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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione n° 2 - A 2016 PASS WORD TEMPO di PALIO UN VIAGGIO TRA PASSATO E FUTURO L'INTERVISTA ROBERTO RE Leader si diventa VERDICCHIO TRA I 50 VINI MIGLIORI AL MONDO TUTTE LE ANTICIPAZIONI PALIO SAN FLORIANO #CURIOSANDO LA CACCIA AL BOVE EVENTI SOTTOSOPRA DILATODENTRO Mostra d'arte sul tema della Violenza sulle Donne VIAGGI ARIA DI PRIMAVERA Viale della Vittoria 27/C - Jesi (AN) OUTLET: viale dei Platani 31, Marina di Montemarciano (AN) PASSWORD

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Password mese di aprile 2016

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TEMPO d i PALIOUN VIAGGIO TRA PASSATO E FUTURO

L'intervistaRobeRto ReLeader si diventa

verdicchiotRa i 50 ViNi miglioRi al moNdo

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#curiosando la caccia al boVe

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Viale della Vittoria 27/C - Jesi (AN)OUTLET: viale dei Platani 31,

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UN SALTO NEL PASSATO di Chiara Cascio

Password – l’accesso mirato all’informazione periodico d’informazione - n° 2 - Aprile 2016Direttore responsabile: Chiara CascioEditore e Progetto Grafico: Studio GammaCoordinamento generale: Gianna Scortechini - Chiara CascioCollaboratori: Francesco Cascio - Riccardo Ceccarelli - Talita FrezziFoto di copertina: Nicola GoriRegistrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici

Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. e fax 0731 701404 www.leggopassword.it - [email protected] [email protected] Copyright - Tutti i diritti riservati - Marchio e grafica registrati Vietata la riproduzione anche parziale. L’editore si riserva il diritto di segnalare alle autorità competenti co-loro che in malafede comunicano annunci non corrispondenti a verità.

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#EDITORIALE

È meglio scappare dalle esperienze che hanno segnato la nostra esistenza oppure le stesse rappresentano un bagaglio di conoscenze utile per il futuro? Si apre così, questo numero, con una riflessione sul passato. A pochi giorni dal Palio di San Floriano di Jesi, l’evento che riporta la città e la Vallesina indietro nei secoli, parlare del tempo che fu sembra inevitabile. Ciascuno vive il rapporto con il proprio passato in maniera differente. Per alcuni, è una pesante àncora che trattiene nel pre-sente e non permette di scrivere un futuro differente da ciò che è stato. Per altri, invece, è fonte di conoscenza da cui cogliere preziosi insegnamenti. Secondo il mental coach più famoso d’Italia, Roberto Re (pag.8-9), il futuro dipende da come gestiamo

errori e sconfitte. Inevitabilmente il passato conta: se lo viviamo come un fallimento, rap-presenterà un limite. Se lo interpretiamo come una risorsa, aiuterà a raggiungere le mete che sogniamo. L’importante è trattenere solo ciò che serve. Come quando da bambini, dobbiamo cadere più e più volte prima di compiere il primo passo. Eppure, da sempre, ci insegnano che evitare errori è l'unica via per raggiungere il successo. A scuola, chi sbaglia troppo rischia la bocciatura. In realtà, solo ripartendo dalle note più stonate della nostra vita è possibile comporre una nuova melodia per il futuro. Il passato non è solo l’armadio che custodisce le esperienze dolorose ma anche i ricordi più dolci: anche loro, però, possono tenerci ancorati e ostacolare il cambiamento. Quindi attenzione. Riviviamolo a piccoli dosi, piuttosto. Se utile. Giusto per non dimen-ticare mai chi siamo. Come quando la città di Jesi rivive il Medio Evo attraverso il Palio. Nel passato, dopotutto affondano le nostre radici. E dunque, anche la nostra identità.

([email protected])

"Perdere il passato significa perdere il futuro."(Wang Shu)

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#CURIOSANDO

LA cAcciA AL bOve

Palazzo Parisani Bezzi a Tolentino è oggi adibito a mu-seo napoleonico: in esso alloggiò Napoleone Bonapar-te e in una delle sue sale venne firmato tra il generale francese e i rappresentanti del papa il 19 febbraio 1797 il Trattato di Pace che prende il nome proprio dalla città. Nella sala degli arazzi, così chiamata perché riccamen-te decorata da "succhi d'erba", ossia pitture imitanti arazzi eseguite con colori vegetali ad acqua stesi diret-tamente sui tessuti, per lo più tela grezza, vi è la rara quanto originale raffigurazione di un gioco-spettacolo, "la caccia al bove" o "lo steccato", uno dei più diffusi nello Stato pontificio e nelle nostre Marche. Consiste-va "lo steccato" detto anche "venagione" o "giostra", nella lotta tra uno o più cani e un toro. Il cane doveva mordere il toro all'orecchio fino a fermarlo, solo così vinceva la gara. Il toro - più frequentemente però veni-va fatto scendere un bue o una vacca già destinati alla macellazione - tenuto per una fune dal Capocaccia, era incitato ad incornare il cane appositamente addestrato. Il gioco, che diventava autentico spettacolo richiaman-do numerosa folla, si svolgeva per lo più in un recinto o palizzata, steccato appunto, costruito in una piazza o in uno spazio sufficientemente vasto: la gente tutt'at-torno, dai balconi o dalle finestre dei palazzi adiacenti, rumoreggiava e tifava con una partecipazione vera-mente impressionante. Questo gioco-spettacolo, la cui origine si fa risalire all'antichità classica romana, già attestato in Roma nel sec. XIV, è parte essenziale delle feste di carnevale sotto il pontificato di Martino V (1417-1431): gli venne riservato un intero giorno dei tre dedicati al carnevale. Aveva qualche analogia con la corrida spagnola, così il gioco si diffuse ancor più con la nomina di pontefici spagnoli, Callisto III (1455-1457) e Alessandro VI (1492-1503), e la presenza a Roma di

dignitari e faccendieri provenienti dalla Spagna. Da Roma si propagò in tutto lo Stato pontificio e nell'Italia centrale. Steccati si tennero dal Seicento all'Ottocento a Pesaro, Urbino, Urbania, Ancona, Corinaldo, Pergola, Falconara, Gubbio, Chiaravalle, Fossombrone, Mon-temarciano, Monterado, Ostra, Castelplanio, Maiolati, Camerano, Polverigi, Filottrano, San Severino, Tolen-tino, Treia, Macerata, Offida, Osimo, ecc. Si svolgeva insomma in città come in piccoli centri, e non solo per il carnevale. A Jesi vengono ricordati gli steccati dei primi decenni del Settecento e quello "grandioso" del settembre 1815, per la festa di S. Settimio, "con 30 buoi da orecchiarsi" o del 1832 "con otto buoi, tre vacche da masseria e un toro". A Cupramontana, il 17 luglio 1777, per la fiera presso l'Abbazia del B. Angelo, "fu fatto un Steccato con il Toro, ed altre 16 bestie tra buoi e vacche". A vigilare sull'affluenza in-gente allo steccato del 1 ottobre 1800, furono chiamati i "Birri" (soldati o guardie) da Jesi. Nel 1795 a Monte Roberto il Comune invita il macellaio ad organizzare uno steccato con dieci buoi in occasione della festa del Crocifisso. Il gioco-spettacolo si protrasse per tutto l'Ottocento, nonostante che i francesi durante la loro presenza-influenza (1797-1815) non lo gradissero e lo ostacolassero con ogni mezzo. Con il ritorno dello Stato pontificio gli steccati riprendono con maggiore frequenza a divertire la gente in feste sacre e profane. Venne definitivamente vietato nel 1860. Fu il "progredir della civiltà - come scrisse Domenico Gaspari di Serra San Quirico nel 1883 - a mandare in disuso il feroce costume della caccia dei tori": un popolare divertimen-to, discutibile quanto si vuole, che tuttavia aggregava passioni ed entusiasmi non dissimili da quelli che si vivono oggi nei nostri stadi.

a cura di riccardo ceccarelli

Giochi e spettacoli popolari nelle Marche del passato

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DA FEmmE, TESSUTI VEGETALI i l Green è i l colore dell'Estate

Un tocco di green da Femme Abbigliamento: nella bou-tique di Corso Matteotti 44, gestito da Aldina Chiodi, è arrivata infatti la nuova linea di abiti in tessuto vegeta-le, naturale e rigorosamente eco-friendly. Vestirsi di natura si può , nel pieno rispetto dell’ambiente e con tessuti dermocompatibili che procurano benessere a chi li indossa , senza sacrificare l’estetica. E da una creatività tutta ecosostenibile, arriva da Femme la nuova linea di capi in fibre di bambù, soia e cotone. “Le fibre naturali hanno molte proprietà: possono dirsi vive, con un’autonoma capacità di respirazione, adatta-mento e reattività a fattori esterni – spiega Aldina – Altra

qualità poi la traspirabilità: grazie ad essa si può ridurre notevolmente il sudore stagnante sulla pelle. Aumenta anche lo scambio termico tra organismo e am-biente, garantendo adeguata protezione dal caldo e dal freddo”.Il tessuto in Bambù, in particolare, è traspirante e molto assorbente: nella trama del tessuto, tante mi-cro-cavità di aria permettono di assorbire e far evapo-rare il sudore in pochissimo tempo. Anallergico, garan-tisce una protezione da batteri e da raggi ultravioletti. I tessuti in fibre di Soia sono molto soffici e brillanti, pia-cevoli al tatto: come il bambù, sono traspiranti e antibatte-rici, solidi al colore e in grado di bloccare le radiazioni UV. I capi in cotone sono confortevoli e non irritano la pelle, con alto grado di assorbimento dell'umidità e traspirabilità. E per l’autunno-inverno, arriverà anche una linea di abiti in fibra di latte. Il tessuto è simile alla seta, altamente ecologica: rinfre-scante e salutare per la pelle, il filato contiene caseina.

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Il Verdicchio dei Castelli di Jesi tra i 50 migliori vini al mondo. A dirlo è la classifica del famoso sommelier Luca Gardini pubblicata sulla Gazzetta dello Sport che colloca al 24° posto il "Passolento" di La Marca San Michele di Cupramontana. Una piacevole sorpresa per Alessan-dro e Beatrice Bonci che insieme a Daniela Quaresima gestiscono un'azienda vitivinicola in via Torre, contrada San Michele, seguendo tutte le fasi dalla produzione alla vendita. Il Verdicchio di La Marca San Michele è un vino biologico, prodotto secondo metodi artigianali eredita-ti e tramandati da tre generazioni: "Un vino è biologico quando le uve vengono trattate senza l'utilizzo di dis-seccanti - racconta Alessandro Bonci - Non impiegare queste sostanze killer significa lavorare di più e fare a mano lo sfalcio delle erbe per evitare che si spostino sul-la vite: tuttavia garantisce un prodotto finale di qualità, non inquinato da componenti chimiche e potenzialmente cancerogene". Il vino premiato dalla Gazzetta è il Passolento 2013, un Verdicchio invecchiato che migliora con il tempo e, dunque, a passo...lento. Cremoso e sapido, è frutto di una complessa lavorazione artigianale che conferisce eleganza e finezza al prodotto. "Il vino viene lasciato riposare in grandi botti di legno di quercia, un metodo ripreso dall'antica tradizione, quando ancora esistevano i bottai - spiega Alessandro - In questo modo, il Verdic-chio viene trattato come si fa storicamente con il vino rosso, acquistando maggiore eleganza". Tutti i vini di La Marca San Michele sono biologici: le uve sono lavorate naturalmente e la raccolta è fatta rigorosamente a mano e in cassette. Tra le altre etichette di questa cantina, il Verdicchio Classico Superiore "Capovolto", premiato con numerosi riconoscimenti da Slow Food, Gambero Rosso e L'Espresso, e il Marche Rosso IGP "Bastiancontrario"."Il fatto che ci sia un Verdicchio tra i 50 migliori vini del mondo deve far da traino per tutta la Regione - è la spe-ranza dello staff La Marca San Michele - Il vino può e deve diventare strumento di promozione e valorizzazione di un territorio". Con questo obiettivo, La Marca San Mi-chele ha aderito al Consorzio TerroirMarche che mette in rete circa 13 vignaioli Bio delle Marche, produttori che lavorano il terreno con attenzione e cura: perché da una terra sana nasce un vino sano. Il circuito organizza anche eventi e fiere per la promozione del vino biologico e del territorio che lo produce: prossimo appuntamento sarà ad Ascoli Piceno il 21 e 22 maggio con TerroirMarche in Fiera.Anche Cupramontana, che da oltre mezzo secolo ospita ogni anno la tradizionale Sagra dell'Uva, ormai trova nel vino uno dei traini principali del turismo, tanto che ormai conta all'interno dei suoi confini una trentina di strutture ricettive. Il 16 aprile sarà inaugurata la nuova enoteca comunale e, all'occasione, il Comune presenterà la map-patura con la classificazione dei vigneti e presentazione dei territori. "Noi produttori dobbiamo impegnarci affin-ché il Verdicchio diventi noto in Italia e nel mondo come un vino di media e alta qualità - conclude Alessandro - La classifica uscita sulla Gazzetta va considerata non solo una vittoria per l'azienda ma un successo per tutti i produttori della zona, per la Vallesina e la regione che hanno nel Verdicchio un faro luminoso".

IL VeRDICChIo tRA I 50 MIGLIoRI VINI DeL MoNDo:

PReMIAto IL “PASSoLeNto” DI CuPRAMoNtANA

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COUNTRY CAMP, UN’AVVENTURA "INTO THE WILD"

Potersi immergere nella natura, studiarne da vicino i lati nascosti, riscoprire il divertimento all’aria aperta, circon-dati dalle bellezze del territorio. Un’esperienza in grado di lasciare il segno, favorendo l’apprendimento dell’ingle-se attraverso l’emozione di un’avventura. In due parole, Country Camp: l’iniziativa promossa dalla scuola di lin-gue IH Ancona, Jesi e Recanati VICTORIA!!! ed rivolta a bambini dai 7 ai 12 anni che, abbandonati i libri per la pausa estiva, decidono di partire per una vacanza di gioco e apprendimento. Ad attenderli, ci sarà un casolare tra i campi di girasoli, un agriturismo nel cuore delle campagne marchigiane, immerso nel profumo della cucina casalinga. E nuovi compagni di avventura. Qui, in un continuo alter-narsi tra momenti ludici e didattici, i bambini, al massimo

12 a gruppo, potranno trascorrere un’intera settimana – nel mese di giugno, luglio o agosto, a scelta tra i turni disponibili – in compagnia di altri coetanei e di uno staff qualificato di docenti e assistenti animatori madrelingua. Durante il soggiorno, saranno invitati a partecipare a giochi e a laboratori, sperimentando attività come la raccolta delle more, la preparazione della marmellata o della pasta fatta in casa, per poi fare delle vere e proprie escursioni in campagna. Tutte le attività sono rigorosamente in inglese. Il Country Camp è per la scuola IH VICTORIA!!! il servizio del cuore, quello che concilia il multiculturalismo di chi lavora con le lingue e le tradizioni marchigiane. Il tema scelto per questa edizione 2016 è “Into the Wild”: le attività sono ispirate alle terre selvagge e i partecipanti si improvviseranno esploratori a caccia di trofei!ma perché iscrivere il proprio figlio al Country Camp? A rispondere è la signora Marta, mamma di Edoardo, un bambino di 11 anni che ha partecipato all’esperienza un anno fa: “Mio figlio non voleva proprio di saperne dell’inglese: a scuola mostrava disinteresse e il rendimento era pessimo. Volevo trovare un modo per stimolarlo: per questo l’ho iscritto – racconta la signora - Dopo una settimana, sono andata a riprenderlo: il bambino era entusiasta, mi ha raccontato che si era divertito tantissimo e che sarebbe voluto restare un’altra settimana! Inoltre, è migliora-to anche nello studio. Lo consiglio assolutamente”. Un’esperienza di socializzazione anche per i genitori che, alla fine del Camp, partecipano al rinfresco finale insieme ai bambini: “In quella settimana, il bambino sperimenta l’assenza di mamma e papà e apprende l’autonomia – conclude Marta – Senza contare gli effetti benefici dell’apprendimento della lingua, attra-verso il gioco e l’ emozione, capaci di lasciare davvero dentro un’impronta, un segno, da riscoprire poi avanti, nel futuro”. Sono aperte le iscrizioni al Country Camp e gli altri numerosi programmi estivi per bambini in inglese. Per chi si iscrive entro il 20 aprile, è possibile usufruire di un notevole sconto.

Senza titolo-1 1 17/03/2016 12:47:35

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Roberto Re ad Ancona ed è subito sold out: gremita la Sala Vanvitelliana per assistere al corso del mental coach più famoso d’Italia. Circa trecento i partecipanti interessati ad ascoltare il Re, uno dei maggiori esperti nel campo della formazione personale e professionale, conside-rato l’Anthony Robbins italiano, mental coach di atleti e allenatori di fama internazionale oltre che autore di ‘Lea-der di te stesso’, edito da Mondadori, con 350.000 copie vendute. L’incontro Start to Fly – prima sessione di un corso intensivo per scoprire quali sono e come raggiun-gere i propri obiettivi - è un gioco di parole che richiama il programma FLY ovvero Find the Leader in You, attivo presso il centro“Laedership School Roberto Re” di Ancona, gestito dalla direttrice Prisca Carletti.Noi a quell’incontro ci siamo andati: e sì, Roberto Re è pro-prio quel concentrato di energia mista a doti carismatiche fuori dal comune, un’esplosione di entusiasmo capace di contagiare chiunque e di mantenere alta l’attenzione su quanto dice e fa per diverse ore, senza che si intromettano distrazioni. Una volta che, salito sul palco, inizia a parlare il pubblico ne è completamente assorbito. Dobbiamo at-tendere la fine del corso, prima di intervistarlo. Eppure, dopo 5 ore filate di lezione – neanche una pausa perché, in fondo, nessuno ne sentiva il bisogno – nonostante l'o-rario (le una di notte) e un ristorante in attesa di ricevere lui e il suo staff per la cena, il Re non mostra segni di cedimento e volentieri si intrattiene con noi per un’intervi-sta. Come prima cosa, non possiamo non chiedergli quale sia la chiave del successo: “La formazione e la crescita

personale sono la chiave per ottenere il massimo in ogni campo della vita: per questo è importante darsi tutti gli strumenti e le basi necessarie per il proprio percorso indi-viduale – ci spiega Roberto Re – Oggi viviamo in una realtà dove la formazione è permanente: per raggiungere risul-tati professionali soddisfacenti dobbiamo metterci in testa che l’apprendimento costante e giornaliero, sul campo, è diventato indispensabile”. Nell’era digitale, dove la cono-scenza raddoppia ogni due anni, chi nel proprio settore non si aggiorna e non resta al passo torna indietro. Per avere successo, dunque, occorre crescere un po’ alla volta quotidianamente, definendo un piano d’azione concreto e attuabile da subito per raggiungere i propri obiettivi.Te l’avranno già chiesto milioni di volte, immagino, ma la domanda è scontata quanto inevitabile: leader si nasce o si diventa?“Indubbiamente ci sono persone che nascono con spic-cate doti di leadership. In realtà, anche questa è un’arte che si impara, come ogni altra cosa. Nel mondo del lavoro, specialmente, la si conquista quando si migliorano le pro-prie capacità comunicative. Non è detto poi che chi è lea-der in un settore lo sia altrettanto in un ambito differente: ciascuno ha le sue doti, più o meno valide in determinate situazioni. Un buon leader è colui che è in grado di mettere a disposizione i suoi talenti e le sue capacità al servizio delle persone. Un vero leader non è tanto il leader di altri ma - come dice il titolo del mio libro - lo è di se stesso. È facile dire agli altri cosa fare, più difficile è governare se stessi”.

LEADER SI DIVENTA, A PICCOLI PASSI VERSO CIò CHE CI RENDE FELICI

#L’INTERVISTA

di Chiara Cascio

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Solo allora si inizia a volare?“Esatto, ovviamente in senso metaforico. Possiamo tutti andare un po’ oltre ciò che facciamo”.E come superare quei limiti che ci tarpano le ali? Come diventare leader di se stesso?“Il vero limite sta nel modo in cui un individuo si rap-porta con la realtà. Se non ha coraggio. La paura è parte dell’essere umano: nessuno di noi deve ambire ad essere superman ma soltanto essere un po’ meglio di quello che è già è e tutto questo si impara. Ci si allena. Come si va in palestra per potenziare i muscoli, così è possibile allenare i nostri “muscoli” mentali ed emozionali. Si può imparare che non è mai un fatto o una persona a scatenare in noi delle emozioni negative come la rabbia o la frustrazione: siamo noi che diamo potere a ciò che al di fuori di noi, dimenticando che invece parte da dentro”.Il passato è un utile serbatoio di esperienza o un’àn-cora che ci trattiene?“Non è possibile né cambiare né influenzare il passato. Possiamo accettarlo per quello che è: l’importante non è ciò che è successo ma imparare da ciò che succede. Non sono gli eventi a determinare la nostra vita ma come noi reagiamo ad essi: per questo è utile imparare a di-stanziarci da quanto accade ed interrogarci su quanto da quell’esperienza dobbiamo trattenere come monito per il futuro e quanto invece conviene lasciare andare. Se vivia-mo un presente condizionato dal passato, il nostro avveni-re non sarà tanto diverso”.La sconfitta non è dunque sempre negativa …“È come imparare no? Prima di camminare da solo, da bambino, sarai caduto un sacco di volte. Se dopo un cen-tinaio di sconfitte arriva finalmente il risultato, le esperien-ze precedenti saranno state necessarie per ottenerlo. Se vivi invece l’errore come un fallimento smetti di imparare. È chiaro che nessuno parte per perdere però, come nello sport, il grande campione sa che può perdere e accetta la sconfitta: non si fa mettere in discussione da questa. Si tratta solo di un episodio”.

A proposito di sport, come mental coach hai aiutato molti atleti e campioni di fama nazionale e interna-zionale…“Sì, mi viene in mente Jessica Rossi , oro olimpico e record mondiale nel tiro al volo alle Olimpiadi di Lon-dra 2012. La sciatrice Isolde Konster che, dopo un grave infortunio, tornò a vincere in Coppa del Mondo. I campioni spesso sono inconsapevoli del loro talento: il mio compito è aiutarli a comprendere ciò che fanno e a governare le loro capacità per generare con più costanza i risultati”.Sei stato preparatore mentale anche di Roberto man-cini, cosa ti ha colpito di lui?“Lavorai insieme a lui ai tempi in cui era ancora nella Lazio. Lui ha questa enorme passione per il calcio, è un grande allenatore, un vero vincente. Ovunque vada, è ca-pace di influenzare l’ambiente che lo circonda. Ho grande stima verso di lui”.Per concludere, un consiglio, per i nostri lettori: come rendere la propria vita migliore?“Il punto di partenza è desiderare il meglio. Cercare di capire cosa si vuole realmente e non accontentarsi della mediocrità. Fare un passo alla volta verso ciò che ci rende felici e iniziare a muoversi verso”.

#L’INTERVISTA

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A Jesi si respira aria di Palio. A pochi giorni dall’anteprima – prevista per il 23 aprile e il 24 apri-le – l’associazione ente Palio San Floriano svela alcune importanti anticipazioni sulla kermesse medievale più attesa in città. “Un nuovo inizio” è il titolo di questa edizione che punta a trasformare il Palio di San Floriano da una manifestazione del territorio ad un evento di fama nazionale. Tantis-sime le collaborazioni attivate con città e gruppi storici di fuori regione: dallaToscana, arriveranno gruppi da Firenze e da Monteriggioni; dall’Umbria, giungerà una delegazione da Grutti (Gualdo Cattaneo); ci saranno anche due gruppi musicali provenienti dalla Lombardia (Futhark) e dal Ve-neto (Vagus Animis). Tra le nuove partnership marchigiane, ci saranno invece i tamburi storici di Ripaberarda (Ascoli Piceno), gli armati e figuranti del gruppo storico “La Pandolfaccia” di Fano (Pesaro-Urbino) e una delegazione da Castelraimondo (MC). Previsti anche importanti ritorni dalle città di Montecassiano, Filottrano, Cupramontana, Corinaldo, Ostra e San Severino.Grande attesa per la partecipazione delle delegazioni estere di Mayenne (Francia) e Waiblingen (Germania) che, per il ventennale del gemellaggio, porteranno il loro omaggi alla città di Jesi. Da Waiblingen, oltre al sindaco e alle figure istituzionali, arriveranno anche alcuni figuranti del gruppo storico che organizza ogni anno lo Staufer Spektakel . Si inizia il 23 aprile, alle ore 17.30, con la riconsegna del vessillo che, vinto la scorsa edizione dal Comune di Jesi, sarà riconsegnato all’Ente Palio per essere rimesso in gioco durante la ma-nifestazione nella sfida tra i Comuni. Seguirà alle ore 18.00 l’inaugurazione del nuovo gonfalone, realizzato dai ragazzi del Liceo Artistico E. Mannucci di Jesi, con la collaborazione di Mino&Grazia Tappezzeria. Alle ore 18.30, mini spettacoli a cura dei gruppi storici del Palio di San Floriano: a

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seguire, le esibizioni delle corali di San Francesco e Santa Lucia.Domenica 24 aprile, dalle 17.30 alle 19.00, appuntamento in piazza Federico II con i Laboratori per Bambini “Una campanella per San Floriano” a cura del Museo Dio-cesano.Il Palio di San Floriano animerà il centro storico di Jesi dal 4 a l’8 maggio, cinque giornate no stop per immergersi nell’epoca storica del Duecento. Il 4 maggio ap-puntamento con la “Scampanada de San Fiorà” e il Palio dei bambini. Dal 5 si entra nel vivo della manifestazione: dopo l’annuncio dell’araldo, nel pomeriggio, torna il convegno storico scientifico in collaborazione con i docenti del Dipartimento di Scien-ze storiche, documentarie, artistiche e del territorio, Università di Macerata. Il tema affrontato sarà “Donne nel Medioevo. Uno sguardo d'insieme”. Di sera, apertura delle taverne e concerto rock medievale con i “Brutti di Fosco”, alle ore 21.30, in piazza delle Monnighette. Nel week end la manifestazione invaderà tutto il centro storico: sa-ranno 7 le piazze coinvolte, 35 i Comuni invitati, oltre 40 associazioni in rete. Previsto l’arrivo di oltre 800 figuranti. Dodici le taverne, pronte a sfidarsi al Concorso del Piatto Tipico Medievale. E poi mostre e mercatini medievali con banchi di Arti e Mestieri. Venerdì 6 maggio sarà dedicato alla musica, con i concerti itineranti nelle piazze e per le vie del centro storico; partono anche le prime sfide, con le competizioni per il Pallio dei Quartieri. Sabato 7 maggio, dall’ex-Appannaggio, ci sarà il corteo diretto in piazza della Repubblica insieme alla parata dei Sindaci della Vallesina. Dopo le cele-brazioni della Messa in Cattedrale dal vescovo Don Gerardo, gare, spettacoli e taverne aperte fino alle 2 di notte.Domenica 8 maggio, il pomeriggio torna il corteo dei figuranti lungo il Corso e Piazza della Repubblica: durante il pomeriggio ci saranno le ultime sfide tra Comuni valevoli per l’assegnazione del Pallio (Corsa della Campana). L’appuntamento finale è, come ogni anno, in piazza Baccio Pontelli con gli spettacoli dei Gruppi, l’assegnazione dei premi finali e, infine, fuochi d’artificio.La manifestazione è organizzata dall’associazione Ente Palio San Floriano, con il pa-trocinio e collaborazione del Comune di Jesi e la Diocesi di Jesi, avvalendosi anche di importanti e solide partnership con Avis Jesi. Aesis, il Circolo fotografico Ferretti e il Centro Sportivo Italiano (C.S.I.). Nuove intese e amicizie nascono poi tra Ente Palio San Floriano e Unicef, JesiCentro, Caritas, Slowfood, Falconieri Federico II, Igers Ancona e Fondazione Pergolesi Spontini, con cui sono in programma altrettante valide iniziative. Non mancano le collaborazioni con le scuole, tra cui il Liceo artistico “E. Mannucci”.

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Si chiama Belly Art ed è il nome della nuova moda lanciata in Olanda e arrivata fino in Ameri-ca per poi diffondersi in tutto il mondo: in pratica, consiste nel fissare la forma del pancione facen-do un calco in gesso cosicché le future mamme possano avere un ricordo della gravidanza dav-vero originale. Ogni pancione è diverso dall’altro ha la sua forma unica, racchiude un segreto, una storia, passata e futura. L’artista crea un ricordo tangibile dalla gravidanza, così com’è stata, nella sua forma reale, totalmente personale, in scultu-re che restano esposte in casa o nella cameretta del neonato. Per le neo mamme è un’emozio-ne incomparabile riuscire a fermare nel tempo l’esperienza stessa di una relazione che nasce, un bimbo che cresce al sicuro nel pancione. Il calco va realizzato solitamente intorno al setti-mo/ ottavo mese di gravidanza: il gesso solidifica in circa 20-30 minuti e, dopo uno o due giorni, può essere rifinito e decorato a piacere.Un’altra arte sempre più in voga tra le future mamme è il Belly Painting: in questo caso l'Arti-sta dipingerà il pancione creando disegni perso-

nalizzati, coccolando mamma e neonato ad ogni tocco del pennello. È una forma di body art, diffusissima negli States, in Sud America e in Cina e sbarcata negli ultimi anni anche in Europa e in Italia. In pratica il pancione diventa una tela da riempire con colori e disegni. Fiori, coccinelle, gat-ti, paesaggi, ragnatele, sole e luna: la fantasia degli artisti (e delle mam-me) non ha limiti. Il vero scopo è comunicare con il bambino: quando il pennello si muove, il neonato si muove con lui. Que-ste nuove tendenze arrivano anche in Vallesina, grazie all’artista di Castelbellino Simona taini e al suo nego-zio Clementina 31. Attraverso la pagina facebook è possibile dare un’occhiata ai suoli lavori e chiederle informazioni su come trasformare il proprio pancione in un’opera d’arte.

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BELLY ART - MODA BIMBI 0/14 - BABY PLANNER - LISTA NASCITA

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"...Ed io pensavo, smetterà, smetterà, questa è l'ultima, colpa mia, potevo star zitta!Ma poi mi accorgo che i colpi arrivavano sempre più diretti, precisi, cattivi, senza più pietà… il respiro si fa corto, il dolore aumenta, come la paura, ed io, in testa mille pensieri, poi la mente si fa lucida intorno a lei... mia figlia... ti prego… voglio rivederla… ed il terrore prende campo, ma il respiro torna, solo, disperato, sep-pur con il collo stretto tra le sue mani, per un ultimo urlo che qualcuno sentirà, per quest'urlo che è lì, taciuto da anni…Qualcuno accenderà la luce, e noterà me, ma-schera a terra, esanime, e forse ce l'ho fatta, stavolta, l'ultima..."

(da una testimonianza anonima)

Nell'ambito delle Manifestazioni per la festa della Don-na e Contro la violenza sulle donne, Andrea Marconi, artista marchigiano, da anni impegnato nell'ambito del disagio psichiatrico, presenta a Jesi, sua città na-tale, una mostra - convegno incentrata sul tema della violenza sulle donne. La mostra “Sottosopradilatoden-tro”, dal titolo volutamente provocatorio, ripercorre lo strazio totalizzante che la donna subisce nel momento dell'abuso, sia fisico che psicologico, ne riporta alla memoria suoni e colori, urla ed ematomi che riman-gono sul corpo e nella mente. Con un'unica opera di grandi ed impattanti dimensioni, l'artista vuole dare una forma, e non solo un'immagine, a questo dolore, quasi ad esorcizzarlo, a renderlo visibile, così da destare le coscienze taciute.Marconi vuole che il pubblico presti la propria attenzio-ne alla problematica, oggi più che mai vissuta, anche e soprattutto, tra le mura domestiche: lo fa con questa mostra, che si apre ad un convegno dagli aspetti non

PROGETTO: INSTALLAzIONE DI ANDREA MARCONI SU VIOLENzA DI GENERE

SOTTOSOPRADILATODENTRODA UN'IDEA DI ANDREA mARCONI

formali, ma forti.Per questo progetto l'artista e Proloco Jesi richie-dono quindi la presenza dell'Anpi, dell'Associa-zione Casa delle Donne, da anni presenti sul ter-ritorio accanto a donne maltrattate. Ma si vuole fare uno sforzo in più: aprire questo spazio agli uomini che la violenza l'hanno perpetrata, che, pentititi, dopo un percorso terapeutico, scelgono di parlarne, tramite l'associazione Maschile Plu-rale.La mostra - convegno avrà una durata di tre giorni, durante i quali saranno raccolti fondi an-che per il Centro Antiviolenza di Jesi che si regge sul volontariato.

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Diventa operativo il Codice rosso, il programma d’intervento rivolto alle donne vittime di violenza, attivo nei 21 Comuni della Vallesina. Jesi capofila del progetto. Grazie alla sinergia tra i servizi sociali dell’A-SP 9, Area Vasta 2, Polizia di Stato,Carabinieri, Polizia municipa-le, Pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani” eSportello Casa delle Donne nasce un protocollo operativo che indica le procedure di pronta accoglienza a sostegno delle vittime di violenza. Questo accordo permetterà di fare rete tra i soggetti coinvolti, di rafforzare la preven-zione e di offrire sostegno alle donne che subiscono violenza. I numeri delle emergenze sono sportello antiviolenza: 366 4818366; 112 o 113; 118 per le emergenze mediche. L’ufficio servizi sociali e consultorio familiare Asur Area Vasta 2 Jesi sono aperti da lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 14; il martedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15 alle 18.00 in via Guerri .

CODICE ROSSO PER LE DONNE VITTImE DI VIOLENZA

Si procede a piccoli passi verso la gestione associata dei servizi tra Castelbellino e monte Roberto. Dopo l’approvazione dello Statuto della nuova Unione in sede di Consiglio comunale – il 7 marzo a Monte Ro-berto, il 15 marzo a Castelbellino – ha preso vita il progetto di accorpa-mento e condivisione di funzioni comunali, servizi e strategie tra i due Comuni. Emanate le delibere attuative, entro 45 giorni dovranno essere nominati i dodici consiglieri dell’Unione, 6 rappresentanti a testa. Di questi 6, 4 saranno di maggioranza, 2 di minoranza. All’in-terno, si individuerà un esecutivo con fino a un massimo di 4 assessori, un presidente ed un vice presidente, nelle vesti dei due Sindaci. Questi si alterneranno, successivamente, alla presidenza ogni 20 mesi. Nessun indennità aggiuntiva è prevista per chi ricoprirà il duplice ruolo di assessore comunale e dell’Unione.

È NATA L’UNIONE DEI COmUNI DI CASTELBELLINO E mONTE ROBERTO

Il Consiglio comunale di Maiolati Spontini ha segnato un passaggio importante per avviare un processo di fusione tra Comuni che mo-dificherà l’esistente e disegnerà i nuovi assetti territoriali della Val-lesina. Nella seduta di venerdì 1° aprile, infatti, l’assemblea degli eletti maiolatese ha espresso il suo parere favorevole all’indizione del referendum consultivo per dire sì o no alla fusione tra i Comuni di Rosora e Maiolati Spontini, indetto per il 29 maggio. Se pur con qualche defezione da parte della minoranza, che si è dimostrata divisa sulla votazione (non sono mancati gli astenuti ed i contrari), e confusa sulle ragioni, il Consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno. Ora la scelta passa ai cittadini che avranno la possibilità di esprimersi democraticamente.

FUSIONE TRA ROSOSA E mAIOLATI, INDETTO REFERENDUm PER IL 29 mAGGIO

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