DIRIGENTE - aprile 2011

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ASK MIT IL NUOVO SERVIZIO PER QUADRI E PROFESSIONAL FISCO CONVIENE APRIRE LA PARTITA IVA SOTTO I 30MILA EURO? LA RIVISTA DI MANAGERITALIA N. 4 APRILE 2011 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abb. annuo 16,50) In caso di mancato recapito, rinviare all’ufficio P.T. di Milano CMP Roserio detentore del conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa Il telelavoro in Italia TROPPO DISTANTI dal LAVORO a DISTANZA

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La rivista di Manageritalia

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ASK MITIL NUOVO SERVIZIO

PER QUADRI E PROFESSIONAL

FISCOCONVIENE APRIRE

LA PARTITA IVA SOTTO

I 30MILA EURO?

LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 4 APRILE 2011

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPPoossttee IIttaalliiaannee SSppaa -- SSppeedd.. iinn aabbbb.. ppoosstt.. -- DD..LL.. 335533//0033 ((ccoonnvv.. iinn LL.. 2277//22//0044,, nn.. 4466)) aarrtt..11,, ccoommmmaa 11 -- DDCCBB//MMII -- € 22,,2200 ((aabbbb.. aannnnuuoo € 1166,,5500)) •• IInn ccaassoo ddii mmaannccaattoo rreeccaappiittoo,, rriinnvviiaarree aallll’’uuffffiicciioo PP..TT.. ddii MMiillaannoo CCMMPP RRoosseerriioo ddeetteennttoorree ddeell ccoonnttoo ppeerr llaa rreessttiittuuzziioonnee aall mmiitttteennttee,, cchhee ssii iimmppeeggnnaa aa ppaaggaarree llaa rreellaattiivvaa ttaarriiffffaa

Il telelavoro in Italia

TROPPO DISTANTI

dal LAVORO aDISTANZA

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APRILE 2011 3

L’ESPERIENZADEI MANAGERper il nuovo welfareCi si interroga spesso su come migliorare il welfare riducendone i costi e gli

sprechi, adeguandolo alle mutevoli esigenze dei cittadini e aprendo al mer-cato l’erogazione di alcuni servizi, al momento in gran parte gestiti dalla pubbli-ca amministrazione.La contrapposizione tra i sostenitori dello “stato-papà” e quelli della derego-lamentazione tout court sembra poter essere superata dall’affermazione del-l’idea secondo la quale, per innovare lo stato sociale, occorre puntare sulla bi-lateralità e la sussidiarietà. Il principio base del nuovo modello è che i servizidi welfare non debbano essere calati dall’alto ma derivare da una mediazionetra fruitori ed erogatori fondata su alcuni valori chiave: partecipazione, fidu-cia, condivisione, responsabilità, trasparenza, qualità, equità, lungimiranza.Perseguire tali valori significa mettere in discussione i tradizionali rapporti trai cittadini e lo stato, i lavoratori e le imprese, i sindacati e le parti datoriali ecoinvolgere tutti gli attori sociali ed economici, il terzo settore e la società civi-le. È il sistema che, con il nome di big society, il governo inglese vorrebbe co-struire e che, più o meno informalmente, contribuisce da tempo al manteni-mento del benessere sociale in Italia. Nel nostro paese, infatti, quasi tutti possono contare sull’aiuto della famiglia,dei vicini di casa, dei colleghi, del datore di lavoro e delle associazioni. E qua-si tutti – in quanto membri di una famiglia, vicini, lavoratori e imprenditori,cittadini impegnati in attività sociali – contribuiscono al funzionamento di que-sta rete. Una rete che, attualmente, si deve confrontare con la crisi, l’invecchia-mento della popolazione, l’evoluzione dei bisogni delle persone. Succede anche alla nostra rete di welfare, quella della dirigenza del terziario. Unmodello di protezione molto avanzato – considerato un esempio su scala inter-nazionale – che, per essere sostenibile nel tempo, richiede una costante opera dimanutenzione. Noi la facciamo fin dalla nostra fondazione, sessant’anni fa, la-vorando con le controparti per ottenere i migliori risultati possibili. Previdenza, assistenza sanitaria, formazione e coperture da rischi vari. Il welfarecontrattuale ci assicura servizi di qualità che lo stato non ci fornisce, nonostante ilcarico fiscale imposto alla categoria. È un’esperienza importante e vogliamo met-terla al servizio del paese. Lo abbiamo fatto, tra l’altro, durante il primo incontrodel nuovo Tavolo sulla dirigenza, convocato a metà marzo presso il ministero delLavoro per valorizzare le proposte dei manager ed “esportarle”. E, in prospettiva,per rafforzare il ruolo dei manager e riconoscere adeguatamente il merito, l’impe-gno, la responsabilità e la professionalità con cui svolgono il proprio mestiere.

Guido [email protected]

Editorialea cura del presidente Manageritalia

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APRILE 2011 5

Sommario

Copertina6 Telelavoro,

una via per lo sviluppo

11 Lontano dagli uffici per lavorare su obiettivi

Quadri e Professional16 A ogni domanda

la sua risposta

Manageritalia20 Quadri

in prima linea

46 Premi coi fiocchi

Fondo Mario Negri24 Risultati stabili

anche nella crisi

Management 32 La direzione etica

48 Nonprofit: le sfide del fundraising

Fisco40 Conviene aprire la partita

Iva sotto i 30.000 euro?

Creatività manageriale50 L’auto

ha le ruote quadrate

RUBRICHE

14 Osservatorio legislativo

36 A tu per tu con...

54 Lifestyle

55 Catturati dalla rete

56 Fuori ufficio

58 Test

59 Libri

61 Lettere

62 ... al fin della licenza,io tocco!

InfoMANAGER

Manageritalia63 Calendario

assemblee territoriali

64 Indennità di disoccupazione

66 Un accordo con Federmanager

Associazione A. Pastore67 La garanzia

capitale differito rende il 3,81% netto nel 2010

FEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONALDEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

R

Fondo di previdenza Mario Negri

Associazione Antonio Pastore

CFMTCentro di formazionemanagement del terziario

Fondo assistenza sanitaria dirigentiaziende commerciali

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

ASK MITIL NUOVO SERVIZIO

PER QUADRI E PROFESSIONAL

FISCOCONVIENE APRIRE

LA PARTITA IVA SOTTO

I 30MILA EURO?

LA RIVISTA DI MANAGERITALIAN. 4 APRILE 2011

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIOPPoossttee IIttaalliiaannee SSppaa -- SSppeedd.. iinn aabbbb.. ppoosstt.. -- DD..LL.. 335533//0033 ((ccoonnvv.. iinn LL.. 2277//22//0044,, nn.. 4466)) aarrtt..11,, ccoommmmaa 11 -- DDCCBB//MMII -- € 22,,2200 ((aabbbb.. aannnnuuoo € 1166,,5500)) •• IInn ccaassoo ddii mmaannccaattoo rreeccaappiittoo,, rriinnvviiaarree aallll’’uuffffiicciioo PP..TT.. ddii MMiillaannoo CCMMPP RRoosseerriioo ddeetteennttoorree ddeell ccoonnttoo ppeerr llaa rreessttiittuuzziioonnee aall mmiitttteennttee,, cchhee ssii iimmppeeggnnaa aa ppaaggaarree llaa rreellaattiivvaa ttaarriiffffaa

Il telelavoro in Italia

TROPPO DISTANTI

dal LAVORO aDISTANZA

SPECIALE 150° UNITÀ D’ITALIA30 Storia del management

dalle origini ai nostri giorniL’imprenditore non basta più

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TELELAVORO,PER LO SVILU

APRILE 20116

Copertina

Nonostante internet,cellulari e nuovetecnologie, lavorarelontano dall’ufficio nelnostro paese è ancoraun problema.Un’indagine diManageritalia chiedeil parere dei managersu questo grave ritardo

Roberta Roncelli

Se l’Italia è agli ultimi posti in Europa per occupazio-

ne totale, femminile e di chi ha tra 55 e 64 anni, le ra-

gioni sono sicuramente tante e ben note. Una situa-

zione che si trascina da troppo tempo e che dal 2000

a oggi ha visto un miglioramento appena superiore

a quello medio europeo per quanto riguarda occu-

pazione totale e femminile, mentre quella dei più anziani è aumentata

ma a un tasso inferiore alla crescita media europea.

Tutto quello che si è fatto negli ultimi dieci anni, in cui la crescita del

pil è stata molto debole e inferiore alla media europea, non ha porta-

to a grandi risultati, tant’è che siamo ben lontani dagli obiettivi che

l’Europa si era data a Lisbona e Stoccolma per il 2010: occupazione to-

tale 70% (Italia -12,5%), occupazione femminile 60% (-13,6%) e occu-

pazione over 55-64 50% (-14,3%).

Insomma, al fatidico esame sugli obiettivi di Lisbona 2010 (gli ultimi

dati disponibili sono del 2009, ma la sostanza non cambia) siamo sta-

ti rimandati, o meglio, bocciati su tutti i fronti.

Cosa fare dunque per ridare slancio all’occupazione? Innanzitutto c’è

l’esigenza di far crescere il pil, e a questo scopo il telelavoro può es-

sere un utile strumento. Se nell’occupazione però siamo agli ultimi

posti, su questo fronte siamo messi ancora peggio. Basti pensare che

in Italia le persone che telelavorano (vedi tabella 1) sono il 3,9% de-

gli occupati, mentre la media europea (Ue 15) è all’8,4% e la Danimar-

ca è al primo posto con un tasso pari al 16%, seguita da tutto il Nord

Europa con tassi intorno al 14%, ma anche Regno Unito (9,6%), Ger-

mania (8,5%), Spagna (8,4%) e Francia (7%) ci superano alla grande.

Ma cos’è il telelavoro? Semplificando al massimo si potrebbe dire che

è una forma di lavoro regolamentata a livello contrattuale in cui il di-

pendente ha la possibilità di lavorare a distanza, in luoghi e orari che

preferisce, facilitato dall’uso di strumenti informatici e telematici (pc

TELELAVORO,PER LO SVILU

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UNAVIA LUPPO

APRILE 2011 7

UNAVIA LUPPO

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APRILE 20118

Copertina

la, relegandoci al penultimo po-

sto in Europa per diffusione? Le

cause sono di natura diversa. Pri-

ma di tutto abbiamo un sistema

economico fatto quasi esclusiva-

mente da piccolissime aziende e

un notevole ritardo tecnologico

rispetto al resto d’Europa, dove

siamo al ventesimo posto sia per

quanto riguarda il possesso di in-

ternet da casa, sia per l’accesso

mediante banda larga. Ma so-

prattutto subiamo un ritardo in

merito agli aspetti normativi e

culturali.

Implementare il telelavoro signifi-

ca infatti abbracciare una nuova

cultura aziendale e organizzativa

che si fonda non sul controllo e la

gerarchia, ma sulla responsabilità

diffusa, il decentramento, l’auto-

nomia e la gestione delle persone

su obiettivi e risultati raggiunti e

quindi sul tanto abusato, ma po-

chissimo praticato, merito.

Per la verità di telelavoro si parla

nel programma di azioni per l’in-

clusione delle donne nel mercato

del lavoro, “Italia 2020”, messo a

punto dal ministro delle Pari op-

portunità Mara Carfagna e dal mi-

nistro del Welfare Maurizio Sacco-

ni. Restringere però le potenziali-

tà del telelavoro al pur importan-

tissimo obiettivo di aumentare

l’occupazione delle donne sareb-

be comunque riduttivo.

I manager e il telelavoro

Se in Italia siamo agli ultimi posti

rispetto all’Europa, non si può di-

re che sia colpa dei manager del

portatile, fax-modem, telefono

cellulare) che gli permettono di

garantire un’elevata autonomia

di lavoro.

I motivi del ritardo

Agli italiani questa forma di lavo-

ro piace. Allora perché non decol-

terziario, che sembrerebbero ri-

conoscerne i vantaggi. Lo dimo-

stra una recente indagine condot-

ta da Manageritalia con la colla-

borazione tecnica di AstraRicer-

che su 1.902 dirigenti e quadri

(un campione ampiamente rap-

presentativo dell’universo inda-

gato) da cui è emerso che il tele-

lavoro è utilizzato da circa un ter-

zo delle aziende, soprattutto

quelle più grandi (39%), per di

più al Nord-ovest (33,1%) e qua-

si nulla al Sud (8,3%).

I manager che lo applicano sui col-

laboratori, e spesso anche su se

stessi, affermano che ha portato

notevoli vantaggi in termini di au-

mento della produttività (55,7%),

che per il 78% di questi è stato sia

quantitativo che qualitativo e nel-

la metà dei casi è stimato superio-

re al 20%.

Vantaggi e svantaggi

Oltre all’aumento della produtti-

vità (35,4%), i vantaggi indicati

dai nostri manager sono un ri-

sparmio di tempo negli sposta-

menti (85,8%), una forte autono-

mia nell’organizzazione dell’ora-

rio di lavoro (57,5%) e una ridu-

zione dello stress (55,2%), l’au-

mento del tempo libero (29,2%) e

per la famiglia (49,5%), un rispar-

mio di denaro dovuto ai minori

spostamenti (46,7%) e la possibili-

tà di poter lavorare con maggiore

concentrazione (44,8%).

Sempre tra i vantaggi, una ridu-

zione del traffico e dell’inquina-

mento atmosferico nelle grandi

Austria 14,2Belgio 14,7Danimarca 16,0Finlandia 13,0Francia 7,0Germania 8,5Grecia 7,1Irlanda 5,5Italia 3,9Norvegia 11,6Olanda 14,0Portogallo 2,1Regno Unito 9,6Spagna 8,4Svezia 10,5

UE 15 8,4UE 25 8,7

Tabella 1 - Percentuale di lavoratori cheutilizzano il telelavoro da casa Ue (2007)

Fonte: EUROFOUND, The Fourth European Working Conditions Survey, 2007

Perché non decolla? In Europa siamo al ventesimo posto siaper quanto riguarda il possesso di internetda casa, sia per l’accesso mediantebanda larga

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Multinazionale/totale 39,6

0 10 20 30 40 50

città (91,9% molto o abbastanza

d’accordo), una migliore concilia-

zione tra vita professionale e per-

sonale (88,7%) e l’aumento del-

l’occupazione femminile (83,9%).

Anche in questo caso si nega che

il telelavoro sia possibile solo in

limitatissimi casi e per mansioni

a basso valore aggiunto (72,1%

per niente o poco d’accordo),

mentre si afferma che permette-

rebbe ai singoli e alle aziende di

diventare più produttivi (68,3%

molto o abbastanza d’accordo).

L’accordo o il disaccordo su tutti

questi aspetti vede user e non

user molto allineati, anche se i

non user hanno sempre un’opi-

nione un po’ più blanda sia nel-

l’accordo che nel disaccordo con

le affermazioni proposte e quindi

con il telelavoro in generale.

Sono stati evidenziati anche degli

aspetti negativi. Ad esempio

l’isolamento del lavoratore, che

non può avere un contatto diret-

to con i propri colleghi (42%) e di

conseguenza ha una scarsa possi-

bilità di confronto e/o aiuto nel

lavoro (28,8%). Un altro aspetto è

il rischio di un assorbimento ec-

cessivo da parte del lavoro rispet-

to ai colleghi in ufficio (34,4%) e

la perdita di conoscenza della

routine aziendale (26,9%). Inoltre

i telelavoratori, sempre secondo i

nostri intervistati, sono spesso

penalizzati perché hanno una di-

minuzione della visibilità profes-

sionale e delle possibilità di car-

riera (20,3%).

Esistono dei vantaggi anche per

l’azienda, che ha una maggiore

flessibilità organizzativa (84,9%),

una maggiore produttività del

singolo lavoratore (più motiva-

zione e meno stress, 80,2%), una

diminuzione dei costi della sede

di lavoro (74,5%) e una migliore

produttività complessiva (63,7%).

Vedono come uno svantaggio la

minore capacità di interagire con i

colleghi (63,7%), un minor control-

lo nello svolgimento delle mansio-

ni del collaboratore (55,7%) e una

minore identificazione con l’azien-

da del lavoratore (43,4%).

Tuttavia in linea di massima chi lo

conosce e lo utilizza ne è soddi-

sfatto a tal punto che pensa, a

grande maggioranza (69,3%), di

aumentare nei prossimi anni il nu-

mero di collaboratori che lo utiliz-

za. Una piccola rivoluzione che

vede protagonisti indistintamente

grandi e piccole aziende, ma vede

sempre assente il Sud.

Chi non lo usa invece non lo ama:

APRILE 2011 9

Totale 29,5

Uomini 29,7Donne 33,6< 40enni 36,441-50enni 28,551-55enni 32,4> 55enni 29,7< 10 dipendenti 28,310-50 dipendenti 27,250-250 dipendenti 24,1> 250 dipendenti 37,9Multinazionale estera 43,7Multinazionale italiana 17,5

Tabella 2 Nella tua azienda è utilizzato il telelavoro?

L'indagine Manageritalia Il manager e il telelavoro è stata effet-tuata lo scorso febbraio con la collaborazione tecnica di AstraRi-cerche. Ha coinvolto, attraverso un questionario online, 20miladirigenti e quadri del terziario, di cui 1.902 i rispondenti.Il rapporto completo sul blog crisiesviluppo.manageritalia.it

LL’’IINNDDAAGGIINNEE

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APRILE 201110

Copertina

per più di due terzi dei risponden-

ti il telelavoro rimane piuttosto

debole anche nelle intenzioni fu-

ture. Tra coloro che non lo utiliz-

zano, solo una minima parte

(17,8%) dice di volerlo introdurre

in futuro, anche se la percezione di

vantaggi e svantaggi del telelavo-

ro per lavoratori e aziende è mol-

to vicina al vissuto dei colleghi.

Per entrambi il telelavoro non va

bene per tutte le funzioni, ma si

adatta a tanti ruoli, soprattutto

quelli medio-alti.

Nell’ordine è ritenuto funzionale

per impiegati (84,1%), quadri

(61,7%), dirigenti (45,7%) e molto

meno per gli operai (4,5%). A li-

vello di aree funzionali, più per

Ict (73,5%), amministrazione

(59,1%), marketing e comunica-

zione (55,6%), commerciale/ven-

dite (54,7%), segreteria, centrali-

no e data entry (40,9%).

Quindi, tutto bene? Non proprio.

Bisogna abbattere questo rifiuto di

gestire in modo ottimale i collabo-

ratori anche a distanza, e poterli in-

tegrare appieno e comunque nella

vita aziendale, a dare loro pari op-

portunità di crescita professionale

e sviluppo di carriera. Solo così gli

indubbi vantaggi per ambo le par-

ti potranno far entrare a pieno re-

gime questa modalità di lavoro.

Il management non è immune da

responsabilità, sembrano dire i

nostri manager. Tant’è che il top

management è ritenuto il meno fa-

vorevole al telelavoro (52,9%, user

46,7% e non user 55,5%), seguito

dai dirigenti (45,1%, user 33% e

non user 50,3%) e dal personale

dell’area amministrativa (45,4%).

Mentre tra i più favorevoli trovia-

mo gli impiegati (72,7%), il perso-

nale dell’area Ict (57,8%) e i quadri

(50,4%, user 70,3% e non user

42,1%). In questo caso, chi già lo

pratica vede molto meno dei colle-

ghi una forte avversione all’utiliz-

zo del telelavoro da parte del top

management e della dirigenza.

Pare di capire che tutti, top mana-

gement e dirigenza in primis, più

lo conoscono e lo utilizzano più

lo amano.

A questo punto è chiaro che sono

soprattutto i manager a dover

sviluppare il telelavoro e la con-

ferma viene ancora una volta da-

gli stessi intervistati: affermano

che fa perdere all’azienda il con-

trollo sui dipendenti/collabora-

tori (73,7% molto o abbastanza

d’accordo, 63,7% user e 77,9% non

user), perché non è mai stato in-

centivato dallo Stato (73,5%),

perché i sindacati lo hanno sem-

pre ignorato se non osteggiato

(64,4%), perché abbiamo infra-

strutture tecnologiche ancora po-

co efficaci, efficienti e molto costo-

se (62,4%).

Per telelavorare di più

Per telelavorare di più bisogne-

rebbe come prima cosa introdurre

sgravi fiscali sul costo del telela-

voro (82,5%), più del 50% degli in-

tervistati è d’accordo sulla neces-

sità di promulgare una legge na-

zionale da inserire nei contratti di

lavoro e di ricevere incentivi vari

da parte dello Stato. Infine, mi-

gliorare l’informazione verso i de-

cisori aziendali (29,8%) e arrivare

a una diminuzione del lavoro ne-

ro (22,4%).

In conclusione, nonostante il te-

lelavoro presenti numerosi van-

taggi, in Italia non si è ancora dif-

fuso a causa dell’arretratezza

tecnologica e delle infrastrutture

rispetto agli altri paesi industria-

lizzati. A questo problema si ag-

giunge poi una scarsa apertura

mentale e molte perplessità da

parte delle imprese verso una

forma di collaborazione che per-

de il controllo sui dipendenti e

dei tempi stabiliti.

Ma una cosa è certa, come gli

stessi manager sottolineano, il te-

lelavoro non rappresenta la solu-

zione per tutti i problemi della

società, ma nell’attuale contesto

di crisi e di tensione verso lo svi-

luppo indubbiamente si candida

come approccio efficace per con-

seguire significativi vantaggi per

tutti i lavoratori. �

Per telelavorare di più bisognerebbe introdurre sgravi fiscali, promulgareuna legge da inserire neicontratti, ricevere incentivistatali, migliorarel’informazione in azienda e diminuire il lavoro nero

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APRILE 2011 11

Copertina / Il dibattito

LONTANI DAGLI UFFICIPER LAVORARE

SU OBIETTIVI

Itempi dell’azienda che fagocita i lavoratori senza motivarli fi-

no a renderli delle matricole come il ragionier Fantozzi, dalle

performance lavorative molto discutibili, sono tramontati. O

almeno dovrebbero esserlo, perché in Italia esistono ancora

delle forti resistenze al telelavoro, un’opportunità concreta per

investire sulle persone dando loro una maggiore libertà nel ge-

stire il proprio lavoro quotidiano in maniera flessibile, nelle modalità, nei

luoghi e negli orari più congeniali. Un atto di fiducia e di valorizzazio-

ne. Come ha ricordato la responsabile Marisa Montegiove, il Gruppo

donne manager di Manageritalia Milano è in prima linea nel proporre

soluzioni concrete per favorire la conciliazione tra vita professionale e

privata. Il team sviluppa relazioni strette con il mondo della politica e

delle istituzioni, con cui vuole dialogare per intervenire in maniera atti-

va su un territorio complesso ma allo stesso tempo ricco di potenzialità

per fare da apripista come la Lombardia. In questo ambito si inserisce il

dibattito dello scorso 4 aprile a Milano che ha coinvolto, oltre a esperti di

telelavoro ed esponenti della business community, il consigliere comu-

nale Barbara Ciabò, il consigliere regionale Enrico Marcora e il segreta-

rio commissione Lavoro alla Camera dei deputati Alessia Mosca, che ha

di recente presentato in parlamento il disegno di legge sulle quote rosa

nei cda delle società quotate in Borsa.

Terziario, un terreno fertile per il telelavoro

Manageritalia, che sul tema ha anche presentato una proposta normativa,

è consapevole che nel terziario il telelavoro può attecchire meglio: il mon-

do dei servizi sembra essere privilegiato per il lavoro svincolato da un luo-

go fisico prestabilito. È per questo motivo che un focus su questo argomen-

Lo scorso 4 aprile ilGruppo donne managerdi Milano ha fatto ilpunto sul telelavoro inItalia, commentandocon esperti eprofessionisti che lo utilizzano i risultatidella recente indagine

Davide Mura

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APRILE 201112

Copertina / Il dibattito

to ha valore e ci riguarda diretta-

mente. Ecco allora qualche best

practice. Chiara Cornelli (HR ma-

nager Amgen Dompé) ha spiegato

come nella sua società il telelavoro

occasionale sia stato formalizzato:

la possibilità di lavorare due giorni

al mese da casa ha presupposto una

formazione adeguata sia per il tele-

lavoratore sia per il responsabile di

settore, che ha dovuto imparare a

motivare i collaboratori a distanza.

Cecilia Spanu (project consultant

Moms@work di Gi Group) ha in-

dicato come condizione fonda-

mentale per lo sviluppo del telela-

voro la fiducia. Una problematica

spesso sottovalutata è poi quella

della sicurezza dei dati aziendali

che vengono registrati nei compu-

ter personali. Dal punto di vista

delle donne ci deve inoltre essere

la consapevolezza che è opportu-

no chiedere, suggerire soluzioni ai

propri capi. Infine, Luca Valerii

ha illustrato il caso di Microsoft

Italia, realtà dove il telelavoro è

già diffuso da anni, tanto da esse-

re considerato espressione di una

cultura meritocratica. L’esigenza

di attirare e trattenere i migliori ta-

lenti ha fatto sì che l’opportunità

del telelavoro fosse considerata

un benefit in più per chi dà valore

alla società, dove creare un am-

biente flessibile in cui vengano ri-

conosciuti i risultati raggiunti.

Deliri aziendali

«L’azienda è diventata il grumo

più invincibile di conservatori-

smo»: non ha usato mezzi termini

Domenico De Masi, intervenuto

nella discussione. Il sociologo, che

studia da decenni il telelavoro, ha

affermato che di fatto questo è già

una realtà, nel senso che la nuova

tecnologia e gli spostamenti quoti-

diani fanno sì che l’attività lavora-

tiva non subisca grandi interruzio-

ni in treno, in aereo o una volta tor-

nati a casa. I contratti formali sono

ancora scarsi a causa di ostacoli pu-

ramente psicologici. In sostanza, in

azienda c’è ancora un atteggia-

mento “delirante” per cui il con-

trollo e un rispetto rigido dell’ora-

rio di lavoro in ufficio possono an-

che essere espressione della tiran-

nia dei responsabili amministrati-

vi o delle risorse umane, incapaci

di concepire un lavoro per obietti-

vi, preferendo un controllo dei pro-

cessi attimo per attimo.

De Masi è così a favore del telelavo-

ro che giudica assurdo considerar-

lo un benefit verso il lavoratore, vi-

sto che la prima a guadagnarci è

proprio l’azienda, in termini di

maggiore produttività e risparmio

di costi. Se il telelavoro non può es-

sere utilizzato da tutti, è anche ve-

ro che in Italia il 66% dei lavoratori

(di cui oltre la metà sono donne)

svolgono professioni intellettuali

basate sulla gestione di informazio-

ni. Bisogna eliminare ogni velleità

di controllo dunque: se un lavoro è

telelavorabile si deve poterlo fare in

questo modo. �

La responsabile del Gruppo donne manager Marisa Montegiove e il tavolo dei relatori al dibattito “Il te-lelavoro: questo sconosciuto”: da sinistra, Cecilia Spanu (Moms@Work di Gi Group), Luca Valerii (Microsoft), la moderatrice Luisa Adani, Chiara Cornelli(Amgen Dompé), Enrico Cazzulani (Aidp) e Flavio Leone (responsabile relazioni sindacali di Manageritalia)

Il sociologo Domenico De Masi ha evidenziato durante il convegno le opportunità del telelavoro

••04TELELAVORO 13-04-2011 10:29 Pagina 12

Page 13: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 13

E VOI COSA NE PENSATE?Alcune opinioni dal blog crisiesviluppo.manageritalia.it

In Italia la qualità del telelavoro non contaOpero nel settore Ict come tecnico in consulenza e mi è capitato

saltuariamente di poter lavorare da casa. Per certi clienti e proget-

ti è certamente possibile lavorare dalla propria abitazione senza

grandi investimenti, permettendo un grande risparmio di tempo,

costi e stress per il lavoratore. Poiché in Italia non si bada assolu-

tamente alla “qualità” del lavoro e al benessere del lavoratore, il

telelavoro rimarrà tuttavia una chimera per molti anni. Potendo

scegliere il telelavoro, lo farei immediatamente, anche a fronte di

una piccola riduzione dello stipendio. Thomas

Non sempre è possibileIn certe realtà professionali non è uno strumento praticabile. Do-

ve per esempio si lavora per lo sviluppo dei mercati, con la clien-

tela, per l’acquisizione di spazi commerciali ecc., serve la condi-

visione aziendale e la verifica in campo. E dove in effetti è pos-

sibile, pesante è a mio avviso il prezzo da pagare: isolamento e

solitudine nei rapporti umani. In questi momenti di forte crisi il

presidio del proprio posto di lavoro, i rapporti interpersonali e

politici limitano molto questa possibilità. Cinzia

Mamma telelavoratriceAttualmente lo sto sperimentando, mi ci sono ritrovata un po’ per

caso e un po’ per necessità, considerando che ho un secondo bim-

bo di otto mesi. I vantaggi sono la libertà di lavorare quando si

vuole (vero fino a un certo punto) e la flessibilità, che però deve

essere ben autogestita. Lo svantaggio principale che riscontro è la

solitudine nel lavoro. Manuela

Tre giorni a casa e due in ufficioSono da sempre favorevole al telelavoro, che pratico già come

titolare e direttrice di un’agenzia di comunicazione. L’idea di

tre giorni di telelavoro e due di presenza fisica in ufficio potreb-

be essere una soluzione. È importante confrontarsi vis-à-vis con

collaboratori e colleghi, ma bisogna considerare che la comuni-

cazione e lo scambio di informazioni/opinioni al 90% avviene

già per telefono o via email, anche da un ufficio all’altro. Da lon-

tano comunque si lavora molto di più. Rebecca

Stereotipi da sfatareHo accertato che poche persone hanno un’idea corretta del tele-

lavoro: lo stereotipo vuole che sia un lavoro precario ad alto tas-

so di sfruttamento di giovani di modeste disponibilità economi-

che, a elevata scolarità (laurea) e ancora inoccupati. In realtà non

è sempre e solo così. Si tratta però di un lavoro che presenta in

Italia pochi vantaggi e numerosi svantaggi: mancanza di norma-

tive specifiche, assenza di tutele sociali e di carriera, modesta

immagine sociale, retribuzione scarsa. Insomma, non è il lavo-

ro della vita. Ben altra è la situazione all’estero, ad esempio in

Svezia o in Giappone. Claudio

Si lavora il triploPratico il telelavoro ormai da alcuni anni, opportunità che mi ha

dato l’azienda presso la quale lavoravo da parecchio tempo, do-

po che ho avuto un bambino e abitando molto lontano dalla se-

de. Svolgo il mio lavoro in piena autonomia e poiché la mia atti-

vità si concretizza prevalentemente con la Cina, il fatto che io sia

sul Lago Maggiore piuttosto che in sede a Milano non fa alcuna

differenza. Non riuscirei più a immaginarmi di perdere minimo

quattro ore al giorno negli spostamenti con un accumulo di stress

pazzesco, non potendo nemmeno accompagnare il mio bambino

a scuola. Con il telelavoro si lavora sicuramente il triplo, perché

non ci sono distrazioni e perdite di tempo. L’azienda deve crede-

re in te e nei risultati che porterai pur non avendoti “sott’occhio”

(ma la qualità dei risultati per l’azienda è in breve tempo valuta-

bile) e tu devi cercare la tua maniera per motivarti ogni mattina.

Il bilancio è sicuramente a favore del telelavoro, ma tenendo in

considerazione che richiede molta costanza, molta automotiva-

zione, molta capacità di autogestione. Daniela

Cambiamento culturaleLavorando come libero professionista riesco a organizzare la mia

attività, nelle varie fasi, secondo le esigenze specifiche che si pre-

sentano. Riesco quindi a fare molta parte del lavoro da casa. Riten-

go dunque che la mancata diffusione del telelavoro non dipenda

né da problemi tecnici, né da mancanza o mancato adattamento di

leggi. Penso che il problema alla radice sia di tipo culturale. Anna

••04TELELAVORO 13-04-2011 10:29 Pagina 13

Page 14: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201114

OSSERVATORIO LEGISLATIVO

Il 7 marzo Manageritalia, per il tra-mite di Confedir-Mit, ha firmatocon il ministro del Lavoro e tuttele altre parti sociali un’intesa a so-stegno delle politiche di concilia-zione tra famiglia e lavoro. L’intesa raggiunta ha l’obiettivo dicreare le premesse perché l’orariodi lavoro possa essere modulatotra i tempi di lavoro e quelli da ri-servare alla cura della famiglia. L’intesa prevede un’azione siner-gica da realizzare a tutti i livelli:a questo scopo verrà attivato untavolo tecnico per verificare lapossibilità di adottare le miglioribuone pratiche di flessibilità fa-mily-friendly individuate dall’Os-servatorio affidato alla consiglie-

a cura di Manageritalia

REVERSIBILITÀ DELLE PENSIONI: PROSEGUE L’ITER ALLA CAMERAProsegue, presso la Commissione lavoro della Camera,

l’esame delle proposte di legge che i gruppi parlamen-

tari hanno presentato alla Camera dei deputati in tema

di reversibilità delle pensioni. È stato nominato un appo-

sito comitato ristretto che proporrà un testo unificato.

Intanto è giunta la notizia che l’onorevole Nedo Poli ha

presentato a propria firma il testo normativo redatto da

Manageritalia in tema di reversibilità e di perequazione

delle pensioni.

La proposta di legge di Poli sarà abbinata alle altre ini-

ziative di legge già presentate in Commissione.

In ogni caso ricordiamo che il presidente della Commis-

sione lavoro, onorevole Silvano Moffa, si è impegnato a

far confluire nel Testo unificato le norme proposte da

Manageritalia.osse

rvat

orio

Firmato l’accordoper conciliare lavoro e famiglia

ra nazionale di Parità che dovràconcludere i suoi lavori entro 90giorni. Ciascuna di queste misure dovràessere tradotta in un sistema diregole che potranno essere intro-dotte nella contrattazione collet-tiva, in particolare in quella di se-condo livello, in modo da diven-tare pratica generale. Tra queste, appare innovativa lapossibilità di usufruire del conge-do parentale in modalità part-ti-me, allungandone la durata. Ma c’è anche l’incentivazione deltelelavoro, la creazione di ban-che-ore, la possibilità di ottenereuna modalità di lavoro più flessi-bile in caso di cura per grave in-fermità del coniuge o di un paren-te entro il secondo grado.

••05OSSERVATORIOlegislativo 13-04-2011 10:30 Pagina 14

Page 15: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 15

Governo, regioni ed enti locali sisono impegnati a rafforzare le in-frastrutture e i servizi pubblici uti-li alla conciliazione, rifinanziando,ad esempio, il piano dei nidi per il2011. Molto positivo il fatto poiche la modulazione degli orari edei tempi di lavoro possano bene-ficiare della detassazione del10% del salario di produttivitàqualora sia previsto in accordi ter-ritoriali o aziendali.Entro un anno dalla conclusionedei lavori del tavolo tecnico, leparti firmatarie si impegnano auna verifica della diffusione del-le buone prassi, nonché delle re-lative azioni di monitoraggio ef-fettuate dalla cabina di pilotag-gio istituita nell’ambito del Pia-no di azione “Italia 2020 - Pro-gramma di azioni per l’inclusio-ne delle donne nel mercato dellavoro”.

Quote di genere nei cda aziendaliIl 9 marzo la Commissione finanzedel Senato ha approvato la propo-sta di legge che introduce le quo-te di genere, per un periodo limi-tato, nei cda delle società quotatein borsa. La modifica, approvata

dal Senato e ora al vaglio della Ca-mera, prevede che la normativaentri in vigore nel 2012 con unaquota del 20% e dal 2015 entri apieno regime con una quota del30%. Anche la sanzione sarà gra-duale: prima una diffida con san-zione pecuniaria e poi la decaden-za dell’organo.

Prima riunione delTAVOLO SULLE PROBLEMATICHE DEI MANAGER

Le organizzazioni dei dirigenti privati (Manage-

ritalia, Federmanager, Fidia e Fnda) hanno in-

contrato il 21 marzo una rappresentanza del mi-

nistero del Lavoro formata dal segretario gene-

rale Matilde Mancini, dal direttore degli ammor-

tizzatori sociali Paola Paduano e dal direttore del

mercato del lavoro Grazia Strano. Si è dato av-

vio, con questo primo incontro, al Tavolo sulleproblematiche dei manager fortemente voluto

dalle organizzazioni sindacali, per condividere

con il ministero del Lavoro alcuni temi e propo-

ste avanzate congiuntamente dalle associazioni

di categoria per lo sviluppo economico e per l’in-

cremento della presenza manageriale.

La proposta delle organizzazioni dei dirigenti è

stata quella di progettare, insieme con il ministe-

ro, misure concrete in grado di valorizzare il fat-

tore manageriale e metterlo a disposizione della

competitività del paese.

Il Tavolo proseguirà presso le due direzioni gene-

rali citate per il tramite di due sottogruppi, uno

dedicato agli ammortizzatori sociali e ai contrat-

ti di rete, l’altro sul miglioramento dell’incentivo

previsto dalla legge 266/97.

••05OSSERVATORIOlegislativo 13-04-2011 10:30 Pagina 15

Page 16: DIRIGENTE - aprile 2011

LA SUA

APRILE 201116

Quadri e professional

AskMit, assistenzaonline in 48 ore a quadri e professional.L’ultimo nato tra i servizi riservati agli associati diManageritalia

Luca Padovani

ASKMIT SIGNIFICA “CHIEDI A MANAGERITA-

LIA”. Un invito a tutti i quadri e professional

iscritti alla nostra Organizzazione. Un’opportuni-

tà per ricevere assistenza, la stessa che attualmen-

te viene garantita dalle 15 Associazioni territoria-

li, ancora più velocemente e in assoluta comodità

grazie all’aiuto di internet e alla sua capacità di abbattere le barriere di

tempo e relazione. Il tutto mantenendo inalterata la qualità del servizio.

Come funziona?

AskMit è l’ultima novità dell’asse servizio-innovazione che da sempre

contraddistingue l’attività di Manageritalia. Si tratta di una piattaforma

online ideata per supportare e integrare l’attività di consulenza delle 15

Associazioni territoriali già fornita sul territorio, garantendo a quadri e

professional risposte qualificate e tempestive sul proprio contratto, su

controversie legali e sulla propria posizione previdenziale e assicurati-

va (coperture da rischi professionali e personali).

Con AskMit è possibile entrare in contatto direttamente da casa, dall’uf-

ficio, dallo smartphone o anche dall’estero, da qualsiasi luogo e in qual-

siasi momento, con una rete di professionisti composta da esperti con-

trattuali Manageritalia, avvocati e commercialisti convenzionati, perso-

nale del patronato Enasco e specialisti assicurativi di Assidir, per rice-

vere assistenza online in tempo reale.

Non è raro infatti che nel mercato del lavoro, nei rapporti con la propria

azienda o, a maggior ragione, nella libera professione, ci si trovi a do-

ver gestire situazioni complicate o di difficile interpretazione, ma anche

opportunità di sviluppo e di crescita professionale. In quei momenti c’è

il rischio di prendere decisioni affrettate che si possono poi rivelare sba-

gliate e dannose per il proprio lavoro o per la propria situazione perso-

nale. È quindi utile avvalersi della consulenza di esperti che conoscano

la materia, possano aiutarci a fare le valutazioni corrette e ci indirizzi-

no verso la soluzione migliore.

A OGNI DOMANLA SUA R

••06ASKMIT 13-04-2011 10:26 Pagina 16

Page 17: DIRIGENTE - aprile 2011

Questo è AskMit L’utilità è il suo valore

principe, perché risolve problemi esoddisfa esigenze

in modo pratico. La velocità è il suo

valore aggiunto, perché risponde intempo reale senzaperdere in qualità

A RISPOSTA

Per usufruire del servizio è suffi-

ciente accedere al sito http://askmit.

manageritalia.it, inserire codice

MIT e password e formulare la do-

manda. Questa verrà presa subito

in carico dai responsabili dell’area

tematica indicata (contrattuale,

previdenziale, legale o assicurati-

va) e indirizzata all’esperto che

prenderà contatto via mail o tele-

fonicamente con l’associato.

Qual è il suo obiettivo?

L’obiettivo di AskMit è quello di

integrare e arricchire l’ampia gam-

ma di servizi e consulenze già atti-

va ed erogata dalle sedi territoria-

li, facilitando ulteriormente il rap-

porto associazione-associato, sia

nelle modalità sia nei tempi. Una

APRILE 2011 17

porta sempre aperta, inizialmente

in via sperimentale riservata solo a

quadri e professional, pronta ad

accogliere domande in qualsiasi

momento della giornata, garanten-

do una risposta, o un primo riscon-

tro entro 48 ore (due giorni lavora-

tivi). Nel caso in cui la domanda sia

particolarmente complessa, neces-

siti di ulteriori approfondimenti o

incontri one-to-one, si inizierà un

percorso di consulenza definito

con gli esperti.

Ask. Chi domanda

Quadri e professional regolar-

mente iscritti a Manageritalia.

Mit. Chi risponde

AskMit offre assistenza online in

ANDA RISPOSTA

ambito contrattuale, previdenzia-

le, legale e assicurativo. Ogni area

è “presidiata” da un pool di esper-

ti altamente preparati.

••06ASKMIT 13-04-2011 10:26 Pagina 17

Page 18: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201118

Quadri e professional

LE AREE TEMATICHE

L’area contrattuale è

gestita direttamente da

Manageritalia che può vantare

oltre sessant’anni di esperien-

za, di conoscenza delle dinami-

che e delle evoluzioni in questo

campo.

L’area previdenziale è

stata affidata a Enasco,

il patronato operante sotto la vigi-

lanza del ministero del Lavoro,

che attraverso le sue oltre 100 sedi

in tutta Italia rappresenta un part-

ner di assoluto valore.

Su domande di caratte-

re legale rispondono av-

vocati e commercialisti di prima

fascia con cui Manageritalia ha sti-

pulato specifiche convenzioni.

Assidir, società di pro-

prietà di Manageritalia

specializzata in soluzioni assicu-

rative, risponde su tematiche di

carattere assicurativo.

Come emerge dalle prime case

history, AskMit può migliorare il

percorso professionale di quadri

e professional associati e questa

necessità emerge forte dall’inda-

gine sui quadri (vedi pag. 20).

Contiamo quindi sulla loro “ca-

pacità divulgativa” per promuo-

verlo verso i colleghi, anche gra-

zie all’apposita sezione “passa-

parola” presente sul sito. �

AREA CONTRATTUALE

Oggetto: INFORMAZIONI SU MALATTIA

Nel mese di gennaio ho avuto 5 giorni di malattia presentando

regolare certificato medico. Nella busta paga trovo le seguenti

voci: “assenza giustificata 5 giorni, € 610,88”, “carenza 3 giorni,

€366,53 competenze” e “indennità malattia Inps, €191,42 com-

petenze”. Sommando “carenza 3 giorni” e “indennità Inps” man-

cano € 53 per coprire la totale trattenuta aziendale di € 610,88.

È corretto o devo aspettarmi un rimborso dall’azienda?

La busta paga è corretta e non è previsto nessun rimborso.

In caso di malattia è dovuta al lavoratore da parte dell’azien-

da l’integrazione dell’indennità a carico Inps in maniera da

raggiungere il 100% della retribuzione per i primi 3 giorni; il

75% dal 4° al 20° giorno e il 100% dal 21° in poi. Per quanto

la riguarda viene quindi “perso” un 25% della retribuzione

giornaliera netta cui avrebbe avuto diritto in caso di norma-

le svolgimento del rapporto.

Oggetto: DIMISSIONI

Sono quadro in un’azienda del settore commercio da tre an-

ni. Qual è il termine di preavviso per dare le dimissioni, qua-

li comunicazioni bisogna fare e con che tempistiche?

In caso di dimissioni (non per giusta causa) i termini di pre-

avviso variano sulla base degli anni di servizio (non di qua-

lifica) prestati in azienda; 60 giorni fino a 5 anni; 90 da 5 a 10

anni; 120 oltre i 10 anni. I giorni si intendono di calendario e

decorrono dal 1° o dal 16° giorno di ciascun mese. Le dimis-

sioni devono essere comunicate a mezzo lettera raccoman-

data con ricevuta di ritorno. (AskMit fornisce in questo caso an-

che fac simile della lettera di dimissioni con regolare preavviso).

LE PRIME DOMANDEEcco alcuni dei quesiti inviati ad AskMit a un mesecirca dall’inizio dell’attività e dopo l’invio dellanewsletter a un database di 2.500 indirizzi diquadri e professional associati. Di questi, circa 500hanno visitato il sito e oltre 50 sono entrati in areariservata per un invio complessivo di 22 domande

••06ASKMIT 13-04-2011 14:32 Pagina 18

Page 19: DIRIGENTE - aprile 2011

AREA PREVIDENZIALE

Oggetto: PENSIONE

Ho 55 anni e una storia previdenziale come dirigente/dipen-

dente per circa 10 anni e dal 2005 con versamenti Inps alla ge-

stione separata come professionista (es. temporary manager)

con partita Iva. Come si ricongiungono i due profili di contribu-

ti/versamenti? Arrivato ai 65 anni cosa posso attendermi co-

me possibile pensione? Quali informazioni/dati sono necessa-

ri per fare un calcolo/simulazione e come effettuarlo?

Senza i 20 anni di contribuzione all’Inps, l’unica soluzione

possibile, una volta compiuta l’età per il pensionamento di

vecchiaia (65 anni per gli uomini), è la totalizzazione: stru-

mento che permette di utilizzare tutti i periodi di contribu-

zione, non inferiori a tre anni, alle diverse gestioni pensioni-

stiche, purché non temporalmente coincidenti. Con l’attuale

normativa, raggiunta l’età pensionabile, la pensione viene li-

quidata dopo 18 mesi. Non esistono simulatori di calcolo at-

tendibili così a lungo termine. Sul sito www.inps.it, nell’area

“servizi online”, è possibile visualizzare il calcolo della pre-

stazione pensionistica maturata alla data odierna.

AREA LEGALE

Oggetto: RESPONSABILITÀ

Sono un quadro con funzioni direttive nel settore alberghie-

ro. Da alcuni mesi sono stato trasferito a una struttura in al-

lestimento per la stagione turistica estiva. Occupandomi del-

la direzione, sto tentando di capire se fra i miei incarichi e con-

seguenti responsabilità vi sia anche la verifica o l’attuazione

delle misure di sicurezza sul lavoro previste dalla legge. Un

collega mi ha tranquillizzato dicendomi che in assenza di de-

leghe specifiche non sono coinvolto. È così?

Il tema relativo agli oneri, obblighi e responsabilità delle figu-

re apicali in materia di sicurezza sul lavoro è spesso contro-

verso, tanto da generare pronunce giurisprudenziali anche in

contrasto fra loro. La legge indica nell’imprenditore o legale

rappresentante dell’azienda/ente il primo soggetto responsa-

bile delle misure di sicurezza nell’ambiente di lavoro. Nulla

cambia anche qualora eventuali deleghe non siano accompa-

gnate dall’effettiva attribuzione dei poteri organizzativi, ge-

rarchici e di spesa, così come indicato dalla legge. La sua si-

tuazione sembra quindi esonerarla da queste responsabilità

anche se bisogna considerare che la Cassazione (n. 4106/2011)

assegna al direttore, anche in assenza di deleghe, la responsa-

bilità di attivarsi per sanare le omissioni delle misure di sicu-

rezza allorché la sua collocazione aziendale, all’interno del-

l’unità organizzativa o filiale o struttura indipendente, sia ta-

le da assimilarlo al datore di lavoro. (AskMit in questo caso pro-

pone all’associato un appuntamento telefonico o un incontro di appro-

fondimento con un avvocato/studio convenzionato).

AREA ASSICURATIVA

Oggetto: TUTELA LEGALE

Sono un quadro e lavoro con contratto del commercio in una

società di distribuzione di prodotti semilavorati. Sono iscritto

a Manageritalia da un anno e ho letto che per i quadri iscritti

viene prestata una polizza di tutela legale. Potete darmi una

prima indicazione su questa copertura?

La polizza tutela legale rimborsa le spese sostenute per con-

tenziosi che riguardano la vita privata dell’associato e dei

suoi familiari conviventi. Le spese possono riguardare sia

la parte giudiziale (relativa a una causa civile) sia quella

stragiudiziale (sostenute prima dell’inizio del processo).

Sono comprese le vertenze in ambito civile per aspetti di ti-

po contrattuale (es. mancata applicazione della garanzia su

un prodotto acquistato) e di tipo extracontrattuale (es. man-

cato pagamento dei danni dopo essere stati investiti da un

ciclista). Unica estensione sono le spese per il contenzioso

col datore di lavoro se si è lavoratori subordinati, ma solo

per la parte giudiziaria. Come per tutte le polizze esistono

comunque clausole specifiche sui casi compresi e su quelli

esclusi (www.assidir.it).

APRILE 2011 19

CHIEDERE È UTILE,RISPONDERE È COMPETENZA

••06ASKMIT 13-04-2011 10:26 Pagina 19

Page 20: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201120

Manageritalia

Il middle managementtra responsabilità enuove sfide inun’indagine sulleprospettive di questoruolo, con un bilanciodegli ultimi due anni

Enrico Pedretti

Lo scorso ottobre abbiamo invitato i quadri associati

a Manageritalia a rispondere a un veloce questiona-

rio via internet sulla loro condizione professionale

rispetto alla crisi in atto negli ultimi due anni e alle

prospettive future. Hanno risposto in totale 628 qua-

dri in servizio, un campione rappresentativo per ca-

ratteristiche anagrafico-professionali dell’universo indagato.

La prima domanda che abbiamo posto è: cosa ha comportato la crisi

in atto nell’ultimo biennio riguardo al tuo ruolo in azienda? La mag-

gior parte dei rispondenti afferma che c’è stato un generale peggiora-

mento delle condizioni lavorative e professionali. Infatti, più della me-

tà (51,3%) ritiene che la crisi abbia portato maggiore stress, a seguire

aumento della mole di lavoro (41%), meno attenzione a formazione e

crescita professionale (41,2%), diminuzione della retribuzione varia-

bile (35%) e più responsabilità (18%).

Una condizione che è ancor più marcata per le fasce d’età più giovani

(sotto i 40 anni) e per chi lavora in aziende con oltre 250 dipendenti.

L’impatto della crisi

Abbiamo poi chiesto agli intervistati di valutare più in generale l’im-

patto della crisi sulla loro categoria. Il 90% dei rispondenti è molto o

abbastanza d’accordo sul fatto che la figura del quadro avrebbe biso-

gno di adeguati percorsi di sviluppo professionale utili per crescere

e garantire al sistema il suo indispensabile apporto.

A seguire, forte è la sensazione che i quadri siano sempre più un mo-

do per sostituire i dirigenti pagandoli meno (85%) e non abbiano avu-

to reali miglioramenti nel riconoscimento del loro ruolo organizzati-

vo e manageriale (84%). Insomma, una situazione di mancato ricono-

scimento del ruolo oggi e in prospettiva che si sostanzia anche con il vis-

suto che hanno del loro maggior coinvolgimento attuale quando dico-

no: i quadri sono diventati la soluzione alle carenze manageriali di al-

QUADRIIN PRIMA LINE

••07QUADRI_INCHIESTA 13-04-2011 10:31 Pagina 20

Page 21: DIRIGENTE - aprile 2011

cune pmi (70%) e anche sempre

più necessari per le grandi azien-

de che hanno snellito le loro orga-

nizzazioni a livello dirigenziale

(67%). Ma di fatto poi la maggio-

ranza nega che tutto questo abbia

portato a un maggior riconosci-

mento delle responsabilità e del

ruolo organizzativo dei quadri

(63%), mentre la pensa così solo

una stretta minoranza (37%).

Questo giudizio è abbastanza dif-

fuso ed eterogeneo, con alcune

sfumature più accentuate tra i più

APRILE 2011 21

anziani e tra quelli che lavorano in

piccole aziende.

Vediamo ora come i singoli intervi-

stati si sentono considerati nel quo-

tidiano operare in azienda. Preva-

le su tutto il sentirsi la persona che

deve risolvere comunque le critici-

tà operative (93%), una figura di ri-

ferimento per gestire il business

(69%) e, continuando con gli aspet-

ti positivi, la cinghia di trasmissio-

ne intelligente fra strategia e ope-

ratività (64%), una risorsa sulla

quale puntare in ottica futura

(59%). Ariprova di questo senso di

utilità e responsabilità, i nostri qua-

dri si sentono anche dirigenti di

fatto ai quali il ruolo non è ricono-

sciuto contrattualmente (65%) e so-

stituti dei dirigenti che non ci sono

(60%). Una visione positiva e forte

confermata dal fatto che non si sen-

tono per nulla poco più di impie-

gati ai quali è stato dato l’inquadra-

mento attuale per ragioni di conve-

nienza aziendale (lo nega il 66%) o

meri esecutori di ordini che vengo-

no dall’alto (lo nega il 55%). Anche

qui prevalgono in positività so-

prattutto i più giovani e quelli che

operano in aziende più piccole.

Funzioni strategiche

Veniamo ora a considerare le fun-

zioni principali del ruolo di quadro

oggi. Su tutto prevalgono attenzio-

ne ai risultati (83,7%), presidio ge-

stionale su processi, risorse e perso-

ne (72,95) e supervisione e coaching

(45,4%). Più staccati, ma si poteva-

no indicare un massimo di tre pre-

ferenze, aspetti quali sviluppo del

coinvolgimento e del clima interno

(35,3%), presidio dei meccanismi

interni (21,6%) e continuità della

Quadro è uguale a cinghia di trasmissione

intelligente fra strategia e operatività,

una risorsa sulla qualepuntare in ottica futura NEA

••07QUADRI_INCHIESTA 13-04-2011 10:31 Pagina 21

Page 22: DIRIGENTE - aprile 2011

Domenica 29 maggio - ore 21Teatro alla Scala - Milano

Concerto di beneficenza a favore di Progetto Itaca

Mahler Chamber Orchestradirettore: Daniel Hardingviolinista: Isabelle Faust

Programma:

Johannes BrahmsConcerto per violino e orchestra

in re maggiore op. 77

Johannes BrahmsSeconda Sinfonia in re maggiore

op. 73

Progetto Itaca destinerà l’intera raccolta fondi al

finanziamento di Club Itaca Milano

Per informazioni e prenotazioni dei biglietti:Tel. 02/62695235 - Fax 02/6552205

Cell. [email protected]

••07QUADRI_INCHIESTA 13-04-2011 10:31 Pagina 22

Page 23: DIRIGENTE - aprile 2011

Manageritalia

cultura aziendale (20,6%). Insom-

ma, si conferma, e forte, il ruolo ge-

stionale e operativo, vanno invece

sviluppati aspetti più soft, ma al-

trettanto importanti nell’economia

di una partecipazione completa di

tutto il personale all’evoluzione

strategica e culturale in atto nelle

singole aziende. Non a caso gli in-

tervistati individuano nella comu-

nicazione (75,2%), nella leadership

(69,6%) e nel teamworking (54,2%)

le dimensioni strategiche più ne-

cessarie ai quadri per affrontare al

meglio le sfide del futuro. Proprio

per questo in termini di necessità

per ricoprire al meglio il loro ruolo

puntano su formazione continua

(70,6%), riconoscimento e valoriz-

zazione del loro standing in azien-

da (70,3%) e un contratto che li tu-

teli e li valorizzi (56,9%).

Alla luce di questo vissuto del mid-

dle management oggi, quali azioni

i nostri quadri dicono di aver intra-

preso e/o vorranno intraprendere

per ottimizzare le loro opportunità

professionali nel medio termine?

Su tutto prevale l’investimento

nella formazione professionale

(63%, 43% lo sta già facendo e il

20% intende farlo a breve) e il per-

seguimento di programmi di svi-

luppo professionale e di carriera

(50%, 20% lo sta già facendo e 30%

intende farlo a breve). Altre azioni

sono riconducibili alla ricerca di

nuove opportunità cambiando in-

carico nell’attuale azienda (34%,

16% lo sta già facendo e 18% inten-

de farlo), cercando una nuova

azienda nella stessa regione (36%),

in altre regioni (25%) o anche an-

dando a lavorare all’estero (20%).

Pochi, ma ci sono, sono quelli che

pensano di passare alla consulen-

za (21%), di aprire una propria at-

tività imprenditoriale (19%) o di

cambiare completamente vita al-

lontanandosi dal mondo delle im-

prese (18%). �

••07QUADRI_INCHIESTA 13-04-2011 10:31 Pagina 23

Page 24: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201124

Fondo Mario Negri / Bilancio 2010

I difficili scenaridell’economia e deimercati finanziariincidono leggermentesui risultati, ma i numeri confermano la solidità delle strategie diinvestimento adottate

Alessandro Baldi

Idifficili scenari globali riducono leggermente i rendimen-

ti senza tuttavia mettere in discussione la stabilità dei ri-

sultati, che restano positivi.

È quanto emerge, in sintesi, dal bilancio 2010 del Fondo

Mario Negri, che ha chiuso l’ultimo esercizio conferman-

do la solidità delle strategie di investimento adottate.

I numeri chiave

Il comparto garantito del tfr ha avuto un rendimento annuo lordo del

3,30% (2,63% al netto di spese e imposta). Il comparto bilanciato del tfr,

subendo in maniera incisiva le ripetute tensioni sui titoli governativi e

la volatilità dell’azionario europeo, ha generato un risultato d’esercizio

pari allo 0,35% (0,31% al netto).

Dalla ripartizione del residuo risultato d’esercizio sono stati attribuiti

incrementi ai conti individuali degli iscritti nell’ordine del 2,39% (2,13%

al netto dell’imposta).

Questi risultati risentono della situazione generale di crisi e riflettono le

incertezze sulle prospettive economiche e finanziarie che i mercati glo-

bali stanno attraversando. I dati del bilancio 2010, come quelli degli an-

ni precedenti, confermano la sostanziale idoneità del percorso avviato

nel 2007 con la definizione delle linee guida del piano quarantennale di

riallineamento, che è stato presentato al ministero del Lavoro.

Iscrizioni e prestazioni

Al 31 dicembre 2010 il Fondo accoglie complessivamente 33.323 iscrit-

ti. La flessione di 297 persone rispetto all’anno precedente testimonia

da un lato le perduranti difficoltà della situazione congiunturale, dal-

l’altro la sostanziale tenuta delle nomine dei dirigenti. Il numero dei

dirigenti iscritti in regime transitorio di contribuzione ridotta, quello

RISULTATISTANCHE NELLA

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:32 Pagina 24

Page 25: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 25

Gestione e ripartizione

del portafoglio nel 2010

Le incertezze sulla forza effettiva

delle economie sviluppate e le tur-

bolenze sui mercati europei han-

no indotto i gestori del Fondo a

conservare un assetto sostanzial-

mente prudenziale: per l’obbliga-

zionario è stata progressivamente

ridotta l’esposizione ai titoli go-

vernativi e mantenuta una durata

piuttosto breve; per l’azionario si

è scelto di non operare in Europa

ma di limitare gli investimenti,

con un’attenta attività variabile di

copertura, ai soli paesi asiatici

emergenti e agli Stati Uniti.

Come si può osservare nella ta-

bella 1, nel corso dell’anno le va-

riazioni più significative del por-

tafoglio hanno riguardato l’incre-

mento della componente aziona-

ria, cresciuta progressivamente

dall’1% di gennaio fino al 9% di

dicembre, e il decremento della

componente obbligazionaria, sce-

sa dal 73% al 63%. Sostanzial-

mente invariate le quote allocate

in polizze di capitalizzazione, in

immobili e in liquidità.

Gli interventi

sulla gestione mobiliare

L’andamento dei mercati azionari

nella prima parte dell’anno, sulle

cui aspettative di positiva evolu-

zione si faceva affidamento per

impiegare risorse in investimenti

a elevato rendimento, non ha con-

riservato ai dirigenti di prima no-

mina, è di circa 2.000 persone. La

quota dei dirigenti in prosecuzio-

ne volontaria registra una sostan-

ziale stabilità.

Il totale degli esborsi erogati nel

2010 ammonta a circa 128 milioni

di euro, 14 in più dell’esercizio

precedente: l’incremento è dovu-

to al maggior numero di richieste

di prestazione e quindi delle liqui-

dazioni effettuate (1.960 contro

1.855 nel 2009).

Le erogazioni assistenziali, es-

pressione irrinunciabile del princi-

pio di solidarietà che caratterizza il

nostro Fondo, hanno totalizzato

966mila euro, dei quali 536mila ri-

partiti in 85 sussidi per figli disabi-

li e 430mila divisi in 838 borse di

studio per i figli dei dirigenti. Que-

ste ultime, assegnate fin dall’inizio

degli anni ’60 tramite bandi di con-

corso e consegnate durante le tra-

dizionali cerimonie di premiazio-

ne, rappresentano un importante

legame tra gli iscritti e il Fondo Ne-

gri e un’occasione per valorizzare

il merito degli studenti.

STABILIA CRISI

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:32 Pagina 25

Page 26: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201126

Fondo Mario Negri / Bilancio 2010

vinto i gestori interessati sull’op-

portunità di un ritorno sui massi-

mi consentiti verso tale classe di

attività.

L’esigua redditività che poteva at-

tendersi dalle gestioni cash, pres-

so le quali era stata accantonata

una notevole liquidità nel caso si

fossero verificate condizioni ido-

nee per l’impiego azionario, ha

imposto di adottare soluzioni al-

ternative mirate a rendere più

produttiva la resa.

All’inizio di aprile si è quindi di-

sposta la chiusura della gestione

Amundi cash e distribuito il netto

ricavo tra le gestioni obbligazio-

narie già attive per il fondo che

avevano al momento conseguito i

migliori risultati.

Analoga operazione è stata poi ri-

petuta in settembre, con le stesse

motivazioni e finalità, attuando

la chiusura della gestione Euri-

zon cash per il temporaneo tra-

sferimento alla gestione obbliga-

zionaria Epsilon. Nel corso dello

stesso mese, con la stessa logica

di asset allocation tattica, è stato

ridotto l’ammontare del portafo-

glio in gestione alla Lombard

Odier con corrispondente trasfe-

rimento alla gestione Epsilon.

Considerato, infine, il basso ren-

dimento, è stato revocato il man-

dato al gestore obbligazionario

Hsbc Halbis, trasferendo il capi-

tale a i tre gestori obbligazionari

del fondo.

Nel corso del 2010 sono stati porta-

ti a termine i tre distinti processi di

selezione di nuovi gestori di cui si

era data notizia lo scorso anno.

Il primo ha riguardato la ricerca

di un qualificato gestore aziona-

rio presente nei paesi asiatici. Il

mandato è stato assegnato alla

Nomura Asset Management Uk,

a cui sono stati conferiti 80 milio-

ni di euro. In funzione della pre-

senza di tale gestore, anche nei

mercati dell’America latina si sta

valutando la possibilità di alloca-

re parte delle risorse in quest’area

geografica, in particolare in Bra-

sile e Messico.

Il secondo bando di selezione, av-

viato al termine del 2009 per di-

versificare la gestione dell’azio-

nario Usa affiancando un nuovo

gestore a quello già attivo, ha

portato ad assegnare un manda-

to a Neuberger Berman Europe

per un importo di 50 milioni di

euro, di cui 20 milioni conferiti

nei primi di agosto e gli altri 30

nel mese di gennaio 2011.

Il terzo gruppo di mandati ha ri-

guardato le seguenti classi di at-

tività: Eurobonds, Globalbonds,

nonché i mandati bilanciati per

l’impiego delle risorse derivanti

da conferimenti di quote di Tfr.

Per i tfr, inoltre, è stata stipulata

Nel corso del 2010 sono stati portati atermine tre distintiprocessi di selezione di nuovi gestori

Azioni

1 gennaio

2 0 1 0

1 marzo 30 giugno 30 settembre 31 dicembre

1% 4% 7% 8% 9%

72% 72% 70% 73% 63%

12% 11% 11% 11% 12%

8% 6% 5% 1% 9%

7% 7% 7% 7% 7%

100% 100% 100% 100% 100%

Obbligazioni

Polizze di capitalizzazione

Liquidità*

Immobili

* Inclusi derivati a copertuta titoli azionari.

TABELLA 1

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:32 Pagina 26

Page 27: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 27

con Allianz spa un’ulteriore po-

lizza di capitalizzazione, dedica-

ta ai futuri conferimenti del com-

parto garantito. La polizza, di du-

rata quinquennale, prevede un

rendimento minimo garantito del

2% annuo.

Il settore immobiliare

È proseguita, nel corso dell’anno,

la dismissione mirata delle attivi-

tà immobiliari a uso commerciale,

con la messa in vendita di alcuni

locali a Milano, a Lecce e di un’au-

torimessa a Roma. In occasione

dei rinnovi dei contratti di loca-

zione, come già per il passato, si è

proceduto all’adeguamento dei

canoni alle condizioni di mercato,

seguendo i criteri di ottimizzazio-

ne della redditività. La pesante si-

tuazione recessiva ha determina-

to, nel complesso, un leggero calo

della redditività operativa del

comparto.

Per ottimizzare la redditività e la

conservazione del valore dei fab-

bricati, sono stati realizzati alcuni

consistenti interventi manutentivi

per immobili a Roma, Milano e To-

rino. Altri interventi sono in pro-

gettazione. La selezione di una Sgr

a cui affidare l’istituzione, la costi-

tuzione e la gestione di un fondo

comune d’investimento immobi-

liare ha portato a scegliere la Bnp

Paribas Real Estate Investment

Management Italy Sgr e il Fondo

Immobiliare Negri, attualmente in

fase autorizzativa da parte di Ban-

ca Italia. Il nuovo strumento d’in-

vestimento consentirà di usufruire

di numerosi vantaggi rispetto al-

l’investimento immobiliare diretto

con sicuri benefici ai fini della red-

ditività del comparto.

Le aspettative per i mercati

finanziari del 2011

I dati economici e i segnali di ripre-

sa offrono, a detta dei nostri gesto-

ri, aspettative positive. Le politiche

monetarie “accomodanti”, rinno-

vate dalla Federal Reserve alla fine

del 2010, nonché la proroga degli

sgravi fiscali ai contribuenti e dei

sussidi ai disoccupati, dovrebbero

produrre l’incremento delle spese

per i consumi e per gli investimen-

ti sostenendo efficacemente la cre-

Le economie dei mercaticosiddetti emergentidovrebbero risentire

delle prospettive di unacrescita mondiale ridotta

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:32 Pagina 27

Page 28: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201128

Fondo Mario Negri / Bilancio 2010

scita malgrado la persistente debo-

lezza del mercato del lavoro.

Uno sviluppo sostenuto è atteso

anche per Cina e Far East, seppu-

re con la possibilità di interventi,

da parte delle autorità centrali,

per evitare il surriscaldamento

dell’economia e contrastare l’in-

flazione.

Le economie dei mercati cosid-

detti emergenti dovrebbero ri-

sentire delle prospettive di una

crescita mondiale ridotta, che po-

trebbe essere compensata con la

solidità della domanda interna e

il miglioramento del mercato oc-

cupazionale.

Le previsioni per l’economia eu-

ropea sono di una ripresa debole,

visti i problemi di sostenibilità dei

bilanci e l’effetto delle misure di

austerità. Contrariamente alle po-

litiche economiche statunitensi,

per l’Europa non è prevista l’ado-

zione di misure espansive.

Tra i fattori d’incertezza generale

permangono le instabilità valuta-

rie, il crescente disavanzo commer-

ciale degli Usa, le tensioni su alcu-

ni debiti pubblici europei e i rischi

di contagio, il timore di rischio si-

stemico per la dubbia solvibilità di

alcune grandi banche europee.

La redditività della liquidità do-

vrebbe rimanere contenuta. Nel-

l’area euro, la combinazione tra il

livello dei tassi e le tensioni sui de-

biti governativi, che rendono in

questa fase l’obbligazionario go-

vernativo non attraente e con im-

plicazioni di rischio elevato, è tale

da indurre al riorientamento ver-

so il corporate investment grade

che presenta differenziali più inte-

ressanti e con attese di ritorni più

remunerativi.

In linea con la natura non specu-

lativa degli impieghi delle risorse

del Fondo, le aspettative sui mer-

cati azionari sembrano poter con-

sentire, con le consuete attenzioni

e con un accorto processo seletti-

vo basato sui fondamentali mi-

gliori, quell’indispensabile ap-

porto di redditività.

Gli obiettivi generali fissati per gli

anni passati restano un dato fer-

mo, così come richiede la respon-

sabile consapevolezza delle fina-

lità previdenziali delle risorse ge-

stite e alla luce della constatazio-

ne che i mercati finanziari sono

ancora lontani dal ritorno a un’ac-

cettabile stabilità. Nella tabella 2

sono riportati i criteri dell’asset

allocation determinata per il 2011.

Innovazione, organizzazione,

qualità

Nel corso del 2010 sono prosegui-

ti i lavori preparatori per la realiz-

zazione dello Sportello unico per

l’iscrizione dei dirigenti (Suid), la

cui attivazione è progressivamen-

te prevista a partire al mese di

aprile 2011. Con il nuovo sistema,

che rappresenta un’evoluzione

organizzativa per tutti gli enti

contrattuali, si conseguirà un si-

gnificativo miglioramento del ser-

vizio tramite la pressoché totale

eliminazione della documenta-

zione cartacea e la standardizza-

zione dei sistemi informatici.

Tra le attività programmate c’è la

continuazione delle attività for-

mative per i dipendenti, indispen-

sabile per generare un migliora-

mento generale delle prestazioni

agli iscritti e della qualità organiz-

zativa del Fondo.

Secondo le linee guida in materia

di organizzazione interna dei

Fondi pensione negoziali, sono

proseguiti i lavori di aggiorna-

mento del manuale delle procedu-

re, per adeguare i processi opera-

tivi alle normative e renderli più

trasparenti e lineari. �

*prevalentemente Ocse

Obbligazioni* con rating: AAA/A

Obbligazioni* con rating: BBB-/A-

High Yeld (sotto investment grade)

Convertibili

Azioni

Valuta

25% –

minimo massimo

– 55,0%

– 7,5%

– 10,0%

– 23,5%

– 17,5%

TABELLA 2

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:33 Pagina 28

Page 29: DIRIGENTE - aprile 2011

••08BALDI_FONDONEGRI 13-04-2011 10:33 Pagina 29

Page 30: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201130

Speciale 150° Unità d’Italia - Storia del man

n onore del 150° anniversario dell’Unità d’Italia anche

noi ci teniamo a celebrare la ricorrenza attraverso un

piccolo contributo, che, numero dopo numero, fino

alla fine dell’anno ripercorrerà la storia del manage-

ment e ci presenterà i personaggi dirigenziali più in-

fluenti e spesso poco conosciuti. Figure che hanno

contribuito nel loro piccolo allo sviluppo economico in

Italia e nello specifico all’evoluzione di questa profes-

sione, sebbene sappiamo essere sempre stata molto

meno diffusa rispetto ad altri paesi avanzati.

Ma chi è stato il nostro primo manager? Difficile dir-

lo con esattezza, perché poche sono le fonti dispo-

nibili e molti i lavoratori in gamba sconosciuti. Inol-

tre come definire un dirigente in tempi in cui la di-

stinzione dei ruoli e delle mansioni era l’ultimo dei

pensieri rispetto a ben altre priorità lavorative e sin-

dacali, senza contare l’influenza di eventi straordi-

nari, come le grandi guerre, certo prevalenti per l’im-

prenditore ma anche per i dipendenti stessi.

Allora diciamo, per comodità, che se consideriamo il

dirigente come lo conosciamo noi oggi, ossia il respon-

sabile del coordinamento gestionale e dell’allocazione

Idelle risorse di un’organizzazione che lavora con razio-

nalità ed efficienza, dobbiamo guardare all’epoca del-

le Rivoluzioni industriali e in particolare della seconda.

È in questo periodo che, con l’introduzione di nuo-

ve tecnologie e macchinari, l’imprenditore si rende

conto della necessità di qualcuno che lo aiuti nel ge-

stire i processi produttivi che diventano via via più

complessi. Siamo proprio intorno agli anni dell’Uni-

tà d’Italia, nonostante il nostro paese subisca un po’

in ritardo l’ingresso nell’epoca industrializzata.

Tra chi mosse i primi passi, il Lanificio Rossi di Schio,

la maggiore impresa laniera italiana del primo No-

vecento. Già nel 1848 Alessandro Rossi, figlio del

fondatore, introdusse le prime macchine a vapore e

nel 1873 Lanerossi si quotò in Borsa. Nello stesso pe-

riodo venne introdotto il sistema di gestione attra-

verso le Gerenze autonome, il che significò la sud-

divisione del lanificio in quattro sezioni produttive

guidate da un dirigente (allora si chiamava “geren-

te”) completamente indipendenti dal punto di vista

dell’organizzazione interna e sottoposte al semplice

divieto di reciproca concorrenza e al controllo finan-

L’IMPRENDITORE N

Tra chi mosse i primi passi verso

il management,il Lanificio Rossi diSchio, la maggiore

impresa lanieraitaliana del primo

Novecento che introdusse le Gerenze

autonome già a fine Ottocento.

••09centocinquanta 13-04-2011 14:14 Pagina 30

Page 31: DIRIGENTE - aprile 2011

ziario dell’amministrazione generale e del consiglio

di amministrazione. Primi cenni di vita da manager.

Sempre nella seconda metà dell’Ottocento nascono

aziende come la farmaceutica Carlo Erba o l’Ansal-

do&C. che cominciano ad avvalersi della guida di fi-

gure dirigenziali.

L’Unità e il progresso continuo, soprattutto al Nord,

portarono da un lato all’arricchimento di piccole-

medie imprese sempre più specializzate e dall’altra

all’avvio dell’industria pesante. In entrambi i casi per

l’imprenditore si prospettava sempre più l’esigenza

manageriale.

Esempio calzante è il caso Pirelli. La società in acco-

mandita G.B.Pirelli&C. nacque nel 1872 alla periferia

di Milano per opera del suo fondatore Giovanni Bat-

tista Pirelli, che negli anni trasformò l’iniziale piccola

fabbrica di oggetti in gomma in uno stabilimento di

produzione di ogni categoria di prodotti di gomma e

guttaperca. Giovanni Battista Pirelli si rese conto fin da

subito della necessità di una figura dedicata alla ge-

stione e all’organizzazione e scelse per questo tale si-

gnor Antoine-Aimé Goulard in qualità di direttore tec-

APRILE 2011 31

anagement dalle origini ai giorni nostri

nico. Il francese si dimostrò presto inadeguato al ruo-

lo, perciò Pirelli gli subentrò come gerente anche per

la parte tecnica. Si fece però affiancare in seguito dal

valido Emilio Calcagni, come si legge nella storia del

Gruppo scritta nel 1922 in onore del cinquantenario.

«Allora il capo della nostra ditta, affrontando risoluta-

mente la situazione, assunse su di sé anche la direzio-

ne della fabbricazione, si trasformò in tecnico e, coa-

diuvato da uno dei suoi primissimi impiegati, il signor

Emilio Calcagni, s’impegnò per riportare a galla la na-

ve che minacciava di naufragare. Furono circa due an-

ni di lavoro tormentoso e indefesso, di studi e

tentativi disperati, di prove angoscio-

se atte a fiaccare la più solida fi-

bra. Ma il successo coronò fi-

nalmente quest’opera di vo-

lontà e di fede».

Dal prossimo numero cono-

sceremo più da vicino i diri-

genti che hanno fatto l’Italia

da Calcagni in poi.

Non perdete l’appuntamento!

NON BASTA PIÙ

Nella seconda metà dell’Ottocentonascono aziendecome la Carlo Erbache cominciano ad avvalersi della guida di figure dirigenziali.

Pirelli: una sala del reparto rifiniturapneumatici per auto nello stabilimento di Milano, intorno al 1920.Giovanni BattistaPirelli si fece affiancare da Emilio Calcagninella guida dell’azienda.

© Archivio Storico Pirelli

••09centocinquanta 13-04-2011 14:14 Pagina 31

Page 32: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201132

Management

Un cammino che i manager dovrebberopercorrere per costruireil bene comune in azienda. Qualchespunto per il giustoapproccio a un temasempre attuale

Francesco Varanini

L’etica, in fondo, è ineffabile, non esprimibile in parole:

l’etica esiste se la si pratica. Potremmo anzi dire che

capita di ascoltar parlare di etica proprio chi è, ai no-

stri occhi, ben lontano dal praticarla. Parlare, non di

rado, è un modo per nascondere le proprie azioni.

Dunque, più che parlare di etica, dovremmo – ognu-

no e tutti – cercare il modo per praticarla. E dovremmo anche ricordare

che non di rado le persone che più fanno spesso sono le persone che me-

no parlano. Tutti abbiamo conosciuto dirigenti, semplici impiegati e ope-

rai di poche parole, integerrimi. Dobbiamo considerarli maestri di etica.

Se provo a scrivere qualcosa sull’etica, perciò, devo dire prima che non

si tratta che di un personale punto di vista. L’etica è quindi sempre il

personale punto di vista sul mondo, uno sguardo radicato in valori, cul-

tura, storia di vita diversa da ogni altra.

Êthos ci parla di individualità, di ciò che è proprio di una persona, co-

stume, modo di vita. Come ci ricorda la frase del filosofo Emmanuel

Lévinas “l’etica è un’ottica”. Questo è anche il motto dell’associazione

Assoetica (www.assoetica.it), che su questi temi sta organizzando due

percorsi che stanno per iniziare. Non possiamo dunque parlare di etica

come se ne esistesse una, migliore delle altre. Ogni persona ha una sua

etica, ogni etica basta a se stessa. Questo non significa cadere nel relati-

vismo: non tutte le etiche sono uguali e posso certo non riconoscermi

nella tua etica. Dobbiamo però accettare che condividiamo un terreno

comune. Abitiamo nello stesso condominio, nella stessa città, nello stes-

so paese, nello stesso mondo abitato da altri, diversissimi da me.

Diverse etiche

L’azienda è un luogo dove convivono punti di vista diversi. Un solo esem-

pio: il punto di vista di una donna è diverso da quello di un uomo. La di-

versità è ricchezza. L’azienda è il luogo dove convivono interessi diver-

si: l’interesse di chi investe capitale è diverso dall’interesse del lavora-

LA DIREZIONE

ETICA

••10AVARANINI 13-04-2011 10:35 Pagina 32

Page 33: DIRIGENTE - aprile 2011

tore, della comunità locale, e an-

che delle generazioni future, inte-

ressate alla sopravvivenza del-

l’azienda e alla qualità ambienta-

le. Credo perciò di poter dire che

proprio qui sta l’essenza del “diri-

gere”. Il manager è la figura chia-

mata a trovare un ragionevole

punto di incontro tra i diversi in-

teressi. Quando il dirigente si in-

china eccessivamente di fronte a

uno degli interessi in gioco,

l’azienda perde equilibrio, e met-

te in discussione il suo futuro. Per-

ciò è riduttivo parlare di business

ethics, o etica degli affari. La busi-

ness ethics è la legittima e rispetta-

bile etica di chi guarda le cose dal

punto di vista dell’azionista e del

mercato finanziario. Diversa è l’eti-

ca del lavoro: questo è lo sguardo di

chi lo ama, si realizza attraverso es-

so e si aspetta che al suo lavoro cor-

risponda una giusta remunerazio-

ne. Diversa, ancora, è l’etica del-

l’imprenditore, che persegue la

creazione di nuova ricchezza, la

produzione, l’innovazione. Possia-

APRILE 2011 33

mo quindi pensare a un’azienda

come costruzione comune, luogo

di convergenza degli sguardi di

tutti coloro che in quell’azienda

operano, e che con quell’azienda

hanno a che fare.

Dunque, più che parlare di etica

L’etica è sempre il personale punto di vista sul mondo

••10AVARANINI 13-04-2011 10:35 Pagina 33

Page 34: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201134

Management

del manager, direi che potremmo

modestamente chiederci cosa pos-

siamo aspettarci da un manager

disposto a intendere l’azienda co-

me una costruzione comune.

Rispondo alla domanda osservan-

do che il manager attento alla co-

struzione comune agisce adottan-

do tre convergenti atteggiamenti.

Gli atteggiamenti

per il bene comune

Il primo atteggiamento è la guida.

Guidare: far vedere, far osservare,

far prendere una direzione.

La guida non sta necessariamen-

te in testa alla fila, al vertice della

piramide organizzativa, eppure

risalta per carisma, o per espe-

rienza, o per conoscenze profes-

sionali. La guida stimola l’azione

collettiva, la partecipazione, la

crescita individuale.

La guida spiega “come si fa”. Mo-

stra agli altri il cammino, non so-

lo andando innanzi, ma anche se

è il caso accompagnando, affian-

candosi, indicando i punti di svol-

ta, segnalando il pericolo, anzi,

mostrando come muoversi da so-

li nell’imminenza del pericolo.

Più la guida è capace, più rende

gli altri capaci di muoversi in au-

tonomia.

Il secondo atteggiamento è il gover-

no. L’idea di governo è, in origine,

l’arte del timoniere. L’impresa,

l’azienda, l’organizzazione: imbar-

cazioni non necessariamente per-

fette, ma comunque in grado di gal-

leggiare e di muoversi nella dire-

zione voluta, anche in un mare pe-

riglioso, anche durante le tempeste.

Governare significa scommettere

sulle proprie e altrui capacità, an-

che su quelle non ancora visibili e

palesi. Governare significa tenere il

ritmo: muoversi in sintonia con

l’ambiente circostante. Significa

tendere verso la meta sia in condi-

zioni di mare buono sia di mare

cattivo. Significa, istante dopo

istante, cogliere il momento propi-

zio: l’esperienza non è usata difen-

sivamente come rassicurazione, è

invece spesa nel momento, utiliz-

zata per muoversi in circostanze

mai sperimentate prima.

Il terzo atteggiamento è la cura.

Sollecitudine, grande e assidua

diligenza, vigilanza premurosa,

assistenza. Inquietudine: nel sen-

so di preoccuparsi, farsi carico,

non prendersela comoda. Solo

così si può orientare l’azienda

verso il buon funzionamento. In

due maniere. La prima sta nel

prendersi cura delle persone. Di

tutte le persone che lavorano in

azienda. E allo stesso tempo dei

clienti, dei fornitori e di ogni al-

tra persona coinvolta nella vita e

nell’attività dell’impresa. La se-

conda: procurare le risorse per-

ché l’azienda viva, garantire gli

strumenti, le conoscenze e le con-

dizioni ambientali necessari per-

ché il lavoro si svolga, perché il

lavoro ci sia.

La direzione etica non è una strada

già tracciata, è un cammino che

possiamo costruire, a partire dal

mettersi in discussione e dall’ac-

cettare responsabilità. �

La guida mostra agli altri il camminoaffiancandosi,indicando i punti disvolta, segnalando ilpericolo, mostrandocome muoversi da soli

••10AVARANINI 13-04-2011 10:35 Pagina 34

Page 35: DIRIGENTE - aprile 2011

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APRILE 201136

a cura della redazione

A TU PER TU CON...a

tupe

rtu.

..Layla Pavone Nata il 28 aprile 1963 a MilanoAzienda: Isobar Communications Qualifica: Managing director Associata: Manageritalia Milano Film preferito: The social networkLuogo preferito: KenyaLibro preferito: The wisdom of crowdsdi James SurowieckiMotto: Enough is not enough

partenza siano consapevoli cheper conquistarsi “un posto alsole” debbano essere pronte asacrificarsi più degli uomini. Per questo penso che, in gene-rale, le donne nella loro profes-sione siano ancor più motivate e determinate degli uomini, perché sanno che nulla ma pro-prio nulla è dovuto loro, mentrenei maschi sicuramente credoesista una sorta di maggiore in-dulgenza».

In che modo i blog d’infor-mazione e i social networkpossono avere un ruolo daprotagonisti nel mercatopubblicitario italiano?

«Blog e social network sono luo-ghi di aggregazione e di conver-sazione delle persone. Se pensia-mo che 22 milioni di internet usersu 25 milioni sono “frequentato-ri attivi” di questi luoghi di socia-lizzazione, ecco che anche per le“brand” diventa importantissimoda un lato porsi in ascolto rispet-to alle conversazioni delle perso-

ne, che spesso parlano proprio diprodotti e servizi della loro quoti-dianità, dall’altro è una grandeopportunità per le aziende riusci-re a far parte di queste conver-sazioni. L’importante è che ildialogo sia alla pari, trasparen-te e basato sullo scambio reci-proco di benefici. Questa è la

vera novità dei social net-work, dove peraltro è anchepossibile pianificare pubbli-cità tabellare esattamentecome negli altri luoghi piùclassici della rete».

Dal suo punto di vista, per-ché non c’è la volontà poli-tica di dare un’infrastruttu-ra di rete a banda larga, re-legandoci così al 33° postoper quanto riguarda la pe-netrazione di internet fratutti i paesi europei?

«Questa è una domanda che inverità, noi operatori del settore,ci poniamo tutti i giorni e da di-versi anni. Infatti proprio un me-se fa è sorto un “movimento dipersone”, sono ormai oltre22.000 i sottoscrittori, che stan-no fortemente chiedendo allapolitica, al Parlamento, alle isti-tuzioni deputate, un’Agenda di-gitale anche per l’Italia –www.agendadigitale.org – chepossa riportarci ai vertici delleclassifiche internazionali, chepossa ridare slancio all’econo-mia del nostro paese e che ciconsenta di competere con ilmercato globale nel quale la tec-nologia rappresenta un assetfondamentale».

Lei può essere consideratauna vera e propria pionieradello sviluppo di internet edel web advertising in Ita-lia. La sua attività ha ancheavuto un importante rico-noscimento col Premio Ec-cellenza Lido Vanni nel2007. Qual è la marcia inpiù che serve al giornod’oggi, soprattutto a unadonna, per raggiungere ilsuccesso?

«Il successo, per quanto mi ri-guarda, è il participio passatodel verbo succedere. Lo dico nelsenso che io non mi sento mai“arrivata” e, se è vero che houna “marcia in più”, è propriodovuto al fatto che metto sem-pre la stessa passione, determi-nazione e ambizione nel portarea termine i progetti e nelle coseche penso e faccio ogni giorno.Rispetto al fatto di essere don-na, personalmente non facciodistinzioni di genere, anche secredo sia vero che le donne in

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APRILE 201140

Fisco

Quattro diversi regimidisciplinano l’Iva. Duedi questi – utilizzatispesso da chi inizial’attività – sono pensatiper i professionisti dai redditi più bassi.I pro e i contro delle varie opzioni

Edoardo Blosi

Conviene o non conviene? Una sorta di dubbio amle-

tico assilla i lavoratori autonomi o aspiranti tali ogni

volta che si trovano di fronte a una decisione che mi-

lioni di italiani hanno già preso da tempo: quella di

aprire la partita Iva. In teoria, per riuscirci basta dav-

vero poco: è sufficiente recarsi negli uffici dell’Agen-

zia delle entrate della propria zona di residenza, compilare qualche mo-

dulo e firmare un po’ di carte.

In alternativa, chi è tenuto all’iscrizione nel Registro delle imprese può

recarsi alla Camera di commercio e presentare una dichiarazione di ini-

zio attività entro 30 giorni dall’avvio dell’iniziativa imprenditoriale. Il

tutto senza dover pagare nemmeno un centesimo di tasse o contributi,

almeno inizialmente. Peccato però che le spese arrivino soltanto qual-

che mese più tardi, sotto forma di diversi balzelli, fiscali o di altro tipo,

come i versamenti minimi all’Inps o agli enti previdenziali, che pesano

sulle tasche di un professionista per diverse centinaia o migliaia di eu-

ro. Per questo l’apertura della partita Iva viene consigliata sempre a chi

ha la certezza di disporre di un giro d’affari non troppo modesto.

CONVIENE APRIRE LAPART

SOTTO I

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Page 41: DIRIGENTE - aprile 2011

Chi ha un reddito molto basso, in-

fatti, non deve dimenticare che in

Italia sono previste comunque an-

che altre forme di lavoro autono-

mo, come la collaborazione occa-

sionale e quella a progetto. La pri-

ma è soggetta a forti limiti perché,

con ogni singolo committente,

non può durare oltre i 30 giorni

nell’arco di un anno solare, per un

totale di compensi inferiore a 5mi-

la euro. La collaborazione a pro-

getto può avvenire invece in ma-

niera continuativa ma ha soprat-

tutto un difetto: non permette al

lavoratore autonomo di dedurre

dal proprio reddito imponibile

tutte le spese sostenute per l’eser-

APRILE 2011 41

cizio della propria attività, come

quelle per l’automobile, per il

computer o la cancelleria, solo per

fare qualche esempio.

Agevolazioni

per gli under 30mila

L’apertura della partita Iva, dun-

que, è la strada più indicata per

chi vuole dar vita a un’iniziativa

di lavoro autonomo in maniera

duratura, stabile e strutturata.

Per chi è ancora in fase di avvia-

mento e presumibilmente conse-

guirà un reddito medio-basso, in-

feriore ai 30mila euro, negli ultimi

10 anni sono entrati in vigore alcu-

ni provvedimenti di legge che han-

no alleviato, almeno un po’, il peso

del fisco e degli adempimenti bu-

rocratici. In Italia, per chi ancora

non lo sapesse, esistono infatti ben

quattro diversi regimi contabili

dell’Iva. Il primo è quello ordina-

rio, obbligatorio per tutti i contri-

buenti che hanno un giro d’affari

superiore a 310mila euro circa. Il

secondo è il regime semplificato,

che può essere adottato da tutti i

professionisti che hanno dei ricavi

annui non superiori a 310mila eu-

In sostanza sono due regimi che

prevedono, al posto dell’Irpef, l’ap-

plicazione di un’imposta forfetta-

ria (sostitutiva) tra il 10 e il 20% del

reddito netto. Il che consente in-

dubbiamente di avvalersi di un

trattamento fiscale favorevole. A

parte questa caratteristica in comu-

ne, i due regimi agevolati hanno

però ciascuno le proprie peculiari-

ro e che prevede delle procedure

amministrative (per la tenuta delle

scritture contabili) un po’ più snel-

le rispetto al regime ordinario. Per

chi inizia adesso una nuova attivi-

tà di lavoro autonomo e ha un red-

dito inferiore a 30mila euro circa,

però, i regimi più convenienti sono

quelli agevolati, entrati in vigore

tra il 2000 e il 2008, attraverso due

distinti provvedimenti di legge.

L’apertura della partita Ivaviene consigliata sempre a

chi ha la certezza di disporre di un giro d’affari

non troppo modesto

RTITAIVAI 30.000 EURO?

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Page 42: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201142

Fisco

tà che devono essere analizzate più

nel dettaglio (nella tabella 2 sono

riassunte per sommi capi le princi-

pali differenze tra l’uno e l’altro).

Il regime per le nuove attività

Chi dà vita a una nuova iniziativa

professionale e ritiene di avere un

giro d’affari inferiore a 30.987,41

euro può scegliere innanzitutto il

regime agevolato per il lavoro au-

tonomo (entrato in vigore 10 anni

fa con la legge 388 del 2000). L’op-

zione va espressa immediatamen-

te al momento dell’apertura della

partita Iva, barrando un’apposita

casella sulla documentazione com-

pilata presso l’Agenzia delle entra-

te. Il vantaggio offerto da questo

regime consiste principalmente

nel pagamento di un’Irpef (impo-

sta sul reddito delle persone fisi-

che) forfettaria, con un’aliquota ri-

dotta al 10%, calcolata sui com-

pensi netti, risultanti dalla diffe-

renza tra ricavi e costi.

Questo tipo di prelievo fiscale è

senza dubbio abbastanza “genero-

so”, soprattutto per chi dispone an-

che di ulteriori redditi, oltre a quel-

li di lavoro autonomo. È bene ricor-

dare, infatti, che l’Irpef è un’impo-

sta progressiva, che aumenta in

maniera graduale man mano che

crescono le entrate di un contri-

buente. Ad esempio, chi dispone di

redditi superiori a 55mila euro, pa-

ga una quota di tasse superiore ad-

dirittura al 41%. Con l’imposta so-

stitutiva, dunque, il peso dell’Irpef

sui redditi da lavoro si riduce. Inol-

tre, il regime agevolato per le nuo-

ve attività consente di ottenere an-

che un credito d’imposta sul 40%

delle spese affrontate nell’acquisto

di apparecchiature informatiche

(come i computer, i modem o le

stampanti), fino a un massimo di

309,87 euro. Ad esempio, chi com-

pra un pc del valore di 600 euro,

può detrarre dalle tasse una som-

ma complessiva di 240 euro (pari al

40% di 600 euro).

Inoltre, particolare non da poco, i

redditi fatturati non sono soggetti

alla ritenuta d’acconto, cioè al pre-

lievo del 20%, con cui il professio-

nista anticipa al fisco una parte del-

le imposte dovute. Per il pagamen-

to dell’Iva, invece, le regole sono le

stesse previste per i regimi ordina-

ri: l’imposta sul valore aggiunto

già pagata sui beni acquistati (stru-

mentali all’esercizio dell’attività)

può dunque essere sottratta dal-

l’Iva dovuta sulle fatture emesse.

Libri contabili addio,

o arrivederci

Un ulteriore aspetto molto positi-

vo di questo regime agevolato

consiste nella riduzione degli

adempimenti burocratici e ammi-

nistrativi. Il contribuente, infatti,

non è obbligato alla tenuta delle

scritture contabili. Le fatture non

vanno infatti annotate su dei regi-

stri, ma semplicemente conserva-

te in ordine cronologico. Il profes-

sionista può dunque provvedere

da solo alla propria contabilità e

addirittura può rivolgersi al-

l’Agenzia delle entrate per ottene-

re qualsiasi chiarimento e consu-

lenza sugli aspetti amministrativi

e fiscali del suo lavoro.

Non manca, però, l’altra faccia

della medaglia. Il regime agevola-

to per le nuove attività è soggetto

infatti ad alcune limitazioni, che a

volte ne annullano la convenien-

za. Innanzitutto, occorre ricordare

che ha una durata limitata nel

tempo e si protrae per non più di

tre anni. In secondo luogo, il pro-

fessionista deve sempre avere un

giro d’affari inferiore a quello sta-

bilito dalla legge (30.987,41 euro

come ricordato sopra). Superata

questa soglia, è necessario passa-

re ad altro regime. Inoltre, per

usufruire di questo sistema di

contabilità agevolato bisogna ri-

spettare tassativamente due con-

dizioni: non aver già esercitato ne-

gli ultimi tre anni un’attività pro-

fessionale (anche in forma asso-

ciata o familiare) ed essere in rego-

la con tutti gli adempimenti fisca-

li, assicurativi o amministrativi.

Infine, la nuova iniziativa di lavo-

ro autonomo per cui si chiede il re-

Per chi inizia adesso una nuova attività dilavoro autonomo e ha unreddito inferiore a 30milaeuro circa, i regimi piùconvenienti sono quelliagevolati entrati in vigoretra il 2000 e il 2008

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Page 43: DIRIGENTE - aprile 2011

A CHI È DESTINATO

REGIME AGEVOLATO PER NUOVE INIZIATIVE

Lavoratori autonomi che intraprendono per la prima volta un’attività professionale con un ammon-tare annuo di compensi non superiore a 3300..998877,,4411 eeuurroo.

REGIME AGEVOLATO PER I CONTRIBUENTI MINIMI

Lavoratori autonomi che intraprendono per la prima volta un’attività professionale con un reddi-to annuo non superiore a 3300mmiillaa eeuurroo.

REGIME SEMPLIFICATO Lavoratori autonomi che non superano un reddito annuo di 330099..887744,,1144 eeuurroo.

REGIME ORDINARIOObbligatorio per i lavoratori autonomi il cui reddito annuo risulta superiore a 330099..887744,,1144 eeuurroo e co-munque facoltativo per tutti, anche se in possesso di reddito inferiore.

NUOVE INIZIATIVE CONTRIBUENTI MINIMI

DURATA MASSIMA 3 anni Illimitata

IMPOSTA SOSTITUTIVA 10% 20%

IRAP Dovuta Non dovuta

IVA SULLE FATTURE EMESSE Dovuta Non dovuta

IVA ACQUISTIL’Iva sugli acquisti non può essere detratta

RITENUTE SUI COMPENSI PERCEPITI Il contribuente non è soggetto a ritenuta Il contribuente non è soggetto a ritenuta

STUDI DI SETTOREIl contribuente è soggetto agli studi di settore

Il contribuente non è soggetto agli studi disettore

OBBLIGO DI TENUTA CONTABILITÀ No No

POSSIBILITÀ DI DEDUZIONECONTRIBUTI PREVIDENZIALI

No Sì

APRILE 2011 43

gime agevolato non deve essere di

fatto la continuazione di una pro-

fessione svolta in precedenza (in

modo da evitare facili escamotage

da parte dei contribuenti).

Il regime

per i contribuenti minimi

Assieme al “sistema” agevolato,

nel 2008 (grazie alla legge 244 del-

l’anno precedente) è entrato in vi-

gore un nuovo regime per i contri-

buenti minimi, riservato a chi di-

chiara un giro d’affari inferiore ai

30mila euro. I vantaggi che offre

sono, come nel caso precedente,

sia di tipo fiscale che burocratico-

amministrativo.

Innanzitutto, chi opta per questo

regime non deve tenere registri

contabili ma soltanto conservare

con cura, come qualsiasi altro

contribuente, tutti i documenti

che possono servire nel caso di

un’ispezione o di una richiesta di

accertamento da parte dell’Agen-

zia delle entrate. Inoltre, il contri-

buente non è soggetto agli studi

di settore (con cui il fisco calcola

un reddito minimo presunto per

i professionisti e le imprese) e non

è soggetto neppure al pagamento

dell’Irap (imposta regionale sulle

attività produttive) e dell’Irpef.

Persino la stessa Iva non è previ-

sta: il professionista emette dun-

Valgono regole ordinarie. L’Iva sugli acquistipuò essere detratta da quella dovuta

Tabella 1- I 4 REGIMI DELL’IVA

Tabella 2 - CONFRONTO TRA I DUE REGIMI AGEVOLATI PER I REDDITI BASSI

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Page 44: DIRIGENTE - aprile 2011

Fisco

que le fatture senza l’aggiunta

del 20% sul corrispettivo. Esiste

soltanto un’imposta sostitutiva

del 20%, calcolata sulla differen-

za tra ricavi e costi dell’attività.

Infine, va ricordato che questo re-

gime ha una durata illimitata.

Non c’è dunque il tetto massimo

di tre anni (come nel caso prece-

dente), purché ovviamente ven-

ga sempre rispettato il limite dei

30mila euro per il giro d’affari.

Gli adempimenti fiscali sono dun-

que molto snelli e ridotti all’osso,

mentre le agevolazioni si protrag-

gono negli anni a tempo indeter-

minato. L’adozione di questo regi-

me prevede però anche delle con-

tropartite. In particolare, occorre

tener presente che l’assenza del-

l’Iva sulle fatture impedisce di de-

durre dal reddito imponibile l’im-

posta sul valore aggiunto applica-

ta sui beni e servizi comprati dai

fornitori. Dunque, con questo regi-

me, chi effettua molti acquisti con

Iva subisce di fatto uno svantaggio

fiscale. Inoltre, va ricordato che i

compensi percepiti sono soggetti

(a differenza di quanto avviene

nell’altro regime agevolato) a una

ritenuta d’acconto del 20%.

Si tratta di un anticipo nei con-

fronti del fisco, che può essere co-

munque recuperato se, alla fine

dell’anno, le imposte pagate do-

vessero risultare maggiori di quel-

le effettivamente dovute. Sta di

fatto, però, che la ritenuta d’ac-

conto è comunque un balzello da

versare che, almeno nell’imme-

diato, riduce notevolmente le

“parcelle” nette incassate.

Infine, non vanno dimenticate le

limitazioni previste dalla legge,

che impediscono l’accesso al regi-

me agevolato destinato ai contri-

buenti minimi a tre diverse cate-

gorie di lavoratori: quelli che ef-

fettuano cessioni all’esportazione,

chi sostiene spese per dipendenti

o collaboratori e chi acquista beni

strumentali per l’attività (anche in

leasing), per un ammontare supe-

riore a 15mila euro complessivi.

©

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Page 45: DIRIGENTE - aprile 2011

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Page 46: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201146

Manageritalia

Un riconoscimento delcomune di Milano per le prime 22 aziendecittadine e lombarde che hanno aderito all’iniziativa“Un fiocco in azienda”,dedicata alle neomammelavoratrici e proposta dalGruppo donne manager in collaborazione conl’associazione La casa rosa

Eliana Sambrotta

PREMICOI FIOCCHI

UN TERZO DELLE DONNE ITALIANE non rien-

tra al lavoro dopo la maternità. Un dato che fa ri-

flettere soprattutto se affiancato alle medie euro-

pee che vedono il tasso di occupazione delle ma-

dri al 71,3% se con un figlio e al 69,2% se con due

figli. L’Italia si ferma al 59% (-12,3%) nel primo ca-

so e al 54,1% (-15,1%) nel secondo caso.

Questo il punto di partenza per agire verso un miglioramento del rappor-

to tra neomamme e aziende. In questo senso, Un fiocco in azienda, un’inizia-

tiva concreta lanciata dal Gruppo donne manager in collaborazione con La

casa rosa – associazione a sostegno delle donne in gravidanza e della geni-

torialità – e il Comune di Milano, ha dato i suoi primi frutti.

Lo scorso 15 marzo il sindaco Letizia Moratti ha consegnato personalmen-

te un riconoscimento alle prime 22 aziende milanesi e lombarde che hanno

aderito al progetto durante una cerimonia a Palazzo Marino che ha visto la

presenza anche degli assessori alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna

e a Famiglia, scuola e politiche sociali Mariolina Moioli, da sempre sosteni-

tori dell’iniziativa. Oltre naturalmente alla presenza di Marisa Montegio-

ve, responsabile Gruppo donne manager, Viviana Garbagnoli, presidente

La casa rosa, e Luigi Catalucci, presidente Manageritalia Milano.

Il rientro in azienda è un momento molto delicato nella vita professiona-

le e personale della neomamma lavoratrice. Per questo occorre che, nel

conciliare maternità e lavoro, aziende, famiglie ma anche istituzioni col-

laborino tra loro. È questo il punto su cui ha voluto insistere il sindaco

Moratti, aggiungendo che il progetto «punta a favorire l’individuazione

condivisa dei tempi di lavoro, creando occasioni di formazione e una fles-

sibilità lavorativa che non penalizzi le donne che non vogliono rinuncia-

re alla propria professionalità».

A Un fiocco in azienda le aziende possono aderire senza particolari costi.

Il progetto prevede una serie di misure che mettano la dipendente a suo

agio nei mesi precedenti e successivi al parto permettendole di sentirsi

sempre partecipe della vita aziendale.

••13FIOCCO.DONNE 13-04-2011 10:38 Pagina 46

Page 47: DIRIGENTE - aprile 2011

C’è anche l’opportunità di seguire

con il compagno un percorso di ge-

nitorialità grazie a La casa rosa e si

contemplano agevolazioni econo-

miche come la possibilità nel perio-

do facoltativo di maternità di chie-

dere all’azienda di integrare il con-

tributo Inps del 30% con un 20%, che

verrà scalato al rientro al lavoro.

«A pochi mesi dal lancio oggi ab-

biamo 22 aziende che hanno aderi-

to e qualche centinaio di imprese ci

hanno contattato per avere infor-

mazioni» dice Marisa Montegiove

«I primi riscontri molto positivi

APRILE 2011 47

te le dipendenti delle aziende ade-

renti al programma, che inoltre ri-

ceveranno una card personale do-

tata di numero verde e ogni altra

informazione. �

COMPLIMENTI A… Le aziende milanesi e lombarde che finora hanno aderito al proget-

to Un fiocco in azienda e hanno così ricevuto il riconoscimento dal

comune di Milano sono: Assidir; Assingest; Azienda ospedaliera San

Carlo Borromeo; BeM service center; Best Western Italia; CIS Broker;

Comune di Milano; Edenred Italia; GiGroup; GP Insurance solutions;

Gpa wide group; Hewlett Packard Italia; Manageritalia; Mc Donal-

d’s development Italy Inc; Mediamarket; Microsoft; Novo Nordisk;

Precabrummel; Stmicroeletronics; Zetaservice.

Per saperne di più: www.manageritalia.it >>

Iniziative ed eventi>>Manageritalia per le donne

o il blog donne.manageritalia.it

vengono dalle aziende e delle ma-

dri che hanno intrapreso il percor-

so, una conferma che Un fiocco in

azienda riesce a migliorare, anche in

imprese già di per sé virtuose, la

gestione di questo delicato mo-

mento consentendo alle donne di

vivere ancor più serenamente la

gioia della maternità, sentendosi

sempre a bordo dell’azienda».

Ultima novità i servizi di consulen-

za pediatrica messi a disposizione

da Manageritalia attraverso Assi-

dir e in collaborazione con Europ

Assistance Italia, usufruibili da tut-

Da sinistra, Viviana Garbagnoli,

presidente La casa rosa; il sindaco

Letizia Moratti; Marisa Montegiove,

responsabile Gruppo donne

manager; Guido Carella, presidente

Manageritalia; Mariolina Moioli,

assessore alla Famiglia, scuola

e politiche sociali;

Luigi Catalucci, presidente

Manageritalia Milano e

Giampaolo Landi di Chiavenna,

assessore alla Salute.

••13FIOCCO.DONNE 13-04-2011 10:38 Pagina 47

Page 48: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201148

Management

Un’attività spessopoco riconosciuta, mache ha un ruolo decisivonelle organizzazioni del terzo settore. Servepiù formazione e unatteggiamento diversonei confronti dei professionisti

Valerio Melandri

HENRY ROSSO, fondatore della prima scuola di

fundraising al mondo, definiva questa specializ-

zazione come «la gentile arte di insegnare agli

altri la gioia di donare». Oggi, invece, l’attività

di fundraising viene sempre più spesso concepi-

ta come la preoccupazione di raccogliere dena-

ro per risolvere il problema finanziario delle organizzazioni nonprofit.

In realtà si tratta di qualcosa di più profondo e complesso, che ha a che

fare molto di più con le persone in carne e ossa e con la loro capacità di

intessere relazioni sociali, piuttosto che con il loro portafoglio. Niente di

più lontano, quindi, da una mera abilità tecnica o da una strategia op-

portunistica per accumulare donazioni, capitali e pertanto acquisire ric-

chezze materiali. Quando, nella dialettica del fundraising, parliamo di

“rapporti” intendiamo principalmente lo scambio che si instaura fra

un’azienda nonprofit e un soggetto donatore.

Fundraising, dunque, non significa, come vorrebbe un’interpretazione

affaristica da condannare, scovare i soldi nelle tasche dei donatori; signi-

fica al contrario costruire relazioni che permettano a delle persone (i do-

natori) di aiutare altre persone (chi è servito dall’azienda nonprofit). Se-

condo questa logica ciò che spinge i donatori a fornire il loro prezioso

contributo non è il bisogno dell’organizzazione, ma quello delle perso-

ne che l’organizzazione tenta di supportare. Nonostante ciò, l’attività di

fundraising viene continuamente sottovalutata e spesso denigrata. Al

contrario di quanto avviene nei paesi anglosassoni, dove il fundraising

è studiato e messo in pratica con un metodo “scientifico” e riconosciuto

come attività fondamentale non solo per le organizzazioni nonprofit ma

anche per enti pubblici, università, scuole private ecc., in Italia chi fa

fundraising in maniera strutturata viene guardato con diffidenza e per-

sino gli studi e le ricerche in questo ambito sono piuttosto scarsi.

Aconferma di ciò, basti pensare che in Italia nessuno sa quanto viene do-

nato! Non lo sanno i fundraiser, non lo sanno le istituzioni, non lo sa la

statistica. Esistono a riguardo solo dati a campione insufficienti per con-

tribuire allo sviluppo della professione: conoscere l’entità e la provenien-

NONPROFITLE SFIDE

DEL FUNDRAISING

••14MELANDRI 13-04-2011 10:39 Pagina 48

Page 49: DIRIGENTE - aprile 2011

za delle donazioni può essere, in-

fatti, molto utile nel programmare

l’attività di fundraising.

Un professionista su cui investire

Proprio la mancanza di informa-

zioni provoca la nascita di pregiu-

dizi nei confronti della figura del

fundraiser, di cui le stesse organiz-

zazioni nonprofit hanno una visio-

ne distorta. Molto spesso le oppor-

tunità di impiego per i fundraiser

si rivelano essere posizioni di ricer-

catori di sponsor o procacciatori di

finanziamenti, retribuite, altrettan-

to spesso, con una remunerazione

a percentuale, ovvero commisura-

ta alla quantità di risorse rintrac-

ciate. A differenza di queste figure,

il fundraiser professionista ha fre-

quentato corsi di formazione spe-

cialistica (corsi di alta formazione,

master ecc.), possiede ottime doti

di relazione e comunicazione, è

una persona attenta, perspicace e

ingegnosa, ma soprattutto dotata

di entusiasmo, passione e forte mo-

tivazione nei confronti della buona

causa che decide di sostenere.

Il mondo profit, consapevole del-

l’importanza della funzione com-

merciale, è sempre a caccia di nuo-

vi talenti. Perché, dunque, il non-

profit non appare altrettanto pron-

to a investire su figure specializza-

te nella comunicazione e raccolta

fondi? Se da un lato il nonprofit ri-

conosce l’urgenza dell’attivazione

di strategie di fundraising ben

strutturate, dall’altro non riesce a

investire in questa direzione a cau-

sa di pregiudizi collettivi. Nell’im-

APRILE 2011 49

maginario comune, infatti, le spese

di comunicazione e fundraising

sembrano nascondere guadagni il-

leciti a discapito dei donatori, che

nell’organizzazione ripongono fi-

ducia, e dei beneficiari ultimi del-

l’organizzazione, che non ricevono

i servizi e l’aiuto promessi. Ma co-

me si può far conoscere la buona

causa dell’organizzazione se non è

permesso comunicarla?

Per compensare il deficit pubblico

La speranza di tutte le persone che

operano con passione in questo

ambito è riuscire a diffondere la

cultura del fundraising e rendere il

fundraiser un professionista rico-

nosciuto a tutti gli effetti, con un al-

to livello di formazione, un forte

senso etico e l’entusiasmo che ser-

ve per esercitare questa professio-

ne. In anni difficili come quelli che

stiamo vivendo, in cui il sostegno

pubblico è in continua diminuzio-

ne a causa della crisi economica in

atto, il nonprofit si scontrerà sem-

pre più con un’importante presa di

coscienza: la necessità di avviare at-

tività di fundraising strutturate per

poter compensare il deficit pubbli-

co. Al fine di velocizzare questo

processo di acquisizione di consa-

pevolezza, un gruppo di ex-stu-

denti del Master in Fundraising ha

deciso di realizzare un appunta-

mento annuale di formazione e net-

working: il Festival del Fundrai-

sing quest’anno dall’11 al 13 mag-

gio, presso il Grand Hotel Terme di

Castrocaro (www.festivaldelfun-

draising.it). Con oltre 600 iscritti,

decine di organizzazioni presenti,

esperti nazionali e internazionali di

riconosciuto prestigio, aziende lea-

der del settore, dirigenti pubblici e

istituzioni, il Festival è diventato in

soli quattro anni la più importante

manifestazione italiana nel campo

della raccolta fondi. �

••14MELANDRI 13-04-2011 10:39 Pagina 49

Page 50: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201150

Creatività manageriale

Le capacità creative si possono affinare con specifiche tecniche.Come quelle del pensierolaterale, uno dei piùdiffusi metodi per la generazione d’ideeprovocatorie e innovative

Claudio Nutrito

INVENTATO DAEDWARD DE BONO, il pensiero laterale è sta-

to adottato in tutto il mondo da organizzazioni di ogni settore

e dimensione. Si tratta di “una forma strutturata di creatività

che può essere usata in modo sistematico e deliberato”.

Una precisazione: creatività vuol dire tante cose e, se non è ben

chiaro di cosa si parla, è facile generare confusione ed equivoci.

Di cosa parliamo quando parliamo di creatività? Va operata una netta

distinzione fra due tipi di creatività, in base ai criteri di valutazione dei

risultati. Uno considera il risultato della creatività secondo canoni arti-

stici, estetici, di simpatia (“è bello/non è bello”, “mi piace/non mi pia-

ce”). L’altro tipo di crea-

L’AUTOHA LE RUOTEQUADRATE

••15NUTRITO 13-04-2011 10:39 Pagina 50

Page 51: DIRIGENTE - aprile 2011

tività mira – come risultato finale

– a produrre un beneficio suppor-

tabile con la logica (per esempio

soluzione di un problema). Ed è a

questo tipo di creatività che mi ri-

ferisco dicendo che tutti possono

diventare creativi con l’utilizzo di

specifiche tecniche.

Dicevo della confusione e degli

equivoci che possono sorgere qua-

lora non si operi una netta distin-

zione fra i due tipi di creatività.

Questa confusione e questi equi-

voci sono stati spesso alimentati

da certe scuole di pensiero basate

su modelli obsoleti e sterili, privi-

legianti la componente “esotica” o

“folle” della creatività, i virtuosi-

smi creativi fini a se stessi. Per in-

ciso, se chiedete un commento a

chi ha partecipato a seminari ispi-

rati a queste “scuole di pensiero”,

probabilmente avrete una rispo-

sta quanto mai sintetica: “mi sono

divertito”. Divertirsi seguendo un

corso non è certo un fatto negati-

vo. Può far piacere apprendere da

qualcuno che si è divertito a pren-

dere lezioni di sci, ma sarebbe in-

teressante sapere anche se ha im-

parato a sciare.

Le strutture della creatività

Il pensiero laterale è costituito da

una serie di tecniche, di “struttu-

re”. E qui potrebbe sorgere un

dubbio: questo vuol dire “siste-

matizzare” la creatività? Ma non

si rischia così di imprigionarla? Va

tenuto presente che non tutte le

strutture sono restrittive, certe so-

no liberatorie. La scala, per esem-

APRILE 2011 51

pio, è una struttura liberatoria: ci

permette di alzarci da terra. An-

che il bicchiere è una struttura li-

beratoria che ci consente di bere

più agevolmente, senza porre al-

cuna costrizione alla nostra libera

scelta di cosa bere.

Il pensiero laterale trae origine

dai meccanismi della percezione.

Ci consente di identificare i bina-

ri predefiniti su cui si muove il

pensiero tradizionale per trovare

nuove strade che ci aiutano a

uscire da questi binari e a essere

quindi più creativi.

La tecnica della provocazione

Nell’Oxford english dictionary,

alla voce lateral thinking si legge

questa definizione: “Cercare di ri-

solvere i problemi con metodi non

ortodossi o apparentemente illo-

gici”. “Apparentemente illogici”

sono le parole chiave di questa de-

finizione. Il pensiero laterale, in-

fatti, sembra illogico in termini di

logica tradizionale, ma segue in

realtà un’altra logica: quella dei

meccanismi della percezione.

Qual è la differenza sostanziale fra

pensiero laterale e pensiero vertica-

le (logico)? I vari passi del pensiero

verticale sono deduttivi. Nel pen-

siero laterale, invece, non è richie-

sta alcuna logica sequenziale ed è

quindi consentito “fare dei salti”.

Il pensiero laterale non sostituisce

quello verticale: lo integra. Infatti,

lo scopo del processo alla base del

pensiero laterale è quello di sfocia-

re, alla fine, nella logica tradiziona-

le. Una delle tecniche del pensiero

laterale è la “provocazione”. Si

tratta di costruire delle idee – folli,

assurde, illogiche – sotto forma ap-

punto di provocazione, come pun-

to di partenza per generare idee in-

novative e logiche.

Ecco un esempio di provocazione:

“Le auto hanno le ruote quadrate”.

Naturalmente col pensiero logico-

valutativo quest’idea, palesemen-

te assurda, sarebbe subito rigetta-

ta. Ma la provocazione del pensie-

ro laterale non va considerata co-

me oggetto di giudizio, bensì come

generatrice di movimento, cioè co-

me punto di partenza per genera-

re altre idee più logiche.

Allora, tornando alla ruota qua-

drata, potremmo rilevare che que-

sta avrebbe una buona presa sul

terreno in quanto dotata di una

maggiore superficie d’appoggio.

Concentrandoci su questo aspetto

si potrebbe pensare a una ruota

con due copertoni: uno interno,

gonfiato alla pressione usuale, e

uno esterno meno gonfio. Ed ecco

quindi delinearsi un’idea più vici-

Le tecniche del pensiero laterale,

che aiutano a produrreidee in maniera

sistematica e deliberata,sono molto più

produttive della sempliceesortazione

ad “aprire la mente”

••15NUTRITO 13-04-2011 10:39 Pagina 51

Page 52: DIRIGENTE - aprile 2011

so di movimento, che costituisce

un’“operazione mentale attiva”.

Ecco perché il pensiero laterale

non va assolutamente confuso col

brainstorming. Fra i due metodi,

infatti, c’è una differenza sostan-

ziale, così spiegata da De Bono:

con il brainstorming si cerca di

raccogliere il maggior numero

possibile di sassi, sperando di tro-

vare fra questi una pepita d’oro;

con il pensiero laterale si prende

un sasso e, tramite il processo di

movimento, si cerca di trasfor-

marlo in una pepita d’oro.

Creatività nelle organizzazioni:

quali ostacoli?

Molti manager riconoscono il ruo-

lo cruciale della creatività ed esor-

tano ad avere una “mentalità più

aperta”. Ma questo non basta: an-

zi si rischia di creare ansia e fru-

strazione dicendo semplicemente

“dovete essere creativi”, senza in-

dicare gli strumenti e le tecniche

del “come fare”. L’applicazione di

queste tecniche è molto più effica-

ce del cercare di mettere in atto

una generica “apertura mentale”.

APRILE 201152

Creatività manageriale

Talvolta, inoltre, l’approccio alla

creatività è inquinato da una serie

di disquisizioni sulle “caratteristi-

che della persona creativa”. Tali

disquisizioni si traducono spesso

in esercitazioni improduttive e

fuorvianti, che alimentano il “cir-

colo vizioso dell’equivoco”, che

portano cioè a dare per scontato

che la creatività sia una dote inna-

ta e che quindi, per chi ne è sprov-

visto, non ci sia nulla da fare.

La confusione è spesso alimenta-

ta anche dall’analisi “culturale”.

Si pensa che, prima di introdurre

le tecniche, si debba diffondere

una non ben identificata cultura

creativa. In realtà questo rappor-

to di causa ed effetto va capovol-

to: partendo dall’applicazione

delle tecniche è più facile intro-

durre una cultura creativa all’in-

terno di un’organizzazione. Ver-

so le tecniche creative c’è – da

parte del personale di ogni fun-

zione e livello – molta apertura,

molto interesse soprattutto quan-

do, durante le esercitazioni, le

persone si rendono conto che i

metodi funzionano e che la crea-

tività non è un dono riservato a

pochi eletti, ma una risorsa acces-

sibile a tutti.

Paradossalmente, nell’introduzio-

ne della creatività nelle organizza-

zioni, spesso il maggior problema

è proprio la ricerca dei problemi.

Meglio quindi tenere ben presen-

ti le parole di Franz Kafka “Non

sprecate troppo tempo a cercare

gli ostacoli: potrebbero non es-

sercene!”. �

Edward De Bono è uno scrittore maltese. Èconsiderato la massima autorità nel campodel pensiero creativo e dei meccanismi dellamente, ha scritto oltre settanta libri. Ha inse-gnato in prestigiose Università come quelledi Cambridge, Oxford, Harvard e Londra. È ilcreatore del concetto di “pensiero laterale”,ormai entrato in uso nel linguaggio comune(incluso anche l’Oxford dictionary).

na al terreno della logica. Il meto-

do segue un processo ben articola-

to: sia per la costruzione di una

provocazione sia per il successivo

“movimento” verso un’idea logica

ci si avvale di specifiche tecniche.

Da non confondere

col brainstorming

A prima vista potrebbe sembrare

che la tecnica della provocazione

sia come sparare in aria a raffica,

sperando di colpire un uccello: di-

ciamo tutto ciò che ci passa per la

mente nella speranza che qualcosa

possa rivelarsi utile. No, non è co-

sì. Va tenuto presente, infatti, che la

provocazione sarebbe del tutto

inutile senza il successivo proces-

Può essere suggestivo, ma fuorviante e

dispersivo, disquisiresulle caratteristiche della

persona creativa perindividuare chi possiede il “dono della creatività”

••15NUTRITO 13-04-2011 10:39 Pagina 52

Page 53: DIRIGENTE - aprile 2011

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Page 54: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201154

LIFESTYLE

Robe da greenEliana Sambrotta

InsaccatiÈ di Chervò la sacca Ginevra in

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Page 55: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 55

...da

lla r

eteOOgni giorno 160 milioni di blog

modellano una particolare formadi comunicazione: uno spaziocreativo e personale per informare,discutere, condividere e commen-tare. Partito dall’idea di un sempli-ce diario online, il blog è diventatouna forma evoluta di editoria, conpicchi di straordinario successo:dalla popolarità di Beppe Grillo agliincassi di Arianna Huffington, chein febbraio ha venduto il suo Huf-fington Post (uno dei casi più ecla-tanti di blog di successo) ad Aol per385 milioni di euro. I blog sono stati l’anticamerastorica dei social network, cheattualmente occupano gran par-te della vita online degli utentiinternet. Le analisi di Fullresearch aiutano ainquadrare il blogger italiano.Emerge un utilizzo fortemente so-ciale del mezzo: il 34% delle per-sone che coltivano il proprio spa-zio web personale lo fanno peresprimere idee, opinioni, creativi-tà. Il 71% di questi partecipa allapropria comunità rispondendo einteragendo con i propri lettori. Per le aziende, come per le perso-ne, significa engagement: rivela-re la propria identità attraverso lapropria visione, i propri pensieri“live”, in modo funzionale al-l’apertura e alla condivisione. È un diario che assume significa-to solo nel momento in cui è par-tecipato: questo significa costan-za nell’alimentare un dialogo chesi rafforza nel tempo attraversoun impegno a lungo termine, co-me quello che dovrebbe avere

chiunque approcci la rete. Se leragioni sociali ed economiche deiblog personali e dei blog di newsappaiono chiare, perché un’orga-nizzazione dovrebbe aprire unproprio spazio di commento? Da-ve Winer, definito il protobloggerdal New York Times per il suocontributo alla nascita dello stru-mento, ha scritto: “Blogs don’tmake money. But people withblogs can”. Intanto un blog porta l’azienda adelineare un’identità digitale inevoluzione e la posiziona sulmercato come generatrice dicontenuti esclusivi e autorevoli:questo la rende un riferimentoonline verso tutti i portatori di in-teresse di uno specifico settore.In secondo luogo alimenta e tie-ne vivo il sito aziendale: questoconsente sia di eliminare l’effet-to brochure della propria comu-nicazione web, sia di aprireun’ulteriore porta di contatto ecollaborazione con i clienti e conle loro esigenze. Dal punto di vista tecnico, inoltre,ogni articolo di blog crea unanuova pagina sul sito e nuove pa-role chiave, rendendo la propriapresenza internet più accreditatapresso i motori di ricerca con con-seguenze positive sulla visibilità.In tema di digital reputation, iblog sono quindi un comple-mento ideale della strategiaaziendale sui social media, per-mettendo di valorizzare e diffon-dere il patrimonio dei propri con-tenuti e di potenziare il dialogocon il mercato.

I BLOG,anticamerastorica dei social network

CATTURATI DALLA RETE

è specializzata nel mercato della comuni-cazione digitale e multicanale. Crea pro-

grammi di brand positioning ed engagement, marketing relazionale eterritoriale, integrando in un’unica offerta analisi e ricerche di merca-to, database management, media planning, search engine marketing,progettazione e realizzazione. Da tre anni Full Research, l’istituto di ri-cerche del gruppo Fullsix, ha istituito un osservatorio che studia il fe-nomeno dei social media, con l’obiettivo di definire i confini dei socialmedia in termini di peso delle singole piattaforme nell’universo del so-cial web; individuare le regole di base della grammatica della “gran-de conversazione” all’interno dei social media; comprendere gli uten-ti attivi nei social media in termini di identità.

a cura di Fullsix

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Page 56: DIRIGENTE - aprile 2011

fuor

iuff

icio

DestinazioniUna settimana in Nuova ZelandaSe le oltre 20 ore di volo non vi spaventano, anche in pochigiorni è possibile ammirare le ricchezze paesaggistiche chehanno ispirato Il Signore degli anelli di Peter Jackson.Partiamo da AAuucckkllaanndd (Isola del Nord): la città più gran-de della Nuova Zelanda sorge su colline originate dai 50vulcani sottostanti. Ha un porto affollato di barche a vela epiccole case indipendenti che riflettono ilmood discreto neozelandese. Per una fullimmersion nella natura si può raggiunge-re la riserva naturale di WWaaiittaakkeerree, unavera e propria foresta con felci giganteschee piante Kava Kava. Sulla romantica Westcost, invece, lunghe spiagge di sabbia nera.Siete già stanchi? A due ore e mezza da Auckland c’è RRoottoo--rruuaa, località geotermale con spa en plein air che possono es-sere visitate e testate in una sola giornata.Dirigiamoci nell’Isola del Sud. CChhrriissttcchhuurrcchh (da visitare ilparco Hagley, i botanic gardens, i locali stylish e gli edifi-ci vittoriani) è il punto di partenza per scoprire la regionedel Canterbury. Boschi, laghi glaciali, montagne come ilMMoonnttee CCooookk (3.753 metri), passi alpini dove ti aspetti di in-crociare il Gollum da un momento all’altro e rifugi, fino ad

arrivare a una perla che vi sorprenderà, QQuueeeennssttoowwnn, cit-tadina nei pressi del lago Wakatipu. Dimenticate i telefoni(non c’è copertura) e andate alla scoperta del parco delFFiioorrddllaanndd, con la millenaria beech forest, le sue valli e ca-scate. Da non perdere la crociera a MMiillffoorrdd SSoouunndd, fiordosul mare della Tasmania (ricordarsi l’impermeabile).Ultime due tappe, il ghiacciaio FFrraannzz JJoosseeff (11 km di gran-dezza, 7.000 anni di vita) e l’attraversamento delle alpi

del Sud col TTrraann--zzaallppiinnee TTrraaiinn: pon-ti, dirupi vertigino-si, fiumi e campiverdissimi con le im-mancabili pecore.

Per un tour organizzato: Auckland (www.bushandbe-ach.co.nz); CLT - Canterbury Leisure Tours (www.leisu-retours.co.nz). Hotel: Auckland, Grandhotel Skycity(www.skycityauckland.co.nz); Christchurch,The George(www.thegeorge.com); Queenstown e Franz Josef, Sce-nic Suites Queenstown e Scenic Hotel Franz Josef Glacier(www.scenichotelgroup.co.nz). Volare low cost (daSingapore e per i voli interni): www.jetstar.com.Ente turistico Nuova Zelanda:www.newzealand.com.

APRILE 201156

Spa&relaxRigenerarsi in CarinziaSulla sponda occidentale del lago Wörthersee, la spa Aurigadello Schloss Hotel Velden dispone di 3.500 metri quadraticon 15 sale dedicate al wellness.Tra queste, la grotta di neveper tonificare i muscoli. Per un weekend di remise en forme.www.schlossveldencapella.com

Ghiottonerie svedesiA Stoccolma buffet da NobelLa gastronomia del Grand Hotel Stockholm ha il nome

dello chef Mathias Dahlgren, che coordina la cucina deiristoranti Matsalen e Matbaren, entrambi stellati Miche-lin. Al Veranda sono unmust i piatti tradizionalicome lo Smörgåsbord, ilricco buffet tripudio dicarne, pesce affumicato,zuppe e composizioni conuova.www.grandhotel.se

FUORI UFFICIO

Davide Mura

In mostraBotero o il trionfo dei volumiNel Canton Ticino, una mostra monografica di Fernando Botero a cura di Rudy Chiappini ripercorre le tematiche pre-dilette dal maestro attraverso una sessantina di opere degliultimi 15 anni. Figure dilatate di unmondo supersize dove gli stati d’ani-mo si nascondono dietro volti impas-sibili.Locarno, Pinacoteca Comuna-le Casa Rusca, fino al 10 lugliowww.locarno.ch

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Page 57: DIRIGENTE - aprile 2011

MARE&TENNISIN SARDEGNAMARE&TENNIS IN SARDEGNAPunta Santa Giusta, Cagliari2-9 LUGLIO 2011

INIZIATIVE MANAGERITALIA

XXIV TORNEO DI TENNIS MANAGERITALIA

ISCRIZIONI E PRENOTAZIONI ENTRO IL 13 MAGGIOLe quote di partecipazione e la scheda di iscrizione sono state pubblicate sul n. 3-2011 di Dirigente. Potete comun-

que trovarle e scaricarle anche dal sito www.manageritalia.it (attività >> sport e tempo libero >> Torneo di tennis).

Per maggiori informazioni www.manageritalia.it oppure chiama lo 0229516028

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Page 58: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 201158

Ida Bona

TEST

Con voto da 1 a 4, dove 1 significa “poco” e 4 “molto”

1. Sono attento a quello che succede intorno a me 2. Ascoltare tutti mi permette di farmi una mia idea 3. Lavoro meglio se mi viene chiarito cosa ci si aspetta da me 4. Mi piace essere sempre al passo coi tempi 5. Preferisco stare in mezzo alla gente e faccio facilmente amicizia con tutti 6. Mi è difficile stare zitto a lungo 7. Sono sensibile/attento a come gli altri si rivolgono a me 8. I feedback che ricevo sono fondamentali per me 9. Mi piace avere successo nelle riunioni sociali

10. Non ho difficoltà a rivedere le mie opinioni 11. Imparo di più ascoltando (conferenze o dibattiti) che leggendo libri 12. Sono veloce nel cogliere gli stimoli che mi vengono dalle circostanze 13. Sono una persona flessibile e non mi intestardisco mai sulle mie idee 14. Mi consulto coi miei collaboratori e preferisco che le decisioni vengano da loro15. Lascio liberi i miei collaboratori di prendere iniziative seguendo il loro intuito 16. Indosso sempre almeno un capo all’ultima moda 17. Affronto i problemi fiducioso che col tempo si troverà la soluzione 18. Mi è più facile esporre le mie idee parlandone che comunicandole per iscritto19. Mi piace sentirmi impegnato e fare più cose contemporaneamente 20. Mi piace ricevere consigli su quello che potrebbe essere meglio per me 4321

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test

Ti piace ilconfronto?Da 61 a 80: non credi ciecamente inte stesso e preferisci confrontarti congli altri per essere sicuro di individuarel’alternativa migliore che consentauna scelta più oculata. Sentire appro-vazione (ma anche disapprovazione) èuna bussola che ti guida e rinfranca:sei aperto a tutto ciò che ti sta intornoe sensibile alle opportunità che si pre-sentano, anche se poi non sei semprecapace di decidere da solo quando sitratta di coglierle al volo. Sei fin trop-po democratico: ascoltare tutti puòrenderti dispersivo e crearti difficoltànel momento di tirare le fila e gestirele situazioni. Da 41 a 60: sei aperto al mondo ester-no, ma sai anche differenziare ciò cheil mondo stesso ti propone. Sai coglie-re le novità, ma non sei schiavo dellamoda, sei flessibile ma sai anche nontransigere su ciò che per te è impor-tante.Da 20 a 40: prova a rileggere le tue ri-sposte e cerca il modo di inserire ilmondo esterno nel tuo orizzonte.

CCi sono persone che preferiscono ricorre-re agli altri per disporre di un ventaglio diprospettive il più ampio possibile fra le qua-li scegliere la più convincente. Sono pola-rizzati su ciò che succede intorno, sensibi-li e attenti al variare delle mode; sono mol-to flessibili al punto che è facile convincer-li del valore di un’idea diversa da quella chesostenevano fino a un momento prima.Potrebbero apparire opportunisti o bande-ruole, ma in realtà sono persone moltoadattabili, che sanno cogliere e valorizzarequel tanto di vero che c’è in ogni teoria oopinione. Amano le situazioni sociali dovehanno occasione di confrontarsi con altri,e sentire che riscuotono approvazione eammirazione: i feedback positivi li rassicu-rano. Accettano anche quelli negativi per-ché sono comunque un segno di ricono-

scimento: quello che non sopportano èl’assenza di riscontri perché per lo più nondispongono di parametri di cui possano fi-darsi ciecamente per valutare le proprieidee. Condividono con l’estroverso la valo-rizzazione del mondo e di tutto ciò che neviene, anche a rischio di sembrare insicurio privi di idee personali: la loro disponibili-tà nei confronti degli altri finisce talvoltaper essere eccessiva. Ascoltano i pareri ditutti, si considerano democratici perchésollecitano molto le opinioni dei collabora-tori, ma rischiano di incorrere in uno stiledi delega fin troppo lassista.Ecco le domande che possono consenti-re una misurazione del tuo livello di “ete-rocentratura”. Il consiglio è sempre quel-lo di non polarizzarti sui valori centrali madi usare tutta la scala.

libi

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Page 59: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 59

Il rapimento daparte di un grup-po di terroristi diHazel Bannock,erede di una del-

le più grandi compagnie petroli-fere al mondo, dà il via a una sto-ria costruita per essere letta tut-ta d’un fiato. Dopo aver vendu-to solo in Italia oltre 20 milioni dicopie, Wilbur Smith è sbarcato dinuovo nelle librerie italiane (an-che fisicamente, la presentazio-ne del romanzo alla Feltrinelli Ex-

press della Stazione Centrale diMilano ha attirato una folla dilettori adoranti). Laleggedeldeserto,WilburSmith,Longanesi, pagg. 464, € 19,60.

L’ormai classica bio-grafia di Italo deFeo è riedita negli Oscar Mondado-ri. Il saggio, dal taglio divulgativoma accurato nello studio delle fon-ti, permette di approfondire un per-

sonaggio chiave del nostro Risorgi-mento. Un regalo “dotto” che ci sipuò fare per celebrare con consa-pevolezza il 150° anniversario del-l’Unità d’Italia.Cavour, Italo de Feo, Oscar Mon-dadori, pagg. 520, € 12.

Nella collana dapausa pranzo Ebooket della BrunoEditore (una “benedizione”, afronte dei troppi manuali prolissi edispersivi in circolazione), il libro sucome utilizzare in maniera efficacela scrittura in ambito professionalefa il punto in modo chiaro suglistrumenti più comuni in aziendacon consigli pratici che convinco-no. Tecnica e conoscenza dei nostritarget condicio sine qua non.Scrittura professionale, Miche-la Alessandroni, Bruno Editore,pagg. 75, € 7,99.

Il tema del lavoroe quello della crisifinanziaria sonoal centro del nuo-vo romanzo di Lauro Venturi, ma-nager e formatore. La storia è unmix di egoismi e ingiustizie chesembrano sempre prevalere e pic-coli eroismi quotidiani di chi lavo-ra e fatica ad arrivare alla fine delmese. Un affresco attuale. Romanzo reale, Lauro Venturi,Libri Este, pagg. 351, € 15.

Come rendere solida l’Italia

Burocrazia lenta e inefficiente, milioni dileggi obsolete, una tassazione pesan-tissima a cui dobbiamo la nostra sta-gnazione agli ultimi posti delle statisti-che europee: lo scenario che contrad-

distingue il belpaese non è dei migliori,per usare un eufemismo. Tra le proposte per risollevarsi,

quella di Stefano Scabbio e Luigi Tivelli ha il suono appunto diuna formula, che non è certo magica, ma si ispira alla logicae al buonsenso per far passare l’Italia dallo stato gassoso del-le chiacchiere e dell’immobilismo a quello solido del pragma-tismo e della modernità. Se da un lato sono trattate le policypiù gettonate, dal federalismo (quello vero) alla riforma dellaGiustizia, dall’altro vengono riprese e affrontate tematiche diprimaria importanza che l’agenda politica degli ultimi anni hacolpevolmente ignorato, quali il principio di sussidiarietà, l’ap-provazione di regole semplici e certe in difesa della concorren-za, il ricambio generazionale nei partiti, la riforma degli am-mortizzatori sociali e l’istituzione di un welfare più equo, me-no assistenzialista e dispendioso.La formula, Luigi Tivelli, Stefano Scabbio, Rubbettino, pagg. 112, € 10.

Davide Mura

Il ritorno di Mr

Bestseller

LIBRI

Cavour, politico geniale

Italia, si salvichi può

libri

Prima di scrivere

pensa al destinatario

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Page 61: DIRIGENTE - aprile 2011

APRILE 2011 61

Daniela Fiorino ([email protected])le

tter

e

La giornata del 17 marzo è stata dichiaratafesta nazionale, con effetto solo per l’anno2011, in occasione della celebrazione del150° anniversario della proclamazione del-l’Unità d’Italia.Questa decisione era stata formalizzata dal-l’art. 7 bis del decreto legge n. 64 del 30 apri-le 2010, convertito con modificazioni in leg-ge 29 giugno 2010, n. 100, pubblicata nel-la Gazzetta ufficiale 30 giugno 2010, n. 150.A seguito delle censure sollevate da alcunecomponenti sociali e politiche in merito al-l’opportunità di introdurre una giornata fe-stiva per celebrare tale ricorrenza, il consi-glio dei ministri (con il decreto legge n. 5 del22 febbraio 2011, pubblicato nella Gazzet-ta ufficiale n. 44 del 23 febbraio 2011, re-cante “Disposizioni per la festa nazionaledel 17 marzo 2011”) ha confermato che, li-mitatamente all’anno 2011, il 17 marzo èconsiderato giorno festivo a tutti gli effetti.Di conseguenza, per quanto riguarda la di-sciplina del rapporto di lavoro, la giornata del17 marzo sarà trattata alla stregua delle al-tre festività nazionali infrasettimanali.Contestualmente, si è convenuto che, perevitare inopportuni aggravi a carico della fi-nanza pubblica e delle imprese private, solo

per quest’anno non troveranno applicazionegli effetti economici e gli istituti giuridici econtrattuali previsti per la festività soppressadel 4 novembre (giornata dell’Unità naziona-le e delle Forze armate), la cui celebrazionedal 1977 è stata spostata alla domenica suc-cessiva e che, per questo motivo, viene nor-malmente retribuita in aggiunta alla retribu-zione mensile.Pertanto, i lavoratori delle aziende del terzia-rio, compresi i quadri e i dirigenti, quest’an-no non percepiranno la retribuzione aggiun-tiva per la festività di novembre.Per quanto riguarda invece il 25 aprile, i da-tori di lavoro dovranno applicare lo stessotrattamento previsto in caso di coincidenzadi una festività con la giornata di domenicae cioè corrispondere ai propri lavoratori, inaggiunta alla retribuzione mensile, un ulte-riore importo pari alla quota giornaliera del-la retribuzione di fatto. Ciò in quanto, ai sen-si dell’art. 2, lett. e, della legge 31 marzo1954, n. 90, il trattamento previsto per le fe-stività cadenti di domenica si applica anchequalora la festività coincida con altro giornofestivo, compresa la celebrazione del SantoPatrono della località dove si svolge l’attivitàlavorativa.

LETTERE

Negli ultimi mesi è stata fatta molta confusione sulle festività, a questo proposito vorrei sapere seè confermato che quest’anno, a seguito dell’introduzione della festività del 17 marzo, non sarà re-tribuita quella del 4 novembre. Inoltre, come deve essere considerato il 25 aprile che coincide conil Lunedì dell’Angelo?

C.R. - Roma

Le festività del 2011

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sto guerriero solitario. Complimen-tarci perché non lo hanno buttatofuori dal governo del Veneto e dalPartito o denunciato per istigazio-ne a delinquere (o, almeno non cirisulta). Oppure lo perdoniamo tra-sformando la sua proposta in bat-tuta o in un libero contributo a uncreativo brainstorming dove l’usodei mitra contro i barconi di profu-ghi sia interpretato come un inno-cente paradosso figurato?

A Reggio Calabria (“Venerdì” diRepubblica n. 1201 a firma M.D.L.)gli attenti e severi dirigenti del-l’Aterp, l’Agenzia che gestiscel’edilizia pubblica, intimano a unloro inquilino una richiesta di ar-retrati pari a 2 centesimi. L’insol-vente affittuario viene minacciato– se non paga – di sfratto esecu-tivo. I dirigenti dell’Agenzia sonostati tacciati di crudeltà e anchepresi in giro per il ridicolo impor-to dell’arretrato contestato. D’altra parte i controllori non pos-sono decidere autonomamentedi fare sconti o arrotondamenti.E poi non è vero che questi control-lori sono dei robot senza cuore. In-fatti i dirigenti dell’Aterp di ReggioCalabria si dichiarano disponibili aconcordare un’“eventuale rateiz-zazione” di quanto dovuto (!). Sot-to i gilet di quei dirigenti batte uncuore, altro che robot.

Guido Gay

ioto

cco!

Possiamo fermare la valanga dei profughi

Il moroso può rateizzare

Il record di salto della quaglia

Si è pensato di tutto, accoglierli edistribuirli nell’intero territorionazionale, riportarli ai luoghi diprovenienza, trattare con i gover-ni degli stati dell’Africa settentrio-nale perché blocchino le parten-ze di barconi. Ma non se ne esce,Lampedusa continua a essere ilbidone della raccolta differenzia-ta di disperati, di evasi dalle car-ceri, di perseguitati. A centinaia,a migliaia, a decine di migliaia (stoscrivendo nei primi giorni di apri-le: navi capienti stanno caricandomasse di profughi e dovrebberosgombrare completamente Lam-pedusa, ma gli sbarchi di barconinon cessano).Eppure c’è chi ha scoperto una so-luzione nuova e, probabilmente,decisiva. È l’assessore leghista al-l’immigrazione del Veneto DanieleStival (l’Espresso n. 11 del 17 mar-zo 2011 a firma G.S.B.) che, in unintervento sulla tv Rete Veneta hasentenziato: «Basta usare il mitra».Il presidente del Veneto Luca Zaiae la Lega hanno immediatamentepreso le distanze dall’uscita di Sti-val che, fra l’altro, ha provato a ne-gare di essersi espresso in quel mo-do. Purtroppo smentito, subito do-po, da un filmato sul web. Allora ha offerto le sue dimissionie ha borbottato: «Intanto la pen-sano come me in tanti e mi hannofatto i complimenti». Anche noivogliamo complimentarci con que-

Lo chiamano anche il principe deivoltagabbana (da “Sette” di Cor-sera n. 9 del 3 marzo 2011, rubri-ca di Gian Antonio Stella) indican-do il consigliere del comune diNapoli Pietro Mastranzo. Si tratta della velocità e del nu-mero dei cambi della sua casac-ca politica. In una sola legislatu-ra ne ha cambiate otto: elettocon l’Udc è transitato nel Grup-po misto, poi in Iniziativa popo-lare, nella Margherita, nel Parti-to democratico, nell’Udeur, neiPopolari per il Sud e, pare manon si è certi, in Forza Italia. Altri 11 consiglieri napoletanihanno cambiato almeno tre oquattro partiti, altri cinque e altrisette. Ma come Mastranzo nessu-no, è lui il campione (forse mon-diale) del salto della quaglia. I suoidetrattori non capiscono come èproprio di un uomo coerente conse stesso colui che segue le sue ri-flessioni politiche e coglie le sfu-mature cangianti dei vari partiticollimandole con i valori in cuicrede. Bravo Mastranzo, perchénon si fonda un suo partito, co-gliendo nel relativo programma lepoche cose buone di tutte le par-ti politiche ancorandole salda-mente ai suoi valori, ai suoi “cre-do”? Anche San Paolo, sulla viadi Damasco, fu un voltagabbana(dice l’ironico autore della rubricaStella). Non è così?

... AL FIN DELLA LICENZA, io tocco!

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I CALENDARIO ASSEMBLEETERRITORIALIIn attesa dell’Assemblea nazionale di Manageritalia,che si terrà venerdì 10 e sabato 11 giugno presso l’HotelMichelangelo di Milano ecco le date e le sedi delle assem-blee territoriali:

Associazione data ora luogo

Manageritalia Roma giovedì 5 maggio 18 Roma EventiVicolo Alibert 5 - Roma

Manageritalia VeronaHotel PoianoManageritalia Venezia sabato 7 maggio 9.45Via Poiano 1 - Garda (Vr)Manageritalia Padova

Manageritalia Bologna sabato 14 maggio 9.30 Novotel Bologna san LazzaroVia Villanova 31Villanova di Castenaso (Bo)

Manageritalia Firenze sabato 14 maggio 9.30 NH Grand Hotel PalazzoViale Giovane Italia 195- Livorno

Manageritalia Milano sabato 14 maggio 9.30 Hotel MichelangeloVia Scarlatti 33 - Milano

Manageritalia sabato 14 maggio 9.30 Camera di CommercioTrentino Alto-Adige Via Alto Adige 60 - Bolzano

Manageritalia Genova lunedì 16 maggio 18.30 Starhotels PresidentCorte Lambruschini 4 - Genova

Manageritalia Napoli venerdì 20 maggio 18 Il Miglio d’Oro Park HotelCorso Resina 296 - Ercolano (Na)

Manageritalia Ancona sabato 21 maggio 10 Sala del Consiglio comunalePiazza del Comune 1Offagna (An)

Manageritalia Bari sabato 21 maggio 15 Sheraton Nicolaus HotelVia Card. A. Ciasca 27 - Bari

Manageritalia Palermo sabato 21 maggio 10.30 Sede dell’AssociazioneVia I. La Lumia 7 - Palermo

Manageritalia Torino sabato 21 maggio 9.15 Museo nazionale del Risorgimento italianoVia Accademia delle scienze 5Torino

Manageritalia Trieste venerdì 27 maggio 17.30 Sala Predonzani - Palazzo dellaRegione Friuli Venezia GiuliaPiazza Unità d’Italia 1 - Trieste

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L’INPS HA AGGIORNATO gli im-porti massimi mensili da corri-

spondere ai titolari del trattamentodi disoccupazione ordinaria, nonagricola, con requisiti normali o ri-dotti (con circolare n. 25 del 4 feb-braio 2011). Può essere utile allorariepilogare la normativa sull’inden-nità di disoccupazione che, come ènoto, è l’unica forma di prestazionepubblica a sostegno del reddito a cuii dirigenti possono fare ricorso in ca-so di perdita dell’occupazione. Que-ste informazioni sono valide per tuttii lavoratori dipendenti, quindi posso-no essere di interesse anche degli as-sociati con la qualifica di quadro.

RequisitiI requisiti che determinano il diritto a

percepire l’indennità di disoccupazio-ne sono i seguenti.

�� Stato di disoccupazioneNon è possibile percepire redditi dilavoro, a qualsiasi titolo (né autono-mo né subordinato né parasubordi-nato), durante il periodo a cui si rife-risce la corresponsione del tratta-mento di disoccupazione. In caso dirioccupazioni anche di breve durata(es. un solo giorno), il lavoratore de-ve darne comunicazione immediataall’Inps. L’Istituto sospende il paga-mento dell’indennità in caso di rioc-cupazione di durata fino a cinquegiorni consecutivi (escluse le festivi-tà), con possibilità di riottenere il pa-gamento una volta cessata tale cau-sa di sospensione, mentre considera

occupazione stabile quella superiorea cinque giorni e quindi cessa defini-tivamente la corresponsione dell’in-dennità.�� Anzianità contributivaOccorre risultare assicurati pressol’Inps da almeno due anni e avereversato almeno 52 contributi settima-nali nel biennio precedente la data dicessazione del rapporto di lavoro.In via sperimentale, per gli anni 2010e 2011, nella valutazione del bienniodi contribuzione, si tiene conto anchedei periodi di collaborazione coordi-nata e continuativa o a progetto, perun massimo di 13 settimane.�� Centro per l’impiegoPrima della presentazione della do-manda è necessario aver rilasciato alCentro per l’impiego competente perterritorio la dichiarazione di immedia-ta disponibilità, sia a svolgere un’atti-vità lavorativa sia a seguire il percor-so proposto per la ricerca di una nuo-va occupazione.�� Cessazione non volontaria L’indennità è concessa a quei lavo-ratori che vengono a trovarsi senzalavoro, e quindi senza retribuzione, acausa di licenziamento, sospensioneper mancanza di lavoro, scadenzadel contratto a termine, dimissioniper giusta causa (per saperne di piùsull’ultimo punto vedi box nella pa-gina a fianco).L’indennità non spetta ai lavoratoriche si dimettono volontariamente, aeccezione delle madri e dei padri chesi dimettono durante il periodo in cuiè previsto il divieto di licenziamento

INDENNITÀDI DISOCCUPAZIONE

Breve guida per dirigenti e quadri sulla normativa 2011

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Età del disoccupato*

meno di 50 anni

pari o superiore a 50

* Per quanto riguarda l’età da prendere in considerazione al fine dell’elevazione della durata della prestazione, l’Inps ha pre-cisato che il possesso del requisito richiesto – età inferiore, pari o superiore a 50 anni – deve essere accertato con riferi-mento alla data di inizio della disoccupazione indennizzabile.

** Nei limiti di un importo massimo mensile lordo stabilito per legge e aggiornato annualmente (pari, per il 2011, a € 906,80mensili, elevate a € 1.089,89 per i lavoratori che possono far valere una retribuzione mensile lorda superiore a € 1.961,80).Per quanto riguarda l’indennità ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti e quella agricola con requisitinormali e ridotti, da liquidare con riferimento all’attività svolta nel corso del 2010, trovano invece applicazione gli importistabiliti per tale anno: € 892,96 mensili, elevate a € 1.073,25 per i lavoratori che possono fare valere una retribuzionemensile lorda superiore a € 1.931,86.

Durata del trattamento

8 mesi

12 mesi

Ammontare con riferimento alla retribuzione media degli ultimi 3 mesi**

60% per i primi 6 mesi 50% per il 7° e l’8° mese40% per i successivi mesi

Contribuzione figurativa

per tutto il periodo indennizzato

MISURE E DURATA DELL’INDENNITÀ DI DISOCCUPAZIONE LIQUIDATA A DECORRERE DAL 1° GENNAIO 2011

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(dall’inizio del periodo di gravidanzafino al compimento del primo annodi età del bambino).

Presentazione della domandaDopo essersi iscritti nelle liste dei disoc-cupati presso il Centro per l’impiego,occorre presentare il modulo di richie-sta all’Inps, direttamente o tramite unPatronato, entro 68 giorni dall’iniziodello stato di disoccupazione (indican-do anche l’eventuale periodo di pre-avviso riconosciuto dall’azienda), pe-na la decadenza dal diritto.Per la presentazione della domanda,il periodo per il quale il lavoratore per-cepisce l’indennità di mancato preav-viso si considera lavorato. Pertanto, seil lavoratore licenziato viene esonera-to dal prestare in servizio il preavvisoe il datore di lavoro gli corrisponde larelativa indennità, il termine ultimoper la presentazione della domanda èil 68° giorno a partire dall’ultimo gior-no di preavviso indennizzato.La domanda può essere scaricata eanche compilata online accedendoalla sezione Moduli dalla home pagedel sito www.inps.it inserendo comechiave di ricerca “DS21”.Sono state invece abolite (rif. circolareInps n. 115 del 31 dicembre 2008) ladichiarazione del datore di lavoro(mod. DS22) e la relativa dichiarazio-ne sostitutiva (mod. DSO) che, pertan-to, non devono più essere allegate al-la domanda.L’Inps comunica che, nel caso di disoc-cupazione ordinaria, i lavoratori dipen-denti possono presentare la domanda

DIMISSIONI PER GIUSTA CAUSA

PER SAPERNE DI PIÙ

L’art. 2119 del codice civile definisce “giusta causa” una causa che non consente la pro-secuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro, demandando alla giurisprudenzail compito di enucleare le varie fattispecie di giusta causa.Partendo da questo presupposto, l’Inps riconosce l’indennità di disoccupazione solo sesussiste una delle seguenti cause indicate dalla giurisprudenza: a. mancato pagamento della retribuzione;b. molestie sessuali nei luoghi di lavoro;c. modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative;d. mobbing, ovvero comportamenti vessatori da parte dei superiori gerarchici o dei col-

leghi che determinano il crollo dell’equilibrio psico-fisico del lavoratore. Questi com-portamenti possono anche coincidere con le molestie sessuali o il demansionamento,già indicati come giusta causa di dimissioni;

e. notevoli variazioni delle condizioni di lavoro a seguito di trasferimento di proprietàdell’azienda;

f. spostamento del lavoratore da una sede a un’altra, senza che sussistano le “compro-vate ragioni tecniche, organizzative e produttive” previste dall’art. 2103 del codice ci-vile;

g. comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore gerarchico nei confronti deldipendente.

Trasferimento della sede di lavoroPer quanto riguarda i casi di trasferimento di proprietà dell’azienda e di trasferimentodella sede di lavoro, l’Inps – con circolare n. 108 del 10 ottobre 2006 – si è espresso an-che in merito all’eventualità in cui la cessazione dell’attività lavorativa avvenga trami-te “risoluzione consensuale” del rapporto di lavoro.Secondo l’Inps ci sono i presupposti per riconoscere l’indennità di disoccupazione ordina-ria, poiché la volontà del lavoratore può essere stata indotta dalle notevoli variazionidelle condizioni di lavoro.Nel caso di risoluzione consensuale a seguito di trasferimento della sede lavorativa, vie-ne anche indicato come parametro di valutazione la distanza della sede di destinazio-ne: si riscontra una “notevole variazione delle condizioni di lavoro” se tale distanza è su-periore a 50 km dalla residenza del lavoratore e/o se la nuova sede si trova in un luogomediamente raggiungibile in 80 minuti con i mezzi pubblici.Se la cessazione avviene per dimissioni per giusta causa, il lavoratore dovrà corredarela domanda con una documentazione da cui risulti la sua volontà di difendersi in giudi-zio nei confronti del comportamento illecito del datore di lavoro (allegando diffide, espo-sti, denunce, citazioni, ricorsi d’urgenza ex art. 700 del codice di procedura civile, sen-tenze ecc. contro il datore di lavoro, nonché ogni altro documento idoneo), impegnan-dosi a comunicare l’esito della controversia giudiziale o extragiudiziale.Nel caso in cui si dovesse escludere la ricorrenza della giusta causa di dimissioni, l’Inpsprocederà al recupero di quanto pagato a titolo di indennità di disoccupazione, cosìcome avviene nel caso di reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, successiva aun licenziamento illegittimo che ha dato luogo al pagamento dell’indennità di disoc-cupazione.Conseguentemente, l’Istituto ha dato istruzioni agli operatori che ricevono le domandedi avvisare il lavoratore che il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione sarà prov-visorio, fino alla comunicazione dell’esito della controversia con il datore di lavoro.

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anche tramite contact-center telefo-nando al numero gratuito 803164 en-tro 68 giorni dal licenziamento.

PAGAMENTOSi ha diritto all’indennità a partire dal-l’ottavo giorno successivo alla sospen-sione/data di cessazione (o di scaden-za del periodo di mancato preavviso)se la domanda è stata presentata neiprimi otto giorni; oppure dal quintogiorno successivo alla data della do-manda se presentata dopo l’ottavogiorno ed entro i termini previsti.Se il licenziamento in tronco avvieneper giusta causa, i termini vengonodifferiti di 30 giorni. In questo caso,quindi, si ha diritto all’indennità a par-tire dal 38° giorno dal licenziamentose la domanda è stata presentata neiprimi 38 giorni; oppure dal quintogiorno successivo alla data della do-manda se presentata dopo il 38° gior-no dal licenziamento.

�� L’indennitàL’indennità non può decorrere primadella data in cui è stata resa al Cen-tro dell’impiego la dichiarazione di disponibilità al lavoro.Per poter ottenere una seconda inden-nità dopo un altro periodo di lavoro, ènecessario che sia trascorso il cosiddet-to “anno mobile”, cioè un periodo di365 giorni a partire dalla data di ini-zio della prima prestazione.L’indennità può essere riscossa con bo-nifico bancario o postale o allo sportel-lo di un qualsiasi ufficio postale del ter-ritorio nazionale.

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FEDERMANAGERSemplificare la rappresentanza verso le isti-tuzioni, promuovere diffusione e valorizza-zione di presenza e cultura manageriale

LE DUE MAGGIORI ORGANIZZAZIONI di rappresen-tanza dei dirigenti privati, Federmanager e Manage-

ritalia, hanno firmato venerdì 11 marzo un accordo chele porterà a collaborare su vari punti (rappresentanza, pre-senza e cultura manageriale, lavoro, welfare, sviluppoeconomico e sociale). Si vuole soprattutto fare sistema, anche con i dirigentipubblici ai quali le due organizzazioni firmatarie sono col-legate attraverso Cida e Confedir-Mit, per riuscire a dareal paese quel contributo in termini di idee, azioni e risul-tati che i dirigenti già danno quotidianamente in aziendae le loro organizzazioni vogliono portare sempre più an-che a livello di sistema.L’obiettivo è anche quello di valorizzare alcuni aspettifondamentali della professione manageriale, quali re-sponsabilità, risultati e merito, e diffonderli nel tessutoeconomico e sociale. Si vuole rafforzare la presenza ma-nageriale nella nostra economia non solo in termini nu-merici, ma anche e soprattutto in termini di ruolo a tut-to tondo che una dirigenza dotata di adeguati poteri edeleghe, valutata sui risultati e non sulla fedeltà, devepoter giocare appieno per dare il suo indispensabile con-tributo allo sviluppo.I dirigenti in Italia sono relativamente pochi (125mila nel pri-vato e 180mila nel pubblico) e soprattutto nel settore priva-to la scarsa managerialità delle aziende frena lo sviluppo. Se pensiamo che solo 32mila aziende hanno in Italia al-meno un dirigente al loro interno e che i 125mila diri-genti presenti sono pari a meno dell’1% dei lavoratoridipendenti privati, contro un rapporto del 3% di Fran-cia e Germania, abbiamo uno dei principali motivi dellanostra ormai decennale capacità di crescere.Non c’è dubbio alcuno quindi che la managerialità nel no-stro paese debba crescere, ma le organizzazioni di rappre-sentanza dei dirigenti privati, nate proprio nel primo Do-poguerra, hanno tanto da dire e da fare anche in terminidi lavoro, sviluppo dell’economia e welfare.

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In particolare, la gestione specialePrevir, nella quale sono investiti icontributi della polizza Capitale diffe-rito, ha consolidato negli anni, a par-tire dal 1985, i concetti di sicurezza,

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SONO PASSATI più di 30 anni daquando è nata la PR4, prima for-

ma di previdenza integrativa indivi-duale dei dirigenti del terziario, se-guita poi dalle convenzioni Previr eAntonio Pastore.Il tempo trascorso non ha intaccato,anzi ha consolidato, la nostra pre-videnza integrativa individuale,della quale sono state conservatenel tempo le caratteristiche che han-no permesso di ottenere buoni risul-tati a medio e lungo termine, men-tre sono state affinate con modifichee implementazioni le parti maggior-mente soggette all’evoluzione delmercato assicurativo e alle nascentiesigenze della categoria dirigenzia-le Manageritalia.

stabilità e risparmio non speculativo.Per l’anno 2010, infatti, ha restituitoun rendimento netto del 3,81% a tut-ti i capitali investiti, siano questi rela-tivi a posizioni assicurative dei diri-genti, dei prosecutori volontari o apolizze Capitello sottoscritte indivi-dualmente dagli associati.Gli estratti conto che riassumono lesingole posizioni personali sono incorso di spedizione in formato carta-ceo e già visualizzabili nell’area riser-vata del sito www.assidir.it.Come ogni anno, nelle pagine se-guenti trovate la guida alla letturadell’estratto conto, disponibile anchesul sito web di Assidir. Ci auguriamosia utile a migliorarne la comprensio-ne e facilitarne l’analisi.

LA GARANZIA CAPITALE DIFFERITO RENDE IL 3,81% NETTO NEL 2010

Guida alla lettura dell’estratto conto

SITUAZIONE DEL DIRIGENTE

� Posizione contributiva aperta e chiusaprima del 30/9/1997

� Posizione contributiva aperta prima del 30/9/1997 e chiusa dopo il 30/9/1997

� Posizione contributiva aperta prima del 30/9/1997 e non ancora chiusa

� Posizione contributiva apertadopo il 30/9/1997

TIPOLOGIA DI ESTRATTO CONTO

A Estratto conto riassuntivo solo posizionePrevir

B Estratto conto unificato riassuntivo posizioniPrevir e Antonio Pastore

C Estratto conto riassuntivo solo posizione Antonio Pastore

Identifica la tua situazione utilizzando questo schema: nella colonna di sinistra individua la tua posizione contributiva mentre nella

colonna di destra individua la tipologia del tuo estratto conto. Utilizza questi riferimenti nelle istruzioni delle pagine seguenti.

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SEZIONE 1Contiene i dati relativi ai premi ver-sati durante il periodo contributivo(contributi versati dall’azienda du-rante l’attività di dirigente più even-tuali contributi volontari). I contribu-ti lordi sono suddivisi per anni di ver-samento:� contributi versati fino al 31 dicem-

bre 2009;� contributi versati nell’anno 2010;� totale contributi versati

e scorporati per il reale utilizzo su ognigaranzia assicurativa.

SEZIONE 2Contiene un dettaglio dei singoli pre-mi versati relativamente alla sola an-nualità 2010 e alla sola garanzia Ca-pitale differito.Per quanto concerne questa tipologiadi estratto conto, la sezione è priva di

dati in quanto la Convenzione Previrè cessata il 31 dicembre 1997 e con es-sa anche la contribuzione relativa.

SEZIONE 3Contiene un ulteriore dettaglio sullapolizza di Capitale differito. I premi sono suddivisi per anni di ver-samento:� totale al 31 dicembre 2009; � totale al 31 dicembre 2010.

L’ultima colonna della tabella indicail dato di “prestazione minima a sca-denza” rivalutata al 31 dicembre 2009e al 31 dicembre 2010.La prestazione minima a scadenza ècostituita da quanto già maturato al-le date sopra indicate (al netto dieventuali riscatti parziali già conces-si) aumentato della rivalutazione mi-nima (minimo garantito) previstadalle Convenzioni Previr per il perio-do necessario al raggiungimento

A Estratto conto della convenzionePrevir ’95

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della scadenza “naturale” della poliz-za (raggiungimento della scadenzadel differimento). In sintesi, è quanto le Imprese assicu-ratrici devono – come minimo – ga-rantire all’assicurato al termine del pe-riodo di differimento. La scadenza del periodo di differimen-to varia in funzione dell’età dell’assicu-rato al momento dell’accensione del-la posizione assicurativa.

SEZIONE 4Contiene il dettaglio dei riscatti parzia-li eventualmente erogati nel corso del-l’anno 2010 dall’Impresa delegatariaall’assicurato sulla posizione di “Capi-tale differito”. Sono specificati la datadi erogazione e l’importo erogato (allordo delle imposte applicate).

SEZIONE 5Contiene l’indicazione del tasso di ren-dimento utilizzato per rivalutare le

prestazioni della polizza di Capitaledifferito. Nel caso in cui il rendimento ottenutoe retrocesso dalla Gestione Specialesia inferiore al “minimo garantito”, sa-rà riconosciuto il tasso minimo garan-tito previsto dalla Convenzione.

SEZIONE 6Contiene il valore riscattabile in casodi vita e premorienza al 31 dicembre2010 relativo alla polizza di Capitaledifferito. Tale valore comprende tuttele rivalutazioni attribuite fino al 31 di-cembre 2010 al lordo delle impostepreviste per legge.

SEZIONE 7Contiene la specifica delle Imprese as-sicuratrici che concorrono a garantirele prestazioni della polizza di Capitaledifferito attraverso le gestioni specialiPrevir e, per Ina Assitalia spa, la ge-stione speciale Euro Forte.

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SEZIONE 1Contiene i dati relativi ai premi versa-ti durante il periodo contributivo (con-tributi versati dall’azienda durantel’attività di dirigente più eventualicontributi volontari).I contributi lordi sono suddivisi per an-ni di versamento:� contributi versati fino al 31 dicem-

bre 2009; � contributi versati nell’anno 2010;� totale contributi versati

e scorporati per il reale utilizzo su ognigaranzia assicurativa.

SEZIONE 2Contiene un dettaglio dei singoli pre-mi versati relativamente alla sola an-nualità 2010 e alla sola garanzia Ca-pitale differito.

SEZIONE 3Contiene un ulteriore dettaglio sullapolizza di Capitale differito. I premi sono suddivisi per anni di ver-samento:� totale al 31 dicembre 2009; � totale al 31 dicembre 2010.

L’ultima colonna della tabella indicail dato di “prestazione minima a sca-denza” rivalutata al 31 dicembre 2009e al 31 dicembre 2010. La prestazione minima a scadenza ècostituita da quanto già maturato al-le date sopra indicate (al netto dieventuali riscatti parziali già concessi)aumentato della rivalutazione mini-ma (minimo garantito) prevista dalleConvenzioni Previr e Antonio Pastoreper il periodo necessario al raggiungi-mento della scadenza naturale dellapolizza (raggiungimento della sca-denza del differimento). In sintesi, è quanto le Imprese assicu-

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B Estratto conto unificato delle convenzioniPrevir e Antonio Pastoren. 3049/3108/3140

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ratrici devono – come minimo – ga-rantire all’assicurato al termine del pe-riodo di differimento. La scadenza del periodo di differimen-to varia in funzione dell’età dell’assicu-rato al momento dell’accensione del-la posizione assicurativa.

SEZIONE 4Contiene il dettaglio dei riscatti parzia-li eventualmente erogati all’assicura-to sulla posizione di Capitale differito. Sono specificati: l’Impresa delegatariache ha effettuato il riscatto; la data dierogazione; l’importo erogato (al lordodelle imposte applicate).

SEZIONE 5Contiene l’indicazione del tasso di ren-dimento utilizzato per rivalutare leprestazioni della polizza di Capitaledifferito. Nel caso in cui il rendimentoottenuto e retrocesso dalla GestioneSpeciale sia inferiore al “minimo ga-

rantito”, sarà riconosciuto il tasso mini-mo garantito previsto dalla Conven-zione.

SEZIONE 6Contiene il valore riscattabile in casodi vita e premorienza al 31 dicembre2010 relativo alla polizza di Capitaledifferito. Tale valore comprende tutte le rivalu-tazioni attribuite fino al 31 dicembre2010 al lordo delle imposte previsteper legge.

SEZIONE 7Contiene la specifica delle Imprese as-sicuratrici che concorrono a garantirele prestazioni della polizza di Capitaledifferito attraverso le gestioni specialiPrevir e, per Ina Assitalia spa, la ge-stione speciale Euro Forte.

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ASS

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SEZIONE 1Contiene i dati relativi ai premi versa-ti durante il periodo contributivo (con-tributi versati dall’azienda durantel’attività di dirigente più eventualicontributi volontari). I contributi lordi sono suddivisi per an-ni di versamento:� contributi versati fino al 31 dicem-

bre 2009; � contributi versati nell’anno 2010;� totale contributi versati

e scorporati per il reale utilizzo su ognigaranzia assicurativa.

SEZIONE 2Contiene un dettaglio dei singoli pre-mi versati relativamente alla sola an-nualità 2010 e alla sola garanzia Ca-pitale differito. Questa sezione può ri-sultare priva di dati per le posizioni diassicurati assunti o nominati in quali-tà di “dirigenti di prima nomina”.

SEZIONE 3Contiene un ulteriore dettaglio sullapolizza di Capitale differito. I premi sono suddivisi per anni di ver-samento:� totale al 31 dicembre 2009; � totale al 31 dicembre 2010.

L’ultima colonna della tabella indicail dato di “prestazione minima a sca-denza” rivalutata al 31 dicembre 2009e al 31 dicembre 2010. La prestazione minima a scadenza ècostituita da quanto già maturato al-le date sopra indicate (al netto dieventuali riscatti parziali già conces-si) aumentato della rivalutazione mi-nima (minimo garantito) previstadalla Convenzione Antonio Pastoreper il periodo necessario al raggiun-gimento della scadenza naturaledella polizza (raggiungimento dellascadenza del differimento). In sinte-si, è quanto le Imprese assicuratrici

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C Estratto conto della convenzioneAntonio Pastore n. 3049/3108/3140

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devono – come minimo – garantireall’assicurato al termine del periododi differimento. La scadenza del periodo di differimen-to varia in funzione dell’età dell’assicu-rato al momento dell’accensione del-la posizione assicurativa. Anche que-sta sezione può risultare priva di datiper le posizioni di assicurati assunti onominati in qualità di “dirigenti di pri-ma nomina”.

SEZIONE 4Contiene il dettaglio dei riscatti parzia-li eventualmente erogati all’assicura-to sulla posizione di Capitale differito.Sono specificati: l’Impresa delegatariache ha effettuato il riscatto, la data dierogazione e l’importo erogato (al lor-do delle imposte applicate).

SEZIONE 5Contiene l’indicazione del tasso direndimento utilizzato per rivalutare le

prestazioni della polizza di Capitaledifferito. Nel caso in cui il rendimen-to ottenuto e retrocesso dalla Gestio-ne Speciale sia inferiore al “minimogarantito”, sarà riconosciuto il tassominimo garantito previsto dalla Con-venzione.

SEZIONE 6Contiene il valore riscattabile in casodi vita e premorienza al 31 dicembre2010 relativo alla polizza di Capitaledifferito. Tale valore comprende tuttele rivalutazioni attribuite fino al 31 di-cembre 2010 al lordo delle impostepreviste per legge.

SEZIONE 7Contiene la specifica delle Imprese as-sicuratrici che concorrono a garantirele prestazioni della polizza di Capitaledifferito attraverso le gestioni specialiPrevir e, per Ina Assitalia spa, la ge-stione speciale Euro Forte.

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DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL

FONDO DI PREVIDENZAMARIO NEGRI

ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

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FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTIAZIENDE COMMERCIALI

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FEDERAZIONE NAZIONALEDEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO,

SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOAlessandro Baldi ha un’esperienza professionale maturata in

seno a un’importante società di revisione internazionale. Commercialista

e docente a contratto dell’Università di Ancona, è presidente del Fondo

Mario Negri, oltre che vicepresidente di Manageritalia. (pag. 24)

Ida Bona è psicologa e consulente aziendale. (pag. 58)

Valerio Melandri è docente di Principi e tecniche di fundraisingpresso la facoltà di Economia di Forlì, Università di Bologna, e direttore delMaster universitario in fundraising. È presidente del Festival del Fundrai-sing e di Philanthropy centro studi. (pag. 48)

Claudio Nutrito, dopo essere stato manager in varie aziende, svol-ge attualmente attività di consulenza aziendale e formazione. (pag. 50)

Francesco Varanini è formatore e consulente, direttore della rivi-

sta Persone & Conoscenze e direttore scientifico di Assoetica. (pag. 32)

da Manageritalia

Daniela Fiorino

Hanno collaborato a questo numero

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