Il Mosaiko 1-2008

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Il Mosaiko Kids è un’associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale. Il periodico dell’Associazione si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] i i d d Il Mosai o K Il M osai o K s s pag. 2 pag. 3 pagg. 4 e 5 pag. 6 pag. 8 AMICIZIA, SENTIMENTO ETERNO di Martina Buffa SAN VALENTINO E’ ALLE SPALLE... di Marta Lamanuzzi Contro la somministrazione indiscriminata di farmaci GIU’ LE MANI DAI BAMBINI! di Giovanna Spantigati CHE C’ENTRA DARWIN CON LA TOSSICODIPENDENZA? A Castelnuovo, dibattito per ragazzi “evoluti” IL SOGNO RESTITUITO di Elisa Setti UNIVERSITA’ OGGI di Davide Varni Dieta mediterranea: FAVOLA O REALTA? di Marta Lamanuzzi un ragazzo che scrive è un ragazzo che pensa segue a pag. 2 Le due G che mancano ai giovani... Anno 5 - n° 1, Gennaio - Aprile 2008 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Periodico dell’Associazione Il Mosaiko Kids via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL) “R iscuotere” scritto con la “q”, verbi sbagliati, errori di grammatica e ortografia. Dalla correzione delle prove dell’ultimo concorso per aspiranti magistrati è emerso un quadro drammatico della cono- scenza della lingua italiana da parte dei neolaureati. Si tratta di lacune di cui la commissione giu- dicatrice non ha potuto non te- nere conto e che hanno contri- buito, insieme alla diffusa caren- za di nozioni tecniche, a deter- minare la bocciatura del 90% de- gli aspiranti uditori giudiziari. Dei 4000 che hanno consegnato il compito solo 342 sono stati am- messi all’orale e soli 322 sono stati i vincitori, 58 in meno dei posti a disposizione. Il problema è serio ed esteso e va analizzato e risolto a partire dal- la sua radice. “L’itinerario scola- stico di formazione linguistica andrebbe rivisto, potenziato e migliorato” come ha spiegato il professor Francesco Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca, “il potenziamento dell’a- zione della scuola va realizzato in tutto il suo percorso”. Le ca- renze che riguardano non solo i neolaureati ma anche molti pro- fessionisti sono da imputare alle Università che non forniscono una preparazione adeguata. “Gli atenei dovrebbero prevedere corsi di italiano professionale le- gato alle discipline specifiche di ogni percorso universitario” con- clude il professore. Nemmeno la difficoltà della lingua può costi- tuire una scusante poiché, a dif- ferenza dell’inglese e del france- se, l’italiano presenta corrispon- denza tra elementi fonetici e al- fabetici. Alla fedina penale del sistema scolastico italiano va aggiunta inoltre l’accusa di dedicare spa- zio e importanza irrisori alla geo- grafia. In molte tipologie di scuo- le superiori, come il Liceo Classi- segue a pag. 2 Marta Lamanuzzi D opo circa nove anni che faccio parte del mondo della scuola, trovandomi di fronte a insegnan- ti solitamente molto diversi tra loro sia caratterialmente, sia per le metodolo- gie didattiche utilizzate, penso che ognuno di loro abbia, come suggerisce il nome, il dovere di istruire. Mi è ca- pitato molte volte di entrare in con- tatto con professori che non avevano alcuna voglia di condividere con gli alunni il proprio sapere. Premesso che, a parer mio, l’insegnante perfetto, al- meno qui sulla terra e tra gli uomini, non può esistere, la dote fondamenta- le di un docente è senza dubbio la ca- pacità di trasmettere la passione per la materia che divulga. Egli deve ri- uscire a far sì che chi lo ascolta non abbia motivi di distrazioni, perché è ipnotizzato dalle parole convincenti di una persona che crede in quello che fa e dice. Non è facile catturare l’atten- zione di noi ragazzi, me ne rendo con- to, ma nel momento in cui un indivi- duo decide di seguire la strada dell’in- segnamento è, in teoria, perché vuole dedicare il suo tempo ad aiutare i gio- vani a crescere, cercando di trarli in salvo dall’ignoranza. Inoltre, un buon segue a pag. 2 Febbraio 2008, sala Pessini a Castelnuo- vo Scrivia. Il prof. Maurizio Fea, dal retro della cattedra al cuore dei giovani. Così Fea descrive Il Mosaiko: “una creatura che va protet- ta, cioè ascoltata, degna di curiosità”. Una serata prima di tutto per insegnare, per far fermare a riflettere, anche solo per un istante. Non hanno partecipa- to in molti, purtroppo, dal mondo della scuola, che sem- pre meno vede i docenti com- plici entusiasti nel percorso di educazione e crescita dei ra- gazzi. Unica eccezione il diri- gente scolastico dell’Istituto Baxilio di Castelnuovo Scrivia, Lorenza Daglia, che ancora una volta ha capito che inse- gnare significa anche prepara- re i giovani ad affrontare la vita. A lei e a tutti gli inse- gnanti presenti, in particolare a Marilisa Torti, va il nostro ringraziamento: sono la ri- compensa dei nostri sforzi. Importante per noi è soprat- tutto essere un trait d’union tra gli adulti e la cultura dei ragazzi di oggi. Non è pensa- bile che un educatore, un pro- fessionista, un genitore, un insegnante di 40 - 50 anni, pur mettendoci la buona volontà, riesca ad entrare in perfetta sintonia con un ragazzo di 15 anni senza rischiare di cadere nel paternalismo o nella ov- vietà. E’ una questione di lin- guaggio e di interconnessione comunicativa e occorre quindi un filtro a due facce che met- ta in contatto e connessione l’adulto - con il suo bagaglio di cultura, esperienza e pro- fessionalità - e il giovane, che è dotato di rapidità di appren- dimento, voglia di conoscere e una certa incoscienza e an- sia di sperimentazione. Noi crediamo che Mosaiko e tutta la sua redazione siano in gra- do di fungere da interfaccia, da elemento efficace di inter- scambio e reciproca compren- sione tra adulto e adolescen- te, essendo la redazione di un Mimma Franco Mosaiko è una creatura che va protetta, cioè ascoltata, degna di curiosità... Grammatica e Geografia: due voragini nel bagaglio culturale dei ragazzi italiani INSEGNARE significa mostrare che è POSSIBILE (Paulo Coelho) Cecilia Mariotti

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Il periodico dell'Associazione Il Mosaiko Kids

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Il Mosaiko Kids è un’associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartiticae senza fini di lucro, di utilità sociale. Il periodico dell’Associazione si ricevetramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo:Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018e-mail: ilmosaiko @tiscali.it

ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

pag. 2

pag. 3

pagg. 4 e 5

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pag. 8 AMICIZIA, SENTIMENTO ETERNO

di Martina BuffaSAN VALENTINO E’ ALLE SPALLE...

di Marta Lamanuzzi

Contro la somministrazione indiscriminata di farmaci

GIU’ LE MANI DAI BAMBINI!di Giovanna Spantigati

CHE C’ENTRA DARWIN CON LA TOSSICODIPENDENZA?

A Castelnuovo, dibattito per ragazzi “evoluti”

IL SOGNO RESTITUITOdi Elisa Setti

UNIVERSITA’ OGGIdi Davide Varni

Dieta mediterranea: FAVOLA O REALTA?di Marta Lamanuzzi

u n r a g a z z o c h e s c r i v e è u n r a g a z z o c h e p e n s a

segue a pag. 2

Le due G che mancano ai giovani...

Anno 5 - n° 1, Gennaio - Aprile 2008 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004Periodico dell’Associazione Il Mosaiko Kidsvia C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL)Direttore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

“Riscuotere” scritto conla “q”, verbi sbagliati,errori di grammatica e

ortografia. Dalla correzione delleprove dell’ultimo concorso peraspiranti magistrati è emerso unquadro drammatico della cono-scenza della lingua italiana daparte dei neolaureati. Si tratta dilacune di cui la commissione giu-dicatrice non ha potuto non te-nere conto e che hanno contri-buito, insieme alla diffusa caren-za di nozioni tecniche, a deter-minare la bocciatura del 90% de-gli aspiranti uditori giudiziari.Dei 4000 che hanno consegnato ilcompito solo 342 sono stati am-messi all’orale e soli 322 sonostati i vincitori, 58 in meno deiposti a disposizione.Il problema è serio ed esteso e vaanalizzato e risolto a partire dal-la sua radice. “L’itinerario scola-stico di formazione linguisticaandrebbe rivisto, potenziato emigliorato” come ha spiegato ilprofessor Francesco Sabatini,presidente dell’Accademia dellaCrusca, “il potenziamento dell’a-zione della scuola va realizzatoin tutto il suo percorso”. Le ca-renze che riguardano non solo ineolaureati ma anche molti pro-fessionisti sono da imputare alleUniversità che non fornisconouna preparazione adeguata. “Gli

atenei dovrebbero prevederecorsi di italiano professionale le-gato alle discipline specifiche diogni percorso universitario” con-clude il professore. Nemmeno ladifficoltà della lingua può costi-

tuire una scusante poiché, a dif-ferenza dell’inglese e del france-se, l’italiano presenta corrispon-denza tra elementi fonetici e al-fabetici.Alla fedina penale del sistema

scolastico italiano va aggiuntainoltre l’accusa di dedicare spa-zio e importanza irrisori alla geo-grafia. In molte tipologie di scuo-le superiori, come il Liceo Classi-

segue a pag. 2

Marta Lamanuzzi

Dopo circa nove anni che faccioparte del mondo della scuola,trovandomi di fronte a insegnan-

ti solitamente molto diversi tra loro siacaratterialmente, sia per le metodolo-gie didattiche utilizzate, penso cheognuno di loro abbia, come suggerisceil nome, il dovere di istruire. Mi è ca-pitato molte volte di entrare in con-tatto con professori che non avevanoalcuna voglia di condividere con glialunni il proprio sapere. Premesso che,a parer mio, l’insegnante perfetto, al-

meno qui sulla terra e tra gli uomini,non può esistere, la dote fondamenta-le di un docente è senza dubbio la ca-pacità di trasmettere la passione perla materia che divulga. Egli deve ri-uscire a far sì che chi lo ascolta nonabbia motivi di distrazioni, perché èipnotizzato dalle parole convincenti diuna persona che crede in quello che fae dice. Non è facile catturare l’atten-zione di noi ragazzi, me ne rendo con-to, ma nel momento in cui un indivi-duo decide di seguire la strada dell’in-segnamento è, in teoria, perché vuolededicare il suo tempo ad aiutare i gio-vani a crescere, cercando di trarli insalvo dall’ignoranza. Inoltre, un buon

segue a pag. 2

1°Febbraio 2008, salaPessini a Castelnuo-vo Scrivia. Il prof.

Maurizio Fea, dal retro dellacattedra al cuore dei giovani.Così Fea descrive Il Mosaiko:“una creatura che va protet-ta, cioè ascoltata, degna dicuriosità”.Una serata prima di tutto perinsegnare, per far fermare ariflettere, anche solo per unistante. Non hanno partecipa-to in molti, purtroppo, dalmondo della scuola, che sem-pre meno vede i docenti com-plici entusiasti nel percorso dieducazione e crescita dei ra-gazzi. Unica eccezione il diri-gente scolastico dell’IstitutoBaxilio di Castelnuovo Scrivia,Lorenza Daglia, che ancorauna volta ha capito che inse-gnare significa anche prepara-re i giovani ad affrontare lavita. A lei e a tutti gli inse-gnanti presenti, in particolarea Marilisa Torti, va il nostroringraziamento: sono la ri-compensa dei nostri sforzi.Importante per noi è soprat-tutto essere un trait d’uniontra gli adulti e la cultura deiragazzi di oggi. Non è pensa-bile che un educatore, un pro-fessionista, un genitore, uninsegnante di 40 - 50 anni, purmettendoci la buona volontà,riesca ad entrare in perfettasintonia con un ragazzo di 15anni senza rischiare di caderenel paternalismo o nella ov-vietà. E’ una questione di lin-guaggio e di interconnessionecomunicativa e occorre quindiun filtro a due facce che met-ta in contatto e connessionel’adulto - con il suo bagagliodi cultura, esperienza e pro-fessionalità - e il giovane, cheè dotato di rapidità di appren-dimento, voglia di conosceree una certa incoscienza e an-sia di sperimentazione. Noicrediamo che Mosaiko e tuttala sua redazione siano in gra-do di fungere da interfaccia,da elemento efficace di inter-scambio e reciproca compren-sione tra adulto e adolescen-te, essendo la redazione di un

Mimma Franco

Mosaiko è unacreatura cheva protetta,cioè ascoltata,degna di curiosità...

Grammatica e Geografia: due voragini nel bagaglio culturale dei ragazzi italiani

I N S E G N A R E s i g n i f i c a m o s t ra r e c h e è

P O S S I B I L E(Paulo Coelho)

Cecilia Mariotti

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docente deve accorgersi che non sem-pre lo studio di determinati argomen-ti da parte degli alunni è associato al-la comprensione e quindi all’appren-dimento propriamente detto. Io, per-sonalmente, sono contraria a un me-todo di studio troppo nozionistico emnemonico. Riconosco certamenteuna componente fondamentale di me-morizzazione in qualsivoglia disciplina, ma credo che “appiccicare”, comefossero post-it, troppi dati nella co-siddetta memoria a breve termine ,non sia il modo migliore per imparare,perché i bigliettini si staccano e vola-no via facilmente e anche le nozioninon rimarranno intatte per sempre.Per i motivi sopraccitati mi ritengouna sostenitrice di un metodo di stu-dio ragionato.Non vedo l’insegnante come un ami-co, ma piuttosto come una guida, unsupporto indispensabile nel difficilecammino della crescita. E proprio persviluppare ogni tipo di abilità l’alunnoha bisogno di sentirsi gratificato epartecipe dei propri miglioramenti.Naturalmente l’insegnante ha anche ildovere di rimproverarlo qualora ilcomportamento adottato dallo stu-dente non fosse consono all’ambientescolastico.Un altro aspetto fondamentale che ri-guarda il rapporto maestro-allievo, èil rispetto reciproco che non deve maivenire a mancare.È vero che il desiderio di un docenteche ama il proprio lavoro è quello difar imparare gli alunni, ma può capi-tare che questi ultimi si trovino ad es-sere “stressati” dall’obiettivo chesentono il dovere di raggiungere: l’ap-prezzamento del professore. Soloquest’anno ho capito che durante unaverifica o un’ interrogazione non pos-so sempre sapere alla perfezione ciòche ho studiato e ripetuto più volte acasa. Sarà per la tensione o per la mo-mentanea confusione, ma non me nefaccio una colpa, perché io studio inprimis per me stessa, non per un buonvoto o per l’ammirazione di chi ha ilcompito di valutare la mia prestazio-ne.Ecco il ritratto del mio insegnanteideale, al quale manca solo la capaci-tà di mettersi, in qualche occasione,in discussione, accettando di poterimparare qualcosa dai giovani e ine-sperti ragazzi, ancora così poco disil-lusi da riuscire a trovare un pretestoper sorridere in ogni situazione.

Insegnaresignifica mostrare che è

possibilesegue dalla prima - Cecilia Mariotti

co, Scientifico e Linguisti-co, il programma ministe-riale ne prevede l’inse-gnamento solo per il pri-mo o i primi due anni. Conla riforma Moratti inoltrenon è prevista neancheun’ora di geografia nei Li-cei artistico, musicale etecnologico, dove la ma-teria non figura nemmenotra gli insegnamenti op-zionali, mentre al Liceoeconomico è accorpata achimica, biologia e scien-za della terra. Il risultato è che il 63% deigiovani di età compresa

tra i 18 e i 24 anni non sadove si trovi l’Iraq, e il50% non ricorda tutti i ca-poluoghi delle regioni ita-liane. La finalità del percorsoscolastico è quella di im-partire un patrimonio diconoscenze trasmettendoal tempo stesso un meto-do di studio che consentadi assimilare le nozionianziché “appicciccarlenella mente” solo ai finidell’interrogazione o del-l’esame che sia. Per per-seguire tale scopo lascuola non può abdicare

al suo carattere modera-tamente e ragionevol-mente coercitivo, nonpuò quindi, in ultima ana-lisi, trascurare disciplinefondamentali e irrinuncia-bili quali la grammatica ela geografia, lasciandoleal libero e assai dubbiodesiderio di approfondi-mento degli studenti. Do-vrebbe infatti essere pa-lese che i giovani tendo-no, per loro natura e sal-vo rare eccezioni, a dedi-care il tempo libero allosvago piuttosto che a edi-ficanti ricerche culturali.

Le 2 G che mancano ai giovaniMarta Lamanuzzi, segue dalla prima

periodico per ragazzi il luogo ideale in cuifornire all’adolescente la possibilità di ela-borare uno sforzo maturo e creativo di co-municazione con il mondo degli adulti. L’e-sperienza che il Mosaiko offre agli studenti -vedere pubblicati i propri scritti su un men-sile a colori a larga diffusione e con una sug-gestiva veste grafica - è, riteniamo, abba-stanza unica nel suo genere e decisamentestimolante e gratificante per chi si trova ariflettere sul difficile ingresso nell’età della

ragione e nel complicato (e troppo spessoassurdo) mondo degli adulti. Nel pubblicareun articolo, l’adolescente compie automati-camente uno sforzo di adeguazione del pro-prio pensiero e del proprio linguaggio aquella che ritiene essere un’attività degnaad ogni titolo di appartenere alla più matu-ra esperienza del vivere, il giornalismo.Il Mosaiko Kids è un’associazione apartitica,aconfessionale e senza scopo di lucro in cuiè bandita l’esaltazione del singolo e vige

l’etica di gruppo, con uno sforzo costante diconsolidamento del legame che nasce tra iragazzi della redazione. Le difficoltà che Il Mosaiko kids incontra,come sempre accade in questi casi, sono dicarattere meramente economico, essendogli spazi pubblicitari assolutamente ridotti ela rivista poco incline a cedere alle seduzio-ni del circuito commerciale.Il Mosaiko Kids dispone di un BLOG all’indi-rizzo ilmosaikokids.blog.aruba.it

Mosaiko è una creatura che va protetta, cioè ascoltata, degna di curiosità...segue dalla prima, Mimma Franco

Tanto di cappello al-l’illustre dieta medi-terranea genuina ed

equilibrata, soprattutto separagonata al Fast Foodstatunitense che sta inva-dendo il mondo intero, mai giovani italiani la seguo-no davvero? Fatta eccezio-ne per le mamme lavora-trici più “globalizzate”,quelle che si sono lasciateconvertire a surgelati e ci-bo cinese d’asporto, lamaggiorparte delle italia-ne continua a prepararemanicaretti per i propripargoli, dai cinque ai cin-quant’anni, avendo curadi non far mancare lorotutti i principi nutritivi ne-cessari per la crescita. Iproblemi sorgono soprat-tutto in relazione ai pastiche i ragazzi consumanofuori casa che diventanopiù numerosi man manoche si procede negli studie con il progressivo allon-tanamento dal “nido fami-gliare”.Alle scuole superiori e amaggior ragione all’uni-versità gli studenti, alleprese con lezioni varia-mente distribuite nel cor-so della giornata, per ilpranzo scelgono la mensa,se è nelle vicinanze e non troppo affollata e compatibilmente con il tempo a disposizione, oppure, sempre più spesso, ripiegano suirapidi ed economici distributori alimentari, le cosiddette “macchinette”. Con qualche monetina, per un ammontare che oscilla tra i40 e gli 80 centesimi rimediano un pacchetto bisunto di patatine, una confezione di crocchette alla paprika, una barretta ipercalori-ca a base di noccioline e caramello ricoperti di cioccolato, mezza dozzina di biscotti burrosi, una brioches gommosa appiattita all’in-terno del suo involucro e una vasta gamma di bibite gassate. Non si tratta esattamente dei piatti tipici della sana cucina che carat-terizza la nostra penisola. Cibi grassi, ipercalorici e poco nutrienti, che finiscono per stimolare anziché saziare la fame, portando intutti i cambi d’ora e brevi intervalli alla formazione di crocchi o code intorno a queste pratiche “dispense di beni commestibili”.Quella delle “macchinette” è ormai una tendenza a tutti gli effetti, come tante altre, che si diffondono tra i giovani, dall’origine piùo meno complessa e casuale, difficile da estirpare e che è quindi opportuno assumere come dato di fatto, analizzandola e cercandodi limitarne gli effetti nocivi. Un’ottima iniziativa, ad esempio, è nata presso il centro dipartimentale di ricerche agroambientali “En-rico Avanzi” dell’Università di Pisa in collaborazione con il Comune, la Provincia e l’Associazione Provinciale Allevatori: “bancolat”, ilprimo distributore automatico di latte fresco. Alla modica cifra di un euro, cinquanta centesimi in meno del prezzo a cui viene ven-duto al supermarket, i ragazzi possono gustare un bicchiere di latte appena munto che proviene direttamente dalla sala mungituradel centro “Avanzi”, un allevamento semibrado che conta centocinquanta capi di mucca frisona. Un’idea rivoluzionaria e ambiziosa,senza dubbio da copiare, una coraggiosa scintilla che potrebbe innescare un circolo virtuoso di misure volte a ridurre la portata deipregiudizi che l’epoca moderna cagiona alla salute delle nuove generazioni.

“ A l l a r m e m a c c h i n e t t e ” : f i n a l m e n t e q u a l c u n o c e r c a d i p o r v i r i m e d i o

Dieta Mediterranea

f ravola oealtà?

Marta Lamanuzzi

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Contro la somministrazione indiscriminata di farmaci ai bambini

G i ù l e m a n i d a i b a m b i n i !

“Giù le Mani dai Bambini” èil più rappresentativocomitato italiano

indipendente di farmacovigilanza confocus sui disagi dell’infanzia. Atutt’oggi sono ci sono 184 enticonsorziati e il comitato mette in reteoltre 260.000 addetti ai lavori delsettore salute che hanno sottoscritto,direttamente o per il tramite dellerispettive associazioni di categoria, leloro tesi scientifiche. Il portaleww.giulemanidaibambini.org hacontato 25 milioni di accessi in 40mesi di permanenza on line.L’associazione combatte contro l’usoindiscriminato delle somministrazionidi psicofarmaci ai bambini. Non èun’iniziativa contro uno specificofarmaco o contro gli interessi dellemultinazionali farmaceutiche: loscopo è di stimolare il dibattito tra icittadini per dare risposta ainumerosi interrogativi sollevati dastudenti, genitori ed insegnanti suipro e contro delle soluzioni psico-farmacologiche in tenera età, nonchèdi garantire un consenso realmenteinformato da parte delle famiglie, atutto vantaggio anche degli specialisticoinvolti. Il 5 marzo è partito anche ilprogetto: “Scuola Protetta”(www.scuolaprotetta.it) che prevedela possibilità per insegnanti e genitoridi ottenere rapidamente egratuitamente informazioni di sintesisu queste tematiche(www.scuolaprotetta.it/downloads/). Inoltre, le scuole cherisponderanno a dei requisiti minimi,fissati con chiarezza da un comitatoscientifico di prim’ordine e facilmentecomprensibili e condivisibili,riceveranno una sorta di“certificazione Scuola Protetta” conun simbolico e simpatico adesivo daappendere all’ingresso della scuola.Genitori ed insegnanti potrannopartecipare - sempre gratuitamente,semplicemente iscrivendosi - ad unvero e proprio corso di e-Learning,ovvero una formazione a distanza suqueste tematiche dal nome “e-Campus Scuola Protetta”(http://ecampus.scuolaprotetta.it). Lo spirito del progetto è riaffermarela centralità della scuola - assiemealla famiglia - come primaria agenziaeducativa, ponendo l’attenzione sullariattivazione di un rapporto virtuosotra scuola e famiglia nonchésull’importanza delle dinamicheeducative nella crescita del bambino,e sull’opportunità di tentare ognipossibile soluzione di tipo pedagogicoprima di arrivare allamedicalizzazione del disagio delminore.Sono andata ad intervistare Luca

Poma, il fondatore dell’associazione. Gioca nervosamente con il cinturinodell’orologio, elegante e semplice,con la sicurezza di chi si sente dallaparte della ragione; un uomo checammina a testa alta, che ti racconta,guardandoti dritto negli occhi, quantoè importante essere di aiuto a deibambini che un giorno non saprannonemmeno quello che hai fatto perloro, anzi, si corregge, non dovrannoproprio saperlo. Ma io sono curiosa emi chiedo come, un ragazzo come lui,giovane, bello, pieno di energia,capace, intelligente, abbia deciso didedicare anima e tempo a questacausa. Quasi si stupisce della miadomanda e mi sorride, mettendosi aposto la cravatta. È successo 5 annifa, durante un pranzo. E cambiaespressione, guarda oltre a me, oltrealle pareti di questa stanza, oltre allospazio ed al tempo, ripensando a quelmomento magico della sua vita. Ilmomento che ha fatto nascere tuttoquesto enorme progetto. Gli siilluminano gli occhi ed io immagino ilsuo entusiasmo di 5 anni fa, la forzache gli ha fatto dire: NO!. “A casamia, un amico psichiatra, reduce daun viaggio negli Stati Uniti, miraccontò degli psicofarmaci chevenivano somministrati a milioni dibambini americani ritenuti iperattivi(al momento attuale sono 11 milioni)e qualcosa dentro di me mi feceribellare con tutte le mie forze e midissi: è spaventoso. Sedare così ibambini, addormentare i loro cervelli,la loro fantasia, la loro creatività!Questo in Italia non può, non devesuccedere!”. Ecco, fermiamoci unattimo a pensare a quella molla che èscattata in te, e proviamo a sentire latua ribellione dettata dal senso digiustizia, che ti ha fatto smuoveremari e monti e ti ha portato arealizzare questo progetto enorme percui tu lavori giorno e notte senzasosta e riesci a trascinare migliaia divolontari. Come un benevolo pifferaiomagico, suoni la tua melodia e intutta Italia le persone ti ascoltano, sicommuovono, ti cercano e ti dicono:“Scusa, posso esserci anch’io?”. Sei ungiovane ragazzo che vuole solotutelare i bambini, nel rispetto delleregole, nel rispetto delle autorità,sempre mettendo ogni situazione indiscussione, mai rifiutando l’aiuto el’intervento dei medici, ma con unobiettivo scritto a caratteri maiuscolidavanti ai tuoi occhi: salvare la vita ela creatività dei bambini. Dopol’intervista mi stringi la mano, miabbracci e mi sussurri: “Sai, tantiarticoli scrivono di percentuali, dinumeri. Ma i bambini non sononumeri, non sono una percentuale. Pernoi saranno sempre: Marco, Carlo,Alberto.” Il tuo cellulare squilla dinuovo, tu devi scappar via,un’emergenza ti chiama, ma nonprima di un’ultima domanda: “Scusa,Luca, posso esserci anch’io?”

www.giulemanidaibambini.orgGiovanna Spantigati

Sopra: il logodell’associazione.

A fianco: l’adesivo delprogetto “Scuolaprotetta”.

Sotto: Luca Poma,fondatoredell’associazione(terzo da sinistra),con un gruppo dicollaboratori.

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con i l patrociniodi FederSerd, La Stampa, RegionePiemonte, Prov incia d iAlessandria,Comune diCastelnuovoScr iv ia

Che c’entra Darwin P o s s i a m o p e n s a r e c h e l ’ u s o d i s o s t a

A C a s t e l n u o v o S c r i v i a , i n s a l a P e s s i n i , s p u

La serata è iniziata alle 21,20 ed èterminata alle 23,30. La presenta-zione dei ragazzi del Mosaiko è sta-

ta simpatica e ci ha fatto riflettere: scri-vere è un’operazione che è sempre pre-ceduta dal pensare! Le cose che abbiamosentito sulle modalità dei loro incontri cisono piaciute. Non tutti siamo d’accordosulle loro idee riguardanti le tipologiedei genitori e degli insegnanti, forse ab-biamo esperienze diverse.La “chiacchierata” del prof. Fea è stataricca di spunti di riflessione e di concet-ti importanti, a tratti un po’ difficili pernoi. Il giorno dopo abbiamo rielaboratoin classe con i nostri insegnanti le nume-rose idee illustrateci e dal confronto deinostri pareri è emerso un giudizio nelcomplesso positivo. Il prof. Fea è partitoda molto lontano, dalla teoria dell’evo-luzione di Darwin, per arrivare a spiegar-ci il legame tra le tossicodipendenze e ilnostro cervello.Alcune cose ci sono rimaste proprio im-presse.Ci sono fattori, caratteristiche, elementiche fanno sì che ognuno di noi sia diver-so dagli altri.Darwin ha sostenuto nella sua teoria chea sopravvivere non sia il più forte o il mi-gliore, ma il più adatto.Tutte le sostanze di cui si può fare abusoesistono da sempre in natura, anche pri-ma dell’uomo. Come mai adesso il pro-blema è così esteso?Abbiamo capito che tutte le droghe agi-scono su una parte del nostro cervellodove hanno sede la sensazione di piace-

re che deriva da untivazione incentivaricompensa. Ci ha impressionatparsa dell’uomo suai sei giorni della slunedì è come sefossero apparsi i pla terra, alle ore rettili che si sono le ore 23e 57 di sabun quarto di seconnotte è nato Gesmezzanotte!!!!Tuttmo adesso è avvenIn poco più di 500formidabile evolu1550 è stato invenla nostra evoluziosiamo ancora comema abbiamo composi.“La richiesta di maggiore quanto pmento dell’ambienvive” diceva DarwiAi tempi di Cromaciatore e preda: lalocità lo rendevanbiente. Il nostro cmente sviluppato sposte a quelle esno i nostri predatorano la vita, ci cola vita invivibile. Aforza fisica non ci unica attrezzaturaNella corteccia cerle emozioni che sonostri comportamecervello sono ancol’uomo di Cromagnbiamo problemi dini che ci dicono semale.

Per evoluzionismo si intende un com-plesso numero di discipline chevanno dalla filosofia alla linguistica

dalla storia alle scienze e si ispirano alconcetto dell’evoluzione  simile a quelloteorizzato da C. Darwin in campo biolo-gico.Ma procediamo con ordine: Charles Dar-win ( 1809-1882 ),naturalista e biologoinglese, studiò medicina ad Edimburgoma si interessò molto presto alla biolo-gia, volgendosi a nuove teorie, che sistavano sviluppando in quegli anni in al-tri campi, quali quella di Buffon (natura-lista francese) sulla trasformazione con-tinua della terra, o di Lamark (naturali-sta francese) il quale sosteneva che inambiente naturale hanno luogo continuemutazioni e che in ogni organismo agisceuna forza interiore favorevole alla evolu-zione. Deve molto anche al nonno Era-smo (e questo viene spesso dimenticato),naturalista,famoso perchè formulò perprimo un’ipotesi evoluzionista che la co-munità scientifica dell’epoca bollò edadditò come sinonimo di un modo di ra-

gionare per ideeneologismo  “darwun ragionamento privo di rigore scieC.Darwin partecipòni scientifiche (famtino Beagle o quellstudiando ed ossersili, gli animali. Nricorse esclusivamdo ogni teoria specconcetto di trasdelle specie vivennuità nell’evoluziofino a ricondurle,corso a ritroso necomune dal quale sviluppo fino allaoggi osserviamo.Per questo, sempl’uomo deriva dallun tempo che fu mla scimmia erano pNell’“ Origine delpiù famoso ed unoassoluto per l’influsul pensiero scienrisultati raggiunti secondo la quale, dividui che possiednee per adattarsi che trasmettono i

Non mi capita spesso di partecipare a degli in-contri dove vi sia una presenza così elevatadi ragazzini e ragazzine, in genere ci sono

poche persone coi capelli bianchi come me prontiad ascoltare una bella lezione accademica metten-dosi quasi sempre in condizione di criticare qual-cosa. Mentre venerdì 1 febbraio mi è sembrata fan-tastica tutta quella energia che c’era davanti, die-tro e di fianco a me, ragazzi agitati, sorridenti chesi guardavano, si osservavano, si stuzzicavano checomplottavano ma riuscivano anche ad ascoltare,forse non tutto ma sicuramente ciò che per loroera più interessante o stimolante. Mi è piaciutomolto osservare anche i ragazzi di Mosaiko, conquanto entusiasmo, partecipazione, ansia abbianopreparato questo incontro; non è facile entusia-smare un pubblico di ragazzi tenerli attivi e atten-ti. È solo parlando con loro, di loro, delle loro emo-zioni, delle loro paure, delle loro curiosità che siha il massimo contributo. I giovani ( ma anche gliadulti) hanno bisogno di parlare, di se di confron-tarsi e venerdì sera è stata sicuramente un occa-sione. Per concludere vorrei usare le parole deldott. Maurizio Fea < Mosaiko è una creatura che vaprotetta, cioè ascoltata, degna di curiosità.> gra-zie a tutti della splendida serata ora io ne so qual-cosa in più sulle tossico dipendenze e ho capito chesiamo persone fragili e che abbiamo bisogno di par-lare, di ascoltare, di condividere le nostre ansie,paure perché la lotta alle droghe passa attraversoun analisi attenta delle esigenze della persona.

Un saluto a tutti.

Mariuccia Bertoletti

Un sasso lanciato nello stagno dell’indifferenza…

Ancora una volta Mimma e i ragazzi del mosai-ko kids hanno provato a scuotere la tranquil-la indifferenza di giovani adulti con un’ini-

ziativa davvero entusiasmante: presentare in SalaPessini a Castelnuovo Scrivia il progetto” “Un si-lenzio pericoloso…”, dando voce ai dubbi, alle per-plessità, alle paure dei ragazzi che Venerdi 1 feb-braio 2008 sono stati accompagnati per mano dalprof, Maurizio Fea nel complesso mondo del nostrocervello, dei suoi mecanismi, delle sue reazioni.Il prof, Fea ha guidato il pubblico in un viaggio a ri-troso nel tempo, facendoci ripercorrere in modosemplice e divertente le tappe fondamentali del-l’evoluzione dell’uomo e della vita sul pineta, di-mostrando come i lenti ritmi biologici dell’evolu-zione della specie-secondo i quali il nostro cervel-lo è ancora quello dell’uomo di Cro-Magnon!- siscontrino inevitabilmente con il ritmo vertiginosodel progresso tecnologico, con il risultato che il no-stro cervello è sottoposto a stimoli, richieste, pres-sioni, ai quali, per dirla con Darwin, non siamo an-cora del tutto “adatti”. E’ proprio questa trauma-tica esperienza che può spingere i nostri ragazziverso comportamenti che aprono la strada alle di-pendenze più disparate. Che fare allora? Il percor-so indicato dal Prof. Maurizio Fea non vuole esserela ricetta magica per risolvere tutti i problemi, maun sasso lanciato nello stagno dell’indifferenza, af-finché essa non finisca col diventare pericolosa fa-talità.

Paola Gavio

Marilisa TortiIstituto Comprensivo BaxilioCastelnuovo Scrivia

Angelo Maggi

Maurizio Fea

Ho capito che siamo persone fragili...

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con la tossicodipendenza?n z e s i a u n a f o r m a d i a d a t t a m e n t o d a r w i n i a n o ?

n t i e r i f l e s s i o n i p e r u n p u b b l i c o “ e v o l u t o ”

ricompensa e la mo-a alla ricerca di una

l’analogia sulla com-a terra: se pensiamottimana a partire da

alle 24 di mercoledìmi esseri viventi sul-6 di sabato i grandistinti alle ore 21, al-ato è nato l’uomo, ado prima della mezza-

Cristo, e adesso èquello che noi sia-

to in 2 secondi!anni è avvenuta unaione culturale (nelato il cacciavite), mae biologica è ferma:’uomo di Cromagnontamenti molto diver-

dattamento è tantoù rapido è il cambia-e in cui l’organismo.non l’uomo era cac-orza, l’astuzia, la ve-

adatto a quell’am-rvello si è biologica-funzione di dare ri-

enze. Adesso chi so-i? Quelli che ci divo-rompono, ci rendonoesso la velocità e la

ervono più, la nostra il nostro cervello!brale c’è la sede del-o la chiave di tutti iti. Queste parti del

a uguali a quelle del-n, ma noi adesso ab-ersi. Sono le emozio-tiamo bene o stiamo

Il problema è che tutte le sostanze d’a-buso hanno la caratteristica che modula-no lo stato emozionale, le droghe sonodei regolatori potentissimi degli statiemozionali-affettivi ed è evidente chesono attive sui sistemi delle ricompense. Noi siamo immersi in un mondo in cuitutto sembra giocato sulle emozioni (ve-di spot pubblicitari, ad esempio) e poterdisporre di sostanze in grado di regolarei nostri stati emozionali può diventare al-lettante. Nel passato c’era meno neces-sità di ricorrervi, c’era meno distanza tral’evoluzione biologica e quella culturale.Il problema è che le sostanze non solocreano pessime abitudini ma creano an-che condizioni neurologiche nel nostrocervello per cui usare droghe da giovaniproduce una specie di apprendimento,crea delle connessioni “artificiali” traneuroni e ne distrugge altre, non ti av-velenano subito ma creano dei circuitineuronali che tendono a ripetersi e più èprecoce l’inizio, più il rischio per lo svi-luppo della dipendenza è grave. L’uso ri-petuto produce trasformazioni perma-nenti, come dei solchi, come quei gradi-ni delle chiese o dei palazzi antichi dovesi rintracciano facilmente i punti di mag-gior passaggio che sono quasi scavati nel-la pietra.Allora noi vogliamo attrezzarci per starelontano il più possibile da queste sostan-ze che attirano i meno “adatti”, i piùvulnerabili. Gli adulti intorno a noi han-no il dovere di aiutarci, di proteggerci,di veicolare la nostra sensibilità riducen-do la nostra vulnerabilità. Come? Ascol-tandoci e guidandoci ad acquisire le arminecessarie per non cadere nella rete, perimparare a regolare le nostre emozioni.A parte qualche riserva sulla lunghezzadella serata, siamo tutti d’accordo neldire che è stata una chiacchierata utile ecostruttiva.

generali,coniando ilizzare “ per indicare

o meglio paradigma)tificoa numerose spedizio-osa quella sul brigan-alle isole Galapagos)

ando la natura,  i fos-lle sue formulazioninte al fatto rifiutan-lativa. Giunse così alrmazione evolutiva.Ipotizzò una conti-e delle varie specie

e compiamo un per-a storia,ad un puntono partite le linee didifferenziazione che

ficando, si dice chescimmia, meglio chelto remoto, l’uomo erenti molto stretti.specie”,il suo libro

dei più importanti inenza che ebbe ed hafico,rende conto deiormulando la teorian natura ,sono gli in-no le qualità più ido- sopravvivere quelliloro caratteri ai di-

scendenti. Questo produce una evoluzio-ne continua. Ciò però contrastava con lalettura biblica della creazione secondola quale, nel mirabile disegno di Dio,viera un salto,uno iato,una frattura tral’uomo,creatura divina pereccellenza,ed il resto del creato.La teoria, allora imperante,della statici-tà delle specie permetteva di tenerequesta distanza, rintracciata nel disegnodi Dio.Per questo Darwin fu osteggiato a lungo.Come dicevamo all’inizio, il concetto dievoluzione è stato applicato in altri am-biti, e questo ha rappresentato una rivo-luzione comparabile a quella copernica-na per il pensiero scientifico moderno. Atestimonianza di ciò riporto parte di ar-ticolo uscito su “Tuttoscienze”  di mer-coledì 20 febbraio su come la ricercamedica cerchi di comprendere l’evolveredei tumori con buona speranza di trova-re il bandolo della matassa. “La teoriadell’evoluzione consente di spiegare nonsolo come le specie cambiano nel tempoe si adattano ai diversi ambienti,ma an-che l’origine delle malattie,in quantodovute a imperfezioni biologiche,a rap-porti conflittuali con agenti infettivio,ancora,al fatto che i nostri adattamen-ti alimentari e comportamentali non so-no funzionali all’uomo del XXI secolo.”

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Un bellissimo articolo pubblicatosul quotidiano “La Stampa” èdel giornalista Massimo Gramel-

lini e ha come titolo “Il primo accor-do”. La storia citata è quella di un ra-gazzino che aveva un sogno o forse so-lo una sensazione, “un mondo di suo-ni che lui si sentiva dentro” e volevafar uscire con l’aiuto della chitarrache gli era stata regalata per il com-pleanno. Sapeva che quel sogno ormaiavrebbe segnato irrimediabilmente lasua vita futura e, deciso di diventarechitarrista, si era recato da un mae-stro di musica, ma, dopo qualche le-zione, i risultati erano stati deludenti.Convintosi che tutti i suoi sogni fosse-ro soltanto effimere illusioni, riposela sua “compagna di viaggio” in unbaule cercando di tornare alla vitareale in cui lui era solo un ragazzinosenza alcun talento per la musica.Quando tutto sembrava perduto, ungiorno, alla radio, era apparso quelsuono, le quattro note che gli avreb-bero cambiato la vita trasformandolonel grande John Lennon.La storia vera, citata nell’articolo, of-fre una morale: credere fino in fondoin quelle aspirazioni che sembrano es-sertisi “incollate addosso” e lottareper realizzarle perché, se il sogno èreale, lo si potrà anche rinnegareeternamente e rinunciarvi, ma la vita“lo restituirà sempre come una rivela-zione improvvisa” come dice il giorna-lista.La lettura di questo testo ed in modoparticolare la sua morale mi offronolo spunto per raccontare del mio so-gno, quello che da qualche anno aquesta parte mi accompagna ognigiorno e in ogni momento. E’ successouna mattina, per caso mentre “scara-bocchiavo” qualche frase di compitosu un quaderno, la mia attenzione si èimprovvisamente rivolta alla paginabianca accanto a quella su cui stavoscrivendo e, una parola dopo l’altra,l’ho riempita, quasi senza accorger-mene, con la mia prima storia. Era unraccontino semplice, ma mi piaceva eho continuato a scriverne altri. Daquel giorno mi sono resa conto che ilmio sogno è quello di scrivere. Quan-do mi trovo di fronte al foglio bianco,come anche questa mattina, del re-sto, le parole cominciano a scorrerecome un fiume in piena nella mia te-sta ed è difficile contenerle negli “ar-gini” di un solo foglio. Quando scrivo,il mondo non esiste più ci siamo io, lamia pagina e le mie idee e non ho bi-sogno di altro per essere completa-mente serena. Amo comporre qualsia-

si tipo di testo e ogni giorno, perquanto possibile, cerco di scrivere an-che poche righe sul mio diario cheracchiude tra le sue pagine tutto ciòche a voce non riesco ad esprimere.La scrittura per me è il modo miglioreper esternare ciò che provo, perché leparole possono bloccarsi in gola ma,

quando la penna scorre sul foglio, nul-la la può fermare. Da tutto questo ènato il mio sogno di diventare giorna-lista e scrittrice. Leggo molte riviste,libri quotidiani, cercando di migliorar-mi e di imparare ad esprimermi sem-pre meglio. Spesso penso a quanto sa-rà  difficile realizzare il mio sogno,ma cerco di non abbattermi e di lot-tare per raggiungere il mio obiettivo,perché, se non è un’illusione, un gior-no potrò fare della scrittura la miaprofessione.Tutti noi abbiamo un sogno nel cas-setto e non importa se questo sia di-ventare un famoso musicista, unabuona madre di famiglia o uno scrit-tore di professione. Non serve nem-meno scegliere la propria strada pen-sando alla fama e alla ricchezza chepotrebbe portare ma l’importante èseguire sempre e comunque il cuoree lottare per ciò che si desidera per-chè, se lo si vuole con tutta l’anima,la vita lo concederà.

Le parole possono bloccarsi in gola, ma quando la penna scorre sul foglio...

Il sogno restituitoElisa SettiP LL a P r o L o c o

I s o l a S a n t ’ A n t o n i o

L’associazione Pro Loco è presente nel Comune di Isola Sant’Antonio da più di ven-ti anni. Da poche settimane si è assistito al totale rinnovo dei membri del con-siglio dell’associazione; il gruppo è composto da sei ragazzi che nonostante le

difficoltà burocratiche iniziali, sta lentamente provando a garantire un’ottica di conti-nuità e se possibile di rinnovo, alle manifestazioni ed eventi svolti finora nel paese.In qualità di Presidente attualmente in carica, ringrazio in primo luogo i ragazzi che col-laborano con me ogni giorno: Stefano, Massimiliano, Francesco, Matteo e Davide.Grazie anche a tutta la popolazione di Isola Sant’Antonio che ha aderito in massa al tes-seramento annuale. Ad oggi contiamo circa 220 tesserati e considerato il fatto che sulterritorio sono presenti 300 nuclei familiari, possiamo affermare che il risultato conse-guito è assolutamente senza precedenti.Anche i commercianti e gli imprenditori del paese sono stati davvero molto generosi,grazie al loro contributo, sommato ai proventi del tesseramento, abbiamo iniziato a fa-re progetti concreti per i festeggiamenti e gli eventi della prossima stagione. Colgo l’occasione per informare riguardo le prossime iniziative e manifestazioni:

20 Aprile 2008 - Gita a Bellagio e Lago di Como in collaborazione con la Parrocchia)

13/14/15 Giugno - Festa Patronale di Isola Sant’Antonio

Venerdì 13 Giugno – ore 21:30

Serata danzante con Dany Music Bazar (liscio, latino americano, anni ’60)

Degustazione gratuita di torte preparate dalle donne del paese

Premiazione della torta più buona

Sabato 14 Giugno

Ore 19:30 : Apertura Ristorante

Ore 21:00: Serata danzante con il gruppo Vanità Live

Domenica 15 Giugno

Ore 15:00 : Torneo di calcetto a 5 c/o Campo Sportivo Comunale

Ore 19:30: Apertura Ristorante – Grigliata + Patatine + Birra Media = € 10.00

Ore 21:30 : Esibizione teatrale del gruppo “Vox Populi” di Pieve del Cairo

Durante la serata avverrà la premiazione del torneo di calcetto pomeridiano

*Tutte le manifestazioni serali avranno luogo presso la Piazza della Posta

12/13 Luglio - Sagra del Melone

13/14 Settembre - Sagra della Zucca

I programmi dettagliati delle sagre saranno comunicati prossimamente.Infine un doveroso ringraziamento al Sig. Sindaco Ezio Pallavicini per averci appoggiatied incoraggiati dal primo momento.

Grazie mille a Mimma per aver dato alla Pro Loco Isolana la possibilità di farsi conosce-re in modo ancor più piacevole attraverso il Mosaiko Kids!

Elisa Santi

Il mondo “universitario”, visto con gliocchi di una semplice matricola, apparecome un microcosmo indipendente da

tutti e da tutto. C’è la facoltà, c’è il collegio(o la casa, o il treno, o gli amici) e poi unmondo estraneo, dove vivono gli altri, che siritrova in televisione o sui quotidiani, maanche su internet. E tu ci sei dentro. Dentroall’università, e il resto sembra un ricordo.Non è una scuola. La scuola la sopporti, laodi, la comprendi e soprattutto leicomprende (a volte più, a volte meno), te.

L’università è diversa. Esiste, e si sviluppa inun caotico mondo fatto di rumori,sensazioni, odori e persone differenti. Puoifar parte di una scuola, ma l’università lavivi. Non è necessariamente migliore dellascuola, ma è un cambiamento significativonella maturazione dell’individuo. Cambi,volente o nolente. O forse sarebbe megliodire che la facoltà ti cambia. Forse è solo unabbaglio, forse sono i primi segni dimaturità, ma c’è un qualcosa che ti cambia,nel modo in cui cominci a gestire la tua vita,sciolto dai fastidiosi legami precedenti. Non so cos’è, ma quando lo scoprirò, saretei primi a saperlo.

U n i v e r s i t à O g g iC a m b i a m e n t i

Davide Varni

Progetto grafico e impaginazione:

Associazione Il Mosaiko Kids

Fotografie: Mimma Franco, Roberto Fossati,

Elena Pisa, Riccardo Torti.

Redazione

Direttore Resp.: Antonella Mariotti.

Presidente: Mimma Franco.

Giovanna Spantigati - Marta Lamanuzzi - Livia

Granata - Davide Varni -

Elena Pisa - Claudio

Bertoletti - Elio Pisa -

Manuela Gandolfi -

Riccardo Torti - Andrea

Botosso - Elisa Setti - Marta

Sottotetti - Beatrice Bianchi

- Alberto Pelizzari - Elena

Mazzucco - Valeria

Milanese - Martina Buffa.

Piccoli Piccoli

Cecilia Crivelli - Alessandro

Setti - Cecilia Mariotti - Martina Ruta - Sofia

Falchetto - Federica Marini - Laura Mandirola -

Marco Mandirola - Irene Gavio - Andrea Marcone

- Chiara Ghibaudi - Federico Maggi - Giacomo

Maggi - Andrea Tava.

Segreteria

Elena Pisa.

Associazione

Il Mosaiko Kids

Via C. Alberto, 13

15053 Castelnuovo Scrivia (AL)

Vietato riprodurresenza autorizzazionetesti, fotografie eimpostazione grafica

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A s s o c ia z i

on e

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ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

u n r a g a z z o c h e s c r i v e è u n r a g a z z o c h e p e n s a

U n a m a g l i e t t a( n o n ) s t u p e f a c e n t eVogliamo ridare slancio

e vitalità alla lotta alledipendenze, in primo

luogo alla guerra alla droga,per non lasciare che laquestione escadall’orizzonte dell’interessegenerale.

Le vittime principali deglistupefacenti siamo noigiovani e allora è proprio danoi che deve partire questalotta.

Usiamo la strategia deipubblicitari per promuoverequesta volta un prodottomolto speciale, un oggettoche porta stampato su di sé,e con una certa audacia,tutto un modo di intenderela vita.

Abbiamo realizzato una T-SHIRT con uno slogansicuramente incisivo esperiamo che la potenzadel messaggio e il coraggiodi una grafica esplicitavalgano più di qualunquesciocca e vuota griffe.

Una maglietta che abbracciala vita e scaccia lo spettrodi un calvario di sofferenze,che in ogni momento ricordaad ognuno di noi una veritàtanto semplice quantodimenticata:la droga, da qualunqueparte la giri...

Mimma Franco e i ragazzi del Mosaiko

ecco la T-shirt dei ragazzi del Mosaiko

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Molto è stato scritto, nel corso deisecoli, sull’amicizia: Cicerone sicollega, tramite il flusso ininter-

rotto di fiumi d’inchiostro, ad autori benpiù moderni, sottolineando che l’amiciziaè un sentimento eterno e senza età. Talelegame, difficile da creare ed ancor piùarduo da consolidare, deve essere coltiva-to e nutrito con il cibo più pregiato: leal-tà, complicità e fiducia. Come un cuccio-lo, una nuova amicizia è una piccola crea-tura da proteggere ed allevare con dol-cezza e rispetto, ma anche da addestrarecon mani sapienti: affinché non si tramu-ti in una sorta di reciproca dipendenza, èessenziale che ciascuno abbia lo spazioper sviluppare la propria identità indivi-duale, senza che l’autonomia degeneri inegoismo od in una progressiva ed inarre-stabile rottura della relazione.Non si tratta di una forma di subordina-zione: l’amicizia ideale – forse un’utopia –prevede ruoli il più possibile paritari, unacomplementarità riconducibile al concet-to prettamente orientale di yin e yangche consenta agli amici di alternarsi, a se-conda della situazione e del genere di av-versità da superare, nel ruolo di guida.La definizione stessa di “amico” muta nelcorso della nostra vita: durante l’infanziaesso è un semplice compagno di giochi e,per quanto alcune amicizie nate in quelperiodo possano essere destinate a dura-re per lungo tempo, sono estremamenteillusorie e fragili. L’adolescenza è invecela fase in cui si esplora il territorio dellacontestazione, della ribellione: le paurelegate alla formazione di un’identità sta-bile portano spesso al bisogno di un grup-

po all’interno del quale integrarsi el’amico – oltre alla funzione essen-ziale di confidente che assume acausa del diffuso senso di incom-prensione – svolge anche quella dipunto di riferimento al quale rivol-gersi se persi nel vasto oceano del-le nuove esperienze e, talvolta, dimodello al quale ispirarsi. Termina-ta l’età di transizione, si è suffi-cientemente maturi da comprende-re l’esatto significato di tale paro-la, tanto spesso ripetuta: l’amico èun prezioso alleato, coraggioso ab-bastanza per divenire difensore esupporto, ma anche per esprimersicon chiarezza e senza ipocrisia.L’amicizia non si limita al piaceredi incontrarsi e trascorrere insiemeore liete, ma è un sentimento piùprofondo, che può esistere solo incaso di vicendevole aiuto e di gran-de intesa. Con un vero amico è pos-sibile condividere gioie ed eventipiacevoli – la “buona sorte”, per ci-tare Cicerone –, ma se tale personasi rivela tanto egoista da negare as-sistenza e solidarietà non appena leacque si fanno più burrascose – “av-versità”, secondo le parole delgrande filosofo e oratore – il rap-porto non è da definirsi una saldaamicizia, ma una relazione alquan-to effimera e transitoria fondatamagari su reciproca e approfonditaconoscenza, ma non priva di unabase di falsità. La delusione ricevu-ta da un amico fasullo è forse tra le piùdolorose ed è capace di incidersi in ma-niera indelebile nei nostri ricordi, di farciperdere la fiducia in chi ci circonda; masolo riacquistando la speranza potremo ri-

sollevare il capo e cercare, lungo il tor-tuoso cammino della vita quotidiana, unalleato degno di tale nome, che sappiaconsolare ed offrire un valido aiuto.Non sempre l’amicizia è un sogno, una va-

ga visione da inseguire: se dimostreremoapertura verso nuovi rapporti e saremocapaci di gioire dei risultati altrui anzichéinvidiarli, essa sembrerà più vicina e rea-lizzabile.

Cicerone: “Sarebbe veramente difficile sopportare le avversità senza qualcuno che le sopportasse persino con maggior pena di te”

Amicizia sentimento eternoMartina Buffa

S a n V a l e n t i n o ? . . . A u g u r i a t u t t i i V a l e n t i n o

anche per quest’anno è alle spalle

San Valentino è statisticamente la fe-sta più più odiata dell’anno. Quasitutti la odiano chi per una ragione chi

per l’altra, tranne quei pochissimi fortu-nati che non sono a conoscenza e non sisono ancora accorti della sua esistenza.Chiaramente è invisa a tutti i singles.Quelli di vecchia data, i veterani, cheamano definirsi “singles per scelta” (“de-gli altri” verrebbe da ribattere) ci hannofatto il callo e sorvolano, almeno appa-rentemente, ora distratti, ora divertiti ebeffardi sulle scatole di cioccolatini, i pu-pazzetti e le saponette a forma di cuoreche invadono le vetrine dai primi di feb-braio fino al fatidico 14. Per i singles fre-schi la situazione è più problematica. So-no stati lasciati da poco, alcuni da pochis-simo, avevano già in bocca il gusto dei Ba-ci Perugina e una dolcissima frase d’amo-re nella mente. Si trovano invece ad evi-tare sdegnosi radio e televisione per nonsentir parlare di quella maledetta festa ea limitare il più possibile le uscite, ancheper l’acquisto di beni di prima necessità,riducendosi a mangiare cibo in scatola e abere acqua del rubinetto perchè sanno giàcosa li aspetta là fuori. Appena metteran-no un alluce fuori dal portone di casa ver-

ranno assaliti da PR che li inviteranno aserate speciali per coppie e promotori diofferte regalo per pertners, nei bar trove-ranno affissi gli squisiti menù di cenetteromantiche con l’indirizzo di locali esclu-sivi e magari gratteranno e vinceranno undiabolico viaggetto-luna di miele. Se il rancore cinico e apparentemente dis-taccato o manifesto e carico di invidia chei singles nutrono nei confronti della festadegli innamorati non stupisce, meno scon-tata è l’insofferenza con cui essa semprepiù spesso viene vissuta dagli innamoratistessi. Solo un’irrisoria minoranza degliaccoppiati ostenta eccitazione e languidaromanticheria verso metà di febbraio, neipiù prevalgono infatti sentimenti di noia eapprensione. I partners dal cromosoma XY si trovano al-le prese con un’interminabile lista di te-diosissimi must. In primo luogo devono ri-cordarsi della festività e di essere fidan-zati, sforzo non indifferente per loro, insecondo luogo devono comprare un regaloe spremere le meningi per elaborare o tro-vare il sito giusto da cui copiare una frased’amore che non hanno già usato in altreoccasioni, infine, come se non bastasse,devono prenotare in un locale che concilila loro scarsissima passione per gli ingentiesborsi monetari e le abitudini raffinatedella fanciulla in questione. Dal lato del gentil sesso preoccupazioni ed

ansie, sebbene di carattere diverso, nonmancano. Il rischio di dimenticarsi delgiorno di San Valentino è pari a zero senon addirittura al di sotto dello zero peralmeno due fattori. A scongiurarlo sono dauna parte l’orgoglio e il disperato bisognodi attenzioni, talvolta goffamente dissi-mulato, che caratterizzano l’animo fem-minile, dall’altra la tacita ma spietatacompetizione che nasce con gli altri esem-

plari della stesse specie, le amiche fidan-zate. Chi riceverà il regalo più costoso, chicenerà nel ristorante più chic e chi verràcolta dalla sorpresa più romantica e sen-sazionale sconfiggendo definitivamente leavversarie?Per fortuna il 15 di febbraio è tutto finito,i rancori e le tensioni si placano e le ma-linconie e il pericolo di morte per i fidan-zati smemorati sono già acqua passata.

Marta Lamanuzzi

la festa più odiata dagli Italiani

Batter d’aliSei tornato a cantare per me,

la notte ormai è calata, e l’albero sul quale ti appoggi diventa il tuo teatro,

e io il tuo pubblico.

Ti esibisci sotto la luna gioconda, richiamando l’estate, che però passerà,

rimango seduta ad ascoltarti, mentre da solo mi accompagni nel regno dei sogni,

dove tutto è pace,

poi più nulla.

Il teatro si chiude, e tu non canti più,

l’albero si addormenta mentre un manto bianco e gelido si posa sulla terra,

che aspetta di nuovo il tuo ritorno;

caro usignolo.

Elena Mazzucco, anni 14