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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione L’ INTERVISTA ELISA DI FRANCISCA “La speranza agevola i sogni, l’impegno ci permette di realizzarli”. SpETTAcoLo MICHELE CUCUZZA “La speranza non va smarrita, l’Italia può ripartire”. LAVoRo DOMENICO SARTI “In Vallesina, troppi giovani arresi”. SALuTE A TAVoLA ROBERTO CECI “Speranza come energia per migliorare lo stile di vita”. AVVocATo MONICA CHECCHINI “Verso il diritto dei nonni”. n° 1 - FEBBRAIO 2014 PASSWORD Elisa DI FRANCISCA “LA SPERANZA, IL PRIMO PASSO VERSO LA REALIZZAZIONE DEI SOGNI” VentaSun Solarium Centro Estetico Via San Francesco, 27/a JESI (AN) Tel. 0731 213835 e-mail: [email protected]

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Password - L'accesso mirato all'informazione numero 1 del febbraio 2014

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L’ INTERVISTA ELISA DI FRANCISCA “La speranza agevola i sogni, l’impegno ci permette di realizzarli”. SpETTAcoLo MIChELE CuCuzzA “La speranza non va smarrita, l’Italia può ripartire”. LAVoRo DoMENICo SARtI “In Vallesina, troppi giovani arresi”.

SALuTE A TAVoLA RobERto CECI “Speranza come energia per migliorare lo stile di vita”.

AVVocATo MoNICA ChECChINI “Verso il diritto dei nonni”.

n° 1 - FEBBRAIO 2014

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E l i sa DI FRANCISCA“la speranza, il primo passo verso la realizzazione dei sogni”

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La SPERaNZadi Chiara Cascio

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Nessuno può tornare indietro ma tutti possono andare avanti. per seguitare nel cammino, domani, al levar del sole, sarà sufficiente dire:

“Vivrò questo giorno come fosse il primo della mia vita”.

(paulo coelho)

La speranza, l’ultima a morire. Proprio lei. Che è la linfa dei sogni. Il motore che permette di proseguire verso la meta, lungo percorsi tracciati dalle nostre scelte. Un credo. Un obiettivo possibile, seppur lontano. Un valore. Un invito a non desistere. La speranza è fondamentale per alcuni, per altri invece non è abbastanza. Alcuni l’hanno persa. Altri, all’opposto, vivono solo di quella. Sperare è sintomo di una volontà che non si arrende, che sogna altro. Qualcosa di meglio. Che sia nel lavoro, nel-la salute, nell’ambito familiare, è sognare una condi-zione migliore. Vedere al di là del presente, scorgere le possibilità nel futuro, anche prossimo. La speranza può aiu-tarci ad essere positivi e ottimisti riguardo al domani ma tocca a noi lottare oggi affinché quel sogno diventi la realtà. Password ha chiuso l’anno parlando di ricominciare, sfida, fe-licità. Ebbene, senza la speranza non esisterebbe il coraggio di affrontare un nuovo inizio, la determinazione nel raggiungere un risultato, la prospettiva di una vita ricca di gioia e serenità. E anche se dovremmo godere delle piccole gioie del pre-sente, possiamo a volte anche permetterci di guardare al di là del confine e chiedere di più. Ad iniziare da noi stessi. Viviamo ogni giorno come se fosse il primo. Meravigliamoci delle cose più semplici, proviamo stupore anche nelle sensa-zioni più familiari. Aspettiamoci nuove sfide ed avventure che potremmo affrontare con fantasia ed entusiasmo e cerchiamo di guardare avanti. Il trionfo non è il fine ma la conseguen-za delle nostre azioni. Apriamo l’anno nel migliore dei modi. Con l’augurio che sia finalmente l’anno della ripresa, della svolta, per l’economia, la società, le famiglie e noi stessi.

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EVEN

TIGli anni Settanta del Novecento, come i due decenni precedenti, sono stati gli anni della speranza. Con tutti i limiti che si possono indicare oggi, con senno del poi, ma è difficile non riconoscere a quegli anni una forte dose di entusiasmo, di movi-mento, di intuizioni, di ricerca. Un po’ sull’onda del ’68 e del maggio francese, della contestazione e della “rivoluzione giovanile”, come allora si chiamava, il “vento” che allora spirava nelle città e nelle università si fece sentire anche dalle nostre parti. Si registrava tra i giovani, studenti e operai, un vivace dinamismo, che si trasformava in iniziative come cineforum, partecipati incontri sui temi della politica e della vita re-ligiosa dove si metteva in discussione tutto e ci si metteva in discussione, si cercava e ci si ricercava. Segni e semi di speranza e non erano solo parole. C’era tanta vo-glia di comunicare idee, valutazioni, stimoli: e si mettevano pure per iscritto per una discussione più ponderata e per allagare ad altri il confronto. Nacquero in questo contesto una serie di periodici, mensili o quindicinali; venivano redatti soprattutto da giovani e giovanissimi nelle parrocchie o nelle sezioni dei partiti o in associazioni. Si dovrebbero cercare negli archivi (se sono stati conservati) o in qualche soffitta (se non sono stati bruciati). Erano per lo più ciclostilati, se ne tiravano al massimo poche centinaia di copie, si distribuivano tra amici e nelle famiglie. Dal cassetto della memoria e sulla traccia di qualche appunto si tenta ora di redigere un parziale elenco di questa stampa dimenticata che tuttavia ha segnato un stagione di forte vivacità giovanile nel nostro territorio. L’impegno, quindicinale delle ACLI di Ancona, primi anni Settanta, attento a ogni segno di rinnovamento, luogo di dibattito e di forti polemiche. Incontri, della Comunità Parrocchiale di S. Giovanni Battista di Jesi. L’obelisco, della Parrocchia del Duomo. La fiaccola, dal 1955, nuova serie dal 1971, San Paolo di Jesi; Il Ponte, mensile della Parrocchia di Mazzangrugno, dal 1972. La callarola, quindicinale del gruppo ragazzi della Parrocchia di Moie, dal 1970 al 1973. La pagina, quindicinale dal 1971 al 1975, a Castelplanio Stazione poi ad Angeli di

Rosora. A modo nostro, dal 1973 al 1975 a Stazione di Castelplanio. Il riflesso, dal 1976 a Castelplanio. Il Ter-zo Giorno, bollettino dell’omonima comunità di Monte-carotto, 1970-71. Sono queste solo alcune delle tante “testate” più o meno sorte all’ombra delle parrocchie. Altre ce n’erano a cura di gruppi giovanili politici o di altra ispirazione. Una ricerca più capillare, insieme a quei tanti volantini che venivano distribuiti a josa da-vanti alle scuole o durante le manifestazioni, potrebbe riservarci aspetti nuovi e originali di un mondo allora in forte dinamismo. Quelle pagine ingiallite rilette oggi, se per un verso rischiano di farci sorridere per qual-che espressione rivelatasi poi utopistica, d’altro canto manifestano una sorprendente freschezza giovanile, la volontà di mettersi in gioco e di non accontentarsi, una volontà di ricerca, che tutto sommato vanno percepite come aneliti di speranza per un mondo diverso. Che

poi tutto non sia riuscito a realizzarsi è un altro discorso. Esse rimangono comun-que una testimonianza di un impegno condiviso, di stagioni di vita non perdute e di una vivacità contagiosa, per le quali, chi allora le ha vissute prova nostalgia e ammirazione e anche un segreto desiderio che quella grinta e quell’entusiasmo si ripropongano oggi tra le nuove generazioni.

StAmpA DImEntIcAtAa cura di Riccardo ceccarelli

|CURIOSANDO|

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Sabato 8 marzo, la società Zero3 in collaborazione con il Comune di Casteplanio, organizza presso la sala polivalente il convegno “I genitori studiano i bambini: il nido li aiuta”. L’iniziativa nasce con l’intento di offrire a operatori ed educatori dei servizi per la prima infanzia l’opportuni-tà di confrontarsi e condividere esperienze su tema-tiche relative a crescita e sviluppo, al ruolo di supporto

svolto dal nido per le famiglie, alle strategie da adottare nei primi anni di vita del bambino. Il convegno prevedere la partecipazione di professionisti del settore tra cui il prof. Ferruccio Cremaschi di Edizioni Junior – Gruppo Spaggiari e direttore delle Riviste Bambini e Bambini in Europa , la dott.ssa Alda Bonetti del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia e il dott. Piero Crispiani, pedagogista clinico, ordinario presso l’Università degli studi di Macerata, direttore scientifico del Centro Italiano Dislessia. I lavori inizieranno alle ore 8.30 presso la sala polivante del Comune di Castelplanio e si prolungheranno fino alle ore 16.30 circa. Il convegno, ad ingresso gratuito, è rivolto a pro-fessionisti ed operatori del settore cui sarà consegnato al termine della giornata formativa un attestato di partecipazione. Nelle sale che ospiterà l’iniziativa sarà possibile ammirare anche la mostra fotografica che ripercorre la storia del Nido d’Infanzia “ZERO3” di Castelplanio dal titolo “Tracce dal passato…strada per il futuro”.

cAStElplAnIO, cOnvEgnO gRAtuItO pER OpERAtORI pRImA InFAnzIA

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ARIETE: Qualche tensione anche in questo febbraio, ma dopo la metà del mese potrai

osservare la situazione da un altro punto di vista e scoprire soluzioni alle quali non avevi pensato prima. In attesa dei primi segni di primavera e della svolta decisiva, continui ad insofferente da un posto di lavoro all’altro o al contrario cercando quello che non c’è. La via di mezzo non è contemplata, alla roulette o rischi tutto o non ti diverti.

TORO: Avrai una gran voglia di divertimento, di scoprire, di conoscere. I primi giorni di febbraio

ti renderanno parecchio intuitivo e anche comprensivo. Meglio fare tesoro delle scoperte e della tolleranza, perchè da metà mese in poi, soprattutto con familiari e amici ipocriti, la tua pazienza potrebbe scarseggiare. L’insoddisfazione non ti molla sul lavoro, ma combatterai riuscendo ad affrontare i dubbi trovando risposte.

GEMELLI: Grinta e determinazione per tutto il mese. Occhio agli equivoci che dovrai fronteggiare, visto

che potresti essere un po’ pasticcione e tendere alle gaffe. Se le idee non ti sono chiare, nuove e diverse esperienze aiuteranno a tenere aperta la mente e a raccogliere stimoli che ti regaleranno fortuna e nuove emozioni. Le occasioni vanno colte al volo...allora buttati visto che il periodo è buono per iniziare un nuovo percorso di vita.

CANCRO: Febbraio non sarà soltanto un mese di nervosismo, ma anche di scoperte, novità, sorprese. E soprattutto, di una sana presa di

coscienza su certe situazioni. Fino a inizio marzo bisognerà pazientare e lasciar passare la lieve insofferenza, soprattutto nella sfera privata. Non ti devi spaventare però: i migliori influssi dei pianeti ti invitano a pensare in grande e a guardare oltre le diffidenza in amore e lo stress del lavoro.

LEONE: Febbraio trascorrerà tra tanta forza di volontà, grinta e passione, ma ci sarà anche un

po’ di tensione condita da qualche battibecco. Sarà la seconda metà del mese a riservarti i momenti di maggiore nervosismo con chi ti circonda. Rifletti con attenzione prima di parlare, e non essere precipitoso nei giudizi, perchè potresti pentirti. Aspettati anche qualche bella

sorpresa che ti farà tornare il sorriso sulle labbra. VERGINE: Il mese scorrerà abbastanza serenamente. Nella prima parte di febbraio potresti

vivere un periodo particolare, tra dubbi e un po’ di confusione; cerca di tergiversare e non essere frettoloso: a partire dal tredici, vedrai che tutto ti sarà più chiaro. Troverai quello che cerchi sia in campo lavorativo che in amore, a patto che

rispecchi le tue convinzioni e i tuoi sogni più autentici. BILANCIA: Febbraio potrebbe essere un mese

che ricorderai: a te spetta fare in modo che siano ricordi piacevoli. Sarai grintoso ma anche impulsivo e irritabile. In te crescerà la voglia di cambiamento, e dovrai fare in modo che le novità che apporterai alla tua vita siano costruttive e non distruttive. Stai lavorando per il futuro, scegli con cura le persone di cui fidarti e taglia con chi ti appesantisce.

SCORPIONE: Ottima partenza di mese! Avrai una gran voglia di vita, di divertimento, di allegria. E vorrai lasciarti i pensieri alle spalle. La tua situazione appare

scorrevole soprattutto nella prima parte di febbraio. Ottimo periodo per affrontare eventuali problemi e chiarire quello che non funziona. Da metà mese in poi, potresti essere un po’ più teso e nervoso, ma si tratta di situazioni marginali.

SAGITTARIO: Febbraio sarà un mese positivo, a patto di scansare gli equivoci e la confusione che potrebbero regnare nella tua mente fino al

tredici. Evita, se puoi, di prendere decisioni importanti in questo periodo. Dal tredici in poi, avrai le idee più chiare e anche la vita sociale e familiare saranno più soddisfacenti. La primavera è già nell’aria per te: gli entusiasmi arrivano prima e in un battibaleno anche la svolta estiva.

CAPRICORNO: Buon inizio di mese, all’insegna della comunicatività e della voglia di chiarire, di conoscere, di sapere. Le tensioni saranno sempre

dietro l’angolo: infatti potrebbero renderti impulsivo e poco tollerante. Ma se sfrutterai bene l’astuzia e la tenacia, vivrai un febbraio tutto sommato scorrevole. Mantieni i tuoi mantra di accettazione e tolleranza e vedrai che ne sarai ricompensato!

ACQUARIO: Ci sono tanti, piccoli o grandi, segnali di cambiamento in atto. Novità che riguardano i più svariati settori e che ti faranno

sentire vivo e attivo. Avrai voglia di fare mille cose, di smobilitare situazioni stagnanti, di darti da fare. Quanti progetti! Ma soprattutto occhio che la stagione delle emozioni è appena iniziata, all’orizzonte si prevede una pioggia di frecce di Cupido con l’arrivo della primavera.

PESCI: La prima parte del mese avrà un’atmosfera quasi fiabesca. Fantasia, immaginazione, intuito

sono le qualità che faranno parte del tuo modo di essere, soprattutto se sei nato a fine febbraio. Il rischio è di volare troppo con la mente e di perdere di vista gli obiettivi concreti. Febbraio ti offre l’occasione di scrollarti di dosso quello che non ti serve più e magari porterà al consolidamento di molti legami che ultimamente sembravano perduti.

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“Sandro Franconi è un Animatore culturale versatile e rigoroso. Inizia la sua attività negli anni Settanta fondando alcune compagnie teatrali amatoriali, Gruppo Teatrale “Gli Ostinati” (1976), “Filodrammatica di Castelbellino” (1980), “Giovani di Castelbellino” (1982), mettendo in scena Oscar Wilde, Molière, Cechov, che vedono Sandro Franconi sia attore che re-gista. Da queste esperienze nasce nel 1987 la “Compagnia dell’Arco”, che nel 1990 si dà una configurazione giuridica quale associazione a carattere culturale. La compagnia, sempre sotto la direzione di Franconi mette in scena opere di Pirandello, Goldoni, Molière, calcando le scene del nostro teatro e di numerosi altri in ambito Provinciale e Regionale. Nel 1991 Sandro Franconi fonda “Castelbellino Arte”, rassegna d’arte, di cinema, di musica e teatro, che in questi venti anni ha visto a Castelbellino la presenza di artisti di fama nazionale ed internazionale come Artias, Zavattini, De Andreis, Stelluti, Guevara, Bruno d’Arcevia, Luigi Frappi, ecc. Sempre nell’ambito di Castelbellino Arte nel 2002, viene istituito il Premio “Mario Camerini – migliore canzoneda film” dando spazio ad un progetto “Mario Camerini e la cinematografia del ‘900” con appositi convegni annuali, dei quali il prof. Franconi è instancabile animatore e promotore. Non mancano nello stesso contesto rassegne musicali, di film, conferenze e presentazioni di libri; dal 2005, collabora con l’ Asses-sorato alla Cultura per organizzare la rassegna “Incisori marchigiani a Castelbellino”, con corsi estivi di incisione e ceramica. Collabora, poi, con il sottoscritto alla realizzazione di “Castelbellino Filosofia”, diretta dalla prof.ssa Laura Cavasassi, nel cui contesto si hanno le presenze prestigiose di Margherita Hack e di Giorello, ecc. Contribuisce in modo determinante al recupero di opere d’arte che si trovavano abbandonate nel Cimitero del Capoluogo (La Madonna del Rosario di Benedetto Nucci) e nella Chiesa di S. Maria (due tele di Van Schayck) e promuove con l’Amministrazione comunale la pratica per ottenere finanziamenti dai beni culturali per il Recupero di S. Maria; collabora con l’Ammi-nistrazione Comunale all’allestimento del Museo di Villa Coppetti e si adopera per allestire mostre e rassegne, cui dà la sua personale disponibilità per renderle visibili alla pubblica partecipazione. Sandro Franconi, di questeattività – e se ne è fatto cenno delle più importanti – è l’entusiasta programmatore, che trova nell’Amministrazione Comunale un partner istituzionale attento, convinto ed altrettanto motivato.”

Ad inizio anno, la comunità di Castelbellino è stata colpita dalla prematura scomparsa del Prof. Sandrino Franconi, cittadino benemerito di Castelbellino, ideatore e direttore di Castelbellino Arte, collaboratore prezioso ed insostituibile da decenni del Comune di Castelbellino, ideatore ed organizzatore di eventi culturali e di spazi per la fruizione culturale, promotore e regista teatrale con la Compagnia dell’Arco. Toccante e giusto il messaggio inoltrato dall’Amministrazione Comunale dopo aver appreso della tragi-ca notizia: “Trascurando volontariamente qualsiasi aspetto legato al proprio interesse personale e sacrificando una quantità di tempo inestimabile alla promozione culturale di Castelbellino, il Prof. Franconi ha condotto la sua vita all’insegna della ricerca cultu-rale ed al servizio della sua comunità. Ha contribuito in maniera sostanziale alla cre-scita culturale della comunità ed all’incremento della dotazione culturale ed artistica recuperando tutte le opere di rilievo artistico e storico del Comune trasformando la dotazione in un Museo permanente, il Museo Civico Villa Coppetti di cui è stato ideatore ed organizzatore; tramite il suo operato, Castelbellino ha ricevuto molto spesso riconoscimenti e no-torietà, in ambito locale, regionale ed, a volte, anche nazionale. Il Sin-daco di Castelbellino, a nome e per conto di tutta l’Amministrazione Comunale e della comunità, confermando la grande stima personale e riconoscendo gli eccellenti meriti derivanti dall’impegno del Prof. Franconi, esprime commosso la sensazione di profondo cordoglio alla famiglia del Prof. Franconi, ai fratelli Primetta e Bruno ed ai nipoti. Sarà una perdita grave ed insostituibile per Castelbellino: oltre ad es-sere stato un uomo di cultura, è stato un uomo competente, generoso, metodico e rigoroso. E’ stato un volontario modello, nello svolgimento del suo operato con onestà e sacrificio per il prossimo. Per la comunità locale, la sua perdita ha lo stesso valore che ha la perdita di Abbado per la musica, di Pavarotti per il canto, di Fellini per il cinema, di De Filippo per il teatro italiano. Il 21 gennaio 2013, abbiamo perso un grande concittadino che ha saputo farsi apprezzare per il suo qualificato impegno culturale”.

cI lAScIA un uOmO DI cultuRA,

InnAmORAtO DI cAStElBEllInO

|COMUNICANDO|

lE mOtIvAzIOnI DEllA cOncESSIOnE DEllA cIttADInAnzA BEnEmERItADA pARtE DEl cOnSIglIO cOmunAlE DI cAStElBEllInO Il 27 luglIO 2010

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|L’INTERVISTA|

ELISA DI FRANCISCA“lA SpERAnzA AgEvOlA I SOgnI, l’impegno cI pERmEttE DI REAlIzzARlI”a cura di Chiara Cascio

La speranza non sempre basta. A volte c’è bisogno di maggiore concretezza. Di lottare per raggiungere un obiettivo, di scendere sul campo di battaglia. O, nel caso di Elisa Di Francisca, in pedana. La pluripremiata schermitrice jesina crede più nell’impegno che nei sogni.“Bisogna lavorare ogni giorno e partire dai risultati più umili, nessuno nasce campione dal nulla – ci racconta Elisa – Attenzione dunque a non “sperare” troppo: è meglio darsi da fare”.Ne sa qualcosa il nuovo fiore all’occhiello della scherma jesina, una stella capace di brillare non solo in pedana ma anche sulla pista da ballo. “Sono una macchina programmata per uccidere! – scherza Elisa, a proposito della sua vittoria al programma di Rai Uno Ballando con le Stelle, lo scorso dicembre - Sono una ragazza che si impegna e se mi metto in testa una cosa la ottengo o, comunque, do il massimo per riuscire”.Classe 1982, la Di Francisca ha coronato negli ultimi anni una serie di successi: dall’o-ro nel fioretto alle Olimpiadi di Londra 2012 al titolo di campionessa europea nel giugno 2013 fino alla vittoria al reality “Ballando con Le Stelle”, programma condotto da Milly Carlucci, in coppia con il ballerino Raimondo Todaro.Elisa come definiresti l’anno 2013 che si è appena concluso?“Bello e sorprendente. Devo ammettere che però è iniziato ponendomi di fronte a dei cambiamenti: iniziando dal mio maestro, Stefano Cerioni, che è partito per la Russia ed è stato sostituito da Giovanna Trillini, con la quale ho dovuto costruire da capo il rapporto. Ricordo che non avevo la giusta concentrazione, specialmente nelle gare, e soltanto nella seconda metà dell’anno ho ritrovato le gioie della vittoria, sia nella scherma, insieme a Giovanna, che in televisione partecipando al programma della Carlucci”.Cosa ti ha spinto a partecipare a “Ballando con le stelle”?“Volevo mettermi alla prova con uno sport che non era il mio. Inoltre, si trattava di un impegno che si incastrava bene con gli allenamenti e quindi mi sono detta … proviamo!”Ed è andata piuttosto bene, dato che hai vinto il programma! Come ti sei sen-tita?“E’ stato un successo inaspettato in un contesto nuovo e diverso dalla scherma, quel-lo del reality sportivo, dove si è sempre in vista, con microfono e telecamera puntata non solo in trasmissione ma anche durante le prove. Partecipare ha messo in luce lati di me che non conoscevo: andare in scena con un’altra persona, dopo tre ore di truc-co, con capelli e ciglia finte, nastrini e paillettes, era qualcosa a cui non ero abituata, un’esperienza a dir poco fantastica. Ho imparato tutte e dodici le coreografie e questo mi ha fatto capire che con l’impegno posso ottenere tutto”.Elisa di francisca in due aggettivi.“Impulsiva e determinata”.Come ben sai, Jesi è stata insignita del titolo Città Europea dello Sport. Come vivi questo riconoscimento?“Era ora che l’Europa si accorgesse di Jesi! Mi auguro che questo titolo possa incre-mentare la visibilità della città , rendendola nota non solo per lo sport ma anche per la musica, per l’arte, per la storia, per il Verdicchio e tutte le sue ricchezze”.

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Cosa rende Jesi fucina di talenti?“Per quel riguarda la scherma, la città può contare su una bellissima palestra fatta di grandi persone, campioni e maestri. Qui i bambini crescono e ap-prendono la disciplina al fianco di talenti come Ste-fano Cerioni, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali... E anche io, che da bambina tiravo con loro, oggi inse-gno ai più piccoli. E molti di loro stanno venendo già fuori e saranno il futuro della scherma a Jesi. Cre-sceranno e diventeranno a loro volta maestri … ”.Da campionessa, hai avuto modo anche di dare il tuo contributo nel sociale. Dopo le olimpiadi di Londra nasce una collaborazione con la onlus Intervita, mettendo a disposizione il tuo entu-siasmo e tempo libero per aiutare il bambini del Sud del Mondo. Cosa ricordi di quell’esperien-za? “Il sorriso di quei bambini, la gioia seppur calata in una realtà dove non c’è scelta. Ho visitato gli ospe-dali, assistito alle sofferenze di giovane ragazze costrette all’infibulazione eppure, nonostante tutto, è proprio in quei posti che ho visto davvero apprez-zare la vita, più di quanto facciamo noi che siamo immersi in una quotidianità fatta di agi, confort e lusso”.Sempre insieme ad Intervita, hai preso parte an-che ad una compagna contro la violenza sulle donne. Qual è il tuo messaggio di speranza alle vittime di violenza?“Che c’è da volersi bene. Che è importante preve-nire ed evitare il peggio rendendosi conto, già da prima, di alcuni “segnali” presenti nella relazione e che si può scegliere di non proseguire la storia, pri-ma ancora che accada qualcosa di pericoloso. L’ho vissuto sulla mia pelle”.Elisa, oltre allo sport e alle tue battaglie nel so-ciale … hai interessi nel tempo libero?“Oddio, difficile trovare altro tempo al di fuori della scherma! Quando non mi alleno, magari cucino, mi piacerebbe migliorarmi ai fornelli…ma il mio pro-blema è la pazienza! Il resto lo dedico agli amici e alla famiglia.”C’è qualcosa che non sei riuscita a fare?“Se vedo che in qualcosa non riesco, lascio perdere da subito. Non so sciare, per esempio”.

Quali speranze riservi per il tuo futuro?“Nell’immediato – precisamente a febbraio - di ottenere dei buoni risultati nelle gare di Coppa del Mondo. Poi mi aspettano i Campionati Mondiali ed Europei e infine le Olimpiadi del 2016. Ma al di là dello sport, a fine carriera, vedo e spero in un’altra vita, dove avrò più tempo per coltivare le mie pas-sioni, apprendere e cimentarmi in nuove attività”.Sperare fa bene?“Sì ma non si può vivere di speranza, nella scherma come nella vita. Bisogna anche impegnarsi ed es-sere pratici nel perseguire un obiettivo. Ai giovani, in un periodo di crisi come quello che stiamo viven-do, voglio dire questo: chi ha idee e passioni si dia da fare. La strada per il successo inizia dalle cose più umili e prosegue con la fatica, la perseveranza, le sconfitte, le giornate no. Anche per me è stato così. Non si nasce campioni, è un traguardo che si guadagna. Con la speranza, sì ma soprattutto con il sudore”.

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Il muSEO cASA cOlOccI RIApRE Al puBBlIcO

Riapre di nuovo al pubblico la Casa Museo intitolata ad Adriano Colocci, penultimo discendente dell’antica casata nobiliare jesina, figlio di Antonio ed Enrichetta Vespucci, ultima erede del grande navigatore fiorentino. L’an-tica residenza gentilizia dei Marchesi Colocci, sita nell’omonima piazza, di fronte al Palazzo della Signoria, torna ad essere un’attrazione turistica in grado di offrire ai visitatori un viaggio nel tempo nella Jesi di due secoli fa. “Le vere opere d’arte del museo sono gli ambienti di vita settecenteschi,

recuperati e ricostruiti con attenzione per-sino nei dettagli – spiega l’assessore alla Cultura Luca Butini – Dal soggiorno al sa-lone da ballo, dalla camera da letto alle salette nobiliari e da pranzo, la Casa Mu-seo Colocci è un gioiello che arricchisce il patrimonio storico cittadino e completa l’offerta turistica del territorio”.Acquisito nel 1985 dal Comune di Jesi tramite un vitalizio dall’ultima Marchesa Cristina Co-locci, deceduta nel 2002 e madre di Attone, scomparso quattro anni prima, il museo era stato chiuso nel 2010 per via del degrado della copertura dell’edificio e riaperto –

con solo la quadreria – nei mesi di maggio e giugno 2013 in occasio-ne dei concerti musicali organizzati e promossi dalla Fondazione Lanari. I mobili, gli arredi e i suppellettili - trasportati e depositati nei magazzini di Palazzo Pianetti per via dei lavori - hanno fatto rientro negli apparta-menti originari solo in vista della riapertura. L’intervento di recupero del Comune è avvenuto grazie all’impiego di risorse interne e investimenti minimi ed ha permesso il rinnovo delle coperture, la messa in sicurezza del tetto e dell’impianto elettrico, oltre che l’installazione di un impianto d’allarme a protezione dei beni custoditi. A capo del progetto, il dottor Enrico Lancellotti, ex comandante della Polizia Municipale che, assisti-to dalla dott.ssa Romina Quarchioni della Pinacoteca, si è occupato del riallestimento del museo. L’antica residenza dei Colocci sarà aperta agli interessati ogni secondo giovedì del mese, dalle 16.00 alle 19.00. Il co-sto del biglietto è di 3 euro e include la guida. E’ possibile richiedere di visitare il museo – anche in gruppi di massimo 15 persone - al di fuori del giorno di apertura ma solo su prenotazione, chiamando il nu-mero 0731 538432 (Pinacoteca Civica) o 0731 538420 (Ufficio Turismo). “Un fiore all’occhiello per Jesi che quest’anno ha assistito ad un’impen-nata del flusso turistico – ha spiegato il consigliere delegato al Turismo Giancarlo Catani – In vista della stagione estiva, l’impegno dell’Ammini-strazione sarà quello di ampliare l’offerta, provando ad estendere gli orari d’apertura nei fine settimana”.

|COMUNICANDO|

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Le note della Filarmonica “G. Spontini” e della banda “L’Esina”, in formazione unita, hanno aperto la cerimonia di consegna della civica benemerenza “Spontini d’Oro”, arrivata alla quarta edizione. Una manifestazione toccante e suggestiva, quella ospitata domenica 2 feb-braio al Teatro Spontini del capoluogo. Oltre a condividere l’emozione dei cittadini che hanno ritirato l’onorificenza, il numeroso pubblico presente ha vissuto l’esperienza di un concerto straordinario, che ha proposto musiche di Gaspare Spontini e di Giuseppe Verdi eseguite dalla Filarmonica Gaspare Spontini e dalla Banda L’Esina di Moie in formazioni unite e dirette dai maestri Samuele Faini e Gabriele Bartoloni. Uno spettacolo molto apprezzato dai tanti cittadini intervenuti, che hanno partecipato in maniera calorosa all’evento. Il sindaco Gian-carlo Carbini ha presentato l’iniziativa come “un doveroso riconoscimento, da parte di tutta la comunità, a quanti operano in silenzio e con disinteressata dedizione”. Il sindaco ha inoltre spiegato come si sia voluto legare l’evento a Teatro per la consegna dei premi, intitolati a Spontini “genio musicale e grande esempio di munificenza e di generosità”, ad un momento musicale molto particolare, “donato” alla cittadinanza dalle due bande. A sottolineare l’im-portanza dell’occasione, anche il presidente provinciale Ermanno Costantini e il segretario nazionale Andrea Romiti dell’Anbima, l’associazione delle bande italiane. L’aspetto più emo-zionante del pomeriggio, dopo il saluto con l’Inno d’Italia all’ex presidente della Filarmonica G. Spontini, Aurelio Beltrani, scomparso prematuramente la settimana scorsa, proprio nel giorno dell’anniversario della morte del grande compositore, è stata la consegna delle bene-merenze relative all’anno 2013. Anche stavolta, come nella precedente edizione, i destinatari appartengono tutti del mondo del volontariato. Sono Dario Giampieretti, fondatore dell’Auser Vallesina di Moie, il Gruppo Giovanile di Servizio, ed Edda Guerro. Gli insigniti sono stati sele-zionati dalla relativa commissione consiliare sulla base delle segnalazioni e delle proposte di candidature pervenute al Comune. Giampieretti è stato premiato come “fondatore, ideatore e instancabile animatore della locale sezione Auser, che costituisce un’importante presenza associativa del nostro territorio per le tante iniziative di solidarietà che da anni svolge in aiuto alle persone, anche momentaneamente, non au-tosufficienti”. Il Gruppo giovanile di Servizio, rap-presentato da Mauro Curzi, con Alessandra e una nutrita rappresentanza dei volontari e dei loro ami-ci diversamente abili, hanno ricevuto dal sindaco, sceso in platea per la consegna, la civica beneme-renza con la seguente motivazione: “Con amore, amicizia, gioia, naturalezza e semplicità e con il coinvolgimento dei giovani svolge da anni attività per aiutare e sostenere i ragazzi disabili del nostro territorio e le loro famiglie”. Il riconoscimento inti-tolato a Spontini è stato assegnato anche a Edda Guerro, chiamata “madrina dell’Etiopia”. Il motivo? “Ciò che da essa arriva passa subito ai Missionari cappuccini delle Marche per arrivare la dove la miseria, la povertà materiale e culturale e la malattia provano a bloccare la vita e dove le mani ed il cuore dei Missionari portano la speranza e la solidarietà che nascono nelle famiglie della nostra comunità”.

cOnSEgnAtI glI “Spontini d’oro”

per l’anno 2013

|COMUNICANDO|

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lAvORO In vAllESInA, quEStO cARO ScOnOScIutO.

|L’INTERVISTA|

a cura di Talita Frezzi

L’economia mondiale prende slancio e accelera, spinta dalle economie avanzate. Dopo due anni di contrazione, anche l’Italia si risveglia dal torpore e guarda con ottimismo al 2014, sebbene ancora faccia un po’ fatica. E se il 2014 è l’anno delle grandi speranze, c’è chi quella speranza di trovare un lavoro l’ha persa. La fotografia dell’economia mondiale fatta dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) appare confortante, eppure restringendo il campo visivo ai confini marchigiani e ancora di più, puntando l’attenzione alle nostre colline, l’immagine è ancora quella di ieri: piccole e medie impre-se che cercano di andare avanti, un incremento del +44% a dicembre 2013 del ricorso alla Cassintegrazione e un tasso di disoccupazione che oscilla tra il 12 e 13% del totale della popolazione attiva in età lavorativa. In una Vallesina di ventuno Comuni e 121.109 abitanti, su 75.329 soggetti attivi (potenziali lavoratori) ben 10.274 sono disoccupati. Il 4% di questi, pari al dato nazionale, si è arreso. Per lo più giovani, che hanno smesso di portare curriculum, di fare concorsi, di mettersi in fila al Centro per l’Impiego, di accontentarsi e di incrociare le dita alle Agenzie per il lavoro interinale. Di speranze e di cruda realtà abbiamo parlato con il segretario della Camera del Lavoro di Jesi Domenico Sarti. Sarti, ma il 2014 non dovrebbe essere davvero l’anno dell’uscita dalla crisi economica?“In teoria, secondo i dati dell’economia nazionale e secondo le proiezioni del Fmi, dovrebbe essere così. Ma accanto alla speranza di reale uscita dalla crisi che ha messo in ginocchio il nostro Paese così come le Marche e la nostra Vallesina, di fatto si conferma il trend di crescita della disoccupa-zione, meno rapida e consistente del passato forse, ma ancora nettamente in crescita”. I numeri fotografano un quadro tutt’altro che roseo e anche un certo scoramento...“Effettivamente nei ventuno Comuni della Vallesina si registrano al Centro per l’Impiego di Jesi ben 10.274 disoccupati, cioè il 12-13% del totale dei soggetti in età da lavoro. Di questo altissimo numero, il 25% è rappresenta-to da giovani. Molti di questi però, hanno smesso di sperare e si sono rasse-gnati all’idea che il lavoro non c’è, aspettano passivi senza rivolgersi né al Centro per l’Impiego, né alle Agenzie interinali. Sono purtroppo scoraggiati, un esercito che rappresenta il 4% sul totale dei disoccupati della Vallesina, in linea con i dati nazionali dove i rassegnati sono il 4%”.E allora questi segnali di ripresa, come vanno letti?“I segnali lievissimi di ripresa ci sono, in effetti, ma solo perché sul territo-rio sono diminuite le aziende, quindi le risorse e la richiesta di commesse vanno distribuite tra pochi soggetti. Ma non c’è nuova occupazione, il la-voro viene distribuito tra le aziende rimaste e tra i lavoratori che sono già occupati. Certo, è una ripresa importante, in cui vogliamo sperare, ma che - almeno per il momento - non genera occupazione”.

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Dai dati Inps elaborati da Cgil Marche, il 2013 si è chiuso con 47 milioni di ore di Cassintegrazione (+22,6% rispetto al totale del 2012). Le ore di Cig nel solo mese di dicembre ammontano a 3,2 mi-lioni di cui 1,2 milioni di Cig ordinaria (+44% rispetto a novembre, complessi-vamente inalterate rispetto al dicembre 2012) e 1,3 milioni di Cig straordinaria e 616.000 di Cig in deroga. Dunque, come si apre il 2014 per le aziende della Val-lesina?“In questo gennaio non abbiamo registrato altre chiusure di aziende rispetto al 2013, anzi buone notizie arrivano per la Caimi2 di Monsano e per i suoi 70 dipendenti, che ha ripreso l’attività grazie a nuovi acquirenti e a una cordata di imprenditori che ha rileva-to l’azienda, impiegando il 50% degli ope-rai. Anche per la Ses stampi di Monterober-to (90 dipendenti in mobilità), che lo scorso anno ha dichiarato il fallimento, questo potrebbe essere l’anno della svolta: entro qualche mese si potrebbero concludere le

trattative attualmente in corso al Tribunale di Ancona per l’acquisizione da parte di im-prenditori del territorio”.Per gli altri grandi colossi della città, come fiat New Holland, Maip e Caterpil-lar le difficoltà sono acqua passata?“Anche la Fiat New Holland (oltre 1.000 di-pendenti), Maip (150 dipendenti) e Caterpil-lar (300 operai) hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali, tanto pesante è stata la crisi anche per loro. Ma lo hanno fatto minimamente e ora tengono bene”.L’auspicio dunque per questo nuovo anno?“L’augurio è che passati i primi mesi, se-gnati ancora da difficoltà di carattere pro-duttivo - conclude Domenico Sarti - i lievi segnali positivi di ripresa si possano sem-pre più consolidare nel primo semestre del 2014 e trasformarsi poi, nel corso del secondo semestre, in certezze per il nostro territorio, per le famiglie e per le aziende. E che queste speranze per la nostra Vallesina possano tradursi in nuovi posti di lavoro”.

... La DISoCCUPaZIoNE IN VaLLESINa: DaTI foRNITI DaL CIof JESI al primo semestre 2013

10.103 numero dei disoccupati (di cui 5.583 femmine e 4.520 maschi) rispetto ai 9.340 del 2012 (variazione del 8,17%) 198 iscritti alle liste di mobilità (di cui 70 femmine e 128 maschi) rispetto ai 412 del 2012 (variazione del -51,94%) 239 tirocini formativi (per 116 femmine e 123 maschi) rispetto ai 261 del 2012 7.218 cessazioni lavorative (4.019 femmine e 3.199 maschi) rispetto ai 7.569 del 2012 (variazione del -4,64%) 936.048 ore cassintegrazione in deroga provincia di Ancona 8.302.680 euro importi erogati Cig deroga provincia Ancona 1.122 aziende che hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali provincia An 4.460 lavoratori della provincia An che hanno beneficiato della Cig

Le statistiche dicono che...Le statistiche dicono che...

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|L’INTERVISTA|

a cura di Catiuscia Ceccarelli

IntERvIStA A mIcHElE cucuzzA

“bellezzA e oSPitAlità del territorio fAnno lA differenzA. in itAliA Si Può AncorA coStruire lA SPerAnzA.”

L’ ospite VIP intervistato per questo numero di Password è un personaggio del mondo della televisione e del giornalismo italiano, molto noto e ammirato dal grande pubblico e del quale ho l’onore di vantarne l’amicizia: Michele Cucuzza, giornalista, conduttore televisivo e scrittore. Oggi anche opinionista in diversi pro-grammi televisivi come “Verdetto Finale” e altre trasmissioni. Michele, sei anche editorialista del Corriere dell’Umbria in cui scrivi in uno spazio dal titolo “fuori dal video”. facciamo una fotografia dell’Italia di oggi: cosa c’è fuori dal video?“C’è un Paese stremato, molto stanco. C’è un’Italia molto provata da questa cri-si che, nonostante periodicamente ci dicano che stia per finire, in realtà conti-nua a condizionarci economicamente, creando difficoltà alle famiglie, ai giova-ni, alle coppie con conseguenze sui bilanci e ripercussioni su lavoro e politica. In questa situazione, per fortuna, ci sono anche momenti di speranza e di posi-tività in cui il Paese sa emergere e brillare, come nel caso del grande successo del film “La Grande Bellezza” di Sorrentino, candidato all’Oscar come miglior film straniero. Queste realtà di eccellenza, di qualità, meriterebbero di avere un effetto maggiore anche sui media, se ne dovrebbe parlare di più per far sottolinearne il riconoscimento.”Conduttore di successo di programmi televisivi importanti come “La Vita in Diretta”, Uno Mattina” e ultimo ma non importanza “Mission”. La tv di oggi, secondo Michele Cucuzza, dove sta andando?“La tv di oggi fa grandissimi progressi di pari passo con la tecnolagia che sta cambiando la comunicazione profondamente e rapidamente. Tuttavia, nonostante la diffusione di internet che raggiunge ormai più della metà degli italiani, la nostra tv è comunque, ancora oggi, il mezzo attraverso il quale gli italiani si informano e, dunque, si formano un’opinione.”La tv di oggi ha moltissimi canali e, di conseguenza, moltissime proposte con programmi televisivi di vario genere. Non credi che tutto questo possa disorientare lo spettatore?“In teoria dovrebbe essere vero il contrario. Dovremmo andare sempre di più nella direzione in cui ognuno di noi potrebbe scegliere il suo palinsesto, l’ordine di pro-grammi da vedere nell’arco della giornata: su internet, infatti, nei vari siti delle tv, ritrovi puntate ed episodi, all’ora e nel giorno che preferisci. In realtà, si dovrebbe essere più liberi di farsi una propria opinione. D’altra parte, temo che nel nostro Paese ci sia ancora difficoltà a diventare critici rispetto ai mezzi di comunicazione. Ricordiamo che i media nascono per informarci, comunicare, dialogare e socia-lizzare, ma devono essere utilizzati anzitutto con criterio, confrontati alla ricerca della verità e non subiti.”Grazie alle presentazioni dei tuoi libri hai avuto modo di conoscere l’Italia in lungo e in largo, hai visitato le province e incontrato tante persone. Che cosa pensi del nostro territorio? Secondo te, le zone dell’entroterra con le loro eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche, in cui trova respiro la vera bellezza italiana, possono fare la differenza, oggi come oggi?“Assolutamente sì. La provincia fa la differenza. Spesso facciamo riferimento a Roma come centro della politica e a Milano invece per l’economia. In realtà, c’è

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molto altro da scoprire ed è nelle province che si nascondono numerose bellezze culturali, pae-saggistiche e le eccellenze del nostro Paese. è nei piccoli centri che la qualità della vita è mi-gliore. Basti pensare a Trento, definita dalle sta-tistiche come una delle città dove si vive meglio. Così come nelle vostre Marche, c’è natura, cul-tura, una vita meno stressata e rapporti umani ancora accettabili e coltivabili. Gli stranieri e i tu-risti - in aumento - apprezzano moltissimo, forse più di noi.”Nel corso dei suoi viaggi in giro per l’Italia, le è mai capitato di venire qui nelle Marche, in particolare a Jesi, e se sì cosa ricorda di piacevole?“Ci sono venuto, eccome! Sono venuto alla pre-sentazione di uno dei miei libri, sono stato accolto con grande simpatia e ospitalità. Ho conosciuto nuovi amici, come te Catiuscia, e altri amici di An-cona che mi hanno dimostrato grande simpatia e apertura. Mi hanno accompagnato alla scoperta delle bellezze delle Marche, delle sue città e del paesaggio. Questa è la conferma che, anche in un piccolo angolo dell’Italia, c’è tutto quello che altri paesi importanti ci invidiano.”Tema portante di questo numero di Password è la “speranza”. Nei tuoi programmi come per esempio in “Mission” da poco andato in onda su Rai 1, nei tuoi libri, soprattutto ne “Il male curabile” e in “Gramigna”, che valore ha?“La speranza è un valore fondamentale. Noi non

possiamo as-s o l u t a m e n t e smarrirla. Sono certo che l’Ita-lia, riannodando i suoi fili sciolti, ritroverà la spe-ranza. Faccia-mo grandi con-quiste da tanti punti di vista, per esempio, la ricerca. Nel mio libro “Il male

curabile” ho raccontato l’esperienza di uno scien-ziato italiano, il Prof. Mauro Ferrari, che ha sviluppato le nanotecnologie nella battaglia con-tro i tumori, appena nominato dal governo a pre-siedere la commissione che dovrà fare una valu-tazione sulla questione Stamina. E come lui molti altri nella sanità sono in grado di portare il Paese a competere a livello internazionale. Quello che racconto in “Gramigna”, invece, è la speranza dei giovani. Racconto la storia di un giovane, Luigi Di Cicco, figlio di un boss della Camorra. Suo padre è stato condannato all’ergastolo. Il ragazzo, pur soffrendo, riesce a costruirsi una sua esistenza tutta basata sulla legalità, lontana dal mondo di suo padre. Diventa un affermato ristoratore di Ci-vitavecchia, ha una famiglia e una figlia. Costru-isce la speranza, la fa diventare realtà. Di Cicco è un giovane che fa parte dell’Italia positiva, che va avanti. è vero che in molte parti del nostro Paese domina l’illegalità ma che c’è anche tan-tissima realtà positiva. La speranza va premiata. Mi piacerebbe che Luigi Di Cicco diventasse famoso come l’esempio di un’Italia che ha scelto la legalità.”

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Mai nulla di splendido è stato realizzato se non da chi ha osato credere che den-tro di sé ci fosse qualcosa di più grande

delle circostanze.(Bruce Barton)

Se puoi sognarlo, puoi farlo. Probabilmente è la frase più famosa di Walt Disney, quella in cui tutti abbiamo confidato almeno una volta nella vita. Il sogno di Gianna, per esempio, era quel-la di realizzare un giornale. Una rivista di informazione, che interrogasse il sapere degli esperti e lo mettesse a disposizione dei cittadini. Che avesse attenzione per il locale, che fosse la voce per le associa-

zioni del territorio e che desse spazio alle istituzioni. Nasce così Password, cinque anni fa, prodotto editoriale di Studio Gamma, l’agenzia di comunicazione e pubbli-cità di cui Gianna Scortechini è a capo. Ma la fine di questo sogno era solo l’inizio di un’altra avventura. Alla direzione del giornale viene chiamata Chiara Cascio, giornalista di 25 anni, che ha curato i contenuti ed ha dato alla rivista il taglio voluto dall’editore. Servizi di approfondimento, rubriche esperti e spazi riservati all’infor-mazione locale racchiusi in un formato pocket, completamente a colori, sono gli ingredienti che hanno reso unica e differente la realtà di Password. La redazione inizia ad ampliarsi e nascono così le prime collaborazioni.Alla grafica francesco Cascio che cura anche il sito della rivista leggopassword.it. Allo staff, si aggiungono via via: Catiuscia Ceccarelli, giornalista televisiva, volto di TVRS, si occupa della rubrica “Spettacolo”, interviste e personaggi della TV.

l’accesso mirato all’informazionePASSWORD

pASSWORD, lA SpERAnzA DI cREScERE AncORA

LA R

EDAZ

IONE

Francesco Cascio Catiuscia Ceccarelli Matteo Baleani

Gianna Scortechini

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l’accesso mirato all’informazionePASSWORD

Silvia Piangerelli, esperta nell’editoria e libri per bambini, cura la rubrica “Lettera-tura per l’Infanzia”. Talita frezzi, da anni cronista per Corriere Adriatico, si occupa di interviste e servizi di approfondimento. Riccardo Ceccarelli, giornalista locale esperto in storia e cultura del territorio. Da sempre anche con noi gli esperti Ing. Roberto Longo, responsabile della sezione Scienze, l’avv. Monica Checchini, il nutrizionista Dott. Roberto Ceci e altri professionisti che, in questi cinque anni, hanno dato il loro contributo nel fare crescere la rivista. E la famiglia continua a crescere, con l’ingresso di Matteo Baleani e la sua rubrica Tempo Libero (serie tv – videogiochi) che rende la rivista ancora più dinamica. A riconoscere la validità del lavoro di questa piccola ma solida redazione, anche la Regione Marche che stipula con Password un accordo quadro e ci inserisce tra i suoi media partner. Nel corso di questi non ultimi ma primi cinque anni di attività, Password ha regalato a tutti tantissime emozioni. Non solo per le lettere dei lettori che arrivano, puntuali, dopo ogni numero, ma anche perché ha restituito qualcosa a ciascuno di noi, umanamente e professional-mente. Sulle pagine del magazine, hanno trovato spazio personaggi come Alessia Polita, Cristiana Monina, Nancy Bernacchia, Alice Bellagamba, Francesco Mariotti-ni, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca e poi vip del mondo dello spettacolo come Stefano De Martino, Carla Gozzi, Ana Laura Ribas e della politica come il presidente della Camera Laura Boldrini. Ed il bello di Password è che noi sogniamo ancora. Ad oggi, ab-biamo dimostrato di saperci battere anche contro la crisi eco-nomica, crescendo quando tutti desistevano. Siamo convinti che c’è ancora molto da dare, che i traguardi sono ben altri e che questa rivista – giovane ma non per questo meno valida di altre – ha ancora molta strada da fare. Crescendo insieme ai propri collaboratori, ai lettori e ai clienti. In un percorso che forse sarà in salita ma che è quello che sogniamo. Arrivare a voi. Continuare a vedervi uscire dai negozi con una copia di Password tra le mani. è questo che sogniamo. La nostra speranza, per il futuro.

Riccardo Ceccarelli Silvia Piangerelli Talita Frezzi

Chiara Cascio

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Via Risorgimento 189/a - MoIE DI MaIoLaTI SP. (aN)Tel. 0731 701404 - fax 0731 706476 - www.gammastudiografico.it

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la pubblicità non sceglie per nessuno.

permette di scegliere meglio. e basta. Jacques séguéla

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|NUTRIZIONE|

InvEStI Sul

tuO StIlEDI vItA

a cura di Roberto ceciDottore in Scienze dell’Alimentazione

e Nutrizione umanaNutrizionista

La difficoltà più grande è solo all’inizio. Questo è vero per molte situazioni che compor-tano un cambiamento, cam-biare lavoro, cambiare stile di vita o smettere di fumare. La difficoltà sta solo all’inizio, ovvero fino a quando il nostro cervello continua a rimanere ancorato ad una situazione, ad un evento e all’emozione che

lo genera. Ecco allora che la speranza può essere la vera forza, il moto-re propulsore per riuscire a superare gli ostacoli. La speranza intesa come aspettativa fiduciosa di un futuro positivo può essere davvero l’energia che è in grado di innescare un circolo virtuoso e chiudere un circolo vizioso. L’alimentazione e la nutrizione hanno un legame molto stretto con la psiche; fame e sazietà sono regolati a livello centrale dal nostro sistema nervoso e le scelte che compiamo a tavola sono dettate in maniera rilevante dalle nostre emozioni e dalla nostra mente. I comportamenti dell’uomo sono in-fluenzati dall’esistenza di una fitta rete di scambi, in entrambe le direzioni, tra l’intestino e il cervello, in grado di modulare il rilascio di citochine e neu-rotrasmettitori. Questo ci da un grande potere di condizionare il nostro cer-vello. La condizione di sovrappeso o obesità ad esempio può essere superata partendo proprio dalla speranza, in particolare dalla speranza di vedersi più attraenti per se stessi e di conseguenza per gli altri, dalla speranza di ve-dersi in un corpo appropriato e di vivere in maniera armonica e piacevole le proprie forme. La speranza potrebbe essere la scintilla che accende il desiderio di cambiare qualcosa ma solo attraverso la tenacia nell’agire è possibile realizzarla. In cosa si può allora sperare seguendo una corretta nu-trizione ed un corretto stile di vita? La corretta nutrizione migliora la qualità di vita, migliora il nostro riposo, la nostra energia, migliora il nostro umore e di conseguenza le relazioni umane nonché previene molte malattie croniche. Fare attenzione alla maniera in cui ci nutriamo è come fare un investimento sul nostro stato di salute. La speranza è dunque una spinta positiva ma che non può essere trascurata e abbandonata a se stessa, va altresì coltivata ed aiutata affinche possa essere trasformata in realtà. è necessario uscire dalle abitudini (alimentari) che hanno portato alla condizione attuale ed evi-tare che la speranza del cambiamento si spenga, lasciando spazio alla noia. Evitando così di rientrare nelle spirale negativa. Nutrire un sentimento di fiducia genera immaginazione ed emozioni positive che possono essere messe a frutto per raggiungere un obiettivo. La speranza può essere quella di migliorare il nostro corpo o di uscire da una condizione sgradevole ad ogni modo va colta nella sua essenza: una spinta propositiva.

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Invito tutti i lettori di Password a scrivermi

via mail: [email protected]

via posta a: Avv. Monica Checchini, Via Clementina, 31 - Castelbellino Staz.

- An - i quesiti legali che li assil-lano, al fine di consentirmi di aiutarli o comunque, di orientarli verso le scelte

più opportune.

Si avvisano i lettori che hanno sottoposto quesiti

legali alla sottoscritta che riceveranno il parere direttamente al domicilio

indicatomi.Potete rivolgermi domande, condividere esperienze e trovare risposta ai vostri

quesiti sul foRUM presente nel sito dello Studio www.studiolegalechecchini.it

|L’AVVOCATO RISPONDE|

Il Codice Civile italiano, all’art. 155, garantisce al minore il “libero ac-cesso” nei confronti dei parenti e, quindi, dei nonni; si ritiene infatti che “l’interesse del minore coincide con la conservazione dell’am-biente domestico, scolastico e cittadino, nonché con la conservazione delle già instaurate relazioni famigliari”. Purtroppo in Italia ancora non esiste un vero e proprio diritto dei nonni (pur apparendo essere di imminente riconoscimento) a “mantenere una relazione stabile e significativa” con i nipoti;i nonni (così come gli altri parenti) non possono cioè agire nei con-fronti dei genitori (unici ai quali spetta la potestà sui figli) in ordine alla gestione della vita familiare o all’educazione e alla crescita dei nipoti.Tuttavia, nel caso in cui, sussistendo un rapporto significativo nipo-te – nonno, i genitori decidessero di impedirlo o limitarlo senza che tale scelta fosse fatta nell’esclusivo interesse del minore, i nonni (così come gli altri parenti) potrebbero ricorrere al Tribunale per i Mino-renni affinché venga emesso un provvedimento che garantisca in-contri e rapporti significativi del minore con i nonni, sempre che ciò corrisponda all’interesse del minore.Allo stato quindi, ciascun genitore, qualora l’altro dovesse ostacolare gli incontri tra minori e nonni, potrà ricorrere al Giudice che potrà di-sporre un risarcimento dei danni a carico di un genitore nei confronti dell’altro, ma nessun risarcimento è previsto per il nonno al quale si impedisca di incontrare il nipote.

Il 27 novembre 2012 è stata tuttavia approvata la legge n. 219 (pub-blicata in G.U. il 17 dicembre 2012, n. 293, in attesa dei decreti legi-slativi di attuazione che dovranno intervenire entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore) con l’obiettivo di eliminare ogni discriminazione tra i figli, anche adottivi, nel rispetto dell’art. 30 della Costituzione;

e la stessa, all’art. 2, comma 1, prevederebbe anche in fase di at-tuazione l’introduzione della legittimazione attiva dei nonni (il di-ritto dei nonni cioè ad agire direttamente ad esempio per il rico-noscimento del diritto ad una autonoma frequentazione dei nipoti) a far valere il proprio diritto a mantenere rapporti significativi con i nipoti, con l’inserimento di uno specifico articolo del codice civile, sempre ovviamente nel rispetto dell’interesse superiore del minore. Ai nonni non rimane che attendere!

RAppORtI tRA nIpOtI E nOnnI l’interesse superiore dei minori e il diritto dei nonni a mantenere i rapporti

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Corso Matteotti, 12 - Jesi (AN)Tel. 0731 59932 [email protected] - www.esitur.com

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|LETTERATURA PER L’INFANZIA|

Silvia Piangerelli è laureata in Lettere e ha conseguito un Master in Editoria con una tesi sulla letteratura per l’infanzia e sull’importanza delle fiabe per lo sviluppo psicologico del bambino. Lavora come redat-trice e ideatrice di testi per una casa editrice, per cui scrive articoli, racconti, testi di varia natura destinati ai bambini e alle insegnanti.

“…e vissero felici e contenti”.

La spEranza di… vivErE fELici E contEnti

Fin dall’infanzia, i bambini si trovano ad affrontare problemi molto com-plessi di costruzione della propria personalità. Come gli adulti, si pongono domande esistenziali, si chiedono chi sono, ma, a differenza dei grandi, non vogliono risposte razionali, desiderano solo essere rassicurati e gui-dati nel processo di crescita attraverso un linguaggio che arrivi diretta-mente al cuore, come quello della fantasia. Le fiabe riescono bene nello scopo: sanno emozionare, coinvolgendo la mente e il cuore. Ascoltando le prime paroline magiche, il “C’era una volta” che accomuna tutte le fia-be, i bambini sono subito proiettati in un sogno che li aiuta a elaborare le emozioni e che infonde loro speranza… speranza nella vita, nell’amore e nella forza del bene e della giustizia. è vero che le storie e i personaggi fiabeschi sono irreali, ma i sentimenti di speranza nei confronti della vita che un bambino prova ascoltandole sono reali e gli danno la forza di

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affrontare ostacoli e paure. Raccontare una fiaba al proprio piccolo è, quindi, un ottimo modo per trasmettergli speranza nel futuro e anche nel presente, aiutandolo a capire che esistono sì gli “orchi” ma che possono essere sconfitti con l’astuzia e l’intelligenza, proprio come fa Pollicino; che la paura di essere abbandonati e la gelosia per i fratelli si possono superare, come ci insegnano le fiabe di Hansel e Gretel e Cenerentola. Vladimir Propp, il più grande studioso della fiaba, individua in queste narrazioni popolari 31 funzioni: l’ultima è proprio il lieto fine, ovvero il coronamento del desiderio. Dopo mille peripezie, lotte, disavventure e trasfor-mazioni arriva quel tanto atteso “e vissero felici e contenti”, capace di infondere spe-ranza, di rincuorare e di far sognare un prin-cipe o una principessa con cui vivere una eterna storia d’amore. Grazie al lieto fine, il

bambino riesce a guardare i suoi sentimenti senza spaventarsi e senza sentirsi cattivo per ciò che prova, acquistando inoltre la fi-ducia e la sicurezza in se stesso. Meglio evi-tare dunque fiabe che finiscono male o con un finale punitivo, perché potrebbero desta-bilizzare e generare preoccupazioni; anche le morali esplicite non sono molto indicate poiché è importante che il bambino arrivi a cogliere da solo il significato della storia e se per qualche motivo non ci riesce, sarà lui a chiedere. Raccontare una fiaba è quindi un’occasione per comunicare intensamente con i bambini, per far capire loro che “ci sia-mo” e che li aiuteremo a sconfiggere ogni paura e a superare ogni ostacolo.

Per suggerimenti, domande ed altro potete scrivermi al seguente indirizzo mail: [email protected]

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|TEMPO LIBERO - GIOCHI|

Quasi nessuno sa resistere all’applicazione del momento. Che tu abbia un tele-fono da 200 o da 600 euro, un iPhone o Android, non importa: il tormentone ti colpirà. è stato così per Angry Birds, poi per Ruzzle e infine per Quiz Duello. In questi giorni, dopo aver riscosso grande successo in America, arriva in Europa e in Italia flappy Bird. Un giochino dove, semplicemente colpendo lo scher-mo, si fa battere le ali e prendere quota a un uccellino grassottello che dovrà passare fra due tubi in uno spazio molto ristretto. Tutto qua? Si! Come mai un gioco del genere, simile a molti altri, ha riscosso un successo mondiale? Molto probabilmente per uno strano caso di fortuna ma, onestamente, bisogna no-tare come, a differenza dei suoi simili, Flappy Bird può contare su un livello di difficoltà molto elevato. Alla base del suo successo, l’intento di “finire la partita in 4 secondi” (letteralmente) e la sua conseguente natura da giochino mordi e fuggi, unito al senso di sfida che ti porta alla fatidica frase “ancora una e poi smetto”. Lo sviluppatore, un ragazzo vietnamita di 29 anni, in sole 48 ore è riu-scito a programmare il tutto da solo, un semplice gioco che ora gli sta fruttando 50’000 dollari al giorno grazie alla pubblicità presente nell’app (scaricabile gra-tuitamente). Ma dietro a questo grande successo stanno già circolando molte voci. Sembra proprio che Flappy Bird potrebbe essere ritirato a breve, forse proprio mentre state leggendo questo articolo. Il motivo? Secondo lo sviluppa-tore, tutto questo successo e le migliaia di mail e telefonate che sta ricevendo rischiano di rovinargli la vita. Almeno è ciò che scrive su Twitter. Secondo alcuni invece potrebbero esserci motivi legali. I tubi presenti sarebbero troppo simili a quelli del famoso videogioco Super Mario Bros, mentre per altri, una parte del codice di programmazione risulterebbe clonato. Personalmente credo a una terza ipotesi. Ritirare un gioco sulla cresta dell’onda a livello mondiale, prima del suo lento ma inesorabile declino - come accaduto ai predecessori, Ruzzle su tutti - potrebbe stimolare quell’effetto un po’ cult un po’ leggenda che, se sfruttato bene, porterebbe ancora di più il gioco sulla bocca di tutti rendendo poi un potenziale nuovo rilascio un successo economico ancora più grande. E voi, lo avete scaricato?

FlAppy BIRD l’APP tormentone del momento

a cura di Matteo Baleani

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Ironico, graffiante, attuale, soprattutto umano. Più vicino a ognuno di noi di quanto possiamo mai immaginare. è l’ultimo libro di Giancarlo Trapanese. “La giusta scelta” (Italic – Pequod Edizioni). Il giornalista e vice capo redattore della sede Rai per le Marche racconta la storia tragicomica di Sauro Rocchi. E proprio all’autore, che abbiamo incontrato personalmente, abbiamo chiesto: chi è in realtà Sauro Rocchi? Chi rappresenta?“Sauro Rocchi è un po’ la parte di noi che, in questa vita, non si sente realizzata. Nel romanzo Sauro Rocchi è un bancario di Padova trapiantato a Roma, di quelli che si possono definire “sfigati”. Ha avuto due matrimoni falliti, un figlio che lo detesta. E’ stato uno dei più grandi hacker, a livello internazionale, però il suo sogno informatico l’ha messo nel cassetto per la sicurezza di un posto di lavoro, che lo ricambia, sì, con la sicurezza, ma anche con tantissime delusioni. Viene costantemente superato da altri che sono raccomandati e lui rimane vice capo ufficio a vita. Quando per l’ennesima volta viene superato da un collega più giovane e meno titolato, questa sua condizione scatena in lui la rabbia. Da onesto e integerrimo bancario, Sauro Rocchi concepisce una mega truffa nei confronti del proprio istituto, per cambiare vita, per vivere da milionario. Un po’ il sogno di tutti noi: essere altro rispetto a quello che si è e diventare ricchi.” Perché è ancora difficile per molti, adulti e giovani, fare la giusta scelta? Perché si rischia di subire il fascino di comode scelte?“Siamo fortemente condizionati dalla televisione e da uno dei grandi idoli del tempo, l’immediata convenienza che spesso determina le nostre scelte e ci fa incappare in quella sbagliata. Il problema esistenziale di Sauro Rocchi è, in fondo, quello che la sua psicologa cerca di fargli capire: non è vero che nella vita tutto è segnato, che il destino incombe e che, quindi, uno nasce e vivrà sfortunato. è vero però che ciò che ci accade di positivo o negativo deriva dalle nostre scelte, magari inconsapevoli, ma scelte. Ad esempio, se uno vince alla lotteria di Capodanno è fortunato, certo, ma alla base c’è la decisione di aver comprato il biglietto quel giorno e in quel posto.” Nei suoi libri ama raccontare storie tratte da fatti realmente accaduti come in “Madre Vendetta”, “Sirena senza coda” o “ascoltami”. oltre alla sua capacità narrativa, pensa che il successo dei suoi libri dipenda anche dal raccontare storie di vite comuni e del quotidiano?“Ammesso che ci sia il successo, credo che derivi da due componenti. Il primo: a ispirare è sempre la realtà e questa ha una fantasia sicuramente superiore a qualunque scrittore. L’altro aspetto, abbastanza caratteristico di tutti i miei libri, è l’uso di un linguaggio piano, diretto e comprensivo. Un linguaggio quotidiano che arrivi direttamente e questo penso che derivi dalla professione giornalistica. Non mi piace fare elaborazioni stilistiche a danno della chiarezza del messaggio.” Riprendendo il filone tematico di Password, si può ancora parlare di speranza, oggi come oggi?“Io direi proprio di sì. Ho scritto otto romanzi che parlano tutti di speranza. è il mio tema centrale. Anche in questo ultimo libro, Sauro Rocchi vive una situazione di disperazione emotiva, in certi momenti, ma non abbandona mai la speranza. Nonostante la situazione di oggi induca a non essere troppo ottimisti, la speranza di un mondo più dotato di buon senso può reggere.” Qualche anno fa Ennio flaiano diceva “la situazione politica in Italia è grave ma non è seria”. al cronista attento e puntuale quale lei è chiedo: qual è la situazione della nostra società? Come andremo a finire?“La situazione è molto seria ma non per via del governo o della condizione economica, quelle sono conseguenze. è seria perché abbiamo perso di vista l’etica del comportamento, della famiglia, della professione. Se la recuperassimo insieme al buon senso e al riconoscimento del merito in questa società, l’Italia avrebbe grandi mezzi per potersi riprendere. Occorre uno sforzo notevole di fantasia e di applicazione rifacendosi a criteri di onestà”. Cosa avrà scelto alla fine Sauro Rocchi?“La giusta scelta” di Giancarlo Trapanese.

a cura di Catiuscia Ceccarelli

“lA ScEltA gIuStA” Per unA Società

migliore StA nel recuPero

del buon SenSo

Password presenta l’ultimo libro del noto

giornalista marchigiano giancarlo trapanese

|TEMPO LIBERO - LIBRI|

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lA ScIEnzA, tRA cERtEzzA E SpERAnzA a cura di Roberto Longo

|SPECIALE SCIENZA|

Roberto Longo nasce a Jesi il 4 Gen-naio 1978. Dopo ever ottenuto la lau-rea in ingegneria elettronica presso l’ Università Politecnica delle Marche, si trasferisce in Belgio, dove consegue il Ph.D in ingegneria biomedica pres-so l’ Università Libera di Bruxelles. Nel Gennaio 2012 viene accettato all’ Università Montpellier 2, Francia, come ricercatore post dottorato, e nel Settembre 2013 riceve la carica di professore associato presso l’ ESEO “grande école d’ingénieurs”, Angers. Autore di numerose pubblicazioni di livello internazionale, collabora con diversi istituti di ricerca interessati allo studio e l’ utilizzo di ultrasuoni per la medicina e la biologia.. Per contattarlo scrivete a: [email protected]

Tra le poche certezze che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni, la Scienza ne fa sicuramente parte. Tutto ciò che è scienza è razionale - mi verrebbe da dire - quindi, se a illuminarci è la ragione, la strada sarà sicura e la meta vicina. Le certezze in campo scienti-fico si formano infatti sulla base di deduzioni logiche, osservazioni e processi sperimentali, in più devono essere ripetibili, nel senso che chiunque si cimenti nei medesimi esperimenti dovrà poi ottenere gli stessi risultati. Eppure qualcosa non torna: le leggi fisiche che, per definizione, dovrebbero essere immutabili, in realtà vengono aggior-nate nel corso del tempo, in base al nostro grado di conoscenza. Si modificano, si completano e, in alcuni casi, vengono addirittura stra-volte e ribaltate. Il processo sperimentale non ci mette al riparo da eventuali omissioni o incomprensioni e non avremo mai la certezza che il modello fisico da noi elaborato per descrivere un fenomeno naturale sia effetivamente quello giusto. Al limite possiamo solo af-fermare che, su base sperimentale, è al momento il migliore, il più preciso e che funziona bene sotto certe condizioni. La storia ci inse-gna infatti che molte volte l’uomo ha cambiato idea sul mondo fisico: dalla diatriba Terra-Sole (chi gira intorno a chi ?) fino alle deduzioni sulla gravità, sullo spazio e sul tempo. Inoltre lo stesso fenomeno fi-sico, osservato da più civiltà che hanno avuto diverse evoluzioni, po-trebbe essere spiegato in maniera diametralmente opposta. Per fare un esempio, il fenomeno del fulmine, che per noi segue un modello elettrostatico, per dei marziani con la testa a forma di fungo appar-tenenti a un’ altra galassia potrebbe avere tutta un’altra spiegazione, anche se entrambi basassimo le nostre deduzioni su esperimenti. Ma allora è vero che non esitono certezze? Neanche per la Scienza? Non è proprio cosi. Per ora ci siamo limitati alla fisica, ma se uscis-simo dai fenomeni naturali per entrare in un percorso d’astrazione, fatto solo di numeri e figure geometriche, allora la cosa sarebbe ben diversa. I teoremi matematici, ad esempio, dai tempi di Euclide sono rimasti immutati e cosi lo saranno per l’eternità, qui sulla Terra così come in qualsiasi altro posto nell’Universo. Se un numero è primo - che non ammette divisori al di fuori di uno e se stesso - è tale oggi lo sarà per sempre e, su questo, i marziani di cui sopra dovranno per forza essere d’accordo. La forza della matematica si basa sulle dimostrazioni: un teorema se non è dimostrato matematicamente non vale niente, anche se milioni di esperimenti potrebbero pendere a suo favore. Per un po’ i matematici si sono spesso vantati delle loro astrazioni logiche, come fossere puro esercizio per la mente e non avessero niente a che fare con la realtà. Poi la disciplina si è ri-

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ca delle leggi fisiche. La speranza di un mondo migliore basato su una maggio-re coscienza di noi e del nostro Universo passa anche da lei.

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|REGIONE MARCHE|

Una strategia di intervento condivisa per rendere effettivi gli obiettivi di mi-glioramento delle condizioni di vita e lavoro di lavoratori e lavoratrici: è quanto sancisce il protocollo d’intesa, firmato ieri mattina in Regione, dall’assessore ai Di-ritti e Pari Opportunità, Paola Giorgi, con Anci, Upi, organizzazioni sindacali regiona-li (Cgil, Cisl, Uil), Associazioni regionali dei datori di lavoro (Confapi, Confesercenti, Cgia, Cna, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confindustria). A diretta regia regionale, “il progetto richiede una forte condivisione da parte dei vari attori sociali e istitu-zionali del territorio – spiega l’assessore Paola Giorgi – per rendere effettivo l’o-biettivo di realizzare un sistema di interventi che favoriscano la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Allo stesso tempo, incoraggino lo sviluppo dell’occu-pazione femminile nel territorio in relazione alle problematiche di conciliazio-ne che gravano soprattutto sulle donne, ancora purtroppo soggetto debole del mercato del lavoro. Interventi che, inoltre, diano sostegno alle famiglie con mag-

giore efficacia ed estesa fruibilità dei servizi e promuovano la cultu-ra della condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne”. Il contributo statale di 381.600 euro sarà messo a bando e destina-to alle aziende con madri lavoratrici che hanno partorito e con figli fino a 10 anni di età, con priorità fino a tre anni. Questa flessibilità do-vrà interessare anche i padri, con una premialità alle aziende che la pro-porranno. “La promozione della conciliazione – aggiunge l’assessore – è un fattore di competitività del territorio, può svolgere il ruolo di leva per superare i problemi connessi all’invecchiamento della popolazione e con l’organizzazione prevalente del mercato del lavoro e rilanciare l’econo-mia contribuendo all’aumento del ‘ben-essere’ delle persone e famiglie”. Nell’ottica delle piena condivisione è stato costituito il tavolo tecni-co con ANCI, UPI, OO.SS. rappresentanti categoria e datoriali per pia-nificare l’attuazione dell’intervento regionale formalizzando l’impe-gno con la firma del protocollo resa pubblica in conferenza stampa per dare la massima risonanza all’avvio ufficiale del progetto attraverso

l’Avviso pubblico per la selezione dei progetti. “Questo è un risultato che va valu-tato molto positivamente perché la misura contrattuale integrativa verrà porta-ta avanti da parte di tutti gli attori sociali con il massimo impegno, nella convin-zione che in tempo di crisi anche migliorare la qualità della vita dei lavoratori è una conquista che può compensare le difficoltà economiche. Se poi tali iniziative incideranno su un auspicabile cambiamento culturale, ovvero su misure che con-tinueranno ad avere efficacia nel tempo, pur senza il contributo pubblico, il risul-tato sarebbe ottimale ed è l’obiettivo che si intende perseguire” conclude Giorgi. Il documentoLe parti firmatarie concordano nel: sensibilizzare le imprese e i lavoratori sull’impor-tanza delle misure che consentono di conciliare meglio l’attività lavorativa con gli im-pegni personali e familiari e degli interventi formativi successivi a periodi di congedo; nel promuovere la stipulazione di contratti collettivi di secondo livello l’opportunità di prevedere la flessibilità degli orari di lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche sperimentando nuove forme o modalità di organizzazione del lavoro, e di articolazione elastica dell’orario di lavoro; a costituire un Tavolo tra i soggetti stipu-lanti il presente accordo al fine di monitorare, con cadenza semestrale, i progetti che verranno avviati, prevedendo anche la possibilità di ampliare la partecipazione alle aziende ed alle rappresentanze sindacali interne ai luoghi di lavoro interessati (RSU). Il Protocollo d’Intesa avrà la durata di anni due e potrà essere rinnovato a seguito dell’espressa volontà delle parti.

pROtOcOllO d’inteSa, quaSi 400 mIlA EuRO A FAvORE DI AzIEnDE cOn mADRI lAvORAtRIcI

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Le priorità per affrontare il 2014

COESIONE DELLA COMUNITÀLavoro, salute, fragi l i tà , mobil i tà

Bilancio Regionale 2014

1 miliardo di Euro di inter-venti anti-crisi, protezione di oltre 100.000 lavoratori, 50% cittadini marchigiani esenti

da Irpef regionale

PRESSIONE FISCALE MARCHE: -37%STRATEGIA REGIONALE DI RESISTENZA

RECUPERO DELL’EVASIONE 227 MILIONI DALL’INIZIO CRISI PROSEGUE LA RIDUZIONE DEL DEBITO

Il 2014 sarà un anno ancora di resistenza e per affrontarlo la Re-gione ha definito una serie di priorità dell’azione di governo che caratterizza il bilancio di previsione, anche attraverso una specifica intesa con le forze sociali.

Coesione, lavoro, salute e tutela delle fragilità sociali: oltre alle misure anticrisi relative al lavoro e al sostegno dei servizi sanita-ri, il Governo regionale ha concentrato l’attenzione sulle fragilità sociali. Nonostante i tagli dei fondi nazionali, la Regione non ha sottratto risorse alle politiche sociali per non lasciare sole le fami-glie che debbono farsi carico di questo tipo di problematiche. Con il Bilancio 2014 è confermata l’invarianza delle risorse per le poli-tiche sociali con l’incremento delle voci di spesa per le disabilità, gli anziani non autosufficienti, la compartecipazione alle rette per accedere alle residenze protette per anziani e alleggerire le quo-

te a carico degli utenti, l’ampliamento dei servizi. Prevista anche l’estensione dell’applicazione dell’indicatore ISEE alle prestazioni, per garantire una maggiore equità nella distribuzione del carico tariffario fra gli utenti e per estendere le tutele a più soggetti.

Capitale umano e fondi UE 2014-2020: per conquistare il futuro è indispensabile puntare su conoscenza e specializzazioni intelli-genti. Anche nel 2014 la Regione continuerà a dedicare iniziative e risorse per far crescere il capitale umano: il piano operativo dei fondi europei 2014-2020 sarà lo strumento concreto attraverso cui mobilitare risorse sugli obiettivi strategici regionali, che potrà contare anche sul cofinanziamento regionale previsto nel Bilancio 2014. Nel complesso si tratta di oltre 1 miliardo di Euro di fondi UE per la formazione (FSE), lo sviluppo regionale (FESR) e l’a-gricoltura (PSR).

Networking e intelligenza policentrica (istituzioni, imprese, servizi): si conferma la validità del modello policentrico di svi-luppo regionale, da innovare attraverso l’integrazione in rete di servizi, soggetti e attività. A tale fine la Regione punta sugli in-vestimenti per la crescita delle reti immateriali (Agenda digitale, Marchecloud, Adriaticloud nel progetto di Macroregione Adria-tico Ionica) e materiali. Per questo sono in campo lavori sulle in-frastrutture regionali per oltre 5 miliardi di Euro. Ma la strategia regionale di integrazione in rete riguarda tutti i settori: dalla sani-tà, con la riforma in corso di attuazione, al turismo con i cluster di prodotto, alla cultura con i relativi distretti, alle attività produttive, per rafforzare la competitività e la coesione sociale della comunità marchigiana. Anche il progetto Marche +20 sta offrendo un con-tributo importante in tale direzione, indicando per le Marche gli scenari di riferimento nel medio-lungo periodo.

La difesa del lavoro con un pacchetto di misure anticrisi e con una nuova riduzione dell’Irap per chi crea occu-pazione, la tutela del diritto alla salute e delle fragilità sociali, utilizzando risorse regionali a copertura di quelle nazionali in fortissima diminuzione, il sostegno al sistema della mobilità regionale. Queste sono alcune diret-trici principali del bilancio regionale 2014 varato dalla Regione per tutelare la coesione della comunità marchi-giana, affrontando il 6° anno di crisi nazionale e una riduzione di trasfe-rimenti statali di oltre 1 miliardo di Euro nel triennio.

“La situazione è drammatica – affer-ma il presidente della Regione Gian Mario Spacca – e di emergenza. In questo scenario la priorità di governo è quella di garantire la coesione della comunità attraverso la tutela del lavo-ro e il sostegno alle piccole imprese che creano occupazione e reddito, le politi-che sociali per le fragilità, la garanzia dei servizi sanitari di qualità per tutti i cittadini, la conferma degli impegni per il sistema dei servizi della mobilità regionale. Non sono state aumentate le tasse ed anzi, oltre il 50% dei mar-chigiani con redditi bassi continua ad essere esentato dall’Irpef regionale. Non sottrarremo risorse al lavoro, alle politiche sociali, alla salute e alla mo-bilità nonostante i pesanti tagli delle risorse nazionali. Questa la scelta del

Governo regionale. Significherà taglia-re il resto, ci saranno meno risorse per tutti a partire dalle istituzioni”.

Nonostante ciò la Regione continua a perseguire la strategia di resistenza e attacco portata avanti dall’inizio della crisi economica internazionale, che ha prodotto per l’Italia una riduzione del Pil di -8%.PRIORITÀ BILANCIO REGIONA-LE 2014 - Coesione della comunità: lavoro, salute e fragilità sociali, mobi-lità, riduzione pressione fiscale e costi della politica/burocrazia.TAGLI NAZIONALI - Nel triennio il taglio complessivo dei trasferimenti erariali, della spesa sanitaria e il re-stringimento dei margini del Patto di Stabilità hanno determinato una riduzione della capacità di spesa per la Regione Marche di 1,3 miliardi di Euro.LOTTA ALL’EVASIONE - Molto positivi i risultati dell’azione di con-trasto dell’evasione fiscale: dall’inizio della crisi internazionale la Regione ha recuperato oltre 227 milioni di Euro, con un’impennata di 50 milioni del 2013; si tratta di risorse fonda-mentali per compensare i tagli na-zionali e garantire i servizi essenziali ai cittadini.PRESSIONE FISCALE - Viene con-fermata l’esenzione Irpef regionale per oltre il 50% dei marchigiani; è stata anche prevista una riduzione

dell’Irap per le imprese che nel 2014 assumeranno nuovo personale con contratto a tempo indeterminato, al fine di favorire un rilancio della crescita con occupazione. Dal 2005 il carico fiscale dei tributi regionali Irpef e Irap si è ridotto di -37%: nelle Marche l’incidenza della pressione fiscale dei tributi propri regionali è scesa ormai strutturalmente sotto la media nazionale delle Regioni a Sta-tuto Ordinario.DEBITO REGIONALE - Il rigore e il controllo dei conti regionali, nono-stante i tagli nazionali, è confermato anche dalla riduzione strutturale del debito complessivo regionale: si ri-duce anche nel 2013, registrando un calo di -10% nel periodo 2013-2008 e segnalando che la Regione riesce a confermare i servizi ai cittadini pur in un quadro di riduzione delle risorse derivanti dalla crisi economica, dai

tagli nazionali, dalla riduzione della pressione fiscale regionale, da trasfe-rimento solidale di capacità di spesa agli Enti locali marchigiani.PATTO STABILITÀ VERTICALE – Ammonta a 250 milioni di Euro la capacità di spesa propria della Re-gione trasferita a Comuni e Province per consentire il pagamento dei lavori effettuati dalle piccole imprese altri-menti bloccati per i vincoli del patto di stabilità. Tale trasferimento indica coesione e solidarietà istituzionale, costituisce una iniezione di liquidità fondamentale per l’economia regio-nale, rappresenta una condizione fondamentale per consentire agli Enti locali la quadratura dei propri bilanci e il rispetto del patto di stabilità.DIFESA ATTIVA DEL LAVORO E DELLE PMI - Viene riproposto in modo selezionato il pacchetto delle misure anticrisi per la tutela dell’oc-cupazione e della coesione sociale av-viato all’inizio della crisi economica, a cui si aggiunge la riduzione dell’IRAP per le imprese che nel 2014 assume-ranno nuovo personale con contratto a tempo indeterminato. Alcuni dati esemplificano l’impegno “poderoso” della strategia di “resistenza” messa in campo dalla Regione dall’inizio della crisi: oltre 1 miliardo di Euro di inter-venti; protezione di oltre 100 mila la-voratori beneficiari; 144mila esoneri di ticket sanitari di lavoratori in diffi-coltà; 976 nuove imprese avviate con

il prestito d’onore regionale, di cui il 50% di giovani sotto i 35 anni, a cui potranno aggiungersi 400 nuove im-prese con il bando aggiuntivo; 19.744 PMI assistite dal fondo di garanzia regionale per la liquidità e l’accesso al credito, con 870 milioni di Euro di fi-nanziamenti garantiti; 631 milioni di Euro di investimenti di ricerca, inno-vazione e trasferimento tecnologico attivati con le agevolazioni regionali.SANITÀ E WELFARE - Vengono confermati gli interventi per la tenuta del sistema dei servizi di welfare e di coesione sociale, per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e le fragilità sociali: invarianza delle risorse per le politiche sociali per disabilità, anziani e non autosufficienza; contributo del bilancio della Regione al fondo sani-tario nazionale di 130 milioni di euro.MOBILITÀ - Prevista l’invarianza delle risorse a disposizione del settore del Trasporto Pubblico Locale (TPL). Insieme a lavoro e sociale questo è l’unico altro settore che non subisce tagli, al fine di tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini marchigiani. SPENDING REVIEW – È prose-guita l’azione di riforma e taglio dei costi della politica e della burocrazia regionale. Risparmi da riduzione del-la spesa per il personale regionale di -8 milioni di Euro: -12% dall’inizio della crisi, con tagli di strutture, dei dirigenti da 75 a 57 (-24%) e del per-sonale da 1.392 a 1.220 (-12%).

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Aperto il tesseramento 2014 dell’Ente Palio di San Floriano di Jesi. A qualche mese dalla manifestazione che si svolgerà quest’anno da l’8 all’11 maggio, l’associazione spalanca le porte a chi, spinto da curiosità e interesse verso le tradizioni e la storia della città di Jesi, vuole partecipare attivamente al Palio di San Floriano e alla vita associativa, come socio collaboratore o come membro di un Gruppo storico.è possibile scegliere di apprendere l’arte della spada insieme agli Armati, sviluppare abilità nel tiro con l’arco insieme agli Arcieri storici, marciare al ritmo dei Tamburi, cimentarsi nel lancio della bandiera con gli Sbandieratori, sfilare in abito medievale come Figurante, sia al Palio che in altre rievocazioni

limitrofe, apprendere i balli del duecento nel neo nato Gruppo di Ballo Medievale. Qualche decina di euro – 35 per il Gruppo Armati, 25 per tutti gli altri gruppi – per accedere ai corsi e alle attività dei gruppi, godere di un’as-sicurazione, prender parte al Palio e a tutte le altre iniziative connesse o gemellate, con costumi e strumenti messe a disposizione dell’Ente. Inoltre, per chi parteciperà attivamente come figurante o con il proprio Gruppo al Palio potrà cenare gratuitamente durante tutti i giorni della manifestazione nella taverna dell’associazione.Per richiedere la tessera è possibile recarsi tutti i giovedì dalle ore 18 alle 19.30 presso la sede dell’Ente in via Andrea da Jesi N°6 (Piazza Baccio Pontelli) e richiedere informazione su attività e corsi.Il Palio è ormai vicino, presto saranno rivelate tutte le novità del pro-gramma. Attesa la prima esibizione del Gruppo di Ballo Medievale che, nato nel novembre scorso, ha già raccolto moltissime adesioni. Grazie agli in-segnamenti della docente Elisabetta Braconi, i partecipanti alle lezioni - ogni martedì sera presso la sede del Palio – apprendono coreografie e quadriglie dell’epoca medievale, con musiche ricercate e attinenti al

periodo di riferimento. Lavori in corso anche per il Comitato storico scientifico, alle prese non solo con l’organizzazione del tradizionale convegno di giovedì 8 maggio ma an-che con il progetto “C’era una volta San Floriano” che coinvolgerà anche quest’anno le scuole Primarie della città e, in particolare, gli alunni e i docenti delle classi quinte.

EntE pAlIO SAn FlORIAnO:il viA AlteSSerAmento2014

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Password – mensile di informazione. n° 1 - Febbraio 2014 Direttore responsabile: Chiara Cascio Editore e Progetto Grafico: Studio Gamma Coordinamento generale: Gianna Scortechini Collaboratori:

Avv. Monica Checchini - Roberto Longo Francesco Cascio - Catiuscia Ceccarelli - Riccardo Ceccarelli Silvia Piangerelli - Roberto Ceci - Talita Frezzi - Matteo Baleani Registrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici Stampa: Tipografia TJ - Jesi

Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. 0731 701404, fax. 0731 706476

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L’Avis Moie con delegazione Pianello Val-lesina organizza seminari di fotografia su lightroom e photoshop con Maurizio Paradisi, fotografo professionista. Il cor-so partirà da giovedì 20 febbraio alle ore 21.00 per sei incontri, l’ultimo dei quali in sala posa a conclusione del percorso formativo.

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