PanaRoma aprile 2009

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FM 93.0 QUESTA RIVISTA E’ LIBERA PERCHE’ SOSTENUTA SOLO DAGLI SPONSOR Per acquisti o consigli preferite i nostri inserzionisti, trattandosi di esercizi e professionisti selezionati ed altamente qualificati Mensile di attualità - cultura - sport • anno XIV n.146 - APRILE 2009 - www.panoromanews.it AIUTIAMOLI Cavalieri del Commercio 2009 Premiato il PANIFICIO PANIFICIO ROSSETTI ROSSETTI

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Rivista locale dei municipi di Roma

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FM 93.0

QUESTA RIVISTA E’ LIBERA PERCHE’ SOSTENUTA SOLO DAGLI SPONSORPer acquisti o consigli preferite i nostri inserzionisti,

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ANNO XIV - n. 146 - Aprile 2009www.panoromanews.it

DIRETTORE EDITORIALELorenza FRUCI

e-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEOrazio FALCONI

e-mail: [email protected]@libero.it

WEB MASTER & DESIGNPaolo SACCANI

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IMPAGINAZIONEEFFETRE - Fotolito Moggio

FOTO: E. COLAZZA, R. PAOLILLO e della Redazione

Le opinioni espresse negli articoli sono da attribuire agliautori, dei quali si intende rispettare la libertà di espres-sione. Salvo accordi scritti o contratto di cessione di co-piright, la collaborazione è da ritenersi a titolo comple-tamente gratuito.

Foto e articoli, anche se non pubblicati,non si restituiscono

Collaboratori: Giorgio Carpaneto, Laura Gemini,Giuseppe Presutti, Michele Cianciulli, Francesco Rossi,Maurizio Borin, Monica Maiese, Vincenzo Di Ruzza, Stefa-no Poddi, Alessandro Monzio Compagnoni, Ruggiero Pao-lillo, Marco Sepe, Maria Cristina Marocchi, Bruno Ferro

Coordinamento EditorialeRubrica Lazio Economia

Domenico Di Pietro

Editrice EFFETRE s.a.s.Viale Bardanzellu, 121 00155 ROMA

Tel. e Fax: 06 24.40.39.80Recapito Redazionale

Via Pisino,159 (Negozio S - T)Pubblicità: EFFETRE s.a.s.

347 29.61.210 - 347 40.86.188

Stampa: Fotolito MoggioStrada Galli snc - Villa Adriana (Tivoli)

La tiratura di questo numero è di 10.000 copie

Registrazione del Tribunale di Roman.343 del 5 / 7 / ’96

Operatore ROC n. 2318

L’editorialeL’editoriale

di Orazio Falconi

Il mese di aprile di questo “critico”2009 si apre con una novità che potreb-be avere un importante significato so-ciale. Fiorello infatti “è passato” (così comesi dice in gergo) a Sky, tradendo la tv diStato e la grande Mediaset. Si è concesso al terzo polo che, in po-tenziale, potrebbe scardinare l’equili-brio dominato e mantenuto dal duopo-lio. Con questo passo lo showmen ha aper-to una porta verso la concorrenza e il li-bero mercato che, una volta veramente“liberato”, potrebbe rinverdire il settoretelevisivo, favorendo circolazione diidee e creando opportunità di lavoro.

Sky rappresenta una realtà diversa,esterna alla nostra cultura basata sulleraccomandazioni e la cooptazione e, ilfatto che grandi artisti come Fiorello eLorella Cuccarini scelgano di uscire dalbinomio Rai-Mediaset, è un segnaleimportante non solo economico, ma so-prattutto culturale e sociale. Se le cose andranno come ci auguria-mo, questo loro passo sarà foriero di unnuovo trend che potrebbe portare unaventata di cambiamento e di speranzasoprattutto per le nuove generazioni de-siderose di lavorare in questo ambito. Sky potrebbe rappresentare una veraoccasione. Vedremo.

Italiani brava gente, non c’è che dire. E’ il titolo di un vecchio film che tutti ricordiamo ed èproprio questa la realtà. Tutti, da nord a sud, da est ad ovest, ricchi e meno ricchi o addiritturapoveri, si son fatti trovare pronti a dare una mano, ad offrire tutto ciò che si poteva per quellepopolazioni duramente colpite da un evento naturale disastroso che improvvisamente haazzerato speranze e progetti per il futuro. Eppure, anche stavolta, nonostante la drammaticitàdell’evento e le future conseguenze negative che saranno certamente inevitabili, si è riusciti afare inutili polemiche e, quel che è peggio, a tentare strumentalizzazioni sulle disgrazie altrui.Inammissibile tutto questo e soprattutto inaccettabile. Inaccettabile come gli immancabili tristiepisodi di sciacallaggio da parte di individui senza scrupoli e con il cuore di pietra ed ancorapiù inaccettabili le dichiarazioni di tanti personaggi che ad ogni costo hanno fatto scivolare leloro impressioni ed i loro commenti sul terreno politico. Anche questo è sciacallaggio, anco-ra più grave se si pensa che per la rappresentanza nel Parlamento italiano hanno contribuitoanche i voti del popolo abruzzese. Abbiamo constatato che dopo sole tre ore dalla prima scos-sa, quando non si conosceva ancora l’entità dei danni, colonne di soccorritori erano già suiluoghi interessati dal sisma per portare aiuto, con tutte le difficoltà, inevitabili, che talioperazioni richiedono. Beh, allora, ogni tipo di critica diventa sterile e ingiustificata. Il gravissimo terremoto che ha investito quelle terre, abitate da gente sincera e sempre forte-mente impegnata anche in duri lavori, merita sicuramente attenzioni diverse

L’editorialino L’editorialino di Lorenza Fruci

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SommarioEditoriale 4Romanità 6Renato Zero 7Cinema 8Personaggi - John Maynard Keynes 9Chelidon - Neoplasie al seno 10Salute - Anoressia 11Notizie 6°,7°,8°e IX Municipio 14 - 28Film Due Partite 29Disturbi alimentari - Bulimia 30Bordocampo 31

Lazio economia (seconda copertina)

Autotech IIIL’etica e il capitalismo V

Chiuso in redazione il 15 Aprilo 2009

Col lez ione Pr imavera-Estate

Col lez ione Pr imavera-Estate

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UU n po’ partico-lari questiC r e s c e n z i !

Quando un giovanebarone della nobilefamiglia nel 1535 ebbeil gradito ed onorevole

incarico di guidare l’imperatore Carlo Vper fargli visitare i monumenti di Roma, locondusse sulla cupola del Pantheon. L’im-peratore, incuriosito e stupito, si affacciòdall’occhio della cupola altissima; in quel-l’istante il giovane, forse memore che i suoiantenati avevano strangolato o, comunque,assassinato dei papi e ripensando al saccodi Roma perpetrato dai lanzichenecchi edai soldati di Carlo V nel 1527, ebbe l’im-provviso impulso di dare uno spintoneall’illustre ospite. Non lo fece, ma riferì al padre questa suatentazione e si sentì rispondere con paroletipicamente crescenziane: “Figlio mio, que-ste cose si fanno, non si dicono”. Uno dei Crescenzi, Cencio, figlio del pre-fetto Stefano - ricorda W. Pocino - nelNatale del 1075 catturò il papa GregorioVII mentre celebrava la messa di mezza-notte nella basilica di S.Maria Maggiore.Lo chiuse nella torre presso il ponte diS.Pietro (oggi Ponte S. Angelo) e si propo-se di consegnarlo all’imperatore di Germa-nia Enrico IV che era stato privato dal papadel diritto di investire i vescovi prima dellanomina papale. Il popolo romano corse a

I C R E S C E N Z II C R E S C E N Z Iliberare il papa che, ricondotto nella basili-ca, continuò a celebrare la messa dal pun-to in cui l’aveva interrotta. Dal 1595 a Roma le carrozze cominciaro-no a sostituire i cocchi e le questioni diprecedenza erano all’ordine del giorno;“spesso correva sangue”. La marchesa Ser-lupi nello scendere dalla carrozza, corsepericolo di cadere a causa dell’insolenzadel cocchiere dei Capizzucchi. Il marcheseconsorte, Francesco Serlupi Crescenzi,minacciò il cocchiere con la spada inpugno, e la cosa stava per degenerare in unduello fra i padroni per colpa dei cocchie-ri, ma quella volta prevalsero le scuse.Ancora oggi si può vedere il palazzo Cre-scenzi in via della Rotonda n.23 (rione VII- S. Eustachio). Costruito nel ‘600 perquesta famiglia, su progetto di NicolòSebregondi, ha sale dipinte da Giovan Bat-tista Crescenzi dello stesso secolo. Vi sonoanche affreschi di Cristoforo Roncalli det-

RomanitàRomanitàFATTI E MISFATTI DELLE FAMIGLIE NOBILI ROMANE FRA PALAZZI FASTOSI E CASTELLI

a cura di Giorgio Carpaneto

to il Pomarancio (1552-1626) raffigurantila Fama, l’Abbondanza, la Pace, la Carità,l’Ispirazione. Vi dimorò il cardinale Ales-sandro Crescenzi e nel ‘700 il palazzo pas-sò a Pio Bonelli, nipote di Virgilio, figliodel duca Marco e di Violante Crescenzicon cui si estinse la famiglia. Nel 1853 l’immobile fu venduto all’avvo-cato Enrico De Dominicis. Notevole il por-tale sormontato dall’aquila coronata; unlato dell’edificio si affaccia sulla salita deiCrescenzi con la facciata più antica.In via L. Petroselli 54 (rione XII, Ripa) siimpone allo sguardo un’altra casa de’ Cre-scenzi, eretta intorno al 1065 sulla base diuna torre del secolo XII da Niccolò, figliodi Crescenzio e Teodora.Sull’arco del portale un’iscrizione latinaenfatica parla di Nicolaus che volle la casanon per vanagloria, ma per rinnovare l’an-tico decoro di Roma. Vi si osserva pure chela morte è inevitabile e che bisogna anchenelle case belle essere memori dei sepolcrie delle memorie degli avi. L’edificio,costruito a guardia del guado del Teverecon materiale di antichi monumenti, fu“danneggiato negli scontri seguiti allavenuta di Arrigo VII nel 1312”. Fu anche chiamato casa di Cola di Rienzoo di Pilato o Torre del Monzone; restaura-ta nel 1940 è sede del Centro Studi per laStoria dell’architettura e appartiene alComune di Roma.

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Stavolta il Renatone nazionale l’ha fat-ta davvero grossa. Per il suo ritorno in grande stile, a treanni e mezzo da “Il Dono”, ha salutatola sua casa discografica, la potenteSony, e si messo in proprio. Si è prodotto, promosso e distribuitoda solo, attraverso la sua etichetta, la“Tattica”. Tutto per riconquistare una libertàartistica che sentiva compressa, perriscoprirsi “artigiano” della musica. E da questa ritrovata autonomia è sca-turito”Presente”, il nuovo cd, che luistesso definisce “la mia casa con 17stanze”, tanti sono i pezzi inediti checontiene.Un disco per cui forse la definizionemigliore è: difficile. Il primo ascolto stranisce, lascia nelleorecchie una sensazione strana: l’im-pressione di trovarsi davanti a qual-cosa di valore ma non ben inquadra-bile. Il secondo comincia a piacere,il terzo conquista.Insomma ci vuole un po’ per assimi-lare questo nuovo lavoro. Ma dentro c’è tutto lo Zero rabbioso esperanzoso di sempre, che alternapezzi di indubbia preziosità ad altrimeno eclatanti ma comunque di buonlivello.

Canta di amori incompiuti: passati eandati via (Questi amori), finiti nellelacrime (Quando parlerò di te) o maidavvero sbocciati (Vivi tu).

Se la prende con le major della musi-ca, le stesse alla cui logica si è ribella-to (Giù le mani dalla musica), ma an-che con quei professori, troppi a suodire, che antepongono la cultura alcuore (Professore).Soprattutto si rivolge ai giovani (L’in-contro) con un accorato appello perchési ritaglino un ruolo da protago-nisti, senza farsi inghiottire da un mon-do sempre più arido. Un mondo amaramente descritto inuna delle tracce più riuscite del disco,“Il sole che non vedi”, dove si fa fortel’aggrapparsi di Renato alla speranzadella fede.C’è tempo anche per gli amici,ritrovati intatti dopo anni, in “Un’altragioventù” e per una divertente pazziain stile anni ’70, “Spera o spara”.

Si chiude con “Dormono tutti”, unatenera filastrocca dedicata ai più pic-coli. Tanti gli “ospiti” e le collabo-razioni illustri. In primis Mario Biondi, che duetta conRenato in “Non smetterei più”, poiMariella Nava, autrice del testo di“Spera o spara”, il sax di Stefano diBattista, nitido in alcuni assoli, l’espe-rienza del maestro Renato Serio,nonché gli arrangiamenti di DaniloMadonia.E per chi, terminate le 17 canzoni, nonfosse ancora sazio, non deve far altroche aspettare i concerti autunnali, lo“ZeroNoveTour”, che passerà per Ro-ma il 13 novembre prossimo.

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IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON

L’argomento vita - morte, giovinezza e vec-chiaia, sono argomenti che da sempre attrag-gono gli artisti, specie gli scrittori comeMark Twain e Scott Fitzgerald o registi eproduttori come Spielberg e Ron Howard,ma senza mai arrivare a una conclusione. Nel film di David Fincher, Il curioso caso diBenjamin Button, Brad Pitt, il protagonista,viene alla luce nel 1918 alla fine della primaguerra mondiale, a New York, città in pienafesta;ma nasce già vecchio, un neonato contutte le rughe, le malformazioni della tardaetà Il padre inorridito fugge con il fanciullo elo abbandona, mentre la madre afro - asiati-ca muore. Si prenderà cura di lui la sorella Queenie chevive e lavora in una casa di riposo peranziani. Intanto i dottori diagnosticano per ilpiccolo pochi mesi di vita, ma poiché l’e-sistenza di Bejamin scorre al contrario, in-vece di morire, ringiovanisce mese per mese,anno per anno. Lo ritroviamo quarantenne, poi ventenne, in-fine un ragazzino di dieci lustri che fa icapricci nella casa di riposo dove lavorava lasorella ormai morta. Il ricordo di una donna tanto amata, Daisy(Cate Blachett), dalla quale Benjamin haavuto una figlia, non esiste più; ma questo ri-cordo ce l’ha ancora Daisy che, ormai donnamatura, passeggia con due bambini che sem-brano fratelli, ma uno dei due è Bejamin,padre della bimba. Mentre scorrono gli anni a Bejamin capita di

Pianeta CinemaPianeta Cinemaa cura di Laura Gemini

tutto: l’amore, il sesso, le ubriacature, ma ciòche veramente lo forgia è la vita di marinaioa bordo di un grosso peschereccio nel qualesi è imbarcato come mozzo. Tuttavia anche la casa di riposo ha il suo pe-so, con la vita e le morti che si susseguonospecie nei cambi di stagione. Bejamin ac-coglie ogni evento della natura con estremasemplicità e, bontà o cattiveria a parte, perquesto suo non invecchiare mai, ci ricordaun po’ Dorian Gray, grande personaggio diun celebre romanzo di Oscar Wilde. Tuttavia l’idea del film nasce da un raccontodi Scott Fitzgerald il quale, a sua volta, lo hatratto da una convinzione di Mark Twain:perché la parte migliore della nostra esisten-za, cioè la giovinezza, arriva all’inizio quan-do ancora non abbiamo energie ed esperien-za sufficienti per goderla e non alla fine,quando verità e saggezza dominano i nostripensieri e le nostre azioni.

A VOCE ALTA (The Reader)

Tra i film poco pubblicizzati, metterei in pri-mo piano A Voce Alta di Stephan Dealdry, unflash back che si svolge dal 1950 ai nostrigiorni. Sarebbe stato un ottimo film con menochiacchiere e più sottolineature psicologiche,grazie anche ad una Kate Winslet da Oscar,nel ruolo di Hanna, giovane donna ex nazistache un giorno si sente male.Con i sintomi della scarlattina, Michael,ragazzo quindicenne, protagonista della sto-ria, la incontra nelle scale di casa. La donna lo aiuta prestandogli i primi soc-corsi e accompagnandolo nella suaabitazione. Il ragazzo, studente di legge, nondimentica questo incontro e, appena guarito,va a cercarla. Trova però una donna diversa da come gliera apparsa la prima volta, spinosa, anzimaleducata, che lo scaccia per poi trattener-lo e fare all’amore. Nasce tra loro una storia di sesso e di letter-atura con brani letti a voce alta dal ragazzoperché Hanna non sa né leggere né scrivere.La relazione va avanti malgrado il caratter-

accio della donna ed i suoi continui cambia-menti d’umore. Ma un giorno il giovane studente non la tro-va più. Hanna è sparita e Michael la cercaovunque ritrovandola per caso, allorquando

un giorno va ad assistere, come studente, adun processo in tribunale. L’imputata è Han-na! Di che cosa è colpevole? Di essere stata una sorvegliante delle SS neicampi di concentramento (dice l’accusa)dove, per snellire la concentrazione delle pri-gioniere, preparava liste nere con i nomidelle ragazze destinate a morire nelle camerea gas. Orrore per gli studenti, compagni diMichael, che nulla sanno delle camere a gase specie per lui perché, ignaro dei criminidelle SS ma consapevole dell’ignoranza diHanna che non sa né leggere né scrivere e diquanto lei se ne vergogni, sa che non può es-sere stata lei a compilare le famigerate liste. E’ anche consapevole però di non poterlaaiutare perché la donna preferisce esserecondannata piuttosto che riconoscere pubbli-camente la sua ignoranza. Il giovane porta questo segreto con sé pertutta la vita e solo oggi, maturo avvocato, di-vorziato e con una figlia, tenta di mettersi incontatto con Hanna che, nel frattempo, incarcere, ha imparato a leggere e scrivere (perdovere di copione - imprecisione della regia- in inglese, mentre della lingua tedesca nonconosce nemmeno l’abc). La rinunciataria Hanna non accetta l’aiutodell’incerto Michael e si impicca in carcerelasciando a lui il compito di eseguire le sueultime volontà.

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John Maynard Keynes nasce a Cam-bridge in Gran Bretagna il 5 giugno1883, nello stesso anno nel qualemuore Karl Marx, quasi un ideale pas-saggio di testimone fra due grandieconomisti che, seppure con idee com-pletamente differenti, (Kaynes liberalee Marx comunista), influenzano in mo-do determinante il Ventesimo secolo.Keynes discende da una famiglia di ac-cademici, vittoriani e progressisti, ilpadre John Neville Keynes, professoredi logica ed economia politica, diventanel 1910 Amministratore Generale del-l’Università di Cambridge, la madreFlorence Ada Brown, una delle primedonne laureate al Newham College, cheè una donna forte e di grande successo,si dedica alle attività sociali della suacittà, entra nel consiglio comunale epoi ne diviene sindaco.Keynes frequenta l’elitaria scuola diEton distinguendosi, in ogni ambito, peri suoi molteplici e vasti interessi.In seguito viene ammesso al corso dimatematica del King’s College pressol’Università di Cambridge, ma il suo in-teresse per la politica lo porta presto apassare al campo dell’economia chestudia sotto la guida di Alfred Marshalle Arthur Cecil Pigou. Viene inoltre ammesso ad una societàsegreta studentesca chiamata “GliApostoli”, un circolo di discussioni framenti brillanti e non convenzionali alquale appartiene anche Bertrand Rus-sell. In questo periodo Keynes viene in-fluenzato fortemente dalle teorie dalfilosofo anti-utilitarista Gorge EdwardMoore.In seguito il suo gruppo di riferimentosarà il “Gruppo di Bloomsbury”, un cir-colo di élite dove si svolgono appas-sionate e coinvolgenti discussioni chespaziano dall’arte alla sessualità e allacreatività dove, oltre ai vecchi apostoli,incontra anche le sorelle Stephen,Vanessa e Virginia (la futura VirginiaWoolf).Lavora per due anni come funzionariopresso l’ India Office, nel 1912 diventadirettore dell’ “Economic Journal”, laprincipale rivista accademica di carat-

tere economi-co di quel pe-riodo e nel1913 scrive ilsuo primo li-bro “ IndianCurrency andfinanze” cheavvia unariflessione sui

vantaggi del “ Gold exchange standard”come sistema monetario internazionalerispetto al vigente “Sistema Aureo”.Diventa consigliere per le questionieconomiche e finanziarie del Ministerodel Tesoro prima dell’inizio della PrimaGuerra Mondiale, ruolo questo che gliconsente di essere il rappresentante eco-nomico per il Tesoro alla Conferenza dipace di Versailles del 1919 dove, indisaccordo con l’ammontare delle ri-parazioni di guerra tedesche, che avreb-bero causato degli squilibri traumatici,abbandona la delegazione.Scrive molti testi di economia di cui ilpiù importante è “Teoria generale del-l’occupazione, dell’interesse e dellamoneta”, pubblicato nel 1920, nel qualeKeynes critica i tre enunciati della teo-ria economica dell’epoca:• La prospettiva microeconomica e larappresentazione d’insieme dell’econo-mia tramite le nozioni di mercato edequilibrio.• La legge di Say e la teoria quantitativadella moneta.• Lo statuto logico con il quale sianalizza il mercato del lavoro, che èidentico a quello degli altri mercati,dove domanda e offerta determinano si-multaneamente i prezzi e le quantitàd’equilibrio.Si tratta di una vera rivoluzione per l’e-poca e il libro rimane a tutt’oggi untesto fondamentale per la modernamacroeconomia. Nel 1925 sposa la ballerina e attriceLydia Lopokova con la quale fonderà,nel 1936, l’ “Ars Theatre di Cam-bridge”.Per capire meglio il comportamentodell’uomo economicus, Keynes utilizzale recenti spiegazioni psicologiche e il

Personaggi

JOHN MAYNARD KEYNES

riconoscimento del mondo dell’incertoe dell’irrazionale. La sua visione della vita è una visioneestetica e considera l’economia al paridi una scienza morale, un mezzo per ar-rivare ad un fine estetico ed etico.Keynes nel 1942 riceve il titolo diBaronetto diventando il primo baroneKeynes di Tilton.Nel 1944 guida la delegazione ingleseper la Conferenza di Bretton Woodsche stabilisce le regole per le relazionicommerciali e finanziarie tra i princi-pali paesi industrializzati del mondo. Per la convertibilità delle valute, vienestabilito il “Golden Exchange Stan-dard”, per il quale ogni moneta può es-sere convertita in dollari e questi a lorovolta in oro. Il Golden Exchange Standard è duratofino al 1971 quando gli USA hannoabolito la convertibilità del dollaro inoro, decretando di fatto il ritorno aicambi fluttuanti.Dopo aver sconvolto l’economiaKeynes muore prematuramente di in-farto il 21 aprile del 1946.

Stefano Poddie mail: [email protected]

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Vita soc ia le

Chelidon è il nome di una Associ-azione nata per volontà del suo Presi-dente, la sociologa Maddalena Quon-dam Giandomenico, che ha vissutosulla propria pelle l’esperienza di unaneoplasia al seno. Non a caso il nome dell’Associazionerievoca alla memoria la leggerezza diuna rondinella che cerca di continuarea vivere la propria esistenza con laserenità a cui tutti, in qualche modo,aspiriamo. A fatica, durante tutto il viaggio dellamalattia, Maddalena ha cercato incontinuazione di godere di quella spen-sieratezza, senza mai demordere eperderne le speranze. Chelidon, infatti, significa la rondine:Colei che, superato mari e deserti,ritorna sempre nello stesso nido dopoaverlo riadattato.La malattia ci mette tutti nella con-dizione di dover rivedere il proprio nido. Il cammino è stato non solo quello dellacura del corpo ma anche e soprattuttodella cura dell’animo, dando parola aquei significati primari, a quella parteprofonda di noi che per lungo tempo èstata chiusa, trattenuta fino poi atrasformarsi e a dare spazio a quelle

parti fiduciose che sempre esistono inognuno di noi. Imparando soprattuttoche aver avuto un cancro non significafine, ma che davanti c’è ancora tanto daprendere e tantissimo da dare.Maddalena, attraverso la nascita diquesta Associazione, ha voluto essereun aiuto concreto per tutte le donne e iloro familiari che si trovano a viverequesta situazione. L’associazione Chelidon, credendo nellamultifattorialità della malattia, riconoscegrande importanza alle metodologie diintervento e a quelle preventive, pro-muovendo attività e progetti sia per ladonna che per la famiglia.A tal proposito, sabato 28 marzo presso

il Casc Banca d’Italia Aula Musica, èstato realizzato l’evento Non esiste so-lo la chemioterapia, incontro/confron-to. Sono intervenuti:Dott.ssa V. Allocati Maida - PsicologaPsicoterapeuta Consigliere RegionaleSocietà Italiana di Psicooncologia (Roma)Dott. M. Bonucci Oncologo (Roma);Dott.ssa Ada Cristillo - PsicologaPsicoterapeuta Vice Presidente Cheli-

don Onlus (Roma);Dott.ssa Dana Flavin - Oncologa (USA)Dott. G. Li Volti Oncologo (Universitàdi Catania);Dott. G. Pazzaglia Oncologo (Perugia);Dott. M. Pianezza Oncologo (Genova);Dott.ssa Maddalena Quondam Gian-domenico - Sociologa - PresidenteChelidon Onlus (Roma);Dott. G. Zora Oncologo - Ticino(Svizzera)A conclusione dell’incontro, la testimo-nianza creativa di Luana Colletti, unadonna che ha vissuto anche lei in primapersona la neoplasia al seno ed haespresso il suo percorso leggendo alcunepoesie tratte dal suo libro “Aprendospazi” sulle note di un pianoforte.

SOSTEGNO PSICOLOGICO ALLE DONNE E ALLA FAMIGLIA PER LE NEOPLASIE AL SENO

di Monica [email protected]

Lʼassociazione Chelidon credendonella multifattorialità della malattia,riconosce grande importanza allemetodologie di intervento e a quellepreventive, promuovendo attività eprogetti sia per la donna che per lafamiglia.Le attività promosse dalla Associ-azione Chelidon sono: • sportello al servizio della personacolpite dal cancro e dei familiari.Apertura sportello lunedì 10-12,

giovedì 16-18 presso il Centro per laFamiglia di Monterotondo - Rm• prima accoglienza;

• consulenza individuale e familiare;• gruppi di sostegno psicologico;• spazi dedicati alla creatività e al-lʼarmonizzazione del corpo;• interventi di prevenzione;• corsi di formazione;• ricerca

Via F.Turati, 10001015 Monterotondo (RM)

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QUANDO IL KILLER E IL CIBO: ALLARME PER LE RAGAZZE ITALIANE

di Michele [email protected]

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Salute

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Nello specifico, un terzo muore dopo 10anni di malattia e i restanti due terzigiungono al decesso dopo circa 20 anni.L’entità del fenomeno è allarmante: inItalia 150-200 mila donne soffrono diuna forma grave di queste patologie. Ne sono colpite soprattutto le giovanidonne: mentre fino a poco tempo fa siregistrava una netta prevalenza nei cetimedio-alti, negli ultimi tempi il fenome-no ha cominciato ad interessare anche leclassi sociali più basse. Anche l’età di insorgenza sta subendo unnotevole cambiamento: ne vengonosempre più coinvolte le bambine in pre-pubertà e le donne mature. Non è trascurabile nemmeno il fatto chevanga interessato sempre più anche l’u-niverso maschile. Tuttavia, si tratta generalmente di gio-vani donne, con disordini psichici, emo-tivi e relazionali, e influenzate forte-mente da alcuni stereotipi proposti dallasocietà e in particolare dalla moda.Anoressia e bulimia hanno una frequen-za ed una distribuzione abbastanza uni-

formi sul territorio nazionale: il 90-95%delle persone colpite appartiene al sessofemminile e i maschi costituiscono tutto-ra la minoranza.Una stima precisa del grado di diffu-sione della malattia, presente ovvia-mente solo nelmondo indus-t r i a l i z z a t o ,non è co-munque facilein quantomolte dellepersone af-fette, soprat-tutto seragazze, non si rivolgono direttamentead un medico. Negli Stati Uniti, le associazionimediche che si occupano di disordinialimentari non esitano a definirli una ve-ra e propria epidemia che attraversa tuttigli strati sociali e le diverse etnie. Secondo la American Psychiatric Asso-ciation, sono la prima causa di morte permalattia mentale nei paesi occidentali.

Si calcola che in Italia siano circa 3milioni le persone colpite da disturbi delcomportamento alimentare e che negliUSA siano 11 milioni. Anoressia e bulimia, nel nostro Paese,sono la prima causa di morte dovuta amalattia, per le giovani donne di etàcompresa fra i 12 e 25 anni. Secondo recenti statistiche il 70% dellepazienti riesce a guarire entro 5-6 anni securate bene, mentre per il 30% la malat-tia si cronicizza portando a complicanzemediche e psichiatriche, che possonocondurre al suicidio.

Vi è una malattia della quale i mass-me-dia sono costretti ad occuparsi, con sem-pre maggior frequenza, per le con-seguenze tragiche cui spesso conduce.Anoressia letteralmente significa "senzaappetito", ma in realtà il malessere èqualche cosa di molto più serio e preoc-cupante di una semplice inappetenza inquanto può degenerare in una vera e pro-pria repulsione ossessiva nei confrontidel cibo; nei casi più gravi può produrreuno stato di pericolosa malnutrizione eanche la morte.L’anoressia nervosa non è tuttavia undisturbo tipico del nostro tempo ma af-fonda le radici già nel Medioevo, quan-do molte donne raggiunsero la santitàproprio imponendosi un distacco impla-cabile e assoluto verso ogni bisogno ter-reno, compreso quello del cibo neces-sario alla sopravvivenza. A quel tempo tuttavia la privazione nonera considerata una pratica igienica o ri-volta a fini estetici ma piuttosto un

tirocinio spirituale e fisico che procuravala perfezione interiore. In quel caso la rinuncia voluta edestrema del cibo non era anoressia, maascesi, ossia un sacrificio indispensabileper incontrare Dio. Anche Sissi la bella e irrequieta mogliedi Francesco Giuseppe, imperatored'Austria, molto probabilmente soffrivadi anoressia nervosa accompagnata(come riferiscono le cronache del tem-po) da un’eccessiva e frenetica attività

fisica. L’anoressia nervosa, può causareanche gravi disfunzioni fisiologichequali, ad esempio, vulnerabilità alleinfezioni e squilibri ormonali checonducono ad irregolarità nel ciclomestruale e, in fasi più avanzate della vi-ta, anche all’osteoporosi a causa dell’in-sufficiente introito di calcio e di altri saliminerali. Infine, all’anoressia, possonoessere associati disturbi della sessualitàper il fatto che il partner non viene piùvisto come un compagno, ma come unantagonista al quale si deve dimostraredi essere migliori di lui. La malattia può sfociare anche in formedepressive che compromettono i proces-si mentali, i quali tuttavia ritornano nor-mali se l’affezione si risolve e il pesocorporeo viene ripristinato. Si calcola che in un 5% dei casi l’anores-sia nervosa abbia purtroppo esito fatale.

Dott. Michele [email protected]

ANORESSIA, LA VITA CHE PERDE PESO

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“Meno male che è finita”. Questo l’a-maro commento che il presidente Dondiha lasciato sui taccuini dei cronisti men-tre vola via dal Flaminio.E’ il giusto corollario alla lezione, 8-50 ildesolante punteggio, impartito all’Italia

dai maestri francesi.Sono molti i passi indietro compiuti dal-l’Italia rispetto al Sei Nazioni di un annofa. Allora si era all’inizio della gestioneMallett e la squadra, pur vincendo solocon la Scozia, fornì prestazioni incorag-gianti in tutte le partite. Si è chiuso un torneo che potrebbe pas-sare agli archivi come uno dei peggiori,rendimento di Sergio Parisse a parte. La realtà è che l’Italia è l’unica nazione(tra le migliori al mondo) a non avere unlivello professionistico nel quale for-mare i giocatori.Il Presidente da un anno invoca l’ingres-so di due realtà italiane nella Celtic

League che ha dato il suo ben-estare, ma il modo in cui la Federazioneha gestito questa vicenda non fa pensaread una reale urgenza, quando in realtà ètotalmente il contrario. Troppe chiacchiere lasciate esternare ai

club che continuano a candidarsi perentrare singolarmente senza crearedelle vere e proprie sinergie con laFederazione che dovrebbe tutelare lacrescita dei talenti nostrani. I vertici federali devono riprogram-mare il futuro del rugby italiano com-inciando dalla gestione del processod'ingresso in Celtic League e dallaconseguente e inevitabile riforma deicampionati. La candidatura alla RugbyWorld Cup del 2015 come paese ospi-tante è importante economicamente,politicamente ma soprattutto strategi-camente, poiché non arresterebbe, anzi

lo favorirebbe, il boom che questo sportha conosciuto nel nostro paese dopo l’in-gresso dell’Italia nel Sei Nazioni.Vediamo allora cosa c’è da fare, da quiad un mese, senza più perdersi in chiac-chiere.STAFF – Concessa fiducia a Mallett conil rinnovo contrattuale fino al 2011, gliva costruito attorno uno staff scelto in-teramente da lui. Per cambiare unasituazione fossilizzata sulla quale troppisi stanno adagiando.GIOCATORI – In questo torneo troppospesso la gestione dei giocatori è stataperlomeno discutibile. A differenza delle altre nazionali non è

data fiducia ai giovani che, al primo er-rore, sono inspiegabilmente esclusi a fa-vore di oriundi riciclati da precedentiscarti. Clamoroso il caso dell’aquilanoMasi.CELTIC LEAGUE – E’ ufficialmenterinviato l’ingresso al 2010-2011. Si prospetta un anno di limbo; i clubsembrano non essere in grado di andareavanti da soli, la FIR potrebbe organiz-zarsi adeguatamente con un anno di tem-po. La palla ora passa alla Federazione.Speriamo non faccia un clamoroso avan-ti.

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Possiamo senza dubbio affermare chel’argomento Parco di Centocelle è or-mai diventato come un appuntamentomensile con il nostro periodico.Non passa mese, infatti, che non ci oc-cupiamo dei problemi che lo hanno in-vestito già da quando è nato, cosicché icittadini dell’intero territorio, felici diaver avuto finalmente la possibilità digodere di uno spazio verde attrezzato,sono sempre più sensibili ad una sua im-minente riapertura.E lunedì 30 marzo u.s., il teatro dellaParrocchia di San Felice è pieno; sonomolti i cittadini accorsi all’assembleapubblica durante la quale si discute dellesorti del parco di Centocelle. In verità, l’Assemblea è stata organizza-

ta solo per questo, così si sono espressi ipersonaggi politici presenti, sia vecchiche nuovi, attualmente alla ribaltacome amministratori di fette della cit-tà. Sul palco siedono gli organizzatori del-la manifestazione: presidenti e con-siglieri di Comitati di quartierelimitrofi (Torre Spaccata, Centocellestorica, X Municipio).Presenti anche due esponenti politici,di opposte fazioni: Roberto Mastranto-nio, presidente del VII Municipio (cen-tro-sinistra), e Andrea Santori, presi-dente della Commissione Sicurezza

del Comune di Roma (centro destra).Molti gli interventi, anche di semplicicittadini. Alcuni si limitano a fare unacronistoria del parco. Uno spazio verde vagheggiato per de-cenni, realizzato in parte (33 ettari su120), inaugurato in pompa magna dallagiunta Veltroni durante la “Notte Bian-ca” del 2006. Poi miseramente chiuso, per manifestaarcinota insicurezza (tombini e panchinedivelti, illuminazione scomparsa, canirandagi, ecc) nel settembre 2008.Altri protestano in maniera veemente,chiedendone l’immediata riapertura. Altri ancora sottolineano gli ulteriori nu-merosi problemi del quartiere (su cuiperò chi di dovere glissa).I problemi del parco sono tanti. C’è laquestione degli sfasciacarrozze di vialePalmiro Togliatti, uno spettacolo inde-cente duro a morire, nonostante lepromesse e le certezze che risalgono aqualche decennio. C’è il rimessaggio delle roulotte, chenon dovrebbe essere lì ma ci sta. C’è il campo nomadi “Casilino 900”,che certo non incrementa la sicurezza ela fruibilità del parco.Quindi i rom sono “una” delle questioniin ballo. Eppure, ben presto, durantel’assemblea, diventano “la questione”,quella principale.I politici in sfilata sul palco, giovani e

vecchi di destra e di sinistra, tornano aparlare di sgombero, di spostamento. E, il tutto, in breve tempo. Così si palleggiano la responsabilitàdelle cose non fatte.L’assessore Santori assicura che lasoluzione arriverà presto, che la zonafuori dal raccordo anulare dove spostarei nomadi è stata individuata e alla “mi-grazione” manca poco. Ma nel contem-po, afferma, la giunta sta lavorando adun serio progetto di integrazione, che ac-colga i rom “onesti, che lavorano”.La sensazione che si ha da spettatori,però, è quella di assistere ad un grandedejavù; i termini usati, le soluzioni pro-poste, sanno di vecchio e di ripetitivo.Non un’idea nuova. Alla fine l’Assessore promette che, tem-po un mese, il parco sarà riaperto; tempo

dieci mesi e ne saranno realizzati altri40 ettari; tempo 3 anni e sarà comple-tato nei suoi 120 ettari.Le promesse, si sa, fanno semprepiacere. E allora tutti possono tornare acasa felici e contenti, magarimugugnando come fanno già da anni,anche perché dei tanti problemiillustrati dai cittadini e di cui si sonochiesti interventi urgenti, nemmeno uncenno.

Francesco [email protected]

ASSEMBLEA PUBBLICA: QUALE FUTURO PER IL PARCO DI CENTOCELLE?

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• APRILE 2009 - 15 - www.panoromanews. i t

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SCOPERTO A CENTOCELLE UN DORMITORIO ABUSIVO DI CINESI

Nella mattinata del 24 marzo gli agenti del-la squadra informativa del Comm.to di P. S."Prenestino", diretto dal Dr. Antonio Fran-co, sono giunti in via dei Gerani,13 convintidi dover fare, come di routine, degli accerta-menti su una società gestita da cittadini cine-si che si occupa di traslochi. Ma, suonato il campanello, pur trovandosidavanti un cittadino cinese comparso sul-l'uscio, all'interno hanno notano immediata-mente la presenza di altre persone, sempre dinazionalità cinese.Con sommo stupore degli investigatori, l'ap-partamento in questione non era la sede diuna società o almeno lo era in modo fittizio,ma un vero e proprio dormitorio.Spuntano dal nulla ben 13 cittadini cinesi,tra i quali bambini e neonati, stipati nell'ap-partamento di tre camere, nelle quali eranostate ricavate altre stanze. Complessivamente l'appartamento, di circa

70 mq, conteneva 25 posti letto, con cartonie altri materiali usati come separé. Soltanto in una camera erano stati allestitiben otto posti letto. All'appartamento i poliziotti sono arrivati aseguito di indagini svolte su una società ditrasporti. Risultava che l’amministratoreaveva assunto diverse decine diconnazionali seguendo la prassi previstadelle comunicazioni all’INPS ed all’INAIL,nonché l’analoga comunicazione all'Au-torità di P. S. della presenza nell’apparta-mento di tali dipendenti. L'immobile, diproprietà di un italiano, è risultato regolar-mente affittato ad una cittadino cinese (l'am-ministratore della società di trasporti) e si è

presentato in un pessimo stato igienico/sani-tario. Un solo bagno disponibile per 25potenziali persone ospitate, la presenza diresti di cibo e rifiuti per terra, panni e scarpeammassate all'ingresso, non potevano checostituire potenziali focolai di malattie infet-tive, di possibile contagio reso ancora piùfacile con i primi caldi. Naturalmente levarie operazioni investigative sono tuttevalide ed in particolare sono tese ad ac-cettare se e quanto gli stranieri dovevano pa-gare per ogni posto letto e se fossero effetti-vamente anche impiegati come manodoperaclandestina. Contemporaneamente è stato anche effettua-to un sopralluogo a cura del personale dellaASL per le valutazioni sotto il profiloigienico/sanitario e di abitabilità.La scoperta diquesto dormitorio,attivo già da diversimesi, pare non ab-bia destato più ditanto allarme o stu-pore nel vicinato,anzi è emersa lasensazione che eranoto e se ciò fossevero sorge spon-tanea una domanda:visto che si reclamasempre con mag-giore insistenza “si-curezza”, perchénessuno ha maipensato disegnalare questasituazione alle Au-torità?A volte, anzi spes-so, il cittadinochiede sicurezza madimentica facil-mente che essostesso rappresentale sitituzioni, anzidovrebbe essere laprima "sentinella"presente sul territo-rio. Pertanto, cometale, deve segnalare

situazioni particolari rammentando che puòfarlo, se vuole, anche mantenendo l’anoni-mato chiamando semplicemente il "113" o il112".

Vincenzo Di [email protected]

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Sala della Protomoteca in Campidoglio,lunedì 30 marzo. Alla presenza del Sindaco di Roma GianniAlemanno e dell'Assessore al Commercioed alle Attività Produttive Davide Bordoni,si è svolta l'annuale premiazione dei 35nuovi cavalieri del commercio della città diRoma, scelti tra i vari rappresenti del set-tore della Capitale.Il premio consegnato, una riproduzionedella colonna Traiana, è molto evocativo: ilforo di Traiano, dove sorgeva l'antico mer-cato, infatti, svolgeva nell'antica Roma unafunzione molto importante con le sue“tabernae”, i negozi. Un premio speciale, una riproduzione dellaLupa capitolina, è stato consegnato a PaoloBulgari per i 125 anni di attività della mai-son che aprì il primo punto vendita in viaSistina nel 1884, per poi spostarsi nel 1905nello storico negozio di via Condotti.

Premiati tutti i settori del commercio: caffèstorici e concessionarie d'auto, panifici eristoranti. Tra i 35 neo cavalieri del commercio è pre-sente anche un piccolo imprenditore nato ecresciuto a Centocelle: Alfonso Rossetti,titolare, unitamente al fratello Pietro ed alla

mamma Fernanda dell'omonimo panifi-cio/alimentari “Rossetti bros” sito nelcuore di Centocelle, precisamente invia degli Olivi n. 54.Nella motivazione del premio traspirala storia degli oltre quarant'annidell'attività. Nasce come panificio e nel 1957 vienerilevato dal compianto Cav. AlfredoRossetti per poi crescere man manonegli anni e divenire, nel 1961, unarivendita al minuto e poi il classico ne-gozio di alimentari e trasformarsi, in-fine, agli inizi degli anni ottanta, in unsupermercato di vicinato.Non appena ultimati gli studi, il Cav. Alfre-do Rossetti inserisce nell’attività, nel 1981e nel 1983, i due figli Alfonso e Pietro.Dopo la scomparsa del Cav. Alfredo,avvenuta nel 2000, l'azienda si trasforma:da ditta individuale a società in nome col-lettivo ed assume la denominazione di“Rossetti bros”, che mantiene tuttora. L'attività della “Rossetti bros” ha semprerappresentato, in primis per gli abitanti delquartiere di Centocelle e poi anche perquelli attigui, un vero e proprio punto diriferimento, se pensiamo che fino a pochianni or sono la grande distribuzione nonesisteva o magari non era così capillare.Il fattore umano è una delle caratteristiche,se non la principale, che contraddistingue ititolari. Basti pensare all’aspetto “familiare” che siinstaura con i dipendenti e che trasforma irapporti lavorativi in veri e propri “rappor-ti speciali e consolidati” che, seppur for-malmente, terminano con il pensionamen-to, ma di fatto proseguono per sempre, inquanto è possibile vedere spesso i vecchidipendenti, ormai in pensione, passare invia degli Olivi per salutare i loro ex datori

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ipio CAVALIERI DEL COMMERCIO 2009

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di lavoro. L'esempio di questo rapporto"speciale e consolidato" è Giovanni Cirilloil quale, alla fine degli anni settanta, seppurgiovanissimo, inesperto ed ancora spaesatopoiché appena arrivato a Roma dal sud,viene assunto dal Cav. Alfredo come"cascherino" (espressione romanesca cheindica i ragazzi che consegnavano il panecon la bici). Nel corso degli anni Giovanni, con laserietà che lo contraddistingue e con laquale ha sempre svolto il lavoro, ha saputoconquistarsi la fiducia dei proprietari, chene hanno valutato positivamente le capacitàe lo hanno designato alla direzione delforno. Parlando di forno si pensa subito alpane che, prodotto con modalità artigianali,viene rivenduto nel punto vendita e con-segnato a negozi e scuole non solo diCentocelle. E' indubbio che il pane, nelle sue varieforme e tipi, ha sempre rappresentato il"core businness" dell'attività, tanto che an-cora oggi è facile sentire tra le strade diCentocelle la frase annamose a fà un pezzode pizza bianca e mortadella dai Rossetti.

Vincenzo Di [email protected]

Alfonso e Pietro Rossetti

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P r e s i d i o z o n a l e V M u n i c i p i o

Dopo 35 anni di residenza in ColliAniene gli abitanti di questo quartieresono ancora senza l’abitabilità per leloro case. Il comune di Roma, nonostante lerichieste avanzate, dalle cooperative eoggi dai condomini, non riesce ad ot-temperare ad un suo stesso regolamen-

to. Inoltre, malgrado tale paleseinadempienza, attraverso il corpo dellaPolizia Municipale, in applicazione del-l’art.221 di una norma da lui stessoemanata, sanziona i proprietari degliappartamenti, dei negozi e di ogni altraunità immobiliare per somme che vannoda euro 177,90 a euro/333.00.

La cosa ancor più schizzofrenica sta nelfatto che nei verbali di contravvenzione

Lo scorso 19 marzo, presso la sala par-rocchiale della chiesa di SantaBernadette, ha avuto luogo il convegnodal titolo Urbanistica: metropoli,megalopoli, necropoli “. All’evento, moderato dal giornalistaMassimiliano Morelli, hanno partecipa-to l’on. Giulio Buffo, l’on. GiulioSantarelli e l’on. LudovicoTodini in rappresentanza delleamministrazioni cittadine, el’architetto Gino De Girardi,presidente del Comitato dizona “Colli Aniene”.Il dibattito che, viste l’estremaimportanza nonché la portatagenerale dei suoi contenuti,non ha volutamente assuntoalcuna connotazione politica,sganciandosi completamenteda logiche partitiche ( …epensare che qualcuno ha avutoil coraggio di obiettare inmerito a ciò, come se la man-cata abitabilità dei nostri im-mobili fosse una questione daattribuire alle mere ripicche politichedegli amministratori cittadini !) harichiamato l’attenzione di un vastouditorio accorso nella speranza di ot-tenere maggiori ragguagli in merito adun problema che ormai affligge il nostroquartiere sin dalla sua nascita.Di seguito viene riportato un sunto del-l’intervento dell'architetto Gino de Gi-rardi:

viene indicata la possibilità di ricorrere,in applicazione dell’art.22 della legge689 del 24-11-1981, al giudice di pace.Ma se il cittadino decide di ricorrervi esegue tale indicazione, in udienza sitroverà con l’avvocatura del Comuneche contesta, in applicazione dello stes-so articolo e legge, la competenza, nel

contendere, del Giudice diPace. In Italia evidentemente si con-tinua a parlare e scrivere inlingue diverse.!!!!

Perché il Comune non è ingrado di darci l’abitabilità? Poche persone sanno di ques-ta mancanza perché non tutti iproprietari di immobili hannoavuto di recente la necessità divendere, di chiedere un mutuo,o l’affidamento dei figli incause di separazione. Nel disposto dell’art.4 del de-creto del Presidente della Re-pubblica n. 425, l’abitabilità è

necessaria per ricongiungersi ad un fa-miliare, vendere o affittare un immobileo per esercitare qualsivoglia attività dicommercio, di artigianato o industria.

Tutti ricorderanno lo sciopero di giugno2008 dei laboratori di analisi, ma pochisanno le conseguenze che ne sono de-rivate perché non tutti sono stati interes-sati direttamente al problema.

(continua a pag.18)

CONVEGNO

UN INTERO QUARTIERE SENZA ABITABILITA’?

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Cosa centrano i laboratori di analisi, glistudi medici, le farmacie ecc. con l’abit-abilità? C’entrano perché chi ha chiestodi rinnovare o avere l’accreditamentoregionale per applicare i prezzi in con-venzione si è visto chiedere dalla Re-gione Lazio, per i locali utilizzati, il cer-tificato di abitabilità senza il quale l’ac-creditamento non può essere concesso. La conseguenza di tale mancato ri-conoscimento è stata la riduzione drasti-ca delle prestazioni fatte a costi conven-zionati, con il conseguente licenziamen-to del personale.

Capite quanto sia stato irresponsabile,in tutti questi anni, il comportamento delComune ?

Malgrado sia stato sempre a conoscenzadi tali esigenze, non ha mai volutotrovare il modo per arrivare a concedereil nulla osta amministrativo!E’ talmente inaudita la situazione che siè venuta a creare che quei pochi cittadi-ni che, assieme a me, ne hanno preso at-to, sono rimasti sconcertati.La causa principale che impedisce alComune di rilasciare il nulla osta am-ministrativo risale alla mancata sotto-scrizione di una convenzione “integrati-va”, tra tutti gli operatori immobiliari,che è stata inserita in tutti gli atti a par-tire dal 1974 e che riguarda la cessionedelle aree verdi, le strade e i servizi. Il Comune, per terminare in tempi ra-

gionevoli le opere di urbanizzazione checompetevano ad alcuni operatori, che acausa di fallimenti, trasformazioni ecc.non avevano fatto, si fece carico di farliin loro sostituzione. Tale impegno prevedeva di ripianare l’e-sposizione contabile comunale con unatto consuntivo che portasse le coopera-tive rispettose delle convenzioni a nonsostenere spese dovute ad altri e lecooperative inadempienti a rimborsareil Comune dei soldi che aveva anticipa-to per le loro difficoltà. Ad oggi il Comune di Roma non è ingrado di dimostrare quanto sono costatele opere eseguite nel quartiere di ColliAniene perché si è perso lacontabilità!!!!!Senza tale dimostrazione l’avvocaturadel Comune ritiene che una sanatoriapolitica, senza notevoli responsabilitàper chi la firmerebbe, non può esseredeliberata. Il risultato è che nessuno si muove. La proposta che abbiamo avanzato agliAmministratori locali prevede di fareuna delibera che divida gli operatoriadempienti da quelli inadempienti e chechiuda i contenziosi che sono ancoraaperti con gli eredi Gianni sulle areeverdi. Con un intervento del genere, ai primiverrebbe subito concesso il nulla ostamentre ai secondi verrebbe dato dopoche un responsabile dipartimentale delComune avrà ricostruito quello che in

35 anni è stato fatto per loro dall’am-ministrazione.Inoltre la chiusura del contenzioso sullearee verdi consentirebbe all’amminis-trazione di intervenire su tali superfici,con quelle iniziative locali che da annisono state richieste, dai centri anziani edalle società sportive del quartiere e maiavviate.

A conferma dell’estrema attualità delproblema e della notevole eco suscitatadal convegno, testimoniate, del resto,anche da alcuni interessanti articoli com-parsi su importanti organi di stampa del-la capitale nei giorni immediatamenteseguenti all’evento, ho il piacere di in-formarvi che la questione abitabilità aColli Aniene è finalmente stata portataall’attenzione delle autorità competentile quali, dettagliatamente aggiornate suivari aspetti del caso, hanno confermatola loro disponibilità ad una favorevolerisoluzione definitiva del problema.Ovviamente, ulteriori sviluppi dellaquestione saranno immediatamente resinoti.

Maurizio Borin

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• APRILE 2009

Anno 1934, Armando Galli, romano de Ro-ma da generazioni, all’epoca abitante in viaMerulana, transitando per Centocelle ri-mase colpito dalla zona, completamente di-versa da quella di oggi ma molto simile al-la periferia romana che emerge nelle scenetratte dai film "Sciuscià" e "Ladri di bici-clette" del maestro Vittorio De Sica (anchese questi capolavori cinematografici sonostati realizzati rispettivamente nel 1946 enel 1948), tanto che decide di compiere unavera e propria scommessa: aprire una edi-cola a piazza dei Mirti.Da allora ad oggi sono passati ben 75 an-ni, quell’edicola è ancora al suo posto eda condurla troviamo il figlio Oberdan.Oberdan, anni 60 ben portati, di cui 50vissuti all’edicola, dall’apparenzaburbera ma in realtà aperto e cordiale, èmolto fiero della sua attività. Quando mio padre decise di aprire l’edi-cola a Piazza dei Mirti , inizia a raccon-tare Oberdan, la zona era una realtà com-pletamente diversa da quella di oggi. In-torno alla piazza c'era qualche raraabitazione e tutt'intorno campagna, parteincolta e parte coltivata a carciofi e viti.Mio padre ebbe una felice intuizione nelcredere che con gli anni a seguire Roma sisarebbe sempre più allargata e la zona in-torno a piazza dei Mirti e più ancora diCentocelle (l'attuale Centocelle vecchiadove via Tor de' Schiavi collegava il nuovoabitato alla Casilina), si sarebbe trasfor-mata da agricola ad urbana.

All'epoca, continua Oberdan, gestire unaedicola non era come oggi. Gli unici due quotidiani pubblicati erano ilGiornale d'Italia ed Il Messaggero e, datol'alto tasso di analfabetismo, le copie ven-dute erano davvero poche e poi non c'era-no come oggi riviste di tutti i generi. Anche il guadagno, se comparato ad oggi,era appena sufficiente per mandare avantila famiglia per cui prima mio padre e poiman mano che crescevamo, anche noi figli(siamo ben 11), cercavamo di vendere il più

possibile e per questo prendevamo i fasci digiornali dall'edicola, salivamo sul "tran-vetto" che all'epoca partiva da piazza deiMirti e giungeva alla Stazione Laziali,quindi raggiungevamo la zona dellaStazione Termini e di via Veneto, all'epocai luoghi più affollati e frequentati di Roma,ed iniziavamo a vendere i giornali.La zona Centocelle, osserva Oberdan, sipresentava con le strade appena tracciate,nella quale convivevano la civiltà contadi-na con quella operaia, che solo da pocoaveva lasciato aratro e greggi. Le prime case sorte erano costruite conmateriali poveri: tufo, mattoni, legno epoco acciaio di cat-tiva qualità anchese naturalmente nonm a n c a v a n ofamiglie economi-camente benestanti,che si costruivanocomode abitazioni adue o tre piani. Iniziavano adaprire i primi ne-gozi di generi ali-mentari ed iniziavaa funzionare il"Forno Fioravanti",dalle parti di via

delle Camelie, mentre alcuni anni prima,nel 1927, era nata la Chiesa di S. Feliceche inizialmente era ospitata in una barac-ca, dove veniva officiata la Messa festiva. Ma il periodo più duro, continua nel suoracconto Oberdan, fu quello della secondaGuerra Mondiale. La presenza dell'aeroporto di Centocelle,

intitolato a Francesco Baracca, era ilpreferito di Mussolini e degli altri gerar-chi per i loro spostamenti aerei prima del25 luglio '43. Questo impianto e i non lontani stabili-menti militari, sia a Tor Sapienza che al-la Breda costituirono, durante la guerra,un obiettivo importante per pesanti bom-bardamenti aerei, tanto che furonoscavati, parallelamente alla via deiCastani, improvvisati rifugi antiaerei.Dal 1934 ad oggi l'edicola è sempre stataa piazza dei Mirti, anche se ha subìto unpaio di riposizionamenti all’interno dellacitata piazza ed attualmente, anche a

causa dei lavori per la costruzione dellalinea C della metropolitana, è posta vicinoall’incrocio con via dei Castani. Per tutti questi anni è sempre stata gestitadalla famiglia Galli ed attualmente conOberdan, ma siamo sicuri che questo pezzodi storia di Centocelle e anche di Roma nonandrà perso. A proseguire nell'attività ci penseranno figlie nipoti. Grazie a te nonno Oberdan ed atutte quelle persone che hanno contribuitoprima a creare e poi a far crescereCentocelle.

Vincenzo Di [email protected]

L'EDICOLA DI PIAZZA DEI MIRTIUN PEZZO DI STORIA DI CENTOCELLE

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Immagine d’epoca di Piazza dei Mirti

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Un campionato che sta rispettando inpieno le aspettative di mister Faziani ilquale, sempre su queste pagine, ai nastri dipartenza aveva indicato la sua LibertasCentocelle come sicura favorita per il saltodi categoria.E finora può dirsi soddisfatto: 49 punti in20 partite, seconda in classifica dietro laFenice, distante solo tre lunghezze e vir-tualmente agganciabile in virtù della garain meno rispetto alla capolista. Il sogno spareggio a portata di mano. Con-siderevole anche il vantaggio accumulatosull’Atletico Settecamini, terzo in classifi-ca. Un ruolino di marcia pienamente sod-disfacente, eccezion fatta per la debaclecontro la Fenice.La soddisfazione di aver trovato final-mente la quadratura del cerchio dopo 4 an-ni di eccessi e rovesci.

La maturità di uno spogliatoio che si ri-flette più che mai nella condotta discipli-nare, quasi sempre impeccabile. Un inedito se pensiamo ai diffusi atteggia-menti di insubordinazione della squadradel presidente Cecchini, pessima consuetu-dine fino a pochi mesi fa, forse la conquista di cui l’allenatore sentedi andare più fiero. Era consapevole che una volta perfeziona-to questo aspetto, il resto sarebbe venutoquasi per inerzia, date le indiscutibili dotitecniche dei suoi ragazzi.Nessuna bacchetta magica dunque, solotanto sudore e tanta applicazione.Grazie alla classifica sono andati lenta-mente scomparendo anche i musi lunghi dichi gioca meno.La panchina non si accetta mai di buongrado, ma la prospettiva di una pro-

LIBERTAS CENTOCELLE: CONTINUA IL SOGNO C2

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• APRILE 2009

COMUNICATO STAMPA

SANTORI – DE PRIAMO: CONFRONTO E CONCERTAZIONE SULLA RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO DI CENTOCELLE

I Presidenti delle commissioni Sicurezza e Ambiente auspicano riapertura in tempi brevi

Ribadiamo la ferma volontà da parte dell’amministrazione comunale di riaprire al pubblico il Parco di Centocelle, chiuso ormai dal mese disettembre 2008, ed allo stesso tempo auspichiamo che vengano utilizzati in tempi brevi i fondi di Roma Capitale per l’apertura di ulteriori40 ettari di parco - lo dichiarano in una nota Fabrizio Santori, Presidente della commissione sicurezza urbana del Comune di Roma e An-drea De Priamo, Presidente della commissione ambiente del Comune di Roma, che hanno convocato una commissione congiunta con all’or-dine del giorno gli interventi in programma per la riqualificazione del Parco di Centocelle. Il parco di Centocelle è un’importante risorsa in termini ambientali, culturali, archeologici e sociali per l’intero quadrante di Roma est edin quanto tale deve essere valorizzata alla stregua di Villa Pamphili. Prioritarie, per ripristinare la legalità, risultano essere le decisioni delPrefetto di Roma sullo spostamento dello storico campo nomadi abusivo del Casilino 900 e successivamente dell’insediamento abusivo de-nominato Casilino 700, da poco riformatosi e che attualmente conta circa 150 presenze censite – continuano Santori e De Priamo.Ci auguriamo che il progetto di vigilanza h 24 all’interno del parco venga attuato in tempi brevi e su questo abbiamo ricevuto rassicurazionidall’ufficio Extradipartimento Politiche per la Sicurezza urbana che sta pianificando gli interventi. Solo a seguito di azioni di monitoraggioe sorveglianza saranno realmente possibili la riqualificazione e la conseguente riapertura del parco, che auspichiamo avvenga prima del-l’estate. Dopo l’opera di recinzione e di bonifica, accompagnata dal ripristino dell’illuminazione pubblica, concludono Santori e De Priamo,si avvierà il progetto di valorizzazione delle due aree archeologiche presenti, attualmente in stato di abbandono.All’incontro hanno preso parte la Sovraintendenza Comunale per i Beni Archeologici, il Dipartimento X del Comune di Roma, l’ufficio Ex-tradipartimentale Politiche per la sicurezza urbana, l’Acea Illuminazione, l’Ufficio Progetti Metropolitani per Roma Capitale, il VII Munici-pio e numerosi comitati di quartiere quali il Comitato di Torrespaccata, quello di Centocelle storica e quello del Parco di Centocelle.

mozione, di un traguardo per cui si la-vora senza sosta da sette mesi, lenis-cono più di un rancore.La Libertas come bene supremo, tutte le ri-mostranze (qualora ve ne siano) rinviate afine campionato. Gli ingredienti per un finale al fotofin-ish ci sono davvero tutti.Ai ragazzi di Centocelle il privilegio dipoter scrivere un’altra pagina importantein questo campionato.E regalare una favola ad un ambiente cheda sette mesi non vuol smettere di sognare.

Alessandro Monzio Compagnoni

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• APRILE 2009 www.panoromanews. i t- 23 -

L'86° ANNIVERSARIO DELL'AERONAUTICA MILITARE ALL'AEROPORTO DI CENTOCELLE

Nella mattina di lunedì 30 marzo, pressol'aeroporto “F. Baracca” di Centocelle, allapresenza del Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, del Ministro dellaDifesa Ignazio La Russa e di altre carichedello Stato, si sono svolte le celebrazionidell'86° anniversario della fondazione del-l'Aeronautica Militare. La scelta dell'aeroporto di Centocelle, ovetra l'altro hanno sede il C.O.I. (ComandoOperativo di vertice Interforze) e il Coman-do di Squadra Aerea non è stato del tuttocasuale in quanto nell'aprile del 1909 pro-prio da lì iniziarono i primi voli con un mez-zo aereo.

All'inizio della cerimonia sono state ricor-date le varie iniziative aeronautiche che sisono succedute e che possono giustamenteessere considerate le forze aeree militari chequalche anno più tardi, il 28 marzo 1923,furono raggruppate in un’unica forza arma-

ta, dando cosi vita all'Aeronautica militareche ebbe in Italo Balbo il suo vero artefice ecostruttore. Non sono mancati inoltre i ricor-di delle altre figure emblematiche della sto-ria dell'Aeronautica come Francesco Barac-ca e Francesco De Pinedo.Prima di concludere la cerimonia il capodello Stato, Giorgio Napolitano, haconsegnato a due reparti dell'Aeronautica, il16° Stormo Fucilieri dell'aria di MartinaFranca e il 17/o Stormo incursori di Furbarala bandiera di guerra, il simbolo che testi-monia la storia e il valore di un reparto mil-itare, mentre la scuola di aero-cooperazionedi Guidonia, invece, ha ricevuto la bandierad'istituto.Prima di lasciare l'aeroporto di Centocelle lemassime Autorità hanno anche inauguratodella mostra «Il secolo con le ali», allestitaall'interno della struttura militare.A dimostrazione dell'importanza delle strut-ture dell'A.M. ubicate all'interno dell'Aero-porto di Centocelle basta ricordare il C.O.I.

(Comando Operativo di vertice Interforze),che pianifica, predispone e dirige leoperazioni nonché le esercitazioni interforzee multinazionali e le attività connesse delleForze Armate ed posta sotto la direzione delCapo di Stato Maggiore della Difesa.L’Aereonautica militare, sotto nel solo nel2008, ha dato vita a ben 12 "scramble",ovvero decolli su allarme dei caccia intercet-tori dell'Aeronautica militare impegnati nel-l'attività di controllo dello spazio aereo per laprevenzione del terrorismo.

Gli "scramble" hanno riguardato nella mag-gior parte dei casi velivoli civili che avevanoassunto in volo comportamenti tali da essereconsiderati "sospetti" (mancati contatti ra-dio, deviazioni dai piani di volo autorizzati,mancate autorizzazioni al sorvolo dellospazio aereo italiano), allarmi poi fortunata-mente rivelatisi tutti falsi.

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Il 4 febbraio 2009, ad una riunione dellaCoop, svoltasi nella sede di Vignale-RioTorto (Livorno), dopo aver segnalato ilgrande successo dell’iniziativa LibriRandagi, avrei voluto integrare un progettoche mi sta a cuore e questo si è finalmenteavverato.

Quello cioè di invitare uno scrittore-poetadel nostro territorio a parlare del suo libro eaprire un dibattito.Grazie alla disponibilità e la nota sensibilitàdi Francesco Barreca, Presidente dellaSezione Soci di Largo Agosta per gli eventiculturali, il 10 marzo 2009 si è svolto il“martedì letterario” presso la libreriaRinascita.Così il mio progetto ha preso forma econsistenza.

La sala era gremita di personalità e moltioperatori impegnati nel mondo della scuola,insieme ad un congruo numero di ragazzi.Dopo la presentazione di FrancescoBarreca, è intervenuto il Dr. Gian PieroCalchetti il quale ha illustrato per grandi li-nee il contenuto del romanzo Distacco dal-l’equivoco facendo persino alcuni accosta-menti del tema trattato anche da Platone. E’ stata una bellissima ed arguta recensioneche ha fatto risaltare la personalità e la psi-cologia dell’autore. Successivamente è intervenuto l’autore stes-so, l’Ammiraglio Stefano Madonna, visibil-mente commosso dal prologo del Dr.Calchetti.Nel sottolineare il tema del romanzo, l’au-tore si è soffermato sulla moralità diretta-mente connessa al denaro. Come sappiamo, il denaro è ovviamentenecessario per i bisogni quotidiani, masarebbe opportuno trovare anche soluzionidiverse per vivere. Nella sua isola, Ireneso, per esempio, dovela coppia Lady Katryn e suo marito LordDavid si è trasferita, potrebbe essere l’alter-nativa ad una vita più semplice di quella dioggi e sognata dall’autore. Il contenuto del libro potrebbe sembrareun’utopia, ma basterebbe applicare solo al-cune semplici regole per vivere meglio. Dopo la presentazione, si è acceso un vi-vace dibattito al quale hanno preso partenumerose persone che non hanno esitato asubissare di domande l’autore, il quale si èfatto trovare sempre pronto con esaurientirisposte. Tra gli altri è intervenuto l’On. Prof. Cosmo

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Salvemini, il quale ha fatto una lunga de-scrizione del libro rapportandolo anche allavita di oggi. L’autore ha dedicato la sua opera Distaccodall’equivoco ai due figli ed ha annunciatoche la prossima pubblicazione sarà per suamoglie.Dopo circa due ore e mezza di dibattito,l’Ammiraglio ha voluto anche esprimere lasua generosità devolvendo il denaro raccolto(100 euro), alla prossima iniziativa socialedella Coop, ovvero il Progetto Matteo,dedicato ai bambini del Burghina Faso.Forse una piccolissima goccia nel mare, masono sempre gesti di solidarietà ammirevoli.Grazie Ammiraglio della bella serata che ciha fatto passare e ci auguriamo altri martedìletterari da programmare.

Bruno Ferro

Come ormai noto, l’iniziativa culturale “Libri Randagi” promossa dalla Coop, ottiene successi sempre più evidenti e BrunoFerro, Segretario della sezione soci di l.go Agosta e strenuo sostenitore dell’iniziativa stessa, la considera ormai una sua creatura.Il suo impegno è costante ed il continuo lavoro non può che far crescere ancora la sua creatura, appunto. Riteniamo pertantodoveroso affiancarlo nella sua opera di divulgazione di una cultura ancora sana, seppur talvolta ignorata.

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EX SNIA VISCOSA: l’Assessore aiLavori Pubblici del VI Municipio di Ro-ma, Stefano Veglianti, risponde aGHERA: No alla distruzione di 10 milametri quadri di verde all’interno dell’ExSnia. Si rispettino i progetti per larealizzazione del Parco dell’EnergiaPulita e del Polo Universitario.

Le aree dell’Ex Snia Viscosa sono stateindividuate da tempo, sia delle prece-denti giunte del Municipio che del Co-mune, come preposte a realizzare ampispazi verdi, con la realizzazione del Par-co dell’Energia Pulita e con la riconver-sione degli ex spazi industriali. Peraltro, il parco ed il polo universitariosono stati concordati con i comitati ed icittadini locali in un ampio percorsopartecipativo che ha portato ad ottimirisultati. Per le sedi universitarie, LaSapienza aveva stanziato anche la primatranche di soldi. È quanto ha affermato Veglianti inrisposta alle parole di Ghera, espresse aseguito della manifestazione sotto gli uf-fici del XX Dipartimento dei cittadinicontrari alla realizzazione degli impiantiper i mondiali di Nuoto nell’ex Snia. Dal punto di vista dell’impatto ambien-tale – ha reso noto Veglianti – peraltro,il progetto delle piscine si presenta come

un immenso cubodi cemento, che si-c u r a m e n t ecozzerebbe con unParco votato adessere esempio disostenibilità ambi-entale, energie rin-novabili e rispetto per l’ambiente. Nell’area tra poco verrà inaugurato ilpadiglione della Bioarchitettura e staper partire la costruzione dell’Arena“solare”, finanziata grazie al progettoUrbal. Il Municipio ha avuto infor-mazioni in merito al progetto soltanto indata molto recente e neanche tramite levie di comunicazione preposte. E questo la dice lunga di quanto laGiunta Alemanno prenda inconsiderazione le municipalità. Inoltre Ghera afferma esserci stata laconferenza deiservizi. Come assessoredel VI Municipionon ho ricevuto al-cuna comuni-cazione.Altra perplessitàespressa riguarda itempi del progetto:“i mondiali in-iziano tra 4 mesi,

mi chiedo come pensano di realizzare lastruttura in così poco tempo, collaudicompresi. Specie in un’area che presen-ta delle problematicità stante ‘l’acquabullicante’ (da cui il nome della vialimitrofa) che già fece nascere il laghet-to artificiale. Non abbiamo ricevuto dal Campidogliogranché e quindi non so nemmeno qualisiano i rilievi geologici effettuati per ilprogetto (o se siano stati fatti)”.

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Devono essere stati attimi di terrore, quel-li corsi dall'operaio che stava effettuandoi lavori di scavo per la costruzione di unparcheggio in via Pietro Belon.Con la ruspa, ha infatti urtato una bombada aereo della II^ guerra mondiale, in cat-tivo stato di conservazione, il cui even-tuale scoppio sarebbe stato di conseguen-ze terrificanti se si pensa che nel raggio dipoche decine di metri sorgono numeroseabitazioni ed il Policlinico Casilino .Da quel momento in poi sono iniziate levarie fasi che domenica 8 marzo hannoportato alla rimozione dell'ordigno, dopoche l'area attigua, ospedale compreso,erano stati evacuati.Un'ora e 15 minuti, tanto è durata l'oper-azione di messa in sicurezza dell'ordignobellico inesploso eseguita da un artificieredell'Esercito, il maresciallo Michele Ol-metto. La bomba, di produzione americana e pre-sumibilmente datata 1943, è stata despo-lettata nello stesso luogo del ritrovamento. E' stata un'operazione difficile - ha riferitoOlmetto - ad allungare i tempi è stata laspoletta anteriore a causa del danneggia-mento esterno dell'ordigno provocato dal-l'escavatore. Ci sono invece voluti pochi minuti perrimuovere la spoletta posteriore; entrambe

sono state svitate a mano. L'operazione è andata bene, ha aggiunto ilcolonnello dell'Esercito Eugenio Martis alcontrario, quello che sarebbe potuto suc-cedere preferiamo non dirlo. Ora la bomba è sicura, ci si può addirit-tura dormire sopra ha scherzato Martis.Successivamente, a bordo di due differen-ti automezzi dell'Esercito, spolette eordigno sono stati trasportati in una cavaprofonda circa 6 metri scavata a via diFioranello, in zona Ardeatina, ove è statonuovamente innescato e fatto brillare, uni-tamente alle due spolette rimosse nellaprima fase.Dalle ore 13 sono iniziati i rientri di tutti iricoverati ospitati nel Policlinico Tor Ver-gata, oltre a due neonati del Pertini, el'ospedale è tornato a pieno regime.È la prima volta in Italia che un ospedaleviene evacuato per il ritrovamento di unordigno. Tale operazione è parte integrantedi un piano programmato, studiato nel det-taglio, durante una settimana di riunionitenutesi presso l'Unità Anticrisi, che havisto la parte operativa gestita presso ilCentro operativo misto allestito all'internodella Caserma XI° Battaglione TrasportiFlaminio di via Casilina.Una delle persone evacuate, Giuseppe Za-ganelli, classe 1924, che allora aveva 9 an-

ni, ha affermato di aver visto quella bom-ba cadere da un aereo con i suoi occhi edha aggiunto: erano due ordigni; uno es-plose proprio vicino alla mia abitazione avia Casilina, l'altro invece rimase lì e nes-suno più si chiese che fine avesse fatto. Il racconto è ancora nitido nella memoriadi Zaganelli, oggi invalido, tanto che lo havoluto raccontare anche al presidente del-la Regione Lazio Piero Marrazzo e al sin-daco della capitale Gianni Alemanno, en-trambi presenti, aggiungendo che Quandoho sentito al Tg la notizia del ritrovamen-to della bomba, a distanza di 60 anni, mi ètornata alla memoria quella scena.

Vincenzo Di [email protected]

TORRE MAURA - CRONACA DI UNA DOMENICA PARTICOLARE

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• APRILE 2009 www.panoromanews. i t- 27 -

Allora…vediamo: chi sa quali “attrezzi”sono indispensabili per entrare nel mondodelle fiabe? Beh…che è questa fiacca? Siete tutti talmente cresciuti da aver di-menticato il mondo delle favole? Quellodelle principesse e dei draghi, degli ani-mali parlanti e dei castelli incantati.Allora sareste dovuti venire, il 29 marzo, alCentro Anziani Casa Calda, in occasionedella rappresentazione teatrale C’era unavolta e…ancora c’è.Le mamme e i nonni del Comitato diQuartiere Torre Maura, che da un paiod’anni frequentano un divertente laborato-rio di teatro, vi avrebbero spiegato che, perentrare nel mondo del “fantastico” servonoalcuni oggetti fondamentali.Una chiave, per aprire la mente e lasciarlavolare in luoghi lontani. Una formula magica, che in realtà non èscritta da nessuna parte ma va immaginata,sfruttando una buona dose di fantasia. Un diploma in “fiabologia” (a rilasciarlo,dopo un esame un po’ strampalato, saran-no due attempate ma arzille fatine).

E per finire il casco dell’allegria, senza ilquale non si può andare davvero da nes-suna parte.Una volta che vi sarete procurati tutto

questo potrete viaggiare tra mille storie,dietro alle quali troverete sempre unamorale istruttiva.E’ successa la stessa cosa ai numerosibambini presenti alla rappresentazione.Grazie all’impegno profuso sul palco daipiù grandi, hanno potuto conoscere la fia-ba del baobab, quella della pioggia, quella

della rapa. Imparando così il rispetto perl’ambiente, l’origine delle nuvole, l’impor-tanza della solidarietà. Tematiche “forti” veicolate in “pillole”.Lo spettacolo ha così saputo mescolarespensieratezza e riflessione. L’umorismo innato dei “debuttanti” hastrappato applausi calorosi alla numerosaplatea.Una soddisfazione non da poco per gli at-tori, in primis, così come per i registiSerena Damiani e Marco Tulli Dentale. Sono loro che da ormai parecchio tempocoordinano il gruppo teatrale del CdQ, chegià alla fine dell’anno scorso si era esibitoin un primo saggio.Un esperienza, quindi, che viaggia bene.Agli esordienti non resta che fare i compli-menti, ed un “in bocca al lupo” per iprossimi impegni.

Francesco [email protected]

C’ERA UNA VOLTA E...ANCORA NON C’E’

Mu

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www.panoromanews. i t - 28 -

E' nato a seguitodi un accordocon il Comune ela Provincia diRoma, il nuovoa m b u l a t o r i oostetrico-gine-cologico per

donne disabili che è presente all'internodella struttura del Consultorio FamiliareDiocesano “Al Quadraro” in via Tus-colana , 619. (www.consultorioquadraro.it.)L'accordo è stato siglato fra i rispettivi as-sessorati all'Handicap e alle Politiche so-ciali del Comune e della Provincia alloscopo di creare uno spazio dedicato alledonne con handicap motori e psichici ditipo lieve.La struttura si pone lo scopo di offrire unservizio psico-socio-pedagogico finaliz-zato a promuovere il benessere dellafamiglia nelle varie fasi del suo ciclo vi-tale, sia in termini preventivi che di inter-venti mirati e qualificati. Opera in tal senso attraverso consulenzepsico-pedagogiche, medico-sanitarie edetiche, rivolte al singolo e alla coppia.Il servizio di consulenze ostetrico - gine-cologiche, è finalizzato all'attivitàdiagnostica, di prevenzione, di tutela alla

NASCE UN NUOVO AMBULATORIO PER DONNE DISABILI

di Monica [email protected]

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• APRILE 2009

maternità e alla paternità responsabili.La creazione del nuovo ambulatorio harichiesto tutta una serie di interventi strut-turali, come l' abbattimento di alcune bar-riere architettoniche nonché il rinnova-mento e in alcuni casi l'introduzione dimolte apparecchia-ture, tra cui il lettinoad altezza variabilee la piattaformaecografica.Nel consultorio fa-miliare, che ha sedein via Tuscolana,proprio a metà stra-da tra le fermatemetro di NumidioQuadrato e PortaFurba, sarà possi-bile effettuaremolteplici esamiclinici.Oltre alle visiteginecologiche an-che Pap test,ecografie e con-sulenze psico-logiche.Le visite, che saran-no effettuate daoperatori specializ-zati, non solo damedici, ma anche daostetriche e psicolo-gi, saranno gratuitee prenotabili tele-fonicamente.

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Bilancia 54 - 56 ambo a Firenze

Sagittario 45 - 56 ambo a Napoli

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• APRILE 2009 www.panoromanews. i t- 29 -

Attualità

Domenica 8 marzo, l’Associazione Stam-pa Romana, per festeggiare la festa delladonna, ha organizzato per le giornaliste ro-mane un incontro con Enzo Monteleone eCristina Comencini che hanno presentatoil film Due partite.Il regista Enzo Monteleone infatti ha por-tato al cinema Due partite di CristinaComencini seguendo il testo teatrale, rad-doppiando il numero delle protagonisteche da quattro sono passate ad otto eoperando una serie in quantità industrialedi ciak, seguendo la storia, le emozionidelle protagoniste attraverso piccoli movi-menti e prevedendo molti tagli.L'opera teatrale ha girato l’Italia congrande successo la passata stagione ed ora,a ridosso della festa della donna, è arrivatonelle sale cinematografiche, interpretatocome sul palcoscenico da Margherita Buy,Isabella Ferrari, Marina Massironi e Vale-ria Milillo (qui in un ruolo diverso da quel-lo teatrale). La versione cinematografica è stata arric-chita da altre quattro attrici: PaolaCortellesi, Carolina Crescentini, ClaudiaPandolfi e Alba Rohrwacher, che hanno in-terpretato le figlie. Due partite è in pratica una pièce in due at-ti; la prima parte è ambientata negli anni‘60, quando quattro amiche si vedono pergiocare a carte a casa di una di loro, incin-ta al nono mese (Isabella ferrari). Si notano le frustrazioni delle donne del-l’epoca costrette a vivere secondo i detta-mi della morale e della società di queglianni ed escono fuori prepotentementemolti problemi: chi ha un amante, chi sache l’amante ce l’ha il marito, chi è in-

genua ed illusa, chi ha scelto di rinunciarealla carriera e alla felicità per la famiglia.Tutte accettano la situazione quasirassegnate.Il secondo atto parte con gli anni ‘90 macon il funerale di una delle 4 amiche, quel-la che nel primo atto era incinta, ingenuaed illusa. Non si dice palesemente ma si facapire che l’amica si era suicidata come asuo tempo aveva fatto anche sua madre,deludendola profondamente, un po’ come

a dimostrare che, anche se non si è d’ac-cordo sugli eventi della vita, esistonopurtroppo i corsi e ricorsi storici. Le quattro figlie delle donne si riunisconoper il tragico evento e chiacchierando traloro esprimono le frustrazioni e i drammidelle nuove generazioni: voglia di averefigli per dedicarsi a qualcuno che non sianecessariamente un marito, desiderio diseguire la propria carriera senza curarsi delmarito apprensivo e amorevole, abitudinead accettare passivamente genitori o aman-ti, difficoltà di vivere conciliando impegnidi lavoro ed esigenze femminili.L’8 marzo, alla presentazione del film,erano presenti sia il regista Enzo Mon-teleone che Cristina Comencini la quale

ha dichiarato: Ho voluto che a dirigere il film fosse unuomo. Il fatto che fosse tutto al femminile,infatti, poteva essere limitativo e ho credu-to opportuno che fosse un uomo a dirigerele otto donne ed a metterci anche un po’del suo. Chissà, forse poi faremo qualcosaal maschile per vedere le differenze.La pièce teatrale non è stata modificata eMonteleone spiega: Non ho voluto introdurre elementi esternial testo. Soprattutto non ho voluto inserirepersonaggi maschili perchè non volevo an-dare verso una specie di ‘Sex in the City’.Ovviamente ho dovuto fare alcune modi-fiche tecniche. In particolare ho avuto la necessità di farsì che le due generazioni fossero interpre-tate da attrici diverse, a differenza di quel-lo che avveniva sul palcoscenico. Il cinema, infatti, ha bisogno di maggiorecredibilità.Le quattro attrici che hanno interpretato leamiche anche nell'opera teatrale si sonotrovate bene sotto la regia di Monteleone ele giovani che hanno interpretato le figliesono state veramente brave. Sono riuscite amettere in evidenza i problemi di oggi. Ottima l’interpretazione di ClaudiaPandolfi, sempre brava e nel film ha forsesuperato se stessa.L’evento della mattinata a Villa Borghese èstato allietato da un elegante Break che hafatto socializzare le donne presenti, tuttegiornaliste. Un grazie a Stampa Romana da parte ditutte noi.

Maria Cristina Marocchi

PRESENTATO IL FILM DUE PARTITE

FILATELIA di Ruggiero Paolillo

In occasione della V^ Conferenza Nazionale sulle politiche antidroga e sui problemi connessialla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, si è svolto a Trieste il triennale appunta-mento di tutti gli operatori del servizio pubblico e del privato sul tema delle tossicodipendenze. Per celebrare tale avvenimento così importante, le Poste Italiane hanno emesso un francobollocelebrativo. La vignetta, opera della bozzettista A. Maria Maresca, raffigura - in primo piano - iritratti di don Oreste Benzi, Carlo Valenzi e Vincenzo Muccioli, sullo sfondo piazza Unità d’I-talia di Trieste. In alto a sinistra è riprodotto il logo della Conferenza. Tra i tanti che si occupanodel recupero, della cura e del reinserimento sociale dei drogati, sono stati scelti tre pionieri chehanno dedicato gran parte della loro vita al riscatto dei giovani caduti nel tunnel della droga. Ilprimo ha fondato la Comunità Giovanni XXIII, il secondo la Comunità di recupero S. Patrig-nano, il terzo precursore ed ispiratore dei Servizi per le Tossicodipendenze (Ser.T.).

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I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

di Michele [email protected]

Medicina

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BULIMIA, L’ALTRA FACCIA DEL PROBLEMA

Un’altra malattia legata al disordinealimentare è la bulimia (letteralmente"fame da bue"). Si tratta di una patologia solo apparente-mente opposta all'anoressia, con la qualein realtà ha molte analogie. La bulimia consiste sostanzialmente inun'incontrollabile necessità di ingeriregrandi quantità di cibo che poi, però, sitenta di neutralizzare attraverso compor-tamenti indirizzati a prevenire aumentidi peso. Queste grandi abbuffate creano

soprattutto nelle donne giovani, fortisensi di colpa e quindi il bisogno diliberarsi al più presto di tutto ciò che si èingerito, attraverso le cosiddette “con-dotte di eliminazione” che consistononel vomito autoindotto, nell’uso fre-quente di clisteri e nell'assunzioneesagerata di purghe o di altri farmaci. L'iperalimentazione, seguita da vomitovolontario, era già praticata dagli antichiromani i quali, stravaccati sulle alcove,ingerivano grandi quantità di cibo e divino che poi vomitavano volontaria-mente per continuare a mangiare e a beresenza sosta. In realtà, più che bulimiciquesti personaggi erano dei crapuloni,cioè delle persone che mangiavano ebevevano smodatamente e disordinata-mente. La bulimia propriamente dettacompare solo alla fine dell’Ottocentosotto forma di nevrosi, associata spessoa casi di anoressia mentale. Clinicamente la bulimia è caratterizzatada episodi in cui il soggetto sente un

bisogno impulsivo di assumere sproposi-tate quantità di cibo, correlati ad unaspiacevole sensazione di non essere ca-pace di controllare il proprio comporta-mento. L'episodio bulimico è caratteriz-zato dall'atteggiamento compulsivo concui il cibo è ingerito e non dal desideriodi mangiare un determinato alimento. È frequente negli adolescenti e nei gio-vani adulti. Gli episodi bulimici possonoessere scatenati da alterazionidell'umore, stati d'ansia o stress. In alcuni casi gli episodi bulimici pos-sono anche essere programmati antici-patamente. Non vengono considerati episodibulimici quei casi in cui vi è un'elevataassunzione di cibo saltuariamente e incontesti e situazioni particolari, né ilcontinuo "spiluccare" durante la giorna-ta.

Dott. Michele [email protected]

I disturbi del comportamento alimentarecostituiscono l'insieme di tutte le sindro-mi psichiatriche che si manifestano at-traverso un comportamento alimentarealterato. I disordini alimentari, di cui anoressia ebulimia nervosa sono le manifestazionipiù note e frequenti, sono diventati nel-l’ultimo ventennio una vera e propriaemergenza per gli effetti devastanti chehanno sulla salute e sulla vita di adoles-centi e giovani adulti. Se non trattati in tempi e con metodiadeguati, i disordini alimentari possonodiventare una condizione permanente enei casi gravi portare alla morte, chesolitamente avviene per suicidio o perarresto cardiaco. Anoressia e bulimia sono malattie com-plesse, determinate da condizioni didisagio psicologico ed emotivo, chequindi richiedono un trattamento sia delproblema alimentare in sé che della suanatura psichica. L’obiettivo è quello di portare ilpaziente, attraverso terapie mirate, a

modificare determinati comportamenti,ad adottare soluzioni di gestione dei pro-pri stress emotivi che non siano dannoseper la propria salute e a ristabilire unequilibrato comportamento alimentare.Non colpisce solo adolescenti, ma ingenerale donne con gravi conflitti inte-riori. Un comportamento alimentare al-terato può derivare sostanzialmente dauna molteplicità di cause. Patologie come l’anoressia o la bulimianon sono solamente l’espressione di un

disturbo psichico, ma traggono origineda complessi meccanismi neuro-psico-fisiologici. Gli effetti dei disordini alimentari sonomolto pesanti, sia sotto il profilo fisicoche sotto quello psicologico. Dal punto di vista fisico, gli effetti dellamalnutrizione comportano ulcere intesti-nali e danni permanenti ai tessuti del-l’apparato digerente, disidratazione,danneggiamento di gengive e denti, seridanni cardiaci, al fegato e ai reni,problemi al sistema nervoso, con diffi-coltà di concentrazione e di memoria,danni al sistema osseo, con accresciutaprobabilità di fratture e di osteoporosi,blocco della crescita, emorragie interne,ipotermia e ingrossamento ghiandolare.Le ripercussioni psicologiche, invece,comportano depressione, basso livello diautostima, senso di vergogna e colpa,difficoltà a mantenere relazioni sociali efamiliari, sbalzi di umore, tendenza acomportamenti maniacali, propensioneal perfezionismo.

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B O R D OB O R D O C A M P OC A M P ORubrica sportiva a cura di Giuseppe Presutti

E’ accaduto di tutto in una giornata delmassimo campionato che sarebbe statomeglio rinviare a miglior data, comesottolineato anticipatamente da moltidei suoi protagonisti. Si è verificato, al-lora, che l’Inter pur non vincendo aS.Siro, essendo cancellato in poco più diun minuto il doppio vantaggio sul Paler-mo, aumenti a dieci punti il distacco sul-la Juventus infilata a Marassi da un su-per Genoa che consolida l’ambizione didisputare da quarta classificata i preli-minari della Champions e che la stessavecchia Signora del calcio nostrano ri-schi adesso addirittura il secondo postoinseguito da quel Milan piazzatosi a duesole lunghezze in virtù del successoesterno, non facile, sul terreno del Chie-vo dopo una lunghissima serie positiva.Sul fondo della graduatoria si fanno ir-reparabili le posizioni di Reggina e Lec-ce, in una con il Bologna che peggiorasempre di più non facendo registrare mi-glioramenti numerici dal giorno dell’av-vento di Sinisa Mihajlovic. C’è, invece,l’impennata del Torino che, tutto in unavolta, riesce a realizzare due gol e ad in-camerare tre punti preziosi a danno delCatania. Non progredisce il Napoli che non assa-pora una vittoria da tempo immemorabi-le tanto che in loco non sono pochi co-loro che, incominciando a rimpiangereufficialmente Reja, finiscono per rende-re difficile la vita all’ex C.T. della Na-zionale. Per il resto perde malamente,perché avrebbe meritato una miglioresorte il Cagliari di Allegri (contrattorinnovato) sul rettangolo fiorentino,straripa in veste esterna il Siena dei ro-mani all’ombra delle due Torri e nel fi-nale di un confronto dai rigori - uno perparte - falliti, fa centro sullo stretto Flo-ro Flores per la sua Udinese. E’ tutto? Nemmeno per sogno, perchéall’Olimpico, quello vero, c’è stata unavera e propria rivoluzione, di numeri, dinovità, di comportamenti censurabili inpiù versioni, persino di incidenti fuoridopo la fine della stracittadina ma, pur-troppo, non è una sorpresa come asseri-scono, talvolta centrando il bersaglio, igiornali inglesi, essenzialmente quellipopolari.Dunque, stendo queste note il lunedì diPasqua, quindi a mente serena, oserei

nato) ha deluso. Le rimane come conso-lazione la Coppa Uefa (con la Fiorenti-na?). La squadra di Spalletti (un referen-dum forse lo boccerebbe) ha 16 punti inmeno dell’anno scorso quando era se-conda, ha la quint’ultima difesa (ha in-cassato il doppio dei gol dell’Inter), haun attacco che fatica soprattutto con leincerte condizioni fisiche di Totti e deglialtri. Quindi nemmeno fortunata. Ilbuongiorno si vede dal mattino, da Tri-goria, alle continue amichevoli in giroper il mondo, da tanto altro. Arriva ilLecce (brutti ricordi). Bisogna continua-re, come per la Lazio sabato a Marassicon il Genoa. Gara da giocare, come sapure il mio grande amico Gasperini.Chiudo con un rimpianto per VinicioCorridi, azzurro d’Italia, ciclista di altritempi, D.S. della Roma. A Sant’Agapi-to, al Prenestino, lo hanno salutato intanti sabato mattina. Per “Cannolicchio”esisteva solo la Roma. Non l’ha vistaperdere con la Lazio.

dire fredda. Il derby, sul piano praticodel risultato, è durato per quei pochissi-mi minuti iniziali che hanno visto la La-zio segnare e raddoppiare per un punteg-gio finale che rispecchia l’andamento diavvio e che, a una memoria, è la primavittoria che si verifica dall’ormai lonta-no 1929 - 30, campionato a girone uni-co. Non c’era mai stato un 4 - 2.Per risalire a sei gol occorre riandareall’1 - 5 con poker di Montella e gol diTotti e di Stankovic (5 reti italiane e unastraniera, al contrario dell’ultima stracit-tadina con 5 reti straniere e una sola ita-liana di De Rossi) e a pareggi con tre golper parte. Da dove cominciamo? DallaLazio che era reduce da tre sconfitte eche temeva, in caso di insuccesso, di do-ver tornare a Norcia. Per i biancocelestiè stata una fiammata, sia pure benedettada un calcio d’angolo inesistente. Ma ilmarchigiano Morganti, mal piazzato epoco mobile, è poi riuscito a stoppareTotti in ottima posizione, smarcato, inarea di rigore. Altre ne ha commesse ilpoco preciso diret-tore di gara che pas-sa per la maggiore(a proposito ho vi-sto premiare Ros-setti, come migliorarbitro del mondo!Da non credere).Comunque, l’esitodel derby non lo hafatto lui. Una Laziopimpante, bravanell’annullare nelprimo tempo unaRoma decisa a bat-tersi, una Lazio cheavrebbe potutodisputare un migliortorneo e che, ora, siaffida tutta al ritor-no del 22 aprile sulcampo della Juve(stesso discorso) perla Coppa Italia. Nonsarebbe molto, perògià qualcosa. La Roma, sfuggitoil quarto posto (tra-guardo massimo dalsottoscritto previstoprima del campio-

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Via Monte Vettore, 4 - Colleverde (Roma)

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