ForumItalia aprile 2011

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In principio fu Vallettopoli >PAG. 67 >PAG. 28 INTERNI Scandalo auditorium A Ravello è bufera >PAG. 10 IN PRIMO PIANO L’enigma di Marchionne Vado negli Usa o resto? >PAG. 88 MUSICA Carmen Consoli canta le donne ATTUALITA’ La Bat-casa di Moratti jr Ora il sindaco è nei guai Periodico di informazione - «Tariffa R.O.C.» Poste Italiane Spa. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, Dbc Napoli. Aprile 2011 Euro 6,00 Dai festini nelle discoteche della Milano da “sniffare” a quelli di Arcore: lo scandalo che ha cambiato l’Italia Un’inchiesta sui ricatti dei paparazzi che ha anticipato i tempi del “bunga bunga” In principio fu Vallettopoli

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Il numero di aprile 2011 di ForumItalia: in principio fu Vallettopoli. Dai festini nelle discoteche della Milano da “sniffare" a quelli di Arcore: lo scandalo che ha cambiato l’Italia

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In principiofu Vallettopoli

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INTERNI

Scandalo auditoriumA Ravello è bufera

>PAG. 10

IN PRIMO PIANO

L’enigma di MarchionneVado negli Usa o resto?

>PAG. 88

MUSICA

Carmen Consolicanta le donne

ATTUALITA’

La Bat-casa di Moratti jrOra il sindaco è nei guai

Periodico di informazione - «Tariffa R.O.C.» Poste Italiane Spa. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, Dbc Napoli.

Aprile 2011Euro 6,00

Dai festini nelle discoteche della Milano da “sniffare”a quelli di Arcore: lo scandalo che ha cambiato l’Italia

Un’inchiesta sui ricatti dei paparazzi che ha anticipato i tempi del “bunga bunga”

In principiofu Vallettopoli

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CAPITALEFOCUS

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Editoriale__Forum Italia 7

onne pronte a tutto pur di gua-dagnarsi una foto accanto a unvip, personaggi famosi che

strappano assegni onerosi pur di salva-re la propria reputazione e addiritturaun politico fotografato accanto a transe il tutto condito da una valanga dicocaina e prostituzione.Prima del bunga bunga ci fuVallettopoli. Era il 2006, e il mondodello spettacolo tremò sotto i colpiinferti dallo scandalo che ha il volto e itatuaggi del paparazzo per eccellenza,Fabrizio Corona e della sua società chericattava ed elargiva belle donne aimprenditori esigenti.Nonostante i silenzi del compagno diBelen Rodriguez i nomi, piano pianoche le indagini andarono avanti, ven-nero fuori e coinvolsero tutte le show-girl più belle e desiderate: da FlaviaVento ad Aida Yespica, da AlessiaFabiani a Francesca Lodo, passandoper Fernanda Lessa, Francesca Versacee Sara Tommasi. Tutte coinvolte perdifferenti ragioni ed alcune di loropronte a vendersi a ricchi acquirentidurante incontri organizzati dall’agen-zia di Corona. Almeno così dicono leintercettazioni. Non manca la droga. Alcuni hannoconfessato l’uso personale, ma non ilrivenditore. Woodcock non ci sta e allaYespica ha risposto: “Ma insomma, stacocaina la prendiamo dagli alberi?”.Dalle intercettazioni viene fuori unachiaccherata fra Fernanda Lessa eun’altra persona: “Ma come ci vediamostasera? Con o senza?”, chiede la

modella brasiliana. E la risposta, anchenell´intercettazione telefonica, ha ilpunto esclamativo: “Con!”. E vuol dire,si legge nelle carte, con la cocaina.In quel 2006 lo scandalo non era adArcore, ma nelle discoteche dellaMilano da bere e “sniffare”. “Ci si ritro-va in discoteca, a volte. Non posso, nonposso fare i nomi, non mi va di fare inomi”, disse Francesca Lodo al pm. Inrealtà si legge nelle carte che BelenRodriguez, amica e collega della Lodo,“una pista l’ha fatta con me. Nei bagnidell’Hollywood”. Tra le persone coin-volte c’è anche Barbara Berlusconi,fotografata accanto ad uno sconosciutoche non era il suo ragazzo alla discote-ca Hollywood di Milano. Parte la trat-tativa, che si chiuderà alla fine con ilpagamento di 20.000 euro da parte di

Silvio Berlusconi. Nella bufera finisco-no anche Lapo Elkann, ErosRamazzotti e Francesco Totti. In questo numero di ForumItalia cioccupiamo anche della Fiat: SergioMarchionne alla fine la porterà aDetroit oppure la lascerà a Torino? Ilvoto di Mirafiori ha premiato l’ammi-nistratore delegato della più grandeazienda italiana, eppure il pressing sugoverno, sindacati e operai continua.Una fotonotizia ci ricorda il disatro inGiappone, dove un terremoto ha pro-vocato uno tsunami che ha causatodecine di migliaia di vittime.All’interno dell’inserto Campania, poi,alcune pagine sono riservate all’avveni-ristico parcheggio Morelli, sorto inpieno centro: potrà ospitare convegni,spettacoli e kermesse. ■

>>> EDITORIALE

Prima del bunga bungatra droga e fotoricatti

DI EMILIA VELARDI COLASANTI

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SOMMARIO

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LO SPECIALEVallettopoliLa prima inchiestasui party milanesidi Viviana Lanza

INTERNICastrazione chimica?Jacko fa sempre discuteredi Federico Torresi

Corona, Belen e il bosse una telefonata sospetta

Auditorium della vergognaE Niemeyer alza la vocedi Arturo Perrella

La lezione di RiccòUna follia senza arginidi Salvatore Antonini

Il crollo delle Universitàdi Andrea Venturato

Donna coraggio o truffatrice?La madre di Adelaide in galera (a.v.)

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EDITORIALE

Prima del Bunga bungatra droga e fotoricattidi Emilia Velardi Colasanti

PRIMO PIANO

Vieni via con meTorino o Detroit?La Fiat a un biviodi Giovanni Ussano

Le tappe dell’alleanzaGià pronti 34 nuovi modellidi Carlo Mancino

Le frasi celebri dell’ad“La Fiat salva grazie a noi”di Gennaro Perrotta

IL DRAMMA

Morte, crisi e nucleareIl Giappone in ginocchio

In principiofu Vallettopoli

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INTERNI

Scandalo auditoriumA Ravello è bufera

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IN PRIMO PIANO

L’enigma di MarchionneVado negli Usa o resto?

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MUSICA

Carmen Consolicanta le donne

ATTUALITA’

La Bat-casa di Moratti jrOra il sindaco è nei guai

Periodico di informazione - «Tariffa R.O.C.» Poste Italiane Spa. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, Dbc Napoli.

Aprile 2011Euro 6,00

Dai festini nelle discoteche della Milano da “sniffare”a quelli di Arcore: lo scandalo che ha cambiato l’Italia

Un’inchiesta sui ricatti dei paparazzi che ha anticipato i tempi del “bunga bunga”

In principiofu Vallettopoli

Direttore responsabile Emilia Velardi Colasanti

Società editrice ForumItalia Edizioni s.c.r.l.Via Astura n. 2 - 00183 Roma

Direzione, redazione, amministrazione e pubblicitàVia Giuseppe Orsi, 36 - 80128 Napoli Tel. 081/5586195 - Fax 081/5564901Redazione romana tel. 06/87908943

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Consulenza fotograficaGennaro Giorgio

Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensierodi chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale

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PERIODICO D’ INFORMAZIONE

APRILE 2011

Giornale associato

all’Unione Stampa

Periodica Italiana

8 Forum Italia__Sommario

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Sommario__Forum Italia 9

ESTERI

“Compagni, consumareè glorioso”di Diego Silvestri

Stati Uniti come l’ItaliaCandidato “made in Fox”di Simone Evi

Arabia, il voto alle donneper prevenire le proteste(s.e.)

MEDICINA

Rivoluzione laserRisultati importanticon pochi trattamentidi Bruno Camillò

Disabilità motorie,la Fondazione Ariela sostegno delle famigliedi Arturo Conti

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ATTUALITÀ

Moratti jr e la Bat-casaE il sindaco finisce nei guaidi Vincenzo Bernardi

Caro Mark ti sfidodi Carlo Mancino

Addio palinsesti e dvdIl futuro della tv è adessodi Michele Cioce

Telecomando irrinunciabileIl sesso può aspettaredi Arturo Pinto

ECONOMIA

Trasparenza e legalità,al Sud mancano i controllidi Carlo Carratore

Collegato Lavoro,l’Italia volta paginadi Stefano De Biasi

Il Congresso Unagraco sulla revisione legaledi Luca Miceli

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SPECIALECAMPANIA“Morelli”, la Napoli più belladi Giuseppe Giorgio

Il garage diventa Agorà (g.g.)

Sport, Salerno tra i grandidi Carlo Mancino

Premio Aulisio a Malvonedi Gennaro D’Amore

L’associazione Rizzotto:liberiamo Melito dai rifiuti

“Le scarpe di Connie”di Marco Caiazzo

Stabile e Ntf a De Fuscodi Giorgio Rossi

Il coiffeur dell’arte (g.g.)

Il ritorno di Palmieri (g.g.)

Voto e camorra a Gragnano

Appalti truffa, sei arresti

Campania a banda larga (g.r.)

Vip Champion a Capri

Grande vela nel Golfo

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XXV

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XXXI

SOCIETÀ

&CULTURA

Carmen canta le donnedi Nello Romano

Zalone, Bisio e Brizzifanno divertire gli Usadi Chiara Giannotta

SPORT

Antonietta saltanella storiadi Andrea Venturato

Jimbo è il migliore?di Gianni Donatelli

Gentile jr: mi manda papàdi Vittorio Bianchi

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10 Forum Italia__Primo piano

VViieennii vviiaa ccoon me?

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Primo piano__Forum Italia 11

Torinoo Detroit?La Fiata un bivio

Vieni via coonn mmee??

DI GIOVANNI USSANO

Attuazione del piano Fabbrica Italia entro il 2014,governabilità degli stabilimenti e rispetto degli accordi:queste le condizioni poste da Marchionne per nonlasciare il Paese. Ma al Lingotto potrebbe non bastare.

a Fiat “non ha alcuna intenzione di lasciare l’Italia”,vuole “restare e investire, ma ha posto una serie di con-dizioni per continuare ad essere presente in questo

Paese”. L’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne,al termine dell’audizione alla Camera, lo ha detto chiaramen-te. E le condizioni le ha pure indicate: l’attuazione del pianoFabbrica Italia, da 20 miliardi di euro entro il 2014, che viene“confermato” a fronte di “due certezze”; la “governabilitàdegli stabilimenti” ed il “rispetto degli accordi”, principio“sacrosanto”. Punti a cui è, a sua volta, “condizionata” la scel-ta sul quartier generale del gruppo, dopo la fusione conChrysler. “Se si realizzeranno le condizioni” che sono allabase del progetto, “allora il nostro Paese sarà in grado dimantenere la sede legale”, afferma. E non solo: “Se riusciamoa portare l’utilizzo degli impianti dall’attuale 40% all’80%,siamo pronti ad aumentare i salari portandoli ai livelli dellaGermania e della Francia”. E anche “al passo successivo, cheè la partecipazione dei lavoratori agli utili d’azienda. Ma èchiaro - evidenzia - che, prima di parteciparli, gli utili dob-biamo farli”.

L

>>> PRIMO PIANO

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FJ

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Primo piano__Forum Italia 13

Marchionne ha parlato alle commis-sioni riunite Attività produttive eTrasporti sul piano industriale dellasocietà. Ha messo da parte il consuetomaglione blu, è arrivato in abito grigio,camicia celeste e cravatta azzurra: unlook inusuale che non è pasato inos-servato e non ha mancato di catturareanche i complimenti di alcuni parla-mentari. Parla del cuore e delle radiciitaliane della Fiat, ormai “una multina-zionale”. “Se il cuore è e resterà inItalia, la nostra sede sarà in più posti: aTorino, per gestire le attività europee; aDetroit, per quelle americane; maanche in Brasile e, in futuro, una inAsia. Significa avere sedi operativediverse ma perfettamente complemen-tari”, ribadisce l’ad, “non c’è nulla distrano in questo: non si tratta di rinne-gare le proprie radici ma anzi di pro-teggerle, di garantire al passato il futu-ro”. Marchionne sottolinea, comunque,che “la scelta sulla sede legale non èancora stata presa. Sarà condizionatada alcuni elementi di fondo”, spiega: ilprimo è “il grado di accesso ai mercatifinanziari”, il secondo “ha a che farecon un ambiente favorevole allo svi-luppo del settore manifatturiero equindi anche con il progetto FabbricaItalia”. Quanto a Chrysler “non penso -dice parlando dopo l’audizione - che cisia alcuna necessità di arrivare allafusione prima del 2014” ma, aggiunge,“lascio le porte aperte”. Allora, “quan-do avremo due entità legali si porràevidentemente un problema di gover-nance”. Marchionne tiene a sottolinea-re il “rispetto per questo Paese e le sueistituzioni e la fiducia nel futuro dell’a-zienda e dell’Italia”. Vuole spazzare viale “polemiche” di questi mesi, dopo gliaccordi (non sottoscritti dalla Fiom-Cgil) di Pomigliano e Mirafiori, cheservono “solo a far funzionare megliola fabbrica, senza intaccare nessundiritto”. Respinge le “critiche e le accu-se ricevute” che giudica “offensive eingiuste. E’ assurdo e demenziale chequalcuno sia arrivato a denigrare inostri prodotti e ad avanzare dubbi

sulla strategia”. E, quindi, parla deinuovi modelli: 7 che saranno lanciatiquest’anno, compresa la nuova Panda;34 al 2014. Sottolinea la necessità della“condivisione” del piano da parte deisindacati e assicura che “non abbiamomai chiesto condizioni di lavoro cinesio giapponesi, ma condizioni minimedi competitivita”‘. A chi gli chiede se ilproblema è la Fiom, si limita a rispon-dere: “Non mi metta parole in bocca”.Oggi, continua, “nessuno può accusarela Fiat, guardandola negli occhi, dicomportamenti scorretti, di vivere allespalle dello Stato o di voler abbando-nare il Paese” (“abbiamo gestito la crisisenza il minimo aiuto o assistenzadallo Stato”). Davanti c’è “una sfida chesi può vincere”: Marchionne parla dei“progetti ambiziosi che partono pro-prio dall’Italia e che si inseriscono inquesto sforzo di rafforzare la presenzaglobale della Fiat”. Con le sue parole,“ha definitivamente e pubblicamentespazzato via ogni lettura strumentale”,commenta il ministro del Lavoro,

Maurizio Sacconi: “Ora basta con iprocessi alle intenzioni”. Marchionnenon incontra il leader della Cisl,Raffaele Bonanni, ma riparte subitodopo l’audizione, liberandosi della cra-vatta. Dopo aver assicurato, davanti aideputati: “Io sono rimasto a fare ilmetalmeccanico”.

Ma Torino teme l’addio.L’ipotesi delle quattro teste e le rassicu-razioni di Sergio Marchionne al mini-stro Sacconi non tranquillizzano peròTorino, che continua a temere l’ipotesidi un trasferimento a Detroit del quar-tiere generale del gruppo. Il timore èche negli Usa vengano spostate le fun-zioni strategiche e direzionali dell’a-zienda, mentre è più diffusa la convin-zione che non vengano toccati ilCentro Stile e il Centro Ricerche.Secondo stime circolate a Torino, laRegione perderebbe tra i 180 e i 200milioni di Irap, l’imposta regionalesulle attività produttive. In pratica il 7-8% degli introiti dell’amministrazione

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regionale. “Occorre che venga fatta chiarezza a un tavoloistituzionale - ribadisce il sindaco Sergio Chiamparino, alquale i vertici del Lingotto hanno promesso un incontro -sugli obiettivi di Fabbrica Italia e sui passaggi successivi.Sarebbe inaccettabile che la sede legale della Fiat si spostas-se da Torino. Perché l’azienda si chiama Fabbrica ItalianaAutomobili Torino e quindi deve restare a Torino, altrimen-ti non sarebbe più Fiat”. L’ipotesi del tavolo istituzionale nonpiace però alla Regione: “Non si può aprire un tavolo suogni cosa, molte volte i tavoli fanno solo perdere tempo”,osserva Massimo Giordano, assessore alle AttivitàProduttive. Gravi le ripercussioni che lo spostamento dellasede negli Usa avrebbe sull’indotto. La Cna, in un convegnoorganizzato sul tema, lo afferma con decisione: significhe-rebbe “un declino inesorabile” per il sistema industriale del-l’automotive che in regione conta circa 1.600 imprese, con16 mila addetti. Piero Fassino parla di “sconcerto per ledichiarazioni di Marchionne, perché smentiscono quantosostenuto nelle settimane precedenti”. Il centrodestra conti-nua ad avere un atteggiamento diverso: per l’assessoreGiordano “sta a noi creare il clima perché la Fiat mantengaa Torino il braccio, oltre che la mente”, mentre AgostinoGhiglia, vice coordinatore del Pdl piemontese osserva che“l’unica arma è la competitività e non si ha speranza se sigioca solo sullo spirito di appartenenza al territorio”. LaUilm torinese chiede un incontro urgente tra i sindacati fir-matari dell’accorso su Mirafiori e la Fiat, “per dissiparequalsiasi dubbio sulla possibilità che sposti in America testae cuore dell’auto”.

In Russia correrà da sola.La Fiat correrà da sola sul mercato russo. A una settimanadalla rottura dell’alleanza con Sollers, il Lingotto ha decisodi andare avanti senza nessun partner, con un progetto cheprevede la creazione di una capacità produttiva fino a300.000 veicoli l’anno. In Italia, dove i titoli non subisconoparticolari contraccolpi dal taglio del rating di Standard &Poor’s e dalle sue previsioni negative, si riscalda il clima sin-dacale in vista dell’apertura del confronto all’ex carrozzeriaBertone, nella quale la Fiat conta di investire 500 milioni dieuro per produrre un modello Maserati. L’azienda vuole unaccordo come quelli di Mirafiori e Pomigliano, ma la Fiom,che in fabbrica è largamente maggioritaria con il 65% deivoti dei lavoratori e 9 delegati su 15, sembra cercare unaprova di forza. L’assemblea dei lavoratori, da sei anni incassa integrazione, ha approvato la piattaforma messa apunto dalle Rsu, ma in sostanza dalla sola Fiom. La Fismicparla di “metodi simili a quelli di Gheddafi”, la Uilm “dicomportamento vergognoso”, la Fim di posizione “inaccet-tabile”, mentre per l’Ugl “è necessario porre le condizioniper un dialogo serio e responsabile”. Per la Fiat sono quindiancora giorni caldi. Sergio Marchionne, che la prossima set-

timana presenterà al Salone di Ginevra, i nuovi attesimodelli, si prepara a giocare nuove partite complesse.Velocemente ha dovuto risolvere la questione aperta sulfronte russo, dove è in corso un vero e proprio valzer dialleanze. La Sollers, dopo la rottura con Fiat si è alleata conla Ford, mentre la Volkswagen ha siglato un accordo conGaz, numero due del settore in Russia e di proprietà delmiliardario Oleg Deripaska. Intesa che prevede una produ-zione di oltre 100 mila vetture l’anno targate Vw e Skoda. Itempi erano stretti perchè Mosca ha chiesto alle case auto-mobilistiche straniere di presentare un progetto di produ-zione nel Paese entro fine aprile. La Fiat ha già presentato alministero dello Sviluppo economico della FederazioneRussa un memorandum d’intesa relativo al progetto per lalocalizzazione della produzione e la distribuzione in Russiadi autovetture e veicoli commerciali. Il Lingotto confermal’obiettivo di vendere 280.000 vetture nel 2014 con unaquota del 7%, come previsto dal piano del 21 aprile 2010.

Il referendum di Mirafiori.Anche il voto in fabbrica ha premiato Marchionne, chedopo il referendum che ha dato il via libera all’investimen-to per il suv Jeep e Alfa è volato negli Usa. Davanti ai can-celli, la Fiom rassicura gli operai: “Resteremo al vostro fian-co”. Ma la nuova cassa integrazione è imminente: per due

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Primo piano__Forum Italia 15

settimane a febbraio sono rimasti a casa anche i milleimpiegati degli enti centrali di Torino.Agli operai intanto Marchionne promette salari più alti,fino al livello della Germania e della Francia e scommetteanche sulla loro partecipazione agli utili. In una lunga inter-vista, l’amministratore delegato della Fiat spiega che l’accor-do verrà esteso anche Melfi e Cassino e smentisce per l’en-nesima volta la possibile vendita dell’Alfa Romeo, ma anchequella dei veicoli industriali.Marchionne fa un mea culpa per avere “sottovalutato l’im-patto mediatico di questa partita” e “un sindacato che avevaobiettivi politici e non di rappresentanza di un interessespecifico. Sono convinto - afferma - che le nostre ragionisiano ottime, ma non sono riuscito a farle diventare leragioni di tutti. Mi sembrava chiaro: io lavoratore posso faredi più se mi impegno di più, guadagnando di più”. L’intesadi Mirafiori, che il Financial Times definisce “la grande vit-toria di Fiat”, non si tocca: “Le urne hanno detto che il sì haavuto la maggioranza. Il discorso è chiuso”. Adesso, dichia-ra Marchionne, “comincia il mio compito. Ci sono due votiche mi preoccupano: quello di chi ha votato no su informa-zioni sbagliate e quello di chi ha votato sì per paura. Voglioconvincerli, spiegare chi sono”.Le parole dell’ad Fiat fanno discutere. “La partecipazioneagli utili è d’obbligo”, commenta il leader della Cisl, Raffaele

Bonnanni che non sa immaginare “una fabbrica senza laFiom, ma neppure solo con la Fiom” e ribadisce che “non siriapre la trattativa”. Per l’Ugl il sindacato non è pronto, men-tre Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, ricordache “per adesso ai salari dei lavoratori mancano 1.200 europerché la Fiat ha tagliato i premi aziendali”. SusannaCamusso, numero uno della Cgil, rileva che “Marchionnecontinua a non raccontare qual è il piano di Fabbrica Italia”.“Ora si scriva il contratto per Mirafiori” chiede il segretariogenerale Uilm, Rocco Palombella. E aggiunge: “Per i lavora-tori di Mirafiori il 13 e 14 gennaio resteranno date indimen-ticabili che segneranno un cambiamento radicale di demo-crazia sindacale e di rapporti tra le organizzazioni sindaca-li”.Sul fronte politico il segretario del Pd Pierluigi Bersani invi-ta le forze sociali e politiche ad assumersi le loro responsa-bilità e a definire “un modello di rappresentanza, di dirittisindacali, di esigibilità dei contratti”. Per il coordinatore delPdl, Sandro Bondi, l’intenzione della Cgil di ricorrere ai tri-bunali “dimostra che per una parte della sinistra la magi-stratura è diventata un surrogato della democrazia”, mentreAdolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà,sottolinea che “la sfida per la nuova Fiat è una sfida delPaese”. GLI OPERAI - Sì all’accordo Fiat-sindacati per Mirafiori“per la famiglia, per i miei figli”: 58 anni, 25 passati in fab-brica, un operaio ha il viso segnato dalle lacrime all’esternodei cancelli ‘due’ su corso Tazzoli a Torino. E’ rimasto là, indisparte, lontano dai rumorosi presidi dei sindacati, insilenzio, lasciando lo stabilimento subito dopo aver votatoal referendum. Rappresenta tanti lontani da sigle sindacali eposizioni politiche: “Abbiamo sentito tante persone impor-tanti, le cose che hanno detto in tv, quello che diceMarchionne e quello che dice la Fiom. Ma in fabbrica cisiamo noi. E siamo noi a fare i conti a casa a fine mese. Nonè giusto, ma devo votare sì”. Anni alla linea di montaggio,ora addetto al collaudo. Pugliese, di Foggia, come tanti delSud in fabbrica a Mirafiori. Antonio M. chiede di non cita-re il suo cognome: “Da fuori non potete capire, dentro lavita è difficile. Non ho detto nulla di male, ma qui per nullasi rischia un richiamo, di avere problemi”. Un sì piangendo.“Cosa potevo fare. Ci hanno scaricato questa responsabilità,ma non è giusto, come posso decidere io del futuro dellafabbrica che mi da il lavoro per portare avanti la famiglia. Iodevo pensare ai miei figli”. Il grande ha 22 anni, “disoccupa-to, non trova lavoro”. La seconda “studia, ha 18 anni, puòavere una vita diversa”. L’accordo? “E’ sbagliato. Va benelavorare di più, va bene cambiare i turni, le pause, gli orari.Io sono pronto. Ma allora perché devono mortificarci,toglierci i diritti. che c’entrano le malattie, gli scioperi, lerappresentanze”. Un sì per difendere il salario, “1.200 euroal mese. Mai pensato ad andare al ristorante”. ■

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16 Forum Italia__Primo piano

ra Fiat e Chrysler l’accordo del 20 gennaio 2009 nonprevede la fusione. L’amministratore delegato, SergioMarchionne, ha però parlato della questione più

volte, fino alle dichiarazioni più recenti, che hanno seguito ilreferendum di Mirafiori.L’accordo prevede l’acquisizione del20% iniziale con la possibilità di arriva-re fino al 35% attraverso tre acquisizionisuccessive a titolo gratuito del 5%, legate al raggiungi-mento di precisi obiettivi aziendali. E’ poi possibile una ulte-riore acquisizione, a pagamento, del 16%, esercitabile solodopo il rimborso del debito della casa americana ai governidi Usa e Canada. La prima acquisizione è stata annunciataDetroit lo scorso gennaio è legata alla certificazione delprimo motore con tecnologia Fiat per l’uso in America. Laquota detenuta oggi è quindi pari al 25%. Gli obietti-vi aziendali per conquistare le altre due quote del5% (gratuite) sono un volume di esportazioni peroltre 1,5 miliardi di dollari al di fuori dei PaesiNafta e l’offerta di auto Chrysler nel 90% dei con-cessionari Fiat brasiliani. Entrambi dovrebberoessere raggiunti nei prossimi mesi. Marchionne nonha escluso che entro quest’anno la quota possa essereportata al 51% acquisendo quindi anche l’altro 16% (a paga-mento) “perché le risorse ci sono”. Alla presentazione delpiano Fiat, Marchionne ha detto che “nel piano l’eventualitàdi una fusione non esiste, se poi diventerà necessaria nelfuturo, si analizzerà al momento opportuno”. Il 3 gennaio,giorno della quotazione in Borsa di Fiat Industrial,Marchionne ha affermato: “Non è in programma”. Infine, leultime dichiarazioni: “Nei prossimi due o tre anni potremmo

guardare a un’entità unica, prima dobbiamo integrarle dalpunto di vista operativo e poi ci occuperemo della governan-ce. Potrebbe avere base a Detroit”.

I nuovi modelli sul mercato nel giro di cinque anni.Tra autovetture e veicoli commerciali leggeri “stiamo parlan-do di 34 nuovi modelli nel giro di cinque anni”, di cui 7 che“presenteremo quest’anno”, ai quali “si aggiungono 17aggiornamenti di prodotto”. Sono queste le cifre indicate dal-l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, SergioMarchionne, nel corso dell’audizione alla Camera dello scor-so mese. Dopo un 2010, in cui “abbiamo deciso di limitare lapresentazione di nuovi prodotti - ha spiegato - il lancio dei

nuovi modelli è stato quindi riposizio-nato a partire dalla seconda metà del

2011”. Tra questi, anche la nuova Pandache uscirà a fine anno da Pomigliano. A Mirafiori, inve-

ce, il lancio commerciale dei futuri modelli Jeep e AlfaRomeo, “potrà avvenire nel corso del terzo o al massimo delquarto trimestre del 2012”, ha detto Marchionne.Ecco una scheda che riassume le prossime tappe, tenendoconto che due terzi dei nuovi modelli verranno prodotti da

Fiat, mentre 13 saranno costruiti da Chrysler. - MODELLI. Sono 7 i nuovi prodotti previsti per il

2011, 3 Chrysler e 4 Fiat. Ma gli anni sprint saran-no il 2012, con 10 prodotti (7 ‘made’ in Lingotto e3 con il marchio americano), e il 2013, quando neusciranno ben 11 (6 italiani, 4 americani e 1 a

doppio marchio). Per il 2014 sono in programmadue lanci, entrambi a marchio Chrysler.

- MARCHI. I sigilli sono in tutto 6: Fiat, a cui corri-spondono 9 prodotti, Fiat Professional (5), Lancia-Chrysler(8), Alfa Romeo (8), Abarth (1), Jeep (3). “La logica con cuiabbiamo disegnato il portafoglio prodotti prevede di averedue marchi globali, Alfa Romeo e Jeep”, ha sottolineatoMarchionne, aggiungendo che “stiamo lavorando perchél’Alfa possa tornare sul mercato americano entro la fine del2012”. E ancora: “Le gamme di Chrysler e Lancia sarannointegrate fra loro in Europa”. ■

Le tappe dell’alleanzaGià pronti 34 nuovi modelliFiat-Chrysler, l’accordo del 2009 non prevedela fusione. Si parte dal 20% con la possibilitàdi arrivare fino al 35% attraverso acquisizionisuccessive a titolo gratuito del 5%. Eppure...

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DI CARLO MANCINO

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ette anni vissuti intensamente, fatti di successi, diffi-coltà, ma anche di tante parole. L’era Marchionne allaFiat è fatta anche di una valanga di dichiarazioni

concesse alla stampa, che spesso hanno acceso un vivacedibattito. Pochi altri personaggi pubblici italiani si trascina-no dietro in ogni occasione un folto gruppo di giornalisti ecameraman, mai lasciati a mani vuote. Ecco una breve storia delle frasi ‘celebri’ dell’ad delLingotto. - 2004: il 1 giugno Marchionne viene nominato ad: “Fiat cela farà e tornerà ad essere quella che è stata”, sono le sueprime parole ai cronisti, ai quali assicura: “Prometto chelavorero’ duro, senza polemiche e interessi politici”. Il gior-no dopo è un po’ meno diplomatico: “La Fiat è da rifare,dobbiamo ricrearla competitiva”. A pochi mesi dalla nomi-na, a ottobre afferma: “Se non raggiungo il target stabilitoper il 2007 non ho il diritto di amministrare ancora”. - 2005: nell’anno della svolta Marchionne archivia la prati-ca Gm, chiude la pratica del convertendo e a Ginevraannuncia: “Il futuro è nostro”. Qualche mese dopo, ad ago-sto, ammette: “La fase di risanamento è dolorosa, non possofarci assolutamente niente”. - 2006: è l’anno del consolidamento, con il titolo che vola a15 euro in Borsa. Marchionne rivendica il lavoro fatto, sot-tolinea che la Fiat è stata risanata “senza Stato e senza stra-nieri” e che “si è salvata dall’estinzione, oggi è un luogo chesi chiama speranza”. - 2007: la rinascita è completa e l’ad dice che la Fiat “vuoleessere la prima della classe” e che “è pronta per la sfida conla Toyota”. L’ad è osannato da tutti e per lui ci sono giudizilusinghieri anche da sinistra: “Effetto Marchionne? Mi

sembra un’esagerazione totale”, si schermisce lui. - 2008: comincia la lunga crisi, con inevitabile scia didichiarazioni sul mercato (fino a “la festa è finita” di dicem-bre), ma anche il personale dissidio tra Marchionne e leagenzie di rating: “Trovo osceno dare un rating junk a chinon ha debito”, dice rivolto a Moody’s. - 2009: da una parte arriva l’accordo con Chrysler (“unmomento storico per l’industria italiana”), ma dall’altra si faseria la situazione occupazionale: “Il rischio che 60.000lavoratori del comparto auto, in Italia, restino a casa, se nonci sarà un intervento del governo, è reale”, avverte. Si apre loscontro con il governo sugli incen-tivi, senza il cui rinnovo, avverte,“sarà un disastro” con le “fabbrichea rischio”. Scontro che si rinnovasulla chiusura di Termini Imerese,giudicata dall’allora ministroClaudio Scajola “una follia”: “Peresperienza mia personale prima diusare un linguaggio pesante comefollia uno dovrebbe capire i dati”,ribatte. - 2010: la crisi continua e le pole-miche sindacali si fanno semprepiù accese. Marchionne difendel’azienda: “Non abbiamo mai licenziato, è ingiusto picchiar-ci” e “contro di noi un tiro al bersaglio”, dice, e poi rilanciasul piano per l’Italia: “Accettare il piano o ipotesi B nonbella”. Al meeting di Cl propone di dire basta a una visione“di lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai”. Si con-suma lo scontro sui tre operai di Melfi, su Pomigliano, suMirafiori (“senza Italia faremmo meglio”), l’atmosfera, conminacce diffuse, si fa sempre più pesante. A ottobre, ama-reggiato, commenta: “Il paese ha perso il senso istituziona-le, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dellozoo e sono usciti tutti”. La dichiarazione ha una valenzachiaramente politica anche se, in tante occasioni,Marchionne ha ripetuto: “Io in politica? Macchè, faccio ilmetalmeccanico”. ■

Le frasi celebri dell’ad“La Fiat salva grazie a noi”Sette anni fatti di successi, difficoltà, ma anche ditante parole. L’era Marchionne a Torino è fatta diuna valanga di interviste concesse alla stampa,che spesso hanno acceso un vivace dibattito.

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DI GENNARO PERROTTA

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津波Tsunami

Morte, crisie nucleare

Il Giapponein ginocchio

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a terra trema in Giappone. Il terremoto, il settimopiù forte tra quelli mai registrati al mondo, il primonella storia del paese, l’ha messo alle corde.

L’epicentro è nelle acque del Pacifico, a un centinaio di chi-lometri dalla prefettura settentrionale di Myagi. La scossa,di magnitudo 9, provoca uno tsunami che rade al suolointeri villaggi. Il mare penetra fino a cinque chilometri nel-l’entroterra e manda in tilt i sistemi di raffreddamento dellacentrale nucleare di Fukushima Daiichi.Ore 14:46 locali. All’ora esatta in cui la terra ha tremato, ilGiappone si è fermato. Amara certezza, pare quella di aversuperato il triste primato del terremoto di Kobe del 1995.Le autorità parlano di oltre 30.000 morti e almeno 50.000dispersi, ma la realtà sul terreno fa temere che si tratti distime molto ottimistiche. Il premier Naoto Kan non ha esi-tato a definirla “più grave crisi dalla Seconda Guerra mon-diale”. Pari a centinaia di miliardi di euro le possibili rica-dute sull’economia. In ginocchio è però soprattutto il nord-est.

L’esodo degli abitanti in fuga da macerie e minaccia nuclea-re alimenta anche l’allarme umanitario. Neve e clima rigidorallentano i soccorsi e a pagare sono soprattutto vecchi ebambini. A un mese dalla prima grande scossa, le speranzedei soccorritori sono ormai poco più che teoriche. Madri efigli, fratelli e sorelle: ogni giorno, si ripete in compenso lacerimonia degli abbracci e dei ritrovamenti. Quest’uomoancora non è riuscito a rintracciare i suoi cari.“Sono tornato sui luoghi dove sorgeva la nostra casa – dice– ma non c’era più. La famiglia è stata sparpagliata, ma ibambini pare siano sopravvissutiSpettrale il paesaggio che la catastrofe si è lasciata alle spal-le. Numerose città del nord-est sono state completamenteabbandonate. I più fortunati hanno lasciato il paese. Altrihanno imboccato la via del sud, senza altra meta se nonquella di ricominciare altrove tutto da capo.Ma c’è già la crisi dietro l’angolo. Industrie chiuse, soprat-tutto le grandi case automobilistiche. E molti sono scappa-ti da Tokyo, la capitale che ha perso sinora centinaia dimigliaia di cittadini, in fuga dalle radiazioni e alla ricerca diuna serenità che non c’è più.

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20 Forum Italia__L’inchiesta

VALLETTOVALLETTO

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L’inchiesta__Forum Italia 21

La primainchiestasui partymilanesi

POLI

DI VIVIANA LANZA

Dai festini ad Arcore a quelli nelle discoteche della cittàda bere o da “sniffare”. Tutto ebbe inizio con lo scandalogiudiziario sui ricatti dei paparazzi per migliaia di fotoche avrebbero compromesso i vip. O presunti tali.

allettopoli: la prima inchiesta sulle feste milanesi. Nodonne? No Party! Ormai sembra funzionare così. Daifestini ad Arcore a quelli nelle discoteche della

Milano da bere o da “sniffare”. In principio fu Vallettopoli,scandalo giudiziario sui ricatti dei paparazzi per foto cheavrebbero compromesso i vip e per le tirate di cocaina difamosi, o aspiranti tali, sui tavoli dei locali notturni. Poi èscoppiato il Ruby-gate, un ciclone che ancora si agita tra ilpalazzo di governo e gli uffici giudiziari. In ogni caso, al cen-tro della storia ci sono donne. Belle, giovani (talvolta anchetroppo!), ambiziose, disposte a tutto pur di avere un posto intv. Si sono guadagnate più popolarità per essere state coin-volte in un’ inchiesta della magistratura che per le sgambet-tate da vallette in tv. Perché in Italia accade che si diventifamosi più velocemente così, che percorrendo la strada delladura gavetta. Aida Yespica, AnaLaura Ribas, Alessia Fabiani,Francesca Lodo, Sara Tommasi, Belen Rodriguez, FernandaLessa, Elisabetta Gregoraci. Sono alcune delle showgirl fini-te, loro malgrado, nell’occhio del ciclone Vallettopoli. Sonopassati quasi cinque anni dal primo filone avviato da unapiccola Procura, quella di Potenza.

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>>> L’INCHIESTA

POLI

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E oggi molte delle showgirl coinvoltenello scandalo non perché avesserocommesso reati (più che altro per lapioggia di intercettazioni da cui sonoemersi i loro nomi, le loro amicizie, lefeste a base di coca all’Hollywood,rinomato crocevia della movida mila-nese), dicono di aver voltato pagina. Quasi tutte, dopo Vallettopoli, sonoirrimediabilmente cadute nell’obliomediatico. Qualcuna ha trovato una diversadimensione di vita e ora è moglie emamma, e si dice felice e impegnata.Altre, invece, sono state dimenticate eda tempo sono fuori dagli schermitelevisivi e dalle copertine dei magazi-ne di gossip. Tranne Belen, la bellasimpatica e pure brava (lo ha dimo-strato all’ultimo festival di Sanremo),che fa impennare gli indici di ascolto esi conquista le prime pagine per la suastoria d’amore con Fabrizio Corona. Lui, il paparazzo per eccellenza, cheper l’inchiesta Vallettopoli è finitoanche in carcere. La sua popolarità si èmoltiplicata dopo il caso giudiziario. Ilsuo temperamento, i silenzi e le rivela-zioni choc, le telefonate a sorpresa nelcorso di trasmissioni televisive, itatuaggi e il matrimonio naufragatocon Nina Moric, il suo archivio di foto“scottanti” su cui si continua a dire ditutto e di più. Corona e i fotoricatti.

Secondo le accuse della magistratura,si sarebbe fatto pagare fior di quattriniper non pubblicare scatti compromet-tenti che avrebbero rovinato famiglie ocarriere. Nella sua rete sarebbero finitipolitici, imprenditori, calciatori, show-girl. Il 2 dicembre 2010 è arrivata lasentenza della Corte d’appello del tri-bunale di Milano. Corona è stato con-dannato a un anno e cinque mesi direclusione, a fronte dei tre anni e ottomesi del primo grado. Due dei quattrocapi di imputazione, relativi ai reati diestorsione e tentata estorsione, sonocaduti nel processo ma il re dei papa-razzi non l’ha presa bene. “Non sonocontento per un c....”, ha replicatouscendo dall’aula. “Non sono contentoper nulla e lotterò fino alla fine perchébisogna fare così se si crede in qualco-sa”. “Viviamo in un paese di m.... Nonsono orgoglioso di essere italiano”.

Corona e Lele Mora è un altro capitolodella storia, tra gossip e fascicoli giudi-ziari. Mora è l’agente dei vip, il supermanager sempre presente alle festedella domenica all’Hollywood. Nellasua scuderia ci sono personaggi notidel mondo spettacolo, starlette eragazze sconosciute al pubblico televi-sivo. Tutti si incontrano in quella discotecae molti raccontano ai magistrati chenei bagni del locale ci si scambiavadosi di cocaina. Ma nessuno fa nomi,nessuno indica chi vende la roba.Dalle bocche, spesso siliconate, dellebellone non escono fuori i nomi deifornitori della droga. Sì che il pm, nel corso di uno dei tantiinterrogatori, sbotta: “Ma insomma,mica questa cocaina cresce sugli alberia Milano?”. Loro, le belle, tentennano.“E’ che non voglio mettere nessuno nei

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casini... “. E quando si rendo-no conto che nei casini stan-no per finirci loro, qualcunaammette e racconta delletirate nei bagni e degli amiciche “offrivano” la droga.Un’ex letterina approdata aireality show racconta al pmWoodcock: “Qualche voltaqualcuno me la dà, ci incon-triamo in discoteca, all’Hollywood... non posso farei nomi, non mi va di fare inomi di chi la porta”. Ognitanto “quando li vedoall’Hollywood, mi fanno fareuna riga piuttosto che... manon è che io la prendo daloro, me la regalano. Inbagno, mi prendo... cioè mela mettono là e la faccio,basta... a volte hanno dellecanne. Un po’ di tutto”. E lastoria sembra essere notaproprio a tutti. “E’ notorioche all’Hollywood circolicocaina, un po’ come in altrilocali, e mi è capitato anchedomenica scorsa di vedereall’interno del bagno esternoal privè tre ragazze cubaneche assumevano cocaina”.“Lei mi invitava spesso adandare nei bagni dell’Hollywood - silegge in una delle testimonianze rac-colte dal pm - le domeniche sere in cuistavamo insieme con tutti i compo-nenti del gruppo Lele Mora, ma io nonla seguivo perché temevo l’effetto dellacocaina”. Gran parte della storia emer-ge più chiaramente dalle intercettazio-ni. “Stasera ci vediamo con o senza?”.La risposta è “con”, perché in quel gironon c’era festa senza lo sballo dellacoca e di ragazze disinibite. E sulpunto si apre un altro capitolo dell’in-chiesta, incentrato sui rapporti amica-li o sessuali. Secondo gli inquirenti,l’organizzazione forniva ragazze a per-sonaggi noti e meno famosi, ma ingrado di pagare cifre considerevoli,anche per eventi mondani. In alcuni

casi si sarebbe trattato, per l’accusa, divera e propria prostituzione. I magi-strati indagano sul filo della privacy. Euna delle starlette, ascoltata cometestimone, si infastidisce al punto daessere lei a fare una domanda al magi-strato. “Senta, ma se a me piace uno eci voglio andare a letto, lei che proble-mi ha? Non credo di doverle dire conchi vado o non vado a letto e se unovuole farmi un regalo di cinque o die-cimila euro, che problema c’è?”. Lei, labella di turno, è adulta e vaccinata e citiene a sottolinearlo. Non è l’unica chesi concede in cambio di un “regalo”.Dalle intercettazioni si evince chemolte di loro erano determinate adavere cinque minuti di notorietà e unconto in banca rinvigorito. E quindi,perché non accettare l’invito di un

politico o di un grosso imprenditore? Iricconi vogliono la presenza di ragazzecarine in barca o alle feste. Per un girosu uno yacht a Saint Tropez “ci dannoun gettone, è gente estremamentericca”, racconta una delle belle e “getto-nate”. Talvolta non serve andare allargo, basta sdraiarsi sui divani dellaFarnesina per un colloquio con l’amicopolitico che ti manda a prendere e ti fariaccompagnare a casa con l’auto blu. Etutto per un posticino in tv. Vallettine,soubrettine, letterine, aspiranti prime-donne trattate come “una vera porcel-la doc”, si sente nelle intercettazioni. Enel calderone, tra maldicenze e rivela-zioni, rischia di finirci anche chi la car-riera se l’è costruita da sola. Quandol’inchiesta Vallettopoli penetra nel pri-vato più intimo, a marzo 2007, si

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muove il Garante della privacy e vienevietata «con effetto immediato» a tuttigli organi di informazione la diffusio-ne di «fatti e condotte private che nonhanno interesse pubblico», di «notizie,dettagli e circostanze eccedenti rispet-to all’essenzialità dell’informazione» oche attengano a «particolari della vitaprivata delle persone diffusi in viola-zione della tutela della loro sfera ses-suale». La violazione di tale provvedi-mento costituisce reato, si sottolinea.Eppure lo scenario di Vallettopoliemerge soprattutto attraverso le inter-cettazioni. Dalle conversazioni captatedagli investigatori affiorano con chia-rezza cliché e abitudini dei vip di casanostra. Nella primavera del 2007 quandoesplode l’inchiesta Vallettopoli, la pic-cola procura di Potenza si trasforma inun set di Cinecittà. Sfilano vip e sou-brette, convocate dai pm per essereascoltate come persone informate suifatti. Sì, perché tutto la scandalo parteda Potenza, nasce da un fascicoloaperto dal pm Henry John Woodcock,un magistrato che catalizza l’attenzio-ne mediatica per i nomi dei protagoni-sti delle sue inchieste. Vallettopoli ini-zia svelando gli incontri alla Farnesinatra Elisabetta Gregoraci e il portavocedi Gianfranco Fini, Salvo Sottile. Leaccuse di concussione sessuale perSottile vengono poi archiviate. E laGregoraci esce e testa alta dalla gognamediatica e sposa il “billionaire” FlavioBriatore. Vallettopoli intanto va avantie raddoppia: Vallettopoli filone 1 efilone 2. Per competenza passa allaProcura milanese e viene affidata alpm Frank Di Maio che scava tra vizi esegreti ai tavoli dei locali della movidalombarda. Un’indagine che coinvolgepaparazzi, agenti dei vip, gli stessi“famosi”, politici, imprenditori, vallet-te. Molte delle accuse ipotizzate si ridi-mensionano, altre vengono conferma-te da intercettazioni e racconti di testi-moni. Circola un video sulla droga neibagni della discoteca Hollywood: letelecamere riprendono volti più o

meno noti che si calano sui lavandiniper una tirata di cocaina. Tra il 2007 eil 2008, gli agenti in borghese dellasquadra mobile di Milano documenta-no gli scambi e i consumi di cocainanelle aree riservate e controllate dallasecurity delle discoteche. Non c’è solol’Hollywood al centro di un’indagine,anche The Club, altro tempio dellaMilano by night. Nei privé di queilocali ci passa tutta gente che conta, tra

politici, manager, calciatori, uominid’affari. La Procura ipotizza un giro dimazzette per ammorbidire i controllinei locali notturni del capoluogo lom-bardo. Tra gli indagati, anche funzio-nari e dirigenti comunali e regionali,oltre a quelli che vengono ritenuti ipusher della discoteca. Droga, donne,sesso. Dai tempi di Vallettopoli, le festemilanesi continuano a essere sotto iriflettori della magistratura. ■

L’inchiesta__Forum Italia 25

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Interni__Forum Italia 27

l rampollo del boss e il “re deipaparazzi”. Al telefono per 39secondi, il 17 giugno 2009, due

mesi dopo l’omicidio per il quale il 31enne Ettore Bosti, figlio del capoclandel Vasto Patrizio, si trova adesso incarcere ed è stato rinviato a giudizioproprio ieri. Bosti junior fu intercetta-to mentre parlava con FabrizioCorona, manager e impresario dellacomunicazione. Il brogliaccio è statodepositato dalla Procura agli atti del-l’udienza preliminare che si è conclusadavanti al giudice Oriente Capozzi. È Corona a chiamare Bosti. I due par-lano di una serata in RivieraRomagnola. “Fabrizio con Ettore - silegge nel riassunto allegato agli atti -questi gli chiede se vuole venire aRiccione, alla villa delle Rose domeni-ca... ci sta lui, Nina, Ida, Belen...Fabrizio gli dice di chiamarlo sabatoche si metteranno d’accordo”. Il collo-quio viene comunque ritenuto “pocorilevante” dagli investigatori che stava-no indagando nei confronti di Bostijunior per l’omicidio di CiroFontanarosa il diciassettenne assassi-nato il 25 aprile del 2009 in viaLettieri, nei pressi della stazioneCentrale. Secondo l’accusa il ragazzi-no, che era incensurato, sarebbe statoucciso perché voleva commettere furtie rapine senza l’autorizzazione dellacamorra. Ettore Bosti, sospettato di

aver ricoperto il ruolo di mandantedel delitto anche sulla base delledichiarazioni del collaboratore di giu-stizia Vincenzo De Feo, era stato arre-stato una prima volta per il delitto l’8marzo 2010 per poi essere scarceratopochi giorni dopo per un vizio diforma. Il 4 maggio successivo però,dopo essere stato bloccato dai carabi-nieri all’aeroporto di Capodichino, ètornato in cella dove si trova tuttora. Si è celebrata anche l’udienza prelimi-nare che il gup Capozzi ha concluso

con il rinvio a giudizio di tutti gliimputati: oltre a Bosti (che è l’unicodetenuto ed è assistito dagli avvocatiMichele Cerabona e RaffaeleChiummariello) e al pentito De Feo,saranno processati in Corte d’Assiseanche Vincenzo Capozzoli (difeso dal-l’avvocato Claudio Davino) e CristianBarbato (assistito dall’avvocato AnnaZiccardi). Bosti Capozzoli e Barbatohanno sin qui sempre respinto le accu-se. È naturalmente estraneo all’inchie-sta Fabrizio Corona. ■

Corona, Belen e il bossquella breve telefonataper una serata in discotecaIl rampollo del clan del Vasto Ettore Bosti e il “re dei paparazzi” in contatto per 39 secondi, il 17 giugno2009, due mesi dopo un omicidio: “Fabrizio gli dice di chiamarlo sabato che si metteranno d’accordo”.

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uditorium di Ravello a rischio”. Dopo l’allarmedella Corte dei Conti (per “alcune criticità legatealla non adeguata utilizzazione dell’opera” e per

“ammaloramenti e infiltrazioni”), arriva l’sos dell’architet-to Oscar Niemeyer, padre del progetto. In una lettera, l’ar-chitetto brasiliano scrive di essere preoccupato per lo“stato di manutenzione e la condizione estetica del com-plesso architettonico nella sua totalità” e per “la coerenzatra l’immobile utilizzato e gli eventi in esso programmati”.Niemeyer teme l’abbandono della sua opera e il decadi-mento. Non è in allarmesolo per la strutturaesterna, maa n c h eper l’u-

tilizzo, per la programmazione degli eventi. “Il sottoscrit-to architetto Oscar Niemeyer, autore del progettodell’Auditorium di Ravello e di tutti gli annessi locali (piaz-za, bar, garage, libreria, ecc) — continua la lettera — inca-rica il professore Domenico De Masi, in suo nome e rap-presentanza, di supervisionare e controllare in modo per-manente lo stato di manutenzione e la condizione esteticadel complesso architettonico nella sua totalità”. Lettera sot-toscritta dallo strutturista che ha supervisionato il proget-to e la costruzione dell’opera, Josè Carlos Sussekind.“Mi ha dato questa lettera la scorsa settimana, quando

sono stato a Rio”, racconta De Masi che dalloscorso 13 gennaio è stato sostituito

alla guida della fondazioneFestival di Ravello da

Fabio Cerchiai, presi-dente di

“Temo decadimento dell’opera e mancata adeguatezzadegli eventi”. E il Comune di Ravello è commissariato.

Auditorium della vergognaE Niemeyer alza la voceIn una lettera l’architetto brasiliano protesta per lo statodi abbandono in cui versa la struttura da lui progettata.

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DI ARTURO PERRELLA

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Autostrade per l’Italia. “Niemeyer ha letto le notizie lettesul Guardian e sulla stampa estera, che denunciavano lostato di abbandono della struttura, ed è preoccupato. Ioora vorrei fare qualcosa. Sto pensando a un comitato ditecnici. Non posso tradire la fiducia di Niemeyer, ma conquale potere? È uno scandalo che un’opera così rimangachiusa e inutilizzata, se non per la banda del paese, comelo scorso Capodanno, o per qualche recita scolastica”. Il Comune di Ravello dallo scorso autunno è guidato da uncommissario prefettizio, Salvatore Grillo. “Come sociolo-go, a posteriori, posso solo dire di aver sbagliato — confes-sa De Masi — a spingere per la realizzazione di un’operamoderna, che né Ravello, né la Campania erano pronti adaccettare. Forse una collettività che non è in grado di con-cepire un’opera di questo genere (che gli è piovuta dall’al-to) non è in grado né di controllarne la costruzione né lagestione”. E De Masi conclude: “Il Guardian ha parlato diuna indagine della Comunità europea, ora anche la Cortedei conti ha disposto un’indagine. Io chiedo solo che l’ope-ra non vada in malora, sarebbe uno stupro”.

L’auditorium dello scandalo.La storia dell’Auditorium di Ravello inizia nei primi giornidel luglio 2000. Durante un convegno organizzato aRavello dalla S3 Studium, emerse l’inadeguatezza delleinfrastrutture di Ravello e la necessità di un auditoriumfinalmente adeguato alle esigenze musicali e convegnisti-che del paese. Il giornalista Roberto d’Avila propose comeprogettista Oscar Niemeyer, legato da stima e amicizia aDomenico De Masi. Incoraggiato dall’allora Sindaco diRavello Secondo Amalfitano, lo stesso d’Avila, tornato inBrasile, il 7 luglio si fece portavoce di De Masi pressoNiemeyer e gli chiese a suo nome il progetto dell’audito-rium. L’architetto accettò di buon grado la richiesta e, persettanta giorni, lavorò intensamente al progetto. Il 23 set-tembre 2000, nel suo studio al n. 3940 della Av. Atlanticadi Rio de Janeiro, Niemeyer ha consegnato a De Masi il“concept” consistente in un plastico e in alcune tavole fotodell’auditorium, il tutto accompagnato da un disegno-dedica: “Iniziando i disegni del progetto, ho subito sentitoche questa non era un’opera facile da progettare. – raccon-ta Oscar Niemeyer – Il terreno irregolare, stretto, con unainclinazione trasversale molto accentuata. Di qui l’iniziati-va di far costruire un plastico, desideroso di definire incondizioni poco favorevoli – i piani forniti erano troppopiccoli – la conformazione naturale del terreno. Non pen-savo affatto a un’opera costosa che potesse implicare deimovimenti di terra non necessari e perciò ho assuntocome punto di partenza la decisione di localizzare il par-terre esattamente secondo l’inclinazione data. E il progettoha cominciato a sorgere. L’ingresso dell’auditorium, ungrande salone aperto sul paesaggio, un muro curvo e basso

che crea il palcoscenico, il parterre, il mezzanino e la cabi-na di proiezione. Un muro doppio servirà d’accesso, graziea una scala proiettata in esso, ai servizi sanitari e, a unlivello più basso, all’ambiente per le macchine dell’ariacondizionata, che utilizzerà per l’inalazione gli spazi vuotiesistenti. Con questa soluzione ho preservato il volumeprogettato, in modo da evitare divisioni alte che avrebberopotuto comprometterlo. Sono ritornato al plastico e hoconstatato che l’entrata dell’auditorium doveva essere piùprotetta, ampliando la sua copertura in forma spettacola-re, il che ha conferito al progetto un aspetto nuovo, capacedi creare la sorpresa desiderata. In seguito, analizzandol’insieme, ho verificato che la posizione dell’edificio in rap-porto alle strade circostanti non permettevano ai passantidi avere una veduta più completa della sua architettura. E,allora, ho disegnato la piazza, stretta, che, io credo, arric-chita da questo panorama magnifico, potrebbe costituire,indipendentemente dall’auditorium, un luogo d’incontrodi particolare interesse. Al di sotto di questo sarà costruitoil parking con una capacità di 100 vetture – una relazionecorretta, se si considera un auditorium di 500 posti. E iomi metto a immaginare, soddisfatto, questa piazza costrui-ta, degna – forse – della città di Ravello, una delle più belled’Italia”. Prese così forma una delle strutture più famosedel mondo, che però è stata subito accompagnata dallepolemiche. ■

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30 Forum Italia__Interni

DI SALVATORE ANTONINI

uello di Riccardo Riccò è ildramma di un ciclismo che nonsa o non può uscire dalla spiraledella farmacia proibita. E siamo

all’assurdo: l’autoemotrasfusione fai-da-te. Provate un po’ ad immaginare ilpercorso: ti infili un ago in vena (dasolo), lo colleghi ad una sacca per ilsangue, stai lì una buona mezz’orettaper riempire il recipiente. Poi metti lasacca in frigo. La conservi. Quindiall’occorrenza nell’immineza degliimpegni sportivi fai l’operazione inver-sa. Con tutti i rischi annessi e connessi:primo fra tutti lo choc anafilattico e idanni renali, come sembra sia stato nelcaso dello scalatore di Formigine. “Unafollia, uno schifo, una cosa da vomito”,raccontava poco tempo fa un tecnicoche ha seguito come esperto numeroseindagini di Nas e Finanza. Una folliacui si è arrivati perché ormai il mecca-nismo è inarrestabile, checché ne dica-no i dirigenti del ciclismo mondiali enazionali che oggi sbandierano unalotta forse per la prima volta determi-nata, ma certamente tardiva. Perché laspinta al doping viene dal basso e perun corridore che viene pizzicato altri100 la fanno franca. Non si può dire,

come ha fatto tempo fa il capo dellaProcura antidoping del Coni EttoreTorri, che siano “tutti” dopati” ma se simette un “quasi” davanti non si va lon-tano dalla realtà. E non è che in altrisport di vertice la situazione sia moltodiversa nella sostanza. Sono i ritmiasfissianti di calendari insostenibili cheobbligano al “trattamento”. Nel calcio,ad esempio, si gioca quasi ogni due

giorni quando la fisiologia consiglie-rebbe di riposare almeno per tre.L’atleta è una macchina da prestazione.Prestazione, risultati, cioè soldi, cioèfama. E così si rischia. La salute in pri-mis, la radiazione in caso di recidivapoi. Come per Riccò, già squalificatoper epo (20 mesi), che ha vissuto dasempre con una nuvola grigia sul capo.Dubbi e ombre gravano da sempre sul

La lezione di RiccòUna follia senza arginiE il gruppo lo rinnegaL’emotrasfusione che ha portato il corridore di Formigine quasi alla morte riporta alla ribalta una storiasenza fine: calendari insostenibili, l’atleta come una macchina. Il ct Bettini: “Riccardo, pazzia pura”.

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capo dello scalatore di Formigine. Da quando ancora junio-res (2001) fu fermato per ben due volte per i valori ematicifuori norma. Problema risolto nel momento in cui passatoalla corte dello svizzero Gianetti approdò ad una provviden-ziale certificazione da parte della federazione internazionaleche ha garantito la credibilità dei suoi parametri elevati oltrela media. Ma l’anno o poco meno dal rientro dalla squalifica(marzo 2010) è stato un crescendo di sospetti e indizi negati-vi, anche se recentemente un insospettabile schierato sulfronte della lotta al doping come il professor Aldo Sassi,scomparso per un terribile male, lo aveva preso sotto la suaala protettrice. “Ha messo la testa a posto - ci aveva racconta-to - ha bisogno di aiuto”. E il cronista era partito armi e baga-gli per un’intervista cui il “cobra” non si è mai presentato. Unevidente rigurgito di coscienza. La costante in questo perio-do era la presenza di figure equivoche. “Dismesso” l’ex mas-saggiatore di Pantani si era appoggiato ad un altro “accompa-gnatore ufficiale”, sedicente massaggiatore, finito subito subi-to nell’indagine che portò al blitz al Giro del Trentino delloscorso anno. Poi un’altra bomba gli era scoppiata quasi suipiedi: l’inchiesta dei Nas “Cobra Red” in cui il fratello dellacompagna Vania Rossi (anche lei sopravvissuta ad una posi-tività all’epo perché il campione della controanalisi si è degra-dato nel tempo), corridore professionista, figura come traffi-cante di sostanze dopanti. E si parla, nel caso, di anabolizzan-ti, epo (onnipresente), stimolanti, mascheranti, ormoni, ecc.tenuti in “custodia” da un cicloamatore amico. Ovvero:doping pesantissimo. La sua casa era stata perquisita, masenza esito. Ma tutto questo non lo ha distolto dal continua-re. Fino a rischiare la pelle. Come un tossico che non può farea meno della dose. Uno squallore totale. Restano molte domande da chiarire: per quanto crudo e durouno possa essere è una follia pensare che un individuo possafarse un prelievo di sangue da sè, metterlo in frigo, conser-varlo e poi reinfoderselo. Ha fatto tutto da solo Riccò? E nes-suno in famiglia si è accorto della sacca? E medici e tecniciche avario titolo ronzano attorno ad un atlteta professionistadella fatica non si accorgono di nulla? Il presidente federaleDi Rocco è durissimo: “Deve uscire dal ciclismo per sempre,è un ragazzo malato dentro”. Già, ma chi gli ha attaccato lamalattia, in un sistema dove l’unico obbiettivo, l’unica mollaè la corsa al successo e al risultato a tutti i costi? E il ciclismo dei giovani che a 17 anni si fanno di tutto pur divincere, perfino gli ormoni femminili, magari con la “spinta”dei dirigenti societari, copiando (in peggio) il modello balor-do dei prof? Quel ciclismo non è malato alla base? E cosa sifa per affrontare questo problema sotto gli occhi di tutti? Si scontano e si pagano oggi anni di trascuratezza e di sotto-valutazione, per non dire peggio. Il nostro paese ha avuto trala fine degli anni ‘80 e il principio del ‘90 una vero e proprio

doping di stato in cui alcune federazioni sportive finanziava-no medici discussi, laboratori e strutture in giro per il BelPaese per inseguire medaglie e vittorie che giustificassero ilcarrozzone da olitre 450 milioni di euro l’anno, oggi tutti acarico del contribuente, perché gli emolumenti dello sportsono nella legge finanziaria. Si sconta e si paga il disintereseper le categorie giovanili dove i controlli sono inesistenti edove i giovani arrivano a 17 con una “cultura” del dopingacquisita, consolidata e irreversibile. Riccò è la punta dell’ice-berg. Il ct Paolo Bettini, al primo raduno in Toscana, lo haattaccato: “Per lui solo due parole: pazzia pura. E non aggiun-go altro. Ma cosa debbo dire? Io spero che siano risultati cre-dibili: il ciclismo non ha bisogno di momenti difficili. Ne haavuti fin troppi. Spero di non essere smentito di qui a duemesi”. ■

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l “segreto” della voce acuta di Michael Jackson starebbe inuna castrazione chimica subita dal cantante, a sua insapu-ta, durante l’adolescenza come conseguenza di una cura

anti-acne. La tesi è di un chirurgo francese, AlainBranchereau, autore del libro Michael Jackson, “Il segreto diuna voce”, che è uscito in Francia il 9 marzo scorso e arrive-rà nei prossimi mesi in Italia. In particolare, il medico sostiene che il fenomeno MichaelJackson può essere paragonato quello dei castrati del ‘600che “mandavano in delirio le folle”. E come loro, sostiene, lapopstar, morto cinquantenne il 25 giugno 2009, avrebbesubito una castrazione (anche se chimica e non fisica)tra i 12 e i 20 anni. Probabilmente, sostiene lo studioso, essa è stata l’ef-fetto di un trattamento contro l’acne, a base diciproterone, una molecola scoperta negli anni ‘70e molto diffusa all’epoca, ma che solo in seguitosi scoprì essere un anti-ormone maschile.Questo avrebbe così permesso alla voce di Jackodi restare immutata, mentre tutti i ragazzi cam-biano voce con l’età.

L’eredità.Sembra intanto che gli eredi di MichaelJackson abbiano incassato più di 310 milioni didollari a seguito della morte del Re del Pop,avvenuta nel giugno del 2009 a seguito di unadose eccessiva di Propofol, un anestetico.Un’eredità non da poco, ma che a quanto pare nonbasta a coprire tutti i debiti contratti dal cantante nelcorso della sua vita: questi ammonterebbero, secondo le

prime stime, a più di 400 milioni di dollari. NonostaneMichael Jackson abbia continuato a fare soldi anche dopo lasua morte, questi non riuscirebbero a coprire tutti i debiti egli amministratori del suo patrimonio sono dovuti correre airipari.Michael Jackson ha infatti contratto diversi debiti nel corsodella sua vita, soprattutto a causa della costruzione diNeverland (che non deve essere costata poco) e delle diverseazioni legali intraprese contro di lui, particolarmente quelle

con le accuse di pedofilia. Per fron-teggiare questi debiti,

gli amministratoridel patrimonio di

Jackson hanno firmatonuovi contratti per pro-

durre dischi, videogio-chi (ne era previstouno in cui si potevaballare e cantare come

il Re del Pop) e filmincentrati sullafigura di Jacko.

Nel dicembre2010 in realtà ègià uscito l’al-bum postumodi MichaelJackson, quellocon le canzoniinedite: albuminevitabilmente

circondato daqualche polemi-

ca, legata soprat-tutto al fatto che

qualche fan sospetta-va che alcune canzoni

non fossero realmentecantate da Jackson. ■

Castrazione chimica?Jacko fa sempre discutere

DI FEDERICO TORRESI

Il “segreto” della voce acuta di Michael Jacksonstarebbe in una operazione subita dal cantanteda adolescente, come conseguenza di una curaanti-acne. La tesi è di un chirurgo francese.

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niversità pubblica, l’arretra-mento continua, al contrario diquella privata. E’ quanto emer-

ge da uno studio sui nuovi iscritti al2010 effettuato dal Cun (Consigliouniversitario nazionale). L’indagine,che è stata diffusa in concomitanza conla presentazione del RapportoAlmalaurea, mette pure in evidenzacome a fronte di un calo delle matrico-le aumentino invece i diplomati dellescuole superiori. 5% DI ISCRITTI IN MENO NEGLIATENEI PUBBLICI - Calano del 5% leimmatricolazioni alle università pub-bliche con 3.986 iscritti in meno nel2010 rispetto al 2009. Negli ultimiquattro anni il calo è del 9,2% (- 26.000immatricolazioni).Complessivamente il sistema si contraein tutta la penisola, ma il Sud e ilCentro soffrono di più. Perdono stu-denti, infatti, soprattutto gli atenei delCentro con 3.453 neoiscrizioni inmeno (un calo del 5,4% nel 2010 e del16,8% negli ultimi quattro anni) equelli del Sud con 4.800 immatricola-zioni in meno e un calo del 7,9% nel-

l’ultimo anno e del 19,6% negli ultimiquattro anni. Il Nord tiene meglio conun calo delle immatricolazioni, nell’ul-timo anno, dello 0,5% (372 studenti inmeno) per il Nord ovest (dove perònegli ultimi quattro anni si evidenziaun incremento del 2,9%) e del 3,2%(1.706 studenti) per il Nord est (negliultimi quattro anni si registra una per-dita dell’1,1%, cioé 564 matricole). Tutte le facoltà perdono immatricola-zioni anche se quelle scientifiche ten-gono meglio (hanno assorbito il 33,5%delle immatricolazioni del 2010, il32,6% nel 2009). In calo le facoltà uma-nistiche (il 16,8% delle immatricolazio-ni, nel 2009 erano il 17,1%) e sociali(37,8% nel 2010, 38,4% nel 2009).Stabili le lauree sanitarie anche perchéa ingresso contingentato (costituisconoil 12% degli immatricolati). In contro-tendenza anche i politecnici che pursubendo una riduzione delle immatri-colazioni del 4,9% (ma rispetto al 2007aumentano del 5,8%) assorbono nel2010 il 5,1% delle immatricolazionitotali (nel 2007 era il 4,4%). AVANZANO ATENEI PRIVATI - Le

università ‘non statali’ (le cosiddette“private” e gli atenei di Enna, Aosta eBolzano) sono in controtendenza. Nel2010 segnano, infatti, un +2% di neoi-scritti che le porta, negli ultimi quattroanni, dal 6,1% al 6,6% degli immatrico-lati totali in Italia. L’aumento tuttavianon compensa ancora il calo di imma-tricolati rispetto al 2007 che è pari allo0,8%. Oggi assorbono il 6,6% degliimmatricolati totali (nel 2007 e nel2009 ne assorbivano il 6,1%). PICCOLI ATENEI PIU’ PENALIZZA-TI - Sono i piccoli atenei (con meno di10 mila iscritti) ad arretrare di più: leimmatricolazioni dal 2009 al 2010scendono dal 3,2% al 2,9% del totaledei neoiscritti. Anche i medi atenei (frai 10.000 e i 20.000 iscritti) passano dal15,5% del 2009 al 15,3% del 2010.Tengono meglio i mega atenei (con piùdi 40.000 iscritti) con il 42,6% diimmatricolazioni nel 2010 contro il42,4 % nel 2009. I grandi atenei (fra i20.00 e i 40.000 iscritti) aumentano inproporzione le immatricolazioni, chepassano dal 26,8% nel 2009 al 27,2%nel 2010. ■

Universitàil crollodegli iscritti

DI ANDREA VENTURATO

Atenei pubblici, l’arretramento continua. Incontrotendenza i dati nelle facoltà private. Nelmeridione il calo di matricole più consistente:-16,8% negli ultimi quattro anni.

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icordate Adelaide, la bambinache commosse l’Italia per lasua gravissima malattia e la

necessità di un intervento a Houston?Era tutto falso, come avevano scoper-to “Le Iene”. La madre, Luisa Pollaro,di 36 anni, è stata arrestata con leaccuse di truffa aggravata, falso ideo-logico e falso materiale. Indagati ilmarito, Vincenzo Ciotola, e un amicodella coppia, Gianluca Scelzo, per iquali il gip ha respinto la richiesta diobbligo di firma chiesta dal pm AldoIngangi. La donna, hanno ricostruitogli investigatori, falsificando alcunidocumenti dell’istituto Gaslini diGenova, dove Adelaide era stata rico-

verata per disturbi non particolar-mente gravi, aveva fatto risultare chela piccola era invece affetta dalla “sin-drome del lobo medio” e che necessi-tava di una operazione urgente aHouston.Oltre ad avere ottenuto il riconosci-mento dell’invalidità al 100 per centoa partire dall’aprile 2005, LuisaPollaro aveva partecipato a numerosetrasmissioni televisive coinvolgendoe commovendo migliaia di personein tutta Italia: in questo modo “gliindagati — è scritto in una nota afirma del procuratore aggiuntoFausto Zuccarelli — hanno tratto ininganno un’ampia fascia di persone,

delle più disparate condizioni sociali,che, animate da un sentimento diumanità e solidarietà nei riguardidella famiglia Ciotola, sono statifraudolentemente indotti ad elargireingenti somme” , calcolate in centi-naia di migliaia di euro. Per i proble-mi di cui soffre la bimba, hannoaccertato gli investigatori, le spesemediche sono coperte per intero dalservizio sanitario nazionale.Nei mesi scorsi la Procura avevadisposto anche il sequestro dellecopie in giacenza di un libro, “Vogliadi vita”, in cui la bambina, sottoforma di diario, raccontava la suainesistente malattia e l’attesa dell’in-

tervento chirurgico. Ognivolta che Luisa Pollaropartecipava a una trasmis-sione, la vendita del volu-me subiva un’impennata.“La vicenda — è scrittoancora nel comunicatodella Procura — si conno-ta di maggiore gravità se siconsidera che buona partedei soggetti frodati sonodisabili i quali, per fornireun contributo al fine diaiutare la minore, hannoofferto continuo supportomorale ed economico allafamiglia Ciotola, anchemediante la creazione diassociazioni e siti webdestinati alla raccolta difondi”. ■

(a.v.)

Luisa Pollaro, 36 anni, è stata arrestata con le accuse di truffa aggravata, falso ideologico e falso materiale.

Donna coraggio o truffatrice?La madre di Adelaide in galeraEra andata in tv a chiedere fondi che permettesseroalla bambina di operarsi a Houston: tutto falso.

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CAMPANIASPECIALE

>>> MORELLI, QUANDO IL PARCHEGGIO DIVENTA AGORA’

Amedeo Salerno tra i grandidella pallacanestro italiana

Il Premio Aulisio al reportagedella giovane Mariasilvia Malvone

A Melito l’associazione Rizzotto combatte per la differenziata

SPORT CULTURA SOS RIFIUTI

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Tariffe basse e Agorà,ecco il Morelli

DI GIUSEPPE GIORGIO

Il parcheggio messo in piedi da Vernetti è un “gioiello”di 7 piani, sintesi perfetta tra architettura, tecnologia efunzionalità. E i prezzi per la sosta virano verso il basso.

l Parcheggio più bello con le tariffe più basse”. E’ questo ilmotto lanciato dal “Parcheggio Morelli”, l’avveniristicastruttura nata dall’intuizione di Massimo Vernetti, presi-

dente della società Napoletana Parcheggi - Quick No ProblemParking, che dopo essere stata inaugurata lo scorso 3 marzo,continua ad imporsi come uno dei migliori esempi di unaNapoli che produce e rinasce nel segno dell’innovazione e delcambiamento. Ed è così che sulla scia di una politica tesa adoffrire un nuovo slancio ad una metropoli intenzionata a tor-nare capitale di impresa e di arte, di bellezza, di cultura e dirispetto, il “Parcheggio Morelli”, con i suoi sette piani, dopoessere risorto all’interno di una grotta naturale, propone aiclienti delle nuove tariffe davvero interessanti. Per tutti tipi diauto, dal Suv alla Smart, senza distinzione di cilindrata, nellanuova struttura dedicata alla sosta di via Morelli, è possibileparcheggiare dal lunedì al venerdì, dalle 07.00 alle 21.00, con3 euro all’ora ed in notturna, ossia dalle 21.00 alle 07.00, consoli 2 euro all’ora. Mentre il sabato, la tariffa, con i suoi 4 euroall’ora, resta invariata, la domenica, è in vigore la tariffa“Happy Day” grazie alla quale si può parcheggiare per l’interagiornata a 2 euro all’ora, con la possibilità, per gli amanti del-l’attività fisica e dello sport, di lasciare gratis in sosta la bici perdue ore. Imponendosi come una struttura che è la perfetta sin-tesi tra architettura, tecnologia e funzionalità e riqualificandonel contempo la malconcia piazzetta Morelli da cui si accedeallo straordinario complesso dedicato alla sosta, l’opera volutadal presidente Vernetti, rappresenta un esempio capace di sti-molare la benefica sinergia tra imprenditori e forze sane della

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città per la rinascita di Napoli, a dimostrazione che “Napoli èanche altro”; non solo una città sofferente le cui immaginipiù negative vengono diffuse dai media in tutto il mondo, maanche e soprattutto una città dove singole persone si rimboc-cano le maniche e realizzano opere in grado di arricchire l’in-tera comunità. Un riconoscimento ed un unanime consensoquello tributato al presidente Vernetti che ha trovato ulterio-re conferma nelle parole di plauso del cardinale CrescenzioSepe, lo stesso, che ha inteso promuovere la struttura qualeuna delle opere del ‘Giubileo per Napoli’. Con i suoi 250 boxed i 230 posti auto per la sosta oraria in grado di produrreuna movimentazione di 2000 auto al giorno, il “ParcheggioMorelli”, caratterizzandosi ulteriormente per la sua originali-tà di concezione, tra le infinite dotazioni e potenzialità anno-vera una grande “Agorà”, da dedicare ad ogni tipo di evento,spettacolo e manifestazione, capace di ospitare 250 personecomodamente sedute e 500 suddivise per l’intero spazio.Confermandosi come il luogo più cult della città l’ Agorà delMorelli, affiancato dallo storico “Tunnel Borbonico” si esten-de su di una superficie effettiva pari a 360 mq. Lo spazio,nato nel intorno al 1600, scaturì dai lavori di scavo nel tufodella zona, a seguito dei prelevamenti di blocchi di pietraoccorrenti per la costruzione di diversi edifici sul Monte diDio, tra cui la Chiesa dell'Annunziatella e il Palazzo Serra diCassano. Infatti, ancora oggi, all’intradosso della cavità, èvisibile la botola di accesso per il prelevamento del tufo dadestinare alle edificazioni. Ancora, nella galleria scavata nellapietra, che in altezza misura circa 28 metri, è presente unbarbacane di rinforzo della parte tufacea, risalente all’epocaBorbonica. Dalla cavità, che oggi offre i suoi spazi all’Agorà

del Parcheggio Morelli si può anche accedere al cosiddettoTunnel Borbonico a suo tempo utilizzato dai Borbone che sene servirono per mettere in rapido collegamento il PalazzoReale con il porto. Un’operazione di grande successo, quellaportata a termine dal presidente Vernetti che, affiancato dalfiglio Carlo, amministratore delegato della Quick Npp, hamesso a disposizione dei napoletani un progetto davverostraordinario.Risvegliando da un’antica pigrizia i commercianti della zonaChiaia ed incitando i professionisti del cosiddetto salottobuono della città a lottare per proiettarsi verso sempre piùstimolanti obiettivi, Vernetti ha trasformato, quindi, ilParcheggio Morelli in una grande opportunità per i parteno-pei, gli stessi, che grazie all’Agorà possono pure ritrovare unostraordinario e comodo punto di riferimento per le propriegiornate ed attività. ■

Massimo Vernetti, napoletano 55 anni, dopo un’en-tusiasmante avventura con il mondo della telefoniamobile, si afferma come presidente del GruppoQuick, No problem parking ed acquisisce la“Napoletana Parcheggi Spa” che diventa la conces-sionaria del Comune di Napoli per la costruzione ela gestione delle infrastrutture di sosta di PiazzaNazionale, Piazza San Francesco e dei nuovi arriva-ti Parcheggio, Agorà e Tunnel Borbonico, di ViaMorelli. Con il figlio Carlo (insieme nella foto), chedopo aver conseguito la laurea in Economia all’este-ro ed un master all’Ateneo di Bruxelles in direzione,ricopre il ruolo di amministratore delegato del grup-po, Vernetti porta subito avanti l’idea di investire nelsettore parking molto sviluppato in Olanda ed in

Belgio. Appena il tempo per elaborare un businessplan da sottoporre a una decina di banche ed eccoche prende il via la gestione del car valeting dell’ae-

roporto di Capodichino. A Massimo e Carlo Vernettibastano ancora pochi anni ed il loro campo d’azionesi espande a Pisa, Firenze, Palermo, Roma, Bari eMilano fino a raggiungere l’obiettivo di quarto grup-po europeo nel settore della gestione dei parcheggie di terzo gestore in Italia di aree di sosta. Convintiche esiste un’imprenditorialità capace di impegnar-si attivamente per fare qualcosa di positivo nell’in-tento di creare sviluppo e occupazione, i due mana-ger credono fermamente che per alimentare lebuone premesse nella nostra città, anche i commer-cianti e le altre aziende che operano nel tessuto pro-duttivo napoletano, debbano tornare a pensare inpositivo trasformandosi in veri motori trainanti perl’economia di tutta la Regione. (g.g.)

Dalla telefonia alla “Napoletana Parcheggi”Così è nato il quarto gruppo europeo nel settore

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VISIBILE SUL DIGITALE TERRESTRE

CANALE LCN 11

Il 21 aprile del 1978 iniziano le trasmissioni viaetere dell’emittente televisiva a colori deno-

minata TELEVOMERO nella sede storicanel cuore del quartiere Vomero dellacittà di Napoli. Il fondatore è GiovanniTajani, un commerciante di elettrodo-mestici con la passione per il settoreTv ed Hi-Fi. TELEVOMERO è una tvlibera al servizio delle istituzioni edei cittadini, tante le trasmissionicon dibattiti ed incontri tra la classepolitica e dirigenziale per lo svilup-po della città di Napoli, ma è anchee soprattutto un punto di riferimento

per la cultura e lo sport con la parte-cipazione dei migliori artisti nonché

professionisti delle varie discipline sporti-ve. Un punto di riferimento nel mercato pubbli-

citario locale e nazionale avendo da sempre untrend positivo con la continua crescita di ascolti e di

fatturato. Il passaggio al sistema di trasmissioniDigitale Terrestre, che è programmato nel 2009, è difondamentale importanza per lo sviluppo dell’aziendaanche perché la stessa punta a divenire, oltre che for-nitore di contenuti, operatore di rete locale, avendogià i requisiti idonei per lo sviluppo di questa nuovaattività. I nostri studi televisivi, la redazione e l’am-ministrazione sono a Napoli in via Enrico Alvino60, i nostri recapiti telefonici 081.578.19.08 -081.578.47.79 - 081.229.20.43;il fax 081.578.02.63; l’email [email protected].

www.televomero.it

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Ad impreziosire la location anche il Tunnel Borbonico,un percorso che attraversa un acquedotto del ‘600.

Che show se il garagesi trasforma in teatroAll’interno del Morelli è possibile ospitare manifestazioni,eventi e convegni: uno spettacolo senza precedenti.

l Parcheggio Morelli, evidenziandoun aspetto poliedrico davvero unico,tutto teso al miglioramento ed all’ele-

vazione a città simbolo di una Napoli tar-gata terzo millennio, appena inaugurato,mette subito in mostra le sue infinitepotenzialità. Ed è così che, dimostrandodi non essere soltanto un luogo dove par-cheggiare ma anche un punto di ritrovoricavato dalla preziosa opera di conserva-zione della originaria grotta, si trasformain una vera e propria Agorà’ capace diospitare eventi, manifestazioni e spettaco-li dalle suggestioni uniche. Ad impreziosi-re ulteriormente la location, naturalmen-te predisposta per rendere magica ognikermesse ospitata, interviene anche ilTunnel Borbonico, un percorso nuovo edemozionante capace di attraversare unacquedotto del ‘600, un tunnel militareottocentesco ed i ricoveri della secondaguerra mondiale dove sono state ritrovatedelle interessanti auto e moto d’epoca.L’Agorà ed il Tunnel Borbonico, nel conte-sto del Parcheggio Morelli, voluto dal pre-sidente Massimo Vernetti, rappresentano,dunque, un binomio ideale per renderel’intera struttura, un luogo dall’innegabilefascino, in grado di superare la concezio-ne tradizionale di Parking Experience edi trasformarsi in una meta ghiotta per ilturismo internazionale. Curati dalla“Agorà Eventi” e dalla “GlamourCommunication” rappresentati dallaresponsabile del Marketing e dellaComunicazione, Annalisa Vernetti([email protected] [email protected]) lostraordinario ed accogliente spazio ha

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tutte le carte in regola per attestarsi comeil luogo più cult della città, naturalmenteadatto per spettacoli , meeting , congres-si e sfilate ed ancora, storicamente predi-sposto per ospitare eventi e convegni dicarattere culturale e scientifico. Uno spa-zio quello dell’Agorà e Tunnel Borbonicoche nato all’interno di uno dei garage piùbelli d’Europa, in quanto interamentescavato nel secolare tufo, può contenerefino a 250 persone sedute e 500 comples-

sive sullo sfondo di un sito incantevole edemozionante incorniciato dai fieri leonidella scultrice Nadia Magnacca. Per tutti,un piacevole ed esaltante mix tra antico eultra moderno che partendo da un’operaarchitettonica in lizza per il premio Epa,si prefigge di diventare crocevia culturaledi una Napoli ancora memore di esserestata, per circa due secoli, capitale di unodei Regni più potenti d’Europa. Puntandosul fascino dell’antica cisterna e sulla sug-

gestione procurata dal TunnelBorbonico, in cui, tra l’altro, sono custo-diti affascinanti reperti d'epoca nonchémirabili statue, il tutto, tra hostess, guar-daroba, security e welcome cocktail, sialterna felicemente con le trasparenzemoderne dell’ascensore a vetri che sovra-stando il centro della piazza si trasformain una sorta di moderno e tecnologicobelvedere movibile. ■

(giu. gio.)

E’ la Glamour Communication con il suo “AgoràMorelli” creato all’interno dell’omonimo e futu-ristico parcheggio di Chiaia, a proporre la loca-tion più esclusiva e lungimirante della città.Curati da Annalisa Vernetti, responsabile delmarketing e della comunicazione dellaNapoletana Parcheggi (contatti ed info3394009086-3471198131) gli eventi e tutte leoccasioni pubbliche di prestigio, d’ora in avantipotranno beneficiare di un sito davvero eccezio-nale capace, nell’elegante zona di via Morelli, diunire alle bellezze di una struttura scavata nelmillenario tufo, tutte le funzionalità delle piùmoderne risorse tecniche ed architettoniche.Adatti per convegni, spettacoli musicali e teatra-li, sfilate di moda, congressi scientifici ed ancora

per le più svariate manifestazioni, l’Agorà Morellied il Tunnel Borbonico, situati all’interno dell’ap-pena rinato “Parcheggio Morelli”, propongono ainapoletani ed ai tanti turisti in città un sensazio-nale mix di stile e ricercatezza. Interamente sca-vato nella pietra tufacea di una Napoli ancoraGreco Romana, proteso tra antichi tunnel borbo-nici e sovrastato dalla fierezza dei leoni di piaz-za dei martiri, riprodotti nelle opere dell’artistaNadia Magnacca, l’Agorà Morelli con i suoi 250posti a sedere ed i 500 complessivi e con le sueaccoglienti proposte, si presenta alla città comeun festoso simbolo di rinascita e come un esal-tante esempio da perseguire nel segno di unaterra che vive e produce puntando unicamentesulle proprie forze ed eccellenze. (g.g.)

A Chiaia il simbolo della rinascita partenopeaStile e ricercatezza hanno conquistato i turisti

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X Forum Italia__Speciale Campania

82 anni ha realizzato il sognodi una vita, entrare nella Hall ofFame del basket italiano.

Amedeo Salerno, numero uno dellosport partenopeo, è un uomo d’altritempi, dai modi garbati e dall’intuitogeniale. Ambizioso, vincente e convin-cente, ha conquistato una Coppa delle

Coppe al timone della PartenopeNapoli di pallacanestro (anno di grazia1970). Ideatore della serie A2 e delprimo annuario del basket europeo,oggi è presidente del Coni provincialedi Napoli ed organizzatore di numero-se iniziative per i meno fortunati. Segniparticolari? Si è sposato nella palestra

dei Cavalli di Bronzo, e sui bigliettinida visita per la nascita dei figli ha fattodisegnare una cicogna che depositavaun neonato a canestro. Una vita sempre a cento all’ora.Procediamo per tappe, presidente: “Erofrancamente troppo scarso per fare l’at-leta, così da giovanissimo ho iniziato

Si batte per i meno fortunati. Negli anni ‘70 è statol’artefice delle grandi vittorie nella palla a spicchi.

Amedeo Salernotra i grandi del basketL’uomo che inventò il miracolo della pallacanestro a Napoli è entrato nella Hall of Fame italiana.

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DI CARLO MANCINO

Amedeo Salerno.Numero uno delConi provinciale di Napoli.

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Speciale Campania__Forum Italia XI

ad arbitrare”. La guerra era finita dapochi anni, i tifosi del Napoli applaudi-vano Jeppson, lui fischiava sui campi diperiferia. “Mio padre morì giovanissi-mo, ricordo che durante i bombarda-menti mia madre portava me e i mieifratelli nei rifugi tenendoci per mano”.Gioventù a Bagnoli sui campi di calcio,basket, atletica, volley: “Ho iniziatonelle parrocchie, poi mi chiamarononei campionati minori. Mi sono stufatoquando ho capito che sono i dirigenti acomandare, così mi sono trasferito die-tro la scrivania”. Nella serie B di basketc’è una realtà che lo attende a bracciaaperte, la Partenope. “Nel 1963 fuinominato amministratore delegato,due anni dopo divenni presidente.Giocavamo ai Cavalli di Bronzo, le dif-ficoltà erano le stesse di oggi, mancava-no gli sponsor. Un giorno venne avederci il Cavaliere del Lavoro Borghi,ex operaio dell’Italsider che fece unafortuna fondando la Ignis. Organizzaiuna grande festa, la palestra era piena,centinaia di tifosi assistevano alla parti-ta dall’esterno attraverso i vetri. MaBorghi era scettico e si allontanò primadel fischio d’inizio, speranzoso di tor-nare quanto prima in Lombardia. Altermine però sentii delle grida, i tifosimi chiamavano: ‘Presidè, l’avete con-vinto’. Pochi giorni dopo ero aComerio, in 24 ore chiudemmo l’accor-do”. Nacque quel giorno la più bellafavola della pallacanestro napoletana.“Grande organizzazione, sponsor diprima fascia e un settore giovanile flo-rido: con due bravi americani il giocoera fatto. Ma il segreto, lo scriva, era unaltro: il palasport “Mario Argento”, all’e-poca il secondo più grande d’Italia.Con quell’impianto era tutto più facile”.Nel 1967 arrivò la promozione, l’annodopo la prima, storica Coppa Italia eun drammatico secondo posto in cam-pionato: “Ancora oggi ci penso con rab-bia, a quello scudetto perso. Lo vinseCantù, che battemmo in casa e fuori diventi punti. Era destino? Chissà, a noifu fatale la sconfitta a Livorno: il nostroallenatore fu trovato morto in casa

pochi giorni prima, lì ci minacciaronoverbalmente e non riuscimmo a spun-tarla. Un dramma umano e sportivo”.Seguiranno altri piazzamenti di presti-gio (un terzo, un quarto e ancora unsecondo posto) e soprattutto la vittorianel 1970 della Coppa delle Coppe, conil paròn Zorzi in panchina: “Anni d’oro,Borghi si fidava ciecamente di me cheottenevo risultati migliori della Ignis

Nord Varese, che pure riceveva moltipiù soldi: un paio di volte in Lombardiarischiammo il linciaggio, non correvabuon sangue anche perché loro ci man-davano atleti che consideravano ‘bolli-ti’ e che noi riportavamo al top”. Era lasquadra degli sfortunati fratelli Errico,di Coen, Maggetti e Fucile:“Vincemmo in Russia in semifinale, inFrancia per la finale Borghi concesseun po’ troppo ai ragazzi: aereo privato,taxi pagati, casinò fino a notte fonda:perdemmo nettamente, ma al ritorno aNapoli fummo travolgenti”. Tuttosplendido, ma la tragedia era dietrol’angolo: “Un giorno di qualche annodopo mi svegliarono alle sei di mattina:“E’ morto Antonio Errico, in un inci-dente stradale”. Era finito un ciclomagico, irripetibile. Proseguimmo perqualche anno, poi Borghi andò in diffi-coltà con l’azienda (morirà poco dopo,forse per il dolore di aver perso tutto) evenne a mancare anche la sponsorizza-

zione”. La logica conseguenza è la retro-cessione in B, ma dal cilindro Salernoestrae un altro coniglio: “In B nonavremmo avuto più fondi, mi inventaila A2 e andammo avanti altri cinqueanni, fino al 1978. Peccato, se avessimopotuto lavorare un altro lustro su quel-la base avremmo creato un movimentoche non sarebbe più scomparso”. Il1974 è l’anno del matrimonio:

“Fidanzamento a marzo, ad ottobreavevo già la fede al dito. Lei era gioca-trice e allenatrice di volley, ci sposam-mo nella palestra della Partenope.L’altare sotto il canestro, ai lati c’era lasquadra e sul parquet feci sistemare lesedie per gli invitati”. C’è tempo ancheper un’esperienza con la squadra dirugby della Partenope: “Zero soldi, mauna passione immensa. Negli anniSessanta vincemmo due scudetti conl’indimenticabile Elio Fusco”. Intantolavora da dirigente delle Federbasket,rappresenta l’Italia ai Mondiali giovani-li di Manila, crea iniziative importanti enel 1992 ha la grande occasione: diven-tare presidente Fip. Di fronte a lui c’èPetrucci, la lotta è aspra anche se i duesono buoni amici. Quando capisce chec’è poco da fare, per non spaccare lafederazione Salerno ritira la candidatu-ra: “Peccato, avrei fatto mille cose per lapallacanestro”. Dal 1993 Salerno è altimone del Coni Napoli. ■

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Speciale Campania__Forum Italia XIII

ariasilvia Malvone (foto sopra),con il reportage “Cronaca diuna cava annunciata”, ha vinto

il premio “Franco Aulisio”.La giovane videomakers, premiata daGiuseppe Aulisio (fratello del giornali-sta a cui è intitolato il premio) si è

imposta su Sergio Napolitano, autore di“Napoliest ferita dall’inceneritore”,giunto secondo, e sul gruppo formatoda Enrico De Luca, Davide Mancini eFlavio Ricci, autori di “paradiso possi-bile”, classificatisi terzi. Alla cerimoniaorganizzata dall’associazione “Premio

Franco Aulisio” presieduta daFrancesca Aulisio, ha preso parte ancheAntonio Martusciello, commissariodell’Agcom, che ha ricordato la figuradel giornalista dieci anni fa e l’impor-tanza della sua creatura, l’agenzia gior-nalistica televisiva Videocomunica-

zioni: “Franco è statoun maestro di vita e digiornalismo – hadetto –. E ha lasciatouna realtà che ha datoun forte impulsoall’informazione tele-visiva, contribuendoad allargare gli spazidi democrazia inCampania”.I riconoscimenti sonostati consegnati daLino Zaccaria, presi-dente del Corecom

Campania, e Armando Cascio, assesso-re al Bilancio della Provincia di Napoli,da sempre vicina all’iniziativa.La cerimonia, che si è tenuta nella “Saladegli Angeli” del “Suor OrsolaBenincasa” (l’indirizzo di saluto, per ilpreside Lucio D’Alessandro, è stato affi-

dato a Enrico Maria Corbi), ha prece-duto un incontro sul tema “Nuovimedia e digitale terrestre – Il casoCampania”, moderato dal direttore de“Il Denaro”, Alfonso Ruffo, a cui hapreso parte il presidente dell’Ordine deiGiornalisti della Campania, OttavioLucarelli e il presidente della File(Federazione Italiana Liberi Editori),Enzo Ghionni, che ha descritto lo statodi salute dell’emittenza televisiva locale,anche alla luce dell’introduzione delDigitale Terrestre: “Bisogna puntare suigiovani, che hanno la capacità diaffrontare i processi evolutivi con lagiusta mentalità. Oggi il DigitaleTerrestre rappresenta un’occasione, maanche un momento di criticità. Di sicu-ro la paventata rivoluzione positiva nonc’è stata”. Alle conclusioni si è dedicato quindi ilpresidente Corecom Campania LinoZaccaria, che ha illustrato le caratteri-stiche e le nuove deleghe affidate alComitato Regionale per leTelecomunicazioni ed al delicato ruolodi controllo e superivisione rispetto atematiche delicate come la par-condi-cio e la tutela dei minori. ■

Premio Aulisioal reportagedella Malvone“Cronaca di una cava annunciata” è il titolo dellavoro della giovane videomaker, che si èimposta su Sergio Napolitano. Alla cerimoniaMartusciello (Agcom) e Zaccaria (Corecom).

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DI GENNARO D’AMORE

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Speciale Campania__Forum Italia XV

iberare Melito dai rifiuti, “maquesta volta in maniera definiti-va”, e far partire la raccolta diffe-renziata, oggi ferma sotto il 5%.

Sono gli obiettivi dell’associazione“Placido Rizzotto”, onlus nata nella cit-tadina al nord di Napoli nel gennaio2006 e guidata da Giuseppina Guido. Da sempre accompagnata “dall’esigen-za di individui pensanti di non rima-nere fermi a guardare, di non esserecomplici di un sistema che dilania lementi”, la onlus dedicata al sindacali-sta siciliano ucciso dalla mafia peravere difeso i contadini siciliani e leloro terre dalla prepotenza dei bosslocali, da mesi è all’opera per sensibi-lizzare la popolazione su un temascottante. Giusto, innanzitutto, rimar-care le enormi difficoltà ambientali. “IlComune è commissariato, neanchesappiamo a chi presentare i progetti”,ci dice Antonio Marano. “Significa checontinueremo a raccogliere firme dapresentare al nuovo sindaco, dopo leelezioni”. Alessandro Verde sottolinea

invece che “anche i cittadini troppospesso sembrano non curarsi del

problema”. Eppure, Melito èstato forse il Comune più pena-

lizzato dal-l’emer-

genzarifiutid e i

m e s iscorsi.

Lungo le arterie princi-pali venivano depositaticentinaia di sacchetti,spesso era possibile tro-varne anche al centrodelle rotatorie.“Abbiamo raccolto già600 firme (è possibileaderire su www.petizio-nionline.it), ci sononumerosi gazebo intutta la città e sono intanti a chiedere infor-mazioni - riprendeVerde -. Il vero interrogativo è: perchéa Mugnano la raccolta è da record e aMelito non si va oltre il 5%? Le istitu-zioni si sono disinteressate al proble-ma, le isole ecologiche presenti oggisono troppo piccole e al momento èpossibile separare soltanto la cartadagli altri rifiuti”. Una situazione di completo stallo chepreoccupa: “Fino a qualche mese fa lestrade erano invase di immondizia,era impossibile anche fare una passeg-giata perché i marciapiedi eranocoperti dai rifiuti e l’aria irrespirabile.Oggi che la situazione è migliorata - èil pensiero di Marano - siamo convin-ti che non si debbano spegnere i riflet-tori. Il nostro obiettivo è presentare,ripeto, al futuro primo cittadino diMelito un piano per la differenziatache abbia costi minimi e sia attuabilein tempi brevi. Non parliamo di fanta-scienza, anche nella nostra regione cisono esempi importanti da seguire.Quella dei costi alti è soltanto una

scusa”. Negli ultimi anni a Melito sisono susseguiti diversi assessoriall’Ambiente, qualche mese fa venneportato in Comune un piano da700mila euro per avviare la differen-ziata, ma non è mai stato preso in con-siderazione. L’associazione Rizzottocomunque non molla la presa e anzirilancia varie iniziative persensibilizzare la cittadinanza:“Continuiamo ad organizzare cinefo-rum, seminari e incontri. Qualchemese fa hanno ottenuto grande risaltoil “Munnezza Sound” e il “MelitoMusic Festival”. Belle feste, tanti parte-cipanti, ma i tesserati sono una trenti-na e la risposta non è quella che auspi-chiamo. Noi proviamo a non restarefermi, ma la città sembra immobile.Non si sa dove buttare il materiale, almercato della frutta non c’è neppureun bidone per la raccolta differenziata.Insomma, la nostra battaglia saràancora lunga e molto dura”. ■

(marcai)

“La priorità è la racconta differenziata: siamo sottoil 5%”. Tutte le iniziative per sensibilizzare i cittadini.

L’associazione Rizzotto:liberiamo Melito dai rifiutiDecine di ragazzi al lavoro per far uscire la cittadinapartenopea dalla più grave crisi degli ultimi anni.

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Speciale Campania__Forum Italia XVII

“Un personaggio unico, particolare e affascinante, unaprotagonista atipica che non ha una vera dimensione”.

“Le scarpe di Connie”,il viaggio di TommasoneIl volume d’esordio del giornalista e musicista tra pastorie presepi, l’Europa, Napoli, la camorra, l’eroina, il rock.

DI MARCO CAIAZZO

na bottega di presepi e pasto-ri, un viaggio attraversol’Europa, Napoli, la camorra,

l’eroina, il rock. Connie è una ragazzache “rischia” di salvare il mondo: lesue scarpe la accompagnano nellaricerca di Dino, aspirante farmacista.Sullo sfondo una generazione che hafatto i conti con le grandi disillusionidi fine Novecento ma che non puòpermettersi il lusso di perdere la spe-ranza. Le scarpe di Connie è il titolodel romanzo d’esordio di GiancarloTommasone.Napoletano, Tommasone è un gior-nalista, scrittore, poeta, autore e can-tautore. Diversi suoi racconti e poe-sie compaiono in antologie a diffu-sione nazionale. Il libro è stato pre-sentato durante un dibattito che si èsvolto in una libreria del centro diNapoli. “Connie è un personaggioevanescente, è questo il presuppostodella narrazione - ha spiegatoTommasone in sede di presentazionedel volume -. La protagonista,Connie, la definirei un collage divarie donne che hanno fatto partedella mia vita. Ne è emerso un perso-naggio unico, particolare e affasci-nante, una protagonista atipica per-ché non ha una vera dimensione, laritroviamo nella realtà, nel sogno,nella vita reale... Perché le scarpe?Perché più di qualsiasi altra cosahanno toccato il nostro corso”. ■

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“Connie è unaprotagonistaevanescente, fuoridagli schemi”

“La definirei un collage delle donne che hanno fatto parte della mia vita”

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Serigraph- Produzione, trasformazione, commercio all’ingrosso ed al dettaglio,anche tramite catalogo e per corrispondenza

- Rappresentanza,con o senza deposi-to, di articoli daregalo, promozio-nali, gadgets

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Corso Umberto I, 16 - 80016 Marano di Napoli (Na)

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uca De Fusco (nella foto sotto)già direttore in pectore del teatroMercadante, diventa anche

direttore artistico del Napoli TeatroFestival al posto del licenziato RenatoQuaglia. Si è riunito infatti riservatamente ilprimo Consiglio di amministrazione

rinnovato della Fondazione deiFestival (dopo le revoche della presi-dente Rachele Furfaro e dei consiglieriRiccardo Satta Flores e GiancarloSantalmassi). E, nel nuovo assetto, lapresidente pro-tempore, l’assessoreregionale Caterina Miraglia — che asua volta è anche presidente pro-tem-

pore della fondazione del museoMadre — ha proposto subito ai consi-glieri la nomina di Luca De Fusco.Un’offerta che il pensoso Cda non havoluto rifiutare. Servirà ad un clamoro-so risparmio di costi? C’è da sperarlo.De Fusco, apprezzato regista, è già fini-to al centro delle polemiche per essere

diventato direttore in pectore delMercadante ben prima della sca-denza naturale del suo predecesso-re, Andrea De Rosa. In questa sta-gione, la ruota delle “trombature”politiche sembra propendere net-tamente a suo vantaggio, nel paesedello spoils system ostinatamentepraticato, ma mai ammesso. DeFusco, infatti, protestò vivacemen-te quando, per intromissioni leghi-ste, fu cacciato dallo Stabile diVenezia dopo anni di duro e rico-

nosciuto lavoro. Succederà formal-mente a giugno alla guida dello Stabile

di Napoli, ma già lavora ala-cremente al suo progetto di

“Teatro dei grandi protagonisti anchenapoletani” grazie ad un contratto diconsulenza (più o meno, stesso valoredei compensi di De Rosa: 15 mila euro

annui, lordi). Inevitabile che qualcuno, dall’area dicentrosinistra, ricordi a De Fusco isaldi legami con i vertici dell’allorapotentissimo partito socialista fin daglianni Ottanta, l’amicizia con Caldoro esoprattutto la robusta vicinanza di oggicon il sottosegretario di Palazzo Chigi,Gianni Letta. Proprio in occasionedella sua conferenza di presentazionecome futuro direttore del Mercadante,qualche mese fa, De Fusco avevaaccennato a un’altra sua ambizione:perché avere due direttori per lo Stabilee per il teatro festival? Detto, fatto.Questa cosa lasciava esterrefatti, evi-dentemente, anche il governatoreCaldoro e l’assessore regionale. Perchédue direttori? Meglio un Luca soltanto.E qui sorge anche l’altro dubbio dasciogliere: possibile che, con il bilancionon ancora chiuso in Consiglio regio-nale, e con i conti ancora ignoti a tuttidata la discussione che era in corso,siano stati risolti gli sforamenti e i pro-fili di incompatibilità economica cheavevano decretato, ufficialmente, ladecapitazione del Teatro festival cosìcome del Madre, del Mercadante, del

Stabile e NtfDe FuscoraddoppiaIl regista, già numero uno in pectore delMercadante, diventa anche direttore artistico delNapoli Teatro Festival al posto di Renato Quaglia.Consistente taglio dei costi per la Regione.

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DI GIORGIO ROSSI

Speciale Campania__Forum Italia XIX

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Prelievi a domicilio

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Speciale Campania__Forum Italia XXI

ssere artisti, per il noto stilista deicapelli Peppe Planeta, non signifi-ca solo dipingere un quadro o

scrivere poesie e canzoni ma semplice-mente creare ed inseguire con ognimezzo e tecnica la ricerca del bello. Ed èappunto seguendo questo concetto che,tra gli artisti di una Napoli protesa versol’innovazione ed un’estetica moderna, sipuò certamente collocare Planeta. Unpersonaggio capace di imporsi a livelloeuropeo nel campo della bellezza e dellostile con i suoi tagli di capelli ma soprat-tutto uno stilista che ha fatto delle sueacconciature maschili e femminili unvero e proprio motivo di vita. A Napoli,c’è da dire, che in temadi capelli ed estetica,Peppe Planeta, è sem-pre più sinonimo dinuove tendenze e diricerca. Dopo averportato le sue idee alivello europeo edaver realizzato delleinimitabili acconcia-ture per i personaggipiù in vista del cine-ma, del teatro e dellatelevisione, PeppePlaneta, giorno dopo

giorno, continua nella sua scalata verso ilsuccesso posizionandosi ai vertici dellaclassifica degli stilisti di capelli più affer-mati e richiesti. In via Cesare Battisti, 15a Napoli, preferibilmente su appunta-mento, o magari dopo aver telefonatoallo 0815510515 o visitato il sitowww.hairplaneta.com, “HairPlaneta” èdiventato un vero e proprio punto diriferimento per quanti, per il propriotaglio di capelli e la propria estetica ebellezza, desiderano un risultato in pia-cevole sintonia con le personali caratte-ristiche. Mettendo, a disposizione, casoper caso, una serie di pettinature e deitagli audaci ed ancora, mettendo a

punto, per la soddisfa-zione della clientela lepiù moderne tecniche,come ad esempio, lerichiestissime exten-sion, Peppe Planetariesce costantementea creare il giusto lookcompiendo di volta involta il miracolo ditrasformare ogni sem-plice persona in per-sonaggio. Puntandosu di un’esperienzatrentennale acquisita

accanto ai più grandi maestri del settore,Peppe Planeta si posiziona tra i protago-nisti del nuovo mondo dell’acconciaturae del taglio dei capelli per uomo e donna.Grazie alla sua voglia di creare da ognivolto un’immagine sempre accattivante,Peppe Planeta, con i suoi lavori, riesce amettere in luce una pettinatura in gradodi esaltare la personalità. Sono questi,dunque, i motivi, che in pochi annihanno trasformato il centro di bellezza ebenessere “HairPlaneta” in un luogodedicato al miglioramento della vita par-tendo dall’innato bisogno di dinamismoe colore. Confermandosi anche comeprezioso maestro e guida per quantiintendono avvicinarsi alla professione distilista-parrucchiere, nel trovare il tempoper mettere a disposizione dei suoi allie-vi insegnamenti riguardanti le tecnichedi colorazione, di permanente, di taglio edi phon, Peppe Planeta, riesce costante-mente a fondere insieme una padronan-za tecnica con una creatività inconteni-bile. Parlando di Hair Styling, quindi, ilcentro “HairPlaneta” a Napoli, si confer-ma come un insostituibile punto di rife-rimento per quanti dalla vita e dall’aspet-to estetico, intendono ricavare sempre ilmeglio. ■

(giu. gio.)

Planeta,un coiffeur...dell’arteLo “stilista dei capelli” si è imposto a livelloeuropeo nel campo della bellezza e dello stilecon i suoi tagli: ha fatto delle acconciature unvero e proprio motivo di vita.

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Silvio Monettirappresentanze081/5108105

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Speciale Campania__Forum Italia XXIII

“Una commedia che lancia un metaforico messaggio perritrovare una linea comune con l’universo maschile”.

Speriamo che sia maschio,il ritorno della PalmieriL’artista sarà in scena al Teatro Spazio Libero nel segnodi una ricerca verso l’esame di un mondo al femminile.

n lavoro capace di analizzare ilbisogno affettivo di cinque donneaccomunate dalla presenza di un

uomo apparentemente lontano”. Così l’at-trice, autrice e regista Patrizia Palmieri aproposito di “Speriamo che sia maschio” ilsuo lavoro scritto nel 2002 che dopo unalenta metamorfosi ritornerà in scena dal26 aprile al Teatro Spazio Libero del ParcoMargherita nel segno di una ricerca tuttatesa verso l’esame di un mondo al femmi-nile a stretto contatto con l’anima e con lacosiddetta integrazione dei ruoli. “Unacommedia- aggiunge l’artista- che conun’attrice di chiara fama e potenzialitàcome Gabriella Cerino e gli altri interpre-ti tra cui Domenica Pollasto, AngelaSpelta e Gingi Comune, nel finale, attra-verso un brindisi per auspicare la simboli-ca nascita di un maschio, prova a lanciareun metaforico messaggio per ritrovare,almeno nel terzo millennio, una lineacomune tra l’universo maschile e quellofemminile e riuscire a salvare da un’inevi-tabile distruzione quel sublime dono chia-mato amore”. Apprezzata per i meriti artistici la sua figu-ra, tuttavia, è particolarmente ricordataper l’ avventura con il “Mezzo Teatro”?“Si, un’avventura iniziata con la stagione90-91 e che partendo da un corso di tea-tro vide la sede dei Colli Aminei che loaccoglieva, trasformarsi dapprima in unapiccola struttura teatrale e poi in un vero eproprio spazio di rilievo nel panoramaartistico napoletano capace di ospitareattori del calibro di Antonio Calenda,Renato Carpentieri, Nello Mascia,Michele Monetta e Lucio Allocca. Una

struttura, quella del Mezzo Teatro che tut-tavia ha imposto delle strade obbligate chese da una parte mi hanno consentito diformarmi a 360 gradi, da un’altra, mihanno privata di un curriculum più varioed itinerante, tenendomi frenata all’inter-no dello spazio stesso completamenteavvinta dall’allestimento e dalla interpre-tazione di lavori come ‘Quadretti eQuadrettì’ e ‘Gran Bollito’ con la regia diPippo Cangiano, ‘Forse sarebbe meglionon averlo’ con la regia di GuglielmoMarino, ‘Tutto Petito’ , ‘Il Berretto aSonagli’ ed ancora, ‘Così è se vi pare’ conla regia di Paolo Spezzaferri”.Come ricorda la fatica di mantenere unteatro ed il dispiacere della rinuncia?“In maniera ancora viva. Fatta eccezioneper un paio d’anni durante i quali ho avutodei piccoli contributi dalla Regione, hosempre dovuto gestire personalmente lo

spazio con enorme fatica. E’ stato subitodifficile tenere in vita una struttura dacento posti in una zona difficile (teatral-mente parlando) come quella dei ColliAminei, non certo centrale e facilmenteraggiungibile. Ho provato a sostenere lespese in prima persona ma alla fine nonsono più riuscita a tenere il passo con leproduzioni finchè nel 2005, nonostante lavoglia di andare avanti, ho dovuto desiste-re rinunciando con amarezza al MezzoTeatro. Per lo stesso ho tanto lavoratosenza tregua ma il disinteresse delle istitu-zioni che mi hanno persino inspiegabil-mente rifiutato l’agibilità nonostante ledoppie uscite ed il numero di spettatoriinferiori ai cento, alla fine, mi ha costrettoalla resa e così con lo scadere del secondocontratto di affitto non potendo acquista-re la struttura, il proprietario l’ha messasubito in vendita trasformando uno spazioteatrale di tutto rispetto in un’officinameccanica”.Parlando ancora di “Speriamo che siamaschio” ci vuole anticipare qualche noti-zia a proposito del nuovo allestimento?“Nonostante si tratti di un lavoro che hoscritto circa dieci anni fa, lo stesso si basasu di una tematica molto attuale. Ho deci-so di riproporlo dopo aver arricchito iltesto originario, riguardandolo con atten-zione ed aggiornandolo in virtù dellanostra vita quotidiana, pur lasciando inal-terati l’impalcatura teatrale ed il sempreattuale messaggio circa la volontà delladonna di oggi di volere un’integrazionecon il mondo maschile e di cercare unequilibrio tra testa e corpo”. ■

(giu. gio.)

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XXIV Forum Italia__Speciale Campania

Elezioni inquinate, favori a parenti ed amici del primocittadino. E il legame con aziende dell’agro-aversano.

Voto e camorra a GragnanoIl Comune nella buferaL’ombra dei clan sul municipio: ascoltati consiglieri, examministratori e decine di funzionari del Palazzo.

l voto inquinato e la spregiudicatagestione della cosa pubblica. I favo-ri usati dal Palazzo nei riguardi di

parenti ed amici del sindaco. E il lega-me a doppio filo con aziende dell’agroaversano, con la “benedizione” del lea-der regionale Pdl Cosentino. Rischia diessere un piccone a sorpresa, nel cuoredel centrodestra campano, l’inchiestadel pool Antimafia sulle troppe ombredi Gragnano.Un territorio da ricostruire, anzi daconquistarsi in poche mosse. A comin-ciare dal meraviglioso e cadente mona-stero trecentesco di San Nicola deiMiri, per il quale sono stati stanziaticirca 14 milioni, e la cui gara è statavinta dall’impresa Mastrominico: stessiimprenditori, stessa famiglia originariadell’agro aversano, già comparsa nel-l’inchiesta delle cricche sulla ricostru-zione a L’Aquila. Poi, la pioggia dimilioni in arrivo per progetti di ricon-versione e per 200 appartamenti da farsorgere nelle aree degradate. In mezzo,un Palazzo comunale, quello diGragnano, sospeso tra società rurale eun’industria eno-gastronomica dall’altopotenziale. E, anche, una brillante cop-pia di sposi: lei, primo cittadino diGragnano, lui incidentalmente sindacodi San Cipriano d’Aversa. Lei è Annarita Patriarca (nella foto),figlia di un noto esponente della Dc,Francesco, travolto dalle inchieste sullecollusioni mafiose. Lui è EnricoMartinelli, eletto nuovamente sindacodopo uno scioglimento del suo comu-ne, poi smentito da una sentenza del

Consiglio di Stato. Testimone, in chie-sa, di quelle nozze dello scorso autun-no tra due fasce tricolori di spicco delPdl? Naturalmente il leader regionaleNicola Cosentino, ma solo in veste - sitenne a precisare - di involontariocupido. Oltre la cortina rosa e invalica-bile degli eventi personali, Gragnanoresta un paese attraversato dalle stesseombre di ieri. Anzi, peggiori. E, standoalle ipotesi della magistratura, sfioratoanche da recenti alleanze tra affaristilocali, zona grigia di camorra e nuoveimprese provenienti dalle terre deicasalesi. La Procura di Napoli indagasull’intreccio di Gragnano. L’ipotesi direato, dopo gli acclarati casi di brogliche hanno già portato ad alcuni arrestie processi, guarda direttamente albeneficio sui clan, e porta al condizio-namento mafioso sul voto.

È il pool Antimafia coordinato dal pro-curatore aggiunto Rosario Cantelmo,con i sostituti Pierpaolo Filippelli eClaudio Siragusa, ad aver aperto unatraccia profonda nella recente vitaamministrativa del paese dove tutto ècambiato affinché l’essenziale - proba-bilmente - restasse uguale. La cittadinache fu feudo del senatore Patriarcadetto Ciccio ‘a prumessa, oggi, dopoinnumerevoli rimescolamenti di per-sonaggi, sigle e partiti, è passata allaguida di un sindaco giovane e motiva-to, ovvero Annarita Patriarca, avvocatodel Pdl, proprio la figlia trentenne diquel parlamentare morto nel 2007, acausa di gravi malori, mentre scontavaagli arresti domiciliari una condanna a9 anni per concorso esterno in associa-zione camorristica. Le lancette sembraabbiano ripreso un cammino noto, daallora? È quello che intende scoprire ilpool Antimafia. Il procuratore aggiun-to Cantelmo, con i suoi pubblici mini-steri e con gli 007 di carabinieri eGuardia di Finanza, hanno già ascolta-to oltre 15 persone, per ora nella vestedi testimoni. Oltre centoventi ore diinterrogatorio registrate. Il quadro chene verrebbe fuori, stando ad indiscre-zioni, è allarmante: riunioni pre-eletto-rali, rigorosamente a numero chiuso,con la partecipazione di personaggi inodore di camorra. Una montagna dischede duplicate, 1700 su circa 19milavotanti del paese, nell’esclusivo interes-se di un cartello vicino ai clan domi-nanti, quello che fa capo alla cosca DiMartino. ■

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Speciale Campania__Forum Italia XXV

Le indagini partite da una denuncia del sindaco di Pollica,ucciso in circostanze da chiarire lo scorso settembre.

Appalti truffa, sei arrestisu denuncia di VassalloLavori mai eseguiti: un imbroglio che coinvolge dirigentidella Provincia di Salerno ed alcuni imprenditori.

avori appaltati e mai eseguiti:una truffa che coinvolge diri-genti della Provincia di Salerno

ed alcuni imprenditori è stata scopertapartendo da una denuncia del sindacodi Pollica (Salerno), Angelo Vassallo,che tra il giugno e il luglio dello scoroanno aveva sollecitato la Provincia afornire chiarimenti sulla mancata rego-larità dell’esecuzione dell’appalto.Vassallo è poi stato ucciso in circostan-ze ancora tutta da chiarire nel successi-vo mese da settembre. I lavori, dunque,sarebbero stato solo un pretesto, fattaeccezione per piccole opere di sbanca-mento per la realizzazione della stradaprovinciale 108 che collega il comunedi Casalvelino alla frazione Celso delcomune di Pollica. Agli arresti domici-liari con l’accusa di peculato aggravatoe continuato, tentato peculato, falsocontinuato in atto pubblico e sottrazio-ne di documenti, sono finiti in sei: undirigente e due funzionari dellaProvincia di Salerno e tre imprenditoridel salernitano. Si tratta del dirigentedella Rete unità della Provincia,Angelo Cavaliere, del caposezione delservizio viabilità della Provincia,Gennaro Rizzo, e del dirigente, diretto-re dei lavori, Franco Cuozzo. I treimprenditori, tutti della provincia diSalerno sono Eduardo Sale, procurato-re dell’Ati, ditta aggiudicataria dell’ap-palto, del legale rappresentante delladitta sub appaltatrice Paolo Riccelli eMario Bamonte, legale rappresentatedella società che avrebbe emesso falsefatturazioni. Tutto merito della denun-

cia di Vassallo: dopo la sua morte gliinquirenti avevano focalizzato le atten-zioni anche su questi episodi ma nonhanno dato riscontri e quindi è stataesclusa ogni possibile connessione conil suo assassinio. La Provincia diSalerno, attraverso il presidente dellacommissione di verifica di trasparenza,sugli appalti aveva sollecitato l’inter-vento della magistratura. I finanzieridel nucleo di polizia tributaria avevanoprovveduto a sequestrare diverse docu-mentazioni che hanno consentito difare piena luce sulla truffa, quantificatain 615 mila euro. Questa è la somma di denaro liquidataalle imprese aggiudicatarie dell’appalto,a fronte di semplici opere di sbanca-

mento quantificabili in 150 mila euro.Secondo gli investigatori gli indagatiavrebbero tentato di appropriarsi del-l’ulteriore somma di 76mila euro asaldo dei lavori. Come sottolinea ilprocuratore della repubblica diSalerno, Franco Roberti sono statieffettuati numerosi sequestri di beni aisei finiti stamani ai domiciliari. In par-ticolare al dirigente della Provincia,Franco Cuozzo, sono stati sequestratidue appartamenti, una villa, due terre-ni, due autovetture di grossa cilindratae somme di denaro, ancora in via diquantificazione, su oltre venti rapportidi natura finanziaria come libretti dideposito e deposito titoli. Sequestrati iconti correnti dei sei indagati. ■

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Speciale Campania__Forum Italia XXVII

agli esiti della consultazionepubblica realizzata dal-l’Assessorato alla Ricerca

Scientifica sulla Larga Banda neicomuni, pubblicati su www.innova-zione.regione.campania.it, emerge chesono 303 su 551 i comuni a digitaldivide. Sono così catalogati quei sitiche non hanno ancora alcun serviziodi accesso ad Internet a banda larga, equelli presso i quali risulta attivo ilservizio di accesso ad Internet a bandalarga, ma vi sono utenze e/o aree ter-ritoriali comunali (frazioni, quartieri)per le quali non è stato possibile pro-cedere all’attivazione di tali servizi.In dettaglio, il 9% di essi si trovanella Provincia di Napoli, il 15% inquella di Caserta, il 19% in quel-la di Benevento, il 23% in quelladi Avellino e il 43% in quella diSalerno. La consultazione è stataeffettuata tramite form web econ il coinvolgimento degli ope-ratori di telefonia fissa/mobilenazionali e diversi operatori di con-nettività internet locali e satellitare.Gli esiti della consultazione sonoparte dello studio di fattibilità del pro-getto “Allarga la rete”, finanziato conun importo di 50.000.000,00 di euro.

L’intervento in larga banda fa partedelle azioni di potenziamento delleinfrastrutture che la RegioneCampania sta realizzando per supera-re il digital divide, al fine di assicurarea cittadini, imprese e PubblicheAmministrazioni l’accessibilità ai ser-vizi che vengono erogati mediante lenuove tecnologie dell’informazione.La Campania, secondo il primo“Rapporto sull’Innovazione delleRegioni italiane”, è tra le primeRegioni per le linee di copertura conuna percen-tuale

del 72%. “Una politica che ha a cuoreil proprio territorio”, ha detto l’asses-sore alla Ricerca Scientifica dellaRegione Campania Guido Trombetti,“deve programmare interventi ingrado di sviluppare infrastrutturecapaci di promuovere il progresso. Loha fatto con le strade, le ferrovie e por-tando la corrente elettrica in ogniangolo, anche quello più isolato. Oggideve attivarsi per diffondere le con-nessioni veloci al mondo di Internet.La Regione Campania ha avviato, nel-l’ultimo periodo, un grande progettodi innovazione dei servizi, partendodalla esigenza di affermare la cittadi-nanza digitale. E l’infrastruttura abili-

tante è prioritariamente quella cherende disponibile in modo diffu-so sul territorio l’accesso allarete”. “Se non ci saranno intoppinegli iter amministrativi di unprocedimento così articolato e

complesso, e soprattutto se tutticontinueranno a sostenere l’iniziati-

va ritenendola una priorità per ilnostro territorio”, ha concluso, “neiprossimi tre anni raggiungeremo iltraguardo della copertura del territo-rio al 100 per cento”. ■

(g.r.)

La Campaniaa banda larga:coperto il 72%Incoraggianti dati dell’assessorato alla RicercaScientifica. L’assessore regionale Trombettirilancia: “Nei prossimi 3 anni raggiungeremola copertura totale del territorio”.

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Informarsi

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Speciale Campania__Forum Italia XXIX

a seconda edizione di The VipChampion Capri 2011, promos-sa da 361 Ondemand, la società

di management ed organizzazione dieventi di spicco, è stata presentata sta-mani a Capri sulla terrazza del PiccoloBar in piazzetta. Una kermesse sportivae mondana che prenderà il via l’8 giu-gno per concludersi il 12 con la premia-zione ufficiale. A portare il saluto istitu-zionale alla presentazione il Sindaco di

Capri Ciro Lembo, e nel parterre degliospiti una presenza d’eccezione, il pro-curatore sportivo Ernesto Bronzetti, invacanza sull’isola per un periodo direlax. E ad entrare nel dettaglio del pro-gramma dell’event show, sponsorizzatoda Roberta del Gruppo Pompea, CaffèMoreno, Justr, Dorabella, NedlineShoes, Charter Caracciolo1 eBikedream, la responsabile organizzati-va Claudia Core che ha illustrato tutti

gli appuntamenti sportivi e mondani,dai tornei di calcetto, tennis e pallaavvelenata, alle escursioni nei luoghipiù affascinanti dell’isola ed il GranGalà con la premiazione sulle terrazzedel lussuoso Hotel Tiberio Palace.L’evento gode del supporto dei MediaPartner Radio Marte, Telecapri e WeCan Dance. Tanti i nomi del mondo delcalcio e dello star system che hanno giàconfermato la loro presenza a Capri:Fabio Quagliarella, Fabio Liverani,Salvatore Aronica, Paolo Cannavaro,Filippo Inzaghi, Adrian Mutu,Guglielmo Stendardo, Marco Donadel,Antonio Conte, Stefano Bettarini,Matteo Materazzi, Bruno e DanieleConti, Angelo Peruzzi, EmanueleCalaiò, Andrea Caracciolo, PasqualeFoggia, Matteo Ferrari, Luca Cigarini,Bernardo Corradi e i personaggi famo-si del mondo dello spettacolo: ElenaSantarelli, Carlo Conti, Roberta Morise,Elena Ossola, Italia Caruso, MaurizioMattioli, Pamela Prati, Matilde Brandi,Cristina Chiabotto, Fabio Fulco, MelitaToniolo, Gigi Finizio, ElisabettaGregoraci, Flavio Briatore, Biagio Izzo,Nina Senicar, Piero Chiambretti, NancyBrilli e Roy De Vita, Francesca Fioretti,Maria Mazza. ■

Vip Champion,Capri tra sporte mondanitàLa kermesse prenderà il via l’8 giugno perconcludersi il 12 con la premiazione ufficiale.Alla presentazione presente il sindaco di CapriLembo e un parterre di ospiti d’eccezione.

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Speciale Campania__Forum Italia XXXI

L’evento è stato ospitato dalla Canottieri, che ha ospitatoal Molosiglio armatori e tattici di fama internazionale.

Grande vela nel GolfoVince Mascalzone LatinoAll’ombra del Vesuvio si è tenuta la prima tappa dall’AudiSailing Series: successo del team di Vincenzo Onorato.

ascalzone Latino con PaoloMasserdotti e Francesco Bruniha vinto la prima tappa Audi

Sailing Series Melges 32 ospitate dalCircolo Canottieri Napoli. La flotta deiventidue Melges 32 è stata protagonistadi due giornate di gare impegnative,dominate da un vento teso da grecalecon intensità altalenanti dai 18 - 20 nodidi media della prima prova per poi pas-sare ai 12-15 nodi della seconda e terzaprova. “Vedere questa flotta in acqua –ha commentato Carlo Alberini, presi-dente della classe Melges 32 - è sempreuno spettacolo unico e la classe, si con-ferma essere punto di riferimento per lavela agonistica di alto livello. Il livellotecnico – ha continuato Alberini - di noieuropei ha tutte le carte in regola percontrastare la fortissima flotta america-na. Napoli – ha concluso Alberini - ci haregalato una bellissima tappa: un’ultimagiornata impegnativa per le condizionimeteo. Un grazie agli organizzatoridell’Audi Sailing Series Melges32 e alCircolo Canottieri Napoli che ci haospitato e adoperato per rendere unicala nostra tre giorni di regate parteno-pea.” Mascalzone Latino è stato premia-to dalla costanza dei risultati salendocosì sul gradino più alto della primatappa Audi Sailing Series (4-4-5-5-4-1-1) “Una gran giornata per noi - dice iltrimmer, Andrea Ballico - abbiamo sba-gliato poco e ottenuto due bullets ed unquarto posto. Lasciamo Napoli con laconsapevolezza che siamo in grado digiocarcela per vincere, e qui l’abbiamodimostrato, ma c’è ancora un po’ da

lavorare. L’equipaggio ha manovratomolto bene, anche in condizioni diffici-li. Paolo Masserdotti ha egregiamentesostituito Vincenzo Onorato, che sarànuovamente con noi a partire dallaprossima tappa. A lui, il cuore e l’animadi questo team, dedichiamo questa vit-toria”. La classifica finale che vede nelgiro di solo 20 punti i primi 6 della clas-sifica generale: secondo gradino delpodio per Samba Pa Ti di John Kilroycon alla tattica Nathan Wilmot (14-1-1-13-3-2-5: 25pt) che dopo un debuttopoco convincente con il 14° posto dellaprima prova recupera con un doppioprimo nella giornata di sabato e un 3-2-5; terzo a solo 1,5 pt è B-Lin Sailingteam di Luca Lalli con alla tatticaLorenzo Bressani premiato dallacostanza dei risultati ma penalizzato dauna partenza anticipata nella seconda

prova (1-8,50-6-10-6-6-3:30,5pt). Gliinglesi di High Life (7-6-4-18-7-9-4:37)hanno concluso al quarto posto. Consedici punti di distacco Rush Diletta checonclude quinto (6-2-13-4-9-14-9:43)seguito da Audi Fratelli Giacomel cheritrova l’assetto giusto e l’affiatamentodel team soprattutto nelle ultime prove(13-16-12-2-5-5-8:45).Qualche polemica nel finale, quandoMascalzone Latino ha disertato il podio: il boss Vincenzo Onorato ha chiestoscusa ai team. Una scelta fatta per prote-sta, spiega, sia contro il circolo velicoorganizzatore dell’evento che “ha osteg-giato l’apertura della nostra scuola velaper i bambini disagiati dei quartieri diNapoli”, sia contro Audi che non gli haancora liquidato la sponsorizzazzine perla partecipazione al Louis VuittonTrophy. ■

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Attualità__Forum Italia 67

en 447 metri quadrati ristrutturati in un ex comples-so industriale alla periferia Nord-Ovest di Milano.Una casa di lusso in stile “Batman”, in via Ajraghi.

Per capire se sia stata costruita senza permessi sono arriva-te le Fiamme gialle. Un sopralluogo disposto dal procurato-re aggiunto Alfredo Robledo. La particolarità è che la casa èdi Gabriele Moratti, figlio del sindaco Letizia e del petrolie-re Gianmarco.Ad aprire la porta alla guardia di finanza è stato proprio lui,Gabriele: ed è varcando il portone che i finanzieri avrebbe-ro realmente trovato tutte quelle meraviglie descritte dall’ar-chitetto esperto di domotica che ha seguito il cantiere e che,nei mesi scorsi, ha portato in tribunale la vicenda accusan-do Moratti junior di non aver pagato l’ultima rata della suaparcella: dopo l’ingresso si sarebbero davvero materializzateuna piscina con tanto di ponte levatoio per accedere a unazona giorno, cucina, bagni, ma anche quella botola automa-tizzata che porta nei sotterranei. Fino a un ring da boxe e aun poligono di tiro, in parte smantellati.Il caso si abbatte su una Milano già sconquassata daAffittopoli e in piena campagna elettorale. Ed è proprio aLetizia Moratti che il centrosinistra milanese chiede chia-rezza: “Se queste ipotesi fossero vere il sindaco non potreb-be ricandidarsi”. Il magistrato che ha aperto l’indagine èanche il titolare dell’inchiesta sulle case affittate a prezzi lowcost del Pio Albergo Trivulzio. Al centro dell’attenzione diRobledo c’è un immobile di proprietà del 32enne rampollodi casa Moratti che, comunque, non dichiara lì la propriaresidenza: quattro laboratori con vincolo di destinazioneindustriale che, nell’agosto del 2009, vengono “accorpati”.Minimi gli oneri pagati: poco più di 6mila euro. Allora nonviene richiesto nessun cambio di destinazione d’uso.

I lavori vanno avanti, ma un anno dopo arriva la grana. Ilgruppo Hilite Brera 30 lamenta di non aver ricevuto unpagamento e porta la vicenda in tribunale. Il titolare, GianMatteo Pavanello, ottiene anche un decreto ingiuntivo per127mila euro. Ed è l’architetto che, dopo essere stato convo-cato in procura come testimone, ha seguito i militari nelsopralluogo. Sono stati fatti rilevi e scattate foto. Nel settem-bre 2010 lì c’era nulla, in un primo sopralluogo e i tecnici diPalazzo Marino non trovano irregolarità lampanti.Nessuna casa, soprattutto. L’architetto Pavanello haraccontato che sarebbe stata celata dietro “pare-ti di cartongesso” costruite ad hoc.Eppure, piscina, botola, ring e poligo-no di tiro sarebbero riapparsequalche mese dopo, met-tendo nei guai laMoratti. ■

Moratti jr e la Bat-casaE il sindaco finisce nei guai

DI VINCENZO BERNARDI

Militari a caccia di documenti nell’abitazionedel figlio del primo cittadino di Milano, sottoinchiesta per violazione edilizia: il capannone èstato trasformato senza i permessi comunali.

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>>> ATTUALITÀ

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68 Forum Italia__Attualità

na nuova generazione al lavoro.Si muove e vive nella Rete, lacrea da dentro, la gestisce. E’

una generazione che sfugge alla com-prensione della maggioranza, che segueproprie regole e inventa codici di acces-so e di riconoscimento. Il suo linguag-gio è stato tradotto per gli umani nelfilm di David Fincher, The SocialNetwork, che ha raccontato la storia diMark Zuckerberg, il fondatore diFacebook. Un genio, un hacker, l’uomodell’anno, il miliardario più giovane delpianeta e, soprattutto, un visionario.Difficile contattarlo e captarne l’atten-zione, per riuscirci bisogna passare dacodici, algoritmi, buchi neri, cavi e fan-tasiose scorciatoie.

La storia di Chris Putnam ne è la dimostrazio-ne. Digitando questo nome su Facebook, appa-re una foto sfocata, e un “mi piace” sottoscrittoda circa 60mila persone. Putnam è un hackernato nel 1988 che ha sfidato con un virus ilgrande social network. Il suo scopo non erainfastidire Zuckerberg, ma farsi notare. La suaavventura ha inizio nel 2005 quando Chris,allora 19enne, studiava alla Georgia SouthernUniversity e insieme ai suoi due amici MarcelLaverdet e Kyle Stoneman, decise di creare unworm che si replicava grazie a un exploit XSS(Cross-site scripting) tramite un campo nontrattato correttamente (Websites). Il worm erain grado di fare tre cose: chiedeva l’amiciziaall’account di Chris, si replicava nel profilo ecambiava la grafica del profilo dell’utente repli-cando fedelmente quella di MySpace.

U

Caro Mark ti sfido

TECNOLOGIA • DI CARLO MANCINO

Didascalia. MarkZuckerberg, il fondatore diFacebook. In basso ilprofilo di ChrisPutnam, che ha attaccato il sito per il quale è statopoi assunto.

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Attualità__Forum Italia 69

Il worm code si replicava di utente inutente in modo rapido e silenzioso, dif-fondendosi in modo virale attraverso gliamici che guardavano il profilo di qual-cun altro. I tre hacker potevano cosìmodificare rapidamente lo script princi-pale per produrre una serie di effetti asorpresa sugli account che passavanosotto il loro controllo. “Era un lavoroche faceva molto effetto e riarrangiavatutti i campi del profilo in sgradevolicaselle di MySpace e schemi colorati”, haraccontato Putnam. Questo li rendevaperò facilmente rintracciabili. Tre rin-tracciabili e geniali sbruffoni. In menodi 24 ore dal rilascio del worm, Putnamvenne contattato da Dustin Moscovitz,uno dei co-fondatori di Facebook. Con

la diffusione del virus gli utenti contagiati ave-vano cominciato subito a lamentarsi. Anchenumerosi dipendenti di Facebook erano statiinfettati, incluso un account interno di provachiamato The Creator. Come ha poi spiegatoPutnam, il ‘creatore’ non era Zuckerberg: “Maabbiamo immaginato che anche lui fosse statocostretto a fare il punto e avesse consideratol’operazione uno straordinario successo”. Inmeno di un giorno Putnam fu invitato daMoscovitz a presentarsi alla sede di Palo Altodi Facebook. Questo non prima di un lungoscambio di messaggi. “Il fatto che Moskovitz conoscesse la miaidentità non fu una grande sorpresa”, ha rac-contato Putman, al quale dopo circa un mesedi rivelazioni fu chiesto se volesse lavorare perFacebook. ■

La storia di Chris, creatore di un ‘worm’ in grado di infastidireFacebook

Caro Mark ti sfido

In meno di 24 ore èstato contattato dallasocietà. E assunto dalcolosso di Palo Alto

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Attualità__Forum Italia 71

Una rivoluzione che sta cambiando le abitudini di visione di milioni di persone anche in Italia.

Addio palinsesti e dvdIl futuro della tv è adessoMediaset e Amazon entrano a gamba tesa nel settoredei video on demand su internet: “Svolta epocale”.

DI MICHELE CIOCE

ddio palinsesto. Il vecchio ritodella famiglia che si ritrovadavanti al televisore a orari

determinati dalla programmazione staper cambiare. No, non cambieranno leabitudini degli italiani in fatto di pran-zo e cena, piuttosto cambierà quelloche vedranno in tv. Perché sempre dipiù la tv verrà offerta non nella formadel palinsesto, con appuntamenti adorari determinati, ma à la carte, con unmenù dal quale scegliere liberamentecosa vedere e a che ora.La tv on demand, la tv a richiesta,annunciata molte volte nel corso deglianni, è infatti oggi diventata una realtà,che già adesso coinvolge diversi milio-ni di telespettatori e che pian pianoarriverà in tutte le case degli italiani. Lenovità sono molte e vedono protagoni-ste tutti le principali aziende televisivenazionali, che per frenare la perdita diascolti che da qualche anno ha comin-ciato a colpire le tv generaliste in favo-re di quelle satellitari e di internet,hanno deciso di muoversi e di metterea disposizione dei loro telespettatorinon solo i vecchi e rodati palinsesti, maanche una prima offerta di tv “ondemand”. Così Mediaset ha lanciato MediasetPremium Net Tv 1, per vedere cinema,sport e tv sul computer. In realtà il ser-vizio di Mediaset non è aperto a tuttima solo agli abbonati MediasetPremium, con “canali tematici, cinemain anteprima, serie tv in esclusiva, cal-

cio italiano e internazionale, il megliodella programmazione Mediaset degliultimi 7 giorni e i programmi chehanno fatto la storia di Canale 5, Italia1 e Rete 4”. La visione dei contenutivaria a seconda dei pacchetti a cui l’u-tente Premium è abbonato e sarà anchepossibile acquistare i singoli film pre-senti nella sezione Cinema Premièreaddebitando il prezzo direttamentenella fattura Premium. L’unico limite èche Premium Net TV potrà essere uti-lizzata per non più di 60 ore mensili.La novità dell’arrivo di Mediaset, anchese con i limiti attuali, è decisiva: signi-fica che anche i grandi player vedononella rete il futuro della televisione. Sen’erano già accorti in molti, soprattuttonegli Usa, dove i servizi on demand di

tv e cinema sono già ben rodati e disuccesso. Due in particolare: Hulu (diproprietà di Murdoch) e Netflix, che daieri hanno la concorrenza, sul frontedel cinema, anche del nuovo servizio distreaming offerto da Amazon, che èsempre più vivace sul fronte della mul-timedialità. Ma non mancano nelloscenario anche i produttori di hardwa-re, che hanno iniziato a vedere nelnuovo canale distributivo una straordi-naria opportunità, dato che non c’èancora nessun vincitore in una partitache è appena iniziata. Sul campo digioco ci sono infatti anche Google, conla sua Google Tv, Apple con la AppleTv, Sony con Qriocity, che offrono ilcollegamento alla rete e una selezionedi film e programmi. ■

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l telecomando per molti è più importante del sesso. Nonci credete? Sfogliatevi la ricerca Remote Control GlobalTrends Studio della Wakefield Research 1, commissio-

nata da Loogitech e condotta tra i possessori di dispositividi controllo in Europa, Stati Uniti e Australia: il 25% degliintervistati confessa candidamente di essere disposto arinunciare a un mese di rapporti intimi con il partner pur dinon rinunciare al pieno controllo dello scatolotto a infraros-si e dei programmi televisivi da guardare. Uno strumento dipotere, in una società dove proliferano i tele-dipendenti,

che pare irrinunciabile. Così, se il 18% per cento del cam-pione, ha in famiglia qualcuno che, ancora oggi, non sacome si usa il telecomando, un altro 21% d’intervistati, inve-ce, preferisce non mettere a repentaglio il suo rapporto dicoppia ma la sua igiene personale e per non cedere il teleco-mando in mano ad altri, sceglierebbe di non lavarsi i denti.Tutto per un dispositivo nato nel 1950, per merito del fisicoaustriaco naturalizzato statunitense Robert Adler: a distan-za di oltre sessant’anni dalla sua prima produzione ad operadella Zenith, il telecomando resta una delle periferiche elet-troniche più amate e utilizzate dai consumatori di tutto ilmondo. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, l’indagi-ne ha evidenziato situazioni di criticità dovute all’aumentodel numero di telecomandi in dotazione ai vari dispositivipresenti nelle case, come Tv, Dvd, impianto Hi-Fi ecc - euna eccessiva complessità di uso degli stessi. Contro il proliferare dei telecomandi, ben il 92% del cam-pione europeo coinvolto nella ricerca ha sottolineato l’im-

portanza di avere un solo elemento chepermetta di gestire tutti i sistemi dientertainment di casa attraverso ununico pulsante, e tre quarti degli inter-pellati, circa il 77%, ha evidenziatocome la periferica in questione siadiventata troppo difficile da utilizzare,al punto che un quinto delle personeintervistate si è trovato a dover scrive-re le istruzioni per le babysitter e l’83%degli intervistati acquisterebbe volen-tieri un telecomando universale, consi-derandolo un ottimo investimento.E se un utente su cinque, ovvero il19%, non ricorda più dove siano finiti itanti telecomandi presenti in casa, colrisultato di non poter più utilizzare ilvideoregistratore o l’impianto hometheatre, c’è chi - circa il 41% - vorreb-be un upgrade del suo: un pulsanteextra per attivare l’avanti veloce dellalavatrice. ■

Telecomando irrinunciabileIl sesso può aspettare

DI ARTURO PINTO

Ricerca internazionale sull’uso del dispositivonato 60 anni fa. Un intervistato su 4 ammettedi poter rinunciare a un mese di rapporti intimicol partner pur di mantenere il controllo...

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72 Forum Italia__Attualità

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rasparenza significa richiamo alla legalità e alla chia-rezza in un Meridione dove l’emergenza lavoro è ilprimo problema. Eppure, anziché fare passi avanti, ci

troviamo davanti al blocco del turn-over e ad una strettasulle consulenze negli enti pubblici: provvedimenti che giu-dichiamo sbagliati e che andrebbero rivisti”. E’ il pensiero diAchille Coppola, presidente dell’Ordine dei dottori commer-cialisti e degli esperti contabili di Napoli, intervenuto al con-vegno “I controlli nel settore pubblico, il ruolo del commer-cialista: trasparenza e legalità” organizzato dall’Ordine parte-nopeo presso l’Auditorium della Regione Campania.“E’ vero che spesso delle consulenze si è abusato – ha conti-nuato Coppola -, ma se si vuole cambiare passo non si puòprescindere dalle migliori risorse umane ed economiche:preservare le istituzioni è necessario, migliorarle è doveroso.Oggi poi assistiamo a un’emergenza di fronte alla qualeoccorre unità d’intenti. Il Paese è in ginocchio, la Campaniae Napoli sono allo stremo. Noi commercialisti, che svolgia-mo una professione sociale, vogliamo essere attori in unsistema che rischia di collassare”.Vincenzo Moretta, consigliere segretario dell’Ordine, haposto l’accento sulla necessità di un dialogo sempre piùcostante tra le parti: “I commercialisti rivestono un ruolodeterminante; cercheremo di far capire alle istituzioni chetrarre il massimo vantaggio dalla spesa pubblica, evitando glisprechi, può essere un vantaggio per tutti. Alla politica chie-diamo maggiore autonomia”.Anche Bruno Miele, vicepresidente dell’Odcec Napoli, hasottolineato come i commercialisti vogliano essere un riferi-mento per le istituzioni, svolgendo al meglio il proprio lavo-ro e agendo nell’interesse dei cittadini. “Soltanto in questomodo si può sviluppare un’attività di trasparenza e legalità a

360 gradi, avendo come obiettivo il miglioramento degli entilocali e puntando ad essere un partner moderno ed efficace”.Secondo Giovanni Granata, consigliere delegatoCommissione Enti locali dell’Ordine del capoluogo parteno-peo, “quella di commercialista è una professione che riempiela società a tutto tondo, dobbiamo essere pronti e dare ilnostro contribuito in maniera sempre maggiore rispetto aquanto avviene oggi”.A fare gli onori di casa Pasquale Sommese e GaetanoGiancane, assessori regionali rispettivamente ai Rapporti congli Enti locali e al Bilancio. “Decentramento è la nuova paro-la d’ordine, i costi sono gravosi e ormai troppo alti per esseresostenuti – ha dichiarato Sommese -. Un concetto che beneaveva compreso Angelo Vassallo, il compianto ex sindaco diAcciaroli che, come altri suoi colleghi, era costretto a venirein Regione anche solo per chiedere l’autorizzazione per l’a-

Trasparenza e legalità,al Sud mancano i controlli

DI CARLO CARRATORE

Confronto tra istituzioni e commercialisti. Coppolachiede di alleggerire la stretta sulle consulenze:“Non si può prescindere dalle migliori risorseumane ed economiche. Sì alla vigilanza interna”.

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Economia__Forum Italia 73

>>> ECONOMIA

Achille Coppola.Presidente dell’Odcec

partenopeo.

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74 Forum Italia__Economia

pertura di una fontana. Non va piùbene, i cittadini cominciano ad esserestanchi di fare sacrifici senza ottenerein cambio alcun risultato concreto”. “Ilcommercialista ha un compito impor-tante e delicato: deve vigilare sulla lega-lità e sulla trasparenza in tutti i settoridi cui si occupa – è invece il pensiero diGiancane -. Si tratta di un’opera fonda-mentale, che permetterà di divideredavvero i buoni dai cattivi, perché oggitroppo spesso i ruoli si confondono”.Per Raffaele Topo, segretario dellaCommissione Bilancio RegioneCampania, “la vera chiave di volta sonoi controlli interni, che fino a qualcheanno fa avvenivano in maniera pun-tuale. C’è un bisogno assoluto di ripri-stinarli anche a costo di creare malu-mori. Inoltre non basta più il rendicon-to periodico, vanno analizzate anche leattività”.Michele Saggese, assessore comunale alBilancio e consigliere dell’Ordine diNapoli: ha rimarcato che “spesso non èfacile abbinare le parole ai fatti. Ilnostro è un approccio professionale,che può incontrare delle difficoltà

quando si tratta di affrontare i proble-mi degli enti pubblici. Nel mio caso èstato un vero e proprio choc; è necessa-rio affrontare le problematiche con unapproccio molto più diplomatico ed èimpossibile programmare, ma anzi sivive alla giornata lottando con unaburocrazia insostenibile e una macchi-

na dirigenziale enorme”. Nel corso deldibattito, moderato dal Alfonso Ruffo,direttore de “Il Denaro”, sono interve-nuti anche Gennaro Ferrara, vicepresi-dente Provincia di Napoli, FrancescoDe Filippis, Emmanuele Saggese,Antonio Scippa, Maurizio Corciulo ePaolo Longoni. ■

“Le Province della Campania facciano un passoverso Napoli, accettandone i rifiuti e dando illoro contributo per far uscire la Regione daun’emergenza che dura da 18 anni. Penso che

tocchi ad Avellino fare un passo avanti, perché lìci sono i terreni migliori per aprire una nuovadiscarica in tempi brevi”. Lo ha dettoGiandomenico Lepore (nella foto), Procuratore

Capo della Repubblica di Napoli, nelcorso del convegno “I controlli nelsettore pubblico, il ruolo del com-mercialista tra trasparenza e legali-tà”, organizzato dall’Ordine dei dot-tori commercialisti e degli esperticontabili di Napoli.“Quando la discarica di Pianura eraaperta – ha continuato Lepore – alsuo interno venivano sversati i rifiutidi tutta la Campania. Oggi occorreun’inversione di tendenza, anche

perché non vedo altre strade per risolvere ilproblema Napoli. L’altra incognita riguarda iltermovalorizzatore di Acerra, dove si lavora aritmi troppo bassi: occorre un cambio di mar-cia”. Riguardo il ruolo dei commercialisti neglienti locali, Lepore ha le idee chiare:“Trasparenza e legalità sono temi che troppospesso passano in secondo piano. Mancano icontrolli, oppure vengono fatti male perché siscelgono le persone in base all’appartenenza enon al merito. Serve una scossa, dobbiamoprendere coscienza che siamo arrivati a un livel-lo minimo, la situazione è drammatica. Mi riferi-sco alle piccole e grandi cose, dalle buche perstrada ai rifiuti: collaborazione tra le parti econtrolli siano le nuove priorità”.

Allarme rifiuti a Napoli, il Procuratore Lepore:“Le Province campane diano il loro contributo”

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commercialisti sono impegnati in prima linea per forniremisure opportune a contrastare la crisi economica e ladisoccupazione giovanile. In quest’ottica, la conciliazione

rappresenta un tema centrale, nel quale la nostra categoriaha creduto molto. Si tratta ora di sviluppare una riflessionestrutturata per intensificare le attività su un tema così delica-to”. Intervenendo al convegno “Il Collegato Lavoro, tutte lenovità e gli impatti della nuova normativa sulla gestione dellavoro”, organizzato dall’Odcec partenopeo edall’Associazione costruttori edili Napoli (Acen), AchilleCoppola ha lanciato un messaggio ben preciso alleistituzioni: “Crisi significa emergenza lavoro ed emergenzagiovani, che noi commercialisti combattiamo con iniziativecome queste”, ha concluso il numero uno dell’Ordine. “Datempo l’Acen è in prima linea nella lotta al sommerso e allavoro nero”, ha sottolineato Roberto Catello, presidente ereferente Relazioni Industriali e Affari Sociali Acen. “Delresto il sistema Ance ha messo al centro la sicurezza e lalegalità quali condizioni premianti: non si tratta infatti solodi obblighi, ma di occasioni di vantaggio competitivo esociale”. Dal canto suo, Paolo Pennesi, direttore generaleAttività Ispettiva del ministero del Lavoro, ha evidenziatocome per la prima volta si fissino paletti ben definiti sullatematica. “Col Collegato vengono ampliate le norme di dele-ga per i grandi progetti e semplificati i percorsi della conci-liazione. Finalmente possiamo dire che in Italia vengonoaccorciati i tempi della mediazione”. Secondo ConcettaFerrari, direttore generale Risorse Umane del Ministero delLavoro, “sarà necessaria una profonda riorganizzazionedegli uffici del dicastero: la struttura rispetto all’arbitratodovrà essere rivoluzionata. Cambieranno anche gli uffici del

territorio e ci saranno novità per il pubblico impiego”.Giovanni Granata, consigliere delegato commissione LavoroOdcec Napoli, ha rimarcato come con il Collegato vengameno l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione nelle con-troversie di lavoro. “Le parti potranno finalmente scegliere sepercorrere questa strada o adire l’autorità giudiziaria. In unsolo caso il tentativo di conciliazione prima del giudiziorimarrà obbligatorio: chi vorrà impugnare dinnanzi al giudi-ce un contratto di lavoro certificato dovrà preventivamenteesperire il tentativo presso la commissione che ha emessol’atto di certificazione”. Giuseppe Ferraro, ordinario diDiritto del Lavoro presso l’Università Federico II di Napoli,

Collegato Lavoro,l’Italia volta pagina

DI STEFANO DE BIASI

Procedure più snelle nella conciliazione, novitànella disciplina dell’apprendistato e lotta semprepiù aspra al sommerso: la normativa presentatapresso l’Ordine dei commercialisti di Napoli.

I

Economia__Forum Italia 75

Giovanni Granata.Consigliere delegatocommissione LavoroOdcec Napoli.

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ha sostenuto: “Conciliazione e lotta alsommerso sono temi centrali dellariforma. Obiettivo è la deflazione delcontenzioso, individuando percorsialternativi. La priorità deve esserequella di dare un forte input al compar-to avviando l’attività produttiva e ren-dendo più elastici i rapporti tra leparti”. Gli fa eco Danilo Papa, dirigenteDiv. I Dgai Ministero del Lavoro, chenel corso del suo intervento si è soffer-mato sulla nuova disciplina sanziona-toria in materia di lavoro nero. Per laDirezione del Lavoro sono intervenutiil direttore regionale della CampaniaNicola Agosta e quello della provinciadi Napoli Renato Pingue: “Il CollegatoLavoro rappresenta un grande passoverso la normalizzazione di un settoredelicato. Avrà un impatto fondamenta-le sull’attività imprenditoriale graziealla semplificazione sulla mediazione ealle nuove dinamiche nei contratti”. Icomponenti dell’Ordine dei dottoricommercialisti e degli esperti contabili

di Napoli hanno invece messo l’accentosull’impegno della categoria in materiadi gestione del lavoro. Il vicepresidenteBruno Miele ha affermato: “I commer-cialisti sono coinvolti a 360 gradi erivestono un ruolo decisivo nel rappor-to tra datori di lavoro e contribuenti”.Secondo Vincenzo Moretta, consiglieresegretario, “per i professionisti la veranovità riguarda le mediazioni: ci saràuno snellimento delle procedure, conmolti passaggi in meno, tempi rapidi eprovvedimenti incontestabili”. Sulla stessa lunghezza d’ondaFrancesco Condurro, presidente com-missione Lavoro Odcec Napoli: “IlCollegato arriva in una situazione eco-nomica difficile: si tratta di una nor-mativa necessaria perché contribuiscea combattere il sommerso e va a rego-larizzare il rapporto tra il datore dilavoro e il dipendente rendendolo piùsnello”. Antonio Alfé, copresidente commis-sione Lavoro Odcec Napoli, ha dichia-

rato che “con la nuova normativa arri-veranno nuove opportunità nel rap-porto lavorativo che garantiranno lasalvaguardia delle parti in causa”. Ilsegretario commissione Lavoro OdcecAntonio Tammaro ha messo in luce ilritrovato dialogo tra imprese e sindaca-ti, interrotto negli ultimi anni. “Il lavo-ratore avrà la possibilità di far valere lesue ragioni in tempi molto più brevi”.Sono intervenuti al forum ancheSalvatore Russo e Anna Del Vecchio,componenti della commissione Lavorodell’Ordine partenopea: “L’impattodella normativa sarà dirompente per laclasse imprenditoriale italiana: final-mente il legislatore ha posto fine aglisprechi del passato e compiuto un deci-sivo passo verso i giovani. La prioritàresta combattere la dispersione scola-stica, che nel nostro Paese è al 19%”.Nel corso dell’evento Francesca Vitelliha presentato il volume ‘Una vita daprecaria, riflessioni di una quarantennesul mercato del lavoro’. ■

76 Forum Italia__Economia

Vincenzo Moretta.Consigliere segretariodell’Odcec partenopeo.A sinistra il numero 2Bruno Miele.

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Economia__Forum Italia 77

Raffaele Marcello, numero uno del sindacato: “Eccocosa cambia. Con i ministeri dialogo necessario”.

Il Congresso Unagraco sulla nuova revisione legaleA Bari dibattito sul quadro attuale e sulle prospettivefuture alla luce degli emanandi regolamenti.

DI LUCA MICELI

Bari il Congresso nazionaleUnagraco. Argomento deldibattito “La nuova revisione

legale - Il quadro attuale e le prospetti-ve future alla luce degli emanandi rego-lamenti”. Il decreto legislativo del 27gennaio 2010 ha infatti introdotto inte-ressanti novità in tema di controllo suiconti annuali e consolidati delle azien-de. “Alla luce della riforma che ridise-gna la professione, c’era necessità di unaggiornamento per tutti i colleghi”, è ilpensiero del presidente Unagraco,Raffaele Marcello. “Riteniamo che i dottori commerciali-sti possano contribuire alla redazionedei nuovi regolamenti, perché propriocon questi ultimi - afferma Marcello -verranno definite nel dettaglio le nuovenorme che stabiliranno le direttivedella professione. Abbiamo la fortunadi discutere di leggi ancora da emana-re, è giusto dunque farsi trovare prontiquando dovremo esprimere la nostraopinione”. Il provvedimento normativoha recepito le direttive Cee: le modifi-che interessano il Codice Civile, ildecreto legge sul bilancio consolidato, itesti unici in materia bancaria e sull’in-termediazione finanziaria e il codicedelle assicurazioni private. L’attività direvisione deve dunque essere svolta inconformità ai principi di revisioneadottati dalla Comunità Europea cheporteranno il revisore ad utilizzareprocedure e controlli tali da identifica-re i rischi di errori significativi in

bilancio ed individuare gli opportunicriteri adeguati alla valutazione di dettirischi. “La nuova revisione contabilepuò contribuire a rilanciare il sistemapaese - è la certezza di Marcello -, mac’è bisogno di dialogo. Al CongressoUnagraco i rappresentanti della catego-ria, della Consob e dei ministerivigilanti: l’obiettivo era mettere sultavolo le varie esperienze e, alla finedella giornata di lavori, arrivare a unasoluzione comune”. Nel pomeriggio focus con esponentidel mondo accademico e professionaleper analizzare le prospettive future:“Abbiamo discusso anche e soprattuttodi ciò che accadrà nei prossimi anni

all’interno della professione. La nostraintenzione è partire come organismounico, ma è chiaro che nelle attivitàprogrammatiche andremo a privilegia-re come interlocutori i ragionieri pro-fessionisti, una figura dalla quale nonpossiamo prescindere”. Due le giornatedi lavoro per disegnare le prospettivepolitiche del sindacato. “Vogliamo sti-molare i professionisti a migliorare laqualità e ridisegnare il concetto di indi-penza”, ha concluso Marcello. “Nonintendiamo sostituirci, però, agli orga-nismi ministeriali. Anzi, a loro chiedia-mo di indicarci le aree di intervento,perché siamo certi che ci sia margineper esprimere le nostre idee”. ■

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78 Forum Italia__Esteri

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“Compagni,consumareè glorioso”

DI DIEGO SILVESTRI

Svolta in Cina, dove il partito comunista ha varato ilnuovo piano quinquennale. Gli imperativi sono felicità ebenessere. Ovvero, spendere. Basta risparmiare.

ompagni, consumare è glorioso. Trent’anni dopo l’ordinedi arricchirsi, impartito da Deng Xiaoping dopo lamorte di Mao Zedong, la Cina del post-comunismo di

mercato si prepara ad assolvere un obbligo nuovo: spendere. Icompagni non esistono più e l’appellativo è stato appena aboli-to anche nella vita pubblica. I soldi però restano, e in Orientesono sempre di più: la rivoluzione di Hu Jintao e Wen Jiabao,che tra un anno scenderanno dal trono della Città Proibita,punta a spostarli dalle casse dello Stato a quelle delle famiglie,dal partito all’individuo. I cinesi escono dai capannoni edentrano negli shopping center. La nazione che sta trainando lafragile ripresa dell’economia mondiale, inaugura un’era nuova:quella in cui i consumi interni dovranno sostituire le esporta-zioni. Per il pianeta è uno spartiacque e i mercati, assieme allecancellerie internazionali, seguono con il fiato sospeso i lavoridella Conferenza politica consultiva del popolo edell’Assemblea del popolo, chiamate a varare il dodicesimopiano quinquennale della repubblica popolare cinese. Significadecidere come usare un terzo della ricchezza globale, un quar-to delle risorse naturali della terra e un sesto dei destini dell’u-manità. Archiviata la stagione “dell’armonia”, l’ordine del pote-re è chiaro: xingfu, ossia felicità e benessere. I più anziani ricor-dano che è lo stesso con cui il Grande Timoniere tempestava lemasse negli anni ‘60 e non è un caso se, per tuffarsi ufficial-mente nel futuro, Pechino si rifugia sostanzialmente nel passa-to. Per la leadership al potere l’obiettivo essenziale non cambia:mantenere la stabilità, che in Cina è un modo per garantirel’autorità indiscutibile del partito.

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Esteri__Forum Italia 79

>>> ESTERI

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Stati Uniti come l’ItaliaIl candidato è “made in Fox”

DI SIMONE EVI

Le primarie dei repubblicani si annunciano come una partita interna al canale del magnate televisivo.

Lo sfidante di Barack Obama all’elezione presidenzialedel 2012 sarà di certo un dipendente di Murdoch.

hi sarà lo sfidante repubblicanodi Barack Obama all’elezionepresidenziale del 2012 non lo

sappiamo ancora. Ma una cosa è moltoprobabile: sarà stato un dipendente diRupert Murdoch. Le primarie del parti-to repubblicano si annunciano comeuna partita interna alla Fox News. Sonogià in due ad essere usciti allo scoperto,tutti e due della “premiata scuderiaMurdoch”. Uno è il veterano NewtGingrich, colui che guidò le trupperepubblicane nella vittoria alle legislati-ve nel 1994, mettendo in minoranzaBill Clinton al Congresso. L’altro è RickSantorum, ex senatore dellaPennsylvania. La Fox ha annunciato diaverli sospesi dai suoi libri paga, ora cheGingrich e Santorum hanno dichiaratoufficialmente che saranno in corsa perla nomination repubblicana alla CasaBianca. Ma di papabili per la nomina-tion ne restano altri tre, regolarmenteretribuiti dalla tv di Murdoch: la cele-berrima Sarah Palin che è addiritturaprotagonista di una serie tv sulla suaAlaska, l’ex governatore dell’ArkansasMike Huckabee anche lui anchormantitolare di un talk show, e l’ex ambascia-tore di George Bush all’Onu JohnBolton noto per le sue posizioni dafalco in politica estera. “Non ci sono precedenti nella storiaamericana di una tv che impiega comesuoi dipendenti cinque candidatipotenziali”, osserva sgomento il NewYork Times. E tutti dello stesso partito,

a riprova che la Fox è diventata unasorta di “struttura parallela” delladestra. Un altro suo anchorman, ilpopolare Glenn Beck, si è esibito nelruolo di comiziante ad una manifesta-zione a Washington del Tea Party.Secondo Deborah Potter, dell’organiz-zazione NewsLab che studia il sistemadell’informazione, “il fatto di apparireregolarmente su una cable-tv è già inpartenza una potente piattaforma per lapropria campagna elettorale”. In altritermini, Murdoch remunera i candida-ti repubblicani perché abbiano uno spa-zio televisivo che altri devono conqui-starsi a pagamento sotto forma di spotpubblicitari. Un “dono” che già si è rive-lato prezioso per Gingrich. Bruciato nel1996, quando la sua intransigenzacome leader della destra al Congressoportò alla paralisi legislativa e spianò lastrada alla rielezione di Clinton,Gingrich si è rifatto una verginità poli-tica grazie alla visibilità sulla Fox. Hapotuto recuperare con-sensi anche nel TeaParty, il movi-mento anti-Statoe anti-tasse icui seguacisonouna

audience affezionatissima della Fox. Idirigenti delle altre cable-tv esprimonogravi riserve sul comportamento “anti-etico” di Murdoch, ma lo fanno copren-dosi dietro l’anonimato tanta è lapotenza del magnate che controllaanche il Wall Street Journal e il NewYork Post. L’authority che vigila sullespese elettorali ha promesso che inda-gherà su eventuali abusi “sotto forma dispazio televisivo gratuito per i candida-ti”. Ma la Fox è sopravvissuta a ben altriscandali. Il suo chief executive RogerAiles è lui stesso un ex stratega repub-blicano. Nella campagna del 2008 aiutòGiuliani: costrinse perfino a falsa testi-monianza una ex dirigente della tv cheaveva avuto una relazione con il candi-

dato repubbli-cano. ■

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80 Forum Italia__Esteri

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Arabia, il voto alle donneper prevenire le proteste

I cittadini chiedono misure che riconoscano il dirittofemminile al lavoro, all’istruzione e alla proprietà.

Il sovrano Abdullah annuncia la possibile riformaper evitare sommosse: ma non saranno eleggibili.

a famiglia reale saudita è prontaa nuove concessioni per scon-giurare il contagio delle proteste

popolari che stanno infiammando ilmondo arabo e soprattutto dopo chesulla scia delle rivolte popolari inTunisia e in Egitto centinaia di utentiFacebook stanno organizzando per l’11marzo la ‘Giornata della rabbia’ inArabia Saudita per chiedere un gover-no eletto e il rilascio dei detenuti poli-tici.Stando a quanto scrive il quotidiano AlWatan, le autorità starebbero valutan-do l’ipotesi di concedere il diritto divoto alle donne, senza però prevederela loro eleggibilità. Alle prime elezionidel 2005 le donne furono escluse dalvoto. Domenica scorsa oltre 100 intel-lettuali sauditi hanno lanciato suInternet un appello per riforme politi-che, economiche e sociali, chiedendoin particolare la creazione di una“monarchia costituzionale”, “la separa-zione dei poteri” e l’adozione di unacostituzione. Nel loro appello, gli intel-lettuali hanno sottolineato la necessitàdi “misure che riconoscano alle donneil diritto al lavoro, all’istruzione, allaproprietà e alla partecipazione alla vitapubblica”.Tornato in Arabia Saudita dopo esserestato tre mesi all’estero per sottoporsi acure mediche, il re saudita Abdullahnei giorni scorsi aveva già annunciatointerventi sociali da 36 miliardi di dol-lari, bollati però come insufficienti daquanti chiedono maggiore rappresen-tanza politica e più libertà. Il piano di

Abdullah prevede finanziamenti percompensare l’inflazione, per aiutare igiovani a trovare lavoro e per sostenerele famiglie nel loro diritto ad avereun’abitazione. Ma le misure del sovra-no non includono riforme politiche

nella monarchia assoluta, ignorandocosì la richiesta di elezioni municipaliformulata dai gruppi di opposizione.L’Arabia Saudita non ha un Parlamentoeletto, né partiti politici e non tollera ilpubblico dissenso. ■ (s.e.)

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Esteri__Forum Italia 81

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Page 83: ForumItalia aprile 2011

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84 Forum Italia__Medicina

La couperose può essere sconfitta con uno o due seduteche eliminano il problema alla radice.

Rivoluzione laserRisultati importanticon pochi trattamentiIl suo impiego trova indicazioni nella cura di angiomi,fibromi cutanei, capillari, macchie, verruche e papillomi.

DI BRUNO CAMILLÒ

aureato in medicina e chirur-gia specialista in chirurgiad’urgenza con il massimo dei

voti e la lode presso l’università diBologna, il dottor Bruno Camillò(nella foto) lavora come specialistaambulatoriale in chirurgia pressol’azienda Ausl di Bologna (poliam-bulatorio Tiarini) dove esegue circacinquecento interventi chirurgicil’anno trattando tutte le lesioni cuta-nee in anestesia locale.Da circa quindici anni si occupa diterapie laser vascolare, pigmentatoed estetico. Medicina estetica e flebo-logia sono i rami di sua stretta com-petenza. In questo articolo ci parlaproprio delle ultime novità per ipazienti.

Cos’è il laser.E’ un raggio di potente energialuminosa che può essere trasferitain modo selettivo nei tessuti attra-verso la cute. L’impiego di questo meravigliosostrumento in medicina è comples-so, il medico operatore deve sempreconsigliare il tipo di laser appro-priato.

In commercio ci sono tantissimilaser, ognuno specifico per deter-minate patologie e ogni laser lavoracon lunghezze d’onda diverse.Chi conosce la fisica del laser utiliz-za in base al caso da trattare lun-

ghezze d’onde appropriate e specifi-che per ottenere un risultato otti-male e definitivo.

Le patologie.Ma quali sono le patologie per le

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>>> MEDICINA

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Medicina__Forum Italia 85

quali il laser trova maggioreindicazione? Di certo l’impiego del laser trovamaggiore indicazioni nel tratta-mento degli angiomi, fibromi cuta-nei, capillari, couperose, cheratosi,macchie, verruche, papillomi.Oggi per esempio, con il laservascolare la couperose può esseretrattata con uno o al massimo duetrattamenti per avere risultati eccel-lenti risolvendo completamente ilproblema nel senso che si elimina-no quei capillari rossastri del visoche oltre ad essere brutti dal puntodi vista estetico creano al viso delpaziente un bruciore durante glisbalzi di temperatura dal caldo alfreddo e viceversa. Il laser fraziona-to invece, viene usato oggi con otti-mi risultati anche nelle cicatrici ecicatrici da acne, ringiovanimentodel viso, collo, decolté e lesioni pig-mentate, e anche smagliature.

Il trattamento è ambulatoriale,dura circa trenta minuti, è quasiindolore ad ogni impulso il pazien-te avverte una sensazione simile apiccole punture di spilli.

Le ultime innovazioni.Da circa tre anni utilizzo un laserfrazionato che unisce i vantaggidella mini invasività alla grandeefficacia del resurfacing. Il laserfrazionato è l’innovativa tecnologiamicrofrazionale sinergica che com-bina due lunghezze d’onda 1540 e980 nm.La prima crea delle microcoagula-zioni, la seconda aumenta la tem-peratura all’interno del derma bio-

stimolando una maggiore produ-zione di collagene ed elastina.Infine, è lecito domandarsi come sipresenta il paziende al termine deltrattamento. Si ha una comparsaimmediata di un rossore e un lievegonfiore che si risolve utilizzandouna crema idratante il protocolloprevede tre o quattro sedute conintervalli di quattro settimane.Come dicevo il laser stimola unprocesso naturale di rigenerazionecutanea conseguentemente allaproduzione di neo collagene ed ela-stina, facendo acquistare alla pelleun aspetto giovane eliminando isegni del tempo donandole lumi-nosità e tonicità. ■

L’ultima innovazione è un laser frazionato che unisce i vantaggi della mini invasività alla grande efficacia

del “resurfacing”, che combina due lunghezze d’onda

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86 Forum Italia__Medicina

Circa ottomila persone seguite in tutta Italia. I numeriparlano di 1 bambino su 500 colpito da paralisi.

Disabilità motorie,la Fondazione Ariela sostegno delle famiglieIl direttore scientifico Portinaro: “L’obiettivo è aiutarle,facendo vivere con serenità un’esperienza difficile”.

DI ARTURO CONTI

edico chirurgo specialista inortopedia e traumatologia,Nicola Portinaro è direttore

della Clinica Ortopedica dell’Universitàdegli Studi di Milano, dove svolge atti-vità di insegnamento presso la Facoltàdi Medicina e Chirurgia, corso diOrtopedia e la scuola di specialità inortopedia e traumatologia. E’ anchedirettore scientifico della FondazioneAriel, che si occupa dal 2003 del sup-porto alle famiglie con bambini disabi-

li, colpiti da paralisi cerebrali, distrofiemuscolari, spina bifida e tutte le encefa-lopatie genetiche che causano spasticitào alterazioni del movimento. “Le tecni-che di supporto delle famiglie si divido-no in due rami, uno fisico e l’altro psi-cologico. Questi bambini sono costrettia una vita travagliata, che li porta a pas-sare per varie fasi mediche: visite pressoi fisiatri, l’utilizzo di tutori e della tossi-na botulimica, fino all’approccio con lachirurgia vera e propria, che va effet-

tuata il prima possibile in quanto è ingrado di sbloccare un sistema troppocontratto, permettendo ai bambini diassimilare schemi motori sufficienti adimparare movimenti semplici.Individuare il momento più opportunoper l’intervento è fondamentale perottenere performance motorie migliori.Per questo l’equipe medica effettuavalutazioni collegiali per stabilire comeintervenire e con che tempistiche: lastessa possibilità di iniziare la riabilita-zione immediatamente dopo l’interven-to permette recuperi molto più rapidi”.Già assistente presso la clinica ortope-dica dell’Ospedale S. Raffaele di Milano,Portinaro è stato direttore dal 1997 al2000 della Divisione di OrtopediaPediatrica del Royal Hospital for SickChildren di Bristol (UK) e contestual-mente Honorary Senior Lecturer inOrtopedia pediatrica pressol’Università di Bristol. Nel 2002 gli èstata conferita la carica “ad honorem” diFellow of the Royal College of Surgeonsof Edimburgh. Ha strette collaborazionicon centri ad elevata specialità sia euro-pei che degli Usa (Università diChicago). Attualmente è anche respon-sabile dell’Unità Operativa diOrtopedia e Neuroortopedia Pediatrica

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dell’Istituto clinico Humanitas ed inprima linea in numerose iniziativebenefiche per la raccolta fondi. “C’èbisogno dell’aiuto di tutti, la ricerca èfondamentale per individuare nuovesoluzioni terapeutiche. Lo studio dellagenetica molecolare dei tendini e dellesue alterazioni in questi bambini ci hapermesso di formulare delle ipotesi perevitare la loro degenerazione, utilizzan-do tecniche chirurgiche sempre menoinvasive. Nel corso della nostra attivitàabbiamo studiato quindi i cambiamentistrutturali dei tendini rispetto alle forzeche agiscono su di loro. Negli anniinfatti abbiamo potuto mettere a puntotecniche innovative per prevenire ledeformità articolari che frequentemen-te si verificano nei pazienti”. In Italia un bambino su 500 nuovi natiè affetto da Paralisi Cerebrale Infantile.“Le cause che portano alle disabilitàneuromotorie infantili sono molteplicie sono dovute generalmente a situazio-ni di tipo emorragico o ischemico che si

verificano prima, durante o dopo ilparto. I disagi putroppo sono subitoevidenti e si protraggono a lungo”. Disabilità di questo tipo coinvolgonotanto i bambini quanto le famiglie, chesi trovano ad avere a che fare con realtàdrammatiche ed ina-spettate. “La Fondazione Ariel ènata proprio perrispondere alle esigen-ze delle famiglie chehanno bambini condisabilità. L’obiettivo èquello di aiutarle,facendo in modo chepossano vivere conmaggior serenità laloro esperienza e tro-vare le giuste risposteai loro mille bisogni ditipo medico, psicologi-co ed assistenziale. Ad oggi seguiamocirca duemila famiglie

in tutta Italia, e teniamo corsi in moltis-sime regioni. Cerchiamo di focalizzarciin primis sull’accettazione da parte dellafamiglia di un bambino con delle disa-bilità: gli psicologi in questi casi parlanoproprio di accettazione del lutto. Ma cisoffermiamo anche sui rapporti tra igenitori, sulla gestione dei fratelli deibambini disabili: si tratta quindi di farein modo che queste famiglie non si sen-tano abbandonate e sole. Ci riusciamoattraverso attività e incontri di suppor-to psicologico. Realizziamo corsi diistruzione medica, che spiegano neidettagli ai genitori quali sono le patolo-gie dei loro figli e a quali trattamentibisognerà andare incontro. La stessachirurgia viene presentata come un“ricominciamo meglio”.Le attività della Fondazione ricopronol’intera Penisola… “Il 65% dei nostripazienti arriva da fuori la Lombardia.Siamo a disposizione delle famiglie ditutta Italia, e a seconda delle varieregioni siamo in grado di individuarecentri per le specifiche patologie ed esi-genze per questi bambini e le lor fami-glie”.Vengono organizzati, infine, corsi diformazione per tutti quei volontari chescelgono di impegnarsi al fianco deibambini disabili e delle loro famiglie,sia all’interno degli istituti di cura, sia

sul territorio”. La fon-dazione ha sede aFizzonasco di PieveEmanuele, in provin-cia di Milano. E’ possibile supportarele attività dell’Ente tra-mite bonifico bancario- con codice IBAN IT07 M 08386 33680000000410111 - pres-so Banca di CreditoCooperativo CassaRurale e Artigiana diBinasco (MI) o con unversamento su C/Cpostale n. 50196591intestato a FondazioneAriel. ■

Medicina__Forum Italia 87

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88 Forum Italia__Società&Cultura

La cantantessa. CarmenConsoli torna sulle scene: il suoAAA Cercasi è più che maiattuale: “Ma non pensavoal premier”.

a cantantessa zitta non ci sa stare. Non ci vuole stare,non ci può stare. Silenziosa, in mostra, in attesa, invendita. Carmen Consoli quando sta scomoda

diventa irrequieta. Lo fa da sempre e da sempre cambiapelle, si muove tra le note, cambia chitarre e arrangiamen-ti, graffia, scrive testi per se stessa poi produce dischi dipastori siciliani in estinzione. Come quello di Alfio Antico,uno dei tamburellisti che ha rivoluzionato la tecnica della‘tammorra’ e che lei ha presentato a Roma. CarmenConsoli è femmina ribelle, fastidiosa e irruenta. Ma sorri-de spesso, lo fa con decisione. “Mi scoccio”, dice quando la raggiungiamo al telefono. “Deitelefoni dico, mi sono spaventata quando ho letto tuttoquello che sta succedendo, non mi va più di parlare al cel-lulare. E’ pericoloso”. Brivido, che anche l’anarchicaCarmen sia spaventata dalle intercettazioni? “Ma qualiintercettazioni!”, dice con un accento marcatamente cata-nese che segna la zeta come zorro e doppia la ‘o’ trasfor-mandola in una bocca spalancata. “Sono le onde che arri-vano al cervello a farmi paura. Fanno danni, ormai si sa.Ma la gente continua a usarli, e poi magari mangia vegano.Io ora il mio telefono lo uso il meno possibile. Come si

faceva un tempo”. Pesa le sue parole in un attimo di silenzio,ascolta le onde malefiche e si scalda. “Ma sì. Salvo i messag-gi, e pure Skype”. Nel video dell’ultimo singolo AAA Cercasi, Consoli si tra-sforma in tre donne. Le tre A. Più una quarta che è la spet-tatrice. Casalinga, affascinante bulimica culturale se di cul-tura televisiva si potesse ancora parlare. Le tre A sonoammiccanti, provocanti, sorridenti. Sono formose e belle.Vendute nel momento in cui si sono messe in vendita, a saldiper diventare giornaliste, modelle, politiche. Prezzi scontati,tanto vale saltare passi e studi. Nel video Carmen Consoliride e strizza gli occhi alle tre scimmiette, si infila dita inbocca e, nella sottoveste della spettatrice casalinga, mangiatutto quello che trova davanti senza sentirne il sapore. E’lontana mille anni luce da ognuna di queste donne, per que-sto le ha interpretate. La vera Carmen Consoli respira nelle

Carmencantale donne

MUSICA • DI NELLO ROMANO

Nel video dell’ultimo singolo la “cantantessa”indossa le vesti succinte di 4 personaggi. Un colpoironico per rappresentare la realtà mediatica.

L

Carmencantale donne

>>> SOCIETÀ&CULTURA

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Società&Cultura__Forum Italia 89

parole del testo. “Cercasi badante,un ottantenne miliardario affasci-nante, offre a cagne di strada un’op-portunità di vita più agiata, donnaimpenitente e ladra (AAA cercasi),donna santa e incesurata, decedutail giorno prima basta che sia bona,come baceresti se dovessi fare cine-ma scena prima ciak motore azionepoi si gira o forse ti interessa la poli-tica”.“Questo pezzo l’ho scritto dopo loscandalo di ‘papi’, ma in realtà nonera dedicato al nostro presidentedel Consiglio, anche perché lui nondeve fare parte della mia vita”, rac-conta. E il premier resta fuori né piùné meno di un telefonino. “Mi eroispirata invece alla storia di impren-ditore che ricattava i politici e orga-nizzava ‘cena e coperta’, escort, eralo scandalo di Arzignano Veneto.Poi ovviamente ho esteso il senso,anzi si è esteso da solo, automatica-mente”, racconta. E i puntini degliscandali si uniscono da soli comemercurio di un termometro rotto. “Quello che mi preoccupa e che miispira è l’impoverimento che stiamoaffrontando nel nostro Paese. Ilfatto che adesso la priorità dellenostre figlie sia fare le puttane, per-ché in italia non conviene più lau-rearsi, la cultura è bistrattata.Dicono tutti così no? Peccato cheda noi i più grandi eroi dell’antima-fia, Peppino Impastato per esempio,ci hanno insegnato che la cultura èla sola arma in grado di salvarcidalla mafia”. Carmen Consoli nonha voglia di scherzare. Lo fa congarbo ma smette di colpo, all’im-provviso diventa aria gelida. “E lacosa che mi fa più arrabbiare è pen-sare che oggi è meglio avere la quar-ta perché l’intelligenza non è piùuna cosa di cui vantarsi. I testi dellecanzoni nascono veloci, arrivanocome slogan. Se sei carina fai stra-da, se sei un cesso...”. Poi cerca spie-gazioni. “Il problema sono i genito-ri? Il vuoto assoluto di valori?”.

Parla veloce e si risponde. E’ un ritornello che hanno in mente tanti ormai. Perchéle vere vittime del bombardamento mediatico, che nel video è rappresentato dallacasalinga che si ingozza, “siamo tutti noi col telecomando in mano, nessuno esclu-so”. E mettere un telefonino nel cassetto non basta più. “Chi non ha peccato scaglila prima pietra dice la chiesa in difesa di Berlusconi, già, e chi non ha peccato?Ecco, questa è la nostra Italia, a 13 anni faranno l’età maggiorenne e i settantennisaranno legittimati. Amen. Benvenuti nel futuro”, continua Carmen. “La bulimiamediatica, la casalinga che occlude lo schermo con quello che mangia senza faredistinzione tra dolce e salato, è esattamente ciò che ci succede. Il problema è chenon scegliamo più, mangiamo tutte le schifezze. Così nel video mi riempio di cosefritte e cremose. Quell’altro tipo di nutrimento ora non ce l’abbiamo più, non sce-gliamo più. Altro che Wwf, la cultura è rara, e la coscienza popolare si raggiungesolo con la cultura, altrimenti siamo tutti ignoranti”, fa una pausa, prende fiato. Ediventa un animale in attesa di attaccare ancora.“E allora questo è il momento in cui bisogna alzare la voce, se non ora quando? Mipiace molto lo slogan usato per la manifestazione delle donne”, dice Carmen che daqualche mese è stata nominata ambasciatrice dell’associazione nazionale dellevolontarie di Telefono Rosa”. ■

In AAA Cercasi, si trasforma in tre donne, le tre APiù una quarta che...

“Il pezzo l’ho scritto dopo lo scandalo di ‘papi’, ma non era dedicato al premier”

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90 Forum Italia__Società&Cultura

Zalone, Bisio e Brizzifanno divertire gli Usa

CINEMA • DI CHIARA GIANNOTTA

La commedie italiane, già campioni d’incasso ai botteghini della Penisola, hannoconcluso con successo la sesta edizione del Los Angeles Italia Film Festival. Tra iprotagonisti il comico pugliese, il conduttore di Zelig e il regista.

ono state le commedie italiane,già campioni d’incasso ai botte-ghini della penisola a concludere

con successo la sesta edizione del LosAngeles Italia Film Festival. A conqui-stare le risate degli spettatori sono statiChecco Zalone (con le sue due primepellicole firmate da Genny NunzianteCado dalle nubi e Che bella giornata), iltrio Miniero-Bisio-Siani con Benvenutial sud e Fausto Brizzi con le brillantiopere Maschi contro femmine e

Femmine contro maschi. “A Michele Placido, che siè guadagnato al Los Angeles Italià il plauso delpubblico per l’action-movie Vallanzasca-Angel ofEvil, vorrei dire che stando al risultato in sala, lacommedia italiana di qualità varca i nostri confinicon risultati più che soddisfacenti”, dice PascalVicedomini, produttore della rassegna italiana cheha preceduto gli Oscar al Cinese Theater diHollywood. “Nonostante le perplessità di Michele,che aveva polemizzato con Zalone tempo fa, i filmbrillanti da noi presentati a Hollywood sono pia-ciuti al di là di ogni aspettativa. Sia Zalone che

SLa rinascita. In alto una scenadi “Benvenuti al Sud”, il filmche ha fatto registrare unrecord d’incassi in Italia. Sopra,il regista Fausto Brizzi.

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Società&Cultura__Forum Italia 91

Bisio sono piaciuti soprattuttoper la loro geniale mimica. Ilsuccesso dei film che fannosorridere non è poi affare solodi casa nostra, ma è un feno-mento anche americano, e inostri autori sono apprezzatialla stregua dei colleghi Usa.Non è un caso che il produtto-re Avi Lerner stia scommet-tendo circa 30 milioni di dol-lari per la prossima commediadi Gabriele Muccino. Il cine-ma italiano ha una grandechance oggi. Deve aprirsi almondo come stanno facendoMuccino e Paolo Sorrentino,

Giuseppe Tornatore, Emanuele Crialese. I nostri autorihanno uno straordinario potenziale per raccoglierefinanziamenti in tutto il mondo. Sbaglia chi si fissaesclusivamente nella ricerca dei soldi pubblici italiani.Nel mondo c’é una grande apertura verso gli italiani e l’i-talianità. Sta ai nostri artisti e ai produttori farsi largonella dura competizione”. Vicedomini ha poi commenta-to il successo del VI Los Angeles Italia con una battutada cui si evince l’importanza di muoversi a 360 gradi:“Spesso - dice il produttore - i festival italiani gratificanosolo l’ego degli organizzatori che invece devono rivedereil proprio approccio al marketing ed alla comunicazioneinternazionale. L.A. Italia è un grande successo perché èl’asset americano di un progetto che due volte all’anno faconvergere tra Ischia e Capri il gotha di Hollywood chea sua volta ricambia la cortese accoglienza, in Californianel clou della stagione dei premi con tutti i più qualifi-

cati operatori della produzione, distribuzione e deimedia a far da cornice”. In otto giorni di programmazio-ne il Los Angeles, Italia 2011 ha vantato la partecipazio-ne di Marco Bellocchio, Kim Rossi Stuart e Luigi LoCascio, con retrospettive dedicate. Ha ricordato il leg-gendario produttore Dino De Laurentiis e festeggiato i150 dell’Unità d’Italia. “Abbiamo anche dato - dice Vicedomini - dato uno spac-cato dell’alto livello artistico italiano grazie all’interven-to di due icone tout-court come Roberto Bolle e StefanoBollani e poi abbiamo riportato il focus sull’Aquila valo-rizzando i giovani dell’Accademia dell’immagine al fian-co di tanti nuovi talenti del grande schermo come MaxBartoli, Luca Fantasia, Laura Luchetti, Elena Bonelli,Francesca Calligaro”. Diversi, infine, i film in anteprima come Father diSquitieri, Rasputin di L. Nero, Arlantis Down di MaxBartoli. ■

Le stelle del cinema italiano.Kim Rossi Stuart e Checco Zalone,tra i premiati al Los Angeles ItaliaFilm Festival. Sotto, Luigi Lo Cascio.

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92 Forum Italia__Sport

ntonietta dei miracoli bagna dilacrime la medaglia d’oro.Lacrime così belle come di

rado ne avrete viste. Lo sport ognitanto ti aiuta a credere nella giustiziadella vita. Chissà quanti chirurghi edortopedici, quante sale d’aspetto estanze d’ospedale, dovrebbero innalza-re il gran pavese per celebrare la vitto-ria di questa ragazza passata attraversotrappole, discese e risalite. Chissàquanti muri bianchi sorrideranno.Non per le battute di Antonietta DiMartino, che soffriva, sdolorava, nonmollava con il suo credere, ma perquell’oro, primo della carriera nel saltoin alto, che poi è la specialità di ripiegodopo aver faticato con giavellotto edheptathlon.Stavolta nostra signora di Cava de’Tirreni, adottata dalle Fiamme Gialle,ha acchiappato l’occasione, questa dav-vero d’oro, che la sorte ha voluto rega-larle. Oro agli europei Indoor, come lofu Sara Simeoni, 26° della serie madein Italy. Parigi val bene una messe(d’oro). Antonietta raccoglie nel PalaisOmnisport di Bercy, ci dice che il

mondo è rosa solo se lo guardiamocon gli occhi di queste ragazze abitua-te ai trabocchetti dei muscoli. SimonaLa Mantia e Antonietta potrebberoscrivere libri di testo. La Di Martino hariassunto: “Così è più bello, dopo tantosoffrire, c’è più soddisfazione. Adessocomincio a capirlo, mi hanno dato perfinita tante volte ed invece eccomi qui”.Stavolta Antonietta dei miracoli ci haspiegato come si vince una gara chenon puoi (non devi) perdere. L’argentodei mondiali di Osaka 2007 (oltre aquello degli europei indoor sempre nel2007 a Birmingham), pareva il massi-mo per una ragazza che salta in alto, incontrotendenza con l’altezza fisica. Ladifferenza fra i suoi centimetri (m.1,69) e quelli che scavalca è abissale. Èarrivata a 2,01, forte del recente 2,04.In gara non c’erano la tedescaFreidrich, campionessa uscente aTorino, e la superba croata Vlasic, duesuperwoman della specialità.Antonietta non ha concesso nullaall’avversità. Il salto in alto è specialitàtraditrice: in un nonnulla basta unrefolo, un millimetro di errore e l’asti-

cella ti condanna. La Di Martino è pas-sata sempre al primo salto, il maritoallenatore, Massimiliano Di Matteo,non ha avuto bisogno di sfiorarla conparole dolci: i due hanno trovato inte-sa nel dolce e nel brusco. Lo ha spiega-to di recente: “Se ci diciamo cose forti,poi facciamo pace. Una cosa sono gliallenamenti, un’altra la vita”.Il racconto della gara è esaltante. Èperfetta, la cavese delle Fiamme Gialle:non commette mai un errore finché leavversarie sono in gara. Il primo arrivaproprio a 2,01, quando l’oro è già alsicuro, ovvero, al collo. Solo unmomento di emozione. Giusto iltempo di festeggiare, ma solo dentro. Ea vittoria appena ottenuta. Il raccontodella gara (che, come tale, dura appenauna quarantina di minuti) è di unalinearità disarmante. La Di Martinosupera tutte le misure d’avvio (1,82;1,87; 1,92) senza nessuna incertezza.Faticano solo la spagnola Beitia (unerrore a 1,87) e la bulgara Veneva (1,92alla seconda). A 1,96, come prevedibi-le, cominciano le difficoltà. Per tutte,tranne naturalmente per l’italiana (ok

Antoniettasaltanella storia

DI ANDREA VENTURATO

Di Martino bagna di lacrime la medaglia d’oroagli Europei di Parigi: 2.01 nell’alto, pochi giornidopo il 2.04 che le è valso il record italiano. “Loammetto, alla vigilia avvertivo la pressione”.

A

>>> SPORT

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Sport__Forum Italia 93

al primo tentativo), e per la Beitia, chesi scrolla di dosso le incertezze e passasubito. Le altre, fanno filotto di errori.Per il calcolo degli errori, la DiMartino passa al comando in classifi-ca, seguita dalla spagnola. Ma il colpodi scena è destinato a concretizzarsinel giro di poco: a 1,96 vanno fuori incinque, tra cui la russa Shkolina, l’av-versaria designata della Di Martino. Sisalva solo, e a sorpresa, la svedeseJungmark, che al terzo salto riesce alasciare l’asticella in cima ai ritti. Scattala lotta per le medaglie. Si va a 1,99.Sbaglia Beitia, sbaglia Jungmark.Antonietta no. Non sbaglia. “A quelpunto volevo una misura che onorassela medaglia. Ho scelto 2,01, come laFriedrich per vincere a Torino. Avreidato valore all’impresa”. Ce l’ha fatta al

secondo tentativo, poi ha provato i2,03. Troppo.Ma che importa? Antonietta è salitadieci volte oltre i due metri. Stavolta ciha scoperto anche una nicchia. “Alla vigilia sentivo la pressione di tutti- le parole nel dopo gara dell’alfieredelle Fiamme Gialle - cosa sicuramen-te normale, visto il 2,04 saltato que-st’anno, ma altrettanto sicuramentenon facile da gestire in una vigilia cosìimportante. E’ la mia prima medagliad’oro, e volevo onorarla con una pre-stazione di rilievo, ecco perché ho scel-to di saltare 2,01 quando i giochi eranoormai già fatti. Due anni fa, a Torino,la Friedrich vinse con questa esattamisura: ripetendola, credo di aver datovalore alla mia medaglia d’oro. Certo,se ci fosse stata lei, con la Vlasic, pro-

babilmente la competizione sarebbestata più accesa, ma nessuno si facciatrarre in inganno, non è stato affattofacile”. La testa è già al futuro. “Ora l’o-biettivo sono i Mondiali, e spero, neglianni che mi restano in carriera, diriuscire ad arrivare al grande appunta-mento nella forma che dico io. Ognianno, anche quando poi sono salita sulpodio, come nel 2007, mi è toccataqualcosa alla vigilia. Per una volta,vorrei affrontare la gara dell’anno nellaforma della vita”. Il passato, le ore spesenelle sale d’attesa di chirurghi e orto-pedici, ogni tanto riaffiora: “Non èstato facile. Mi hanno dato per finitatante volte, ed ogni volta sono riuscitaa tornare, a riemergere. Solo adessocomincio a capire che così, c’è moltapiù soddisfazione”. ■

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Sport__Forum Italia 95

hiunque abbia seguito il tennis a cavallo tra i Settantae gli Ottanta ricorderà quella furia umana che è statoJimmy Connors, Jimbo per gli amici (mica tanti) e i

nemici (tanti). Mancino, capelli a caschetto e aria irritanteda perenne number one. Racchettina ingiocabile WilsonT2000 di metallo, dritto piatto poco macho e battuta nientedi che, ma rovescio a due mani formidabile almeno quanto isuoi passanti in corsa, la grinta leonina e la mobilità. Unfighter, insuperabile o quasi sulla lunga distanza. Antipaticoe maleducato almeno quanto Johhny Mac in gioventù, poivia via, sempre più istrionico e carismatico quando gli anniavanzavano e le sue vittorie diventavano sportivamentestraordinarie. Un grande, nessun dubbio. Che dire di un tipo che harastrellato qualcosa come 105 - sì 105 - tornei ufficiali? Traquesti anche otto Slam (se non avesse incrociato prima feno-meno Bjorn Borg - e l’altro super terraiolo Guillermo Vilasche gli tolse un Us open su terra grigia - e poi di seguitoMacEnroe e Ivan Lendl sarebbero stati di più); che atletaJimbo, attore di match memorabili come quelli disputatiquasi quarantenne agli Us Open di fine estate 1991 dove,ormai vecchietto e dato per finito, si arrampicò fino allesemifinali battendo ragazzotti più giovani e in carriera di luial termine di rimonte epiche con il pubblico newyorchese invisibilio. Perchè più il match andava avanti e superava le due,le tre, le quattro ore di gioco, più Connors diventava il favo-rito... Si arrese solo al futuro numero uno del mondo, il rossoBig Jim Courier, in piena ascesa, che parve quasi desolatodall’aver sconfitto il mito.Noi italiani lo ricordiamo, tra l’altro, per aver gaglioffamen-te cancellato sulla terra grigia di Forest Hills un sacrosantopunto di Corrado Barazzutti in una semifinale degli UsOpen che, chissà, con quel 15 avrebbe potuto avere una sto-ria più incerta. E ancora, per un bellissimo incontro, sempreagli Us Open ma stavolta a Flushing Meadows con un ispi-ratissimo (i superlativi ci stanno tutti) Adriano Panatta chel’americano sconfisse solo al quinto set e dopo aver inventa-to un passante impossibile tirato in corsa fuori dal campo eatterrato esattamente (o maledettamente per i panattiani) suun pizzico di riga.

Questo era James Scott Jimmy Jimbo Connors, numero unodell’Atp per 160 settimane consecutive tra il 1974 e il 1977, ilpiù longevo tra i campioni, stabile fra i top ten per sedicianni filati, una leggenda dei court che ora un ricercatore ita-liano, Filippo Radicchi, della Northwestern University(Illinois) rimette virtualmente in campo celebrandolo comeil migliore di tutti i tempi con tanto di studio ufficiale pub-blicato sulla rivista on line Plosone. Radicchi non si affida avalutazioni strettamente tecniche. No. Il ricercatore romanoha elaborato un algoritmo che gli ha permesso di esaminareoltre 133 mila partite disputate dal 1968 a oggi. Risultatosorprendente. Non tanto per Jimbo ma per gli attuali mostrisacri Roger Federer e Rafael Nadal che finiscono rispettiva-mente al settimo posto e al ventiquattresimo. Impossibileessere d’accordo. ■

Jimbo è davvero il migliore?TENNIS • DI GIANNI DONATELLI

Un algoritmo ha permesso di esaminare 133mila partitedal 1968. Ma il risultato sorprende, perché Federer...

Il più longevo tra i campioni, stabile fra i top ten per 16anni, secondo un ricercatore è il n. 1 di tutti i tempi.

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96 Forum Italia__Sport

lessandro Gentile ha 18 anni, èfiglio di Nando, bandiera dellaJuve Caserta, e gioca a basket,

ruolo guardia. E’ nato a Caserta, cre-sciuto in Grecia mentre il papà vincevauna Eurolega con il Panathinaikos,esploso a Treviso dove nelle ultimepartite ha giocato 27,6 minuti di mediae segnato 12 punti con un hight di 14contro Roma (il suo massimo è di unanno fa, 23 punti proprio controCaserta). Figlio d’arte, quindi, un ten-tativo (fallito) di diventare calciatore,Alessandro a fine febbraio ha ricevutola notizia più bella per un giocatore: laconvocazione. Il 13 marzo ha dunqueindossato per la prima volta la magliadella nazionale maggiore.Intanto complimenti, chissà come è sod-disfatto suo papà Nando.“A dire la verità non mi ha fatto grandicomplimenti, ma so che è contento perme. E’ stata una bellissima notizia. E’vero che mancano tanti giocatori equindi sono un po’ stato favorito daquesto per la convocazione, ma è lostesso una grandissima soddisfazione.Sto lavorando duramente per crescerecome giocatore, questa convocazione èfrutto di quello che faccio in campo,ma soprattutto è un ulteriore stimoloper fare ancora di più”.Non è cresciuto a pane e basket. Comemai?“All’inizio, quando ero piccolo, ilbasket non mi attirava, non ne volevosapere. In Grecia ho giocato a hockeysu prato, poi ho provato con il calcioma senza fortuna. Da quando siamostati a Udine mi sono divertito”.

Da Udine a Treviso. Nel mezzo cosa c’è?“Dopo un anno nel settore giovaniledella Virtus Bologna a 14 anni nel 2007sono venuto a giocare a Treviso, unambiente che per un giovane è un’asso-luta garanzia. Due anni fa ho fatto leprime gare in prima squadra mentregiocavo anche con la juniores, nel 2009abbiamo vinto lo scudetto con laBenetton Under 19 e ho fatto anchetutta la trafila con le nazionali giovani-li. Lo scorso campionato ho avuto leprime belle responsabilità in primasquadra, prima con coach Vitucci e poicon Repesa”.Nelle ultime gare il suo minutaggio e il

suo impatto sulla partita sono cresciutimolto.“Sto partendo in quintetto e sento lafiducia del coach e dei compagni. Madevo migliorare in tante cose”. Ha finito di mangiare schifezze?“Fino allo scorso anno vivevo da solo enon ero particolarmente attendo aquello che mangiavo. Poi ho miglioratola mia qualità di vita e l’alimentazione,ho perso circa sette chili”. E’ nato a Maddaloni, quando torna alSud cosa pensa?“Di certo la differenza tra qui al nord ela realtà del sud è notevole, qui tuttofunziona”. ■

Gentile jr: “Mi manda papà”PALLACANESTRO • DI VITTORIO BIANCHI

Il 13 marzo ha indossato per la prima volta la maglia dellanazionale maggiore: “Un sogno, ma è soltanto l’inizio”.

Alessandro, 18 anni, è figlio di Nando e gioca a basket.Nato a Caserta, è cresciuto in Grecia ed esploso a Treviso.

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