e poi in casa degli altri. Perciò ci domandiamo: ègiusto prendersela solo ed esclusivamente con gli arbitriquando ci si fa raggiungere da un tap-in su situazionestatica di Kaukenas, che neanche le misurazioni creative dasempre in voga nell’NBA riuscirebbero ad avvicinare almetro e 97? La Virtus prende un rimbalzo che è suo e laquestione arbitrale, come d’incanto, si affievolisce. Dice:«Però McIntyre l’abbiamo tagliato fuori bene». Ah, beh,allora se la mettiamo così...

E comunque, anche in questo caso dai campionati esteriabbiamo solo da imparare. In Grecia, per esempio,sulcontatto McIntyre-Boykins (nella foto) durante la fase dismarrimento post-fischio/non fischio/fischio ma non sanzionoallo scadere, sarebbe saltato su uno qualsiasi a sentenziarepiù o meno così: «Embè? La chiamata in ogni caso èdubbia. Anzi, non era neanche fallo. Su, forza, mettete ‘sti 5minuti sul cronometro e iniziamo il supplementare. Ecerchiamo di non rompere». Così, sereni e beati, senzaarzigogoli. Richiesti di una battuta sull’accaduto, dall’Elladehanno commentato: «Dilettanti».

L'ironico PessinaIl monoglotta Terrell