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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione L' INTERVISTA FRANCESCA TILIO Storia di un viaggio verso la vita Psicologia CONOSCERE LE EMOZIONI PER UNA VITA FELICE Nutrizione CELIACHIA Cosa mangiare quando si è intolleranti al glutine Economia BANCA MARCHE Quali tutele per i soci risparmiatori? INTERVISTA A LINO BANFI Il valore della pet therapy. Come accarezzare un cane può impararci a rispettare gli uomini n° 1 - FEBBRAIO 2015 PASSWORD Francesca TILIO “LA DONNA IN ROSA, IL MIO MESSAGGIO DI VITA” www.gammastudiografico.it studio gamma

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L' INTERVISTAfrancesca tilio Storia di un viaggio verso la vita Psicologia conoscere leeMoZioni PerUna Vita felice

Nutrizione celiachia Cosa mangiare quandosi è intolleranti al glutine Economia Banca Marche Quali tutele per i soci risparmiatori? INTERVISTA A lino BanfiIl valore della pet therapy. Come accarezzare un cane può impararci a rispettare gli uomini

n° 1 - FEBBRAIO 2015

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Francesca TILIO“La donna in rosa, iL Mio MEssaGGio di ViTa”

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è La ViTaa rEndErCisPECiaLi di Chiara Cascio

|EDITORIALE|

Password – l’accesso mirato all’informazione periodico d’informazione - n° 1 - Febbraio 2015Direttore responsabile: Chiara CascioEditore e Progetto Grafico: Studio GammaFoto di Copertina: Francesca TilioCoordinamento generale: Gianna Scortechini Collaboratori: Roberto Longo - Francesco Cascio - Catiuscia Ceccarelli - Riccardo Ceccarelli - Silvia Piangerelli Roberto Ceci - Talita Frezzi - Matteo Baleani Registrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. 0731 701404, fax. 0731 706476 www.leggopassword.it - [email protected] [email protected] Copyright - Tutti i diritti riservati - Marchio e grafica registrati Vietata la riproduzione anche parziale. L’editore si riserva il diritto di segnalare alle autorità competenti coloro che in malafede comunicano annunci non corrispondenti a verità.

“Soltanto chi desiste è sconfitto. Tutti gli altri potranno dirsi vittoriosi”

(P. Coelho)

Si può essere speciali anche se non si è un personaggio televisivo. Anche se non si è mai danzato o recitato in teatri importanti. Senza medaglie o coppe allo scaffale, ruoli importanti o una carriera importante alle spalle.Si è speciali, piuttosto, solo per il fatto di esistere. Quando ogni giorno troviamo il coraggio di alzarci dal letto e uscire di casa per affrontare la vita. Quando mettiamo la forza e grinta nel combattere le nostre bat-taglie, senza perdere mai la speranza.

Quando nonostante i giudizi o le opinioni degli altri, ci rialziamo e affrontia-mo paure e ostacoli senza mai desistere. Si può essere speciali imparando a scorgere i colori nei momenti più bui. Ad intercettare una strada quando la bussola gira a vuoto. Ad apprezzare noi stessi durante il viaggio in cui i sogni si trasformano in esperienza.La copertina di questo numero è dedicata ad una donna speciale e a tutte le donne che, come lei, lottano e continuano a lottare a favore della vita.Una storia emozionante che vi invito a leggere sulle pagine di questo primo numero dell’anno, insieme ad altre notizie, curiosità e interventi di esperti e professionisti che, da tempo, trovate su questa testata.

Buona lettura e buona vita.

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Per tradizione e cultura siamo abituati a mettere sulle nostre tavole principalmente prodotti a base di frumento. Questi alimenti nobili però stanno creando sempre più problemi ad una crescente fetta di popolazione occidentale. Il motivo risiede nel fatto che in esso è contenuta una sostanza: il glutine. Il glutine è una proteina presente in alcuni cereali, tra cui il frumento, che può scatenare l’attivazione di una risposta immunitaria in alcuni soggetti predisposti.Lo sa bene chi soffre di celiachia. Questa patologia è un’intolleranza alimentare permanente nei confronti appunto del glutine che porta al danneggiamento delle strutture deputate all’as-sorbimento di sostanze nutritive presenti nell’intestino ovvero i villi intestinali. La celiachia è una patologia a carattere autoimmune e quindi vede il coinvolgimento e l’attivazione del si-stema immunitario che non riconoscendo la gliadina (componente del glutine) come alimento ma come sostanza estranea (non self) scatena una risposta immunitaria verso di essa. L’unica cura possibile per la celiachia è l’esclusione completa del glutine dalla dieta. I cereali da escludere sono frumento, orzo, segale, farro e kamut mentre i cereali che possono essere consumati perché per loro natura non contengono glutine sono il miglio, grano saraceno, mais, riso, amaranto e quinoa. La soluzione al problema arriva fortunatamente anche dall’in-dustria alimentare che produce prodotti certificati “senza glutine”. Il glutine viene utilizzato anche come addensante in creme, budini, prosciutto cotto, insaccati e in alcuni medicinali e/o integratori, quindi è fondamentale che nell’ etichetta di ogni prodotto compaia sempre la dicitura che attesta l’assenza di glutine. L’incidenza della celiachia sta aumentando vertiginosamente negli ultimi anni. Questo è do-vuto principalmente alle modificazioni genetiche indotte nel frumento che hanno portato a produrre prodotti molto più ricchi di glutine rispetto a quelli del passato, al peggioramento delle tecniche produttive che sono diventate sempre più “spinte” nonché al miglioramento dei test diagnostici che hanno permesso di intercettare nuovi casi. Quello che però è ancora più interessante e di recente scoperta è che non esiste semplice-mente la distinzione tra celiaci e non celiaci ma c’è un’altra grande fetta di popolazione a cui il glutine da dei problemi e molto spesso non ne è al corrente ovvero chi soffre di “Gluten Sensitivity” o “Sensibilità al Glutine”. Negli ultimi anni infatti, numerose ricerche sono volte a considerare la tossicità del glutine anche in soggetti non celiaci. I ricercatori hanno dimostrato che all’origine della Gluten Sensitivity e della celiachia vi sono diversi meccanismi patogene-tici. In poche parole una vera e propria intolleranza al glutine, diversa dalla malattia celiaca.Quello che accadeva, e che accade molte volte anche ora, è che se una persona lamenta problemi addominali, meteorismo, diarrea, ecc..., e i test diagnostici per la celiachia sono negativi e i villi integri, gli viene detto che non è celiaca e che può continuare ad assumere glutine senza problemi. In realtà non è sempre così.La “Gluten Sensitivity” si caratterizza per una sintomatologia, che si manifesta in seguito all’assunzione di glutine, ma può essere caratterizzata da sintomi sia gastrointestinali (me-teorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alterno) sia da sintomi extraintestinali (sonnolenza, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, cefalea, artromialgie, rash cutanei tipo eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica) che però quasi mai vengono correlati all’alimentazione. Vista la variabilità dei sintomi con cui si può manifestare l’intol-leranza al glutine è importante indagare caso per caso e approfondire le eventuali situazioni sospette. Anche in questo caso ridurre o eliminare il glutine è l’unica soluzione percorribile. Fortunatamente oggi gestire questa problematica sta diventando sempre più semplice, con-siderata la vasta rete di ristoranti e negozi che offrono prodotti per celiaci e quindi totalmente gluten-free.

cElIAchIA: cOsA mAngIAREquAnDO sI è IntOllERAntIAl glutInEa cura di Roberto CeciDottore in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione UmanaNutrizionista

info: [email protected]

|NUTRIZIONE|

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è stata inaugurata sabato 7 febbraio a Jesi la prima bottega di prodotti senza glutine. Il negozio si chiama “Gusto Alternativo”, nei nuovi locali del civico 44 di Viale della Vittoria. Per chi soffre di celiachia e intol-leranze legate principalmente alla presenza di glutine negli alimenti, finalmente un punto vendita e ristoro gluten free dove potrà scegliere tra un vasto assor-timento di alimenti che vanno dai prodotti freschi da forno – dolci, torte anche in monoporzione, pane, pasticceria varia - alla pasta, pizza, bi-scotteria varia, sfiziosità, confezionati e surgelati. Presente anche un angolo self-snack dove potrà consumare colazioni e spuntini veloci. La risposta concreta ad un’esigenza presente e diffusa in città che gli imprenditori Cristiano Taviani ed Andrea Ga-sparini hanno saputo cogliere e trasformare in una promettente realtà. “Ho un figlio che soffre di questa intolleranza al glutine e ho vissuto sulla mia pelle i

A JEsI ApRE lA pRImA BOttEgA DEl sEnzA glutInEdisagi, anche sociali, di chi non può godere di una fetta di torta ad un compleanno o di un pezzo di pizza quando esce a fare una passeggiata coi suoi amici – racconta Cristiano – Da qui è nata questa avven-tura, resa possibile grazie alla rete franchising Gusto Alternativo, con laboratorio a Civitanova Marche, e in grado finalmente soddisfare le esigenze alimentari di chi soffre di celiachia, in un ambiente confortevole ed accogliente”.A due passi dal centro storico, il negozio sarà aperto tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. Domenica aperto solo mattina.Importantissimo ricordare che, grazie alla convenzio-ne con Asur Marche, da Gusto Alternativo sarà possi-bile per il ciliaco convertire in prodotti i buoni erogati dal SSN. Tutte le informazioni sono disponibili alla pagina facebook “Gusto Alternativo Jesi” e, a breve, anche sul sito www.gustoalternativo.it.

info - promo

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un pORtO sull’Esino?

a cura di Riccardo Ceccarelli

|CURIOSANDO|

Nei primi giorni dello scorso mese di ottobre sono stati ritrovati una ventina di pali lignei lungo il fiume Esino nei pressi della riserva naturale Ripa Bianca. L’analisi al car-bonio 14 li ha fatti datare attorno al 1660.Il ritrovamento ha destato interesse e curiosità anche presso la stampa locale. Diverse sono state le ipotesi sull’utilizzo di queste palificazioni infisse sul greto del fiu-me, tutte comunque legate ad attività fluviali, al rimessag-gio di imbarcazioni per attività commerciali, ad un porto sul fiume o all’attraversamento del fiume stesso. Più ovvio quello dell’attraversamento del fiume con l’uti-lizzo di una fune e “guidare” così la barca o la zattera da una parte all’altra e la necessità di ancoraggio in dei pali della fune e della barca per permettere alle persone o ai carri di salirvi. In mancanza di ponti sul fiume era questo il modo più comune per attraversarlo e non pochi erano i punti lungo il fiume, fino all’Ottocento, preposti per l’attraversamento, dove poi per lo più furono fatti i ponti. Il numero dei pali comunque può far ipotizzare l’utilizzo per l’ancoraggio di imbarcazioni e di conse-guenza alla navigabilità del fiume Esino. Sopravvive ancora (sulla carta!) la leggenda secondo cui Federico II invitò la città a scegliere tra il titolo di “città regia” o rendere il fiume navigabile fino al mare, si optò per la prima possibilità; gli storici in verità si sono soffermati sull’effettivo progetto e studio di navigabilità del fiume Esino dai pressi della città fino al mare. Proposte in tal senso vennero elaborate nel corso del Cinquecento tenendo presente dell’”acqua bastante” e del “declivio proporzionato”. La realizzazione del progetto – si scriveva – qualora “il fiume di Jesi nella Marca si facesse navigabile fino al mare, sarebbe di notabile giovamento, specialmente per l’esportazione dei grani e l’importazio-ne di sali”; papa Gregorio XIII mandò sul posto “architetti e persone perite” che “trovarono che il nuovo alveo poteva farsi comodamente”, si scontrò tuttavia con l’opposizione delle “genti del Paese” moti-vata con “la malaria che il canale potrebbe causare” ma soprattutto con i danni che le sistemazione degli argini avrebbero portato alle proprietà limitrofe dei privati. Insomma interessi di pochi di fronte ad un’opera di pubblica utilità: prevalsero i primi, così Gregorio XIII “per non contristare o danneggiare quei popoli, ne depose il progetto”. Era il 1579. Un piccolo segmento di storia riemerso con i pali lungo il fiume anche se questi non hanno niente da spartire con il “sogno” o progetto del fiume navigabile. Non è da escludere comunque la presenza di un piccolo porto fluviale per il trasporto lungo gli argini di derrate alimentari o altre cose senza quei lavori progettati nel Cinquecento. Un dato comunque sembra assodato: nei secoli passati le acque dell’Esino erano più abbondanti.

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sOcI RIspARmIAtORI

BAncA mARchE: quali tutElE?

|ECONOMIA|

Nella foto: l'Avv. Giancarlo Catanie l'Avv. Antonella Ricci

L’associazione dei consumatori Cittadinanza Attiva continua, insieme ad altre associazioni, la propria attività di rivendicazione a difesa degli intessi dei piccoli azionisti di Banca Marche. L’Istituto, come si apprende anche dalla stampa, da ottobre 2013 è in amministrazione straordinaria, a causa delle gravi irregolarità emerse nelle gestione che hanno determinato il rilevantissimo deficit del bilancio – oltre 517 milioni in passivo – e l’apertura di un inchiesta sull’intero ex Cda per reati associativi, falso, appro-priazione indebita e corruzione per un numero complessivo di ben 37 indagati. Sono 44 mila, invece, i soci danneggiati dalla crisi dell'istituto di credito, ora commissariato da Bankitalia, e dalla caduta libe-ra del valore delle azioni. Sulle possibili tutele che i soci risparmiatori potrebbero e dovrebbero adottare per difendere i propri interessi, Cittadinanza Attiva ha già promosso un incontro il 30 gennaio scorso, cui seguiranno altre iniziative. Ne parliamo con l’avv. Giancarlo Catani dello Studio legale Catani – Ricci di Jesi, partner e consulenti per Cittadinanza Attiva. “Banca Marche potrebbe farsi in due per accelerare i tempi del rilancio - spiega l'avv. Catani – Con l'arrivo di una nuova dirigenza, la Banca dovrebbe riprendere un nuovo per-corso virtuoso, sotto l'egida di Banca d'Italia, con un eventuale schema alter-nativo che prevederebbe la creazione di una bad bank, cui conferire buona parte dei crediti deteriorati e di una good bank, dove resterebbe la parte sana del business”.Cosa comporterà questa soluzione?“Con questo percorso la Banca dovrebbe riprendere quota e slancio inte-ressando nuovi soggetti istituzionali e privati. Tuttavia ciò potrebbe compor-tare danni gravi ai vecchi soci azionisti in quanto, di fatto, al momento, non possono né vendere né acquistare azioni e potrebbero non recuperare i loro investimenti”.Qual è il ruolo di Cittadinanza attiva?“L’associazione sta predisponendo, insieme ad altre realtà che tutelano i consumatori, iniziative nei confronti della precedente governance di Banca Marche e di altri responsabili anche con azioni legali. Il prossimo 18 febbraio, all’Hotel dei Nani, ci sarà un incontro con le associazioni dei piccoli azionisti per fare corpo unico sulla situazione e discutere insieme degli ultimi sviluppi, dell’ingresso di eventuali nuovi investitori, del probabile aumento del capitale sociale della neo società Banca Marche e delle conseguenze per i vecchi soci”.a chi possono rivolgersi i piccoli azionisti?“Lo studio Catani-Ricci, convenzionato con Cittadinanza Attiva, è in grado di offrire consulenza e sup-porto ai vecchi soci Banca Marche. Già ora stiamo intervenendo con azioni legali al Tribunale di Milano e di Ancona, a livello giudiziale e extragiudiziale. In attesa di comprendere il futuro della Banca, che diverrà più chiaro nei mesi avvenire, è possibile contattarci al numero 0731 209407”

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FRAncEscA tIlIOlA DOnnA In ROsA E Il suO mEssAggIO DI vItA

di Chiara Cascio

è un messaggio di speranza quello di Francesca Tilio. La sua storia racconta di un viaggio verso la vita, un percorso di rinascita fisica e spirituale, iniziato con quella malattia che distrugge e cancella tutto. Il sorriso, la spensiera-tezza dell’età e infine la massima espressione di femminilità per una donna: i capelli.

Una storia di sofferenza, segnata da momenti difficili. “All’età di 31 anni scopro di avere il cancro al seno – racconta Francesca – Mi operano d’ur-genza, poi la chemioterapia mi fa perdere tutti i capelli”. Un giorno, però, arriva l’improvvisa e inaspettata svolta. “Mi regalano una parrucca rosa, la indosso e mi piace” ricorda la Tilio. Sarà quel piccolo dono a farle riscoprire il colore della vita: “Un giorno, ritrovo in soffitta il vestito rosa di mia madre: in tante foto lo indossava con me piccolissima in braccio. è uno dei miei primi ricordi di infanzia. Così decido di indossarlo, insieme alla parrucca, e parto per New York. Inizio a fotografare e a sperimentare l’autoritratto. La parrucca diventerà il filo conduttore di tanti miei lavori e performance”. Francesca Tilio è sopravvissuta alla malattia e oggi sta bene. Un lieto fine, segnato da tre grandi vittorie: la guarigione, la rinascita profes-sionale ed artistica e, dono più bello di tutti, la maternità.

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|L’INTERVISTA|

“Contro ogni previsione medica, due anni fa sono diventata mamma di una bambina. Si chiama Dora, come mia nonna”. Dora, in greco, significa dono. La picco-la entra con lei nello scatto: Francesca si immortala anche durante la gravidanza. “è la nascita di una nuova donna, il femmini-le che si rinnova attraverso la maternità – racconta la fotografa - La donna in rosa di-venta la mia testimonianza, il simbolo della guarigione e di chi ce l’ha fatta. Rosa come il colore del cancro al seno”. Dal desiderio di Francesca di diffondere questo suo messaggio di speranza, per tutte le donne che lottano e che lotteranno contro la rmalattia, nasce il Pink Project. “Il mio vuole essere un invito alla prevenzione rivolto anche alle più giovani. Il rischio esi-ste ad ogni età, io ne sono l’esempio. Un controllo può salvarvi la vita”. In occasione della Festa della Donna, il Pink Project in-contra la città di Jesi con una mostra fo-

tografica degli scatti più toccanti, emozio-nanti e significativi che vedono lei, la donna rosa, indiscutibile protagonista. Dal 6 al 8 marzo, grazie al sostegno dello IOM e al pa-trocinio del Comune di Jesi, la mostra sarà ospitata all’interno degli spazi della Chiesa di San Nicolò, accompagnata da incontri a tema e performance fotografiche. “Si trat-ta di un progetto bellissimo che racchiude un messaggio forte, di assoluta speranza: guarire dal cancro è possibile – dichiara la vice presidente IOM di Jesi Maria Luisa Quaglieri – Come IOM posizioneremo, du-rante le tre giornate di mostra, un angolo dove sarà possibile acquistare oggetti che esaltano la femminilità: l’esperienza di Francesca insegna che non bisogna mai arrendersi alla malattia e che un oggetto di vanità, come una parrucca, può diventare un alleato prezioso per ritrovare sé stessi e tornare ad esprimere femminilità e gioia di vivere”.

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|L’INTERVISTA|

AccArezzAre un cAne per impArAre A rispettAre e AmAre gli uomini:lInO BAnFI EntRA In cARcERE pER spIEgARE Il vAlORE DEllA pEt thERApy

di Talita Frezzi

Più persone si incontrano nella strada della vita, più si riesce ad apprezzare la fedeltà, l’amore incondizionato e la vicinanza di un cane. Perché l’abbrac-cio morbido di un cucciolo, l’affettività che sprigiona, l’allegria del gioco e il conforto dei suoi occhi vivaci e supplichevoli di un ricambiato amore, sono una terapia spontanea ed efficace a lenire la bestialità di noi esseri umani. La pensano così psicologi e psicoterapeuti, che hanno basato sull’interazio-ne uomo-animale una vera e propria cura, la “Pet-Therapy”, per integrare, rafforzare e coadiuvare le tradizionali terapie. E può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psico-logico-emotivo, ma anche sui detenuti. La Pet-Therapy è entrata in carcere grazie al progetto pilota “Il valore della relazione con il cane: dog therapy in carcere” promosso dall’Associazione Dog4Smile di Jesi, che ha ottenuto il fi-nanziamento della Regione Marche. Due splendidi Labrador dell’allevamen-to Not Only Black di Jesi e addestrati da Stefano Macciò, hanno incontrato i detenuti dei due istituti di pena della Provincia di Ancona - il carcere di Mon-tacuto e di Barcaglione - per un’attività di socializzazione durata da aprile a novembre. A metà gennaio, la conclusione con la consegna degli attestati di partecipazione. E il finale non poteva che essere in grande grazie alla presenza di un attore popolare e amatissimo, una figura conosciuta a livello nazionale, ambasciatore Unicef ma soprattutto amante dei cani: Lino Banfi. Scortato dal figlio Walter Zagaria, dal presidente di Dog4Smile Francesco Al-legrini, dallo psicologo Marco Ceppi, l’attore ha incontrato i direttori dei due penitenziari Santa Lebboroni (Montacuto) e Maurizio Pennelli (Barcaglione) e l’assessore ai Servizi sociali del Comune Emma Capogrossi.

La sua simpatia, i personaggi che evoca con la sua comicità genuina e geniale, il savoir-faire delle altre esperienze con i detenuti hanno reso la giornata davvero speciale. “Dio creò il cane per farsi perdonare di aver creato l’uomo, la penso davvero così”, esordisce Banfi catalizzando l’attenzione dei presenti su come casa sua venga monopolizzata da due cagnolini. “Sono qui per voi, cari raghezzi! - aggiunge, con quel suo ac-cento pugliese che lo ha reso celebre - e ve lo dico, papèle pèpele, che queste iniziative sono utili nella vita perché questi cani a quattro gambe insegnano tante cose a noi uomini a due zampe”, poi aggiunge - con quella licenza artistica che abbatte l’imbarazzo di avere seduta accanto l’assessore Capogrossi - “i cani andrebbero addestrati per mordere i polpacci dei politici!”. Poi, felice di spiegare la pet-therapy e i suoi benefici, racconta di come il suo film “Vieni Avanti, cretino!” sia usato in una casa di riposo come terapia del sorriso.

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Perché lunga e variegata è la strada verso la guarigione, e passa attraverso vie a volte inusuali. “Non è la prima volta che entro in un carcere a parlare con raghezzi che han-no avuto problemi come voi - aggiunge - ma una volta, da giovane, ho rischiato di finirci anch’io. E forse, avrei meritato cinque-sei mesi di galera…sono stato l’unico al mon-do ad aver truffato dei napoletani! - dice con un certo orgoglio che fa scoppiare a ridere la platea - a vent’anni sono riuscito a vendere dei Rolex falsi a Napoli, ricordo che la contrattazione partiva da 100.000 lire e potevo arrivare anche a 15.000 lire, purché riuscissi a darli via per poi scappare a gam-be levate, visto che duravano al massimo 24 ore. Ne sono sempre stato orgoglioso”. Banfi è un fiume in piena, con la verve ma-gnetica del Commissario Natale Lo Gatto e la risolutezza del mister Oronzo Canà, la simpatica scaramanzia di Altomare Secca ma anche l’aspetto bonario di nonno Libero. Lui è tutto per tutti, avendo attraversato con

la sua lunga carriera ruoli comici e dram-matici che hanno segnato come pietre mi-liari, il percorso di vita di ciascuno di noi. E’ tra i più amati, conosciuti e apprezzati attori italiani al mondo e anche dentro un peniten-ziario ricevere un attestato dalle sue mani è l’emozione di un Oscar improbabile. “Lino è una persona eccezionale oltre che un per-sonaggio amatissimo - dice il presidente dell’associazione Dog4Smile Francesco Al-legrini - era il più adatto per concludere in grande stile questa esperienza”. Esperien-za, la Dog-Therapy, che sarà ripetuta nei prossimi mesi. “La pet therapy - dice Santa Lebboroni direttrice di Montacuto - si colloca in una posizione privilegiata tra le iniziative positive, essendo molto d’aiuto al recupero dell’affettività, nella gestione dell’aggressi-vità e dell’autostima”. Soddisfatto anche il direttore di Barcaglione, Maurizio Pennelli. “Il nostro è un istituto a custodia attenuata - spiega - i detenuti ospitati hanno poco da scontare e sono impegnati in attività finaliz-zate al reinserimento sociale. Grazie a que-sto progetto abbiamo compreso l’importan-za di un rapporto diretto tra uomo e cane, dando il via così a colloqui dei detenuti con i propri animali domestici”.

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cOnOscERE lE EmOzIOnI pER unA vItAFElIcE

di Roberta Cesaroni

|PSICOLOGIA|

Dott.ssa Roberta Cesaroni- Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni- Life Mental Coach- Coach Adolescenziale

Crescere è davvero un’attività molto complessa che richiede ai nostri figli un impegno su diversi fronti. Significa imparare a muoversi e a parlare, immagazzinare ogni giorno moltissime informa-zioni e usarle ogni volta che servono. E comporta anche imparare a convivere con un aspetto molto affascinante e delicato dell’essere umano, le emozioni. Le emozioni sono vita per ognuno di noi e, come per tutti gli altri aspetti della crescita, il sostegno e il contributo dei genitori sono essenziali per aiutare bambini e ragazzi a gestire serenamente le proprie emozioni.Perché è così importante parlare di emozioni per vivere una vita serena?è dimostrato che i bambini che imparano a vivere e manifestare in modo costruttivo i propri senti-menti sono bambini più sereni e, in generale, con un livello di autostima più elevato rispetto a chi dimostra poca confidenza con gli stati d’animo. Inoltre, conoscere il mondo emotivo permette di interpretare meglio i comportamenti degli altri e di rapportarsi in modo più utile con ciò che accade nella vita. Questi benefici sono molto importanti e quindi come genitori dobbiamo offrirli ai nostri figli, insegnando loro il modo per capire e gestire le emozioni in modo utile.Partiamo ora con una breve analisi di cosa sono le emozioni. Le emozioni hanno tre caratteristiche principali: 1. sono condizioni soggettive di cui facciamo esperienza 2. sono qualcosa di intimo e privato, che riguarda la nostra vita interiore 3. sono transitorie, perché hanno un inizio, uno sviluppo e una fine Dal punto di vista dell’evoluzione dell’uomo, le emozioni sembrano avere un ruolo molto chiaro: servono a farci reagire di fronte a determinate situazioni. Uno dei problemi principali che le per-sone hanno con le emozioni è che tendono a considerarle come “stati permanenti”. Così accade che ne subiscano gli effetti anche per periodi piuttosto lunghi, avendo difficoltà a dormire la notte, sentendosi distratti sul lavoro o essendo assenti nei rapporti con gli altri. Possono inoltre vedere le cose da un punto di vista un po’ offuscato, filtrando la realtà attraverso quello che stanno provando in quel momento. E spesso accade che, di fronte a queste emozioni, siano portati a credere che sarà così per sempre. In altre parole spesso ci dimentichiamo (o ancora non ci è chiaro) cosa sono effettivamente le emozioni. Ecco quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli, dopo averlo compre-so noi per primi. Ogni emozione è un segnale importante che ci offre un suggerimento su come agire. Quindi, ascoltare le emozioni è sicuramente importante ed è ancora più importante evitare di farcene travolgere. Le emozioni vanno considerate come dei segnali.ora che abbiamo capito meglio cosa sono le emozioni, vediamo come trattare quelle dei nostri figli. Sì, perché la capacità di avere a che fare con le emozioni è qualcosa che si sviluppa nel tempo, attraverso la sperimentazione, il dialogo con gli altri e la libera espressione. Di fatto non c’è un momento della vita in cui possiamo dire di aver imparato tutto quello che c’è da sapere sulle emozioni. Si tratta di un percorso continuo e a volte in salita. Ma se la maggior parte degli adulti, grazie all’esperienza, è preparata a gestire le emozioni, per i bambini si tratta di un universo nuovo, completamente da scoprire. I nostri figli sono spesso vulnerabili di fronte alle emozioni e il compito dei genitori è quello di proteggerli e aiutarli.Alcuni principi guida sono concetti molto importanti, ma molto utili ogni volta che ti troverai di fronte alle emozioni di tuo figlio. 1. Il rispetto2. Il sostegno 3. L’incoraggiamento4. La rassicurazione 5. La comunicazione 6. La consapevolezza

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Ci accorgeremo che, nel viaggio di crescita dei nostri figli, c’è un continuo rinnovare anche la nostra crescita di persone adulte. Un lavoro interiore molto complesso e al tempo stesso molto stimolante che ci porta a confrontarci con la nostra storia personale.Uno dei più famosi esperti di intelligenza emotiva è sicu-ramente Daniel Goleman, psicologo statunitense, il quale sostiene che riconoscere le proprie emozioni, saperle gestire e provare empatia sono le abilità che influenzano

di più la vita dell’uomo e le sue probabilità di successo e di felicità. Nella fase della crescita dei bambini possiamo fornire loro gli strumenti più preziosi per riconoscere e affrontare le loro emozioni. Non sempre però siamo in grado di farlo nel modo più corretto. In merito ci può essere utile una mappatura fatta da uno psicologo dello sviluppo, John Gottman, il quale ha descritto quattro tipologie di genitori, distinguendole in base al tipo di relazione che instaurano con le emozioni dei loro figli. La prima categoria è quella dei genitori non-curanti, seguono quella dei genitori censori, dei lassisti e in ultima la categoria degli allenatori emotivi. Di questo e altro si parlerà al congresso orga-nizzato da FidaPa sezione di Jesi e da Movi-mento per l'infanzia presso l'Università Po-litecnica delle Marche ad ancona in data 6 marzo dalle ore 9,30 alle 16,30.Interverranno esperti e professionisti sul tema: "Genitorialità madri - minori & violenza per i diritti all'infanzia".

Jesi: Piazza Ciabotti, 8 c/o Centro Commerciale ARCOBALENO - JESI (AN)Castelbellino: Via Clementina, 32 (di fianco alla parrucchieria "Tres Jolie")

Tel/Fax 0731 215731 / Cell. 339 7394970 - www.hedonestetica.it / [email protected]

I S T I T U T O   D I   B E L L E Z Z A

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l’ originE DEllA vItA, tRA mItI E lEggEnDE.a cura di Roberto Longo

|SPECIALE SCIENZA|

Roberto Longo nasce a Jesi il 4 Gennaio 1978. Dopo ever ottenu-to la laurea in ingegneria elettro-nica presso l’ Università Politec-nica delle Marche, si trasferisce in Belgio, dove consegue il Ph.D in ingegneria biomedica presso l’ Università Libera di Bruxelles. Nel Gennaio 2012 viene accettato all’ Università Montpellier 2, Francia, come ricercatore post dottorato, e nel Settembre 2013 riceve la cari-ca di professore associato presso l’ ESEO “grande école d’ingénieurs”, Angers. Autore di numerose pubblicazioni di livello internazionale, collabora con di-versi istituti di ricerca interessati allo studio e l’ utilizzo di ultra-suoni per la medicina e la bio-logia.. Per contattarlo scrivete a: [email protected]

"La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è vita, difendila."

Madre Teresa di Calcutta

Conosciamo bene il nostro pianeta? Mi verrebbe da dire di sì: in fondo sappiamo che posto oc-cupa nel sistema solare, quali sono le risorse che può offrirci e lo abbiamo percorso, esplorato, misurato in lungo e in largo. La Terra non è ridotta proprio bene – a causa nostra, in gran parte - e ha passato dei momenti difficili, durante tutta la sua storia, devastata non solo da guerre e inquinamento ma anche da calamità naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche e glaciazioni che hanno lasciato nell’ambiente cicatrici profonde. Un ambiente che, per quanto ne sappiamo, è unico in tutto il Creato, in quanto in grado di ospitare la cosa più meravigliosa in assoluto: la vita. Ma come ha avuto origine la vita ?Da molto tempo siamo percorsi da dispute circa le ipotesi contrastanti sulle origini della vita, della Terra, dell'universo e dell'umanità : un vero dilemma ! Il dibattito riguarda soprattutto due teorie : Creazionismo ed Evoluzionismo. I contendenti sono le autorità religiose da una parte e la comunità scientifica dall'altra. Alla base della questione la visione creazionista sulle origini trova fondamento in alcune credenze religiose mentre quella evoluzionista (ideata da Charles Darwin) viene sostenuta dal consenso scientifico basandosi su fatti, prove e misurazioni.Il Creazionismo affida quindi l’origine della vita a un Dio misericordioso che tutto può e tutto sa: l’ Uomo è stato creato dal nulla e direttamente nella sua forma attuale fin dal principio, a immagine e somiglianza del suo Creatore. Dall’altra parte l’Evoluzionismo ci dice esattamente il contrario: l’Uomo non è apparso sulla Terra così come lo conosciamo oggi ma è il risultato di una lunga e lenta evoluzione. Si afferma, inoltre, che tutte le forme di vita abbiano avuto origine svillupan-dosi da una semplice struttura per poi assumere forme più complesse col passare del tempo. A sostegno di questa tesi sono state portate prove, non sempre convincenti, con l’aiuto della biologia evolutiva, della geologia e della paleontologia. Sebbene la Teoria evolutiva abbia decisamente una veste più scientifica di quella creazionista non significa tuttavia che sia vera. Con lo svilupparsi della Genetica infatti, si è capito che una forma di vita semplice non è mai esistita. Anche il più piccolo batterio del mondo, che noi siamo portati a pensare come un banale e semplice organismo, ha in realtà una struttura genetica immensamente complessa. Non parliamo poi dell’uomo o di altri animali. Inoltre affermare che ci sia stata un’ evoluzione equivale a dire che ad un certo punto della sua storia l’uomo debba aver avuto dei genitori che non erano uomini, o una rana dei genitori che non erano rane. Anche questo fatto è rifiutato dai genetisti. Essi inoltre affermano che affinchè ci sia evoluzione è neccessario un aumento del numero dei geni presenti nel patrimonio genetico dell’ essere vivente e non una semplice ricombinazione, come a volte erroneamente siamo portati a pensare. Questo ‘aumento’ dei geni dal nulla non è mai stato registrato nel nostro pianeta in nessun essere vivente, anzi, sembra sia impossibile che accada. Sarebbe come lanciare per aria le lettere dell’ alfabeto e sperare che compongano una poesia una volte cadute a terra. Ma allora come la mettiamo ?A onor del vero ci sarebbe un’ altra teoria, che ultimamente sembra prendere piede. Si vocifera infatti che a darci la vita siano stati degli alieni venuti sulla Terra migliaia di anni fa, ricombinando il loro DNA con delle ‘semplici’ creature già presenti sul pianeta. Noi saremmo quindi il risultato di un esperimento di genetica, effettuato da esseri molto ‘evoluti’. Le prove? Sembra sia tutto scritto nella Bibbia, almeno nella sua interpretazione letterale. Dubito che quest’ultimo approccio all’origine della vita venga mai insegnato nelle scuole ma, in fondo, quando si parla di filosofie prive di solide basi scientifiche, si può affermare di tutto, persino che dentro gli atomi ci siano degli omini verdi che ballano la samba. Il mistero della vita purtroppo rimane ancora lontano dall’ essere svelato, forse l’amara verità e che siamo ancora troppo giovani per capirlo.

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