Il Mosaiko Kids 2-2008

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pag. 2 pag. 3 pag. 3 pag. 3 pagg. 4 - 8 A dodici anni il primo sorso IL BABY - ALCOLISMO di Marta Lamanuzzi Sguardi incrociati per inerzia sul treno E’ UNA SPECIE DI CALAMITA di Alessandra Santi Quando la fragilità diventa forza HO PAURA di Elena Pisa IO SONO SEMPLICEMENTE UNA MAMMA di Giovanna Spantigati T anti piccoli robot, tut- ti uguali, bravi e giu- diziosi. Composti e si- lenziosi. Ma è proprio così che vogliamo i nostri bam- bini? L’allarme arriva dagli Stati Uniti: troppi psicofar- maci ai bambini, che non sono altro che farmaci da adulti ma in dosi ridotte. E adesso in Italia sessantami- la famiglie si fanno prescri- vere, o è il medico a consi- gliare loro, il Ritalin, che “anestetizza” i bambini considerati “agitati” o ma- gari solo bambini vivaci, troppo vivaci per famiglie che non hanno tempo per capire da dove arriva il dis- agio, se di disagio si tratta. Di tutto questo e di quello che purtroppo sta accaden- do in troppe famiglie del nostro Paese ha parlato Lu- ca Poma, portavoce nazio- nale della campagna “Giù le mani dai bambini”, in una serata intitolata proprio “Salviamo Gianburrasca”. Al tavolo con Poma, Emma- nuele Macaluso, campione di lancio del giavellotto te- stimonial del sito, e Giovan- na Spantigati, una dei tan- tissimi volontari che parte- cipano al progetto. “Con gli psicofarmaci si mo- difica il sintomo ma non si cura la malattia o il disagio del bambino, è un percorso facile e veloce per genitori che ormai sono troppo im- pegnati in altro che non l’e- ducazione dei propri figli”. Luca Poma da ormai diversi anni si occupa di questo che sta diventando un problema anche in Italia, dopo che già lo è da anni in Inghilter- ra e in altri paesi dell’Unio- ne europea. Sul suo sito In- ternet ci sono migliaia di pubblicazioni scientifiche sui farmaci per i più piccoli, e soprattutto sui danni pro- vocati dai medicinali. Ricorrere a una qualunque pillola per modificare noi stessi o il mondo come ci appare è un’abitudine per molti, troppi adulti, incapa- ci di affrontare le difficoltà della vita, resi troppo debo- li dallo stress e troppo affa- ticati per combattere con le sole forze del nostro organi- smo. Ma gli adulti compiono comunque una scelta consa- pevole, non è così per i più Salviamo Gianburrasca via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Tel. 0131 856018 e-mail: [email protected] Associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale. Anno 5 - n° 2, Maggio - Agosto 2008. Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL) Associazione Il Mosaiko Kids T L o studio condotto da Save the Children non lascia dub- bi: nel nostro Paese l'impe- gno e il talento rosa non ricevo- no sufficiente riconoscimento. Le donne italiane guadagnano in media il 47 % di quanto guadagna un uomo, come in Benin, e in maternità percepiscono l'80% dello stipendio e non lo stipen- dio pieno come avviene in altri Paesi avanzati. A livello europeo la situazione non migliora di molto. Nonostante le ragazze ri- sultino più brave dei ragazzi a scuola e il numero delle donne che accede al mercato del lavo- ro con un titolo universitario sia superiore a quello degli uomini, questi guadagnano in media il 15% in più. Tra i fattori che con- corrono a determinare il feno- meno, oltre alla discriminazio- ne, vi sono la qualità e la quan- tità del lavoro svolto. Le donne infatti svolgono attività non re- tribuite, come le pulizie e gli al- tri mestieri domestici e la cura dei figli, che sono spesso diffici- li da conciliare con il lavoro e le inducono a scegliere occupazioni part-time o a interrompere la carriera per dedicarsi alla fami- glia con ripercussioni negative sullo sviluppo professionale. Inoltre si preferisce solitamente assegnare le funzioni direttive agli uomini che appaiono emoti- vamente più forti e non incon- trano ostacoli di nessun genere nel progresso della carriera. Altri dati che fanno riflettere so- no quelli relativi alla partecipa- zione del gentil sesso alla vita politica. In Italia la percentuale è del 17%, paragonabile a quella di Bolivia, Gabon e Nepal. Ana- lizzando i dati dell'intero conti- nente europeo emerge che le donne italiane sono tra le più sottorappresentate in politica così come in campo dirigenziale: solo l’11% di donne parlamentari e solo il 2% presente nei consigli P Teoria o Pratica? Pari opportunità Marta Lamanuzzi I sondaggi parlano chiaro: le donne italiane sono tra le più discriminate Antonella Mariotti piccoli che si fidano dei genito- ri, di ciò che mamma e papà gli danno la mattina con la cola- zione. Questi bambini sono adulti che in futuro rischiano di più di altri di tentare il suicidio o di diventare tossicodipenden- ti. Questi bambini non sognano più e non giocano più con i lo- ro compagni di scuola, saranno bambini perfetti da esibire, ma intontiti, senza emozioni e sen- za volontà. Nella platea della Sala Pessini a Castelnuovo Scrivia, ad ascol- tare Luca Poma e i suoi colla- boratori c’erano anche tanti bambini accompagnati da Mim- ma Franco, tutti quelli del no- stro “Mosaiko Kids”, dove i co- lori della differenza sono im- portanti, dove proprio la viva- cità dei più piccoli è una risor- sa, dove giocare con le parole può diventare un perfetto “psi- cofarmaco” che però non ha nessuna controindicazione. Antonella Mariotti, giornalista de “La Stampa”, direttore responsabile del Mosaiko Kids Rigovernando la casa (Italia), donna e ragazza di un villaggio Saho (Eritrea). Foto di Fiorenza Corradini. segue a pag. 2 ® SPECIALE “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI” Bambini vivaci, bambini preziosi...

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Il periodico dell'Associazione Il Mosaiko Kids

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pagg. 4 - 8

A dodici anni il primo sorsoIL BABY - ALCOLISMO

di Marta Lamanuzzi

Sguardi incrociati per inerzia sul trenoE’ UNA SPECIE DI CALAMITA

di Alessandra Santi

Quando la fragilità diventa forzaHO PAURA

di Elena Pisa

IO SONO SEMPLICEMENTE UNA MAMMA

di Giovanna Spantigati

Tanti piccoli robot, tut-ti uguali, bravi e giu-diziosi. Composti e si-

lenziosi. Ma è proprio cosìche vogliamo i nostri bam-bini? L’allarme arriva dagliStati Uniti: troppi psicofar-maci ai bambini, che nonsono altro che farmaci daadulti ma in dosi ridotte. Eadesso in Italia sessantami-la famiglie si fanno prescri-vere, o è il medico a consi-gliare loro, il Ritalin, che“anestetizza” i bambiniconsiderati “agitati” o ma-gari solo bambini vivaci,troppo vivaci per famiglieche non hanno tempo percapire da dove arriva il dis-agio, se di disagio si tratta.Di tutto questo e di quelloche purtroppo sta accaden-do in troppe famiglie delnostro Paese ha parlato Lu-ca Poma, portavoce nazio-nale della campagna “Giù lemani dai bambini”, in unaserata intitolata proprio“Salviamo Gianburrasca”.Al tavolo con Poma, Emma-nuele Macaluso, campionedi lancio del giavellotto te-stimonial del sito, e Giovan-na Spantigati, una dei tan-tissimi volontari che parte-cipano al progetto. “Con gli psicofarmaci si mo-difica il sintomo ma non sicura la malattia o il disagiodel bambino, è un percorsofacile e veloce per genitoriche ormai sono troppo im-pegnati in altro che non l’e-ducazione dei propri figli”.Luca Poma da ormai diversianni si occupa di questo chesta diventando un problemaanche in Italia, dopo chegià lo è da anni in Inghilter-ra e in altri paesi dell’Unio-ne europea.  Sul suo sito In-ternet ci sono migliaia dipubblicazioni scientifichesui farmaci per i più piccoli,e soprattutto sui danni pro-vocati dai medicinali.Ricorrere a una qualunquepillola per modificare noistessi o il mondo come ciappare è un’abitudine permolti, troppi adulti, incapa-ci di affrontare le difficoltàdella vita, resi troppo debo-li dallo stress e troppo affa-ticati per combattere con lesole forze del nostro organi-smo. Ma gli adulti compionocomunque una scelta consa-pevole, non è così per i più

S a l v i a m oGianburrasca

via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) Tel. 0131 856018 e-mail: ilmosaiko @tiscali.it Associazione culturale e ricreativa, aconfessionale, apartitica e senza fini di lucro, di utilità sociale.

Anno 5 - n° 2, Maggio - Agosto 2008. Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004Direttore responsabile: Antonella MariottiStampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

Associazione Il Mosaiko Kids

TLo studio condotto da Savethe Children non lascia dub-bi: nel nostro Paese l'impe-

gno e il talento rosa non ricevo-no sufficiente riconoscimento.Le donne italiane guadagnano inmedia il 47 % di quanto guadagnaun uomo, come in Benin, e inmaternità percepiscono l'80%dello stipendio e non lo stipen-dio pieno come avviene in altriPaesi avanzati. A livello europeola situazione non migliora dimolto. Nonostante le ragazze ri-sultino più brave dei ragazzi ascuola e il numero delle donneche accede al mercato del lavo-ro con un titolo universitario siasuperiore a quello degli uomini,questi guadagnano in media il15% in più. Tra i fattori che con-corrono a determinare il feno-meno, oltre alla discriminazio-ne, vi sono la qualità e la quan-tità del lavoro svolto. Le donneinfatti svolgono attività non re-tribuite, come le pulizie e gli al-tri mestieri domestici e la curadei figli, che sono spesso diffici-li da conciliare con il lavoro e leinducono a scegliere occupazionipart-time o a interrompere lacarriera per dedicarsi alla fami-glia con ripercussioni negativesullo sviluppo professionale.Inoltre si preferisce solitamenteassegnare le funzioni direttiveagli uomini che appaiono emoti-vamente più forti e non incon-

trano ostacoli di nessun generenel progresso della carriera.Altri dati che fanno riflettere so-no quelli relativi alla partecipa-zione del gentil sesso alla vita

politica. In Italia la percentualeè del 17%, paragonabile a quelladi Bolivia, Gabon e Nepal. Ana-lizzando i dati dell'intero conti-nente europeo emerge che le

donne italiane sono tra le piùsottorappresentate in politicacosì come in campo dirigenziale:solo l’11% di donne parlamentarie solo il 2% presente nei consigli

PTe o r i a o P ra t i c a ?P a r i o p p o r t u n i t à

Marta Lamanuzzi I sondaggi parlano chiaro: le donne italiane sono tra le più discriminateAntonella Mariotti

piccoli che si fidano dei genito-ri, di ciò che mamma e papà glidanno la mattina con la cola-zione. Questi bambini sonoadulti che in futuro rischiano dipiù di altri di tentare il suicidioo di diventare tossicodipenden-ti. Questi bambini non sognanopiù e non giocano più con i lo-ro compagni di scuola, sarannobambini perfetti da esibire, maintontiti, senza emozioni e sen-za volontà.Nella platea della Sala Pessini aCastelnuovo Scrivia, ad ascol-tare Luca Poma e i suoi colla-boratori c’erano anche tantibambini accompagnati da Mim-ma Franco, tutti quelli del no-stro “Mosaiko Kids”, dove i co-lori della differenza sono im-portanti, dove proprio la viva-cità dei più piccoli è una risor-sa, dove giocare con le parolepuò diventare un perfetto “psi-cofarmaco” che però non hanessuna controindicazione.

Antonella Mariotti, giornalista de “La Stampa”,direttore responsabile del Mosaiko Kids

Rigovernando la casa (Italia), donna e ragazza di un vil laggio Saho (Eritrea). Foto di Fiorenza Corradini.

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SPECIALE “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”

Bambini vivaci, bambini preziosi...

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d’amministrazione delle maggiori azien-de (rispetto al 23% nei Paesi Scandina-vi).Il Financial Times critica aspramentel'immagine della donna che viene dipin-ta da televisione e pubblicità nella no-stra penisola. Troppo spesso scosciata escollata anziché dietro la scrivania di unufficio con i fiocchi, sensuale e amma-liante piuttosto che sicura di sé e affer-mata nel mondo del lavoro, più soventemamma e casalinga che non in tayeur aivertici della politica e del business.

Le motivazioni che stanno alla base de-gli svantaggi competitivi che una ragaz-za e una donna incontrano nel loro esor-dio e nella loro crescita professionale ri-spetto agli uomini sono numerose, com-plesse e radicate, ma il processo diemancipazione, che ha già dato risultatiincoraggianti, non può arrestarsi. Spettaalle dirette interessate, alle tante don-ne preparate e volonterose, difenderloe garantirne il proseguimento, con lacorrettezza e la tenacia che le contrad-distinguono.

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P a r i o p p o r t u n i t à

Teoria o Prat ica?segue dalla prima - Marta Lamanuzzi

Io sono semplicemente una mamma.Consapevole che il mestiere digenitore è il più difficile ed allo

stesso tempo il più meraviglioso. Noigenitori abbiamo una responsabilitàenorme. E non esiste il genitoreperfetto, così come non esiste il figlioperfetto. Sono due ruoli che da sempresono agli opposti. Da figlia, quantevolte ho pensato: i miei genitori nonmi capiscono! E Da mamma quantevolte ho pensato: non riesco a farmiascoltare dai miei figli! Quello chemuove un genitore è l’amoreincondizionato, disinteressato, unamore sublime. Perché sai che non tiritornerà mai indietro, e non tiimporta. Quello che muove un figlio èil bisogno. I genitori sono le unichevere radici. Cercano una figura solida,una guida, un riferimento coerente.Cercano la verità; le bugie lidistruggono. E tu, genitore, nonappena il tuo bambino nasce hai milleaspettative, poi capisci che lameraviglia non è il potere che hai su dilui, vedere la tua continuazione, maavere la gioia di conoscere una personanuova, un mondo diverso da te. Ementre gli dai la mano peraccompagnarlo nel cammino della vitalo osservi con stupore, con curiosità,con gioia. E impari – si, perchégenitore si impara con tempo epazienza – che se vuoi veramenteaiutarlo a crescere non puoi sostituirtia lui, ma puoi, devi, stare al suofianco. E quando cadrà non serveaiutarlo a rialzarsi, ma sorriderglifiduciosa insegnandogli che ce la puòfare. Aiutarlo a crescere senzadistruggere i suoi sogni, i suoi desideri.

Ascoltarlo, sempre, senza suggerirglile risposte, senza indicargli le stradepiù facili che sono solo quelle cheporteranno alla non accettazione delledifficoltà, alla rassegnazione ed allafrustrazione. Solo così imparerà che,sebbene sia innegabile ed inevitabileche la vita sia difficile, lui ce la puòfare a risolvere i problemi e puòscegliere di essere felice; cosìimparerà ad avere fiducia in se stessoe negli altri. E potrà dare senzapretendere. E quindi potrà amare.E per trasmettergli e insegnargli

l’amore la prima cosa è insegnargli ilrispetto . Rispetto della natura:prenderlo in braccio e dirgli: guardache bella la montagna! Regalargli ungattino cosicchè impari adaccarezzarlo, ad accudirlo; Insegnargliil rispetto degli altri, delle personediverse da lui. Ma innanzitutto ilrispetto di se stesso. Il rispetto deigenitori, il rispetto della maestra, ilrispetto degli animali, il rispetto dellavita. Il rispetto di chi ha la pelle di uncolore diverso dal suo, il rispetto di undisabile.Il potenziale di un bambino è enorme.

Guai a tarpargli le ali. La suacreatività non ha limiti. E io mi trovoqui, perché appoggio i ragazzi delMosaiko che fanno un lavoromeraviglioso: credono nei giovani evogliono aiutarli a crescere. Contro lefacili scappatoie, contro la droga, innome della fiducia in un mondomigliore. E allo stesso tempo sono quicon Giù le mani dai bambini perché lacreatività di un bambino sarà il motore

delle generazioni future. E i ragazzidel Mosaiko ci credono fermamente. Enon solo loro. Dovete sapere chedall’altra parte del mondo, inAustralia, a Melbourne, c’è un ragazzoche si chiama Alex Formston. Alex inquesto momento (dato che lì è giàdomani) sta andando all’università. 21anni, una famiglia di 5 persone e lui,per aiutare i genitori si mantiene glistudi. Stasera infatti, dopol’università, anziché rientrare a casa,Alex andrà a lavorare in unaristorante. E quando tornerà a casa,non andrà subito a dormire. Aprirà ilportatile e guarderà la sua postaelettronica. Potrebbe esserci una miamail. Alex,un ragazzo inglese che havissuto parecchi anni in Italia, crede ingiù le mani dai bambini, e non vuoleche i suoi futuri figli crescano in unmondo senza informazione. Alex è ilsupervisore dei testi per il sito di giù lemani dai bambini affinchè il sito possaessere tradotto anche in lingua ingleseed essere letto in tutto il mondo. Alex, i ragazzi del Mosaiko, tutti ivolontari di giù le mani dai bambini…ma quanti ragazzi meravigliosi ci sono!Non è vero che non ci sono più ideali,che i ragazzi non hanno una morale,che non hanno obiettivi; questi ragazzisono pieni di entusiasmo, di vita, diamore e di rispetto. Noi abbiamoun’enorme opportunità: quella diimparare da loro, mettendo via lanostra presunzione, la nostraarroganza, e, fondamentalmente, lenostre paure. Grazie, ragazzi.

Io sono

semplicementeuna

M a m m adi Giovanna Spantigati

foto Bruno De Faveri

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Ho paura… quandoarrivano i momenti tristisembra che tutto vada arallentatore, che tutto ciòche ti circonda si gonficome attraverso una sferadi cristallo, che tutto siaoffuscato come quandoguardi nella nebbia inpieno inverno…Ho paura… ognipiccola cosa, ognigesto quotidianodiventa una sfidacontro il mondo, unabattaglia persa inpartenza, unorizzonte senza fine,un traguardo chesembra così vicinoma in realtà cosìlontano,irraggiungibile…Ho paura… lamancanza di unaffetto, di unconfronto, di undialogo, ditenerezze; lacondivisione delle tuepassioni, dei tuoisogni, delle tueabitudini, delle tueamicizie con unapersona al tuo fiancoche ti apprezzi per quellache sei e che ti capisca…Ho paura… il rapportocontrastante con igenitori, le differenzesociali, psicologiche,culturali distanti anni luceda loro, una famigliaformata di “cocci”, i litigi,i dispiaceri, la loro salute…Ho paura… l’impegnodedicato allo studio cheprosciuga la maggior partedelle tue energie vitali, il

timore di non aver fattomai abbastanza, latensione, lo stress,l’abbandono a noi stessi, lamancanza e il malfunzionamento di unastruttura simile…Ho paura… di non viverepienamente la miagioventù, di non“godermela” pienamenterispetto alla mia recenteadolescenza, il calo e la

perdita del “volersidivertire” (ovviamente inmodo sano)…Ho paura… è vero, machissà per quale assurdogioco delle emozioni, èdiventata la mia forza, ilmio coraggio, la miagrinta, è ciò che mi spinge,malgrado tutto, ad andareavanti, a non fermarmi, alottare…Devo dire grazie a tuttiquesti momenti, ai dolori,

agli errori, alle lacrime,alla sensibilità… è soloattraverso le esperienzenegative che possiamocapire quelle positive emigliorarle… masoprattutto arricchirci,imparare, maturare,affrontare i problemi dipetto e crescere!Per la mia poca esperienzanoto con dispiacere chemolte persone, giovani e

non giovani, non riescono afare delle scelte o megliovogliono evitare di farle. Li capisco benissimo, ma civuole coraggio perché èmeglio affrontare subito idisagi e vederli spariredavanti agli occhi che nonavere disagi per tutta lavita fino alla fine deipropri giorni.Con sempre quel dubbio:“Ma se invece avessifatto…”.

Idati presentati all’Istituto superioredi sanità sono sconcertanti: a ecce-dere nel bere è il 30% dei ragazzi trai 13 e i 15 anni che consumano in

media quattro bicchieri a serata, tre perle ragazze. I più gettonati sono birra,aperitivi alcolici e vino. Si tratta di unfenomeno allarmante e capillarmentediffuso. Si beve soprattutto di sabato, ma nonsolo. La serata inizia con l’happyhour,un “negroni” per stare sul classico, uno“spriz” per cambiare o l’aperitivo dellacasa, fruttato e zuccherino. Se il buffet,salatissimo e abbondante, tra patatine enoccioline, una focaccina dopo l’altra,alimenta troppo la sete si passa al se-condo “bicchierone”, magari al terzo. Aseguire si opta per una pizza immanca-bilmente accompagnata da un litro dibirra. Poi di nuovo al bar, l’”after din-ner“ è il momento degli “shottini”, dra-goni verdi e ciupiti, forti e concentrati,da ingoiare uno dietro l’altro, sono idea-li per portare rapidamente il tasso alco-

lemico alle stelle. Non è ancora mezza-notte e i ragazzi già si aggirano per lestrade barcollando e canticchiando, sor-reggendosi a vicenda, ma il divertimen-to è appena cominciato. Grazie a questipreparativi in discoteca, il ritmo dellamusica martellante penetra meglio nel-le vene stordendoli ulteriormente, escandendo, sorso per sorso, l’ennesimosimposio. Sono proprio rum e coca, vod-ka-lemon e caipiroska, le consumazionipiù “in”, generalmente, a dare la bottadi grazia, cosicchè vomitando “gloriosa-mente” nei gabinetti dei locali o agli an-goli delle strade si conclude la loro se-rata. Sembra una parodia, purtroppo è tuttovero. Per gran parte dei giovani ubria-carsi tutti i sabati fino a rimettere è to-talmente normale. Al loro comporta-mento, che essi ritengono l’unico com-patibile con i concetti di svago e diver-timento, gli studiosi hanno dato il nomedi “binge drinking”, il bere compulsivo,il nuovo modo di bere dei giovani chesta assumendo sempre di più le caratte-ristiche delle tossicodipendenze. Il berenon riverbera involontariamente nellasbornia, è dichiaratamente, ossessiva-mente finalizzato ad essa. Molteplici

fattori concorrono a “scagionare” l’al-cool, a offuscarne la nocività a farlopercepire come anni luce distante dalledroghe. Innanzitutto su tutti i canalivengono trasmessi spot che invitano aconsumare Whisky, vino e Bacardi; neisupermercati acquistarli è facile e il lo-ro costo è ridotto. Nessuna scritta simi-le a quelle presenti sui pacchetti di si-garette ammonisce chi ne fa consumo.Anche a casa vi sono alcolici e i fami-gliari bevono spesso vino a tavola e unamaro o un digestivo a fine pasto. Spes-so manifesti e campagne esortano i gio-vani a non bere prima di guidare, a nonbere e mettere in pericolo sé stessi e glialtri, ma raramente invitano a non beree basta. Il problema è serio e urgente e va af-frontato come tale, eliminando innanzi-tutto dall’immaginario collettivo laspontanea ma deleteria e indebita sot-tovalutazione cui il consumo di alcoolspesso è soggetto, soprattutto in rela-zione alle altre forme di dipendenza. Idanni che il metabolismo ancora acerboe l’intero organismo dei baby alcolististanno subendo sono notevoli e irrever-sibili. Occorre correre ai ripari al piùpresto.

Salgo assonnata, cerco un posto e appena mi addentro nella carrozza, noto i visi dellepersone già sedute: qualcuno mi guarda con sospetto e pensa: “No, non sederti qui o midevo stringere...”, altri con aria rassegnata “Se proprio hai scelto me come vittima, sie-di, tanto qualcuno doveva pur farlo”.

Sono solita scegliere il sedile più vicino al finestrino per poter appoggiare la testa e riposare,e se c’è il sole il lato dove sono sicura che mi illuminerà il viso. Da questo momento comin-

cia lo scambio di sguardi trame il personaggio (perché dipersonaggi si tratta) che mitrovo di fronte. Nel miglioredei casi c’è qualcuno che dor-me, con cui ovviamente nonc’è alcuno scambio, che possoperò osservare con cura, pen-sare a cosa fa nella vita, per-ché quel giorno è vestito cosìe perché, perché, perché. Cisono altri “soggetti” che leg-gono, ascoltano la musica,guardano fuori dal finestrinoo, nel peggiore dei casi scri-vono, come sto facendo io inquesto momento. Se i sogget-ti sono impegnati in una certaattività, allora ogni tanto glisguardi si incrociano e anchese non sono veramente inte-ressata a chi ho davanti, nonposso fare a meno di disto-gliere lo sguardo da ciò chemi attira. È una specia di ca-lamita. In quell’ora che tra-scorro sul treno stringo rap-porti con un’infinità di perso-ne, da uno sguardo appunto,da una smorfia di consenso equalche volta da qualche dis-corso senza senso sul cattivotempo o il disservizio delleferrovie.Ad esempio, in questo mo-mento, la ragazza di fronte ame sembra molto incuriositadal mio scrivere e scaraboc-chiare continuamente parole.Parla con la mamma e la so-rella e sicuramente si doman-

da cosa sto scrivendo, o forse pensa che sono pazza a scrivere e guardare fuori dal finestrino,ride, si passa una mano fra i capelli: tutte le volte che alzo lo sguardo, lei, mi sta guardando.La capisco, anche a me capita, non lo fa apposta, è la calamita, c’è qualcosa che la spinge afarlo.In ogni gesto che compiamo, in ogni sguardo che lanciamo c’è un messaggio, una piccola ri-chiesta d’affetto, un sentimento, una storia che inizia e si conclude in pochi minuti. E anchese il tragitto sul treno, la fermata dell’autobus o anche in una semplice coda allo sportello diqualche ufficio possono sembrare noiosi, una perdita di tempo, basta cercarsi qualcuno da“amare” per poco tempo, a cui sorridere prima di andarsene via.

I L “ B A B Y - A L C O L I S M O ”I ragazzi italiani sono i primi a bere in tutt’Europa: a dodici anni il primo sorso

Marta Lamanuzzi. Foto Riccardo Torti.

Marta Lamanuzzi

Elena Pisa

ho pauraE’ una specie di calamita…

Alessandra Santi. Foto Elena Pisa.

Alessandra Santi

Elena Pisa. Foto Riccardo Torti.

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L a v i v a c i t à d e i b a m b i n i : n u o v a m a l a t t i a d a

A i b a m b i n i p i a c c i o

Il pmp

zia atonaBambconscovigmericentluto Agoschiatconsdelleché èsui fil contro. buziovartiper baccetato troppnica con gnanl’etàTerrirettofar s(malfinanpegnmicanitorcoetcorrecosì che ècon gliatcon icura psiconerenecesenzche –ve ogsensoneppzioniprodpea dvibililiardzac®ai bacura

LucaGiorMani

I bambS

enza scopo di lucro, senza pretese,senza mettere nessuno in croce,senza facili attacchi ad istituzioni egruppi professionali, questi i deficit

positivi che avvalorano l’impegno deimembri del Consorzio “Giù le mani daibambini”. In Italia, sulla scia di Gran Bre-tagna e Stati Uniti, potenti farmaci anti-depressivi, come il Ritalin ed il Prozac,sono somministrati sempre più spesso aibambini che avvisano sintomi apparente-mente riconducibili all’ADHD (cosiddetta“sindrome da iperattività”), e questo aloro “non va giù”. Il problema è tutt’altro che semplice enon bisogna cedere alla tentazione di ad-ditare capri espiatori e fare, come si suoldire, di tutta l’erba un fascio. Noi ragaz-zi del Mosaiko l’abbiamo voluto affronta-re, per una sera, insieme ad alcuni espo-nenti del Consorzio che ci hanno onoratidella loro piacevole compagnia. Con noivenerdì 16 maggio in Sala Pessini: il por-tavoce Luca Poma, dall’ammirevole pre-parazione e moderazione, il campione re-gionale di lancio del giavellotto Emma-nuele Macaluso, validissimo e umile testi-monial, e la giornalista Giovanna Spanti-gati, che ha aggiunto il suo gradevolissi-mo tocco di classe e umanità. La campagna, condotta con la collabora-zione di enti, associazioni, volontari emovimenti che rappresentano oltre novemilioni di cittadini, non vuol essere unacampagna “anti” (anti-psichiatrica, anti-case farmaceutiche...) ma “pro”, a favo-re della cautela, dell’agire consapevoledei genitori, di quel bene preziosissimoche si chiama informazione. Il ricorso aglipsicofarmaci non deve essere escluso apriori, occorre però farlo precedere dauna scrupolosa analisi dei sintomi voltaad accertarne la necessità, eventualmen-te seguita dall’applicazione di terapie al-ternative che prevedono l’intervento dipsicologi, assistenti sociali e insegnanti,nonché, se si rivela davvero opportuno,dosarne intensità e durata, tenendo sem-pre conto degli effetti collaterali.Estendendo per un attimo il pensiero al dilà della tematica specifica fino ad ab-bracciare la moderna società occidentalenella sua totalità, è possibile cogliere l’u-so crescente e capillare di pastiglie e so-stanze sintetiche e farmaceutiche di va-rio genere come uno di quei sottili, im-percettibili processi che si autoalimenta-no inesorabilmente senza attirare la no-stra attenzione. Ne esistono di tutti i tipi:pastiglie per migliorare le prestazionisportive e sessuali, per essere più vigili oper dormire, per dimagrire, persino peressere felici. Anche se il collegamentonon è immediato né sempre giustificato,proprio questa tendenza-abitudine a cer-care in qualcosa di “altro” da noi, diesterno, di farmaceutico, parafarmaceu-tico o anche di indubbiamente dannosoper la salute, il rimedio ai problemi quo-tidiani, può essere interpretato come unadelle cause della diffusione a macchiad’olio di alcolici e stupefacenti tra adul-ti, giovani e giovanissimi. Il che suscita vi-vo interesse nell’équipe di Mosaiko cheda anni sta conducendo una lotta controquesti “mostri” che minacciano, debilita-no e in taluni casi compromettono, lenuove generazioni.

L’infanzia è un momento delicatissimodella vita di ciascun individuo. Un bambi-no è un uomo in potenza, dentro di lui c’èun talento da far maturare, un coraggioda spronare, una fantasia da stimolare,accanto a paure da debellare, degenera-zioni e patologie da prevenire, un’identi-tà in fieri che deve emergere e fortificar-si in un contesto di certezza e serenità. Ilruolo che i genitori rivestono è fonda-mentale. La famiglia è, e non può non es-sere, almeno fino al raggiungimento dellamaggiore età, la cornice di ogni giornata,il nido in cui rifugiarsi nonché l’autoritàcon la quale misurarsi. Ho sentito mamme dire che ai bambininon bisogna mai dire di no, devono esse-re lasciati liberi di esprimere la loro per-sonalità. Errore madornale. I bambini de-vono temere, nel vero senso della parola,i genitori in alcune circostanze, in quellein cui disubbidiscono, si comportano inmaniera dannosa ed eccessivamente inva-dente. La vivacità è elemento caratteri-stico e fisiologico della maggior parte deibambini, ma essendo ignari della vitahanno un disperato bisogno di una guida,di chi si impegni a insegnare loro cosa ègiusto e cosa è sbagliato, a trasmetterepazientemente, giorno per giorno, valorie norme comportamentali, affinché ven-gano assorbite e facciano di loro personecorrette, rispettose e quindi capaci di co-struire rapporti sociali appaganti. Sonofermamente convinta che ad un bambinonel lungo periodo faccia molto più maleessere lasciato libero di comportarsi co-me crede, magari dai nonni, che si sa es-sere più teneri o con la babysitter, di unasberla quando se la merita. Non solo le punizioni competono ai geni-tori. Sempre da loro, al contrario, do-vrebbero provenire premi ed entusiasticaammirazione per i piccoli grandi traguar-di raggiunti dai loro pargoletti. In una pa-rola: attenzione. Ecco qual è a mio avvi-so il dono più bello e più importante chemamma e papà devono riservare nel lun-go cammino della crescita alle loro crea-ture. Compatibilmente con gli impegni la-vorativi dovrebbero cercare di limitare ilpiù possibile le esternazioni dei figli (ge-sti, comportamenti e parole) che passanoinosservati, scevri di controllo e conside-razione, di approvazione o rimproverazio-ne. Per quanto mi sforzi, io, appena venten-ne, non riesco a cogliere nemmeno inparte le mille sfaccettature e le profon-dissime emozioni che delineano la mater-nità e che solo chi è mamma può com-prendere veramente. Per non rischiare diesprimere un parere indebito e superfi-ciale nell’indicare l’insegnamento che ri-terrei il migliore da elargire ai miei bam-bini, ho pensato a quello che ho ricevutodai miei genitori. Ho concluso che da unlato mi hanno allenata a rispettare il piùpossibile le cose e la dignità altrui e dal-l’altro che è per loro, oltre che per mestessa, per la gioia che vedo scintillarenei loro occhi per i miei modesti succes-si, che mi impegno il più possibile, conforza e dedizione nelle attività scolasti-che ed extrascolastiche a cui mi accingo.

Marta Lamanuzzi , 20 anni

PILLOLE D’AMOREAntidepressivi ai bambini: necessità o escamotage?

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L’incontro di venerdì 16 maggio pro-mosso dall’Associazione “MosaikoKids” con il comitato nazionale“Giù le mai dei bambini” è stato di

grande interesse. Siamo uscite dalla SalaPessini incredule e arrabbiate ma con la vo-glia di saperne di più. Il portavoce Luca Po-ma, e gli altri sostenitori presenti sono ri-usciti - seppur in breve tempo - a fornire unapanoramica in termini scientifici esaustiva eobiettiva del problema. La serata ci ha per-messo di riflettere su come, a volte, le paro-le siano utilizzate per creare la realtà e nonsemplicemente a “nominarla” o descriverla:questo sembra essere il caso del “disturbo dadeficit di attenzione e iperattività” (in in-glese ADHD, Attention-Deficit/Hyperacti-vity/Disorder), termine usato per compren-dere una serie complessa e varia di disturbidell’apprendimento e del comportamento,causa di insuccesso scolastico e di inseri-mento sociale.Una parte di scienziati ritiene che il distur-

bo abbia una causa genetica Tale tesi è con-testata da chi sostiene che non vi è ancoranessuna prova biologica a dimostrare l’esi-stenza della sindrome. Addirittura l’APA,l’American Psychological Association,dichiara che non vi sono test diagnostici af-fidabili ed oggettivi. Ciò nonostante, ed èquesto l’elemento più inquietante della que-stione, una supposta malattia viene curatacon farmaci terribilmente reali. Nonostantel’acceso dibattito tuttora in corso nella co-munità scientifica, anche le autorità sanita-rie italiane hanno dato il via libera alla som-ministrazione di metilfenidato, la principalemolecola usata nei casi di ADHD, che altronon è che un’anfetamina: una droga. La stes-sa Agenzia Italiana del Farmaco, che ne haapprovato nel marzo 2007, l’ immissione incommercio, ha tuttavia ritenuto di mettere apunto una serie di «condizioni al fine di ga-rantirne un uso appropriato, sicuro e con-trollato»1; il dubbio che non si tratti propriodi caramelle deve averli almeno sfiorati.La nostra è una società che ricorre con estre-ma facilità ai farmaci anche laddove non so-no veramente necessari. In questo caso, co-me è stato sottolineato durante la conferen-za, tali sostanze contribuiscono a “spegnere”i sintomi, non a risolvere l’insieme di causeche producono tali manifestazioni del com-portamento. Com’ è possibile continuare conla somministrazione di metilfenidato in pre-senza di studi scientifici che ne dimostranol’estrema pericolosità (rischio di dipenden-za, infarto, idee suicide?). Se vi è una gran-de cautela nella somministrazione di antide-pressivi ai minori di 15 anni2, proprio non sicapisce come sia possibile dare a bambini di6, 7 anni le anfetamine! Finora tale “sindrome” è stata diagnosticataa bambini in età scolare, ma lo scorso aprile3

l’Ulss di Venezia - con la collaborazione delComune - ha deciso di introdurre dal prossi-mo settembre negli asili nido comunali e pri-vati un test per misurare i tratti comporta-mentali in bambini da zero a tre anni. Fran-camente, finalità scientifiche a parte (il que-stionario è stato messo a punto dall’Univer-sità di Padova), è lecito nutrire notevoli per-plessità. Si tratta di un test che comprendecinquantasei domande, piuttosto dettagliate

sul comportamento dei bambini. Si chiede,ad esempio, se il piccolo agita le braccia o legambe quando è eccitato. Se piange molto.Se rimane indifferente quando vede una per-sona conosciuta. Se gioca da solo e se sorri-de quando gioca o se invece ha un’espressio-ne seria o triste. Se ascolta musica per di-verso tempo. Se si agita quando è in braccio.Se si preoccupa quando vede uno sconosciu-to e se impiega molto tempo prima di avvici-narsi e sorridergli. Se reagisce ai movimentiimprovvisi sobbalzando. Se fossimo noi leeducatrici chiamate a compilare il questio-

nario risponderemmo a quasi tutte queste -STUPIDE - domande DIPENDE. Certo che unbambino può agitarsi e scalciare quando èeccitato (infatti non è un robot per fortuna).Un bambino può a volte volersene stare dasolo, può piangere se vede un omone alto al-to, con barba e cappello (magari un operaiodel Comune), ma avvicinarsi fiducioso e sor-ridere ad un’amica di una mamma, ad unazia in visita, anche se mai viste…Tutte questecose un bambino/a le può fare anche in unastessa giornata: per lo più sono reazioni di ri-sposta a stimoli dell’ambiente, non certa-mente tratti stabili. Tale indagine, contesta-ta da una parte dei genitori, sembra esseredavvero un modo per “etichettare” certipresunti comportamenti, mirando in realtà aindividuare presunti disturbi, come il deficitdi attenzione e iperattività per magari con-vincere poi le famiglie che i loro figli hannoquel problema, da risolvere con quei farma-ci. Dal punto di vista educativo la questione cichiama ad una precisa responsabilità: è in-

negabile che i casi di insuccesso scolastico edi difficoltà dell’apprendimento siano pro-blemi reali e drammatici tanto per i discentiquanto per docenti e genitori, ma è con unastrategia psicopedagogica che bisogna inter-venire. Ogni bambino apprende in modo di-verso e unico rispetto ad un altro, chiedia-moci cosa lo interessa davvero, cosa ne puòaiutare o ostacolare la formazione, qualiproblemi relazionali ci sono in famiglia o nelcontesto scolastico. A questo proposito, ac-cogliendo l’invito di Poma, abbiamo visitatoil sito www.scuola.protetta.it: consigliamo di

leggere e conservare le “24 regole di com-portamento per chi si relaziona ad un bam-bino iperattivo 24 ore al giorno”. Esse con-tengono strategie educative assai utili peraiutare un bambino a relazionarsi positiva-mente con la scuola e gli impegni richiesti,e inoltre suggeriscono modalità differenti diimpostare la comunicazione in casa tra ge-nitori e figli. Sono regole che vanno applica-te con costanza e che certamente implicanofatica. Facciamo uno sforzo in più prima diprendere una scorciatoia che non sappiamonemmeno dove conduca.

Le educatrici dell’asilo nido intercomuna-le “Primavera”, Castelnuovo Scrivia (AL)Adelina Cacciola, Emanuela Barbieri, Paola Olivieri, Katia Ferrari.

1 “La Repubblica”, 9 marzo 2007, p. 36.2 “Mente e cervello”, n. 33 , anno V, set-tembre 2007, p. 89.3 Si veda l’articolo apparso su “La Repubbli-ca”, 11 aprile 2008, pag. 21.

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c o m b a t t e r e o b e n e p r e z i o s o d a d i f e n d e r e ?

o n o l e p o z z a n g h e r e :

balletto di cifre sull’assunzione di psicofarmacir l’età pediatrica in Italia apparso negli ultimiesi sui giornali mette ancor più in risalto il verooblema: quello culturale, la riduzione dell’infan-vello di numeri, bambini-oggetto, bambini strat-di qui e di la. La denuncia di “Giù le Mani dai

ni”, che con le sue quasi duecento associazioniziate è il primo comitato indipendente di farma-anza nel nostro paese - è forte innanzitutto nel

o, ed al di la della definizione precisa delle per-ali di un fenomeno che comunque in senso asso-

in preoccupante crescita in Europa: come diceno Pirella, psichiatra e Presidente onorario di Psi-a Democratica, “…il farmaco soffre ad essereerato una merce come tutte le altre”. E’ unafrasi che mi piace di più e la ripeto spesso, per-nnanzitutto vera: ormai le tecniche di marketingmaci sono le medesime utilizzate per “indurre”umo di telefonini, gadget vari, i-Pod, e quant’al-

asti pensare che nella vicina Germania è in distri-e un opuscolo – incidentalmente marchiato No-

®, uno dei principali produttori di psicofarmacimbini al mondo – che sollecita il bimbo stesso adare lo psicofarmaco: bello, accattivante, fumet-d a colori, il libretto spiega al bambino che se è agitato ed ingestibile, ricevere la pastiglia è l’u-oluzione valida per andare di nuovo d’accordocompagni di classe, farsi apprezzare dagli inse-e riottenere la – preziosa per chiunque sia nel-

dello sviluppo – benevolenza di papà e mamma.le, angosciante: il bambino come “soggetto di-di marketing”, il tutto venduto con la “scusa” dintire “normali” i bambini malati di iperattivitài di cosa?). Nel mentre un’altra multinazionaleia un’equipe di ricercatori a Londra che si sta im-ndo a “tracciare” il gene della “timidezza”: vuoihe il bambino cresca timido, criminale di un ge-? Poi sarà complessato, non si relazionerà con inei, crescerà disadattato. Allora troviamo il gene,giamo, normalizziamo, magari con un farmaco,

aremo il bene del bimbo, perché oggi tutto ciò“diverso” è patologico, o comunque da guardare

ospetto. No, c’è qualcosa di terribilmente sba-in tutto ciò. Dove sono le risorse per la scuola,

suoi pedagogisti, dov’è la famiglia che si prendecarico del proprio figlio, dove sono gli esperti

ogi disposti a battere i pugni sul tavolo per otte-a questo perverso sistema “fast-food” il tempoario per indagare a fondo il disagio e risolverlo,la fretta del “tutto e subito”, della pastigliettasolo apparentemente, ed a quale prezzo? – risol-i problema? Mentre le soluzioni dettate dal buonlatitano, gli interessi commerciali non esitanore un minuto: una lieve flessione nelle prescri-negli ultimi due anni? Nessun problema, dicono ittori: chiediamo ed otteniamo dall’agenzia euro-el farmaco l’abbassamento della soglia di prescri-à per un noto – ed alquanto redditizio: seimila mi-di vecchie lire all’anno – antidepressivo, il Pro-Da qualche tempo lo si può somministrare anche

mbini di otto anni: trovato il disagio, inventata laPossibilmente che renda.

Pomaalista, portavoce nazionale Comitato “Giù ledai Bambini”®

ni sono… numeri?

è n o r m a l e . . .E d u c a r e , N O N d r o g a r e

“Se c’è una cosa che non tollero assolutamente è che la gente trasformi la propriaimpotenza o alienazione in un credo”(M. Barbery, L’eleganza del riccio, ed. e/o, Milano, 2008, p. 77)

L’As i lo Nido “Primavera” di Castelnuovo Scr iv ia

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Se mai si è riusciti a condensare un’elevataconoscenza “tecnica” degli argomenti trat-tati con un’esposizione chiara e comprensi-bile, questo è avvenuto venerdì 16 maggio a

Castelnuovo Scrivia.Erano presenti professionisti di alto livello, osereidire internazionali, ma non renderei giustizia aquesto convegno se parlassi di loro. Preferisco con-centrarmi sulle persone presenti sotto il palco, chenon parlano ma ascoltano. C’erano i bambini. Contenti che si parlasse di loro,felici di vedere Beppe Grillo e ansiosi di lanciare iloro aeroplani. Questo convegno era per loro. C’erano i redattori del Mosaiko, che la curiositàl’applicano per professione, sempre ansiosi di im-parare. Questo convegno era anche per loro. C’erano i volontari della croce rossa, che hanno ap-profondito aspetti del loro lavoro che forse non in-contrano direttamente, ma che non per questo so-no meno importanti. Questo convegno era per loro,

come graditissimi ospiti.C’erano le maestre e le mamme dei bambini in etàscolare, che quotidianamente devono – non sop-portare, ma piuttosto – proteggere qualche ele-mento troppo esuberante. Che magari nelle lorodifficili storie familiari hanno avuto l’idea di utiliz-zare una pillolina rossa o blu per distendere i ner-vi, ma che alla fine hanno capito l’importanza di unutilizzo ragionato dei farmaci, e che, per aiutare,nulla serve più delle parole e del dialogo. Questoconvegno era soprattutto per loro.E poi c’ero io. La conferenza era per me? Non lo so.So che è stato brillante e davvero esaustivo. Ho im-parato a non considerare i farmaci miracolosi ri-medi per tutte le necessità. Ed ho imparato che non è tra i miei diritti impedi-re a qualcuno di vivere liberamente e lucidamentela propria vita.

Davide Varni, 20 anni

Dritto al cuore

In un’atmosfera moltofamiliare e particolarmentedivertente si è svolta laserata del 16 Maggio 2008 ,

la serata in cui, i ragazzi delMosaiko Kids e noi spettatoriabbiamo potuto incontrare LucaPoma portavoce nazionale di“Giù le mani dai Bambini”,Emmanuele Macaluso campionedi lancio del giavellotto SISPORTFIAT e testimonial di “Giù lemani dai Bambini”, AntonellaMariotti giornalista delquotidiano “La Stampa” diTorino e direttore responsabilede “Il Mosaiko Kids” e GiovannaSpantigati giornalista evolontaria di “Giù le mani daibambini”.Fin dai primi istanti l’atmosferacordiale ha concesso a tutti ipartecipanti di conoscersi inmaniera naturale senza troppi“obblighi di ruolo” e hapermesso a tutti i partecipantidi sintonizzarsi sull’argomento dirilievo della serata: i bambini, igenitori e la società moderna.Dopo un’introduzione delsindaco Gianni Tagliani, anchelui presente a questa importantemanifestazione, ha preso laparola “l’eroe dei piccoli”, ilgiornalista scientifico Luca Pomache, grazie ad una loquacitàspiccata e una particolarepropensione al dialogo conbambini e adulti ha saputospiegare in poche e sempliciparole il suo ruolo all’internodell’associazione e gli obiettiviche essa si prefigge: portarechiarezza su un fenomenogravissimo che va allargandosi inEuropa e nel mondo quale lasomministrazione dipsicofarmaci ai minori. Subito,tutti noi abbiamo capito che nonsi trattava della solitaconferenza dove il portavoceparla, gli spettatori ascoltanoannoiati e aspettano solo il

L’eroe dei piccoliUn

momento diritrovocostruttivo momento di sparire,ma di un

momento di ritrovo costruttivo,un modo per comprendere econfrontare l’universo dei bimbie dei più grandi. L’intervento diLuca Poma ha subito colto nelsegno, con le sue parolepungenti, coadiuvato da unaltrettanto pungente BeppeGrillo (in video), ha saputoportare chiarezza esensibilizzare tutti noi su unfatto così grave.L’opera che i volontari di “Giù lemai dai Bambini” realizzanogiorno dopo giorno è a dir pocostraordinaria, ed è stata propriola sensibilità di Luca, diEmmanuele e di Giovanna afarcelo capire.Tutti e tre i relatori hannoprecisato che i bambini hannoun enorme potenziale,racchiudono nella loro animauna fantasia senza limiti unavivacità che esprime a voltevoglia di vivere, a voltenecessità di affetto e tempoinsieme ai genitori, ormaisempre più impegnati e immersinella loro vita fatta soltanto diproblemi e di lavoro, incurantidel fatto che i figli sono il benepiù prezioso di cui dispongono. Adimostrazione del fatto che nonè stata una conferenzaunilaterale, a conclusione dellaserata , molte domande sonostate poste ai relatori che, condisponibilità, hanno risposto atutti i dubbi sorti in itinere.La serata si è conclusa tra isaluti e il piacevole schiamazzodei bambini che, come sempre,hanno dimostrato di essereirrefrenabili e spontanei, vulcanidi idee e felicità che nonpossono e non devono esserefrenati! Grazie quindi a LucaPoma, Emmanuele Macaluso,Giovanna Spantigati, AntonellaMariotti and last but not leastgrazie a Mimma che ci hapermesso di partecipare aquesta magnifica serata.

Alessandra Santi, 20 anni

Con le parole non sono molto brava, ma spero di esserlo almenocon il cuore. Sono difficili da spiegare le emozioni, soprattuttoquando sono così intense. Le parole e i grandi sentimenti cheGiovanna ci ha regalato quella sera, mi hanno trafitto il cuore.

Sapere che esistono persone al mondo come Giovanna, Luca, Emma-nuele (scritto con due “m”, proprio come quella sera ci ha fatto nota-re!) da cui puoi imparare così tanto… mi ha donato ancora il sorriso!Non solo: ammirevoli sono tutte quelle persone che li sostengono, an-che da molto lontano, come quel ragazzo, mio coetaneo, dall’Austra-lia! Oggi giorno viviamo in una società formata per di più da personesuperficiali, egoiste, scontrose, diffidenti, combattive… non esiste piùl’amore, l’altruismo, la convivenza! Il crollo totale dei valori mi avevareso molto triste e come me anche una carissima amica, dopo quellasera le nostre anime sono diventate più serene!Ringrazio molto Luca Poma che ci ha onorato con la sua presenza: il suocomitato è a livello mondiale, lo sostengono personaggi famosi, qualeBeppe Grillo e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, emalgrado ciò è giunto qui in mezzo a noi del Mosaiko. Il fatto che Po-ma sia stato così entusiasta del nostro lavoro mi ha reso molto felice,ero persino imbarazzata a stringergli la mano: non potevo crederci,una persona così grande vicino a me! GRAZIE!È stato anche un vero onore per me, essere stata lì davanti a quel com-puter quella sera in quella stessa sala con Giovanna, il suo infinito cuo-re, la sua infinita saggezza e il suo grande amore che supera i confinidell’universo!Le mie parole sono semplici, poco articolate e non molto “ricche”, maspero comunque che possano rendere l’idea anche solo lontanamentedelle mie emozioni. Tutto il contrario invece sono state le parole diGiovanna! Mi hanno commosso tantissimo, hanno commosso tutti anchequelli più freddi: un animo così grande pensavo esistesse solo nelle fa-vole invece per la prima volta nella mia vita posso affermare che I SO-GNI DIVENTANO DAVVERO REALTÀ, basta non smettere mai di sperare! Grazie Giovanna mi hai dato l’opportunità di conoscere il mio angelocustode… TU!!! È da persone come te che il mondo deve essere for-mato.Volevo ringraziare anche Mimma (troppo spesso ci dimentichiamo del-le straordinarie persone che ci riempiono la vita ed il cuore!!!): è SO-LO grazie a lei che ho avuto l’opportunità di conoscere Giovanna, Lu-ca Poma, Emmanuele e “Giù le Mani dai Bambini”. Sono molto fortu-nata ad averla al mio fianco durante il cammino verso la vita! Mosaikoè un esempio di vita per tutti, mi ha fatto crescere molto! Ora gli an-geli custodi sono due: grazie!

Elena Pisa, 20 anni

Se i sogni diventano realtà

Da sinistra: EmmanueleMacaluso, Chiara Ghibaudi, LucaAndriolo, Matteo Gavio, GiuliaMarcone, Chiara Balduzzi.

L’associazione “Giùle Mani daiBambini” si occupadi promuovere una

campagna contro lasomministrazioneindiscriminata dipsicofarmaci ai bambini,soprattutto a quelli in teneraetà. Personalmente credoche quello dell’abuso dipsicofarmaci sia un problemada non sottovalutare, anchese qui in Italia non ha ancoraraggiunto le dimensionipreoccupanti di paesi comegli USA, la Germania el’Inghilterra. Il comitatoteme che l’Italia possacavalcare l’onda degli altripaesi e che aumentino quindile prescrizioni di terapiealternative, sicuramente piùimpegnative sia per la lorodurata che per il loro costo,ma senz’altro meno dannose.Durante la serata sono statitoccati numerosi argomenti,ma ciò che più mi ha colpitaè stato un breve filmato nelquale il comico Beppe Grillodescrive un allarmante fattoverificatosi in Germania: unanota casa farmaceutica hadistribuito nelle scuoletedesche un fumetto cheinvita i bambini a chiedere aigenitori una speciale“pillola” per otteneremigliori prestazioniscolastiche e per sentirsi piùaccettati dal gruppo. Nonsiamo molto lontani dallasituazione in cui unapastiglia di ecstasi vieneofferta agli adolescenti conpromesse simili da qualchespacciatore! Spero che igoverni e i ministeri dellasalute vigilino con estremaattenzione per impedire cheepisodi di questo tipo sidiffondano nell’indifferenzagenerale.

Cecilia Mariotti, 15 anni

Una pillolaspeciale

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Ho trovato che Luca Poma,giornalista e portavoce na-zionale di “Giù le Mani dai

Bambini”, abbia una chiara ideasul progetto che sostiene e cheha saputo trasmettere con serie-tà, illustrandoci la situazionedrammatica che la nostra societàsta vivendo. La stupidità dellepersone arriva anche a sommini-strare psicofarmaci ai bambiniperché hanno paura di affrontareil problema mentale del figlio odel bambino. Un grazie grandegrande a Giovanna Spantigati checi ha fatto un discorso da mam-ma responsabile e coerente chemi ha emozionato e commosso.Mi ha fatto molto piacere che An-tonella Mariotti, direttore re-sponsabile di Mosaiko Kids, siastata con noi e abbia partecipatoinsieme a noi alla serata. È statauna serata fantastica, istruttivaed educativa sull’uso sbagliatodegli psicofarmaci sui minori emi ha davvero colpito ed emozio-nato facendomi provare ancherabbia e disprezzo per le personeche ne fanno uso e che costrin-gono gli altri a prenderli.

Chiara Balduzzi, 12 anni

Psicofarmaci? No grazie! Per-ché bisogna rovinare la per-sonalità di un bambino con

una stupida pastiglia? Se il figlioha un carattere un po’ vivace,non capisco perché i genitoriglielo debbano togliere. Ringra-zio Luca Poma e gli altri relatoriper avermi fatto capire che que-sta è una cosa sbagliata e per lasua spiegazione chiara e sinteti-ca. Grazie, grazie, grazie!

Cecilia Crivelli, 13 anni

La serata mi ha molto inte-ressato perché l’argomentotrattato mi ha fatto riflette-

re facendomi capire che se fossiun genitore non somministrereimai psicofarmaci a mio figlio. Lu-ca Poma ha saputo catturarel’attenzione di noi ragazzi graziealla sua facile spiegazione delproblema, sebbene il tema ri-chiedesse una certa maturità.

Andrea Marcone, 13 anni

Grazie a Luca Poma io hocapito che somministrarepsicofarmaci ai bambini

agitati è un male… perché i bam-bini DEVONO ESSERE BAMBINI e

non si può chiedergli di smetteredi essere tali. Mi ha inoltre colpi-ta scoprire che non sempre lescuole sono “a misura di bambi-no”, a partire dall’edificio stessoe dall’arredamento. Mio padreha modificato la mia camerettaman mano che io crescevo, inmodo che mi trovassi sempre amio agio. Io ho molto apprezzatoquesto gesto!!

Laura Mandirola, 13 anni

Bambini… Il 16.05.08 noi, iragazzi del Mosaiko, abbia-mo affrontato un dibattito

sull’uso degli psicofarmaci neibambini, con Luca Poma, porta-voce del comitato “Giù le Manidai Bambini”. Erano presenti an-che Emmanuele Macaluso, cam-pione del lancio del giavellotto etestimonial della campagna e lagiornalista Giovanna Spantigati.Per quanto mi riguarda la serataè stata divisa in due parti. La pri-ma in cui eravamo protagonistinoi ragazzi del Mosaiko. Durantequesta fase mi sono sentita agi-tata in quanto dovevamo stareattenti ai nostri comportamentie alle nostre parole. La secondaparte, quella del dibattito vero eproprio, mi è piaciuta di più per-ché ho potuto scaricare la ten-sione e ascoltare gli interventi ele spiegazioni degli ospiti. Ho ap-prezzato molto la loro chiarezzama soprattutto mi ha colpitol’affermazione che la vivacitàdei bambini può essere conside-rata una malattia da curare congli psicofarmaci. Bisognerebbechiedersi se è il bambino a esse-re fuori dalla norma o se sono gliadulti che vedono il mondo di noigiovani con i loro occhi? Bambi-ni… sarebbe bello esserlo persempre!!!!!

Irene Gavio, 13 anni

Le spiegazioni sono state in-teressanti. Mi è piaciuto co-me hanno parlato dei bam-

bini. I bambini saltano nelle poz-zanghere perché sono felici.

Chiara Ghibaudi, 11 anni

L’amore grande di una mamma

Grazie, grazie e ancora grazie a Mimma (la vulcanica) per avermi invitata venerdì sera in sala Pes-sini, per l’incontro “Salviamo Gianburrasca”: è stato un onore ascoltare Luca Poma, giornalistae fondatore dell’associazione “Giù le mani dai bambini” e sentire con quanto amore si faccia pro-motore, della difesa dei bambini che sono sempre piu “oggetti” degli adulti e non “soggetti” au-

tonomi e consapevoli.Non sapevo che gli psicofarmaci venissero dati con tanta facilità ai bambini.Sono convinta che sia molto importante essere dei consumatori consapevoli, darsi del tempo per capirequali siano i problemi che creano disagi ai nostri figli, passare con loro del tempo per ascoltarli (se è pos-sibile più di 14 minuti al giorno).Occorre essere meno superficiali: il potenziale dei bambini è enorme, la loro creatività è forte ma pensoche per potersi realizzare in maniera positiva abbiano bisogno del nostro aiuto, della nostra disponibili-tà, della nostra presenza e del nostro amore.Tutto ciò che è veloce altera l’equilibrio e crea agitazione.Fare sport è importante ha detto Emmanuele Macaluso (testimonial dell’associazione e campione di lan-cio del giavellotto), ma ancora più importante è scegliere uno sport adatto al bambino e alle sue esigen-ze.Per finire grazie, grazie ancora a Giovanna Spantigati che con parole di mamma ci ha commosso per l’a-more grande che ci ha comunicato. L’amore grande di una mamma che tutto può “se vuole”.

Mariuccia Bertoletti, insegnante asilo nido di Garlasco

L’impegno di Luca Poma è un esempio per tutti…

Le mie impressioni sull’incontro, avvenuto venerdì 16 maggio scorso tranoi ragazzi del Mosaiko e il giornalista Luca Poma e i suoi collaborato-ri, non possono essere che positive! L’argomento di discussione, il pro-

blema della somministrazione di psico-farmaci ai bambini, era molto inte-ressante e il dibattito, sviluppatosi in seguito alla presentazione del pro-blema, si è rivelato vivace e coinvolgente. Gli ospiti erano molto disponibi-li e pronti a rispondere a qualsiasi domanda posta dal pubblico  in modosemplice e coinciso. Mi ha colpita in modo particolare l’impegno con cui Lu-ca Poma e i suoi collaboratori si dedicano a questo progetto che è un esem-pio per tutti e un incentivo a fare qualcosa di concreto per  raggiungereobiettivi importanti.

Elisa Setti, 16 anni

I bambinidelMosaikoKids, tantogiovani maaltrettantobravi…

Una serata per ibambini, con ibambini,organizzata dal

Mosaiko Kids e dallaBiblioteca Civica.Una serata con LucaPoma, portavocenazionale di “Giù le manidai bambini”.Proprio qui, aCastelnuovo Scrivia,grazie a Mimma.Una serata interessanteoltre che moltopiacevole, che èscivolata via in un soffio,ma che mi ha lasciatotantissime emozioni.I bambini del MosaikoKids, tanto giovani maaltrettanto bravi atrasmetterci la lorofreschezza e la loroingenuità. Grazie, neabbiamo tanto bisogno.Luca Poma, EmmanueleMacaluso, GiovannaSpantigati, tutti qui etutti uniti per una nobilecausa, da un unico filoconduttore, l’amore e ladifesa dei bambini.Grazie a Mimma e graziea Luca Poma per esserestato con noi, regalateciancora serate così, cosìvere, cosi sorprendenti,indimenticabili. Semprepiù rare purtroppo.

Elisa Santi, 26 anni

E’una cosa assurda che dobbiamo imparare dall’America tutte le co-se “facili”. La serata del 16 maggio è stata una scoperta soprat-tutto per la tematica in parte sconosciuta e - mi sembra di avere

capito - di facile applicazione.Speriamo che questa associazione riesca sempre più ad imporsi su alcunimedici di facile manipolazione affinché almeno in Italia questo fenomenonon si diffonda.

Enrica Bruni, una mamma

Il giudizio deipiccoli

c h e t u t t o p u ò “ s e v u o l e ”

Le cose facili...

I ragazzi del Mosaiko Kids

Da sinistra: Irene Gavio, Andrea Marcone, Matteo Andriolo, Laura Mandirola, Federica Marini, Elisa Setti, Cecilia Mariotti

Page 8: Il Mosaiko Kids 2-2008

V8

Progetto grafico eimpaginazione: Associazione Il Mosaiko Kids Fotografie: Elena Pisa,Riccardo Torti, FiorenzaCorradini, Bruno De Faveri,Beppe Sacco.

RedazioneDirettore Resp.: AntonellaMariotti.Presidente: Mimma Franco.Giovanna Spantigati - MartaLamanuzzi - Livia Granata -Davide Varni - Elena Pisa -Claudio Bertoletti - Elio Pisa -Manuela Gandolfi - RiccardoTorti - Andrea Botosso - ElisaSetti - Marta Sottotetti -Beatrice Bianchi - AlbertoPelizzari - Elena Mazzucco -Valeria Milanese - MartinaBuffa.Piccoli PiccoliCecilia Crivelli - AlessandroSetti - Cecilia Mariotti -Martina Ruta - Sofia Falchetto- Federica Marini - LauraMandirola - Marco Mandirola -Irene Gavio - Andrea Marcone -Giulia Marcone - ChiaraGhibaudi - Federico Maggi -Giacomo Maggi - Andrea Tava.SegreteriaElena Pisa.

AssociazioneIl Mosaiko Kids ®

Via C. Alberto, 1315053 Castelnuovo Scrivia (AL)

Vietato riprodurresenza autorizzazionetesti, fotografie eimpostazione grafica

V i v e r e n e l Luca Poma scrive al Mosaiko, consolidando un rapporto di collaborazione felice

Inaugurata la sededell’Associazione

Associazione senza fini di lucro

c o l o r e . . .

Questo è il mosaico di noi giovani e in inglese“kids” indica proprio questo: non solo iragazzi, ma anche i bambini, una sola parola

racchiude al suo interno tutte le fasce dellagioventù. Infatti il Mosaiko Kids mira a raccoglierein un solo luogo tutti i giovani, di tutte le età, daibambini ai ragazzi più grandi, in modo che nessunovenga trascurato e possa lasciare il suo indelebilesegno sulla carta bianca. Mosaiko Kids siripromette di dedicarsi all’informazione, toccandotutti i temi più importanti e delicati dei nostrigiorni: attualità, spettacolo, sport e cultura. Iltutto visto secondo l’ottica dei più giovani,secondo la loro mentalità e il loro modo di vivere.

Venerdì 16

Maggio2 0 0 8

o r e 2 0Gianni Tagliani, Sindaco di

Castelnuovo ScriviaLuca Poma, portavoce

nazionale di “Giù le Mani daiBambini”, il vero “eroe dei piccoli”

Max Judica Cordiglia, ideatoree regista della Juma Audio VideoProductions

Emmanuele Macaluso,campione di lancio del giavellottoSISPORT FIAT e testimonial di “Giùle Mani dai Bambini”

Antonella Mariotti,giornalista del quotidiano“La Stampa” di Torino edirettore responsabile de“Il Mosaiko Kids”

Giovanna Spantigati,giornalista e volontaria di“Giù le Mani dai Bambini”

Don CostantinoMarostegan, parroco diCastelnuovo Scrivia.

Hanno inaugurato:

Crescere insieme per un mondo migliore

In alto: il sindaco Gianni Tagliani e il parroco Don Costantino all’inaugurazione.Al centro: Antonella Mariotti, Emmanuele Macaluso, Luca Poma.Sotto: Mimma Franco presenta il nuovo spazio della redazione.