Spagine musica 01 amore e marchette massimo donno p vincenti

3
spagine Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Amore e marchette Il disco di Massimo Donno per Ululati musica di Paolo Vincenti Lecce, ottobre 2013 - anno I

description

La musica d'autore di Massimo Donno

Transcript of Spagine musica 01 amore e marchette massimo donno p vincenti

Page 1: Spagine musica 01 amore e marchette massimo donno p vincenti

spaginePeriodico culturale dell’Associazione Fondo VerriUn omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri

Amore e marchetteIl disco di Massimo Donno per Ululati

musica

di Paolo Vincenti

Lecce, ottobre 2013 - anno I

Page 2: Spagine musica 01 amore e marchette massimo donno p vincenti

spagine

“Amore e marchette” è un binomio

di grande riuscita non solo perché

dà il titolo al primo album del can-

tautore Massimo Donno, molto

apprezzato da pubblico e critica in

questo 2013, ma anche perché sin-

tetizza, con brillante intuizione, la dicotomia

che permea l’ambiente culturale salentino e,

per esteso, nazionale. Da un lato c’è l’amore,

inteso come passione per ciò che si fa, per la

musica, per la letteratura, per l’arte in genere;

dall’altro ci sono le marchette, o meglio le

“Markette”, per dirla con Piero Chiambretti

(che così ha intitolato un suo fortunato pro-

gramma satirico trasmesso qualche anno fa),

ossia quell’attitudine di personaggi televisivi,

presentatori, giornalisti e operatori culturali a

fare della pubblicità camuffata dei loro prodotti

(libri, cd, film, ecc.) o a scrivere dietro paga-

mento ottime recensioni.

“Amore e marchette” (Ululati Editore, 2013)

è il cd fresco di pubblicazione di Massimo

Donno, intellettuale salentino vissuto a lungo

in giro per l’Italia prima di ritornare nella sua

Faber, Donno ha realizzato ben tre spettacoli

negli anni addietro: “… E tutto ciò lo chiamavo

luna”, ispirato all’album “La Buona Novella”;

“Dall’inizio alla fune”, ispirato all’album “Non

al denaro, non all’amore, né al cielo”; “L’uomo

che imparò a volare”, ispirato a “Storia di un

impiegato”, dei monologhi tenuti al Teatro del-

l’Ascolto di Bologna. A ciò si aggiunga che

Donno è stato ospite, da turnista, in diversi

album musicali altrui, come si legge nella sua

completa pagina web www.massimodonno.it.

“Amore e marchette” è anche il primo brano

del cd che ho ascoltato tutto d’un fiato perché

“accattivante”, come diverse recensioni hanno

definito questo esordio musicale. Nell’album,

testi e musiche sono quasi perfettamente bilan-

ciati. Donno sa destreggiarsi fra i vari generi

musicali, avendo consumata confidenza con lo

spartito, ma sa anche padroneggiare la lingua

italiana producendo testi di un buon livello let-

terario. Conferma ne sia proprio il primo brano

e la discreta manciata di citazioni che condi-

scono un album simpatico, brioso, leggero.

nativa Corigliano d’Otranto. L’album si avvale

di collaborazioni eccellenti come quella di An-

drea Doremi al sassofono, Emanuele Coluccia

alla tromba, Francesco Del Prete al violino,

Emanuela Gabrieli e Alessia Tondo ai cori,

Gianluca Milanese al flauto traverso, solo per

citarne alcune. Il cantautore Oliviero Mala-

spina scrive una breve ma significativa presen-

tazione del l’autore e del disco, nell’interno di

copertina. Il cofanetto è impreziosito da un

booklet contenente i testi e numerose fotogra-

fie.

Massimo Donno si è formato alla scuola dei

cantautori italiani degli Anni Settanta e ciò si

avverte non solo nell’intonazione generale del-

l’album ma finanche nel cantato, poiché la

voce di Donno concede molto ad un certo stile

tipico degli chansonnier di casa nostra, vale a

dire uno stile non gridato,scevro da virtuosi-

smi, ma tutto aduggiato sulle modulazioni più

basse della voce, su venature scure.

Sua fonte principale di ispirazione è Fabrizio

De Andrè: e basati sugli album del grande

“Massimo Donno sa destreggiarsi fra i vari generi musicali,avendo consumata confidenza con lo spartito, ma sa anche padroneggiare

la lingua italiana producendo testi di un buon livello letterario”

Donno in uno scatto di Luca Barrotta realizzato nelcorso dell’apertura del concerto di Daniele Silvestridello scorso 16 agosto in Piazza Libertini a Lecce

Se l’intellettuale canta!

Page 3: Spagine musica 01 amore e marchette massimo donno p vincenti

di Paolo Vincenti

Se l’intellettuale canta!Musiche nate prevalentemente alla chitarra ma

nei brani, ad un tappeto acustico, si uniscono

flauti, sax, arpa celtica, cori, e si spazia dallo

swing , quasi jazz, al valzer, dal tango alla bal-

lata folk, senza comunque mai spingere il piede

sull’acceleratore. “Il bianco ed il nero” è un

pezzo particolarmente efficace il cui testo

gioca su un’altra dicotomia, stavolta quella del

bianco e del nero che, in barba a qualsiasi di-

stinzione manichea, si sposano insieme, alla

fine della canzone, facendo nascere un grigio

presago di ulteriori sfumature. Dopo “Valzer

del lavoratore atipico”, troviamo “La colpa”,

un pezzo nel quale si trova una campionatura

delle voci degli attori protagonisti del celebre

film di Monicelli del ’75 “Amici miei”. In que-

sto brano c’è una rincorsa a scoprire di chi sia

la colpa dello sfascio di questi tempi, tempi di

derive e di plastica come si denuncia anche nel

brano “Le vetrine”. L’autore se la prende con

tutto il mondo per confessare alla fine di essere

egli stesso un poco colpevole. “Piccola storia”

è un brano d’amore, mentre “Bologna

A.D.2012” è un pezzo abbastanza surreale in

cui il non sense la fa da padrone e in cui si sente

anche la voce di Alberto Sordi tratta dal film

“Il Marchese del Grillo” del 1981. Dopo

“Oltre”, brano intimistico e d’atmosfera, c’è

“Tango”, a mio giudizio il brano più bello della

raccolta. Una dichiarazione d’amore nei con-

musica

Il cantaautore e la copertina del cd edito negli Ululati di Lupo

fronti della letteratura, primo amore mai tra-

dito, passione viva e pulsante, come la nostra

lingua italiana. Nel brano, suggellato dalle pa-

role di Pier Paolo Pasolini, tratte da un’intervi-

sta rilasciata dal grande poeta tanti anni fa,

sembra che l’autore si rivolga ad una donna,

con la quale danzare il sinuoso ballo argentino,

salvo accorgerci nel finale che l’opera è dedi-

cata alla “favella”, espressione ricercata per

“lingua”, sia in prosa che in poesia. “De pro-

fundis” che rende omaggio nel titolo ad una ce-

lebre opera di Oscar Wilde (che lo aveva

mutuato dalla Liturgia dei defunti, ovvero il

Salmo 129) è una spassosa bricconata in mu-

sica, un divertissement condito da quel brio che

il genere musicale favorisce. Infine “Il mio

compleanno” è un pezzo leggero sotteso da una

malinconia del passato, di tutto ciò che non può

tornare, e che l’autore, novello Dottor Faust,

sembrerebbe chiedere indietro agli amici, i

compagni di brigata, che però non possono

certo soddisfare la sua richiesta.

Massimo Donno, come dicevo, ha grande pas-

sione per la scrittura e infatti alcuni suoi rac-

conti sono stati già pubblicati su riviste ed

antologie nazionali. C’è da aspettarsi dunque

ben altre prove da lui e ancora più convincenti,

come gli inediti che già compaiono sul canale

“youtube” sembrano confermare.

Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - Musica 01