La Gazzetta dello Sport (05-14-2015)

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 giovedì 14 maggio 2015 anno 119 - numero 112 euro 1,40 9 771120 506000 50 5 1 4> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano A Madrid un eroico pari: 1-1 L’ottava finale è con Messi BIANCHIN, BOCCI, CENITI, CONDO’, DELLA VALLE, FROSIO, GRAZIANO, IARIA, RICCI, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAG. 2 A PAG. 13 E OGGI E’ ATTESA LA FIRMA DI DYBALA LAUDISA A PAGINA 11 L’EDITORIALE di Andrea Monti ALLEGRI, IL LIMITE È IL CIELO Tutto vero: la banda Allegri azzecca la partita perfetta, infilza il toro madrilista e va a Berlino a giocarsi la finale di Champions, ottava della sua storia, con il sogno del terzo successo. Vada come vada contro il Barcellona, ieri la Juve è partita per un viaggio stellare. E il dito di Buffon puntato verso l’infinito nella notte di Madrid indica la direzione. Il tuo limite, giovine Signora, è solo il cielo… L'ARTICOLO A PAGINA 23 23 CALABRESI, CRIVELLI, MARTUCCI, STOPPINI, VALENTI DA PAG. 36 A 40 TENNIS Roma, Fognini principe del Foro Battuto Dimitrov 36 IL NAPOLI CERCA UN GOL, LA VIOLA UN MIRACOLO CALAMAI, CECERE, MALFITANO, SARDELLI, ALLE PAGINE 16-17 Semifinali Europa League: Benitez parte dall’1-1 col Dnipro, Montella deve ribaltare il 3-0 di Siviglia Dimitrov battuto. Per punizione la Sharapova è uscita con un raccattapalle. IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi w PASINI, SALVINI ALLE PAGINE 42-43 PALLAVOLO Trento in trionfo: è il quarto scudetto Schiacciata Modena 42 SERVIZI DA PAGINA 26 A 33. COMMENTO A PAG. 23 È UN CONTADOR DA CAPO... GIRO MA ARU È LÌ Lo spagnolo in rosa sull’Abetone, ma il sardo lo batte in volata. Vince Polanc 26 FIESTA! JUVE DA IMPAZZIRE COL REAL. ORA TUTTI A BERLINO L’esultanza degli juventini dopo il gol di Morata che ha regalato la finale il 6 giugno col Barcellona IPP www.forst.it

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 giovedì 14 maggio 2015 anno 119 - numero 112 euro 1,40

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A Madrid un eroico pari: 1-1L’ottava finale è con MessiBIANCHIN, BOCCI, CENITI, CONDO’, DELLA VALLE, FROSIO, GRAZIANO, IARIA, RICCI, SCHIANCHI, VERNAZZA DA PAG. 2 A PAG. 13

E OGGIE’ ATTESALA FIRMADI DYBALALAUDISA A PAGINA 11

L’EDITORIALEdi Andrea Monti

ALLEGRI, IL LIMITE È IL CIELO Tutto vero: la banda Allegri azzeccala partita perfetta, infilza il toro madrilista e va a Berlino a giocarsi la finale di Champions, ottava della sua storia, con il sogno del terzo successo. Vada come vada contro il Barcellona, ieri la Juve è partita per un viaggio stellare. E il dito di Buffon puntato verso l’infinito nella notte di Madrid indica la direzione.Il tuo limite, giovine Signora, è solo il cielo… L'ARTICOLO A PAGINA 23

23

CALABRESI, CRIVELLI, MARTUCCI, STOPPINI, VALENTI DA PAG. 36 A 40

TENNISRoma, Fognini

principe del ForoBattuto Dimitrov

36

IL NAPOLI CERCA UN GOL, LA VIOLA UN MIRACOLO CALAMAI, CECERE, MALFITANO, SARDELLI, ALLE PAGINE 16-17

Semifinali Europa League: Benitez parte dall’1-1 col Dnipro, Montella deve ribaltare il 3-0 di SivigliaDimitrov battuto. Per punizione la

Sharapova è uscita con un raccattapalle.

IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchiw

PASINI, SALVINIALLE PAGINE 42-43

PALLAVOLOTrento in trionfo:

è il quarto scudettoSchiacciata Modena

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SERVIZI DA PAGINA 26 A 33. COMMENTO A PAG. 23

È UN CONTADORDA CAPO... GIROMA ARU È LÌ

Lo spagnoloin rosa sull’Abetone, ma il sardo lo batte in volata. Vince Polanc

26

FIESTA!JUVE DA IMPAZZIRE COL REAL. ORA TUTTI A BERLINO

L’esultanza degli

juventini dopo

il gol di Morata

che ha regalato

la finale

il 6 giugno col

Barcellona IPP

www.fo

rst.it

2

LA JUVE IN CHAMPIONS LEAGUE NEGLI ULTIMI 10 ANNI IL BILANCIO TOTALECAMPIONE

FINALESEMIFINALE

QUARTIOTTAVIGIRONI

2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-152005-06Stagioni

LEGENDA

2006-07 2007-08 2008-09

Arsenal

eliminata da

BayernChelseaNon disputa

Coppe europee

Giocal’Europa League

le partecipazioni*15

gare giocate148

vittorie

pareggi

sconfitte70

37

41

Paolo CondòINVIATO A MADRID

L a parola fine la scrive il campione più cam-pione di tutti i campioni convenuti in que-sto luogo magico. E’ il minuto 47 della ri-

presa quando Carvajal penetra l’area da destra,sfruttando una delle rare smagliature di una di-fesa bianconera ormai esausta. Allora Gigi Buf-fon, che è più distante dal pallone dell’avversa-rio in maglia bianca, scatta come una molla al-largando le braccia come se volesse dispiegareil mantello da supereroe, si getta in scivolatasulla sfera per accartocciarsi su di lei con lagrinta di una belva e la cura di un papà. Car-vajal, che gli arriva addosso, quasi gli chiedescusa, ed è il segnale definitivo della resa. LaJuve va in finale, e del favoloso Barcellona diMessi, Neymar e Suarez comincerà a preoccu-parsi da domani: questo è il momento del trion-fo per un traguardo impensabile a inizio stagio-ne, e i quattromila lassù a destra - che mentrescriviamo stanno ancora cantando - potrannoraccontarlo ai nipotini.

LA CHIAVE E’ venuta fuori una partita strana,sbagliata dal Real nel dosaggio delle energieesattamente come tre anni fa col Bayern: mez-z’ora di fuoco nel primo tempo, con frequentifuori giri che l’afa da micro-onde rende costosis-simi, ma un solo gol di margine, frutto di un ri-gore esatto quanto evitabile di Chiellini su Bale.Così, quando la Juve rimette il naso fuori a inizioripresa, si accorge di aver attraversato un fortu-nale che ha fatto molti danni (13 tiri a 1 nel pri-mo tempo), ma tutto sommato nessuna vittima.E bastano un paio di discese per scoprire chemolti avversari hanno la lingua di fuori. I gioca-tori si guardano in faccia l’un altro, e anche dallatribuna si percepisce un rovesciamento dei ruolinel campo della paura: molto meglio non avereniente da perdere, in certe serate e in certi stadi.

REAL SOPRA RITMO Ma andiamo con ordine,perché in avvio di serata a poter perdere qualco-sa era appunto la Juve. Retto bene l’impatto delBernabeu nei primi 15’, culminati nel violentodestro dalla distanza di Vidal deviato da Casil-las, la Juve gode di un Real intimidito dalla suastessa formazione, così offensiva da rasentare

Un gol di Moratagela il Bernabeu

Juve in finalecontro Messi

ChampionsRRitorno semifinali

E’ Realtà!

L’ANALISII NUMERI DELLE ULTIME STAGIONI

3GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LE SFIDE ITALIA-SPAGNA IN CHAMPIONSI GOL LE ITALIANE IN CHAMPIONS NELLE ULTIME 10 STAGIONICAMPIONE

FINALESEMIFINALE

QUARTIOTTAVIGIRONI

2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-152005-06

Milan InterMilan

Stagioni 2006-07 2007-08 2008-09

20*esclusa la vecchia

Coppa dei Campioni

gare giocate108

3046

32

vittorie squadre italiane

pareggi

vittorie squadre spagnoleFATTI231

SUBITI149

sfide a eliminazione direttacon 9 qualificazioni Italia, comprendentipreliminari, finali e semifinali in gara unica

Inter

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Napo

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Juve

Juve

Napo

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Lazio

6’ Real subito in pressione Benzema si libera in area di Lichtsteinerma poi calcia altissimo con il sinistro.

11’ Il compasso di Ronaldo CR7 conta i passi su punizione e si sistema a compasso: parte un destro che scende improvvisamente,Buffon deve toccare sopra la traversa.

14’ Scintilla Juve Tevez va in break centrale e serve Vidal, che dai 20metri ci prova di sinistro: Casillas deve allungarsi a deviare.

20’ Bale da casa Si accende Bale: sinistro di lontano, Buffon inangolo.

23’ CR7 di rigore James penetra, Chiellini gli dà un calcetto: rigore.Ronaldo non perdona: 1-0.

29’ Cristiano troppo cristiano Contropiede Real, Ronaldo si beveLichtsteiner ma invece di calciare cerca l’assist e l’azione sfuma.

12’ Diamante Morata Sugli sviluppi di una punizione, Vidal rimette ilpallone in area, Pogba di testa riesce a servire Morata, che controlla espara in rete con il sinistro (foto LAPRESSE). È il gol qualificazione.

18’ Sciagurato Bale James con il tacco manda Marcelo sul fondo,cross sul primo palo dove Bale incredibilmente appoggia a lato.

23’ James calcia, Buffon guarda Il colombiano riceve al limite dell’area e da fermo spara di sinistro: palla appena sopra l’incrocio conBuffon immobile.

25’ Chance Marchisio Vidal mette Marchisio davanti alla porta,Casillas gli chiude lo specchio.

43’ Pogba perdona Altra chance per chiuderla prima: Llorente perPogba, destro sulle mani aperte di Casillas.

JUVENTUSREAL MADRID

1 1

PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

PRIMO TEMPO 1-0MARCATORI C. Ronaldo (RM) su rigore al 23’ p.t.; Morata (J) all’11’ s.t.

ARBITRO Eriksson (Svezia) NOTE spettatori 78.153. Tiri in porta 7-4. Tiri fuori 13-1. Angoli 8-5. In fuorigioco 1-4. Recuperi p.t. 1’, s.t. 4’.

REAL MADRID (4-3-3) Casillas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Isco, Kroos, J. Rodriguez; Bale, Benzema (dal 22’ s.t. 14 Hernandez), C.Ronaldo.ALLENATORE AncelottiPANCHINA Navas, Arbeloa, Pepe, Coentrao, Illarramendi, Jesé.CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessunoAMMONITI Isco per gioco scorretto, J. Rodriguez per simulazione

JUVENTUS (4-3-1-2)Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo (dal 34’ s.t. Barzagli), Pogba (dal 44’ s.t. Pereyra); Vidal; Morata (dal 39’ s.t. Llorente), Tevez.ALLENATORE AllegriPANCHINA Storari, Sturaro, Padoin, Coman.CAMBI DI SISTEMA dal 34’ s.t. 3-5-2.ESPULSI nessuno. AMMONITI Tevez per gioco scorretto, Lichtsteiner per comportamento non regolamentare

LA MOVIOLAdi FRANCESCOCENITI

CHIELLINISU RODRIGUEZ:OK IL RIGORE

Eriksson dà alla semifinale la sua impronta: i contatti devono essere importanti per meritare il fischio. All’11’ punizione per il Real: rischia Vidal in barriera, devia il tiro di Ronaldo col gomito largo, poteva esserci una punizione bis dal limite più il giallo al cileno. Subito dopo lancio di Pirlo, chiamato fuorigioco a Morata: c’è. Al 22’ il rigore per il Real: intervento ingenuo e imprudente di Chiellini su Rodriguez, colpito da dietro su polpaccio e ginocchio in modo evidente. Eriksson è a due passi e indica il dischetto. Al 28’ protesta Pogba per una lieve trattenuta di Carvajal in area: troppo poco per un rigore. Al 44’ ancora Rodriguez: finisce a terra dopo un contatto con Vidal (allunga il braccio senza motivo). L’arbitro ammonisce il giocatore del Real per simulazione: scelta severa, più giusto lasciar correre senza cartellino. Nella ripresa arriva il pari della Juve: nasce da una punizione di Pirlo (bravo l’assistente a segnalare il fallo di Ramos) e un’uscita di Casillas che non subisce carica da Chiellini. Poi Pogba evita l’offside e innesca Morata. Al 28’ altra protesta degli spagnoli: cross di Marcelo, corpo a corpo tra Evra ed Hernandez a pochi passi da Buffon. Duello ruvido, ma regolare. Per il resto, a parte le sbavature su un paio d’angoli regalati al Real, sono corretti i gialli a Isco, Tevez e Lichtsteiner (perdita di tempo).

Il fallo di Chiellini su Rodriguez: ok il rigore per il Real LAPRESSE

l’autocombustione. Ancelotti organizza dei tur-ni - manca solo la coda con i numerini - per an-dare a pizzicare Buffon, in modo da non conce-dere troppo campo alle ripartenze bianconere.Troppo bello per essere vero a lungo, però; alloscoccare del quarto d’ora Marcelo salpa in mareaperto trascinandosi dietro Carvajal dall’altraparte, e Kroos resta l’unica sentinella in mezzoal campo prima dei due centrali. La Juve arretradi botto perché l’unico ad aggredire in mezzoresta Vidal: Marchisio soffre gli attacchi di Mar-celo, Pogba pare svagato, Tevez non si fa vedere,Pirlo viene sorvolato dalla velocità della mano-

vra madridista. L’aumento repentino del ritmofa emergere il palleggio superiore del Madrid,sempre verticale alla ricerca del taglio assassi-no. Il rigore, trasformato da Ronaldo in uno deirari segni di vita di questa sua doppia semifinale(pur avendo segnato i due gol del Madrid), vie-ne annunciato da un tracciante di Bale sul qualeBuffon si esalta, e seguito da venti minuti che ladifesa bianconera non dimenticherà: Buffon èancora super su Benzema, che giustamente An-celotti rischia dal 1’, visto che è il suo attaccantepiù intelligente, e in un paio di mischie da cor-ner. Ma la Juve non esce praticamente mai, se-dotta e ipnotizzata dalla tecnica in velocità delpalleggio avversario. Ma Buffon e gli stopper pa-rano tutto, e a un certo punto pare di essere den-tro a un Rocky, quando l’allenatore gridava aStallone «non fa male!» a ogni pugno preso, equello lo ripeteva a voce ancora più alta incu-rante dell’assedio di Apollo Creed (o era IvanDrago?).

LA SVOLTA Il tempo di pensare che il calcio al-l’italiana 2.0 di Allegri haraggiunto con la semifinale ilsuo traguardo massimo, e lapartita cambia sull’onda deltravaso di energie: quellebianconere salgono, quellemadridiste scemano, e labuona stella di Max si vededal tempo che ci mette la Ju-ve a capitalizzare lo spreadrovesciato. Quasi nulla, Mo-rata sfrutta un valzer difensi-vo di Varane e Ramos per farscendere la palla ricevuta daPogba al punto giusto di bat-tuta: non esulta esterior-mente, ma nell’intimo de-v’esserci il sabato del villag-gio. Di lì in poi il copione èscritto (e blindato da Allegricol passaggio a cinque in di-fesa), il Real insegue il goldei supplementari attraversoun paio di schemi basic - gliinserimenti sulle fasce diMarcelo e James - che perònon trovano mai il colpo con-

clusivo (Bale ne sbaglia parecchi), mentre il con-tropiede della Juve costruisce due palle-gol enor-mi: ma nell’uno contro uno sia Marchisio che Po-gba non riescono ad avere la meglio su Casillas. Ilfischio finale di Eriksson arriva con Tevez e Llo-rente che stanno facendo passare il tempo nei pressi del corner avversario, e gli juventini quasinon ci credono. Poi vedono Ronaldo e James crol-lare in ginocchio disperati, e allora si abbraccia-no piangendo, stretti attorno al grande Buffon.Hanno attraversato l’inferno, e ne sono usciti colnavigatore impostato su Berlino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1Buona partenza dei bianconeri, ma il rigore di Ronaldo mette i brividi. Non brillano Pirlo e Tevez. Ci pensa l’ex Real a fare 1-1e a riportare a Berlino un grande Buffon

Partita finita al Bernabeu, c’è tempo solo per la festa. E il gruppo dei campioni d’Italia va sotto lo spazio occupato dai 4.000 tifosi bianconeri arrivati a Madrid PEGASO

GDS

OlympiastadionCapienza: 70.500 spettatori Inaugurazione: 1 agosto 1936

SEMIFINALI

FINALEBERLINO, 6 giugno

BARCELLONAJUVENTUS

JUVENTUS Real Madrid2 - 1

1 - 1

Barcellona Bayern 3 - 0

2 - 3

L’ULTIMO ATTO

4 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Straperde il derby degli allenatori con Allegri. Questo Real sembra un’accozzaglia di grandi giocatori (alcuni lo sono sul serio, altri meno). Disequilibri difensivi e pensieri deboli a centrocampo, questi i problemi

IL TECNICOANCELOTTI

� PARATE 3 � RINVII 6� PRESE ALTE 1

La prova vivente e (parante) che la Juve ha meritato il pari e la qualificazione: interventi decisivi su Vidal, Marchisio e Pogba. Tre momenti da «Iper» Casillas, dedicati a chi lo fischia e a chi lo critica.

BALE DELUDECR7 È SOLOBENZEMAGENEROSO

7

� TIRI 7 � CROSS 1� SPONDE 4

Mister cento milioni di euro si è deprezzato, oggi come oggi faticheremmo a sborsarne dieci. Non vede e non sente più la porta, come dimostrano gli errori. Il recente infortunio è un’attenuante molto generica.

LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA

REAL MADRID

5

ERIKSSON Al riparo dai soliti sospetti (è multimilionario...), lascia giocare e fischia solo quando lo ritiene necessario. Come sul rigore dato al Real, provocato dall’entrata ingenua di Chiellini: sembra poca cosa in diretta, ma il replay gli dà ragione. Non interviene su Pogba e Hernandez: coerente

KLASENIUS 6 WÄRNMARK 6,5

MARTIN STRÖMBERGSSON 6MARKUS STRÖMBERGSSON 6

IL MIGLIORECASILLAS

IL PEGGIOREBALE

MARCELOLa solita trafficata «avenida», dove c’è Marcelo c’è flusso di palloni e di avversari (nel bene e nel male). È difficile valutarlo: a volte il brasiliano pare padrone del ruolo, in altre soffre di amnesie pazzesche. Data l’eliminazione, propendiamo per il bicchiere mezzo vuoto.

5,5

� CROSS 8� DRIBBLING 4� PASSAGGI 64

CARVAJALLa difesa non è il reparto forte del Real, anche se il Carvajal di ieri sera non è stato neppure tra i peggiori. Spingente per un tempo (il primo) e sperso per l’altro, quando il Real attaccava alla rinfusa, nella speranza che i tre davanti azzeccassero il colpo. Forse Carvajal non è daReal. Tutto qua.

5,5

� CROSS 5� RECUPERI 10� PASSAGGI 55

ISCONulla da dire sul giocatore, che è forte e continuo. Molto da ridire sull’interpretazione tattica. Come altri compagni, sembra scollegato dalla squadra. A suo modo la dimostrazione che non basta sommare forti individualità e personalità per comporre una formazione forte.

5,5

� TIRI 1� CROSS 7� PASSAGGI 45

BENZEMAAll’andata Real senza «benza» perché senza Benzema. Qui è un’altra storia. Il francese è centravanti vero e consente l’allargamento di Bale e Ronaldo.Per un tempo il tridente blanco fa impressione e a Benzema manca giusto il gol. Meglio così. Sostituito per esaurimento di energie.

6,5

� TIRI 2� SPONDE 3� PASSAGGI 15

SERGIO RAMOSRimesso davanti a Casillas, nel suoalveo naturale, non combina i disastri dell’andata, quando Ancelotti lo piazzò in mediana. Ciò non toglie che il Madrid abbia concesso quattro-cinque situazioni gol alla Juve e che in certi frangenti i quattro dietro si siano aperti come cozze.

6

� LANCI 13� RECUPERI 6� PASSAGGI 51

KROOSSe non ci fosse lui, gli avversari tratterebbero il Real come un’autostrada sgombra a 4 corsie. Il solo a garantire filtro e a tentare un minimo di assemblaggio. Forse ha responsabilità in certe situazioni, ma fare a meno della sua attitudine al sacrificio non si può.

6

� TIRI 3� LANCI 13� PASSAGGI 65

RONALDOIl gol facile all’andata, il rigore al ritorno. Sembra che abbia perso il gusto per le giocate impossibili, anche se un suo tiro sull’esterno nel primo tempo è stata roba d’alta scuola. Cristiano forse oppresso dalla solitudine del fuoriclasse: senza un’idea forte di gioco è dura per chiunque.

6

� TIRI 2� SPONDE 5� PASSAGGI 25

VARANECristiano Ronaldo se la piglia con lui per l’1-1 di Morata, anche se nell’occasione non tutte le colpeci sembrano sue. Ha fisico, ma ci pare che fatichi a trovare la giusta posizione e che scarichi un po’ troppi palloni all’indietro. Restiamo convinti che in giro ci sia di meglio.

5,5

� LANCI 4� RECUPERI 1� PASSAGGI 24

J. RODRIGUEZGiovane e astuto: Chiellini è un pollo, ma James «massimizza» il contatto, cade con enfasi e si piglia il rigore. Più avanti l’arbitro non abbocca e lo ammonisce per simulazione. È bravo, diventerà un grandissimo e forse ha frequentato l’accademia d’arte drammatica.

6

� TIRI 0� CROSS 5� PASSAGGI 55

HERNANDEZIl «Chicharito» per Benzema, un cambio per nulla in linea con la struttura galattica del Real,e se ne è avuta conferma in questa semifinale di Champions. Ancelotti gli ha concesso un po’ di spazio sia all’andata sia al ritorno, ma di lui non si è accorto nessuno. «Chicharito» già bollito?

5

� TIRI 0� RECUPERI 1� PASSAGGI 27

Bravo è l’allenatore che annullale distanze tecniche. Non c’è dubbio che tecnicamente parlando il Real sia superiore alla Juve, eppure nelle due partite non si è notato. Allegri ha «europeizzato» la Juventus.

IL TECNICOALLEGRI

� TIRI 2 � RECUPERI 8� CROSS 4

È il più duro, quello che in avvio, assieme a Buffon, meno si impressiona. Suo il primo, e a lungo unico, tiro juventino. Suo un salvataggio su Isco. Ovunque e comunque. «Livin’ la Vidal loca» (cit.)

EVRA METTEA TACERE BALEE CARLITOSSI SACRIFICA

8

8

� LANCI 1 � RECUPERI 2� PASSAGGI 46

Come un elefante in un negoziodi cristalli. Sei al Bernabeu e ti avventi su James in area: non puoi pensare di farla franca. Ma piano piano si ripiglia, si resetta: in una serata così il 6 non si nega a nessuno.

BUFFONParate, paratone,paratine. Tutto il campionario in una notte. A lungo è lui a sorreggere la Juve. Anzi, diciamola tutta: se non ci fossero lui e Vidal, la Juve nel primo tempo farebbe naufragio anticipato e buonanotte ai suonatori. San Gigi non smette ancora di fare prodigi.

8

� PARATE 4� RINVII 17� PRESE ALTE 5

JUVENTUS

8

IL MIGLIOREVIDAL

IL PEGGIORECHIELLINI

EVRAGiocatori così sono cruciali in serate simili. Perché hanno già disputato un sacco di partite del genere e in memoria hanno un file per ogni situazione. Evra si misura con Bale e lo fa con grande sapienza, non gli dà quasi mai modo di puntarlo e sprintarlo. Evviva Evra, alla faccia dell’età.

7

� CROSS 2� RECUPERI 4� PASSAGGI 21

LICHTSTEINERReal col tridente e così gli tocca in sorte Cristiano Ronaldo, che va a scaricare il suo talento sul fianco destro della Signora. Diciamo che per 45 minuti si nota una certa differenza, ma nella ripresa lo svizzero subisce meno il fascino e l’ipnosi di CR7. Lich-sta (in piedi, senza scivoloni).

6,5

� DRIBBLING 4� RECUPERI 6� PASSAGGI 32

MARCHISIOD’accordo, ha avuto sui piedi la palla del k.o. e si è fatto ammaliare da Casillas, ma non fermatevi al particolare, guardate al generale. Scoprirete che Marchisio ha giocato 90 minutidi sostanza e che ha messo il silenziatore a gente con piedi di molto superiori ai suoi.

7

� TIRI 2� RECUPERI 3� PASSAGGI 35

TEVEZDiciamo che viene molto utile nel finale, quando bisogna tenere su palloni per far rifiatare e risalire la squadra. Il vero Apache però qui non si è visto. Mai al tiro, mai pericoloso. Si è sacrificato e ha lottato. Forse ha riservato il meglio di sé per la finale contro Messi e i suoi compari.

6,5

� TIRI 0� RECUPERI 3� DRIBBLING 3

BONUCCICalmo e riflessivo,consapevole di essere a un passaggio cruciale, sta attento a non commettere «bonucciate». Compensatore dell’irruenza di Chiellini, si focalizza su Benzema e dà uno sguardo ai lati. Prestazione non scintillante, ma importante, perché votata al bene comune.

7

� LANCI 2� RECUPERI 6� PASSAGGI 29

PIRLOQuando esce, il Bernabeu lo ricopre di applausi: il tributo che lo storico stadio riserva ai fuoriclasse. Il fatto è che da qualche tempo Pirlo non è più il vero Pirlo perché viaggia in differita di corsa e di pensiero. Fa valere l’esperienza di chi ha calcato e calciato.

6,5

� LANCI 4� RECUPERI 8� PASSAGGI 38

MORATAChi è il grande attaccante? Colui il quale, nel quadro di una partita difensiva della squadra, capitalizza l’unicapalla gol che gli i compagni gli recapitano. Morata freddo e implacabile nel momento in cui serve. Due gol in due partite con la sua ex squadra: che rosicamento per il Real.

7,5

� TIRI 2� CROSS 1� PASSAGGI 15

POGBACome cervo che sta guarendo da ferita, Pogba trotta, ma non galoppa. Sbaglia qualche passaggio di troppo e molti ne maledicono l’impiego dal 1’. Fino all’attimo del pareggio, quando tiene vivo il pallone e di testa imbocca Morata. Il momento del fuoriclasse.Pog-sa...

6,5

� SPONDE 3� LANCI 3� PASSAGGI 35

BARZAGLIDifesa a quattro dall’inizio e a tre verso la fine, quando c’è da proteggere il tesoretto. Allegri ripropone al Bernabeu lo schema già collaudato allo Stadium e Barzagli esegue, va a puntellare Bonucci e Chiellini, a evitare che cadano nell’errore agli sgoccioli.

6,5

� LANCI 0� RECUPERI 0� PASSAGGI 0

4,5

5 6

6,5

TRA CONTI E CALENDARIO

Campagna europea da record: 100 milioni di entrate1Con la Juventus a Berlino il 6 giugnola finale di Coppa Italia contro la Lazioa Roma è anticipata a mercoledì 20 maggio

Marco Iariatwitter@marcoiaria1

U na campagna trionfale,una campagna da 100milioni di euro. Avete

sentito bene: 100 milioni. Èquanto la Juve si è assicuratagaloppando in Champions finoalla finale di Berlino. L’ammon-tare tiene conto dei bonus Uefa(30,9 milioni), del market pool,cioè la quota spettante dai dirit-ti (49,4 milioni) e degli incassi

al botteghino: a quelli casalin-ghi registrati sino alle semifina-li (14,6 milioni) si sommerà laquota (30%) dei proventi da bi-glietteria della finale organiz-zata dall’Uefa, che si può stima-re in 3,7 milioni. Il totale sfiora,appunto, i 100 milioni. Gli 80,3milioni di premi rappresentanoun record per la competizione:mai nessun club aveva incassa-to così tanto. La Juve è statabrava e fortunata: brava peraver raggiunto la finale, fortu-nata perché si è divisa solo con

la Roma la torta italiana delmarket pool. Questa pioggia didenaro farà schizzare il fattura-to a livelli mai visti, sui 315-320milioni (erano 280 l’anno scor-so). E non abbiamo consideratoi bonus dei contratti di sponsor-ship. Se poi la Juve vincerà laChampions i 6,5 milioni di pre-mio Uefa che spettano alla fina-lista perdente saliranno a 10,5,col conseguente gettone dellaSupercoppa europea (3 o 4 mi-lioni).

CALENDARIO Con la Juve incampo il 6 giugno per la Cham-pions, in Lega è già scattato ilpiano B per la finale di CoppaItalia a Roma contro la Lazio,originariamente prevista per il

7 giugno. Si giocherà il 20 mag-gio, sempre alle 20.45 all’Olim-pico. Quindi incastrata nellavolata finale del campionato.Diversamente non era possibilefare visto che la Serie A terminail 31 maggio. Quindi, se la squa-dra di Allegri ha già festeggiatolo scudetto, quella di Pioli do-vrà pensare all’atto conclusivodella Coppa Italia con la mentegià assorbita dagli impegni cru-ciali di campionato in otticaqualificazione alla Champions.In particolare, la sfida con laJuve cadrà quattro giorni pri-ma del derby: la Lazio potrebbechiedere di posticiparlo a lune-dì 25. Ma come la mettiamocon l’ordine pubblico?

© RIPRODUZIONE RISERVATAIl presidente Andrea Agnelli, 39 anni, e l’a.d. Beppe Marotta, 58 ANSA

ChampionsRRitorno semifinali

LLORENTEPochi minuti, ma significativi. Allegri gli chiede di fungere da pilone, di tenere su la squadra per quanto gli è possibile. Llorente esegue ilcompito, appena può difende palla e l’appoggia al compagno in risalita. Non gli capita l’occasione, ma forse era previsto che non gli capitasse.

s.v.

� SPONDE 2� RECUPERI 1� PASSAGGI 5

PEREYRAVedere alla voce Llorente. Si segnala per come mantiene viva una palla in alto a destra e per come esce da una situazioneintricata in basso a destra, nella sua area. Uno scampolo di gara, non possiamo dargli il voto, ma se potessimo sarebbe una abbondante sufficienza.

s.v.

� DRIBBLING 1� RECUPERI 1� PASSAGGI 1

5GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

4i gol di Morata in questa Champions, tutti pesantissimi: andata e ritorno con il Borussia, andata e ritorno col Real

IN EUROPA

LA SUA PARTITANEL SUO VECCHIO STADIO

1Alvaro Morata non ha numeri esagerati ma la sua partita va oltre le cifre. Ha ricevuto palloni da tuttala squadra, li ha difesi, ha fatto salire i compagni, ha spesso preso fallo: guardare il grafico dei duelliaerei per capire. Poi il dato dei numeri 9: un tiro in porta, un gol. Quando contava, Morata c’era (AP)

TOCCHI PER ZONA

I PUNTI DA CUI HA TIRATOIN PORTA

I DUELLI AEREI

PASSAGGI RICEVUTIIl colore è più intenso nelle zone in cuici sono stati più tocchi di palla

GOL

33

26

6

2310

1

IL GOL9

PASSAGGI

LANCI

21

1

CONTRASTI VINTI1

PALLE RECUPERATE2

FALLI SUBITI

FUORIGIOCO3

3

CROSS1

15

7

4

3

2

2

2

2

2ATTACCO

26

10

33

23

6

Lichtsteiner

Tevez

Evra

Vidal

Pogba

RESPINTO FALLI GUADAGNATI PERSI JUVENTUS REAL MADRID

POSITIVI 6NEGATIVI

Bale

Benzema

Kroos

Morata

Vidal

Marchisio

Sergio Ramos

Ronaldo

CLASSIFICA TIRI I DATI DI MORATA

150%

150%

POSITIVI NEGATIVI

DRIBBLING

2

11221

221

1311

1121

21121

1111

MINUTI GIOCATI

84’

GAZZETTA

fIL PERSONAGGIOMORATA Alvaro, non solo rispetto

«Che festa in spogliatoio!»1Non ha esultato come a Torino, ma poi si è scatenato. Marotta: «Vogliamotogliere il diritto di ricompra»

Alessandra BocciINVIATA A MADRID

L o spirito allegro era statoevocato già dopo la partitadi andata. Gli ex non porta-

no fortuna al Real Madrid e i gio-catori prestati ancora meno. Ter-remotato da Huntelaar nell’ottavodi finale con lo Schalke 04, colpitoda Alvaro Morata a Torino nellaprima semifinale, il Madrid si è ri-cordato improvvisamente dellalunga serie di ex giocatori cheavevano picconato la Casa Blan-ca, da Zamorano in poi, e ha ri-pensato con un leggero brivido aMorientes, che da prestato al Mo-naco lo eliminò dalla ChampionsLeague segnando sia all’andatache al ritorno e esultando selvag-giamente, cosa che il tenero Alva-ro non ha fatto neppure ieri. Maquanto fosse felice il ragazzo cre-sciuto nel mito di Raul è compren-sibile anche senza scene da pazzo.Il padre Alfonso lo aveva detto: «E’concentrato, non avrà paura delBernabeu, d’altra parte in questostadio qualche mese fa ottantami-la spettatori invocavano il suo no-me». Alvaro Morata era sicuro dipotercela fare: tornare a casa, fareil suo lavoro, dimostrare la cresci-ta di questi mesi torinesi. Suo pa-dre era ancora più sicuro. Agliamici ieri pomeriggio ha raccon-tato di avere già in tasca il bigliet-to per Berlino.

TENTATIVI C’è un giorno che se-gna l’inizio di questa storia e diquesto viaggio verso Berlino. Il 19luglio la Juve annuncia di avereingaggiato Alvaro Morata. Quelloche la gente non sa, e che i giorna-li spagnoli scriveranno molti mesidopo, è che i dirigenti del Madridal momento della firma dell’ac-cordo per il prestito con diritto diricompra (nel 2016, diritto che ie-ri Marotta ha detto chiaramentedi «voler togliere») aveva provatoa convincere la Juve a inserire lacosiddetta Clausola del Miedo, ov-vero della paura, come è definita

in Spagna, che impedisce al clubche prende il giocatore in prestitodi schierarlo contro la squadra diorigine. E’ una regola non accetta-ta dalla Uefa, e alla fine, vero o noche sia l’episodio, nulla ha impe-dito ad Allegri di schierare Alvaroe mostrarlo ai suoi antichi tifosi nello splendore della crescita.Aiutato da Pogba, un altro che aMadrid seguono con occhi prensi-li, ha rimesso la squadra sulla via

di Berlino, dove nessuno all’iniziodella stagione avrebbe neppurepensato di arrivare, ma doveadesso, secondo il comando giàimpartito dal capo Buffon, nessu-no vorrà andare a fare il turista.

NUMERI 19, il giorno del contrat-to del match-winner, perché tale èstato Morata nei 180 minuti di se-mifinale. 4, i gol di Morata in un-dici partite di Champions. 57, il

minuto magico: tre degli ultimiquattro gol della Juve in Cham-pions sono arrivati al 12’ della ri-presa. E pensare che tutto sem-brava poter finire con il rigore diRonaldo, il Real che procedeva aondate, la Juve che sembrava or-mai spremuta dopo i tanti chilo-metri accumulati nelle gambe inquesti mesi. Ronaldo segna al 23’,Morata risponde al 57’: tutto som-mato la Juve è stata fuori dalla

Champions per un periodo brevis-simo. La strada però è stata lunga,Allegri alla vigilia sembrava rilas-sato ma sentiva crescere la pres-sione, e figurarsi se non la sentivaMorata, lo spiritello che ha scom-binato i piani del Real. La fiducianella remuntada (minima, visto ilpunteggio di Torino) e nella fina-le, a Madrid era fitta e pesante co-me l’aria calda. Sembrava unapratica banale, rimontare un gola una italiana che non vedeva lafinale da 12 anni. Poi è tornatoMorata. Un fantasma educato,mica uno di quelli che trascinanocatene rumorose nei vecchi ca-stelli e spaventano la gente. Gli èbastato fare gol, senza urlare. «Sono molto contento, ringrazio itifosi allo stadio, daremo tuttoper vincere la finale. Sarà difficilema se continuiamo a lavorare cosìpenso che possiamo farlo».

VOCI E in fondo alla serata anchelo spiritello leggero si è lasciatoandare e ha confessato di avercantato nello spogliatoio con icompagni. Poi, su Twitter, ha rin-graziato Llorente «per tutto l’aiu-to»: elegante. Alla fine lo hannofischiato, ma Morata sorvola. «Ionon ho esultato, ho fatto soltantoil mio lavoro da giocatore dellaJuve e nello spogliatoio ho festeg-giato anch’io. Dedico gol e qualifi-cazione alla mia famiglia, alla miaragazza, ai miei amici e al mioprocuratore. Lo scorsa estate èstata dura». Poi capita di trasfor-marsi in uno spirito allegro, scom-binare le trame e scoprire checambiare vita non è poi tantobrutto.

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Moratazo!� Il sito di Marca ha sceltoil titolo «Moratazo». Dice tutto,come «Maracanazo» nel ‘50.

6 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

POSSESSO PALLA

54,2% 45,8% 86,6% 79,2%

JUVENTUSREAL MADRID

8 6

117

FALLICOMMESSI

25

12

CONTRASTI

146

122

PALLEPERSE

45

TIRI NELLO SPECCHIO

PASSAGGI RIUSCITI

507 437ANGOLI PASSAGGI EFFETTUATIALTO 55,7 metriBARICENTRO MOLTO BASSO 42,6 metriBARICENTRO

9

12

10

21

15

23 11

874

119

3

21

26

89

33

1023

6

fLA PARTITA AI RAGGI X

Morde, ruba, imposta:con un Vidal cosìla Juve gioca in dodici1Allegri schiera il cileno da trequartista, e lui lo fa con la grintadel mediano: 11,9 chilometri fatti, 71 tocchi e 8 palle recuperate

Determinante, per il gioco offensivo del Real Madrid, il movimento di Benzema. Parte in posizione di centravanti, ma svaria su tutto il fronte d’attacco: va ad aggredire la zona di sinistra consentendo a Ronaldo di accentarsi e di ricevere il passaggio dai centrocampisti. Il portoghese, poi, in posizione di trequartista, ha la possibilità di calciare in porta o di confezionare l’assist

PASSAGGIO

MOVIMENTO

BALE: tiri effettuati 7BENZEMA: sponde 3

RONALDO: occasioni create 3J. RODRIGUEZ: palle perse 21

LA MOSSA TATTICA

KROOS

BALE

RONALDO

J. RODRIGUEZ

BENZEMA

Andrea Schianchi

P er portare a casa la pelle dal Santiago Ber-nabeu e disegnare un vero e proprio capo-lavoro, a parte le solite questioni tecniche

e tattiche, le marcature e le sovrapposizioni, iraddoppi e il pressing, serve una qualità che nontutte le squadre hanno: il carattere. La Juve nepossiede in abbondanza e in mezzo alla bolgiamadridista, anche quando è sotto di un gol e ipiù la danno per spacciata, dimostra di avere laforza per rialzarsi e andare a prendersi quellospicchio di gloria che la conduce sulla strada perBerlino. I centrocampisti, cioè gliuomini più importanti per i bian-coneri, non sono in serata di gra-zia, perlomeno all’inizio, e tutta lamanovra ne risente. Però, a di-spetto di una condizione fisicache non è sicuramente ottimale, iragazzi di Allegri riescono a resta-re uniti, a non concedere spazi aipalleggiatori spagnoli e a proteg-gere, per quanto possibile, la re-troguardia.

DOPPIO COMPITO In questo lavo-ro di sacrificio, molto operaio eforse poco artistico (tuttavia estremamente effi-cace) brilla Artur Vidal. Allegri gli affida un ruo-lo scomodo: trequartista. Che significa: in situa-zione offensiva il cileno deve insinuarsi tra lelinee avversarie e dare fastidio ai difensori delReal; in situazione di contenimento, quella piùcomune in una sfida come quella del Bernabeu,Vidal ha l’obbligo di aggiungersi ai compagnidel centrocampo, di rubare palloni, di contra-stare i presunti architetti di Ancelotti. Così eccoil cileno andare sulle piste di Kroos, il registadegli spagnoli, correre dietro a Isco, pressare Ja-mes Rodriguez. E, una volta ripreso il controllodel pallone, è lui a imbeccare Tevez, Morata, Po-

gba, Marchisio che si fiondano nell’area nemi-ca.

PRECISIONE Il 54,2% di controllo della partitada parte del Real Madrid produce 19 tiri, chesono parecchi: 5 nello specchio e 14 fuori. È quila discriminante: manca precisione alle stelle diAncelotti. La Juve, invece, di conclusioni ne ef-fettua soltanto 6, ma 4 sono nello specchio e 2fuori. A conti fatti, dunque, la sfida delle occa-sioni si chiude: 5-4. Ciò che appare lampante,una volta che i bianconeri hanno raggiunto ilpareggio, è la lentezza nella costruzione dellamanovra da parte del Real Madrid. Probabil-

mente la stanchezza si fa sentire,probabilmente la benzina scar-seggia, probabilmente gli uominidi Ancelotti sono poco portati alsacrificio, di certo i centrocampi-sti della Juve sono bravissimi achiudere tutti i buchi. Vidal parte-cipa con la testa, con le gambe econ il cuore. Corre per 11,9 chilo-metri, e sempre con grande inten-sità, non si tira mai indietro se c’èda entrare in contrasto con gli av-versari, è il primo a farsi vederequando i difensori devono effet-tuare il disimpegno. Sono 71 i toc-

chi del cileno (solo Chiellini ne fa di più: 73), 51i passaggi (10 sbagliati), 2 i tiri (1 in porta e 1fuori). E poi, a impreziosire la prestazione, an-che 3 lanci smarcanti, 4 cross, 2 sponde e un’oc-casione creata, quando mette Marchisio solo da-vanti a Casillas con un passaggio filtrante. Altrinumeri da leggere con attenzione: 4 contrasti (3vinti), 8 palloni recuperati (record per gli juven-tini), 15 persi, 3 falli commessi e 1 fallo subito.Tanta sostanza, insomma. È il giocatore-simbo-lo della Juve che sbarca in finale di Champions.Nessuno l’aveva previsto, ma il calcio è bello an-che perché è un gioioso mistero.

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21i palloni persi da James Rodriguez. Troppi. E il Real non riesce a superare il muro Juve.

IL NUMERO

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8 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

ANCELOTTI PIANGE

«LA FINALEÈ SFUMATAA TORINO»

fAREA TECNICAL’ALLENATORE DEL REAL

Filippo Maria RicciCORRISPONDENTE A MADRID

@filippomricci

E ora il futuro si fa incerto.Dopo un 2014 storico, mainella sua illustre storia il

Madrid aveva vinto 4 trofei inun anno solare, Carlo Ancelottideve fare i conti con un 2015sottotono e l’umore sepolcraledel presidente Perez. Via la Co-pa del Rey contro l’Atletico ingennaio, la Liga che è scivolataverso Barcellona (manca solola certezza matematica), via laChampions con la Juventus.Quella di ieri sera per Ancelottipotrebbe essere stata l’ultimapartita sulla panchina del Ma-drid: Carlo ieri è stato squalifi-cato per le ultime 2 giornate diLiga per l’applauso ironico aClos Gomez alla fine di Real-Valencia di sabato scorso, e ameno di un ricorso non ancoraannunciato la sua stagione si è

chiusa col pareggio europeo.

DEL BOSQUE 2003 Sembra unafollia poter anche solo pensaredi mandar via Ancelotti ma quialla Casa Blanca le date di sca-denza dei tecnici sono peggiodi quelle del latte fresco: nel 2003 Del Bosque fu sollevatodall’incarico nonostante avessevinto la Liga quell’anno e laChampions l’anno prima, oltrea quella del 2000. Sette titoli in3 stagioni e mezzo non basta-

rono a salvare il futuro Mar-chese di Spagna, ed è perquesto che l’avventura diAncelotti al Madrid potreb-be essere al capolinea.

IL GATTO SENZA VITE? Nel-la primavera del 2014 i diri-genti del Madrid avevanoiniziato a chiamare Carlo «elgato» perché pareva averesette vite: a cadenza quasisettimanale Florentino mi-nacciava di cacciarlo e il Ma-drid di Ancelotti, coi gioca-tori unitissimi al tecnico,sfoderava prestazioni me-morabili, fino alla finale diLisbona: esonerato al 92’,campione nei supplementa-ri. Questa stagione è iniziatacon la vittoria sul Siviglia inSupercoppa Europea, poi lasconfitta con l’Atletico inquella Spagnola, il record divittorie consecutive (22)suggellato dalla conquistadel Mundialito in Marocco.Finito il 2014, finita la ma-gia. La striscia di derby sen-za vittorie, la difficile ricer-ca dell’equilibrio complicatadagli infortuni (Modric inprimis), la nuova vita otte-nuta nei quarti di Cham-pions con l’Atletico, le criti-che per l’idea Ramos a cen-trocampo che aveva fatto in-furiare il presidente e ora ilbuio bianconero. Ai primi digennaio il rinnovo del con-tratto di Carlo (scadenza2016) era dato per scontato.Ora sembra esserlo l’esone-ro.

«BARÇA FAVORITO» Non c’èequilibrio alla Casa Blanca,e l’allenatore emiliano lo sabene: per lui in caso di eso-nero potrebbe aprirsi un fu-turo al Manchester City, ilMadrid dovrà decidere seconfermare Ancelotti, far fa-re un giro sulla giostra al pu-pillo Zidane o se guardarealtrove, tipo a casa di Klopp.Sempre all’insegna dell’in-stabilità. «Ci siamo giocati lafinale nella gara di Torino,dove ci è mancata intensità.Qui al Bernabeu abbiamodato il meglio e in generalesono orgoglioso dei mieigiocatori. Nel calcio conta-no i dettagli: lo scorso annorecuperammo la finale al-l’ultimo minuto e alcuni dis-sero che fummo fortunati:con la Juve di fortuna nonne abbiamo avuta. Ora par-lare del mio futuro non hasenso. Mancano ancora duepartite di Liga. Le giochia-mo, poi ci siederemo e par-leremo del futuro. La finale?Il favorito è il Barcellona main una gara secca tutto puòsuccedere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tecnico del Real deve fare i conti con l’umore nero del presidente Perez: capolinea vicino

Vista la squalifica di due giornate, potrebbe essere stata l’ultima partita con il Madrid

SUL FUTURO

Tevez sicuro: «Abbiamo l’allenatore migliore»1L’attaccante: «Finale meritata, troviamoun grande Barça e il miglior Messi, ma si può. Per il futuro non ho ancora deciso»

Fabiana Della ValleINVIATA A MADRID

L acrime calde e gioia, ab-bracci, mani che s’intreccia-no, corse a perdifiato sotto

lo spicchio degli indemoniati ti-fosi bianconeri. C’è Pirlo che cor-re come fece Grosso dopo la fina-le mondiale vinta a Berlino,qualcuno cerca di placcarlo manon è impresa facile. Andrea si èpreso gli applausi del Bernabeu,cosa che capita solo ai grandicampioni, al momento del cam-bio, e ora si gode la festa.

SOGNO TRIPLETE «Allegri por-taci a Berlino», cantavano i tifosia Madrid ieri pomeriggio, quan-

do l’adrenalina era già a livellistellari. Ora la Juve è a Berlino,la Cenerentola dei quarti è arri-vata fino in fondo, alla faccia dichi la dava sfavorita, dimostran-do che ci si può sedere in un ri-storante da 100 euro anche se nehai solo 10 da spendere. Bastasaper investire bene, essere ca-paci di scegliere un bravo allena-tore in poche ore e far sempresentire la propria vicinanza allasquadra. E’ la vittoria della socie-tà, di Allegri, dei giocatori, cheerano stufi di sentirsi dire chevincevano solo grazie a Conte.Così si sono ripresi lo scudetto,ormai ordinaria amministrazio-ne per loro, e hanno fatto moltodi più. Finale di Coppa Italia e diChampions.

IMPRESA STORICA Festa in cam-po, festa sugli spalti, festa che ècontinuata a lungo negli spoglia-toi. Da dove Storari ha postato icanti di festa, mentre Sturaro suinstagram: «Andiamo a Berlino,siamo matti». E poi tutta la grin-ta di Tevez: «Siamo una grandesquadra, nessuno ci ha regalatoniente e in ogni partita facciamograndi cose. L’allenatore più for-

te ce l’abbiamo noi, Allegri hapreparato benissimo la gara, cidà sempre fiducia. Messi? Di unaltro pianeta, e lo becchiamo nelsuo momento migliore, in ungrande Barça. Il futuro? Non hoancora deciso». La festa ci statutta, visto che la celebrazionedello scudetto era stata in tonominore, proprio per non decon-centrarsi. Marotta, che insieme

ad Agnelli è il principale arteficedi questa cavalcata trionfale, sta-volta si lascia andare: «È un’im-presa storica, abbiamo sovverti-to i pronostici. Abbiamo messo in campo personalità e sofferen-za. La Coppa è un sogno, ma i so-gni si possono realizzare. Abbia-mo dimostrato che questa socie-tà, questi giocatori e questo alle-natore possono andare lontano.Dopo il pari guardavo l’orologiodi continuo, loro possono segna-re sempre. Allegri ha fatto unagrande mossa in difesa inseren-do Barzagli. Andiamo a Berlinomeritatamente, nessuno ci ha re-galato nulla. Siamo andati sottosu rigore, ci siamo rialzati e ab-biamo pareggiato. Ora pensiamoprima alla Coppa Italia, è un tra-guardo che vogliamo a tutti i co-sti». Questa Juve è incontentabi-le. «Sportivamente sì – chiudeMarotta – e siamo contenti». Eadesso la parola triplete non èpiù impronunciabile.

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Mirko GrazianoINVIATO A MADRID

«G rande soddisfazio-ne, bella partita,niente barricate -

dice Massimiliano Allegri a fi-ne battaglia -. Dovevamo gio-carcela per forza, altrimenti ciavrebbero schiacciato, eral’unico modo per portare a ca-sa questa semifinale. E abbia-mo spesso sbagliato l’ultimopassaggio nel secondo tempo,si poteva infatti addiritturavincere». Passa la Juve. E lo fada grande squadra. Andandosotto, non perdendo mai lapresa sulla partita, incassan-do quando c’è stato da incas-sare e colpendo alle prime ve-re distrazioni dei campionid’Europa uscenti.

IL TRIONFO DI MAX Presta-zione super, che regala nuovadignità al calcio italiano e che

premia la filosofia di un tecni-co mai pessimista, allergicoalla politica di mettere le maniavanti, spavaldo al punto giu-sto e tatticamente preparatis-simo a ogni tipo di gara. Sì, fe-steggia l’intero pianeta Juve,ma è il trionfo soprattutto diMassimiliano Allegri, allonta-nato da Milano non certo congli onori del caso, accolto aTorino fra pernacchie, insultie altro da una buona fetta deitifosi bianconeri. E si registra,da un po’ di tempo a questaparte, un’imbarazzante corsa

generale a salire sul carro deltecnico livornese. Su quel car-ro, invece, il posto d’onorespetta ad Agnelli e Marotta,lucidi e veloci di mente nel-l’arginare l’addio a prepara-zione iniziata di Antonio Con-te, e poi muro granitico da-vanti alle proteste dei tifosi.

GUIDA SOLIDA Siamo a metàmaggio, e la Juve ha già inca-merato lo scudetto, mercoledìprossimo si giocherà la finaledi Coppa Italia contro la Lazioe il 6 giugno sarà invitata spe-ciale al gala di Berlino. Di si-curo, la stagione già straposi-tiva prima della gara del Ber-nabeu, assume ora contornieccezionali. Il prossimo 19maggio saranno cinque annidi presidenza di AndreaAgnelli, baby dirigente ieri,oggi punto di riferimento inItalia ed eccellente “politico”a livello internazionale. Quat-tro scudetti, due Supercoppeitaliane, la Juve di nuovo in fi-nale nell’Europa che conta, bi-lanci a posto e un futuro ra-dioso, sotto ogni punto di vi-sta, soprattutto tecnico. Già incantiere un mercato piuttostointeressante. Il nipote dell’Av-vocato e figlio di Umberto hasaputo mettere a punto unamacchina da guerra, in campoe dietro le scrivanie più delica-te.

E ORA IL CONTRATTO!Decisi-va la scelta di Beppe Marotta,vero e proprio gentiluomo inmezzo a una giungla piena diimprovvisati faccendieri, diri-gente capace, onesto e abile. Euna delle prossime mosse saràquella di ufficializzare il rin-novo del contratto proprio diAllegri: nuovo accordo fino al2017 con opzione per il 2018,ingaggio che salirà sensibil-mente. «A quest’ora non cipenso - continua Max - così co-me non ho al momento in te-sta la finale di Champions,perché bisogna preparare congrande attenzione la finale dicoppa Italia». Cannibale! Ma èl’atteggiamento giusto. E an-cora: «Giocare qui al Berna-beu non è facile, ci vuole co-raggio e bisogna limitarli inogni fase della gara. Nel pri-mo tempo abbiamo soffertoun po’ a destra, ma nel secon-do tempo siamo venuti fuoribene e ci siamo imposti. È unabella notizia anche per il cal-cio italiano, ci voleva. I ragaz-zi hanno meritatamente con-quistato la finale: questo è ungruppo straordinario. Il Bar-cellona? Ce la giochiamo, inuna gara secca può succederedi tutto». Serata speciale: faaddirittura pace con ArrigoSacchi in tv...

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ALLEGRI CANTA«LA VITTORIA

DEL CORAGGIO.PRENDIAMOCI

QUESTA COPPA»

fAREA TECNICAL’ALLENATORE DELLA JUVENTUS

ChampionsRRitorno semifinali

DALLA DANZA...Evra-Pogba al fischio finale: la festa diventa danza LAPRESSE

... AL TWEETPogba-Lichtsteiner negli spogliatoi: non servono le parole

GIUSEPPE MAROTTAA.D. JUVENTUS

PRESTAZIONE STORICA E STOICA. IL PRONOSTICO

ERA SFAVOREVOLE,MA A VOLTE TRIONFA

LA PIÙ PICCOLA

MASSIMILIANO ALLEGRIALLENATORE JUVENTUS

IL RINNOVO? ORA NON CI PENSO. DOBBIAMO

PREPARARE CON GRANDE ATTENZIONE

LA COPPA ITALIA

9GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

10 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Buffon vede Berlino«Ma non da turista,le finali si vincono»1«Sembrava uno scherzo del destino, ora la Coppa» E nello spogliatoio si fa festa col po-po-po del 2006...

Fabiana Della ValleINVIATA A MADRID

D iceva Gotthold EphraimLessing, filosofo tedescodel 1700, che l’attesa del

piacere è essa stessa il piacere.Se è davvero così, la Juventusdeve essersela goduta fino infondo, perché 12 anni sono unlasso di tempo interminabile.Gigi Buffon ne sa qualcosa, luiche c’era nel 2003, quando ibianconeri giocarono l’ultima fi-nale di Champions. Gigi il lea-der, il capitano, il guerriero,quello che niente ha potuto sulrigore di Cristiano Ronaldo. Ilgol blanco per mezzora abbon-dante ha riportato i cinquemilatifosi di Madama, mai in silenziodal primo all’ultimo minuto,dritti all’inferno. Ma anche dal-l’abisso si può risalire, Buffonl’ha sperimentato sulla propriapelle. E’ sceso in B, ha superatoinfortuni e depressione ed è tor-nato più forte e più vincente diprima.

ROTTO L’INCANTESIMO Strin-ge i pugni Buffon, esulta comeun pazzo verso i suoi tifosi, quel-

li che non hanno mai smesso dicrederci. Gli mancava un’impre-sa al Bernabeu, uno stadio cheera sempre stato tabù per lui.Tre partite, tre sconfitte, fino auna notte magica di metà mag-gio. È bastato un pareggio, un ri-sultato che è arrivato anche gra-zie alla grande prova di Gigi. Èstato costretto a intervenirespesso nel primo tempo, quandoil Real è stato più pericoloso. Ba-le, Benzema, infine Varane, tuttisi sono dovuti arrendere di fron-te al numero uno della Juve. Èstato lui a tenere dritta la barradurante i momenti di burrasca,ad arrabbiarsi quando serviva ea cercare di tenere calmi i suoidopo il pareggio.

A BERLINO PER VINCERE«Sembrava uno scherzo del de-stino e invece è andata comesperavamo – ha detto il portierea fine gara –. Adesso siamo in fi-nale, ma non dobbiamo andarea fare i turisti. Andiamo a gioca-re una partita che vale tantissi-mo per tutti noi. Esulto moltodentro, sono orgoglioso deicompagni, del lavoro che abbia-mo fatto, della crescita di questasquadra. Ma guardo già a Berli-

no perché di finali di Championsnon se ne giocano tante: quandoci sei, devi provare a vincerle».

RIVINCITA Buffon non ha pau-ra di niente e di nessuno. A Berli-no ci sarà il Barcellona di Messi eNeymar, quello che ha strapaz-zato il Bayern, ma poco importa.Gigi aspetta da 12 anni questomomento e adesso vuole la ri-vincita. La Champions persa airigori a Manchester contro il Mi-lan è una ferita che non si rimar-ginerà mai. Fa male ogni voltache ci pensa, un dolore che siporterà dentro per sempre. LaCoppa, quella che ieri sera pri-ma della partita era a bordocampo al Bernabeu, non è mairiuscita a vincerla. «Non mi è ri-

masto molto tempo – scherzavaqualche giorno fa –, ho 37 anni eancora qualche anno di contrat-to». Gigi il Supereroe ha rinno-vato fino al 2017 e se continuacosì potrà parare fino a 40 anni.Però le occasioni che la vita ti re-gala bisogna saperle sfruttare.Probabilmente neanche Buffona inizio Champions, quando laJuve perse a Madrid contro l’At-letico nella prima trasferta, po-teva immaginare un finale così. Ibianconeri sono stati bravi a nonmollare mai, nello spogliatoiofanno festa intonando il po-po-po mondiale del 2006... E oravanno a Berlino. In Germaniatroveranno una squadra di ex-traterrestri, ma non si farannospaventare. Dopo aver aspettato12 anni, non vogliono prolunga-re l’attesa neanche di un minuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATAGigi Buffon, 37 anni, capitano della Juventus: bianconero dal 2001 LAPRESSE

ChampionsRRitorno semifinali

2� Per Buffon è la seconda finale di Champions in carriera. La prima, nel 2003, sempre con la Juventus: sconfitta ai rigori contro il Milan a Manchester

GIGI BUFFONCAPITANO JUVENTUS

DI FINALI DI CHAMPIONS NON SE NE

GIOCANO TANTE. QUANDO CI SEI DEVI PROVARE A VINCERLE

ESULTO MOLTO DENTRO, SONO ORGOGLIOSO DEI MIEI COMPAGNI E DEL LAVORO CHE ABBIAMO

FATTO

11GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

È festa col sì di Dybala. Oggi l’incontro1Marotta vedrà l’agente dell’attaccante per la firma dopo l’ok del Palermo. Poi il vertice con Tevez

Carlo Laudisa@CARLOLAUDISA

E ora via al tango di merca-to. Al rientro da Madridl’agenda di Beppe Marot-

ta è fitta di impegni: l’appunta-mento con l’agente di PauloDybala, quello con i rappresen-tanti di Carlitos Tevez e, sullosfondo, i contatti con l’entou-rage di Edinson Cavani. Sul fu-turo dei tre attaccanti sudame-ricani la Juve ha scommesso datempo. E con risultati sinorapiù che incoraggianti.

LA JOYA Esattamente una set-timana fa l’amministratore de-legato bianconero ha messo lemani sul goleador del Palermonel vertice con Maurizio Zam-parini. In quel decisivo faccia afaccia è stato convenuto ilprezzo (e le modalità) per iltrasferimento: 32 milioni dieuro con pagamento in 3 annia cui aggiungere 4 milioni di bonus e un ulteriore riconosci-mento di 4 milioni in caso di ri-vendita entro le prossime duestagioni. Lo sforzo del club diAndrea Agnelli s’è reso neces-sario dopo che Erick Thohirera arrivato a offrire 28 milio-ni, mentre Silvio Berlusconi siera detto disposto a spenderne36 nel corso della visita diZamparini ad Arcore del 4maggio scorso. La Juve, però,ha saputo sbaragliare la con-correnza, contando anche suun’intesa di massima con il gio-catore. E tra oggi e domani Ma-rotta e Paratici attendono laverifica di questo orientamen-to. È in programma, infatti,l’incontro con Pierpaolo Triul-zi, l’agente che da mesi sta tes-sendo questa tela per conto deltalento rosanero. L’idea di unquinquennale da 2,5 milioni astagione piace alle parti. C’èuna sola incognita all’orizzon-te: dall’estero sono arrivate nelfrattempo le sirene di cui siparla da tempo? Un po’ di su-

spance è d’obbligo, nonostantein casa Juve prevalga l’ottimi-smo.

L’APACHE Dopo la sua rotturacon il Boca Juniors la Juve si èaffrettata a mandare messaggipositivi a Carlitos Tevez. La so-cietà di corso Galileo Ferraris èdisponibile a prolungargli sino

al 2017 l’attuale contratto da 5milioni netti a stagione in sca-denza nel giugno 2016. Unabase evidentemente interes-sante per l’argentino, anche seproprio nelle ultime ore dagliUsa giungono notizie di offerteper un suo approdo della Mls.Nonostante ciò a Torino conta-no di convincere Carlitos a re-

stare senza particolari appren-sioni.

IL MATADOR In questa sugge-stiva campagna di rafforza-mento del fronte d’attacco haun posto di rilievo anche il cor-teggiamento a Edinson Cavani.La scorsa settimana Fernando,il fratello-agente del Matador,

ha mandato messaggi positiviagli emissari bianconeri. Quel-la disponibilità juventina a sot-toporgli un contratto da 7,5 mi-lioni netti a stagione sino al2019 è la prova di un progettoimportante. E l’ex napoletanoha dimostrato di gradire que-sto apprezzamento. Certo, ilPsg è condizionato dal Fair-play finanziario, con un tettodi spesa di 60 milioni di euro.Così prima di vendere Cavanideve riflettere bene. E sicura-mente a non meno di 50 milio-ni di euro. Aggiungiamoci imal di pancia di Ibrahimovic,anche lui a caccia di nuove emozioni. E i francesi non pos-sono certo privarsi di entram-bi. Insomma, questa partita ap-pare più complicata delle altre,ma la Juve ha le sostanze eco-nomiche e la determinazioneper giocarsela al meglio.

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1 Paulo Dybala, attaccante del Palermo, 21 anni 2 Carlitos Tevez, 31 anni, alla Juventus dal 2013 3 Edinson Cavani, uruguaiano del Psg, 28 anni

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� Pochissimi minuti dopo il fischio finale al Bernabeu, Alessandro Del Piero twitta la sua gioia per la Juve: «Da Berlino alla B, dalla B a Berlino: grandissimi ragazzi». Augurio non banale: lui c’era in B, c’era nell’ultima Champions vinta dai bianconeri nel 1996 e c’era anche a Berlino nel trionfo azzurro ai Mondiali del 2006. Intanto, miracolo dei social network, anche i protagonisti in campo, da Chiellini a Bonucci, mandano i loro messaggi di giubilo. Twitta pure Luis Enrique: «Ci vediamo a Berlino». Cech fa il suo personalissimo tributo a Buffon: «Vorrei vedere “The maestro” con la coppa tra le mani». E Ruud Gullit la butta lì: «Calcio italiano in crisi? La Juve in finale di Champions e due semifinaliste di Europa League».

Del Piero si esalta:«Dalla B a Berlino,grandi ragazzi»

RPer l’Apache pronto il rinnovo fino al 2017, ma occhio alla Mls. Attesa per Cavani

Alessandro Del Piero, 40 anni

ChampionsRRitorno semifinali

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Alex FrosioTwitter @alexfrosio

E dopo il quarto scudetto consecutivo - pokerservito meno di due settimane fa - arriva lafinale di Champions. La proporzione con la

storia bianconera è perfettamente rispettata: lastrada per giocarsi la coppa dalle grandi orec-chie è lunga, in media, quattro titoli nazionali.Ma solo perché dagli anni Ottanta in avanti laJuve ha dato un’accelerata. Per la prima finale,stagione 1972-73, servirono quindici scudetti,l’ultimo completato poche settimane prima gra-zie al «suicidio» del Milan nella fatal Verona. LaSignora dominatrice d’Italia, guidata dal ceco-slovacco Vycpalek - sì, proprio lo zio di Zeman -scoprì tuttavia che fuori dai confini nazionalil’Europa era un feudo dell’Ajax. Rinus Michelsaveva impiantato i semi del calcio totale nellaterra ajacide, l’ungherese Kovacs ne raccolse ifrutti: tre Coppe dei Campioni consecutive, laseconda strappata all’Inter con una doppiettadel profeta oranje Johan Cruijff, la terza - ap-punto - ottenuta contro la Juve grazie a un gol-letto di Rep a inizio partita.

LA DELUSIONE La Juve, insomma, non era la fa-vorita, quell’anno. Non quanto dieci anni esattidopo - e altri cinque scudetti, per aggiungere laseconda stella sulla maglia - al secondo assalto.

La finale di Atene, contro l’Amburgo che prima edopo non avrebbe mai più raggiunto vette simili,fu vissuta quasi come un tradimento. Era la Si-gnora di Trapattoni, asse portante dell’Italiacampione del mondo un anno prima, con l’ag-giunta di un 10 e un 11 non qualsiasi, Michel Pla-tini e Zibì Boniek. Ma a deludere furono propriole braccia che avevano alzato la Coppa del Mon-do a Madrid e legambe che loavevano permes-so: Dino Zoff sca-valcato dal perfi-do tiro di Magath- in avvio di par-tita, come control’Ajax - PaoloRossi addiritturasostituito primadell’ora di giocoda Marocchino. Iquarantamila fi-duciosissimi tifo-si bianconeri arrivati in Grecia tornano a casacon il bagaglio vuoto, la coppa va in Germania.

I TRIONFI Poi, finalmente, il trionfo. Ma a cheprezzo. Lo sbarco sulla vetta d’Europa avvienenella notte che tutti vorrebbero dimenticare eche invece resterà indimenticabile, ma per i mo-tivi sbagliati. 29 maggio 1985, l’Heysel, il Liver-

pool. E più che il fallo fuori area su Boniek, ilrigore segnato da Platini, la corsa gioiosa e grot-tesca del fuoriclasse francese dopo il gol-vitto-ria, il ricordo è tutto per le 39 vittime della folliadegli hooligan. La Juve campione d’Europa èsenza gioia. Trionfo e gloria sono destinati a es-sere vissuti undici anni dopo, stavolta senza di-scussioni, senza tristezza. Solo tripudio. L’Olim-

pico di Roma è il teatro del secondo - ma primodi cuore - successo europeo juventino, nella not-te infinita conclusasi soltanto ai rigori control’Ajax di Van Gaal, a completare un ideale cer-chio con il k.o. del 1973. Ravanelli segna, Litma-nen pareggia, si arriva al 90’ e poi al 120’ e salein cattedra Peruzzi: para i rigori di Davids e Silo-oy, per la Juve segnato tutti. Ferrara e Pessotto,

Padovano e Jugovic. Vialli alza la coppa, intornoa lui Del Piero e Deschamps e Sousa e Di Livio.

I DUE K.O. DI FILA La squadra di Marcello Lippiè un feroce meccanismo calcistico, sono anni incui la finale di Champions è praticamente pre-notata. Ma la maledizione delle origini torna acolpire. Nel 1997 - quinta finale, da campionidel mondo in carica - si gioca in Germania con-tro una tedesca. E il Borussia Dortmund nonsembra all’altezza dell’armata bianconera. Illu-sione. Kalle Riedle colpisce due volte, Ricken beffa Peruzzi da lontano, una magia di tacco diDel Piero serve solo ad aumentare i rimpianti.Tutto rimandato di un anno, perché la Juve diLippi - con Del Piero-Inzaghi in attacco, Zidane aispirarli - può riprovarci. E stavolta l’avversariofa paura anche alla vigilia. E infatti il Real Ma-drid trionfa grazie a un gol di Mijatovic.

MANCHESTER La parziale vendetta si consumanel 2003. Il Real di Del Bosque annientato a To-rino dalla squadra del Lippi-bis, l’Europa diven-ta proprietà italiana. Ma nella finale contro ilMilan, l’ultima fino a ieri, la Juve è di nuovosconfitta, stavolta ai rigori. La Signora ha aspet-tato tanto, per tornare lassù: dodici anni, traCalciopoli, la Serie B, la lenta risalita, Conte eora Allegri. È l’ottava finale. Come il Barcellona,sconfitto ai quarti nel 2003. Ci si vede a Berlino.

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È l’ottava sinfonia bianconeraDopo 19 anni tanta voglia del bis1Sette precedenti bianconeri nella coppa più importante con due soli successiLippi primatista: 4 finali con il trionfo romano del 1996. All’Heysel una vittoria tragica

1985: IL SIMBOLO MOSTRATO AI TIFOSISOTTO GLI OCCHI DELLA POLIZIAIn alto, la prima volta della Juventus campione d’Europa, nella tragica notte dell’Heysel: 1-0 al Liverpool, il 29 maggio 1985. A sinistra, in grande, il secondo e ultimo successo bianconero: la Champions alzata all’Olimpico di Roma dopo aver battuto l’Ajax ai rigori il 22 maggio 1996

DALL’AJAXAL MILANQUANTI SGARBIALLA SIGNORA

AJAX-JUVENTUS 1-0� 30 MAGGIO 1973Cruijff che alza la coppa con la maglia bianconera è un’illusione. La prima finale bianconera, a Belgrado, è decisa da Rep.

AMBURGO-JUVENTUS 1-0� 25 MAGGIO 1983Felix Magath ha appena scagliato il tiro che scavalca Zoff. La Juve, favoritissima, cade ad Atene contro l’Amburgo.

BORUSSIA D.-JUVENTUS 3-1� 28 MAGGIO 1997La magia di tacco di Del Piero è inutile contro il Borussia Dortmund. A Monaco, la Juve campione d’Europa fallisce il bis.

REAL MADRID-JUVENTUS 1-0� 20 MAGGIO 1998Alla terza finale consecutiva, la Juve sbatte sul Real Madrid. Ad Amsterdam, Mijatovic sferra il colpo del k.o.

MILAN-JUVENTUS 3-2� 28 MAGGIO 2003Il rigore di Shevchenko mette fine al primo derby italiano in finale di Champions. Per Lippi è la terza sconfitta in finale.

Quel brivido Finale

La prima volta nel 1973contro l’Ajax di CruijffNel 1983 l’armata del Trap beffata da Magath

A Manchester, nel 2003, apoteosi italiana in finale: maa sorridere fu il Milan Marcello Lippi con la Coppa all’Olimpico nel 1996

LA MALEDIZIONE

ChampionsRRitorno semifinali

13GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Luca Bianchin@lucabianchin7

L’ episodio è stato piuttosto rivisitato. Unamarea di citazioni, come i grandi film. Sua-rez con la maschera da Hannibal, Suarez

Pac-Man che rincorre Chiellini, Suarez col colla-re da cane. La pubblicità dello snack: «Più buonodi un italiano». Il logo della Apple con «Suarez èstato qui». La foto di Luis versione apribottiglie eil Suarez-sauro, dinosauro cherincorre Giorgio in maglia az-zurra. La più bella resta la figu-rina di Chiellini mangiata da unlato ma il concetto è chiaro: ilmorso di Suarez è uno dei diecieventi calcistici del 2014. Era il24 giugno, Italia-Uruguay 0-1,ultima partita dell’Italia al Mondiale. Luis ha preso 4 mesidi squalifica, è tornato in unClasico e dopo 4 minuti ha cam-biato gioco trovando Neymar:gol e 0-1 Barça. «Dopo il morsoho passato giorni in casa – haraccontato a Esport3 –. Pensavo

che la carriera fosse rovinata, che il Barça si tiras-se indietro. Quando mi ha chiamato il mio agentemi sono messo a piangere. Era il sogno di unavita: io venivo a Barcellona a farmi le foto nel ne-gozio del Camp Nou, i primi scarpini comprati inEuropa sono stati quelli di Ronaldinho, a Barcel-lona è nata mia figlia...».

LO PSICOLOGO Suarez e Chiellini non si sono piùrivisti, la spalla del Chiello sta benissimo e i den-tisti a Barcellona non hanno lavoro extra. In que-

sti undici mesi un ricorso (alTas) e, apparentemente, nes-sun rimorso. In compenso Sua-rez ha scritto un libro e accetta-to interviste. «Nessuno dei mieimorsi è stato come quello di Ty-son all’orecchio di Holyfield. Lapressione sale e non c’è valvoladi sfogo. Appena prima avevoavuto una grande occasione. SeBuffon non avesse fatto quellaparata non avrei combinatonulla...». Luis al Liverpool ave-va provato con uno psicologo,però ha rinunciato: «Temevoche il trattamento mi avrebbe

Chiellini ritrova i denti di SuarezChi morde di più?1A un anno da Italia-Uruguay, di nuovo avversariLuis ora ha anche uno psicologo: «Cerco di capirmi»

Juve-Barça in tre atti

L’INCREDIBILE GESTOCHE SCIOCCÒ IL MONDIALEIl momento del morso di Luis Suarez a Giorgio Chiellini durante Italia-Uruguay al Mondiale 2014 in Brasile. Era l’ultima gara del girone D, vinsero i sudamericani 1-0: per gli azzurri fu l’addio al torneo

IN ATTACCO

Tevez vs MessiC’è in ballo ancheil Pallone d’oro1La Pulce detta legge anche in nazionale. L’Apache, bandito a lungo, non ha dimenticato...

A CENTROCAMPO

Pirlo vs IniestaDue scienziati da premio Nobel 1Xavi li spiega bene: «Guardo la Juve per Andrea. Andres è il più grande talento della nostra storia »

S embra «1984», il libro.Messi contro Tevez è sta-ta evidentemente una

piccola grande guerra nellospogliatoio dell’Argentina, an-che se ora Leo e Carlitos fannole foto insieme, giurano chenon è successo nulla e assicura-no che Oceania e Eurasia sonosempre state alleate. Tevez trail 2014 e il 2015 ha giocato 150minuti con l’Argentina ma innazionale mancava dal luglio2011. In mezzo la rottura alMondiale 2010: pare che nel-l’ultimo test, contro la Germa-nia, Carlitos tenne la palla unpo’ troppo per sé e chiese a Ma-radona di valutare gli allena-menti prima di fare la forma-zione. Fuori parafrasi: fammi

giocare. Tevez finì per avereminuti e dichiarò: «Tuttiparlano di Messi, ma nessu-no di noi deve essere invi-dioso, Lionel la fama se l’è

meritata. Merita di esse-re una star ma qui siamo

tutti importanti. Io sonouno del popolo, la gente lo

sa e mi vuole bene». InCoppa America, un an-no dopo, i due non tor-

narono amiconi.

PACE A MILANO L’Argentinaadesso è la squadra del TataMartino, che ha sempre ap-prezzato Carlitos. Per questoTevez è tornato in squadra, per

questo a Milano hanno fir-mato una pace in ottica na-zionale. «Leo è il numerouno al mondo, questo lo di-co da parecchio tempo. Gio-care con lui è il massimopiacere che possa capitare aun calciatore. Noi due? Voigiornalisti dovete semprevendere qualcosa. Quandol’ho incontrato, abbiamoparlato di un sacco di cose,per un’ora e mezza». Carli-tos, aggiungi questo tema:chi vince il Pallone d’oro?

20 A 40 Messi nella semifi-nale d’andata ha avanzatouna timida candidatura: di-ciamo che al momento nonsi comincerebbe neanche avotare. Tevez può rimontarebattendolo in finale perchéil premio ha pur sempre unatradizione: chi vince i trofeipiù importanti della stagio-ne - negli anni dispari, leg-gere Champions League - al-larga la bacheca di casa. Fi-nora, siamo al confronto nu-merico: per Tevez 20 gol incampionato e due in Super-coppa, per Messi 40 gol inLiga e 3 in Coppa del Re. Poic’è l’Europa... e in Europa siè visto quanto siano impor-tanti. Messi è leader tecni-co, Tevez tecnico e non solo:la Juve va dove la porta il ca-po tribù Apache. «Non sonouno stupido, prima sapevoche non era il momento delmio ritorno - ha detto recen-temente -. Ora è il momentoopportuno. Adesso capiscoche la nazionale è un pre-mio». I segnali di fumo dico-no pace ma la battaglia è giàstata fissata: 6 giugno, altramonto.

l.b.© RIPRODUZIONE RISERVATA

P ochi hanno schiacciato iltasto X come loro. Quasinessuno il triangolo. An-

drea e Andres hanno una preci-sione da omini della PlaySta-tion: il tasto X è quello del pas-saggio mentre il triangolo portaal filtrante, al verticale in pro-fondità. Pirlo e Iniesta sono duevisi pallidi ma nei grafici dellestatistiche hanno più frecce de-gli indiani, perché da loro parto-no palloni in tutte le direzioni.Sono la garanzia che Barça-Ju-ve, oltre le tensioni, oltre le mar-cature su Messi e Tevez, oltre imorsi, sarà una partita di classe.Berlino sarà il secondo uno con-

tro uno della loro vita in unafinale europea: si sono visti

anche a Kiev, Spagna-Ita-lia 4-0 per l’Europeo2012. Iniesta finì da mi-glior giocatore del torneo

e lo spionaggio industrialedell’Uefa rivelò che, se

avesse vinto l’Italia, quelpremio sarebbe finito al 21

azzurro. Questa volta, Andrealo ha dichiarato prima: vincessela Champions, penserebbe se-riamente a salutare la Juve.

MAGNUS VS NEWTON «Pirlo èil mio preferito, da anni il miomodello nel ruolo», ha dettoIniesta nel 2007. Sette anni do-po ha confermato: «Andrea èuna leggenda». Pirlo ha ri-cambiato l’inchino sulla Gaz-

zetta del 4 maggio 2015: «Amomolto Xavi e Iniesta, gente diqualità sopraffina che pensa so-lo alla squadra». È chiaro, sonodella stessa famiglia. Gli inglesiscrivono «pass masters», maestridel passaggio, ma basta guar-darli per capire: solo quattro ocinque al mondo portano il pal-lone al guinzaglio come loro.Differenze: Pirlo da fermo è diun altro pianeta, Iniesta è piùbravo negli ultimi sedici metri eper tutta la carriera ha giocatocinque ruoli – esterno d’attaccosulle due fasce, interno destro,volendo play, interno mancino –mentre Andrea è al 100% unplaymaker. Ognuno ha la sualegge scientifica preferita. LaMaledetta di Pirlo ha trasferitol’effetto Magnus dai libri di fisi-ca ai bar di paese, mentre Iniestaha ringraziato pubblicamenteNewton per il gol all’Olanda nel-la finale mondiale 2010: «Primadi colpire il pallone ho dovutoattendere che scendesse un po’.Se non avessi aspettato nonavrei segnato. In quella frazionedi secondo la gravità ha fatto ilsuo dovere».

FANNO I MIRACOLI Sceglieretra i due è esercizio di stile vaga-mente blasfemo: non si fa. Xaviha messo tutti d’accordo: «An-drea è fantastico, guardo le par-tite della Juve solo per lui. Inie-sta invece è il giocatore spagno-lo con più talento di sempre».Tra l’altro, fa i miracoli. Novemesi dopo il suo gol al Chelsea,ultimo respiro della semifinale2009, a Barcellona + 45% di na-scite e ospedali esauriti. Novemesi dopo il gol nella finalemondiale, boom in tutta la Spa-gna. Il Benedetto contro la Male-detta.

l.b.© RIPRODUZIONE RISERVATA

calmato troppo. Io sono uno che si ucciderebbeper un fallo laterale al 90’. Non volevo perderequesta cosa». Cento per cento Luis Suarez.

SPINGERE Luis ha ripreso a vedere specialisti e hasvoltato: «Mi stanno facendo capire che non devotenermi dentro le cose né caricarmi di tanta re-sponsabilità. Non so ancora perché mordo, peròsono sulla strada giusta per capirlo». Messi e Ney-mar aiutano, Suarez in Champions ha segnato seigol in nove partite e martedì ha dato un doppioassist a Neymar, modalità «basta spingere». Alle-gri invece rischia la modalità «mal di testa». Co-me si marcano i tre davanti? Difendere a quattroo coprirsi a cinque? In un caso o nell’altro, il 9blaugrana e il 3 bianconero si vedranno da vici-no. Sulla partita un’etichetta, come sulle coperti-ne dei cd: «Attenzione. Contenuti espliciti».

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precedenti

IN CHAMPIONS FIN QUI È 1-1, GRAZIE A ZALAYETA

� Due precedenti tra Juve e Barça in Coppa Campioni e Champions. Nei quarti 1986, 1-0 Barça, poi 1-1 a Torino. Nel 2003 1-1 in Italia e 1-2 in Spagna: Zalayeta-gol al 114’

14 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Bayern, Pepe il messaggioUn patto perla Champions1Frecciata del d.s. Sammer a Guardiola: «Il Bayern è più grande di un solo uomo»Ma il club è con l’allenatore e i tifosi pure

� (bold) Incidenti nel derby Under 21 giocato martedì sera all’Old Trafford. Ha vinto 4-0 lo United (sempre più vicino al titolo), ma dopo il terzo gol i tifosi del City hanno cercato il contatto con i rivali e qualcuno, fermato, ha provato a invadere il campo. Sono intervenuti gli steward ed è stata riportata la calma, ma sono stati arrestati tre giovani, tra i quali un minorenne. Le indagini proseguono: i filmati potrebbero individuare altri protagonisti. I due club hanno garantito il pieno sostegno alla polizia, ma c’è preoccupazione in vista del ritorno. All’Old Trafford, lo United aveva aperto i cancelli: ingressi liberi. Si sono presentati in 16 mila. Nell’impianto dell’accademia del City, in data ancora da stabilire, potranno entrare solo in 7 mila: stavolta difficilmente l’accesso sarà libero: per la capienza, ma anche per questioni di sicurezza.

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IL DERBY A MANCHESTER

United-City Under 21: caose tre arresti

INGHILTERRA

Liverani, già chiusa l’esperienza LeytonLONDRA Si chiude dopo pochi mesi l’esperienza inglese di Fabio Liverani. Il Leyton Orient, dopo laretrocessione in League Two, la quarta divisione, ha annunciato il divorzio dal tecnico italiano e dai suoi due collaboratori, Maurizio Cantarelli e Marcello Donatelli.

AFFARE NEYMAR

Barça: Bartomeurinviato a giudizioBARCELLONA Il giudice José de la Mata, ha rinviato a giudizio Josep MariaBartomeu, attuale presidente dei blaugrana, il suo predecessore Sandro Rosell e la stessa società blaugrana in quanto soggetto giuridico in relazione all’affare Neymar. L’accusa è di frodefiscale ai danni dell’erario per circa 13 milioni di euro.La Procura ha chiesto una condanna a due anni e tre mesi di carcere per Bartomeu e di sette anni e sei mesi per Rosell.

TACCUINO

Pierfrancesco ArchettiINVIATO A MONACO DI BAVIERA

Q uando è arrivato nellospogliatoio, Pep Guar-diola ha chiuso la porta eguardato negli occhi i

suoi giocatori. Stava per inizia-re il discorso dell’orgoglio e delringraziamento, tecniche psi-cologiche per saldare il gruppoanche nelle sconfitte, quando siè accorto che ne mancava uno.Thomas Müller era passato dalcampo allo studio televisivodella Zdf: stava parlando delgol di Benatia quando è sparito.Il conduttore si è giustificatoesterrefatto: «Giuro, non c’è una botola, Müller era davveroqui e ora è scomparso». Prele-vato quasi fisicamente dall’ad-detto stampa e rimandato in di-retta dopo oltre sette minuti. Ilgiocatore ha spiegato che nonera stata una domanda sbaglia-ta a farlo fuggire, ma «Pep ci vo-

leva parlare: ci ha ringraziato».

CADUTI IN PIEDI MA CADUTIL’elogio pubblico dei calciatoriè una delle caratteristiche ri-correnti dello stile di Guardio-la. L’altra notte ha promesso unpatto per «ritentare subito diprendere la Champions». Nellaprima stagione il tecnico avevacentrato quattro titoli su sei,stavolta uno su quattro. Non èdel tutto la squadra che voleva,perché non sono state soltantole assenze a rendere impari ilduello con il Barcellona. Al clubsono scappati in sei mesi Kroos,Shaqiri, Hojbjerg; il primo rite-

nuto il leader del futuro, gli al-tri riserve che si sono stancatedi esserlo, ma sarebbero servitiper le rotazioni in un campio-nato vinto sempre in anticipo.Meno minuti, meno guai fisici,è chiaro, anche se Alaba si èspaccato in nazionale. Fra l’al-tro in Kroos e Hojbjerg, Pep ri-vedeva il potenziale di crescitache attira gli allenatori: trasfor-mare uno bravo in un fuoriclas-se. Il Bayern dello scorso autun-no non si sarebbe sottomessocosì ai catalani, anzi. Ma sonoproprio gli errori della prima-vera a far riflettere Guardiola.Fragilità e sfortuna; la secondanon si può eliminare, la primasì.

QUASI TUTTI CON LUI «IlBayern è più grande di un solouomo», ha detto Sammer nellanotte, facendo intendere cheanche una semi divinità comePep deve sottostare al giudiziodel club. Ma finora la sintonianon è mai mancata, sul mercatoe sulla politica interna (il cam-bio del medico). Cinquecentotifosi hanno dimostrato affettoieri, all’allenamento delBayern. Sole, caldo e positività.Niente funerale sportivo e an-che applausi; nessuna lamente-la o fischi; la consueta coda pergli autografi. Più che altro è sta-ta una condivisione della delu-sione, un sentirsi uniti. La rea-zione d’orgoglio viene ricono-sciuta anche dalla stampa: tito-li come «Peccato Bayern, unavittoria per l’addio» (Bild), op-pure «Niente danni senza mira-colo» (Merkur).

BENATIA IN DIFESA Sport Bild,settimanale stampato domeni-ca, 48 ore prima della partita,ha fatto la lista di amici e nemi-

ci di Pep: tra i presunti opposi-tori Müller, Ribery, Schwein-steiger, Dante e Götze. OliverKahn ha criticato le impostazio-ne della difesa, scordandosi cheBadstuber è k.o. e Dante unasciagura, tirando in ballo ancheBenatia, non all’altezza di Boa-teng, secondo l’ex portiere:«Dovevamo giocarcela così, ri-schiando, restando alti, perchéloro sono forti e avevano tutti itop player. Noi no. Non ha sen-so chiudersi contro il Barcello-na, un gol te lo segnano» repli-ca l’ex romanista. Che aggiun-ge: «La mia stagione è positiva:un titolo è arrivato, ho avutoproblemi all’inizio perché nonavevo svolto una preparazionegiusta, per il trasferimento.L’ambientamento non è statofacile per gli infortuni, unanuova lingua cui si è dovutaabituare anche la mia famiglia,altre piccole cose che poi si so-no sistemate. Sono contento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIl tecnico ha riunito la squadradopo la partita, Müller strappatoalle interviste tv

Neuer ringrazia i tifosi alla fine di Bayern-Barcellona ACTION Pep Guardiola, 43 anni, a testa bassa dopo l’eliminazione EPA

5I trofei vinti da Pep col Bayern: 2 Bundesliga, 1 Mondiale per club, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa di Germania

PALMARES TEDESCO

In due stagioni a Monaco Guardiola ha perso due Supercoppe tedesche, due semifinali Champions,una di Coppa di Germania

ChampionsRIl giorno dopo

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15GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

16 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

GLI AVVERSARI SPAGNOLI

Emery non abbassa la guardia:«Concentrati, gara imprevedibile»� Forse finirà al Milan. Sicuramente prima vuol andare a Varsavia. Emery ha lo sguardo triste, qualche giorno fa è mancato il padre Juan. Parlare di calcio, però, lo riaccende. «Concentrazione e intensità, è l’unica ricetta per far bene - tuona il tecnico del Siviglia - L’esperienza insegna che nel calcio può accadere di tutto. Sta a noi evitarlo. Il risultato dell’andata è positivo e ci ha dato fiducia e autostima. Ma solo giocando al primo come al novantesimo andremo a Varsavia». Emery recupera Beto, anche se la porta potrebbe rimanere a Rico, bravissimo all’andata. Davanti ancora Bacca, con Vitolo e Vidal sulle fasce. «Sarà

una partita lunga – prosegue Emery – qui tutti credono alla rimonta. Il mio futuro? Conta solo la gara con la Fiorentina (il tecnico ha un altro anno di contratto). Sono a Siviglia, amo il Siviglia, voglio la finale». La Fiorentina è stata studiata al dettaglio. Gli elogi sono sinceri. «Conosciamo il loro valore e questo aumenta la nostra concentrazione». Anche perché la semifinale dello scorso anno è ancora ben impressa nelle menti dei giocatori. Il Siviglia vinse 2-0 in casa con il Valencia, salvo trovarsi al ritorno sotto di tre gol al novantesimo. Mbia nel recupero consegnò la finale (vinta poi col Benfica) agli uomini di Emery. Ma la paura ha forgiato l’esperienza.

g.sar.© RIPRODUZIONE RISERVATA

COSÌ IN CAMPO A FIRENZE, 0RE 21,05

PANCHINA:13 Beto, 3 Navarro, 5 Figueiras,

17 Suarez, 12 Iborra, 10 Reyes, 7 Gameiro

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: Pareja

PANCHINA:12 Tatarusanu, 40 Tomovic, 23 Pasqual,

5 Badelj, 10 Aquilani, 29 Bernardeschi,

72 Ilicic

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: Rossi, Babacar, Vargas, Richards,

Lezzerini

29. RICO

2. TREMOULINAS

23. COKE

6. CARRICO

15. KOLODZIEJCZAK

25. MBIA

4. KRYCHOWIAK

9. BACCA

22. VIDAL

19. BANEGA

20. VITOLO

15. SAVIC

14. MATI FERNANDEZ

74. SALAH

33. M.GOMEZ

17. JOAQUIN7. PIZARRO

20. BORJA VALERO

2. G.RODRIGUEZ

19. BASANTA

28. ALONSO

1. NETO

FIORENTINA4-3-3

SIVIGLIA4-2-3-1

TV Premium Calcio 1/HD2INTERNET gazzetta.it

ARBITRO Skomina (Slo)GUARDALINEE Praprotnik - Vukan (Slo)

QUARTO UOMO Kovacic (Slo)ADDIZIONALI Jug – Vincic (Slo)

ALLENATORE: Montella ALLENATORE: Unai Emery

CENTIMETRI

in finale seUNICA OPZIONE: VINCERE CON 4 GOL DI SCARTO

� La Fiorentina, dopo la sconfitta per 3-0 a Siviglia, si qualifica per la finale di Varsavia se vince con almeno quattro gol di scarto. Con il 3-0 al 90’ per la squadra di Montella si va ai supplementari ed eventualmente ai calci di rigore. Se la squadra viola dovesse vincere con tre gol di scarto ma subendo gol (4-1, 5-2 eccetera), sarebbe eliminata in virtù delle reti in trasferta segnate dal Siviglia.

L’ANDALUSO VIOLA

L’eterno derbydi Gioacchinoche sogna il gol1Lo spagnolo è il giocatore chiave. Una vita a sfidare il Siviglia col Betis

Giovanni SardelliFIRENZE

U n torero viola con ilcuore biancoverde.Joaquin prova ad af-

ferrare l’altra metà di Sivi-glia per le corna. Lui che aSiviglia è cresciuto a forzadi Betis e Pata Negra, con lafantasia al potere e l’animogentile. Gioacchino (comelo hanno ribattezzato a Fi-renze) alla fine della partitad’andata, con i compagnigonfi di tristezza e ansiosidi volare subito via dal San-chez Pizjuan, decise di fer-marsi a parlare con i croni-sti presenti nonostante inteoria non toccasse a lui.Per rispetto di tutti coloroche stavano lavorando,aspettandolo da giorni perpotergli chiedere qualcosa.«Mi hanno fischiato per no-vantacinque minuti. Ma ènormale, io sono del Betis,è giusto così», disse giustifi-cando l’atmosfera infuoca-ta che lo aveva circondatoper tutto il match. Unico.

RIBALTONE E dire che a ini-zio stagione più che riservaera un separato in casa.Nelle ultime amichevolid’agosto giocava quando ititolari riposavano. Scam-biare il pallone con Iako-venko non è la stessa cosa diprovare a portare la Fioren-tina in finale di Europa Lea-gue. Perché in autunno ècambiato tutto. Gli allena-menti hanno convinto

Montella, che non lo avevamai visto correre e sudare così.Adesso, insieme a Salah, è ilmiglior viola di stagione. Buo-na parte delle speranze di ri-monta poggiano sulle suespalle andaluse.

DERBYSSIMO Trentaquattroanni il prossimo luglio, ancoraun anno di contratto con laFiorentina. Poi tornerà al Be-tis, a meno che il grande amo-re per il biancoverde non loconvinca ad anticipare. La ga-ra di stasera, come quella d’an-data, ha il sapore speciale delderby personale. Sogna ungol, sarebbe il primo in questaEuropa League, mentre incampionato ne sono arrivatidue. E magari la storica rimon-ta per regalare alla sua gentela finale di Varsavia. Settegiorni fa a Siviglia ci ha prova-to in ogni modo. Un grandeprimo tempo fatto di serpenti-ne e assist, come quello divo-rato da Mario Gomez in avviodi gara. Ma anche qualchepecca nelle chiusure difensivesu quella furia che porta il no-me di Aleix Vidal. Prima di ar-rendersi come gli altri alla ma-rea biancorossa. Gli avversarilo temono, il tecnico UnaiEmery lo conosce alla perfe-zione. Avendolo allenato treanni ai tempi del Valencia.Gioacchino ci proverà in ognimodo. Come fosse al centrodell’arena.

© RIPRODUZIONE RISERVATAJoacquin, 33 anni

Joacquin è cresciuto nel Betis. Sei stagioni in prima squadra prima di passare al Valencia AP

Luca CalamaiFIRENZE

«N oi ci crediamo evoi?» I tifosi violasono pronti a gio-

carsela. Stadio praticamenteesaurito e social network inta-sati di appelli alla rimonta. Siva dal «CisifA», al «si può fare»,passando per il classico «Re-muntada» e per il fiorentinissi-mo «Si pole». Ma la squadra cicrede? Vincenzo Montella haun’espressione più dura del so-lito. Le idee però sono chiare.«Io questa convinzione ce l’ho.A Siviglia nonostante il 3-0 ab-biamo dimostrato di non essereinferiori agli spagnoli. Serviràtanto cinismo e un pizzico difortuna, abbiamo il 10-15% difarcela. Questa è una sfida chevale triplo. Può portarci in fina-le di Europa League, può aprir-ci le porte della Champions.Con tutto quello che ciò com-porta anche a livello economi-co. Possiamo fare la storia maper riuscire in una simile impre-sa dovremo crederci veramen-te. Lo sto ripetendo in continua-zione ai miei giocatori». Mon-tella martedì sera ha visto in tvBayern-Barcellona. Finalescritto. «Ma che orgoglio i tede-schi». A tavolino ha disegnato ilsuo piano di battaglia. Che puòessere riassunto in tre mosse:1) segnare almeno un gol nelprimo tempo; 2) per almenoun’ora attaccare senza regalarepraterie ai rivali; 3) affrontarela mezz’ora finale con tutte lepunte in campo in un inconsue-to 4-2-3-1. Rischiando il tuttoper tutto.

IL DUBBIO Il tecnico viola nonha ancora scelto chi partirà tito-lare tra Gomez e Ilicic. La sen-sazione è che, ancora una volta,la bilancia penderà dalla partedell’ex stella del Bayern. «Nonho ancora deciso la formazio-ne. Ma ricorderò a tutti che avolte sono decisivi i giocatoriche entrano dalla panchina. È

chiaro che dovremo forzare ilnostro gioco ma non necessa-riamente dal primo minuto. Inquesti giorni mi sono fatto tantifilm. Ho anche sognato possibi-li rimonte. Magari basta un golper accendere la gara. Può arri-vare su rigore, un rimpallo, ma-gari un’autorete. E’ tanto cheuna mia squadra non segna suautorete».

CROCEVIA FUTURO La notte delFranchi rappresenta un passag-gio chiave per molti personaggidi casa viola. Gomez ha un pie-de e mezzo lontano da Firenze.Un’altra esibizione deludentespazzerebbe via anche gli ulti-mi dubbi. E poco importa che ilgiocatore abbia dichiarato diavere ancora un contratto per 2anni e di non essere intenziona-to a cambiare aria. La gara colSiviglia è importante anche perMontella. I Della Valle non pre-tendono l’impresa, ma voglionovedere una Fiorentina giusta,cattiva. Capace, come ha fatto il

Bayern con il Barcellona, di vi-vere una notte da protagonista.Concetto espresso dallo stessotecnico viola: «In campo si puòperdere ma dobbiamo uscire atesta alta. Questo vale per lasquadra, per i tifosi, per la città.Rispetto a qualche giorno fa so-no più ottimista. La vittoria incampionato a Empoli ci ha datoun’ulteriore spinta. Tra l’altrospero di avere Salah al 100%,non dovrebbe essere penalizza-to più di tanto da un fastidio al-la schiena». Arbitrerà DamirSkomina che diresse la Fioren-tina nella magica notte diChampions a Liverpool. Mon-tella, però, non ha voglia di par-lare di direttori di gara. «Nonmi piace appellarmi agli arbitrianche se a Siviglia qualcosaavrei potuto dire, giusto? E nonmi interessano le accuse di DeLaurentiis a Platini e Uefa. Gliarbitri possono sbagliare manon vanno in campo per indi-rizzare le gare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Vincenzo Montella mentre dirige l’allenamento della vigilia ANSA 2 Mario Gomez. Il centravanti viola è favorito per partire titolare AFP 3 Josep Ilicic. L’attaccante sloveno è l’eventuale alternativa a Gomez LAPRESSE

21

1.5� La media gol delle partite in casa dell’Intera stagione della Fiorentina, coppe incluse.

Mission impossible viola,Montella vara il piano:«Al 10-15% ce la facciamo»1Il tecnico della Fiorentina e i suoi dettami per ribaltare il 3-0 di Siviglia«Un gol subito e accendiamo la gara. Sogno tante possibili rimonte»

3

Europa LeagueRRitorno semifinali

VINCENZO MONTELLAALLENATORE FIORENTINA

IN CAMPO SI PUÒ PERDERE MA DOBBIAMO USCIRE A TESTA ALTA. VALE PER LA SQUADRA,

I TIFOSI, LA CITTA’

VINCENZO MONTELLAALLENATORE FIORENTINA

SPERO IN SALAH AL 100%. NON DOVREBBE ESSERE PENALIZZATO

PIÙ DI TANTO DAL FASTIDIO ALLA SCHIENA

17GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

QUI DNIPRO

Markevych, ottimismo e fiducia«Vedrete, meritiamo la finale»� KIEV (ni.ce.) Ripeteranno la partita del San Paolo? Cioè due linee di quattro e cinque uomini molto strette fra loro a presidiare la metà del campo e il centravanti abbandonato a se stesso? Probabilmente sì. Mister Markevych sa che sa va alla sfida senza corazza rischia di prendere 3-4 sberle: il Napoli è più forte. Ma lui è fiducioso: «Abbiamo i nostri valori. Basta parlare del match di andata, dimostreremo di meritare la finale». E mentre il brasiliano Egidio fugge a casa, da Dnipopetrosk sono annunciati in 20 mila, l’Olimpico di Kiev ne contiene 70 mila e non è detto che i locali che tifano Dinamo non si schierino pro Napoli: insomma, non di sicuro si

giocherà in una bolgia... Probabile la conferma della formazione di partenza che al San Paolo dopo 3’ passò dal 4-2-3-1, schema abituale del campionato. Con il linguaggio dei moderni commentatori tv, tale disposizione prelude al seguente commento: «fanno densità in mezzo al campo». Non molti anni fa questa densità si chiamava catenaccio ed era una prerogativa del nostro calcio agli occhi stranieri. Gli uomini migliori sono Konoplyanka, Kalinic, Rotan e Seeznyov. Il Napoli ha un vantaggio: puntando da subito al gol, può prenderne uno senza che ciò produca disperazione. Ma se farà gol in tempi rapidi, il vantaggiodel Dnipro è bell’e cancellato. Guardalinee permettendo.

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COSÌ IN CAMPO A KIEV, ORE 21.05

45. ANDUJAR

31. GHOULAM

11. MAGGIO

33. ALBIOL

5. BRITOS

24. INSIGNE

17. HAMSIK

9. HIGUAIN

7. CALLEJON

8. JORGINHO

19. DAVID LOPEZ

44. FEDETSKIY

24. LUCHKEVYCH

7. KANKAVA

9. KALINIC

25. FEDORCHUK

29. ROTAN

10. KONOPLYANKA23. DOUGLAS

14. CHEBERYACHKO

12. LEO MATOS

71. BOYKO

TV Canale 5, Premium Calcio HDINTERNET gazzetta.it

ARBITRO Mazic (Serbia)GUARDALINEE Ristic (Ser) , Djurdjevic (Ser)

QUARTO UOMO PetrovicADDIZIONALI Grujic (Ser) , Filipovic (Ser)

PANCHINA:1 Rafael, 4 Henrique, 26 Koulibaly,

8 Inler, 77 Gargano, 14 Mertens,

23 Gabbiadini

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: Zuniga, De Guzman, Michu

NAPOLI4-2-3-1

ALLENATORE: Benitez

PANCHINA:16 Lastuvka, 2 Vlad, 19 Bezus, 20 Bruno

Gama, 99 Matheus, 11 Seleznyov, 39 Svatok

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: Mazuch, Zozulya

DNIPRO4-2-3-1ALLENATORE: Markevych

CENTIMETRI

in finale seAZZURRI AVANTI VINCENDOO CON UN PARI DAL 2-2 IN SU

� Il Napoli di Benitez, dopo l’1-1 della semifinale di andata con il Dnipro al San Paolo, si qualifica per la finale di Varsavia se: a) vince; b) pareggia segnando più di una rete (2-2, 3-3, eccetera). Con lo 0-0 a Kiev passerebbero gli ucraini in virtù del gol segnato fuori casa. Se al 90’ la gara fosse sull’1-1 si andrebbe invece ai supplementari ed eventualmente ai calci di rigore. Una vittoria del Dnipro eliminerebbe gli azzurri.

PARLA HIGUAIN

«Dimostriamo di essere squadra da Champions» 1Il Pipita carico:«Con noi il migliore è sempre il portiere, quindi giochiamo bene»

Nicola Cecere INVIATO A KIEV (UCRAINA)

Q uattro giorni dopo ilmiracoloso Mirante diParma, c’è un altroportiere «irriducibile»

sulla strada del Pipita. Si chiama Denis Boyko, ucrainopurosangue, 27 anni: all’an-data fu il migliore in camporespingendo di piede e infinecon un plastico volo all’indie-tro i quattro tentativi di Hi-guain per blindare il prezioso1-0 ottenuto di testa da DavidLopez. Qui va assolutamentesuperato, di stinco, di coscia,di... beh, un colpo di fortunaci starebbe, visto il disastrocombinato a Napoli da quelguardalinee norvegese. An-che se nel calcio quando nonriesci a concretizzare tanteoccasioni capita spesso la fre-gatura. «Eh, sì, speriamo diavere qui la buona sorte checi è mancata al San Paolo», fi-losofeggia il centravanti ar-gentino che liquida in unamen il clamoroso litigio didomenica, rievocato, uditeudite, dalla prima domandadei cronisti locali... Ormai ilmondo è davvero un paeso-ne. «Sono cose che succedo-no in campo e preferisco par-lare della partita, di questasemifinale sulla quale sonototalmente concentrato: sitratta di una gara fondamen-tale per tutti noi». Quindinon conferma i messaggi di-stensivi con Mirante, noncommenta nemmeno la ma-no tesagli a mezzo stampadal portiere emiliano («Pa-ghiamo a metà la multa»). Undribbling a superare gli imba-razzi.

CONCENTRATO Sul resto,Higuain concede poche mastudiate riflessioni: «La vo-glia di vincere avrà un pesofondamentale. Dobbiamo di-mostrare in campo di volerela finale, abbiamo le qualitàper farlo». Questo significa:

siamo i più forti, ergo si devebattere un Dnipro che all’andatagiocò con nove uomini dietro lalinea della palla pensando uni-camente a finire la gara col pas-sivo meno pesante possibile.Quell’1-1 che adesso avvantag-gia gli ucraini grida vendetta.Ma se il Napoli non dovesse en-trare in Champions, il Pipita ri-fletterebbe a fondo sul suo futu-ro azzurro? Domanda lecita, ri-sposta tranciante: «Penso unica-mente al presente e il presente èquesta sfida qui a Kiev. Poi c’è ilcampionato, mancano tre parti-te... Per noi è importante dimo-strare che il Napoli merita di gio-care la prossima Champions».

ALL’ATTACCO In caso di neces-sità, magari nella ripresa, ci po-trebbe essere Gabbiadini allesue spalle, con Hamsik al postodi Jorginho: una modo praticodi dire agli avversari «vogliamovincere». Ma sono argomentidai quali il centravanti si tienelontano. «Deve essere la notte ditutti: se giochiamo sempre conla voglia di vincere possiamoandare avanti. Però dobbiamofare i fatti e non le chiacchiere».E lui, a quota sette gol, ci tiene afinire da capocannoniere? Glie-ne mancherebbero due. «Riu-sciamo a costruire molte pallegol, se in tante partite il miglioravversario è il portiere vuol direche il gioco è valido. Nel calcioperò un attaccante ha bisognopure della buona sorte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gonzalo Higuain, 27 anni, attaccante del Napoli, durante la rifinitura di ieri a Kiev EPA

Mimmo MalfitanoINVIATO A KIEV (UCRAINA)

P ersino una semifinalepuò diventare storica, separliamo di Napoli. Per-

ché un’emozione del generemanca da 26 anni, da quandoMaradona e Careca annienta-rono il Bayern Monaco per poiaccedere alla finale con loStoccarda: il trionfo di quellanotte, con la conquista dellaCoppa Uefa, resta l’unico tro-feo europeo nella bacheca delclub. E allora stasera quelleemozioni si potrebbero rivive-re qui a Kiev, in campo neutro,dove il Dnipro gioca le partiteeuropee a causa del conflittoin corso tra Russia e Ucraina. Ilmomento, dunque, è partico-lare, potrebbe aprire a unanuova era napoletana, dopoquella vincente vissuta conDiego Maradona. Il Napoli ar-riva a quest’impegno quattrogiorni dopo le tensioni di Par-ma, le accuse e le polemicheche ne hanno caratterizzato ildopo partita, portandosi die-tro l’irritazione per quanto ac-caduto e, soprattutto, l’ama-rezza per le decisioni del giu-dice sportivo, che ha fermatoper un turno Rafa Benitez emultato di 10.000 euro Gon-zalo Higuain. Sulla questioneil tecnico si è soffermato po-chissimo, limitandosi a unastoccata contro chi lo ha puni-to: «Sono sorpreso che abbia-no sentito soltanto un’opinio-ne sull’ostruzionismo e non icori contro i napoletani chesono proseguiti per tutta la

partita», ha osservato Benitez.«E con questo chiudo l’argo-mento Parma», ha detto, sen-za nascondere il malcontento.

FIDUCIA Spazio al presente,dunque, e alla sfida di questasera contro il Dnipro, una garache il tecnico avrebbe volutochiudere al San Paolo e che in-vece sarà costretto a giocarsiin un confronto dall’esito in-certo. L’1-1 dell’andata ha la-sciato intatte le possibilità diqualificazione per entrambi lecontendenti, anche se i valoritecnici del Napoli dovrebberogarantirgli la finale. «Ho dettoalla squadra che dobbiamo fargol e vincere. Loro difendonobene e ripartono altrettantobene, e poi sono forti e impre-vedibili sulle palle inattive.Noi, però, siamo forti in faseoffensiva e un gol possiamofarlo in qualsiasi momentodella partita. Abbiamo rispet-to per il Dnipro, ma nessun ti-more. Se Higuain avrà qual-che occasione da gol sono si-curo che stavolta non sbaglie-rà», ha chiarito Benitez.

ARBITRO La questione arbitra-le è stata al centro delle ferocicritiche che Aurelio De Lau-rentiis ha espresso, al terminedella gara d’andata, control’Uefa e il suo presidente Mi-chel Platini. Proprio da un evi-dente errore del guardalineee, quindi, dell’arbitro norvege-se, è scaturito il gol del pareg-gio del Dnipro, con il centra-vanti Seleznyov in chiara posi-zione di fuorigioco non rileva-ta dall’assistente. Per il ritorno

di questa sera il designatorePierluigi Collina ha inviato unarbitro esperto, il serbo Mazic.«Il presidente è stato moltochiaro, siamo fiduciosi. Speroche tutti siano concertati perfar sì che non si ripetano erroricome quello dell’andata. Lapossibilità di un errore arbi-trale sarà minima dopo quan-to successo al San Paolo, sa-ranno tutti più concentrati», ha detto l’allenatore del Napo-li, che è ritornato anche sullaquestione del suo futuro, masenza aggiungere nulla dinuovo a quanto detto e scrittonegli ultimi giorni. «Devo par-lare con la mia famiglia, hosentito il presidente De Lau-rentiis, entrambi conosciamol’importanza di questa partitae adesso dobbiamo restareconcentrati, guai a distrarsi. Ilmio futuro, in ogni modo, sideciderà più avanti, a prescin-dere dal risultato di questapartita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rafa pungee garantisce «Stavolta il Napoli non sbaglia» 1Benitez sulla squalifica: «Hanno sentito me e non gli insulti ai napoletani. Strano»

1 Rafa Benitez, 55 anni, durante l’allenamento di rifinitura di ieri a Kiev2 Il gol del pareggio del Dnipro al San Paolo, firmato Seleznyov, in clamoroso fuorigioco 3 Il presidente Aurelio De Laurentiis, 65 EPA-ANSA

1

32

95� I tiri nello specchio del Napoli in questa Europa League: azzurri primi nella speciale classifica

Europa LeagueRRitorno semifinali

RAFA BENITEZSUL SUO CENTRAVANTI

SE HIGUAIN AVRA’ QUALCHE OCCASIONE

DA GOL, QUESTA VOLTA SONO SICURO

CHE NON SBAGLIERÀ

RAFA BENITEZ SULL’ARBITRAGGIO

DOPO QUANTO ACCADUTO ALL’ANDATA, CREDO CHE STAVOLTA SARANNO TUTTI PIÙ

CONCENTRATI

18 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Icardi, bufera TataMa diventerà il più pagato dell’Inter 1«Si è comportato male» dice il c.t. dell’Argentina Intanto guadagnerà 4 milioni con l’aiuto di Wanda

NERAZZURRI ALL’EXPO

Mancini: «Contro la Juve, stesso spirito di Roma»1E Ranocchia sul tweet a Berlusconi: «Ironico per stemperare le polemiche»

Matteo BregaMILANO

C on la porta dell’Argentinache pare chiudersi, si spa-lanca il portone dell’Inter.

Mauro Icardi vive così, sospesotra due realtà evidentemente di-verse. Il c.t. della Seleccion Gerar-do Martino l’ha toccata di piatto:«Icardi? Ai calciatori non piace ilsuo stile di vita, il suo modo di ge-stirsi e nemmeno a me. Oggi nonhanno possibilità di essere convo-cati nemmeno Dybala o Di Santo,ma questo perché ho già i miglioriattaccanti del mondo». Il puntoalla fine della frase è un masso.

L’INTERISTA PIÙ RICCO Di con-tro, Mauro gira la maniglia neraz-zurra e apre lo scrigno nerazzur-ro. Il rinnovo fino al 2019 è cosafatta davvero adesso: dal primoluglio inizierà a percepire circa 3milioni netti all’anno più vari bo-nus (oltre a quello di un milione e600 mila euro, una cifra pattuitaper «colmare» il gap tra nuovo evecchio accordo vista la stagionericca di gol), cifra destinata a sali-re gradualmente nel corso delquinquennio fino a un massimo di4 con il raggiungimento dellaqualificazione alla Champions Le-ague. Dopo settimane di incontri(quello decisivo risale a otto gior-ni fa, quello di martedì invece èsolo uno dei tanti di queste setti-mane che serviranno a limare det-tagli fiscali) è arrivato il momentodi firmare. L’accordo nuovo siste-merà Icardi al vertice della pira-mide salariale interista. I dirittid’immagine saranno distribuitiequamente tra l’attaccante e la so-cietà. L’entourage di Mauro e ild.s. Piero Ausilio hanno così au-mentato la parte fissa dello sti-pendio. Il rinnovo (privo di clau-sola rescissoria, ma infarcito dibonus tra cui quello della conqui-sta della prossima classifica mar-catori, della Coppa Italia e di untot di convocazioni in nazionale)non è propedeutico a una cessio-ne estiva, è il puntellamento diuno dei prossimi (I)cardini dellacreatura nerazzurra di RobertoMancini. All’estero la squadra piùinteressata all’argentino è semprestata ed è l’Atletico Madrid. Un po’perché Icardi piace a Simeone, unpo’ perché delle grandi d’Europaè quella che più facilmente po-trebbe cambiare il centravanti(Mandzukic). Ma Mauro ha in te-sta l’Inter e Milano. E un’idea losta stuzzicando, pian piano. Vi-vendo accanto all’attuale vicepresidente Javier Zanetti sta im-parando cosa significa diventareil simbolo del mondo interista.

EFFETTO WANDA La risposta delMeazza alla lettura delle forma-zioni (Icardi viene tenuto apposi-tamente ultimo per l’esplosionedello stadio) lo fa sentire nel cuo-re della gente. Qui subentra l’altroaspetto, quello umano. Nelle ulti-me settimane infatti è entrata inscena Wanda Nara. Lo ha fatto in

maniera delicata. Ha solo volutocomprendere meglio il funziona-mento di alcuni meccanismi. L’in-tenzione originaria era di annun-ciarlo nei giorni precedenti la sfi-da contro la Juventus. Gli aspetti

fiscali obbligano ad avere pazien-za. Più facile che l’ufficializzazio-ne arrivi a fine mese. E intanto, aquanto pare, l’agente Abian Mo-rano potrebbe uscire di scena...

THOHIR: TUTTO PER YAYA Nelfrattempo, Erick Thohir non vuo-le mollare il desiderio numerouno di Mancini: Yaya Touré.«Quante chance ci sono di acqui-starlo - ha detto il presidente inte-rista al quotidiano Tempo -? Que-sto non so dirlo, ma ciò che è evi-dente è che proveremo in ognimodo a portarlo all’Inter». Deicontatti continui fra giocatore eMancini si sa, mentre è ancora damettere sul piatto la cifra d’acqui-sto che il City farà. A quel punto, edopo un sì definitivo del giocatoreche vuole cambiare aria e rivede-re Mancini, partirà la trattativa vera e propria.

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Francesco VelluzziINVIATO A RHO (MILANO)

L’ evento nell’evento.Perché Roberto Man-cini e l’Inter all’Expo

movimentano la manifesta-zione ricca di studenti in gi-ta, coppiette romantiche equalche manager in cercad’affari. Padiglione zero,ore 18.15, Mancio, Ranoc-chia, Fassone e Williamsonsbarcano con le golf kart. Liaccoglie Giuseppe Sala,commissario unico del Go-verno per Expo. La maglianerazzurra è già pronta perlui: «Expo 2015». Sala è in-terista sfegatato e confessa:«Non è la prima maglia ne-razzurra che mi viene rega-lata. Il mio cimelio più im-portante è quella di Rum-menigge che tengo nel miostudio. È proprio quella diun Inter-Juventus che finì4-0 con doppietta di Kalle(11 novembre 1984, ndr)».Mancini annuisce e attacca:«Con la Juve sabato ci vuolelo stesso spirito che abbia-mo avuto domenica a Romacontro la Lazio, bisogna gio-care così». Il capitano Ra-nocchia puntualizza: «Stes-sa fisicità e stessa tecnica,perché è vero che con la La-zio è stata dura, ma con laJuve sarà ancora più diffici-le e poi ci sono Genoa edEmpoli. Poche storie, dob-biamo provare a fare novepunti. Il tweet a Berlusconi?Ho risposto ironicamentebisogna stemperare».

INDONESIA Fatta la visita uffi-ciale, ecco l’omaggio al presi-dente Erick Thohir allo standdell’Indonesia. È tutto pronto,come nel loro stile: massima di-sponibilità, sorrisi, donne in co-stume, cibo tradizionale. Il fun-zionario dell’ambasciata AgusSatono spiega tutto al Mancio:usi, costumi, tradizione, gastro-nomia. E gli fa fare da cavia: pri-ma il pesce, poi il riso giallo. ARanocchia tocca il pollo. Man-cio apprezza: «Sono stato in In-donesia nel 1995 in tournée conla Samp, bel ricordo». Gli chie-dono di tutto, lui spiega «chenon bisogna buttare il cibo per-ché c’è troppa fame nel mon-do». Lo ringraziano, inchini,applausi, regali. La sala è ad-dobbata anche con maglie epalloni dell’Inter. Ranocchiaparla di calcio, dopo che glihanno tappato occhi e orecchiecon cuffie e maschera, effettidella tecnologia. «Siamo prontiper sabato, crediamo nell’Euro-pa League. Aver migliorato lafase difensiva è fondamentale,è quella che fa la differenza».Gli parlano della partenza diKovacic: «Se ne dicono tante dicose, io ogni sei mesi dovrei an-dare via e invece sono qui e ri-marrò qui. Sicuramente perde-re dei ragazzi fa sempre dispia-cere, ma sono cose che riguar-dano la società». A Manciochiedono solo del compleannodi Touré, ma è abbondantemen-te scafato: «Glieli mando sem-pre gli auguri, ogni anno». Poivia veloce allo stand della Cinaper un saluto e la promessa: «Civediamo presto, quest’estate».

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Mauro Icardi, 22 anni: entro fine stagione firmerà il contratto con l’Inter fino al 2019 LAPRESSE

Roberto Mancini, 50 anni, all’Inter dal novembre scorso ANSA

GERARDO MARTINOC.T. ARGENTINA

ICARDI? AI CALCIATORI NON PIACE IL SUO STILE DI VITA, IL SUO MODO

DI GESTIRSI.E NEMMENO A ME

� (l.t.) Seduta molto intensa ieri per l’Inter. Senza Vidic, in permesso, Mancini ha provato D’Ambrosio, Ranocchia, Felipe, Juan Jesus, Brozovic, Medel, Kovacic, Campagnaro ed Hernanes (squalificato per sabato). Le vere punte -Icardi e Palacio - giocavano contro i titolari. Il tecnico ha insistito molto sui movimenti per attaccare la Juve («Voglio pressing alto, più aggressività») e su come velocizzare la manovra una volta recuperata la palla. Presente il d.g. Fassone.

Mancio spreme il gruppo: «Fate correre la palla»

Serie ARIl personaggio

19GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTSerie AR

I PROSSIMI AVVERSARI

Missiroli, sfidacon le treccine:«Un altro sgarboai rossoneri» 1Il regista del Sassuolo andava a scuola con la parrucca di Gullit: «Era il mio idolo»

IL CONFRONTODE SCIGLIOEL SHAARAWY PARTITE GIOCATE

16 15GOL

0 1MINUTI IN CAMPO

1297 1109ESPULSIONI

2 0AMMONIZIONI

4 2MEDIA VOTO

5,19 6,07Mattia De Sciglio, 22 anni, è nato rossonero: al Milan a partire dal settore giovanile FORTE

Stephan El Shaarawy, 22 anni, è arrivato al Milan nell’estate del 2011 dopo un anno a Padova ANSA

De Sciglio&El ShaarawyIl Milan vi aspetta ancora1In coda a un anno nero, il terzino è k.o.: deve ritrovarsi, in che ruolo?Stephan torna con il Sassuolo, sarà la sua 100a partita in rossonero

Alessandra GozziniMILANO

E videntemente non era lastagione dei classe 1992,nati nella seconda metà

di ottobre e di martedì. Per DeSciglio, che festeggia il venti del mese, sotto il segno dellabilancia, l’oroscopo non pro-mette nulla di buono. La di-storsione alla caviglia destra subita nell’allenamento di duegiorni fa lo costringerà a salta-re la trasferta con il Sassuolo,mentre non è escluso che tornidisponibile per gli ultimi 180’del campionato (l’infortunionon dovrebbe essere troppo se-rio se anche ieri il terzino haguidato l’auto) ma dipenderàdai prossimi accertamenti.Dunque si può già passare aibilanci, a partire dal 2014: do-po una manciata di partite datitolare, non memorabili se lamedia voto complessiva ne fa ilpeggior rossonero del campio-nato, arriva il primo stop dovu-to alla fascite plantare, fastidioin compagnia del quale De Sci-

glio chiude l’anno. Si entra cosìnel 2015: espulso a Torino epiù tardi nella recente partitadi Napoli, dopo un’altra seriedi uscite saltate per infortunio(il problema al piede si era nelfrattempo aggravato: da in-fiammazione alesione). Inzaghilo aveva sempredifeso («Mattia èil futuro e conme giocheràsempre») ma vi-sto che anchel’oroscopo rosso-nero di Pipponon invita all’ot-timismo, per DeSciglio la situa-zione si compli-ca: dovrà ricon-quistare il nuovo Milan e insie-me la Nazionale, e per farlo po-trebbe essere utile iniziare auscire dall’equivoco. A NapoliMattia aveva iniziato a destra,contro il Genoa a sinistra, colToro a destra e con il Sassuolodi nuovo a sinistra, fascia cal-pestata anche con l’Inter dopoche si era ritrasferito sulla cor-

sia opposta una settimana pri-ma con la Samp. Sono le ultimesei partite giocate, una certa confusione può essere spiegataanche così: la prossima guidalo aiuti a ritrovare una strada.

CENTO EL SHACon El Shaa-rawy, nato il 27ottobre, si entrainvece nel segnodello scorpione egli astri potreb-bero ancora re-galare qualchesoddisfazione.L’attaccante èfuori da pocomeno di quattromesi per via del-la frattura al

quinto metatarso del piede de-stro. Prima le cose erano anda-te meglio, ma neppure troppo:qualche panchina, una lieve di-storsione alla caviglia, quindicipresenze e un solo gol, allaSamp, per di più dopo un lun-ghissimo digiuno di 622 gior-ni. Gli ultimi tre li ha trascorsiallenandosi in gruppo e prima

ancora aveva seguito un inten-so percorso di lavoro persona-lizzato: fisicamente è pronto econvocabile, come in effetti sa-rà con il Sassuolo. E semmaidovesse rimettere piede (or-mai guarito) in campo festeg-gerà la sua centesima presenzaufficiale in rossonero. Vale al-lora la pena di affidarsi a un ra-pido amarcord: tra i gol meri-tevoli di menzione c’è di certoquello segnato nel derby conl’Inter del 24 febbraio del2013, l’ultimo dei sedici realiz-zati nel campionato che lo eles-se miglior marcatore rossone-ro. Dopo c’è pochissima altrafortuna in Italia (il gol allaSamp appunto) mentre le coseerano già andate meglio uscen-do dai confini: decisiva fu la re-te al Psv nel playoff Championsdel 20 agosto 2013 e prima an-cora quella, bellissima, siglatain slalom allo Zenit San Pietro-burgo. L’oroscopo dello scor-pione non parla esplicitamentedi gol ma di una spinta favore-vole sul lavoro: basterà a riscri-vere una stagione?

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Mattia ha giocato a destra e a sinistra: ha bisogno di una posizione stabile

Elsha non gioca da quattro mesi, ma ora sta bene e sarà tra i convocati

IL DUO

STRATEGIE SOCIETARIE

Silvio diviso fra club e politicaE Galliani incontra il Santos1Oggi summit di mercato col presidente paulista. Maldini: «Io al Milan? Non lo so, ma non è detto sia un bene»

L a fase di studio continua.Nella testa di Berlusconile riflessioni sui destini

del Milan sono continue e ap-profondite come quelle politi-che. Il presidente rossonero daun lato combatte con un «pez-zo di cuore» che se ne va e dal-l’altra sta valutando le due pro-poste (500 milioni per il 60%

del club, quella di Mr. Bee; 580per il 51% quella della cordatacinese con il governo alle spal-le e con Silvio che si relazionacol presidente Xi in persona).Gli interlocutori sono in attesa,ma è chiaro a tutti che per en-trare nel vivo occorrerà atten-dere almeno i primi di giugno.C’è anche una remota possibili-tà che Berlusconi, come ha giàspiegato, alla fine non vengaconvinto da nessuno e si tengail Milan, dando vita al progettotutto italiano. Un concetto fat-to filtrare dagli ambienti politi-ci a lui vicini anche nelle ultimeore. In questi giorni Silvio con-tinua il tour elettorale: oggi sa-

rà a Bari, domani a Lecce. E ierisi è rivisto a Milano anche Ri-chard Lee, intermediario nelletrattative coi cinesi: in agendaqualche incontro a livello tec-nico. Oggi, intanto, Galliani in-contrerà il presidente del San-tos, Modesto Roma Junior (ieriil Milan ha ufficializzato la ri-soluzione consensuale con Ro-binho): un’occasione per fareun punto di mercato, magari aproposito del 18enne attaccan-te Gabriel Barbosa, detto Gabi-gol. Ieri Paolo Maldini, ospiteall’Università Humanitas diRozzano, è tornato a parlare diMilan: «Per ricostruire ci vuoletempo e idee, e non sempre leidee ci sono. Un mio futuro insocietà? Non so se succederà,non è detto che sia un bene. Lamia storia col Milan rimarràcomunque fantastica».

paglia-m.pas.© RIPRODUZIONE RISERVATASilvio Berlusconi, 78 anni FORTE

Andrea TosiINVIATO A SASSUOLO (MO)

S imone Missiroli do-menica a Cesena hasuggellato la grande

rimonta del Sassuolo conun destro dal limite che si èinfilato sotto l’incrocio lan-ciando il club neroverde allavittoria. Così il centrocam-pista calabrese è entrato didiritto nella storia del clubcompletando un piccologrande capolavoro perso-nale. Due anni fa aveva se-gnato la rete della promo-zione in A contro il Livorno,quattro giorni fa invece harealizzato quello della sal-vezza. Intanto Missiroli ha anche cambiato ruolo di-ventando regista senza per-dere la bella vocazione disegnare gol pesanti. A 28anni (saranno 29 tra novegiorni) il Missile, come lochiamano tutti, ha scopertouna nuova dimensione co-me calciatore.

Missiroli, tra il gol di Cesenae quello col Livorno del 2013ci sono affinità?«Ho avuto il merito di se-gnare due gol importantiche mi hanno lasciato sen-sazioni uguali e diverse. En-trambi mi hanno fatto feli-ce. Quello al Livorno è statoil più emozionate, quello alCesena il più bello della miacarriera».

Dopo tre anni e mezzo a Sas-suolo, si sente un giocatore-bandiera?«Il mio ruolo fuori dallospogliatoio lo lascio giudi-care agli altri. Io posso direche in questo club sono ma-turato tanto come calciato-re, perciò mi sento moltocoinvolto e radicato nel Sas-suolo».

Come giudica la stagionedella sua squadra dopo l’otti-mo girone di andata e il vi-stoso calo nel ritorno?«Il calo è stato fisiologico

perché all’andata abbiamo gi-rato a mille. Poi i tanti infortu-ni, che non sono un alibi ma undato oggettivo, ci hanno frena-to, ma è vero che potevamo fa-re qualcosa di meglio. L’impor-tante è avere centrato con anti-cipo l’obiettivo della salvezzacom’era nei programmi delclub all’inizio di stagione».

Lei ha cambiato ruolo: da fanta-sista con libertà d’azione a regi-sta al servizio dei compagni. Èstata un’esigenza sua o dellasquadra?«È stato un passaggio naturaledovuto all’infortunio di Ma-gnanelli. Già in passato avevogiocato in regia. Ma non credoche sia un cambio definitivo, ilmio ruolo naturale rimanequello di trequartista o di mez-zala sinistra».

Il Sassuolo sembra un progettodestinato a durare nel tempo. Come vede il suo presente e ilsuo futuro in neroverde?«Dopo Reggio Calabria, dovesono nato e cresciuto, Sassuoloè diventata la mia seconda ca-sa. Ho trovato un ambiente se-rio e ambizioso che mi ha ac-colto benissimo. Quest’annoho prodotto la mia migliorestagione in Serie A, il mio con-tratto scade nel 2016. Spero difare parte del progetto del dot-tor Squinzi per molto tempoancora».

Domenica arriva il Milan di cuilei è tifoso. Quali ricordi conser-va della squadra rossonera?«La mia famiglia è juventina,ma quando ero un bambinodominava il Milan mondiale diSacchi e così mi sono legato aicolori rossoneri. Il mio idoloera Gullit. Ricordo che mi com-prarono la parrucca con letrecce per somigliare a Ruud.La indossavo anche a scuola»

All’andata avete vinto a San Si-ro, un anno fa Berardi con unpoker di gol spinse all’esonerodi Allegri. Siete un tabù per il Milan e lei non ha ancora segna-to contro una big. Conclusione?«Vogliamo finire bene la sta-gione con un risultato positivodentro una bella partita. Lorocome noi non hanno più obiet-tivi da inseguire perciò se fa-cessi uno sgarbo al mio Milannon sarebbe tanto male...»

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BABY SIMONECOI CAPELLIDI RUUDUn’immagine di Simone Missiroli all’età di 4-5 anni nel cortile di casa a Reggio Calabria, con maglia rossonera e cappellino con la parrucca di Gullit

Simone Missiroli, 28 anni FORTE

20 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Totti e quei 300 motivi per riprendersi la Roma1Il capitano è a quota 298 reti in giallorosso e con l’Udinese vuole tornare titolare. E nel ritiro spunta un vademecum sui comportamenti

Massimo CecchiniROMA

M etti a Roma un pranzofra amici. Ieri. Com-mensali il d.s. Sabatini

e il d.g. Baldissoni (fronte gial-lorosso) e il presidente Ferrero,il d.s. Osti e l’avvocato Romei(fronte Samp). Alla Lazio paresiano fischiate le orecchie vistoche sabato è in programma lasfida a Marassi tra i blucerchiatie la squadra di Pioli, ma d’al-tronde c’è in ballo la Championse il mercato, con Romagnoli diritorno alla Roma e Viviani chepiace alla Samp (occhio peròanche a Obiang e Destro). Icommensali giallorossi però,dovendo guardare anche in ca-sa propria, nel piatto avrannovisto galleggiare una pietanza di sicura garanzia con cui sazia-re la fame di punti, FrancescoTotti, che rilancia la sua candi-

datura a titolare nella sfida didomenica con l’Udinese.

21 ANNI FA L’ultima volta cheTotti è rimasto in panchina perscelta tecnica per tre partite difila è successo 21 anni fa, alle-natore Mazzone, che lo fece se-dere nella giornata successiva al suo primo gol in Serie A, av-versario il Foggia. Era il 1994, icellulari erano strumenti di lus-so, Berlusconi vinceva le elezio-ni per la prima volta e la A si pa-voneggiava per la sua bellezza,forse persino un po’ millantata.In quei giorni Totti aveva 18 an-ni e, pur con tutta l’autostimache in fondo doveva avere, nonimmaginava che 21 anni piùtardi avrebbe ancora rivendica-to un posto da titolare in unaRoma a caccia di un posto inChampions.

CANNONIERE USA D’altrondedi questo primo quadriennio

americano, è ancora una volta ilnumero dieci giallorosso, a 38anni, a essere il capocannonie-re, con 37 reti segnate, 9 dellequali in questa stagione in cuidivide il titolo di bomber dellasquadra col giovane Ljajic.

QUOTA 300 Con queste premes-se, l’assalto ai 300 gol con lamaglia della Roma è quasi d’ob-bligo. Attualmente Totti è arri-vato a 298 centri, anche se alcu-ni gliene danno 299, conceden-dogliene uno in più rispetto al-

l ’Uefa in base a due gol«contestati»: col Leverkusen(ottobre 2004: non dato) eGenk (luglio 2009: dato). Concifre del genere, nessuna sor-presa che Garcia domenica tor-ni a sdoganarlo.

IL VADEMECUM Il capitano co-munque pensa solo ad allen ar-si, senza preoccuparsi delle fi-brillazioni del gruppo. Hannofatto discutere le integrazioni alregolamento interno che la diri-genza ha distribuito ai giocatoridue giorni fa. Niente di sconvol-gente: richiesta – tra l’altro – dimassima puntualità negli oraridegli allenamenti e un uso in-telligente dei social network,ma Totti non si affaccia neppurein questo universo e quindi certimessaggi sono rivolti ai più gio-vani, i più esuberanti in tutti isensi.

CASO ETIHAD Inutile dire, poi,che il capitano giallorosso servaanche per veicolare il marchioRoma all’estero. In questo sensoieri hanno ripreso quota le vocidi un accordo vicino fra il clubed Etihad per la sponsorizzazio-ne della maglia e del futuro sta-dio. In realtà per ora – nono-stante le trattative continuino –sviluppi non ce ne sono perchéda parte degli arabi sponsoriz-zare la maglia per ora non inte-ressa, mentre la questione sta-dio sarà affrontata quando cisarà la certezza di avere tutte leautorizzazioni. Come dire, oc-correrà attendere almeno seimesi. E chissà se in quei giorniTotti sarà ancora titolare.

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Francesco Totti, 38 anni, capitano della Roma ANSA

LA VOLATA CHAMPIONS

In MAIUSCOLO le gare in trasferta

difficilemediaDIFFICOLTÀ: facile

STATO DI FORMA: scarso buono ottimo

36ª 37ª 38ª

SAMPDORIA Roma NAPOLI

Udinese LAZIO Palermo

Cesena JUVENTUS Lazio

La 2ª classificata va direttamente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto)

ROMA PT. 64

NAPOLI PT. 60

LAZIO PT. 63

JUVENTUS campione d'Italia

GAZZETTA DELLO SPORT

Serie ARIl capitano

CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI

G V N P F S

JUVENTUS 80 35 24 8 3 65 20ROMA 64 35 17 13 5 49 27LAZIO 63 35 19 6 10 65 34NAPOLI 60 35 17 9 9 64 45FIORENTINA 55 35 15 10 10 52 44SAMPDORIA 54 35 13 15 7 45 38GENOA 53 35 14 11 10 54 41INTER 52 35 13 13 9 52 40TORINO 48 35 12 12 11 41 42MILAN 46 35 11 13 11 48 46PALERMO 43 35 10 13 12 48 51CHIEVO 42 35 10 12 13 27 35UDINESE 41 35 10 11 14 39 49VERONA 41 35 10 11 14 43 60EMPOLI 41 35 8 17 10 41 45SASSUOLO 40 35 9 13 13 42 54ATALANTA 36 35 7 15 13 35 49CAGLIARI 28 35 6 10 19 43 64CESENA 24 35 4 12 19 34 64PARMA (-7) 17 35 6 6 23 29 68

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 16 MAGGIOINTER-JUVENTUS ore 18SAMPDORIA-LAZIO ore 20.45DOMENICA 17 MAGGIO, ore 15SASSUOLO-MILAN ore 12.30ATALANTA-GENOA

CAGLIARI-PALERMO

TORINO-CHIEVO

VERONA-EMPOLI

ROMA-UDINESE ore 20.45LUNEDÌ 18 MAGGIOFIORENTINA-PARMA ore 19NAPOLI-CESENA ore 21

PROSSIMO TURNO

MARCATORI20 RETI Tevez (2, Juventus).19 RETI Toni (3, Verona).18 RETI Icardi (4, Inter).16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli).14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (1, Udinese).13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino).12 RETI Klose (Lazio).11 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo).10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).

I VERDETTI: JUVENTUS CAMPIONE D’ITALIA,PARMA E CESENA GIÀ RETROCESSI

21GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Tutti vogliono FA7Il Psg fa sul serio la Lazio fa muro 1Lotito ha blindato Felipe Anderson fino al 2020 e chiede 80 milioni. Ma le big europee ci pensano

Stefano Cieri INVIATO A FORMELLO (ROMA)

I l Paris Saint Germain su Fe-lipe Anderson. La «bomba»arriva dal quotidiano «Le

Parisien», che rivela che il ta-lento brasiliano della Lazio èentrato nel mirino del clubfrancese. Parlare di trattativa èquanto meno prematuro. Mal’interesse c’è ed è concreto.Non si tratta insomma di unadelle tante voci che si stannorincorrendo sul giocatore bian-coceleste da quando ha comin-ciato ad incantare la platea del-la Serie A. L’ex Santos è statoaccostato nell’ordine a Barca eReal, ai due Manchester, alChelsea, al Bayern e allo stessoPsg. Ma si trattava solo di voci onella migliore delle ipotesi diidee allo stato embrionale.

OPERAZIONE DIFFICILE E’ ve-ro, peraltro, che ormai è diven-tata una consuetudine vedereosservatori stranieri all’Olimpi-co in occasione delle partitedella Lazio. Anche il Psg hamandato i suoi e per più di unavolta. E pare che le relazioni si-ano state a dir poco entusiasti-che. Di qui la decisione del clubparigino di inserire il lazialenella short list dei giocatori daacquistare la prossima estate.Ci riusciranno i francesi? Le in-tenzioni paiono buone, ma chepoi la trattativa possa esseredavvero intavolata appare al-trettanto difficile. Il pallino ènelle mani di Lotito. Che già percedere un normale giocatorechiede la luna. Figurarsi perquello che per lui può diventarel’affare del secolo. E infatti il pa-tron laziale lo valuta 80 milioni.Chiaro che se il Psg dovesse of-frire una cifra inferiore, peròsuperiore ai 50 milioni, è pro-babile che accetti. Ma la sommache i parigini avrebbero accan-tonato per il laziale (30 milioni)non verrà neppure presa in con-siderazione. La posizione di for-za di Lotito nasce da due aspettifondamentali. Il primo è che laLazio, a differenza di altri club,non ha l’esigenza di cedere gio-catori per fare cassa. Il secondo

è che nei mesi scorsi Andersonha prolungato il contratto finoal 2020 e quindi il giocatore èsostanzialmente blindato.

A MENO CHE... Per far vacillareLotito ci vorrebbe una di quelleche lui chiama «proposte inde-centi». Sicuramente non lo èquella di 30 milioni, anche conl’inserimento di una contropar-tita tecnica (da Parigi fanno sa-pere che alla Lazio potrebbe in-teressare il giovane Bahebeck).E’ chiaro, però, che il Psg ha imezzi e la sfrontatezza (lo hadimostrato negli ultimi anni)per prendersi quello che vuole.E quindi ciò che oggi apparemolto difficile, in un futuro vici-no potrebbe non esserlo. Piùprobabile, tuttavia, che questofuturo slitti di dodici mesi. AdAnderson infatti non dispiace-rebbe fare almeno un altro an-no di Lazio per crescere ancorae arrivare all’appuntamentodell’Olimpiade di Rio in una

squadra in cui gioca sempre edè una delle stelle.

DILEMMA DE VRIJ Se non lastella assoluta. Quella alla qua-le Stefano Pioli chiederà i gol egli assist per agguantare laChampions. Anche perché altribig della sua squadra sono fer-mi ai box. Biglia è di nuovo in-fortunato, mentre De Vrij ieri siè allenato per il secondo giornoconsecutivo (sia pur a ritmo ri-dotto) e potrebbe farcela per ilmatch di sabato a Genova con laSamp. Cataldi invece è ancorafermo e non è detto che ce lafaccia. Intanto a Roma è già feb-bre derby. Nel primo giorno divendita sono stati staccati 11mila biglietti per i laziali (si ag-giungono ai 9 mila abbonati) e8 mila per i romanisti. Per la fi-nale di Coppa Italia sono invece25 mila i tagliandi presi dai so-stenitori biancocelesti contro i10 mila degli juventini.

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Felipe Anderson, 22 anni, esterno brasiliano della Lazio LIVERANI

NOTIZIE TASCABILI

� Colpo grosso del Napoli, che nel recupero ha battuto in rimonta la Roma 2-1 (vantaggio giallorosso di Calì, poi gol di Bifulco e Gaetano), rilanciando così le ambizioni di playoff. Nell’ultima di campionato, gli azzurri ospiteranno l’Empoli e vincendo, in caso di non vittorie di Catania e Palermo (difficile), potrebbero ritrovarsi al 5° posto. Nell’anticipo dell’ultima giornata, Pro Vercelli-Trapani 1-2.

CAMPIONATO PRIMAVERA

Super Napoli, Roma k.o. Trapani ok

� GENOVA (a.d.r.) «Abbiamo completato il ricorso per la licenza Uefa. Siamo a posto, economicamente e formalmente, ma abbiamo poche chance. I tempi per l’Uefa sono improrogabili e un eventuale ricorso di una società arrivata dietro di noi temo che ci vedrebbe sconfitti». Enrico Preziosi non nasconde l’ansia per l’Euro-intoppo ma il Genoa è attivo per il futuro: già sotto contratto Gakpe, Lazovic e Pandev (quest’ultimo si è sottoposto alle visite mediche la scorsa settimana), ma non pensa solo all’attacco: per la difesa si tratta con la Juve il prestito di Rugani. Intanto è già stato ufficializzata la sede del ritiro, in Austria a Neustift, dal 13 luglio. Ma l’eventuale qualificazione all’Europa League potrebbe far anticipare la partenza.

E RUGANI PUÒ ARRIVARE IN PRESTITO

Goran Pandev, 31 anni, durante le visite mediche con il Genoa

Genoa-Pandev, visite okPreziosi: «La licenza? È dura»

� Il primo obiettivo è stato raggiunto. L’Italia Under 17 di Bruno Tedino pareggia con l’Olanda e conquista un posto nei quarti dell’Europeo, dove sabato sfiderà la Francia per un posto in semifinale, che vale la qualificazione al Mondiale in Cile del prossimo ottobre. Ci ha pensato ancora una volta bomber Cutrone (Milan), in avvio di gara, a mettere subito in discesa la strada per gli azzurri. Che nella ripresa se la sono un po’ complicata, a causa della sfortunata autorete di Giraudo (autore dell’assist dell’1-0). L’Olanda ha spinto fino alla fine, cercando un gol che le avrebbe permesso di centrare il secondo posto alle spalle

dell’Inghilterra. Ma Donnarumma è stato insuperabile, e per l’Italia è arrivata la meritata qualificazione. In serata i complimenti di Tavecchio: «Bravi ragazzi, avanti così».I risultati di ieriGirone C: Francia-Grecia 1-0, Russia-Scozia 2-0. Classifica: Francia 9; Russia e Grecia 4, Scozia 0. Girone D: Olanda-Italia 1-1, Inghilterra-Irlanda 1-0. Classifica: Inghilterra 7; Italia 4; Olanda 3; Irlanda 1.I quarti Domani: Germania-Spagna e Croazia-Belgio; sabato: Francia-Italia e Inghilterra-Russia.

EURO UNDER 17

Cutrone-golItalia ai quartisfida la Francia

Patrick Cutrone, 17 anni

CALCIOSCOMMESSE

Ilievski al Gip:«A De Lucia 70 mila eurosotto la neve»

Hristyian Ilievski, 38 anni ANSA

Francesco Ceniti

I soldi consegnati al porti-re De Lucia sotto la neve.È il particolare più curio-

so svelato da Hristyian Ilie-vski nel suo terzo e ultimo in-terrogatorio col Gip GuidoSalvini. L’ex capo degli «Zin-gari» stamani potrebbe usciredal carcere di Cremona, doveè finito lo scorso 27 aprilequando ha posto volontaria-mente fine a una latitanzadurata quasi 4 anni: il Gip do-vrebbe concedergli l’obbligodi dimora. I suoi verbali (al-tre 3 volte è stato sentito dalpm Roberto di Martino, tito-lare dell’inchiesta sul calcio-scommesse) hanno blindatomolti passaggi contenuti ne-gli atti e dovrebbero suppor-tare al meglio le richieste dirinvio a giudizio, in arrivo en-tro un mese, per associazionea delinquere transnazionale(i soldi per le combine arriva-vano da Asia e Europa del-l’Est) finalizzata alla frodesportiva: coinvolti almenouna sessantina tra calciatori,dirigenti, allenatori e tessera-ti. Numero destinato a saliredopo le parole di Ilievski.

SULLA CISA Lo slavo ha in-guaiato il portiere De Lucia(ora al Monza) per il taroccoBari-Livorno 4-1 (dicembre2011) di Coppa Italia. Il gio-catore avrebbe incassato 70mila euro un paio di giornidopo la gara nei pressi diun’area di servizio sul passodella Cisa (tra Emilia e Tosca-na) sotto una bufera di neve.E ancora: Ilievski ha aggiuntoun particolare dell’incontrocon Mauri a Formello, ricor-dando che il giocatore indos-sava la tuta. Sui rapporti conDan Tan ha svelato che il bossdi Singapore era titolare ditre siti di scommesse cinesi.Intanto, domani il pm di Mar-tino interroga Marilungo(Cesena), ex Atalanta.

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Serie AR

22 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA7, 7.30 Gazzetta News8, 8,30 Gazzetta News9.05 Campioni a confronto9.30 Condò Confidential10.05 The Speedgang - La banda dei motori11.05 Perfection: momenti di gloria11.30 Qui Foro Italico - Diretta12.05 Bomber

13 Gazzetta News13.30 Gazzetta News

POMERIGGIO14 Gazzetta News14.15 Gazzetta News Sottorete14.45 Autogol News15 The Speedgang - La banda dei motori15.55 Sfide senza limiti - 1ª TV

16.20 Pazzi per i derby17.10 Bomber18.05 Perfection: momenti di gloria18.30 Gazzetta News Sottorete19 Calcio Market19.30 Gazzetta News Giro d’Italia

SERA20 Qui Foro Italico - Diretta

20.30 Gazzetta News - Il Sorpasso 20.45 Gazzetta News21.05 Perfection: momenti di gloria21.35 Bomber22.30 Condò Confidential23 Gazzetta News23.15 Gazzetta News Giro d’Italia23.30 Gazzetta News24 Calcio Market

Europa League tra tennis e Giro d’Italia1Aggiornamenti e servizi sulle due sfide di Napoli e Fiorentina, sugli Internazionali e sulla corsa rosa

Davide Longo

I l tennis con gli Internazio-nali BNL d’Italia, il ciclismocon il Giro d’Italia e le semi-

finali di Europa League che ve-dranno in campo Napoli e Fio-rentina sono i grandi eventisportivi protagonisti nel palin-sesto di oggi su GazzettaTv, visi-bile sul canale 59 del digitaleterrestre. Tre grandi eventi chela nostra televisione seguiràcon aggiornamenti in diretta,rubriche a cura dei nostri esper-ti e resoconti completi dellagiornata.

CICLISMO Si inizia alle 13.15con il punto sulla 6ª tappa di183 km da Montecatini Terme aCastiglione della Pescaia. Poi,alle 19.30, ci sarà lo «SpecialeGiro» con i commenti alla garadell’ex campione del mondo Pa-olo Bettini e degli inviati de LaGazzetta Paolo Marabini, CiroScognamiglio, Marco Pastone-si, Claudio Ghisalberti, ClaudioGregori e Alessandro Conti, perconcludere alle 23.15 con ilriassunto della giornata. In stu-dio Andrea Berton e gli inter-venti di Pier Bergonzi, vicedi-rettore de La Gazzetta e di Luca

Gialanella, responsabile dellaredazione ciclismo.

TENNIS Proseguono anche idue appuntamenti quotidianiagli Internazionali BNL d’Italia.Dal Foro Italico alle 11.30 e alle20 Marilena Albergo con il vice-direttore de La Gazzetta GianniValenti e gli inviati VincenzoMartucci e Riccardo Crivellicommenteranno gli incontri,analizzeranno il colpo più bellodella giornata e mostrerannogli highlights dei match femmi-

nili e maschili più importanti.In studio si alterneranno i gran-di campioni, tecnici, dirigenti egli ospiti sportivi e non presential Foro Italico. Sono inoltre pre-visti continui aggiornamentidurante le edizioni di GazzettaNews.

CALCIO Alle 19 Calciomarketdedicherà spazio agli ultimi ag-giornamenti del calciomercatocon Federica Migliavacca e ilmassimo esperto del tema CarloLaudisa. Il calcio giocato preve-

Mohamed Salah, 22 anni,è arrivato alla Fiorentina nel mercato di gennaio proveniente dal Chelsea LAPRESSE

de invece le semifinali di Euro-pa League che seguiremo attra-verso gli interventi dei nostri in-viati a Kiev e a Firenze.

VOLLEY, MOTORI E.... AUTOGOLAlle 14.15, all’interno di Gaz-zetta News, Sarah Castellanacondurrà la rubrica dedicata alvolley «Sottorete» con i giorna-listi de La Gazzetta Gian Luca Pasini, Mario Salvini e conMaurizia Cacciatori. Si parleràdella gara-4 della finale scudet-to di volley maschile Modena-Trento giocata ieri al PalaPaninie di gara-5 che sabato 16 asse-gnerà lo scudetto del volleyfemminile tra Casalmaggiore eNovara. Alle 14.45 il trio «Gli Autogol» commenterà Real Ma-drid-Juventus svelandone iretroscena. Alle 16.20 «Pazziper i Derby» accompagnerà EricCantona a Istanbul dove da piùdi un secolo competono duesquadre che rappresentano dueconcezioni diverse dell’identitàdella capitale turca: il Galatasa-ray e il Fenerbahce. Alle 20.30,infine, andrà in onda la rubricadi motori «Il Sorpasso», che par-lerà del Gran Premio di Spagnadi Formula 1 e del MotoGP diFrancia di domenica 17 maggio.

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Siamo in onda!R

clicCOME RISINTONIZZAREI VOSTRI TELEVISORI E VEDERE IL CANALE 59 � Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca.Soluzione dei problemiSe avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare invariata la configurazione3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

23GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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DIRETTORE RESPONSABILEANDREA MONTI

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PRESIDENTE Maurizio Costa

AMMINISTRATORE DELEGATOPietro Scott Jovane

CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti,Laura Cioli,Paolo Colonna,Teresa Cremisi,Dario Frigerio,Tom Mockridge,Stefano Simontacchi

DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

OPINIONI

I l calendario, malizioso, hacollocato l’eruzione di LeoMessi contro il Bayern di PepGuardiola proprio a ridosso diuna ricorrenza molto italiana:

i trent’anni dello scudetto dell’Hellas Verona. Appartengo alla tribù che privilegia le emozioni dei solisti alle lavagne degli allenatori. La qual cosa non significa che queste non contino e questi non pesino. «Vince il team o il singolo? Mettete Messi nella Roma...». È la provocazione agitata da Paolo Condò sulla «Gazzetta» del 9 maggio. Di spalla, la replica di Arrigo Sacchi: «Guardate bene Leo: dietro alle prodezze, idee allenate per anni». E così sia. Si dà troppa importanza al tecnico e sempre meno, salvo rare eccezioni, alla tecnica. Guai a trascurare i periodi, gli organici, l’indotto ambientale ed economico. Corrado Viciani si rifugiò nel gioco corto di Ternana e Palermo per scampare alla povertà dei piedi disponibili. Chissà cosa avrebbe combinato con Xavi, Andrés Iniesta e Messi. E chissà come se la sarebbe cavata Guardiola, senza. David Alaba, Franck Ribéry e Arjen Robben, degenti illustri, non vedono l’ora di essere interrogati.

Sliding doors. Solcano le montagne dello sport, e spesso ne marchiano i destini. Marco Van Basten aveva già vinto la Coppa delle Coppe con l’Ajax prima di atterrare a Milanello; e si sarebbe aggiudicato l’Europeo, con l’Olanda, subito dopo. Nessun dubbioche con Sacchi vinse esteticamente «meglio». Nessun dubbio che, solo con quegli olandesi e quegli italiani lì - da Ruud Gullit a Frank Rijkaard, da Franco Baresi a Paolo Maldini, da Roberto Donadoni a Carlo Ancelotti - Arrigo staccò il nostro calcio dallo zoccolo italianista. La sua Nazionale, seconda ai Mondiali americani, era più sobria, meno feroce.

Ecco: è il Verona di Osvaldo Bagnoli

a mettere in crisi il mio catechismo, a gonfiare le vele della flotta «comunista». Stagione 1984-85: non aveva un Diego Maradona, quel Verona. Anzi: furono proprio Hans-Peter Briegel e Preben Elkjaer, stritolandolo sotto i loro muscoli, a tenerlo a battesimo: 3-1 per l’Hellas. Altro calcio, d’accordo. Sedici squadre, rose ossute, sorteggio arbitrale (non integrale, però). Il Verona seminò la Juventus di Michel Platini e Zibì Boniek, l’Inter di Karl-Heinz Rummenigge, la Roma di Toninho Cerezo e Roberto Pruzzo. Fu una splendida anomalia. E Bagnoli, un mister che fece la storia senza geni che lo aiutassero a scriverla. Portò il Verona al titolo e il Genoa di Tomas Skuhravy e Pato Aguilera alle semifinali di Coppa Uefa. Il suo era un calcio pane e salame, aggressivo a centrocampo, di celere transizione, con la fantasia stipata nei dribbling di Pietro Fanna, un’ala che incise meno di quanto avrebbe dovuto e potuto in rapporto alle risorse.

All’estero si procede per somma - Messi più Suarez più Neymar - da noi per sottrazione, Mazzola meno Rivera. Nel 2022 la Pulce avrà 35 anni. Peccato. Il Mondiale è in Qatar, e per via del clima, letale, si disputeranno tra novembre e dicembre. Non agli sgoccioli della stagione, dunque, ma nel cuore. È forse anche per questo che Messi non li ha ancora vinti, non solo o non tanto perché l’Argentina gioca peggio del Barcellona. Giungere spremuti alla meta, dopo mazzi di scudetti e Champions raccolti o buttati all’ultima curva, non è il massimo. Maradona resta il più grande ma in Messico, nell’estate del 1986, arrivò in carrozza, con poco più di una trentina di partite «vere» nelle gambe. Il campione ha bisogno di una squadra; il fuoriclasse, di una palla. Sono differenze sottili. Luis Enrique le conosce. Con la Roma citata da Condò si piazzò settimo. Con il Barcellona di Messi, Luis Suarez e Neymar corre per il Triplete. Lo schema è sempre gradito, a patto che non si creda il padrone di casa.

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La disfida tra due filosofie di calcio

CHI NON HA MESSIS’INVENTI QUALCOSA

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LA ROVESCIATAdi ROBERTOBECCANTINI

TA

L’ immagine simbolo diun trionfo che è fiesta egioia selvaggia rimaneil sobrio segno dellacroce con cui Alvaro

Morata, nella bolgia del Bernabeu, ringrazia chi di dovere lassù per il gol con cui ha trafitto il toro che l’ha cresciuto, proprio quando la corrida s’era messa male. Ma quella squadra che si abbraccia, si prende per mano e, nella rovente notte madrilena, corre a depositare sotto l’esiguo spicchio dei suoi tifosi un’impresa straordinaria, ha la forza iconica di una catena umana. Un ferreo memento di quanto, nello sport come nella vita, contino la volontà, il carattere, l’organizzazione. Di queste gemme è fatto il vero diadema, e valgono assai più di uno scrigno pieno di costosi diamanti solitari. Onore ad Allegri e ai suoi soldati, splendidi interpreti del calcio italiano e di una tradizione afflitta in anni recenti da qualche miseria materiale ma fatta anche di un enorme nobiltà calcistica.

Tutto vero: la Juve azzecca la partita perfetta e va a Berlino a giocarsi dopo dodici anni la finale di Champions, ottava della sua storia, con il sogno del terzo successo. E siccome è una di quelle imprese memorabili in cui si annida la trappola della retorica, nel palpito di tanti cuori bianconeri immagino e scelgo quello del vecchio, roccioso condottiero Giancarlo Boniperti, con la sua frase di leggendario cinismo, mille volte ripetuta: “Nel calcio vincere non è importante, è la sola cosa che conta”. Una livella. L’aforisma è così rude, concreto e realistico da fotografare il carattere più intimo

della Signora, quella vecchia e quella nuova che sono poi la stessa cosa. Anche in una serata in cui la banda Allegri, più che badare a un risultato ad ogni costo, ha dispensato per lunghi tratti un football bello e coraggioso. Ma se fosse andata storta, ci rammenta Boniperti, non potremmo dire - sfidando i molti tifosi malati in circolazione - che per una notte ogni sportivo italiano di buon senso, magari obtorto collo, è stato juventino. Così come lo sarà il 6 giugno, all’ultimo appuntamento col destino. Chiamatelo effetto tricolore, oppure orgoglio pallonaro, e non preoccupatevi. Domani passerà. Ma per una magica notte è bello e giusto che sia così.

Comunque, alla faccia dei gufi, è andata bene. Anzi benissimo. E non per caso, come l’analisi di Paolo Condò e dei nostri inviati, in apertura del giornale, dimostra ampiamente. Le chiavi tattiche di questo trionfo, in fondo, sono semplici e si riducono al talento e al coraggio. La Juve inizia con un piglio da grande, poi il Madrid cresce a dismisura, si dilata in ampiezza sul campo, diventa pericolosissimo, trova un rigore su un’ingenuità chiellinesca ma non riesce a menare il cazzotto del ko. Qui, insieme al sempiterno Buffon, Arturo Vidal si dimostra davvero vitale nel rompere le linee di passaggio madriliste, organizzare la resistenza, far respirare i compagni. Qualcosa accade nello spogliatoio perché nel secondo tempo, con un Pogba in controtendenza che cresce coi minuti, i bianconeri trovano il modo di infilarsi alle spalle di Kroos e compagni. La squadra di Ancelotti compie un errore di irruenza, spreca ogni stilla di energia, si spegne in un martirio senza idee. Alla fine la Juve potrebbe farne altri due. E questo dice una parola definitiva sulla legittimità di un pareggio che vale mille vittorie.

Bianconeri in finale

ALLEGRA JUVE,IL LIMITE È IL CIELOL’EDITORIALEdi ANDREA MONTI

LEMONTI

I l vecchio Pistolero, il giovane Muflonesardo e il Topolino australiano sono già aiprimi tre posti della generale in quel

soffio di secondi destinato a diventare vento.

Il Giro d’Italia

SE AL TEATRO DELL’ABETONE VANNO IN SCENA I TRE TENORIL’ANALISIdi PIER BERGONZIemail: [email protected]

twitter: @pierbergonzi

Contador, Aru e Porte sono i Tre Tenori dell’Abetone: dopo i primi 5 giorni sappiamo già che il Giro è affidato ai loro acuti.

Sono i tre indizi che valgono una prova: ci aspetta lo spettacolo. Il bucaniere spagnolo ha lanciato la sfida con uno scatto violento e psicologicamente calcolato (il sottotitolo diceva: «Mettetevi in testa che il più forte sono io...»). L’antagonista naturale ha risposto con lo sprint infinito e altrettanto «cattivo» che gli

ha consentito di guadagnare 4”. E il terzo protagonista annunciato si è appollaiato lì, sulle corde, pronto a salire sul ring e approfittare di ogni distrazione dei duellanti. La Premiata Compagnia di Giro ha recitato sul palco dell’Abetone che richiama il primo volo del pulcino Coppi, quello che Orio Vergani definiva «Segaligno, magro come un osso di prosciutto...». Come Aru.... Coppi, in quel Giro del ‘40 era il gregario di Bartali. Prese bici e cappello e volò a vestire la prima maglia rosa,

che poi restò sempre nel suo armadio.

In quel teatro sotto il cielo di Toscana, Contador ha occupato la scena con la sua recita di istinto e calcolo. Il suo cambio di bici farà pure discutere ma è soltanto la scelta di un fuoriclasse della meticolosità. Aru ha risposto con personalità e può contare su una squadra, al momento, più solida. Porte invece corre in agguato, aspettando la maxicrono di di Valdobbiadene. Sarà una lunga partita a scacchi. Certo che il percorso creativo ha consentito al Giro di decollare già alla quinta tappa. Ora godiamoci il volo. Fino a Milano.

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Ma su tutto il sapere calcistico e il combinarsi dei casi attorno a una palla che rotola, mi pare prevalere un elemento psicologico semplice e fondante. Ultimamente, e soprattutto nella semifinale di andata, la Juve ha scoperto di essere ciò che non sapeva e forse non credeva: una grande squadra di livello mondiale in grado di battersela con tutti. La parabola di Morata è esemplare: innescato da Allegri come una freccia nel cuore madrilista, poteva cedere alla paura e invece si prende una vendetta che resterà a lungo sulla pelle dei blancos come una scudisciata. Ora potete pure tentare di riscattarlo a suon di milioni dopo averlo sputato, sempre che lui voglia tornare a prendersi i fischi degli sconfitti. Queste sono soddisfazioni…

In realtà, caricata di preziose energie psichiche, la Juve al Bernabeu ha giocato almeno in venti. Forse di più. Perché in campo c’erano anche Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Fabio Paratici e tutti quelli che cinque anni fa, impostando un serio piano di sviluppo societario, hanno affermato la bestemmia nel magico mondo del pallone italiano, e cioè che la passione non è nulla senza la managerialità che la rende sostenibile. Con l’accesso in finale, nei forzieri di Corso Galileo Ferraris entrano altri 11 milioni e fanno 100 solo dall’Europa: il fatturato di quest’anno veleggia sereno ben sopra i 300 milioni si euro. Molto lontano ancora da quello degli sconfitti di ieri sera, perché in fondo il denaro non è tutto. Ma sufficiente per iscriversi all’empireo dei grandi club, quelli che possono permettersi di tenere le proprie stelle e magari di prenderne altre. Di insediarsi con un progetto stabile al vertice internazionale. Onestamente alzi la mano chi si era immaginato, dopo l’esordio di Allegri a base di uova e insulti, una stagione così. Ma la strepitosa vittoria in semifinale cambia le cose. Vada come vada in finale contro il Barcellona di Messi e compagnia cantante, la Juve è partita per un viaggio stellare. E il dito di Buffonpuntato verso l’infinito nella notte di Madrid indica la direzione. Il tuo limite, giovine Signora, è solo il cielo.

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24 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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25GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

� BOLOGNA L’Osservatorio ha disposto il divieto della vendita dei biglietti per la partita di Vercelli ai tifosi del Bologna che hanno preso parte alla trasferta di Frosinone del 2 maggio. In seguito agli scontri del Matusa era stato deciso di vietare a tutti i residenti dell’Emilia Romagna la trasferta in Piemonte, ma grazie al lavoro diplomatico del Bologna il provvedimento è ristretto solo a un migliaio di tifosi.

Sansonee i playoff,qualcosache manca1L’attaccante del Bologna, tra i migliori rinforzi di gennaio, li ha persi due volte: «Alla A ci credo, serve solo più fortuna»

Andrea TosiBOLOGNA

G ianluca Sansone, attaccante potentino, fre-sco di compleanno (28 anni l’altro ieri), è ar-rivato a Bologna a inizio gennaio come pri-

mo rinforzo della gestione Corvino che ha attintodal blocco Sampdoria per garantire ai rossoblù lapromozione diretta. Obiettivo cullato per quattromesi che adesso sembra svanito con la caduta alquarto posto anche se l’aritmetica non esclude larisalita del club emiliano senza passare dai playoff.

Sansone, lei è stato il primo tra tanti colleghi di SerieA sondati da Corvino ad accettare di scendere di cate-goria per sposare il progetto americano del Bologna.Oggi è ancora convinto di avere fatto la scelta giusta?«Non ho rimpianti, sono tutt’ora contento e convin-to di avere fatto bene a venire a Bologna. Sono inprestito e non conosco il mio futuro, qui ho vissutogioie e delusioni che mi hanno legato alla squadra.Perciò ho la speranza che questa mia avventura pos-sa proseguire comunque vada questa stagione»

Al debutto col Perugia, il 19 gennaio scorso,sotto gli occhi del patron Saputo si è presen-

tato con un gol su punizione, la sua specia-lità. Sembrava l’alba di un grande girone

di ritorno per il Bologna che adesso è indifficoltà. Come spiega questo calo?«Purtroppo ci abbiamo messo moltodel nostro per scivolare al quarto po-sto non vincendo tante partite in casache erano alla nostra portata. Come

conseguenza, siamo caduti in un bloc-co psicologico. L’ansia di recuperare ha

fatto il resto. E quando devi vincere a tutti icosti è difficile rimanere lucidi e sereni»

Con i suoi 5 gol realizzati finora ha fatto bene, però anche lei ha faticato ad inserirsi in questo Bologna.Per 4 partite è anche finito in panchina. Era solo unquestione di cattiva forma?«Non ero al meglio, perché venivo da un periodo diinattività, ma la scelte di Lopez erano di natura tec-nica. Nel calcio nessuno può garantirti il posto, soloil campo è giudice».

Il lungo tormentone su Lopez ha influito sulla stagio-ne rossoblù?«Quando viene licenziato un allenatore è una scon-fitta per tutti. Ragionare al passato è inutile, adessoc’è un nuovo tecnico e bisogna guardare avanti confiducia»

Il Bologna è comunque nei playoff. Quante probabili-tà ha di arrivare secondo?«Non faccio calcoli, dico che dobbiamo puntare avincere le due partite che rimangono e poi tirare lesomme. Oggi è più realistico pensare che giochere-mo gli spareggi, ma nel calcio non si può sapere co-me finirà una partita, figurarsi una stagione»

Ci credete ancora alla promozione diretta o vi statepreparando, anche mentalmente, agli spareggi?«Penseremo ai playoff quando sarà scritto che do-vremo giocarli. Io li ho fatti due volte e li ho persientrambi: in C2 col Pescina e in B col Sassuolo. Soper esperienza che non ci sono avversarie facili. An-cora mi brucia il modo in cui il Samp eliminò il mioSassuolo: arrivammo ai playoff con 16 punti di van-taggio, ma passarono loro».

Per salire in A qual è il fattore C che serve al Bolognatra cervello, cuore, corsa e c... (fortuna)?«Scelgo l’ultimo, siamo in credito con la fortuna.Sono ottimista: ce la faremo».

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Formidabili quegli anniLa sfida Ascoli-Reggianaè un quarto di nobiltà1Erano in A, si giocano la Serie B. Petrone ha il campo inviolato, Colombo fa bel calcio. Parla il doppio ex Pane

Lega ProRVerso i playoff

I RINFORZI DI GENNAIO

ANGELODA COSTAportiere31 anni

PARTITE 7VALUTATE 7MINUTI 603GOL PRESI 5VOTO MAX 8VOTO MIN 6

6,7DANIELEGASTALDELLOdifensore31 anni

PARTITE 12VALUTATE 12MINUTI 1080GOL 0VOTO MAX 7VOTO MIN 5,5

5,9NENADKRSTICICcentrocampista24 anni

PARTITE 11VALUTATE 10MINUTI 707GOL 0VOTO MAX 7VOTO MIN 5

5,8IBRAHIMAMBAYEdifensore20 anni

PARTITE 6VALUTATE 6MINUTI 335GOL 0VOTO MAX 6VOTO MIN 5

5,5MATTEOMANCOSUattaccante30 anni

PARTITE 13VALUTATE 11MINUTI 698GOL 0VOTO MAX 6VOTO MIN 4,5

5,3

6,09� La media voto sulla Gazzetta

di Gianluca Sansone, 28 anni compiutimartedì (foto LAPRESSE), valutato in 16

partite sulle 17 giocate: il voto più alto cheha preso è stato un 7,5, il più basso un 5.

ENTELLA

L’appello ai tifosi:«Più forti dei torti»� CHIAVARI (Ge) Più forti delleingiustizie. Questo il senso del messaggio che l’Entella ha mandato ai tifosi attraverso una pagina pubblicitaria uscita su alcuni quotidiani locali. Il club fa un elenco di presunti torti arbitrali che «ci hanno gravemente danneggiato e alimentano in tutti noi una grande frustrazione». Poi aggiunge: «Nonostante questo non permetteremo che il senso di ingiustizia causato da questi innumerevoli episodi prevalga in tutti noi e ci impedisca di perseguire l’obiettivo della salvezza». E conclude: «In Liguria e qui a Chiavari abbiamo superato avversità ben più gravi come l’alluvione, siamo abituati a lottare tutti uniti. Ed è quello che faremo fino alla fine».

LA SITUAZIONE

Partita salvezzaModena-Ternana� Così la 41a giornata, penultima di Serie B. Domani (ore 20.30): Perugia-Carpi (0-4). Sabato (ore 15): Avellino-Trapani (1-4); Bari-Brescia (ore 18, 1-2), Catania-Cittadella (2-3); Entella-Latina (1-1); Frosinone-Crotone (0-2); Lanciano-Spezia (3-3); Livorno-Vicenza (0-0); Modena-Ternana (0-1); Pro Vercelli-Bologna (0-3); Varese-Pescara (0-2). La classifica: Carpi p. 79; Frosinone 68; Vicenza e Bologna 64; Spezia 61; Perugia 60; Avellino, Pescara e Livorno 58; Bari 51; Lanciano 50; Latinae Trapani 49; Catania e Pro Vercelli 48; Crotone 47; Modena 46; Ternana 45; Entella 43; Cittadella 41; Brescia (-6) 39; Varese (-4) 32.

TACCUINO

Davide Longo

S edici campionati di SerieA per l’Ascoli e 3 per laReggiana. La storia dice

che il quarto di nobiltà nel pri-mo turno dei playoff di Lega Proè quello che domenica metteràdi fronte marchigiani ed emilia-ni, le sole (con il Como) tra le 8protagoniste ad avere un passa-to nella massima serie. E si trat-ta anche dell’unico quarto di fi-nale che vede affrontarsi dueformazioni provenienti dallostesso girone, con i precedentinella stagione regolare che han-no visto la vittoria dei biancone-ri in Emilia all’andata (2-0) e ilpareggio per 1-1 nel ritorno alDel Duca. Oltre ai precedentistagionali i padroni di casa pos-sono mettere sul piatto della bi-lancia il fattore campo: il DelDuca è infatti l’unico campo im-battuto in campionato di tuttala Lega Pro, un record nel calcioprofessionistico eguagliato sol-tanto dai cugini «cromatici»della Juventus.

L’EX Ascoli e Reggiana, inoltre,hanno in comune un ex allena-tore, Alessandro Pane, attualec.t. dell’Italia under 19, sullapanchina granata dal 2006 al2009 e su quella bianconera per5 mesi nella stagione successi-va. «Credo che ci sarà grandeequilibrio – spiega Pane che conla Reggiana nel 2008 conquistòla promozione in Prima divisio-ne – sarà una partita tattica epur essendo due squadre votateall’attacco, faranno attenzionea non scoprirsi».

PSICOLOGIA L’Ascoli di Petroneprogrammato e costruito perraggiungere la promozione di-retta – accarezzata per metàcampionato e poi svanita nellavolata con il Teramo – contro laReggiana di Colombo, la squa-dra rivelazione della stagione,il gruppo che ha offerto forse ilcalcio migliore dell’intero giro-ne. «Quello psicologico èl’aspetto forse più importantedella partita – analizza Pane –perché è evidente che l’approdoai playoff è vissuto dai due clubin modo diverso. Ora parte unnuovo campionato e i biancone-ri dovranno resettare quantosuccesso finora, cancellare ladelusione e ripartire». Una sfi-da comunque da pronosticoapertissimo: «Nei playoff emer-gono le individualità. Sarannodecisive le prestazioni degli at-taccanti ed entrambe le squadrehanno i giocatori adatti a risol-vere, anche se la giocata vin-cente dovrà avvenire in un con-testo nel quale il collettivo fun-zioni bene, sennò non basterà».

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ALESSANDRO PANEHA ALLENATO LE DUE SQUADRE

CONTA MOLTO LA TESTA DELLE DUE SQUADRE:

L’ASCOLI È DELUSO DAL FINALE DI CAMPIONATO, LA REGGIANA È CARICA

Sopra Mario Petrone, 42 anni, tecnico dell’Ascoli.Sotto Alberto Colombo, 41 anni, tecnico della ReggianaLIVERANI-LAPRESSE

� ANCONA Tutto in mano ai tifosi: la gestione finanziaria, amministrativa e pure quella sportiva. Il popolo al comando di un club. Il tempo dirà se il modello è sostenibile. Di sicuro è il primo caso di una società di calcio controllata interamente dai supporter. La rivoluzione arriva da Ancona dove Andrea Marinelli, dopo 5 anni di presidenza e un 6° posto in Lega Pro, ha deciso di fare un passo indietro, in aperta polemica con il Comune per una questione legata ai campi. Nei prossimi giorni consegnerà gratuitamente le sue quote a Sosteniamolancona, associazione di tifosi che detiene il 2% del capitale sociale sin dalla rinascita dell’Ancona 1905 in Eccellenza, nel 2010. Marinelli continuerà a finanziare il club dall’esterno, garantendo la fideiussione e una forte sponsorizzazione. Ma della gestione si occuperanno i tifosi, che hanno posto due condizioni: un piano d’investimento triennale da parte di Marinellie la permanenza del d.g. Sandro Marcaccio che per il mercato potrebbe avvalersi di Fabio Lupo, ultimo incarico alla Juve Stabia.

Stefano Rispoli

PROGETTO INEDITO

Svolta AnconaTocca ai tifosigestire il club

LA GUIDA

� Concluso il campionato, comincia la fase finale con Supercoppa, playoff e playout. Anticipata di un’ora Benevento-Como, la Lega Pro ha comunicato gli arbitri di questo fine settimanaEcco il programma.

SUPERCOPPAPRIMA GIORNATA Sabato: Novara-Salernitana (ore 20.45, arbitro Marini di Roma).SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: il Teramo affronta la squadra che ha perso alla prima giornata (il Novara in casa o la Salernitana fuori) oppure, in caso di pareggio, riceve il Novara.TERZA GIORNATA Sabato 23: il Teramo o riceve il Novara oppure va a Salerno.REGOLAMENTO Se dopo la terza giornata ci sono due o tre squadre a pari punti, si guardano nell’ordine: differenza reti, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella partita giocata in trasferta; se la parità persiste, si va al sorteggio.

PLAYOFF� Servono per determinare la quarta squadra promossa in B dopo le tre che si sono classificate prime in campionato (Novara, Teramo e Salernitana).PRIMO TURNO Sabato: Benevento-Como (ore 16, Martinelli di Roma). Domenica: Bassano-Juve Stabia (ore 15, su Raisport, Serra di Torino), Ascoli–Reggiana (ore 16, Morreale di Roma) e Matera–Pavia (ore 17, Rapuano di Rimini).SEMIFINALI Andata domenica 24, ritorno il 31: la vincente di Benevento-Como affronta la vincente di Matera-Pavia (andata sul campo della peggio classificata), la vincente di Bassano-Juve Stabia affronta la vincente di Ascoli-Reggiana (andata sul campo della peggio classificata).FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: di fronte le vincenti (l’andata è dalla peggio classificata).

PLAYOUT� Andata sabato 23 (ritorno il 30): chi perde va in D.GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria (ore 16). Anche le sfide di ritorno iniziano alle ore 16. GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì (ore 15). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 17.GIRONE C Savoia-Messina e Ischia-Aversa Normanna (ore 17). Le sfide di ritorno iniziano alle ore 15.GIA’ RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C).

Benevento-Como sarà alle 16Annunciati i primi arbitri:Rapuano dirige Matera-Pavia

Serie BRL’intervista

Incidenti a FrosinoneVercelli è vietataa un migliaio di tifosi

26

San Lorenzoal Mare

Sanremo1

Albenga

Genova2

Rapallo

Sestri Levante3

Chiavari

La Spezia4

La Spezia

Abetone5

MontecatiniTerme

Castiglionedella Pescaia

6

Grosseto

Fiuggi7

Fiuggi

CampitelloMatese

8

Benevento

San Giorgiodel Sannio

9

CivitanovaMarche

Forlì10

GERRANSTEAM ORICA

MATTHEWSVIVIANI

MATTHEWSMATTHEWS

CLARKEFORMOLO

CONTADORPOLANC

km 17,6 km 177 km 136 km 150 km 152 km 183 km 264 km 186 km 215 km 200

L’emozionante finale sull’Abetone. � 1. A - 5,8 km, la rasoiata di Contador: Aru risponde a fatica BETTINI � 2. A - 5 km, la risposta del sardo dell’Astana BETTINI. � 3. La volata con cui Aru mette alle corde Contador e Porte per il 3° posto BETTINI. A destra, Contador indossa l’ottava rosa della carriera ANSA

1 2 3

La salita di Coppi esalta Alberto

Aru rispondePorte non molla

1Abetone, arrivo in quota. Lo spagnolo si scatena, il sardo lo batte di rabbia in volata, prende 4”

di abbuono ed è 2° in classifica a 2”. Vince Polanc

Paolo MarabiniINVIATO ALL’ABETONE (PISTOIA)

S ulla salita del battesimo di Fausto Coppi, ilGiro si accende 75 anni dopo e decolla con isuoi tre tenori più attesi. Quasi 6 chilometri

di scontro frontale, il primo vero faccia a faccia acolpi di attacchi e contrattacchi, sul terreno da sempre teatro delle sfide più accese. Li aspettava-mo, eccome se li aspettavamo, sulprimo arrivo in quota di un Giro chepromette scintille. E alla fine eccolilì, puntuali, in fila indiana, al tra-guardo della montagna toscana:Fabio Aru, Alberto Contador e Ri-chie Porte, tesi nello spasimo di unavolata a bocca aperta, manco ci fos-se in palio la vittoria di tappa. Maforse, su quella linea bianca, c’eraqualcosa di più. Davanti era già ar-rivato a braccia alzate l’increduloJan Polanc, giovane sloveno di casaLampre, ultimo superstite della fu-ga del giorno nata 16 chilometri do-po il via. Poi Sylvain Chavanel ha anticipato di unnulla i tre tenori. Peccato, ancora una manciata dipedalate e la maglia rosa - finita sulle spalle di Contador - sarebbe anche potuta toccare al giova-ne sardo, già assurto a nuovo idolo di un pubblicoche, in attesa di andare di nuovo in estasi con Ni-bali al Tour, si sta esaltando per il suo erede desi-gnato. Due soli secondi in classifica tra il Pistoleroe StraordinAru: sarebbe stata la prima volta per il

ragazzo di Villacidro, da mettere in cornice aspet-tando il giorno dell’apoteosi. E se è vero che pren-dere la maglia così presto può diventare alla lungapiù logorante - per pressione, attenzione, obblighiper i media... - è anche vero che diventa un atto diforza verso i rivali, una battaglia vinta che dà mo-rale, come un montante in pieno volto nel primoround, un gol dopo un minuto, un 6-0 al primo set.Contador passa all’incasso, ora è lui il padrone atutti gli effetti, non solo in virtù del blasone e delle

intenzioni, consapevole peraltro diavere davanti le stesse insidie, glistessi pericoli, gli stessi trabocchet-ti che gli sarebbero toccati se la ma-glia fosse finita su spalle altrui. Unoche ha vinto sei grandi giri è troppoesperto per non saperlo, anche semai nelle sue cavalcate vittoriose -le sei andate agli archivi e le dueperse a tavolino - aveva preso il co-mando così presto.

LA FUGA La temevano in molti lasalita di Coppi, invasa da una molti-tudine di tifosi. Pendenze e lun-

ghezza non certo da togliere il sonno, chiaro. Maera pur sempre la prima salita vera. E se ci arrividopo un avvio dispendioso come le prime quattrotappe di questo Giro, dopo due giornate complica-te e nervose, in cui hai già ben spremuto ben benei compagni, ecco che il quadro cambia. E non dipoco. La svolta a 5,8 chilometri dalla vetta. La fugadei cinque davanti si sta squagliando: i 10’40” rag-giunti ai 47 km dall’arrivo da Polanc, Chavanel,

98° Giro d’ItaliaRQuinta tappa, La Spezia-Abetone

Contador record: mai aveva vestito una maglia da leader così presto

E nella sua grande carriera, una volta conquistata, non l’ha mai ceduta

LA CHIAVE

Il Giro decolla,

27GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Forlì

Imola11

Imola

Vicenza(Monte Berico)

12

MontecchioMaggiore

Jesolo13

Treviso

Valdobbiadene14

Marostica

Madonnadi Campiglio

15

Pinzolo

Aprica16

Tirano

Lugano(Svizzera)

17

Melide

Verbania18

Gravellona Toce

Cervinia19

Saint-Vincent

Sestriere20

Torino

Milano21km 153 km 190 km 147 km 59,4 km 165 km 174 km 134 km 170 km 199 km 178km 236

Tvetcov, Domont e Dillier si liofilizzano in men chenon si dica. Dietro, intanto, la maglia rosa SimonClarke ha alzato bandiera bianca, sotto la spintaprima della Tinkoff-Saxo di Contador, guidata dalritmo di un Ivan Basso in formato locomotiva, poidell’Astana di Aru, con Diego Rosa fedelissimo pi-lota del sardo, sempre pimpante, mentre davantic’è Landa, ideale testa di ponte in vista di un attac-co. Il gruppo si assottiglia, ma i migliori ci sono. Itre tenori si studiano, si scrutano, si marcano.

L’ATTACCO All’improvviso ecco la fiammata cheaccende i fuochi della battaglia. La maglia giallo-limone di Contador schizza via in contropiede co-me una fucilata, alla sua maniera, quella dei beitempi, e sorprende tutti. Aru è il primo a risponde-re, Porte gli si accoda, ma entrambi impieganoquasi 400 metri per riportarsi sulle ruote del Pisto-lero, che insiste nella sua azione. Alberto fa sul se-rio, sa che la prova di forza si può vincere ancheper pochi secondi. Ma appena cala un attimo il rit-mo, ecco che ci prova Porte: fiammata anche deltasmaniano, che però resta accesa per pochi se-condi. Tempo una manciata di metri e scocca an-che l’ora di Aru: Fabio vede Landa là davanti,

pronto a guidarlo, e pregusta il colpo grosso. Lagente non sta nella pelle, spinge a gran voce il sar-do, ma Contador è vigile. E Porte pure. Si tornaalla partita a scacchi. Landa si spreme, c’è in paliola maglia rosa. Polanc è ormai imprendibile, maChavanel no: è lì, lo vedono, lo possono pigliare. Egli abbuoni possono fare la differenza.

SPRINT La volata fra i tre tenori è uno show degnodella salita di Coppi. Aru lancia lo sprint lungo,vuole staccare Contador, ma Alberto e Porte lomettono nel mirino. I tre passano la linea nell’ordi-ne, divisi da spiccioli di secondo, centesimi. Nonbastano, anche perché Chavanel è passato prima eha già dato di fatto la maglia rosa a Contador. Arusi consola con la maglia bianca, Porte con la con-ferma che la gamba c’è, mentre il quarto sfidante,Rigoberto Uran, incassa altri 28” di ritardo, che lofanno scivolare a 1’22” dal Pistolero: tanti, dopocinque tappe e con due compagni già fuori, peressere ottimista. Siamo solo all’inizio, era la primasalita, il bello deve ancora venire. Ma il Giro ci hagià detto tanto. Aru e la sua Astana ci sono: ieri eraquesto che volevamo sapere.

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SCATTA IL BETTOdi PAOLOBETTINI

QUEI CAMBI DI BICI DI ALBERTO

P rimo arrivo in salita eprimo cambio dibicicletta in corsa per

Alberto Contador, a 32 km dall’arrivo. Io facevo così tanta fatica in montagna che non avevo tempo di fermarmi. Lo spagnolo avrà la sua strategia, con un mezzo impostato apposta per i finali in alto. Avrà delle inclinazioni differenti del telaio, delle ruote speciali… boh, che ne so. Bici più leggera per la salita? Forse, ma sotto i 6,8 chili non può scendere. E che fa, corre con la bici più pesante prima? Ci sono tante teorie, di sicuro lo sviluppo dei materiali nel ciclismo è molto evoluto. Comunque Contador avrà un motivo

più che valido per il cambio.

Però vorrei dire qualcosa anche su Uran. Due sconfitte in due tappe consecutive non sono un bel segnale. Più che un indizio, comincia a essere un dato di fatto. Per Rigo e per la sua squadra, questo Giro è cominciato in salita, non ci si aspettava o come lui pensava. Ora vedremo se sarà capace di riorganizzarsi o se invece sarà qualcosa di più serio nel qual caso le sue ambizioni per il Giro sarebbero limitate. La tappa di oggi dovrebbe essere tranquilla e questo potrebbe venirgli in aiuto.

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POLANC, FUGA DI 136 KMPER IL PRIMO SUCCESSO

È stato tra i primi attaccantidi giornata, dopo solo 16 km. Poi sull'Abetone, Jan Polanc, 23 anni,sloveno della Lampre-Merida,ha staccato gli altri 4 fuggitivi e ha trionfato tutto solo: è la sua prima vittoria in carriera BETTINI

ARRIVO1. Jan POLANC (Slo, Lampre-Merida), abb.. 10”2. Sylvain CHAVANEL (Fra, Iam Cycling) a 1’31”, abb. 6”3. Fabio ARU (Astana), abb. 4”4. Contador (Spa); 5. Porte (Aus); 6. Landa (Spa) a 1’44”.I BIG 17. Uran (Col) a 1’59”; 26. Formolo a 2’32”; 29. Van den Broeck (Bel) a 2’54”.

CLASSIFICA1. Alberto CONTADOR (Spa, Tinkoff-Saxo);2. Aru a 2”; 3. Porte (Aus) a 20”; 4. Kreuziger (Rep. Ceca) a 22”; 5. Cataldo a 28”; 6. Chaves (Col) a 37”.I BIG 9. Formolo a 1’15”; 12. Uran a 1’22”; Van den Broeck a 2’27”OGGI sesta tappa, Montecatini Terme-Castiglione della Pescaia, 183 km, per velocisti. La partenza alle 12.55.

URAN PERDE 28”ORA È A 1’22”

Contador rosa

28

IVAN BASSO 37 ANNI, TINKOFF-SAXO

«LA TATTICA È ALTERNARE GLI UOMINI E TENERE ALBERTO AL COPERTO» 25

� Alberto Contador ha riportato in Europa la maglia rosa dopo ben 25 tappe. L’ultimo europeo ad indossarla era statoVincenzo Nibali: tappa finale del Giro 2013

Fuochi d’artificioCiro ScognamiglioINVIATO ALL’ABETONE (PISTOIA)

twitter @cirogazzetta

N on gli era mai capitatauna cosa così. E dire cheAlberto Contador di

esperienze da leader di un gran-de giro ne ha vissute, e tante.Mai però aveva indossato la rosa(o la gialla del Tour de France, ela rossa della Vuelta) così presto,cioè con appena cinque tappe al-le spalle e un romanzo ancoratutto da scrivere e leggere. Oralui canta una delle hit-paradepiù gettonate in una situazionecosì – «Adesso ce l’ho ma domanila potrebbero prendere altri,l’importante è avere la rosa diMilano, c’è tanta strada davantie può succedere di tutto» – ma lamusica va interpretata. Perchéda ambienti Tinkoff-Saxo filtraun ragionamento: «La maglia èmeglio averla che non averla,con un fuoriclasse come Albertoil modo di correre non cambia».Per inciso: il primato al Giro è unbonus importante per una squa-dra che ha avuto un inizio di sta-gione difficile e in cui ancoraadesso si racconta che non tuttosi sia sistemato alla perfezione. Epoi perché la storia racconta diuna statistica impressionante:ogni volta che il Pistolero ha pre-so la maglia di leader in un gran-de giro non l’ha mai più - mai -persa sul campo, escludendoquindi gli allori – Tour 2010 e Gi-ro 2011 - revocati per il contro-verso caso clenbuterolo al Tour2010. Ecco il suo verbo.

Contador, questa rosa che co-s’è?«Un regalo e un onore. Perl’amore che provo per il Giro eper l’affetto che mi regala la vo-stra immagine. Già mi gusto lesensazioni della tappa di doma-ni (oggi, ndr) quando mi ve-dranno vestito di rosa. Ma nel-l’ottica della corsa è più impor-tante che le gambe rispondanobene».

L’attacco in salita era pianifica-to?«No. Stava tirando l’Astana e inquel momento il ritmo era como-do. Così ho provato, ho tastato ilpolso ai rivali. Anche perché avolte quando la strada sale e gliavversari diventano sempre dimeno, scalpito. Aru aveva unLanda fenomenale vicino. E’ sta-

to un giorno buono perché tantihanno perso secondi. Però il Giroè appena cominciato, abbiamotanta strada davanti. Quello cheavete visto è stato un sempliceaperitivo. Uran, per esempio, haceduto un pochino ma non pensoaffatto che sia fuori dai giochi».

E’ troppo presto per indossarela maglia rosa?«Potrebbe essere, ma potrebbeanche passare presto a un altro.Vediamo come va la corsa».

La prima salita vera è sempre un momento chiave per verifi-care lo stato di forma, lei comeha visto Aru e Porte? Chi teme di più?«Tutti e due».

Non c’è un rivale più pericolosodegli altri?«Mi verrebbe da rispondere:l’Astana! Ma metto in questo mo-mento Aru e Porte sullo stessopiano. Perché Fabio è forte in sa-lita e deve attaccare perché lacronometro di Treviso non è dal-la sua parte. E Porte, al contra-rio, quel giorno può guadagna-re».

A proposito di Porte: siete staticompagni di squadra per unastagione, nel 2011. Che effetto le fa averlo ora come avversa-rio? Come lo trova?«E’ passato un po’ di tempo,adesso Richie è molto più matu-ro, ha esperienza, in valore asso-luto è sicuramente più forte, unrivale di primo piano. Devo direche l’ho trovato molto più magrodi allora!».

Il patron della sua squadra,Oleg Tinkov, aveva detto cheprima di questa tappa avrebbe potuto dormire nella sua villa diForte dei Marmi…«No, no, ho dormito in hotel, co-me i miei compagni. Bisogna fa-re gruppo». E il sorriso che ac-compagnava il pensiero è sem-brato una sottile frecciata al ri-vale Porte, che ha scelto lasoluzione motorhome qui al Gi-ro.

Ci può dire perché ha cambiatola bicicletta a 32 chilometri dal-la fine?«In funzione di come si sviluppala tappa, possiamo utilizzare di-versi tipi di tubolari, di cuscinet-ti, magari usare una ruota più ri-gida. Soluzioni che magari su30-40 chilometri possono dareun piccolo vantaggio. Niente ache vedere con il motore».

Sa che Mario Cipollini, al Pro-cesso alla Tappa, ha detto che dovrebbe evitare questi cambidi bici che lei fa spesso primadelle salite perché la cosa può destare sospetti?«Sì, non ho due motori, ma cin-que! Battute a parte, si tratta diuno scherzo forse, di un raccon-to di fantascienza». Poi ha ripre-so volontariamente la parola perconcedersi una aggiunta finale:«Per chiarire, non penso proprioche il cambio di materiali, comeper le moto o le auto, sia un dan-no per il ciclismo. Anzi, credo siaqualcosa di buono».

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TweetOLEG TINKOVPatron Tinkoff-Saxo� «Attenzione Porte: Contador ha dormito nella mia villa con Jacuzzi in un letto pieno di modelle. Mica un motorhome»

L'AMICO DEL GIRO

Paul Smith,lo stilistadel ciclismo:«Viviani icona»

INVIATO ALL’ABETONE

L a giornata è stata unpo’ di quelle in stile-centrifuga. Ma ne è

valsa la pena. «Il Giro è ungrande spettacolo». Ierimattina lo stilista Paul Smi-th ha preso un aereo daLondra, è atterrato a Pisa esi è fiondato verso la quintatappa del Giro. E’ entratosul percorso ad Aulla e se l’ègoduto. «Contador è ungrande scalatore, ma io so-no molto amico di DaveBrailsford e allora tifo Por-te!».

Sir Paul è un amico di vec-chia data del Giro e nel2013 firmò anche la magliarosa. E’ anche un simpaticoistrione, e quando gli ab-biamo fatto notare che perla prima volta dal 1999 alGiro non ci sono corridoribritannici si è messo le ma-ni nei capelli: «In effetti èstrano!». Ma l’importante èche moda e stile, e non solonel Regno Unito, sianosempre legati alla biciclet-ta. «E’ proprio così, ormaianche per pedalare ci sonocompleti nuovi, sgargianti.E tra gli atleti, penso a Wig-gins e a Cavendish ma purea David Millar. Sono icone.Tra i giovani? Mi piace Vi-viani».

ci. sco.© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONTADOR IL FREDDO«SOLO UN APERITIVO

MOTORI? SÌ, NE HO 5...»

fLA NUOVA MAGLIA ROSA32 ANNI, TINKOFF-SAXO

98° Giro d’ItaliaRI protagonisti

201� Il dorsale di Alberto Contador al Giro d'Italia. Coincidenza: è lo stesso numero che lo spagnolo aveva alla Vuelta 2014, dove arrivò primo davanti a Chris Froome. Che sia il suo portafortuna? Paul Smith con la foto di Magni

FOTO BETTINI

29GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

5� Le maglie bianche indossate da Fabio Aru, al momento leader della classifica a tempi dei giovani, nei suoi tre Giri d’Italia finora disputati in carriera: 4 nel 2013, nessuna nel 2014, una nel 2015GIOVANNI VISCONTI 32 ANNI, MOVISTAR TEAM

«PERDERE 22” A 1 KM DALL’ARRIVO PER UNA CADUTA È DAVVERO IRRITANTE»

Marco PastonesiINVIATO ALL'ABETONE (PISTOIA)

A ruuuuu. L’urlo è echeg-giato dalla fontana diCutigliano (-13 all’arri-

vo), ristoro per Gino Bartali eFranco Bitossi, alla fontana del-le Regine (-3), dove si dissetòAlfredo Binda. Aruuuuu. Ed èrimbalzato dai cicloamatori aicicloturisti, dai ciclostorici ai ci-closofici, dai ciclonauti ai ciclo-pici. Aruuuuu. Un urlo di batta-glia, un inno di lotta, un cantodi guerra. Se il ciclismo fosse ilrugby, l’Aruuuuu dell’Abetoneequivarrebbe all’Haka degli AllBlacks. Aruuuuu. Come se lavecchia strada statale 12, quel-

la dell’Abetone e del Brennero,si fosse risvegliata da un lungoletargo. Contador che scatta,Aru che risponde, Porte checontrattacca, Contador che in-segue, Aru che allunga, in ap-nea, fino al traguardo. Terzo al-l’arrivo, secondo nella genera-le. Aruuuuu. Poi il lento ritornoall’albergo, su un pullmino, percapire quello che ha fatto equello che è successo.

ATTACCO Fabio spiega: «L’Abe-tone non lo avevo mai fatto. Pe-rò l’ho studiato sulle carte, l’ho"visto" sul computer, l’ho vissu-to attraverso racconti e ricordi.Una bella salita. Mi è piaciuta, emolto. Immaginavo che ci sa-rebbe stato un attacco di Conta-

dor, ed è quello che è successo.Quando Alberto è partito, non èstato facile prendergli la ruota:lui ha quello scatto esplosivo, insalita, che può fare la differen-za. Sono rientrato prima io, poianche Richie Porte, quindiMikel Landa. E Landa si è subitoportato in testa per dettare ilritmo. Ha fatto un lavoro stra-ordinario. E con lui anche tuttigli altri compagni. Ho unasquadra eccezionale, unita, le-gata, leale. Tutti speciali». Fa-bio rivela: «Ho provato ad at-taccare per istinto, per caratte-re, perché sono un attaccante,perché sono fatto così, perché ilmio ciclismo è fatto così, perchéil bello del ciclismo sta nell’at-tacco, perché se non attacconon mi diverto, perché bisognaprovarci, perché se si vuole vin-cere bisogna attaccare, perchévolevo vedere l’effetto cheavrebbe fatto, perché in salita sifa così, perché eravamo sul-l’Abetone. Ma questo era sol-tanto il primo degli arrivi in sa-lita, anche se veniva dopo unacronosquadre impegnativa etre tappe molto intense, veloci,nervose». Fabio osserva: «Guar-do dentro di me, per capirmi.Sto bene, sto meglio. Dopo l’in-fezione gastrointestinale, i 10giorni in montagna, con Catal-do, Rosa e Tiralongo, mi hannoaiutato a recuperare e a ritro-varmi. Il Giro è appena comin-ciato, ed è indispensabile man-tenere alte attenzione e concen-trazione. E guardo gli altri. Nonci sono solo Contador e Porte,c’è ancora Uran, che consideroun campione, un avversariosempre pericoloso, e ci possonoessere fughe sottovalutate. Ilprossimo appuntamento per laclassifica potrebbe essere latappa di Campitello Matese, maprima è vietato distrarsi».

SPETTACOLO Fabio sostiene:«Non corro per dare spettacolo.È il ciclismo un grande spetta-colo. E io lo interpreto così, cer-cando di dare sempre il massi-mo, ogni giorno di allenamen-to, ogni giorno di gara, ognigiorno di salita». Fabio dichia-ra: «La gente è speciale, la genteè la mia vera forza, la gente me-rita rispetto. Mi dà una carica inpiù: grinta, voglia, energia. Ma-gliette, striscioni, scritte. Ban-diere bianche con i quattro mo-ri. E urli». Aruuuuu.

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TweetASTANA Squadra di Aru� «Ecco la maglia bianca...», così il team celebra Aru miglior giovane del Giro. Sperando che presto la maglia cambi colore...

LA TECNICA

Tre pedalatein più al minuto,e vola in salita

Claudio GhisalbertiINVIATO ALL'ABETONE

D ue/tre pedalate in piùal minuto per fare ladifferenza in salita.

Dettagli che fanno la diffe-renza, dettagli che non pos-sono essere trascurati inquesto ciclismo. La crescitadi Fabio Aru passa infattianche da queste piccole mafondamentali cose. «Analiz-zando i dati negli arrivi insalita e nelle salite di riferi-mento, lo scorso anno, dainizio preparazione all’ini-zio del Giro, la cadenza me-dia di Aru era di 89/90 rpm— spiega il dottor MaurizioMazzoleni che, con PaoloSlongo, è l’allenatore chesegue Fabio all'Astana —.Nello stesso periodo, que-st’anno, la cadenza è di90/92 rpm. I suoi rivali han-no un range che oscilla da86 a 93 rpm. Per migliorare,abbiamo lavorato molto sul-la trasformazione del cari-co, con esercizi di velocizza-zione, sia in palestra sia instrada durante le salite for-za resistenza».

Perché è importante la ca-denza? «Perché la maggiore agilitànella pedalata, quindi la mi-gliore efficienza, consenteun maggiore risparmio diglicogeno muscolare», con-clude Mazzoleni.

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ARU IL CALDO«SE NON ATTACCONON MI DIVERTO»

fIL SARDO, 2° IN CLASSIFICA A 2”24 ANNI, ASTANA

1Sull’Abetone, nel 1940, nacque la leggenda di Coppi. Primo arrivo in salita,la montagna pistoiese ha chiamato alla battaglia i grandi: Contador, il più vincente in attività nei giri, ha sentito il profumo della storia. Aru e Porte l’hanno imitato

IL FILMDELLA SFIDA

� 1. Il cambio della bici di Contador a 32 km dall’arrivo� 2. Lo spagnolo riparte� 3. Tanta gente anche ieri� 4. Uran ha perso altri 28”� 5. Il segno del PistoleroFOTOSERVIZIO BETTINI

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TRE APPUNTAMENTI: 13.15, 19.30, 23.15 DIRETTA E HIGHLIGHTS

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FOTOBETTINI

30 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

6� I grandi giri vinti dall’Astana negli ultimi 10 anni: 2 Tour de France, 2 Giri d’Italia e 2 Vuelta di SpagnaROMAN KREUZIGER CECO, 29 ANNI, TINKOFF-SAXO

«POLEMICHE PER LA TATTICA TINKOFF? LE FATE SOLO VOI, NON CI TOCCANO»

Astana, i guerrieri di Fabio«Abbiamo qualcosa in più»1Sempre in prima fila. Martinelli: «È vero, stiamo spendendo tanto ma siamo preparati bene per farlo. Contador sa come gestire i suoi»

Claudio GhisalbertiINVIATO ALL’ABETONE (PISTOIA)

«N ormale, tutto comeprevisto». GiuseppeMartinelli non si fa

prendere dall’entusiasmo perla prestazione di Fabio Aru.

Martinelli sarà tutto previsto, ma magari prima del Trentinoqualche dubbio era venuto. No?«No, quanto successo ha influi-to solo sul Trentino. Fabio haperso una settimana, non tutto.Doveva ritrovare tranquillità».

Lo sprint per il 3° posto vale piùper la classifica, per i 4”, o a li-vello psicologico, come prova diforza?«Noi dall’ammiraglia lo abbia-mo solo avvertito che c’eranoin ballo i 4”, la scelta di fare lavolata è sua. Vale per l’arrivo,certo non per la generale. Con-ta perché dimostri di avere for-za per battere i tuoi rivali».

Il forcing di Landa era per farperdere terreno a Uran?«Uran non è qua per caso, più siriesce a staccarlo meglio è. So-no sicuro che in classifica rien-trerà. Credo abbia qualcosa, alRomandia invece stava moltobene. Non bisogna farlo cresce-re, bisogna farlo fuori prima».

Contador e Porte: chi il più peri-coloso?«Contador non l’ho mai vistomale in tutta la carriera. Anzi lepoche volte in cui è successo,gli altri stavano peggio. Porte,almeno in teoria, dovrebbe es-sere il più in condizione. Maga-ri ora corre un pochino in dife-sa perché teme di calare nella

terza settimana. Però quandoc’era da dare gas sull’attacco diContador lo ha dato».

Tinkoff, Sky e Astana: chi è la squadra più forte?«Da quanto visto finora noi del-l’Astana abbiamo qualcosina inpiù. Però Contador ha un’espe-rienza nel gestire la squadrache può fare la differenza».

Vi sentite così bene che Tiralon-go si lanciato due volte in volata.«Gli avevamo dato libertà nelfinale. Moralmente anche unpiazzamento ha il suo valore».

Con un corridore che lei cono-sce molto bene, Pantani, un gre-gario non avrebbe mai fatto lavolata per un piazzamento.«Dare la possibilità di prender-

si qualche soddisfazione è soloun bene. Stiamo spendendo,ma siamo preparati bene perfarlo. Se pagheremo non saràper quanto fatto finora. Marte-dì abbiamo speso, ma Kreuzi-ger non potevamo lasciarlo an-dare. Se arriva a 5 minuti, cosasuccede poi? E uno nel sacco loabbiamo messo. Uran dico».

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L’Astana di Fabio Aru in testa al gruppo: finora il team kazako si è rivelato il più forte BETTINI

POZZOVIVOÈ GIÀ A CASADue giorni dopo la terribile caduta, Domenico Pozzovivo ha lasciato l'ospedale di Genova. Un paio di settimane e tornerà in sella.

� Il supplizio della goccia, amato da Salgari e dagli scrittori d’avventura, è entrato al Giro. Ha per vittima Rigoberto Uran Uran, grande protagonista degli ultimi due Giri, secondo dietro Nibali nel 2013 e dietro Quintana nel 2014, prima maglia rosa colombiana. L’emorragia di secondi continua. Ieri ne ha persi altri 28. Il suo distacco in classifica è salito a 1’22” nei confronti di Contador e 1’20” da Aru. Uran non si arrende.«Ho perso ieri. Ho perso oggi. È stata una settimana difficile. Il distacco che accumulato in cinque giorni è importante», ammette. «Più del distacco mi preoccupa la perdita di due uomini come Pieter Serry, molto forte in salita, che stava molto bene, e Gianni Meersman, che mi sarebbe servito sugli altri terreni». Uran, però, non è immobile come il condannato al supplizio della goccia. «Non mi arrendo. Anzi conto di riprendermi nelle prossime tappe e nella seconda settimana. In ogni caso sarà l’ultima settimana a decidere il Giro. Qui non avevo il ritmo per rispondere sull’attacco di Contador. Ho preferito salire col mio passo. A me piace stare davanti, ma questa è la mia condizione attuale. Presto migliorerò».

greg

LA DELUSIONE

Uran ancora giùOra è a 1’22”«Ma non mollo»

98° Giro d’ItaliaRLa squadra kazaka

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31GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

9� Le vittorie nel 2015 di Richie Porte, tra cui Giro di Catalogna, Parigi-Nizza e Giro del TrentinoSYLVAIN CHAVANEL FRANCESE, 35 ANNI, IAM CYCLING

«HO TROVATO UNO PIÙ FORTE DI ME, MA SONO TORNATO A STARE DAVANTI»

Claudio GregoriABETONE (PISTOIA)

C’ erano le orchidee sel-vatiche sull’Abetone.Belle, mute, discrete.

Colorate di rosa e viola. Orna-mento gentilenella battaglia.Le ruote di Ri-chie Porte le sfio-ravano distratte.Le orchidee ci so-no anche in Ta-smania, l’isola asud dell’Austra-lia, che è stata lasua culla. Comela «Flying DuckOrchid», che —lo dice il nome —assomiglia adun’anatra chevola.Era bello vedere Porte salirecomposto come un «gentle-man» sul monte che 75 anni fafu illuminato dal volo di Coppi,che 59 anni fa fu incendiato daGaul. «Sono salito bene, senzadifficoltà. La mia condizione èmolto buona. Conoscevo l’Abe-tone, ma, da dilettante, la sali-

vo sempre dall’altro versante.Ritornarci ha risvegliato in mericordi belli», diceva Porte, cheda dilettante era stato a Ponte-dera, a Lamporecchio con laMastromarco (la squadra di Ni-bali) e a Monsummano.

L’ANNO DI GAULI tempi sonocambiati. Il 18maggio 1959,nella terza tappadel Giro, Salso-maggiore-Abeto-ne, Gaul avevalanciato il suo at-tacco ai piedidella salita, met-tendo a ferro efuoco la corsa. Siera lasciato tuttialle spalle, in-fliggendo 21” aHoevenaers, 43”

a Van Looy e distacchi abissaliai favoriti : 2’57” ad Anquetil,6’05” a Baldini, 8’10” a Nenci-ni. Oggi la corsa non è battaglia dicampioni, ma sottile gioco disquadra. «Il Giro ora non si vin-ce in un giorno. Oggi c’è statabattaglia, ma non la battaglia

decisiva. Mi sono trovato a mioagio. Mi spiace solo per losprint, affrontato partendo dauna cattiva posizione», raccon-ta Porte, tranquillo, gentile. Ri-chie Porte sembra un eleganteviaggiatore del Grand Tour,non un faticatore del pedale. Emostra abilità diplomatica nel

Porte, ruggisce la tigre «Ogni giorno miglioro»1Il leader di Sky sorride: «Che battaglia all’Abetone, ma non era decisiva. Il Giro? Non sarà solo sfida a tre con Aru e Contador»

33I giorni-gara nel 2015 (pari a 4895 km) con cui Portesi è presentato al viadel Giro: Contador 19 giorni (3096 km)e Aru 15 (2374 km)

LA CHIAVE

Il tasmaniano Richie Porte, 30 anni, 4 giorni in rosa nel 2010 BETTINI

98° Giro d’ItaliaRL’australiano

compagno davanti». Quando cisarà la battaglia vera? «Ognigiorno». Ma lo scontro che de-cide? «Gli ultimi giorni sarannoi più importanti». La fiducia diPorte poggia sui numeri. Nelcorso della stagione ha già vin-to nove corse, contro una diContador e zero di Aru. Astanae Tinkoff Saxo, inoltre, hannofatto la selezione e compiutomanovre che la Sky non ha fat-to. Porte, però, guarda avanticon sicurezza: «Conosco la for-za dell’Astana e della Tinkoff,ma non sono preoccupato. Ilmio team ha risposto bene. Perbuona parte della salita ho avu-to Konig accanto». Il Giro d’Ita-lia si ridurrà ad una battaglia atre? «È presto per ridurre il Gi-ro ad una sfida tra Contador,Aru e Porte. Ci sono altri corri-dori che possono inserirsi. Cer-to è che, se voglio vincere il Gi-ro, dovrò vedermela con Con-tador e Aru. Quello che è im-portante è il fatto che mi sentomolto bene. Dopo due tappecombattute c’erano molti corri-dori stanchi ieri. Io non erostanco. Anzi, ogni giorno chepassa mi sento meglio».

LA TIGRE La Tasmania, grandecome tre volte la Sicilia, è unparadiso della zoologia. Ci haregalato molte specie endemi-che, come «la tigre della Ta-smania» un marsupiale consi-derato estinto, oppure «il dia-volo della Tasmania», il piùgrande carnivoro dell’isola. Ri-chie Porte è l’ultimo eleganteesemplare della biodiversitàdella Tasmania che arricchisceil mondo del ciclismo. L’unicotasmaniano che può vincere ilGiro.

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rispondere alle domande.

TEMPI LUNGHI Si aspettava gliattacchi di Contador e Aru?«Me li aspettavo. Il fatto nuovoè la presenza di Landa davanti.L’ho visto pedalare molto bene.Aru era l’unico del trio, che è intesta alla classifica, ad avere un

IN GIROCON... ELIAdi ELIA VIVIANI

«PRIMA RICHIE POI LO SPRINT»

«O ggi un’altratappa pervelocisti. Si

parte da Montecatini Terme e c’è subito un traguardo volante dopo 14 km che potrebbe interessarmi per la maglia rossa. L’obiettivo principale resta però la vittoria di tappa e quindi riprovare a fare una volata perfetta come quella di Genova. Sono sicuro di poter contare anche sull’ottimo lavoro dei compagni. Speriamo di saper gestire al meglio il finale di tappa, visto che il nostro scopo è quello di stare davanti per tenere fuori dai pericoli Porte. Ha dimostrato di essere pronto, era da giorni che aspettava la bagarre e nella prima vera tappa in salita è arrivato in fondo col giusto passo».

32 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

2� Prima volta della Romania al Giro d’Italia. Due i romeni in gara: Serghei Tvetcov (in fuga ieri) ed Eduard GrosuSERGEI TVETCOV RUMENO, 26 ANNI, ANDRONI-SIDERMEC

«AMO ANDARE IN FUGA, E L’ANDRONIÈ COMBATTIVA PROPRIO COME ME»

AG2R LA MONDIALE

D.S. Biondi

1 POZZOVIVO ITA

2 BERARD FRA

3 BETANCUR COL

4 DOMONT FRA

5 DUPONT FRA

6 GRETSCH GER

7 HOULE CAN

8 MONTAGUTI ITA

9 NOCENTINI ITA

ANDRONI-SIDERMEC

D.S. Savio

11 PELLIZOTTI ITA

12 APPOLLONIO ITA

13 BANDIERA ITA

14 DALL'ANTONIA ITA

15 FRAPPORTI ITA

16 GATTO ITA

17 STORTONI ITA

18 TVETCOV ROM

19 ZILIOLI ITA

ASTANA PRO TEAM

D.S. Shefer

21 ARU ITA

22 CATALDO ITA

23 KANGERT EST

24 LANDA SPA

25 MALACARNE ITA

26 ROSA ITA

27 SANCHEZ SPA

28 TIRALONGO ITA

29 ZEITS KAZ

BARDIANI CSF

D.S. Reverberi

31 BONGIORNO ITA

32 BARBIN ITA

33 BATTAGLIN ITA

34 BOEM ITA

35 CHIRICO ITA

36 COLBRELLI ITA

37 PIRAZZI ITA

38 RUFFONI ITA

39 ZARDINI ITA

BMC RACING TEAM

D.S. Baldato

41 GILBERT BEL

42 ATAPUMA COL

43 BOOKWALTER USA

44 BURGHARDT GER

45 CARUSO ITA

46 DILLIER SVI

47 KÜNG SVI

48 MOINARD FRA

49 ZABEL GER

CCC SPRANDI POLKOWICE

D.S. Wadecki

51 PATERSKI POL

52 BOLE SLO

53 MARYCZ POL

54 MATYSIAK POL

55 MIHAYLOV BUL

56 OWSIAN POL

57 RUTKIEWICZ POL

58 SAMOILAU BIE

59 SZMYD POL

ETIXX - QUICK-STEP

D.S. Bramati

61 URAN COL

62 BOONEN BEL

63 BOUET FRA

64 DE LA CRUZ SPA

65 KEISSE BEL

66 MEERSMAN BEL

67 SABATINI ITA

68 SERRY BEL

69 VAKOC R.CEC

FDJ

D.S. Guesdon

71 GENIEZ FRA

72 COURTEILLE FRA

73 ELISSONDE FRA

74 FISCHER BRA

75 MOUREY FRA

76 PINEAU FRA

77 RÉZA FRA

78 ROUX FRA

79 VEIKKANEN FIN

IAM CYCLING

D.S. Carlstrom

81 CHAVANEL FRA

82 CHEVRIER FRA

83 CLEMENT OLA

84 HAUSSLER AUS

85 KLUGE GER

86 PELUCCHI ITA

87 PINEAU FRA

88 REICHENBACH SVI

89 SARAMOTINS LET

LAMPRE - MERIDA

D.S. Maini

91 ULISSI ITA

92 FERRARI ITA

93 GRMAY ETI

94 MODOLO ITA

95 MORI ITA

96 NIEMIEC POL

97 POLANC SLO

98 RICHEZE ARG

99 XU CINA

LOTTO SOUDAL

D.S. Leysen

100 VAN DEN BROECK BEL

101 ARMEE BEL

102 BAK DAN

103 BROECKX BEL

104 GREIPEL GER

105 HANSEN AUS

106 HENDERSON N.ZEL

107 MONFORT BEL

109 VERVAEKE BEL

MOVISTAR TEAM

D.S. Garcia

111 INTXAUSTI SPA

112 AMADOR C.RICA

113 ANTON SPA

114 FERNANDEZ SPA

115 HERRADA SPA

116 IZAGUIRRE SPA

117 LOBATO SPA

118 D. QUINTANA COL

119 VISCONTI ITA

NIPPO - VINI FANTINI

D.S. Giuliani

121 CUNEGO ITA

122 BERLATO ITA

123 BISOLTI ITA

124 COLLI ITA

125 DE NEGRI ITA

126 GROSU ROM

127 ISHIBASHI GIAP

128 MALAGUTI ITA

129 STACCHIOTTI ITA

ORICA GREENEDGE

D.S. White

131 MATTHEWS AUS

132 BEWLEY N.ZEL

133 CHAVES COL

134 CLARKE AUS

135 DURBRIDGE AUS

136 GERRANS AUS

137 HEPBURN AUS

138 LANCASTER AUS

139 WEENING OLA

SOUTHEAST

D.S. Parsani

141 BELLETTI ITA

142 BUSATO ITA

143 CARRETERO PAN

144 FAVILLI ITA

145 FINETTO ITA

146 GAVAZZI ITA

147 MONSALVE VEN

148 PETACCHI ITA

149 ZHUPA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIN

D.S. Wegelius

151 HESJEDAL CAN

152 ACEVEDO COL

153 BROWN USA

154 CARDOSO POR

155 DANIELSON USA

156 FORMOLO ITA

157 MARANGONI ITA

158 SLAGTER OLA

159 VILLELLA ITA

TEAM GIANT - ALPECIN

D.S. Engels

161 MEZGEC SLO

162 ARNDT GER

163 DE BACKER BEL

164 FAIRLY USA

165 GESCHKE GER

166 HAGA USA

167 JI CINA

168 LUDVIGSSON SVE

169 STAMSNIJDER OLA

TEAM KATUSHA

D.S. Konyshev

171 PAOLINI ITA

172 BELKOV RUS

173 CHERNETSKI RUS

174 KOCHETKOV RUS

175 LAGUTIN RUS

176 PORSEV RUS

177 TROFIMOV RUS

178 VOROBYEV RUS

179 ZAKARIN RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBO

D.S. Boven

181 KRUIJSWIJK OLA

182 BENNETT N.ZEL

183 FLENS OLA

184 HOFLAND OLA

185 KEIZER OLA

186 LINDEMAN OLA

187 TJALLINGII OLA

188 VAN DER LIJKE OLA

189 WAGNER GER

TEAM SKY

D.S. Cioni

191 PORTE AUS

192 EISEL AUT

193 HENAO COL

194 KIRYIENKA BIE

195 KONIG R.CEC

196 NIEVE SPA

197 PUCCIO ITA

198 SIUTSOU BIE

199 VIVIANI ITA

TINKOFF SAXO

D.S. De Jongh

201 CONTADOR SPA

202 BASSO ITA

203 BOARO ITA

204 JUUL JENSEN DAN

205 KREUZIGER R.CEC

206 PAULINHO POR

207 ROGERS AUS

208 ROVNY RUS

209 TOSATTO ITA

TREK FACTORY RACING

D.S. Baffi

211 NIZZOLO ITA

212 ALAFACI ITA

213 BEPPU GIAP

214 COLEDAN ITA

215 FELLINE ITA

216 SILVESTRE POR

217 VAN POPPEL OLA

218 VANDEWALLE BEL

219 WATSON AUS

22 SQUADRE, RESTANO IN 190

L'ARRIVO

CLASSIFICA GENERALE LA TAPPA DI OGGI

A PUNTI MONTAGNA GIOVANI TEAM A PUNTITEAM A TEMPI ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa e su ognuno dei traguardi volanti. Class. 1. Elia VIVIANI 53 punti; 2. Frapporti 40; 3. Hofland (Ola) 35; 4. Polanc (Slo) 34; 5. Formolo 26; 5. Gilbert (Bel) 26; 5. Clarke (Aus) 26; 8.Matthews (Aus) 25; 8. Greipel (Ger) 25.

La maglia azzurra «Mediolanum» va alleader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria delle salite: il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Jan POLANC (Slo) 15 punti; 1. Kochetkov 15 ; 3. Formolo 14; 3. Zardini 14; 5. Ulissi 12.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Classifica: 1. Fabio ARU; 2. Chaves (Col) a 35”; 3. Formolo a 1’13”; 4. Bongiorno a 15’43”; 5. Polanc(Slo) a 17’16”; 6. Grmay (Eti) a 18’22”; 7. Elissonde (Fra) a 19’38”; 8. Felline a 20’01”; 9. Dillier (Svi) a 21’35”.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ASTANA PRO TEAM 47h39’59”; 2. Bmc Racing Team a 43”; 3. Team Sky a 2’23”; 4. Tinkoff Saxo a 3’43”; 5. Movistar Team a 5’14”; 6. Cannondale-Garmin a 15’54”.

La classifica a squadre a punti si basasui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti.Classifica: 1. ORICA-GREENEDGE 169; 2. Astana 127; 3. Bmc Racing 100; 4. Team Sky 85; 5. SouthEast 68; 6. Tinkoff-Saxo 66; 7. Lampre-Merida 63; 8. Cannondale-Garmin 52; 9. Iam Cycling 52; 10. Trek Factory Racing 52.

La classifica Energia «Gdf Suez» premia il corridore che, lungo l’intero Giro, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 km di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Classifica: 1. Giovanni VISCONTI 4 punti; 1. Trofimov(Rus) 4; 1. Lagutin (Rus) 4; 1. Hofland (Ola) 4; 5. Cataldo 2; 5. Chaves (Col) 2.

Dall’Antonia a 27’46”fuori tempo massimo

Davide Formolo, 22 anni, è già diventato un idolo dei tifosi BETTINI

POS.CORRIDORE TEMPO

1 CONTADOR (SPA) km 632,6 in 16h05’54”, media 39,295 km/h

2 ARU (ITA) a 2"

3 PORTE (AUS) a 20"

4 KREUZIGER (R.CEC) a 22"

5 CATALDO (ITA) a 28"

6 CHAVES (COL) a 37"

7 VISCONTI (ITA) a 56"

8 LANDA (SPA) a 1'01"

9 FORMOLO (ITA) a 1'15"

10 AMADOR (C.RICA) a 1'18"

11 CARUSO (ITA) a 1'22"

12 URAN (COL) 13 KONIG (R.CEC) a 1'24"

14 TROFIMOV (RUS) 15 MOINARD (FRA) a 1'46"

16 ATAPUMA (COL) a 1'49"

17 CUNEGO (ITA) a 2'12"

18 CLARKE (AUS) a 2'21"

19 VAN DEN BROECK (BEL) a 2'27"

20 GENIEZ (FRA) a 2'33"

21 MONFORT (BEL) a 2'36"

22 SIUTSOU (BIE) a 2'42"

23 MONSALVE (VEN) a 3'02"

24 ROSA (ITA) a 3'31"

25 ROGERS (AUS) a 4'44"

26 TIRALONGO (ITA) a 4'46"

27 IZAGUIRRE (SPA) a 4'49"

28 NIEMIEC (POL) a 5'10"

29 NIEVE (SPA) a 6'01"

30 HESJEDAL (CAN) a 6'11"

31 KRUIJSWIJK (OLA) a 9'54"

32 KANGERT (EST) a 9'57"

33 ZEITS (KAZ) a 12'30"

34 ANTON (SPA) a 14'52"

35 REICHENBACH (SVI) a 15'04"

36 BETANCUR (COL) a 15'06"

37 PIRAZZI (ITA) a 15'29"

38 BONGIORNO (ITA) a 15'45"

39 CARDOSO (POR) a 16'01"

40 POLANC (SLO) a 17'18"

41 INTXAUSTI (SPA) a 18'10"

42 CLEMENT (OLA) a 18'18"

43 GRMAY (ETI) a 18'24"

44 MONTAGUTI (ITA) a 19'00"

45 ELISSONDE (FRA) a 19'40"

46 FELLINE (ITA) a 20'03"

47 SANCHEZ (SPA) a 21'04"

48 DILLIER (SVI) a 21'37"

49 ULISSI (ITA) a 21'43"

50 FINETTO (ITA) a 22'26"

51 HERRADA (SPA) a 22'33"

52 PELLIZOTTI (ITA) a 22'45"

53 BOUET (FRA) a 22'54"

54 ZARDINI (ITA) a 23'02"

55 GILBERT (BEL) a 23'30"

56 KOCHETKOV (RUS) a 24'09"

57 GAVAZZI (ITA) a 24'18"

58 BASSO (ITA) a 24'22"

59 STORTONI (ITA) a 25'11"

60 LAGUTIN (RUS) a 25'23"

61 ZAKARIN (RUS) a 25'26"

62 SZMYD (POL) a 27'30"

63 MOUREY (FRA) a 28'02"

64 GERRANS (AUS) a 28'23"

65 DE LA CRUZ (SPA) a 28'37"

66 SAMOILAU (BIE) a 29'44"

67 FERNANDEZ (SPA) a 31'01"

68 HENAO (COL) a 31'03"

69 BOOKWALTER (USA) a 31'27"

70 KEIZER (OLA) a 31'30"

71 BATTAGLIN (ITA) a 31'39"

72 DUPONT (FRA) a 32'35"

73 HANSEN (AUS) a 32'58"

74 SLAGTER (OLA) a 33'10"

75 BOARO (ITA) a 33'19"

76 BROWN (USA) a 33'32"

77 CHEVRIER (FRA) a 33'41"

78 VILLELLA (ITA) a 34'41"

79 ARMEE (BEL) a 34'59"

80 PUCCIO (ITA) a 35'43"

81 DANIELSON (USA) a 36'01"

82 ZILIOLI (ITA) a 36'04"

83 PATERSKI (POL) a 36'36"

84 PAOLINI (ITA) a 37'01"

85 CHAVANEL (FRA) a 37'11"

86 MATTHEWS (AUS) a 37'24"

87 BOLE (SLO) a 38'19"

88 ROVNY (RUS) a 38'37"

89 PAULINHO (POR) a 38'43"

90 MORI (ITA) a 40'38"

91 COLBRELLI (ITA) a 40'50"

92 FAVILLI (ITA) a 42'11"

93 SABATINI (ITA) a 42'17"

94 DOMONT (FRA) a 43'35"

95 BURGHARDT (GER) a 43'57"

96 HAGA (USA) a 44'06"

97 VANDEWALLE (BEL) a 44'48"

98 WEENING (OLA) a 45'35"

99 GRETSCH (GER) a 45'57"

100 BEPPU (GIAP) a 46'00"

101 BARBIN (ITA) a 46'12"

102 KÜNG (SVI) a 46'18"

103 BISOLTI (ITA) a 47'11"

104 KIRYIENKA (BIE) a 48'06"

105 BELLETTI (ITA) a 48'16"

106 TOSATTO (ITA) a 48'35"

107 CHIRICO (ITA) a 49'01"

108 LUDVIGSSON (SVE) a 49'41"

109 QUINTANA (COL) a 50'43"

110 PETACCHI (ITA) a 50'50"

111 DE NEGRI (ITA) a 50'55"

112 NOCENTINI (ITA) a 51'19"

113 HAUSSLER (AUS) a 51'43"

114 VIVIANI (ITA) a 51'58"

115 GESCHKE (GER) a 52'05"

116 COURTEILLE (FRA) a 52'56"

117 NIZZOLO (ITA) a 53'25"

118 COLLI (ITA) a 53'53"

119 APPOLLONIO (ITA) a 53'59"

120 BERLATO (ITA) a 54'00"

121 ACEVEDO (COL) a 54'02"

122 TVETCOV (ROM) a 54'19"

123 FISCHER (BRA) a 54'31"

124 JUUL JENSEN (DAN) a 54'48"

125 BOONEN (BEL) a 55'11"

126 HOFLAND (OLA) a 55'22"

127 HOULE (CAN) a 55'29"

128 ROUX (FRA) a 55'44"

129 OWSIAN (POL) a 55'47"

130 DURBRIDGE (AUS) a 55'56"

131 MIHAYLOV (BUL) a 56'01"

132 MARANGONI (ITA) a 56'06"

133 GREIPEL (GER) a 56'32"

134 VAN DER LIJKE (OLA) a 57'01"

135 TJALLINGII (OLA) a 57'02"

136 BEWLEY (N.ZEL) a 57'07"

137 PINEAU (FRA) a 57'09"

138 LANCASTER (AUS) a 57'38"

139 ALAFACI (ITA) a 57'44"

140 BELKOV (RUS) a 57'55"

141 LOBATO (SPA) a 58'00"

142 RICHEZE (ARG) a 58'01"

143 VERVAEKE (BEL) a 58'16"

144 FAIRLY (USA) a 58'33"

145 RUTKIEWICZ (POL) a 58'48"

146 FRAPPORTI (ITA) a 59'04"

147 BUSATO (ITA) a 59'30"

148 VAKOC (R.CEC) a 59'37"

149 EISEL (AUT) a 59'51"

150 BAK (DAN) a 59'52"

151 PORSEV (RUS) a 1h00'13"

152 WATSON (AUS) a 1h00'23"

153 LINDEMAN (OLA) a 1h00'32"

154 MARYCZ (POL) a 1h00'46"

155 BERARD (FRA) a 1h01'01"

156 MALACARNE (ITA) a 1h01'17"

157 HENDERSON (N.ZEL) a 1h01'36"

158 RUFFONI (ITA) a 1h01'38"

159 MATYSIAK (POL) a 1h01'46"

160 MEZGEC (SLO) a 1h01'50"

161 BROECKX (BEL) a 1h01'51"

162 SILVESTRE (POR) a 1h01'57"

163 FERRARI (ITA) a 1h02'09"

164 VAN POPPEL (OLA) a 1h02'16"

165 PINEAU (FRA) a 1h02'28"

166 ARNDT (GER) a 1h02'29"

167 XU (CINA) a 1h02'33"

168 ZABEL (GER) a 1h02'35"

169 REZA (FRA) a 1h03'13"

170 BANDIERA (ITA) a 1h04'23"

171 MODOLO (ITA) a 1h04'47"

172 FLENS (OLA) a 1h05'05"

173 JI (CINA) a 1h05'09"

174 MALAGUTI (ITA) a 1h05'13"

175 STACCHIOTTI (ITA) 176 KEISSE (BEL) a 1h06'29"

177 GATTO (ITA) a 1h06'37"

178 STAMSNIJDER (OLA) a 1h06'46"

179 DE BACKER (BEL) a 1h06'54"

180 CHERNETSKI (RUS) a 1h07'47"

181 ZHUPA (ALB) a 1h08'10"

182 GROSU (ROM) a 1h08'39"

183 VEIKKANEN (FIN) a 1h12'47"

184 BOEM (ITA) a 1h12'58"

185 HEPBURN (AUS) a 1h13'40"

186 KLUGE (GER) a 1h15'38"

187 COLEDAN (ITA) a 1h24'02"

188 ISHIBASHI (GIAP) a 1h24'47"

189 SARAMOTINS (LET) a 1h25'03"

190 PELUCCHI (ITA) a 1h27'23"

POS. CORRIDORE TEMPO

1 POLANC (SLO) km 152 in 4h09’18”, media 36,582 km/h

2 CHAVANEL (FRA) a 1'31"

3 ARU (ITA) 4 CONTADOR (SPA) 5 PORTE (AUS) 6 LANDA (SPA) a 1'44"

7 CATALDO (ITA) a 1'53"

8 TROFIMOV (RUS) 9 CARUSO (ITA) 10 ATAPUMA (COL) 11 CUNEGO (ITA) 12 AMADOR (C.RICA) 13 KONIG (R.CEC) 14 DILLIER (SVI) 15 HESJEDAL (CAN) 16 KREUZIGER (R.CEC) 17 URAN (COL) a 1'59"

18 NIEMIEC (POL) a 2'06"

19 IZAGUIRRE (SPA) 20 REICHENBACH (SVI) a 2'15"

21 VISCONTI (ITA) 22 CHAVES (COL) 23 ROGERS (AUS) 24 PIRAZZI (ITA) a 2'28"

25 CLEMENT (OLA) a 2'32"

26 FORMOLO (ITA)

27 ROSA (ITA) 28 KRUIJSWIJK (OLA) a 2'51"

29 VAN DEN BROECK (BEL) a 2'54"

30 ANTON (SPA) a 2'57"

31 HERRADA (SPA) a 3'03"

32 MONFORT (BEL) 33 GENIEZ (FRA) 34 MOINARD (FRA) 35 BETANCUR (COL) 36 MONSALVE (VEN) a 3'53"

37 SIUTSOU (BIE) 38 BROWN (USA) 39 ELISSONDE (FRA) 40 CARDOSO (POR) 41 BONGIORNO (ITA) 42 CLARKE (AUS) a 4'09"

43 TIRALONGO (ITA) 44 ZEITS (KAZ) 45 ULISSI (ITA) a 4'12"

46 FELLINE (ITA) a 4'17"

47 DOMONT (FRA) a 5'07"

48 NIEVE (SPA) a 5'10"

49 QUINTANA (COL) 50 KANGERT (EST) 51 PELLIZOTTI (ITA) 52 BASSO (ITA) 53 ZILIOLI (ITA) 54 HENAO (COL)

55 SZMYD (POL) a 5'46"

56 LAGUTIN (RUS) a 5'47"

57 DE LA CRUZ (SPA) a 5'55"

58 DUPONT (FRA) a 6'23"

59 CHEVRIER (FRA) 60 ARMEE (BEL) 61 BOUET (FRA) a 7'12"

62 TVETCOV (ROM) 63 GAVAZZI (ITA) a 8'05"

64 KEIZER (OLA) a 9'36"

65 DANIELSON (USA) 66 ZAKARIN (RUS) 67 MOUREY (FRA) 68 SANCHEZ (SPA) 69 VANDEWALLE (BEL) 70 ACEVEDO (COL) a 9'42"

71 GRMAY (ETI) 72 VILLELLA (ITA) a 9'50"

73 SAMOILAU (BIE) 74 INTXAUSTI (SPA) a 10'28"

75 BEPPU (GIAP) a 10'33"

76 ROUX (FRA) 77 MONTAGUTI (ITA) 78 GILBERT (BEL) a 12'00"

79 VERVAEKE (BEL) 80 HANSEN (AUS) a 12'01"

81 VAN DER LIJKE (OLA) a 12'58"

82 BISOLTI (ITA)

83 SABATINI (ITA) a 13'02"

84 MORI (ITA) 85 KÜNG (SVI) 86 GRETSCH (GER) 87 BERLATO (ITA) 88 CHIRICO (ITA) 89 GERRANS (AUS) 90 HAUSSLER (AUS) 91 BATTAGLIN (ITA) 92 TOSATTO (ITA) 93 ROVNY (RUS) 94 FAIRLY (USA) 95 BOOKWALTER (USA) 96 PAULINHO (POR) 97 SLAGTER (OLA) 98 FERNANDEZ (SPA) 99 NOCENTINI (ITA) a 13'41"

100 BOARO (ITA) 101 WATSON (AUS) a 14'29"

102 LUDVIGSSON (SVE) a 16'18"

103 VAKOC (R.CEC) 104 PINEAU (FRA) 105 PINEAU (FRA) a 16'35"

106 TJALLINGII (OLA) 107 BERARD (FRA) 108 ZARDINI (ITA) a 17'51"

109 PETACCHI (ITA)

110 BARBIN (ITA) 111 RUTKIEWICZ (POL) 112 FINETTO (ITA) 113 OWSIAN (POL) 114 FRAPPORTI (ITA) 115 DE NEGRI (ITA) 116 XU (CINA) 117 PATERSKI (POL) 118 BUSATO (ITA) 119 KOCHETKOV (RUS) 120 MALACARNE (ITA) 121 LINDEMAN (OLA) 122 VEIKKANEN (FIN) 123 HOULE (CAN) 124 BELKOV (RUS) 125 JUUL JENSEN (DAN) 126 JI (CINA) 127 COLBRELLI (ITA) 128 GESCHKE (GER) a 18'11"

129 MARANGONI (ITA) a 19'34"

130 BELLETTI (ITA) 131 DE BACKER (BEL) 132 BOONEN (BEL) 133 ZHUPA (ALB) 134 HOFLAND (OLA) 135 FLENS (OLA) 136 GROSU (ROM) 137 HAGA (USA)

138 SILVESTRE (POR) 139 ALAFACI (ITA) 140 LOBATO (SPA) 141 MALAGUTI (ITA) 142 BOLE (SLO) 143 MEZGEC (SLO) 144 ZABEL (GER) 145 HEPBURN (AUS) 146 KEISSE (BEL) 147 LANCASTER (AUS) 148 ARNDT (GER) 149 RUFFONI (ITA) 150 BEWLEY (N.ZEL) 151 KLUGE (GER) 152 DURBRIDGE (AUS) 153 VIVIANI (ITA) 154 STAMSNIJDER (OLA) 155 VAN POPPEL (OLA) 156 HENDERSON (N.ZEL) 157 GREIPEL (GER) 158 WEENING (OLA) 159 BAK (DAN) 160 FISCHER (BRA) 161 COLLI (ITA) 162 BROECKX (BEL) 163 MATYSIAK (POL) 164 PUCCIO (ITA)

165 MARYCZ (POL) 166 MIHAYLOV (BUL) 167 MODOLO (ITA) 168 STORTONI (ITA) 169 STACCHIOTTI (ITA) 170 PELUCCHI (ITA) 171 SARAMOTINS (LET) 172 ISHIBASHI (GIAP) 173 KIRYIENKA (BIE) 174 REZA (FRA) 175 COURTEILLE (FRA) 176 APPOLLONIO (ITA) 177 FAVILLI (ITA) 178 EISEL (AUT) 179 CHERNETSKI (RUS) 180 BOEM (ITA) 181 PORSEV (RUS) 182 BURGHARDT (GER) 183 FERRARI (ITA) 184 COLEDAN (ITA) 185 NIZZOLO (ITA) 186 BANDIERA (ITA) 187 GATTO (ITA) 188 MATTHEWS (AUS) 189 RICHEZE (ARG) a 20'11"

190 PAOLINI (ITA) a 21'11"

191 DALL'ANTONIA (ITA) a 27'46"

fuori tempo massimo

Ora i velocisti: 186 km nel ricordo di Martini Tv: diretta RaiSport1 dalle 14, Rai3 dalle 15.10Oggi sesta tappa, 186 km da Montecatini Terme a Castiglione della Pescaia, dedicata allo storico c.t. della Nazionale Alfredo Martini, scomparso lo scorso anno. Frazione prevalentemente pianeggiante, salvo il breve tratto centrale dove è posto l'unico gpm di giornata (4a categoria, a Pomarance). Ritrovo alle 11.25 in piazzale Giusti. Incolonnamento alle 12.40 e partenza da via Camporcioni alle 12.55 dopo 4,3 km di trasferimento. Il traguardo di Castiglione della Pescaia — all'esordio come sede di arrivo — si trova in viale Marconi: arrivo previsto tra le 17 e 17.30. La tappa attraversa le provincie di Pistoia, Lucca, Pisa e Grosseto.ABBUONI Due traguardi volanti ad abbuoni (3'', 2'' e 1''): Altopascio e Ribolla. All'arrivo, abbuoni di 10'' per il primo, 6'' per il secondo e 4'' per il terzo. METEO Alla partenza: poco nuvoloso e 22°. All'arrivo: velato e 24°.TV Programmazione Rai: dalle 12.25 su Rai3, Giro Mattina; la diretta della tappa su RaiSport1 dalle 14 e su Rai3 dalle 15.10. Al termine, il Processo con Alessandra De Stefano, Stefano Garzelli e Beppe Conti. Su RaiSport1, TGiro alle 20 e Giro Notte alle 0.30. Su Eurosport: diretta dalle 14.45; dalle 17.30, Giro Extra.

98° Giro d’ItaliaRLa guida

MONTECATINI TERME18 m

0

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA3 m

km 10

GPM4

RS S

90 100 14814 183

Pomarance364 m

Ribolla62 m

Larderello419 m

Altopascio21 m

33GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

2� Le vittorie di tappa slovene al Giro: prima di Jan Polanc, Luka Mezgec a Trieste nell’ultima tappa 2014DAVIDE FORMOLO 22 ANNI, CANNONDALE-GARMIN

«SONO PARTITO COL MAL DI GAMBEMA MI SONO DIFESO PIUTTOSTO BENE»

Marco PastonesiINVIATO ALL’ ABETONE (PISTOIA)

S ettantacinque anni fa, «sotto la pioggiache veniva giù mescolata alla grandine»,venne al mondo Fausto Coppi - scriveva

Orio Vergani sul Corriere della sera -, «un ra-gazzo segaligno, magro come un osso di pro-sciutto», e «come ignorando lafatica volava, letteralmente volava su per le dure scale delmonte, fra il silenzio della follache non sapeva chi fosse e co-me chiamarlo».Ieri, su questo stesso velodro-mo in salita, ma fra raggi di so-le filtrati dal bosco di faggi, èvenuto al mondo Jan Polanc,piegato dallo sforzo, strematodalla fatica, commosso dal so-gno che da sempre cullava einseguiva, quasi imbarazzatoper la grandezza della fantasiae il peso dell’immaginazione,fra le urla della gente cheaspettava Contador, che invo-cava Aru e che sosteneva Por-te.

LA PRIMA VITTORIA Jan Po-lanc è nato nel 1992, quando ilGiro d’Italia fu dominato daIndurain su Chiappucci eChioccioli, con Cipollini checonquistava quattro tappe e laclassifica a punti. Ha debutta-to nel professionismo nel2004, quando il Giro fu vintoda Cunego su Gonchar e Simo-ni, con Petacchi che s’impadroniva di nove tap-pe e della classifica a punti. Sloveno di Kranj(come Luka Mezgec, il primo sloveno a vincereuna tappa al Giro, a Trieste nel 2014), profes-sionista dall’agosto 2013 nella Lampre-Meri-da, ieri Polanc ha guadagnato – al 25° giorno dicorsa e al km 4033 del 2015 - la prima vittoria.«Mio padre Marko – racconta Jan, 23 annicompiuti tre giorni prima della partenza delGiro d’Italia - è allenatore nella mia vecchia

squadra, Sava, in Slovenia, e quando ero un ra-gazzino andavo con lui a vedere le gare. Mi pia-cevano quell’aria di festa, ma anche quell’at-mosfera di tensione, che accompagnano le cor-se. Così ho cominciato ad apprezzare il cicli-smo, a 12 anni non ho resistito alla tentazionee ho iniziato a correre. Da giovanissimo nonero forte perché, rispetto ai coetanei, crescevodi meno, ero piccolo di statura, ma non mi sono

demoralizzato, anzi, e sonomigliorato di anno in anno.Finché ho vinto la mia primagara e lì è come se mi fossisbloccato. Poi, a livello Under23 ho ottenuto buoni risultatie sono diventato professioni-sta con la Lampre. Il primopasso è stata la convocazioneper il Giro d’Italia. Il secondo,la possibilità di entrare nellefughe. La terza, centrare que-sta fuga».

LA FUGA BUONA C’è fuga e fu-ga, e quella era una fuga buo-na: cinque uomini da fuga, 10minuti di vantaggio, un per-corso selettivo. «Ai piedi dellasalita dall’ammiraglia mi è sta-to detto di non andare al100%, così ho cominciatol’Abetone al 90%. Negli ultimichilometri sono andato a tuttogas. Dall’ammiraglia mi ripe-tevano continuamente di nonandare a tutta, perché la salitaera lunga. Ma gli ultimi 4-5 kmnon erano così ripidi come iprimi e la cosa mi ha facilitato.Se fosse stata più dura, sareb-

be stato difficile mantenere Contador e gli altridietro di me».Questo Giro d’Italia, così come quello di 75 an-ni fa, sembra aiutare i corridori giovani e co-raggiosi. «Ho corso contro Davide Formolo giàfra gli juniores. Lo conosco bene. E’ forte. Luiha vinto a La Spezia, io sull’Abetone. Ed è bel-lissimo vedere vincere corridori giovani e co-raggiosi».

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L’onda verde continuaDopo Formolo, Polanc«Premiato il coraggio»1Fuga vincente dello sloveno della Lampre-Merida, 23 anni«Da junior ho corso contro Davide e vi garantisco: è forte»

IL GIRO AI RAGGI XDATA TAPPA KM ARRIVO MAGLIA ROSA ROSSA AZZURRA BIANCA9/5 1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA GERRANS - - MATTHEWS10/5 2a ALBENGA-GENOVA 177 VIVIANI MATTHEWS VIVIANI LINDEMAN MATTHEWS11/5 3a RAPALLO-SESTRI LEVANTE 136 MATTHEWS MATTHEWS VIVIANI KOCHETKOV MATTHEWS12/5 4a CHIAVARI-LA SPEZIA 150 FORMOLO CLARKE VIVIANI KOCHETKOV CHAVESIeri 5a LA SPEZIA-ABETONE 152 POLANC CONTADOR VIVIANI POLANC ARUDATA TAPPA KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTAOggi 6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 * Si tira il fiato dopo la partenza scoppiettante, occasione per le ruote velociDomani 7a GROSSETO-FIUGGI 264 ** Tappa-maratona, la più lunga. Ultimi 350 metri al 4%, adatti a Gilbert & C.16/5 8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE 186 **** Primo vero esame per i big, con l’infinita Forca d’Acero e i 13 km finali al 7%17/5 9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO 215 **** Più dura del previsto, si sale e scende di continuo: 4000 metri di dislivello18/5 RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE19/5 10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ 200 * Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata20/5 11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari) 153 *** Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo21/5 12a IMOLA-VICENZA (Monte Berico) 190 *** Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11%22/5 13a MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO 147 * Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... 23/5 14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale) 59,4 ***** L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro24/5 15a MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO 165 **** Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio25/5 RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO 26/5 16a PINZOLO-APRICA 174 ***** Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti27/5 17a TIRANO-LUGANO 134 * Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti 28/5 18a MELIDE-VERBANIA 170 ** Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino29/5 19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA 236 ***** Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km30/5 20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE 199 ***** Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura31/5 21a TORINO-MILANO 178 * Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

JAN POLANC23 ANNI (FOTO BETTINI)

«DALL’AMMIRAGLIAMI RIPETEVANO DI

NON ANDARE A TUTTA.INVECE SONO ANDATO

A TUTTO GAS»

98° Giro d’ItaliaRIl vincitore

34 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

35GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OGGI SESTA TAPPA, 186 KM

PomarancePomarance

AltopascioAltopascioA11A11

A12A12

A11A11

A1A1

LarderelloLarderelloMARTIRRENO

MARTIRRENO

Isola d’ElbaIsola d’Elba

RibollaRibolla

FIRENZEFIRENZE

SIENASIENA

LUCCALUCCA

GROSSETOGROSSETO

MONTECATINI TERMEPARTENZA

CASTIGLIONE DELLA PESCAIAARRIVO

UscitaLucca Est

GDS Non solo fatica, sudore e distacchi: il Giro d’Italia regala anche istantanee eccezionali, come questo scorcio della Riviera ligure BETTINI

Italia, sei un Paese meraviglioso1Autostrade insieme al Giro per valorizzare il nostro patrimonio culturale: il via dalla casa di Puccini

ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI DEL MAESTRO� 1 Il pianoforte Steinway & Sons acquistato da Puccini nel 1901,il più importante tra i tanti posseduti dal compositore � 2 Il gruppo compatto dei corridori del Giro transitano sotto l’arco Telepass ANSA � 3 L’installazione per scoprire gli itinerari all’interno delle aree di sosta di Autostrade

1 2 3

Davide Marostica

N on solo corridori, vola-te, salite o maglia rosa.Il Giro d’Italia, da quasi

un secolo, è anche una finestraitinerante sul nostro meravi-glioso Paese. Sui mari e lemontagne, i laghi e i fiumi, iporti e le città, ma pure sullacultura, l’arte, la storia e la ga-stronomia che un territorio co-me il nostro sa mostrare e offri-re al mondo intero. Ecco per-ché Autostrade per l’Italia hascelto di scendere in campo perlanciare, ormai da due anni,l’iniziativa «Sei in un Paese me-raviglioso. Scoprilo con noi»,l’innovativo progetto di «turi-smo on the road», realizzatodalla società in collaborazione

col Touring Club e Slow Food,per riscoprire le bellezze dellanostra penisola valorizzando-ne le molte aree ancora pococonosciute. Il tutto accanto allacarovana di un 98° Giro d’Italiale cui tappe sono e sarannopunto di partenza per entrareancor meglio nel cuore del no-stro patrimonio paesaggistico.

L’INIZIATIVA Un progetto dimarketing territoriale, quellopromosso da Autostrade perl’Italia, che può vantare 66aree di servizio autostradalegià attive e destinate a salire fi-no a cento complessive. «Sia-mo orgogliosi del successo diquesta iniziativa, che sta ri-scontrando grande favore da parte di molti sindaci e comu-nità locali, perché parte dal-

l’idea di un nuovo ruolo socialeche può essere svolto dalla reteautostradale — spiega France-sco Delzio, direttore RelazioniEsterne, Affari Istituzionali eMarketing di Autostrade perl’Italia —. Con «Sei in un Paesemeraviglioso» diventiamo ve-trina e strumento di promozio-ne di quelle bellezze meno co-nosciute che fanno dell’Italiaun museo diffuso unico almondo. Intorno alle nostre au-tostrade, c’è un mondo di teso-ri da scoprire: bellezze troppospesso dimenticate, poco co-nosciute o comunque trascura-te dai flussi turistici di massa,ma capaci di donare al visitato-re arricchimento culturale,emozioni e svago».

IDEE PER TUTTI Esperienze da

non perdere come quella che siintreccia oggi alle strade delGiro, nella sesta tappa da Mon-tecatini a Castiglione della Pe-scaia. Itinerari pensati e stu-diati direttamente da Autostra-de per l’Italia a disposizione esu misura di qualunque turi-sta: «Con questo nuovo servi-zio proponiamo a chi viaggiasulla nostra rete experience ditipo culturale, artistico, natu-ralistico e gastronomico, chepossono essere vissute facil-mente nel raggio di 50 km dal-l’uscita autostradale più vicina— spiega Delzio —. Percorsioriginali e appassionanti che abbiamo voluto definire sullabase del tempo a disposizionedel turista, da sole 3 ore fino adelle vere e proprie vacanze didue giorni».

A CASA DEL MAESTRO Uno diquesti si articola proprio vicinoa Montecatini, la sede di par-tenza della tappa di oggi. Ne-anche 30 chilometri e dall’usci-ta di Lucca Est sarà possibilepuntare dritto verso la casa diGiacomo Puccini, che oggiospita il museo dedicato al ce-lebre compositore di «Tosca»,«Madama Butterfly» e «Turan-dot», per citare alcuni capola-vori della lirica pucciniana. Unitinerario all’insegna dell’artee della cultura sulle strade e suiluoghi chiave della vita del ma-estro: la casa certo, che conser-va ancora il suo pianoforte, mapure Torre del Lago e il lago diMassaciuccoli, tra una sosta alsepolcro della sua villa e unapasseggiata sul lungolago.

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IL RICONOSCIMENTO

Operatori e Polizia Stradale Ecco il «Premio Sicurezza» 1L’onorificenzadi Autostradeper chi ha compiuto gesti eroici evitando tragedie e incidenti

S i sono distinti per il lorocoraggio e il loro sensodel dovere, hanno com-

piuto gesti eroici capaci di sal-vare vite ed hanno evitato inci-denti e tragiche conseguenze.Chiamarli eroi non è dunque

un’esagerazione, e per questoAutostrade per l’Italia ha decisodi premiare durante 6 tappedella corsa rosa tutti quegliagenti della Polizia stradale chesi sono distinti per atti di corag-gio in favore degli automobili-sti. E insieme a loro, pure queglioperatori di Autostrade chehanno dimostrato stessa pron-tezza e stesso valore. Obiettivodell’iniziativa è quello di pro-muovere la cultura della sicu-rezza stradale che la stessa Au-tostrade per l’Italia, grazie adinnovazioni tecnologiche comeil tutor e l’asfalto drenante, ga-

rantisce quotidianamente adautomobilisti e autotrasporta-tori, sempre in stretta collabo-razione con la Polizia Stradale.

CONTRO LE FIAMME /1 Non èdifficile trovare, in giro per l’Ita-lia e lungo le tappe della corsarosa, esempi di gesta eroiche egrandi virtù. Come accaduto loscorso 17 dicembre sull’A1, neipressi di Barberino del Mugello.Allora due operatori del CentroEsercizio di Pian del Voglio diAutostrade per l’Italia, Landi eMassimino, sono intervenuti abordo del mezzo speciale Uni-

mog spegnendo con coraggio etempestività le fiamme che av-volgevano un mezzo pesanteche trainava un rimorchio cari-co di carta. L’operazione com-piuta dai due ausiliari ha così scongiurato una vera e propriatragedia, mentre intanto la Po-

lizia Stradale lavorava per evi-tare che altri automobilisti ve-nissero coinvolti nell’incidente.Un lieto fine possibile soltantograzie a tanta audacia e risolu-tezza.

CONTRO LE FIAMME /2 Quellache non è mancata nemmenoun mese dopo, il 18 gennaio2015, all’agente Alessandro Ca-riola e all’assistente GabrieleDuca, che hanno aiutato un au-tomobilista quarantenne a sal-varsi insieme alla madre dallefiamme della loro auto. Impe-gnati in un posto di controllo alcasello di Prato Ovest in A11,Cariola e Duca sono intervenutiimmediatamente mettendo insicurezza una situazione delica-tissima. E un premio, tanto co-raggio, lo merita sicuramente.

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RLo scorso dicembre sull’A1l’intervento di dueagenti ha sventatoun brutto incendio

Alcuni degli agenti insigniti del «Premio Sicurezza» di Autostrade

CiclismoRSpeciale

FRANCESCO DELZIODIRETTORE MARKETINGE RELAZIONI ESTERNE AUTOSTRADE PER L’ITALIA

«ABBIAMO GIÀ ATTIVE ATTUALMENTE

66 AREE DI SERVIZIO, MA SONO DESTINATEA SALIRE FINO A 100»

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pubblico record� Giornata record al Foro Italico. Nella giornata di ieri è stato infatti superato il

tetto dei 30 mila spettatori paganti: 31.099 il totale fatto registrare, di cui 21.320 per la sessione pomeridiana e 9.779 per ammirare Roger Federer e Karin Knapp in

serata. Il record precedente era del 2014, quando ci si era fermati a 30.026 spettatori paganti.ITAL A

Internazionali Bnl

d’

L'ANALISIdi GIANNIVALENTI

IL GLADIATOREGENIALE

I l cuore oltre l’ostacolo.Bravo Fabio, hai fattoemozionare l’Italia del

tennis che una volta di più hacapito di avere un potenziale campione pronto ad esplodere da un momento all’altro. Quella con Dimitrov poteva essere la partita della svolta. Dentro lo splendido catino dello stadio Pietrangeli con il fiato e la passione dei tifosi sul collo non potevi ne dovevi sbagliare. E così è stato, domando nel miglior modo possibile la pressione del torneo di casa che così tante vittime ha fatto tra i nostri colori negli ultimi due giorni.Vincere l’effetto Roma è come passare un esame di maturità. Le gambe non tremano più, comandano il cuore e la testa. Come un gladiatore nel suo Foro, hai condotto il match dall’inizio alla fine. Forse potevi anche chiuderlo prima, ma poco importa di fronte a questo risultato. Quando in campo usi la racchetta per ricamare e non come una clava i risultati si vedono, eccome. Davanti avevi un signor avversario, uno tosto che ha fame di risultati e gloria. L’hai demolito tirando fuori dal cilindro anche una dote che poche volte avevamo ammirato, la pazienza. Quella di costruire la vittoria punto dopo punto, non demoralizzandosi per un colpo giocato male. Confessiamo che abbiamo tremato al primo gesto di rabbia: «Adesso ci ricasca, ed è finita». Invece ci hai smentito e ne siamo felici. La gente ti ha trascinato e tu hai cavalcato l’onda caricandoti e caricandola. In un copione meraviglioso che solo lo sport può scrivere. Una giornata da incorniciare, già nei libri di storia del nostro tennis. Ma, caro Fabio, è un capitolo chiuso. Oggi è un nuovo giorno. Nel Foro ci sarà Berdych per un’altra battaglia. Cavalca l’onda e provaci ancora.

Colpo Fognini batte Dimitrove incanta il Foro 1Con calma e classe doma il bulgaro. Oggi lo aspetta Berdych agli ottavi

Vincenzo MartucciROMA

E le statue sorridono. Comeallora, come quando il

centrale coincideva col campodei marmi, difeso da altissimetribune tubolari, e il suo cuoresanguigno e passionale battevafrenetico. Perché Roma è untorneo con un’anima. Come Pa-rigi, come Wimbledon. Romaha un pubblico che si schiera epuò fare pollice verso come alColosseo. Ma se lo conquisti, segli dimostri chi sei veramente,ti purifica, azzerando il passatoe le brutte etichette. Il miracolodel Foro italico si ripete, final-mente, anche per Fabio Fogni-ni, lavandogli d’incanto i cattivipensieri. Proprio come avevasuggerito la vecchia volpe NickBollettieri a Gazzetta tv: «Vie-tato dare spettacolo, occorre grande concentrazione, deve

spostare sul fondo Dimitrov efargli tirare il rovescio a unamano in movimento, se ci rie-sce, il match è alla pari». Perchépoi, se gioca solo a tennis, «seFabio accetta di continuare abattersi fino alla fine, è compe-titivo a livello più alto, e puòanche togliere la speranza al-l’avversario», suggerisce Corra-do Barazzutti, il capitano az-zurro. Soprattutto contro i piùforti, contro i talenti più puri,come ieri Grisha il bulgaro, «so-sia» di Federer, e speriamo, og-gi Tomas Berdych, il bello e im-possibile. Sempre sul campoPietrangeli, com’è stato rinomi-nato il cuore del torneo, affolla-to dai 3720 tifosi con posto a se-dere, più altri 2000 almeno ac-calcati, in piedi, uno addossoall’altro, sotto il sole di Roma.

DRITTO Il nuovo Fabio, quelloritemprato mentalmente («manon vi dico come») dopo troppicorto-circuiti e troppe multe, e

quindi a rischio squalifica, haimparato a partire meglio e aprendersi più tempo al servi-zio. Ha imparato anche ad esse-re più offensivo. Perciò scappaavanti di un break, lo subisce,ma tiene bene fino al 6-6, sor-retto dalla battuta e dal ritrova-to dritto. Scappa avanti ancora,fino al 6-4, manca due setpoint, ne salva tre, e poi siglal’11-9 con la volée alta di rove-scio aiutata dal net. Così gua-dagna un po’ di credito da partedella gente. Ne incassa molto dipiù quando recupera il breakdel 2-3, sparando i vincenti didritto, piazzando la volée e poiil passante di rovescio. Insom-ma, sciorinando il suo reperto-rio tennistico da «top ten».Quello che non lo salva dal bre-ak del 4-5, forse il peggiore delsuo match con tre errori, e dal-la perdita del secondo set, af-fondato da cinque prime conse-cutive di Dimitrov. «Su quello0-40, con tre break-point, nonho più visto palla». Per moltomeno, in situazioni più agevoli,contro avversari di minor bla-sone, Fognini era andato trop-pe volte per aria. Ma stavolta,forte dell’esperienza di duesconfitte sulla terra, negli ulti-mi mesi, fra Montecarlo e Ma-drid, e soprattutto del 3-6 6-27-5 in Spagna, motivato dallasfida contro il numero 11 del mondo, sollecitato da quel mu-ro umano multicolore chel’osanna, si regala un’indimen-ticabile vittoria Atp, la numero200 in carriera.

TESTA La svolta è all’alba delterzo set, quando Fabio si salvada 15-30, con freddezza e clas-se, e poi, sull’1-0, non si arren-

de sul 40-0 del bulgaro. Il pre-mio è la fuga dallo scambio delfidanzato della Sharapova e ilbreak, assolutamente di testa,siglata con una volée di drittodel fidanzato della Pennettache bacia l’incrocio delle righee tutto il pubblico. Allora, soloallora, Fognini si libera davverodella tensione, e chiama con lebraccia allargate quella che, sul2-0, diventa la sua gente. Allo-ra, solo allora, scopre la libera-zione di un pubblico non ami-co, ma fratello, non prossimo,ma fisicamente ed emotiva-mente al fianco. E, insieme alui, vive l’incomparabile eb-

brezza del tappeto volante del-l’euforia, e si ritrova in un atti-mo 6-0, dopo 2 ore 17 minutida ricordare. Come il + 35 e -33 della tabella vincenti-errori,e il 16/21 a rete. Come quellafesta mobile sugli spalti, quegliapplausi, quell’inebriante tri-onfo che, nell’antica Roma,spettava al generale dopo unagrande vittoria. Se lo merita,perché, dopo tanti bocconiamari buttati giù, tanta frustra-zione e tanti dubbi, è lui a co-stringere l’avversario a gettarela spugna. Oggi, ai primi ottaviin otto puntate al Foro, Fabiopuò sfidare un altro bello edannato del tennis, Tomas Ber-dych, numero 5 del mondo, chesulla terra ha già battuto duevolte su due. Se non farà follie,se giocherà solo a tennis e nonfarà a pugni con se stesso, lestatue non staranno a guarda-re. Ma lo aiuteranno ancora.Non aspettano altro, dal 1935.

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Il Pietrangeli stracolmo per seguire Fabio Fognini con Dimitrov TEDESCHI Fabio Fognini, compirà 28 anni il 24 maggio, è numero 31 al mondo AP

1� Fabio Fognini è il solo tennista italiano agli ottavi degli Internazionali d’Italia. All’inizio del torneo gli italiani erano 15: 8 uomini, 7 donne

37GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

i big

Oggi in campo i numeri 1: Novak Djokovic e

Serena Williams

1� Le volte che Fabio Fognini ha raggiunto le semifinali di un Masters 1000; è accaduto nel 2013 a Montecarlo (vittorie su Seppi, Ramos-Vinolas, Berdych, Gasquet e sconfitta con Djokovic).

SU SUPERTENNIS ANCHE GLI UOMINI

SuperTennis non è solo la tv del torneo femminile degli Internazionali Bnl d’Italia, ma trasmetterà in chiaro e gratis sul canale 64 del digitale terrestre anche le fasi finali del torneo Atp Masters 1000 che si sta giocando al Foro Italico. Oltre alle gare del tabellone femminile che sono state trasmesse fin dal primo turno, SuperTennis manderà in onda anche un quarto di finale, una semifinale e la finale del torneo uomini. Questa la programmazione: domani alle 21 i quarti (un match); sabato diretta alle ore 20 di un match delle semifinali e domenica la finale in diretta dalle ore 16.

TROFEO KINDER+SPORT

PER GIOVANI TENNISTI

Oltre 100 tornei, 103 per l’esattezza, in 17 regioni d’Italia: è il circuito nazionale giovanile denominato “Trofeo tennis Fit Kinder+sport”, manifestazione organizzata dalla federazione e dall’ex azzurra Rita Grande. A chiudere l’evento sarà il Master nazionale, che si terrà dal 25 al 31 luglio, alla quale parteciperanno i vincitori e i finalisti di tutte le tappe. Un anno fa furono 14 mila i partecipanti. A incoraggiare i ragazzi, ad aprile, anche Fabio Fognini che ha incontrato i giovani tennisti a Bra. E nei giorni scorsi il francese Tsonga si è intrattenuto con alcuni partecipanti proprio al Foro Italico. La manifestazione può essere seguita su Supertennis.

TACCUINORISULTATI E PROGRAMMAjUOMINI Singolare, 2° turnoMurray (Gbr) b. Chardy (Fra) 6-4 6-3; Nadal (Spa) b. Ilhan (Tur) 6-2 6-0; Nishikori (Gia) b. Vesely (Cec) 7-6 (3) 7-5; Thiem (Aut) b. Simon (Fra) 7-6 (5) 2-0 rit.; FOGNINI b. Dimitrov (Bul) 7-6 (9) 4-6 6-0; Garcia-Lopez (Spa) b. Dolgopolov (Ucr) 6-4 6-3; Isner (Usa) b. Mayer (Arg) 7-6 (6) 6-4; Bellucci (Bra) b. Bautista Agut (Spa) 1-6 6-1 6-4; Federer (Svi) b. Cuevas (Uru) 7-6 (3) 6-4; Troicki (Ser) b. Lopez (Spa) 6-7 (2) 6-4 6-3; Goffin (Bel) b. Tsonga (Fra) 6-2 4-6 7-5. Doppio, 2° turnoDodig/Melo (Cro-Bra) b. DONATI/NAPOLITANO 6-4 6-3; Kyrgios/Sock (Aus-Usa) b. BOLELLI/FOGNINI 2-6 6-1 10-4.

DONNE Singolare, 2° turnoAzarenka (Bie) b. Wozniacki (Dan) 6-2 7-6 (2); Halep (Rom) b. Riske (Usa) 6-3 6-0; V. Williams (Usa) b. Svitolina (Ucr) 6-4 6-3; Gavrilova (Rus) b. Ivanovic (Ser) 5-7 7-6 (2) 7-6 (7); McHale (Usa) b. ERRANI 6-4 6-4; Makarova (Rus) b. Mladenovic (Fra) 4-6 6-3 6-1; Bouchard (Can) b. Diyas

(Kaz) 6-3 6-4; Suarez Navarro (Spa) b. Watson (Gbr) 6-1 6-1; Jovanovski (Ser) b. Keys (Usa) 6-4 1-6 6-3; Begu (Rom) b. Kerber (Ger) 6-3 6-3; Dulgheru (Rom) b. Safarova (Cec) 1-6 6-4 7-6 (6). Kvitova (Cec) b. KNAPP 6-3 4-6 7-6 (2)Doppio, 1° turno Kudryavtseva/Pavlyuchenkova (Rus-Rus) b. BURNETT-PAOLINI6-1 6-0.

OGGI Campo centrale, ore 12: Isner (Usa) c. Nadal (Spa), a seguire Sharapova (Rus) c. Jovanovski (Ser). Non prima delle 16: Anderson (S.Af) c. Federer (Svi). Non prima delle 19.30: Djokovic (Ser) c. Bellucci (Bra). Non prima delle 21: Begu (Rom) c. Azarenka (Bie).Grandstand, ore 11: Bouchard (Can) c. Suarez Navarro (Spa). Non prima delle 12: Garcia-Lopez (Spa) c. Ferrer (Spa). Non prima delle 14: Murray (Gbr) c. Goffin (Bel), a seguire S. Williams (Usa) c. McHale (Usa). Non prima delle 19: Troicki (Ser) c. Nishikori (Gia). Pietrangeli, ore 11: Makarova (Rus) c.

Dulgheru (Rom), a seguire V. Williams (Usa) c. Halep (Rom), Wawrinka (Svi) c. Thiem (Aut), Berdych (Cec) c. FOGNINI.Campo 1, ore 11: Rojer/Tecau (Ola-Rom) c. Bopanna/Mergea (Ind-Rom), a seguire Aoyama/Voracova (Gia-Cec) c. Hsieh/PENNETTA (Tai-Ita), Bacsinszky (Svi) c. Gavrilova (Rus). Non prima delle 15.30: JANKOVIC (Ser) o RYBARIKOVA (Svk) c. KvitovaCampo 2, ore 11: Dushevina/Martinez Sanchez (Rus-Spa) c. Babos/Mladenovic (Ung-Fra), a seguire Garcia/Srebotnik (Fra-Slo) c. Dellacqua/Shvedova (Aus-Kaz), Hingis/Mirza (Svi-Ind) c. Goerges/Soler-Espinosa (Ger-Spa), Kudryavtseva/Pavlyuchenkova (Rus-Rus) c. Halep/SCHIAVONE (Rom-Ita).Campo 4, ore 12: Dabrowski/Rosolska(Can-Pol) c. Hlavackova/Hradecka (Cec-Cec), a seguire Mattek-Sands/Safarova (Usa-Cec) c. Hantuchova/Stosur (Svk-Aus), Granollers/Lopez (Spa-Spa) c. Murray/Peers (Gbr-Aus), Cuevas/Marrero (Uru-Spa) c. Nestor/Paes (Can-Ind).

TUTTO SUL TORNEODUE APPUNTAMENTIIN DIRETTA DAI CAMPI

� Da quest’anno, oltre a giornale e gazzetta.it, arriva anche la televisione. Ogni giorno alle 11.30 e alle 20 si parla del torneo a «Qui Foro Italico», la trasmissione di Gazzetta Tv che va in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In studio, oltre alle firme della Gazzetta, giocatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport. Grandi ospiti che commentano i risultati anche con l’ausilio delle immagini dei match più significativi. Roma ha poi uno spazio in tutte le edizioni del Tg Gazzetta news.

DOPO IL BULGAROTROVA IL N.5K.O. IN DOPPIO1. La delusione di Grigor Dimitrov dopo il k.o con Fognini. 2. Thomas Berdych, numero 5 al mondo è il prossimo avversario di fabio Fognini, numero 31 del ranking 3. L’unica nota stonata della giornata dell’azzurro è stato il k.o. in doppio contro la coppia formata dall’australiano Kyrgios e l’americano Sock AFP/ANSA

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«Roma, finalmente mi hai capito»1Fabio: «Una vittoria che vale doppio, grazie alla gente». E fa festa anche Flavia

Marco CalabresiROMA

F ulvio Fognini ha le maniconsumate. Le unghie so-no praticamente finite, ma

quel poco che è rimasto lo mo-stra con orgoglio. Fabio, incampo, l’emozione non l’ha mi-ca sentita, ma papà sì. «Ho fu-mato anche qualche sigaretta,di nascosto. Ma ero tranquillo:ci ho messo pochi scambi percapire che Fabio era in giorna-ta, sul pezzo». Arriva l’abbrac-cio del presidente della Feder-tennis, Angelo Binaghi, come icomplimenti di Nicola Pietran-geli e Corrado Barazzutti. Nonc’era Fulvia, la sorella di Fabio:arriverà oggi a Roma, subitodopo la resa di Dimitrov ha ini-ziato a tempestare di telefonateil padre per conoscere l’ordinedi gioco degli ottavi. «Strepito-so Fabioloooo», twitta Fulvia.C’era invece Flavia Pennetta: «Sono solo tanto contenta perFabio. È stata forse la prima vol-ta che ha scoperto il pubblico diRoma, a cui sarà sicuramentemolto grato».

RICHIESTA Da quel pubblico,Fabio ha saputo prendere tuttal’energia e riversarla su «mr.Sharapova», spazzato via nelterzo set. «Una vittoria a Romaper me vale doppio – spiega Fa-bio –. Non ero mai riuscito aesprimermi come volevo, mastavolta il pubblico ha visto Fo-gnini e io ho visto lui. Mi man-cava avere questo feeling conl’ambiente e i tifosi: la vittoria è

per me e per loro che sono riu-sciti a vedere un Fabio diverso».Per il match con Dimitrov, Fa-bio aveva chiesto di giocare sulPietrangeli; per quello con Ber-dych, ha deciso l’organizzazio-ne. Troppo bello vivere un’at-mosfera così per non ripeterla:tribune piene e cinque file digente in piedi arrampicata pervedere anche solo uno spicchiodi campo.

PERFETTO Fulvio, ovviamente,il campo l’ha visto tutto: «Fabioha giocato un match esemplare,con tutta la pressione che avevaaddosso. Ha commesso un soloerrore stupido, ma per il restoha fatto vedere tutto il reperto-rio del tennis. Sono contento dicome ha giocato: avrebbe potu-to perdere, ma lo avrebbe fattoa testa alta. Il pubblico? Non tiperdona niente, ma quando tidà l’appoggio è decisivo». OggiBerdych, già battuto due voltesulla terra: «Speriamo che nonci sia due senza tre».Sul Pie-trangeli c’era Pietrangeli, e haesultato con Fabio: «Ci ho fattol’abitudine a vederlo pieno, ma

la sensazione è che la gentevenga più volentieri qua (mimal’ex Pallacorda, ndr) che qua (ilCentrale). Lasciamo perdereche c’è il mio nome, ma questo èil campo più bello del mondo,un monumento nazionale. Fa-bio dovrebbe giocare semprecon uno più in alto in classifica

di lui. Il suo nemico sono i gio-catori più deboli: questo è Fo-gnini, nel bene o nel male, ma èuno che se gioca così vale i pri-mi 10». Poi Corrado Barazzutti:«Una partita bella e divertente.Uno dei match più belli che hovisto qui al Foro Italico finora».Peccato che, a rovinare in parte

«Avevo bisogno di trovare il feeling con l’ambiente, hanno visto chi sono davvero»

Pennetta: «Sono molto contenta per lui e per come ha avuto il sostegno dei tifosi»

LA CHIAVE

L’esultanza di Fabio Fognini dopo l’ultimo punto contro Dimitrov, che ha perso l’ultimo set 6-0 AFP

la giornata di Fabio (e SimoneBolelli) ci sia stata la sconfitta –inattesa – in doppio contro Kyr-gios e Sock. José Perlas, coachdi Fognini, alle 21 passate correvia negli spogliatoi: «Parliamodomani». E che oggi siano altreparole di gioia.

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� ROMA - Un’analisi lucida e forse troppo ingenerosa con se stessa: «Può darsi che ormai sia fuori dal tempo». Le parole di Sara Errani fotografano impietosamente la sconfitta contro la McHale, numero 65 proveniente dalle qualificazioni, un duro colpo alla classifica (la Cichi difendeva la finale) e probabilmente al morale: «Leiè stata più brava, nulla da dire, mi ha battuto di tennis, mi ha fatto male con il dritto. Sono dispiaciuta, e pensare che mi sentivo meglio rispetto al primo turno, ma non ho trovato il modo di contrastarla, mi è subito salita sopra. Il servizio? Certo che lo so che è il mio punto debole, il problema è che pur lavorandoci molto non riesco a migliorare».Sfiora la clamorosa impresa Karin Knapp, anzi arriva a un battito di ciglia dall’eliminare Petra Kvitova, numero 4 del mondo e fresca vincitrice a Madrid. L’altoatesina sale 5-2 con due break nel terzo set, ma lì perde la bussola e al tiebreak viene annichilita dal talento della ceca. Un’occasione persa che non dimenticherà facilmente.

DONNE K.O.

Errani fuoricon la McHaleKnapp spreca

38 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Murray, Nadale re FedererBuona la prima1Il britannico prosegue la serie sul rosso, Rafa passeggia e Roger fa il turista, ma non in campo

LE ALTRE SFIDE

Halep, basta un’oraper battere Riske«Ma devo crescere»1La Azarenka supera la Wozniacki, intanto la Bouchard rialza la testa Ivanovic eliminata

Riccardo CrivelliROMA

N on tutto ciò che può essere contato conta.E quindi le 10 vittorie consecutive di Mur-

ray sulla terra, che in due sole settimane ha otte-nuto il 15% dei successi in carriera sul rosso, op-pure l’inseguimento alla decima finale romana diNadal, che non arrivava a questo punto della sta-gione con 4 sconfitte sulla su-perficie prediletta dal 2003, allafine rimangono ciò che sono. Numeri.

BUONA SCELTA Cominciare be-ne, però, serve a confortare leambizioni e a diradare i tormen-ti. Andy, fresco sposo con la fedenuziale attorcigliata alle strin-ghe delle scarpe, aveva sicura-mente ponderato a lungo la possibilità di saltareRoma e presentarsi a Parigi in striscia positiva ein grande fiducia. Poi ha deciso di sfruttare il mo-mento, e allora eccolo in campo sotto il solleone afare a sportellate con il francese Chardy, che l’an-no scorso qui si prese lo scalpo di Federer, un gio-catore tignoso che picchia tutto e non dà ritmo.Lo scozzese soffre solo a metà primo set, quandoconcede le uniche due palle break, poi va in di-scesa con il nuovo abito da terraiolo, cucito contanta pazienza (appena 5 errori gratuiti) e l’usomagistrale della palla corta. Test superato: «Sono

soddisfatto di essere qui, dovevo valutare la con-dizione dopo due settimane intense. All’inizio eroun po’ legnoso, poi credo di aver fatto un buonmatch». E sul sogno Roland Garros, idee chiare:«Gli altri anni mi capitava di giocare bene a Pari-gi, ma sempre con l’idea di non essere così in for-ma per arrivare in fondo. Stavolta sarà diverso».

SENSAZIONI Nadal, invece, insegue la normalitàdell’ultimo decennio da signore indiscusso del re-gno terricolo: «Da almeno un anno non riesco a

rimanere allo stesso livello perdue settimane di fila». Non po-teva essere il turco Ilhan, uscitodalla qualificazioni e poi vinci-tore al primo turno di Mannari-no, l’avversario capace di instil-largli nuovi dubbi, ma il succes-so facile facile in un’ora e 14 mi-nuti con il 92% di punti con laprima ha il sapore forte del con-forto: «E’ stata una buona par-

tenza, ho giocato bene e senza troppi errori. Sonofelice così». Se non dovesse difendere la finale del2014, Rafa si ritroverebbe pericolosamente apencolare attorno al 10° posto in classifica: «Esse-re 4, 7 o 9 non cambia nulla, almeno nella miatesta: continuerei ad allenarmi e a giocare comeho sempre fatto».

IL TURISTA L’ucraino Stakhovsky, grande e pun-gente frequentatore dei social network, domeni-ca ha twittato un po’ di veleno contro lo spagno-lo: «Quando Federer perdeva due partite, diceva-

no che era finito, quando le perde Nadal, diconoche si sta riprendendo». E allora sarà stato felicedi ammirare Roger dare lezione di plastico talen-to al rognoso uruguagio Cuevas, numero 24 delmondo, appena battuto dal Divino nella finale diIstanbul. Lo svizzero ha trascorso tre giorni daturista vero, sintomo della serenità dei forti. E’ aRoma, il Masters 1000 che non ha mai vinto insie-me a Montecarlo, senza la moglie e i 4 gemelli emartedì ha postato una foto al Pantheon chieden-do dove si potesse trovare un buon gelato. Lohanno avvistato anche al Quirinale, mentre in al-lenamento si è affidato per un pomeriggio a Vo-landri, con il quale è andato con la memoria aiclamorosi ottavi del 2007, quando il livornese loeliminò da numero uno incontrastato in una del-le più incredibili sorprese della storia del torneo.Insomma, se il Più Grande ha in testa Wimble-don, per una sera non è sembrato affatto.

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RLo svizzero ha palleggiato con Volandri che nel 2007 a Roma riuscì ad eliminarlo

Da sin. Roger Fe-derer, 33 anni, e Rafa Nadal 28 anni. Per loro un esordio tranquil-lo al Foro Italico. Lo spagnolo, se non riuscirà a di-fendere la finale del 2014, rischia di precipitare nella classifica mondiale attorno al decimo posto AFP/ANSA

RMurray: «Nelle altre stagioni nonmi sentivo in gradodi vincere a Parigi.Ora è diverso»

RNadal: «Da almeno un anno non riescoa rimanere allo stesso livello per due settimane»

La romena Simona Halep, 23 anni AFP

A lla fine, si parla sempredi loro. Williams e Sha-rapova, Serena e Masha.

Eppure, le gambe di caucciù diSimona Halep e la straordina-ria capacità di coprire il campol’hanno issata fino al numero due del mondo e a una finaleSlam nel 2014 a Parigi, lei chedue anni fa qui a Roma, parten-do dalla qualificazioni, appro-dò in semifinale.

SOTTOSTIMATA Da allora, havinto 11 tornei, diventando laprima giocatrice della storia aconquistare i primi sei trofei incarriera in appena sei mesi, ep-pure si continua a faticare aconsiderarla la vera rivale delleregine. Così, nonostante il 6-36-0 in 61 minuti con cui annien-ta la Riske, il piccolo cabotag-gio resta una filosofia di vita:«E’ giusto che l’attenzione sia sudi loro, anch’io le ammiro e finoa due anni fa ero una giocatricecome tante. Quindi devo pensa-re a me stessa,a migliorare sem-pre di più, a provare a colmareil gap che a livello di esperienzaho ancora nei loro confronti».Peraltro, la Halep è arrivata inItalia dopo un periodo di trava-gli, dal suicidio di un cugino aidolori alla schiena, fino a uno

stalker che la obbligava a giraresotto scorta.

RISORTE Nell’intrigante sfidatra ex numero 1, Vika Aza-renka, finalista due anni fa, pie-ga Caroline Wozniacki con 42vincenti e malgrado quattromatch point falliti prima dichiudere la contesa al tiebreak.La bielorussa, oggi numero 29in classifica, ha perso quasi tut-to il 2014 per un infortunio a unpiede. Segnali di vita, final-mente, da Eugenie Bouchard,reduce da sei sconfitte consecu-tive al primo turno che avevanocominciato a a cucirle addossola fama di novella Kournikova,forte, bella ma troppo interes-sata al glamour. Il successo con-tro la kazaka Diyas la rimette incarreggiata: «Conosco il livellodel mio tennis, si tratta solo diriuscire a recuperarlo». Fuoriinvece l’altra miss, Ana Ivano-vic, piegata dopo quasi tre oredalla russa Gavrilova, pronta adiventare australiana.

ri. cr.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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39GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PICCININI E «DONNE IN CAMPO»Francesca Piccinini, capitana della Nazionale femminile di pallavolo, è stata la protagonista dell’iniziativa «Donne in campo» organizzata ieri al Foro Italico da Bnl Bnp Paribas e La Gazzetta dello Sport, presente l’amministratore delegato della banca Fabio Gallia (nella foto con la giocatrice). La campionessa della Liu Jo Modena ha parlato di come fare squadra ed essere leader di uno spogliatoio davanti a un gruppo di manager dell’istituto che l’hanno applaudita

«La grande bellezza è vincere»1Maria: «Fantastica la sensazione della vittoria, soprattutto quando realizzi cos’hai fatto»Serena: «Saper arrivare molto in alto, dentro di te, è la cosa che fa la differenza»

Vincenzo MartucciROMA

L a grande bellezza delledue stelle del tennis, labellezza classica, Maria

Sharapova, e quella unica, Se-rena Williams. Due bellezzecosì diverse che in comunehanno, curiosamente, la pas-sione per lo stesso gusto di ge-lato, al pistacchio, e hanno di-viso anche lo stesso fidanzato,il collega Grigor Dimitrov, unodei belli del tennis.

Qual è il bello di Roma?Maria Sharapova: «Adoro imonumenti, le strade, l’archi-tettura in generale, le sensa-zioni, la gente, la ligua. Io amoesplorare, e quando vengo agiocare il torneo non ho maiabbastanza tempo per farlobene ma ho molti anni in futu-ro per visitare ed esplorare».

Serena Williams: «Da dove co-minciamo? Dai monumenticosì belli, dalle strade, dalla vista dalla stanza del mio ho-tel. E’ una delle città più inte-ressanti sotto il profilo storicoe delle bellezze, dell’arte, davisitare. E poi ci sono gli italia-ni: siete simpatici, carini, qui

ho tanti amici».

Il bello del tennis?MS: «Ho sempre trovato che iltennis è molto bello, perché ècosì fisico, passionale ed emo-tivo, anche per il tifosi che so-no così vicini allo spettacolo evedono davvero quello che c’è.E capiscono le situazioni».

SW: «E’ sempre bello, il tennis.E diverso. Roma, ad esempio,è l’unico posto dove giochi im-merso nella tradizione, nellastoria, con le statue attorno,senti davvero di giocare inun’atmosfera importante».

Il bello dell’allenamento?MS: «Non c’è tanto».

SW: «Non c’è tanto, ma il risul-tato che ti fa raggiungere ti facapire quanto valore ha. Io soche è indispensabile per esse-re la migliore. E, quindi, pertener viva la passione per iltennis».

Il bello della sua grande riva-le?MS: «Serena è estrema-mente competitiva».

SW: «Maria è una lottatri-ce così forte... Vedereun’atleta che continua alottare e a crescere e a da-re il massimo dopo tantianni è davvero un esempioper tutti».

Il bello del futuro?MS: «C’è tanta bellezza nelmio futuro».

SW: «C’è tanto amore, maintanto mi godo il bello diessere numero 1, la migliorsensazione personale possibi-le».

Il bello del prossimo sogno?MS: «Il prossimo sogno è mio evoglio tenermelo per me».

SW: «Io sogno tanto, e tantotennis. Ho tanti diversi obietti-vi: alcuni sono meravigliosi,quando li raggiungo, insogno.Come faccio a confessarli?Tanto li conoscete anche voi».

Il bello dell’Olimpiade a Rio?MS: «Non mi piace guardareavanti, voglio godermi l’oggi,

il presente, Rio sarà bello se cigiocherò e sarà bello anche dopo, se continuerò. E’ un bel-l’obiettivo, ma ora siamo a me-tà stagione e ce ne sarà un’al-tra subito dopo».

SW: «Rio sarà bello, se gioche-rò anche dopo sarà anche piùbello e sarà una sorpresa pertanti».

Qual è il più bel posto dove vive-re?MS: «Ho girato così tanto ilmondo, ho sentito che ci sonotanti posti dove mi piacerebbevivere. Direi la Florida perchési avvicina di più al mio stile divita, ma anche l’Australia haquesti requisiti. In generaleamo i posti più tranquilli dovepuoi andare in giro con la tuaauto, fare quello che vuoi edessere libero».

SW: «Dico Florida, è casa mia,è un bel posto, ci sono cresciu-ta, ci sono miei amici, ed è ilposto dove preferisco stare».

Il bello del vostro tennis?MS: «Non mi piace tanto par-lare della mia persona.Quando gioco bene è vera-mente bello, perché la sensa-zione di avere fiducia è fan-tastica: è tanto difficile daraggiungere e, insieme, daperdere».

SW: «Mi piace quando riescoa dare il meglio di me stessa».

Il bello della vittoria?MS: «Fortunatamente ho vis-suto tanti incredibili momen-ti, la bellezza sono i primissi-mi momenti quando capisciquello che hai fatto».

SW: «Vincere è una gran bel-la sensazione, saper arrivaremolto in alto, dentro di te, èquello che ti fa vincere lapartita».

Il bello del prossimo obietti-vo?MS: «I miei obiettivi sonosempre tanti, ma non sonomai risultati del tennis o

della mia carriera, ovvia-mente voglio avere succes-

so, ma ho sempre creduto checi sono cose più grandi, nellavita. E’ più questione di avere

un equilibrio».

SW: «E’ anche il bello del ten-nis: domani c’è un altro tor-neo, un altro obiettivo».

Il bello di se stessa?MS: «E’ una risposta difficile.Penso che sono abbastanza onesta, penso che chi mi cono-sce possa apprezzarlo, sonoleale con chi mi stanno attor-no, amici e famiglia. Lealtà eonestà sono due cose che hosempre cercato di tenere den-tro».

SW: «Non ho tanta vita priva-ta. Serena è molto calma, mol-to tranquilla, magari tropposincera. E’Serena».

Il bello della bellezza?MS: «La bellezza è molto im-portante quando hai la sensa-zione che è importante. Quan-do hai fiducia in te stesso e lapassione dentro di te, e crediin quello che fai, allora la tra-smetti anche fuori».

SW: «La bellezza è vita. Comel’amore, di cui abbiamo biso-gno proprio per esistere, noiuomini, e come la risata. Io ri-do sempre».

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L'IDENTIKITMARIA SHARAPOVANATA A NYAGAN (RUSSIA) IL 19 APRILE 1987 PROFESSIONISTA DAL 20015 TITOLI SLAM

L'IDENTIKITSERENAWILLIAMSÈ NATA A SAGINAW (USA)IL 26 SETTEMBRE 1981 È PROFESSIONISTA 1995. 19 TITOLI SLAM

MARIA SHARAPOVANUMERO 3 ALMONDO

«HO SERMPRE TROVATO CHE IL TENNIS È MOLTO BELLO, PERCHÉ È COSÌ FISICO, PASSIONALE ED EMOTIVO E C’E’ IL TIFO»

«I MIEI OBIETTIVI SONO SEMPRE TANTI, MA NON

SONO MAI RISULTATI DEL TENNIS O DELLA

MIA CARRIERA»

SERENA WILLIAMSN.1 AL MONDO

«E’ SEMPRE BELLO, IL TENNIS, A ROMA, AD

ESEMPIO GIOCHI IMMERSO NELLA

STORIA: E’ SPECIALE»

«NEL MIO FUTURO C’È TANTO AMORE, MA INTANTO MI GODOIL BELLO DI ESSERE

NUMERO 1»

Nel 2004 ha vinto Wimbledon battendo in finale Serena Williams; poi ha completato la collezione degli Slam vincendol’Us Open 2006, l’Australian Open 2008 e il Roland Garros 2012 e 2014. In carriera ha vinto 34 tornei Wta ed è stata per la prima volta numero 1 del mondo il 22 agosto 2005.

In carriera la Williams ha conquistato 6 Australian Open, 2 Roland Garros, 5 Wimbledon e 6 US Open. In classifica mondiale è stata numero 1 al mondo per 240 settimane chiudendo da numero 1 nel 2002, 2009, 2013 e 2014. Nella sua bacheca ci sono 66 titoli Wta.

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Maria Sharapova, 28 anni e Serena Williams,33 anniREUTERS

40 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Vincenzo Martucci@VinceMartucci

T homas Muster è stato il re della terra rossa,prima di Gustavo Kuerten e Rafa Nadal. Og-

gi s’è allontanato dal tennis e, in attesa di varareuna sua Academy a Vienna, vive gran parte del-l’anno in Australia.

Muster, che ricordo ha del torneo di Roma?«Ricordo come fosse ieri il primo dei 3 successi,nel 1990, avevo perso due settimane prima conChesnokov a Montecarlo, e sempre in finale, e in-vece a Roma vinsi. Ricordo lo sforzo, la soddisfa-zione di quella vittoria, al di là del punteggio, chesembra facile (6-1 6-3 6-1) ma non lo fu».

Non fu un titolo qualsiasi, un anno prima la sua car-riera sembrava stroncata.«Sì, nel parcheggio del torneo di Key Biscayne unautomobilista mi venne contro con l’auto facen-do marcia indietro il giorno prima della finale emi maciullò un ginocchio».

Come dimenticare la sua apparizione sul centraledel Foro alla premiazione dell’89?«Camminavo ancora con le stampelle, la gente sicommosse, e quando dissi al microfono: “Torneròl’anno prossimo, per vincere il torneo”, vidi chetutt’attorno erano risolini e facce piene di dubbi.È vero, era una scommessa un po’ azzardata, inrealtà avrei potuto addirittura rimanere zoppo.Invece non solo ce l’ho fatta a riprendere, ma hopotuto anche rilanciare la mia carriera. È succes-so un autentico miracolo».

Quell’incidente l’ha motivata più di una sconfitta.«Quello scherzo del destino mi ha dato una su-per-motivazione, che mi ha accompagnato fino afine carriera».

Che rapporto ha con Roma e con l’Italia?«Ho avuto da subito un rapporto particolare colvostro paese e il vostro pubblico, che ha semprecapito i miei sforzi e li ha apprezzati. Anche anni

dopo, quando sono tornato al torneo, la gente mifermava: “Ciao, Tommaso”. Mi riconoscevanopiù che in Austria».

Il pubblico di Roma impazziva per il gladiatore Mu-ster.«Ho davvero adorato quell’atmosfera del campocentrale, sulla superficie dove ho avuto più soddi-sfazioni, ma anche fuori dal campo, mi piacemolto l’Italia. Adoro la vostra cucina e la vostramentalità: non vi prendete tanto sul serio, sapetevivere con leggerezza».

Forse nel tennis non funziona tanto essere italiani.«Nella mia squadra c’era Andrea Gaudenzi, che siè sempre impegnato tanto. E, a ben guardare irisultati, non potete lamentarvi, fra donne e uo-mini i risultati ci sono, e anche gli esempi di chidimostra che, per ottenere risultati, bisogna lavo-rare, e tanto».

Come le piacerebbe essere ricordato dal tennis?«Mi piacerebbe davvero essere ricordato come unvero atleta che si dà al 100%, che lotta per il suc-cesso in modo onesto, che ama lo sport nella suaessenza, che non molla mai, fino alla fine».

Pensa di essere stato sfortunato a dover convive-re con tanti campioni?«No, sinceramente, ho vinto più di quanto pen-sassi. Ho conquistato il Roland Garros e sono sta-to numero 1 del mondo, sono molto contento diquanto ho raggiunto. Avrei potuto vincere più Pa-rigi, è vero, ma non mi ritengo sfortunato, in real-tà ho vinto i French Open già a 28 anni, e se nonsono riuscito a fare di più è stato per tante circo-stanze. Ma non per sfortuna».

Ai suoi tempi c’era più concorrenza alRoland Garros.«È vero: quelli che potevano dav-vero vincere Parigi erano 10-15, ecerti incroci mi hanno penalizza-to».

Muster è stato un re della terra, Nadal è il più fortedi sempre sul rosso?

«Sì, Rafa è il più forte di sempre sulla superficie,non c’è alcun dubbio. Altrimenti non vinci tuttequelle volte il Roland Garros, e lui c’è riuscito an-che negli ultimi anni, con tutti gli infortuni che haavuto. A parte il numero di successi anche a Ro-ma, Montecarlo e Barcellona, è davvero il miglio-re di ogni epoca sul rosso».

Muster si è preso forse le soddisfazioni più grossesfatando i tabù sul veloce.«Sono particolarmente orgoglioso del successosu Sampras ad Essen nel ‘95, l’unico torneo sulveloce indoor che ho vinto, e poi a Indian Wellsnel’ 98. Ho vinto Miami. Ho fatto finali, semifina-li sul duro, ho raggiunto i quarti agli Us Open e lesemifinali in Australia. A parte l’erba, ho fatto ri-sultati anche lontano dalla terra, non sono statoun tennista uni-dimensione. Dei 44 titoli Atp 40 liho vinti sul rosso, ma 4 li ho vinti sul veloce».

Oggi, magari, con le superfici così omologhe, po-trebbe vincere anche di più sul duro, soprattutto all’aperto.«Penso anch’io. Si è passati da superfici velocissi-me a superfici tutte parecchio più lente, e simili.Lo stacco è stato troppo violento. Io credo che do-vrebbero almeno tornare a gio-care con palle più veloci per nonavere questo livellamento di ve-locità, e quindi scambi troppolunghi e gioco troppo monocor-de».

Muster è uscito dal tennis.«Sono ancora l’ambasciatoredel torneo di Vienna, che è sali-to di livello a 500mila dollari dipremi, ho giocato un po’ sul-l’Atp Champions Tour, ma micosta sempre più staccarmi daimiei ragazzi: mia figlia ha 14anni e giochicchia a tennis, il ra-gazzo 6 e fa calcio. Vivo un po’in Austria e un po’ in Australia,sopra Brisbane. Se la burocra-zia lo permetterà, farò la scuolatennis per juniores a Vienna».

Ha ancora amici fra i colleghidella sua epoca?«Sì, sento Medvedev, Kafel-nikov, Gaudenzi, Leconte».

Tirando le somme, quali sonostate le soddisfazioni più grandi?«Quei French Open, certi matchdi Davis, contro Agassi a Vien-na, e contro Stich e a Key Bi-scayne, dopo l’infortunio. Nem-meno i dottori ci credevano, al-tro che sedie a rotelle! Alla finerimane quella la mia vittoriadecisiva: non solo ho ripreso acamminare, ho ripreso anche acorrere e a giocare normalmen-te a tennis fra i professionisti».

Il super-atleta che aveva vinto40 match di fila sul rosso, a 43anni ha perso 25 chili di peso che aveva messo, e haimpiantato un’azienda vinicola in Austria, s’è inna-morato dell’Australia. E poi, e poi?«Dopo il divorzio, sono tornato a casa, a Vienna,pesavo 99 chili e fumavo due pacchetti di sigaret-te al giorno, e ho ricominciato a giocare a tennis.In realtà non m’ero mai ritirato davvero, ero an-dato in vacanza. Ho ricominciato ad allenarmi 7ore al giorno, ho giocato il Champions Tour, mapoi sono tornato sul circuito Challenger. Lo so, èstata una decisione totalmente folle, ma è statagrande, lo rifarei, anche se non era come nei tor-nei Atp: migliaia di chilometri in auto, poche cen-tinaia di spettatori in tribuna, pochissime vitto-rie, ma tanto divertimento. Poi basta, perché nonvolevo passare per stupido, volevo mantenermi ilrispetto per quello che avevo fatto prima e nontogliere le wild card a qualche giovane».

Fino all’addio nella sua Vienna nell’ottobre 2011,a 44 anni,contro il connazionale austriaco Domi-

nic Thiem. Anche se tre settimane dopoera di nuovo in campo, al Challenger diSalisburgo, quando giocò l’ultimo ma-tch con Dennis Bloemke, dopo aver sal-vato 7 match point. Alla “Monster” Mu-ster.

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CINQUE MESIDI PASSIONE, 14 ANNI DI GIOIE� 1. Thomas Muster si allena dopo l’incidente a Miami: tornerà in campo dopo soli 5 mesi e mezzo ANSA � 2. Agli Internazionali Open d’Italia a Roma, nel 1990 AP � 3. Agli Open di Montecarlo nel 1995, dopo la finale con Becker � 4. Agli Indian Wells del 1998 nell’incontro con Medvedev

1 2 43

«Dalle stampelleal titolo di RomaLa mia vittoriapiù grande»1Muster e l’incidente del 1989, la sera prima della finale di Key Biscayne. «Mi davano per zoppo, invece quante soddisfazioni...»

THOMAS MUSTEREX TENNISTA AUSTRIACO

NADAL RE SUL ROSSO DI SEMPRE,

OGGI ANCH’IO AVREI FATTO DI PIÙ

TennisRStorie che emozionano

Il tennista austriaco detto The King of Clay, il re della terra, ha vinto uno Slam, il Roland Garros 1995, 44 tornei ATP di singolare, di cui 8 Masters 1000. In totale ha vinto 621 partite su 894 disputate. Mancino, ha debuttato tra i professionisti nel 1985.

L’INCIDENTENEL MARZO 1989Era arrivato in finale a Miami contro Ivan Lendl ma la sera prima fu investito. In 5 mesi e mezzo tornò a giocare.

FILOTTONEL 1995 VITTORIE E MALOREHa conquistato 12 tornei su 27 disputati e ha vinto 40 match consecutivi sulla terra battuta. A Montecarlo è stato costretto al ricovero in ospedale dopo il successo in semifinale su Andrea Gaudenzi ma è riuscitoil giorno successivo a vincere, in rimonta, la finale contro Boris Becker.

NATO IL: 2 OTTOBRE 1967 A: LEIBNITZ (AUSTRIA)RUOLO: EX N.1 RANKING MONDIALE ALTEZZA: 1,80 METRI

THOMASMUSTER

L'IDENTIKIT

41GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

42

FILIPPO LANZA SCHIACCIATORE TRENTO

VOLEVOQUESTO

SCUDETTO DA PROTAGONISTA E CE L’HO FATTA

ANGELO LORENZETTI ALLENATORE MODENA

BRAVI RAGAZZI, MA AVEVAMO

DI FRONTEUNA GRANDE

SQUADRA

MITAR DJURIC OPPOSTO TRENTO

LO DEDICO A NEMEC: MI HA

AIUTATO FIN DA QUANDO SONO

ARRIVATO

Fantastica TrentoE’ poker di scudettiDominata ModenaUn inno ai giovani 1Decisivo Giannelli, il palleggiatore teenagerStoytchev: «Visto? Il nostro ciclo non è chiuso»

Gian Luca PasiniINVIATO A MODENA

R ado Stoytchev cominciadalla fine. Sale sul palcoche di li a poco incorone-

rà la squadra campione d’Italiacon la sua “classica” bandierabulgara in mano. E uno a unoabbraccia tutti i suoi giocatori,un gesto apparentemente stra-no per uno che è definito dasempre un allenatore di ferro.Un abbraccio che è un po’ uncomplimento per una stagioneincredibile e che si chiude nel-la maniera più meritata: con loscudetto conquistato sul cam-po dell’avversario più forte.Quello che si è arreso per ulti-mo, ma che si è arreso alla raz-za-Trento, quella che non mol-la mai, quella che può perdere,ma che poi si rialza e che nonriesci a schiacciare.

CORI IN CASA D’ALTRI I cam-pioni dell’Italia siamo noi sia-mo noi. E prima anche un irri-spettoso Chi non salta mode-nese è che precede la cerimo-nia della premiazione. Ma nelvolley può succedere anchequesto che il “nemico più odia-to” venga a vincere lo scudettoin casa tua e che quasi ti pren-da un po’ per il naso, ma ilmassimo che ti capita sonoqualche bordata di fischi. Mol-ti di più sono quelli (anche i

modenesi, a iniziare dalla pre-sidentessa Pedrini) che fanno icomplimenti a Simone Gian-nelli, neppure 19 anni, che hatrascinato Trento al quartoscudetto della serie, quello piùitaliano, quello più giovane,quello con più ragazzi prodottidal vivaio trentino a iniziareproprio dal palleggiatore diBolzano. «Beh per fortuna do-mani (oggi, ndr) non si va ascuola, ho due ore di lezioni discuola guida, ormai l’esame èvicino». Bravo ragazzo, matu-

rando, studioso, campione,un’emozione. «Certo che ce leho. Ma cosa pensate che io siaun robot? Sono eccitatissimoperché questa vittoria è gran-dissima, ma vi dico anche chece la siamo davvero meritata.Abbiamo lavorato sodo. Mvp?Lo ripeto un’altra volta questaè la vittoria di una squadra. Hosbagliato diversi palloni e sonoconvinto di dover lavorare an-cora molto». Lo hanno già elet-to futuro di Trento e anche del-l’Italia. «Questa mi sembradavvero un’esagerazione, cisono tanti registi bravi in Ita-lia...». Un campione “normale”che fa cose eccezionali, cometre pallonetti di seconda e an-che 7 punti in una finale scu-detto in trasferta.

MONTARSI LA TESTA «Diconosempre che la vittoria più bellaè l’ultima, ma quella che timanca è la prossima», RadoStoytchev dopo “l’intimità” delpalco con l’abbraccio persona-lizzato a ogni giocatore rac-conta in breve l’annata. Unepisodio premonitore, qual-che mese fa, in una intervistaaveva disegnato una C, quan-do gli avevano chiesto spiega-zioni: «non è una C, sta a signi-ficare che il ciclo di Trento nonè ancora chiuso». Non si erasbagliato, aveva visto lontanoin questa finale, nel suo “cre-do”, quello del lavoro e della

sofferenza. Si dice che alcunigiocatori non lo sopportinoperché pretende tanto in pale-stra. Ma i risultati si vedono.

SCOMMESSA Come nel casodi Giannelli lasciato in campoin gara-3, da titolare, nel mo-mento forse più difficile di tut-ta la stagione, con la serie sul-l’1-1. Ultima scommessa di unallenatore di cui si diceva sa-pesse vincere solo con i cam-pioni. Rado, come Trento (le-gati dallo stesso filo di vitto-rie) ha risposto sul campo conuna vittoria nettissima, in unafinale iniziata in salita, in sof-ferenza. Ma nella sofferenzaTrento ha saputo dare il me-glio di set e otto anni dopo laprima finale è ancora lì più inalto di tutti. Solo applausi. Me-ritati.

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I TRENTINI

Quindici anni al topStoria di una società che cambia e vince1Dai diritti di A-1 comprati da Ravenna nel 2000 alle 7 finali in otto anni: 3 Champions League, 4 Mondiali per club e ora un gruppo di giovani che fa sognare

IL MIGLIORE

� SIMONE GIANNELLI19 anni da compiere, a Modena, nel tempio del volley conquista il suo 2° scudetto: il primo da titolare con una prova maiuscola colorata con 7 punti personali, un bottino enorme per un palleggiatore. Anche speciale come Simone TARANTINI

8,5

IL PEGGIORE

� NEMANJA PETRIC Soffre tanto in ricezione (solo 20%), fatica anche in attacco e alla fine sul suo score ci sono solamente 6 punti. Gara-1 in cui passava sopra il muro e mise giù 32 punti sembrava lontana un secolo TARANTINI

5

MODENA 0

TRENTO 3

(24-26, 20-25, 19-25)

PARMAREGGIO MODENA: Vettori 13, Petric 6, Verhees 7, Bruno, Ngapeth 10, Piano 10; Rossini (L), Boninfante 1, Sala, Kovacevic. N.e. Casadei e Donadio. All. Lorenzetti.

ENERGY T.I. DIATEC TRENTINO: Lanza 8, Solè 7, Djuric 13, Kaziyski 13, Birarelli 5, Giannelli 7; Colaci (L), Burgsthaler. N.e. Zygadlo, Nemec, Mazzone, Fedrizzi, Thei (L). All. Stoytchev.

ARBITRI: Santi e Saltalippi.NOTE Spettatori 5080, incasso 75.680. Durata set: 31’, 28’, 28’ ; totale 87’. Parmareggio; battute sbagliate 16, vincenti 5, muri 8, 2a linea 11, errori 23; Energy T.I. battute sbagliate 10, vincenti 6, muri 6, 2a linea 10, errori 16.

INVIATI A MODENA

F orse nessuno se lo sarebbeimmaginato quando nel2000 il presidente Diego

Mosna comprò i diritti di A-1 daRavenna. Anche i tempi furonopiù di assestamento, con soddi-sfazioni alternate ad amarezze.Il 2004 sembrava l’anno del de-collo col 1°posto in stagione re-golare (Prandi in panchina),

ma i playoff furono terribili: eli-minazione nei quarti dall’ar-rembante Perugia in 4 partite.La consacrazione arriverà solonel 2007-2008: quando dallaRussia (Dinamo Mosca) arriva-no Rado Stoytchev e Matey Ka-ziyski. Il terreno è fertile e lasquadra allestita con gente co-me Grbic e Nikolov è perfetta.C’è una particolarità che acco-muna quel gruppo: nessuno havinto lo scudetto in Italia. Quel-

la sarà la prima volta per tutti. Epoi in pochi avrebbero pensatoche quella finale scudetto con-tro Piacenza sarebbe stata laprima di una lunga serie: 7 in 8anni (solo nel 2014 i trentini non ci sono arrivati).

4 MONDIALI La bacheca daquel giorno si è arricchita ditrofei prestigiosi, 4 scudetti aparte, 4 Mondiali per club, 3Champions League consecutive

(le ultime che ha conquistatol’Italia), tanto per fermarsi ai ti-toli più significativi. Quella diTrento è diventata una scuolacapace di dettare legge in Italia,in Europa, nel mondo. Non è uncaso che Trento anche in questastagione sia stata la squadra piùavanti in Coppa: arrivando acedere la Cev (la seconda in Eu-ropa) solo al golden set, dopouna luccicante vittoria 3-1 aMosca.

DAL CSI Giuseppe Borgogno c’èda prima di tutti. Dal 1971, lasocietà non era nemmeno iscrit-ta alla Fipav. Che ci crediate ono, il primo anno, quello che sa-rebbe diventato il club campio-ne del Mondo ha fatto il torneoCsi. Aveva casa a Mezzolombar-do, e siccome per iscriversi alCentro Sportivo Italiano biso-gnava avere almeno 3 sezioniaffiliate, aveva anche quelle ditennistavolo e pattinaggio arti-

stico. Poi il passaggio in Fipav,l’inizio della salita ad una vettache non era nemmeno immagi-nabile, dalla 2a Divisione. «Hofatto di tutto» racconta Borgo-gno l’allenatore, il presidente, ilsegnapunti. Oggi è addetto allalogistica. «Il portaborse» ridelui. La memoria storica, diconotutti gli altri: il cuore della so-cietà. «Guardate che anche nel2007/08 era come quest’anno.Avevamo preso Kaziyski, maeravamo un’incognita. Ora co-me allora tutto l’anno è statouna sorpresa, quindi un’emo-zione. Ma più bello ancora divincere è vedere ogni voltasbocciare un ragazzo, l’annoscorso Lanza, ora Giannelli, ilprossimo Nelli. Maturano beneperché hanno davanti, Ka-ziyski, Birarell: uomini veri,non prime donne. Gli esempigiusti. E hanno Rado Stoytchev,che è duro, non perdona nulla:ma questo è il risultato».

g.l.p.-m.sal.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da sinistra: Grbic alza il primo scudetto nel 2008; il bis nella stagione 2010-11; il tris due anni fa, nel 2013 TARANTINI

PallavoloRFinale: gara-4

43GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DIEGO MOSNA PRESIDENTE DI TRENTO

NON SO SE SIA LA VITTORIA PIÙ BELLA,DI CERTO

È INASPETTATA

fIL PERSONAGGIOCAPITAN BIRARELLILele: «E’ il titolo più belloperché il meno attesoNon eravamo i più forti»1«Uno scudetto costruito con il lavoro Me ne andrò? Non so, certo non ho ancora un contratto». Il pensiero alla figlia con la polmonite

Mario SalviniINVIATO A MODENA

U no spicchio giallo è rima-sto in piedi. Solo uno,

lungo il lato corto alla sinistradell’arbitro capo: la piccola en-clave di giallo trentino. Dovesono tutti impazziti, tarantolatisaltellanti, dopo che nei lunghied elettrici minuti di prepartitasi erano sentiti traballare la tri-buna sotto i piedi dal tanto chegli altri gialli, i 5000 altri giallimodenesi, cantavano «Chi nonsalta un trentino è». Ma saltabene chi salta ultimo. E qui, alPalaPanini, solo il grande Trevi-so (nel ’99 e 2003) e il grandeMaxicono Parma (1990) aveva-no saltato per ultimi in una fi-nale scudetto. Anche questo at-testa quanto, il Trento partitosenza proclami, in una stagioneche avrebbe dovuto esser ditransizione, ha in realtà subli-mato la propria grandezza pas-sata e fondato quella del futuro.

POKER Caduta l’ultima palla

sono i trentini in tribuna a can-tare «Chi non salta è modene-se». Un paio di giocatori nelmezzo della festa accennano adunirsi al coro. Ma Lele Birarelli,anche se è davanti ai microfoni,se ne accorge e urla: «No dai,fermi». Non è per caso che si di-venta capitani, della nazionalee della squadra campione d’Ita-lia. Lele mostra quattro dita,abbracciato a Matey Kaziyski: è

con lui, e con Rado Stoytchevovviamente, che ha condiviso questo inatteso poker. «No, loammetto, se me lo avessero det-to a inizio stagione non ci avreicreduto. Perché avevamo qual-cosa in meno di altre, non nego.Per questo è anche lo scudettopiù bello. Le altre volte succe-deva che se non vincevamo eraun dramma, e quando poi vin-cevamo sembrava il minimosindacale. Stavolta no. Stavoltaquesto scudetto ce lo siamo co-struito con il lavoro, giorno pergiorno». Fino a due 3-0 conse-cutivi in faccia a Modena.

PENSIERI Un capitano lo giudi-chi da quel che pensa un minu-to dopo che ha ottenuto unadelle più belle vittorie della suacarriera, per molti aspetti la piùbella. E cioè, anche «A Lukasz ea Martin». Cioè a Zygadlo eNemec, i due che a playoff incorsa hanno perso il posto da ti-tolari, sostituiti da Giannelli eDjuric: «Perché hanno fattotanto per tutto l’anno e ci hannoportato fino a un passo da qui».E poi ci sono i giovani, che cre-scono: «Ne abbiamo diversi. Equando sento parlare della fa-mosa qualità dell’allenamentodico che noi ce la siamo creata.Abbiamo fatto crescere loro econ loro siamo cresciuti noi».C’è anche la dedica, per la pic-cola Sofia, sua figlia: «Che è acasa con la polmonite, poveri-na. Niente di grave, ma non èpotuta venire». Prima del mo-mento della verità. Perché que-sta che è stata una delle seratepiù belle dei suoi 8 anni a Tren-to potrebbe anche essere statal’ultima. Si dice che andrà aMacerata. «No, non è detto. Di-co solo che non ho ancora ilcontratto e che si vedrà». Si ve-drà chi a Trento potrà scrivereuna storia fantastica comequella che ha scritto Lele Bira-relli.

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Emanuele Birarelli, 34 anni, 4° scudetto vinto con Trento TARANTINI

LA GUIDA

LA SERIE GARA-1: Trento - Modena3-2; GARA-2: Modena -Trento 3-1;

GARA-3: Trento - Modena 3-0; GARA-4: Modena -Trento 0-3.

ALBO D’ORO 1946-49 Robour Ravenna; 50-51 Ferrovieri Parma; 52 Robour Ravenna; 1953-55 Minelli Modena; 1956 Crocetta Modena; 1957 Avia Pervia Modena; 1958 Ciam Villa D’Oro Modena; 1959-60 Avia Pervia Modena; 1961 Ciam Villa D’Oro Modena; 1962-63 Interauto Avia Pervia Modena; 1964-65 Firenze; 1966-67 Bologna; 1968 Firenze; 1969 Parma; 1970 Panini Modena; 1971 Firenze; 1972 Panini Modena; 1973 Firenze; 1974 Panini Modena; 1975 Ariccia Roma; 1976 Panini Modena; 1977 Federlazio Roma; 1978 Catania; 1979-80 Klippan Torino; 1981 Robe di Kappa Torino; 1982-83 Santal Parma; 1984 Kappa Torino; 1985 Mapier Bologna; 1986-89 Panini Modena; 1990 Maxicono Parma; 1991 Il Messaggero Ravenna; 1992-93 Maxicono Parma; 1994 Sisley Treviso;

1995 Daytona Las Modena; 1996 Sisley Treviso; 1997 Las Daytona Modena; 1998-99 Sisley Treviso; 2000 Piaggio Roma; 2001 Sisley Treviso; 2002 Casa Modena Salumi; 2003-05 Sisley Treviso; 2006 Lube Banca Marche Macerata; 2007 Sisley Treviso; 2008 Itas Diatec Trentino; 2009 Copra Nordmeccanica Piacenza; 2010 Bre Banca Lannutti Cuneo; 2011 ItasDiatec Trentino; 2012 Lube Banca Marche Macerata; 2013 Itas Diatec Trentino; 2014 Cucine Lube Banca Marche Macerata; 2015 Itas Diatec Trentino.

L’ultimo Tricolorel’aveva vintonel 2013

3� Le finali che Trento ha giocatoin questa stagione: Coppa Italia (persa con Modena), Coppa Cev (persa con Mosca) e scudetto (vinta a Modena)

44 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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45GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA GUIDA

Così ieri nella seconda e ultima giornata di test collettivi sul circuito spagnolo di Montmelò (4.655 m):1. Palmer (GB-Lotus) 1’26”080 (87 giri, miglior tempo fatto con le gomme supersoft); 2. Wehrlein (Ger-Mercedes)1’26”497 (137, medie); 3. Gasly (Fra-Red Bull) 1’26”683 (75, soft); 4. Button (GB-McLaren) 1’26”927 (100, soft); 5. Lynn (GB-Williams) 1’26”967 (52, soft); 6. Ocon (Fra-Force India) 1’27”520 (94, medie); 7. Gutierrez (Mes-Ferrari) 1’27”930 (119, medie); 8. Sainz (Spa-Toro Rosso) 1’27”997 (126, medie);9. Marciello (Ita-Sauber) 1’28”829 (75, medie).

C’È MONTECARLO Domenica 24 maggio si corre a Montecarlo il GP Monaco, sesto round del Mondiale.La prima e la seconda sessione di prove libere, come tradizione, sono in programma il giovedì. Venerdì riposo. Sabato le qualifiche e domenica la gara. Tutto in diretta su Sky e Rai.

CLASSIFICA PILOTI 1. Hamilton 111 punti; 2. Rosberg 91; 3. Vettel 80; 4. Raikkonen 52; 5. Bottas 42.COSTRUTTORI 1. Mercedes 202;2. Ferrari 132; 3. Williams 81.

Palmer 1° con la LotusWehrlein: 137 giriGutierrez chiude 7°

Marciello fuori dalla reteper riportare l’Italia in F.11Martedì ha impressionato i ferraristi e ha lasciato Twitter e Facebook così da non essere frainteso. Ma deve evitare errori come ieri con la Sauber

INCONTRO A LONDRA

Si parla del futurocon il capo Cvc Ecclestone:«Sarà inutile»1 I circuiti scrivono alla Fia:«Dica sì ai motori da 1000 Cv»Ioverno il sostituto di Rivola?

INVIATO A MONTMELÒ

C hi sostituirà Massimo Rivola se (comepare probabile) alla fine lascerà la Ferra-ri? Il favorito è Diego Ioverno, che po-

trebbe coprire sia il ruolo attuale di capo deimeccanici sia quello di direttore sportivo, assie-me al coordinatore degli ingegneri Toni Cuque-rella. Mansioni «ad interim» che ha già svolto inSpagna e dovrebbe replicare a Monaco. La can-didatura di Antonello Coletta, responsabile at-tività Gt, è in calo: nel 2014 era «vice» dell’exteam principal Mattiacci.

RIUNIONE Oggi si parla del futuro. E ancor pri-ma di sedersi al tavolo, Bernie Ecclestone pre-vede che il meeting di Londra coi team sarà unflop. «Passeremo quattro o cinque ore a decide-re la data del prossimo incontro – ha detto aMotorsport.com –. Il problema è che siamo inregime di democrazia e non va bene per la F.1.Chi vince, non vuole cambiare le regole. Valepure per il quinto motore. I fornitori non lo vo-gliono se non hanno sicurezza di essere pagati,e i team clienti non possono». Il riferimento aMercedes e Ferrari pare chiaro. Gli interessi deidue Costruttori ora convergono e c’è intenzio-ne di continuare sulla strada dei motori ibridivoluti da Todt. Ecclestone pare invece semprepiù isolato nella crociata per tornare nel 2017 amotorizzazioni più semplici, V8 col Kers o V6biturbo, cancellando la svolta «ecologica» Fia.Più probabile il tentativo di portare a 1000 Cvla potenza dei V6 turbo ibridi attuali, per avereauto impegnative e più spettacolo. Lo auspicaanche Ron Walker, capo dell’associazione orga-nizzatori della F.1: «Ho scritto a Todt affinchéconsideri la proposta». E oggi a Londra ci saràanche Donald Mackenzie, chairman del fondoCvc che gestisce la F.1: presenza importante.

lu.pe.© RIPRODUZIONE RISERVATA

� Luca di Montezemolo nonci sta a passare per l’ex checritica il nuovo corso dellaFerrari o peggio gode se lecose non vanno bene. Così siscaglia contro lastrumentalizzazione delle sueparole: martedì le agenzieavevano riportato una sua

dichiarazione secondo le quali sosteneva che la Ferrari avesse «un po’ di fortuna. Quest’anno, tolta la Mercedes, non ci sono rivali. La Williams non è migliorata, la Red Bull è implosa e la McLaren è in crisi. Di fatto la Ferrari comincia ogni gara col podio garantito (tutto vero: n.d.r). Ma la fortuna è inutile se non se ne trae vantaggio». Ieri la precisazione: «Sono stanco di strumentalizzazioni. Dico sempre e solo Forza Ferrari! Sono vicino con tifo sfrenato all’impegno di tutta la scuderia, a ogni livello».

LA PRECISAZIONE

Montezemolo: «Basta,io tifo comunque rossa»

MotomondialeRVerso il GP Francia

Luigi PernaINVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)

D ue cose hanno in comu-ne Raffaele Marciello eil francese Esteban

Ocon: l’altezza da giganti(1.88) e delle qualità indiscu-tibili. Con tutti quei centime-tri, entrare in una monopostodi F.1 è ogni volta una piace-vole tortura e gli ematomi al-la schiena e sulle spalle cheieri mostrava l’italiano do-po i test con Ferrari eSauber erano eloquen-ti: «Mia mamma pen-serà che mi hanno pic-chiato». Per non parlaredel peso, visto che en-trambi sono obbligati a re-stare così magri che le ossasembrano spuntare in traspa-renza dal sottotuta. Ma, unavolta al volante, si dimentica-no delle difficoltà. Il test diMarciello con la Ferrari mar-tedì è stato importante. Daquello che trapela, il pilota delvivaio di Maranello nonavrebbe fatto solo un bel com-pitino da collaudatore, mamolto di più. Impressionandogli ingegneri.

PRONTO Lo testimonia il suomiglior tempo, non lontano aparità di gomme (le medie)

da quello di Kimi Raikkonennelle qualifiche del GP di Spa-gna. Marciello ha fatto segna-re 1’26”939, contro 1’26”414del finlandese e 1’25”458 diSebastian Vettel. D’accordo, lapista era molto migliorata ri-spetto a sabato, ma Lello hagirato senza le mappature piùspinte usate sul motore «dagara» e con parecchia benzi-na. Del resto, il ventenne cre-

sciuto nell’Academy sottol’ala di Luca Baldisserri era

stato più veloce diRaikkonen già nei test

di novembre ad AbuDhabi con la vecchiaF14 T. Inoltre Mar-

ciello sembra sia statoa livello dei titolari an-

che sul passo, nei «longrun» di 15 giri. Ma Lello, co-

me è suo carattere, non si esal-ta troppo: «È stata una bellariconferma. Però non montia-moci la testa».

NIENTE TWITTER Il prossimo

passo, per il pilota che fa laspola fra Lugano (dove abitala famiglia) e Maranello, saràevitare errori come quello conla Sauber che ieri ha fatto per-dere al team parte della matti-nata, a causa di un’uscita distrada a gomme fredde nellacurva 3 (quella dell’incidentedi Fernando Alonso) in cui si èdanneggiato il muso della vet-tura. Purtroppo si somma al-l’altro errore nella gara diGP2, quando Marciello è fini-to in testacoda in regime diSafety Car. «Non è stato facileriadattarsi a una macchinacon meno aderenza della Fer-rari. Ma un giovane che fa itest ha l’obbligo di non lamen-tarsi», sorride l’italiano. Mar-ciello, che punta a un posto datitolare in F.1 nel 2016, viveuna stagione particolare e pie-na di pressioni. Non a caso direcente ha perfino chiuso ilsuo account di Facebook ecancellato il suo profilo Twit-ter, forse per evitare che le sue

parole venissero fraintese:l’effetto di essere un pilotaFerrari.

RICCHI E POVERI Nel ballo deidebuttanti, ieri al Montmelò ilmiglior tempo è stato diJolyon Palmer sulla Lotus(1’26”080), grazie a gommesupersoft. Ma Pascal Wehrleinha staccato tutti sulla Merce-des con le medie (1’26”497),dimostrando di essere fior ditalento. Anche Gasly, Lynn eOcon hanno brillato. Bel se-gnale per la F.1, che compiva65 anni dal primo GP vintodall’Alfa Romeo di Nino Fari-na. Mentre non c’è niente incomune fra l’esordio del mes-sicano Esteban Gutierrez sullaFerrari e la favola dei fratelliRodriguez, trattandosi solo diun’operazione per gli sponsor.A parità di condizioni, Gutier-rez si è beccato 1” da Marciel-lo (1’27”989). La Ferrari è sta-to l’unico top team a non fargirare uno fra i titolari. E direche, secondo Autosport, larossa avrebbe incassato più ditutti nel 2014 fra dividendi epremi, nonostante il 4o postofra i Costruttori: 144 milionidi euro contro i 137 della RedBull e i 110 della Mercedes. In-somma, Maranello non hacerto bisogno di far cassa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Raffaele Marciello, 20 anni, pilota dellaFerrari Driver Academy COLOMBO

Esteban Gutierrez, 23 anni, ieri ai test. È alla 1a stagione Ferrari COLOMBO

Iannone: «La spalla mi fa tanto male, però ci provo»1Andrea già ieri era in Clinica Mobile a farsi curare. Rossi: «Una pista amica, ma devo preparare meglio la moto»

Paolo Ianieri

S arà la volta buona dellaDucati? Valentino Rossiriscatterà la prova opaca

di Jerez? Jorge Lorenzo resterà

Martillo? E Marc Marquez, re-cuperato l’infortunio al migno-lo sinistro, ripeterà la fuga di unanno fa? Sono tante le doman-de che affiorano in vista del GPdi Francia, 5a tappa del Mon-diale che si corre domenica.

QUI YAMAHA E se Lorenzo,continua a mantenere il profilobasso («Sono fiducioso di poterfare un buon lavoro, ma nonpenso al campionato, la prendogiorno per giorno, curva dopocurva, provando a guidare il meglio possibile»), Rossi pro-mette che farà meglio i compitia casa. «Mi piace guidare qui ela nostra moto sembra andaremolto bene, soprattutto il po-meriggio di domenica. Questaè una buona cosa, perché dob-

biamo lottare per il campiona-to. A Le Mans dobbiamo lavora-re bene e preparare meglio lamoto. Sono fiducioso».

DOLORE L’altra faccia dell’Italiaè poi quella colorata di rossodella Ducati: Andrea Iannone,dopo la sublussazione dellaspalla sinistra per la caduta dimartedì nei test al Mugello giàieri pomeriggio era alla ClinicaMobile per trattare l’infortunio.«La spalla mi fa parecchio male

— racconta Andrea — e so chedovrò stringere i denti. Venerdìvediamo come andrà, ma in-tanto vorrei ringraziare sia ildottor Porcellini, sia la Clinicaper l’aiuto e l’assistenza che mistanno dando». In ogni caso, gliottimi tempi fatti registrare nel-la due giorni al Mugello sia conIannone (record), sia con Dovi-zioso, autorizzano la rossa apensare in grande. A Le Mans sifarà festa?

© RIPRODUZIONE RISERVATAAndrea Iannone, 25 anni IPP

Formula 1RTest a Montmelò

1� Marciello ha vinto una gara in GP2: l’anno scorso a Spa. Nelle prime 4 gare del 2015, ha colto quale miglior risultato un sesto posto proprio a Montemelò

1.88� L’altezza di Raffaele Marciello: un gigante per la Formula 1, al pari del francese Esteban Ocon. Marciello pesa 71 chili.

46 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Potenza e carisma: è la Mustang1Stupisce la versione 2.3 EcoBoost a 36 mila euro. C’è anche il 5 litri. In Italia da luglio

Alessandro Bolzoni

F ord ha realizzato, nellostabilimento di Flat Rock,nel Michigan, una versio-

ne europea della leggendariaMustang. Sì, proprio la miticaMustang che guidava SteveMcQueen nell’indimenticabile«Bullitt», film del 1968 che, nelfamoso inseguimento automo-bilistico lungo i saliscendi dellestrade di San Francisco, ha fat-to sognare un’intera genera-zione. Già, perché la Mustangè passione, cultura, storia, li-bertà ed emozioni.

PROVA Oggi, 51 anni dopo laprima versione, ci troviamosulle strade della Baviera, inGermania, al volante della Mu-stang 2015. Nessun insegui-mento, ma comunque tantaemozione. A cominciare dallaversione Fastback (chiusa),spinta da un poderoso V8 da 5litri e 421 cavalli. Per prosegui-re con la Convertible, che sottoil cofano ha un 4 cilindri mo-derno e prestante da 2.3 litriEcoBoost, capace di sprigiona-re 317 cavalli: potente, lineare,sempre pronto a spingere convigore, scatta da 0 a 100 km/hin 5”8.

EUROPEA Il sound del V8 da 5litri è qualcosa di unico e impa-gabile, come l’emozione di rag-giungere i 100 all’ora in 4”8.Ma anche il 2.3 litri ha il suoperché. Più dinamica e diver-tente, la 2.3 è una vettura ame-ricana che si inserisce perfetta-mente nella realtà urbana delvecchio continente. Le due mo-torizzazioni sono presenti sia sulla Fastback che sulla cabrio-let.

POSTI La Mustang è molto pia-cevole da guidare e spicca perla comodità dei due sedili ante-riori. Dietro invece si sta moltostretti, a meno che si siedanodue bambini o si sistemino levalige che non hanno trovatoposto nel minuscolo bagagli-aio. Le strumentazioni e gli al-lestimenti sono molto america-ni. Ottimo il selettore delle mo-dalità di guida, con due levet-te: una è dedicata alle quattroopzioni del motore (Standard,Sport+. Pista e Pioggia), l’altrainvece permette di scegliere laconfigurazione dello sterzo frale tre proposte (Normal,Comfort e Sport).

APPEAL Come dice Dave Peri-cak, ingegnere a capo del pro-

gramma Mustang, «la nuovaversione è stata ripensata dacima a fondo, ma è rimasta fe-dele al suo Dna. Fin dal primogiorno avevamo ben chiaro intesta che sarebbe dovuta esse-re una Mustang con tutte lecarte in regola. Così è nato unnuovo modello affascinante,veloce ed efficiente, che tienefede a quell’appeal fiero e tra-sgressivo che la gente ha impa-rato ad associare, generazionedopo generazione, alla Mu-stang».

DA LUGLIO I prezzi (chiavi inmano) sono decisamente inte-ressanti: 36 mila euro per la2.3 litri, 41 mila euro per la 5.0V8. Per le versioni cabriolet ilcosto aumenta di 4 mila euro.Gli amanti del cambio automa-tico, infine, potranno averlo a2 mila euro. La Mustang 2015sarà nelle concessionarie ita-liane dal mese di luglio.

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MOTORE1V8 BENZINACILINDRATA14.951 CMCPOTENZA MASSIMA1421 CV CAMBI1MANUALE A 6 RAPPORTI O AUTOMATICO A 6 RAPPORTI, CON COMANDI AL VOLANTEVELOCITÀ MASSIMA1250 KM/H ACCELERAZIONE 0-100 KM/H14”8LUNGHEZZA14.784 MM LARGHEZZA12.080 MM CON RETROVISORIPREZZI1DA 41.000 EURO DATA DI LANCIO1LUGLIO 2015

LA SCHEDAFORD MUSTANG

IL NOSTRO GIUDIZIO

SìComfortComodi i posti del guidatoree del passeggero davanti PrestazioniI motori sfornano prestazioni altamente performantiPrezziPiù che interessanti

NoPosti dietroParticolarmente stretti, se ospitano due adulti

GRINTA DA VENDERE IL CAVALLO GALOPPA SUL RADIATORE

1. Il «lato B» della Mustang: i progettisti hanno tenuto ben presente il Dna di famiglia, dunque hanno cambiato l’auto senza stravolgerne il disegno di fondo; 2. La ricca plancia e il volante: l’abitacolo è spazioso, ma solo per chi si siede davanti; 3. Il frontale importante con il cavallo (Mustang è una razza di origine spagnola inselvatichita) sulla griglia del radiatore

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� Dunlop promette grip, versatilità e resa chilometrica grazie ai nuovi pneumatici dedicati alle due ruote di maggior successo in Italia, quello di maxi enduro e crossover. I TrailSmart sono stati studiati per un impiego 90% stradale e 10% fuoristrada e sono quindi adatti a chi utilizza la moto principalmente su strade asfaltate ma non vuole precludersi la possibilità di qualche divagazione in fuoristrada. Caratteristica principale del nuovo TrailSmart è la scanalatura denominata XGT, con gli intagli cioè che si incrociano per migliorare il drenaggio

PNEUMATICI PER LE VACANZE ESTIVE

Dunlop TrailSmart, soluzioneper maxi enduro e crossover

dell’acqua e per avere maggior trazione. Grazie a una nuova carcassa e a un nuovo disegno del battistrada inoltre, l’impronta a terra è particolarmente omogenea e ciò significa un minor consumo e una miglior resa chilometrica rispetto ai precedenti TrailMax TR91. Nel comportamento su asfalto è difficile trovare un difetto ai nuovi pneumatici della Casa britannica. E in off road?Non sono certo adatti alle mulattiere, ma sulle strade sterrate non particolarmente tecniche i TrailSmart trasmettono una sensazione di sicurezza e di grip adeguato.

Marco Sormani© RIPRODUZIONE RISERVATA

MondomotoriRAuto

47GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Stefano Cordara

A prilia ha in gammauna moto che univer-salmente è giudicata

una delle migliori naked sulmercato, la Tuono. Più cheuna naked, in verità, la Tuo-no è una streetfighter, ovve-ro una supersportiva spo-gliata delle sovrastrutture edotata di un manubrio lar-go. Il distinguo è d’obbligo,visto che normalmente lestreetfighter sono più effica-ci nella guida rispetto allenude stradali, soprattutto inpista. Di contro possono es-sere meno confortevoli nellaguida su strada. Proprioquello che accadeva con laTuono, derivata direttamen-te dalla RSV4 la streetfighteritaliana era in grado di spun-tare in pista tempi sul girodegni di una superbike. Sustrada, però, si soffriva. Ri-gida di sospensioni, dura disella la Tuono è sempre statauna moto eccitante in tutto eper tutto. Ma mai comoda.Non fino a quest’anno, alme-no, perché le evoluzioni ri-cevute sono andate pratica-mente tutte nella direzionedi una maggiore fruibilità sustrada. Per il 2015, la Tuonoriceve parecchi upgrade dimotore a partire da nuovi pi-stoni da 81 mm di alesaggioche portano la cilindrata fi-no a 1.077 cmc. Lo scopo deitecnici Aprilia è chiaro, au-mentare la grinta ai regimibassi e medi per migliorareulteriormente la guida su

strada. Più coppia, ma anchepiù potenza, ora a quota 175 Cv.

UGUALE Tutto il resto è stato ri-confermato, a partire dalla ci-clistica derivata da quella dellanuova RSV4. Più potenza da unlato, più comfort dall’altro: inAprilia hanno lavorato per ren-dere la Tuono 1100 più fruibileche in passato, cambiandocompletamente l’assetto dellesospensioni, ora più morbido,abbassando la sella di 15 mm,montando un manubrio piùstretto e migliorando la prote-zione dall’aria. Si evolve peradeguarsi al nuovo motore an-che il sistema APRC, una dellepiattaforme elettroniche piùevolute sul mercato. Due leTuono disponibili: la RR, ogget-to della nostra prova e in listinoa 15.350 euro, e la Factory(17.450 euro), dotata di so-spensioni Öhlins e cerchi colo-rati.

PERFORMANCE La Tuono sveladopo pochi metri la sua nuovaindole. È ancora una streetfi-ghter estrema, anzi lo è ancoradi più perché il nuovo motore1.100 è a dir poco brutale nel-l’erogazione ai medi e bassi re-gimi. Tuttavia la sella migliora-ta nell’imbottitura e le sospen-sioni più scorrevoli la rendonosicuramente più piacevole diprima sui percorsi stradali. Mo-tore rinforzato, rapporti accor-ciati, quickshifter e un pacchet-to elettronico tra i migliori sulmercato la rendono una moto adir poco entusiasmante grazieanche a un sound unico.

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Paolo Matteo Cozzi@paolocozzi

È la Mini più «cattiva» disempre, con quei suoi 231cavalli di un motore che ne

ha sempre, e quel badge JohnCooper Works che da semprecontraddistingue le Mini uffi-ciali più potenti. «Works Team»era infatti la squadra ufficialedei piloti Cooper negli anni Cin-quanta e Sessanta, l’epoca d’oronelle corse per la vetturetta in-glese.

COM’È, COME VA Partiamo dal-la fine: un rapido getaway, unafuga veloce lungo le contortestrade toscane del Chiantishire,come direbbero gli inglesi, faapprezzare le qualità dinami-che di quest’auto. Un mini-boli-de sospeso fra prestazioni daautomobile adulta, rumoreostentato da adolescente scapi-gliato, look hipster così alla mo-da. L’ultima Mini John CooperWorks è divertente da guidare,e può appagare anche il clientepiù esigente. Certo, un acqui-rente disposto a sborsare31.200 euro, tanto serve per en-trare nel club delle JCW.

FUORI E DENTRO Il nuovo mo-dello supercharged si riconosceper il kit aerodinamico e per ibadge con scritte rosso(fuoco):dal paraurti modificato spari-scono i fendinebbia ma entranoun paio di prese d’aria addizio-nali. I fanali Led integrano frec-ce bianche, ci sono cerchioniesclusivi da 17 pollici e la mar-mitta ha due scarichi accoppiatial centro di quel posteriore do-minato dallo spoiler. Estetico,ma soprattutto funzionale.Aperte le portiere con la chiaveesclusiva, è diversa da quelladelle mini normali, incontria-mo il battitacco specifico, i sedi-li sportivi, volante e cambioJohn Cooper Works. Anche ilquadro strumenti al centro del

cruscotto, il CenterSpeedo, ac-cende un Led con colorazionivariabili a seconda del tipo diguida adottato. Con il comandoMini Mode si passa infatti dal verde dello stile più ecologico alrosso di quello sportivo, passan-do per l’uso quotidiano e modi-ficando ogni volta le tarature.

MINIMALISM Si chiama così ilpacchetto di soluzioni atte acontenere l’esuberanza dell’au-to: dall’indicatore del puntoideale di cambiata al servoster-zo elettromeccanico. E ancora,dal recupero dell’energia deifreni (Brake Energy Regenera-tion) allo start-stop automati-co. Un’azione utile, quella del-l’elettronica embedded, percontenere i consumi nella guidaquotidiana — 5,7 litri ogni 100chilometri — specie avendo ache fare con questo potente 4 ci-lindri TwinPower Turbo di 2 li-tri. Il cambio è sequenzialeSteptronic o manuale a sei rap-porti, un lungo elenco di ulte-riori diavolerie elettronicheconcorrono a far schizzare MiniJCW nei tradizionali 0-100 in6,1 secondi, per poi salire pro-gressivamente fino a 246 orari.

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Una fuga sulle strade tortuose della campagna toscana: la maniera ideale per apprezzare la personalità della nuova Mini John Cooper Works

John Cooper WorksQuel Mini... bolideprofuma di storia 1Cattiva nel look ma pure nelle prestazioni, altro che vetturetta: 231 Cv e 246 km/h! Da 31.200 euro

MOTO

Aprilia Tuono 1100La super sportivaora è anche comoda

Il nuovo motore 1.100 ha più coppia nell’erogazione ai medi e bassi regimi

NOVITÀ SKODA

Superb sfida le grandi ammiraglie Corrado Canali

S arà perché ha 120 anni distoria alle spalle, gli ulti-mi venti dei quali passati

nell’ambito del Gruppo Vw, maSkoda è uno dei pochi costrut-tori a potersi permettereun’ammiraglia, la Superb, ingrado di reggere il confronto con analoghi modelli dei brandda sempre riferimento nel set-tore. Ora però la nuova Superbalza di più l’asticella. Punto dipartenza uno stile più eleganteche la fa sembrare più compat-ta nonostante le dimensioniimportanti: 4 metri e 86. Ma èsoprattutto a bordo che offre ilmeglio: lo spazio a disposizio-

ne è abbondante non solo per icinque occupanti, ma ancheper i bagagli: la capacità di baseè di 625 litri, ma si può arrivarefino ai 1.760 litri, senza contareil pratico portellone a comandoelettrico. Al lancio la nuova Su-

perb sarà in vendita con duemotori benzina, il 1400 cmc TSI da 150 Cv, «risparmioso»,ma sufficientemente brillante eil più potente e 2000 cmc da280 Cv con cambio automaticoDSG e la trazione integrale. In

alternativa saranno disponibilidue turbodiesel 2000 cmc da150 o 190 Cv mentre in seguitoarriverà anche un 1600 cmcdiesel da 120 Cv. L’offerta di al-lestimenti prevede, invece, cin-que varianti: Active, Ambition,Executive, Style e L&K, con unadotazione di serie che com-prende, fra l’altro, le luci poste-riori a Led, il dispositivo di mo-nitoraggio della pressione dei pneumatici, il freno di stazio-namento elettronico, il sistemaStart & Stop, l’aiuto per le par-tenza in salita, il clima automa-tico bizona, il cruise control. Sipartirà da una base di circa26.000 euro, ma si potrà arri-vare fino ad oltre 42.000 euro.

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La nuova Skoda Superb in tutta la sua imponenza: è lunga 486 cm

IL NOSTRO GIUDIZIO

SìLo stato dell’arte MiniCon il kit JCW Mini diventa davvero completa e tutta da godere: meccanicamente, esteticamente, tecnologicamente.

NoCosto d’acquistoIl prezzo resta ancora il tallone d’achille nella proposta Mini, il listino da 31.200 euro (a salire fin oltre 40mila) pare davvero caro per una utilitaria.

IL NOSTRO GIUDIZIO

SìPrestazioniSono esuberanti senza mezzi termini, il nuovo motore è ancora più potente e corposo.ElettronicaIn questo è al top della categoria,nessuna naked è così ricca da questo punto di vista.

NoAngolo di sterzoTroppo limitato. Posto per il passeggeroPiù comodo che in passato ma… sempre piuttosto costretto.

Il quadro strumenti cambia colore

MOTORE14 CILINDRI TWINPOWER TURBOCILINDRATA11.998 CMCCAMBIO MANUALE16 RAPPORTI CAMBIO AUTOMATICO1STEPTRONICPOTENZA MASSIMA1231 CV (170 KW)VELOCITÀ MASSIMA1246 KM/HACCELERAZIONE 0-100 KM/H16”1CONSUMO COMBINATO16,7 L/100 KMEMISSIONI CO21155 G/KMPREZZI131.200 EURO CON IL CAMBIO MANUALE; 33.100 CON L’AUTOMATICO

LA SCHEDAMINI JOHN COOPER WORKS 2015

MOTORE14 CILINDRI A V DI 65°CILINDRATA11.077 CMCALIMENTAZIONE1INIEZIONE ELETTRONICA CON RIDE BY WIRE E 3 MAPPATUREPOTENZA MAX1175 CV (148 KW) A 11.000 GIRICOPPIA MAX1121 NM A 9.000 GIRITELAIO1PERIMETRALE IN ALLUMINIOPESO1180 KG A SECCO SOSPENSIONE ANTERIORE1 FORCELLA ROVESCIATASOSPENSIONE POSTERIORE1 FORCELLONE IN ALLUMINIO CON MONO AMMORTIZZATORE PREZZI115.350 EURO (17.450 PER LA VERSIONE FACTORY)

LA SCHEDAAPRILIA TUONO 1100

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48 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BRESCIA 12

PRO RECCO 13rig. (5-3, 1-3, 1-2, 3-2)

BRESCIA: Del Lungo, C.Presciutti, Molina 4, Rizzo 3, Bodegas, D.Fiorentini, Napolitano;Giorgi, Nora 3, N.Presciutti, Pagani, Bruni. N.e. Dian. All. Bovo.PRO RECCO: Tempesti, Prlainovic 1, Figlioli 1, Giorgetti 1, Felugo 2, Giacoppo 1, D.Pijetlovic 1; F.Lapenna, F.Di Fulvio 1, A.Fondelli 2, Aicardi, N.Gitto. N.e. Pastorino. All. Milanovic.ARBITRI: Caputi ed Ercoli.NOTE: sup.num. Brescia 12 (6 gol), Pro Recco 13 (8). Usc. 3 f. C.Presciutti 18’01”, N.Gitto 29’28”, Rizzo 30’48”. Spett. 800. Tempi regolamentari 10-10. Sequenza rigori: Prlainovic gol; Bodegas gol; Figlioli gol; Pagani gol; F.Di Fulvio parato; Molina parato; D.Pijetlovic gol; Giorgi traversa; Giorgetti parato; Nora parato.

Recco fa festa ai rigoriMa Brescia è da applausi1Quante emozioni in gara-2: sui tiri decisivi si esalta TempestiSabato a Sori il match point per il decimo scudetto consecutivo

DONNE: OGGI GARA-1 CONTRO IMPERIA

Il Padova dei gemellie la famiglia BarzonFinale con compleanno1Laura e Annain acqua, Filippoe il papà in società

Viareggio-Fortedagli sfottò alla violenza Ma dov’è lo sport? 1Una rivalità antica tra le città divise da 12 chilometri. Esplosa martedì dopo gara-1

Andrea Fondelli, 21 anni, guida l’attacco recchese nel match di Brescia: l’azzurro è stato tra i migliori FOTOLIVE

Davide RomaniINVIATO A BRESCIA

I l rigore mancino di Norastampato sul volto di Stefa-no Tempesti. Il portiere

della Pro Recco non avrà biso-gno di portarsi a casa il palloneche vale due terzi del decimoscudetto consecutivo per i ligu-ri. C’è l’ha tatuato sulla guan-cia. Gara-2 della finale scudettocon Brescia si decide ai rigori elui, il numero 1 della Naziona-le, chiude la saracinesca dal 3°al 5° penalty: parata su Molina,traversa di Giorgi e parata suNora. Anche se dalla spondabresciana urlano all’ingiustizia:«Non sta mai sulla linea di por-ta – sottolinea Christian Pre-sciutti – al momento del rigore.Così è impossibile». Recco hacosì messo le mani sul 29° scu-detto e sul secondo titolo dellastagione in attesa di attaccare iltriplete (28-30 maggio le FinalSix di Champions League).

ASTUZIA Se Tempesti ha usatotutti gli strumenti del mestiereper girare l’inerzia di gara-2, lostesso ha provato a fare il pa-tron lombardo Marco Bono-metti – lo stesso che dopo la fi-nale di Coppa Italia aveva mi-nacciato di ritirare la squadradalla Champions League e dalcampionato non sentendosi tu-telato nei confronti della ProRecco, minaccia poi rientrata –.Sotto 10-8, a 2’55” si avvicinaagli arbitri per protestare dopoil gol di Giacoppo. Cacciato dabordo vasca, il dirigente bre-sciano ottiene il suo scopo. Inpoco più di 1’ Brescia ha due su-periorità numeriche da giocarsiche sfrutta alla perfezione: No-ra e Rizzo acciuffano il pari cheprolunga il verdetto ai rigori.«Abbiamo dimostrato di essereuna squadra unita – sottolineaMaurizio Felugo con un sorrisobeffardo –. Il mio gol (palom-bella a mettere fuori tempo DelLungo per il 6-6, ndr) è statouno dei più importanti». Rete

importante perché arrivata inchiusura di 2° parziale, il pareg-gio che ha riportato in linea digalleggiamento la truppa di Mi-lanovic sorpresa dalla partenzaaggressiva dei bresciani. «Que-sta squadra ha dimostrato diavere un grande carattere – af-ferma l’amareggiato Alessan-dro Bovo – e tanto cuore. Ab-biamo giocato molto bene, so-prattutto nel primo parziale».Dove Brescia è riuscita a farequello che non le era riuscito ingara-1. Tre espulsioni in casaPro Recco e tre gol per Bresciaguidata da Molina e Rizzo.

ASSENTI Ma se in due gare diuna finale scudetto il capitano,il leader di una delle due squa-dre non riesce a incidere è diffi-cile togliere alla Pro Recco loscudetto che per due terzi è cu-cito sulle calottine liguri.«È ungrande rammarico – chiude oBovo – non poter commentarealmeno l’esito di gara-2 conChristian Presciutti in grado di

giocare (uscito per 3 falli dopo18’01”, ndr)». Ma il numero 3del Brescia rimanda alla terzasfida: «Faremo di tutto per ria-prire l’esito della finale a costodi uscire tutti per raggiunto li-mite di falli. Ci proviamo».Grinta e convinzione che sullasponda Pro Recco si aspettano:«Ora dobbiamo ricaricare le pi-le in vista del prossimo match –mette le mani avanti Felugo –perché la serie non è chiusa.Nel primo quarto ci hanno fattovedere quanto possono metter-ci in difficoltà. È vietato ripete-re una partenza del genere maquesta volta saremo davanti alnostro pubblico». Con il muroTempesti, sarà dura per Bre-scia. La Juventus della palla-nuoto è pronta a festeggiare ilsecondo titolo stagionale.

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La serie: Gara-1 Pro Recco-Bre-scia 8-4. Gara-3 sabato a Sori. Eventuale gara-4 il 19, gara-5 (in Liguria) il 22.

Franco Carrella

V i sembra un comple-anno qualsiasi? No,non lo è. Perché è un

compleanno moltiplicato tre,e perché cade nel giorno del-la finale scudetto donne.Laura fa gol, Anna è tra i por-tieri di riserva, Filippo il teammanager e tecnico delle gio-vanili: gemelli eterozigoti, 23anni oggi. Non finisce qui:papà Andrea è il d.s. e mam-ma Edda la prima tifosa.L’anima del Plebiscito Pado-va, che oggi si tuffa nella sfi-da con l’Imperia, è la famigliaBarzon. «Papà ci ha trasmes-so la passione per lo sport: èstato giocatore e allenatoredei Saints di football ameri-cano, ora va in bici. Il primo apraticare la pallanuoto è sta-to Filippo, mentre Anna face-va sincro e io preferivo palla-volo, karate ed equitazione.Odiavo l’acqua» raccontaLaura, 14 presenze nel Sette-rosa, compresa quella dell’ul-tima sfida con la Russia che èvalsa la Final Eight di WorldLeague.

NON SOLO PISCINA Oro al-l’Europeo Under 17 nel 2008,bronzo alle Universiadi 2013,è diventata una delle palla-

nuotiste più promettenti: tra unpaio di settimane completerà unMaster in design industriale epotrà rispondere con maggiorelibertà alle eventuali chiamatedel c.t. Fabio Conti. Anna (mo-della nel tempo libero), chequattro anni fa ha giocato nelPalma di Maiorca in Spagna,studia Economia e Commercio elavora in una grande catena diarticoli sportivi. «La chiamodonna manager», sorride Laura.Pippo è iscritto a Giurispruden-za. «Dei tre, è il più esuberante.Ma un po’ bacchettone e severo,in qualche occasione». Accomu-nati dalla pallanuoto, ma nonsolo. «Abbiamo l’hobby della cu-cina, la specialità sono i dolci:garantisco sul nostro tiramisù».Legatissimi, ma avranno pur liti-gato... «Certo che sì. Però insquadra abbiamo altre due ge-melle dal carattere più forte,Martina e Ilaria Savioli. A voltefanno dei siparietti strepitosi». Estasera, dunque, c’è gara-1 dellasfida tricolore. «L’Imperia è unasignora squadra, ma la sconfittanella finale dell’anno scorso equella in Coppa Len ci danno al-tri stimoli». L’appuntamento conla storia è doppio: il Veneto nonha mai vinto il tricolore. IntantoPadova ha fatto sua la Coppa Ita-lia.

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La serie: Oggi Lantech Padova-Mediterranea Imperia (ore 19, dir. RaiSport 2). Gara-2 domenica e gara-3 lunedì in Liguria, even-tuale gara-4 e gara-5 il 23 e il 24 a Padova.

Laura, Filippo e Anna, 23 anni oggi. Le gemelle Savioli sono del ‘90

Hockey pistaRIl caso PallamanoR

Giovanni LorenziniVIAREGGIO (LUCCA)

L a rivalità è antica. Ancheal di fuori dell’hockey. Maquella bottiglia piena di

olio esausto lanciata nello spo-gliatoio del Forte dei Marmidopo gara-1 della finale scu-detto vinta 7-4 dagli ospiti econ 3 feriti, ha provocato unadeflagrazione che ha fatto rie-mergere antichi dissapori. Do-dici chilometri di distanza fraViareggio e Forte dei Marmi madue mondi diversi. Il prefetto diLucca, Giovanna Cagliostro,

aveva vietato i tifosi un trasfer-ta: non è bastato ad evitare in-cidenti. In mezzo, c’è anche lapolitica: troppo a sinistra la ti-foseria più accesa di Viareggio,di destra quella del Forte.

TERRITORIO Due mondi cosìvicini, così lontani: si discuteanche sul fatto se Viareggio siao no in Versilia. Antiche disputeterritoriali che ogni volta ritor-nano. Più pungenti che mai. LaVersilia è il territorio che com-prende Forte, Pietrasanta,Stazzema e Seravezza, quelladominata dai Medici. Viareg-gio è... «la Marina di Lucca» di-

cono a Forte dei Marmi. Le duecittadine – pur vivendo soprat-tutto al turismo – si guardanoin cagnesco. Da sempre. Forsec’è invidia. L’hockey pista è di-ventato terreno di scontro, vi-sto che nelle ultime stagioni ledue squadre lottano per lo scu-

detto. «Che derby è senza i pe-scatori?» era scritto su uno stri-scione dei tifosi del Forte in underby casalingo già vietato aiviareggini. «Figli di Putin» erastata la risposta-striscione deibianconeri, ironizzando sullacolonizzazione russa del Forte.Stavolta, però, al posto dell’iro-nia è piombata la violenza. I 3tesserati finiti all’ospedale ma già dimessi – i portieri FedericoStagi e Mattia Verona, il mas-saggiatore Luigi Carducci – altermine della gara-1 hanno fat-to rumore. E non poco. «E’ lasconfitta dello sport — dice ilpresidente del Cgc Viareggio,

Alessandro Palagi —: spero chequel deficiente che ha lanciatola bottiglia venga identificatodalla Polizia. Noi gli chiedere-mo i danni per la rottura del ve-tro e per la pessima immagineche ci ha fatto fare. Ha rovinatouna stagione superba di unosplendido gruppo di ragazzi:abbiamo 9 giocatori su 10 cre-sciuti nel vivaio». «Anche ilCentro ci ha rimesso per il gestodi uno sconsiderato — ha dettoil presidente dell’Alimac Forte dei Marmi, Piero Tosi—: siamocontro la violenza. I ragazzi ri-masti contusi stanno meglio.Anche noi presenteremo unadenuncia contro ignoti. Certigesti vanno perseguiti e nondevono essere in nessun modogiustificati. Non era successoniente in campo». La polizia haqualche traccia: le immagini acircuito chiuso all’interno delpalasport hanno ripreso «qual-cosa», come sottolinea il diri-gente del commissariato Enri-co Parrini. C’è la pista giustaper arrivare al colpevole?

SQUALIFICA Intanto il campo del Viareggio è stato squalifica-to per 4 turn (con 2500 euro dimulta): in caso di gara-4 dellafinale, giovedì 21, Viareggio-Forte spostata a Follonica.

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RTre feriti dopo gara-1 di finale. Pista chiusa 4 turni. Il presidenteora chiede i danni

Il massaggiatore Luigi Carducci ferito alla mano sinistra, entra nell’ambulanza

I Fasano con una grandeprova di Maione e Foviovince la finale di andata

a Noci (Ba). Ma per lo scu-detto i giochi sono apertissi-mi. La partenza a razzo diBolzano (1-4 al 5’) sorpren-de i pugliesi, che reagisconocon una difesa 6-0 che muratutto invertendo l’inerzia delmatch. La Junior raggiungeil +6 (17-11 al 28’), il Bolza-no fatica in attacco (42%contro il 58% Junior) e in di-fesa soffre l’uscita per infor-tunio al 12’ di Innerebner.Ma il parziale di 4-0 nel fina-le riapre i giochi. Si replicamercoledì 20 a Bolzano.

an.gal.Fasano Bolzano 26-24 (17-13)JUNIOR FASANO: Taurian, Marino, Maione 10, L. De Santis 3, Raupenas 2, Giannoccaro, Costanzo 1, Riccobel-li 2, Messina 2, Brzic 4, Fovio, P. De Santis, Cedro, Rubino 2. All.: Ancona.LOACKER BOLZANO: Dallago 5, Waldner, Starcevic 3, Kammerer 3, Radovcic 2, Sporcic 1, Jurina, Tsilim-paris, Gaeta 1, Pircher, Innerebner, Turkovic 9, Willeit, Pirpamer. All.: FusinaARBITRI: Chiarello e Pagaria.

TricoloreFasano vincela prima

PallanuotoRI campioni vanno sul 2-0

49GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I playoff di Gigi«Occhio a CantùReggio mi piacee Milano suderà»

Massimo Oriani

P uoi togliere Gigi Datomedall’Italia, ma non l’Italiada Gigi Datome. Chiusa,

per ora, l’esperienza Nba colgran finale bostoniano che gli hafinalmente dato le soddisfazioneche una stagione e mezzo nellaprigione di Detroit gli aveva ne-gato, il sardo è venuto a trovarcie ha fatto le carte ai quarti di fi-nale, parlandoci di un campiona-to che ha seguito da lontano.«Guardando le statistiche, parti-te non ne ho mai viste sincera-mente – spiega – ma tenevo d’oc-chio i risultati, parlavo con gli excompagni, raccogliendo i loro umori e facendomi raccontarecosa stava accadendo in serie A».

Partono i playoff senza la sua Ro-ma.«Ha vissuto una stagione parti-colare, in Europa è andata moltoal di là delle aspettative, in cam-pionato ha pagato, con un ame-ricano (Triche, ndr.) che se ne èandato senza far ritorno. L’enne-sima annata partita con un nu-cleo completamente nuovo. Nonfare i playoff non è mai bello peruna piazza del genere. Spero chein futuro qualcuno possa dare unmano al presidente Toti per con-tinuare ad avere una squadracredibile e che non debba so-pravvivere solo perché è Roma».

Il via vai di giocatori è uno deigrossi problemi del nostro cam-pionato.«Ormai non ci sono più squadrein cui uno arriva e vuole rima-nerci come obiettivo della carrie-ra, come accadeva in passato conSiena, la Virtus o Treviso. Spe-cialmente gli stranieri: se vannobene cercano più soldi in Euro-pa, se vanno male vengono ta-gliati. E’ difficile trovare un pro-getto. A me dispiace, perché soche da fuori è più facile parlare,non è nemmeno il mio lavoro.Ma in un momento di crisi biso-gna progettare, avere idee e co-raggio, qualcuno come ReggioEmilia con un budget solido losta facendo con gli italiani, laCantù di Trinchieri avevaun’identità, con la quale sopperi-va al gap economico. Questo ne-gli ultimi anni non c’è più. Ora

vediamo Trento, ma Mitchell sene andrà. Sentivo anche i gioca-tori Nba che magari hannoun’idea di venire in Europa dal-l’America: si parla di Turchia,Spagna, non di Italia».

Diamo uno sguardo ai quarti, par-tendo da Milano-Bologna.«A Milano è andata bene nonaver pescato Cantù perché sa-rebbe stata una serie insidiosa.Vedo difficile che qualcuno battal’Olimpia su 5 o 7 partite. Bolo-gna ha fatto più del dovuto, ha

avuto un’annata più che soddi-sfacente».

Venezia-Cantù.«Parlavo con Goss, è il 4° anno infila che affronta Cantù nei quar-ti, due volte con Roma, una conVarese e ora con Venezia. L’Uma-na ha disputato una stagione re-golare molto solida, ha giocatoriche sono stati in squadre vincen-ti come lo stesso Goss, Ress, Vig-giano, e coach Recalcati che si-curamente sa come si fa a vince-re. Ma Cantù ora sembra molto

più competitiva con l’aggiunta diun campione come Metta WorldPeace. La Reyer ha tutto da per-dere».

A proposito di Metta, cosa ne pensa del suo arrivo in Italia?«E’ bello vedere uno come lui cheviene con questo spirito. È uncampione, ha vinto un titoloNba, è un personaggio. Uno cheva in Cina, s’inventa il brand delPanda, è curioso di venire a Can-tù, interagisce con la gente, è ilprimo ad arrivare agli allena-menti, dà un messaggio che nonsi nasce campioni ma lo si diven-ta con l’etica. Sono contento chestia parlando lui agli americanidi quanta passione c’è in Italia.Negli Usa mi dicevano che ora che c’è lui un po’ più d’attenzioneverso la serie A c’è».

Torniamo ai quarti: Reggio Emilia-

Brindisi.«Reggio ha un nucleo cresciutoinsieme, ha aggiunto giocatoriimportantissimi. Kaukenas èpazzesco, ha dentro una forza in-credibile, dopo infortuni anchegravi. Adoro Cinciarini, uno de-gli italiani che hanno fatto un ot-timo campionato. Drake Diener,mvp della scorsa stagione, non èandato benissimo ma d’altrondenon era nel contesto di Sacchetti.Vedo Reggio favorita».

Trento-Sassari.«Sarà molto bella, se riuscirò an-drò a vedere qualche partita per-ché penso saranno molto interes-santi. Conosco società comeTrento, quando vivi una stagionemagica, di entusiasmo. Non misembra che si accontentino, sonomolto forti e col fattore campo».

Scontato lo scudetto a Milano?«Non lo è mai. E’ favorita ma die-tro ogni successo c’è tanto lavo-ro, non le vincerà tutte di venti,se lo dovrà sudare come l’annoscorso».

Consiglierebbe a Gentile di anda-re in Nba?«È un ragazzo estremamente in-telligente, che sa dov’è e dovevuole arrivare. Deve capire seandare nella Nba adesso è lascelta migliore per la sua carrie-ra, io ho sempre agito in quelsenso. Ha una famiglia alle spal-le che lo supporta, qualunquescelta farà sono certo che saràquella giusta. Non mi sento didargli consigli».

Soddisfatto a fine settembre se...«Se all’Europeo porteremo a ca-sa qualcosa. Che può essere unaqualificazione al Preolimpico,ovviamente il pass diretto perRio vorrebbe dire medagliaquindi un successo. Sono sicuroche ce la giocheremo, voglioprendermi una soddisfazionecon questo gruppo e penso sia ilmomento giusto per farlo anchese il girone è tosto».

Percentuali per l’anno prossimo per vederla in Europa o nellaNba?«Non ha senso farle ora. Dipendeda cosa mi dicono di là e di qua,oggi proprio non lo so».

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1Datome fa le carte alla volata scudetto: «Difficile battere l’EA7 ma non passeggerà. Purtroppo manca qualcuno: la mia Roma»

Datome in maglia Celtics AP Datome in maglia azzurra AFP

fCASO ARBITRI Collina: «Come si fa a dire no al designatore?Il sorteggio è solo la negazione della ragione...»

Mario Canfora

P ierluigi Collina è un inna-morato del basket. Quan-do Basket City era un van-

to per Bologna e gli impegniglielo permettevano, lo si in-contrava facilmente al Paladoz-za. «Come mi manca la Fortitu-do in Serie A: permette se fac-cio l’in bocca al lupo alla squa-dra di Boniciolli che nei playoffsta cercando di arrivare in A-2?Vedere 4.500 spettatori per unagara di Dnb è incredibile: ilbasket ha bisogno del ritorno aimassimi livelli di una piazzastorica come la Effe, del ritornoalle grandi sfide e ai grandi der-by con la Virtus».

UTOPIA Collina, uno dei piùgrandi arbitri di calcio di ogniepoca (diresse la finale delMondiale 2002), oggi designa-tore Uefa, ha seguito con atten-zione la querelle degli ultimigiorni sulla scelta della Fip ditornare al designatore contro lavolontà della Lega che rappre-senta i club di A. «Mi scuso semi faccio un po’ i fatti degli altrima condivido al 100% la deci-sione di Petrucci — dice — per-ché il sorteggio è la negazionedella ragione. Ogni scelta deveessere motivata, non affidataalla sorte. Non mi risulta che iclub si affidino al sorteggio perscegliere gli allenatori o quan-do ci sono da mettere le forma-zioni in campo. Il designatore è

imprescindibile, è l’unico checonosce la forma degli arbitri,che cerca di far crescere le nuo-ve leve senza traumi. Sonod’accordo con Facchini quandosostiene che un esordiente nonpuò arbitrare subito una parti-tissima. Tutto deve essere gra-duale, nel calcio succede cosìda tempo. Ci potrebbe essereun’unica condizione affinché sipossa effettuare il sorteggio: latotale uguaglianza tra personeriguardo esperienza, forma equant’altro. Ma si tratta di uto-pia. Quando arbitravo, ho vis-suto anch’io il sorteggio: nonmi dava soddisfazione».

PRO SIENA I club avevano pro-posto le fasce di merito. «Non

andrebbe ugualmente bene —continua Collina —: cambie-rebbe poco, sempre un sorteg-gio si dovrà fare. Invece, il desi-gnatore deve avere le mani libe-re per formare terne equilibratein base a stato di forma ed espe-rienza». Il sorteggio fu volutotre anni fa da Milano e Cantùper evitare che si sospettasse dipresunti favori ricevuti da Sie-na in occasione della scelta deitre fischietti. «Chiariamo, biso-gna avere la fiducia totale neldesignatore, senza ogni voltafarsi strani pensieri in testa —conclude l’ex arbitro —: semanca questo presupposto, sicambia la persona. Basta chenon si parli più di sorteggio...».

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PIERLUIGI COLLINADESIGNATORE UEFA

«MI MANCANOLA FORTITUDOIN A E I DERBY

CON LA VIRTUS»

� Ieri la decisiva gara-5 dei quarti playoff Brescia-Trieste 69-55. Brescia: Brownlee 18, Fernandez 13, Loschi e Alibegovic 9. Trieste: Carra 24, Tonut e Holloway 12. Definiti quindi gli incroci delle semifinali (la meglio delle 5 partite) che cominceranno sabato con gara-1 Casale Monferrato-Agrigento. Domenica: Brescia-Torino.

EUROLEGA Fox Sports 2 garantirà la copertura televisiva della Final Four in programma a Madrid da domani a domenica. Domani, ore 18: Cska-Olympiacos; ore 21: Real Madrid-Fenerbahce.

PLAYOFF A-2

Brescia è ok Batte Trieste ed è semifinale

NBA

LeBronmostruosoE Clevelandva sul 3-2

D avid Blatt sarà ancheil generale del nuovocorso dei Cavs come

dice LeBron, ma senza ilPrescelto Cleveland non vada nessuna parte. E la ripro-va arriva da gara-5, chespinge i Cavaliers al match-point in casa dei Bulls, se-gnata dall’onnipotenza delgiocatore più forte del pia-neta. LeBron chiude con 38punti, 12 rimbalzi e 6 assist,più 3 recuperi e 3 stoppate,e zero palle perse, dopo le15 combinate delle ultimedue gare. «LeBron è statostraordinario – ha dettoBlatt – in ogni aspetto delgioco. Non c’è niente in cuinon abbia eccelso». Mette-teci anche due giocate di-fensive chiave: una stoppa-ta sul lay-up del possibilepareggio di Rose a 48” e ladifesa che ha forzato Butlera perdere palla sulla linea difondo a 11”, dopo che Chi-cago era riuscita a ricucire17 punti di scarto. Irving poiinfiocchetta il 106-101 con i4 liberi della staffa, riuscen-do, almeno in attacco, a gio-care sopra il dolore a piedee ginocchio. E così i Cavs so-no davvero a un passo dallafinale di conference.

A OVEST Ma nella notte diLeBron James, c’è un’altrastella che brilla. E’ quella diJames Harden, la cui tripladoppia (26 punti, 11 rim-balzi, 10 assist) accompa-gnata da un Howard da 20punti e 15 rimbalzi, conce-dono a Houston un’altrapossibilità, portando la se-rie sul 2-3, anche se questanotte, in California, i Clip-pers possono chiudere iconti e volare in finale al-l’Ovest.

RISULTATI Est: Cleveland-Chicago 106-101 (serie 3-2); Atlanta-Washington 2-2 (ieri notte gara-5). Ovest: Houston-L.A. Clippers 124-103 (2-3); Golden State-Mem-phis 2-2 (ieri notte gara-5) .

LeBron James, 30 anni

L’EUROPEO? SODDISFATTO

SOLO SE PORTEREMO A

CASA QUALCOSA

DA QUANDO METTA È DA NOI NEGLI USA C’È

PIÙ ATTENZIONE PER LA SERIE A

BasketRL’intervista

50 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

51GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1ROMA 2024 «La mozione per candidare tecnicamente la città all’Olimpiade 2024 ci sarà in aula entro fine giugno». Così Marino Luca Giansanti e Massimo Caprari dopo il vertice politico col sindaco di Roma Marino. «Sono una decina le zone per il Villaggio, compresa quella di Tor di Quinto» dice l’assessore Cattoi.TUTTENOTIZIE

ATLETICA� IL CIO TOGLIE AGLI USAL’ARGENTO 2012 DELLA 4x100Non è ancora ufficiale, ma il Cio avrebbe chiesto al comitato olimpico statunitense di restituire le medaglie d’argento conquistate con la 4x100 all’Olimpiade di Londra 2012 in conseguenza della squalifica per doping diTyson Gay. Se il Cio deciderà di riassegnarle, alle spalle della Giamaica (oro) l’argento andrebbe a Trinidad &Tobago, bronzo a Londra, bronzo alla Francia.

� KILTY A GAVARDO (w.b.) Nell 10º meeting di Gavardo (Bs), domenica, al via nei 100 il campione mondiale e europeo dei 60 il britannico indoor Richard Kilty contro Mark Lewis Francis (Gb), Cerutti e Galbieri. Nei 400 il vice campione europeo Hudson-Smith.

� SEMENYA OK (si.g.) Nei campionati sudafricani open di Potchefstroom, gli 800 a Caster Semenya (2’04”58). Uomini. 400: Koekemoer 45”42; Magakwe 45”51. Donne. 400 hs: Nel 54”90 (mpm ‘15). Alto. Labiche (Sey) 1.92 (r.n.).

BASEBALL� CHE ZUNINO (m.c.) Nell’11-4 di Seattle su San Diego, 15° fuoricampo di Cruz, Mike Zunino 3/4, con 2 fuoricampo e 3pbc). Colabello (538 mb) aiuta Toronto a battere Baltimore (10-2) con un 2/5 e 1pbc.

BEACH VOLLEY� SABBIA SVIZZERA (c.f.) A Lucerna (Svi), 2a World Tour, Momoli-Giombini 2-1 su Bonnerova-Hermannova (R. Cec) e poi sconfotte 2-0 da Meppelink-Van Iersel (Ola). Oggi chiusura contro Carol Maximo-Lili (Bra). Nel torneo maschile Ranghieri-Caminati, con il 2-1 a Chevallier-Krattiger (Svi) e 2-0 a Bryl-Kujawiak (Pol), raggiungono i gemelli Ingrosso nel tabellone principale. Fuori Cecchini-Martino, k.o. 2-0 con Dziadkou-Kavalenka (Bie).

BOXE� IL RISCATTO DI CROLLA(r.g.) Il leggero inglese Anthony Crolla (29-4-2), che la dicembre dovette rinunciare a battersi per il Mondiale

RUGBY� GORI SQUALIFICATO (e.sp.) Stagione finita per Edoardo Gori. Il mediano azzurro di Treviso sospeso 5 settimane (ridotte a 3) per il placcaggio violento su D’Arcy di venerdì contro Leinster. Gori salterà l’ultima sabato contro Scarlets, ma per rendere efficace la squalifica la commissione della Celtic ha decretato come limite il 30 agosto 2015, togliendo al 9 azzurro 2 test match. I Mondiali, fortunatamente, sono salvi.� CAVINATO (i.m.) Andrea Cavinato guiderà il Petrarca.

SCI ALPINO� FENNINGER LASCIA (c.r.) Nonostante le parole dolci su Facebook e Twitter dove auspica di trovare un accordo con la federazione, si inasprisce il duello fra Anna Fenninger e la federsci austriaca circa il logo da mettere sul casco la prossima stagione. Ieri la bicampionessa del mondo ha lasciato il raduno della squadra a Cipro insieme al suo preparatore atletico Peter Meliessnig per tornare a casa.

TAEKWONDO � MONDIALI Ai Mondiali di Chelyabinsk (Rus) Erica Nicoli nei 49 kg out nei sedicesimi: dopo aver battuto la cubana Aguirre 8-6, l’azzurra cede alla serba Bogdanovic 10-12. Oggi Treviso (68) subito con l’iracheno Bahadil. Uomini. 58: 1. Zadeh Fallah (Ira), Ketbi (Wtf); 3. Shuai Zhao (Cina), Poiseev (Rus). Donne. 49 kg: 1. Wongpattanakit Tha); 2. Romoldanova (Ucr); Tang Sing (Bra), Wan Ting Lin (Taiwan).

VARIE� PESI, BOXE E BADMINTONPER #NOI SIAMO ENERGIA(g.l.g.) #noi siamo energia: è la campagna presentata a Roma, prima tappa verso Rio 2016. Tre federazioni coinvolte: boxe, pesi e badminton sotto l’ala protettiva di “Energetic Source”. Alla presentazione c’erano Roberto Cammarelle, Genny Pagliaro, Mirko Scarantino e Giulia Fiorito. Tra gli eventi il Wellness di Rimini dal 28 al 31 maggio ed un convegno alla Cattolica di Milano.

� Ritorno trionfale per Manny Pacquiao nelle Filippine dopo la sconfitta nel «match del secolo» contro lo statunitense Floyd Mayweather disputato a Las Vegas e valido per i titoli Wbc, Wba e Wbo dei welter. Migliaia di tifosi hanno aspettato a Manila lungo la strada il corteo del pugile di casa che a bordo di un pullman scoperto ha gettato aisuoi fan magliette e poster. «Voglio ringraziare tutti per l’appoggio che mi avete dato contro Mayweather, ho dato tutto me stesso ma non so cosa sia accaduto, ho rivisto la sfida diverse volte, ho segnato i punti, meritavo di vincere per 1-2 punti di scarto ma accetto la decisione unanime dei giudici perché so che nel cuore della gente ho vinto io».Pacquiao, operato a Los Angeles per recuperare dall’infortunio alla spalla, spiega che adesso dovrà star fermo 6 mesi: «Il chirurgo dice che tornerò al 100%». In questi mesi il filippino dovrà affrontare le cause contro di lui per aver tenuto nascosto l’infortunio alla spalla nei giorni pre match del 2 maggio:gli sono stati chiesti 5 milioni.

BOXE

Pacquiao torna a Manila: accolto da eroe

Manny Pacquiao saluta i fans AFP

� (n.me.) La carica di un presidente vincente da cavaliere, che vuole tornare a veder vincere l’Italia, la scommessa di un evento che vuole riappropriarsi della sua magia oltre che dell’altissimo tasso tecnico, la vetrina da mettere in mostra in vista della candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Tutto questo a Piazza di Siena, che dal 20 al 24 accende i riflettori sul concorso di salto ostacoli da sempre fiore all’occhiello dell’Italia. Ieri all’Ara Pacis il presidente Fise, Vittorio Orlandi, quello del Coni Malagò, il sindaco della capitale Marino, hanno lanciato un’edizione che si preannuncia vibrante: 13 nazioni al via, 10 nella Coppa delle Nazioni valida per la Nations Cup che vede l’Italia, appena rientrata nell'elite mondiale, in testa dopo il successo di Lummen. Un'Italia che il c.t. Hans Horn ha definito «carica al punto giusto per vincere. Abbiamo binomi pronti e vogliamo chiudere la lunga parentesi di digiuno». Orlandi: «L’ultima Coppa s'è vinta nel 1985, quando ero direttore tecnico, ora da presidente…». Al via il Gotha del pianeta: due campioni olimpici del calibro di Jeroen Dubbeldam ed Eric Lamaze, e poi i campioni in carica d’Europa e della World Cup, Steve Guerdat e Roger-Yves Bost. Horn ha scelto la squadra per la Coppa del 22: Piergiorgio Bucci, Daniele Da Rios, Lorenzo De Luca e Natale Chiaudani, con la neocampionessa italiana, Giulia

Martinengo, riserva. Giulia: «Siamo carichi come non era da anni: vogliamo vincere a Roma e conquistare agli Europei di Aquisgrana il pass per Rio». Orlandi: «Vogliamo ridare dignità allo Csio romano e cambieremo il più possibile entro il 2016. Intanto via la gara di potenza: sabato 23 toccherà alla Sei Barriere. Vogliamo avvicinarci alla gente: ingresso libero mercoledì, giovedì e le mattine di sabato e domenica». Si cambia, in fretta, tanto. Per vincere, sul campo e fuori. Malagò: «A Roma in tre settimane abbiamo Internazionali di tennis, Piazza di Siena e Golden Gala: quale città può vantare ogni anno una simile sequenza di eventi sportivi? Pronti per l’Olimpiade». E una proposta al sindaco: «Intitolate questa piazza di Villa Borghese ai fratelli D’Inzeo». Il sindaco incassa, farà sapere. � BRAVO RISPOLI Bel colpo di Umberto Rispoli, che ieri a Saint-Cloud ha vinto il Prix Cleopatre (gr. 3, m 2100) in sella a Little Nightingale, 3 anni allenata da Mikel Delzangles per i colori della famiglia Wildenstein.

EQUITAZIONE: DAL 20 AL 24 MAGGIO

Il meglio dei salti a Piazza di SienaOrlandi: «Ora proviamo a vincere»Ingresso gratis due giorni su cinque

Csio romano dal 20 al 24 ANSA

contro il cubano Richard Abril (19-3-1), per il trauma cranico riportato a causa dell’assalto dei ladri, entrati in casa del vicino per derubarlo (lui era intervenuto a difenderlo), 7 mesi dopo, il 18 luglio nella sua Manchester, affronterà Darleys Perez (Col. 32-1) per la cintura Wba.

GOLF� OPEN DI SPAGNA CON 7 AZZURRIFrancesco Molinari, vincitore nel 2012, Edoardo Molinari, Matteo Manassero, Marco Crespi, Renato Paratore, Andrea Pavan e Alessandro Tadini, da oggi all’Open di Spagna al Real Club de Golf El Prat, a Terrassa (Spa).

HOCKEY GHIACCIO� MONDIALI: OGGI I QUARTIOggi, ai Mondiali in R.Ceca, si disputano i quarti: tutta l’attesa è per i padroni di casa che sfidano la Finlandia, il match più equilibrato è Russia-Svezia. A Praga Canada-Bielorussia (ore 16.15); R.Ceca-Finlandia (ore 20.15). A Ostrava: Usa-Svizzera (ore 15.15); Russia-Svezia (ore 19.15).� PLAYOFF NHL Tampa Bay alla finale della Eastern Conference dei playoff Nhl: martedì, in gara-6 di semifinale, in casa, ha battuto Montreal 4-1 (serie 4-2). Sfiderà la vincente di NY Rangers-Washington (la decisiva gara-7 s’è disputata nella notte italiana).

IPPICA� IERI 2-5-6-8-12 A Roma (m 1600): 1 Tahir Tadd (A. D’Ettoris) 1.17.7; 2 Taxus de Buty; 3 Tomahawk Lg; 4 Temerat Holza; 5 Tamara Falco; Tot.: 3,55; 1,44, 1,93, 1,50 (26,97). Quinté: n.v. Quarté: 1.262,59. Tris: 60,29.� OGGI QUINTÉ A MONTECATINI Al Sesana (inizio convegno alle 16) scegliamo Poseidon Bar (12), Pleasant Jolly (10), Maier (9), Rubens Grad (11), Ottey Kyu (6) e Olaf Rivarco (14). � SI CORRE ANCHE Trotto: Bologna (15) e Napoli (15.20). Galoppo: Firenze (15.35).

NUOTO� PHELPS E AZZURRI A CHARLOTTE(al.f.) Comincia con le prove di mezzofondo la Pro Series di Charlotte (Usa). Subito sui blocchi Mitchell D’Arrigo negli 800 sl (poi 100-200-400-1500 sl); da domani Orsi, Dotto, Belotti e Santucci. In gara Phelps (100-200 sl, 100do, 100-200 fa, 200 mx), Lochte, Adrian, Ervin, Fratus (Bra), Cielo (Bra), Schmitt, Coughlin e Hosszu (Ung).

SCACCHI : LA SCELTA

Caruana torna americano:dall’Italia al miliardario1Fabiano via Twitter: «Notizia importante» La campagna acquisti degli Usa

NEW YORK (USA)

S e nel calcio fanno ru-more i trasferimenti

milionari dei big fra squadredi club, negli scacchi i soldi(neanche troppi) possono farcambiare bandiera senzagrossi problemi di regola-menti, passaporti e cittadi-nanze. Oggi gareggi per l’Ita-lia con uno stipendio da 80mila euro, domani puo i ac-cettare le offerte di altri Paesicome Stati Uniti o Azerbai-gian. Proprio come è appenasuccesso a Fabiano Caruana,appena 22 anni e numero tredel mondo, destinato, secon-do chi se ne intende, a diven-tare il nuovo n.1 degli scac-chi. Un tweet ha ufficializzatoil cambio di maglia: «Notiziaimportante, ho deciso di gio-care ancora una volta per gliUsa», ha cinguettato. Il pas-

saggio è solo questione di quat-trini: cinquantamila euro alla fe-derazione italiana, 5 mila a quel-la internazionale e il gioco è fat-to. Oltre a un sontuoso stipendioper Fabiano.

MAZZATA Una vera mazzataper la nostra federazione. Mac’era da aspettarselo. Perché Ca-ruana, nato a Miami da genitoriitaliani e doppio passaporto, ècorteggiato da tempo dalla suaprima Patria. Soprattutto dal fi-lantropo e miliardario Usa, RexSinquefield, che dà il nome alprestigioso torneo di St.Louisdove lo scorso settembre l’ex az-zurro aveva sbaragliato una lista

zeppa di supercampioni con 7vittorie consecutive e 8.5punti sui 10 disponibili. Amettere i bastoni fra le ruoteagli americani aveva provatol’Azerbaigian offrendo al no-stro Gran Maestro 400 miladollari all’anno. Poi gli Usadevono aver fatto di meglio.Ora hanno in squadra anchel’ex giapponese e n.4 del mon-do, Hikaru Nakamura, e l’exfilippino n.7, Wesley So, pron-ti a dare battaglia al ChessOlympiad che si disputerà ilprossimo anno in Azerbaigiane che non vincono dal 1976.

m.lp.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’olimpionica di sci alpino Lindsay Vonn ed il campione del green Tiger Woods

GOLF E SCI

«Tiger ha tradito la Vonn»La verità secondo un amico1La dipendenza di Woods per il sesso: altra scappatella fatale.E la confessione

Massimo Lopes PegnaCORRISPONDENTE DA NEW YORK

I l giorno della separazio-ne, Lindsey Vonn aveva

postato un comunicato mol-to misurato: «Ci lasciamoperché la nostra relazione èstrangolata dai troppi impe-gni, quelli che ci tengonolontani l’una dall’altro perlunghi periodi». Insomma, civogliamo ancora bene, ma èmeglio lasciarci. Lui la setti-mana dopo era riapparso aun torneo in Florida con leocchiaie e aveva interpretatola parte del mollato: «Contutto quello che è successo,non dormo da 3 notti». Co-noscendo la sua fedina ma-trimoniale in molti si eranosorpresi.

FONTE Da ieri c’è lo scoopmillantato dal pettegolo

quotidiano inglese Daily Mailche cita un amico (o presuntotale) di Woods: «Tiger ci è rica-scato, ha tradito Lindsey. Solouna notte di sesso e basta. E sic-come qualcuno lo ha visto, hapreferito confessare. Almeno inquesto è stato onesto». Già, Ti-ger ci è ricascato dopo che unasorta di dipendenza al sesso(nel 2009 emersero decine diragazze che raccontarono dinotti selvagge) gli era costato ilmatrimonio (e qualche decinadi milioni) con l’ex modella ebabysitter svedese Elin Norde-gren. Pare che la scappatella siaavvenuta a febbraio, dopo cheTiger si era ritirato da un torneo

a San Diego, piegato in due dalmal di schiena. Ancora l’anoni-mo amico: «Non è bello ciò cheha fatto, ma non è un uomo spo-sato. Molti affogherebbero ledelusioni professionali nell’al-col, per lui lo sfogo è il sesso». Epoi:«Non era una ragazza spe-ciale, davvero pensava che Lin-dsey fosse la nuova donna dellasua vita. Ma ha mandato tuttoin malora. Proprio non ce la fa aguarire da questa dipendenza».Con la Vonn sono anche andatiassieme da uno psicologo ed èdavanti a lui che Tiger le avreb-be confessato il tradimento. Ilresto è storia conosciuta.

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Fabiano Caruana, 22 anni nato a Miami da papà italo-Usa e mamma italiana

52 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

53GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

È vero che siamo fuori dalla recessione oppure è soltanto euforia pre elezioni?1L’Istat certifica un +0,3% del Pil dopo 13 trimestri negativiIl governo esulta, ma si tratta di una variazione molto piccola

di GIORGIO DELL’[email protected]

Si tratta di capire se di fronte ainumerini messi in circolazioneieri, c’è da rizzare il pelo per ladiffidenza, oppure crederci e fi-darsi, oppure mettersi a rideree fare spallucce…

1Che numerini?La solita valanga di nu-meri, ma quello che conta

è un numero solo: +0,3% nelprimo trimestre di quest’an-no, cioè il nostro Prodotto In-terno Lordo (Pil) sarebbe cre-sciuto dello 0,3% nel periodogennaio-febbraio-marzo ri-spetto all’ultimo trimestre del2014, vale a dire ottobre-no-vembre-dicembre. Siccomeveniamo da tredici trimestricol segno negativo, questo pic-colo +0,3% risulta molto con-solante, saremmo usciti dalla

recessione, ci sono dichiara-zioni entusiastiche del mini-stro dell’Economia Padoan,eccetera .

2 Perché, di fronte a questinumeri, dovrebbe rizzar-si sulle nostre schiene il

pelo della diffidenza?Perché mancano pochi giornialle elezioni regionali, e il go-verno ha bisogno di numericome questi. Mi immagino ab-bastanza facilmente che addi-rittura li pretenda. L’altrogiorno l’Istat diffuse un nume-ro in base al quale la disoccu-pazione era aumentata. Sap-piamo che da Palazzo Chigivenne scagliata, nei confrontidel nostro istituto di statistica,una bella messe di fulmini esaette. Altri dati, invece positi-vi, usciti immediatamente do-po costrinsero il ministro Pa-doan ad ammettere che cia-scuna istituzione adopera cri-

teri diversi per questevalutazioni, e promise un in-contro per unificare i criteri (l’incontro avverrà effettiva-mente prima della fine dimaggio, tra Inps, Istat e mini-stero del Lavoro). Intanto pe-rò abbiamo una tastiera cheoffre a ciascun interprete delnostro teatrino la musica chevuole: numeri negativi perl’opposizione, numeri positiviper la maggioranza. I profes-sori dell’Istat hanno messo lemani avanti parlando di «sti-ma preliminare». Grillo ieri hadetto: «Sono tutte balle. Nonne hanno mai azzeccata una».C’è anche il fatto che, quandodati di questo tipo dopo qual-che mese si stabilizzano, risul-tano sempre meno buoni delleprime anticipazioni.

3Vabbeh, non possiamocrederci.È esagerato anche que-

sto. Senta che cosa dice il mi-nistro Padoan: «Il dato sul Pil èsuperiore alle nostre aspetta-tive. È’ presto per cantare vit-toria, ma questo dato è il se-gnale della svolta impressa al-l’economia dalle politiche delgoverno. Il raggiungimentodel +0,7% per l’intero 2015 aquesto punto è a portata dimano». Ed ecco invece l’opi-nione di quelli della banca In-tesa, per bocca del loro econo-mista Paolo Mameli: «Il datocertifica il tanto atteso ritornoalla crescita per l’economiaitaliana, su ritmi che non si ve-devano da quattro anni. Re-stano da evitare facili trionfa-lismi, visto che il livello del Pilresta del 9,3% inferiore ai pic-chi pre-crisi. Però il dato nonappare come sporadico, masegna l’inizio di un trend. Èpossibile un’accelerazionedella crescita già dal trimestrein corso. Ciò apre la strada aun processo di ulteriore revi-sione al rialzo delle stime sulPil italiano nel 2015».

4 Lei poi ha detto che po-tremmo semplicementefare spallucce e metterci

a ridere.Lo 0,3% è una variazione cosìpiccola da risultare, nella real-tà, pressoché impercettibile. Èanche inferiore ai migliora-menti che si registrano nel re-sto d’Europa. La maggior par-te degli analisti scuote la testa:il momento è molto favorevoleper via del basso prezzo delpetrolio, per la quantità di car-ta moneta immessa sul merca-to dalla Bce, per i tassi d’inte-resse addirittura negativi. Lo0,3, se esiste davvero, potreb-

be essere dovuto a questi solifenomeni. E, guardando que-sti fenomeni, è forse persinotroppo basso. Che succederàse il prezzo del petrolio torne-rà a crescere? Stava a 50 dolla-ri e adesso è a 60.

5 Sa qual è il dato che po-trebbe chiarirci comestanno davvero le cose?

Quello sull’occupazione.Non ci creda troppo. Il mini-stero del Lavoro ieri ha annun-ciato che a marzo sono statiattivati 833.574 nuovi con-tratti di lavoro con un saldopositivo su febbraio di 90.638unità. Ma lo stesso ministeroavverte che non si tratta di unaumento effettivo dei posti dilavoro: semplicemente le im-prese, incoraggiate da quelpunto del Jobs Act che per-mette di non pagare i contri-buti per i neo assunti a tempoindeterminato, hanno trasfor-mato vecchi rapporti di lavoroprecario in contratti stabili. Ilgarbuglio di cifre in questosettore ha fatto ammetterepersino all’economista Luca Ricolfi che, su questo compar-to, nessuno capisce niente. Ègiusto quindi chiedere all’Istatda dove arriva, a suo parerequesto +0,3%. E per l’istitutodi statistica più dalla doman-da interna arriva da quellaestera. Più da industria e agri-coltura che dai servizi. Secon-do Fedele De Novellis di RefRicerche «l’aumento è quasitutto dovuto al boom dell’autoe del suo indotto», cioè in so-stanza alla produzione Fiat diMelfi. Tra gennaio e aprile sisono vendute 155.556 mac-chine.

IL FATTO DEL GIORNOQUEL DATO SCACCIA CRISI

IL VIDEO DEL PREMIER

Scuola, Renzialla lavagna: «Sì al dialogo, no boicottaggi»

«D iscutiamo». Dopol’incontro a tinte fortiandato in scena due

giorni fa a Palazzo Chigi tra go-verno e sindacati, il premier Mat-teo Renzi torna a parlare della ri-forma della scuola. E lo fa attra-verso un video, pubblicato sullapagina YouTube del governo, incui, lavagna alle spalle e gessettocolorato alla mano, spiega la ri-forma passo dopo passo in quasi18 minuti. Sono cinque, per laprecisione, i punti essenziali del-la tanto discussa «Buona Scuo-la», riforma contenuta nel ddlche si appresta a iniziare il suoiter alla Camera. «Il primo puntoè la cosa più urgente, l’alternan-za scuola-lavoro», esordisce il premier. Che continua: «L’obiet-tivo è di ridurre il 44% di disoc-cupazione giovanile». «Il secon-do punto è la cultura umanista –prosegue Renzi –, nella BuonaScuola chiediamo di studiare dipiù alcune materie, di fare un in-vestimento più forte non solo su-gli skills professionali». Il puntotre il presidente del Consiglio losintetizza con «più soldi agli in-segnanti. Un dato oggettivo: og-gi gli insegnanti hanno persoparte dell’autorevolezza socialeche avevano negli altri anni». Eancora: «l’autonomia, comeprincipio fondamentale» (punto4); la continuità dell’azione edu-cativa, che non può essere «spez-zettata tra supplenti e contro-supplenti» (5). Renzi chiude ilvideo con un appello: «Che que-sta non sia la riforma del prende-re o lasciare. Non mi accontentodel Pil che fa più 0,3 ma che l’Ita-lia torni a dare alla scuola il ruo-lo che merita. Discutiamo e par-liamone, ma su cose concretenon su slogan ideologici».

ERANO SEGNI MENO DA FINE 2011

0,6 -1,9-2,3 -0,4 +0,2Variazione % annuale

-0,6

Sul trimestre precedente (congiunturale)0,3

-0,2

0,1

-0,1

-0,8-0,6-0,6

-0,9-1,1

-0,6

0,20,4

0,00,0

-0,1-0,1

Sullo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale)

-2,3

-3,1

0,0

-0,5-0,5-0,3-1,0-0,8

-1,4-2,0

-2,6-2,7-3,1

-1,0

0,41,4

2,0

2011 20132012 2014 2015

FONTE: STIME ISTAT /GDS

� Il Vaticano ha stipulato il primo trattato che riconosce lo Stato della Palestina. Il testo del trattato è stato concordato e sarà ufficialmente siglato dalle rispettive autorità a breve. Israele si è detto «deluso» per la decisione, che non «contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative» per la pace.

LA SVOLTA DI FRANCESCO

Vaticano, prontoaccordo di statocon la Palestina

� La sua colpa è stata quella di addormentarsi durante una parata militare. Per questo il ministro della Difesa nordcoreano Hyon Yong-chol è sato giustiziato. Lo riferisce l’agenzia Yonhap, citando le informazioni date dal National intelligence service (Nis). Secondo l’agenzia di servizi segreti, Hyon è stato ucciso il 30 aprile da un plotone d’esecuzione munito di armi pesanti, tra cui anche un cannone antiaereo. L’accusa mossagli è stata di «slealtà e mancanza di rispetto verso il leader Kim Jong-un». Dall’inizio dell’anno altri 15 alti funzionari sono stati giustiziati. Nel 2013 il dittatore nordcoreano aveva fatto uccidere Jang Song-taek, suo zio, tutore e numero due del regime, con l’accusa di «alto tradimento».

GIUSTIZIATO IL CAPO DELLE FORZE ARMATE

In un programma tv il dittatore Kim Jong-un e il ministro Hyon Yong-chol

Si addormentò a una parata: ministro ucciso in Nordcorea

Beppe Grillo all’assemblea Eni ANSA

� Tre persone sono morte e altre quattro sono rimaste ferite nell’esplosione di una fabbrica di fuochi di artificio avvenuta ieri a Ponte Riccio, a nord di Napoli. Tre dei feriti hanno riportato lesioni gravi, mentre il quarto è stato dimesso dopo l’intervento dei sanitari. Il primo a perdere la vita è stato Luigi Capasso, 45 anni. Un altro ferito grave,

Raffaele Vallefuoco, 65 anni, è deceduto durante il trasporto nell’ospedale di Pozzuoli (Napoli). Il bilancio si è poi aggravato nel pomeriggio con la morte di Raffaele Schiattarella, 55 anni, anch’egli ferito gravemente.

NAPOLI, QUATTRO I FERITI

Esplode fabbricadi fuochi d’artificioTre le vittime

La fabbrica andata a fuoco a Napoli

� Il “piccolo azionista” Beppe Grillo ha movimentato l’assemblea dell’Eni, usando parole dure per gli amministratori passati e attuali, definendo l’ex a.d. Scaroni «un pregiudicato» e affermando di pensare «tutto il male possibile» di quello attuale, Descalzi. Il leader del M5S ha preso la parola per sostenere che è in atto la svendita del patrimonio della società e denunciando che l’Eni è stata «spolpata» e ridotta «cadavere» dopo aver lasciato in eredità un «sistema corruttivo di portata internazionale» che «depreda» i paesi africani e che ormai è «sotto gli occhi di tutti, anche dei magistrati». La replica di Descalzi non si fa attendere e all’assemblea dice: «Non siamo predatori. Al contrario. Investiamo decine di milioni di dollari all’anno anche in progetti di educazione, trasferimento del know how e sanità».

IL LEADER DEL M5S INTERVIENE DA AZIONISTA

Show di Grillo all’assemblea dell’Eni«Spolpata e ora vogliono svenderla»

NOTIZIE TASCABILI

� «Impossibile» che la caduta sia stata accidentale. È questa la conclusione dell'autopsia effettuata sul corpo di Domenico Maurantonio, 19 anni, lo studente morto a Milano domenica dopo un volo dalla finestra di un hotel in cui era ospite con la classe in gita. Gli inquirenti si starebbero concentrando sull’ipotesi dello scherzo ordito dai compagni.

MORTO A MILANO

Il 19enne cadutoin gita all’Expo: «Ipotesi scherzo»

� Sorpresa a rubare cibo per una trentina di euro, è stata «salvata» dalla denuncia, proprio dai carabinieri, che hanno pagato per lei. È accaduto a Savio, nel Ravennate. I militari erano stati chiamati in un supermarket dove una donna, 43 anni, era stata tro- vata con la refurtiva. Con lei pure i figli, 4 e 11 anni. «Non so come farli mangiare» si era giustificata.

DONNA IN DIFFICOLTÀ

Ravenna, rubaal supermercatoPagano gli agenti

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Il premier Renzi nel video sulla scuola

54 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L’Ue dà il via liberaal piano migranti«No a blitz in Libia»1Più risorse. In Italia resterà un rifugiato su dieciSi defila il Regno Unito. «Sì alle operazioni navali»

� «Abbiamo venduto 11,3 milioni di biglietti». Così il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ha aperto la conferenza stampaper presentare i risultati dei primi giorni di apertura dell'Esposizione Universale. Otto milioni di biglietti sono stati venduti a grandi distributori nazionali e internazionali oltre che ad alcuni partner dell'evento. «Giudico la situazione positiva — ha aggiunto Sala — cresciamo a un ritmo costante e quindi confermo la previsione di 20 milioni di visitatori e 24 milioni di biglietti venduti (nei sei mesi dell'Esposizione, ndr)». Buono il dato anche per i biglietti notturni - per ingressi dalle 19 all'orario di chiusura -, che hanno superato quota 100 mila unità. Presente alla conferenza anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha parlato di bilancio positivo: «Abbiamo vinto la prima tappa e gli entusiasti sono aumentati. Il servizio pubblico funziona, significa che abbiamo fatto valutazioni giuste e tanto i milanesi che quelli che vengono a Expo sono soddisfatti». Colmo di soddisfazione è parso anche il presidente della Regione, Roberto Maroni, unitosi all'apprezzamento per i risultati di questi primi giorni. Maroni ha infine posto l'accento sulla mobilità, facendo notare che «il servizio ferroviario potenziato ha retto l'impatto dimostrando la bontà delle scelte fatte, con un indice di puntualità che è salito all'85%».

PRIMO BILANCIO

In 11,3 milionia Expo. L’a.d.: «Obiettivo 24»

� Maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni dentro una casa famiglia. Con queste accuse la squadra mobile di Roma ha eseguito cinque misure cautelari di cui una agli arresti domiciliari e quattro divieti di dimora. I reati sarebbero stati commessi nella struttura «Il monello mare» di Santa Marinella, alle porte di Roma, a danno di otto minori, tra i 14 e i 17 anni. La casa famigliaè stata chiusa e sequestrata. Ai domiciliari è finito uno psicologo responsabile della struttura. A registrare le violenza ci sarebbe anche il video di una ragazza ospite.

Roma, violenzein casa famigliaUn arrestato

COLPITO IN IRAQ

Raid aereo sull’IsisUcciso al-Afri,il vice del califfo1L'attacco, guidatodagli Usa, a nord di Mosul. Bagdad: «Morti lui e diversi altri criminali»

Daniele Vaira@danvaira

L a Commissione Ue ha ap-provato l’agenda per unanuova politica dell’immi-

grazione. Il piano prevede la re-distribuzione di migranti tra gliStati membri in base a quoteprestabilite: in Italia arriveran-no il 9,94% di 20 mila profughi(meno di duemila) che attual-mente risiedono in campi pro-fughi all’estero e che hanno i re-quisiti per ottenere lo status dirifugiati (reinsediamenti), el’11,84% dei richiedenti asilogià presenti in Europa o che en-treranno direttamente in terri-torio europeo (ricollocamenti).Per determinare le quote sonostati utilizzati diversi parame-tri: popolazione, Pil totale del2013, numero di richieste diasilo e rifugiati reinsediati permilione di abitanti dal 2010 al2014, disoccupazione nel 2014.La prima è risultata la Germa-nia (18,42%) seguita dallaFrancia (14,17%). I Paesi euro-pei del Mediterraneo avranno adisposizione 60 milioni di europer gestire le emergenze deiflussi migratori. Si defilano, in-vece, Regno Unito, Danimarca eIrlanda, che hanno la possibilitàdi non partecipare al piano diaccoglienza. «Si tratta di unagiornata storica. Un peso e unaresponsabilità che finora è stataquasi unicamente italiana di-venta veramente europea», hacommentato Federica Mogheri-ni, Alto rappresentante per gliAffari esteri. Ma c’è stata ancheuna precisazione. «I respingi-menti per chi non ha i requisitiper entrare in Europa sono unaparte integrante del nostro pia-no sull’immigrazione», ha ag-giunto il vicepresidente della

Commissione Ue, Frans Tim-mermans.

IL COORDINAMENTO Per af-frontare l’emergenza alla radi-ce, l’Ue pensa di distruggere ibarconi degli scafisti sulle costelibiche prima che partano. Ma«cerchiamo una partnershipcon la Libia», ha precisato laMogherini. L’opzione sarebbecontenuta nel piano strategicosull’immigrazione che dovreb-be essere approvato dai ministridegli Esteri dell’Unione euro-pea lunedì prossimo. L’Alto rap-

presentante Ue ha assoluta-mente escluso un blitz di terra.«Pianifichiamo un’operazione navale, speriamo in collabora-zione con le autorità libiche,per smantellare il modello dibusiness dei trafficanti». Il dia-logo sembra però essere diffici-le. Il governo e l’esercito libici aTobruk hanno ribadito il moni-to «a non toccare la sovranitàdello Stato» e hanno invitatotutte le imbarcazioni a non en-trare nelle acque territoriali li-biche «se non dopo un coordi-namento con gli organi compe-tenti». In caso di violazione ilgoverno provvisorio «reagiràcon bombardamenti come quel-li contro il cargo turco». «La de-cisione Ue rappresenta un cam-biamento positivo, anche se as-solutamente insufficiente» è ilcommento della fondazioneMigrantes, promossa dalla Cei.

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17ENNE A COSENZA

Ammazza la madree si fa un tatuaggio«Ti amo per sempre»

I n un primo momentosembrava un incidente,una tragica caduta dalle

scale. Ma Patrizia Schettini,53 anni, insegnane di musica,il primo aprile, è stata uccisadal figlio di 17 anni. A confes-sarlo è stato lo stesso ragazzoal padre: «Si, papà, l’ho uccisaio la mamma». Il dialogo è sta-to intercettato dalla polizia che aveva piazzato delle mi-

crospie dentro la casa. La pro-cura di Cosenza ha così ordi-nato l’arresto del ragazzo conl’accusa di omicidio volonta-rio con l’aggravante dei futilimotivi. Il giovane è stato por-tato nel carcere minorile diCatanzaro. Domani si svolgeràl’interrogatorio di garanzia. Il17enne ha riferito che stavasuonando al pianoforte e chela madre l’avrebbe sgridato. A

quel punto si sarebbe scagliatocontro di lei, in un momento diraptus e l’avrebbe spinta per lescale.

IL DEPISTAGGIO Gli investiga-tori non gli credono e anchel’autopsia sul cadavere losmentisce. La donna sarebbestata prima soffocata. Secon-do la ricostruzione degli inve-stigatori, il figlio avrebbe agitoa mani nude, causando lamorte della madre e inscenan-do poi una caduta accidentaledalle scale. La donna era statatrovata dai soccorritori riversaai piedi dei gradini che condu-cono alla villetta dove abitavacon il marito e i due figli. Vistoche sulla porta d’ingresso del-l’abitazione e sulle finestrenon c’erano segni di effrazio-ne e che il ragazzo era l’unicapersona in casa al momentodella morte, i sospetti si sonoindirizzati su di lui. Una setti-mana dopo la morte della don-na si era fatto tatuare sul brac-cio la frase «Nemmeno la mor-te ci potrà separare, ti amomamma». Gli investigatoristanno cercando di capire se sisia trattato di un tentativo didepistare le indagini. Il ragaz-zo era stato adottato insiemeal fratello di poco più grande.

Filippo Gambarini@filgambarini

A bu Ala al-Afri, al se-colo Abd al-RahmanMustafa al-Qaduli,

numero due dello Stato Isla-mico dell’Iraq e del Levante,cioè l’Isis, sarebbe stato uc-ciso da un raid aereo. A gui-dare l’attacco, nel nord del-l’Iraq, pare ci fosse una coa-lizione con a capo gli StatiUniti. Lo ha reso noto lostesso portavoce del mini-stero della Difesa iracheno,Tahsin Ibrahim, secondo cuiil raid avrebbe colpito lamoschea dei martiri nellazona di Tal Afar, situata nel-l’area desertica di AkramQrbah, al confine tra Iraq eSiria: «Sulla base di accura-te notizie di intelligence —si legge in una nota diffusadal ministero — la coalizio-ne guidata dagli Stati Unitiha condotto un raid aereocontro il numero due di Da-esh (acronimo arabo perStato islamico), Abu Alaaal-Afri, e un nutrito gruppodi componenti di gang cri-minali, mentre erano riunitinella moschea al-Shuhadaanella città di Tal Afar». Noti-zie mai confermate e risa-lenti a marzo avevano ripor-tato che il leader dello Statoislamico, Abu Bakr al-Ba-ghdadi, sarebbe rimasto an-ch’egli gravemente ferito oaddirittura ucciso in un al-tro attacco aereo e che AbuAlaa al-Afri gli sarebbe suc-ceduto o in via temporanea(in attesa della sua guari-gione) o definitiva.

IL PROFILO Al netto dell’im-mediato destino del leader

dell’Isis, pare comunque siastata proprio la possibile tran-sizione da al-Baghdadi ad al-Afri ad aver spinto gli Stati Uni-ti a inserire quest’ultimo nel-l’elenco delle persone ricercatecon taglie milionarie. Ma chi èquesto al-Afri? Iracheno, natotra il 1957 e il ‘59 in una locali-tà a sud di Mosul, Abderrah-man Mustafa, sarebbe un qae-dista della generazione di Ba-ghdadi che si è fatto le ossa inAfghanistan sin dalla metà de-gli Anni 90. Di ritorno in Iraqnei primi anni 2000 per contra-stare l’occupazione anglo-americana, Afri avrebbe aderi-to all’ala qaedista irachena nel2004, diventandone sei annipiù tardi uno dei leader localipiù in vista. Secondo gli anali-sti, Afri negli ultimi mesi sem-brava aver assunto un ruolo diprimo piano anche grazie alsuo forte carisma, all’esperien-za comunicativa e, soprattutto,alla doppia legittimità che gliviene dal fatto di essere irache-no e aver combattuto a fiancoproprio di Baghdadi. Hishamal-Hashimi, consulente seniorsull’Isis per il governo irache-no, ha scritto in merito di al-Afri: «È intelligente, un buonleader e un grande ammini-stratore. Se Baghdadi dovessemorire, egli gli succederà al po-tere».

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USA TRENO SBANDA: MUORE ITALIANOAlmeno sette persone sono morte e 140 sono rimaste ferite, ieri, sul treno dell’Amtrak diretto da Washington a New York e deragliato alle porte di Filadelfia. E c’è anche una vittima italiana: Giuseppe Piras, negli Usa per lavoro. Sul convoglio viaggiavano 243 persone. L’Fbi ha escluso l’ipotesi di un attentato terroristico. Pochi minuti prima a 7 chilometri, un convoglio regionale, però, era stato colpito da un proiettile. Il treno avrebbe proceduto a 160 chilometri orari, invece degli 80 consentiti. Il presidente Usa Barack Obama, ha parlato con il sindaco di Filadelfia Michael Nutter e si è detto «preoccupato».

Federica Mogherini, l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue

RLe quote decisein base a Pil e richieste di asilo.Pronti nuovi fondiper 60 milioni

La vittima Patrizia Schettini, 53 anni. Insegnante di musica uccisa a Cosenza

Giuseppe Sala, 57 anni LAPRESSE

Abu al-Afri, numero 2 dell'Isis ANSA

La polizia nella casa famiglia

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55GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

LA SERIE«WAYWARD PINES»

L’AGENTE DILLONTRA OMICIDIE RAPIMENTI

La serie si chiama «Wayward Pines», e si svolge nella tipicacittadina americana. Ma l’agente dei servizi segreti Ethan Burke (Matt Dillon), arrivato alla ricerca di due federali spariti, capisce presto che qualcosa non va. Finito in ospedale si rende conto che i dottori vogliono peggiorare le sue condizioni. Mistero e adrenalina con la firma del regista Shyamalan (Il sesto senso, The village).DA VEDERE STASERAALLE 21 SU FOX (CANALE 112 DI SKY)

C’è un crescendo di creatività e di risultati vincenti. Che rassicurano lavoro e finanze. Il caos amoroso s’affaccia, ma il tripudio suino lo scaccia.

21/3 - 20/4ARIETE

7,5

Potreste ricevere meno consensi d’un test Invalsi. Mediate, non azzannate l’ulna di chi rompe: eviterete guai e spasmi. Il lavoro pesa, sex è goloso.

23/9 - 22/10BILANCIA

6

Un Toro di fronte agli imprevisti è sempre spiazzato, demotivato, noioso più d’una colica. Come oggi. Reagite e producete. Fornicazione sostanziosa.

21/4 - 20/5TORO

6-

Qualsiasi cosa dobbiate fare, pure nel lavoro, vi volumizza gli zebedei. Be quiet e occhio a come spendete i soldi. Sfighe amoro-suine non durano.

23/10 - 22/11SCORPIONE

6-

Progetti d’ogni foggia possono realizzarsi, gli aiuti e la considerazione altrui vi incentivano e portano premi. Insomma tutto OK. Giubilo sudombelicale.

21/5 - 21/6GEMELLI

7,5

Lavoro, viaggi, studi trionfano. E sport e movimento fisico (pure fornicatorio) riducono panza e spaventi allo specchio in vista della prova costume.

23/11 - 21/12SAGITTARIO

8

Potreste avvertire sfigoabbattimento. E scarsa voglia (anzi, zero), di lavorare. Però le buone occasioni arrivano. Anche suine. Non sprecatele.

22/6 - 22/7CANCRO

6

Non fate gli sfigopedanti né sul lavoro, né in famiglia, né nei rapporti. E siate concentrati. Un cicinìn di indolenza fornicatoria vi pervade.

22/12 - 20/1CAPRICORNO

5,5

Potete ottenere affermazioni solide nel lavoro. E stringere contatti, seminare, guidati da un istinto quasi magico. Sudombelico in volata, applaudito.

23/7 - 23/8LEONE

7,5

I vostri exploit sono eccellenti, specialmente in fatto di colloqui, trasferte e lavoro. Gli zebedei risalgono, il sudombelico si ripiglia, che fighi.

21/1 - 19/2ACQUARIO

7+

Luna pienamente a favore del lavoro e ottima ispiratrice inmerito all’impiego del vostro denaro. La voracità suina, però appare in calo. Che stranezza.

24/8 - 22/9VERGINE

7

Soldi e lavoro procurano brividi. Di goduria. E tutta la vostra tabella di marcia viene rispettata. Sudombelico timidino, forse, ma efficiente.

20/2 - 20/3PESCI

7

LO SPORT IN TVCONSIGLI

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Le bellissime di CannesGlamour ma poco social 1La Croisette è da sempre una passerella di “divine”, star e starletteApre la Deneuve, in giuria la Miller e la Marceau. E oggi c’è già la Theron

Elisabetta EspositoINVIATA A CANNES (Francia)

I ngrid Bergman sorride. Ilsuo volto magnetico è il faro

di questo Festival, impossibilenon fermarsi ad ammirarla sulgigantesco manifesto che dalPalais domina Cannes. E ieri se-ra di certo l’avranno osservataanche le tante bellezze del cine-ma di oggi che hanno sfilato perla cerimonia di apertura, pen-sando magari a quanto hannofatto rispetto a lei o a quanto an-cora potranno fare. Certo, perIsabella Rossellini, splendida presidente di giuria della sezio-ne Un Certain Regard, l’effettosarà stato diverso, perché quelladonna magnifica che tutto ilmondo ancora ama è la suamamma. Catherine Deneuve,protagonista del toccante La tetehoute di Emmanuelle Bercot cheha aperto il Festival, l’avrà guar-data con un certo rimpianto. Se-

condo lei, considerata l’ultimadiva di Francia, «non esistonopiù le star di un tempo. Con i so-cial network tutto è condivisocon tutti in tutto il mondo. Gliattori stessi postano le loro fotoprivate e credo sia un peccato,non permettono alla gente di so-gnare».

GIURATE GLAM Ha ragione, mac’è anche chi non si sovraespo-ne. Nella giuria del Concorso,presieduta dai fratelli Coen, cisono due bellezze che non han-no nemmeno un profilo Twitter.Una è l’inglesina Sienna Miller,solare e splendida, l’altra è Sophie Marceau, che la Franciae il mondo amano dai tempi delTempo delle Mele e che a 48 anninon perde un briciolo del suo fa-scino. Ma nella giuria di que-st’anno non vanno sottovalutatela statuaria cantante e composi-trice malese Rokia Traorè e laparticolarissima Rossy de Pal-ma, spagnola amata da Almodo-var di una bellezza non classica

ma intrigante. Ma la lista di sexystar a Cannes è lunga. Oggi toc-ca a Salma Hayek e CharlizeTheron. La prima è la protagoni-sta del primo film italiano inconcorso, Il Racconto dei Rac-conti di Matteo Garrone, che giàieri sera ha raccolto gli applausidella stampa internazionale. Laseconda è attesissima in versio-ne guerriera muscolosa e rasatain Mad Max – Fury Road di Geor-ge Miller. Ma tra attrici in gara evolti immagine di sponsor vari,vedremo pure Natalie Portman,Cate Blanchett, Marion Cotil-lard, Isabelle Huppert, RooneyMara, Adèle Exarchopoulos eLéa Seydoux (ricordate il pre-miatissimo La vita di Adele?),Rachel Weisz e Jane Fonda (perLa Giovinezza di Sorrentino), lanostra Margherita Buy (per MiaMadre di Moretti), Emma Stone,Eva Longoria, Julianne Moore,Laetitia Casta, Naomi Watts,Gong Li, Andie McDowell e Mi-randa Kerr. E Ingrid sorride.

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E Sean Penn arriva col volo di Hollandeper stare con Charlize� Altro che tappeto rosso. Sean Penn voleva ad ogni costo essere a Cannes per stare vicino alla sua Charlize Theron (prota-gonista con Tom Hardy di «Mad Max - Road Fury» che verrà proiettato oggi), così ha approfittato della gentilezza del presidente della Repubblica francese François Hollande e si è fatto dare uno strappo da Haiti con l’aereo presidenziale. I due si trovavano nel paese devastato dal terremoto del 2010 per ispezionare il cantiere di un futuro ospedale. A proposito di cuore, Charlize è a Cannes con il figlio adottivo Jackson e si dice che adesso desideri averne uno con Sean Penn. L’attore, che è nei cinema con il film «The Gunman», ha già due figli più che ventenni avuti dalla collega Robin Wright.

SHOWBIZ

� È stata presentata ieri a Perugia la nuova edizione di Umbria Jazz, il più importante festival musicale jazzistico italiano. A spiccare tra le tantissime proposte attese nel capoluogo umbro tra il 10 e il 19 luglio 2015, la «strana coppia» Tony Bennett-Lady Gaga. Oltre al duo statunitense, anche i Subsonica con tre jazzmen come ospiti, Paolo Conte in un concerto-omaggio e i brasiliani Gilberto Gil e Caetano Veloso.

A PERUGIA DAL 10 AL 19 LUGLIO

Lady Gaga insieme a Tony BennettMa quanti ospiti a Umbria Jazz

� Facebook lancia Instant Articoles, una app per gli iPhone, che consentirà di caricare sulla sua piattaforma articoli, foto e altri contenuti interattivi. Il social network haraggiunto per ora un accordo con nove realtà editoriali: New York Times, National Geographic, BuzzFed, Nbc, The Atlantic, The Guardian, Bbc News, Spiegel e Bild.

IL LANCIO DI UN’APP

Su Facebookecco le newsdei giornali

� Dopo Fabio e Mingo, un altro giornalista, Fulvio Benelli, è stato licenziato da Mediaset per due servizi «taroccati» andati in onda su Rete 4. La colpa di Benelli, aver ingaggiato un uomo per impersonare un truffatore rom e un estremista musulmano«Con questi servizi - scrivono i direttori Brachino e Giordano -Benelli ha ingannato la buona fede delle nostre testate».

IL NUOVO CASO

Servizi taroccatiMediaset licenziail giornalista

� Un duro colpo per gli appassionati: dopo 15 stagioni chiude «Csi - Scena del crimine». Un film-tv conclusivo di due ore andrà in onda il 27 settembre sul network americano Cbs. Lo riferisce il sito Deadline. Per il finale ritornerà anche il criminologo Grissom, primo storico protagonista della serie, interpretato da William Petersen, e Marg Helgenberger nella parte di Catherine Willows. «Csi» è consi-derato un telefilm all’avanguardia per le tecniche cinematografiche usate e per la scelta di applicare tecnologia e scienza al genere.

LA SERIE CHE HA RIVOLUZIONATO IL POLIZIESCO

Alcuni protagonisti della storica serie «Csi», in onda dal 2000

Csi chiude dopo quindici anniUn film tv per salutare i fan

Quattro giurati di Cannes: Sophie Marceau, Rossy de Palma, Sienna Miller a e Jake Gyllenhaal. A destra, Catherine Deneuve EPA/GETTY

56 GIOVEDÌ 14 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sono passati ottant’anni dal sogno del nostro fondatore Gaetano Marzotto: una viticoltura moderna, efficiente,

fatta di uomini, natura e tecnologia insieme. Dopo ottant’anni siamo orgogliosi di tutto quello che abbiamo fatto

da allora, ma siamo convinti che la strada che abbiamo davanti sia più lunga di quella che abbiamo alle spalle.

Dopo ottant’anni siamo solo all’inizio.www.santamargherita.com