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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione FONDI SOCIALI LUCA CERISCIOLI A tu per tu con il Presidente L'INTERVISTA LUCA PAOLOROSSI Un taglio al cattivo gusto Partita del 70° CAMPIONI DI SOLIDARIETÀ Scienza L'IDENTITÀ DI EULERO RUBRICHE "Curiosando" LA PRIMA BOCCIOFILA JESINA Le origini del gioco a Jesi e in Vallesina n° 5 - OTTOBRE 2015 PASSWORD CAMPIONI di SOLIDARIETÀ VOLTI E IDENTITà DI UN TERRITORIO Viale della Vittoria 27/C - Jesi (AN) OUTLET: viale dei Platani 31, Marina di Montemarciano (AN) Foto di Matteo Baleani

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FONDI SOCIALILUCA CERISCIOLIA tu per tu con il Presidente L'INTERVISTA LUCA PAOLOROSSI Un taglio al cattivo gusto Partita del 70°CAmPIOnI dI SOLIdARIEtà

ScienzaL'IdEntItà dIEULERO

RUBRICHE "Curiosando" LA PRImA bOCCIOfILA jESInALe origini del gioco a Jesi e in Vallesina

n° 5 - OTTOBRE 2015

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CAMPIONI d i SOLIDARIETà

volti e identità di un territorio

Viale della Vittoria 27/C - Jesi (AN)outlet: viale dei Platani 31,

Marina di Montemarciano (AN)

Foto di Matteo Baleani

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QueStione di identità di Chiara Cascio

|EDITORIALE|

Password – l’accesso mirato all’informazione periodico d’informazione - n° 5 - Ottobre 2015Direttore responsabile: Chiara CascioEditore e Progetto Grafico: Studio GammaFoto di Copertina: Matteo BaleaniCoordinamento generale: Gianna Scortechini Collaboratori: Roberto Longo - Francesco Cascio - Catiuscia Ceccarelli - Riccardo Ceccarelli - Silvia Piangerelli Roberto Ceci - Talita Frezzi - Matteo Baleani

Che cos’è l’identità di una persona? La risposta più semplice è: riconoscersi ed essere riconoscibile.

(Giovanni Jervis)

Ogni mattina, la sveglia suona e ci invita al risveglio. Magari decidiamo di pren-derci ancora qualche minuto nel letto, per pensare a cosa dovremmo fare. Poi però, ci alziamo e compiamo il primo passo verso una nuova giornata. È l’inizio delle nostre azioni, presenti e future, che determineranno ciò che siamo oggi e che saremo. Mentre ci prepariamo ad un incontro, a un colloquio di lavoro, quando decidiamo di svoltare con l’auto a destra invece che a sinistra, ordiniamo un caffè al bar o semplicemente passiamo i minuti a controllare il nostro profilo Facebook

stiamo dando una definizione e un senso a noi stessi. Alle nostre vite. Sono le azioni che determinano la nostra identità. E sono più identità che defi-niscono un territorio. È così per il sarto Luca Paolorossi (pag. 8) che con la sua maestranza difende il made in Italy e tramanda la vocazione tessile di un territorio. Per il governatore delle Marche Luca Ceriscioli (pag. 12) che, per la durata del suo mandato, dovrà prendere decisioni importanti per la nostra regione. E per tutti coloro che traducono i valori in cui si riconoscono in azioni concrete, come nel caso della partita del 70° della CNA provinciale di Ancona (pag. 6), un evento in cui più identità si sono unite per dar voce allo spirito di solidarietà, di calore umano, a quel desiderio di voler aiutare gli altri. E se un’identità può essere data dall’insieme di più elementi tra loro in armonia, come insegna Eulero, (pag. 10), sono i volti delle persone, la loro storia e azioni, a rendere unico e speciale un territorio.

Registrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. 0731 701404, fax. 0731 706476 www.leggopassword.it - [email protected] [email protected] Copyright - Tutti i diritti riservati - Marchio e grafica registrati Vietata la riproduzione anche parziale. L’editore si riserva il diritto di segnalare alle autorità competenti co-loro che in malafede comunicano annunci non corrispondenti a verità.

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BOccE, chE passiOnE!Le origini deL gioco a Jesi e in VaLLesina

a cura di Riccardo Ceccarelli

|CURIOSANDO|

Il gioco delle bocce ha attraversato la storia dell'uomo. È antichissimo: addirittura in Turchia nella città neolitica di Catal Huyuk hanno rinvenuto alcune sfere in pietra che risalgono al 7000 circa a.C., mostrano segni di rotolamento e possono essere considerate le antenate delle bocce attuali. Oggetti simili sono stati trovati in Egitto, in una tomba del II millennio a.C. Anche i Greci e i Romani giocavano a bocce. Quest'ultimi cominciarono a usare sfere di legno. Nel Medioevo questo gioco divenne una vera e propria mania. Si giocava per le strade, sulle piazze, nei castel-li. Le bocce affascinarono tutti, nobili e plebei. Nel nostro territorio era diffuso in città, nei castelli e nelle campagne e non di rado era associato al gioco della ruzzola. Il primo club boccistico può essere considerato quello fondato nel 1299 a Southampton in Inghilterra, l'Old Bowling Green. Da noi, nono-stante fosse largamente praticato, per quanto ne sappiamo, la prima "Società del dilettevole Giuoco delle Bocce" fu fondata a Jesi nel 1826. Lo leggiamo ne L'Almanacchista anconitano per l'anno 1847 di Evaristo Masi, stampato a Loreto negli ultimi mesi del 1846 (pp.165-166), che insieme a notizie di Ancona dà informazioni sulle città limitrofe. Terreno di gioco era il prato nei pressi della chiesa di S. Marco, dove, chiusa al culto dalle leggi napoleoni-che nel 1810, in una navata fu ricavata, "onde difendersi dalle intemperie delle Stagioni", pure "un vasto ambiente" per giocare. La chiesa fu poi restaurata e riaperta al culto nella seconda metà dell'Ottocento. La Società era formata da "distintissimi Ecclesiastici, rispettabili Soggetti o per nascita, o per educazione"; presidente nel 1846 era il canonico Don Giuseppe Benvenuti; in quell'anno, 30 erano i soci "di numero", 10 i "sopranumeri" e 6 di "terza classe", scelti "tra po-chi e rispettabili individui". Pagavano tutti una quota annuale; "la Società poi suol dare 3 pranzi all'anno, e celebrare solennemente ogni decennio della loro istituzione". Può considerarsi la prima Bocciofila jesina dove "l'amorevole concordia, l'ammirevole unione, e la perfettissima pace " hanno "sempre regnato fin dai primordi della sua istituzione". Un gioco delle bocce più

"libero e spontaneo", più "caciarolo" forse, era quello che si svolgeva nei paesi e per le strade. E fu per diversi secoli regolamentato in particolare dalla Chiesa, non perché fosse contro il gioco ma per il rispetto dovuto ai giorni di festa, ai luoghi, alle funzioni sacre. Era così proibito giocare a bocce e a ruzzola nei pressi dei monasteri e delle chiese, nei giorni festivi e durante le celebrazioni liturgiche. Lo stabiliva, ad esempio, una lettera pastorale del vescovo di Jesi del 9 luglio 1767, recepita dal Sinodo celebrato nel 1772. Analogo provvedimento fu preso a Cupramontana nel 1818. Disposizioni che prevedevano sanzioni pecuniarie e che perdurarono almeno fino alla metà dell'Ottocento. Troviamo così due giocatori, uno di Castelbellino e l'altro di Monte Roberto, che il 20 agosto 1834 furono multati di 10 bajocchi per aver

"contravvenuto alla legge di astenersi dal gioco delle bocce al tempo delle sacre funzioni". Tre anni, dopo il 10 dicembre 1837, un altro di Castelbellino, "fu multato di un paolo per aver continuato a giocare a bocce dopo dato il segnale della campana". Altri tempi e possiamo anche sorridere. Il gioco negli anni si è consolidato e organizzato a livello nazionale e mondiale: non pochi oggi lo vogliono come disciplina olimpica. A Monte Roberto intanto nel 1933 gli hanno dedicato una lapide in marmo (è nel Piazzale Salvati) e come nel 1826 "il giuoco delle bocce" è chiamato "dilettevole". Una passione insomma che sfida i secoli.

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Lo ioM acquisterà una pompa di alimentazione dolore, che è un presidio per togliere il dolore ed alimentare i pazienti terminali direttamente presso le loro abitazioni.orizzonte Autonomia finanzierà con la sua parte di incasso le terapie riabilitative per i bambini disabili e i progetti di so-stegno alle loro famiglie.“E’ veramente un onore – dichiara Massimiliano Santini diret-tore provinciale Cna – poter contribuire a questi progetti che hanno una così forte valenza sociale a favore delle fasce più deboli. Il nostro intento nell’organizzare questo grande evento era proprio quello di celebrare i nostri 70 anni di storia ri-cordando che il nostro mondo di riferimento è l’impresa, ma l’imprenditore, prima di tutto è un cittadino e vive ed opera nel territorio che ospita anche noi come Cna, al quale siamo in-dissolubilmente legati e del quale intendiamo prenderci cura per un benessere diffuso”.La Cna ringrazia calorosamente la Nazionale Italiana Cantanti che ha accettato di partecipare, tutti gli enti che hanno offerto il patrocinio, tutti gli sponsor che hanno aiutato la realizzazio-ne dell’evento, tutti i collaboratori e le testate giornalistiche che hanno reso possibile la diffusione delle informazioni. “E’ grazie a tutti quanti – conclude Santini – che la giornata è stata un grandissimo successo. La solidarietà unisce tutti e dimostra, come più volte detto anche da Paolo Belli, che esiste un’Italia bella, un’Italia che ci piace”.

CAMpioni di SolidArietàCi sono partite in cui non sempre a vincere è il più forte. Partite dove fare rete significa segnare un goal a favore dei più deboli. Perché lo sport può essere anche questo. Un àncora di salvataggio per chi è in difficoltà e motore di solidarietà. Questo è quanto è accaduto domenica 11 ottobre con la partita del 70°, il grande evento firmato CNA Provinciale di An-cona capace di richiamare allo Stadio Carottidi Jesi migliaia di visitatori per la sfida tra la Nazionale Italiana Cantanti e la CNA&Friends. In campo, le celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo. Per la Nazionale Italiana Cantanti, in prima formazione: Pupo, Marco Masini, Paolo Belli, Moreno, Antonio Maggio, Boosta dei Subsonica, Tommaso Cerasuolo, Paolo Vallesi, Marco Ligabue, Renzo Rubino (portiere) guidati dal Capitano Neri Marcoré. A sfidarli, altrettanti campioni, con i colori della CNA&Friends: in primis Roberto Mancini, con il numero 10. E poi, sempre in prima battuta: Fabrizio Castori, la maglia rosa Michele Scar-poni, l’assessore allo sport del Comune di Jesi Ugo Coltorti, affiancati da imprenditori e vertici CNA: Maurizio Coltorti (portiere), Francesco Balloni, Stefano Bramati, Gianluca Martinelli, Andrea Moroni, Moreno Bordoni, Alberto Bucci. Con un risultato di 9 a 6, sportivamente, la Nazionale Italiana Cantanti ha avuto la meglio. Tuttavia, come ha dichiarato il vice presidente Paolo Belli: "Non è il risultato che conta, la vera vittoria è il pubblico presente allo stadio. Questa sentita partecipazione è il volto di un’Italia migliore”. Vince dunque la solidarietà, il calore umano, il voler aiutare gli altri. Circa 3.300 i biglietti venduti per un incasso comples-sivo di circa 28 mila euro. L’intero incasso sarà devoluto totalmente in beneficenza alla Lega del Filo d’Oro di Osimo, IOM Jesi e Vallesina e Orizzonte Autonomia di Camerano. La lega del Filo d’oro utilizzerà il fondo per l’acquisto di un’automobile per il trasporto dei bambini disabili che quotidianamente vengono accompagnati a fare attività varie.

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Esclusività e massima attenzione alla qualità: sono questi i capisaldi di pedro Sport, il nego-zio di abbigliamento uomo donna dedicato allo sport, moda casual e tempo libero. Nato dall’in-tuizione imprenditoriale di Cristiano pietrel-li e irene Alberici, Pedro Sport è un punto di riferimento sul territorio di Jesi e Vallesina per chi ricerca in ciò che indossa la praticità senza rinunciare allo stile. new Balance per le calza-ture – disponibili anche per bambino - trussar-di Jeans, liu-Jo, napapjri ma anche tommy Hilfiger, deha e le nuove linee Happiness e russel Atletic per l’abbigliamento sono solo al-cune delle grandi firme proposte da Pedro Sport in un vasto ed esclusivo assortimento. Dal jeans al pantalone sportivo, dalla t-shirt al maglione easy wear, dal giaccone all’accessorio, per ogni marca è possibile trovare una vasta gamma di prodotti, allestiti in apposite zone dedicate. “Ogni collezione è ricca di proposte, tutte esclusività di Pedro Sport - spiegano i titolari Cristiano ed Irene - Oltre alla qualità dei capi, non mancano la cordialità e la prontezza del personale nell’ of-frire al cliente la massima assistenza nella scelta della soluzione migliore per le proprie esigenze”. pedro Sport è a Jesi, in viale della vittoria 27/C, e a Marina di Montemarciano, viale dei platani 31, con un centro outlet e capi in sal-do dal 30 al 70%.

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|L’INTERVISTA|

4 Generazioni

SartoriaLUCA PAOLOROSSI

Ci sono molti tipi di guerre per altrettanti obiettivi di conquista. Quella che da molti anni sta portando avanti lo stilista luca paolorossi, il sarto di Filottrano, è una guerra per il ritorno al buon gusto nel vestire e alla ricerca di un Made in Italy che parli di sartorialità, ingegno, creatività e perchè no, sana follia. E ne sa qualcosa lui, il sarto sempre al di sopra delle righe, quello che con le sue provocazioni, campagne pubblicitarie al limite della decenza sempre sul filo della polemica, scatena la scintilla che accende però una (buona) idea. Figlio d'arte – lo zio di suo nonno, Isidoro Garbuglia aveva una sartoria a Jesi in viale della Vittoria e fu capostipite di una tradizione sartoriale che nel 2017 festeg-gerà il secolo di eccellenza nelle Marche – Luca Paolorossi ha vestito vip e imprenditori, attori e calciatori, ma anche semplici persone alla ricerca della classe perduta. Classe 1972, Dna sartoriale e gusto innato per l'eleganza e l'originalità, Luca Paolorossi è un imprenditore dallo sguardo feroce e l'uma-nità contagiosa. Mondano, eclettico e appassionato in qualsiasi cosa faccia, lo stilista di Filottrano porta avanti la tradizione di famiglia abbinando la defi-nizione ossessiva del taglio, la rigorosità nella scelta dei tessuti e la creazione dell'abito con uno sguardo ispirato alla mondanità della Dolce Vita romana.Quali sono le anime del sarto paolorossi?“Ne ho molte, a volte divento sarto, a volte grafico, creativo ma sempre pec-catore. E questo accade spesso perchè c'è troppa approssimazione, poi la gente vede in me una buona mammella da cui succhiare energie e denaro, perchè faccio mille cose, bevo vodka e mi arrabbio: pensano che sia mat-to. Ma non è così, io non ho filtri e non ho paura di risultare antipatico. Ho imparato il mestiere a 13 anni e dopo ben trent'anni di lavoro, un sacco di vicissitudini (tra cui un terribile incidente in seguito al quale è stato in coma e da cui ha lanciato una campagna choc contro la guida in stato d'ebbrezza, ndr.) sono ancora qui a combattere la mia guerra”.

Luca paOLOROssi,“DiamO un TagLiO aL caTTivO gusTO!”

di Talita Frezzi

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parlava di approssimazione...intende nel vestire?“Certo, ma in senso più ampio, proprio nella vita. Una volta si andava nelle boutique e ci si affidava per un con-siglio, oggi la gente va al supermercato e compra quello che trova a caso, ignorando che non tutto sta bene a tutti. Io sono un marchigiano che va in giro a fare la guerra per accaparrarsi una fetta di mercato puntando sulla qualità di capi sartoriali”. la sua famiglia affonda le radici in un lavoro che lei ha portato all'eccellenza: come mai pur essendo per antonomasia il punto di riferimento della moda maschile in italia e non solo, ha deciso di restare nella piccola realtà di Filottrano?“La mia famiglia ha sempre lavorato nella sartoria da quattro generazioni, da zio Isidoro Garbuglia ai nonni Lando ed Ersilia, ai miei genitori Enrico e Maria, a mio fratello Andrea, la mia compagna Sonia e mio figlio Pietro: credo nella famiglia, nel lavoro e nell'eleganza. Credo nelle coincidenze e nelle allusioni: Filottrano, deriva da filo, invo-cando nel nome stesso quella che da sempre è la sua vocazione tessile. Siamo approdati qui e sono orgoglioso delle mie radici, che porto nel mondo come vanto di creatività e di determinazione. Perchè dalle Marche arrivano tante eccellenze nel settore della moda e delle calzature, solo che sappiamo venderci male”. la sua famiglia è sempre al centro delle attività e delle intuizioni...“Per me la famiglia è la cosa più importante, è il perno attorno a cui ruota ogni mia idea. E in ogni mio progetto ci sono elementi che rimandano alla famiglia. Ad esempio, nel mio nuovo Gilet 'Or-Lando' antivento in cui Or-lando sta per orlatura ma Orlando era anche il nome di mio nonno e sulla parte anteriore ci sono 4 piccole sfere di diversa grandezza, che rappresentano le quattro generazioni dei Paolorossi”. oltre al grande attaccamento alla famiglia, ogni suo progetto o nuova idea è connotato anche da una finalità benefica...“Credo che in questo momento in cui il Governo ha tagliato un po' su tutto, siamo noi imprenditori a doverci rimboccare le maniche per dare una mano con azioni concrete”.in questa ottica nasce il bracciale 4-chetta, un oggetto di design che parla dell'identità tutta italica del mangiare bene...?“Esattamente. Nell'anno in cui l'Italia ospita Expo, la grande esposizione universale dedicata all'alimentazione, io voglio parlare a mio modo di cibo nutrendo il pianeta con l'energia trasversale della creatività. Violando le convenzioni, come nel mio stile, ho ricontestualizzato un elemento della tradizione quale la posata da tavola: ecco 4-chetta. Un simbolo di convivialità, del piacere di mangiare bene da sempre insito nella nostra cultura. Interamente prodotto nelle Marche da marchigiani affamati di vita, di cose belle, di cose buone e affamati di Italia, interpreto il bracciale 4-chetta come un simbolo della nostra identità e portatore di una mission benefica, perchè parte del ricavato della sua vendita sarà destinato in beneficienza. Ogni mese a un'associazione onlus diversa”.

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Nel cielo dell'Europa illuminista un matematico svizzero appena trentenne scrutava i pianeti e il Sole, sognando un nuovo modo per misurare lo scorrere del tempo. Questa sua passione lo portò ai confini delle conoscenze scientifiche dell’epoca, dalla geo-metria alla trigonometria, dal calcolo infinitesimale all' analisi e infine alla fisica. Sto parlando di Leonhard Paul Euler, alias Eulero. Paragonato già dai suoi contemporanei a Pitagora, Euclide e Newton, i contributi di Eulero sono innumerevoli: dall'introduzione di alcune notazioni e simboli poi adottati universalmente da tutti i matematici, allo studio dei numeri complessi, fino ad arrivare alla formula per calcolare molti dei numeri primi, per i quali il matematico aveva una passione particolare. E questi non sono che pochi esempi della sua opera.Immerso quindi in un mondo di teoremi, metodi, criteri e relazioni, il matematico sviz-zero formulò l’equazione da tutti riconosciuta come la più bella della matematica e passata alla storia come identità di eulero.La formula in questione é la seguente :

A prima vista questa raccolta di simboli può sembrare alquanto fredda e, per i non addetti ai lavori, persino incomprensibile. Ciò nonostante, nasconde in sè una profonda bellezza. Per dirla come Richard Feynman (il più grande fisico teorico del novecento dopo Einstein) essa lega tra loro, attraverso gli operatori fondamentali della matematica (uguaglianza, addizione, moltiplicazione ed esponenziazione), alcune tra le costanti, numeri e simboli quali 1 e 0 (gli elementi neutri rispettivamente del prodotto e della somma), e (la base dei logaritmi naturali), i (l'unità immaginaria, il numero complesso il cui quadrato è -1), π (pi greco, il rapporto fra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro). Come vediamo, numeri e simboli matematici scoperti in epoche diverse e in campi diversi, grazie a questa formula, come per magia, riescono a convivere insieme in perfetta armonia. Non fermarsi a fissarla almeno per qualche secondo e contemplarne lo splendore po-trebbe essere considerato un affronto imperdonabile.E di Eulero? Che ne fu dopo ?Diciamo che a partire del 1780 per il grande matematico cominciò un graduale ritiro dalle scene. Leonhard passò la maggior parte del suo tempo in famiglia, per lo più dando lezioni di matematica ai suoi numerosi nipoti. Questo non perché il suo intelletto o la sua memoria stessero perdendo qualche colpo. A 76 anni suonati, infatti, ancora ricordava perfettamente tutte le formule matematiche più importanti, le potenze fino al quarto grado e L'Eneide di Virgilio parola per parola. Quello che gli mancava era la vista, danneggiata irrimediabilmente dagli sforzi compiuti durante le sue osservazioni astronomiche. “Ora avrò minore occasione di distrazione” sembra avesse detto, per scherzare sulla sua quasi totale cecità.Eulero mori a San Pietroburgo nel 1783, colpito da una emorragia celebrale. Tutti gli appassionati e studiosi di matematica lo ricordano come un gigante dei numeri e delle equazioni. Per lui respirare voleva dire dire scrivere formule. Il suo stato mentale ricco di creatività e ispirazione , ha fatto di lui un grande artista della scienza.

EuLERO E l’ identità più BELLa DELLa maTEmaTicaa cura di Roberto Longo

Roberto Longo nasce a Jesi il 4 Gennaio 1978. Dopo ever ottenuto la laurea in ingegneria elettroni-ca presso l’ Università Politecni-ca delle Marche, si trasferisce in Belgio, dove consegue il Ph.D in ingegneria biomedica presso l’ Università Libera di Bruxelles. Nel Gennaio 2012 viene accettato all’ Università Montpellier 2, Francia, come ricercatore post dottorato, e nel Settembre 2013 riceve la cari-ca di professore associato presso l’ ESEO “grande école d’ingénieurs”, Angers. Autore di numerose pubbli-cazioni di livello internazionale, col-labora con diversi istituti di ricerca interessati allo studio e l’ utilizzo di ultrasuoni per la medicina e la biologia.. Per contattarlo scrivete a: [email protected]

|SPECIALE SCIENZA|

e iπ + 1 = 0

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Imparare l’inglese sarà più facile e divertente per i bambini. Arriva anche a Jesi il metodo musicale, creativo-espressivo che fino ad oggi ha conquistato più di 2 milioni di bambini nel mondo, in oltre 70 paesi: è Kindermusik.Il progetto nasce negli Stati Uniti nel 1978 per accom-pagnare i più piccoli verso la musica e l’uso di uno stru-mento musicale. Il percorso ha inizio già in età prescolare, attraverso l’educazione al ritmo e ai suoni con attraverso attività in gruppo, canti e filastrocche. Ben presto, però, fu evidente che questo corso, se effettuato in lingue straniere, può avere grandi benefici nell’apprendimento linguistico e non solo musicale. A introdurlo per la prima volta a Jesi è the victoria Company, scuola di lingue per eccellenza dal 1997, centro autorizzato Cambridge e membro AISLI (Asso-ciazione Italiana Scuola di Lingue), con sedi operative anche ad Ancona e a Recanati, recentemente entrata a far parte della rete International House World Organisation.“Oggi la ricerca parla chiaro: i bambini dovrebbero imparare le lingue presto perché fino a sette anni hanno la possibilità di impararne un numero illimitato, quasi senza sforzo, pur-ché esposti alla lingua in maniera naturale – fanno sapere dal centro The Victoria Company – Che le lingue si appren-dano meglio se si inizia da piccoli è ormai risaputo”. Addirit-tura c’è che, come la ricercatrice e logopedista Patricia Kuhl, considera i neonati dei veri “cittadini del mondo”, capaci di

distinguere i suoi di tutte le lingue indifferentemente dal pro-prio Paese di provenienza.Secondo quanto riportano gli studi, l’ ‘apertura mentale’ che caratterizza i più piccoli, però, va scemando man mano che si cresce e ci si focalizza su una sola lingua: più si aspetta e più la possibilità di parlare una lingua straniera ai livelli di un madrelingua si affievolisce.Kindermusik nei Paesi non anglofoni si inserisce appunto in questo contesto, portando avanti un percorso di qualità che avvicini i bimbi in età prescolare alla lingua inglese attraver-so delle sessioni interamente in lingua, in cui ci si dedica a quello che più piace ai bimbi: il gioco e la musica. I docenti proposti per questo corso devono avere delle competenze specifiche: essere madrelingua o livello madrelingua, con certificazione Celta e training specifico per le attività Kin-dermusik.Anche i bambini marchigiani da qualche anno hanno l’op-portunità di approfittare di questo corso grazie a Interna-tional House Victoria che, proprio in questi giorni, sta or-ganizzando delle dimostrazioni gratuite e senza impegno nelle sue sedi di Ancona, Jesi e Recanati. I risultati non si sono fatti attendere, come testimonia mamma Elisa: “Sento spesso mio figlio Marco cantare delle canzoncine in ingle-se, o a volte rivolgermi frasi ed espressioni in questa lingua. Che sia la volta buona che la impari anch’io?”.

imparare l’inglese giocando con il metodo KindermusiK, ora a anche a Jesi

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|L’INTERVISTA|

Luca cERisciOLi,i pRimi quaTTRO mEsi Di manDaTO TRa Luci E OmBRE

a Tu pER Tu cOniL gOvERnaTORE DELLE maRchEdi Catiuscia Ceccarelli

C’è Ceriscioli, direzione cambiamen-to. Questo lo slogan di successo di una campagna elettorale di succes-so che ha portato Luca Ceriscioli a diventare Governatore delle Marche. Nei primi quattro mesi di mandato, per il neo presidente della Regione sono arrivate vittorie ma anche cri-tiche. In primis, a gettare un’ombra sul suo operato, la questione dei tagli al fondo sociale che, ridotto da 34 milioni a 1 milione di euro dal precedente Esecutivo, Ceriscio-li aveva promesso e sottoscritto in campagna elettorale di ripristinare interamente. Ad oggi, crescono indignazione e preoccu-pazione da parte di Comuni ed operatori del welfare: dei 34 milioni promessi per l’assistenza, ne sono stati recuperati solo 15 tra sociosanitario e maggiori fondi statali. Nell’assestamento saranno previsti 14 milioni: 7 per il 2015 e 7 per il 2016. Questo quanto dichiarato e riportato dalla stampa circa un mese fa, dopo l’incontro del Governatore a Palazzo Raffaello con i coor-dinatori dell’Ambito, i sindaci e le Unioni dei Comuni per fare insieme il punto sulla situazione. E mentre il Presidente regionale annuncia l’impegno nella determinata ricerca di fondi europei, a Jesi la maggioranza Bacci lavora ad una mobilitazione per dare voce ai più deboli mentre il Co-ordinamento delle Associazioni di Volontariato di Jesi e della Vallesina non tarda a manifestare le proprie preoccupazioni attraverso una lettera indirizzata al Governatore. In questo guazzabuglio di luci e ombre, la redazione di Password si è mossa per cercare ri-sposte e per conoscere meglio Luca Ceriscioli. Ve lo raccontiamo attraverso l’intervista a cura di Catiuscia Ceccarelli. Un modo per avvicinare i lettori di Password e i cittadini della Vallesina a Palazzo Raffaello, luogo in cui si decidono le sorti politiche e amministrative di ognuno di noi.

presidente Ceriscioli, da Sindaco di pesaro a presidente dell’intera regione. Come sta vivendo questa grande sfida?"Con il senso di responsabilità di chi sa che sta affrontando temi e problemi strategici per i cittadini marchigiani in un momento storico di profondo cambiamento, ma anche con l’entusia-smo di chi ha ricevuto un grande consenso dalla gente e quindi può contare sul sostegno del territorio per governare e per fare scelte che saranno anche difficili e impegnative".Quali sono gli obiettivi principali ai quali state lavorando, per il bene della comunità regionale?"Gli obiettivi sono quelli contenuti nel nostro programma di governo, presentato in campagna elettorale e poi approvato dal Consiglio a inizio legislatura. Tra questi, ci siamo dati alcune pre-cise priorità per i primi trecento giorni: rinnovo della macchina amministrativa; sostegno agli affitti e rilancio dell’edilizia popolare; riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, completamento dell’offerta dei servizi e distribuzione in modo ottimale sul territorio regionale; impegno forte per il lavoro anche con il sostegno alle situazioni di maggiore criticità; sblocco degli investimenti per le strutture ospedaliere; sostegno all’economia rurale".Focalizziamoci sul territorio della vallesina, economicamente votato all’artigianato dove si vive una situazione complessa che coinvolge molte aziende alle prese con la crisi e con il peso della tasse. Qual è l’impegno della regione per garantire lo sviluppo econo-mico delle piccole e Medie imprese locali?"Oggi è sempre più necessario dare impulso all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese che devono trovarsi pronte, non solo di fronte alla crisi, ma anche e soprattutto ai primi segnali della ripresa. In questi mesi ho visitato e incontrato molte aziende, proprio per creare una rete anche a questo livello. È importante condividere le esigenze e i contenuti ma anche

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le scelte, perché è da questa condivisione sui percorsi concreti che possono nascere le opportunità e, so-prattutto, da qui deve concretizzarsi la programmazione regionale. Stiamo riservando una particolare attenzione all’erogazione di credito alle imprese, che in questi anni hanno maggiormente sofferto per le restrizioni di fidi e prestiti. Tutto ciò significa continuare a investire sul brand Marche, affinché la nostra regione divenga sempre più conosciuta ed apprezzata nel mondo".è sicuramente ancora presto per tracciare un bilancio definitivo di questo 2015 marchigiano ma ne chiediamo ugualmente uno provvisorio per capire l’anda-mento di questa seconda parte dell’anno, della quale - presidente - ha una visione più diretta."È presto ma alcuni risultati strategici cominciano a vedersi. Nei giorni scorsi abbiamo approvato il decalogo per la riduzione delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie: esso individua gli esami e le visite più critiche come tempi d’attesa, contiene una precisa inversione di rotta e un altrettanto preciso cronoprogramma. I primi risultati sono attesi per fine aprile. Sarà un ribaltamento rispetto alla situazione attuale: non sarà più il malato a rincorrere la prestazione sanitaria ma il sistema lo farà per lui, dopo averlo incardinato in un percorso programmato di presa in carico. Riuscire a recuperare i tempi lunghi è certamente una missione ambiziosa e difficile ma per il governo regionale costi-tuiva una priorità essenziale. Questo, oltre a ricucire il rapporto tra istituzioni, cittadino e strutture sanitarie, persegue anche il risparmio e l’appropriatezza delle prestazioni. Il sostegno del lavoro nelle Marche si è concretizzato in questi primi mesi con una presenza fattiva e concreta della Regione a fianco delle situazioni di maggiore crisi e, allo stesso tempo, con un occhio attento alla formazione e all’aggiornamento, perché siamo convinti che occorre investire su una generale riqualifi-cazione del lavoro che parta dai bisogni reali delle aziende, sul-la riconversione e sulla creazione di nuove figure professionali, sui giovani e sull’accrescimento della cultura d’impresa. E’ in quest’ottica che la giunta ha recentemente approvato due delibere che prevedono 2,3 milioni di euro per la formazione continua dei lavoratori e 3,8 da suddividere tra le Province per finanziare l'ap-prendistato e la ricerca. Un altro percorso importante è cominciato in questi mesi con l’appro-vazione del Piano di sviluppo rurale. Ora siamo in fase di definizione dei bandi. Approvato in tempi record dal Consiglio proprio per permettere al territorio di utilizzare al massimo i 500 milioni messi a disposizione dell'Europa. Questi sono alcuni dei primi risultati di un progetto che sarà complesso, anche perché si misurerà con una drastica riduzione del bilancio regionale (passiamo dai 400 milioni dello scorso anno ai 170 di quest’anno), ma che abbiamo intrapreso sin da subito insieme con i territori. Il primo atto della Giunta, infatti, è stato quello di incontrare gli amministratori delle cinque province, con i quali intendiamo assegnare le priorità di governo e misurare i risultati ottenuti".e sulla delicata questione dei tagli al Fondo Sociale, cosa intende fare?"Rassicuriamo sull’impegno preso: forniremo notizie più certe dopo l’assestamento di bi-lancio cui stiamo lavorando, documento che verrà chiuso solo dopo la parifica da parte della Corte dei Conti. Alla fine dell’anno, sapremo dare notizie più certe”.Guardando ai progetti futuri, per la regione Marche il 2016 sarà un anno dedicato a …?"… recuperare la centralità del cittadino in tutti i settori e processi strategici della vita amministrativa e politica della nostra regione".

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L’antiquariato come espressione di cultura, arte e identità di un territorio. Nell’epoca della globalizzazione e dell’omologazione, dove la funzionalità e il minimalismo con-tano più della bellezza e del valore, si fa strada il gusto per l’antico, la passione per quegli oggetti e mobili di arredamento ereditati dal passato, reinterpretati secondo gli usi e le esigenze di oggi. Ci vuole “naso” per rintracciare quei pezzi unici e rari, in grado di raccontare davvero una storia, la nostra storia: a dirlo è l’imprenditrice jesi-na Chiara Cercaci che, recentemente, ha aperto un negozio e-commerce dedicato all’antiquariato, il primo sul territorio, Il Cuore di Casa. “Mi occupo di ricercare oggetti unici, rari, di valore, mobili e complementi di arredo nei vari stili: antiquariato, shabby, dèco, industrial, rètro ed etnico - ci spiega Chiara - La differenza la fa la selezione, personalmente curata da me: sono tutti pezzi esclusivi, provenienti da ogni parte d’Italia e dal resto del mondo”. Basta un click per visitare la galleria, scoprire se si trova qualcosa di interessante, mettere nel carrello ed acquistare. L’azienda spedirà il tutto massimo entro due giorni dall’ordine oppure è possibile ritirare personalmente nel laboratorio/magazzino che si trova a Jesi in via Roma, 2.www.ilcuoredicasa.it

Nei giorni scorsi si è ufficialmente insediato il nuovo direttivo che guiderà l’asso-ciazione femminile cittadina per il prossimo biennio. daniela Morresi succede a letizia Saturni alla presidenza. Il passaggio di consegne è avvenuto presso i locali del Circolo Cittadino di Jesi. La dott.ssa Saturni ha ringraziato le socie per il grande impegno profuso in questi due anni che l’hanno vista Presidente. Ha anche augurato al nuovo direttivo che il biennio 2015-2017 sia all’insegna della concreta serenità grazie ai colorati e virtuosi talenti delle donne. La neo presidente Daniela Morresi è stata tesoriera dell’associazione negli ultimi due anni, ma da sempre è un importante punto di riferimento per lo sviluppo e l’impegno della FIDAPA BPW ITALY sezione di Jesi in città. Daniela Morresi sarà coadiuvata da Adelina Battistelli – VicePresidente, Gianfranca Schiavoni – Segretaria, Francesca Pentericci – Tesoriera, Elisa Mancini – Young e Catiuscia Ceccarelli - segretaria esecutiva. Letizia Saturni, oltre a ricoprire il ruolo di Past President della sezione FIDAPA BPW ITALY sezione di Jesi sarà impegna-ta come segretaria del Distretto Centro.

È il Magg. Benedetto iurlaro il nuovo comandante dei Carabinieri di Jesi. Dopo aver guidato per 7 anni la compagnia di Fabriano succede al capitano Mauro Epifani, nuovo comandante a Caltanisetta. «Per me è un cerchio che si chiude al termine di un’attività investigativa intensa vissuta a Fabriano - ha detto proprio Iurlaro in una conferenza stampa - Jesi, così come Fabriano è una città di persone laboriose e oneste. La loro vicinanza e collaborazione al nostro lavoro è fondamentale per il nostro lavoro». Certo non ci si può dimenticare come lo jesino sia un territorio martoriato dai furti e dagli assalti dei ladri negli appartamenti. Tuttavia, a poche settimane dal suo insediamento al Comando di Jesi, il Magg. Iurlaro e la sua squadra stanno già ottenendo ottimi risultati nella lotta alla criminalità. «In questo territorio difendere i cittadini dai reati contro il patrimonio resta una priorità - ha dichiarato - Siamo al lavoro per capire dove poter intervenire, in particolare in certe zone più a rischio».

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Benedetto iurlAro è il nuovo CoMAndAnte dei CArABinieri di JeSi

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