basketville n° 26 del 23 novembre 2009

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Il Basket a modo nostro.

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n.26 – 23 novembre 2009

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Basketville 26 -23 novembre 2009

SOMMARIO

4 Serie A Finalmente la Virtus di Franco Montorro 5 Serie A Roma Illude Siena conclude di Alessandro Bonazzi 7 Serie A Mordente Teramo Ingrato di Paolo Marini 8 Serie A Biella Bestia nera.. di Alberto Figliola 9 Serie A Ferrara Un Po’ a fatica di Gianni Govone 10 Serie A Sutor Regina delle Marche di Alessandro Bendini 11 Serie A Pepsi all’attacco di Santo Ruperto 12 A Dilettanti Il Fortitudo da 10 di Luca Bolognesi 13 A Dilettanti Ferentino fa sul serio di Luca Bolognesi 14 NBA Vecchio e nuovo 23 di Luca Bolognesi 16 Donne A2 Udine e La Spezia ancora loro di Roberto Perticaroli 18 Donne Più chiaro di così di Roberto Perticaroli 19 Donne A2 Il fattore K di Roberto Perticaroli

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Nazionale: ecco che cosa

c'è da fare. Il prima possibile

La notizia che Carlo Recalcati non era più il commissario tecnico della Nazionale c'è 'ha anticipata lui stesso per sms,

pregando di non considerare più un numero telefonico che sapevamo essere della Federazione. Poi, l'indiscrezione era già

arrivata ad una limitata parte della stampa, spiazzando probabilmente anche l'ufficio comunicazione federale ma ponendo

immediatamente fine ad una questione che si stava trascinando ormai verso gli aspetti esteriori più dolorosi di un rapporto

in evidente, rapida lacerazione. Curiosa, anche perché ogni corno della questione era noto da mesi e si è aspettato a lungo

prima di risolvere. Non crediamo per scrupoli o per dettagli.

Del resto, in Federazione pensavano anche di aspettare giugno, di rimandare all'inizio della preparazione per le

qualificazione europee 2011 la scelta del nuovo capoallenatore azzurro. Ragioni puramente economiche: perché, hanno

pensato, anticipare oggi quei 300.000 euro?

Perché, abbiamo pensato a noi nei mesi scorsi, ne sono stati buttati via molti di più per progetti inutili? E perché si debba

arrivare alla semplicistica conclusione che un allenatore della Nazionale serva solo quando si gioca. Non è vero e Meneghin

dovrebbe saperlo per prima.

Ora pare che un certo sommovimento mediatico, ma magari qualche consigliere influente (non forzatamente federale, lo

abbia convinto ad accelerare i tempi. Ed allora è probabile che proprio questa settimana si decida di andare da Ferdinando

Minucci per chiedergli la disponibiltà part time di Simone Pianigiani. Era la prima cosa da fare. E' la prima cosa da fare.

La risposta sarà positiva, ma a certe condizioni, perché giustamente Siena ritiene Pianigiani un gioiello di famiglia. Le opere

d'arte si spostano eccome dai musei, ma alle condizioni di chi le presta. Ovvero, sentito Pianigiani, creazione di uno staff ad

hoc che permetta comunque al tecnico Montepaschi di seguire la squadra, nella sua attività estiva, solo nei mesi di luglio e

agosto con il necessario, eventuale prolungamento da calendario in settembre.

Chi in questi mesi ha voluto la testa di Recalcati senza mai aver seguito un solo giorno della vita della squadra azzurra, sarà

contento. Purché non si vant di aver avuto voce decisiva in capitolo. Noi l'ex c.t. lo ringraziamo, per averci regalato alcune

delle più forti emozioni della nostra carriera, nell'estate declinante di Stoccolma e in quella torrida di Atene.

Non rompano le scatole i critici in servizio permanente effettivo, nel caso l'investitura toccasse a Pianigiani, nel lamentarsi

perché Siena non fa giocare italiani. Questo non determina il valore di un allenatore, che deve essere innanzi tutto

pragmatico. Né speriamo ci siano alfieri della cultura del successivo sospetto “pro Siena”, cocca della Federazione. Lette

alcune dichiarazioni del presidente del Coni, non conoscessimo l'onestà intellettuale di Petrucci, ci sarebbe stato da

malignare al contrario. E bene ha fatto Minucci a chiarire, in TV.

Basketville n° 26

Edizioni Media dell Otto Srl

Via delle Ville 1140/a

Lucca

Aut.Trib.Lucca 894 del

16/03/09

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Finalmente, la Virtus

Ottima prova corale delle Vu Nere, soprattutto in difesa. Air nervosa e sprecona da tre

Serie A

Qui Virtus 73 – Il segno più tangibile del ritrovato feeling fra la Virtus e il suo pubblico, comunque superiore alle 7700 unità, è nella permanenza fino alla sirena dei classici habitué dell'uscita anticipata, consistente schiera di tifosi che hanno sempre giudicato più conveniente uscire prima per non perdersi nel traffico dell'ignobile viabilità intorno al palasport che rimanere ad aspettare la fine della gara. Se per una volta hanno subìto il supplizio del deflusso rallentato, è stato per rendere omaggio ad una squadra alla migliore prova stagionale, vincente e convincente senza ancora largheggiare in spettacolarità. Ma questo sarà un tormentone che accompagnerà Lardo per tutto il campionato. La partita non è mai in discussione, già più 10 per la Virtus dopo cinque minuti, qualche volta Avellino torna sotto ma non sono quasi mai assalti preoccupanti. Primo quarto già 25-16 per Bologna, con 5/6 nelle bombe (1/7 per Avellino); seconda frazione stitica 9-10; terza più galoppante per Bologna che va all'ultimo intervallo sul 56-39 confortata dal leggero passivo. Ultimi minuti con pochi fremiti, festa grande per Koponen top scorer, per il solito paio di zompi al cielo di Sanikidze e per un paio di bei colpi di Moss (nella foto) ma meriti e soddisfazioni diffusi per un gruppo che aspetta il reinseriment lento di Righetti e nel quale lard dà momenti di fiducia a partita viva anche a Moraschini e Fontecchio. Qui Avellino 55 – Pancotto si arrabbia un po' con tutti. Di default con gli arbitri, con i suoi un po' troppo sbadati, soprattutto con un Troutman per larghi tratti inconcludente e indisponente. Finisce a 16 di valutazione come Lauwers e Brown, ma dopo essere stato a -4 e -1. Avellino perde tutti i confronti diretti e si ostina a sparacchiare da lontano fino allo sconsolante 4/21 finale, mostra molta confusione nell'attaccare le difese in moto perpetuo ordite da Lardo e conferma che quello con Ferrara non è stato un appannamento momentaneo. Ora, domenica, c'è l'occasione per il più clamoroso dei riscatti, perché in Irpinia scende Siena. Nessuno si è mai illuso che l'Air potesse lottare per qualcosa in più di una dignitosa posizione sulla griglia dei playoff e della qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, la missione del momento è dimostrare che quello che è stato raggiunto finora non è stato casuale ma frutto del lavoro di una formazione ben assemblata e meglio allenata. Il rischio non è tanto il ritorno alla normalità, quanto la depressione dopo una gara che tutti i pronostici – compreso il nostro – vedevano equilibrata e che invece si è fatta difficile dopo pochissime battute.

Di Franco Montorro

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Qui Roma 58 - «Nel primo tempo abbiamo disputato un’ottimo match, mettendo pressione a Siena. Poi nel terzo quarto siamo calati e una squadra come la

mensana in queste occasioni ti punisce». L’analisi di coach Gentile negli spogliatoi è lucida Roma ha giocato solo per due quarti, poi ha subito smentito gli

ottimi segnali di ripresa fatti vedere.La rapidità dei capitolini mette in difficoltà la difesa senese, Jabeer e soprattutto Hutson riescono a penetrare tra le

maglie toscane regalando ai tifosi romani l’illusione di una vittoria a Siena. Roma è bella da vedere, aggredisce il pallone, chiude bene l’area e rimane in testa

alla partita per dodici minuti. Ma Siena non lascia spazio e demolisce le speranze romane con un break di 13 a 0. Le azione offensive romane

diventano confuse, i capitolini pasticciano, asfissiati dalla pressante difesa toscana. Venticinque palle perse sono davvero troppe se si vuole avere qualche

chance di vittoria in terra toscana. Jabeer e Hutson, i due protagonisti del primo tempo, si spengono, non realizzano nei secondi due quarti, e condannano la

Lottomatica ad una pesante sconfitta. Domenica Roma proverà a tornare alla vittoria in casa, contrò la Ngc Cantù, per aggiustare la classifica che a questo

punto si presenta quantomeno complicata.

Roma illude, Siena

conclude

Ottomo prio tempo Lottomatica, poi la

Montepaschi spinge sull'acceleratore...

Qui Siena 83 - Partiamo dagli ultimi 20 secondi del secondo quarto.

Siena ha appena ricucito un tentativo di fuga di Roma, il punteggio

è di 37-38 per i laziali. McIntyre gestisce l’ultimo pallone del primo

tempo, aspetta gli ultimi sei secondi. Sfrutta il blocco di Stonerook,

tira da tre, segna. Siena 40 – Roma 38. Si può dire che la partita è

finita su questo episodio. Al rientro dagli spogliatoi Siena chiude le

maglie difensive, piazza un parziale di 13 a 0 e chiude il match.

Eppure la Mensana aveva sofferto l’aggressività e la velocità dei

capitolini nei primi 19 minuti del match. Hawkins parte subito

bene, mette a referto sei punti ma poi commette due falli, viene

sostituito e rivedrà il campo solo a 2 minuti dalla fine del secondo

quarto. Uscita la guardia americana, Siena appare confusa, fin

troppo per il gioco a cui ha abituato gli amanti del basket. Roma

arriva fino al +6 (22-28), ma poi i soliti immensi Stonerook e

McIntyre riportano sotto la Montepaschi. Nel secondo tempo non

c’è storia, Siena permette all’attacco romano la miseria di 20 punti

e chiude la partita soprattutto grazie ad un Zisis brillantissimo, che

conferma l’ ottima impressione fatta nelle ultime uscite. La

settimana di fuoco della Mensana è partita bene. Ora i ragazzi di

Pianigiani (nella foto) ospiteranno Barcellona in uno scontro

interessantissimo per l’Eurolega e poi andranno a far visita all’Air

Avellino, che la scorsa settimana ha subito la prima sconfitta in

campionato. Comunque l’impressione è che se Siena riuscirà a

tenere il suo standard agonistico sui livelli del terzo quarto contro

la Lottomatica potrà giocarsi a pieno le sue possibilità di portare a

casa finalmente la massima competizione europea.

Di Alessio Bonazzi

Serie A

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Serie A

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Mordente, teramano "ingrato"

Sono suoi i punti decisivi per la rimonta AJ. Nella Tercas il "caso" Thomas

Serie A

Qui Teramo 81 - Maledizione o bestia nera. Chiamiamola come vogliamo ma l’Olimpia per la Banca Tercas sta diventando un avversario che definire indigesto è poco. Di17 gare giocate fra le due squadre in Serie A negli ultimi sette anni, 12 sono state vinte dalla formazione di coach Bucchi (6 delle 9 disputate in Abruzzo). Stavolta, il “killer” di Teramo è il teramano Marco Mordente. E’ lui a zittire i suoi compaesani dalla lunetta mandando a referto un 2/2 a 8 secondi dalla fine del match. Fino a quel momento il Teramo Basket, con le bombe di Hoover (14 punti con 4/10 da tre) e Diener (15 punti, 8 rimbalzi e 4 assist) era riuscito a risalire la china. Una rimonta che dal -12 dell’intervallo (41-53, favorito dal tecnico preso da Amoroso al 19’ sul 39-47) ) rimetteva il match in parità nei dieci minuti successivi (66-66). Grazie alla pressione difensiva di Jurak (anche un tecnico per proteste al 23’ sul 46-57) e compagni, l’attacco milanese andava in tilt. Ma la Banca Tercas non trovava le giocate decisive per portarsi definitivamente avanti. Poeta, dalla lunetta, ci riusciva al 29’ (62-61). Destino vuole però che da quella stessa posizione, dopo aver fatto 12/14, il play teramano non riesca ad imitare il suo compagno di Nazionale Marco Mordente. Il portatore di palla biancorosso farà 0/2 a 6 secondi dal termine. E arriva così la quinta sconfitta (su sette gare) del Teramo Basket. Ormai sempre più lontano da James Thomas, infortunato al ginocchio sì, ma nemmeno al PalaScapriano in borghese a vedere la gara. Sull’argomento ha però precisato coach Capobianco: «Per me è un problema che non esiste. Se ne dicono e se ne scrivono tante a riguardo ma l’unica verità è che lo staff medico continua a valutare con attenzione la situazione fisica di Thomas e lui continua a mostrare impegno quando può allenarsi».

Qui Milano 83 -Parte alla grande la formazione di coach Bucchi. Senza Acker e Petravicious ha subito punti e difesa da Mancinelli e Rocca e prova a scappare (3-13, 4’). Poi subisce la pressione e l’agonismo di Teramo. Bulleri si fa fischiare un antisportivo (15-22, 8’). Hall lo imita qualche minuto dopo (29-38, 17’). Ma grazie alle strepitose percentuali da tre (9/13 all’intervallo) l’AJ resta avanti. Nel terzo periodo si fa mettere sotto e solo con Bulleri (tutti suoi gli unici 6 punti di squadra nei primi 5 minuti dell’ultimo quarto) e grazie alla freddezza in lunetta di Mordente (nella foto) e di Rocca (15 punti, con 5/5 dal campo e 5/8 dalla lunetta, ai quali aggiungere 9 rimbalzi) torna a Milano con il sorriso: «Abbiamo giocato i due quarti iniziali – commenta coach Bucchi – su ottimi livelli, poi abbiamo subito un prevedibile ritorno di fiamma di Teramo al quale abbiamo concesso di metterci le mani addosso. Però siamo stati freddi e precisi nel finale e questo è un dato positivo. Viste le assenze poi, mi preme sottolineare la prova di Bulleri, che non era nemmeno in perfette condizioni».

Di Paolo Marini

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Biella bestia nera...

Per una Cantù poco lucida. Ancora una grande

prova di Aradori

Qui Cantù 86 - Brutta battuta d'arresto per Cantù con la sua bestia nera Biella che al Pianella pochi or sono, ancora con Sacripanti sulla panchina brianzola,

aveva infine vinto dopo i supplementari una clamorosa partita da guinness dei primati in cui si trovava a -19 a circa 2' dalla fine dei regolamentari. Se sabato

sera non c'è stata apocalisse o la riedizione del trauma, tuttavia non ha perso bene la NGC, in testa, dopo il 15-16 iniziale, sino al 43-34, credendo e facendo

credere di avere in pugno il match. Subito un parziale di 0-11, ma, tenutasi a galla e ripresasi da un -8 marchiato da una delle tre triple del tedescone, ex di

Milano, Sven Schultze, risorpassando con un 10-0 by Markoishvili, Ortner (nella foto), Mazzarino - come al solito, fantastico con i suoi 25 punti (5/10 da 3), 8

falli subiti, 4 assist e 28 di valutazione – la Trinchieri Band è poi affondata quando più contava. Motivi? La non sempre eccelsa lucidità nell'attaccare la zona 3-

2 a grandi dosi dispensata dal tecnico avversario, l'inferiorità a rimbalzo – a proposito, perché quest'inconsistenza di Lydeka? Per il lituano solo 7' ma

inguardabili: i postumi di una non ancora perfetta condizione fisica o, senza voler fare dietrologie, altri problemi? -, il non avere capito che il “rincalzo” Chessa

poteva fare molto male, subendo dal ragazzo sassarese 5 bombe di fila, l'immarcabilità dell'altro talentuoso 21enne, talis Pietro Aradori, la discontinuità di

Jeffers nell'arco dei 40', per quanto supportata da uno spettacolare atletismo. Cantù è attesa ora da due dure trasferte, nella capitale e a Caserta, poi

l'appuntamento casalingo con la Virtus. Un calendario da far tremare i polsi.

Serie A

Di Alberto Figliola

Qui Biella 93 - L'aria di Cucciago esalta l'équipe di Luca Bechi che, non potendo giovarsi degli infortunati Jones e Soragna, pensa bene di buttare nella fiera e

torrida mischia il giovane Massimo Chessa – per lui nelle precedenti 6 partite a referto solo 8' totali – che lo ripaga con una prestazione mostruosa, vale a dire

11 punti nei primi 10' e 17 nei primi 20' e un bel 5/6 (5 consecutivi) dalla lunghissima. Della serie... se gli italiani giocano possono anche fare sfracelli. Ma se le

contingenze, alias infortuni altrui, non l'avessero spinto sul parquet, chi avrebbe mai potuto scoprire il tiro spaccapietre del ragazzino dalla personalità di

ferro? Poi, c'è anche Aradori, e questo è un bene per il basket azzurro; poteva essere uno dei tanti a perdersi lungo la sdrucciolosa strada delle promesse, ma

il nativo di Brescia, e “scartato” da Milano, è un attaccante poderoso che sa segnare in tanti modi, faccia tosta e nel bagaglio anche il passaggio. Bechi infine

ha “regalato”, visti i problemi di falli generali e nello specifico di Smith, 6' anche a Maggiotto che ha tenuto bene il campo. Insomma, tanti giovani alla ribalta

e una prova di squadra decisamente confortante. In ombra nella prima metà di gara, Pasco ha pensato di dominare il terzo periodo: 11 punti di cui 9 di getto

e con alcune giocate volanti da sogno per i suoi e da incubo per gli altri. Non era facile riacciuffare Cantù in netto vantaggio sul suo campo. Gran merito

dunque ai piemontesi di non avere mollato. Il dono è stato una dolce, sofferta e meritata vittoria.

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Ferrara un po' a fatica

Napoli tiene botta ma la Carife conquista ugualmente due punti vitali

Serie A

Di Gianni Govoni

Qui Ferrara 66 - Sul sito ufficiale del club estense, Giorgio Valli si mostra

soddisfatto come dopo no scampato pericolo: «Le partite si vincono con le

statistiche, col fisico, con la tecnica. Ma più spesso si vincono con la testa;

noi oggi siamo stati bravi a vincerla con la testa. Avevamo tutta la

pressione addosso, ed è venuta fuori una gara nervosa perché non siamo

stati capaci di scappare via subito. Direi che siamo stati bravi a vincere una

partita molto importante. Però dobbiamo essere consapevoli di non aver

ancora fatto nulla. Se Napoli è questa, nessuno è condannato in anticipo.

L’aspetto confortante è però che ogni partita facciamo un piccolo passo

avanti. Adesso dobbiamo continuare a lavorare, anche per inserire al

meglio Spinelli». Il razzente playmaker neoferrarese ha giocato per 10

minuti con 5 punti e uguale punteggo, ma negativo in valutazione e

ovviamente nessuno si preoccupa né meraviglia. La palma del migliore va

invece a Luke Jackon (nella foto), non impeccabile al tiro ma comunque

sempre presente a rimbalzo e a caccia di palloni. Per il rest meriti e

demeriti diffusi per una Carife più efficace sotto i tabelloni e come da

tendenza italiana recente “sparacchiona” da 3. Ferrara sempre avanti e

poi raggiunta alla sirena del terzo quarto. Da lì in poi molta paura per un

risultato che più che clamoroso sarebbe stato deleterio per i bianconeri,

che invece la pellaccia l'hanno salvata. Ora la trasferta a Varese, forse

cartina di tornasole almeno per il girone di andata della squadra di coach

Valli.

Qui Napoli - 59. Finalmente un passivo ridotto e, come diceva coach Pasquini, un'autonomia in aumento, anche se non ancora sufficiente a conquistare i

primi due punti e a mantenere viva la fiammella della speranza. Tsaldaris e Jones sopra la mediocrità diffusa per una squadra con molti zeri nel tabellino e

ancora alla ricerca di un'identità e come detto di una speranza. Fra quelli con valutazione negativa, citare Bonora (24 minuti in campo con 0 punti, 2

rimbalzi, 1 stoppata subìta) è un altro modo di chiedersi ancora una volta il perché di questa avventura nella quale rischiano l'immagine anche giocatori

come l'ormai ex Pando, che ci mettono la faccia senza bene capire la progettualità di questa Martos. Poco ha fatto ancora una volta Gabini, quasi

svogliato, un po' meglio Traylor che ha mostrato mano precisa ma per un contributo alla fine assolutamente insufficiente. Nel prossimo turno al

PalaBarbuto scende una Benetton in caduta libera nelle ultime due gare, contro le due neopromosse, vediamo che farà Treviso contro questa probabile,

anticipata retrcessa

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Serie A

Sutor regina delle Marche

Montegranaro vince un derby dominato su una Scavo

a tratti impaurita e che adesso inizia a vedere gli spettri

Di Alessio Berdini

Qui Montegranaro 73- La Sutor sta diventando bella. Lo dicevano Frates e Vacirca, dopo aver costruito questa squadra, che il gruppo, giovane, sarebbe

cresciuto e avrebbe superato le perplessità dell’ambiente. Ebbene, avevano ragione. Perché questa Sutor nelle ultime due gare, oggi e a Napoli, ha dimostrato

di poter diventare grande. La difesa, aggressiva, non ha concesso neanche 60 punti alle ultime due avversarie. L’attacco è più ordinato, «merito di un gruppo in

cui tutti si aiutano a vicenda, tutti lavorano ogni giorno della settimana per migliorare con gli altri», dice Frates a fine partita. E finalmente è arrivato anche un

ottimo primo quarto: infatti alla Sigma era spesso capitato di subire pesanti parziali nel primo periodo. Oggi la situazione si è capovolta: grande concentrazione

e primo parziale chiuso 27-11. Ognuno ha fatto il suo in un collettivo capace di non scomporsi anche quando gli ospiti erano tornati a contatto. «Sapevamo che

sarebbero rientrati» dice Frates, «ma siamo stati molto bravi a non disunirci. Questa è la strada giusta e la migliore. Anche se è dura, la dobbiamo seguire per

ottenere grandi soddisfazioni». Sutor che quindi con la vittoria di oggi si afferma come maggiore realtà regionale, ma soprattutto mette 6 punti tra sé e la zona

retrocessione, in attesa di giocare a Cremona, in quella che sabato sera sarà ancora una volta una sfida fondamentale per la salvezza (nella foto,

Maestranzi).Qui Pesaro 57- La Scavo sta sprofondando. Niente vittoria anche oggi e fanno 7 sconfitte in altrettante partite. Colpa anche di un calendario che

certo non ha aiutato e non aiuta, visto che Pesaro domenica sarà a Milano, altro campo dove fare risultato non è certo una passeggiata. La situazione è davvero

buia, Dalmonte prova un po’ ad attenuarla dicendo che «in questo momento ci vuole coraggio per capire la situazione. Dobbiamo evitare la paura e continuare

a lavorare per ogni partita». Ma il problema sembra un po’ più grande: Pesaro, seguita da un gran numero di tifosi dovrebbe avere il sangue agli occhi in questa

partita. Tutti se lo aspettavano. E invece primo quarto pietoso dei biancorossi, sconcentrati, impauriti, alcuni quasi svogliati. Hicks su tutti non entra in partita,

annichilito da Marquinhos. Si salvano in pochi: Van Rossom che dalla panchina entra e dà la scossa per la rimonta fino a -2 del secondo quarto. Flamini che

difende in modo favoloso su Marquinhos. Williams, autore di una maestosa prestazione da 24 punti, 16 rimbalzi e 45 di valutazione. Poi il nulla. Il buio

completo della Scavo di questi tempi. Non si sa se basterà un po’ di coraggio in più per cominciare a vincere. Certo è che se a inizio anno parlare di salvezza per

la Vuelle sembrava un’eresia, adesso la salvezza è lontana 4 punti e cominciano a volare i primi spettri. Ora ogni partita va giocata come una finale. A Dalmonte

l’incarico di fare in modo di vincere la prima tra soli 7 giorni.

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Pepsi, all'attacco vincendo

Campani strepitosi nel terzo quarto, Vanoli in picchiata nella ripresa

Di Santo Roperto

Serie A

Qui Caserta 97 - Non esisteva modo di migliore per cancellare il tracollo di Teramo (dal +15 al ko finale nei 5 minuti finali) che centrare una corroborante e

larga vittoria ai danni di una diretta concorrente per la salvezza. La Pepsi (che fa esordire Marquis al posto di Kavaliauskas, out per sei mesi) travolge una

Vanoli coraggiosa per 25 minuti, ma poi scioltasi come neve al sole al primo vero strappo. La squadra di Sacripanti, che si conferma il miglior attacco del

campionato, mantiene l’imbattibilità interna grazie ad uno strepitoso terzo periodo di gioco: 10 minuti di fuoco che rompono l’equilibrio e nel corso dei quali

mette a segno 32 punti (26 dei quali firmati dalla coppia Jones-Bowers). Sono proprio loro due a trascinare i padroni di casa: il primo con alcune iniziative

personali e una gragnola di triple (4/6 dai 6,25 oltre a 16 rimbalzi), il secondo con una magistrale gestione della cabina di regia e un’autorità da veterano con

la quale ha preso per mano la squadra (4 assist e 21 punti). Rotto l’equilibrio, il secondo tempo si trasforma in un lungo monologo bianconero e trovano gloria

con merito anche un gladiatorio Michelori (6 rimbalzi e 4 recuperi) e Doornekamp (10 punti tutti nel finale dopo una partita intera in panchina per falli). «Ci

attende ora un calendario ed una serie di impegni piuttosto probanti – sottolinea a fine gara Sacripanti (nella foto) – era importante dopo sette giornate

mettere più fieno in cascina possibile. Ci siamo riusciti e stiamo crescendo».

Qui Cremona 74 -127-57 la differenza nella valutazione finale spiega più di ogni altra cosa il baratro nel quale la Vanoli è scivolata quasi senza accorgersene

dopo un ottimo primo tempo. Il sussulto di Forbes, una tripla di Formenti e poi di Bell, che sfrutta un tecnico a Sacripanti fischiato nell’intervallo, portano al

42-46 di inizio secondo tempo. Poi il black out lombardo e sotto i colpi di Jones e Bowers, la squadra di Cioppi non riesce a reagire: Bell scompare dalla

contesa, Forbes non segna per 18 minuti consecutivi, Brown è spaesato ed il solo Rowland prova ad inventare qualcosa. Ma non basta perché dalla panchina

non esce nulla che possa servire, Caserta passeggia allungando nel punteggio e Cremona molla la presa, con tiri affrettati e pessime percentuali (3/11 da tre

nel secondo tempo). «Non mi è piaciuto il comportamento dei miei ragazzi nel terzo quarto – conclude amareggiato coach Cioppi – abbiamo mollato, senza

essere più aggressivi, senza crederci più, quando ancora era tutto in gioco. Ovviamente giocare tre partite in una settimana (la Vanoli ha recuperato anche il

match contro Napoli, ndr) e qualche infortunio di troppo di recente ci ha penalizzato, ma tuttociò non deve essere un alibi».

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Fortitudo da 10

Bologna prima squdra a raggiungere la doppia cifra di vittorie e unica imbattuta in entrambi i gironi

10-0. La Fortitudo è la prima squadra dell’intera A dilettanti a raggiungere la doppia cifre di vittorie. E ormai da tempo è l’unica squadra imbattuta di entrambi i gironi. Nel girone A, per il momento, riescono a tenerle testa solamente Forlì, Ozzano e Verona. Ma questo weekend al Paladozza è stata una battaglia. Un’agguerritissima Bitumcalor Trento (guidata da Vincenzo Esposito al quale il pubblico fortitudino ha dedicato un’ovazione) è rimasta in partita fino al termine, con la possibilità di pareggiare a 10 secondi dalla fine con due tiri da tre non andati a segno. Nella Effe prove maiuscole per Mario Gigena (21 punti e 10 rimbalzi) e Matteo Malaventura (15 punti e 5 assist). Dietro la capolista tiene botta la Vemsistemi Forlì che in un’altra combattutissima partita batte l’AgricolaGloria Montecatini per 88-84 portando così il suo record a 8 vittorie e 1 sconfitta. Dietro c’è un’altra squadra emiliana: Ozzano. A Castelletto è stata una grande battaglia conclusasi ai supplementari con la vittoria del Pentagruppo per 82-79. A Castelletto non sono bastati i 29 punti di Emanuele Rotondi e nell’ultimo minuto del supplementare è stato decisivo l’errore dalla lunetta di Luca Conte seguito dai due liberi di Roberto Prandin che hanno fissato il punteggio finale in favore di Ozzano. Rimane ferma a 12 punti la Tezenis Verona, non per una sconfitta, ma perché la sua partita contro Riva del Garda è stata rinviata. Dietro gli scaligeri muove la classifica Brescia vincendo per 73-65 contro Trieste. I lombardi (5-3) e Trento (5-4) sono le ultime due squadre con un record in attivo mentre in fondo alla classifica Jesolo conferma le 0 vittorie perdendo anche a Fidenza. Se nel girone A si delinea sempre più una fuga solitaria, nel girone B si forma una nuova coppia in testa: Ferentino e Barcellona. Le due squadre sono riuscite a staccare Palestrina che, con una partita in meno, nel weekend ha perso per 76-71 a San Severo dimostrando di essere in un momento altalenante e quindi delicato della stagione. Nella coppia di testa ben pochi problemi ha incontrato Ferentino nello sbarazzarsi di Molfetta: è finita 81-67, ma solo perché i padroni di casa hanno staccato il piede dall’acceleratore nell’ultimo quarto. Tra i laziali ottime le prove di Zivic (19 punti e 10 rimbalzi), Calbini (18 punti) e Matteo Metz che ha realizzato 17 punti in 24 minuti. Ben più complicata è stata la pratica per Barcellona che nel derby siciliano contro Agrigento si è imposta per 78-75. Dopo aver dominato il primo tempo con i colpi di Bucci e Bisconti chiudendo con 10 punti di vantaggio è arrivato un blackout nel terzo quarto che ha riportato sotto gli ospiti (-3). A 40 secondi dalla fine Agrigento si è addirittura portata in vantaggio di tre punti (75-72), ma poi il duo Bucci-Bisconti ha confezionato la mini rimonta finale. Dietro turno di stop per Siena e Ostuni che, dopo la richiesta dei pugliese, recupereranno lo scontro diretto che sarebbe dovuto essere giocato sabato, ma è stato rinviato. (nella foto, Muro della Fortitudo).

A Dilettanti

Di Luca Bolognesi

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Ferentino fa sul serio

La squadra laziale è partita fortissima in questa stagione

Nelle prime nove giornate sono cambiate le squadre che l’hanno affiancata in classifica, ma nessuno l’ha mai scavalcata. Con sette

vittorie e due sconfitte attualmente condivide la testa con Barcellona e potenzialmente con Ostuni che, però, ha una partita in

meno e dovrà giocarsela sul difficilissimo campo della Virtus.

Il coach di Ferentino Massimo Friso può essere soddisfatto dell’avvio di stagione dei suoi. Nelle prime giornate sono state battute in

sequenza Ostuni (75-64 in trasferta), Siena (78-74 in trasferta), e Palestrina (78-74 in casa).

Insomma, tutte le squadre sono state domate da Ferentino coach Friso, come le sono sembrate le contendenti del girone B?

Bè, probabilmente le due squadre più attrezzate sono Siena e Ostuni, anche se sono molto diverse tra loro. I toscani hanno un

nucleo di giovani invidiabile, compreso Marco Portannese (classe ’89) che è un giocatore di assoluto livello e credo sarà solo di

passaggio in questa serie. Ostuni invece è una squadra quadrata, esperta che ha già giocato ottimi campionati in B. E poi giocare in

Puglia è veramente complicato.

Quello che probabilmente vi differenzia dalle altre squadre è il fatto di non avere un leader designato. Concedete pochi punti e

vincete grazie al gruppo, senza una primadonna.

Sì, è vero. Ed è stata una scelta stagione fatta prima dell’inizio del campionato. A ben notare, negli anni scorsi ad arrivare in fondo

sono sempre state squadre con grandi gruppi.

Le uniche due sconfitte fino a questo momento sono arrivate a Potenza e Trapani: due campi ostici. Come sono andate le partite?

Credo sia importante sottolineare il fatto che nel girone B le trasferte facciano tutta la differenza del mondo. Giocare in Puglia

piuttosto che in Sicilia non è mai facile. E nelle nostre due sconfitte sicuramente abbiamo patito anche l’ambiente. Poi, a Trapani,

oltre all’assenza di Ochoa abbiamo avuto problemi di falli fin da subito soprattutto nel reparto lunghi. Ci siamo trovati in campo con

una squadra “bonsai” e nonostante siamo riusciti a tenere botta.

Dopo la vittoria con Molfetta vi aspetta la trasferta di S. Antimo e poi la partita in casa con Matera prima del big match, sempre in

casa, contro Barcellona. Cosa si aspetta da questo ciclo di partite?

Dopo una prima parte di stagione dove abbiamo giocato spesso in trasferta, ora ci giocheremo una serie di partite davanti al nostro

pubblico. Prima però dovremo andare a S.Antimo dove vale lo stesso discorso di Potenza e Trapani: l’ambiente sarà difficilissimo e

la partita altrettanto. Purtroppo in questo periodo qualche periodo sta condizionando i nostri allenamenti. Speriamo di riuscire a

preparare al meglio le partite con Matera e Barcellona.

A Dilettanti

Di Luca Bolognesi

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Vecchio e nuovo 23

LeBron James lancia la proposta di ritirare il numero di maglia di Michael Jordan. Che poi è anche il suo a

Cleveland

NBA

Di Luca Bolognesi

Ritirare per sempre dall’Nba il numero 23. Questa è la proposta che va di moda in

queste settimane nella Lega. Da più parti diversi protagonisti hanno rilanciato la

possibilità di regalare quest’importante tributo al giocatore più forte della storia

del gioco e sportivo più famoso di sempre: Michael Jordan.

Le prime voci sono iniziate a girare dopo l’entrata di MJ nella “Hall of fame”. In

molti pensavano che nell’anno in cui l’onore è toccato a Michael, nessun’altro

sarebbe dovuto entrare perché nessun’altro può essere paragonato all’ex stella

dei Chicago Bulls.MJ ovviamente ha fatto presente la sua opinione nel suo

discorso durante la cerimonia di ingresso nella “Hall of fame”. «Non posso

paragonarmi a gente come Wilt Chamberlain», ha detto, «semplicemente perché

non cI ho giocato contro. Però posso dire che, se non esiste un “Io” all’interno

della squadra, un “Io” esiste nella vittoria». Gli amanti della modestia possono

mettersi l’anima in pace: Jordan non è pane per i loro delicati denti.

Ma chi è stato a lanciare l’idea di ritirare il numero 23 da tutte le maglie della

Lega? Ma ovviamente l’attuale numero 23 più famoso del mondo: LeBron James.

Siamo o non siamo negli Stati Uniti? Il prescelto ha che l’anno prossimo, in onore

di Jordan, non indosserà più il suo storico numero e passerà al 6, il numero che

indossa con la Nazionale Usa. Al suo appello ha subito fatto seguito la solidarietà

di Magic Johnson che si è schierato a favore di chi «ha fatto la differenza nel

gioco».Tra gli scettici possiamo invece annoverare Kevin Durant, altro simbolo

dell’Nba e della grande famiglia Nike. «Sostengo l’iniziativa di Lebron», ha

dichiarato la stella dei Thunder, «ma se verrà ritirata la maglia di Jordan

bisognerebbe fare lo stesso per quella di Bill Russell, di Oscar Robertson e di Wilt

Chamberlain». Chi la spunterà?News dalla Lega. Dopo quasi un mese di partite la

prima squadra dell’Nba è quella che non ti aspetti: gli Atlanta Hawks. Dopo una

partenza senza acuti, i georgiani hanno piazzato una serie di sette vittorie

consecutive che li ha catapultati in cima alla Southeast Division davanti agli

Orlando Magic, alla Eastern Conference e primi per record in assoluto (11-2).

L’entusiasmo in città e attorno alla squadra è alle stelle. Finalmente il processo di

maturazione, che sembrava senza fine, dei giovani di talento di Atlanta sembra

giunto a termine. L’aggiunta nella scorsa stagione del talento e mente cestistica di

Mike Bibby ha portato in campo quell’ordine che gli Hawks non avevano mai

avuto. Così l’anno scorso, ai playoffs, i Boston Celtics li avevano eliminati solo

grazie a gara 7. E poi quest’anno è arrivata la conferma che gli “youngsters” fanno

sul serio, guidati da un fantastico “alla round player” come Josh Smith che, oltre a

regalare highlights e giocate spettacolari ogni notte, riempie il tabellino di punti,

rimbalzi, stoppate e inizia a capire come aiutare la squadra a vincere le partite

. Poi c’è Al Horford che sembra stia trovando quella continuità che nei primi anni di carriera Nba, per inesperienza, gli era mancata. Le doti atletiche per

dominare sotto i tabelloni non gli erano invece mai mancate e lo sta dimostrando a compagni, tifosi e avversari. Lo stesso discorso vale anche per Marvin

Williams che venerdì ha steso gli Houston Rockets con 29 punti. Punti che di solito sono affare di Joe Johnson, il realizzatore della squadra.Che però

quest’anno è affiancato anche da Jamal Crawford che, dopo aver girovagato per anni in squadre perdenti (Knicks su tutte) ha la chance

di dimostrare di poter giocare ad alti livelli. Ora gli Hawks dopo aver stupito hanno il compito più arduo: rimanere in vetta. Josh Smith ha dichiarato: “Siamo

primi dopo tre settimane, ma noi vogliamo esserlo tra cinquanta”.Nel frattempo, come avevamo annunciato, è giunta a conclusione la breve storia

d’amore mai decollata tra Allen Iverson e i Memphis Grizzlies. Ora “The Answer” è senza squadra. E la domanda non è quale sarà la prossima, ma se ne

troverà un’altra.(nelle foto, i nostri Bargnani e Belinelli)

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NBA

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Udine & La Spezia,

ancora loro

GIRONE A: nel posticipo della domenica sera

faticata vittoria di Udine (Delibasic 27+17, Striulli

al rientro, 14 punti) su Alghero (Serano 20+11,

Daniela Georgieva 28 punti, 13/14 ai liberi, 13 falli

subiti, valutazione 41). Ottava affermazione su

altrettante partite per le friulane e primo posto in

solitudine. Alle sue spalle continua il buon

momento di Virtus Cagliari e Bologna: le sarde, on

un’ottima prova del trio tumba/Marcello/Warner,

espugnano il campo di Cervia, ancora priva di

Carangelo, e allungano la loro striscia positiva a

quota sette. Le bolognesi in rimonta vincono in

casa del Cus Cagliari, con un’ottima prova di Zanoli

e canestro decisivo di Costi. E sabato prossimo big-

match tra Bologna-Udine. Nelle altre partite della

giornata vittoria esterna di Milano (super Gottardi,

30 punti e 35 di valutazione, 21+12 per Valentina

Gatti, benissimo Giunzioni) a Reggio Emilia

(Orlandini e Fritz - 29 punti e 29 di valutazione – e

poco altro). Il derby veneto se lo aggiudica San

Martino Lupari (bene l’asse play-pivot

Pegoraro/Gamman) su Marghera mentre quello

lombardo prende la strada di Crema Vittoria

interna infine di Bolzano su Borgotaro con

un’ottima prestazione di Safy Fall, esterna di

estrazione Parma.

Serie A 2

Di Roberto Perticaroli

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GIRONE B: sul neutro di Bolsena La Spezia

(con alcune giocatrici non al meglio fisicamente)

piega nettamente Viterbo e guarda ancora tutti

dall’alto in basso. Liguri in controllo del match

fin dalle battute iniziali. Padrone di casa (sempre

senza Toto e prive anche di Arimattei) limitano i

danni nell’ultimo quarto. Alle loro spalle, a

quattro punti di distanza, Alcamo (che ha battuto Napoli con

una Caliendo da 28 di valutazione), Lucca (+30

con Ragusa, bene Sandri e Zampieri, convocate

in Nazionale) e Orvieto, l’altra rivelazione di inizio

stagione che aggrava la situazione di Chieti, i

cui quattro punti in classifica sono incredibili in

rapporto all’organico. Con cinque giocatrici in

doppia cifra (De Biase su tutte) Ancona espugna

Rende: per le calabresi il vuoto intorno al

trio Granieri/Di Battista/Torre. Continua il mom

ento-no di Pomezia che con tanti infortuni vede

allungarsi la sua serie negativa con il ko interno

con Porto San Giorgio. Derby toscano favorevole

a Siena (Piroli 13+11) su Firenze.

Serie A 2

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Più Chiara di così…

Basketville questa settimana incontra Franchini,

bandiera del Basket Parma e

vincitrice del Premio Reverberi

Donne A1

Maria Chiara Franchini, guardia di Parma, oltre che “memoria storia” del

sodalizio gialloblu, dove è ritornata a giocare da metà della scorso

campionato, è uno dei pezzi pregiati della nostra nazionale, con cui

nell’ultima stagione ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo.

Ciliegina sulla torta, il Premio Reverberi, giunto alla ventiquattresima

edizione, assegnato alla miglior giocatrice italiana. Ovviamente, non

abbiamo perso tempo ed ecco qui di seguito l’intervista realizzata con

Maria Chiara.

- Intanto complimenti. Vincendo il "Reverberi", il tuo nome è finito

nell´elenco insieme a quello di tante colleghe importanti. Le tue sensazioni.

«La prima reazione è stata di sorpresa perchè proprio non me l'aspettavo.

Poi, ovviamente, grande soddisfazione, anche perché credo che i buoni

risultati ottenuti quest'estate con la nazionale abbiano inciso

sull'assegnazione di questo premio e poterla rappresentare è ancora più

gratificante».

- Lo scorso anno il ritorno a Parma dopo un lungo girovagare. Casuale o

cercato?

«Ho sempre sperato un giorno di poter tornare a giocare nella “mia” città,

certo non pensavo potesse succedere a metà della stagione scorsa ma, per

una serie di situazioni, è capitato prima del previsto».

- Sei una delle giocatrici italiane più rappresentative. Come pensi che sia

cambiato il nostro basket rispetto a quando hai iniziato?

«Rispetto alle prime stagioni in A1 sono cambiate parecchie cose, dalla

palla più piccola ai 24 secondi, che hanno portato ad un gioco più veloce e

fisico, senza dimenticare l'aumentato numero delle straniere a referto che,

se in alcuni casi hanno fatto crescere la qualità del gioco, dall'altra parte

hanno tolto spazio alle giocatrici italiane».

- I tuoi rapporti con le giocatrici straniere. Come è cambiato negli anni?

«Ho sempre avuto buoni rapporti con le giocatrici straniere e non sono

cambiati negli anni, anche perché l'ho sempre vissuta come un'opportunità

di poter conoscere realtà differenti dalla nostra».

- Ci sono giocatrici con cui hai rapporti che vanno al di là dell´essere

colleghe?

«Sicuramente più di una!! Ci sono amiche che sento e vedo sempre

volentieri».

- Come vedi il tuo futuro dopo la pallacanestro?

«Ho tante idee in testa, tra cui quella di riuscire a sfruttare la laurea in

Scienze Motorie per rimanere a contatto con l'ambiente sportivo».

- Chiudiamo con l´annata in corso. Aspettative per te e per il tuo Parma.

«Stare attaccate alle squadre più accreditate per vincere lo scudetto, con

la possibilità di poterci poi giocare tutto nei play-off».

Di Roberto Perticaroli

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Il Fattore K

Nell’ottimo inizio di campionato della Virtus Spezia Katja Temnik è uno dei

fattori più importanti

Chi se lo sarebbe aspettato questo inizio folgorante della Virtus Spezia, matricola in A2 ed inserita nel difficilissimo girone B? In

pochi, o forse nessuno. Probabilmente gli squadroni accreditati alla vigilia alla distanza usciranno fuori, ora in Liguria si godono

giustamente questo momento di

gloria. Tante le concause, una senza dubbio ha come nome Katja Temnik, pivot sloveno giunto a La Spezia dopo due anni a Bologna.

Un esempio fuori e dentro il campo.

- Katja, è il tuo terzo in anno in Italia. Ti trovi bene da noi?

«Si, il vostro è un bellissimo paese, di grande cultura e storia e, oltretutto, è vicino alla Slovenia, perciò a casa mia. Anche se non era

previsto, giocando nel girone sud ho anche la possibilità di conoscere nuovi luoghi».

- Da Bologna a La Spezia: differenze?

«Sono molto diverse. Bologna mi piace tantissimo, si vede che è una città universitaria, e poi i bolognesi sono molto gentili e molto

aperti. Ma sto apprezzando anche La Spezia, con i suoi “paesini” intorno. E poi mi è sempre piaciuto giocare nei posti di mare. La

gente qui la trovo molto simile agli sloveni: è più chiusa rispetto a quella di Bologna, però una volta che ti accetta farebbe tutto per

te».

- Nel caso in futuro dovessi lasciare l’Italia, dove ti piacerebbe giocare?

«Mi sono trovata molto bene nei tre anni in Spagna, primo ho fatto l’Eurolega con Jezi Ljubljana e Lega Adriatica (i paesi dell’ex

Jugoslavia, ndr). Adesso non ho desideri specifici, mi piacerebbe creare qualcosa nelle squadre in cui gioco in quel momento. Ora il

mio desiderio è aiutare la Virtus Spezia a diventare una solida società di serie A».

- Cosa fai oltre il basket? Come trascorri le giornate?

«Sono laureata in lingue, ora sto preparando la discussione per il master in Scienze Politiche. Mi sto aiutando con un dizionario

spagnolo-sloveno… Poi sono sempre in contatto con la mia famiglia, con gli amici in Italia e fuori. Faccio quattro chiacchiere con la

mia coinquilina Carolina Scibelli, vado in giro per i bellissimi posti qui vicino… Insomma, non mi annoio per niente».

- Il momento più bello in carriera?

«Sono tanti. Sono belle le vittorie conquistate sul campo ma per me le cose più importanti sono altre. Come quando questa estate

sono venute a casa mia in Slovenia le mie ex compagne di squadra dall’Italia, Spagna, Stati Uniti e Finlandia e siamo andate insieme

in barca a vela. O come a Natale quando, ogni anno, ci ritroviamo con le ex ragazze della nazionale slovena con le quali negli anni

passati abbiamo creato un gruppo fantastico. Queste amicizie che durano, che ti rimangono per tutta la vita sono per me le cose

più belle. Rendersi conto di quanto una persona possa crescere dal punto di vista personale grazie allo sport».

- In conclusione, il motivo di questo (inaspettato) inizio di stagione spezzino.

«Il primo merito è della società, che ha fatto un grande lavoro, allestendo una squadra composta da ottime persone e brave

giocatrici, e dello staff tecnico. Poi noi siamo state brave a venirci incontro e aiutarci reciprocamente. Abbiamo trovato una

sintonia che è la chiave dei nostri successi. Speriamo di saper gestire anche i momenti negativi, anche se ho fiducia perché siamo

soltanto all’inizio e abbiamo tanto tempo per crescere, come individualità e come squadra».

Donne A2

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Donne A2