Spagine autori 10 antonio antonio di alessandra peluso

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autori s p a g i n e Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 11 Antonio, Antonio di Alessandra Peluso

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Una recensione dell'Ode dedicata da Maurizio Nocera ad Antonio L. Verri

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spagine Periodico

culturaledell’AssociazioneFondo Verri

Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri

Lecce, dicembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 11

Antonio, Antonio

di Alessandra Peluso

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spagine

ne verso la poesia e la cultura, amandointellettuali dediti al sapere, coinvolgen-do i giovani in un impegno sociale per uncambiamento.

Lo crede lo stesso Nocera che in “An-tonio Antonio, o dell'amicizia” scriveversi dedicati a Verri, narra episodi checoinvolgono il poeta come si legge nellabellissima “Castra Minervae”: «Dondo-lavi dolcemente sul tuo splendido caval-lino bianco / ricordo di luoghi di tempilontani, / forse i più belli, forse i più cari /curlandoti fra le grosse mani/ i magiciCanti orfici di Campana». (p. 45).

Risuona incessante l'eco del passatoche non si può né si deve dimenticare.Vige imperante la stima e l'affetto versoun uomo che nonostante gli sforzi non èancora conosciuto e non ha i meriti chedovrebbe. Forse Antonio Verri da perso-na schiva ed umile com'era non avrebbeamato orpelli o riconoscimenti, ma senzadubbio avrebbe apprezzato la voglia dicondividere con entusiasmo la poesia, lascrittura: strumenti infallibili che indica-no libertà, intelligenza e onestà intellet-tuale. Occorre prendersi cura di Verri eMaurizio Nocera lo sa bene, e ad oggi

Nostalgia, affetto, ammi-razione emergono in“Antonio Antonio, o del-l’amicizia” (Edizioni IlLaboratorio - Parabita -Luglio 2003) di Mauri-

zio Nocera nei confronti di Antonio Ver-ri. Uomini che hanno condiviso l'amici-zia, ma soprattutto l'amore per la cultura,la libertà nella conoscenza, in un saperenon accademico né vincolato in murapregiate ma sconfinato, in un sapere pro-fondamente impegnato. Così com'eraAntonio Verri, poeta salentino, impegna-to, che il professore Nocera e molti suoiamici hanno tenuto vivo il ricordo. Em-blema di umanità, vi è costantemente econ zelo la volontà di diffondere le va-stissime opere verriane e in particolarmodo il suo essere poeta.

Per comprendere la grandezza di Verriè necessario leggerlo e accostarsi da vi-cino al suo pensiero, alla vasta mole diversi liberi, sciolti da ogni artificio e fa-ziosità, liberi di essere espressione di sestesso, liberi da catene e padroni, perchéil poeta non amava vincoli né compro-messi. Ha tentato di insegnare la passio-

di Alessandra Peluso

In luoghi di tempi lontanicontinua a farlo in segno di un'amiciziache ha il sapore dell'eterno.

Mentre nei versi dell'autore si avvertetutto l'odore di una terra salentina amara,gravida di “ritmi transmatici di un Salen-to rosso di fuoco”.

Veleggia passione, solitudine, nostal-gia, rimpianti, malinconia, un passatoche Maurizio Nocera mantiene vivo ealimenta con significativi sensi e signifi-cati che la poesia esprime.

Leggere “Antonio Antonio, o del-l'amicizia” provoca tutto e il contrario ditutto, la memoria e l'oblio, la gioia e ildolore, la bellezza e la meschinità, l'ari-dità e la fertilità di un'identità forte e fra-gile allo stesso tempo come quella di An-tonio Verri. Immergersi nei versi del pro-fessor Nocera è d'obbligo, è un atto do-vuto a chi ci ha lasciato ma soltanto fisi-camente ed è altrettanto opportuno ricor-dare la produzione letteraria di Verri,gran parte in luce grazie al lavoro deisuoi fedelissimi amici ma ancora tantodeve essere conosciuto, perché un eclet-tico e poliedrico come Antonio Verri nonsi stancava mai di diffondere il sapere eintrecciare amicizie - quelle vere - che

Occorre prendersi cura di Antonio Verri

e Maurizio Nocera lo sa bene, e ad oggi continua a farlo nel segno di un'amicizia che ha il sapore dell'eterno.

Lecce, dicembre 2013 - anno I

oggi purtroppo mancano o son rare.Antonio che sognava e amava che gli

altri sognassero, “Antonio caput mun-di” come lo definisce degnamente l'ami-co Maurizio: «Mi parve di vederti / inun'aura di luce / al tepore della pietranascosta / ai piedi di Torre sant'Emilia-no / dalle parti di nostra Magna Mater. /Era la luce, / Antonio, / poi venne il buio/ per sempre». (pp. 109-110). Non per-mettiamo che questo buio resti fitto edenso, immobile e insensibile alla luce,ma anzi cerchiamo di penetrare nelmondo incantevole di Antonio Verri,nella sua illimitata sensibilità, lasciandoaffondare i versi taglienti e vivi di “An-tonio Antonio, o dell'amicizia” perchégiungano senza impedimento alcunonella mente e nell'anima di ognuno dinoi, di un lettore che non abbia a con-frontarsi con il rimorso di non aver co-nosciuto Antonio Verri o con il rimpian-to di non aver fatto qualcosa per lui.

E per tal motivo Maurizio Nocera -che non ama definirsi poeta - scrive inversi come necessità prioritaria di farascoltare le “voci” poetiche di AntonioVerri e Salvatore Toma: i Poeti che non