PIONews aprile 2011

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Il magazine dei Giovani della Croce Rossa Italiana, PIONews aprile 2011

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DALLE REGIONI...

Sardegna: I Giovani CRI ora agenti di cambiamento Svolto il primo campo regionale in Sardegna che ha lasciato il segno tra i partecipanti

Alla pagina 8

Veneto: Scopri il clown che c’è in te… I Giovani CRI, un anno fa, erano alla ricerca di passioni perdute

Alla pagina 9

Lazio: Accordo fra Diamond Editrice e Croce Rossa Italia-na per l'attività in emergen-za e l'assistenza sociale Donazione da parte della casa editrice del 50% degli incassi derivati dalla vendita dei libri

Alla pagina 10

L’APPRONFONDIMENTO...

Vacanze pasquali all’insegna dell’umanitario La Croce Rossa Italiana si impegna a promuovere numerose campagne ed attività

Alla pagina 4

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SOMMARIO Anno IV - n°4 - aprile 2011 2

DALLE REGIONI...

Calabria: Al via a Reggio Ca-labria il progetto “Vincere l’indifferenza” Giovedì 7 aprile ha preso l’attività: laboratori ricreativi e di socializzazio-ne per giovani diversamente abili

Alla pagina 10

Piemonte: Anche a Cuneo le manovre di disostruzione pe-diatrica per tutti Lunedi 2 maggio lezione interattiva presso il cinema monviso

Alla pagina 12

L’INTERVISTA...

Tunisia, le difficoltà e le emozioni L'esperienza e le problematiche che si fronteggiano raccontate da una Giovane CRI che si trova nel Campo al confine con la Libia

Alla pagina 6

Toscana: Anche a Pisa la Croce Rossa per fronteggiare l'emergenza migranti L'esperienza di un giovane volontario nei campi di accoglienza di Piaggerta e Torretta

Alla pagina 12

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DALLE REGIONI...

Lombardia: Le gru per il Giappone Raccolta fondi tramite la distribuzione di origami

Alla pagina 14

DALLE REGIONI... Calabria: Due giorni proiet-

tati…verso il futuro a Lame-zia Terme (CZ) Il workshop ha visto coinvolti i vertici a tutti i livelli dei Giovani della Croce Rossa Italiana calabrese con una sola consapevolezza: “Valorizzare la com-ponente motivazionale dell'apprendi-mento”.

Alla pagina 15

Anno IV - n°4 - aprile 2011

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SOMMARIO 3

INTANTO NEL ‘ MONDO...

Doing more, doing better, reaching further Tre giorni di formazione ed aggiornamento a Roma sulle attività di cooperazione internazionale

Alla pagina16

Ad un arresto cardiaco si può sopravvivere Ad un soccorso in ritardo no

Alla pagina 17

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L’APPRONFONDIMENTO...

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Vacanze pasquali all’insegna dell’umanitario La Croce Rossa Italiana si impegna a pro-muovere numerose campagne ed attività

Ovviamente anche le vacanze pasquali non potevano non essere un‟occasione all‟insegna dell‟umanitario, per cercare di alleviare le sofferenze umane ed essere vicino a chi ha bisogno di aiuto. Sosteniamo il Giappone Nel nostro Paese, di religione cristiana, le abitudini pasquali variano da una regione all‟altra, e hanno come punto di incontro la celebrazione di riti religiosi e profani. A Firenze, per esempio, la giornata di Pa-squa si festeggia con l'accensione del fuoco sacro e lo "scoppio del carro", manifesta-zione folcloristica che risale ai tempi della prima crociata, nella quale compare un carretto trainato da buoi bianchi incorona-

ti, accompagnato da musicisti e sbandiera-tori. Nelle tradizioni culinarie italiane collegate a questa festività ci sono l'agnello pasqua-le, la distribuzione delle uova di cioccolato e i dolci a forma di colomba. Proprio a proposito di uova, a Milano una scuola privata e una scuola paritaria si sono alleate per fare solidarietà. Sono state r ea l i z z a re una se r ie d i uo -va pasquali veramente curiose, talmente speciali da essere messe all'asta per raccogliere dei fondi per l'emergenza Giappone. Alla presenza del Console generale aggiun-to del Giappone di Milano, Naotaka Sakagu-chi, è stato inaugurato il 19 aprile 2011 presso l'Istituto Orsoline di Milano il proget-to Sweet Help, che è andato a sostegno della Croce Rossa giapponese. A Sorrento (NA) invece per il popolo nippo-nico sarà sorteggiato un premio, per la precisione un uovo. Non un uovo qualun-que, ma una creazione preziosa nata per apportare un piccolo aiuto al popolo nippo-nico recentemente colpito da un tremendo tsunami. Un uovo alto 60 centimetri e de-corato con i simboli del Giappone e dell'Ita-lia, realizzato nei minimi dettagli dal famo-sissimo pasticciere Salvatore De Riso. All'in-terno dell'uovo vi sarà una raffinata sorpre-sa: un ciondolo“Sirenity” impreziosito da diamanti e zaffiri firmata Nardelli Gioielli. L'uovo, premio ambitissimo, è in mostra da venerdì 8 aprile 2011 al bar ''Syrenuse'' di piazza Tasso, a Sorrento, e il ricavato della vendita dei numeri collegati all'estrazione del lotto, prevista prima di Pasqua, sarà devoluto a favore della Croce Rossa Giap-ponese. La scelta della location non è stata di certo lasciata al caso. Sorrento, infatti,

è gemellata con la città di Kumano e solo pochi giorni fa ha ospitato oltre 100 artisti nipponici in occasione dell'edizione 2011 del ''Japan Festival''. Uova e Bonsai: comune impegno di com-prensione e solidarietà. In Emilia Romagna le attività pasquali sono state numerose. Il gruppo di Fabbrico (PR) si è impegnato nella vendita di bonsai per l‟Associazione ANLAIDS, e di uova di cioccolato per l‟Associazione AIL; Il gruppo CRI di Ferrara (FE) ha fatto campagna di ABC in concomitanza con la raccolta fondi per la lotta contro l‟AIDS e la vendita di Bonsai; i gruppi di Cattolica (RN) e Prignano sulla Secchia (MO) hanno messo in vendita Bonsai, sempre per l‟Associazione ANLAIDS. I Volontari di Carpineti (RE) hanno organizzato per il 24 aprile un’attività con la distribuzione di uova decorate, e i giorni 25 e 30 aprile e 1 maggio parteciperanno all‟iniziativa “ t r e n t a o r e p e r l a v i t a ” . Anche a Cuneo (CN), in Piemonte, vi è stata una cosa simile: i volontari della Cro-ce Rossa Italiana sabato 22 e domenica 23 aprile hanno offerto bonsai e materiale

La pasqua: Leitmotiv di culture differenti Non prendendo assolutamente in considerazione l‟aspetto religioso ma valorizzando le differenze culturali nel mondo e la stretta correla-zione con l‟aspetto profano, la Croce Rossa Italiana ha deciso di approfittare di questa festività per organizzare vari eventi, trascorrere in compagnia questa giornata, ed aiutare i più vulnerabili. La pasqua, come è noto, è la festa liturgica fondamentale della religione cristiana che rappresenta e celebra i tre momenti importanti del cristianesimo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. La Pasqua riproduce anche la connessione con la radice giudaica del cristianesimo e al tempo stesso, il momento di affrancamento da tale radice. Gli ebrei, infatti, con la parola “Pesach” o “Pesah” indicano la cosiddetta pasqua ebraica, che dura otto giorni e che ricorda l'Esodo e la liberazione del popolo israelita dall'Egitto. La celebrazione coinvolge tutti i familiari con la lettura dell‟Haggadà di Péssakh, il testo che viene recitato durante il pasto celebrativo rituale per rievocare l‟Esodo e metterlo in relazione all‟odierna liberazione dalla schiavitù e alla materialità. Anche il mondo islamico ha la propria Pasqua, che cade 70 giorni dopo la fine del Ramadàn e non corrisponde con quella cristiana. E’ in-dubbiamente una festa di grande impegno spirituale questa, che ha lo scopo di richiamare alla memoria l‟episodio in cui Abramo fu co-stretto a scambiare con un agnello il proprio figlio, prima che questo fosse sacrificato e sottomesso a Dio. La cerimonia commemorativa si chiama perciò anche “Festa dell‟Agnello” e cade nel giorno in cui alla Mecca i pellegrini concludono i riti pasquali con il sacrificio dell‟animale. Ma perché le uova? E che cosa rappresentano? L‟uovo è certamente il simbolo della Pasqua. La tradizione delle uova ha origini pagane, e solo successivamente divenne un simbolo cri-stiano legato alla Resurrezione di Cristo. Per i pagani l'uovo rappresentava la rinascita della natura nella stagione primaverile, tanto che gli antichi persiani dipingevano le uova per celebrare l'inizio del nuovo anno, corrispondente all'equinozio di primavera, il simbolo della fertilità: l‟eterno ritorno alla vita. Nella Pasqua ebraica, un uovo bollito immerso nell‟acqua salata simbolizza il sacrificio pasquale offerto al Tempio di Gerusalemme. Tradizionalmente, le uova di Pasqua ortodosse vengono tinteggiate di rosso per rappresentare il sangue di Cristo, versato sulla croce e il guscio duro dell‟uovo che simboleggia la tomba sigillata di Cristo, la rottura della quale rappresenta la risurrezione dalla morte. L'uso delle uova di cioccolato invece è relativamente recente: il cacao fu introdotto in Europa dopo la scoperta dell'America, ma solo nel Settecento gli olandesi lo usarono per realizzare le uova di Pasqua.

"Placare tutte le sofferenze umane senza

distinzione di nazionalità, di razza, di reli-gione, di condizione sociale o di apparte-nenza politica" la Croce Rossa ha esteso e continua ad estendere questo principio in ogni sua azione, fedele all'impegno del suo

fondatore Henry Dunant.

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i n f o r m a t i v o r i g u a r d a n -te la prevenzione dell‟infezione da HIV, per cercare così di sensibilizzare l‟opinione pubblica sui problemi umani e sociali delle persone sieropositive. Il bonsai è non acca-so un albero che richiede amore e cure costanti e che è collegato all‟immagine di Anlaids, in quanto riproduce le stesse attenzioni e cure di cui hanno bisogno le persone affette da HIV. L‟iniziativa rientra nella diciannovesima edizione di “Bonsai Aid Aids”, manifestazione promossa dall‟Associazione Nazionale per la lotta contro l‟Aids, sotto l‟Alto Patronato del Presidente delle Repubblica, con il patroci-nio della Fondazione Pubblicità Progresso ed il sostegno del Segretariato Sociale Rai e Mediafriends L‟iniziativa si è svolta in oltre 3000 piazze d‟Italia nei giorni della Pasqua (22/23/24/25 Aprile 2011). Ci sono state anche altre attività in tutta Italia.

A Sanremo, il comitato del-la Croce Rossa Italiana ha organizzato per domenica 15 Aprile, presso i giar-dini del Sud-Est, una gran-

de festa dedicata ai bambini. Volontari del Soccorso e Pionieri hanno accolto i ragazzi sul viale a ridosso della pista ciclabile. Durante il pomeriggio di festa sono stati raccolti fondi, su libere offerte dei cittadi-ni, destinati all‟acquisto di attrezzature per un‟ambulanza.

A Firenze, il gruppo Unità di Strada del Comi-tato Locale CRI ha organizza-to una cena di Pasqua per i senza dimora per sabato 23

aprile, presso la sede stessa del Comitato Locale. I volontari del Comitato Locale si sono impegnati tutto il giorno per prepara-re e poi servire la cena ai circa 60 senza tetto. Dopo cena, l'Unità di Strada è andata a distribuire pasti anche a coloro che per motivi vari non si sono potuti spostare fino a l l u o g o d e l l ' e v e n t o . Durante le uscite settimanali i volontari dell'Unità di Strada avevano distribuito volantini a tutti i propri assistiti per diffon-dere la notizia della cena. L'organizzazione di questo evento, gli spazi e le spese sono state esclusivamente a cura del Comitato Locale di Firenze che, per mantenere la tradizione delle cene di Na-

tale e di Pasqua dedicate ai senza dimora, si è fatto carico di tutto il necessario.

Rimini ha deciso di festeggiare la vigilia di Pasqua con il 14° Gol-den Fest “Rimini – Riccione” pro-va d‟apertura del Calendario

Golden Runner Finisher composto da 12 competizioni. Saranno molti gli appassiona-ti che giungeranno da tutta la penisola per passare un bel “ponte” in riviera facendo sport. La manifestazione è valida per il Campio-nato Regionale Libertas di corsa su stra-da e si svolgerà a favore della Croce Rossa Italiana alla quale verrà donato nell‟ ambi-to dei Golden Events 2011 un defibrillato-re.

A Cesenatico, invece, la Con-grega Velisti ha preparato nei giorni Sabato 23, Domenica 24 e Lunedì 25

Aprile, la 37° edizione della Regata Inter-nazionale Vele di Pasqua , la classica mani-festazione velica aperta alla partecipazio-ne di tutti i catamarani, suddivisi in classi, considerato l'evento più importante in Ita-lia e forse anche in Europa nel settore dei multiscafi, sentito da tutti come l'evento di apertura della stagione sportiva del nuovo anno. La premiazione dei vincitori avverrà Lunedì

25 Aprile alle ore 18,00, e ad essere pre-miati saranno i primi tre classificati di ogni classe; Sono pronte ad assistere gli atleti in gara circa otto imbarcazioni cabinate, ven-ti gommoni messi a disposizione dalle varie associazioni tra cui la Croce Rossa.

Nella mattinata di martedì 12 aprile 2011 si è celebrato nella Cattedra-le di San Ciria-co, a Ancona, il Precetto Pa-squale a cui

hanno preso parte le Forze Armate presenti sul territorio dorico unitamente alle Forze di Polizia. All‟evento hanno partecipato le più alte autorità civili e militari locali, ol-tre al personale dell‟Esercito, della Marina, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, e le rappresentanze della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Fore-stale dello Stato, della Croce Rossa Italiana nonché e le varie associazioni d‟arma e combattentistiche presentii sul territorio. Al termine, il Comandante in Capo del Di-p a r t i men to M i l i t a re Ma r i t t i mo dell‟Adriatico ha sottolineato l‟importanza di tale incontro poiché in tale occasione si rinnova da parte del personale tut-to l‟impegno per la difesa della vita e dei valori della nostra gente a sostegno della sicurezza nazionale ed internazionale. Ilaria Forte Redazione PIONews [email protected]

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L’INTERVISTA... Anno IV - n°4 - aprile 2011 6

Tunisia, le difficoltà e le emo-zioni L'esperienza e le problematiche che si fron-teggiano raccontate da una Giovane CRI che si trova nel Campo al confine con la Libia In questi ultimi mesi, il personale di Croce Rossa, su tutto il territorio nazionale è impegnato nell'accoglienza e nell'assistenza dei profughi provenienti dal nord Africa, ma l'impegno dell'associazione si è esteso anche fuori dai confini italiani, andando in prima linea, direttamente a contatto di quelle persone costrette a lasciare la pro-pria casa, i propri affetti e le proprie fami-glie, alla ricerca di una speranza per il loro futuro in occidente. A tal proposito, la Croce Rossa Italiana, ha attivato un Campo nella località di Ras Jadir in Tunisia, ad otto chilometri dalla frontiera con la Libia, una struttura dotata di una cucina in grado di fornire fino a 4000 pasti al giorno e di un efficientissimo pota-bilizzatore per l'acqua. Tra il personale C.R.I. in missione, troviamo Livia Sabino, una giovane volontaria toscana di 24 anni, del Gruppo Giovani C.R.I. di Firenze che da marzo presta servizio all'interno del Cam-po. In un raro momento di riposo, siamo riusciti ad intervistarla e riuscire così a condivide-re, con tutta l'associazione, un'esperienza così particolare. Da quanti anni sei in Croce Rossa, e per quale motivo hai deciso di entrare? "Sono in Croce Rossa da quasi tre anni e sono voluta entrare a far parte di questo gruppo perché ho sempre sentito una forte spinta dal profondo di aiutare gli altri, ma allo stesso tempo facendo del bene agli altri mi sentivo sollevata io". Che ruoli rivesti nel tuo comitato e che qualifiche possiedi? "Sono Vice Ispettore del Gruppo Giovani della Croce Rossa di Firenze, sono coordi-natore delle attività di emergenza (una qualifica conseguita pochi mesi fa), da un anno e mezzo soccorritore con la qualifica di BLSD (manovre salvavita con brevetto per defibrillatore) e presto prenderò i con-tatti per conseguire le qualifiche di opera-trice per le attività socio-assistenziali ed animatrice per la gioventù". Come hai saputo di questa opportunità? "Casualmente dopo aver letto una mail mandata dal mio Ispettorato Regionale, nella quale erano richieste le disponibilità sia per la Sicilia che per un'eventuale mis-sione all'estero. Inconsciamente ho dato l'adesione ad entrambe, essendo quasi si-cura che non mi avrebbero mai chiamato per una missione umanitaria all'estero in quanto priva di esperienze

Perchè hai deciso di partire? "Volevo rendermi utile, sono una ragazza molto sensibile ed emotiva, ma allo stesso tempo determinata e testarda nelle cose che voglio fare e mi sentivo impotente a rimanere a casa a vedere solo in parte co-me stavano queste popolazioni; solo ora mi rendo conto di quanta poca informazione ci sia, e di come sia tutto strumentalizzato nel voler comunicare ai telespettatori solo parte della sofferenza". Angosce e dubbi prima della partenza? "Si, veramente tante, anche se poi l'adre-nalina ha preso il sopravvento; avevo pau-ra perchè comunque partivo con un gruppo di quaranta persone delle quali non sapevo niente, paura perchè comunque il nostro campo è stato allestito a 5 km dal confine di Ras Jadir, il confine con la Libia, e la paura di essere catapultati in situazioni sgradevoli mi ha bloccata per qualche gior-no. Poi, con i preparativi, le notizie dalla Sala Operativa nazionale di protezione Civile e sinceramente anche la gratifica-zione che estraevo dalle parole delle persone a me care mi hanno spinto a non mollare". Come è stato il primo impatto in Tunisia? "Caos, molto caos; l'essere donna non mi ha aiutata nel contatto con la popolazione loca-le, fortunatamen-te ho trovato un gruppo di avventu-ra fantastico, tut-

to molto più grandi di me, che mi hanno preso sotto la loro ala come una figlia e mi hanno sostenuto in momenti di confusione, o in momenti dove c'era tanta gente, dove mi sentivo chiamare, dove mi strattonava-no per le braccia. Qui è tutto un altro mondo, ma mi ritengo fortunata di poterlo vivere da così vicino". Di cosa si occupa la missione e quale è il tuo compito? "La missione della Croce Rossa è principal-mente quella di potabilizzare l'acqua ne-cessaria per la popolazione e di distribuire i pasti che noi personalmente con l'aiuto di personale Tunisino e con l'appoggio della Mezzaluna Rossa e della Federazione Inter-nazionale, consegnamo il cibo ogni giorno a pranzo; per la cena aiutiamo a preparare e ad impacchettare ma per le 17 purtroppo dobbiamo abbandonare il campo per moti-vi di sicurezza e ritirarci in un albergo a 100 km di distanza. Inizialmente, come tutti, mi sono occupata del montaggio del campo, - che fatica - poi aiuto cuoco ed ora mi divido tra la cucina e i molti bambi-

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L’INTERVISTA...

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ni che ci sono nel campo gestito da noi e dalla Federazione. Stare con loro è un'e-mozione unica, ricca di sensazioni contra-stanti, vederli sorridere per un tuo gesto ti rempie il cuore e, subito dopo, un loro lamento, una richiesta di cibo, ti impedi-scono di respirare. Tutto qui è in questo modo, passi da sensazioni favolose a dispe-razione". Com'è la vita da campo? "Per ora serena, anche se con il passare dei giorni la popolazione in arrivo è sempre maggiore; come Croce Rossa riusciamo a lavorare a ritmi molto elevati, e riusciamo a farci aiutare dal restante delle associa-zioni; è complicato dover attraversare delle zone poco sicure ogni mattina e ogni sera per dover raggiungere l'albergo o il campo, ma tutto sommato sta andando tutto alla grande. con molta fatica è parti-ta la missione, ma ora sta prendendo il volo". Che legame siete riusciti a stringere con le popolazioni locali? "Per il personale che rimane intorno alla nostra postazione i contatti con la popola-zione sono quasi nulli perchè è uno spazio adibito solo alla preparazione ed al confe-zionamento dei pasti che poi vengono di-stribuiti a 6/700 metri di distanza; per me e per altri volontari, andando comunque ad inoltrarci tra le tende, per giocare con i bambini o per aiutare qualche persona in difficoltà a raggiungere il posto medico, abbiamo stretto rapporti quasi di confi-denza. Molti ragazzi ci fermano e ci rac-contano della giornata trascorsa, ci danno appuntamento al giorno dopo, ci chiedono quanto ancora rimarremo lì con loro e noi, a malincuore, ogni giorno salutiamo loro non sapendo cosa dire perchè comunque non abbiamo la possibilità di raggiungerli

ogni qual volta vogliamo, perchè è ormai una cosa quotidiana il susseguirsi di scontri tra i vari gruppi etnici locali. Raccontaci un aneddoto particolare o che comunque ti ha veramente colpito. "Ce ne sarebbero davvero tante di cose da dire, ma l'impossibilità di riuscire a stacca-re la spina in queste situazioni non mi ha permesso ancora di elaborare e metaboliz-zare quello che ogni giorno vediamo. Come cittadini italiani spesso non siamo visti di buon occhio ed in alcune occasioni siamo stati attaccati, fortunatamente quando eravamo sui mezzi, dalla popolazione del campo delle Nazioni Unite a pochi chilome-tri da noi, o dai fedelissimi di Gheddafi che andavano a manifestare al confine e abbiamo avuto quei trenta quaranta secon-

di di terrore che ci hanno bloccati, dalla più piccola, ovvero io, al più anziano. Tut-tavia siamo riusciti a farci amare, per il nostro calore, io vi parlo di me, l'ho notato quando vado dai piccoli a giocare, come mi vedono mi riconoscono e mi prendono per mano, le madri iniziano a fidarsi, gli uomi-ni ti salutano, c'è un'aurea strana tra il piacevole e il misterioso che ci accompa-gna ogni volta che ci allontaniamo di qual-che metro dalla sicurezza della nostra po-stazione. La cosa più bella sono i loro oc-chi, è vedere i sorrisi sulle loro labbra, è sentire il calore che ti trasmettono quando ti poggiamo una mano sulla spalla o quan-do un bambino ti vuole salire in braccio". Quali problematiche vive la popolazione che state assistendo? "Il freddo della notte, ed il troppo caldo di giorno, le condizioni igieniche pessime, mancanza soprattutto nei primi giorni di acqua potabile e la disperazione delle ma-dri le quali non avevano la possibilità di allattare i propri piccoli nati, molti da pochissime settimane e, soprattutto la sensazione di essere reclusi, di non poter uscire, di non sapere che cosa riserverà loro il sole della mattina dopo ma anche da parte nostra il sentirsi impotenti di fronte a tutto questo". Quante persone assistite? "Non so dirlo perché non è uno dei nostri compiti principali, anche se i nostri due medici e le infermiere vanno ad aiutare il personale del posto medico". Giacomo Artaldi Delegato Tecnico Regionale della Toscana Area Sviluppo dei Giovani CRI [email protected]

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I Giovani CRI ora agenti di cam-biamento Svolto il primo campo regionale in sardegna che ha lasciato il segno tra i partecipanti Sotto l‟ala dei sette principi l‟8-9-10 Aprile si è svolto il I campo regionale pionieri della Sardegna all‟hotel Setar di Quartu S.Elena. Bastava uno sguardo per scorgere negli occhi di ognuno di noi un po‟ di imbarazzo nello stare in una stessa sala con tantissimi ragazzi ancora sconosciuti ma con nel cuo-re gli stessi valori e la stessa voglia di inco-minciare una nuova avventura e di far ri-suonare la propria voce oltre le quattro mura di quell‟hotel, oltre i confini del ma-re che separano la nostra Sardegna dal resto dell‟Italia. Non saprei dirvi in quanti avrebbero mai scommesso sulla realizzazione di questo.. Sogno? Si, forse Sogno è la parola più esat-ta per definire ciò che sta accadendo a noi Giovani Pionieri della Sardegna. Ad essere sincera, io per prima non ci credevo, pro-babilmente non avevo consapevolezza di ciò che stava accadendo intorno a me. Non avevo idea di quanto fosse importante, di quante fatiche, tempo, aspettative erano state riposte in questo progetto e su di noi in particolare. Con lo stesso scetticismo con cui talvolta si intraprende una nuova esperienza, hanno preso il via tre lunghi-giorni di attività: dai rompi ghiaccio più divertenti a lunghe lezioni che sarebbero state interminabili se non fosse stato per la passione e l‟allegria che DTN e formatori sono riusciti a trasmetterci. Durante la prima lezione ci è stato chiesto di proiet-tarci al momento finale del campo e di pensare alle sensazioni che avremmo senti-to. Ricordo che qualcuno disse che sarebbe tornato a casa Soddisfatto, Cresciuto, e che avrebbe imparato ad Ascoltare, Osser-

vare. Non so dirvi se quelle persone fossero realmente sincere ma posso assicurarvi che quando è terminato è così che mi sentivo. Tutto ha avuto inizio più o meno un anno fa, quando era ancora possibile contare il numero di noi pionieri sardi su di una ma-no, a poco a poco però, seguendo il natura-le corso degli eventi, muniti di pazienza e altrettanta speranza, il sogno ha spiccato il volo..ed ora eccoci: cinque gruppi costitui-ti e altri due che tra poco diventeranno dei nostri! Ciò è stato possibile perché qualcuno ha creduto in noi sin dall‟inizio, dall‟ispettore nazionale Rosario Valastro al nostro com-missario regionale Santi Cavallaro che han-no permesso la realizzazione di questo campo e che ci hanno, soprattutto, per-messo di crescere e prendere coscienza delle grandissime potenzialità che abbiamo tra le mani. Quasi come fosse una favola, si potrebbe

i -

niziare con il fatidico "c‟era una volta.."; qui però non ci sarà nessun rospo che con il bacio della sua principessa prenderà l‟aspetto del più bel principe, né brutti ed enormi antagonisti. Ci sono semplicemente dei ragazzi che, con una gran voglia di mi-gliorare la propria città ce la metteranno tutta, spenderanno il proprio tempo per qualcosa di cui vanno orgogliosi, a volte con dei sacrifici, ma sempre con il sorriso, FIERI del proprio lavoro. Ebbene si, queste sono le nostre prospetti-ve per il futuro! Quale evento migliore se non la giornata internazionale dell‟8 mag-gio? Tutti all‟opera cari pionieri! Facciamo del nostro meglio, così come fece a suo tempo Henry Dunant! Sara Turri Gruppo Giovani CRI Cagliari [email protected]

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Scopri il clown che c’è in te… I Giovani CRI, un anno fa, erano alla ricerca di passioni perdute

Con questo pensiero nel cuore, un anno fa, 26 Volontari del Soccorso e Giovani CRI della sezione di Cerea, hanno accettato una sfida: condividere insieme due giorna-te informative sulla figura del clown e sulla sua importanza nei luoghi di sofferenza e disagio sociale. Il 29 maggio del 2010 fra le verdi colline di Castelcerino di Soave, grazie alla presenza dei due “nasi rossi” d‟eccellenza “Non lo so” e “Pisolino”, si è interrotta improvvisa-mente la tranquillità del luogo, attraverso una serie di attività dove ognuno diventava nel suo piccolo un protagonista, iniziando a riscoprire l‟importanza di alcuni gesti che la società di oggi ha in qualche modo mes-so da parte, esiliato in un angolo, sopito. La ricerca dello sguardo di un‟altra perso-

na, l‟abbraccio forte e sentito con il proprio simile, la voglia di destrutturare se stessi e libe-rare la propria fantasia attra-verso il mimo, sono diventati dei piccoli teso-ri che man ma-no i volontari sono riusciti ad assaporare, a gustare e a col-tivare nuova-mente. Cosi è nata in loro la consape-volezza che essere clown, relazionandosi magari con un malato, non significa fare i “pagliacci” e nemmeno i “freddi attori” che recitano una parte ma iniziare un percorso interiore che permetta di incontrare noi stessi e chi abbiamo da-vanti in maniera intima, assorbendo come una spugna tutte le emozioni del caso. Il

tutto va condito con una buona dose di sana comi-cità che, senza essere eccessivamente invasiva e irrispettosa, deve dona-re sorrisi a chi li ha di-menticati. Il travestimento con abiti sgargianti e il trucco sono solo un contorno che vie-ne a cadere ed entra in secondo piano se non si è in grado di “dare un‟espress ione” ed un‟espressività al nostro personaggio. Questo può avvenire solo se si crede col cuore in quello che si fa e soprat-tutto se si capisce che spesso una persona che sta male vede in noi una via di fuga a tutti i suoi malanni e alle sue disgra-zie. Questo è quello che i Giovani CRI portano a casa da questa esperien-za. Molti continueranno semplicemente a guarda-re i l c lown con l‟ammirazione di un bam-bino; altri ancora, dopo un‟accurata formazione, vorranno invece tirare fuori il proprio naso rosso dal taschino e provare a diventare “una medicina di allegria” in luoghi co-

me ospedali, case di risposo e piccole fra-ternità. Quello che più conta però, è che tutti han-no capito quanto la clownterapia possa essere un‟arma vincente contro le due pia-ghe sociali che si chiamano sofferenza e indifferenza. Alcuni Giovani CRI, nel frattempo, sono diventati Animatori A.p.G. (attività per la gioventù) e all‟interno del gruppo ha preso il via presso la locale casa di riposo il pro-getto “Casa di… Movimento” rallegrando gli ospiti e organizzando tombolate e dei pic-coli teatrini. Attualmente a livello provinciale sta par-tenti un nuovo progetto presso il pronto soccorso pediatrico nel quale si accolgono i bambini intrattenendoli con giochi, pallon-cini e leggendo qualche fiaba coinvolgendo magari anche i genitori e facendo pratica-mente da " filtro " tra il paziente e il medi-co. Francesco Longhitano Redazione PIONews [email protected]

Le forme di comunicazione per entrare in empatia con l‟altro possono essere le più semplici ed elementari, ma quello che più conta è che trasmettano un sentimento, un‟emozione, una vibrazione che viene dal nostro io ed esce all‟esterno in maniera delicata ma intensa.

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Accordo fra Diamond Editrice e Croce Rossa Italiana per l'atti-vità in emergenza e l'assisten-za sociale Donazione da parte della casa editrice del 50% degli incassi derivati dalla vendita dei libri Diamond Editrice e Croce Rossa insieme a custodia della cultura e delle attività soli-dali dentro e fuori i confini nazionali, an-nunciano la sigla del primo accordo di coo-perazione fondato sulla 'volontà' di tradurre in progetti concreti il connubio tra sapere e solidarietà. Nata circa un anno fa, fondata da Simone Di Matteo, scrittore e più giovane editore d‟Italia, la Diamond Editrice oggi si unisce sinergicamente con l‟associazione umanita-ria riconosciuta in tutto il mondo, la Croce Rossa Italiana. Il protocollo di collaborazio-ne, che prevede la donazione da parte del-la casa editrice del 50% degli incassi deri-vati dalla vendita dei libri in catalogo alle attività di Found Raising coordinate da C.R.I., è stato stilato lo scorso 6 aprile 2011. "Quest’accordo – dichiara l’editore, Di Mat-teo - coincide con la nostra visione edito-riale che prevede un investimento puro nella cultura e nei giovani. Sono certo che collaborare con C.R.I. vuol dire investire nel miglioramento delle realtà locali pen-sando a un‟influenza positiva d‟impatto globale. Ho affermato più di una volta in svariate situazioni che non è possibile cam-biare il mondo da un giorno all‟altro, ma pensare di poterlo fare è un bel gran passo in avanti. Ho iniziato da un anno la mia “lotta” contro l‟editoria a pagamento che uccide in parte la letteratura contempora-nea. Il sapere, è un bene comune e va tu-telato, così come bisogna tutelare tutte le fasce vulnerabili della società. Da oggi agi-

remo sinergicamente con la C.R.I. con la volontà di diffondere e sensibilizzare la popolazione sulle attività che da 152 anni, prima ancora dell‟unità d‟Italia, la C.R.I. porta avanti con fatica cercando di tra-smettere i 7 principi fondamentali del Mo-vimento Internazionale di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa che muovono milioni di volontari in tutto il mondo e che dovrebbe-ro smuovere le coscienze di ogni individuo. Sono inoltre orgoglioso e commosso di po-ter affiancare il logo della Diamond Editri-ce a quello di Croce Rossa, che rappresenta da anni una delle massime espressioni delle organizzazioni umanitarie mondiali. Emble-ma di protezione e distinzione anche dei beni culturali". "L'accordo con la Diamond Editrice – dichia-ra il Commissario Croce Rossa di Latina, Giancarlo Rufo – rappresenta un gesto con-creto di contributo della cultura alla soli-

darietà. Ringrazio Simone Di Matteo per la sua sensibilità dimostrata nei confronti delle azioni della Croce Rossa, dimostrando interesse e serietà a testimonianza che giovani da esaltare ci sono e rappresentano un esempio. Quest‟accordo ci consentirà di rafforzare alcuni settori come le attività di emergenza e di assistenza sociale che ora portiamo avanti con un po‟ di difficoltà, potenziando appunto l'intervento dei nostri volontari. In questo momento difficile per tutti, trovare enti o privati disposti a dona-re alla nostra associazione pensavo fosse complicato, quasi impossibile. Invece a-scoltare le parole di Di Matteo mi rendono colmo di speranza". Francesco Ameglio Redazione PIONews [email protected]

Lo staff Diamond

Al via a Reggio Calabria il pro-getto “Vincere l’indifferenza” Giovedì 7 aprile ha preso l‟attività: labora-tori ricreativi e di socializzazione per gio-vani diversamente abili 15 i Giovani utenti, 10 i volontari di Croce Rossa e 0 il costo dell‟attività progettuale. La disabilità fa ancora paura. Sono 4,1 mi-lioni le persone disabili che vivono in Italia, secondo le stime del Censis, pari al 6,7% della popolazione. Le persone disabili su-scitano in gran parte degli italiani senti-menti positivi, come la solidarietà (per il 91,3%), l’ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunica-no (85,9%), il desiderio di rendersi utili (82,7%). La metà (50,8%) afferma di prova-

re tranquillità, di fron-te a una situazione ritenuta 'normale'. Ma sono diffusi anche sen-timenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l‟eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima per-sona o nella propria famiglia. Poi c‟è il timore di poter invo-lontariamente offen-dere o ferire la perso-na disabile con parole e comportamenti inop-

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portuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani af-ferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca mini-mamente. Questo è quanto emerge da una ricerca del Censis sulla percezione sociale delle disabilità, realizzata nell‟ambito del progetto pluriennale "Centralità della per-sona e della famiglia nei sistemi sanitari: realtà o obiettivo da raggiungere?" avviato dalla Fondazione Cesare Serono. Sulla base di questa analisi dei bisogni, il Gruppo Giovani della Croce Rossa Italiana di Reggio Calabria ha ideato un‟azione pro-gettuale prevedendo attività ricreative e di socializzazione al disabile e alla famiglia, onde evitare l‟isolamento sociale e relazio-nale che porta spesso all‟insorgenza di ul-teriori malattie del disabile e/o dei fami-liari che lo assistono e che porta spesso a medicalizzare in maniera impropria bisogni di altra natura (stress, ansia, disadatta-mento, solitudine, etc.). Il progetto "Vincere l’indifferenza: Labora-tori ricreativi e di socializzazione per gio-vani diversamente abili" si inserisce in un quadro di azioni ed interventi a sostegno della disabilità, che hanno lo scopo di in-centivare spazi e luoghi di socializzazione ed integrazione sociale. Caratteristica peculiare di questo progetto all‟interno di una programmazione genera-le mirata a prevenire e contrastare condi-zioni di emarginazione delle persone disa-bili, è quella di offrire una struttura per-manente di riferimento, favorendo la mobi-lità di quei disabili che hanno più difficoltà di raggiungimento del luogo di aggregazio-ne.

I laboratori (di danze popolari/tradizioni locali, di attività teatrale ludico-espressiva e musicale e di pittura/scultura) si caratte-rizzano come spazi aperti dove i parteci-panti vanno ad integrarsi con realtà aggre-gative per disabili presenti sul territorio e svolgono attività che hanno lo scopo di favorire la socializzazione e stimolare le capacità e le potenzialità individuali all‟interno di un gruppo. Il progetto ha diverse finalità, tra le quali,

offrire al disabile una struttura permanen-te di riferimento mediante la realizzazione di laboratori specifici per attività manuali, espressive e ricreative, favorire la socializ-zazione e l‟integrazione sociale con parti-colare attenzione allo sviluppo di capacità relazionali e di comunicazione con i coeta-nei, sviluppare capacità creative e comuni-cative e nello stesso tempo offrire momen-ti collettivi di gioco e divertimento. Grande soddisfazione, dunque, per i giova-ni disabili che hanno trovato nell‟idea pro-gettuale, l‟opportunità e la facilità di co-municare e di integrarsi nella comunità locale. Il progetto è stato promosso da Croce Rossa Italiana in collaborazione con la Scuola Secondaria di 1° Grado “Vittorino da Feltre” di Reggio Calabria. L‟entusiasmo ha coinvolto tutti e in poco tempo si è for-mata una fila interminabile per poter speri-mentare questi laboratori. In quel momen-to la disabilità non ha più rappresentato una barriera ma uno strumento per favorire la solidarietà e il rispetto verso le persone. Il progetto avrà una durata di due mesi, garantendone la “continuità” durante il periodo estivo laddove ci fosse tale richie-sta da parte degli utenti. Il progetto è un modo per “insegnare” che a volte in Croce Rossa basta solo ideare ed osare. Questo significa realmente “progettare per alleviare le sofferenze”. Dora Vadalà Delegato Tecnico Regionale della Calabria Area Sviluppo dei Giovani CRI [email protected]

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Anche a Cuneo le manovre di disostruzione pediatrica per tutti Lunedi 2 maggio lezione interattiva presso il cinema monviso Chi salva un bambino salva il mondo intero. All'insegna di questo semplice ma impor-tante slogan la Croce Rossa Italiana sta organizzando ormai da mesi interessanti incontri sulle manovre di disostruzione peediatriche aperte a tutti i cittadini. Dal-le piccole lezioni a quelle con migliaia di posti disponibili, l'argomento e sempre lo stesso, il primo soccorso per bambini e lattanti in caso di un corpo estraneo all'in-terno delle cavità orali. Ogni anno nel nostro Paese circa cinquanta bambini perdono la vita per soffocamento

da corpo estraneo. A volte è lo stesso ogget-to ingerito (palline, piccole quantità di cibo, giocattoli di ri-dotte dimensioni) a causare la morte del bambino. Ma molto spesso è anche il non saper agire da parte degli adulti a provoca-re disastrose conse-guenze. Mediamente un bambino a settima-na perde la vita, quan-do si sarebbe potuto fare molto per salvar-lo. E allora a questo fine la Croce Rossa di Cuneo ha organizzato un evento che mira a fornire le giuste in-

formazioni per le manovre di disostru-zione pediatriche. Si tratterà di una lezione interattiva il cui relatore sarà la referente regionale del Piemonte per il PBLS, Giordana Tra-marin. L'istruttrice spie-gherà come con alcune semplici manovre si possa salvare la vita di un bambino che ha ingerito un oggetto. L'iniziativa è rivolta principalmente a mamme, papà, non-ni, maestre d'asilo, insegnanti di scuole

elementari. A tutticoloro che sono mag-giormente a contatto con i bambini. La partecipazione alla lezione è libera e gra-tuita, però l'iscrizione è obbligatoria. Chi-unque voglia partecipare può prendere contatto con il Comitato di Cuneo della Croce Rossa tramite il numero di telefono 0171 605705, oppure inviando una mail all ' indirizzo di posta elettroni-ca [email protected]. La lezione avrà luogo dalle 21 alle 23 di lunedì 2 maggio presso il cinema Monviso di via XX settembre a Cuneo. La Croce Rossa ringrazia il Comune di Cuneo, collaboratore nell'organizzazione dell'evento, Radio 103, media partner e gli sponsor tipografa Su-balpina e Garden Vivaio Roagna. Francesco Ameglio Redazione PIONews [email protected]

Anche a Pisa la Croce Rossa per fronteggiare l'emergenza migranti L'esperienza di un giovane volontario nei campi di accoglienza di Piaggerta e Torret-ta Cinque e mezzo di pomeriggio, un parco, una strada sterrata in mezzo ai boschi, tre casolari disabitati. Così, con questa imma-gine, è cominciata concretamente in primi di aprile l‟esperienza della Croce Rossa Italiana di Pisa nella gestione locale dell‟emergenza migranti. Dopo aver dovuto abbandonare i progetti iniziali dei campi a Coltano e a Calambrone, il Comitato Pro-vinciale ha organizzato e gestito insieme alle altre associazioni volontaristiche locali – come previsto da una convenzione stipu-lata fra queste ultime e la Regione Toscana – i due campi di accoglienza della Piaggerta e di Torretta, situati rispettivamente nella

tenuta di San Rossore e a San Piero a Gra-do, entrambi in provincia di Pisa. Sono arrivati da Lampedusa settanta giova-ni in buona salute – fra i 18 e i 35 anni – di nazionalità tunisina, alcuni dei quali de-scrivevano le due settimane passate a Lampedusa e in viaggio come fra i più brutti della propria vita, costretti a stare in spazi ristretti e privi della possibilità di lavarsi o cambiarsi vestiti. I Sette Principi sono stati il faro che i nostri volontari (dei Gruppi di Pisa, Fauglia, Mari-na) hanno seguito nei giorni successivi all‟apertura dei due campi, senza distinzione di componente né di colore delle divise. Ruolo decisivo abbiamo avuto noi giovani „Pionieri‟,

ritrovandoci a dover rapportarci con perso-ne che in cerca di fortuna economica o al fine di ricongiurgersi con le rispettive fami-glie si sono rese protagoniste di un‟esperienza di tale durezza e difficoltà, fisica e morale, che per molte persone si è

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invece conclusa tragicamente. Ecco che proprio per questo, se da parte nostre e delle altre associazioni (Pubblica Assisten-za, Misericordia, Associazione Nazionale Alpini) c‟è stato il massimo impegno per garantire loro un soggiorno non solo umano e dignitoso, ma anche quanto più possibile confortevole, provando ad accogliere tutte le loro esigenze, non sono passate in alcun modo inosservate la riconoscenza e la gra-titudine di questi ragazzi nei nostri con-fronti; gratitudine che si è quasi trasforma-ta in stupore quando, alla loro domanda “Quanto siete pagati?” la risposta, canoni-ca, è stata “Non siamo pagati, lo facciamo per voi”. L‟esperienza e l‟impegno dei Giovani della Croce Rossa sono stati fondamentali nella costruzione di un sempre più stretto e for-te legame con questi ragazzi, nonché nell‟altissima immagine che ha assunto l‟emblema di Croce Rossa, e non è stata necessaria troppa fatica, al momento del censimento dei loro bisogni e necessità, per spiegare loro la riservatezza con la quale la Croce Rossa avrebbe gestito le loro informazioni. Prescindendo dai singoli bisogni, è emerso di come la maggior parte di loro ambisse a raggiungere il confine settentrionale del nostro Paese, o per rag-giungere la Francia, che molti di loro consi-derano la „madre-patria‟, o per ritrovare le proprie famiglie già emigrate. I due campi co-gestiti dal Comitato Provin-ciale C.R.I. di Pisa hanno visto una forte versatilità dei volontari, sia in termini di orari, avendo cercato di coprire completa-mente i vari turni, anche in orari maggior-mente scomodi, che – soprattutto – con

riguardo alle attività all‟interno del campo. Con una punta di orgoglio non possiamo astenerci dall‟affermare che i volontari della Croce Rossa oltre che portare avanti la quotidiana gestione dei campi, hanno cercato, riuscendoci nella quasi totalità dei casi, di stringere un rapporto di vicinanza con gli immigrati, e in questi giorni sfide a carte e partite a pallone non erano scene infrequenti! Un episodio splendido, quasi emozionante, c‟è stato la prima sera, a San Rossore, quando alla luce di un lampione qualche ragazzo tunisino ha iniziato a into-nare canzoni popolari arabe: nel giro di qualche minuto si sono aggiunti non solo tutti gli altri tunisini, ma ci siamo avvicina-ti anche noi Pionieri, e alle parole di Ta-mally Maak si sono presto sostituite quelle della ben più conosciuta – per noi – “Volare”! Non stupisce quindi che già dal primo gior-no di permanenza nei campi hanno insistito per collaborare con noi, dall‟allestimento della mensa durante i pasti alle pulizie dei locali, e che già dal secondo giorno nel rivederci ci salutavano calorosamente con abbracci affettuosi. Concludendo, ritenia-mo che ben più dell‟opera dei pochi media-tori culturali, spesso assenti in quanto sot-toposti a regolari orari di lavoro, è stato fondamentale l‟apporto dei volontari, non solo per l‟effettiva capacità di dialogo do-vuta a qualche pregressa e utile conoscen-za linguistica, ma soprattutto per una for-tissima buona volontà e voglia di mettersi in gioco, nonché un invidiabile entusiasmo. Nel momento in cui scriviamo è stato con-fermato che nell‟arco di pochi giorni i due campi verranno chiusi, a seguito del confe

rimento agli „ospiti‟ del permesso di sog-giorno provvisorio per motivi umanitari. Abbiamo accolto questa notizia, da una parte con gioia per queste persone che hanno affrontato incredibili sacrifici per raggiungere l‟Italia, dall‟altra con un velo di tristezza, pensando alle innumerevoli esperienze che in questi giorni abbiamo vissuto con loro. Marco Argentini Gruppo Giovani C.R.I. di Pisa [email protected]

Le gru per il Giappone Raccolta fondi tramite la distribuzione di origami Sono state più di mille le gru di carta che hanno permesso ai Giovani della provincia di Lecco di supportare le attività di assi-stenza della Croce Rossa Giapponese a fa-vore delle persone colpite dal terremoto e dal sisma. Una iniziativa originale nata dall'Ispettorato Provinciale Giovani di Lec-co che ha coinvolto tutti i gruppi della pro-vincia nella realizzazione, tramite la tecni-ca dell'origami, di più di un migliaio di gru di carta che sono state regalate alla citta-dinanza lecchese in cambio di una offerta a

favore delle popolazioni colpite dalla tragedia dello scorso 11 marzo. La raccolta fondi è iniziata ufficialmente con l'aiuto degli studenti del Liceo Scientifico Grassi di Lecco che si sono offerti di pre-parare alcune torte da distribuire, in cambio di una offerta, durante l'in-tervallo delle lezioni di metà mattina. Poi il pro-getto delle gru di carta, simbolo della tradizione giapponese e della com-

Sadako Sasaki era una bambina che nel 1945 aveva due anni, abitava con la sua famiglia a circa un chilometro dal punto su cui venne sganciata la bomba, e rimase miracolosamente illesa. Crebbe e divenne una ragazzina intelligente e vivace. Ma la bomba-A non aveva smesso di uccidere: nel febbraio del 1955, all'età di dodici anni, Sadako si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni. Sadako era piena di voglia di vivere, e nelle lunghe giornate in ospedale si dedicava a costruire, con le scatole delle medicine e con qua-lunque altro frammento di carta avesse a portata di mano, piccoli origami raffiguranti ben auguranti gru. Ne aveva composte più di mille-trecento quando dopo otto mesi di malattia, la mattina del 25 ottobre 1955, i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere smisero di animare la piccola stanza d'ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti gli abitanti della città, a partire dai suoi compagni di scuola. Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono continuamente forma dalle mani dei bambini e di tutti gli abitanti di Hiroshima, e vanno a costituire ghirlande e composizioni di ogni tipo che vengono utilizzate al posto dei fiori per onorare la memoria di tutte le vittime della bomba.

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movente storia di Sadako Sasaki, bambina colpita dalla leucemia a seguito dello scop-pio della bomba atomica, che hanno per-messo alla raccolta fondi di raggiungere un

sostanzioso obiettivo. Per tutto il giorno, Domenica 17 Aprile, i Giovani della Croce Rossa, con un banchetto in piazza Cermenati a Lecco, hanno distribuito tantissime gru di carta colorata e un breve riassunto delle motiva-zioni della raccolta. I pionieri di Lecco, Valmadrera, Casate-novo, Merate e Colico hanno percorso fin dalle nove di mattina le strade del capo-luogo spiegando ai cittadini lecchesi la necessità di soste-nere la popolazione giappone-

se in questo drammatico momento. In cam-bio di una libera offerta, i volontari dona-vano la gru di carta a memoria dell'impor-tante gesto di solidarietà che è provenuto

da singole persone, da coppie e da famiglie con bambini. Al termine della giornata, le gru erano quasi tutte state distribuite e il frutto del lavoro dei pionieri ampiamente ripagato dalle donazioni che hanno supera-to i mille euro. E' terminata in questo modo una giornata faticosa che ha impegnato tutti i pionieri della provincia di Lecco e che permetterà, dall'altra parte del mon-do, di beneficiare della generosità che da sempre contraddistingue i nostri concitta-dini. Davide Casati Ispettorato Provinciale dei Giovani CRI - Lecco [email protected]

Due giorni proiettati…verso il futuro a Lamezia Terme (CZ) Il workshop ha visto coinvolti i vertici a tutti i livelli dei Giovani della Croce Rossa Italiana calabrese con una sola consapevo-lezza: “Valorizzare la componente motiva-zionale dell'apprendimento”. "Ad un anno dal rinnovo delle cariche dei Giovani della Croce Rossa, arriva il momen-to di chiederci se e quanto abbiamo fatto per i nostri gruppi, quanto siamo riusciti ad incidere positivamente nelle nostre realtà con la voglia e l‟impegno dovuto, quanto siamo riusciti a far nostro il motto della Strategia 2020 che ci invita, oltre a salvare le vite, a cambiare le mentalità". Con que-ste parole, l‟Ispettore Regionale Giovani della Calabria ha dato inizio alla due giorni del 9 e 10 aprile che ha visto coinvolti tutti gli Ispettori di Gruppo e Provinciali della terra calabrese presso la Struttura Domus Bethaniae di Platania (CZ). “Innovare la metodica per accrescere competenze e motivazione” è stato l‟elemento cardine del workshop, per attu-are interventi di innovazione nelle varie realtà locali. Nell‟ambito dell‟incontro,

sono stati trattati e discussi i vari docu-menti che costituiscono il nostro “modus operandi” (dalla Youth Declaration, Stra-tegy 2020 per poi arrivare al Progetto Asso-

ciativo e Statuto) e il tutto si è concluso con una bella pasticca di motivazione e tecnica e metodologia di progettazione.

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Quante volte sentiamo il bisogno di chia-mare un “time out” nella nostra attività di Croce Rossa? Il “time out” è una pausa di riflessione che può rivelarsi estremamente utile in momenti di difficoltà. Come succe-de ai coach delle squadre sportive siamo infatti anche noi – Volontari della Croce Rossa – chiamati a comunicare messaggi molto incisivi in tempi brevi e pertanto il mondo dello sport può fornirci un modello potenzialmente molto efficace a cui ispi-rarsi. Cosa ci rende vincenti? Come lo si può diventare? Come si può far crescere la propria squadra di collaboratori? Come si riesce a rafforzare la motivazione e lo svi-luppo personale per ottenere grandi per-formance? Sulla base di queste domande, è stata im-prontata la lezione motivazionale di ap-prendimento. Troppo spesso, ci troviamo a fare dei Cam-pi di Formazione o delle assemblee senza alcuna motivazione, emotività, aspettati-va…ma solo perché magari “costretti” ad una formazione, o ancor peggio “convinti” di dover “assumere un ruolo”. Croce Rossa non significa essere qualcuno. Croce Rossa significa sentirsi “Leader”. Significa accettare la sfida di essere “se stessi” e di sfidare l‟altro. Significa “mettersi in gioco”. Mettersi in gioco significa rischiare, accet-tare di conservare e di perdere, aprirsi alla sorpresa dell‟inatteso e dell‟imprevedibile. Ma per accettare la sfida i Giovani di Croce Rossa devono entrare in gioco, devono cioè riconoscere di essere parte e di avere par-te. Certo tocca a noi, oggi più che in ogni altro momento del passato, scegliere la forma di questo legame e guidarne la dire-zione (essere Leader). Ma la negazione della nostra interdipendenza, della nostra comune umanità, può farsi solo a prezzo di una violenza estrema, cui soccombe alla fine anche chi la esercita. Oggi il legame non funziona più soltanto per forza propria e richiede un investimento consapevole: per continuare ad essere insieme occorre anche decidere di fare la propria parte. Oggi non possiamo più sopravvivere, dob-biamo lottare! Essere in gioco significa anche affermare che si sta giocando. Si può giocare solo quando si riesce ad immaginare che il mon-do sia diverso e fare “come se”. Ma perché ciò diventi possibile è necessario fissare delle regole ma soprattutto conoscere le regole, aderire da vicino ai vincoli del cam-po, dei giocatori, degli strumenti e della posta in gioco. Senza la grande magia dell‟immaginazione il mondo sarebbe solo piatta riproduzione di se stesso. Ma senza regole l‟illusione svelerebbe troppo presto il proprio inganno. Giocare vuol dire dun-que inventare un mondo diverso, creare

realtà possibili senza mai perdere di vista i confini del gioco stesso. Dunque, miei cari Giovani Agenti di Cam-biamento (come amiamo tanto definirci) non ci resta che “metterci in gioco”. Met-tiamo in gioco le nostre qualità, le nostre competenze, la nostra capacità di osare, la nostra intenzione di “cambiare le mentali-tà”, ma anche i nostri limiti, i nostri difet-ti…perché anche questo rende il gruppo un vero Gruppo. In questo ultimo anno di mandato, che ci chiede di domandarci quale tipo di ruolo vogliamo, durante la due giorni inoltre abbiamo ritenuto importante fornire un contributo interessante ricordando quelle che sono state le aspettative di Henry Du-nant, che con la sua esperienza spirituale ne ispirò il metodo educativo e formativo. Quella di Dunant infatti è una pedagogia particolarmente adatta ai periodi di transi-zione: si fonda sull‟esercizio del discerni-mento, che comporta l‟educazione ad un desiderio profondo quanto autentico e che insegna a vivere ed affrontare le situazioni più diverse con una vera libertà. Henry Dunant insegna a non fuggire dal mondo, ma ad immergersi in esso rispettandone la vulnerabilità. Concludendo, non mi resta che ricordare che “l'amore si deve porre più nei fatti che nelle parole” (Esercizi spirituali, n. 230). L‟amore verso il nostro emblema intendo. In questa prospettiva, contribuendo a tra-sformare lo sguardo che i giovani dirigono verso se stessi e gli altri, verso i sistemi sociali e le strutture della società, verso

l'insieme della comunità umana e del crea-to, il workshop in questione ha avuto come risultato finale una trasformazione radicale non soltanto del modo in cui abitualmente si pensa, ma anche del modo in cui i Giova-ni di Croce Rossa dotati di competenza, di coscienza e di amore vivono nel mondo e cercano il maggior bene in tutti i campi in cui è possibile agire. L'obiettivo, che ci ripromettiamo di ripete-re entro la chiusura del mandato, è stato quello di formare persone libere, capaci di sentire e di scegliere e che, spinte dal 'gusto' per ciò che hanno appreso, non esi-tino ad impegnarsi in un contesto comples-so e in trasformazione quale l‟attuale Cro-ce Rossa, riconoscendo la pertinenza di quanto hanno imparato e orientando il pro-prio agire su progetti sociali, a cui intelli-genza e volontà aderiscono, unificate anco-ra una volta dalla dinamica profonda della nostra mission “Alleviare le sofferenze u-mane”. Dora Vadalà Delegato Tecnico Regionale della Calabria Area Sviluppo dei Giovani CRI [email protected]

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Doing more, doing better, rea-ching further Tre giorni di formazione ed aggiornamento a Roma sulle attività di cooperazione inter-nazionale Prendete dodici giovani e una buona dose di documenti del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, amalga-mateli bene insieme; aggiungete tematiche e attività dell‟Area Cooperazione Interna-zionale e condite il tutto con vivaci dibatti-ti e confronti, accompagnandolo con un buon piatto di porchetta. Lasciate cuocere nel caldo forno di una Roma primaverile, spolverate il tutto con tante risate ed ot-terrete un efficace aggiornamento per For-matori Area Cooperazione Internazionale come quello che si è svolto a Roma dal 1° al 3 Aprile 2011. La scuola nazionale di formazione ha predi-sposto per i Formatori dell‟Area Coopera-zione Internazionale, tre giorni di for-mazione nella capitale che hanno anti-cipato l‟organizzazione di svariate ini-ziative di formazione in calendario per i prossimi mesi sul territorio nazionale. All‟incontro hanno partecipato Giovani CRI formati in diverse occasioni, chi durante il I stage nazionale per forma-tori svolto nel 2006 a Catania, chi nel II stage nazionale per formatori di Folloni-ca svolto nel 2009. Questi tre giorni di formazione intensa e specifica - racconta Chiara Correndo, partecipante dell‟evento formativo - ci hanno permesso di conoscere ed affron-tare le novità di maggior rilievo connesse all‟attività dell‟Area, attraverso l‟analisi dei più recenti documenti e strategie del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e dei Giovani nel Movi-mento stesso. Inoltre, questo momento di confronto ci ha dato l‟opportunità di testa-re le nostre conoscenze e verificare il no-stro livello di preparazione dopo qualche anno, così da riuscire a valutare quanta strada è stata fatta, quanto è necessario mantenere e quanto è necessario cambiare nel metodo di apprendimento e presenta-zione dei contenuti e quanto è necessario

aggiornare rispetto alle nuove tematiche. Le conoscenze del formatore sono in evo-luzione, perché devono adeguarsi ai cam-biamenti veloci che avvengono nel pano-rama internazionale del Movimento, e necessitano di un aggiornamento puntuale e continuo. Per raggiungere questo scopo, nei tre giorni di formazione ci si è avvalsi della collaborazione di Giovani della Croce Ros-sa Italiana che hanno avuto l‟opportunità di crescere all‟interno del Movimento Internazionale e di dare un contributo im-portante all‟implementazione delle politi-che giovanili e alla progettazione di attivi-tà a livello internazionale per i giovani; le sessioni del primo giorno e di parte del secondo sono state, infatti, gestite da Mat-teo Cavallo e Flavio Ronzi, che hanno con-tribuito a portare l‟attenzione rispettiva-mente sul Comitato Internazionale di Croce Rossa e sulla Federazione Internazionale delle Società Nazionali di Croce Rossa e

Mezzaluna Rossa, con un focus speciale sulla struttura del Segretariato e sulla ratio della suddivisione di funzioni interna alla Federazione Internazionale. Ampio spazio è stato dedicato, inoltre, al ruolo dei giovani all‟interno del Movimento Internazionale, la cui presentazione è stata curata da Roberta Fusacchia, Youth Officer del Centro di Cooperazione del Mediterra-neo, e alle competenze spettanti ai diversi soggetti operanti sulla scena internazionale del Movimento. Un occhio di riguardo è stato riservato alla “Strategia 2020”, la cui diffusione sul terri-

torio è essenziale in quanto stru-mento strategico, direttivo e di coesione per uniformare ed indi-rizzare in modo efficiente le poli-tiche di sostegno e aiuto ai vulne-rabili, incentrando l‟azione, anche e soprattutto, sul livello della co-munità, forti dell‟esperienza ac-quisita con la Strategia 2010. Una seconda parte dell‟incontro è stata dedicata alle nuove linee guida per l‟organizzazione dei Cor-si di formazione per Operatori

dell‟Area Cooperazione Internazionale, provvedendo, dopo un‟attenta analisi, all‟aggiornamento dei contenuti e alla ra-zionalizzazione delle modalità di svolgi-mento e verifica, così da poter meglio ri-spondere alle esigenze formative del terri-torio ed elaborare gli strumenti tecnici che saranno elemento di sostegno dell‟azione formativa. L‟aggiornamento ci ha dato la possibilità di

incontrarci e di ricreare un network, una rete di amicizia e di informazioni – com-menta Rosa Palmisano, corsista dell‟evento formativo - permettendoci di condividere novità, buone pratiche e suggerimenti per potenziare, migliorare e rivedere l‟azione sul territorio aumen-tandone l‟efficacia. Questo incontro ha, infatti, messo in luce l‟esigenza di veicolare il messaggio che le attività dell‟Area Cooperazione Internazionale sono elementi fondamen-tali della mission della Croce Rossa e che devono divenire parte integrante nelle nostre singole realtà periferiche.

Le attività di scambio, di cooperazione decentrata, di collaborazione a progetti internazionali e di condivisione di informa-zioni e buone pratiche sono solo alcune delle tante possibilità che i Giovani di Cro-ce Rossa hanno per relazionarsi con una dimensione internazionale, troppo spesso sottovalutata dalle piccole realtà locali. Al termine dei lavori, i formatori si sono impegnati ad approfondire e aggiornare la loro preparazione e ad offrire supporto continuo al territorio sia per le attività formative che per i progetti che avranno luogo sul territorio nazionale. Articolo pervenuto per tramite di Chiara Correndo, Gruppo Giovani CRI di Carma-gnola (TO) e Rosa Palmisano, Gruppo Gio-vani CRI di Fasano (BR) Marco Galassi Redazione PIONews [email protected]

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Ad un arresto cardiaco si può sopravvivere Ad un soccorso in ritardo no Si è dato avvio ad aprile all''edizione 2011 di Trenta Ore per la Vita, la campagna di sensibilizzazione di raccolta fondi che quest'anno sosterrà Croce Rossa Italiana, coinvolgendo direttamente poco meno di 500 Unità territoriali C.R.I. in tutta Italia. La campagna culminerà con una settimana di sensibilizzazione e di raccolta fondi rea-lizzata all'interno dei palinsesti televisivi, radiofonici e multimediali della RAI 25 a-prile al 1 maggio per proseguire, con altri eventi ed iniziative in tutta Italia, fino al 30 settembre. Inoltre, l'iniziativa prevede che dal 28 aprile all' 8 maggio 2011 nelle piazze siano allestiti, a cura delle Unità territoriali C.R.I., dei gazebo dedicati. L'Associazione Trenta Ore per la Vita, con i progetti della campagna di raccolta fondi 2011 a favore di C.R.I., si impegna all'ac-quisto di defibrillatori semiautomatici e-sterni (DAE) e di kit di primo intervento per rianimazione con l'obiettivo di aumentare la disponibilità delle attrezzature mediche salvavita nei luoghi pubblici e in particola-re nelle strutture sportive (campi da gioco, palestre, piscine) e scuole pubbliche, pre-senti sul territorio nazionale e prive di tali presidi." . I volontari e gli operatori di Cro-ce Rossa Italiana terranno corsi di forma-zione BLS-D (Basic Life Support - Defibrilla-tion) per il personale degli istituti benefi-ciari della raccolta, che forniranno cono-scenze essenziali sulle manovre da compie-re in caso di arresto cardiaco e su come eseguire la defibrillazione precoce su adul-ti e bambini. L'Associazione "Trenta Ore per la Vita" ha finora portato a termine più di 730 progetti concreti di assistenza, ricerca e prevenzio-ne, che hanno aiutato e continuano ad aiu-

tare migliaia di persone in tutta Italia e in molti paesi nel resto del mondo. "Trenta Ore per la Vita" rappresenta l'unica esperienza in Italia di sensibilizzazione e rac-colta fondi, promossa e organizzata da un ente non profit in favore di altre associazioni e organizzazioni di volon-tariato. Nata come Associazione Italiana Mille Ore per la Vita-Onlus, è stata co-stituita nel 1993 da un gruppo di professionisti dello spettacolo e della comunicazione che hanno voluto mettere a disposizione la loro professionalità e noto-rietà a favore di chi vive in gravi condizioni di disagio. Risalta tra i nomi dei soci fondatori quello di Lorella Cuccarini, generosa e infaticabile testimonial dell'Associazione. "Essere parte integrante di un progetto che salva la vita delle persone - dice Patrizia Ravaioli, Direttore Generale della Croce Rossa Italiana - rappresenta per tutti un'oc-casione straordinaria per aiutare il prossimo. Ringrazio l'organizzazio-ne di Trenta Ore per la Vita per aver condiviso con noi questa impor-tante iniziativa e rin-grazio tutti i volontari e operatori della Croce Rossa Italiana, che co-stantemente lavorano per gli altri, dell'entu-siasmo che sono certa metteranno nell'acco-gliere questa ulteriore

sfida. Arriva un momento in cui i principi e i valori devono passare dall'enunciazione alla concretizzazione. Bisogna scendere in piazza tutti insieme per una causa che di-rettamente o indirettamente riguarda o-gnuno di noi, nessuno escluso." Marco Galassi Redazione PIONews [email protected]

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Page 18: PIONews aprile 2011

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