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ANNO ACCADEMICO 2011 - 2012 1 CORSO DI “MECCANICA DELLE TERRE” LEZIONE 5 INDAGINI E PROVE IN SITU Prof. Ing. Geol. Eugenio Castelli Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura Università degli studi di Trieste

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  • ANNO ACCADEMICO 2011 - 2012

    1

    CORSO DI

    MECCANICA DELLE TERRE

    LEZIONE 5

    INDAGINI E PROVE IN SITU

    Prof. Ing. Geol. Eugenio Castelli

    Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura

    Universit degli studi di Trieste

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 2

    Programmazione delle indagini

    Ogni opera di ingegneria civile interagisce con una parte del sottosuolo, detta volume significativo.

    Il comportamento dellopera dipende, oltre che dai carichi applicati, dalla geometria e dalle propriet fisico-

    meccaniche dellopera e dalle caratteristiche del sottosuolo allinterno del volume significativo.

    La geometria e le propriet fisico meccaniche dellopera sono generalmente dati del problema, noti con

    buona approssimazione e modificabili in fase di progetto. Ad esempio si pu variare lo spessore di un solaio,

    o la classe di un calcestruzzo, o la pendenza dei fianchi di un rilevato. Le caratteristiche del volume

    significativo di sottosuolo sono invece quasi sempre immodificabili e sono tutte da determinare.

    Lo scopo delle indagini in sito identificare le condizioni stratigrafiche e di falda allinterno del volume

    significativo di sottosuolo, e di caratterizzare, congiuntamente con le indagini di laboratorio, il

    comportamento meccanico delle diverse formazioni presenti.

    Nella programmazione e interpretazione delle indagini in sito sono di valido aiuto le conoscenze di geologia,

    ma ancora pi importanti, anzi essenziali, sono le conoscenze ingegneristiche dellopera da realizzare. Infatti

    la progettazione geotecnica passa attraverso la definizione di un modello geotecnico, ovvero di uno schema

    semplificato della realt fisica, che concili quanto pi possibile variabilit e complessit naturale con

    procedure e metodi di calcolo che conducano ad una soluzione quantitativa affidabile, anche se non esatta,

    del problema ingegneristico.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 3

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 4

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 5

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 6

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 7

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 8

    Le indagini geotecniche in sito e di laboratorio hanno vantaggi e limiti opposti, e non sono pertanto

    alternative ma complementari. Le indagini in sito sono insostituibili per il riconoscimento stratigrafico,

    interessano volumi di terreno molto maggiori, molte di esse consentono di determinare profili pressoch

    continui con la profondit delle grandezze misurate, sono pi rapide ed economiche, sono quasi lunico

    mezzo per caratterizzare dal punto di vista meccanico i terreni incoerenti, il cui campionamento

    indisturbato molto difficile ed economicamente oneroso. Di contro le condizioni al contorno sono

    difficilmente individuabili e incerte, la modellazione della prova spesso incerta e schematica per cui

    linterpretazione talvolta affidata a relazioni empiriche o semi-empiriche. Per ottenere dai valori delle

    grandezze misurate con prove in sito i valori numerici dei parametri

    geotecnici utili nella progettazione, si utilizzano correlazioni, che a seconda della prova possono essere:

    correlazioni primarie, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova utilizzando una solida base teorica con poche ipotesi da verificare (ad es. la stima di G0 da misure di VS);

    correlazioni secondarie, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova utilizzando una base teorica, ma con approssimazioni e ipotesi sostanziali, e in genere con parametri intermedi (ad es.

    la stima di cu da qc);

    correlazioni empiriche, con cui il parametro geotecnico ottenuto dal risultato della prova senza giustificazione teorica (ad es. la stima di qlim di fondazioni su sabbia da NSPT).

    Al contrario le prove di laboratorio hanno condizioni al contorno (di carico, di vincolo, di drenaggio), ben

    definite e controllabili, ed i risultati possono essere interpretati con modelli matematici appropriati, ma i

    campioni possono non essere rappresentativi delle reali condizioni in sito, sia a causa della variabilit

    intrinseca del terreno naturale, sia per linevitabile disturbo di campionamento.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 9

    Le indagini geotecniche vanno condotte su quella parte di sottosuolo che verr influenzata dalla costruzione

    dellopera o che ne influenzer il comportamento (ovvero sul volume significativo).

    Indicazioni sul volume significativo del

    sottosuolo a seconda del tipo e delle dimensioni

    del manufatto, nel caso di terreno omogeneo (da

    Raccomandazioni sulla programmazione ed

    esecuzione delle indagini geotecniche

    dellAssociazione Geotecnica Italiana (AGI,

    1977))

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 10

    Il grado di approfondimento dellindagine geotecnica nel volume significativo del sottosuolo dipende

    dalla fase di progettazione (di fattibilit, definitiva o esecutiva), dalla complessit delle condizioni

    stratigrafiche e geotecniche, e dallimportanza dellopera. Secondo lEurocodice per lingegneria

    geotecnica (EC7) le opere da realizzare possono essere classificate in tre categorie geotecniche (GC) di

    importanza crescente, cui ovviamente corrispondono gradi di approfondimento crescenti dellindagine

    geotecnica.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 11

    Per le opere di categoria GC1 che ricadono in zone note, con terreni di fondazione relativamente omogenei e

    di buone caratteristiche geotecniche, ove gi esistono strutture analoghe che hanno dato buona prova di s,

    etc.., lindagine pu essere limitata alla raccolta delle informazioni esistenti, e la relazione geotecnica

    (sempre necessaria) pu giustificare le scelte progettuali su base comparativa, per esperienza e similitudine.

    Al contrario per opere di categoria GC3 occorre un piano di indagine molto approfondito e dettagliato, curato

    da specialisti del settore, che si estenda nel tempo (prima, durante e dopo la realizzazione dellopera),

    comprendente prove speciali, da affidare a ditte o enti altamente qualificati, mirate allanalisi dei problemi

    specifici e particolari dellopera in progetto.

    In tutte le altre situazioni si considerano le indagini geotecniche per opere di categoria GC2.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 12

    Per identificare le condizioni stratigrafiche del sottosuolo allinterno del volume significativo,

    possono essere eseguite prove geofisiche (sismica - elettrica), scavi, trincee, sondaggi e prove

    continue (o quasi) lungo verticali di esplorazione (ad esempio prove CPT, DMT etc..).

    Scavi e trincee di esplorazione hanno il vantaggio di mettere in luce ampie sezioni verticali del

    sottosuolo, e quindi consentono una descrizione di dettaglio della successione stratigrafica ed il

    prelievo di campioni anche di grandi dimensioni con minimo disturbo. Il loro maggiore limite

    consiste nella modesta profondit di indagine.

    I sondaggi stratigrafici e geotecnici consentono di verificare direttamente la successione stratigrafica

    lungo una verticale di esplorazione, di prelevare campioni per le analisi di laboratorio, e di eseguire

    prove meccaniche e idrauliche a fondo foro, durante la perforazione.

    Le prove continue (o quasi) lungo verticali di esplorazione consentono di identificare la successione

    stratigrafica e di stimare alcune propriet geotecniche in modo indiretto mediante correlazioni con le

    grandezze misurate.

    Dunque, nella maggior parte dei casi, le informazioni raccolte con le indagini geotecniche sulla

    successione stratigrafica e sulle propriet meccaniche e idrauliche dei terreni presenti nel sottosuolo

    si riferiscono a verticali di esplorazione.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 13

    I sondaggi sono delle perforazioni generalmente ad asse verticale, che consentono di riconoscere la

    successione e la natura dei terreni attraverso il prelievo di campioni rimaneggiati e indisturbati; nei

    fori di sondaggio possono essere eseguite prove in situ di vario tipo e possono essere installate

    apparecchiature di misura quali piezometri, assestimetri, inclinometri, ecc.

    I1 prelievo di campioni rimaneggiati, cio di campioni che permettono l'esecuzione delle prove di

    classificazione e a volte la determinazione del contenuto d'acqua, non presenta particolari difficolt e non

    richiede il ricorso ad attrezzature e tecniche particolari. I1 prelievo di campioni indisturbati, cio di campioni

    che mantengono la struttura e il contenuto d'acqua del terreno in situ, richiede l'utilizzazione di campionatori

    adeguati ai diversi tipi e situazioni dei terreni. quasi impossibile prelevare campioni indisturbati di

    materiali granulari incoerenti.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 14

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 15

    La densit e la qualit dellindagine devono tener conto, oltre che della categoria geotecnica

    dellopera in progetto, della complessit e variabilit del terreno di fondazione e del rapporto

    costi/benefici. Unindagine estesa e approfondita, che consenta di definire un modello geotecnico

    affidabile, pu giustificare scelte di progetto pi coraggiose ed economiche. Viceversa se i dati di

    progetto sono poco affidabili o incerti, anche le soluzioni tendono ad essere pi prudenti e

    conservative, e quindi pi costose.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 16

    Categorie di sottosuolo

    Per definire lazione sismica di progetto, si valuta leffetto della risposta sismica locale (RSL) mediante specifiche analisi. In assenza di tali analisi, per la definizione dellazione sismica si pu fare riferimento ad un approccio semplificato, che si basa sullindividuazione di categorie di sottosuolo di riferimento (Tab. 3.2.II e 3.2.III) e sulle condizioni topografiche.

    Risposta sismica locale lazione sismica quale emerge in superficie a seguito delle modifiche in ampiezza, durata e contenuto in frequenza, subte trasmettendosi dal substrato rigido.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 17

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 18

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 19

    I mezzi di indagine in sito per la caratterizzazione del volume significativo di sottosuolo, sono molti e di

    diversa complessit. I pi diffusi sono: le perforazioni di sondaggio, le prove SPT (Standard Penetration

    Test), le prove penetrometriche statiche (CPT), le prove con piezocono (CPTU), le prove dilatometriche

    (DMT).

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 20

    Nelle prove penetrometriche dinamiche l'utensile viene infisso, a percussione e si registra il numero di

    colpi necessario per ottenere un avanzamento prefissato. L'utensile pu essere cavo e costituito da un

    campionatore standard (Standard Penetration Test o SPT) o a punta conica chiusa (SCPT). Nelle prove

    penetrometriche statiche (Cone Penetration Test o CPT) si infigge nel terreno una punta con

    avanzamento controllato; viene misurata in superficie la pressione esercitata sulle aste di manovra nei

    penetrometri meccanici e direttamente sulla punta nei penetrometri elettrici.

    In questi ultimi anni si anche messa a punto e utilizzata la prova penetrometrica con piezocono

    (CPTU) con la quale, attraverso una punta penetrometrica opportunamente modificata, possibile

    misurare anche la pressione dell'acqua nel terreno durante l'avanzamento.

    Vi sono poi le prove scissometriche (indicate anche come Field Vane Test) con le quali viene infisso nel

    terreno un utensile avente all'estremit quattro alette poste a croce, utensile che viene fatto ruotare

    tagliando il terreno e misurando il momento torcente corrispondente; questa prova viene utilizzata

    principalmente in terreni argillosi a bassa consistenza ricavandone la resistenza al taglio senza

    drenaggio cu.

    Nelle prove dilatometriche (DMT) viene infisso nel terreno, con le stesse modalit delle prove

    penetrometriche statiche, un utensile formato da una lama che ha su una faccia una membrana piana di

    forma circolare che viene fatta dilatare misurando la pressione corrispondente all'inizio del moto della

    membrana e quella corrispondente ad uno spostamento prefissato.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 21

    Le prove pressiometriche sono delle prove di carico realizzate installando nel terreno alla profondit voluta

    una sonda cilindrica dilatabile, facendola poi espandere gradualmente e misurando nel contempo le

    pressioni applicate e le deformazioni corrispondenti. Con il pressiometro tipo Menard (MPM), ideato per

    primo, la sonda viene posizionata in un foro di sondaggio appositamente eseguito.

    Con i pressiometri autoperforanti (SBP) la prova viene eseguita rimuovendo con lo stesso attrezzo il

    terreno corrispondente al volume della sonda e limitando quindi l'effetto del disturbo nel terreno.

    Le prove di carico con piastra sono usate spesso in superficie, specialmente nel campo delle costrwzioni

    stradali, ma talvolta anche in profondit; con queste prove si determinano prevalentemente le

    caratteristiche di deformabilit. A questo tipo di prove appartengono quelle con piastra ad elica (screw

    plate) con le quali vengono misurati i cedimenti di una piastra ad elica avvitata nel terreno e poi caricata.

    Vi sono infine prove geofisiche, nelle quali si misura la velocit di propagazione delle onde sismiche, e fra

    queste si ricordano quelle cross-hole, quelle down-hole e le prove geoelettriche nelle quali si misura la

    resistivit del terreno.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 22

    Perforazioni di sondaggio

    Per sondaggio stratigrafico si intende una perforazione del terreno, in genere in direzione verticale, che

    consente di riconoscere la successione stratigrafica, mediante lesame visivo e lesecuzione di alcune prove

    di riconoscimento sul materiale estratto. Se la perforazione permette, oltre al riconoscimento stratigrafico,

    anche il prelievo di campioni indisturbati di terreno e lesecuzione di prove in foro per la determinazione

    delle propriet geotecniche dei terreni in sede, il sondaggio detto geotecnico. Durante la perforazione

    possibile installare apparecchi di misura quali piezometri, assestimetri, inclinometri, etc..

    Con le perforazioni di sondaggio possibile attraversare qualunque tipo di terreno, anche a grande profondit

    e sotto falda, ed eseguire indagini anche sotto il fondo di fiumi o del mare.

    Esistono diverse tecniche di perforazione:

    a percussione,

    a rotazione,

    con trivelle ad elica.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 23

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 24

    Tecniche di perforazione

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 25

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 26

    Se invece si vuole identificare in dettaglio la successione stratigrafica occorre eseguire una perforazione di

    sondaggio a carotaggio continuo. Le carote estratte nel corso del sondaggio sono sistemate in apposite

    cassette catalogatrici (in legno,

    metallo o plastica), munite di scomparti divisori e coperchio apribile a cerniera. Le cassette devono essere

    conservate, per tutto il tempo necessario, al riparo dagli agenti atmosferici.

    Se lo scopo della perforazione solo quello di raggiungere una data profondit, ad esempio per installare uno

    strumento di misura, e non interessa il riconoscimento stratigrafico o il prelievo di campioni rappresentativi,

    il sondaggio detto a distruzione.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 27

    La tecnica di perforazione attualmente pi utilizzata

    per i sondaggi a carotaggio continuo a rotazione. Il

    terreno perforato da un utensile spinto e fatto ruotare

    mediante una batteria di aste. Lutensile di

    perforazione un tubo dacciaio (carotiere) munito

    allestremit di una corona tagliente di materiale

    adeguato. Per evitare che il terreno campionato venga

    a contatto con la parte rotante e sia almeno

    parzialmente protetto dal dilavamento del fluido di

    circolazione, il cui impiego si rende talvolta

    necessario per lesecuzione del foro, possono

    utilizzarsi carotieri a parete doppia, di cui solo quella

    esterna ruota.

    Il diametro dei fori di sondaggio in genere compreso

    tra 75 e 150mm.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 28

    Per assicurare la stabilit della parete e del fondo del foro, ove necessario, si utilizza una batteria di tubi di

    rivestimento oppure un fluido costituito in genere da una miscela di acqua con una percentuale del 3 5% di

    bentonite (fango bentonitico). La bentonite unargilla di origine vulcanica molto plastica (IP = 50 100). Il

    fango bentonitico caratterizzato da un peso di volume di poco superiore a quello dellacqua e da tixotropia,

    ovvero da una viscosit molto elevata in stato di quiete e molto minore in stato di moto. Tali caratteristiche

    rendono il fango bentonitico particolarmente adatto non solo a sostenere le pareti e il fondo degli scavi

    durante lesecuzione, ad esempio, di pali trivellati e di diaframmi ma anche a svolgere una funzione di

    trasporto del materiale scavato. Mantenendo il livello del fango superiore a quello della falda si impedisce

    lentrata dellacqua nel foro e se ne assicura la stabilit. Tuttavia sulla superficie del foro viene a formarsi una

    pellicola impermeabile che non consente lesecuzione di prove di permeabilit e di misure piezometriche.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 29

    I risultati di una perforazione di sondaggio vengono riportati in una scheda stratigrafica ove, oltre ai dati

    generali relativi al cantiere e alle attrezzature impiegate, rappresentata graficamente la successione degli

    strati con la descrizione di ciascuno di essi, la profondit della falda, la profondit dei campioni estratti, la

    profondit ed i risultati delle prove eseguite nel corso della perforazione, etc..

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 30

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 31

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 32

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 33

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 34

    I campioni estratti durante la perforazione possono avere diverso grado di disturbo in funzione sia della

    tecnica e degli strumenti utilizzati per il prelievo, sia della natura del terreno stesso. In particolare con gli

    usuali mezzi e tecniche di prelievo non possibile estrarre campioni indisturbati di terreno incoerente. Le

    principali cause di disturbo derivano dallesecuzione del sondaggio (disturbo prodotto dalla sonda o

    dallattrezzo di perforazione), dallinfissione ed estrazione del campionatore, e dalla variazione dello stato

    tensionale. Nei provini sottoposti a prove di laboratorio, ulteriori cause di disturbo derivano dal trasporto e

    dalla non perfetta conservazione del campione, dalle operazioni di estrusione del campione dalla fustella,

    dalla cavitazione e ridistribuzione del contenuto in acqua, dalle operazioni di formazione del provino (ad

    esempio al tornio) e dal montaggio nellapparecchiatura di prova.

    Per i campioni di terreno si distinguono 5 classi di qualit, crescente da Q1 a Q5, ottenibili con campionatori

    e terreni di tipo diverso.

    Classi di qualit dei campioni

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 35

    I campioni rimaneggiati (di qualit Q1 e Q2) sono ottenibili con i normali utensili di perforazione. I

    campioni a disturbo limitato o indisturbati (Q4 e Q5) sono ottenibili con utensili appropriati, scelti in

    relazione alle esigenze del problema ed alle caratteristiche del terreno.

    Classi di qualit dei campioni ottenibili con campionatori di tipo diverso

    I campionatori pi utilizzati per il prelievo di campioni di buona qualit sono i campionatori a parete

    sottile e a pistone infissi a pressione e il campionatore a rotazione a doppia parete con scarpa

    avanzata. Il tubo infisso nel terreno per il prelievo, ha lunghezza minima di 600mm e diametro

    minimo 100mm, impiegato anche come contenitore e pertanto deve essere di acciaio di buona

    qualit, inossidabile oppure zincato, o cadmiato o termoplastificato.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 36

    PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE

    Come gi stato detto l'utensile di percussione pu essere

    cavo (SPT) o con punta conica chiusa (SCPT) (figura 1). Nello

    Standard Penetration Test (SPT), molto usato negli Stati Uniti

    d'America ed in Inghilterra, si misura il numero di colpi

    necessario per infiggere il campionatore standard (figura la)

    per 30 cm (1 piede) di profondit battendo con un maglio di

    peso di 63,5 kg (140 libbre) e con un'altezza di caduta di 76,2

    cm (30 pollici). La prova viene eseguita sul fondo del foro di

    sondaggio infiggendo il campionatore per 45 cm e tenendo

    conto dei colpi relativi agli ultimi 30 cm di infissione.

    Sebbene la prova sia relativamente rozza, da parte di studiosi

    ed amministrazioni pubbliche americane, sono state approntate

    tabelle e diagrammi che correlano prevalentemente i risultati

    della prova standard con le caratteristiche dei terreni granulari,

    per i quali d'altra parte i risultati delle prove penetrometriche

    sono pi attendibili.

    All'aumentare della profondit oltre i 20 m i risultati sono

    meno attendibili in relazione anche alla diminuzione

    dell'energia trasmessa alla punta.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 37

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 38

    Prova penetrometrica dinamica S.P.T. La prova penetrometrica dinamica S.P.T. (Standard Penetration Test), ideata negli Stati uniti nel 1927, la

    prova in sito pi diffusa ed utilizzata in tutto il mondo, sia per la semplicit operativa e il basso costo, sia per

    la vasta letteratura tecnica esistente sullinterpretazione dei risultati.

    La prova consente di determinare la resistenza che un terreno offre alla penetrazione dinamica di un

    campionatore infisso a partire dal fondo di un foro di sondaggio o di un foro appositamente eseguito con

    diametro compreso tra 60 e 200mm, e subordinatamente di prelevare piccoli campioni disturbati del terreno

    stesso (utilizzati ad esempio per prove di classificazione).

    Il diametro del foro dovrebbe essere

    preferibilmente compreso tra 65 e 115mm.

    Per diametri maggiori opportuno

    moltiplicare il valore misurato dellindice

    NSPT per un fattore di correzione pari a

    1,05 per diametro di perforazione di

    150mm e pari a 1,15 per diametro di

    perforazione di 200mm.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 39

    La prova S.P.T. consiste nel far cadere ripetutamente un maglio, del peso di 63,5 kgf, da unaltezza di 760

    mm, su una testa di battuta fissata alla sommit di una batteria di aste alla cui estremit inferiore avvitato un

    campionatore di dimensioni standardizzate, registrando durante la penetrazione:

    il numero di colpi di maglio N1 necessario a produrre linfissione per i primi 15cm (tratto di avviamento) inclusa leventuale penetrazione quasi statica per gravit,

    il numero di colpi di maglio N2 necessario a produrre linfissione per altri 15cm, il numero di colpi di maglio N3 necessario a produrre linfissione per ulteriori 15cm.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 40

    Determinazione dei parametri geotecnici sulla base dei risultati delle prove SPT

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 41

    Complessivamente, durante la prova, il campionatore sar infisso di 15+15+15=45cm.

    Si assume quale resistenza alla penetrazione il parametro:

    NSPT = N2 + N3

    Se con N1=50 lavanzamento minore di 15cm linfissione sospesa e la prova conclusa annotando la

    relativa penetrazione (ad es. N1=50/13cm).

    Se con N2 + N3=100 non si raggiunge lavanzamento di 30cm linfissione sospesa e la prova conclusa

    annotando la relativa penetrazione.

    Se la prova eseguita in terreni molto compatti o ghiaiosi, la scarpa del campionatore SPT pu essere

    sostituita con una punta conica (diametro esterno 51mm, apertura 60 ).

    Se la prove eseguita sotto falda, il livello di acqua o di fango nel foro deve essere mantenuto pi alto di

    quello della falda freatica nel terreno per evitare un flusso dacqua dallesterno verso linterno del foro.

    I risultati della prova S.P.T. sono utilizzati soprattutto per la stima indiretta, mediante correlazioni empiriche,

    della densit relativa e della resistenza al taglio delle sabbie. Meno significative e pi incerte sono le

    correlazioni per la stima della resistenza al taglio non drenata dei terreni a grana fine. Un importante

    campo di impiego della prova S.P.T. la stima della resistenza alla liquefazione dei depositi di terreno

    incoerente sotto falda in condizioni sismiche.

    Dato il carattere empirico dei metodi di interpretazione dei risultati della prova S.P.T. assolutamente

    necessario seguire in modo scrupoloso la procedura di riferimento per lesecuzione della prova emessa

    dallAssociazione Internazionale di Ingegneria Geotecnica (ISSMFE, 1988). I risultati della prova sono

    infatti influenzati dalle caratteristiche del campionatore, dalle dimensioni delle aste, dal sistema di battitura,

    dalla tecnica di perforazione e dalle dimensioni del foro.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 42

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 43

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 44

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 45

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 46

    Una prima correlazione si ha tra la densit relativa Dr e i valori di NSPT, numero di colpi misurati nella prova

    SPT, correlazione gi indicata in via qualitativa da Terzaghi e Peck nel 1948 e poi in via quantitativa con

    prove in cella di calibrazione da Gibbs e Holtz (1957) (tabella). Questa correlazione valida per le sabbie

    normalconsolidate mentre sembra sopravvalutare Dr per le sabbie sovraconsolidate.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 47

    Figura 3

    Si trovano:

    correlazioni (figura 2, Schmertmann, 1977) tra l'angolo d'attrito e la densit relativa Dr(%) per terreni con

    differenti granulometrie;

    diagrammi (figura 3) che correlano il numero di colpi NSPT e la pressione verticale effettiva v0 con l'angolo

    di attrito di picco ' per sabbie non cementate e mediamente compressibili.

    Per quanto riguarda la deformabilit le correlazioni con NSPT appaiono poco accettabili.

    Figura 2

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 48

    Terreni sabbiosi

    Stima della densit relativa

    I metodi di stima della densit relativa

    attualmente pi utilizzati sono la

    correlazione di Gibbs e Holtz (1957), valida

    per sabbie quarzose NC non cementate,

    graficamente rappresentata in Figura, che

    corrisponde allequazione:

    in cui pa la pressione atmosferica

    (pa=100 se v0 espresso in kPa)

    Stima di DR da NSPT

    secondo Gibbs e

    Holtz (1957)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 49

    La correlazione di Bazaara (1967), pi adatta a sabbie sovraconsolidate o costipate in cantiere, graficamente

    rappresentata in Figura, che corrisponde allequazione:

    Stima di DR da NSPT secondo

    Bazaara (1967)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 50

    la correlazione di Marcuson e Bieganousky (1977):

    in cui OCR il grado di sovraconsolidazione e U il coefficiente di uniformit della sabbia

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 51

    la correlazione di Skempton (1986):

    in cui Ncor il valore corretto dellindice NSPT per tener conto della pressione litostatica efficace.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 52

    Stima dellangolo di resistenza al taglio

    Langolo di resistenza al taglio di picco pu essere

    stimato a partire dal valore della densit relativa con

    le correlazioni proposte da Schmertmann (1977) per

    differenti granulometrie, graficamente rappresentate

    in Figura. Correlazioni dirette tra e NSPT, che

    evitano le approssimazioni dovute al doppio

    passaggio, sono (fra le tante):

    La correlazione di Peck, Hanson e Thornburn (1974),

    approssimabile con la seguente equazione (Wolff,

    1989):

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 53

    la correlazione di Schmertmann (1975) graficamente rappresentata in , che corrisponde allequazione

    (Kulhawy e Mayne, 1980):

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 54

    Introduzione di fattori correttivi:

    CN( v) = fattore correttivo per pressione di confinamento;

    Er = Em / (0,6Ef) dove Em lenergia impressa alla massa battente ed Ef lenergia che la stessa massa

    avrebbe se fosse lasciata in caduta libera.

    Fattori correttivi per SPT (Skempton, 1986)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 55

    la correlazione di Hatanaka e Uchida (1996) graficamente rappresentata in Figura, che corrisponde

    allequazione:

    Stima di da NSPT secondo Hatanaka e Uchida (1996)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 56

    Lesistenza stessa di molte correlazioni un chiaro segno delle incertezze e delle approssimazioni insite

    nelle procedure empiriche di stima. Per tale motivo pu essere opportuno confrontare i valori stimati con le

    diverse correlazioni, ed utilizzare come valore di progetto dellangolo di resistenza al taglio di picco di uno

    strato di sabbia, la media delle stime, escludendo eventuali valori anomali. Si tenga presente che, poich il

    terreno non omogeneo, i valori di NSPT ottenuti nella stessa

    formazione possono essere anche sensibilmente diversi fra loro, e che la presenza di ciottoli e ghiaia pu

    determinare valori di NSPT erratici e inaffidabili.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 57

    Terreni a grana fine

    Stima della resistenza al taglio non drenata

    La resistenza al taglio non drenata di unargilla non sensitiva pu essere approssimativamente stimata dai

    risultati di prove S.P.T. con la correlazione di Stroud (1974):

    in cui f1 un coefficiente funzione dellindice di

    plasticit .

    f1 ha valori compresi tra 3,5 e 6,5 kPa, e

    mediamente vale 4,4 kPa, come mostrato in Figura,

    dove possibile rilevare la dispersione dei dati

    sperimentali su cui si basa la correlazione.

    Correlazione fra NSPT e cu per argille non sensitive secondo Stroud (1974)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 58

    Unaltra correlazione per la stima di cu da NSPT la seguente (Hara et al., 1971):

    stata anche proposta una correlazione per la stima del grado di sovraconsolidazione dellargilla da prova

    S.P.T. (Mayne e Kemper, 1988):

    con v0 espresso in MPa.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 59

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 60

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 61

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 62

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 63

    PROVE PENETROMETRICHE STATICHE(CPT)

    Nella prova penetrometrica statica, una punta conica viene infissa nel terreno, mediante una

    batteria d'aste a velocit costante, misurando in continuo o ad un prefissato intervallo la resistenza

    alla penetrazione della punta. La forza totale, che agisce sul cono Qc divisa per l'area della

    proiezione inferiore del cono Ac fornisce la resistenza alla punta qc. La forza totale che agisce sul

    manicotto Fs, divisa per la superficie del manicotto, As fornisce la resistenza laterale fs. Nel

    piezocono la pressione interstiziale misurata mediante un elemento poroso, chiamato filtro e

    situato in una posizione scelta tra: il vertice della parte conica o la base del cono.

    a. Electric Cone Penetrometer, CPT; b. e c. Piezocone Penetrometer, CPTU;

    d. Seismic piezocone, SCPTU

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 64

    PROVE PENETROMETRICHE STATICHE(CPT)

    Con i penetrometri statici di tipo meccanico la prova viene

    condotta agendo su un piccolo cono che ha generalmente un'area

    di base di 10 cm2 ed posto all'estremit di un'asta protetta

    esternamente da un tubo; alternativamente vengono spinti nel

    terreno il cono ed il tubo di rivestimento con velocit lenta e

    costante (~ 20 mm/s) registrando le pressioni alla punta e lo

    sforzo totale.

    I penetrometri statici meccanici sono stati usati estensivamente in

    Olanda e Belgio e ivi messi a punto. Attualmente si usa

    prevalentemente la punta dotata di un manicotto (figura) che

    consente di misurare, oltre alla resistenza di punta qc anche la

    resistenza di attrito laterale locale fs. Nei penetrometri elettrici la

    resistenza di punta e la resistenza laterale locale vengono

    misurati direttamente con trasduttori montati nella punta.

    Per infiggere il penetrometro necessario avere un contrasto,

    che pu essere ottenuto o installando il penetrometro all'interno

    di un camion e zavorrando opportunamente il veicolo, oppure

    ancorando il telaio di forza del penetrometro al terreno con dei

    vitoni. L'utilizzazione dei penetrometri statici possibile per le

    terre a grana fine e per le sabbie.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 65

    PROVA PENETROMETRICA STATICA C.P.T.

    La prova penetrometrica statica C.P.T. (Cone Penetration Test) un mezzo di indagine molto diffuso in Italia

    poich, ad un costo modesto, permette lidentificazione della successione stratigrafica lungo una verticale, e

    la stima di molti parametri geotecnici sia in terreni a grana fine che in terreni

    a grana grossa (ghiaie escluse).

    La prova autoperforante, ovvero non richiede lesecuzione di un foro di sondaggio, e consiste

    nellinfissione a pressione nel terreno, a partire dal p.c. ed alla velocit costante di 20 mm/sec (con una

    tolleranza di 5mm/sec), di una punta conica avente diametro 35,7 mm e angolo di apertura 60 , collegata al

    dispositivo di spinta mediante una batteria di tubi.

    Il contrasto necessario ad infiggere il penetrometro di norma ottenuto col peso dellautocarro,

    eventualmente zavorrato, su cui installata lattrezzatura

    Il penetrometro statico, ideato in Svezia nel 1917 (anche se

    comunemente chiamato penetrometro olandese), ha subito

    nel tempo modifiche e miglioramenti.

    Attualmente ne esistono due tipi, con caratteristiche

    geometriche e procedure di prova normate a livello

    internazionale (ISSMFE, 1989):

    a) il penetrometro meccanico con manicotto dattrito,

    b) il penetrometro elettrico.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 66

    Nei penetrometri meccanici con manicotto dattrito la punta conica solidale con una batteria di aste

    coassiali ad una tubazione di rivestimento. La parte finale, ovvero pi prossima alla punta, della tubazione

    di rivestimento mobile, e costituisce il manicotto di attrito.

    Punta di un penetrometro meccanico con manicotto dattrito (punta Begemann) (a) e posizioni assunte

    durante linfissione (b)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 67

    In Figura sono rappresentate la punta di un penetrometro meccanico

    con manicotto dattrito e le posizioni che assume durante

    linfissione.

    1) Inizialmente, esercitando una forza F1 sulle aste interne collegate

    alla punta, si fa avanzare a velocit costante la sola punta per una

    lunghezza di 40 mm. Larea della punta : Ap = ( 3,57 2)/4 = 10

    cm2 e la pressione media alla punta durante lavanzamento

    (resistenza di punta) vale: qc = F1/Ap.

    2) Al termine della corsa di 40mm, viene agganciato il manicotto

    dattrito, che ha una superficie laterale: As = 150 cm2

    e si continua a far avanzare la punta a velocit costante per altri 40

    mm (che nella penetrazione si trascina dietro il manicotto).

    Se si indica con F2 la forza necessaria a fare avanzare il

    penetrometro in questa seconda fase, e se si fa lipotesi che la

    resistenza di punta non sia variata rispetto al tratto precedente,

    possibile calcolare la tensione tangenziale media lungo la superficie

    del manicotto (resistenza laterale locale) con la relazione: fs = (F2-

    F1)/As.

    3) In una terza fase la spinta viene applicata alle aste esterne che, a

    punta ferma, raggiungono prima il manicotto e poi la punta, e infine

    fanno avanzare lintero sistema.

    Le operazioni sopradescritte sono ripetute ogni 20cm.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 68

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 69

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 70

    I risultati della prova vengono rappresentati in un diagramma nel quale in ordinata riportata la

    profondit e in ascissa la resistenza di punta, indicata con RP o con qc e la resistenza di attrito laterale

    indicata con Rl o fs espresse in kg/cm2 o in MPa.

    Le misure con il penetrometro statico meccanico in genere sono attendibili per il campo di terreni

    compresi tra le sabbie e le argille, per profondit sotto il piano campagna sino a circa 25 30 m e per

    resistenze massime alla punta qc dell'ordine di 20 25 MPa. Con resistenze di punta e profondit

    maggiori di quelle sopraindicate, i dati raccolti devono essere riguardati con cautela, poich entrano in

    gioco vari fattori quali la compressione elastica delle aste interne quando si devono attraversare strati

    compatti e profondi, il peso delle aste quando si attraversano strati profondi argillosi di bassa resistenza,

    l'attrito che si sviluppa tra le aste interne ed il rivestimento e la deviazione dalla verticale.

    I dati raccolti quando si incontrano strati alternati e di piccolo spessore (dell'ordine di decimetri o

    centimetri) di terreni diversi devono essere riguardati con cautela.

    L'introduzione della punta elettrica, con trasduttori montati sulla punta, ha praticamente ovviato a quasi

    tutti i fattori negativi prima indicati. Con il penetrometro elettrico vi anche la possibilit di avere la

    restituzione dei dati sia in forma grafica che digitale e quindi di applicare metodologie statistiche ai dati

    registrati; inoltre possibile installare nella punta anche altri sensori, come ad esempio quello per la

    misura delle pressioni interstiziali.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 71

    I risultati della prova sono rappresentati in grafici (e tabelle) aventi in ordinata la profondit e in

    ascissa le misure di qc e di fs ogni 20cm .

    Esempio di rappresentazione dei risultati

    di una prova CPT

  • Gli eventuali errori del penetrometro elettrico dipendono principalmente dalle componenti elettroniche

    dell'apparecchiatura e sono legati alla non linearit e isteresi delle celle di pressione, alla sensibilit alle

    variazioni di temperatura e alla calibrazione. Dai risultati delle prove penetrometriche statiche si possono

    ricavare utili indicazioni per la costruzione del profilo stratigrafico delle zone interessate dalle prove. Gi

    sulla base della resistenza alla punta qc si pu valutare la presenza di terreni sabbiosi e di terreni argillosi

    di media e bassa consistenza.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 72

    Per le prove penetrometriche eseguite con la

    punta che misura anche l'attrito laterale f, sono

    state proposte da vari studiosi delle

    correlazioni (figura) tra il rapporto fs/qc e la

    classificazione dei terreni.

    Queste correlazioni sono relativamente

    accettabili per terreni sotto falda e per strati di

    spessore non inferiore a 50 cm.

  • Avendo a disposizione stratigrafie determinate con sondaggi, l'interpretazione dei risultati delle prove

    penetrometriche diventa pi facile e si possono determinare profili stratigrafici accurati e sicuri. Parecchi

    studi sono stati eseguiti per determinare correlazioni empiriche tra la resistenza al taglio senza drenaggio cu

    dei terreni coesivi e la resistenza di punta qc.

    La relazione base empirica derivata dalle formule di capacit portante del singolo palo pu essere cos

    espressa:

    nella quale cu la resistenza al taglio senza drenaggio, qc la resistenza di punta, v0 la pressione verticale

    alla profondit di prova dovuta al terreno sovrastante, Nc un fattore di capacit portante dipendente dalla

    profondit relativa e dall'angolo di apertura del cono del penetrometro.

    Vi sono vari approcci di carattere teorico-sperimentale per la definizione di Nc; dai dati sperimentali raccolti

    sembra che Nc possa variare tra 5 e 21 e con un andamento che decresce all'aumentare dell'indice di plasticit

    IP.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 73

    Indicativamente si pu fare riferimento per argille normalmente consolidate (NC) a valori tra 10 e 15 e per

    argille sovraconsolidate (OC) tra 15 e 25.

    Molti studi sono stati rivolti a stabilire correlazioni tra l'angolo d'attrito delle sabbie non cementate e la

    resistenza di punta qc. Si tratta di ricerche piuttosto difficili, poich devono tenere conto dei fattori che

    influenzano la resistenza alla penetrazione della punta quali il processo di rottura progressiva, il livello di

    deformazione, la compressibilit del mezzo, a sua volta dipendente dallo stato tensionale, ecc. Si pu fare

    anche qui riferimento alla relazione per la capacit portante del singolo palo qc = v0 Nq per la quale per vi

    difficolt nel quantificare Nq che cresce all'aumentare della densit relativa Dr e decresce all'aumentare

    della pressione verticale effettiva v0. Attualmente si fa abbastanza spesso riferimento a diagrammi che

    correlano qc con Dr e a diagrammi che correlano Dr e la granulometria a ' come si gi visto per NSPT.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 74

    Vi sono vari diagrammi che fanno riferimento al primo tipo di correlazione Dr- qc - v0 e qui si riportano

    quelli proposti da Schmertmann (1976) e Baldi e altri (1981-1986) per sabbie NC e sabbie OC (figura 7a,

    b).

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 75

    Inoltre si hanno a disposizione, per sabbie fini non cementate, diagrammi che legano direttamente qc

    - v0 (figura).

  • Per le prove penetrometriche statiche sono state proposte da vari ricercatori relazioni del tipo:

    o

    Per quelle del primo tipo sono stati indicati valori di variabili in un campo molto vasto che va da valori

    minimi di 1,3 e 1,5 a valori massimi di 20 e 40. Per quelle del secondo tipo si ha pure un campo molto

    ampio con 1 variabile tra 1,5 e 6,6 e 2 variabile tra 4,5 e 26,5.

    indubbio che le caratteristiche di deformazione di un terreno dipendono dalla storia, intesa nel senso pi

    largo, delle tensioni e delle deformazioni del deposito, dal livello della tensione effettiva media, dal livello

    delle deformazioni di taglio indotte, dal percorso delle tensioni effettive e dal tempo; qc invece dipende

    principalmente dal comportamento del terreno a rottura cio nel campo delle grandi deformazioni di taglio.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 76

    Nonostante l'importanza che la conoscenza dei moduli di deformazione riveste dal punto di vista progettuale

    per il dimensionamento delle fondazioni, la loro determinazione risulta difficile a causa delle note difficolt

    di prelevare campioni indisturbati dai depositi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi; pertanto non potendosi utilizzare

    le prove di laboratorio risulta evidente l'interesse che da molti anni rivolto alle correlazioni tra moduli di

    deformazione e risultati delle prove penetrometriche di vario tipo, pur tenendo presenti le limitazioni legate

    alle prove in posto.

  • L'utilizzazione dei risultati delle prove penetrometriche

    statiche per il calcolo dei pali battuti abbastanza

    diffusa e fa riferimento principalmente alle esperienze

    degli olandesi, sia nei riguardi della profondit

    d'infissione nel banco sabbioso che nel trascurare o

    meno l'apporto della resistenza d'attrito laterale.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 77

    Con riferimento a studi recenti eseguiti in camera di calibrazione, si vede (figura) che , per il primo tipo di

    relazione, diminuisce all'aumentare della densit relativa Dr e aumenta con il grado di sovraconsolidazione

    OCR.

    Tenendo conto delle considerazioni sopraesposte

    sembra si possa fare riferimento a valori di

    compresi tra 3 e 8 e crescenti al diminuire della

    densit relativa. Per le relazioni del secondo tipo

    sembra ci si possa riferire a valori di 1 compresi tra

    3 e 6 e di 2 compresi tra 9 e 26. Per le fondazioni

    dirette vi sono diagrammi che mettono in relazione qc

    con la pressione ammissibile.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 78

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 79

    Il penetrometro meccanico uno strumento semplice e

    robusto, che pu operare in un campo di

    terreni che va dalle argille alle sabbie grosse, fino a

    profondit dellordine di 40m e oltre. I suoi principali limiti

    derivano dal fatto che le resistenze alla penetrazione sono

    dedotte da misure di forza eseguite in superficie, e quindi

    sono affette da errori dovuti al peso proprio e alla

    deformabilit delle aste, ed agli attriti tra le varie parti

    dellattrezzatura. Inoltre la profondit delle misure desunta

    dalla lunghezza delle aste e quindi soggetta ad errori

    derivanti dalla deviazione dalla verticale (Figura). Infine le

    misure di resistenza alla punta, qc, e di attrito laterale locale,

    fs, non sono indipendenti fra loro e si riferiscono a profondit

    leggermente diverse, per cui la presenza di terreni fittamente

    stratificati pu condurre a errori di stima.

    Effetto della deviazione dalla verticale sul profilo della resistenza di punta di un penetrometro

    meccanico

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 80

    Il penetrometro elettrico la naturale evoluzione del penetrometro meccanico

    Nel penetrometro elettrico le misure di pressione alla punta e di tensione

    laterale locale sono eseguite localmente ed in modo fra loro indipendente

    con trasduttori elettrici che inviano un segnale alla centralina posta in

    superficie.

    Un inclinometro alloggiato nelle aste permette di misurare la deviazione

    dalla verticale e di correggerne gli errori conseguenti. La frequenza delle

    misure pu essere anche molto ridotta, tipicamente ogni 2-5cm, e i dati

    sono direttamente acquisiti in forma numerica e rappresentati graficamente

    anche durante lesecuzione della prova. I limiti del penetrometro a punta

    elettrica risiedono nel maggiore costo dello strumento, e negli errori

    derivanti dalle componenti elettroniche (non linearit e isteresi delle celle

    di pressione, sensibilit alle variazioni di temperatura, calibrazione).

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 81

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 82

    Interpretazione dei risultati di prove C.P.T

    Lanalisi dei risultati di prove C.P.T. consente in primo luogo il riconoscimento litologico dei terreni

    attraversati e la ricostruzione della successione stratigrafica.

    Questa prima fase interpretativa essenziale e necessaria per ogni ulteriore interpretazione geotecnica. Infatti

    durante la prova vengono misurate le resistenze di punta e di attrito laterale opposte dal terreno nelle

    condizioni di rottura determinate dalla penetrazione dello strumento con una velocit imposta e costante di 2

    cm/sec. A seconda della permeabilit del terreno attraversato la rottura avviene in condizioni drenate o non

    drenate. Pertanto il modello interpretativo del fenomeno della rottura condizionato dal tipo di terreno cui si

    riferiscono i dati di resistenza misurati.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 83

    Riconoscimento stratigrafico

    La resistenza penetrometrica di punta offerta da un

    terreno sabbioso , di norma, nettamente superiore alla

    resistenza offerta da terreni argillosi di media e bassa

    consistenza.

    Pertanto molte volte il solo esame del profilo di qc pu

    dare una prima idea della successione stratigrafica.

    Tuttavia le migliori correlazioni proposte per

    lindividuazione della natura del terreno attraversato

    fanno uso, oltre che della resistenza di punta, qc, anche

    della resistenza dattrito laterale, fs.

    In particolare la carta di classificazione pi accreditata

    per il penetrometro statico meccanico quella di

    Schmertmann (1978), rappresentata in Figura, che ha in

    ascissa il rapporto adimensionale:

    detto rapporto dattrito o di frizione o delle

    resistenze, in scala naturale, ed in ordinata la

    resistenza di punta qc [FL-2] in scala logaritmica Carta di classificazione per il penetrometro statico

    meccanico (Schmertmann)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 84

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 85

    Per il penetrometro elettrico si pu fare riferimento alla carta di Robertson (1990), rappresentata in Figura ,

    che ha in ascissa il rapporto dattrito normalizzato:

    e in ordinata la resistenza di punta normalizzata:

    entrambe le variabili in scala logaritmica.

    Carta di classificazione per il penetrometro statico elettrico (Robertson, 1990)

    I campi in cui diviso il grafico di Figura sono

    contraddistinti da numeri cui corrispondono

    i seguenti tipi di terreno:

    1. Terreno sensitivo a grana fine.

    2. Terreno organico, torba.

    3. Argille. Da argille ad argille limose.

    4. Limi. Da limi argillosi a argille limose.

    5. Sabbie. Da sabbie limose a limi sabbiosi.

    6. Sabbie. Da sabbie pulite a sabbie limose.

    7. Da sabbie ghiaiose a sabbie.

    8. Da sabbie molto dense a sabbie argillose fortemente

    sovraconsolidate o cementate.

    9. Materiali fini granulari molto duri, fortemente

    sovraconsolidati o cementati.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 86

    Interpretazione di prove CPT in terreni sabbiosi

    Lavanzamento del penetrometro statico in terreni sabbiosi avviene generalmente6 in condizioni drenate, ed

    quindi possibile interpretarne i risultati in termini di tensioni efficaci.

    Per la stima dei parametri geotecnici dei terreni sabbiosi si utilizza comunemente la densit relativa, come

    parametro intermedio, sebbene sia stato dimostrato che anche la compressibilit della sabbia (che dipende

    dalla mineralogia) e lo stato di tensione in sito (che dipende dalla profondit, dal rapporto di

    sovraconsolidazione e dallet del deposito) siano fattori molto influenti sulla resistenza penetrometrica di

    punta.

    Le correlazioni fra resistenza penetrometrica e densit relativa dei terreni sabbiosi sono state studiate con

    prove di laboratorio in camera di calibrazione

    Una delle correlazioni pi note e utilizzate, valida

    per sabbie silicee, non cementate, di recente

    deposizione, normalmente consolidate, la

    seguente:

    con qc e v0 espressi in t/m2 (1 t/m2 10 kPa). Lequazione rappresentata in Figura, ove

    evidenziata linfluenza della compressibilit, che

    pu condurre ad un errore di +/-12% sulla stima

    della densit relativa.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 87

    Unaltra correlazione, pi generale, quella proposta da Baldi (1986):

    in cui

    C0, C1 e C2 sono costanti, qc la resistenza penetrometrica di punta (espressa in kPa), e (espressa

    anchessa in kPa) la tensione efficace (verticale o media) alla profondit della misura.

    In particolare per sabbie silicee moderatamente compressibili, normalmente consolidate, di recente

    deposizione e non cementate, per le quali di assume K0=0,45, le costanti valgono:

    e la tensione efficace di riferimento quella verticale ( = v0).

    Per sabbie sovraconsolidate, per le quali occorre stimare preventivamente K0, le costanti valgono:

    e la tensione efficace di

    riferimento quella

    media ( = m = (v0

    + 2 h0)/3).

    Le due relazioni derivate

    dalla correlazione sopra

    riportata sono graficamente

    rappresentate nelle Figure

    seguenti.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 88

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 89

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 90

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 91

  • Le prove penetrometriche CPTU differiscono dalle

    prove penetrometriche con punta elettrica

    particolarmente nella preparazione dell'elemento

    poroso di misura della pressione neutrale e dal fatto

    che vengono eseguite in terreni saturi al di sotto del

    livello di falda. In queste prove l'impiego del

    piezocono permette di identificare strati con

    differenti caratteristiche di permeabilit basandosi

    sulla misura contemporanea di qc e della pressione

    neutrale u.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 92

    PROVE PENETROMETRICHE STATICHE

    CON PIEZOCONO (CPTU)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 93

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 94

    Come si pu vedere nella figura, in corrispondenza delle sabbie, dove la penetrazione avviene in condizioni

    praticamente drenate, si hanno valori relativamente alti di qc associati a valori di u corrispondenti alle

    condizioni di equilibrio iniziale della falda; nell'argilla invece la penetrazione avviene in condizioni non

    drenate cosicch si ha un notevole aumento della pressione neutrale u e valori bassi di qc caratteristici delle

    argille NC.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 95

    Con il piezocono inoltre, poich la misura delle pressioni neutrali u pi sensibile di quella della

    resistenza qc alle variazioni del tipo di terreno anche per piccoli spessori, si vedono bene anche

    stratificazioni sottili e intercalazioni che sono importanti in problemi di filtrazione e di

    consolidazione. Con il piezocono si possono eseguire anche prove di dissipazione; in queste prove si

    arresta la penetrazione del piezocono nel terreno affinch la pressione dei pori u in eccesso, dovuta alla penetrazione si possa dissipare e si misura la velocit di riduzione della pressione fino ad un

    abbattimento del 60 80%. Questa velocit di dissipazione dipende dal processo di consolidazione

    orizzontale ed quindi possibile determinare il coefficiente di consolidazione orizzontale ch e quello

    di permeabilit orizzonta le kh.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 96

  • I1 dilatometro piatto ideato da Marchetti formato da una lama di acciaio dello spessore di 14 mm avente su

    una faccia una membrana circolare pure di acciaio del diametro di 60 mm. La lama viene generalmente spinta

    a pressione nel terreno mediante un penetrometro statico e arrestata ogni 20 cm per eseguire la prova.

    Mediante una centralina di misura con cavo pneumatico e un conduttore elettrico, che passano attraverso le

    aste di spinta, si aumenta gradualmente la pressione del gas a tergo della membrana; a mezzo di un avvisatore

    acustico, l'operatore rileva i valori della pressione p0 alla quale la membrana inizia ad espandersi contro il

    terreno e della pressione p1 alla quale la membrana ha subito unespansione molto piccola e prefissata contro

    il terreno (spostamento del centro membrana pari a 1,l m).

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 97

    PROVE CON DILATOMETRO MARCHETTI (DMT)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 98

    Le pressioni p0 e p1 opportunamente corrette per tenere conto della resistenza iniziale del

    diaframma, insieme con una stima della tensione verticale effettiva v0 e della pressione dei pari in

    situ u0 alla stessa profondit, permettono la determinazione di alcuni indici significativi.

    Il primo l'indice del materiale:

    che permette una classificazione del terreno secondo la tabella proposta da Marchetti.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 99

  • Si ha poi l'indice di tensione orizzontale:

    e il modulo dilatometrico:

    I risultati dell'indagine eseguita con il dilatometro vengono generalmente rappresentati riportando

    (figura) i k e indici in funzione della profondit.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 100

  • Questi tre indici possono essere correlati con varie caratteristiche di compressibilit e resistenza del

    terreno. Il modulo edometrico M = 1/mv pu essere correlato con il modulo dilatometrico Ed con la

    relazione:

    nella quale RM dato dalle seguenti relazioni:

    per Id 0,6 allora RM = 0,14 + 2,36 1ogKd;

    per Id 3 allora RM = 0,5 + 21ogKd ;

    se Id compreso tra 0,6 e 3 allora RM = RM0+(2,5- RM0)1ogKd con RM0 = 0,14 + 0,15 (Id - 0,6);

    se Kd > 10 si ha RM = 0,32 + 2,18 log Kd;

    in ogni caso RM 0,85.

    Come si vede RM dedotto con riferimento all'indice di tensione orizzontale Kd e varia principalmente

    tra 0,85 e 3,5.

    Altri moduli per il calcolo del cedimento immediato possono essere correlati con il modulo dilatometrico

    Ed con la relazione:

    nella quale F assume i valori riportati nella seguente tabella e desunti dalle ricerche di vari studiosi.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 101

    Tabella .

    Valori del fattore F da usare

    nella relazione E=FEd

  • Per argille altamente sovraconsolidate per ottenere il modulo iniziale Ei stato suggerito per F il

    valore di 1,4. Da Marchetti stata suggerita la seguente correlazione tra il coefficiente a riposo K0

    e Kd:

    La correlazione abbastanza valida per terreni coesivi, ma sulla base dei risultati di studi recenti

    sembra che i valori di K0 siano sopravvalutati specialmente per valori di Kd compresi tra 1,5 e 4.

    Per quanto riguarda le sabbie la formula sopravvaluta K0 per sabbie dense e molto dense e lo

    sottovaluta per sabbie sciolte. Si deve d'altro lato osservare che le difficolt di legare K0 e Kd sono

    anche dovute al fatto che difficile ottenere i valori di K0 di riferimento.

    Per i terreni coesivi da Marchetti stata anche proposta la seguente relazione tra Kd e il grado di

    sovraconsolidazione QCR:

    sembra per che OCR venga sopravvalutato e da Lacasse e Lunne (1988) suggerita la relazione:

    con m variabile tra 1,35 e 1,67 passando da argille plastiche ad argille di bassa plasticit.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 102

  • La prova consiste nell'infiggere nel terreno un'asta con quattro alette all'estremit poste a croce e nel farla

    ruotare tagliando in situ il cilindro di terreno corrispondente e misurando la coppia di torsione. Durante la

    prova non possibile alcun drenaggio e quindi questa prova pu essere assimilata alla prova triassiale senza

    drenaggio. I1 rapporto H/D deve essere pari a 2 con diametro da 40 a 70 mm e la prova va eseguita con

    velocit di rotazione standardizzata di 6 gradi/minuto (0,1 gradi/secondo); aumentando la velocit si

    ottengono valori maggiori di cu. Si hanno apparecchi per prove in foro di sondaggio e apparecchi

    autoperforanti (vane-borer) per profondit fino a 30 m.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 103

    VANE TEST O PROVE CON SCISSOMETRO

  • In genere vengono misurati il valore massimo e quello finale e si ricava quindi la resistenza al taglio senza

    drenaggio cu corrispondente a queste due situazioni.

    Questa prova usata per determinare la resistenza al taglio di argille di bassa consistenza (cu < 100 kPa) e

    specialmente di argille molli sensibili, in quanto per queste ultime in particolare l'operazione

    di prelevamento e preparazione dei campioni provoca un notevole disturbo.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 104

    La resistenza al taglio che si sviluppa sulla superficie di rotazione provoca una coppia resistente formata dalla

    resistenza sulla superficie laterale del cilindro cu * D H x D/2 e da quella sulle basi del cilindro cu * D2/4 x

    2/3 D/2.

    La somma di questi due termini eguale alla coppia di torsione che si deve esercitare sull'asse di rotazione

    per provocare il taglio.

    I1 valore di cu misurato con lo scissometro deve

    generalmente essere corretto per tenere conto di vari

    fattori; Bjerrum (1972) ha proposto (figura) un

    coefficiente correttivo dipendente dall'indice di

    plasticit, che tiene conto dell'anisotropia iniziale e della

    velocit di deformazione.

    Se si vuole una misura della sensibilit del terreno

    occorre misurare cu dopo almeno 10 25 rotazioni

    determinando cos la resistenza al taglio dopo

    rimaneggiamento.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 105

  • Nelle prove pressiometriche si riproduce il fenomeno di deformazione di una cavit cilindrica verticale

    facendo espandere radialmente una sonda cilindrica dilatabile, introdotta in un foro, a mezzo di un aumento

    graduale della pressione nella sonda fino a raggiungere, se necessario e possibile, il limite di rottura del

    terreno. La sonda formata da una parte centrale (cella di misura) e da due celle alle estremit, celle che

    hanno lo scopo di garantire un'espansione radiale ed una pressione uniforme in corrispondenza della cella di

    misura. La cella centrale piena d'acqua viene fatta espandere, aumentando la pressione e misurando la

    variazione di volume d'acqua corrispondente. Le celle di guardia sono mantenute ad una pressione quasi

    eguale a quella della cella di misura. Per i controlli dei volumi d'acqua iniettati e delle pressioni si ha un

    complesso di dispositivi raggruppati in uno strumento di superficie e connessi con tubazioni alla sonda.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 106

    PROVE PRESSIOMETRICHE (MPM E SBP)

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 107

    L'utilizzazione della classica attrezzatura Menard richiede un foro di sondaggio apposito nel quale viene

    calata la sonda per eseguire le prove alle varie profondit richieste. Sui risultati della prova si ripercuotono i

    vari tipi di disturbo che si hanno nell'esecuzione del foro, per i diversi tipi di terreno. Per ovviare almeno in

    parte agli effetti dei disturbi sono state messe a punto delle apparecchiature autoperforanti, quali ad esempio,

    il pressiometro inglese Camkometer e quello francese Pafsor che sono caratterizzati anche da altre

    attrezzature e modalit di controllo delle pressioni e delle deformazioni.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 108

    Per costruire il diagramma pressione-volume, rappresentativo della risposta reale del terreno, sono

    necessarie alcune correzioni; infatti per la pressione vi differenza di livello tra misuratore e sonda e

    resistenza della membrana, e per il volume si ha l'espansione delle tubazioni e dell'attrezzatura di

    misura e la compressione del fluido.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 109

    Si pu quindi costruire nel diagramma la curva pressiometrica corretta (figura) che si basa sui valori

    misurati alla fine di ogni incremento di pressione.

    Si distinguono nella curva tre tratti:

    a) uno iniziale curvilineo concavo verso l'asse p delimitato

    dalla pressione p0 corrispondente alla fase di

    ricompressione del terreno e collegato ai disturbi prima

    indicati. Al punto A si dovrebbero ristabilire le condizioni a

    riposo del terreno e quindi il V0 al quale corrisponde la

    pressione p0 dato dalla relazione V0 = 0 + Vc dove 0

    l'ascissa del punto A e Vc il volume della cella di misura,

    quando la lettura al volumenometro zero, e rappresenta il

    volume iniziale della cavit cilindrica. Questo primo tratto

    di ricompressione del terreno si riduce notevolmente per le

    prove eseguite con pressiometri autoperforanti;

    b) un tratto quasi rettilineo di deformazione pseudo-elastica,

    che va dal punto A al punto B al quale corrisponde una

    pressione pf detta di fluage o creep.

    c) un tratto curvilineo concavo verso l'asse corrispondente

    alla fase plastica, tratto che inizia in B e tende a diventare,

    con grandi deformazioni della cavit, asintotico alla

    direzione orizzontale.

  • La pressione limite pl definita da Menard come la pressione necessaria per raddoppiare il volume iniziale

    della cavit e corrisponde a Vl = Vc + 20 .

    I dati raccolti con la prova vengono utilizzati per determinare vari parametri.

    Cos con riferimento alla relazione che descrive l'espansione radiale di una cavit cilindrica in un mezzo

    elastico

    e, osservando che si ha , si pu ricavare il modulo di deformazione:

    dove:

    e il modulo di Poisson.

    Menard ha scelto per il valore di 0,33 e cos il corrispondente modulo pu essere scritto:

    Si anche ricavare il modulo di taglio G:

    E quindi EM= 2.66 GM

    Si pu determinare direttamente il modulo di taglio G con la relazione:

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 110

  • La prova pressiometrica pu essere condotta dando luogo anche a dei cicli di scarico e carico

    particolarmente nel tratto pseudoelastico (figura 18).

    Pertanto oltre al modulo EM, determinato per il tratto AB precedentemente indicato nella prova

    pressiometrica, si possono valutare dei moduli E e G iniziali, secanti e corrispondenti ai cicli di scarico

    e carico. In genere i moduli ricavati con il pressiometro hanno valori decisamente pi elevati di quelli

    ricavati dalle prove di laboratorio, e pi in accordo con quelli determinati con prove di carico con

    piastra o con l'analisi a elementi finiti del comportamento reale di opere; fra i vari moduli sembrano pi

    attendibili quelli ricavati dai cicli di scarico e carico nel tratto pseudoelastico.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 111

    Dalle prove pressiometriche anche possibile

    ricavare, per i terreni coesivi saturi, la resistenza al

    taglio senza drenaggio cu che spesso per con tali

    prove viene sopravvalutata.

    Menard ha sviluppato anche relazioni semiempiriche

    basate sui risultati delle prove pressiometriche, in

    particolare con riferimento alla pressione limite pL per

    la progettazione di fondazioni dirette e profonde, e per

    pali caricati lateralmente.

    Figura 18

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 112

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 113

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 114

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 115

  • Le prove di carico con piastra sono usate principalmente per i problemi inerenti alle pavimentazioni

    stradali e aeroportuali e in misura minore per le fondazioni. Nel campo delle pavimentazioni, sia rigide

    che flessibili, le prove di carico con piastre, generalmente circolari, sono utilizzate per la progettazione e

    per il controllo della deformabilit o della portanza dei terreni in posto, degli strati di fondazione e della

    pavimentazione completa.

    Vengono usate piastre circolari di diametro variabile tra 160 e 760 mm che con i carichi applicati danno

    luogo alle pressioni unitarie e alle aree d'impronta corrispondenti o equivalenti alle situazioni reali. In

    genere il carico applicato con un martinetto idraulico e le misure degli abbassamenti della piastra

    vengono eseguite con almeno tre micrometri sorretti da travi o da un traliccio avente gli appoggi

    sufficientemente lontani dalle aree caricate.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 116

    PROVE DI CARICO CON PIASTRA

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 117

  • Con le prove di carico si possono determinare dei moduli che sono

    variamente denominati. Si pu fare riferimento al modulo di reazione

    Kr dato dal rapporto tra pressione e cedimento corrispondente:

    Questo modulo viene convenzionalmente determinato con una piastra

    di 760 mm di diametro in corrispondenza di una pressione di 70

    kN/m2 o di un cedimento di 1,25 mm.

    Si pu fare riferimento a quello che viene anche chiamato modulo

    svizzero, o modulo di deformazione ME dato dalla relazione:

    Seguendo le norme svizzere e utilizzando una piastra di 300 mm

    di diametro si determina questo modulo.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 118

    Il carico viene mantenuto fino a che si raggiunge una velocit di

    deformazione molto bassa dell'ordine di 0,05 mm/min 0,02 mm/min o

    anche minore; a questo punto si applica un nuovo carico e si procede

    eventualmente fino a rottura con un unico ciclo di carico (figura a).

    Abbastanza spesso interessa conoscere l'entit delle deformazioni

    permanenti e di quelle elastiche e allora si procede con cicli di carico e

    scarico (figura b). Talora si procede anche ripetendo uno stesso carico

    pi volte per valutare l'effetto della ripetizione dei carichi

    sull'incremento della deformazione permanente (figura c)

  • Le prove su piastra possono essere usati per il calcolo dei cedimenti elastici di fondazioni dirette

    Se si fa riferimento al semispazio elastico, isotropo o omogeneo, il cedimento di una fondazione dato

    da:

    dove:

    s = cedimento; p = incremento di pressione medio; B= dimensione piastra o fondazione (diametro o

    lato); = rapporto di Poisson; Iw =fattore di influenza che dipende dalla forma e dalla rigidezza della

    fondazione; E =modulo di deformazione elastica lineare.

    Da questa relazione si vede che il cedimento proporzionale al diametro o al lato della fondazione

    circolare o quadrata; poich con materiale elastico isotropo e omogeneo vi proporzionalit dei

    cedimenti, si potrebbe estrapolare il cedimento di una fondazione da quello di una piastra con la

    relazione:

    Nella realt solo terreni coesivi molto sovracconsolidati e rocce tenere possono, per campi di tensioni

    abbastanza bassi, essere considerati come materiale elastico, isotropo e omogeneo.

    Per le sabbie Terzaghi e Peck hanno proposto la relazione empirica:

    che lega il cedimento della fondazione a quello della piastra.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 119

    Le prove di carico con piastra sono utilizzate raramente per le fondazioni, in quanto le condizioni di prova si

    differenziano nettamente da quelle reali di esercizio, a causa delle dimensioni ridotte dell'area caricata nella

    prova rispetto alle dimensioni dell'area reale

  • La presenza frequente di terreni stratificati pu inficiare completamente i risultati della prova. Infatti,

    come risulta chiaramente dalla figura, mentre la piastra interessa un volume significativo contenuto nel

    terreno 1, la fondazione interessa un volume significativo che coinvolge anche il terreno 2.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 120

  • INDAGINI GEOFISICHE

    Tra le indagini in situ si hanno anche prove indirette non distruttive che impiegano alcuni dei metodi

    geofisici classici e prevalentemente quelli sismici e quelli elettrici. Questi metodi sono basati sulla

    determinazione di alcune caratteristiche fisiche dei terreni (velocit di propagazione delle onde elastiche,

    resistivit elettrica, densit, ecc.).

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 121

    Nelle indagini con metodi sismici si misura la velocit di propagazione delle onde sismiche.

    Attraverso il procedimento detto di inversione, basato sulla modellazione numerica della propagazione delle

    onde di superficie in un mezzo stratificato, possibile risalire al profilo della rigidezza con la profondit che

    meglio avvicina i risultai sperimentali a quelli della modellazione numerica.

    Dalla misura delle velocit di propagazione Vp delle onde elastiche di compressione e Vs delle onde elastiche

    trasversali, possibile calcolare i moduli dinamici di Young (E) e di taglio (G) con relazioni valide per un

    mezzo continuo omogeneo e isotropo. I moduli dinamici derivano dalle equazioni di equilibrio dinamico e

    corrispondono a livelli di deformazione estremamente bassi.

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 122

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 123

    Tra le indagini con metodi sismici vi sono le prove cross-hole nelle quali si misura la velocit di

    propagazione tra due perforazioni su percorsi orizzontali. Le onde vengono generate, con impulsi prodotti ad

    una certa profondit, in una perforazione mediante opportuni generatori e gli arrivi delle onde elastiche

    vengono rilevati da un ricevitore (geofono) posizionato nell'altra perforazione alla stessa profondit.

  • Nelle prove down-hole le onde elastiche sono generate in superficie con un'apposita attrezzatura e sono

    raccolte, da un ricevitore in una perforazione di modo che si hanno percorsi suborizzontali.

    Recentemente sono state applicate le tecnologie cross-hole e down-hole alle prove penetrometriche

    statiche attrezzando opportunamente l'apparecchiatura penetrometrica. Sempre fra i metodi sismici vi

    quello (SASW) dell'analisi spettrale delle onde di superficie o di Rayleigh che permette di ottenere un

    profilo della velocit delle onde di taglio con la profondit e quindi alla determinazione del modulo

    dinamico G, sempre in funzione della profondit. Ci viene ottenuto registrando le onde superficiali

    generate da una sorgente di eccitazione applicata in superficie e ricostruendo un profilo della velocit

    delle onde al variare della lunghezza donda.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 124

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 125

  • LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 126

  • Vi sono poi le prove con metodi elettrici che generalmente misurano la resistivit.

    Una corrente elettrica viene inviata nel terreno con due elettrodi e si misura la caduta di potenziale. Il

    flusso della corrente attraverso il terreno dovuto principalmente allazione elettrolitica e dipende quindi

    dalla concentrazione di sali disciolti nell'acqua dei pori, mentre le particelle solide sono dei bassi

    conduttori di corrente. La resistivit di un terreno decresce all'aumentare del contenuto d'acqua e della

    concentrazione di sali. Le indagini geofisiche devono essere generalmente accoppiate a indagini dirette,

    quali sondaggi e prove penetrometriche, in modo da avere verticali di riferimento sicure.

    LEZIONE 5. INDAGINI E PROVE IN SITU 127