Spagine della domenica 12 gennaio 2014

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della domenica 12 - 12 gennaio 2014 - anno 2 n. 0 Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri s p a g i n e Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri La copertina del libro di Gianluca Conte per Musicaos Edizioni

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E' domenica! Buona lettura!

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della domenica 12 - 12 gennaio 2014 - anno2 n. 0

Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verrispagin e

Un om

aggioalla scrittura infinitadi F.S. D

òdaro e A.Verri

La copertina del libro di Gianluca Conte per Musicaos Edizioni

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Lecce, una cittàLecce, 12 gennaio 2014 - spagine n° 0 - della domenica 12

Beni Culturali L’inaugurazione, sabato 11 gennaio, della mostradedicata al Castello Carlo V e dei nuovi spazi restaurati nei sotterranei

Castello Carlo V°, un’immagine dei sotterranei

Davvero strana questa inau-gurazione, poi, perché il re-stauro del castello non è ter-minato. Perché le inaugura-zioni non si fanno, come intutti i paesi normali, a lavoricompiuti? Questo non rispettodella accessibilità ai disabili èancora più grave perché il pro-getto di restauro è stato segui-to e forse addirittura redattodall'architetto Giovanna Ca-cudi della Soprintendenza aiBeni Architettonici di Lecce laquale a sua volta è un organoperiferico del Ministero deiBeni Culturali. Ed allora senon è questo Ministero a tute-lare il diritto alla cultura pertutti chi se ne dovrebbe occu-

pare? La Soprintendenza diLecce con questo restauro (pe-raltro architettonicamentemolto discutibile perché è laclassica progettazione a cata-logo) ha violato quello che è ilprincipio fondamentale delMinistero cui appartiene. A di-re il vero non ci sarebbe nean-che bisogno di una legge cheobblighi a rendere accessibili atutti, anche ai ciechi, tutti glispazi pubblici e a maggior ra-gione quelli della cultura. Sia-mo convinti che il Ministro deiBeni Culturali, Massimo Bray,approverebbe questo nostropensiero e visto che a questainaugurazione per fortunanon è venuto, solleciti la So-

printendenza di Lecce e l'ar-chitetto incaricato del restau-ro a provvedere immediata-mente perché gli spazi sotter-ranei del castello diventino ac-cessibili a tutti, e venga poi, ilMinistro, a verificare di perso-na Una cosa è chiara infine,chi non abbia dimostrato com-patibilità con il buon senso, lospirito innovativo di Lecce2019 e del Ministero dei BeniCulturali venga rimosso subitoe destinato ad altro incarico.Queste inaugurazioni fannodel bene solo alle carriere dichi le organizza. Abbiamo bi-sogno di menti nuove, fresche,oneste, il tempo di crescere èarrivato.

L'11 gennaio alleore 17 si è inaugu-rata la la mostrasul castello di Lec-ce all'interno dellastessa fortezza. E

così pure sono state inauguratiuna parte degli ambienti sot-terranei del castello.

L'11 gennaio 2011 alle ore 17con l'inaugurazione di questamostra si è perpetrato peròl'ennesimo misfatto nei con-fronti della persone con disa-bilità.

Gli spazi sotterranei presen-tati al pubblico con una enfasisdolcinata e autocelebrativa fi-no al parossismo (è sempre dipoco buon gusto chiedere allaplatea di applaudire ora que-sto ora quel funzionario) sonoinaccessibili e impraticabili aidisabili.

Gradini, cordonate, passe-relle che si interrompono al-l'improvviso così come certestrade che finiscono nel vuotoperché figlie della peggioresubcultura dell'era di tangen-topoli.

Come è possibile che, anco-ra oggi, quando Lecce vuolecandidarsi a capitale europeadella Cultura per il 2019 siinaugurino spazi pubblici nonaccessibili a tutti?

Se la cultura non è per tuttiallora di cultura non si tratta.

Il Sindaco di Lecce, PaoloPerrone, intervenuto all'inau-gurazione sappiamo esserepersona sensibile alla tematica(basti considerare, infatti il ca-so del Sedile in via di risoluzio-ne) della disabilità e siamoconvinti che in tutte le prossi-me inaugurazioni la prima co-sa che egli, primo cittadino,verificherà è che lo spaziopubblico da inaugurare garan-tisca l'accessibilità a tutti.

di Fabio A. Grasso

Se la cultura non è per tutti allora di cultura non si tratta

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disabilitata

Di Fabio Antonio Grasso su Spagine un approfondito saggio sul Castello di Leccehttp://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_-_il_castello_carlo_v_-_di_?e=9256684/6311115

Città di LecceCittà candidataCapitale europea della cultura

Lecce / Castello Carlo V11 gennaio - 23 febbraio 2014

apertura da lunedì a venerdì ore 9.30 - 12.30sabato e domenica ore 17.00 - 20.00

UNIVERSITA’DEL SALENTO

Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia

Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggisticiper le province di Lecce, Brindisi e Taranto

Info

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IL CASTELLO CARLO Vtracce, memorie, protagonisti

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Appuntazzi Una tavola di Gianluca Costantini con una citazione di Piero Ciampi

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Tutti unitiLecce, 12 gennaio 2014 - spagine n° 0 - della domenica 12

Ludopatie Governi e gioco d’azzardo: nè di destra nè di sinistra

(dette VLT, apparecchi similialle slot machine ma con pre-mi molto più alti e soprattuttocon la possibilità di spenderemolto più denaro).

2011 il Governo Berlusconiistituì il gioco del Bingo a di-stanza, l'apertura di ben 1.000sale da gioco per tornei di po-ker dal vivo, l’aumento del nu-mero delle VideoLottery finoal 14%, l’apertura di 7.000nuovi punti vendita di scom-messe ippiche e sportive, am-pliò l’offerta di giochi numeri-ci, introdusse un nuovo giocopromosso in ambito europeo,poi un concorso aggiuntivomensile del SuperEnalotto, e

infine sancì le modalità di fun-zionamento dei “giochi di sor-te legati al consumo”, una spe-cie di azzardo pensato per co-loro che vanno a fare la spesa,a cui verrebbe proposto di nonritirare il resto ma di giocarse-lo. Il governo Monti, nel 2012,mise in “stand by” quest’ulti-ma porcata.

***Il governo Letta invece si di-

stingue in modo particolareper l’improvvisazione, l’ap-prossimazione e la sciatteria(vedi vicende IMU TRASITUC IUC, vedi la vicenda dei150 euro che volevano scippa-re al personale della scuola

ecc.) vediamo nel dettaglio:Multa da 2 miliardi e mezzo

di euro per le dieci sorelle con-cessionarie di slot e giochi sa-nata con 500 milioni (scontodell’80%) mai pagati.

Proposta di legge della leganord sostenuto da SEL e casa-leggiani che prevedeva la mo-ratoria di un anno su nuoveaperture di locali per il giocod’azzardo. Governo battuto inaula peer l’errore di molti PDche si sono giustificati così“Ops, ci siamo sbagliati”.

20 dicembre 2013: il go-verno ritira la proposta deglialfaniani che volevano pena-lizzare i Comuni contro il gio-co d’azzardo. In pratica vole-vano fare una norma che dice-va “i comuni che regolamenta-no il gioco d’azzardo nonavranno più soldi dal governocentrale”. Norma fortunosa-mente ritirata in quanto tal-mente spudorata e ai servizidelle mafie che neppure uninetto come Letta ha osato.

Ha inserito nella legge distabilità una norma che preve-de l’apertura di 30 nuove salebingo e 7000 per videolotterycon l’obbiettivo di scippare al-tri 145 milioni di euro dalle ta-sche degli italiani, possibil-mente dai più deboli.

Nel gennaio 2014, per sa-nare il buco della cosiddettamini IMU i comuni italiani,tramite il presidente ANCIFassino, chiesero al governoLetta di mettere una tassa unatantum sul gioco d’azzardo, larisposta fu un secco NO, l’IMUla paghino tutti, ma guai a chitocca il gioco, le mafie e il ma-laffare!

Il gioco d'azzardo non èdi destra nè di sinistra,la porcata appartiene atutti. Il fatto che Berlu-sconi sia il più citato èsolo perchè ha gover-

nato di più. Letta lo sta rag-giungendo in fretta nel giro dipochissimi mesi.

Ecco una brevissima croni-storia.

1997 Il governo Prodi intro-dusse la doppia giocata di Lot-to e Superenalotto e le Salescommesse.

1999 Il governo D’Alemafece nascere le sale Bingo.

2003 Col governo Berlu-sconi arrivarono le Slot ma-chine.

2005 Sempre con Berlusco-ni vennero introdotte la terzagiocata del Lotto e le scom-messe Big Match.

2006 Il governo Berlusconiintrodusse i nuovi corner epunti gioco per le scommes-se.

2007 e 2008 Governo Pro-di: vennero promossi i giochiche “raggiungono l’utente”(sms, telefonici, digitale ter-restre) e venne reso legale ilgioco d’azzardo on-line (sep-pure solo in forma di torneo).

2009 Governo Berlusconi:(decreto n.39 del 28/04/09)introdusse nuove lotterie adestrazione istantanea (grattae vinci), nuovi giochi numericia totalizzazione nazionale(come il Win for Life), e sancìla nascita delle VideoLottey

di Gianni Ferraris

pagina n° 4

al casinò

Ad illustrare, Un’opera di Riccardo Freddi, artista di Bee Live,

Di Gianni Ferraris sulle Spagine della domenica del 22 un saggio sul gioco d’azzardohttp://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_della_domenica_09?e=9256684/6314848

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Cos’è un uomo?

Lecce, 12 gennaio 2014 - spagine n° 0 - della domenica 12

Contemporanea La questione carceraria

Ad illustrare: Julian Beck e Judith Malina in prigione nel 1971.

La prigione è quella del Dipartimento per l'ordine politico e sociale di Belo Horizonte

lente.L’indulto e l’amnistia potreb-

bero essere l’inizio d’una più ra-dicale e strutturata riforma dellagiustizia.

Alcune forze partitiche (Radi-cali in testa) e il vasto universocattolico caldeggiano interventidrastici. Il mondo istituzionalenon può più latitare e deve foto-grafare lo stato di disagio, devedestrutturare il contesto, appor-tando benefici fruibili. Scrupolo-samente si sta muovendo AnnaMaria Cancellieri che da tempopropugna “più sicurezza, piùgratuità, meno carcere”, illu-strando un piano trasversal-mente condivisibile. Innanzitut-to, il ministro della Giustizia hasostenuto che verrà presto isti-tuto un Garante nazionale dellepersone private della libertà.

Un provvedimento ineludibi-le, visto che il nostro Paese ha ra-tificato il Protocollo opzionalealla Convenzione contro la Tor-

tura. Abbiamo fino a maggio2014 per seguire l’esempio diPaesi più virtuosi, come l’Inghil-terra, la Francia, la Germania, laSpagna. Secondo Cancellieri,“serve un forte cambiamentoculturale”.

Effettivamente, è fondamen-tale guardare con occhi nuovi adun mondo che, sovente, ha pati-to sofferenze inenarrabili. L’or-ganismo penitenziario è grave-mente malato, è in agonia, e ne-cessiterebbe di accorgimentiadeguati. Tutti i cittadini ( e nonsolo gli addetti ai lavori) devonoporsi con insistenza il quesitomorale di base: cos’è un uomo?Per poter espiare doverosamen-te la pena, i detenuti dovrebberoessere messi in uno stato appro-priato. Opportunamente il mini-stro Cancellieri prevede per essipiù ore d’aria, lavoro, musica, at-tività culturali e sportive. In-somma, disposizioni che vannonella direzione della rieducazio-

ne.In particolare, gli schieramen-

ti parlamentari, spesso guidatida artificiose alchimie e da logi-che interne di frammentazione,dovrebbe fare un acuto esame dicoscienza.

Quanti sono, nelle nostre pri-gioni, i povericristi che si sonomacchiati di reati di scarsa onessuna pericolosità sociale?

Quanti sono i migranti, i tossi-codipendenti, i piccoli spaccia-tori, le donne con bimbi piccolial seguito, i malati di varie pato-logie, che riempiono le celle?

Una oculata depenalizzazionee l’assegnamento in prova ai ser-vizi sociali non gioverebbero?

La legge Bossi- Fini sull’immi-grazione e la Fini- Giovanardisulle droghe non sarebbero darevisionare integralmente, dalmomento che sono le principaliresponsabili della insostenibilebulimia carceraria?

Quante voltel’esistenza uma-na viene oltrag-giata, sporcata,violata? Quantevolte viene umi-

liata e, con un approccio subdo-lamente riduzionistico, di essas’interpretano solo alcuni aspet-ti? Quante volte sentimmo de-clamare la formula assiomatica:“La vita umana è sacra e inviola-bile”.

Ebbene, fuori da qualsivogliacomplicanza etica, oltre ogniconcezione dogmatica, vorrem-mo davvero che fosse così. Vor-remmo che la vita fosse una pos-sibilità da respirare a piene ma-ni. Un arcobaleno che strazia ilcielo e annuncia il sereno, unpiatto di grano, un giorno di nu-vole e sole.

Vorremmo che la vita fossel’insopprimibile occasione pertutti gli uomini. E vorremmo,soprattutto, che la politica,scienza dell’occorrenza e dellamediazione, si adoperasse sem-pre per trovare risposte, soluzio-ni praticabili. La vita deve esse-re, per l’innanzi, degnamentevissuta. Sempre, in ogni circo-stanza, anche in condizioni diprivazione della libertà.

Migliaia e migliaia di detenutisono costretti a stazionare stipa-ti gli uni contro gli altri in celleasfittiche, sporche, con serviziigienici fatiscenti?

Apaticamente, senza alcunasperanza, senza alcun decoro,agnelli sacrificali che misuranoun nulla esistenziale.

Il neosegretario leghista Mat-teo Salvini, enfatizzando la rozzavulgata securitaria e manettaradel suo partito, ha sostenuto cheil governo dovrebbe occuparsi dilavoro, di economia, e non dicarcerati. Ma i più deboli dellasocietà non sono “materia pri-ma”, che dovrebbe scuotere il fa-re politica?

La praxis governativa non sipuò esimere dall’affrontare re-sponsabilmente un anello debo-le. Da tempo, l’Unione europeacondanna l’Italia per le invivibilicondizioni in cui versa il sistemacarcerario. Il sovraffollamento èsolo l’aspetto più eclatante e ter-minale d’una situazione allar-mante, di continua emergenza.Occorrerebbero misure risoluti-ve e non pannicelli caldi per por-tar sollievo ad un’umanità do-

di Marcello Buttazzo

L’indulto e l’amnistia potrebbero essere l’inizio d’una più radicale e strutturata riforma della giustizia

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sia la paza

Lecce, 12 gennaio 2014 - spagine n° 0 - della domenica 12

le chiede se mi ha visto lei cosa risponde?Chi? Il signor Effe? No, non l’ho visto.Ecco: perché spesso noi di notte lavo-

riamo… e quella sentenza, dottò, che lui ame mi doveva pagare, che io mi sono solodifeso, che a ottantacinque anni, del ven-tinove sono, c’ho ancora forza… (stringe ilpugno della mano destra e lo batte, senzasbatterlo, sulla scrivania). E quello mi vo-leva mettere sotto, tentato omicidio dot-tò. Che il postino sapeva, ha visto tutto,ma l’ho lasciato stare che tiene moglie etre figli e non ho voluto fargli perdere ilposto, però deve pagare almeno l’avvoca-to mio, che vuole ottocento euri, che poinon è l’avvocato mio, lo sai no?, l’avvoca-to mio è quell’altro, quello che non vienemai…

Tranquillo signor Effe…Che me le dicevano pure in Vaticano:

quello ti deve pagare. In segreto me lo di-cevano. Vedi noi come facciamo? Non cichiamiamo per nome, abbiamo dei nu-meri, un codice, che prima erano numeri,

adesso sto in pensione e sono lettere e ilnostro codice mo’ finisce a vu, come Vati-cano. Siamo uno e tre. Siamo uno soloperché abbiamo giurato di essere solo…

Signor Effe le dà fastidio se accendouna sigaretta?

No, noi non fumiamo, che al Vaticanouna stecca da dodici, non da dieci comequa, sai quanto costa, tre euri costa. Chepuoi entrare e prenderne una, una solaperò. Lì puoi entrare e prendere tre cose,solo tre cose, ma prima devi farti lasciarela tessera. Arrivi lì, da Roma, ci sono trescalini, tre vescovi in pensione, chiedi latessera, ti controllano, da solo, che abbia-mo giurato di essere sempre da solo, puoientrare e prendere tre cose, solo tre cose,lo sai perché dottò?

Per non rivenderle, credo.Eh, per non fare contrabbando. Vedi, io

lo so ma non lo dico per vedere se lo san-no gli altri. Per questo abbiamo giurato diessere sempre solo, anche se siamo tre.Come la croce. La croce comanda. Lo vuoi

Scritture

La prima volta l’ho incontra-ta che andava – gli occhi fis-si, quasi sbarrati – verso unmuro di conci di tufo a vistache ormai non esiste più.Come quel luogo. È diven-

tato, come tant’altro, qualcosa d’irrico-noscibile. Eppure familiare.

L’ho incontrata per puro caso. Usciida quella che allora era casa mia nelmentre lei, masticando parole incom-prensibili (a me, allora), si dirigeva ver-so quel confine di pietra per toccarlo.Come di necessità. Il bisogno di stabilireun contatto con qualcosa di reale fuoridi sé, ché dentro un altro confine –nell’evanescenza dei suoi pensieri - s’erasbriciolato. Ma anche quella consisten-za – sotto le sue dita – era friabile, fari-nosa, ingannevole, come ogni costru-zione quaggiù. Portarono via lei e i suoicapelli elettrizzati quasi subito.

La rividi dopo qualche tempo, quan-do la mia infanzia crepuscolava, apren-do la tenue e incerta luce dello spazio edel tempo dell’adolescenza. La salutaicome salutano i cristiani da queste par-ti. Dalla sua bocca dura uscì un suonoche non modificò l’immutabilità del suoviso e del suo incedere meccanico mache scosse il mio sentire ancora moltoacerbo: quel suono era un ciao che puz-zava di farmaci e di morte. Un olezzoche ho incontrato, poi, spesso. Un odoreche, dal miasma alla maleolenza, a vol-te, è diventato anche profumo. Com’èaccaduto stamane. Una strana aulenza.È entrato nel mio ufficio con inoffensivairruenza:

Buongiorno dottò.Buongiorno signor..., vabbe’ un nome

vale l’altro, dirò che si chiama signor Ef-fe.

Vuole un caffè, dottò?No, grazie!Ah già, non si può muovere. Glielo la-

scio pagato al bar?None. Grazie. E poi, posso muovermi,

vede?Sine, ma è meglio non dire. Lei adesso

mi vede ma io non sto qua e se qualcuno

Non diròdella pazzia

e delle sue tantepatologie.

Non pronunceròil lemma:malattia. Né vi dirò

delle formebuone

della follia. Che confina

con la libertàe la saggezza…

di Vito Antonio Conte

Ad illustrare un’opera di Ramon Trinca, “Pazzia sei tu la mia pazzia”, Ritratto, Acrilico, 25x20cm, 2011

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Benedetta un caffè, dottò? (entra una neolaureatache fa pratica forense…) Buongiorno si-gnora, o signorina?, lo vuole un caffè? Quile donne hanno più potere adesso. Lo saperché? Perché non fanno più figli. Cihanno superato tutti in Europa. In Ger-mania, in Francia, in Spagna, anche inGrecia fanno più figli di noi. Solo il Porto-gallo fa meno figli di noi. E lei, signorina,mi ha visto? Se le chiedono se mi ha vistocosa risponde? No si deve rispondere. Sesuccede un incidente stradale e le chiedo-no cosa ha visto lei dica: no! Così non hamai problemi. Se dice che ha visto qualco-sa poi non la finiscono più.

Signor Effe, le hanno fatto giurare an-che questo?

In tutti i paesi dove sono stato, anchefuori dal Vaticano, in Austria, in Libia,non ho mai detto cosa ho visto… Ma dottò,lo sai, è storia, la Francia c’ha le monta-gne, e volevano invadere la Polonia en-trando dalla Cecoslovacchia, che la Polo-nia e la Cecoslovacchia a tanto così stanno

(e segna col grosso pollice e l’indice dellamano destra un piccolo spazio, tipo cin-que centimetri), ma non sapevano chec’era lo stretto di Messina. È storia. Noisiamo storia. Mio padre aveva tredici figli.Mio nonno Felice ne aveva quindici. Mo’siamo rimasti due. Io ho diciassette figli,ma solo uno sta dichiarato qua: che è in-valido al cento per cento, ma gli ho fattodare il settantacinque per cento (tanto èuguale, all’INPS noi abbiamo i servizi se-greti), così tutto handicappato può guida-re la macchina, e va in giro e si gioca tutti isoldi sul computer, che quello dottò navi-ga, tutto handicappato naviga e gioca…Poi ho una figlia che fa la psicologa fuori...

E, signor Effe, gli altri quindici?Uno solo è dichiarato, poi mia moglie

dopo un anno è morta di ernia al disco e liho fatti in giro da libero, che adesso sonolibero, non come quando stavo a Corleoneche ho imparato che c’era la mafia, o aCrotone dove i servizi segreti americaniportavano la droga coi sommergibili… ve-

di dottò io lo so ma non lo dico, che pureMario Merola andava alla televisionema era dei servizi segreti e la sorella mo’sai dove sta? A Lugano sta. E sai con chista? Con la sorella di Alberto Sordi sta. Etutt’e due sai con chi stanno? Con lagrande Mina stanno. A Lugano. Ma ionon dico niente perché so che tu lo saima se ti chiedono se sai dottò, qual è larisposta?

No.Bravo dottò, se no, non la finiscono

più. È come quando esci dal supermer-cato e c’è un africano, ma più bulgari, in-somma zingari, che ti chiedono soldi egli dai dieci centesimi, poi quando ti ri-vedono di nuovo al supermercato vo-gliono altri dieci centesimi e se non glielidai ti guardano male. Se invece la primavolta non glieli dai non ti guardano pro-prio. Allora se dici no, non hai mai pro-blemi. Per questo noi spesso di notte la-voriamo e di giorno diciamo no… Ma daventi notti mi succede una cosa strana:sogno, mi sogno, mi sveglio e ved il di-ciassette, guardo la sveglia e vedo di-ciassette, guardo il calendario e vedo di-ciassette, sempre ’sto diciassette… è ladisgrazia dottò…

E lo giochi no?Diciassette e quarantadue… li giochi

lei dottò, io ho giurato, noi non possia-mo giocare… E questo ci porta all’origi-ne…

Ecco: lasci stare il tu e il lei e mi dicadell’origine e poi ci salutiamo.

L’uomo è nato in Africa orientale, do-ve ci sono gli scimpanzé, perché le cosesuccedono sempre al sud, dove c’è po-vertà, lì ci sono le cose vere… e bisognacapire che il segreto non sta a Roma maa Firenze, che comincia per effe…

Grazie signor Effe, arrivederci.È andato via, sorridendo sotto i sel-

vaggi baffi sale&pepe, e, una volta anco-ra, dopo averne più volte discusso e an-che incidentalmente scritto, mi sonchiesto: cosa si porta dentro il signor Ef-fe? Tutto quel che è uscito fuori stama-ne, sì. Ma anche chissà cos’altro… No,non aggiungerò nulla. Ché ha ragionelui: poi non la finiscono più! Né spende-rò parole per la pazzia. Né per quel che ècreduto un suo sinonimo: la follia. Nondirò della pazzia e delle sue tante patolo-gie. Non pronuncerò il lemma: malattia.Né vi dirò delle forme buone della follia.Che confina con la libertà e la saggezza…Chiuderò, invece, questa incursione conun pensiero di Blaise Pascal: “Gli uomi-ni sono così necessariamente pazzi chesarebbe essere pazzo, con un'altra for-ma di follia, il non esserlo”.

Approfondite, se volete…Intanto, ascolto, per l’ennesima volta,

Cantaloupe Island di Herbie Hancock,e, dopo oltre nove minuti, siccome nonne ho mai abbastanza di jazz, passo allaversione funky-rap degli US3, Cantalo-op (Flip Fantasia), a tutto volume. E mela ballo pure. Da solo. Anche se siamo intre.

Sarò pazzo?

sia la pazaAd illustrare un’opera di Ramon Trinca, “Pazzia sei tu la mia pazzia”, Ritratto, Acrilico, 25x20cm, 2011

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Copertina

Lecce, 12 gennaio 2014 - spagine n° 0 - della domenica 12 s pagineCon i titoli di Pagano e Conte, una nuova avventura editoriale

La copertina del libro di Luciano Pagano per Musicaos Edizioni

Per la copertina delle Spagine della domenica, due copertine! Sono i primi libri di mu-sicaos:ed. Usciranno in febbraio per dare il via a una nuova avventura di musicaos.Da settembre 2012 sono stati pubblicati 10 titoli in formato ebook, questi sono i primi 2che usciranno sia in formato cartaceo che in formato ebook.Il gruppo editoriale - formato da Luciano Pagano, Gianluca Conte, Mina Cuppone,Matteo Serafino, Giuliana Pagano - ha in cantiere nuovi titoli.In febbraio la prima presentazione del progetto editoriale di musicaos:ed, e dei primidue titoli, si terrà negli spazi del FondoVerri.

C’è MUSICAOS:ED