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Anno XLVI - 22 Gennaio 2018 www.guidaviaggi.it Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 - CN/AN. Detentore del conto è l’ufficio P.T. di Ancona CMP Passo Varano - Prezzo per copia euro 0,50 Il turismo che verrà Un’analisi, settore per settore, delle aspettative per l’anno appena iniziato. Tecnologia, sicurezza, coerenza e servizi per il cliente i temi più citati Dalle tecnologie al tour opera- ting, passando per distribu- zione, incoming, mondo delle crociere e dei traghetti, tra- sporto aereo. Partendo dallo NUMERO 1539 stato dell’arte settore per set- tore, questo numero speciale di Guida Viaggi fa il punto su- gli scenari futuri. Iniziamo con il termine “block- chain”, la nuova grande rivolu- zione dell’industria del turi- smo. Nasce come strumento di disintermediazione per de- finizione. Disintermediazione dalle ban- che, dai governi, dagli interme- diari, in tutti i settori. Il Gruppo Tui (20 milioni di clienti e 18 miliardi di fattu- rato) sta provando a utilizzarla nella gestione dell’inventory. Di nuove tecnologie si parla anche per la biglietteria aerea, dove è Iata a guidare l’innova- zione. Le agenzie di viaggio di- stribuiranno più contenuti delle compagnie e pagheranno con un nuovo Bsp. Chiedendo ai tour operator come vedono lo scenario del tour operating nei prossimi 3- 5 anni e quali saranno i fattori di successo, i termini usati sono stati: riconoscibilità, ser- vizi, visione chiara e coerenza. Così i player della produzione vedono l’evoluzione della ca- tegoria. In ambito distributivo si rafforza lo scenario in mano a pochi gruppi, nascono nuove realtà, si stringono operazioni di collaborazione, mentre di- venta sempre più netta la di- stinzione tra Gdo e Mdo. Or- mai sono 3-4 i gruppi della distribuzione che si giocano la partita, con alcuni piccoli spo- stamenti da un polo all’altro. Alitalia resta invece la prota- gonista delle cronache del tra- sporto aereo. L'anno che si è chiuso l'ha vista precipitare nuovamente in un fallimento affidato alle mani dei commis- sari straordinari, che dovranno venderla. L'anno che è comin- ciato dovrà indicare la nuova strada da percorrere. A di- spetto di margini bassi, il tra- sporto aereo internazionale gode di buona salute. L’analisi Italian Cruise Watch si è occupata delle perfor- mance degli scali crocieristici italiani, spiegando che tra im- barchi, sbarchi e transiti nel 2018 saranno complessiva- mente 10,8 milioni i passeggeri movimentati nei porti del Bel- paese, con Civitavecchia che si confermerà primo porto cro- cieristico nazionale con una crescita di circa il +12% ri- spetto al 2017, per un totale di circa 2,5 milioni di passeggeri movimentati. Tecnologia delle navi, sicurezza (inclusa quella informatica) ed esperienza del cliente passeggero. Sono le tre aree di maggiore impatto sulla gestione dei ferry nell’attuale fase storica, in cui le compa- gnie di navigazione studiano il proprio prodotto. La politica governativa per il 2018 a so- stegno dell’incoming prosegue nella pianificazione già avviata con il governo precedente. La valorizzazione dell’enogastro- nomia, prima con Expo, oggi, nel 2018, vede la ricetta ripro- posta dal Mibact assieme al mi- nistero dell’Agricoltura decre- tando l’anno del cibo. Le scelte sono tutte convergenti in un’esaltazione del turismo lento, esperienziale, diffuso. L.D.

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Anno XLVI - 22 Gennaio 2018www.guidaviaggi.it Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 - CN/AN. Detentore del conto è l’ufficio P.T. di Ancona CMP Passo Varano - Prezzo per copia euro 0,50

Il turismo che verràUn’analisi, settore per settore, delle aspettative per l’anno appena iniziato. Tecnologia, sicurezza, coerenza e servizi per il cliente i temi più citati

Dalle tecnologie al tour opera-ting, passando per distribu-zione, incoming, mondo dellecrociere e dei traghetti, tra-sporto aereo. Partendo dallo

NUMERO

1539

stato dell’arte settore per set-tore, questo numero specialedi Guida Viaggi fa il punto su-gli scenari futuri. Iniziamo con il termine “block-

chain”, la nuova grande rivolu-zione dell’industria del turi-smo. Nasce come strumentodi disintermediazione per de-finizione.

Disintermediazione dalle ban-che, dai governi, dagli interme-diari, in tutti i settori. IlGruppo Tui (20 milioni diclienti e 18 miliardi di fattu-

rato) sta provando a utilizzarlanella gestione dell’inventory. Di nuove tecnologie si parlaanche per la biglietteria aerea,dove è Iata a guidare l’innova-zione. Le agenzie di viaggio di-stribuiranno più contenutidelle compagnie e pagherannocon un nuovo Bsp.Chiedendo ai tour operatorcome vedono lo scenario deltour operating nei prossimi 3-5 anni e quali saranno i fattoridi successo, i termini usatisono stati: riconoscibilità, ser-vizi, visione chiara e coerenza.Così i player della produzionevedono l’evoluzione della ca-tegoria. In ambito distributivosi rafforza lo scenario in manoa pochi gruppi, nascono nuoverealtà, si stringono operazionidi collaborazione, mentre di-venta sempre più netta la di-stinzione tra Gdo e Mdo. Or-mai sono 3-4 i gruppi delladistribuzione che si giocano lapartita, con alcuni piccoli spo-stamenti da un polo all’altro. Alitalia resta invece la prota-gonista delle cronache del tra-sporto aereo. L'anno che si èchiuso l'ha vista precipitarenuovamente in un fallimentoaffidato alle mani dei commis-sari straordinari, che dovrannovenderla. L'anno che è comin-ciato dovrà indicare la nuovastrada da percorrere. A di-

spetto di margini bassi, il tra-sporto aereo internazionalegode di buona salute. L’analisi Italian Cruise Watchsi è occupata delle perfor-mance degli scali crocieristiciitaliani, spiegando che tra im-barchi, sbarchi e transiti nel2018 saranno complessiva-mente 10,8 milioni i passeggerimovimentati nei porti del Bel-paese, con Civitavecchia che siconfermerà primo porto cro-cieristico nazionale con unacrescita di circa il +12% ri-spetto al 2017, per un totale dicirca 2,5 milioni di passeggerimovimentati. Tecnologia dellenavi, sicurezza (inclusa quellainformatica) ed esperienza delcliente passeggero. Sono le trearee di maggiore impatto sullagestione dei ferry nell’attualefase storica, in cui le compa-gnie di navigazione studiano ilproprio prodotto. La politicagovernativa per il 2018 a so-stegno dell’incoming proseguenella pianificazione già avviatacon il governo precedente. La valorizzazione dell’enogastro-nomia, prima con Expo, oggi,nel 2018, vede la ricetta ripro-posta dal Mibact assieme al mi-nistero dell’Agricoltura decre-tando l’anno del cibo. Le sceltesono tutte convergenti inun’esaltazione del turismo lento,esperienziale, diffuso. L.D.

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Si chiama blockchain lanuova grande rivoluzione del-l’industria del turismo, al paridi internet e del trolley. Il pa-ragone farà sorridere, ma èquello più in voga tra gli in-novatori, gli studiosi di tec-nologie nel nostro settore. “Le applicazioni sono interes-santi, potrebbero risolvere unainfinità di problematiche an-che nel travel e nell’hotellerie– ha spiegato Mirko Lalli,fondatore e ceo di Travel ap-peal, sul blog Officina turi-stica-. Questa tecnologia stamuovendo i primi passi e ge-nera dubbi come fu per inter-net nel 1997. Bitcoin e altrecripto valute a parte (le primeapplicazioni, ndr), penso aglihotel che potranno beneficiare,attraverso i meccanismi impli-citi degli smart contract, diuna tutela maggiore in caso dino show o cancellazioni. Ancorpiù che con la carta di credito”.Lalli cita anche Axa assicu-razioni con la piattaforma“Fizzy”, la quale sfrutta lablockchain per i rimborsi ae-rei: ogni volta che viene ac-quistato un biglietto, Fizzy re-gistra la transazione sullablockchain Ethereum. “Il contratto diventa così nonmanomissibile e i termini del-l’accordo non modificabili.Inoltre, viene collegato ai da-tabase aerei globali così daavere informazioni sui ritardiin tempo reale e da procedereall’eventuale rimborso auto-maticamente. L’aver legato ilprocesso a un meccanismo au-tomatico, secondo Axa, contri-buisce ad aumentare la fiduciadei clienti nella compagnia”,spiega il magazine StartupItalia. “Internet è stata l’ultimagrande invenzione che hacambiato il mondo del travel,un’altra fu il trolley, se non sba-glio, poco prima – continuaLalli-. Sull’utilità del secondonon ci sono dubbi, sulla capa-cità dell’internet di accorciarela filiera e abbattere i costi didistribuzione dei prodotti tu-ristici, come si sbandierò al-l’inizio, abbiamo dovuto ricre-derci e milioni di euro e dollarise ne vanno in costi di distri-buzione e intermediazione.Ecco, la blockchain nasce comestrumento di disintermedia-zione per definizione. Disin-termediazione dalle banche,dai governi, dagli interme-diari, in tutti i settori. Non è iltrolley, la blockchain sono lesue ruote: cioè la nuova infra-struttura che dovrebbe far fun-zionare tutto più velocemente,con maggiore sicurezza e sem-plicità”.

Altre applicazioniSta nascendo anche la primapiattaforma open source didistribuzione di viaggi basatasu blockchain: si chiamaWinding Tree, è una startupsvizzera, e giura di essere piùprofittevole per i fornitori.Tra i partner c’è il GruppoLufthansa. “Nessun controllocentrale significa fee non esor-bitanti per le transazioni enessuna barriera di ingresso –spiegano gli autori -. Inoltrepermettiamo alle piccoleaziende di competere con igrandi player”. C’è già il primocircuito alberghiero di strut-ture dove è possibile transarein bitcoin - Blockchain ho-tels – e la società bulgaraLockchain asserisce di averecreato un marketplace di100mila hotel e sistemazioniricettive (anche proprietà pri-vate) con le caratteristiche diblockchain: decentralizzato,open source, “dove chi offre echi compra interagisce senzacommissioni”. Il tutto è ancora difficile daspiegare nei processi e sultema in generale non man-cano opinioni dissacranti:“Sono passati dieci anni daquando prospettavamo che sa-rebbe cambiato tutto, ma dopomiliardi di dollari investitinessuno è attualmente venutoa capo di un utilizzo per lablockchain, a parte specula-zioni finanziarie e transazioniillegali”, scrivono testate comeHackernoon.

Gestire l’inventoryIntanto il Gruppo Tui (20milioni di clienti e 18 miliardidi fatturato) sta provando autilizzarla nella gestione del-l’inventory. “Utilizzare lablockchain per i nostri magaz-zini (inventory: camere, postivolo, servizi land) ci permette

Dalle prime applicazioni per le valute virtuali, la tecnologia si apre a nuove sperimentazioni per hotel e tour operator. Il caso del Gruppo Tui

Rivoluzione Blockchain2 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

Tecnologia

di essere aggressivi, diventauna sorta di b2c – spiega ilceo Friedrich Joussen-. Tutticon la blockchain possono co-noscere tutto, è una strutturaaperta, come internet; scom-paiono gli elementi monopo-listici delle piattaforme tecno-logiche che abbiamo usato

finora e che sono minacciateda questa innovazione; inoltreè sicura, l’architettura di datiè nel cloud”. Il numero uno diTui traccia “un futuro affasci-nante” per i gruppi turisticiintegrati che vorranno speri-mentare la trasformazione inquesto senso e fa notare che è

stato necessario avvalersi dicompetenze e di una nuovaorganizzazione. “Cinque annifa non avremmo pensato fossepossibile avere un’azienda tra-dizionale un po’ in Germaniae un po’ nel Regno Unito – ar-gomenta -: sulle funzioni cen-trali di It, marketing e Crmabbiamo costruito posizioniaggiuntive. Le nuove personesono matematici, fisici,esperti di cloud computingche hanno affiancato i ruolitradizionali”.Tui è all’inizio della speri-mentazione, il manager am-mette di non sapere ancorase utilizzarla solo per efficien-tare il sistema gestionale op-pure per renderla disponibilea tutti. “La cambiamo ogni tremesi”, dice Joussen, dimo-strando che è un'evoluzioneancora da scoprire. E ricordache “i gds sono nati come or-ganizzatori degli inventari dellecompagnie aeree, poi sono pas-sati all’intermediazione, oggitutti servono ogni compagniaaerea – conclude -. All’inizioavevamo paura di internet, mal’integrazione verticale, che ciappartiene, tanti punti di con-tatto (touch points, ndr) con iclienti in diversi Paesi (100 de-stinazioni), oggi questa tecno-logia rivoluzionaria ci offre ri-sposte e non siamo preoccupatidi essere competitivi, siamo incorsa anche noi. .

Friedrich Joussen, Ceo Tui Group

di Paola Baldacci

Che cos’é la blockchain: un registro aperto ma sicuro

La blockchain (in italiano letteral-mente: catena di blocchi) è una lista incontinua crescita di record (un data-base), chiamati blocks, che sono colle-gati tra loro e resi sicuri mediante l'usodella crittografia. Ogni blocco della ca-tena contiene un “puntatore hash” comecollegamento al blocco precedente, untimestamp e i dati della transazione.Blockchain è fondamentalmente un re-gistro aperto e distribuito che può re-gistrare le transazioni tra due parti inmodo efficiente, verificabile e perma-nente. Per tale utilizzo, questo databasesfrutta una rete peer-to-peer che si col-lega ad un protocollo per la convalidadei nuovi blocks. Una volta registrati, idati in un blocco non possono essereretroattivamente alterati senza che ven-gano modificati tutti i blocchi successiviad esso, il che necessiterebbe il con-senso della maggioranza della rete(molto democratico). E’ nata nel 2008ed è stata sviluppata come componentefondamentale della valuta “bitcoin”dove viene applicato come libro conta-bile per tutte le transazioni. L’inven-zione del blockchain per il bitcoin l’ha

resa la prima valuta digitale per risol-vere il problema della doppia spesasenza l’utilizzo di un server centrale odi un’autorità. La tecnologia blockchain ha un grandepotenziale per trasformare i modellioperativi aziendali nel lungo periodo.Banche, assicurazioni, sharing eco-nomy, Internet of things sono i settorigià interessati attualmente. Può essere

utilizzata anche per sviluppare sistemiinformativi, aumentandone l’interope-rabilità e la sicurezza. I big 4 della con-sulenza aziendale - Deloitte, Pricewa-terhouse Coopers e Kpmg ed EY(Ernst&Young) - la stanno testando indiversi modi. La blockchain può esseretestata in forma privata o aperta a tutti,in un processo di condivisione. [estrattoda Wikipedia]

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Nuove tecnologie di distribu-zione dei prodotti e di paga-mento scompiglieranno l’an-tico assetto relazionale tra lecompagnie aeree e le agenziedi viaggio. Dimenticate divendere biglietti solamenteattraverso i Gds e cominciatea salutare il vecchio Bsp: Iataha in cantiere diverse inno-vazioni. Una si chiama Ndc,l’altra prende il nome di New-Gen Iss, laddove s’intende uncompleto rinnovamento degliIata settlement systems. Sitratta, in pratica, del più am-pio programma di rinnova-mento del Bsp (Billing settle-ment plan: piano dipagamento delle fattura-zioni), nato nel 1971. Un si-stema colossale, pensate chenel 2016 ha processato 219miliardi di dollari.Del nuovo protocollo Iata chemetterà in contatto direttoagenzie, aziende e compagnieaeree, sappiamo oggi che i

Gds faranno parte della par-tita. Non è scontato ammet-terlo, basti pensare che c’è an-cora un’accusa europea di

violazione del codice di con-dotta dei Gds che pende sullatesta di Lufthansa, il primogruppo ad addebitare una feesui ticket emessi attraversoAmadeus, Travelport e Sabre.Ma cosa c’entra la policy com-merciale delle compagnie conla nuova tecnologia di Iata? Nulla tecnicamente, infatti chiapprova questa innovazionedice: “Il protocollo è un obiet-tivo, una vision; le scelte deivettori sono un’altra cosa”. Vero, ma per spingere la di-stribuzione a usare un nuovosistema, peraltro in fase di testcon investimenti significativi,si deve far pagare più caroquello vecchio. Ciò detto, iGds si appellano alla mancatatrasparenza che Ndc offrirànon mostrando più l’offertatariffaria complessiva, una volta interrogato il database.Oltre al rischio di insicurezzadella nuova infrastruttura in-formatica, minacciata dal-

l’apertura delle richieste on-line a migliaia per ogni volo.Intanto prendono le certifica-zioni per essere abilitati comeprovider: Travelport è stato ilprimo, via via gli altri due,tutti entro quest’anno a-vranno completato i tre livelli. Intorno a loro nel frattemposi moltiplicano i provider tec-nologici: il lucroso mercatodi soli tre big si dilata a de-cine. Perciò i contratti multi-milionari di full content coni vettori aerei saranno inevi-tabilmente ridiscussi. Il regi-stro di Ndc per il momentone ha, tra certificati e in gradodi implementare, 55. Le com-pagnie aeree che lo stanno at-tivando sono una cinquan-tina. Iata si è posta l’obiettivodi raggiungere il 20% dellevendite indirette attraversoNdc entro il 2020. In questidue anni la mission è passaredall’attivazione a svilupparevolumi di prenotazioni, sup-

portando l’industria. Come?Anche attraverso hackathon.

I tre pilastri del NewGen IssRilasciato gradualmente damarzo, il programma delnuovo sistema di pagamentoIata si fonda su tre pilastri: an-zitutto tre livelli di adesioneda parte delle agenzie, se-condo il proprio business, conla possibilità di passare da unoall’altro se nel tempo evolvonole attività. Il secondo pilastroè Easy Pay: un portafoglioelettronico per l’emissione di biglietti aerei a costi più bassi.Garantirà la sicurezza di unatransazione in Bsp e non èconsiderato un pagamento incontanti. Consentirà però diridurre gli importi finanziariassicurati con Iata e di effet-tuare transazioni non inclusenel proprio “plafond”. Infine,NewGen Iss offrirà un’assicu-razione finanziaria (Global

gefault insurance) alle adv, ca-ratterizzata da “flessibili e van-taggiose caratteristiche rispettoalle garanzie bancarie”. In uncolpo solo, Iata “diventa” inqualche modo banca, assicu-razione e carta di credito perla distribuzione turistica. Rientra, infatti, nel progettoun’altra iniziativa: Tip, tran-sparency in payments, che ri-guarda gli strumenti di paga-mento. “Tip mostrerà ognidettaglio delle diverse modalitàutilizzate dalle agenzie per pa-gare i biglietti, soprattutto i co-sti ad esse associate. Inoltre,permetterà di utilizzare le pro-prie carte di credito se l’aeroli-nea approverà”.Secondo Phocuswright, i co-sti di accettazione dei paga-menti ammontano a 7 mi-liardi di dollari all’anno, finoal 3% per biglietto. Entro fine2019 sia NewGen Iss sia Tipsi presume siano adottati a li-vello globale. . .

Biglietteria aerea: l’innovazione IataLe agenzie di viaggio distribuiranno molti più contenuti delle compagnie,pagheranno attraverso un nuovo Bsp e transeranno solo con modalità accettate dalle aerolinee

322 Gennaio 2018 - n° 1539

di Paola Baldacci

FOCUSTecnologia

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Il 2017 dei tour operator haassistito ad assestamenti dimercato e scelte strategichemirate. In generale il clima difiducia è stato positivo, man-dando in archivio un’estateche secondo rilevazioni dimercato ha fatto segnare al-meno un +5% di vendite peril mercato organizzato in ge-nerale, ma per i leader il ri-scontro è stato anche più po-sitivo. L’inverno è andato inscia, “con le prenotazioni perNatale e Capodanno chehanno registrato un incre-mento a doppia cifra”, comeha sostenuto Astoi Confin-dustria Viaggi. Dal punto di vista strategicoil Gruppo Alpitour ha raffor-zato il suo posizionamentopuntando sul valore della ver-ticalizzazione del business,mentre il polo Uvet ha pro-gressivamente adottato unmodello di integrazione ver-ticale che lo assimila sempredi più al leader di mercato eche ora lo vede in campo an-che sulla parte aerea, in se-guito all’acquisizione di BluePanorama. Per il presidenteLuca Patanè la sfida saràquella di rinnovare la flottagarantendo un migliore ser-vizio ai passeggeri, indivi-duare gli spazi ancora liberiper le rotte da proporre(l’operazione Cina è un esem-pio), ma soprattutto accapar-rarsi contratti interessanticon i tour operator, visto chel’operatore in house Sette-mari da solo e la linea nonbasteranno al momento ariempire gli aeromobili.

I villaggisti Argomento a parte quello deivillaggisti: Veratour, I GrandiViaggi e Valtur stanno esplo-rando nuove strade. Il primoha adottato da sei anni la stra-

tegia della linea, abbinata alcore business dei villaggi, cherappresenta ancora il 90% delvolume d’affari, sollecitato dalmercato delle agenzie, tra cuiemerge la continua ricerca diflessibilità in termini di du-rata e di tipologia di vacanza.I Grandi Viaggi ha profusoenergie e risorse per promuo-vere una cataloghistica che lovuole posizionare come touroperator e non soltanto comecatena di resort, facendo levasu un dna che risale alle suestesse origini, gli anni 30 delsecolo scorso. Valtur sotto ilcontrollo di InvestIndustriale guidato dall’a.d. Elena Da-

vid si propone sul mercatocome catena alberghiera edha in atto una metamorfosi:le strutture diventano veicolodi promozione del territorio;consolidamento e rafforza-mento le parole chiavi delbrand. Una storia ancoratutta da scrivere quella diVentaglio: ad una veloce ap-parizione ha fatto seguito unaaltrettanto rapida sparizionedalle cronache di settore.

La produzioneIl mercato della produzionesi sta assestando quindi con idue grandi poli verticali co-stituiti dal Gruppo Alpitour

Le scelte commerciali si fanno più selettive. I due grandi poli, gli specialisti e i villagisti

Fase di assestamento, il mercato verso nuovi equilibri

4 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

e da Uvet, seguiti da EdenTravel Group che finora haoptato per una scelta di inte-grazione orizzontale che lovede operare nel tour opera-ting e nel settore alberghieroma senza agenzie di proprietào vettori in house. A questi blocchi contraddi-stinti da una programma-zione ampia si contrapponela realtà degli specialisti, chesi sono conquistati la lorofetta di mercato grazie allaconoscenza del prodotto eche dovranno garantire infuturo sempre più solidità eservizi. Le vicende che hanno con-

Tour operator

di Laura Dominici

trassegnato la fine del 2017ribadiscono una volta pertutte che in futuro il mondodella distribuzione dovrà ri-porre la propria fiducia sufornitori finanziariamente so-lidi, senza lasciarsi fascinareda un pricing ammiccante. Ilcaso dello stop dei voli effet-tuato da Balkan Express, cheaveva programmato una va-sta rete di collegamenti da ae-roporti periferici verso l’E-gitto, ha mandato in tilt tanteprenotazioni verso Sharm elSheikh nelle date clou di di-cembre e questa volta nonsarà facile riconquistare la fi-ducia del trade.

Resta invece da capire comeprocede l’attività di InViaggi,dopo il risanamento e ilpiano industriale presentatonel marzo scorso; sull’anda-mento dell’estate 2017 edell’inverno in corso man-cano i riferimenti.Altro caso di attualità che hatenuto banco il mese scorsoè stato quello riguardante lachiusura dei codici a Bluva-canze da parte di Costa Cro-ciere. Qui entra in gioco unascelta commerciale che evi-denzia come la selezione deipartner sarà sempre più strin-gente in un mercato che si staconsolidando. .

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Gruppi integrati da un lato,villaggisti e specialisti dall’al-tro. Uno schieramento dimercato che mostra i segni diuna forte evoluzione per ilmondo della produzione, cheha visto entrare in scena pre-potentemente negli ultimianni la prassi del dynamicpackaging da parte delleagenzie, coadiuvate da piat-taforme online e ricettivisti.E nell’ottica di differenziare lapropria offerta e renderemeno semplice il confrontodel prezzo, anche gli alberga-tori si candidano a svolgerela funzione di organizzatoridi viaggi. Di come si evolveràil modello tour operating neiprossimi 5 anni abbiamo par-lato con alcuni player di set-tore raccogliendo le loro te-stimonianze. Per Pier Ezhaya, direttoretour operating del GruppoAlpitour, “non vi è altrastrada del controllo verticaledel prodotto. Il ruolo di un

tour operator, molti anni fa, siesplicitava attraverso la messain vendita di prodotti di terzi,fossero essi hotel, Dmc o com-pagnie aeree. Oggi – sottoli-nea il direttore - un puro la-voro di assemblaggio trovameno appeal sul mercato ed ènecessario offrire un prodottoesclusivo e controllato”. E ag-giunge: “Non lo possiamo direper la totalità della nostra of-ferta, ma la gran parte dei no-stri clienti sale a bordo dei no-stri aerei, soggiorna in unnostro albergo o in un albergodi terzi del quale però control-liamo la commercializzazionee il software di intratteni-mento, sono accolti dai nostriDmc locali ed acquistano ilprodotto in una agenzia diviaggi affiliata ai nostri net-work. Il tour operator, ed il no-

stro gruppo ne conta 7, armo-nizza e mette in asse tutti que-sti servizi. Quindi il futuro lovedo con un’offerta molto con-trollata ed un software neglialberghi commercializzati ri-conoscibile e chiaro”. Altra strada per Ezhaya èquella della forte specializza-zione. Il senso è che “il touroperator non dovrà competerecon le banche letti e i portaliche offrono prodotti generalistial miglior prezzo, ma all’oppo-sto offrire un prodotto esclu-sivo e caratterizzato oltre checontrollato”. Va da sé che ilfattore di successo sarà la ca-pacità di essere riconoscibili,di rivolgersi a target specifici.Sul prodotto c’è ancora dafare: “Bisogna preparare nuoviformat di vacanza che sianoadatti ai diversi tipi di target,arricchendo il panel dei servizie rafforzando il concetto che iltour operator fa un altro me-stiere rispetto alle bancheletti”.

Nel 2018 il gruppo conti-nuerà a rafforzare la sua of-ferta alberghiera controllataed i club con un software ri-conoscibile. “Lavoreremo per “distanziare” ancor più i nostribrand affinché ciascuno sia ri-volto ad un target specifico,aumenteremo il bouquet deiservizi. L’obiettivo è ambizioso:a budget è stata prevista unacrescita superiore all’11%”,conclude Ezhaya.

La competizioneQuando si accenna a NardoFilippetti, presidente diEden Travel Group, che èsempre più netto lo schiera-mento dei gruppi integrativerticalmente (Alpitour-Co-sta-Neos-Geo/Welcome, Msc-Bluvacanze, Uvet- Settemari-Blue Panorama) e gli si

chiede la posizione di Eden,replica: “Siamo sul mercatoaperti a tutti. Ascoltiamo tutticon la speranza che i clienti siaffidino a Eden. Non parlereidi schieramenti e preclusioni.Ognuno ha l’ambizione dicompetere, ma le agenzie do-vranno vendere un po’ tutti,perché è impensabile, adesempio, fare a meno del pro-dotto Alpitour, anche se leagenzie fanno già depacka-

ging. C’è poi da tenere contodella logica imprenditorialeper raggiungere i budget, cheporta a prendere decisioni”.Secondo Filippetti non c’è unmodello particolare da se-guire per il tour operator delfuturo, se non “anticipare ladomanda e porsi dei chiariobiettivi da raggiungere”. Lasfida 2018 di Eden sarà quelladi “andare avanti, crescere,perché non ci si può fermare.Migliorarsi fa parte del nostrodna. Occorre andare oltre. Pernoi vuol dire rafforzare la ca-tena alberghiera e pensare anuove destinazioni. Ci sonodelle buone opportunità mabisogna procedere con cautelae attenzione”. Stefano Pompili, direttoregenerale di Veratour, ha or-mai la strada tracciata, grazie

anche ai risultati finanziariottenuti e ad una marginalitàche permette di chiuderesempre in utile il bilancio: “Ilnostro obiettivo è consolidarela leadership nei villaggi (40in portafoglio), facendo an-cora meglio il nostro lavoro emantenendo il rapporto conla distribuzione”. Questo significa rafforzare lelinee guida del successo: pro-dotto di valore, assistenza,

animazione e cucina italiana.A questo si affianca il per-corso intrapreso con la linea (i viaggi artigianali che val-gono 18 milioni di euro, 10%del volume d’affari), miglio-rata ora con la piattaformaper la prenotazione online.“Ci piacerebbe arrivare al 15%di share di viaggi in tre anni”,annuncia Pompili. Sull’evolu-zione dichiara che “è impor-tante avere una visione” equando si accenna agli schie-ramenti in atto, replica: “Ve-ratour continuerà a lavorarebene con i propri partner. Latocharter Neos mostra unagrande correttezza e negli ul-timi 10 anni è stato il primopartner per noi e ritengo losarà anche nei prossimi anni.Oggi notiamo un cambio dirotta importante da parte di

Meridiana. Penso che unaparte dei nostri volumi andràanche a Blue Panorama”.Sul futuro assetto societariodi Veratour dichiara: “Pen-siamo di poter continuare adandare avanti con le nostregambe”. C’è ancora spazio perle aggregazioni? “Potrebberoessercene”. E per Pompili laricetta del successo resta lacoerenza, associata ad unastrategia chiara.

I modelliDal mondo delle piattaformeb2b è Luca Adami, globalcmo & country manager Ita-lia di Reisenplatz, a prenderela parola per spiegare la suavisione sul futuro dei touroperator.: “I business non siesauriscono, ma si evolvono.Nel breve impatterà l’applica-zione della nuova Direttiva Uesui pacchetti, che dovrebbe de-terminare le dirette responsa-bilità dei singoli attori della fi-liera. E’ nata per estendere

certe responsabilità alle Otache vendono singoli servizi,ma dubito che qualunque siala sua applicazione ciò fer-merà i colossi ingolositi dalmercato italiano. Quindi amio avviso – prosegue - tuttociò non favorirà il tour opera-ting italiano, che, in terminigenerali, ha avuto una limi-tata capacità di evolversi, haassociato gli investimenti tec-nologici al b2c ed essendo re-lativamente interessato perquestioni di conflitto multica-nale, non ha invece capito chela vera sfida era quella opera-tiva volta ad ottimizzare i pro-cessi di prenotazione, ammi-nistrativi e di gestione pro-dotto. Arriveremo ad una se-lezione naturale basata sulknow how e sulla tecnologia”. Operatori iper-specializzati

con risposte adatte ad un mer-cato sempre più segmentatoper interessi, budget e aspet-tative: questa la visione del t.o.futuro di Luigi Deli, ammi-nistratore delegato di Volon-line. “Nel nostro caso – so-stiene - tutti gli indicatori cilasciano presagire che i clientidi fascia alta continueranno alungo ad affidare i loro viaggialle agenzie, potendo contaresu un interlocutore esperto eprofessionale per tutte le esi-genze prima durante e dopo lavacanza”. La capacità di costruire unmodello aziendale orientato almercato sarà un fattore di suc-cesso dominante secondoDeli, “perché il prodotto dovràessere senza vincoli legati adate di partenza, durata e rou-ting dei viaggi. A monte di que-sto orientamento c’è unagrande capacità di trattare conle compagnie aeree, unita adun gruppo di collaboratori for-temente motivati che condivi-

dono la medesima mission”. Netta la visione di Americode Sousa, amministratoredelegato di King Holidays:“Il tour operator oggi ha duepossibilità: o ha ingenti capitalida investire in comunicazioneper intercettare la domanda delconsumatore finale, oppuredeve comprendere come affian-care al meglio le agenzie diviaggi nel processo di vendita.Questa seconda strategia im-plica la creazione di strumentiche permettano alternativa-mente di optare per un pro-dotto finito o di costruire pac-chetti in base alle esigenze delcliente. King Holidays puntamolto alla customizzazione delprodotto e ad arricchirlo diquell’esperienza nel settore checontraddistingue il tour opera-tor da oltre 25 anni”. L.D.

Riconoscibilità, servizi, visione chiara e coerenza: questi i termini usati dai nostri interlocutori per descrivere l’evoluzione del settore

Ecco come i t.o. vedono il proprio futuro522 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUS

Pier Ezhaya Luigi Deli

Luca Adami

Nardo Filippetti

Tour operator

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“Noi rispetto alle Ota ven-diamo servizio”. Così siesprime Nardo Filippetti,presidente Eden TravelGroup per suddividere i ruolidi t.o. e piattaforme web. “Setutti ci connettessimo allegrandi banche letti il gioco sa-rebbe presto fatto – dichiara -ma noi abbiamo persone chevanno in giro per il mondo,danno altre garanzie. Oggicon i software ci si può colle-gare ai connettori, ma la mar-ginalità di queste attività èdell’1,5% e se non hai volumila guerra è accesa. Le piatta-forme posso andare in concor-renza di prezzo, noi di servi-zio. E c’è gente che vuole ilservizio e non soltanto ilprezzo”. Usa la parola “controsenso”,Pier Ezhaya, direttore touroperating Gruppo Alpitour,per definire il genere: “Se oggiambiamo ad offrire ad uncliente che entra in agenzia ilprezzo migliore riducendo alminimo i servizi offerti, prima

o poi quel cliente lo perderemoperché troverà in altre piatta-forme un prezzo ancora mi-gliore e, senza accorgercene, lostiamo accompagnando a fareun altro tipo di scelta. Mirendo conto, però, che le agen-zie sono molto preoccupate diperdere anche un solo clientee talvolta utilizzano proprioqueste piattaforme per essere

competitive. Lo capisco e lo ri-spetto. Sono però persuaso chein futuro le agenzie che sta-ranno sul mercato sarannoquelle che faranno un altrotipo di mestiere, molto piùconsulenziale. Agenzie che sa-pranno vendere anche il brande non solo le destinazioni.Forse saranno meno delle8000-9000 di oggi, ma certa-

Pareri a confronto tra chi parla di consulenza e chi di evoluzione tecnologica

Il ruolo delle piattaforme b2b

6 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

mente saranno ben solide per-ché offriranno qualcosa che sulweb non c’è o almeno non c’èancora”. Stefano Pompili, direttoregenerale di Veratour, fa undistinguo: “Per un prodottogeneralista funziona bene, perun hotel va benissimo ed è fa-cile. Fanno tanti numeri, maper il punto a punto legato alvillaggio il tour operator èqualcosa di diverso e funzionaancora bene”. In tema di ri-schi di mercato, ammette:“Tutto è una minaccia, dob-biamo osservare il mercato conattenzione e tranquillità. Noidobbiamo rafforzare il con-cetto che il tour operator fa unaltro mestiere, assicurandoqualità, selezione, assistenza,servizi e offrendo anche lamassime garanzie in terminidi sicurezza e fruizione delpacchetto di viaggio”. Diversala visione di Reisenplatz. Ilcountry manager Italia LucaAdami spiega che “molteagenzie, avendo di fronte il

Tour operator

di Laura Dominici

cliente, hanno capito primaquello che stava succedendo.Hanno compreso che i clientichiedevano prodotti che i touroperator non offrivano e chel’unico modo per competerecon le Ota era non perderevendite e quindi sopravviverecercando, anche se di malavo-glia, il prodotto altrove e a co-sti competitivi. La risposta èarrivata dalle piattaforme webb2b. E’ stata la domanda a de-terminarne la proliferazione”.Per Adami questo è solo l’ini-zio di un’ulteriore evoluzione:“Resisteranno le grandi bedbanks, i Dmc tecnologica-mente evoluti e le piatta-forme retail che per questionidi personal branding, marke-ting, tecnologia e ricezionedei bisogni del trade sa-pranno rispondere ai bisognidelle agenzie”. Richiama ad un passo avantiLuigi Deli, a.d. Volonline,puntando sul fattore umano:“Le piattaforme b2b comesemplice strumento di ricerca

non sono sufficienti: nell’otticadi offrire valore aggiunto alleagenzie di viaggi il fattoreumano è fondamentale. Allespalle di Volonclick, ad esem-pio, ci sono i professionisti spe-cializzati di Volonline, prontiad assistere e indirizzarel’agente nella fase di costru-zione del viaggio: un conto ètrovare gli alberghi disponibili,un altro è scegliere quello divolta in volta più idoneo peril cliente. Know how sulla de-stinazione in tutte le sue sfac-cettature, dai voli alle escur-sioni, dagli hotel agli itinerari,e piena consapevolezza delleproblematiche che deve affron-tare l’agente di viaggi, a co-minciare dalla velocità di ri-sposta, rappresentano un va-lore aggiunto che nessunapiattaforma, per quanto evo-luta, sarà mai in grado di as-sicurare”. “Inevitabile”, cosìAmerico de Sousa, a.d. KingHolidays, definisce la proli-ferazione delle piattaforme econseguenza diretta dell’evo-luzione tecnologica. “Ad averela meglio – prosegue - sa-ranno quelle più efficienti e,soprattutto, in grado di offrirela maggiore competitività: lanostra, ad esempio, può con-tare sulle sinergie ed econo-mie di scala derivanti dall’ap-partenenza di King Holidaysa Springwater Tourism,gruppo che si colloca tra i lea-der di mercato a livello con-tinentale”. .

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Sono in aumento le regioniitaliane presenti in Bit e negliintenti di Simona Greco, art,fashion, hospitality e traveldirector di Fiera di Milano,questa rinnovata Bit promettetante occasioni per attrarre ilpubblico.

Gv: La Bit è cambiata, maanche la formula di offertadegli stessi espositori. Sa-prebbe indicare un focusche combina la promozionedelle Regioni presenti infiera? C’è qualcosa che ciunisce dal Nord al Sud nel-l’attrarre turismo? “Da sempre Bit è il più im-portante marketplace almondo per il prodotto Italia.Una leadership che riesce amantenere grazie a una con-tinua evoluzione che rispec-chia, e spesso anticipa, i cam-biamenti dei mercati. Con la“Bit Revolution” lanciata l’an-no scorso, e quest’anno im-plementata, questo processocompie un deciso salto diqualità. Il fil rouge sarà sem-pre più l’approccio esperien-ziale e motivazionale al viag-gio, che risponde alle esigen-ze di consumatori. Questa èla grande sfida dei prossimianni e l’Italia ha tutte le cartein regola per valorizzarla al

meglio, grazie al grande ap-peal nel mondo dello stile divita italiano. Bit è stata laprima manifestazione in Ita-

lia ad adottare in manierastrutturale l’approccio espe-rienziale e la fiducia che entie istituzioni continuano a ri-

L’Art, Fashion, Hospitality and Travel director di Fiera Milano racconta l’offerta incoming del 2018

Simona Greco: “Bit è il più importantemarketplace al mondo per il prodotto Italia

8 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

porre nella manifestazione neconferma la validità”.

Gv: Il turismo enogastrono-mico assume un valore u-nico nell’anno del cibo, nonsolo a livello istituzionale, ciracconta di Bit of Taste? “Nello scenario che ho de-scritto, in cui si viaggia sem-pre più per motivazioni life-style, l’enogastronomia rivesteovviamente un ruolo cen-trale. Senza contare che l’at-tenzione per il cibo di qualitàè sempre più protagonista delcostume a tutti i livelli, anchemediaticamente, e sta conqui-stando molti mercati e-mer-genti. A Bit of Taste sarà unpercorso ideale attraversol’incredibile unicità e varietàdell’enogastronomia italiana,ma non solo: un’occasione perscoprire i piatti simbolo dellanostra tradizione, e anche di-verse destinazioni internazio-nali in crescita per interesse tu-ristico ed enogastronomico. Lesinergie del contesto di Bit e lasua nuova formula permette-ranno agli operatori di valo-rizzare al meglio in chiave dibusiness queste opportunità”.

Gv: Quali altri segmenti tu-ristici secondo lei sarannoparticolarmente attrattivi

Simona Greco

Distilleria Mazzetti d’Altavilla

Incoming

nel 2018 per l’Italia?“Il Mibact ha appena pubbli-cato i dati record dei museiitaliani nel 2017: i visitatorihanno superato la soglia dei50 milioni con incassi per ol-tre 200 milioni di euro e di-verse sedi hanno registratoaumenti di visitatori a due oanche tre cifre, incluse anchemolte istituzioni “minori”.L’arte e la cultura sono un po-tente attrattore per il nostroincoming: oggi, grazie al cre-scente numero di repeater edi viaggiatori colti, abbiamola possibilità di far crescerenuove destinazioni e di valo-rizzare il grande potenzialedel Mezzogiorno. Il granderichiamo del nostro Paesecome destinazione romanticaper eccellenza, sta spingendomolto anche il segmentoWedding, al quale dediche-remo un’altra area tematica.A questo va aggiunto il turi-smo per shopping, e il MICE,un altro segmento in cui l’Ita-lia è stata un po’ penalizzatadalla frammentazione dell’of-ferta e dove quindi ci sonoancora grandi margini di cre-scita, per cui gli dedicheremouna speciale attenzione anchein termini di buyer”.

Gv: Quali sono le opportu-

nità che ci offre la tecnolo-gia, presentate in Bit, chesono di interesse per unoperatore incoming?“La tecnologia è un abilita-tore pervasivo e trasversale e,in generale, ogni innovazionetecnologica può portare unqualche vantaggio a qualsiasitipologia di operatore. Esi-stono naturalmente anche so-luzioni ad hoc per l’incomingche operano, principalmente,per far conoscere il territorio.Questo avviene attraversoprogetti che, per alcune star-tup si concentrano sui conte-nuti e, per altre, invece, sulletecnologie in grado di miglio-rare l’esperienza del turista.Partner di Bit sarà l’Associa-zione Startup Turismo che haselezionato un parterre dicirca 30 aziende tra le più in-novative e dinamiche sia nellagestione dei contenuti sianelle tecnologie. A Bit 2018saranno presenti ad esempio,nel campo dei contenuti, so-luzioni innovative per tradu-zioni e speakeraggi, realizza-zione di guide o socialnetwork tematici; in quellodelle tecnologie, soluzioni perla gestione di tutte le attivitàdi hotellerie, marketplace perle attività extra, tecnologieper il wi-fi e il mobile”. L.D.

Può un prodotto d’eccellenza,con una storia di oltre 170anni, diventare un richiamoper il territorio catturandol’attenzione di stranieri e ita-liani? La Distilleria Mazzettid’Altavilla rappresenta sem-pre più un punto di riferi-mento per il turismo nel Mon-ferrato. A confermare questatendenza, i numeri: già nel2011 erano state superate le100mila presenze in visitaagli impianti produttivi, manegli ultimi anni il turismolegato alla grappa è in nettoaumento. “Abbiamo incre-mentato in maniera esponen-ziale il numero delle presenzeche si sono destagionalizzate,ovvero non concentrate preva-lentemente nei mesi autun-nali. –spiega Elisa BelvedereMazzetti che si occupa delramo comunicazione del-

l’azienda - I principali bacinidi utenza italiani sono l’hin-terland milanese, torinese egenovese ma un segmento im-portante è rappresentato an-che dall’incoming. In partico-lare i mercati di riferimentosono rappresentati da Sviz-zera, Austria, Belgio, Francia,Svezia, Germania, Russia, conarrivi anche da Perù, Uru-guay, Hong Kong, Georgia,tutti curiosi di scoprire questadistilleria che è la più anticadel Nord Ovest. Anche l’età eil genere stanno variando: ilpubblico è sempre più giovanee sempre più rosa”. Non è uncaso, forse, visto che la set-tima generazione è compostada giovani donne (dai 20 ai30 anni) ovvero Chiara, Silviaed Elisa Belvedere Mazzetti.I dati infatti riportano che il38% dei visitatori è incluso

nella fascia dai 25 ai 44 annimentre il 46% è femminile,in netto aumento. Questa re-altà, fiore all’occhiello del

Il turismo della grappa:il caso della Distilleria Mazzetti d’Altavilla

Monferrato dal 1846 e appar-tenente all’Unione delle Im-prese Storiche Italiane, con ilnuovo format Grappa Expe-

rience 2018 propone visiteguidate, sensoriali ed emo-zionali. “Questo perché rite-niamo che un prodotto comela grappa vada comunicato inmodo coinvolgente e innova-tivo per stimolare l’attenzioneverso quello che rappresenta ildistillato di bandiera che datempo si sta scrollando didosso l’immagine arcaica perdiventare un’eccellenza salot-tiera e fashion” aggiunge Elisa.Un tour a 360 gradi che uni-sce alla scoperta delle collinepatrimonio dell’Unesco an-che tutta la filiera del distil-lato: dalla vinaccia (freschis-sima tutta piemontese a kmzero) fino alla degustazionedella stessa con i giusti ab-binamenti in cucina e neicocktail. Il tour guidato dell’azienda,realizzabile nelle principali

lingue straniere e program-mabile tutti i giorni su pre-notazione, consente di intra-prendere un viaggio traprofumi e sapori del Monfer-rato. Fra le tappe imprescin-dibili: il parco e la cappellavotiva del 1808, la barricaia,la galleria della grappa, il can-tinone sotterraneo, la mostrafotografica “Il Piemonte nelloSpirito” con gigantografie discatti realizzati da fotografiprofessionisti piemontesi chehanno immortalato grappediverse nei paesaggi Unescodi Langhe-Roero e Monfer-rato e poi ancora bottiglie an-tiche, etichette e bozzetti. Ol-tre alla sede, situata in cimaalla collina di Altavilla Mon-ferrato, la Mazzetti ha am-pliato i propri store con i duepunti vendita di Marcallo eMilano. S.F.

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Un programma innovativolanciato nel 2015 con Madein Uvet, e poi il silenzio. Ilgruppo da 2,4 miliardi dieuro che compra compagnieaeree e tour operator, può as-sumere un ruolo decisivo perl’incoming. Tanto più che lerelazioni avviate con Expo2015 lo vedevano con ambi-ziosi progetti e una formulaallora all’avanguardia, dove siconiugava l’Italian way of lifecon il pacchetto turistico.L’incoming esperienziale è unsettore solo “dormiente” perLuca Patanè, presidente delgruppo, segreto ammiratoredi bellezze italiane, cui si de-dica anche nel tempo liberocome benefattore. “A breve annunceremo le no-stre nuove partnership stabilitein Cina e Usa”, anticipa aGuida Viaggi. Il modus ope-randi prevede di siglare degliaccordi con attori importantidel tour operating nei Paesidi riferimento. Gli interessisono attualmente molto im-portanti sul mercato cinese:“Ci abbiamo lavorato un an-no, ma poi abbiamo decisoalla fine di cambiare partnere ricominciare tutto; non èsemplice il mercato”. “Ab-biamo anche interesse nelmercato israeliano e arabo”.

Il trend è sempre più positivoper l’incoming. Dopo un2016 da record, con oltre116,9 milioni di arrivi neglihotel (+3,1%), (dati Istat) il2017 sembra consegnarci ri-sultati analoghi, almeno nelleprevisioni. L’Enit ci assicurache l’Italia è il primo Paese almondo nei sogni dei viaggia-tori, con il 37% delle prefe-renze, mentre per quanto at-tiene alla nostra economia ilturismo ha un impatto del12,6% sull’occupazione edell’11,1% sul Pil nazionale.La politica governativa per il2018 prosegue nella pianifi-cazione già avviata con il go-verno precedente. Le sceltesono strettamene legate a in-tenti di cooperazione inter-ministeriali. La prima intesaè stata quella educativa, (laripresa della Storia dell’Arte

“La nostra divisione incomingè ancora piccola, vi sono im-pegnate una ventina di risorse,ma è destinata a crescere”, ag-giunge. “Ora poi - proseguePatanè – con l’acquisto di BluePanorama possiamo anchepensare di sviluppare l’inco-ming dalle tratte servite dallacompagnia”. L’offerta non saràper la massa ma, come eranell’intento iniziale di Madein Uvet, ricca di esperienzepersonalizzabili e desuete. “Il nostro cliente è chi è al suosecondo o terzo viaggio in Ita-lia, alla ricerca di qualità eservizi elevati”. Per attrarlo ilweb, ma non solo, “dipendedai Paesi e dalle abitudini diacquisto”. Il punto fermo restala qualità nei servizi impre-scindibile tratto distintivoUvet. Secondo Patanè cosìdovrebbe essere anche per ilPaese. “Stiamo crescendo inmaniere importante, questo èil momento in cui il turismodovrebbe consolidarsi nei ser-vizi e nella comunicazione”.

Le mosse politicheGli chiediamo quindi se lescelte del ministro France-schini, sui Cammini, sui Bor-ghi, hanno dei riflessi con-creti nella vita imprendito-

riale. “Effettivamente se fun-zionano a livello promozionaledovrebbero produrre dei nu-meri, ma nessuno misura l’effi-

cacia di queste scelte, inun’azienda sarebbe la primacosa”. “Inoltre – prosegue - sedomani voglio creare un pac-

chetto sulla Francigena possofarlo? Non basta istituirel’anno dei Cammini o quellodel Cibo, bisogna costruire dei

progetti continuativi basati sudei dati”. “Non sono critico,ma sono un po’ scettico – pro-segue Patanè - i programmiistituzionali devono esseremeno conclamati e più comu-nicati, sicuramente misurati”.

Consiglio alle impreseInfine per le piccole imprese,i giovani che volessero ini-ziare nel 2018 ad aprirsi al tu-rismo incoming, il presidenteconsiglia di “affacciarsi ainuovi mercati senza trascu-rare quelli consolidati, lavo-rare sul web, ma in modo stra-tegico”. E’ un po’ difficile perPatanè immaginarsi piccolaimpresa, il quadro econo-mico e sociale di quando eraagli esordi era completa-mente diverso. Tuttavia il fu-turo, nella sua ottica, deveprevedere di “approfondiresempre più i contenuti, anchese quelli di qualità costano”. “Più di tutto – conclude - perattrarre turisti in Italia occorrela capacità narrativa, l’abilitàdi raccontare storie che con-traddistinguono il nostro ine-guagliabile microcosmo: lo sto-rytelling ci renderebbe im-battibili; se dovessi stare attentoai costi di esordio, non lesinereimai in quest’area”. L.D.

Ci vogliono contenuti, big data e comunicazione secondo il managerprossimo a incrementare l’incoming Made in Uvet

Luca Patanè “Per attrarre turistisarà vincente lo storytelling”

922 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUS

Luca Patanè

A sinistra il ministro Dario Franceschini

Incoming

Cibo, turismo diffuso, cultura

nelle scuole, i musei aperti laprima domenica del mese).Poi la valorizzazione dell’eno-gastronomia, prima con Ex-

po, e oggi, nel 2018, la ricettaviene riproposta dal Mibactassieme al Ministero del-l’Agricoltura decretando l’an-

no del cibo. Le scelte sonotutte convergenti in un’esal-tazione del turismo lento,esperienziale, diffuso: la ri-presa dei Cammini, delle an-tiche ferrovie, il recupero delpatrimonio immobiliare di-smesso, degli antichi trattiferroviari. Nuovi itinerari chesi concentrano sui borghi, in-vece di accalcarsi a Roma, Ve-nezia e Firenze. Quanto aglistrumenti e agli investimenti,le parole chiave sono “inno-vazione tecnologica”. Nessun attore della filiera tu-ristica dagli hotel, ai tour ope-rator, alle agenzie, può pre-scindere dal digitale.L’e-tourism in Europa vale ol-tre 135 miliardi di euro, constime di crescita fino a 180miliardi entro il 2020; nellasola Italia, con 8,5 miliardi,rappresenta il 45% del com-

mercio online (dati Phocu-swright).

Il quadro futuristicoIn questo quadro futuristicospicca l’obiettivo Matera Ca-pitale europea della culturaper il 2019. La Basilicata di-venta il fulcro del turismo delfuturo, in un nuovo Sud.“Matera 2019 non è una sfidasolo della città, o della Basili-cata, come l’Expo del 2015 èla nostra vetrina nel mondo,una grande occasione di svi-luppo, di occupazione, impor-tante per far capire l’enormepotenzialità del nostro Sud”,ci ha detto il ministro deiBeni, Attività Culturali eTurismo Dario Franceschinia margine del lancio dellaraccolta fondi. Il programma,infatti, non solo per Matera,è quello di una cooperazione

tra imprese e istituzioni in unprospetto in cui il tema cen-trale non sono gli investi-menti pubblici – che tra l’al-tro non mancano - ma lestrategie più efficaci. Ma come vengono declinatequeste scelte istituzionali? IlMibact agisce in modo rami-ficato. Inizia con la promo-zione, come ora nel caso del-l’anno del cibo: ha aperto il2018 con una campagna so-cial incentrata su alimenti epiatti d'autore. L’obiettivo alungo termine è valorizzarequello che a livello interna-zionale è già noto attraversoil riconoscimento Unescocome Patrimonio dell’Uma-nità: la Dieta Mediterranea,Le Langhe, La Pizza napole-tana e le tantissime nostre ric-chezze materiali e immate-riali. L.D.

Questo il 2018 del turismo verso l’Italia nella prospettiva del ministero del Turismo

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10 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

Alitalia resta sempre la pro-tagonista delle cronache deltrasporto aereo. L'anno che siè chiuso l'ha vista precipitarenuovamente in un fallimentoaffidato alle mani dei com-missari straordinari, che do-vranno venderla. L'anno cheè cominciato dovrà indicarela nuova strada da percorrere.A oggi non è facile da preve-dere quando e a chi sarà ce-duta, perchè le variabili sonorilevanti.

Anno da dimenticareIl 2017 di Alitalia è stato unaltro anno da dimenticare.Svanita l'alleanza con Etihad,la compagnia è tornata inquel limbo presidiato dallaprocedura straordinaria e daisoldi dello Stato. Etihad, cheper meno di tre anni ha rap-presentato l'alleato forte, il ca-valiere bianco rispettato e fa-vorito con concessioni diogni tipo, è stata una vera de-lusione. Ha dimostrato che ildenaro del petrolio da solonon basta per avere successo,e alla patinata compagnia diAbu Dhabi sono mancate lestrategie giuste, che si sonosgretolate insieme alla leader-ship del loro ideatore, JamesHogan. Questi aveva puntatosu un network di partecipa-zioni di minoranza in vettorida risanare, europei e non; unprogetto che tanti anni primagià non aveva portato fortunaa un'altra compagnia extra-comunitaria, Swissair. In bri-

ciole sono finite, insieme adAlitalia, anche Air Berlin eDarwin. Nel dimenticatoio èfinito lo stesso Hogan e tuttoil suo staff traferito a Roma,mentre il bilancio della capo-gruppo Etihad registra pesan-temente gli insuccessi.Così Alitalia deve riflettere suun fatto inoppugnabile: gli ul-timi due “padroni” (parolaimpropria ma serve a inten-dersi), la Cai dei Capitani co-raggiosi ed Etihad, sono statedelle scelte sbagliate. C'è daincrociare le dita e sperareche venga smentito il “non c'èdue senza tre”. Ora la compa-

gnia è alle prese con una garail cui esito per certi versi sem-bra già chiaro e per altri an-cora confuso. Lufthansa è alungo sembrata l'unico auten-tico candidato: è il primogruppo europeo, ha forteesperienza di aggregazioni erisanamenti, spalle larghe ecapacità di imprimere unasvolta positiva. Nessuno sistupirebbe (o stupirà) se allafine della gara la compagniaitaliana venisse affidata allasua competenza.Tuttavia all'inizio del 2018 lecarte si sono confuse e rime-scolate. Torna in campo Air

Alitalia e l’incognita elezioni

L’evoluzione della Premium Economy

Più spazio e comfort, servizipersonalizzati a bordo ma aun prezzo più conveniente diuna classica Business. E’ la classe Premium Eco-nomy, introdotta negli ultimiquattro anni da diverse com-pagnie aeree anche sul mer-cato italiano, di pari passocon l’ingresso di aeromobilidi ultima generazione, comegli A350, e ora diventata laclasse di riferimento di moltipasseggeri business, e diquelli leisure in cerca di qual-che coccola in più durante ivoli intercontinentali. I primi a proporla sui mercatiinternazionali sono stati i vet-tori asiatici, come la compa-

dosi nei panni di un acqui-rente, andrebbe preferita unadecisione prudente, a tempodebito, senza strappi, con in-terlocutori certi: il trasportoaereo è materia molto rego-lamentata, e coi governi bi-sogna per forza andare d'ac-cordo. Del resto, anche tecnica-mente i tempi sono lunghi;firmato un preliminare, l'at-tesa del parere antitrust eu-ropeo porterà verso fineanno. La nuova Alitalia po-trebbe nascere ufficialmenteil 1. gennaio 2019.Paradossalmente, fretta nonc'è. I tre commissari, LuigiGubitosi, Enrico Laghi e Ste-fano Paleari, stanno lavo-rando alla gestione come sefossero degli amministratoridelegati, aprendo rotte, cam-biando divise, tenendo unbuon rapporto con i sinda-cati. I ricavi del 2017, per quantoil dato possa essere significa-tivo, sono aumentati dell'1%.Il prestito ponte di 900 mi-lioni, denaro dei contri-buenti, è stato utilizzato perora in minima parte. Forse i commissari si preparanoanche al peggio, e cioè al fattoche dalle urne esca un'Italia in-governabile, incapace di pren-dere decisioni importanti comela vendita di Alitalia. In questocaso loro sarebbero lì, saldi, aprovvedere a una gestione or-dinaria destinata a prolungarsinel tempo. .

France-Klm, già scottata diecianni fa, che ora sembravafuori gioco. Rientra con l'al-leato americano Delta, forsecol fondo Cerberus e forsecon easyJet e il fondo ameri-cano Cerberus. In questa fasela competizione sembra a-perta, apertissima, e il com-pito dei commissari è quellodi alzare il prezzo il più pos-sibile, salvaguardando almassimo occupazione e fisio-nomia del vettore. Il governoitaliano – che oggi di fatto èil vero, l'unico padrone diAlitalia – ha piena consape-volezza che la compagnia è

un'infrastruttura del Paese,imprescindibile come lo sonole ferrovie o le autostrade:non importa chi siano i ge-stori, quel che interessa è chesiano assicurati collegamentiefficienti.E una nube densa, densissimasovrasta tutto questo: sono leelezioni. Esattamente come nel 2008,quando Alitalia fu un temaforte della campagna eletto-rale, anche oggi le elezionistanno arrivando con tutta laloro carica; allora fu cacciatoindietro l'acquirente già uffi-ciale, Air France-Klm; oggi lafaccenda è più insidiosa, esempre politica. E' improba-bile una chiusura prima delvoto di marzo; non solo iltempo è poco, ma il governo,titolare delle decisioni, do-vrebbe gestire un numero an-cora imprecisato di esuberi,con tutti i voti persi che neconseguirebbero. In più, l'in-cognita del vincitore: un suc-cesso populista potrebbe an-che rimettere in discussionela vendita provando a stataliz-zare quell'infrastruttura “irri-nunciabile”. Del resto, se Air France e Luf-thansa gravitano all'internodel capitale pubblico, una so-luzione in chiave europea po-trebbe essere fattibile; sono ledimensioni di Alitalia però afar capire, da sole, che senzal'ingresso in un grandegruppo il futuro non sarebbegarantito. Insomma, metten-

I commissari si preparano anche al peggio, al fatto che dalle urne esca un'Italia ingovernabile,incapace di prendere decisioni importanti come la vendita del vettore

vettore asiatico che collegal’Italia con Hong Kong. LaPremium Economy di Ca-thay Pacific conta tra 28 e 34posti alloggiati in una cabina

separata posta prima del-l’Economy Class, offre piùspazio tra i sedili e una sedutapiù ampia. In aeroporto i pas-seggeri di questa classe pos-sono accedere al check-inprioritario ai banchi dedicatie hanno 5 kg di bagaglio dastiva in più rispetto all’Eco-nomy. Il menù è personaliz-zabile al momento della pre-notazione. Singapore Airlinesha scelto di investire sullaPremium Economy in Italiacon l’ingresso del nuovoA350 ad aprile 2017 nelloscalo di Malpensa e a settem-bre 2017 a Fiumicino. “I nostri clienti l’hanno accoltacon commenti eccellenti”, ha

a crescere nel prossimo fu-turo”, ha spiegato a GuidaViaggi Daniele Bordogna,sales and marketing mana-ger Cathay Pacific Airways,

gnia giapponese Ana, AllNippon Airways, fin dal 2012ma “le prime versioni sono ad-dirittura del 2002”, ha spie-gato a Guida Viaggi, VivianaReali, country manager perl’Italia del vettore. Si tratta difatto una classe molto flessi-bile, che anche le compagnieapprezzano per la possibilitàdi essere tagliata su misura.“La nostra Premium Economyè pensata per essere un veroupgrade rispetto all’Economy.Fin dalla sua introduzione abordo dei nostri aeromobiliabbiamo avuto ottimi riscon-tri, lo consideriamo quindi unsegmento di mercato dallegrandi potenzialità e destinato

di Paolo Stefanato

Premium Economy di Cathay Pacific

Trasporto aereo

spiegato a Guida Viaggi TeckHui Wong, general managerItaly di Singapore Airlines,la compagnia che collega l’Ita-lia alla città-stato asiatica diSingapore. Visto il successoanche le compagnie ameri-cane hanno iniziato a inve-stire e così Delta Airlines haavviato la commercializza-zione della classe Delta Com-fort + come prodotto tariffa-rio, e non più come semplicesupplemento, per i voli in par-tenza dal 22 gennaio 2018sulla maggior parte dei mer-cati transatlantici, tra cui l’Eu-ropa e l’Italia, oltre al Senegal,Ghana, Nigeria, Sudafrica eIsraele. A.G.

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Il trasporto aereo ha marginibassi, ma è un settore floridoe in costante crescita. Le ul-time previsioni della Iata peril 2018 si riassumono in al-cuni numeri che fanno sen-sazione: 824 miliardi di dol-lari di fatturato complessivo,un utile di 38,4 miliardi, 4,3miliardi di passeggeri, il re-cord storico: ma ciascun bi-glietto rende poco, un gua-dagno di soli 8,9 dollari perviaggiatore. I margini bassi sono semprestati una caratteristica co-stante del comparto. L'utiledel 2018 sarà in crescitadell'11% sul 2017, più dei ri-cavi, che cresceranno del9,4%. La metà dei profittiverrà dal Nord America, 17dollari a passeggero, seguel'Europa, con 10 dollari a bi-glietto (11,5 miliardi com-plessivi). Nel mercato euro-peo sono previsti rincari,anche a causa delle incognitesul prezzo del carburante.

Le concentrazioniSe negli Stati Uniti il tra-sporto aereo è più redditizio,lo si deve al modello di con-centrazioni perseguito neglianni, che oggi ha portato iprimi quattro vettori – Ame-rican, Delta, United, Sou-thwest – a rappresentare il70% del mercato. Si sonocontemporaneamente realiz-zate importanti economie discala (quindi, meno costi),mentre si è ridotta, necessa-riamente, la concorrenza. E' il modello che funziona dipiù e che si profila anche inEuropa, dove le major con-trollano “solo” il 50% del mer-cato, lasciando intendere cheil cammino sulla via delle ag-gregazioni ancora da com-piere è lungo; l'ingresso diAlitalia in un nuovo gruppoè una tessera di questo mo-

saico. Del resto, la crescita delnumero di passeggeri è ine-sorabile. Sempre secondo

previsioni Iata, in vent'anni i4,3 miliardi di passeggeri rad-doppieranno, mentre entro il2035 aumenteranno del 60%

in Spagna, del 50% in GranBretagna e Francia, del 35%in Germania, del 30% inItalia.

Un mercato zoppoIl nostro mercato resta sem-pre zoppo, con una compa-gnia ex monopolista in re-gime fallimentare, e il restodell'offerta che si sta fatico-samente riorganizzando. La fine del 2017 è stata tutta-via punteggiata da alcunebuone notizie, più o menograndi, ma che hanno il gu-stoso sapore dell'auspicio. In-nanzitutto, Blue Panorama,compagnia privata di linea echarter, a lungo sottopostaalle cure dell'amministra-zione straordinaria, è statavenduta ed è entrata a farparte del Gruppo Uvet, nelquale sarà integrata vertical-mente; ha 500 dipendenti e240 milioni di fatturato e rap-presenta il felice epilogo di

una procedura straordinaria.Un'altra compagnia entra nel2018 con slancio. E' Meri-diana, che da alcuni mesi hacome socio forte al 49% Qa-tar Airways, che affiancal'azionista storico, l'AgaKhan. I progetti sono ambi-ziosi: incremento della flotta,base a Malpensa , nuovi voliintercontinentali (da giugno,tra gli altri, New York eMiami). Malpensa tornerà,grazie a Meridiana, a ripren-dere la fisionomia di un hub,e intanto ha chiuso il 2017 innetta crescita, tornando a li-velli record da dieci anni. Con buone probabilità Meri-diana cambierà anche ilnome in Air Italy (marchiogià da alcuni anni apparte-nente al gruppo), più facileda associare al nostro Paesenegli aeroporti di tutto ilmondo, e un modo per valo-rizzare il logo tricolore chesulle livree di Alitalia appareindebolito. Notizie positive anche daun'altra compagnia italiana,Neos, che proprio in dicem-bre ha festeggiato l'ingressoin flotta del primo Boeing787 Dreamliner, aereo effi-ciente ed economico, con ilquale si amplia il raggiod'azione della compagniadel Gruppo Alpitour, l'unicaitaliana che in questi anniabbia sempre avuto i contiin ordine. Con l'arrivo del 787, Neos hastretto anche un accordo conla low cost britannica easyJet,in base al quale vengono sta-bilite modalità di integra-zione tra i due network, ali-mentando con passeggeri di

breve-medio raggio di easyJetgli aerei widebody di Neos.E', in qualche modo, un ac-cordo storico, perché modi-fica profondamente il mo-dello low cost puro, basatosul semplice punto a punto,

e ottiene l'effetto immediatodi aumentare l'offerta. Un altro accordo easyJet loha firmato con NorwegianAir, la low cost di lungo rag-gio che da giugno inaugureràil Milano-Los Angeles.

Il caso RyanairTentativi di espandersi conconnessioni all'interno o al-l'esterno del proprio networkappartengono anche a Rya-nair. Quest'ultima, però, havissuto un 2017 horribilis,anche se sempre in utile. Pro-blemi organizzativi, ferie deipiloti mal organizzate, scon-tro con i sindacati hanno pro-

vocato revisioni degli opera-tivi creando disagi (e arrab-biature) a centinaia di mi-gliaia di passeggeri. Soprat-tutto, sembra essersi incrinatala fiducia nella compagnia daparte del suo pubblico di fan.

L'ultimo episodio, terrifi-cante, sotto Natale, non haavuto tutto il clamore chemeritava: un volo da Trevisoa Catania, prima ritardato,poi cancellato, è stato sosti-tuito da un passaggio in pul-lman: un torpedone non è unaereo. Questa singolare fun-gibilità dei mezzi – prenotoun volo, mi portano in bus –lascia spazio a nuovi fanta-siosi orizzonti, e apre nuovefalle in un sistema che pertroppi anni è stato abituato acrescere incessantemente,senza intoppi. La vera capacità gestionaleoccorre oggi. P.S.

Lo scenario internazionale tra i benefici del consolidamento, la situazione italiana e Ryanair

Il settore aereo alle prese con la capacità gestionale

1122 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUSTrasporto aereo

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14 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

Sarà un anno record, quelloappena iniziato, per il mondodelle crociere, in termini diofferta, di volumi e di reddi-tività. E’ questo il principaleindicatore che emerge dalleprevisioni dei grandi playerdel settore e dagli studi sulcomparto. E’ di poche setti-mane fa il report “State of theCruise Industry Outlook” diClia, l’associazione mondialedell’industria crocieristica,che ha fissato a 27,2 milioni ipasseggeri delle navi da cro-ciera nel 2018, con una cre-scita stabile rispetto ai 25,8milioni del 2017 e con un au-mento del +20,5% tra il 2011e il 2016 che, spiega lo studio,“è destinato a confermarsi infuturo, anche con il supportodelle 27 nuovi navi da crociera(tra oceaniche, fluviali e spe-cializzate) che debutterannoquest’anno”. Quanto al girod’affari, Clia ha pubblicato unapposito report sull’impattoeconomico mondiale dell’in-

dustria crocieristica relativoal 2016, anno che ha vistoun giro d’affari a livellomondiale di 126 miliardi didollari, che ha generatol’equivalente di un milionedi posti di lavoro a tempopieno e retribuzioni com-plessive pari a 41 miliardi di

dollari. “La crescita costantedell’industria crocieristica èindubitabile, incontra gli in-teressi dei consumatori e pro-duce benefici per l’economiaglobale”, ha commentatoCindy D’Aoust, presidentee amministratore delegatodi Clia.

Il 2018 sarà l’anno delle crociere

I trendTra le principali tendenze ri-levate da Clia, emerge so-prattutto la conferma di Ca-raibi (35,4%), Mediterraneo(15,8%) e Nord Europa(11,3%) come principali areeche vedranno impegnati igiganti del mare, seguite

dalla Cina (6%) e dall’Ocea-nia (6%). Dal punto di vistadel target di riferimento, siregistra un deciso allarga-mento del bacino dellaclientela potenziale: i pas-seggeri provengono da quasitutte le fasce di reddito e unterzo di coloro che sono sa-liti a bordo di una nave dacrociera negli ultimi tre annihanno un reddito annuo in-feriore agli 80.000 dollarilordi. Altro elemento inte-ressante è quello dell’affer-mazione di un’offerta sem-pre più vasta di escursioni“esperienziali”: avventureestreme, culturali, itinerarienogastronomici, visite inpiccoli villaggi e perfinonelle case private. E la listadei desideri esaudibili si ar-ricchisce di nuotate con glisquali in Sudafrica, unacorsa in Harley Davidsonper le strade dell’Alaska o iltentativo di camuffarsi tra ipinguini dell’Antartico.

Il ruolo dell’ItaliaSe per lo studio di Clia il mer-cato italiano costituirà com-plessivamente lo 0,8% sul to-tale dei passeggeri mondiali,con gli Stati Uniti primi conl’11,5% seguiti da Cina(2,1%), Germania (2%) e Re-gno Unito (1,9%), l’osservato-rio “Italian Cruise Watch” rea-lizzato da Risposte Turismoha posto invece l’accento sulleperformance degli scali cro-cieristici italiani, spiegandoche tra imbarchi, sbarchi etransiti nel 2018 sarannocomplessivamente 10,8 mi-lioni i passeggeri movimentatinei porti del Belpaese, con Ci-vitavecchia che si confermeràprimo porto crocieristico conuna crescita di circa il +12%rispetto al 2017, per un totaledi circa 2,5 milioni di passeg-geri movimentati. Alle suespalle si piazzeranno Venezia(1,4 milioni di passeggeri) eNapoli (poco più di 1 milionedi passeggeri). .

Previsti oltre 27 milioni di passeggeri nel mondo per un comparto da 126 miliardi di dollari di giro d’affari. I trend globali, le conferme di Caraibi e Mediterraneo e il ruolo dell’Italia

Crociere

Un anno positivo e con il se-gno più: è stato questo il 2017del mondo delle crociere.Malgrado gli avversi eventipolitici, terroristici e meteo-rologici che hanno caratteriz-zato gli scorsi dodici mesi, lecompagnie di navigazionenon nascondono la loro sod-disfazione per i risultati otte-nuti. “Il 2017 – ci spiega Leo-nardo Massa, countrymanager Italia di Msc cro-ciere - è stato un anno di cre-scita per noi, a livello globalee sul mercato italiano: ab-biamo registrato un segno piùsia in termini di volumi che diredditività e prezzo medio. Ab-biamo inoltre varato duenuove unità che si sono rive-late fin da subito molto ap-prezzate dai consumatori, ov-vero Msc Meraviglia e MscSeaside, che rappresentanodue importanti milestone nelnostro piano industriale.Siamo molto contenti dell’ac-coglienza dei passeggeri diquesti due nuovi prodotti e delsupporto che abbiamo rice-vuto dal trade e dal canaleagenziale”. Per parte suaCarlo Schiavon, direttorecommerciale e marketing

Italia di Costa crociere,spiega che “quello appena tra-scorso è stato un anno moltopositivo per Costa Crociere,che continua a conseguire ot-time performance sulle ven-dite, con risultati andati benoltre le nostre aspettative”.Quanto agli eventi legati alterrorismo, secondo Schia-von “non hanno impattato inmodo particolare sulle strate-gie della compagnia. Piuttosto,abbiamo subito una leggeraflessione delle vendite in con-comitanza del periodo degliuragani nell’area caraibica.Fortunatamente, anche perquanto riguarda questa desti-nazione, il trend delle venditeha poi ripreso un andamentomolto positivo”. Si soffermasulle difficoltà create dagliuragani ai Caraibi delloscorso autunno anche Fran-cesco Paradisi, senior ma-nager business developmentper l’Italia di Norwegiancruise line: “Nonostante lecondizioni avverse dovute aglieventi metereologici del terzotrimestre 2017, abbiamoavuto una performance posi-tiva nei nostri mercati chiave,unita alla nostra posizione di

2017 con il segno più,malgrado gli uragani

forza negli itinerari europei,conducendo la crescita delleentrate e dei rendimenti benoltre le aspettative. Durante ildifficile periodo degli uraganiabbiamo dovuto cancellare omodificare alcuni itinerari neiCaraibi. Inoltre le nostre navi,l’equipaggio e il personale aterra sono stati impegnati at-tivamente nelle attività di as-

sistenza nelle destinazioni in-teressate, contribuendo a eva-cuare famiglie in difficoltà efornendo beni di prima neces-sità. Inoltre, Norwegian cruiseline si è impegnata a fornireun supporto finanziario alungo termine attraverso il no-stro programma ‘Hope StartsHere’ in favore delle vittimedegli uragani”. G.M.

di Gianluca Miserendino

Escursioni, il focus è sul pre-booking

Bypassare le problemati-che relative al pricing – damolti considerato ecces-sivo - e alla disponibilitàdi posti delle escursioni aterra affidandosi al pre-booking. Sembra questa lavia intrapresa dalle com-pagnie di crociere. “Dopoil grande successo delle pro-mozioni che hanno per-messo a tantissimi ospiti dipoter opzionare prima dellapartenza un pacchetto diescursioni a un prezzo dav-vero straordinario – spiegaCarlo Schiavon, direttorecommerciale e marketingItalia di Costa crociere -l’anno scorso abbiamo lan-ciato ‘PasseparTour!’, lapromo che consente di ef-fettuare fino a cinque escur-sioni al costo complessivodi soli 69 euro a persona.Sempre disponibile, è un ot-timo incentivo sia per i no-stri ospiti che per le agenziepartner, alle quali viene ri-conosciuta una commis-sione d’uso, che va ad ar-ricchire il nuovo sistema diprezzi valorizzando ulte-riormente la nostra propo-sta di vacanza sempre piùall-inclusive”.

“Siamo molto concentratisulle escursioni – rivela in-vece Leonardo Massa,country manager Italia diMsc crociere - e stiamo pro-vando a coinvolgere sempredi più gli agenti di viaggionel preacquisto delle escur-sioni stesse, per un triplicemotivo: per fronteggiarel’inevitabile tutto esaurito sesi sceglie di acquistare esclu-sivamente a bordo, per ga-rantire un’ulteriore fonte diguadagno alle agenzie diviaggio e, cosa più impor-tante, per garantire la pienasoddisfazione del cliente an-che su questo versante, at-traverso la possibilità daparte degli agenti di sceglierecon il singolo cliente l’escur-sione su misura per le pro-prie esigenze. Faccio unesempio: scendere a Napolipuò voler dire andare a ve-dere il “Cristo velato”, o laCostiera amalfitana, o an-cora Capri o la Reggia diCaserta. Il cliente non puòfare tutto, e solo la profes-sionalità di un agente diviaggio può indirizzare almeglio il cliente alla desti-nazione più adatta alle sueaspettative”. G.M.

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Nel risiko della gioiosa“guerra” del mare fatta di di-vertimento e relax, comecambia la geografia dellerotte, delle destinazioni edelle flotte messe in campoper il 2018? L’abbiamo chiestoalle principali compagnie dinavigazione.

Msc Crociere“Oltre a presidiare il Medi-terraneo – spiega LeonardoMassa, country managerItalia di Msc crociere -avremo una forte crescita delnord Europa, con 4 navi, suMiami, dove le navi divente-ranno 3 in questo inverno, esull’area caraibica, il SudAfrica, la Cina. La novitàprincipale dell’inverno èquella delle due navi negliEmirati Arabi, una con il per-corso classico e richiestissimoda 7 notti con due itinerari el’altra fino a 14 notti che por-terà i nostri passeggeri allascoperta dell’India. A giugno,poi, inaugureremo la MscSeaview a Civitavecchia, chedebutterà nel Mediterraneooccidentale, e altre 2 unità nel2019. I nostri prodotti vannodai 2 giorni di vacanza ai 118giorni, con il nostro primogiro del mondo che partiràl’anno prossimo e che è giàtutto esaurito: questo dàl’idea di una gamma moltoampia, elemento che unito al

braio per la prima volta propo-niamo crociere che toccanoThailandia, Cambogia e Male-sia: tre nuove destinazioni, cheampliano in maniera impor-tante l’offerta verso Oriente. Itrend di prenotazione ci diconoche il 2018 sarà un anno moltopositivo per i “grandi classici”Costa: il Mediterraneo, che pre-vede un’ampia programmazionedi crociere di durata variabileda 3 a 16 giorni, e le crociere delNord Europa, da 7 a 14 giorni,con tappe tra fiordi, capitali bal-tiche, Capo Nord e Islanda”.

pricing differenziato in basealle stagioni sulla stessa de-stinazione risponde alle esi-genze di tutti i tipi di clien-tela”.

Costa Crociere“Per quanto riguarda le de-stinazioni – racconta CarloSchiavon, direttore com-merciale e marketing Italiadi Costa crociere - la novitàprincipale è la nuova pro-grammazione Giappone, cheabbiamo esteso a tutto il2018. Inoltre, fino al 7 feb

Royal Caribbean“Le principali novità per il2018 riguardano il varo dellanuova Symphony of the Seasdella Royal Caribbean Inter-national – ci spiegano dallacompagnia illustrando lamilestone più rilevante deiprossimi mesi - che debut-terà a marzo e che per la suaprima stagione opererà inEuropa. Questa nave per lesue caratteristiche ridefiniràil concetto di crociera, of-frendo a bordo una serie diattività e di esperienze che si

Norwegian cruise line“Il 2018 – racconta FrancescoParadisi, senior managerbusiness development perl’Italia di Norwegian cruiseline - sarà un grande anno. Adaprile inaugureremo la Nor-wegian Bliss, la sedicesimanave della nostra flotta. Pro-gettata su misura per un'espe-rienza di crociera senza eguali,Norwegian Bliss offrirà una va-sta gamma di attività emozio-nanti – tra cui la più lunga pistadi Go Kart in mare, famosi spet-tacoli di Broadway e opzioni dialta ristorazione. Durante lastagione inaugurale estiva, lanave offrirà crociere in Alaskadi 7 giorni. Da novembre 2018porterà invece gli ospiti ad am-mirare i tramonti caraibici Di-spiegheremo nuovamente cin-que navi nelle acque europee,tra cui la Norwegian Breaka-way che sostituirà la Norwe-gian Getaway sulla rotta bal-tica per offrire spettacolaricrociere con scali a Tallinn,San Pietroburgo, Helsinki,Stoccolma, Copenhagen eWarnemünde”. Quanto alledestinazioni top, “le crocierein Europa sono ancora moltopopolari per via della vici-nanza, mentre quelle a lungoraggio stanno diventando sem-pre più richieste, come gli iti-nerari nei Caraibi e negli StatiUniti, in particolare in Alaskae alle Hawaii”. G.M.

trovano soltanto sulle naviRoyal Caribbean. Come ilBionic Bar, l'unico bar abordo di una nave da cro-ciera gestito da barman-ro-bot firmato da Makr Shakr,l’iconico AquaTheater, dedi-cato alle acrobazie dallegrandi altezze, e l'UltimateAbyss, lo scivolo più alto cheesista su una nave da cro-ciera. Inoltre, un maggior nu-mero di cabine con vistamare, le Ultimate FamilySuite, con possibilità di ospi-tare nuclei familiari fino a 8persone, i quartieri di Boar-dwalk e Central Park, le nu-merose possibilità di ristora-zione o di un semplice drink,gli spettacoli di altissimo li-vello. Symphony of the Seas,salperà nell'aprile del 2018per una stagione estiva nelMediterraneo toccando iporti di Barcellona/Palma diMaiorca (Spagna), Provenza(Francia), Firenze/Pisa,Roma e Napoli (Italia). Apartire dal 24 novembre 2018,Miami diventerà per tuttol’anno la casa della Symphonyof the Seas, che salperà dalnuovo terminal A di Port-Miami per crociere di settenotti tra i Caraibi. Per quantoriguarda in assoluto le metepiù gettonate, accanto al Me-diterraneo troveremo i Caraibiin generale ma anche il nordEuropa, per l’estate 2018”.

Canale agenziale sugli scudi,per il comparto delle cro-ciere. Attraverso nuovi stru-menti commerciali o affi-dandosi al booking piùclassico, le compagnie con-tinuano a puntare molto sul-l’intermediazione delle a-genzie di viaggio. Ce loconferma Costa Crociere:“La grande novità commer-ciale del 2018 si chiama Su-per All-Inclusive, la nuovapromozione che permette alcliente di acquistare già inagenzia di viaggio, a unprezzo molto vantaggioso, lapropria esperienza a bordocomprensiva di tutti i servizi,quali le quote di servizio, ilPacchetto acqua e l’assicura-zione Early Booking, che pre-vede la possibilità di annul-lare per qualsiasi motivo la

crociera fino al giorno dellapartenza con il rimborso to-tale di tutte le spese. Si trattadi una nuova formula piùtrasparente e convenienteperché dà la possibilità alcliente di essere certo dellaspesa finale della propria va-canza fin dal momento dellaprenotazione. La nuova for-mula è, inoltre, molto pre-miante anche per gli agentidi viaggio che, vendendo lecrociere con la formula ‘tuttoincluso’, vedranno incremen-tare la propria remunera-zione”. Msc crociere spiegainvece che “le agenzie diviaggio rimangono al centrodella nostra strategia com-merciale: vogliamo esseresempre più presenti nelloscaffale delle adv e nello scaf-fale mentale dei clienti. Se

Adv regine nella scacchiera del tradeoggi il cliente collega Msc aiviaggi nei Caraibi, nel nordEuropa e nel Mediterraneo,vogliamo diventare la desti-nazione per qualsiasi tipo diviaggio: il lungo raggio versol’Oriente, il sud America,l’Africa, le crociere transatlan-tiche, i giri del mondo da 118giorni. La seconda area disfida è nell’interpretare le esi-genze dei nostri clienti, in par-ticolare sull’attività di anticipodelle prenotazioni. Siamo con-vinti che ci siano clienti in Ita-lia disposti a programmare,con numeri differenti, ben ol-tre i 3-6-8 mesi attuali, anchecon 1 anno e mezzo o 2 annidi anticipo. Per questo stiamoinvestendo sulla formazione,per avere agenti di viaggio ca-paci di raccontare una gammadi prodotto così diversificata

come la nostra, con un’offertain continuo aumento”. Nor-wegian cruise line rivela che“nel 2018 investiremo mag-giormente nelle destinazioni

Usa, come Alaska e Hawaii,così come nei Caraibi, quindistiamo collaborando connuovi tour operator, come adesempio Alidays, che ci so-

sterranno in questo percorso.Lavoreremo più strettamentecol trade attraverso promo-zioni, roadshow, webinar evisite navi”. G.M.

Crociere

La programmazione delle compagnie, tra i battesimi dei nuovi giganti del mare e gli scali inediti

Navi, rotte, destinazioni: ecco tutte le novità in arrivo

1522 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUS

Due navi da crociera ormeggiate a Turks e Caicos

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Nel mondo operano circa1.300 traghetti oltre 1.000 Gt(tonnellate lorde) e migliaiadi traghetti più piccoli, oltrea 1.800 traghetti veloci. L'in-dustria globale dei traghettitrasporta 2,1 miliardi di pas-seggeri all'anno, più 250 mi-lioni di veicoli e 32 milioni dirimorchi. A titolo di con-fronto, l'industria delle com-pagnie aeree commercialitrasporta 2,3 miliardi di pas-seggeri all'anno. I ferry sonodunque un importante dri-ver economico nel commer-cio e nel turismo e questosettore oggigiorno trova dif-ficile rimanere pienamentein sintonia con le ultimesfide e opportunità che ven-gono poste dalla virulentaevoluzione in corso sotto di-versi profili: regolamentare,tecnologico, organizzativo,sociale, geopolitico.

Forte regolamentazioneL'industria dei traghetti,come tutto il settore marit-timo, è fortemente regola-mentata in termini di impattoambientale e sicurezza ,ri-guardo alla progettazione, co-struzione, riparazione, ope-razioni, equipaggio ecc. Lenavi che operano esclusiva-

mente all'interno dei confinidi una nazione sono regolateda quella nazione. Tuttavia,molti Paesi basano le loronormative nazionali suglistandard Imo InternationalMaritime Organization. Unsistema di regolamenti com-

pleti e pratici, unitamente adun'efficace applicazione dellanormativa, ha permesso altrasporto marittimo di essereuno dei modi di trasporto piùsicuri nella maggior parte delmondo. Tuttavia gli incidentiaccadono, e una parte fonda-

Tecnologia, sicurezza ed esperienza del cliente: sono i tre temi chiave di un settore vitaleper il commercio e il turismo

I tre campi di sfida dei ferry16 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

mentale di un sistema di si-curezza è garantire che le le-zioni sugli incidenti siano bendocumentate e diffuse. Ciò ri-chiede procedure approfon-dite per le indagini sugli in-cidenti. Le lezioni devonoessere comunicate sia agli

In questo ambito fondamen-tale è il ruolo giocato dai so-cial media - molto potentiper i giovani, che si fidanol'un l'altro più che delle ‘mar-che’ - nella costruzione dellarelazione con il cliente, mi-gliorando il supporto del ser-vizio e la reputazione attra-verso la capacità di con-frontarsi direttamente con isostenitori e con i detrattoridel servizio offerto. Lo scopoè anticipare i clienti prima cheparlino della compagnia aterzi. L'uso dei telefoni cellulari- non solo come un canale diacquisto veloce e conveniente- è stato evidenziato come unaiuto sempre più prezioso nelgenerare fidelizzazione albrand da parte dei clienti.Non dimentichiamo anchecome, nel giro di un decen-nio, i cosiddetti millennialspotrebbero diventare la fettapiù grande degli utenti diferry. Questa cospicua fasciadi consumatori dell'ospitalità

Traghetti

operatori che ai regolatori inmodo che la prevenzione e larisposta possano essere con-tinuamente migliorate.La moderna ferry industryoggi affronta sfide (ed al con-tempo opportunità) inedite,che vanno da quelle poste dai

carburanti alternativi all’in-cedere dei social media edelle nuove modalità di mar-keting e prenotazione dei bi-glietti, come ricordato anchealla recente 42a conferenzaannuale di Interferry tenutasia Spalato, in Croazia, dove370 delegati hanno rappre-sentato 210 operatori marit-timi, e fornitori di 27 Paesi,condividendo le principali te-matiche di approfondimentosulle tecnologie delle navi, suiproblemi della sicurezza (in-clusa la sicurezza informa-tica) e sull’esperienza delcliente passeggero. Queste trein effetti sembrano essere learee di maggiore impattosulla gestione dei ferry nel-l’attuale fase storica, in cui lecompagnie di navigazionestudiano il proprio prodottoanche in base alle possibilitàdi allargare la forbice tra, daun lato i ricavi addizionaliderivanti dall’apertura dirotte innovative e dalla pro-posizione di servizi offerti abordo e, dall’altro, la delicataarea dei costi (di cui alcunisono voci totalmentenuove). Questo confronto serrato evi-denzia il potenziale di redditoe di risparmio nelle tre areechiave sopracitate. .

Digitalizzazione, un must inderogabilee dell’industria dei viaggi saràanche disposta a pagare dipiù per avere in cambio espe-rienze uniche e migliori ri-spetto a quelle tradizionali.Ma vi sono altri fattori eso-geni nella pianificazione dellelinee di traghetti da conside-rare in un mondo in cui ilmodello di business è moltocomplicato anche da ‘variabiliimpazzite’ come la Brexit, peresempio, o gli attacchi terro-ristici che sembrano non piùrisparmiare i Paesi occidentali.Sotto queste premesse forieredi diversi grattacapi, l'indu-stria dei traghetti continua aessere piuttosto frammentata.In tutto il mondo, ed anchein Italia, siamo di fronte a uncontinuo processo di conso-lidamento con impatti sullacompetitività e sugli investi-menti.Precisamente l’Italia dei tra-ghetti (dopo la Grecia, il se-condo mercato del Mediterra-neo, che vale circa 550 diversi

collegamenti regolari) va sem-pre più verso una ‘polarizza-zione’, ovvero un mercato intendenziale duopolio. Quasipleonastico fare i nomi dei dueoperatori leader che sovrastanodi una spanna gli altri concor-

di mercati nuovi e di rotteinesplorate per ‘abbordare’una torta da 40 milioni dipasseggeri l'anno.È il caso di Corsica Ferriesche nel 2018 aprirà un ineditocollegamento dalla Francia

verso le Baleari. O di GrandiNavi Veloci che sta puntandola prora verso il Nord Africa- con la Nador del Maroccoin particolare raggiungibileda Sète in Francia – e che rap-presenta il terzo incomodofra i due grandi litiganti, pureessi napoletani (di origine)come Aponte, che oltre aGrandi Navi Veloci controllaSnav.Dopo questi tre big, appuntola Corsica Sardinia Ferries,rilanciata dalla cessione del-l’intero pacchetto azionarioad un management coeso; ipartner Franza e Matacenache operano coi marchi Ca-ronte Tourist e New TTTLines), la Liberty Lines (exUstica Lines fino al 2016) diMorace. Ridotte a presidi dimercati territoriali molto lo-cali, le altre compagnie dinazionalità italiana, qualiAlilauro, Adria Ferries, Me-dmar, Traghetti delle Isolee Blunavy A.S.

di Angelo Scorza

renti: Gruppo Grimaldi eOnorato Armatori (Moby eTirrenia). Ma gli altri playernon accettano di giocare unruolo da comprimari e pro-vano comunque a giocare leloro carte, magari alla ricerca

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Per un settore costante-mente turbato dal fluttuanteprezzo del carburante, la ca-pacità di ridurre i costi delbunker e raggiungere gliobiettivi di emissione che sa-ranno presto resi coercitivi,è estremamente allettante eineludibile. Gli operatori ditraghetti nel Mediterraneohanno manifestato le loropreoccupazioni per quantoriguarda il rispetto del limitedi emissioni di zolfo dello0,5% dai loro mezzi navaliprevisto per il 2020, comedeadline insindacabile. Se-condo stime precise l'uso dicarburanti a basso tenore dizolfo, come imposto dallenuove regolamentazioni,comporterebbe un aumentodei costi di 2 milioni di euroall'anno in media a singolanave per una flotta tipo. Perquesto motivo sono statesviscerate alternative fattibilicome il Gnl quale carbu-rante, che però normalmentesi ritiene più adatto alle bassetemperature dei freddi maridel Nord Europa, senza con-siderare la grave problematicadella sussistenza, in ambititemporali ridotti, di stazionidi rifornimento del gas me-tano in numero minimo suf-ficiente. Oggi sono già inservizio 77 navi alimentatea Gnl con altre 79 già in or-dine; ma la direzione indi-cata dalle nuove tecnologiedei moderni bunker è tut-t’altro che univoca. Oltre adalternative al momento piùfantascientifiche o comun-que futuribili quali il bio-fuel e anche l’idrogeno, sifa un gran parlare ancheper i traghetti di propul-sione ibrida o persino to-talmente elettrica. L'espe-rienza della finlandeseWärtsilä che studia i tra-ghetti ibridi ed elettrici giàdal 2005, dovrebbe essereilluminante. L'energia elet-trica rinnovabile rimane lavera svolta. Le nuove tec-nologie di accumulo con-sentono la ricarica dellebatterie in pochi minuti, alcontempo riducono forte-mente le emissioni in osse-quio alle vigenti e futurenormative. Anche per quanto riguardal'elettrificazione si pone ilproblema di come, e dove,produrre l'elettricità. Se in-fatti l’energia elettrica sicontinua a produrre usandocombustibili fossili come ilcarbone, si sta solo spo-stando le emissioni daqualche altra parte.

Due facce della stessa medagliaVa notato che efficienza e si-curezza sono due facce dellastessa medaglia. Il progettoSailSafe, in corso presso lacompagnia Bc Ferries delCanada, sta attualmente fa-cendo risparmiare 2 milionidi dollari all'anno sull'assicu-

razione e si stima che i rischidi incendio elettrico siano insensibile riduzione. Fra le al-tre spine nel fianco degli ope-ratori dei traghetti si collo-cano anche la cyber-pirateria,che ogni giorno crea nuoveminacce a chi gestisce la stra-tegia di gestione della sicu-rezza anche per una compa-

gnia di ferry. Per evitare unforte impatto sulla reputa-zione e sulle finanze, leaziende dovranno produrreuna checklist che comprendavoci come la sicurezza del fi-rewall, l'uso di controlli anti-virus e di accessibilità. Laconnettività di telefonia mo-bile e internet è una parola

chiave ai fini della digitaliz-zazione. Il big data mininge i social media sono fattorifondamentali per ricostruirel'esperienza del cliente e,una volta ottenute tali ‘dritte’,aumentare i profitti. Coinvolgere i clienti nellosviluppo della propria of-ferta è diventato un must;

una volta delimitato il peri-metro di bisogni e desideridei passeggeri, si può pen-sare a come creare valore. Lemoderne compagnie di tra-ghetti istruiscono i loro di-pendenti a pensare a met-tersi nei panni del clienteper meglio focalizzarne lenecessità. A.S.

Riduzione dei costi del bunker e raggiungimento di obiettivi in termini di emissione

Il nodo del carburante e il tema dell’efficienza

1722 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUSTraghetti

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Lo scenario della distribu-zione organizzata è semprepiù concentrato in mano apochi gruppi, 3-4, che si gio-cano la partita, con alcunipiccoli spostamenti da unpolo all’altro. Non sono man-cate, però, operazioni tra lereti, che si pongono come ra-gionamenti di economie discala. Siamo di fronte a net-work di medie dimensioniche rivendicano la loro auto-nomia, ma anche legittimitàdi azione, avvalorata daglianni di presenza sul mercatoda parte di chi li guida. Ilfronte degli “indipendenti” èforte della propria libertà discelta (soprattutto verso i for-nitori) e si sente di poter ag-gredire il mercato anche sedalla sua ha una numerica dimedie dimensioni, ma laforza, ora, sta proprio nel po-ter scegliere. E’ una partitache si gioca sul fronte dellaspecializzazione, del posizio-namento e dei servizi offertialle adv. Il tutto condito daun rafforzamento della filieraverticale che si muove in duedirezioni. Non c’è più solo laproduzione che si crea la suarete distributiva, facendooperazioni di ingresso nei ca-pitali, ma ora c’è anche la di-stribuzione che inizia a det-tare le regole, facendo il suoaffondo nel mondo del touroperating. Intanto, il mercatoassume forme più nette e di-stinte. Forse potrà spaccarsi

in due, richiedendo di farescelte ben precise con chischierarsi. Alcune reti hannogià cominciato a farlo e nellapartita con i fornitori la pa-rola chiave non sembra esserepiù selezione, quanto piutto-sto esclusività, di rapporti, dicondizioni e di servizi, in unoscambio che deve essere daambo le parti.

La carica dei 300“Anche i network da 300 advpossono fare storia”. A pro-nunciare questa frase è IvanoZilio, presidente di Prima-

rete Travel Network. Nonsolo grandi numeri da quat-tro cifre, ma anche medie di-mensioni, quindi, sebbeneZilio, oggi al comando di unpolo da 300 adv, miri a rag-giungere quota 500 entro il2020. “E’ il nostro traguardo,la cifra giusta per essere bencollocati nella media distribu-zione”, afferma il manager.Mdo, una sigla che ricorre nelsuo manifesto programma-tico. Intanto, Primarete hafatto il suo ingresso nel capi-tale di Travelbuy, networkdinamico, tecnologico, che

Si rafforza lo scenario in mano a pochi gruppi, nascono nuove realtà, si stringono operazioni di collaborazione, mentre diventa sempre più netta la distinzione tra Gdo e Mdo

Le reti tra poli e economie di scala 18 22 Gennaio 2018 - n° 1539FOCUS

sta portando avanti un pro-getto che l’amministratoreunico Alfredo Vassalluzzodefinisce “polo d'agenzia”. Unnuovo concetto che prevededi fare in modo che “un unicointerlocutore, titolare, possaavviare non una sempliceagenzia di viaggi, ma un poloche copra comuni limitrofi eche sia specializzato in deter-minate attività”. E’ anche ilnetwork delle startup. Adoggi ha 89 filiali pù 8 in aper-tura, “contiamo di arrivare a110 filiali entro dicembre2018”, afferma Vassalluzzo.

Primarete e Travelbuy hannosposato il progetto Blunet, dicui faceva parte anche Mi-sterHoliday, che però ha se-guito una strada diversa, vistoche (ad ottobre 2016) Volon-line è entrato nel capitale so-ciale del network al 65%. Il5% delle quote è stato rilevatoda Stefano Romani, titolaredella società Td Consulenzee attuale collaboratore di Vo-lonline, mentre il restante30% è detenuto dai fondatoridi MisterHoliday, Fabio Bi-gnotti e Laura Sandrini, conun 15% paritetico di quote.Ad ottobre 2017, ad un annodall’operazione, Luigi Deli,a.d. di Volonline afferma dinon essere interessato “all’ac-quisizione del 100% dellequote” del network. Il mo-tivo? “Sono convinto che laproduzione non debba control-lare la distribuzione - afferma-, l’equilibrio e i risultati mi-gliori si ottengono mante-nendo una netta separazionetra queste attività, che devonoconvivere in sinergia”.

Torna il modello consortileIntanto il nome di StefanoRomani ricorre anche inun’altra operazione che sichiama Team Valore. Unmodello consortile doveognuno è socio del network.L’idea dell’azionariato diffusonon è nuova, ha avuto già deipredecessori nel settore (Itn,

G40, One!). Team Valore èstata fondata a maggio del2017. Ad oggi conta “circa 25affiliati, che equivalgono peròa molti più punti vendita sulterritorio”, spiega Romani, re-sponsabile del progetto, di-chiarando di puntare “ad unmassimo di 100/120 agenzie”.A suo dire Team Valore “nonpuò essere definito un networknel senso tradizionale” inquanto “la sua struttura oriz-zontale non ricalca la strut-tura piramidale complessa conimponenti costi fissi che carat-terizza la maggior parte dellereti distributive”. Il managerlo definisce un “consorziocomposto da imprenditori chevogliono fare rete fra loro”.

Nuove realtà Tra i debutti sul mercato il 1°febbraio 2017 è nato Enjoy, ilnetwork dall’anima tecnolo-gica. Attualmente sono 82 ipunti vendita, “vogliamo ar-rivare oltre le 100 agenzie - di-chiara Silvio Paganini, a.d. edirettore generale Enjoy -My Travel Network -. L’obiet-tivo di crescita per il 2018 èconservativo e la strategiacommerciale attenta alla sele-zione delle adv”. Enjoy ha“un’organizzazione snella e di-namica”. Tra le sue strategiesta sviluppando “la negozia-zione diretta con i fornitori perottenere condizioni migliori afavore delle adv”. Il network ènato con un dna indipen-dente. A quanto ci risulta, invirtù di questa sua caratteri-stica e della politica sui for-nitori, non sarà più nelgruppo Blunet, ritenendo cosìdi poter proseguire con leproprie gambe.

PartnershipFrigerio Viaggi Network hastretto una partnership conGpt, Gruppo ProfessioneTurismo. A seguito di ciò le26 adv del Gruppo Profes-sione Turismo sono diventateaffiliate Friends di FrigerioViaggi Network, che superaquota 85 tra adv e consulenti.Intanto a dicembre Nuoveva-canze Travel Network comu-nica di aver acquisito AriaNetwork. In questo modo larete capitanata da CorradoLupo raggiunge quota 200punti vendita. Un’operazioneche forse non sarà l'unica,stando a quanto dichiarato daLupo: “Sono aperte altre trat-tative finalizzate a nuove ac-quisizioni, in quanto il nostroobiettivo nei prossimi 2 annisarà quello di raggiungere i500 punti vendita”. .

La chiusura dei codici daparte di Costa Crociere aBluvacanze (per ragioni dinatura commerciale) si ponecome evento spartiacque nelsettore. Ci si chiede se il mer-cato si spaccherà in due. C’èchi pensa di sì, chi non è d’ac-cordo e chi trova conferma diuna polarizzazione, semprepiù netta, della distribuzioneturistica organizzata, oltre aduna accelerazione verso l’in-tegrazione verticale. Qual è lo scenario che ci sipuò prefigurare? Difficilepensare che Msc, ai verticidell’altro polo distributivo,possa decidere di fare laguerra a Costa, anche perchéla compagnia, a seguito diuna forte immissione dinuovo prodotto, nei prossimi

anni ha bisogno di un mer-cato sereno. Staremo a vederecosa accadrà e che tipo dievoluzioni ci potranno esserenel mercato. Intanto, c’è un al-tro polo su cui sono puntati iriflettori, viste le sue ultime

operazioni. Il gruppo di cuistiamo parlando è Uvet, cheha virato sulla filiera verticale.Il primo step è stata l’acqui-sizione di Settemari. Mossache porta una carica innova-tiva nel settore dove è la di-

stribuzione a fare un’opera-zione di acquisizione in am-bito tour operating. Il se-condo step ha visto l’ac-quisizione di Blue Pano-rama. Vettore che dovrà es-sere foraggiato. Come? Cre-ando un agglomerato, nonnecessariamente tramite ac-quisizioni, ma potrebbero es-sere anche alleanze, necessa-rie per sostenere le venditedella compagnia aerea. Ser-vono adv e servono t.o. Dob-biamo attenderci nuove mosseda parte di Uvet? C’è chi fapresente che se il “2016-2017ha visto la polarizzazione deicrocieristi, il 2018 vedrà unapolarizzazione sotto l’egida deivettori aerei”, prevede Mas-simo Caravita, presidente diMarsupio Group. Le reti in-

dipendenti che ruolo stannoassumendo oggi? “Sono ilpunto di forza del mercato,perché sono quelle più attenteai bisogni del cliente delle adv- asserisce Caravita -, inse-guono ciò che vuole il mercatoe fanno la partita con i forni-tori. Il cliente oggi è molto mo-bile ed ha bisogno di flessibi-lità, prodotto, consulenza,garanzia che sta trovandonelle adv”. Adriano Apicella,a.d. di Welcome Travel noncrede che tra due/tre anni cipotrà essere “un fenomeno dipolarizzazione così impor-tante. Non è il momento dicreare fronti contrapposti, ab-biamo in serbo delle novità chedimostreranno che la polariz-zazione non è tangibile per il2018-19”. S.V.

Si rafforza la filiera verticale

Distribuzione

di Stefania Vicini

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Il 2017 delle reti è stato posi-tivo in termini di vendite. Percapire come realmente è an-dato lo scorso anno bisognapartire dai dati sul tavolo.“Hanno chiuso diversi puntivendita, pertanto c’è un saldonegativo delle aperture versole chiusure, non eclatante, mapur sempre negativo”, fa pre-sente Luca Caraffini, a.d. diGeo Travel Network.L’aspetto positivo è che i net-work dichiarano più o menotutti “di avere incrementi difatturato generalmente a duecifre e l’inizio del 2018 ricon-ferma la tendenza in manieraforte, tra la prenotazione an-ticipata e un ritorno al viag-gio. Il tutto in uno scenariodove cala il numero di t.o. chesi possono considerare affida-bili, mentre i più grossi au-mentano sempre di più il loroshare. Per l’ennesima volta -afferma - lo scenario sul frontedei cambiamenti lo tiene inmano il tour operating”. Inquesto scenario, però, le advhanno minori possibilità discelta delle realtà con cui la-vorare. “Il che - sostiene Ca-raffini- va ad agevolare le retidi filiera verticale. Scenari,non nuovi certo, che sono par-titi da lontano, ma che si con-fermano giusti”. Massimo Caravita, presi-dente di Marsupio Group,parla di una leggera ripresa,con un andamento altale-nante delle vendite in adv.“Da parte del cliente c’è statauna forte enfatizzazione delleprenotazioni molto tempoprima o molto sottodata. Il cheforse spiega i picchi in terminidi vendita che hanno dovutoaffrontare le adv. I clienti,complice anche la politica lowcost, hanno imparato a sce-gliere periodi non per forza ca-nonici per fare le vacanze.Siamo di fronte ad un consu-matore preparato, dinamico,ma che non ha dimenticatol’adv”, asserisce il manager.Una conferma ultriore delfatto che l’adv è “attore del fu-turo del turismo. Non è spa-rita, così come, invece, è av-venuto per certe categoriecommerciali che sono scom-parse dal mercato”. Concorda in merito AdrianoApicella, a.d. di WelcomeTravel, nel momento in cuiasserisce che “il cliente cercaancora l’adv”, e quest’ultima“ha saputo evolversi, ha sa-puto presidiare l’offline e l’on-line ed ha visto nuovi clienti”. Il 2017 è stato “un anno disviluppo e di evoluzione dellereti con la finalità di avere

maggior caratterizzazione,condizioni economiche in cre-scita e innovazione di servizi”,sostiene Sergio Testi, diret-tore generale GattinoniMondo di Vacanze. Che cosaha insegnato il 2017 a net-work ed adv? “Ci ha insegnatoa tornare a credere in un mer-

cato stabile e in crescita, adavere importanti riscontri su-gli investimenti fatti e che ilcliente finale, molto attivo sulweb, preferisce chiudere le sueprenotazioni in agenzia dovepaga gli stessi prezzi o, a volte,anche meno”. Quanto agli sce-nari futuri ci sarà “una mag-

gior concentrazione di do-manda su poche grandi realtàdistributive”, sostiene Testi.

Le dimensioniIl panorama vede o adv sem-pre più piccole o sempre piùgrandi, a soffrire sono quelledi medie dimensioni, che poichiudono. “Ci sono adv pic-cole e dinamiche che lavoranobene e adv storiche che sistrutturano - spiega Caravita-, mentre altre si alleggeri-scono”. In ogni caso si con-ferma “l’importanza del puntovendita fisico, come si può ve-dere dalle mosse di mercatoche stanno avvenendo (Logi-travel che apre una adv a Ma-drid, ndr)”. Il fenomeno inatto nella distribuzione turi-stica è ciò che si sta verifi-cando nel retail moderno.“Per esempio nel settore del-l’abbigliamento i negozi pieni,sono quelli che propongonomarche - osserva Caravita -,perché nel discorso dell’omni-canalità il punto vendita fisicoè fondamentale in quanto so-stiene le vendite online e vice-versa”. Lo scenario futuro chesi prospetta? Secondo Cara-vita è probabile che, nei pros-simi anni, “ci si sposti versoadv che incominciano a darespazio alle marche distintive,che fanno capire al cliente ditrovarsi di fronte ad un formatche conosce”. Il manager parladi punti vendita che sarannoespressione di “una marca, diun format”. Attenzione però,perché i brand “dal punto di

vista dei network non hannola forza per seguire questotrend”, è un discorso che ri-guarda i big dell’online “chesi approcciano sempre di piùalla distribuzione fisica”. L’advdiventerà corner, “l’adv fisicasi veste di elementi altri. Latendenza di mercato c’è, per-chè esiste in altri settori”, sot-tolinea il manager, che non simeraviglierebbe più di tantose ci fosse “un Expedia cornerall’interno di una agemzia”.

La selezione dei punti venditaLa vittoria del networking. Il2017 ha portato ciò secondoAdriano Apicella, “la maggio-ranza dei volumi espressi èrappresentata dai network inuna logica di concentrazione,meno reti, ma più forti. Il mo-dello del network è vincente”.Semmai il dato che le reti de-vono affrontare è “la selezionedelle adv. E’ finito il momentodella rincorsa alla numerica,il vero banco di prova saràavere la capacità di misuraree trasmettere gli strumenti atutte le adv e far sì che ven-gano utilizzati”. I networkmettono sul piatto tante op-portunità, “ma poi quanteadv realmente le utilizzano?”.Per fare business servono glistrumenti, i servizi. Pertanto“solo le aziende realmenteconcentrate sul business utileper le proprie adv riescono acapire il mercato e a dare ri-sposte. Altri, forse – ipotizzaCaraffini – sono più distratti

da altre operazioni”. Il monitoè chiaro: “Bisogna essere piùconcentrati sul business cheserve alle affiliate”.

Le prove del 2018Il 2018? Potrebbe essere unanno “di mutamenti sostan-ziali per le attività delle adv”,fa presente Apicella, ponen-dole di fronte a prove impor-tanti. Il manager li chiama“cambi strutturali”. Il primo appuntamento è amarzo quando si dovrà fare iconti con la certificazione PsiDss, che riguarda l'accetta-zione delle carte di credito inadv che dovranno essere cer-tificate da un ente affinchèsiano in linea con la norma-tiva europea. “Sarà uno spar-tiacque che prevede dei costiper le adv e i network do-vranno supportare le proprieaffiliate”. Le carte di credito sono or-mai uno “strumento di lavoro- afferma Apicella -, il 60%della biglietteria è pagato daiclienti con carta. Sul fronte tu-ristico si attesta intorno al30/40%”. Sempre a marzo cisarà la riunione Iata per la ri-definizione della reso Iata 812che andrà a sostituire la resoIata 890. Il che, a detta del ma-nager, “impatterà molto sulleadv”. A luglio entrerà in vigore lanuova normativa europea suipacchetti, inoltre, c’è semprel'obbligatorietà di adesione alFondo di Garanzia da partedelle agenzie. S.V.

I possibili scenari e i cambiamenti da affrontare

L’adv diventerà corner di un brand

1922 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUS

Come sarà lo scaffale 2018delle adv, come dovrà esserecostruito? Ci saranno grandivariazioni rispetto al 2017?Secondo Apicella “no”. Si con-fermerà importante “il vo-lume espresso dalle adv sulMare Italia, così come il tailormade. Potrebbe crescere - fapresente il manager - la partelegata all’Egitto, si registra unincremento dei volumi ed unamaggiore attenzione verso ladestinazione”. Certo biso-gnerà comprendere comeevolveranno alcune situazioni(pensiamo a Balkan Express).Tra i dati di fatto si rileva una“crescita importante delle cro-ciere, già nel 2017 sul 2016, eil prodotto charterizzato do-vrebbe essere in linea con l’an-damento di mercato”, affermaApicella. Anche in questocaso si dovrà vedere le con-seguenze che ha la scelta di“Meridiana di abbandonare ilsegmento”. Bisognerà “striz-zare l’occhio all’advanced boo-king - aggiunge il manager -,

da due anni è una tendenzaconsolidata e lo è anche per il2018. Basti dire che la base diordini di t.o. e crociere ha unacrescita importante sul 2017 eche ora si vendono le crociere2019”. Luca Caraffini, a.d. di GeoTravel Network, si soffermasul compito che ha un net-work con un posizionamentosu scala nazionale. A suo dire“deve offrire alle adv unagamma di operatori ampia,per rispondere alle esigenze dimercato tra Nord e Sud, chesono differenti”. La lista,quindi, “deve restare ricca. Ciòche vediamo in termini dicomportamento da parte delleadv, è che sono concentrate an-cora su di un paniere ampio,per non perdere nemmeno unapratica”. Se si dà uno sguardoal passato ci si ricorderà chebastava “chiamarsi networkper avere commissioni mag-giorate, ora i t.o. più grandi ri-conoscono commissioni mag-giori grazie al proprio net-

work, ma spesso ci sono rangecommissionali in base al ven-duto e se non ci si concentracome agenzia si rischia di la-vorare con commissioni piùbasse”. In pratica lo “scaffaleresta ampio, ma il totale dellevendite si sta concentrando”.E questo è un trend nel qualenon solo il proprio networksi riconosce, ma che secondoCaraffini “è un discorso dimercato”.

Le partnership con i t.o.Servizi. E’ l’altro aspetto sucui focalizzare l’attenzione.Per l’a.d. di Geo lo scenariodei network mostra “un ap-piattimento delle strutture ca-paci di erogare servizi, con po-chi spunti innovativi da partedi tutti”, fa presente in terminigenerali il manager. Si la-menta una mancata capacitàdi elaborare “un differenzialenel service”. A suo dire, la veradifferenza la faranno “i net-work sulla base delle partner-

ship strette con i tour opera-tor”. Premiante sarà avere unufficio commerciale dina-mico e una buona capacitàcontrattuale. “Vedo dai nostrinumeri uno scenario che raf-forza la presenza del t.o. Sitende a dire che si disinterme-dia, noi, invece - aggiunge Ca-raffini -, vediamo una crescitaopposta”. Se la partnershipcon i t.o. risulta fondamen-tale, non ci si deve dimenti-care la forza che hanno igrandi network. “E’ chiaro -afferma -, che la decisione daparte di una rete (di un certopeso numerico) di escluderealcuni fornitori (rompere uncontratto con un tour opera-tor, ndr) fa la differenza, inquanto non essendo più visi-bile nei siti delle adv aderentia quella rete e nei cataloghi,va da sé che è una decisioneche può fare male all’operatorestesso”. Questo perché “oggi inetwork gestiscono la tecnolo-gia dell'agenzia, ma anche lapresenza cartacea con volan-

tini/cataloghi personalizzati,marketing e quant'altro”.

La ricetta giusta“Il più completo possibile”, do-vrà essere così lo scaffale diagenzia del 2018. “Sul frontedella distribuzione organizzata,l’evoluzione di mercato ha por-tato ad una mutazione nellarelazione con i t.o”, affermaPaola Frigerio, direzione net-work Frigerio Viaggi. La ma-nager osserva che l’elevato li-vello di consulenza richiestoalle adv “ha portato ad unacrescita professionale e alla ne-cessità di ampliare il panel difornitori, inserendo anche iDmc per rispondere rapida-mente e con il miglior prezzo”.Oggi “lo scaffale di successo diun’adv non deve essere costi-tuito solo da pacchetti va-canza da intermediazione, madeve includere anche il tailormade e contemplare altre ti-pologie di turismo, come quel-lo esperienziale di prossimità.Riteniamo che il traffico gene-rato da quest’ultimo segmentosia molto interessante per red-ditività nonostante il valore ri-dotto della spesa media; cono-scenza dei bisogni dei viag-giatori e relazione continuativache induce ad una più agevolefidelizzazione, grazie al rap-porto spesa contenu-ta/espe-rienza di valore”. S.V.

Lo scaffale 2018? Ampio, ma con vendite concentrate

Distribuzione

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Dinamico, composito, mute-vole, competitivo. Sarà così ilturismo nel 2030. E la do-manda, come si evolverà?“Sarà più articolata, in au-mento, diversa, globale ed esi-gente”. Una fotografia daicontorni precisi quella scat-tata dal professor DomenicoDe Masi, sociologo del lavoroe autore dello Studio Turismo2030, promosso dalla Com-missione Turismo del M5SCamera, e realizzato con lacollaborazione di 11 studiosidi turismo, appartenenti a di-verse discipline. Una domanda frutto del-l’identikit del “viaggiatore fu-turo”, che cercherà “espe-rienze di qualità e complessivein cui poter attivare emozionipositive, autonomia, senti-menti, gioia, utilizzo dei sensie molta libertà”, esprime il so-ciologo del lavoro. “Acqui-stando un’esperienza, il turistapagherà l’impiego virtuosodelle sue risorse più impor-tanti (il denaro), ma soprat-tutto il tempo, l’impegno e l’at-tenzione”. In tutto ciò come evolverà ilmarketing del turismo? DeMasi fa presente che nel 2030“si impiegheranno strumentidi indagine con cui conoscerele diverse tipologie di turisti,con cui mappare le risorse,promuovere il territorio, co-struire holiday planning indi-viduali, aggregare material-mente e digitalmente i seg-menti del sistema”.Ciò che avverrà sarà un pas-saggio “dal marketing dei ser-vizi a quello emozionale”.Un’evoluzione che porterà adadottare nuovi approcci emodalità, dove si fanno stra-da nuove parole chiave. “Sipunterà sulla costruzione diatmosfere, sulla testimonianza(presa diretta guidata da fotoe video), sullo storytellingcome narrazione puntuale eautentica dei luoghi - osservalo studioso -, si lavorerà suidesideri dei potenziali ospiti esulla capacità di proporrenuove suggestioni”.

Le nuove sfideLe prossime sfide di marke-ting che dovranno essere af-frontate dai vari stakeholderdel settore prevedono di do-ver affrontare una serie dipunti. A partire da una "ac-centuazione del marketing di-gitale, l’uso strategico del web3.0 e 4.0 e le sue evoluzioni”.In particolare “l'utilizzo deibig data in una logica di seg-mentazione e di previsione, losviluppo delle strategie di

brand, l'utilizzo dei dati digeo-referenziazione”. Rien-trano in quest’ottica “la per-

sonalizzazione delle espe-rienze e delle offerte di va-canza, oltre allo sviluppo di

strategie Crm e la capacità digestione della domanda a li-vello sia nazionale sia locale

in presenza di operatori digi-tali di grande dimensione”.In quest’ottica la strategia daadottare dovrà tenere contodi alcuni aspetti ed essere“più efficace nel privilegiare ipoli turistici di eccellenza, for-mare le professionalità, gestirele risorse. Inoltre - fa presenteDe Masi -, i vecchi modelli difiliera verticale saranno sosti-tuiti da modelli situazionali avolte temporanei, alcuni, oriz-zontali, altri a rete, altri an-cora intrecciati. Si utilizze-ranno nuove architettureinformatiche per incrociare idati sul piano metodologico eculturale”.

La piramide rovesciataA proposito di come do-vranno cambiare i modelli difiliera, secondo GianfrancoBattisti, presidente di Feder-turismo, servirà “un approc-cio da ecosistema e non piùverticale”. Bisogna tener pre-

sente che quando si parla diturismo ognuno fa la suaparte, anche il tassista giocaun ruolo importante nell'ac-coglienza al turista, essendoparte integrante della filieraed anche tra i primi che sivanno ad interfacciare con lui.“Alberghi e t.o. sono parte im-portante dell'ecosistema, madove sono presenti tutti. Perquesto si deve aggregare tuttala filiera del sistema. La sfidaè affrontarla dando maggioresostegno all'iniziativa privata.Si è rovesciata la piramide e siaprono nuovi scenari sul frontedelle professioni”. SecondoBattisti una posizione cheavrà “un grande futuro èquella del digital marketingstrategy. Un altro tema è quellodel data protection. Entromaggio bisognerà mettersi inregola. Uno su cinque lo hafatto, ci sono 42mila nuovi po-tenziali occupati che stiamosottovalutando”. S.V.

I vecchi modelli di filiera verticale saranno sostituiti da modelli situazionali, orizzontali, a rete

ll marketing del futuro sarà emozionale

2122 Gennaio 2018 - n° 1539 FOCUS

Come avverrà il passaggio damarketing del turismo tradi-zionale a esperienziale? In pri-mis bisogna tener presenteche “il mondo social occupauna parte importante del mar-keting turistico”, mette in lucePietro Ferraris, presidentedell'Associazione StartupTurismo. Oggi è cambiato tutto, “siamoinfluenzati da più parti e per-sone, ci sono gli influencer chevanno ingaggiati, seguiti, perveicolare un messaggio e sicerca di imitarli. Siamo arri-vati al punto che se si fa unviaggio e se non lo si posta suicanali social ci si chiede se siastato fatto veramente”. A ri-prova del fatto che diventasempre più importante “po-stare, condividere, si passa cosìdal marketing alla gestione diciò che avviene nella destina-zione”. C’è una parola chiave dallaquale non si può prescindereed è intelligenza artificiale,tutto ciò che è ad essa colle-gato “avrà un ruolo semprepiù importante, forse non fon-damentale. Se dobbiamo an-dare da A a B chiediamo a

Google map. Ciò che tantestartup oggi stanno cercandodi fare è usare l'intelligenza ar-tificiale per consigliare o diredove andare”. Non funzionaancora, ma da qui al 2030 saràuno scenario interessante e “ibig data saranno cibo per l'in-telligenza artificiale”.

Gli assistenti virtualiOggi l’ispirazione la si cercanei social, “in futuro potremofidarci degli assistenti virtualipersonali - asserisce Ferraris-. Negli Stati Uniti le startuplavorano e raccolgono investi-menti importanti sull'intelli-genza artificiale”. In Italia edEuropa cosa accade? C’è “untrend forte delle nicchie. È ciòche sta emergendo. Cercano diritagliarsi spazi non copertidai grossi operatori. E propon-gono la vacanza con gli amicia quattro zampe, per gli a-manti dello sport, creando mi-cro cluster figli di una do-manda sempre più evoluta”.Ricordiamoci che “la gentenon fa più il grand tour d'Ita-lia, ma ha esigenze specifichee il marketing dovrà tenerneconto”.

La seconda rivoluzioneI big data saranno la nuovapassword e l'accesso al realtime è fondamentale. Non hadubbi in merito Luca Ro-mozzi, responsabile per lepartnership con gli enti delturismo come sales directordi Sojern, compagnia ad-techdi San Francisco. “Per fare ilnuovo marketing bisogna te-nere in considerazione che ilconsumatore di oggi è mobilefirst ed imprevedibile. Non sipuò parlare di medie, inquanto siamo tutti indivi-duali”. Il consumatore di oggiè “astuto e difficile da influen-zare, è sempre in movimento,è ovunque in termini di siti epiattaforme”. La domanda da porsi è unasola, come usare i big data perconquistare nuovi clienti? “Laseconda rivoluzione è quelladel machine learning e dell'in-telligenza artificiale, si basa sucome la macchina possa cer-care di prevedere cosa il con-sumatore vorrà nella sua espe-rienza, questa sarà la per-sonalizzazione e sarà la chiaveper qualsiasi strategia di mar-

keting”. Un dato su tutti, “il20% delle ricerche da mobileè fatto a voce. Da qui si av-verte la necessità di capire lacomplessità del messaggio vo-cale, il tipo di messaggio ecome utilizzarlo”.

La personalizzazioneI big data aiutano a persona-lizzare. Concorda GiovanniMoretto, director marketmanagement Italy north diExpedia lodging partnerservices, in merito a tale con-cetto, “possiamo offrire un'e-sperienza di personalizzazionein fase di ricerca dei siti, daqui al 2030 sapranno tanto dinoi. Se il cliente ama una certacucina, o sport e verrannofatte proposte sulla base di ciò.Il che permetterà di sapere suquale segmento di clientela po-sizionarsi o quale intercettare”.I tempi? “Siamo ancora inuna fase embrionale”, af-ferma. Tra i punti emersi, dallo stu-dio Turismo 2030, su cui fo-calizzare l'attenzione c'è “lostorytelling, per puntare sulletestimonianze tramite foto evideo”, osserva Moretto, oggi

il marketing lo fa già, “masenza la realtà virtuale, che èall'inizio, con utilizzi praticidi massa. C'è chi disse che larealtà virtuale sta ai videocome il cinema stava alla fo-tografia del '900. Ciò che è im-portante ricordare - ammoni-sce il manager - è che primadel marketing esiste il prodottoe deve meritarsi la scelta deiclienti”. Un esempio concretoè offerto dalla campagna rea-lizzata dall'ente delle Hawaii.Si tratta di “un video emozio-nale con tante immagini e lapossibilità di analizzare le rea-zioni del viso di chi guarda perproporre soluzioni più adattealla fine del video”, raccontaMoretto. Nella costruzione di un pianomarketing bisogna tener conto“degli spostamenti dell'econo-mia verso un'economia di con-sumo collettivo, la sharing eco-nomy è sempre più una realtà- afferma Gianfranco Battisti-. Gli alberghi del futuro sa-ranno sempre più diversi, il mo-dello sarà sempre più tailormade, non illudiamoci che co-struiamo un modello e andràbene per tutti”. S.V.

Il cibo dell’intelligenza artificiale si chiama big data

Turismo 2030

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22 22 Gennaio 2018 - n° 1539PROVATI PER VOISlovenia

di Paolo Stefanato

La Slovenia è a portata dimano, quasi un prolunga-mento del nostro Nord-Est,ma è già un mondo diverso,che mescola nella sua storial'impero asburgico e la cor-tina sovietica che l'hanno pla-smata negli ultimi secoli. Conqualche sorpresa: pochi di-rebbero, per esempio che Lu-biana durante le guerre na-poleoniche e tra il 1809 e il1813, fu la capitale delle Pro-vince illiriche del primo Im-pero francese. In tutto il Pae-se, che non è grande, si pos-sono fare scoperte molto pia-cevoli: la bellezza del paesag-gio, delle architetture, am-bienti urbani accoglienti e dicharme, come certe vecchiestrade di Maribor, rimaste lì,sospese nel tempo, piene dinostalgia.

Lubiana dominata dal castelloLubiana è dominata da un ca-stello medievale che di nottediventa azzurro di luce e so-vrasta la città, quasi a proteg-gerla. La modernità - che quiè arrivata con qualche decen-nio di ritardo – gli ha portatoun esemplare restauro e, so-prattutto, una funicolare cherende la salita meno faticosae davvero affascinante. Gliedifici urbani sono prevalen-temente ottocenteschi, conquegli intonaci tremuli equelle finestre a quadrati del-

l'antica Vienna. E richiamanoVienna anche i prolunga-menti architettonici nel No-vecento, con quello stile par-ticolare, tra Liberty e Deco,che anche qui si chiama Se-cessione viennese. Palazzi im-ponenti ma mai esagerati, co-lori delicati e mai noiosi, viepedonali fatte di un commer-cio minuto che le nostre cittànon ricordano più. Di asso-lutamente unico il ponte sullaLjubljanica, proprio nel cen-tro, posto su una curva delfiume dove la portata d'acquaè particolarmente impetuosa:

questo originale manufattoinaugurato nel 1857 è unponte triplo, forse l'unico chesi conosca, dove l'architetturaè una e trina per dividerel'originario traffico delle car-rozze da quello dei pedoni.Una monumento di cui lacittà e i cittadini sono consa-pevoli e orgogliosi.

L’opulenza barocca di MariborPiù piccola, più contenuta èMaribor, altra città che portai segni di un'opulenza ba-rocca, di quell'odore di crauticosì asburgico e di un Nove-cento essenziale. La piazza,incorniciata da una cortinadi palazzetti belli e regolari,trasporta col pensiero inqualche città della Moravia,dell'Ungheria. Sulla Dravadue ponti dipinti uno di rosae l'altro di azzurro ricordanole strutture d'acciaio di Eiffel,e i loro riflessi sull'acqua siuniscono a quelli dei salici ealle macchie bianche dei cigniin movimento. Qui c'è la vitepiù vecchia del mondo, cosìalmeno si dice, e la si celebracome tale.

Il paesaggiodella StiriaVa citata anche la località diSvecina, in Stiria, luogo dipuro paesaggio dove unastrada sapientemente proget-tata disegna tra le colline unaperfetta forma di cuore. Bastauna spruzzata di neve perchètutta la vista si trasformi inun calendario dell'Avvento eo in una scatola di cioccola-tini. Una bellezza impossibileda raccontare e che da solamerita il viaggio. E poi c'èNova Gorica, cittadina fa-

La catena alberghiera Hit si propone come vero e proprio t.o. a disposizione delle adv italiane

Il paesaggio e le architetture sospesi nel tempo

mosa ormai soprattutto per-ché ospita uno dei più grandicasinò d'Europa, il Perla (delgruppo Hit) . Eppure anchequi, inaspettata, si trova unaventata della grande storiaeuropea. Qui, nel monasterodi Castanevizza, c'è la tombadi Carlo X, ultimo re di Fran-cia. Nel 1836 si trovava in esi-lio a Praga, quando la città fucolpita da un'epidemia di co-lera. Egli si rifugiò dagli amiciCoronini a Gorizia, alloraasburgica, ma il male l'avevagià infettato e qui morì a unasettimana dal suo arrivo. Illuogo di sepoltura dell'interafamiglia è una cripta moltoelegante, persino serena, me-ta di pellegrinaggi monar-chici. Alla destra del cofanoreale c'è anche quello di suofiglio Luigi XIX, erede legit-timo mai salito al trono.

Il ruolo del gruppo HitIl gruppo Hit, la più impor-tante catena alberghiera slo-vena, si propone come vero eproprio tour operator a di-sposizione delle agenzie diviaggi italiane: offre ospitalitànei suoi 11 hotel, ma ancheservizi a terra (transfer conla stazione ferroviaria di Trie-ste, escursioni, voli specialidal Sud Italia nelle festivitàutilizzando l'aeroporto inter-nazionale di Lubiana); pro-pone ristorazione di qualità,intrattenimento e sport.Come destinazione, la Slove-nia è in costante crescita, gra-zie anche ai suoi ritmi tran-quilli e alla sua stabilità po-litica. Hit gestisce anche 5centri di gioco ed intratteni-mento Hit Casinos, 1 sala dagioco e 2 casinò e ospita gare

e tornei internazionali di po-ker e altri giochi con ampiepartecipazioni di pubblico in-ternazionale. Questo tipo diesperienza rende il gruppostrutturato anche per unaclientela business, interessata

all'organizzazione di meetinge convegni: nei centri di NovaGorica, Kranjska Gora e Sen-tilj la capacità complessivanelle grandi sale è di 2.500posti. Hit costruisce pacchettituristici, anche su misura, chele agenzie di viaggio italianepossono vendere vedendosi

riconosciuta una commissionedel 10%. Ricche di odori e disapori le strade del vino e dellabuona cucina. In Stiria – doveil confine frastagliato fa saltel-lare tra la Slovenia e l'Austria,vanno segnalate le cantine

Weingut Tement, a Berghau-sen (Austria), Weingut Erich& Walter Polz, a Spiefeld (Au-stria) e Dveri Pax, a Jarenina(Slovenia). Nei pressi di NovaGorica vanno ricordati lagrande cantina vinicola Go-riška Brda e il Frantoio BoseOil. .

Lubiana Lubiana, ponte a tre vie

Svecinia, strada a forma di cuore

Maribor

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Si potrebbe partire da qui, dauna frase ormai celebre de-clamata da Sheikh ZayedSultan Al Nahyan, il fonda-tore degli Emirati ArabiUniti: “A person who does notknow their past cannot makethe best of their present ortheir future” per comprenderela visione di sviluppo di AbuDhabi, il cui significato è “Pa-dre della gazzella”. L’emiratorappresenta circa l'80% dellasuperficie totale degli EmiratiArabi Uniti e la sua storia ini-zia a Liwa, un arco di oasi checostituisce la casa ancestraledella tribù Bani Yas, che hadato origine all’emirato e chesi spostava a seconda dellestagioni in cerca di fonti diacqua fresca e terreni da pa-scolo o per commerciare idatteri raccolti nelle oasi. Nel-l’Isola di Abu Dhabi, cono-sciuta semplicemente come“Mleih”, la tribù Bani Yas pra-ticava la pesca, la raccoltadelle perle e del sale.Il nostro viaggio organizzatodal Department of Cultureand Tourism – Abu Dhabi(Dct) in collaborazione conEtihad Airways inizia, dopol’arrivo in aeroporto e il per-nottamento al Jumeirah @Etihad Towers, proprio conun tuffo nella storia al QasrAl Hosn, un museo che ri-percorre la vita della tribù etraccia la storia visiva deiprimi insediamenti, la nascitadella città e il nuovo capitoloavviato con la scoperta delpetrolio, la firma della prima

concessione petrolifera nel1939, anche se è soltanto nel1958 che parte l’estrazionevera e propria. Dalla storia alpresente nella sua quotidia-nità: la tappa successiva con-duce al Mina Zayed Suk, trapashmina, preziose sciarpefatte con i peli di cammello,

spezie e incensi fino al mer-cato del pesce e dei datteri (cene sono oltre 120 varietà). Il5 stelle Emirates Palace Hotel,dove è previsto il pranzo,creato per accogliere meetingistituzionali di altissimo li-vello, è stato poi aperto allaricettività di lusso e tra le cu-riosità che lo riguardano c’èquella relativa al suo atrio,

che sembra essere più altodella basilica di San Pietro aRoma.La visita, nel pomeriggio, allaSheikh Zayed Grand Mosquelascia letteralmente senzafiato per la maestosità dellelinee architettoniche e con lesue 82 cupole rappresenta il

principale emblema spiritualedel Paese. Vanta due primatimondiali (fino a poco tempofa ne aveva tre): la cupola e iltappeto più grandi al mondo,ma da osservare con atten-zione anche il lampadariodella cupola centrale che rap-presenta una palma (alberodella vita nel Corano) rove-sciata con i datteri raffigurati

nelle varie fasi di matura-zione.Il clou del viaggio è però co-stituito dalla visita al LouvreAbu Dhabi (108 milioni didollari di costo stimato) ubi-cato a Saadiyat Island, fruttodi un progetto decennale,partito dall’accordo intergo-

vernativo tra l’emirato e laFrancia nel 2007 e che espli-cita chiaramente il modellodi sviluppo futuro del Paese:diventare un hub intercultu-rale. Aperto al pubblico l’11novembre scorso, è già con-siderato un caso unico nelmondo per come è riuscito araccontare la storia universalenell’era post-relativista: “Rap-

presenta – ha spiegato Jean-François Charnier, direttorescientifico del museo – unmomento di incontro e aper-tura dello spirito che deve rom-pere con le certezze e aprire lastrada ad un nuovo mondo ditolleranza e di pace”. Un po’ ilconcetto che sottende il per-

corso fatto dall’Emirato, chepunta su una modernità rivi-sitata (in questo ha acquisitouna sua identità forte che lodifferenzia rispetto a Dubai)e su uno sviluppo che si basasul terziario: servizi, finanza,assicurazioni e naturalmentetanto turismo, anche se i tem-pi impongono una maggioreprudenza rispetto al passatoe le nuove realizzazioni pre-viste (dal Guggenheim Mu-seum al British) approde-ranno nella destinazione inmodalità rallentata. SaadiyatIsland, che è divisa in tre parti(residenziale, alberghiera epolo culturale), si presta an-che ad una vacanza balnearee alla pratica di attività spor-tive come il golf. Ma il nostroviaggio ha un taglio culturalee storico, così ci immergiamonell’esperienza della raccoltadi perle, lungo un itinerarioin barca che promette di farcirivivere la vita e il duro lavorodei cercatori di questi preziosigioielli che venivano vendutiagli indiani che a loro volta licommercializzavano in tuttoil mondo. Dal mare al deserto,con l’arrivo al Telal Resort ela scoperta della zona di AlAin, che ha preservato le tra-dizioni emiratine e dove si re-spira il passato di origine be-duina. Il terzo giorno di sog-giorno parte con la visita delsito archeologico Hili, la cuiorigine risale al 3500 A.C.;

sono stati i danesi a scoprirlonel 1960 e a portare alla lucetombe e insediamenti civili,anche se ora il team che si oc-cupa dei ritrovamenti è diorigine locale e giordana. AlAin conserva le sue architet-ture tradizionali, il ricco pa-trimonio culturale e i tanti

spazi verdi, tanto che nel2011 le oasi e i siti archeolo-gici di Bida bint Saud, Hafeete Hili sono stati eletti dal-l’Unesco “siti di rilievo cultu-rale” perché testimoniano lapresenza di occupazioni u-mane sedentarie in una re-gione desertica sin dal Neo-litico. Due gli edifici storicioggetto di visita: l’Al JahiliFort, costruito nel 1891 perdifendere la città e proteggerele preziose oasi di palme conal suo interno una mostrapermanente dedicata alla tra-versata nel Rub Al Khali in-trapresa, nel 1940, dall’esplo-ratore britannico Sir WilfredThesiger, e la fortezza di QasrAl Muwaiji, il luogo dove ènato sua Altezza Sheikh Kha-lifa bin Zayed Al Nahyan. Danon perdere l’oasi di Al Ain,soprannominata la “Città Giar-dino” per le sette oasi che lacircondano. Qui si può cono-scere meglio la vita nelle oasie apprendere la tecnica del-l’antico sistema di irrigazione“falaj”, risalente a 3.000 annifa, in grado di distribuire l’ac-qua del sottosuolo. Un per-nottamento al Telal Resortper la visita al territorio di AlAin è consigliata per immer-gersi nella magia del deserto,vivere l’alba e il tramonto trale dune e approfittare di unapasseggiata a dorso di cam-mello per sentirsi più viciniallo spirito locale. .

Abu Dhabi

Tra i motivi di visita, il Louvre Abu Dhabi, esempio d’arte unico al mondo

L’hub interculturale fedele alle sue origini

Opere esposte al Louvre Abu Dhabi Sheikh Zayed Grand Mosque

di Laura Dominici

2322 Gennaio 2018 - n° 1539 PROVATI PER VOI

Gli emirati stanno vivendo proprio a partire dal mese incorso un importante momento di svolta con l’introduzionedell’Iva al 5%, imposta finora sconosciuta ai locali e che però,secondo un portavoce del Fondo monetario internazionale,dovrebbe avere un impatto limitato sui beni e servizi. “Latassazione – ha spiegato Jihad Azour, direttore dell’Imf perMedio Oriente e Asia centrale in un’intervista al quotidianoKhaleej Times - darà ai paesi l'opportunità di allungare ilconsolidamento fiscale e le riforme strutturali necessarie perdiversificare le rispettive economie”. Un segnale che sembraavvicinare gli Emirati ad un modello di stampo occidentale,tesi rafforzata dalla valutazione in corso di tassare i ricavi.

I numeri dell’industria“Il turismo ha assistito ad una crescita del 18,9% dal 2009, fa-cendo diventare Abu Dhabi la quarta location al mondo pervelocità di crescita, con Yas e Saadiyat Island come nuovi cen-tri globali di cultura”. A dirlo è stato Il chairman del Dipar-timento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi, MohamedKhalifa Al Mubarak, che è anche ceo della società di realestate Aldar, che ha in pipeline una serie di sviluppi immo-biliari, dal Reem Central Park al Crowne Plaza Hotel. La sfida, però, è quella di sostenere questo piano di crescita- all’insegna di arte e cultura - preservando l’eredità del pas-

sato. Secondo i dati più recenti divulgati dal Dipartimentodi Cultura e Turismo di Abu Dhabi, sono stati complessiva-mente 418.883 gli ospiti che hanno soggiornato nelle 163strutture ricettive di Abu Dhabi nel mese di ottobre 2017,con un aumento del +18% rispetto allo stesso mese delloscorso anno. Il direttore generale Saif Saeed Ghobash spiega che “i no-stri continui sforzi per migliorare l'appeal di Abu Dhabi siaper i turisti d’affari che per i visitatori leisure continuano adessere premiati, con le ultime cifre degli hotel guest che coro-nano il nostro impegno. Un numero record di visitatori hascelto l’ampia gamma di alloggi in tutte e tre le regioni del-l'Emirato e miriamo a sostenere e migliorare questa crescitanell’ultimo trimestre, tradizionalmente il periodo più impe-gnativo dell'anno”. Il numero complessivo di arrivi degliospiti per i primi dieci mesi del 2017 è aumentato fino a su-perare i 3,9 milioni, con una crescita del +8% sull'anno e inlinea con l’obiettivo del superamento del record dello scorsoanno di 4,4 milioni. Il mercato italiano, tuttavia, assiste aduna leggera flessione: a ottobre 2017 registra 4.637 hotelguest e 17.654 guest night con una media di soggiorno diquasi 3 notti, mentre nei primi 10 mesi dell’anno sono stati55.382 gli ospiti italiani, con 210.031 pernottamenti e unamedia soggiorno di 3,7 notti. L.D.

Gli Emirati alla prova dell’Iva

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