Rivista arti marziali cintura nera budo international marzo 2014

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La rivista internazionale di Arti Marziali tradizionali, sport da combattimento e autodifesa. Download gratuito. Edizione Online Marzo 2014 270 Anno XXIII

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Dopo aver praticato e gareggiato per anni inUcraina e in Europa, ho sentito il desiderio dimigliorare le mie Arti Marziali in termini diautenticità. Ho sentito da molto tempo che c’èqualcosa che noi (noi bianchi) non riusciamo acomprendere completamente del Wu Shu(parlando delle arti marziali cinesi in particolare).

WU SHU & CINEMAI l Tiro con L’Arco a cavallo è un’arte

marziale unica che combina queste dueimmagini. Il cavallo in questo caso è unospecchio importante per riflettere le propriecapacità e realizzare un allenamento intensivocon un compagno. I cavall i vivono e siinteragiscono a un livello non verbale, ilcavallo riconosce le vere motivazioni dellapersona e i movimenti del corpo.

TIRO CON L’ARCO ISTINTIVO A CAVALLO

Ogni sport o artemarziale possiede isuoi grandi esempi.Mohammed Alì nellaBoxe o Helio Gracienel Jiu Jitsubrasil iano sonoleggende cheispirano mil ioni dip e r s o n e .Nell’Eskrima si puòdire di Cacoy

Canete. Le sue capacità sono così eccezionali che questaleggenda vivente di 95 anni e 12°Dan nel Doce Pares riesceancora a stupirci. Ciò che molta gente non sa è che lui haanche alti gradi in altre discipline. Possiede l’8°Dan di JiuJitsu, Judo e 6°Dan nell’Aikido e Karate.

SGM CACOY CANETE

Nell’accademia specializzata di lotta, BJJ/Grappling,MMA e K1 “Mecas Academy” di Marcos S.Sarsa,abbiamo avuto la fortuna di chiudere l’anno vecchiocon la sempre piacevole presenza del genialemaestro di Brazilian Jiu Jitsu, Gil Catarino; è la terzavolta in 2 anni che questo curioso brasiliano, cinturanera 4°Dan, viene a Madrid per impartire un altro deisuoi eccellenti stage e supervisionare i progressi degliassistenti istruttori e garantire agli stessi unpromettente futuro di alto livello.

BRAZILIAN JIU JITSU

Personalmente, quellache credo sia la ragionepiù convincente per farecross- training ecomprendere lo Yin e loYang, è l’apprendimentodella difesa personale piùefficace possible. Perquesto, nel mio viaggioultraquarantennale, misono sempre sforzato diessere coerente a certiprincipi che consideroessenziali per qualsiasivero Maestro.

COMBAT HAPKIDO

invitiamo il lettore a conoscere alcune diquelle storie così come furonotramandate, come un ascoltatore in uncerchio, a leggere di un racconto o di unmito, poichè non possiamo offrire nullache sia documentabile a eccezione di unacultura comune alle antiche leggende delterritorio giapponese che, aldilà del fattoche ancora sopravvivano, sono statecontaminate e adattate nel corso deisecoli.

TRADIZIONE SHIZEN – UN VIAGGIO IN UNA STORIA MAI RACCONTATA

Negli ultimi mesiabbiamo potutoleggere del SDSConcept e delTomahawk FightingConcept. In questonumero parlerò delcombattimento colcoltel lo, un altrosistema, il SAMI.Come gli altri due, ilSistema diCombattimento conColtello è unsistema primario dic o m b a t t i m e n t ot o t a l m e n t e

indipendente, che si fonda su principi e concetti di lotta.Il coltello è uno degli oggetti culturalmente più antichi.La difesa contro attacchi da coltello, sta attirandosempre più attenzioni nel mondo delle arti marziali.

KNIFE FIGHTING CONCEPT

UN GIORNALE SENZA FRONTIEREBudo International è senza alcun dubbio la rivista di Arti

Marziali più internazionale del mondo. Siamo convinti di

vivere in un mondo aperto. Gli unici confini sono quelli

che la nostra mente vuole accettare. Così costruiamo,

mese dopo mese, una rivista senza frontiere, dove ci

sia spazio per tutte le informazioni che interessano ai

praticanti, qualunque sia il loro stile.

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDOBudo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambito delleArti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed è l’unicarivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa in oltre 55Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania,Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio, Croazia, Argentina,Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia, Marocco, Venezuela, Canada,Senegal, Costa d’Avorio…

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I sacerdoti e sciamani Shizen, i Miryoku, dedicaronotutta la loro vita per rispondere affermativamente aquesta domanda. Partendo dal dubbio, invece di farlodalla certezza o dalla fede, le loro conquiste sul pianospirituale resero le loro conoscenze un tesoro unico eduraturo, esattamente per il loro impegno nel guardarel’inconcepibile con occhi e mente aperti, per subitodopo dimostrare le loro scoperte attraverso i llinguaggio dei fatti.

E-BUNTO

Nel mondo delle arti marziali ci sono moltistili e sistemi che hanno storie che siassomigliano. E se analizziamo le storie,molto presto possiamo vedere che molti diloro hanno le stesse origini. Uno dei inluoghi in cui tutto ciò accade è senzadubbio la Cina, nel caso dei famosi templidel Kung Fu. I due più famosi erano quellodel nord e quello del sud.

SHAOLIN HUNG GAR KUNG FU

I l KAPAP (Krav Panim El Panim) èun’arte marziale israeliana che oggi èriconosciuta a livello internazionale, che èsorta come un ponte tra vari sistemimarziali. Il KAPAP fu unificato quandovenni scelto per diventare un istruttoredell’unità YAMAM, una unità superioreisraeliana che opera contro il terrorismo.

KAPAP

Rick Faye è l’istruttore capo del GruppoKali del Minnesota (MKG), è stato allievo eistruttore per oltre 25 anni, uno dei cinqueIstruttori Superiori, di Guru Dan Inosanto,l’unico fuori dallo stato della California; ilsuo curriculum a livello marziale è davveroimpressionante. Il quartier generale dellascuola è a Minneapolis, MN, in cui contapiù di 150 allievi e numerosi istruttori.

JEET KUNE DO

Nellasplendidacornice dellaantica citt�marinara, si� tenuto ilGala THEHERO, cheha portatoalcune inte-ressanti no-

vit�, oltre che dal punto di vistamarziale, anche da quello culturaleed etnico. CINTURA NERA era l� pertestimoniare lÕevento nella personadi Nicola Pastorino che ha strappatouna breve intervista al super impe-gnato Marco Costaguta.

MARCO COSTAGUTA

I personaggi marziali della mia vita. Paolo Cangelosi, unuomo impeccabile.

Conobbi Paolo Cangelosi molti anni fa, eravamo parecchiopiù giovani ma non ricordo esattamente la data, la miamemoria è orribile, però ricordo bene il momento e lecircostanze. Molte volte Paolo è venuto a Madrid perregistrare una serie di magnifici video, i suoi articoli hannodato lustro a questa rivista e sono stati al centrodell’attenzione dei nostri lettori più appassionati delle tradizionimarziali Cinesi. La versatilità e l’enorme patrimonio diconoscenze di Paolo sono stati bersaglio di molti ignoranti.Proprio così, Paolo ha dovuto sopportare un sacco di invidie e

critiche; al giorno d’oggi, il tempo ha messo tutte le cose al suo posto.

PAOLO CANGELOSI

Una delle prime cose che abbiamofatto quando fondammo la TAOWSAcademy fu di costruire dei ponti dicollegamento con altri rami o scuoledi Wing Chun. Tutto ciò, impensabilepoco tempo addietro, ci ha fornitonon soltanto delle nozioni su aspettisconosciuti della stessa arte, maanche un ambiente di cameratismoeccezionale, di rispetto tra artistimarziali. In definitiva, un ambiente daKung Fu.

WINGTSUN

L’Associazione Internazionaledi Weng Chun Kung Fu direttadal Gran Maestro AndreasHoffmann annuncial’ inaugurazione uff iciale delprimo tempio Weng Chun di tuttoil mondo. Così come il tempioShaolin del Sud situato nel suddella Cina, i l nostro nuovotempio è posto nella costa suddel Mediterraneo in Italia, nelcentro turistico Rama BeachCafè, nei pressi della città di Napoli.

WENG CHUN KUNG FU

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: [email protected]. Facebook:http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttore: Leandro Bocchicchio. Pubblicità eRedazione: Nicola Pastorino, e-mail: [email protected] Hanno collaborato: Don Wilson, YoshimitsuYamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano,Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, OmarMartínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, BillNewman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, MarceloPires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.

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uando le cose girano sul loro asse naturale,si produce l'inversione. L'inversione è unfenomeno che precede ogni disastro,perché non si può camminare con la testa,né pensare con i piedi.

Ignorata dalla maggioranza, l'inversione èpresente nella nostra società su tutti i piani. Per andareavanti, devono spingere dietro; le piramidi devono essereampie alla base. L’anteriore deve sottostare e alimentareil posteriore e il basilare il più elaborato.

Quando si produce il fenomeno inverso, troviamopiramidi di popolazioni nelle quali nasce meno gente diquella che muore, come succede in Europa. I bambiniiniziano a essere un bene scarso e il loro valore comegruppo comincia ad aumentare. Anticamente i bambini sigeneravano in quantità perché erano manodopera per lafamiglia ed anche perché morivano come mosche.Ognuno doveva farsi largo nella lotta per il suo pane e ilsuo posto. Loro non erano il centro, bensì la base.Oggigiorno i bambini non mantengono i loro anzianibensì è il contrario; i giovani non escono da casa fino aiventicinque anni o più, dipendenti dai loro genitori esenza lavoro. E dicono che è la generazione piùpreparata! Sfortunatamente "sapere cose" non è esserepreparato.

Essere preparati è uno stato di spirito, di coraggio; èdeterminazione, è disposizione e forza per lottare; ma,quale disposizione possiamo sperare da chi è stato cosìviziato? Genitori stressati con sensi di colpa per nondedicare tempo ai loro figli, li riempiono di regali in unambiente di consenso; dare per compensare questosentimento al posto di esigere, non porre limiti effettivi, ibambini moderni, per il loro estremo valore, sono statiiper protetti e quindi debilitati.

Se non hai lottato per le cose, come puoi stimarle?Mettere il carro davanti ai buoi porta a questo, ma chipoteva astrarsi nel suo tempo e vedere quello che stavasuccedendo? Chi poteva percepire i risultati dell’effettod’inversione delle forze? L’intera società è immersa intempi d’inversione delle forze e risponde a questa grandebolla spazio temporale nella quale siamo tutti coinvolti.

Nessuno può astrarsi dall'ambiente, però sì, attraversol'essere cosciente e con intrepido sforzo, mantenere lalucidità e agire di conseguenza sapendo, questo sì, chesi nuoterà contro corrente, perché tutto spinge indirezione opposta.

Le società moderne mettono l'accento sull'individuo,non sul gruppo, come succedeva nel tribale. L'egoismoestremo giustifica tutto e si pone come unicocomandamento e valore delle società postindustriali; tuttovale, il trionfo economico si glorifica come unica ragione,non importa a che costo, né come.

Benché l'accento fosse sul gruppo, le società antichepossedevano un’organizzazione che paradossalmentefacilitava la realizzazione dell'individuo. L'alienazione e lemalattie mentali sono un simbolo di questa modernità chenon fornisce ai giovani i giusti e necessari riti di

passaggio per inserirsi in modo sano nella società,crescendo con valori positivi e salutari. Queste giustedifficoltà che premiano la virilità, la lealtà e le virtù eternedi rispetto e onestà, sono definitivamente antiquate.

L'orgoglio di corrispondere a qualcosa di buono e giustoper il gruppo, di occupare un posto in esso e guadagnarel'approvazione degli anziani, è qualcosa d’impensabile. Ivecchi erano ascoltati e riveriti, il giovane sentival’orgoglio di superare le sue prove e guadagnare il suoposto nel gruppo. Non c'erano problemi didisoccupazione, perché c'era molto da fare, come oggi,ma il modo di retribuirlo si è arroccato nell'assurdo enell'ingiustizia. L'offerta e la domanda si sono alterate enon si basano su beni e necessità reali, bensì fittizie. Ilsistema sta cedendo e trasformandosi in qualcosad’insano, di conseguenza la piramide della ricchezza siostina a stabilirsi in triangoli ogni volta più stretti eallungati lasciando la base senza sostegno. L’1% dellapopolazione mondiale possiede la metà della ricchezzadel pianeta, le classi medie, il gran trionfo delle societàOccidentali, si degradano in modo rapido, impoverite eschiacciate sotto imposizioni sempre maggiori persostenere stati che hanno smesso di servire il cittadinoda tempo; convertiti in mostri insaziabili, praticanol'autofagia sotto la promessa del bene-stare, e produconosolo leggi su leggi, coartando la libertà dell'individuo chepretendono di difendere.

Di fronte alla società del ben fare, o del bene essere, lesocietà del bene-stare definiscono come propriareputazione, quello che è il loro proclama essenziale:state calmi! Non muovetevi, lasciateci fare! Ci occupiamonoi di tutto! State comodi! Deliziatevi dei vostri "diritti”...Abbiamo messo la volpe a guardare le galline in unparadiso artificiale e insostenibile. Che cosa possiamosperare?

La comodità porta alla scomodità, la facilità alladifficoltà, se vuoi distruggere qualcosa, devi solofacilitarla. Senza etica il potere porta solo corruzione; lebasi dell'ingiustizia sorgono dalla natura stessa dellecose, quando sono male dirette. Non possiamo incolparenessuno di agire come tutti stiamo agendo. Il problemanon si risolverà con ritocchi, né ideologie, rivoluzione outopie, perché finché non cambia l'individuo e la suaconsapevolezza, non cambierà il gruppo; la base stessadella nostra educazione si basa su criteri quantitativipiuttosto che qualitativi, perché il quadro sociale funzionasu criteri d’inversione dei valori, e perché la lucidità, alcontrario della stoltezza, che campa a suo agio e senzalimiti, è un tesoro che si ottiene solo con lo sforzo equesto, è mal visto. Non siamo stati allenati per esso. Chipotrebbe incolpare i più giovani di ciò? Io ho diritto di ...ma non obblighi per... Abbiamo fatto la dichiarazione deidiritti umani, ma non quella dei doveri... tocchiamo unpunto, mettiamo tutto lì, niente nell'opposto... la bilancianaturalmente si squilibrerà... non è tempo di piangere peri diritti, bensì di comprendere i doveri, di andare più in làdelle ovvie ragioni, di comprendere quanto è profondo è il

"Qualunque tempo scorso fu anteriore". Les Luthiers

"Il senso della vita è trovare il tuo dono. Lo scopo della vita è regalarlo". Pablo Picasso

Q

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dilemma, di sapere che camminiamo nel divisorio dei tempi. Larisposta ora non è nel gruppo, bensì nell'individuo. Se siamoesseri spirituali che vivono una vita materiale, possiamosvegliarci ad altre dimensioni dell'essere, perchécompiendo propositi superiori, l’inferiore per forzaentrerà in concordanza; perché per tanto che ci siainversione dei poli, la grande legge tende aorganizzarsi in accordo alla sua stessanatura, ma in un piano superiore, solocosì si realizzerà per sempre,l’inferiore alimenterà il superiore,l’anteriore il posteriore, fino alcollasso del tempo.

I nostri tempi personali tuttaviasono piccoli, la vita è un sospiro,vedere oltre, sfruttare ogniistante per compiere processisuperiori nell'evoluzioneindividuale, è la migliorerisposta alle convulsioni cheviviamo, perché in questopiano, non c'è uscita,nessuno esce vivo dalla vita.Solamente trascendendopossiamo sfruttare leturbolenze di questi tempi,per svegliarci a qualcosa dipiù grande, per vedere oltrel’evidente, per transitare inpiani di consapevolezzasuperiori.

La mia guerra non è di questomondo, neppure di coloro che inquesto mondo segnarono ledifferenze, tuttavia qui siamo e bisognavivere, meglio con lucidità e construmenti per sapere che si cuoce e nonsi viene cotti.

Alfredo Tucci es Director Gerente de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO.e-mail: [email protected]

https://www.facebook.com/alfredo.tucci.5

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Passato, presente e futuro nel WingTsun.TAOWS Academy

Passato...Sono passati tre anni da quando, insieme a un team di miei istruttori, decisi di

fondare la TAOWS Academy. Devo riconoscere che all’inizio non sapevamomolto bene cosa volevamo essere, ma avevamo assolutamente chiaro ciò

che NON volemamo essere.Quando prendemmo questa decisione, che supponeva di noncontinuare con le linee che aveva tracciato il mio Sifu e Sigung e che

dopo diverse dispute personali portarono alla separazione dei loropecorsi e quindi dei “nostri percorsi”, sia io che la mia equipe diinsegnanti più vicini decidemmo di creare qualcosa di cui sentirsiorgogliosi quando il trascorrere degli anni ci avrebbe obbligato aguardare indietro, al nostro passato. Ma non è il momento divantarsi troppo. Appena tre anni non significa nulla nel panoramaodierno e nella storia delle Arti Marziali, ma posso dire, senzaremore, che siamo alquanto contenti e orgogliosi

dell’evoluzione e la direzione che abbiamointrapreso attualmente.

Decidemmo di chiamare la nostraassociazione TAOWS Academy

in onore a uno dei miei libricaposaldo: “L’Arte della

Guerra del

“Una dellegrandezze delWing Tsun èche possiedeun principioe una finea livellotecnico:“Siu NinTao, ChamKiu Tao,

Biu Tze Tao,Muk Yan

Chong, BartCham Dao eLuk Dim Boon

Kuan”

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“Il Wing Tsun èun eccellente stiledi boxe cinese,che consente didedicare tuttauna vita

all’allenamento ealla crescitacompleta delpraticante”

“Sebbene ricevaqueste domande

quasiquotidianamente,la mia risposta èsempre lastessa:

Pratico WingTsun “senzanessunaetichetta”!”

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generale Sun Tzu. È un libro molto ispiratore per me e che fa partedi quelli più letti e studiati dal sottoscritto. Devo ammettere chequesto libro è stato un’opera molto importante nella mia formazionein tutti questi anni di studio delle Arti Marziali e anche unaeccellente fonte di apprendimento sul comportamento dellepersone e della società in generale. Tutt’ora continuo a scoprire deipiccoli dettagli che non avevo ancora captato nelle precedenti 100letture...

“L’Arte della Guerra” del generale Sun Tzu è uno dei librirappresentativi di una saggezza antica quantomai valida algiorno d’oggi. Senza tempo. Il suo nome in lingua inglese “TheArt Of War Society” ha ispirato quello della mia scuola (TAOWSAcademy).

Sebbene in principio le nostre motivazioni non andasserooltre il potersi allenare sotto l’egida di un’associazione cheunisse gli interessi di praticanti di WingTsun e di altri sistemi diArti Marziali, i l nostro progetto, la fi losofia o la stessaidiosincrasia della nostra associazione, hanno poi generato unadinamica della quale andiamo particolarmente fieri. La quantitàdi maestri, scuole, praticanti o simpatizzanti che si uniscono alnostro progetto o che ci manifestano il loro consenso esupporto, sono per noi una motivazione ulteriore percontinuare a studiare, ad allenarsi e a indagare in meritoa questa antica arte da combattimento.

Per più di quindici anni ho fatto parte dellaassociazione più importante del mondo. Sonostato parte attiva del processo promozione edespansione dell’organizzazione nel miopaese e sono stato formato direttamentedal mio Sifu, che ho accompagnatonei suoi numerosi viaggi in tuttaEuropa per insegnare WT. Glisono molto grato per tutti isuoi insegnamenti e

inutile dire ancheassai influenzato dal suo modo di concepirequesto stile di lotta. Ho cercato in ognimomento di imparare tutto ciò che di buonomi hanno insegnato i miei maestri e misono adoperato molto per comprenderela natura delle tecniche, le tattiche, lestrutture e i metodi di trasmissione chetanto successo avevano procurato aquesta associazione, che in meno ditrent’anni, grazie a tutto ciò, avevaposto uno sti le praticamentesconosciuto in Europa,all’avanguardia tra gli stili chesono centrati nella “difesapersonale”.

Parlo in questi termini perchèper molti anni, il WingTsun èstato venduto come: Il migliorstile di Difesa Personale cheesiste...

Credo che è unadefinizione abbastanzapericolosa, sia nel tono (untantino magniloquente) cheper il contesto in cui fucollocata. Quandoparl iamo di Difesa

WingTsun

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personale, mettiamo il WT in una sortadi calderone in cui si trova un pò ditutto. Ma, a mio avviso, il WingTsunci può offrire molte più cose che lasola capacità di difenderci tramite

dei semplici “trucchetti”.Porre di nuovo il WingTSun in tale

contesto, credo che abbia provocato deiconsiderevoli problemi di identità. Il Wing

Tsun è un eccellente stile di boxe cinese,che consente di dedicare tutta una vita

all ’al lenamento e alla crescitacompleta del praticante.

In tutti questi anni, ho avutol’opportunità di conoscereeccellenti insegnanti, magnificicombattenti e personeeccezionali. Molti hannomollato e la cosa peggiore èche lo hanno fatto con unasensazione molto negativa,perchè erano sicuri chequesto stile potesse daremolto di più di quantostava facendo. E’ solodifesa personale? Pocasostanza per dedicaretutta la vita al suo studio...Troppe incongruenzeprodotte dalla mancanzadi un obbiettivo, o forsedall’esatto contrario, da unobbiettivo che non è quelloappropriato.

Nel libro “Alto Livello”(una critica costruttiva alsistema WingTsun), editodalla Budo International cherealizza la rivista CinturaNera, faccio un riassunto diquell i che per la miaopinione sono stati i mali diquesto sistema oltre asottolineare, perchè no,quelli che sono i suoi punti diforza. Affermo che è facilecriticare (è umano), ma nonaltrettanto proporre erealizzare soluzioni per quellecose che non ci piacciono del

mondo che amiamo. Noi cistiamo provando.

Dopo la fine dei nostrirapporti con i “padri” dellostile, la prima cosa che fecifu una revisione di tutto il

sistema, da cima a fondo.Cercando di dare un senso e unordine logico a un sacco di pezzi,

forme e idee che consapevolmente

“Per quanto adesso i grandi “guru” diquesto stile si impegnino nel

continuare a vendere etichette ai loroseguaci e a parlare di sistemi

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o meno si erano trasformate inuna sorta di puzzle senza fine.

Intrappolato in una pocointeressante diatriba tra se è megliorestare più fedeli all’antica tradizioneoriginaria cinese, o dare spazio a stili piùmoderni, i l sistema perse la propriarotta...smarrì la sua natura, l’intenzione con cuifu creato.

Ora è il nostro turno. Siamo diventati adulti ed èarrivato il momento di prendere delle decisioni,essere intraprendenti e smettere di vivere di renditasu ciò che altri hanno fatto prima di noi. Di fareproposte per migliorare lo stile al quale molti di noi(praticanti di Arti Marziali) dedichiamo migliaia di oredi pratica nelle nostre vite.

Presente...Da diverse parti del mondo mi chiedono: Che tipo di

Wing Tsun fa lei? Qual’è il suo lineage? Cosa propone?Cosa lo rende differente da altre scuole?

Sebbene riceva queste domande quasiquotidianamente, la mia risposta è sempre la stessa:Pratico Wing Tsun “senza nessuna etichetta”!

Per quanto adesso i grandi “guru” di questo stile siimpegnino nel continuare a vendere etichette ai loroseguaci e a parlare di sistemi completi e altre storiellesimili, la realtà e una delle grandezze del WingTsun, è che possiede un principio e una fine alivello tecnico: “Siu Nin Tao, Cham Kiu Tao,Biu Tze Tao, Muk Yan Chong, Bart ChamDao e Luk Dim Boon Kuan”. La miarisposta a tutti loro è sempre la stessa:Prova, avvicinati per conoscere piùmaestri, scuole, rami e opinionipossibili...è meglio!

Il nostro proposito è di formarequanto prima il praticante con tutto ilsistema, in un lasso di temporagionevole, per poi, in una seconda fase, concentrare la praticanel proprio allenamento individuale. Primo imparare tecniche, tattiche, ideee filosofia dello stile per poi PRATICARLE nel corso degli anni, persviluppare al massimo il potenziale di ciascun individuo, in base alle

WingTsun

completi e altre storielle simili, la realtà e una delle grandezzedel Wing Tsun, è che possiede unprincipio e una fine a livello

tecnico”

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relative capacità e alle ore di allenamento che vengonodedicate.

Lo spirito critico che ho ereditato dal mio maestro, credo siastato assai positivo per cercare di restare con i piedi per terrae trovare un giusto equilibrio tra il classico e il moderno. Percosì collocarci nella strada maestra.

In realtà, la sola cosa che posso garantire a coloro cheapprodano nella mia associazione è tanto ALLENAMENTO!Quello che facciamo si fonda ora e per sempre nella pratica.Ed è la pratica di questo stile di Boxe Cinese tutto ciò chedeve caratterizzare quanto facciamo da e per le Arti Marziali.Sinceramente, il resto ci interessa poco. Attualmente, lenostre linee guida di lavoro si basano principalmente su due

pilastri:Lo studio delle origini del

sistema: le mie intervistecon un’infinità di maestridi rami differenti e,

soprattutto in questomomento, i l mio lavoro

come direttore tecnico del dipartimento di Wing Tsundella Federazione Spagnola di Lotta e Discipline Affini, mi

permette di CONDIVIDERE delle esperienze con tutti i lineagedel Wing Chun oggi esistenti, che influisconoquotidianamente sulla mia visione di ciòche facciamo e soprattutto sullacomprensione dei sistemi dicombattimento. Il mio “piano”è sempre statocomprendere i l

passato, lavorare nel presente e pensare a come farlo meglionel futuro.

La sperimentazione, la pratica e lo sviluppo di sistemi che ciaiutino a migliorare. Mi rifiuto di continuare a fare le cosecome le facevano altri per il semplice fatto che altri prima dinoi le facevano in quel modo. Ciò che c’è di buono rimane,quello meno buono...dobbiamocercare di migliorarlo. E questoaspetto occupa molti deinostri sforzi e studi per lapratica.

Quando fondammo laTAOWS Academyfacemmo una lista di tuttele cose che non cipiacevano del sistema invigore. Sia a l ivelloistituzionale che a livellodidattico e naturalmentepensando a come potevamomigliorare lo sti le che

WingTsun

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“I nostri pianisono sempredi continuaread esserecritici,

costruttivi eumili

lavoratori. E’ il decalogoche provo atrasmetteregiorno dopogiorno ai mieiistruttori escuole!”

“Mi rifiuto dicontinuare a farele cose come lefacevano altri peril semplice fatto

che altriprima di noile facevanoin quelmodo”

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praticavamo anche a livello tecnico e tattico. Se volevamo farequalcosa di diverso, dovevamo essere coraggiosi e allontanarcidalla tendenza della stragrande maggioranza delle scuole chepianificavano di cambiare una lettera al nome WingTsun,disegnare un nuovo logo che somigliasse all’originale del proprioSifu, abbassare leggermente i prezzi per esami e lezioni e fare laguerra per chi aveva più scuole o allievi... Quando vedo questecose dico a me stesso...questo non è un bene per l’arte!...Questo non è Kung Fu e ovviamente non ha nulla a che vederecon le Arti Marziali! Ma soprattutto non è interessante per lepersone che desiderano praticare Arti Marziali. Conoscocentinaia di eccellenti praticanti di WingTsun, ma soprattuttodiverse centinaia di eccellenti persone che hanno lasciato lapratica dell’arte, stanche di queste cose alquanto dannose per lastessa.

Noi non lo facciamo e mai lo faremo. La pratica di quest’arteancestrale è fondamentale per noi, al di sopra di qualsiasi altracosa.

Una delle prime cose che abbiamo fatto quando fondammo laTAOWS Academy fu di costruire dei ponti di collegamento con altrirami o scuole di Wing Chun. Tutto ciò, impensabile poco tempoaddietro, ci ha fornito non soltanto delle nozioni su aspetti sconosciutidella stessa arte, ma anche un ambiente di cameratismo eccezionale, dirispetto tra artisti marziali. In definitiva, un ambiente da Kung Fu.

Devo ammettere che stabilire rapporti di scambio didattico con maestri delcalibro del GM Steve Tappin (Escrima Concepts) o del mio insegnante JairCorrea de Magallaes (BJJ), mi ha aiutato moltissimo al momento dicomprendere alcuni metodi di allenamento e programmatici per migliorare ilWT e sono state esperienze di grande arricchimento che senza ombra didubbio proseguiranno in futuro.

Futuro...Dopo tre anni, potrei citare molti dei traguardi personali

e istituzionali che abbiamo conseguito, ma ritengoche sia il momento di fare un bilancio da unaprospettiva assolutamente terrena e cercare diriaffermare il messaggio originale con cuiquesta associazione è stata creata da eper i praticanti di Arti Marziali ingenerale e in particolare per quelli diWing Tsun. I nostri piani sonosempre di continuare ad esserecritici, costruttivi e umili lavoratori.E’ i l decalogo che provo atrasmettere giorno dopo giorno aimiei istruttori e scuole!

Credo fermamente che lepersone che incentrano il lorocammino nelle Arti Marziali enella pratica dei propri stili,raggiungano mete e obbiettivimolto più dignitosi einteressanti di quelle che siconcentrano su “altr iaspetti”.

Negli anni a venirecercheremo di portare ilnostro punto di vista inaltri paesi dell’Unione

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Europea e in America, sempre con la promessa che tutto ciò che faremo sarà sempre dettatodal sacrificio, dalla pratica e dal massimo rispetto per tutte le persone, le istituzioni e i

praticanti.Quest’ultimo anno siamo riusciti a introdurre, per la prima volta in una Università

Spagnola, dei corsi ufficiali di WingTsun. L’essere riconosciuti da una università earricchire e punteggiare il curriculum accademico degli allievi che la

frequentano, è una svolta storicadi cui possiamo andare

orgogliosi.Come anche la creazione

di un dipartimento di tutte lescuole di Wing Chun inSpagna che sia riconosciuto

dal CSD, ma che serve inparticolare da punto di incontro tra

rami, maestri, tendenze e scuolemolto differenti che però hanno trovatoin esso un luogo in cui potercondividere con rispetto e umiltà, contante persone, “cose diverse” cheprovengono dalla stessa radice.

Lanceremo nuovi progetti neiquali tenteremo di miglioraresempre tutto quello che facciamo e

se non ci verrà impedito, faremo ciòche davvero ci piace fare nella TAOWS

Academy: Praticare WingTsun!!! PraticareArti Marziali!!!

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Questo libro è il primo che parla apertamente diuna tradizione Sciamanica giapponese che dalSecolo XII rimase segreta. Si tratta della culturaspirituale degli Shizen ("i naturali"), un popoloche raggiunse la sua massima espressioneintorno al Secolo XIV sull'Isola di Hokkaido, alNord del Giappone. La cultura apparteneva allapopolazione Aino, culla di guerrieri e sacerdoti,gli abitanti originari delle Isole, di razzacaucasica e in perenne lotta con gli invasoriYamato. Oggigiorno solo un tre percento dei

giapponesi possiede geni Aino, tuttavia la suasaggezza sul mondo spirituale fu tale che,nonostante l'essenza fu mantenuta segreta,"contaminò" intensamente la cultura giapponesee la sua influenza si può percepire in aspettidello Shinto, nello Shugendo, nelle Arti Marzialie nelle tradizioni e abitudini di tutto ilGiappone. I saggi Miryoku, gli Sciamani delpopolo Shizen, erano temuti e ricercati persinodallo stesso Shogun per via del loro potere edelle loro conoscenze.L'e-bunto è rimasto talmente segreto che

anche digitando il suo nome su Google, non neesce niente. La ricchezza della sua eredità èenorme e le sue conoscenze del mondospirituale e delle interazioni con esso sonosorprendenti e poderose. Filosofia,psicologia, strategia, alimentazione, medicinaspirituale ... le materie che compongono l'e-bunto sono molto vaste e ricche mentre lasua Cosmogonia possiede la finezza, laprofondità e la raffinatezza della Greciaclassica.Questo lavoro è dunque una primizia

storica, ma anche una fonte d'ispirazioneper comprendere come i popoli antichiesplorarono l'ignoto, interagendo in modosorprendente con le forze dell'Universo, apartire dall'analogia e dal linguaggio deifatti, giungendo a conclusioni chesolamente ora la scienza modernaincomincia ad intravvedere. Unaconoscenza che lontano dal rimanere unqualcosa d'informativo o sterile, fuutilizzata come medicina spirituale,trasmettendoci un bagaglio immensamentericco che solo ora, finalmente, incominciaad aprirsi al resto dell'umanità, trovando inquesto modo il suo giusto riconoscimento.

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TRADIZIONE SHIZEN – UN VIAGGIO IN UNA STORIA MAI RACCONTATA

(PARTE 1)

Senza dubbio avranno ragione quei grandivisionari che annunciarono l’arrivo di un’era in cuitutto avrebbe visto la luce. Con l’ascesa deglisport da combattimento delle scuole moderne edi conseguenza, volontariamente o no, dellamessa in disparte di tradizioni che attraversostorie e leggende difendevano i loro concetti, ilmondo moderno è oggi testimone di una nuovaepoca. Ricordiamo, io e Juliana, quando la BBCinglese di ffuse un documentar io sul l ’a l loracelebre scuola Katori Shinto Ryu, nell’immaginedel grande Otake Sensei. In Brasile, terra da cuiproveniamo, l’ammirazione era enorme negliocchi di coloro che vedevano quel documentario,che senza dubbio metteva in discussione i loror i fer iment i marz ia l i . Indipendentementedal l ’epoca, è s icuro che l ’accesso a l leinformazioni è sempre stato un mezzo perchiar i re le cose e d i conseguenza, per laconstatazione di alcuni aspetti curiosi.

L’approdo della famiglia Ogawa in Brasile ineffetti, parlando una lingua differente – che alcuni altempo classificarono come Ainu-go – delineò unparallelismo curioso nel rapporto tra le struttureantropologiche relative al Giappone antico.

Decenni dopo, conversando con Takeo Nagaki(autore del primo articolo sulla scuola OgawaSensei in una rivista di arti marziali brasiliana –KIAI, 1994), questi, attraverso indagini curiose eattraverso conferenze e seminari, spiegò ai piùinteressati la parabola degli Hagumo, i presunti

antenati di coloro che conosciamo come il PopoloShizen. Rivisitiamo un attimo la storia.

Il primo libro di storia del Giappone fu scritto agliinizi del XVIII secolo, prima in una versione, “Kojiki”,poi in una più ampia come “Nihon Shoki”. I lcontenuto riferito agli anni precedenti è ancoramotivo di discussioni, tuttavia, si considera affidabileil contenuto posteriore alla fine del XVII secolo d.C.Ciò ci riporta immediatamente al fatto che, inmaniera distinta rispetto ad altri paesi, i documentistorici del territorio giapponese non sono reperibilicon la stessa precisione che in altre zone e pertantoqui non potremmo parlare che di conoscenze chesono state tramandate nel corso di generazioni,come tradizione culturale, senza modo di presentarela dovuta documentazione che comprovi l’affidabilitàdelle informazioni. Forse, per la stessa ragione, latradizione e la cultura degli Shizen appartengono alcontesto delle leggende e della mitologia di unGiappone ancestrale, senza le caratteristicheetniche che conosciamo attualmente, qualcosa cherisiede nelle storie degli antenati, che conserva dellesimilitudini con quelle raccontate attorno a un fuoco,in cima a una montagna o nel pieno di una foresta,da una cerchia di indigeni con caratteristicheproprie, come quelle che si potrebbero benissimotrovare nelle terre dell’Ovest della regione Nord-Americana, o in qualsiasi altra regione che inpassato sia stata abitata da una tribù antica.

In questa maniera, invitiamo il lettore a conoscerealcune di quelle storie così come furonotramandate, come un ascoltatore in un cerchio, aleggere di un racconto o di un mito, poichè nonpossiamo offrire nulla che sia documentabile aeccezione di una cultura comune alle anticheleggende del territorio giapponese che, aldilà delfatto che ancora sopravvivano, sono state

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contaminate e adattate nelcorso dei secoli.

Ripassiamo un pò i lterritorio nipponico per potercollocare la nostra storia.Questo è composto daquattro isole principali, manoi ci concentreremo di piùnella zona di Hokkaido e aNordest di Tohoku (Honshu).Regioni condivise tra gliEmishi e gli Ashihase. GliEmishi, all’epoca conosciuticome Ezo, che continuarono a vivere a Hokkaidonel XVII secolo, successivamente vennerochiamati Ainu. Si sa molto poco di quello che èaccaduto agli Ashihase agli albori dell ’eramoderna. Si pensa che furono spinti più a norddagli stessi Ainu.

Esistono tre etnie che dobbiamo considerarenell ’antico Giappone: Emishi, Giapponesi eAshihase. La letteratura giapponese sostiene lateoria che gli Emishi erano considerati dei ribelli eperciò potenziali obbiettivi di conquiste – il che lidivise nel corso delle varie epoche tra coloro chesi sottomisero alle normative Yamato come alleatie quelli che vivevano ai margini della loro autoritàe visti come barbari che stavano aldilà dellefrontiere.

Qui iniziamo ad avvicinarci a ciò che è statotramandato come Popolo Shizen. Michinoku,nome dato dagli Yamato giapponesi ai Tohoku,tradotto letteralmente “strada profonda” nel sensofigurativo di luogo remoto, era la zona dove gliEmishi ribelli abitavano, molto oltre le frontieresotto il comando degli Yamato.

Gli Ashihase erano considerati in generale comeun popolo di stranieri e non si sa esattamente chi

fossero. Nellericerche più recentivi è una tendenza amettere in relazionegli Ashihase e gliEmishi, così comelo si fa tra questiult imi e iGiapponesi. Conl’espansione dellac o n q u i s t aGiapponese suTohoku, gli Emishi

si trasferirono a Hokkaido. Gli Ashihase, cacciatorie solit i vivere sulle rive dei f iumi, dallecaratteristiche asiatiche, si spostarono più a sud indirezione di Hokkaido o vennero assorbiti econquistati dagli Emishi di cultura Satsumon(nome dato al gruppo Emishi che sarebbero gliantenati degli Ainu), ma non lo sappiamo concertezza perchè i Satsumon emigrarono anch’essia Hokkaido e si stabilirono nella loro zona nellostesso periodo. Altri sostengono che in verità gliEmishi crearono la cultura Satsumon. Esistonoaltri fatti e scoperte archeologiche che indicanoche i Jomon furono gli antenati degli Ainu; altri, perla caratteristica dello scheletro Jomon ritrovato,che erano collegati ai mongoli o a gruppi asiaticidell’est e pertanto di razza distinta. (Ossenberg1986: 199-215; Kidder 1993: 79-101). In ognimodo, gli Emishi e gli Ainu furono gli ultimi delperiodo Jomon che vennero conquistati e, setorniamo alla storia, vedremo che le frontiere tra igiapponesi e questi popoli del nord arretraronoverso sud ed esistono prove chiare di questaipotesi. Concentrandoci di più sugli Emishi, eranovisti come uomini pelosi dai conquistatorigiapponesi, data la presenza di peli nel corpo

“All’interno della culturaShizen, ciascun villaggioavrebbe collaborato inmaniera distinta allasopravvivenza della

cultura”

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“Quattro villaggideterminarono ilrafforzamento diquesta cultura:Yabu, Yama, Tayo e Kawa”

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(Mojin o Kebito), caratteristica questa condivisaanche dagli Ainu, conosciuti come Ezo primadell’Epoca Meiji.

Tutto ciò ci porta a credere che di fatto èdifficile pensare che il Giappone antico eraformato da un solo gruppo etnico, ancora di piùquando il collegamento sanguineo e culturaleavvenne tempo dopo l’unificazione politica.Perciò, anche ritenendo gli Emishi gli antenatidegli Ainu, la loro cultura era diversa da quella diquest’ult imi o da quella dei Giapponesi.Nonostante l’influenza che lasciò il periodoYamato, come l’utilizzo dei cavalli per la guerra el’apparizione del titolo Shogun a causa delleguerre contro di loro, gli Emishi rifiutaronocertamente di affiliarsi ai giapponesi e in seguitoa più grandi complicazioni storiche, molti Emishisi separarono in gruppi distinti o sparirono deltutto grazie ai matrimoni con gli altri gruppi etnicinipponici.

Secondo la trasmissione delle informazioninel corso delle generazioni, gli Shizen, dopo ilPeriodo Edo mischiati alla casta samurai, oltrea conservare tutta la loro struttura etimologica,socia le e i propr i manufat t i per lasopravvivenza, fecero la differenza agendo nelruolo di negoziatori. Secondo Takeo Nagakepossedevano dei metodi specifici sviluppatidurante la loro storia, che persino ai giorninostri richiamano l’attenzione di scienziati eaccademici di eminenti università. Metodicome strategia (Yugoka, in g iapponeseSenryaku), psicologia (Hugoka, in giapponeseShinrigako), filosofia (Husu, in giapponeseTetsugako) e un lungo eccetera. Ovviamentenessun termine occidentale può tradurre laportata e l’essenza di tali meccanismi. La

ver i tà è che tut ta questa al terazione deischemi sociali a livello secolare, fomentò unastruttura di pensiero che che ha finito percostruirsi una propria linea razionale e unacultura debitamente preordinata.

Anche al giorno d’oggi, la principale barrierache definisce bene l’interno e l’esterno di ciascungruppo di persone che dicono di appartenere atale cultura è, senza dubbio, il linguaggio – trattodistintivo nelle scuole di origine Shizen.

Costituita da importanti membri della società,pensatori, dispensatori di opinioni, ecc. dal XIXsecolo, i gruppi ebbero una grande influenzaovunque passarono. Secondo i professionistidegli ambienti accademici, la cultura Shizenstabilisce dei modelli propri all’interno di unanormativa sofisticata, anche ai nostri tempi. Inpassato, è sempre difficile stabilirlo con dateprecise, ma qui, seguendo la linea di pensierodegli antropologi, nell’era Kamakura, quattrovillaggi determinarono il rafforzamento di questacultura: Yabu, Yama, Tayo e Kawa. Le ricercheinterne indicano nel villaggio di Yabu il loropioniere.

All ’ interno della cultura Shizen, ciascunvillaggio avrebbe collaborato in maniera distintaalla sopravvivenza della cultura, anche se comevedremo nel corso della storia, appartenendo agruppi ribelli, vennero perseguitati e decimati. Latrasmissione di ciò che si conosce oggi, fupossibile grazie all’integrazione con i giapponesie i loro studi vennero riorganizzati attraverso taleprospettiva e riesaminati attraverso piccoli gruppidi differenti province.

Nel prossimo articolo, tratteremo lecaratteristiche culturali Shizen.

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Tiro con l’arco a cavallo naturale©

Collegamento tra Arti Marziali e L’Arte di cavalcare, di PetraEngeländer – Scuola Indipendente di Arceria a Cavallo

Un cavallo e un arco, troviamo questa scena in moltiesercizi delle Arti Marziali Asiatiche. La posizione delcavallo e i movimenti, che simboleggiano la figura di unarco, ci indicano che il cavallo e l’arco sono elementiimportanti nelle arti marziali.

Il Tiro con L’Arco a cavallo è un’arte marziale unica checombina queste due immagini. Il cavallo in questo caso èuno specchio importante per riflettere le proprie capacità erealizzare un allenamento intensivo con un compagno. Icavalli vivono e si interagiscono a un livello non verbale, il

cavallo riconosce le vere motivazioni della persona e imovimenti del corpo.

“Il cavallo comporta un’elevata attitudine sociale e lacoscienza del movimento in comunione con esso e richiedeche il cavaliere sia capace di eguagliare o migliorare talicaratteristiche. Il controllo delle emozioni è di grandeimportanza per saper stare a cavallo. I l cavalloimmediatamente mostra col suo comportamento il propriolivello di sviluppo.

Il fatto che tutte le abilità di un artista marziale sianousate per essere impiegate sul cavallo, fa si che il tiro conl’arco a cavallo sia soltanto per un artista marzialepreparato.”

Tradizione e innovazione

Il tiro a distanza e il tiro con l’arco meditativo continuanoad rappresentare degli ingredienti fondamentali nelle arti

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marziali giapponesi e coreane. InEuropa, il tiro con l’arco a cavallo ètornato a destare interesse e negliultimi anni si vedono molti tornei diquesto sport.

Engeländer ha insegnato per 14anni il tiro con l’arco a cavallo, comeparte della sua scuola ed è una dellemigliori nel sistema dei tornei. Il suoapproccio è cambiato nel 2011allontanandosi dalle Arti Marzialisportive per tornare all ’ immaginetradizionale di guerriero esperto. Hasviluppato un sistema diinsegnamento per cavallo e cavaliere,che unisce esercizi di Arti Marziali etiro con l’arco a cavallo moderno, perinsegnare e conservare l’essenzadell’arte del combattimento a cavallo.

Petra Engeländer parladella IEHAS:

“Ciò che rende la Natural HorsebackArchery © (Arceria Naturale a cavallo)un’arte così speciale, è il cavallo. Neltiro con l’arco a cavallo abbiamo ilbersaglio come “nemico” e il rapportocol cavallo come alleato. E’ qui cheentra in gioco il nostro compagno diallenamento, uomo e animale devonoallenarsi come una squadra. LaMaestria consiste nel trovarel’equilibrio e la concentrazione.

Le relazioni tra equitazione e ArtiMarziali sono andate perse colpassare dei secoli, dice Engeländer: “Ilcavallo faceva parte della vita

quotidiana della gente nel contestodegli “Sport e tempo libero”. Lavicinanza e il rapporto con il cavallooggi è l imitata e la necessità dimontare è passata dalla vitaquotidiana ad un uso più sportivo. Leeccezioni sono le culture in cui ancoraoggi il cavallo ha una grande tradizionecome in Spagna o in altri paesi.

“E’ come molti altri sport. Appena irisultati e i titoli entrano in gioco, ilcavallo viene più utilizzato come unmezzo che come un fine, invece diessere visto come una cosa sola nelsenso dell’arte del combattimento acavallo. Nella nostra scuola vediamo ilcavallo come un’espressione delnostro stesso corpo e comeun’arma…”

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Arti Marziali e Cavalli

Engeländer ha avviato un esperimento nel 2011 e ha lavorato con vari esperti di ArtiMarziali per vedere se le loro conoscenze hanno un impatto sul lavoro con i cavalli.Secondo la visione di Engeländer, una persona deve avere la mente e il corpo allenati perraggiungere la Maestria e ottenere una buona comunicazione con i cavalli, sia a terra chedurante la monta.

La presenza, l’approccio e il linguaggio del corpo chiaro dei maestri. Questi sono glielementi sviluppati dalla Engeländer negli esercizi del suo sistema didattico. Con lariscoperta dell’arceria a cavallo, nell’intenzione orientarla verso l’aspetto sportivo, glielementi che mancavano erano evidenti. Poiché l’arco è un’arma e bisogna maneggiarla,

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è necessario andare aldilà delle normalinozioni, nel momento in cui si cavalca. Leemozioni troppo forti hanno un’influenzanegativa sul comportamento del cavallo esulle impostazioni di tiro, i cavalli nonvengono visti come partner alla pari e ilcomportamento sociale tra loro si deteriora.

Il galoppo a mano libera in una zonaaperta richiede una connessionestraordinaria e la capacità di addestrare ilcavallo alla monta senza redini. Il tiro a unadistanza tra i 10 e i 60 metri richiede lacapacità di centralizzare il corpo, sapermettere a fuoco e prendere il controllo delproprio respiro e del Ki.

Engeländer:

La parte superiore del corpo si estendecon l’arco e la parte inferiore si mantiene inequil ibrio, compensa i l movimento emantiene un collegamento con il cavallo inposizione verticale.

Solo nella fase di volo del galoppo,l’energia dell’arco e del cavallo si canalizzaverso la freccia per riuscire a mirare almeglio.

Tirando da un cavallo si raggiunge unostato meditativo di coscienza che aiuta lamente a rimanere calma e concentrata sulmomento. Non c’è spazio per i pensieri, soloper l’azione, qui e ora.

Engeländer scocca 9 frecce in meno di 20secondi dal suo cavallo, in un tratto dritto di100 metri in terra. Il primo tiro è a 60 metri inun paglione da 90 cm di diametro.Engeländer dice che si trattava del tipo diattacco tradizionale dalla monta contro unalinea nemica vicina.

Il tiro rapido e alla cieca di una freccia neltiro con l’arco da guerra è una tecnica chemescola conoscenze tradizionali e moderne.

IEHAS La scuola di Arti Marziali

Per realizzare questi collegamenti tra leArti Marziali e l’esperienza dell’equitazione,Engeländer ha creato una scuola di artimarziali i t inerante per agevolare uninsegnamento di alto livello anche al di fuoridel centro didattico IEHAS.

Engeländer viaggia dunque con gli allievipiù avanzati e due dei suoi migliori cavalliper insegnare nei suoi seminari ad artistimarziali e cavalieri la Natural HorsebackArchery ©, il tiro con l’arco da cavallo senzasella ne redini, in una meravigliosa unionetra corpo e mente con l’animale.

Inoltre, è possibile tirare con l’arco dacavallo senza cavalcare.

Gli interessati a queste Arti Marzialipossono trovare qui le informazioni suiseminari.

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Información:

Independent European Horseback Archery School(Escuela Independiente Europea de Tiro con Arco a Caballo)Pettra EngeländerTiene fascinación desde la infancia por los caballos y las armas.Ha recibido formación en danzas asiáticas, medicina tradicional china y Feng ShuiSu Trabajo principal es entrenadora de caballos, y presidenta del IEHASwww.horsebackarchery.dePettra EngeländerCinturón Negro 4º dan en el Fighting System Tara Miliata de Robert V.Jones Cinturón Negro 9º dan y fundador del Zen Do KaiCinturón Negro en el Sistema Kassai de Tiro con Arco a Caballo

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el mondo delle artimarziali ci sonomolti stili e sistemiche hanno storieche si assomigliano.E se analizziamo le

storie, molto presto possiamovedere che molti di loro hanno lestesse origini. Uno dei in luoghi incui tutto ciò accade è senzadubbio la Cina, nel caso deifamosi templi del Kung Fu. I duepiù famosi erano quello del nord equello del sud. Il tempio del nordfu il primo dei due e non soloquello che ha provocato losbocciare delle arti marziali nelpaese, bensì anche quello che

promosse i l Buddhismo Chan(“Chan” = “Zen” in Giapponese).Già a quel tempo venne posata lapietra su cui si sarebbe fondato ilsuccesso futuro del Kung Fu.Alcuni monaci che cercavano diallontanarsi dalla capitale cinese(l’odierna Pechino) si diresseroverso i l Fukkien, nel sud delpaese. Fu allora che venne creatoil famoso tempio di Shaolin delsud. Si deve sapere che la parola“Shaolin” in cinese vuol dire“giovane bosco”. E siccome iltempio del sud era vicino a unbosco molto giovane, gli diederoquel nome. Molti anni dopo che iltempio del Nord venne distrutto

dalle truppe dei Manchu. Siccomedopo quell ’evento i l TempioShaolin era l’unico grande tempiodel Kung Fu nel paese, tutt i imaestri, anche quelli del nord, sirecarono laggiù. Disgraziatamentemolti anni dopo anche il tempiodel sud venne raso al suolo dalgoverno. I maestri e gli allievi deltempio erano obbligati acontinuare a praticare Kung Fu inun sotterraneo. Dal momento chelo Shaolin Kung Fu era proibito epunito con la morte, quello fu ilperiodo in cui i l nome vennecambiato in Hung Gar Kung Fu, inonore del migliore all ievo delTempio Shaolin, Hung Hee Gung.

Hung Gar

N

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Alcuni anni più tardi il Kung Fu del tempio ritornò ad essere legale – manon fece mai ritorno ai templi. Invece, il Kung Fu Hung Gar venivatramandato di maestro in maestro fino ai giorni nostri. C’è sempre più di unallievo che si trasforma in un grande maestro. Però ce n’era sempre e solouno che era l’erede designato e ne aveva la responsabilità. Se oggiguardiamo al lineage dei maestri del tempio del sud vediamo che tutto ilsapere del Hung Gar è nella famiglia Chiu. O per dirla meglio, tutto ilsapere lo detiene il capo dello stile, Dr. Chiu Chi Ling, 10°Dan. Il GranMaestro Chiu Chi Ling oggi ha più di 70 anni e possiede ancora un sacco dienergia e entusiasmo per l’Hung Gar Kung Fu. Cresciuto per le strade diHing Kong, il figlio più giovane delle leggende del Kung Fu, Chiu Kow e SiuYing, oggi vive a S.Francisco, negli Stati Uniti. Nessun’altro maestro hadato lezioni a Bruce Lee, Jackie Chan e Jet Li. Chiu Chi Ling lo ha fatto eha anche partecipato a oltre 70 film di Kung Fu. Ma come possiamoimmaginare, un Gran Maestro come lui non si ferma mai perché ogni meseviaggia in tutto il mondo per fare lezione ai suoi allievi sparsi ovunque. Conl’eredità dei suoi padri, la notorietà dell’Hung Gar e il suo particolare mododi insegnare in tutto il mondo, Chiu Chi Ling oggi ha più di 30.000 allievi a

Kung Fu

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l ivello globale. E’ naturale che in ungruppo di così tante persone ci sianoquelli che si mettono più in evidenzarispetto ad altri. E che si allenano ancorapiù duramente di altr i . All ievi checrescono e diventano responsabili delleproprie scuole. Così come accadde neltempio con i suoi 10 migliori discepoli.Così come accade anche con il GranMaestro Chiu Chi Ling. Dopo molti anni dilezioni e di insegnamento c’è stato unallievo che è divenuto il migliore di tutti i30.000. E soprattutto è il primo nonasiatico. Stiamo parlando del GranMaestro Martin Sewer, 8°Dan, dallaSvizzera. Per molti anni si è visto comeMartin Sewer abbia supportato il suomaestro Chiu Chi Ling nella sua missionedi diffondere l’originale Shaolin Hung GarKung Fu. Una tappa fondamentale diquesto percorso è stata anche quandoMartin Sewer è diventato un maestroprofessionista, vivendo solo del suoinsegnamento come maestro di Kung Fu.Quindi non c’è da stupirsi quando nel2009 il GM Chiu Chi Ling riconoscevaufficialmente (davanti alle telecamere)che Martin Sewer è il suo allievo migliore.Persino oggi assistiamo a fatti che loconfermano. Anche quest’anno Chiu ChiLing, per la seconda volta, ha trascorso levacanze con il suo migliore allievo, MartinSewer. Le vacanze li hanno portati aS.Francisco e a Las Vegas. Vacanze colGM Chiu Chi Ling. Una cosa chenessun’altro allievo prima di lui aveva maifatto. Sin dall’inizio a S.Francisco è statagrande festa quando si è celebrato ilcompleanno della fidanzata di MartinSewer (Simo= “Madre di Kung Fu”. Lacompagna/moglie del maestro). E’ statoorganizzato un grande party di Kung Fu ecome normale in queste occasioni, molti

invitati hanno dimostrato il loro kung fuper la Simo, la moglie di Martin Sewer.Ma non c’era molto tempo per riposaredopo la festa. C’era da andare diretti aLas Vegas! Chi conosce Chiu Chi Ling sache le vacanze con lui non solo soltantoShopping ed escursioni, ma anche lezionidi Kung Fu. Moltissimi allievi di Chiu ChiLing come Paul e Peter Lee, avendosaputo delle vacanze del loro maestro,sono venuti a trovare lui e Martin Sewer.E così ogni lezione di Kung Fu potevainiziare un po’ dappertutto, in unsupermercato, o nel mezzo di unastazione di servizio. Sotto la supervisionedi Chiu Chi Ling, Martin Sewer dirigevamaggioranza delle lezioni con i suoi Sidai(Sidai= “Fratello giovane di Kung Fu). Erada molto tempo che i Sidai di MartinSewer lo avevano visto e naturalmentevolevano sperimentare le sue tecniche.Impressionati dalle capacità di MartinSewer, i suoi Sidai lo ringraziarono dellalezione e gli promisero di continuare adallenarsi duramente in futuro. Una voltarientrato a casa dalle vacanze con il suoMaestro, Mart in Sewer r iceveva i lbenvenuto dai suoi allievi in Svizzera.Aveva molte cose da raccontare e moltenuove tecniche da insegnare. E unavolta ancora si è potuto vedere comesotto la tutela di una leggenda, unal l ievo ce l ’ha davvero fat ta. Al ladomanda quale sia il grande obbiettivodel la sua scuola, Mart in Sewer harisposto: “E’ un grande onore essere ilbraccio destro di Chiu Chi Ling e averela responsabi l i tà di tant i a l l ievi edell’Hung Gar. Ma alla fine ho lo stessoobbiettivo che ha sempre avuto il miomaestro: fare si che l’Hung Gar Kung Fusia il numero uno nel mondo intero. Senon oggi, domani!”

Kung Fu

“E’ un grande onore essere il bracciodestro di Chiu Chi Ling e avere la

responsabilità di tanti allievi e dell’HungGar. Ma alla fine ho lo stesso obbiettivoche ha sempre avuto il mio maestro: fare si che l’Hung Gar Kung Fu sia il

numero uno nel mondo intero. Se non oggi, domani!”

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La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR) èl'organismo che attualmente, una volta rivisti e adattati iconcetti e la metodologia di una scuola proveniente da unsistema di combattimento reale, vuole preservare questatradizione e le forme originali tramite un metodo che unisce

corpo, mente e spirito in maniera realistica edefficace. Questo DVD è stato creato a cura dei

praticanti della Filiale Spagnola della ZenNihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei (ZNTIR

- Spain Branch) per far conoscere atutti uno stile di combattimento, con

una vera spada, creato nello scorsoXX secolo e con radici nelleantiche tecniche di guerra delGiappone feudale. Qui potretetrovare la struttura basilare dellametodologia che vieneapplicata nello stile, dagliesercizi codificati per ilriscaldamento e lapreparazione, passando per gliesercizi di taglio, le guardie, ikata della scuola, il lavoro incoppia e l'introduzione alla

pietra miliare su cui si basa ilToyama-Ryu: il Tameshigiri, o

esercizio al taglio su un bersaglioreale. Ci auguriamo che la

conoscenza dell'esistenza di uno stilecome il Toyama-Ryu Batto Jutsu sia

una riscoperta di un modo tradizionale eallo stesso tempo differente dalle attuali

discipline da combattimento, che attraggacoloro che desiderano andare più lontano nella

pratica delle arti marziali. Gli appassionati della spadagiapponese e i neofiti, troveranno questo DVD utile come puntodi riferimento e supporto al proprio apprendimento.

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Negli ultimi mesi abbiamo potuto leggere del SDS Concept e del TomahawkFighting Concept. In questo numero parlerò del combattimento col coltello, unaltro sistema, il SAMI. Come gli altri due, il Sistema di Combattimento conColtello è un sistema primario di combattimento totalmente indipendente, che sifonda su principi e concetti di lotta. Il coltello è uno degli oggetti culturalmentepiù antichi. È un utensile, ma anche un’arma, un segnale distintivo del propriorango sociale, un monile decorativo alla stregua di un’opera d’arte, moneta discambio, oggetto rituale e attrezzo di uso sportivo. La difesa contro attacchi dacoltello, sta attirando sempre più attenzioninel mondo delle arti marziali.Il coltello è una delle armi più antiche

conosciute dall’umanità – e una delle piùpericolose. Si possono trovare col-telli utilizzati nelle culture ditutto il mondo, da uomini edonne, in tutte le situazionidella vita. Tuttavia, il pro-gresso tecnologico haportato alla scomparsadi alcune delle arti marzia-li più antiche. In questo arti-colo farò una breve intro-duzione della Lotta con ilColtello TCS, così comedi alcuni aspetti teoricidella difesa senzaarmi contro attacchida coltello.

STORIA IN EUROPA

I praticanti di arti marziali europee hanno utilizzato principalmente armi bianche, bastipensare alla scherma o alla spada da combattimento. La maggior parte di questi stili ha lesue radici tra Germania, Spagna, Italia o Francia. Nella lunga storia del coltello comearma, si sono costituiti molti stili e scuole di combattimento con coltello. Di solito erano dif-ferenti, a seconda della regione, della cultura e delle proprie radici.

TCS KNIFE FIGHTING CONCEPT (Concetto di lotto con il Coltello TCS)Il sistema di Lotta con il coltello TCS è stato concepito come un sistema indipendente,

che è dedicato al 100% a tutti gli aspetti dell’arma, come il combattimento, la difesa con-tro attacchi da coltello, l’uso tattico e la scherma. Questo approccio ci ha permesso diimparare e di allenarci, e pertanto di sviluppare uno stile di arti marziali che combinaun’arma tradizionale con metodi di allenamento moderni.

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Volevamo progettare un sistema europeo, innovativo e lontano dalla politica e dalle strutture sta-gnanti. I recenti progressi tecnici, i distinti metodi di pratica e formazione, i principi, i concetti indi-pendenti e specifici, gli allenatori e istruttori che didatticamente sono al culmine della loro carriera,sono i mattoni con cui si costruisce la Lotta con Coltello TCS.

La Lotta con coltello TCS è al 100% basato sul coltello, il che significa che consideriamo l’argo-mento molto serio e importante per lasciare che sia una mera appendice di un altro sistema. Certiconcetti della lotta armata non possono ne adattarsi ne mescolarsi e quindi non devono essere usatinella difesa del coltello. Tutto ciò ci ha obbligato a concentrarci sulle caratteristiche di quest’arma,nel suo maneggio, nei suoi punti di forza e nelle sue debolezze. Le possibiltà di raggiungere un altolivello nell’uso e nella difesa contro il coltello, fanno si che il nostro sistema risulti attraente.

Testo: Peter Weckauf, Irmi Hanzal, & Thomas SchimmerlFoto: Mike Lehner

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ARTI MARZIALI, DIFESA PERSONALE E SPORT

La Lotta con coltello TCS colma le lacune esistenti tra le tre areedi arti marziali, difesa personale e sport.

Le arti marziali: si concentrano nello sviluppo e il migliora-mento della tecnica dell’utente.

La difesa personale: migliora e aumenta la sicurezza per-sonale dell’utente o di altre persone in situazione di pericolo.

Sport: l’addestramento del coltello è utile per migliora-re le qualità essenziali come la forma fisica, la capacitàdecisionale, la dedizione, il coraggio, la fiducia, la stra-tegia e la tattica.

Questi componenti – o pilastri – si integrano tra loro.Sport – scherma con il coltello – miglioramento di qua-lità come reattività, velocità, agilità, coordinazione,ecc. Tutti questi sono importanti per un’efficace auto-difesa. Le arti marziali apportano determinati metodi diallenamento che perfezionano le capacità di una per-sona. E per ultimo, ma non meno importante, introdu-ciamo i fattori di stress e uno scenario di allenamentobasato sull’auto-difesa. L’autodifesa, le arti marziali el’influenza dello sport si completano tra loro nella Lottacon coltello TCS.

ELEMENTI DELL’ALLENAMENTO CON IL COLTELLO

Combattimento con Coltello: Coltello contro coltello. L’attaccantee il difendente utilizzano entrambi attivamente il coltello.

Difesa con Coltello: si definisce come la difesa senza armi (percivili e professionisti è uguale) contro uno o più attaccanti che

Grafico 1

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usano coltelli, ma anche come la prote-zione di terzi contro attacchi da coltello.

Le minacce con Coltelli- coltelli che siusano per intimidire le vittime, minaccepotenziali senza arrivare ad utilizzareattivamente i coltelli.

Scherma sportiva, competizioni conColtello, con regole, impiegando coltellida allenamento speciali.

Uso tattico dei coltelli – soprattutto inun contesto militare di uso del coltellocome arma principale o secondaria.

L’allenamento comprenderà tutti gliaspetti menzionati in precedenza. Toccaagli utenti decidere se vogliono dedicar-si allo studio del sistema completo, opiuttosto concentrarsi su aspetti specifi-ci come la difesa da coltello.

DIFESA CONTRO ATTACCHI DI COLTELLO

Gli attacchi con coltelli sono senzadubbio tra gli attacchi più pericolosi checi sono; la difesa contro di essi è unodegli argomenti più complessi dell’auto-difesa. Conosciamo una gran quantità diteorie, concetti differenti e numerosetecniche. Ciò che è cruciale per unadifesa efficace, tuttavia, sono l’addestra-mento permanente, le strategie e gliscenari.

Dati

Gli attacchi con coltello sono in cimaalle statistiche europee per quantoriguarda le aggressioni armate. La mag-

gior parte di questi attacchi non sonoprevisti in anticipo. Succedono all’im-provviso o sono provocati dall’abuso dialcool o droghe. Ci sono sempre piùinsegnanti di Arti Marziali e istruttori didifesa personale che capiscono l’impor-tanza di questo tema, perciò si focaliz-zano su di esso.

Distanze e posizioni per la difesacontro il coltello

La distanza corretta puo essere fon-damentale per l’esito finale degli attac-chi con coltello. La corretta distanza sipuò mantenere retrocedendo o anchemigliorare attraverso l’impiego di osta-coli, tipo tavoli o veicoli.

Zona 1 – zona di attenzioneLa zona di attenzione si trova fuori

dalla portata dell’attaccante. Allo scopodi portare un attacco, l’aggressoredeve accorciare attivamente questalunga distanza. Stare nella zona 1 per-mette di prepararsi all’attacco o persinodi anticiparlo. Misure appropriate per:assumere la posizione di guardia,armarsi.

Zona 2 – zona di pericoloLa zona di pericolo è la zona in cui è

quasi impossibile una difesa effettiva(senza controllare il braccio dell’attac-cante). La zona di pericolo è conosciutaanche come media – o mezza – distan-za. Allo scopo di difenderci in manieraefficace, dobbiamo chiudere la distanzaall’aggressore fino a che non siamonella zona di difesa. Se la legittima dife-sa non è possibile, si può sempre

aumentare la distanza.

Zona 3 – zona di difesaPer strano che sembri, la difesa effet-

tiva, il controllo dell’arma, o l’opportunitàdi attaccare i punti deboli dell’aggresso-re, ci obbliga a combattere contro unattaccante a una distanza molto ravvici-nata. Parliamo della zona di difesa, cheè pari alla massima lunghezza di unbraccio.

COMRENDERE IL PERICOLO

Qui abbiamo una regola: non sapre-mo mai esattamente quello che faràqualcuno o come reagisce la gente. Avolte è più facile captare una minaccia,ma altre può non esserci alcun segna-le di un’aggressione imminente.Essere capaci di anticipare il pericolo,tuttavia, è prezioso per la strategiadifensiva. È importante trovare la fontedel pericolo, così come il genere. Soloallora si può valutare la minaccia ecominciare ad agire. Anche nella faseiniziale di uno scontro, la fase verbale,è indispensabile per modificare il radardel pericolo in modo da intuire possibi-li minacce dell’aggressore. Individuarele seguenti chiavi, verbali e non verba-li: voce, linguaggio scurrile, posturaaggressiva, movimento frenetico, maniche vanno in tasca per afferrare qual-cosa, l’aggressore che si avvicina, cispinge o ci strattona, lancia deglioggetti...

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PIANIFICARE L’AZIONE NELLA DIFESACONTRO IL COLTELLO

Fondamentalmente, esistono due opzioni per la difesa: la paci-ficazione e l’aggresione. La decisione probabilmente dipenderàdall’intensità dell’attacco, dalle capacità fisiche dell’aggressore,dalle proprie abilità, così come dal luogo e dal momento.

Il nostro piano d’azione serve come un memorandum per l’ad-destramento e la difesa degli attacchi da coltello. Per pericolosache sia la situazione, la cosa più importante è avere un buonpiano.

Concetto – Colpire e correre – non usare mai tecniche dipresa, se questa è la vostra scelta. La cosa migliore è praticaresemplici parate, pugni e calci e combinarli con il normale compor-tamento del combattimento.

Concetto – Difesa e controllo – la difesa efficace controun’aggressione da arma bianca ci può costringere a dover pren-dere il controllo dell’aggressore e quindi della situazione. Fuggirenon sempre è un’opzione. La miglior distanza per controllare l’ag-gressore è la Zona 3, la zona di difesa.

PrevenzioneLa miglior difesa è l’attacco. Anticipare l’aggressore prima che

questi possa attaccare con il coltello. Un attacco preventivoaumenterà drasticamente le vostre possibilità. Bisogna continua-re ad attaccare fino a che non si presenta l’occasione di fuggire.Ricordate, la prevenzione è soltanto un’opzione, perchè non sem-pre è possibile anticipare un attacco.

Posizione di guardiaLa difesa effettiva richiede preparazione, una postura di allerta.

Il corpo deve essere teso, le braccia in posizione difensiva, cideve essere molta distanza tra voi e l’aggressore. Anche così,assumere questa posizione di guardia non sempre sarà possibi-le, per esempio, in caso di attacchi imprevisti.

Bloccare/schivare/parareUtilizzate uno o entrambe le braccia per difendervi contro

un’aggressione da arma bianca. Usate le braccia per bloccare(contenere) l’attacco, per parare (deviare) o per schivare.

Controllo del braccioDopo la difesa iniziale, è assolutamente necessario controllare il

braccio (armato) dell’avversario prima che produca danni maggiori.

Grafico 2

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Attaccare l’aggressore

Le tattiche puramente difensive non sono la miglioreopzione contro un’aggressione da arma bianca. Per com-battere contro l’aggressore bisogna attaccarlo in manieramassiccia e metterlo sotto pressione.

Attaccare il braccioAttaccare il braccio è sinonimo di distruggere il braccio

dell’attaccante – romperlo, lussarlo, stritolarlo, morderlo,triturarlo e/o disarmarlo! Non provate mai a disarmare unaggressore senza averlo attaccato corposamente, ferito omesso fuorigioco prima di tutto, farlo in altro modo è trop-po rischioso. Per contro, l’ultimo passo per il disarmo del-l’attaccante sarà assicurarsi che egli non possa usare piùla sua arma e addirittura che la possiate usare voi perdifendervi.

Controllare l’aggressoreIl perfetto controllo dell’aggressore si ottiene solo se

quest’ultimo non rappresenta più un pericolo nell’imme-diato. Controllare l’aggressore è opzionale, in quanto ilcontrollo totale può non essere possibile da realizzare onon essere raccomandabile, per esempio, quando siaffronta più di un attaccante.

CorrereCorrere si può definire come fuggire da un posto a gran

velocità

OPPORTUNITA’ PER LA DIFESA PERSONALE

L’allenamento specifico e appropriato migliorerà levostre possibilità contro un’aggressione da arma bianca.Anche così, non si può comunque essere sicuri al 100%.È necessario non solo controllare le tecniche di difesa, maanche avere una volontà incondizionata di difendersi, ledoti (velocità, reattività, resistenza...), la fiducia, la capaci-

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tà di sconfiggere le paure, la padronanza della tattica e della strategia. Tutto ciò migliorerà le vostre possibilità di non esserevittime della violenza.

IN SINTESI

Se volete imparare e comprendere un sistema da zero, è necessario conoscerne e capirne tutti i dettagli. Questo è, natural-mente, oltremodo chiaro per un argomento così complesso come la difesa contro attacchi da coltello. Solo coloro che sonodisposti a trattare il tema coltello in tutti i suoi particolari, comprenderanno pienamente le nostre preoccupazioni. La Lotta conColtello TCS è totalmente focalizzata sulle armi bianche ed è stata progettata per accompagnare gli allievi nella loro crescitanella difesa personale, nelle Arti Marziali, e negli sport da combattimento.

Per corsi istruttori, seminari e altre informazioni, visitateHYPERLINK "http://www.knifefighting-concept.com" www.knifefighting-concept.com

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Texto e foto: Fernando Cruces

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GIL CATARINO “L’EVOLUZIONE DELBRAZILIAN JIU JITSU”

“Ritorno al futuro”

Nell’accademia specializzata di lotta, BJJ/Grappling,MMA e K1 “Mecas Academy” di Marcos S.Sarsa,abbiamo avuto la fortuna di chiudere l’anno vecchiocon la sempre piacevole presenza del geniale maestrodi Brazilian Jiu Jitsu, Gil Catarino; è la terza volta in 2anni che questo curioso brasiliano, cintura nera4°Dan, viene a Madrid per impartire un altro dei suoieccellenti stage e supervisionare i progressi degliassistenti istruttori e garantire agli stessi unpromettente futuro di alto livello. Il responsabile delsuccesso della sua presenza è Marcos S.Sarsa (unodei massimi esponenti della dolce arte e del Grapplinga Madrid) “ascoltato” da Diego Cabrera (anch’eglimaestro di MMA) e Jonathan Vega (cintura nera divarie discipline), entrambi cinture nere dell’accademiadi Gil Catarino. Non si è persa dunque l’occasione direalizzare questa intervista.

“L’origine dell’evoluzione”

Gil Catarino è stato forgiato nella scuola di Ricardode la Riva, a Rio de Janeiro, diventando uno dei suoidiscepoli più dotati e intelligenti, per chi non loconosce (anche se è difficile per chi mastica di BJJ)

“Non prendo mai tecnicheda pubblicazioni di altrimaestri che non siano i

miei, tantomeno ne copioda video su YouTube e

altro di simile, sono uno da palestra, uno

che si allena e basta”

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Brazilian Jiu Jitsu

De la Riva è il geniale maestro che haideato un complesso di tecniche cheportano il suo nome e sono divenutefamose in tutto il mondo: la guardia dela Riva, i ganci de la Riva, le abrasionidi de la Riva, le leve articolari… comesi suol dire e meglio non si potrebbe,“De la Riva ha fatto scuola” dalmomento che suddette tecniche sonostudiate in una moltitudine di palestree messe in pratica in diversecompetizioni con provata efficacia. Lostesso Catarino confessa che tutte lemattine, nella sua palestra delleCanarie, egli elabora e studia anche imigliori metodi di al lenamento,

reinventando e riaggiustando i lnecessario per ottenere i miglioririsultati possibili – e sono sotto gliocchi di tutti – i suoi movimenti sonofluidi, versati l i e eleganti, ma luisottolinea: “Non prendo mai tecnicheda pubblicazioni di altri maestri chenon siano i miei, tantomeno ne copioda video su YouTube e altro di simile,sono uno da palestra, uno che siallena e basta; alcune volte sono statocontattato “in rete” da qualcheinteressato e così via, e gli ho dettotestuali parole: se vuole far parte dellascuola deve venire ad allenarsi lì, noncerto su internet”.

-Spirito eclettico ereditato dal suomentore il che li rende, con merito,delle vere icone dell’evoluzione delBJJ attraverso i principi basilari dellavecchia scuola –

“L’uomo tranquillo”

I l Maestro Catarino è un uomotranquillo, parla lentamente e a vocebassa (come lui stesso ammette), perquesto a volte ci chiede se abbiamocapito ciò che ci ha appena spiegato –consapevole inoltre della sua mescolalinguistica tra Brasiliano e Canario- ciò

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nonostante, si prende i ltempo necessario perassicurarsi che il nostro uditosi sia adattato al suo modo diparlare e quindi potercitrasmettere i principi basilaridel BJJ.

“Non solo bisognaconoscere le tecniche, lefinte o le strategie, ma anchecomprenderle”

Ci dice che lui prediligepoche tecniche benperfezionate, piuttosto checonoscerne molte malapplicate e senza unaconoscenza dettagliata delle

stesse – dalla massima “meno significa di più” il suointeresse nel correggere una a una, a prescindere dallacintura che si possiede, le anomalie in una lezione e tutti idettagli.

Questo anche se all ’apparenza dispone di uncompletissimo “arsenale” pratico e metodico nel suoparticolare programma di allenamento, “frutto” di una lungacarriera marziale ben formata nell’accademia di De la Rivae dell’aver assistito a varie competizioni in tutto il mondo,dove ha per forza di cose sperimentato le maniere piùappropriate per finalizzare con efficacia l’avversario edevitare a sua volta di essere così finalizzato.

“Training Day”

I corsi didattici di Sensei Catarino sono di alto livellotecnico e di grande interesse generale per gli amanti delBJJ/Grappling e delle MMA. Questo seminario nellospecifico, lo ha impostato sui suoi innovativi passi diguardia in piedi con le croci alle ginocchia, passando per laposizione 1 dei “100 chili” e all’attacco di leve alle braccia ele loro molteplici varianti: leva inversa, finta di leva inversae di nuovo leva 1°, presa al bavero con strangolamento“nord-sud”, leva inversa alternata con leva al ginocchio olussazione della caviglia…; stupisce con l’abilità con cui sisvincola dagli agganci con i piedi e da prese fortissimepassando in guardia e finalizzando con leve atipiche davarie angolazioni e dimostrando la differenza tra una levanormale e quella eseguita con l’attacco dalla posizione diguardia – dalla posizione verticale di guardia, mantenendola calma e il silenzio feudale che caratterizza questocarismatico maestro, rompe il vuoto tra i due contendenticon un azione devastante incollandosi senza staccarsinemmeno di un millimetro con assoluto controllo dellasituazione-

“2012”

Ricordo che nel 1° corso del 2012, che lo ha dedicatoalle sue impressionanti tecniche di abrasione, passavacomunque dalla 100 chili e indicava: “non mi piace che sipassi direttamente alla montada, bisogna andare passo

Maestri del Jiu Jitsu

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dopo passo”. Mi venne in menteuna frase di Goethe (che serveanche per illustrare questo umilearticolo e i suoi concetti quiriportati):

“ Non basta fare dei passi che ciconducono verso una meta, ognipasso in se deve essere una metache al tempo stesso ci fa andareavanti”.

Uno di questi mi è piaciutoparticolarmente perché è passatoin modo sottile (in una manieraincredibile) a una leva che nonavevo mai visto in tanti anni “nonvoglio che afferriate il polso, sonoleve rapide” sosteneva (allostesso modo lo ha sottolineato inquesta occasione e lo stessoprincipio per gli strangolamenti“strangolamenti rapidi”) e senzatralasciare nessun dettaglio – perpiccolo che sia – ha anchesegnalato: “dovete saper bloccare

con i piedi, perché le leve abbianoun peso e sia difficile (se nonimpossibile una volta arrivati alpunto di non ritorno) sfuggire”. Loaffermava già Michelangelo: “Laperfezione si ottiene prestandoattenzione ai dettagli più piccoli” –Il 2° seminario è stato divertente,curioso e vario-

“Riprendere le posizioni”

Tornando agli ult imi giornidell ’ult imo mese del 2013, i lmaestro Catarino mentre spiegala tecnica fa un inciso e dice chenella sua accademia mette moltaenfasi nel lavoro convenzionale dibase e nei “drills” (le ripetizionifondamentali) “nella mia palestraalleniamo il nucleo base” spiega,“esercitiamo tutti i giorni 20 leve diseguito, 20 passi di

“se un allievo ha a disposizione

tante cose nuove e avanzate,

conoscerà molto, ma non

ne avrà nemmeno4 forti

e ben assimilate,non avràafferraggi

puliti ne levesolide”

Page 61: Rivista arti marziali cintura nera budo international marzo 2014

guardia…soprattutto per i targetnon mi piace mischiare presa albavero, leva inversa…perchésuccede che se un allievo ha adisposizione tante cose nuove eavanzate, conoscerà molto, manon ne avrà nemmeno 4 forti eben assimilate, non avràafferraggi puliti ne leve solide.”

Viene anche chiarital’importanza del combattimentolibero, i sabati li dedicano a fareround (randoriu) per tutta lamattinata, con brevi pause di 2minuti; il nobile maestro ci inviataalla sua palestra delle Canarie,non gli importa del grado “Sietetutti i benvenuti” dice (alcunicompagni e il nostro insegnanteMarcos, ci sono stati varie volte ene restano sempre felici).

Partendo dalla stessa baselascia spazio a un’altra variazione,è sorprendente come sfrutti la suaincredibile elasticità per abbassarele posizioni nella loro totalitàpremendo i bloccaggi per poiabilmente svincolarsi e attraversareil corpo del contendente utilizzandotutto il corpo e le anche pereffettuare le leve (personalmentemi ricorda molto il mio amatoPencak Silat), dimostrando – constraordinaria maestria - che anche

per coloro che non possiedono taleflessibilità di offrire le giuste opzioni pervariare la tecnica applicando l’alternativapiù adeguata – è contemplata l’esistenzadi varianti adatte a poter eseguire unatecnica con la stessa efficacia e maggioreconomia– un esempio: Senza lanecessità di far passare la gamba sopra ilcorpo (portando in leva solo il braccio conil corpo e le gambe, qualcosa che si vededi rado) “tutti lo possono fare, chiunque”disse. Senza dubbio le sue esecuzioni delBrazilian Jiu Jitsu, con le loro infinitevarianti e finalizzazioni, sono tantospettacolari quanto efficaci.

“Un tipo geniale”

Il Signor Catarino con il suo modoincontaminato di semplificare le spessodifficili combinazioni tecniche e la suacapacità di ottenere la pienaintegrazione tra i diversi partecipanti allesue lezioni, si è adattato abilmente diconseguenza nobilitando se possibileancora di più questa splendida e nobilearte con il suo nutrito impianto tecnico,iniettando dosi generose di autenticità,brillando come una delle grandi iconesenza paragoni della dolce arte delBrazilian Jiu Jitsu e mettendo insiemetutta la naturalezza del suo corpo, iprincipi e i concetti, è riuscito ainfondere una straordinaria energia aciascuna delle persone presenti.

A presto Maestro!

Maestri del Jiu Jitsu

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Ref. 11210Armatura da Kendo.

Origine asiatica

Ref. 11220Armatura Kendo. Giappone.

Ref. 11160Hakama Giapponese.

Nero

Ref. 11170Hakamas. Japón. 100 %polyester. Azul

Ref. 11140Keikogi.

Giacca Blu Marine

Ref. 11109Hakama Nero

Ref. 11152Chaqueta de Aikido.

Algodón

10171Kimono

de Kobudo

Ref. 10816Kimono Tai Chi. Grigio

Ref. 10630Kung Fu filettato bianco

Ref. 10610Kung Fu rosso/nero. Cotone

Ref. 10650/51/52Giacca da Kung FuBlu, Nero, Rosso

Ref. 10671Pantalón de Kung Fu. Algodón

Ref. 10632Kung Fu saten negro

con ribete rojo

Ref. 10620Kung Fu Wu Shu. Cotone

Ref. 10820Kimono Tai Chi.

Allenamento. NeroRef. 10830

Kimono Tai Chi.Allenamento.

Bianco

Ref. 10821Pantalone Tai Chi Nero

Ref. 10815Kimono Tai Chi.

Avena

Ref. 11150Giacca Aikido Bianca

Ref. 10611Chaqueta Kung Fu negra. Botones

Negros

KOBUDO

Ref. 10870Divisa bianca da Tai Chi con ricamo

Ref. 10175Ref. 10190

Ref. 10920Kimono Ninja. Nero.

Con rinforzi

Ref. 10910

Ref. 13651

Ref. 13351

Ref. 13311

Ref. 13400

AIKIDO/KENDO/IAIDO

Ref. 11153Giacca Aikido. Bianca.

Speciale "grana di riso".Estate

NINJA/PENJACK SILAT

Ref. 10840Kimono Tai Chi.

Allenamento. Arancio

Ref. 11230Borsa Armatura. Giappone

Ref. 11151Kimono Aikido

Ref. 11145Giacca Kendo.

Tessuto speciale Giappone

Ref. 11141Keikogi.

Ref. 10612Giacca da Kung Fu.

Bottoni bianci. Bianca

Ref. 10831Pantalone Tai Chi Bianco

YOSEIKAN/SHIDOKAN

Ref. 11800

Ref. 10640Kung Fu rojo/negro.

Algodón

KUNG-FURef. 11231Tenugui (fascia)

TAICHI

Ref. 13652

Ref. 11234Cintura "Obi" Iaido.

Bianco o Nero.320cm. x 8 cm.

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Il DVD "Krav Maga Ricerca e Sviluppo" sorgè

dalla voglia di quattro esperti di Krav Maga e

sport da combattimento: Christian Wilmouth,

Faustino Hernandez, Dan Zahdour e Jerome

Lidoyne. Ad oggi, loro dirigono molti club e

conducono un gruppo di una ventina di

professori e istruttori di molteplici

discipline, dalla Krav Maga alle

MMA, Mixed Martial Arts.

Questo lavoro non è destinato

a mettere in evidenza un

nuovo metodo nè una

corrente specifica di Krav

Maga. Il suo scopo è

semplicemente quello di

presentare un

programma di Krav

Maga messo a fuoco

sull'importanza del

" c o n t e n u t o " ,

condividendo in questo

modo le nostre esperienze.

REF.: ¥ KMRED1REF.: ¥ KMRED1

Tutti i DVD prodotti da Budo

International vengono identificati

mediante un’etichetta olografica distintiva

e realizzati in supporto

DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o

simili). Allo stesso modo, sia le copertine

che le serigrafie rispettano i più rigidi

standard di qualità.

Se questo DVD non soddisfa questi

requisiti e/o la copertina non coincide con

quella che vi mostriamo qui, si tratta di

una copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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Il mondo ha un’armatura invisibile, uno scheletro, un ordine?

I sacerdoti e sciamani Shizen, i Miryoku, dedicarono tutta la loro vita per rispondereaffermativamente a questa domanda. Partendo dal dubbio, invece di farlo dalla certezza odalla fede, le loro conquiste sul piano spirituale resero le loro conoscenze un tesoro unicoe duraturo, esattamente per il loro impegno nel guardare l’inconcepibile con occhi emente aperti, per subito dopo dimostrare le loro scoperte attraverso il linguaggio dei fatti.

Questo atteggiamento li portò a penetrare in profondità i misteri dell’Universo, quelliche regolano l’organizzazione delle energie e delle tensioni, attraverso un ricchissimosistema basato sulla combinazione di analogia e empirismo. Le loro pratiche invaseroogni recesso della cultura Shizen e fecero di essa un esempio di una spiritualitàdisincarnata e priva di ogni fantasia, autoinganni o buonismo. I Miryoku chiamarono leforze con il loro nome e le trattarono tutte con lo stesso rispetto, aldilà di qualsiasisemplicismo morale o considerazione ideologica. Compresero che così come non si puònutrire una tigre con il latte, non si può dare della carne cruda a un neonato. Senzagiudicare la natura del mistero, avanzarono verso l’ignoto con una straordinaria integrità.

In questo libro, il secondo che scrivo sulla tradizione spirituale degli Shizen, vorreiavvicinare il lettore a una maggiore e più profonda comprensione di un mondo e di unacultura tremendamente distanti nello spazio e neltempo. I dettagli operativi, rituali e segreti degli Shizen,sono a volte presenti nel testo e coloro che ne sonoavvezzi li riconosceranno, ma la mia intenzione non èdi rivelarli ne di divulgarli al pubblico, (che d’altra partenon saprebbe nemmeno cosa farsene), ma di partiredalla saggezza e dalle scoperte che portano con seper amplificare la comprensione del lettore, attraversoquanto essi ci rivelano su noi stessi e sull’Universo, sulmistero della vita e della morte, sullo scopo dell’esistenza esul potere della coscienza.

Gli Shizen e l’antica saggezza

Gli Shizen erano un popolo sobrio e pragmatico,perennemente in guerra contro gli invasori Yamato, per cuiconcentrarono le loro ricerche su aspetti chenecessariamente erano in contrasto con ciò che è invisibile; ilprezzo era la sopravvivenza del popolo. Sotto una talepressione, i sacerdoti e i saggi Shizen, i Miryoku, non ebberomodo di perdersi, come tante altre culture sciamaniche, inspeculazioni morbose così proprie dei percorsi relazionati conil mondo spirituale dell’antichità.

Rimane comunque una curiosa somiglianza, in alcune dellesue caratteristiche, con culture antiche e ancora vive di origineassai diversa, africane, americane o australiane, il che ci portaa pensare che in ognuna di esse risiede un substrato comuneche non è il risultato dell’alfabetizzazione, ne di qualchepossibile contatto o contaminazione culturale geograficamenteimpossibile e storicamente improbabile.

In ogni caso e a differenza di queste altre forme di religiosità,l’e-bunto parte dal dubbio invece che dalla certezza. Questapeculiarità è stata forse la madre delle sue caratteristiche

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distintive, che la rendono unica all’internodi questo gruppo di forme spirituali antiche.

La sua idiosincrasia culturale comprendeuna l ingua propria conosciuta come“Shizen-go”, che era parlata con piccoledifferenze nei 4 villaggi che componevanoquesta cultura etnicamente legata alpopolo Ainu: Yabu, Kawa, Tayo e Yama. Illignaggio spirituale di cui faccio parte èquello di Kawazuki Togo (i l vi l laggioKawazuki), per quanto buona pare delsapere e-bunto del nostro gruppo derivi dauna persona del lignaggio del villaggio diYabu, il Maestro Shiniyuke.

Data la natura segreta di tal iconoscenze, non esistono libri ne alcuneinformazioni disponibili. Shidoshi Shiniyukiin Brasile, dove viveva, ha formato noveShidoshi, ma soltanto uno di loro, ShidoshiJordan, ha proseguito nei suoiinsegnamenti. Molte peripezie hannodovuto prendere vita perché i nostripercorsi si incrociassero in Spagna edentrambi, ognuno con le proprieinclinazioni, siamo stati convinti dal destinoa ricominciare un lavoro titanico e dalleceneri del nostro lignaggio, trovare nuovestrade verso i l fuoco ardente di unatradizione tanto antica quantosorprendente.

L’e-bunto (letteralmente “la GrandeForza”) come pratica iniziatica, èprobabilmente una via per poche persone;tuttavia le sue vaste conoscenze sonopatrimonio della saggezza dell’umanità enon devono andare perdute. Forse sonoquelle e la loro diffusione ciò che si crede ilcontesto adatto perché dei futuri iniziatipossano sorgere tra i tanti che, accedendo

alla scoperta di parte del loro patrimonio,imparano ad apprezzare la ricchezza unicadi questo tesoro di conoscenza e lasaggezza spirituale di una cultura potenteed estremamente ricca, spiritualmenteparlando. Quegli eletti dalla vita o dallapropria storia personale a vivere inrapporto con la spiritualità attraverso l’e-bunto, avranno così davanti a loro, adessoe in futuro, l’opportunità di realizzare ilproprio destino.

Detto compito mi ha spinto a scriverequesto nuovo libro che oggi non è nelle tuemani, caro lettore. I testi che locompongono, sono solo una piccolissimaparte di un sapere impressionante, tantoampio quanto complesso e al quale vi siaccede completamente attraverso delleiniziazioni e uno studio prolungato di unagrande varietà di materie, dalla strategiaalla medicina spirituale, dall’alimentazionealla filosofia.

Le stupefacenti scoperte del mondoinvisibile da parte degli Shizen, la lorocosmogonia, la ricchezza delle loropratiche, formano uno sti le di vitaparticolare che logicamente non è permolta gente. Per tutto ciò i loro rituali e isegreti profondi delle loro pratiche interne,rimarranno sempre nell’ambito di quelpiccolo gruppo di persone inclini a viverel’esperienza di questo percorso in primapersona, ma molti altri aspetti di suddetteconoscenze possono essere condivisiapertamente a beneficio di qualsiasipersona che desideri sinceramenteapprocciarsi attraverso le loro chiavi dilettura agli eterni misteri e alle grandidomande dell’umanità.

“I Miryoku chiamarono le forze con il loronome e le trattarono tutte con lo stessorispetto, aldilà di qualsiasi semplicismomorale o considerazione ideologica.

Compresero che così come non si puònutrire una tigre con il latte, non si puòdare della carne cruda a un neonato”

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Gli iniziati del futuro avranno davanti aloro un’enorme compito che oggi giàstiamo vivendo in prima persona noi cheamiamo questo tesoro, quello di coniugaredue epoche e culture così diverse edistanti, in maniera che il rispetto dellatradizione non contraddica lacomprensione e la necessaria evoluzionedi coloro che vivono con essa, rendendopossibile una necessaria trasgressione,rispettosa della sua essenza e anche dellesue forme, perché la sua pratica vada oltrel’idea di un culto cieco e nostalgico di untempo passato, che in ogni caso si possaaffermare senza ombra di dubbio che èstato, come direbbero Les Luthiers,assolutamente precedente, ma nonnecessariamente migliore.

La virtù di ciò che è antico non risiedenel suo aspetto cronologico, ma nelcontrasto con cui sfida le nostre“classificazioni” del mondo, mettendolenella nostra adeguata piccolezza. E perquanto grande sia un metodo come quelloscientifico, è piccolo se ti consente solo diconcepire una parte di ciò che esiste, ilmateriale, i l misurabile o i l visibi le,ignorando tutto il resto. La Scienza di oggigiorno è così cieca verso i l mondospirituale, come lo era solo pochecentinaia di anni fa davanti al microscopio.Le tradizioni antiche come quella Shizensono un grande enigma. Woody Allendisse che la tradizione è l’illusione dellapermanenza. Ma dalla modernitàriusciamo solo a lamentarci di qualcosache nemmeno riceviamo. Le tradizionisull’invisibile che ci hanno lasciato i nostrinonni in Occidente, sono in gran parteretaggi formali lontani da una qualsiasispiritualità, una cornice senza quadrodentro, o al massimo, un insieme di

ingenue superstizioni contaminate. Il pocoche ha resistito all’assalto dello storicofanatismo religioso, si è rifugiato in piccolecomunità segrete e sembra che oracomincino ad uscire dalle loro tane, masenza perdere di vista gli amanti dei falò,che ci saranno comunque, o i fanaticisempre impegnati nel convincere gli altridi quello che soprattutto non sanno, necomprendono.

In tutte le culture si muore, marimaniamo simbolicamente in vita neirituali di coloro che vengono dopo di noi.Oggi nelle società postmoderne nemmenoquesto, perché viviamo dando le spallealla morte, nell’autoinganno e nella pauradi ammettere l’evidenza, cioè, che tutto èpasseggero e ciascuno di noi ha la propriadata di scadenza.

In Occidente il nostro nuovo riferimentoè la scienza, visto che le religionibrancolano nel buio e purtroppo quasitutte le conoscenze della nostra culturasono andate perse. Il resto del mondo vaal suo ritmo, immerso nei propri tempi,alcuni, come sappiamo, ancora impegnatia uccidere chi non la pensa allo stessomodo. Stando così le cose adesso, vistupite se l i sciamani antichiconservavano in segreto le loroconoscenze?

Per i saggi Shizen, la tradizione aveva ache fare con quelli che loro chiamavano “ifiumi navigabili della spiritualità”, forgiatidall’”intenzione” sostenuta dagli uomini colpassare del tempo e nella esattaripetizione di formule rituali di coloro chetrovarono le giuste vie di comunicazionecon l’ invisibile e tracciarono nuovi epercorsi peculiari come egregore(Egregora= “aggregato di energie mentali,forze psichiche di bassa o alta qualità

“In Occidente il nostro nuovo riferimentoè la scienza, visto che le religioni

brancolano nel buio e purtroppo quasitutte le conoscenze della nostra cultura

sono andate perse”

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creata da uomini o da Egregore, da Intelligenze. Nel linguaggio massonico indicaun’identità collettiva ideale, fondata e sviluppata spiritualmente da una catena fraternache si riconosce solidale in una comune idea” - ndt). Queste stesse mappe sono parte deltesoro che ci hanno lasciato gli Shizen e le mappe non si cambiano se ciò che descrivonoè corretto; quello che uno fa, in ogni caso, è tradurle in un linguaggio moderno e se me lochiedono di “colorarle” in modo che altri, che in seguito vorranno confrontarle, lecomprendano con maggior facilità; tutto questo,possibilmente, senza falsificarle ne fare di esse ciòche non sono, ovvero una religione.

L’e-bunto è lo studio della cosmogonia del popoloShizen e questa comprendeva conoscenzeperfettamente definite del mondo spirituale; ma lospirituale, al contrario di quanto molti pensano, non èanalogo alla religione. La spiritualità dei Miryoku edelle Minikui era un misterioso insieme diconstatazioni e analogie, comprovate attraversol’esperienza che permetteva loro di interagire in e coni vari piani della realtà o dimensionali. Questacapacità gli fece guadagnare il rispetto e perché no, ildovuto timore dei loro coetanei.

Contro tutti i pronostici e nel mezzo di questomondo material ista, l ’e-bunto sta rivivendo erisvegliando l’interesse di molte persone. La ruota haricominciato a girare! E parliamo di una ruota cosìgrande, che è stato molto difficile farla partire, ma unavolta in movimento sarà molto difficile fermarla. Il mioscopo è che questa nuova fase sia partecipe deldestino di coloro a cui appartiene questo diritto e lorealizzi nelle migliori circostanze. È mio impegnotrovare l’incastro tra il suo tempo e il nostro eagevolare quindi il giusto riconoscimento e rispettoche merita tra le grandi scienze e saggezze che cihanno lasciato in eredità i nostri antenati.

Ho, questo si, un interesse particolare affinchè nondiventi uno strumento per propositi mistici, religiosi odi qualche folle. Per questo e per favore, siastengano soprattutto questi ultimi; avere a che farecon l’infinita follia che implica l’essere in connessionecon le forze che animano i l mondo invisibi le,necessita, come dice Castaneda, di tonnellate dibuon senso, di tempra e saggezza.

Se tu possiedi queste virtù caro lettore, potrai, nonsenza sforzo, avvicinarti all’inverosimile, guardare ilprecipizio e quando questo ti guarderà, rimaneresereno, per vedere la luce intensa che brilla negliocchi dell’oscurità.

A destra: Shidoshi Jordan e Shidoshi Juliana conl'autore del patrimonio Shizen e la cultura e la

spiritualità rivivere in Occidente.

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Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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Rick Faye è l’istruttore capo del Gruppo Kali del Minnesota (MKG), è stato allievo e istruttoreper oltre 25 anni, uno dei cinque Istruttori Superiori, di Guru Dan Inosanto, l’unico fuori dallostato della California; il suo curriculum a livello marziale è davvero impressionante, del qualemettiamo in evidenza:

Istruttore sotto il Sifu Paul Vunak in Concetti del Jeet June DoIstruttore sotto il Sifu Larry Harsell in Prese del Jeet Kune DoIstruttore sotto Arjarn Chai Sirasute di Muay ThaiIstruttore sotto il Sensei Erick Paulson in Combattimenti con prese e sottomissioniEsperienza nel Wing Chun sotto Nino Bernardo, Francis Fong, William Cheung e Guro Dan Inosanto.Certificazioni di Organizzazioni di Polizia:Certificato di istruttore di tattiche di controllo, Alexandria Technical College.Istruttore di tattiche difensiveIstruttore FBI, SWAT e tattiche specialiIstruttore della Polizia di MinneapolisIstruttore della Scuola di Polizia dell’Ontario, Canada.Organi di Polizia e di Sicurezza che si allenano con Guro Faye:

Jeet Kune Do

Testo: Gladys Caballero & Pedro Conde.Foto: Antonio Mora.

Rick Faye: sulle orme di Dan Inosanto

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Jeet Kune Do

Agenti Federali di libertà vigilataDipartimento dello Sceriffo della

Contea di HennepinDipartimento dello Sceriffo della

Contea di WashingtonDistaccamento FBI di MinneapolisVari dipartimenti di polizia locali

Il quartier generale della scuola è aMinneapolis, MN, in cui conta più di150 allievi e numerosi istruttori. Tutti gliistruttori sono certificati da Rick Faye evanno dall’apprendista al maestro,come egli stesso dice:

“Ho fondato il gruppo di Kali nelMinnesota non pensando a essocome a una scuola, ci allenavamo ebasta, ma poi cominciò a crescere e

a crescere…così iniziammo adavere degli allievi e adesso neabbiamo molti.”

Rick Faye è nato a Minneapolis,Minnesota, la sua vita si è sempresvolta li, iniziò a praticare arti marzialiquando era un ragazzino a scuola,praticò un po’ di Judo, Aikido e altrediscipline marziali, nel 1979 conobbeDan Inosanto che cambiòcompletamente la sua ottica sulle artida combattimento. Ma come loconobbe?

“Fu per caso, il mio compagno diallenamento, Scott, un grandeartista marziale, andò all’accademiadi Aspen in Colorado per altri motiviche non avevano a che vedere con

le arti marziali, ma laggiù ebbemodo di vedere Dan Inosanto equando tornò mi disse: “Devivedere questo tizio, è incredibile”.Così andammo a Chicago a trovarloe ad allenarci con lui, quandoaccadde mi dissi: voglio impararetutto questo, quindi cominciammo aprendere appunti e facemmofotografie e quando tornammo acasa iniziammo ad allenarci esuccessivamente tornammo da luiun’altra volta. Ci fu un periodo in cuiandavamo a visitarlo due volte almese e poi iniziammo a seguirlodappertutto. A quei tempi sifacevano dei grandi camp, il primodi questi durava otto settimane e ti

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potevi allenare con qualsiasi artista marziale. Quindiandai là per allenarmi con Dan Inosanto, c’era ancheLarry Hartsell. Dan mi disse: “Perché non ti alleni conlui?” Così mi allenai una settimana con Inosanto, laseguente con Larry e un’altra con Bill Wallace. Conobbimolta gente in quel camp, dopo quello eravamoentusiasti e iniziammo ad andare a diversi eventi eseminari. La prima volta con Dan Inosanto aMinneapolis fu tra il 1983 e il 1984, nessuno dei duericorda bene la data. A quei tempi pensavamo solo auna cosa: Allenarci e allenarci…”

Rick Faye fu l’assistente di Larry Hartsell in questiseminari, perciò molti praticanti e simpatizzanti del JKD loconobbero, incluso colui che sta scrivendo, nel seminarioche organizzai il 4 e 5 ottobre del 1987. Larry Hartsellspecializzato nel grappling e grande esperto della materia,disgraziatamente è scomparso il 20 Agosto del 2007. Fino ache punto fu importante, a livello marziale, Larry Hartsell

nella vita di Rick Faye?“Larry Hartsell fu mio

mentore, mio amico ecollega. Lui mi ha aiutatoveramente, è stato davverobuono con me. Vuoi sapereun bell’aneddoto? La primavolta che andammo inInghilterra, era il mio primoviaggio con Larry Hartsell,egli portava con se unaborsa verde militare chepesava tantissimo esiccome io ero il suoassistente dovevocaricarmela in aeroporto,sul treno, ecc. Ogni voltapesava sempre di più e midomandavo: cosa diavoloc’è dentro per pesare cosìtanto? A Londra andavo sue giù con questa borsae…quando arrivammo allasua stanza, Hartsell apre laborsa e tira fuori i suoipesi. Oggi rido, ma aquell’epoca mi pareva untantino strano…Io nonsapevo come si viaggiava,ovvero, avevo unpassaporto ma con un solotimbro, tutto qui.Accaddero molti episodicon Larry Hartsell, alcunidavvero curiosi, comequello che ti ho appenaraccontato. Egli aveva unagrande responsabilità neldiffondere il Jeet Kune Doin Europa e in Inghilterra.Dan Inosanto iniziò a venirein Europa negli anni 70credo, nel 1978-79.Siccome lui era il nome delmomento, tutti volevanoimparare il Jeet Kune Do eLarry Hartsell mi aiutò,

andammo in Europa e naturalmente venimmo inSpagna la prima volta con Felipe Mercado, dopo conJosè Maria Fraguas e anche con te, a volte dormivamosu un divano, in altre occasioni in buoni hotel, furonograndi esperienze e grazie a Larry conobbi il mondo”.

Curiosamente e al contrario della maggioranza deipraticanti e simpatizzanti del Jeet Kune Do, Rick Faye noniniziò ad allenarsi nell’arte per via di Bruce Lee, anche seovviamente lo conosceva, lo considerava solamente unattore del cinema, o meglio: non è stato il “drago” colui chelo spinse a praticare lo stile.

“Io non ero un fan di Bruce Lee, sono un grandeammiratore di Dan Inosanto, ma non di Bruce. Miopadre era un allenatore di football americano. Sonocresciuto in una famiglia in cui si conosceva e sipraticava diversi sport, quindi i miei idoli erano altri. Perme Bruce Lee era solo un attore del cinema. Alloraquando conobbi Dan iniziai a notare un po’ di più BruceLee. Mi piace il concetto del Jeet Kune Do, ma mi piacedavvero il Kali, la Thai Boxing, mi sono sempre piaciuti,però continuavamo a insegnare l’arte del WingTsundurante le lezioni. E adesso c’è un ritorno al JKD, essoè di nuovo popolare. E il motivo per cui è così popolareè che grazie alle MMA questa generazione ha visto deicombattimenti reali, mentre nella mia vedevamo solo lafantasia, la pratica. Adesso il Jun Fan è seguito perchéè sempre stato uno stile di combattimento reale, questoè Larry Hartsell”.

Fantasia o realtà? Il Jun Fan si può applicare incombattimento? Si possono eseguire delle prese alle manidi un pugile o di un lottatore di MMA?

“Si – sostiene fermamente Rick – si può realizzareuna presa su un pugile e alcuni di loro le usano. Seguardi Klitschko lui afferra con il Jab, non sembra ma ècosì e noi non lo abbiamo imparato in questo modo. Lagente dice continuamente che i pugili sono molto rapidie non si possono afferrare, ma tu devi afferrarli, proprioperché sono molto rapidi rispetto a te. Ma noninsegniamo così agli allievi, lo facciamo sentendo lapressione delle mani, però è certo che si può afferrareun pugile. Sicuramente lui ti colpirà, ma tutticolpiscono, il segreto sta nell’essere l’ultimo a colpire.”

Il praticante di JKD esplora tutti gli stili, per scoprire iconcetti che li hanno originati e prendere ciò che risulta utiledopo aver eliminato le cose ornamentali. “Il JKD promuovela non-forma, in modo che possa assimilare tutte le forme. Epoiché non ha uno stile, il JKD si adatta a tutti gli stili. Colrisultato che il JKD utilizza tutti i metodi e non è limitato danessuno e in maniera simile usa qualsiasi tecnica o mezzoche serva al proprio fine.” A questo punto possiamoanalizzare con più cognizione la polemica in cui si dibattesul JKD da vari anni. Ci riferiamo alle differenze tra il ramoufficiale del JKD, anche conosciuto come “Concetti del JKD”capeggiato da Dan Inosanto, il successore di Bruce, e l’altroconosciuto come “JKD Originale” (o “Jun Fan/JKD”),composto da tutta una costellazione dei primi allievi diBruce Lee (Ted Wong, Jesse Glover, Jerry Poteet). I primiaffermano di basarsi sull’applicazione dei concetti del JKDper esplorare innumerevoli arti marziali: Kali/Eskrima, MuayThai, Savate, Pencak Silat, Gracie Jiu Jitsu, ecc. I secondisono orientati a recuperare e praticare le tecniche e i metodidi allenamento così come li stabiliva Bruce negli anni 60/70,su questo argomento Rick Faye sostiene ciò che segue:

“Ci sono due cose differenti, le arti marziali attualiche si praticano nelle scuole, come l’arte marziale del

Intervista

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Jun Fan e c’è il Jeet Kune Do,quando dici Jeet Kune Do la genteha in mente la persona di BruceLee. Bruce Lee aveva il suo JeetKune do, ma tu hai il tuo Jeet KuneDo e lui il suo, io il mio, ma sonodifferenti. E’ molto difficile per lagente, per il pubblico capire tuttociò. Ma il Jeet Kune Do è personale,dalla stessa fonte, ma è un’artemarziale personale. Attraverso l’artemarziale del Jun Fan impari questoe quello e possiedi le stesse nozionicome in una scuola, come se fossiin una università e questa è piena diconoscenze, ma tu prenderai dellecose da essa ed io altre. Ma ci sonoconcetti, principi del Jeet Kune Doche Bruce ci ha lasciato, come losviluppo delle qualità, dei diversitipi di velocità e i metodi diallenamento. Le due cose piùimportanti come concetti sono chedevi proseguire crescendo di voltain volta, raccogliendo piùinformazioni, alcune volte soloattraverso le esperienze e forse la

stessa arte la vedrai sotto un’altraottica da un anno all’altro.”

Bil l Wallace dichiarò cheperfezionare tre calci e quattro pugni,gli erano costati anni e moltissime oredi al lenamento, a suo avviso eranecessario allenare soltanto quelletecniche che usiamo in combattimentoe che era una perdita di tempoimpararne delle altre perché non cisarebbe i l tempo materiale perperfezionarle. Allora perché imparare eaccumulare così tanto se poi non si ècapaci di applicarlo in uno scontro?

“Va bene, però non tutto lo usiamo

in combattimento, qualche volta gliscontri sono semplici, Bill Wallacelottava su un ring con delle regole.Le grandi competizioni attuali nonhanno regole, anche queste sonocambiate. Rispetto Bill Wallace, erauno dei migliori, ma quei concetti dicombattimento si mettono in praticaoggi? Se come praticante di JeetKune Do vuoi imparare un calcio oun altro, cercheresti chi ne èesperto, allora andresti a studiarli daBill Wallace. Potresti allora dire chehai imparato qualcosa. Ma possodavvero farlo? Fa al caso mio? Cosìsi acquisisce l’esperienza che èparte del Jeet Kune Do e dopo sideve prendere delle decisioni echiedersi: tutto questo fa per me?Ogni cinque anni il tuo corpocambia, la tua vita cambia, magari tisposi, avrai dei figli e forse ti puoifar male. Bill Wallace colpiva conuna sola gamba perché aveva avutoun incidente in macchina. Il JeetKune Do, come la vita, è in costantecambiamento ed evoluzione.”

“Io non ero un fandi Bruce Lee, sono

un grandeammiratore diDan Inosanto,

ma non di Bruce”

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Bruce Lee dunque strutturavachiaramente una pratica marzialesenza uno schema fisso, ovvero, chenon fosse soggetta a nessuna regola otradizione arbitrarie. “Seguire la non-via come via. Non avere limiti comelimite.” Non imporsi alcuna strutturasignifica poterle esplorare tutte senzaassoggettarsi a nessuna. “Svuota il tuobicchiere perché possa essereriempito; resta senza nulla perguadagnarti la totalità”. L’esplorazione

del JKD non consiste nell’accumulare,ma al contrario, nel semplif icare,pulire, disfarsi del superfluo perarrivare all’essenza. Tutto ciò noncontraddice gli argomenti del ramo dei“Concetti del JKD”, capeggiata da DanInosanto?

“Personalmente penso che se perte è interessante e ne trai beneficio,allora va bene. Ti rimane semprequalcosa, anche se stai soloosservando, è come il Jiu Jitsu; a

me piace la famiglia Machado, ma ionon combatto così, però mi piaceprendere parte alle loro lezioni elavorare con loro, sono incredibili.

Quindi prendo qualcosa da loro, manon per questo sono un lottatore di JiuJitsu. Mi piace tantissimo la ThaiBoxing ma io non combatto come unfighter di Thai Boxing, per me non hasenso perchè stanno troppo a cortadistanza, non mi piace questo generedi combattimento, ma come

Jeet Kune Do

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allenamento è perfetta. Mi da molto in termini dicondizionamento fisico, in potenza, ecc., imparisempre qualcosa che ti può servire per migliorareun po’ a livello marziale, ma è solo una parte deltutto. A volte impari qualcosa, per esempio, daicalci di Bill Wallace, un po’ da Larry Hartsell, dalKali. Nell’arte del Kali abbiamo dodici categorie,per me è molto divertente quando la gente midice: si ma non combatterai mai con un bastone,quando ne avrai uno nelle tue mani? Quandoviaggio porto con me un bastone che possoutilizzare in qualsiasi momento come un bastonedel Kali. A volte non è solamente per combattere,si può fare qualcosa per la salute, per esempiopuoi fare capoeira solo per il movimento e per ilritmo e magari impari anche qualcosa che tipotrebbe essere utile anche in un combattimento.Puoi sapere o conoscere concetti di molte arti dacombattimento e tuttavia quando combattipotresti essere molto scolastico, la partecombattiva del Jeet Kune Do non può esseremolto scolastica. Paul Vunak è molto scolastico,ma è incredibile. “ Nei primi seminari con DanInosanto in Europa in generale e in particolarequelli in Spagna, che erano sul Jeet Kune Do,egli parlava e insegnava i concetti del JKD, inquelli successivi si concentrò sul Kali e neiconcetti dei grandi maestri di quest’arte; moltagente si chiedeva cosa avesse a che fare quellocon il Jeet Kune Do? Stava svilendo l’immaginedello stile? In merito a ciò Rick Faye commenta:

“Ogni persona ha qualcosa che le piace epoi in seguito può non piacere più. Il JeetKune Do che si insegna nell’accademia di JunFan è una grande arte marziale e piace amolta gente, ma non devi unirti per forza aloro se non vuoi, è come il Silat, a moltagente non piace e va bene se non ne senti ilbisogno, però ad altri piace. Per esempio, ioamo suonare la batteria ma mia moglie miguarda sempre come a volermi dire, ma chestai facendo? Però per me è interessante.Credo che il Jeet Kune Do ritornerà, sta giàtornando, perche le MMA sono unacompetizione che consente alla gente divedere cosa significa combattererealisticamente e questo ci riporta ancora dipiù a quello che è il Jeet Kune Do. E’ moltodivertente vedere le MMA sullo schermo esentire gli artisti marziali che dicono, si ma luipuò colpire il ginocchio o colpire a terra, ahallora dovresti studiare il Jeet Kune Do. Launica cosa che desidero è che mi piacerebbeche più gente ne sapesse di più sul“curriculum” del Jeet Kune Do. C’è unaseparazione nella famiglia del Jeet Kune Do,abbiamo quello che è denominato il nucleodello stile, come quello di Chris Kent, TedWong, queste persone si separarono perchévolevano fare soltanto Jeet Kune Do, mentrele altre volevano fare cose nuove, gli piacevail Kali, il Silat, la Thai Boxing, peròcontinuando a fare Jeet Kune Do. A voltedipende dalla scuola. A volte ci sono personeche al 90% fanno Jeet Kune Do e forse al 10%

Intervista

“Credo che il Jeet Kune Do ritornerà,sta già tornando, perche le MMA sonouna che consente alla gente di vedere

cosa significa combattererealisticamente e questo ci riportaancora di più a quello che è il Jeet

Kune Do.”

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Thai Boxing o Jiu Jitsu, ma ci sonoaltre scuole che fanno l’opposto,che fanno al 90% Kali o Thai Boxinge un 10% di Jeet Kune Do. Va bene.Nei suoi attestati Dan Inosanto dice,tu fai questa arte marziale a modotuo.” A questo punto nasce ilgrande interrogativo, Dan Inosantosi è separato dalla grande famigliadel Jeet Kune Do?

“Io non direi così, c’è un gruppoche si è separato da Dan perché egliè a capo del Jeet Kune Do. Alcunedelle altre arti marziali sono difficilida praticare, il Silat è molto difficilecosì come il Kali, ognuno ha le suepreferenze e bisogna rispettarle.”

Per i l neofita in materia, c’èl’impressione che ciascun istruttore diJeet Kune Do faccia una cosa distinta,praticando un sistema dicombattimento diverso dai suoiistruttori e compagni…

“Possono avere la loro propriamodalità ma se si parla di Jeet KuneDo essi devono conoscere granparte del sistema originale, c’èmolto più materiale con cuilavorare. Stiamo parlando di BruceLee e Dan Inosanto, due personemolto intelligenti che prendevanoqualcosa qua e là perché lisembrava pratico e utile per il JKD,perciò il “curriculum” del JKD chesi sono ritrovati era eccellente.Credo che sia la cosa migliore, masolo perché a me piace ed èsoltanto un’opinione, ci sono altrearti marziali valide che possonoessere adatte per combattere e chead altre persone appariranno piùinteressanti, nel mio caso, per me ilcurriculum del Jeet Kune Do è ilmigliore e per questo lo pratico.Ogni persona è differente epossiede dunque differenti capacità,per esempio mio figlio gioca acalcio, ma non gioca nel RealMadrid perché non è così bravo; nelJeet Kune Do succede lo stesso.L’unica cosa che potrei dire è chequando avvenne la scissione - comefaccio a dirlo senza ferire isentimenti di qualcuno? Nel mondoci sono un sacco di ottimicombattenti e non voglio offenderli– alcuni dicevano, ok però tu nonconosci il Jeet Kune Do come era inorigine, personalmente ho pensato,chi pratica un sistema dicombattimento allo stesso modo incui lo si faceva 40 anni fa?Affrontando tale questione bisognaessere molto cauti, quando ècoinvolto l’ego della gente non èaffatto un bene. Se essi fanno ciòche fanno è perché lo vogliono e

Jeet Kune Do

“Auspico che si comprenda la politicadelle arti marziali, siamo persone

differenti e può darsi che qualcuno nonti stia simpatico o non ti piaccia il suo

carattere, ma devi essere capace di rispettarlo”

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danno ai loro allievi il meglio chepossono. Sono brave persone, leconosco e le rispetto, ho altre idee einsegno ai miei allievi ciò cheritengo il meglio, ognuno ha leproprie idee e dobbiamorispettarle.”

Con Dan Inosanto, nei suoi primiseminari in Spagna, imparammol’ intercettazione, l ’anticipo,

l’allenamento dei diversi tipi di velocità,ecc., ovvero l’essenza del Jeet KuneDo. Nei suoi seminari successivi gliinsegnamenti si concentrarono nel Kalie nel Silat, tutto ciò ci sembrò un po’contraddittorio e accadde qui come inaltri paesi. Qual’è il motivo di questocambiamento? Alcuni dissero che DanInosanto non voleva insegnarepubblicamente il JKD, oltre al fatto che

ovunque spuntavano espertiautodidatti del JKD. Rick ci dice aproposito:

“Probabilmente egli faceva quelloche gli organizzatori del seminariovolevano, se tu avessi Dan Inosantoper uno stage lui ti domanderebbe:Bene, cosa vuoi che ti insegni? E lagente gli direbbe: voglio imparare ilKali e lo può insegnare, ma

Intervista

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continua ad insegnare JeetKune Do perché nel Kali sipossono applicare i concetti.Quando Dan andò aMinneapolis per un seminarioinsegnò Full e Kick Boxing, perme è quasi come il Jeet KuneDo, le prese sono molto simili, ipugni sono un po’ diversi cosìcome i calci, ma questa è solouna mia opinione. Lui andò a

un’altra scuola in cui volevainsegnare Jeet Kune Do, DanInosanto è un uomo che ha unagrande cultura del mondo dellearti marziali e quindi gli chieseroil Kali, per lui è uguale insegnareuna cosa o l’altra. Una voltaeravamo un gruppo di istruttori eci disse che voleva promuovereil Kali e commentò: “voi potetefare Jeet Kune Do”, è il bello del

Jeet Kune Do

“Larry Hartsell fu miomentore, mio amico e

collega. Lui mi haaiutato veramente,

è stato davvero buonocon me”

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sistema, non sei vincolato a niente, non segui nessunaregola o schema.”

Alcuni pensano che Dan Inosanto si sia allontanato dalleindicazioni e dai concetti di Bruce Lee, ma sembra che RickFaye non la pensi così…

“La gente chiede di Bruce Lee a Dan Inosanto, a voltesono domande imbarazzanti e si dimenticano che egli erauno dei suoi migliori amici e che è morto, quindi sarebbenecessario essere delicati perché la cosa è dolorosa, ècome con Larry Hartsell, a lui piace parlare di Larry Hartsell,ma gli fa ancora male. Bisogna essere rispettosi, ogni

persona ha il proprio punto di vistasulla rotta che ha preso il Jeet Kune Doe deve essere rispettata; per me, leconoscenze di Dan Inosanto sono piùelevate di quelle di qualsiasi altrapersona che io abbia mai conosciuto,egli è talentuoso come atleta e assaidedito ai suoi allenamenti, ha 77 anni esi allena tutti i giorni tra le 6 e le 8 ore,quindi è un modello di salute, in quantoal combattimento non saprei, perché èmolto nobile e gentile, non vuole mai farmale a nessuno. Ho visto molte personee ti rendi conto quando aspettano soloil momento per far del male a qualcuno.Spesso mi raccontano delle storie sullesue esperienze di combattimento. A meinteressa soltanto allenarmi, lavorarecon i focus, sulle prese, questo mi èsufficiente. Tornando a Dan Inosanto,lui ha avuto più influenza nelle artimarziali di qualsiasi altro personaggio esi tratta di una influenza positiva. E’ unpasso avanti a qualsiasi moda nelle artimarziali, a ogni nuovo stile. QuandoRickson Gracie e la sua famigliavennero negli Stati Uniti, Dan Inosantofirmò i loro documenti di immigrazionee questo non è stato un caso isolato.”

E’ indiscutibile che Dan Inosanto è unafonte inesauribile di sapere, ma comeBruce Lee, sarà unico nel suo genere o cisarà qualcuno capace di succedergli?

“E’ quello che spero – ci dice Rick –non lo so, speriamo che lui rimanga inattività ancora per molti anni,dopodiché non saprei, credo il meglioche possiamo fare è essere grati diquello che abbiamo avuto e cercare diricordarlo, prendere appunti perché luiti da lezione e alcune di quelle piùimportanti che ci offre non sonodavvero sulle arti marziali, sono sullagente, sullo spirito, quindi non so,spero che continui a farlo.Possibilmente che viva più di noi,perché siamo molto fortunati ad avereuno come lui. È incredibile essere unartista marziale in quest’epoca, perchépuoi andare in ogni parte del mondo, in10 o 20 ore posso essere ovunque eoggi le arti marziali sono miste. Quandoiniziammo noi, se eri un praticante diWing Chun non andavi a fare lezioni di

Intervista

“La gente chiede di BruceLee a Dan Inosanto, a voltesono domande imbarazzantie si dimenticano che egli erauno dei suoi migliori amici e

che è morto”

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Karate, non esistevano le arti marziali miste, se faceviTaekwondo non andavi a lezione di Shotokan. Iodovevo nascondermi per andare a lezione di Boxe,non dicevo al mio maestro di Wing Chun che lefrequentavo. Ma mio fratello era in quel corso di Boxee io volevo andarci. Adesso è tutto diverso e credoche Dan Inosanto sia stato uno dei promotori di tuttoquesto, di questo cambio di mentalità.

Effettivamente negli ultimi anni è avvenuto un grandecambiamento di mentalità, è normale allenarsi ecombinare vari stili, oltre all’evoluzione a livello tecnico enel combattimento. Quali altri cambiamenti ci saranno?Quale futuro Rick Faye crede che avranno le arti marzialiin generale e in particolare il Jeet Kune Do?

“Credo sarà orientato di più verso l’ambitodella salute e che saranno più popolari, piùpersone le praticheranno. Ora è tutto moltodivertente, anche i bambini le praticano,adesso si possono comperare i focus persinonei negozi di alimentari, per contro quandoiniziavamo noi dovevi conoscere qualcuno chece li avesse. Il futuro sarà all’insegna di unamaggiore popolarità e speriamo più pacifico,mi auguro che la gente perda il desiderio difare del male agli altri. Un artista marzialedovrebbe essere pacifico, non violento, speroche sarà così. Non vedo perché non debbaesserlo, questo è il punto in cui mi differenziodalle MMA nelle quali ci sono ottimi lottatori, evalide commistioni tecniche, sono unacompetizione; ma mi riferiscoall’atteggiamento, non c’è rispetto, sonoaggressivi e belli tatuati.

A volte vado ai seminari e ho dei ragazzi di20 anni pieni di muscoli…ma dai, ho 56 anni eio non ho bisogno di fare lo stesso. Spero chela gente possa andare d’accordo. Ti dirò unacosa sulle arti marziali, auspico che sicomprenda la politica delle arti marziali, siamopersone differenti e può darsi che qualcunonon ti stia simpatico o non ti piaccia il suocarattere, ma devi essere capace di accettarlo.Non ti devono piacere tutti, ma devi saperciconvivere. Quando Bruce Lee morì, il WingTsun era nella posizione ideale per diventarel’arte marziale più importante del mondoperché era la base dello stile di Bruce Lee; ilproblema fu che non andavano d’accordo, nonesistevano due Shifu di Wing Tsun che lapensassero allo stesso modo e questo funotato dal pubblico a cui la cosa non piacque.”

Non sarà successo lo stesso con il Jeet KuneDo? Bisogna ammettere che le discrepanze tra“Concetti del JKD” e “JKD Originale” non sonostate una buona pubblicità per i l sistema,soprattutto quando due maestri famosi come TedWong e Dan Inosanto ne avevano parecchie, aproposito, qual’era il rapporto tra loro? Vecchiamici e compagni di scuola…

“Non so quali fossero i loro rapporti, primaerano amici, ma ad essere onesti non lo so. Ecome quando ci si separa tra amici, ognunodi queste persone ha degli allievi e sono essiche causano il problema. Ci sono personecome Larry Hartsell e poi persone come ChrisKent, questi sono allievi di Dan Inosanto, siconoscono tra loro, hanno degli allievi e sono

Jeet Kune Do

“Il JKD promuove la non-forma,

in modo che possa assimilaretutte le forme.

E poiché non ha uno stile, il JKD si adatta a tutti gli stili”

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loro che creano problemi. Speroanche che la gente faccia più soldi,perché a volte è quello i l veroproblema. Se uno ha una grandescuola e un altro una piccola,quello della piccola dirà che l’altronon è buono per un qualsiasimotivo, troverà una ragione anchese questa fosse il bagno che nongli piace, o il pugno che dato inquel modo non funziona, perchélui lo fa diversamente. Quandovado in Inghilterra, gl i inglesi

dicono: “quella persona è moltovalida, però…” e continuanoparlandone negativamente. Così iodico: “Lascia perdere i lperò…dimmi solamente che èvalido e basta.”

Ovviamente a Rick Faye interessasolo allenarsi e continuare a impararedal suo Guru Dan Inosanto; la suafilosofia è semplice: perché perderetempo in polemiche e discussioni? Lasua priorità è soltanto praticare eapprendere dal suo maestro…

Intervista

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The Hero – 105 Stadium – Genova 01 marzo 2014

Nella splendida cornicedella antica città marinara, siè tenuto il Gala THE HERO,che ha portato alcuneinteressanti novità, oltre chedal punto di vista marziale,anche da quello culturale edetnico. CINTURA NERA era làper testimoniare l’eventonella persona di NicolaPastorino che ha strappatouna breve intervista al superimpegnato Marco Costaguta.

C.N.: Ciao Marco cosa bolle inpentola?

M.C.: molte cosa caro Nicola, oggisiamo qui al palasport 105 Stadiumcon gli sport da ring, e vedremo per laprima volta in Italia due semifinalimondiali di CHAUSS' FIGHT che inFrancia è il numero uno tra gli sportpiù seguit i , tutt i gl i el i te francesicombattono in questa specialità.Similare alla Savate ma conregolamento della Kick Boxing, sicombatte con le scarpette ai piedi econ il classico pantalone lungo attillatoo da full contact. Avremo inoltre untitolo mondiale della WAPSAC Italiache, insieme alla WAPSACinternazionale è una fusione delministero dello sport.

C.N.: cosa rappresenta questasigla?

M.C.: World Association PromotionalSavate And Chauss Figth è la nuovasigla internazionale leader del settoredi questo ultimo sport da ring.

C.N.: molto interessante, ma nonè l’unica novità che ci proponi, cipuoi parlare di questo cerchio disabbia che avete allestito vicino alring?

M.C.: Si è una novità per l’Italia: èun cerchio di 8 metri di diametro conuno strato di 20/30 centimetri disabbia dove si combatterà la LottaSenegalese, Lut Senegale infrancese; è uno sport primario nel suopaese d’origine, che ha un seguitomolto alto, addirittura più del nostrocalcio tradizionale, ci sono deigrandissimi campioni che guadagnanoborse veramente alte. Per la primavolta a Genova ci sarà la gara per lacintura dei pesi massimi chiamataGENOVA-DAKAR sotto l ’egida diWAPSAC ITALIA che avrà la suafinale il prossimo 7/8 giugno presso laFiera Internazionale di Genova, nelPalasport, che viene usato anche peril famoso Salone Nautico, pensa chetiene 30.000 spettatori.

C.N.: che caratteristiche haquesta specialità, rispetto alle altrediscipline da combattimento?

M.C.: Si avvicina molto alla classicalotta Greco-Romana pero c’è anchel’uso dei pugni, cosa che questa serasarà molto limitata a causa delle leggiitaliane che non consentono di colpirecon i pugni a mano nuda come fannonella loro tradizione i Senegalesi,dovrebbero indossare un guantino tipoMMA, ma ovviamente non voglionofarlo. Perde il combattimento chi si trovain situazione di 4 appoggi, ovvero con lemani a terra, o le ginocchia o la testa,oppure chi viene sbattuto fuori per duevolte. Un solo round da 5 minuti.

C.N.: Grazie Marco per averportato anche questa anticatradizione sportiva e culturale,contornata da musica, con lecaratteristiche percussioni, e daspettacolari danze e giochi con ilfuoco.

M.C.: grazie e ci vediamo di nuovoal FIGTH GAMES a giugno!

• GARE DI CONTATTO LEGGERO FIKBMS (INTERREGIONALI) E WAPSAC

• SEMIFINALI CAMPIONATO MONDIALE DI CHAUSS' FIGHT (ITALIA VS FRANCIA)

• CAMPIONATO ITALIANO WAPSAC• SEMIFINALI GENOVA-DAKAR DI LOTTA SENEGALESE• MATCH PRO DI KICK BOXING, THAI BOXE

Intervista e video a cura di: Nicola PastorinoFoto: Giampaolo Michelotti

Guarda il video della serata su http://www.marzialenetwork.info/#!streaming-tv/c1h30

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Mente, Corpo, SpiritoIl KAPAP (Krav Panim El Panim) è un’arte

marziale israeliana che oggi è riconosciuta alivello internazionale, che è sorta come unponte tra vari sistemi marziali. Il KAPAP fuunificato quando venni scelto per diventare unistruttore dell ’unità YAMAM, una unitàsuperiore israeliana che opera contro i lterrorismo. Essendo una unità d’èlite inIsraele, qualsiasi istruttore nutriva la speranzadi essere assegnato ad essa. Devoammettere che non ero certo il peggiore ditutti e per quello mi scelsero. Molti ex-membridi unità provarono a diventare istruttori diquest’ultima. Il comando YAMAM si fondò sulprogramma che ho costruito insieme alTenente Colonnello Chaim Peer, che era ilsistema didattico più all’avanguardia per ilcombattimento corpo a corpo e che piùsoddisfaceva le sue necessità. Concepimmo ilsistema come un ponte tra i vari esistenti esull’analisi di metodi di arti marziali differenti.Ci basammo anche sulla nostra esperienzanelle Arti Marziali, poiché abbiamo il grado diCintura Nera in diverse di esse.

Ci siamo avvalsi dell’aiuto di Hanshi PatrickMc Carthy, uno dei migliori sia nelle artimarziali realistiche, che in quelle tradizionali esportive, in qualità di consigliere quandoavviammo quello che oggi è conosciuto comeKAPAP. Oggi abbiamo guadagnato popolaritàe spesso rallentiamo il ritmo nella costruzionedel sistema – è meglio che farlo troppovelocemente. Vogliamo solo le persone piùadeguate e respingiamo la maggior partedelle persone che danno l’esame del primolivello con noi. Respingiamo oltre il 75% degliallievi che cercano di diventare istruttori;alcuni di loro si trasformano in “Gran Maestro”il giorno dopo!! Ma perché lo sappiate, questonon è il nostro modo di fare, ne le personeche vogliamo promuovere.

Grazie agli anni di esperienza tattica enell’esercito del Tenente Colonnello (Res)Chaim Peer e del sottoscritto, abbiamoaggiunto sempre più cose al nostro “ponte”per il miglioramento e il progresso del KAPAP.Ogni anno aggiungiamo più settori conl’ausilio di molti amici e maestri. Negli ultimianni abbiamo inserito Machado RCJ delBrazilian Jiujitsu. In molti sistemi si affermache “non vogliamo lottare a terra per strada!”oppure “noi non vogliamo combattere con uncoltello!”, ma è necessario studiare tanto peressere un artista marziale completo. Non sipuò decidere dove e quando si combatte omeno, o se si finisce a terra, o in una stanzachiusa, o per le scale, in un ascensore oanche mentre stiamo mangiando. Potrebbepersino succedere mentre siamo al cinema, o

seduti in un’auto parcheggiata! Il KAPAP èun’arte marziale che si potrebbe anche

chiamare “Banana” per quanto ciriguarda, ma sarebbe sempre

KAPAP nella propria mentalità, nellospirito, nel corpo e nelle idee eprincipi, ma continuiamo achiamarla col nome KAPAP perpreservarne il suo patrimonio eper rispetto verso le radicimarziali israeliane. Ciò checaratterizza un sistema non è ilnome, ma le persone che stanno

dietro tale sistema. Dopo 15 anni di

lavoro nel nome del KAPAP, adesso veniamocalunniati da qualcuno che dice che nonsiamo i veri fondatori del KAPAP, perciòricorrerò al libro più antico del mondo, laBibbia:” Hai ucciso e poi ereditato?” – Haiammazzato e poi ereditato? All ’ inizio t iuccideranno, attraverso il loro personaggio epoi cercheranno di farsi spazio nel mercatobasandosi su delle menzogne. Ma essiereditano da chi ammazzano, per costruireloro stessi e per apparire migliori calunnianogli altri per elevarsi alle loro spalle. Le spalledi coloro che costruirono ciò che adessosostenta anche questi soggetti, che è il veroKAPAP, il vero Krav Maga.

Come artisti marziali, comprendiamo ladebolezza dell’uomo di fronte alla vita esappiamo come trattarla. Eleanor Rooseveltdisse:” le grandi menti discutono di idee; lementi medie discutono dei fatti; le piccolementi discutono le persone”. Per ciascun casodi diffamazione, invece di perdere tempoprezioso o energia cercando di difendere lanostra arte, abbiamo scelto di pubblicare unnuovo DVD, o un nuovo libro, per condividerepiù idee, per non parlare delle persone piccolema delle idee e di come condividerle.

Stiamo lavorando a un nuovo progettobasato sull’idea di “con un solo coltello”. Saràun settore che nasce a grazie ad anni passatiad osservare le Arti Marziali e i tentativi di moltiche per provare a vendere più “realtà” oallenamenti “basati sulla realtà” usano slogancome “il Sangue nelle mie mani”, con storie allaRambo. Anche queste idee di marketingpresentano il coltello e le abilità nelcombattimento vengono associate a strumentidel male in molti aspetti. Fino a che punto puòessere brutto uno scontro in cui sappiamo cheuna persona con un coltello in mano, o un’armada fuoco, è più forte di qualcuno senza? Peròcon una pistola le cose sono diverse. Unapistola si utilizza solo con un obbiettivo: toglierela vita. È per questo che sostengo a maggiorragione che non mi piacciono le armi da fuoco.Nonostante io abbia usato armi da fuoco daquando avevo 6 anni e insegno ad usarle damolti anni. Un altro punto importante dasottolineare è che non si combatte mai con unapistola o un coltello, ma contro la persona che lidetiene. Questo rilevante principio deve esseretenuto presente – in qualsiasi scontro con unarma, non affrontiamo l’arma, bensìl’aggressore e combattendo dobbiamo tenerconto di tutto ciò.

Mi vedo come un maestro di scherma e mibaso sui concetti della spada. le pistolerichiedono meno abilità della spada, perciòintroduciamo nel campo di battaglia i valoripresenti nel combattimento con la spada –quelli che dimostrano lo spirito, la mente e ilcorpo. Li uso sempre nei miei insegnamenti,la spada che da la vita, non quella che latoglie. Tutti sappiamo che qualsiasi idiota puòtogliere una vita, ma per dare la vitaattraverso un’arte è necessaria una abilitàreale accompagnata da altrettanta saggezza.Per questo, quando vedo come alcunipubblicizzano corsi di coltello o di tiro conslogan come “con il sangue nelle mani” loritengo vergognoso. Le armi sono fatte perdifendersi e non per togliere la vita ed è tristequando a volte dobbiamo farlo. Non èqualcosa di cui andare fieri. Nei miei viaggiho sentito molti ex soldati al la Ramboaffermare che gli altri sono buoni tiratori solo

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sulla carta e che non potrebbero spararea nessuno. Preferisco sparare a unbersaglio di carta per migliorare le miedoti, che essere un criminale di guerra.

L’anno scorso ho disegnato un coltellobasandomi su questo concetto. Essendocresciuto all’ombra di mio padre, mi sonoispirato a una lama che veniva impiegatanelle prime unità delle FDI. Questa servivanon solo per il combattimento corpo acorpo, ma anche come strumento peraiutare a preparare da mangiare e per l’usoda campo. Mio padre la usò per molti anniin cucina ed è così che sono cresciuto, conquesto coltello sempre nella nostra cucinautilizzato come un utensile, non peruccidere. Come sappiamo che una personaè abile con il coltello? Dagli un coltello echiedigli di fare qualcosa con lui. Qualsiasifesso può uccidere con un coltello.

In questa maniera, insieme al mioamico Toby Cowern, Maestro disopravvivenza artica e nostro istruttore disopravvivenza di KAPAP, abbiamodisegnato un nuovo programma persviluppare ancora di più la mente e lospirito nell ’uso delle capacità disopravvivenza. Sono appena tornatodopo averlo insegnato alle unità di Poliziae alle Forze Speciali della Croazia e lohanno adottato! Sono rimastiimpressionati dal programma e dalle ideeche abbiamo proposto per lasopravvivenza e l’allenamento mentaleper sviluppare la forza interiore e lavolontà. Negli ult imi anni i l coltel loKarambit, che è solo un coltel loaggressivo, può si tagliare, ma non puòfare nulla di più di qualsiasi altro coltelloche non sia già sul mercato. Perqualcuno è i l coltel lo definit ivo. E’successa una cosa simile a ciò cheavvenne nei primi giorni del Nunchaku,che divenne popolare grazie a un film.Viene pubblicizzato come un coltello concui si possono realizzare tutti i tipi diattività, ma è vero e può servire comecoltello tattico? La risposta è semplice:prendiamo i l coltel lo Karambit,prendiamo i l nostro coltel lo dasopravvivenza e entriamo in un bosco,facciamo dei lavori e vediamo seriusciamo a farli con entrambi. Le truppedell’Esercito e delle Forze Speciali nehanno bisogno di uno per tagliare lecorde, il metallo, per costruire dei rifugisul campo, scovare mine interrate e moltoaltro ancora. Così vedremo se il coltelloKarambit potrà fare tutto questo o meno.

Bene, già conosciamo la risposta aquesta domanda. Se viene pubblicizzatocome coltello tattico, che si usa peruccidere, per quello abbiamo le armi dafuoco. Se l’arma primaria funziona male,si userà quella secondaria e tutti quei filmche mostrano combattimenti con coltellisono soltanto per gli spettatori al cinemae non per i soldati veri. Perciò credo che ilcoltello Karambit non abbia altra utilitàche quella di togliere la vita, cosa che puòfare una qualsiasi pietra o anche unqualsiasi altro coltello.

La nostra missione come insegnanticonsiste anche nell ’ insegnare lacompassione e non a togliere la vita.L’insegnamento della scherma siapproccia sempre con grande rispetto.Facendo Iaido il primo taglio si eseguelentamente con lo scopo di insegnare ilcontrollo accurato della mente. Lo si facosì per insegnare l’importanza dellavita e della morte e che quando si devetogliere una vita per qualsiasi motivo,non è per nulla uno scherzo.

Strappare una vita è un atto triste, unacosa grave e spiacevole, che sia persalvare la propria vita o quella di altri, è unprezzo terribile da pagare. E’ triste edobbiamo sperare che non sia necessarioe se possiamo evitarlo lo dobbiamo fare.Dobbiamo continuare ad insegnare ainostri allievi l’umanità e la compassione,insieme con le altre nozioni. Dobbiamoinsegnare non soltanto il corpo, le qualitàfisiche, ma anche aggiungere unamentalità filosofica e l’utilizzo di una forzadi volontà profonda.

Possiamo guardare in manieraintensa e salutare dall’esterno, masenza il nostro potere e la forza interioriè possibile cadere facilmente a causadi un piccolo stress. La nostra forzamentale e la nostra mente non sonocostruite con pareti forti per resistere aiterremoti o agli tsunami della vita, nealle situazioni stressanti nelle quali cipossiamo trovare ogni tanto.

Come artisti marziali cerchiamo diinsegnare e studiare le Arti Marziali,quelle basate sulla realtà e quindi ilrealismo nelle nostre tecniche emovimenti del “sistema”; ma cosapossiamo fare nella vita reale?

Ci possiamo allenare a disarmare unavversario aggressivo armato di coltello

o pistola, ma come possiamo difendercida una persona vigliacca, subdola o uncollega di lavoro che farà qualsiasi cosaper sfruttare il nostro lavoro? Dalla gente“autentica” che cerca di sminuire gli altriper mettersi in evidenza, senzapossedere le dovute conoscenze perdimostrare alcunché? E’ possibiledifendersi dalla vita reale? Si puòcontinuare ad insegnare arti marzialirealistiche senza cadere nei problemieconomici o senza vendere se stessi e lapropria arte? Si può lottare contro il fattoche molti concorrenti in questo affare civedano come una minaccia per il lorosuccesso e facciano tutto il possibile pertentare di svil irci tramite qualchecalunnia? Si può lottare e mantenersieconomicamente in questo periodo,mantenendo le convinzioni e insegnandociò che deve essere insegnato di quello

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che conosciamo come “Arti Marziali” oBudo o anche Krav Panim el Panim(KAPAP)? Si può lottare contro le malattiee la propria salute, la morte di amici strettie persone care? Si può lottare contro unincidente in auto o un’att ività inbancarotta? Studiamo, insegniamo econserviamo un sacco di tecniche chepossiamo impiegare per difenderci da unaggressore armato, da più aggressori, dacalci, pugni o strangolamenti, mapossiamo utilizzare queste tecniche persconfiggere i nostri fallimenti personali ole nostre disgrazie? Lo studio delle ArtiMarziali può addirittura difenderci nellanostra vita quotidiana? Come possiamocostruire la nostra forza interiore?

Senza forza interiore, non ci sarebberole Arti Marziali e forse neanche la vita.Quando sono venuto al mondo ho lottato,con scarse possibilità di vivere essendoprematuro, a causa dell’avvelenamentodel sangue che provocò altri problemi chemi relegarono in ospedale per un lungoperiodo, durante la mia prima infanzia.Crescendo in un paese nuovo che ora sichiama Israele, con un padre dai modispicci che perse i genitori quando avevasolo 10 anni, mio padre dovette farsicarico di se e dei suoi due fratell i,portandolo a dedicare la sua vita a Israele,prestando servizio in 5 guerre perdifendere la sua famiglia. Mio padre ciinsegnò a non combattere contro coloroche odiamo e sono di fronte a noi, ma afarlo per difendere coloro che amiamo chestanno dietro a noi. Quello mi portò adarruolarmi nell’esercito a 14 anni, sonocresciuto nell’accademia dell’esercito. Nonposso paragonare ciò che ho fatto io conquello che fece mio padre, così come ionon sono fatto con la sua stessa forzainteriore. Quando penso alle difficoltà cheaveva lottando per sopravvivere, possosolo tentare di seguire i suoi passi sullabase della sua potenza e forza interiore,nella speranza di essere coraggioso comelui e con questo proseguire nella suastrada e cercare di comprendere la parolapiù importante che mi ha insegnato per learti marziali e la vita: Rispetto.

Nella mia vita sono sopravvissuto anumerosi attentati omicidi. Durante laguerra del Libano mi hanno sparatoaddosso così tanto, da mettere in crisianche un gatto con le sue 9 vite! Hoperduto i miei migliori amici. Uno di loro erail colonnello più giovane con i suoi 27 anni,ma non riuscì ad arrivare a 28; questo è ciòche si chiama successo? Si chiama devotalealtà. Per condividere tutto attraversol’amore e la pace. Per la difesa del suopaese, ha dato quello che qualsiasi essereumano di più non potrebbe, la propria vita.

Sono sopravvissuto all’attentato allamia vita da parte dei difensori del KravMaga, uomini ebrei. Sangue del miosangue? Tutti mi avvertirono circa i mieinemici. Sono stato attaccato da “amici”,cattive persone. Alcuni erano colleghi dilavoro che hanno unito le loro forze perassassinare il personaggio, me. Comeaffrontare tutto questo? Quando tuo figliotorna a casa da scuola e ti chiede perchécercando su Google il nome di suo padreappare come quello di un truffatore? Suopadre viene descritto come un insegnantedi difesa personale fasulla. Ladiffamazione è stata perpetrata percercare di distruggermi e togliermi dalmercato delle arti marziali. Il nostro nomeè la nostra bandiera. Qualche gruppo“divertente” diretto da un tipo cheallontanai dall’Esercito per un’assenzasenza permesso e aver commesso deicrimini nell’esercito, cercò di vendicarsi ecostruì il suo nome e il nome del gruppoutilizzando termini come “combattimentoreale” o “sangue nelle mani”. E’ un eroe?Come disse uno dei miei amici: “Io nonsono un’ eroe di guerra, ma senza dubbioun’ eroe della vita.” Puoi lottare contro unleone, ma non contro 100 conigli. I lvolpino fa la sua pubblicità al meglio e lacalunnia non aiuta nessuno aguadagnarsi la sua fetta di mercato. LeArti Marziali sono una abilità, ma lacalunnia è una vergogna.

Allo stesso tempo, sono sopravvissutoa 6 tumori, mi hanno attaccato uno dopol’altro. Sono stato operato 6 volte. Anchenel momento della morte di mio padre,questo gruppo di persone senza scrupoli,una di loro con una infermità mentalecertificata per la quale fu allontanatadall’esercito, ha continuato a calunniarmi.Sono una vergogna. Ho perso due amici.Uno ucciso da un colpo di pistola allafrontiera tra Egitto e Israele, dopo averucciso un terrorista. Ho perso uno deimiei migliori amici, e forse l’ultimo amicovero che avevo. Lui era un eroe vero, unapersona umile. Grazie a lui molti attacchisuicidi sono stati sventati e molti terroristieliminati. La vita è la vera arte e fusconfitto dal cancro. Parlavamo escherzavamo solo sue settimane primadella sua morte e mi domandò se eropreoccupato. Voleva sapere comeaffrontavo i miei problemi di salute e io glichiesi come faceva lui con i suoi. Lui midisse:” Ho smesso di aver paura dellamorte e l’ho accettata”. Questo è lo spiritodel samurai. Apriamo le nostre bracciaalla morte. Amiamo la vita, ma accettiamola morte. Vivere per il domani, ma credoche ogni giorno sia il nostro passato eallora come utilizzarlo nel miglior modo

possibile? Dormendo o facendo dellecose? Questa è la ragione per cui la miagiornata ha 25 ore. Mi alzo un’ora primadi fare qualsiasi cosa, per condividere dipiù, amare di più, per parlare più di pace,per fare del nostro mondo un postomigliore e per godere di essere unapiccola parte di esso. Ogni giorno è il miopassato, ma ho intenzione di avere unavita molto lunga. Anche se l’anno scorsoho avuto un grave incidenteautomobilistico. Il poliziotto che rilevòl’accaduto non poteva credere che nesono uscito vivo! Si, sono un gatto con 9vite. Nasco e muoio molte volte, tutti igiorni, perciò ogni giorno è i l miocompleanno! Non aspetto i l miocompleanno per essere veramente felicee sorridere condividendo il miei dolci .

Fare domande ha generato soltantoaltre domande. A volte mi piacerebbeiniziare con le risposte e lasciare ledomande un po’ più in là e agli altri. Viverealla giornata. Cercare di scoprire chi sonoe fare del mio meglio. Lavorare sui mieisbagli e correggerli. Accettare la possibilitàdi essere colpito dalla vita, affrontare tuttele difficoltà nel segno della comprensione,l’amore e la pace per raggiungere la paceinteriore e il rispetto. Ho conosciuto genteassai piacevole, esseri umani davveroumili e gentili, con la comprensionedell’umanità e il rispetto degli altri. “Labuona medicina è sempre amara”,l’apprendimento non è sempre divertente,ma c’è un sacco di soddisfazione eappagamento dopo di esso. Gli allievipensano di fare tutto il possibile,nonostante essi non sappiano quale sia laloro migliore versione. L’insegnante è lo“spauracchio” degli allievi, non perchéquesto sia temibile, ma perché capisce emostra loro i propri punti deboli. Perquanto un allievo riceva da partedell’insegnante, si convince che è tuttograzie a propri sforzi. I maestri meritanotanto rispetto come un padre o unsacerdote, anche se a volte non ottengononulla. Ma così come accade con i mieimaestri, il loro spirito continua a vivereanche quando non sono più con noi. È perquesto che rifacendoci agli Shizen,ringraziamo il grande spirito, per ricordarciche tutto ciò che sappiamo esiste soloperché ci è stato trasmesso. Dobbiamoobbedire e tramandarlo ai nostri allievi.

L’insegnamento e lo studio non deveessere trasportato dall’ego, ma solodall’amore e la pace. La natura è unagrande maestra, è per questo cherealizziamo spesso la formazione immersi inessa e anche l’addestramento disopravvivenza per completare questo studiosulla resistenza mentale e la forza interiore.

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Per scrivere questoarticolo mi sono basato sulleidee Zen Kodo - Antiche Viedi Kensho Furuya, RIP [1948

- 2007], le idee del mioMaestro Hanshi Patrick

McCarthy [Aiki KenpoJiujutsu e Koryu Uchinadi]

del mio Maestro di Ilprofessor John D. Machado

[RCJ Machado BrazilianJiujutsu] e la mia vita

personale.

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Grandi Maestri

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SGM CACOY CANETE

Ogni sport o arte marziale possiede isuoi grandi esempi. Mohammed Alì nellaBoxe o Helio Gracie nel Jiu Jitsubrasiliano sono leggende che ispiranomilioni di persone. Nell’Eskrima si può diredi Cacoy Canete. Le sue capacità sonocosì eccezionali che questa leggendavivente di 95 anni e 12°Dan nel DocePares riesce ancora a stupirci. Ciò chemolta gente non sa è che lui ha anche altigradi in altre discipline. Possiede l’8°Dandi Jiu Jitsu, Judo e 6°Dan nell’Aikido eKarate. Cacoy è diventato famoso in tuttoil mondo dopo che la BBC ha trasmessonel 1982 il documentario “Way of theWarrior” (La Via del Guerriero), diffuso alivello globale.

La sfida

Il mio primo incontro con CiriacoCanete (gli amici lo chiamano Cacoy) èstato nel 2000 in circostanze curiose.Suo nipote Dionisio (Dionie) Caneteaveva sfidato Cacoy Canete. A queltempo Cacoy aveva già 81 anni.Tuttavia, egli accettò la sfida. A quell’etàdi solito non ti metti in quel genere disituazioni. Però per Cacoy non parevaessere un grande problema, perchéanche a quell’età era molto in forma,vitale e tonico. Ricordo che la notiziaebbe grande risalto nelle Filippine. Uscìsui giornali, in televisione e in radio. Lanotizia della sfida arrivò dappertutto.Tutti rivolsero la loro attenzione ad essa.Era annunciata come la sfida del secolo

“Le sue capacitàsono così

eccezionali chequesta leggenda

vivente di 95 anni e12°Dan nel Doce Pares

riesce ancora a stupirci”

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e io stesso ero presente e ricordavo diessere alquanto sorpreso dall’evento eda come venne gestito nelle Filippine. Inquel periodo ero al Camp di Dionie.Entrambe le parti avevano un sacco diallievi e insegnanti, una moltitudine digente. All ’ult imo momento i lcombattimento venne sospeso grazieall’intervento della moglie del sindacolocale. Il giorno dopo Cacoy e suonipote erano nella prima pagina delgiornale Sun Star delle Filippine. Egli haricevuto due grandi sfide in questi anni,entrambe prevenute dall’intervento delsindaco e della polizia. Così non

sapremo mai chi avrebbe vinto loscontro.

Allenandosi con Cacoy

Nel 2006, grazie alla curiosità cheancora avevo verso il suo stile, mi recaialla scuola di Cacoy per allenarmi.Ricordo una cosa divertente,preannunciai la mia visita un paio dimesi prima di dire che volevo andaread al lenarmi. La maggioranza miaccolse con molto calore, eccetto unuomo chiamato John Mac, il numero

uno degli allievi di Cacoy che mi lanciòun’occhiata alquanto arrabbiata eaggressiva ed era chiaramente prontoa combattere. Sapevo che non eroconsiderato come un normale allievo,perché ero stato allievo di DionisioCanete per nove anni. Dissi a Cacoyche volevo iniziare il suo stile come seio fossi un principiante. Più tardi quellasera, quando eravamo a mensa, Johnmi disse che era sollevato dal fatto cheio non ero li per un combattimento.Sembra che si fosse preparato per duemesi per questo evento. Il Doce Pares

“Hai mangiato alla mensa di

Dionie Canete eadesso staimangiando a

quella di Cacoy”

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di Cacoy è totalmente differente daquello di Dionie Canete. I punti diattacco, le parate, i l disarmo, losparring controllato, i principi Eskridoerano tutti diversi, fondamentalmenteera tutto nuovo. Per me era un nuovomondo del Doce Pares Eskrima. Unmaestro f i l ippino mi disse “Haimangiato alla mensa di Dionie Canetee adesso stai mangiando a quella diCacoy”. Qui ho svi luppato unacombinazione unica di abilità tecnichee mentali. C’era così tanta conoscenzadel Doce Pares! Ho passato un po’ ditempo con Cacoy. Mi ha allenato luipersonalmente ed è stata unesperienza incredibi le e ungrandissimo onore. Si potrebbeparagonare all’allenamento nel Chi Saocon Yip man (maestro di Wing Chun) oal fare guanti con Mohammed Alì nella

Boxe. La sua conoscenza edesperienza nell’Eskrima sono uniche,le sue idee e tecniche si basano sullapratica e non sono comparabili ad altristili di Eskrima.

Lo sparring controllato

Lo “Sparring Controllato” è moltoimportante, forse la parte più importantedel Cacoy Eskrima. Simile al Chi Saodel Wing Chun (mani appiccicose), losparring controllato si applica a cortadistanza e tutti i colpi vengono portaticon l’insieme degli elementi, l’Eskrido(colpi) e i l principio del f lusso (colbastone); Cacoy mi disse che il suo stilesi è sempre evoluto e modificato. Il chea mio avviso è normale, dal momentoche si tratta di un’arte per i lcombattimento realistica. Cacoy è uno

dei pochi maestri il cui stile è statoprovato nel combattimento reale.

Egli ha partecipato a circa uncentinaio di combattimenti, senza alcuntipo di protezione e non ha mai perso.Quest’uomo non è solo un grandecombattente, ma è anche una personagentile, scherzosa e piena di buoniconsigli. Uno dei suoi scontri contro ilproprietario di un night club, un uomodalla dubbia reputazione, ebbe luogo inuna stanza di un hotel. Cacoy mi disseche la porta era chiusa, scelsero l’arma(bastone) e cominciarono a combattere.L’uomo iniziò attaccandolo duramentealla testa, Cacoy lo parò e contrattaccòimmediatamente con attacchi rapidi eduri alla testa e al corpo; il tutto terminòin pochi secondi e Cacoy dimostròancora una volta che il suo stile erasuperiore.

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La prossima generazione

Cacoy adesso ha 95 anni e i suoisuccessori sono pronti per mantenere invita il Doce Pares. Suo nipote ChuckCanete e il suo migliore allievo JuanMac diffonderanno lo stile con lo spiritodi Cacoy Canete. Mi sento onorato diaver ricevuto l’addestramento da questovero Grande Maestro e vi raccomandodi vedere il documentario “La Via delGuerriero: Eskrima, la Via filippina”. Lopotrete trovare facilmente su YouTube.Sarete il benvenuti nel mio mondo, ilmondo dell’Eskrima.

Per i miei prossimi video e attività, visitate il mio sitointernet, HYPERLINK "http://www.knifefightsystem.com"www.knifefightsystem.com, e non mancate di mettervi incontatto con noi tramite l ’ indirizzo: HYPERLINK"mailto:[email protected]" [email protected]

Page 109: Rivista arti marziali cintura nera budo international marzo 2014

“Cacoy adesso ha 95 anni

e i suoi successorisono pronti

per mantenere in vita

il Doce Pares”

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Ref. 10150Karate-gi.

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REF.

: DVD

/JKD

TIM

TITOLO: JEET KUNE DO

REF.

: DVD

/JKD

TIM

2

TITOLO: JEET KUNE DOELEMENTS OF

ATTACK

REF.

: DVD

/JKD

TIM

4

TITOLO: JEET KUNE DOBRUCE LEE’S

YMCA BOXING

REF.

: DVD

/JKD

TIM

3TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON TITOLO: JEET KUNE

DO UNLIMITED

REF.: DVD/BURTON2 TITOLO: BRUCE LEE: L’UOMO E LA SUA

EREDITA

REF.: DVD/TV2

TITOLO:HOMENAJE

A BRUCE LEEAUTORE:

TED WONG & CASS MAGDA

REF.

: DVD

/BL

AUTORE:TIM TACKETT

AUTORE: SALVATORE OLIVAAUTORE: B. RICHARDSON

TITOLO: JKD STREET DEFENSE TACTICS:

TITOLO: EXPLOSIVE DUMOG

TITOLO: JKD STREET TRAPPING”

REF.: DVD/SALVA • DVD/SALVA2• DVD/SALVA3 • DVD/SALVA4• DVD/SALVA5 • DVD/SALVA6 • DVD/SALVA6• DVD/SALVA7

TITOLO: J.K.D. STREETSAFE:

TITOLO: KNIFE FIGHTING:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEM:

TITOLO: PROFESSIONALFIGHTING SYSTEMKINO

MUTAI:

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

SIU LIM TAOinglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY1TITOLO: WING

CHUN KUNG FU:CHUM KIU

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY2

TITOLO: WINGCHUN KUNG FU:

BIU JEE

inglés/Español/Italiano

REF.: DVD/RANDY3

TITOLO: JKDTRAPPLING

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REF.: DVD/ALM2TITOLO: FILIPINOMARTIAL ARTS

REF.: DVD/ALM3TITOLO: STREET-

FIGHTING!JEET KUNE DO

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TITOLO: JKD “EL CAMINO DEL PUÑO

INTERCEPTOR”

AUTORE:RANDY WILLIAMS

REF.

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TITOLO: THE WOODEN DUMMY INGLES/ITALIANO

INGLES

TITOLO: CONCEPTS &PRINCIPLES

DVD/RANDY4

AUTORE:JOAQUIN ALMERIA

TITOLO: ESPADA Y DAGATITOLO: PENTJAK SILAT

TITOLO: BUKA JALAN SILAT

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: DVD

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TITOLO: YAWARA KUBOTAN

AUTORE:MASTER PEREZ

CARRILLO

REF.: DVD/YAW2TITOLO: 5 EXPERTS- EXTREME STREET

ATTACKS AUTORI: VICTOR

GUTIERREZ,SERGEANT JIM

WAGNER MAJOR AVINARDIA, J.L. ISIDRO& SALVATORE OLIVA

REF.: DVD/DP1

ALTRI STILI

AUTORE: BOB DUBLJANIN

TITOLO: JKD EFS KNIFE SURVIVALAUTORE: ANDREA ULITANO

REF.

: DVD

/EFS

1

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COME E’ STRUTTURATOIL FU-SHIH KENPO

TECNICA INDIVIDUALESINGOLA

Combinazioni, complesso ditecniche per essere realistici, se non siha il tempo di allenarsi e dedicareimpegno a una base regolare delle ArtiMarziali, non c’è nulla di sbagliato nelmovimento complesso; a parte essereefficace è molto bello da vederequando viene praticato correttamente.

Per favore, ricordate che questomovimento si mantiene invariatomentre continuate ad allenarlo. Glierrori nell ’allenamento regolare osmettere di farlo portano a undeterioramento della coordinazione,della rapidità, dei r i f lessi, dellamorbidezza, dell’equilibrio e soprattuttodell’efficacia. Se al contrario non si hail tempo per dedicarsi a unallenamento continuo, allora sonoconsigliabili le tecniche singole chesono semplici ed effettive.

Se avete dei dubbi sull’efficacia dellatecnica (stile) che state imparando,allora cambiate scuola; oggi come oggici sono una grande varietà di stili,Maestri, specialisti, metodi e scuoledove potrete sempre trovare qualcosacon cui sentirvi a vostro agio. Questa èuna cosa che vi aiuterà sempre aprogredire. Se non vi piace una cosanon avrete mai le giuste motivazioniper farle bene. Le tecniche singolesono insegnate alla forze di polizia e disicurezza, gruppi speciali,antisommossa, intervento rapido,scorte, Berretti Verdi, ecc. perchéqueste non richiedono di essere inperfetta forma fisica perché sianoefficaci.

Anche se tutti loro ovviamente losono.

ARMI

Al contrario dei sistemi giapponesi incui le arti con armi e senza si praticanoin scuole differenti, nel Fu-Shih Kenpo ledue cose si insegnano nella stessascuola, ciò garantisce il progressonaturale, la familiarizzazione con queste,allo stesso momento in cui si sviluppa ungrande senso di attenzione e rispetto.Alla fine, le armi si muoveranno secondole capacità, la padronanza e l’abilità cheavrete a livello fisico.

Nel Fu-Shih Kenpo i principianticominciano con i l Bastone Corto(Kali/Arnis) e i l Bastone Stradale(Walking Stick), poi ne incontrerannoaltri come lo Yawara (15-20 cm), il Billy

Club (22-40 cm), Baton (40-75 cm),Tan-Jo (76-100 cm) e il Bo (a partireda 126 cm). Successivamenteverranno inclusi Nunchaku, Sai, Tonfa,Kama, Coltelli, ecc, essendo queste learmi più caratteristiche del Fu-ShihKenpo, poi verranno impiegati tutti ipossibili oggetti d’uso quotidiano chepossono essere utilizzati per la difesapersonale.

Come ho già indicato in precedenza,il maneggio, l’efficacia e l’eleganzanell ’uso delle nostre armi, èsostanzialmente basata sulla capacitàtecnica ed estetica che l’allievo oistruttore hanno conseguito nei loroallenamenti e percorsi formativi, comeanche sulle conoscenze dellecaratteristiche, delle applicazioni edella storia di ciascuna di esse. Peresempio, nell’uso del Bastone Corto,prima indicheremo al praticante qualisono le sue caratteristiche, prendiamole basi, i principi e i fondamenti del Kalio Arnis e continueremo la nostra lineaKenpo, realizzando tutt i i t ipi ditecniche e manovre che sono eseguitecon mani e piedi. Le serie tecnichevarianti di quelle a mano nuda delnostro programma, daranno originealle Forme del Bastone Corto.

Rispettiamo ogni sistema con Armi,sia tradizionale che moderno, e sequalcuno dei nostri allievi decidesse diimparare accuratamente il Kali o Arnis,i l Kobudo giapponese, o le ArmiCinesi, lo considereremmo appropriatoe lo appoggeremmo totalmente, apatto che, logicamente, ciascunsistema sia altamente specializzato nelproprio stile. Ciò garantirà un altolivello nell’arma prescelta. Nel Fu-ShihKenpo, l’allievo deve possedere unagrande conoscenza nella Difesa controArmi (teoria), prima di imbarcarsi nellapratica e specializzarsi. Le regoleessenziali per la Difesa contro le Armisono le seguenti:

1°) Allontanare l’Arma e il bracciodal perimetro difensivo del corpo

2°) Isolare o bloccare l’Arma3°) Selezionare una tecnica di

contrattacco secondo queste priorità:Fine di ogni possibile futura

aggressionePossibile nuovo scontro con

l’avversario disarmato. (a seconda delsuo livello di abilità e destrezza)

Raccogliere l ’arma da terra.Prenderla e utilizzarla contro di lui ometterla fuori dalla sua portata.

Nota: non cercare di realizzareazioni che ci mettano in situazioni dirischio, come potrebbe essere tentaredi piegare o controllare le suearticolazioni, manipolare opponendoforza contro forza, cadere in situazioni

di squilibrio, fidarsi delle parole o delcomportamento probabilmenteingannevole dell’aggressore. Perchése un uomo è abbastanza disperatoper attaccare con un’arma, questo nonsi arrenderà facilmente aun’aggressione passiva. Nella maggiorparte degli incidenti o delle graviconseguenze di un agire scorretto, lacausa principale sta nella negligenzanel f idarsi dell ’avversario o nellapreoccupazione di non provocarglitroppi danni. E’ consigliabile lavoraresempre dentro un determinato grado didolore contro l’opponente.

“In casi estremi, usare tecniche ecomportamenti estremi”.

ATTACCO CON ARMA

Quando siamo all ’attacco in uncombattimento è importante colpire ilbraccio avanzato del nemico, cosìcome la sua gamba anteriore. Ciòconsente di entrare nel perimetrodifensivo del suo corpo con sicurezza.Una volta che il braccio dell’avversarioè inutilizzabile, non gli sarà possibilerespingere l’assalto.

Il prossimo bersaglio è la sua gambaanteriore infliggendogli un trauma, ilche gli inibisce il movimento e riduce lasua mobilità, offrendo un bersaglioampiamente alla nostra portata.Ricordate che questo è prioritario perla Difesa. A meno che il nemico nonsia anche armato, non c’è necessità difare delle finte, ma saranno sufficientidei semplici attacchi diretti.

Precauzione

Non sono necessari movimentipotenti , l ’arma fa i l suo lavorocorrettamente e il suo uso da parte tuaporterà a un attacco a buon fine. Seuno è più piccolo o meno pesantedell’avversario, non è raccomandabilecercare di fare una presa con l’arma,poiché l’altezza e il peso possonorisultare pericolosi per noi,specialmente con armi senza fi locome i bastoni. Come nell’attaccosenza armi, i colpi al la testa,al l ’ inguine e al torso come colpiprimari non sono consigliabili, poichéè necessario oltrepassare la lineadifensiva (perimetro difensivo)dell ’avversario, rendendo aquest’ult imo più faci le parare ocatturare il braccio o l’arma.

L’obbiettivo principale è sempre ilperimetro difensivo, questo non deveessere sottovalutato. Tutti gli scontriben diretti contro uno o più avversaridipendono dall’annullamento o daldanneggiamento dei perimetri difensivi.

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YIN & YANG (PARTE 2)

Personalmente, quella che credo sia la ragio-ne più convincente per fare cross- training ecomprendere lo Yin e lo Yang, è l’apprendimen-to della difesa personale più efficace possible.Per questo, nel mio viaggio ultraquarantennale,mi sono sempre sforzato di essere coerente acerti principi che considero essenziali per qual-siasi vero Maestro.

Tieni sempre la mente aperta e non smetteremai di imparare (svuota la tua tazza!)

Abbi come scopo il mantenere vivo l’interessedei tuoi allievi

Sii sempre umile e rispettosoNon avere paura di aprire una “via” e di essere

un pioniere

Ovviamente possiamo citare molti altri principi odottrine per le quali gli insegnanti di Arti Marzialidevono vivere la loro vita ed essere dei modelli per iloro allievi: l’onestà, la bontà, il coraggio, la generosi-tà, la perserveranza, la forza caratteriale, ecc.Tutto auspicabile, stupendo, qualitàpositive senza ombra di dubbio.Tuttavia, considero che ciòche ho menzionato in pre-cedenza sia la basenecessaria sulla qualecostruire, il suolo ferti-le in cui coltiviamotutto il resto.

Guidato da tantotempo da questi prin-cipi e dalle mie con-vinzioni fonda-mentali sulla dife-sa personale,sono arrivato aun puntodella mia

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carriera nelle Arti Marziali in cui ho deciso che quelloche volevo e avevo bisogno, per dare un contribu-

to tangibile alle Arti, era sviluppare il mio propriostile e, facendolo, creare un patrimonio da tra-

mandare ai miei allievi. Il processo è statodifficile e non esente da ostacoli econflitti. Ma il risultato finale è stato

molto gratificante e positivo, ben aldi-là delle mie aspettative. Attualmente lo

stile che ho codificato, il CombatHapkido, viene insegnato in più di 200

località in 15 paesi del mondo. Ha ricevu-to il riconoscimento ufficiale da parte della

Federazione Ki-Do (riconosciuta dal gover-no della Corea), inoltre viene insegnato alle

unità militari e di polizia di vari paesi ed èapparso sulle copertine di oltre 20 riviste specia-

lizzate. Siamo orgogliosi di quanto ottenuto e continuia-mo ad evolvere il nostro materiale tecnico, così come i

nostri modi di proporlo.Pertanto, a questo punto, può essere giusto chiedere

quale sia la principale caratteristica tecnica del CombatHapkido, è uno stile duro o morbido? O forse una miscelacoerente di entrambi? Prima di rispondere a tale domandalegittima, dobbiamo esaminare brevemente la storiadell’Hapkido (l’Arte più approfondita del mio sistema) e lasua genesi. L’Hapkido (La Via Armoniosa dell’Energia)venne fondato dal Gran Maestro Choi Yong Sool (1904-1986) a Taegue, Corea, nel 1948. la “Fondazione” non impli-ca una cerimonia formale o ufficiale, piuttosto il culmine diun processo di formazione di un programma di studi e lastrutturazione di un protocollo. Ma quali tecniche insegnòChoi? Dove e da chi le ha imparate?

La versione breve (e più popolare) della storia è chedurante la sua permanenza di 30 anni in Giappone, Choi

si allenò con Sokaku Takeda, il direttore del DaitoryuAikijujitsu, e imparò le 100 tecniche fondamentali di quelsistema. Dopo il suo ritorno in Corea, nel 1945, Choicominciò ad insegnare quelle tecniche con il nome gene-rico di Yawara (autodifesa). Poco a poco, iniziò a svilup-pare il suo “stile”, che rifletteva la sua interpretazione el’espressione individuale dell’arte, così come risponde-va alle condizioni culturali, sociali e politiche dell’epo-ca. L’Aikijujitsu in se conteneva un mix di colpi duri eleve morbide e Choi continuò a costruire su quellastruttura, imprengnandola di una identità chiaramen-te coreana. Il risultato fu un sistema che incarnaveramente la filosofia “Um e Yang” (la versione core-ana di Yin e Yang), anche nel suo nome, l’Hapkido,che significa l’armonizzazione (hap) dell’Energiadura e morbida (ki) in un solo sistema (do).

Dal momento che io ho sempre creduto che cisono elementi importanti e utili nei due stili duri emorbidi, mi sono sentito immediatamente attrattodall’Hapkido dal momento in cui l’ho scoperto e, adoggi, lo considero una delle Arti Marziali più versatili

e complete che esistono. I miei anni di formazione nelle ArtiMarziali sono radicati negli stili “duri” dello Shotokan Karatee nel Taekwondo e ho sempre pensato che mi mancassequalcosa. Mi rendevo conto di essere piccolo fisicamente eper questo avevo bisogno di introdurre un approccio “morbi-do” che si basasse meno sulla forza e la potenza e più sullavelocità e sull’abile manipolazione delle parti anatomichepiù deboli. Pertanto, quando finalmente ho scopertol’Hapkido, con la sua equilibrata miscela di tecniche dure emorbide, la mia missione fu svelata e la visione si fece chia-ra nella mia mente: volevo dedicare la mia vita all’insegna-mento, alla promozione e allo sviluppo ulteriore dell’artedell’Hapkido. Quindi, col tempo, è diventato quasi inevitabi-le che arrivassi a creare il mio proprio stile (kwan) per espri-mere la mia creatività, la mia individualità e lo adattassi a uncontesto in evoluzione. Vorrei che fosse chiaro che quandol’ho fatto, nel 1990, non volevo inventare una nuova ArteMarziale, ne me l’ero prefissato. E non ho mai detto di aver“migliorato” l’Hapkido, ma semplicemente di aver modificatoe modernizzato la sua struttura e il protocollo perchè fossepiù accessibile e per agevolarne la crescita. A livello tecnicoho evoluto il sistema per renderlo più sensibile e rilevantealle nostre necessità sociali e legali. Mi sono impegnato aprodurre il programma di studi che fosse il più possibile piùorientato all’autodifesa. Con quell’obbiettivo in testa, abbia-mo realizzato e sono stati introdotti nel sistema una serie di“componenti” addizionali (che normalmente non si trovanonell’Hapkido tradizionale), come la sopravvivenza a terra, ipunti di pressione tattici e il disarmo moderno. Questi nuoviprogrammi hanno anche contribuito in gran misura alla tras-formazione del Combat Hapkido in un sistema più eclettico,completo ed efficace per il nostro mondo attuale. In conclu-sione, durante tutto questo lungo ma gratificante cammino,non ho mai perso di vista il messaggio sottile dello Yin edello Yang e la sua profonda saggezza senza tempo.L’inevitabile dualità indispensabile del duro e del morbido,circolare e lineare, colpi e prese, armato e disarmato, èstato uno dei miei più preziosi principi guida e una costanteispirazione per la crescita personale e professionale. Vi con-siglio di investire un pò di tempo nella riflessione sulla natu-ra e il significato di Yin & Yang nella vostra vita, che a me èservito e che penso possa fare lo stesso anche a voi.Godetevi il viaggio!

“Attualmente lo stile che

ho codificato, il CombatHapkido, viene insegnato in

più di 200 località in 15 paesi del mondo”

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Come abbiamo conosciuto il Gran Maestro Hoffmann e la sua ispirazione

Nel 2005, dopo anni di pratica nelle Arti Marziali e di ricerca personale, mio fratelloFederico, il fratello di Kung Fu Fabio Sarnataro e il sottoscritto abbiamo conosciuto il GM

Andreas Hoffmann, un uomo di poche parole, ma allegro, che ci mostrò consemplicità e umiltà la “via” che stavamo cercando. Egli la fece sembrare una cosa

assai facile, attraverso una impressionante esecuzione di una delle forme piùbelle del Weng Chun – il Saam Bai Fat Kuen. Il Saam Bai Fat Kuen, una

forma potente e spirituale, è una tradizione millenaria che è stata sviscerata

L’Associazione Internazionale di Weng Chun Kung Fu diretta dal GranMaestro Andreas Hoffmann annuncia l’inaugurazione ufficiale del primotempio Weng Chun di tutto il mondo. Così come il tempio Shaolin delSud situato nel sud della Cina, il nostro nuovo tempio è posto nellacosta sud del Mediterraneo in Italia, nel centro turistico Rama BeachCafè, nei pressi della città di Napoli. Si tratta di un complesso, unastruttura in legno tradizionale indonesiano originale, che è statoprogettato e costruito a Bali, per poi essere trasportato attraversol’Oceano Indiano e finalmente riassemblato in Italia, in unostraordinario viaggio da Est a Ovest. Il nostro obbiettivo è ricrearel’energia e l’ambiente tranquillo, pieno di armonia spirituale deitempli buddisti nei quali è nato il Kung Fu.

Primo tempio Weng Chun di tutto il Mondo

Testo: Flavio Greco. International Weng Chun Kung Fu Association

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e conservata dal Maestro di Hoffmann, il GGM Wai Yan. Wai Yanha tramandato le conoscenze di questa forma al suo allievoHoffmann, che trasmette questo patrimonio al giorno d’oggi.

La trasmissione permanente del Weng Chun Kung Fu

Carichi di entusiasmo, abbiamo iniziato il nostroviaggio in questa meravigliosa tradizione come ospitidel Sifu Hoffmann, che ci ha accettato immediatamentecome suoi allievi diretti e ci ha dato il benvenuto nellasede mondiale del Weng Chun, a Bamberg, inGermania. Sifu Hoffmann ci ha generosamente apertole porte di un mondo fatto di onestà e di esperienza neidettagli della conoscenza ed è diventato il mentore nelnostro apprendistato nella pratica e nel modo di viverela meravigliosa arte del Weng Chun.

L’apprendimento ha avuto luogo non soltanto attraversomolte ore di pratica fisica, ma anche tramite lunghe eintense conversazioni con nostro Sifu sulla nascita delnostro stile, la sua tramandazione nei secoli attraverso lediverse famiglie che, di generazione in generazione, lo hannosviluppato e conservato fino a farlo giungere nelle mani delGGM Wai Yan a Hong Kong e alla fine nelle sue. Abbiamopercepito nelle parole di Hoffmann tutto il suo amore per questaarte, che abbiamo subito condiviso e un forte desiderio di restituirlaall’antica gloria, diffonderla e viverla come lui stesso vive: come unamissione in cui insegnare, mantenere viva la saggezza e trasmettere alle

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future generazioni la conoscenza della nostra tradizione;egli è come uno dei monaci guerrieri Shaolin e MaestriChan che in varie occasioni, nel corso dei secoli, hannocorso il rischio di scomparire.

Quindi abbiamo deciso di dargli una casa, un luogo incui poter praticare di nuovo, come nei secoli passati, neisuggestivi templi Shaolin di legno e pietra in cui fu creatoe realizzato il sistema.

Il grande sogno del Sifu: costruireun tempio del Kung Fu

Abbiamo trasformato in realtà il più grande sogno delnostro Sifu, che era costruire un luogo fisico e spiritualeper il nostro stile, riportando indietro il Weng Chun e leconoscenze che abbiamo ereditato dai nostri antenati, dinuovo in un tempio, dai tempi della distruzione di quello diShaolin. Come abati moderni, facciamo la nostra parte perdiffondere il Weng Chun e il patrimonio del GGM Wai Yannell’era moderna occidentale. Abbiamo scelto il nome“Vihara” per il nostro tempio: la parola Vihara in sanscritovuol dire “dimora” e si usa nei templi buddisti perdescrivere la sala dove risiede la grande statua di Buddha.

Il Gran Maestro Wai Yan: una interpretazionemoderna dello stile tradizionale

Il GGM Wai Yan è stato un precursore nel suo percorso di concezione delle ArtiMarziali. Egli era un praticante e Maestro intelligente e dalla mentalità aperta. E’stato un ricercatore per tutta la vita. Grazie a questo, nella sua scuola, il Dai DukLan, sono conversi il sapere e la tradizione delle principali famiglie del WengChun. Questi insegnamenti sono stati praticati in forma critica e analizzati secondoil principio buddista della ricerca della verità. In seguito, a differenza degli altrimaestri cinesi, ha aperto la porta della sua casa e della sua scuola a un giovaneoccidentale che più tardi diventerà il suo successore, il Sifu Andreas Hoffmann.Con lo stesso spirito del nostro Sigung, il GMM Wai Yan, nel Viahara, come negliantichi templi Shaolin e poi più tardi nel Dai Duk Lan, continuiamo a proseguirenella ricerca di un’arte fisica e spirituale che aspira alla verità, con la mentalitàaperta al confronto tra le diverse tradizioni e lineages che hanno preservato losplendore di quest’arte nei secoli.

Il Tempio Viahara: il primo raduno

Nel Novembre del 2013 ha avuto luogo il primo radunodel Viahara, con la missione di diffondere il Weng Chun. Inun seminario di 2 giorni diretto da GM Sifu Hoffmann, chetra l’entusiasmo e la passione dimostrata dai partecipanti,egli ha portato il Weng Chun nella sua nuova casa.

Il seminario di Sifu Hoffmann è terminato con un momentospeciale, che da a questo posto un tocco di misticismo cherappresenta il legame continuo con la tradizione di Shaolin.Egli ci ha donato un cofanetto contenente un pezzo di terrache ha ricavato da una delle tra piante principali del tempioShaolin del sud. Abbiamo interrato questo cofanetto sotto lostupa che si trova di fronte alla sala principale, durante unacerimonia intima e spirituale.

La cerimonia ufficiale dell’apertura del tempio verràcelebrata la prossima primavera, nei giorni 23, 24 e 25Maggio del 2014.

HYPERLINK"http://www.weng-chun.com" www.weng-chun.comlink YouTube per vedere il Tempio Weng Chun:HYPERLINK:

"https://www.youtube.com/watch?v=kTv9EVFWibw"https://www.youtube.com/watch?v=kTv9EVFWibw

Weng Chun

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opo aver praticato e gareggiato per anni inUcraina e in Europa, ho sentito il desiderio dimigliorare le mie Arti Marziali in termini di auten-ticità. Ho sentito da molto tempo che c’è qualco-sa che noi (noi bianchi) non riusciamo a com-prendere completamente del Wu Shu (parlando

delle arti marziali cinesi in particolare).La mia storia in Cina comincia quando lavoravo a Shanghai

come artista di teatro. Fu un esperienza indimenticabile in cuiho avuto l’opportunità di allenarmi col metodo cinese di com-battimento per la rappresentazione scenica dell’opera cinese.

La mia seconda destinazione fu nel nord della Cina, nellaprovincia di Laoning. Suonando con il gruppo dell’opera con-temporanea, laggiù ho scoperto un nuovo mondo delle arti

tradizionali cinesi e ho cambiato il mio punto di vista che miero fatta leggendone a proposito.

Il momento più bello è stato quando si è riunito il gruppodell’opera Junior. Ragazzini dai 12 ai 15 anni che recitano ingiro per la Cina da quando ne hanno 7 e viaggiano col loroMaestro, anche se in tutte le città in cui si trovano partecipa-no a corsi di educazione formale. Sono rimasta sorpresa dacome erano ben istruiti quei ragazzi, non solo nella loro arte,ma anche nel resto. A quei tempi il mio cinese era quasi alivello zero, ma in qualche modo riuscivo ad interagire conloro a un livello speciale.

Molto presto ho partecipato al tradizionale CampionatoMondiale di Wushu nel Wudang, che fu un evento meraviglio-so. Poi mi sono resa conto che mi sarebbe piaciuto rimanere

D

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in Cina per molto più tempo e concentrarmi nel-l’apprendimento degli stili tradizionali viaggian-do per il paese. Sono passata per la provinciadello Hunan, dove ho trovato subito la Nan YueYuan, una scuola di Wushu molto isolata. Lìc’era il sig. Jiao – un insegnante – 26 anni diNan Quan alle spalle, un uomo bassino e moltoagile. Quando si muove si percepisce che pos-siede una specie di forza speciale dentro di lui.Ho avuto modo di restare per un po’ nella scuo-la. Le condizioni di vita erano molto spartane,soprattutto per i turisti internazionali ai qualipiace cercare la scuola di wushu e rimanerciper divertimento.

Tutti i membri della scuola si svegliano alle 6e iniziano ad allenarsi. Non c’è acqua calda,riscaldamento ne nulla di speciale in quanto acibo, poiché la scuola si trova su una collinasenza infrastrutture intorno. La nostra perma-nenza li è stata meravigliosa, aldilà delle centi-naia di punture di zanzare che mi sono ritrova-ta. Praticare con il Sig.Jiao mi ha dato fiducia ecapacità di comprensione.

Un'altra tappa incredibile ha avuto luogonella provincia del Jiangsu. Ho conosciuto XieLaoshi – maestra di Tai Chi. Questa donnastraordinaria si muoveva in maniera pazzesca,eseguendo qualsiasi tipo di acrobazia. Hoavuto l’opportunità di praticare con lei per unpo’ di tempo. Da lei ho imparato interessantiprincipi di rilassamento che utilizzava nel NanQuan e in altri stili esterni. Viaggiando per laCina, ho conosciuto molti amici e vissuto situa-zioni rischiose, ma la maggior parte delle cose

che mi sono accadute, le definirei una verabenedizione. Nel 2012 ho partecipato di nuovoal tradizionale Campionato Mondiale di Wushu,applicando tutto ciò che avevo imparato. Hoportato Huxin Quan e un sorprendente buonrisultato tornando a casa vincitrice.

Dopo le competizioni sono andata a LosAngeles e ho cominciato un altro splendidoviaggio, il mio sogno è di fare dei film così hoiniziato a realizzare un mio sogno di infanzia.Quando sono tornata in Asia ho creato laHidden Wu Productions e sono entrata nelmagico mondo del cinema con il film-debutto“My name is Tanyusha” in uscita quest’anno!

I sogni si avverano!

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“L’eredità di Imi Lichtenfeld”

Il problema di Imi con il suo metodo,che è basato su una ricercaintransigente della perfezione, iniziò asorgere con la seconda generazione dipraticanti di Krav Maga.

Nella ristretta cerchia formata dai 10allievi cintura nera di Imi, che eravamotutti compagni durante la creazione delKrav-Maga come Arte MarzialeIsraeliana, nessuno si è mai lamentatodel fatto che egli ci abbia istruitoall ’ insegna della sua mania diperfezione. Quando Imi si mise davantia noi e ci spiegò i diversi movimenti edesercizi che aveva creato, il perchéaveva incluso ciascuna tecnica e dadove aveva preso le idee fondamentalie pratiche per sviluppare ogni attacco edifesa, accettammo le cose cosìcom’erano. Tutto era chiaro per ognunodi quelli che erano nella stessa stanzae sullo stesso tatami con una leggendavivente, un uomo che era statocampione d’Europa in due sport dacombattimento differenti e per noi erasufficiente per accettare le suespiegazioni come se fossero i diecicomandamenti del monte Sinai emetterle in pratica allo stesso tempo.Questo vuol dire che ci allenavamo finoa che non facevamo le cose comevoleva lui, per la sua completasoddisfazione. E quando Imi diceva,“fate questo” era chiaro che ognunodoveva fare la tecnica in modo piùperfetto possibile e quello non solo cirendeva orgogliosi ma era anche lanascita di una insolita fiducia in noistessi, che in definitiva era ciò che tutticercavamo.

Tuttavia, col passare degli anni, cifurono alcuni cambiamenti. Imi finì dicreare la sua Arte Marziale e lo avevagià annunciato ufficialmente. Avevamoraggiunto un livello superiore ottenendola cintura nera e la maggior parte di noiaveva già i propri allievi, questo volevadire che c’era una secondagenerazione di Krav-Maga.

Ma come sempre succede, in ognigruppo ci sono all ievi più o menocapaci. Alcuni avevano carisma ecapacità di leadership e altri no. Alcuniavevano imparato a sviluppare lapropria coordinazione e le qualitàfisiche nel corso degli anni e negliallenamenti con Imi e altri no.

Ce n’era uno in particolare che eramolto elastico ma non riusciva acomprendere i principi delle tecniche.Un altro era così obeso che il solomuoversi da un posto all ’altrosupponeva uno sforzo eccezionale.

Ma la cosa peggiore era quandoalcuni si trovavano davanti ai propriallievi cercando di spiegare il metodo diImi, senza che essi stessi fossero unbuon esempio da seguire. Perciò i loro

allievi pativano un conflitto interno, daun lato i l Krav Maga che esige laperfezione, dall’altro i loro insegnantiche non rappresentavano taleconcetto. Fu in quel momento che lecose si ritorsero contro Imi, perché eglinon poteva trovarsicontemporaneamente in tutti i luoghi incui i suoi allievi dirigevano i loro corsi.E quando egli organizzava degliallenamenti speciali nei dojo dei suoiistruttori, le cose andavano pure peggioperché gli allievi delle scuole vedevanoImi, capivano Imi e imparavano da lui,ma allo stesso tempo comprendevanoche i loro insegnanti non rispettavano irequisiti del Krav-Maga.

E per questo, molta gente cominciò acriticare apertamente il perfezionismodi Imi. Uno di questi arrivò addiritturapiù lontano, dicendo in uno dei suoiallenamenti: “Imi non posso farequell ’esercizio, se vuoi vieni einsegnalo tu stesso ai miei allievi”. Ma iperfezionisti non cambiano, rimangonotali per sempre e quello è il regalo piùgrande che Dio può fare a un essereumano. Quindi Imi continuava adessere Imi. Nessuno poteva farglicambiare idea o opinione, nemmenoun pochino. Un vero artista marziale èun perfezionista, oppure non è unartista marziale. Dobbiamo imparare econoscere tutta la ampia varietà di ArtiMarziali Giapponesi perché si possacomprendere i l cammino verso laperfezione, senza questo non puòesistere nessuna Arte, soprattuttoquelle Marziali.

Diamo un’occhiata al meraviglioso eimpressionante percorso del creatoredel “metodo dolce”, il Judo, JigoroKano. Ai giorni nostri i l Judo si ètrasformato in uno sport olimpico, mase indaghiamo nel passato eimpariamo la creazione originale delprofessor Kano, vedremo che è stato

quel perfezionismo ciò che lo hacondotto fino alla creazione del Judo.

Possiamo osservare quellecaratteristiche e attributi in altri creatoriche offrirono le Arti Marziali all’umanità,come Gichin Funakoshi del KarateShotokan senza i l cui preziosocontributo nessuno avrebbe mai sentitoparlare del Karate. E naturalmente nonpossiamo dimenticarci di quel grandeArtista Marziale che è il fondatoredell’Aikido, “il Sensei” Ueshiba.

Ma anche se risaliamo molto piùindietro nel passato, vedremo che cisono state molte persone anonime chehanno partecipato alla creazione delJiu Jitsu giapponese tradizionale e chelo hanno fatto basandosi su principi diperfezione fisica e mentale. Troveremoquesta ricerca della perfezione in tutti imetodi, in ciascuna Arte Marziale.

Un altro esempio è l ’ArteGiapponese dell’arco e freccia, nellaquale si evince che non ci sono solosemplici tecniche di tiro al bersaglio,ma c’è una vera e propria “religione”creata intorno ad esso. I rituali spiritualiche si praticano, insegnano agli allievidi ogni livello a svilupparsi e a trovarein se stessi i l massimo grado diperfezione che un essere umano possaraggiungere.

Possiamo leggerne a proposito nelmeraviglioso libro dell’autore tedescoEugen Herrigel, “Lo Zen e il Tiro conL’arco”. Un piccolo l ibro con uncontenuto e un significato enormi, coluiche non rispetta le Arti Marziali non puòpermettersi di leggerlo.

Naturalmente non ci dobbiamodimenticare la più perfetta delle ArtiMarziali, la via giapponese della spada,il Kendo. I Giapponesi non avrebberopotuto ne creare ne trovare in se stessile Arti Marziali così come leconosciamo, se non fossero un popoloalla ricerca di tale perfezione. Questo èstato il luogo in cui sono nati i miglioriguerrieri di tutti i tempi – I Samurai.

La mente del Samurai era sempreoccupata da una sola cosa: svilupparele proprie capacità ed abil i tà perarrivare al massimo livello.

“Perfezionismo” oggi è considerataquasi una “parolaccia”. Il mondo dellapsicologia non fa altro che aggravarequesto fenomeno con una pioggia diarticoli e suggerimenti su comeaffrontare la nostra naturale tendenzaalla perfezione. Credono che tentare diraggiungere la perfezione, cercaresempre di migliorarsi, sia realmente unacosa negativa. Uno psicologoprobabilmente ti dirà che soffri delcomplesso di perfezionismo perché ituoi genitori non ti hanno dato affetto asufficienza o perché qualcuno haabusato di te quando eri un bambino.Facciamo attenzione a dovearriveremo…può essere che in un futuroprossimo si realizzeranno convegni oterapie per guarire il perfezionismo…

“Un Arte Marzialenon è uno sport, èuno stile di vita o

nient’altro. E il Krav Maga

originale di Imi nonè un’eccezione aquesta regola, one fai uno stile di

vita, o nondisturbarti adimparare.”

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Cari lettori, senza questanaturale ricerca di perfezioneinsita nell ’essere umano, i lmondo così come lo vediamonon esisterebbe.

Non avremmo nulla damangiare o da bere. L’umanitàesiste grazie al fatto che dalmomento in cui siamo scesidagli alberi e abbiamo iniziato acamminare su due gambe, c’èstata gente che ha cercato dimigliorare la sua vita e tutto ciòche lo circonda.

Il mondo è abitato dasettemila milioni di persone didiverse tipologie e costumi.Alcune persone vivono la vitacome se non avessero niente dimeglio da fare, mentre altreguardano sempre avanti allaricerca di cambiamenti, nonsoltanto per il bene proprio, maanche per quello della collettività.E questa è precisamente l’ideache si cela dietro la creazione delKrav Maga originale di Imi.Quando lo abbiamo imparatonella maniera originale eprimordiale in cui è stato creato,ci siamo allenati per essere imigliori. Migliori non solo sultatami, migliori in tutt i i sensipossibili. Abbiamo imparato adessere dei leader, coloro cheinfluenzano, non gli influenzabili.Solo colui che indaga, studia ecomprende il metodo completo di Imipotrà essere capace di vederlo esentirlo.

Un Arte Marziale non è uno sport, èuno stile di vita o nient’altro. E il KravMaga originale di Imi non èun’eccezione a questa regola, o ne faiuno stile di vita, o non disturbarti adimparare qualche di movimento con lemani e con le gambe perché tanto nonti servirà a nulla. E’ come imparare acontare fino a cinque…e dopo cosaviene?

Insegnate ad essere perfetti, cercatedentro di voi la chiave della perfezione.Questo è ciò che ci rende unici.

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KRAV MAGA R.E.D.Il realismo grazie all’esperienza dei suoi fondatori

In tema di difesa personale, il KravMaga oggi è una disciplina diriferimento. La sua particolare originalitàderiva dal fatto che nasce da unaselezione di tecniche adattate a unarealtà effett iva e scaturiscedall’esperienza di persone che hannoaffrontato situazioni rischiose. Tuttavia,come ogni cosa, i l Krav Maga si è

evoluto nel tempo. Attualmente, coll ’aumento costante del numero dipraticanti nel mondo, il Krav Maga, comemolte discipline prima di lui, ha vissutouna ripartizione dei poteri e pertanto unamoltiplicazione di stili che, in alcuni casi,hanno conservato lo spirito pragmaticodi questa disciplina, ma che in altri hadato spazio a un po’ di tutto. Se parliamodi difesa personale, parl iamo direalismo. Un insegnante di Krav Magadeve quindi dimostrare l’efficacia dellesue tecniche e convincere i suoi allieviche egli stesso userebbe ciò che stainsegnando se si trovasse in una

Krav Maga

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Krav Maga

situazione di aggressione. Il gruppoKMRED beneficia, grazie ai suoifondatori, di una esperienza unica inquanto a difesa personale, sia civile cheprofessionale. Infatt i , quando oggiparliamo di aggressioni, per esempio, siassociano spesso alla notte fonda. Lediscoteche, i bar, le strade deserte dinotte sono luoghi che si rapportanofacilmente con risse, accoltellamenti,stupri, ecc. E’ l ’esperienza propriadell’insegnante nelle situazioni reali,perché le ha vissute, che devepermettere di fare una selezione tratecniche efficaci e tecniche pericolose.

Quando parl iamo di realismo aproposito di Christian Wilmouth, è moltodifficile, dopo 20 anni nel settore dellasicurezza privata e tanti anni passati adaddestrare personale nel settore delleforze dell ’ordine, che egli insegnitecniche sprovviste di tale requisito.

In quanto a Faustino Hernandez, cheha lavorato per circa 30 anni in localinotturni e ha praticato Boxe inglese pertanto tempo, potete contare su di luiperché vi insegni un Krav Maga in cui

egli stesso ripone la sua fiducia.Dan Zahdour, da parte sua, vanta

un’esperienza militare, di sicurezzaprivata e di protezione governativa dioltre 30 anni. E’ evidente dunque chenon ci sarà il benché minimo spazio pertecniche inuti l i . Infine, con JeromeLidoyne, membro eminente di un’unitàdi forze speciali da oltre 20 anni, èchiaro che non si perderà tempo intecniche fantasiose.

Questo insieme di esperienze è statounificato per costituire il programmaKMRED che vuol essere un programma“Pilastro”, concentrando le basi di ciòche è necessario sapere in tema didifesa personale. Un programmapragmatico, dove la formazione delpraticante e il lavoro sulla simulazionedelle situazioni sono le priorità.

“Non dobbiamo dare lezioni anessuno, non siamo guidato dal nostroego, l ’unica cosa che conta è i lcontenuto destinato agli allievi e siamodisposti a condividerlo con tutti coloro aiquali, come noi, piace mettersi sempre indiscussione”. Christian Wilmouth

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Questo DVD sul pronto soccorso è unostrumentoindispensabile per tutti i praticanti di ArtiMarziali chepresto o tardi si trovano in situazioni nellequali ènecessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola incui siha a che fare con la lotta, il combattimento

osemplicemente il contatto fisico, è successochequalche allievo o istruttore sia stato

colpitoo abbia patito un infortunio. E' possibile siano stati messiko,che abbiano avuto

difficoltàrespiratorie, spasmimuscolari,vertigini, nausee, o

unqualsiasi altroproblemacausato da unallenamentolesivo. Gli“incidenti” sonoqualcosadi reale ed ènecessariointervenirequanto prima,in modoche ladisfunzionecausata nonpeggioriulteriormente.Q u e s t e i n f o r m a z i o n in o n d o v r e b b e r o

essereobbligatorie per tuttigli“istruttori”, ovviamente,

perpreservare la sicurezza eilbenessere dei loro

allievi?Questo DVD è il primo diunaserie di lavori a cura del

Maestro Pantazi, incentrato nell'“altro lato”del Kyusho, quel lato che

ponel'attenzione alle scienze dell' “energia”dellasalute e del benessere, non solo applicabile neiDojo, ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tuttelepersone che ci circondano.

REF.: • KYUSHO19REF.: • KYUSHO19

Tutti i DVD prodotti da BudoInternational vengono identificatimediante un’etichetta olografica distintivae realizzati in supporto DVD-5, formatoMPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allostesso modo, sia le copertine che leserigrafie rispettano i più rigidi standard diqualità.

Se questo DVD non soddisfa questirequisiti e/o la copertina non coincide conquella che vi mostriamo qui, si tratta diuna copia pirata.

Budo international.netORDINALA A:

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I personaggi marziali della mia vita

Molta gente con cui mi sono trovato nel corso degli anni, mi ha chiesto della mia esperienza come direttoredella pubblicazione Marziale di maggior impatto degli ultimi decenni. Certe volte con un po’ di invidia, altre concuriosità, hanno apprezzato alcune delle risposte e delle storie che ho condiviso con loro. Furono diversi quelliche dissero quanto sarebbe bello se tutto questo lo avessi condiviso con i lettori. Con una certa reticenza prendola penna per farlo, perché sento di essere ancora giovane per iniziare a scrivere le mie memorie e soprattuttoperché mi sembrano cose molto personali; tuttavia, se l’attenzione è sugli altri, sui veri protagonisti di questarivista, ritengo che potrebbe essere qualcosa di divertente e senza dubbio interessante per i lettori. Spero chesia così.

I miei incontri con uomini straordinari

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Paolo Cangelosi,un uomo impeccabile

Conobbi Paolo molti anni fa,eravamo parecchio più giovani ma nonricordo esattamente la data, la miamemoria è orribile, però ricordo bene ilmomento e le circostanze.

In quel momento Budo Internationalera già “internazionale”. L’edizioneportoghese e poi quella francese eranosul mercato, ma ancora non esisteva laversione ital iana. Paolo, sempreanimato dal voler esplorare nuove

frontiere, era a Madrid e decise divenirci a far visita per conoscere larivista. Passò dal negozio per chiederedi noi. Avevamo una piccola strutturavicino al nostro negozio dove c’era laredazione, gli fecero attraversare lastrada e si presentò. Era con uno deisuoi fedeli allievi, a cui non daremo unnome, che in seguito gli avrebbe creatodei problemi. La mia cagnolinaEleuteria, che mi seguiva ovunque e ilcui intuito non sbagliava mai, appena siaprì la porta cominciò a correre dietro aquest’ultimo abbaiando come fosse

posseduta. L’uomo cercava di fuggirecome se avesse il diavolo in corpo! Fuun fatto incredibile e divertente nellaconfusione di quel primo incontro, avolte lo spirito viene toccato neimomenti importanti da eventieccezionali e assurdi.

Quando riuscimmo a calmare lasituazione e a mettere di nuovoEleuteria nel suo recinto (che non lasmetteva di r inghiare al suddettouomo), l’allievo, piu anziano di età diPaolo, cominciò a parlare di lui in terzapersona, come se i l suo “Gran

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Maestro” non fosse presente. Lo strascicato accento romano non aiutava edevo dire che l’effetto fu confuso e scioccante. Vedevi quel giovane forte daicapelli lunghi in silenzio, mentre l’altro, spaventato dal cane, che sembravaun giullare che recitava le lodi di una donzella. Faticai a realizzare lasituazione, Paolo era davvero un Maestro tradizionale e il suo allievo lo stavaintroducendo.

La sua gioventù era qualcosa di soltanto virtuale, sin da molto piccolo hacominciato a studiare Arti Marziali Cinesi e molto giovane andò in Cina sulleorme del suo Maestro; la sua storia mi risultò bella ed eccezionale; la primaimpressione fu molto piacevole.

Simpatizzai velocemente con lui e parlammo un bel po’. Pochi mesi dopouscì il primo numero italiano e come non poteva essere altrimenti, c’era al suointerno un articolo di Paolo. Lui fu il primo “nativo” che apparve in quella rivistae tempo dopo iniziammo una collaborazione che si è mantenuta negli anni.

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Molte volte Paolo è venuto a Madridper registrare una serie di magnificivideo, i suoi articoli hanno dato lustroa questa rivista e sono stati al centrodell’attenzione dei nostri lettori piùappassionati delle tradizioni marzialiCinesi. La versat i l i tà e l ’enormepatrimonio di conoscenze di Paolosono stati bersaglio di molti ignoranti.Proprio così, Paolo ha dovutosopportare un sacco di invidie ecritiche; al giorno d’oggi, i l tempo

mette tutte le cose al suo posto, Paolodirige una delle più grandi e meglioorganizzate scuole di Kung Fu di tuttoil mondo, ma agli albori di tutto ciò egliera un affronto per tutti i praticanti diKung Fu. Un’arte che è stata diffamataa ragion veduta perché molti cinesi simisero ad insegnarla semplicementeperché avevano gli occhi a mandorla ela gente si stancò delle menzogne chelo circondavano nel decennio deglianni 70-80. Molti, approfittando del

traino di Bruce Lee e della serie KungFu, avevano fatto tabula rasa intornoal Kung Fu. Prima di tutto Paolo nonera praticante di un solo stile, ma neconosceva e padroneggiava molti (unaltro errore imperdonabile per dellementi l imitate!) non solo cinesi!Perché era un maestro esperto di ThaiBoxing! Ma no, ciò era troppo a queitempi. Paolo si avvicinò al CrossFighting oggi così di moda, perché lesue capacità e i l suo entusiasmo

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erano aldilà della media e quando qualcuno si mettein evidenza, come in quel giochino con i pupazzi,bisogna dargli una martellata perché abbassi latesta. Fortunatamente la nostra collaborazionediede i suoi frutti e la gente cominciò a vedere queivideo nei quali le immagini parlavano da sole. Unafotografia è qualcosa di immobile ma quando allora(non c’era internet ne altro del genere) potemmooffrire dei VHS con le sue dimostrazioni e lezioni,Paolo conquistò il mondo. Ricordo un aneddoto diun evento in cui lo invitai a Dortmund, Germania,organizzato sotto l’egida della rivista del mio allorasocio in quel paese, Stephan Billen. Un sacco digente da tutto il mondo e io andai là per incontrarmiin particolare con Mike Anderson, altro personaggiostorico delle arti marziali, che a sua volta era conJoe Lewis, scomparso di recente. Paolo, che era unamante del combattimento lo riconobbe subito e michiese di presentarglielo. Io che stavo parlando conMike e che ero li a lavorare, non avevo neancheavuto occasione di salutarlo. Era tutto un fare fotoqua e là con gli assistenti, firmare libri, ecc…manaturalmente andai da lui e lo presentai. Joe, cheera una bellissima persona, era comunque un tipoduro e scontroso. Sentendo la parola Kung Fu egliebbe una smorfia di disprezzo, Paolo, che eradavanti a uno dei suoi idoli e allora non parlava ungranchè di inglese, non so se afferrò il brutto gesto,al che Mike ed io aggiungemmo che lui era un veroMaestro (he is Kung Fu teacher, but a real one) eche aveva a che fare con uno di quell i seri. Adiscolpa di Joe bisogna dire che la colpa era dellacattiva fama del Kung Fu e che la sua generazionesi adoperò per dare risalto alle carenze e alle bugiesu quel sistema tramite dei combattimenti con regoleassai limitate. Certo ma tu chi sei? Mi ribattè contro.Siccome c’ero rimasto male del brutto gesto versoPaolo, io, che allora ero ben più arrogante di quantolo sono ora, gli risposi, “I’m the boss, ask anyone”(“sono il capo, chiedi a chiunque”). Poco dopoquando parlò con Mike, Joe venne a scusarsi conme e come il suo onore lo ha sempre contraddistinto,lo fece anche con Paolo dopo aver visto la suaesibizione. Joe era quindi un tipo duro, un grandecombattente, forte come pochi che ho visto,autent ico davanti al la cruda realtà delcombatt imento, rude e coraggioso. Imparai arispettarlo e sono rimasto stupito dalle sue abilità,girammo un video di un suo corso che è ancora invendita. Aveva il collo più forte che abbia mai visto ea 50 anni e più faceva degli esercizi di push-up con ilsuo collo davvero incredibili. Riposa in pace.

Paolo dovette superare tutta la cattiva fama delKung Fu di quegli anni. La sua serietà, il suo lavoropersistente, il non vendersi mai, la sua fedeltà alla viae alla sua onestà, portarono al meritato successo e ilriconoscimento di cui oggi egli gode. Così cominciò aspuntar fuori tanta gente che voleva ottenere deigradi con lui, ma lui non li ha mai svenduti come hovisto fare a molti. Per questo i suoi allievi sono moltovalidi e ciò ha garantito la continuità del suo lavoro.Sono stato anche io a presentarlo a CynthiaRothrock, che rimase affascinata dalle sue capacità.Cynthia mi confessò che avesse vissuto vicino a luiavrebbe studiato con Paolo. Sempre disponibile eaffettuoso, mi invitò a condividere con lui unasettimana per l’anniversario dei 30 anni della suascuola, una settimana deliziosa a Genova, con altriamici come Vincent Lyn e sua moglie, Cynthia.Presentò una magnifica esibizione in teatro, facemmouna cena splendida e alcuni degli ospiti volaronoanche in ultraleggero, tutto a spese della sua

“A dir la verità, le capacità di Paolo,che sono tante, non rappresentanoneanche lontanamente la cosa piùrilevante di questo personaggio.

Paolo è un cuore con le gambe, manon un cuore qualsiasi, uno cuore

puro, un uomo impeccabile”

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generosità. Egli è un grande anfitrione.La sua famigl ia, sia la sua primamoglie e al l ieva che continua alavorare gomito a gomito, che la suacompagna Minou dalla quale ha avutouna bellissima bambina, sua madre,suo figlio Shan, parlano da soli circa ilvalore dell’individuo. Provo per tuttiloro un grande affetto, cosa che misuccede anche con i suoi allievi. Larete della positività si estende allastessa maniera della negatività equesto affetto che mi suscita Paolo, siripercuote intorno a lui, perché come

dice Sun Tzu “un esercito è il suogenerale”.

Come Maestro Marziale Paolo è tra imigliori, ma questo non significa nullase non sappiamo creare un contornopositivo e rispettoso che alimenta unavera scuola. Le scuole tradizionali nonpossono tralasciare questo aspettoperchè senza di esso le Arti Marzialisono solo una lotta di galli e ego, dove icattivi comportamenti macchieranno irisultati.

A dir la verità, le capacità di Paolo,che sono tante, non rappresentano

neanche lontanamente la cosa piùrilevante di questo personaggio. Paoloè un cuore con le gambe, ma non uncuore qualsiasi, uno cuore puro, unuomo impeccabile. Mai l’ho sentitoparlar male di qualcuno e in tutte lesituazioni complicate alle quali la vita cisottopone (e qualcuna l ’abbiamovissuta a l ivello personale eprofessionale), si è sempre comportatoin questo modo, pulito, elegante,tranquillo. Non so cosa pensa di me,però posso percepire cosa prova perme…e mi piace.

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Kyusho (punto vitale) dello sviluppo dell’energia

Posizione 12 “Postura di affondo” –Janurasana

La nostra ultima postura ci ha aiutato nell’ossigenazione delsangue e del cervello, così come nell’apertura della cavitàtoracica per liberare la pressione dalle strutture interne e lefunzioni del petto. Ha anche giocato un ruolo decisivo nelrilascio della pressione sugli organi interni, gli intestini e ilpavimento pelvico. In questa seguente posizione, lavoriamoper ottenere una maggiore stimolazione neurologica nellaparte inferiore del corpo.

Come abbiamo evidenziato nella posizione precedente,viviamo con la tendenza e sviluppare una postura incurvatainclinando la colonna vertebrale in avanti, verso le spalle,inoltre chiudiamo le stesse spalle verso la parte frontale delcorpo a causa della forza di gravità e in molti casi la mancanzadi esercizio adeguato impedisce di mantenere una posturaeretta e corretta. Ciò comporta molti problemi di salute, damalesseri lievi all’incontinenza e la stitichezza, poiché causal’affaticamento, la compressione e l’asfissia dell’organo e dellefunzioni intestinali. Questa nuova postura serve per alleviare irestringimenti dell’intestino e dell’organo, in quanto rivitalizza emantiene le loro funzioni vitali. Questo avviene non solo grazieallo stiramento della regione addominale inferiore, ma ancheallo stretching della gamba e dei muscoli dorsali inferiori, cosìcome della cassa toracica inferiore e dei nervi lombari.

Questi nervi spinali bassi stimolano più che i nervi sensorialie motori, inoltre stimolano i nervi autonomi, (funzionalitàautomatica) dei sistemi simpatico e parasimpatico. I lparasimpatico si divide in due parti, quella craniale nella zonadel tronco encefalico e, qui nella nostra postura in particolare,nella parte inferiore della colonna vertebrale chiamata sacro.La sezione sacrale è composta da nervi autonomi del midollospinale, a livello di S2, S3 e S4 che sono responsabili di molte

funzioni come: rallentare il ritmo cardiaco, la costrizionebronchiale e il passaggio dell’aria, l’incremento delle secrezionigastriche, le funzioni della vescica (per esempio, lacontrazione del muscolo delle vescica, l’espulsione dell’urina),l’intestino e la funzione sessuale (per esempio, la funzioneerettile e la lubrificazione vaginale).

Il sistema simpatico è composto da nervi che si trovano nellaregione toracica e lombare del midollo spinale tra il livello 1Toracico e 2 Lombare. Il sistema simpatico è responsabile de:l’aumento della frequenza cardiaca, l’aumento della pressionearteriosa, l’aumento delle vie respiratorie o della frequenzarespiratoria, la regolazione della temperatura, la dilatazionedella pupila, la dilatazione bronchiale o passaggio dell’aria, ladiminuzione delle secrezioni gastriche, la funzione dellavescica (rilassamento muscolare, accumulo di urina) e altriaspetti della funzione sessuale.

Molti organi e tessuti ricevono anche stimoli dai nervi cheescono dalla colonna lombare. Questi comprendono l’intestinocrasso, l’appendice o gli organi riproduttori maschili efemminili, la vescica, la prostata e altri.

Ci sono anche un numero di effetti riflessi che si produconotra i nervi e la funzionalità dei sistemi del corpo e della colonnavertebrale. Questi riflessi agevolano: il passaggio degli alimentiattraverso il tratto digestivo, lo svuotamento della vescica, losvuotamento dell ’ intestino, l ’erezione del pene e lastimolazione del flusso di secrezioni delle ghiandole sessualiche lubrificano la vagina. Se gli organi amministrati da questinervi sono compressi, le possibili implicazioni includonostitichezza, diarrea, crampi, vene varicose, problemi allavescica, problemi mestruali, problemi di infertilità, incontinenza,problemi di minzione e la cattiva circolazione tra gli altri.Questo aumenterà la funzione neurologica e circolatoria neigenitali, quindi si possono risolvere alcuni problemi per gliuomini che soffrono di disfunzione erettile.

Come si può vedere nella fotografia della posizione, unagamba avanza e l’altra si stende all’indietro. Nella gamba stesavediamo anche che la piega inguinale si apre permettendo unamaggior circolazione del sangue, la stimolazione di un denso

Text: Evan PantaziYoga Instructor: Carolina Lino - Ponta Delgada, AzoresPhoto by: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azores

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gruppo di gangli linfatici e lo stiramento dei muscolidelle gambe e dei nervi. Possiamo anche vedereche la parte bassa dell’addome si abbassa perpermettere una maggiore tensione della vescica,degli intestini, del fegato, dei reni e del diaframmain quel lato. Osserviamo anche che nella gambaavanzata è tutto il contrario e pertanto il cambio dauna gamba all’altra serve come morbido massaggiointerno laterale e longitudinale di tutte questestrutture. La posizione avanzata della gamba serveper stendere particolarmente le zone lombari e lezone sacrali inferiori della colonna vertebrale diquel lato, diminuire la pressione su questi nervie alleggerire i restringimenti. Partendo dagliaspetti energetici che possiamo vedere inquesta postura si apre e si estende ilperineo e la schiena si abbassa, il checonsente l’incremento dell’energia(entrata del nervo sensoriale) pertrascendere più facilmente le porteinferiori di Shushuma, Ida e Pingala.La transizione da lato a lato stimolaanche lo schema elicoidale di Ida ePingala.

“Postura di affondo”Janurasana

Dopo aver completato la posturaprecedente di Chatuspadasanamuoviamo la testa verso l’altomentre intanto le anche e lacolonna vertebrale si assestanoin distensione. Questa posturacomincia ad aprire la colonnavertebrale mentre ci muoviamoin avanti con una gamba, poi-ché si aprono i nervi e ilChakra Radice nel perineo.L’Energia e la funzione sen-soriale possono attraversa-re liberamente i nervi spinaliperché si stendono con lapressione muscolare liberatadagli organi e dagli intestiniinferiori.

La gamba distesa si rilassaperché si estende e libera gran partedella sua funzione di appoggio (nervimotori) spostando il peso più verso lagamba anteriore, che ora è compatibilecon maggior parte del peso corpo. Lagamba distesa all’indietro ora equilibratutto il corpo e invia i messaggi neurologiciall’altro emisfero. Questa è l’azione dipompaggio principale per i l disegnoelicoidale di Ida e Pingala, così come lostiramento del perineo stimola la viaprincipale del midollo spinale e loShushuma. L’apertura della gamba frontaledella regione sacrale e lombare servonoanche a stimolare i sistemi nervosisimpatico e parasimpatico e per aumentarela trasmissione di messaggi neuronali, cosìcome per una più elevata funzionalità.

Il cambio di posizione della gambaavanzata all’indietro e di quella arretratain avanti, cambia lo schema elicoidale,energetico, muscolare, nervoso, linfaticoe i flussi circolatori. Si ha anche unmassaggio da lato a lato degli intestini edegli organi che aumenta la funzionalitàdella messaggistica neuronale e delflusso sanguigno verso queste aree.

Questo pompaggio e massaggio, grazie all’aumentodella funzionalità, provoca un grande controllomuscolare della zona urinaria e dei sistemisessuali. Con l’aumento della concentrazione inqueste transizioni sottili e degli aspetti sensoriali, siagevola la concentrazione, la sensibil i tà, i l

controllo e il potenziale.La concentrazione principale di stimoli dal midollosi trova nelle aree toraciche, lombari e sacrali, inogni caso anche tutta la colonna vertebrale si

sposta dolcemente da un lato all ’altro,provocando la stimolazione di tutti i nervi

spinali e tutti gli autonomi, allo stessomodo della funzionalità motoria e

sensoriale. Ciò fornisce una piùampia capacità fisica, sensoriale

con il miglioramento generaledella salute e l ’aumento delpotenziale di piacere.

Respirazione eintenzione

Dalla posturaChatuspadasana, inspirateprofondamente dal nasoprima della transizione a que-sta posizione, sentendo ilperineo che si riempie espan-dendosi verso il basso.Cominciate a espirare lenta-mente dal naso mentre abbas-sate le anche per stendere lacolonna vertebrale e continua-te ad espirare lentamente men-tre una gamba si muove verso ilbasso e in avanti.

Mantenete questa postura,inspirate di nuovoprofondamente sentendo levibrazioni che si emananoattraverso la gamba distesa, ilperineo, il torso, le braccia e ipalmi delle mani (mentre l’energia

si assesta). Mentre iniziate aespirare, portate di nuovo la gamba in

avanti, in questo modo sentirete levibrazioni transitare principalmenteverso la colonna vertebrale(Shushuma) e irradiarsi su tutta laschiena. Ripetendo la respirazione ele azioni fisiche un’altra volta sul latoopposto, mantenete l’attenzionenelle sensazioni vibratorieattraverso le azioni e le strutture.

Mentre aumenta la coscienza delleenergie e delle vibrazioni, comincere-te a sentire anche un azione vibrato-ria più interna, così come i campiesterni di energia. Portate questanuova coscienza e sensibilità aldilàdelle posture e della pratica delloYoga, nella vita quotidiana ediventerà qualcosa di naturale esenza sforzo. Presto saretecapaci di sentire le vibrazioninegli altri e potrete avere rela-zioni più profonde e sensualicon i vostri partners, special-mente se state praticando inmaniera analoga.

Nel prossimo numero:“Postura sulla punta delpiede” Angusthasana.

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ra vedremo il secondoprincipio del Jiu Jitsu.Durante uno scontro,se si vuole acquisire ilcontrollo di unasituazione di difesa

stradale o di un combattimentosportivo, dove portiamo l’avversarioa terra, è necessaria una certacompattezza.

Ci sono un sacco di esempi checi troviamo davanti nel percorsoverso la cintura nera che spieganoche questo principio basilare èappunto uno dei più diff ici l i ;significa raggiungere il massimolivello, comprendere i vincoli diquesto principio provocatidall’azione del contendente e dallanostra e da un numero aggiuntivodi altri elementi. La velocità puòessere utile per supportare questoconcetto, ma ancora una volta ilterzo principio, ovvero la“precisione”, potrebbe risentirne.

Uno degli errori più frequentinella pratica della sincronizzazioneè che non ci si rende conto che iltiming non è l’unica cosa, ma perquanto ci riguarda quello che ingiapponese si chiama “Kuzushi”(rompere l ’equil ibriodell’avversario), ci aiuta molto. Lamaggior parte degli artisti marzialiconoscono la parola Kuzushi dalcombattimento con le proiezioni,come il Judo o l’Aikido, perché il“break” o “distruggere” l’equilibrioprima della vera azione, èimportante per proiettarel’avversario in maniera efficace. Mail Kuzushi è importante anche aterra e tutti sanno che anche nellalotta a terra bisogna avere grandeintensità, perché colui che crede dipotersi mettere in una buonaposizione senza romperel’equil ibrio dell ’opponente,ovviamente non conosce bene lalotta a terra. Il Kuzushi è una parteri levante dell ’al lenamento deltiming, specialmente quando sicerca di portare un avversario piùpesante dalla posizione supina(posizione di guardia) allaposizione di monta e arrivare

all’obbiettivo (sottomissione) con laforza.

Il tutto necessita anche di essereal posto giusto al momento giusto.Spesso si dice che il più velocevincerà. Tuttavia, io in questo casonon uso la velocità, ma il termine“flusso naturale del movimento”(Flow Natural), per poter spiegaremeglio questi principi del Jiu Jitsu.Velocità suona un po’ come sestessi correndo in linea retta ecomunque mi fermassi per fare unosprint corto e preciso al momentoopportuno.

Quindi adesso che cos’è che cimuove in primo luogo? Il pensieroo il sentimento? Si suppone che,come nella vita reale, sia unacombinazione di entrambi. Unaspetto che si sottovaluta spessonel combattimento è quellomentale. Ma in realtà i veri maestridel Jiu Jitsu sono stati moltointensi. La velocità può servire perrealizzare rapidamente una solatecnica, tuttavia, il flusso naturaledel movimento serve all’idea delmovimento, unito al momentoappropriato per metterlo in pratica.Un atleta allena elementi come laresistenza, l ’elasticità, lacoordinazione, l’identificazione diopportunità e opzioni, ecc. Nel JiuJitsu non è necessario fare unaddestramento specifico di questielementi perché sono parteintegrante della pratica delletecniche di questa disciplina.Naturalmente è possibile fare unallenamento addizionale, ma senzala garanzia di migliorare davveroquesti elementi. Una volta vidi ilMaestro Pedro Hemeterio duranteuna discussione, quando uno deisuoi atleti si presentò al dojo diritorno da un campionato. Questidovette abbandonare il torneo alprimo turno a causa della sconfittasubita dal suo avversario. Silamentò col Maestro Pedro perchévenne sottomesso dall’opponentecon una immobilizzazione a terra.Negli ult imi mesi lui si eraconcentrato sulla preparazione delcombattimento in piedi, perché

aveva sentito dire che adesso gliatleti si specializzano molto di piùnelle tecniche di atterramento delJudo e quindi pensava di doverfare così per contrastare unapossibile proiezione. I lcombattimento non finì in piedicome egli sperava e voleva saperela sua opinione. Tuttavia, il maestroPedro disse semplicemente: “Alposto di quello, avresti dovutopraticare parecchio le tecniche diproiezione e le tecniche difensive,allora forse avresti vinto”. In questocaso, probabilmente, sarebbe statomeglio aver praticato impararedelle tecniche di contrattaccocontro gli atterramenti, invece diimparare poche proiezioni per iltorneo…anche questo significaavere un “timing azzeccato”.

Come abbiamo già detto, dachiunque percorra la strada versola cintura nera di Jiu Jitsu, èpossibile trarre svariati esempi estorie nelle quali il timing recita unruolo fondamentale. Il timing nel JiuJitsu ha anche a che fare con“l’anticipare”, per cui con l’esserecapaci di identificare la successivaazione dell’avversario. Pertanto,siamo obbligati a muoverci “pervedere”, al f ine di evitare ocontrobattere le possibili opzioni econtrastare delle azioni.

La sensazione di serenità edequilibrio, gli anni di esperienza,influiscono entrambe sul potenzialedella nostra azione. Una falsasensazione di sicurezza può ancheportarci, un bel momento, aprendere una decisione sbagliata.Per questo qui diciamo che uncombattente esperto di Jiu Jitsuraramente fa una tecnica dipresentazione nei primi 30 secondidi un confronto, ma è probabile chestudi il movimento del contendenteper trovare una posizione a luifavorevole, prima di cominciare unaazione. Uti l izza questa fasecruciale perché i suoi r isultatideterminano la riuscita o i lfal l imento dell ’azione. Con lapratica e i l miglioramento deltiming, non dovrebbe essere troppo

OPrincipi fondamentali del Jiu Jitsu. Il timing

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Texto y fotos: Sandra Nagel, & Franco Vacirca

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difficile concentrarsi per “prevedere”i l successo. Osservando lasituazione con calma e rilassatezza,riconosciamo meglio ciò chel’avversario sta pensando e ha inmente di fare. Le persone chesviluppano il timing fanno anchedegli esercizi su tattiche avanzate,per poter pensare e creare diverseopzioni. In una lotta reale, bisognaavere il controllo dei rischi che siprendono per intuire meglio le

opzioni dell’avversario. In un randoripossiamo tenere sotto controlloquesti potenziali rischi, combattendopiù rilassati con dei compagni diallenamento. In ogni caso, unlottatore o lottatrice di Jiu-Jitsu benpreparato acquisirà di sicuro unlivello tecnico più elevato possibileper possedere il timing adeguato.

Negli ult imi anni, attraverso“esercizi” come la ripetizione delletecniche e dei movimenti, sono

riuscito a migliorare al massimo ilt iming. Gli esercizi si possonorealizzare in modi differenti, per cuinon si fa altro che ripetere unatecnica, bisogna lavorare la tecnicaadeguata nel momento adeguato.Per esempio si possono fare tretecniche, la leva al braccio disteso,l’Americana (leva alla spalla) e lostrangolamento incrociato, tuttoquesto dalla posizione di Monta.Passiamo adesso alla terza, il Jiu

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Jitsuka specifica con un ordine che la tecnica deveessere fatta “per gradi” mentre lavoriamo, per esempio,nella leva al braccio disteso; quando arriviamo alla terza,lo “strangolamento”, allora lo correggeremo subito perchéfunzioni regolarmente. Lavoriamo anche su quello che iochiamo il flusso naturale di movimento, e inoltre anchequi ci alleniamo in maniera spontanea per adattarci allasituazione.

Molto spesso dimentichiamo che non dobbiamo sololavorare sulla nostra tecnica. È per questo che questotema mi appassiona, lavorare il timing con l’insegnante diJiu Jitsu e pensare a come si può motivare e supportare gli

allievi semplicemente perchémigliorino il loro timing..l’obbiettivo di questi esercizi“mentali” è il mantenimentodell’attenzione. Con gliesercizi adeguatipossiamo riuscire anchea modificare la distanzadi una routinemonotona diallenamento. Le nuoveed emozionanti forme di

e s e r c i z i oaprono lamente e ciòinnalza anche lospirito combattivo.L’istruttore di Jiu Jitsupuò altresì utilizzare mezzi visivi, come unavideocamera, che rendono l’allenamento piùemozionante, in questa maniera motiverà gliallievi a condividere le cose e raccoglieràdichiarazioni congiunte e discussioni inmerito.

La mia esperienza personalenell ’addestramento del t iming mi hadimostrato che esiste un modo diverso dilavorare in maniera efficace:

1 Il comportamento tattico che abbiamo inuna frazione di secondo per pre-visualizzarenella nostra mente la possibile tecnicadell’avversario, prima che questi faccia il suomovimento. Ciò vuol dire, avere la capacitàdi essere un passo avanti a lui.

2 Invece di aspettare che l’opponentefaccia la sua azione, facciamo noi la primamossa per poterlo anticipare. Questavariante è molto avanzata e richiede unamaggior sensibil i tà, conoscenza enaturalmente esperienza. Gli atleti d’elite lofanno così spesso da avere già in mentecome bloccare il rivale.

Il Maestro Pedro Hemeterio era convintoche c’era una terza versione (superiore),vale a dire, una “Preparazione intuitiva”. Luidiceva sempre che se uno è sicuro di sestesso, da poter spostare una montagna,vuol dire che la vittoria è già decisa nellapropria testa, proprio per il fatto di essereconvinto delle proprie tecniche e per riuscirea far capire agli avversari quello che si ècapaci di fare sul tatami. Egli diceva sempreche il Gran Maestro Helio Gracie avevaesattamente questo carisma e convinzione eche i suoi avversari venivano sconfitti primadi iniziare il combattimento reale (mentale)con lui.

Il Maestro Pedro sovente affermava ancheche nel processo per portare il timing allivello più alto, era necessario ricercare delleopzioni e delle lacune nell ’avversario.Pertanto, crediamo fermamente che soltantoil Randori dava un reale vantaggio in ogniallenamento di Jiu Jitsu. L’allenamento altiming è strettamente relazionato con il

Jiu Jitsu

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modo in cui si è preparati a livello mentale ed emozionale.Pertanto è necessario guardare avanti per ricercare delle opzionipiuttosto che confidare nelle sensazioni e non in previsione di unpossibile successo, oltre a limitare i propri rischi e anticipare imovimenti dell’avversario. Non si deve mai abbreviare questo“piano”, dopo aver superato il primo principio basilare (pazienza),passiamo alla seconda fase, ovvero, agire al momento giusto alposto giusto, per cui la nostra azione potrà avere successo. Chiaffina i propri sensi nen Jiu Jitsu raggiungerà questa fase,indipendentemente dalle sue doti fisiche e atletiche e che siauomo o donna. Che il movimento opposto sia un attacco o unadifesa è un atto intuitivo e quindi si può comunque arrivare allameta desiderata. Se si impara a lavorare il timing, in seguito, sipotranno migliorare molti aspetti del proprio Jiu Jitsu. Viceversa,se stiamo come in una bolla con una visuale ristretta, succedeche il nostro Jiu Jitsu non risulterà spontaneo ed efficiente.

-Combattimento libero dall’ego:Randori (combattimento) è uno degli esercizi più importanti nel

percorso verso la cintura nera, bisogna ricordare i seguenti punti:• Se si inizia troppo presto con lo sparring, il risultato è

molto spesso la frustrazione o dei traumi.• Inizialmente, i l

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combattimento tra allievi deve basare la sua natura sostanziale sull’aspettosportivo e non necessariamente su quello stradale, anche se ilprogramma Gracie Basics enfatizza tali tecniche.

• Il combattimento è, nella strada verso la cintura nera,un’analisi autocritica.

• Il combattimento si consoliderà quando dopo ogniallenamento se ne parlerà con i compagni di pratica, in modo daavere un apprendimento reciproco.

• Se il combattimento tra due allievi si realizzerà con lamedesima serietà, il risultato di questo sarà uno strumento vero,versatile ed efficace, per migliorare la nostra tecnica e ampliarela nostra conoscenza.

• Dobbiamo sempre assicurarci che la sicurezza delcompagno di allenamento sia garantita, per cui non sonoconsentite tecniche come lussazioni del collo, colpi dalla Guardia(lasciando cadere l’avversario sulla sua schiena), leve ai piedi, alleginocchia, alle dita e ai polsi, le tecniche di percossa (assolutamentevietate senza le protezioni adeguate), a prescindere dall’età e dal coloredella cintura.

Jiu Jitsu

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