Il Mosaiko Kids 3-2006

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Il Mosaiko Kids si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Favolarevia Editore, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] Anno 3 - n° 3, marzo 2006 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Proprietà ed Editore: Favolarevia, via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Periodico mensile Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL) i i d d Il Mosai o K Il M osai o K s s pag.2 pag. 3 pag.4 LE PARALIMPIADI di Giovanna Spantigati MA LA BELLEZZA COS’E’ ? di Martina Ruta DELIZIE ITALIANE SOSPETTE di Silvia Pareti L’UMILTA’ di Andrea Accatino LE DONNE NELLA LETTERATURA... ...E NELLA CHIESA di Marta Lamanuzzi PACS O NON PACS ? di Marta Lamanuzzi FENOMENI EXTRASENSORIALI di Giada Gatti QUALCHE ORA CON GLI ANZIANI di Cecilia Sacco CHI VUOL ESSERE TUTELATO? La tragedia di Tommy di Davide Varni pag.5 come in un film di Dario Argento l’horror esce dallo schermo O c c i d e n t e i n d e c l i n o m o r a l e ? I mmagini agghiaccianti. Criminologi e medici lega- li stanno ultimamente col- lezionando “quadretti” e ri- prese che Dario Argento non si sogna nemmeno. Neonati soffocati, strangolati, anne- gati, addirittura gettati nel W.C. e ripetutamente per- cossi e trafitti con lo scopi- no, come dimostrano gli stu- di effettuati su alcuni corpi- cini trucidati. I luoghi a cui vengono destinati, cassonet- ti e W.C., la dicono lunga sulla considerazione che queste mamme, che defini- rei senza alcuno scrupolo mostruose, hanno delle loro creature. Gli orrori non fini- scono qui. Ulteriori ribrezzo e incredulità sono suscitati dalle notizie dei maltratta- menti atroci e degli abusi sessuali, in così stridente disaccordo con l’innocenza e il candore dell’età delle vit- time. Dare una spiegazione a certi gesti è inequivocabil- mente impossibile. Si può giusto pensare ad un “riim- bestialimento” della società occidentale, che vanta tanto il proprio grado di civilizza- zione, ad una rarefazione o pericolosa alienazione dei valori, o, più semplicemen- te, a raptus di follia. Resta un dubbio: delitti di questo tipo sono il frutto re- cente di qualche recondita valvola di sfogo dell’incon- scio umano o sono sempre esistiti e solo ora vengono smascherati, grazie alle mo- derne tecniche e ai sofistica- ti mezzi di indagine, e am- piamente veicolati dai Mass- Media? Sono certa che non vi sia un solo italiano che non abbia mai sentito parlare delle se- vizie che Erika, con la colla- borazione del partner Omar, ha usato al fratellino undi- cenne; lo stesso vale per il caso ambiguo e ancora irri- solto di Anna Maria Franzoni, o per la fresca vicenda di Tommy, dai retroscena che lasciano presagire esiti rac- capriccianti. È sconfortante, ma le possi- bili strategie di intervento sono davvero limitate, la tu- tela e i controlli sui minori si scontrano violentemente con il diritto alla privacy del fo- colare domestico. Il fenome- no sembra essere il gioco di un sadico enigmista che ha celato troppo bene le sue so- luzioni. Marta Lamanuzzi Cara Mimma, Ricevo fin dal primo nu- mero “Il Mosaiko Kids” e ne ho seguito il cammi- no in ascesa costante. Grazie per il dono di un giornale tanto sponta- neo e fresco, giovane e limpido. Eppure tratta problemi molto seri, fin dall’inizio con la campa- gna antistupefacenti, vince premi autorevoli ed esce con regolarità migliore di tanti perio- dici per adulti. Complimenti a tutta l'é- quipe, alla direzione, alla redazione e soprat- tutto a te, cara Mimma, Presidente a pieno meri- to, che dopo tante altre pubblicazioni ti sei av- viata per la via del Mo- saiko con tutto il tuo en- tusiasmo, le tue idee brillanti, la tua sensibi- lità verso i ragazzi, la loro vita e il loro mon- do. Ti avevo già scritto tem- po fa, ma forse non lo ricordi, presa come sei da tanto appassionante lavoro. Oggi però, vedendo ini- ziare il terzo anno del tuo periodico, con risul- tati sempre più incisivi, desidero congratularmi per il progetto a cui hai dato vita e continui a portare avanti con l’en- tusiasmo che trasmetti attraverso i tuoi redat- tori motivati e aperti, attraverso i loro articoli originali, impegnati, do- cumentati. Anche la ve- ste tipografica rispec- chia le tue scelte; il Mo- saiko è colorato, lieto, festoso, come piace a te: una vera pubblica- zione per i ragazzi. Ri- cevendo il secondo nu- mero del 2006 desidero augurarti di proseguire in questa direzione, così aiuti i giovani lettori e i giornalisti in erba, per- metti loro di confrontar- si con qualche voce adulta, autorevole, co- me per esempio il prof. Charmet nelle parole di Elisa Pareti. Grazie Mimma per que- sto tuo progetto che realizzi puntualmente ogni mese; attraverso il Mosaiko seguo anche la tua vita. Avv. Prof. Amelia Boccassi Salvador Dalì, Costruzione molle con fagioli bolliti, premonizione di guerra civile - 1936 Mosaiko cresce Il terzo anno eu tanasia il dibattito bio-etico che ha percorso la storia Il significato etimologico del termine eutanasia deriva dal greco e significa “buona mor- te” (eu=buono; thanatos=morte). Nell’anti- chità, infatti, ci si dava in ta- luni casi la morte per evitare la vecchiaia e le debolezze derivanti o addirittura per la troppa felicità, temendo che ad un periodo di grande posi- tività ne potesse succedere uno fortemente contrastante. Questo perché si supponeva che ognuno godesse di pieni poteri decisionali sul proprio corpo, almeno fino all’avven- to del Cristianesimo, che tut- t’ora non riconosce tale prati- ca: essendo la vita dono di Dio, tocca esclusivamente a Lui toglierla agli uomini. Mol- ti gruppi religiosi pensano inoltre che la sofferenza pos- sa avere un valore purifican- te. Questa posizione era con- divisa anche da prestigiosi pa- gani dei tempi più antichi: Pi- tagora addirittura diceva che “senza il comando dell’impe- ratore, cioè di Dio, non è leci- to abbandonare il posto che ci fu assegnato nella vita.”; Ci- cerone scriveva questa paro- le: “tu o Publio e tutte le perso- ne rette, dovete conservare la vostra vita e non dovete al- lontanarvi da essa senza il co- mando di colui che ve l’ ha data, affinché non sembriate sottrarvi all’ufficio umano che Dio vi ha stabilito”. Tuttavia la maggior parte de- gli enti religiosi non sono Simona Lucarno segue a pag. 2 pag.6

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Il periodico dell'Associazione Il Mosaiko Kids

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Il Mosaiko Kids si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo:Favolarevia Editore, via C. Alberto 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018e-mail: ilmosaiko @tiscali.it

Anno 3 - n° 3, marzo 2006 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004Proprietà ed Editore: Favolarevia, via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL)Periodico mensileDirettore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

pag.2

pag. 3

pag.4

LE PARALIMPIADIdi Giovanna Spantigati

MA LA BELLEZZA COS’E’ ?di Martina Ruta

DELIZIE ITALIANE SOSPETTE di Silvia Pareti

L’UMILTA’di Andrea Accatino

LE DONNE NELLA LETTERATURA......E NELLA CHIESA

di Marta Lamanuzzi

PACS O NON PACS ?di Marta Lamanuzzi

FENOMENI EXTRASENSORIALIdi Giada Gatti

QUALCHE ORA CON GLI ANZIANIdi Cecilia Sacco

CHI VUOL ESSERE TUTELATO? La tragedia di Tommy di Davide Varni

pag.5

c o m e i n u n f i l m d i D a r i o A r g e n t o

l ’ h o r r o r e s c e d a l l o s c h e r m oO c c i d e n t e i n d e c l i n o m o r a l e ?

Immagini agghiaccianti.Criminologi e medici lega-li stanno ultimamente col-

lezionando “quadretti” e ri-prese che Dario Argento nonsi sogna nemmeno. Neonatisoffocati, strangolati, anne-gati, addirittura gettati nelW.C. e ripetutamente per-cossi e trafitti con lo scopi-no, come dimostrano gli stu-di effettuati su alcuni corpi-cini trucidati. I luoghi a cuivengono destinati, cassonet-ti e W.C., la dicono lungasulla considerazione chequeste mamme, che defini-rei senza alcuno scrupolomostruose, hanno delle lorocreature. Gli orrori non fini-scono qui. Ulteriori ribrezzoe incredulità sono suscitatidalle notizie dei maltratta-menti atroci e degli abusisessuali, in così stridentedisaccordo con l’innocenza eil candore dell’età delle vit-time. Dare una spiegazione acerti gesti è inequivocabil-mente impossibile. Si puògiusto pensare ad un “riim-bestialimento” della societàoccidentale, che vanta tantoil proprio grado di civilizza-

zione, ad una rarefazione opericolosa alienazione deivalori, o, più semplicemen-te, a raptus di follia. Resta un dubbio: delitti diquesto tipo sono il frutto re-cente di qualche reconditavalvola di sfogo dell’incon-scio umano o sono sempreesistiti e solo ora vengonosmascherati, grazie alle mo-derne tecniche e ai sofistica-ti mezzi di indagine, e am-piamente veicolati dai Mass-Media?Sono certa che non vi sia unsolo italiano che non abbiamai sentito parlare delle se-vizie che Erika, con la colla-borazione del partner Omar,ha usato al fratellino undi-cenne; lo stesso vale per ilcaso ambiguo e ancora irri-solto di Anna Maria Franzoni,o per la fresca vicenda diTommy, dai retroscena chelasciano presagire esiti rac-capriccianti.È sconfortante, ma le possi-bili strategie di interventosono davvero limitate, la tu-tela e i controlli sui minori siscontrano violentemente conil diritto alla privacy del fo-colare domestico. Il fenome-no sembra essere il gioco diun sadico enigmista che hacelato troppo bene le sue so-luzioni.

Marta Lamanuzzi

Cara Mimma,

Ricevo fin dal primo nu-mero “Il Mosaiko Kids” ene ho seguito il cammi-no in ascesa costante.Grazie per il dono di ungiornale tanto sponta-neo e fresco, giovane elimpido. Eppure trattaproblemi molto seri, findall’inizio con la campa-gna antistupefacenti,vince premi autorevolied esce con regolaritàmigliore di tanti perio-dici per adulti. Complimenti a tutta l'é-quipe, alla direzione,alla redazione e soprat-tutto a te, cara Mimma,Presidente a pieno meri-to, che dopo tante altrepubblicazioni ti sei av-viata per la via del Mo-saiko con tutto il tuo en-tusiasmo, le tue ideebrillanti, la tua sensibi-lità verso i ragazzi, laloro vita e il loro mon-do. Ti avevo già scritto tem-po fa, ma forse non loricordi, presa come seida tanto appassionantelavoro. Oggi però, vedendo ini-ziare il terzo anno deltuo periodico, con risul-tati sempre più incisivi,desidero congratularmiper il progetto a cui haidato vita e continui aportare avanti con l’en-tusiasmo che trasmettiattraverso i tuoi redat-tori motivati e aperti,attraverso i loro articolioriginali, impegnati, do-cumentati. Anche la ve-ste tipografica rispec-chia le tue scelte; il Mo-saiko è colorato, lieto,festoso, come piace ate: una vera pubblica-zione per i ragazzi. Ri-cevendo il secondo nu-mero del 2006 desideroaugurarti di proseguirein questa direzione, cosìaiuti i giovani lettori e igiornalisti in erba, per-metti loro di confrontar-si con qualche voceadulta, autorevole, co-me per esempio il prof.Charmet nelle parole diElisa Pareti.Grazie Mimma per que-sto tuo progetto cherealizzi puntualmenteogni mese; attraverso ilMosaiko seguo anche latua vita.

Avv. Prof. Amelia Boccassi

Salvador Dalì, Costruzione molle con fagioli bolliti, premonizione di guerra civile - 1936

Mosaiko cresce

Il terzo anno

eutanasiail dibattito bio-etico che ha percorso la storia

Il significato etimologico deltermine eutanasia deriva dalgreco e significa “buona mor-te” (eu=buono;thanatos=morte). Nell’anti-chità, infatti, ci si dava in ta-luni casi la morte per evitarela vecchiaia e le debolezzederivanti o addirittura per latroppa felicità, temendo chead un periodo di grande posi-tività ne potesse succedere

uno fortemente contrastante.Questo perché si supponevache ognuno godesse di pienipoteri decisionali sul propriocorpo, almeno fino all’avven-to del Cristianesimo, che tut-t’ora non riconosce tale prati-ca: essendo la vita dono diDio, tocca esclusivamente aLui toglierla agli uomini. Mol-ti gruppi religiosi pensanoinoltre che la sofferenza pos-sa avere un valore purifican-te. Questa posizione era con-divisa anche da prestigiosi pa-gani dei tempi più antichi: Pi-tagora addirittura diceva che

“senza il comando dell’impe-ratore, cioè di Dio, non è leci-to abbandonare il posto che cifu assegnato nella vita.”; Ci-cerone scriveva questa paro-le:“tu o Publio e tutte le perso-

ne rette, dovete conservarela vostra vita e non dovete al-lontanarvi da essa senza il co-mando di colui che ve l’ hadata, affinché non sembriatesottrarvi all’ufficio umanoche Dio vi ha stabilito”.Tuttavia la maggior parte de-gli enti religiosi non sono

Simona Lucarno

segue a pag. 2

pag.6

Page 2: Il Mosaiko Kids 3-2006

Tommy è un bambinorapito non si sa dachi, non si sa per-

ché, ma soprattutto in-carna, fino al prossimo epiù grave abuso, secoli disofferenza di tante flebi-li voci che chiedono giu-stizia per non trasformar-si a loro volta in carnefi-ci.Quest’ultimo caso media-tico, che ha sconvolto l’I-talia più del Grande Fra-tello, ha già messo in mo-to la pubblica accusa, an-zi, l’accusa del pubblico,

che tra gli abitanti dellacascina ha già eliminatoil padre. Anche la soffe-renza è mediatica, comeda copione. Non è più unsentimento privato dacelare sotto il proprio do-lore, ma anzi deve esserepalesato il più possibile.Mentre la ragione, giànarcotizzata dalle provo-cazioni scosciate in primaserata, viene soppressacon l’obolo al TelefonoAzzurro, forse già sappia-mo che questo nonestirperà la piaga delleviolenze sui bambini,ma basta per farci dor-mire tranquilli. Fino a quando non toc-cherà a qualcuno che

amiamo. E allora non ba-steranno ne’ i luoghi co-muni ne’ le barzellettesui Carabinieri. Sarà inquei momenti che chie-deremo di arginare e for-tificare le carenze dellatutela dell’infanzia nellasocietà occidentale, co-me si cerca da fare damolti decenni.La tutela non ci sarà fin-ché continueremo a con-siderarla affare dello sta-to e non affari nostri. Per

quanto possano le leggi,rispetto, comprensione eamore possono di più. Maoggi sono atrofizzati, eper utilizzarli serve mol-to coraggio. Fino a quelmomento, il mondo saràpieno di Tommy, di Erikae Omar, di Denise, Di Sa-muele. Ma anche di Carlo, Gio-vanni, Luca, Maria, Fran-cesca e molti altri: sonotutti bambini. La loro fe-licità dipende da noi.

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Progetto grafico e impaginazione:

Favolarevia - Mauro Mainoli

Fotografie: favolarevia - Paola Mag-

gi.

RedazioneDirettore Resp.: Antonella MariottiPresidente: Mimma FrancoAnna Bruni - Giovanna Spantigati -Paola Maggi - Elisa Pareti - SilviaPareti - Marta Lamanuzzi - LiviaGranata - Giada Gatti - Simona Lu-carno - Davide Varni - Elena Pisa -Paolo Pareti - Marcello Spinetta -Giorgia Bresciani - Cecilia Sacco -Andrea Accatino - Claudio Bertoletti -Elio Pisa - Manuela Gandolfi - PaolaPicena

Piccoli PiccoliLisa R. Magnaghi - Cecilia Mariotti -Martina Ruta - Sofia Falchetto - Da-niele Accatino - Marta Poggio - Fa-bio Porta Scarta - Claudia Poggio -Federica Marini - Marta Chiapedi -Laura Mandirola.

IllustrazioniCarlotta Ruotolo - Martina Delfanti

Vietato riprodurre senza autorizzazione testi, fotografie e impostazione grafica

Proprietà artistica letteraria

Casa Editrice

Favolarevia

Via C. Alberto, 13

15053 Castelnuovo Scrivia (AL)

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contrari alla eutanasiapassiva, che è altro non èse non lasciare avvenire lamorte in modo naturale.Bisogna infatti distingueretra: eutanasia passiva,quando cioè viene sospesol’uso degli strumenti vitalio delle medicine in modoche si verifichi una mortecompletamente naturale;eutanasia attiva, quandola morte viene procurataallo scopo di alleviare ildolore del paziente; suici-

dio assistito, quando qual-cuno dà delle informazionie i mezzi necessari ad unpaziente affinché possafar finire facilmente la suapropria vita. Eutanasia era anche senti-mento di pietà nei con-fronti di malati inguaribilio per Platone una libera-trice di tutte quelle perso-ne che per lo stato fisico edi salute risultavano inuti-li alla società.Stesso fu il principio teori-co con cui l’eutanasia ven-ne largamente utilizzatadal regime fascista, colnome di copertura “opera-zione T4”. Ma in pratica,oltre alle “bocche inutili”,cioè ai malati terminali,vennero assassinati anchebambini nati mongoli,malformati o handicappa-ti; pazienti dei manicomi;ebrei deportati nei campidi concentramento; parti-giani ed esponenti politicidella Resistenza. Anche larisiera di San Sabba a Trie-ste fu teatro di pratiche diquesto genere. In tutto sicontano più di 230milapersone.Fatta eccezione di questatriste realtà di guerra, lascienza e le tecniche me-diche hanno rifuggito sem-pre più l’opzione dell’eu-tanasia in nome del “vita-lismo”, cioè di salvarequante più vite possibili,non limitandosi solo ad al-leviare i dolori fisici deimalati, in un’epoca in cuimolto poco poteva esserefatto per salvare la vitadel paziente e quel pocodoveva essere tentato. Silegge nel cosiddetto “giu-ramento di Ippocrate”: (iomedico) non somministre-rò ad alcuno, neppure serichiesto, un farmaco mor-tale, né suggerirò un taleconsiglio”. Oggi i nuovi ri-trovati medici possono fa-re moltissimo non solo persalvare la vita, ma ancheper prolungarla a personea cui questa ha ormai pocoda promettere. Si pone al-

lora il problema di saperese vale sempre la pena difare tutto quello che èpossibile. E’ giusto sommi-nistrare cure costosissimea pazienti terminali la cuivita può essere prolungatamagari solo di poco, inve-ce di utilizzare quei soldiper trattamenti prenatalio sui bambini, insommaper migliorare una vita alungo termine?Queste ed altre sono ledomande che ci si pone suuna questione che presen-ta grandi interrogativi eti-co-morali. Dato che il sui-cidio è un atto legale, an-che se molte giurisdizionilo ritengono atto crimina-le, i malati terminali negliospedali non dovrebberogodere della stessa possi-bilità? Soffrendo oltre cheper il dolore fisico ancheper la mancanza di indi-pendenza, di controllo edi gestione del propriocorpo e per la depressioneche ne deriva, non è forsecomprensibile il desideriodi certi malati di porre fi-ne alla propria vita?Tra i Paesi più a favoredell’eutanasia si hanno:Australia 81%, Gran Breta-gna 80%; Canada 74% eStati Uniti 60%. In Italia il49,4% è favorevole.Appare assai difficileprendere posizioni su basioggettive, senza farsi in-fluenzare dalle posizionietico-religiose di ognuno.Certo è che in alcuni casiestremi, quando si devecombattere con malattielogoranti e inguaribili, chedivorano il corpo ma la-sciano vigile la mente,forse l’eutanasia dovrebbeessere ammessa, ovvia-mente solo se richiesta dalmalato, essendosi accer-tati che questi non abbiasubito pressioni. Tutti co-loro che non sono d’accor-do possono decidere dinon utilizzarla, ma perso-nalmente non ritengo cor-retto che il dissenso di unaparte precluda certe pos-sibilità a chi invece sareb-be favorevole, proprio co-me questi ultimi non co-stringerebbero i primi apraticare l’eutanasia con-tro volontà.L’eutanasia dovrebbe es-sere una scelta, così comel’aborto e la fecondazioneassistita. Non dovrebberoessere imposti e nemmenonegati: in nome del liberoarbitrio, ognuno potrebbecosì scegliere in base aipropri ideali e concezioni.

eutanasiaSimona Lucarno - segue dalla prima

Assieme ad alcuni mieicompagni abbiamodeciso come impegno

di vita sociale di fare visi-ta saltuariamente alla casadi riposo Balduzzi. Entrarein contatto con questarealtà offre il tema ad al-cune considerazioni. Per-sonalmente ho riscontratoche parlando con gli “ospi-ti” di questo istituto letendenze che emergono, aldi là dell’enorme piacereche in tutti si riscontra davisite, sono due. La primaè data dal fatto che incon-tri persone che preferisco-no parlare di loro stessi, diquando erano giovani, dicosa hanno fatto durantela vita attiva e, con no-stalgia e a volte rimpiantiper quello che avrebberopotuto fare e non hannofatto, del loro lavoro, del-le loro attività e persinodella loro vita affettiva,non smettendo mai di par-lare, quasi parlando a sestessi e chiedendo solo diessere ascoltati. Un pen-siero frequente che risaltadalle loro parole è la diffe-renza tra i giovani di oggi

e i giovani dei loro tempiovvero i loro coetanei. Cihanno raccontato che nellaloro infanzia non c’eranotutti i privilegi che ci sonooggi come la Playstation, icomputer e la televisione,ma ne vanno fieri, sono fe-lici di essere cresciuti sen-

za queste nuove tecnologieche, pur essendo utili,possono creare probleminei bambini che ne abusa-no. Sono cresciuti, giocan-do all’aria aperta, senzapregiudizi e nel rispettoverso il prossimo; cosa che

oggi purtroppo non è pro-prio così. Altre persone in-vece fanno domande chie-dendo come è il mondofuori da quelle mura, cu-riose di come vanno le co-se adesso che loro non so-no più parte attiva del no-stro tempo. In entrambi i

casi si riscontra una gran-de solitudine che a volte èpiù dura e difficile da sop-portare delle malattie edegli acciacchi che inevi-tabilmente queste personehanno. Nel nostro piccolonoi ragazzi, per alleviare

la loro solitudine, abbiamodeciso di organizzare dellepartite, dei tornei a bri-scola, ottenendo un buonsuccesso, rendendo più fe-lici gli anziani e trascor-rendo in modo diverso unsabato pomeriggio. Affron-tare il problema della vec-chiaia per i ragazzi di 16anni può essere una cosaincomprensibile perchéniente è più lontano da noiche pensare come saremoda vecchi avendo tutta lavita da vivere. Entrare incontatto con questo mondoche di solito si tende aghettizzare o addiritturadimenticare ci fa capirecome il mondo abbia biso-gno di più sensibilità e diun po’ più di impegno ver-so il prossimo. Noi conquesta iniziativa non cisentiamo migliori dei no-stri coetanei ma cerchiamodi dare, con i nostri limiti,più dignità alla vita uma-na. In fondo loro chiedonosoltanto di essere ascoltatie non essere dimenticati.Auguro a tutti noi di diven-tare anziani e di avere lafortuna che qualcunoascolti i nostri problemi,le nostre lamentele e i no-stri ricordi perché sarà unmodo per sentirci ancoravivi.

P e n s a r e a l l a v e c c h i a i a a 1 6 a n n i

Qualche ora con gli anzianiq u a n d o i l v o l o n t a r i a t o d i v e n t a p o n t e t r a p a s s a t o e f u t u r o

Cecilia Sacco

La casa di Riposo “Balduzzi” a Castelnuovo Scrivia

L ’ e m b l e m a t i c a t r a g e d i a d e l p i c c o l o T o m m a s o

Chi vuol esser tutelato?Davide Varni

Page 3: Il Mosaiko Kids 3-2006

Nel paladino della Controriforma sicela uno psicanalista ante litteram.O, per farla più semplice, i perso-

naggi femminili de La Gerusalemme libe-

rata, poema eroico-cavalleresco del ‘500,rivelano atteggiamenti che possiamo ri-scontrare nelle giovani dei gior-ni nostri.Fin dall’inizio dell’opera, impe-gnata in una teikoscopia (osser-vazione dall’alto delle mura)insieme ad Aladino, re di Geru-salemme, troviamo la primadelle figure femminili prese inesame: Erminia. La fragile fi-glia del re di Antiochia, perdela testa, non ricambiata, perTancredi, cavaliere cristiano;non appena lo vede ferito, celala sua insicurezza nell’armatu-ra di Clorinda, eroina pagana, esi precipita in suo soccorso. Lamissione non riesce e la fan-ciulla si ritrova nel bosco, inmezzo ai pastori, ad incidereiniziali sui tronchi e a fantasti-care, un po' rassegnata, sul suoamato. La seconda donna in questioneè Clorinda, spietata, potente etenace guerriera pagana, maipavida, mai esitante, mai don-na di fatto. Anche ei indossal’armatura come schermo delproprio “io”, cercando di repri-mere al suo interno tutta la suafemminilità, che fuoriesce, ca-sta, pia e passionale al tempostesso, solo pochi istanti primadella morte. Infine, nel locus amenus checostituisce il suo giardino, pla-smato dai suoi stessi incantesi-mi, incontriamo Armida, la ma-ga discinta e ammaliante che, amo' di Circe, trasforma gli uomini in be-stie, soggiogati dalle loro stesse passioni.Attualizziamo. Tipico dell’adolescenza èl’atteggiamento-Erminia, quello scorag-giamento e quell’insicurezza, dovuti aduna scorretta e deformata percezione disé, che porta molte ragazze a sentirsibrutte, grasse, inadeguate, non volute. In

alcuni casi la ragazza-Erminia si trasformain ragazza-Clorinda che, per non appariredebole e insicura, si finge spavalda escontrosa, rifiuta la dolcezza e simula dis-prezzo e cinismo verso tutto ciò che è ro-mantico e sentimentale. Per concludere

pensiamo alle ragazze-Armida, talvoltafin troppo sicure e disinvolte, molte altrevolte più fragili delle altre. Appaiono vol-gari, disinibite, disposte a tutto, fiere disé e delle proprie azioni, ma spesso la lo-ro soddisfazione e la loro felicità sonoun’illusione a cui nemmeno loro riesconoa credere.

Le donne possono tutto.Un lento, faticoso, maassolutamente necessa-

rio processo di emancipazioneha portato le donne a giudica-re reati, operare pazienti erivestire cariche pol it iche;cosa impedisce che sommini-strino l’ostia e dicano messa?Il tradizionalismo e l’anticon-formismo della Chiesa e del

nuovo pontefice sostanzial-mente.L’importanza che la donna ha

rivestito nel lastoria della Chie-sa è unanimemen-te riconosciuta elo stesso Ratzin-ger si è impegna-to a r if letteresulla dovuta valo-r izzazione del lefigure femminil iin ambito eccle-s iast ico, ma disacerdozio non sene parla. Un veropeccato che i fe-deli non possanoancora goderedella sensibilità,del l’umanità edella grinta chemolte donne sa-prebbero tra-smettere dall’al-tare. Senza contareche non esiste unruolo più “uni-sex” di quello delministro del cul-to, nessuna ge-stione familiare,nessuna materni-tà, insomma nes-sun deterrentepuò essere addot-to dai “ginescet-tici”.L’abito sacerdo-tale, e, perché

no, quello vescovile e cardi-nal iz io appaiono, al la lucedelle attuali condizioni socia-li, così conformi al gentil ses-so, da far sperare in una futu-ra estinzione delle perplessi-tà e del la reticenza del laChiesa a questo proposito.

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l e d o n n en e l l a l e t t e r a t u r a . . .

. . . e n e l l a C h i e s a ?L e d o n n e d i Ta s s o n e l l e r a g a z z e d i o g g i

V i t a b r e v e a i “ G i n e s c e t t i c i ”

di Marta Lamanuzzi

Non ti conosco, ti saluto a malapena, ho scambiato con te qual-che parola, le più belle della

mia vita. Sei stupendo: il tuo modo difare, di coprire l’imbarazzo, il tuosorriso, il modo in cui ti concentri, ilmodo in cui leggi, incidono profonda-mente il mio cuore. Darei di tutto perpoter accarezzare i tuoi buffi, simpa-tici riccioli mori… gli stessi che illumi-nano il tuo sguardo, che danno un sen-so alla mia vita. Farei pazzie per sen-tire il gusto delle tue labbra carnose…sembrano morbide e dolci. Sogno diessere stretta dalle tue braccia sicu-re, di dormire sul tuo petto, di addor-mentarmi al battito del tuo cuore.Non so che sorriso abbia l’amore maspero che quel sorriso sia il tuo! Cosami hai fatto? Ti avrò visto, si e no, una

decina di volte… non posso essermi in-namorata di te in così poco tempo… oforse è bastato? Non ti ricorderaineanche più di me… sono stata per teuna piccola cometa in un cielo stella-to… un attimo sfuggente nella tua vi-ta! Distrutto anche tu dall’amore ver-so una donna, del quale non valeviche un po’ più di niente,ora vivi nel-l’amicizia. Ti dissi che anch’io passaila tua stessa situazione… ma ometten-do che quella ragazza non è riuscitaad apprezzare la tua persona, quantotu realmente vali. Mi sono bastati po-chi secondi per capirlo. Solo tu puoicurare la mia malattia per te! Eri un pensiero assillante… ballavo inmezzo alla pista stracolma di ragazzie ragazze, ma per me era deserta… tunon c’eri. Pensavo sempre a te… aituoi messaggi… parlavo con gli amici emi guardavo intorno aspettando il tuoarrivo. Il tempo sembrava non passare

mai, una tortura finchè… eccoti!Splendente come il primo raggio di so-le che attraversa invincibile il buiodella notte… il buio della mia mente…il buio della malinconia che mi posse-deva! Mi sono illuminata di gioia, sen-tivo il calore espandersi in tutto il cor-po… ho dimenticato tutto… quel atti-mo è stato eterno! Mi è bastato perdimenticare tutti i miei problemi el’angoscia di quella sera nell’aspet-tarti! Mi sarebbe piaciuto fissarti inin-terrottamente, ma ti ho perso… non titrovavo più… l’ansia è ritornata, sta-volta nella versione più crudele! Ave-vo la certezza che c’eri ma non ti tro-vavo! Sei stato come l’angelo apparsoalla Vergine Maria! Tutta la sofferenzaè sparita, ma la tua notizia ha spentoin me le speranze che la tua visioneaveva acceso nuovamente… te ne sa-resti andato, per sempre questa volta!Chissà se un giorno ti ricorderai di me?

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Page 4: Il Mosaiko Kids 3-2006

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Tra le specialità italiane rico-nosciute all’estero non cisono solo pasta pizza e ma-

fia. Famosissimo anche il tirami-sù, il sugo alla bolognese (per noidetto anche ragù), il pesto, il‘parmesan’ (che assomiglia aldialetto più che all’italiano par-migiano), il caffé (specie nellevarianti ‘café’ o ‘mocha’ che hoscoperto essere con cioccolato epuò essere ‘regular’, ‘tall’ o‘grande’) e il mitico cappuccino(scritto con grande libertà di dop-pie scempiate o acca improvvisa-te). Ma ci sono cose sui ripiani deinostri supermercati non trovere-mo mai, spero. Come la pasta inlattina, cotta e condita pronta damangiare, o in pacchi da 5 kg, cheassomigliano a sacchi per cani piùche per persone, il caffé lunghis-simo servito in tazzoni e general-mente solubile. Non hanno maivisto la polenta, ma non solo gliinglesi pare che sia molto impo-polare perché in tutta Europa nonc’è nessuno che ne abbia sentitoparlare. In compenso si sono tuttiinnamorati di panettone e pando-ro e come potevano resistere. Co-munque una delle delizie italianequi molto apprezzate sono i cele-berrimi ‘garlic bread’. Ok, voletesapere il nome italiano di questaprelibatezza? Ebbene non ne esi-

ste uno, ma una traduzione vero-simile sarebbe pane all’aglio. Il‘garlic bread’ non è altro che pa-ne inzuppato di burro e aglio. Tra-dizionalmente servito con la pizzacome accompagnamento. Lo sitrova in tutte le migliori pizzeried’asporto (tutte appartenenti acatene americane) e anche in al-cune con pretese di italianità.Qualcuno di voi ne ha mai sentitoparlare? Glielo spiego io o glielodite voi che il ‘garlic bread non ciappartiene? Assomiglia piuttostoa un rinforzo di grassi che accom-pagnano alla pizza troppo da die-ta mediterranea per lo standard acui sono abituati i loro palati. Ti-piche pizze sono poi la ‘peppero-ni’, no non è un errore di grafia,è tutta la pizza ad essere sbaglia-ta, è fatta con salame piccante,di peperoni nemmeno l’ombra.Altra molto tipica quella con l’a-nanas e ovviamente l’immancabi-le margherita. Qui sì che sentia-mo finalmente un nome conosciu-to. Solo il nome però perché odo-re e gusto non ricordano tanto ca-sa. D’altronde è fatta con salse dipomodoro zuccherate, tipo ket-chup, e l’immancabile formaggio‘cheddar’, che davvero ti ricordaquanto la mozzarella sia insosti-tuibile, per favore esportiamonedi più!! E insegnamogli a fare ilsugo senza lo zucchero… non èproprio necessario. Un consiglioper tutti gli italiani all’estero:non fatevi accalappiare da pro-dotti che sventolano sulla confe-zione il tricolore, a un esame più

attento vi accorgerete che nonhanno nient’altro di lontanamen-te italiano. Altra chicca è la preparazionedella pasta, tutti i non italiani so-no concordi nel seguire questaprocedura sicuramente non auto-rizzata dalla lega italiana pastai ebuongustai, e non c’è da stupirsiche il risultato li stupisca del no-stro amarla così tanto. Istruzioni:prendere una quantità di pastanon ben misurata e riempirci unpentolino appena più grande, ac-cendere il fuoco, posizionare ilpentolino sopra, dopo aver appe-na coperto la pasta con acquapresa dal bollitore, fare attenzio-ne a usarne il meno possibile, cheè sempre meglio se gli strati su-perficiali cuociono più per vaporeche per immersione. Posizionaresopra un piatto o un coperchio onulla se non si trova, e tornaredopo un tempo non ben definito,ma sufficiente alla pasta per as-sorbire quasi tutta l’acqua e daresegni evidenti e preoccupanti dicedimento strutturale. Quandofarfalle, conchiglie, pipette, fu-silli o fettuccine hanno raggiuntotutti la caratteristica forma nebu-losa non identificabile, dedurreche è ora di fermare il supplizio.Scolarla e preparare il sugo, pre-murandosi di aggiungere acqua olavarla perché non si attacchi(olio proprio no, eh?) nell’attesa.Unirla al sugo e… mangiare. Buonappetito è una parola che non hauna vera traduzione in inglese…che strano, chissà perché.

Sono poche le personedelle quali posso direcon certezza che sono

umili. Per chi non conosce ilsignificato di questo aggetti-vo, sul dizionario trovo: “Sidice di chi, consapevole deipropri limiti, non si inorgogli-sce per le proprie virtù né siesalta per i propri meriti osuccessi personali, ma frenaogni moto di superbia”.L’”esser umili”, secondo me,va molto aldilà di questa de-finizione, perché chi non co-nosce questo sentimento lopotrebbe ritener facile damettere in pratica ed inveceio so che non è così. Leggen-do distrattamente questa de-finizione, si potrebbe trarrela conclusione che chi è umi-le è sottomesso, non ha il co-raggio, proprio il contrario,perché la persona umile co-nosce i propri limiti, non siesalta e, come diciamo noigiovani d’oggi, “non se la ti-ra” per un successo persona-le o per un complimento rice-vuto. Inoltre chi è umile,“frena ogni moto di super-bia” come dice la definizionee, come tutti sappiamo, lasuperbia è una qualità da nonpossedere. Io, per esperienza

personale, posso dire che l’u-miltà è un pregio molto diffi-cile da possedere; vorrei es-sere sempre umile ma non ciriesco, perché è dura gioireper un bel voto senza darenell’occhio, ed è ancora piùdifficile trattenersi dal diredi aver realizzato trenta pun-ti in una partita di basketvinta con la mia squadra. Ep-pure, essere umili significaanche questo, significa non“tirarsi addosso” la definizio-ne di antipatico, di “ciancia-rone” e appunto, ci voglionotanta forza nell’animo e uncuore puro per farlo. Nel-l’ambiente in cui io “lavoro”,la scuola, l’esser umile può,secondo me, assumere sfu-mature diverse: umiltà èascoltare i problemi del tuocompagno e dargli conforto econsigli utili, umiltà è difen-dere chi viene preso in giroingiustamente, umiltà è aiu-tare un compagno in difficol-tà in qualche materia, im-paurito dalla figura del pro-fessore e timoroso nel chie-dere spiegazioni: con la pa-zienza e la buona volontà,magari senza saperlo, si di-venta umili. Forse però, nel-la società moderna, l’umiltàè un sentimento troppo tra-scurato. Quando parlo di so-cietà moderna, mi viene in

mente il grande e difficilemondo del lavoro. Molte vol-te si premia l’impiegato egoi-sta, malizioso che vuole stra-fare pur di ricevere un com-plimento dal capo, mentre sidà poca importanza al lavo-ratore modesto, sempre bendisposto verso gli altri, maga-ri anche preso in giro dai col-leghi proprio per la sua tran-quillità, pacatezza e sensodella disciplina. Fortunata-mente esistono anche gli uo-mini maturi, capaci di distin-guere le due diverse persone.L’esempio che ho appenaportato può essere applicabi-le in diversi campi del lavoro:il semplice e genuino ragazzodi campagna che magari si ri-trova ad essere un famosocentravanti della Juventus odel Milan. In questi casi si ri-conosce se un uomo possiedeveramente l’umiltà. Un ne-mico di questo e di altrisplendidi sentimenti è il de-naro, i soldi, gli euro, chepossono trasformare radical-mente una persona da così acosì e farle perdere quantoacquisito in anni di vita. L’u-miltà è, secondo me, uno deivalori su cui l’uomo deve fon-dare il mondo e che deve tra-smettere correttamente aisuoi figli, che saranno i citta-dini del futuro.

d e l i z i e i t a l i a n e s o s p e t t eP s e u d o i t a l i c h e r i c e t t e e s p e c i a l i t à

Silvia Pareti

U n s e n t i m e n t o s p e s s o t r a s c u r a t o n e l l a m o d e r n a s o c i e t à

L ’ u m i l t àAndrea Accatino

Page 5: Il Mosaiko Kids 3-2006

Da dove hanno origine i fe-nomeni extrasensoriali?

Nel mondo di oggi le facoltà ex-trasensoriali, in particolare l’ip-

nosi e la telepatia, suscitano par-ticolare interesse negli uomini.L’ipnosi o ipnotismo è una condi-zione da una parte simile alla ve-glia e dall’altra vicina al sonno,attraverso la quale il soggettoentra in un contatto stretto e co-erente con l’ipnotizzatore. La te-lepatia è, invece, un modo di co-municare informazioni o sensa-

zioni che non si serve dei sensiconosciuti, e che può avvenire adistanza ravvicinata o a centinaiadi chilometri di distanza. Di que-sti fenomeni si occupa la parapsi-cologia, che studia e analizzatutto ciò che non può esserespiegato attraverso le scienzeesatte, e l’influenza del pensieroumano sulle cose e sulla mente di

altri uomini. Si pensa che questiparticolari fenomeni abbiano ra-dici molto antiche nella magia ,poiché i riti magici possono pro-vocare lo scatenamento di facol-tà paranormali.La magia è l’arte di dominare leforze occulte della natura e del-la vita attraverso mezzi naturalio pratiche arcane, in virtù del

potere di cui un mago dispone.Può essere divisa in imitativa, laquale simula dei dati reali permezzo di rituali o rappresenta-zioni e simpatico- contagiosa, cuisi riferiscono riti cannibalici (peresempio l’ingerimento del cuoreper sottrarre alcune virtù allavittima). Il termine magia derivadai Magi, che erano sacerdoti

della religione iranica primitivaed erano considerati indovini,astrologi e fattucchieri. Nel nuo-vo testamento si citano tre magi,Melchiorre, Baldassarre e Gaspa-re che portarono a Betlemme perla nascita di Gesù oro, incenso emirra.Presso le antiche civiltà dei Cal-dei o forse degli Accadi la magiadiventò una “scienza codificata”,tanto che alcune popolazioni, co-me per esempio i babilonesi uti-lizzavano i riti magici per guarirele malattie. Nel VI secolo a.C. igreci introdussero alcuni riti ma-gici nel loro culto ufficiale, ma lamagia in sé era guardata con so-spetto e diffidenza. Nel tardo el-lenismo la si considerava scienzasuprema. Nel medioevo si intro-dusse la distinzione tra due tipidi magia: quella bianca che hascopi buoni e che si avvale dellepotenze celesti, e quella nerache evoca le potenze infernalicon riti e formule magiche e cheha fini malvagi e perversi. Gliesponenti della magia nera, lestreghe, vennero in questo perio-do bruciate sul rogo o torturatedall’Inquisizione per conto dellachiesa. Dal XII secolo le operemagico- filosofiche e astrologi-che greco- ellenistiche e arabevennero riscoperte in occidente,e da allora si moltiplicarono tra-duzioni e testi. L’uomo, nel corsodei secoli si è, perciò, sempre dipiù interessato alla magia forseperché cercava di trovare nei ri-tuali magici la risposta ad alcunesue domande o la spiegazione dialcuni avvenimenti che non si po-tevano spiegare razionalmente.Oggi la telepatia e l’ipnosi, an-che si guardano con ammirazionee stupore e si giudicano quasi co-me doni naturali, in realtà si pen-sa siano provocati dalla magianera, che avvicina l’uomo allepotenze infernali…Se fosse così,gli ipnotizzatori e quelli che pra-ticano la telepatia potrebberoessere considerati quasi come lestreghe medievali.

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Da alcuni mesi il PACS pro-posto da Prodi fa arrovella-re e bisticciare politici ed

ecclesiastici. Non stupisce che inItalia, sede del Vaticano, sorga-no tante polemiche riguardo adun Patto Civile di Solidarietà chegarantirebbe diritti e riconosci-menti giuridici alle “coppie difatto”, conviventi non uniti dalsacro vincolo del matrimonio.Sono d’accordo i Socialisti di Bo-selli, il quale afferma che “è ingioco la laicità dello Stato”,membri della Margherita, di DS,di Rifondazione, Fassino, spessodifensore degli omosessuali, e laPrestigiacomo. Contrari i Verdi eMastella. Titubanti Fini e Rutelli,così come Casini, che propone iCCS, Contratti di Convivenza So-ciale e di Diritto Privato, una ri-forma più moderata, di minorimpatto innovativo. La Chiesa,scandalizzata, percepisce il PACScome “un tentativo di relativiz-zare e ideologizzare la famiglia(…) una lacerazione inaccettabi-le”. Il Cardinale Ruini teme chepossa portare ad un “piccolo ma-trimonio” e per Ratzinger sareb-be solo “un grave errore”, unprovvedimento improprio che

manca di “effettiva esigenza so-ciale”.Questo Patto è stato formulato

al fine di tutelare i diritti di cop-pie che non sono in condizioniidonee al matrimonio, come lecoppie di omosessuali o di sepa-rati o divorziati, e quelle che persvariati motivi decidono d nonsposarsi. La Chiesa da che mon-do è mondo è tradizionalista, an-corata ai precetti ed allergica al-le novità, ma l’evoluzione dellasocietà non può essere ignorata. La riforma di Prodi è stata mo-dellata per rispondere alle esi-genze che le condizioni attualihanno fatto sorgere. L’esistenzadelle coppie omosessuali è undato di fatto, e lo stesso vale perquelle non cristiane o che non sisentono inclini al matrimonio. Amaggior ragione, proprio in que-st’Italia, sempre più influenzatadal pluralismo etnico-religiosodel mondo, non si può prescinde-re da pilastri di riferimento, nor-me e condotte da seguire, maforse non è nella dottrina cristia-na che vanno cercate, ma piut-tosto nella Carta dei Diritti Uma-ni. Tutte le unioni affettive me-ritano dignità e tutela (così co-me tutti gli individui). Ci sono coppie di anziani che, ri-

masti vedovi, decidono di convi-vere per farsi compagnia. Se unodei due viene ricoverato in ospe-dale, l’altro, nella situazione at-tuale, non essendo il coniuge uf-ficiale, non avrebbe diritto dichiedere informazioni sulle suecondizioni di salute. Lo stessodiscorso vale per gli omosessualie le altre coppie non regolar-mente sposate.Con il PACS probabilmente il nu-mero di matrimoni diminuireb-be, è vero, ma questa non sareb-be una sconfitta per Ratzinger.Molte coppie che, al giorno d’og-gi, si sposano più per convenzio-ne che per convinzione reale esincera fede cristiana, e che ma-gari, una volta sposati, divorzia-no dopo breve tempo senza alcu-no scrupolo, avendo una validaalternativa per essere tutelati,forse rifletterebbero più a lungoprima di scegliere di riceverequesto sacramento. Per farlabreve, pochi matrimoni, ma buo-ni.In questo mondo di mali di cuiscandalizzarsi e contro i quali in-nalzare barricate ce ne sonodavvero tanti, offrire protezionee riconoscimento alle unioni af-fettive non mi sembra tra i peg-giori.

PACS O NON PACS?Marta Lamanuzzi

L ’ e t e r n a q u e s t i o n e d e i p a t t i c i v i l i d i s o l i d a r i e t à

Coppia di donne del Michigan agli inizi del secolo scorso - Lesbian Herstory Archives.

Giada Gatti

L a m a g i a e i l p a r a n o r m a l e a t t r a v e r s o i s e c o l i

I F E N O M E N I E X T R A S E N S O R I A L I

Page 6: Il Mosaiko Kids 3-2006

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Egregio Sig. Presidentedella Repubblica Italiana,

sono uno studente italiano iscritto alla scuola media superiore a Tortona. Ho quindicianni e frequento la classe prima liceo scientifico. In questa lettera vorrei rivolgerlealcune domande e richieste su problemi che mi toccano particolarmente da vicino. Unosu tutti: la scuola. Sig. Presidente vorrei chiederle di mobilitarsi in qualche modo perfar si che la scuola italiana ritorni a livelli quanto meno accettabili. Non mi pare chenegli ultimi anni i governi che si sono succeduti al potere abbiano fatto qualcosa permigliorare la nostra scuola. Il livello degli istituti d’istruzione nel nostro paese si ènotevolmente abbassato e bisogna fare qualcosa per evitare che cali ancora di più. Amio modesto parere negli ultimi anni si è cercato sempre più di creare nuovi indirizziper ampliare le possibilità di scelta e ci si è dimenticati di migliorare le condizioni degliistituti già esistenti. Sono sicuro che il suo carisma e la sua grande esperienza sarebbecapace di mettere d’accordo tutti su questo problema. Perché se l’Italia si preoccupaper il suo futuro deve preoccuparsi pure per il futuro dei suoi giovani. Un altroproblema che mi tocca meno da vicino ma che credo le interesserà ugualmente riguardala guerra. La Costituzione Italiana, entrata in vigore il 1° Gennaio 1948, dicetestualmente di ripudiare la guerra. Pertanto vorrei chiederle per quale motivo l’Italianegli ultimi anni ha partecipato a varie guerre con interventi definiti benevolmente“missioni di pace”. Ho visto in questi ultimi tempi morire molti dei nostri giovani inqueste “missioni di pace” all’estero. Trovo moralmente assurdo che molti dei nostrigiovani debbano rischiare la vita in paesi lontani per ideali, quali la democrazia, chesono troppo difficili da raggiungere. Perciò evitare le guerre credo che faccia solo beneal nostro paese. Lei Sig. Presidente rappresenta l’Unità dello Stato Italiano che siidentifica nel tricolore, simbolo di pace e giustizia. So bene Sig. Presidente che il suomandato a breve volgerà al termine e penso che sia impossibile per lei intervenire abreve sui problemi che le ho presentato. Mi auguro con tutto il cuore però che il suomandato venga rinnovato perché credo che negli ultimi anni lei sia stato una guidaimportante per il nostro paese.

Cordiali saluti, Antonio De Bonis

Iniziano le Paralimpiadi. Ho cercato i bi-glietti per la cerimonia di apertura, masembrano essere già esauriti. Eppure io

volevo esserci, l’avevo promesso a mestessa. Quello sì che è lo Spettacolo. Laforza, il coraggio, l’amore per la vita,l’entusiasmo amplificato. Ma non mi ar-rendo, farò una cosa ancora migliore: por-terò mio figlio a Sestriere a vedere lo sla-lom. Se lo merita, il ragazzino. Siamo sta-ti da poco in montagna, settimana bianca,l’ho portato a sciare. Quanta fatica cam-minare sulla neve, quante cadute, quantomale alle gambe. Fatica mia a sorreggerloper portarlo sulle piste. Lui dentro ai suoiscarponcini rigidi non riusciva a cammina-re; io, il suo bastone, portavo anche il ca-sco e gli sci, e alla sera mi doleva il brac-cio che lo sosteneva per riuscire a trasci-narlo sulla neve, senza fargli capire chemi faceva male. Mi faceva male il braccio,mi faceva male il cuore. Nevicava, c’eravento, faceva freddo; cielo grigio e triste,ma non ci siamo arresi. Un’ora di cammi-nata quasi impossibile, ma senza fermarcimai. Lui, coi suoi grandi pensieri in unagiovane vita, io, con la mia solitudine ma

con la mia tenacia, il mio angelo custo-de. Ma lui era felice. E questo è solo ciòche conta. Il maestro, che per scelta in-segna solo ai disabili, ammirato dal suocoraggio ha voluto portarlo su uno skiliftche andava in alto, in alto… lui, Ema-nuele, impavido, seguiva le istruzioni,pieno di eccitazione, di orgoglio. E a fa-tica veniva giù, piccoli pezzettini ma dasolo. Chi l’avrebbe mai detto. Ma lui si,lui lo sapeva che ce l’avrebbe fatta,perché non si tira mai indietro, perchénon sa cosa sia la paura. E perché nonha niente da perdere. Ne è valsa la pe-na. Il maestro era entusiasta e lui,quando scendeva, mi cercava, sorride-va. Come a dire: guarda mamma comesono bravo. Si, Emanuele, tu meriti divedere questi ragazzi sfrecciare sugli sciperché mentre io posso solo ammirarlitu puoi capirli, puoi fare il tifo per loroe puoi attingere dal loro coraggio, dalloro “non mollare mai”. Puoi essere or-goglioso di loro, senza vergognarti più,senza sentirti sconfitto per ogni tua ca-duta. E io? Io dovrò fare attenzione anon commuovermi, a non piangere da-vanti a te. Perché io invece conosco chista dietro alle quinte; un’altra parte didolore, di coraggio, di amore. Quelladelle mamme.

La bellezza è… Bè, per tutti labellezza è importante. Perònessuno sa cos’è veramente.Tutti pensano che la bellezzasia un fattore importante dellavita, tutti vogliono essere allamoda, per così dire “Trendy”…Tutti pensano al loro “look”, altrucco, ai capelli, ma non san-no il vero significato della pa-rola bellezza. Ormai se cerchisul vocabolario bellezza trovicome sinonimo fotomodelle.Se una persona è bella dentro,automaticamente scatta unmeccanismo che la fa apparirefantastica. Per tutte le ragazzela bellezza è diventata una di-pendenza. “Sono troppo gras-sa, sono troppo magra, guardache fianchi, guarda che pan-cia, ora mi metto subito a die-ta!” Mamma mia! Ecco questoè un tipico discorso che ascol-to di solito, di alcune ragazze,passando per le vie cittadine…Io sono stufa che le ragazze diquesti tempi non sanno parlared’altro… “Il mio uomo ideale èalto, bello, con un fisico dacommuoversi…” Ecco un altrostupido argomento, ma possi-bile che una donna o uomo chesia, non sappia guardare nien-t’altro che la bellezza? Il tuocompagno ideale dovrebbe an-che essere simpatico, farti vi-vere delle piacevoli emozioni,saperti far ridere… Poi se nonsei così umoristica vai pure aprenderti un uomo senza umo-rismo, in tal caso…Sapete cos’è veramente il“look”? Il “look” è una maniainsopportabile, fa mettere adieta le persone già magre e

così si rovinano la vita, si guar-dano allo specchio e ogni gior-no si vedono sempre più brut-te, brutte, brutte fino ad am-malarsi (alcuneragazze preferi-scono mangiareun’ insalat inapiuttosto cheun bel cheese-burger, ma co-me si fa?) Adesempio mi ri-cordo un bellis-simo film cheparlava di unragazzo che dapiccolo avevaavuto un inci-dente e la suafaccia da quelgiorno fu rovi-nata, tutti lotrovavano orri-bile, finché ungiorno si inna-mora di una ra-gazza cieca; leisi innamora dilui, bè è ovvio ècieca, non po-trà mai vedere quell’orribilemostro… Però questo dimostrache lei si è innamorata di luiperché era buono, gentile, af-fettuoso, ma nessuno l’avevascoperto perché tutti lo carat-terizzavano solo per l’aspettoesteriore. Io personalmente labellezza purtroppo la valuto,però sono una persona che so-prattutto valuta anche la sim-patia. Una persona che mi fac-cia ridere diventa automatica-mente mia amica. Io amo ride-re, mi fa sentire bene, è un’e-mozione fantastica, con la ri-sata mi scompaiono i problemidella mente… Io la mia bellez-za la curo, mi piace essere aposto, in ordine, ma non è il

fattore più importante. Unadonna quando è bella vera-mente non ha bisogno del truc-co, e non deve per forza esse-

re magra, ma ha bisogno solodel suo umore, perché è l’u-more che dà vita alla vera bel-lezza!!!

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Alle tre di pomeriggio di unacalda giornata estiva France-sca era già arrivata a casa

della sua migliore amica Elisa.Queste due bambine si divertiva-no molto assieme e a loro piacevatantissimo giocare ai detective,per ciò, anche quel giorno, fu ilgioco scelto. Il giardino di Elisa era a dir pocoenorme quindi tutte le puntatedelle loro misteriose avventure sisvolgevano lì. Quella puntata erala numero 47 e secondo i loro ac-cordi si intitolava il baule rubato.Camminando con aria da SherlockHolmes, le nostre due amiche,munite di tutto il necessario peraffrontare un’altra avventura, siavviarono verso la base (cioè unpiccolo capanno costruito dal pa-dre di Elisa). Francesca fece fintadi ricevere una telefonata da unaduchessa disperata perché i ladrile avevano rubato un baule, dimedia grandezza, d’oro cosparsoda preziosissime gemme che ave-va comprato all’asta di New Yorkper tantissimo denaro.Allora Francesca finse di chiamareun taxi che arrivò subito (in real-tà era Elisa che arrivava con unamacchinina a pedali) e a tutta ve-locità si avviarono verso il luogodel furto. Si immaginarono di par-lare con la duchessa vittima del-l’accaduto ed infine si diresserocon il taxi alla base per organizza-re le ricerche del prezioso baulerubato. Una volta rivisti gli appun-ti basati sul racconto della signo-ra (logicamente inventato), sem-pre con il taxi si avviarono versola città di Westridge, dove secon-do loro era scappato il ladro. Inrealtà questa città immaginariaera situata in un angolo del giar-dino che Elisa non aveva maiesplorato a fondo prima di allora,perché lì c’era la cuccia della suacagnolina Violet, e da quandomorì (circa 4 anni prima) non civolle più andare. In quel momen-to era talmente presa dal giocoche non se ne accorse nemmeno,quindi per la prima volta dopotanto tempo rimise piede in quel-l’angolo del giardino. Una volta scese dal taxi, le duedetective in erba iniziarono adesplorare il luogo fino a quandoElisa ordinò di scavare vicino adun albero dove secondo lei erastato sepolto dal ladro il preziosotesoro per poi venirlo a riprende-re con più calma quando ormaitutti avrebbero sospeso le ricer-che e si sarebbero completamen-te dimenticati del furto. Dopo poco tempo Francesca si im-batté con la sua paletta controqualcosa di duro che aveva un co-lore giallastro spento. Chiamò su-bito Elisa e assieme si misero ascavare per scoprire di che cosa sitrattasse. INCREDIBILE!!!!! Era proprio un baule d’oro, anchese un po’ consumato, cosparso ditantissime gemme brillanti. Ledue amiche rimasero a boccaaperta pensando a che cosa po-tesse essere, a chi l’avesse messolì e soprattutto se dirlo a qualcu-no; infine decisero di mantenereil segreto tra di loro e di aprire ilbaule. Dapprima ne uscì una te-nue luce azzurra, fecero appenain tempo ad intravedere una figu-ra rettangolare simile ad una bu-sta situata sul coperchio quandoun forte bagliore le accecò quasi.D’istinto richiusero il baule e, unavolta ripresa bene la vista, esplo-rarono il baule sulla cui parte po-steriore trovarono scritto così:“CHIUNQUE TU SIA SAPPI CHE HAITROVATO IL BAULE DOVE DENTRO

E’ RACCHIUSA LA 5° STAGIONEBOCCIATA DAL GRAN CONSIGLIODEI SAPIENTONI IL 38/89/-32748.NON TI CONSIGLIAMO, MA SE VUOIAPRIRE QUESTO BAULE SENZA ES-SERE ABBAGLIATO DEVI CERCAREDI PRENDERE LA BUSTA INCOLLATADENTRO AL COPERCHIO E RECITA-RE LA FORMULA CHE C’E’ DENTROE BUONA FORTUNA!!!! (P.S. A PAR-TE CHE NON CE LA FARAI, COMUN-QUE TI CONSIGLIAMO DI ARREN-DERTI, RISEPPELLIRE IL BAULE ENON PARLARNE A NESSUNO SENON VUOI CHE LA MALEDIZIONEDEI SAPIENTONI RICADA SU DI TE.ADDIO”.Elisa e Francesca si guardarononegli occhi quasi incredule diquello che avevano letto; la 5°stagione? Il gran consiglio dei sa-pientoni? E poi che data stranache c’era: 38/89/-32748. Chi maiavrebbe potuto scrivere una robadel genere? Ma non si persero d’a-nimo e cercarono di prendere labusta per scoprire di che cosa sitrattasse. Indossarono gli occhialida sole per attenuare, anche se dipoco, quell’accecante bagliore, sifecero coraggio e aprirono di nuo-vo il baule……… tastarono con lemani sul coperchio fino a quandoElisa sentì la carta della busta sot-to le sue dita, la strappò veloce-mente ed improvvisamente il for-te bagliore si placò, e come sefosse svenuto il coperchio si ri-chiuse con un tonfo, Francescaprovò a riaprirlo, ma non ci riuscì.Intanto Elisa aprì la busta. Dentroc’era scritto così : “Se il baulevuoi aprire questa formula devidire: Hai mai provato a saltare 3volte come una rana zoppa, o aduno squalo salire in groppa? Op-pure gracchiare 3 volte come uncorvo muto, o in porcellese chie-dere aiuto? Ed infine, signori e si-gnore, hai mai provato a tenere ilrespiro per 50 ore? Ovviamentequeste cose non puoi fare, ma sein Florileco, la 5° stagione, ri-uscirai ad entrare queste cose po-trai anche fare”.A Elisa e Francesca sembrava mol-to buffa questa filastrocca, manon persero un attimo e la recita-rono subito all’unisono.Finito di recitarla aprirono il bau-le.Videro una piccola porta, grandepiù o meno la metà di una lorogamba; piene di curiosità la apri-rono.Improvvisamente si sentirono ri-succhiate da una strana forza chele trascinò dentro alla porta; at-traversarono, a folle velocità, unaspecie di tunnel che cambiava co-lore ogni secondo.Elisa e Francesca si divertivanomolto, ma erano altrettantopreoccupate perché non avevanola più pallida idea di dove stesse-ro andando. Improvvisamente, dopo una deci-na di minuti di viaggio, si ritrova-rono in una strana città che avevacase costruite al contrario o deipiù svariati colori, aveva alberidal tronco trasparente contornatoda una riga bianca e con foglie aforme stranissime, erano altret-tanto strane le nuvole: quella chefissavi prendeva la forma e il co-lore di quello che immaginavi e lomanteneva fino a che tu non deci-dessi di cambiarlo. Erano talmen-te affascinate da quelle stranezzeche non si accorsero neanche chedavanti a loro era comparso un si-gnore altissimo e magrissimo conuna lunga barba; indossava unaleggera tonaca azzurra decoratacon immagini di fiori. Quando ledue amiche se ne accorsero dap-prima si spaventarono, però ve-dendo la sua faccia sorridente ca-pirono subito che si doveva tratta-re di una brava (anche se un po’strana) persona. Prima ancora chepotessero aprire bocca l’anziano

signore chiese loro:” Vedo che ab-biamo visite, allora qualcuno hascoperto il mio prezioso tesoro,sentiamo un po’: chi siete?”.Francesca rispose:” Siamo France-sca ed Elisa”, quest’ultima prose-guì:” Abbiamo trovato un baulenel mio giardino, abbiamo letto lascritta sul dietro, ce l’abbiamofatta a prendere la busta ed ecco-ci qui. E lei chi è?”. Il signore spi-lungone rispose:” Siete delle ra-gazzine in gamba!!! Io mi chiamoFlorindo, facevo parte del consi-glio dei sapientoni, ma la mia pro-posta di stagione non è stata ac-cettata.” Le due ragazzine noncapirono molto del suo racconto,

così gli pregarono di ripetere piùdettagliatamente la sua storia.Florindo accettò e le invitò a se-dersi su una panchina perché lasua storia era abbastanza lunga.Una volta accomodati Florindoiniziò: “Tanto tempo fa, più diquanto voi possiate immaginare,il mondo non era come lo vedetevoi adesso, ma era un vasto terri-torio piatto, e non rotondo, abita-to solo da dieci persone della miastessa razza, eravamo: io, Inver-nizio, Primulo, Estito e Attunnioche facevamo parte del Gran Con-siglio dei Sapientoni. Poi c’erano:Ominio, Animio, Floro (mio fratel-lo) e Cilio che facevano parte delGran Consiglio degli Intelligento-ni. Un giorno, stanchi della solitavita decidemmo di inventare unmondo più bello e colorato e diinventare anche degli abitanti perquesta squallida terra. Allora cidividemmo i compiti: io, Inverni-zio, Primulo, Estito e Attunnio,aiutati da Cilio che decise anchedi cambiare forma alla terra, de-cidemmo di inventare delle situa-zioni climatiche per il mondo (voile conoscete meglio come stagio-ni), invece Ominio e Animio deci-sero di inventare degli abitantiper questo mondo (Ominio li fece

più sviluppati) e mio fratello Flo-ro inventò una vegetazione per lafutura terra”.Elisa e Francesca erano affascina-te dal suo racconto, però non ca-pivano come mai la sua stagionenon fosse stata scelta, allora glie-lo chiesero. Lui rispose:” Perchédicevano che il mondo doveva es-sere più serio di come me lo im-maginavo io, quindi la mia stagio-ne non andava bene (anche se, se-condo me, un po’ di colore e fan-tasia non avrebbero fatto male anessuno). Il consiglio mi chiese diinventarne una un po’ più reale,ma io rifiutai quindi, per punizio-ne, rinchiusero la mia stagione e

me dentro ad un baule così io po-tevo vivere nella mia stagione. In-vece loro andarono ad abitare inun pianeta a circa 4.780 anni lucedalla terra lasciandomi qui tuttosolo”. Elisa intenerita dalla suastoria gli chiese se potevano farequalcosa per lui, ma Florindo lerispose che era meglio che la-sciasse tutto come era e che, unavolta uscite seppellissero il bauledove l’avevano trovato e senza di-re niente a nessuno. Appena ebbefinito di dire queste parole Florin-do scomparve, ed Elisa e France-sca si sentirono risucchiate da unaforza proveniente da una porta(quella da dove erano entrate nel-la 5° stagione), attraversarono lostesso tunnel, e si ritrovaronofuori dal baule. Subito dopo la loro uscita la lette-ra tornò al suo posto sopra al co-perchio ed immediatamente si ri-chiuse. Le due amiche riseppellirono ilbaule e non dissero niente a nes-suno secondo il volere di Florindo.Quella è stata la loro più bella av-ventura, ed ogni giorno che si in-contrarono dopo l’accaduto parla-vano sempre del loro strano viag-gio, però assicurandosi che non cifossero spie a sentirle.

V i a g g i o n e l m i s t e r i o s o b a u l e d i F l o r i n d o

L a Q u i n t a S t a g i o n eU n g i a r d i n o p u ò e s s e r e p i e n o d i s o r p r e s e . . .

Sofia Falchetto

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Disegno di Carlotta Ruotolo

Page 8: Il Mosaiko Kids 3-2006

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Curiosità, problemi, tecniche educative, suggerimentie normative riguardanti il complesso e affascinantemondo dei nostri amici a quattro zampe, vi aspettanosu

la rubrica pubblicata dal mensile per ragazzi “ll Mosaiko Kids” e interamente dedicata ai cani.Il consiglio dell’esperto è sempre corredato da un riccorepertorio fotografico, e per tale motivo la redazione haun costante bisogno di immagini di alta qualità creativa efotografica.Invitiamo dunque tutti coloro che ritengono di possedereimmagini del proprio cane meritevoli di essere pubblicatea sottoporle al giudizio della redazione de “Il Mosaiko”consegnandole nei seguenti negozi:

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Maggi.

a cura di Paola Maggi

v i a R o m a , 1 3 2 - 2 7 0 3 7 P i e v e d e l C a i r o ( P V )

T e l . 0 3 8 4 8 7 0 7 6

I R E L L I

La redazione deIl Mosaiko Kids

ela Farmacia Medagliani

augurano a tutti

B u o n aP a s q u a !

C a l z a t u r e B O N Ac h i u d e p e r c e s s a t a a t t i v i t àc o n S C O N T I R E A L I F I N O A L

70 %

La colomba della pace (Pablo Picasso)