la sicilia 15 ago 2016Itinerari Subacquei · 2016-09-19 · LA SICILIA LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 22....
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LA SICILIA LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016
spettacolo22.LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 LA SICILIA
spettacolo .23
&life stylecultura, spettacoli, società, tendenze e personaggi
«La mia sorpresa per la Sicilia»Renzo Arbore in tour con l’Orchestra Italianadomani ad Acquedolci, mercoledì a ZafferanaMARIELLA CARUSO PAGINA 25
Il Matrimonio BaronaleIeri sera con le serenate sotto il balconeè cominciata la festa di Petralia Soprana
PETRALIA SOPRANA. Enogastronomia, animazionee folklore. Si rinnova la tradizione del Ferrago-sto a Petralia Soprana, nel Palermitano, con uncalendario di appuntamenti che hanno preso ilvia ieri sera con la caratteristica serenata sotto ilbalcone di chi oggi sarà chiamata a sposarsi nelcelebre “Matrimonio Baronale” organizzato da-gli Stendardieri Sopranesi. Oggi un tour tra le ec-cellenze del territorio che si snoderà tra i vicolidel paese, dove sarà possibile degustare piatti
tipici e, allo stesso tempo, scoprire le bellezzedel borgo più bello d’Italia. Nel pomeriggio, apartire dalle 17.30, spazio alla rievocazione delcaratteristico “Matrimonio Baronale” con la sfi-lata in costumi d’epoca, i gruppi folkloristici e gliStendardieri che faranno volteggiare nel cielo iloro labari dedicati alle confraternite di PetraliaSoprana. La manifestazione rievoca il matrimo-nio celebrato il 15 agosto del 1700 tra donna Ca-tarina Sgadari e don Giuseppe Di Maria.
Dalle anfore puniche e greco-italiche diPantelleria ai frammenti di oggetti ceramicidi Marsala, passando per il relitto di unanave con le anfore vinarie del IV secolo a.C.a Noto, i nostri fondali riservano continuesorprese e compongono un enorme museoche aspetta solo di essere visitato
Tartarughe in spiaggiabalene e fochele meraviglie del mareda ammirare in estateOMBRETTA GRASSO
Da sotto la sabbia si affaccia-no la piccola testa e le pin-ne di una tartarughina, poiun’altra e un’altra ancora,
decine, sotto gli occhi increduli deibagnanti. I piccoli di Caretta Carettaemergono dalla sabbia e iniziano laloro corsa verso il mare. Uno spetta-colo emozionante che ha sorpresoieri i turisti della spiaggia di PortoPalo a Menfi (Ag). Il nido, infatti, erasfuggito al Wwf che ora ha postosotto controllo il sito. Ma in questaestate si rincorrono gli avvistamen-ti: balene, squali, delfini, complicianche gli smartphone che consen-tono di divulgare gli incontri ravvi-cinati, ma anche il positivo segnaledella presenza nei nostri mari di a-nimali da ammirare e proteggere.
Oltre a Lampedusa, il luogo più fa-moso di deposizione delle uova, ne-gli ultimi anni le tartarughe marinehanno scelto anche spiagge parec-chio più frequentate, come in pas-sato la Plaja di Catania, e ora Menfi(non lontana dall’Oasi Wwf di TorreSalsa a Siculiana) e la spiaggia delPalmento, a Punta Secca, nel Ragu-sano - la famosa spiaggia di Montal-bano - dove ben 54 uova stanno perschiudersi un lieto evento che haspinto i volontari a creare un grup-po pubblico su facebook, con quasi600 partecipanti, chiamato “Opera-zione Tarty”. Anche a Siracusa tra lasorpresa generale, un nido di tarta-ruga marina si e schiuso tra gli om-brelloni del lido Rivarella.
Se le tartarughine commuovonogli squali intimoriscono. Diverse lesegnalazioni a fine luglio nelloStretto di Messina, secondo gli e-sperti con il riscaldamento delle ac-que della stagione estiva sono in ge-nere numerosi gli esemplari che siavvicinano alle coste ioniche e tirre-niche. A metà luglio uno squalobianco di circa 5 metri è stato avvi-stato da una feluca in cerca di pescespada e un altro è stato segnalato daun gruppo di sub nel Siracusano.
Il muso baffuto e buffo di una rarafoca monaca è stato invece immor-talato da una delle sette fototrappo-le piazzate nelle grotte delle isole E-gadi dai ricercatori dell’Ispra e del-l’Ente Gestore dell’Area marina pro-tetta (Amp), in collaborazione con ilministero dell’Ambiente per moni-torare la presenza dell’animale nel-l’arcipelago.
Lo scorso gennaio la scoperta: lafoca, a rischio estinzione, era torna-to ma questa volta d'inverno, novitàassoluta per un animale che in quel-la stagione non si sposta. Altri avvi-stamenti c'erano stati nel 2011 e2013. Il ritorno della foca in Italia,dove è presente fra la costa sud del-la Sardegna e la Sicilia, è un eventounico. E’ l'animale più a raro e a ri-schio avvistato nelle nostre coste.L'avvistamento risale a gennaio male immagini sono state pubblicatesolo nei giorni scorsi per evitare ilrischio di persone che lo andasseroa cercare.
L’avvistamento di una foca mona-ca è un avvenimento raro e quindidi straordinaria importanza che ri-chiede comportamenti di grandesensibilità e rispetto. Per questomotivo l’Area marina protetta IsoleEgadi e l’Ispra rilanciano anche que-sta estate, in collaborazione con ilministero dell’Ambiente, l’iniziati-va “Foca monaca”: un appello a tuttii turisti ed ai naviganti che frequen-tano i nostri mari e le nostre coste incaso di avvistamenti; se si incontrauna foca, spegnere i motori dellebarche, lasciare che le foche si al-lontanino, non disturbare o inse-guirle, non cercare di avvicinarsi,
Schiusa di uova diCaretta Caretta a PortoPalo, a Menfi, tra lasorpresa e l’emozionedei bagnanti. Altri nidinella spiaggia diMontalbano. A Brucolifilmate le balene
Alla scopertadei tesorisommersiItinerari culturali subacquei in Sicilia«E non bisogna essere degli esperti sub»
MARZAMEMIRELITTO DELLE COLONNEL’itinerario è ubicato a circa mezzomiglio dalla costa del borgo marinaro diMarzamemi. I reperti, per lo più dicolonne semilavorate e blocchisquadrati che potevano essere utilizzatiper ricavare basi o capitelli, provengonodal carico trasportato da una nave diepoca romana e giacciono a 7 metri diprofondità. Del relitto e dei suoielementi lignei non è rimasto nulla
poiché la nave si è inabissata su unfondale roccioso che l’ha espostaall’azione dell’acqua marina che lo hacompletamente eroso. Attraverso lostudio dei frammenti di alcune anforeprovenienti dal mediterraneo orientale,si è potuto datare il relitto al III sec. d. C.Di origine orientale è anche il marmoproveniente dall’attuale isola diMarmara. Le colonne e i blocchi hannodimensioni variabili, in particolare unacolonna isolata rispetto al nucleo
principale del carico si presenta in tuttala sua maestosità con misureeccezionali, lunga 6,40 metri con undiametro di circa 185 cm contribuisce arendere estremamente spettacolarel’immersione. Molto suggestiva è lavisione di questi elementi architettoniciche emergono da un particolarefondale roccioso, circondato da grossicespugli di posidonia.L’immersione è facile e può essereeffettuata anche in snorkeling.
PANAREABASILUZZOQuesto itinerario si sviluppa a pochiminuti di navigazione da Panarea, sottolo spettacolare scenario dell'isola diBasiluzzo, ai piedi dell'insediamentodella colonia romana. La morfologia delfondale è caratterizzata nella porzioneovest da un imponente blocco rocciosoche sviluppandosi in direzione est fungeda parete naturale dell’impiantomurario sommerso. Seguendo la cima
guida che indica il percorso si giungealla base del costone caratterizzato dagrosse fratture oblique e ricco dimadrepore. Proseguendo in direzionesud, ad una profondità di 15 metri, si hala possibilità di planare sopra una concasabbiosa a tratti colonizzata da piccolibanchi di posidonia, fino a raggiungereil pianoro a 18 metri di profondità, dovesi possono intravedere alcune fumarolegassose. Seguendo la cima guida indirezione nord il fondale risale
raggiungendo a quota 6,70 metri diprofondità la struttura murariasommersa. Da qui si può penetrareall’interno del perimetro perapprezzare l’interconnessione tra lerocce naturali e le parti costruite che sielevano verso la superficie creandoun’affascinante atmosfera. Il percorsodi Basiluzzo si completa lungo il bassofondale prossimo alla battigia con lapossibilità di ammirare spugne,madrepore di vario tipo e ricci di mare.
TAORMINARELITTO DELLE COLONNERoma, a partire dal II sec. a.C., sitrova al centro di un enormeImpero Mediterraneo. In questoperiodo cresce verticalmente larichiesta di marmo provenientedalle cave dei territoriconquistati, soprattutto Grecia,Egitto e Asia Minore. In questocontesto la Sicilia, soprattuttoquella orientale, assume un ruolocentrale come scalo commercialedel traffico lapideo. Negli annisettanta, Gerhard Kapitänindividuò i resti del carico di unaNavis lapidaria (II sec. d. C.) allargo di Capo Taormina, il cuicarico è costituito da 37 colonne.
NOTORELITTO DELLE ANFOREIl sito si trova in mare aperto a 2miglia d Noto, su un fondale a 45metri di profondità, accessibileda sub esperti. I repertiprovengono dal naufragio di unanave che trasportava un carico dianfore vinarie databili tra la metàdel IV secolo a.C. e il primoquarto del III secolo a.C. Ladatazione è stata possibile dalmomento che frammenti dianfore simili a quelle qui ritrovatesono stati rinvenuti in scavi dinecropoli e città che in questoperiodo intrattenevano rapporticommerciali con Siracusa.
FILICUDICAPO GRAZIANOLa singolare conformazione delCapo Graziano di Filicudi haattirato verso di sé molteimbarcazioni che cercavanorifugio ma cheinaspettatamente siincagliavano in una secca. Perquesto nei fondali sono statiinfatti individuati negli anni 11relitti ad alta profondità databilidal V sec. a.C. al 1943 d.C. Ilpercorso scende incontrando acirca 30 metri un’ancora liticacon foro e probabili resti di unazavorra di nave con frammenticeramici sparsi a circa 30 metri.
MARETTIMORELITTO DEI CANNONIA Cala Spalmatore a nord di PuntaLibeccioè stato rinvenuto il relitto diuna nave da guerra del ‘700 adagiatosu un area di circa 1.500 m2 a 100metri dalla costa, ad una profonditàdi 15 metri. I reperti individuati nelsito sono ben nove cannoni corredatida palle ed altri elementi metallici. Ilfondale è caratterizzato da rocciacalcarea alternata a banchi sabbiosi e
ghiaiosi, presenta una pendenzalievissima dove tra le rocce e laposidonia si trovano adagiati i primisette cannoni, gli altri due si trovanosfalsati rispetto al primo gruppo dicirca 20 metri a ovest. Tra i cannoni sitrovano un lingotto plumbeovisibilmente decontestualizzato, unelemento triangolare metallico, conforo centrale e due ammassi ferrosiconcrezionati. A circa 50 metri aovest dal gruppo principale si trovano
un’ancora del tipo ammiragliato edun elemento, anch’esso fortementeconcrezionato, che potrebbe essereun ulteriore cannone. I cannoni sonoin ferro ed alcuni di essi parrebbero dimanifattura francese, anche se ciònon può essere stabilito con certezzaa causa della difficile lettura deglielementi identificativi.L’imbarcazione, probabilmente, eraun Brigantino pirata distrutto daun’esplosione.
«Per i nostri percorsiabbiamo scelto fondalimolto belli, così da renderel’esperienza ancora piùcompleta, sia dal punto divista archeologico sia daquello paesaggistico»
GIORGIO ROMEO
Dalle anfore puniche e greco-italiche di Pantelle-ria ai frammenti di oggetti ceramici (che vannodall’epopea ellenistica all’epoca tardo romana)di Marsala, passando per il relitto di una nave da
guerra del ‘700 adagiato ad una profondità di 15 metri aMarettimo (con i nove cannoni corredati di palle e altrielementi) e quello con le anfore vinarie del IV secolo a.Ca Noto, i nostri fondali riservano continue sorprese ecompongono un enorme museo che aspetta solo di esse-re visitato. Da alcuni anni tutto questo è fruibile grazieagli “Itinerari culturali subacquei in Sicilia” proposti dal-la Soprintendenza del Mare, risorsa preziosa per unanuova e sempre più integrata concezione del turismonella nostra isola.
«La divulgazione e la valorizzazione del patrimonioculturale sommerso – spiega il soprintendente del Maredella Regione Sicilia, prof. Sebastiano Tusa - sono statefin dall’inizio una delle nostre attività più sentite, pro-gettando ed attivando, tra le molteplici attività, i percor-si itinerari o parchi archeologici subacquei visitabili inlinea con i principi della Convenzione Unesco sulla pro-tezione del patrimonio culturale sommerso. L’iniziativasi basa sulla convinzione che la tutela del mare non puòprescindere dalla conoscenza e dalla sensibilizzazionenon solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma anche delpubblico più vasto». Oggi questi percorsi subacqueihanno raggiungono uno stato dell’arte piuttosto avan-zato, dimostrando come la sfida posta in questi anni dal-la soprintendenza sia stata vinta con un recupero attivodi un patrimonio sottomarino che, come sottolinea lostesso Tusa, è stato a lungo negletto e in balia di pochispeculatori.
Dalla depredazione al turismo subacqueoSvelare un segreto, aprire a tutti i siti archeologici finoravietati. L’istituzione degli itinerari subacquei in Siciliada parte della Soprintendenza ha rappresentato una ve-ra e propria scommessa, soprattutto sul fronte della tu-tela dei reperti. Il rischio, infatti, è stato quello di incor-rere in un fenomeno che in passato ha molto interessatoi nostri mari: quello della depredazione. «Per fortuna -racconta l’archeologo Philippe Tisseyre, responsabile dizona ad Acitrezza - il mondo della subacquea si è abba-stanza evoluto. Oggigiorno non c’è più la prassi di por-tarsi a casa i tesori di tutti, ma li si ammira in loco esat-tamente come si farebbe in un parco archeologico sullaterra ferma». Un risultato più che soddisfacente, ottenu-to anche grazie a un’intensa campagna di comunicazio-ne che ha coinvolto appassionati e scuole.
Non solo per i sub espertiContrariamente a quanto solitamente s’immagina, lafruizione di questi percorsi non è riservata solo ai sub in
possesso di brevetti avanzati. «Una delle cose più belleche abbiamo potuto costatare negli ultimi anni - conti-nua Tisseyre - è che, frequentemente, chi prende parte aqueste attività è un normale turista. Del resto la difficol-tà dei percorsi è molto variabile e alcuni di essi possonoessere affrontati anche in snorkeling».
È il caso del “Relitto delle colonne” ubicato a circamezzo miglio da Marzamemi. Si tratta di uno dei percor-si più suggestivi, in cui è possibile ammirare alcune co-lonne (tra cui una lunga oltre sei metri con un diametrodi circa 185cm) risalenti al III secolo d.C. adagiate su unfondale roccioso circondato da grossi cespugli di posi-donia.
«Per i nostri percorsi – continua l’archeologo – abbia-mo scelto zone con fondali molto belli, così da renderel’esperienza completa non solo dal punto di vista ar-cheologico, ma anche da quello paesaggistico».
Percorsi anche per non vedentiAd Aci Castello, all'interno dell'Area Marina Protetta “I-sole Ciclopi”, si trova il primo itinerario archeologico su-bacqueo tattile per normodotati e diversamente abili.
Nato dal sodalizio tra le archeologhe Teresa Saitta eTiziana Fisichella e la “Life Onlus” di Catania, sostenutoe patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, dall’Uni-versità di Catania e dall’Area Marina Protetta Isole Ciclo-pi, il “museo sottomarino” è costituito da otto frammen-ti di ancore romane in ferro (dal I sec. a.C fino al XV d.C.)e sette copie ceramiche (fedeli agli originali) di anforeromane inserite appositamente nel contesto. «L’itinera-rio - racconta Carmelo La Rocca, istruttore di subacqueaper disabili e titolare della Onlus “Life” (Life Improve-ment for Every Single Person) - rappresenta per un nonvedente un’esperienza unica nel suo genere. Del resto,rispetto ai portatori di altri tipi di disabilità, coloro che
non vedono non possono fare molto sott’acqua. La pre-senza dei reperti nei nostri fondali e la facilità dell’itine-rario (l’immersione è considerata facile in quanto rara-mente sono presenti correnti ndr) ha fatto sì che sicreasse un vero e proprio percorso tattile». I reperti sonostati quindi legati a una cima e il sub non vedente, guida-to da un istruttore, troverà lungo il tragitto anche alcunicartelli in braille con la spiegazione dettagliata di ciò chesta toccando. «Naturalmente - continua La Rocca - pri-ma di immergersi è previsto anche un briefing a terra, incui vengono spiegate le peculiarità del percorso e la sto-ria dei ritrovamenti».
Negli ultimi anni le richieste per questo singolare toursono state parecchie e a interessarsi sono stati turisti datutto il mondo, complice anche l’interessamento di“charity” come “Seable”, la startup londinese divenutavero e proprio punto di riferimento per il turismo perdisabili guidata dal figlio di Carmelo La Rocca, Damia-no.
I reperti e le nuove tecnologiePer tutti gli itinerari proposti dalla Soprintendenza sonostate realizzate delle guide subacquee plastificate e ac-canto ai reperti sono stati posti dei cartellini esplicativiimpermeabili. A fianco di questi, tuttavia, sono stati svi-luppati recentemente alcuni nuovi metodi di fruizione.Su alcuni ritrovamenti, infatti, sono stati applicati deimicrochip che, letti da un apposito tablet, consentono dimostrare ai sub un gran numero di informazioni, foto etesti. «Dal punto di vista del fruitore – ci racconta ancoraPhilippe Tisseyre – si tratta di un’esperienza analoga aquella che si potrebbe fare in un museo sulla terra fer-
ma, ma questa tecnologia può avere anche altre applica-zioni. Ad esempio, sul piano della salvaguardia, saràpossibile tracciare la posizione dei reperti riducendodrasticamente il rischio di depredazione».
Duplice funzione anche per i dispositivi che consento-no la visione dei tesori sommersi a distanza. «Laddovel’immersione risulta difficile – spiega il SoprintendenteTusa - abbiamo sperimentato sistemi di telecontrollo etelefruizione, ponendo alcune telecamere subacqueenei pressi di un relitto e rimandando il segnale a terramediante cavi e trasmissione via etere». È il caso di “CalaMinnola”, nell’isola di Levanzo, dove è possibile visitareun relitto di cui sono visibili due ceppi d’ancora in piom-bo, un tubo di sentina e circa 90 anfore del carico di una
nave romana. Il sistema di telecontrollo ne consente an-che la visita virtuale, con immagini in diretta, ai visitato-ri presso la Tonnara di Favignana. In modo analogo, ilsistema di telecamere installato nei fondali di Pantelle-ria permette l’osservazione dei reperti di “Cala Gadir”direttamente sul web, con la possibilità di manovrare letelecamere dal proprio computer.
Il relitto di Acitrezza e i nuovi itinerari«Quello recentemente scoperto ad Acitrezza – raccontaancora Tisseyre - è un relitto enorme, che contiene circa400 anfore. Visitarlo è un’emozione grandissima, ma bi-sogna scendere almeno a 65 metri di profondità, cosache non rende l’esperienza accessibile ai sub ricreativi.In ogni caso è in preparazione un itinerario destinato aisubacquei tecnici». Il relitto è attualmente in fase di stu-dio e lo stesso Tisseyre ha coordinato le operazioni dirilievo e di documentazione fotografica (è stata anchefatta una elaborazione dei dati in 3d a cura di Salvo Em-ma). Dalle prime analisi è emerso come il relitto presen-ti un cumulo di anfore di almeno cinque diverse tipolo-gie. «Almeno due tipi di anfore - spiega Emma - non sonostate finora documentate in un carico (anfore globularie di piccolo modulo). È prevista a breve una ricerca sugliimpasti per determinare il tipo di argilla e la localizza-zione delle fornaci di produzione».
Tra le ultime attività della Soprintendenza, infine, vi èanche la riattivazione dell’itinerario archeologico su-bacqueo nei fondali vicino Catania, in prossimità del li-do “Esagono”, dove anche i sub meno esperti avranno lapossibilità di ammirare diverse ancore e anfore su unfondale che va dai 15 ai 30 metri.
USTICAPUNTA FALCONIERAA pochi minuti di navigazione aest del porto di Cala Santa Maria,all’interno della zona C dell’AreaMarina Protetta, sotto laspettacolare falesia della Puntadella Falconiera si sviluppaquesto itinerario i cui reperti sonodistribuiti su un’area di circa 500metri quadrati e non distanti piùdi 20 metri l’uno dall’altro. Lamorfologia del fondale, nellaporzione nord del sito, ècaratterizzata da una pareterocciosa interrotta a circa 15metri di profondità, in direzioneest da una conca sabbiosa. Inquesta direzione, ad unaprofondità di circa 30 metri sipossono intravedere i primireperti: alcuni frammenticeramici e un’ancora di ferro aquattro marre. Continuando indirezione sud si può ammirare ungrosso frammento di reteincagliata tra le rocce.
INFOPer prendereparte agliitinerari ènecessariorivolgersia uno deidiving centerautorizzatidalla“Soprinten-denza delmare” dellaRegioneSicilia
PANTELLERIACALA TRAMONTANACala Tramontana e l’adiacente CalaLevante sono state utilizzate findall’antichità come ripari ed approdi.Dalle ricognizioni effettuate dal 2004sono state evidenziate varie emergenzearcheologiche per la probabilepresenza di almeno tre relitti riferibiliad un arco temporale variabile.All’interno di Cala Tramontana è statarecentemente trovata, oltre un
tesoretto di circa 4000 monetepuniche, una notevole quantità di selcerossa, grezza e lavorata, che faipotizzare la presenza di un quartorelitto ben più antico risalente a etàpreistorica. La boa di inizio percorso sipuò raggiungere da terra dal molo diCala Tramontana oppure dal mare,ormeggiando l’imbarcazioneall’apposito gavitello. L’itinerario hainizio a circa 8 metri di profondità suun fondale di posidonia oceanica che
digrada dolcemente verso un pianorosabbioso. A 18 metri di profondità siincontra il relitto di un modernopeschereccio oltre il quale sono visibili iprimi reperti archeologici: frammenti dianfore puniche, ancore litiche, unceppo di ancora in pietra, e frammentidi ceramica varia. Continuando sipossono incontrare anfore puniche,anfore greco-italiche, una macina litica,un’anfora di età imperiale ed un’ancoralitica a due fori.
non entrare in acqua. Soprattutto sel'animale fosse insieme ai cucciolinon cercare di avvicinarli, la focaspaventata potrebbe abbandonare ipiccoli.
Sono bellissime le immagini dif-fuse da Antonio Lundari che dallasua imbarcazione ha filmato due (oforse tre) balene di circa 15 metriciascuna che emergono dalle acquedi Brucoli, lungo la costa di FaroSanta Croce ad Augusta (Sr) a con-ferma che balene e capodogli nuo-tano nei nostri mari anche se è piùdifficile incrociarli. Al largo delleEolie, nello Stretto di Messina e so-prattutto nelle acque dellle Pelagie(tra febbraio e la primavera) talvol-ta è possibile ammirare i grandi ce-
tacei, ma gli avvistamenti non sonofrequenti. Più facile incontrare i del-fini soprattutto se si è a bordo di unanave, con un po’ di pazienza si puòvederli saltare tra le onde da poppa,un po’ più difficile se si è a bordo dipiccole imbarcazioni.
Nello scorso luglio numerosi av-vistamenti nel Canale di Sicilia, alleEolie, alle Egadi, al largo tra Cataniae Siracusa.
Ci sono alcune associazioni chesui occupano di studiare e tutelare icetacei, come Tethys che, assiemeall'Area Marina Protetta Isole Pela-gie e l'International Whaling Com-mission negli anni scorsi ha moni-torato la presenza di megattere allePelagie, e altre che propongono e-scursioni whale watching, comeDelphis. La biologa Jessica Alessi, ri-cercatrice sui cetacei all'Universitàdi Genova, ha fondato l'associazio-ne Me.ri.s. per studiare i cetacei chevivono nel mare agrigentino.