Carlo Vincenti
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CARLO VINCENTI
COMUNE DI SENIGALLIA Assessorato alla Cultura
In collaborazione con
GALLERIA MIRALLI - VITERBO MEDIATECA DELLE MARCHE - ANCONA
musinf Museo Comunale d’Arte Moderna
e dell’Informazione - Senigallia CA
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CARLO VINCENTI
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CARLO
VINCENTI COLLAGES
Con uno scritto di MIRELLA BENTIVOGLIO
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Il Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione di Senigallia è certo attualmente il centro di documentazione della Poesia Visiva più importante in Italia. Ciò si deve alle iniziative di Carlo Emanuele Bugatti, Mirella Bentivoglio, Eugenio Miccini e Chiara Diamantini, un’artista senigallie-se che si è guadagnata un posto nella storia della Poesia Visiva. Con questa mostra a Carlo Vincenti il Musinf di Senigallia si arricchisce di dieci opere donate, in occasione dell’espo-sizione, dalla Galleria Miralli di Viterbo. Carlo Vincenti è un artista dall’esperienza umana segnata dalle connotazioni dell’emarginazione, e si è collocato all’-avanguardia in quel settore della produzione artistica “verbo-visiva”, dove l’elemento caratterizzante risiede ap-punto nell’uso simultaneo della parola e dell’immagine co-me elementi di un discorso unitario. Lo scritto di Mirella Bentivoglio, a presentazione della mo-stra, costituisce un contributo importante per la corretta let-tura dell’opera di Carlo Vincenti.
LUANA ANGELONI
Sindaco di Senigallia
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CARLO VINCENTI , Viterbo 1971
Note biografiche Nato a Viterbo nel 1946, vi frequenta il liceo scientifico e, dal 1965, segue per due anni i corsi della Facoltà di Architettura presso l’Uni-versità di Roma. Nel 1969 viene ricoverato per la prima volta in una clinica psichiatrica e ha in seguito una se-rie di ricoveri nell’Ospedale Psichiatrico di Sie-na. Muore suicida a Viterbo nel 1978 a 32 anni. Mostre personali 1967 Ricostruzione d’Acquetta Viterbo 1968 Associazione Lucana Napoli Antiche Terme Castellamare di Stabbia Il Convivio Acerra Napoli 1971 Palazzo Della Provincia Viterbo 1976 Galleria Miralli Bagnaia VT 1978 Galleria Naos Viterbo 1981 Galleria Miralli Bagnaia VT 1983 Galleria Miralli Viterbo 1984 Stamperia La Bezuga Firenze Galleria Miralli Pal. Chigi Viterbo 1985 Villa Belvedere Montopoli Val d’Arno PI 1986 Locali Garbini Viterbo 1987 Gran Caffè Schenardi Viterbo Chiesa SS.Valentino e Ilario Viterbo Sala Regia Palazzo Priori Viterbo 1988 Galleria Miralli Pal. Chigi Viterbo Portico della Giustizia Viterbo Galleria Naos Viterbo 1990 Galleria Miralli Pal. Chigi Viterbo 1992 Rocca Farnese Valentano VT 1992 Ass. Culturale Mondo Arte Roma 1993 Palazzo degli Alessandri Viterbo 1994 Scuola Media Statale “A.Deci” Presentazione calendario Viterbo Galleria Miralli Pal. Chigi Viterbo 1996 Primaprint Viterbo Galleria Peccolo Livorno 1998 Galleria Ulivi Prato 2000 Centro d’Arte Naos Viterbo 2001 Galleria Miralli Pal.Chigi Viterbo 2002 Associazione Culturale WUNDERKAMMERN
Lettura poesie Spello PG 2003 Palazzo San Carluccio Viterbo Mostre collettive 1958 Premio concorso RAI TV Viterbo Premio concorso ENAL Viterbo 1961 Premio per l’Unità di Italia Viterbo 1965 Palazzo Brugiotti Viterbo 1966 Concorso Pennello d’argento Viterbo
1967 Palazzo dei Priori Viterbo 1968 Gall. Costa Azzurra Porto S.Stefano GR 1969 Premio città di Bracciano Bracciano RM Mostra Internazionale di Arte Sacra Capua CS Galleria La Rassegna Viterbo Estemporanea Civita di Bagnoregio VT 1972 Maggio Viterbese Viterbo 1973 Galleria “La Rassegna” Viterbo Palazzo dei Papi Viterbo 1975 Auditorium S.Pancrazio Tarquinia VT 1977 Galleria Miralli Bagnaia VT Palazzo Buzi Orvieto TR 1981 Chiostro S.Maria
della Quercia La Quercia VT 1985 Arci Zona del cuoio Valdarno Inferiore PI 1986 Pratogiardino Viterbo 1988 Galleria Miralli Pal Chigi Viterbo 1989 Maria Jansen Art Galery Verona Galleria Miralli Pal.Chigi Viterbo 1992 V^ Biennale d’Arte Sacra S.Gabriele Te 1995 Villa Pacchiarri S.Croce sull’Arno PI Galleria Miralli Portico della Giustizia VT 1997 Galleria ONOFF Art Industry Viterbo 1998 Palazzo della Ragione Mantova 2001 MART Archivio del ‘900 Rovereto 2003 Tuscia Expo Viterbo Video 1986 “Un aspro naufragio” di Fabio Segatori Fono Rete Produzioni Roma 1990 “Immagini e segni di Carlo Vincenti”di Mario Carbone-DARC Diffusione Cinematografica Roma. 1994 “Perchè non sai gridare”di Fabio Vincenti Musiche di Giancarlo Petrosino Hanno scritto sull’opera di Carlo Vincenti (in ordine cronologico) Silvano Giannelli, Giovina Santini, Massimo De Angelis, Furio Ferri, Angelo De Luca, Lucio Binelli, Michele Bonatesta, Giuseppe Selvaggi, Guido Mazza, Italo Mussa, Carlo Lotti, Andrea Mancini, Romano Masoni, Fabio Segatori, Ste-fano Polacchi, Stefano Pontani, Rino Pompei, Ferrucio Ulivi, Aldo Pennello, Rita De Luca, Antonella Montenovesi, Enrico Anselmi, Carlo Bernardini, Fabrizio Simeoni, Gaetano Pampal-lona, Emanuele Fioretti, Enrico Gallian, Elisa Magri, Enrico Crispolti, Giancarlo Di Lorenzo, Gianni Ponzi, Bruno Ceccobelli, Carlo Galeotti, Paolo Salvati, Marta Francocci, Nicola Miceli, Fabio Vincenti, Mauro Galeotti, Fabio Segatori, Enrico Mascelloni, Sarenco, Marcello Carriero, Mirella Bentivoglio, Giovanni Battista Marcoal-di, Simonetta Badini, Roberto Antolini.
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Il crescente interesse per l’opera di Carlo Vincenti non è ovviamente dovuto se non in minima parte all’ecceziona-lità dei suoi dati biografici, che hanno dato luogo a un “caso” particolare nel panorama italiano dell’operatività in area poetico-visiva negli anni Sessanta-Settanta. Morì sui-cida nel ‘78 a 32 anni, dopo frequenti ricoveri in ospedali psichiatrici, lasciando una straordinaria messe di opere.
Dotatissimo fin dalla prima infanzia (pittore a due anni, tanto da far parlare fin da allora i giornali della sua città; paesaggista a dieci, come è provato da alcuni suoi sensibi-lissimi dipinti sopravissuti) scelse l’impervia (a quell’epoca) via dell’assemblaggio, al fine di equiparare immagine e pa-rola, reperti grafici e scribilli infantili o schizzi anonimi o da lui stesso tracciati, come per sottrarre alla deriva del tempo brani di vita al di là dei loro iniziali fini evasivi o comunicati-vi; e senza alcun rispetto per le gerarchie culturali. Sebbe-ne prediligesse Klee, come è provato dalla copia allora in suo possesso del libro “Teoria della forma e della figurazio-ne” dell’artista svizzero, nelle cui pagine intervenne con in-triganti contrappunti grafici, dovevano essergli familiari sia il newdada (e soprattutto Rauschenberg) sia il caldo tonali-smo tra scritturale e segnico-informale degli artisti operanti allora a Roma sul crinale tra scrittura e pittura. Del resto l’attenzione per le capacità autonomamente comunicative
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delle materie di supporto di ogni tipo di segno - carte e car-toni - era in quegli anni nell’aria; le vecchie patine rendeva-no omogenee le pagine dei quaderni, notes, album, e i brani strappati da rotocalchi e manifesti, che Vincenti rac-coglieva presso i venditori di anticaglie; e l’ordine in cui tut-ti questi reperti venivano distribuiti rifletteva il solido quanto incerto allinearsi delle pietre corrose nelle mura sbrecciate della sua città, Viterbo.
Ebbi a scrivere che quei frammenti erano come le top-pe sui sacchi di Burri, un riaffondare doloroso in mater ma-teria. Ma li caratterizzava il ricorso indifferenziato al trash scritturale. E se anche vi è, in essi, al di là dell’apparente sconnessione, un’intima struttura portante fatta di ritmi e alternanze, sono questi sempre lavori ostici, scontrosi, che nulla concedono a una richiesta di agevole esteticità e di garanzie di riferimenti selezionatamente grafico-pittorici.
La sua vocazione per la pittura si era ritratta da ogni gestualità che non fosse aposterioristica e non consistesse nel raro e parco intervento cromatico e nella “mano” di col-la unificante sui frammenti impaginati. Come per una scelta di uscire dai confini individuali, dilatandosi nel coro delle voci più disparate. Fu Turcato a comprendere per pri-mo l’espressività di questi collages, ma i tempi non erano maturi, e Vincenti, proprio per aver cercato di forzare i limiti
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della solitudine, affondò nell’alcol e nella malattia mentale. Già ebbi occasione di ricordare che, come ogni poeta
visivo, questo artista era anche poeta. Ogni suo verso sembra vivere per conto proprio, come ogni riquadro nei suoi grandi cartoni. Vi si rinvengono strette sintesi verbali, come la “paura di farfalla / di spilli” - che è il suo auspicio di venire risparmiato dalla sorte didattica dei piccoli alati, trafitti nei musei di storia naturale. E ciò ci vieta di inchio-darlo a una classificazione, assegnandolo ragionatamente a un’area o l’altra, poetico-visiva o neodadaista. Perché quella di Vincenti fu una celebrazione lapidaria del segno, del segno in tutte le sue forme; al di là di ogni distinzione di codice e categoria.
MIRELLA BENTIVOGLIO
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S.t. - tecnica mista su cartoncino cm.50x70
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Vincenti n. 6717 - collage su cartone cm.47x65
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Vincenti n. 6199 - collage su cartone cm.47x65
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Vincenti n. 6216 - collage su cartoncino cm.47x65
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Vincenti n. 6225 - collage su cartoncino cm.47x65
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La faccia di un bambino - collage su tela cm.80x100
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L’autore di questa storia - collage su tela cm.80x100
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Nella solarità estiva - collage su tela cm.60x90
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Eri fuori dal tempo - collage su tela cm.40x60
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Una data 1972 - tecnica mista
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Musicante di Brema - collage su cartoncino cm.50x35
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Musicanti di Brema - collage su cartoncino cm.38,7x35
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Musicanti di Brema - collage su cartoncino cm.38,7x35
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Musicanti di Brema - collage su cartoncino cm.35x50
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Musicanti di Brema - collage su cartoncino cm.35x50
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L’offeso dell’intelletto - collage su cartoncino cm.70x50
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Attaccò all’entrata - collage su cartoncino cm.70x50
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Incontro al mondo - collage su cartoncino cm.50x70
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L’amareggiata di ora - collage su cartoncino cm.50x70
32 Edito dal laboratorio del
Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione di Senigallia
Marzo 2004
musinf