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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione L' INTERVISTA FRANCESCO INGARGIOLA "La mia prossima sfida sui banchi di scuola per la maturità" LA CONQUISTA DELLO SPAZIO IL SOGNO DI ICARO Da Gagarin a Cristoforetti Nutrizione ALIMENTAZIONE E SPORT Eventi L' OMAGGIO DI JESI A FRANCESCO DEGRADA L'esperto del Pergolesi RUBRICHE "Curiosando" CONTRADA MONTESCHIAVO n° 3 - MAGGIO 2015 PASSWORD www.gammastudiografico.it studio gamma Francesco INGARGIOLA “DOPO LA MEDAGLIA, LA MATURITà SARà LA MIA PROSSIMA CONQUISTA”

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L' INTERVISTAFrancesco IngargIola "La mia prossima sfida sui banchi di scuola per la maturità" LA CONQUISTA DELLO SPAZIO Il sogno DI Icaro Da Gagarin a Cristoforetti Nutrizione alIMenTaZIonee sPorT

Eventi l' oMaggIo DI JesIa Francesco DegraDaL'esperto del PergolesiRUBRICHE "Curiosando" conTraDa MonTescHIaVo

n° 3 - MAGGIO 2015

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Francesco ingargiola

“dopo la medaglia, la maturità sarà la mia prossima conquista”

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Jesi: Piazza Ciabotti, 8 c/o Centro Commerciale ARCOBALENO - JESI (AN)Castelbellino: Via Clementina, 32 (di fianco alla parrucchieria "Tres Jolie")

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sete di conquista di Chiara Cascio

|EDITORIALE|

Password – l’accesso mirato all’informazione periodico d’informazione - n° 3 - Maggio 2015Direttore responsabile: Chiara CascioEditore e Progetto Grafico: Studio GammaFoto di Copertina: Augusto BizziCoordinamento generale: Gianna Scortechini Collaboratori: Roberto Longo - Francesco Cascio - Catiuscia Ceccarelli - Riccardo Ceccarelli - Silvia Piangerelli Roberto Ceci - Talita Frezzi - Matteo Baleani

Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica forse, ma una gioia, per colui che sa dare

valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque,

e partire alla conquista del mondo.isabelle eberhardt (Fonte sconosciuta)

Negli ultimi numeri di Password abbiamo parlato di coraggio. Di sfida. Di speranza. E , in ultimo, anche di segreti. Dietro il mistero, c’è sempre un motore di conoscenza che spinge a rivelarlo. Non sappiamo stare fermi, nell’ombra. Le nostre menti hanno

bisogno di sapere. Le nostre gambe di raggiungere la meta. Di travalicare il limite. Di spingerci oltre quelle colonne d’Ercole, proprio come Ulisse. E non importa quanta fatica o tempo ci vorrà. Il nostro sguardo è già oltre le colonne. L’immaginazione le supera. La nostra è sete di conquista. Che sia nello spazio o nel tempo, che riguardi il corpo o la men-te, avere uno scopo ci rende vivi. E forse, questo tema, riassume e ripercorre un po’ tutti i precedenti già affrontati. Perché per ogni conquista, occorre il coraggio di superare una sfida. La speranza di riuscire ci spinge all’impegno. Tutto ciò che non conosciamo ed è segreto è la molla che spinge al cambiamento. Alla rinascita. All’evolversi della vita. Alla felicità.

Registrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. 0731 701404, fax. 0731 706476 www.leggopassword.it - [email protected] [email protected] Copyright - Tutti i diritti riservati - Marchio e grafica registrati Vietata la riproduzione anche parziale. L’editore si riserva il diritto di segnalare alle autorità competenti co-loro che in malafede comunicano annunci non corrispondenti a verità.

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COntRADA MOntesChIAvO

a cura di Riccardo Ceccarelli

|CURIOSANDO|

Lo scrivono sia Monteschiavo che Monte Schiavo. Anche coloro che vivono od operano nella suddetta contrada, tutt’una ormai con Scorcelletti, (divisa questa tra Maiolati Spontini e Castelbellino) lungo la provinciale 76, non ne conoscono il significato. Il toponimo deriva con tutta pro-babilità da un insediamento di Schiavoni, di abitanti cioè provenienti della Dalmazia o in genere d’oltre Adriatico, che agli inizi del Quattrocento trovarono ospitalità nella nostra valle e nell’intera regione. Fuggivano dalle loro ter-re sotto la pressione dei Turchi che stavano invadendo la regione dei Balcani. Venivano ad ondate successive da Zara, Zagabria, Ragusa, Sebenico ecc., e dall’Albania.

Erano profughi d’oltremare, artigiani, contadini, boscaioli, pastori, che si in-sediarono in queste zone partecipando in prima persona alla ripresa econo-mica dissodando terreni, coltivandoli a frumento e piantando vigne. A Jesi già a metà del Quattrocento erano ben inseriti nel tessuto sociale. Il loro nu-mero andò incrementandosi tanto da costituire delle associazioni religiose o

confraternite dedicate a S. Girolamo degli Schiavoni e a S. Venere degli Albanesi. Anche se si conosceva la speci-fica zona di provenienza, venivano indicati comunemente de partibus Schlavoniae, soprattutto nei documenti notarili. Un buon numero ne troviamo a Massaccio-Cupramontana, San Paolo di Jesi e in tutti i castelli della valle. Per quanto riguarda la nostra contrada, già nel 1441 essa veniva chiamata con queste dizioni: “in fundo Monte Schiavonia”, “in fundo Monte de Schia-vonia” o “in fundo pede Monte Schiavone”, indub-biamente un gruppo consistente di agricoltori slavi o schiavoni insediatosi su questa collina ne aveva deter-minato il nome. Tutta l’ampia zona da allora fu adibita alla coltivazione del grano e della vite. Tra i maggiori

proprietari risultano essere, dal Seicento all’Ottocento, alcune famiglie della nobiltà jesina, come i Pianetti e i Balleani. Prima della denominazione Monte Schiavo, tutta o parte della zona si chiamava Pozzo o Ampozzo, toponimi peraltro ancora rimasti, dove sono attestate alla fine del sec. XIII due chiese rurali, la chiesa di S. Stefano de puzu e la chiesa di S. Pietro de puzu. L’attuale chiesa della con-trada costruita nel corso del Sei-Settecento, è dedicata alla Visitazione di Maria, probabilmente si può identificare con la chiesa di S. Maria Maggiore o di S. Maria ad Nives, in contrada Pozzo, costruita su un terreno dei marchesi Pianetti da Teodorico e Leonida Leoni nel 1641. Sulla fac-ciata della chiesa, la popolosa contrada di Monteschiavo volle rendere omaggio ai sei valorosi conterranei caduti nella prima guerra mondiale, con una lapide inaugurata il 4 novembre 1925. Nel 1753 il Comune di Maiolati per la contrada Monteschiavo, detta allora anche Villanuova, aveva ottenuto da papa Benedetto XIV la concessione di una fiera da tenersi dal 18 al 20 agosto di ogni anno; nel castello di Maiolati invece la fiera si poteva svolgere dal 27 al 29 luglio. Attualmente la contrada deve la sua notorietà all’Azienda Agricola Tenute Pieralisi che con il marchio Terre Monte Schiavo, produce e commercializza soprattutto, ma non solo, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, legato alla storia e alla tradizione dell’intero territorio.

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info - promo

Potersi immergere nella natura, studiarne da vicino i lati nascosti, riscoprire il divertimen-to all’aria aperta, circondati dalle bellezze del territorio. Un’esperienza in grado di "lasciare il segno", favorendo l’apprendimento dell' ingle-se attraverso l’emozione di una vacanza. In due parole, Country Camp: l’iniziativa è promossa dalla scuola di lingue the Victoria company ed è rivolta ai bambini dai 7 ai 12 anni che, abbandonati i libri per la pausa estiva, decidono di partire per l’avventura. Ad attenderli, ci sarà un casolare tra i campi di girasoli, un agriturismo nel cuore delle cam-pagne marchigiane, immerso nel profumo della cucina casalinga. E poi nuovi amici per poter giocare. Qui, in un continuo alternarsi tra mo-menti ludici e didattici, i bambini, al massimo 12 a gruppo, potranno trascorrere un’intera settimana – nel mese di giugno, luglio o ago-sto, a scelta tra i turni disponibili - in compa-gnia di altri coetanei e di uno staff qualificato di docenti e assistenti animatori di madrelingua: durante il soggiorno, saranno invitati a parte-cipare a giochi e a laboratori, sperimentando attività come la raccolta delle more, la prepa-razione della marmellata o della pasta fatta in casa, vere e proprie escursioni in campagna, visite a fattorie. Il tutto rigorosamente in ingle-se. Il Country Camp è per la scuola The Victoria Company un vero fiore all’occhiello: tema scelto per questa edizione 2015 è “footprint”, ovvero l'invito a lasciare un'impronta, attraverso una

esperienza studio unico nel suo genere, lon-tana da cellulari e videogiochi, alla riscoperta della propria creatività e della realtà multicultu-rale che ci circonda.ma perché iscrivere il proprio figlio al country camp? A rispondere è la signora Mar-ta, mamma di Edoardo, un bambino di 11 anni che ha partecipato all’esperienza l'anno scorso: “Mio figlio non voleva proprio saperne dell’in-glese: a scuola mostrava disinteresse e il rendi-mento era pessimo. Volevo trovare un modo per stimolarlo: per questo l’ho iscritto – racconta la signora - Dopo una settimana, sono andata a riprenderlo: il bambino era entusiasta, mi ha raccontato che si era divertito tantissimo e che sarebbe voluto restare un’altra settimana! Inol-tre, è migliorato anche nello studio. Lo consiglio assolutamente”.Un'occasione di socializzazione anche per i genitori che, alla fine del Camp, partecipano al rinfresco finale insieme ai bambini: “In quella settimana, il bambino sperimenta l’assenza di mamma e papà e apprende l’autonomia – con-clude Marta – Senza contare gli effetti bene-fici di imparare la lingua attraverso il gioco e l'emozione, capace di lasciare davvero dentro un’impronta, un segno, da riscoprire poi avanti, nel futuro”.Sono aperte le iscrizioni al Country Camp e gli altri numerosi programmi estivi per bambini in inglese. ultimi posti disponibili e sconti per chi si iscrive con familiari ed amici.

COuntRy CAMp, un'espeRIenzA Che lAsCIA Il seGnO

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Cento ritratti fotografici in bianco e nero catturati dall’obbiettivo del cardiochirur-go Marco Pozzi, primario della Divisione Cardiochirurgia Infantile dell’ospedale di Torrette e raccolti in una mostra fotografica a cura del gallerista Giancarlo Gioacchini, appena conclusasi con un enorme successo di pubblico. La mostra fotografica ‘Lo Sguardo sull’Anima-Nella terra degli Uomini’ del Marco Pozzi è abbinata a un pregevole libro fotografico che raccoglie oltre cento ritratti immor-talati durante i viaggi del dottor Pozzi in luoghi lontani come India, Sud America, Estremo Oriente. Mostra e volume fotografico, realizzati grazie all’Associazione ‘Un Battito di Ali onlus’ (che sostiene i bambini cardiopatici del reparto di Cardio-chirurgia Infantile di Torrette) sono abbinati a un importante progetto pilota per la diagnosi delle cardiopatie congenite e la prevenzione delle morti improvvise. E’ possibile infatti richiedere una copia del libro fotografico tramite la pagina Face-book dell’Associazione Unbattitodiali onlus (o al numero 339.5948216) e conti-nuare a sostenere il progetto pilota di prevenzione delle morti improvvise tra gli sportivi che si concretizzerà con l’acquisto di una Sonda Eco 3D per il reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica e Congenita di Ancona e una borsa di studio destinata a giovani medici dello sport.

Lo staff del ristorante Pepito di Jesi, in trasferta all' EXPO per curiosare tra i padiglioni. I numeri di Expo 2015 sono imponenti a partire dai Paesi (145) elencati nel sito della manifestazione che si estende su 110 ettari a nord ovest di Milano. Expo Milano 2015 è il più grande ristorante del mondo dove è possibile gustare la cucina italiana ma non solo. Un mix sapiente di sapori, aromi, odori e ingredienti che rappresentano le cucine di tutto il Pianeta per accontentare grandi e piccoli, buongustai e amanti del fast food, i palati più esigenti e gli stomaci più attenti all'apporto nutrizionale. Questa Esposizione Universale, il cui Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, rimanda anche al mondo gastronomico e al suo impatto sulla nostra vita e su quella del Pianeta che abitiamo, presenta un'offerta culinaria estremamente varia.

stAFF pepItO JesI In vIsItA All'eXpO

“Lo Sguardo SuLL’anima”, peR FeRMARe le MORtI

IMpROvvIse nellO spORt

foto: Lamberto Vignaroli

Torna, come ogni estate che si rispetti, l’imperdibile appunta-mento con il Torneo di Calcio a 7 di Pantiere. Il Torneo inizierà l’8 Giugno e la finale è prevista per l’8 Luglio. Oltre a ricchi premi e cene per le prime squadre classificate, ci saranno coppe e trofei per i migliori giocatori e per la squadra più disciplinata.Grazie alla collaborazione con la Fondazione “I Bambini delle Fate” di Franco e Andrea Antonello, che finanzia progetti sociali rivolti ai ragazzi con autismo e disabilità, l’Associazione Credia-moci devolverà tutto il ricavato al progetto “Sporcatevi le Mani” (www.ibambinidellefate.it) e durante il Torneo sarà possibile sottoscrivere la tessera “Crediamoci FOR I Bambini delle Fate progetto Sporcatevi Le Mani” effettuando così una Donazione Diretta all’Associazione “I Bambini delle Fate”. Tutte le info su www.associazionecrediamoci.it e sulla Pagina Facebook Cre-diamoci.

CReDIAMOCI ORGAnIzzA tORneO DI CAlCIO A 7 DI pAntIeRe

|NOTIZIE FLASH|

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"Dobbiamo esportare il buon modello di governo del territorio e di vicinanza con i cittadini che abbiamo nei Comuni a un livello più alto: al governo della Regione Marche". Clemente Rossi, vicesindaco di Falconara, candidato al consiglio regionale parte da una Vallesina alla ricerca di riscatto "che negli ultimi 10 anni si è impoverita – spiega - ha perso rappre-sentanza in Regione. Il mio intento è quello di riparti-re dalle istanze dei cittadini e delle imprese.eppure c'erano consiglieri regionali eletti dalle nostre partiE che hanno fatto? Le uniche notizie che ho sono di spese pazze e rimborsi facili. Falconara, che mi vede in prima linea, era sull'orlo del baratro per i tanti soldi pubblici sperperati. La stessa Jesi era divenuta marginale. Brandoni prima, Bacci poi, hanno dimo-strato che si può cambiare nel segno della serietà e della sobrietà. Dobbiamo portare il nostro modello di governo in Regione.da dove ripartire?Dai nodi irrisolti. La nostra è un'area ad elevato ri-schio di crisi ambientale. L'Api di Falconara paga ogni anno alla Regione Marche decine di milioni di accise petrolifere. Che fine fanno questi soldi? È tempo di rivendicare queste risorse e tenerle qui per mitigare il rischio, bonificare dove serve, miglio-rare la qualità dell'ambiente.e le infrastrutture?Il triangolo Ancona, Falconara, Jesi, porto-aeroporto-interporto, è giudicato di grandi potenzialità da più di un esperto. In nessuna altra parte d'Italia si hanno tre importanti strutture nel raggio di 30 chilometri. Il cargo, più del turismo, è il settore sui cui andreb-be indirizzato il Sanzio. Anni fa avevo proposto una managment unico per Interporto e ae-roporto. La dirigenza Aerdorica di allora, che oggi è indagata dalla Procura, mi rise dietro.il turismo è importan-te, però.Certo, ma qui è stagio-nale: abbiamo tanti voli in estate e una catte-

drale nel deserto per 9 mesi. Creando un triangolo logistico invece avremmo attività tutto l'anno, nuo-vo sviluppo e posti di lavoro. Con la possibilità di stringere accordi con le divisioni passeggeri delle compagnie aeree che si occupano delle merci. E poi...e poi?C'è tutto il discorso legato al Made in Italy, uno tra i primi brand al mondo. Possiamo esportare i nostri prodotti e vincere la sfida della globalizzazione se riusciamo a sincronizzare l'esistente. E promuove-re attraverso alcune eccellenze, tutto un territorio.tipo?Il Verdicchio è diventato un ottimo testimonial per tutti gli altri vini marchigiani. Rendiamo Federico II testimonial della Vallesina. Anche Falconara può giovarne visto che Rocca Pri-ora è stata eretta per festeggiare la nascita dello Stupor Mundi. Senza parlare delle pinacoteche di Ancona e Jesi e di tutto l'immenso patrimonio ar-tistico da valorizzare e promuovere. Abbiamo già un progetto che unisce il turismo culturale a percorsi cicloturistici. Ora è sulla car-ta, dobbiamo renderlo concreto con l'apporto di tutti. Un'importante attrazione che gioverà all'e-conomia. Certo che se poi arriva Sgarbi - che ha catalizzato centinaia di migliaia di visitatori nelle mostre di Osimo e Fabriano - e il centrosinistra di Ancona gli fa trovare la porta chiusa. Come dicevo prima, dobbiamo cambiare passo.

CleMente ROssI: "pORtIAMO Il buOn GOveRnO In ReGIOne"

spazio elettorale a pagamento

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La vittoria si conquista con il sacrificio. Il talento a volte non basta. Occorre determina-zione, tempo, fatica. Lo sa bene Francesco ingargiola, nuova promessa della scher-ma azzurra, osimano, forgiato nella fucina dei campioni del Club Scherma di Jesi. Classe 1996, è il fiorettista che ha ottenuto più medaglie in queste ultime stagioni.Campione europeo cadetti 2012 a Porec, in Croazia, conquista l’argento ai Campio-nati del mondo a Mosca nella stessa categoria. Terzo posto a Lignano Sabbiadoro in Coppa del Mondo giovani, e infine, medaglia d’argento ai Campionati italiani cadetti. Nel 2013, anno di grande maturazione, trionfa nella prova della Coppa del Mondo under 20 e il titolo italiano cadetti. A Porec, è campione mondiale giovani a Squadre. Nella Stagione 2014/2015 entra ufficialmente nella Squadra della Polizia di Stato. Ai recenti campionati del mondo disputatisi a Tashkent, capitale della Repubblica dell’Uzbekistan, è argento sul podio della categoria giovani, battuto nella finale di fioretto individuale da Damiano Rosatelli. E’ stata una sconfitta più che onorevole per Ingargiola che si è arreso sul risultato di 15 – 13 sul suo compagno di nazionale, non riuscendo a bissare il risultato del 2014 ad Udine dove aveva conquistato l’oro.“Perdere non è piacevole ma comunque insegna - commenta Francesco - Gli errori aiutano a crescere e sono da stimolo per pretendere di più ed impegnarsi al massi-mo”. Ambizioso e determinato, a Francesco il secondo posto non va giù. “Quando sei un soffio dalla vittoria, la sconfitta brucia il doppio - racconta - Ma per il prossimo anno, punto all’oro. Intanto, però, mi preparo ad una nuova sfida, quella sui banchi”.

|L’INTERVISTA|

FRAnCesCO InGARGIOlA:SOGNO LE OLIMPIADI,SARANNO LA MIA PIùGRANDE CONQUISTAa cura di Chiara Cascio

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Il giovane campione, infatti, è prossimo a sostene-re l’esame di maturità. Frequenta il Liceo Scien-tifico e, anche a scuola, i risultati sono più che buoni. “Non è facile coniugare lo sport con lo stu-dio, dato che dedico gran parte del mio tempo agli allenamenti, a Jesi. Ce la metto comunque tutta e conquistato il diploma, mi iscriverò all’Università”.inizi a praticare la scherma sin dalla tenera età al club scherma di osimo, città dove vivi. come mai la scelta di proseguire a Jesi?“Avevo 14 anni quando presi questa decisione. Nella mia carriera sportiva, volevo fare un salto di qualità. Sapevo che non sarebbe stato facile ma, visti i primi risultati, oggi so che era la scelta giusta”.com’è allenarsi nella fucina dei campioni in-sieme alle medaglie olimpiche?“I miei allenamenti al momento sono sotto la gui-da di Maria Elena Proietti, maestra d’armi di fio-retto, e Annalisa Coltorti, preparatrice atletica del-la Nazionale. È emozionante e stimolante allenarsi con chi ha già percorso la tua stessa strada fino in fondo. E ci è riuscito. Lì ci sono tutte le stelle della scherma”.che effetto fa essere considerati la nuova pro-messa azzurra del fioretto?“È bello sapere che c’è chi pensa a me in questi termini. Significa che i miei sforzi stanno dando

dei frutti. Andrò comunque avanti per la mia stra-da, sempre, indipendentemente dalle attese e dal-le aspettative degli altri”.quando sei in pedana, giochi più d’attacco o difesa?“Cerco di dosare entrambe le tecniche, l’una non può prescindere dall’altra”.

È così anche nella vita?“Nella vita decisamente attacco, sono uno che sta “sul pezzo”. Affronto la mia quotidianità di pet-to: è l’unico modo per non lasciarsi travolgere. Un atteggiamento che ho attinto molto probabil-mente dallo sport e che si riflette in tutti gli ambiti della mia vita”.come ti vedi nel futuro?“Sin da piccolo sognavo la carriera da sportivo. Continuerò gli studi ma la scherma è al primo posto”.qual è la conquista più importante che vorresti fare?“Miro alle Olimpiadi. Vorrei continuare a poter fare ciò che più mi piace e dichiararlo al mondo. È su questo che baso le mie scelte ed è il messaggio che vorrei far arrivare ai miei coetanei: seguite sempre le vostre inclinazioni e passioni. Se siete felici di quel che fate, mettendoci la giusta dose di impegno, i risultati non tarderanno a mancare”.una forma mentis attinta dallo sport.“Lo sport allena il corpo ma anche la testa. Educa all’impegno, alla determinazione. Al sacrificio. Non si conquista nulla senza un po’di sudore”.

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|L’INTERVISTA|

Siamo figli di Icaro, figli di una grande conquista, il volo. Figli di un forte desiderio, oltrepas-sare i confini del cielo e poi, dominare lo spazio. Perché la terra non basta più e il futuro ci promette un sogno straordinario, la Luna e poi Marte. Siamo figli del progresso aerospaziale, malati “del disagio di chi cammina sul bordo dello sconosciuto”, come ci aveva descritto la sua esperienza nello spazio il Colonnello Roberto Vittori, primo astronauta europeo a visitare due volte la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’avamposto permanente della presenza umana nello spazio. Ora a guardare dritto negli occhi il sogno di Icaro è una donna, anzi La Donna: il Capitano Samantha Cristoforetti, aviatrice, ingegnere e astronauta italiana. La prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e prima donna italiana nello spazio, terza donna europea dopo la britannica Helen Sharman (1991) e la francese Claudie Haigneré (2001). Per tutti è Samantha, il simbolo di una conquista forse più grande dello spazio. La prima missione cui prende parte, denominata “ISS Expedition 42/43 Futura”, l’ha vista rimanere sei mesi nello spazio. Il 23 novembre 2014 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un velivolo Soyuz: è la prima missione di una donna nello spazio e del settimo astronauta italiano. E’ tornata a casa Samantha, è tornata sulla terra. Prima di lei, hanno toccato la ISS gli astronauti Umberto Guidoni, Paolo Nespoli, Roberto Vittori e Luca Parmitano. Ma lo sviluppo futuro dell’esplorazione umana dello spazio potrà avere riflessi positivi anche per il progresso scientifico e per la tutela della salute umana, a beneficio di tutti. In questa direzione si inquadra il ruolo fondamentale del Corpo Sanitario dell’Aeronautica Militare. “Nel 1983 l’Italia ha ottenuto il primo esperimento di medicina spaziale grazie al trasporto di un complesso apparato di balistocardiografia a bordo dello Space Shuttle Columbia nel corso della missione STS-9”, spie-

ga l’ufficiale medico Tenente Colonnello Francesco Torchia, uno dei tre ufficiali medici ad aver conseguito nel 2005 la qualifica di Space Flight Surgeon (‘Chirurgo spaziale’) presso il Centro di addestramen-to cosmonauti Jurij Gagarin di Città delle Stelle, la città chiusa della Russia occidentale dove vengono addestrati e vivono gli astronauti. Il Tenente colonnello Torchia è stato ospite del Rotary club di Jesi, cui ha potuto spiegare il parallelismo tra il mito di Icaro - primo spe-rimentatore del volo folle - e il desiderio ardente delle Agenzie spa-ziali di andare sempre più in alto, la corsa allo spazio portata avanti

Colonello Torchia (foto da Aereonautica MIlitare)

IL SOGNO DI ICARO OGGI SI ChIAMA fUTURO: L’eSpLorazione e lA COnquIstA DellO spAzIO DA GAGARIn A CRIstOFORettI, lO spleen deLL’infinito che AMMAlA Il CuORe DeGlI AstROnAutI di Talita Frezzi

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da cosmonauti o gladiatori, eroi che galleggiano nello sconosciuto, spediti via dalla Terra dentro capsule poco più grandi di una bara. “I rischi del volo spaziale - spiega il Tenente Colonnello Torchia - sono il volo suborbitale, le cosiddette ‘pas-seggiate spaziali’ durante le operazioni di volo, la mi-crogravità e la presenza di radiazioni: una passeggiata spaziale dura mediamente sei ore”. Un astronauta vede in un giorno 16 volte l’alba e 16 il tramonto, momenti di profondissima solitudine, di tristezza lontani da casa e dagli affetti, lontani dalla Terra. La tristezza del Piccolo Principe e dei suoi 44 tramonti. “Gli astronauti in mis-sione devono sopportare una serie di problematiche - continua Torchia - ad esempio la mancanza di gravità per cui galleggiano fluttuando che può creare problemi all’apparato cardiovascolare e muscolare (i muscoli vanno in atrofia); ipotensione ortostatica e abbassa-mento della pressione oltre che problemi all’apparato osseo (formazione di osteoporosi venendo a mancare gli stimoli meccanici). Questo ci consente di effettuare studi ed esperimenti scientifici mirati alla cura di certe malattie come proprio l’osteoporosi; la sperimentazio-ne di farmaci antinvecchiamento; esperimenti sulla

sensazione verticale e sull’invecchiamento parallelo dei gemelli quando uno è nello spazio e l’altro sulla terra”. Ma i problemi maggiori sono quelli psicologi-ci, perché “stare sei mesi sulla ISS significa staccar-si dagli affetti, andare su un altro corpo celeste...una situazione emotiva difficile da gestire. Gli astronauti hanno manifestato aggressività, senso di isolamento e depressione”. E se il futuro promette sogni come voli ipersonici, voli suborbitali lanciati dalla Nasa per por-tare facoltosi turisti nello spazio (ben 16.000 persone si sono già candidate); il raggiungimento della Luna e di Marte (dopo il 2030), eppure di spazio ci si ammala. Si torna diversi, con una luce strana negli occhi, come se lassù qualcosa li avesse rapiti. Si vede nitidamente nello sguardo del Colonnello Roberto Vittori, che dopo tre voli sta lavorando per il quarto. Luca Parmitano ha la stessa voglia di partire. “Gli astronauti si ammalano di nostalgia dello spazio - conclude il Tenente Colon-nello Francesco Torchia - se ne innamorano, hanno de-siderio di viverlo il più a lungo possibile”. Perché forse davvero, di fronte a un mistero assoluto come lo spazio infinito, nessuno ha il coraggio di disobbedire. Neanche i figli di Icaro.

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AlIMentAzIOne: AllA COnquIstADel RIsultAtOspORtIvOa cura di Roberto Ceci

|NUTRIZIONE|

Una corretta alimentazione oltre ad essere fondamentale per la salute del soggetto in ogni fase della vita può anche essere finalizzata alla conquista e al raggiungimento di un risultato sportivo. Lo sa bene chi pratica sport a livello agonistico dal momento che per migliorare la propria performance oltre all’ allenamento intenso e il riposo dovrà anche essere attento ad una alimentazione specifica che permetta di sostenere l’impegno mu-scolare ed il recupero energetico. Già più di 2000 anni fa durante i giochi olimpici, l’uomo era affascinato all’idea che esi-stessero cibi o erbe capaci di aiutare l’atleta nel suo gesto tecnico, migliorandone la per-formance. La scienza ha poi permesso di esplorare questo nuovo campo e capire real-mente quali sono le richieste energetiche, metaboliche e plastiche di un soggetto sportivo. Attualmente la programmazione nutrizionale basata non più su tentativi empirici ma su evidenze scientifiche è finalizzata ad ottimizzare la prestazione fisica degli atleti.Un dieta inadeguata oltre ad influenzare negativamente la prestazione può anche aumen-tare il rischio di infortuni o, addirittura, determinare patologie gravi. Nell’ambito della nutrizione sportiva vanno considerati sostanzialmente tre aspetti fon-damentali: le variazioni energetiche in base al tipo di attività e al tipo di allenamento, il rifornimento idrico ed elettrolitico, il timing di assunzione dei nutrienti e la composizione dei pasti in base agli impegni sportivi dell’atleta durante la giornata.In particolare devono essere ben bilanciati tutti i macro e i micronutrienti. L’apporto idrico e proteico che nello sportivo è superiore rispetto alle esigenze di un soggetto sedentario, dipenderà dal tipo di disciplina, dalla fase di allenamento e ovviamente dalle caratteri-stiche antropometriche. I carboidrati sono la fonte energetica primaria durante l’attività fisica, in particolare è fondamentale tenere in considerazione l’indice glicemico ed il ca-rico glicemico dei cibi consumati, dal momento che questi vanno modulati in maniera differente, se consumati prima, durante o dopo l’allenamento o la gara. L’idratazione è un elemento che spesso viene sottovalutato o non considerato abbastanza, ma gioca un ruolo cruciale nella performance atletica. In numerose discipline sportive, in particolare in quelle di endurance e/o che si svolgono in un ambiente caldo e umido è importante bere prima, durante e dopo l’allenamento o la gara. L’acqua o lo sport drink permette di reinte-grare i liquidi e gli elettroliti persi con la sudorazione. Riduzioni di peso superiori al 2% del peso corporeo (durante una gara o allenamento), possono determinare un calo importante della prestazione sportiva mentre le perdite idriche superiori possono portare a problemi gastrointestinali o cardiocircolatori. La pianificazione di un programma nutrizionale adeguato, considerando le esigenze ener-getiche e metaboliche della disciplina sportiva praticata e gli obiettivi delle differenti fasi di allenamento è importante per ricercare il benessere dell’atleta e la conquista del risultato sportivo.

Dottore in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione UmanaNutrizionista

info: [email protected]

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Nei laboratori di note di dolce, pa-sticceria, caffetteria, cioccolateria e aperitiveria di esclusiva produzione artigianale, lo chef e cake designer Francesca tili realizza servizi completi per ogni tipo di cerimonia, buffet o meeting, anche prodotti senza glutine, zucchero o lattosio. Il locale è aperto tutti i giorni, an-che a pranzo e dispone di un’ampia sala, gratuitamente a disposizione della clientela per feste o cerimonie.

Via cesare Battisti 9/b (vicino piazza grammercato)

Jesi - cell. 320 6269744 [email protected]

giardino e sala interna per aperitiVi e Feste priVate

La storia del nostro vino, nasce con Au-relio Quaresima, detto Lello, proprietario di un vigneto di tre ettari di Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico nel comu-ne di Cupramontana (Ancona). Lello era un personaggio conosciuto ed autorevole nel territorio; quando se n'è andato, la sua tradizione ed i suoi trucchi erano oramai stati tra-mandati ai figli Donatello e Ivo, che sebbene impegnati in altre attività, hanno ad un certo punto della loro vita, dato degnamente seguito agli insegnamenti paterni.

Via Torre, 16/A - CUPRAMONTANA (AN)[email protected]

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Il 20 Maggio 2015 ricorre il decimo anniversario della morte di Francesco Degrada, “storico della musica con la competenza di pochi”, riconosciuto a livello internazionale tra i maggiori musicologi italiani della sua generazione e come il massimo esperto a livello mondiale dell’opera di Giovan-ni Battista Pergolesi. Fu, senza dubbio, il più grande studioso dell’opera del grande compositore jesino, di cui ha redatto il definitivo catalogo, liberandolo da false ed inattendibili attribuzioni, e consentendo in tal modo di riproporre i capolavori pergolesiani in edizione autentica e conforme alla volontà originale del Maestro.Jesi in particolare, la città che diede i natali a Giovanni Battista Pergolesi, gli è tributaria sia della impostazione di tutte le attività di produzione lirica pergolesiana che hanno trovato e continuano a trovare nel Festival Pergolesi Spontini la massima espressione, riconosciuta a livello nazionale e internazionale, sia dell’impostazione di tutte le attività musicologiche della Fondazione Pergolesi Spontini legate a Pergolesi. Ma non solo a Pergolesi: è infatti sempre grazie allo stimolo di Fran-cesco Degrada che il prezioso Fondo Spontini conservato presso la Biblioteca Planettiana di Jesi – contenente il corposo e sorprendente lascito documentale legato a Gaspare Spontini - ha potuto trovare la giusta attenzione, sfociata nel lungo e complesso lavoro di catalogazione, digitalizzazione e traduzione in metadati per le banche-dati culturali digitali internazionali.Con Jesi, il Professor Degrada coltivò un costante e ventennale rapporto, organizzando Convegni Pergolesiani con i più insigni studiosi internazionali e collaborando strettamente con la Fondazione Pergolesi Spontini per la valorizzazione dell’opera del compositore, fino all’ultimo convegno inter-nazionale da lui organizzato (a Jesi, nel 2004, pochi mesi prima della sua scomparsa. Fu presidente del Comitato Pergolesiano della Fondazione Pergolesi Spontini, per le cui Edizioni musicali curò personalmente le edizioni critiche di “Olimpiade” e di “Flaminio”.A dieci anni dalla prematura scomparsa, la città di Jesi e la Fondazione Pergolesi Spontini lo ricordano con una serie di iniziative artistiche e musicologiche, e con un “segno” indelebile nella toponomastica cittadina in omaggio alla sua benemerita opera per la Cultura e la Musica.Il 5 maggio scorso, accogliendo una proposta della Fondazione Pergolesi Spontini, la Giunta Comu-nale di Jesi ha deliberato di intitolare al grande musicologo l’area situata fra Via Mazzini ed il Teatro Pergolesi, dove si affacciano gli uffici della Fondazione Pergolesi Spontini, nel cuore del centro sto-rico di Jesi. “Largo Francesco Degrada” verrà pubblicamente intitolato al musicologo - mutuando

la denominazione anche dalla terminologia musicale - al termine dei lavori di risistemazione e restauro che stanno interessando in questi mesi l’intera via Mazzini.Dedicato al ricordo del Prof. Degrada, come alla memoria della grande attrice jesina Valeria Moriconi di cui pure ricorrono i dieci anni dalla scomparsa, è il XV Festival Pergolesi Spontini, il cui tema sarà “Lacrimo-sa memoria, sorridente levità” e che avrà luogo dal 4 al 20 settembre a Jesi e in Vallesina, con numerosi appuntamenti teatrali e musicali e con presenze di assoluto rilievo nel panorama nazionale e internazionale. Ad inaugurare il Festival, venerdì 4 settembre 2015, sarà al Teatro Pergo-lesi un “Concerto per Francesco Degrada”, con due soliste d’eccezione come Eva Mei e Sara Mingardo che eseguiranno alcune delle più celebri composizioni di Pergolesi come Stabat Mater e i due Salve Regina.In occasione dello stesso Festival Pergolesi Spontini, la Fondazione Per-golesi Spontini si farà promotrice di un Convegno internazionale di studi che prevede due sessioni: “Il solco tracciato da Francesco Degrada: un bilancio a 10 anni dalla scomparsa” in collaborazione con il Centro Studi Pergolesi dell’Università di Milano, e “Il Fondo Spontini della Biblioteca Planettiana di Jesi e i preziosi ritrovamenti” parimenti promossa dalla

Biblioteca cittadina. Sabato 5 Settembre 2015 avrà luogo la prima parte del Convegno internazio-nale, dedicata ad evidenziare la portata degli studi e l’attualità del suo magistero, impartito nel corso di una quarantennale attività di docente e musicologo.

l'OMAGGIO DI JesI A FRAnCesCO DeGRADA A DIECI ANNI DELLA SCOMPARSA DEL MASSIMO ESPERTO DELL'OPERA DI GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI

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