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COPIA GRATUITA www.leggopassword.it l’accesso mirato all’informazione L’ INTERVISTA Maestro artigiano FIORELLA CIABOCO “Porterò la sartoria made in Marche nel mondo”. SPETTAcoLo&TV DA LA7, CHIARA MACI “A tavola imbandita si condividono momenti importanti”. MuSIcA I 50 ANNI DI POOH DODI BATTAGLIA “Da mezzo secolo condividiamo un sogno” JESI E VALLESINA XIX PALIO DI SAN FLORIANO Il programma RUBRICHE DEGLI ESPERTI n° 2 - APRILE 2014 PASSWORD Fiorella CIABOCO “CONDIVIDERE È LA NUOVA MENTALITÀ IMPRENDITORIALE” VentaSun Solarium Centro Estetico Via San Francesco, 27/a JESI (AN) Tel. 0731 213835 e-mail: [email protected]

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Password - L'accesso mirato all'informazione numero di aprile 2014

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L’ INTERVISTA Maestro artigiano FIORELLA CIABOCO “Porterò la sartoria made in Marche nel mondo”.

SPETTAcoLo&TV DA LA7, CHIARA MACI “A tavola imbandita si condividono momenti importanti”. MuSIcA I 50 annI dI POOH DODI BATTAGLIA “Da mezzo secolo condividiamo un sogno”

JESI E VALLESINA XIX PALIO DI SAN FLORIANO Il programma

RUBRICHE DEGLI ESPERTI

n° 2 - APRILE 2014

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Fiore l la CiaboCo“Condividere è la nuova mentalità imprenditoriale”

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IMPARARE ACONDIVIDERE di Chiara Cascio

|EDITORIALE|

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C’è chi condivide un sogno. Un momento. Chi condivide un obiettivo. Un ideale. Il principio: l’unione fa la forza, quando i tempi sembrano sfavorire chi è solo.C’è chi condivide un’esperienza, offrendo speranza. Chi un malessere, cercando aiuto.Si può condividere un sapere. Un talento. Renderlo disponibile agli altri. Oggi lo si fa, sempre e in continuazione, attraverso i social network. Proprio i canali e le vie del web insegnano che, a volte, condividere è il primo passo per ottenere dei riconoscimenti, avere successo.Oggi mettersi in rete o sulla rete è sopravvivere. Significa emergere, in un pe-

riodo di staticità. È imparare ad apprezzare la bellezza delle relazioni umane.Filosofi e sociologi saranno d’accordo: condivisione e solidarismo sono le uniche e possibili vie per risolvere molti dei problemi attuali, derivati dalla crisi economica, e liberare la buona volontà degli uomini.Sostituendosi alla competizione, all’avidità e all’egoismo, la condivisio-ne e la cooperazione appaiono le vie d’accesso più importanti non solo al raggiungimento di obiettivi ma anche alla felicità dei singoli e dei gruppi, essendo in grado di favorire un clima più sereno.Dunque, l’epoca del “chi fa da sé, fa per tre”sembra ormai finita.Condivisione appare come una strategia, una soluzione. Una fonte di sapere e conoscenza in grado di spingerci al di là dei nostri limiti. Punto di incontro capace di originare molteplici e variegate vie di fuga.

L’invito è questo: concediamoci la spalla dell’altro. Non c’è niente di male quan-do qualcuno ce la offre. Non dobbiamo per forza ottenere tutto e da soli. A volte, è necessario perdere un po’ di sé stessi per riscoprirsi più forti. L’importante è non cancellare mai la propria identità. Da lì, deriva tutta la nostra forza. E veri-ficare che la mano o la spalla che ci viene tesa sia effettivamente “giusta” per noi. La condivisione, come nella sua forma più nobile – l’amore - implica fiducia, rispetto, lealtà. Solo se ci sono le basi, è possibile costruire insieme.

“L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni.”

PAULO COELHO

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EVEN

TII ROtOnI suL vALLAtOa cura di Riccardo ceccarelli

|CURIOSANDO|Nel dicembre 1960 ce n’erano 18 sul Canale Pallavicino tra Moie e Jesi. Ora ce n’è uno nei pressi della Pizzeria “Al vecchio Rotone” adiacente all’abitato di Moie; un altro anni fa era ubicato nei pressi di Pantiere, un altro ancora era sul Canale Urbani non lontano da Borgo Loreto di Castelplanio. Quello di Moie è completamente ab-bandonato, come gli altri, tra le sterpaglie che fiancheggiano il canale, solo il nome del vicino locale ne conserva il ricordo. Facevano parte, i rotoni, del paesaggio agra-rio della nostra valle. Fissati su un asse trasversale poggiante su dei supporti insi-stenti sui rispettivi lati del canale, avevano cassettoni-pale immersi parzialmente nell’acqua del canale che scorrendo li faceva girare; i cassettoni-pale pieni d’acqua girando la riversavano in apposite canalette che la immettevano nelle diverse cana-lizzazioni dei limitrofi terreni agricoli destinati prevalentemente all’orticoltura. Non erano sempre in funzione, si potevano abbassare o alzare dal livello dell’acqua a seconda della necessità dell’acqua per le coltivazioni. Un marchingegno semplice ma utilissimo per prelevare acqua dal canale. Altri sistemi c’erano, come la portella o la moto-pompa, quest’ultimo impiantato con l’avvento della elettricità applicata al pompe d’acqua; la portella era una specie di sportello che si apriva direttamente sul canale. Segni di condivisione, anche se, pur essendo l’acqua pubblica, qualcosa si doveva alla proprietà del canale, i Pallavicino, poi, dal 1974 quando fu costitui-ta, alla S.C.A.I.Va.P. (Società Cooperativa Agricola Irrigazione Vallato Pallavicino). Il Canale Pallavicino, dal nome di chi se lo aggiudicò all’asta nel 1824 dal Demanio pontificio, il Marchese Stefano Lodovico Pallavicino, ha la sua prima origine dalla

bonifica dei monaci benedettini del IX-XI secolo. Lun-go il suo corso erano ubicati numerosi molini che alla fine del XIII secolo furono acquistati dal Comune di Jesi. Sulla fine dello stesso secolo Bernardino di Sante da Esanatoglia e suo figlio Francesco, per or-dine del Comune di Jesi, corressero e riassettarono il corso del vallato. Verso la fine del Settecento ripara-zioni e varianti furono predisposte da Mattia e Paolo Isidoro Capponi, architetti di Massaccio, odierna Cu-pramontana. Comunque sostanzialmente il tracciato del vallato che nasce a Moie per arrivare al torrente Granita a Jesi, è quello di Bernardino e Francesco da Esanatoglia. La funzione più importante del vallato-canale lungo i secoli fu quella di dare forza motrice

ai molini della Comunità di Jesi ubicati nei pressi delle mura della città, l’utilizzo delle acque a scopo agricolo si aggiunse poi con le colture ortofrutticole più intensive in tempi relativamente più recenti. Il Canale Urbani che pure aveva un rotone, fu costruito invece ai primi del Novecento ed è caratteristico per avere una serie di archi che sorreggono per qualche centinaio di metri il suo corso in territorio di Castelplanio. I due vallati-canali più importanti, Pallavicino e Urbani – altri ce n’erano di minore lunghezza per utilizzo industriale e irriguo, tutti derivanti l’acqua da fiume Esino – riman-gono la più importante testimonianza dell’intervento dell’uomo sul territorio in epoche passate, ormai integrato nel paesaggio della valle. Territorio che acquisterebbe un piccolo valore aggiunto se si restaurassero quei rotoni. Richiesta fatta anni fa ma rimasta inascoltata. Come questa, credo. Almeno si è destata un po’ di curiosità. E se fosse tale è già molto.

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ARIETE: Ottimo periodo per chiarire quello che non funziona, per socializzare, per aprirti a

nuove esperienze o semplicemente per godere della vita in compagnia della famiglia o dei tuoi amici preferiti! Tuttavia, dovrai mettere in conto un po’ di stanchezza, dato in alcuni casi potresti sentirti giù a causa delle tensioni che non sono del tutto risolte…coraggio!

TORO: Maggio sarà un mese sereno e proficuo, eccellente per mettere fine a diatribe familiari o tra

amici. Vorrà dire accordo con chi ti circonda, allegria, voglia di viaggiare, di conoscere gente nuova, di divertirti e staccare dalla routine. L’importante sarà non strafare nè desiderare di ribaltare ogni cosa: il 2014 non è il mese che ti ammette azzardi, concediti piaceri e spazi per il tuo benessere.

GEMELLI: Periodo vivace e frizzante, dinamico e ricco di piacevoli sorprese. D’altra parte, il

clima inizia a farsi più tiepido, aumenta la voglia di uscire, di godere il tempo libero, di festeggiare con qualche bella gita, se possibile. Ti stai avvicinando a una fase di svolta che dall’estate saprà ripagarti con riconoscimenti e sorprese inaspettate. Sfrutta il tuo fiuto per cogliere quello che di buono ti viene offerto.

CANCRO: Ancora alti e bassi nel tuo cielo, oscillazioni dell’umore ma con ampi spazi di sereno all’interno di un cielo burrascoso! Dopo la seconda settimana

di aprile avrai a tua disposizione maggiore forza comunicativa e lucidità. Ritornano in scena dei sentimenti dopo i contrasti e i dubbi che ti hanno inseguito da novembre a oggi, il cuore è spesso la tua vera essenza, emotiva, sensibile e romantica!

LEONE: Maggio potrebbe essere un mese piuttosto movimentato e frizzante per la vita sociale e il

divertimento. In questo periodo potresti organizzarti per rilassarti e riprendere fiato dalla routine e dagli impegni quotidiani.La rivalsa per te è un piatto che scotta e non vedi l’ora di provarla e ritrovare il gusto pepato della vita. Conti i giorni che ti separano dalla fatidica svolta dato che sei fatta per emergere ed è solo questione di tempo.

VERGINE: Con gli amici e per la vita sociale ci sarà una netta e bella ripresa nel corso del mese. Avrai voglia di uscire, di andare in gita, di vedere mostre

e posti diversi. Forse accompagnerai questo buon periodo con qualche equivoco che potrebbe impedire la completa serenità. Ma tranquilli: aprile vi mette davanti lo specchio e ti incitano a liberarti di zavorre e paure...è un cielo pieno di nuove occasioni!

BILANCIA: Maggio inizia e finisce tranquillamente. Nel cuore del mese, però, dovrai probabilmente

mettere in conto qualche imprevisto fastidioso. Diplomazia e consapevolezza dei tuoi diritti ti eviteranno parecchi fastidi. Ma respira...le stelle ti chiedono un ultimo grande sforzo. Superato il turbolento mese di aprile, tornerai davvero a rivedere la luce e su una nuova strada in discesa.

SCORPIONE: Buona partenza di mese. Ti sentirai in forma, desideroso di godere del tuo tempo libero al massimo, di conoscere nuova gente e di migliorare i

rapporti con chi ti circonda. Sarà un mese molto piacevole, che potrebbe riservarti anche qualche bella sorpresa. I riconoscimenti sono dietro l’angolo non è il momento di farsi prendere da pigrizia o pessimismo.

SAGITTARIO: Mese piacevole, venato da qualche tensione affettiva. Nel complesso però non andrà male, anzi. Sarà dalla seconda settimana di aprile

che avrai il periodo migliore per divertimento, allegria e progetti. Se avrai le idee confuse, potrai sempre contare sul sostegno di un amico che ti consiglierà con sincerità e astuzia. Ma prudenza: siete curiosi e entusiasti di natura e potreste rischiare di perdete di vista la meta della serenità.

CAPRICORNO: Maggio piacevole al principio e alla fine. Un pizzico di nervosismo invece percorrerà la parte centrale. Progetti, chiarimenti, discussioni,

viaggi: meglio concentrare le faccende più importanti nei periodi migliori. Sei come un guerriero che ha patito colpi bassi e che non vede l’ora di rialzarsi e riscattarsi. Sai imparare dalle difficoltà e te le lasci scivolare addosso come una roccia.

ACQUARIO: Mese eccitante! Avrete possibilità di viaggiare, conoscere gente, fare vita sociale e divertirti come più preferite! Aprile impone un

momento di pausa alla corsa forsennata dello scorso mese. Lavoro, amore, famiglia e questioni pratiche sono sotto l’occhio del ciclone e tempo tre mesi, non resteranno tali e quali. Ma per ora vi prescrivo relax: spegnete il cervello e ritrovate tutta la vostra calma serafica.

PESCI: Ricco e senza controindicazioni il vostro maggio! Vi sembra troppo bello per essere vero?

Sei più potente di quello che credi: si cambia e in meglio, l’importante sarà non avere paura e proporsi, farsi vedere, sfruttare i contatti giusti. Ricorda che i tuoi occhi sanno essere convincenti più delle parole quando vuoi e sia nel lavoro che in amore saranno in molti ad accorgersene questo mese.

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|L’INTERVISTA|

“Da soli siamo piccoli, l’unione fa la forza. La condivisione, una nuova mentalità imprenditoriale”

Conoscete già Fiorella. Alta, mora. Capelli lunghi. Sorriso radioso. Ago e filo sempre in mano. Sì proprio lei. Fiorella Ciaboco, titolare della celebre sartoria che sta spopolando in Italia e nel mondo, la portabandiera della moda made in Italy, torna ospite sulle pagine di Password. Era il 2011 quando la conobbi, nel suo laboratorio a Jesi. Artigiana nel tessile e audace imprenditrice, in quell’anno, aveva appena aperto un atelier a Milano, in Corso Como e aveva iniziato la sua carriera da docente al Centro Design Polimoda di Ancona. Decido di tornare a farle visita, dopo la notizia dell’apertura di una nuova sartoria Fiorella Cia-boco a Malbourne. Ed eccola là, Fiorella. Sempre a lavoro, sorridente, tra tumoli di stoffe e macchine da cucito. Si distrae qualche minuto - giusto per rispondere al figlio che la cerca al telefono - e poi torna china sull’asse da stiro, concentrata, mentre è intenta a spiegare un tessuto. Pochi giorni la separano dalla qualifica di Master Tailor, Maestro Artigiano, conferitole dalla Regione Marche. “Continuerò ad essere sarta, prima di ogni cosa – puntualizza fermamente Fiorella – Il mondo ha fame di artigiani, dalle tradizioni nascono ottime opportunità! Peccato che esisti ancora una connotazione dispregiativa intorno alla figura professionale del sarto. Peggio ancora, della sarta. Quasi fossimo di serie B. I giovani di oggi vogliono subito diventare stilisti. Forse non sanno che Dior, Saint Laurent, le sorelle Fontana erano prima di tutto dei sarti”. In questi anni, il brand Fiorella Ciaboco ha compiuto enormi passi in avanti, facendosi strada nel mercato di Milano. è stato difficile in questi anni ricavarsi uno spazio nella Capitale della Moda?“È stato faticoso in termini di tempo e impegno. Devo dire che le mie competenze e abilità maturate nel mestiere mi hanno però agevolata nel percorso, aprendomi ogni porta e facendo in modo che qualcuno bussasse alla mia”. Fiorella, recentemente hai partecipato, insieme ad altre aziende marchigiane, all’inizia-tiva “Fuori Modo” in occasione del Salone del Mobile di Milano. è possibile parlare di condivisione come strategia per creare partnership di successo?“Certo. Nella professione può e deve esserci condivisione, in senso pratico, come opportunità di scambiarsi le reciproche maestranze. Sono apertissima alle collaborazioni: credo molto nel “fare rete” per realizzare progetti di più ampio respiro, ottenere vantaggi professionali, unire le risorse per trarne comune beneficio”.Dunque, l’unione fa la forza?“Senza dubbio, è così. La condivisione è diventata una particolarità della mia azienda, una mentalità imprenditoriale che mi appartiene. Iniziative come Fiorella “Jazz&Fashion” e “Food&Fashion” nascono tutte dal sodalizio tra più maestranze, in questo caso, dall’incontro tra moda, musica e buona cucina. Da soli siamo piccoli, insieme siamo un’unità più forte. Per questo, a seguito dell’apertura del atelier di Corso Como, ho deciso mettere i locali a disposi-zione delle aziende marchigiane che, eccellenti in altri settori, vogliono farsi notare e conoscere anche a Milano, attraverso eventi specifici. Nascono così partnership come quelle con la cantina Montecappone di Jesi o con la farroteca Monte Rosso di San Lorenzo in Campo, tanto per citare alcuni esempi”. Oltre alle strategie di condivisione, cosa ha permesso alla tua sartoria di crescere nono-stante i tempi di crisi?

Un Atelier A JeSi, MilAno e MelboUrne

FiorellA CiAboCoAmbAscIAtRIcE DELLA sARtORIA mADE In mARchE nEL mOnDO

a cura di Chiara Cascio

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“Il made in Italy, il non aver mai ceduto all’omologazio-ne, l’offerta sul mercato un prodotto unico ed auten-tico. I fatti mi hanno dato ragione, la forza di ognuno sta nel mestiere e nella maestranza con cui si lavora. Il proprio talento, se c’è, fa la differenza”.In un articolo del Corriere della Sera, uscito a gen-naio, si parla della“filosofia del cappotto” di Fiorel-la Ciaboco. In cosa consiste?“Si parlava del capo invernale per eccellenza, il cap-potto appunto. La mia proposta era quella di un prodot-to dal taglio sartoriale, di ottimo tessuto e buon taglio, unico nel suo genere e di qualità. Cucito sulla persona, per taglia e gusto. Contrario all’omologazione”. E per l’estate, cosa ci proponi?“Mi piace molto il caftano, in seta”. qual è il colore che preferisci di più e che consigli alle donne?“A molti non piace ma io sono a favore del nero. L’as-senza del colore. Non c’è niente di più raffinato ed elegante”.A te piace anche condividere la tua esperienza con i giovani. Come vivi il rapporto con le nuove gene-razioni?“Mi piace trasmettere alle nuove generazioni la mia passione. Al momento, insegno al Polimoda di Ancona ma il mio sogno resta quello di fondare, in un futuro non tanto remoto, una scuola di sartoria tutta mia. Pur-troppo insegnare il mestiere ai giovani non è un’impre-sa facile: i ragazzi di oggi non sanno cosa sia il sacrifi-cio. Puntano tutti a lavorare come stilisti, dimenticando l’importanza dei valori manuali, che potrebbero invece fruttare molte più opportunità di lavoro. Vogliono tutti fare i consulenti, i fashion blogger…a volte si perdono dietro sogni irrealizzabili, senza focalizzarsi sulle reali capacità e probabilità di successo. Bisogna individuare da subito qual è il proprio talento e puntare su quello”. Portabandiera del made in Marche, esci dai confi-ni dell’Italia e da Milano punti dritta all’Australia. Cosa ti ha spinto fino a Melbourne?“Bisogna guardare sempre oltre i propri confini. Con coraggio. E così, ho preparato il terreno, ho fatto le va-ligie e sono partita. Le istituzioni non mi hanno suppor-tato molto, in questa impresa, e sono andata avanti per la mia strada, cercando tutte le realtà sensibili al made in Italy. Laggiù ho conosciuto un altro maestro artigia-

no, Antonio Carbone, ed è nata un’amicizia e collabo-razione profonda. Nella Block Arcade, a Melbourne, ho aperto così un nuovo atelier, ottenendo numerosi rico-noscimenti. Spero di tornare in Australia molto presto”.Come è cambiata la tua vita dopo tutti questi suc-cessi?“Difficile districarsi tra lavoro e famiglia. Sono un’im-prenditrice ma anche una mamma con due figli nell’età della ribellione, intenta a farli avvicinare a nuovi inte-ressi e passioni. La settimana trascorre veloce, tra la-voro, telefono, mail. Il lunedì si apre con il mio impegno al Polimoda . Poi mi chiudo nel mio laboratorio a Jesi dove resto fino a giovedì quando, preparata la valigia, riparto per Milano e vi resto almeno fino a sabato”.Le tue collaboratrici ti definiscono una piovra, un vulcano con 100 idee al secondo. Caparbia, vorresti realizzare tutti i tuoi progetti e rincorri l’obiettivo. Sei d’accordo?“Bisogna avere il coraggio di osare. A volte si fatica, ma bisogna comunque provarci, lavorando al massimo per ottenere il risultato. Poi ovvio che l’impegno non basta: di fondo, deve esserci la maestranza”.Per molti, la tua carriera sarebbe già all’apice del successo. Invece tu intravedi altri obiettivi, vero? Cosa c’è all’orizzonte per Fiorella?“New York o Parigi o Londra. Una delle tre dovrà avve-rarsi molto presto, forse per i miei cinquant’anni. E poi punto al Sud Est Asiatico, magari alla Corea. Oppure agli Emirati Arabi, a città come Dubai. Altri atelier Fio-rella Ciaboco dovranno esserci, salotti esclusivi dove si confezionano abiti su misura. Proprio per questo, sto cercando investitori, joint venture e partnership per re-alizzare nuovi sogni”.

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Viventi: “Si conferma la volontà della Regione di investire sui giovani, perché il Ser-vizio Civile è scuola di vita e prima occasione di impegno per la comunità”Il servizio civile regionale potrà avvalersi, per l’anno 2014, di 960 mila euro e impe-gnerà 288 nuovi ragazzi ai quali sarà corrisposto un rimborso mensile di 433 euro. “Si è giunti a impiegare questa somma – spiega l’assessore competente Luigi Vi-venti - con una delibera approvata questa mattina dalla giunta regionale, che in-crementa il fondo per il Servizio civile regionale di oltre 500.000 euro (515.857,44). Potremo così sovvenzionare i progetti finanziabili della graduatoria 2013 rimasti precedentemente esclusi per carenza di risorse”. “Con questa scelta – prosegue Viventi – si conferma la volontà della Regione di investire sui giovani, perché il Servizio Civile è scuola di vita e prima occasione di impegno per la comunità. Sono certo che i ragazzi sapranno cogliere questa occa-sione con entusiasmo e con senso di responsabilità”.Il servizio civile regionale è riservato ai giovani di età fino a 28 anni. I 288 ragazzi potranno cominciare nei prossimi mesi un anno di impegno in sessantuno progetti nei settori dell’assistenza (quello prevalente con 225 volontari), dell’educazione e promozione culturale (52 volontari), dell’ambiente (6) e del patrimonio artistico e culturale (5).I proponenti, enti pubblici e soggetti privati del non profit, hanno contribuito con un cofinanziamento di oltre 431.000 euro. I progetti presentati alla Struttura Regio-nale per il Servizio Civile presso l’Agenzia Regionale Sanitaria si distribuiscono sul

territorio regionale con richieste di volontari che vanno dagli 87 nella provincia di Ancona ai 28 nella provincia di Pesaro e Urbino. 69 opereranno nella provincia di Fer-mo, 57 ad Ascoli Piceno e 47 in provincia di Macerata.Entro pochi giorni sarà emanato il bando selezione vo-lontari con le indicazioni sui tempi e sui modi per pre-sentare le domande di partecipazione agli enti cui sono stati finanziati i progetti, che provvederanno alla sele-zione dei candidati. Il bando sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Marche e sarà disponibile anche sul sito del Servizio Civile Regionale: http://serviziocivile.marche.it/

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DoDi bAttAgliA50 AnnI DI POOh: “ DA mEZZO sEcOLO cOnDIvIDIAmO IL GRAnDE sOGnO DELLA nOstRA musIcA”

|L’INTERVISTA|

a cura di Talita Frezzi

BOLOGNA - Si può essere davvero amici per sempre. Anche quando il sogno condiviso, quello che ha fatto guardare oltre i confini del tempo, appare adesso così grande da dover andare oltre i suoi stessi sognatori. Dal 1966 i Pooh sono la storia della musica italiana. Tra i gruppi italiani più longevi, a loro si devono alcuni tra i più grandi successi discografici della nazione: “Tanta voglia di lei”, “Uomini soli” (con la quale vincono il Festival della canzone italiana di Sanremo nel 1990), “Pensiero”, “Dammi solo un minuto”, “Chi fermerà la musica”, “Noi due nel mondo e nell’ani-ma”, “Parsifal”, “Amici per sempre”. La storia dei Pooh è fatta di oltre 300 canzoni incise, 30 album inediti e 75 milioni di dischi venduti. Una storia lunga cinquant’anni, un sogno che Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti condividono ancora con lo stesso entusiasmo di sempre.Cinquant’anni di carriera, di successi, di vita, di sogni insieme. qual’è il segreto dei Pooh?“In effetti è passato così tanto tempo, neanche noi l’avremmo detto. Spes-so nei gruppi ci sono solitudini, singole ambizioni, gelosie, protagonismi o le Yoko Ono di turno che possono dividere i musicisti innescando gelosie. A noi non è successo e credo che il motore trainante di questo grande sogno non fosse il desiderio di diventare ricchi e famosi, quanto quello di far vivere la musica dei Pooh. Dopo ‘Piccola Katy’ (1968) ci siamo un po’ crogiolati su quel successo e per due-tre anni abbiamo perso un po’ mor-dente. Ci siamo rimboccati le maniche per rinvigorire quel sogno di fare musica nostra, per non essere come tanti che vivevano di rendita su un solo successo azzeccato, identificabile e intramontabile. I Pooh dovevano essere di più, ed è nata la struggente ‘Tanta Voglia di Lei’...”.

E dopo così tanta strada insieme, qual’è la più grande condivisione per i Pooh?“Quando penso che i Beatles han-no suonato insieme per dieci anni e all’inizio cisembrava un traguardo irraggiungibile, ora che siamo ai 50 penso che la più grande condivisio-ne è riuscire a vederci su un palco per le note d’oro. Molto del nostro entusiasmo è dato proprio da que-sto”.Condividere un’esperienza come la vostra significa anche sacrifi-care la famiglia, gli affetti....“In effetti a volte penso che sono sta-

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to più con i miei colleghi che con la mia fa-miglia. I miei figli sono cresciuti senza che me ne accorgessi. Ma la condivisione di un progetto musicale è talmente gratificante che spesso anche nella vita quotidiana siamo così presi, concentrati, organizzati mentalmente e predisposti all’ispirazione, che sembriamo su un pianeta tutto nostro. Tra musicisti ci si capisce perfettamente, il bello è proprio l’immediata condivisione con la band di una canzone, di una melo-dia, di un arrangiamento appena composti. E poi, regalare e condividere le emozioni che suscita con tutto il tuo pubblico, è la soddisfazione più grande”.C’è stato un momento nella lunga sto-ria dei Pooh in cui la condivisione del sogno sembrava non essere più lo stes-so obiettivo per tutti?“Ci sono stati momenti di sconforto in cui la proiezione di noi stessi non è stata così chiara. Quando Riccardo (Fogli, ndr.) ha deciso di abbandonare il gruppo nel 1973 non sapevamo come avremmo potuto so-stituirlo. Così come quando ha deciso di lasciare Stefano (D’Orazio, ndr.) nel 2010, qualcuno ha pensato che forse, era arri-vato il momento di chiudere la carriera dei Pooh e lasciare ai fans l’immagine di noi quattro (Dody Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti, Stefano D’Orazio). Mapoi

abbiamo capito che l’amicizia, il talento, il rispetto per il pubblico andasserodimo-strati restando sul palco finché le persone ci avessero voluto”.Nessun cedimento o sconforto dunque, in 50 anni di carriera?“Personalmente, quando l’anno scorso è venuto a mancare Valerio Negrini, il quinto Pooh occulto, ho avuto un momento mol-to difficile. Mi sto riprendendo adesso. Valerio ha scritto le nostre più belle canzoni, frasi di una profondità infini-ta...ineguagliabili. Ma l’importanza della condivisione del sogno va al di là delle persone, va oltre Riccardo...oltre Stefano e anche oltre Valerio, oltre tutti noi”.I cinquant’anni della Band ricorrono nel 2016, ora siete in studio per preparare il disco, il tour e tutti i progetti legati alle vostre note d’oro. Cosa dobbiamo aspettarci?“Abbiamo deciso di restare due anni in si-lenzio per concentrarci sul grande evento del cinquantennio. Non vogliamo delude-re le aspettative dei nostri fans, ci sono tante idee, sarà un evento fantastico con concerti-spettacoli in giro per l’Italia e per il mondo, tv, ospitate degli amici dei Pooh e di quelli che hanno fatto parte della no-stra storia. Insomma, aspettatevi di tutto di Pooh!”.

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EntE PALIO sAn fLORIAnO:il viA AllA XiX eDizione

|ASSOCIAZIONI|

Ci siamo. Palio di San Floriano ai blocchi di par-tenza. Anteprima il 3 e il 4 maggio e quattro gior-nate di manifestazione, dall’8 al 11, per un tuffo nella Jesi del Duecento, accompagnati dai Gruppi storici dell’associazione Ente Palio: Arcieri, Arma-ti, Tamburini, Sbandieratori, Figuranti e, novità 2014, il Gruppo Ballo medievale, scenderanno di nuovo in piazza animando le vie del centro sto-rico.Tantissime le novità di questa edizione, ad un anno dal primo ventennale. Dopo la ripresa del pallio, il 27 aprile a Castelplanio, si inizia con il “Palio dei Bambini”, il 3 maggio, a partire dalle ore 15.30, con la “caccia al tesoro” per le vie del centro storico, evento dedicato ai più piccoli in collaborazione con il Telefono Azzurro di Jesi e Centro Sportivo Italiano, e l’esibizione della “junior band” della banda musicale “G.B. Pergolesi” di Jesi. Il 4 maggio, appuntamento con la tradizionale “Scampanada de San Fiorà”, iniziativa che, promossa da Ente Palio San Floriano per il secondo anno conse-cutivo, coinvolgerà i bambini delle classi prime di Jesi, invitati a partecipare con le campanelle in ceramica da loro decorate. Alle ore 17.15, i Tamburini junior dell’Ente Palio annunceranno con la loro prima esibizione pubblica l’apertura dei giochi medievali dei bambini che saranno divisi in squadre, in base ai quartieri.Il Palio ufficiale avrà inizio l’8 maggio con l’annuncio ufficiale dell’araldo e il convegno storico “Jesi e la Marca nel ‘300” organizzato dal Comitato storico scientifico dell’Ente Palio e la partecipazione dei docenti dell’Università di Ma-cerata, presso gli spazi della Chiesa di San Nicolò, ore 18.00. Venerdì 9 maggio, apertura delle taverne e il via ufficiale alla sfida tra taverne con il “Concorso del Piatto Tipico Medievale”. Anche quest’anno, come in passato, si vuole premiare l’impegno nel ricomporre ambienti e pietanze e, pertanto, in collaborazione con l’istituto alberghiero “Panzini” di Senigalia, è stata composta una Giuria che visi-terà e valuterà le Taverne sulla base di criteri specifici. In proposito, ogni Taverna dovrà scegliere un piatto da presentare, puntando su una pietanza oppure su un dolce e su un Piatto per Ragazzi, detto “Fanciullicus”.La serata proseguirà, a partire dalle ore 21.30 in Piazza Colocci, con la gara degli arcieri e la sfida tra Quartieri, valevole per l’assegnazione del Palio dei Quartieri, altra novità di questa edizione 2014. Alle ore 22.45, musica medievale da guerra con il gruppo “Futhark”.Novità assoluta di questa XIX edizione del Palio, durante il corteo storico di sabato 10 maggio, la partecipazione del “Torneo dei Rioni” di Oria (BR), città federicia-na con cui Ente Palio vanta un legame di collaborazione e amicizia: “Con la Città che ha dato i natali a Federico II sono state realizzate in passato straordinarie ini-

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ziative che hanno dato grandi soddisfazioni ad entrambe le comunità – fanno sapere i vertici del “Torneo dei Rioni” - Basti ricordare la lot-teria nazionale Oria-Jesi - Palermo del 2001! Con grande gioia ritorniamo a Jesi!”.Oltre a conoscere e ad ammirare i Gruppi ospi-ti, il sabato è anche la giornata dedicata alla parata dei Sindaci e della Santa Messa, cele-brata dal Vescovo Don Gerardo Rocconi, alle ore 18.30 all’interno della cattedrale, a conclu-sione del corteo pomeridiano che attraverserà Piazza Federico II, allestita dalla mostra-mer-cato medievale per tutto il week end.La serata si concluderà dopo spettacoli ed esibizioni dei Gruppi ospiti, corteo notturno, il bis dei “Futhark” e la competizione arcie-ristica tra Comuni per la contesa del Pa-lio, in piazza Colocci a partire dalle 21.50. Domenica 11, alle ore 9.00, apertura del con-corso di pittura estemporanea dell’associazio-ne “Giù pe’ Sant’Anna, nella Chiesa di Palazzo Merighi, il cui vincitore sarà premiato in piazza Federico II, alle ore 18.30. A partire dalle ore 9.30, nei giardini Sacco e Vanzetti, si svolge-rà il V Trofeo “Don Mario Bagnacavalli”, gara di tiro con l’arco a cura degli Arcieri dell’Ente Palio San Floriano. Domenica, taverne aperte anche a pranzo. Spettacoli, esibizioni, cortei storici animeranno tutte le piazze del centro. Ai microfoni, ad introdurre gli spettatori nel vivo della festa, gli speaker Catiuscia Ceccarelli,

Giancarlo Esposto e Giacomo Coltorti.Le mostre da non perdere: venerdì, presso la Chiesa di San Nicolò, apertura della mostra “Giochi medievali, scriptorium, telai e armi” a cura degli Arcieri Medievali di Aesis Milites del Contado.Dal venerdì a domenica, dalle ore 18.00, mo-stra fotografica a cura del Circolo Ferretti di Jesi sotto il loggiato a piano terra del Palazzo della Signoria. Resterà aperto al pubblico an-che il Museo Delle Arti e della Stampa men-tre, domenica, sarà possibile visitare dalle ore 16.30 alle ore 18.00 gli scavi sotterranei della Chiesa di San Pietro, grazie ad Archeoclub Jesi.Finale con il botto. A piazza Baccio Pontelli, dopo le premiazioni, l’estrazione della lotte-ria del Palio – il cui ricavato sarà destinato quest’anno all’associazione IOM - e la conse-gna del pallio al Comune vincitore, intorno alle 23.30, i fuochi d’artificio chiuderanno questa XIX edizione.

Per saperne di più è possibile con-tattare la sede durante l’orario e nel giorno sopra indicato: 0731-56160L’indirizzo e-mail: [email protected] sito: www.paliosanfloriano.it

foto: Nicola Gori

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Primi piatti invitanti, pancake appetitosi, tortine di verdure e menu tra tradizione e innovazione. Basta sbirciare la homepage del suo sito web (www.chiaramaci.it) o seguirla sui social network per avere l’acquolina in bocca!E’ brava, è bella, è famosa e da qualche settimana è anche mamma. Chiara Maci, la Food Blogger più famosa d’Italia è l’ospite Vip di questo numero. D’altronde, quando si parla di “condivisione” ci si riferisce all’utilizzo in comune di una risorsa o dello spazio. Quale luogo meglio di altri sa unire tutto questo? La cucina. E’ intorno ad una tavola imbandita che si condividono momenti impor-tanti. Si concludono i migliori affari, si stringono alleanze. Con la com-plicità del lume di candela, durante una cena a due, si fanno dichiara-zioni d’amore e ci si sente rispondere di “sì” oppure di “no”. E’ bello e coinvolgente cucinare insieme al proprio partner o pasticciare con i propri figli. E’ di fronte ad una buona tavola, magari con piatti a base di prodotti tipici della nostra terra e abbinati al nostro miglior vino, che si trascorrono serate indimenticabili in cui ci si racconta e ci si diverte. Il cibo è condivisione, anche in Tv. Sono tanti i programmi televisivi in cui si cucina.Su La7 la più brava è Chiara Maci, colei che è stata capace di fare della sua passione culinaria una professione. Chiara, se non avesse fatto la Food Blogger cosa avrebbe fatto da grande?“La giornalista. E’ sempre stato il mio sogno - indipendentemente dal

parere contrario della famiglia. Ho sempre saputo che, no-nostante gli studi giuridici e i corsi di marketing, prima o poi mi sarei dedicata alla scrittura, in ogni sua forma.”“ho scelto la felicità. ho scelto la Vita.” Parole che lei usa per parlare di sè nel suo sito. Vita con la “V” maiu-scola. Cosa significa per lei questa scelta?“Vita è svegliarsi la mattina e non vedere l’ora di iniziare la giornata, sorridere del tanto lavoro, arrivare a ll’ora di pranzo e avere ancora lo stimolo e la curiosità nonostan-te la stanchezza. Quando lavoravo in azienda tutto questo non esisteva.”Lei e la cucina, una passione di famiglia. “Decisamente si. Senza la mia famiglia composta da eno-gastronomi appassionati, probabilmente non avrei iniziato la mia carriera in cucina. E’ grazie a loro se sono Som-melier e se ho vissuto, sin da piccola, tra i ristoratori e le

“tAntE vOcI chE sI PARLAnO, tAntI sORRIsI chE sI IncOntRAnO.”lA MAgiA DellA ConDiviSone A tAvolA SeConDo chIARA mAcI, lA Più FAMoSA FooD blogger itAliAnA

|L’INTERVISTA|

a cura di Catiuscia Ceccarelli

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cantine di tutto il mondo.”Lei è la più famosa Food Blogger ita-liana; creatrice, insieme a sua sorel-la Angela, di Sorelleinpentola.com, nonché volto noto della TV per merito della sua presenza nel fortunato pro-gramma “Cuochi e Fiamme”, in onda su La7d. Oggi in tv si parla e si sparla sempre di cibo. In molti ai fornelli si improvvisano quello che non sono. quali sono gli “ingredienti” giusti per parlare bene di cibo in tv?“La televisione è un mezzo di comunica-zione utile per trasmettere i giusti valori e per far capire alla gente cosa sia davvero il mondo della ristorazione e della cucina. E non è quello ormai abusato delle urla, delle offese e delle parolacce. Gli ingre-dienti giusti sarebbero semplicemente quelli veri e realistici. Ma in tv non sem-pre funziona.”Food Blogger di successo, mamma di Bianca e personaggio tv.

Vorrebbe consigliare a mamme in car-riera come lei, una ricetta veloce e di qualità, da preparare a casa alla pro-pria famiglia?“Le mie ricette sono tutte veloci, ma da quando è nata Bianca lo sono ancora di più. Io adoro il pesce e le verdure quin-di una ricetta veloce e sana – consiglia Chiara - potrebbe essere un filetto di salmone con verdure di stagione tagliate a julienne e saltate in wok con anacar-di. Accanto un pesto di frutta secca o di agrumi.”E se Chiara Maci fosse un piatto, quale sarebbe?“Spaghettone al pomodoro.”Che cosa è per lei la condivisione?“La condivisione per me è una tavola apparecchiata, una domenica a pranzo, una famiglia che si riunisce anno dopo anno attorno ad un tavolo. Una mozzarel-la gigante da dividere. Tante voci che si parlano e tanti sorrisi che si incontrano.”

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|FITNESS|

Mens sana in corpore sano, dicevano i latini. Ed avevano ragione. Secondo gli studi dell’Università della California, dal punti di vista psicologico, gli individui fisicamente attivi riferiscono livelli di autostima più alti e soffrono meno di ansia, con il risultato che possono gestire al meglio situazioni di stress, ottenendo risultati migliori sia a scuola che a lavoro. E se spesso l’attività fisica è associata alla volontà di miglio-rare la propria forma fisica, specie a pochi mesi dall’estate, in realtà praticare esercizio è un’attività da svolgersi tutto l’anno, con risvolti positivi anche nella vita sociale. E per chi non propende per uno sport in particolare – a non tutti piace il nuoto, il calcio o la pallavolo - c’è un unico luogo in cui è possibile praticare e condividere con altri l’esperienza del benessere: la palestra.“Per stare in salute e in compagnia, essere fisicamente attivi è la soluzione migliore – spiega Andrea Valeri della palestra DAVID di Jesi – Quando i clienti tornano ad allenarsi, sono sereni ed iniziano ad ottenere i risultati, anche noi dello staff ne siamo entusiasti e riceviamo la nostra dose di carica e sprint: la palestra cessa dunque di essere luogo ma diventa piuttosto uno spazio di interazione e condivisione, una famiglia”.Al David, gli iscritti hanno sfondato i 2500, in soli tre anni. Dopo tutto allo jesino praticare esercizio fisico piace – c’è un titolo di “Città europea dello sport” che lo conferma - e piace fatto bene, in ambienti iperattrezzati, con macchinari all’avanguardia, uno staff competente e un clima di familiarità. “Lo jesino è un amante dello sport, in città ci sono tantissime società e associazioni sportive – continua Valeri – Il riconoscimento europeo, ancora fresco, è sintomo di una propensione culturale per lo sport che, qui a Jesi, deve molto al volontariato”. E sulle questioni di genere, aggiunge: “Nel caso di questa palestra, sono molte le donne che si sono iscritte negli ultimi anni, tanto da aver raggiunto, in percentuale, quasi la quantità di uomini presenti, ancora lievemente superiore”. Palestra, non è solo sala pesi. Oggi esistono tantissime discipline che uniscono il divertimento ad un buon allenamento.“C’è molta contaminazione con il mondo del ballo. Alla base del successo di corsi come Zumba, la nuova disciplina X-Tempo Dance, Reggeaton e Samba Fitness c’è la voglia di rassodarsi e tonificare il proprio corpo a ritmo di musica, divertendosi”.Altra disciplina che sta attirando flotte di seguaci, specie tra le celebrità e le star internazionali, è il Piloxing.“Piloxing è un programma d’allenamento che propone alle donne di raggiungere un’immagine di sé tonica, sinuosa sexy e potente, attraverso un allenamento divertente che unisce la potenza, la velocità e l’agilità della boxe alla flessibilità del Pilates. Da quello che vedo qui al David, una formula davvero

vincente, sotto ogni punto di vista!”qual é il trucco per essere felici con il proprio corpo?“Non so se esiste un trucco. Sicuramente seguire un’alimen-tazione corretta, unita ad un buon programma di allenamento, costantemente, può fornirci gli strumenti. Ma poi il resto dobbia-mo mettercelo noi: occorre stare bene con le proprie aspettative e con sé stessi, con chi c’è riflesso nello specchio. Accettare il proprio corpo e ricavarne gli aspetti positivi, anche quando non li vediamo”.Un consiglio per chi vuole rimettersi in forma per l’estate?“Fare attività fisica, scegliendo magari di iscriversi in una pale-stra, e stare attenti a quel che si mangia. Nessuna privazione o diete fai da te, ma un’alimentazione corretta e bilanciata. Se poi il risultato non soddisfa, non bisogna scoraggiarsi. Magari serve solo un po’ di tempo e impegno in più”.

QuAnDO LO sPORt è cOnDIvIsIOnE

in PAleStrA,Per Un toCCASAnA Di sALutE, SAMbA FitneSS, zUMbA, PiloXing Per riMetterSi in ForMA DivertenDoSi

Andrea Valeri e Lorenzo Noceli: gestori palestra DAVID

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RIPOsAREbEnE PER

PREvEnIREl’obesità

a cura di Roberto ceciDottore in Scienze dell’Alimentazione

e Nutrizione umanaNutrizionista

|NUTRIZIONE|

Probabilmente tutti hanno provato, almeno una volta nella vita, quella strana sensazione che si ha in se-guito ad una notte insonne o comunque poco riposante. Il giorno successivo ci si sente stanchi, irascibili, poco concentrati e molte volte con più fame del solito, specialmente con più voglia per i carboidrati. E’ facile capire, al contrario, come a seguito di una buona dormita ci si senta rigenerati, pieni di vitalità, e di ottimo umore. La qualità del sonno influenza la qualità di vita ma esso deve essere salvaguardato evitando, quando possibile, ritmi lavorativi eccessivi, situazioni familiari e sentimentali stressanti. Da tempo si sta studiando la relazione esistente tra sonno e peso corporeo. Sembra infatti che la qualità e la quantità del sonno abbiano un’ influenza non solo sulla nostra capacità di concentrazione ma anche sulle scelte alimentari che si compiono. Sempre più studi supportano il ruolo del sonno nel mantenimen-to della salute e nella prevenzione di diverse patologie, una tra tutti l’obesità e il sovrappeso. In un recente studio è stato visto come le scelte alimentari dipendano in modo statisticamente signifi-cativo dal tempo dedicato al riposo notturno. Si è visto che i soggetti che dormivano meno di 7 ore con-sumavano meno frutta e verdura e preferivano i cosiddetti junk food ovvero il cibo “spazzatura” di fast food e alimenti preconfezionati. Al contrario i ragazzi che dormivano 8 ore seguivano scelte alimentari più idonee e corrette, favorendo frutta e verdura rispetto ai coetanei che dormivano meno. Lo sanno bene i turnisti, o comunque coloro che sono costretti al lavorare di notte. Questi fanno spesso difficoltà a riposare bene e a mantenere un peso ideale e stabile nel tempo. Questo è dovuto al fatto che c’è uno squilibrio ormonale. Il problema non sembra essere nella notte in bianco una volta ogni tanto ma piuttosto nella mancanza cronica di riposo. Quello che accade è una modifica della cronobiologia ovvero un’alterazione dell’orologio biologico interno che regola le nostre funzioni. Alla base dell’aumento di peso sembra esserci lo sbilanciamento in particolare di ormoni che giocano un ruolo fondamentale nel controllo a livello centrale della spesa energetica e dell’appetito.Quando il corpo non riposa in maniera corretta viene ad alterarsi la circadianità e la funzionalità di alcuni ormoni come la melatonina, il cortisolo, la leptina e la grelina. I livelli di stress che ci impone la vita di questa epoca porta con se non poche problematiche. E’ proprio lo stress infatti, molte volte a causare insonnia e valori elevati in particolare di un ormone: il cortisolo. Questo ormone è di fondamentale im-portanza ma quando i suoi valori sono eccessivi possono determinare anche una difficile gestione della glicemia e una tendenza all’aumento di peso. I disturbi del sonno e i frequenti risvegli nel corso della notte portano ad un aumento dell’ormone gre-lina (ormone dell’appetito) che aumenta il senso di fame in particolare verso cibi con alto contenuto di carboidrati. L’insonnia causa sostanzialmente anche una riduzione della leptina (ormone della sazietà) che ha il ruolo di inviare al cervello il messaggio di “stop” nell’assunzione di cibo. Quello che si verifica è pertanto un ridotto livello di leptina unito ad aumentato livello di grelina. Questo squilibrio correla con un aumento della fame. Chi dorme poco dunque tende ad ingrassare a causa di un alterato equilibrio tra appetito e sazietà. Il miglioramento del sonno di conseguenza, unito a quello relativo alla dieta e allo stile di vita, può e deve essere considerato come un parametro fondamentale da tenere in considerazione nei programmi di promozione della salute e di prevenzione dell’obesità, in particolare nell’età pediatrica.

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Invito tutti i lettori di Password a scrivermi

via mail: [email protected]

via posta a: Avv. Monica Checchini, Via Clementina, 31 -

Castelbellino Staz. - An - i quesiti legali che li assil-lano, al fine di consentirmi di aiutarli o comunque, di orientarli verso le scelte

più opportune.

Si avvisano i lettori che hanno sottoposto quesiti

legali alla sottoscritta che riceveranno il parere direttamente al domicilio

indicatomi. Potete rivolgermi domande, condividere esperienze e trovare risposta ai vostri quesiti sul FORUM presente nel sito dello Studio www.studiolegalechecchini.it

|L’AVVOCATO RISPONDE|

e’ FiNAlMeNte stAto RiCoNosCiUto Ai NoNNi IL DIRIttO AD AvERE RAPPORtI cOn I nIPOtI

Finalmente, dal 7 febbraio 2014, è entrato in vigore il D. Lgs n. 154/2013 che, nella nuova formulazione dell’art. 317-bis del codice civile, riconosce un vero e proprio diritto degli ascendenti (e, cioè, i nonni) - che prospettino impedimenti ad avere rapporti significativi con il nipote - a ricorrere al Giudice affinchè vengano adottati i prov-vedimenti più idoeni, sempre, ovviamente, nell’esclusivo interesse del minore.

L’Art. 317-bis del codice civile, titolato espressamente “Rapporti con gli ascendenti”, recita testualmente: “Gli ascendenti hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni. L’ascendente al quale e’ impedito l’esercizio di tale diritto puo’ ricorrere al giudice del luogo di residenza abituale del minore affinche’ siano adottati i prov-vedimenti piu’ idonei nell’esclusivo interesse del minore. Si applica l’articolo 336, secondo comma.”.

Il secondo comma del “nuovo” art. 336 del codice civile dispone re-lativamente al “Procedimento” (per cui necessita l’assistenza di un avvocato difensore, anche a spese dello Stato nei casi previsti dal-la legge) statuendo che: “Il tribunale provvede in camera di consiglio, assunte informazioni e sentito il pubblico ministero; dispone, inoltre, l’ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento. Nei casi in cui il provve-dimento è richiesto contro il genitore, questi deve essere sentito”.

Notevoli sono di certo i problemi interpretativi / attuativi di tale attesa e, di fatto, “innovativa” previsione di legge, ma non vi è dubbio che finalmente ai NONNI (ascendenti) sia stata riconoscita una legittima-zione ad agire in via autonoma in caso di “impedimento” (che deve ov-viamente essere provato) all’esercizio del proprio diritto di mantenere rapporti significativi con il minore. Un abbraccio forte a tutti i nonni.

Avv. Monica Checchini

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fOnDAZIOnE PERGOLEsI sPOntInI bilAnCio SoCiAle 2013: in PAreggio Per l’ottAvo Anno ConSeCUtivo l’eSerCizio FinAnziArio

La Fondazione Pergolesi Spontini riversa nella sola provincia di Ancona circa il quadruplo di ogni euro di finanziamento pubblico ricevuto, un risultato che colloca la Fondazione tra gli esempi più virtuosi in termini di rapporto tra finanziamenti pubblici e reddito autogenerato.E’ quanto emerge dal Rapporto di ricerca “Analisi dell’impatto economico e occu-pazionale delle attività della Fondazione Pergolesi Spontini,  2013” che, curato dal prof. Guido Guerzoni, dELl’Università “L. Bocconi” di Milano, si basa sul principio che esista una relazione virtuosa tra l’iniezione di risorse economiche in un dato territorio e le reazioni che tale immissione determina nell’area oggetto di indagine. Il Bilancio Sociale 2013, nella sua ottava edizione, fotografa 12 mesi di attività teatrale ed organizzativa ininterrotta, sia nel territorio di riferimento che in am-bito internazionale, ed un risultato economico per l’ottavo anno consecutivo in pareggio nonostante la netta contrazione delle risorse pubbliche e private a di-sposizione.“Anche se opera nel settore culturale, non va dimenticato che la Fondazione Per-golesi Spontini è prima di ogni cosa un’ azienda – precisa l’Amministratore dele-gato William Graziosi – una realtà attiva che eroga servizi in un bacino d’utenza di circa 60mila persone, valorizzando le risorse locali e stringendo al contempo collaborazioni di carattere nazionale ed internazionale”.Lo scorso anno, l’azienda culturale ha dato lavoro a 760 MAESTRANZE nelle attività di produzione diretta, erogato 22.447 GIORNATE LAVORATIVE, e si è servita di 369 FORNITORI di beni e servizi. Gli SPETTATORI sono stati 44.106, 14.097 gli STU-DENTI coinvolti in progetti educativi, 585 le GIORNATE DI APERTURA dei sei Tea-tri, 189 gli EVENTI prodotti ed ospitati, con un tangibile ritorno economico per tanti operatori del commercio, dell’artigianato e del turismo: 600 circa i PA-STI consumati nei ristoranti, trattorie, bar, 450 circa i PERNOTTAMENTI in hotel, alberghi, Bed&Breakfast, agriturismi e appartamenti per attività di ospitalità diretta.Nella “filiera produttiva” dell’azienda, importante è il ruolo svolto dal LA-BORATORIO SCENOGRAFICO  della Fondazione, a Jesi, con 42 giornate lavorative e 188 maestranze impiegate, per la maggior parte professio-nalità della regione e giovani. Di fronte a periodi particolarmente difficili, la Fondazione da sempre pro-muove circuiti produttivi che consentono di ammortizzare i costi dei vari allestimenti, salvaguardando al tempo stesso elevati livelli qualitativi.Molto consultato da utenti di tutto il mondo è il sito della Fondazione Pergolesi Spontini, i cui contenuti sono disponibili in otto lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, cinese, arabo. Nel 2013, il sito ha registrato 7.665.720 accessi.

Il Bilancio Sociale 2013 della Fondazione Pergolesi Spontini è consultabi-le dal sito www.fondazionepergolesispontini.com

|ASSOCIAZIONI|

Nella foto William Graziosi

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|LETTERATURA PER L’INFANZIA|

Silvia Piangerelli è laureata in Lettere e ha conseguito un Master in Editoria con una tesi sulla letteratura per l’infanzia e sull’importanza delle fiabe per lo sviluppo psicologico del bambino. Lavora come redat-trice e ideatrice di testi per una casa editrice, per cui scrive articoli, racconti, testi di varia natura destinati ai bambini e alle insegnanti.

“Non me l’aspettavo, stavo guardando Peppa Pig”.

PePPa Pig e la gioia della condivisione

Marianna Madia racconta il momento in cui ha appreso di essere stata no-minata ministro della Pubblica Amministrazione, il 25 febbraio 2014

Anche i muri, se potessero parlare, saprebbero dirci chi è Peppa Pig, il carto-ne animato con protagonista la maialina inglese che ha conquistato in poco tempo i bambini di tutto il mondo. Inventata dal trio Phil Davies, Mark Baker e Neville Astley e “star” dello schermo britannico da quasi dieci anni, Peppa è arrivata in Italia solo nel 2010, diventando il cartone più visto dai bambini dai tre ai sei anni. Come era già successo con Hello Kitty, il “fenomeno Peppa” non si esaurisce al successo di pubblico sul piccolo schermo, ma culmina nel merchandising: giocattoli, zaini, libri, dvd, album di figurine… ormai in ogni supermercato troviamo il faccione sorridente della maialina

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rosa. Le vicende della serie ruotano attorno alla vita di Peppa, alla sua famiglia e ai suoi amici con i quali condivide la sua quotidianità: dalla scuola ai giochi ai malanni di stagione. Nel mondo di Peppa non vivono solo maialini, ma anche altri animali i cui nomi di battesimo cominciano con l’iniziale della propria specie in inglese: il cane Danny (dog), l’elefante Emily (elephant), il coniglio Rebecca (rabbit) e così via. Tutti vivono in una collina, ad eccezione di Rebecca, e, pur avendo caratteristiche umane (sono vestiti, vanno a scuola, guidano…), non rinunciano al loro lato animalesco, emetten-do dei simpatici versi e coricandosi per terra. Personaggi semplici dunque, che vivono sto-rie semplici e all’apparenza banali. È proprio da questo che deriva il grandissimo succes-so di Peppa Pig: la semplicità. I disegni sono bidimensionali, essenziali e simili a quelli realizzati dai bambini; i colori sono tranquil-lizzanti e abbinati molto bene, i dialoghi sono facilmente comprensibili e rassicuranti. I fatti raccontati sono gli stessi che i bambini vivono ogni giorno nelle loro case, i piccoli drammi che avvengono realmente nella loro vita: Ge-orge che si ammala perché non ha indossato

il cappello sotto la pioggia, Peppa che a volte esclude il fratellino dai giochi o perde un pu-pazzo a forma di dinosauro. Ma ogni difficoltà si risolve e le puntate finiscono sempre con i personaggi che ridono o che sono impegnati nel loro passatempo preferito: saltare nelle pozzanghere. Il ritrovarsi negli “eroi” dello schermo, anche se sono degli animali, aiuta i più piccoli a sentirsi meno soli e a trovare la forza per superare certe situazioni. Un al-tro ingrediente del successo è la brevità degli episodi che durano mediamente 5 minuti, il tempo sufficiente per non annoiare e per te-nere alta l’attenzione. Peppa Pig si fa portatri-ce di valori che sono fondamentali nella vita dei più piccoli: l’idea di famiglia, di amicizia, l’importanza della scuola e della condivisione. Anche se, a volte, la maialina fa i capricci ed è irriverente, riesce sempre a far ridere e a ras-sicurare i bambini, insegnando loro la gioia di condividere la vita con la famiglia e gli amici, e la semplicità di essere… felici.

Per suggerimenti, domande ed altro potete scrivermi al seguente indirizzo mail: [email protected]

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|TEMPO LIBERO|

Condividere finalità e obiettivi per raggiungere mete comuni. È questo lo spirito con cui prendono vita iniziative come “Shakespeare in the box”, progetto didattico, teatrale e formativo, ideato dalla scuola di lingue “The Victoria Company” in collaborazione con il Comune di Jesi, l’AISLI (Associazione Italiana Scuole di Lingua d’Eccellenza) e il patrocinio della Regione Marche e della Fondazione Pergolesi Spontini.Un box, due città, tre teatri, quattro istituti superiori coinvolti, ventisei classi, seicen-tocinquanta studenti sono i numeri di un’iniziativa che si riconferma un successo, dopo quello della prima edizione del 2012, a dimostrazione che la lingua – in questo caso, l’inglese - non si impara ma si fa.“Questa seconda edizione coinvolge per la prima volta due città e due province – spiega il direttore della scuola Giuseppe Romagnoli – Creare aggregazione, incen-tivare la conoscenza e la scoperta delle risorse culturali del territorio, stimolare la collaborazione tra studenti, mondo della scuola e impresa sono gli obiettivi principali del progetto, oltre che la promozione e la conoscenza della lingua inglese, ormai indispensabile strumento per la propria formazione e base di comunicazione per uno scambio sempre più aperto e internazionale, in vista dell’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro o della prosecuzione specialistica dei loro studi”.Al centro dell’iniziativa, la rappresentazione teatrale di un’opera shakespeariana “Riccardo III”, rivisitata dagli studenti degli istituti superiori coinvolti  e ribattezzata con il titolo  “Re Cane T3”: lo spettacolo, curato dalla regista Fiorenza Montanari, è andato in scena il 10 aprile scorso al Teatro Persiano di Recanati e l’11 aprile al Teatro Pergolesi di Jesi, con replica poi al Teatro Mestica di Apiro. Sul palco, ad interpretare il “Re Cane T3”, sono saliti 28 studenti attori, selezionati appositamente per la recitazione. Il risultato, un intreccio tra le atmosfere tipiche del grande Shakespeare e alcuni estratti dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi con le musiche di David Bowie.Le classi coinvolte nel progetto - 26 in tutto tra terze e quarte superiori, di cui 6 del

Liceo Classico “Leopardi” di Recanati e 20 tra Liceo Classico “V. Emanuele II”, Liceo Scienti-fico “Leonardo da Vinci” e Liceo Artistico “E. Mannucci” di Jesi– hanno presentato un box ciascuna,  una scatola di libera dimensione e forma, elaborata e confezionata come sintesi del lavoro svolto nei mesi di studio del Riccar-do III in lingua.Tutti i box sono stati oggetto di mostra presso il Teatro Pergolesi di Jesi, in occasione della rappresentazione. Liberamente votati dal pub-blico, ai migliori sono andati consistenti premi in formazione linguistica all’estero. A vincere la competizione, con il maggior nu-mero di voti, è stato il box della classe 4A del Liceo Scientifico “L. da Vinci” di Jesi. Le classi che, invece, si sono distinte per istitu-

shAKEsPEARE In thE bOX IIUn SUCCeSSo nAto DAllA ConDiviSione Di obiettivi

da destra Giuseppe Romagnoli e Luca Lombardi di “The Victoria Company”

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Tel: 0731 814600 | E-mail: [email protected]

to, vincendo il primo premio, sono state la 4P del Liceo Classico “Leopardi” di Reca-nati, la  4E del Liceo Classico “V. Emanue-le II”  di Jesi, la  3A del  Liceo Artistico “Mannucci”  di Jesi e alla  4BL del  Liceo Scientifico “da Vinci” di Jesi. I premi per gli studenti che si sono maggior-mente distinti durante tutto il progetto sono stati assegnati dallo staff della The Victoria Company e sono andati a Ruggero Antonini e Rebecca Angelelli del Liceo Scientifico di Jesi, vincitori rispettivamente di un soggiorno studio di due settimane a Cambridge e a Cheltenham; a  Priscilla Lucchesi  del Liceo

Classico di Jesi, premiata con due settimane a Malta; Eleonora Stacchiotti del Classico di Reca-nati, vincitrice di due settimane a Dublino; Giada dalla Fiora del “Mannucci” di Jesi che si è aggiu-dicata, invece, due settimane a  Newcastle.

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l’ elettRoMAgNetisMo: UN’espeRieNzA DI cOnDIvIsIOnE ELEttRIZZAntEa cura di Roberto Longo

|SPECIALE SCIENZA|

Roberto Longo nasce a Jesi il 4 Gen-naio 1978. Dopo ever ottenuto la lau-rea in ingegneria elettronica presso l’ Università Politecnica delle Marche, si trasferisce in Belgio, dove consegue il Ph.D in ingegneria biomedica pres-so l’ Università Libera di Bruxelles. Nel Gennaio 2012 viene accettato all’ Università Montpellier 2, Francia, come ricercatore post dottorato, e nel Settembre 2013 riceve la carica di professore associato presso l’ ESEO “grande école d’ingénieurs”, Angers. Autore di numerose pubblicazioni di livello internazionale, collabora con diversi istituti di ricerca interessati allo studio e l’ utilizzo di ultrasuoni per la medicina e la biologia.. Per contattarlo scrivete a: [email protected]

A metà dell’ Ottocento, mentre gli sceriffi e i cow-boy ripulivano il selvaggio West, sia nel mondo reale che in quello dei fumetti, i fisici scoprivano le proprietà dell’ elettricità e del magne-tismo, gettando le basi del nostro moderno stile di vita.Fu il fisico scozzese James Maxwell, che ne l 1862, mentre infuriava la guerra

di secessione, diede una svolta epocale alla teoria, collegando l’ elettricità al magnetismo, e aprendo le porte a una nuova era del progresso scientifico. Il gruppo di equazioni che descrive la radiazione elettromagnetica è noto come con il nome di “equazioni di Maxwell”, e rappresenta un’ unificazione degli studi che Coulomb, Ampère, Gauss e Faraday avevano svolto in precedenza. Nessuno di questi scienziati é stato protagonista di un fumetto, ma per gli ap-passionati di fisica, sono dei veri super eroi. In fondo, senza di loro, leggeremmo ancora a lume di candela. Per capire come funziona l’ elettromagnetismo pos-siamo utilizzare l’analogia dell’acqua del rubinetto. La pressione dell’ acqua può essere paragonata alla tensione elettrica (la cui uni-tà di misura é il Volt), mentre la quantità d’acqua che scorre nell’ unità di tempo rappresenta la corrente (che si misura in Ampère). Per una data resistenza del tubo dove scorre l’acqua, se la pressione aumenta, aumenterà anche la corrente. Ora se sostituiamo il tubo con un cavo elettrico, passiamo con molta semplici-tà dall’idraulica all’elettromagnetismo, dove gli elettroni che scorrono lungo un cavo a una certa tensione fanno oscillare gli atomi a loro vicini (legati sopratutto all’ impurità del cavo), emettendo campi elettrici e magnetici alternati. Più nel dettaglio, questi atomi che oscillano giù e su nel cavo sono nient’altro che delle particelle cariche, la cui velocità cambia continuamente. Queste variazioni di velocità, generano un campo magnetico, che a sua volta varia in grandezza. Un campo magnetico variabile (o alternato) genererà però un campo elettrico, e il gioco si ripete all’infinito. La carica oscillante continuerà cosi a generare un campo elettrico variabile in fase con un campo magnetico variabile, che si irradia nello spazio. Maggiore é la velocità con cui oscilla la particella dotata di carica, maggiore è la frequenza delle oscillazioni elettriche e magnetiche create. I campi elettrici e magnetici alternati quindi sono estremamente legati tra loro; l’esistenza dell’uno determina quella dell’ altro e nessuno potrà mai separarli. Romantico non trovate?Solo abbracciati l’ uno all’altro possono viaggiare lungo i cavi che uniscono le nostre città, fino a spingersi verso lo spazio infinito, alla velocità della luce.

“La felicità è autentica solo se condivisa”- Dal film : Into the wild -

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“il pRiMo poDestà” ECCO COME IL GIORNALISTA-SCRITTORE MARCO TORCOLETTI RACCONTA LA NASCITA E L’AVVENTO DEL FASCISMO A JESI

a cura di Talita Frezzi

L’avvento del Fascismo nella ‘Piccola Milano delle Marche’, la nomina del Primo Podestà Arturo Montagna e il volto della Jesi dal 1923 al 1928. E’ uno spaccato di vita, storia, costume, politica e società quello che troviamo nelle pagine de “Il Primo Podestà”, edito da Gruppo Manservigi, scritto dal giornalista jesino Marco Torcoletti. Il volume, presentato nell’ambito di una serata al Lions Club di Jesi, ha un duplice obbiettivo: “condividere i frutti di una ricerca tesa a ricostruire alcuni preziosi frammenti del nostro passato - spiega l’autore - e dare segnali positi-vi destinando il ricavato della distribuzione all’Istituto Oncologico Marchigiano di Jesi eVallesina”. Un libro complesso nei contenuti, ma semplice nella sua stesura narrativa e ricostruttiva della verità storica sull’avvento del fascismo a Jesi e sulla nomina del Primo Podestà Arturo Montagna. Una testimonianza storiografica ma anche capace di ricostruire il contesto storico-sociale della Jesi dal 1923 al 1928 sotto l’amministrazione di Montagna.Ospite del presidente Lions Pietro Bologna, il giornalista jesino Marco Torcoletti, 37 anni ha raccontato il suo “Primo Podestà” insieme all’amico, cognato e collabora-tore scientifico Filippo Triccoli (studente della Luiss di Roma). “Il libro è stato scritto in due anni - spiega Torcoletti - e ripercorre le origini del Fascismo a Jesi e nelle Marche restituendo il quadro di un’epoca poco conosciuta, gli anni Venti”. Grazie a un inedito fondo archivistico - quello privato della famiglia Montagna custodito a Jesi dai discendenti del primo podestà che poi sono i nonni dello stesso Torcoletti - l’autore ha potuto svelare alcuni interessanti retroscena della storia locale, aned-doti curiosi (come quello con Don Battistoni, ndr.), raccontati con uno stile snello seppur nel rigoroso rispetto delle fonti orali e scritte.Hanno inviato il loro speciale ‘in bocca al lupo’ all’autore il Presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano e la Presidente della Camera Laura Boldrini.Il saggio di Torcoletti è disponibile nelle librerie di Jesi e della provincia di Ancona. Costo 10 euro che saranno destinati allo Iom.

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|TEMPO LIBERO - GIOCHI|

EROI DEI vIDEOGIOchI suL GRAnDE schERmO QUAnDo A ConDiviDere Sono teCnologiA, PelliColA e viDeogAMeS...a cura di Matteo Baleani

Cinema e videogiochi. Due mondi all'apparenza molto distanti ma ultimamente sempre più vicini. Questo numero di Password ha come filo conduttore la condi-visione, di conseguenza non c’è occasione migliore, nel mondo della tecnologia, di raccontare e ricordare il sistema di scambio e di contaminazione creatosi tra questi due media. Il cinema una volta era fortemente espressivo, raccontava audio-visivamente delle storie in maniera molto suggestiva, impregnato di immagini o frasi ricercate pronte a sussurrarci una metafora o un messaggio da parte del regista. Con l’affermarsi dei film action e della computer grafica, due elementi fortemente ispirati al mondo dei videogiochi, si è via via trascurato l’aspetto emozionale e pro-fondo del cinema, a favore del puro e sterile impatto audiovisivo. Discorso analogo ma inverso lo potremmo fare per il settore video-ludico. Anni fa, bastava accendere la console, avviare il gioco e ciò che accadeva sul-lo schermo era tutta interazione, senza troppi fronzoli. Con lo sviluppo di tec-nologie, pronte a rendere il tutto sempre più reale, quelli che erano sempli-ci videogiochi sono diventati dei veri e propri film interattivi, con tanto di trame complesse e l'introduzione di riprese degne del miglior regista hollywoodiano, unite a sceneggiature che spesso non hanno nulla da invidiare a quelle del cine-ma. Questa condivisione non si è fermata al lato tecnologico o delle idee ma si è spinta oltre fino allo scambio diretto di prodotti. Videogiochi ispirati a film era-no già presenti agli albori di questo settore ma negli ultimi anni si sta verifican-do sempre più spesso il fenomeno inverso proprio per i motivi sopra elencati. Pioniere fu Super Mario Bros oltre 20 anni fa, esperimento precoce di dubbia qualità. Qualche anno dopo arrivò il duo Street Fighter e Mortal Kombat: lascio a voi giudicarne la qualità, a mio avviso inguardabile il primo, decente il secondo. Gli anni 2000 e l'esplosione, sia sul grande schermo che su consolle, del genere action horror, portò al cinema, due esponenti discretamente accolti dalla critica e campioni d'incassi: Resident Evil (la saga) e Silent Hill (di recente è uscito un segui-to… assolutamente da dimenticare). Questo fenomeno è ormai conclamato e, in un certo senso, rispettato, tanto da por-tare attori strapagati come Angelina Jolie (Tomb Raider) e Jake Gyllenhaal (Prince

of Persia) a rivestire i ruoli da protagonista più di una volta. Il dilemma principale, per chi gira questi film, è: as-

somigliare molto al videogioco, accontentando i fan o modificare pesantemente la trama per

soddisfare il pubblico cinematografico? La decisione finale è quasi sempre la peggiore: mettersi nel mezzo e scontentare tutti. For-tunatamente, la tecnologia avanza e la linea che separa i due mondi sembra sempre più sottile.

Intanto, cresce l’attesa per i prossimi adattamenti cinematografici di video-

giochi: nei prossimi mesi, in sala, arri-veranno Assassin's Creed, Bioshock, Mass Effect e World of Warcraft.

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|ASSOCIAZIONI|

Sarà un 8 maggio all’insegna della prevenzione. Dall’intesa tra Rotaract e FIDAPA sezione Jesi, nasce la II Giornata Internazionale per la sensibilizzazione e pre-venzione del tumore ovarico, l’unico evento in calendario sul territorio nazionale. L’incontro si terrà presso l’Auditorium dell’ospedale A. Murri, via dei Colli 52 Jesi, ed è rivolto a medici, biologi, professionisti del settore ma anche a tutti gli interes-sati. Sulla scia della serie di manifestazioni inserite nel “Mese del cancro Ovarico”, stabilito negli Stati Uniti dal Presidente Brarack Obama nel 2012, FIDAPA BPW ITALY Sezione di Jesi e ROTARACT Jesi rispondono alla loro mission di associazione e sposano l’idea di un convegno a carattere medico scientifico per formare ed infor-mare su tale neoplasia.L’evento vede il patrocinio della Fondazione Veronesi, della Commissione Europea, del Ministero della Salute, della Regione Marche e del Comune di Jesi.Anche gli ordini professionali quale quello Provinciale dei Medici e l’Ordine dei Bio-logi hanno onorato l’evento con il patrocinio.Durante tutta la Giornata si alterneranno illustri esperti del mondo accademico e clinico con lo scopo di formare e informare sugli aspetti genetici, clinici e diagno-stici, nutrizionali fino a quelli legati alla comunicazione medico-paziente e vita di relazione.Dopo i saluti delle presidenti, Letizia Saturni di FIDAPA e Giulia Annese di ROTARACT, l’apertura dei lavori scientifici è affidata a Flora Guerra, ricercatrice Fondazione Ve-ronesi, che porterà le ultime notizie riguardanti il nuovo approccio diagnostico e prognostico del carcinoma ovarico. Uno sguardo poi alla realtà locale insieme alla professoressa Raffaella Bracci, del centro regionale Genetica Oncologica di Ancona. A seguire, il Direttore dell’UO Ostetricia e Ginecologia di Jesi, dr. Angelo  Curatola introdurrà le problematiche cliniche del killer silenzioso fino ad arrivare in chiusura della prima parte dei lavori, con il dr Marcello Chindamo, dell’UO Ostetricia e Ginecologia di Jesi, che parlerà dello screening e prevenzione del carcinoma.La ripresa dei lavori vede la partecipazione di due professori: il dottor Va-lerio Napolioni, dell’Università di Perugia, e la dottoressa Rosita Gabbianel-li. Entrambi, per strade diverse, introdurranno i presenti nel mondo delle scienze omiche e daranno la possibilità di capire come si possa pensare ad una medicina personalizzata e come stretta sia la relazione tra alimenta-zione-nutrizione e genetica.Sarà poi la volta della dottoressa Elisa Mancini, giovane biologo nutrizio-nista che evidenzierà come la correttezza del modello alimentare di tipo mediterraneo sia strumento di prevenzione primaria ma anche secondaria nelle neoplasie ed in particolare in quella a carico dell’ovaio.In chiusura un tocco di originalità grazie alla presenza di un coach pro-fessionista Franco Rossi, con lo scopo di sottolineare l’importanza della relazione. Una relazione che si instaura tra medico e paziente in tutte le fasi della malattia e che diventa potenziante e facilitante proprio per la donna che vive la malattia. Il lavori inizieranno alle ore 9.00 e dureranno fino alle 18.00. Previsto coffee break e lunch time, con catering a cura di ristorante Ippocampo, Jesi. Gradita è adesione. Per info: http://fidapajesi.wordpress.com/

8 mAGGIO fIDAPA E ROtARAct,

inSieMe Per lA ii giornAtA

internAzionAle Per lA

SenSibilizzAzione e Prevenzione Del

tUMore ovAriCo

con  il  Patrocinio    

8  MAGGIO  2014      

II°  Giornata  Internazionale                                        Sensibilizzazione                  

     e  Prevenzione                                                                del  tumore    

               ovarico                      

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Per  il  Servizio  di  Catering  si  ringrazia    

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Per  conta3    Giulia  Annese    347  51  86  186  LeRzia  Saturni      347  43  51  576  

L’evento  è  in  corso  di  accreditamento  per  Medici,  Biologi  ed  altre  figure  

sanitarie  

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|TEMPO LIBERO|

hAPPy fROm JEsI, un succEssO vIRALE il viDeo Più ConDiviSo in Città FA il giro Del web

a cura di chiara cascio

Condividere, nell’era dei social network, può essere il primo passo verso il successo. Soprattutto se l’esperienza condivisa diventa qualcosa che si espande a macchia d’olio, diventando virale.È quello che è successo a Francesco Ponzetti e Marco Mancini, autori del celebre video “Hap-py from Jesi” che su youtube ha raggiunto e superato i 20.000 click, posizionandosi in cima alla classifica del sito wearehappyfromitaly.it. Li avevamo già incontrati agli esordi, ai primi successi del video “Hitler, sindaco di Jesi”, il primo a superare le 5 mila visualizzazioni. La redazione di Password – siamo fieri di farne un vanto – è stata la prima ad intervistarli, seguendo passo dopo, attraverso il portale leggopassword.it, il fiorire della loro pagina facebook “Jesi Muntobè”. Dopo “Happy from Jesi”, non volevamo lasciarci sfuggire i dettagli dei retroscena. Anche perché – per la seconda volta, siamo fieri di farne un vanto – nel video ballano anche due componenti della redazione (lasciamo voi a scoprire chi sono!). Francesco e Marco, cosa vi ha spinto a realizzare questo video?Francesco: “Le migliori idee nascono sempre per caso. A me la canzone “Happy” di Pharell è piaciuta subito, così come la sua iniziativa di lanciare sul web il primo video al mondo a durare 24 ore (http://24hoursofhappy.com/). Quando è uscita la versione ufficiale, da 4 minuti, l’ho guardato molte volte e mi sono domandato: perché non giriamo un video a Jesi sulle note della canzone. Poi io e Marco abbiamo scoperto che c’era già una moda che stava dilagando in rete e che, grazie al sito wearehappyfrom.com, stava facendo il giro del mondo”.quante ore di lavoro avete impiegato per realizzare e montare il video?Marco: “Abbiamo girato per la città con la telecamera in mano per due domeniche consecutive, creando e diffondendo l’evento su facebook. In totale, abbiamo realizzato circa 15 ore di riprese.Ad assisterci, per nostra fortuna, Michele Magliola, videomaker professionista, che si è offerto volontariamente di darci una mano. Molto più lunga e complessa è stata la fase montaggio: ab-biamo realizzato diverse “bozze” e speso diverse nottate per arrivare al risultato finale. È stata la parte più difficile e impegnativa, per noi era la prima volta che lavoravamo ad un montaggio del genere”.Come ha risposto la città, in termini di partecipazione, davanti alle telecamere? Ci sono state difficoltà?Francesco: “La città ha risposto discretamente bene. La prima mattina di riprese la partecipa-zione è stata forte e importante, permettendoci di girare molte scene e con profili differenti”.

Dall’uscita del video, in pochi giorni raggiungete le 10 mila visualizzazioni. Tutti i gior-nali locali hanno parlato del vostro successo, notando nel video la presenza nel video di alcuni personaggi di spic-co, tra cui il sindaco di Jesi Massimo Bacci ed Elisa di Francisca. Vi aspettavate un successo simile?Marco: “Speravamo di aver fatto un buon lavoro ma fran-camente non ci saremmo mai

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Tipografia - Litografia - StampaVia Gorgolungo, 5 - Jesi (An)

Tel. 0731 254141 / Fax 0731 [email protected] - www.tipografiatj.it

Password – mensile di informazione. n° 2 - Aprile 2014 Direttore responsabile: Chiara Cascio Editore e Progetto Grafico: Studio Gamma Coordinamento generale: Gianna Scortechini Foto di copertina: Capolinea Collaboratori:

Avv. Monica Checchini - Roberto Longo Francesco Cascio - Catiuscia Ceccarelli - Riccardo Ceccarelli Silvia Piangerelli - Roberto Ceci - Talita Frezzi - Matteo Baleani Registrato al Tribunale di Ancona n. 5/09 del 23.03.2009 Reg. Periodici Stampa: Tipografia TJ - Jesi

Sede, Direzione, Redazione: via Risorgimento 189/a Moie di Maiolati Spontini (An), tel. 0731 701404, fax. 0731 706476

www.leggopassword.it - [email protected] [email protected] Copyright - Tutti i diritti riservati - Marchio e grafica registrati Vietata la riproduzione anche parziale. L’editore si riserva il diritto di segnalare alle autorità competenti coloro che in malafede comunicano annunci non corrispondenti a verità.

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aspettati un simile clamore! Le visualizzazioni poi continuano a crescere – attualmente sono più di 20 mila – e il video mantiene fieramente la prima posizione nella classifica del sito weare-happyfromitaly.it dove può es-sere votato! Anzi … invitiamo chi non l’avesse ancora fatto a provvedere subito!”qual è stato l’elemento che ha fatto schizzare il video in cima alla classifica?Francesco: “Sicuramente il fat-to che Jesi è bella MUNTOBE’!!! Rispetto agli altri video in gara, abbiamo cercato di mettere in risalto la città, il suo patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico, e non solo i “balleri-ni”… La ricerca di location ed inquadrature caratteri-stiche è stata accurata”.Da tempo, vi occupate della promozione della città attraverso l’apertura della pagina “Jesi Muntobé” che attualmente conta più di 3 mila likes. quali sono i progetti futuri in programma?Marco: “In primis, faremo un omaggio alla compagnia

teatrale El Passì girando una versione del video “Hap-py” dedicata a loro, per ringraziarli di averci riservato del tempo per le riprese, prima dello spettacolo. Per il futuro abbiamo diverse idee in mente, altri progetti che speriamo possano piacere ai fans della nostra pagina ma al momento è prematuro parlarne”.Cosa c’è all’orizzonte per Francesco e Marco?Francesco: “Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro e se “Jesi Muntobè” diventerà qualcosa di più importante… al momento ci godiamo il successo inaspettato di We are Happy from Jesi!”

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