La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 giovedì 9 aprile 2015 anno 119 - numero 83 euro 1,40 9 771120 506000 50 4 0 9> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano TRIPLETE? JUVE SI PUÒ I grandi ex credono nell’impresa: «Se i big saranno al meglio, può vincere la Champions» E Carlitos recupera per il Monaco DELLA VALLE, LICARI ALLE PAGINE 2-3 OLIVERO, PASOTTO A PAGINA 13 I ROSSONERI Inzaghi ci crede «Milan in Europa Menez re del gol» 13 INTER, LA SVOLTA POSSIBILE IL PIANO MORATTI CON 30 MILA AZIONISTI Soci vip da 1000 euro e l’ingresso di fondi stranieri per far partire la nuova rivoluzione nerazzurra con Pellegrini in regia CECERE, GUIDI, IARIA, PAGLIARA, TAIDELLI ALLE PAGINE 10-11 Il messaggio di Pippo: «Vogliamo regalare una gioia ai tifosi» n CE BERARDINO, BIANCHI, CIERI, CITO, MALFITANO, G. MONTI, SCHIANCHI DA PAGINA 6 A PAGINA 9 ANCORA LAZIO PIOLI IN FINALE CONTRO ALLEGRI 6 Senad Lulic, 29 anni, festeggiato dai compagni dopo il gol Lulic entra, segna e poi salva sulla linea. Il Napoli battuto al San Paolo, fuori dalla Coppa Italia e in ritiro IL RECUPERO Il cuore del Parma è infinito Varela stende l’Udinese (1-0) 16 LONGHI, VELLUZZI A PAGINA 16 NEL MONDO Messi e Ronaldo, gol no stop Per Ibra due finali di Coppa 18 GRANDESSO, RICCI ALLE PAGINE 18-20 Moratti torna all’Inter. Si è stancato di andare a vedere i cantieri, preferisce osservare le macerie IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchi w Offerti 25 milioni per l’attaccante del Palermo. Ma si muove anche l’Inter TEVEZ AL BOCA? C’É DYBALA LAUDISA A PAGINA 5 IL COMMENTO di Sebastiano Vernazza 23 ELOGIO DI PIOLI TECNICO INVISIBILE Che cosa deve fare ancora Stefano Pioli per avere l’attenzione che merita? La sua Lazio in campionato tallona la Roma nella corsa al secondo posto, che vale la Champions diretta, e ieri sera si è qualificata per la finale di Coppa Italia contro la Juve. Di Pioli però si continua a parlare poco o a non parlare per niente, come se fosse invisibile. L'ARTICOLO A PAGINA 23 L’ANALISI di Massimo Cecchini 23 LA LEZIONE AMERICANA DI MISTER PALLOTTA Sono passati esattamente 30 anni da quando Italo Calvino realizzò (non per intero) le sue «Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio». Quel millennio è arrivato, ma a darci lezioni americane di chiarezza e visibilità stavolta è toccato a un uomo d’affari bostoniano che ha trovato parole per gli ultrà finora rimaste a galleggiare nei corridoi. L'ARTICOLO A PAGINA 23 DA NON PERDERE 1 Destini da cartoni in F.1 «Paperino» Alonso e «Gastone» Vettel CASADIO, COMMENTO DI ALLIEVI PAG. 24 Lo scopritore di Marquez «Era un ragazzo di 38 chili con la testa di un 25enne» FALSAPERLA A PAGINA 25 Basket: favola Mussini unico italiano nella sfida che lancia verso l’Nba DI SCHIAVI A PAGINA 31 2 3 Un’esultanza di Carlos Tevez, 31 anni, alla seconda stagione con la Juve Paulo Dybala, 21 anni

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Page 1: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 giovedì 9 aprile 2015 anno 119 - numero 83 euro 1,40

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TRIPLETE?JUVESI PUÒI grandi ex credono nell’impresa: «Se i big saranno al meglio, può vincere la Champions»E Carlitos recupera per il MonacoDELLA VALLE, LICARI ALLE PAGINE 2-3

OLIVERO, PASOTTO A PAGINA 13

I ROSSONERI

Inzaghi ci crede«Milan in Europa

Menez re del gol»

13INTER, LA SVOLTA POSSIBILE

IL PIANOMORATTICON 30 MILAAZIONISTI

Soci vipda 1000 euro

e l’ingressodi fondi stranieriper far partire la

nuova rivoluzione nerazzurra

con Pellegriniin regia

CECERE, GUIDI, IARIA, PAGLIARA,TAIDELLI ALLE PAGINE 10-11

Il messaggio di Pippo: «Vogliamo regalare una gioia ai tifosi»

n

CE

BERARDINO, BIANCHI, CIERI, CITO, MALFITANO, G. MONTI, SCHIANCHI DA PAGINA 6 A PAGINA 9

ANCORA LAZIOPIOLI IN FINALECONTRO ALLEGRI

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Senad Lulic, 29 anni, festeggiato dai compagni dopo il gol

Lulic entra, segna e poi salva sulla linea. Il Napoli battuto al San Paolo, fuori dalla Coppa Italia e in ritiro

IL RECUPEROIl cuore del Parma è infinitoVarela stende l’Udinese (1-0)

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LONGHI, VELLUZZI A PAGINA 16

NEL MONDOMessi e Ronaldo, gol no stopPer Ibra due finali di Coppa

18

GRANDESSO, RICCI ALLE PAGINE 18-20

Moratti torna all’Inter. Si è stancato di andare a vedere i cantieri,

preferisce osservare le macerie

IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchiw

Offerti 25 milioni per l’attaccante del Palermo. Ma si muove anche l’Inter

TEVEZ AL BOCA? C’É DYBALALAUDISA A PAGINA 5

IL COMMENTOdi Sebastiano Vernazza

23

ELOGIO DI PIOLITECNICO INVISIBILE

Che cosa deve fare ancora Stefano Pioli per avere l’attenzione che merita? La sua Lazio in campionato tallona la Roma nella corsa al secondo posto, che vale la Champions diretta, e ieri sera si è qualificata per la finale di Coppa Italia contro la Juve. Di Pioli però si continua a parlare poco o a non parlare per niente, come se fosse invisibile. L'ARTICOLO A PAGINA 23

L’ANALISIdi Massimo Cecchini

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LA LEZIONE AMERICANADI MISTER PALLOTTA

Sono passati esattamente 30 anni da quando Italo Calvino realizzò (non per intero) le sue «Lezioni americane: sei proposteper il prossimo millennio». Quel millennio è arrivato, ma a darci lezioni americane di chiarezza e visibilità stavolta è toccato a un uomo d’affari bostoniano che ha trovato parole per gli ultrà finora rimaste a galleggiare nei corridoi.L'ARTICOLO A PAGINA 23

DA NON PERDERE

1 Destini da cartoni in F.1«Paperino» Alonsoe «Gastone» VettelCASADIO, COMMENTO DI ALLIEVI PAG. 24

Lo scopritore di Marquez«Era un ragazzo di 38 chilicon la testa di un 25enne»FALSAPERLA A PAGINA 25

Basket: favola Mussini unico italiano nella sfida che lancia verso l’NbaDI SCHIAVI A PAGINA 31

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Un’esultanza

di Carlos

Tevez, 31

anni, alla

seconda

stagione con

la Juve

Paulo Dybala, 21 anni

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SERIE AA UN PASSO DALLO SCUDETTOCon 14 punti di vantaggio sulla seconda(più lo scontro diretto a proprio favore) a 9 giornate dalla fine, la Juve ha il tricolore quasi in tasca: mancano 13 punti per la matematica certezza. Sabato i bianconeri torneranno in campo a Parma (ore 18).

CHAMPIONS LEAGUEMIRINO SULLA SEMIFINALEEliminando il Dortmund, la Juve si è qualificata per i quarti di Champions dopo due anni. I bianconeri sfidano il Monaco (andata il 14 aprile, ritornoil 22): la semifinale manca dal 2003. Gli altri quarti: Atletico-Real, Porto-Bayern e PSG-Barcellona

COPPA ITALIAMIRINO SULLA DECIMAQuest’anno la Juve non molla neanche la coppa Italia. Dopo il k.o. dell’andata a Torino, la squadra di Allegri ha fatto l’impresa a Firenze e ora è in finale, in programma il 7 giugno a Roma contro la Lazio. La Juve ha vinto il trofeo nove volte, l’ultimo trionfo risale al 1995.

I TRE FRONTIGLI IMPEGNIBIANCONERI

IL CONFRONTOINTER 2009-10 JUVE 2014-15

Media 39,2 m 33,8 m Corta

BARICENTRO MEDIOMolto basso 47 m 51,2 m Medio

LUNGHEZZA

LARGHEZZA

48,5 m 51,6 m

TIRI IN PORTA

TIRI FUORI4,77

5,08

5,38

5,63

% REALIZZAZIONE

13 14

IN CHAMPIONS

Media 39,3 m 34,9 m Corta

BARICENTRO MEDIOBasso 50,5 m 53,1 m Medio

LUNGHEZZA

LARGHEZZA

46,2 m 49,7 m

% REALIZZAZIONE

16 16

IN CAMPIONATO

TIRI IN PORTA

TIRI FUORI5,47

7,05

5,59

6,93

GDS

Fabio Licari

S ognando la tripletta, co-me un tempo si sognavala California. Sognando

scudetto, Coppa Italia e Cham-pions League nello stesso anno,come l’Inter di Mou nel 2010.Mica facile. Pazza idea, il triple-te (chissà poi perché in versionespagnola). I più scaramanticitra i tifosi juventini non voglio-no neanche sentirlo pronuncia-re: ma a sognare non si fa pec-cato, altrimenti meglio ritirarsiprima, no? Lo stesso Allegri,uno poco abituato ai proclami,l’ha messa lì col sorriso: «Sareb-be bello dover spostare la finaledi Coppa Italia», prevista il 7giugno. Poco opportunamente.Perché un giorno prima, il 6 aBerlino, è fissata da tempo la fi-nale di Champions. La Lega aquanto pare non scommettemai su un’italiana che arrivi fi-no in fondo, visto che da due

stagioni fissa la data della cop-pa nazionale a ridosso della exCoppa Campioni e non pensaneanche alla Nazionale (incampo il 12 in Croazia). Scomo-diamo Freud? D’accordo il ca-lendario intasato, forse qualco-sa andrà ripensato. Ma la do-manda è: Juve, si può?

RARO «TRIPLETE» La triplettanon è proprio uno scherzo se cisono riuscite soltanto settesquadre: dopo l’Inter (2010) cel’ha fatta il Bayern di Heynckes(2013). In precedenza Celtic

(1967), Ajax (1972), Psv(1988), Manchester United(1999) e Barcellona (2009).Sembra che con il nuovo secolole possibilità si siano moltipli-cate invece di ridursi. Diceva ilsaggio Mou: in campionato vin-cono i più forti, la Champions èil torneo dei «dettagli». E maicome in questa edizione i famo-si dettagli saranno decisivi, al-meno per la Juve outsider comel’Inter 2010. Il Monaco è, in teo-ria, un bel dettaglio, nel sensodi squadra da prendere per iquarti. Bianconeri favoriti. Madopo? Le percentuali chel’evento accada non sono altis-sime, ma Psg, Atletico e Porto,tutte più abbordabili, potrebbe-ro avere la meglio su Barça, Re-al e Bayern. Magari basterebbetrovarne una in semifinale...

CHAMPIONS DA OUTSIDER Ilcammino dell’Inter nel 2010non è stato troppo diverso. Erafinita seconda nel gruppo, conqualche spavento, alle spalledel Barcellona (Juve dietroun’altra spagnola, l’Atletico,con non pochi brividi). Negli ot-tavi doppio successo con ilChelsea che, due anni prima,aveva perso la finale di Cham-pions nel derby con lo United (ilBorussia, messo sotto due vol-te, nel 2013 è andato k.o. con il«cugino» Bayern). Nei quarti lamigliore, ossia il Cska Moscacome il Monaco: le similitudinidel calendario, non poche, si

fermano qui (per la cronaca, irussi furono stesi con un doppio1-0). Poi Barça e Bayern in fina-le. In campo due difese quasi in-superabili (0,7 gol subiti a par-tita l’Inter, 0,6 la Juve fino adoggi), mediane potenti e tecni-che (Sneijder, Zanetti, Cam-biasso, Stankovic come Pirlo,Pogba, Marchisio, Vidal) e unargentino non più giovane magoleador (Milito-Tevez). A pro-posito di dettagli: l’infortuniodi Pirlo con il Borussia ha sem-plificato il ricorso alla difesa a4; il possibile rientro di Pogbain semifinale può spostare equi-libri. Le differenze, che sono poi quelle tra Mou e Allegri, sivedono: Juve più alta, più cortae più larga; meno rinvii dal fon-do (la metà dei nerazzurri, ere-dità post-Conte); recupero pal-la più alto. Entrambe erano sor-prese, le ultime della storia: daallora hanno sollevato il trofeoquelle ricche e potenti (Barcel-lona, Chelsea, Bayern e Real).

CAMPIONATO: CHE DIFESA Unpiccolo vantaggio la Juve cel’ha: salvo sorpresissime, un ti-tolo su tre è già suo. Mentre Mou si trovava ad affrontare larimonta della Roma, addirittu-ra il sorpasso a fine marzo, e al-la fine vinse di 2 punti, oggi ilvantaggio della Juve sui giallo-rossi è siderale (+14). Un even-tuale sorpasso non potrebbe ve-rificarsi prima della 34ª giorna-ta. Come dire: gestendo un po’ i9 turni mancanti, la Juve po-trebbe avere più energie per lecoppe. Rispetto all’Inter, la me-

JuveAllegri come Mou?Tra Lazio, Monaco,

fortuna e analogieè caccia aperta

1 Fare come l’Inter nel 2010è dura, ma la Juve c’è: in comune

difese di ferro e super medianeIn Europa pericolo grandi, ma

anche il Barça 5 anni fa lo era

Primo pianoRI bianconeri tra presente e futuro

MASSIMILIANO ALLEGRI27 GENNAIO 2015

IL TRIPLETE? CONTA ESSERE

COMPETITIVIFINO ALLA FINE

1Il k.o. della Juve nel 2015: semifinale d’andatadi Coppa Italia, 1-2con la Fiorentina (per i bianconeri in gol Llorente)

IL NUMERO

MASSIMILIANO ALLEGRI7 APRILE 2015

TRIPLETE? SAREBBE BELLO SPOSTARE

LA FINALEDI COPPA ITALIA...

CINQUE ANNI FAL’IMPRESONADEI NERAZZURRI� La foto qui a fianco immortala una data storica: è il 22 maggio 2010, a Madrid l’Inter batte il Bayern Monaco con una doppietta di Milito e vince la Champions League dopo 45 anni. Ma quella è un’annata strepitosa, nella quale la squadra di Mourinho realizza il celebre triplete visto che alza al cielo anche la coppa Italia e lo scudetto. Una stagione perfetta, che i tifosi nerazzurri non dimenticheranno mai.

Fernando Llorente, 30 LAPRESSE

Sognandoil triplete

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3GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

TUTTE LE COMBINAZIONI

In Europa 7 italianeDipenderà tutto da Napoli e Montella

Q uante italiane nelleprossime coppe: 6 o7? Chi ai gruppi e chiai playoff? Tanti dub-

bi perché mai come que-st’anno il quadro delle quali-ficazioni è stato così compli-cato. «Colpa» di alcune bellenovità regolamentari, comela vincente di Europa Lea-gue qualificata di diritto allaChampions. Vediamo cosasuccederebbe con la classifi-ca di oggi (29a giornata), inattesa degli sviluppi di Cop-pa Italia, Champions ed Eu-roleague. E con un paio diavvertenze: il 7° posto nonserve a niente; la finalistasconfitta di Coppa Italia nonha diritto a posti in Europa.

CHAMPIONS Oggi la Juvesarebbe ai gruppi (e, inquanto campione d’Italia,testa di serie). Anche la Ro-ma, 2a, ai gruppi (con il suocoefficiente tra terza e quar-ta fascia). La Lazio, 3a, aiplayoff di fine agosto.

EUROPA LEAGUE Si qualifi-cano 4a, 5a e vincente di Cop-pa Italia. Il 6° posto dà l’ac-cesso alle coppe quest’annoin quanto la vincente di Cop-pa Italia (una tra Lazio e Ju-ve) è tra le prime 6 del cam-pionato. La Fiorentina(4a) va ai gruppi assieme alla

Samp (5a). Infine il Napoli:obbligato al terzo preliminare in quanto 6° in campionato.

ITALIANA VINCE EL Se poi unatra Napoli e Fiorentina vincel’Euroleague, va in Championsma non aggiunge un posto perle italiane in EL. Quindi 6 italia-ne nelle coppe (4 CL+2 EL). Seperò Napoli (o Fiorentina) fini-scono oltre il 6° posto e vinconol’Euroleague, qualificandosi al-la Champions, allora si aggiun-gerà un’italiana in Europa Lea-gue (la 6a in campionato).Quindi 7 italiane in totale (4CL+3 EL).

CASI PARTICOLARI 1)Se il Na-poli vince l’EL, va ai playoff diChampions. A meno che laChampions 2015 sia vinta dauna squadra che s’aggiudicaanche il campionato (Juve,Chelsea, Bayern, Psg...): inquesto caso si qualificherebbeai gruppi. E se fosse 3° in cam-pionato avremmo allora 3squadre ai gruppi e nessuna aiplayoff. 2) Se invece il Napoli vince l’EL e si piazza oltre il 3°posto in campionato, lascia inEuropa League solo due italia-ne: se è 6°, le due italiane vannoai gruppi; se è 4° oppure 5°,l’italiana peggio piazzata va alterzo preliminare.

f.li.© RIPRODUZIONE RISERVATA

dia gol è uguale (1,97), ma ladifesa ancor più blindata: 0,5invece di 0,9 gol subiti, in me-dia, a partita. E meno sconfitte.

COPPA ITALIA Qui l’Inter erauna macchina di successi «es-senziali»: contro Livorno, Ju-ve, e Fiorentina in semifinale(guarda un po’), e poi Roma al-l’epilogo, quattro volte 1-0 e un2-1. Più ballerina la Juve: 6-1al Verona, 1-0 al Parma, unasconfitta e poi un gran succes-so con i viola. E una statisticaterribile: l’ultimo successobianconero nel 1995, poi tre fi-nali perse con Parma (2002),Lazio (2004) e Napoli (2012).Vent’anni all’asciutto sono tan-ti. Soprattutto con la «decima»all’orizzonte: solo Juve e Ro-ma, ormai out, hanno vinto 9Coppe Italia. Ma sì, è un belgioco, e neanche l’Inter ci cre-deva. Finché non cominciò acrederci.

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ALESSIO TACCHINARDICENTROCAMPISTA JUVE 1994-2005

A DORTMUNDLA JUVE È STATA

TRAVOLGENTE, STA FACENDO MEGLIO

DEGLI ANNI PASSATI

FABRIZIO RAVANELLIATTACCANTE JUVE 1992-96

QUESTA SQUADRASTA REALIZZANDO COSE

INCREDIBILI: SE BATTE IL MONACO, POTRÀ

PENSARE IN GRANDE

GIUSEPPE FURINOCENTROCAMPISTA JUVE 1969-84

L’ANNATA BIANCONERA NON MI SORPRENDE,

I GIOCATORI SONO FORTI FISICAMENTE

E CARATTERIALMENTE

GIORGIO CHIELLINIDIFENSORE DELLA JUVENTUS

È GIUSTO CHE I TIFOSI SOGNINO IL TRIPLETE,

NOI DOBBIAMO PENSARE AL PRESENTE E VIVERE

LA QUOTIDIANITÀ

fIL PARERE DEI GRANDI EX

TRA TIFO E SCARAMANZIA«Max, ce la puoi fareMa in Champions servono i big al meglio»1Da Tacchinardi a Ravanelli, i bianconeri del passato credononell’impresa. I punti di forza? «Società, mentalità e meno stress»

Fabiana Della Valle

C’ è chi sogna e chi in-vece frena, perchéper raggiungere gli

obiettivi è meglio restare coni piedi ben piantati per terra.In casa Juventus tutti glissa-no sulla parola triplete: «An-diamo piano piano — è statoil commento di Max Pereyrasubito dopo la vittoria inCoppa Italia sulla Fiorentina—, pensiamo al Parma».Idem Giorgio Chiellini: «So-no una persona equilibrata,penso gara dopo gara. È giu-sto che i tifosi sognino, noidobbiamo pensare al presen-te e vivere la quotidianità».

AUTOSTIMA MAGICA Glijuventini però adesso ci cre-dono davvero, e non stiamoparlando soltanto dei sup-porter bianconeri. Anche diex giocatori, gente che neglianni ha sollevato parecchitrofei con quella maglia ad-dosso e sa riconoscere unasquadra che è in grado di su-perare i propri limiti. Per lo-ro il triplete non è un solo unsogno impossibile, ma unobiettivo da perseguire finoin fondo. «Per arrivare al tri-plete ci vogliono grandi gio-catori — dice Alessio Tacchi-nardi —. A Firenze la Juven-tus ha sorpreso tutti, dimo-strando di saper vincereanche senza Tevez, Buffon,

Pogba e Pirlo, ma in ChampionsLeague il livello è più alto. Perquesto Allegri avrà bisogno ditutti i suoi campioni al top, per-ché nelle partite importanti so-no loro a fare la differenza. ADortmund la Juve è stata tra-volgente, in questo momentoc’è grande autostima e autocon-vinzione, tutto può succedere».Anche Fabrizio Ravanelli è pos-sibilista: «Il sogno adesso c’è edè legittimo, ma una grandesquadra deve salire un gradinoper volta. La finale di Coppa Ita-lia è stata conquistata, sabato laJuve deve battere il Parma emettere ancora più al sicuro loscudetto, poi deve superare l’ostacolo Monaco in Cham-

pions. Se andrà in semifinale,potrà davvero puntare al triple-te. Ha acquisito un’autostimache non sfocia in presunzione epuò raggiungere qualsiasi tra-guardo. In ogni caso arrivaretra le prime quattro sarebbe giàun grande successo».

STREGATI DA MAX Per Giusep-pe Furino questa Juve «è fortefisicamente e caratterialmentee può giocarsela con tutti. Nonsono sorpreso, mi aspettavouna grande stagione». Tacchi-nardi invece non immaginavache la Juve riuscisse a fare me-glio degli anni passati: «Allegrimi ha sorpreso, essendo lui nel-l’occhio del ciclone è diventatonon volendo un parafulmineper la squadra. Non credevo chequesta squadra potesse giocarea quattro dietro e che riuscisse avincere senza Tevez. I giocatorisono sereni e poco stressati etutto questo è merito dell’alle-natore. Buffon e Chiellini han-no ereditato la nostra mentalitàvincente e l’hanno trasmessa atutti gli altri. Non è stato taglia-to il cordone ombelicale». «Al-legri ha messo in risalto il giocodella squadra — aggiunge Ra-vanelli —, come dice AndreaAgnelli, tutti sono fondamenta-li ma nessuno è indispensabile.Dietro però c’è un grande lavo-ro di programmazione della so-cietà: il presidente, Marotta eParatici hanno fatto un grandis-simo lavoro».

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L’urlo di Bonucci dopo il 3-0 alla Fiorentina in Coppa Italia: con lui Sturaro, Morata e Chiellini SYNC

L’URLO DI FIRENZE

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4 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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5GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Juve serena Tevez c’èMa il Bocafa sul serio1Carlitos sta bene, però l’ex club pressa sempre di più per riaverlo Offerti 25 milioni per Dybala: l’Inter vede gli agenti del palermitano

Carlos Tevez, 31 anni, seconda stagione alla Juventus LAPRESSE

Carlo Laudisa@carlolaudisa

P remessa: Tevez è tornatosubito in gruppo, gli esamistrumentali hanno escluso

lesioni muscolari. Dunque, l’Apa-che ha già la testa al Monaco. Sor-ride il pianeta Juve, che però nelfrattempo guarda con preoccupa-zione all’ennesimo assalto del Bo-ca Juniors al dieci bianconero.Già, in vista delle prossime elezio-ni presidenziali appunto del Bocaè infatti partito un nuovo avvici-naento al «jugador del pueblo». Siparla da mesi di questo corteggia-mento che, guarda caso, ha indot-to l’Apache a comunicare per tem-po ai dirigenti bianconeri la vo-lontà di chiudere la propria espe-rienza italiana nell’estate 2016.

L’OFFERTA Ma nei giorni scorsida Buenos Aires è arrivata unaproposta ancor più circostanzia-ta. All’attuale presidente Daniel Angelici ha deciso di contrapporsiMauricio Macri, il potente im-prenditore e politico che in passa-to ha già ricoperto l’incarico dinumero uno del club tanto caro aTevez. E per dare lustro alla suacampagna elettorale l’ex presi-dente ha stanziato l’equivalentedi 10 milioni di euro per riportarea casa il bianconero. La tempisti-ca non gioca a favore della societàdi corso Galileo Ferraris. Tevez inestate sarà impegnato quasi cer-tamente con la nazionale argenti-na nella Coppa America e avrà bi-sogno di vacanze adeguate, limi-tando non poco il suo rendimentonella prima parte della prossimastagione. Aggiungiamoci che gliimpegni elettorali permetterannoa Macri di formalizzare la suaproposta solo a fine 2015. Tuttolascia credere, dunque, che Ma-rotta e Paratici debbano gestirequesta situazione con assolutacautela. Nessuno si permette dimettere in discussione l’attaccan-te argentino che si sta distinguen-do non solo per il rendimento rea-lizzativo, ma anche per la suaesemplare applicazione profes-sionale. Quindi la società campio-ne d’Italia deve per forza lasciarela prima mossa al giocatore. Nona caso nelle scorse settimanel’a.d. Beppe Marotta è stato chia-ro: «Siamo i primi a essere con-tenti se Tevez vuol restare». In al-tri termini: deve dirci lui se inten-de scacciare le tentazioni argenti-ne. Ma è chiaro che la Juve non

può restare con le mani in mano.Se a fine stagione Carlitos davve-ro cedesse alle nostalgie di casa,si renderebbe indispensabile unasoluzione di primaria importan-za. E ciò spiega perché Marottacontinua a dialogare con Mauri-zio Zamparini per Dybala, consi-derato in grado di raccogliere loscettro dell’Apache.

CONTATTI Ieri il presidente delPalermo ha visto Pierpaolo Triul-zi, l’agente della Joya, che in que-sti giorni milanesi ha avuto altriimportanti contatti. Nel dialogocon i bianconeri è emersa una va-lutazione intorno ai 25 milionipiù bonus, mentre il proprietariodel club rosanero ne chiede 40. Latattica bianconera ricalca quella di un anno fa per Iturbe con il Ve-rona. In quell’occasione ebbe lameglio la Roma che, guarda caso,ha rifatto capolino proprio nelleultime ore.

IL MEETING Ma la mossa piùesplicita è arrivata dall’Inter. Do-po i complimenti pubblici di Ro-berto Mancini s’è fatto vivo ancheil d.t. nerazzurro Piero Ausilio.Nel vertice di martedì sera a Mila-no il dirigente interista s’è con-frontato con l’entourage di Dyba-la, esprimendo la disponibilità aformulare al più presto un’offertaimportante. Ovviamente la sortitainterista deve fare i conti con lepriorità acquisite dal manage-ment juventino. Peraltro il gioca-tore sa bene come a Torino le pro-spettive professionali siano moltopiù intriganti per via di quella ve-trina in Champions che a Milanonon possono garantire. Certo,l’assalto interista fa il gioco del Pa-lermo. Ma sul tavolo l’insidia piùpericolosa è sempre quella ingle-se. L’Arsenal metterà davvero sulpiatto i 40 milioni tanto cari aivenditori? È questa la vera inco-gnita. La Juve per ora prende tem-po. Magari domani in Lega può es-serci occasione per un’accelerata.

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Un brivido per BarzagliLichtsteiner e Pirlo okay1Indolenzimento a un polpaccio per il difensore: gli esami escludono lesioni. Solo una botta per lo svizzero, Andrea in gruppo

Stephan Lichtsteiner, 31 anni, alla Juve dal 2011 LAPRESSE

Mirko GrazianoMILANO

B rivido Barzagli ieripomeriggio. Allarmeche sarebbe però già

rientrato. Un dolorino alpolpaccio, comparso nelprepartita di Firenze, avevafatto pensare al peggio, d’al-tronde la zona è parecchiosubdola a livello di tempi direcupero. In serata le rassi-curazioni da parte della Ju-ventus: «Andrea Barzagli èstato sottoposto ad accerta-menti – si leggeva su Juven-tus.com –. Gli esami hannoescluso lesioni muscolari edevidenziato un modesto so-vraccarico al muscolo soleo.Le condizioni verranno co-stantemente monitorate,ma la sua presenza a Parma

rimane in dubbio». Diciamopure che il 33enne gigante diFiesole al Tardini non ci sarà,troppo importante averlo a di-sposizione martedì prossimo,in Champions League, quandoAllegri difficilmente rinunceràal solido 3-5-2, con il muro tut-to azzurro a proteggere GigiBuffon.

BENE LICHT!In precedenza,erano arrivate solo buone noti-zie dall’infermeria. Zero dannia livello muscolare per CarlitosTevez. E un gran un sospiro disollievo anche dal fronte Ste-phan Lichtsteiner, bloccato daun problema alla coscia destradurante il riscaldamento a Fi-renze: una semplice contusio-ne per l’esterno svizzero, cheieri ha naturalmente lavorato aparte, seguendo un program-ma leggerissimo a base soprat-tutto di terapie. Massimiliano Allegri recupera allora pezziimportanti, anzi fondamentaliin vista dei 180’ europei controil Monaco.

PIRLO IN GRUPPO E da ieri è apieno regime Andrea Pirlo, asecco di minuti ufficiali dal 24febbraio scorso, gara d’andatacon il Borussia Dortmund. C’èperò grande prudenza attornoal polpaccio destro del geniobresciano, e allora non è asso-lutamente scontato il rientro incampo sabato sera, a Parma.Certa invece la presenza inChampions, probabilmentepartendo dalla panchina. Nellatesta di Allegri la formazioneanti Monaco è già fatta, natu-ralmente nella speranza che lasfortuna non crei ulteriori pro-blemi. Sarà 3-5-2 con Buffon inporta, Barzagli, Bonucci eChiellini dietro, Lichtsteiner edEvra sulle fasce, Marchisio inregia, Vidal e Pereyra interni,Morata e Tevez là davanti. Nelcaso invece venisse rischiatoPirlo dal primo minuto, sareb-be quasi certamente Pereyra ascivolare in panchina.

TREZEGUET... PRESIDENTE! Ie-ri, giornata di riposo per i pro-tagonisti del capolavoro diCoppa Italia, da oggi ranghicompatti. A Parma non è daescludere un 4-3-3 con parec-chio turnover. Azzardiamo unundici: Buffon in porta; Pa-doin, Bonucci, Ogbonna e DeCeglie dietro; Sturaro, Marchi-sio e Pereyra a centrocampo;Pepe, Llorente e Coman in at-tacco. In ogni modo, solo l’alle-namento di questa mattina e larifinitura di domani darannoindicazioni concrete sotto ilprofilo tattico. Intanto, David Trezeguet torna ufficialmente nella Juventus, e ricoprirà ilruolo di Presidente delle «Ju-ventus Legends» . «Lascio il cal-cio giocato – dice a Juven-tus.com uno dei più grandi at-taccanti della storia biancone-ra –, ma ho la possibilità diiniziare una nuova avventuracon la squadra che mi ha fattocrescere come giocatore e co-me uomo. Sono davvero fieroche il presidente Agnelli abbiapensato a me. Sarà un’avven-tura interessante, un’avventu-ra bella, un’avventura da svi-luppare anche con ex giocatoridella Juventus. Esportiamo lastoria bianconera in giro per ilmondo, e da parte mia inizieròil 4 maggio a Fukuoka, in Giap-pone: avremo una partita inte-ressante e altri sviluppi a livel-lo sociale e culturale».

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Primo pianoRI bianconeri tra presente e futuro

Paulo Dybala, 21 anni ANSA Andrea Barzagli, 33 anni ANSA

Page 6: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

6

NAPOLI 5,5

Fino a quando Felipe Andersonha agito dalle sue parti, Maggio l’ha contenuto impedendogli d’incidere sul gioco.

6,5

IL MIGLIOREMAGGIO

ANDUJAR 6 Prima di soccombere, compie una prodezza su Lulic.ALBIOL 5,5 Klose gli va via una sola volta, ma arriva in ritardo sul cross di Anderson da cui scaturisce il gol.BRITOS 5,5 Si ritrova spesso a dover raddoppiare su Candreva e Klose con risultati modesti.GHOULAM 5 Nel secondo tempo crolla sotto i colpi di Felipe Anderson che, nel frattempo, s’è spostato dalla sua parte.GARGANO 5 Un rientro sotto tono, tanta aggressività, ma poca praticità. Cataldi lo tiene in apprensione.INSIGNE 6 Crea l’unica vera occasione da gol, ma sulla linea di porta trova un grande Lulic che salva.

INLER 6 Prova a creare qualcosa sul piano del gioco, ma nemmeno stavolta è supportato dagli attaccanti.GABBIADINI 6 Merita la sufficienza per il palo colpito su punizione e per un’apertura che mette Higuain solo dinanzi a Berisha.CALLEJON 5 Benitez lo inserisce convinto di poterne sfruttare l’estro, ma lui delude ancora.HAMSIK 6 Si rivede sul finire della gara quando libera De Guzman al tiro e quando ci prova lui stesso dalla distanza.MERTENS 5 Solito corridore, soliti dribbling, ma non sa essere concreto. Ha una buona occasione che sbaglia.DE GUZMAN 5 Si fa notare per un fallo su Biglia che gli costa l’ammonizione.ALL. BENITEZ 5 Gli resta l’Europa League per evitare il fallimento di un’intera stagione.

BASTA INDEMONIATO SULLA DESTRA, BIGLIA DIRIGE. MERTENS POCO CONCRETO. HIGUAIN, CHE FINE HAI FATTO?

ORSATO Dirige con autorità e non si fa sorprendere dal nervosismo crescente.Giuste le ammonizioni e chiude la gara senza contestazioni particolari.

LE PAGELLE di MIMMO MALFITANO

6 TONOLINI 5,5 PASSERI 6

Non s’era mai visto così impreciso e svogliato. Avrebbe potuto sbloccare il risultato, ma ha fallito la deviazione un paio di volte.

IL PEGGIOREHIGUAIN

5

LAZIO 6,5

In 23 minuti (più recupero) segna il gol vincente e lo difende salvando sulla linea un tiro a colpo sicuro di Insigne.

7

IL MIGLIORELULIC

BERISHA 6 Chiude lo specchio a Mertens e resta quella la parata più difficile.BASTA 7 Un indemoniato sulla fascia destra, dalle sue parti è praticamente impossibile passare.DE VRIJ 6 Impeccabile nel gioco aereo, un po’ meno nei raddoppi su Higuain.MAURICIO 6 Prova in tutti i modi a rendere inoffensivo il Pipita e ci riesce.CAVANDA s.v. Negli undici minuti che gli concede Pioli s’invola due volte verso Andujar.CATALDI 5,5 Ha corso tanto e ha chiuso su Gargano, ma a inizio ripresa è stato sostituito.MAURI 6 Utilissimo soprattutto nel tenere palla una volta passati

in vantaggio.BIGLIA 6,5 Non c’è stata azione che non si partita dai suoi piedi: instancabile metodista.PAROLO 6 Ha saputo inserirsi negli spazi che gli ha concesso Inler. Due buone conclusioni.CANDREVA 6 Ha costretto Ghoulam a parecchie rincorse. Troppo velleitario nel cercare il tiro da fuori.KLOSE 6 Ha lottato con grande forza contro Albiol tenendolo in apprensione, anche se ha concluso poco.FELIPE ANDERSON 7 Quando ha deciso di accelerare ha fatto la differenza. Suo il cross per il gol di Lulic.ALL. PIOLI 7 Ottava vittoria consecutiva nelle due competizioni e finale di coppa Italia: il momento è tutto suo.

Commette un paio di errori tra cui un retropassaggio che mette i brividi a Berisha.

IL PEGGIOREBRAAFHEID

5

� 1 Il gol di Lulic che ha deciso la partita: azione devastante di Felipe Anderson, assist in area e Lulicmette dentro ANSA � 2 Un tentativo senza fortuna di Gabbiadini LAPRESSE � 3 L’esultanza dei giocatori della Lazio per il gol-qualificazione. Biancocelesti di nuovo in finale di Coppa Italia a due anni di distanza GETTY IMAGES

1 2

Lulic, ancora luiQuesta Lazio

è inarrestabileDisastro Napoli

1Pioli sbanca il San Paolo e sfideràla Juve: segna il bosniaco, decisivo

nella finale di 2 anni fa. Benitez mancaun altro obiettivo, De Laurentiis infuriato

Fabio BianchiINVIATO A NAPOLI

twitter@fabiowhites

I l Napoli perdona, Senad Lulic no. Soprattut-to se si tratta di Coppa Italia. Due anni fa siprese il trofeo segnando il gol partita nel der-

by, ora regala a Pioli le sue prime finali. Quella diCoppa ma anche la Supercoppa italiana, dato chelo scudetto alla Juve non lo toglie nessuno. Hi-guain perdona, Lulic no. L’argentino fallisce alcu-ne occasioni importanti sullo 0-0. Il bosniaco nonsoltanto segna, ma poi va anche a evitare i sup-plementari tirando fuori dalla porta il tiro di Insi-gne, appena entrato, a conclusione di un’azionefantastica. Lazio meno brillante del solito, bloc-cata per lungo tempo, ma più cinica. Napoli spre-cone e punito dalla vecchia e sempre valida leggedel calcio: se sbagli, finisce che paghi. Non si puòdire che Benitez sia fortunato ma certo non si puòparlare di furto. E adesso non resta che l’EuropaLeague per il sogno Champions, perché sarà durarecuperare 8 punti alla banda Pioli.

SOLO UN ROUND Avete presente Fiorentina-Ju-ventus? Ecco, tutta un’altra cosa. Lo spettacolo

annunciato non c’è stato. C’era il pubblico e l’at-mosfera delle grandi occasioni, ma il gioco no.Solo nel secondo round, quando le squadre si so-no allungate e la Lazio non poteva far altro cherischiare, si è visto qualcosa. Il primo round è sta-to una partita a scacchi, anche nel ritmo. Fascebloccate, sviluppo della manovra centrale abba-stanza prevedibile, con Biglia e Inler che non riu-scivano a prendere il sopravvento. Lazio davverotroppo compassata, Napoli con leggera prevalen-za territoriale e anche più deciso in attacco, tantoche sembrava il ciuccio quello che doveva rimon-tare il risultato. Comunque i portieri hanno sof-ferto più degli altri l’improbabile freddo napole-tano perché sono stati senza lavoro. L’unico brivi-do del primo round l’ha regalato Gabbiadini conla sassata su punizione finita sul palo. E’ stato ilsolo tiro in porta. Gabbia ha avuto un’altra occa-sione, quando sul cross di Hamisk ha mandatofuori di testa da buona posizione. Dall’altra par-te, solo qualche tiro da lontano. Se i migliori sonostati i terzini, da una parte Basta e dall’altra Mag-gio (ma anche Ghoulam), si può capire l’andazzodella sfida. Mertens reso inoffensivo e Felipe An-derson oscurato da Maggio. L’unico a soffrire ailati era appunto Braafheid, sostituto dell’infortu-nato Radu, su Gabbiadini. L’olandese, in una del-

le poche avventure in offesa, ha anche sbagliatola chance più ghiotta della Lazio quando ha col-pito in area di testa da difensore, spedendo a latoinvece che centrare la porta.

QUANDO SI SVEGLIA IL CAMPIONE Pioli ha capi-to che doveva osare di più e dopo l’intervallo haspeso subito Mauri per Cataldi passando al 4-2-3-1 e poi Lulic per un evanescente Candreva.Mosse azzeccate, anche se la Lazio ha subito dei

contropiede micidiali sprecati davanti alla portada Pipita e compagnia. Higuain non ha trovato ilpallone un paio di volte. De Guzman, entrato perMertens, si è mangiato un gol davanti alla porta.Sventati i pericoli, Felipe Anderson ha pensatobene di tornare magico. E con un paio di incur-sioni con cross ha cambiato il destino della sfida.Nel primo Andujar ha fatto la prodezza sulla zuc-cata di Lulic, nel secondo si è arreso al bosniaco,che ha anticipato tutti. Mancava un quarto d’orascarso alla fine, recupero incluso. Benitez avevagià tolto, chissà perché, Gabbiadini per inserireCallejon. Poi nel finale ha inserito Insigne che hafatto subito l’Anderson. Volata, tre giocatori drib-blati ed esterno a superare Berisha in uscita. MaLulic ha detto no. Sono finite qui le speranze delNapoli di allungare la partita e difendere il titolodi campione in carica. Ed è cominciata la rabbiadi De Laurentiis. Il presidente è sceso infuriatonegli spogliatoi e il succo del discorso è stato que-sto: abbiamo un attacco stratosferico e non riu-sciamo a fare un gol. Poi ha deciso di mandaretutti in ritiro. Beh, una cosa è certa: la partita èstata decisa dagli episodi. E da un campionequando ha deciso di fare il campione. Con la col-laborazione del franco tiratore di coppa.

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IL TABELLONE

In rosso sono indicate le squadre che hanno disputato in casale partite di ritorno (i numeri definiscono la griglia)

SEMIFINALI SEMIFINALIFINALE

9 Lazio 1

4 Napoli 0

1

1

Fiorentina 60

Juventus 73

2

1

ROMA, 7 giugno

A R R A

Juventus

Lazio

GDS

Coppa ItaliaRRitorno semifinali

Page 7: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

7GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

3

3’ Prima chance Lazio Candreva si inserisce alla perfezione sul lanciodi Felipe Anderson, ma sull’esterno biancoceleste chiude con tempestività Britos.

19’ Ancora Lazio Bella combinazione tra Candreva e Klose, la conclusione del primo, però, si perde a lato.

25’ Terza occasione per gli ospiti Parolo gli dà una bella palla, FelipeAnderson ignora il meglio piazzato Cataldi e si fa stoppare il tiro daMaggio.

27’ Palo Gabbiadini L’occasione più limpida di tutto il primo tempocapita al Napoli. Tocco di Biglia ai danni di Inler e l’arbitro concede agli azzurri una punizione che Gabbiadini tira sul palo alla sinistra del portiere.

41’ Lazio sprecona Braafheid, pescato in area da un lancio di Candreva, di testa butta fuori il pallone.

5’ Basta e avanza È il serbo a salvare su Higuain dopo che il rasoterradalla destra di Maggio, imbeccato da Hamsik, era stato appena sfiorato dal portiere Berisha.

12’ Ora faccio da solo Felipe Anderson prende palla e va, poi in area siincarta davanti a Ghoulam, che allontana.

14’ Una beffa e mezzo Biglia lancia Klose, fermato fallosamente daBritos al limite dell’area. Sulla ripartenza, Higuain si trova solo davantialla porta ma incespica al momento del tiro.

30’ Prova generale Felipe Anderson se ne va sulla destra e mette inmezzo. Lulic da solo può colpire di testa, miracoloso Andujar.

34’ Questa è buona Azione fotocopia: Felipe Anderson fa ancorasfracelli sulla destra, stavolta mette in area rasoterra e Lulic nonsbaglia.

41’ Ma chi è, Maradona? No, Insigne che fa tutto da solo prima cheLulic salvi sulla linea.

LAZIONAPOLI

0 1

PRIMO TEMPO

SECONDO TEMPO

PRIMO TEMPO 0-0MARCATORE Lulic al 34’ s.t.

NOTE Spettatori paganti 46.477, incasso di 328.792 euro. Tiri in porta 3-3. Tiri fuori 7-4. In fuorigioco 3-5. Angoli 3-5. Recuperi: 0’ p.t., 4’ s.t.

NAPOLI (4-2-3-1) Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Gargano (dal 40’ s.t. Insigne), Inler; Gabbiadini (dal 27’ s.t. Callejon), Hamsik, Mertens (dal 22’ s.t. De Guzman); Higuain. PANCHINA Rafael, Colombo, Strinic, Henrique, Jorginho, Zuniga, D. Lopez, Koulibaly, D. Zapata. ALL. Benitez. ESPULSI nessuno.AMMONITI Albiol, De Guzman per gioco scorrettoBARICENTRO MEDIO 53,3 M.CAMBI DI SISTEMA nessuno

LAZIO (4-3-3) Berisha; Basta, De Vrij, Mauricio, Braafheid (dal 38’ s.t. Cavanda); Cataldi (dal 10’ s.t. Mauri), Biglia, Parolo; Candreva (dal 22’ s.t. Lulic), Klose, Felipe Anderson.PANCHINA Marchetti, Strakosha, Ciani, Ederson, Pereirinha, Ledesma, Cana, Perea, Novaretti. ALL. Pioli ESPULSI nessuno AMMONITI Mauricio, Parolo per gioco scorretto, Berisha per c.n.r.BARICENTRO MOLTO BASSO 47,2 M.CAMBI SISTEMA dal 10’ s.t. 4-2-3-1

LA MOSSA

BIGLIA

KLOSE

F. ANDERSON CANDREVA

MOVIMENTOPASSAGGIO

GDS

LA MOVIOLAdi VINCENZOCITO

SU KLOSE FALLO MA NON RIGORE

Al 27’ dubbi sulla punizione che poi Gabbiadini tira sul palo: Inler schizza in aria sul lieve tocco di Biglia. Al 32’ Albiol abbatte Klose: il giallo è giusto. Al 14’ del s.t. Biglia lancia Klose, Britos lo colpisce alla gamba al limite dell’area. L’arbitro non se ne accorge e sulla ripartenza Higuain rischia di segnare. La rete di Lulic, su lancio di Felipe Anderson, viziata dal fuorigioco di Klose ma quando l’azione era appena cominciata

IL BOSNIACODECISIVO IN 23’

1Senad Lulic, 29 anni, ha risolto la gara con il Napoli realizzando il gol decisivo e un salvataggio sulla linea

L’ANALISI TECNICA

La rapidità di Andersonfa saltare l’equilibrio 1Il brasiliano soffre controi difensori azzurri, ma poi regala l’assist-gol

Andrea Schianchi

I l copione della sfida è chia-ro fin dall’inizio: vince chisfonda sulle fasce. Il Napo-

li si presenta con Gabbiadini eMertens, la Lazio si affida a

Candreva e Felipe Anderson.Per lunghi tratti della partita,tuttavia, probabilmente com-plice anche l’1-1 dell’andata, ledifese riescono ad arginare confacilità le galoppate degli at-taccanti avversari, e non c’ètraccia di spettacolo. In questicasi, di solito, si parla di «pre-dominio della tattica». In so-stanza: nessuno vuole rischia-re, nessuno vuole mettere la te-sta fuori dalla tana perché al-trimenti rischia di prenderefreddo. Benitez e Pioli si sbrac-ciano in panchina, guidano lesquadre con attenzione e pru-denza, chiedono aggressività e

pressing, ma guai a scoprirsitroppo. In simili condizioni sol-tanto l’invenzione del singolopuò far saltare il banco.

ACCELERAZIONE Felipe An-derson s’infila sulla fascia de-stra trascinandosi dietro mez-za difesa del Napoli, crossa inmezzo e trova Lulic pronta alladeviazione vincente. Un lampoche vale l’impresa. Eppure perl’esterno laziale, fino a quelmomento, non era stata unaserata di meraviglie. Lo testi-moniano i numeri: 65 pallonitoccati, 32 passaggi (7 sbaglia-ti), nessun tiro in porta. Presta-zione grigia, insomma. E lo di-cono anche i 23 palloni persi ei 7 dribbling falliti (5 quelli riu-sciti). Nel primo tempo Maggiolo ha contenuto ed è anche ri-partito di slancio, ne ha blocca-to gli spunti e ha duellato in ve-locità. Nella ripresa, una volta

cambiata la fascia (e di conse-guenza il diretto avversario),Anderson si è scatenato. Quan-do il brasiliano ha schiacciato ilpedale dell’acceleratore, per laretroguardia di Benitez è cala-ta la notte. Sono stati 5 i cross,4 le occasioni create, 2 i lanciriusciti.

FANTASIA Il sostanziale equili-brio (49,8% il possesso palladel Napoli, 50,2 quello dellaLazio) viene rotto dall’improv-visazione e della rapidità, a te-stimonianza del fatto che nelcalcio le qualità atletiche e lafantasia sono doti che marcanola differenza. Nel Napoli la bat-teria di ali schierata da Benitez(Gabbiadini, Mertens, De Guz-man, Insigne) produce azionipericolose, ma non riesce maia ribaltare il senso della parti-ta.

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70

TOCCHI PER ZONA MINUTIGIOCATI

PASSAGGI

RECUPERI

Il colore è più intenso nelle zone in cuici sono stati più tocchi di palla

IL GOL 2

34’ ST

PALLONI GIOCATI

25

TIRI2

ATTACCO

23’

12 75%

4 25%

POSITIVI

NEGATIVISecondo tempo

161

1 1

1

2

2

22

2

2

3

5

1

1

1

fIL PERSONAGGIO

RIECCO IL «BOMBER» LULICSenad 71 è il re di Coppa«Se continuiamo cosìpuò succedere di tutto»1Un’altra rete dopo quella della finale derby nel 2013: «La Juve è forte ma non imbattibile»

Felipe Anderson, 22 anni, è alla seconda stagione con la Lazio

Stefano CieriINVIATO A NAPOLI

G ià, non poteva essere chelui a regalare alla Laziol’ottava finale di Coppa

Italia, la settima negli ultimidiciassette anni. Lui che, allasquadra biancoceleste, due an-ni fa ha consegnato l’ultimacoccarda tricolore, quella che itifosi laziali non dimentiche-ranno mai perché ottenuta infinale con la Roma. Senad Lu-lic lo ha fatto con un gol moltosimile, anzi praticamenteuguale, a quello che il 26 mag-gio 2013 all’Olimpico diede al-la Lazio la vittoria nella finale-derby. Un piatto destro a pochimetri dalla porta. Allora, dueanni fa, il cross era stato diCandreva, stavolta è stato diFelipe Anderson. Lui, Lulic, inentrambi i casi ha risposto pre-sente all’appuntamento con lastoria. Qui, in realtà, la storia è

ancora da scrivere, però questogol segnato dal bosniaco quan-do la partita pareva ormai dif-ficile da sbloccare, consentiràalla Lazio di giocarsi ben duetrofei nei prossimi mesi. LaCoppa Italia a giugno, la Su-percoppa ad agosto, entrambicontro la Juve «che – dice Lulic– è la squadra più forte d’Italia,ma non è imbattibile, specie segiochiamo sempre così».

UOMO OVUNQUE Sembravasparito dai radar, il laterale bo-sniaco. Colpa anche di un in-fortunio che lo ha tenuto fermoai box per quasi tre mesi. Ilrientro nella Lazio è stato gra-duale, in sordina. Ma nella pa-rentesi vissuta con la sua na-zionale Lulic era stato capacedi regalare tre assist a Dzeko(nel match vinto dalla Bosniacon Andorra). Segno che il pie-de tornava a essere caldo. At-tendeva solo il momento giu-sto, Senad, per lasciare nuova-mente il suo marchio. E questomomento non poteva che arri-vare nella «sua» Coppa Italia.Quella che ha regalato due an-ni fa alla Lazio è diventata an-che una linea di abbigliamen-to. E non è uno scherzo. Sichiama Lulic 71, dal suo nomee dal minuto in cui realizzò ilgol-vittoria sulla Roma. Da ieri

accanto a Lulic 71 ci sarà Lulic79, il minuto (non troppo di-stante dall’altro) in cui ieri haregalato alla Lazio la finale.Ma, forse, questo successo alSan Paolo può essere griffatoanche Lulic 87. Il minuto in cuiil bosniaco è stato protagonistadi una prodezza ancora più im-portante del gol: il salvataggio«impossibile» sulla linea sul ti-ro di Insigne. Il San Paolo erapronto a esplodere, ci ha pen-sato lui a ricacciare in gola l’ur-lo del pubblico di casa. Lui,l’uomo degli appuntamenticon la storia. Non a caso, dopoquel famoso gol alla Roma, i la-ziali lo hanno ribattezzato«The History man». Un nomi-gnolo che pareva destinato a fi-nire nel dimenticatoio. Fino aieri. «Ma no – si schermisce allafine il bosniaco –. Ho fatto soloil mio dovere, l’importante eraarrivare in finale. Ci siamo riu-sciti con pieno merito». E sulsalvataggio impossibile su Insi-gne ammette sincero: «Non socome ho fatto, per fortuna lapalla è uscita. Brava Lazio, manon abbiamo ancora vinto nul-la. Non siamo in Champions enon abbiamo conquistato laCoppa Italia. Ma se continuia-mo così qualcosa di importantepuò succedere».

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Page 8: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

8 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Page 9: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

9GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Il patron è una furia: «Giocatori distratti,i tifosi hanno ragionea essere scontenti. Se non si cambia, in ritiro fino a fine stagione»

Gianluca MontiNAPOLI

I l Il primo obiettivo è sfuma-to ed anche Aurelio De Lau-rentiis l’ha presa male, ma-

lissimo. E’ sceso negli spogliatoia fine partita e ha annunciato ilritiro.per tutta la squadra

«Questi giocatori sono presi datroppe distrazioni. Ho investito386 milioni nell’acquisto di cal-ciatori in questi anni, ho il dirit-to di essere ripagato dai risulta-ti. I tifosi hanno ragione a esse-re scontenti. Stiamo offrendoprestazioni squallide, non daNapoli. Se non cambiano le co-se, si va in ritiro sino a fine sta-gione».

CONTESTAZIONE E’ stato feritoDe Laurentiis dal suo Napoli enon è stato risparmiato dallecontestazioni dei tifosi che fuo-ri dallo stadio hanno intonatocori di protesta mentre la Poli-zia era in assetto antisommos-

sa. Il «meritiamo di più» ur-lato a gran voce dai sosteni-tori azzurri è figlio delle pro-messe disattese di iniziostagione. La squadra deten-trice della coppa Italia haabdicato ed è uscita tra i fi-schi del San Paolo. La crisidella formazione di Benitezè nei fatti, e il tecnico cercagiustificazioni che non con-vincono: «Ci è mancato ilgol, abbiamo avuto sette oc-casioni per segnare ed inve-ce la rete l’hanno trovata lo-ro nel finale – ha detto Rafa-. Siamo dispiaciuti, ma l’at-teggiamento della squadrami fa essere ottimista.Avremmo meritato di più,quando si arriva così tantevolte davanti al portiere av-versario serve un po’ di for-tuna».

STAGIONE A RISCHIO Il gio-co appare molto involuto ela paura di sbagliare ha pre-so il sopravvento. Così, però,la stagione è a rischio: il ter-zo posto in campionato restalontano otto punti, ragionper cui ci si giocherà tutto oquasi in Europa League con-tro il Wolsfsburg. «Gli obiet-tivi? Per capire dove possia-mo arrivare, bisogna vedereda dove siamo partiti. L’Eu-ropa League? Non siamo co-stretti a vincerla, ricordateviche dopo ventisei anni ab-biamo vinto la Supercoppa».Ieri dall’Inghilterra rimbal-zavano voci di un interessa-mento per il Manchester Ci-ty nei confronti di Benitez,anche se di certo Rafa nonsta facendo tanto nell’ultimoperiodo per attirare le atten-zioni dei grandi club. Anzi,come Mazzarri nel 2012 èstato vittima di Pioli in cop-pa Italia. Anche questo nonha fatto piacere a De Lauren-tiis.

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BENITEZ «CRISI?NO, 7 PALLE GOL»

DE LAURENTIIS «NOI SQUALLIDI»

fQUI NAPOLIL’ALLENATORE E IL PRESIDENTE

Per i biancocelesti un altro successodi prestigio: «Avevo pensato questa gara proprio come poi si è sviluppata»

Nicola BerardinoINVIATO A NAPOLI

L a felicità della Lazio è tut-ta sul volto di Stefano Pio-li. Al fischio finale il tecni-

co ha fatto un salto sul campo,un’immagine che va quasi asimboleggiare il balzo della

sua squadra arrivata in finale.Un percorso partito il 24 ago-sto dal successo dell’Olimpicosul Bassano fino alla notte del-la gioia pazzesca del San Pao-lo. Pioli riporta subito i meritisu tutta Lazio. «Lulic ci ha mez-zo lo zampino ed è stato impor-tante, ma sono stati tutti bravi.Abbiamo saputo lottare, soffri-re contro un avversario forte.Meritavamo di arrivare in fina-le».

SGUARDO AL FUTURO La sfidacon la Juventus per conquista-re la Coppa Italia non abbrac-cia l’intero orizzonte biancoce-leste. «Una bellissima soddisfa-

zione da questa gara, ma orabuttiamoci di nuovo sul cam-pionato per proseguire nel no-stro momento positivo».

LE MOSSE Anche al San PaoloPioli ha saputo cogliere l’atti-mo giusto per le sostituzioni. Apartire dall’innesto di Lulic.«Siamo partiti col centrocam-po a tre per essere più compat-ti. Poi si sono creati degli spaziche abbiamo cercato di sfrutta-re. Avevo pensato questa garaper come poi si è sviluppata.Sapevo che la squadra potevapoi trovare la zampata vincen-te. Dal punto di vista mentaleabbiamo fatto una grande par-tita». Così le strategie del tecni-co si sono rivelate ancora felicianche sul piano della gestionedegli uomini. Un organico chePioli sta valorizzando in tuttele sue risorse. In una stagionepartita in sordina. «Non avevoun nome altisonante quandosono arrivato a Roma. Ma i ti-fosi hanno giudicato me e lasquadra per il lavoro svolto.Sin dal ritiro precampionatoho capito che questo gruppoaveva qualità e potenzialitàenormi, oltre che grandi valoriumani. Complimenti a tutti,ma voglio sottolineare anche labella prestazione di grandicampioni come Klose e Bigliaper come sono stati disposti ascarificarsi durante la gara». epoi aggiunge. «In questo finaledi stagione vogliamo il massi-mo». Anche per regalare unagioia importante ai tifosi bian-cocelesti che martedì pomerig-gio alla partenza della Laziohanno invaso la stazione Ter-mini. «Li ringraziamo di cuore,ci hanno dato una carica incre-dibile». Ieri sera la squadra èsubito ripartita per Roma, inpullman. «Domenica ci aspettal’Empoli e domani (oggi, ndr)ci alleniamo…». La Lazio diPioli ha fame di altre vittorie.

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PIOLI «BRAVICON LA TESTA

MA ADESSONON FERMIAMOCI»

fQUI LAZIOL’ALLENATORE

Coppa ItaliaRRitorno semifinali

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10

Luca TaidelliMario Pagliara

P iovono immancabili le smentite, ma prose-gue lo studio da parte di Massimo Morattiper capire se c’è la possibilità di riprendersi

l’Inter. Anzi, il piano assume contorni più nitidi etrova conferme negli ambienti finanziari e circo-la ai vertici di alcuni istituti di credito e di alcunistudi legali.

AZIONARIATO D’ELITE Oltreall’ex patron, il regista sarebbeproprio Ernesto Pellegrini,l’imprenditore da cui Moratticomprò l’Inter nel 1995. Piùche investire in proprio, il redella ristorazione collettivadovrebbe sfruttare le sue nu-merose e altolocate amicizieper formare una sorta di azio-nariato che, più che popolare,si potrebbe definire di élite. Sipunta a creare una base fortedi 20-30mila persone. L’idea èquella di chiedere a ciascunoun contributo minimo di milleeuro all’anno. Di fatto sareb-bero 20-30 milioni che ognidodici mesi entrerebbero nel-le casse societarie. Vero che al-cuni interisti doc hanno le possibilità di contri-buire ben oltre la quota minima, ma il rastrel-lamento di così tanta gente rimane non facile.Al momento infatti sarebbe un atto di fede piùche un investimento, ma la psicologia del tifo-so nerazzurro è particolare e la possibilità dicontribuire al rilancio della propria squadrapuò essere un propellente unico. Al propositova segnalato che per l’80% dei lettori che han-no partecipato al sondaggio sul nostro sito ilritorno di Moratti aiuterebbe il club a tornareai vertici.

SOCIETÀ VEICOLO Moratti - che negli anni ha giàdato abbastanza... - manterrebbe il proprio 29,5%, quindi non aggiungerebbe soldi, se nonper ripianare il bilancio in proporzione alle pro-prie quote. Il 70%, attualmente in mano a Thohire al suo socio indonesiano Handy Soetedjo, ver-rebbe acquistato da una società veicolo (sul mo-dello della ISC, International Sport Capital, crea-ta dai due indonesiani) in cui confluiranno le quote dell’azionariato diffuso, ma anche di altriinvestitori o fondi. Oltre alla voce di un fondo ci-nese interessato a una quota di minoranza e a un

investitore americano (il merca-to finanziario, oltre a quello diLondra, cui si rivolgerebbe Mo-ratti), la società prevederebbediversi livelli di ingresso a se-conda di quanto si investe. Chimetterà più soldi avrebbe dirit-to non solo a una maggiore vocein capitolo nelle decisioni delclub ma anche a benefit legati apostazioni e servizi allo stadio.

ET, TELEFONO CASA Ribaditoche siamo in una fase di studio eche le difficoltà non mancano,vale la pena sottolineare alcuniconcetti. Questa operazionenon nascerebbe certo da una va-lutazione negativa dell’operatodi Thohir (che ieri ha telefonato

allo stesso Moratti e a Mancini), ma da un «pruri-to» dell’ex patron di tornare al comando del suogrande amore. E soprattutto tutto passa dalla vo-lontà dell’azionista di maggioranza, che da Gia-carta ha fatto trapelare il proprio pensiero. ETammette che il momento (della squadra) non èfacile. Ma ribadisce che il progetto avviato a no-vembre con Mancini, le strategie di mercato e ilrestyling societario stanno procedendo e che luidetiene il 70% dell’ Inter e il 30% è della famigliaMoratti. Con buona e reciproca stima e conviven-za, che restano immutate. Insomma, non ci sa-

L’AZIONARIATO DIFFUSO AL MEAZZACU

RVA

SUD

CURVA N

ORD

30.000soci

A San Siro occuperebberoquesto spazio

81.277 posti

GDS

Pellegrini registae azionisti vip

Ecco l’idea Interdi Moratti1Malgrado le inevitabili

smentite, il piano prevedeuna quota di mille euro all’anno

per 20-30mila tifosi piùi fondi stranieri. E Thohir

chiama l’ex patron

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A sinistra due ex presidenti nerazzurri: Ernesto Pellegrini,74 anni, e Massimo Moratti, 69 FOTOGRAMMA-BOZZANI

BLOG E SOCIAL

Tanto affetto e un po’ di nostalgia per l’ex presidente1Tifoseria divisa, ma il partito che sta con l’artefice del Triplete è in crescitaLa curva nord invece non si esprime

Marco Guidi

A ffetto sì, nostalgia nì. Ilpopolo nerazzurro è ri-masto scosso dal possi-

bile ritorno di Massimo Morat-ti alla presidenza dell’Inter. Icommenti non mancano sulweb, dai social network ai blogdi fede interista. C’è una mag-gioranza più o meno silenteche rivorrebbe il presidente delTriplete 2010 come proprieta-rio del club, almeno stando aquanto emerge dai sondaggisui maggiori siti d’informazio-ne. Schiacciante in particolareil risultato su Gazzetta.it: quasi

l’80% vede in Moratti una buo-na soluzione per il futuro. Vaspecificato però che potevanovotare tifosi di tutte le squadre.Davvero tra gli interisti la pen-sano tutti così?

SUI BLOG Sicuramente no suinterfans.org, uno dei più notiforum online dei tifosi neraz-zurri. Qui i cuori si dividono.Per un Adriano che spera nel ri-torno del «presidente che ci hafatto vincere il Triplete e porta-to sul tetto del mondo», eccoRafael93: «Moratti se ne stia al-la larga. Ha fatto il suo tempo».C’è poi chi resta perplesso:«Thohir farebbe una brutta fi-

gura a livello mondiale», com-menta Angelus. Più pragmaticoMattInter10, che non apprezzal’operato dell’attuale presiden-te indonesiano, ma neppurevede di buon occhio un Morattibis. «Non importa chi sia, civuole semplicemente uno chearrivi e metta i soldi». In fondovincere è l’unica cosa che con-ta. Anche a queste latitudini.Opinione condivisa da qualcheutente anche su SoloInter.it,autentico «muro online» doveogni cuore nerazzurro puòscrivere i suoi pensieri in liber-tà. Mourinhomito fa fede al suonome e strizza l’occhio a Mo-ratti: «Questa si che è una bellanotizia. Moratti-Tronchetti-Pellegrini al comando dell’In-ter». Punti di vista. Come quel-lo decisamente fatalistico diIlary85: «Tra Moratti e Thohirnon so che augurarmi».

SUI SOCIAL Su Facebook eTwitter il partito dei «morattia-ni» cresce. «Torna presidente,l’Inter non è la stessa senza dite», scrive Michele Saponarasulla pagina di Gazzetta. «Sa-rebbe bellissimo», gli dà ragio-ne Francesco Capone. Il tenoredei commenti dei tifosi neraz-zurri è piuttosto favorevole alritorno dell’ex presidente,mentre in pochi difendonol’operato di Thohir in quest’an-no e mezzo da numero unodell’Inter. Non è bastato altycoon indonesiano accollarsi idebiti, riportare Roberto Man-cini sulla panchina nerazzurrae aver condotto a Milano gio-vani e interessanti prospetti co-me Shaqiri e Brozovic. Per@ZacLoris su Twitter può tran-quillamente tornare in Indone-sia, «l’invasore». Un epitetoforte, ma che testimonia il

mancato feeling tra la nuovaproprietà e il popolo nerazzur-ro. Un amore mai nato, a diffe-renza di quello con Moratti,che nonostante qualche crisipasseggera fa ancora battere ilcuore.

LA CURVA Non si esprime, almomento, l’ala più estrema deltifo interista. Nel giugno del2013, all’ultima festa dellaNord sotto la sua proprietà,Moratti fu applaudito e invita-to a restare. Il nome di Thohircominciava a circolare sui gior-nali, ma non convinceva. Pocodopo l’Inter divenne indone-siana. Moratti a San Siro com-pare ancora in qualche striscio-ne, anche polemico, come gliultimi su Calciopoli. Normale,tutte le storie d’amore hanno iloro alti e bassi...

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Serie ARLa possibile svolta

Una coreografiadella Nord, il nocciolodel tifo interistaal Meazza BOZZANI

IL SONDAGGIO

80%FAVOREVOLI AL RITORNO

DI MORATTI

20%CONTRARI AL RITORNO

DI MORATTIGDS

ROBERTO MANCINIALLENATORE INTER

SONO AFFEZIONATOA MORATTI, MA THOHIR

VUOLE RIFARE QUELLO CHE HA FATTO LUI. POI

NON SI PUÒ MAI SAPERE

Page 11: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

11GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

fDUE GRANDI INTERISTI Mazzola: «Che sollievo se tornasse Massimo»Suarez: «Questa gestione disorienta i tifosi»

Nicola CecereMILANO

Q uando Sandro Mazzola riceve la telefonata,ha già fatto il giro telefonico per scambiare lesue idee con quelle di altri nerazzurri vip. «Ilritorno sulla scena di Massimo è una prospet-

tiva suggestiva e anche auspicata da molti, a questopunto: la gestione Thohir ha ancora troppi lati oscu-ri e troppi punti deboli. In primis la confusione deiprogrammi: voi avete capito dove andiamo a parare,che squadra si intende costruire... Io no. Scudetto orifondazione? Cambia tanto! Sento parlare di unasquadra impostata su giovani come Icardi e Kovacic,poi però spuntano obbiettivi di mercato ultratren-tenni come Touré... Ottimo elemento, ma costoso enon di prospettiva. Quindi i soldi da investire ci so-no? Boh».

E ALLORA, CAPITANO? «Ecco che Moratti sarebbeaccolto con sollievo dai più. Anzitutto perché allafamiglia sono legati tutti i nostri trionfi. Quindi èsinonimo di fiducia, dà garanzia di impegno e dicomportamenti in linea con i sentimenti dei tifosi,

non con i ragionamenti degli imprenditori. Non sose mi spiego».

VERSO EST Sì, capitano, ragionamento chiaro. Mas-simo Moratti aveva sottolineato come il suo ripiega-mento su una quota di minoranza nasceva da esigen-ze finanziarie che Thohir dovrebbe essere in grado diaffrontare e risolvere. «Beh, il mondo del calcio staandando verso Est, cioè nella direzione dei soldi. Loso che vedere capitani di industria italiani quali i Mo-ratti e i Berlusconi cedere i loro club a milionari cine-si o indonesiani o thailandesi fa male al cuore e all’or-goglio italico. Del resto gli inglesi da tempo hanno ipetrolieri russi o gli sceicchi a capo delle squadre piùantiche e prestigiose. E se si sono abituati gli inglesi,popolo legatissimo alle tradizioni, dovremo farci labocca anche noi. Va così».

RINFORZI Quindi Moratti alla fine non tornerà?«Mah, a volte si smentisce per necessità del momen-to... Ripeto, io mi auguro che riprenda in mano lui lasituazione e porti a compimento, insieme con Manci-ni, un mercato serio. Non penso sia possibile cambia-re 10, ma 5 giocatori veri servono. A centrocampo ein difesa. Salvo poi recuperare gente che sta renden-

do assai meno di quanto vale. E quello sarà compitodell’allenatore, che è bravo e merita di continuare».

SUAREZ Luisito Suarez sta seguendo la vicenda daBarcellona, da anni la sua seconda casa. «La smentitadi Massimo mi sembra quella che fanno i presidentiprima di esonerare il tecnico in difficoltà: lavori tran-quillo, non si tocca... E la partita dopo è fuori... Iosono con lui, non soltanto per questioni di affetto, maperché so quanto sia disorientato il tifoso interista daquesta non gestione. ma dico io, hai lì Zanetti che sadi calcio: dagli un ruolo operativo, diamine! Se lotieni così a fare solo l’uomo immagine significa chefra due anni intendi mandarlo via ed è un peccato».Cosa serve, Luisito? «Abbiamo un bravo allenatore,dobbiamo dargli bravi giocatori. Non medi o in decli-no: 5 campionissimi. Poi bisogna scegliere bene chiconfermare, alcuni oggi paiono dei brocchi ma nonlo sono. Pagano la stagione catastrofica. Sia chiaroche Mancini da solo non può annullare il gap dallaJuve e dalle altre, la squadra va rifatta. E lui non devefare il manager ma impegnarsi solo sul campo. Ruolichiari e separati, per ripartire con convinzione ed ef-ficacia. Con Moratti o senza».

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rebbe alcuna volontà di cedere la maggioranzadel club. Anzi, Thohir continua a lavorare per rendere il club competitivo il prima possibile.

SMENTITE ITALIANE, MA... Concetti di cui nonc’è motivo di dubitare, anche se resta il fatto cheil piano di rilancio si sta rivelando più complica-to del previsto e non si può escludere che, a de-terminate condizioni e rientrando del suo inve-stimento, si aprano nuovi scenari. Cosa che almomento - ma non avrebbero potuto fare diver-samente, viste anche la delicatezza del momentoe dell’operazione - hanno escluso anche ErnestoPellegrini e Marco Tronchetti Provera. Quest’ul-timo in effetti non sarebbe coinvolto se non investe di sponsor che, complice la recente acquisi-zione di Pirelli da parte dei cinesi, potrebbe rin-novare un contratto pluriennale che scadrà nel2016. La prima smentita comunque l’ha fornitalo stesso Moratti: «Non c’è nulla di vero, sosten-go Thohir e spero che faccia bene. Ci sono i pre-supposti perché questo avvenga, si sta sacrifi-cando tantissimo. Poi è chiaro che mi può man-care l’Inter come tifoso e che vorrei avere piùsoddisfazioni. Come credo che avvenga per Thohir». Smentite che vanno registrate. Ma allostesso tempo giova ricordare che in passato spes-so, strategicamente, l’ex patron ha dichiarato in-toccabili alcuni allenatori, salvo esonerarli pocodopo. E che nel 2013 aveva anche negato per me-si l’esistenza di una trattativa con lo stessoThohir.

MANCIO PENSIERO A chiudere la carrellata, Ro-berto Mancini a Sky. Il tecnico prima ha parlatodi campo («Contro il Parma abbiamo dato poco,a volte serve la linea dura. Ora sotto con Milan eRoma. Rivoluzione? A volte servono, lo dice lastoria») poi ha commentato la questione societa-ria: «Sono molto affezionato a Moratti, però cre-do che Thohir voglia fare proprio quello che erariuscito all’ex patron. Certo che serve tempo.Quello che succederà poi non si può sapere».

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Il club costa per ora100 milioni all’annoE prima c’è Thohir...1Tra versamenti e prestiti l’Inter richiede costanti iniezioni di soldi. L’indonesiano, se volesse cedere, andrebbe liquidato

Marco Iariatwitter@marcoiaria1

P rima tappa: convincereThohir a cedere il con-trollo dell’Inter. Secon-

da tappa: mettere assiemepiccoli e grandi soci, nell’otti-ca dell’azionariato diffuso,che siano disposti a liquidarel’indonesiano e a sobbarcarsil’impegno di garantire la con-tinuità aziendale di un clubin perenne deficit. Sarebberoquesti i passaggi di un ipoteti-co ribaltone. Posto che senzala disponibilità di ET non sene fa nulla (lo statuto sociale,semmai, impedisce alla cor-data di Giacarta di disfarsidel 70% senza il consenso diMoratti e concede a quest’ul-timo il diritto di prelazione incaso di cessione), la partita sigioca tutta attorno ai soldi.

COME UNA FIGLIA Ce ne vo-gliono tanti perché l’Internon è una società in equili-brio contabile, non lo è daun’eternità: il vecchio pa-tron, in un’intervista allaGazzetta, aveva auspicatoche la sua «figlia» imparassea camminare da sola. Spe-ranza vana, per il momento,almeno finché la trasforma-zione manageriale darà isuoi frutti, la squadra torne-rà competitiva e i proventidella Champions riprende-ranno a piovere copiosi dalleparti di Corso Vittorio Ema-nuele. Fino ad allora, di sicu-ro, l’Inter avrà bisogno dimassicce iniezioni di denaroda parte degli azionisti. Sen-za correre troppo indietronel tempo, all’epoca in cuiMoratti era solito staccareassegni a getto continuo pertenere in vita il giocattolo ecavalcare le ambizioni di unapiazza intera, basta fare uncalcolo su quanto è stato im-

messo nelle casse dell’Inter nel-la Nuova Era.

LISTA DELLA SPESA Ecco cosaè servito per supportare la ge-stione corrente della società, sindall’insediamento indonesianodel novembre 2013: aumento dicapitale da 75 milioni di Thohire soci per rilevare il 70% (no-vembre 2013); versamento diMoratti, in due tranche, di 5(novembre 2013) e 15 milioni(giugno 2014); finanziamentodi 30 milioni del pool di bancheguidato da Goldman Sachs(maggio 2014); prestito di 22milioni da parte di Thohir (mag-gio-giugno 2014); secondo pre-stito del socio di maggioranzapari a 60 milioni (in queste setti-mane). Occhio, dei 230 milionidel maxi-prestito delle bancheabbiamo considerato solo i 30destinati al circolante e non i200 con cui si sono estinti i vec-chi debiti. C’è da aggiungereche Thohir ha erogato altri 10milioni a titolo di prestito nelcorso dei mesi scorsi. Somman-

do tutto si arriva a 217 milioni,nell’arco di nemmeno due sta-gioni.

PURE LA LIQUIDAZIONE Que-sto significa che l’Inter ha biso-gno di 100 milioni di “alimenti”all’anno, che poi è il disavanzoentrate-uscite dell’ultimo bilan-cio licenziato. Certo, le cose po-trebbero, anzi dovrebbero, mi-gliorare in futuro grazie allacrescita dei ricavi, ma la presen-za di nuovi azionisti sarebbegiustificata solo da maggiori ri-sorse a disposizione per poten-ziare l’organico. Altrimenti chesenso avrebbe il ribaltone?Quindi, in soldoni, i 100 milionia stagione bisognerà trovarli daqualche parte. E, prima di tutto,andrebbe liquidato l’attuale nu-mero 1. Con quanto? Questo losa solo Thohir. Considerati i 75milioni investiti inizialmente el’impegno finanziario a suppor-tare l’Inter con i successivi pre-stiti (per quanto fruttiferi), po-trebbe servire un altro centone.

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Erick ThohirIl presidente dell’Inter,44 anni,è azionistadi maggioranzadal novembre 2013 IPP

LE TAPPE

LA SVOLTALa nuova storia dell’Inter inizia alla fine del 2013. Erick Thohir e Massimo Moratti raggiungono l’accordo il 15 ottobre e lo ufficializzano con due comunicati.

THOHIR «Penso che la storia dell’Inter sarà arricchita da una nuova stagione, grazie ai nostri nuovi partner internazionali che, sono certo, contribuiranno a proseguire la serie di successi», recitava un passaggio del comunicato morattiano.

MORATTI «Oggi è davvero un giorno speciale. Sono onorato che Massimo Moratti mi abbia affidato la responsabilità di guidare l’Inter in un nuovo capitolo della sua storia, e sono molto felice per il fatto che continuerà a essere presente come mio partner», una parte della risposta di Thohir.

L’UFFICIALIZZAZIONE Il 15 novembre 2013, un mese dopo, arriva l’ufficializzazione dei nuovi ruoli. Thohir presidente con il 70% delle quote, Moratti socio di minoranza con il 29,5% (il restante 0,5% ai soci minori, tra cui Pirelli)

Massimo ed ETLa storia nascealla fine del 2013

SANDRO MAZZOLAINTER 1960-77

LUIS SUAREZINTER 1961-70

MI AUGUROCHE MORATTI

RIPRENDAIN MANO

LA SITUAZIONE

LA SMENTITADI MASSIMO

PARE QUELLADEI PRESIDENTI

PRE-ESONERO

fGLI IMPEGNI FINANZIARI

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12 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Page 13: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

13GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

G.B. OliveroMILANO

L’ Europa ha sempre esercitato un fascinoparticolare per Pippo Inzaghi: «Di cittàne ho viste poche, di aeroporti tanti. E

di stadi ancora di più... Non ho mai giocato aLiverpool e a Lisbona, purtroppo. E non ho mai sfidato il Chelsea: spero di riuscirci da al-lenatore del Milan». E allora questa storia do-vrà andare avanti a lungo perché l’anno pros-simo il Chelsea farà la Champions e il Milanchissà: magari nulla, magari l’Europa League.Che è ancora distante, ma meno di poche set-timane fa. Inzaghi è un lavoratore, ma ancheun sognatore perché i sogni l’hanno sempreaiutato a lavorare meglio. Questa mentalitàsta cercando di trasmetterla ai suoi giocatori eanche per questo motivo parla spesso delle«nove finali» che mancano prima della con-clusione della stagione. Pippo sa cosa sono lefinali, ma evocarnelo spirito può aiuta-re i giocatori delMilan a credere inquesto sprint.

LA SPINTA PER ME-NEZ Ieri Inzaghi hapartecipato neglistudi di Sky allapresentazione di«Dove ti porta il cal-cio», il libro scrittoda Massimo Maria-nella con LetiziaConte. «Un tourd’Europa attraver-so gli stadi» che In-zaghi vorrebbe ri-cominciare a viveresulla panchina del Milan nella prossima sta-gione: «Spero di regalare ai tifosi qualcosa dibello da qui alla fine del campionato - garanti-sce il tecnico rossonero -. Stiamo lavorandoper tornare in Europa. Domenica con la Sampsarà un banco di prova importante. Dobbiamomettere in campo la voglia di comandare ilgioco, perché siamo il Milan». Il trascinatoredel gruppo, ovviamente a modo suo, è JeremyMenez che giorno dopo giorno viene tormen-tato da Inzaghi: «Gli ripeto quotidianamenteche deve vincere la classifica cannonieri: peril bene suo e del Milan. Non mi prendo meritiper la sua esplosione. E’ stato bravo Jeremy siada centravanti che da esterno. Bisogna fare icomplimenti alla dirigenza che lo ha preso do-po una stagione difficile». Lo sprint di Menezè teoricamente più semplice di quello del Mi-lan: i rivali sono sostanzialmente cinque (Te-vez, Icardi, Toni, Higuain e Dybala), ma lo ju-ventino e il napoletano avranno rispettiva-mente la Champions e l’Europa League a cuipensare. Insomma, è relativamente più sem-plice la strada di Jeremy (2° con un gol menodi Tevez) di quella del Milan (a -7 dal quintoposto), che però può correre un po’ in discesase il francese segna tanto. Anche Menez, d’al-tronde, non vede l’ora di ricominciare il tourdegli stadi europei.

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Serie AR

Il Milan schiera ancorai suoi ministri della difesa1Maldini, Galli, Baresi, Tassotti e le altre glorie rossonere da Sacchi«Galliani diceva: “Qui puoi spendere”». E l’ad dalla platea: «Bei tempi»

VERSO MILAN-SAMP

Van Ginkel rischia di fermarsiLa Sud chiede aiuto ai supereroi

L’ALLENATORE

Inzaghi ci crede«Milan in Europa e Menez saràcapocannoniere»1Pippo manda un messaggio alla squadra: «Vogliamo regalare una gioia ai tifosi»

� 1 In piedi: Maldini, Galbiati, Tassotti, Sacchi, Galliani e Massaro. In basso Galli e Pincolini2 Sacchi con Inzaghi 3 Maldini, Tassotti e Baresi giocatori4 Da sinistra: Massaro, Maldini, Galli, Baresi e Tassotti PASSONI/OMEGA

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21Marco PasottoMILANO

F a un certo effetto vederliseduti uno accanto all’al-tro. Ed è un gran bell’ef-

fetto. Ma non serve poi un ec-cessivo sforzo di fantasia perimmaginarli ancora in campo.Stessa linea, o quasi. Da de-stra: Paolo Maldini, FilippoGalli, Franco Baresi e MauroTassotti. Basta invertire i terzi-ni. Oppure, per chi li ha difronte come Galliani, per for-mare lo schieramento correttooccorre che si scambino la se-dia i centrali. Poco più in là cisono anche Pippo Inzaghi, Da-niele Massaro e Italo Galbiati,oltre a figure storiche comel’ex dirigente Paolo Taveggia eil preparatore atletico Vincen-zo Pincolini. Tutti insiemecompongono le pagine più vin-centi e luminose dell’albumrossonero, e si sono presentatiallo stesso appuntamento per-ché a sfogliare quell’album c’èSacchi. Un libro, più che un al-bum: «Calcio totale», il libro diArrigo (Mondadori), presen-tato ieri alla Feltrinelli di piaz-za Piemonte.

ANEDDOTI E RISATE Sacchiracconta e si racconta, con leg-gerezza e senso dell’umori-smo, ma la sensazione in sala èun po’ strana perché tutti queitrionfi stridono parecchio congli stenti del presente. Lo sisente nell’aria, anche se poi larimpatriata non esce mai dallapiega umoristica. «Quando ar-rivai al Milan, Galliani mi disse“Guarda che qui puoi spende-re...”», racconta divertito Sac-chi. E l’a.d. aggiunge dalla pla-tea: «Bei tempi!». Risata gene-rale. Arrigo nomina più volteBerlusconi, il collante di tutto,e sta bene attento a non scivo-lare sull’attualità: «Per il calcioè stato come una valanga inuno stagno, ha fatto uscire ilpallone italiano dall’apatia».Lo stesso concetto con cui Gal-liani descrive Arrigo: «Con luiè cambiata la mentalità delcalcio nostrano, Sacchi è statoun grande innovatore. Si gio-cava per vincere e convincere,è stato qualcosa di meraviglio-

so ed è qualcosa di irripetibile.E Sacchi, anche se ha allenatola Nazionale, il Real e il Parma,sarà sempre ricordato come iltecnico del Milan. Anzi, delMilan più bello di sempre. Ar-rigo è stato un’intuizione diBerlusconi, era uno spettacolovederlo allenare col megafo-no».

CHE LINEA Quando sale sulpalco, Galliani non sa bene do-ve voltarsi. Accanto ha Arrigo,di fronte quei giocatori: «Vede-re schierata la difesa più fortedel mondo mi commuove. Enessuno ha saputo allenarlameglio di Sacchi». Tassotti,Galli, Baresi e Maldini insieme

sommano la bellezza di 80 (!)titoli. Sacchi esalta «prima gliuomini, e dopo i giocatori, per-ché le grandi squadre hannoinnanzitutto bisogno di ungrande progetto e grandi per-sone». Sacchi con lo stress,Sacchi con la gastrite, Sacchicon le ossessioni, Sacchi il ma-niaco del lavoro. Baresi non lodice con queste parole, ma facapire che si faticava tanto, so-prattutto perché non si uscivadal campo fin quando per Arri-go non erano perfetti anche imovimenti più piccoli. La pla-tea ride di gusto quando ricor-da questa domanda di Van Ba-sten: «Mister, ma perché a tuttigli altri basta vincere, mentre

noi dobbiamo anche convince-re?». E poi conferma: «Gallianiogni tanto mi dice di tornaread allenare il Milan. Ma non hopiù l’energia per farlo». La se-rata continua a cena. Tavolataillustre. Con Sacchi, Galliani eTassotti c’è anche Inzaghi, chesta vivendo un (altro) momen-to cruciale e non sa ancora checosa succederà da maggio inavanti. Ma per una volta èun’occasione per parlare delpassato e non del futuro. Ri-portare a galla le imprese fabene allo spirito. Anche Pippone ha tante da raccontare. Echissà che non sia di buon au-spicio per il presente.

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Jeremy Menez, 27 anni, al Milan dall’estate 2014 FORTE

MILANO

A desso che ha trovatocontinuità, spera di nondoversi fermare. Marco

van Ginkel si è guadagnato nel-le ultime settimane un posto datitolare nel Milan, ma ieri nonha partecipato all’allenamentoa Milanello (dove in mattinatasi è svolto un evento legato allosponsor Fujitsu) a causa diun’infiammazione al ginocchioche sarà valutata giorno pergiorno. Si era sparso un po’ dipessimismo a proposito del suorecupero per la gara di domeni-ca con la Samp, ma in realtà lo

staff medico non ha perso lesperanze di metterlo a disposi-zione di Inzaghi. Già oggi VanGinkel effettuerà una prova perverificare le condizioni del gi-nocchio. Se non dovesse farce-la, le scelte di Inzaghi sarebbe-ro obbligate e a centrocampo,insieme a De Jong e Bonaven-tura, toccherebbe ad AndreaPoli. Il recupero di RiccardoMontolivo, infatti, dovrebbeavvenire probabilmente laprossima settimana, quella cheterminerà con l’attesissimoderby con l’Inter.

LA PROTESTA DEI TIFOSI In-tanto, in occasione della parti-

ta con la Samp, è prevista un’al-tra manifestazione di dissensoda parte dei tifosi. L’invito nonè quello di disertare lo stadiocome accaduto durante Milan-Cagliari, ma di accorrere inmassa esprimendo il malcon-tento attraverso l’esposizionedi fogli che riportino immaginidi super eroi, personaggi deicartoni animati, grandi cam-pioni della storia del Milan, fi-no ad arrivare a protagonisti difamosi film e telefilm: tutte im-magini già viste sui socialnetwork con l’hashtag #save-acmilan, quello lanciato dagliultrà della Curva Sud. Una pro-testa ironica, insomma, dopo il

gelo dell’ultima partita casalin-ga, quando a San Siro c’eranodavvero pochissimi tifosi. Sta-volta è attesa più gente a fareda cornice a una partita chepuò avere risvolti molto impor-tanti per la classifica del Milan.

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Marco Van Ginkel, 22 anni,centrocam-pista olandese in prestito al Milan dal ChelseaLAPRESSE

PIPPO INZAGHITECNICO DEL MILAN

JEREMY DEVE FARE PIÙ GOLDI TUTTI PERIL BENE SUOE DEL MILAN

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14 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Fiorentina, un flopnella terra di mezzo E ora cercasi leader 1Contro la Juventus si è sentita l’assenza di Pizarro Mediana da rifare: nel mirino Bertolacci e Fernando

� 1 David Pizarro, cileno, 35 anni � 2 Il genoano e nazionale azzurro Andrea Bertolacci, 24 anni � 3 Fernando, brasiliano, 23 anni, dello Shakhtar Donetsk ANSA

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Giovanni SardelliFIRENZE

I l giorno dopo è una conti-nua ricerca dell’equilibrionella città degli eccessi. La

sottile via di mezzo tra chi pen-sa che sia tutto da buttare, e co-loro che nascondono i proble-mi della Fiorentina come pol-vere sotto il tappeto. Quel-l ’equilibrio che forse èmancato anche in campo nelmartedì più buio, quello dello0-3 contro la Juventus. Attac-care e proporre come consue-tudine, o aspettare e calcolaresfruttando il risultato d’anda-ta? Ne è uscito un pastrocchio.Ed è uscita, dalla Coppa, la Fio-rentina. Serviva appunto unequilibratore. In grado di stabi-lire l’atteggiamento giusto. Ecapace di farsi seguire dal restodei compagni.

CLONARE IL PEK L’identikitporta dritto a Pizarro, assentecontro la Juve per i cronici fa-stidi muscolari. Non tanto, omeglio non solo, per l’innatacapacità di domare palloni do-nando ritmo. Quanto per la

leadership che emana il cilenodentro e fuori dal campo. «To-gliamoci lo smoking e rimboc-chiamoci le maniche», disse amezzo stampa qualche mese facon la Fiorentina balbettantedi inizio stagione. I risultati so-no lì. La personalità non sicompra, semmai si compra chine ha. E a prezzi alti. Per que-sto la Viola è ancora così legataa questo ragazzo di 35 anni emezzo. Tanto da pensare a unulteriore anno di contratto(quello attuale scade a giu-gno). Sempre per il medesimomotivo di tanto in tanto spuntafuori l’interesse per il centro-campista centrale delloShakhtar Donetsk, Fernando.Classe ‘92, equiparato a Dunga(idolo per anni da queste par-ti), buona esperienza interna-zionale. Non è certo l’unicaidea. Anche perché, con l’ad-dio di Macia (Pradè invecesembra destinato a rinnovare ilcontratto in scadenza), i qua-dri dirigenziali futuri devonoancora essere definiti.

NOVITÀ AQUILANI La terra dimezzo, il centrocampo, è il re-parto dove andrà buona parte

dell’investimento estivo dimercato. Borja Valero non è re-duce dalla stagione della vita.Ma a vita (fino al 2019) rimar-rà a Firenze . Badelj sta convin-cendo tutti e rimarrà, Mati Fer-nandez è un pupillo del tecni-co. Discorso diverso invece perAquilani che ha il contratto inscadenza a giugno e l’accordocon la Fiorentina (differenzasulla durata) non è mai statotrovato. E difficilmente si tro-verà. I continui viaggi a Mona-co per risolvere la tendinopatiaachillea che lo limita nelle pre-stazioni, hanno dato pochifrutti. Giocare sul dolore perfarlo passare. Questo l’esito deicontrolli. Non è un mistero chela Fiorentina segua con grandeattenzione il centrocampistadel Genoa Andrea Bertolacci(’91) già cercato a gennaio nelprocesso di «italianizzazione»della Fiorentina. I viola moni-torano Pajtim Kasami, centro-campista ex Palermo e attual-mente in forza all’Olympiacos,classe ‘92, nazionale svizzero.

PATTO DI FERRO Una parte del-la città ha reagito male alla ba-tosta con la Juve. L’altra metà è

invece fedele al motto che laViola si ama e basta. In mezzo,la squadra e la guida tecnica.La direttiva è ripartire subito.Fin dalla trasferta di Napoli equella successiva di Kiev. Per-ché l’Europa League adesso èobiettivo primario. Traguardoche unirebbe la voglia di alzarefinalmente un trofeo con quel-la di arrivare in Champions.L’assioma che vede la Fiorenti-na squadra bella e mai vincen-te va smentito. I prossimi 50giorni serviranno per avere lerisposte.

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Tra Coppa Italia e Serie AR

NazionaleR

Tifosi razzisti:Croazia-Italiaa porte chiuseFabio Licari

A nche la pazienza (eccessiva) dell’Uefaha un limite. Quindi arriva la squalifi-ca. Una gara a porte chiuse per la Croa-

zia, proprio contro l’Italia (12 giugno a Zaga-bria). In teoria situazione favorevole per gliazzurri visto il «calore» dei tifosi locali, e vistoquello che alcuni teppisti s’erano inventati aMilano. Anche se giocare senza pubblico, ol-tre che spettrale, è sempre una sconfitta.

PRECEDENTI... Nonpoteva essere di-versamente. Gli ul-trà croati sono statiprotagonisti di variepisodi negli ultimianni. 1) Croazia-Georgia (3-6-11,Spalato): 80mila �di multa per inva-sione di campo,simboli vietati, raz-zi e fumogeni. 2)Croazia- Irlanda(10-612, Poznan):invasione, razzi e petardi, 25mila �. 3) Croa-zia-Italia (14-6-12, Poznan): petardi, canti esimboli razzisti, 80mila �. 4) Croazia-Spagna(18-6-12, Danzica): 30mila � per petardi esimboli razzisti. Infine, in questo gruppo eu-ropeo, tanti episodi: Croazia-Bulgaria (10/10,lancio petardi); Bulgaria-Croazia (13/10, in-vasione di campo); Italia-Croazia (16/11, raz-zismo, lancio di razzi e petardi, gara sospesa).

...E NORVEGIA La punizione dopo l’Italia erastata la chiusura di un settore da 8mila posticontro la Norvegia il 28 marzo. Ma proprioqui si sono ripetuti i comportamenti razzisti.E quindi porte chiuse e 50mila euro di multa.

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Antonio Conte, 45 anni

Page 15: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

15GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL PRESIDENTE E I TIFOSI

� 1 Il manager James Pallotta, 57 anni, è presidente della Roma dal 2012 � 2 Lo striscione riferito alla madre di Ciro Esposito, Antonella Leardi � 3 Un altro striscione con riferimento all’ultrà Daniele De Santis, accusato dell’omicidio di Ciro ITALY PHOTO PRESS-ANSA-D’ANNIBALE

3

21

Pallotta spacca Roma«Ci liberi». «No, ci tuteli»1L’attacco agli ultrà «fottuti idioti» divide la città. Dal calcio ancora nessun segnale di vicinanza. E Malagò: «Lo striscione? Che disagio»

Davide StoppiniROMA

O di et amo, James Pallottasi consoli: è la stessa fac-cia di Roma, che il pollice

lo gira all’insù o all’ingiù a se-conda del momento, di una fra-se, di un risultato sportivo, ingenerale di un episodio. Il presi-dente ha diviso, spaccato.Fucking idiots è diventato unhashtag su Twitter, argomentodi discussione principale, quasiunico, del mondo Roma di ieri.Cosa che certo non ha sorpresoPallotta, ben consapevole diaver lanciato un sasso senza do-versi preoccupare delle conse-guenze. Era già successo dopoRoma-Juventus di un anno fa,maggio 2014, quando lui stessorimase sconvolto dall’atteggia-mento di alcuni suoi tifosi a di-fesa di Daniele De Santis. La te-lefonata di due giorni fa, le pa-role oltre il comunicato di do-menica, sono figlie di unpresidente che ha visto accosta-

to il suo nome e quello della Ro-ma, soprattutto al di là dell’Oce-ano, a fatti extracalcistici. Iro-nia della sorte, facendo passarein secondo piano una vittoria difondamentale importanza inchiave campionato. Pallotta hafatto la somma ed è sbottato.

SPACCATURA E pazienzase...odi et amo. E pazienza se lesue parole non sono piaciute atutti. Se in molti hanno visto neitoni usati da Pallotta un assistper la chiusura dell’intera Cur-va Sud, a svantaggio di chi nelsettore era presente senza col-pe. «Continui così, ci liberi daquegli idioti» da una parte,«Perché non si è mosso a difesadei tifosi della Roma in altre oc-casioni?»: questa la sintesi delledue posizioni. Delle quali, an-cora ieri, Pallotta ha preso attosenza grandi sussulti. Ben co-sciente, per quanto lontano fisi-camente dalla quotidianità ro-mana, che sono davvero pochi iprecedenti di presidenti del cal-cio italiano che hanno avuto la

forza di andare contro i propritifosi, ben oltre la tutela degliinteressi personali.

ZERO SOLIDARIETÀ Pallottanon è in grande compagnia. Main fondo non dev’essere segnaledi preoccupazione, come pure ilfatto che nessuno del mondocalcio ieri si sia esposto — népubblicamente né privatamen-te — per esprimergli vicinanza.Preoccupazione è altro. Non èneanche l’odi et amo, che ha ri-guardato molti presidenti dellaRoma del passato. Verrebbe dadire quasi tutti, almeno in epo-ca moderna. Dino Viola venivaosannato per i righelli e critica-to perché «bagarino», salvo poitornare a essere omaggiato giu-sto per bombardare il suo suc-cessore, Giuseppe Ciarrapico.Destino molto simile a FrancoSensi, che un record in questosenso lo vanta: persino nel gior-no della festa scudetto al CircoMassimo c’era chi gli dedicavaun «bla bla bla». Ecco, Pallottanon è arrivato a tanto. Ma cer-

tamente ha avuto la forza di sti-molare un dibattito. A cui si èiscritto il numero uno del Coni,Giovanni Malagò, che così ha commentato gli striscioni di sa-bato scorso: «Ero allo stadio eonestamente ho provato unsenso di grande disagio nel leg-gere quel messaggio. Ho parte-cipato alla presentazione del li-bro della mamma di Ciro Espo-sito. Qual è la sua colpa? Dopouna tragedia ci può essere chi èpiù riservato e chi meno — haaggiunto —. Ma conosco la fi-nalità di quell’iniziativa, benefi-ca, sociale, una missione neiconfronti di chi non ha fortunanella vita. Non mi sembra che cisia nessuna speculazione. E allafine questa vicenda penalizza lasocietà perché si chiude la cur-va. La maggioranza delle perso-ne che erano in quel settoreadesso pagheranno un prezzocosì elevato che non potrannovedere la partita». In fondo lafotocopia, in termini più urba-ni, del Pallotta pensiero.

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IL BRASILIANO AI BOX

Maicon non esce dal tunnel: addio vicino1Nonostante le cure al ginocchio, il recupero è un mistero. C’è chi parla di rescissione, intanto tocca a Florenzi

Massimo CecchiniROMA

U n vincente per antono-masia. Uno di quelli –tanto per citare le sue pa-

role – «che fa paura agli avver-sari solo nel vederlo in campo».Parliamo di Douglas Sisenando,al secolo calcistico Maicon, 34anni a luglio. L’ultima sua appa-rizione è datata 3 febbraio, inCoppa Italia contro la Fiorenti-na. Poi il vuoto, con la cartilagi-ne del ginocchio destro «ferita»(una sorta di condrite) quantobasta per fargli saltare comples-sivamente finora 21 partite. Inquesti ultime due mesi il brasi-liano e la Roma, di comune ac-

cordo, hanno deciso di provarea evitare l’intervento chirurgi-co, optando per una terapiaconservativa che lo rimettessein campo per la fine della sta-gione. Maicon è volato a Barcel-lona dal professor Cugat quat-tro volte per sottoporsi ai cosid-detti fattori di crescita. Non èbastato, tant’è che il 23 marzoc’è stato bisogno di una nuovaseduta. Sulla carta tutto è anda-to nel migliore dei modi possibi-li per uno di quella età e conquei problemi, ma per il suo ri-torno in campo lo staff mediconon fa più previsioni. Si vive al-la giornata, proprio perché ognigiornata è differente dalle altre:una volta il difensore fa pro-gressi, la volta successiva maga-

ri scivola indietro di un paio dipassi.

BUONUSCITA Inutile dire chetutto questo penalizza pesante-mente la squadra di Garcia e ilclub stesso, che a settembre gliha fatto rinnovare il contrattofino al 2016 (con opzione

2017), a dispetto di tutte le vociche si accavallavano sul contodel giocatore. A questo puntoche fare? Occorrerà vedere. C’èchi dice che a Maicon possa es-sere proposta una sorta di re-scissione con buonuscita, comefu fatto a suo tempo per Juan ePizarro. C’è chi invece spera inuna resurrezione, grazie maga-ri anche a un miglioramentodelle condizioni o a un inter-vento chirurgico. Di sicuro lasocietà sta pensando al futuroper quel ruolo, visto che sonostati contattati sia gli svincolatiJohnson (Liverpool) e Maxi Pe-reira (Benfica), che i bersagligrossi Bruno Peres e Darmian(Torino).

TOCCA A FLORENZI Al momen-to, però, le grane sono di Gar-cia, che domenica Torino avràanche Torosidis squalificato. Ilprimo candidato a sostituirlo èil jolly Florenzi, che in questastagione è stato più volte ado-

perato in quella zona di campo.Ma da un paio di partite l’alle-natore francese ha anche trova-to una soluzione di emergenza,anche questa – diciamo così –più conservativa. Nei momentidi estrema difficoltà ha piazza-to a terzino destro Yanga-Mbiwa, un centrale di ruolo,che però ha quella fisicità cheoccorre per tenere botta nei mo-menti più difficili. Almeno, con-tro Cesena e Napoli è successo.Logico che al francese non sipossa chiedere di spingere sullafascia perché non ha queste ca-ratteristiche, però almeno puòdiventare un’alternativa per imomenti di emergenza, comequelli che sta affrontando datanto tempo Garcia. Insomma,ci sarebbe tanto bisogno di Mai-con. Ma di quello vero e non lapallida copia scesa in campo intante partite di questa stagione.«Fare paura solo con la faccia»,forse, adesso non basta più.

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Serie ARIl caso

LA CURVA CHIUSA

Comunicazione difettosa e niente avvisi allo stadio:i motivi dello stop1La società non ha fatto tutto quello che serve per ottenere le attenuanti

Alessandro CatapanoROMA

M ancata comunica-zione. Due parolebastano a spiegare

la ragione (non l’unica pe-raltro) per cui il giudicesportivo Gianpaolo Toseldue giorni fa ha disposto lachiusura della curva Sud peri due striscioni esposti con-tro la madre di Ciro Esposi-to, mentre il 25 febbraio del-lo scorso anno sanzionò ledue scritte juventine sullatragedia di Superga (citatein queste ore dai romanisticome termine di paragone)solo con un’ammenda di25mila euro. Perché questadifferenza di trattamento?Facile: la Roma, a differenzadella Juventus (e di altre 17società, ne manca all’appel-lo solo una seconda), non hamai inviato al giudice sporti-vo la comunicazione che tut-ti i club di A forniscono a ini-zio stagione sulle misure egli investimenti che verran-no impegnati per prevenirele condotte violente dei pro-pri tifosi. Certamente ha im-piegato uomini e denari, manon lo ha comunicato (daTrigoria sostengono di averinviato la missiva a dicem-bre, ma sul tavolo del giudi-ce non è mai arrivata, che sisia persa nel tragitto?), e perquesta mancanza pratica-mente il club giallorossonon può mai ottenere dalgiudice il massimo delle at-tenuanti (che scattano qua-lora si verifichino le circo-stanze previste dall’articolo

13, comma 1 del Codice di giu-stizia sportiva). Ecco spiegato perché per Roma-Napoli Toselnon abbia potuto «alleggerire»la sanzione a carico dei giallo-rossi. Ma non è l’unica ragione.Sulla decisione del giudicesportivo hanno influito anchel’ampiezza di uno dei due stri-scioni, la durata dell’esposizio-ne (svariati minuti), il fatto chenon siano stati né rimossi né di-sapprovati dal resto del pubbli-co (anzi), la mancanza di avvisidello speaker dello stadio, ilcontesto in cui è avvenuto il fat-to (il clima di tensione già altotra le due tifoserie) e, dulcis infundo, i soliti cori discriminato-ri che hanno accompagnato glistriscioni, su cui il club risulta-va peraltro recidivo.

SÌ O NO? Codice (e buon senso)alla mano, ci sono molte ragio-ni per cui la Roma eviti di ricor-rere contro la sanzione di Toselalla Corte sportiva d’Appello. Inrealtà, Pallotta non ha ancoradeciso, e le riflessioni sul temahanno monopolizzato (spin-gendo per il ricorso) le ultimetelefonate con Boston. Forseoggi il presidente farà una scel-ta. Se ne attende anche un’al-tra, sul comportamento del rac-cattapalle perditempo per cuila Roma ha beccato 12mila eu-ro di multa. Anche qui, baste-rebbe il buon senso. Chissà...

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Mauro Baldissoni, d.g. Roma ANSA

Maicon, 33, «scade» nel 2016 ANSA

NAZIONALI

L’Under 18 è prontaal test con la Turchia� Il c.t. dell’Italia Under 18 Vanoli ha convocato 19 azzurrini, che si raduneranno domenica, per l’amichevole di mercoledì 15 a Casale Monferrato contro la Turchia. L’evento è stato organizzato nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario per lo scudetto vinto nel 1914.

DONNE

Oggi in campole Under 19 e 17� (m.cal.) Doppio impegno per le nazionali femminili nella Fase Elite di qualificazione all’Europeo. Alle 15 a Pecinci (Serbia), l’U19 affronta la Svezia nella sfida decisiva per il passaggio del turno: alla squadra di Corradini, a punteggio pieno dopo le prime 2 giornate, basta un pari. A Montepulciano l’U17 debutta con la Rep. Ceca. Inizio alle 16, diretta su RaiSport 1.

TACCUINO

Page 16: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

16 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PARMA 1

UDINESE 0PRIMO TEMPO 0-0MARCATORE Varela al 25’ s.t.

PARMA (3-5-1-1) Mirante; Santacroce, Costa (dal 4’ s.t. Mendes), Feddal; Cassani, Mauri (dal 30’ s.t. Gobbi), Lodi, Nocerino, Varela; Ghezzal; Coda (dal 22’ s.t. Belfodil). PANCHINA Bajza, Iacobucci, Prestia, Esposito, Taider, Jorquera, Haraslin, Broh, Palladino. ALL. Donadoni. BARICENTRO MOLTO BASSO 45,6 M.CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Mauri per gioco scorretto, Varela per c.n.r.

UDINESE (3-4-2-1) Karnezis; Wague, Danilo, Bubnjic (dal 1’ s.t. Allan); Widmer, Badu, Guilherme, Pasquale; B. Fernandes (dal 32’ s.t. Geijo), Aguirre (dal 1’ s.t. Thereau); Di Natale. PANCHINA Scuffet, Meret, Hallberg, Coppolaro, Gabriel Silva, Perica. ALL. Stramaccioni. BARICENTRO MEDIO 52,5 M. CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 4-3-1-2; dal 32’ s.t. 4-3-3. ESPULSI nessuno. AMMONITI Wague per gioco scorretto.

ARBITRO Cervellera di TarantoNOTE spettatori paganti 192, abbonati 9.580, incasso e quota gara non comunicati. Tiri in porta 7-1 (con 1 palo). Tiri fuori 5-5. In fuorigioco 0-2 . Angoli 2-4. Recuperi: 1’ p.t.; 4’ s.t.

Guglielmo LonghiINVIATO A PARMA

E a un certo punto, dopo ilgol di Varela, la curva delTardini comincia a canta-

re: «Torneremo, torneremo inSerie A». E poi: «Donadoni, por-taci in Europa». Orgoglio e au-toironia, va in scena un altro ca-pitolo del Parma-pride, forse ilpiù bello perché segna il ritornoalla vittoria in A che mancavadal 6 gennaio (1-0 alla Fiorenti-na). Mentre la società crolla sot-to il peso dei debiti e la classificaricorda cose terribili come le 20sconfitte, i «falliti» di Donadonidanno un’altra lezione: dopol’Inter, costretta al pari a San Si-ro, tocca alla demotivata e apa-tica Udinese. Lezione di dignità,e questo si sapeva e lo si ripete

da settimane rischiando di scon-finare nella retorica, ma anche esoprattutto di calcio.

APPLAUDITO Il Parma meritatutti gli applausi dei suoi dolentitifosi. Gioca meglio, con più vo-glia e più qualità. Dietro al Do-nadoni-pensiero c’è un’idea dicalcio ben definita, quella che manca ancora al gruppo bene-stante allenato da Stramaccioni.Squadra ridisegnata con un 3-5-1-1 equilibrato e propositivo:Lodi tornato uomo chiave delcentrocampo, Nocerino a soste-nere il peso dell’azione quasi co-me ai tempi del Milan, il giovaneMauri a dare un po’ di creatività.E poi i due migliori: il portoghe-se Varela, che è arrivato a gen-naio con Rodriguez e a differen-za del «Cebolla» ha deciso di re-stare sulla barca che affonda, è

stato devastante sulla sinistra,mandando subito in confusioneWidmer. Dietro l’unica puntaCoda ha spadroneggiato l’alge-rino Ghezzal, piedi buoni e ideeinteressanti. La testa ha tenuto,il gioco pure. Il Parma ha fatto lapartita sin dall’inizio, affidan-dosi alla semplicità: da Lodi aVarela per lo scatto sulla fascia.Oppure Lodi che ci prova su pu-nizione (6’ del secondo tempo).O ancora Ghezzal che si muoveleggero tra le traballanti lineedell’Udinese. Risultato: il Parmaha giocato facile come se nonavesse due piedi in B. E ha chiu-so con qualche record di nic-chia, ma comunque significati-vo: è imbattuto da due giornatee non ha mai tirato così tanto inporta. Donadoni ha ammesso diessersi commosso sentendo i co-ri su di lui e ricordato che con la

Juve «sarà una sfida difficile manon impossibile». Ma la testa èal futuro: il 15, giorno dell’altrorecupero col Genoa, i curatorifallimentari spiegheranno alTribunale se si può continuarecon l’esercizio provvisorio.

PUNITA «Non siamo scesi incampo, abbiamo sbagliato inpieno l’approccio alla partita:troppo molli, senza cattiveria»,sentenzia uno Stramaccioni alculmine della depressione. Luil’aveva previsto: «Quando dice-vo che questa partita era unatrappola, mi davano del matto.E invece qui si gioca in un climaparticolare...». Penalizzata daiguai altrui (che paradosso)l’Udinese è stata dunque vittimadella sua confusione: un solo ti-ro in porta, anzi sul palo, poi lozero assoluto. Strama ha ancheprovato a cambiare uomini emodulo dopo l’intervallo: ab-bandonata l’idea del doppio tre-quartista, dentro Allan e There-au per passare al 4-3-1-2 conBruno Fernandes dietro la cop-pia di attaccanti. In teoria, la so-luzione migliore disponibile in quel momento. In realtà, non ècambiato nulla. La squadra hafaticato a costruire, lasciandomolti dubbi su chi doveva farecosa: per esempio, tra Allan eGuilherme non si è capito a chitoccassero i compiti del regista.Mentre Di Natale si spegnevadel tutto, il tecnico è passato al4-3-3 con un attaccante in più(Geijo). Niente da fare. E perpunizione da oggi tutti in ritirofino a domenica.

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IL PROTAGONISTA

Quel gol triste di Silvestre per il papà malato1L’ex Porto alle prese con i problemi del Parma e anche con un genitore in fin di vita. Donadoni: «A lui un doppio grazie»

Francesco VelluzziINVIATO A PARMA

Q uasi scoppia a piangere.Silvestre Varela ha la-sciato il papà a Porto infin di vita. E gli ha rega-

lato il gol, il primo nel campio-nato di Serie A «che me gustamucho». Quell’esultanza è peril papà che lotta in Portogalloma Varela, che è un professio-nista consumato, dribbla tuttoperché non sa che Donadoni ha

rivelato tutto: «Ho esultato piùper la squadra che per me stes-so, perché qui la vittoria man-cava da tanto tempo. E’ statoun giusto sfogo». Mendes gli fada interprete, Silvestre nonparla proprio l’italiano, maama il nostro campionato echissà che non riesca a restarci.

DA HULK E FALCAO Giocava nelPorto che tremare il Portogallofaceva, ha vinto due titoli e dueSupercoppe di casa sua, l’Euro-pa League con Villas Boas («Lui

e Donadoni sono diversi, ognu-no ha il suo metodo»), ha gio-cato con Hulk e Falcao, è amicodi Cristiano Ronaldo, ha vintoil bronzo a Euro 2012. Poi, do-po una fugace presenza in In-ghilterra (7 presenze e un gol)con il West Bromwich, si è ri-trovato a Parma da gennaio eda quel momento è accaduto ditutto. Lui qui, con moglie e duefigli, senza soldi, in una situa-zione surreale a sentir parlaresolo di conti, fallimenti, manet-te. E con il papà in fin di vita.Dopo la sosta ha avuto un gior-no di permesso in più. Poi è tor-nato e ha dispensato calcio: nu-meri e scatti, assist (per Lila contro l’Inter) e gol (un po’ for-tunoso, ma un gol) e giocate di

grandi qualità. Perché conl’Udinese è stato il migliore. «E’un esterno, ma è tanto duttile:è questa la differenza tra ungiocatore normale e un grangiocatore», lo racconta Dona-doni. Che davanti ai grandi uo-mini si inchina. «Ha vissuto si-tuazioni che non gli hanno per-messo di esprimersi al meglio.Sta soffrendo, ma sta reagendoda gran professionista. A lui vaun doppio grazie». Ieri, per unattimo, a Varela non sono scap-pate le lacrime. Silvestre si èchiuso nel silenzio. Ha esterna-to sommessamente la soddisfa-zione per il gol che ha ridato lavittoria al Parma dopo tre mesi.E poi a casa, a sperare per papà.

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PARMA 7

Era un cross o un tiro? Poco importa: il gol, il primo in Serie A, premia una partita maiuscola. Incassa i complimenti del tecnico: «Uno come lui può fare tutto».

7

IL MIGLIOREVARELA

MIRANTE 6 A lungo inoperoso, salvato dal palo. SANTACROCE 6 Serata di assoluta tranquillità: dalla sua parte l’Udinese non ha mai spinto.COSTA 6 Esce per una botta all’inizio della ripresa dopo aver rischiato pochissimo.MENDES 6,5 Si fa notare per un salvataggio su Badu al 13’ s.t.FEDDAL 6 Jolly della difesa e del centrocampo, se la cava anche da centrale. CASSANI 5,5 Limita al minimo la spinta, forse poteva osare di più.MAURI 6,5 Il ragazzo ha talento, e questo si sa. Fuori per un dolore al ginocchio.GOBBI 6 Entra nell’ultimo quarto d’ora quando c’è da puntellare l’1-0. LODI 7 Spente le ultime polemiche: Donadoni gli dà spazio e lui ricambia con 51 palloni giocati e la solita punizione gioiello.NOCERINO 6,5 Nel primo tempo è il più pericoloso: tre occasioni.GHEZZAL 7 La spalla ideale per Coda: 5 cross e una presenza costante al centro dell’azione.CODA 6,5 Centravanti di peso, in tutti i sensi. Ci prova un paio di volte.BELFODIL 6 Contribuisce, suo malgrado, all’episodio chiave fallendo il tocco di testa.ALL. DONADONI 7 Qualcuno sarà stanco di sentire complimenti buonisti, ma stavolta li merita tutti. Questo povero Parma gioca davvero bene.

RIVINCITA LODIGHEZZAL C’È SEMPREKARNEZIS CI PROVADI NATALE DURA 45’

CERVELLERAIl clima è soft ecosì la partita

non è complicata da dirigere: sono giusti i gialli, compreso quello a Varela per un’evidente simulazioneIORI 6 - PERETTI 6BANTI 6 - SACCHI 6

UDINESE 5

Straordinario su un tiro di Coda e sulla punizione di Lodi destinata all’angolo alto. Sul gol tradito dal non-tocco di Belfodil, ma la palla di Varela è una scheggia impazzita.

6,5

IL MIGLIOREKARNEZIS

WAGUE 5 Settima partita di fila da titolare e qualche affanno di troppo.DANILO 5,5 Soffre, ma almeno mantiene la lucidità: 76 palloni giocati.BUBNJIC 5,5 Non giocava titolare dalla seconda giornata, prende il palo anche se il tiro sembra abbastanza casuale.ALLAN 5 Strama gli chiede di svegliare la squadra. Non ci riesce.WIDMER 5 La controfigura dell’esterno ammirato nelle ultime partite. Spento e impreciso: 21 palle perse.BADU 5 Corre e corre, ma non capisce cosa fare. GUILHERME 5 In teoria, è il regista. Ma scompare davanti a Lodi.PASQUALE 5 Spostato in difesa col cambio di modulo: inesistente.BRUNO FERNANDES 5 Tutti aspettano ancora il salto di qualità.GEIJO 5,5 Il meno colpevole: entra nel momento peggiore.AGUIRRE 5 Deve fare il secondo trequartista, non trova la posizione. THEREAU 5 È l’uomo dei gol in trasferta: stavolta resta ai margini.DI NATALE 5,5 Benino per un tempo, poi si fa prendere dalla malavoglia.ALL. STRAMACCIONI 5 Attacca la squadra, fa autocritica e incassa malissimo lo stop alla serie dei 4 risultati positivi.

6,5

LE PAGELLEdi G.LO.

Serie ARRecupero della 24a giornata

PASSAGGI

CONTRASTI

PALLONI INTERCETTATI

4

3PALLE RECUPERATE

6

NELLO SPECCHIO PARATI FUORI

2 1

VINTI 4 PERSI 1

1

TIRI

47POSITIVI

40NEGATIVI

7

Parma, che cuoreVarela dà i 3 punti Udinese in ritiro 1Dopo il pari con l’Inter, ecco la vittoria che mancava dal 6 gennaio. Friulani puniti. Strama: «Noi troppo molli»

CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI

G V N P F S

JUVENTUS 70 29 21 7 1 57 14

ROMA 56 29 15 11 3 40 21

LAZIO 55 29 17 4 8 54 28

FIORENTINA 49 29 13 10 6 43 31

SAMPDORIA 48 29 12 12 5 37 30

NAPOLI 47 29 13 8 8 47 37

TORINO 42 29 11 9 9 34 31

MILAN 41 29 10 11 8 43 36

GENOA 38 28 9 11 8 38 34

INTER 38 29 9 11 9 43 37

PALERMO 35 29 8 11 10 39 43

SASSUOLO 35 29 8 11 10 35 43

UDINESE 34 29 8 10 11 32 38

EMPOLI 33 29 6 15 8 30 32

VERONA 33 29 8 9 12 36 51

CHIEVO 32 29 8 8 13 21 31

ATALANTA 26 29 5 11 13 24 40

CESENA 22 29 4 10 15 28 52

CAGLIARI 21 29 4 9 16 35 56

PARMA (-3) 13 28 4 4 20 23 54

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS

EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 11 APRILEGENOA-CAGLIARI (ore 18) (1-1)

PARMA-JUVENTUS (ore 18) (0-7)

VERONA-INTER (ore 20.45) (2-2)

DOMENICA 12 APRILE, ore 15CESENA-CHIEVO (ore 12.30) (1-2)

ATALANTA-SASSUOLO (0-0)

LAZIO-EMPOLI (1-2)

NAPOLI-FIORENTINA (1-0)

TORINO-ROMA (0-3)

UDINESE-PALERMO (1-1)

MILAN-SAMPDORIA (ore 20.45) (2-2)

PROSSIMO TURNO

La gioia dei giocatori del Parma, che festeggiano Silvestre Varela, autore del gol vittoria: per il portoghese è la prima rete in Serie A ANSA

Page 17: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

17GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sinisa più lontanoLa Samp di domaniaffare per quattro 1Mihajlovic nicchia sul rinnovo. Per la panchina corrono Iachini, Di Francesco, Mandorlini e Ventura

Sinisa Mihajlovic, 46 anni, prima della Samp ha allenato Bologna, Catania, Fiorentina e Serbia ANSA

Filippo GrimaldiGENOVA

N on è una questione di lu-na, e neppure di stelle.Prima i fatti: perché, me-

no prosaicamente di quantoracconta lui stesso, Mihajlovicha ormai saldato il (debito) mo-rale che riteneva di avere con-tratto vent’anni fa, quando ap-prodò da giocatore alla Samp.Dopo la chiamata, una stagionee mezzo addietro, di EdoardoGarrone al capezzale di unaSamp malata, tutto s’è detto. Si-nisa disse sì, salutò la panchinadella Serbia per centrare un (doppio) miracolo. Prima unasalvezza con i fiocchi, quindi –dopo il lavoro sul mercato esti-vo e di gennaio del d.s. Osti, cheha messo tanta classe a disposi-zione del tecnico - una stagioneben al di sopra delle aspettati-ve, dove il finale, comunque ro-seo, è ancora tutto da scrivere.

COUNTDOWN Mihajlovic reste-rà? Sulla carta, il raggiungi-mento dell’aritmetica quota-salvezza ha automaticamenteportato al rinnovo dell’accordo.Nella pratica, la Samp è ancoraalla finestra, ma non potràaspettare la fine del campiona-to per saperlo. Anche perché,paradossalmente, l’approdo inEuropa – più o meno nobile,non importa – comporterebbel’inizio anticipato della prepa-razione per la nuova stagionealla fine di giugno, dunque nonsarebbe pensabile attendere laancora due mesi per deciderechi guiderà la Samp nella pros-sima stagione. Tempo limite: fi-ne aprile, all’incirca. Ma la deci-sione non sembra figlia deiprossimi risultati della Samp.L’Europa potrebbe rendere piùforte l’idea di Mihajlovic di sa-lutare la piazza da vincente,considerando che Sinisa nonvorrebbe mai proseguire il suomandato, con la prospettiva diandare in Europa da comparsa.La bilancia al momento nontende all’ottimismo. Mihajlovicha preso tempo, e questo già diper sé non è un buon segnale.Anche, perché, in caso di acces-so all’Europa League, o ai preli-minari di Champions, pur aven-do già in cassaforte Moisander,Osti dovrà fatalmente operaresul mercato. La Samp vuole cre-scere, ma le follie sono vietate,dunque difficilmente Sinisa po-trebbe avere a disposizione unarosa così forte da poter sostene-re ad altissimi livelli il triplofronte di campionato, CoppaItalia ed Europa. Sinisa non ha,al momento, un’alternativa giàpronta, ma è possibile che, con-siderando esaurita la sua mis-sion sotto la Lanterna, si mettaalla finestra aspettando qualco-sa di intrigante.

L’EREDITA’ Ecco che, allora, di-venta lecito ipotizzare quali po-

trebbero essere i candidati allasuccessione di Sinisa. Si eraparlato tempo addietro di Iachi-ni, ex molto stimato dalla piaz-za blucerchiata. La vicenda-Barreto, tuttavia, potrebbe con-sigliare i blucerchiati a cambia-re obiettivo, anche perché fral’altro l’allenatore di Zampariniha ancora un anno di contrattocon il Palermo. Di Francesco èun’alternativa: tecnico validosul piano umano, serio profes-sionista, capace di risolvere si-tuazioni difficili in classifica. L’unica nota da valutare riguar-da il suo passato: tutte squadresenza grandissime tensioni. Cisono poi altri due allenatori che

piacciono, ma la cui situazionefutura è in evoluzione. Il primoè Mandorlini, capace di gestirela pressione di piazze impor-tanti come quella veronese.L’altro è Ventura, la cui situa-zione con il Torino è in… evolu-zione. Ma qui, bisognerà vede-re semmai cosa penserà il presi-dente Ferrero di un tecnico chegià ben conosce la piazza, dagiocatore e poi da allenatore.Una (quasi) certezza c’è: la se-de del prossimo ritiro. La Sampandrà a Pinzolo, in Trentino.Una decisione in tal senso è pre-vista a breve, forse già all’iniziodella prossima settimana.

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L’ALTRA GENOVESE

Intervallo fatale Il sogno del Genoas’è spento dopo 45’1Nelle ultime 11 gare Gasperini ha perso 7 punti nei secondi tempi. E l’Europa ora è un miraggio

Alessio Da RonchGENOVA

I l tempo è tiranno, si sa.Per il Genoa lo è in ma-niera particolare so-

prattutto il secondo tempo.Il sogno europeo dei rosso-blù, infatti, si è affievolito inmaniera decisa dopo l’inter-vallo. Un dato che ha lascia-to un segno importante nel-le ultime giornate di cam-pionato, dopo un girone diandata di segno opposto,nel quale il Grifone avevaconquistato 4 punti in piùproprio dopo la pausa dimetà partita.

SETTE PUNTI IN MENO Agennaio il Genoa avevainaugurato il 2015 recupe-rato il risultato della sfidacon l’Atalanta al Ferraris,passando dallo 0-1 dei pri-mi 45 minuti, al 2-2 finale.Quella, però, è stata l’ultimasfida giocata in crescendodai genovesi, quantomenodal punto di vista del pun-teggio. Da quel giorno lasquadra di Gasperini ha di-sputato 11 partite, perden-do, dopo l’intervallo, ben 7punti, quasi tutti quelli che,al momento, la distanzianodalla lotta per un posto in Europa League, (visto che ilNapoli precede i liguri di 9

punti, ma questi ultimi posso-no contare sul recupero casa-lingo contro il Parma di merco-ledì prossimo). Durante il se-condo tempo sono sfumate bentre vittorie, quelle con Fiorenti-na, Empoli, e Udinese, e pureun pareggio, quello con il Chie-vo, divenuto poi addiritturaun’amara sconfitta casalinga.

QUINTO POSTO Se si allargal’analisi dei risultati all’interastagione si scopre che il Genoacon i soli risultati dei primitempi non solo sarebbe in lottaper l’Europa, ma si porrebbeaddirittura al quinto posto del-la classifica, con 41 punti (frut-to di 10 vittorie e 11 pareggi),dietro Juventus, Lazio, Roma eMilan, ma davanti al Napoli ealla Fiorentina, nonché allaSampdoria, che seguirebbe irossoblù a 5 lunghezze di di-stanza. Curiosamente a incide-re sono in particolare le sfide incasa. Al Ferraris il Grifone neiprimi tempi avrebbe conqui-stato 22 punti invece di 18, fuo-ri casa invece avrebbe somma-to 19 punti invece che 20.

MOTIVO Un dato statistico alquale non è semplice dare unsignificato. Probabilmente èfrutto soprattutto di episodi.Certo, però, che ha basi solide,tanto da far pensare ad un pro-blema più serio e maggiormen-te identificabile. Se ad esempiosi esclude il pareggio con l’Udi-nese, l’ultimo della serie, il mo-mento meno positivo risale alperiodo in cui il tecnico non haavuto a disposizione un verocentravanti in forma.

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4� i moduli di gioco utilizzati in una stagione e mezza, partendo dal 4-2-3-1 iniziale, per passare poi al 4-3-3, al 4-4-2 e, recentemente, al 4-3-1-2

59 � le partite di Mihajlovic in A sulla panchina della Sampdoria dal novembre 2013 a oggi, con 25 successi conquistati e 93 punti ottenuti

7� i punti persi dalla squadra di Gasperini nel secondo tempo nelle ultime 11 partite di campionato, con 3 vittorie e un pari sfumati dopo l’intervallo

41� i punti conquistati dal Genoa in un’ipotetica classifica dei primi tempi. Punteggio che porterebbe i rossoblù al quinto posto dopo 45 minuti

Gian Piero Gasperini, 57 GETTY

Serie ARIl derby a distanza

Page 18: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

18 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Lionel Messi, 27 anni e Luis Suarez, 28, entrambi a segno nella partita contro l’Almeria REUTERS

Il Barcellonain scioltezzasull’AlmeriaSuper Messi1Almeria travolto: con Leo in gol anche Suarez (2) e Bartra. Ora il tour de force

Filippo Maria RicciCORRISPONDENTE DA MADRID

@filippomricci

T re punti facili facili e unabuona dose di riposo: ilBarcellona si è disfatto

senza problemi dell’Almeriapreparandosi con tranquillitàal delicato momento della sta-gione: le prossime partite sa-ranno con Siviglia, Psg, Valen-cia e ancora i francesi. Al CampNou è finita 4-0: debutto ama-ro in Liga per Sergi Barjuan,che col Barça da giocatore havinto tutto, ha fatto bene datecnico con l’Hercules in Se-gunda ed è appena approdatoin prima divisione con una mis-sione quasi impossibile, salvarel’Almeria, 3 punti nelle ultime8 partite. Il Barça aveva fatto 4reti nelle ultime 3 uscite: ha ap-profittato della debolezza delrivale per riprendere il suo rit-mo abituale.

TURNOVER MASSICCIO PerLuis Enrique era l’ultima occa-sione per fare turnover e l’ha sfruttata a dovere: Piqué, Ma-thieu, Iniesta e Neymar si sonoaccomodati in panchina, Bu-squets (squalificato) e Jordi Al-ba (infortunato) in tribuna.Come all’andata, Mascheranoe Bartra coppia di centrali, Pe-dro e Adriano titolari. Terza

volta da titolare per Sergi Ro-berto, dopo le due gare con l’Ei-bar. Il canterano trascurato si èmesso nella per lui inedita mat-tonella di Busquets, con Rakiticda una parte e Xavi dall’altra ese l’è cavata egregiamente. Inattacco fuori Neymar, a seccodi gol dal 15 febbraio.

CI PENSA LEO Cominciava apreoccupare anche la stranaassenza tra i marcatori di LeoMessi, già 3 partite senza retitra Liga e Champions. Il digiu-no è finito al 33’ di una partitanoiosa, spessa, con lo sterilepossesso del Barça in formatoassedio inutile e la difesa ad ol-tranza dell’Almeria, 9 uoministretti stretti davanti al portie-re, Leo ci ha pensato un po’quindi ha risolto la faccenda.Palla sull’estremo destro, rien-tro puntando il suo marcatoreCasado (i due giocavano insie-me nel Juvenil A del Barça, unoda 10 e l’altro da ala oggi ricon-vertita in terzino) e bruciandoil portiere con un sinistro pienod’effetto. Gol meraviglioso, il33° in Liga, 27° nelle 22 partitegiocate in questa stagione daLeo al Camp Nou, 275° in Liga,uno in più di quelli segnati dal‘pichichi’ storico della serie ASilvio Piola (considerando soloil girone unico). Un lampo cheha bruciato l’Almeria che giànon riusciva a tenere la pallaper più di 4-5 secondi. La parti-ta si è ulteriormente spenta fi-no al raddoppio di Suarez (10’della ripresa) che ha fatto ungol molto simile a quello diMessi: diagonale rientrando dadestra verso il centro e sinistroa giro sul secondo palo. LuisEnrique ha fatto uscire ancheDani Alves e Rakitic, Bartra se-guendo la scia disegnata nelleultime gare da Mathieu ha con-fermato l’ottimo lavoro di LuisEnrique e del suo aiutante Un-zue nel preparare i calci piazza-ti segnando di testa su un ango-lo di Xavi. Nel recupero Pedroha regalato a Suarez il 10° golin Liga. Da sabato per il Barçasarà un’altra musica, menocompiacente.

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BARCELLONA 4

ALMERIA 0PRIMO TEMPO 1-0MARCATORI Messi (B) al 33’ p.t.; Suarez (B) al 10’, Bartra (B) al 30’, Suarez (B) al 48’ s.t.

BARCELLONA (4-3-3) Bravo; Dani Alves (dal 19’ s.t. Montoya), Bartra, Mascherano, Adriano; Rakitic (dal 22’ s.t. Rafinha), Sergi Roberto, Xavi; Messi Suárez, Pedro.PANCHINA Ter Stegen, Mathieu, Piqué, Iniesta, Neymar.ALLENATORE Luis EnriqueAMMONITI Mascherano per gioco scorrettoESPULSI nessuno

ALMERIA (4-5-1) Julián; Antonio Marín, Trujillo, Ximo Navarro, Casado; Partey, Espinosa (dal 34’ s.t. Mané); Wellington Silva (dall’11’ s.t. Soriano), Corona, Edgar (dal 27’ s.t. Zongo); Thievy.PANCHINA Rubén, José Ángel, Azeez, Hemed.ALLENATORE Sergi BarjuanAMMONITI Casado per gioco scorrettoESPULSI nessuno

ARBITRO Hernandez HernandezNOTE spettatori 73.837Tiri in porta 11-2, tiri fuori 2-2, angoli 14-5, fuorigioco 1-3Recuperi 0‘ p.t. e 3‘ s.t.

Cristiano Ronaldo esulta dopo aver segnato al Rayo. Il portoghese tiene il Real in scia del Barça REUTERS

Real, ci pensasempre CR7E Jamestorna al gol 1Battuto il Rayo, per Carlo Ancelotti è la cinquantesima vittoria in Liga . Vetta a -4

R onaldo è tornato. Dopo i5 gol al Granada di do-menica ieri una rete che

a metà della ripresa ha apertoil complicato derby col RayoVallecano, che ha dominatonel primo tempo e si è sgonfia-to nel secondo, quando il Ma-drid si è svegliato dal letargo. AVallecas è finita 2-0 per il Ma-drid, Ancelotti ha rimediato lasua 50a vittoria in Liga (68partite) e resta a -4 dal Barçaquando alla fine del campiona-to mancano 8 giornate.

LA SCELTA DI CARLO Con i suoiMagnifici 7 tutti disponibili(l’acciaccato Bale ha recupera-to) Carlo ha fatto una primascelta, indicativa: in panchinaIsco, quindi la BBC davanti eModric e James Rodriguez afiancheggiare Kroos. Sulla car-ta è la formazione più equili-brata, considerando che i 3 da-vanti devono giocare per forza.O la meno sbilanciata, se vole-te. Il problema è che il test an-dava in onda contro una dellesquadre che, per stessa ammis-sione di Ancelotti, più fa soffri-re il Madrid. E allora siccomeieri i 3 tenori offensivi del Realfacevano una fatica matta arientrare a dare una mano tan-to in fase difensiva come in co-struzione aspettando pigri e fi-duciosi la palla lunga, nel pri-mo tempo i 3 del centrocampo

madridista sono finiti rapida-mente in apnea, e a salvare ilMadrid ci ha pensato la difesa(su tutti Sergio Ramos) e in ul-tima istanza Casillas, decisivosu Bueno e soprattuttoTrashorras in una frazione do-minata dal Rayo.

LA TRASFORMAZIONE Ance-lotti ha confessato di aver pro-pinato ai suoi il suo primo grancazziatone proprio a Vallecasun anno fa, e ieri nell’intervallodeve essere stato nuovamentepiuttosto duro, perché il Ma-drid nella ripresa ha cambiatofaccia. E avrebbe meritato subi-to un rigore per un fallo chiarodi Amaya su Ronaldo con l’arbi-tro che ha ammonito il porto-ghese per una simulazione ine-sistente. Salvo ricorso, Cristia-no sarà squalificato per la garacon l’Eibar come James e Kro-os, tutti diffidati e ammoniti.Dopo il rigore negato i tiri in ra-pida successione di Benzema,Marcelo e Bale, tutti fuori dipoco, e una generale sensazio-ne di continua pericolosità, colRayo preoccupato e molto me-no spavaldo. Il Madrid ha presola palla e poi anche la porta: al23’ Carvajal ha servito a Ronal-do il 37° gol di questa Liga, untuffo di testa perfetto preciso.Rete numero 48 nella stagionee 300 con la maglia del Madrid(in 288 partite). Più tardi an-che la meritata rete di JamesRodriguez, ispirato ispiratore epoi anche finalizzatore, il mi-gliore dei suoi. L’inseguimentoal Barça continua.

f.m.r.© RIPRODUZIONE RISERVATA

30a GIORNATA. Martedì: Atletico Madrid-Real Sociedad 2-0, Levante-Si-viglia 1-2, Eibar-Malaga 1-0. Ieri: De-portivo-Cordoba 1-1, Rayo Vallecano-Real Madrid 0-2, Barcellona-Almeria 4-0, Granada-Celta 1-1. Oggi: Athletic Bilbao-Valencia, Elche-Getafe, Villarre-al-Espanyol. CLASSIFICA Barcellona 74, Real Madrid 70, Atletico Madrid 65, Valencia*, Siviglia 61, Villarreal* 50,Malaga 45, Athletic Bilbao* 39, Rayo Vallecano 38, Real Sociedad 37, Celta 36, Espanyol* 35, Getafe* 32, Eibar 31, Levante, Elche* 28, Deportivo 27, Al-meria 25, Granada 24, Cordoba 19. *Una in meno.

RAYO 0

R. MADRID 2PRIMO TEMPO 0-0MARCATORI Cristiano Ronaldo (RM) al 23’, James Rodriguez (RM) al 28’ s.t.

RAYO VALLECANO (4-3-3) Cobeño; Tito, Amaya, Zé Castro, Nacho Martinez; Fatau (dal 12’ s.t. Jozabed), Trashorras; Kakuta, Bueno (dal 24’ s.t. Miku), Embarba (dal 36’ S.T. Aquino); Manucho.PANCHINA Toño, Ba, Nacho, Licá.ALLENATORE JemezAMMONITI Tito, Nacho Martinez, Amaya per gioco scorretto, Cobeño per comportamento non regolamentare

REAL MADRID (4-3-3) Casillas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Kroos, James Rodriguez; Bale, Benzema (dal 26’ s.t. Isco), Cristiano Ronaldo.PANCHINA Keylor Navas, Nacho, Coentrao, Illarramendi,Jesé, Hernandez.ALLENATORE AncelottiAMMONITI James Rodriguez per comportamento non regolamentare, Cristiano Ronaldo per simulazione, Kroos per proteste, Bale, Carvajal per gioco scorretto.

ARBITRO Melero LopezNOTE spettatori 14.000 circaTiri in porta 5-3, tiri fuori 5-6, angoli 7-1, fuorigioco 1-5Recuperi 0‘ p.t. e ‘ s.t.

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Page 19: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

19GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

BLACKBURN 0

LIVERPOOL 1PRIMO TEMPO 0-0MARCATORI Coutinho al 25’ s.t.

BLACKBURN (4-2-3-1) Eastwood; Henley, Baptiste (dal 35’ s.t. Spurr), Kilgallon, Olsson; Evans, Williamson; Conway (dal 20’ s.t. Gestede), Cairney, Marshall; Rhodes. PANCHINA Steele, Nyambe, Songo’o, Lenihan, Mahoney.ALLENATORE BowyerESPULSI nessunoAMMONITI Evans per gioco scorretto.

LIVERPOOL (4-3-3)Mignolet; Johnson, Lovren, Sakho (dal 28’ p.t. Kolo Toure), Alberto Moreno; Henderson, Lucas Leiva, Allen; Coutinho, Sturridge (dal 40' s.t. Lambert), Sterling.PANCHINA Jones, Javi Manquillo, Brannagan, Markovic, Borini.ALLENATORE Rodgers. ESPULSI nessuno.AMMONITI Sterling per comportamento non regolamentare.

ARBITRO Friend.NOTE spettatori 28.415. Tiri in porta 4-5. Tiri fuori 6-11.In fuorigioco 0-0. Angoli 4-10. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 4’.

� 1 Il tiro di Coutinho, 22 anni, che dà la vittoria al Liverpool sul campo del Blackburn� 2 La gioia del brasiliano� 3 In serata Balotelli posta su Instagram la sua foto col termometro: febbre a 38,7° AP/REUTERS

32

1

Coutinho salva LiverpoolE a Balo sale la febbre1FA Cup: il gol del brasiliano al Blackburn vale la semifinale con l’Aston Villa. Il tecnico: «Mario fuori, stamattina non stava bene...»

Luca Bianchin@lucabianchin7

P hil a 5 anni giocava a cal-cetto con i bambini di die-ci: dai e vai, tocco e tiro. È

piccolo ora, figuriamoci ai tem-pi. Phil Coutinho ha allargato ilcampo e le ambizioni ma infondo resta quello di Rocha:dai e vai, tocco e tiro. Ieri seraha deciso così l’ultimo quartodi finale di Fa Cup: Blackburn-Liverpool 0-1 dopo un uno-duecon Henderson. Il Liverpool haancora una chance di chiuderela stagione con un trofeo per-ché in semifinale giocherà dafavorito contro l’Aston Villa, poi forse troverà la vincente diReading-Arsenal. Il Blackburninvece non ha giocato male mail calcio a volte è cattivo: hapreso gol quando ha provato avincere la partita mandando incampo Gestede, un attaccante.Cinque minuti dopo è arrivato

il gol dell’ex interista. P.s.: co-me sempre. non è l’ex interistadi cui a Liverpool si parla piùspesso.

BALO INVISIBILE L’ultimo twe-et di Coutinho è vagamente mi-sterioso: promuove un sito dimedicina sportiva. Sembrereb-be più utile a Balotelli, chesembra destinato a vivere daintruso il momento chiave del-la stagione. È stato lui il calcia-tore del giorno, anche se nonha giocato. Il Sun ieri mattinaha raccontato che Mario avreb-be passato in una discoteca diManchester la notte dopo la

sconfitta con l’Arsenal di saba-to. Particolari da gossip: gliamici avrebbero ordinato ab-bondante vodka e Balo sarebbeentrato nel bagno delle donne.Particolari tecnici: Mario si eraauto-escluso dalla partita peruna botta al ginocchio. Ieri nonè stato un giorno troppo diver-so. Il 45 era atteso in panchinama non si è visto, poi ha postatosu Instagram una foto con ter-mometro: 38.7 di febbre. Bren-dan Rodgers ha spiegato primadella partita: «Mario ha viag-giato con noi. Si è allenato benema si è svegliato che non si sen-tiva bene. I dottori hanno con-sigliato di non farlo giocare».Se vedete un fondo di polemicatra le sillabe, avete compagnia.

EASTWOOD (NON CLINT) Unaparte dei tifosi del Liverpoolnon gradisce Sturridge da pun-ta del 4-3-3, il sistema di giocousato ieri. Il punto è che al mo-mento Balotelli nelle gerarchie

può finire dietro a Rickie Lam-bert, anni 33, minuti necessariper essere pericoloso 2: ieri èentrato all’85’ e ha mandato su-bito la palla vicino al palo. Rob-bie Savage, commentatoreBbc, sul tema aveva aggiuntopeperoncino: «Balotelli? Pate-tico. Io avrei saltato un quartodi finale di Fa Cup solo se fossistato davvero, davvero mala-to». L’importante, per Rodgers,è che Mignolet fosse più in for-ma di tutti. Il Liverpool avevatanti problemi in difesa e l’in-fortunio di Sakho ne ha ag-giunto uno. Il portiere belgaperò ha parato tutto: un sini-stro di Olsson, una testata diMarshall e l’ultimo tiro di Ea-stwood. Lui, il portiere, salito per l’angolo, ha calciato col de-stro, nemmeno piano ma cen-trale, un po’ troppo per il gran-de ritorno del Blackburn. Glianni Novanta, con i gol di Shea-rer, sono un’altra vita.

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13� I gol di Philippe Coutinho con la maglia del Liverpool in 93 partite giocate. Il trequartista brasiliano ha anche fornito 20 assist ai compagni.

A LONDRA

Dossena fermatoe rilasciato per furto «Una dimenticanza»1L’esterno del Leyton Orient, ex Napoli e Udinese,non ha pagato del cibo da Harrods

EURO 2016

Montenegro-Russia: 0-3 a tavolino La Disciplinare Uefa ha decretato lo 0-3 a tavolino per Montenegro-Russia, gara valida per il gruppo G di qualificazione a Euro 2016 giocata lo scorso 27 marzo a Podgorica. Deferito per lancio e accensione di fumogeni e lancio di oggetti, il Montenegro è stato sanzionato anche con una gara interna a porte chiuse più un’altra con la condizionale oltre a una multa di 25 mila euro. Per la Russia ammenda da 25 mila euro per la condotta impropria dei suoi tifosi.

MESSICO

Arango come SuarezMorso e squalificaL’ex nazionale venezuelano Juan Arango, ex Borussia Moenc. e Maiorca, ora in Messico nel Tijuana è stato squalificato per due giornate per aver morso un avversario del Monterrey, il centrocampista Zavala. Arango, emulo di Suarez, è stato smascherato dalla prova tv.

COPPA D’AFRICA

Il Gabon organizzeràl’edizione del 2017L’Esecutivo della Confederazioneafricana riunito al Cairo ha scelto il Gabon come sede della Coppa d’Africa 2017. Battuta la concorrenza di Algeria e Ghana.

TACCUINO

Andrea Dossena, 33 anni GETTY

A ndrea Dossena è sta-to fermato a Londraper un presunto furto

nei magazzini di lusso diHarrods. Dossena, esternosinistro ex Udinese, Liver-pool e Napoli, ora al LeytonOrient nella terza serie in-glese, è stato rilasciato pocodopo. Così ha spiegatoquanto successo attraversoil profilo Twitter del suoagente Federico Pastorello:«Stavo facendo shoppingcon mia moglie e mio figlioe ho dimenticato di pagareun barattolo di miele e del-l’affettato che avevamo pre-cedentemente ordinato. Al-l’uscita sono stato fermatodalle guardie che hanno

chiamato la polizia come daprocedura. Poiché non avevocon me documenti di identità,mi è stato chiesto di andare al-la stazione di polizia più vicinaper essere identificato, dopo diche sono tornato a casa». Dos-sena gioca in Inghilterra dal2013: dopo le 7 partite con ilSunderland in Premier Leaguenel 2013-14 è passato al LeytonOrient, di proprietà dell’italia-no Francesco Becchetti. In sta-gione, Dossena ha giocato 13partite, che possono aumenta-re da qui a maggio, quando ilLeyton Orient si giocherà lasalvezza. A 33 anni, l’ex manci-no del Napoli è a fine carriera:ha dato il meglio in una note-vole stagione 2007-08 conl’Udinese e nella stagione suc-cessiva al Liverpool. Con i Redssegnò anche in Champions Le-ague al Real Madrid.

MOORE L’episodio ha fatto ri-pensare ad altri casi di presun-ti furti da parte di sportivi ecalciatori. Su tutti, l’arresto diBobby Moore, campione delmondo e leader dell’Inghilter-ra, alla vigilia del Mondiale‘70. Moore venne accusato delfurto di un bracciale in Colom-bia durante il ritiro premon-diale. Il caso venne risolto eMoore scagionato, non primadi essere stato al centro di uncaso diplomatico internazio-nale.

l.b.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 20: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

20 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ibrahimovic: trisprima del processoIl Psg va in finale1Tre gol al St Etienne: Zlatan a quota 102 coi pariginiMa oggi rischia 4 turni di stop per insulti all’arbitro

Alessandro GrandessoPARIGI

@agrandesso

L o champagne per il cen-tesimo gol stava in frescoda Marsiglia, dove dome-

nica avrebbe potuto stapparlose il guastafeste Morel non gliavesse negato, anticipandoloin autorete, un palcoscenico godereccio come il Velodro-me. Il tutto in una sfida direttaper il titolo, comunque andataal Psg, grazie appunto a unpaio di giocate dello svedese.Poco importa, tutto sommato.Ibrahimovic ieri ha fatto festalo stesso, nella semifinale diCoppa di Francia. Anzi ha esa-gerato, davanti al suo pubbli-co. Sfondando con una tri-pletta il Saint Etienne (4-1) equota cento, diventando cosìil secondo marcatore di sem-pre, e in solitaria, della storiaparigina. In finale il Psg trove-rà l’Auxerre, solo ottavo inLigue2, che nell’altra semifi-nale aveva battuto il Guin-gamp.

SHOW Il tutto con il sottile

piacere di negare il piazza-mento a Rocheteau, ormai di-rettore sportivo degli avversa-ri di serata, accomodato in tri-buna vip, che a suo tempo siera fermato a 100 reti parigi-ne. Zlatan è arrivato invece a102 gol, in sole 124 partite, inmeno di tre anni. Con uno

show personale di serata, unestratto del suo immenso re-pertorio: gol su rigore, gol incontropiede e stoccata di sini-stro dal limite, dopo un drib-bling secco da ventenne.Spazzando via così le critichedelle ultime settimane e senzadimenticare un palo.

PAULETA 109 A fine gara unbambino ha consegnato a Ibraun premio per il centenario.Naturale che abbia messo nelmirino Pauleta, l’attaccante portoghese che a Parigi ha se-gnato più di tutti. Siamo quasial passaggio di consegne, vistoche il record è di appena 109gol: Ibrahimovic avrà tutto iltempo per segnare altre settevolte. Nonostante la squalificache rischia stasera, fino a quat-tro turni, per via degli insultiagli arbitri dopo Bordeaux-Psg(3-2) di metà marzo. Allargatipoi anche al resto della Fran-cia, «paese di m...», dove peròIbrahimovic regna sovrano, in-seguendo un «quadriplete»sempre possibile. Il Psg è pri-mo in Ligue1, qualificato per ledue finali delle coppe naziona-li e sogna sempre la Cham-pions. L’unico palcoscenico incui lo svedese finora si è ac-contentato di fare la compar-sa.

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PSG-SAINT ETIENNE 4-1

MARCATORI Ibrahimovic (P) su rigore al 21’, Hamouma (S) al 25’ p.t.; Lavezzi (P) al 15’, Ibrahimovic (P) al 36’ s.t. e 47’ s.t.PSG (4-3-3) Douchez 6,5; Van Der Wiel 5, Marquinhos 6, Thiago Silva 6,5, Digne 5,5; Verratti 7 (dal 30’ s.t. Matuidi 7), Cabaye 6,5, Rabiot 7; La-vezzi 7 (dal 37’ s.t. Bahebeck 6), Ibrahimovic 8,5, Pastore 7 (dal 43’ s.t. Augustin s.v.). (Sirigu, Maxwell, Cama-ra, Aurier). All. Blanc 7.SAINT ETIENNE (4-3-3) Ruffier 6; Clerc 5,5, Theophile-Catherine 5,5, Perrin 6, Tabanou 5,5; Lemoine 5,5, Clement 5,5, Diomandé 6 (dal 14’ s.t. Corgnet 5); Hamouma 7 (dal 33’ s.t. Monnet-Paquet 6), Erding 5, Mollo 6 (dal 17’ s.t. Gradel 5). (Moulin, Baysse, Brison, N’Guemo). All. Galtier 5. ARBITRO Fautrel 6. NOTE spettatori 45mila circa. Ammo-niti Verratti (P), Lemoine (S), Clerc (S) per gioco scorretto, Lavezzi (P) per comportamento non regolamentareTiri in porta 8 (con 1 palo)-3. Tiri fuori 5-1. In fuorigioco 4-1. Angoli 7-3. Recu-peri: p.t. 1’; s.t. 3’.

Ibrahimovic, 33 anni, abbraccia Lavezzi, 29, dopo il gol AFP

COPPA DI GERMANIA

Bayern avanti ai rigoricon Neuer e ThiagoArminia in semifinale

Pierfrancesco Archetti

M anuel Neuer è spari-to negli spogliatoidopo la fine dei sup-

plementari: non aveva presoalcun gol, con un paio di pro-digi aveva salvato su Bellara-bi, poi è corso via. Bisognino oripasso dei rigoristi del Leve-rkusen? Non importa: il por-tiere è tornato sul prato, si ètolto la fascia da capitano(forse stringeva) e ha parato aDrmic l’unico penalty fallitodella serie. Pep Guardiolanon guardava, seduto su unaseggiolina di legno, non inpanchina. Ha mandato all’ul-timo tiro un suo pupillo, Thia-go Alcantara, appena rientra-to da un anno di stop. Il figliodi Mazinho non ha fallito: 5-3per il Bayern che passa alla se-mifinale di coppa di Germa-nia dove troverà il Borussia

Dortmund. Pep arriva a 10 vitto-rie di fila nel torneo che i bavare-si vincono da due anni. La tri-pletta è ancora possibile così co-me la doppia finale a Berlino (30maggio coppa di Germania, 6giugno Champions). La partita?Alaba e Schweinsteiger si posso-no rimpiazzare, Ribery e Robbenfuori insieme però hanno tolto laspecificità al variegato gioco delBayern. Bravo Leno a fermareMüller e Lewandowski, ma il sal-vataggio della serata è quello diRafinha, al 91’, con la punta delpiede a rendere inutile il tiro diBrandt: 0-0 al 120’, e il Leverku-sen era uscito ai rigori anche inChampions con l’Atletico.

IMPRESA ARMINIA In semifi-nale anche la capolista della ter-za divisione: l’Arminia Biele-feld,che sfiderà il Wolfsburg, haeliminato il Borussia Moenc., terzo in campionato: 1-1 al 120’(Junglas e Kruse), 6-5 ai rigoricon errore decisivo di Traorè chesi fa parare da Schwolow il pri-mo dei tiri a oltranza. L’Arminiaaveva già tolto dal torneo Herthae Werder: è il 7° club di terza di-visione a raggiungere la semifi-nale, ma il primo dalla riformadei tornei nel 2008. Un anno fa,dopo la retrocessione, era sul-l’orlo del fallimento, con 25,7milioni di debiti. Semplicemen-te: un’impresa.

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QUARTI Arminia-Borussia Moenc. 6-5 rig; Leverkusen-Bayern 3-5. rig Mar-tedì: Wolfsburg-Friburgo 1-0; Borussia Do-Hoffenheim 3-2 d.t.s.

Neuer e Thiago festeggiano ACTION

MondoRCoppa di Francia

Page 21: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

21GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I nuovi Di Gennaro e FossatiSvolta tattica con modelli doc1Sono partiti dal Milan all’ombra di Pirlo, stanno brillando in B come fece VerrattiDa trequartisti a playmaker: nasce anche qui la stagione d’oro di Vicenza e Perugia

Nicola Binda@NickBinda

A ndrea Pirlo insegna. Seun raffinato trequartistaarretra e riesce a unire la

quantità alla qualità, può di-ventare un ottimo playmaker.Anche Marco Verratti, ai tempidel Pescara di Zeman, l’avevacapito. Ed era in B, dove oggi siassiste all’evoluzione tattica didue giocatori di talento, chehanno cambiato ruolo alla stes-sa maniera, guadagnando at-tenzioni dalla A dando un gran-de contributo alle loro squadre.Parliamo di Davide Di Gennarodel Vicenza e di Marco Fossatidel Perugia. Lo stesso percorsodi Pirlo. Cominciato anche perloro proprio al Milan.

DI GENNARO Se Pirlo deve fareun monumento ad Ancelotti, apriori anche Di Gennaro gli de-ve dare ragione. Perché il tecni-co del Real, ai tempi del Milan,lo suggeriva a quel ragazzo del-la Primavera che spesso si af-facciava in prima squadra. Luiera un trequartista da doppiacifra, gli piaceva mandare ingol le punte e pure segnare. Gi-rando l’Italia però Di Gennaronon sbocciava. Bologna, Ge-noa, Reggina, Livorno, Padova,Modena, Spezia, Palermo, laconsacrazione tra i big della Se-rie B ma anche il distacco dalMilan: cessione allo Spezia e daqui al Palermo. Una nuova vita.Serviva una svolta per cammi-nare da soli. La stagione scorsaIachini l’ha arretrato a mezza-la, lui ne ha parlato col tecnicoe hanno deciso di provare a fareil play. Poi, con il Palermo in A,serviva una nuova sistemazio-

ne; Di Gennaro ne ha parlatocon il suo manager Tinti (toh,lo stesso di Pirlo) e hanno deci-so che la strada era quella. Ser-viva una squadra che lo facessegiocare lì e il Vicenza ha colto alvolo l’occasione. Di Gennaro ècresciuto, soprattutto dopol’arrivo di Marino, e fa il pernocentrale del 4-3-3. Ha ancoraun anno di contratto con il Pa-lermo. Che forse non lo sa, maha in casa un regista vero.

FOSSATI Ancora più tortuoso ilpercorso di Fossati, che nellegiovanili è riuscito a fare avantie indietro tra Milan e Inter e in

nerazzurro, negli Allievi, erastato Bernazzani ad arretrarlo;lì conobbe Zavettieri, che la sta-gione scorsa ha ritrovato al Ba-ri. Nel periodo tra Inter e Bariha sempre giocato davanti, an-che seconda punta, anche nel-l’Under 21, anche oggi con DiBiagio che spesso al sabato lovede guidare il Perugia da vete-rano (è stato pure capitano) epoi in azzurro lo riporta inavanti. Fossati al Milan si alle-nava con Pirlo, lo studiava.Quando è partito per fare espe-rienza (Latina e Ascoli) eraacerba mezzapunta, quando èarrivato a Bari ha acceso la lam-

padina di Zavettieri, che l’haarretrato. In estate il Perugiacercava un playmaker e Cam-plone s’è fidato di lui, ha aspet-tato che guarisse dalla pubalgiae gli ha affidato le chiavi dellasquadra. I numeri dicono cheha una percentuale di passaggisbagliati bassissima, chi lo vedegiocare non può non notarlo. Esiccome il contratto con il Mi-lan scade a giugno, le proposte(Genoa, Fiorentina, ecc) stan-no già arrivando. Il distacco dalla casa madre è vicino. Poimagari, quando compirà 30 an-ni, il Milan si ricorderà di lui.

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Davide Di Gennaro, 26 anni, è stato ceduto in prestito dal Palermo al Vicenza la scorsa estate, quando la squadra veneta è stata riammessa in Serie BLIVERANI

Marco Fossati, 22 anni, è di proprietà del Milan, che lo ha girato in prestito al Perugia. Nella foto al centro Andrea Pirlo e Marco Verratiinsieme in Nazionale LIVERANI

IL RUOLO

LA GAZZETTA DELLO SPORT

IL RECUPERO

Latina, appello ai tifosi«Venite a Frosinone»� LATINA Martedì alle 18 si recupera il derby Frosinone-Latina, che era stato rinviato per motivi di ordine pubblico. Ma le polemiche non si placano. Con un comunicato i copresidenti Paola Cavicchi e Pasquale Maietta spiegano di non condividere la scelta di parte della tifoseria del Latina di disertare la trasferta: «La strada verso la salvezza è difficile, complicata: il Latina non va abbandonato proprio adesso, abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi che siete la nostra gente». E ancora: «Via i rancori, via le proteste, martedì 14 aprile l’unica cosa che conta è fare risultato per aggiungere punti alla nostra classifica. Chi non seguirà la squadra al Matusa non farà un dispetto alla Lega, non lo farà neanche al Frosinone, nemmeno ai tifosi gialloblù o alle istituzioni in generale: a risentirne sarà soltanto il Latina».

LA SITUAZIONE

Sabato testa-codaBrescia-Bologna� Così la 35a giornata di B. Domani (ore 20.30): Vicenza-Avellino (andata 1-0). Sabato (ore 15): Bari-Crotone (0-3); Brescia-Bologna (2-1); Catania-Trapani (2-2); Cittadella-Carpi (2-5); Frosinone-Pescara (0-3); Lanciano-Latina (0-1); Modena-Entella (1-1); Pro Vercelli-Livorno (1-3); Spezia-Ternana (0-0). Lunedì (ore 20.30): Perugia-Varese (1-1). Questa la classifica dopo la 34a: Carpi p. 68; Bologna (-1) 56; Vicenza 53; Avellino 52; Frosinone* 51; Livorno, Spezia e Perugia 50; Pescara 48; Lanciano 46; Bari 44; Trapani 42; Latina*, Ternana ed Entella 40; Modena, Cittadella, Crotone e Pro Vercelli 39; Catania 38; Brescia (-6) 31; Varese (-4) 28. (* una partita in meno).

TACCUINO

Lega ProR

COPPA ITALIA: ANDATA FINALE

COMO-COSENZA 1-4MARCATORI Criaco (Cos) al 24’, De Angelis (Cos) al 26’ p.t.; Statella (Cos) al 12’, Le Noci (Com) al 24’, Calderini (Cos) al 47’ s.t.COMO (4-3-1-2) Crispino 5; Ambrosini 5,5, Lebran 5, Cassetti 5, Fautario 5,5; Rolando 5,5, Berardocco 5, Fietta s.v. (dal 13’ p.t. Cristiani 6); Le Noci 6; Ganz 5 (dal 17’ s.t. Marconi 5,5), Maritato 5 (dal 21’ s.t. Defendi 5). (Falcone, Ardito, Marchi, De Sousa). All. Sabatini 5.COSENZA (4-4-2) Saracco 6; Blondett 6,5 (dal 40’ s.t. Magli s.v.), Tedeschi 6,5, Carrieri 7, Ciancio 6,5; Criaco 7 (dal 18’ s.t. Zanini 6,5), Arrigoni 6,5, Caccetta 7, Statella 7,5; De Angelis 7 (dal 20’ s.t. Calderini 7), Cesca 7. (Ravaglia, Novello, Tortolano, Chidichimo). All. Roselli 7.ARBITRO Piccinini di Forlì 5,5.NOTE paganti 1.871, incasso di 18.381 euro. Espulso Cassetti al 13’ s.t.; ammonito Ambrosini. Angoli 2-3.� COMO Per il Cosenza sarà poco più di una formalità, mercoledì 22, alzare al cielo la Coppa Italia di Lega Pro. La squadra di Giorgio Roselli ha offerto unaprova perfetta, figlia di un’ottima organizzazione di gioco. Persino imbarazzante la resa del Como. Segnataforse dalle due sconfitte consecutive in campionato che hanno preceduto questa finale di andata, la squadra di Sabatini ha fatto acqua da tutte le parti. In difesa, tanto per cominciare. Subendo due gol in due minuti, con un tiro dal limite non irresistibile di Criaco e con De Angelis bravo a sfruttare una respinta corta maldestra di Crispino. E né prima né dopo alcun tentativo pericoloso davanti alla porta di Saracco.

Un cambio immediato, con l’uscita di Fietta al posto di Cristiani, non è stata la causa dei problemi del Como. Anzi Cristiani, insieme a Le Noci, è quello che più ha cercato di dare un po’ di verve. Inutilmente. Gol dubbio il terzo, con un fallo di mano di Statella nel portarsi avanti la palla prima di superare un impacciato Crispino: proteste e Cassetti si fa espellere. Segna Le Noci su punizione, mentre sale la contestazione della curva verso il Como. Chiude la giornata nerissima il gol di Calderini in pieno recupero, anche lui libero di segnare.

Lilliana Cavatorta

IL CASOIl derby Savoia-Juve Stabiavietato ai tifosi: è polemica� TORRE ANNUNZIATA (Na) Ancora una tegola sul Savoia. Casms e prefettura di Napoli hanno disposto il divieto per i tifosi di assistere al derby Savoia-Juve Stabia di sabato. Consentito l’ingresso ai soli abbonati locali. Lo stesso provvedimento fu adottato il 20 marzo scorso in occasione di Savoia-Matera. Stavolta si rischia di non giocare perché il Savoia senza incasso non può sostenere le spese per l’organizzazione della partita. Al club è arrivata la solidarietà della Lega Pro: il presidente Macalli ha scritto che «nel ribadire la fermissima contrarietà ai delinquenti comuni che macchiano l’immagine positiva del calcio, auspico che decisioni del genere non debbano più essere prese dall’autorità a tutela degli appassionati che vogliono bene allo sport».

Cosenza travolgente: gran poker sul lagoCriaco, De Angelis, Statella e Calderini golIl Como crolla e viene anche contestato

GIRONE B: I RECUPERI

REGGIANA-PISA 1-1MARCATORI Misuraca (P) al 26’, Petkovic (R) al 38’ s.t.REGGIANA (4-3-3) Feola 6; Andreoni 5,5, Spanò 7,5, Sabotic 6, Mignanelli 6; Maltese 5,5 (dal 25’ s.t. Parola 6), Vacca 6, Angiulli 6 (dal 31’ s.t. Petkovic 6,5); Giannone 5,5 (dal 1’ s.t. Alessi 6), Ruopolo 5,5, Siega 6. (Messina, De Biasi, De Giosa, Messetti). All. Colombo 6.PISA (4-4-2) Pelagotti 6; Pellegrini 6, Sini 6,5, Paci 6,5, Costa 7; Finocchio 5,5, Misuraca 6,5 (dal 43’ s.t. Arrighini s.v.), Iori 6,5, Floriano 6,5 (dal 20’ s.t. Frediani 6,5); Arma 6,5, Napoli 6 (dal 29’ s.t. Mandorlini s.v.). (Adornato, Benga, Ricciardi, Beretta). All. Amoroso 6,5.ARBITRO Marini di Roma 6.NOTE paganti 4.263, abbonati 1.176, incasso di 30.863 euro. Ammoniti Paci, Finocchio, Parola e Ruopolo. Angoli 3-5.� REGGIO EMILIA Il primo gol di Petkovic salva la Reggiana e frena la voglia di riscossa del Pisa. Inalteratoil vantaggio di 4 punti dei granata sui toscani, che hanno giocato una partita ricca di slancio e di contenuti. Il Pisa ha messo sotto i granata soprattutto nel primo tempo, con un palo di Floriano al 9’ e altre azioni pericolose, tra cui un colpo di testa di Arma, al 30’. Più equilibrata la ripresa, ma quando la Reggiana sembrava aver preso le misure ecco il gol di Misuraca, al 26’. Al 38’ Petkovic brucia Finocchio e in spaccata infila da pochi passi.

Ezio Fanticini

PISTOIESE-ANCONA 1-1MARCATORI Di Bari (P) su rigore al 25’ p.t.; Lisai (A) al 18’ s.t.PISTOIESE (4-3-3) M. Ricci I 6; Celiento 6, Piana 6, Di Bari 6,5, Frascatore 6,5; Calvano 6 (dal 31’ s.t. Coulibaly s.v.), Mungo 6,5, Vassallo 6 (dal 16’ s.t. Pacciardi 5,5); Falzerano 5,5, Romeo 6, Piscitella 5,5 (28’ s.t. Martignago 5,5). (Olczak, Golubovic, Falasco, Anastasi). All. Sottili 6.ANCONA (4-4-2) Lori 6; Parodi 6 (dal 44’ s.t. Sampietro s.v.), Paoli 6, Mallus 6, D’Orazio 5,5; Lisai 6,5, Camillucci 6, Di Ceglie 6, Bambozzi 5 (dal 7’ s.t. Bondi 7); Morbidelli 6 (dal 31’ s.t. Cangi s.v.), Cognigni 5,5. (Polizzi, Barillaro, Gelonese, Bacchetti). All. Cornacchini 6.ARBITRO Pillitteri di Palermo 6.NOTE paganti 235, abbonati 501, incasso di 3.250 euro. Espulso Polizzi (dalla panchina) al 28’ s.t.; ammoniti Romeo, Piana, Paoli, Cognigni, Di Ceglie e Sampietro. Angoli 1-2.� PISTOIA La Pistoiese, dopo il vantaggio propiziato da Di Bari su rigore (fallo di D’Orazio su Falzerano) non ha saputo trasformare in gol tre grosse occasioni capitate a Romeo (traversa), Falzerano e Piscitella, fallendo l’opportunità di fare un balzo verso la salvezza. L’Ancona, che aveva faticato a frenare gli attacchi della Pistoiese, ha cambiato volto con l’ingresso di Bondi, autore del cross deviato in rete da Lisai per il pareggio. Mercoledì 15 la Pistoiese giocherà il secondo recupero, in casa contro il Santarcangelo (ore 15).

Enzo Cabella

Botta e risposta tra Misuraca e Petkovicma a Reggiana e Pisa il punto serve pocoPistoiese, quanti errori: Ancona in salvo

LA SITUAZIONE

� Ecco i due giorni che, nel momento cruciale della stagione, possono stravolgere le classifiche della Lega Pro. Dopo la pioggia di deferimenti, sono in arrivo dalla Disciplinare altre penalizzazioni: oggi tocca a Barletta (2 deferimenti), Ischia, Savoia e Venezia, domani è ancora più calda con Novara (6), Reggina (4), Savona (2) e Aversa Normanna. Sempre oggi si discute anche il deferimento di Mario Macalli per la questione dei marchi del Pergocrema.

� Questo il programma della 34a giornata nei tre gironi:

DOMANI Ore 19.30 Pro Piacenza-Santarcangelo (girone B, 0-2). Ore 20.45 Foggia-Casertana (C, 2-1, diretta su Raisport).

SABATO Ore 14.30 Giana-AlbinoLeffe (A, 3-0); Tuttocuoio-Savona (B, 2-2); Savoia-Juve Stabia (C, 1-2). Ore 15 Mantova-Novara (A, 0-1); Grosseto-Ascoli (1-1) e Teramo-Lucchese (B, 0-0). Ore 16 Arezzo-Cremonese (A, 1-3); Aversa Normanna-Barletta (0-0) e Salernitana-Lupa Roma (C, 4-0).Ore 17 Alessandria-Monza (3-2) e Pro Patria-Feralpi Salò (A, 0-0); Benevento-Reggina (C, 2-0). Ore 19.30 Pordenone-Südtirol (A, 0-2); Martina-Matera (C, 1-3).

DOMENICA Ore 11 Pistoiese-L’Aquila (B, 0-2).Ore 12.30 Lumezzane-Como (A, 0-

2); Ancona-Prato (B, 3-2). Ore 14.30 Torres-Real Vicenza (A, 3-3); Reggiana-Carrarese (B, 3-1); Ischia-Cosenza (1-3) e Melfi-Lecce (C, 1-4). Ore 16 Pavia-Renate (A, 1-0); Catanzaro-Messina (1-1) e Vigor Lamezia-Paganese (C, 0-1). Ore 18 Bassano-Venezia (A, 2-1); Forlì-Pontedera (1-2) e San Marino-Gubbio (B, 0-2). LUNEDÌ Ore 20.45 Pisa-Spal (1-0).

LE CLASSIFICHE GIRONE A Novara e Bassano p. 64; Alessandria 62; Pavia (-1) 60; Como 54; Feralpi Salò 49; Real Vicenza 47; Arezzo 45; Südtirol e Venezia 44; Cremonese 42; Mantova (-3) e Renate 40; Giana e Torres 39; Monza (-2) 36; Lumezzane 31; AlbinoLeffe 29; Pordenone 27; Pro Patria (-1) 25.GIRONE B Teramo p. 65; Ascoli 60; Reggiana 56; L’Aquila 54; Pisa 52; Spal e Ancona 49; Lucchese 47; Pontedera 45; Tuttocuoio 44; Carrarese 41; Gubbio 39; Grosseto (-1) 38; Santarcangelo* 37; Prato 36; Pistoiese* e Savona 35; Forlì 33; Pro Piacenza (-8) 29; San Marino 26. (* una partita in meno).GIRONE C Salernitana p. 73; Benevento 68; Juve Stabia 60; Lecce e Matera 57; Casertana* 56; Foggia (-1) 54; Catanzaro 48; Barletta 43; Cosenza e Vigor Lamezia 41; Melfi (-2) 38; Martina* e Lupa Roma 36; Paganese 34; Ischia 29; Messina e Savoia 28; Aversa Normanna 26; Reggina (-4) 22. (* una partita in meno).

RECUPERO GIRONE C La gara Martina-Casertana, già fissata per mercoledì 15, slitta al 22 (ore 20.30).

Disciplinare, si apre una calda due giorniE’ in arrivo una raffica di penalizzazioniSi discute anche il deferimento di Macalli

Serie BRL’analisi

Page 22: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

22 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Page 23: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

23GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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DIRETTORE RESPONSABILEANDREA MONTI

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PRESIDENTE Angelo Provasoli

VICE PRESIDENTE Roland Berger

AMMINISTRATORE DELEGATOPietro Scott Jovane

CONSIGLIERI Fulvio Conti,Teresa Cremisi,Luca Garavoglia,Attilio Guarneri,Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni

DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

OPINIONI

I l Malato immaginario diMolière è del 1673. Il Sanoimmaginario di Enrico Castellacci, del 2015. Nonricordo, nella storia dello

sport italiano, un episodio così clamoroso, così teatrale. Non siamo di fronte a un eccesso di farmaci. Siamo di fronte a un esubero di informazioni.

Ero rimasto a un altro medico, il dottor Fino Fini, e a un altro c.t., Edmondo Fabbri, detto Mondino. Il Mondiale inglese del 1966 si era trasformato nella gogna mediatica della fatal Corea. Uscimmo al primo turno, come già in Cile, quattro anni prima. Ma se laggiù, in Sud America, erano stati i reportage di alcuni giornalisti (Antonio Ghirelli, Corrado Pizzinelli) ad aizzare il sentimento popolare di un Paese intero, il gol di Pak Doo-ik, che dentista non era, portò a quel clima di tutti contro tutti che titilla noi italiani, specialisti nella fuga dei cervelli e spesso, sotto stress, «dal» cervello.

Fabbri accusò Fini di aver sabotato gli azzurri attraverso la misteriosa distribuzione di non meglio identificate fialette rosa. Si scatenò il «Fini-mondo» e, al di là delle battute, delle querele e delle squalifiche, i rapporti calcio-medicina ne uscirono ustionati. Antonio Conte non ha accusato nessuno.

La consecutio di Claudio Marchisio va oltre. Nel giro di poche ore, venerdì 27 marzo, lo tsunami di una possibile lesione grave del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, roba da sette mesi di prognosi, è stato declassato a ponentino romano. Tanto che, dopo aver saltato Bulgaria-Italia, Italia-Inghilterra e Juve-Empoli, il centrocampista è rientrato in gruppo per la partita di coppa, la sera di martedì 7 aprile, a undici giorni di distanza. Da Firenze-Coverciano a Fiorentina-Juve 0-3,

quando si dice il destino. E che ritorno. Regista al posto di Andrea Pirlo. In campo, per 94 minuti, dall’inizio alla fine. Protagonista assoluto. «Tuttosport» gli ha dato 8; «Corriere della Sera», «Corriere dello Sport-Stadio», «Gazzetta», «La Stampa» e «Repubblica», 7,5. Il più severo è stato il «Giornale»: 7.

Li sento, i tifosi: hanno riesumato il familiare slogan di Vujadin Boskov («Chi ha sbagliato: Pagliuca?»). Lo strano caso del dottor Castellacci e del signor Marchisio, spunto narrativo che avrebbe ingolosito persino Robert Louis Stevenson, padre di Jekyll e Hyde, ha contribuito ad agitare i secolari rapporti tra la disciplina più universale e i controlli più sofisticati. Scritto della volgare e improvvida uscita di John Elkann sugli allenamenti di Conte, la cesura tra le risonanze degli esperti fiorentini e quelle dei periti juventini giustifica un supplemento d’indagine: sicuri che il ginocchio di Marchisio sia proprio «vergine»?

Lo sport è zeppo di pizzini sanitari, di ricette disattese (o troppo attese), di terapie che hanno accorciato o allungato i tempi di recupero. Adriano Galliani offrì all’onore del mondo, con legittimo orgoglio, i macchinari e le seduzioni dell’ospedale milanista, il celeberrimo «Milan Lab». Ci è sempre piaciuto pensare, e raccontare, che facesse miracoli. Stranamente, i dirigenti milanisti erano contenti.

Immagino l’imbarazzo del giocatore, prigioniero com’era tra due fuochi, e trovo «almeno» curioso che Castellacci possa aver preso un granchio di simili proporzioni. Un estratto del nuovo corso l’ha fornito Andrea Bertolacci: dolorante a una spalla, lasciò il ritiro della Nazionale senza corteo di referti. Non era mai capitato che, aggirando la privacy, la Federazione diffondesse il filmato dell’infortunio di un dipendente (Marchisio, appunto) allo scopo, manifesto, di stornare sospetti e dispetti. La crociata del crociato era già diventata materia di studio. Figuriamoci dopo la «risonanza» del Franchi.

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C he cosa deve fare ancora Stefano Pioli per avere l’attenzione che merita? La sua

Lazio in campionato tallona la Roma nella corsa al secondo posto, che vale la Champions diretta, e ieri sera si è qualificata per la finale di Coppa Italia contro la Juve. Di Pioli però si continua a parlare poco o a non parlare per niente, come se fosse invisibile. Forse perché è una personaeducata. Non strilla, non fa notizia fuori dal campo, non va in tv a rilasciare dichiarazioni roboanti. A ottobre compirà cinquant’anni, viene da lontano, da una gavetta cominciata a fine Novecento nelle giovanili del Bologna.

Il suo è un calcio logico. Pioli esamina i giocatori e decide quale gioco attuare, quando tanti suoi colleghi fanno l’inverso, partono

dalla loro idea fissa di pallone e cercano di imporla ai calciatori, senza curarsi troppo delle loro caratteristiche. Lo stesso approccio di Pioli l’aveva Osvaldo Bagnoli e la cosa forse non è casuale. Il Pioli giocatore, un difensore elegante e attento, venne allenato da Bagnoli al Verona, sul finire degli anni Ottanta. Il tecnico della Lazio ci sa fare coi giovani. Ha trasformato Felipe Anderson da brutto anatroccolo a cigno che prima o poi farà incassare una montagna di milioni a Lotito. Con pazienza, e per gradi, ha reso titolare il ventenne Danilo Cataldi, per certi versi il ragazzo italiano più interessante della stagione, un centrocampista dinamico e di piedi buoni, destinato, se continua così, ad arrivare in Nazionale.

Eppure Pioli resta avvolto nel silenzio. Su di lui non girano voci, nessuno - ci sembra - lo ha ancora accostato a una grande società straniera o a uno dei top club italiani. Non risulta che le tre grandi del Nord e il Napoli ci abbiano mai fatto un pensierino. La Roma oggi la

escludiamo per ovvi motivi, sebbene a suo tempo Zeman sia passato dalla Lazio alla Roma. E comunque proprio la Roma cercò Pioli quando era al Chievo. Walter Sabatini lo incontrò, espresse giudizi lusinghieri, però non lo prese. Da allora la Roma ha avuto in panchina il «tikitakaro» Luis Enrique, l’infausto Zeman-bis e Rudi Garcia con la sua chiesa. Pioli a Roma è arrivato lo stesso, sull’altra riva del Tevere, e prima o poi qualcuno si accorgerà di lui, perché è bravo. Ha un unico difetto: non sa vendersi e non vende fumo.

A Rafa Benitez non rimane che l’Europa League per raddrizzare la stagione, con quella rosa l’allenatore spagnolo aveva il dovere di competere per lo scudetto o per il secondo posto. Il biennio di Benitez a Napoli rischia di trasformarsi in un mezzo fallimento. Le due coppe del 2014, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana, non possono bastare, sono dei palliativi. Soltanto l’Europa League renderebbe positivo il dare/avere del Rafa napoletano.

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Il caso Castellacci-Marchisio

IL MALATO O SANOIMMAGINARIO

MARC MÁRQUEZIridato di MotoGP� Ciao da Austin! Ultimi 7 giorni per partecipare al concorso quale casco per il GP di Catalunya? @marcmarquez93

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ALESSIA TROST Azzurra di atletica� Non sarebbe male saltare con queste gambe ;) #ombre @alessiatrost

La vignettadi Stefano Frosini

Twitter LEANDRO CASTANCalciatore della Roma� Daje Roma !!! Che allegria!!! @l_castan

NICO ROSBERG Pilota di F.1 Mercedes� Ciao da Shanghai! Appena trovato lo chef nella cucina si chiama: signor Ferrari@nico_rosberg

Il tecnico della Lazio terza e in finale di Coppa Italia

ELOGIO DI PIOLI, ALLENATORE INVISIBILE

S ono passati esattamente 30anni da quando Italo Calvinorealizzò (non per intero) le sue

«Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio». Quel millennio è arrivato, ma a darci lezioni americane di chiarezza e visibilità – magari stilisticamente poco calviniane ma di certo impeccabili – stavolta è toccato a un uomo d’affari bostoniano che ha trovato parole per gli ultrà finora rimaste a galleggiare nei corridoi. PerJames Pallotta quei tifosi della Roma che sabato scorso hanno esposto striscioni contro Antonella Leardi, madre di ciro Esposito, sono «degli stronzi e dei fottuti bastardi». Frasi pronunciate in diretta radiofonica, secche come frustate, che hanno spazzato via il ricordo del comunicato ritardato ed esangue del

giorno di Pasquetta, che salmodiando una sorta di «Spoon River» dei morti da stadio, parlava di «sconfitta della società civile, al di là delle appartenenze», sfiorando però il rischio di accarezzare il concetto: tutti colpevoli, nessun colpevole. Il pensiero vero di Pallotta è inequivocabile. Pur contestando la sanzione della chiusura della Curva Sud – ed è la sesta volta che accade sotto la sua presidenza – il presidente ha detto di essere stanco che una parte importante dei tifosi del suo club siano perennemente messi all’indice per violenze, razzismo o discriminazione territoriale. Altro che la retorica del «12° uomo» o della «purezza» delle Curve: se si vuole recuperare nel nostro calcio civiltà e business, occorre che i «fottuti idioti» vadano a casa. Meglio se per sempre.

La lezione al nostro calcio è evidente: mai nessun presidente aveva parlato in questo modo dei propri ultrà, e sì che di motivi in questi ultimi anni ce ne sono stati fin troppi. Pallotta, tra l’altro, questa è la seconda volta che

sale in cattedra ne confronti dei nostri veleni. Ricordate le parole di fair play che aveva regalato dopo la discussa sconfitta dei giallorossi a Torino contro la Juve? Un dirigente italico avrebbe sollevato le piazze, il presidente bostoniano invece cerco di frenare la lingua della squadra, peraltro senza fortuna. Certo, la via per il cambiamento è lastricata anche di decisioni discutibili dovuti forse alla larghezza dell’Oceano Atlantico. In parecchi, infatti, ricordano come meno di un mese fa i cancelli di Trigoria furono aperti ad un gruppo di ultrà che voleva incontrare la squadra, tra l’altro pochi giorni più tardi sottoposta a una imbarazzante gogna pubblica sotto la Sud dopo il k.o. in Europa League. Ma se è giusto chiedere a Pallotta di fare ancora di più (attendiamo, in stile Chelsea, l’annullamento degli abbonamenti agli ultrà identificati), sarebbe bello che tutti i presidenti di unissero al suo messaggio. Non aspettiamo che le lezioni americane, stavolta, arrivino a sei. Potrebbe essere troppo tardi.

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Il caso Ciro Esposito

PALLOTTA, LE DURE LEZIONI AMERICANE

LA ROVESCIATAdi ROBERTOBECCANTINI

ATA

IL COMMENTOdi SEBASTIANOVERNAZZAtwitter: @GazzaVernazza

L’ANALISIdi MASSIMO CECCHINIemail:[email protected]

twitter: @maxceck

INI

ANDREA LO CICERO Ex azzurro di rugby� Congratulazioni a @Barbarian_FC per i 125 anni del leggendario club. Un grandeonore a giocare con loro@andrealocicero1

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24 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

L'ANALISIdi PINO ALLIEVI

RAIKKONEN-ROSBERGCONDANNATI IN CINAA CORRERE DA GRANDI

SHANGHAI (CINA)

C i sono già tutte le piante in fiore,malgrado il termometro stenti a

superare i 10 gradi. Ma ai box fa più caldo perché la vittoria della Ferrari a Sepang ha scosso tutti dal torpore. Specialmente la Mercedes, che ha sbagliato assetti e tattiche, costruendosi da sola le basi della sconfitta. Per cui dopo due gare c’è Hamilton leader del Mondiale con 3 punti su Vettel, 10 su Rosberg e 31 su Raikkonen. Si dirà che la graduatoria conta poco in un campionato che è alle prime battute. Ma non è così perché Toto Wolff e la Mercedes stanno mostrando una certa irrequietezza. In Malesia, messa sotto pressione, la squadra iridata si è mostrata fragile, andando in confusione in modo plateale quando ha fatto rientrare ai box, contemporaneamente, entrambi i piloti, consentendo a Vettel sia il sorpasso a Hamilton sia la successiva fuga verso il successo, con un cambio di pneumatici in meno.

«Tra noi e la Ferrari è iniziato un confronto per il titolo che andrà avanti sino alla fine», ha dichiarato Wolff. Sarebbe bello se fosse così ma non è scontato, visto che la Mercedes resta in vantaggio. Oppure sarà la Ferrari a compiere il passo in avanti che ci si aspettava arrivasse da metà stagione? Le risposte le avremo domenica su un tracciato probante quanto quello di Sepang, con una serie di curve micidiali, dopo il lungo rettilineo dei box, che rappresentano un severo banco di prova per l’aerodinamica. Il risultato sarà cruciale pure per Rosberg e Raikkonen: Nico è reduce da due gare in cui non ha fatto vedere nulla della vivacità di un anno fa. È sembrato rassegnato e non è da lui. Altrettanto Kimi da un lato ha avuto parecchia sfortuna ma dall’altro si è anche messo nei guai con la partenza anticipata dal pit stop di Melbourne (da cui si è originato il guasto al filetto del portamozzo) e l’errore in qualifica in Malesia, che lo ha estromesso dal Q3.

Sia Nico sia Kimi sono quindi chiamati a una gara maiuscola, pena l’incubo di ritrovarsi già nel ruolo di «seconde guide» di Hamilton e Vettel, se i due dovessero riconfermarsi ai vertici. Perché con un confronto esasperato tra Mercedes e Ferrari non ci sarebbe più spazio per i sentimentalismi e diverrebbelogico stabilire delle priorità, per evitare dispersione di punti. Sono cose dolorose ma inevitabili con una posta in palio importante. Tra l’altro, tutti e 4 i piloti in questione hanno già vinto a Shanghai: Hamilton nel 2008, 2011 e 2014, Rosberg nel 2012 (primo successo suo e di Mercedes), Raikkonen nel 2007 e Vettel nel 2009 (prima affermazione con Red Bull). Un confronto tra campioni sulla pista in cui il più titolato di tutti, Michael Schumacher, colse qui nel 2006 l’ultima delle sue 91 vittorie. Sembra ieri…

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Nico Rosberg, 29 anni, sulla Mercedes LIVERANI A sinistra Sebastian Vettel, 27 anni, che in Malesia ha riportato la Ferrari al successo; a destra Fernando Alonso, 33, che a Sepang si è ritirato dopo 22 giri EPA

I destini incrociatidi «Gastone» Vettel e «Paperino» Alonso1Da quando è arrivato Seb (2007), a Fernando è andato tutto storto: tra deb ingombranti, macchine deludenti e tattiche sballate

Mauro CasadioINVIATO A SHANGHAI

N ella vita ci vuole fortuna.E anche in Formula 1 mol-to spesso la buona sorte ci

mette lo zampino. Al contrario,ci sono campioni che imboccanoun tunnel negativo e non riesco-no proprio a uscirne. I protagoni-sti di questa storia sono Seba-stian Vettel e Fernando Alonso, ipiù acclamati fenomeni della F.1,assieme a Lewis Hamilton, nelleultime stagioni. Ebbene, daquando il neo ferrarista ha mes-so piede nel massimo campiona-to (2007), per lo spagnolo sonoiniziati i problemi, sportivamen-te parlando. Seb e Fernando nonsi sono mai amati e di certo le ul-time vicende agonistiche non lihanno avvicinati. «Che cosa avràpensato Fernando in Malesia ve-dendo vincere Vettel, sulla mac-china su cui sedeva fino a qual-che mese prima?», si è chiestoHamilton (assieme a milioni diappassionati), mettendo il ditonella piaga sportiva di Alonso. Lospagnolo in inverno ha lasciatola rossa, con cui in 5 anni nonaveva mai vinto il titolo, per laMcLaren-Honda: una scelta che,almeno sinora, si è rivelata disa-strosa dal punto di vista dei risul-tati. Se poi ci aggiungiamo ancheil misterioso incidente di Mont-melò… Vettel invece ha preso inmano una Ferrari che non vince-va dal maggio 2013 e l’ha ripor-tata al successo alla seconda ga-ra. Quello che sta succedendo inquesti ultimi giorni è però solo lapunta di un iceberg di fortuna-sfortuna che si è iniziato a forma-re 8 anni fa.

INDY…GESTA Nel 2007 Alonso,reduce da due Mondiali di fila, è

la grande star della F.1. Lo spa-gnolo passa dalla Renault allaMcLaren, con l’obiettivo del trisiridato. Ma ben presto deve fare iconti con il debuttante d’oro,Hamilton, che lo batte spesso evolentieri. Uno dei duelli che ve-dono soccombere Fernando vain scena il 17 giugno 2007 nel GPStati Uniti a Indianapolis; la ga-ra sarà ricordata anche perl’esordio in F.1 di un biondino te-desco, cresciuto nel mito diSchumi. Si chiama SebastianVettel e corre sulla Bmw al postodi Kubica, reduce dal terribile in-cidente di Montreal. Ebbene,quel ragazzino chiude 8o ed è ilpiù giovane della storia, a nem-meno 20 anni, ad andare a puntinel Mondiale. Alonso intantocontinua a non sentirsi tutelatoabbastanza dalla McLaren, cheperò ha grane più grosse (SpyStory) da risolvere. In BrasileWoking fa harakiri e il Mondiale

DE NIRO SVELA IL FILM«SARÒ ENZO FERRARI»� Robert De Niro interpreterà Enzo Ferrari. A rivelarlo lo stesso attore, 71 anni: «Per me è un onore raccontare la vita di un uomo che rivoluzionò il mondo dei motori». Il film sarà prodotto da Gianni Bozzacchi (Triworld), che ha appena firmato un accordo con Tribeca Film. La regia? Si fa il nome di Clint Eastwood.

Formula 1RGP Cina

va per un punto al ferraristaRaikkonen.

GIOIA ITALIANA Nel 2008Alonso lascia la McLaren e tornaall’amata Renault, che però nonè più la corazzata che aveva la-sciato. Vince solo due gare, tracui il GP Singapore del «crashga-te». Vettel invece riesce nell’im-presa dell’anno: ovvero pole esuccesso a Monza sulla ToroRosso (motorizzata Ferrari). Epure qui fa un dispetto ad Alon-so: diventa infatti il più giovane(21 anni e 73 giorni) a vincereun GP, togliendo il record pro-prio allo spagnolo…

CHE NOTTE Nel 2010 Alonsosbarca a Maranello e sembra av-viato a grandi passi verso il terzoMondiale, ma anche stavoltaqualcosa va storto. Nell’ultimagara ad Abu Dhabi la strategiadel Cavallino toppa clamorosa-mente: la scelta è quella di «mar-care» Webber, Vettel ringrazia eva a vincere il primo Mondialecon la Red Bull. Due anni dopo, aInterlagos, quando Bruno Sennatocca Vettel i ferraristi pensanoche finalmente sia la volta buonaper Alonso. Invece il Dio dei mo-tori ancora una volta assiste il te-desco e punisce lo spagnolo: laRed Bull riesce a proseguire lagara e Seb porta a casa il terzotitolo. Il resto è storia recente. Ilferrarista prova a mantenere ipiedi per terra, proiettandosiverso il GP: «La cosa più impor-tante sarà confermarci secondaforza del campionato. Però miaspetto una Mercedes molto for-te. In Malesia hanno sofferto lealte temperature, ma a Shanghaifarà più freddo». Per Alonso, in-vece, sarà già un successo vederela bandiera a scacchi.

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clicPAPERINO E GASTONEPERSONAGGI DISNEY

� Paperino, disegnato per la prima volta nel 1934, è l’antieroe nel mondo Disney: sfortunato e scansafatiche.Il suo contraltare è Gastone, il cugino nato nel ‘48: elegante fanfarone e fortunato.

SCHUMI JR. SULLA F.4«OBIETTIVO I GP»

� La bandiera tedesca e il nome«M. Schumacher» sull’auto: nei test di Oschersleben è iniziata l’avventura di Mick Schumacher, 16 anni, figlio di Michael, in F.4. «La F.1 è nella sua testa

ma crescerà per gradi» ha dettola manager Sabine Kehm.

Page 25: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

25GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

SUI POSSIBILI EREDILE NUOVE GENERAZIONI

CHI POTRÀ SCALZARLO? CI SONO TANTI NOMI:

BASTIANINI, SUO FRATELLO ALEX, RINS,

QUARTARARO, VIŇALES...

SULLA STAGIONE 2015SARÀ ANCORA UN DOMINIO?

ROSSI, LORENZO ELE DUCATI SONO VICINI.

SARÀ UN MONDIALE COMBATTUTO. MA MARC

È IN FORMA PERFETTA

L’INTERVISTA di FILIPPO FALSAPERLAINVIATO AD AUSTIN (STATI UNITI)

È uno dei personaggi più im-portanti del paddock, vistoche gestisce i fratelli Marc e

Alex Marquez, iridati 2014 in Mo-toGP e Moto3. Ma la presenza diEmilio Alzamora è sempre discre-ta, come il titolo 125 del 1999,conquistato senza vittorie. Nes-sun acuto, tanta sostanza, serietàe professionalità. E tanta espe-rienza.

Emilio, come crede che la ricorde-rà la gente: campione 125 o scopri-tore di Marc Marquez?«Non mi sento tanto importante.Forse più per Marc. Da bambinomai avrei pensato che avrei vintoil titolo. Ma ancor di più di incon-trare un fenomeno come Marc eaiutarlo».

Che pilota era Emilio Alzamora?«Un appassionato che lavoravamolto: testone, come diceva Mas-simo Matteoni (ex pilota e grandepreparatore; n.d.r.)».

Le dispiace un po’ che per fare un esempio «negativo» si parli del suotitolo senza vittorie?«No. Sono onesto: avevo talento,ma non ero un fenomeno. Peròavevo il mio sogno, mi sentivo ilmigliore, ho sfruttato al massimoil mio potenziale. Sono stato in-telligente. Ma non è un problema,sul libro c’è scritto Emilio Alza-mora».

Diventare manager è stato natura-le o casuale?«Naturale. Già da pilota pensavoa come restare nell’ambiente. So-no entrato in Monlau Competi-

zione. Dirigevo la scuola e c’eraun team di giovani nel campiona-to di Spagna 2004. Ho imparatoun lavoro diverso, cambiato men-talità».

L’attività più impegnativa?«Seguire Marc e Alex, poi gestireil team Moto3».

Come nasce il miracolo del vivaiospagnolo?«C’è voluto tempo. La federazioneha fatto una struttura piramidaleintelligente. I ragazzi iniziano a5-6 anni nei campionati enduro ocross, dove conta l’abilità. Quindimini-moto su piste di kart, fino ai10 anni. Poi Pre-GP 80-125 su cir-cuiti veri, da Mondiale. Infine ilCev: hanno 14-15 anni, ma corro-no da 10. E tanti ex, come me,Aspar Martinez o Sito Pons, han-no un team per riversare l’espe-rienza sui ragazzi. Il livello è altoe da tutti i Paesi arrivano da noi».

Che ruolo hanno gli sponsor?«In Spagna la storia motociclisti-ca è importante, da Angel Nieto inpoi. Abbiamo 4 giornali sportivi,la diretta tv e tanto ritorno anchesulla Moto3».

Perché in Italia facciamo così fati-ca a trovare eredi dei grandi di ie-ri, o di oggi, come Rossi?«Nei campionati promozionali sipuò fare di più, ma in Moto3 ci so-no Bastianini, Fenati, Bagnaia,Migno, Manzi. Serve lavorare: lafederazione imiti la spagnola, conle minimoto».

Giusto dare titolarità iridata al CevMoto3? Non si toglie importanzaagli altri campionati?«Si corre in Francia, in Portogallo.Dorna lo farà diventare semprepiù internazionale».

Marquez, Lorenzo e Pedrosa sonostati scoperti da piloti di «secondafascia», come lei, Amatriain e Puig.In Italia molti ex hanno puntato al-l’estero: è pure questa una causa?«L’esperienza del pilota può aiu-tare un ragazzo, soprattutto al-l’inizio. A trovare la moto, i tecnicigiusti. Vedo un cambiamento conRossi: fa le cose molto intelligen-temente, aiuta i giovani talenti».

Il Marc del debutto iridato era quasi terrorizzato: «Se non anda-vo bene a scuola Emilio mi vietavadi correre». Il manager deve esse-re maestro di vita?«Sicuro. Puoi avere talento, manon si deve dimenticare che passipiù tempo a casa che in pista. A 12anni molto dipende da come tiprepari. Quanti arrivano al Mon-diale? Stanno nelle dita delle ma-ni. Per esperienza dico che un bravo studente è intelligente e ciòaiuta ad avere un metodo nellecorse. Se studi anche un’ora algiorno, capisci che per ottenere lecose serve lavoro, applicazione.Nella mia esperienza in Monlau, iragazzi bravi nello studio li vedi

pure in pista».

Come si riconosce in un ragazzinoun futuro campione?«La prima cosa è il talento. Poi co-me si evolve fino ad arrivare alMondiale: ma devi avere chi ti se-gue. In circuito devi “giocare”, mada professionista. Ti serve chi ti costruisce».

Con Marc lo ha capito da...?«Dal talento, ma era difficile: pe-sava 38 chili e faceva una faticatremenda a portare la 125. Maimpressionava il comportamen-to: estremamente umile, ascolta-va molto e, soprattutto molto ma-turo per l’età. Andava in pista,tornava al box e ti guardava congli occhi che parevano una spu-gna. Voleva sapere tutto. Parlavicon un ragazzo di 25 anni. Volevaandare forte, ma ascoltando».

Chi lo potrà scalzare? «Ci sono tanti nomi. Bastiani-ni, suo fratello Alex, Rins,Quartararo, Miller, Viñales.Generazioni diverse, ma di-pende come saranno guidati».

Perché Marc è così forte?«Si è costruito con dedizione,sforzo, umiltà. E non ha ancoraespresso il massimo. Ha 22 anni epiù esperienza per gestire quantogli succede intorno».

Dominerà il 2015?«C’è la possibilità. Lo stato di for-ma è perfetto, ma la Yamaha, Va-lentino, Lorenzo e la Ducati si so-no avvicinati. Sarà una stagionemolto bella, combattuta. Vincere10 gare in fila è stato eccezionale.

Marc dovrà sapere arrivare an-che 2° o 3°. L’esperienza di Br-

no, quando ha saputo ac-contentarsi del 4° posto

servirà. Anzi, è già ser-vita in Qatar».

Quante gare vincerà?«Non è importante. Ma di si-

curo in questa MotoGP è im-possibile vincere il titolo

senza nemmeno una vitto-ria…».

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L'IDENTIKIT

EMILIO ALZAMORANATO IL: 22 MAGGIO 1973A: LÉRIDA (SPAGNA)TITOLI MONDIALI: 1 IN 125CON LA HONDA (1999)

1994Debutta nel Motomondiale 125 con la Honda al GP di Malesia. Miglior risultato: 5o in Argentina.

1995Sempre in Argentina ottiene la prima vittoria. A fine stagione è 3° con 4 podi.

1997Passa in 250 ma a fine anno torna in 125.

1999Conquista il titolo, senza mai vincere: gli bastano 10 podi. Smette a fine 2003.

2005Diventa direttore di Monlau, scuola tecnica di Barcellona.

� Dopo il GP del Qatar, in cui Andrea Dovizioso e Andrea Iannone sono saliti sul podio alle spalle di Valentino Rossi, il team Ducati sbarca negli Usa con intenti bellicosi. «Nel 2014 sono riuscito ad ottenere il mio primo podio con la Ducati ad Austin, in una gara un po’ anomala — ha detto Dovi —, ma quello texano è un circuito che mi piace molto...Sono molto carico e curioso divedere come andrà la GP15 nelle prossime piste».«Dopo il mio primo podio in MotoGP — ha detto dal canto suo Iannone — andiamo su una pista dove l’anno scorso ho “rischiato” di salire sul podio. Con la Desmosedici potremo puntare ad ottenere un buon risultato».

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Dovizioso-Iannone«Austin una pistabuona per la GP15»

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Alzamora«MARC ERA UN BIMBO DI 38 KG,MA CON LA TESTA DI UN 25ENNE»

PARLA LO SCOPRITORE DI MARQUEZ E OGGI IL MANAGER PIÙ INFLUENTE DEL PADDOCK: «FATICAVA A TENERE SU LA 125, PERÒ ASSORBIVA TUTTO COME UNA SPUGNA. E SE NON STUDIAVA NIENTE CORSE»

Marc Marquez davanti a Valentino Rossi ad Aragon 2014 ACTION IMAGES

Emilio Alzamora, 41 anni, in scooter. In alto il manager con un giovanissimo Marc Marquez IPP

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26 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A Milano, Fuori... salone dell’auto 1Ormai è tradizione: la Design Week (13-19 aprile) vedrà la contaminazione mobili-4 ruote

Paolo Matteo Cozzi@paolocozzi

I l salone dell’auto alla mi-lanese? Durante la DesignWeek e gli appuntamenti

Fuorisalone. La tradizione èormai consolidata e, così, an-no dopo anno, i più famosimarchi automobilistici porta-no in città opere, installazioni,organizzano vernissage, tavo-le rotonde, rassegne tematicheche strizzano l’occhio al desi-gn e alla prossima forma dimobilità. Per una settimana(13-19 aprile), la contamina-zione auto-mobile è protago-nista di un carnevale di appun-tamenti che investono con for-me e colori stravaganti l’interacittà.

ARTE L’americana Ford ac-cende l’installazione Favilla diAttilio Stocchi (piazza San Fe-dele) e apre la Ford Lounge alPadiglione Euroluce (Fiera diRho): esposizione di oggetti li-festyle creati dai designer del-l’Ovale Blu e panel su futuro etendenze del design moderatoda Emanuele Farneti, direttoredel magazine di architetturaAD (Condé Nast). Appunta-mento in Fiera (Padiglione 6)anche con i complementi d’ar-redo firmati Formitalia LuxuryGroup e Aston Martin, men-tre la Mazda Design Collec-tion si ammira al Mazda Desi-gn Space (via San Carpoforo9); dopo la KODO Chair dellapassata rassegna, l’aziendanipponica presenta quest’an-no cinque nuovi oggetti pro-gettati dai designer delle autoe ispirati al caratteristico desi-gn KODO. A La Torneria (viaTortona 32) Lexus porta ilsuo A journey of the senses:viaggio attraverso tre aree te-matiche per sollecitare i cin-que sensi con l’installazionemultisensoriale del francesePhilippe Nigro e i sapori delprimo chef giapponese 3 stelleMichelin, Hajime Yoneda. Allaporta accanto, Peugeot Desi-gn Lab espone allo SpazioQuattrocento (via Tortona 31)i nuovi oggetti per l’arredod’interni come il lampadarioOnyx e le lampade della serieNewspaperWood Lamps.

MADE IN GERMANY BmwSpheres by Alfredo Häberli(via Sciesa 3) è il progettoespositivo che comprendesketches, modelli e documentiche intendono offrire il puntodi vista Bmw sulla mobilità del

futuro. Mini colora con le cro-mie e i tratti dell’artista spa-gnolo Jaime Hayon la propriaidea di mobilità urbana di do-mani. Appuntamento allo Spa-zio Bergognone (via Bergo-gnone 26) con Mini CitysurferConcept, versatile monopatti-no elettrico destinato a rende-re più individuale e agile il mo-vimento in città: inserito nel-l’installazione Urban Perspec-tives, una giungla urbanaillustrata da Hayon con colori,strade in marmo di Carrara elumi in ottone che indicano lavia di una meta immaginaria.

MUSICA Land Rover colla-bora con l’artista Nino Musticache intrappola nella sua mae-stosa installazione futurista lanuova Discovery Sport dise-gnata dal fuoriclasse GerryMcGovern, celebrando la fu-sione fra arte e design automo-bilistico. Unstoppable Spirit(Piazza Gae Aulenti Torre B) èalta più di sette metri e realiz-zata in acciaio e fibra di vetro esceglie come sfondo naturalela nuova skyline di Milano. Sichiama invece World Cloud lastruttura d’alluminio che ri-produce la sagoma della nuo-va berlina Jaguar XE attra-verso 95 parole in 7 lingue di-verse: in collaborazione condesignjunction, si ammira allaCasa dell’Opera Nazionale Ba-lilla (via Mascagni 6).

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� 1. Progettato da Peugeot Design Lab, ecco il Foodtruck Le Bistrot du Lion. 2. Mini Citysurfer Concept, il monopattino elettrico 3. Allo Spazio Quattrocento, per l’arredo d’interni, il lampadario Onyx e le lampade NewspaperWood Lamps; 4-5. Land Rover collabora con Nino Mustica che intrappola nella sua installazione la Discovery Sport

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MARCHIONNE A TERMOLI«QUI DUE MOTORI ALFA»� Una vera e propria giornata dell’orgoglio Fiat è andata in scena allo stabilimento di Rivolta del Re a Termoli. La seconda visita dell’a.d. di Fca Sergio Marchionne, coincisa con il trentennale del motore Fire, ha portato anche l’annuncio che l’impianto è stato scelto per produrre due nuovi motori. Si tratta dei propulsori che verranno montati sulle Alfa Romeo in arrivo, fondamentali per il rilancio - voluto fortemente dallo stesso a.d. - del marchio a livello internazionale. Il primo motore è un 4 cilindri a benzina sviluppato in modo specifico per l’Alfa Romeo. Il secondo è un 6 cilindri di derivazione Ferrari. La produzione consterà di oltre 200.000 motori, in grado di soddisfare circa la metà dei volumi previsti nel piano Alfa fino al 2018. I lavori per i nuovi impianti sono già stati effettuati e nel corso dell’incontro è stato anche installata una macchina per la lavorazione meccanica della testa cilindri.

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MondomotoriRL’evento

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27GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Edoardo Margiotta

Q ual è il modello giu-sto per una domenicain moto? La super-sportiva è una scelta

ormai rara. La naked lasciaesposti all’aria. La classicaturistica rischia di esseretroppo ingombrante. Ecco,quindi, modelli che offronoprestazioni, comfort perdue, facilità di guida. E unpizzico di divertimento, sepossibile. MV Agusta, dopol’ingresso di Mercedes-AMGcon il 25% delle quote azio-narie, prosegue nell’amplia-mento della gamma: la nuo-va Stradale 800 è nata perchi ambisce al blasone e allasportività MV ma non disde-gna di viaggiare in coppia,affrontando distanze diqualche centinaio di chilo-metri nel weekend.

MASSIMO SVILUPPO Perquanto la base di svilupposia la nota Rivale 800 sareb-be sbagliato considerare laStradale una versione turi-stica di quel modello. Le dif-ferenze, infatti, sono so-stanziali: il telaio mantienela struttura a traliccio in tu-bi di acciaio con piastre inalluminio, ma ha quote di-verse, con il forcellone mo-nobraccio più lungo e inte-rasse di conseguenza supe-riore (1.460 mm). Cambia-no il serbatoio (più capientecon i suoi 16 litri), la sella eil manubrio, per una posi-zione di guida del tutto nuo-

va. Il design è caratterizzato davaligie laterali che inglobano igruppi ottici e dal piccoloplexiglas regolabile in altezza einclinazione. Il motore tre ci-lindri offre un’erogazione spe-cifica con quattro mappe: po-tenza di 90 Cv in modalità Nor-mal e Rain, di 115 Cv in Sport,con l’opzione Custom che per-mette di scegliere tra numerosiparametri. Il controllo di tra-zione su otto livelli è disinseri-bile. Progettato a Varese, trovasulla Stradale 800 il punto piùalto dello sviluppo: sportivoper indole, qui è anche docile,elastico e mai impegnativo. Ilmiglior tre cilindri MV finoraarrivato nelle concessionarie.

POCO SPAZIO La posizione diguida, invece, non convince: ilpiano di seduta più basso (870mm) e il manubrio più alto ri-spetto alla Rivale, unitamentea un tampone che delimita glispazi di passeggero e pilota, la-sciano a quest’ultimo poco spa-zio per muoversi longitudinal-mente. Diventa difficile, diconseguenza, sia caricaresportivamente l’avantreno co-me sulla Rivale, sia guidare ri-lassati e con il busto eretto co-me ci si aspetterebbe su unamoto destinata al turismo. Èun peccato, perché la Stradale800 è ben realizzata e vanta unmotore di assoluto riferimen-to. Nota di merito per il cambioelettronico, che interviene an-che in scalata: all’inizio puòsembrare solo un gadget, madopo pochi chilometri non sene riesce a fare a meno.

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Alessandro Giudice

I l modo più inconsueto diguidare Mercedes si tradu-

ce nell’idea di design che la Ca-sa di Stoccarda ha lanciato nel2012 con la CLS ShootingBrake e che ora propone su unacompatta come la Classe A.Una contaminazione di seg-menti, destinazioni d’uso, stilidi vita che si fondono per crea-re un’auto fuori dall’ordinario,perfetta per chi ama le linee dacoupé senza rinunciare alla ca-pacità di una wagon e alla co-modità di una berlina. Insom-ma, un’auto trasversale, chepuò piacere indifferentementea una clientela giovane come aquella che voglia uscire daglischemi.

LINEE MORBIDE La CLA Shoo-ting Brake ha forme morbide efilanti, linea di cintura moltoalta e una fiancata muscolosa,segnata da una profonda ner-vatura che ne accentua dina-mismo e sportività. Il padiglio-ne si allunga fino alla coda, al-ta e arrotondata, esaltando iltetto spiovente con una fine-

stratura laterale che si abbassafinendo in un triangolo moltoacuto. Un espediente pura-mente estetico, perché all’in-terno la CLA è accogliente e isedili posteriori offrono spazioper la testa (addirittura piùdella berlina) e una piacevolesensazione di riservatezza aipasseggeri. Bello il cruscotto,con volante multifunzione atre razze e due strumenti circo-lari a sottolineare l’esteticasportiva. L’ampia console cen-trale che riunisce tutti i coman-di, chiari e ordinati, è sormon-tata dal display da 7”. Delledue motorizzazioni diesel di-sponibili, abbiamo guidato la220 CDI da 177 Cv (l’altra è la200 CDI da 136 Cv), brillante

al punto giusto per un’auto daquasi 1600 kg e con una coppiadi 350 Nm che la rende agilenel traffico grazie alla prontez-za di spunto già dai bassi regi-mi. Anche nei tratti misti laCLA Shooting Brake regala in-serimenti precisi (notevole losterzo servoassistito elettrica-mente) e un coricamento late-rale contenuto, a tutto vantag-gio di un comfort (anche acu-stico) davvero notevole. Otti-ma la frenata, che risente solodi un alleggerimento della co-da un po’ fastidioso alle alte ve-locità, quando si agisce sul pe-dale con determinazione.

ANCHE AMG La CLA 220 CDIShooting Brake costa 40.160euro nell’allestimento di par-tenza Executive (ne servono3.000 in meno per la 200 CDI),mentre per i successivi Busi-ness, Sport e Premium si salefino a quota 44.260. Più ampiala gamma a benzina, con quat-tro modelli che partono dallaCLA 180 da 122 Cv (31.390 eu-ro) per arrivare alla superspor-tiva CLA 45 AMG 4Matic, mo-tore biturbo da 360 Cv e trazio-ne integrale.

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Il profilo della CLA Shooting Brake caratterizzato da linee morbide, linea di cintura molto alta e fiancata muscolosa segnata da una profonda nervatura

Shooting Brake, la coupé wagonora ha una figlia1Mercedes trasferisce lo stile CLS sulla Classe ADa 31.390 euro con il motore benzina 122 Cv

LA MOTO

Altro che Stradalequesto motore Mvè da competizione

Le linee spigolose (e aggressive) della MV Agusta Stradale 800

UN TEST PARTICOLARE

Sulle piste di sci con l’Audi ai piediAlessandro Bolzoni

L a Via Lattea, splendidocomprensorio sciisticodell’Alta Val Susa a caval-

lo tra Italia e Francia, ha fattoda scenario alle ammiraglieAudi: dalla versatile A6 allroadcol nuovo 3.0 TDI 272 Cv, allaA8 4.2 TDI; dalla A7 Sportback3.0 TDI bi-turbo 320 Cv allanuova A6 3.0 TDI competition326 Cv, fino alla supersportivaRS 6 Avant spinta dal 4.0 TFSIda 560 Cv.

SLALOM La prova più suggesti-va è avvenuta sulle piste del Sestriere, proprio sui campi dasci al volante di una RS 6: si

parte a valle, pulsante start,messa in moto con leva delcambio S tronic a 7 rapporti inposizione S, e a tutto gas si ri-sale la pista. Dopo essere arri-vati in cima, si scende rapida-mente, iniziando un vero e pro-

prio slalom tra le porte apposi-tamente collocate per questaincredibile esperienza di gui-da. Performance, piacere diguida e sicurezza sono caratte-ristiche comuni a tutte le Audi,che trovano naturale comple-

tamento nella presenza dellatrazione integrale Quattro ed èin questi modelli top di gammache la Casa tedesca esprime ilproprio elevato potenziale.

OBIETTIVO A queste doti natu-rali si uniscono comfort, atten-zione per i dettagli e finiture diqualità superiore, per garanti-re ai clienti la migliore espe-rienza di guida in ogni situa-zione e su ogni tipo di fondo.Per Audi il messaggio è quellodi essere vicini alla gente perfare provare le proprie vetturein situazioni particolari, sem-pre in massima sicurezza e tra-smettere sensazioni e fortiemozioni.

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L’Audi R6 si arrampica senza problemi sulle piste di sci del Sestriere

IL NOSTRO GIUDIZIO

SìCapacitàBagagliaio capiente, anche se di accesso non molto comodo.CambioVeloce ed efficace quello doppia frizione di serie sulla 220 CDI.AbitabilitàOttima, anche dietro.

NoVisibilitàLe dimensioni contenute del lunotto posteriore sacrificano la visibilitàDettagliQualche particolare dell’interno meriterebbe materiali migliori

IL NOSTRO GIUDIZIO

SìMotoreMessa a punto e carattere: un’accoppiata vincenteFinitureL’assemblaggio e i dettagli sono curatiPrestazioniAll’altezza delle aspettative

NoPosizione di guidaC’è poco spazio per muoversi in sellaPrezzoSuperiore rispetto alla concorrenza

Volante multifunzione a tre razze

MOTORE1 4 CILINDRI IN LINEA DA 2.143 CMCPOTENZA MASSIMA1 177/130 CV/KWCOPPIA MASSIMA1 350 NM DA 1400 A 3.400 GIRI/MINCAMBIO AUTOMATICO1 A 7 MARCE, A DOPPIA FRIZIONETRAZIONE1 POSTERIOREPESO A VUOTO 11.555 KGDIMENSIONI1 LUNGHEZZA 4.630 MM, LARGHEZZA 1.777 MM, ALTEZZA 1.435 MMCONSUMO MEDIO1 4,3 L/100 KMEMISSIONI1 CO2112 G/KMVELOCITÀ MASSIMA 1228 KM/HACCELERAZIONE1 0-100 KM/H IN 8”3PREZZO1 40.160 EURO

LA SCHEDAMERCEDES CLA 220CDI SHOOTING BRAKE

MOTORE 1TRE CILINDRI IN LINEA,4 TEMPI, 12 VALVOLE DA 798 CMCALESAGGIO X CORSA1 79 MM X 54,3 MMPOTENZA MASSIMA1 115 CV (84,5 KW) A 11000 GIRI/MINCOPPIA MASSIMA1 78,5 (8 KGM) A 9000 GIRI/MININTERASSE1 1.460ALTEZZA SELLA1 870 MMFRENI1 ANTERIORE DUE DISCHI DI 320 MM, PINZA A 4 PISTONCINI; POSTERIORE DISCO DI 220 MM CON PINZA A 2 PISTONCINIPNEUMATICI1 ANTERIORE 120/70 ZR17, POSTERIORE 180/55 ZR17COLORI1 BIANCO PERLATO, GRIGIO SABBIA METALLIZZATOROSSO-ARGENTO, BRONZO METALLIZZATO, BIANCO PERLATOPREZZO1 13.990 EURO FRANCO CONCESSIONARIODISPONIBILITÀ 1IMMEDIATA

LA SCHEDAMV STRADALE 800

MondomotoriR

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28 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A SOLI €3,99*

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29GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PER TERRA A 800 METRI DALL’ARRIVO IL VIDEO SU GAZZETTA.IT

� 1 Il groviglio di bici e corridori dopo la caduta: con la maglia azzurra in secondo piano Andrea Guardini, reo di aver innescato l’incidente. � 2 L’irlandese Sam Bennet, il primo uomo urtato da Guardini, dolorante a terra. � 3 Il francese Maxime Daniel immobilizzato con il collarino; seduto sul marciapiede Elia Viviani AFP

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Maxicaduta tanta pauraPoi è ancoraKristoff1Gp Scheldeprijs al re del FiandreMa Guardini fa «saltare» il gruppo

CiclismoRLa più antica corsa delle Fiandre

Un’altra netta vittoriaper AlexanderKristoff, 27 anni:nel 2015 la Katusha è già a quota 16BETTINI

Claudio Ghisalberti

A ncora Kristoff! E ora, chilo ferma più? Vero cheieri a Schoten, traguardo

della 103a edizione del Gp Sch-ledeprijs, mancavano Caven-dish, Greipel e un Kittel ormaipronto per «Chi l’ha visto?». Malo sprint col quale il norvegesere del Fiandre ha centrato l’un-dicesimo successo 2015 davantia Theuns e Hutarovich (6° Tren-tin, 7° Marini, 12° Petacchi) èstato di una facilità disarmante.Un successo che lui condividecon i compagni: «È incredibilequello che la squadra sta facen-do finora. Anche qui ha lavora-to duramente tutto il giorno. Ai2 km eravamo troppo dietro e imiei compagni mi hanno porta-to su alla perfezione tanto cheai 500 metri ero nella posizioneideale, quella in cui volevo esse-re. Così ho potuto lanciarmi nelmomento giusto. Però mi senti-vo un po’ stanco per la progres-sione di prima e non ero moltosicuro, temevo che qualcuno mirimontasse. Invece è stata unagrande sensazione vedere chenon arrivava nessuno».

GROVIGLIO La volata ha vissutoperaltro momenti di paura. A800 metri dall’arrivo il gruppoinfatti è esploso. Borut Bozic,sloveno dell’Astana, ha cercatodi pilotare Andrea Guardininella posizione migliore, ma siè ritrovato in asfissia. Come ul-timo «aiuto», ha usato la manodestra per dare una spinta, sul-la sella, al compagno: manovraproibita e molto pericolosa. Ilvelocista veronese a quel puntoci ha messo del suo cercando dipassare, a centro gruppo, inuno strettissimo varco tra dueavversari. Caduta inevitabile egroviglio tremendo, con alcunicorridori scaraventati gambeall’aria e strada sbarrata per ilgrosso del gruppo. «Sono statochiuso a sandwich, mi hanno ti-rato giù dal manubrio», diràGuardini a Stefano Zanini, ildiesse del team celeste.

NON VEDO, MA SENTO «Ci sia-mo portati avanti poco prima— ha spiegato dal canto suoKristoff — quindi non ho vistoquello che è successo, però hosentito il rumore della cadutamolto bene. Ma questo è il cicli-smo, può sempre essere perico-

loso e un incidente può succe-dere».

LA RABBIA DI ELIA Il più gravesembrava il francese MaximeDaniel, trasportato in ambulan-za all’ospedale con tanto di col-larino, ma per fortuna tutto si èrisolto con qualche punto di su-tura. A terra è finito pure EliaViviani, che già era caduto percolpe altrui nella seconda tappadella Tirreno-Adriatico, per-dendosi la Sanremo. La sua vi-sione però è meno fatalista.«Devo ancora guardare il videodi quello che è successo e forseè meglio che non lo faccia, per-ché negli ultimi chilometri sonosuccesse cose incredibili. Il li-vello di esasperazione sta rag-giungendo punte impensabili.Ok, sono volate, d’accordo. Mac’è un limite a tutto. Nessuno ti-

ra mai i freni, neppure davanti aun rischio palese. Questo vuoldire inevitabilmente cadere efar cadere gli altri. Noi siamovelocisti, i rischi ce li prendia-mo, sono parte del nostro me-stiere. Ma davanti a gravi peri-coli bisogna sapere tirare indie-tro la bici». Poi un mezzo sorri-so: «Ho sette vite, come i gatti.Ho sentito crac a un braccio enon so che cosa sia stato. Unacostola, dal male che avevo, ladavo per partita. Invece ho “so-lo” ematomi in tutto il corpo. Midispiace perché è un periodo che mi gira male. Vado forte masono sfortunato. Ora avrò tem-po fino al Giro per recuperare eritrovare la condizione». Tra tre giorni, intanto, sarà Pa-rigi-Roubaix. E le quotazioni diKristoff salgono ancora.

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CIRCUITO DELLA SARTHE

Malori a cronoli straccia tuttiE balza in testa

Q uando la corsa è contro il tempo,Adriano Malori è ormai una garanzia.Quattro crono disputate in questa pri-ma parte di stagione e il bottino parla

da solo: tre vittorie e un 2° posto, a soli 4” daun certo Cancellara nella tappa di chiusuradella Tirreno-Adriatico. Ieri il terzo centro stagionale è arrivato attorno ad Angers, in Francia, nella frazione pomeridiana della se-conda tappa del Circuito della Sarthe: 6,8 kmvolati in 7’58”, cioè 9” meglio del britannicoAlex Dowsett, suo compagno nelle file dellaMovistar, e 15” più veloce del lituano Ramu-nas Navardauskas, con l’altro italiano Ma-nuele Boaro (Tinkoff-Saxo) ottimo 5° a 20”.Il tutto è poi coinciso con la maglia di leader,sfilata al francese Anthony Roux (Fdj) chel’aveva indossata poche ore prima grazie alsuccesso nella frazione in linea.

OBIETTIVO GIALLO «Miravo a questa tappa etutto è filato al meglio — ha detto il due voltecampione d’Italia della specialità, che perquest’anno mira alla prima maglia gialla alTour e al podio mondiale —. Il percorso eraabbastanza duro all’inizio e nel finale, conuna parte centrale molto tecnica. Ho avutoottime sensazioni, sono molto soddi-sfatto. La classifica? Mantenere lamaglia sarà per me molto compli-cato, ma da questo punto divista noi della Movistar ab-biamo anche altre carte dagiocare, a cominciare daJesus Herrada, che è mes-so bene in classifica».Con quella di ieri, Malo-ri raggiunge quota 13vittorie in carriera, 11delle quali contro iltempo.

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Baschi, risorge RodriguezBattuti Henao e Quintana� Non vinceva da oltre un anno: 30 marzo 2014, classifica finale della Volta Catalunya. Ieri il ritorno. Attacco secco sulle rampe finali dell’ultima delle sette salite di giornata, con Sergio Henao e Nairo Quintana, poi 5 km di picchiata verso il traguardo di Zumarraga e successo in volata sui due colombiani nella 3a tappa del Giro dei Paesi Baschi. Joaquin Rodriguez ritrova così il sorriso e, grazie al 43° centro personale, regala un’altra gioia alla Katusha di super Kristoff. Ma a sorridere è anche un altro redivivo, Sergio Henao, nuovo leader della classifica con lo stesso tempo di Rodriguez e Quintana, reduce da un 2014 da dimenticare causa problemi a un ginocchio. In evidenza ieri anche l’iridato Kwiatkowski, Majka e Scarponi, 7° in classifica a 7” dal leader. Oggi 4a tappa, 162,2 km da Zumarraga ad Arrate, con7 gpm e arrivo in salita (Eurosport dalle 15.30).

fL’ANNIVERSARIO Da Templeuve a Roubaix, quel volo sul pavéVent’anni fa Ballerini entrava nella leggenda

Marco Pastonesi

A 34 km dal traguardo, sul pavé di Templeu-ve, Franco Ballerini è solo. Sempre che sipossa considerare solo un corridore che

sta combattendo la sua Parigi-Roubaix, 266,5 kmdi sole e vento, sudore e polvere, facce e garretti,ruote e mozzi, Francia e ciclismo. L’armatura diBallerini è maglia, calzoncini e guanti a cubettidella Mapei, involontario ispirato colorato arti-stico omaggio alla corsa delle pietre. E il suo ca-vallo è una Colnago C40, con anima di carbonio eforcelle diritte, che trema ma galleggia, che vibrama vola. Quando Ballerini irrompe nel velodro-mo, ancora un giro e trequarti, cioè 700 metridalla gloria, sa di apparire come una divinità, an-che se infernale, almeno a quella latitudine nord:«Oggi camminavo sull’acqua – dirà – proprio co-me Gesù». Oggi precisamente di 20 anni fa.

AMORE La Roubaix si ama o si odia. Ballerini siaccorge di amarla a prima vista: è il 1989, lui ha24 anni, la Roubaix 87, la vittoria è del belgaJean-Marie Wampers, eppure finire 34° a 12’50”

è una mezza vittoria. Nel 1990 Ballerini si avvici-na: 19°. Nel 1991 sfiora: quinto. Nel 1992 ondeg-gia: 11°. Nel 1993 precipita sul traguardo con Gil-bert Duclos-Lassalle ed esulta. Raramente i corri-dori sbagliano a giudicare l’esito di una volata.Ma stavolta Ballerini sbaglia: dopo una lunga emeticolosa Tac fotografica, i giudici assegnano lavittoria al francese per 8 millimetri. Franco è piùche mai franco: «Mai più alla Roubaix», giura. Espiega che «Non ho sbagliato a fare la volata, hosbagliato a fare il corridore». Ma giuramenti espiegazioni dei corridori sono come quelli deimarinai: evaporano, svaniscono, si dimenticano.

LA SUA VITA Nel 1994 Ballerini lotta: terzo. Nel1995 trionfa: primo. Nel 1996 guerreggia: quin-to. Nel 1997 rema: 24°. Nel 1998 ritorna: primo.Sazio no, stanco forse. Nel 1999 resiste: 11°. Nel2000 spopola: ottavo. Quella del 2001 è, comun-que, l’ultima Roubaix, ma anche l’ultima corsadella vita, perché la Roubaix è la sua vita, almenoa due ruote: 32°. Però quello che conta è il ringra-ziamento che «il Ballero» ha scritto sulla sotto-maglia e che mostra come un saluto di addio:«MERCI ROUBAIX». Tutto in maiuscolo.

DA INFERNO A PORCHERIA Stavolta il tutto inmaiuscolo è sacrosanto, perché la Roubaix è unacorsa enorme ed esagerata, che ha voluto beneanche agli italiani, dal successo di Giulio/JulesRossi, parmense di Boccolo dei Tassi (1937) alladoppietta dei fratelli Coppi (Serse nel 1949 e Fausto nel 1950), dall’assolo di Felice Gimondi(1966) alla tripletta di Francesco Moser (1978-1979-1980), dall’uno-due di Ballerini all’ultimohurrah di Andrea Tafi (1999). Fu Maurice Garin,vincitore — ancora da valdostano prima di di-ventare francese — della seconda edizione nel1897 e della terza nel 1898, a giudicarla «l’infer-no del nord». Lui, che dal 1895 al 1901 abitava aRoubaix e gestiva un negozio di bici, lo sapeva.Altri l’hanno ribattezzata «la regina delle classi-che» e «la classica delle classiche». Ma c’è anchechi l’ha definita «pellegrinaggio» (Henri Pélis-sier), «porcheria» (Bernard Hinault) e «ciclo-cross» (Beppe Saronni). Per la sua natura archeo-logica la Parigi-Roubaix è vischiosa, infiammata,irta, rossa di porfido e nera di carbone, forestalee minerale, infame e meravigliosa. Terribilmenteaffascinante.

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DOPPIETTA INDIMENTICABILE� Domenica 9 aprile 1995: Franco Ballerini all’attacco nel finale della Roubaix, che vincerà con 1’56” su Andrei Tchmil. Tre anni dopo il bis, con 4’16” sul compagno Andrea Tafi, ultimo italiano a domare l’inferno del Nord, un anno più tardi BETTINI

Adriano Malori BETTINI

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30 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NuotoRTrials australiani: la finale dei 100 sl

(al.f.) Alla vigilia dei trials tedeschi da oggi a Berlino, Paul Biedermann annuncia che dopo l’Olimpiade di Rio de Janeiro lascerà. Il 28enne di Halle rinuncia quest’anno ai 400 per i 100-200 sl.� IRIE AL TOP (al.f.) Ai campionati giapponesi di Tokyo, Ryosuke Irie vince i 100 dorso in 52”99: è il primo a scendere sotto i 53” nel 2015. Finali. Uomini: 100 do Irie 52”99, Kaneko 53”56; 100ra Koseki 59”73 (2° t. 2015), Tateishi 1’00”04, Kitajima 1’00”18; 50 fa Kawamoto 23”60, Kishida 23”63. Donne: 100 fa Hoshi 58”62, Hosoda 59”06. Semifinali. Uomini: 200 sl Hagino 1’46”73. Donne: 100 ra K. Watanabe 1’06”64.

TEDESCHI AL VIA

Biedermann no ai 400 sl

Campbell sorelle sprint Vince ancora la maggiore1Cate eguaglia il 1° tempo 2015 in 52”69 e batte Bronte: «Senza di lei non sarei qui»

Stefano Arcobelli

L a Campbell night ha esalta-to l’agonismo e la sorellan-za. Neanche un’operazione

alla spalla, e una sorella Brontemai così in vena, hanno fermatoCate ieri a Sydney per i trialsmondiali dell’Australia. Nel for-tino della velocità mondiale, l’ha

spuntata ancora la campionessamondiale dei 100 sl di Barcello-na, che resta ancora imbattuta(dal 2012) e la più veloce almondo, a pochi giorni dal 52”69di Femke Heemskerk. Cate haeguagliato l’olandese dopo avervirato dietro Bront e con una se-conda vasca da 27”41 (contro27”83) ha timbrato la sua dodi-cesima volta sotto i 53”, lascian-do la sorellina più giovane di unanno a 53”03, il terzo crono mondiale dell’anno. «Senza dilei non potrei fare tutto questo,sono in credito con Bronte e de-vo molto al mio coach SimonCusack» s’è quasi scusata l’irida-ta che in semifinale aveva paga-to dazio alla sorella (53”03) ditre centesimi, più veloce su una

sola vasca. «Bronte mi rendesempre la vita difficile ma possosolo ringraziarla e questa sfidami piace sempre di più». E la bat-tuta: «Cate sembrava più vulne-rabile ma ha tratto dal doloreuna spinta in più, e sono supercontenta». Una finale che ha la-sciato stordita, esausta l’iridatache guida una staffetta velocesensazionale, in cui non trovaposto Alicia Coutts da 54”43.

SEMPRE INSIEME Le sorelledella velocità fanno tutto insie-me, ma se Cate vince di più èquasi più importante il ruolo diBronte soprattutto nei momentidifficili come ai Giochi di Lon-dra: cate è tornata in acqua gra-zie alla sorellina, la sorellina ha

scoperto il nuoto inizialmenteper farle compagnia in piscina.Poi la tentazione si emularla s’èfatta irresistibile. «Amiamo faretutto insieme perché ci provocatanta emozione; la cosa più bel-la è allenarci altre 12 settimaneuna di fianco all’altra».

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Finali. Uomini, 200 do Larkin 1’55”52,

Bronte e Cate Campbell, 21 e 22 anni. La vincitrice è iridata e olimpionica

Per il titolo tutti dietroa Warriorse Spurs1Sono le grandi favorite. Unica vera alternativa i Cavs di LeBron

Steph Curry, 27 anni, play dei Golden State Warriors REUTERS

Massimo Oriani

M eno nove. Sabato 18aprile parte la vera sta-gione Nba, quella che

assegna l’anello. In teoria lacorsa è aperta alle migliori 16squadre (8 per conference), inpratica è ipotizzabile che la ro-sa delle contendenti non vadaoltre 4 favorite. Anzi, forse cipuò fermare a 3. Cleveland conun +10.7 di differenziale punti(fatti/subiti), San Antonio con+10.5 e Golden State con +9.3rappresentano un livello d’ec-cellenza che non si vedeva datempo. Per trovare 3 squadrecon quelle statistiche, bisognainfatti risalire al 2007-08 conBoston (+10), Orlando (+9.6)e Lakers (+8.9). Solitamenteun solo team a stagione arriva asuperare quota +9. E’ veramen-te una stagione speciale quellache stiamo vivendo. Chi alzeràquindi al cielo il Larry O’BrienTrophy a giugno?

GOLDEN STATE Ha il miglior bi-lancio della Nba, è sana, conSteph Curry, potenziale mvp,che per la prima volta arriva al-la postseason in grande formasenza i problemi alle caviglie

che lo avevano limitato in pas-sato. Gioca una pallacanestrosplendida, che non si limita alletriple degli Splash Brothers,Curry e Klay Thompson, chepure ne tentano 15 a gara, (iWarriors peraltro sono primidall’arco col 39.6%). Ha il mi-glior attacco (109.6 punti dimedia) ma anche la difesa chetiene gli avversari alla percen-tuale più bassa dal campo(42.6%). Chi non crede nei cali-forniani sostiene che sonosquadra costruita per la regularseason, un basket meno fisicorispetto a quello dei playoff. Macon Bogut, Iguodala e la sorpre-sa dell’anno, Draymond Green,non avranno problemi a farsentire il loro peso anche neiplayoff. Così come non peseràl’inesperienza del rookie headcoach, Steve Kerr. I favoriti so-no loro.

SAN ANTONIO Sarà l’aria di pri-mavera che risveglia i vecchiet-ti Duncan e Ginobili, fatto stache gli Spurs arrivano alla po-stseason essendosi messi allespalle la crisi invernale (a di-cembre hanno perso 10 partitesu 16), con 18 vittorie nelle ulti-me 21 gare. Non avranno il fat-tore campo, neppure al primoturno, ma non è mai stato unfattore determinante nell’eraPopovich. La differenza la stafacendo Kawhi Leonard, mvpdelle ultime finali, che da iniziomarzo viaggia a 19.6 punti, 6.6rimbalzi, 2.8 recuperi (è lui illeader stagionale con 2.32), col55.2% dal campo. E difende co-me pochi. Con lui in campo SanAntonio concede 5.6 punti inmeno agli avversari rispetto aquando è in panchina. Unicavera alternativa ai Warriors aOvest.

CLEVELAND Difficile pensare aun’altra finalista a Est. LeBron

James non potrà non fare la dif-ferenza contro Atlanta o Chica-go (se Rose, rientrato in notta-ta, si dimostrerà in forma). Maper il titolo forse manca qualco-sa. Difficile passare dal nulla al-l’anello in un solo anno. Si puòfare, per carità: basta pensareai già citati Celtics 2008 dopol’arrivo di Garnett e Allen. Dopol’All Star Game i Cavs sono pri-mi nella lega per rating offensi-vo (punti segnati per 100 pos-sessi) con 110.4 alla pari con icampioni. Ma sono cresciutitantissimo anche in difesa, conl’aggiunta di Mozgov, JR Smithe Shumpert. Comunque vada afinire, lo spettacolo è garantito.

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HOUSTON OUTSIDERGolden StateHouston

San AntonioCleveland

35%

30%

20%

15%

RCS

Eurolega: c’è Milano-Cska� Ultima delle Top 16 per Milano, già eliminata, che alle 20.45 (Fox Sports 2) ospita il Cska Mosca. Girone E: Alba Berlino-Maccabi Tel Aviv; Stella Rossa Belgrado-Panathinaikos. Domani: Galatasaray-Barcellona; Real Madrid-Zalgiris Kaunas. Class.: Real*, Barcellona* 10-3; Maccabi 8-5; Pana, Alba 7-6; Zalgiris 5-8; S.Rossa 3-10; Galatasaray 2-11. Girone F: Milano-Cska; Fenerbahce-Efes; Malaga-Vitoria. Domani: Olympiacos-Nizhny.

Class.: Cska* 11-2; Fener* 10-3; Olympiacos* 9-4; Efes, Vitoria 6-7; Milano 4-9; Malaga, Nizhny 3-10. *: già qualificate.PLAYOFF DONNE - Ieri gara-2 dei quarti (al meglio delle 3): Cagliari-Schio 62-74 (serie 0-2); Lucca-Ragusa 45-69 (0-2); Napoli-San Martino 64-57 (2-0); Umbertide-Venezia 67-61 (1-1, sabato gara-3).AURIEMMA - Battendo Notre Dame in finale, Connecticut ha conquistato il 10° titolo collegiale femminile, tutti sotto la guida di coach Geno Auriemma.

RISSA A NEW YORK

Copeland accoltellatoSefolosha e Peric finiscono in manette

Thabo Sefolosha in manette AP

I genitori negli Usa lo di-cono sempre: «Dopo lamezzanotte non accade

mai nulla di buono». Figura-tevi alle 4 del mattino in di-scoteca. Se ne sono resi con-to in prima persona tre gio-catori Nba, protagonisti diuna rissa all’esterno di un lo-cale di Chelsea, quartiere al-la moda di New York. ChrisCopeland, ala di Indiana, èfinito all’ospedale dopo esse-re stato accoltellato all’addo-me (non è in pericolo di vita,ma la sua stagione è finita),assieme alla fidanzata, feritasolo di striscio. In manetteinvece due riserve (di lusso)degli Atlanta Hawks, lo sviz-zero ex Biella Thabo Sefolo-sha, e il macedone Pero An-tic, con l’accusa di aver assa-lito dei poliziotti intervenutiper indagare sull’accaduto.

NOTTE La prima domandache sorge spontanea è: cosadiavolo ci facevano a quel-l’ora in discoteca tre giocato-ri Nba, soprattutto i due de-gli Hawks, che avevano gio-cato la sera stessa in casa conPhoenix, prima di volare aNew York in vista della sfidadi ieri notte con Brooklyn?Vero che i pro’ lasciano ai lo-ro atleti ampia libertà su co-me gestire la vita privata, al-trettanto vero che preferi-rebbero vederli a letto aquell’ora alla vigilia di unmatch. Copeland, ex Knicks,che avrebbe dovuto scende-re in campo nella notte con-tro Bargnani e soci al Madi-son, ha avuto un alterco con

un cliente del locale, sfociatopoi in violenta rissa. La poliziaha fatto sapere d’essere in pos-sesso del coltello e di avere ar-restato l’individuo sospettatod’aver colpito l’ala dei Pacers.

DISCIPLINA Resta da capirequali saranno le conseguenzelegali e disciplinari per i tre. Inchiave strettamente sportiva,soprattutto guardando aiplayoff, la perdita di Sefoloshae Antic sarebbe un bruttissimocolpo per Atlanta, che con 58vittorie è già certa della testa diserie n.1 a Est. Entrambe lesquadre coinvolte hanno rila-sciato dichiarazioni di circo-stanza, facendo sapere di esserein attesa di venire a conoscenzadei fatti prima di esprimersi.Solitamente negli Usa non scat-tano sospensioni preventive, siattende che il procedimento le-gale faccia il suo corso, a menodi casi clamorosi. Comunquesia, un occhio nero per Hawks ePacers.

m.o.© RIPRODUZIONE RISERVATA

BasketRNba

RISULTATIOttava vittoria di fila per gli Spurs (16-3 dopo il Rodeo Trip), che battendo i Thunder li fanno scivolare al 9° posto a Ovest (fuori dai playoff) con i Pelicans ora ottavi grazie alla vittoria sui Warriors. Il trio Ginobili-Duncan-Parker ha centrato il successo n.730, superando gli storici Big Three dei Celtics, Bird-Parish-McHale. Leggero infortunio per Bargnani, che sta giocando da un paio di partite con il legamento di un pollice lesionato (mano sinistra).Risultati: LA Clippers-LA Lakers 105-100; Atlanta-Phoenix 96-69; Miami-Charlotte 105-100; New Orleans-Golden State 103-100; Oklahoma City-San Antonio 88-113; Sacramento-Minnesota 116-111.

Beaver 1’56”48, Delaney 1’58”84; 200 ra Schafer 2’12”47, Bremer 2’13”63, Tierney 2’13”66. Donne, 100 sl C. Campbell 52”69 (25”28), B. Campbell 53”04 (25”21), Wright 53”50 (25”91), Elmslie 53”66, McKeon 53”68, Coutts 54”43: 200 ra Wallace 2’23”34, McKe-own 2’23”77, Hunter 2’24”38. Semif., 50 sl McEvoy 22”24, Magnussen 22”31, 100 fa Hadler 51”66, D’Orsogna 51”90, donne 200 do Wilson 2’08”27; 50 fa Elmslie 26”32; bat. 800 sl Goldman 8’36”06.

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31GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

AMERICA AMERICA CONTENUTOPREMIUM

DA GARNETT A LOVE ECCO DA DOVE SONO PARTITI I CAMPIONI DI OGGI

KEVIN GARNETT (1995)Con 10 rimbalzi e 9 stoppate condusse gli Usa al successo 86-77. Nel Resto del Mondo c’era anche Giacomo Galanda.

DIRK NOWITZKI (1998)Il tedesco dei Mavs trascinòil Team World Select alla vittoria 104-99 sugli statunitensicon 33 punti e 14 rimbalzi.

TONY PARKER (2000)L’attuale play dei San Antonio Spurs segnò 20 punti con 7 assist e il Resto del Mondo sfiorò la vittoria sugli Usa (98-97).

KEVIN DURANT (2006)L’mvp 2014 non fu il top scorer (Wayne Ellington con 32)di quell’edizione, ma quellocon la carriera pro’ più brillante

DERRICK ROSE (2007)Con 8 punti, 5 rimbalzi e 3 assist, il play dei Bulls diede un assaggio di quello che sarebbe poi diventato nella Nba

KEVIN LOVE (2007)La spalla di LeBron ai Cavs con 13 punti, 8 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate contribuì al successo degli Usa 100-80.

Mussini tra le stelleC’È UN ITALIANO

ALL’EVENTO CHE APRELE PORTE DELLA NBA

IL PLAY DI REGGIO EMILIA A PORTLAND PER IL NIKE HOOP SUMMIT, LA SFIDA TRA I MIGLIORI UNDER 19 DEL MONDO

LA STORIA di VINCENZO DI SCHIAVI

C on le dovute proporzioni, per farciun’idea, prendiamo Dirk Nowitzki. Nel1998 non ha ancora 20 anni quando, con

28.9 punti e 9.9 rimbalzi di media, sta trascinan-do il Wurzburg in Bundesliga. E allora? Alloragli vale un invito che gli cambierà la vita. Al NikeHoop Summit, nato tre anni prima, per infilarein un campo da basket i migliori liceali america-ni e una selezione di pari età pescati in ogni par-te del mondo. Gara secca. In cui WunderDirkpiazza una doppia doppia da 33 punti e 14 rim-balzi. A giugno Milwaukee lo sceglie col numero9, girandolo subito a Dallas. Ma l’atto fondantedi una carriera straordinaria va collocato là, inquell’esibizione giovanile, giocata a San Anto-nio.

INVITO Schegge di storia che Federico Mussini,malato di America e di Nba, conosce a memo-ria. E chissà che ora non tocchi a lui, giovaneplay di Reggio Emilia, fresco di esordio in SerieA, in dirittura d’arrivo con la maturità e irretitodal sogno americano. Perché Federico vive co-me gioca: a mille, con quel suo tiro mortiferoche gli ha consentito di bruciare le tappe. Trevolte in doppia cifra nelle prime 9 giornate di A,

quando la sfilza di infortuni gli ha concesso laribalta insieme al «fratello» Amedeo Della Valle(si fanno chiamare gli «Splash Brother» comeCurry e Thompson). «Grazie al suo talento hasempre giocato con i più grandi» ricordava tem-po fa Simone Fontecchio, altra stellina del giroazzurro. Dove, la scorsa estate, Mussini ha datoil meglio di sè all’Europeo Under 18: 22.2 puntidi media, con picchi da star: 33 alla Francia, 24alla Grecia, 23 alla Lituania. Inseguendo, un giorno, l’Nba, mitizzata più che mai attraversole magie del suo idolo Stephen Curry. A Federi-co infatti l’invito per il Nike Hoop Summit è arri-vato (gli ultimi furono Bargnani e Datome). Unmese fa, l’11 marzo, l’ufficializzazione. Il gior-no prima del suo 19° compleanno. E’ volato ne-gli States martedì, accompagnato da AndreaMenozzi, responsabile del settore giovanile delclub emiliano, l’uomo che lo ha creato. Per lasettimana più importante della sua vita. Sabatosarà in campo al Moda Center di Portland, lacasa dei TrailBlazers. Sulle tribune un pubblicoche ti può cambiare l’esistenza: esperti di mer-cato, giornalisti, gli emissari di tutti i colleged’America e delle franchigie Nba. Perché vistal’alta qualità del prodotto, il Nike Hoop Summit(trasmesso anche in diretta tv e via streamingsu alcuni siti specializzati) è diventato col tem-po un evento che non ha eguali nel mondo. Ba-

sta una carrellata di volti per capire. Dalla«partitella» organizzata dalla Nike sono pas-sati 5 giocatori che hanno vinto il premio diRookie of the year nella Nba: Kyrie Irving,Tyreke Evans, Derrick Rose, Kevin Durant e

Elton Brand. Le tre prime scelte del draft 2014,Wiggins, Jabari Parker, Embiid e quelle

del 2012, Davis, Kidd-Gilchrist e Beal.E poi gente che si è messa l’agognatoanello al dito come Tony Parker, Ke-vin Garnett o Ron Artest, il MettaWorld Peace che sta esaltando Can-tù. Il record di punti (35) appartie-ne a Shabazz (Minnesota), che loha strappato a Kanter, il pivot turcodei Thunder. Ma da lì sono passati

anche Love, OJ Mayo, Stephon Mar-bury, Ajinca, Batum e Dario Saric, iltalentuoso lungo croato dell’Efes cheall’Nba è destinato. Può bastare?

COLLEGE A sfidarsi undici prospettiamericani e altrettanti nel World Team

con tre soli europei: Mussini, Stefan Pe-no, play serbo del Barcellona e NedimBuza, ala bosniaca del Sarajevo: «Li cono-sco bene — rivela Federico —. Gli altrinon li conoscevo e così sono andato a ve-dermi qualche video su Youtube. Mi inor-goglisce comunque il fatto di essere fra i

tre europei convocati, sarà l’occasione perconoscere tanti altri ragazzi provenienti da

tutto il mondo». In viaggio verso il futuro. Per-ché la stellina di Reggio Emilia è a un bivio: ac-cettare l’offerta quinquennale da professionistadel club che lo ha cresciuto, oppure tentare l’av-ventura del college. Gonzaga, l’ateneo che fu diJohn Stockton e ora di Domantas, figlio delgrande Sabonis, è quello che pressa di più (cisono pure Davidson, St. John’s e Providence).«Questa esperienza mi servirà per prendere unadecisione sul mio futuro». Altre grandi storie so-no nate proprio così.

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Faderico Mussini, 19 anni, 4.5 punti di media in Serie A CIAM

Page 32: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

32 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA7 e 7.15 Gazzetta News7.30 e 7.45 Gazzetta News8 e 8.15 Gazzetta News8.30 e 8.45 Gazzetta News9.05 Campioni a confronto9.30 Explorers: avventure pericolose10.05 Extreme Fishing 11.05 Condo’ Confidential - VIDAL

11.30 Campioni a confronto12.05 The Speedgang - La banda dei motori13 e 13.30 Gazzetta News13.45 e 14 Gazzetta News

POMERIGGIO14.15 Sottorete14.45 Autogol News15.05 Sfide senza limiti - 1^ TV

15.30 Campioni a confronto16.05 Extreme Fishing - 1^ TV17.05 The Speedgang - La banda dei motori18.05 Sfide senza limiti18.30 Sottorete19 Calcio Market19.30 Gazzetta News20 Speciale motori-Il Sorpasso20.30 Gazzetta News

SERA20.45 Autogol News21.05 Condo’ Confidential 21.35 The Speedgang-La banda dei motori22.30 Campioni a confronto23 Calcio Market23.30 Gazzetta News0 e 0.30 Gazzetta Newsdalle 9 ogni ora il notiziario 11x90

Un super weekend di volley e basket1Pallavolo con Mosca-Trento e Bergamo-Novara. A canestro con Trento-Pesaro e Milano-Roma

U n altro ricco weekend fra basket e pallavo-lo. Che alla ormai classica partita di dome-nica pomeriggio (alle ore 19, fra Bergamo

e Novara, gara-2 dei quarti di finale dei playoff) siaggiunge un altro appuntamento internazionaledopo la recente Final Four di Champions League.C’è il debutto maschile per Gazzetta Tv con unapartita di cartello ovvero la finale di ritorno dellaCoppa Cev maschile, con gli uomini di RadoStoytchev opposti alla squadra in cui gioca IvanZaytsev. Cognome russo, ma anima e passaportoitaliano: il bomber azzurro ha scelto Mosca, sponda Dinamo per proseguire la sua carriera esulla sua strada ha incontrato la squadra trenti-na, che ha perso la prima partita in casa e sabatoa partire dalle 16.55 cerca il riscatto per aggiudi-carsi la Coppa: deve vincere 3-1 o 3-0 e poi impor-si al golden set per salire sul gradino più alto delpodio. Con a commentare ancora Rachele San-giuliano, campionessa del mondo 2002. Oggi, in-vece, alle 14.15 il volley inaugura il weekend conSottorete, la trasmissione condotta da Sarah Ca-stellana che oltre che di Trento e della sua avven-tura europea parlerà di playoff: quelli maschiliche scattano venerdì e quelli femminili che sonoin pieno svolgimento con il primo turno e i quarti.

PALLA A SPICCHI Si avvicina il grande weekenddel basket di Serie A con la novità della doppiapartita in diretta sul canale 59, col commento tec-nico di Dan Peterson. Al tradizionale anticipo delsabato, che alle 20.30 vedrà Trento ospitare Pesa-ro, si aggiunge domenica alle 17 la sfida delle me-tropoli, con l’Emporio Armani Milano che ricevel’Acea Roma. Non solo. Domani alle 14.15 tornal’appuntamento con la rubrica settimanale Sotto

Canestro: ospite sarà Alessandro Dalla Salda,amministratore delegato della Grissin Bon Reg-gio Emilia. Nuovo appuntamento con l’opinioni-sta Franco Casalini e i giornalisti Gazzetta poi perlo studio prepartita di sabato sera, quando a par-tire dalle 20 sarà ospite di Gazzetta Tv il coachdell’Olimpia Luca Banchi.

MUSICA Appuntamento su Gazzetta Tv ieri per iDear Jack, teen band italiana del momento, fre-sca di partecipazione a Sanremo dopo l’esplosio-

ne ad Amici 2013. È in rotazione radiofonica ilbrano Eterna, scritto da Kekko Silvestre (Modà),secondo singolo da Domani è un altro film. I cin-que ragazzi - Alessio Bernabei, Francesco Pieroz-zi, Lorenzo Cantarini, Alessandro Presti e Riccar-do Ruiu - hanno parlato di sport, scegliendo unacanzone per descrivere Tevez, Messi e CristianoRonaldo. Per chiudere col saluto al concittadinoLeonardo Bonucci. Il video è su gazzetta.it.

r.v.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pippo Lanza che prova a superare il muro della Dinamo Mosca: finale di andata della Coppa Cev. TRABALZA

clicCOME RISINTONIZZAREI VOSTRI TELEVISORIE VEDERE IL CANALE 59 � Eseguire le seguenti procedure. Se possiedi Tv o Decoder Digitale Terrestre 1. Premere il tasto MENU sul telecomando2 Selezionare Impostazioni/Avanzate 3. Posizionarsi sulla voce relativa alla Sintonizzazione automatica dei canali e premere il tasto OK, accedi alla configurazione dei canali 4. Impostare Modalità di sintonia dei canali su DTV5. Posizionarsi sul pulsante Avvia scansione e premere il tasto OK per avviare la ricerca.Soluzione dei problemiSe avete già provveduto alla risintonizzazione senza esito e il vostro televisore è collegato ad un sistema con antenna centralizzata, fate verificare dal vostro antennista che sia presente nella centralina dell’antenna stessa il modulo (o filtro) necessario per la ricezione dei segnali tv del canale/mux 55 (frequenza 746 MHz), quello che supporta anche il canale 59 di Gazzetta Tv. Se il modulo manca, fatelo inserire: è un’operazione molto semplice. Se possiedi una Sky Digital Key1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre 2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciare inviata la configurazione3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca) 4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK

Siamo in ondaR

Page 33: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

33GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ci sono Serena e VenusAzzurre, è proprio dura1Le sorelle Williams minacciano l’Italia nello spareggio di Fed Cup del 18-19 aprile a Brindisi. Vinci infortunata, ma c’è super Pennetta

Serena (in alto) e Venus Williams: le sorelle più vincenti dello sport

Vincenzo Martucci@VinceMartucci

A hinoi! Ci saranno tutt’edue, sia Serena che Ve-nus, il 18-19 aprile, nello

spareggio per restare nella serieA di Fed Cup sulla terra del TCBrindisi. E, davanti alle monu-mentali sorelle Williams, anchecapitan Corrado Barazzutti fauna deroga al suo umorismo al-la Buster Keaton: «Gli Stati Uni-ti, con la numero 1 del mondo ela 15 di singolare, ed il doppiopiù forte, sono nettamente fa-voriti. Ma è una partita di ten-nis, il peggio che può succederciè perdere. Anche se qualcuno,poi, chiederà la mia testa».

DESTINO Solo timbrando trevolte il cartellino in nazionalenel quadriennio 2012-2016 si èeleggibili per l’agognata Olim-piade di Rio dell’anno prossi-mo. Così le Williams, a febbra-io, si sono sobbarcate la trasfer-ta sulla terra di Buenos Aires, eora vanno anche a Brindisi, ri-scoprendosi patriottiche comeSharapova e altre big. Perciò, infondo, sorprende di più la defe-zione della tarantina RobertaVinci, peraltro nella sua Puglia,per un problema fisico che, daMiami, s’è ingigantito: infiam-mazione alla zona epitroclearedel gomito destro. «Tornerà inmaglia azzurra per la prossimasfida. E comunque il doppio, almomento, non è il problema piùimportante», chiosa sempre il

c.t. ricordando che, semmai, cisi arriverebbe solo sull’eventua-le 2-2, dopo i singolari. La veritànon s’ubriaca coi luoghi comu-ni: «Se siamo costretti a giocarcila serie A contro Serena e Venusnon è per vendetta del destinodopo che abbiamo vinto dueFed Cup battendo in finale gliUsa senza le Williams. E’ colpanostra: non dovevamo perderecon la Francia». E si rimboccagià le maniche per le sfide fra 9giorni: «Comunque ce la gio-cheremo, non abbiamo già per-so. Loro non giocano sulla su-perficie preferita».

ARMA SEGRETA La terra rossa,prevedibilmente lenta di Brin-disi, e i 4000 tifosi locali non sa-ranno i soli alleati delle azzur-re. A Serena, mancherà l’appor-to del medico della nazionale, ilDottor Laser, Pierfrancesco Par-ra, che nei tornei la salva spessodagli acciacchi. Eppoi rientra insquadra e nella sua città SuperFlavia, oggi più forte ed espertache mai, a 33 anni, motivatissi-ma ad aggiungere un’altra perlaa questa sua seconda, fantasti-ca, carriera, rilanciata dalle se-mifinali degli Us Open 2013.Flavia che, nei precedenti con-tro Serena, ha perso 6 volte su6, ma sul rosso di Roma nel2012 era infortunata e, controVenus, è 4-4 con l’ultimo suc-cesso l’anno scorso sul cementodi Dubai. Numeri simili all’altrasingolarista, Sara Errani: 0-7con Serenona, 1-3 con Venus(che l’anno scorso ha preso perstanchezza proprio agli UsOpen). Numeri che, per la Ty-son del tennis, costituisconol’ennesimo record: 14 partitedisputate in nazionale e 14 suc-cessi, 11 in singolare e 3 in dop-pio, cedendo appena un set (!).Lei che, con Venus, in doppio, èstata numero 1 del mondo, ag-giudicandosi 13 Slam e 3 Olim-piadi. E che vorrà essere ancoraprotagonista, lasciando le bri-ciole alla sorella e ad AlisonRiske e Christina McHale, chia-mate a far numero da capitanMary Jo Fernandez. Così come,sulla terra, sono già sicure insingolare Errani e Pennetta. Ameno che Barazzutti non emuliAmelie Mauresmo (ricordate lamiracolosa sostituzione in cor-sa Cornet-Mladenovevic a Ge-nova?), e rischi la carta CamilaGiorgi. In partenza riserva, conKarin Knapp.

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Giorgi ed Errani avantia Katowice e Charleston� A Katowice (Pol, 220mila �,veloce indoor), Camila Giorgi (n. 34) doma dopo 2 ore 26 minuti Magda Linette (Pol, 106) per 6-7 (3) 6-2 6-3 e va ai quarti contro la vincente di Kulichkova-Kanepi. Secondo turno: Cornet (Fra) b. Hercog (Slo) 4-6 6-1 6-3; Koukalova (Cec) b. Zvonareva (Rus) 6-1 6-4. Primo turno: Niculescu (Rom) b. Mladenovic (Fra) 6-4 6-4.A Charleston (Usa, 731mila dollari, cemento) la Errani batte la Cepelova (Slk) 6-3 7-6 (5) all’esordio. Secondo turno: Arruabarrena (Spa) b. Stosur

(Aus) 6-3 3-6 6-4;Kovinic (Monte) b. Bencic (Svi) 4-6 6-3 6-2.VAI DONATI Nel Challenger di Napoli (113mila�, terra) colpo grosso del 20enne azzurro Matteo Donati (n. 355 del mondo) che elimina il n. 1 del torneo, Golubev (Kaz, 111) per 6-7 (3) 6-4 6-2. Altri, 2° turno: Arnaboldi b. Volandri 7-5 5-7 6-4; Munoz De La Nava (Spa) b. Gaio 6-2 5-7 6-2.STOP LORENZI A Houston (500.000 �, terra) Lorenzi si ritira sotto 6-3 4-3 sotto contro Verdasco per dolori alla gamba sinistra.

IL 10-17 MAGGIO

Roma: più posti,prevendita record«E avremo il tetto»

Abete, Binaghi, Malagò e Pietrangeli tennisti allo Stadio Olimpico TEDESCHI

Marco Calabresi

I l segreto che sta dietrogli Internazionali Bnld’Italia è il non volersi

accontentare mai. Ecco per-ché, da qualche anno, pub-blico e incasso crescono dipari passo con la passione el’entusiasmo di chi parte datutta Italia – o dall’estero –per vivere l’atmosfera delForo Italico. L’edizione 2014si era chiusa con un record,quella 2015 inizia con un al-tro: la prevendita, rispettoallo stesso periodo di un an-no fa, ha già portato un+15%. Cioé 6 milioni e336mila euro, e chissà quan-to si alzerà la cifra da qui al17 maggio, quando il pubbli-co di Roma sognerà un’altraitaliana in finale, proprio co-me accadde nel 2014, conSara Errani che fu costrettaad arrendersi a Serena Wil-liams e a un infortunio checausò pure il ritiro di Sara eRoberta Vinci dalla finaledel doppio.

GIORNO E NOTTE Una coppiache, almeno per quest’anno,non infiammerà il Foro ma,aspettando che la «missionericonciliatrice» del presiden-te della Federtennis, AngeloBinaghi e di quello del Coni,Giovanni Malagò, vada abuon fine anche in prospetti-va Olimpiade di Rio 2016, icampioni sono attesi tutti.Djokovic e Nadal si sono di-visi le ultime dieci edizionidel torneo maschile, ma Fe-derer tira e fa ancora il pie-none, così come Murray eRaonic e, tra le donne, Sere-na Williams e Sharapova. Ecome gli azzurri (wild card aBolelli, Lorenzi, Knapp eSchiavone).

Proprio per venire incontroalle tantissime richieste, Co-ni Servizi e Fit hanno allar-gato di duemila posti la ca-

pienza del Pietrangeli (a propo-sito, Nicola in coppia con Mala-gò è stato battuto in un mini tie-break sull’erba dell’Olimpico daBinaghi e Abete, presidente diBnl) e della Grand Stand Arena,legata al nome di SuperTennis,la tv che trasmetterà il torneofemminile e le fasi decisive diquello maschile, in onda invecesu Sky Sport. Ci sarà ancheGazzettaTv con due talk showquotidiani di 30’ dal Foro Itali-co.

PROMOZIONE «Batteremo tuttii record», assicura Binaghi, cheper lanciare gli Internazionaliha «preso la valigetta ed è anda-to, con Pietrangeli, in giro perl’Italia a parlare con tutte le so-cietà, affinché il torneo diventiil patrimonio di tutto il paese».Binaghi aspetta anche il «rega-lino di Giovanni», la coperturadel Centrale che manca al ForoItalico per raggiungere l’eccel-lenza mondiale. «Ci voglionoforza, coraggio e soldi per rea-lizzare il tetto ed estendere lacapienza – ribatte Malagò, checon le istituzioni ha già apertoun tavolo operativo –. I primidue elementi li abbiamo, il de-naro lo troveremo», per rendereil parco fruibile 12 mesi all’an-no e non solo con Internaziona-li, beach volley, boxe e concerti.«Siamo partner della Fit da 9anni e in questa avventura sia-mo più di uno sponsor» ha dettoil presidente di Bnl-Bnp ParibasLuigi Abete. Che ha annuncia-to: «Nel 1960 siamo stati spon-sor delle Olimpiadi, oggi offri-remo tutto il supporto affinchéRoma abbia l’occasione di esse-re caput mundi dello sport».

PRE-QUALIFICAZIONI Intanto,c’è il «Combined »(quinto annodi fila) e la favola per 6.000 ten-nisti (Gene Gnocchi compreso)nelle pre-qualificazioni, con inpalio, il 5-7 maggio, wild cardper le qualificazioni e per il ta-bellone principale. Il sogno ditutti, da 72 anni.

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TennisRL’annuncio

Si giocherà su terraNegli Usa ancheRiske e McHale� Il 18-19 aprile si disputano le semifinali del gruppo mondiale di Fed Cup, Repubblica Ceca-Francia e Russia Germania, e gli spareggi-retrocessione nei gruppi di zona 2016 Olanda-Australia, Polonia-Svizzera, Canada-Romania e Italia-Usa. Per la gara sulla terra al Tc Brindisi, il c.t. azzurro, Corrado Barazzutti, ha convocato Sara Errani (n. 14 del mondo), Flavia Pennetta (27), Camila Giorgi (34) e Karin Knapp (54); quello Usa, Mary Joe Fernandez, ha chiamato: Serena Williams (n. 1), Venus Williams (15), Alison Riske (45) e Christina McHale (63).

SchermaRMondiali giovani

Fiorettiste e sciabolatrici d’oroPiccola grand’Italia

L a piccola Italia della scher-ma si conferma grande. Ilbottino globale tra giovani

e cadetti ad una giornata dallafine, raggiunge quota 10 aiMondiali di di Tashkent (Uzb),dove ieri hanno trionfato i quar-tetti del fioretto femminile edella sciabola femminile. L’orodel fioretto femminile è firmatoda Erica Cipressa, Claudia Bo-rella (entrambe figlie d’arte, delc.t. Andrea e di Borella e Fran-cesca Bortolozzi), ElisabettaBianchin e Camilla Rivano che

superano in finale gli Usa 37-36. Le statunitensi, sempre in-dietro, hanno recuperato ma leultime due frazioniste, Erica Ci-pressa per l’Italia e SabrinaMassialas si sono ritrovate sul36-36. A piazzare il colpo vin-cente è stata la diciottenne diMogliano Veneto. «Non si puòche essere orgogliosi di loro —dice il ct Cipressa —. Ci hannoregalato un’emozione fortissi-ma. Hanno risposto con unaprestazione eccellente ma so-prattutto hanno eseguito con

grande tenacia e voglia di vin-cere, tutte le indicazioni: ilgruppo è stata l’arma in più,buon punto di partenza per ilfuturo». Le neo iridate hannoanche battuto 45-25 la Francia,nei quarti il Giappone 45-37 edin semifinali 45-35 la Polonia.

CHE SCIABOLA Un assalto moz-zafiato anche nella sciabola:Chiara Mormile, Sofia Ciara-glia, Rebecca Gargano ed EloisaPassaro hanno respinto 45-41 laRussia. Gargano rimonta, Mor-mile dà il +2. La romana è statapoi brava a mantenere l’attivoed a consegnare a Ciaraglia unparziale gestito nel migliore deimodi dalle ragazze del ct Gio-vanni Sirovich (semifinale 45-36 all’Ungheria, quarti 45-37agli Usa, ottavi 45-29 all’Ucrai-na), che dice: «Sono davvero ra-gazze d’oro, brave e grintose».

PallanuotoRL’ottava giornata

Il Brescia è fuoridalla ChampionsPro Recco infallibileFabio Pettenò

I l Brescia saluta la Cham-pions League. Le speran-ze di rimanere ancorati

al treno qualificazione si so-no infrante contro il murodell’Eger, nell’8a giornata.Ungheresi sempre avanti elombardi che restano all’ulti-mo posto del girone (a duegare dal termine). Oltre alBarceloneta qualificato di di-ritto, alla Final Six vanno le

prime due del gruppo A. La ProRecco invece batte anche i grecidell’Olympiacos ad Atene.

EGER-BRESCIA 10-5(3-2, 2-1, 2-1, 3-1)

Eger: Mitrovic, Angyal 1, Biros, Cucko-vic, Hosnyanszki 2, Lorincz 1, Cuk 1, Szivos 1, Erdelyi 3, Vapenski 1, Bedo, Harai, Csoma. All. Dabrowski. Brescia: Del Lungo; Bruni, C.Presciutti 1, Pagani 1 rig., Molina, Rizzo 1, Giorgi, Nora, N.Presciutti, Bodegas, D.Fiorentini, Napolitano 1, Dian. All. Bovo. Arbitri: Ciric (Ser) e Teixido (Spa). Note: sup. num. Eger 15 (8 gol), Brescia12 (3).

OLYMPIACOS-PRO RECCO 8-12(1-2, 4-3, 2-1, 1-6)

Olympiacos: Deligiannis, Mylonakys 1, Delakas, Vlachopoulos 1, Fountoulis 1, Radjen, Pontikeas, Ntoskas, Mourikis, Kolomvos, Mallarach 3, Gounas 1, Galandis.All. Vlachos. Pro Recco: Tempesti, D.Pijetlovic, Jokovic, Prlaino-vic 1, Giorgetti, Felugo, Giacoppo, Aicar-di 2, F.Di Fulvio, F.Filipovic 2, A.Ivovic, N.Gitto 1, Pastorino. All. Milanovic. Arbitri: Peris (Cro) e Rakovic (Ser). Note: s.n. Oly 10 (4), Pro Recco 12 (3).

Gir. A: Barceloneta (Spa)-Radnicki Kragujevac(Ser) 9-7. Class.: Pro Recco 24; Eger 13; Barceloneta 11; Radnicki 9; Olympiacos 7; Brescia 5.Gir. B: Partizan (Ser)-Szolnok (Ung) 7-13, Galatasaray (Tur)-Jug (Cro) 12-12, Spandau (Ger)-Primorje (Cro) 5-15. Class.: Szolnok 21; Primorje 18; Jug 16; Partizan, Spandau 6; Galatasaray 4.SETTEBELLO Il c.t. Campagna porterà a Spalato 14 azzurri per la sfida di martedì con la Croazia: Tempesti, Del Lungo, Bruni, Velotto, Gallo, S.Luongo, C.Mirarchi, F.Di Fulvio, Aicardi, Giorget-ti, Figlioli, N.Gitto, Giacoppo, A.Fondelli.

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34 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Trento e Molfettain testa e in codaci sono sorprese1Gli exploit degli uomini di Stoytchev e di Di Pinto. Delusione (per ora) per i tricolori Lube

TRENTO

La miglioreGiovani e sogniSi torna grandi

� PUNTI 62� POSIZIONE 1� VITTORIE-SCONFITTE 21-3

8

All’inizio stagione diceva di essere in terza fila (!). Chiude da prima con un posto Champions e si rafforza pure con l’arrivo di Djuric in vista dei playoff. La cura Stoytchev con un mix di giovani e di senatori ha avuto successo, ma a questo punto adesso non si accontentapiù nessuno. A cominciare dai giocatori. Sembrava avviata sul viale del tramonto e invece Trento è viva eccome...Valeria Benedetti e Gian Luca Pasini

P rima dell’inizio dei playoff che sono inprogramma a partire da sabato siamo acongedarci dalla prima stagione di Super-

lega che ha riservato qualche sorpresa sia in te-sta che in coda. Un giudizio che solo per cinquesquadre è «definitivo» quelle che da domenicascorsa sono in vacanza, per le otto che sono en-trate nei playoff come cantava Ligabue, il me-glio deve ancora venire...

� PUNTI 60 � POSIZIONE 2� VITTORIE-SCONFITTE 20-4

Dopo aver condotto dalla terza di ritorno si è fatta sfilare il primato nello scontro diretto con Trento. Poi si è rifatta confermando il 2° posto

Due k.o. e sparisceun lungo primato

MODENA

7,5

� PUNTI 32 � POSIZIONE 8� VITTORIE-SCONFITTE 12-12

Ha retto a un via vai di giocatori e ha costruito un’identità forte agguantando i playoff a sorpresa. Gran lavoro del tecnico Di Pinto

I primi playoffil premio migliore

MOLFETTA

8

� PUNTI 57� POSIZIONE 3� VITTORIE-SCONFITTE 19-5

Come un anno fa. Persa la Coppa Italia e la Champions ha perso anche Baranowiz, arriva Ricardo con imperativo. Tricolore

Lo scudettol’ultima spiaggia

MACERATA

5

� PUNTI 25� POSIZIONE 9� VITTORIE-SCONFITTE 8-16

Una stagione da dimenticare sotto tanti punti di vista. Può una piazza come questa congedarsi dopo un’annata così triste? Chiedere in città...

Tutto sbagliato tutto da rifare?

PIACENZA

4.5

� PUNTI 50� PIAZZAMENTO 4� VITTORIE-SCONFITTE 17-7

Lo si sapeva già che non sarebbe stata una passeggiata per la Sir Safety ripetere la stagione dell’anno scorso. La finale non è facile...

Confermarsiè stata dura

PERUGIA

6.5

� PUNTI 23� POSIZIONE 10� VITTORIE-SCONFITTE 7-17

Sei vittorie nel girone di ritorno rimettono i lombardi in linea di galleggiamento La stagione si conclude con un più che dignitoso piazzamento

Un ritorno superlascia il sorriso

MONZA

6

� PUNTI 47� POSIZIONE 5� VITTORIE-SCONFITTE 16-8

Non ha fatto il salto di qualità che voleva, ma ha avvicinato di molto l’obiettivo. Potrebbero essere i playoff l’occasione buona?

Le ambizioni salgono ancora

VERONA

7

� PUNTI 15 � POSIZIONE 11� VITTORIE-SCONFITTE 5-19

Conferma più o meno il trend dell’andata con in più la vittoria su un Piacenza ormai allo sbando. Ha portato avanti la sua linea italiana e giovane

Italiana e giovanema non va a fondo

PADOVA

5

� PUNTI 41� POSIZIONE 6� VITTORIE-SCONFITTE 13-11

Una stagione oltre le aspettative con vittorie di pregio come quelle su Macerata e Modena. Ai playoff arriva carica e ibera di testa

Stagione recordOra si diverte

LATINA

7

� PUNTI 11� POSIZIONE 12� VITTORIE-SCONFITTE 4-20

L’unica nota positiva è che in extremis ha evitato l’ultimo posto. Ma per conquistare la metropoli ci vuole un’altra squadra e un altro progetto...

Metropoli duravolley rimandato

MILANO

4.5

� PUNTI 35� POSIZIONE 7� VITTORIE-SCONFITTE 11-13

Centra gli obiettivi stagionali entrando nei playoff con autorità. Adesso resta il nodo palasport Forlì-Ravenna e la copertura finanziaria futura...

Obiettivi okora il bilancio

RAVENNA

6,5

� PUNTI 10 � POSIZIONE 13� VITTORIE-SCONFITTE 3-21

E’ andato tutto o storto o quasi. Città di Castello che disconosce e Sansepolcro non si innamora. La passione non basta restano le sconfitte.

Una migrazionesenza fortuna

SANSEPOLCRO

4

PallavoloRLe pagelle della stagione regolare

(m.mar) Lo scorso anno era stata la finale scudetto, Piacenza-Busto di stasera (alle 20.30 su Sportitalia) vale i quarti playoff, con le due squadre che in questa stagione si sono già affrontate 3 volte. A inizio anno in Supercoppa, appannaggio delle

emiliane, quindi due successi per le formazioni che giocavano in casa. Busto ha il dubbio Marcon (problema a una caviglia rimediato nella finale di Champions League), mentre Piacenza sta recuperando la centrale dominicana Vargas.

CHE AZZURRINI (a.a.) Gli azzurrini superano la Russia all’Europeo Under 19 in svolgimento a Kocaeli (Tur) e vedono più vicina la semifinale. La formazione di Mario Barbiero si è imposta 3-0 (25-22, 25-20, 25-11) grazie a una buona prova del

collettivo. Miglior marcatore Matteo Maiocchi con 20 punti da annotare anche i 5 muri di Gabriele Di Martino. Oggi l’ultima gara del girone con la Francia dove serviranno almeno due set per continuare la corsa alle medaglie.

5 ANNI (m.mar) Cinque anni di inibizione dalle manifestazioni sportive. È la pena comminata al sostenitore di Chieri che nello scorso gennaio aveva spinto e gettato a terra Beatrice Francesconi al termine di una gara giocata dalla formazione torinese.

BUSTOA PIACENZA

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35GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

14I titoli Slam di Woods. Masters: 1997, 2001, 2002, 2005.Us Open: 2000, 2002, 2008.

I MAJOR DI TIGER

Open Championship: 2000, 2005, 2006.PGA Championship: 1999, 2000, 2006, 2007

4Rory McIlroy è ancora distante dai successi dell’ex numero 1 che a sua volta insegue il record di 18 di Nicklaus

... E QUELLI DI RORY

Ha vinto: Us Open 2010.PGA Championship: 2012 e 2014.Open Championship: 2014.

McIlroy per lo Slam Tiger per la storiaScatta il Masters ed è sempre duello1Al n.1 al mondo manca solo questo Major, Woods promette battaglia: «Se sono qui è per vincere il 15°»

Massimo Lopes PegnaINVIATO A AUGUSTA (GEORGIA, USA)

L a posizione di Tiger, me-glio di qualunque Gps, laintuisci da quel piccolo

stadio di gente che lo circondae lo scorta a ogni passo, anchenell’ultimo allenamento dellavigilia. Centinaia di tifosi dallafede incrollabile, che lo inse-guono infischiandosene dellasua classifica da retrocessione(è sprofondato a numero 111 esi scherza su quei tre numeriuno in fila), sperando di rive-dere i tocchi che per moltotempo sono stati inimitabili. Lo

dicono tutti: ormai quel gioca-tore non c’è più, è rimasto soloil Mito. Tiger non vince ad Au-gusta dal 2005, un Major dal2008 e un torneo del Pga da 18mesi. Ammaccato da una sfilzainfinita di infortuni, ha giocatopoco nel 2014 e la miseria di 47buche nel 2015. L’ultimo roundcompleto, a Phoenix, con ilpeggior punteggio da profes-sionista: 82. All’11a buca deltorneo successivo se n’era an-dato, piegato dai dolori allaschiena. Ma il guasto maggiorelo aveva in testa: «Sono in con-dizioni pietose. Se non metto aposto il gioco corto non possopiù competere a questi livelli».

LA LUCE E’ riemerso quasi ina-spettatamente l’altro giornodopo due mesi, con l’ottimi-smo dei bei tempi: «Se sono quiè perché ritengo di esserepronto e di poter vincere, maarrivare a domenica sarà untragitto molto lungo. Mi sonofatto un mazzo enorme, ho la-vorato dall’alba al tramonto,approfittando anche delle pau-se nanna dei bambini». Sorri-de, è cordiale, ha parlato deisuoi figli, firmato decine di au-tografi. Ieri ha giocato persinoil torneo ricreativo del par-3 enon lo faceva da 11 anni. Piùumano, hanno detto. Anche incampo, però, dove il suo suc-cesso è dato 40-1, risucchiatodal gruppo.

TESTIMONE Ora quel gruppolo pilota Rory McIlroy, il nuovonumero uno. E’ cresciuto so-gnando di diventare come Ti-ger e quando gli chiedono delsuo idolo, scuote la testa scon-solato: «Mi piacerebbe immen-samente che riuscisse a vincereancora e a raggiungere Nick-laus a quota 18 Major, ma temoche non ce la farà. Il mio cuoredice di sì, la mia testa mi sugge-risce altrimenti». La Nike ha gi-rato un bellissimo video in cuianticipa la possibilità che pro-prio qui ad Augusta potrebbeesserci il passaggio ufficiale diconsegne fra i due. PerchéRory è a un passo dalla storia:se vincerà il Masters avrà fattocentro in ogni singolo Major,insomma il Grande Slam per-sonale. E metterebbe insieme ilterzo grande torneo consecuti-

vo come riuscito solo ad altridue (Tiger e Ben Hogan nel-l’era moderna). C’è di che esse-re nervosi. E tutti conoscono lafragilità mentale di McIlroy.Proprio su questi prati, per luiancora maledetti, collassò nel2011. In testa dopo 54 buchecon quattro colpi di vantaggio,affondò alla 10 con un triplobogey e pianse.

MANTRA Ma da allora ha vintoquattro Major e ieri ammette-va: «E’ un mantra che ho man-dato a memoria: s’impara mol-to di più dalle sconfitte che daitrionfi». Ad Augusta in sei par-tecipazioni, il suo miglior piaz-zamento è l’ottavo posto del-l’anno scorso. Rivela: «Il primodrive di questo torneo conti-nua a innervosirmi come innessun altro posto. Farfalline che volano e cuore a mille».Non molti ammetterebbero leproprie debolezze. Sicuramen-te non Tiger. Fra loro è come seci fosse un legame mistico, chesi rafforzerebbe se proprio quidentro, in questo Santuario delgolf, avvenisse lo scambio ditestimone fra le due generazio-ni. «Certo che voglio essere co-me Tiger, essere consideratosempre l’uomo da battere aogni singolo torneo. E’ un ruo-lo che mi piace», concede ilnuovo campione. Del resto loaveva scritto quando aveva no-ve anni in una letterina indiriz-zata al suo idolo: «Caro Tiger,sto per venire a prenderti». Cisono voluti sedici anni, ma po-trebbe accadere domenica.

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clicIN 5 HANNO CHIUSOLO SLAM DI CARRIERATIGER È STATO L’ULTIMO

� Se dovesse conquistare il Masters, Rory McIlroy entrerebbe nel ristretto club di quanti hanno completato lo «Slam di carriera». Al momento sono 5 (in ordine diMajor vinti): Jack Nicklaus, Tiger Woods, Ben Hogan, Gary Player e Gene Sarazen

LA GUIDA

Rory McIlroy e Tiger Woods ieri hanno giocato il classico «Par3 contest» con caddie d’eccezione. Per il n. 1 il la star degli One Direction Niall Horan, per la Tigre i figli Sam e Charlie. Il grande favorito di questa 79a edizione del Masters è il campione in carica Bubba Watson, che l’anno passato ha indossato la seconda giacca verde (la prima nel 2012). Il campo si adatta alla lunghezza dei suoi colpi e dice di essere prontissimo. Partirà alle 9.24 (le 15.24 italiane) insieme a Justin Rose e Gunn Yang. Rory McIlroy inizierà alle 10.41 (16.41) con Phil Mickelson e Ryan Moore, mentre Woods comincerà il suo 20° Masters nel penultimo gruppo alle 13.48 (19.48) in compagnia di Jamie Donaldson e Jimmy Walker.IN TV Dir. Sky Sport 2 dalle 20.30.

Bubba è favoritoper il tris in verdeDiretta Sky Sport 2

AZZURRO PALLIDO

Molinari: «Torneo senza Italia, ma torneremo»1Nessuno dei nostri si è qualificato. Francesco, sempre in campo dal 2010: «Coincidenza sfortunata, ma non è crisi»

+ AUGUSTA

P rima la presenza di unitaliano al Masters era un

fatto straordinario: AlfonsoAngelini (nel 1964), RobertoBernardini (nel 1969), Costan-tino Rocca per quattro volte frail ’94 e il ’98 (suo il migliorpiazzamento azzurro: 5° nel‘97). Ma dal 2010 era quasi di-ventata una consuetudine: cin-que anni consecutivi con alme-no un nostro connazionale suimitici prati dell’Augusta Natio-nal Golf Club. Francesco Moli-

nari era stato il più assiduo:sempre presente dal 2010 al2014. Ma in quel fantastico 2010 gli azzurri erano stati ad-dirittura tre (primato). Oltre aFrancesco si era qualificato ilfratello maggiore, EdoardoMolinari (che ci era andato an-che nel 2006) e soprattutto il16enne Matteo Manassero, cheaveva scritto due importanticapitoli di storia: più giovaneall-time e più giovane a passareil taglio. Storico, appunto. Nel2011 e 2012 le presenze eranoscese a due (i due Molinari) enel 2013 e 2014 Francesco eManassero.

Francesco, ci eravamo semplice-mente abituati male?«In generale, non è un periodobrillantissimo per tutti e tre. Iosono andato abbastanza vicinoa entrare, perché alla fine del-l’anno scorso ero arrivato al nu-mero 55. Speravo di rimontarequelle cinque posizioni in que-sto avvio di stagione e invecenon è successo. Non essere adAugusta dopo cinque partecipa-zioni consecutive mi mancamolto. Spero di riuscire a quali-ficarmi per gli U.S. Open di giu-gno dove entrano i primi 60 del-la classifica».

Ma che cosa è accaduto?«Io ho giocato prevalentementesul Pga americano. Ho passatola maggior parte dei tagli, nonsempre con risultati eccellenti.Ma un minimo di adattamentosapevo di doverlo mettere in

conto. Ho frequentato campinuovi, con una concorrenza dilivello più alta rispetto all’Euro-pa. Il mio gioco sta migliorando,anche sui green. Poi però a SanAntonio mi sono infortunato aun polso. Mi ha fregato una zol-la più profonda del solito. Co-munque niente di grave».

E suo fratello Edoardo?«Ha subito una serie di infortuniche lo hanno fermato. Si è ope-rato alla mano e al polso, l’ulti-ma volta a metà del 2013. Sta

Francesco Molinari, 32 anni, numero 1 del golf italiano AFP

5� I Masters giocati da Francesco Molinari. che avrebbegiocato il sesto consecutivo ad Augusta. Il miglior piazzamento è stato il 19° posto del 2012

GolfRAd Augusta

Tiger Woods, 39 anni, con la fidanzata Lindsey Vonn e i figli Sam e Charlie AFP Rory McIlroy, 26 anni, con il caddie ospite: Niall Horan degli One Direction AFP

cercando di tornare sui suoi li-velli abituali».

E Manassero?«Succede in tutti gli sport che italenti precoci subiscano deicontraccolpi. Gli consiglio di riuscire a isolarsi, di fare quelloche si sente senza pressioni. Esoprattutto di essere felice fuoridal campo. Il resto verrà da sé».

Ma il golf italiano deve preoccu-parsi ?«Assolutamente no. E’ solo uncaso che tutti e tre stiamo attra-versando contemporaneamentedelle difficoltà. Certo la presen-za di noi top a tornei del genereaiuta sicuramente il movimen-to, ma non drammatizzerei.Non credo che il nostro golf su-birà alcun danno».

m.l.p.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fuori dal Masters e in attesa di partire per i prossimi tornei in Cina, Matteo Manassero gioca a Garlenda. Matteo e Andrea Maestroni sono al comando con 67(-5) colpi dopo la prima giornata del Campionato Nazionale Open - Memorial Cavaliere del Lavoro «Gin» Noberasco che si sta svolgendo sul percorso ligure del Golf Club Garlenda (par 72). Li seguono Corrado De Stefani, terzo con 68 (-4), Simone Baroni e Cristiano Terragni, quarti con 69 (-3), Andrea Zanini e Cristian Lanza, sesti con 70 (-2).

Intanto Manasseroguida a Garlenda

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36 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

NEL 2010 CON LA MOGLIE E IL TRIO AZZURRO� I momenti da ricordare di Dodo Molinari al Masters. 1. Nel 2010 con la moglie Anna «caddie»per il Par 3 Contest. 2. Foto di gruppo con il fratello Francesco (destra) e Matteo Manassero sempre nel 2010, con tre italiani nel field. 3. Un’immagine dell’Augusta National

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«Il mio Masters da brividi»1Edoardo Molinari racconta la sua prima volta ad Augusta nel 2006, in campo con Tiger: «Non mi pareva vero di giocare con lui. Questo è davvero un posto speciale»

Carolina Durante

C he peccato che non sven-toli la bandiera italiana,al 79° Masters: gli azzurri

ci avevano abituati bene ulti-mamente. Nel 2010, ad esem-pio: gli italiani in campo per ilprimo Major della stagione gol-fistica furono addirittura tre.Francesco Molinari e MatteoManassero debuttavano inquell’occasione sui green im-macolati dell’Augusta National– il primo grazie al rankingmondiale, il secondo, non anco-ra passato al professionismo,per diritto acquisito con la epo-cale vittoria del British AmateurChampionship l’anno prece-dente, a soli 16 anni. Il terzo ita-liano a giocare quell’edizione che ci rese tanto orgogliosi delnostro piccolo Paese golfistico –quale altra nazione, con menodi centomila giocatori registra-ti, poteva vantare una rappre-sentanza così numerosa e quali-ficata nel torneo più importantedel mondo? – era Edoardo Mo-linari, fratello maggiore diFrancesco. Ma per Dodo nonera la prima volta: lui l’emozio-ne dell’Augusta National con isuoi riti d’altri tempi l’aveva giàvissuta nel 2006, quando per-corse Magnolia Lane – la stradad’ingresso al club – in veste didetentore del titolo dello U.S.Amateur Championship.

Sollevando quel trofeo nell’ago-sto 2005, al Merion Golf Club inPennsylvania, ci pensava chel’anno dopo avrebbe giocato ilMasters?«Eccome. Sapevo bene che fina-lista e vincitore dello U.S. Ama-teur Championship sono invita-ti a tre dei quattro major profes-sionistici dell’anno successivo,quindi già arrivando in finaleero molto gasato. Quando poiho battuto Dillon Dougherty hopensato che avrei giocato i pri-mi due giri nella stessa partenzacon il detentore della GiaccaVerde, ovvero Tiger Woods. Ap-pena ho potuto, ho approfittatodella possibilità di provare ilcampo».

Era diverso da come se lo imma-ginava?«È una sensazione strana gioca-re un tracciato che pensi di co-noscere alla perfezione perchéhai seguito almeno una dozzinadi edizioni del Masters dal sa-lotto di casa, e che invece dal ve-ro è un’altra cosa. Penso chenon capiti con nessun altrocampo, gli altri major si giocanosu percorsi sempre diversi. Ladifferenza più grande la fannosicuramente i dislivelli delle pi-ste, e le pendenze dei green: intv si intuiscono, ma niente a chevedere con la realtà. La buca 10,ad esempio: sembra un po’ indiscesa, ma quando sali sul teenon vedi il fairway, tale è la pen-denza!»

Quando arriva l’aprile 2006 lei ha 25 anni, di lì a poco si laureeràal Politecnico di Torino in inge-gneria ma ha già deciso che vuo-le tentare la carriera professio-nistica nel golf. Prima però si vuole godere gli inviti a Masters,U.S. Open e British Open guada-gnati l’anno prima.«I primi due giri con Tiger, quasinon mi sembrava vero. Chicco(il fratello Francesco, ndr) mifaceva da caddie, eravamoemozionati. Sembrava di esseresul set di un film, pieno di genteintorno; è passato tutto moltovelocemente. Sapevo che sareb-be stato difficile superare il ta-glio, quindi volevo godermiogni momento: cercavo di con-centrarmi sul mio gioco, ma an-che di guardare Woods. Miaspettavo che se ne stesse sullesue, invece è stato gentile,chiacchierava volentieri. Incompenso io giocai male: 80colpi il primo giro, 77 il secon-do. Vuoi l’inesperienza, l’emo-zione, e in più il fatto di giocarecon Tiger che di sicuro non miha aiutato: il campo è già diffici-le di per sé, e poi non ero in unmomento di buona forma».

Come dilettante ha avuto il privi-legio di essere ospitato nel «Crow’s nest» (il nido del corvo,ndr), la piccola foresteria del-l’Augusta National.«È un locale abbastanza angu-sto, con cinque posti letto e unsalottino all’ultimo piano dellaclubhouse, ma dà il grandissi-mo vantaggio di essere già sul

posto: la mattina ti svegli, scen-di le scale e fai colazione quan-do ancora è tutto calmo, non c’ènessuno. I cancelli sono chiusi,di lì a poco si scatenerà unagran confusione, ma quel mo-mento è magico».

Dopo quell’anno ha giocato tor-neo altre tre volte. Che ricordi conserva?«Nel 2010 è stato bello condivi-dere i momenti oltre la gara congli altri due italiani; abbiamogiocato insieme il Par-3 Con-test, il torneo-esibizione che sidisputa tradizionalmente allavigilia del Masters. Condivide-

Edoardo Molinari e Tiger Woods, due giri insiemenel 2006 AP

GolfRStorie che emozionano

EDOARDO MOLINARIVINCITORE US AMATEUR 2005

«SAPEVO CHE VINCENDO LO US AMATEUR AVREI

POTUTO GIOCARE AD AUGUSTA. HO SUBITO PROVATO IL CAMPO»

SUL MASTERS 2011MIGLIOR PIAZZAMENTO

NEL 2011 HO GIOCATO CON MICKELSON: CHE

FOLLA! RICORDO QUELLA DOMENICA COME UNA

GIORNATA INCREDIBILE

ROCCA E I GIGANTI: ERA IL 1998� Pezzi di storia dal torneo più famoso al mondo: da sinistra Josè Maria Olazabal, Nick Price, Greg Norman e il nostro Costantino Rocca, scherzano durante il giro di prova del Masters 1998. Rocca nel 1997 si era classificato 5° posto GETTY

vamo una casa a pochi minutidal club insieme alle nostre fa-miglie e agli amici; Chicco sipiazzò 30°, Matteo, che eraamateur, 36°, io invece non su-perai il taglio per due colpi».

L’Augusta National è considera-to un campo ostico e molto deli-cato. Qual è il miglior modo peraffrontarlo?«È fondamentale tirare bene lapalla dal tee e metterla nella po-sizione ottimale per il green: sesei in fairway ma dalla partesbagliata, o addirittura in rougho in bunker, diventa un’impresaimpossibile. Aiuta tirare lungo,ma è più importante essere nelposto giusto. I green? La lorodurezza può variare legger-mente di anno in anno se piove,ma sono sempre perfetti e velo-cissimi; se si è un po’ abituati altour americano, non fanno pau-ra più di tanto».

Nel 2011 ha avuto il miglior risul-tato, 11°.«Non partii bene, feci 74, ma poisegnai tre giri sotto il par, che alMasters non è scontato. La do-menica giocai con Mickelson eun sacco di pubblico al seguito,Phil è molto amato; fu una grangiornata, con birdie alla 13, 14 e15, quest’ultimo con un bel loba un metro dall’asta con l’acquadietro. Un risultato che mi hareso molto orgoglioso, ma allostesso tempo sai di dover conti-nuare a lavorare duro per man-tenere certi standard. L’annodopo ho passato il taglio, ma hochiuso in fondo, al 57° posto:cominciava a farmi male la ma-no, avevo fatto una serie di infil-trazioni perché volevo giocare atutti i costi, ma un paio di mesidopo sono stato operato».

Quali sono le sue buche preferitedell’Augusta National?«La 12 perché è la dimostrazio-ne che anche un par 3 di 140metri può essere difficilissimo,e la 13 perché in base alla ban-diera e alla strategia che adottidal tee, ci sono almeno 20 modiper giocarla: devi fare molta at-tenzione in base al vento e allaposizione dell’asta».

C’è un colpo che vorrebbe rifarese potesse tornare indietro?«Nel 2011, l’ultimo giro: alla 16giocai un gran ferro 6 che si fer-mò tre metri dopo la buca. Ave-vo un putt in discesa, ne ho fattitre. Avrei potuto chiudere me-glio dell’11° posto, e un po’ mene rammarico».

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R«Nel 2006 ho potuto dormire nella foresteria dell’Augusta National»

R«Nel 2010 è stato bello condividerela gara con mio fratello Chicco e con Manassero»

11� Il miglior piazzamento al Masters per Dodo Molinari è stato l’11° posto nel 2011

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� (m.l.) Gli ultimi 60’ di gioco effettivo oppure i supplementari a oltranza (niente rigori) decideranno alle 20.30 (diretta RaiSport 2) in un PalaOdegar esaurito la squadra tricolore: l’Asiago padrone di casa o il Renon a caccia del bis. Dopo 6 match palpitanti, che hanno inchiodato sul 3-3 la serie su 7, l’81° scudetto si decide alla bella. Non accadeva da 10 anni (Milano Vipers-Cortina del 2005). In caso di vittoria, i vicentini sarebbero al 5° titolo (il quarto nelle ultime 6 stagioni). Sarà la partita di commiato del 39enne Michel Strazzabosco, mitico n° 96, pluriscudettato (un titolo con i Milano Vipers nel 2006 e 4 con l’Asiago, il primo nel 2001). Dopo il brutto infortunio (trauma facciale) che lo ha costretto a diversi mesi di stop con il rientro nei playoff, la voglia di festeggiare da parte del roccioso difensore idolo dei tifosi giallorossi è tanta. Assente Enrico Miglioranzi per l’incidentein gara-6 e già operato al braccio fratturato. Rientro record, dopo la nascita della primogenita, Sean Bentivoglio top-scorer dell’Asiago.

HOCKEY GHIACCIO

Asiago-Renonstasera la bellaper lo scudetto

Michele Strazzabosco all’addio

� (e.lan.) Sarà Varenne, invitato a Milano per festeggiare il ventesimo compleanno, l’ospite d’onore della giornata di apertura del nuovo trotter alla Maura, ufficialmente prevista per sabato 9 maggio. Di fatto ultimati i lavori di realizzazione della pista, che sarà saggiata nel weekend da alcuni allenatori milanesi e collaudata verosimilmente lunedì prossimo dai funzionari ministeriali. Giovedì 16 aprile inizieranno quelli di installazione della tribuna coperta da 500 posti circa. Il pubblico avrà a disposizione anche due ampi parterre, realizzati a ridosso del tracciato, ed altrettanti rilievi erbosi, collocati in posizione strategica rispetto alla dirittura finale. La postazione gioco, il bar e i locali di servizio troveranno posto invece alle spalle della tribuna, di cui, a seconda delle presenze registrate e dei riscontri ottenuti nel corso del prossimo trimestre primaverile-estivo, potrà essere possibile l’ampliamento.

IPPICA

Milano trottoapre il 9 maggiocon Varenne

Varenne a San Siro DE NARDIN

1 RINALDI SI TUFFA IN TV Il trampolinista azzurro Tommaso Rinaldi farà parte da domani dello show di Rai 1 condotto da Carlo Conti «Si può fare»: è uno dei 12 protagonisti. Figlio d’arte, dice: «Sono emozionato ma soprattutto motivato: farò del mio meglio e spero di riuscire a farmi conoscere come atleta e persona»TUTTENOTIZIE

ALPINISMOMORO E LUNGER RINUNCIANOAL MANASLU IN NEPALSimone Moro e Tamara Lunger rinunciano alla vetta del Manaslu, in Nepal, in invernale, e tornano a casa. Ad annunciarlo è stato lo stesso Moro sul suo account Facebook con un video di lui e Tamara e un testo. «Una spedizione non è mai solo pura performance, una scalata fatta con il cuore in gola. È spesso un gioco di pazienza e di nervi e penso che Tamara e io abbiamo davvero fatto tutto per dare tempo al tempo e alla montagna di coprirsi di neve e farsi spazzare dal vento. Questa attesa però non ha cambiato nulla», scrive Simone Moro.

ARTI MARZIALI� OKTAGON (dav.mar.) È stata presentata ieri a Milano la 20a di Oktagon, il torneo internazionale di arti marziali e sport da combattimento che sabato porterà dalle 18 al Forum di Assago 28 grandi atleti per un matchmaking da 18 incontri. Sul ring anche Giorgio Petrosyan, plurititolato campione di K1 che sfiderà il campione tedesco Enrico Kehl, vincitore del K1 World Max 2014.

ATLETICA� POWELL LENTO (si.g.) Esordio stagionale a San Antonio (Usa) di Asafa Powell, 6° nei 400 con un modesto 50”75: il velocista giamaicano ha unpersonale sulla distanza di 45”94 (2009).� RIECCO VALERIA A 159 giorni dalla maratona di New York Valeria Straneo smaltito il fastidio al tendine rientra ad alto livello sabato nella prestigiosa Great Ireland Run di Dublino: sui 10 km sfida la beniamina locale Fionnuaia Britton.

BOXE� RECUPERO WSB (r.g.) A Mosca, nel recupero nelle Wsb relativo alla prima giornata, la Russia batte l’Algeria 5-0 nel girone A, portandosi a 25 punti, dietro Cuba. Questa la situazione dopo l’11° turno. Classifica: Cuba 33, Russia 25, Messico 22, Ucraina 21, Marocco 16, G.B. 12, Cina

9, Algeria 5. Nel prossimo turno, l’11 aprile, i Thunder Italia affrontano la Polonia ad Andria. � PER MODUGNO (r.g.) L’Ebu, dopo la rinuncia di Michael Willish (Ger, 14), ha designato il francese Johann Duhaupas (31-2), 34 anni, cosfidante di Matteo Modugno (15) al vacante Ue massimi. Duhaupas, domani a Mosca (Rus), affronta Manuel Charr (Ger, 21-2). � DI LUISA (r.g.) Al neo campione supermedi Ue, Andrea Di Luisa (17-2), l’Ebu ha concesso la sfida volontaria contro Thomas Cojean (Fra, 16-6-1) il 18 aprile (Montefiascone). Il vincitore dovrà affrontare Samy Anouche (1Fra, 6-2-1).

HOCKEY IN LINE� SEMIFINALI (m.l.) Gara-2 (su 5) delle semifinali: Vicenza-Milano 2-11 (serie 0-2); Cus Verona-Cittadella 3-2 (serie 2-0).

IPPICA� IERI 15-13-6-8-11 A Roma (m 2100): 1 Super Op (E. Moni) 1.15.5; 2 Sterlyng; 3 Subsonica Grif; 4 Shubert Thor; 5 Sea Point Jbay; Tot.: 1,68; 1,35, 2,31, 2,92 (12,10). Quinté: 2.006,39. Quarté: 279,42. Tris: 61,70.� OGGI QUINTÉ A PISA A San Rossore (inizio convegno alle 15) scegliamo Sankir (4), Keplero (1), Wire (3), Performance (8), Maccagno (6) e Cianchino (7).� SI CORRE ANCHE Trotto: Bologna (15), Montecatini (16.05) e Napoli (15.05).

NUOTO� BRASILIANI (m.can.) Il 18enne Brandonn Almeida migliora il primato brasiliano dei 1500 sl al trofeo Lenk di Rio de Janeiro nuotando 15’12”20, tempo che gli val il pass mondiale. Cesar Cielo ha nuotato 22”07 nelle batterie dei 50 sl dietro Bruno Fratus (21”91). Uomini: 200 ra Simon 2’11”79, 100 fa Mendes 52”33. Donne: 100 fa De Paula 58”82.

PALLAMANO� ANTICIPO (an.gal.) Nell’anticipo della 5a playoff, Trieste-Bolzano 28-29 (d.r.). Classifica: Bolzano* 26; Trieste*10, Pressano 9; Cassano Magnago 6. (*1 in più).

PENTATHLON� A ROMA (g.l.g.) La terza tappa di

Coppa del Mondo di pentathlon ha promosso ieri a Roma dalle qualificazioni femminili a 96 le azzurre Lavinia Bonessio, Camilla Lontano, Alice Sotero, Gloria Tocchi e Aurora Tognetti.

SPORT INVERNALI� SCI FIS (s.f.) Nella due giorni Fis di Selva Valgardena (Bz), doppio successo in superG per Silvano Varettoni su Battilani e Hintermann (Svi); in discesa Varettoni ed Heel secondi dietro Hintermann e l’altro svizzero Weber.� PELLEGRINO Nella seconda Cervinia ski sprint di fondo, vince Federico Pellegrino in finale contro il norvegese Ludde Jensen.

VARIEDA CONI-MINISTERO IL VIA AL «BUONE PRATICHE»Per il secondo anno, il Coni e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali avviano il programma di segnalazione delle buone pratiche, ovvero le azioni che attraverso lo sport favoriscono l’inclusione e l’integrazione di giovani provenienti da un contesto migratorio. Il progetto, che rientra nell’ambito del programma del Coni “Sport e Integrazione, è rivolto agli organismi riconosciuti dal Coni, associazioni sportive, enti territoriali e, più in generale, ogni forma di associazionismo. Per partecipare è necessario compilare, entro il 31 maggio, il modulo sul sito www.fratellidisport.it. I progetti devono attribuire un ruolo centrale all’etica sportiva, al rispetto delle regole, dei principi di fratellanza, non violenza, lealtà sportiva e valorizzazione delle diversità. Una Commissione di valutazione procederà poi alla selezione delle 12 migliori pratiche.

VELA� BAIA RIO (r.ra.) La Baia di Guanabara di Rio che ospiterà le regate olimpiche non solo è inquinatadagli scarichi fognari ma anche dagli scarti delle opere per i Giochi. Il brasiliano Torben Grael, pluricampione olimpico e ex tattico di Luna Rossa, ha dichiarato: «L’intera baia è ridotta a una vera discarica». Per pulirla completamente si dovrà attendere almeno il 2026.

Massimo Oriani

U na ferita che non si chiu-derà mai, a livello perso-nale per chi ha perso un

bambino di 8 anni come la fa-miglia Richard, chi una figlia,chi un fratello, chi una sorella.O per chi in quel maledetto po-meriggio del 15 aprile 2013 halasciato sull’asfalto insanguina-to di Boylston Street un braccioo una gamba. Ma anche a livel-lo collettivo, perché Boston èsempre più «Strong», ma nonpotrà mai cancellare il doloreche l’ha attraversata e segnataper sempre.

CECENO La parola «colpevole»,è risuonata trenta volte ieri nel-l’aula di tribunale dove settedonne e cinque uomini hannodeciso che il 21enne cecenoDzhokhar Tsarnaev ha agito

con intento assassino quando, assieme al fratello Tamerlan, hafatto esplodere due bombe lun-go il tratto finale del percorsodella storica maratona bosto-niana. Colpevole per tutti etrenta i capi d’accusa. E’ bastatoil primo perché la pena di mor-te diventasse una possibilitàconcreta: «Cospirazione di usodi armi di distruzione di massarisultante in decessi». La sen-tenza verrà emessa nella secon-da parte del processo, con glistessi giurati che dovranno de-cidere se infliggere la pena ca-pitale (serve l’unanimità) o l’er-gastolo all’assassino.

FREDDO Faceva freddo ieri aBoston, reduce dall’inverno piùnevoso della sua storia. Al-l’esterno della Federal CourtHouse i reporter delle televisio-ni erano in fila, ordinati, aspet-tando che dall’interno, dove le

telecamere non sono ammesse,arrivassero notizie. Che ormaiviaggiano però velocemente viaTwitter. Uno a uno in aula sonoentrati i parenti delle vittime.C’erano anche Bill e Denise Ri-chard, che sul traguardo hannovisto morire il loro piccolo Mar-tin. La straziante testimonianzadel padre nei giorni scorsi ave-va commosso il mondo: «Ho vi-sto Martin a terra e ho capitoche non c’era più niente da fareanche se respirava ancora. A

quel punto ho dovuto soc-correre mia figlia Jane (6 an-ni, che ha perso una gambanell’attentato, ndr.) perchésapevo di poterla salvare.Così ho guardato Martin,per l’ultima volta...».

11 ORE Il processo è durato16 giorni, l’accusa ha pre-sentato 95 testimoni, la giu-ria ha deliberato in 11 ore emezza. Gli stessi dodici chetra qualche giorno dovrannodecidere se Dzhokhar vivrào morirà. Diciassette dei 30capi d’accusa comportano lapossibilità della pena dimorte, non prevista dallalegge del Massachusetts, maapplicabile in quanto casofederale. Il Giudice distret-tuale George A. O’Toole Jr.aprirà la seconda fase delprocesso, durante la qualeaccusa e difesa porterannonuovamente prove che do-vranno servire alla giuriaper decidere. I legali di Tsar-naev costruiranno la loro te-si difensiva sull’influenzadel fratello maggiore, il Pro-curatore Federale ribatteràcon la mancanza di rimorsoe l’intento di causare il mas-simo numero di morti possi-bile. I precedenti di condan-nati a morte in casi federalisono soltanto tre da quandola legge è entrata in vigorenel 1988. Nel Massachusettsgli ultimi ad essere giustizia-ti furono i gangster PhilipBellino ed Edward Gertson il9 maggio1947. Alla coscien-za dei giurati ora il peso del-la decisione. Che comunquenon riporterà alla vita Mar-tin Richard, Lingzi Lu, Kryst-le Campbell e Sean Collier.

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Dzhokhar Tsarnaev, col cappellino bianco, il giorno dell’attentato REUTERS

FOOTBALL

La Nfl accogliela prima donna arbitro: Thomas

� La National Football League accoglie la prima donna arbitro. Sarah Thomas entra afar parte degli ufficiali di gara della Lega, che ha confermato la nomina di 9 nuovi elementi in vista della stagione 2015. Thomas, che arbitrò due partite della defunta Ufl, è stata impiegata in passato come giudice di linea nelle partite di preseason e vanta una lunga esperienza a livello Ncaa nella Conference Usa. Tecnicamente, la prima donna a partecipare alla direzione di una gara ufficiale della NFL è stata Shannon Eastin: nel campionato 2013, cominciato con lo sciopero degli arbitri «titolari», fece parte dei «referee» di riserva. La Thomas, 41 anni, ex giocatrice di basket al college, nella vita di tutti i giorni è rappresentante farmaceutica e si innamorò del football dopo aver visto una partita nel1996: «E’ vero, sono una donna, ma sarò soprattutto un arbitro ed è in questa vesta che chiedo di essere eventualmente giudicata al pubblico che verrà allo stadio».

RL’attentatore ceceno è stato condannatoper tutti e trentai capi d’accusa

I FATTIAlle 14.49 del 15 aprile 2013 due bombe esplodono nei pressi del traguardo della Maratona di Boston. Tre le vittime, 282 i feriti, a molti dei quali verranno amputate gambe o braccia.

CACCIA ALL’UOMOTre giorni dopo la polizia di Boston rende pubbliche le immagini di due sospettati, che le telecamere di sorveglianza colgono nell’attimo in cui depositano gli zaini contenenti gli ordigni esplosivi. Quella stessa sera, Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, i colpevoli, decidono di fuggire verso New York, rubando un auto e prendendo in ostaggio il conducente. Poco dopo uccidono il poliziotto Sean Collier. Durante una sosta in una stazione di servizio, l’ostaggio fugge e chiama la polizia. Nello scontro a fuoco Tamerlan viene ucciso, Dzhokhar fugge ma dopo una caccia all’uomo durata quasi 24 ore, viene catturato.

Maratona di Boston Tsarnaev colpevole Ora pena di morte?1Nella seconda fase del processo i dodici giurati dovranno decidere tra l’ergastolo o l’esecuzione

IL VERDETTO

Sarah Thomas, 41 anni ESPN

Page 40: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

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Page 41: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

41GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

di GIORGIO DELL’[email protected]

Sulla questione della Diaz e relativa condannadell’Italia da parte della Corte europea dei dirit-ti dell’uomo ci sono due fatti nuovi: il testo suldisegno di legge che prevede il reato di tortura,già votato in prima lettura al Senato l’annoscorso, arriva oggi alla Camera che lo approve-rà con larga maggioranza e forse addiritturaall’unanimità, ma dovrà poi rimandarlo al Se-nato per via di una serie di piccole modifiche. Ilsecondo fatto è la presa di posizione di molteforze politiche, e specialmente del presidente delPd, Matteo Orfini, sulla presidenza di Finmec-canica a De Gennaro. Al tempo della Diaz, DeGennaro era capo della polizia.

1Anche se di questo scandalo si parla dadue giorni, io riassumerei i fatti.Luglio 2001, c’era un G8 a Genova, arri-

varono black bloc da tutta Europa, la città fumessa a ferro e a fuoco, e il giovane carabinie-re Mario Placanica sparò al giovane manife-

stante Carlo Giuliani che gli si era avvicinatobrandendo un estintore. A questo omicidio se-guì uno scatenamento inverecondo delle for-ze dell’ordine, culminato nelle violenze eser-citate sui fermati nella caserma Bolzaneto enei pestaggi da macelleria all’interno dellascuola Diaz. Uno dei pestati, il vecchio rifon-darolo Arnaldo Cestaro, all’ora di 62 anni, vi-sti assolti o condannati a pene lievissime, omai identificati, gli autori di quel massacro hafatto ricorso alla Corte europea e la Corte eu-ropea, martedì, gli ha dato ragione. La poliziaitaliana ha impedito alla magistratura di ap-

purare la verità, dice la Corte, l’Italia non è unpaese civile perché non ha una legge contro latortura. Davanti alla Corte di Strasburgo ci so-no altri 32 ricorsi.

2Non abbiamo condannato nemmeno DeGennaro?No, dopo quei fatti l’allora capo della po-

lizia De Gennaro, assolto con formula pienaanche in Cassazione («il fatto non sussiste»),ha percorso una magnifica carriera: capo deiservizi segreti, sottosegretario alla presidenzadel Consiglio con Monti, infine presidente diFinmeccanica, nomina del governo Letta con-fermata da Renzi. Ieri, ci sono state una valan-ga di dichiarazioni contro di lui, compresaquella di Matteo Orfini, presidente del Pd, edunque molto pesante. «Lo dissi quando funominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza.Trovo vergognoso che De Gennaro sia presi-dente di Finmeccanica», ha scritto Orfini suTwitter. De Gennaro non ha risposto e del re-sto ha dalla sua l’assoluzione della Cassazio-ne, contro la quale non se la può prendere nes-suno dato che l’Alta Corte di Strasburgo haelogiato senza riserve la magistratura che hamandato tutti assolti. La questione di fondo,quindi, è la mancanza nel nostro sistema diuna legge che riconosca il reato di tortura e lopunisca.

3Come mai non abbiamo questa legge?Dovremmo averla intanto perché è giu-sto averla, ma anche perché nel 1989 ab-

biamo aderito alla Convenzione Onu contro latortura. Da allora a oggi si è tentato parecchievolte di varare una norma, ma non ci si è mairiusciti perché la Dc prima e la destra poi han-no sempre pensato che una normativa controla tortura avesse come obiettivo la polizia e icarabinieri. Se ci pensa, basta questa preoccu-pazione per capire quanto sia distorto, in trop-pi casi, il modo di operare delle nostre forzedell’ordine. Non ho bisogno di elencare i nu-merosi casi di questi anni, il caso Cucchi, ilcaso Aldrovandi, i pestaggi dei carcerati… Ilgiornalista Riccardo Iacona documentò que-sto orrore con una trasmissione tv l’anno scor-so e scatenò una valanga di reazioni da partedi poliziotti e carabinieri.

4Che cosa dice la legge in dirittura d’arri-vo?La grande questione era se la tortura do-

vesse essere un reato da attribuirsi solo a uo-mini in divisa oppure a chiunque potesse va-lersi di una posizione dominante sulla vitti-ma. Nella prima stesura (Manconi, Pd) si col-pivano solo gli uomini in divisa. In quella chela Camera dovrebbe approvare adesso (ver-sione Donatella Ferranti, Pd) può macchiarsidel reato di tortura chiunque, ed essere con-dannato a 4-10 anni. Ma se il torturatore è unpubblico ufficiale in servizio la pena passa a5-12 anni. E se il torturato subisce lesioni gra-vi la pena è aumentata di un terzo. Se muorela pena arriva a 30 anni.

5Che risarcimenti ha ottenuto il signor Ce-staro, il pensionato che ha fatto ricorso aStrasburgo?

Trentamila euro la prima volta e 45 mila ades-so con la sentenza di Strasburgo. Ma non ve-drà neanche un centesimo: fa il raccoglitore diferro — cioè è un libero professionista — vivecon 500 euro al mese e deve al Fisco un saccodi soldi. Nonostante uomini dello Stato gli ab-biano rotto un braccio, una gamba e dieci co-stole, altri uomini dello Stato si sono già presie si prenderanno ancora queste miserie di ri-sarcimenti.

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IL FATTODEL GIORNOVECCHIEFERITE

L’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, 66 anni: dal 2013 è presidente di Finmeccanica ANSA

Come mai De Gennaroha fatto carrieranonostante i fatti del G8 di Genova?1Il Pd riapre la questione ma l’ex capo della polizia fu assolto con formula piena. In realtà il messaggio che ci arriva dalla Corte di Strasburgo è l’assenza di una valida legge contro la tortura

MATTEO ORFINIPRESIDENTE DEL PD

LO DISSI QUANDO FUNOMINATO: TROVO VERGOGNOSO

CHE DE GENNARO SIAPRESIDENTE DI FINMECCANICA

� Dopo aver contribuito al disgelo tra Usa e Iran, l’Isis facilita il riavvicinamento tra il regime siriano e Hamas, ala palestinese della Fratellanza musulmana la cui direzione in esilio aveva lasciato Damasco nel 2012: adesso, tra le maceriedel campo profughi palestinese di Yarmouk, a 6 chilometri dalla capitale, combattono fianco a fianco le milizie di Assad e quelli che fino a pochi giorni fa erano rivali. Intanto, ieri le milizie del Califfato hanno rilasciato 216 yazidi, tra cui tantissimi bambini ma anche donne e anziani, dopo 8 mesi di prigionia: sono state consegnate alle forze curde vicino alla città di Kirkuk, in Iraq.

CONSEGNATI AI CURDI IN IRAQ

L’Isis libera oltre 200 yazididopo otto mesi di prigionia

TASCABILI

BUFERA SUL SEGRETARIO DELLA LEGA

Salvini shock sui campi rom«Li raderei tutti al suolo»

� Bufera su Matteo Salvini. Nella giornata internazionale dedicata al popolo rom, il segretario della Lega ha infatti dichiarato a “Mattino 5”: «Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi rom». Aggiungendo poi: «Preannuncio la ruspa così loro, come tutti gli altri cittadini, si organizzano: comprano o affittano casa. Poi io spiano e rado al suolo i campi rom che in Europa non esistono». «Sono fuorilegge — ha aggiunto poi a “L’aria che tira” su La7 — io dico integrazione solo per chi si vuole integrare e non per chi vuole campare alle spalle degli altri. I rom devono avere gli stessi diritti e doveri degli altri, come pagare l’Imu. Per me i campi rom sono un modello di segregazione, sfruttamento e isolamento». La prima a reagire è stata la presidente della Camera Laura Boldrini: «Trovo il verbo “radere” abbastanza inquietante, Salvini fa solo propaganda». E il cardinal Vegliò, capo dicastero Vaticano per i migranti: «Sono posizioni estreme, assurde, frasi stupide che non varrebbe nemmeno la pena commentare».

LA FIGLIA: «FRENA IL FRONT NATIONAL»

Francia, è guerra tra i Le Pen Marine: «Papà non si candida»� È rottura totale tra Marine Le Pen, a capo delFront National, e il padre Jean-Marie, fondatoredel movimento. Dopo le ultime provocazioni sullecamere a gas e sul maresciallo Petain fatte dal padre, la leader nazionalista francese ha annun-ciato il veto alla candidatura di Jean-Marie alleregionali in Provence-Alpes-Cote d’Azur. «È in unaspirale tra terra bruciata e suicidio politico, il suoruolo di presidente onorario non lo autorizza aprendere il FN in ostaggio», ha spiegato Marine.Nel primo commento dopo la «rottura», l’86enne ha risposto: «Madame Le Pen deve sapere se ciòche fa è utile agli interessi che pretende di servire».

DOPO UN INCIDENTE STRADALE

Il pilota dell’Alitalia sospesotrovato positivo all’alcol test� Ancora guai per Maurizio Foglietti, il pilota dell’Alitalia sospeso dopo aver sparato in casa con una pistola. Nella tarda serata di martedì ha infatti avuto un incidente stradale a Todi (Pg), la sua città: sul posto sono intervenuti gli stessi carabinieri chiamati a Pasqua per gli spari che lo hanno sottoposto all’alcol test. L’esame ha rivelato un tasso di alcol nel sangue superiore ai limiti di legge, quindi patente sospesa e denuncia per guida in stato di ebbrezza. La Mercedes di Foglietti si è scontrata con la Lancia Delta di un 23enne: i due sono stati portati in ospedale ma erano entrambi in buone condizioni.

NEL 1980 MORIRONO IN 81

Strage di Ustica: «Un missile colpì l’aereo»1 La Corte d’Appellodi Palermo confermala sentenza di 1° grado«Il governo risarcisca i familiari delle vittime»

L a pagina nera si chiude,con buona pace di chi con-tinua a sfornare ipotesi,

vecchie e nuove: la strage diUstica, quella del Dc-9 Itavia squarciato in volo all’improvvi-so, è stata causata da un missi-le. Una verità «al di sopra diogni dubbio», secondo la pri-ma sezione civile della Corted’appello di Palermo che ieri ha rigettato gli appelli promos-

si dall’Avvocatura dello Statocontro quattro sentenze emes-se nel 2011 su quegli 81 mortiinnocenti al largo dell’isola si-ciliana. Secondo la sentenza,ciò che avvenne nei cieli delbasso Tirreno, in quella nottemaledetta di fine giugno 1980,si deve a «un missile lanciatoda un altro aereo che intersecòla rotta del volo Itavia». Nientebomba piazzata a bordo, nien-te cedimento strutturale.

NON DICHIARATO A ricorrerein tribunale, citando i Ministeridei Trasporti e della Difesa,erano stati 68 familiari dellevittime, assistiti dagli avvocatiDaniele Osnato e Alfredo Ga-lasso: in primo grado si eranovisti riconoscere un danno pari

a oltre cento milioni di euro. Ein appello rimane confermatala responsabilità dei due dica-steri per non aver assicurato«adeguate condizioni di sicu-

rezza al volo». Poi, il complessofronte dei risarcimenti: è statoconfermato quello generale,«da fatto illecito», con tanto dirinvio all’udienza del 7 ottobredi quest’anno per l’esattaquantificazione del danno. Èstato dichiarato prescritto, in-vece, il risarcimento sul depi-staggio «per intervenuto de-corso del termine quinquenna-le». A nome delle vittime, haparlato Daria Bonfietti, la pre-sidente dell’associazione deifamiliari: per lei, leggendo lecarte, «non poteva che finirecosì». Con la condanna dei mi-nisteri per quell’aereo distruttodopo un assurdo «atto di guer-ra non dichiarata».

cont.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il DC-9 dell’Itavia disintegratoin volo al largodi Ustica ANSA

AltriMondiR

Il leader della Lega Matteo Salvini, 42 anni ANSA

Page 42: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

42 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

DECISIONE A SORPRESASos della FinanzaNel 2014 irregolareun appalto su tre 1Il rapporto della Gdf fotografa un Paese corrottoFrodi nel pubblico per 4,1 miliardi, 8 mila evasori totali

� Il Csm spegne per ora le speranze di Nino Di Matteo, pm del processo sulla presunta trattativa tra Stato-mafia e al centro da tempo di pesanti intimidazioni da parte di Cosa Nostra, di essere trasferito alla procura nazionale antimafia. Con una decisione a sorpresa il plenum del Csm ha bocciato la sua candidatura al concorso, nominando Eugenia Pontassuglia (pm a Bari), il sostituto pg di Catanzaro Salvatore Dolce e il pm di Napoli Marco Del Gaudio. La loro nomina è stata ritenuta più funzionale alle esigenze della procura nazionale antimafia, a cominciare da quella di poter contare su una «squadra». Per Di Matteo, che intanto ha revocato la domanda per concorrere al posto di procuratore di Enna proprio perché il suo obiettivo resta quello di andare alla Dna, non si tratterebbe però diuna sconfitta definitiva. Il Csm assegnerà altri due posti da sostituto sempre alla procura di via Giulia. Malumori intanto anche a Milano dove in procura si è aperto un nuovo scontro. A decidere di contestare la gestione del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati sono stati tre pm dell’antiterrorismo. Al centro del nuovo fronte caldo al quarto piano del Palazzo di Giustizia, dopo quello che ha visto per protagonista l’aggiunto Alfredo Robledo, c’è la nomina di un sostituto nel dipartimento che si occupa di lotta all’eversione e frodi informatiche. La vicenda verrà discussa nel Consiglio giudiziario della prossima settimana.

Il pm Di Matteoall’Antimafia:«no» del Csm

� Si chiama Harold Ekeh, ha 17 anni ed è già considerato un genio: il teenager nero di Elmont, New York, è conteso da tutte le università. Harold frequenta un liceo di Long Island ed è stato accettato da tutti e 13 i college per i quali ha fatto domanda, tra cui Harvard, Princeton, Yale e il Massachusetts Institute of Technology (Mit). Entro il 1° maggio dovrà scegliere. Il suo curriculum parla chiaro: ha fatto ricerche scientifiche, è stato redattore capo del giornale della scuola e vice presidente di un progetto al Palazzo di Vetro. Ma la sua passione è la neurochirurgia.

Genietto a 17 anniHarold conteso dagli Atenei al top

PROVE DI INTESA

Tsipras va da Putine cerca l’alleanza«Stop a sanzioni»1Il premier grecoa Mosca incontra il presidente russo Possibili prestiti e asse sull’energia

Filippo Conticello@filippocont

C’ è gente che non ha maipagato un centesimodi tasse: «evasori tota-

li» li chiamano, 8 mila vampiriche succhiano il sangue allagente per bene. In tanti, troppiperseverano nell’odiosa abitu-dine di truccare gli appalti:quelli pubblici «irregolari» am-montano a 1,8 miliardi. E poil’elenco senza fine di dipen-denti pubblici disonesti, letruffe sparse: il totale è un dan-no di 4,1 miliardi per le casse diquesta Italia, denaro che servi-rebbe soprattutto adesso. Così,leggendo il «Rapporto annuale2014» della Guardia di Finanzasale lo sconforto: è la fotogra-fia di un Paese stretto tra cor-rotti e furbetti. Un tumore chefinisce per avvolgere pure le parti sane: da queste parti, im-prese e professionisti che ri-spettano la legge vedono le lo-ro prospettive di crescita «se-riamente compromesse».

DESOLANTE Per la prima volta iFinanzieri non hanno dato ilcomplessivo sui redditi sottrattialle tasse. Basterebbero, però, i52 miliardi dell’anno scorso e i56 dell’anno prima, cifre chevalgono tre finanziarie. Nessunnumero preciso neanche su«quanto» hanno rubato i nostri8 mila evasori totali: la Gdf par-la soltanto di 1,2 miliardi di be-ni sequestrati per reati tributarie 13 mila denunciati (sul passa-to, invece, sappiamo che sonostati 16,1 i miliardi sottratti alletasse nel 2013 da 8.316 evasoritotali, ben 22,7 nel 2012 da8.615). Maggiore chiarezzaquando, tra le pagine, si affon-da il coltello nelle frodi: inda-

gando sui finanziamenti pub-blici, la Finanza ha scoperto«contributi illecitamente per-cepiti» per quasi 1,3 miliardi(666 milioni provenivano daifondi dell’Ue, 618 da fondi na-zionali). E, ancora, altre truffeper 113 milioni alla spesa previ-denziale e per 141 alla spesa sa-nitaria. Gli sprechi nella pub-blica amministrazione, invece,ci sono costati 2,6 miliardi. Dalvirus si passa presto alla cura ed ecco, allora, i 18 mila de-nunciati, esibiti fieramentedalla Gdf: nel dettaglio, sono

stati «recuperati» e sequestrati161 milioni dalle frodi all’Unio-ne Europea, 164 dalle truffe aifondi statali, 121 dai reati con-tro la pubblica amministrazio-ne e 13 dalle truffe al sistemaprevidenziale. Ma la novità delRapporto è quel faro puntatosu 220 appalti pubblici, secon-do due diverse direttrici: una,«in chiave preventiva, attraver-so lo sviluppo di costanti siner-gie con l’Autorità nazionale an-ticorruzione»; l’altra, «ai finirepressivi, per contrastare ladiffusione dell’illegalità». E, vi-ste le decine di inchieste apertein sequenza dalle procure dimezza Italia, nessuno si stupi-sce più dell’ennesimo numerodesolante: controllando garepubbliche per 4,6 miliardi, siscopre che più di un terzo deisoldi sono stati assegnati irre-golarmente.

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GIOVANI-EDITORI

Il futuro dei media: i grandi dell’editoria a confronto a Bagnaia

Davide MarosticaMILANO

«L a sperimentazionedeve diventare ancheda noi la via maestra,

perché non c’è innovazionesenza sperimentazione: i me-dia credano nel cambiamentoe imparino a privilegiare il rin-novamento alla conservazio-

ne, la fiducia al timore, la spe-ranza alla paura». È con questeparole che Andrea Ceccherini,presidente dell’OsservatorioPermanente Giovani–Editori,ha presentato ieri la nona edi-zione del convegno Crescere trale righe, che si terrà il 22 e 23maggio a Borgo La Bagnaia, inprovincia di Siena.

BIG IN CAMPO Un appunta-

mento dedicato al presentema soprattutto al futuro del-l’informazione, un’occasioneper confrontarsi anche conchi, nel mondo, qualche passoavanti in tal senso l’ha già fat-to. Al convegno prenderannoinfatti parte non solo i prota-gonisti dell’editoria italiana,ma pure i più grandi leader delmercato americano: il diretto-re del New York Times DeanBaquet, il direttore del WallStreet Journal Gerard Baker,quello del Washington PostMarty Baron e quello del LosAngeles Times Davan Maharaj,senza dimenticare il direttoredelle news e special projects diGoogle Richard Gingras el’a.d. di Time Warner JeffBewkes. Dal nuovo modello dibusiness del New York Timesalle strategie della Cnn e dellaWarner Bros, sul tavolo si di-scuterà di tutte le novità deimedia mondiali, siano essicartacei, digitali o televisivi.Tematiche che coinvolgeran-no numerosi esponenti nonsolo dell’editoria ma anchedell’impresa, del settore ban-cario e della società civile ita-liana. Con la certezza che il fu-turo dell’informazione, ad og-gi, passa anche da qui.

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Daniele Vaira@danvaira

L a Grecia gioca tutte lesue carte e affina unanuova strategia geopo-

litica. Rassicura la Ue sullescadenze, intanto. «Saremoin grado di onorarle», ha ri-badito ieri il premier AlexisTsipras. Oggi, inoltre, do-vrebbe rimborsare 460 mi-lioni di euro al Fmi. Le trat-tative per lo sblocco dellanuova tranche di aiuti da7,2 miliardi, sono, però, tut-t’altro che in discesa. E cosìnon può non avere valenzapolitica e «simbolica» la visi-ta che ieri Tsipras ha fatto alpresidente russo VladimirPutin per cercare un nuovoalleato. «Siamo un Paese so-vrano e possiamo esercitareuna politica estera multila-terale», la risposta del pri-mo ministro ellenico allecritiche e alle perplessitàdell’Europa. «La Grecia —ha aggiunto Putin — non hachiesto alla Russia aiuti fi-nanziari, ma i prestiti nelquadro della cooperazionesono possibili. Non voglia-mo però usare la Grecia co-me cavallo di Troia per con-dizionare i rapporti con laUe». Oggi Tsipras incontre-rà il primo ministro DmitryMedvedev per discutere dicollaborazione economica ecommerciale.

LA MOSSA Atene, intanto,si candida a diventare l’hubdel gas russo: partecipandoal progetto per il TurkishStream — il nuovo gasdottorusso-turco che Mosca haannunciato dopo la cancel-lazione del progetto South

Stream — potrebbe diventare«uno dei principali centri per ladistribuzione energetica» inEuropa. E ciò — ha detto Putin— può «aiutare ad attrarre in-vestimenti importanti nell’eco-nomia greca e a creare posti dilavoro». Tsipras ha poi cemen-tato l’alleanza con Mosca par-lando della crisi in Ucraina:«La Grecia non condivide la li-nea delle sanzioni e ha ripetutospesso ai partner europei chela guerra economica non è unasoluzione. Si tratta di un circo-lo vizioso».

GLI SCENARI D’altra parte lesanzioni verso la Russia pesa-no come un macigno su Ateneche a causa dell’embargo ha vi-sto crollare le proprie esporta-zioni. Insomma, dopo che Ber-lino ha sbattuto la porta in fac-cia alla Grecia che rivendicava279 miliardi di euro di danni diguerra, Atene prova a giocarealtre carte e nuove alleanze.Anche perché proprio il mini-stro russo dell’Agricoltura rive-la che Mosca potrebbe esclude-re Grecia, Ungheria e Cipro daldivieto di esportazioni verso ipaesi dell’Europa, deciso dopole sanzioni. Diversi quotidianirussi, inoltre, fanno trapelarela notizia che Gazprom potreb-be fare sconti ad Atene sullevendite di gas.

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AGENTE SPARA A NERO IN FUGA E LO UCCIDE: TENSIONE NEGLI USA� Dopo i fatti di Ferguson (Missouri), dove lo scorso 9 agosto un diciottenne afroamericano è stato ucciso da un poliziotto, un nuovo episodio scuote gli Stati Uniti e fa divampare lo sdegno e le polemiche e le proteste. Sabato a North Charleston, nel Sud Carolina, l’agente Michael Thomas Slager, ha ucciso Walter L. Scott 50 anni, afroamericano sparandogli a sangue freddo otto colpi di pistola. In un primo momento il poliziotto, 33 anni, bianco, ha dichiarato di aver agito per legittima difesa, poi però un video ha mostrato che l’agente ha sparato all’uomo mentre era in fuga. Slager è stato quindi incriminato per omicidio. Secondo il rapporto della polizia, la sparatoria è scoppiata dopo che l’ufficiale ha fermato il 50enne perché la sua auto aveva un fanale rotto. Ne è nata un’accesa discussione perché l’automobilista avrebbe tentato di appropriarsi del suo Taser.

La Finanza ha analizzato 220 appalti: quelli irregolari ammontano a 1,8 miliardi

RIl valore dei beni sequestratiper reati tributariammontaa 1,2 miliardi

Il presidente dell’Osservatorio Giovani-Editori Andrea Ceccherini

Il pm Nino Di Matteo ANSA

Alexis Tsipras e Vladimir Putin

AltriMondiR

Harold Ekeh, il genio 17enne

Page 43: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

43GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTAltriMondiR

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

«C.S.I - SCENADEL CRIMINE»

TRA TECNOLOGIAE OMICIDI RIECCOUNA SERIE CULT

Quando nacque nel 2000 nes-suno avrebbe scommesso sulsuccesso di corpi macellati e autopsie. Il segreto, però, ènel ritorno all’ordine alla finedi ogni episodio: il corpo èsempre ricomposto grazie al-la tecnologia ed è resa giusti-zia alla vittima. È la chiave diuna delle serie crime più ama-te (335 episodi in 15 anni) cheriparte oggi: via alla nuovastagione di «C.s.i. – Scena delcrimine» su FoxCrime (116di Sky), ogni giovedì alle 21.DA VEDERE OGGISU FOXCRIME ALLE 21

La Luna sponsorizza viaggi, lavoro e studi. Ma ci sono cose che non quadrano e non quagliano, forse nel privato: indagate. Però si fornica con gaudio.

21/3 - 20/4ARIETE

7

Contatti, colloqui, social networke eventuali trasferte procuranosoddisfazioni lavorative. Pure fornicatorie, se date corda. E che idee vincenterrime!

23/9 - 22/10BILANCIA

7+

Gli zebedei scendono fino a Cape Town. Forse perché un problema di soldi faun cicinìn sclerare. Ma tutto «sa» di successo! Baldanze suine giungono.

21/4 - 20/5TORO

6,5

Potete lavoraresu ritmi paciosi. Ottenendo risultati insospettabilmente brillanti. Anche fare i suini placidamentevi piacerà. I soldi chiedono cautela.

23/10 - 22/11SCORPIONE

7

Giornata faticosa, coi rapporti interpersonalisul banco degli amputati: qualcuno di essi si incrina o si spezza. Ussignùr. Fornicazione farraginosa.

21/5 - 21/6GEMELLI

6-

La Luna vi fa vincere, quagliare, seminare bene,con buona pacedei fallocefaliche v’invidianoe magari sparlano. Avete pure ormoni come meloni. Urca.

23/11 - 21/12SAGITTARIO

7,5

Operosi, solerti, attenti al dettaglio, potete creare piccoli grandi capolavori. Peccato che martelliate mucho gli zebedei altrui. Pure fornicando. No!

22/6 - 22/7CANCRO

7-

Fatica, faticae ancora fatica. Ma che belli e corposi, saranno poi i premi che vi porteranno le stelle.Don’t lagn, dunque. Fornicazione abbondantina.

22/12 - 20/1CAPRICORNO

6+

Luna, Giove e Uranofanno irromperela fortuna nel lavoro, nel privato, nel comparto finanziario.Il suino che c’èin voi, poi, è carico e giubila. Uau.

23/7 - 23/8LEONE

8

La Luna imprime una certa carica a umore, vita sociale, rapporti d’amicizia e di lavoro.Anche l’amortrova conferme(ma forse non suine). Soldi OK.

21/1 - 19/2ACQUARIO

7+

Viaggi, lavoroe famigliavi brasano un cicinìn gli zebedei. E la fiducia nel domani non è che visostenga granché. Giornata grigetta. Pure suinamente.

24/8 - 22/9VERGINE

5,5

Umore e umorismo all’improvviso, sfigopenzolano. Siate più produttivi e lievi, non solonel lavoro:vi tornerà utile. Sudombelico muy operativo, però.

20/2 - 20/3PESCI

6-

LO SPORT IN TVCONSIGLI

La Clerici più ContiDoppia scommessasui big di Rai Uno1La conduttrice sfida la De Filippi il sabato sera E l’anchorman torna il lunedì con lo show dei vip

SHOWBIZ

� Lo ha confermato ieri lo stesso Carlo Verdone: il copro-tagonista del suo nuovo film sarà Antonio Albanese. «Ma il titolo non posso ancora annun-ciarlo», ha aggiunto l’attore romano dopo la presentazione della 16a edizione del Festival del cinema europeo di Lecce(13-18 aprile), dove consegnerà il premio «Mario Verdone»a un giovane autore di talento.

INSIEME SUL SET

Nuovo Verdone«Faccio un film con Albanese»

� I film «Django» e «Suspiria» diventano due serie tv in lingua inglese per il mercato estero. La prima serie sarà l’adattamento del western di Corbucci del 1966, che ha reso celebre Franco Nero. La seconda è tratta dall’opera letteraria dello scrittore inglese Thomas De Quincey, già portata sul grande schermo da Dario Argento: il regista ne curerà la supervisione artistica.

PER IL MERCATO ESTERO

Dal cult alla serie:Django e Suspiriaora sbarcano in tv

� Il «Ritratto d’uomo» di Antonello da Messina, pezzo forte del museo Mandralisca di Cefalù, sarà esposto a Milano nella mostra dedicata a Leonardo per l’Expo 2015. L’ultima volta che il «Ritratto» ha lasciato la Sicilia è stato nel 2006 per il Metropolitan Museum di New York e dopo per le Scuderie del Quirinale. Il quadro sarà esposto al Palazzo Reale in una teca con gli stessi valori termo-igrometrici mantenuti a Cefalù, accanto al «Ritratto di Musico» di Leonardo. La mostra di Milano resterà aperta fino al 19 luglio.

IL CAPOLAVORO IN ARRIVO DA CEFALÙ

«Ritratto d’uomo» di Antonello da Messina al museo Mandralisca

Esposto a Milano per Expoil “Ritratto” di Antonello

� È morto martedì, all’età di 79 anni a Woodland Hills, in California, l’attore Geoffrey Lewis, padre dell’attrice Juliette. Ha lavorato in molti film western. È stato, infatti, uno degli attori preferiti da Clint Eastwood, con cui ha recitato in «Lo straniero senza nome», «Una calibro 20 per lo specialista», «Filo da torcere» e «Fai come ti pare». Lewis è stato il volto di tanti spettacoli e serie televisive, come «Law&Order».

AVEVA 79 ANNI. ERA IL PADRE DI JULIETTE

Addio all’attore Geoffrey LewisPaladino western con Eastwood

Elisabetta EspositoROMA

A ntonella Clerici e CarloConti si scambiano ab-bracci e sorrisi, mentre il

direttore di Rai 1 Leone li nomi-na «coppia d’oro» della tv di Sta-to e «candidati per eccellenza diogni Festival». Ma è presto perparlare di Sanremo, «diremotutto a giugno, magari questidue lo faranno insieme, non loso», spiega Leone. Ma l’ipotesi almomento sembra impraticabi-le. Clerici e Conti sono uno ac-canto all’altro in viale Mazzininon per parlare di un program-ma da fare insieme, ma per lan-ciare i due show che presente-ranno su Rai 1: lei sarà la reginadi Senza Parole, che partirà sa-bato sera, lui per il secondo an-no propone Si può fare!, cheavrà il suo kick off venerdì al po-sto di Affari Tuoi e continueràpoi ogni lunedì. Un’insolita con-ferenza congiunta dunque, «co-sì non vi facciamo venire duevolte», scherza Leone con i gior-nalisti.

«CHI CE LO FA FARE?» Il pro-gramma di Conti, fatto di sfide

estreme a colpi di vip, cambia poco rispetto allo scorso anno.«Di sicuro cambia il giorno —dice lui — proviamo il lunedì,sperimentiamo. Sia io che Anto-nella avremmo potuto dire “chice lo fa fare?”, ma era giustomettersi al servizio della rete».Già, perché anche la sfida dellaClerici non è facile per niente.Un programma nuovo, con la

gente comune chiamata a sor-presa dalla platea per ricevereun messaggio speciale e vipsparsi qua e là «se ben inseritinel contesto di quel racconto».Un po’ C’è posta per te, ma in di-retta, «cosa che rende tutto mol-to più difficile», dice lei.

CONTRO MARIA Non solo, An-tonellina si scontra ancora pro-prio con la De Filippi che giustosabato debutta con il serale diAmici. «Maria ha messo in cam-po l’artiglieria pesante, da Rena-to Zero in poi, ma io le darò delfilo da torcere. I suoi programmisono sempre ben strutturati e disuccesso, ma vado avanti per lamia strada. Se mi fermo a pensa-re “oddio lei ha quell’ospite” nonvado da nessuna parte...».Quando le si fa notare che Senzaparole ricorda un po’ (tanto) laposta di Maria lei ride: «In fondosiamo tutti figli di Stranamore edi Carramba! Le differenze co-munque ci sono, da noi le storievengono raccontate in tanti mo-di diversi, immagini, musica opersino silenzi». Si piangerà an-che qui? «Forse, ma la mia natu-ra non è strappalacrime, sarà unprogramma gioioso». La De Fi-lippi viene nominata (ancora!)sul fronte sanremese, visto cheproprio la Clerici in un’intervi-sta ha detto di sognare un Festi-val da presentare insieme: «Erauna boutade, ma sarebbe cari-no: due donne di due aziende di-verse all’Ariston. Con Maria neabbiamo anche parlato, ma pen-so che per lei sia impossibile, or-mai fa l’imprenditrice, nonavrebbe modo di pensare a unFestival che, lo dico per espe-rienza, ti prende a 360°». Qui in-terviene Leone: «Finché in casaabbiamo dei grandi della tv nonne cerchiamo altrove. Quindiniente De Filippi». La sfida deltotosanremo va alla Clerici.Aspettiamo domenica per sape-re chi vincerà quella del sabatosera.

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Antonella Clerici e Carlo Conti alla conferenza stampa di ieri alla Rai ANSA

� È «Pensa e arricchisci te stesso» di Napoleon Hill, l’eBook più sottolineato tra i lettori Amazon: un saggio che contiene consigli sugli approcci giusti con gli altri. La frase più evidenziata è «Chiunque voglia riuscire a vincere in un’impresa, deve essere disposto a bruciare le sue

navi e tagliare i ponti per impedirsi di tornare sui suoi passi». Nel 2013 i lettori italiani avevano preferito classici come «La Coscienza di Zeno» o «I Miserabili» accanto a best seller contemporanei come «Zero Zero Zero» di Roberto Saviano. La classifica Amazon dei top 10 nel

2014 cambia direzione: gli italiani mostrano, infatti interesse per i saggi sull’incremento della propria forza e ai consigli per la gestione delle crisi nei rapporti. Secondo eBook più sottolineato è «Come trattare gli altri e farseli amici». Terzo «Pensieri lenti e veloci». Tra gli eBook più evidenziati c’è «Un altro giro di giostra» di Tiziano Terzani. Al decimo posto la biografia autorizzata di Steve Jobs.

LA CLASSIFICA DI AMAZON: CLASSICI IN DISCESA E TRA GLI AUTORI ITALIANI HA LA MEGLIO TERZANI

Auto-aiuto e come avere successo I saggi tra gli eBook più sottolineati

ANTONELLA CLERICICONDUTTRICE TV

MARIA USERÀ L’ARTIGLIERIA

PESANTE, MA IO DARÒ FASTIDIO

Page 44: La Gazzetta dello Sport (04-09-2015)

44 GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT