Il Mosaiko Kids 3-2007

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Il Mosaiko Kids, mensile per ragazzi, si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] Anno 4 - n° 2, Aprile - Maggio 2007 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Periodico mensile dell’Associazione Il Mosaiko Kids via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL) i i d d Il Mosai o K Il M osai o K s s pag.2 pag. 3 pagg. 4 e 5 pag.6 pag.7 Pikkoli - Pikkoli Gli studenti incontrano chi scrive poesie DETTO DA NOI Poesie, poesie, poesie... PATENTE E... PAZIENZA! di Davide Varni BULLISMO, NON RIESCO A DIMENTICARE... di Riccardo Allegrone Giovani a confronto con gli esperti I CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA Un primo bilancio dell’incontro del 30 Marzo Come deve essere il contadino del 2000 LO SPINACIO TECNOLOGICO di Elehanna Silvani LE BRAVE RAGAZZE VANNI IN PARADISO, QUELLE CATTIVE DAPPERTUTTO! di Livia Granata un ragazzo che scrive è un ragazzo che pensa Ma non eravamo la generazione dei genitori emancipati? D ov’è finita la generazio- ne dei genitori emanci- pati, quelli che parlano con i figli di tutto, ma proprio di tutto? Scomparsa, a giudicare dal bi- sogno assoluto di comunicare, di confidarsi e di confrontarsi che i ragazzi esprimono appe- na hanno un’occasione con- creta di farlo. La partecipa- zione massiccia e motivata al- la Tavola Rotonda organizzata da Il Mosaiko Kids in collabo- razione con la Biblioteca di Castelnuovo Scrivia significa proprio questo: gli spazi per lo scambio reciproco si sono in- credibilmente ridotti, anche all’interno della famiglia, tan- to che persino un confronto con “gli esperti” – che tutto sommato per i ragazzi sono degli estranei – su temi giudi- cati delicati e difficili da af- frontare ha fatto saltare il tappo delle ritrosie e delle ti- midezze e ha scatenato, com- plice l’anonimato delle do- mande raccolte, una selva fit- ta di quesiti epocali e di ansie adolescenziali. Come se i ragazzi non aspet- tassero altro, come se il peso di portarsi dentro tutte queste domande senza risposta fosse esploso in un colpo, ma per fortuna con un’esplosione, co- me dire, provocata e control- lata, senza conseguenze deva- stanti. C’è da chiedersi, allo- ra, cosa succede quando inve- ce nessuno ascolta lo sfogo e i dubbi degli adolescenti e quando l’ansia di non avere ri- sposte e pareri si accumula giorno dopo giorno, generando una sorta di pressione interna che prima o poi cercherà una via per liberarsi. Che tutto questo, poi, succe- da nell’era della comunicazio- ne digitale e globale, in cui non si è mai soli con se stessi perché qualche telefono cel- lulare verrà a cercarci anche in mezzo a un bosco o a un parcheggio, è veramente paradossale: miliardi di stimo- li, discorsi, immagini in tempo reale, miliardi di messaggi in entrata, e silenzio assoluto in uscita, più nessuna capacità di estrarre dal proprio intimo una parte importante di sé e offrirla agli altri in uno scam- bio reciproco vitale per tutti. Non siamo più capaci di co- struire un discorso, l’etere è Mimma Franco “S ervi sunt” “Immo homines”: “Sono schiavi” “No, uomi- ni”,“Servi sunt” “Immo conser- vi”: “Sono schiavi” “No, compagni di schiavitù”. Con queste parole Seneca duemila anni fa si oppose ai pregiudizi di una società schiavista come quella del- l’antica Roma che, anche appoggiandosi alle teorie aristoteliche, credeva nelle differenza biologica tra liberi e schiavi, e, da filosofo stoico qual era, interioriz- zò il concetto di schiavitù riflettendo sul- la schiavitù morale che accomuna tutti gli uomini. Se ai romani del I secolo d.C. i discorsi sulla schiavitù morale potevano sembrare astratti e di marginale impor- tanza, nell’odierna società occidentale si rivelano quanto mai attuali, urgenti e densi di significato. Nel XXI secolo per fortuna in molte zone del mondo la li- bertà si studia sui libri di scuola, si trova nel motto “liberté, égalité, fraternité” che ha accompagnato i giacobini durante la presa della Bastiglia, tra i moventi delle guerre d’indipendenza e dei movi- menti irredentisti, è talmente radicata da essere scontata, da passare inosserva- ta. La libertà giuridica tuttavia non ha frenato la diffusione di altre forme di schiavitù violente e degradanti che si è verificata negli ultimi decenni. Tra i pa- droni della nostra psiche vi è innanzitut- to il denaro, che, lungi dall’apparire per quello che è - un insignificante strumen- to cartaceo o metallico d’acquisto, fina- lizzato a soddisfare i bisogni della nostra persona - è stato divinizzato, trasfigura- to in passaporto per la felicità, indiscuti- bile e lampante prova di successo. Da mezzo è stato trasformato da molti in fi- ne ultimo dell’agire umano, che sotto- mette e offusca le sane ambizioni e i ca- ri valori. Quanti eccellenti studenti pri- ma e stacanovisti del lavoro poi, veden- do come unico scopo l’accumulo di ric- chezze, dimenticano di chiedersi se si sentono profondamente realizzati nel- l’attività che hanno scelto. Così come molti, più o meno moralisti, sono pronti a qualunque frode annebbiati dallo stes- so idolo. Come se non bastasse, siamo schiavi anche degli oggetti che il denaro ci permette di acquistare: abiti firmati, auto di lusso, accessori preziosi, tutti eletti portavoce ufficiali ed autorevoli del nostro valore, come se non fossimo noi, con le nostre qualità, ma loro a de- terminare il giudizio degli altri. Siamo bombardati dai mass-media, forieri di al- tri miti, di immagini smaglianti e ipnotiz- zanti che orientano l’opinione pubblica trapiantando in essa modelli estetici e l’inconscio imperativo categorico di emularli, a qualunque costo. Proprio nel- la cieca e spregiudicata determinazione di raggiungere questi traguardi, senza scorgerne la vanità e la totale mancanza di valore umano, consiste la pericolosità delle schiavitù morali da cui derivano ne- vrosi, ossessioni, frustrazioni, problemi nel rapporto con il cibo, con il proprio corpo e con il prossimo, l’alienazione di quella serena umanità che ci dovrebbe contraddistinguere. Tra le schiavitù fisi- che, patologiche più gravi in cui possono degenerare quelle psicologiche, oltre al- l’anoressia, vi sono tutte le forme di tos- sicodipendenze. Iniziando ad assumere sostanze per adeguarsi agli amici, sentir- si accettati ed integrati al gruppo, sono sempre più numerosi i ragazzi che, sordi del rischio del gioco intrapreso, si ritro- vano in catene, schiavi della loro stessa necessità fisica di dosi sempre maggiori. Se nell’antichità i maggiori filosofi colse- ro come forme di sudditanza morale quelle derivanti dal corpo, ritenuto “pri- gione” dell’anima, e palesate nelle ma- nifestazioni edonistiche connesse alla sfera del cibo e del sesso, oggi il proble- ma si fa più complesso e le sue cause vanno ricercate nelle sofisticate struttu- re e dinamiche della società occidentale. Marta Lamanuzzi Gli schiavi del nuovo millennio Le catene dell’anima Tutti in ginocchio davanti a un solo idolo: il denaro segue a pag. 2

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Il Mosaiko Kids, mensile per ragazzi, si riceve tramite abbonamentoannuale, richiedendolo al seguente indirizzo:Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018e-mail: ilmosaiko @tiscali.it

Anno 4 - n° 2, Aprile - Maggio 2007 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004Periodico mensile dell’Associazione Il Mosaiko Kidsvia C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL)Direttore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

pag.2

pag. 3

pagg.4 e 5

pag.6

pag.7

Pikkoli - PikkoliGli studenti incontrano chi scrive poesie

DETTO DA NOIPoesie, poesie, poesie...

PATENTE E... PAZIENZA!di Davide Varni

BULLISMO, NON RIESCO A DIMENTICARE...di Riccardo Allegrone

Giovani a confronto con gli espertiI CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA

Un primo bilancio dell’incontro del 30 Marzo

Come deve essere il contadino del 2000LO SPINACIO TECNOLOGICO

di Elehanna Silvani

LE BRAVE RAGAZZE VANNI IN PARADISO,QUELLE CATTIVE DAPPERTUTTO!

di Livia Granata

u n r a g a z z o c h e s c r i v e è u n r a g a z z o c h e p e n s a

Ma non eravamola generazionedei genitoriemancipati?

Dov’è finita la generazio-ne dei genitori emanci-pati, quelli che parlano

con i figli di tutto, ma propriodi tutto?Scomparsa, a giudicare dal bi-sogno assoluto di comunicare,di confidarsi e di confrontarsiche i ragazzi esprimono appe-na hanno un’occasione con-creta di farlo. La partecipa-zione massiccia e motivata al-la Tavola Rotonda organizzatada Il Mosaiko Kids in collabo-razione con la Biblioteca diCastelnuovo Scrivia significaproprio questo: gli spazi per loscambio reciproco si sono in-credibilmente ridotti, ancheall’interno della famiglia, tan-to che persino un confrontocon “gli esperti” – che tuttosommato per i ragazzi sonodegli estranei – su temi giudi-cati delicati e difficili da af-frontare ha fatto saltare iltappo delle ritrosie e delle ti-midezze e ha scatenato, com-plice l’anonimato delle do-mande raccolte, una selva fit-ta di quesiti epocali e di ansieadolescenziali. Come se i ragazzi non aspet-tassero altro, come se il pesodi portarsi dentro tutte questedomande senza risposta fosseesploso in un colpo, ma perfortuna con un’esplosione, co-me dire, provocata e control-lata, senza conseguenze deva-stanti. C’è da chiedersi, allo-ra, cosa succede quando inve-ce nessuno ascolta lo sfogo e idubbi degli adolescenti equando l’ansia di non avere ri-sposte e pareri si accumulagiorno dopo giorno, generandouna sorta di pressione internache prima o poi cercherà unavia per liberarsi. Che tutto questo, poi, succe-da nell’era della comunicazio-ne digitale e globale, in cuinon si è mai soli con se stessiperché qualche telefono cel-lulare verrà a cercarci anchein mezzo a un bosco o a unparcheggio, è veramenteparadossale: miliardi di stimo-li, discorsi, immagini in temporeale, miliardi di messaggi inentrata, e silenzio assoluto inuscita, più nessuna capacità diestrarre dal proprio intimouna parte importante di sé eoffrirla agli altri in uno scam-bio reciproco vitale per tutti.Non siamo più capaci di co-struire un discorso, l’etere è

Mimma Franco

“Servi sunt” “Immo homines”:“Sono schiavi” “No, uomi-ni”,“Servi sunt” “Immo conser-

vi”: “Sono schiavi” “No, compagni dischiavitù”. Con queste parole Senecaduemila anni fa si oppose ai pregiudizi diuna società schiavista come quella del-l’antica Roma che, anche appoggiandosialle teorie aristoteliche, credeva nelledifferenza biologica tra liberi e schiavi,e, da filosofo stoico qual era, interioriz-zò il concetto di schiavitù riflettendo sul-la schiavitù morale che accomuna tuttigli uomini. Se ai romani del I secolo d.C.i discorsi sulla schiavitù morale potevanosembrare astratti e di marginale impor-tanza, nell’odierna società occidentalesi rivelano quanto mai attuali, urgenti edensi di significato. Nel XXI secolo perfortuna in molte zone del mondo la li-bertà si studia sui libri di scuola, si trovanel motto “liberté, égalité, fraternité”che ha accompagnato i giacobini durantela presa della Bastiglia, tra i moventidelle guerre d’indipendenza e dei movi-menti irredentisti, è talmente radicatada essere scontata, da passare inosserva-ta. La libertà giuridica tuttavia non hafrenato la diffusione di altre forme dischiavitù violente e degradanti che si èverificata negli ultimi decenni. Tra i pa-droni della nostra psiche vi è innanzitut-to il denaro, che, lungi dall’apparire perquello che è - un insignificante strumen-to cartaceo o metallico d’acquisto, fina-lizzato a soddisfare i bisogni della nostrapersona - è stato divinizzato, trasfigura-to in passaporto per la felicità, indiscuti-bile e lampante prova di successo. Damezzo è stato trasformato da molti in fi-ne ultimo dell’agire umano, che sotto-mette e offusca le sane ambizioni e i ca-ri valori. Quanti eccellenti studenti pri-ma e stacanovisti del lavoro poi, veden-do come unico scopo l’accumulo di ric-chezze, dimenticano di chiedersi se sisentono profondamente realizzati nel-l’attività che hanno scelto. Così comemolti, più o meno moralisti, sono prontia qualunque frode annebbiati dallo stes-so idolo. Come se non bastasse, siamoschiavi anche degli oggetti che il denaroci permette di acquistare: abiti firmati,auto di lusso, accessori preziosi, tuttieletti portavoce ufficiali ed autorevolidel nostro valore, come se non fossimonoi, con le nostre qualità, ma loro a de-terminare il giudizio degli altri. Siamobombardati dai mass-media, forieri di al-tri miti, di immagini smaglianti e ipnotiz-zanti che orientano l’opinione pubblicatrapiantando in essa modelli estetici el’inconscio imperativo categorico diemularli, a qualunque costo. Proprio nel-la cieca e spregiudicata determinazione

di raggiungere questi traguardi, senzascorgerne la vanità e la totale mancanzadi valore umano, consiste la pericolositàdelle schiavitù morali da cui derivano ne-vrosi, ossessioni, frustrazioni, probleminel rapporto con il cibo, con il propriocorpo e con il prossimo, l’alienazione diquella serena umanità che ci dovrebbecontraddistinguere. Tra le schiavitù fisi-che, patologiche più gravi in cui possonodegenerare quelle psicologiche, oltre al-l’anoressia, vi sono tutte le forme di tos-sicodipendenze. Iniziando ad assumeresostanze per adeguarsi agli amici, sentir-si accettati ed integrati al gruppo, sonosempre più numerosi i ragazzi che, sordidel rischio del gioco intrapreso, si ritro-vano in catene, schiavi della loro stessanecessità fisica di dosi sempre maggiori.Se nell’antichità i maggiori filosofi colse-ro come forme di sudditanza moralequelle derivanti dal corpo, ritenuto “pri-gione” dell’anima, e palesate nelle ma-nifestazioni edonistiche connesse allasfera del cibo e del sesso, oggi il proble-ma si fa più complesso e le sue causevanno ricercate nelle sofisticate struttu-re e dinamiche della società occidentale.

Marta Lamanuzzi

G l i s c h i a v i d e l n u o v o m i l l e n n i o

L e c a t e n e d e l l ’ a n i m aTu t t i i n g i n o c c h i o d a v a n t i a u n s o l o i d o l o : i l d e n a r o

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Ma non eravamo la generazione dei genitor i emancipat i?stracolmo di verità già pron-te, si finisce relegati senzarimedio al ruolo di merispettatori, spugne che as-sorbono la realtà ma non so-no più capaci di filtrarla,isole solitarie in un oceanosempre in tempesta chenessuno ha più il coraggio diaffrontare con la sua picco-la barca. Cosa c’era di profondamen-te diverso tra la tavola ro-tonda organizzata dal Mo-saiko e qualunque dibattitotelevisivo su temi analoghiche ogni adolescente primao poi si trova davanti facen-do zapping? Che stavolta iragazzi erano lì e quelle che

sono state lette erano le lo-ro domande, e gli espertierano in quella stanza, e lospazio fisico e temporaleera finalmente reale e nonvirtuale. Che stavolta nelflusso di messaggi messi ingioco c’era la loro anima eil loro cervello.Perché bisognerà prima opoi riflettere sul fatto cheuna verità è una verità seviene assorbita, rielabora-ta, condivisa, se non è,cioè, a senso unico ma haalmeno un doppio senso dicircolazione, in entrata e inuscita. E in questo le realtàvirtuali certamente non aiu-tano.

“Le brave ragazze vanno in paradiso,quelle cattive dappertutto!”

Cattiveragazze =cattive

maestre? Iconedella trasgressione= idoli da imitare?Una questionemolto discussa

recentemente, che è statasollevata in primis dalcelebre settimanaleamericano *Newsweek* .Ma queste *bad girls* sonodavvero cattivi esempi perle ragazze più giovani?Sembrerebbe proprio di sì, ebasta sfogliare le pagine diuna qualsiasi rivistafemminile per accorgersi diquanto i costumi sianocambiati rispetto a pochianni fa. La *moda* oraimpone la taglia 38, laricerca dell’abito griffato adogni costo ma, soprattutto,la ricerca dellatrasgressione, che inizia conla sbronza del sabato sera etermina con l’uso disostanze stupefacenti, opeggio. Tutto in osservanzadei dictat delle *rich andfamous*, ragazzegiovanissime famose, moltospesso, solo per il semplicefatto di esserlo, come levarie Paris Hilton, NicoleRichie, ecc.Siamo sicuri, però, chequeste icone siano davverocosì trasgressive, che sianoeffettivamente esempi di“cattive ragazze”? I cattiviesempi citati non sembranoproprio soffrire leconseguenze del lorotrasgressivo comportamento.La già ricchissima ParisHilton, per esempio, gode diottima salute e continua arimpolpare il suo patrimonioprestandosi ad ammiccarenelle campagnepubblicitarie, scrivendomemoriali in gran parteinventati e incidendo albumdi discusso valore. Insommagiocando abilmente sulla suaimmagine di “bad girl“.Delle vicende di Kate Mosssi è ampiamente parlato,tanto che è nato il dilemma:*il vizio premia?*. Labellissima modella inglesecontinua ad essere lapreferita di tutti gli stilistipiù importanti ed è latestimonial di tutto ciò chebrilla e profuma di chic.Britney Spears, LindsayLohan e Nicole Richie, tracanzoni, film epartecipazioni varie nonhanno certamente lapreoccupazione dellabolletta. L’unica e eterna

cattiva ragazza nostrana,sempre citata in questeoccasioni, Asia Argento,pare anche lei godere diottima salute, aderendo solodi tanto in tantoall’immagine che si ècostruita, mostrando il suosolito tatuaggio “panciale”e un broncio preso inprestito. L’altra, facenteparte di un gruppetto diintellettuali, IsabellaSantacroce, scrive i versipiù romantici della Nannini,e sfoggia la suatrasgressione in interviste incui appare  benvestita epettinata (massimo dellatrasgressione: il primobottone della camicettasbottonato e un paio diocchiali neri...). Se siguarda poi al passato, perverificare che non c’è nulladi nuovo sotto il sole, vienespontaneo citare Colette,Anaïs Nin, e le altregrandissime condensate nelperiodo Anni 20-30 delsecolo scorso, ragazze tutteentrate nella storia dellaletteratura e dell’arte piùche del malcostume.Certamente gli eccessiportano a conseguenzefatali, come hanno fatto conEdie Sedgwick, l’iconamiliardaria usata da AndyWarhol, morta giovanissimaper overdose. I soggetti asubire maggiormente ilfascino delle *bad girls*sono, come spesso accade,le giovani dotate di mezziculturali scarsi, le quali nonsembrano capire che a loro,invece di una riabilitazionein una clinica di lusso,spetta soltanto la strada o,peggio, la galera. Le divemiliardarie hanno un’infinitàdi mezzi per tirarsi fuori daiguai in cui si sono ficcate, evivono in un mondolontanissimo da quello dellanostra quotidianità, benchétv e giornali cerchino intutti i modi di farci credereil contrario.Le ragazzine che mirano adimitare queste cattivemaestre, in realtà molto piùastute che trasgressive,rischiano solo di rovinarsi innome di un falso idolo. Ciòche viene realmenteperseguito è il fashion look,il lusso più costoso, la vitacomoda. Falsi obiettivi chesaranno in grandissima partedelusi. Ma cosa succederàuna volta che latrasgressione avrà stancato?Credo che tutti siauspicherebbero un ritornodei *contenuti*, ma almomento sembra essereun’ipotesi molto lontanadalla nostra realtà.

segue dalla prima

Livia Granata

Kate Moss

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Ciao Maury,eccomi qui a scrivere unʼaltra delle mie tante lettere, forse la piùimportante, nella quale spero di riuscire ad esprimere ciò checome sempre il cuore mi detta, soprattutto ora, ad un anno dallatua scomparsa.Un anno…È già passato un anno…Non è stato semplice vivere la quotidianità, o meglio, ricominciarea vivere senza farsi turbare troppo spesso da malinconia, tristezzae tante lacrime.Puoi ben immaginare quante sono state le cose che sonosuccesse e che avrei voluto raccontarti. Ho sentito spesso, comesento tuttʼora, la necessità di averti ancora al mio fianco perparlarci e per confidarci, ma anche per ridere, giocare e divertircicome ancora ci piaceva fare.È così che mi sono resa conto che si apprezza davvero il valore diciò che si ha proprio quando viene a mancare…In questʼanno senza te, ho dovuto imparare a parlarti guardando ilcielo e, anche se non sentivo mai il ritorno di nessuna risposta, miè sembrato che tu mi ascoltassi lo stesso perché puntualmente misei venuto a trovare in qualche sogno, bello o brutto che fosse…Quello ha reso speciali tante mattine, intere giornate…Solo un sogno… a volte basta poco…È in uno di questi intimi, vedendo te che ridevi, ancora enonostante la morte, che mi sono resa conto di quanto la tuastoria e la tristezza dei ricordi stavano modificando il mio modo dipensare alla vita stessa e avevano spento sorrisi che miimpedivano di godermi i miei 25 anni.E come sai, non è poco per persone come noi.Così ho iniziato a pensare a quello che avresti fatto tu se fossistato al mio posto.Sono sicura che non avresti mai impedito alla morte di schiacciarela vita…Sono sicura che saresti riuscito ancora a rendere speciale ogniattimo, come per 20 anni ti ho visto fare, grazie a quel brio che tidistingueva dagli altri, ma soprattutto, a maggior ragione ora comemai, avresti vissuto ogni giorno come se fosse stato lʼultimo,proprio perché non si può sapere cosʼha in serbo per noi ildestino…Nei tuoi 20 anni e poco più tra noi sei stato il mio grande esempioin questo, sia durante la vita che dopo la tua morte.Ancora una volta sei stato capace di darmi un consiglio e diinsegnarmi qualcosa…E così volevo dirti grazie…Grazie per quello che facevi, per come sorridevi, per come mivolevi bene, grazie per essere stato il migliore cuginodellʼuniverso, grazie per come eri e per come rimarrai perquestʼultima lezione di vita.Ti voglio beneCiao Maurizio

Valeria

12 Giugno…… e tu non sei più qui. Eʼ già passato un annoma il pensiero di quei giorni non vuole sbiadire, èsempre vivo e ogni giorno fa male come sefosse accaduto solo ieri.

Parli con gli amici, ti sfoghi, ma le solite frasi dicircostanza ti ricordano che nessuno, se non ci èpassato prima, può capirti.

Eʼ un dolore che non passa, un ricordo che famale …

… vorrei ricordarti nei tuoi sguardi, nelle tuebattute, vorrei pensare solo a quel tuo modo divivere la vita come se fosse un gioco, al potereche avevi di far sorridere anche nei momentidifficili, a quel carattere estroverso che tantoinvidiavo, di quanto ti ho sentito vicino quandoanche la nostra adorata nonna ci ha lasciato …vorrei … ma non ci riesco, questi ricordi mi fannosoffrire, mi fanno pensare a quello che è stato eche adesso non è più!

La tua “procugi” cresce e tu non sei qui agiocare con lei, a farmi disperare come mi avevipromesso.

Eʼ passato un anno e quella che ti ha strappatovia da tutti noi continua la sua vita mentre noidobbiamo andare avanti senza di te, continuarea sorridere anche quando il dolore è più grandedi ogni cosa … cosa fare? Io non ho la forza diperdonare …

Eʼ passato un anno e mi manchi più di ieri perchéil tempo passa ma il vuoto che hai lasciato non sicolma e perché io, quel maledetto 12 giugno, hoperso il mio fratellino.

Ti voglio bene Mauri

Tua cugina Stefy

Un anno con il tuo sorriso solo nella mente e nel cuoreUn anno senza vederti...

Ti ricorderemo

Domenica 10 giugno 2007 alleore 18 nella Chiesa dei fraticappuccini a Tortona.

La mamma Piera, il papà Virginioe tutti i tuoi parenti e amiciringraziano.

L’argomento di questomese sta a cuore a quasitutti i lettori under 18:

parlerò di quella piccola tesserarosa chiamata patente che tuttivogliono il prima possibile per-ché: - la gioia di aver compiuto 18anni ed essere maggiorennepassa presto, mentre la patenteè per sempre (soprattutto la fo-to allucinata vi accompagneràtutta al vita); - fa volume nel portafoglio e, sisa, un portafoglio gonfio alle ra-gazze piace;- te la puoi “tirare” con tuttiquegli sbarbatelli che ancoranon ce l’hanno;- serve a farsi nuovi amici(cioè… hai la macchina semprepiena di scrocconi che chiedonoun passaggio);- fa “pendant” con la gazzettadello sport e si abbina bene conquasi tutti i colori.Ah, poi, OVVIAMENTE, puoi gui-dare quadricicli smarmittanti amotore e carrozzeria.Per prendere la patente, di soli-to si va il giorno stesso in cui sicompie 18 anni, per paura diperdere l’occasione (e invece sipuò fare anche prima…), insie-me ad un genitore (quello che siè ripreso per primo dallo shock,

quando vi ha immaginato men-tre falciavate i pedoni in curvacontromano di notte senza lucisenza cinture e con lo stereo almassimo). Per quanto riguardala scelta dell’autoscuola, tresono le opzioni più gettonate: - andare nella valorosa scuolache ha sapientemente forgiatoprima di voi mamma, papà,nonni, zii e cugini fino al terzogrado. Praticamente una di fa-miglia;- sentire dove vanno gli amicimaschi (che normalmente men-tono spudoratamente sulle con-quiste fatte durante le lezionidi teoria), sentire dove vanno leragazze (che si lamentano per-ché non c’è nessun maschio do-ve vanno loro) e poi scegliere.In realtà la scelta è una sola intutti i casi.Aprire le pagine gialle, fare am-bara- bà – cicì – cocò e andaredove capita.Una volta entrati, di solito il ge-nitore superstite crolla svenutodopo aver sentito i costi neces-sari per sostenere tutti gli esa-mi. La macchinetta del caffè èmessa in bella vista proprio perrisvegliare lo sventurato. Passa-to l’iter formale che comprendedocumenti - visita medica - pri-me informazioni, un sano stu-dente motivato dal sacro fuocodel carburatore fa di tutto peraverla in due mesi, tre al massi-mo. Per assicurarsi la riuscita alprimo colpo almeno dell’esame

di teoria ( in caso contrario gliinteressi sul capitale gli vengo-no dati in frustate sul coppino),esercizio fondamentale sono leschede. 30 inquietanti interro-gativi. Vero? Falso? Vero? En-trambi? Boh? Lascio in bianco?Correggo dopo aver sbirciato lesoluzioni dicendo che l’ho fattoio per fare bella figura con glialtri? La quantità di schede fat-te è “voluminosa” per non dire“ingombrante”. Durante le mat-tinate – soprattutto durante leore più soporifere – se ne fannoa decine. Una lettura rapida almanuale durante e dopo pranzonon la scampa nessuno. I pome-riggi passano facendo schede in-tervallate da merenda – cartonianimati – spuntino – tg – cena.Poi, massacrati dai sensi di col-pa, molti si riducono a studiaread orari antelucani. Ma almenoarrivano all’esame preparatissi-mi, conoscendo tutti cartelli, iloro opposti ed i complementa-ri, tutte le infrazioni che fannoperdere punti, sanno anche gliincroci a memoria. Poi, destinobeffardo, cadono miseramentesulla domanda: -“Quali sono leruote posteriori”.

Fine prima parteLa seconda parte di questo se-miserio phamplet verterà sulleprove pratiche, con le esila-ranti avventure di Marta al vo-lante. A presto!

atente e… azienzaDavide VarniUn mio compagno di nome M., verso la

fine della terza elementare,continuava costantemente a

minacciarmi, queste minacce riguardavanovari argomenti, che mi lasciano ancora oggistupefatto.Però il giorno che ho deciso di reagire eratroppo tardi, infatti appena uscito da scuolasi è messo ad inseguire me ed un mio amicodi nome S., solo perché avevamo deciso diinformare la maestra delle sue continueprepotenze.Aveva un grosso sasso tra le mani, dicendodi fermarci altrimenti era pronto alanciarlo; alla fine stremato mi fermai perriprendere fiato, ma lui riuscì araggiungermi, S. scappò, purtroppo io rimasilì. Mi spinse di fronte all’ospedale e dal suozaino uscì uno strano coltellino portatile,me lo puntò alla gola e mi diede qualchepugno in pancia.Sinceramente non so come ho fatto, masono riuscito a reagire e scappai più infretta che potevo. Mia madre era già fuoridalla porta ad aspettarmi preoccupataperché non mi vedeva tornare a casa.Quando mi vide piangere, mi corse incontroe mi consolò fra le sue braccia.Successivamente sono entrato in casa dovemi rassicurai quel poco che bastava perandare a tavola.Quel giorno avevo il rientro ed ero troppo impaurito per tornare a scuola da solo,quindi mi feci accompagnare.I giorni seguenti rimasi parecchio traumatizzato, non volevo più andare a scuola, mapoi mi ripresi.Adesso nonostante tutto sono riuscito a perdonarlo, e abbiamo anche stretto una bellaamicizia, però malgrado sia trascorso del tempo, non riesco ancora a dimenticare.

Riccardo AllegroneScuola Elementare M. M. Bandello, classe 5 A, Castelnuovo Scrivia.

Bullismo, un episodio che non riesco a dimenticare

V i o l e n z a s e n z a r a g i o n e e s e n z a r i m e d i o

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La sera di venerdì 30 marzo pPessini di Castelnuovo Scriviauna tavola rotonda sui temi

OGGI, RAPPORTO GENITORI – FIGLTA’.La serata è stata organizzata da Mco che, curando ogni più piccolo nalizzato al successo dell’iniziatirato sodo per tutto il mese precese anche di più.Sono stati invitati parecchi esperta cui appartengono le tematiche to improntato il dibattito: psicoloscolastici, tossicologi, ginecologpresidente del 118 di Tortona.Lo scopo era quello di fare in morecchi giovani che han partecipatto (dai piccolini delle scuole elepiù grandicelli delle scuole medieperiori del team di Mosaiko Kidsagli esperti invitati alcune domansità, dubbi, piccole e grandi angocupazioni riguardanti le tematichmagari tentando essi stessi di daresposta o aggiungere qualche comrendere sempre molto accesa e cla discussione.A fare da mediatore è stato il SinTagliani, il quale inizialmente avrsolamente dare inizio al dibattito gli esperti, ma alla fine ha dovula precedentemente designata giotonella Mariotti che, purtroppo, malore la sera stessa e non ha poziare. Il dibattito sul primo argomento (Dgi), introdotto da Marta Lamanuzdi Mosaiko Kids, è iniziato con unacarattere generico, che può così “cosa cerchiamo quando ci divertancora dire che ci si diverta oggi?un breve commento.Toccando i vari argomenti connesprattutto l’alcol, l’uso di droghedi “sballo” fra i giovani, gli espertcato di sviscerare il problema pprendere nel modo più semplicedanni che tali, chiamiamoli “esdivertimento (o presunto tale)”, vocare e, ovviamente, le relativeze.La tematica in questione, evidenteto sentita e sicuramente di grandeattualità, ha coinvolto molti giovdomande – che sono proseguite azo della “portavoce” Livia Granat

Venerdì 30 marzo, presso la Sala Pessini di Castelnuovo Scrivia, la Commissione Disagio giovanile e Prevenzione dipendenzedella Consulta Comunale dei Giovani di Tortona, rappresentata dal Vicepresidente Leo Noce e da Valentina Calabrò, ha col-laborato alla realizzazione della Tavola Rotonda su problemi sociali rivolta a ragazzi, genitori ed insegnanti, organizzata da“Il Mosaiko Kids”, locale rivista mensile giovanile diretta da Mimma Franco, e dalla Biblioteca Comunale “P. A. Soldini”. Al-la serata, che ha visto come moderatore il Sindaco Tagliani, sono intervenuti il Dott. Bartoletti Responsabile SERT Tortona,la Dott.ssa Masino Psicologa - criminologa - specialista in psicodiagnostica forense e mediazione familiare, la Dott.ssa Dea-gatone Dirigente medico Ostetricia - Ginecologia e Consultorio Familiare ASL 20, il Prof. Buoro e la Dott.ssa Galzignato ri-

spettivamente Dirigente scolastico e Psicopedagogista dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli” di Felizzano, il Dott. Giampreti Tossicologo Cen-tro Anti-veleni di Pavia, il Dott. Pessarelli Medico Pronto Soccorso Tortona, la Prof.ssa Daglia Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Baxi-lio” di Castelnuovo Scrivia e la Prof.ssa Silvia Sacco Assessore alla Pubblica Istruzione di Castelnuovo Scrivia. Gli esperti hanno brillantementerisposto alle interessanti domande rivolte loro dai ragazzi, divisi in diversi gruppi, sui temi “Divertirsi” col quale si è toccato i problemi delladroga e dell’abuso di alcool, “Ieri, oggi e domani” col quale si è discusso degli odierni rapporti tra genitori e figli, “Amarsi” riguardante le te-matiche affettive e sessuali.

P.S.: nella foto, da sinistra a destra, il Dott. Giampreti, la Dott.ssa Masino, il Dott. Bartoletti, il Dott. Pessarelli, Leo Noce, Mimma Franco, unaragazza partecipante, Valentina Calabrò     

La sera del 30 marzo insala Pessini a Castelnuo-vo Scrivia ha avuto sede

la tavola rotonda, organizza-ta da noi ragazzi del MosaikoKids, dal titolo *Divertirsi,Crescere, Amarsi*.Fior fior di esperti erano anostra disposizione per cerca-re di risolvere le questioniche più ci stanno a cuore, daquelle più leggere a quellepiù impegnative.Senza mezzi termini possia-

mo affermare che… è stato un successo!Dal pubblico, agli interventi degli esperti,agli intermezzi offertici dai più giovani del-la redazione… e, nonostante qualche picco-lo imprevisto (si sa che quelli non mancanomai), tutto si è svolto nel migliore dei mo-di!E’ stata sicuramente una serata diversa dalsolito, che ha offerto interessanti spunti di

riflessione e ci ha permesso di fermarci aragionare su argomenti che tutti diamo perscontati, ma che in realtà sono molto piùcomplessi di quanto crediamo (o vogliamocredere). L’abbiamo organizzata noi giovani ma eraespressamente rivolta ad un pubblico ap-partenente ad ogni fascia d’età, perché ildivertimento, il crescere e l’amore nonhanno età, benché ad ogni età corrispondaun differente modo di viverli. A momenti diseria riflessione si sono alternati momentidi puro divertimento, suscitato soprattuttodalle domande dei bambini.Insomma una serata completa, all’insegnadella condivisione. Proprio alla condivisione miravamo, a farconoscere, a chi ancora non lo conoscesse,il nostro giornale, le nostre iniziative, masoprattutto a condividere e a scambiare ilnostro bagaglio di esperienze con chi diesperienze ne ha avute molte più di noi,così da avere una visione completa delmondo che ci circonda, e non una filtrataattraverso gli occhiali della televisione odei sentito-dire!

I c a v a l i e r i d e l l aD u b b i , a n s i e e a n g o s c e d e i r a g a z z i

Tutte le luci su di noi!Livia Granata

Ciao a tutti i ragazzi e le ragazze del Mosaiko Kids. Sono Mariuccia, la mamma di Giorgia, unaragazza adolescente. La sera del 30 Marzo sono venuta ad ascoltare il dibattito sulle doman-

de anonime poste da voi giovani, le tematiche riguardavano il divertimento, la droga e l’alcol. Innanzitutto devo complimentarmi con voi della simpatica presentazione di apertura della serata, eravatetutti carini, pieni di energia, con una gran voglia di essere protagonisti, di esprimere tutto il vostro impegnoe l’amore che nutrite verso ciò che state facendo.Grazie ancora della vostra dolcezza e genuinità. Io credo sia importante parlare di questi problemi (alcol,droga, divertimento) perché è solo parlandone continuamente che si può cercare di capire perché il diverti-mento molto spesso invece di dare gioia alla fine crea dolore, sì, dico dolore perché i sabati sera sono di-ventati per noi genitori veri incubi, la paura che i nostri figli bevano e poi facciano incidenti oppure si fac-ciano di pasticche, ci sconvolge la vita. Vorrei ringraziare gli esperti intervenuti per averci dato delucidazio-

ni in merito a queste problematiche, per averci fatto capire l’importanza di responsabilizza-re anche chi si diverte, per aver raccontato dei drammi dei ragazzi quando arrivano all’o-spedale quasi privi di coscienza. Certamente le problematiche erano molte e non è stato fa-cile affrontarle tutte insieme in una sola serata, ma come dicevo l’importante è cominciare.

Ciao a tutti

Ringrazio sinceramente i relatori della Tavola Rotonda per la competenza, la chiarezza ela delicatezza con cui hanno saputo rispondere al gioioso bombardamento di domande dei

nostri ragazzi. Ma ancor più vorrei ringraziare il Mosaiko per aver dato l’opportunità ai nostrifigli di tirare fuori quelle domande, di dar voce ai tanti dubbi, alle curiosità che nella fret-ta della nostra vita concitata non sempre riescono a trovare un momento o uno spazio adat-to per essere espressi. Tutta la serata è stata uno stimolo prezioso per genitori ed educato-ri a cercare una chiave di accesso a quel mondo, talvolta davvero sconosciuto, che è l’uni-verso degli adolescenti.

Paola Gavio

S C R I V O N O I G E N I T O R I

A sinistra, dall’alto al basso: il tavolo dei relatori, la dott.ssa Patrizia Masino, il dott. Andrea Pessarelli, la dott.ssa Claudia Deagatone, la prof.ssa Lorenza Daglia.

Elehanna Silvani

Page 5: Il Mosaiko Kids 3-2007

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sso la Salasi è tenutaDIVERTIRSISESSUALI-

mma Fran-ettaglio fi-a, ha lavo-ente e for-

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mente mol-nteresse eni nel fareche a mez-- e un po’

tutti gli esperti nel cercare di rispondere:ognuno di loro ha avuto un episodio da ripor-tare, un consiglio da fornire, un pensiero, unammonimento per tutta la platea e non solo.Elena Pisa “guizzava” tra i ragazzi che chie-devano la parola, per portare il microfono.Il tempo tiranno ha costretto a passare allatrattazione del secondo argomento (Rapportogenitori-figli), che è stato introdotto da Ele-hanna Silvani sul tema relativo alla possibilitàche possa sussistere un rapporto di amiciziatra genitori e figli e a quale impatto sull’edu-cazione del figlio potrebbe avere un similerapporto.Dopo breve argomentazione da parte della Sil-vani, la parola è passata agli esperti, questavolta soprattutto psicologi, che hanno inqua-drato la tematica e, in estrema sintesi, si so-no espressi per la necessità del mantenimen-to di ruoli ben precisi all’interno della fami-glia. Responsabilizzazione del figlio, no all’ec-cessivo permissivismo hanno completato ilquadro di un dibattito che – anche stavolta – siè subito acceso ed ha appassionato la sala.Dovendo necessariamente andare oltre, peresigenze di tempo, si è arrivati alla terza te-matica che ha visto l’introduzione di MartinaDelfanti e di Livia Granata: la sessualità. Nonostante la tarda ora, il sonno non ha coltoi più giovani, ma anzi - dato l’argomento, di-ciamo, più “intrigante” dei tre, quello che so-vente non si osa affrontare parlando aperta-mente con i genitori – ha dato una buona sfer-zata di energia e di desiderio di conoscere. Le domande sull’argomento sono state parec-chie, dalle più semplici, quasi banali, alle piùtecniche, per arrivare a quelle un po’ piùcomplicate, poiché intrecciate a un altro ar-gomento di non facile trattazione, come ilrapporto di coppia.Gli esperti si sono prodigati con mille rispostesoddisfacenti ed esaustive, anche se non han-no certo “saziato” la fame di sapere dei gio-vani e dei giovanissimi presenti al dibattito.E’ intervenuto Gianni a chiudere la serata,poiché già fuori tempo massimo.Sono seguiti, nell’ordine, la sfilata dei ragazzidi Mosaiko Kids, la consegna dei regali agliesperti e la premiazione dei ragazzini con tan-to di medaglia. Sicuramente il dibattito è stato molto utile ededucativo per i ragazzi e da ciò abbiamo tutticompreso che abbiamo bisogno di serate comequesta, per apprendere e per fermarci a ri-flettere tutti insieme sui grandi problemi so-ciali da cui siamo circondati.E abbiamo imparato anche un’altra cosa: me-glio trattare un singolo argomento per serata,già in grado da solo di assorbirla tutta, ondeevitare di trovarci ancora tutti insieme fino atarda notte!

a t a v o l a r o t o n d af i n a l m e n t e s u l t a v o l o d e g l i e s p e r t i

Serata davvero indimenticabile quella di venerdì 30marzo! Grazie all’impeccabile organizzazione di Mim-

ma Franco e alla partecipazione di noi ragazzi, l’incontrodal tema…DIVERTIRSI…AMARSI…STARE INSIEME…ha avutoun buon successo. I relatori presenti (psicologi e medici)sono stati molti chiari e hanno pienamente soddisfatto lenostre curiosità, rispondendo in modo esauriente a nu-merosi quesiti. Sicuramente da un lato l’evento ha per-messo a noi ragazzi di capire quali sono i rischi che si pos-sono correre divertendosi in modo pericoloso e dall’altroha dato la possibilità ai nostri genitori di cogliere qual-che consiglio per imparare ad ascoltare ed educare i fi-gli,anche nei momenti più difficili. Essere geni-tori è un compito davvero arduo, ma anche es-sere ragazzi che crescono non è per niente faci-le…! È per questo motivo che mi auguro di ave-re in futuro l’opportunità di partecipare ad altriincontri così coinvolgenti!

Cecilia Mariotti

Ricordo con piacere la nascita della nostra Ta-vola Rotonda, quella organizzata da noi ra-

gazzi del Mosaiko Kids. Ricordo con piacere lenostre fatiche, le nostre risate, la passione concui le abbiamo dato vita, la preparazione dellasala, l’emozione che ci ha travolti per tutta lasera, il timore degli innumerevoli imprevisti checi hanno colpito… ma noi non ci siamo arresi,abbiamo cercato di dimostrarvi tutto il nostroaffetto, la nostra genuinità, sincerità, traspa-renza! Speriamo che tutto ciò sia stato apprez-zato, ma accettiamo anche le critiche perché èsolo con esse che possiamo crescere e darvi ilnostro meglio! Ringraziamo di cuore il pubblicoche ci ha sostenuto per tutta la sera e gli esper-ti che ci hanno appoggiato in questo nostro“strano esperimento”! Un saluto e ringrazia-mento speciale a Mimma che ha dato uno spazioai noi giovani e ha dato tutta la sua energia per larealizzazione della nostra serata! Grazie a tutti!

Elena Pisa

Andrea Marcone e Federica Marini, 12 anni“Bellissima esperienza, abbiamo risolto tanti dubbi cheavevamo su temi delicati come il sesso e le droghe. Ci èpiaciuto tantissimo il dott. Andrea Giampreti perchéanche nell’affrontare problemi tremendamente seriparlava come avrebbe potuto parlare un papà a suofiglio”.

Alessandro Setti, Chiara Fossati, Cecilia Crivelli e Laura Mandirola, 12 anni“Gli esperti hanno spiegato molto bene, con parolesemplici e adatte a noi bambini. Abbiamo capito quantosia importante l’informazione per prevenirecomportamenti pericolosi. Molto brave la ginecologaClaudia Deagatone e la psicologa Patrizia Masino,con il loro linguaggio diretto.”

Irene Gavio, 12 anni“E’ stata una bella esperienza, ho capito quanto siaimportante superare l’imbarazzo per affrontare conlucidità certe tematiche delicate e quanto siaprezioso lo stare insieme e il condividere leesperienze”.

I l g i u d i z i o c o m p l e s s i v o d e i r a g a z z i

“Cari esperti,siete stati ironici, chiari, coinvolgenti eprofessionali. Vi aspettiamo ancora perché abbiamobisogno di voi. Ma abbiamo ancora un sacco didomande scottanti, stavolta deve essere per unamaratona di almeno 24 ore!”.

D I C O N O I R A G A Z Z I

ui sopra i ragazzi del Mosaiko Kids. A destra, dall’alto in basso: il pubblico, Elehanna Silvani, Marta Lamanuzzi e Livia Granata, il Sindaco Gianni Tagliani, Elena Pisa e Chiara Ghibaudi, Alessandro Setti e Luca Amendola.

Page 6: Il Mosaiko Kids 3-2007

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Per chi non lo sapesse, a Isola S. Antonio operauna fiorente Azienda agricola denominata“BALDUZZI PIERENZO E STEFANO SOCIETA’

AGRICOLA”, con 25 dipendenti - per lo più extraco-munitari – con un vasto mercato, non solo naziona-le, come riferimento per la sua attività.A dirigere il lavoro dell’Azienda agricola è CesareBalduzzi, classe 1966, il quale, prima ancora di ini-ziare l’intervista, mi ha dato subito l’impressione ditrovarmi davanti ad una persona molto sicura di sé,molto ambiziosa, ma non convinta di essere “arriva-ta”, bensì desiderosa di poter carpire quanto di me-glio la vita possa offrire in termini di opportunità,per migliorare e andare sempre avanti.

Cesare, come è iniziata la sua “avventura”?

L’inizio si perde lontano nel tempo, da Balduzzi An-drea, il nonno di mio nonno; sono nato nel contestodell’azienda agricola e già a cinque anni guidavo iltrattore con l’assistenza dei miei genitori.Il segreto per poter svolgere e continuare nel tempocon successo questo tipo di attività sta nel saper co-gliere le opportunità, prendere spunti dalle stessedifficoltà che si è costretti ad affrontare, far proprioil motto “prima si vende e poi si produce”.

Ho viaggiato parecchio:nel 2004, per esempio, so-no stato in California edho studiato nuove tecni-che di irrigazione, ma nonritengo meno “istruttivi” imiei viaggi a Berlino, piut-tosto che a Bangkok, perapprendere anche qualco-sa sul confezionamentodegli alimenti freschi pro-venienti direttamente dalcampo, ecc….

Durante il percorso dicrescita, ha mai avutotimore di non farcela, difare “il passo più lungodella gamba”?

No, posso affermare conuna certa sicurezza chenon ho avuto momenti diquesto tipo, ho sempreguardato avanti, fiducio-so.

Si sono verificati mo-menti di crollo o di crisioppure il progresso èstato sempre costante?

La mia attività, che consiste principal-mente nel preparare gli spinaci, nel la-varli e imbustarli per distribuirli pressoi punti vendita della grande distribuzio-ne, non ha mai subito momenti di cri-si; so che può essere stato anche meri-to della fortuna, ma sicuramente la mialungimiranza e la mia capacità di impa-rare molto dai metodi applicati all’e-stero nel mio stesso settore, per poi po-terli applicare nella mia azienda, hannocontribuito ad indirizzarla verso il suc-cesso.La vera svolta nella mia vita lavorativaè avvenuta nel 2003. Prima di quel-

l’anno, a cominciare dal 1996, svolgevo l’attivitàprofessionale di commercialista, per la quale avevostudiato presso l’Università Statale di Pavia, Facoltàdi Economia e Commercio.Avevo aperto uno Studio a Pontecurone, che tra l’al-tro sto per chiudere, ed in seguito – nel 2000 - neaprii un secondo a Pavia.Presto ho scoperto che quella però non era la miastrada, non era quella l’attività lavorativa che miavrebbe portato alla mia realizzazione personale.Ecco che, a partire dall’anno 2003, mi buttai a ca-pofitto in quello che da sempre mi appassiona di piùin assoluto: la mia azienda agricola.

Quanta passione! Ma quanti sacrifici?

Non posso dire di aver fatto grossi sacrifici: il mio la-voro assorbe praticamente tutta la mia vita, mi pia-ce, arrivo addirittura ad anteporre il lavoro al diret-to riscontro economico e voglio che sia e resti così.Viaggio parecchio, per partecipare a fiere o per di-letto e in questo modo unisco il piacere di viaggiareall’utilità di ottenere continuamente spunti e nuo-vi stimoli.

Qual è il coinvolgimento della famiglia?

Sono single, la mia famiglia sono i miei genitori emio fratello, ma anche tutti coloro che danno qui illoro contributo; voglio dire, io e i miei dipendentisiamo una squadra affiatata, ognuno ha il suo com-pito e ama il suo lavoro, ognuno ha il proprio cer-vello e io tengo sempre in considerazione i loro sin-goli punti di vista, secondo me “emerge chi sbagliameno, non chi non sbaglia”; per questo motivo doimportanza alle critiche, alle nuove idee e a voltealcune di esse vengono concretizzate.

Come vede il futuro? Quali le prospettive?

Vedo il mio futuro positivo, solo però a patto chenon mi fermi ai risultati ottenuti, ma cercando sem-pre nuove tecniche, interventi sempre migliorativi,agendo con un’ottica a 360 gradi ed impiegando icapitali necessari.Parteciperò al MACFRUT di Cesena, una manifesta-zione internazionale dell’ortofrutta, con stand ita-liani e stranieri. La mia idea è quella di riuscire arealizzare in futuro un impianto fotovoltaico, poterprodurre energia elettrica traendola da fonti rinno-vabili.A dimostrare che da sempre guardo in avanti è an-che il fatto che già in passato avevo avuto l’idea dicreare un consorzio per la produzione e vendita aIsola S. Antonio del prodotto tipico locale: il melo-ne. La vendita del prodotto – con proprio marchio -sarebbe stata destinata alla grande distribuzione. Algiorno d’oggi - l’abbiamo davanti agli occhi ognigiorno – pochi grandi gruppi d’acquisto stanno sem-pre più soppiantando quelli piccoli e pertanto, se sivuole sopravvivere nel mercato, occorre essere suf-ficientemente “grandi” per poter continuare a ven-dere.La mia idea non è stata accolta e da allora continuola mia strada per conto mio, staccato e “impermea-bile” di fronte a potenziali influenze locali.

Ha un sogno nel cassetto?

No, posso dire di non averne.

Un consiglio per i giovani?

Sicuramente quello di porsi degli obbiettivi, di poterfare qualcosa che entusiasmi, sempre! In ogni caso,penso che ciò valga ad ogni età.

Q u a n d o l ’ a m o r e p e r l a t e r r a s i s p o s a a l l a c a p a c i t à i m p r e n d i t o r i a l e

L o s p i n a c i o t e c n o l o g i c oC e s a r e B a l d u z z i r a c c o n t a a l M o s a i k o c o m e d e v e e s s e r e i l c o n t a d i n o d e l 2 0 0 0

Elehanna Silvani

Sopra:

Cesare Balduzziintervistato daElehannaSilvani.

A fianco:

alcunidipendentidell’AziendaAgricola.

In basso:

la raccolta deglispinaci e lamoderna sededell’Azienda aIsola S. Antonio(AL).

Page 7: Il Mosaiko Kids 3-2007

D“Poesie, poesie, poesie: leggere

per emozionarsi”...

Così scrive IRENE GAVIO nelle sue consi-derazioni sull’incontro degli alunni dellaScuola Media “ Baxilio” con i poeti CarlaMutti e Gianfranco Isetta.Continua: “Anche l’ autrice si è emozio-nata rileggendo le parole dei suoi testi,parole fermate sulla carta, non per dove-re, ma per sentimenti ‘veri’ trasmessi anoi ragazzi ancora un po’ digiuni di poe-sia”.

Così scrivono altri:

Il giorno martedì 27 marzo noi alunni del-le prime e delle seconde siamo stati ac-compagnati in Sala Pessini per un incon-tro con la poetessa Carla Mutti, autricedi diverse raccolte, e con il signor Gian-franco Isetta.Essi ci hanno letto diverse poesie, alcunecommoventi, altre divertenti, ma tuttemolto belle. Grazie!ZINEB CHAHBOUNI

La signora Carla Mutti, nelle sue poesie,ricorda la casa in cui è vissuta quandoera giovane, la sua famiglia e i suoi af-fetti, ma dipinge anche molti aspetti del-la natura e il loro variare nelle stagioni.Il signor Gianfranco Isetta ha scritto poe-sie particolari: ad esempio sulla sua ni-potina, su Castelnuovo e sui crampi.ROBERTA NACCARATO

Mentre la signora Carla Mutti leggeva isuoi versi, io immaginavo la scena: eracome una fotografia.EDOARDO CELOTTI

Così la poetessa ha definito il suo autun-no: una stagione perlata fatta di pioggesottili, di “ azzurro ormai stanco” e dinebbie.CHIARA FOSSATI

ALESSANDRO SETTI e MARTA CHIAPEDIapprezzano la poesia di Gianfranco Iset-ta, “ Del mio paese”, che tratteggia gliaspetti di Castelnuovo Scrivia, con versibrevi ma intensi e incisivi.

Questo incontro mi ha fatto capire quan-to sia importante, liberatorio e a volte

divertente, scrivere poesie.FEDERICA BALDUZZI

Io purtroppo non ho avuto modo di assi-stere all’incontro sulla Poesia, ma ho let-to il percorso offerto alla classe. Il filoconduttore è “il tempo”, il tempo chenon torna più, che aiuta a rimarginareferite dolorose e ne provoca di nuove.C’è il “ tempo quieto” dell’ infanzia, il“tempo leggero” dell’ adolescenza e il“tempo veloce”, frenetico, rumoroso einvadente di oggi, che non ci permette di“leggere” il nostro cuore. Le poesie mipiacciono molto, suscitano in me gioia eallo stesso tempo malinconia.VALENTINA BELLO

Martedì 27 marzo ci aspettavamo unabarbosa ora di lezione invece... siamostati catapultati in un mondo di fantasiae di poesia; siamo stati letteralmentecatturati dalle letture di due poeti, Car-la Mutti e Gianfranco Isetta.È stata un’ esperienza interessante e co-involgente che ci ha colpito nel profondoe ci ha affascinato. Speriamo che un po-meriggio simile si possa ripetere presto.MICHELA PELIZZARI e MILENA DE LIA

ALESSIA SOLDINI così ringrazia CarlaMutti e Gianfranco Isetta:

Un insieme di pensieri;un insieme di paroleprofonda tristezza suscitanolieti sorrisi provocano.Per questo li volevo ringraziare:per il segretoche han voluto svelare.

Nell’ incontro di martedì 3 aprile i poetiCarla Mutti e Gianfranco Isetta hanno da-to

“ La parola al... cuore”per noi, alunni delle classi terze, e cosìhanno risposto i nostri cuori:

Oggi i giovani per comunicare tra loroutilizzano un linguaggio particolare, illinguaggio del cuore. Il cuore è un libroaperto sul mondo che trasmette agli altrii nostri sentimenti, il nostro modo di es-sere; in questo libro la poesia occupa unposto importante: libera dalle paure,dalle tensioni e consente di esprimere

ciò che proviamo senza timore.DANIELE ACCATINO

Natura, amicizia, amore, dolore, felici-tà… Questi sono soltanto alcuni dei temi trat-tati nelle poesie di Carla Mutti e di Gian-franco Isetta. L’incontro con questi duepoeti ci ha fatto capire che le parole pos-sono trasmettere grandi emozioni e chequalsiasi aspetto della natura o un sem-plice ricordo possono ispirare una poesiadal significato molto profondo. Mi ha molto colpito la frase di Carla Mut-ti “La parola è come una nota musicale,da sola ha poco significato ma, unita al-le altre, diventa musica”….e per noi quel pomeriggio è stato “mu-sica”.ALESSIA VECCHI

Gli alunni della classe 3 A hanno trovatomolto interessante e coinvolgente l’in-contro con i due poeti che hanno saputospiegare in modo “leggero” come farepoesia. Le poesie lette esprimevano ilpiacere di vivere, il modo di essere e disentire di due persone che hanno saputotradurli in parole.

A me è piaciuto molto il racconto “La ve-spa” non solo per il suo contenuto, maanche perché la lettura era accompagna-ta dalla proiezione di interessanti imma-gini della vespa degli anni ‘60. CRISTIANO DEPAOLI

Terminata la lettura delle poesie e delleprose i due poeti ci hanno consentito difare delle domande ed essi sono statigentili e chiarissimi nel dare le rispostealle nostre curiosità. Io pensavo che unincontro di poesia fosse noioso, invece èstato piacevole nell’ascolto e con i mieicompagni mi sono sentita parte attiva.FEDERICA OLIVA

In questa esperienza particolare, oltrealle poesie che Carla Mutti e GianfrancoIsetta ci hanno letto, mi ha colpito la ri-sposta di Isetta alla domanda: “Perchélei scrive poesie?”. Egli ha dichiarato discrivere poesie per il gusto di crearequalcosa di nuovo, che prima non c’era.Non potrà mai esistere una poesia ugualead un’altra e questo incontro ce lo ha

fatto capire benissimo. Una poesia, inol-tre, anche se semplice può nascondereun significato profondo ed io trovo chescrivere sia un ottimo modo per esprime-re i propri sentimenti liberamente. Ringrazio molto Carla Mutti e GianfrancoIsetta per averci dato la possibilità di ri-flettere con loro, attraverso poesie eprose, sui problemi dell’adolescenza esui sentimenti “nuovi” che si provano inquesto particolare periodo della vita,spesso difficili da controllare. In questomomento, noi ragazzi stiamo crescendo eio penso che questo incontro mi abbiaaiutato a capire quali saranno i dispiace-ri e le gioie che dovrò affrontare nella vi-ta.CECILIA MARIOTTI

P i k k o l i7

Progetto grafico e impaginazione:

Associazione Il Mosaiko Kids

Fotografie: Riccardo Torti.

Redazione

Direttore Resp.: Antonella Mariotti.

Presidente: Mimma Franco.

Giovanna Spantigati - Paola Maggi - Silvia Pareti - Marta Lamanuzzi -

Livia Granata - Elehanna Silvani - Simona Lucarno - Davide Varni -

Elena Pisa - Giorgia Bresciani - Andrea Accatino - Claudio Bertoletti -

Elio Pisa - Manuela Gandolfi - Paola Picena - Riccardo Torti - Andrea

Botosso.

Piccoli Piccoli

Lisa R. Magnaghi - Cecilia Crivelli - Chiara Fossati - Alessandro Setti -

Cecilia Mariotti - Martina Ruta - Sofia Falchetto - Daniele Accatino - Fe-

derica Marini - Marta Chiapedi - Laura Mandirola - Marco Mandirola -

Irene Gavio - Andrea Marcone - Riccardo Allegrone - Chiara Ghibaudi -

Riccardo Tosino.

Segreteria

Elena Pisa.

Associazione

Il Mosaiko Kids

Via C. Alberto, 13

15053 Castelnuovo Scrivia (AL)

Vietato riprodurresenza autorizzazionetesti, fotografie eimpostazione grafica

ii ddIl Mosai oKIl Mosai oK ss

A s s o c ia z i

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nG l i s t u d e n t i d i C a s t e l n u o v o i n c o n t r a n o c h i s c r i v e p o e s i e

D e t t o d a n o i“ P o e s i e , p o e s i e , p o e s i e . . . : l e g g e r e p e r e m o z i o n a r s i ”

P i k k o l i

Cecilia Mariotti

P o e t i i n E r b a

Sono io,la notte, momento di pace e di tranquillità.A volte odiataper la mia curiosità.A volte amataperché faccio viveregli amori più belli,i momenti più fantasticidella nostra vita.Realizzo i desideri,suscito meravigliosi sentimenti,ma anch’io ho un sogno;vorrei vivere il giornoper almeno una volta;non chiedo tanto,una volta!

N O T T E di Edoardo Galanzino, seconda media

Nota per chi vuole inviare i propri scrittiLa rubrica Una voce fuori campo è espressamente dedicataalla pubblicazione di articoli, saggi, racconti, componimentipoetici o segnalazioni di chiunque desideri far uscire lapropria voce dalle mura di casa.L’indirizzo a cui inviare il materiale è: Una voce fuori campo, redazione de “Il Mosaiko Kids” Via C. Alberto 13 - 15053 Castelnuovo Scrivia (AL)

La redazione, ovviamente, si riserva il diritto di pubblicaresolo ciò che ritiene meritevole.

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