la sicilia 15 ago 2016Itinerari Subacquei · 2016-09-19 · LA SICILIA LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 22....

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LA SICILIA LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 22. LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 LA SICILIA .23 & life style cultura, spettacoli, società, tendenze e personaggi «La mia sorpresa per la Sicilia» Renzo Arbore in tour con lOrchestra Italiana domani ad Acquedolci, mercoledì a Zafferana MARIELLA CARUSO PAGINA 25 Il Matrimonio Baronale Ieri sera con le serenate sotto il balcone è cominciata la festa di Petralia Soprana PETRALIA SOPRANA. Enogastronomia, animazione e folklore. Si rinnova la tradizione del Ferrago- sto a Petralia Soprana, nel Palermitano, con un calendario di appuntamenti che hanno preso il via ieri sera con la caratteristica serenata sotto il balcone di chi oggi sarà chiamata a sposarsi nel celebre Matrimonio Baronaleorganizzato da- gli Stendardieri Sopranesi. Oggi un tour tra le ec- cellenze del territorio che si snoderà tra i vicoli del paese, dove sarà possibile degustare piatti tipici e, allo stesso tempo, scoprire le bellezze del borgo più bello dItalia. Nel pomeriggio, a partire dalle 17.30, spazio alla rievocazione del caratteristico Matrimonio Baronalecon la sfi- lata in costumi depoca, i gruppi folkloristici e gli Stendardieri che faranno volteggiare nel cielo i loro labari dedicati alle confraternite di Petralia Soprana. La manifestazione rievoca il matrimo- nio celebrato il 15 agosto del 1700 tra donna Ca- tarina Sgadari e don Giuseppe Di Maria. Dalle anfore puniche e greco-italiche di Pantelleria ai frammenti di oggetti ceramici di Marsala, passando per il relitto di una nave con le anfore vinarie del IV secolo a.C. a Noto, i nostri fondali riservano continue sorprese e compongono un enorme museo che aspetta solo di essere visitato Tartarughe in spiaggia balene e foche le meraviglie del mare da ammirare in estate OMBRETTA GRASSO D a sotto la sabbia si affaccia- no la piccola testa e le pin- ne di una tartarughina, poi unaltra e unaltra ancora, decine, sotto gli occhi increduli dei bagnanti. I piccoli di Caretta Caretta emergono dalla sabbia e iniziano la loro corsa verso il mare. Uno spetta- colo emozionante che ha sorpreso ieri i turisti della spiaggia di Porto Palo a Menfi (Ag). Il nido, infatti, era sfuggito al Wwf che ora ha posto sotto controllo il sito. Ma in questa estate si rincorrono gli avvistamen- ti: balene, squali, delfini, complici anche gli smartphone che consen- tono di divulgare gli incontri ravvi- cinati, ma anche il positivo segnale della presenza nei nostri mari di a- nimali da ammirare e proteggere. Oltre a Lampedusa, il luogo più fa- moso di deposizione delle uova, ne- gli ultimi anni le tartarughe marine hanno scelto anche spiagge parec- chio più frequentate, come in pas- sato la Plaja di Catania, e ora Menfi (non lontana dallOasi Wwf di Torre Salsa a Siculiana) e la spiaggia del Palmento, a Punta Secca, nel Ragu- sano - la famosa spiaggia di Montal- bano - dove ben 54 uova stanno per schiudersi un lieto evento che ha spinto i volontari a creare un grup- po pubblico su facebook, con quasi 600 partecipanti, chiamato Opera- zione Tarty. Anche a Siracusa tra la sorpresa generale, un nido di tarta- ruga marina si e schiuso tra gli om- brelloni del lido Rivarella. Se le tartarughine commuovono gli squali intimoriscono. Diverse le segnalazioni a fine luglio nello Stretto di Messina, secondo gli e- sperti con il riscaldamento delle ac- que della stagione estiva sono in ge- nere numerosi gli esemplari che si avvicinano alle coste ioniche e tirre- niche. A metà luglio uno squalo bianco di circa 5 metri è stato avvi- stato da una feluca in cerca di pesce spada e un altro è stato segnalato da un gruppo di sub nel Siracusano. Il muso baffuto e buffo di una rara foca monaca è stato invece immor- talato da una delle sette fototrappo- le piazzate nelle grotte delle isole E- gadi dai ricercatori dellIspra e del- lEnte Gestore dellArea marina pro- tetta (Amp), in collaborazione con il ministero dellAmbiente per moni- torare la presenza dellanimale nel- larcipelago. Lo scorso gennaio la scoperta: la foca, a rischio estinzione, era torna- to ma questa volta d'inverno, novità assoluta per un animale che in quel- la stagione non si sposta. Altri avvi- stamenti c'erano stati nel 2011 e 2013. Il ritorno della foca in Italia, dove è presente fra la costa sud del- la Sardegna e la Sicilia, è un evento unico. El'animale più a raro e a ri- schio avvistato nelle nostre coste. L'avvistamento risale a gennaio ma le immagini sono state pubblicate solo nei giorni scorsi per evitare il rischio di persone che lo andassero a cercare. Lavvistamento di una foca mona- ca è un avvenimento raro e quindi di straordinaria importanza che ri- chiede comportamenti di grande sensibilità e rispetto. Per questo motivo lArea marina protetta Isole Egadi e lIspra rilanciano anche que- sta estate, in collaborazione con il ministero dellAmbiente, liniziati- va Foca monaca: un appello a tutti i turisti ed ai naviganti che frequen- tano i nostri mari e le nostre coste in caso di avvistamenti; se si incontra una foca, spegnere i motori delle barche, lasciare che le foche si al- lontanino, non disturbare o inse- guirle, non cercare di avvicinarsi, Schiusa di uova di Caretta Caretta a Porto Palo, a Menfi, tra la sorpresa e lemozione dei bagnanti. Altri nidi nella spiaggia di Montalbano. A Brucoli filmate le balene Alla scoperta dei tesori sommersi Itinerari culturali subacquei in Sicilia «E non bisogna essere degli esperti sub» MARZAMEMI RELITTO DELLE COLONNE Litinerario è ubicato a circa mezzo miglio dalla costa del borgo marinaro di Marzamemi. I reperti, per lo più di colonne semilavorate e blocchi squadrati che potevano essere utilizzati per ricavare basi o capitelli, provengono dal carico trasportato da una nave di epoca romana e giacciono a 7 metri di profondità. Del relitto e dei suoi elementi lignei non è rimasto nulla poiché la nave si è inabissata su un fondale roccioso che lha esposta allazione dellacqua marina che lo ha completamente eroso. Attraverso lo studio dei frammenti di alcune anfore provenienti dal mediterraneo orientale, si è potuto datare il relitto al III sec. d. C. Di origine orientale è anche il marmo proveniente dallattuale isola di Marmara. Le colonne e i blocchi hanno dimensioni variabili, in particolare una colonna isolata rispetto al nucleo principale del carico si presenta in tutta la sua maestosità con misure eccezionali, lunga 6,40 metri con un diametro di circa 185 cm contribuisce a rendere estremamente spettacolare limmersione. Molto suggestiva è la visione di questi elementi architettonici che emergono da un particolare fondale roccioso, circondato da grossi cespugli di posidonia. Limmersione è facile e può essere effettuata anche in snorkeling. PANAREA BASILUZZO Questo itinerario si sviluppa a pochi minuti di navigazione da Panarea, sotto lo spettacolare scenario dell'isola di Basiluzzo, ai piedi dell'insediamento della colonia romana. La morfologia del fondale è caratterizzata nella porzione ovest da un imponente blocco roccioso che sviluppandosi in direzione est funge da parete naturale dellimpianto murario sommerso. Seguendo la cima guida che indica il percorso si giunge alla base del costone caratterizzato da grosse fratture oblique e ricco di madrepore. Proseguendo in direzione sud, ad una profondità di 15 metri, si ha la possibilità di planare sopra una conca sabbiosa a tratti colonizzata da piccoli banchi di posidonia, fino a raggiungere il pianoro a 18 metri di profondità, dove si possono intravedere alcune fumarole gassose. Seguendo la cima guida in direzione nord il fondale risale raggiungendo a quota 6,70 metri di profondità la struttura muraria sommersa. Da qui si può penetrare allinterno del perimetro per apprezzare linterconnessione tra le rocce naturali e le parti costruite che si elevano verso la superficie creando unaffascinante atmosfera. Il percorso di Basiluzzo si completa lungo il basso fondale prossimo alla battigia con la possibilità di ammirare spugne, madrepore di vario tipo e ricci di mare. TAORMINA RELITTO DELLE COLONNE Roma, a partire dal II sec. a.C., si trova al centro di un enorme Impero Mediterraneo. In questo periodo cresce verticalmente la richiesta di marmo proveniente dalle cave dei territori conquistati, soprattutto Grecia, Egitto e Asia Minore. In questo contesto la Sicilia, soprattutto quella orientale, assume un ruolo centrale come scalo commerciale del traffico lapideo. Negli anni settanta, Gerhard Kapitän individuò i resti del carico di una Navis lapidaria (II sec. d. C.) al largo di Capo Taormina, il cui carico è costituito da 37 colonne. NOTO RELITTO DELLE ANFORE Il sito si trova in mare aperto a 2 miglia d Noto, su un fondale a 45 metri di profondità, accessibile da sub esperti. I reperti provengono dal naufragio di una nave che trasportava un carico di anfore vinarie databili tra la metà del IV secolo a.C. e il primo quarto del III secolo a.C. La datazione è stata possibile dal momento che frammenti di anfore simili a quelle qui ritrovate sono stati rinvenuti in scavi di necropoli e città che in questo periodo intrattenevano rapporti commerciali con Siracusa. FILICUDI CAPO GRAZIANO La singolare conformazione del Capo Graziano di Filicudi ha attirato verso di sé molte imbarcazioni che cercavano rifugio ma che inaspettatamente si incagliavano in una secca. Per questo nei fondali sono stati infatti individuati negli anni 11 relitti ad alta profondità databili dal V sec. a.C. al 1943 d.C. Il percorso scende incontrando a circa 30 metri unancora litica con foro e probabili resti di una zavorra di nave con frammenti ceramici sparsi a circa 30 metri. MARETTIMO RELITTO DEI CANNONI A Cala Spalmatore a nord di Punta Libeccioè stato rinvenuto il relitto di una nave da guerra del 700 adagiato su un area di circa 1.500 m2 a 100 metri dalla costa, ad una profondità di 15 metri. I reperti individuati nel sito sono ben nove cannoni corredati da palle ed altri elementi metallici. Il fondale è caratterizzato da roccia calcarea alternata a banchi sabbiosi e ghiaiosi, presenta una pendenza lievissima dove tra le rocce e la posidonia si trovano adagiati i primi sette cannoni, gli altri due si trovano sfalsati rispetto al primo gruppo di circa 20 metri a ovest. Tra i cannoni si trovano un lingotto plumbeo visibilmente decontestualizzato, un elemento triangolare metallico, con foro centrale e due ammassi ferrosi concrezionati. A circa 50 metri a ovest dal gruppo principale si trovano unancora del tipo ammiragliato ed un elemento, anchesso fortemente concrezionato, che potrebbe essere un ulteriore cannone. I cannoni sono in ferro ed alcuni di essi parrebbero di manifattura francese, anche se ciò non può essere stabilito con certezza a causa della difficile lettura degli elementi identificativi. Limbarcazione, probabilmente, era un Brigantino pirata distrutto da unesplosione. «Per i nostri percorsi abbiamo scelto fondali molto belli, così da rendere lesperienza ancora più completa, sia dal punto di vista archeologico sia da quello paesaggistico» GIORGIO ROMEO D alle anfore puniche e greco-italiche di Pantelle- ria ai frammenti di oggetti ceramici (che vanno dallepopea ellenistica allepoca tardo romana) di Marsala, passando per il relitto di una nave da guerra del 700 adagiato ad una profondità di 15 metri a Marettimo (con i nove cannoni corredati di palle e altri elementi) e quello con le anfore vinarie del IV secolo a.C a Noto, i nostri fondali riservano continue sorprese e compongono un enorme museo che aspetta solo di esse- re visitato. Da alcuni anni tutto questo è fruibile grazie agli Itinerari culturali subacquei in Siciliaproposti dal- la Soprintendenza del Mare, risorsa preziosa per una nuova e sempre più integrata concezione del turismo nella nostra isola. «La divulgazione e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso spiega il soprintendente del Mare della Regione Sicilia, prof. Sebastiano Tusa - sono state fin dallinizio una delle nostre attività più sentite, pro- gettando ed attivando, tra le molteplici attività, i percor- si itinerari o parchi archeologici subacquei visitabili in linea con i principi della Convenzione Unesco sulla pro- tezione del patrimonio culturale sommerso. Liniziativa si basa sulla convinzione che la tutela del mare non può prescindere dalla conoscenza e dalla sensibilizzazione non solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma anche del pubblico più vasto». Oggi questi percorsi subacquei hanno raggiungono uno stato dellarte piuttosto avan- zato, dimostrando come la sfida posta in questi anni dal- la soprintendenza sia stata vinta con un recupero attivo di un patrimonio sottomarino che, come sottolinea lo stesso Tusa, è stato a lungo negletto e in balia di pochi speculatori. Dalla depredazione al turismo subacqueo Svelare un segreto, aprire a tutti i siti archeologici finora vietati. Listituzione degli itinerari subacquei in Sicilia da parte della Soprintendenza ha rappresentato una ve- ra e propria scommessa, soprattutto sul fronte della tu- tela dei reperti. Il rischio, infatti, è stato quello di incor- rere in un fenomeno che in passato ha molto interessato i nostri mari: quello della depredazione. «Per fortuna - racconta larcheologo Philippe Tisseyre, responsabile di zona ad Acitrezza - il mondo della subacquea si è abba- stanza evoluto. Oggigiorno non cè più la prassi di por- tarsi a casa i tesori di tutti, ma li si ammira in loco esat- tamente come si farebbe in un parco archeologico sulla terra ferma». Un risultato più che soddisfacente, ottenu- to anche grazie a unintensa campagna di comunicazio- ne che ha coinvolto appassionati e scuole. Non solo per i sub esperti Contrariamente a quanto solitamente simmagina, la fruizione di questi percorsi non è riservata solo ai sub in possesso di brevetti avanzati. «Una delle cose più belle che abbiamo potuto costatare negli ultimi anni - conti- nua Tisseyre - è che, frequentemente, chi prende parte a queste attività è un normale turista. Del resto la difficol- tà dei percorsi è molto variabile e alcuni di essi possono essere affrontati anche in snorkeling». È il caso del Relitto delle colonneubicato a circa mezzo miglio da Marzamemi. Si tratta di uno dei percor- si più suggestivi, in cui è possibile ammirare alcune co- lonne (tra cui una lunga oltre sei metri con un diametro di circa 185cm) risalenti al III secolo d.C. adagiate su un fondale roccioso circondato da grossi cespugli di posi- donia. «Per i nostri percorsi continua larcheologo abbia- mo scelto zone con fondali molto belli, così da rendere lesperienza completa non solo dal punto di vista ar- cheologico, ma anche da quello paesaggistico». Percorsi anche per non vedenti Ad Aci Castello, all'interno dell'Area Marina Protetta I- sole Ciclopi, si trova il primo itinerario archeologico su- bacqueo tattile per normodotati e diversamente abili. Nato dal sodalizio tra le archeologhe Teresa Saitta e Tiziana Fisichella e la Life Onlusdi Catania, sostenuto e patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, dallUni- versità di Catania e dallArea Marina Protetta Isole Ciclo- pi, il museo sottomarinoè costituito da otto frammen- ti di ancore romane in ferro (dal I sec. a.C fino al XV d.C.) e sette copie ceramiche (fedeli agli originali) di anfore romane inserite appositamente nel contesto. «Litinera- rio - racconta Carmelo La Rocca, istruttore di subacquea per disabili e titolare della Onlus Life(Life Improve- ment for Every Single Person) - rappresenta per un non vedente unesperienza unica nel suo genere. Del resto, rispetto ai portatori di altri tipi di disabilità, coloro che non vedono non possono fare molto sottacqua. La pre- senza dei reperti nei nostri fondali e la facilità dellitine- rario (limmersione è considerata facile in quanto rara- mente sono presenti correnti ndr) ha fatto sì che si creasse un vero e proprio percorso tattile». I reperti sono stati quindi legati a una cima e il sub non vedente, guida- to da un istruttore, troverà lungo il tragitto anche alcuni cartelli in braille con la spiegazione dettagliata di ciò che sta toccando. «Naturalmente - continua La Rocca - pri- ma di immergersi è previsto anche un briefing a terra, in cui vengono spiegate le peculiarità del percorso e la sto- ria dei ritrovamenti». Negli ultimi anni le richieste per questo singolare tour sono state parecchie e a interessarsi sono stati turisti da tutto il mondo, complice anche linteressamento di charitycome Seable, la startup londinese divenuta vero e proprio punto di riferimento per il turismo per disabili guidata dal figlio di Carmelo La Rocca, Damia- no. I reperti e le nuove tecnologie Per tutti gli itinerari proposti dalla Soprintendenza sono state realizzate delle guide subacquee plastificate e ac- canto ai reperti sono stati posti dei cartellini esplicativi impermeabili. A fianco di questi, tuttavia, sono stati svi- luppati recentemente alcuni nuovi metodi di fruizione. Su alcuni ritrovamenti, infatti, sono stati applicati dei microchip che, letti da un apposito tablet, consentono di mostrare ai sub un gran numero di informazioni, foto e testi. «Dal punto di vista del fruitore ci racconta ancora Philippe Tisseyre si tratta di unesperienza analoga a quella che si potrebbe fare in un museo sulla terra fer- ma, ma questa tecnologia può avere anche altre applica- zioni. Ad esempio, sul piano della salvaguardia, sarà possibile tracciare la posizione dei reperti riducendo drasticamente il rischio di depredazione». Duplice funzione anche per i dispositivi che consento- no la visione dei tesori sommersi a distanza. «Laddove limmersione risulta difficile spiega il Soprintendente Tusa - abbiamo sperimentato sistemi di telecontrollo e telefruizione, ponendo alcune telecamere subacquee nei pressi di un relitto e rimandando il segnale a terra mediante cavi e trasmissione via etere». È il caso di Cala Minnola, nellisola di Levanzo, dove è possibile visitare un relitto di cui sono visibili due ceppi dancora in piom- bo, un tubo di sentina e circa 90 anfore del carico di una nave romana. Il sistema di telecontrollo ne consente an- che la visita virtuale, con immagini in diretta, ai visitato- ri presso la Tonnara di Favignana. In modo analogo, il sistema di telecamere installato nei fondali di Pantelle- ria permette losservazione dei reperti di Cala Gadirdirettamente sul web, con la possibilità di manovrare le telecamere dal proprio computer. Il relitto di Acitrezza e i nuovi itinerari «Quello recentemente scoperto ad Acitrezza racconta ancora Tisseyre - è un relitto enorme, che contiene circa 400 anfore. Visitarlo è unemozione grandissima, ma bi- sogna scendere almeno a 65 metri di profondità, cosa che non rende lesperienza accessibile ai sub ricreativi. In ogni caso è in preparazione un itinerario destinato ai subacquei tecnici». Il relitto è attualmente in fase di stu- dio e lo stesso Tisseyre ha coordinato le operazioni di rilievo e di documentazione fotografica (è stata anche fatta una elaborazione dei dati in 3d a cura di Salvo Em- ma). Dalle prime analisi è emerso come il relitto presen- ti un cumulo di anfore di almeno cinque diverse tipolo- gie. «Almeno due tipi di anfore - spiega Emma - non sono state finora documentate in un carico (anfore globulari e di piccolo modulo). È prevista a breve una ricerca sugli impasti per determinare il tipo di argilla e la localizza- zione delle fornaci di produzione». Tra le ultime attività della Soprintendenza, infine, vi è anche la riattivazione dellitinerario archeologico su- bacqueo nei fondali vicino Catania, in prossimità del li- do Esagono, dove anche i sub meno esperti avranno la possibilità di ammirare diverse ancore e anfore su un fondale che va dai 15 ai 30 metri. USTICA PUNTA FALCONIERA A pochi minuti di navigazione a est del porto di Cala Santa Maria, allinterno della zona C dellArea Marina Protetta, sotto la spettacolare falesia della Punta della Falconiera si sviluppa questo itinerario i cui reperti sono distribuiti su unarea di circa 500 metri quadrati e non distanti più di 20 metri luno dallaltro. La morfologia del fondale, nella porzione nord del sito, è caratterizzata da una parete rocciosa interrotta a circa 15 metri di profondità, in direzione est da una conca sabbiosa. In questa direzione, ad una profondità di circa 30 metri si possono intravedere i primi reperti: alcuni frammenti ceramici e unancora di ferro a quattro marre. Continuando in direzione sud si può ammirare un grosso frammento di rete incagliata tra le rocce. INFO Per prendere parte agli itinerari è necessario rivolgersi a uno dei diving center autorizzati dalla Soprinten- denza del maredella Regione Sicilia PANTELLERIA CALA TRAMONTANA Cala Tramontana e ladiacente Cala Levante sono state utilizzate fin dallantichità come ripari ed approdi. Dalle ricognizioni effettuate dal 2004 sono state evidenziate varie emergenze archeologiche per la probabile presenza di almeno tre relitti riferibili ad un arco temporale variabile. Allinterno di Cala Tramontana è stata recentemente trovata, oltre un tesoretto di circa 4000 monete puniche, una notevole quantità di selce rossa, grezza e lavorata, che fa ipotizzare la presenza di un quarto relitto ben più antico risalente a età preistorica. La boa di inizio percorso si può raggiungere da terra dal molo di Cala Tramontana oppure dal mare, ormeggiando limbarcazione allapposito gavitello. Litinerario ha inizio a circa 8 metri di profondità su un fondale di posidonia oceanica che digrada dolcemente verso un pianoro sabbioso. A 18 metri di profondità si incontra il relitto di un moderno peschereccio oltre il quale sono visibili i primi reperti archeologici: frammenti di anfore puniche, ancore litiche, un ceppo di ancora in pietra, e frammenti di ceramica varia. Continuando si possono incontrare anfore puniche, anfore greco-italiche, una macina litica, unanfora di età imperiale ed unancora litica a due fori. non entrare in acqua. Soprattutto se l'animale fosse insieme ai cuccioli non cercare di avvicinarli, la foca spaventata potrebbe abbandonare i piccoli. Sono bellissime le immagini dif- fuse da Antonio Lundari che dalla sua imbarcazione ha filmato due (o forse tre) balene di circa 15 metri ciascuna che emergono dalle acque di Brucoli, lungo la costa di Faro Santa Croce ad Augusta (Sr) a con- ferma che balene e capodogli nuo- tano nei nostri mari anche se è più difficile incrociarli. Al largo delle Eolie, nello Stretto di Messina e so- prattutto nelle acque dellle Pelagie (tra febbraio e la primavera) talvol- ta è possibile ammirare i grandi ce- tacei, ma gli avvistamenti non sono frequenti. Più facile incontrare i del- fini soprattutto se si è a bordo di una nave, con un podi pazienza si può vederli saltare tra le onde da poppa, un popiù difficile se si è a bordo di piccole imbarcazioni. Nello scorso luglio numerosi av- vistamenti nel Canale di Sicilia, alle Eolie, alle Egadi, al largo tra Catania e Siracusa. Ci sono alcune associazioni che sui occupano di studiare e tutelare i cetacei, come Tethys che, assieme all'Area Marina Protetta Isole Pela- gie e l'International Whaling Com- mission negli anni scorsi ha moni- torato la presenza di megattere alle Pelagie, e altre che propongono e- scursioni whale watching, come Delphis. La biologa Jessica Alessi, ri- cercatrice sui cetacei all'Università di Genova, ha fondato l'associazio- ne Me.ri.s. per studiare i cetacei che vivono nel mare agrigentino.

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LA SICILIA LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016

spettacolo22.LUNEDÌ 15 AGOSTO 2016 LA SICILIA

spettacolo .23

&life stylecultura, spettacoli, società, tendenze e personaggi

«La mia sorpresa per la Sicilia»Renzo Arbore in tour con l’Orchestra Italianadomani ad Acquedolci, mercoledì a ZafferanaMARIELLA CARUSO PAGINA 25

Il Matrimonio BaronaleIeri sera con le serenate sotto il balconeè cominciata la festa di Petralia Soprana

PETRALIA SOPRANA. Enogastronomia, animazionee folklore. Si rinnova la tradizione del Ferrago-sto a Petralia Soprana, nel Palermitano, con uncalendario di appuntamenti che hanno preso ilvia ieri sera con la caratteristica serenata sotto ilbalcone di chi oggi sarà chiamata a sposarsi nelcelebre “Matrimonio Baronale” organizzato da-gli Stendardieri Sopranesi. Oggi un tour tra le ec-cellenze del territorio che si snoderà tra i vicolidel paese, dove sarà possibile degustare piatti

tipici e, allo stesso tempo, scoprire le bellezzedel borgo più bello d’Italia. Nel pomeriggio, apartire dalle 17.30, spazio alla rievocazione delcaratteristico “Matrimonio Baronale” con la sfi-lata in costumi d’epoca, i gruppi folkloristici e gliStendardieri che faranno volteggiare nel cielo iloro labari dedicati alle confraternite di PetraliaSoprana. La manifestazione rievoca il matrimo-nio celebrato il 15 agosto del 1700 tra donna Ca-tarina Sgadari e don Giuseppe Di Maria.

Dalle anfore puniche e greco-italiche diPantelleria ai frammenti di oggetti ceramicidi Marsala, passando per il relitto di unanave con le anfore vinarie del IV secolo a.C.a Noto, i nostri fondali riservano continuesorprese e compongono un enorme museoche aspetta solo di essere visitato

Tartarughe in spiaggiabalene e fochele meraviglie del mareda ammirare in estateOMBRETTA GRASSO

Da sotto la sabbia si affaccia-no la piccola testa e le pin-ne di una tartarughina, poiun’altra e un’altra ancora,

decine, sotto gli occhi increduli deibagnanti. I piccoli di Caretta Carettaemergono dalla sabbia e iniziano laloro corsa verso il mare. Uno spetta-colo emozionante che ha sorpresoieri i turisti della spiaggia di PortoPalo a Menfi (Ag). Il nido, infatti, erasfuggito al Wwf che ora ha postosotto controllo il sito. Ma in questaestate si rincorrono gli avvistamen-ti: balene, squali, delfini, complicianche gli smartphone che consen-tono di divulgare gli incontri ravvi-cinati, ma anche il positivo segnaledella presenza nei nostri mari di a-nimali da ammirare e proteggere.

Oltre a Lampedusa, il luogo più fa-moso di deposizione delle uova, ne-gli ultimi anni le tartarughe marinehanno scelto anche spiagge parec-chio più frequentate, come in pas-sato la Plaja di Catania, e ora Menfi(non lontana dall’Oasi Wwf di TorreSalsa a Siculiana) e la spiaggia delPalmento, a Punta Secca, nel Ragu-sano - la famosa spiaggia di Montal-bano - dove ben 54 uova stanno perschiudersi un lieto evento che haspinto i volontari a creare un grup-po pubblico su facebook, con quasi600 partecipanti, chiamato “Opera-zione Tarty”. Anche a Siracusa tra lasorpresa generale, un nido di tarta-ruga marina si e schiuso tra gli om-brelloni del lido Rivarella.

Se le tartarughine commuovonogli squali intimoriscono. Diverse lesegnalazioni a fine luglio nelloStretto di Messina, secondo gli e-sperti con il riscaldamento delle ac-que della stagione estiva sono in ge-nere numerosi gli esemplari che siavvicinano alle coste ioniche e tirre-niche. A metà luglio uno squalobianco di circa 5 metri è stato avvi-stato da una feluca in cerca di pescespada e un altro è stato segnalato daun gruppo di sub nel Siracusano.

Il muso baffuto e buffo di una rarafoca monaca è stato invece immor-talato da una delle sette fototrappo-le piazzate nelle grotte delle isole E-gadi dai ricercatori dell’Ispra e del-l’Ente Gestore dell’Area marina pro-tetta (Amp), in collaborazione con ilministero dell’Ambiente per moni-torare la presenza dell’animale nel-l’arcipelago.

Lo scorso gennaio la scoperta: lafoca, a rischio estinzione, era torna-to ma questa volta d'inverno, novitàassoluta per un animale che in quel-la stagione non si sposta. Altri avvi-stamenti c'erano stati nel 2011 e2013. Il ritorno della foca in Italia,dove è presente fra la costa sud del-la Sardegna e la Sicilia, è un eventounico. E’ l'animale più a raro e a ri-schio avvistato nelle nostre coste.L'avvistamento risale a gennaio male immagini sono state pubblicatesolo nei giorni scorsi per evitare ilrischio di persone che lo andasseroa cercare.

L’avvistamento di una foca mona-ca è un avvenimento raro e quindidi straordinaria importanza che ri-chiede comportamenti di grandesensibilità e rispetto. Per questomotivo l’Area marina protetta IsoleEgadi e l’Ispra rilanciano anche que-sta estate, in collaborazione con ilministero dell’Ambiente, l’iniziati-va “Foca monaca”: un appello a tuttii turisti ed ai naviganti che frequen-tano i nostri mari e le nostre coste incaso di avvistamenti; se si incontrauna foca, spegnere i motori dellebarche, lasciare che le foche si al-lontanino, non disturbare o inse-guirle, non cercare di avvicinarsi,

Schiusa di uova diCaretta Caretta a PortoPalo, a Menfi, tra lasorpresa e l’emozionedei bagnanti. Altri nidinella spiaggia diMontalbano. A Brucolifilmate le balene

Alla scopertadei tesorisommersiItinerari culturali subacquei in Sicilia«E non bisogna essere degli esperti sub»

MARZAMEMIRELITTO DELLE COLONNEL’itinerario è ubicato a circa mezzomiglio dalla costa del borgo marinaro diMarzamemi. I reperti, per lo più dicolonne semilavorate e blocchisquadrati che potevano essere utilizzatiper ricavare basi o capitelli, provengonodal carico trasportato da una nave diepoca romana e giacciono a 7 metri diprofondità. Del relitto e dei suoielementi lignei non è rimasto nulla

poiché la nave si è inabissata su unfondale roccioso che l’ha espostaall’azione dell’acqua marina che lo hacompletamente eroso. Attraverso lostudio dei frammenti di alcune anforeprovenienti dal mediterraneo orientale,si è potuto datare il relitto al III sec. d. C.Di origine orientale è anche il marmoproveniente dall’attuale isola diMarmara. Le colonne e i blocchi hannodimensioni variabili, in particolare unacolonna isolata rispetto al nucleo

principale del carico si presenta in tuttala sua maestosità con misureeccezionali, lunga 6,40 metri con undiametro di circa 185 cm contribuisce arendere estremamente spettacolarel’immersione. Molto suggestiva è lavisione di questi elementi architettoniciche emergono da un particolarefondale roccioso, circondato da grossicespugli di posidonia.L’immersione è facile e può essereeffettuata anche in snorkeling.

PANAREABASILUZZOQuesto itinerario si sviluppa a pochiminuti di navigazione da Panarea, sottolo spettacolare scenario dell'isola diBasiluzzo, ai piedi dell'insediamentodella colonia romana. La morfologia delfondale è caratterizzata nella porzioneovest da un imponente blocco rocciosoche sviluppandosi in direzione est fungeda parete naturale dell’impiantomurario sommerso. Seguendo la cima

guida che indica il percorso si giungealla base del costone caratterizzato dagrosse fratture oblique e ricco dimadrepore. Proseguendo in direzionesud, ad una profondità di 15 metri, si hala possibilità di planare sopra una concasabbiosa a tratti colonizzata da piccolibanchi di posidonia, fino a raggiungereil pianoro a 18 metri di profondità, dovesi possono intravedere alcune fumarolegassose. Seguendo la cima guida indirezione nord il fondale risale

raggiungendo a quota 6,70 metri diprofondità la struttura murariasommersa. Da qui si può penetrareall’interno del perimetro perapprezzare l’interconnessione tra lerocce naturali e le parti costruite che sielevano verso la superficie creandoun’affascinante atmosfera. Il percorsodi Basiluzzo si completa lungo il bassofondale prossimo alla battigia con lapossibilità di ammirare spugne,madrepore di vario tipo e ricci di mare.

TAORMINARELITTO DELLE COLONNERoma, a partire dal II sec. a.C., sitrova al centro di un enormeImpero Mediterraneo. In questoperiodo cresce verticalmente larichiesta di marmo provenientedalle cave dei territoriconquistati, soprattutto Grecia,Egitto e Asia Minore. In questocontesto la Sicilia, soprattuttoquella orientale, assume un ruolocentrale come scalo commercialedel traffico lapideo. Negli annisettanta, Gerhard Kapitänindividuò i resti del carico di unaNavis lapidaria (II sec. d. C.) allargo di Capo Taormina, il cuicarico è costituito da 37 colonne.

NOTORELITTO DELLE ANFOREIl sito si trova in mare aperto a 2miglia d Noto, su un fondale a 45metri di profondità, accessibileda sub esperti. I repertiprovengono dal naufragio di unanave che trasportava un carico dianfore vinarie databili tra la metàdel IV secolo a.C. e il primoquarto del III secolo a.C. Ladatazione è stata possibile dalmomento che frammenti dianfore simili a quelle qui ritrovatesono stati rinvenuti in scavi dinecropoli e città che in questoperiodo intrattenevano rapporticommerciali con Siracusa.

FILICUDICAPO GRAZIANOLa singolare conformazione delCapo Graziano di Filicudi haattirato verso di sé molteimbarcazioni che cercavanorifugio ma cheinaspettatamente siincagliavano in una secca. Perquesto nei fondali sono statiinfatti individuati negli anni 11relitti ad alta profondità databilidal V sec. a.C. al 1943 d.C. Ilpercorso scende incontrando acirca 30 metri un’ancora liticacon foro e probabili resti di unazavorra di nave con frammenticeramici sparsi a circa 30 metri.

MARETTIMORELITTO DEI CANNONIA Cala Spalmatore a nord di PuntaLibeccioè stato rinvenuto il relitto diuna nave da guerra del ‘700 adagiatosu un area di circa 1.500 m2 a 100metri dalla costa, ad una profonditàdi 15 metri. I reperti individuati nelsito sono ben nove cannoni corredatida palle ed altri elementi metallici. Ilfondale è caratterizzato da rocciacalcarea alternata a banchi sabbiosi e

ghiaiosi, presenta una pendenzalievissima dove tra le rocce e laposidonia si trovano adagiati i primisette cannoni, gli altri due si trovanosfalsati rispetto al primo gruppo dicirca 20 metri a ovest. Tra i cannoni sitrovano un lingotto plumbeovisibilmente decontestualizzato, unelemento triangolare metallico, conforo centrale e due ammassi ferrosiconcrezionati. A circa 50 metri aovest dal gruppo principale si trovano

un’ancora del tipo ammiragliato edun elemento, anch’esso fortementeconcrezionato, che potrebbe essereun ulteriore cannone. I cannoni sonoin ferro ed alcuni di essi parrebbero dimanifattura francese, anche se ciònon può essere stabilito con certezzaa causa della difficile lettura deglielementi identificativi.L’imbarcazione, probabilmente, eraun Brigantino pirata distrutto daun’esplosione.

«Per i nostri percorsiabbiamo scelto fondalimolto belli, così da renderel’esperienza ancora piùcompleta, sia dal punto divista archeologico sia daquello paesaggistico»

GIORGIO ROMEO

Dalle anfore puniche e greco-italiche di Pantelle-ria ai frammenti di oggetti ceramici (che vannodall’epopea ellenistica all’epoca tardo romana)di Marsala, passando per il relitto di una nave da

guerra del ‘700 adagiato ad una profondità di 15 metri aMarettimo (con i nove cannoni corredati di palle e altrielementi) e quello con le anfore vinarie del IV secolo a.Ca Noto, i nostri fondali riservano continue sorprese ecompongono un enorme museo che aspetta solo di esse-re visitato. Da alcuni anni tutto questo è fruibile grazieagli “Itinerari culturali subacquei in Sicilia” proposti dal-la Soprintendenza del Mare, risorsa preziosa per unanuova e sempre più integrata concezione del turismonella nostra isola.

«La divulgazione e la valorizzazione del patrimonioculturale sommerso – spiega il soprintendente del Maredella Regione Sicilia, prof. Sebastiano Tusa - sono statefin dall’inizio una delle nostre attività più sentite, pro-gettando ed attivando, tra le molteplici attività, i percor-si itinerari o parchi archeologici subacquei visitabili inlinea con i principi della Convenzione Unesco sulla pro-tezione del patrimonio culturale sommerso. L’iniziativasi basa sulla convinzione che la tutela del mare non puòprescindere dalla conoscenza e dalla sensibilizzazionenon solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma anche delpubblico più vasto». Oggi questi percorsi subacqueihanno raggiungono uno stato dell’arte piuttosto avan-zato, dimostrando come la sfida posta in questi anni dal-la soprintendenza sia stata vinta con un recupero attivodi un patrimonio sottomarino che, come sottolinea lostesso Tusa, è stato a lungo negletto e in balia di pochispeculatori.

Dalla depredazione al turismo subacqueoSvelare un segreto, aprire a tutti i siti archeologici finoravietati. L’istituzione degli itinerari subacquei in Siciliada parte della Soprintendenza ha rappresentato una ve-ra e propria scommessa, soprattutto sul fronte della tu-tela dei reperti. Il rischio, infatti, è stato quello di incor-rere in un fenomeno che in passato ha molto interessatoi nostri mari: quello della depredazione. «Per fortuna -racconta l’archeologo Philippe Tisseyre, responsabile dizona ad Acitrezza - il mondo della subacquea si è abba-stanza evoluto. Oggigiorno non c’è più la prassi di por-tarsi a casa i tesori di tutti, ma li si ammira in loco esat-tamente come si farebbe in un parco archeologico sullaterra ferma». Un risultato più che soddisfacente, ottenu-to anche grazie a un’intensa campagna di comunicazio-ne che ha coinvolto appassionati e scuole.

Non solo per i sub espertiContrariamente a quanto solitamente s’immagina, lafruizione di questi percorsi non è riservata solo ai sub in

possesso di brevetti avanzati. «Una delle cose più belleche abbiamo potuto costatare negli ultimi anni - conti-nua Tisseyre - è che, frequentemente, chi prende parte aqueste attività è un normale turista. Del resto la difficol-tà dei percorsi è molto variabile e alcuni di essi possonoessere affrontati anche in snorkeling».

È il caso del “Relitto delle colonne” ubicato a circamezzo miglio da Marzamemi. Si tratta di uno dei percor-si più suggestivi, in cui è possibile ammirare alcune co-lonne (tra cui una lunga oltre sei metri con un diametrodi circa 185cm) risalenti al III secolo d.C. adagiate su unfondale roccioso circondato da grossi cespugli di posi-donia.

«Per i nostri percorsi – continua l’archeologo – abbia-mo scelto zone con fondali molto belli, così da renderel’esperienza completa non solo dal punto di vista ar-cheologico, ma anche da quello paesaggistico».

Percorsi anche per non vedentiAd Aci Castello, all'interno dell'Area Marina Protetta “I-sole Ciclopi”, si trova il primo itinerario archeologico su-bacqueo tattile per normodotati e diversamente abili.

Nato dal sodalizio tra le archeologhe Teresa Saitta eTiziana Fisichella e la “Life Onlus” di Catania, sostenutoe patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, dall’Uni-versità di Catania e dall’Area Marina Protetta Isole Ciclo-pi, il “museo sottomarino” è costituito da otto frammen-ti di ancore romane in ferro (dal I sec. a.C fino al XV d.C.)e sette copie ceramiche (fedeli agli originali) di anforeromane inserite appositamente nel contesto. «L’itinera-rio - racconta Carmelo La Rocca, istruttore di subacqueaper disabili e titolare della Onlus “Life” (Life Improve-ment for Every Single Person) - rappresenta per un nonvedente un’esperienza unica nel suo genere. Del resto,rispetto ai portatori di altri tipi di disabilità, coloro che

non vedono non possono fare molto sott’acqua. La pre-senza dei reperti nei nostri fondali e la facilità dell’itine-rario (l’immersione è considerata facile in quanto rara-mente sono presenti correnti ndr) ha fatto sì che sicreasse un vero e proprio percorso tattile». I reperti sonostati quindi legati a una cima e il sub non vedente, guida-to da un istruttore, troverà lungo il tragitto anche alcunicartelli in braille con la spiegazione dettagliata di ciò chesta toccando. «Naturalmente - continua La Rocca - pri-ma di immergersi è previsto anche un briefing a terra, incui vengono spiegate le peculiarità del percorso e la sto-ria dei ritrovamenti».

Negli ultimi anni le richieste per questo singolare toursono state parecchie e a interessarsi sono stati turisti datutto il mondo, complice anche l’interessamento di“charity” come “Seable”, la startup londinese divenutavero e proprio punto di riferimento per il turismo perdisabili guidata dal figlio di Carmelo La Rocca, Damia-no.

I reperti e le nuove tecnologiePer tutti gli itinerari proposti dalla Soprintendenza sonostate realizzate delle guide subacquee plastificate e ac-canto ai reperti sono stati posti dei cartellini esplicativiimpermeabili. A fianco di questi, tuttavia, sono stati svi-luppati recentemente alcuni nuovi metodi di fruizione.Su alcuni ritrovamenti, infatti, sono stati applicati deimicrochip che, letti da un apposito tablet, consentono dimostrare ai sub un gran numero di informazioni, foto etesti. «Dal punto di vista del fruitore – ci racconta ancoraPhilippe Tisseyre – si tratta di un’esperienza analoga aquella che si potrebbe fare in un museo sulla terra fer-

ma, ma questa tecnologia può avere anche altre applica-zioni. Ad esempio, sul piano della salvaguardia, saràpossibile tracciare la posizione dei reperti riducendodrasticamente il rischio di depredazione».

Duplice funzione anche per i dispositivi che consento-no la visione dei tesori sommersi a distanza. «Laddovel’immersione risulta difficile – spiega il SoprintendenteTusa - abbiamo sperimentato sistemi di telecontrollo etelefruizione, ponendo alcune telecamere subacqueenei pressi di un relitto e rimandando il segnale a terramediante cavi e trasmissione via etere». È il caso di “CalaMinnola”, nell’isola di Levanzo, dove è possibile visitareun relitto di cui sono visibili due ceppi d’ancora in piom-bo, un tubo di sentina e circa 90 anfore del carico di una

nave romana. Il sistema di telecontrollo ne consente an-che la visita virtuale, con immagini in diretta, ai visitato-ri presso la Tonnara di Favignana. In modo analogo, ilsistema di telecamere installato nei fondali di Pantelle-ria permette l’osservazione dei reperti di “Cala Gadir”direttamente sul web, con la possibilità di manovrare letelecamere dal proprio computer.

Il relitto di Acitrezza e i nuovi itinerari«Quello recentemente scoperto ad Acitrezza – raccontaancora Tisseyre - è un relitto enorme, che contiene circa400 anfore. Visitarlo è un’emozione grandissima, ma bi-sogna scendere almeno a 65 metri di profondità, cosache non rende l’esperienza accessibile ai sub ricreativi.In ogni caso è in preparazione un itinerario destinato aisubacquei tecnici». Il relitto è attualmente in fase di stu-dio e lo stesso Tisseyre ha coordinato le operazioni dirilievo e di documentazione fotografica (è stata anchefatta una elaborazione dei dati in 3d a cura di Salvo Em-ma). Dalle prime analisi è emerso come il relitto presen-ti un cumulo di anfore di almeno cinque diverse tipolo-gie. «Almeno due tipi di anfore - spiega Emma - non sonostate finora documentate in un carico (anfore globularie di piccolo modulo). È prevista a breve una ricerca sugliimpasti per determinare il tipo di argilla e la localizza-zione delle fornaci di produzione».

Tra le ultime attività della Soprintendenza, infine, vi èanche la riattivazione dell’itinerario archeologico su-bacqueo nei fondali vicino Catania, in prossimità del li-do “Esagono”, dove anche i sub meno esperti avranno lapossibilità di ammirare diverse ancore e anfore su unfondale che va dai 15 ai 30 metri.

USTICAPUNTA FALCONIERAA pochi minuti di navigazione aest del porto di Cala Santa Maria,all’interno della zona C dell’AreaMarina Protetta, sotto laspettacolare falesia della Puntadella Falconiera si sviluppaquesto itinerario i cui reperti sonodistribuiti su un’area di circa 500metri quadrati e non distanti piùdi 20 metri l’uno dall’altro. Lamorfologia del fondale, nellaporzione nord del sito, ècaratterizzata da una pareterocciosa interrotta a circa 15metri di profondità, in direzioneest da una conca sabbiosa. Inquesta direzione, ad unaprofondità di circa 30 metri sipossono intravedere i primireperti: alcuni frammenticeramici e un’ancora di ferro aquattro marre. Continuando indirezione sud si può ammirare ungrosso frammento di reteincagliata tra le rocce.

INFOPer prendereparte agliitinerari ènecessariorivolgersia uno deidiving centerautorizzatidalla“Soprinten-denza delmare” dellaRegioneSicilia

PANTELLERIACALA TRAMONTANACala Tramontana e l’adiacente CalaLevante sono state utilizzate findall’antichità come ripari ed approdi.Dalle ricognizioni effettuate dal 2004sono state evidenziate varie emergenzearcheologiche per la probabilepresenza di almeno tre relitti riferibiliad un arco temporale variabile.All’interno di Cala Tramontana è statarecentemente trovata, oltre un

tesoretto di circa 4000 monetepuniche, una notevole quantità di selcerossa, grezza e lavorata, che faipotizzare la presenza di un quartorelitto ben più antico risalente a etàpreistorica. La boa di inizio percorso sipuò raggiungere da terra dal molo diCala Tramontana oppure dal mare,ormeggiando l’imbarcazioneall’apposito gavitello. L’itinerario hainizio a circa 8 metri di profondità suun fondale di posidonia oceanica che

digrada dolcemente verso un pianorosabbioso. A 18 metri di profondità siincontra il relitto di un modernopeschereccio oltre il quale sono visibili iprimi reperti archeologici: frammenti dianfore puniche, ancore litiche, unceppo di ancora in pietra, e frammentidi ceramica varia. Continuando sipossono incontrare anfore puniche,anfore greco-italiche, una macina litica,un’anfora di età imperiale ed un’ancoralitica a due fori.

non entrare in acqua. Soprattutto sel'animale fosse insieme ai cucciolinon cercare di avvicinarli, la focaspaventata potrebbe abbandonare ipiccoli.

Sono bellissime le immagini dif-fuse da Antonio Lundari che dallasua imbarcazione ha filmato due (oforse tre) balene di circa 15 metriciascuna che emergono dalle acquedi Brucoli, lungo la costa di FaroSanta Croce ad Augusta (Sr) a con-ferma che balene e capodogli nuo-tano nei nostri mari anche se è piùdifficile incrociarli. Al largo delleEolie, nello Stretto di Messina e so-prattutto nelle acque dellle Pelagie(tra febbraio e la primavera) talvol-ta è possibile ammirare i grandi ce-

tacei, ma gli avvistamenti non sonofrequenti. Più facile incontrare i del-fini soprattutto se si è a bordo di unanave, con un po’ di pazienza si puòvederli saltare tra le onde da poppa,un po’ più difficile se si è a bordo dipiccole imbarcazioni.

Nello scorso luglio numerosi av-vistamenti nel Canale di Sicilia, alleEolie, alle Egadi, al largo tra Cataniae Siracusa.

Ci sono alcune associazioni chesui occupano di studiare e tutelare icetacei, come Tethys che, assiemeall'Area Marina Protetta Isole Pela-gie e l'International Whaling Com-mission negli anni scorsi ha moni-torato la presenza di megattere allePelagie, e altre che propongono e-scursioni whale watching, comeDelphis. La biologa Jessica Alessi, ri-cercatrice sui cetacei all'Universitàdi Genova, ha fondato l'associazio-ne Me.ri.s. per studiare i cetacei chevivono nel mare agrigentino.