Basketville # 8 - 28 Aprile 2009

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n.8 - 27 aprile 2009 La Virtus riporta in Italia, dopo 7 anni, un trofeo continentale BOLOGNA FIERA > Serie A: bentornata, Varese!

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Dai playground ai playoff. L'e-magazine italiano di basket

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n.8 - 27 aprile 2009

La Virtus riporta in Italia, dopo7 anni, un trofeo continentale

BOLOGNA FIERA

> Serie A:bentornata, Varese!

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Serie A

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V come Virtus, comeVarese, come Vittoria

Era il 25 aprile 1973, quando l'Ignis vincevalo scudetto nello spareggio di Bolognacontro il Simmenthal avendo comespettatore un ragazzino alla sua prima partitavista dal vivo in un palasport. Dopo 36 anni e1 giorno, attaccato ad uno strumento cheallora poteva solo essere immaginato neilibri di fantascienza, il computer, quell'exragazzino seguiva le vicende che hanno riportato Varese in Serie A evitandola sempre pericolosa lotteria dei playoff. E lo ha fatto mentre “de visu” seguivale emozioni e i patemi di un'altra nobile, la Virtus Bologna, che finalmentestava riportando in Italia un trofeo continentale, sette anni dopo la Saporta diSiena.La caratteristica della Cimberio che lascia il purgatorio è di avere un belgruppo di giocatori italiani e fra questi un nucleo nato o formatosi a Varese,dal Passera per cui il paragone con Pozzecco è solo uno stimolo, ad Antonelli;dal Gergati figlio d'arte al Martinoni che è sì varesino ma attualmente solo inprestito dalla Benetton e che confermando i progressi mostrati torneràdefinitivamente a Treviso dove già giocano, molto e bene, i quasi coetaneiRenzi, Rullo e Sandri. La Virtus invece ha riaperto la bacheca e cancellato il tabù delle finali persedopo quella del 2001 in Eurolega: erano già sette, quattro delle quali con attosecco proprio all'attuale FuturShow Station. E anche nella finalissima diEurochallenge per sei minuti il fantasma della sfortuna sembrava esserepronto a rimostrarsi all'interno dell'impianto di Casalecchio. Da critici, nonpossiamo dirci soddisfatti del “come” abbia fatto la Virtus a sfatare l'ormaiconsolidata leggenda, ma possiamo dirci soddisfatti del “cosa” abbiarappresentato la vittoria sofferta: il ritorno in Italia di una coppa europea.Con una curiosità: Chiacig era presente sia nella Saporta di Siena del 2002che ieriDunque, bentornate, Virtus e Varese, in un albo d'oro e in Serie A.

Franco [email protected]

l’E-ditoriale

www.basketville.itNumero 8 – 27 aprile 2009

Direttore ResponsabileFRANCO [email protected]

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FotografieAgenzia Ciamillo-Castoria

Autorizzazione del Tribunale di Luccanumero 894 del 16 marzo 2009

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Serie A6 Scavolini-Air

di Francesco Tadei

7 Lottomatica-Armanidi Andrea Ninetti

8 Snaidero-Benettondi Luciana Ildefonso

9 Eldo-Solsonicadi Sante Roperto

10 Banca Tercas-Premiatadi Alessio Berdini

11 Ngc-Gmacdi Paolo Corio

12 Carife-Angelicodi Mauro Cavina

Italia18 Primo piano: Udine

di Luciana Ildefonso

19 Primo piano: Virtus Bolognadi Franco Montorro

19 L'evento: Nazionale Artistidi Paolo Marini

19 Legadue: il puntodi Lorenzo Settepanella

Donne20 Serie A1: il punto

di Roberto Perticaroli

22 Serie A2: il puntodi Roberto Perticaroli

23 Donne: parla il C.t. Ticchidi Roberto Perticaroli

International26 Nba: Toronto

di Mario Cagnetta

27 Eurochallengedi Gianfranco Bina

3 l’ E-ditoriale26 Io, Ettore29 Playground Style30 Play on/off32 Il test

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Serie A

Un coro malandrinoperché la fascia

di capitano passi adHicks, in una partita

quasi da saldi difine stagione

Qui Pesaro 89E’ servita un’Avellino sfinita per ridare speranza allaScavolini Spar. La squadra di Sacripanti ha avuto difficoltànel primo quarto dettate dalla paura di sbagliare. I titolariparevano completamente in balia degli avversari. Ilpensiero che questa partita avrebbe potuto portarla acasa i tifosi di Pesaro l’hanno avuta alla prima sirena:sotto di appena 4 punti nonostante una delle peggioriuscite dei biancorossi quest’anno. La Scavolini ha soffertomolto nel primo tempo sotto i tabelloni, non riusciva avenire a capo di un’avversaria che, per quanto a ranghiridotti, lottava su ogni pallone. Poi il giro di vite l’han datole riserve, salendo dal pino Myers, Zukauskas, VanRossom e Shaw hanno rimesso la Vuelle in linea digalleggiamento e, dopo il primo pari a 19, la stessa hamesso la freccia salutando Avellino. Pesaro èmatematicamente salva, un bel sospiro di sollievo dopoche in settimana i giocatori – ad una conferenza stampa –erano caduti dalle nuvole quando gli si prospettava unavolata salvezza. Ora bisogna interrogarsi sul futuro, con lacurva che ha eletto Hicks beniamino ed insignito dellafascia di capitano ai danni del capitano Myers, il quale incampo e in conferenza stampa ha tradito un certo fastidioper quel coro malandrino. Si ricomincerà da Cantù,sperando che i giocatori lascino da parte infradito e teloda mare giusto il tempo di finire dignitosamente ilcampionato (nella foto, Curry).

Qui Avellino 67I lupi sono scesi all’Adriatic Arena sperando, in cuorproprio, di fare il colpaccio. Difficile però regalare cosìtanti uomini agli avversari addirittura da presentarsi areferto in sole 10 unità. In effetti Avellino era in pienaemergenza, Williams reduce da 2 settimane di stopassoluto, con Porta, Slay e Tusek out, tanto cheMarkovsky ha dovuto fare di necessità virtù spremendo 32minuti a testa Radulovic e Best. Il tecnico irpino haprovato a passare a zona, per passare al cambiosistematico, finendo con adeguamenti sul perimetro,variando i quintetti alti a quelli bassi: nulla è servito, tantoche quando si è spenta la luce del faro Best i verdi sonosprofondati senza più provare a dare una scossaall’incontro. Oltre ai “vecchi” Best e Radulovic però, inpochi hanno saputo – per demeriti propri o del sistemaadottato – dare il contributo sperato. Markovski affermagiustamente a fine gara: «Difficile allenarsi in sei insettimana e preparare una partita importante comequesta». Eppure è sembrato che il buon Zare ci abbiamesso del suo con un quintetto del tutto insensato nelsecondo periodo in pieno vantaggio irpino inserendo duecentri di ruolo e nessun play: qui Pesaro ha ripreso fiduciagirando la partita a proprio vantaggio, qui Avellino haperso il ritmo degli attacchi e del suo equilibrio. Ma, forse,avrebbe perso lo stesso…

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E lacurva

"tradì"Myers

di Francesco Tadei

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Serie A

Qui Roma 83 Non si può parlare di partita perfetta solo perché quellaprobabilmente non esiste, ma la Lottomatica che ha schiantatoMilano ha realmente rasentato la perfezione, giocando elasciandosi ammirare per una condotta di gara esemplare dalpunto di vista mentale prima ancora che tecnico. Roma haindirizzato la sfida sui binari desiderati, mettendo pressionesugli esterni avversari e lasciando ad Hawkins lo spazio per iltiro da fuori ma non quello per giocare il suo devastante unocontro uno, l’arma più temuta alla vigilia. Dopo un brutto inizio(4-10 al 3’) e un time out riparatore, la Virtus chiudeva l’area,lasciando le briciole agli avversari mentre Hutson e Becirovicbattevano la zona a proprio piacimento. Un break di 11-0 adinizio del secondo quarto lanciava Roma e spegneva Milano,che usciva di scena col passare dei minuti soprattutto permerito di un’avversaria che non le ha mai lasciato il tempo diragionare (le 13 palle perse nel primo tempo lo testimoniano) e

che è stata più pronta nelle rotazioni e quanto mai precisa altiro da due. Jaaber leader silenzioso, Gigli (nella foto) ancorauna volta ciclopico sotto i tabelloni ed una panchina assai piùproduttiva di quella meneghina, le tre chiavi della vittoria deiromani che ritrovano il secondo posto in classifica in attesa delrecupero Teramo – Bologna, a questo punto determinante perl’assegnazione di un nutrito numero di piazzamenti in chiaveplayoff. Soddisfatto Gentile, che a fine partita ha sottolineatol’importanza del lavoro svolto in palestra e che si è detto feliceper aver ritrovato contemporaneamente un po’ di condizionefisica e pedine importanti come Brezec e De La Fuente.

Qui Milano 71 L’Olimpia torna a casa con qualche dubbio in più sulla tenutamentale di alcuni dei suoi uomini cardine, troppo inconcludentie svogliati. Poco da salvare in una trasferta forse troppo sentitavista l’importanza della posta in palio e per questo giocata benal di sotto delle aspettative. Price e Vitali spenti e mai in gradodi cambiar passo, Hall e Taylor impalpabili e fuori dal corocome se si trovassero per la prima volta in questa squadra econ i soli Mordente e Sow a salvare la faccia. Una sconfitta chenon azzera quanto di buono prodotto fin qui ma che riporta glieredi delle scarpette rosse coi piedi per terra, con laconsapevolezza di dover lavorare molto sotto l’aspetto dellapersonalità, quella che ha fatto la differenza fra Roma e Milanoben oltre i 12 punti di scarto conclusivi. Bucchiè apparsosconsolato ma sereno nel dopo gara, quando ha evidenziatocome una lunga serie di vittorie possa poi privare delle giustemotivazioni un gruppo che comunque sta facendo bene.

Lottomatica,la vittoriadel gruppoLa squadra di Gentile ha giocato rasentando la perfezione.

AJ, interrotta la lunga striscia positiva

di Andrea Ninetti

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Scendono in campo i migliori prodotti del vivaio e tengono a lungo testa ad una Benetton svogliata e che esce solo alla distanza

Serie A

di Luciana Ildefonso

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Qui Udine 70Senza Anderson, senza Romero, con gli adii prematuridi Torres e Buskevics, la Snaidero scende in campo peraffrontare i cugini di Treviso attingendo al settoregiovanile. Fanno il loro esordio in panchina ed in campoMaganza, Pascolo, Contento, Soldan e Pappalardo.Nonostantequesto gli arancioni riescono comunque a gestire inmaniera discreta il primo quarto che si conclude sul 17a 15. Sono Michelutti ed Ortner (nella foto) a fare ladifferenza e a tenere la squadra, se pur di poco, invantaggio. Anche nel secondo quarto la compaginelocale ha la meglio su una Benetton assolutamentespenta, sotto tono o che più semplicemente, giocandocontro il fanalino di coda del campionato, è in campocon poche motivazioni. Udine dà minutaggio alle giovanileve, in particolare a Maganza che senza paurasostituisce dignitosamente Romero. La Snaidero, anchegrazie al prezioso contributo di Ortner (13), va al riposolungo con un vantaggio di tre punti, 35-32. Al rientro incampo sono sempre i ragazzi di Blasone ha dominare:in tre minuti di gioco approfittano di alcune lacunedifensive bianco verdi, iniziando a guadagnare qualchepunto di vantaggio che con il passare dei minuti vaaumentando fino a toccare a metà del terzo quarto il +8. Da qui inizia la fase no dei friulani, finisce la benzinae anche la riserva. I bianco verdi ne approfittano:guadagnano punti e alla fine del terzo quarto chiudonocon in vantaggio 56 -59. L'ultima frazione condanna

definitivamente gli arancioni, che palleggio dopopalleggio perdono lucidità e punti mancandorealizzazioni facili e lasciando ampi spazi in difesa. Gliospiti dopo solo quattro minuti di gioco hannoguadagnato un margine di 10 punti che cresce adismisura nonostante i tentativi di Allen e compagni dicercare di tenere il passo. Game Over: 84 -70. E dallacurva si alza uno striscione: chiarezza!

Qui Treviso 84Per i primi due periodi di gioco la Benetton affronta ilmatch con leggerezza. Il primo quarto scorre via veloce,Treviso prende le misure e Neal Gary è l'unico adistinguersi sul parquet. Nella seconda frazione di giocola musica non cambia e Treviso va al riposo lungo sottodi tre. La pausa non aiuta i Colori Uniti che rapidamentecommettono un paio di errori difensivi e permettono allaSnaidero di allungare le distanze + 8 (32 -40). Questomargine viene gestito abilmente dai padroni di casa e laBenetton fatica veramente molto a trovare il ritmo. Ciprova Bulleri con una tripla che pare risvegliare almenoparzialmente i compagni che a due minuti dalla fine dellaterza frazione di gioco accorciano le distanze toccando il- 3 (50 -53). È l'inizio della rimonta, da qui in poi la partitaè bianco verde: Wallace e compagni ingranano la marciagiusta: una difesa più attenta, zona 2-3, e larealizzazione di canestri in penetrazione portano i venetia toccare 13 punti di vantaggio abilmente gestiti.

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Qui Caserta 77 Solo l’aritmetica non consente alla Eldo di festeggiare la salvezza, ma4 punti di vantaggio ed una gara in casa all’ultima giornata controAvellino, che è virtualmente fuori dai play off e quindi senzaambizioni, permettono ai casertani di dormire sogni tranquilli. Ilprossimo anno dunque, salvo sorprese dell’ultima ora (solo uneventuale arrivo a tre con Rieti e Bologna potrebbe destare qualcheansia in più), la Juvecaserta sarà ancora in LegaA. La massima serienella quale Caserta contro la Sebastiani ha centrato la 400esimavittoria della sua lunga storia. Eppure fino a 5’ dalla sirena finale, lasfida diretta con i laziali era in perfetta parità (58-58). Di Bella ecompagni non hanno saputo capitalizzare la fuga del primo tempo(33-20), poi rintuzzata fino al 40-36, e nemmeno quella di fine terzoquarto (58-47). «Abbiamo dovuto vincere due volte – ammette in salastampa Frates – la Solsonica è stata bravissima a rimontare, noi anon perdere la testa quando a pochi minuti dal termine dovevamoripartire daccapo, riorganizzandoci subito dopo la nuova rimonta degliospiti». La Eldo può così tornare a sorridere, ringraziando la mano diDiaz nel finale ed i 4 punti di fila di Michelori dopo l’ultima parità, masu tutto l’ottima serata nel tiro dalla lunga distanza (9/14 nel secondoe terzo quarto).Nella foto: Slay

Qui Rieti 63Per una squadra sconfitta, fino a domenica, in 12 delle 13 trasfertestagionali non era compito agevole invertire il trend nella bolgia delPalaMaggiò. Eppure a frenare Rieti non è stata nemmeno laristrettezza del suo roster, ma la scarsa lucidità nel finale di gara,quando sul 58-58 due amnesie difensive hanno spianato la strada allamaggiore consistenza dell’avversario. Un ottimo Hubalek nel primotempo, quindi Campbell e Thomas nel secondo hanno rimontato ognitentativo di fuga dei casertani, ma per compiere l’impresa servivaqualcosa in più.«Completata l’ultima rimonta e con il match in parità –sottolinea Lardo – ci è mancata l’ultima spinta. Sono orgoglioso diquesto gruppo e di quanto fatto finora, dimostrando anche a Casertagrande carattere e voglia di reagire, almeno fino a quando le forze e leenergie ci hanno sostenuto. Vogliamo però sorprendere ancora e nelleultime due gare venderemo cara la pelle per questa salvezza». LaSolsonica è riuscita nel tentativo di non dare ritmo agli avversari,complice anche un’ottima difesa 3-2 ordinata a più riprese, ma ilpessimo 9/30 complessivo al tiro da 2 e da 3 nel primo tempo nonpoteva garantire un match in equilibrio e l’inerzia è giustamentescivolata, quasi sempre, nelle mani della Eldo. Per i laziali era anchedifficile preservare il +1 dell’andata e quindi ora si punta solo adarrivare davanti alla Gmac, o eventualmente in parità, perché lamigliore differenza canestri consentirebbe comunque alla Sebastiani dicompletare il suo miracolo.

di Sante Roperto

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Serie A

L'Eldo vede la salvezzaLa Solsonica, chissà

Ai campani bastano due punti, ai lazialiserve qualcosa in più per rimanere nelmassimo campionato

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Qui Teramo 86Ancora una volta la Bancatercas dimostra di meritare icomplimenti e i punti raccolti quest’anno e vince una partitaequilibrata grazie alla pressione difensiva (nonostante diversitagliafuori mancati e un tempismo non sempre impeccabilenelle rotazioni) e alle conclusioni dai 6,25 di Carroll e dell’ex diturno Amoroso (18 punti, 6/8 dal campo, 4 assist e 24 divalutazione). A dirla tutta, se non fosse per la performancedominante di Jaacks (19 punti con 8/12 dal campo), che haridato un senso al duello in area fra le due front-line, si sarebbeposato sulla testa dell’ala di Cercola l’alloro di mvp del match.Sofferto, rimesso in piedi, controllato, “prestato” agli avversari epoi chiuso da grande squadra. Che la Bancatercas hadimostrato nuovamente di essere, vincendo la settima partitaconsecutiva al PalaScapriano (la decima stagionale su 13 garesin qui disputate). Stavolta a subire è stata Montegranaro, chein certi frangenti ha impedito a Poeta e soci di prenderepossesso dell’area avversaria con penetrazioni e vantaggicostruiti su situazione di pick’n’roll dal play teramano ma chealla fine si è ritrovata a dover prendere il numero della targa alla“macchina da basket” di coach Capobianco, considerata in unostriscione alzato a inizio partita dai ragazzi dell’InfernoBiancorosso, “l’orgoglio abruzzese”. Resta in piedi quindi, allavigilia del recupero di giovedì contro la Virtus Bologna, lapossibilità di entrare fra le prime quattro al termine della regularseason (nella foto, Brown).

Qui Montegranaro 83Il messaggio è chiaro, no? Il PalaScapriano è diventato uno deifortini più inespugnabili della Serie A. Lì puoi pure partire fortecome ha fatto Montegranaro e imporre il tuo credo (5-14, 5’).Puoi anche subire (58-45, 27’), poi rientrare (69-69, 36’), esperare che la pressione diventi insostenibile per la squadra dicasa. Puoi. Ma alla fine, devi. In questo caso, analizzare unasconfitta, pur avendo catturato 20 rimbalzi offensivi (e qui pesa il3/12 dal campo di Ivanov), pur schierando un Garrisstraordinario (sue le penetrazioni e gli scarichi che aprono lagara all’inizio e suo il canestro del pareggio di cui sopra) e puravendo in mano la possibilità di mandare al supplementare ilmatch con l’ultima azione. Vanificata da un disperato tiro da tre

di Cavaliero: «Non ho chiamato time-out per prepararequell’azione » spiegherà coach Vanoncini, in panca al posto dicoach Alessandro Finelli «perché volevo tenerlo, con quasimezzo minuto da giocare sul cronometro, per utilizzarloeventualmente negli ultimissimi secondi. Poi in azioni delgenere capita di prendere il tiro che la difesa ti concede. Orasperiamo che Alessandro ritorni presto con noi per centrare lapermanenza in Serie A come i ragazzi e il pubblico hannodimostrato di meritare».

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Serie A

di Alessio Berdini

Palascapriano,ormai una fortezzaSettima vittoria consecutiva nell'impianto teramano, per una squadra che ha domato una volitiva Premiata

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Serie A

Ngc rispondeGmac staccaPadroni di casa sotto esame dopo la batosta di Rieti, ospiti a pezzi e di nuovo in crisi

Qui Cantù 74"Noi sugli spalti abbiamo voglia di playoff e voi in campo?". Comerecita l'antico adagio, chiedere è lecito e rispondere è educazione. Edopo la partitaccia di Rieti, quella dei giocatori canturini allostriscione dei loro tifosi è una risposta che toglie qualsiasi dubbio.Ancora di più lo è quella di Lydeka che - al contrario di Sansone -tagliata la chioma ritrova tutta la forza perduta per il recenteinfortunio, sfoderando una prestazione "monstre" da 30 divalutazione, somma dei 13 punti, 9 rimbalzi, 7 falli subiti e 4 recuperimessi a referto. Ma come giustamente sottolinea coach Dalmonte insala-stampa, alla fine di una gara in cui 5 giocatori brianzoli sonoandati in doppia cifra è da rimarcare anche e soprattutto la prova diKevinn Pinkney, che si ferma sì a 8 nello score, ma profonde livellialtissimi di intensità difensiva contro Papadopoulos e con unatteggiamento alla Kevin Garnett salta pure a gioco fermo perbloccare qualsiasi pallone sia indirizzato verso la retina della Ngc... Non di soli lunghi vince però Cantù: positiva è infatti anche la provadi tutti gli esterni, che suppliscono con le penetrazioni e lerealizzazioni dalla lunetta alla serataccia collettiva da oltre l'arco(2/19). Anche se poi, ironia della sorte, ad affondare definitivamentela Fortitudo è il missile del 71-62 scagliato da Mazzarino a un giroscarso di lancetta dall'ultima sirena. «Quando l'ho visto tirare, hosmesso di respirare... riprendendo non appena la palla ha mosso laretina», confessa scherzando ma non troppo coach Dalmonte. Cheha una certezza: quella di giovedì 7 maggio contro la Pesaro delcanturinissimo Sacripanti sarà la sfida decisiva per conquistare unposto al sole dei playoff.

Qui Foritudo 64Malgrado l'acqua battente, sotto di dieci (39-29) i fumatori delladirigenza Fortitudo escono durante l'intervallo per la classicasigaretta calma-nervi. Uno di loro, chiamato al cellulare e interrogatosul tempo oltre che sul risultato, non resiste alla battuta: «Sì, piove.Piove sul bagnato...». Bagnato soprattutto nell'area colorata dove,con Fucka infortunato, Bagaric ormai condannato a sedere in fondoalla panchina e Cittadini limitato dai falli, tocca al volenteroso mavulnerabile Papadopoulos e al finto lungo Mancinelli contrastarel'atletismo canturino. Risultato: 40 a 30 nei rimbalzi per i padroni dicasa, 11 a 7 in quelli di attacco. E in una partita per certi versi d'altritempi, non essendoci di fatto alcun "effetto triple" a romperel'equilibrio (3/18 pure per la Fortitudo), l'inferiorità sotto canestrodiventa un fattore-chiave di questa sconfitta che trasforma gli ultimidue impegni dei bolognesi (in casa contro Caserta e poi a Teramo) indue over-time per la salvezza. In previsione dei quali coach Pancottosi dice sicuro che i suoi abbiano la giusta "fame": il problema - aquesto punto - è che abbiano anche il giusto controllo dei nervi...

di Paolo Corio

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Qui Teramo 86Ancora una volta la Bancatercas dimostra di meritare icomplimenti e i punti raccolti quest’anno e vince una partitaequilibrata grazie alla pressione difensiva (nonostante diversitagliafuori mancati e un tempismo non sempre impeccabile nellerotazioni) e alle conclusioni dai 6,25 di Carroll e dell’ex di turnoAmoroso (18 punti, 6/8 dal campo, 4 assist e 24 di valutazione).A dirla tutta, se non fosse per la performance dominante diJaacks (19 punti con 8/12 dal campo), che ha ridato un senso alduello in area fra le due front-line, si sarebbe posato sulla testadell’ala di Cercola l’alloro di mvp del match. Sofferto, rimesso inpiedi, controllato, “prestato” agli avversari e poi chiuso da grandesquadra. Che la Bancatercas ha dimostrato nuovamente diessere, vincendo la settima partita consecutiva al PalaScapriano(la decima stagionale su 13 gare sin qui disputate). Stavolta asubire è stata Montegranaro, che in certi frangenti ha impedito aPoeta e soci di prendere possesso dell’area avversaria conpenetrazioni e vantaggi costruiti su situazione di pick’n’roll dalplay teramano ma che alla fine si è ritrovata a dover prendere ilnumero della targa alla “macchina da basket” di coachCapobianco, considerata in uno striscione alzato a inizio partitadai ragazzi dell’Inferno Biancorosso, “l’orgoglio abruzzese”.Resta in piedi quindi, alla vigilia del recupero di giovedì contro laVirtus Bologna, la possibilità di entrare fra le prime quattro altermine della regular season (nella foto, rown).

Qui Montegranaro 83Il messaggio è chiaro, no? Il PalaScapriano è diventato uno deifortini più inespugnabili della Serie A. Lì puoi pure partire fortecome ha fatto Montegranaro e imporre il tuo credo (5-14, 5’).Puoi anche subire (58-45, 27’), poi rientrare (69-69, 36’), esperare che la pressione diventi insostenibile per la squadra dicasa. Puoi. Ma alla fine, devi. In questo caso, analizzare unasconfitta, pur avendo catturato 20 rimbalzi offensivi (e qui pesa il3/12 dal campo di Ivanov), pur schierando un Garris straordinario(sue le penetrazioni e gli scarichi che aprono la gara all’inizio esuo il canestro del pareggio di cui sopra) e pur avendo in manola possibilità di mandare al supplementare il match con l’ultimaazione. Vanificata da un disperato tiro da tre di Cavaliero: «Nonho chiamato time-out per preparare quell’azione » spiegheràcoach Vanoncini, in panca al posto di coach Alessandro Finelli«perché volevo tenerlo, con quasi mezzo minuto da giocare sulcronometro, per utilizzarlo eventualmente negli ultimissimisecondi. Poi in azioni del genere capita di prendere il tiro che ladifesa ti concede. Ora speriamo che Alessandro ritorni prestocon noi per centrare la permanenza in Serie A come i ragazzi e ilpubblico hanno dimostrato di meritare».

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Serie A

Carife,ok lo stesso.Angelico,mina vagante

di Mauro Cavina

Finisce all'overtime (e in lunetta)il sogno playoff di Valli,mentre Bechi sfruttail predominio a rimbalzo

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È finito un anno difficile e di scelte incomprensibili.La presidenza ora chiede tempo. Per rilanciare o per mollare?

Udine:che cosa succederà ora?

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Primo Piano

di Luciana Ildefonso

U dine è matematicamente retrocessa. Con ben tre giorna-te di anticipo sulla fine del campionato la Snaidero hasalutato la massima serie ed è scesa in legadue.

Alla fine di un annodifficile, davanti a scelte incomprensibili, unviavai estenuante di allenatori e giocatori, il caos ha avutolameglio e per la compagine friulana ormai non cè più via difuga. Ora, l'interrogativo che si pongono tutti, è quello di capirecosa si farà in casa arancione. E sì, perché dopo l'ennesimasconfitta, la presidenza ha chiesto qualche giorno di riflessioneper capire cosa fare, come muoversi, in che direzione agire. Facendo una analisi della stagione sono molte le cose che nonhanno funzionato findall'inizio: la formulazione mal fatta dellarosa (un “vero” play è arrivato a due mesi dalla fine delcampionato), i cattivi rapporti con i coach (Caja, Sacchetti), irisultati pessimi (ad oggi solo sei vittorie) e l'elenco potrebbeessere senza fine. Chi pagherà per questi errori?Nel frattempo il silenzio da parte dei massimi vertici èimbarazzante e i “no comment” dei giocatori suscitano grandecuriosità. In città, infatti, non si parla di altro e tutti hanno idee eproposte.

In molti, per esempio, cercano di trovare una risposta in meritoal ruolo ricoperto da Teo Alibegovic: sarà racchiuso in questonome il futuro del basket friulano o ci sarà ancora Edi Snaidero(nella foto, alla sinistra di Sacchetti) al comando?C'è chi addirittura ipotizza la consegna della compagine nellemani del Primo Cittadino.E si perché il rischio più grande è che ad Udine, da semprepiazza vicina al mondo della palla a spicchi, possa non esserciaddirittura più basket.E non solo quello maschile, ma anche quello femminile (oggiimpegnato nei playoff di A2). Ma ovviamente i quesiti della gente non si fermano qui: sequalcuno deciderà di accollarsi questa responsabilità, da dovesi ripartirà? Cosa si farà? Sono numerose le incognite che in questo istante passano nellamente dei tifosi e degli amanti della pallacanestro.Una risposta però, pare si potrà avere solo fra qualche giorno enel frattempo non resta altro che attendere la conclusione delcampionato, momento in cui probabilmente arriverà lasentenza finale.

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La finalissima di Eurochallengeha evidenziato pregi e difettidi una squadra che Boniciolli“vuole” in finale scudetto.Sì, ma...

Quanto valedavvero la Virtus?

di Franco Montorro

A ldo Giordani, quel manipolo di giocatori di brio delloCholet li avrebbe definiti senza nessun intento denigra-torio “negretti sciolti” e infatti proprio loro che il paisà

Nando De Colo giocando in scioltezza e in tranquillità, in seiminuti, quelli finali, sembravano poter realizzare l'impresa (dalloro punto di vista) o la disgrazia (vista da Casa Virtus).Così non è stato, la rimonta non è andta a buon fine, capitanGiovannoni ha potuto imitare capitan Abbio del 2001 e lacorazzata bianconera una finale l'ha vinta davvero, sul suocampo, dopo l'Eurolega targata Kinder.Ma mentre la gente abbandonava il palasport senza nemmenoschiamazzi, diremmo con misura, sotto una pioggerellina di tipomourinhesco (antipatica), quei 40 minuti che hanno portato allavittoria in Eurochallenge a qualche spettatore più disincantato, oa qualche critico meno coinvolto nell'euforia contenuta, sonoparsi esemplari su pregi e difetti della squadra di Boniciolli.anche se non soprattutto, a questo punto, in chiaveplayoff/qualificazione all'Eurolega/finale. Gli appunti sparsi alla FuturShow, se ricomposti dicono questo.Primo: la Virtus paga spesso pegno negli avvii di gara, quandonon riesce a prendere le isure agli avversari;Secondo: la Virtus non sa o non riesce a controllare il ritmo

quando si tratta di amministrare il vantaggio;Terzo: lo stato di salute della maggior parte delle guardie è, perBoniciolli preoccupante;Quarto: in questo momento le chiavi di volta per la Virtus sonoLangford, Mvp giusto, e “Long” Ford. Non Boykins, a trattiirritante, quasi sempre inaffidabile;Quinto: lo stato di lucidità dell'intera panchina bianconera non èapparso dei migliori. Vuoi per u time out non chiamato, vuoi pernon aver mandato nessuno a rimbalzo per due liberi con ilsecondo sbagliato;Sesto: la difesa Virtus se a volte provoca antiche suggestionicome la 1-3-1 in alcune occasioni provoca rinnovatepreoccupazioni per la sua staticità soprattutto quando poi c'è daandare a rimbalzo;Settimo: se qualcuno sostiene che la partita era difficile inquanto finale, ha ragione. Ma se la mettiamo sul pianopuramente mentale e consideriamo anche i vari ed eventualifantasmi che potrebbero aver alloggiato nelle teste dei giocatori,allora dovremmo considerare che questa squadra non è prontaa sfide di alto livello soprattutto se consideriamo come il piùgrosso difetto di questa Virtus sia stato quello di non avere unrendimento regolare non solo nell'arco di poche partite, ma

Italia

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anche nel corso di un singolo incontro (vedi il primo punto);Ottavo: da questo punto di vista la trasferta-recupero diMontegranaro arriverebbe al punto giusto, perché una vittoriarilancerebbe gli entusiasmi in campionato offrendo il secondopost su un piatto d'argento. D'altro canto una sconfitta, magarisenza mai essere in partita, confermerebbe i limiti più di testache di gambe di un complesso assai distante dal concetto di

regolarità (vedi Ferrara, dopo il ko interno con Siena);Nono: gli arbitri sbagliano. Per fortuna della Virtus è accadutoanche nella finalissima con lo Cholet, in un paio di occasioni nelfinale in maniera volonterosamente e furbescamente casalinga.Poi, se i francesi tirano con il 10% da 3 si siegano anche diversealtre cose.Decimo: l'assenza della Fip è stata scandalosa. Non consolerà ilgiustamente irritato Sabatini ricordare che fu così ad esempioanche nel 1993, all'Open di Monaco: Virtus contro Phoenix infinale, Italia contro Nba e Lega e Fip a fare merenda altrove.Perché il 26 aprile la Virtus “avrebbe” (scusate il condizionale)vinto una coppa europea da squadra italiana e, insomma, vistoche il fatto era anche prevedibile, la Federazione ImmobiliPallacanestro avrebbe dovuto essere degnamenterappresentata. Giusto perché essa stessa dovrebbe rappresentare noi tutti, mase non lo fa in queste occasioni così semplici... auguri!

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L'Evento

L o scorso 23 aprile è arrivata l’Nba aTeramo. Non quella Nba, però.Un’altra. Non la National Basketball

Association ma la Nazionale Basket Artisti.Meno spettacolare ma più funzionale almomento di grande difficoltà che l’Abruzzosta vivendo per il sisma del 6 aprile. E così,mentre scosse d’assestamento continua-no a interessare L’Aquila e le province limi-trofe (nelle ultime due settimane ne sonostate registrate circa 3.500 dall’IstitutoNazionale di Geologia e Vulcanologia), ilPalaScapriano ha ospitato un match d’esi-bizione che ha coinvolto i giocatori dellaBancatercas e, appunto, la Nba.Un’associazione nata 9 anni fa con l’inten-zione di organizzare delle iniziative dibeneficenza coinvolgendo personaggidello spettacolo (in questo caso il comicoRoberto Ciufoli, Fabrizio Frizzi, dj Ringo,Carlo “Mister Fantasy” Massarini) e cestistiai quali viene chiesto di “staccare le scar-

pette dal chiodo” e tornare sul parquet.Come nel caso di Antonello Riva (che lamette sempre da tre con una naturalezzainvidiabile) e Dan Gay, due dei protagoni-sti di una serata che alla fine ha permessodi devolvere circa 3.500 euro ai terremota-ti. E di svagarsi un po’, ridendo per le gagdi Ringo o applaudendo per le schiacciatespettacolari di Moss e Carroll. Insomma,tutti d’accordo alla fine sull’utilità di questogesto. Anche il capitano della BancatercasGianluca Lulli, che subito pone l’attenzionesulla voglia di reagire che contagia la granparte dei suoi corregionali “adottivi”:«Siamo felici di aver contribuito alla riusci-ta di questo evento facendo sorridere lagente in giorni nei quali ancora si percepi-sce la tensione. Gli abruzzesi sono perso-ne che meritano tutto il rispetto per comestanno affrontando questa tragedia e col-pisce sempre più la grande voglia di ripar-tire da zero che si percepisce parlando

con loro. C’è bisogno di ritrovare primapossibile una normalità per questa gente ese queste iniziative possono aiutare,anche sul piano economico, ci attiveremoper organizzarne altre». Nella speranza dipoter ricontestualizzare la parola normalitàanche grazie al campionato: «Le scosse –conclude Lulli – sono meno frequentiadesso ma anche per noi giocatori è statoun periodo scombussolato. Fra l’altro io hodue bambine piccole e questo aumental’apprensione. Inoltre non ci siamo potutiallenare al PalaScapriano per due settima-ne, per diversi giorni non siamo riusciti ariposare con la dovuta tranquillità, ma infondo ci riteniamo fortunati, perché sonoaltre le persone che stanno veramentemale in questo periodo. Comunque, incampionato abbiamo già ripreso a vinceree questo aiuta, anche perché pur avendobattuto ogni record societario sono sicuroche il bello per noi deve ancora arrivare».

Gli artisti per i terremotati

Puntata a Teramo della Nazionale BasketArtisti, in una gara di beneficenza a favore dei colpiti dal sisma che hasquassato l'Abruzzo

di Paolo Marini

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Legadue

E Varese finisce per "A"

F inisce 81-70, davanti a 5000 spetta-tori appassionati, in unPalaWhirlpool gremito e festoso, al

termine di 40’ di battaglia e tensione, conVarese che chiude ogni quarto in vantag-gio, rintuzzando ogni tentativo di ravvicina-mento degli uomini di Trinchieri. La forma-zione di Stefano Pillastrini vince meritata-mente ma deve tirar fuori dal cilindro unaprova tremendamente intensa per averragione di una formazione tenacissima,che ci ha provato fino alla fine, attuando unpiano tattico obbligato e intelligente, basa-to su una enorme pressione difensiva suRandolph Childress, il faro del gioco vare-sino, l’uomo che in moltissime occasioni siè caricato la Cimberio sulle spalle. Il gran-de lavoro delle guardie laziali mette Randyin un angolo per troppi minuti (il primocanestro del Professore arriva solo al 28’),ed è proprio qui che Varese si scopre piùche mai squadra, lasciando emergere indi-vidualità più spesso abituate a recitare ruolida gregario. L’organico del Pilla, in condi-zioni atletiche smaglianti, trova infatti risor-se preziosissime dal nucleo italiano. Labuona circolazione di palla porta Galanda,Cotani, Martinoni e Passera alla gestione

della responsabilità nel miglior modo possi-bile, con Veroli che invece riceve essenzial-mente da Gatto, Nissim ed in parte Hinesprove di maggiore spessore. Prove figliedella bontà della manovra corale diTrinchieri che, non potendo disporre deltalento creativo di Robinson (completa-mente fuori partita Stelmahers, 11’ di nien-te) deve necessariamente affidarsi al pene-tra e scarica di Nissim e al tiro pesante(eccellente Gatto, penalizzanti le polveribagnate di Migliori, 3/10 dall’arco e condiversi tiri potenzialmente chiave sparatisul ferro). Ma sono risorse tuttavia limitatecontro lo smalto fisico e la fortissima moti-vazione di Varese, che con il passare deiminuti trova grande qualità anche daLauwers e Dickens (preziosa la precisioneperiferica del belga, specie ad inizio 3°quarto, importantissimi la reattività ed i 13punti in 16’ dell’americano, tenuto precau-zionalmente fuori dallo starting five daPillastrini per una caviglia ancora doloran-te, poi brillantissimo e spettacolare).Varese vola dritta in serie A e dopo un annodi purgatorio torna al livello che le compe-te, stavolta con un progetto vero ed unaprogrammazione che le mancava da troppi

anni. Veroli proverà ad inserirsi nel livello dicui sopra passando dai playoff, ma esce daMasnago a testa altissima, mostrandoun’organizzazione difensiva che la renderàun cliente terribile per chiunque. A comin-ciare da una Scafati che parrebbe non averla minima chance per opporsi allo spesso-re fisico e tecnico della Prima. Playoff chemostreranno argomenti interessanti anchenello scontro fra Soresina e Pavia (impla-cabile in casa quanto fragile lontano dallemura amiche la Vanoli, mentalmente libe-ra e capace di ogni risultato l’Edimes), inquello fra Casale Monferrato e Rimini (conla Fastweb che parrebbe troppo solida etalentuosa per ricevere grattacapi daiCrabs, ormai appagati dalla salvezzaanche se con elementi come Scarone e DePol che di playoff ne hanno giocati parec-chi) e soprattutto in quello fra Sassari e Jesiche pare il più equilibrato di tutti, in cui biso-gnerà valutare se peserà di più il talentodella trazione posteriore di Cavina piuttostoche la classe di Michele Maggioli vicino elontano dall’area colorata. Palla a due, pertutte e quattro le serie di quarti di finale (dagiocare al meglio delle 5), a partire dadomenica 3 maggio.

di Lorenzo Settepanella

Alla fine, come da pronostico, la Cimberio piega la Prima Verolie ritorna nella massima serie. La nostra analisi delle serie playoff

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C'è bisognodella provadel treSemifinali ad oltranza:Taranto vertiginosa a Faenza,riscatto di Schio.Nei playout, salva Livorno

di Roberto Perticaroli

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Ragazzi, abbiamo scherzato. Si riparte da uno pari e solodopo la “bella” sapremo chi si disputerà lo scudetto 2008-2009. Eh si, perché Faenza, dopo aver compiuto un’impresatitanica violando il PalaMazzola, in casa non è riuscita achiudere i conti, dando una nuova chance ad un Tarantoche in terra faentina ha mandato cinque giocatrici in doppiacifra, dando l’impressione di solidità, soprattutto sopravvivendo a quell’inizio vorticoso dellasquadra di Paolo Rossi che non faceva presagire nulla dibuono. Dopo il -7 del primo quarto, Taranto incomincia adifendere, l’unica via per poter salvare la pelle ed allungarela serie. Il controparziale di 8 a 0 rimette in partita con latesta e con il fisico le joniche, David e Batkovic su tutte. Il 20a 7 del secondo quarto manda negli spogliatoi una squadrache crede seriamente nella possibilità di uscire con il refertorosa dalle mani. Si ritorna in campo ed il canovaccio è lostesso: la difesa di Taranto sembra quella delle giornatemigliori e Faenza in attacco fatica, uscendo dai guai moltospesso per la bravura ed il talento delle sue soliste. Tarantoal massimo vantaggio sul +9 con una tripla di Mahoney, poiun tecnico a Ricchini ridà fiato ad un Faenza visibilmente indifficoltà. Comunque sia, +6 Taranto al 30°. L’ultima quartosi gioca sul filo dei nervi e della tensione, benzinaprobabilmente non ne è rimasta tanta e si vedono errori daambo le parti. Bjelica prova a far fuori da sola la sua exsquadra ma Taranto a turno trova una protagonista:Mahoney (nella foto), Batkovic, Godin, fino a David, cherisulterà decisiva per questa vittoria dal peso specificonotevolissimo. Nel gioco al massacro dei tiri liberidell’ultimo minuto Taranto non paga dazio su uno 0/2 diGreco. Faenza arriva al massimo a -2 ma la partita sel’aggiudica Taranto che festeggia insieme agli impagabilitifosi rossoblu che anche in un sabato festivo si sonosobbarcati centinaia di chilometri per non lasciare sole leloro beniamine in una partita difficile quanto delicata. Ma nel

dopo-partita ci pensa coach Ricchini a riportare tutti con ipiedi per terra, facendo capire che prima di arrivare allafinale scudetto c’è un’altra battaglia da affrontare. «La miasquadra qui a Faenza è stata grande, superando le difficoltàe le paure emerse in gara-uno. E’ stata una vittoria delcollettivo, con tutte le giocatrici che si sono prese le lororesponsabilità, disputando una partita intelligente. Ma giàda domani (domenica n.d.r.) dobbiamo pensare alla “bella”:questa affermazione in trasferta su un campo difficile, deveservire per riprenderci mentalmente e proiettarci su unanuova partita fondamentale per il nostro cammino». ERicchini fa bene a mettere in guardia le sue perché conosceil valore dell’avversario e ha ancora negli occhi la splendidaprestazione di Adriana e compagne al Palamazzola: certo èche Faenza ha perso un’occasione grande quanto una casa. Stessa cosa può dirsi di Venezia che dopo aver vintotatticamente gara-uno al Palacampagnola riuscendo atenere opportunamente il punteggio addirittura sotto quota“50”, sabato scorso ha subìto la voglia di riscatto di Schioche già alla fine del primo quarto (14-23) aveva realizzato piùdella metà dei punti segnati nella gara di apertura dellaserie. Poi sono arrivati i dieci minuti giocati “da Reyer”,purtroppo gli unici, che hanno rimesso in partita Andrade ecompagne che andavano al riposo sotto di appena duelunghezze. Il parziale di 40 a 22 dei secondi venti minutidisegna abbastanza realisticamente l’andamento del match,disputato di fronte ad un PalaTaliercio che offriva un colpod’occhio entusiasmante. Cosa è cambiato rispetto a gara-uno? Intanto tre giorniprima Massimo Riga con la zona e labox and one aveva buttatato sabbia nei meccanismi diSchio costringendo, tanto per fare un esempio, Masciadri adun misero canestrino dal campo. Poco o nulla avevano fattoanche le altre, i play non avevano inciso per nulla le lunghe,esclusi alcuni flash di Ress, non avevano lasciato traccia.Sabato scorso invece Antibes e McWilliams (non pervenute

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in garauno) insieme hanno scritto “36”, Macchi ha chiusocon 22 punti e 22 divalutazione a dimostrazione di unapartita a tutto tondo. Nella Reyer, invece, nella partita in cuiHayden non ha avuto problemi di falli, pontendo rimanerein campo 28 minuti (probabilmente record personale) echiudendo l’incontro con una “doppia-doppia” (20+10),sono state le altre a latitare, come dimostrano gli “zero” fallidi Jokic e Nadalin, spia probabilmente di un atteggiamentoun po’ molle in difesa dove invece in gara uno si era morsoe lasciato i segni. Ed ora? Sentiamo Massimo Riga,allenatore delle oro-granata: «Siamo 1 a 1 e in questequattro partite è sempre saltato il fattore campo: ciaffidiamo anche a questa cabala per sperare, oltreovviamente sapendo di dover giocare una partita miglioreper poter sperare di impensierire Schio».Sabato scorso, oltre che per lo scudetto, c’era anche chilottava nella polvere dei playout per evitare il ruzzolone inserie A2. Alla fine è toccato a Ribera alla quale non èriuscito il miracolo dello scorso anno quando, partendodalla peggiore posizione, riuscì a salvarsi. A mantenere ilposto in A1 sarà Livorno (nella foto), per lo meno tutto iltrambusto estivo dell’operazione con La Spezia a qualcosaè servito. Una stagione davvero tribolata, con tre allenatoried un “viavai” di giocatrici italiane e straniere checertamente non ha dato stabilità all’ambiente. Cinzia Piazza,autentica bandiera della pallacanestro femminile livornese,ha portato la ciurma in salvo. E questo contava. Salvezzameritata per aver saputo vincere in trasferta (Livorno erariuscita anche ad espugnare in un’occasione Pozzuoli nelprimo turno) ma dal prossimo anno, magari, sarà il caso dilottare per qualcosa di più ambizioso. Lo richiede latradizione e la passione per la pallacanestro che c’è daquelle parti.Infine, e a margine, un bentornato a Stefano Michelini comenuovo allenatore di Parma, presentato ufficialmente lunedì.

VENEzIA-SChIo,UN PUrtroPPo C'èA margine Venezia-Schio, derby cheha visto un palasport strapieno edun tifo caloroso ed incessante daambo le parti, l’unica nota stonataarriva da bordocampo.ricostruzioni poco chiare e nellequali non vogliamo addentrarciperché a noi interessa soltantoquello che accade sul parquet par-lano di un incontro fin troppo ravvi-cinato tra il presidente di VeneziaBrugnaro ed il suo collega Cestaroche a metà dell’ultimo quarto sistava recando a salutare i suoi tifo-si, passando sotto la curva dei tifosireyer. Il risultato di questo “incon-tro-scontro” tra presidenti un ber-noccolo sulla fronte e due ditasteccate per il presidente dellasocietà scledense. Nel dopo-garaCestaro si è chiarito con Brugnaroil quale si è giustificato dicendo:«Volevo difenderti dai nostri tifosi».Cestaro ha chiesto un gesto ripara-tore e ha dichiarato: «Martedì nellabella di Schio, ci stringeremo lamano in mezzo al parquet davanti atutti». riportiamo queste pocherighe per dovere di cronaca ma neavremmo fatto molto volentieri ameno, soprattutto perché sarà l’oc-casione per qualcuno che non lo famai di occuparsi di basket femmini-le. Con la pubblicità che possiamoimmaginare…

r.p.

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Lucca, Cavezzo,Marghera, Pontedera,Ancona e Cagliariqualificate per lesemifinali.Per la retrocessionederby lombardo traBroni e Biassono

di Roberto Perticaroli

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Col cuorein gola

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Sei squadre hanno già conquistato l’accesso alle semifi-nali: per conoscere le altre due bisognerà attenderemercoledì quando sarà in programma garatre. Ma

andiamo con ordine. Sabato pomeriggio Lucca, anche se inmaniera non agevole, ha espugnato Bolzano (nella foto, lasquadra altoatesina) e conquistato il passaggio del turno. Ungrande risultato quello ottenuto dalla squadra toscana che daneo-promossa ha conquistato l’ accesso alle semifinali in soledue partite. Merito da dividere in parti uguali tra società, gio-catrici e staff tecnico. E ora alla finestra in attesa di conoscerela prossima avversaria, che uscirà fuori dallo spareggio traUdine e Bologna. La squadra felsinea, infatti, al Paladozza,dopo la netta sconfitta subita in Friuli si è riscattata con unaprestazione davvero positiva di fronte al proprio pubblico tra-scinata da Erika Aleotti (super prestazione per la guardia dellaLibertas, priva oramai da tempo di Coraducci) che è servita perdare un’inversione di tendenza nei confronti delle friulane, negliultimi anni uscite sempre vincitrici dai confronti con le bologne-si. E’ finita 2 a 0 per Marghera la sfida tra la squadra di Giulianie Reggio Emilia: vinto il primo incontro in trasferta, le venete,con un’ottima prestazione della giovane Granzotto, conquista-no la semifinale. Reggio Emilia vede scorrere i titoli di codasulla sua stagione. Roberto Vecchi, presidente reggiano: «Perprima cosa voglio dire che Marghera ha conquistato la semifi-nale con pieno merito. Ma queste ultime due sconfitte non can-cellano quanto di bello ed incredibile è stato fatto in questa sta-gione. Questa è una squadra che rimarrà nel ricordo dellanostra società per lo spirito ed i miglioramenti che le ragazzehanno evidenziato durante tutta la stagione. Credo sia statauna delle annate più belle della mia gestione da presidente.Per la prima volta volevo che il campionato non finisse mai!». Ha chiuso la pratica Montichiari in due partite il Cavezzo diLuigi Piatti. Dopo la netta vittoria già ottenuta in casa, un ven-tello anche in Lombardia. In semifinale in programma un inte-ressante Cavezzo- Marghera (nella foto): nella stagione rego-lare una vittoria a testa, per cui si preannuncia una semifinaleinteressante e per niente scontata.Passiamo al girone B dove i tre derby in programma si sonochiusi 2 a 0 mentre Pomezia-Napoli avrà l’appendice di gara-tre. A Siena netta vittoria di Pontedera mentre a Porto SanGiorgio Ancona allunga nel finale. Dopo il punteggio bassissi-

mo di garauno, altro derby al limite dei cinquanta punti aCagliari. 2 a 0 per il Cus che, arrivato settimo al termine dellastagione regolare, elimina la Virtus, seconda alle spalle dellacapolista Pontedera. Emozioni a non finire a Napoli dove la squadra di casa ad uncerto punto ha pensato di avere la semifinale in tasca (+9 a treminuti dalla fine). Poi la grinta ed il carattere di Pomezia (nellafoto, Cinili) ed una ritrovata Granieri, pienamente recuperatadall’infortunio e determinante per la sua squadra, hanno ripor-tato il match dalla parte delle laziali che, meritatamente, hannouna nuova chance sul campo di casa. Problemi di falli per ledue lunghe Scimitani e Georgieva, sempre assente Schiesaro,17+15 per Delibasic. In semifinale Ancona-Cus Cagliari men-tre Pontedera affronterà la vincente di Pomezia-Napoli.E passiamo ai playout. Nel girone nord Crema e San MartinoLupari hanno già conquistato la permanenza in serie a2. Lasquadra veneta, neo-promossa, ha centrato un obiettivo in cuiad inizio stagione probabilmente credevano solo in Veneto.Complimenti a Biral e compagne che, lo ricordiamo, sono neo-promosse. Dopo la vittoria di un punto nella gara di andata, piùnetta la vittoria in trasferta di Crema a Biassono. Partita mai indiscussione, pronti, via, e 28-10 per Fumagalli e compagne,con molti recuperi e contropiede. Recupero Biassono fino al25-37. Nel secondo tempo sempre avanti Crema con vantag-gi oscillanti tra i 12 e i 18 punti. Un commento di FilippoBacchini: «E’ finito un incubo, adesso siamo una squadra, pec-cato sia finito il campionato. Siamo pronti per i tornei estivi»,chiude in maniera ironica il coach di Crema, passata clamoro-samente nel giro di 12 mesi dallo spareggio per l’A1 col Geasai playout. Al tirar delle somme, sarà un drammatico derbylombardo tra Broni e Biassono a decidere chi scenderà in Bfacendo compagnia a San Bonifacio.Nel raggruppamento meridionale invece in programma duespareggi nel turno infrasettimanale. Come di consueto equili-brio tra Rende ed Alcamo, con vittoria per le calabresi che oratorneranno in Sicilia. Ad Alghero invece, vittoria delle sarde suFirenze: allungo decisivo in rimonta delle padrone di casa nell’ultimo quarto. Francesco De Rosa, ds di Alghero: «Anche inquesta partita abbiamo sofferto la fisicità di Firenze, abbiamotenuto nei primi tre quarti ed allungato nell’ultimo. Mercoledì ciaspetta una battaglia, sarà dura ma ci proveremo».

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Sabato scorso Civitavecchia ha ospitato un basketcoach clinic, in collaborazione con il Cna e la socie-tà ASD Polisportiva 2094 che ha fatto gli onori di

casa.Ad effettuare le relazioni ai tecnici del Lazio GiampieroTicchi, allenatore della nazionale maggiore femminile e NinoMolino, allenatore della nazionale under 20.Numerosa ed interessata la partecipazione degli allenatori,al di là della mera conquista di “punti” validi” per il “PAO” (nonè una sigla terroristica ma sta per programma di aggiorna-mento obbligatorio, appuntamenti a cui sono obbligati a par-tecipare gli allenatori per la propria tessera).Al di là del motivo che ha portato il coach azzurro nell’altoLazio, l’occasione era troppo ghiotta per avvicinare l’allena-tore nativo di Pesaro. Il “farmacista”, con il suo solito garbo

e disponibilità, parla un po’ di tutto: campionato, nazionale,futuro della squadra azzurra. D’altronde, incontriamo Ticchi apoche ore da gara-due di semifinale.Coach, partiamo dal campionato. Taranto, Schio, Veneziae Faenza hanno chiuso ai primi quattro posti. Erano pro-prio loro le migliori del lotto?

«Direi proprio di si per quello che hanno vedere durante l’in-tero arco del campionato. Parma che è arrivata quinta poteva in partenza ambire aqualcosina in più ma con tutti gli infortuni che ha avuto credoproprio che di più non potesse fare. Perciò, direi che la clas-sifica finale è espressione fedele dei valori espressi nellastagione regolare. Poi nei playoff tutto può cambiare: ed infatti abbiamo già

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Azzurro marecon il c.t. ticchiUn clinic a Civitavecchia, un lungo incontro con l'allenatore della Nazionale, che spiega i suoi progetti per gli Europei. E non solo

di Roberto Perticaroli

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visto che in gara uno è saltato il fattore campo. E magari lesorprese non sono ancora finite».

Un aggettivo per ognuna delle quattro squadre.

«Taranto: una corazzata. Schio: esperienza, soprattutto tra leitaliane. Venezia: imprevedibilità. Faenza: solidità». Il nome di qualche giocatrice che l’ha sopresa per unrendimento positivo superiore alle aspettative?«In parecchie occasioni le nostre hanno fatto davvero bene,mentre per le straniere faccio i nomi di Godin e Mahoney diTaranto».

A Ticchi, prima ancora che parlare di tecnica, tutti hannodato il merito di aver restituito entusiasmo ad unambiente che ne aveva ben poco, giocatrici ed entoura-ge.

«Appena arrivato è stato il primo obiettivo che mi sono pre-fissato: il disinnamoramento era evidente e chiaro, io ho cer-cato di far capire a tutte l’importanza di giocare con la magliaazzurra». A questo proposito, ci sono giocatrici che hannodeciso di dire basta e di considerare chiusa la loro esperien-za in maglia azzurra. E, guarda caso, molte di queste rico-prono il ruolo di playmker, che risulta falciadiato dagli innu-merevoli (e gravi infortuni) occorsi a Gianolla e Sottana. Chiara la posizione dell’allenatore con la scritta Italia sullamaglietta: «Lo scorso anno a Pomezia alcune giocatrici mihanno detto che non volevano saperne più della

Nazionale.A queste giocatrici non solo non abbiamo chiusole porte ma siamo anche pronti ad aprire le braccia. Con meci sarà sempre spazio per chi dimostra di avere il piacere digiocare in Nazionale». Giampiero Ticchi, quando partecipa ai raduni delle squadrenazionali giovanili, piuttosto che intervenire parlando, prefe-risce mostrare un filmato realizzato dall’ufficio stampa dellaFederazione, 25 minuti in cui sono rappresentanti i momentimigliori della nazionale italiana maschile e femminile dal1950 ad oggi. «Per giovani che sono all’inizio della loro attività è importan-te far capire l’importanza della maglia azzurra: in questomodo penso di riuscirci».

Recalcati ha dichiarato che vorrebbe che il suo gruppoprendesse esempio (dal punto di vista del carattere edella compattezza) da Macchi e compagne.

«Un gran bel complimento senza dubbio, colgo l’occasioneper ringraziare Recalcati, con cui sono in ottimi rapporti, edil presidente Meneghin per gli attestati di fiducia e stima chemi hanno rivolto in quest’anno di lavoro».La nostra chiacchierata è finita.Sotto con il clinic, a dispetto di un microfono che non nevuole sapere di funzionare, Ticchi ci mette voglia e parteci-pazione. Regalando qualche rimbrotto (“Non si riceve la palla ad unamano, in Nazionale, chi cade in questo errore, fa dieci fles-sioni») e qualche “cinque” alle fortunate che sabato mattinahanno avuto la fortuna di lavorare con lui. Abbiamo estrapolato alcune frasi dal lavoro che Ticchi hasvolto con le ragazze.Una in special modo ci ha colpito: «Il passaggio è un fonda-mentale troppo spesso sottovalutato dagli allenatori.Fate bene attenzione quando vedete le partite.Le squadre che si passano bene la palla sono anche quelleche giocano meglio».Ipse dixit.

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Iprogressi li vogliono vedere tutti: a cominciaredai tifosi più che mai delusi da una stagione cheha visto vincere i Toronto Raptors soltanto 33

volte contro le 49 sconfitte. Per finire con ChrisBosh che per restare vuole vedere la squadra gio-care meglio ma soprattutto vincere di più. Per que-sto motivo il presidente dei Toronto Raptors BryanColangelo (nella foto) assieme al vice MaurizioGherardini (nella foto, fra Renzi e Laguardia) è giàal lavoro per mettere a punto la squadra per il pros-simo anno. Ancora sono poche le certezze, circola-no solo tante voci per via anche delle regole Nbache vietano ai team fuori gioco di trattare con gio-catori impegnati nei playoff. In ogni caso qualchecosa già si sa: innanzi tutto ci dovrebbe essere ilritorno ai Dinos della guardia Carlos Delfino. Il cestista argentino, free-agent restricted, dovreb-be riapprovare in Ontario per rinforzare la panchi-na, uno dei tanti punti deboli della franchigia cana-dese. Poi arriverà un lungo per dare un po’ di ripo-so ai due titolari Andrea Bargnani e Chris Bosh eanche una guardia tiratrice da 15/20 punti a partita.Su quest’ultimo, il discorso si fa più complicato per-ché ancora non si hanno notizie sul suo futuro eproprio il prossimo anno diventerà free-agent. CB4incontrerà Colangelo il mese prossimo per valutarela proposta che il general manager gli farà: interes-se di entrambi è non farsi troppo del male in casodi divorzio. Bosh, che attualmente guadagna 14,4 milioni didollari, è alla ricerca di un contratto ancora più prin-

toronto,manovreper staremeglioStagione deludente per i Raptors. Il nostro corrispondente dal Canada anticipa strategie e amplifica voci. Comprese quelle su Messina, certo

di Mario Cagnetta

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toronto,manovreper staremeglioStagione deludente per i Raptors. Il nostro corrispondente dal Canada anticipa strategie e amplifica voci. Comprese quelle su Messina, certo

cipesco e di lunga durata per diventare un franchise-player echiudere la carriera magari con qualche titolo Nba sulla casac-ca. Il presidente dei Raptors vorrebbe, invece, convincere ilgiocatore a legarsi a Toronto per i prossimi anni e costruireintorno a lui una squadra competitiva. In quest’ultima ipotesi, ilprogetto vede naturalmente Bosh assistito da Bargnani eCalderon. Questi tre giocatori potrebbero essere il perno men-tre sugli altri due nomi che comporranno il quintetto base anco-ra si sa molto poco: di sicuro Anthony Parker, se rimarrà (èmolto probabile), partirà dalla panchina mentre sull’ala piccolamolto dipenderà dalle intenzioni di Shawn Marion. L’ala ex Phoenix Suns porta a casa 17 milioni di dollari l’annoe ha un contratto in scadenza. È fuori di discussione che Colangelo offrirà le stesse cifre pertenere il giocatore a Toronto. Non dovesse arrivare la sua firma,i Raptors avranno comunque tantissimi soldi da poter investireper acquistare un free-agent e per far arrivare in Canada unaltro grande giocatore per completare il roster. Nei prossimi giorni, sia Gherardini che Colangelo voleranno inEuropa per la Final four ufficialmente per visionare i giocatoripiù bravi e magari portarne qualcuno in Canada. Sempre a Berlino, si sussurra, i vertici dei Dinos avranno unincontro molto ravvicinato con Ettore Messina da molti conside-rato come uno dei possibili candidati alla panchina per la pros-sima stagione. Sul versante del coach, la vicenda è altrettantocomplicata. Lo spogliatoio di Toronto ha chiesto, forse più per salvare lafaccia che altro, la riconferma di Jay Triano anche per il2009/2010. Intorno a lui, potrebbe essere affiancato come leadassistan coach Marc Iavaroni, ora ai Memphis Grizzlies.Secondo la stampa canadese, Triano avrebbe più possibilità diMessina di guidare il team soprattutto per i problemi che que-st’ultimo avrebbe nell’inserirsi nei meccanismi dell’Nba. L’altra faccia della medaglia, però, potrebbe aprire interessantispiragli per il coach del Cska Mosca. Non bisogna dimenticare che la cura Triano quest’anno non haportato ai risultati sperati e anzi la sua media tra vittorie e scon-fitte è stata peggiore di quella di Sam Mitchell. Partire con un

allenatore preparato come Messina darebbe fiato a una fran-chigia alla ricerca di successi ma, dall’altra parte, bisognosa diavere tempo a disposizione per allestire un team competitivo elavorare in pace senza troppe pressioni da parte dei media edell’opinione pubblica. Se Triano non riuscisse dopo le primepartite a portare a casa dei risultati, ripartirebbero automatica-mente i malumori e le spinte per un nuovo cambio di guardiaripetendo quanto accaduto quest’anno con Sam Mitchell.Messina, invece, potrebbe avere più tempo e meno pressionisulle sue spalle in quanto verrebbe considerato come un alle-natore matricola e intorno a lui ci sarebbe molta curiosità. Il nome del coach dovrebbe venire fuori a fine maggio inizi digiugno quando sarà finita la Final four e anche il campionatoNba. Un ultimo inciso su Andrea Bargnani (nella foto): il Magoquest’anno ha chiuso la stagione con 15,4 punti a partita e 5,3rimbalzi. La sua definitiva consacrazione si è avuta nellaseconda parte del campionato dove ha finalmente goduto diminuti e di fiducia. La partita spartiacque è stata quella contro Denver il 31 dicem-bre del 2008. Da allora la sua media punti è stata di 19,1 puntia partita, vicina a quelle delle stelle Nba. Il prossimo anno le aspettative della società su di lui sono altis-sime perché tutti si attendono per lo meno una conferma a que-sti livelli se non ulteriori miglioramenti. Bargnani, da parte sua,ha già detto che intende migliorare nei movimenti sotto cane-stro. E lo farà dopo aver esaurito il suo impegno con la nazio-nale quest’estate. Nel frattempo, il Mago si darà da fare nel campo sociale: nelleprossime settimane verrà inaugurata la Fondazione Bargnaniche si occuperà di attività nel campo della beneficenza. Tra queste, non potevano mancare gli aiuti ai terremotati inAbruzzo .«Appena sarà tutto pronto darò anch’io il mio contri-buto per aiutare le persone colpite dal terremoto – ha conclusol’ex centro della Benetton Treviso – Anch’io purtroppo ho persoun mio grande tifoso che scriveva sempre su di me nei siti dibasket. Quello che è successo in Abruzzo è stata davvero unagrande tragedia e voglio anch’io fare la mia parte per sostene-re chi ha davvero bisogno».

NBA

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Ho visto la finale di Eurochallengegrazie alla telecronaca di E'TV, aMosca, da solo. Devo dire che è

stata la classica partita di finaledominata, alla fine, dalla paura divincere. Ricordo di averne vissute tanteanch'io di partite così e so bene checosa entra in testa un po' a tutti,giocatori compresi. Anche in quelli chesono arrivati qui quest'anno, che nonavevano provato le delusioni di altrefinali perse se non magari quella di Sienain Coppa Italia, anzi: i due ultimi finaliandati male della Virtus contro laMontepaschi.

Sull'ultmo possesso dello Cholet, laVirtus ha difeso bene, ha serrato le filacon molta attenzione su quel De Coloche a quel punto era davvero il pericoloprincipale. Immagino ci sia stata moltadiscussione, come speso accade inquesti casi e al di là dell'esito fortunatoper la Virtus, se in quelle situazioniconvenga o no fare fallo per poiconquistare l'ultimo possesso. Per comela vedo io, no esiste una regola precisa,certa. E' capitato anche a me di farescelte del genere, chiamare o no il fallo.Beh, dico che una regola forse nonesiste, ma che di volta in volta puoiprovare mille sensazioni specifichediverse che ti porteranno a scegliere unacosa piuttosto che un'altra. E che fra seimesi nessuno si ricorderà più dell'ultimotiro sbagliato, ma di quello che ci sarà

scritto nell'albo d'oro.La Virtus torna a vincere una coppaeuropea ed è l'unica per l'Italia. Cosìanche a me dispiace dell'assenza delpresidente delle Federazione a Bologna.Sono situazioni antipatiche, soprattuttose le guardiamo in ottica Mondiali 2014e considerando che Bologna dovrebbeessere una delle sedi. Mi auguro quindiche la polemica abbia presto fine, con ungesto da parte di chi di dovere.

Keith Langford si è confermato ungiocatore decisivo e mi fa piacere chenel riconoscere lui per primo il suoprocesso di crescita si ricordi sempre diringraziare chi lo ha allenato.All'atletismo di base ha aggiunto altredoti tecniche, in continuo miglioramento,e direi che questo gli apre giàprospettive per salire su palcoscenici piùimportanti. Mi auguro che li vogliacalcare con la maglia della Virtus.

Ho poi seguito con doppia attenzione lapartita fra Varese e Veroli, non solo pergli antichi ricordi legati al club lombardoma anche perché dopo che proprio subasketville avevo immaginato unapromozione anticipata la Cimberio si eracomplicata la vita. Insomma, non volevopassare come un menagramo. Scherzi aparte, Varese ha vinto con calma esangue freddo, in un palasport pieno,ancora con il suo gruppo di ragazzicresciuti in società.

io, Ettore

Le emozioni in ItaliaLe emozioni in Europa«Mi sono goduto i successi di Virtus e Varese,adesso inizio a pensare alla Final Four di Berlino»

di Ettore Messina

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Final Four, ci siamo. Partiremo per Berlinocon un po' di anticipo anche per limitaregli effetti del fuso orario che come tuttiimmaginano per noi è semprecondizionante. Anche questa vigilia èdiversa dalle altre. A Praga eravamo giàcontenti di essere lì a recitare la partedegli “underdog” e da non favoritieravamo però riusciti a reagire bene a dei0-7 iniziali tremendi e poi a vincere le duepartite. Ad Atene, sì, forse ci sentivamovittime sacrificali nei confronti del Pana.A Madrid eravamo di nuovo consapevolidella nostra forza. Eravamo forti, esperti,avevamo giocato una bella stagioneconclusa con l'impresa con l'Olypiacos. Iostavo vivendo un periodo particolare, eroun po' più lontano dall'evento, ma sapevo,e con me giocatori, che ci sarebberocomunque bastate due buone partite, chein effetti giocammo.

Adesso, prima di Berlino, penso che ci siaun grande equilbrio fra le squadre e che intutti e quattro gli accampamenti si pensi adue finali consecutive. Allora, pensiamointanto al Barcellona: abbiamocaratteristiche che ci favoriscono, nei loroconfronti, ed altre invece negative. Epotrebbero essere decise dal nulla.

Le emozioni in ItaliaLe emozioni in Europa«Mi sono goduto i successi di Virtus e Varese,adesso inizio a pensare alla Final Four di Berlino»

di Ettore Messina

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Eurochallenge

Anvedi come gioca NandoSpiccioli di Final Four: dai brividi perRigaudeau, alla rivelazione De Colo.Italianissimo di origine di Gianfranco Bina

Non sarebbe onesto sostenere che c’era grande pathos per lafinalina per il terzo posto. Occasione giusta per gustarsi un po’di pallacanestro giocata in scioltezza e a viso aperto. Ha vintoil migliore, con il russo Toporov che – dopo l’encomiabile losingeffort della semifinale – conquista un posto nel quintetto idealedi questa Final Four. Non sarà una belva da parquet, ma uni-sce un’innata eleganza ad una severa applicazione nei fonda-mentali fin dai primi vagiti nel minibasket.

Nikolic si inventa il quintetto più autoctono possibile, inserendooltre a Liatsos (5 punti per lui, inevitabili le paste), anche il playPalalas, che raccoglie un applausone per un pregevole assistnel traffico nei secondi finali, quando la FuturShow Station ini-ziava a riempirsi per la finalissima. Quando avranno dei nipoti-ni, glielo racconteranno fino allo sfinimento.

Ciprioti meritevoli anche per la folta delegazione giunta aCasalecchio. Non avevano grandi speranze, ma la macchiagialla era cospicua, corretta e rumorosa. Il capodelegazione haprotestato vigorosamente col servizio d’ordine e con la poliziaper la collocazione nello spicchio solitamente riservato alla tifo-seria ospite nelle gare interne delle V-nere. Tanto vigorosamen-te che ha rischiato di passare la notte in guardina, per averrifiutato l’identificazione. Sabatini è intervenuto per scongiurarel’incidente diplomatico, ma la delegazione cipriota l’indomaniha boicottato la cena di gala.

Poi, la finale, con il ritorno alla vittoria delle V-nere: “un piccolopasso”, per le caratteristiche dell’EuroChallenge, ma “un gran-de balzo” per la Virtus. Lungo sei anni, da fine agosto del 2003.Così l’hanno vissuta tutti i tifosi bianconeri, ed infatti i ForeverBoys hanno calato sul proprio settore il drappone nero dellegrandi occasioni. Si sono combattute battaglie più leggendarie,nella storia bianconera: forse la più dura quando, con un colpodi spugna, si cercò di cancellare la Virtus. Allora la vittoria con-tro i consigli federali voleva dire sopravvivenza, ora la “coppet-ta” chiude un ciclo di sofferenze e di espiazione di peccatialtrui. Prima che sul campo, la vittoria è giunta dagli spalti, conquel grande vessillo esposto in curva che ha toccato il cuoredei 7000 presenti alla FuturShow Station.

Impressionante, da pelle d’oca, la doppia ovazione prima dellagara decisiva con Cholet, quando la voce di Gigi Terrieri haannunciato il ritorno a palazzo dell’avvocato Porelli e la presen-za del numero 14 che qui ha portato due titoli europei, AntoineRigaudeau (uno che continua, anche dopo aver appeso le

scarpette al chiodo, a non andare molto d’accordo col propriocoiffeur).

Infine, la partita. Onorata da Cholet, che ha combattuto finoall’ultimo secondo, trascinata da uno splendido De Colo (nellafoto). Se Langford ha meritato l’MVP sia per la concretezza, siaper alcune giocate meravigliose, il vacanziero Koponen, dopola salamoia della semifinale, ha reagito nel momento più diffici-le, suo e della Virtus: un tiro aperto sbagliato, mentre Choletpiazzava un 6-0 a tamponare la priva vera fuga dellaBolognaFiere. Nessuna resa, anzi: risponde ai francesi infilan-do la tripla del +8 e nel terzo periodo smantella l’ottima vena diNandò, cacciandolo fuori partita. Se la Virtus ha potuto riaprireil forziere degli argenti, molto lo deve anche a questo ragazzi-no del profondo nord, su cui ha deciso di puntare guadagnan-dosi la pubblica riprovazione del presidente federale.

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mi risultati anche sul playground. Per sfide tiratissime fino all’ultimo tiro datre punti.

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Il test

18 Ottobre 2008. I Blaugrana di Barcellona fanno un salto aLos Angeles come ambasciatori del basket da Eurolega, peruno scrimmage di indubbio valore simbolico quanto didiscutibile tensione agonistica. Impressione corroborata dalfatto che i Lakers, in completo da prestagione pienissima, inuna partita finita 108-104 giochino in 16 (ebbene sì).Nessuno meno di 5 minuti, con l’apoteosi di Sun Yue, ilquale ottiene la bellezza di 10 minuti e mezzo di azione (cheperaltro ritiene di impreziosire con 5 palle perse). Dal cantosuo, anche Xavi Pascual la prende per il verso giusto (oquasi, vedremo tra breve), ruotando tutti e concedendo almassimo 27 minuti. Tutti tranne uno, che sta in campo 41minuti e 43 secondi per segnare 34 punti con 12-27 (e vabeh) al tiro. Chi è quel pezzo di tronco di privilegiatone?

Ersan Ilyasova (o Arsen Ilyasov, per i più pignoli), intento adimostrare alla comunità NBA che quanto mostrato aMilwaukee era solo il primo sorso dell’aperitivo.David Andersen, che se la chance a Stelle e Strisce l’hannoavuta cani e porci, perché non lui.Joan Carles Navarro. Perché è semplicemente Juan CarlosNavarro. E poi perché tale clausola l’ha fatta inserireesplicitamente nella trattativa di ritorno a casa. “Se non mifate giocare tanto e tanti (tiri) a Los Angeles, che gliela devofar vedere, alla prima riunione disponibile della Polisportivapianto su un casino che faccio scappare anche Messi eEto’o. E poi il pallone è MIO, lo porto da casa MIA e si giocafinché lo dico IO. Gne gne gne gne”. Testuale, come dacontratto depositato in Liga ACB.

15 Aprile 2009. I Raptors si presentano allo United Center diChicago per la fondamentale ultima di regular season, utileper evitare di finire con 50 sconfitte (invece con 49 anche iltifoso più inferocito di ammansisce). A Chris Bosh (nellafoto) servono 19 rimbalzi per arrivare a 10 giusti giusti dimedia, terminare così la stagione con il classico 20 e 10, erendersi ancora più presentabile per i riconoscimentiindividuali di fine stagione (e future considerazioni). Conquanti rimbalzi finirà l’uomo-franchigia ombra?

A) 10, perché lui pensa al bene della squadra, di

conseguenza non tiene a mente le statistiche durante il

gioco, né si fa aggiornare strada facendo da un

complice a bordo campo.

B) 2, perché dopo 7 minuti di gioco chiede il cambio

definitivo per lasciare il giusto spazio a Pops, Patrick

O’Bryant e Voskuhl, tanto utili quanto umili in

allenamento.

C) 19, ma guarda un po’.

Zero risposte esatte. Invidiamo sinceramente la vostrafreschezza, il vostro candore. Non sapete quanto cipiacerebbe poter affrontare l’argomento con questo spirito.Ma ne abbiamo viste di cotte e di crude. Soprattutto crude.

Una risposta esatta. Improbabile. O di qua o di là.

Due risposte esatte. Vecchi lupi del parquet che non sietealtro. Che la forza di Sergio Tavcar sia con voi. Al quale, aproposito, dedichiamo un abbraccio e un ringraziamentocommosso per trent’anni di compagnia di altissima qualità edivertimento.

Se rispondete bene, che la Forza sia con voi.E anche il mitico Sergio Tavcardi Massimo Zambelli