Scintilla, settembre 2012

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Settembre 2012 1 euro Scintilla Un peso insopportabile Il capitalismo si dimostra incapace di risollevarsi. La situazione può avvitarsi per la convergenza di alcuni fattori: la persistente sovrapproduzione e il rallentamento economico degli USA, della Cina e dei “paesi emergenti”; l’insolvenza del sistema bancario e la crisi del debito degli Stati; le tensioni nell’eurozona, dovute alla legge dello sviluppo ineguale e alla pressione dell’oligarchia finanziara USA sui paesi più deboli per ridimensionare o scardinare l’euro; lo scatenamento della guerra all’Iran. I prossimi tempi vedranno un peggioramento della crisi, che la borghesia dovrà affrontare con minori risorse a sua disposizione e sfidando una maggiore resistenza del proletariato e dei popoli. Gli squilibri e i problemi attuali esprimono il livello raggiunto dalle contraddizioni del capitalismo, in primo luogo la contraddizione fra le forze produttive ed i rapporti di produzione. E’ la crisi generale del capitalismo che si va aggravando rapidamente e in tutti i suoi aspetti: economico, ambientale (surriscaldamento globale e suoi effetti), alimentare (scarsità raccolti e aumento prezzi), energetico (esaurimento scorte e lotta più acuta per le risorse), morale (corruzione dilagante, etc.), politico (discredito dei partiti e delle istituzioni borghesi), culturale, etc. In questo scenario ci attende una stagione di lotta e di organizzazione per la difesa intransigente degli interessi e dei diritti del proletariato, per la cacciata dei governi al servizio del grande capitale, per farla finita con la politica di saccheggio sociale. Dentro queste lotte deve crescere la consapevolezza che l’involucro capitalista della società è un peso insopportabile per le grandi masse e per lo stesso pianeta. L’unica via di uscita per gli sfruttati e gli oppressi è la rivoluzione socialista e l’abolizone della proprietà privata borghese. Per dirigere questa lotta gli elementi migliori del proletariato devono unirsi e formare il Partito comunista! Apriamo la strada all’alternativa di potere Sconfiggiamo con la lotta e l’unità la politica di austerità Cresce la protesta sociale

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Settembre 2012

1 euro

ScintillaUn peso

insopportabileIl capitalismo si dimostra incapacedi risollevarsi. La situazione può avvitarsi per laconvergenza di alcuni fattori: lapersistente sovrapproduzione e ilrallentamento economico degliUSA, della Cina e dei “paesiemergenti”; l’insolvenza delsistema bancario e la crisi del debitodegli Stati; le tensioninell’eurozona, dovute alla leggedello sviluppo ineguale e allapressione dell’oligarchia finanziaraUSA sui paesi più deboli perridimensionare o scardinare l’euro;lo scatenamento della guerraall’Iran. I prossimi tempi vedranno unpeggioramento della crisi, che laborghesia dovrà affrontare conminori risorse a sua disposizione esfidando una maggiore resistenzadel proletariato e dei popoli.Gli squilibri e i problemi attualiesprimono il livello raggiunto dallecontraddizioni del capitalismo, inprimo luogo la contraddizione fra leforze produttive ed i rapporti diproduzione. E’ la crisi generale del capitalismoche si va aggravando rapidamente ein tutti i suoi aspetti: economico,ambientale (surriscaldamentoglobale e suoi effetti), alimentare(scarsità raccolti e aumento prezzi),energetico (esaurimento scorte elotta più acuta per le risorse),morale (corruzione dilagante, etc.),politico (discredito dei partiti e delleistituzioni borghesi), culturale, etc.In questo scenario ci attende unastagione di lotta e di organizzazioneper la difesa intransigente degliinteressi e dei diritti del proletariato,per la cacciata dei governi alservizio del grande capitale, perfarla finita con la politica disaccheggio sociale. Dentro queste lotte deve crescere laconsapevolezza che l’involucrocapitalista della società è un pesoinsopportabile per le grandi masse eper lo stesso pianeta. L’unica via di uscita per gli sfruttatie gli oppressi è la rivoluzionesocialista e l’abolizone dellaproprietà privata borghese. Perdirigere questa lotta gli elementimigliori del proletariato devonounirsi e formare il Partitocomunista!

Apriamo la strada all’alternativa di potere

Sconfiggiamo con la lotta el’unità la politica di austerità

Cresce la protesta sociale

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Il polo della disperazioneIl liberal-riformista PierluigiBersani ha ottenuto dall’eco-liberista Nichi Vendola il vialibera a un'alleanza di governoaperta ai democristianidell'UDC, in vista delleprossime elezioni politiche. L’intesa ha provocato malumorie critiche alla base dei duepartiti. Ma c’è poco dameravigliarsi. Le posizioni uscite dal verticetra PD e SEL sono del tuttoconseguenti alla politicaneocentrista di San Bersani,mentre Fra’ Vendola – dietro glialtisonanti sermoni - prosegue ilpercorso iniziato nel 2008, cheimplica la copertura a sinistra ela capitolazione al PD.La convergenza è il riflesso diuna politica e di un programmache li accomuna. Entrambi sonod’accordo a sostenere in varieforme il governo Monti, allosmantellamento dell’art.18, allacontroriforma delle pensioni e

alle centinaia di migliaia dilicenziati e di esodati, ai taglialla scuola, alla sanità e aiservizi pubblici,all’introduzione del pareggio dibilancio in Costituzione e alfiscal compact. Entrambi sonosubalterni ai monopolicapitalistici, al Vaticano e ai lorostrumenti.Ai due leader in realtà fregapoco o nulla delle conseguenzesociali di una politica liberistamascherata di “progressismo”.Gli interessano molto di più icartelli e le leggi elettoralifunzionali alla lorosopravvivenza, le poltroneministeriali. Vendola ha definito “polo dellasperanza” la nuova coalizione.In realtà è il polo delladisperazione di due partiti chevedono rapidamenteassottigliarsi tra i lavoratori ilconsenso di cui godono. L’accordo Bersani-Vendola con

il reazionario Casini è ladimostrazione dell’assenza diqualsiasi prospettiva politica dicambiamento da parte delriformismo, che evidenzia i suoilimiti storici e va sempre più adestra per sostenere il grandecapitale e far pagare la crisi e idebiti ai lavoratori. Dimostra altresì l’illusorietàdelle proposte “unitarie” che gliopportunisti della FdS rivolgonoa SEL e IdV (che di sinistra nonè), per costruire un polo di“sinistra” in nome di un tardo-keynesismo. In realtà questeforze sono solo l’ultimo anellodi una catena retta dal PD. Bisogna spezzare questa catenanel suo punto più debole: ilrapporto con la classe operaia ele masse lavoratrici.Sul piano politico ciò si traducenella formazione di un frontepopolare che abbia comediscriminante la nettaopposizione all’offensiva

capitalista, alle politichereazionarie, di austerità e diguerra portate avanti ieri daBerlusconi e oggi da Monti e siacompletamente indipendente daipartiti politici che li sostengono.Un blocco unitario di organismipolitici, sociali, sindacali, etc.che sia fattore dinamico dellamobilitazione politica e sociale,sulla base di irrinunciabiliesigenze della classe operaia edei settori popolari vittimedell’oligarchia finanziaria.Ma per far si che le forzeproletarie e popolari abbianocoordinamento e unità, peraffermare l’esigenza di unapolitica organizzativa di unità edi lotta degli sfruttati e deglioppressi, è indispensabile laguida di un autentico Partitocomunista, che sia costruitocome partito d’avanguardiadella classe operaia e partitodella rivoluzione socialista.Proletari coscienti, uniamoci!

settembre 2012

Dopo aver varato lecontroriforme del lavoro e dellepensioni, l’aumento delle tasseantipopolari, il taglio dei postiletto negli ospedali pubblici, ilicenziamenti nei servizi pubblici,il governo Monti - sostenuto dalPD, dai democristiani e dalledestre - ha definito la sua agendaper i prossimi mesi, in sintoniacon le esigenze del grandecapitale. In nome della fallimentarepolitica di austerità, di “unamaggiore apertura ai mercati”(leggi neoliberismo) edell’aumento “della resa per oralavorata” (leggi più sfruttamento)essa prevede la svendita diimmobili pubblici, di servizisanitari e sociali, di beni culturali,di aziende pubbliche e un “pattoper la produttività” con i verticisindacali collaborazionisti. Ciò procurerà da un lato vantaggiai padroni, alle banche e alleistituzioni finanziarie che stannofacendo acquisti a prezzistracciati nell’ ”Outlet Italia”(ecco dove sta “l’orgoglionazionale” di Monti e soci!);dall’altro peggiori condizioni dilavoro e maggioreimpoverimento masse lavoratrici. C’è poi l’aspetto caritatevole e

clientelare dell’agenda, cheprevede l’elemosina della socialcard e i concorsi pre-elettorali.Questa politica non servirà allacrescita, ma approfondirà larecessione, aumenterà ilsaccheggio sociale, faràsprofondare il paese nelle sabbiemobili del parassitismofinanziario.Ben altre misure dovrebberoessere prese. Ma il governo“tecnico” non vuole nessunapatrimoniale, nessuna tassazionedei ricchi. Non vuole colpire icapitali speculativi e mafiosi,quelli depositati nelle bancheall’estero, l’intermediazioneparassitaria, l’evasione el’elusione fiscale dei padroni(che vengono pure sgravatifiscalmente). Non attua unariforma del sistema fiscaleimprontata a una veraproporzionalità. Non colpisce lacorruzione, l’illegalità, il lavoronero. Non tocca, ma protegge il“conflitto di interessi”, i privilegi,i vitalizi e le pensioni d’oro diamministratori, manager eparlamentari.Con queste misure si potrebbedare lavoro ai disoccupati (ladisoccupazione giovanile è al36%), aumentare i salari e le

pensioni da fame, abolire ilprecariato, etc.. Invece sicontinua a far pagare la crisicapitalistica agli operai, ailavoratori, alle masse popolari. Il governo Monti è al servizioesclusivo del capitale finanziario.Dobbiamo continuare acontrastarlo senza farcinarcotizzare dal climaprelettorale. La via da seguire è quella delfronte unico di lotta delproletariato per farlo cadere nellefabbriche e nelle piazze, perriversare il peso della crisi e deldebito su chi li ha causati, peruscire dalla UE, dall’euro e dalla

NATO! Facciamo pagare il prezzopolitico più alto possibile ai partitiche sostengono Monti, perimpedire che si installino altrigoverni che proseguano la stessapolitica antioperaia, ossequiosa aidiktat di FMI-UE-BCE e pronta anuove guerre di rapina.Ci attendono giornate dimobilitazione. Occorre l’unità ditutte le forze che lottano control’offensiva capitalista, per farlafinita con la politica di austerità,nella prospettiva di abolire ladittatura dei monopoli e losfruttamento dell’uomosull’uomo.

Un governo al servizio esclusivo del capitale finanziario

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Di fronte al disastro ambientaleprovocato deliberatamente dapadron Riva in nome delmassimo profitto, lamagistratura ha sequestrato gliimpianti e ordinato la messa anorma dell’Ilva di Taranto,fermando la produzione, senzaperò necessariamente spegneregli altoforni. Emilio Riva e i suoi tirapiedi,che pensavano di continuare afare profitti a palate senza nessunserio investimento, in rispostahanno accentuato i ricatti,minacciando la chiusura di tuttele fabbriche del gruppo. Il governo da parte sua, dopoaver decretato l’ennesimo regaloai capitalisti avvelenatori (chedovrebbero accollarsi appena 7milioni di euro, sui 336 stanziatiper la bonifica ambientale), perbocca del ministro Clini haparlato di “difesa degli interessinazionali”, cioè dei padroni. Il conflitto fra settori diborghesia sta passando per laquestione della produzione. Infatti, mantenendo accesi gliimpianti senza produrre acciaio,dunque senza creazione diplusvalore, per il padrone cisarebbero soltanto costiimproduttivi. Quanto stanziato dall’llva - dopodecenni di politica criminale - è

solo un contentino per tenerebuoni i magistrati, sul cui ruolonon bisogna farsi illusioni. La vicenda dell’Ilva dimostrache gli interessi degli operai equelli dei capitalisti sonocontrapposti ed inconciliabili. E’ necessario dunque continuare,allargare ed intensificare la lottabasandola sulla difesaintransigente degli interessi diclasse e sul principio che devonopagare i responsabili del disastroambientale, degli omicidi, dellosfruttamento, non le vittime.Ribadiamo alcunerivendicazioni da ottenere con lamobilitazione degli operai edelle popolazioni del territorio:• Salvaguardia dei posti dilavoro e salario garantito al100% per gli operai Ilva eindotto fino al completamentodella bonifica. • Salari, bonifica erisanamento effettivi eimmediati della fabbrica edell’ambiente devono esserepagati attraverso l’esproprio deiprofitti, dei capitali e dei beni deiRiva, che sono padroni ricchisfondati. Se non bastano si facciala patrimoniale sui borghesi.• Impiego in condizioni disicurezza degli operai nelleoperazioni di risanamento (filtri,parchi minerali, forni, etc.), che

devono avvenire sotto controllooperaio.• Fuori i nomi deipoliticanti, degli amministratori ,dei burocrati sindacali, deigiornalisti, dei preti corrotti daiRiva. Galera per i criminaliresponsabili del disastroambientale, delle malattie e degliomicidi in fabbrica e fuori.Come propongono i delegati piùcombattivi bisogna andareall’occupazione della fabbricaper la difesa del posto di lavoro,del salario e della salute, chesono aspetti della stessa battagliacontro il capitale. La lotta sarà lunga e dura, edovrà passare per la sconfitta delcollaborazionismo sindacale epolitico, per la rottura del patto

sociale con gli sfruttatori e gliavvelenatori.Facciamo appello alla massimaunità fra la classe operaia e glistrati popolari vittime delcapitalismo. Occorre costruire erafforzare Comitati operai difronte unico e Comitati popolariper sviluppare la lotta. Nessunarassegnazione, ma riscossa econtro i padroni, il governo e iloro servi!La vicenda dell’ILVA riguardatutti i lavoratori. Essa pone laquestione dell’alternativa airapporti capitalistici diproduzione. Solo con la societàsocialista si potrà produrre persoddisfare le esigenze dellasocietà, salvaguardando salute eambiente.

Ilva: no ai ricatti, Riva deve pagare!settembre 2012

Carbosulcis: “Pronti a tutto”Sono centinaia e centinaia iminatori della Carbosulcis cheda giorni occupano a 400 metridi profondità i pozzi di NuraxiFigus. La lotta va avanti aoltranza per esigere dal governole risposte attese da anni sulfuturo della miniera di carbone,l’unica in Italia.La rabbia è esplosa perché dalgoverno e dall’Enel non sonoarrivate risposte suifinanziamenti per rilanciare laminiera attraverso la produzionedi energia pulita e a basso costodal carbone. Finora si sono vistisolo ricatti, scaricabarili eobiezioni sui costi (mentre sibuttano miliardi per darli allebanche e ai parassiti, allemissioni di guerra, agli F35, allaTAV, al Vaticano...).Se gli investimenti, circa 200milioni di euro, dovessero saltaresarebbe un colpo durissimo per iminatori e le loro famiglie. Sappiamo bene che in tempi dicrisi abbandonare una

produzione al suo destinosignifica farla fallire. E lachiusura di uno stabilimentosignifica fame e miseria per glioperai. I minatori del Sulcis sonodavanti a questa prospettiva,perciò sono disposti a lottare finoin fondo per il pane, per illavoro.Il portavoce delle Rsu assicurache la protesta andrà avantifinchè giungeranno precisegaranzie. Le prorogheannunciate da Passera sonoassolutamente insufficienti.“Ormai il Sulcis è in guerra”,affermano i minatori checustodiscono centinaia di chili diesplosivo e sono pronti aintensificare la lotta. A poca distanza i lavoratoriAlcoa si battono per gli stessimotivi: la salvaguardia dei livellioccupazionali, il futuroproduttivo.L’autunno caldo parte dal Sulcis-Iglesiente, la provincia più

povera d’Italia, sfruttata eabbandonata dalla borghesia.La coraggiosa lotta della classeoperaia sarda, impegnata in unaprova durissima per non farsicancellare e non far impoverireulteriormente il territorio, è lalotta di tutti gli sfruttati. Rafforziamo la solidarietà el’appoggio attivo sulla base diuna precisa parola d’ordine:nessun posto di lavoro deveessere perso, nessuna fabbricadeve chiudere!Impariamo dai minatori che nonsono più disposti a cedereterreno! La lotta in corso avràripercussioni positivesull’insieme del movimentooperaio e sindacale, per viadell’atteggiamento risoluto,della determinazione, dei valoricollettivi espressi, del livello diconsapevolezza e di combattivitàespresso dai minatori. L’occupazione della miniera èun’espressione del processo diintensificazione della resistenza

di classe che si va verificandosotto i colpi della crisicapitalistica. Al tempo stesso esprime lanecessità ineludibile di un piùalto livello di organizzazioneindipendente di classe e didirezione politica rivoluzionariaper fronteggiare la spietataoffensiva capitalista e tracciareuna prospettiva di rotturarivoluzionaria con lo stato dicose esistente.

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Lo scorso 19 luglio la Camera hadato il via libera definitivo alTrattato sulla stabilitàdell’eurozona («Fiscal compact»).Lo ha fatto con il voto favorevoledei partiti che sostengono ilgoverno Monti, di gran carriera enel silenzio mediatico. L’Italia è dunque il decimo paesea ratificare e dare esecuzione allac.d. “regola d’oro”, dettatadall’oligarchia finanziaria. Unaregola che impone il pareggio dibilancio (già introdotto nellaCostituzione), meccanismiautomatici per il rientro dal deficite dal debito e determina unulteriore limitazione di sovranitàper i paesi che l’accettano. Con l’introduzione del dogmaneoliberista del «Fiscal compact»viene resa permanente la politicadi austerità, si cancella qualsiasiruolo pubblico nelle politicheeconomiche, viene resaobbligatoria la riduzione deldebito che eccede il 60% del PILal ritmo di un ventesimo l’anno.Il debito pubblico italianoraggiungerà entro fine anno i2.000 miliardi di Euro. Dunquedal 2013, oltre agli interessi suldebito che vengono fatti pagare ailavoratori, i governi imporrannoun saccheggio sociale di 45-50miliardi l’anno. Per 20 anni. E’

una dichiarazione di guerra almovimento operaio, popolare esindacale, volta a far pagare allemasse la crisi e i debiti delcapitalismo, a liquidare tutte leconquiste sociali. A causa del«Fiscal compact» i lavoratorifaranno la fame, mentre iprincipali detentori dei titoli diStato (le istituzioni finanziarie)incassaranno enormi interessi. Con il vincolo del «Fiscalcompact» voluto dall’UE deimonopoli finanziari saràdevastato il futuro delle prossimegenerazioni. Il patrimoniopubblico verrà sacrificatosull’altare di questa politicaantipopolare che aggraverà larecessione, approfondirà ildeclino economico e laregressione sociale.Gli operai, i lavoratori sfruttati, idisoccupati, i giovani nondimenticheranno le forze politicheche hanno votato a favore del«Fiscal compact». La lorodecisione rende peraltroinsignificante la presuntadifferenza tra il centro-sinistra e ilcentro-destra: qualsiasi governoborghese scaturirà dalle prossimeelezioni adotterà la stessa politicadi lacrime e sangue per lamaggioranza della società. La sola vera alternativa di potere

sta in un governo degli operai edegli altri lavoratori sfruttati, chesia lo sbocco di un processo dilotta diretto dal proletariato, inalleanza con le masse oppresse. Non c’è altra via di uscita persalvarci al di fuori della lotta diclasse rivoluzionaria. E’ dunquepiù che mai necessariointensificare la resistenza e lamobilitazione di massa contro il«Fiscal compact» e il trattatoeuropeo detto «Merkel-Sarkozy»,sviluppare la solidarietà tra ipopoli sottoposti allo stessoattacco dei governi liberisti esocial-liberisti La giornataeuropea di mobilitazione deilavoratori e le prossime

manifestazioni devono servire arafforzare queste posizioni, per farpagare all’oligarchia la sua crisi.Occorre costruire l’unità politicadella classe operaia e l’unione ditutti gli strati vittime dellepolitiche dell’oligarchia, persconfiggere la politica d’austeritàche aggrava le condizioni di vitadella classe operaia e di vasti stratipopolari.E’ indispensabile un’alternativaglobale, che rompa con lepolitiche dell’oligarchiafinanziaria e abbatta il giogo di unsistema ormai vicino al capolinea,per aprire la strada allatrasformazione rivoluzionariadella società.

Ratificato il “Fiscal compact”. Quale via di uscita?4

Nelle ultime settimane è scoppiatala polemica politica sul conflittodi attribuzione sollevato daNapolitano con ricorso alla CorteCostituzionale, a proposito dellacancellazione delle conversazioni

telefoniche fra Mancino eNapolitano, finite nell’inchiestasull’infame trattativa Stato-mafiadel ‘92-’93.Su «Repubblica» del 17 agostoGustavo Zagrebelsky, exPresidente della Corte eautorevole costituzionalista, hascritto: «Sarebbe un fattodevastante, al limite della crisicostituzionale, che la Corte dessetorto al Presidente dellaRepubblica; così, nel momento incui il ricorso è stato sollevato, èstato anche già vinto». In altre parole, il Capo dello Statoha presentato il suo ricorso sicurodi vincerlo, perché una suasconfitta solleciterebbe da varieforze politiche un suo infamanteatto di dimissioni. E, in unmomento di così grave crisieconomica e politica della società

italiana, come può sentirsela laCorte Costituzionale di dar torto aRe Giorgio? Aggiunge Zagrebelsky: «Aperdere sarà anche la Corte: sedesse torto al Presidente saràaccusata di irresponsabilità; adargli ragione sarà accusata dicortigianeria». La furibonda reazione di Scalfari,il paladino dell’oligarchia nonchèscudiero di Re Giorgio, non si èfatta attendere. Vi è evidentemente uno scontroferoce fra gruppi borghesi,all’interno del quale una cosaemerge con chiarezza. Comericonosce lo stesso Zagrebelsky, ilconflitto di attribuzione sollevatoda Napolitano ha «finito perdiventare il perno di un'interaoperazione di discredito,isolamento morale e

intimidazione di magistrati».Quali? I procuratori e i giudici diPalermo e Caltanisetta che da anniindagano sui rapporti e lecollusioni fra lo Stato borghese ela criminalità mafiosa, sui quali sivorrebbe far calare il silenzio. Le strutture costituzionali delloStato della borghesia italianascricchiolano, i conflitti fra i variorgani costituzionali si acuiscono,aumenta il discredito delleistituzioni chiave. La crisi dello Stato é un segnopremonitore dell'avvicinarsi diuna nuova fase della lotta di classeche, se la classe operaia sapràentrare in campo con tutta la suaforza organizzata, potrà preludereall'aprirsi di una situazionerivoluzionaria. Una situazionenella quale si porrà il problemadel potere.

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

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Ai gruppi e ai compagni marxisti-leninistisettembre 2012

Compagni! Le ragioni che giustificano l’unità deicomunisti sono sempre più evidenti.La crisi mondiale del capitalismo chesi approfondisce, le sue disastroseconseguenze, l'offensiva reazionariadella borghesia contro il proletariato ei popoli oppressi, le minacce di guerra– così come l’intensificazione dellalotta di classe in numerosi paesi -rendono l’unificazione dei marxisti-leninisti un’impellente necessitàtattica e strategica.Chiaramente l'unità va forgiata sullabase del riconoscimento di alcuniprincipi fondamentali: - La lotta per l’instaurazione delladittatura del proletariato, per il poteredei consigli, degli organi della lottarivoluzionaria delle masse, contro lademocrazia e il parlamentarismoborghesi.- L’abolizione della proprietà privatadei mezzi di produzione e di scambio,la loro socializzazione, per edificarela prima tappa della societàcomunista. - L’impiego della coercizione delloStato socialista nel periodo delpassaggio dal capitalismo alcomunismo, per spezzare laresistenza della borghesia rovesciata.- La lotta e la separazione aperta, nettae definitiva nei confronti degliopportunisti, dei riformisti, deirevisionisti, senza la quale non sipotrà mai rompere con la politica el’ideologia borghese e piccolo-borghese.Tali irrinunciabili principi – assiemeall’internazionalismo proletario –sono essenziali per la coesioneideologica e politica. Chiariamo cheil processo aggregativo può e deveavviarsi fin da subito tra gruppi esingoli compagni che si richiamano almarxismo-leninismo così comeespresso nel pensiero e nell'opera diMarx, Engels, Lenin e Stalin. I comunisti che si mantengonosaldamente su questo terreno e sonoattivi in diverse realtà possono edevono compiere ogni sforzo e utileiniziativa per superare laframmentazione e agire uniti. Su tali basi e con tale discriminechiamiamo tutti i comunisti, tutti iproletari avanzati che sono decisi alottare per la rivoluzione socialista, ariunirsi e dar vita ad un quadro stabile

di consultazione, scambio diesperienze, elaborazione teorica eprassi politica comune. E’ un primo passo, necessario edinevitabile, attraverso il quale siamochiamati a passare, praticando lacritica e l’autocritica in modo franco eleale, nel rispetto reciproco. Ciò ci permetterà di far emergere lecontraddizioni da superare e gli errorida eliminare, di lasciarci alle spalle ladebolezza e l’arretratezza esistenti, diavanzare sulla strada dellaformazione di un autentico Partitocomunista, reparto di avanguardia delproletariato con un forte e coesogruppo dirigente ed un vastoradicamento ed influenza nella classe.Questo è l’obiettivo che dichiariamoapertamente.Nella nostra opinione, all’interno diquesto processo sarà decisivoaffrontare una questione chiave: ladefinizione unitaria di un progetto diprogramma politico rivoluzionarioper il Partito comunista che dovràsorgere nel nostro paese. L’unità dei comunisti per il Partito èun traguardo che può sembrareambizioso, ma è ormai ineludibile eimprorogabile. Quanto piùpartecipiamo alla vita e alla lottapolitica, quanto più sviluppiamo ilcontatto con le masse sfruttate edoppresse, tanto più abbiamo bisognodi un’organizzazione che sviluppiuna politica basata sui principi, chetrasformi il proletariato in forzapolitica indipendente erivoluzionaria, educandolo edirigendolo alla conquista del poterepolitico. L’arroccamento su posizionidogmatiche e settarie, l’indifferenzadi chi non avverte la necessità disuperare le divisioni, il continuare amettere in primo piano controversiesecondarie e artificiose, la presuntasuperiorità di chi si è proclamato“partito” in modo avulso dalla realtàdi classe e concepisce l’unitàessenzialmente nella propriaorganizzazione, producono gravidanni alla causa del proletariato.Attendiamo dunque una rispostachiara e sollecita da parte vostra, perpoter stabilire un primo incontronazionale.

Piattaforma Comunista

� Leggetela e studiatela percomprenderla fino in fondo ededucarvi politicamente. � Utilizzatela per discuterlacon i compagni di lavoro, neiquartieri, etc. al fine di svilupparecontatti fra le masse sfruttate eoppresse. Un buon modo è quellodi stampare la versione pdf diScintilla e di veicolarla così neiposti di lavoro, fra i compagni egli amici, per raccogliere le loroopinioni e stabilire legami diretti. � La diffusione,ovviamente, può essere svoltaanche tramite email. Adesempio, come hanno fatto alcunisimpatizzanti, si può aprire unacasella di posta elettronica sotto ilnome di “amici_pc_…” e siinseriscono in rubrica più contattipossibili della località inquestione, così da diffondererapidamente nella zona tutte lepubblicazioni (giornale,volantini, comunicati, etc.) chevengono prodotti a livellocentrale. � Adoperatela perl’agitazione a voce, per produrremanifesti e volantini nei luoghi dilavoro, nei quartieri, nelle scuole,etc.

� Affiggetela comegiornale murale nei posti dilavoro, sui muri dei quartieripopolari, negli organismi dimassa, per farla conoscere nelmodo più ampio. � Collaborate inviandocorrispondenze, articoli, lettere,documenti, fotografie, etc. inmodo da svilupparla.� Scrivete alla redazioneesprimendo apertamente la vostraopinione sul contenuto dellepubblicazioni, suggerimenti,critiche, etc.� Costruite gruppipermanenti di diffusori esostenitori collegati a PC.� Vendetela, cercateabbonamenti ordinari e dasostenitori, chiedete appoggioeconomico e inviate rapidamenteil ricavato. In tal modo Scintilla,sull’esempio dell’Iskra di Lenin edell’Ordine Nuovo di Gramsci,assolverà sempre più quel ruolodi propagandista, agitatore edorganizzatore collettivo,sperimentato molte volte consuccesso nella storia delmovimento comunista edoperaio.

La segretaria CGIL, SusannaCamusso, ha proposto l’acquistoda parte dello Stato, attraverso laCassa depositi e prestiti (una S.p.a.controllata dal Min. Tesoro), diquote delle aziende in difficoltà , darivendere a crisi superata. Si tratta di un “semi-keynesismo”a tempo determinato per salvare ipadroni in situazione precaria,socializzare le perdite private

(tagliando le spese sociali ovendendo beni pubblici poichè nonè possibile generare altro debito) eprivatizzare i profitti futuri. Keynes ammetteva che il problemaera evitare l’autodistruzione delcapitalismo. Anche Camusso cercadi puntellare il cadente edificiocapitalista, ma dice di farlo per“difendere quel poco di lavoro cheè rimasto”. La verità è che i riformisti nonsanno più cosa inventarsi.

Il prestito ai padroniIl prestito ai padroniVisita il sito di ScintillaOnlus e coopera al suomiglioramento inviandomateriale utile. Viva la cultura e lasolidarietà proletaria!

http://scintillaonlus.weebly.com/

6 settembre 2012

Il Partito Comunista MarxistaLeninista dell'Ecuador e ilMovimento Popolare Democraticohanno organizzato e realizzato aQuito, dal 16 al 20 luglio, il XVISeminario Internazionale“Problemi della Rivoluzione inAmerica Latina”, con lapartecipazione di numerosedelegazioni internazionali.Il tema del Seminario è stato “Ilcaudillismo populista e la lottarivoluzionaria in America Latina”.Di seguito il testo delladichiarazione conclusiva.

Con i lavoratori e i popolinella lotta indipendente perla rivoluzione e il socialismo

Il nuovo millennio, in AmericaLatina, è arrivato per mano dellalotta dei lavoratori, della gioventù,dei contadini, delle donne e deipopoli contro le politiche di“assestamento” portate avanti daigoverni al servizio di potenti gruppioligarchici autoctoni e del capitalefinanziario imperialista. Il crescentemalcontento sociale - che si èmanifestato in mobilitazioni distrada, scioperi parziali e generali,fino alle sollevazioni popolari chehanno abbattuto governi reazionari efiloimperialisti - ha incrinatol'istituzionalità borghese edaccelerato l'esaurimento del modellodi accumulazione capitalista incorso, monitorato dai centri didominazione imperialista.Il timore si è sparso tra le élite socio-economiche, poiché l'aspirazione alcambiamento e il desiderio di essereprotagonisti di profondetrasformazioni si sono materializzatiall’interno delle masse. Le propostepolitiche progressiste e di sinistra, inaltri tempi giudicate come fuori faseed inapplicabili, si sono fatte largotra le classi lavoratrici e popolari.Mentre in vari paesi dell'AmericaLatina si mantengono al poteregoverni apertamente di destra,esplicitamente vendutiall'imperialismo, in altri paesi sonoemersi governi definiti alternativi eprogressisti; presso alcuni di questi,in determinate occasioni si sonoosservate azioni di resistenza versole politiche dell'imperialismo, chehanno meritato l'appoggio deipopoli.Attingendo dalla propria esperienzapolitica, fazioni borghesi di diversipaesi hanno manovrato perapprofittare dello scontento dellemasse a beneficio dei loro interessi.Apparentemente, hanno abbracciatoi progetti e le proposte sollevate dalungo tempo dal movimentopopolare e dalle organizzazioni di

sinistra contro il neoliberismo e perconquistare uno sviluppoindipendente, in condizioni di equitàsociale.Tuttavia, l'aspettativa e l’entusiasmodelle masse nei confronti di queigoverni che hanno promesso dilasciarsi alle spalle il passato diumiliazione e di ritardo cozzano conla realtà, quando questi governimettono in pratica il loro veroprogetto politico e consegnano lericchezze naturali, oggiprincipalmente minerarie, allecompagnie straniere; quandol'indebitamento esterno persiste,sebbene i capitali provengano daaltri centri imperialisti; quando sicriminalizza la protesta popolare;quando si portano avanti negoziatied accordi di libero commercio condifferenti denominazioni; quando lapubblicità governativa proclama dipiù di quello che in realtà si realizzanell'ambito sociale.Nonostante lo scontento si diffondatra i lavoratori, la gioventù, icontadini, le donne ed i popoli, è unfatto che, fino ad ora, questi governihanno avuto, in una certa misura, lacapacità di neutralizzare e contenerela mobilitazione sociale. Senzadubbio, ciò è frutto della capacità dimanipolazione ideologico-politicadelle fazioni borghesi che, conl'appoggio dell'imperialismo, sitrovano al governo; si deve inoltrealla messa in atto di politicheassistenziali e clientelari, allapresenza di caudillos in qualità dicapi di governo, che fanno sfoggiodi demagogia e di politichepopuliste. Ma si deve anche ai limitiesistenti nella coscienza delle masseed alla debolezza che ancora affliggele organizzazioni rivoluzionarie e disinistra.In queste nuove condizioni, la lottache i lavoratori e le organizzazionirivoluzionarie dispiegano diventapiù complessa, poiché risultarelativamente più chiaro per lemasse affrontare e combattere ungoverno che si presenta apertamentedi destra e legato al capitalestraniero, piuttosto che uno cheafferma demagogicamente dipromuovere il cambiamento ecolpire gli interessi dei ricchi,benché in realtà non faccia altro chepuntellare l’intero sistema didominazione del capitale e difenderegli interessi delle classi dominanticreole e del capitale finanziarioimperialista.Per l'avanzamento della lottarivoluzionaria dei popoli, èfondamentale smascherare esconfiggere questi governi venduti,demagogici e populisti cheprovocano un grave danno allosviluppo dell'organizzazione e della

lotta popolare. In quanto governifunzionali al sistema dominante, ilcombatterli si trasforma in unanecessità, e in nessun caso in unmodo di fare il gioco degli interessidi altre fazioni borghesi di "destra".La lotta dei lavoratori e dei popoli,con indipendenza di classe, perconquistare la liberazione sociale enazionale, obbliga a combattere e asconfiggere l’una e l'altra fazioneborghese.Al fine di realizzare gli scopistrategici che ci animano, leorganizzazioni, i movimenti e ipartiti politici impegnati a fartrionfare la rivoluzione ed ilsocialismo, devono raddoppiare glisforzi per sviluppare la coscienzapolitica dalle masse. Ciò è possibile,soprattutto, scatenando la loro lottaper particolari rivendicazioni e perfini politici, al fine di smascherare lavera natura di quei governi. E’ vitalepromuovere un'intensa e sistematicaoffensiva ideologico-politica degliideali rivoluzionari tra i lavoratori, lagioventù, i contadini, le donne ed ipopoli; urge approfittare di tutti glispiragli che l'istituzionalità borgheseoffre nel campo politico,travalicandoli. Il perseverarenell'unità del movimento popolare edelle organizzazioni politiche disinistra è una necessità per isolaredal movimento sociale coloro che,stando attualmente al potere,manipolano le aspirazioni dicambiamento dei popoli.Sebbene, congiunturalmente, igoverni populisti sono riusciti inmaniera parziale a frenare la lottadelle masse, la cosa certa è che leloro condizioni materiali di vita ed ilimiti storici di questi governispingono alla protesta. Per di più,esiste uno scenario mondiale cheinevitabilmente incide su ogni lato equesto è l'acutizzazione della crisigenerale del sistema capitalista cheprovoca la risposta combattiva deipopoli, come si osserva nel nostrocontinente e in maniera particolarein Europa, alla cui classe operaia egioventù esprimiamo solidarietà.Le organizzazioni partecipanti aquesto XVI SeminarioInternazionale “Problemi dellaRivoluzione in America Latina”,riunite a Quito dal 16 al 20 Luglio,ribadiscono la loro vocazioneinternazionalista e l’impegno dicontinuare a lottare per l'unità esolidarietà tra i popoli, per formare –tramite azioni concrete - un grandefronte antimperialista.Rivendichiamo il diritto dei popolia l l ' a u t o d e t e r mi n a z i o n e ,condanniamo ogni forma diinterventismo straniero ed ogniazione delle classi dominanti pereludere la volontà dei popoli.

Le opinioni sintetizzate in questaDichiarazione, sono il risultato deldibattito aperto e democraticoprodotto in questo Seminario. Leesponiamo al mondo per farleconoscere ai lavoratori, alla gioventùed ai popoli.Da Quito, Ecuador, esprimiamo ilnostro impegno a dare continuità aquesto evento, e perciò ciconvochiamo per il prossimo annoal XVII Seminario Internazionale.Quito, 20 luglio 2012

Partito Comunista Rivoluzionariod'ArgentinaPartito Comunista Rivoluzionario -BrasileMovimento per la CostituentePopolare - ColombiaPartito Comunista di Colombia(marxista-leninista)Partito Comunista di Spagna(Marxista-Leninista)Fronte Democratico Nazionale -FilippinePartito Comunista del Messico(marxista-leninista)Fronte Popolare Rivoluzionario -MessicoPartito Comunista di PalestinaPartito Comunista del Perù - PatriaRossaPartito Comunista PeruvianoMarxista-LeninistaCoordinamento Caraibico eLatinoamericano di Porto RicoPartito Comunista del Lavoro dellaRepubblica DominicanaPartito Comunista (bolscevico) ditutta l'Unione Sovietica - RussiaMovimento Gayones - VenezuelaMovimento PedagogicoEmancipatore del VenezuelaMOPEZMovimento di Educazione perl'Emancipazione del VenezuelaMEPECorrente Sindacale Marxista-Leninista - VenezuelaMovimento di Donne Ana Soto delVenezuelaComitato Preparatorio del XXIIICampeggio Internazionale dellaGioventù Antifascista edAntimperialista del VenezuelaFronte Universitario RivoluzionarioSocialista - VenezuelaMovimento Socialista per la Qualitàdella Vita e della Salute - VenezuelaMovimento Popolare Democratico -EcuadorGioventù Rivoluzionariadell'EcuadorFronte Rivoluzionario Universitariodi SinistraFronte di Avanguardia del MagisteroCorrente Sindacale RivoluzionariaConfederazione di DonneEcuadoriane per il CambiamentoPartito Comunista MarxistaLeninista dell'Ecuador

XVI Seminario Internazionale “Problemidella Rivoluzione in America Latina”

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Noi giovani di diversi paesi delmondo (Argentina, Austria,Bolivia, Brasile, Colombia,Ecuador, Francia, Germania,Inghilterra, Libano, Messico,Paesi Baschi, Perù, RepubblicaDominicana, Turchia eVenezuela), motivati dalle lottedei giovani i quali, assieme ailavoratori ed ai popoli, unisconole loro forze in diverse parti delpianeta per fare fronteall'imperialismo e alle sue misure,ci siamo riuniti con l’intento direalizzare il 23° CampeggioInternazionale Antifascista eAntimperialista, nelle strutturedell'Università Bolivariana delVenezuela, UBV, nei giorni dal 4all’11 agosto del presente anno.Delegati nazionali edinternazionali hanno sviluppato ildibattito politico e ideologico edesposto, da un punto di vistarivoluzionario, le loro opinionisulla situazione mondiale ingenerale e sui propri i paesi inparticolare.Durante i giorni di dibattitoabbiamo affrontato differentiquestioni in campo politico,economico, sociale, educativo,ambientale, svolto attivitàculturali e sportive, che hannopermesso uno scambio fraternotra le diverse delegazioni. I puntidi vista che i delegati nazionali edinternazionali hanno espressohanno aiutato a rafforzare ladiscussione e a serrare le filedavanti alle problematiche cheaffrontiamo come giovani alivello mondiale. Durante questi giorni abbiamopotuto constatare le diverse realtàche vivono i giovani lavoratori,contadini, artigiani, studenti neidiversi paesi del mondo. Questerealtà confermano la necessitàche le nostre lotte trascendano dalterreno puramente rivendicativoalla lotta rivoluzionaria per lacostruzione del socialismo qualeunica via per affrontare leconseguenze del capitalismo. Nello sviluppo dell'eventoabbiamo rafforzato la nostracoscienza antifascista edantimperialista, abbiamo fissatogli impegni da seguire nella lottarivoluzionaria, unificando glisforzi tra le nostre organizzazionicome viva espressionedell'internazionalismo proletario.

La guerra, un mezzo degliimperialisti per la nuovaspartizione del mondo

La crisi generale del capitalismoha messo a nudo la limitatezzadel sistema capitalista che non

riesce a superare l'attualesituazione, per cui le potenzeimperialista cercano di gettaresulle spalle del proletariato tutto ilpeso della crisi, e pertantoaumentano lo sfruttamento dellaclasse operaia, si organizzano perla guerra di rapina controdifferenti paesi per appropriarsidelle loro risorse, specialmentel'acqua, il petrolio ed i minerali,ampliando la devastazionedell'ecosistema. Gli imperialisti sviluppano azionibelliche contro i popoli, comedimostrano le aggressioni militaricontro la Libia e la Siria, che sisono sviluppate sotto lo sguardocompiacente dagli organismiinternazionali, i quali una volta dipiù hanno dimostrato il loro ruolonefasto di fantoccidell'imperialismo. Col silenziocomplice di questi organismi sisono realizzati interventi,massacri, bombardamenti, tra lealtre azioni che portano avanti gliimperialisti per saccheggiare lericchezze dei popoli ed utilizzarlea favore dei loro interessi. Con la guerra crescono i profittiper l'industria bellica cheappartiene ai più potenti gruppieconomici del pianeta, ubicatinegli USA e in EuropaOccidentale. Queste impresehanno incrementato le vendite diarmi più del 50% tra il 2000 e il2010 per sostenere le aggressioni,sottomettendo i popoli a terribilisituazioni.

Le misure degli imperialistidavanti alla crisi

I capitalisti hanno preso diversemisure con la decisa intenzione diintensificare lo sfruttamento deilavoratori e dei popoli, pergarantire i loro introiti, facendo sìche la crisi ricada sulla classeoperaia. Per questo riducono isalari, allungano la giornatalavorativa, applicano tagli allespese per la salute e l’educazione,

eliminano le conquiste sociali elasciano milioni di lavoratorinella disoccupazione, i qualisperimentano giorno dopo giornoil peggioramento delle propriecondizioni. Le misure applicate dalle classidominanti significano fame emiseria per le maggioranzeoppresse. Di fronte a ciò i giovanidel mondo si organizzano perrespingere con forza le misureimperialiste, aggregandosi allemanifestazioni di rifiuto di esse,scendono nelle strade delleprincipali città del mondo,affrontando le forze di sicurezzache reprimono con violenza, manonostante questo non siarrendono, al contrario, ognigiorno si aggiungono più giovania queste espressioni diorganizzazione e di resistenzapopolare, contro il fascismo el'imperialismo, come dimostraquesto 23° Campeggio. Vedendo la situazione che sisviluppa nel mondo, noi giovaniantifascisti, antimperialisti,rivoluzionari e democraticipresenti a Caracas dichiariamo: Rifiutiamo le guerre promossedagli imperialisti chesottopongono i popoli a terribilisofferenze per soddisfare gliinteressi della borghesia. Respingiamo le politiche diprivatizzazione dell'educazioneche sviluppano vari governi,negando così nella realtà concretail diritto all'educazione deipopoli. Davanti a ciò solleviamola proposta di un'educazione perl'emancipazione, che sia unostrumento per i popoli nella lorolotta rivoluzionaria control'imperialismo. Respingiamo lacriminalizzazione della lottapopolare come misura adottatadai governi imperialisti,demagoghi e pro-imperialisti, chereprimono i popoli per imporrepolitiche di sfruttamento e cercaredi farli retrocedere nella loro lotta

rivoluzionaria. Solidarizziamo con le compagnee i compagni imprigionati peraver sostenuto la lottarivoluzionaria a favore dei loropopoli, affrontando misure distampo neoliberista come quelleche promuovono le miniere acielo aperto, l'estrazione a tutti icosti e lo sfruttamento più crudeledei lavoratori. Solidarizziamo coi popoli chedanno vita alla lottarivoluzionaria, utilizzando tutte leforme di lotta, control'oppressione dell'imperialismo. Appoggiamo la lotta portataavanti dal popolo venezuelano indifesa dei propri interessi,avanzando contro la destrainterna e contro l'imperialismo,salutiamo le misure popolari edemocratiche adottate dalpresidente Hugo Chavez a favoredella gioventù e dellamaggioranza del popolo. Ciesprimiamo affinchè il popolovenezuelano approfondisca eirrobustisca i cambiamenti socialia favore della maggioranzasfruttata ed oppressa,sconfiggendo le pretese delladestra più recalcitrante di tornarea dirigere il destino di tale paese. Ci dichiariamo in vigilanzapermanente di fronte alla nascitadi gruppi violenti di estremadestra, come è il caso deineofascisti in Europa e dei gruppiparamilitari in America, poichéquesti gruppi sono uno strumentodell'imperialismo per affrontarela lotta rivoluzionaria dei popoli. Rivendichiamo il socialismocome risposta realmenterivoluzionaria che i popoli hannodi fronte al capitalismo, unicapossibilità reale di superaredefinitivamente le crisi egarantire il soddisfacimento dellenecessità alle maggioranze. Fin da ora lanciamo l’appello atutti i giovani per mobilitarsi epartecipare al prossimocampeggio antifascista edantimperialista da realizzarsi nel2014; ciò pone il compito dirafforzare il nostro lavoro in senoalla gioventù per continuare alottare per conquistedemocratiche, popolari edantimperialiste e affinchè ilprossimo campeggio sia unospazio per condividere erafforzarci con le esperienzecombattive e vittoriose compiutecol calore dei nostri popoli.

23° Campeggio Internazionaledella Gioventù Antimperialistaed AntifascistaCaracas, Venezuela, agosto ‘12

settembre 2012

Dichiarazione finale del 23° Campeggio Internazionaledella Gioventù Antimperialista e Antifascista

Dopo aver destabilizzato laSiria, l’imperialismonordamericano attraverso lasua punta di lancia, Israele,prepara l’aggressione all’Iran.Il governo sionista diNetanyahu ha infatti rivelatoche intende far partire l’attaccoin autunno, prima dellepresidenziali negli USA eperciò sta rafforzando il fronteinterno. Il pretesto usato èl’avanzamento di Teherannell’arricchimento dell’uranio.Ma il vero problema non è lasicurezza di Israele - poichénon esiste un ordigno nucleareiraniano mentre ne esistonocentinaia israeliani maicontrollati da Aiea e Onu -bensì il diritto dell'Iran di

produrre energia nucleare, chesignifica la rottura delmonopolio imperialista in unaregione chiave.Da tempo il popolo iranianosubisce un danno pesante acausa del blocco economico edelle sanzioni, atti illegali sulpiano internazionale e criminicontro l’umanità. Ora gli imperialisti voglionodare una terribile lezione apaesi che non si sonocompletamente piegati ai lorodiktat, come la Siria e l’Iran.La superpotenza USA cerca dimantenere la supremaziamondiale, rafforzando le sueposizioni in competizione conle potenze imperialiste inascesa. Non punta solo aconsolidare la sua egemonianei paesi tradizionalmentedominati, reprimendo le lottepopolari, ma tenta anche distabilirla in paesi che ancoranon sono stati soggiogati.Le aggressioni del bloccoNATO e di Israele non hannonulla a che vedere col dirittoall'autodeterminazione deipopoli e con le loro aspirazionidemocratiche e sociali, coldisarmo e la pace. Sono invece funzionali allarapina delle enormi risorsenaturali della regione (petrolio)e al controllo delle loro vie ditransito (stretto di Hormuz),ma anche gli interessi dellemultinazionali di diversi settori(bellico, minerario, dellecostruzioni, etc.) e al cinicoespansionismo di Israele. Il rischio di escalation militarein una regione in cui siscontrano gli interessi dei

principali paesi imperialisti èreale. Noi marxisti-leninisti nondifendiamo il regime dellaRepubblica Islamica dell'Iranche è un regime capitalistareazionario e di tipo mafioso.Ma pensiamo che il compito dirovesciare questo regime spettaalla classe operaia e alle masseiraniane. Il cambio di regime per mezzodei bombardamenti edell’aggressione di forzeimperialiste ha il solo scopo dicolonizzare il paese esaccheggiare le sue risorse. La pericolosità di una politicache vede le potenzeimperialiste libere di lanciareattacchi militari ad altri paesisulla base di ipoteticheminacce o intenti ostili, devespingerci a dire “Noall’aggressione!”.Opponiamoci all’intervento

politico e militare di Israele,degli USA e della NATO. Nonvogliamo un altro Iraq, un altroAfghanistan, un’altra guerramondiale! Il livello di mobilitazione èarretrato rispetto la gravitàdella situazione. Le forzecomuniste, rivoluzionarie eprogressiste, gli amanti dellapace e del progresso, devonounire le loro forze e mobilitarsicontro l’interventoimperialista. E’ necessario rilanciare subitola lotta per fermare la guerra ele ingerenze di qualsiasi tipo,per il ritiro immediato di tuttele truppe dall’estero, percacciare il governoguerrafondaio, per l’uscitadalle coalizioni belliciste,legandola strettamente allalotta contro l’offensivacapitalista e le misure diausterità imposte ai lavoratori.

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USA e Israele vogliono scatenare la guerra all’IranImpediamolo sollevando un ampio movimento di massa!

settembre 2012

Lo scorso 16 agosto la poliziasudafricana ha aperto il fuococontro i minatori della miniera diplatino di Marikana (proprietàdella Lonmin, unamultinazionale con base aLondra), in sciopero da unasettimana per ottenere aumentisalariali. E’ stato compiuto unmassacro: 36 operai ammazzati. Nei giorni precedenti vi era statoun duro scontro fra sindacati, cheaveva provocato numerosevittime. E’ del tutto evidente laresponsabilità dellamultinazionale del platino (unmetallo prezioso utilizzatonell’industria automobilistica ein altri settori industriali), che haprovato con tutti i mezzi aindebolire il movimento operaio

e sindacale, a dividere edesasperare i lavoratori sottopostia condizioni di lavoro bestiali. Lastrage dei minatori ha riportato lamemoria all’epocadell’apartheid, quando gliassassini erano all’ordine delgiorno e gli attivisti sindacalivenivano torturati e uccisi peressersi battuti per i diritti deilavoratori. Ma in Sudafrica dalproblema razziale si èrapidamente passati al problemadi classe. In questa paese capitalista“emergente” l’oppressione dellaclasse operaia non è mai cessataed ora, di fronteall’intensificazione dellosfruttamento imposto daicapitalisti, la lotta del proletariato

si radicalizza e il governo guidatodall’ANC non riesce più acontenerla.La strage ha un significato che vaal di là dei confini del Sudafrica:il capitalismo nello svolgimentodella crisi mondiale mostra il suovero volto. Per aumentare losfruttamento nei settori strategici,per salvaguardare il livello deiprofitti e delle rendite (le azionidei metalli preziosi volano neitempi di crisi), non esita adabbandonare ogni “dialogo econcertazione” e va avanti con larepressione e i massacri deilavoratori. Allo stesso modo, i governiborghesi, anche quelli che sidefiniscono “democratici” e“progressisti” – ma che

consegnano alle multinazionali lericchezze minerarie e naturali epermettono lo sfruttamentointensivo degli operai - almomento della necessitàmostrano la loro natura di classe.E’ in questo scenario che la lottadei minatori, dopo il massacro diMarikana si sta estendendo. Altreminiere sono scese in sciopero.Esprimiamo piena solidarietà aiminatori sudafricani in lotta.Chiamiamo i lavoratori, igiovani, le masse popolari adesprimere appoggio alle protestedei minatori in tutto il mondo, dalSudafrica, alle Asturie, al Sulcis!Attraverso battaglie come queste,per quanti sacrifici costino, siaffermerà il nuovo e superioreordinamento sociale.

Sudafrica, la lotta dei minatori si estende

ConferenzaI nternaz ionale

di Part it ie Organizzaz ioni

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